[email protected] - www.cadiai.it Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB BO numero 37 settembre 2012 Nasce Gatik Colore e ironia per l’Atelier “Il Maggiociondolo” Si è concluso a Newcastle E-DIgNITIES CADIAI aderisce al progetto gAIA del Comune di Bologna Decimo compleanno per il Cendtro Diurno “I Tulipani” numero 37 settembre 2012 sommario 1 Editoriale 16 Servizi I conti tornano 2 Periodico trimestrale di CADIAI Registrazione Tribunale di Bologna: n. 7703 del 18/10/2006 Direttore Responsabile: Gianluca Montante Nasce gatik 4 Direzione e Redazione: via Boldrini 8 - 40121 Bologna Tel 051 74 19 001 Fax 051 74 57 288 Coordinatrice di redazione: Giulia Casarini Collaboratori: Anna Chiara Achilli, Anna Soccorsa Antonelli, Domenico Capizzi, Lucia Cardone, Anna Di Lucia, Lisa Lambertini, Imma Massesio, Raffaele Montanarella, Laura Piana, Sandra Varani, Deborah Venturoli Pari opportunità 5 Stampa: Casmatipolito via Provaglia 3/b, 3/c, 3/d 40138 Bologna Progetto ginnastica per anziani 18 Verso una medicina ‘leggera’ 19 Il tempo del raccolto a granarolo 20 gita al Lido di Casalecchio di Reno Cooperarazione Un gradito pensionamento a Casa Rodari Legacoop per Haiti Mostra fotografica ”La persona e il lavoro” 6 Progetti internazionali Progetto Agid 7 Si è concluso a Newcastle il progetto E-DIgNITIES 8 Cosa resta di Newcastle 10 Sempre al duty free 12 Attività sociale 22 Chi si ricorda? 24 CADIAI al convegno sulle gravissime disabilità acquisite 25 Certificato “Multiutility” per il Nido d’Infanzia “Tintoria” di Minerbio Quando l’“aihmè” diventa “hai me” 26 L’emergenza non è finita 27 CADIAI e Cup 2000 gAIA, un progetto per Bologna e i suoi abitanti FARETE Dalla mail alla stretta di mano 13 Sportello Pari Opportunità Aggiornamenti dai servizi 28 Testimonianze Race For the Cure 2012 I Pomeriggi letterari di CADIAI Progetto grafico Impaginazione: Service Group - Galleria dei Notai, 1 40124 Bologna 17 Le donne... Il lavoro... Comitato di redazione: Ornella Montanari, Gloria Verricelli Proprietario ed Editore: CADIAI Cooperativa Sociale via Boldrini 8 - 40121 Bologna In copertina Sarebbe stata la solita domenica e invece… 14 Monografia Chi ha mai sentito parlare del SET? È il rosso che impressiona 30 La risposta della Amministrazione di Cento a favore delle famiglie 31 I ritratti di Lele La notte della Bassa 34 Lettere Questa rivista è stata stampata su carta riciclata 100% ecologica che ha ottenuto il marchio Greenlabel dell’Unione Europea riservato ai prodotti a minor impatto ambientale. 34 Altre realtà Fuorimoda 35 Liber Libero La banda degli invisibili Batik... Gatik! 36 Rubriche editoriale I conti tornano di Franca Guglielmetti, Presidente di Cadiai A Settembre, come ogni anno, è possibile fare un esame piuttosto rigoroso del modo in cui si è sviluppata l’attività della Cooperativa nel primo semestre dell’anno e per fare questo abbiamo a disposizione diversi strumenti da utilizzare in modo integrato: - il “controllo di gestione” che si occupa principalmente di analizzare l’andamento economico/gestionale della Cooperativa (che ha periodicità trimestrale); - il “report al 30/06” dei Settori e dei servizi di staff, che contiene una verifica sull’andamento di quanto programmato all’inizio anno; - il“riesame della direzione”, che valuta lo stato di adeguatezza del sistema qualità aziendale. Nel loro insieme questi strumenti consentono alla Direzione Operativa e al Consiglio di Amministrazione di tenere monitorati tutti gli aspetti delle attività, di raffrontarli con i dati di budget e le programmazioni annuali, di valutare gli scostamenti e di trarre indicazioni per lo sviluppo di queste nella seconda parte dell’anno. CADIAI è una grande impresa, se non nel fatturato, che non è comunque piccolo se guardiamo ai numeri che seguono, sicuramente nel numero degli occupati. Una organizzazione così complessa, che deve assicurare servizi fondamentali a oltre 4000 utenti e garantire continuità di occupazione ad oltre 1200 persone, deve essere governata utilizzando sistemi di controllo e di riesame dell’attività molto precisi. Ogni trimestre facciamo il controllo di gestione, ma la scadenza del 30 di Giugno è, per questi aspetti, molto im- portante: a metà anno guardiamo se la direzione che abbiamo seguito è quella prevista, se le cose stanno andando secondo i piani e, se non è così, occorre motivare il perché ovvero spiegare in base a quali scelte o accadimenti si è registrato un andamento diverso. È un momento importante, di riflessione e di confronto, all’interno dei singoli uffici e in tutte le sedi di raccordo trasversale: Direzione Operativa, coordinamenti amministrativi, coordinamenti di staff, Consiglio di Amministrazione. Di seguito forniamo alcuni dati che illustrano lo stato della Cooperativa a metà dell’esercizio. FATTURATO Il fatturato complessivo della Cooperativa nel primo semestre è risultato pari a € 20.264.462, in linea con il Budget, in aumento del 7,17% rispetto al dato dello scorso anno e così suddiviso: - Settore Residenze Anziani € 5.453.778 - Settore Socio Assistenziale € 2.792.884 - Settore Servizi ai Disabili € 3.616.785 - Settore Educativo, pari a € 7.014.464,27 - Settore Prevenzione e Protezione € 1.383.669 OCCUPAZIONE I dipendenti al 30/06/2012 erano 1230, di cui 1190 a tempo indeterminato. Di questi, 793 sono soci. Ad essi occorre aggiungere i 50 liberi professionisti che hanno un rapporto stabile con la Cooperativa, 24 dei quali sono soci. L’assenteismo per malattia è risultato pari al 5,35% e quello per infortunio allo 0,71%. numero 37 settembre 2012 zolino (MO), gestita dal Consorzio KEDOS, a Gennaio; la residenza Parco del Navile (BO), sempre gestita dal Consorzio KEDOS, a Marzo; l’Hospice di Casalecchio, gestito dalla Fondazione Seragnoli, a Maggio. Sempre a Marzo è stato avviato il servizio di assistenza domiciliare privata ComeTe in collaborazione con Obiettivo Lavoro. Siamo subentrati nella gestione del Gruppo Appartamento“Between”, gestito precedentemente da Nuova Sanità. Abbiamo sviluppato un nuovo servizio, di carattere gestionale e amministrativo, per l’avvio delle attività dell’asilo nido aziendale del Gruppo COESIA. RISULTATO NETTO Avevamo previsto di chiudere con un margine corrispondente allo 0,90% del fatturato e il risultato è stato migliore della previsione. Un andamento quindi più positivo, ma sappiamo che il secondo semestre non andrà altrettanto bene, soprattutto per il fatto che, durante il periodo estivo, alcune attività si fermano e quindi calano i ricavi, senza che i costi calino in modo corrispondente. Inoltre dal mese di Ottobre scatterà il riconoscimento della seconda tranche del nuovo CCNL, pertanto i costi del lavoro aumenteranno in maniera significativa a fronte di un incremento molto contenuto delle tariffe - rette nei servizi in accreditamento che ci hanno riconosciuto a partire dal secondo semestre. Oggi facciamo comunque tesoro di questo risultato, non scontato, che ci rassicura rispetto alle previsioni di chiusura dell’anno 2012. NUOVI SERVIZI Nel corso del primo semestre sono stati avviati alcuni nuovi servizi nei quali CADIAI svolge una parte delle attività: la residenza Parco della Graziosa, a Man- 1 numero 37 settembre 2012 Nasce Gatik Novità importanti per l’Atelir “Il Maggiociondolo”. di Arlene Dalolio Se dovessimo raccontare il percorso dell’Atelier “Il Maggiociondolo” di questi anni dovremmo raccontare la storia di una grande scalata, molto entusiasmo da parte di un gruppo che con impegno e tenacia e qualche piccola delusione è riuscito a fare grandi cose. Dal Maggio 2007, sotto la guida della Maestra d’Arte e pittrice Bitas, iniziammo a sperimentare la pittura su stoffa con l’utilizzo della laboriosa tecnica del batik. Curiosità che contraddistingue fin dal suo esordio questa attività è legata al fatto che la Maestra, inserita come borsa-lavoro, si è dimostrata immediatamente una enorme risorsa. Il procedere passo dopo passo in ogni singola fase di “costruzione” del batik, ha fatto in modo che l’interazione 2 in copertina fra utenti, educatrici e conduttrice fosse molto forte e questo, a tutt’oggi, non fa che rinforzare alcune peculiarità che, nella fase di avvio del progetto erano state poste come punti forti di tale attività quali: - stimolare la fantasia di ciascuno e la sua espressione per aumentare la stima della propria persona attraverso il sostegno o il rafforzamento delle capacità di scelta; - promuovere la sperimentazione del proprio sé in relazione agli altri e la capacità di apprendimento ed elaborazione di un percorso per la realizzazione delle idee; - sviluppare la capacità di mediare e collaborare con gli altri nel percorso necessario alla realizzazione dell’oggetto; - aumentare le capacità di gestire con autonomia “il proprio lavoro”; - rendere più amichevole la propria individualità (pregi e difetti-riconoscimento ed accettazione); - acquisizione di nuove tecniche di espressione (carte, stoffa ecc.); - esporsi al pubblico attraverso mostre e stand per avere un riscontro anche con le realtà esterne. Soprattutto per raggiungere l’ultimo obiettivo abbiamo fatto in modo che la mostra dei manufatti potesse essere allestita in qualunque contesto e che, oltre ad essere una esposizione di tele e stoffe dipinte, fosse un momento informale di confronto con le persone che, osservando le opere, fossero stimolate a conoscere il mondo della disabilità in uno dei suoi molteplici aspetti. Le esposizioni sono state quindi itineranti e si sono svolte in tutti quei luoghi che permettono il confronto su tale tematica. Ciò non fa che rafforzare la voglia e l’indole del Maggiociondolo ad essere un servizio aperto al confronto con l’esterno, alla ricerca di relazioni con il territorio e con chi incuriosito è interessato a conoscerci e a frequentarci. Per esempio, assieme a molti altri servizi del Settore Servizi ai disabili abbiamo tenuto aperto uno stand alla Fe- numero 37 settembre 2012 sta dell’Unità di Bologna per ben quindici giorni! I ragazzi si sono divertiti, è stata un’occasione di uscita serale e di relazione in un contesto davvero molto frequentato e di passaggio. Dopo questi anni di lavoro gli utenti dell’Atelier, da allievi di una attività, sono diventati maestri a loro volta, ovverosia sono in grado di spiegare ad altre persone i vari passaggi di tale tecnica, corredati anche da piccoli trucchi del mestiere ma questo non ci è bastato. Abbiamo pensato che fosse l’ora di farci conoscere ancora di più dal territorio, ma in una maniera, perché no!, più professionale e ancor più, se possibile, originale. Abbiamo quindi considerato che fosse necessario avere un logo, un nome che ci identificasse anche graficamente, come le grandi e vere case di moda. L’utilità di questo sarebbe stata doppia: da un lato ci avrebbe reso sempre e comunque riconoscibili all’esterno e dall’altro avrebbe dato un maggior senso di continuità e appartenenza al nostro operare. Anche nella realizzazione di questa novità abbiamo voluto essere attivi indicando all’agenzia grafica come lo volevamo (o almeno come lo immaginavamo!), disegnando addirittura alcune bozze. Dopo aver valutato una serie di ipotesi, per esempio una stilizzazione delle casette che spesso ricorrono nei nostri batik piuttosto che gli omini, finalmente è arrivato GATIK, un marchio che prima di tutto ci ha fatto sorridere e quindi ci ha conquistati. Ma non ci siamo fermati con questo. Che te ne fai di un marchio se non hai anche un book che mostri le tue opere? Detto fatto, lo abbiamo realizzato, leg- gero e colorato proprio come siamo noi. Avvalendoci della collaborazione del fotografo Gilberto Veronesi sono state realizzate splendide fotografie delle nostre opere, degli arazzi, borse, gonne e magliette che, raccolte tutte assieme, hanno dato vita ad un book fotografico di pregio che ci fa sentire ancora più orgogliosi di ciò che facciamo. Ovviamente va detto grazie all’impegno della Cooperativa che ha creduto in noi: ora siamo un po’più pronti ad affrontare il pubblico con un nuovo nome e sempre un maggiore entusiasmo, e poi ciò che succederà si vedrà… 3 numero 37 settembre 2012 Le donne… il lavoro… Un po’ di Svezia e di CADIAI. di Vania Zanotti, Resposabile delle politiche per le Pari Opportunità La crisi economica non ha rallentato il suo corso e non ci sono previsioni ottimistiche all’orizzonte. Attendiamo, da mesi, dal Governo e dalla politica l’esplicitazione di azioni che portino l’Italia in una fase di ricrescita, ma il tempo passa, le parole abbondano e le azioni latitano. La crisi ha colpito più duramente gli uomini delle donne perché il numero di uomini occupati è di molto superiore rispetto alle donne. Il divario occupazionale tra donne e uomini in Italia è il più alto fra i Paesi europei (oltre 20 punti percentuali contro i 12 della media europea e i 4 della Svezia). La richiesta, da parte delle donne, di essere occupate fa ancora fatica a trovare risposte. Quando nascono i figli l’occupazione femminile diminuisce ed è una magra consolazione constatare che avviene in tutti i Paesi europei tranne che in Svezia dove le politiche di conciliazione sono reali e i rapporti di coppia più paritari perché la cultura della parità di genere è radicata, in quel Paese, da decenni. In Italia, poi, molte donne non ricominciano a lavorare neanche quando i figli crescono perché non riescono più a rientrare nel mercato del lavoro. Si assiste allo strano paradosso nel quale diversi osservatori economici indicano, fra le tante cause che producono la crisi economica, anche l’invecchiamento continuo ed inesorabile della popolazione italiana e che, invece, al contrario, l’aumento dell’occupazione femminile sarebbe determinante per favorire la crescita dell’economia perché l’aumento del numero di occupati fa4 pari opportunità rebbe scendere il rapporto fra pensionati e lavoratori, rendendo più sostenibile l’erogazione delle pensioni e aumentando il tasso di natalità. Infatti, nei Paesi europei dove le donne sono maggiormente occupate e i loro salari non sono inferiori a quelli degli uomini c’è una maggiore crescita economica e aumentano le nascite. Il lavoro delle donne permette poi un incremento del reddito familiare che dà la possibilità, alla famiglia, di usufruire di quei servizi che rispondono al bisogno di conciliare il lavoro delle donne con il lavoro di cura che tradizionalmente è a loro carico, potenziando, in questo modo, lo sviluppo dei servizi che è anche sviluppo di occupazione. Nella nostra provincia, e questo dato fa molto riflettere, è diminuita la richiesta, da parte delle famiglie, di accesso ai nidi dei bambini. Quando il reddito familiare cala si rinuncia ai servizi, soprattutto se ci sono i nonni o un componente la famiglia è in cassa integrazione. Al contrario, a Bologna, ci sono 406 bambini in lista d’attesa per entrare nella Scuola dell’Infanzia. La carenza di questo servizio rende molto complicata la permanenza delle madri al lavoro se non ci sono nonni a disposizione. Chi cessa l’esperienza lavorativa quando si hanno bambini, è sempre la donna. Se accade ad un uomo, viene intervistato dai giornali e rappresentato come un eroe. Il lavoro di cura è completamente a carico delle donne. Gli uomini collaborano di più, però il cambiamento è lentissimo e la divisione dei compiti è ancora molto tradizionale. C’è più collaborazione nell’ambito della cura dei figli, soprattutto nel gioco, ma poco è cambiato nel lavoro domestico. A livello europeo le donne italiane detengono il record di lavoro familiare con cinque ore e venti minuti in media al giorno. Le donne svedesi impiegano tre ore e quarantadue mi- nuti di media. In Svezia, dove sono storicamente attive politiche di conciliazione con un’offerta di servizi universale per i bambini, le donne stanno con agio dentro al mercato del lavoro e non sono costrette a rinunciarvi se nascono figli. CADIAI, per rendere fattibile l’obiettivo della conciliazione ha inoltrato domanda di finanziamento relativa a progetti finalizzati alla realizzazione di azioni positive per la conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di cura della famiglia, presentati ai sensi dell’art. 9 della legge 8 Marzo 2000, numero 53. Ricordo che le azioni positive sono rivolte a lavoratrici e lavoratori CADIAI e prevedono interventi di flessibilità al lavoro, attraverso l’attivazione di 3 contratti di telelavoro, servizio di fattorino aziendale, ovvero un servizio di disbrigo delle pratiche utile a liberare tempo alle lavoratrici e ai lavoratori e di centro estivo aziendale per offrire un servizio che supporti le lavoratrici e i lavoratori nella gestione quotidiana dei bambini durante la chiusura estiva delle strutture scolastiche. Abbiamo presentato i progetti alla fine di Ottobre 2011. Ad Aprile si sarebbe dovuto concludere la disamina dei progetti da parte del Ministero della Famiglia. A tutt’oggi non abbiamo risposte. Attendiamo con fiducia sperando di realizzare, l’anno prossimo, alcuni dei progetti che abbiamo presentato. cooperazione Legacoop per Haiti Riportiamo alcuni punti della lettera di Giorgio Bertinelli, Vicepresidente Vicario di Legacoop Nazionale, che danno conto degli interventi realizzati con la raccolta fondi promossa da Legacoop e a cui CADIAI aveva partecipato. Cari Amici, in occasione della nostra recente Assemblea Generale, lo scorso 5 Luglio, abbiamo fornito un resoconto dei fondi raccolti (€295.896,60) e dell'attività realizzata grazie alla raccolta fondi lanciata nel Gennaio 2010 da Legacoop ed alla quale con generosità hanno risposto le cooperative associate, i soci, i dipendenti e le strutture Legacoop. I progetti avviati nell'Agosto del 2010 si sono conclusi tra Dicembre 2011 e Febbraio 2012. Essi sono stati realizzati da tre Organizzazioni Non Governative: GVC, OXFAM ITALIA e Medici Senza Frontiere, organizzazioni di consolidata esperienza che già operavano ad Haiti prima del terremoto e con le quali Legacoop e molte delle sue associate hanno rapporti di costante collaborazione. Nel progetto realizzato con GVC e con l'organizzazione locale per lo sviluppo dei contadini, OOPP, a Vialet, ci siamo impegnati a ridurre la vulnerabilità e l'insicurezza alimentare delle famiglie con donne come capofamiglia. I beneficiari diretti sono stati circa 1.700, quelli indiretti oltre 80.000. È stato costruito un centro di trasformazione agricolo polifunzionale, pienamente funzionante ed equipaggiato: sono state avviate attività di formazione per le donne e di capacity building per il personale della stessa organizzazione locale al fine di promuovere iniziative generatrici di reddito. AL es Cayes, con Oxfam Italia e RECOCAS (rete che raggruppa 10 cooperative agricole del dipartimento a sud dell'isola) abbiamo rimesso in produzione 1.100 parcelle agricole e 5 di piccolo allevamento; è stato riattivato un sistema di commercializzazione dei prodotti in loco; sono stati realizzati corsi di formazione di carattere agronomico per circa 300 produttori di caffè e interventi formativi specifici sui temi di gestione organizzativa della cooperativa, leadership, gestione delle responsabilità di direzione e controllo, tenuti in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Cooperative di Haiti. Infine, a Febbraio 2012, a Tabarre, area industriale nella zona est della capitale Port-au-Prince, Medici Senza Frontiere ha ultimato la costruzione del centro NAP KENBE come risorsa aggiuntiva numero 37 settembre 2012 per gli haitiani che necessitano di cure mediche gratuite. Composto da 268 unità modulari, l'ospedale ha 108 posti letto. Il centro di riferimento per le urgenze chirurgiche, ortopediche e viscerali di Tabarre fornirà cure traumatologiche di emergenza e chirurgia addominale, in grado di effettuare 150 interventi al mese. Il contributo Legacoop ha permesso la costruzione di un'unità modulare dedicata a sala risveglio post-operatoria. La cifra residua sul conto ad hoc "Legacoop per Haiti" ammonta a €24.952,17 che, come deciso dall'Assemblea Legacoop, saranno ripartiti pro quota tra le tre ONG per micro progetti ad Haiti. La mostra fotografica “La persona e il lavoro” è stata inaugurata il 27 Agosto 2012 presso lo stand “Idea Lavoro” della Festa dell’Unità Provinciale di Bologna alla presenza di Susanna Camusso, Segretario Generale della CGIL, Raffaele Donini, Segretario del Partito Democratico di Bologna e Paola Pallottino, esperta di storia dell’illustrazione. Per l’occasione CADIAI ha fornito alcune fotografie che testimoniano “il lavoro di cura”. La mostra, curata da Stefano Borgatti e Tullia Moretto del Forum Lavoro del PD di Bologna, dà conto, attraverso un excursus storico che parte dall'inizio del Novecento, dell'evoluzione delle tematiche dal lavoro, mostrando lavoratrici e lavoratori all'interno dei loro luoghi di lavoro, con l'idea di valorizzare la testimonianza umana civile e sociale delle persone. 5 numero 37 settembre 2012 progetti internazionali Progetto AGID Il tempo della condivisione: l’esito dei «focus groups». di Patrice Morel, Les Genêts d’Or (trad. it. M. Christine Melon) Il Progetto Agid è un progetto europeo che si propone di costruire moduli formativi indirizzati ai professionisti che accompagnano le persone con disabilità intellettiva nell’invecchiamento. Finanziato dall’Agenzia Esecutiva della Commissione Europea, questo progetto è centrato sulla costruzione di un programma formativo che avrà la particolarità di essere accessibile attraverso un portale web. Attualmente in corso di elaborazione da parte di un consorzio internazionale che raggruppa partner motivati e preoccupati di rispondere al meglio ai nuovi bisogni evolutivi di questa particolare fetta di popolazione, il programma fornirà risposte diversificate in base alle differenti professionalità degli operatori coinvolti. Consultazione nei focus groups: esiti Nella riunione di apertura del programma AGID, alla fine di Gennaio in Lussemburgo, i Paesi partner hanno deciso di conferire a Zonnelied, associazione belga che rappresenta diverse realtà delle Fiandre, il coordinamento metodologico della raccolta dati presso campioni significativi di popolazione (utenti disabili, loro familiari e professionisti). Questo importante passaggio è la base su cui poggerà la costruzione dei moduli formativi rivolti agli operatori che accompagnano le persone in situazione di handicap psichico nel processo di invecchiamento. Allo scopo di garantire un’accettabile omogeneità alle pratiche di consultazione delle popolazioni-bersaglio selezionate da ciascun Paese, alcuni rappresentanti dei Paesi partner hanno approfondito l’ap- 6 Atmosfera di studio alla Northumbria University (Newcastel, Nord-Est dell’Inghilterra) il 10 e 11 Giugno scorsi. proccio metodologico dell’Appreciative Inquiry durante una formazione di due giorni in Febbraio a Bruxelles. L’incontro di Giugno in Inghilterra si è focalizzato sulla condivisione dei numerosi temi derivati dagli scambi con le persone coinvolte nei focus groups condotti in ciascun Paese. Il secondo passaggio è stata la seriazione delle idee e dei concetti raccolti, per arrivare a un inventario di categorie coerenti che costituirà la trama del programma formativo. Costanti e variabili nell’analisi dei dati raccolti I dati emersi dalle consultazioni mettono in evidenza tre macro tendenze nei contenuti espressi dai protagonisti dei focus groups in ciascun Paese: il concetto di autodeterminazione nelle scelte di vita (indipendentemente dall’età), i mezzi materiali necessari per una vita (e un fine vita) quantomeno dignitosi, l’importanza delle relazioni sociali. Si è inoltre osservata una rilevante somiglianza fra i gruppi francesi e quelli italiani sull’attenzione alla libertà di scelta e a progetti di vita indipendenti dalle scelte istituzionali. I rappresentanti dei Paesi del “nord” hanno invece evocato il loro impegno per la collettività come base della coesione sociale, che è fondamentale per l’equilibrio individuale. In ogni caso, i pareri e le raccomandazioni derivati da queste consultazioni valgono trasversalmente per gli uni come per gli altri, se si considera che individuo e collettività esprimono ciascuno livelli di risposta adattati a situazioni complesse e diversificate. E comunque, i valori che sono alla base di un accompagnamento rispettoso della volontà di governare il proprio destino fino alla fine del cammino sono rimasti implicitamente centrali durante tutto il dibattito. Una divisione dei compiti e un programma di coordinamento ben scandito Il brainstorming e l’analisi dei dati derivati dai focus groups hanno portato, alla fine delle due giornate dedicate alla categorizzazione, a decidere l’allestimento di sei moduli di formazione interattiva di sessanta o settanta diapositive ciascuno. I moduli tratteranno della regolazione delle emozioni nel sostegno al processo di invecchiamento, dell’approc- numero 37 settembre 2012 cio centrato sulla persona, dell’aspetto relazionale e della comunicazione con l’ambiente, della lettura globale dei bisogni e dell’approccio integrato alla cura, degli atteggiamenti appropriati nel trattare un’utenza che sta diventando anziana, delle differenze fra l’invecchiamento normale e patologico. Saranno particolarmente curate le potenzialità interattive del programma e l’informazione sarà arricchita da riferimenti bibliografici e dalla possibilità di includere link su argomenti correlati. Adesso, ogni Paese dovrà realizzare entro la metà di Ottobre una bozza esaustiva del proprio modulo, che sarà sottoposta al controllo incrociato di altri due partners. In seguito ci sarà la sperimentazione “faccia a faccia” di un gruppo di esperti, che adotteranno per le loro valutazioni il metodo Delphi, di cui parleremo in un prossimo comunicato. La loro validazione a priori dovrà essere completata entro la metà di dicembre, in tempo per la riunione di coordinamento che si terrà a Vienna. Dato il taglio europeo del progetto, a fronte della complessità derivante dall’eterogeneità delle Politiche Sociali nazionali si è deciso di non trattare all’interno del programma formativo questo particolare aspetto, che rileva prevalentemente informazioni riguardanti i singoli Paesi, provincie o territori, a seconda delle suddivisioni politico-amministrative. I post-it giganti sono stati il supporto privilegiato per il lavoro di categorizzazione dei temi utili alla costruzione dei futuri moduli formativi. Si è concluso a Newcastle il progetto E-DIGNITIES “Scegliamo il nostro mondo successivo in base a ciò che noi apprendiamo in questo. Se non impari nulla, il mondo di poi sarà identico a quello di prima, con le stesse limitazioni.” R. Bach di Lara Furieri La fine di un progetto è sempre un momento di bilancio, con un pizzico di nostalgia, si ripercorrono le cose fatte, ci si compiace dei successi e ci si rammarica di quello che sarebbe potuto essere stato fatto meglio. “E-DIGNITIES” è stato un progetto che, più di altri, è riuscito a coinvolgere diversi interlocutori in modo concreto ed autentico, primi tra tutti i ragazzi dell’appartamento di “ABS” che, con serietà e talvolta con fatica, hanno partecipato in modo sempre attivo, dai meeting nei diversi Paesi europei fino alla conferenza finale dove hanno riscosso un clamoroso successo. Neanche la lingua, da un certo punto in poi, è stata più un ostacolo. Saper mettere insieme più voci, tutte autorevoli e tutte con delle cose importanti da dire è stata forse la scommessa più importante vinta in questo progetto; che cosa rimane ora? Sicuramente ciascuno dei partecipanti ricorda tasselli importanti di questa “avventura”, cose dette, viste o sentite che, in modi diversi, ci hanno fatto riflettere e crescere. I pubblici amministratori, sempre presenti e coinvolti, hanno ascoltato gli utenti e gli operatori e con loro si sono confrontati, in un ambiente sempre supportato da interventi autorevoli di esperti europei nei diversi settori. Ora, la relazione finale è stata consegnata e il progetto è ufficialmente finito, ma è proprio adesso che “si inizia”: tutte le parole chiave e le raccomandazioni che sono emerse tra i diversi interlocutori; famiglie, utenti, pubblici amministratori, operatori e gestori di servizi sono state raccolte in un documento finale e da questo si dovrà ripartire per capire come tradurre esperienze diverse in nuove opportunità concrete. 7 numero 37 settembre 2012 progetti internazionali Cosa resta di Newcastle L’esperienza degli educatori e dei ragazzi del Gruppo Appartamento “ABS” in Inghilterra. di Simone Cipria, Educatore È mattina, il tempo a Newcastle, la “città dei ponti”, non è mai un granché e questo la rende una città dal preponderante colore grigio. È bella l’Italia quando si è a Newcastle. Ma stamattina c’è il sole e tutto diventa di una piacevole sfumatura colorata. Oggi è il giorno della conferenza "Ageing and intellectual disabilities: a european perspective", si chiude il progetto E-DIGNITES, non potevamo mancare. Terzo appuntamento che ci vede protagonisti, anzi, che vede pro- 8 tagonisti i tre inquilini del Gruppo Appartamento “ABS” e noi fervidi sostenitori. Rivedere le persone conosciute negli appuntamenti precedenti ed abbracciarle ancora una volta, in forza di una intimità precoce nata da una semplice ma sincera condivisione profonda di idee e propositi. Oggi è un giorno importante ed i ragazzi, Axel, Riccardo e Salvatore sono agitati, non tanto perché ancora una volta parleranno in pubblico, il timore è dovuto al fatto che oggi parleranno di loro, di ciò che pensano e che vivono quotidianamente. Nei giorni precedenti la partenza hanno preparato delle diapositive per descrivere la loro quotidianità e la risonanza che in questa hanno i temi trattati nel progetto. Ci sono immagini, colori, parole che raccontano emozioni vissute ed aspirazioni. È un “gioco” divertente prepararle con loro, ma oggi è un’altra storia, è come un esame, una prova, vestirsi di panni nuovi e mai immaginati. L’agitazione risuona con toni diversi in ognuno ed io sto a guardare, affascinato dalle forme che questa può assumere. Salvatore alle 7 e 30 è giù che si “rimpinza” con la colazione “all’inglese” divenuta inevitabilmente “alla Salvatore”. Sotto la sua impietosa forchetta si alternano diversi piatti in cui si mescolano indiscriminatamente cibi dolci e salati, salsiccia e marmellata, uova fritte, bacon e cereali. Chiunque gli si avvicini ascolta la medesima versione dei fatti: “Oggi sono agitato e quando sono agitato mangio, io!”. Riccardo è sveglio di buon ora, vestito di tutto punto, con le mani in tasca ed il sorriso delle “pubbliche circostanze” si aggira nell’albergo ostentando una traballante sicurezza. A noi, che lo conosciamo e che sappiamo scrutarlo oltre, confida la sua intima frustrazione: sente le cose pensate e scritte per la conferenza non “adeguate”, non vuole fare brutta figura, c’è tanta gente e non ha intenzione di tradire le apparenze. Bisogna rassicurarlo, bisogna ricordargli che la sua migliore arma è essere semplicemente se stesso e che qui si è tra “amici”, il giudizio resta fuori la porta della sala conferenze. Axel, fantastico Axel, si sveglia con calma, forse troppa. La sua strategia contro l’ansia credo sia di origine numero 37 settembre 2012 orientale, una di quelle discipline, quelle arti marziali che imitano le movenze degli animali. Oggi, contro la tensione, è un bradipo. È estenuante stargli dietro e quindi optiamo per aspettarlo nella sala delle colazioni: nonostante tutto non rischierà di farla chiudere prima di aver assaggiato ancora una volta le sue prelibatezze. Non teme la conferenza, sa quello che vuole dire, o meglio, in qualche modo sa di potersela cavare. Si parte, percorriamo 200 metri tra l’Hotel e la sala conferenze, siamo al tavolo degli “italiani”, quelli che “l'inglese lo sanno poco” e quindi ci affidano alle amorevoli cure di un'interprete. Peccato che sia anch'essa italiana, anch'essa confusamente colta in materia linguistica ma immediatamente conquistata dalla “buona relazionalità”, diciamo così, dei ragazzi. È gentile e disponibile, impariamo ad utilizzare le cuffie per la traduzione e ci giochiamo un po' in attesa dell'inizio. La conferenza fa il suo corso e, quando tocca ai ragazzi, impacciati li vediamo andare verso il palco dove ci sono sedie e microfono. La voce all'inizio è incerta ma le sensazioni date dal dire semplicemente ciò che si pensa rendono l'incertezza passeggera e fanno spazio alla sincerità ed alla tranquillità. Oggi i ragazzi raccontano di loro, della loro vita quotidiana, di cosa significa l'autonomia o aspirare a questa. C'è spazio per sorridere insieme delle loro immagini, scelte per essere condivise con tutti in questa giornata speciale. C'è spazio per la loro idea di amicizia, di cittadinanza, di futuro. Nel loro pensiero, a tratti simile, a tratti diverso, c'è riconoscenza per chi li ha sostenuti, voglia di farcela da soli, timore ma curiosità per le“mille possibilità” che nelle loro teste e nei loro occhi significa, oggi, la parola domani. La platea ascolta, sorride alla spontaneità ed al sapore inconfondibile di verità. Il tempo è contato in una conferenza, ma la semplice confidenza che si diffonde tra le persone produce curiosità e voglia di chiedere. Partono le domande, i ragazzi hanno voglia di rispondere, si passano il microfono come se facessero roba del genere da sempre. Tutti vogliono dire la loro su ogni argomento. Raghu (coordinatore della conferenza) mi guarda con esplicita intimazione: è tardi, oggi è un gran giorno e resterà tale. Dopo la conferenza, i ragazzi hanno fatto “il pieno” è questo produce le sue conseguenze. Salvo ha mal di testa e fila a letto senza neanche mettersi il pigiama, come se avesse tirato il freno a mano dopo la gara. Axel guarda un C.S.I. nella TV della Hall, è uno dei suoi telefilm preferiti, peccato che non c'è il volume e, in ogni caso, sarebbe in inglese. Ma que- sti sono particolari insignificanti, mi confida in risposta alle mie osservazioni “tecniche”. Riccardo, l'adrenalina a fior di pelle, sente di poter fare qualsiasi cosa, resta fuori l'hotel e continua a chiedere nel suo personalissimo inglese dove si possa ballare questa sera. Ha voglia di conoscere, provare, la sua curiosità stasera è incontenibile, è “la sua sera”, povero me… Salutiamo l'Inghilterra e quest'esperienza con una passeggiata sulla spiaggia, il Mare del Nord. Sarà il clima o sarà che il mare, anche se è tutto acqua e sale, è sempre un altro mare. Siamo contenti ma anche tutti un po' tristi. Stanchi e soddisfatti ci lasciamo alle spalle quest'avventura. Mi ritorna in mente una domanda fatta in conferenza ai ragazzi -cosa ne pensassero della “politica”- e ricordo la risposta di Riccardo:“Non mi importa perché sono chiacchiere, io voglio i fatti”. E-DIGNITIES – Elderly Disabled Integration Gets New Innovative Tools In European Societies. Dignità, integrazione, innovazione. Camminiamo sulla sabbia, le nostre orme, quelle di Salvatore, Axel, Riccardo, in un posto che ci vede passare oggi, lasciano un inconfondibile segno… affinché non siano solo parole. 9 numero 37 settembre 2012 progetti internazionali Sempre al duty free Le cose che succedono quando uno non trova la via d’uscita, nei negozi, all’aeroporto di Bruxelles. di Guido Casamichiela Sempre al duty free di Bruxelles, stavo per tornare a casa, cominciai a ripensare alla sera precedente, una di quelle sere ad altissimo rischio di pensiero circolare e strangolante, quelle sere che vengono dopo i pomeriggi in cui non capisci se stai bene o male o benissimo, e ti sembra che il QI sia una sinusoide amplissima che ti fa diventare scemo e geniale a intervalli brevissimi per non dire contemporaneamente, e capisci tutto ma lo capisci non per com’è ma per come vuoi capirlo, e la realtà è un gioco che ti stupisce e ti giostri a piacimento finché la giostra si spegne e ti spegne, e alla fine ti senti addosso una specie di mantello di piombo, un cappello di ghisa e un sottogola allacciato troppo stretto. La sera precedente ero andato a cena coi francesi di Quimper, si dicevano cose che capivo e non capivo, e sorridevo male, e guardavo peggio, e l’associazione al circolo vizioso della autoalimentante chiusura in se stessi era stata già ratificata dal CDA di competenza. All’improvviso lo dissi, ai francesi di Quimper: mia nonna è di Quimper. Sentii come lo spostamento d’aria dei loro colli che si giravano all’unisono verso di me. Ero comunque ancora in tempo per tornare indietro, appellarmi al mio francese a metà strada tra il traballante e il crollato, e rimangiarmi tutto. Invece confermai: oui, ma grandemère est née à Quimper. Uimagrandmereneachimper. Era forse la terza frase che dicevo in tutta la sera. La seconda era stata, 10 dieci secondi prima, magrandemereedechimper. La prima non la ricordavo, ma avevo il sospetto fosse stata commansava? Fu in quel momento che il pensiero coi gomiti più appuntiti che avessi mai ospitato dentro la testa si fece largo fino a farsi sentire: tua nonna non è di Quimper, tua nonna è di Napoli. Era la tua bisnonna ad essere di Quimper, idiota. È nata proprio a Quimper, tua nonna, o lì vicino? Mi chiese l’educatrice di Quimper. Quimper, Quimper centre, dissi io, stracciando l’ultima possibilità di riacquistare credibilità ai miei occhi inevitabilmente bassi. Un’onda anomala di senso di colpa cominciava ad apparire in fondo a quella parte di oceano che era il mio interno agitato. Non ricordi il suo cognome da nubile? Mi chiese la psicologa di Quimper. Eh, ecco, mh, no, beh, no. Dissi io. E intanto pensavo al napoletanissimo cognome da nubile di mia nonna, e allo sconosciutissimo cognome di mia bisnonna, e a quanto dovessi sembrar loro miserabile a non sapere il cognome di mia nonna ma il quartiere di nascita sì, mentre l’onda grigia e ricurva si faceva di momento in momento più vicina, minacciosa, incombente, pronta ad abbattersi sull’esteso bagnasciuga appoggiato sopra quel pezzo di cervello che come volta celeste ha un emisfero emotivo. Puoi dirci qualcos’altro, per aiutarci a saperne di più? Un ricordo, una foto, una cosa qualunque? Per esempio, a che età partì per l’Italia? Mi chiese ancora l’educatore di Quimper. No, beh, insomma, il ricordo, adesso, beh, sì, mh, il ricordo, no, il ricordo, beh, ora non, aspettate, mia nonna andò via dalla Francia quando io, lei, beh, un attimo, più o meno, sì, mh, provo a pensarci e poi magari vi scrivo, ci sentiamo, ecco, in qualche modo, mh, prima o poi. Splaaasssshhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh! La cena dopo continuò, io tornai nel mio silenzio comodo comodo; raccoglievo conchiglie sulla spiaggia, tiravo su le sedie a sdraio spezzate, cercavo di cucire la stoffa degli ombrelloni che l’onda anomala aveva appena distrutto. Ci stavo anche bene, e sembrava tutto finito lì. Ma poi l’educatrice di Quimper mi mise davanti un foglio, e io ci scrissi sopra il mio indirizzo. Non ero invece più al duty free, ma ero a casa mia, tre settimane dopo, quando mi arrivò una lettera grande, beige come solo le buste francesi beiges sanno essere. Proveniva da Quimper. La aprii con l’animo e la cura dell’artificiere professionista. C’erano opuscoli turistici, pieghevoli di nome e dépliants di cognome, programmi della stagione operistica e teatrale, elenchi dei parchi acquatici più belli e più acquatici della regione. E una lettera. La lettera era scritta da due ospiti della struttura in cui lavoravano gli educatori e la psicologa di Quimper. Bonjour Guido! Et «bonjour a ta grandemère», Laurence nous a raconté qu’elle est née a Quimper. Quell’esordio mi bruciava e mi confondeva, mi inchiodava alle mie sciocche responsabilità di nipote degenere o solo immemore, l’onda anomala adesso l’avvertivo da qualche parte nei pressi dell’intestino, qualcuno mi aveva rimesso sulla testa il cappello di ghisa con tanto di sottogola serrato sul pomo d’Adamo, ansimavo, avevo paura di leggere oltre ma non tanto da smettere di leggere oltre, il cuore faceva a gara con se stesso per vincere un’inutile e solipsistica gara di velocità, finché non arrivai alla parte sulla bisnonna. Hai chiesto a tua nonna il cognome di tua bisnonna? Se ce lo fai sapere, noi possiamo fare una ricerca al comune di Quimper e scoprire qualcosa su di lei, che ne dici? Allora capii. numero 37 settembre 2012 Capii che al duty free di Bruxelles, tre settimane prima, oltre a non aver comprato né souvenir né remember, oltre ad aver bighellonato e portato la valigetta fucsia in giro tra le corsie, avevo compiuto altre due cose degne di nota e indicative di quel che sono; una certa e l’altra probabile: avevo certamente dimenticato di aver parlato anche della bisnonna, alla cena della sera precedente. E avevo probabilmente inventato balbettii, occhi bassi, sensi di colpa tsunamici, vergogne postdatate. Chissà cos’altro avevo immaginato e dopo trasformato in pseudorealtà e dopo ancora in autentica amnesia di pseudorealtà, tra la cena e il duty free: impossibile ormai saperlo. Forse aver svolto nelle quarantott’ore precedenti una formazione anglo-francese dedicata al sogno aveva un ruolo in questo sfasamento, in questa permeabilizza- zione dei confini tra sogno, fantasia e realtà, ma non era detto. No, non era detto. In fin dei conti non era la prima volta che scivolavo su confusioni e interferenze del genere. E capii anche dell’altro. Che nulla di tutto questo era importante. Non stavolta. E che c’era una cosa da fare; quella sì, importante. Adesso rispondo alla lettera, alla fine pensai. Prima però chiamo mia nonna così mi dice il cognome della bisnonna. Èanche tanto che non la sento, sarà contenta. Già che ci sono le chiedo anche qualche informazione in più: era nata al centro di Quimper o in periferia, la bisnonna? Come si chiamava di nome? Cosa ricordi di lei? Secondo te amava l’oceano e le sue onde anomale o ne aveva paura? Poi le dico: sai che adesso due vecchietti per merito delle tue informazioni se- guiranno le sue tracce, faranno indagini su di lei, e grazie a queste indagini saranno forse meno tristi, o depressi, o solamente annoiati? E sai che quando mi diranno cos’hanno scoperto e io lo dirò a te, secondo me anche tu sarai meno triste? E sai che anch’io, ora che ti chiamo, sono meno triste, sempre meno triste, per niente triste, se solo penso a te, alla bisnonna, all’oceano, all’abbassamento generale del livello di tristezza e a quei vecchietti bretoni abbarbicati al nostro albero genealogico? Sai come si chiama, questo? Circolo virtuoso. E sai per caso, per le associazioni al circolo virtuoso, come funziona, se c’è da aspettare il CDA? (No, quest’ultima domanda forse non gliela faccio). 11 numero 37 settembre 2012 attività sociale GAIA, un progetto per Bologna e i suoi abitanti CADIAI ha sottoscritto il protocollo di adesione per la piantumazione di nuovi alberi. FARETE Dalla mail alla stretta di mano. Lunedì 17 e Martedì 18 Settembre, presso l’Unipol Arena di Casalecchio di Reno (Bo), centinaia di imprese, tra le quali CADIAI, hanno partecipato come espositori ad una “due giorni” che ha costituito, di fatto, la vetrina delle produzioni, delle lavorazioni, della subfornitura, dei servizi che il sistema produttivo bolognese offre in tutti i settori. È questo lo svolgimento di“FARETE Le imprese fanno network”, un momento organizzato con Legacoop Bologna, in collaborazione con il Gruppo Sabatini, con l’obiettivo di fare incontrare le imprese tra di loro. L’appuntamento ha consentito nelle due giornate, a tutte le imprese piccole, medie e grandi di presentarsi e di conoscersi alla ricerca di possibili clienti, fornitori, partner commerciali e produttivi. 12 Il progetto GAIA rientra nel più vasto piano ambientale “Life+Programme” promosso e cofinanziato dall’Unione Europea, volto a incrementare le aree verdi di Bologna attraverso la piantagione di nuovi alberi con l'obiettivo di contrastare i cambiamenti climatici, migliorare la qualità dell'aria e l'ambiente urbano. L'iniziativa è promossa dal Comune di Bologna, in qualità di coordinatore, Impronta Etica, di cui CADIAI è socia, insieme a Cittalia - Fondazione Anci Ricerche, Istituto di Biometeorologia CNR e Unindustria Bologna e si basa sulla realizzazione di partnership pubblico-privato tra il Comune e le aziende presenti a livello locale che decidono di contribuire al progetto compensando le emissioni derivanti dalle loro attività. Il progetto, di durata triennale, porterà alla piantagione di 3.000 alberi sul territorio comunale entro il 2013 e consentirà di mettere a punto un sistema di governance ambientale applicabile per il futuro. Verranno interrate piante a crescita rapida e autoctone, come l’ontano, il frassino e l’olmo, più idonee a immagazzinare maggiori quantitativi di CO2. CADIAI già da questa estate ha espresso la propria volontà di aderire al progetto e, ad inizio Settembre, ha siglato formalmente il protocollo di intesa con il Comune versando 1.000€ che equivalgono alla piantumazione di cinque alberi, il corrispettivo della realizzazione del Bilancio Sociale preventivo e consuntivo nonché dei numeri di Scoop in termini di CO2. numero 37 settembre 2012 Race for the Cure 2012 Il 30 Settembre si è svolta la sesta edizione della minimaratona di raccolta fondi per la ricerca contro i tumori del seno. I pomeriggi letterari di CADIAI La Race for the Cure si riconferma un appuntamento a cui non mancare per Bologna e per Cadiai. Quest’anno si sono superati gli 11.000 partecipanti (contro i 10.000 dell’anno scorso) tra i quali ben 81 erano i componenti della squadra Cadiai, dieci iscritti in più dell’anno scorso, senza contare gli iscritti dell’ultimo minuto, quella mattina stessa, magari con famiglia e amici. CADIAI, come in passato, ha sostenuto il costo d’iscrizione di soci e dipendenti, versando così 810 euro all’associazione Komen Italia. Anche per quest’anno Cadiai ha riconfermato l’adesione anche al servizio di prevenzione messo in atto dalla Komen proprio presso gli stand dei Giardini Margherita e che ha permesso di prenotare viste senologiche, ecografie e mammografie, completamente gratuite, per le socie e le dipendenti che ne avessero fatto richiesta. Di seguito il Decalogo della lettura, tratto da Come un romanzo di Daniel Pennac: 1. Il diritto di non leggere. 2. Il diritto di saltare le pagine. 3. Il diritto di non finire un libro. 4. Il diritto di rileggere. 5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa. 6. Il diritto al bovarismo. 7. Il diritto di leggere ovunque. 8. Il diritto di spizzicare. 9. Il diritto di leggere a voce alta. 10. Il diritto di tacere. Ci piace aggiungere anche un undicesimo diritto, quello di leggere in compagnia trascorrendo un pomeriggio diverso con colleghi e amici. Leggere un proprio racconto, un brano di un romanzo famoso, una ricetta di cucina o semplicemente ascoltare le letture altrui: mercoledì 7 novembre alle ore 17.30 vieni in via Paolo Frisi 9/A e partecipa ai Pomeriggi Letterari di Cadiai. Per ulteriori informazioni e adesioni è possibile contattare l’Ufficio Marketing ([email protected]). 13 numero 37 settembre 2012 monografia Chi ha mai sentito parlare del SET? Sta compiendo un anno e pochi lo conoscono. A Maggio 2011 CADIAI, ASSCOOP e ADA, riunite in raggruppamento temporaneo, si sono aggiudicate la gara d’appalto indetta dall’Azienda USL di Bologna, inerente ai servizi socio-educativi per persone disabili del Distretto di Bologna. Nasce così il SET: Servizio Educativo Territoriale e, come ogni ‘set’ che si rispetti, gli attori sono condotti da abili registi e si ‘muovono’ all’interno di una scenografia che comprende l’intero territorio cittadino. L’organico, composto da diciotto professionisti tra educatori e assistenti sociali è ripartito su due poliambulatori: uno con sede in via Tiarini (zona Piazza dell’Unità) e uno in via Beroaldo (zona San Donato). Essi rappresentano un punto di riferimento per i cittadini residenti nelle zona Ovest ed Est di Bologna. Il poliambulatorio di ‘appartenenza’, legato al quartiere di residenza, permette agli educatori/assistenti sociali una conoscenza più dettagliata del territorio, l’integrazione e la concertazione delle risorse disponibili, inoltre facilita gli spostamenti per gli utenti afferenti al Servizio Disabili e rende più semplice il lavoro di rete con i soggetti del territorio. Per il SET il “lavoro di rete” si compone di due aspetti: da un lato il prodotto dell’interazione tra Servizi e dall’altro il lavoro di persone che si muovono per una finalità comune, il bisogno espresso dall’utenza. All’interno del SET, infatti, si svolgono sia attività mirate alle relazioni formali con l’istituzione (USSI), le strutture (polisportive, associazioni o gruppi di volontariato) 14 sia il lavoro di relazione tra persone fisiche che si sostanzia non tanto in atti formali quanto piuttosto in scelte d’azione dei soggetti stessi (figure professionali e non) e delle persone significative più prossime. Il personale del SET, in seguito alle segnalazioni degli operatori dell’USSI, prende in carico le persone con disabilità che necessitano di interventi, di tipo sociale e riabilitativo, utili a migliorare la loro qualità di vita. Nello specifico tre sono gli ambiti entro cui viene svolto il lavoro di educatori ed assistenti sociali del SET: - occupazionale/area lavoro; - socio-educativo di tempo libero; - segretariato sociale/professionale. Il settore occupazionale è svolto da educatori professionali che accompagnano l’utente verso il percorso lavorativo o occupazionale più rispondente alle caratteristiche della persona, e compatibile con le propensioni e le preferenze da essa stessa espresse. In particolare, l’educatore SET attua inizialmente una osservazione mirata alla verifica dei requisiti e, come spesso accade nel caso di giovani adulti che hanno da poco terminato il ciclo di studi, ne valuta il grado di‘identità lavorativa’ nonché le competenze spendibili in ambito professionale. Parallelamente ed in stretta collaborazione con il case manager dell’USSI Disabili, il percorso di analisi procede anche rispetto alle offerte del territorio attraverso la ricerca di sedi di Borsa Lavoro, contatti con aziende virtuose e disponibili ad accogliere personale con disabilità, aste, bandi di concorso, stage o corsi professionalizzanti. La fase di raccolta informazioni/osservazione è seguita dalla costruzione di un’ipotesi di progetto, che può andare in diverse direzioni: dalla borsa-lavoro di mantenimento delle abilità, al bilancio di competenze in sedi specificamente predisposte, alle attività propedeutiche all’area lavoro, al sostegno in ambito occupazionale e alla borsa-lavoro finalizzata all’assunzione. I bisogni espressi da utenti e famiglie riguardano anche l’ambito del ‘tempo libero’. Spesso le persone disabili, soprattutto dove il deficit riguarda l’area cognitiva ed intellettiva, rischiano di condurre una vita segnata da esclusione sociale ed emarginazione. Nonostante il panorama dell’as- numero 37 settembre 2012 sociazionismo e del volontariato a Bologna sia particolarmente attivo, il SET come realtà parallela al Servizio pubblico, ha sempre mantenuto il suo ruolo importante nel far fronte ad un’elevata richiesta di attività mirate in particolar modo alla socializzazione. La pluriennale esperienza degli operatori SET, che già prima della gara d’appalto lavoravano in questo settore, ha permesso, anche nella nuova organizzazione, non solo il mantenimento delle attività più significative già in essere, ma anche lo sviluppo di nuove attività, per far fronte alle richieste dell’utenza. Il panorama delle attività è vario e coinvolge circa centocinquanta disabili, giovani e meno giovani. Lo sport rappresenta una delle attività nelle quali si riesce a coinvolgere il maggior numero di utenti. Ciò è possibile sia perché sono diverse le realtà proposte dal SET sul territorio cittadino (calcetto, basket, pallavolo, nordic walking) sia perché lo sport in sé è un “mezzo” che facilita le relazioni interpersonali, favorisce la socializzazione ed è spesso vissuto dalle persone come attività riabilitativa, ‘che fa bene’ (infortuni permettendo...). Misurarsi con compagni di squadra, allenatori, educatori presenti sul campo e porsi obiettivi specifici (il risultato finale, il miglioramento del proprio stato fisico e l’apprendimento della tecnica) permette alle persone, ad ogni livello, agonistico e non, di mettersi alla prova, imparare a conoscere i propri limiti e capacità. La crescita personale e la cono- scenza di sé sono favorite anche da attività di tipo espressivo, le quali, diversamente da quanto accade per lo sport, pongono una primaria attenzione alla comunicazione interpersonale, alla rielaborazione dei vissuti emotivi in un contesto strutturato e sicuro. Si propongono quindi laboratori teatrali, di pittura, di danza. Il settore socio-educativo offre inoltre uscite serali di socializzazione, soggiorni sulla neve o al mare, trasferte con gruppi sportivi e brevi week-end fuori porta con la finalità di far sperimentare nuove esperienze ai giovani e dare uno spazio di vacanza a chi difficilmente potrebbe permettersi le proposte del mercato turistico. Una particolare attenzione è posta ai progetti con target specifici: gruppi rivolti ai giovanissimi del Servizio (under 20) per promuovere l’autonomia e lavorare sull’orientamento spazio-temporale in situazioni nuove o complesse; gruppi educativi per persone con disabilità acquisita che devono imparare a misurarsi con un ‘nuovo sé’, con esigenze diverse; gruppi di sostegno all’affettività rivolto in particolare a ragazze e condotto da personale con competenze in ambito psicologico. Inoltre, gli operatori SET si trovano impegnati nello svolgimento di attività interne a gruppi appartamento di transizione di proprietà dell’AUSL. Questo comporta una presenza di educatori che possano svolgere un affiancamento nelle attività di vita quotidiana a persone con disabilità lieve e medio lieve e con problematiche legate ad aspetti relazionali oltreché sociali ed economici. Il lavoro di segretariato sociale, infine, è coordinato dallo staff di assistenti sociali SET che svolge la funzione di “Filtro” gestendo il primo contatto con l’utenza attraverso la verifica dei requisiti essenziali di accesso al Servizio. Rientrano tra le competenze delle assistenti sociali, inoltre, i seguenti interventi di affiancamento e mediazione finalizzati alla promozione della vita autonoma: - pratiche sanitarie, pensionistiche (Patronati e CAF), legali (amministrazioni di sostegno, permessi di soggiorno ecc…), amministrative (Bonus, agevolazioni fiscali, ecc.); - edilizia residenziale pubblica; - sviluppo rete territoriale (Terzo settore e Privato Sociale); - consulenza finalizzata all’adattamento dell’ambiente domestico. Il SET rappresenta quindi una realtà che nasce dall’esternalizzazione di servizi da parte dell’Azienda Pubblica per rispondere alla crescente domanda dei cittadini. Con un anno di esperienza alle spalle possiamo da una parte vantare un gran numero di interventi effettuati ma ancora, dentro e fuori dalle Cooperative che ne fanno parte, pochi lo conoscono; e allora il nostro contributo parte da qui: un articolo su Scoop. 15 numero 37 settembre 2012 servizi Sarebbe stata la solita domenica e invece… Pic-nic di Ferragosto per gli anziani della Casa-residenza di Crevalcore attualmente ospitata, a causa degli effetti del terremoto, a “Parco del Navile”. di Vanessa Re e Andrei Irod Simion Sarebbe stata la solita domenica e invece, dopo la colazione, abbiamo accompagnato gli ospiti in giardino per far godere anche a loro un po’ di fresco, dimenticando così tutta quell’afa che ci ha accompagnato durante quest’estate. A quel punto, vedendoli felici e sorridenti ci è venuta un’idea… e che idea! Trasformare il pranzo previsto nella struttura in un pic-nic, e perché no?, festeggiare il Ferragosto che era alle porte. Avuta l’entusiasta autorizzazione della nostra responsabile Anna Maria Ghilli, abbiamo proceduto con i preparativi. Detto fatto, abbiamo incominciato ad apparecchiare in giardino e subito dopo ci siamo dati da fare per trovare una colonna sonora degna dell’occasione. Così, con la musica di sottofondo, gli ospiti hanno cantato in attesa del pranzo. Dopo aver distribuito il pasto, ci siamo seduti accanto a loro coinvolgendo tutti i parenti presenti, tutti soddisfatti e felici delle ore trascorse in maniera diversa. È stato uno splendido momento di aggregazione e di soddisfazione personale. Non possono mancare i ringraziamenti alla nostra collega infermiera Winnie e alle cuoche che ci hanno aiutato e sostenuto in questa iniziativa. Di seguito alcuni giudizi espressi dagli utenti: 16 Z. D. “A me è piaciuto moltissimo, mi ha risollevato in morale perché le domeniche negli ospedali sono sempre tristi e invece così ho passato una domenica diversa.” V. G. “É andata benissimo, mi sono divertito perché c’erano molte persone e tutte contente.” L. G. “Non mi aspettavo questa sorpresa, non so come ringraziarvi. Siete come una famiglia affettuosa.” C. I. “A me è piaciuto molto. Siamo stati in compagnia al fresco. Fatte anche foto e tante risate.” O. M. “É stata una bella giornata.” numero 37 settembre 2012 Progetto ginnastica per anziani Si è concluso il progetto “Corso di Ginnastica per Anziani con Deterioramento Cognitivo” organizzato nella Casa-residenza e centro diurno “San Biagio”. di Sabrina Stinziani, Psicologa e Nicole Trambagioli, Tirocinante in Psicologia A Giugno 2012 è iniziato il progetto che prevedeva un corso di ginnastica dolce nella sala comune del Centro Diurno. Il gruppo, composto da tre ospiti della Casa-residenza e tre del Centro Diurno, ha eseguito per otto incontri una ginnastica dolce strutturata, un’ora di esercizi in posizione seduta con l’utilizzo di strumenti come palline e cerchi tutto al ritmo di musica. L’attività è stata suddivisa in due parti, la prima prevedeva esercizi combinati per la mobilizzazione delle spalle, degli arti superiori/inferiori e della cervicale; la seconda prevedeva esercizi di rilassamento e di gioco al fine di concludere con un saluto l’attività e consolidare il percorso fatto insieme. Il progetto aveva come obiettivo quello di: - stimolare/mantenere le capacità cognitive1; - stimolare le capacità motorie2; - limitare il decadimento cognitivo; - verificare se l’attività motoria possa favorire o incrementare l’autonomia manuale nelle funzioni motorie più semplici. Ad ogni ospite sono stati somministrati alcuni test psicologici prima e dopo l’attività al fine di valutare alcuni indici: cognitivi-comportamentali (processi di controllo) e di benessere psicologico (tono dell’umore). I risultati sono stati incoraggianti in quanto quasi su ogni fronte c’è stato, anche se minimo, un miglioramento ad eccezione della fluenza verbale3. Le medie riportate dopo l’attività motoria ci dimostrano come la partecipazione e il coinvolgimento nel gruppo sia fondamentale per favorire un benessere psico-fisico globale. Il livello cognitivo globale nel corso di un mese è migliorato, ogni ospite ha avuto un punteggio migliore del mese precedente. In modo particolare per “l’intelligenza logica deduttiva fluida”4 gli ospiti hanno selezionato un numero maggiore di risposte corrette. Per quanto riguarda il tono dell’umore, i risultati sono gratificanti sotto ogni punto di vista. Il clima che si è creato durante l’attività motoria ha permesso di migliorare la dimensione socio-relazionale di alcuni ospiti. In modo particolare si è notato una partecipazione attiva degli ospiti che si sono dimostrati interessati, proponendo di prolungare tale attività anche dopo la fine del progetto. Si è cercato di rendere coinvolgente e divertente l’attività proposta anche attraverso giochi di gruppo come il “bowling” e il passarsi la palla. Tali esercizi erano accompagnati da prove cognitive stimolanti la memoria e la fluenza verbale in un contesto di gioco. L’unione di esercizi cognitivi associati a quelli motori ha agevolato le performance degli ospiti con deterioramento cognitivo lieve. In conclusione questo progetto ha dimostrato come l’esercizio fisico tenda a rafforzare o mantenere le nostre “riserve” cognitive e motorie oltre ad essere un ottimo alleato contro la depressione e migliorare il tono dell’umore. Questo risultato conferma come l’attività motoria regolare possa essere una nuova strategia in grado di prevenire e rallentare la progressione del declino cognitivo, migliorando i processi di controllo esecutivo e lo stato di salute percepito. 1. Funzioni esecutive, abilità spaziali, velocità di elaborazione e di controllo degli stimoli. 2. Risvegliare/mantenere la padronanza di movimento, attenzione/prontezza di riflessi, recuperare/mantenere l’autonomia essenziale arti superiori, arti inferiori ed equilibrio misurato con l’aprassia ideomotoria. 3. Capacità di elencare il maggior numero di parole in un minuto. Misurato con il test FAS. 4. Acquisizione di nuove abilità, analizzare problemi nuovi ed estrapolare una soluzione usando il ragionamento logico misurato con le Matrici di Raven. 17 numero 37 settembre 2012 servizi Verso una medicina ‘leggera’ Primi passi nella ricerca di soluzioni meno costose e meno invasive per garantire il diritto alla salute a chi non può esercitarlo in modo autonomo. di Marie Christine Melon, Psicologa Francesca Lancellotti, Geriatra Marco Domenicali, Geriatra Nel caso di persone con malattie croniche o polipatologie occuparsi seriamente della propria salute ricorrendo ai servizi sanitari territoriali e ospedalieri può diventare un vero e proprio lavoro e se l’autonomia motoria o la capacità espressiva sono per qualche ragione limitate l’impegno aumenta ancora, perché coinvolge necessariamente un accompagnatore. Ma è nelle situazioni di invecchiamento patologico, soprattutto se associate a gravi limitazioni della funzionalità motoria e/o cognitiva, che il sistema mostra tutti i suoi limiti. Proprio quando i bisogni sanitari si moltiplicano e le risorse personali si riducono drasticamente la sanità produce risposte lente, inadeguate, irragionevolmente costose sia in termini economici, sia in termini di riduzione della qualità di vita dei malati e di chi se ne prende cura. Raramente i poli sanitari e gli ospedali dispongono di personale formato per accogliere e interpretare le necessità di persone con gravi disabilità psichiche congenite o acquisite, che sono scarsamente in grado di tollerare le lunghe attese imposte ai‘normali’, che spesso risentono molto del cambiamento ambientale, che sono poco o per nulla collaboranti e che richiedono assistenza continua da parte di un caregiver esperto. L’insieme di queste difficoltà fa sì che le persone anziane gravemente 18 disabili o i gravi disabili ormai vecchi spesso non possano usufruire di un programma di monitoraggio sanitario adeguato alle loro crescenti necessità. Negli ultimi tempi, però, il mercato degli apparecchi diagnostici ed elettromedicali registra un consistente aumento dell’offerta di apparecchiature portatili che consentirebbero di effettuare rapidi accertamenti e diagnosi domiciliari per pazienti con difficoltà nell'espressione e nel movimento, contribuendo a migliorarne la qualità di vita. Il progetto “Unità Diagnostica Mobile per pazienti geriatrici gravi” è nato con l’obiettivo più generale di migliorare l'accessibilità alle prestazioni diagnostiche e la qualità delle cure prestate agli anziani disabili o affetti da demenza e con quello più specifico di sperimentare la sostenibilità economica dell’impiego di queste nuove tecnologie nelle residenze per anziani e di verificarne la ricaduta sulle attività di cura quotidiane e sulla qualità di vita degli anziani. Più in dettaglio, ci si proponeva di: a. sviluppare programmi di sorveglianza specifici, eseguendo in residenza ecografie, analisi urine ed ECG e misurando la composizione corporea, il peso e la densità ossea; b.controllare l’efficacia delle terapie farmacologiche prescritte, riducendo lo spreco di farmaci inefficaci; c. migliorare il rapporto con l’ospedale, fornendo maggiori informazio- ni sulle condizioni cliniche dei malati e contribuendo alla riduzione dei tempi di degenza; d.informare precocemente il personale addetto all’assistenza e i familiari sull' efficacia delle strategie terapeutiche e assistenziali adottate; e. formare tutto il personale socio sanitario delle residenze a riconoscere precocemente il dolore e il peggioramento funzionale negli anziani dementi o disabili; f. divulgare i risultati ottenuti e i metodi utilizzati. La sperimentazione – condotta da Marco Domenicali e da Francesca Lancellotti, medici geriatri da tempo attivi nelle residenze per anziani di CADIAI – ha interessato tutti gli anziani e tutti gli operatori del settore. La durata prevista del progetto era di tre anni e mezzo. Per coprire i costi della formazione e il noleggio delle diverse attrezzature avevamo richiesto alla Fondazione Carisbo un finanziamento di 50.000 euro, che dopo lunga e articolata valutazione si è ridotto a 4000 e qualcosa. Questo ci ha obbligati a rimodulare i tempi e gli obiettivi del progetto: abbiamo mantenuto l’impegno sulla formazione a tappeto, perché l’innovazione, soprattutto in ambito socio sanitario, non può prescindere dal coinvolgimento attivo di tutto il personale; abbiamo scelto di concentrare l’attenzione su un solo problema sanitario – la sarcopenia – numero 37 settembre 2012 molto diffusa nell’età anziana e causa frequente di molte complicanze; abbiamo impiegato un solo tipo di apparecchio - un impedenziometro multifrequenza Human IM plus II (10250 KHz) - che una volta collegato a un computer portatile è in grado di valutare la composizione del corpo con il semplice posizionamento di due coppie di elettrodi su mani e piedi, misurando la percentuale di massa magra (muscoli), di massa grassa e di acqua intra ed extra cellulare; abbiamo infine dovuto ridurre la durata della sperimentazione da tre a un anno, tenendo fermo però il numero degli anziani valutati e delle strutture coinvolte. La sarcopenia (letteralmente: povertà di carne) è una perdita degenerativa di muscolo scheletrico che dipende da diversi meccanismi e che induce un alto rischio di sviluppare disabilità, peggioramento dell’equilibrio e della marcia, cadute, lesioni da pressione, con un generale decremento della qualità di vita dell’anziano. È importante per- ciò poter disporre di informazioni sulla composizione corporea, in modo da realizzare una gestione veramente personalizzata e una seria prevenzione. Nel corso della sperimentazione sono stati valutati 191 anziani, con tre rilevazioni ripetute a distanza di quattro mesi. L'età media era di 83 anni (± 10), il 75% erano femmine e il 25% maschi. Le rilevazioni sono state effettuate presso le strutture di residenza, concordando gli orari con i gruppi di lavoro in modo da perturbare il meno possibile le routine programmate. Poiché si aveva la necessità di valutare l’anziano in posizione supina, le rilevazioni sono state effettuate prevalentemente negli orari delle rimesse a letto serali o delle alzate mattutine. L’evidente vantaggio della tecnica è che un unico accesso del medico in struttura è bastato per valutare fino a sessanta anziani, in un tempo non superiore alle due ore. Nessun anziano ha manifestato disagio o rifiuto del trattamento, molti apparivano francamente divertiti dalla novità. Gli operatori delle strutture e gli infermieri hanno collaborato con entusiasmo e con il massimo impegno. Circa il 20% degli anziani valutati presentava, alla prima rilevazione, una riduzione della massa magra anche con minime variazioni di peso: la pianificazione di trattamenti preventivi e di recupero specifici ha portato al miglioramento delle condizioni nutrizionali in quasi la metà delle situazioni. Sono stati anche confermati i dati in letteratura: le persone sarcopeniche e iponutrite hanno mostrato, nel tempo, un significativo peggioramento delle condizioni funzionali e un aumentato rischio di sviluppare lesioni da pressione. La formazione, ripetuta in più edizioni e in più sedi, ha coinvolto l’86% degli operatori del settore. L’esperienza è già stata presentata a diversi convegni e un articolo scientifico sui dati raccolti è in fase di pubblicazione nel Giornale di Gerontologia, organo ufficiale della SIGG – Società Italiana di Geriatria e Gerontologia. Il tempo del raccolto a Granarolo Un brevissimo aggiornamento sul progetto “Facciamo insieme la Ratatouille” che ha dato i primi frutti: a fine Agosto gli ospiti del Centro Integrato Anziani di Granarolo hanno raccolto zidron, meranzeni e pondòr. Ecco a voi le foto… peccato che non possiamo farvi sentire i deliziosi profumi e sapori. 19 numero 37 settembre 2012 servizi Gita al Lido di Casalecchio di Reno La Casa Residenza e Centro Diurno di San Biagio continua il progetto delle uscite sul territorio. di Brunella Patelli, Animatrice Centro Diurno San Biagio 29 Giugno. Questa volta la meta è stata il Lido di Casalecchio. In una splendida mattinata di sole gli ospiti alle 8 di mattina, erano già tutti pronti in attesa che arrivasse il pullman. Si percepiva l’allegria e la voglia di partire. Non era tanto il“lunghissimo”viaggio San Biagio–Lido, ma per alcuni di loro era l’aspettativa di rivedere questi luoghi conosciuti in gioventù in quanto molti di loro sono nati e vissuti a Casalecchio, oppure semplicemente perchè Un gradito pensionamento a Casa Rodari di Saverio Parracino, Operatore Casa Rodari Dopo quasi tredici anni di onoratissimo servizio, di fatica e di grande utilità il servoscala di Casa Rodari è andato in pensione per far posto al nostro nuovissimo ascensore. A causa di numerosi problemi tecnici e burocratici relativi all'istallazione,abbiamo atteso diverso tempo ma ora siamo consapevoli che attraverso lo sforzo di responsabili e addetti ai lavori avremo uno strumento prezioso mediante il quale potremo svolgere il nostro lavoro con più facilità e con maggiore sicurezza. I primi risultati visibili sono estrema- 20 uscire per fare una passeggiata è sempre piacevole. All’arrivo ci siamo seduti tutti attorno ad un tavolo nel parco del Lido. mente positivi,gli spostamenti dei nostri ospiti all'interno della struttura sono agevoli, veloci e garantiscono ove è possibile quelle autonomie che per diverso tempo le barriere architettoniche ci avevano parzialmente limitato. Stiamo imparando con rinnovata gioia quanto muoversi più liberamente ci dia la possibilità di raggiungere non solo luoghi ma obiettivi educativi e di riabilitazione tramite laboratori strutturati e numerose attività, godendoci a pieno tutti gli spazi della nostra grande struttura. La facilità negli spostamenti ci darà la grande possibilità di incrementare e migliorare il nostro apporto quotidiano rivolto a chi ogni giorno si muove con noi e tramite noi. Alcuni ospiti sono stati accompagnati a visitare la Chiusa ed il Reno, mentre altri sono rimasti all’ombra degli alberi a chiacchierare. numero 37 settembre 2012 Ma il nostro tavolo pian piano si è piacevolmente allarato con altre persone esterne che, come noi, erano venute a passare una giornata all’aperto. Gli ospiti si sono intrattenuti non solo fra di loro, ma con mamme e bambini e persone di passaggio. Abbiamo poi raccontato la storia della Chiusa e di come nel corso degli anni si è evoluta ed è stata ricostruita a causa delle piene che l’hanno distrutta e la storia della nascita del Lido. Non è stato solo un semplice raccontare-ascoltare, ma, un continuo integrare di aneddoti da parte di tutti i presenti, compresi gli esterni che si erano uniti alla nostra compagnia. La pace del luogo ha creato una bella atmosfera fra gli ospiti presenti ma mancava qualcosa... Parlando, parlando infatti la gola si secca e lo stomaco brontola, così è arrivato un bel gelato per tutti. Nerina con molta arguzia si confida: “Sai, questo gelato è ottimo, non buono! Per di più aggiungo che è il migliore che ho mangiato in vita mia perchè è gratis...”. Maria: “Come sto bene qua fuori! Che bella giornata ! Sono felice perché sono con persone che mi vogliono bene”. Celestina: “Maria, hai ragione, è davvero bello stare qui, a me sembra di essere tornata ragazzina quando andavo in gita con i miei genitori...”. Enrica mi ha preso la mano e mi ha confidato: “Mi riempio gli occhi con tutto questo verde e il naso con il profumo dell’acqua vicina e dell’erba. Poi mi godo questa pace e la vostra compagnia. È tanto che non esco... Pensa che questa notte ho riposato poco per l’emozione di fare questa passeggiata. Adesso che sono qui me ne sto ad occhi chiusi, ma mica dormo... sto prendendo tutti questi momenti dentro, così posso portarmeli per sempre con me!”. 21 numero 37 settembre 2012 servizi Chi si ricorda? Il Centro Diurno Anziani “I Tulipani” compie 10 anni. di Anna Chiara Achilli, Coordinatrice Attività Centri Diurni e Musicoterapeuta Suona la campanella, si apre il registro e dopo l’appello, l’interrogazione: “Vediamo un po’… chi si ricorda… quando è nato il Centro Diurno Anziani ‘I Tulipani’?”. Sicuramente... a noi… ci ricorda qualcosa… ma questa è stata la prima domanda di “geografia” rivolta, venerdì 21 Settembre, a Paola Pettazzoni, coordinatrice dal 2008 del Centro Diurno Anziani “i Tulipani”, in uno sketch in stile scolastico, divertente e originale, presentato per la festa dei 10 anni di storia di una delle strutture per anziani CADIAI. Il 1 Giugno del 2002 nel Quartiere San Donato, più precisamente al Pilastro, quello che anticamente era un asilo ha cambiato generazione ed è diventato una struttura diurna per anziani. Quanti cambiamenti ci saranno stati in tutti questi anni?! Coordinatrice, anziani e operatori, ma resta il centro diurno di sempre, così come l’ho conosciuto il mio primo giorno di lavoro, nel lontano 2006. Era un lunedì mattina di Settembre, un sole settembrino mi accompagnava al cancello, ero tesa come una corda di violino… sono musico terapeuta, la metafora fa proprio per me. Dentro di me mille domande: quanti e come saranno gli anziani? E se mi chiedono delle canzoni che non conosco? E i colleghi, invece, come saranno? Tutte le mie ansie da prestazione da primo giorno di lavoro sono sparite immediatamente davanti al gruppo di anziani: Carolina, oggi andata via da poco dal centro, aveva apprezzato molto le canzoni di guerra, Fortunato, tuttora al centro diurno, accompagnava il ritmo 22 delle canzoni con le mani (ancora oggi lo fa!), Bruna con il suo canto singolare, più melodico del solito, seguiva il testo delle canzoni che proponevo, ma non posso dimenticare e ricordare Clara che richiedeva solo esclusivamente canzoni un po’ osé. In tutti i questi anni ognuno di loro mi ha dato qualcosa, mi hanno regalato la loro saggezza di anziano, le loro stranezze, il loro affetto e la loro voglia di fare e an- che quella di non fare a volte, sono la mia memoria storica e musicale. Per questo abbiamo voluto ricordare tutti coloro che hanno fatto parte di questo centro in tutti questi anni, attraverso una festa a cui hanno aderito in molti, giovani ed anziani (erano presenti infatti tutti i centri diurni anziani CADIAI). Come tutti i compleanni che si rispettino, fondamentale i saluti della Presi- numero 37 settembre 2012 dente della Cooperativa Franca Guglielmetti, moderatrice degli interventi delle autorità: Luca Rizzo Nervo, Assessore Sanità e Integrazione Socio-Sanitaria del Comune di Bologna e Amelia Frascaroli, Assessore alle politiche sociali nonché Simone Borsari, Presidente del Quartiere San Donato. Ha fatto da cornice la bellissima decorazione realizzata dagli anziani che, con l’aiuto degli operatori, hanno addob- bato il gazebo esterno al Centro Diurno con dei cartelloni, a forma di indumenti, stesi ad asciugare sui fili da stendere colorati, incollate sopra di essi le foto di 10 anni di storia della struttura: l’inaugurazione, gli eventi, le uscite, le attività, i progetti speciali; sono tutti ricordi che ripercorrono le tappe più im- portanti del nostro percorso. I colori dei fiori e i profumi delle erbe aromatiche hanno esaltato l’aria della festa: il garden terapeutico, protagonista durante tutta la festa, è stato soggetto principale della copertina della rivista Scoop del mese di Dicembre 2011, così come del bimestrale a diffusione nazio- ... segue a pagina 24 23 numero 37 settembre 2012 servizi ... segue da pagina 23 nale “Assistenza Anziani”. Il progetto speciale di giardino terapeutico continua nel tempo e anche nello “spazio” della struttura, tanto da permettere per il decennale la possibilità di realizzare, con la nostra lavanda, dei sacchetti di stoffa profumati, interamente confezionati dagli utenti del Centro e che sono stati regalati a tutti i partecipanti alla festa come ricordo della giornata. CADIAI al convegno sulle gravissime disabilità acquisite di M. C. Melon, Psicologa Sono tre, sul territorio di Bologna e provincia, i nuclei residenziali specializzati nell’accoglienza di persone con gravissime disabilità acquisite (DGR 2068/04) e sono affidati tutti a gestori del privato sociale accuratamente selezionati: CADIAI (CRA Virginia Grandi), ASP Poveri Vergognosi (CRA Giovanni Lercaro) e Ospedale privato Santa Viola. A quasi due anni dall’avvio dei nuclei, rappresentanti degli Enti gestori e rappresentanti delle Commissioni 2068 dell’Azienda Usl di Bologna si sono incontrati giovedì 20 Settembre alla Casa dei Donatori di Sangue per fare il punto su “La qualità nella presa in carico delle persone con gravissima disabilità acquisita”. La mattinata, aperta al pubblico, è stata dedicata all’ambito della residenzialità e le tre strutture hanno presentato un bilancio dell’attività di questi due anni; nel pomeriggio è seguito un workshop riservato alle sole commis- 24 sioni aziendali, che hanno discusso della progettualità finalizzata al mantenimento al domicilio. Un tappeto di tulipani di carta spuntavano dal prato mentre la musica ripercorreva un repertorio di vecchi successi dimenticati, i palloncini, intanto, svolazzavano tra le ringhiere. La professoressa piuttosto severa e pretenziosa continuava ad interrogare le “alunne Oss”, con domande di storia ripercorrendo ricordi artistici e teatrali del centro: “Quando, tempo fa, sono entrata come operatore Oss al Centro dice Angela Gatti - avevo un po’messo da parte la mia vena artistica , il Centro Diurno mi ha stimolato e mi ha permesso di riscoprirla insieme agli anziani. L’oggetto che mi è piaciuto realizzare di più nel corso di questi dieci anni è stato senza dubbio il presepe”. Milena Zucchini: “In tutti questi anni non ci siamo lasciati mai scappare l’occasione di divertire i parenti con recite di vario genere, gli anziani erano gli attori principali, io scrivevo la sceneggiatura e il copione”. Quante cose fatte e organizzate insieme e quante ancora da fare, quanta passione, fatica, messa in ogni singolo oggetto da pensare e poi da realizzare per Natale, per Pasqua, per tutte le feste. Quanta soddisfazione quando una festa riusciva bene, una gioia vedere gli anziani che si divertivano, gioiosi e, perché no!, anche commossi… sì, proprio come in questa giornata… proprio come questo decennale. Chissà se la domanda della professoressa tra dieci anni sarà: “Vediamo… chi si ricorda il decennale del Centro Diurno ‘I Tulipani’?”. numero 37 settembre 2012 Il Nido d’Infanzia “Tintoria” di Minerbio nel mese di Luglio ha ricevuto dal fornitore Multiutility S.p.A. il certificato che attesta l’utilizzo di energia elettrica da fonti rinnovabili, non causando l’emissione di gas responsabili dell’effetto serra. Torna la “Giornata nazionale dei Risvegli per la ricerca sul coma - vale la pena” 7 Ottobre 2012, promossa dall’associazione di volontariato onlus “Gli amici di Luca” di Bologna. L’iniziativa giunta alla quattordicesima edizione intende ancora una volta far riflettere intorno agli esiti di coma e agli stati vegetativi e creare un’alleanza terapeutica che riunisca strutture sanitarie, istituzioni, famiglie e terzo settore. Come ogni anno CADIAI è tra i sostenitori di questa iniziativa. 25 numero 37 settembre 2012 L’emergenza non è finita Diamo un aggiornamento della situazione dei servizi di CADIAI dopo il sisma della scorsa primavera. Se l’attenzione sulle conseguenze del terremoto che ha colpito l’Emilia il Maggio scorso è calata col passare dei mesi, le conseguenze sono tutt’ora tangibili e di queste vogliamo darvi conto come precedentemente fatto nell’ultimo numero di Scoop. Per quanto riguarda il Settore Educativo, i servizi all’infanzia hanno già riaperto fondamentalmente nei tempi previsti sebbene con una diversa organizzazione: il Nido“Le Nuvole”è aperto solo al piano terra per trentun bambini ed accoglienza degli altri bambini al Centro Infanzia con il mantenimento in servizio di tutto il personale. Per quanto riguarda il sostegno scolastico relativo all’appalto svolto dal Comune di Cento ma che riguarda anche i Comuni di Mirabello, Vigarano Mainarda e Sant’Agostino, i servizi presso i diversi plessi sono iniziati con un massimo di due settimane di ritardo rispetto il calendario previsto, entro fine settembre partiranno il 95% degli interventi dell’appalto. Situazione più complessa invece per quanto riguarda invece il Settore Servizi ai Disabili: il Centro Diurno “Accanto” per disabili adulti situato a Crevalcore è inagibile sin dal 20 Maggio scorso. La maggior parte degli utenti sono stati trasferiti ad Anzola Emilia al primo piano di un centro diurno per anziani mentre un altro gruppo di utenti è ospitato presso il centro diurno “Le Farfalle” gestito da CADIAI a San Giovanni in Persiceto. 26 servizi Non si sa ancora se e quando la struttura di Crevalcore verrà resa agibile. Per quanto riguarda il servizi di assistenza domiciliare, nei mesi Giugno e luglio due operatori della Cooperativa, che lavorano a San Giovanni in Persiceto e Crevalcore, hanno svolto servizio come volontari della Croce Rossa presso le tende e le palestre della zona terremotata dando un notevole supporto nelle operazioni di soccorso. Il 9 Luglio 2012 è stata chiusa la Palestra di Sant’Agata Bolognese come punto di emergenza e gli ospiti (tredici in totale) sono stati trasferiti presso gli Hotel e B&B di Crevalcore, San Giovanni in Persiceto e Bologna. Presso l’Hotel Europa di Crevalcore sono state ospitate tre persone che già si trovavano nella Palestra di Sant’Agata Bolognese a cui è stato garantito la continuità dell’assistenza primaria (igiene alla persona e consegna pasti pranzo/cena) tutti i giorni, compresi domenica e festivi. Dal 23 Agosto 2012 sono state smontate le tendopoli della Protezione Civile nel Comune di Crevalcore e diverse persone sono riuscite a rientrare nelle loro abitazioni o ospitati presso B&B della zona. Il Comune di Crevalcore ha richiesto a CADIAI di continuare a consegnare i pasti fino al 30 Settembre 2012 presso l’Hotel Europa (tre ospiti) e B&B San Petronio di Castagnolo (un ospite) per un totale di otto pasti pranzo e cena. Per quanto riguarda il Settore Residenze Anziani, ha subito qualche lieve danno la casa-residenza di Granarolo, ad Altedo è attualmente danneggiata la centrale termica della residenza “Sandro Pertini”; presso la casa-residenza “La Torre”, che aveva ospitato per un breve periodo alcuni sfollati, oltre ad alcuni danni di lieve entità, è dichiarata inagibile la palestra della struttura. Al “Virginia Grandi” l’ultimo ospite rimasto in struttura, fra quelli entrati per emergenza terre- moto, è tornato al domicilio il 16 Agosto. In totale, al di fuori della lista d’attesa ordinaria gestita dal Distretto di Pianura Est, sono state ospitate 9 persone tra cui due ragazzi disabili di 27 anni e una signora di 100 anni. Circa la metà di queste persone, nei giorni successivi alle scosse più violente, sono state sistemate aggiungendo un terzo posto letto in camere normalmente utilizzate per due ospiti. La Sala Polivalente, che pure era stata formalmente richiesta dal Comune di San Pietro, in caso di bisogno, come spazio di accoglienza a disposizione della Protezione Civile, non è mai stata utilizzata per questo scopo. A “Parco del Navile”, struttura che ha ricevuto il numero maggiore sfollati, permangono ad oggi ancora cinquantotto persone provenienti dai territori modenesi. Ricordiamo inoltre tutti gli operatori che hanno subito danni e che ancora non hanno situazioni risolte e certezze future che, a fronte della loro situazione di difficoltà, continuano a garantire il buon funzionamento dei servizi giorno dopo giorno. numero 37 settembre 2012 CADIAI e Cup 2000 Riconfermata la convenzione che andava in scadenza nell’estate. Il Servizio Medicina del Lavoro di CADIAI ha, di nuovo, acquisito l’attività di sorveglianza sanitaria di CUP 2000 S.p.A., società leader nella sanità elettronica e nelle reti Internet per l’assistenza. Il Cup 2000, nel mese di Luglio 2012, aveva indetto una gara per assegnare il servizio di sorveglianza sanitaria, essendo in scadenza la convenzione triennale stipulata con CADIAI. La nuova assegnazione dell’incarico, comunicata a metà Agosto, è particolarmente importante per il Servizio Aggiornamenti dai servizi Numerose conferme e qualche novità tra i servizi oggetto di gara nel periodo estivo. di Alessandro Micich, Responsabile Ufficio Gare e Progetti Nell’ambito della prima infanzia CADIAI mantiene la gestione complessiva dei nidi d’infanzia “Tana dei Cuccioli” e “Maria Trebbi” a San Lazzaro (120 bambini); “Tintoria” a Minerbio (36 bambini); “Girotondo” a Sportello di ascolto per segnalazioni e suggerimenti in merito alle Pari Opportunità Tutte e tutti coloro che ritengono opportuno segnalare alla Responsabile per le Politiche di Pari Opportunità eventuali discriminazioni e molestie o suggerire azioni da intraprendere, possono contattare: Vania Zanotti il primo e terzo giovedì di ogni mese (tranne agosto) dalle 10 alle 13, telefono: 051.7419050 centralino Cadiai: 0517419001 posta elettronica: [email protected]. CADIAI, in quanto viene riconosciuta la professionalità e la puntualità del lavoro svolto sia dal medico competente che dalla segreteria. Trattasi di un sodalizio professionale, tra CADIAI e CUP 2000, iniziato nel 1999 e che ha visto negli anni un consolidamento in termini di servizio svolto e reciproca fidelizzazione. Una collaborazione, questa, rafforzata dal binomio che da sempre contraddistingue l’attività del Settore Prevenzione e Sicurezza sul lavoro, ovvero prezzi competitivi uniti alla qualità delle competenze specialistiche. Trattasi di una fusione fondamentale che ha permesso il valido raggiungimento dei risultati nei progetti avviati, sempre attraverso il totale rispetto dei tempi programmati. La riconferma della convenzione, ora quinquennale, con Cup 2000 rappresenta per il Settore Sicurezza di CADIAI un ulteriore riconoscimento dei servizi altamente qualitativi offerti a un numero di clienti che supera, oggi, le mille unità. Pianoro (36 bambini); “Ilaria Alpi” a Calderara di Reno (41 bambini). Nuove gestioni, in ATI con Società Dolce, sono previste a partire dal mese di Settembre a Budrio (due sezioni di scuola d’infanzia comunale) e a Casalecchio di Reno (concessione del servizio nido “Franco Centro” e futura gestione di due ulteriori sezioni di nido d’infanzia comunale). Nell’area minori si conferma la gestione del servizio di integrazione scolastica nei comuni afferenti il distretto di Cento in ATI con la cooperativa Voli di Bologna. Oggetto di una cospicua revisione degli assetti organizzativi è l’appalto di Casalecchio di Reno con Asc Insieme, il quale, articolato per lotti, ha visto la partecipazione, e relativa aggiudicazione, nonché un coinvolgimento più ampio in termini di quote di gestione, di CADIAI. Nello specifico: 1) servizi rivolti all’integrazione sociale delle persone disabili adulti (Solco insieme capofila, CADIAI e CSAPSA 2 mandanti); 2) servizi di integrazione scolastica rivolti a minori disabili (Solco Insieme capofila, CADIAI mandante); 3) servizi ed interventi per la prevenzione del disagio giovanile (CADIAI capofila, Solco Insieme e CSAPSA 2 mandanti). In tema di prevenzione del disagio si conferma la gestione di un centro socio – educativo rivolto a minori Sinti nel quartiere Borgo Panigale. 27 numero 37 settembre 2012 testimonianze È il rosso che impressiona Pubblichiamo un articolo di Massimo Allegrezza, educatore presso il Gruppo Appartamento “Sant’Isaia”, ora in aspettativa, che ci racconta le sue esperienze internazionali. di Massimo Allegrezza Sono seduto di fronte a questo musetto che mi guarda, e continua a ripetere il mio nome, ci ha impiegato due giorni ad impararlo, ora non ha voglia di dimenticarlo nuovamente. Entra una ragazza con delle banane, non c'era la colazione, qualcuno si è privato della sua per portarla a noi. Il mio compagno di viaggio ufficiale, Andrei, scrive una lista di cose da comprare e rimediare per avere un posto decente dove vivere, l'altro, il mio compagno d'avventura Bloom "ciondola" sulla finestra. Continua a sussurrare "Janela", gli è piaciuta proprio la parola. Rica, maschietto di quattro anni, il musetto che mi sorride dal primo momento che sono arrivato, mi guarda e inizia ad elencare le cose che vede. Il computer di Massimo, la borsa di Massimo, il foglio di Massimo, la stanza di Massimo, il pelo di Massimo. Ecco del pelo di Massimo ne va proprio matto. Mi si racchiude tra le gambe quando sto seduto e parlo, comincia ad accarezzarmi le braccia continuando a parlare del pelo di Massimo. Non l'ho invitato. Non ha chiesto permesso. È stato così da subito. Bloom mi guarda, a metà tra l'invidia che qualcun'altro abbia preso parte del suo posto e il sorriso che gli spunta vedendoci. Allora: io ero salito sull'aereo, non mi guardavo intorno, non ne avevo ra- 28 gione. Avevo lasciato Bloom a "ciondolare" sulla mia poltrona: - Ciao io vado. Magari ti abbraccio se ti alzi. Ci vedremo tra un anno se va tutto bene. - Silenzio e viso voltato. Non uno sguardo, neanche distratto. Sapevo che non amava gli addii, ma così è troppo davvero. Ultimo ciao con una speranza. Chiudo la porta lasciandola dall'altro lato con Bloom. Addio in silenzio. Ora sulla poltrona dell'aereo mi preoccupo solo di trovare un modo comodo per tutte le ore che mi attendono. Mi allontano da Andrei, ci sono dei posti liberi, staremo più larghi entrambi. Mi appoggio e come sempre non sento neanche il rullaggio. Un'oretta di sonno o poco più. Sono ancora le due di notte, ce ne sono sei di ore ad attendermi. È bene che dorma ancora. Provo a recuperare il sonno, metto della musica nelle orecchie. Lo sguardo scivola sulla poltrona di fronte. La persona siede al suo posto con le gambe a cavallo del bracciolo. Si potrebbe dire che "ciondola" sul sedile. E se non fossi sicuro d'averlo lasciato sulla mia poltrona potrei pensare che è Bloom. Lascio prendermi dal sonno pensando a quel goffo amico. Mi sveglio dopo poco con la faccia del goffo amico che mi guarda. Si è poggiato allo schienale del sedile e mi guarda. Non stupito ovviamente, divertito forse. Io dovrei essere stupito, ma fra stanchezza e decisa volontà a non farlo subito contento, accenno un movimento dei lati della bocca, mi muovo verso il mio sedile e libero quello di fianco, viaggerò più scomodo ma almeno Bloom è qui. Sento il calore del suo corpo senza che ci sia alcun contatto. Le gambe a "penzoloni". La testa persa chissà dove. Ben arrivato Bloom, mi mancavi. Mi giro e dormo più sereno. Non è un tipo che si impressiona facilmente, né uno che ha difficoltà ad adattarsi, ma anche Bloom ha accusato il salto indietro del nostro stile di vita. I primi giorni nel quartier generale era un po' come stare ad un villaggio turistico, con la sola stravaganza della doccia fatta con il secchio e dello scarico del gabinetto fatto nella stessa maniera perché non c'era acqua corrente. Per il resto abbiamo anche utilizzato la doccia da campo con l'acqua riscaldata al sole. Andare a 10 metri a prendere l'ac- numero 37 settembre 2012 qua nel pozzo non era così complicato. Quando abbiamo lasciato il quartier generale per raggiungere il nostro progetto, da subito è stato piuttosto chiaro che il concetto "lavoro nella comunità rurale" avrebbe comportato un serio adattamento del proprio stile di vita. Bloom forse spaventato da una guida priva di qualsiasi regola, mi fissa irritato. La responsabile ci ha detto che dopo la malaria, gli incidenti d'auto sono il secondo killer dell'Angola. E lo diceva nel momento esatto in cui arrivava il nostro autista. Una specie di "Fonzarelli" locale, alto come il Mitico e con lo stesso pretenzioso fascino. Ovviamente non allaccia nemmeno le scarpe all'originale. Guida ad una mano e urla canzoni d'amore angolane. Bloom è semplicemente furioso, ma come sempre non lascia trasparire niente. Arriviamo nel progetto di notte. Aveva promesso le 18 "Fonzie", siamo arrivati alle 21. Qualche donna di troppo per noi, sul cammino del Latin Lover. Arriviamo, una schiera di bambini e persone ad aspettare gli Europei. La tv messa sulla porta per accoglierci. I video dei cantanti locali e di Capo Verde, con i bambini che imitano le mosse dei ballerini. La confusione è enorme. Mani che si allungano per presentarsi. Per far capire che sono personaggi importanti. Per far vedere che c'erano anche loro all'arrivo. Siamo travolti, Bloom sapientemente scivola di lato, non ama e non amerà mai certe calorose manifestazioni d'affetto. Sotto la zanzariera che ricopre il letto sembra di stare come sotto la tenda ad ossigeno. Ti senti oppresso e la "minaccia" delle Mosquitos Tropicali aumenta la difficoltà a rilassarsi. La mente, stranamente lucida dopo una giornata davvero piena, ripercorre la strada fatta. Accantona per un attimo i ricordi pericolosi e cerca di fissarsi su quelli che mi hanno impressionato. Il rosso. Il rosso è ovunque, mischiato al verde. Una strada ben asfaltata, abbastanza larga per lunghi tratti, si addentra nel cuore del paese e nei suoi polmoni verdi. È il rosso che impressiona. Rossa la terra che è ai lati. Rossa quella per fare i mattoni e la pasta che li salda. Rossa l'aria per il sole del tramonto. Rosso il volto che distingue nelle figure che scorrono ai lati della macchina in corsa. Spesso è povertà, molto spesso è curiosità, sempre, mi dico sempre, nitida la sensazione che quel rosso dipinga una dignità fatta di niente di materiale, perché troppo spesso è niente la risposta ad una domanda stupida. Bloom mi guarda con lo sguardo fisso. Non vuole lasciar filtrare l'emozione che lo vince. No, come per me non è compassione. Non sentiamo alcuna necessità di aggiungere la vergogna al sentimento di dolore che si percepisce. Sguardi spenti e vinti. Ecco cosa sembra dispiacere a Bloom, la chiara presa di posizione che rifiuta qualsiasi reazione. L'abbandono che si legge nei volti adulti, non ancora nei bambini che comunque giocano. Non è remissione, non è una ritirata di fronte alle diffi- 29 numero 37 settembre 2012 La risposta della Amministrazione di Cento a favore delle famiglie Riceviamo a volentieri pubblichiamo la testimonianza, raccolta dalla collega Lisa Lambertini, della Coordinatrice pedagogica del Comune di Cento, che, come è noto, è stato colpito duramente del sisma del mese di Maggio. coltà, è solo abbandonare le armi sul campo. No, non gioco più, mi sono stancato di giocare. Bloom mi bussa sulla spalla e mi consiglia di guardare il cartello. Un limite di sessanta chilometri orari scritto a mano. Una specie di "Ehi amico, fossi in te io non andrei a più di...". Non scritto ma lasciato intendere dalle curve. Camion stracolmi di materiale edile che arrancano. I cinesi stanno facendo un paese nuovo dell'Angola. Qualcuno di qui è contento. Dietro una curva, inaspettato, ormai abbandonato nei pensieri spunta il sole. Palla rossa che si va ad aggiungere a tutto il rosso che vediamo. Riempie davvero. Non c'è solo la dignità di cui sopra. A tratti si affaccia nitida quella volgarità manifesta negli atteggiamenti spavaldi, nel non rispetto di quello che è di tutti e soprattutto nella necessità di mostrare il proprio valore col sopruso. Bloom acuisce lo sguardo, digrigna i denti. Non si muove ma è chiaro che certe cose lo mandano in bestia. Sembra di assistere alle scene di "Sporchi, brutti e cattivi" compreso il vecchietto con tanto di giacca stirata anche se totalmente lisa che a cavallo di un motorino si fa scorrazzare da un ragazzo. Forte e marcato è la sensazione che il tutto viva in un altro tempo, una finestra lontana. 30 testimonianze Ricordiamo che in quel territorio la cooperativa CADIAI opera dal 2003, insieme alle cooperativa Voli e Le Pagine, nella gestione delle attività educative e servizi generali dei Nidi Comunali, attualmente svolta all’interno dei Servizi Le nuvole e Centro Infanzia. All’interno di una altra procedura di appalto, CADIAI opera insieme alla Cooperativa Voli, nella gestione degli interventi di sostegno scolastico dei comuni di Cento, Mirabello e Vigarano Mainarda. Il territorio di Cento è stato duramente colpito dal terremoto, o meglio dai terremoti del 20 e del 29 maggio scorsi. L’esperienza che ognuno di noi ha vissuto raccoglie descrizioni, stati d’animo e ricordi con i quali faticosamente potremmo raccontare cosa è successo. Esperienze come questa ci colpiscono a livello personale (la casa, gli affetti) e a livello professionale e ci chiedono una capacita di reagire spesso innaturale rispetto all’intensità degli stati d’animo che si provano. Oggi, a distanza di tre mesi dagli eventi, siamo pronti a raccontare le azioni e le Bloom sorride poco ora. Il rosso lo pervade e non è solo il sole. Questo, fortunatamente, mi fa notare Bloom, seduto qui a fianco che come sempre sbircia mentre scrivo, non è ovunque. Si, ne abbiamo visti così, ma erano quelli pieni di rosso, poi abbiamo visto altri colori. Poi abbiamo avuto la fortuna di scherzare e ridere. Abbiamo stretto altre mani, io e Andrei ovviamente, Bloom se n'è ben guardato, passeggiando silenzioso fra le case. Non parlerebbe comunque il portoghese. Ci sono stati già altri racconti da fare, altre voci da far ri- suonare, ma sotto la tenda inizia a scendere il sonno. Bloom si accovaccia come suo solito da un lato. Non si copre molto, non crede che le zanzare lo infastidiranno. Sostiene che lui non parla portoghese, che se ne fanno le zanzare del suo sangue che non possono capire. Interessante teoria Bloom. Per il momento io continuo a tenermi il rosso. Anche adesso sotto la tenda. Il puntino che brucia è lo zampirone. Io alla teoria del sangue straniero non credo. Domani vedremo. di Lele I ritratti di Lele La notte della Bassa scelte che l’Amministrazione Comunale è riuscita a compiere nella volontà di riaprire i Nidi d’infanzia. Dopo una rapida riorganizzazione è stato possibile riaprire due Nidi d’Infanzia, collocati fuori dal centro storico, già dal 15 Giugno fino a fine Luglio. Nel mese di Agosto si è lavorato intensamente affinché l’avvio del nuovo anno educativo non subisse troppi cambiamenti, consapevoli del fatto che le famiglie, i bambini e il personale avrebbero avuto bisogno di ritornare al Nido a Settembre. Oggi siamo contenti di poter presentare la nuova organizzazione dei servizi comunali 0/3 che oltre ad alcune realtà consolidate vede l’apertura di nuove esperienze educative. A partire da lunedì 10 Settembre riprendono le attività i Nidi “Lo Scarabocchio” e “Centro Infanzia” che accolgono entrambi 60 bambini. Dal 17 settembre riapre il nido Le Nuvole che accoglierà 31 bambini e per la prima volta, in quella sede, verrà attivato il Centro per Bambini e Genitori in spazi dedicati. Sempre nella stessa data presso il nido “Centro Infanzia” che è stato oggetto di ampliamento, inizieranno la loro esperienza una sezione di bambini piccoli (6 – 12 mesi) ed una sezione part time di bambini tra i 12 e i 30 mesi. In modo particolare quest’ultima proposta educativa rappresenta un importante obiettivo raggiunto, un’ ulteriore sfida in una estate così difficile e faticosa. Con piacere e soddisfazione oggi possiamo dire di esserci riusciti. Trovi la strada, così come te l'hanno spiegata. Il suono della radio, con gli aggiornamenti, risuona come un mantra. È un sabato di giugno, il caldo punge più di sempre, almeno per te. Ti fermi nel parcheggio e controlli di aver preso tutto, saliva compresa. Entri nella palestra. Un luogo che ospita persone, che abitavano nelle zone terremotate, lo immaginavi proprio così. Il camice sembra più orgoglioso del solito, più pesante del solito. Ti immaginavi ancora prima di entrare quelle parete a vetrate aperte, per cercare di fare corrente. Una notte. Una notte intera. Così come sapevi che t'avrebbe rassicurato la vista dell'arancione della divisa della protezione civile, con cui hai avresti condiviso la caffeina, i sorrisi e gli sbadigli nascosti. Passeggiare di fianco quei letti, mentre tutti dormivano, mentre le ore si distendevano, sarebbe diventato via via più leggero. Ogni tanto uscivi per annusare l'aria. Da che hai memoria ricordi solo giornate importanti passate nella Bassa. numero 37 settembre 2012 La parola terremoto suonava diversa quella notte. Tutte le parole dette prima e dopo, ti sarebbero parse diverse. Ma non quelle di Maria. Allo scoccare della dodicesima ora, arrotolasti il camice, lo infilasti nello zaino e mentre ti dirigesti verso l'uscita, le ti fermò, prendendoti piano il polso. "Ricordati mò di sta nottata ragazzul. Che la gente che è nata in sti posti ha le mani. La casa l'abbiamo fatta in 10 anni, il sabato e la domenica, quando non facevamo gli operai, diventavamo muratori. Non abbiam bisogno che lor là si ricordino di noi. Abbiam bisogno che voi, che portate le braghe corte, vi ricordiate. Nueter abbiamo le mani e voi come noi. La crisi è quando smetti di usare le mani". Raffaele Montanarella Operatore del SAD Anziani di San Lazzaro di Savena La carica emotiva di un luogo, pulsa nella visione che il quadro stesso ci proietta. Nel quadro della bassa ci sono i filari netti, talmente vicini da semprare una coperta di lana grossa. La pianura si fa petto, quando scende a questa altezza. Nel quadro della bassa ci si può permettere di sedersi ad un tavolo qualunque. 31 numero 37 settembre 2012 lettere Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, queste lettere che ci hanno inviato i familiari dei nostri ospiti. Bologna, 23/07/2012 Gentilissima Fatma, ringrazio voi tutti per la sentita partecipazione e vicinanza. Sono certo che mia mamma negli ultimi mesi trascorsi al Parco del Navile abbia sentito l’affetto necessario e vissuto serenamente. Ancora grazie a tutti gli operatori, agli infermieri ed al personale medico e non, per quanto fatto. Con sincerità Massimo Ranieri I Granarolesi si complimentano con Barbara e tutto il suo staff per l’affetto dimostrato agli Ospiti della Casa Residenza di Granarolo Emilia e ai relativi Parenti, organizzando la “Tigellata serale” del 30/06/2012. Le parole di stima a voi rivolte certamente Vi ripagano dello sforzo profuso. 01/07/2012 Zacchini Gianni 32 numero 37 settembre 2012 33 numero 37 settembre 2012 altre realtà Fuorimoda Ospitiamo in questo numero un contributo di Fuorimoda, associazione che da tempo ha sposato l’alimentazione naturale. di Alice Colantonio e Gianluca Montante Corsi di cucina e degustazioni con la volontà di fare buona informazione come filo conduttore. A quattro passi dal Crescentone, in via Cesare Battisti 9, nasce, vive e cresce ogni giorno l’associazione Fuorimoda. A gestirla sono ormai da due anni Alessandro e Silvia, i soci fondatori. L’esperienza nasce dalla personale esigenza di cambiare stile di vita partendo da una diversa modalità di approccio all’alimentazione, ma si evolve immediatamente negli obiettivi e nelle aspirazioni dei due ragazzi. Fuorimoda, infatti, nasce come gruppo d’acquisto solidale di prodotti biologici, ma quasi subito allarga i propri orizzonti proponendo ai propri associati attività e iniziative grazie alle quali imparare a mangiare secondo un’alimentazione prevalentemente cruda o poco cotta, tralasciando i prodotti di derivazione animale. Quali sono nello specifico le attività di Fuorimoda? La mattina è riservata ai corsi di cucina 34 tenuti da persone che collaborano con l´associazione come Nancy Dong e Alice Savorelli (quest’ultima anche autrice di libri sul tema): cucina bolognese rivisitata e ricette tradizionali che non presentano affatto derivati animali (strano a pensarlo, ma ne esistono circa trenta). Il pomeriggio Luana Todisco si dedica in prima persona allo smistamento dei prodotti del gruppo solidale d’acquisto provenienti da tutto il territorio della provincia bolognese. La sera, invece, è il tempo delle degustazioni, ovvero un piccolo percorso che, due o tre volte a settimana a seconda dalle esigenze, comprende una parte di crudo (solitamente gli antipasti) e una parte di pietanze lavorate il meno possibile. Sempre tenendo ben presente davanti gli occhi l’obiettivo finale, l’importanza, cioè, di comprendere le reali motivazioni del perché sia preferibile per la propria salute mangiare alcuni cibi e non altri, o perché prepararli in un modo e non nell’altro. Tutte le attività sono riservate agli associati, che oggi sono circa cinquecento, e si svolgono anche la domenica per consentire a tutti di poter partecipare. Quali sono i progetti futuri? Tutti i progetti in cantieri sono finalizzati a fare informazione sul tema dell’alimentazione, da chi produce gli alimenti facendo vero biologico vero a chi lo consuma. Con la fotografa Chiara Tolmelli è in programma una mostra che raccolga le immagini dei contadini che coltivano correttamente la terra. Un'altra iniziativa, invece, si chiama Reroute de Future e coinvolge i ristoratori che sono invitati in associazioni per assaggiare ricette senza derivati animali da inserire nel proprio menù. Come si fa a saperne di più? Basta visitare il sito internet: www.indirizzipreziosi.it costantemente aggiornato con le iniziative in programma e con le ultime scoperte di Alessandro e Silvia. liber libero La rubrica dedicata ai suggerimenti di lettura è uno spazio a disposizione di tutti. Chiunque volesse scrivere un commento o un’impressione su un libro che si è apprezzato e che si vuol condividere con gli altri, può contattare la redazione allo 051 7419001 o scrivendo a [email protected] La banda degli invisibili Fabio Bartolomei Editore E/O di Laura Piana Angelo, Ettore, Osvaldo e Filippo hanno combattuto la tirannia fascista perché credevano in un paese migliore e ce l’hanno fatta. Ma il nostro,ora, è un paese che onora uomini come loro, partigiani che hanno vissuto la gioventù combattendo per la libertà e la democrazia? A ottant’anni passati si dovrebbe avere il diritto di pensare solo a trascorrere serenamente gli ultimi anni della propria vita ma Angelo, un ex partigiano che sopravvive con la pensione minima, che non riesce più a far valere i suoi diritti nemmeno con un impiegata del comune, che lotta quotidianamente contro una società che fa di tutto per farlo sentire inutile, decide di reagire. Insieme ai suoi più fidati amici, progetta di rapire l’uomo più potente del paese, Silvio Berlusconi, ed ottenere da lui quello che gli spetta di diritto. Lo sgangherato gruppo metterà a punto un piano incruento e geniale che trasforma la loro debolezza in una leva formidabile. Quelli che un tempo sono stati riconosciuti come eroi, ora non godono di nessuna considerazione, agli occhi dell’attuale società sono diventati invisibili e proprio questo consente loro di riuscire nel proprio intento. Il racconto di Fabio Bartolomei sa essere delicato, tenero, sensibile, talvolta amaro altre volte persino divertente. Ci offre una spietata analisi di ciò che è successo al nostro paese, dove il mito dell’esteriorità ha violentato la cultura e messo ai margini della società tutti coloro che non riescono a tenere il passo verso “l’unica” direzione accettata. Fra tutte, la condizione della terza età è sicuramente la più difficile. Ma questi vecchi non ci stanno ad essere invisibili: ai loro cari, a chi governa, a chi non comprende quanto ancora hanno da offrire, a chi risponde in modo cieco e superficiale ai loro bisogni. Questi anziani che spiegano a un giovane della vecchia sede del partito comunista locale, “che ha cambiato di nuovo denominazione”, come si fa politica, o che studiano le istruzioni per far funzionare il decoder del digitale terrestre e far concorrenza all’antennista di turno che approfitta dell’incompetenza degli anziani del quartiere; non fanno solo tenerezza, ma ci dicono quante energie sono dimenticate e umiliate. Parlare di vecchiaia non è semplice perché da qualunque parte lo si consideri è un tema a rischio. Per non ca- numero 37 settembre 2012 dere nel peloso pietismo o ne parli con grande competenza e serietà, oppure lo dissacri. Ed ecco che arriva la“grattugiata”di originalità: questo libro pur facendo leva su una cosa che ci smuove dentro, in modo più o meno pressante, riesce a commuovere e a divertire il lettore senza traumatizzarlo perché è sempre delicato, ma mai superficiale. 35 numero 37 settembre 2012 Convenzioni in favore dei soci Assicoop Sicura - Agente UNIPOL UGF assicurazioni - UGF Banca Convenzione assicurativa e bancaria per i soci CADIAI e familiari conviventi. Condizioni di miglior favore e di sconti sulle principali polizze (es: R.C. Auto, polizze per la persona, la famiglia e la casa, polizze vita e gestione del risparmio, Unisalute - piani di assistenza sanitaria) e sui prodotti e servizi bancari UGF Banca (conti correnti, mutui, prestiti personali). 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Teatro “Arena del Sole” di Bologna - 20% sui biglietti di ingresso così come previsto per tutti gli associati delle cooperative aderenti a Legacoop. Pillole verdi Evitiamo di acquistare le confezioni di insalata prelevata: “Nel 2004 ben 7,6 milioni di famiglie italiane hanno deciso di acquistare verdure pronte per il consumo. Dal punto di vista economico il mercato delle verdure in sacchetto ha sviluppato nel 2004 un fatturato di 107,8 milioni di euro con la commercializzazione di 12.700 tonnellate di prodotto. E cominciano a comparire anche vaschette di frutta già sbucciata e tagliata, pronta senza doversi ‘sporcare le mani’” (R. Cavallo "Meno 100 chili"). Non solo si producono nuovi rifiuti, ma è dimostrato che l’insalata confezionata ha una carica microbica molto più alta di quella fresca e si raccomanda comunque di lavarla, senza dunque quel presunto risparmio di tempo in virtù del quale dovrebbe essere acquistata. 36 numero 37 settembre 2012 Dono-Presto-Cerco lizzati e magari sollecitare la disponibilità a prestarli o donarli. La rete di CADIAI per mettere in contatto le persone e incrociare i loro bisogni. Come funziona? Chi vuole donare, prestare o cercare, fa la propria segnalazione ad uno dei seguenti referenti*, contattandoli direttamente presso i servizi in cui lavorano: • Cristina Anteghini, Monica Bernabiti, (Residenza per disabili “La Corte del Sole” di San Giovanni in Persiceto); • Lara Girotti e Laura Piana (Nido ”Gatto Talete” di Castel Maggiore); • Giulia Casarini (uffici della sede); • Roberta Meotti (Casa protetta “Torre di Galliera”); • Nada Milenkovic (Nido “Abba” di Bologna); • Giuseppina Reto (“Balenido” di Casalecchio). Il DONO-PRESTO-CERCO è una modalità di donazione e/o prestito, fra i soci e i dipendenti della cooperativa, di quegli oggetti che hanno per i singoli terminato la propria utilità. È prevista anche la possibilità di CHIEDERE (“cerco la tal cosa…, c’è qualcuno che ce l’ha?”), perché il bisogno di qualcuno può far ricordare ad altri di avere degli oggetti inuti- La vignetta di Alex Questa lista di persone è naturalmente aperta ad altre che vi si volessero aggregare. Le segnalazioni vengono esposte nelle bacheche dei servizi e riportate in una apposita pagina del sito www.cadiai.it Il DONO-PRESTO-CERCO è una rete informativa che mette in contatto le persone e le loro disponibilità ed esigenze. Non è prevista alcuna modalità di stoccaggio o deposito degli oggetti: le persone si accordano autonomamente per le consegne. Nati in CADIAI Congratulazioni alle neo mamme Elga Borsari Najat Bouziane Lara Casalboni Elena Cighir Karima El Hadiri Tania Genco Caterina Mastrosimone Esther Omodela Daniela Stagni Qui finisce l’avventura dei nostri amici alieni che abbiamo seguito per quasi due anni. Chi vuole suggerire nuove storie e nuove vignette può mettersi in contatto con la redazione e ogni proposta sarà presa in considerazione. Il 30 settembre Cadiai ha compiuto 38 anni! 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