CAMBIAMENTO DI VARIABILI IN INTEGRALI DOPPI E TRIPLI. Argomenti della lezione Cambiamento di variabili per integrali doppi e tripli Applicazioni al calcolo di aree, volumi, baricentri, momenti CAMBIAMENTO DI VARIABILI IN INTEGRALI DOPPI E TRIPLI. Il teorema sul cambiamento di variabili negli integrali multipli, in particolare doppi e tripli, è uno dei teoremi più sofisticati del Calcolo. Noi ci limiteremo ad enunciarlo e a mostrarne l’applicazione nei casi più comuni Abbiamo già introdotto la nozione di funzione localmente invertibile. Ripetiamo e precisiamo meglio questa nozione Abbiamo affermato che se f : A Rm Rm, A aperto, è di classe C1(A), e se det J(xf)(x0) ≠ 0 allora f è localmente invertibile; cioè esistono intorni aperti U di x0 e V di y0 = f(x0) tra i quali f è biiettiva; dunque f(U) = V Sappiamo che se una trasformazione è regolare, essa ha il determinate jacobiano non nullo in ogni punto del dominio e quindi f(A) è aperto anche se f non è necessariamente iniettiva su A. Una siffatta f è adatta a definire un cambiamento di variabili. Si può dimostrare poi che i punti singolari non costituiscono un insieme molto “pesante” (ha misura nulla secondo Lebesgue: Teorema di Sard) Inoltre l’inversa locale tra gli intorni aperti V e U è di classe C1(V), e la sua matrice jacobiana è l’inversa della matrice jacobiana di f. Con queste precisazioni, possiamo enunciare il teorema sul cambiamento di variabili negli integrali multipli Teorema (cambiamento di variabili ) Sia h : U Rm V Rm, U, V aperti, regolare e di classe C1(U), sia E U un compatto PJ-misurabile e f:h(E)R integrabile. Allora è integrabile f•h su E e si ha f (y)dy = f (h(x))| det h(x) | dx h(E) E Per brevità di notazione abbiamo indicato y=h(x), e scritto h’(x) al posto della matrice jacobiana. È chiaro che questa trasformazione di coordinate è conveniente se l’integrazione su E è più agevole di quella su h(E); per esempio E è un rettangolo e la nuova funzione da integrare non è troppo complicata Esempio: Si voglia calcolare E (x + y)dxdy con E = {(x,y): 0<x≤y≤2x, 1≤xy≤2} Posto u= x y e v = y/x , la Trasformazione h così individuata manda l’insieme E del piano xy nel rettangolo J= [1,2][1,2] del piano uv. La trasformazione inversa di h è u x= g(u,v) : v y = u v che ha determinate jacobiano det g’(u,v) = 1/2v > 0 Dunque E (x + y)dxdy u 1 = ( uv ) dudv + J v 2v A conti fatti si trova 1/3 (4 - 2). Il dominio è divenuto un rettangolo e la funzione non si è troppo complicata A parte i cambiamenti di variabili che possono essere suggeriti dalla natura del problema (tipo di dominio o particolarità della funzione), come abbiamo visto nell’esempio precedente, i tipi di trasformazioni di coordinate più comuni, sono quelli che già abbiamo introdotto in una lezione precedente: il cambiamento di coordinate polari o (polari ellittiche) nel piano; il cambiamento di coordinate cilindriche (o cilindrico ellittiche) e il cambiamento di coordinate sferiche (o ellissoidali) nello spazio. Precisamente COORDINATE POLARI Sono le coordinate così individuate x = r cos J r 0, 0 J < 2p y = r sen J Sappiamo che questa trasformazione ha un solo punto singolare: l’origine (0,0)T Infatti il determinante jacobiano è det J(xr y) = r La trasformazione è biiettiva tra R2\(0,0)T, e {(r,): r>0, 0 < < 2π} Cioè vi è corrispondenza biunivoca tra tutto il piano x y privato dell’origine e una striscia infinita nel piano r . Se indichiamo con h-1(x,y) la trasformazione che a r, fa corrispondere x,y abbiamo E f (x, y)dxdy = = f (r cos J ,r senJ )r drdJ h-1 (E) Se il dominio E è un’ellisse o parte di essa di semiassi a e b, è conveniente usare le coordinate polari ellittiche x = a r cos , y = b r sen . Il determinante Jacobiano è a b r Mostriamo come ciò sia utile nel calcolo dell’area di un ellisse o del volume di un ellissoide Sia E = {(x,y):x2/a2 + y2/b2 = 1} m(E) = dxdy = abrdrdJ E h (E) -1 Si trova facilmente m(E) = πab Calcolo del volume di un ellissoide E = {(x,y):x2/a2 + y2/b2 + z2/c2 = 1} Si trova, dopo qualche calcolo non difficile, m(E) = (4/3)π abc Ricordiamo che il calcolo in coordinate cartesiane presentava invece qualche difficoltà COORDINATE CILINDRICHE Sono le coordinate così individuate x = r cos J y = r senJ z = u 0, 0 J < 2p , u R r Il determinante jacobiano di questa trasformazione è r. L’asse z è fatto di punti singolari La trasformazione è biunivoca tra l’aperto dato da R3\{asse z} dello spazio x y z e l’aperto r > 0, 0 < < 2π, u R, dello spazio r u. Si può combinare questa trasformazione con quella delle coordinate ellittiche COORDINATE SFERICHE Sono le coordinate così descritte x = r sen j cos J y = r sen j cos J z cos = r j r 0, 0 j p, 0 J < 2p Il determinante jacobiano di questa trasformazione è r2 sen . L’asse z è fatto tutto di punti singolari. La trasformazione è biunivoca tra l’aperto dato da R3\{semipiano x z, con x≤ 0} dello spazio x y z e l’aperto r> 0, 0 < < π, 0 < < 2π, dello spazio r . Si può combinare questa trasformazione con quella delle coordinate ellittiche Mostriamo come ciò sia facilissimo con questa trasformazione calcolare il volume dell’ellissoide E = {(x,y):x2/a2 + y2/b2 + z2/c2 = 1} 1 p 2p 0 0 0 2 dxdydz = abc r dr sen jd j dJ E Si trova facilmente, come noto, (4/3)π abc APPLICAZIONI AL CALCOLO DI AREE, VOLUMI, BARICENTRI, MOMENTI Già abbiamo applicato le trasformazioni di coordinate per calcolare alcune aree e volumi notevoli. Vogliamo ora presentare alcuni ulteriori esempi Si calcolino i seguenti integrali doppi 1) Calcolare E x 2 + y 2 dxdy dove E è la semicorona circolare con y ≥ 0 compresa tra i cerchi di raggi 2 e 3 e centro nell’origine 2) Calcolare y E arctg x dxdy dove E è la parte di piano compresa fra la spirale d’Archimede d’equazione r = 2 , per 0≤ ≤ π, e l’asse x. 3) Calcolare E (x + y )dxdy 2 2 dove E è la parte di piano compresa fra l’asse x, la circonferenza di raggio 1 e centro l’origine e la circonferenza di raggio 1 e centro in (1,0)T Si calcolino i seguenti volumi 1) Volume della porzione di semisfera per z ≥ 0, che si proietta Sul piano x y sulla circonferenza di diametro r e centro in (r/2,0)T 2) Volume della porzione di cilindro circolare d’equazione z = √1-x2 , che si proietta sul piano x y sul triangolo rettangolo di vertici (0,0)T, (1,0)T, (0,1)T 3) Volume della porzione di superficie paraboloidica d’equazione 2 p z = x2 + y2 che si proietta sul piano x y in un cerchio con centro nell’origine a raggio r BARICENTRI Il baricentro d’una lamina piana E è dato dal punto di coordinate x= E xdxdy m(E) , y= ydxdy E m(E) Si calcolino i seguenti baricentri 1) Di un triangolo rettangolo 2) Di un settore circolare 3) Di una semiellissi 4) Di un segmento di parabola MOMENTI D’INERZIA Il momento d’inerzia di un solido di densità unitaria rispetto a un asse assunto come asse z, solido che occupa la regione dello spazio E, è dato da M = (x + y )dxdydz 2 E 2 Si calcolino i seguenti momenti d’inerzia 1) Di un parallelepipedo rettangolo, rispetto ad uno spigolo 2) Di un cilindro rotondo, rispetto all’asse 3) Di un ellissoide, rispetto ad un asse