THEOREMA passione di José, rivendica la propria libertà e passa all’amore per il torero Escamillo. Pur presaga del proprio destino, affronta coraggiosamente José che, in preda alla gelosia, la uccide. In una Spagna rivissuta con la fantasia, la vicenda muove verso la sua ineluttabile conclusione tragica a un ritmo serrato. Una locandina di “Carmen”. L’opera lirica, composta in quattro atti da Georges Bizet, su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy è tratta dalla novella omonima di Prosper Mérimée (1845). La sua prima rappresentazione avvenne all’Opéra-Comique di Parigi il 3 marzo 1875, in un allestimento che scandalizzò il pubblico di allora per il quale un'opera in cui la protagonista fuma in scena e il finale prevede un assassinio era cosa sconvolgente. Con la Carmen, opera nazionale francese simile all’Aida di Verdi in Italia, Bizet si ritagliò un posto di particolare rilievo tra i musicisti dell’800. La storia d’amore e morte, considerata il suo capolavoro, toccò i vertici più alti della drammaticità. Tra i controversi giudizi del tempo, il filosofo Nietzsche pronunciò l’elogio più bello per un artista, affermando: “Ascoltando la Carmen si diviene noi stessi un capolavoro”; e Ciaikovskij, qualche tempo dopo, scrisse ad un’amica: “In verità non conosco musica che abbia maggiori diritti di essere designata come un modello di ciò che io chiamo grazioso”. L’intensità della musica di Bizet e il suo realismo si realizzano però con una fluida eleganza, una limpida raffinatezza, una maestria ANNO 9° - 11 - di invenzioni melodiche e timbriche che differenziano nettamente il compositore dai suoi imitatori di gusto “verista” e ne fanno per qualche aspetto un anticipatore di Debussy. Come scrisse Nietzsche, la sua è una musica che si muove “con i piedi leggeri”. Vediamo un po’ più da vicino “I pescatori di perle”. La prima rappresentazione venne fatta a Parigi, al Théâtre Lyrique, il 30 settembre del 1863. CULTURA a prendere la vergine che con il suo canto placherà il mare. La tradizione vuole che si chieda alla fanciulla, che ha il capo velato, un voto di castità, ma la giovane è proprio Leila, colei che aveva fatto innamorare di sé Nadir e Zurga. Il secondo atto si svolge presso le rovine di un tempio indiano. Leila sta riposando dopo il rientro delle imbarcazioni. Il gran sacerdote Nourabard le ricorda i suoi impegni e, per dimostrare la propria fermezza, ella gli narra di quando aveva rischiato la morte per salvare un fuggiasco, che per ricompensarla le aveva regalato una collana. Più tardi, Nadir raggiunge Leila salendo su per le rocce che sono a picco sul mare. I due decidono di rivedersi lassù ogni sera, ma vengono scoperti dal sommo sacerdote e denunciati al popolo e a Zurga. Quando Zurga riconosce Leila è preso dalla gelosia e condanna i due traditori a morte. Intanto scoppia una terribile tempesta e i pescatori sono impauriti e si convincono che si tratti dell’ira del mare offeso. Alfredo Kraus (Las Palmas de Gran Canaria, 24 novembre 1927 – Madrid, 10 settembre 1999) nel corso di una rappresentazione de “I pescatori di perle” (“Les Pêcheurs de perles”) di Bizet: famosissima, e rimasta insuperata, la sua interpretazione della straordinaria e difficilissima romanza di Nadir “Mi par d’udire ancor…” (“Je crois entendre ancore). Il primo atto inizia su una spiaggia selvaggia dell’isola di Ceylon in un’ epoca indeterminata. I pescatori si preparano alla stagione di lavoro e costruiscono le loro capanne. Sopraggiunge Nadir, vecchio amico di Zurga, che è stato eletto capo tribù, e insieme ricordano il passato e il loro amore per una danzatrice sacra. Entrambi allora avevano rinunciato alla donna per non compromettere la reciproca amicizia. Alla spiaggia approda una barca con la quale i saggi del villaggio sono andati N°2 Bizet in un ritratto. Il terzo atto si divide in due scene. La prima si apre presso la tenda di Zurga. Leila tenta inutilmente di difendere Nadir e poi chiede a Zurga di consegnare la sua collana alla propria madre. Zurga riconosce il monile e può identificare in Leila la bambina, che tempo prima gli aveva salvato la vita. La seconda scena si svolge in riva al mare, dove Zurga ha deciso, per debito di riconoscenza verso la fanciulla, di salvare i due amanti facendoli fuggire. Per distrarre la folla che attende il NOVEMBRE - DICEMBRE 2008