Cosa vede il mio bambino Consigli per lo sviluppo delle capacità visive nel primo anno di vita A cura di Eugenio Mercuri Giovanni Cioni Elisa Fazzi Fondazione Pierfranco e Luisa Mariani ONLUS Fondazione Pierfranco e Luisa Mariani ONLUS neurologia infantile Viale Bianca Maria 28 - 20129 Milano Tel. (+39) 02.795458 Fax (+39) 02.76009582 e-mail [email protected] www.fondazione-mariani.org UNI EN ISO 9001:2000 Copyright © 2005 Eugenio Mercuri Fondazione Pierfranco e Luisa Mariani Grafica G&R Associati Stampa Arti Grafiche Confalonieri, Milano Cosa vede il mio bambino Consigli per lo sviluppo delle capacità visive nel primo anno di vita A cura di Eugenio Mercuri Giovanni Cioni Elisa Fazzi Fondazione Pierfranco e Luisa Mariani ONLUS Introduzione “Cosa vede il mio bambino?” Questa è una delle domande più frequenti poste dai genitori ai pediatri e ai neuropsichiatri infantili nelle prime settimane di vita del loro bambino. In genere, c’è sempre un amico o un parente che assicura che nelle prime settimane il bambino non ci vede affatto o vede solo ombre, e nonostante le rassicurazioni dei medici, cosa il bambino sia effettivamente capace di vedere resta sempre un concetto abbastanza vago. In realtà la capacità di vedere cresce rapidamente nei primi mesi di vita ed esistono diversi aspetti della visione quali la discriminazione delle facce, delle forme o dei colori che maturano in età diverse. Questo campo è stato oggetto di attenzione da parte di molti esperti provenienti da discipline diverse, quali oculisti, neurologi, elettrofisiologi, psicologi, terapisti della riabilitazione e altri. Il loro lavoro ha consentito un notevole miglioramento della nostra comprensione sulla maturazione della funzione visiva nelle diverse età. Ciò dipende non solo dall’integrità degli occhi ma anche dall’integrità e dalla maturazione di altre strutture che collegano l’occhio al cervello, dove l’informazione visiva viene riconosciuta ed elaborata. Grazie ai loro lavori siamo oggi in grado di capire come e quando matura la funzione visiva nel bambino, e di avere una sorta di calendario con le diverse età a cui avvengono le varie acquisizioni o, nel caso di bambini a rischio di danno visivo, di stabilire se e quanto il bambino è in ritardo nell’acquisizione di queste tappe. Il riconoscimento precoce di un problema 2 visivo nei primi mesi di vita è importante perché la vista gioca un ruolo determinante nel contatto e nell’esplorazione dell’ambiente e di conseguenza nello sviluppo globale del bambino. Riconoscere un problema visivo precocemente significa anche iniziare al più presto un intervento specifico che aiuti il bambino a migliorare la sua interazione con l’ambiente. La possibilità di sviluppare un disturbo visivo è abbastanza frequente nei bambini nati prematuri o di Curiosità basso peso oppure in quelli nati Vedere è un mezzo per conoscere. a termine ma che hanno avuto La parola IDEA deriva dalla radice problemi durante la gestazione greca “eide”, sapere, cha a sua volta trova la sua radice in un tempo o al momento del parto. passato del verbo greco “orao”, Questi bambini vengono sempre vedere. Ho visto, per cui so. seguiti nei loro primi anni di Un’idea nasce dall’aver visto e preso vita da un gruppo di specialisti conoscenza di qualcosa di reale... che spesso comprende pediatri, neuropsichiatri infantili e terapisti della riabilitazione. Ciò nonostante, i genitori hanno spesso molti interrogativi sul come comportarsi nelle attività quotidiane. Nelle pagine seguenti cercheremo di fornire alcune informazioni semplici che aiutino a comprendere lo sviluppo della funzione visiva nel primo anno di vita, illustrando alcune manovre di stimolazione adatte per questo periodo. Lo scopo di questo libretto non è quello di sostituirsi al lavoro dei terapisti o di altri operatori specializzati, ma solo di fornire alcune informazioni e consigli pratici che possano aiutare i genitori nella gestione del bambino di pochi mesi con disturbi visivi. 3 Anatomia delle vie visive 4 Uno degli errori più comuni è quello di pensare che tutti i problemi legati alla vista siano dovuti ad anomalie dell’occhio. Nonostante l’occhio giochi un ruolo determinante nell’acquisizione delle informazioni visive, esiste una via visiva molto più complessa che inizia nell’occhio e conduce gli stimoli fino al cervello. Nell’occhio esistono dei recettori in grado di cogliere lo stimolo visivo e di tradurlo in uno stimolo elettrico. Questi recettori sono posti nella retina e trasmettono le informazioni ottenute al nervo ottico, posto dietro l’occhio, che come un cavo elettrico conduce lo stimolo. I due nervi ottici si avvicinano tra di loro in una zona chiamata chiasma ottico. A livello del chiasma la parte più esterna di ciascun nervo continua a decorrere sullo stesso lato mentre la parte più interna si incrocia e si unisce alla parte esterna del nervo controlaterale. Da qui la via prende un altro nome, radiazione ottica, e porta le informazioni alle parti del cervello deputate al riconoscimento dell’informazione visiva. La parte del cervello che raccoglie queste informazioni è principalmente nella parte posteriore (lobo occipitale) ma esistono altre aree visive nel cervello, altrettanto importanti nel riconoscimento, nell’elaborazione e nell’integrazione dei vari stimoli visivi. Questa è chiaramente solo una rappresentazione schematica e semplificata delle vie visive che portano le informazioni visive al cervello e che ci informano su “dove” sono gli oggetti e su “cosa” vediamo. L’integrità della funzione visiva dipende però anche da tante altre strutture, sia a livello dell’occhio sia delle vie nervose poste dietro l’occhio, quali ad esempio i centri nervosi deputati a mantenere una corretta motilità oculare. Avere una funzione visiva normale dipende non solo dall’integrità di queste singole strutture ma anche dallo stato delle connessioni che esistono tra loro. Chiasma Nervo ottico Radiazioni Corteccia Rappresentazione schematica delle vie visive costituite da una componente periferica (occhio e nervo ottico) e da una componente centrale (chiasma, radiazioni e corteccia). 5 Contrariamente a quanto molti credono, il bambino appena nato è già in grado di usare alcune delle sue competenze visive. Queste abilità sono però ancora molto limitate e migliorano rapidamente nelle prime settimane di vita, parallelamente alla maturazione della retina, dei nervi e del cervello, e delle connessioni tra le varie strutture. Alla nascita il bambino è in grado soprattutto di fissare oggetti o figure con molto contrasto, come delle grosse strisce bianche e nere (faccette contrastate o bersagli a cerchi o Prime settimane di vita strisce bianche e nere). Fin dalle prime ore di vita un bambino è in Verranno di seguito grado di fissare un oggetto e di seguirlo e questa abilità si riscontra spesso persino in elencate le tappe della bambini prematuri nati a 30-32 maturazione di alcuni settimane di gestazione. aspetti della funzione Nelle prime settimane di vita il visiva già presenti nei bambino è attratto da forme primi mesi di vita. Lo sviluppo della funzione visiva nel neonato e nei primi due anni di vita semplici con alto contrasto come ad esempio grossi centri concentrici in bianco e nero. Questi oggetti devono però essere posti vicino al viso del bambino, ad una distanza non superiore ai 20-30 cm, che corrisponde alle capacità accomodative. 6 Nelle settimane successive il bambino riesce a distinguere oggetti con contrasto minore e inizia ad essere interessato a forme più complesse. A quest’età i bambini iniziano anche a essere interessati ad oggetti posti “di lato”. Primi mesi A 2-3 mesi appare interessato ad oggetti colorati e a forme più complesse. A quest’età si sviluppa anche una buona capacità di convergere gli occhi e di accomodare l’immagine posta a breve distanza: i lattanti passano molto tempo ad osservarsi le mani. 7 Attorno al quarto mese, ma spesso anche prima, intervengono diverse modifiche del comportamento visivo. Il bambino è molto più interessato a ciò che avviene attorno a lui ed è molto attratto da oggetti in movimento, riuscendo a discriminare variazioni nell’orientamento degli stimoli. Nei mesi successivi il bambino continua a migliorare le sue capacità, e dopo i 6 mesi è in grado di riconoscere e seguire oggetti sempre più piccoli anche a una distanza di 1 metro - 1 metro 1/2 . 1-2 anni Fino ai 2 anni, il bambino espande ulteriormente le sue abilità di riconoscere oggetti sempre più piccoli, e aumenta anche la distanza alla quale riesce a seguirli. Aumenta anche la sua capacità di vedere oggetti posti lateralmente e a 2 anni queste abilità non sono troppo diverse da quelle riscontrate in bambini più grandi. 8 Come testare i vari aspetti della funzione visiva Una migliore comprensione delle tappe di maturazione dei diversi aspetti della funzione visiva ha consentito anche di sviluppare una batteria di prove in grado di testare le diverse funzioni fin dai primi mesi di vita. Nel sospetto di un problema visivo, un buon esame della funzione visiva deve sempre partire con una visita oculistica, in modo da escludere anomalie a carico delle diverse parti dell’occhio che sono frequenti in bambini nati pretermine o con grosse lesioni cerebrali. Questo esame è in genere associato a una visita ortottica che valuta i movimenti oculari e se i due occhi si muovono in maniera coordinata. È anche possibile misurare la capacità del bambino di discriminare un dettaglio visivo, ovvero l’acuità visiva, che è la capacità di distinguere due oggetti, come ad esempio due strisce scure separate da una bianca, come entità separate e non come un tutt’uno. L’acuità può essere testata fin dai primi giorni di vita usando le “acuity cards”, che consistono in una serie di carte rettangolari che presentano strisce bianche e nere su una delle due estremità. 9 Il bambino tenderà a guardare “preferenzialmente” dal lato in cui le strisce vengono presentate piuttosto che dal lato senza. Le diverse carte hanno misure di strisce diverse, l’esaminatore inizia a proporre quelle più larghe e via via usa quelle con strisce più sottili. L’ultimo livello di strisce che il bambino dimostra di vedere viene preso come la misura dell’acuità. Il test del campo visivo serve per valutare la capacità del bambino di localizzare stimoli posti non solo di fronte ai suoi occhi ma anche lateralmente. Il bambino viene fatto sedere sulle ginocchia della madre, attirandone l’attenzione verso un oggetto centrale posto di fronte ai suoi occhi. Viene poi introdotto dal lato un oggetto, 10 quale ad esempio una pallina o un oggetto luminoso, che viene lentamente avvicinato verso l’oggetto centrale. Il campo viene misurato valutando la posizione della pallina al momento in cui viene vista dal bambino. Mentre nei primi mesi di vita il bambino è in grado di vedere solo oggetti posti entro 30 gradi rispetto al centro, questi confini si allargano progressivamente nei mesi successivi. Altri test possono dare ulteriori informazioni su altri aspetti della funzione visiva, e tra questi: Spostamento dell’attenzione (fixation shift), che valuta la capacità di spostare l’attenzione da uno stimolo centrale a uno periferico usando degli stimoli posti su un monitor. La capacità di disimpegnare l’attenzione da uno stimolo centrale verso uno periferico si verifica generalmente intorno ai 3-4 mesi. L’assenza di questa risposta dopo i 4 mesi è un segno patologico. Potenziali Evocati Visivi (PEV), che registrano l’attività elettrica cerebrale in risposta a diversi tipi di stimolo, attraverso degli elettrodi applicati alla cute del capo con del cerotto. Fornendo stimoli diversi, via via più complessi, si può quindi valutare la capacità del cervello di discriminarli e seguire lo sviluppo di tali attività nel tempo. 11 Anomalie dello sviluppo visivo 12 Sono molte le cause che possono provocare una riduzione delle capacità visive di un bambino. Alcune sono di tipo genetico, altre sono secondarie a problemi che si verificano in gravidanza, al momento del parto o dopo la nascita. Il tipo di danno visivo spesso riflette il livello a cui è avvenuto il danno stesso. Mentre alcuni bambini infatti hanno problemi visivi a carico dell’occhio, altri hanno disturbi legati a lesioni a carico del cervello o di altre strutture nervose importanti ai fini della funzione visiva. In questi casi il danno visivo viene indicato come danno visivo centrale. Nei bambini nati pretermine, si verificano spesso delle lesioni cerebrali di diverso tipo che possono interessare le radiazioni ottiche, ovvero quelle strutture che trasportano l’impulso visivo al cervello (vedi pagina 7) o altre componenti della via visiva. Non tutti i bambini con questi tipi di lesione presentano disturbi visivi ed è quindi opportuno seguirli con attenzione nei primi mesi di vita in modo da identificare possibili problemi. Anche i bambini nati regolarmente alla fine della gravidanza possono avere dei problemi, spesso legati a difficoltà al momento del parto, con possibilità di danni a carico delle strutture della via visiva. Anche in questo caso i bambini vanno seguiti attentamente nei primi mesi di vita. I disturbi visivi presenti in bambini con lesioni cerebrali possono essere di varia gravità. Nei bambini con lesioni più estese, o che interessano in maniera più selettiva le strutture nervose della via visiva, si può arrivare ad una vera e propria cecità, ma più spesso i disturbi sono meno gravi e interessano soltanto alcuni aspetti della funzione visiva. In alcuni casi, infatti, danni cerebrali circoscritti possono interessare solo alcuni aspetti della funzione visiva, risparmiandone altri. Appare quindi importante valutare attentamente questi bambini con test specifici, come quelli descritti nelle pagine precedenti, idonei a valutare la gravità del danno visivo. Riconoscere l’entità del danno visivo rappresenta infatti il primo passo per poter formulare un programma di stimolazione adeguato. 13 Come favorire lo sviluppo visivo del vostro bambino Nelle prossime pagine cercheremo di fornire dei semplici consigli per favorire lo sviluppo visivo del bambino, suggerendo quali oggetti scegliere e come usarli. Questi consigli non sono un decalogo di comandamenti, non hanno nessuna pretesa di essere esaustivi e non devono essere considerati la regola da applicare ad ogni costo: sono solo spunti per giocare con il vostro bambino basati su una corretta conoscenza dei tempi e delle modalità del suo sviluppo visivo e psicomotorio. Variateli, inventatene altri più divertenti, più adatti ai suoi gusti e secondo la vostra fantasia: ve li proponiamo così che possiate sfruttare al meglio i momenti della giornata passati insieme. La vista è un qualcosa che viene appreso attraverso esperienze che derivano dalla differenziazione di ciò che è presente nel mondo del bambino, e ben presto si impone come un canale preferenziale attraverso cui l’oggetto viene percepito nella sua globalità, permettendo di acquisire informazioni circa la forma, le dimensioni, il colore, i contrasti, ecc... Descriviamo qui di seguito cosa è possibile fare, come genitori, Forse non tutti sanno che le varie per permettere al nostro funzioni visive si sviluppano bambino di avere una rapidamente proprio attraverso esperienza visiva tale da favorire quegli stimoli che il bambino coglie la conoscenza e l’incontro con spontaneamente dal suo ambiente. l’ambiente in cui vive. L’incontro con l’ambiente 14 Guardare la variabilità Ogni neonato è diverso dagli altri... ... nell’aspetto, nelle sensazioni, nelle caratteristiche del movimento, nella reazione agli stimoli e nel rapporto con la madre. Alcuni si muovono di più, altri di meno; le posizioni preferite sono per lo più diverse, così come i tempi di veglia e sonno. Ricordatevi che esiste una grande variabilità nei tempi e nelle modalità di acquisizione delle diverse tappe neuro-evolutive. Ci sono neonati che fin da subito sono in grado di trovare i diversi stimoli presenti nel proprio ambiente. Altri bambini invece non riescono ad accogliere tutti gli stimoli a causa per esempio di una difficoltà nel muovere il capo o per un danno dell’occhio o ancora per uno scarso interesse e una ridotta capacità attentiva. I migliori osservatori del vostro piccolo: voi genitori Voi genitori siete i primi ad osservare come il vostro bambino si relaziona con il mondo esterno cogliendo alcuni suoi comportamenti: le reazioni di fronte alla luce che si accende e si spegne, le reazioni di fastidio a intense fonti luminose, posture asimmetriche del capo o del corpo mentre l’occhio è intento a guardare. Non abbiate paura di fidarvi delle vostre impressioni, preziose informazioni che solo voi potete fornire agli specialisti, che difficilmente vedranno il vostro bambino in condizioni così ottimali, come quelle di un ambiente familiare, in grado di motivarlo a guardare e a prestare attenzione. 15 Il momento ideale... Particolare cura deve essere posta nel “capire” i momenti migliori della giornata in cui proporre “giochi visivi” al bambino. In questo modo, il bambino riuscirà a dare “il meglio di sé” e soprattutto sarà in grado di trarre maggiore giovamento dalle varie proposte. Come vi sarete accorti, interagire con il vostro piccolo durante lo stato di veglia ottimale è molto gratificante anche per voi! Cercate di capire quando è più attento, riposato, tranquillo e perciò più disponibile a interagire con il mondo esterno. Se alcune attività vengono Attenzione! invece iniziate quando è Non dobbiamo spaventarci se non assonnato, irrequieto o quando sempre notiamo una risposta visiva immediata alle nostre proposte: ha fame, non si ottiene altro se il vostro bambino può essere non di indisporlo e irritarlo impegnato ad ascoltare o a muoversi. ulteriormente... È difficile per lui, almeno nei primi giorni, riuscire a selezionare ed ad integrare tutte le informazioni provenienti dagli altri canali sensoriali. 16 L’illuminazione dell’ambiente Un elemento importante da tenere presente riguarda il fatto che le competenze visive di un bambino risultano migliori se è presente una buona e adeguata illuminazione dell’ambiente. Le stanze della casa dovrebbero essere illuminate con luci diffuse e omogenee, che non infastidiscano il bambino e che aiutino ad evitare l’effetto abbagliamento che una luce diretta sul volto e sugli occhi potrebbe provocare. La posizione migliore della fonte luminosa è dietro le spalle del bambino, così che ad essere illuminati siano l’ambiente circostante, gli oggetti e le persone che interagiscono con lui. Se è difficile creare un ambiente con tali caratteristiche, potremmo servirci semplicemente di una luce alogena che illumini da dietro le spalle del bambino gli oggetti proposti nel suo campo di sguardo. 17 Una buona postura... Diventa adesso di essenziale importanza, per il vostro bambino, innanzitutto favorire una posizione sufficientemente raccolta e contenuta in cui possa esprimere al meglio le sue potenzialità. Una posizione comoda, confortevole sappiamo essere facilitante per tutti. Adesso che è ben posizionato... richiamate l’attenzione visiva Potete ricercare particolari situazioni e oggetti attraverso cui richiamare la sua attenzione visiva. Quando lo tenete in braccio o è steso sul fasciatoio, cercate di parlargli guardandolo. Potete attirare la sua attenzione avvicinandovi molto al suo volto e permettere così al vostro bambino di ricambiare, anche per un attimo, il vostro sguardo. Se vi accorgete che il vostro bambino è a disagio, provate a rassicurarlo con la voce: potete chiamarlo per nome, canticchiargli una canzone... 18 Il bambino può manifestare in diversi modi il suo essere attratto visivamente da qualcosa. Si possono ad esempio osservare cambiamenti di alcuni suoi comportamenti (frequenza respiratoria, suzione, tono muscolare, movimenti o inibizione dei movimenti) in relazione all’accendersi e spegnersi della luce all’interno di una stanza, alla proposta di oggetti luminosi in ambiente oscuro e di forme grandi e riflettenti su cui proiettare il fascio luminoso. Potete creare del materiale visivamente interessante rivestendo oggetti che fanno parte della vita quotidiana con carta argentata o dorata, oppure carta da regalo riflettente su cui proiettare il fascio luminoso proveniente da semplici torce. 19 Dirigere e mantenere lo sguardo su qualcosa di interessante Una volta che vi siete accorti che il vostro bambino sta percependo qualcosa, provate a promuovere un’esperienza visiva successiva al solo richiamo dell’attenzione: fissare il vostro volto o un oggetto che presenta un’alternanza di colori chiari-scuri. Il gioco del “cucù” attraverso cui entrate e uscite dalla zona di sguardo del vostro bambino, soffiare sul viso, sono giochi divertenti attraverso cui è possibile richiamare non solo la sua attenzione visiva ma anche momenti di fissazione. Il volto: qualcosa di interessante da osservare ma anche uno scambio tra madre e bambino Fino a 3 mesi di età, ma comunque anche oltre, il viso della mamma (o del papà) rappresenta per il neonato e/o per il bambino molto piccolo il target visivo preferito e diviene, quindi, lo strumento prediletto per interagire con lui e associare al lavoro sul riconoscimento visivo un ulteriore importantissimo momento in cui approfondire gli scambi emotivo-relazionali. Con queste parole vogliamo dirvi che quando un bambino guarda il volto della madre il piccolo sente che ella lo riconosce, lo accetta e gli vuole bene. Con questa immagine positiva che la madre gli restituisce, il bambino, fiducioso e gratificato, potrà allora imparare a Attenzione! guardare anche altrove. Perché il bambino si accorga del vostro volto o dell’oggetto che gli state proponendo, fate attenzione a trovare la distanza ideale a cui il bambino è in grado di percepire visivamente quello che state facendo! Non vi meravigliate se inizialmente la distanza sarà solo di pochi centimetri!!! Siate però sempre buoni osservatori dei cambiamenti del vostro piccolo. 20 Alcuni oggetti utili… Anche la scelta degli oggetti e dei giochi da proporre al bambino è molto importante: nel capitolo precedente abbiamo visto come lo sguardo e l’attenzione visiva del bambino piccolo sono catturati maggiormente da oggetti ad alto contrasto. È preferibile quindi utilizzare oggetti con colori contrastati (un oggetto è più attraente se presenta colori che nello spettro si distinguono molto fra loro) come bianco-nero, giallo-blu, rosso-bianco, luci colorate, scacchiere, pois, linee verticali bianche-nere, linee a orientamento variabile. Attenzione! Durante il gioco cercate di presentare al bambino un oggetto alla volta. Non è vero, infatti, quello che a volte si sente dire, cioè che sia meglio presentare al bambino più cose e più stimoli: riempirlo di giochi e presentarglieli tutti insieme significa creare un’inutile confusione e saturare la sua attenzione. Il bambino con difficoltà visive ha invece bisogno di tempo e di stabilità perchè le diverse attività risultino per lui positive e arricchenti. 21 Seguire un oggetto con lo sguardo L’esperienza visiva del neonato continua attraverso movimenti di inseguimento dell’oggetto che dovrete cominciare a muovere lentamente e con pazienza di fronte a lui. Inizialmente il bambino sarà in grado di voltarsi e di inseguire il target visivo solo in senso orizzontale. L’inseguimento visivo sul piano verticale (con movimenti dall’alto verso il basso e viceversa) sarà possibile solo in seguito, a partire dal secondo mese di vita. Se poi vedete che non riesce ad andare al vostro ritmo, cercate di nuovo di attirare la sua attenzione e ricominciate a spostare l’oggetto in maniera più lenta. Vi accorgerete che pian piano l’inseguimento visivo può diventare più fluido e durare per più tempo. Alcuni bambini avranno sempre bisogno di accompagnare ai movimenti degli occhi quelli del capo, mentre ad altri sarà sufficiente compiere movimenti degli occhi. 22 Diamo sfogo alla fantasia Il materiale attraverso cui potete giocare con il vostro bambino, promuovendo l’inseguimento, può essere rappresentato inizialmente da oggetti contrastati e colorati abbastanza grandi che vengono mossi da voi, oppure oggetti la cui caratteristica principale è il movimento. Vi suggeriamo quei simpatici “lecca-lecca” colorati di forme e dimensioni diverse, oggetti posti su bastoncini di legno o marionette che muoverete nella maniera sopra descritta, partendo dal punto in cui il bambino ha agganciato quanto proposto; possono esservi di aiuto palline di grandezza variabile che lentamente fate rotolare su una superficie, o giocattoli a carica come automobiline o cagnolini, che il bambino seguirà mentre si spostano. 23 Guardarsi intorno Spostare lo sguardo e l’attenzione per... Nel lattante sappiamo essere presente una difficoltà nel disancorare lo sguardo da un oggetto particolarmente interessante posto di fronte a lui e spostarlo su un altro che proviene dalle posizioni più laterali. Tale situazione può permanere più a lungo nei bambini che presentano un’immaturità del sistema visivo. Per promuovere questa capacità possiamo aiutare il bambino preparando coppie di cartoncini (circa 20 x 20 cm) dove in uno è presente una figura contrastata, mentre nell’altro il colore rimane uniforme. Presentiamo al bambino i due cartoncini sovrapposti con lo stimolo uniforme di fronte a lui, e successivamente in maniera rapida li spostiamo contemporaneamente ai lati del suo spazio visivo. Osserverete che il bambino direzionerà lo sguardo verso lo stimolo contrastato, spostando i suoi occhi dal centro alla periferia. 24 ... esplorare l’ambiente Soffermatevi a pensare quante volte durante la giornata vi accorgete di quanto il vostro ambiente sia ricco di stimoli, che attirando la vostra attenzione vi permettono di effettuare una esplorazione visiva. Lo stesso avviene al vostro bambino quando comincia a spostare lo sguardo dall’oggetto che sta fissando su altri presenti vicino a lui. Ciò è la conseguenza del suo essere sempre più curioso e attratto da ciò che lo circonda. Per facilitare l’esplorazione visiva e invogliarlo a dare un significato visivo a tutto ciò che ci può essere nell’ambiente, possiamo guardare insieme a lui luci che illuminano alternativamente le punte di una stella costruita su un cartone o le diverse parti del volto di una bambola; seguire spostamenti rapidi o saltellanti di una pallina su un percorso precedentemente tracciato oppure posizionarlo in modo che possa osservare una persona familiare, magari simpaticamente abbigliata, che si sposta all’interno della stanza. Infine... Un altro gioco utile per favorire l’attenzione e l’esplorazione, che sia allo stesso tempo “interattivo” perché permette anche ad entrambi i genitori di giocare con il bambino, è quello del “cucù”. Una variante divertente potrebbe essere quella di raccontare una fiaba al bambino facendo spuntare i personaggi da un castello di cartone, oppure fiori e animaletti colorati da un praticello verde. 25 26 Il vostro bambino sta crescendo… Coordinazione occhio - mano La curiosità che deriva dall’utilizzo della vista porta il bambino a sperimentare il canale visivo per mantenere lo sguardo sull’oggetto fino ad arrivare a tentativi di afferramento con le mani. All’esplorazione visiva segue, quindi, la presa dell’oggetto, che poi viene portato alla bocca ed esplorato oralmente. È in questo modo che si pongono le basi per lo sviluppo della coordinazione oculo-manuale. In questo momento saranno utili oggetti morbidi forniti di anelli o maniglie posti alla distanza ottimale e con i contrasti più facilmente percepibili dal piccolo. Oppure oggetti definiti a “causa-effetto”, dove schiacciando un pulsante si accende una fonte luminosa. Per concludere Riassumendo, oggetti e giocattoli saranno più facilmente percepiti dal vostro bambino se brillanti e contrastati. Sono particolarmente interessanti e attraenti oggetti fluorescenti. Il bambino piccolo inizialmente può mostrare una preferenza per il colore rosso e poco dopo per il giallo, aspetto da tenere presente quando gli proponiamo oggetti colorati. Sappiate inoltre che la miglior percezione dell’oggetto avviene quando vi è un forte contrasto tra l’oggetto stesso rispetto allo sfondo o alla superficie: è meglio non presentare una pallina rossa su una superficie dello stesso colore per la difficoltà che ne deriva nel riconoscimento dei contorni. Che fare? Altri consigli utili su come aiutare il vostro bambino Cerchiamo ancora di capire insieme come trovare nella vita di tutti i giorni momenti e situazioni per stimolare la capacità di vedere del bambino mentre cresce. Primi mesi di vita Come già detto, nei primi mesi i ritmi dei lattanti sono estremamente delicati, per cui bisogna assicurarsi di scegliere il momento della giornata più adatto, ovvero quando il bambino è in uno stato di veglia tranquilla, lontano dai pasti. 27 Sul fasciatoio o quando il bimbo è supino (sdraiato sulla schiena) Avendo cura che il capo sia ben appoggiato ma libero di ruotare da una parte e dall’altra, è possibile facilitare sia la funzione di fissazione sia quella di inseguimento visivo: • la mamma o il papà può attirare l’attenzione del piccolo e catturare il suo sguardo parlandogli dolcemente o canticchiandogli una canzoncina faccia a faccia, mantenendo dal suo volto una distanza di circa 20 cm che risulta ottimale per la messa a fuoco degli obiettivi fin dai primi giorni di vita; • una volta ottenuta l’attenzione del piccolo sul volto sarà possibile favorire l’inseguimento visivo muovendosi lentamente verso destra e verso sinistra, e invitando il bambino a seguirci con lo sguardo. Inizialmente il bambino sarà in grado di voltarsi e di inseguire solo in senso orizzontale, mentre l’inseguimento visivo sul piano verticale (quindi movimenti dal basso verso l’alto e viceversa) potrà essere proposto a partire dal secondo mese di vita; • la mamma e il papà possono attirare l’attenzione e l’interesse del piccolo anche attraverso la proposta di oggetti colorati o contrastati, avendo sempre cura di mantenere l’oggetto a una distanza di 20 cm e di spostarlo lentamente. 28 In braccio Quando il bambino è in braccio, o durante la poppata al seno o al biberon, la mamma dovrebbe sempre cercare lo sguardo del suo bambino. Anche in questo caso una volta ottenuta l’attenzione del piccolo sul volto sarà possibile favorire l’inseguimento visivo muovendo il proprio viso lentamente verso destra e verso sinistra, e invitando il bambino a seguirci con lo sguardo. Se le attività di fissazione e inseguimento visivo risultano particolarmente difficoltose, si può facilitare il bambino oscurando l’ambiente della stanza da gioco e proponendogli oggetti luminosi (bambolotti o palle che si illuminano), senza però abbagliarlo. Quando avrà acquisito una maggiore sicurezza o mostrerà più interesse per i giochi in stanze a luce naturale, si potranno considerare le proposte precedenti. 29 Dopo i primi mesi di vita Dopo i primi mesi le competenze visive del bambino aumentano. Se il bambino è in grado di fissare e seguire gli oggetti posti vicino al suo viso, è il momento di proporre altri target e a maggiore distanza. Ora l’osservazione degli oggetti è finalizzata al loro afferramento. All’esplorazione visiva segue dunque la presa dell’oggetto, che poi viene portato alla bocca ed esplorato oralmente. Nel bambino con difficoltà visive sia la fase di localizzazione degli oggetti che quella di afferramento possono essere aiutate. Sul fasciatoio o sul tappeto: le attività di inseguimento visivo possono ora essere proposte anche in senso circolare e diagonale, utilizzando oggetti interessanti per il bambino o a lui familiari. 30 Un gioco utile perché permette anche ad entrambi i genitori di interagire con il bimbo è quello del “cucù”. La mamma e il papà, giocando con il bambino, possono aiutarlo a localizzare gli oggetti facendoli pervenire da direzioni diverse. 31 Un modo più divertente è quello di raccontare una fiaba al bambino facendo spuntare fiori e animaletti colorati da un praticello verde o, come già descritto sopra, facendo comparire i personaggi da una scenografia preparata (un castello, una barca, le onde del mare, e così via a seconda della vostra fantasia). Al bimbo di questa età possono essere proposti anche giochi per facilitare l’accomodazione visiva, avvicinando o allontanando dai suoi occhi degli oggetti come ad esempio una palla o una macchina che si avvicinano e si allontano. 32 In questi mesi il piccolo inizia a scoprire due elementi fondamentali della sua persona: i piedi e le mani. I giochi davanti allo specchio potrebbero essere uno degli espedienti per promuovere la costruzione dello schema corporeo; nel bambino ipovedente si può facilitare questa conoscenza giocando, accarezzando o massaggiando piedi e mani. Nel bambino che ha difficoltà nel vedere le cose poste da un lato si dovrà cercare di considerare entrambi i lati, in modo da attivare maggiormente la parte che il bambino utilizza di meno, ma senza scordarsi di coinvolgere anche il lato in cui la vista funziona bene per favorirne la normale maturazione. 33 Per cercare di stimolare il bambino ad afferrare gli oggetti possono essere fatti dondolare sopra il suo capo palloncini o catenelle colorate a contrasti o luccicanti, così che provi ad afferrarli con entrambe le manine. Un altro modo di incentivare la conoscenza delle mani è quella di portare le mani del bambino fino a farsi accarezzare il volto o unire le manine del bambino assieme in modo che si sentano a vicenda. 34 Al momento del bagno Il momento del bagno, oltre ad essere importante per il rapporto tonico-corporeo con la mamma, è un altro momento importante per conoscere e prendere coscienza del proprio corpo. Perché dopo il bagnetto il bambino non si “dimentichi” subito dei piedini e delle manine, questi potrebbero essere rivestite con guantini e calzine a strisce bianche e nere o di colori ad alto contrasto, così da renderli più attraenti e facilmente localizzabili visivamente quando entrano nel suo campo visivo. In posizione prona (a pancia in giù): Per facilitare il raddrizzamento del capo e del tronco, si possono rivestire i bordi del lettino con cuscini a righe bianche e nere o a scacchiera, o presentare degli oggetti in modo tale che la presenza di uno stimolo visivo interessante incentivi il bambino a sollevarsi. 35 Se il bambino ha difficoltà nell'aprire la mano per toccare l'oggetto, si può provare a strofinare dolcemente il dorso della mano. Molto spesso, una volta che la mano è aperta, il bambino preferisce esplorare l'oggetto con la punta delle dita prima di usare l'intera mano. In questa fase conviene adoperare giocattoli o strumenti sonori, composti da materiali diversi, il cui uso gratifichi il bambino e gli permetta di usarli meglio. Bisogna fare capire al bambino che esiste un rapporto di causa-effetto tra il sonaglio che si muove e il rumore che produce. Se il bambino non è in grado di vedere l’oggetto, bisognerà aiutarlo ad afferrarlo e muoverlo assieme a lui per fargli associare il movimento al suono prodotto. 36 Se il bambino ha afferrato un oggetto con una mano, è utile accompagnare anche l'altra in modo da favorire la conoscenza bimanuale dell'oggetto e il suo passaggio da una mano all'altra. A tavola Al momento del pasto, per rendere più immediata e facile al bambino la localizzazione del suo piattino e delle altre stoviglie, si può stendere una tovaglia di colore omogeneo e porvi sopra l'occorrente scegliendolo di colori forti e contrastanti (naturalmente vale anche il contrario). A quest'età il bambino inizia anche a tentare di raggiungere gli oggetti che gli vengono proposti. Il bambino con difficoltà visive ha bisogno di essere guidato. È importante non porre in maniera forzata gli oggetti nel palmo della mano del bambino ma accompagnare la sua mano verso l'oggetto. 37 Secondo semestre di vita Dopo i 6 mesi l’interesse del bambino per gli oggetti è sempre maggiore. I giochi vengono afferrati, manipolati, passati da una mano all’altra e, cosa che diverte particolarmente il bimbo a questa età, gettati a terra. La distanza a cui riesce a mettere a fuoco aumenta sempre di più e ora l’attenzione cresce anche per oggetti di dimensioni più piccole. Il bambino con difficoltà visive deve essere aiutato ad esplorare l’ambiente circostante e guidato verso gli oggetti piuttosto che averli forzati nelle sue mani. In questa fase il bambino è anche in grado di utilizzare meglio gli altri sensi, quali tatto e udito, per orientarsi meglio. A questa età il bambino è particolarmente predisposto ad esplorare l’ambiente che lo circonda, per cui la mamma, il papà, i fratelli possono giocare con lui facendosi cercare in diverse posizioni (“dov’è la mamma?”, “dov’è il papà?”), abituandolo così a controllare visivamente ciò che gli sta intorno. Tanto più le difficoltà visive sono gravi, tanto minori saranno le distanze e ci si dovrà aiutare con le voci per farsi localizzare. 38 Se il bimbo è in grado di seguire l'oggetto, anche se dentro un campo d'azione limitato, la mamma e il papà possono portargli via gli oggetti con cui sta giocando e, assicurandosi che guardi cosa stanno facendo, nasconderli poco lontano invitandolo a ricercare il gioco che esce dal suo campo di sguardo. Giocando con il bambino, si può ogni tanto prendere il suo gioco (senza indisporlo) e farlo cadere a terra, così che il bambino ne segua la traiettoria e sia incuriosito a scoprire dove l'oggetto andrà a fermarsi. 39 Se il bambino è in grado di orientarsi, si potrà anche provare a giocare lanciandogli una palla da direzioni diverse. Questi giochi sono importanti soprattutto nei bimbi che hanno difficoltà nel vedere gli oggetti presentati da un lato. 40 Utile e divertente a questa età potrebbe essere la proposta di imitazione dei movimenti della bocca e degli occhi (fare smorfie, boccacce, versi). Oltre all'esplorazione visiva dell'ambiente circostante, un'altra funzione per la quale potrebbero essere proposte attività di gioco utili è quella del paragone visivo: nella scelta del gioco, ad esempio, al bambino potrebbero venire presentate due marionette o due giochi uguali ma di colori diversi, così che lui inizi a spostare lo sguardo da un oggetto all'altro per scoprirne differenze e somiglianze, e infine scegliere quello che più gli piace. 41 A questa età il bambino inizia anche ad essere in grado di afferrare oggetti più piccoli e adoperare in maniera più matura dita e mani. Si può quindi incoraggiare il bambino a trovare oggetti più piccoli mentre esplora il tavolo o il piano di fronte a lui con le modalità descritte precedentemente. Il cibo è sempre un buon modo per gratificare il bambino, per cui si può provare a presentargli piccoli pezzetti di cibo quali uvetta, cioccolato o pezzettini di pane e incoraggiarlo a mangiarli ed a cercarne di nuovi. 42 In questa fase il bambino, se posto su un tappeto o un fasciatoio, inizia anche a muoversi, inizialmente cercando di spingersi in avanti e indietro, e successivamente rotolando o strisciando. Per motivare e facilitare questi movimenti è utile scegliere lo sfondo sul quale il bambino si muove e identificare degli oggetti adeguati a incentivare il suo spostamento. Sfondi a quadri bianchi e neri, o di colore contrastante rispetto all'oggetto con cui si gioca, favoriscono l'orientamento spaziale del bambino e facilitano, quindi, anche l'organizzazione dei suoi primi spostamenti. Conclusioni Speriamo che questi piccoli consigli siano stati chiari e possano esservi d'aiuto nella vita di tutti i giorni. Ci auguriamo che i giochi suggeriti, pur non volendo sostituire l'operato dei terapisti o dei medici, vi permettano di aiutare il vostro bambino in modo più consapevole, rispettando i suoi tempi e i suoi bisogni. 43 Ringraziamenti Questo libretto nasce dal lavoro di tre gruppi di Neuropsichiatria Infantile (Pavia, Pisa e Roma) che da anni, in collaborazione con gli oculisti, si occupano dei disturbi visivi “cerebrali” ovvero di quei problemi visivi che nascono da lesioni cerebrali avvenute in gravidanza o nei primi mesi di vita. Un doveroso ringraziamento va ai Direttori dei tre centri (Prof. Giovanni Lanzi, Prof. Pietro Pfanner e Prof. Franco Guzzetta) e ai molti terapisti, neuropsichiatri e fisiatri che negli anni hanno contribuito a creare un vero e proprio protocollo di consigli pratici per le famiglie. Un vivo ringraziamento anche ai tanti genitori seguiti nei nostri centri: molti suggerimenti pratici nascono proprio dalla loro esperienza diretta. Un caro ringraziamento alla Dr.ssa Sonia Messina, che ha curato tutti i disegni, per l’affettuoso aiuto. Un ringraziamento anche alla Dr.ssa Patricia Sonksen, Institute of Child Health, London, il cui lavoro è stato fonte di ispirazione per questo libretto. Ringraziamo anche i Prof. Janette Atkinson e Oliver Braddick della Visual Development Unit, London, Oxford, responsabili del training di molti nostri operatori. Un ringraziamento finale alla Fondazione Mariani per il partecipe sostegno e per i preziosi consigli nella realizzazione di questo libretto. 44 Istituto Mondino Pavia Istituto Stella Maris - Pisa Policlinico Gemelli Roma Claudia Achille Stefania Bova Alessia Giovenzana Roberta La Piana Antonella Luparia Elena Lusignani Paola Ondei Sabrina Signorini Ada Bancale Margherita Bini Andrea Guzzetta Francesca Tinelli Tiziana Acierno Giovanni Baranello Francesca Colitto Valeria Convito Marika Pane Teresa Randò Daniela Ricci Gessica Vasco ‘Cosa vede il mio bambino?’ Questa è una delle domande più frequenti poste dai genitori nelle prime settimane di vita del loro figlio. In queste pagine si è cercato di fornire alcune informazioni semplici che aiutino a comprendere lo sviluppo della funzione visiva nel primo anno di vita. Vengono anche riportati dei consigli pratici che possano aiutare i genitori di bambini con disturbi visivi nell'educazione e nella gestione delle attività quotidiane in questo periodo così importante della vita. Lo scopo di questo libretto non è quello di sostituirsi al lavoro dei terapisti o di altri operatori specializzati, ma di fornire delle informazioni pratiche per le attività quotidiane. In particolare viene suggerito come certi oggetti di uso comune possono essere i più attraenti per bambini con deficit visivo, per stimolare le capacità attentive in situazione di gioco. Vengono anche consigliate le situazioni ambientali più idonee e le posizioni più adatte per giocare insieme, con l'intento di accrescere la possibilità che il bambino usi la vista nel modo migliore e di favorire lo sviluppo di un rapporto genitore-bambino più sereno.