Rischiamo il Coraggio
Fraternità di Romena
Veglia 2013-2014
Coraggio è
il venire dell’alba,
l’ora delle stelle
e della notte che sogna,
canna incrinata
che suona ancora,
fiamma che resiste
scossa dal vento.
Coraggio è
ogni colpo d’ala,
bimbo che si lancia
alle mie braccia,
coltivare pietà
per accogliere un angelo
quando dal cuore
depongo ogni arma.
Rit.
Dio, hai camminato
su violente acque,
valicato i cieli,
attraversato terre.
Gusto di sale
in bocca il vento,
baci e mi rialzi a
infinito coraggio.
Coraggio è
creare con un soffio,
dolore di bocciolo
quando si apre a fiore,
fiume che scende
dalla neve al grano,
chicco di senape
per uccelli in viaggio.
Coraggio è
restare miti,
l’odio squarciato
dal perdono,
una porta aperta
alla miseria,
occhi addolciti
dalla lunga attesa.
Rit.
la vi ta
Forti come
“ Per vedere se le acque si fossero ritirate dalla superficie della terra,
Noè mandò fuori una colomba. Essa non trovò alcun luogo dove
posarsi perché l’acqua ricopriva ancora tutta la terra. Tornò allora verso
l’arca e Noè stese la mano e la portò dentro con lui. Noè aspettò ancora
una settimana e mandò di nuovo la colomba fuori dell’arca. Verso sera
essa tornò da lui: aveva nel becco un ramoscello verde di ulivo”.
Gn 8,8-10
Preghiera
La vita mi chiede di levarmi nella luce
Lasciar parlare il cuore e non aver paura.
La vita mi ripara e mi guarda
Come nessun altro sa guardare.
Avanza lenta, sta bassa,
gira in cerchio intorno a Dio.
Grazie alla vita, che lascia passare le ombre
e trattiene la luce.
Lascia passare la menzogna
e trattiene la verità.
Lascia andare le ansie di potere
e trattiene ogni valore.
Grazie alla vita che accoglie la primavera
che chiede semplicemente di entrare.
Ama quel che passa, le nuvole smarrite
e le foglie trascinate dal vento.
In lei non muore nulla
tutto va a posarsi nell’eterno.
Grazie alla vita che ci chiede solo di essere fedeli,
di non disperderci, di non sciupare le forze.
Accolgo la vita così com’è,
ogni istante gravido della sua linfa,
ogni giorno che muore con un bacio
e rinasce all’alba con un altro bacio.
Vivo qui nel mio presente
portato dentro il cuore.
Vivo senza scappare
per vie senza tane.
Le parole e le azioni
non si incontrano più,
nel correre dei giorni
nella fretta dei gesti.
Rit.
Abito la vita
carezzo la realtà
Nutro questa vita
Amo ciò che dà
Amo ciò che dà
La vita morde il pane,
voglia di arrivare
fino alla sostanza
fino alle radici.
All’amore non basta parole
ma silenzio e verità
miele di molte estati
vedrai maturerà.
Rit.
I miei muri crollino
e che il nuovo arrivi
innocente e nudo
risvegli la mia vita.
Speranze taciute
pensieri troppo chiusi,
il vento li profumi
soffiando su di me.
Rit.
Mi tocchi la tua voce
prima delle parole,
e la tua tenerezza
a placare la mia sete.
Mi parli sussurrando
apri i miei misteri,
vedi ciò che vale
fai uscire la mia luce.
l�amore
Dolci come
“Voltati, voltati Sulammita, voltati, voltati e lasciati guardare...
come sono belli i tuoi piedi nei sandali, principessa”.
Cantico dei Cantici 7,1-2
Preghiera
L’amore fa nascere gesti,
è un canto di note leggere,
amore di Maddalena
con mani traboccanti di dolcezza.
Unge di profumo ogni cosa,
capelli dove dimorano nuovi mondi,
piedi dove danzano sogni.
L’amore assolve e comprende,
rinasce dentro l’amore.
L’amore quando s’impiglia
da qualche parte
aggiunge luce a luce
fino a salvare il non amore.
Cresce dove trova un po’ di acqua,
di terra e di luce,
porta sale alla bocca
e lacrime agli occhi,
fa sentire la nostra piccola vita
salvata dal Suo sguardo.
Amore coi piedi per terra,
dolce miele su mandorle amare,
scia di luce
quando attraversa la notte,
dono del cielo
che non risparmia nessuno.
In questa sera in penombra
passa accanto a me.
Cerco cose nascoste
ai dotti e ai sapienti
e anche a me.
Un venticello leggero
possa soffiare su noi
e sussurrarci ancora che ci sei
Rit.
Benedici, benedici,
benedici anche me
Benedici, benedici,
benedici anche me
Benedici la terra
tanto assetata d’amore.
Benedici il cielo
tanto affamato di sole.
E tutto quello che è in mezzo
vive assetato di Te
Tu che non schiacci il mio grido,
benedici anche me.
Rit.
Benedici la notte
facci amare anche lei.
Spingi il nostro cammino
dal tramonto all’alba con te.
Una nuova visione
Tu prepari per noi
vada in pezzi quest’ora
e io sogni con Te.
Rit.
Benedici la vita
ogni germoglio che c’è
riempi la casa di luce
e di tenerezza per me.
Ci fioriscano gli occhi
se ci guardiamo fra noi
spezza le nostre catene
e appoggiaci a te.
Rit.
l�am i cizia
leggeri come
“L’uomo diede dunque un nome a tutti gli animali domestici, a quelli
selvatici e agli uccelli. Ma di essi, nessuno era un aiuto adatto all’uomo.
Allora Dio fece scendere un sonno profondo sull’uomo, che si addormentò:
poi gli tolse una costola e richiuse la carne al suo posto. Con quella costola
Dio formò la donna e la condusse all’uomo. ”
Gn 2,20-22
Preghiera
Mi lasci sedere alla porta del tuo sguardo,
vuoi che superi adagio la soglia
e ti parli con il mio silenzio,
cogli il mio respiro
nello spazio annullato.
Rispetti il mio riserbo,
la mia prudenza, la mia dignità.
Mi sei casa molto più di quello che credi
e mi doni la pace di chi non ha difese,
di chi non vuole difendere in sé più nulla.
Allora ti chiamo amico,
Quando ce ne stiamo lì, in silenzio
ad ascoltare la pioggia gocciolare sulle foglie.
E sento che con te
poche cose bastano per essere felici
fino a quando il mio sorriso
ritrova gli occhi che avevo da bambino.
Con te posso accarezzare nuda
la verità sulle mie ginocchia
senza affrettarmi a definirla,
con te si riposano le parole ferite
e, tremando, ci diamo il cambio
per aprire il passo.
Eccomi, sono qua,
a gridare preghiere al cielo,
so che vengono indietro a volte,
che col vento a favore tornano
con un ramo di olivo in bocca
a dirmi che la vita è ancora viva.
Eccomi, sono qua
troppa acqua mi ha strappato via
tutti i sassi da sotto i piedi
ho vertigine che brucia
lascio altri scagliare pietre
scrivo su sabbia che muta.
Rit. Tu mi accogli
col mio cuore aperto al vento. (3)
Eccomi, sono qua
carico di legna sulla schiena
senza inchinarmi a tristezza e buio
sul carro di fuoco del coraggio
per afferrare il polso della notte
per sentire il battito del tempo.
Eccomi, sono qua
dormo nelle tende dei profeti
canto per dimenticare la distanza,
lacrime lavano la luce della luna,
cerco un pezzo di pane e affetto
un posto dove sentirmi a casa. Rit.
Eccomi, sono qua
Perdonatemi, non ce l’ho fatta,
ad avere un’attenzione tenera
leggerezza nel mio respiro.
Coraggio di danzare nell’aria
per demolire tutte le mura.
Eccomi, sono qua,
in viaggio l’aria è più viva
non fermo il vento, spargo profumi
nuovi paesi dietro gli orizzonti,
chiudo gli occhi, procedo al buio
metto piedi nel futuro.
Rit.
I
l coraggio più grande
è quello della fantasia,
del non arrendersi,
e nasce dalla fame,
non dalla paura.
Luigi Verdi
Fraternità di Romena
0575 - 582060
www.romena.it
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