qualità dell’ambiente in Emilia-Romagna la A cura di: Arpa Emilia-Romagna Via Po, 5 - 40139 Bologna Tel.: 051.6223811 - Fax: 051.543255 e-mail: [email protected] web: www.arpa.emr.it Progetto grafico e impaginazione: Omega Graphics Snc di Maurizio Sanza e Laura Grassi Via Franco Bolognese 22 - 40129 Bologna - Tel. 051.370356 e-mail: [email protected] Finito di stampare: maggio 2013 presso: Premiato Stabilimento Tipografico dei Comuni - Santa Sofia (FC) Stampato su carta Revive 100 White Uncoated Indice Presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 4 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5 Autori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 6 Aria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 8 Clima . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 12 Acque superficiali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 16 Acque sotterranee . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 20 Acque marino costiere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 24 Acque di transizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 28 Rifiuti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 32 Radiazioni ionizzanti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 36 Radiazioni non ionizzanti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 40 Rumore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 44 Suolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48 Natura e biodiversità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 52 Indice dell’Annuario dei dati 2011 - Versione integrale » 56 qualità dell’ambiente in Emilia-Romagna la La versione integrale dell’Annuario dei dati 2011 è scaricabile dal sito web: http://www.arpa.emr.it/annuario Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna Annuario dei dati 2011 Q 3 Q Presentazione Garantire che la salute e il benessere dei cittadini continuino a beneficiare di elevati standard di protezione ambientale: per raggiungere questo obiettivo e poter assicurare che le comunità siano luoghi di vita e di lavoro sostenibili, efficienti e sani, è essenziale ricorrere ad approcci integrati per la pianificazione. Ecco perché, contemporaneamente alle sfide economiche e sociali, le pressioni e gli impatti sull’ambiente devono essere tenuti nella massima considerazione. È dunque importante incentivare e garantire il continuo scambio di informazioni e la divulgazione di esperienze, dati e best practices, soprattutto tra territori con caratteristiche morfologiche e sociopolitiche simili. In questo senso la decima edizione dell’Annuario regionale dei dati ambientali di Arpa EmiliaRomagna rappresenta uno strumento efficace, per politici e amministratori, per poter affrontare il difficile compito di identificare le criticità ambientali, ma anche per valutare gli effetti ambientali, oltre che economici e sociali, delle loro politiche. Le ricchissime basi di dati prodotti dall’Agenzia, integrati con quelli a disposizione della Regione, forniscono conoscenze in modo tempestivo, rivolgendo lo sguardo al tempo lungo dei cambiamenti climatici. Proprio questi ultimi possono avere impatti significativi, sia diretti sia indiretti, sull’uomo e sull’ambiente in cui vive, interagendo con l’intero sistema sociale ed economico. Per questa ragione è fondamentale poter disporre di informazioni quantitative verificate, quali quelle contenute nell’Annuario, utili a monitorare l’impatto che le alterazioni climatiche possono avere, ad esempio, su risorse idriche, ecosistemi naturali, assetto delle aree costiere. Di informazioni affidabili e puntuali, cioè, che forniscano una visione sintetica, ma completa e integrata, delle variazioni in atto e delle rispettive conseguenze, o impatti, sulle risorse ambientali e sulla società. Grazie all’Annuario la “tavolozza temporale” delle conoscenze a disposizione di politici e amministratori, dunque, amplia la propria gamma cromatica: sono disponibili più informazioni in tempi brevi, ma anche su tempi più lunghi. Sulle emergenze, quindi, ma anche sulle tendenze, e ciò – se rende apparentemente più complessa la scelta delle risposte – indubbiamente le può rendere molto più efficaci. Annuario dei dati 2011 Sabrina Freda Assessore Ambiente e Riqualificazione urbana Regione Emilia-Romagna 4 Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011 Introduzione L’ambiente è un sistema complesso le cui problematiche e criticità necessitano di un approccio al tempo stesso di tipo integrato e olistico. Una modalità di analisi dei problemi in cui ciascun elemento del sistema ambiente non viene misurato e valutato separatamente, ma assieme a tutti gli altri, tenendo sempre in considerazione le reciproche relazioni e interazioni (approccio integrato), mentre peraltro il sistema stesso si comporta in modo autonomo e indipendente dalla sola integrazione delle sue parti (approccio olistico). Gli indicatori ambientali, e gli indici più generali che da essi vengono elaborati, sono dunque strumenti fondamentali per la comprensione di una realtà così complessa e delle sue tendenze evolutive. Tali strumenti, infatti, inseriti e collegati fra loro all’interno di un modello concettuale di causalità, come ad esempio quello DPSIR dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, permettono un’analisi della realtà ambientale che ne evidenzia le criticità e i fattori in grado di condizionarne lo stato di qualità, analizzando il tutto come un insieme di relazioni complesse e integrate fra loro. Sono, quindi, gli indicatori ambientali, strumenti di indagine, chiavi di lettura e interpretazione dello stato e delle tendenze evolutive dell’ambiente naturale e antropizzato, che facilitano il trasferimento al mondo dei decisori di una serie di informazioni utili ai fini dell’indirizzo delle azioni di governo e della valutazione della relativa efficacia. L’Annuario regionale dei dati ambientali di Arpa Emilia-Romagna, ormai alla sua decima edizione, è un prodotto di sintesi conoscitiva nato e sviluppato in tale ottica. Un report in grado di evidenziare i problemi in atto e le rispettive cause generatrici, dove l’analisi ambientale, rigorosa e indipendente, viene condotta contestualizzandola sia alla realtà ambientale a cui essa fa riferimento, sia alle ampie serie storiche di dati validati dall’Agenzia, generati da un diversificato sistema di reti di misurazione, di controlli e verifiche ambientali, di progetti commissionati ad Arpa Emilia-Romagna. I settori e i tematismi trattati nell’Annuario sono vari e ciascuno presenta proprie specifiche modalità e tempistiche di raccolta dei dati. Pur scontando questa inevitabile disomogeneità temporale, che in parte stride con la cadenza annuale dell’assessment prodotto, il report “tradizionale” continua a descrivere con costanza e precisione fenomeni e situazioni in atto e a suggerire e stimolare l’attenzione e la riflessione sugli stessi da parte di tecnici, amministratori e cittadini. Proprio con lo scopo di affrontare questa distonia e di rendere l’offerta reportistica agenziale ancora più adeguata all’evoluzione della domanda di raccolta e archiviazione delle informazioni e dei dati, il 2013 vedrà la nascita dell’Annuario in formato HTML, che si affianca all’annuario tradizionale e che sarà sempre consultabile sul sito web di Arpa e della Regione. Complementare, ma innovativo rispetto al presente report, tale nuovo prodotto costituirà uno strumento reportistico più moderno, dove i vari capitoli, pubblicati online, saranno selezionati all’interno della lista ben più corposa e ampia dei tematismi e del set di indicatori della versione “tradizionale” dell’Annuario. Questo prodotto reportistico sarà più tempestivo, con epoche di pubblicazione dei vari capitoli differenziate nel corso dell’anno in funzione della diversa tempistica di raccolta e disponibilità dei dati, parte dei quali elaborati e aggiornati in automatico sfruttando i moderni strumenti della business intelligence. Con la presente edizione, inoltre, la versione completa dell’annuario sarà consultabile solo in formato pdf dal sito di Arpa, e integralmente scaricabile, secondo le norme di dematerializzazione della pubblica amministrazione e di completa e trasparente accessibilità dell’informazione ambientale a garanzia dei diritti dei cittadini, ma anche dei principi che Arpa autonomamente persegue fino dalla propria nascita. Stefano Tibaldi Direttore Generale Arpa Emilia-Romagna Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna Annuario dei dati 2011 Q 5 Q Autori RESPONSABILE DI PROGETTO Roberto MALLEGNI (1) (1) ARPA DIREZIONE TECNICA COMITATO GUIDA Franco ZINONI (Direttore Tecnico), Roberto MALLEGNI (Responsabile di progetto), Carla Rita FERRARI (Direttore Daphne), Piero SANTOVITO (Direttore Sistemi Informativi), Carlo CACCIAMANI (Direttore SIMC) COMITATO DI DIREZIONE DEL PROGETTO Franco ZINONI (1), Barbara VILLANI (1), Adriano LIBERO (2), Mauro BOMPANI (3), Roberto MALLEGNI (1) (1) ARPA DG - Direzione Tecnica, (2) ARPA DG - Area Pianificazione e Controllo direzionale, (3) ARPA DG - Area Comunicazione Capitolo 1 - ARIA Marco DESERTI (1), Giovanni BONAFÈ (1), Lucio BOTARELLI (1), Alessandro DONATI (1), Antonella MORGILLO (1), Francesca CASSONI (2), Simonetta TUGNOLI (3), Silvia BIGNAMI (4), Annalisa FERIOLI (4) (1) ARPA SIMC, (2) ARPA PR, (3) ARPA DIREZIONE TECNICA, (4) ARPA FE Capitolo 2 - CLIMA Lucio BOTARELLI (1), Rodica TOMOZEIU (1), Valentina PAVAN (1), Cesare GOVONI (1), William PRATIZZOLI (1), Gabriele ANTOLINI (1), Fausto TOMEI (1), Silvano PECORA (1), Michele DI LORENZO (1), Nicola CAPURSO (1), Alessandro ALLODI (1), Mauro DEL LONGO (1), Giuseppe RICCIARDI (1), Enrica ZENONI (1), Simonetta TUGNOLI (2), Veronica RUMBERTI (2), Paolo CAGNOLI (2), Francesca LUSSU (2), Elisa VALENTINI (2) (1) ARPA SIMC, (2) ARPA DIREZIONE TECNICA Annuario dei dati 2011 Capitolo 3 - ACQUA Capitolo 3A - Acque superficiali Donatella FERRI (1), Gisella FERRONI (1), Gabriele BARDASI (1), Emanuele DAL BIANCO (1), Daniele CRISTOFORI (1), Paolo SPEZZANI (1), Silvia FRANCESCHINI (2) (1) ARPA DIREZIONE TECNICA, (2) ARPA RE Capitolo 3B - Acque sotterranee Donatella FERRI (1), Marco MARCACCIO (1), Flavio BONSIGNORE (1), Andrea CHAHOUD (1) (1) ARPA DIREZIONE TECNICA Capitolo 3C - Acque marino costiere Patricia SANTINI (1), Carla Rita FERRARI (1), Cristina MAZZIOTTI (1), Margherita BENZI (1), Paola MARTINI (1), Stefano SERRA (1), Sandro TARLAZZI (1), Claudio SILVESTRI (1), Leonardo RONCHINI (2), Vanessa RINALDINI (2), Alberto CAPRA (2), Rita ROSSI (2), Paolo SPEZZANI (3) (1) ARPA STRUTTURA OCEANOGRAFICA DAPHNE, (2) ARPA RN, (3) DIREZIONE TECNICA Capitolo 3D - Acque di transizione Patricia SANTINI (1), Carla Rita FERRARI (1), Erika MANFREDINI (2), Silvia BIGNAMI (2), Saverio GIAQUINTA (3) (1) ARPA STRUTTURA OCEANOGRAFICA DAPHNE, (2) ARPA FE, (3) ARPA RA 6 Capitolo 4 - NATURA E BIODIVERSITÀ Irene MONTANARI (1), Riccardo SANTOLINI (2), Monica PALAZZINI (3), Willer SIMONATI (3), Camilla ALESSI (4), Salvatore GIORDANO (4), Daniela MAZZAROTTO (4), Giovanni PASINI (5) (1) ARPA DIREZIONE TECNICA, (2) UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI URBINO “Carlo Bo” - DiSTeAV, (3) REGIONE EMILIA-ROMAGNA, (4) AIRIS srl, (5) Centro Ricerche Ecologiche e Naturali p.s.c. Capitolo 5 - RIFIUTI Barbara VILLANI (1), Cecilia CAVAZZUTI (1), Maria Concetta PERONACE (1), Paolo GIRONI (1), Annamaria BENEDETTI (1), Giacomo ZACCANTI (1), Veronica RUMBERTI (1), Anna AQUILANO (1) (1) ARPA DIREZIONE TECNICA Capitolo 6 - RADIAZIONI Capitolo 6A - Radiazioni ionizzanti Roberto SOGNI (1) (1) ARPA PC Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011 Capitolo 6B - Radiazioni non ionizzanti Laura GAIDOLFI (1), Francesca BOZZONI (1), Sabrina CHIOVARO (1), Mauro RICCIOTTI (2) (1) ARPA PC, (2) ARPA RN Capitolo 7 - RUMORE Anna CALLEGARI (1), Maurizio POLI (2) (1) ARPA PC, (2) ARPA RE Capitolo 8 - SUOLO Marina GUERMANDI (1), Nicola FILIPPI (1), Francesco MALUCELLI (1), Nazaria MARCHI (1), Francesca STAFFILANI (1), Paola TAROCCO (1), Daniela BALLARDINI (2), Barbara VILLANI (3), Gisella FERRONI (3) (1) REGIONE EMILIA-ROMAGNA – SERVIZIO GEOLOGICO, SISMICO E DEI SUOLI, (2) ARPA RA, (3) ARPA DIREZIONE TECNICA Capitolo 9 - RISCHIO NATURALE Capitolo 9A - Frane e smottamenti Marco PIZZIOLO (1), Mauro GENERALI (1) (1) REGIONE EMILIA-ROMAGNA - SERVIZIO GEOLOGICO, SISMICO E DEI SUOLI Capitolo 9B - Rischio sismico Luca MARTELLI (1), Alberto BORGHESI (1), Vania PASSARELLA (1), Maria ROMANI (2) (1) REGIONE EMILIA-ROMAGNA - SERVIZIO GEOLOGICO, SISMICO E DEI SUOLI, (2) REGIONE EMILIAROMAGNA – SERVIZIO PIANIFICAZIONE URBANISTICA, PAESAGGIO E USO SOSTENIBILE DEL TERRITORIO Capitolo 9C - Erosione costiera Mentino PRETI (1), Margherita AGUZZI (1), Nunzio DE NIGRIS (1), Maurizio MORELLI (1) (1) ARPA DIREZIONE TECNICA Capitolo 10 - RISCHIO ANTROPOGENICO Alessia LAMBERTINI (1), Ermanno ERRANI (1), Valentino GENNARI (1) (1) ARPA DIREZIONE TECNICA Capitolo 12 - ATTIVITÀ DI ARPA EMILIA-ROMAGNA Franco ZINONI (1), Susanna RICCI (1), Roberto MALLEGNI (1), Caterina NUCCIOTTI (1), Marco MARCACCIO (1), Donatella FERRI (1), Gisella FERRONI (1), Carla Rita FERRARI (2), Patricia SANTINI (2), Cristina MAZZIOTTI (2), Sandro NANNI (3), Michele DI LORENZO (3), Lucio BOTARELLI (3), Flavio BONSIGNORE (1), Monica CARATI (1), Rosalia COSTANTINO (1), Monica BRANCHI (1), Mentino PRETI (1), Roberto SOGNI (4), Laura GAIDOLFI (4), Marco DESERTI (3), Francesca CASSONI (5), Silvia FRANCESCHINI (6), Silvia BIGNAMI (7), Luca TORREGGIANI (6), Rita ROSSI (8) (1) ARPA DIREZIONE TECNICA, (2) ARPA DAPHNE, (3) ARPA SIMC, (4) ARPA PC, (5) ARPA PR, (6) ARPA RE, (7) ARPA FE, (8) ARPA RN Un ringraziamento particolare va agli operatori delle Sezioni provinciali, delle Strutture tematiche e del Servizio Sistemi Informativi di Arpa Emilia-Romagna, che hanno collaborato sia alla raccolta e analisi dei campioni, sia alla validazione ed elaborazione dei dati derivanti dalle diverse reti regionali di monitoraggio. Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna Annuario dei dati 2011 Capitolo 11 - PREVENZIONE, AMBIENTE E SOSTENIBILITÀ Capitolo 11A - Fitofarmaci Marco MORELLI (1), Angela CARIOLI (1), Luigi BAZZANI (1), Stefano BENEDETTI (1), Alessandro TIEGHI (1), Luca FERRARI (1), Loreta RONDELLI (1), Flavia POCATERRA (1), Marco PESCI (1), Filippo ROSSI (1) (1) ARPA FE Capitolo 11B - Amianto Orietta SALA (1), Adriano FAVA (1), Tiziana BACCI (1) (1) ARPA RE Capitolo 11C - Strumenti di sostenibilità Helga TENAGLIA (1), Paola Silingardi (1) (1) ARPA SGI:SQE 7 Aria Q Aria Gli inquinanti primari non sono più il principale problema I dati del 2011 confermano che gli inquinanti primari, come il monossido di carbonio e il biossido di zolfo, non costituiscono più un problema. Anche alcuni degli inquinanti che in anni recenti avevano manifestato qualche criticità, come i metalli pesanti, gli idrocarburi policiclici aromatici e il benzene, sono al momento sotto controllo. Difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi di legge per gli inquinanti secondari In Emilia-Romagna, analogamente a quanto succede in tutto il bacino padano, rimangono situazioni problematiche a scala regionale per quanto riguarda il PM10 e l’ozono, mentre sono più localizzati in prossimità dei grandi centri urbani i casi di superamento del valore limite annuale per il biossido di azoto, in particolare nelle stazioni da traffico. Si stima che la percentuale di popolazione esposta a valori di PM10 superiori al valore limite giornaliero per la protezione della salute umana nel 2011 sia aumentata a circa il 70%, rispetto al 50% del 2009 e 2010. Sul lungo periodo, miglioramento della qualità dell’aria, nonostante le oscillazioni legate ai fattori meteorologici L’analisi della serie storica dei dati mostra come nel periodo 2001-2011, a livello regionale, la concentrazione media annua di PM10 si sia complessivamente ridotta. I valori mostrano tuttavia un’oscillazione da un anno all’altro dovuta principalmente a fattori di natura meteorologica. In questo quadro il 2011 è risultato un anno con valori in aumento rispetto agli anni precedenti a causa dell’andamento meteo climatico sfavorevole: nel 2011 il numero di giorni favorevoli alla formazione di particolato atmosferico (basso indice di ventilazione e assenza di precipitazioni) è stato il più elevato degli ultimi 11 anni. Va comunque sottolineato che, dall’analisi comparata dell’andamento pluriennale (tendenza) dei fattori meteorologici e degli indicatori ambientali, mentre il numero di giorni favorevoli alla formazione di particolato è in crescita nel tempo, il numero di giorni di superamento del valore limite normativo per il PM10 è in diminuzione. Una conferma, questa, dell’efficacia delle azioni di risanamento intraprese in questi anni. Sempre più necessario agire con misure strutturali su area vasta I dati 2011 confermano la necessità, per garantire l’obiettivo primario della tutela della salute del cittadino, di rafforzare le misure per la qualità dell’aria e mostrano che, per assicurare un completo rispetto dei limiti, anche negli anni più critici dal punto di vista meteorologico, è necessario rafforzare le misure strutturali di riduzione delle emissioni inquinanti. Inoltre, poiché le criticità maggiori sono legate a inquinanti secondari (che si formano per reazione chimica, anche a distanza dalla fonte di emissione) e tendono a interessare più regioni, è sempre più necessario agire su area vasta, attraverso un Piano regionale per la qualità dell’aria coordinato con misure da attuare a livello interregionale e nazionale. Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna ARIA Trasporti stradali, combustione non industriale e attività produttive sono i macrosettori più critici per le emissioni di inquinanti I macrosettori maggiormente critici per le emissioni in atmosfera risultano essere sia quelli relativi ai “trasporti stradali” e alla “combustione non industriale”, sia quelli che comprendono le attività produttive (“combustione nell’industria”, “processi produttivi” e “uso solventi”), anche se con differente distribuzione percentuale per i diversi inquinanti. Per quanto riguarda il PM10, il settore dei trasporti rende conto del 30% delle emissioni, mentre un 26% di emissioni è dovuto ai macrosettori “processi produttivi” e “combustione nell’industria” e ben il 28% è attribuibile alla “combustione non industriale”. 9 70 tutte - range (max-min) traffico - range (max-min) fondo - range (max-min) limite media regionale Febbio (Fondo Remoto) Gherardi (Fondo Remoto) 60 Microgrammi/metro cubo 50 40 30 20 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 T T F T F T F T F T F T F T F T F T F T F 0 F 10 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 1: Particolato fine (PM10) - Andamento della concentrazione media annuale a livello regionale, per tipologia di stazione (2001-2011) LEGENDA: T = Traffico F = Fondo urbano 100 tutte - range (max-min) traffico - range (max-min) Microgrammi/metro cubo 90 fondo - range (max-min) limite media regionale 80 70 60 50 40 30 20 ARIA 2007 10 2008 2009 2010 T F T F T F T F T 0 F 10 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 2: Biossido di azoto (NO2) - Andamento della concentrazione media annuale a livello regionale, per tipologia di stazione (2007-2011) LEGENDA: T = Traffico F = Fondo urbano Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011 Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna ARIA Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3: Rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria 11 Clima Q Clima Più caldo della norma Il 2011 è stato più caldo della norma, sia per la temperatura minima che per quella massima. L’anomalia di temperatura, calcolata come differenza fra l’anno di riferimento e il clima del periodo 1961-1990, è stata più intensa per le temperature massime (2-3°C), con un contributo importante dato dalle stagioni: primavera, autunno ed estate. Nel lungo periodo (1961-2011) si mantiene un trend positivo, più marcato per le temperature massime. Inoltre, nel 2011, il numero di giorni estivi con temperatura massima superiore a 30°C è stato superiore al valore climatico di riferimento su quasi tutta la regione, con valori fino a 35 giorni registrati, soprattutto, sulla fascia pedemontana. Deficit di precipitazioni Il 2011 è stato caratterizzato da un deficit di precipitazioni, esteso su tutto il territorio regionale. Anche prendendo in considerazione il periodo 1961-2011, l’andamento annuale delle precipitazioni mostra una tendenza negativa. Le emissioni di gas serra provengono principalmente dal settore energetico L’aumento dell’effetto sera è attribuito in gran parte alle emissioni di anidride carbonica (CO2), connesse principalmente alle attività antropiche (impianti di produzione di energia, combustione nell’industria, trasporti etc.). Contribuiscono all’effetto serra anche il metano (CH4), la cui emissione è legata alle attività agricole e allo smaltimento dei rifiuti, e il protossido di azoto (N2O), derivante principalmente dall’agricoltura e dai processi industriali. A livello regionale, le emissioni di gas serra provengono principalmente, circa l’80%, dal settore energetico, che comprende tutte le attività che prevedono processi di combustione (traffico, industrie manifatturiere, riscaldamento). Seguono i processi industriali, con circa il 9% delle emissioni di gas serra, e l’agricoltura, che contribuisce con circa il 7%. CLIMA Circa il 9% del fabbisogno energetico regionale è soddisfatto da fonti rinnovabili Lo sviluppo del settore energie rinnovabili a livello regionale è determinato, in questi ultimi anni e soprattutto nel 2009, dall’incremento di numerosi piccoli impianti a biomassa e biogas, da un incremento considerevole degli impianti fotovoltaici, civili e industriali, e dall’incremento degli impianti eolici. Rispetto al 2008, infatti, per l’eolico si è passati da 3,2 GWh/anno a 21 GWh/anno, per il fotovoltaico da 17,6 GWh/anno a 55 GWh/anno e per le biomasse da 372,6 GWh/anno a 928 GWh/anno. A livello regionale, circa il 9% del consumo energetico lordo proviene da fonti energetiche rinnovabili, di cui il 56% dalle biomasse, il 40% dall’idroelettrico, il 2% dal fotovoltaico e il 2% dall’eolico. Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 13 3 2 Gradi centigradi 1 0 1961 1966 1971 1976 1981 1986 1991 1996 2001 2006 2011 -1 -2 -3 Anni Anomalia Temperatura max Linea di tendenza (Anomalia Temperatura max) Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 4: Andamento dell’anomalia di temperatura massima annuale, mediata sull’intero territorio regionale, nel periodo 1961-2011 500 400 300 Millimetri 200 100 0 1961 -100 1966 1971 1976 1981 1986 1991 1996 2001 2006 2011 -200 -300 -400 -500 CLIMA Anni 14 Anomalia Precipitazione Linea di tendenza (Anomalia Precipitazione) Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 5: Andamento dell’anomalia di precipitazione annuale, mediata sull’intero territorio regionale, nel periodo 1961-2011 Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011 Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna CLIMA Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 6: Rete regionale di monitoraggio idrometeorologico 15 Acque superficiali Q Acque superficiali Diverse situazioni di criticità legate alla presenza di nitrati Sui corsi d’acqua regionali si verificano diverse situazioni di criticità legate alla presenza di azoto nitrico in concentrazioni significative, o comunque superiori al valore soglia associato allo stato “buono” dell’Indice LIMeco (1,2 mg/l); in particolare, i valori più elevati (da 4 a 8 mg/l) si riscontrano nei bacini idrografici: Boriacco, Tidone, Chiavenna, Arda, Destra Reno, Bevano, Rubicone e Ventena. Per effetto dei crescenti apporti inquinanti, di origine prevalentemente diffusa, la presenza di azoto nitrico nelle acque aumenta spostandosi da monte verso valle. Infatti, nelle chiusure di bacino pedemontano si rispetta quasi ovunque il valore soglia di buono, mentre le criticità aumentano nelle stazioni di pianura, dove risultano conformi soltanto i bacini: Trebbia, Nure, Sissa-Abate, Secchia, Fiumi Uniti e Conca. Nel complesso, dunque, solo il 19% dei bacini idrografici raggiunge l’obiettivo di qualità “buono” rispetto alla concentrazione di azoto nitrico, evidenziando la presenza di criticità diffuse sul territorio. Diverse situazioni di attenzione legate alla presenza di fosforo Tra i bacini regionali si osservano diverse situazioni di attenzione legate alla presenza di fosforo in concentrazioni superiori al doppio della soglia obiettivo di “buono” dell’Indice LIMeco (0,1 mg/l). Le maggiori criticità, con valori medi di fosforo totale che superano la soglia di 0,4 mg/l, si riscontrano in particolare nei bacini idrografici: Boriacco, Sissa-Abate Crostolo, Bevano e Uso. Spostandosi da monte verso valle, le concentrazioni di fosforo nelle acque tendono ad aumentare in modo significativo, soprattutto in presenza di fonti di pressione puntuale rilevanti. Si osserva quindi che, mentre nelle stazioni di bacino pedemontano la soglia del “buono” è rispettata quasi ovunque, nelle stazioni di pianura risultano conformi soltanto i bacini: Bardonezza, Lora-Carogna, Tidone, Trebbia, Nure, Taro, Secchia, Canal Bianco, Reno, Lamone, Fiumi Uniti, Savio, Marano e Conca. Nel complesso, il 44% dei bacini idrografici regionali raggiunge l’obiettivo di qualità “buono” rispetto alla concentrazione di fosforo totale. Il trattamento delle acque reflue urbane risulta adeguato alle direttive europee In ambito regionale gli impianti di depurazione delle acque reflue urbane censiti sono 2.162 e presentano diverse tipologie di trattamento, da quelle più semplificate a quelle più complesse, tipiche dei grandi sistemi consortili. Tali impianti risultano avere, complessivamente, una potenzialità di progetto di circa 8,25 milioni di AE e risultano trattare oltre 6 milioni di AE. Il 95% degli impianti di trattamento, soggetti al controllo della qualità degli scarichi, è risultato conforme a quanto previsto dal DLgs 152/06. La percentuale degli AE serviti da rete fognaria in Emilia-Romagna si attesta su valori molto alti (circa il 99%), mentre la percentuale di AE depurati da impianti di trattamento delle acque reflue urbane è pari al 98%. Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna ACQUE SUPERFICIALI Situazione discreta per i fitofarmaci Continua il controllo dei fitofarmaci nei corsi d’acqua regionali; sulla base degli esiti del monitoraggio del 2011, effettuato nelle 39 stazioni di chiusura di bacino e sotto-bacino montano dei principali corpi idrici regionali, i valori di concentrazione dei fitofarmaci, espressa come sommatoria, risultano nel 95% dei casi inferiori allo Standard di Qualità Ambientale previsto, pari a 1 µg/l. 17 ACQUE SUPERFICIALI Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 7: Distribuzione territoriale della concentrazione media annua di azoto nitrico nei corpi idrici superficiali (2011) 18 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 8: Distribuzione territoriale della concentrazione media annua di fitofarmaci (sommatoria) nei corpi idrici superficiali (2011) Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011 Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna ACQUE SUPERFICIALI Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 9: Rete regionale di monitoraggio dello stato ambientale delle acque superficiali 19 Acque sotterranee Q Acque sotterranee Significativa presenza di nitrati nelle acque sotterranee I nitrati sono inquinanti di origine antropica che mettono a rischio lo stato chimico delle acque sotterranee. La loro presenza è dovuta prevalentemente all’uso di fertilizzanti azotati e allo smaltimento di reflui zootecnici: in regione le concentrazioni sono particolarmente rilevanti nei corpi idrici sotterranei pedeappenninici (conoidi alluvionali), dove avviene anche la ricarica delle acque sotterranee profonde, e nell’acquifero freatico di pianura. Le maggiori concentrazioni, oltre i limiti normativi, si riscontrano in diverse conoidi emiliane (Panaro, Tiepido, Secchia, Parma, Nure, Tidone) e, con minore estensione areale, in alcune conoidi romagnole. Nelle sorgenti rappresentative dei corpi idrici montani, monitorate nel 2011 per la prima volta, le concentrazioni di nitrati sono sempre inferiori ai limiti normativi. Continua il monitoraggio dei fitofarmaci e organoalogenati I fitofarmaci vengono utilizzati in agricoltura e si riscontrano prevalentemente negli acquiferi freatici di pianura, soprattutto nella porzione emiliana del territorio regionale. Sono invece entro i limiti di legge nei corpi idrici più profondi e in quelli montani. Gli organoalogenati, che derivano prevalentemente da attività industriali attuali ma anche svolte in passato, si riscontrano invece nelle conoidi alluvionali appenniniche, in particolare del modenese e bolognese, mentre alcune stazioni con superamenti per singole sostanze si riscontrano anche nel freatico di pianura. Necessario continuare a monitorare il livello delle falde Il livello delle falde, o piezometria, è necessario per calcolare lo stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei. Tale parametro, risultante dalla sommatoria degli effetti di tipo antropico (prelievi) e naturale (ricarica delle falde), si distribuisce territorialmente, a scala regionale, con valori elevati nelle zone di margine appenninico (conoidi), che si attenuano passando alla pianura alluvionale, fino alla zona costiera. Questo andamento generale naturale è però interrotto da una depressione piezometrica presente nella conoide Reno-Lavino, conseguenza dei consistenti prelievi effettuati su di essa negli anni 50-60 del secolo scorso e ancora oggi piuttosto evidente. Il monitoraggio anche automatico dei livelli di falda è indispensabile a supportare le scelte per una gestione sostenibile della risorsa idrica sotterranea. Attenuazione del fenomeno della subsidenza I cambiamenti climatici, con calo delle precipitazioni, periodi siccitosi sempre più frequenti e prolungati e con conseguente incremento dei prelievi a uso irriguo, associati all’impermeabilizzazione del suolo nelle aree di ricarica, possono ridurre la ricarica degli acquiferi nel tempo e innescare o aumentare il fenomeno della subsidenza, o abbassamento del suolo. Tuttavia, in Emilia-Romagna, in base all’ultimo rilievo relativo al periodo 2002-2006, si registra una generale attenuazione del fenomeno. Il territorio bolognese presenta ancora i tassi di abbassamento più elevati, pur se in netta diminuzione rispetto al passato. Non sembrano esserci, invece, variazioni significative per le delicate aree litoranee. Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna ACQUE SOTTERRANEE Fondamentale definire i valori di fondo delle sostanze di origine naturale Una corretta definizione dei valori di fondo delle sostanze inquinanti di origine naturale di ogni corpo idrico sotterraneo è fondamentale per una corretta individuazione degli impatti di origine antropica. Negli acquiferi profondi e confinati di pianura dell’Emilia-Romagna, infatti, si riscontrano concentrazioni anche molto elevate di sostanze di origine naturale, come i metalli (ferro, manganese, arsenico), lo ione ammonio o i solfati. 21 ACQUE SOTTERRANEE Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 10: Presenza di nitrati nei corpi idrici liberi e confinati superiori (2011) 22 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 11: Carta delle velocità di movimento verticale del suolo - subsidenza (millimetri/anno) nel periodo 2002-2006 Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011 Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna ACQUE SOTTERRANEE Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 12: Rete regionale di monitoraggio dello stato ambientale delle acque sotterranee 23 Acque marino costiere Q Acque marino costiere L’eutrofizzazione è il fenomeno principale dell’Adriatico nord-occidentale L’eutrofizzazione (cioè quella condizione di arricchimento delle acque di nutrienti, in particolare azoto e fosforo, che provoca una proliferazione micro e macro algale) rappresenta, a tutt’oggi, il principale fenomeno ambientale dell’Adriatico nord-occidentale. Le acque costiere sono, infatti, il recettore finale di un complesso sistema idrografico, la cui componente principale è il bacino padano, attraverso cui i nutrienti vengono veicolati a mare. Durante il periodo estivo, per la concomitanza di fattori chimico-fisici, il fenomeno può generare distrofie ambientali (anossie/ipossie nelle acque di fondo), mentre nei restanti periodi la sua presenza genera condizioni di maggiore pescosità. Cala la concentrazione del fosforo, ma aumenta l’azoto Lo sviluppo dei fenomeni eutrofici è dipendente dagli apporti di nutrienti, principalmente azoto e fosforo, veicolati a mare dai bacini costieri adriatici, soprattutto dal Po. Negli ultimi 20 anni si registrano trend tendenti alla diminuzione delle concentrazioni delle componenti fosfatiche, mentre sono in aumento quelle azotate. É necessario perseguire le azioni di risanamento (riduzione carichi N e P) a scala di bacino. L’eutrofizzazione favorisce condizioni di carenza di ossigeno nelle acque di fondo Nei periodi estivi, una delle conseguenze dei processi di eutrofizzazione è la formazione di condizioni di carenza di ossigeno (ipossia) e/o di assenza di ossigeno (anossia) nelle acque di fondo. Gli areali interessati sono variabili, estendendosi da qualche decina a centinaia di km2. Generalmente la fascia costiera settentrionale risulta maggiormente interessata da condizioni di carenza di ossigeno. Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna ACQUE MARINO COSTIERE Tutta la costa emiliano-romagnola rientra in una condizione trofica “sufficiente” Il valore medio dell’indice trofico (TRIX) per l’anno 2011, per tutta la costa emiliano-romagnola, da 0,5 a 3 km al largo, è di 5,67, leggermente più basso rispetto a quello dell’anno precedente. Tutta la costa regionale rientra, dunque, in una condizione trofica “sufficiente” (valori di TRIX > 5), con valori tendenti a diminuire da nord verso sud. Analizzando la distribuzione stagionale dell’indice TRIX nell’anno 2011, in inverno e in primavera si registra una condizione trofica “sufficiente” delle acque marine lungo tutta la costa. Nel periodo estivo, invece, con la riduzione del carico di nutrienti veicolati a mare dai fiumi, si osserva una generale diminuzione dei valori del TRIX su quasi tutta l’area, con stato trofico prevalentemente “buono”. 25 5% 2% 2% 1% Azoto Fosforo 93% 97% Fiume Po Fiumi principali - porzione nord da Goro fino al Lamone Fiumi principali - porzione sud dai Fiumi Uniti fino a Cattolica Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 13: Ripartizione percentuale dei carichi di azoto e fosforo apportati in Adriatico dal fiume Po e dai fiumi regionali che sversano direttamente in Adriatico (stima al 2011) 26 9 8 7 Indice TRIX ACQUE MARINO COSTIERE 10 6 Sufficiente 5 Buono 4 3 2 1 0 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 14: Valori medi annui dell’indice TRIX (indice trofico) nelle acque marine dell’intera costa emiliano-romagnola (2004-2011) Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011 Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna ACQUE MARINO COSTIERE Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 15: Rete regionale di monitoraggio dello stato ambientale delle acque marino costiere 27 Acque di transizione Q Acque di transizione I corpi idrici di transizione presentano alcune criticità Le indagini effettuate negli ambienti di transizione rilevano una discreta disomogeneità, sia da un punto di vista idraulico che geomorfologico. I bacini analizzati possiedono, infatti, proprie peculiarità nella conformazione e negli usi antropici. Lo stato ecologico (come previsto dal DM 56/09), valutato sulla base degli Elementi di Qualità Biologica (EQB) e degli elementi a sostegno degli EQB, ha evidenziato che le maggiori criticità sono presenti nella Sacca di Goro e nelle Valli di Comacchio. Nelle Valli di Comacchio le criticità derivano dalla carente gestione del sistema idraulico Le criticità riscontrate nelle Valli di Comacchio sono in gran parte dovute a carenze gestionali del sistema idraulico (interramento di canali sublagunari, riduzione degli scambi con il mare, immissioni di ingenti carichi di nutrienti). Tale condizione ha in pochi decenni portato a radicali cambiamenti nei popolamenti floristici di quell’ambiente. Sono scomparse o fortemente ridotte le macrofite a seguito di fioriture microalgali innescate da carichi di nutrienti (N e P) e dal ridotto idrodinamismo. Tali condizioni hanno portato a un progressivo intorbidimento delle acque con forte riduzione nella penetrazione della luce lungo la colonna d’acqua. Eventi anossici/ipossici si registrano nella Sacca di Goro, a Lago delle Nazioni e nella Piallassa Baiona Gli eventi anossici/ipossici, condizioni da definire “fisiologiche” per questi ambienti se si mantengono entro limiti tollerabili per la fauna e la flora residenti, nel 2011 si sono verificati prevalentemente nella Sacca di Goro, a Valle Nuova e nella Piallassa Baiona. Elevate concentrazioni di clorofilla “a” nel periodo estivo-autunnale La concentrazione della clorofilla “a” nelle acque consente una stima indiretta della biomassa fitoplanctonica, in quanto fornisce la misura del pigmento fotosintetico principale presente nelle microalghe, evidenziando così il livello di eutrofizzazione delle acque di transizione. Nella maggior parte dei corpi idrici di transizione della regione si sviluppano intensi fenomeni eutrofici nel periodo estivo-autunnale, con elevate concentrazioni di clorofilla “a”. Quasi tutti i corpi idrici di transizione regionali si trovano all’interno di aree protette Una vasta area di territorio della regione Emilia-Romagna è coperta da zone umide, caratterizzate da una elevata variabilità ambientale e biologica. Per valorizzare e tutelare quest’area la Regione Emilia-Romagna ha istituito il Parco regionale del Delta del Po, con un’estensione complessiva di circa 58.000 ettari. Da sottolineare, inoltre, che quasi tutti i corpi idrici di transizione regionali si trovano all’interno delle aree protette definite SIC, ZPS e Ramsar. Foto di pagina 28 gentilmente concessa dall’“Archivio fotografico Parco Delta del Po EmiliaRomagna” Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna ACQUE DI TRANSIZIONE Stabile la presenza del fosforo e in lieve diminuzione l’azoto Non rilevabili trend per le forme fosfatiche. Trend in lieve diminuzione per le forme azotate. 29 ACQUE DI TRANSIZIONE 30 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 16: Distribuzione della Aree protette nel tratto di costa compreso fra la Sacca di Goro e Pialassa Piombone Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011 Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna ACQUE DI TRANSIZIONE Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 17: Rete regionale di monitoraggio dello stato ambientale delle acque di transizione 31 Rifiuti Q Rifiuti Aumenta la percentuale di rifiuti urbani raccolti in modo differenziato La percentuale di rifiuti urbani raccolti in modo differenziato rispetto alla produzione totale è in crescita (+2,5% rispetto al 2010) e si attesta, nel 2011, al 52,9%. Le frazioni oggetto di raccolta differenziata sono state avviate in massima parte a recupero negli oltre 200 impianti presenti sul territorio regionale, per essere sottoposte a processi di selezione/pulizia o per essere direttamente re-immesse nel ciclo produttivo. L’indice di avvio a recupero, calcolato sui dati 2011, fornisce indicazioni sulla qualità delle varie frazioni raccolte e sul loro effettivo riciclo e mostra valori variabili tra un minimo del 74% per la plastica e un massimo del 99% per il legno. Diminuisce nettamente il conferimento in discarica dei rifiuti urbani, che passa dal 51%, nel 2001, al 16,7%, nel 2011. Diminuisce la produzione di rifiuti urbani e quella dei rifiuti speciali La produzione totale di rifiuti urbani, calcolata come sommatoria tra i rifiuti raccolti in maniera differenziata e i rifiuti indifferenziati avviati agli impianti di trattamento e smaltimento, nel 2011 ha raggiunto 3.000.000 di tonnellate, registrando una diminuzione del 3,5% rispetto alla produzione pro capite del 2010 (698 kg/ab.) e riportando la regione ai valori di produzione pro capite registrati nel 2006. Il valore risulta comunque elevato (673 kg/ab.) se lo si confronta con quelli rilevati nelle altre regioni (valore medio produzione pro capite regioni del nord Italia 533 kg/ab.), per la significativa incidenza della quota di rifiuti speciali assimilati agli urbani, che gravano per circa il 50% sulla produzione, la cui intercettazione, attraverso il servizio pubblico di raccolta, ne garantisce una corretta e adeguata gestione. Nel 2010 la produzione totale di rifiuti speciali è stata di circa 10.400.000 tonnellate (più del triplo della produzione di rifiuti urbani), con una riduzione dello 0,7% rispetto al 2009. Il decremento della produzione di rifiuti sia urbani, sia speciali è da collegarsi alla crisi economica e non a un primo effetto positivo delle azioni di prevenzione e riduzione della produzione che si stanno avviando, i cui risultati saranno evidenti solo fra qualche anno. Elevato il livello di conoscenza del settore rifiuti La conoscenza del settore rifiuti urbani negli ultimi anni ha raggiunto un livello molto alto e restituisce un quadro completo sull’attuazione delle politiche della Regione in materia di produzione/gestione dei rifiuti, funzionale a individuare eventuali azioni correttive e a definire obiettivi e indirizzi strategici in linea con la normativa europea e nazionale. Presenta ancora lacune e ritardi, invece, il sistema di contabilizzazione dei rifiuti speciali. Necessarie ulteriori azioni finalizzate al disaccoppiamento fra produzione di rifiuti e crescita economica Rimane la criticità di attivare efficaci azioni di prevenzione e riduzione della produzione di rifiuti, in modo da raggiungere l’obiettivo di disallineare la produzione di rifiuti dalla crescita economica. A tale fine la prevenzione resta l’obiettivo primario. Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna RIFIUTI Una gestione dei rifiuti urbani sempre più allineata agli obiettivi indicati dalla normativa europea e nazionale Il sistema di gestione dei rifiuti urbani e speciali in Emilia-Romagna si sta allineando verso gli obiettivi di prevenzione e riciclaggio indicati dalla normativa europea e nazionale: buoni i risultati della raccolta differenziata, alti i livelli di recupero delle frazioni riciclabili e di alcune tipologie di rifiuti speciali, adeguato ai fabbisogni regionali il sistema impiantistico. 33 100 90 Percentuale 80 70 obiettivo 2011 Raccolta differenziata: 60% 60 50 40 30 20 10 0 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Raccolta differenziata 2007 2008 2009 2010 2011 Raccolta indifferenziata Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati provenienti dal modulo comuni dell’applicativo ORSo Figura 18: Andamento della raccolta differenziata e del rifiuto indifferenziato residuo a scala regionale (2001-2011) 140 135 130 Percentuale 125 120 115 110 105 100 95 90 RIFIUTI 2000 2001 2002 2003 Spese delle famiglie PIL 2005 2006 2007 2008 2009 Produzione rifiuti urbani 2010 2011 Reddito Fonte: Elaborazioni Arpa Emilia-Romagna su base dati Arpa, Istat e stime Prometeia Figura 19: Andamento (2000-2011) della produzione di rifiuti urbani rispetto ad alcuni indicatori strutturali di riferimento Nota: anno 2000 = 100 34 2004 Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011 Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna RIFIUTI Fonte: Osservatori provinciali rifiuti Figura 20: Impianti di gestione dei rifiuti urbani indifferenziati (2011) 35 Radiazioni ionizzanti Q Radiazioni ionizzanti Livelli trascurabili di radiocontaminazione rilevati dalla rete regionale Il sistematico monitoraggio della radioattività consente sia la conoscenza dello stato della radiocontaminazione diffusa sul territorio regionale, sia il riconoscimento tempestivo di anomalie derivanti da situazioni incidentali o pratiche illecite. Per l’anno 2011 i livelli di radiocontaminazione evidenziati dall’attività delle rete regionale di monitoraggio della radioattività ambientale non sono risultati significativi (ben al di sotto dei limiti fissati dalla CE per la commercializzazione dei prodotti) e la stima della dose assorbita per ingestione di alimenti permane del tutto trascurabile rispetto al limite fissato dalla normativa nazionale per la popolazione, pari a 1 mSv/anno. Situazione tranquilla per il sito nucleare di Caorso Il monitoraggio radiologico ambientale attorno al sito nucleare di Caorso è fondamentale per valutare l’eventuale impatto sull’ambiente e la popolazione. I risultati delle misure effettuate nell’anno 2011 per la rete di monitoraggio locale della radioattività attorno al sito di Caorso non hanno evidenziato sostanziali differenze sullo stato della contaminazione radioattiva (non attribuibile ad attività svolte dalla centrale nucleare) rispetto agli anni precedenti. Il trasferimento in Francia di tutto il combustibile nucleare irraggiato, destinato al riprocessamento, si stima abbia consentito l’allontanamento dal sito di Caorso di circa il 99% della radioattività presente. Poco consistente la produzione di rifiuti radioattivi in regione In regione non è consistente la produzione di rifiuti radioattivi, anche se è prevedibile una crescita con l’avvio delle attività di dismissione degli edifici (reattore e ausiliari) della centrale nucleare di Caorso. La mancanza del sito nazionale per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi obbliga alla detenzione degli stessi presso i siti di produzione/raccolta, ovvero principalmente presso la centrale nucleare di Caorso e il deposito Protex. Non ancora disponibile un archivio regionale delle sorgenti di radiazioni ionizzanti La non disponibilità di un archivio regionale delle sorgenti di radiazioni ionizzanti detenute in Emilia-Romagna non consente di disporre di un quadro completo delle strutture autorizzate (categoria A e B). Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna RADIAZIONI IONIZZANTI Rispetto alla media nazionale, concentrazione medio bassa del radon nelle abitazioni Le indagini (campagna nazionale nelle abitazioni e regionale nelle scuole) condotte nella regione Emilia-Romagna per la misurazione della presenza di radon (gas radioattivo di origine naturale) nelle abitazioni hanno evidenziato una concentrazione medio bassa (circa 40 Bq/m3) rispetto alla media nazionale (70 Bq/m3), con valori inferiori a 400 Bq/m3 (livello di riferimento indicato dall’Ue nel 1990 per le costruzioni esistenti). Dal 2001, la Regione Emilia-Romagna ha avviato studi mirati a ottenere una “mappatura radon” e concluso, nel 2011, una campagna di misure in abitazioni individuate in corrispondenza di particolari aree territoriali (punti di emanazione gassosa/faglie affioranti). 37 10.000 Becquerel/metro quadrato 1.000 100 10 1 0,1 gen/82 gen/83 gen/84 gen/85 gen/86 gen/87 gen/88 gen/89 gen/90 gen/91 gen/92 gen/93 gen/94 gen/95 gen/96 gen/97 gen/98 gen/99 gen/00 gen/01 gen/02 gen/03 gen/04 gen/05 gen/06 gen/07 gen/08 gen/09 gen/10 gen/11 gen/12 0,01 Cs-137 Sr-90 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 21: Concentrazioni di Cs-137 e Sr-90 registrate nelle deposizioni al suolo a Piacenza (1982-2011) 1.000.000 Emilia-Romagna 256.999 Italia 100.000 38 Attività (Terabecquerel) RADIAZIONI IONIZZANTI 10.000 3.111 1.225 1.000 100 10 2,696 1 0,156 0,1 0 0,01 Rifiuti radioattivi Sorgenti dismesse Combustibile irraggiato Fonte: Ispra Figura 22: Situazione dei rifiuti radioattivi, delle sorgenti dismesse e del combustibile irraggiato in Emilia-Romagna e in Italia (2011) Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011 Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna RADIAZIONI IONIZZANTI Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 23: Rete regionale di monitoraggio della radioattività ambientale 39 Radiazioni non ionizzanti Q Radiazioni non ionizzanti Settore delle radiotelecomunicazioni in costante evoluzione, con distribuzione non uniforme degli impianti sul territorio È continuata nel 2011 l’evoluzione tecnologica nel campo delle radiotelecomunicazioni: per gli impianti radiotelevisivi (RTV) è proseguito il processo di transizione al digitale terrestre, che dovrebbe vedere l’assetto definitivo nel 2012, a conclusione delle procedure di assegnazione delle frequenze. Nelle province di Bologna, Forlì-Cesena e Rimini si rileva, nel complesso, una maggiore densità di impianti rispetto al dato regionale; in quelle di Bologna, Forlì-Cesena e Parma si osserva una rilevante densità di impianti rispetto al numero di abitanti. Per le stazioni radio base per telefonia mobile (SRB), anche nel 2011 si è osservato un incremento del numero di impianti, oltre che numerose modifiche tecniche per l’inserimento di nuovi servizi e tecnologie. Nella provincia di Rimini, a più alta densità di popolazione, si registra una densità di impianti SRB più del doppio rispetto alla media regionale. A eccezione delle province di Reggio Emilia e Modena, in tutte le altre province della regione la densità di sistemi per abitante supera il dato regionale. Nel 2011 sono stati installati una trentina di impianti di tipo Wi-Max, a supporto delle reti di apparati Wireless. Nessun superamento riscontrato per le stazioni radio base Relativamente alle stazioni radio base (SRB) non si registrano, a oggi, superamenti dei valori di riferimento normativo per l’esposizione della popolazione. Pochi i superamenti riscontrati per gli elettrodotti Nel 2011 non si sono riscontrati nuovi superamenti dei valori di riferimento normativo per gli elettrodotti; rimane quindi invariata la situazione pregressa, che vede 4 superamenti in prossimità di cabine di trasformazione, per i quali a oggi risultano solo avviate le procedure di risanamento. Sono ancora incomplete le informazioni relative agli elettrodotti Pur essendo migliorato il quadro conoscitivo in relazione alle sorgenti dei campi elettromagnetici, grazie anche allo strumento dei catasti, persistono, in alcuni settori, difficoltà di reperimento dei dati; in particolare, l’aggiornamento delle informazioni relative agli elettrodotti non è completo, anche a causa della mancanza di un riferimento normativo. Prosegue il monitoraggio ambientale, con risultati prevalentemente rassicuranti Il monitoraggio ambientale ha evidenziato, nella maggior parte delle campagne effettuate nel corso del 2011, sia per le alte, sia per le basse frequenze, livelli di campo elettromagnetico inferiori ai valori di riferimento, rilevando solo alcune criticità, già note, relativamente a impianti RTV in siti periodicamente controllati in attesa del risanamento. Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna RADIAZIONI NON IONIZZANTI Nonostante i miglioramenti, la situazione degli impianti radiotelevisivi permane critica Per quanto riguarda gli impianti RTV la situazione, seppure in miglioramento (23 superamenti dei valori soglia in atto nel 2011 contro i 30 del 2010), rimane ancora critica; infatti, un numero consistente di siti con superamento (il 34% di quelli riscontrati) è a oggi ancora in attesa di risanamento. 41 5.000 N. impianti 4.000 3.000 2.000 1.000 0 2003 2004 2005 2006 SRB 2007 2008 2009 2010 2011 RTV Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 24: Trend temporale del numero di impianti per radiotelecomunicazione, distinti per tipologia (SRB, RTV), in Emilia-Romagna (2003-2011) 42 30 25 N. superamenti RADIAZIONI NON IONIZZANTI 35 23 20 15 10 8 7 5 4 3 1 000 000 0 PC PR RE 0 0 1 0 11 0 0 0 1 0 0 1 2 0 1 0 0 MO BO FE RA FC RN RER SRB RTV Elettrodotti Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 25: Numero di superamenti in atto distinti per tipologia di impianti e per provincia (2011) Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011 Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna RADIAZIONI NON IONIZZANTI Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figure 26: Rete regionale di monitoraggio dei campi elettromagnetici ad alta frequenza 43 Rumore Q Rumore I dati disponibili indicano uno stato di criticità diffuso I dati disponibili relativi all’esposizione al rumore della popolazione e all’attività di vigilanza e controllo delle sorgenti di inquinamento acustico indicano uno stato di criticità diffuso. Le mappature acustiche prodotte nella prima fase di attuazione del DLgs 194/05 evidenziano, infatti, che un numero significativo di cittadini è esposto al rumore e, dunque, ai suoi effetti. Inoltre, i controlli di Arpa, effettuati per lo più a seguito di segnalazione dei cittadini, nel 2011 evidenziano complessivamente, per circa il 38% delle sorgenti controllate, un effettivo problema di inquinamento da rumore (rilevazione di almeno un superamento dei limiti vigenti). Il rumore prodotto dalle infrastrutture di trasporto determina costi sociali rilevanti Il rumore ambientale è associato a numerose attività umane, ma è il rumore derivante dalle infrastrutture dei trasporti (traffico stradale, ferroviario e aereo) a costituire la principale fonte di esposizione per la popolazione, in particolare in ambito urbano, dove vive circa il 75% della popolazione europea. La più recente pubblicazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e del Centro comune di ricerca della Commissione europea indica che il rumore dovuto al traffico è responsabile annualmente della perdita di oltre un milione di anni di “vita sana” negli Stati membri dell’Unione europea e in altri Paesi dell’Europa occidentale. I pubblici esercizi risultano l’attività maggiormente disturbante nelle segnalazioni dei cittadini Il rumore prodotto dalle attività di servizio e commerciali, e in particolare dai pubblici esercizi, determina il maggior numero di segnalazioni di disturbo da parte dei cittadini. Il progressivo sviluppo dell’industria del turismo e del divertimento, così come il mutare delle abitudini di fruizione del tempo libero, hanno, in effetti, determinato nel corso del tempo un notevole incremento di attività e locali notturni, in particolare all’interno dei centri storici. La specifica sorgente sonora disturbante può essere l’attività musicale oppure un impianto di servizio (ad esempio: condizionatore), ma sovente la rumorosità prodotta dall’aggregazione di persone, all’aperto e/o al chiuso, è già di per sé rilevante nel determinare condizioni di disturbo alla popolazione. La pianificazione acustica del territorio, fondamento della prevenzione e del risanamento, è tuttora insufficiente in regione La classificazione acustica, ovvero l’assegnazione a ciascuna porzione omogenea di territorio di una delle sei classi indicate dalla normativa, sulla base della prevalente destinazione d’uso del territorio stesso (zonizzazione acustica), oltre a rappresentare presupposto indispensabile alla predisposizione dei piani di risanamento acustico, costituisce per i Comuni un fondamentale strumento di gestione del territorio, in quanto definisce i valori limite, nonché di prevenzione, in rapporto alla sua stretta relazione con la pianificazione urbanistica. In questo senso, la risposta delle Amministrazioni a livello regionale è tuttora insufficiente, con il 36% dei Comuni che, a distanza di dieci anni dall’emanazione della Legge Regionale e dei relativi criteri (2001), non ha ancora approvato la classificazione acustica. Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna RUMORE La normativa vigente prevede l’attuazione di azioni rilevanti ai fini del miglioramento del clima acustico Le azioni di prevenzione e risanamento previste dalle normative vigenti (valutazioni di impatto e clima acustico, classificazione acustica del territorio, mappature acustiche, piani d’azione e piani di risanamento), se compiutamente attuate, dovrebbero via via condurre a un contenimento degli impatti e a un miglioramento del clima acustico. 45 100 90 80 N. sorgenti 70 60 50 40 30 20 10 0 PC PR Sorgenti controllate RE MO BO FE RA FC RN Sorgenti per cui si è riscontrato almeno un superamento dei limiti Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 27: Numero di sorgenti controllate e numero di sorgenti controllate per cui si è riscontrato almeno un superamento dei limiti, per provincia (2011) Infrastrutture stradali 2,8% RUMORE Attività temporanee 5,5% 46 Infrastrutture ferroviarie 0,5% Infrastrutture aeroportuali e portuali 1,7% Att. produttive 26,2% Att. di servizio e/o commerciali 63,3% Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 28: Distribuzione delle richieste di intervento fra le diverse tipologie di attività/infrastrutture (2011) Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011 Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna RUMORE Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figure 29: Stato di attuazione dei Piani di classificazione acustica (al 31 dicembre 2011) 47 Suolo Q Suolo Trend in miglioramento per alcune pressioni ambientali di origine agricola Si conferma la diminuzione dell’uso agricolo di concimi azotati di sintesi e dei carichi azotati unitari provenienti dal settore zootecnico. Si segnala, inoltre, una tendenza generale alla riduzione dei prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo; rispetto al 2010 i quantitativi commercializzati diminuiscono, infatti, di 1.176 tonnellate, pari al 5,9%. Alla costante diminuzione degli insetticidi e degli acaricidi, nel 2011, in controtendenza rispetto all’anno precedente, si è affiancata anche quella degli erbicidi. Da sottolineare, inoltre, come la superficie agricola interessata da azioni rivolte alla tutela del suolo (misure agro-ambientali dei Programmi di sviluppo rurale) a livello regionale superi 150.000 ha. Lo stato di salute dei suoli regionali, qualche criticità localizzata legata al contenuto di carbonio organico Pur mancando un aggiornamento diffuso sul territorio regionale, in merito a reazione (pH) e salinità dei suoli, i dati acquisiti nell’ultimo anno non segnalano variazioni tali da indicare processi di acidificazione, alcalinizzazione e salinizzazione in atto. Permangono, tuttavia, situazioni critiche localizzate relativamente a contenuto di carbonio organico e rischio di erosione idrica, entrambe a carico soprattutto dei suoli agricoli. Migliora la conoscenza del contenuto di metalli pesanti nei suoli della pianura emiliano-romagnola La conoscenza delle concentrazioni naturali dei metalli pesanti e del loro arricchimento superficiale consente di effettuare valutazioni sullo stato di contaminazione dei suoli. Conclusasi la fase di acquisizione dei dati di concentrazione e prossima al termine la loro elaborazione, emerge che per l’orizzonte superficiale del suolo, o orizzonte lavorato, le percentuali di dati superiori ai valori dei limiti di legge variano dallo 0,28% per il piombo al 95,13% per lo stagno; tali situazioni possono non corrispondere a casi di contaminazione locale, ma ad aree arricchite naturalmente. Per il rame (>2,54%) e lo zinco (>0,99%), invece, l’ipotesi di contaminazione diffusa legata all’uso e alla gestione del suolo sembra essere plausibile. Non ancora disponibile, ma in via di definizione, un’anagrafe regionale dei siti contaminati Ancora in via di definizione l’anagrafe ufficiale, unificata a livello regionale, dei siti contaminati presenti sul territorio regionale. Tale situazione, con informazioni distribuite presso le varie Province, rende ancora poco agevole la definizione di un quadro globale su scala regionale. Dall’analisi dei singoli catasti provinciali emerge che la maggior parte dei i siti contaminati risultano localizzati intorno ai poli industriali più rilevanti (Ravenna, Ferrara) e nell’intorno di zone industriali vicine alle grandi città (Bologna). Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna SUOLO Il consumo di suolo è dovuto all’espandersi delle zone produttive, dei servizi e delle infrastrutture e, in subordine, all’espansione residenziale e delle reti delle comunicazioni Nonostante la riduzione del consumo di suolo sia uno dei temi espliciti della programmazione regionale (PTR Del 276/2010) e la crisi economica abbia notevolmente ridotto l’attività edilizia, la mancanza di una normativa specifica fa perdurare il rischio di perdita di suoli agricoli, o potenzialmente tali, per fini edificatori. Perdita che, oltre a comportare una riduzione delle produzioni per il consumo agro-alimentare, determina modifiche delle modalità di deflusso delle acque superficiali e di ricarica delle falde. 49 300 Tonnellate (migliaia) 250 200 150 100 50 0 2000 2001 2002 2003 2004 Azotati Composti 2005 2006 Fosfatici Meso e micro 2007 2008 2009 2010 Potassici Org e Org-Min Fonte: Elaborazioni Regione Emilia-Romagna su dati Istat Figura 30: Quantitativi di concimi, per categoria, commercializzati nel periodo 2000-2010 nella regione Emilia-Romagna 20.000 15.517 15.000 10.000 Ettari 5.000 605 689 691 Territori boscati e ambienti seminaturali Ambiente umido Ambiente delle acque 0 -5.000 -10.000 -15.000 SUOLO -17.499 50 -20.000 Territori modellati artificialmente Territori agricoli Fonte: Regione Emilia-Romagna Figura 31: Variazioni dell’uso del suolo (macro-categorie) nel periodo 2003-2008 Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011 Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna SUOLO Fonte: Regione Emilia-Romagna Figura 32: Stagno [Sn] - Carta del contenuto naturale-antropico dei suoli (0-30 cm) della pianura emiliano-romagnola Nota: nella figura sono localizzati i siti di campionamento; in nero quelli con valori definiti outlier in seguito all’analisi statistica 51 Natura e biodiversità Q Natura e biodiversità Siti Rete Natura 2000 e Aree naturali protette, complessivamente coprono il 14,5% del territorio La biodiversità regionale deve la sua ricchezza alla particolare localizzazione geografica, essendo l’Emilia-Romagna un limite di transizione tra la zona biogeografia Continentale, fresca e umida, e quella Mediterranea, calda e arida. I Siti Rete Natura 2000 e le Aree naturali protette descrivono l’impegno della Regione nelle politiche di mantenimento e miglioramento della biodiversità, in sinergia con gli obiettivi strategici nazionali. Attualmente la superficie protetta è pari al 14,5% del territorio regionale. Artificializzazione del suolo, un limite alla conservazione della biodiversità L’artificializzazione del suolo e la conseguente frammentazione ambientale costituiscono un limite alla conservazione della funzionalità ecologica degli ecosistemi (espressione di tutela della biodiversità e condizione fondamentale per molte funzioni importanti, anche per l’uomo). Occorre, pertanto, porre grande attenzione alle scelte relative al potenziamento delle infrastrutture e allo sviluppo delle attività antropiche, soprattutto per quanto riguarda le zone di pianura e della costa, che già presentano un grado di disturbo elevato; il loro impatto sul paesaggio (sensu Dir 92/43/CEE) riduce, infatti, la probabilità che gli esseri viventi si muovano liberamente, garantendo appieno il benessere e la vitalità delle comunità e la capacità portante del territorio. Indispensabile rafforzare la rete ecologica regionale, valido strumento di gestione territoriale. Buono o ottimo lo stato di conservazione degli habitat 71 habitat, tra i 231 definiti a livello europeo come di interesse comunitario, sono presenti nei siti Rete Natura 2000 in Emilia-Romagna. Il loro stato di conservazione, grazie alle conoscenze acquisite e alle misure di salvaguardia adottate, è quasi sempre buono e, in più di un caso, ottimo. Flora e fauna, limitate le misure di salvaguardia per singolo taxon La minore conoscenza acquisita, a differenza degli habitat, sulle specie floristiche e faunistiche presenti in regione ha comportato una limitata individuazione e attuazione, in maniera diffusa, di misure di conservazione per singolo taxon. Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna NATURA E BIODIVERSITÀ Elevata funzionalità ecologica della fascia collinare-montana, modesta invece in pianura Biodiversità significa anche funzionalità ecologica degli ecosistemi. Quando tali funzioni, effettuate dagli ecosistemi in buono stato, diventano utili si parla di servizi ecosistemici quali: la depurazione delle acque, l’assimilazione dei nutrienti dal suolo o il contrasto al dissesto idrogeologico. In Emilia-Romagna si evidenzia l’estrema vulnerabilità della funzionalità ecologica dell’ambito di pianura, in netta contrapposizione con la fascia collinare-montana in cui essa è, invece, relativamente elevata. Tali concetti risultano adeguatamente descritti dalla Biopermeabilità, che consente di valutare l’andamento delle superfici delle classi di uso del suolo di maggior interesse per i temi di conservazione della natura e, quindi, della funzionalità ecologica degli ecosistemi. A livello regionale risulta netta la differenziazione tra le aree di pianura, in cui l’indicatore assume valori molto bassi, e quelle di collina-montagna, in cui l’indicatore assume valori abbastanza soddisfacenti. 53 NATURA E BIODIVERSITÀ Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna e Airis srl su dati Regione Emilia-Romagna Figura 33: Distribuzione territoriale delle aree appartenenti a classi d’uso del suolo biopermeabili (2008) 54 Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna e Airis srl su dati Regione Emilia-Romagna Figura 34: Distribuzione delle classi di frammentazione per Unità di paesaggio (cfr. Artificializzazione) (2008) Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011 Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna NATURA E BIODIVERSITÀ Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-Romagna Figura 35: Aree protette dell’Emilia-Romagna (Parchi nazionali e regionali, Riserve, Siti Natura 2000) (2010) 55 Q Indice dell’Annuario dei dati 2011 - Versione integrale La versione integrale dell’Annuario dei dati 2011 è scaricabile dal sito web: http://www.arpa.emr.it/annuario Presentazione IV Introduzione V Autori VI Guida alla consultazione Cap 1 - Aria 1 Cap 2 - Clima 59 Cap 3 - Acqua 3A 3B 3C 3D - Acque Acque Acque Acque 135 superficiali sotterranee marino costiere di transizione 417 Cap 5 - Rifiuti 483 6A - Radiazioni ionizzanti 6B - Radiazioni non ionizzanti l 541 543 581 Cap 7 - Rumore 639 Cap 8 - Suolo 693 Cap 9 - Rischio naturale Annuario dei dati 2011 141 221 261 337 Cap 4 - Natura e biodiversità Cap 6 - Radiazioni 56 VIII 9A - Frane e smottamenti 9B - Rischio sismico 9C - Erosione costiera Cap 10 - Rischio antropogenico Cap 11 - Prevenzione, ambiente e sostenibilità 11A- Fitofarmaci 11B - Amianto 11C- Strumenti di sostenibilità Cap 12 - Attività di Arpa Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011 759 761 785 823 877 913 915 933 955 969