LA
STAGIONE
LIRICA
ALLE TERME DI CA R A C A L L A
per
giudicare il Faust di Carlo Gounod non bisogna spaziare
lo sguardo scy tutto il poema goethiano, in cui il patteggiatore con Mefisto[cle assurge a simbolo dell'intera umanit” che
si redime attraverso la propria instancabile attivit” I librettisti
1. Barbiere M. Carr› limitarono il campo a soli due drammi:
quello di Faust che. ringiovani:o dal Diavolo, seduce e abbandona Margherita, e quello di Margherita che, sconvolta dal
dolore, uccide la propria creatura, impazzisce, ma in punto di
morte viene salvata da Dio p.'r il pentimento che la redime,
E per[ettamente lecito [u l'operato dei librrttisti, giacch› non
vige ah'una norma estetica che imponga di attenersi pcdissequamente ai testi originali, rielaborati #rr fini prettamente
ntttsicali.
L'opera Idramma lirico in 8 attb rappresentata hy prima
volta a Parigi il t9 marno 1859, [u poi ripresa dieci anni dopo
con i recitativi mttsicati in luogo del y parlato 87della antecedente edizione, e con qualche aggiunta, /ra cui il brano sin[onico-coreografico-vocale La notte di Valpurgis. li critico L›
Escudier giudic¢ Gounod y pedante, privo della fibra della passione 87 prendendo cosž un colos.y granchio, dato che i valori
essenziali dell'opera sono insiti proprio nel sentimento passionale (Salve dimora, du-~tto d'amore, canto di Margherita alla
finestra, scena della chiesa). E se alcune pagine risultano oggi
sbiadite e logore, non si pu¢ per altro negare piena vitalit”
alla cornice pittoresca (il corale religioso, il celebre valzer, il
quartetto del giardinoL ne sottovalutare la [reschezza del iraseggio e la [tuidit” delristrumentale. ,4ssai [elice la concertazione-direzione di Oliviero de Fabritiis: affascinante, come semprc. rapporto poetico vocale di Clara Petrella; valorosi il tenore
Eugenio Fernandi. il baritono Giuseppe Taddei, il basso Mario
Petri. Il coro animato da Conca, la regž dhposta da Enrico
Frigerio e la coreografia di ,4ttilia Radice hanno concorso ad
un'ottima realizzazione. Ma perch› š stata omessa la coreagrafica Notte di Valpurgis. bene adatta alle esigenze spettacolare delle Terme ?
AI par degli anni scorsi, energie multiple e ciclopiche - regista AMo Vassallo Mirabella e coreogra[o Guglielmo Morresi
- - sono state impiegate a]finch› l'apparato scenico de//'Aida
appagasse la voracit” visiva della massa degli spettatori; cosž
lolle esultanti, [alangJ d, milizie trion[anti, arde di schiavi, hanno invaso il palcoscenico, con una se!va di idoli, con una quadriga che nel suo h'rompere mozza il fiato, e persino con una
[antasmagorica apoteosi di [umanti bengala ! Che la musica di
Verdi, in rapporto con cotesta mostruosa impalcatura ci guadagni molto, non diremmo; come non diremmo che la sonorit” orchestrale (per quantq, fin[orzata qua e l” da alcuni mi.
o'o]onij raggiunga il dovutq equilibrio con quella del palcoscenico. Ma gli esauriti si sono sty
agli esauriti, e questo š
1"interessante per una stagione estiwt all'aperto. y Celeste/fida ~ :
la valorosissima /lnita Cerquetti, che in Umberto Baci¢ ha avuto un ardente Radames, in Gian Giacomo Guelfi un impressionante padre, in Myriant Pirazzini lsostituita nelle ultime recite
da Maria Benedetti) una splendida rivale. Angelo Questa ha
db'etto a memoria.
La Forza del Destino, anzich› poggiare
di un solido
centro drammatico, subisce una spinto centriluga che dc) alla
vicenda un carattere cinematografico ante litteram. P r o p r i o c o d e s t o carattere per¢ deve avere enlusiasmato Verdi, che sentensu
ei¢ y il dramma š potente, singok, re c vastissima 87 aggiungendo: r E' certo che nella Forza del I)estino non š necessaric~
fare dei selfeggi, ma bisogna avere dell'anima e y
la parola
ed esprimerla 87 Rappresentata la prima volta al Teatro Imperiale di Pietroburgo nel 1862 su libretto di Piave, [u rielaborata
e presentata alla Scala nel 1869 su versi di Ghislanzoni, il qual."
per altro non poteva eliminare la ]arraginosit” dell'argomento.
Comun-tue Verdi, atJascinato dall:t potenza irraeionale del lato
-- espresso nella meravigliosa sin]onia con sei squilli tragici
cui segue un imp.,tuoso ritmo ~ oltre a rivelare il personaggio
di Lvonora nel suo intimo strazio e nella sua mistica aspirazione, si prodiga in quadri pittoreschi qosterin, campo di guerra} e
nel tratteggiare figure secondarie di possente rilievo (la brillante zingara Preziosilla, il solenne Padre Guardiano, il comico Fra Melitone). Nel terzetto finale raccoglie infine in stretta
unit” (la disperazione di Alvaro. la serena morte di Leonora, i
religiosi accenti del Padre Guardianob le varie linee4orza degli
avvenimenti. I_at realizzazione š molto piaciuta, nonostante i
discutibili tagli appartati alla partitura dal direttore maestro
l/incenzo Belle~.za, concorrendo al [dice esito Anita Cerquetti,
Roberto Turrini, Aldo Protti, Giulio Neri, Saturno Meletti e
Lari Se!piani, nonch› il coro htruito da Conca, magnifico nel
]amoso 9 Rataplan , . Viva, colorita, variata la regž di ,4cly
Aeeolini. ben coordinata con la coreografia di Morresi e con
le scene di Parravicini.
y Questo Ch›
non vaie un fico: opera irrappresentabile 87 tale il giudiaio emesso dal filoso[o Amintore Galle. com
sulente arti.etico della Casa Sonzogno. E se non [asse intervenuto
Mascagni in aiuto di Umberto Giordano ~quale esempio di generosa colleganza !}, il 28 marzo 1896 lo Ch›
non avrebbe
riportato alla Scala quel clamoroso successo che ancor oggi perstate. Non che l'opera sia esente da y impeti esagerati di sonorit” e da magniloquenza ampollosa di certe frasi 87 ma le melodie e gli ariosi .ci succedono a ondate generose, e la costruzione š tagliata a blocchi di rigogliosa espressivit” Da notare
poi come anche i diletti sopra indicati, ]astidiosi se inerenti ad
altro argomento, contribuiscano invece a rappresentare il tumultuoso ribollire della rivoluzione [rancese. Alla realizzaaione,
guidata da Alberto Erede, hanno [elicemente partecipato l'aopassionata Maria Caniglia, Franco Corelli, Gian Giacomo Guel~,
Giulio Tornei, nonch› Fernanda Cadoni, Maria Huder, /lmelia
Pini e il regista Bruno No]ri.
Nel dare infine atto che la stagione si š conclusa con una
entusiasmante Aida, ci corre l'obbligo d i richiamare l'attenzione sul direttore dell'allestimento scenico Giovanni Cructani: col.
laboratore instancabile, che non si limita, come qualcuno potrebb~ c~š
a ntontare e a disporre sul palcoscenico i vari
pezzi~~ gi” dipinti espressamente per una data opera dallo scenogra… ma che, dotato di geniale inventiva e di ,oecnliare gusto
estetico in /unzione pratica, sa altresž creare un ambiente, un
paesaggio, un panorama, con i mezzi pi9 rude e disparati, ricomposti in armoniosa plastieit”
Dalla sera del 27 giugno al l ~ settembre s~no state eseguite
40 rappresentazioni con .grande favore di pubblico, soprattutto
internazionale ~ oltre 250.000 spettatori - - e con risul~ti fimmziari assai soddisŸ
Emidio Mucci
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