I risultati del progetto Progetto di Azione positiva Finanziamento ai sensi della Legge 125/91 D.M. 23/12/2003 approvato dal Ministero del Lavoro il 3/3/2004, prot. 455/AP/03 Dedicato a Teresa Noce grande sindacalista della CGIL Progetto di Azione positiva “MAINSTREAMING NELL’ORGANIZZAZIONE SINDACALE. Un’azione positiva nella CGIL di Milano per la promozione delle donne nei ruoli decisionali” Finanziamento ai sensi della Legge 125/91- D.M. 23/12 2003 approvato dal Ministero del Lavoro il 3/3/2004, prot. 455/AP/03 - Durata: 24 mesi Redazione a cura di: Pari e Dispari srl, Milano Impostazione graca: Giovanna Baderna, Milano Stampa: BINI EDITORE srl, Milano 2 3 A cosa paragonare questo progetto? Non è solo un percorso di formazione o di sviluppo di carriera. E nemmeno soltanto un’occasione per riflettere sulla presenza e sulla rappresentanza delle donne nel sindacato. E’ stato qualcosa di molto di più: la sua caratteristica fondamentale è aver gettato un seme di innovazione capace di produrre ulteriori cambiamenti. Forse l’immagine più adatta è un albero: una volta impiantato, ha messo radici, prodotto rami che danno frutti. Nel ripercorrerne il tragitto, passo dopo passo, oltre a ricostruire il percorso, è utile sottolineare come questa capacità autogenerativa sia stata coltivata accuratamente, perché è proprio essa il filo conduttore del progetto. 2 3 IL PROGETTO: DAL DIRE AL FARE Il progetto “Mainstreaming nell’organizzazione sindacale” finanziato dal Ministero del Lavoro Comitato Nazionale Pari Opportunità in base alla legge 125\91 nasce fortemente voluto dalle donne della Segreteria confederale della CGIL di Milano con l’obiettivo di pervadere di sé l’organizzazione, tanto che viene presentato nei direttivi di categoria e confederali e nelle assemblee congressuali che sono intervenute nel periodo di realizzazione del progetto. L’obiettivo del progetto è – come dice il titolo stesso - avviare un percorso di “mainstreaming di genere” all’interno dei processi decisionali della CGIL di Milano, comprendendo sia il Centro Confederale che le Categorie, i Servizi e l’Apparato tecnico-amministrativo. Detto così sembra l’espressione di un desiderio proiettato verso una dimensione generale e astratta. L’intervento, al contrario, ha una sua consistenza concreta particolare, definita dalla sua stessa specifica modalità operativa. Esso infatti mira ad individuare un gruppo di donne dei direttivi confederali, di categoria, delle segreterie delle strutture, dei servizi con le quali costruire un percorso conoscitivo e di sviluppo che si sostanzi nella proposta di azioni positive, a partire dalla comprensione dei meccanismi di relazione tra organizzazione e soggetti. E’ come dire che vuole fare delle sindacaliste che aderiscono al progetto “agenti di cambiamento” di se stesse e dell’organizzazione in cui operano. Proprio per questo ci si propone come l’obiettivo del coinvolgimento di tutta l’Organizzazione, affinché si realizzi una consapevolezza e una condivisione del processo innovativo. 4 “Dal dire al fare”: si costituisce così il Gruppo operativo, composto dalle segretarie confederali, dal segretario generale, dal segretario organizzativo, dalla coordinatrice di progetto, dalle esperte esterne di Pari e Dispari che forniscono un supporto specialistico allo scopo di accompagnare passo dopo passo il percorso, di presidiarne le difficoltà, di raccogliere i risultati positivi. Parallelamente si definisce anche un Gruppo di monitoraggio politico del quale fanno parte la Segreteria Confederale, le Categorie, i Servizi, l’Ufficio Formazione CGIL che sono i soggetti coinvolti direttamente nell’assunzione di responsabilità per il buon esisto delle azioni positive che “sbocceranno” dal progetto, coloro che devono garantire le scelte e gli obiettivi dell’azione positiva, confermando in questo modo, l’adesione alla costruzione del “mainstreaming di genere” nell’organizzazione, in quanto percorso reale e non sola adesione ideale ad un principio riconosciuto. E’ per questa ragione che nelle prime fasi del progetto si è prestata una particolare attenzione al confronto con le segreterie generali, con i responsabili delle categorie e dei servizi, per far crescere la loro motivazione e intervento attivo agli obiettivi del progetto, per condividerne le complessità e difficoltà organizzative e costruire in modo partecipato la necessità di individuare le singole azioni positive mirate alla promozione delle donne nei ruoli di vertice delle diverse strutture. Nel periodo di realizzazione della fase di sperimentazione delle azioni positive la CGIL è stata coinvolta nella celebrazione del Congresso, evento importante per la vita dell’organizzazione sindacale, che necessariamente ha dovuto confrontarsi con le scadenze ed impegni del progetto. Attraverso un confronto continuo tra la Segreteria Confederale, il Gruppo di progetto e le Categorie, il Congresso della CGIL è stato una opportunità di dimostrare, in quel momento particolare momento 5 decisionale, la “capacità di fare”, di prestare una reale attenzione alle motivazioni dell’azione positiva, di “far parlare il progetto” attraverso le sue protagoniste e dimostrare la capacità di cambiamento nella direzione della promozione delle donne nei ruoli di vertice del sindacato. IL GRUPPO DELLE PARTECIPANTI La prima parte del percorso di progetto è stata dedicata all’analisi del contesto organizzativo e alla individuazione del gruppo di sindacaliste con le quali costruire il percorso formativo e sperimentare le azioni positive nelle loro strutture e ruoli sindacali di riferimento. Il gruppo è stato indicato e scelto dalla struttura confederale, dalle singole categorie e servizi che, sono state sollecitate formalmente dal Gruppo di progetto ad investire su una o più sindacalista che fosse responsabile di segreteria, funzionaria o delegata. La proposta è stata successivamente comunicata alle singole sindacaliste che, in fase iniziale, hanno aderito ad un progetto condividendone, certo, l’idea e gli obiettivi, ma, in qualche caso, timorose sulla sua efficacia e della capacità della struttura di riferimento di mantenerne gli impegni politici ed organizzativi. Dal momento della partenza del percorso formativo le 32 sindacaliste che hanno aderito al gruppo sono divenute il reale riferimento attivo del progetto, hanno affrontato in modo molto responsabile e motivato l’investimento soggettivo e organizzativo che il progetto ha richiesto. 6 Il gruppo delle sindacaliste è “il cuore” del progetto, l’immagine iniziale dell’albero ben si presta a rappresentare il gruppo che, non senza fatiche , ha saputo crescere, rendersi visibile e “ben piantato” nel terreno della CGIL di Milano. All’interno del gruppo sono rappresentate tutte le categorie della CGIL, la Confederazione, i Servizi che costituiscono l’organizzazione sindacale di Milano. Un gruppo eterogeneo, per provenienza ed esperienza sindacale, per età, per diversità di ruoli assunti all’interno della loro struttura. La presenza delle 32 sindacaliste nelle rispettive strutture è così rappresentata: CONFEDERAZIONE (CdL Milano) 1 sindacalista (funzionaria) SERVIZI (INCA, Ufficio Legale, Ufficio Vertenze) 3 sindacaliste (funzionarie) FILCAMS 3 sindacaliste (1delegata, 3 funzionarie) FILLEA 3 sindacaliste (2 delegate,1 funzionaria) FILT 2 sindacaliste (1 delegata,1 funzionaria) FILTEA 2 sindacaliste (2 delegate) FILCEA (*) 3 sindacaliste (2 delegate,1 funzionaria) FISAC 1 sindacalista (delegata) FLAI 1 sindacalista (segretaria) FNLE (*) 1 sindacalista (apparato tecnico) FIOM 1 sindacalista (delegata) FUNZIONE PUBBLICA 3 sindacaliste (1 delegata, 2 funzionarie) SLC 4 sindacaliste (delegata) SINDACATO SCUOLA 1 sindacalista (delegata) SPI 3 sindacaliste (2 attiviste,1 segr.Lega) (*) attualmente FILCEM 7 Sono un gruppo di donne di diverse età: - 3 donne, hanno una età compresa tra i 25/30 anni, - 8 donne, tra i 30/35 anni, - 5 donne, tra i 35/40 anni, - 10 donne, tra i 40/45 anni, - 3 donne, tra i 45/50 anni, - 3 donne oltre i 50 anni. La presenza di figli si concentra nella fascia di età 30/45 anni. Sono scolarizzate, 20 di esse possiedono un diploma, 12 sono laureate. Per età, condizione familiare e scolarità ben rappresentano le generali caratteristiche delle donne che partecipano al mercato del lavoro La maggioranza delle delegate ha una esperienza sindacale recente, non fa parte, al momento dell’inizio del progetto, degli organismi direttivi della propria struttura ed il progetto sarà propedeutico a questo loro ingresso. E’ un momento cruciale il primo incontro di progetto di questo nuovo gruppo, in cui ognuna porta molte aspettative e anche alcune incertezze. “CGIL che tipo sei ?” rispondono parecchie corsiste quando viene proposto un gioco di associazioni di pensiero sul sindacato, quasi ad indagare il “genere” dell’organizzazione. Manifestano il desiderio di mettersi alla prova, con tutte le incertezze che accompagnano una scelta di questo tipo: “lasciare la via vecchia per la nuova…”, “mi metto in discussione”, ma anche “non dimentichiamo le radici” per orientarsi in un percorso nuovo senza perdere la stabilità che viene dalla consapevolezza della propria storia, personale, sindacale e di appartenenza politica. Anche il clima del gruppo è molto importante: il collante è una ricerca comune di nuovi significati per il proprio lavoro che necessita una costruzione comune. 8 IL CONTESTO Il contesto in cui si è pensato il progetto è la Camera del Lavoro Territoriale dell’area Metropolitana di Milano, Confederazione sindacale delle lavoratrici e lavoratori delle diverse categorie e settori. I principi costitutivi della Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL) definiscono la struttura come una “Organizzazione sindacale generale di natura programmatica, unitaria e democratica, plurietnica, di donne e uomini, che promuove la libera associazione, l‘autotutela solidale e collettiva delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti e non, di quelli occupati in forme cooperative e autogestite, dei disoccupati, inoccupati o comunque in cerca di occupazione, delle pensionate e dei pensionati, delle anziane, degli anziani.” I DATI DI PARTENZA: la Confederazione sindacale dell’area metropolitana di Milano rappresenta una parte consistente degli iscritti nazionali, la presenza femminile al dicembre 2001, cioè al momento di stesura del progetto, si attestava circa al 50% del totale, con una distribuzione differenziata per categorie. La presenza di genere nei diversi ruoli all’interno della Camera del Lavoro e delle Categorie, sempre al 2001, si presentava così articolata: • Segreterie 60 persone di cui 14 donne e 46 uomini • Funzionari/Funzionarie 210 persone di cui 60 donne e 150 uomini • Apparati tecnici e amministrativi 110 persone di cui 85 donne e 25 uomini 9 Risulta evidente dai dati che la norma antidiscriminatoria presente all’articolo 6 dello Statuto della CGIL (“Nessuno dei sessi può essere rappresentato al di sotto del 40% o al di sopra del 60%”) ha contribuito a rendere consistente la presenza femminile ma ha lasciato inalterate le dinamiche interne alla singole posizioni e ai ruoli lavorativi e di direzione sindacale, che ancora riproducono una divisione e una presenza femminile e maschile non equilibrata anche numericamente. Una precedente indagine di tipo qualitativo condotta su un campione rappresentativo delle diverse categorie e ruoli sindacali della CGIL1 di Milano aveva permesso di delineare alcuni aspetti del rapporto donne e sindacato, rafforzando la convinzione di dover approfondire questa problematica in una prospettiva di sviluppo. Infatti si era evidenziata la necessità di intervenire su modelli culturali ed organizzativi del sindacato non solo per quote ma per reale “cittadinanza di genere”, garantita a tutti i livelli della struttura. Quindi era emersa l’indicazione di ricercare nuovi percorsi formativi, di affiancamento e di mentoring per la valorizzazione della competenza sindacale delle donne e per una loro maggior presenza nei vari livelli di responsabilità previsti nell’organizzazione sindacale. 1 10 “Donne e Sindacato: presente e futuro”, Pari e Dispari, 2000 UNA LETTURA DI “GENERE” DEL CONTESTO Il progetto ha ereditato questa voglia di far crescere qualcosa di nuovo in un terreno molto ricco. Un terreno ricco perché pervaso dal bisogno e dal desiderio di far fronte ai cambiamenti che avvengono nel mondo del lavoro e nella realtà sociale, cambiamenti che pongono nuove domande al sindacato, prima fra tutte la rappresentanza della crescente presenza femminile nel mondo del lavoro della provincia di Milano e in Lombardia. Ma ricco anche, perché fertile di persone motivate e preparate. LA SITUAZIONE AL 2005: quali sono le caratteristiche delle iscritte e degli iscritti alla CdLT di Milano, delle segreterie e degli apparati, delle categorie e dei servizi al momento della partenza del progetto? Lo studio realizzato nella prima fase del progetto, nell’aprile 2005, fornisce alcune preziose risposte. E’ vero che le donne iscritte alla CGIL al 2005 sono pari al 43,5 %, e sono la parte più dinamica: le donne aumentano sia tra la popolazione attiva che fra i pensionati. Rappresentano infatti l’80 % dei nuovi iscritti. Un altro dato su cui soffermare l’attenzione: le donne sono la componente più istruita. Sommando diplomate e laureate, le lavoratrici presentano valori superiori di dieci punti rispetto alla componente maschile ( 57,39% a fronte del 47,63%). Una distribuzione molto simile si ritrova in coloro che fanno parte delle rappresentanze sindacali unitarie. Precisamente il 60% delle delegate è in possesso di una qualifica, tra gli 11 uomini il valore è poco superiore al 50%. La distribuzione della popolazione iscritta secondo la qualifica mette in evidenza che circa il 90% degli uomini si distribuisce fra impiegati e operai, mentre fra le donne poco più del 70% è rappresentata da operaie e da impiegate. Nel rimanente 30% troviamo docenti, collaboratrici scolastiche, personale amministrativo. Se la maggioranza degli iscritti ha un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, sono però solo le donne ad avere un rapporto di lavoro part-time. Vi sono invece più uomini fra i lavoratori in mobilità. L’ANALISI ORGANIZZATIVA Oltre all’analisi quantitativa il progetto ha svolto un’analisi qualitativa indagando i meccanismi di relazione tra soggetti e organizzazione con attenzione al genere e al rapporto fra generazioni diverse. L’analisi si è poi orientata verso l’approfondimento delle esperienze e del ruolo delle partecipanti. Si sono dunque rilette, con una lente di genere e con una nuova attenzione, le fonti documentarie relative alle norme politiche ed organizzative tipiche dell’organizzazione sindacale e delle sue strutture per mettere in luce ruoli, percorsi di carriera, sistemi premianti, vincoli, funzioni e livelli di responsabilità ricoperti da donne e uomini nella CdLT, nelle Categorie e Servizi. Accanto a questo, i focus-group hanno approfondito le tematiche oggetto dell’intervento, 12 ponendo a confronto il gruppo dei segretari e segretarie delle categorie e dei servizi della CdLT. Le interviste di gruppo e le interviste individuali hanno coinvolto i responsabili della segreteria confederale e le referenti delle politiche di genere nella CGIL. IL PERCORSO FORMATIVO Da tutto questo lavoro iniziale è nato il disegno del percorso formativo per il gruppo scelto: una formazione che presupponeva la conoscenza del contesto e di se stesse come leva di cambiamento della propria posizione all’interno dell’organizzazione e dell’organizzazione intorno a sé. Una formazione per sé, un tempo collettivo: la formazione di aula ha previsto 100 ore alle quali si sono aggiunte 120 ore complessive di colloquio e accompagnamento individuale che hanno permesso di far emergere le aspettative, i vincoli e le risorse messe in campo dalle sindacaliste rispetto agli obiettivi dichiarati nel progetto. Un po’ come una “vanga” con cui rivoltare le zolle del terreno… per tornare all’immagine dell’albero da piantare: ma una vanga molto molto speciale! Si tratta infatti di una formazione mirata sulla persona, che rende le nuove conoscenze e relazioni acquisite come “punti di forza” per un possibile progetto di cambiamento. E’ stata proposta una formazione rispettosa delle esperienze e competenze delle persone, un percorso 13 non semplice che, per la durata complessiva del progetto (due anni) e la necessaria cadenza mensile degli incontri, ha richiesto un presidio continuo del “filo logico dei contenuti proposti ” ed uno sguardo attento alla “buona relazione nel gruppo” per non disperdere le risorse esistenti e la motivazione a sperimentare nel quotidiano. La formazione è stata caratterizzata, pertanto, da una attenzione costante alle esperienze delle singole partecipanti, alle criticità soggettive ed organizzative che potevano sorgere durante il lungo percorso di progetto. Ogni corsista è stata accompagnata, per tutta la durata del progetto, nella pianificazione del percorso per la promozione della presenza delle donne in ruoli di vertice e decisionali, attraverso momenti di aula e momenti di confronto sia in gruppo che individualmente (colloqui con esperte di orientamento e bilanci di competenze) dove poter ripensare liberamente alle proprie scelte, ai propri vincoli, alle proprie potenzialità, abilità ed esperienze. Un “ tempo per sé”, un “piccolo spazio privato” nel “grande tempo collettivo” che il sindacato chiede di realizzare quotidianamente. Si sono perciò utilizzate diverse modalità formative: dai seminari di approfondimento in piccoli gruppi in cui affrontare i contenuti emersi nella fase di analisi, alla formazione in aula, al rafforzamento delle competenze attraverso colloqui individuali utilizzando tecniche e metodologie ispirate al “bilancio di competenze”. Queste varie modalità - non usuali nel sindacato - sono state ben accolte, permettendo di far emergere criticità, proposte e problemi. Anzi, sono state la “serra” dove far germogliare richieste di maggior approfondimento sui temi del corso e di supporto alle attività svolte in azienda o in categoria sulle pari opportunità. 14 Le aree tematiche della formazione sono state i punti di attenzione emersi nel corso dell’analisi organizzativa: sono state analizzate le strutture e le caratteristiche di genere del mercato del lavoro; i modelli di prestazione lavorativa e la modalità oraria richiesti, i mutamenti delle caratteristiche e forme flessibili del lavoro. Si è introdotto e verificato nella sua correttezza di analisi il concetto di “genere” nel sindacato, mettendo a fuoco gli aspetti tuttora centrati sulle caratteristiche maschili del lavoro, che trovano ancora corrispondenza nei modelli di contrattazione che, a fatica e non sempre, riescono a rappresentare le caratteristiche di genere nel lavoro. Altro tema nodale: la doppia presenza, affrontata come categoria di analisi delle plurime appartenenze delle donne al lavoro produttivo e riproduttivo, che può diventare, se non riconosciuta, in molti casi frenante all’ingresso delle donne in ruoli di dirigenza, anche sindacale. Il tema della conciliazione familiare è stato sviluppato con l’obiettivo di comprendere, oltre alla necessità di conciliazione di pertinenza soggettiva, anche la sua dimensione sociale: i limiti nell’assunzione di una politica di vera cittadinanza di genere, anche sul versante delle rivendicazioni contrattuali, possono essere fatti risalire ad una lettura ancora carente dei fenomeni di trasformazione del mercato del lavoro. Il percorso formativo ha permesso di riflettere sulla rappresentanza degli interessi delle donne nella contrattazione collettiva che richiede la costruzione e valorizzazione di competenze ed esperienze specifiche. Esse, soprattutto per le giovani delegate, necessitano di essere messe a fuoco e sostenute nella realtà di lavoro. Il confronto a più voci nel gruppo ha contribuito davvero a far emergere gli elementi di forza delle singole esperienze che, messi in “rete”, hanno 15 delineato con chiarezza le criticità organizzative, la necessità di rafforzare la comunicazione tra i soggetti e i diversi livelli della struttura sindacale, i punti della contrattazione da rafforzare per l’affermazione di una politica sindacale che dia la giusta importanza al genere. Nel complesso, il percorso ha proposto spunti di lettura della realtà con attenzione ai processi economici, sociali, istituzionali e politici e alle diverse esperienze generazionali presenti nel gruppo. La formazione, attraverso queste tematiche, ha condotto le sindacaliste del gruppo a individuare le possibili idee di progetto di azione positiva, che, nel confronto sollecitato con le Segreterie delle diverse strutture, sono pian piano “germogliate” e divenute azioni positive da far crescere e assumere come obiettivo, non più e solo formativo, della propria struttura di appartenenza. In questa fase, forse la più delicata, quella in cui si passa veramente dal dire al fare, non sono state lasciate sole, ma sono sempre state supportate da un’attività di mentoring da parte delle responsabili dell’azione formativa, un aiuto a leggere le dinamiche soggettive e quelle di comunicazione e relazione fra i diversi soggetti coinvolti nel cambiamento. Dagli obiettivi prescelti emerge, come si potrà vedere, la necessità di dare ascolto specifico alle problematiche inerenti le lavoratrici e di elaborare “capacità e stile” professionale nuovo per formulare proposte rispondenti alle loro esigenze. Sembra quindi essere testimoniata la diffusione di un atteggiamento profondamente innovativo: ascoltare le richieste delle donne, fornire informazioni, consulenza e cura, ma anche elaborare queste domande in termini di richieste sindacali capaci di incidere sulle modalità del lavoro. Un nuovo sguardo alla presenza delle lavoratrici che non ha ancora trovato una adeguata rappresentanza di genere. LE AZIONI POSITIVE MAINSTREAMING “Le azioni positive sono uno strumento, un’azione per dare pratica attuazione al principio di parità e per realizzare strategie di rimozione delle forme di discriminazione indiretta che agiscono a svantaggio delle pari opportunità uomo-donna nel lavoro nella società” Il percorso ha cominciato a dare i suoi frutti quando le corsiste si sono misurate nella stesura di un piano di azioni positive e nel collocarlo “a dimora” attraverso un’interazione con le strutture organizzative di appartenenza: categorie, confederazione, servizi. 16 “L’obiettivo delle pari opportunità tra donne e uomini diviene un riferimento trasversale ed imprescindibile nelle politiche ed una strategia volta a diminuire e a smascherare le differenze di impatto che gli interventi e le politiche hanno per donne e uomini” Proprio perché l’obiettivo fondamentale del progetto era di un tipo che potremmo definire “generativo”, la metodologia adottata in questa 17 fase ha avuto grande attenzione alla comunicazione fra le parti coinvolte, andando molto al di là della presentazione formale negli organismi dirigenti dei progetti di azione positiva messi a punto dalle corsiste. Particolare importanza ha avuto a questo proposito il coinvolgimento del Gruppo operativo e del Gruppo di monitoraggio politico per garantire efficacia all’azione. Ogni struttura ha siglato “Lettere di impegno”, all’interno delle quali i segretari di categoria coinvolti nel progetto hanno confermato l’assunzione della problematica delle pari opportunità all’interno della propria strategia, indicando le proposte di azione positiva e il riconoscimento alle partecipanti al gruppo di progetto di un ruolo sindacale adeguato. Un atto formale necessario per riconoscere, dare valore, partecipare attivamente agli obiettivi dell’azione positiva. “I bisogni di conciliazione sono oggi una visibile domanda espressa dalle donne che lavorano e dalle loro famiglie” scrive uno dei segretari, “La riflessione avviata all’interno della segreteria ha fatto emergere la necessità di attivare un servizio che divenga un ‘punto di competenza’ sulle pari opportunità integrato con l’insieme della struttura e dei servizi della categoria”, accogliendo l’azione positiva proposta da una delegata e due funzionarie come parte del piano di politica generale. E in un’altra lettera di impegno si legge: “Il progetto prevede di fornire un primo servizio che sappia coniugare e collegare le tematiche di genere con le problematiche tipiche della categoria in tutte le sue articolazioni. Lo sportello, in stretto collegamento con il Centro Donna della Camera del Lavoro di Milano, deve diventare un punto di ascolto, di raccolta delle problematiche, di informazione ed assistenza.” E ancora in un’altra lettera: “Si prevede, per l’attuazione di uno sportello, una permanenza in categoria con frequenza settimanale o su 18 appuntamento per poi strutturare gradualmente una presenza nei luoghi di lavoro, a cominciare dalle grandi aziende dove le tematiche della flessibilità, degli orari di lavoro e della conciliazione dei tempi costituiscono uno dei principali problemi per le lavoratrici che oggi rappresentiamo.“ Emerge anche in altre lettere la necessità di “un punto di riferimento che produca informazione ed orientamento” come base per “produrre spunti e suggerimenti per la costruzione delle piattaforme contrattuali aziendali e contributi specifici per quelle nazionali”. Quasi tutti i progetti indicati negli impegni sottoscritti si orientano all’apertura di un punto di competenza, uno sportello o un osservatorio, accogliendo contemporaneamente la necessità di tradurre quanto le lavoratrici chiedono in termini di rappresentanza sindacale. Emerge anche una volontà di dare forma a questa nuova attenzione alle donne in termini di nuova professionalità sindacale: “Uno sportello dotato di una figura di adeguata professionalità, che sappia interloquire su una vasta gamma di domande e problematiche … e che sappia indicare alle categorie dati e analisi utili nella definizione delle strategie contrattuali” si dice in uno dei progetti per la costituzione di uno sportello tecnico di servizio. Per alcune categorie si indicano obiettivi a breve termine che assegnano o prevedono “nuove responsabilità” alle sindacaliste partecipanti al progetto. Si configura, in questo modo, la realizzazione di una strategia di mainstreaming di genere che attraversa realmente la vita organizzativa del sindacato, affermando nuove opportunità per il riconoscimento di ruoli di vertice, competenze e responsabilità delle donne nel sindacato. La fase congressuale fa compiere un ulteriore passaggio operativo che rafforza gli obiettivi 19 dichiarati: tutte le sindacaliste partecipanti sono delegate ai loro congressi, intervengono al dibattito presentando il progetto di azione positiva e sono elette negli organismi direttivi della confederazione e delle rispettive categorie. Un passaggio, questo, vissuto dalle sindacaliste in modo fortemente positivo perché permette loro una partecipazione diretta e una maggiore conoscenza sui meccanismi e sulle regole dell’organizzazione sindacale. FILLEA CGIL Creazione di uno sportello donna di categoria in coordinamento con il Centro Donna della CdLT di Milano per il supporto alla categoria nel merito di politiche di pari opportunità, sviluppo di contrattazione di genere, informazione alla struttura, campagna per i diritti e le legislazioni di pari opportunità e conciliazione rivolte alle1ai delegati. Sperimentazione di un servizio di consulenza fiscale con il supporto di una delle delegate del gruppo. Responsabili: Settima Bucarella - Giuseppina Corropoli - Mariangela Quagliotti I PROGETTI PROPOSTI FILT CGIL Creazione di uno sportello donna di categoria in coordinamento con il Centro Donna della CdLT di Milano e collegato allo Sportello di Ascolto già operativo in categoria, per coordinare le politiche di genere, proporre ipotesi di contrattazione sindacale, sviluppare azioni positive e politiche di conciliazione familiare. Percorso di rafforzamento per la funzionaria responsabile dell’attività sindacale del Settore Merci, prevedendo anche un collegamento con lo sportello donna Responsabili: Mirella Casati - Nadia Ferracini I 15 progetti di azione positiva sui quali si è costruita la sperimentazione presentano tutti elementi di innovatività e indicano opportunità di sviluppo di nuove responsabilità per le sindacaliste coinvolte. FILCAMS CGIL FILCEM CGIL (FILCEA e FNLE) Creazione di uno sportello donna di categoria in coordinamento con il Centro Donna della CdLT di Milano, punto di competenza per le politiche di genere, pari opportunità e conciliazione familiare Responsabili: Silvia Accarini - Federica Cattaneo - Giorgia Sanguinetti Supporto alla categoria con i progetti “GENERIAmo” e “Quando le donne cominciano a..” per rafforzare la contrattazione sindacale, la nascita dei CPO, la formazione alle pari opportunità, le azioni positive nelle aziende e coordinare il gruppo di delegate della categoria sulle politiche di genere (incontri per “sogni e bisogni”). Sviluppo di attività specifiche nelle aziende Responsabili: Laura Ferrante - Valeria Lista - Elvira Miriello - Paola Ripamonti 20 FILTEA CGIL Attivazione del progetto reinsediamento nel comprensorio e moda, con un incarico di responsabilità ad una delle partecipanti al progetto. Attivazione di una collaborazione per un servizio di categoria sulla previdenza integrativa. Responsabili: Antonietta Cesareo - Morena Magarini FLC SINDACATO SCUOLA Rafforzamento dell’esperienza sindacale attraverso affiancamento alle attività della categoria Responsabile: Caterina Spina FUNZIONE PUBBLICA CGIL Realizzazione di un osservatorio di categoria per lo studio della contrattazione nazionale e di secondo livello nel merito delle politiche di genere. Apertura di uno sportello donna di categoria in coordinamento con il centro donna della CdLT di Milano, per il supporto alla categoria e ai luoghi di lavoro sulle politiche di pari opportunità e conciliazione familiare. Apertura di uno sportello donna in Amsa di livello aziendale. Responsabili: Tatiana Cazzaniga - Stefania Moro Adele Vitagliano 21 FIOM CGIL Realizzazione di un intervento di sindacalizzazione dell’area di Sesto con attenzione ai settori della new economy, informatica, telecomunicazioni. Sviluppo di contrattazione con attenzione alle politiche di genere Responsabile: Elena Cinzia Bega FISAC CGIL Rafforzamento organizzativo e affidamento responsabilità per il settore assistenza telefonica del comparto assicurativo. Creazione della nuova figura con il necessario sostegno organizzativo Responsabile: Patrizia Casa SLC CGIL FLAI CGIL Creazione di uno sportello donna di categoria in collaborazione con il Centro Donna della CdLT di Milano, per il supporto alle politiche di pari opportunità e conciliazione, informazioni e orientamento alla contrattazione di genere. Apertura di un servizio previdenza integrativa in grado di organizzare permanenze e punti di ascolto vicini ai luoghi di lavoro. Responsabili: Giusy Corbelli - Stefania Boisi Serafina Di Rosa - Valentina Scilironi Riflessione ed elaborazione sulle politiche contrattuali di genere della categoria Responsabile: Marisa Moi INCA CGIL Creazione di un punto di osservazione INCA sull’impatto delle politiche di genere nel lavoro della struttura, seguendo la politica del contenzioso in particolare per ciò che riguarda le ricadute delle legislazioni di parità, pari opportunità, mobbing, conciliazione, congedi parentali, ecc. Responsabile: Sonia Scauzillo 22 UFF. LEGALE CGIL UFF.VERTENZE CGIL Creazione e responsabilità di uno sportello tecnico rivolto alle professionalità elevate, capace di indicare a categorie e strutture i dati, i casi e le analisi utili alla definzione di strategie contrattuali adeguate. Lo sportello rivolgerà la sua attività direttamente all’interno dell’area legale e vertenziale. Apertura del settore pari opportunità all’interno del coordinamento Ufficio Vertenze in raccordo con il Centro Donna della CdLT di Milano Responsabili: Annalia Farina - Simona Bellini Le partecipanti dello SPI CGIL non hanno promosso un progetto di struttura per motivi di carattere organizzativo dovuti alla specificità del loro impegno nella struttura sindacale, ma hanno sempre partecipato al percorso formativo in modo attivo contribuendo al confronto sui progetti di azione positiva. CDLM Milano Creazione di un osservatorio Sanità allo scopo di raccogliere e analizzare dati qualitativi e quantitativi sulla sanità a Milano, informare la struttura sindacale, collaborare con le categorie interessate, proporre temi innovativi in materia di politiche sanitarie cittadine, con attenzione anche alle dimensioni di genere. Responsabile: Melissa Oliviero IL MONITORAGGIO DELL’ESPERIENZA DI PROGETTO Nella fase finale di monitoraggio il Gruppo operativo ed il Gruppo di monitoraggio politico hanno esercitato la funzione di “osservatorio” delle buone prassi sperimentate. Si sono osservati i singoli percorsi di progressione di carriera, si sono intervistate le corsiste e i segretari e i risultati diventeranno terreno di condivisione e dibattito coinvolgendo altre realtà regionali della CGIL che 23 hanno realizzato percorsi di azione positiva, come il Veneto e il Friuli. La valutazione complessiva da parte delle strutture dirigenti è positiva, per alcuni responsabili di categoria “il progetto ha prodotto al di là delle aspettative iniziali”, poiché ha permesso di attivare nuovi interventi e nuove responsabilità che diversamente avrebbero avuto tempi di maturazione più lunghi. Certamente il “contenitore del progetto garantisce il supporto necessario” e pertanto si è auspicato che l’esperienza possa trovare continuità di iniziativa nella CGIL confederale come “garante” per unificare l’azione delle diverse strutture. Il ruolo stesso della specifica “azione formativa che ha attivato conoscenze, competenze e interventi concreti nel sindacato”, viene richiamato, da alcuni intervistati e intervistate, come un passaggio da mantenere nel futuro nelle forme e modalità necessarie agli obiettivi del mainstreaming di genere e alla crescita dei quadri femminili nel sindacato. Forse però è più utile dare la parola alle partecipanti riportando alcune delle risposte che loro stesse hanno dato durante il colloquiointervista a conclusione del progetto, poiché ci forniscono la testimonianza di un agire di cui sono state protagoniste convinte: Cosa pensi di questa esperienza? • “D’istinto dico che è stata un’esperienza molto bella e piena, non avevo molta conoscenza sindacale prima. È stata …completa, cosa che non accade nella solita formazione sindacale. E poi è importante poter condividere l’azione della CGIL con donne che appartengono a facce diverse dello stesso sindacato”. • “Fantastica esperienza, molto interessante sotto diversi punti di vista: crescita professionale, opportunità di conoscere meglio non solo la categoria ma anche la CGIL in generale, 24 opportunità di conoscere delle persone con le quali confrontarmi che provengono da altri settori e quindi conoscere le loro problematiche”. • “È un bagaglio di conoscenza da tramandare sia alle delegate che alla categoria. Ho appreso nozioni che mi hanno dato la possibilità di aprirmi nel rapporto con gli altri (in categoria sono tutti uomini) e di imparare nuove modalità di approccio. Mi sento anche più in grado di intervenire su diversi argomenti e con più argomentazioni.” • “Ritengo che il corso non sia stato affatto pesante, bello il rapporto con le persone, non c’è stata come di solito avviene la prima della classe, ma grande libertà di espressione e tutte siamo state valorizzate allo stesso modo.” • “È stata un’esperienza di arricchimento, mi è piaciuta molto, si imparano tante cose da persone che fanno un lavoro analogo al mio.” • “Penso che sia stata un’operazione importante, l’organizzazione aveva bisogno di una scossa e il corso l’ ha data.” • “Ci sono stati alcuni incontri molto importanti, quelli per esempio sugli aspetti legislativi e storici, sulla ricostruzione e poi sono stati trattati dei temi nuovi. È stata una fortificazione dell’identità di donna lavoratrice.” Cosa pensi ti porterà la partecipazione al progetto? • “Personalmente mi ha già dato tanto, spunti di riflessione e la consapevolezza che esistono problematiche completamente ignorate sulla differenza tra uomini e donne. In pratica spero di riuscire a portare a termine il mio progetto di azioni positive, pur non sapendo che tempi avrà.” • “Una riuscita maggiore rispetto al modo di comunicare. Le giornate dedicate alla comunicazione mi hanno dato più 25 soddisfazione; mi servirà tantissimo per i miei interventi nelle riunioni; è stato veramente un approfondimento.” • “Romperò di più le scatole! Mi ha dato molto materiale nuovo da studiare e approfondire, soprattutto utile per il mio lavoro.” • “Ho portato tante cose a casa che sto già utilizzando!” • “La parte sulla comunicazione per me è stata quella più interessante, è andata a completare alcune conoscenze che già avevo.” • “Qualsiasi cosa arriverà andrà benissimo, la porterò con me nel mio circolo delle donne e comunque nel privato, in generale, a completamento delle cose che faccio.” • “Dal punto di vista personale è stato un arricchimento sia culturale che per quanto riguarda l’aspetto della contrattazione che mi trovo ad affrontare tutti i giorni.” • “Ci sono stati per me due livelli, uno più emotivo che è stato influenzato dal corso, mi ha dato la speranza che certi conflitti possano essere interrotti, come per esempio la conflittualità tra donne. Nel nostro gruppo c’era ascolto reciproco, coesione e armonia. L’altro livello è formativo, utile al percorso personale/sindacale.” • “Di sicuro un‘attenzione maggiore verso le problematiche femminili:. come sappiamo, siamo spesso portati tutti a pensare al maschile!” Parlami del contesto che ti ha indicato per partecipare al progetto, ti hanno fatto proposte? • “Il corso mi ha permesso di pubblicare il numero zero di una rivista sulla salute e questo per me è molto importante.” • “Stanno succedendo cose straordinarie, sono in tutti i direttivi e sono anche in segreteria, mi occupo di diverse questioni. 26 Per il resto ho già avuto tanto, mi hanno davvero aperto tutte le porte e hanno tanta fiducia in me, mi sento carica di responsabilità, ma è una sensazione positiva.” • “Come l’organizzazione abbia recepito l’esperienza è tutto da vedere. Le categorie hanno tracciato un profilo di utilizzo delle persone. Va testato nel tempo. Spero che questo mainstreaming non riguardi solo le partecipanti del corso ma tutta l’organizzazione e che si arrivi perciò a una modifica delle modalità, dei linguaggi e delle metodologie, spero che il mainstreaming diventi davvero una corrente che attraversa l’organizzazione e porti a relazioni umani migliori.” • “L’affiatamento tra le partecipanti al corso mi fa sperare di poter fare qualcosa insieme alle altre colleghe.” • “Spero di riuscire a lavorare in un’ottica di politica femminile, ci sono molte iscritte nella mia categoria ma nessuna si fa avanti veramente. Mi piacerebbe con le conoscenze che ho, tramite uno sportello, avvicinare a questo mondo le donne, occupandomi dei problemi di cura, della gestione dei tempi della città…..” Quali sono le tue aspettative ? • “All’inizio ero molto scettica, pensavo fosse il solito corso di facciata e invece mi ha stupito piacevolmente.” • “Non avevo aspettative sul corso, invece mi ha permesso di approfondire aspetti che non conoscevo. Mi ha anche permesso di farmi un opinione sulle donne e il mondo del lavoro che prima non avevo. Sono inoltre del parere che le leggi sulle pari opportunità non servono se prima non si lavora per cambiare la cultura e la mentalità delle persone su tali argomenti: a cosa serve fare 27 le leggi se poi non si applicano? La donna è vista come una specie protetta perché diversa dall’uomo… non deve essere così!” • “Le mie aspettative hanno trovato riscontro. Non avevo colto l’aspetto progettuale concreto, mi era sfuggito. Mi è piaciuto che ci sia stata la teoria e la pratica! “ • “Non avevo aspettative, conosco il sindacato e non è il caso di crearsene….Diciamo che invece me lo sono goduto, è stato un investimento.” • “All’inizio del corso non ne avevo, anche perché quando la mia segretaria mi ha proposto di parteciparvi. non avevo ben capito di cosa si trattasse, poi frequentandolo ho capito che acquisivo un tassello in più rispetto a quella che è la visione del mondo della CGIL e del mondo del lavoro.” Hai delle osservazioni da fare ? • “Mi è piaciuto molto il fatto che la teoria sia stata seguita dalle esercitazioni, il corso mi ha dato uno schema di conoscenza.” • “Il percorso ci ha permesso di crescere sulle politiche di genere. Questa esperienza - fatta come azione positiva o come formazione dovrebbe essere rivolta anche agli uomini.” • “Vorrei che non ci si perdesse di vista, che resti qualcosa, il colloquio con le altre donne per esempio, perché mi aiuta ad avere una visione femminile che mi manca molto nel mio lavoro. “ • “Il gruppo è importante, ci si sente parte di un’organizzazione e aiuta trovare una propria collocazione nell’organizzazione.” 28 I RISULTATI DEL PERCORSO Molti sono gli aspetti da intendere quali risultati del progetto. Già le risposte positive delle sindacaliste coinvolte costituiscono un risultato notevole, che offre indicazioni per nuove opportunità di confronto. Le loro valutazioni vanno ascoltate per quello che rappresentano, sia nei loro tratti descrittivi di una crescita personale, che per il valore aggiunto che portano all’insieme della struttura: una “competenza di genere” che diviene una risorsa per tutta l’organizzazione sindacale. Non solo, la “passione” con la quale hanno affrontato il progetto e le sue difficoltà, il forte senso di appartenenza alla CGIL denotano una sincera intenzionalità a partecipare attivamente alla sua crescita, a rafforzare la propria esperienza e capacità contrattuale e comprendere meglio come superare le criticità, a condividere scelte e strategie contrattuali. Elementi, questi, importanti per la politica dei quadri del sindacato e per il rafforzamento della rappresentanza di genere. I 15 progetti di azione positiva rappresentano un segno tangibile della realizzazione degli obiettivi indicati dal progetto così come la metodologia proposta nella formazione e nella progettazione delle azioni positive ha dimostrato la praticabilità di nuove strade di confronto, partecipazione e costruzione di obiettivi condivisi che rafforzino l’attenzione alle differenze di genere nello sviluppo della contrattazione e politica sindacale. Ma altri “frutti” sono sull’albero… Oltre alla creazione di Sportelli donna di categoria, Osservatori per la contrattazione, progetti mirati nei Servizi sono intervenuti dei cambiamenti nel ruolo e responsabilità per otto sindacaliste 29 partecipanti al progetto, di queste: quattro sindacaliste hanno assunto incarichi nella segreteria di categoria tre sindacaliste, prima delegate, hanno la responsabilità di nuovi e importanti settori di lavoro nella propria struttura di categoria o servizio, una sindacalista, rimanendo delegata nel proprio ambito di lavoro, ha iniziato un percorso di “affiancamento” sindacale per il rafforzamento della propria capacità di intervento sindacale nel proprio settore. Tutte le sindacaliste partecipanti al progetto sono state elette negli organismi direttivi in occasione dei congressi: un risultato non scontato, effetto e segno tangibile del progetto, una scelta organizzativa di rafforzamento della rappresentanza politica delle donne nel sindacato, testimonianza, anche, delle dinamiche in atto nel mercato del lavoro che per la loro connotazione di genere richiedono al sindacato una lucida strategia di intervento capace di comprendere la pluralità delle situazioni e differenze tra i soggetti. Il progetto ha fatto emergere la necessità di disporre di uno strumento e di una metodologia che accompagni la crescita e valorizzazione dei quadri femminili nel sindacato, in modo da garantire una continuità di intervento che permetta di rendere stabile, sostanziale e non formale, l’espressione della rappresentanza politica delle donne nella CGIL, riconoscendone il valore “vitale” per l’insieme dell’organizzazione sindacale. Una indicazione è emersa dalle stesse partecipanti: mantenere e consolidare la “rete” che il progetto ha creato ritenendola una modalità che pone a confronto le differenze, ne valorizza le risorse, motiva alla ricerca di una sintesi comune per raggiungere obiettivi comuni, sia pur disegnati su interessi e condizioni differenziate dei soggetti ai quali si fa riferimento nei luoghi di lavoro e nelle strutture sindacali. I risultati del percorso… aprono nuove traiettorie da tracciare…e le donne della CGIL di Milano intendono farlo. 30 IL GRUPPO DELLE PARTECIPANTI * 1. Silvia Accarini FILCAMS delegata Transcom W. 2. Elena Cinzia Bega FIOM delegata Simens 3. Simona Bellini CGIL Ufficio Vertenze 4. Stefania Boisi SLC delegata Wind 5. Giovanna Brambilla SPI attivista 6. Settima Bucarella FILLEA funzionaria 7. Patrizia Casa FISAC delegata Europe Assistance 8. Mirella Casati FILT funzionaria 9. Federica Cattaneo FILCAMS funzionaria 10. Tatiana Cazzaniga F.P. Comune Milano 11. Maria Antonietta Cesareo FILTEA delegata 12. Giusy Corbelli SLC delegata Rai 13. Giuseppina Corropoli FILLEA delegata in mobilità 14. Serafina Di Rosa SLC delegata Poste 15. Annalia Farina CGIL Ufficio Legale 16. Nadia Ferracini FILT delegata Autostrade 17. Laura Ferrante FILCEA delegata Boehringer 18. Milena Frigerio SPI Segreteria Lega 19. Fernanda Fumagalli SPI attivista 20. Valeria Lista FILCEA delegata Pirelli 21. Morena Magarini FILTEA delegata in mobilità 22. Elvira Miriello FILCEA funzionaria 23. Marisa Moi FLAI Segreteria 24. Stefania Moro F.P. funzionaria Sanità privata 25. Melissa Oliviero CGIL Pol.sanità 26. Mariangela Quagliotti FILLEA delegata M.M. 27. Paola Ripamonti FNLE Apparato tecnico 28. Sonia Scauzillo INCA Milano 29. Giorgia Sanguinetti FILCAMS funzionaria 30. Valentina Sciliroli SLC delegata Wind 31. Caterina Spina Sindacato Scuola delegata 32. Adele Vitagliano F.P. delegata AMSA (*) incarichi e strutture si riferiscono al periodo della partecipazione al progetto 31 Responsabili Progetto per la Segreteria Confederale: Nerina Benuzzi Graziella Carneri Fulvia Colombini Maurizio Zanetti Coordinamento Progetto: Franca Bozzetti Referenti per la Formazione CGIL Confederale: Edoardo Epis Marianna Bruno Consulenza specialistica per la progettazione esecutiva e realizzazione del Progetto: Clara Bassanini Elisabetta Donati Pina Madami Pari e Dispari s.r.l. Editing: Jole Bevilacqua 32