News > Esteri > Societa - Venerdì 08 Giugno 2012, 12:53
www.lindro.it
"Il cantautore e il..."
Daniele-Turturro, due italiani in America
Collaboratori per il documentario 'Passione' parlano di musica e radici, di cultura globale e
locale"
Stefano Vaccara
Pino Daniele, che ha fatto il pienone ieri al concerto nel leggendario teatro Apollo di Harlem,
aveva raccolto un grande pubblico anche il giorno prima alla Casa Italiana Zerilli Marimò della
New York University, dove ha ’duettato’ con l’attore regista italo americano John Turturro.
La serata si è aperta infatti con uno spezzone del bellissimo film documentario ’Passione’,
diretto proprio da Turturro: sulla canzone ’Napule é’ scorrevano immagini che
hanno visibilmente commosso il pubblico, italoamericano e non.
A condurre il ’duetto tra i due c’era Stefano Albertini, Direttore della Casa, insieme all’Editor-inChief di i-Italy.org Letizia Airos. Con i due artisti anche Massimo Gallotta, il geniale
organizzatore dei concerti di Pino Daniele negli Usa - che dopo il concerto newyorkese di ieri
sera, continuerà il suo tour di presentazione del nuovo album, ’La Grande Madre’, anche a
Boston e Washington DC. Albertini ha subito ricordato che la Casa Italiana della NYU è una
istituzione che non organizza degli eventi, "ma mette insieme le persone, pensando che da
questi incontri grandi cose possano avvenire”. E così è stato per Daniele e Turturro, che pur
avendo collaborato a distanza per ’Passione’, si incontravano di persona per la prima volta
proprio alla New York University.
Airos ha quindi chiesto al musicista com’era nato il brano ’Napule é’ e a John Turturro perché
avesse scelto proprio quella canzone per chiudere il suo film: “Avevo appena 21 anni” ha detto
Daniele, “quando la scrissi. Sono stato fortunato, continuo ad ascoltarla come fosse ieri”.
“Rappresenta un inno alla città di Napoli” ha aggiunto l’attore-regista e in un omaggio
1/3
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale reperibile al link http://www.lindro.it/societa/societa-news/societa-news-esteri/2012-06-08/9151-daniele-turturro-due-italiani-in-am
L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.
Copyright L'Indro S.r.l. Tutti i diritti riservati
News > Esteri > Societa - Venerdì 08 Giugno 2012, 12:53
www.lindro.it
come il suo non poteva mancare.
Pino Daniele ha continuato raccontando quel suo stile jazz-blues con melodie napoletane.
“Faceva parte di un progetto: già cantavo in napoletano perché credevo che fosse importante
nella musica non dimenticare le radici. E con ‘La Grande Madre’ ho continuato a farlo. Sono
stato e sempre resterò libero di seguire i miei sentimenti quando compongo e scrivo
canzoni”. Specifica però che l’ispirazione gli arriva non solo da Napoli, ma dalla cultura di tutto
il Sud Italia, inclusa la Sicilia: “Facciamo parte della stessa famiglia. Il Regno delle due Sicilie
ha avuto uno storia comune, condividiamo gli stessi sapori e la stessa sensibilità. Così
come siamo vicini al Nord Africa, agli arabi. La mia musica attinge da quelle radici comuni”.
Quindi ’La Grande Madre’ della canzone che da il titolo all’album, è appunto
l’Africa? “Non è proprio l’Africa come territorio” spiega Daniele, “ma come cultura. I
suoni del Sud d’Italia sono vicini a quelli dell”Africa. La Grande Madre
è amche Lampedusa, Marsala, Catania e anche Ischia, Napoli, Amalfi… sono tutti ritmi che
vengono dall’Africa. Quei suoni arabi che si sentono ancora in Sicilia…”. E a questo punto
è Turturro a esclamare: “Ora capisco perché quando crescevo nel Queens, nel quartiere
proprio dove è nato il rap, ero così a mio agio con quegli artisti afromanericani che
si esibivano per strada. Il loro ritmo lo sentivo dentro”.
Dopo una grande risata del pubblico alle scuse di Daniele per il suo inglese, in realtà
comprensibilissimo (" Con quest’accento, il mio più che americano è brookolyno!”) Albertini
chiede a Turturro, padre pugliese e madre siciliana, da dove arriva la sua passione per
Napoli: “È stato il grande Francesco Rosi a farmi innamorare della città. Quando ho
recitato nel suo film ‘La Tregua’ mi parlava della letteratura, del teatro, della musica
napoletana. E da quel momento non ho più smesso di amarla”. E quando John Turturro ha
sentito per la prima volta la musica di Pino Daniele? “Sempre mentre giravo ‘La Tregua’ in
Ucraina. Rosi mi fece ascoltare ‘Terra mia’”.
Ma quella di Daniele è sì musica napoletana, ma spesso sposata con l’uso di italiano e
addirittura dell’inglese: “A Napoli abbiamo le basi militari americane e io da giovanissimo ero
sempre nei locali vicino al porto dove gli americani ascoltavano la loro musica. Ecco che poi
quel blues e quel jazz è diventata anche la mia musica”. Daniele ha ricordato la sua fortuna di
annoverare tra gli amici, fin dall’inizio, grandi musicisti napoletani del calibro di James Senese
(“l’afroamericano che parla solo napoletano”) e anche Enzo Avitabile, Tullio de Piscopo,
Tony Esposito e tanti altri.
Ma è ovviamente soprattutto la città partenopea, ’Grande Madre’ ispiratrice di Pino: “Dobbiamo
ricordare la tradizione secolare musicale in città, qui nasce il primo conservatorio in Italia…
Senza la cultura non si va da nessuna parte. Anche se bisogna rispettarne le regole”.
Significativo allora che la prima canzone del nuovo album, intitolata ’Melodramma’: una dedica
a Luciano Pavarotti, che nel libretto con tutti i testi delle canzoni e foto, appare accanto a Pino
2/3
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale reperibile al link http://www.lindro.it/societa/societa-news/societa-news-esteri/2012-06-08/9151-daniele-turturro-due-italiani-in-am
L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.
Copyright L'Indro S.r.l. Tutti i diritti riservati
News > Esteri > Societa - Venerdì 08 Giugno 2012, 12:53
www.lindro.it
Daniele, immortalati durante un concerto. “La magia della lirica con il rock dei giorni nostri, un
esperimento tra l’antico e il moderno: in realtà io sono così”. Gallotta ha ricordato come questo
album nasce come produzione indipendente dello stesso cantautore, “insomma una
operazione rischiosa e quindi anche molto coraggiosa”. "Con la musica devi fare quello
che senti” replica l’interessato, “non ci può essere solo il business, i soldi”.
Ma c’è spazio anche per una reinterpretazione dello storico pezzo di Eric Clapton,
’Wonderful Tonight’: “Ci siamo conosciuti a Chicago, poi lui è venuto ad un concerto a
Salerno. Subito una grande amicizia. E’ facile trovare l’intesa con grandi artisti come Eric”. Lo
stesso rispetto rivolto agli altri grandi nomi della canzone napoletana, venuti prima di lui. Come
Renato Carosone per esempio, che proprio Gullotta fece tornare a fare concerti dopo essersi
ritirato perché, come ha raccontato, “mi diceva che non aveva il tempo perché doveva studiare
8 ore al giorno il pianoforte…”. “Carosone è stato anche un grande interprete e conoscitore di
musica classica” ha ricordato Daniele. Così come Roberto Murolo, con cui ebbe occasione di
collaborare.
E, a proposito di culture locali, Daniele, pur essendo affascinato dalle nuove tecnologie, si
preoccupa che le nuove generazioni, attraverso Internet, si stiano omologando troppo: “Oggi
non importa se nasci a Napoli, Palermo, Parigi o New York, guardano e ascoltano tutti la stesse
cose allo stesso momento e allora anche se ci sono i vantaggi, si rischia una cultura
massificata, di perdere la particolarità delle proprie radici. Ma non bisogna dimenticare
che ogni artista ha bisogno di attingere a una cultura propria. Anche se mi piace il
moderno, con la musica torno alle mie radici”.
Alla volta del question time, è stato chiesto a Daniele se il suo cantare in napoletano fosse
anche un modo per ’dissentire’ la cultura nordista e recuperare quella del Sud: “No, non è per
dissentire. E’ per la musica” ha risposto candidamente Daniele. Abbiamo proposto noi a
Turturro e Daniele di lavorare ancora insieme a New Orleans, con un documentario o magari un
concerto in omaggio alle radici del jazz e del blues - che era nato anche col contributo della
musica dei primi emigranti del Sud Italia arrivati in Louisiana. Il cantante sorride e l’attore
si entusiasma: “great idea!”.
3/3
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale reperibile al link http://www.lindro.it/societa/societa-news/societa-news-esteri/2012-06-08/9151-daniele-turturro-due-italiani-in-am
L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.
Copyright L'Indro S.r.l. Tutti i diritti riservati
Powered by TCPDF (www.tcpdf.org)
Scarica

Daniele-Turturro, due italiani in America