Þ Polifemo Þ La vendetta di Odisseo Þ La fuga dall’antro Libro IX, versi 105-467 Odisseo ed i compagni, dopo aver lasciato i Lotòfagi, giungono sull'isola delle capre, presso la terra dei ciclopi, esseri giganteschi dall’unico occhio, feroci e violenti, figli del re del mare Poseidone. E’ in una delle grotte in cui vi abitano che Ulisse, insieme ad altri dodici uomini, si reca ad esplorarle. La spelonca è abitata da Polifemo, ciclope un checomportamento mostra fin un dall’inizio inospitale nei confronti degli stranieri. Egli infatti si ciba di alcuni compagni di Odisseo e copre l’entrata della caverna con un grosso masso, imprigionando i suoi ospiti. Odisseo decide di vendicarsi e, mentre il ciclope porta le greggi al pascolo, fa costruire un’arma aguzza con cui accecare Polifemo. Al suo ritorno, dopo aver mangiato ancora alcuni uomini, Ulisse gli offre del vino, facendolo ubriacare e affermando che il suo nome è “Nessuno”. Dopo che il gigante si è addormentato, gli uomini, preso il palo scaldato dal fuoco, lo accecano, causandone le sue grida acute e l’arrivo dei ciclopi abitanti lì vicino. Essi, non che diceva Polifemo, credendo a ciò ovvero che era stato nessuno a ferirlo, pensarono che fosse un male mandato da Zeus, contro il quale non si può fare nulla. Odisseo, dopo aver accecato Polifemo, escogita un piano per uscire dalla grotta: unisce a tre a tre i montoni con dei lacci e al di sotto di quello di mezzo vi lega un compagno; Infine Ulisse si aggrappa al vello del montone più grosso, in questo modo il ciclope non potrà accorgersi della fuga degli stranieri. Infatti gli uomini riescono a sfuggire al gigante, liberandosi dagli animali e raggiungendo i compagni rimasti sulla nave. Il viaggio verso Itaca può ricominciare.