GLI INCONTRO TECNICO-SCIENTIFICI protezione del territorio dai rischi naturali Componente 2, Azione 3 – Deliverable N 24 Partner responsabile del prodotto: CNR IBIMET PROGETTO RIVES PROTERINA-Due Il secondo passo nella protezione dei rischi naturali: gli investimenti sul territorio PO Italia-Francia “Marittimo” 2007-2013 P231. KIT MATERIALE INFORMATIVO DISTRIBUITO DURANTE Programma cofinanziato con il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale Programme cofinancé par le Fonds Européen de Développement Régional Programma cofinanziato con il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale Programme cofinancé par le Fonds Européen de Développement Régional Hanno collaborato Per CNR IBIMET: Grazia Pellizzaro, Bachisio Arca, Pierpaolo Duce Per Protezione Civile Regione Sardegna: Salvatore Cinus, Francesco Tola, Paolo Botti, Silvestro Frau, Sergio Carrus, Michele Chessa, Daniela Deidda, Maria Lucatorto. Per UNISS: Valentina Bacciu, Michele Salis. ! Sommario 1. Résumé ................................................................................................................................................... 2 2. Introduzione ........................................................................................................................................... 3 3. Locandine della tavola rotonda sulla comunicazione e gestione del rischio ambientale in lingua italiana e francese. .............................................................................................................................................. 4 4. Materiale di presentazione dei contenuti e delle finalità della tavola rotonda sulla comunicazione e gestione del rischio ambientale. .......................................................................................................................... 7 5. Attestato di partecipazione alla tavola rotonda sulla comunicazione e gestione del rischio ambientale. .............................................................................................................................................................. 10 6. Materiale relativo ai risultati degli incontri tecnico-scientifici sul rischio idrogeologico (distribuito in forma cartacea e su supporto magnetico). ........................................................................................................ 11! 1! www.proterina.eu! ! ! 1. Résumé Avec administrateurs et représentants des institutions, maires, chercheurs, journalistes et communicateurs scientifiques, on a parlé de la gestion et la communication des risques environnementaux et on a cherché occasions de discussion, de débat et d'analyse pour identifier les synergies et minimiser les risques de conflit qui pourrait surgir entre les différents acteurs agissant de fournir des informations au public. Pendant une table ronde une attention particulière a été accordée aux risques associés à la déformation, la simplification ou la dramatisation excessive de messages sur les événements avec un fort impact émotionnel et, plus généralement, le rôle des médias et le monde de la recherche sur la sensibilisation et l'éducation de la population. Enfin, les participants à plusieurs réunions organisé par la Protection Civil sur la prévention et gestion di risque idro-geologique ont discutée des méthodes de perception de ces questions par la population, sur la sensibilisation des citoyens et sur le rôle de la population dans la prévention des risques environnementaux. La documentation distribuèe lors de les événementes a été jointe à ce rapport. 2! www.proterina.eu! ! ! 2. Introduzione Nell’ambito della componente due “Comunicazione e diffusione dei risultati” l’azione 2.3 era finalizzata allo svolgimento di incontri tecnico scientifici con operatori della protezione civile, dipendenti pubblici e volontari, coinvolti nella prevenzione e gestione del rischio idrogeologico e degli incendi boschivi. Sono stati quindi organizzati due tipologie di eventi. Il primo evento consisteva in una tavola rotonda su “La comunicazione del rischio ambientale: strategie, sinergie e nuove sfide” che si è svolto il 27 maggio 2015 ad Alghero. Il secondo evento è stato invece più articolato, consisteva di 5 incontri sul territorio e ha visto il coinvolgimento attivo degli stakeholder dei 7 Comuni ricadenti nel bacino idrografico del fiume Flumendosa. Nel presente report si allega il materiale illustrativo distribuito durante gli eventi. . 3! www.proterina.eu! ! ! 3. Locandine della tavola rotonda sulla comunicazione e gestione del rischio ambientale in lingua italiana e francese. 4! www.proterina.eu! ! ! ! 5! www.proterina.eu! ! ! ! 6! www.proterina.eu! ! ! 4. Materiale di presentazione dei contenuti e delle finalità della tavola rotonda sulla comunicazione e gestione del rischio ambientale. 7! www.proterina.eu! ! ! 8! www.proterina.eu! ! ! 9! www.proterina.eu! ! ! 5. Attestato di partecipazione alla tavola rotonda sulla comunicazione e gestione del rischio ambientale. 10! www.proterina.eu! ! ! 6. Materiale relativo ai risultati degli incontri tecnico-scientifici sul rischio idrogeologico (distribuito in forma cartacea e su supporto magnetico). 11! www.proterina.eu! ! ! Il documento relativo ai risultati degli incontri tecnico-scientifici è disponibile come allegato al presente prodotto. 12! www.proterina.eu! ! Azioni di informazione e comunicazione destinate a otto Comuni del Bacino del Flumendosa Programma europeo Italia-Francia Marittimo Progetto “Il secondo passo nella protezione dai rischi naturali: gli investimenti sul territorio – PROTERINA-Due” CUP: B53D13000220007 C.I.G. Z3814A151B Output Fase 4 REPORT Report finale A cura della Protezione Civile Regione Sardegna PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione destinate a otto Comuni del Bacino del Flumendosa nell'ambito del Programma europeo ItaliaFrancia Marittimo Progetto “Il secondo passo nella protezione dai rischi naturali: gli investimenti sul territorio – PROTERINA-Due” CUP: B53D13000220007 C.I.G. Z3814A151B Output Fase 4 REPORT Report finale 2 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale Sommario SEZIONE 1 – IL PROGETTO E IL PERCORSO PARTECIPATO.......................................................... 5 1. Il Progetto PROTERINA-Due ............................................................................................................... 5 2. Il Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione .............................................. 6 2.1. L’approccio metodologico .............................................................................................................. 6 2.2. Le tecniche ....................................................................................................................................... 7 2.3. Il piano di lavoro .............................................................................................................................. 8 SEZIONE 2 - I RISULTATI .......................................................................................................................... 23 1. Il medio e basso Flumendosa: contesto socio-economico, ambientale e territoriale ................ 23 2. L’impianto organizzativo della Protezione Civile: il sistema regionale e il ruolo del Centro Funzionale Decentrato ............................................................................................................................. 25 3. Il sistema locale di Protezione Civile: scenario attuale e scenario auspicato ............................. 31 3.1. Lo scenario attuale e la Fase previsionale ................................................................................ 31 3.2. Lo scenario auspicato e la Fase di now casting, monitoraggio e sorveglianza ................... 33 4. La comunicazione del rischio: da un modello a un prodotto sperimentale.................................. 35 4.1. Gli elementi di base di un modello di comunicazione del rischio........................................... 35 4.2. I prodotti sperimentali di comunicazione ................................................................................... 36 5. Osservazioni finali: una logica di modello......................................................................................... 38 3 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale Il presente documento contiene il Report finale, presentato come output della Fase 4 _ La comunicazione per valorizzare le attività progettuali del Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione destinate a sette Comuni del Bacino del Flumendosa nell'ambito del Programma europeo Italia-Francia Marittimo Progetto “Il secondo passo nella protezione dai rischi naturali: gli investimenti sul territorio – PROTERINA-Due”. 4 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale SEZIONE 1 – IL PROGETTO E IL PERCORSO PARTECIPATO 1. Il Progetto PROTERINA-Due Il contesto all’interno del quale si è svolto il Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione è PROTERINA-Due, un progetto sulla prevenzione dei rischi idrogeologico e idraulico e da incendi boschivi finanziato dal programma Italia-Francia Marittimo nel ciclo di programmazione 2007-2013. I partner del progetto sono la Regione Sardegna Direzione Generale della Protezione Civile, la Fondazione Cima di Savona, la Regione Liguria, l'Università di Corsica, l'ARPAS-Dipartimento Meteoclimatico, l'Università di Sassari-Dipnet, il Consorzio Lamma Toscana e il CNR IBIMET di Sassari. Il progetto nasce dall'esperienza maturata nell'ambito di PROTERINA C, dal quale è emerso che un ruolo fondamentale nella prevenzione dei rischi è giocato dall’informazione, intesa come capacità di capire il territorio tramite un’adeguata rete di monitoraggio, come conoscenza dei processi che concorrono a determinare le condizioni di rischio sul territorio, come capacità di dialogo e scambio bi-direzionale tra enti e cittadinanza e, infine, come capitalizzazione e disseminazione di ogni nuova conoscenza acquisita. Le linee principali di investimento di PROTERINA-Due e gli obiettivi ad esse connesse sono due: 1. il potenziamento delle reti di osservazione e monitoraggio del rischio idrogeologico e del rischio incendi boschivi; 2. il miglioramento della condivisione delle informazioni tra gli enti istituzionali e il territorio, al fine ultimo di aumentare nei cittadini la consapevolezza del rischio e dei comportamenti da adottare a tutela della propria incolumità. Il primo obiettivo è stato conseguito dai partner regionali mediante l'acquisto di una configurazione software che supporta l'individuazione delle situazioni più critiche degli effetti a terra legati alle precipitazioni intense; l’acquisto di una licenza di un sistema di supporto alle decisioni che, sulla base dei dati sulle precipitazioni previste o misurate e delle informazioni ricevute da eventuali sistemi di telecontrollo, è in grado di modellare il sistema idrico in questione e di fornire utili elementi riguardo la pericolosità degli eventi in atto in un determinato territorio. 5 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale Il secondo obiettivo riguarda la diffusione e la condivisione delle informazioni tra i diversi soggetti istituzionali, regionali e locali, e tra questi ultimi e i cittadini. Il miglioramento del flusso di comunicazione tra Centro Funzionale Decentrato e Comuni riguarda in particolare le procedure della fase now casting meteo monitoraggio e sorveglianza che consentono un miglioramento sostanziale del funzionamento della catena di allertamento, anche grazie alla possibilità di un aggiornamento costante sull’andamento di un evento o sull’evoluzione della previsione. Tutto ciò incide in maniera positiva sulle capacità di intervento del sistema locale di protezione civile. In quest’ottica, un impatto diretto del progetto è la crescita della consapevolezza della necessità di un adeguamento puntuale dei Piani comunali di protezione civile. L’efficacia dell’intero processo è legata anche al miglioramento del flusso di comunicazione tra istituzioni locali e cittadini, al fine di favorire nelle comunità locali una maggiore consapevolezza del rischio e dei comportamenti da adottare a tutela della propria incolumità. Per raggiungere questo articolato obiettivo il partner regionale Direzione Generale della Protezione Civile ha attivato il Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione destinate ai sette Comuni del Bacino del Flumendosa, individuati come territorio pilota di sperimentazione (Escalaplano, Silius, Ballao, Armungia, Villasalto, San Vito, Villaputzu e Muravera), le cui attività sono descritte in questo report. 2. Il Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione 2.1. L’approccio metodologico Il Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione realizzato si è basato su due assunti principali. Il primo è che in ogni situazione di gestione del rischio occorra tener conto non solo degli aspetti oggettivi e più o meno direttamente “misurabili”, ma anche di aspetti soggettivi connessi alla diversa percezione del rischio che hanno gruppi o individui (il cittadino comune, per esempio, non percepisce i rischi nello stesso modo in cui li percepiscono gli esperti). Nel valutare la percezione del rischio, è bene considerare, infatti, che il comportamento dei singoli attori è legato alla percezione che hanno della probabilità di venire a contatto con l’evento, della sua gravità, del fatto che esso sia attribuito a cause naturali o a comportamenti umani. Questo determina negli studi sociali il passaggio dalla considerazione dei modelli quantitativi e dei saperi esperti come uniche fonti legittime di valutazione, all’inclusione progressiva di aspetti relativi alla percezione e all'accettabilità sociale dei rischi, dove l'informazione non fluisce più a senso unico, dagli esperti alla gente, e il suo contenuto non è più codificato in forma esclusivamente numerica, quanto in termini dinamici e relazionali. Il secondo è che i processi partecipativi di tipo inclusivo facilitano l’introduzione di nuovi modelli di 6 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale gestione del rischio in quanto presuppongono l’assunzione della dimensione soggettiva e il rafforzamento delle relazioni tra saperi “esperti” e saperi locali “contestualizzati”. L’inclusione dei portatori di interesse e l’attivazione di flussi di comunicazione di tipo bidirezionale si pongono in opposizione alle forme di intervento tecnico che prescindono dai saperi locali e risultano perfettamente contestualizzati con la finalità di rafforzare la relazione tra sapere esperto (centrale: CFD) e sapere diffuso (locale: istituzioni e altri soggetti locali). A partire da questi due assunti, gli strumenti metodologici utilizzati per il coinvolgimento, la partecipazione, l’interazione e la comunicazione sono stati scelti in rapporto al contesto e agli obiettivi specifici del progetto. Questo ha consentito di accrescere la conoscenza sulla catena di allertamento, sulle modalità mediante le quali essere sempre informati, sulle azioni da implementare a livello locale in fase previsionale e su quelle da attuare in corso di evento sulla base dei dati di monitoraggio e sorveglianza e, quindi, di fornire indicazioni per il miglioramento dello scambio di informazioni tra il Centro Funzionale Decentrato e le istituzioni locali. Il processo attivato ha consentito inoltre di sensibilizzare i Comuni all'adeguamento dei Piani comunali di protezione civile in funzione degli esiti del progetto e intervenire sulle modalità attraverso le quali favorire una maggiore consapevolezza del rischio idraulico e idrogeologico nell’area interessata e conoscenza dei comportamenti da attuare a tutela della propria incolumità. Gli attori coinvolti nel processo, in maniera più o meno diretta, sono stati: - pubblici - Direzione Generale della Protezione Civile della Regione Autonoma della Sardegna, Agenzia Regionale di Protezione dell’Ambiente ARPAS, Agenzia del Distretto idrografico regionale ADIS, Ente acque della Sardegna ENAS, Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, Vigili del Fuoco, Comuni, Ente Foreste della Sardegna; - del terzo settore - Associazioni di volontariato di Protezione Civile e antincendio, Compagnie Barracellari; - privati - operatori di tutti i settori economici e comunità locali in generale. L’eterogeneità degli attori coinvolti ha fatto emergere all’interno del processo partecipativo i diversi punti di vista in campo, le criticità e le conoscenze specifiche che possono essere utili per la costruzione di un percorso condiviso in termini sperimentali, ma realmente concretizzabile al fine di migliorare la gestione del rischio. 2.2. Le tecniche Gli strumenti e le tecniche utilizzate nel percorso partecipativo sono state scelte, tra quelle proposte in sede di offerta tecnica, di concerto con il soggetto committente. 7 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale La tecnica individuata per la conduzione degli incontri è stata EASW, che si caratterizza per il lavoro su scenari, ovvero storie alternative di come il contesto esterno potrebbe trasformarsi nel futuro. Per arrivare agli scenari si parte dalle visioni future, proiezioni fatte dai partecipanti rispetto alle loro esperienze e competenze. In una prima fase si fa riferimento allo scenario attuale, ovvero si focalizza la discussione sul che cosa avviene oggi. I partecipanti definiscono lo scenario attuale in base alla percezione dei fattori di successo o di insuccesso, delle risorse presenti o mancanti e delle informazioni presenti o assenti. In una seconda fase i partecipanti sono invitati a riflettere su uno scenario auspicato a partire da due punti. Il primo relativo a come il sistema locale è in grado di interagire con la fase di Now casting, monitoraggio e sorveglianza, cioè quali interventi e azioni possano essere verosimilmente attivate a livello locale. Il secondo relativo alla forma e ai contenuti della comunicazione tra CFD e istituzioni locali. Nell’analisi per scenari, pertanto, i partecipanti elaborano idee e proposte per raggiungere le visioni e gli obiettivi identificati, guidati da domande quali: 1. Che cosa si può fare già oggi per contribuire alla realizzazione dello scenario positivo? 2. Quali interventi/azioni sono necessarie (come)? 3. Chi può realizzare questi interventi e chi può assumersi la responsabilità di promuovere la loro realizzazione? 4. Con quali risorse/mezzi si potranno realizzare? In occasione degli incontri sono state utilizzate inoltre tecniche di visualizzazione della comunicazione di gruppo attraverso l’elaborazione di mappe visuali. Si tratta di strumenti di comunicazione semplici e diretti, finalizzati alla gestione e all’organizzazione delle informazioni che emergono durante la discussione del gruppo di stakeholder. 2.3. Il piano di lavoro Il piano di lavoro realizzato si compone di quattro fasi. Fase 1 - Analisi desk dell’area interessata: attività in back office di analisi dell'area interessata, con particolare riguardo alla vulnerabilità del territorio ed a come il rischio idraulico/idrogeologico concernente il fiume Flumendosa sia affrontato nei Comuni coinvolti. Fase 2 - Progettazione del percorso partecipato: progettazione del percorso partecipativo, in termini operativi e logistici, attraverso riunioni di coordinamento, predisposizione di una proposta esecutiva, mappatura degli stakeholder, predisposizione di un indirizzario e definizione del calendario degli incontri. 8 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale Fase 3 - Gli incontri sul territorio: 5 incontri sul territorio che hanno coinvolto stakeholder rilevanti facenti parte dei 7 Comuni ricadenti nel bacino idrografico del fiume Flumendosa. Fase 4 - La comunicazione per valorizzare le attività progettuali: predisposizione di elaborati di progetto, report e altri prodotti di comunicazione sui risultati scaturiti dal percorso partecipativo, utili anche per valorizzare le attività progettuali. Di seguito uno schema analitico del Piano di lavoro come da offerta tecnica. LE FASI Fase 1 _ Analisi desk L’analisi desk consente di sistematizzare documenti, piani, programmi e dell’area interessata informazioni già disponibili e individuare ulteriori approfondimenti documentali utili in riferimento allo specifico oggetto per delineare le condizioni di contesto, raccogliere in modo sistematico informazioni riguardanti le componenti del sistema socio-ambientale più immediate. L’analisi del contesto sociale e ambientale avviene attraverso la documentazione di tipo istituzionale disponibile e quella in genere fornita dal soggetto committente. La Fase 1 del progetto consiste nell’analisi dell'area interessata, con particolare riguardo alla vulnerabilità del territorio ed a come il rischio idraulico/idrogeologico concernente il fiume Flumendosa sia affrontato nei Comuni coinvolti. L’attività, in back office, si sviluppa nelle seguenti azioni: A. riunione di coordinamento tra il gruppo di lavoro dedicato “Servizio di supporto” e il Servizio Previsione e prevenzione rischi della Direzione generale della Protezione civile della RAS per definire: - lo stato dell’arte del progetto Proterina Due; - la mappatura dei ruoli e delle funzioni dei vari soggetti coinvolti; - l’individuazione dei documenti da richiedere ai fini dell’analisi; B. raccolta delle informazioni avvalendosi delle fonti primarie istituzionali disponibili, quali: - i Piani Comunali di Protezione Civile dei comuni di: San Vito, Ballao, Muravera, Villaputzu, Armungia, Villasalto, Silius ed Escalaplano; 9 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale LE FASI - i dati e le analisi territoriali di vulnerabilità disponibili sui siti istituzionali dell'ARPAS, dell'Agenzia del Distretto idrografico regionale (ADIS) e dell’Ente acque della Sardegna (ENAS); - ulteriori approfondimenti a partire da documenti e analisi esistenti già in possesso del soggetto committente; C. studio, analisi e messa a sistema delle informazioni documentali reperite; D. redazione report. OUTPUT _ Report di analisi dell’area interessata con un approfondimento in relazione alla vulnerabilità del territorio e alle modalità di gestione del rischio idraulico/idrogeologico concernente il fiume Flumendosa. Fase 2 _ La Fase 2 consiste nel progettare il percorso partecipativo in termini Progettazione del operativi e logistici. percorso L’attività prevede le seguenti azioni: partecipativo A. riunione di coordinamento tra il gruppo di lavoro dedicato “Servizio di supporto” e il Servizio Previsione e prevenzione rischi della Direzione generale della Protezione civile della RAS per definire: - il piano esecutivo del percorso partecipativo, a partire dalle metodiche, dalle tecniche e dagli strumenti illustrati al punto 3.2. del presente Piano di lavoro, ma andando incontro a eventuali esigenze operative emerse in corso di esecuzione. Anche attraverso il confronto con il soggetto committente, saranno individuate le tecniche e gli strumenti più opportuni da utilizzare ai fini di perseguire gli obiettivi del progetto (rafforzamento dei rapporti e dei flussi comunicativi tra Centro Funzionale Decentrato, istituzioni locali e cittadinanza), a partire dalla verifica delle condizioni locali (disponibilità delle amministrazioni coinvolte, situazioni di emergenza di protezione civile connesse principalmente al rischio incendi e altro); 10 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale LE FASI - l’aggiornamento e la pianificazione operativa dei tempi di svolgimento di ciascuna delle attività; - la mappatura dei ruoli e delle funzioni dei vari soggetti coinvolti. B. predisposizione della proposta esecutiva di percorso partecipativo; C. mappatura dinamica e progressiva degli stakeholders, ovvero dei principali soggetti e portatori di interesse da coinvolgere nel percorso di partecipazione (amministratori locali, tecnici comunali, organizzazioni di volontariato e di protezione civile e altri eventuali attori coinvolti nel sistema di allertamento della protezione civile); D. predisposizione di un indirizzario contenente i dati utili al coinvolgimento (mail, indirizzo, telefono, fax); E. definizione del calendario degli incontri sul territorio relativi alla fase successiva e della relativa logistica. OUTPUT _ Report di pianificazione esecutiva del percorso partecipativo Fase 3 _ Gli incontri La Fase 3 si articola in n. 5 incontri sul territorio che coinvolgeranno sul territorio stakeholders rilevanti facenti parte degli 8 Comuni ricadenti nel bacino idrografico del fiume Flumendosa. Gli stakeholders coinvolti saranno in particolare amministratori locali, tecnici comunali, organizzazioni di volontariato e di Protezione civile, altri eventuali attori coinvolti nel sistema di allertamento della protezione civile individuati nell’attività di mappatura della precedente fase. Il percorso partecipativo attivato tramite gli incontri sul territorio, gestiti e condotti con le metodiche, le tecniche e gli strumenti illustrati al punto 3.2. del presente Piano di lavoro, o altri strumenti che rispondano a eventuali esigenze operative emerse in corso di esecuzione, è comunque strutturato per consentire: - all’Amministrazione regionale di fornire informazioni sul ruolo del Centro Funzionale Decentrato nell'ambito del sistema di allertamento regionale; - sempre all’Amministrazione Regionale di fornire informazioni sul 11 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale LE FASI funzionamento dei software acquisiti con il progetto ProterinaDue per migliorare la sicurezza nei Comuni dell'area pilota; - ai Comuni di fornire elementi sulle modalità di messa in pratica delle azioni previste nel Piano di Protezione civile; - al progetto di definire un metodo mediante il quale comunicare con tempestività al territorio situazioni di criticità individuate anche mediante l'ausilio dei software acquisiti. INFORMARE _ Presentazione del progetto _ 1 incontro sul territorio Il primo incontro si pone la finalità di informare gli stakeholders individuati sulle finalità del progetto e sulle attività che verranno portate avanti nel territorio campione. Si procederà pertanto a: - presentare il Progetto Proterina-Due, i Partner, le finalità e le azioni messe in campo; - presentare nel dettaglio le attività portate avanti dai partner regionali del Progetto; - esporre le competenze e i compiti del CFD; - evidenziare le potenzialità degli strumenti di modellazione; - presentare il percorso partecipativo. L’incontro sarà organizzato presso la sede di uno dei Comuni ricadenti nel bacino idrografico del fiume Flumendosa e coinvolgerà gli stakeholders individuati e mappati nella Fase 2. RENDERE CONSAPEVOLI _ Open forum _ 3 incontri sul territorio I tre incontri sul territorio saranno realizzati secondo una formula “open forum”, con l’obiettivo di elaborare con i partecipanti una visione integrata sia del modello che regola il flusso di comunicazione tra CFD e istituzioni locali, sia della proposta comunicativa per le comunità locali. La formula open forum consente infatti di integrare, ampliare e rimodulare i modelli iniziali predisposti grazie al contributo dei partecipanti. I 3 open forum, organizzati in alcuni degli otto comuni del territorio interessato, coinvolgeranno gli stakeholders mappati nella Fase 2. In occasione degli open forum si procederà a: - elaborare una proposta sperimentale e un modello condiviso 12 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale LE FASI che regoli il flusso di comunicazione tra le istituzioni interessate sul sistema di allertamento; - elaborare una proposta comunicativa (cartina, mappa visuale, infografica) adatta al fine di aumentare nei cittadini la consapevolezza del rischio idrogeologico e la conoscenza dei comportamenti da adottare in fase di emergenza a tutela della propria incolumità. Lo strumento metodologico specifico da adottare in occasione degli open forum sarà definito insieme al soggetto committente, a partire dalle proposte presentate nel presente piano di lavoro (focus group, EASW o altri strumenti sulla base delle esigenze) e in accordo a quanto previsto nella “Fase 2 _ Progettazione del percorso partecipativo”. CONDIVIDERE _ Chiusura del progetto _ 1 incontro sul territorio In occasione dell’incontro finale sarà presentata la proposta sperimentale emersa in occasione degli open forum. L’incontro di chiusura del progetto rappresenterà l’occasione per restituire in maniera puntuale tutti i risultati delle attività realizzate sul territorio, in particolare: - presentazione del percorso sperimentale svolto nel territorio degli 8 Comuni del Bacino del Flumendosa; - presentazione del modello di regolazione del flusso di comunicazione tra CFD e istituzioni locali del sistema del Flumendosa, elaborato e condiviso con gli stakeholders coinvolti nel percorso partecipativo; - presentazione del modello comunicativo, elaborato e condiviso con gli stakeholders coinvolti nel percorso partecipativo, per aumentare la consapevolezza delle comunità locali dell’esposizione al rischio idrogeologico nelle aree campione e consentire una maggiore conoscenza dei comportamenti da adottare in caso di emergenza; - presentazione dei prodotti sperimentali di comunicazione; - presentazione delle azioni future da intraprendere a livello comunale per implementare gli obiettivi del progetto; - riflessioni finali sul progetto e sulle potenziali ricadute nelle attività future: la prevenzione del rischio idrogeologico, la 13 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale LE FASI gestione dell’emergenza e la comunicazione del rischio. L’attività si rivolge alle istituzioni locali e regionali, ai tecnici comunali, alle organizzazioni di volontariato e di protezione civile, ad altri eventuali attori coinvolti nel sistema di allertamento della protezione civile individuati nell’attività di mappatura della precedente fase e sarà aperto al contributo di tutti i soggetti interessati. In ogni caso saranno invitati a partecipare tutti gli stakeholders che, a vario titolo, hanno contribuito alla produzione dei risultati. Azioni comuni a tutti gli incontri Le Attività per la realizzazione degli incontri sul territorio previsti nel percorso partecipativo sono così schematizzabili: - stesura del programma, dei contenuti e individuazione dei relatori - attività logistica (ricerca della sala, contatti con i referenti comunali) - supporto all’elaborazione dell’invito digitale da trasmettere mediante posta elettronica a cura del soggetto committente; - invio dell’invito digitale agli stakeholders, a cura del soggetto committente; - preparazione delle slide di presentazione; - predisposizione del materiale e dei kit per la realizzazione degli open forum; - eventuale re-call telefonico ai soggetti invitati (a cura del soggetto committente); - predisposizione del foglio per la raccolta delle firme dei partecipanti; - organizzazione di un desk accoglienza per la registrazione partecipanti, la distribuzione del materiale e per fornire le informazioni relative alla giornata; - predisposizione della strumentazione di lavoro necessaria (pc, videoproiettore, supporti per la scrittura, riprese fotografiche). OUTPUT _ Report sul percorso partecipativo Fase 4 _ La La Fase 4 prevede la predisposizione di elaborati di progetto, report e comunicazione per altri prodotti di comunicazione sui risultati scaturiti dal percorso 14 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale LE FASI valorizzare le attività partecipativo, utili anche per valorizzare le attività progettuali. progettuali Di seguito sono descritti gli ulteriori elaborati - oltre quelli già indicati come output delle fasi 1, 2 e 3 - che verranno prodotti nell’ambito del servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione. A. Report finale: elaborazione di un report finale con tutte le attività svolte e i risultati conseguiti. B. Infografica: elaborazione di n. 1 infografica sui comportamenti adeguati che comunità e cittadini devono adottare ai fini della propria incolumità in situazioni di emergenza legate al rischio idrogeologico. Il servizio prevede l'ideazione grafica e lo sviluppo dell’impaginazione per i diversi formati di stampa, la generazione del pdf editabili, i font allegati e le immagini in alta risoluzione. Dovranno essere espletati una serie di controlli tecnici finali in collaborazione con il soggetto Committente per un confronto sui contenuti e le eventuali modifiche degli elaborati. C. Mappa dei comportamenti: elaborazione di una mappa del rischio per diffondere una maggiore consapevolezza nelle comunità locali e la conoscenza dei comportamenti da adottare a tutela della propria incolumità. La mappa sarà a colori in doppia facciata: Lato A: mappa territoriale dove si evincono alcuni elementi di rischio idrogeologico potenziale; Lato B: i comportamenti da adottare in fase di emergenza. OUTPUT _ 1. Report finale _ 2. Infografica _ 3. Mappa dei comportamenti 15 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale Di seguito il cronoprogramma delle attività come da offerta tecnica. 2015 Fasi Fase 1 _ Analisi desk dell’area interessata Attività giugno luglio 2° set 3° set 4° set 1° set 2° set 3° set 4° set gg/ uomo A. Riunione di coordinamento 1 B. Raccolta informazioni da fonti primarie istituzionali 2 C. Studio, analisi e messa a sistema dei documenti D. Redazione report 4 A. Riunione di coordinamento Fase 2 _ Progettazione del percorso partecipativo 1 B. Predisposizione esecutiva del percorso partecipativo C. Mappatura dei principali portatori di interesse D. Predisposizione indirizzario 1 E. Definizione tempi e logistica Fase 3 _ Gli incontri sul territorio Fase 4 _ La comunicazione per valorizzare le attività progettuali F. Redazione report 1 A. Incontro di presentazione del progetto 1 B. Primo Open Forum 1 C. Secondo Open Forum 1 D. Terzo Open Forum 1 E. Incontro finale 1 F. Redazione report 1 A. Report finale 1 B. Infografica 4 C. Mappa dei comportamenti 2 2.3.1. L’articolazione dei cinque incontri sul territorio Il fulcro del Servizio è la Fase 3 - Gli incontri sul territorio, che è stata articolata in 5 incontri sul territorio e ha visto il coinvolgimento attivo degli stakeholder dei 7 Comuni ricadenti nel bacino idrografico del fiume Flumendosa. Gli stakeholder coinvolti sono stati in particolare amministratori locali, tecnici comunali, organizzazioni di volontariato e di Protezione civile. Il primo incontro di presentazione del progetto si è svolto venerdì 3 luglio 2015 a Muravera, nella sala consiliare del Comune con l’obiettivo di informare gli stakeholder di tutto il territorio sulle finalità di PROTERINA-Due e sulle attività che il progetto porta avanti nel territorio campione. 1- INFORMARE incontro di presentazione – Muravera, 3 luglio 2015 16 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale I referenti della Direzione Generale della Protezione Civile della Regione Sardegna hanno presentato il contesto di intervento di PROTERINA-Due. Paolo Botti, Direttore del Servizio Previsione rischi e dei sistemi informativi, infrastrutture e reti, ha presentato il nuovo sistema regionale di Protezione Civile e competenze, compiti e attività (di previsione, monitoraggio e sorveglianza) del Centro Funzionale Decentrato. Salvatore Cinus, funzionario dello stesso settore, ha illustrato nel dettaglio il Progetto PROTERINA-Due, i partner, le finalità e le azioni messe in campo. A seguire, il Manuale operativo delle allerte ai fini di protezione civile e il Sistema informativo di Protezione Civile regionale Zero GIS, presentati rispettivamente da Michele Chessa e Silvestro Frau, funzionari del Servizio pianificazione e gestione delle emergenze. In chiusura dell’incontro, Stefano Carboni, consulente per il Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione di PROTERINA-Due, ha illustrato l’intero percorso partecipativo progettato per il territorio del medio e basso Flumendosa. L’intervento ha presentato nel dettaglio i tre incontri partecipativi open forum e dell’incontro di chiusura. I tre incontri open forum avevano la finalità di discutere ed elaborare, insieme ai rappresentanti del sistema locale di protezione civile, una proposta sperimentale e un modello condiviso che regoli il flusso di comunicazione tra le istituzioni interessate sul sistema di allertamento e una proposta comunicativa finalizzata ad aumentare nei cittadini la consapevolezza del rischio idrogeologico e la conoscenza dei comportamenti da adottare in fase di emergenza a tutela della propria incolumità. I primi due incontri si sono svolti mercoledì 15 luglio a Ballao, con gli stakeholder dei comuni del medio Flumendosa, Armungia, Ballao, Escalaplano e Villasalto, e giovedì 16 luglio a Villaputzu, con quelli del basso Flumendosa, Muravera, San Vito e Villaputzu. Entrambi gli incontri hanno riguardato l’elaborazione di una proposta sperimentale e un modello condiviso che regoli il flusso di comunicazione tra le istituzioni interessate sul sistema di allertamento. 2 - RENDERE CONSAPEVOLI open forum 1 - Ballao, 15 luglio 2015 17 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale Le due giornate iniziano con i saluti del sindaco del Comune ospitante e una breve introduzione ai lavori di Paolo Botti. A seguire prende la parola Stefano Carboni che presenta la metodologia degli incontri e i contenuti. Prima di tutto il facilitatore, attraverso l’utilizzo di mappe visuali, richiama quanto già illustrato in occasione del primo incontro in merito al funzionamento del Sistema regionale di Protezione Civile e alle tre principali innovazioni apportate: il Manuale operativo delle allerte ai fini di protezione civile, l’istituzione del Centro Funzionale Decentrato della Regione Sardegna e la creazione del Sistema informativo di Protezione Civile regionale Zero GIS. Si prosegue con la descrizione delle macro categorie di funzioni svolte dal Sistema regionale di Protezione Civile (prevenzione, previsione, soccorso e superamento dell’emergenza); l’articolazione delle strutture coinvolte in base ai diversi compiti (istituzioni regionali competenti, soggetti istituzionali con compiti di coordinamento e strutture operative) e un focus sulle attività di presidio territoriale, sul sistema Zero GIS, sulle organizzazioni di volontariato e sul principio di sussidiarietà che regola i livelli di intervento. Questa prima analisi si chiude con un approfondimento sull’importanza di un’attenta pianificazione comunale in grado di ricomprendere la complessità del sistema in esame. 3 - RENDERE CONSAPEVOLI open forum 2 - Villaputzu, 16 luglio 2015 I lavori proseguono con la descrizione puntuale delle funzioni attualmente svolte in Fase previsionale dal Centro Funzionale Decentrato e di quelle che si appresta a svolgere in Fase di Now casting meteo, monitoraggio e sorveglianza, anche a seguito degli esiti del percorso partecipativo attivato. Si entra quindi nella fase più operativa dell’incontro, con il facilitatore che focalizza la discussione sullo scenario attuale, attraverso un’analisi di come il sistema di protezione civile agisce oggi in Fase previsionale e di “che cosa funziona” e “che cosa non funziona”. I partecipanti definiscono lo scenario attuale in base alla percezione dei fattori di successo o di insuccesso, delle risorse presenti o mancanti e delle informazioni presenti o assenti. Si passa poi a 18 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale un’analisi di dettaglio sull’utilità e la chiarezza dei contenuti degli strumenti che oggi regolano i flussi di comunicazione tra Centro Funzionale Decentrato (tramite la Sala Operativa Regionale Integrata, SORI), Enti locali e altri soggetti territoriali: Bollettino di Vigilanza Meteorologica Regionale, Avviso di Avverse Condizioni Meteorologiche, Bollettino di criticità Regionale e Avviso di Criticità Idrogeologica e/o Idraulica. L’ultima parte dell’incontro è dedicata alla definizione dello scenario auspicato. In questo caso i partecipanti sono invitati a riflettere su due punti. Il primo relativo a come il sistema locale è in grado di interagire con le possibilità offerte dai nuovi sistemi attivati dalla Protezione Civile relativi alla fase di Now casting, monitoraggio e sorveglianza: quali interventi e azioni possano essere verosimilmente attivate a livello locale, da chi e con quali mezzi e risorse. Il secondo relativo alla forma e ai contenuti della comunicazione tra CFD e istituzioni locali del sistema del Flumendosa, con un confronto su: quali informazioni siano necessarie ai Comuni per poter affrontare nel migliore dei modi le possibili emergenze (rimodulazione dei livelli-soglia, ridefinizione dei punti di monitoraggio); con quanto anticipo debbano ricevere le informazioni da parte di CFD/SORI per avere il tempo di organizzare il presidio locale e gli eventuali interventi; in quale forma debbano pervenire le comunicazioni (e-mail, bollettini, SMS, fax, sito internet etc). Il terzo incontro open forum si è svolto mercoledì 22 luglio 2015 a San Vito (Aula consiliare) con gli stakeholder di tutti i comuni del medio e basso Flumendosa per l’elaborazione di uno strumento di comunicazione del rischio idraulico e idrogeologico rivolto ai cittadini. La conduzione della sessione partecipativa, con l’ausilio di una mappa visuale, ha consentito ai partecipanti di definire alcuni degli elementi di base per la predisposizione di un piano di comunicazione del rischio, partendo da stimoli come: cosa si comunica?; chi comunica, a chi?; come?; quando?; dove? 4 - RENDERE CONSAPEVOLI open forum 3 - San Vito, 22 luglio 2015 19 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale Anche alla luce degli elementi emersi dal confronto, a seguire Giulia Antinori e Massimo Congiu, consulenti del Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione di PROTERINADue, presentano l’infografica FLUMENDOCA, elaborata come esempio di comunicazione per informare la comunità sui comportamenti adeguati da adottare ai fini della propria incolumità in situazioni di emergenza legate al rischio idraulico e idrogeologico. A seguire l’analisi dell’infografica e le proposte di modifica da parte dei partecipanti. L’incontro finale si è svolto mercoledì 29 luglio a Muravera (Aula consiliare) con tutti gli stakeholder del territorio che, a vario titolo, hanno contribuito alla produzione dei risultati. L’incontro è stata occasione per la restituzione puntuale di tutti i risultati delle attività realizzate sul territorio. Il facilitatore ha ripercorso l’attività partecipativa realizzata nei 7 comuni del Bacino del Flumendosa presentando nel dettaglio: i contenuti emersi dagli open forum in relazione allo scenario attuale Fase previsionale e allo scenario auspicato Fase now casting, monitoraggio e sorveglianza; gli elementi di base di un modello di comunicazione del rischio emersi nella discussione e i prodotti sperimentali di comunicazione elaborati. A seguito della presentazione dei risultati i partecipanti hanno espresso un giudizio sul percorso realizzato e si sono espressi in merito alle azioni future da intraprendere a livello comunale per cercare raggiungere gli obiettivi del progetto. Paolo Botti ha chiuso i lavori sottolineando le potenziali ricadute del progetto sulle attività future per la prevenzione del rischio idrogeologico, la gestione dell’emergenza e la comunicazione del rischio. 2 - CONDIVIDERE Incontro di chiusura - Muravera, 29 luglio 2015 20 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale Tabella 1 – Gli stakeholder coinvolti nel percorso partecipativo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 Nome Cognome Organizzazione Paolo Giulia Davide Paolo Maria Elena Giacomo Stefano Sergio Carluccio Piero Michele Salvatore Roberto Massimo Ignazio G. Nicola Pierpaola Severino Tranquillo Daniela Carlo Silvestro Marco Michele Giovanni Luigi Cristian Maria Clarissa Noemi Orlando Leonella Mario Marco Maria Gabriella Sandra Alessandro Marco Sandro Francesco Massimiliano Giambattista Marco Alterio Antinori Atzeni Botti Cabboi Cannas Carboni Carrus Castiglia Cau Chessa Cinus Congia Congiu Corona Cotza Cubeddu Cubeddu Cubeddu Deidda Dessy Frau Lampis Lavra Lai Loi Lucatorto Magai Manca Marcis Melis Melis Meloni Meloni Mudu Muller Mura Murtas Nasir Nibbio Novella Olla Comune di Muravera Consulente - RAS Protezione Civile Comune di Villasalto RAS Protezione Civile Comune di San Vito Unione Comuni Gerrei Consulente - RAS Protezione Civile RAS Protezione Civile ARPAS ARPAS RAS Direzione Generale Protezione Civile RAS Protezione Civile RAS Genio Civile Consulente - RAS Protezione Civile Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale AVRA Villasalto P.A. Croce Verde Escalaplano Comune di Ballao Assocazione Giovani Volontari RAS Protezione Civile ARPAS Protezione Civile Comune di Escalaplano Comune di Villasalto Comune di San Vito Comune di Villaputzu RAS Protezione Civile Comune di Villaputzu Comune di Muravera Comune di Ballao A.V.P.C. Sarrabus-Gerrei A.V.O.C.C. Corpo Forestale Comune di San Vito Corpo Forestale ProCiv Augustus Comune di Escalaplano ProCiv Augustus ARPAS Comune di Muravera RAS Genio Civile Comune di Villasalto 21 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 Pietro Paolo Denise Tullio Natale Sandro Alessandro Giancarlo Ennio Antonio Claudio Maria Sabrina Massimo Sandra Rita Francesco Luigi Orrù Piras Piras Porcu Porcu Porru Prasciolu Quaresima Quartu Secci Serpau Serra Spano Tola Tuveri Comune di Muravera Comune di Villaputzu Unione Comuni Gerrei A.V.P.C. Sarrabus-Gerrei Comune di Villaputzu Unione Comuni Gerrei Polizia Locale Unione Comuni Gerrei Polizia Locale A.V.O.C.C. Comune di Armungia RAS Genio Civile Comune di Ballao Assocazione Giovani Volontari Ballao P.A. Croce Verde Escalaplano RAS Protezione Civile Corpo Forestale 22 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale SEZIONE 2 - I RISULTATI 1. Il medio e basso Flumendosa: contesto socio-economico, ambientale e territoriale Il territorio del bacino idrografico del fiume Flumendosa ricadente nelle zone storiche del Gerrei e del Sarrabus, fa capo ai comuni di Armungia, Ballao, Escalaplano, Muravera, San Vito, Villaputzu, Villasalto, tutti in provincia di Cagliari. 23 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale Il bacino idrografico ha una superficie di circa 1.800 kmq e la popolazione dei comuni interessati arriva a quasi 20 mila abitanti. Forti però le differenze da comune a comune. Si va infatti dagli oltre 5 mila abitanti di Muravera, con una densità di 56,54 abitanti per kmq, ai nemmeno 500 abitanti di Armungia, con una densità di appena 8,9 abitanti per kmq. Dal punto di vista demografico, il territorio è caratterizzato da problematiche comuni, legate a un progressivo spopolamento e invecchiamento della popolazione e conseguente debolezza del tessuto produttivo. L’intero territorio si caratterizza per il carattere rurale e una forte vocazione agricola e pastorale. L’economia del territorio è infatti attualmente centrata soprattutto sul settore primario, sulla trasformazione delle produzioni agricole e sull’artigianato tradizionale e tipico. Dal punto di vista idrografico, il Flumendosa è il corso d'acqua di maggiore importanza in Sardegna per la complessità e la dimensione del sistema di utilizzazione della risorsa idrica. Il fiume è regolato da un sistema di invasi di grandi capacità per usi multipli. Il fiume Flumendosa nasce dal massiccio del Gennargentu e, dopo aver attraversato il lago medio che porta il suo nome, prosegue nel Gerrei, il cui territorio è caratterizzato da una serie di altopiani e profonde valli con una rigogliosa macchia mediterranea, e continua poi nel Sarrabus, con il comprensorio carsico di Villaputzu, nei cui pressi sorgono anche le miniere calcaree di Gibbas e 24 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale S'Acqua Arrubia. L'area del Sarrabus-Gerrei, con i suoi giacimenti, fa parte dell'importante Parco Geominerario della Sardegna e rappresenta la porta del territorio sul mare. L’asta fluviale del basso Flumendosa rappresenta un elemento aggregante per il territorio. Seguendo l'asse principale del Flumendosa è possibile individuare una serie di aspetti paesaggistici fra di loro piuttosto differenziati. Partendo a ritroso dai tipici ecosistemi lagunari e sabbiosi propri delle aree costiere del Sarrabus e risalendo verso il Gerrei, si osservano aspetti ambientali alquanto eterogenei, legati alle differenti condizioni climatiche. L'economia delle popolazioni rivierasche, storicamente molto legata al corso d'acqua, ruota attorno a questo multifunzionale corridoio di scambi. L’analisi dell’area interessata può essere fatta attraverso i contenuti di alcuni dei documenti che compongono il quadro di pianificazione regionale in materia di ambiente e pericolosità idrogeologica: - Piano Paesaggistico Regionale (PPR); - Piano di Assetto Idrogeologico (PAI); - Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (PSFF); - Piano di gestione del distretto idrografico; - Piano stralcio di bacino regionale per l’utilizzo delle risorse idriche; - Piano di tutela delle acque; - Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA); - Manuale operativo delle allerte ai fini di protezione civile. Il Report 1 - Analisi dell'area interessata contiene una descrizione analitica del contesto di riferimento a partire dai sopracitati documenti di pianificazione regionale. 2. L’impianto organizzativo della Protezione Civile: il sistema regionale e il ruolo del Centro Funzionale Decentrato La Protezione civile è intesa come un insieme di attività svolte in maniera coordinata da un insieme di soggetti diversi, nel rispetto delle proprie competenze (politica integrata nelle competenze e nelle attività). La protezione civile si occupa di: - previsione: attività, svolte anche con il concorso di soggetti scientifici e tecnici, dirette all'identificazione degli scenari di rischio probabili e, ove possibile, al preannuncio, al 25 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale monitoraggio, alla sorveglianza e alla vigilanza in tempo reale degli eventi e dei conseguenti livelli di rischio attesi; - prevenzione: attività volte a evitare o a ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti agli eventi, anche sulla base delle conoscenze acquisite per effetto delle attività di previsione. La prevenzione dei diversi tipi di rischio si esplica in attività non strutturali; - soccorso: attuazione di interventi integrati e coordinati diretti ad assicurare alle popolazioni colpite dagli eventi ogni forma di prima assistenza; - superamento dell’emergenza: attuazione, coordinata con gli organi istituzionali competenti, delle iniziative necessarie e indilazionabili volte a rimuovere gli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita. Mappa visuale n.1 - Sistema regionale di Protezione Civile 26 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale Il sistema regionale di protezione civile della Sardegna negli ultimi anni ha messo a punto alcune sostanziali novità: la pubblicazione del Manuale Operativo delle allerte ai fini di protezione civile, l’istituzione del Centro Funzionale Decentrato e la realizzazione del Sistema informativo ZeroGIS. Il Manuale Operativo delle allerte ai fini di protezione civile, entrato in vigore il 12 febbraio 2015, riporta le “Procedure di allertamento del sistema regionale di protezione civile per rischio meteorologico, idrogeologico e idraulico”. Nel documento si individuano le Autorità competenti e i soggetti responsabili (regionali, locali e statali) del sistema di allertamento per rischio meteorologico, idrogeologico e idraulico, nelle sue diverse fasi, specificandone compiti e funzioni, e disciplina, nell’ambito del quadro legislativo vigente, i rapporti funzionali e di collaborazione tra le Strutture operative regionali preposte e definisce gli strumenti e le modalità per gestire il flusso di informazioni relative alle previsioni o alla manifestazione dell’evento meteorologico ed all’evolversi del rischio ad esso connesso. Contiene inoltre il dettaglio su: i soggetti costituenti il presidio territoriale idrogeologico ed idraulico (a livello regionale e locale); le zone di allerta (in fase di revisione); i livelli di criticità, i corrispondenti livelli di allerta e le conseguenti fasi operative; un glossario con le definizioni richiamate nel corpo del Manuale; elementi utili e obblighi per la predisposizione dei Piani di Protezione Civile Comunale (obiettivi dei piani di emergenza e strategie operative e schematizzazioni del modello di intervento). La Gestione del sistema di allertamento nazionale è assicurata dal Dipartimento della Protezione civile e dalle Regioni attraverso la Rete dei Centri Funzionali, ovvero soggetti preposti alle attività di Previsione e Monitoraggio e sorveglianza in tempo reale degli eventi e di valutazione dei conseguenti effetti sul territorio. La rete dei centri funzionali è costituita da un Centro Funzionale Centrale (CFC) presso il Dipartimento della Protezione civile e dai Centri Funzionali Decentrati (CFDR) presso le Regioni. Il CFD della Regione Sardegna è stato attivato, con decreto del Presidente della Regione n. 156 del 30.12.2014, il 01 Gennaio 2015. Il CFD è organizzato per settori di rischio, al fine di supportare la risposta del sistema di protezione civile per tutti i rischi prevedibili. Sono attivi il settore idrogeologico/idraulico e quello incendi boschivi. La finalità del Centro Funzionale è di fornire un servizio continuativo per tutti i giorni dell'anno e, se necessario, su tutto l'arco delle 24 ore giornaliere che sia di supporto alle decisioni delle autorità competenti per le allerte e per la gestione dell'emergenza, nonché assolva alle necessità operative dei sistemi di protezione civile. Il Centro Funzionale Decentrato della Regione Sardegna è organizzato secondo due settori: quello meteo è incardinato presso il Dipartimento Meteoclimatico dell'ARPAS con sede a Sassari, mentre 27 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale il settore idro/effetti a terra è incardinato presso la Direzione Generale della Protezione Civile con sede a Cagliari. Mappa visuale n.2 - Centro Funzionale Decentrato Il CFD opera per 365 giorni all'anno con turnazione h 9 e, in vigenza di un “avviso di criticità moderata-allerta arancione e/o elevata-allerta rossa per rischio idrogeologico e/o idraulico”, opera in modalità h24 al fine di assicurare la funzione di monitoraggio e sorveglianza di cui al DPCM 27.02.2004. Compiti dei Centro Funzionale Decentrati sono: 1. raccogliere e condividere con gli altri centri funzionali i dati ricevuti dalle reti di monitoraggio distribuite nel territorio, da piattaforme satellitari e dai presidi di vigilanza; 28 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale 2. elaborare un'analisi in tempo reale degli eventi in atto sulla base di modelli previsionali e di valutazione e di sintetizzarne i risultati; 3. assumere la responsabilità di tali informazioni e valutazioni attraverso l'adozione, l'emissione e la diffusione regolamentata di avvisi e bollettini sull'evoluzione degli eventi e sullo stato di criticità atteso e/o in atto sul territorio rispetto al singolo rischio. La Fase previsionale è costituita dalla valutazione della situazione attesa nonché dei relativi effetti che tale situazione può determinare sull'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente. Questa porta alla definizione di scenari di rischio a partire da una suddivisione del territorio in zone di allertamento dal comportamento omogeneo e sulla base di un sistema di soglie pluvio-idrometriche. I prefigurati scenari vengono valutati in tali zone tenendo conto anche della previsione dei modelli di raggiungimento/superamento di tali soglie. A chiudere il processo una eventuale comunicazione attraverso un sistema di Livelli di Criticità alle autorità competenti per le allerte e per la gestione delle emergenze in attuazione dei Piani di emergenza provinciali e comunali. La Fase previsionale si articola in tre funzioni: - 1° funzione: è relativa all'assimilazione dei dati osservati e/o all'elaborazione della previsione circa la natura e l'intensità degli eventi meteorologici attesi (Dipartimento Meteo Climatico dell'ARPAS); - 2° funzione: è relativa alla previsione degli effetti che il manifestarsi di condizioni meteorologiche avverse possono determinare sul dominio territoriale regionale (Centro Funzionale presso la DG Protezione Civile); - 3° funzione: è relativa alla valutazione del livello di criticità complessivamente atteso nelle zone d'allerta, ottenuto anche confrontando le previsioni elaborate con i valori delle soglie adottate (Centro Funzionale presso la DG Protezione Civile). Tramite la raccolta e condivisione dei dati rilevati dalle reti di monitoraggio dotate di vari tipi di sensori, nonché dalle notizie non strumentali reperite localmente, la Fase di now casting meteo, monitoraggio e sorveglianza ha lo scopo di rendere disponibili informazioni e/o previsioni a brevissimo termine che consentano sia di confermare gli scenari previsti che di formularne di nuovi a seguito dell'evoluzione dell'evento in atto. Questa fase si articola in quattro funzioni: - 1° funzione: composizione e rappresentazione di dati meteo-climatici rilevati sia da piattaforme satellitari, radiosonde e sonde aerostatiche, che da stazioni strumentali (si ricordano in proposito il radar attivo di Monte Rasu e quello in costruzione dal DPC nazionale di Monte 29 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale Armidda) e reti a terra (Settore meteo del CFD presso il Dipartimento Meteo Climatico dell'ARPAS); - 2° funzione: composizione e rappresentazione di dati idropluviometrici (Settore meteo del CFD presso il Dipartimento Meteo Climatico dell'ARPAS); - 3° funzione: è relativa alla previsione a brevissimo termine sia dell'evoluzione dell'evento che dei relativi effetti attraverso il now casting meteorologico, cioè l'uso di modelli meteorologici ad area limitata inizializzati sulla base delle informazioni radarmeteorologiche e pluvioidrometriche raccolte in tempo reale, e quindi di modelli idrologici-idraulici-idrogeologici, oppure attraverso il solo uso dei modelli idrologici – idraulici-idrogeologici inizializzati dalle misure pluvioidrometriche raccolte in tempo reale (Settore meteo del CFD presso il Dipartimento Meteo Climatico dell'ARPAS e Centro Funzionale presso la DG Protezione Civile); - 4° funzione: verifica del livello di criticità in essere e previsto, attraverso il confronto delle misure rilevate con le soglie adottate e/o con eventuali notizie fornite da osservatori locali debitamente istruiti e, in futuro, dal personale degli uffici periferici di protezione civile previsti dalla L. R. 36/2013 (Centro Funzionale presso la DG Protezione Civile). Le procedure di gestione del sistema di allertamento regionale prevedono l’emissione di bollettini e avvisi. Il Settore meteo del CFD all’interno del DMC dell'ARPAS adotta ed emana i bollettini di vigilanza meteorologica regionale e gli avvisi meteo e li trasmette al Dipartimento nazionale della protezione civile ed alla Direzione regionale della Protezione Civile la quale provvede alla loro pubblicazione sul sito istituzionale ed alla sollecita trasmissione degli avvisi meteo alle strutture regionali deputate al presidio territoriale idraulico e idrogeologico. Il CFD adotta ed emana il bollettino di criticità regionale e gli avvisi di criticità e li dirama secondo le modalità indicate nel "manuale operativo delle allerte ai fini di protezione civile". Nell’avviso di criticità vengono esposte, per le zone di allerta, la valutazione dell’intensità degli eventi attesi e la valutazione degli effetti sul sistema antropico associando in modo biunivoco codici colore ai livelli di criticità (Ordinaria - giallo; Moderata - arancio; Elevata - rosso). Il CFD provvede a pubblicare i Bollettini e gli Avvisi sul sito istituzionale nella sezione allerte di Protezione Civile, all’indirizzo: http://www.sardegnaambiente.it/servizi/allertediprotezionecivile/ I comuni sono tenuti a verificare quotidianamente, sul sito internet della Regione, l'eventuale pubblicazione di Avvisi meteo e Avvisi di criticità. In relazione alle zone di allerta interessate da un Avviso di criticità, il CFD provvede inoltre ad inviare a tutti i soggetti coinvolti nel Manuale Operativo, un sms, informandoli dell'avvenuta pubblicazione, nonché una e-mail contenente l’Avviso in formato pdf. 30 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale Al raggiungimento di un livello di criticità per evento previsto corrisponde in maniera biunivoca uno specifico livello di allerta, a cui è associato un codice colore (fase previsionale). A ciascun livello di allerta corrisponde una fase operativa intesa come la sintesi delle azioni da mettere in campo da parte di ciascun soggetto, secondo i diversi livelli di competenza, anche in virtù di quanto previsto negli atti di pianificazione di riferimento. In fase previsionale i livelli di allerta e le relative fasi sono articolate su 3 livelli, a cui si aggiunge la fase di ”Evento in atto”, attivata a partire dal livello locale in caso di evoluzione negativa di un evento o al verificarsi di eventi che per intensità ed estensione possano compromettere l'integrità della vita e/o causare gravi danni agli insediamenti residenziali, produttivi e all'ambiente. Il sistema informativo regionale ZeroGis permette di avere in un unico database la rubrica dei numeri di recapito delle autorità di protezione civile e delle strutture di emergenza, il censimento di tutti i piani di emergenza comunali, di tutte le Organizzazioni di Volontariato e di tutte le risorse disponibili in caso di emergenza. La componente cartografica del software consente la georeferenziazione, la visualizzazione e la ricerca delle strutture e di tutte le risorse di protezione civile presenti in un dato territorio e permette la gestione di eventi di tipo locale e la possibilità di richiedere alla SORI la gestione dell'evento se diventa di carattere regionale. 3. Il sistema locale di Protezione Civile: scenario attuale e scenario auspicato 3.1. Lo scenario attuale e la Fase previsionale Attraverso un’analisi di come il sistema di protezione civile agisce oggi in Fase previsionale e in base alla percezione dei fattori di successo o di insuccesso, delle risorse presenti o mancanti e delle informazioni presenti o assenti, i partecipanti, con l’aiuto di una mappa visuale, hanno elaborato il racconto dello scenario attuale. Dall’analisi del “che cosa funziona”, gli elementi emersi quali fattori di successo della fase previsionale in situazione di allerta idraulica-idrogeologica sono stati principalmente: la fortuna, o buona sorte, indicato come il principale fattore che ha scongiurato il degenerare delle situazioni difficili, il tempo di preavviso, la conoscenza del territorio e l’esperienza degli operatori. In questa fase si rivela cruciale la presenza delle forze dell’ordine e di polizia e delle organizzazioni di volontariato, che possono operare grazie a risorse economiche dedicate (quelle destinate alle attrezzature e, in alcuni casi, alla reperibilità anche “fuori orario”). Fondamentale poi, in alcune situazioni, il presidio dei punti critici, anche grazie al personale del Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale, e la possibilità di ricorrere alle indicazioni di un Piano speditivo di Protezione Civile (nel caso di Muravera). Alla base della buona riuscita della gestione delle criticità c’è sicuramente un sistema di scambio di informazioni abbastanza efficace, ma comunque migliorabile: tra le istituzioni attraverso i bollettini, gli avvisi di allerta e gli sms, e tra i Comuni e i cittadini, attraverso il 31 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale classico ma sempre efficace bando alla popolazione. Fondamentali anche le informazioni pervenute ai referenti degli enti locali dall’osservazione diretta degli eventi a cura di semplici cittadini. Mappa visuale n.3 – Scenario attuale Tanti però anche gli elementi di criticità evidenziati dall’analisi in risposta alla domanda “che cosa non funziona?”. Tra i principali fattori di insuccesso la scarsa percezione del rischio, che mette in pericolo soprattutto i curiosi e chi, per un motivo o per un altro, ha “confidenza” con il rischio stesso. Altri fattori di criticità sono connessi alle caratteristiche ambientali e sociali del territorio in esame. In questo senso le vaste dimensioni dei territori e i numerosi punti di intersezione tra fiume e strade, difficili da monitorare, e le caratteristiche economiche e demografiche dei comuni dell’area pilota, con un’altra percentuale di anziani e di aziende agricole e pastorali che basano la propria economia su un uso estensivo del suolo. Nonostante le risorse umane del territorio siano considerate un punto di forza nella gestione delle emergenze, la loro scarsità dal punto di vista numerico (per esempio poco personale per i Centri Operativi Comunali e poche organizzazioni di volontari di protezione civile), la carenza di risorse economiche per garantire una più efficace operatività (sistema di reperibilità 365 gg/anno) e la carenza di formazione ne rappresentano 32 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale anche il più pesante fattore di insuccesso, insieme alla carenza di mezzi di soccorso. È però importante sottolineare le possibilità offerte in tema di protezione civile dalla normativa attuale: da un lato qualunque associazione, anche sportiva, può facilmente entrare a far parte dell’elenco regionale delle Organizzazioni di Protezione Civile, semplicemente inserendo l’attività nello statuto; dall’altra è ora possibile creare, dietro input delle Amministrazioni locali, dei Gruppi comunali di protezione civile. Critica è anche la situazione determinata dall’ancora molto limitata pianificazione comunale di protezione civile: su sette comuni soltanto quattro hanno un Piano Comunale di Protezione Civile, i cittadini difficilmente ne conoscono i contenuti e non vengono organizzate esercitazioni per informare sui comportamenti adeguati da adottare in caso di pericolo. Tra le proposte di miglioramento emergono: la necessità che la Regione Sardegna preveda spazi finanziari “fuori tetto” per coprire alcune delle carenze sottolineate e l’istituzione di un numero verde locale per le emergenze e le segnalazioni, alternativo rispetto a quelli dei sindaci impegnati nei COC. Appare poi fondamentale una rivalutazione nella gestione del sistema delle dighe, che preveda il rilascio del Deflusso Minimo Vitale, una maggiore capacità di laminazione degli invasi in prossimità dei periodi a rischio, e lo scarico preventivo in caso di emissione di avviso di criticità. Dall’analisi di dettaglio sull’utilità e la chiarezza dei contenuti dei Bollettini e degli Avvisi che oggi regolano i flussi di comunicazione tra Centro Funzionale Decentrato, Enti locali e altri soggetti territoriali, emergono alcuni punti di debolezza: le zone di allerta, per esempio, appaiono troppo ampie, la descrizione dei fenomeni risulta poco dettagliata e, più in generale, il linguaggio appare complesso. In più il passaggio nello stesso bollettino dall’allerta arancione a quella gialla rischia di far perdere efficacia/credibilità alla comunicazione stessa e sarebbe più efficace se il documento di Avviso, quando necessario, riportasse in modo chiaro e visibile le azioni da attuare (apertura del COC etc). 3.2. Lo scenario auspicato e la Fase di now casting, monitoraggio e sorveglianza L’analisi dello scenario attuale effettuata dai partecipanti rappresenta il contesto di riferimento all’interno del quale si inseriscono le possibilità offerte dai nuovi sistemi relativi alla Fase di Now casting meteo, monitoraggio e sorveglianza, portando all’elaborazione di uno scenario auspicato. Sono due le domande su cui i partecipanti si confrontano: quali siano le azioni realisdticamente attivabili da subito a livello locale e quale tipo di comunicazione serva. Tra gli interventi e le azioni verosimilmente attivabili a livello locale sin da subito, i partecipanti assicurano di avere la possibilità di monitorare il territorio sino a una soglia di 65/70 m3/sec e di avere la necessità di intervenire con l’evacuazione di alcune zone dei paesi al raggiungimento dei 90/100 m3/sec (caso specifico del territorio di Ballao). Dal punto di vista del presidio del territorio in caso di criticità, i Comuni propongono l’istituzione di un unico COC per più comuni vicini, il 33 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale posizionamento di strumenti di videosorveglianza per il controllo dei punti critici del fiume in remoto e di un palo tecnologico al delta per la valutazione dell’apertura della foce stessa (caso specifico dei comuni del Sarrabus). In previsione di emergenza, poi, le istituzioni locali sono in grado di garantire alla popolazione una comunicazione immediata attraverso sirene e invio di sms. Mappa visuale n.4 – Scenario auspicato A proposito della forma e dei contenuti necessari per un’efficace comunicazione tra CFD e istituzioni locali del sistema del Flumendosa, poi, il sito istituzionale della Protezione Civile, la piattaforma ZeroGIS e lo scambio di e-mail si confermano gli strumenti più apprezzati. Per quanto riguarda le informazioni necessarie ai Comuni per poter affrontare nel migliore dei modi le possibili emergenze, invece, emerge la necessità di una comunicazione dettagliata e di immediata comprensione (come da esempio di bollettino nella Mappa visuale n.4), l’utilizzo delle soglie ENAS sino alla criticità gialla (caso di Ballao), la rimodulazione dei livelli-soglia e delle fasce temporali delle comunicazioni a partire dalla criticità arancio in poi. Per il comune di Ballao, in particolare, il primo livello soglia viene definito a 50 m3/sec, il secondo a 65 e il terzo a 90 e la previsione di raggiungimento del primo dovrebbe essere comunicata dal CFD con un anticipo di 6 ore. I punti di 34 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale monitoraggio definiti nello scenario auspicato sono il ponte di Ballao, il Ponte di Stanali a Escalaplano (con i valori-soglia storici), l’Asta Sant’Angelo per Villaputzu e l’Uri il Durci e la foco del Flumendosa. 4. La comunicazione del rischio: da un modello a un prodotto sperimentale 4.1. Gli elementi di base di un modello di comunicazione del rischio La definizione di alcuni degli elementi base per un modello di comunicazione del rischio è stata guidata da una serie di domande: quali informazioni è importante comunicare (numeri utili, comportamenti che espongono a rischio, comportamenti adeguati, )?; chi, sul territorio, deve occuparsi della comunicazione del rischio (il Comune, le scuole, le associazioni di volontari) e a chi deve essere rivolta, nello specifico, la comunicazione (alunni delle scuole, genitori, turisti, )?; con quali strumenti si deve comunicare il rischio (brochure recapitate ai cittadini, poster e infografiche sul territorio, pagina internet, social network, banditori, )? E ancora, la comunicazione deve essere continua o deve riguardare soltanto un periodo?; eventualmente, qual è il periodo giusto per comunicare il rischio idraulico-idrogeologico?; dove è meglio concentrare le azioni di comunicazione? Dalla discussione emerge la necessità di comunicare per sollecitare comportamenti adeguati e far crescere nella popolazione lo spirito di protezione civile e, soprattutto, salvare vite umane. La comunicazione deve essere quindi fatta dalle istituzioni locali, in primis il Comune, dalla Polizia locale, dalle Organizzazioni di protezione civile e da tutte le associazioni del territorio e rivolta a tutta la popolazione, con particolare attenzione per le fasce deboli, chi vive o lavora nelle zone a rischio e di difficile accesso e i turisti. Risulta quindi importante informare prima di tutto sull’esistenza e l’entità dei fattori di rischio, sulle istruzioni per la tutela del territorio, sui comportamenti da adottare in caso di emergenza e, eventualmente, sull’esistenza e i contenuti del Piano Comunale di Protezione Civile. Secondo quanto definito dai partecipanti, la veicolazione delle informazioni dovrebbe avvenire principalmente attraverso opuscoli, magari elaborati in modo partecipativo, incontri con la popolazione e nelle scuole (giornate informative e formative), esercitazioni pratiche, giornali, radio, sito web dei Comuni, pannelli e stand informativi. A proposito dei tempi, poi, dalla discussione emerge sia l’importanza di una comunicazione continua, portata avanti durante tutto l’anno, soprattutto sugli argomenti di tutela del territorio e prevenzione dei rischi naturali, sia la necessità di un’attività più specifica, dedicata in modo particolare al rischio idraulico-idrogeologico e ai comportamenti adeguati da tenere in caso di emergenza, concentrata nei mesi estivi immediatamente precedenti al periodo di maggiore rischio. 35 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale Mappa visuale n.5 – Comunicare il rischio Manifestazioni locali, feste paesane e feste sociali delle associazioni risultano occasioni importanti da sfruttare per una più ampia diffusione delle informazioni. In generale, comunque, l’idea è quella di sfruttare ogni evento, manifestazione e riunione pubblica per ritagliare una spazio fisico, visivo e temporale da dedicare ai contenuti del PCPC. Per una comunicazione quanto più possibile diffusa, è fondamentale sfruttare i luoghi di maggior affluenza e visibilità, come piazze e parchi dei diversi rioni dei paesi, strutture sportive, scuole, banche e poste. Ma anche bacheche comunali, centri ricreativi, ambulatori medici, mercati e negozi e punti strategici lungo le strade principali. 4.2. I prodotti sperimentali di comunicazione Come prodotti sperimentali sono stati presentati un’infografica e una mappa dei comportamenti, elaborati come esempio di comunicazione per informare la comunità sui comportamenti adeguati da adottare ai fini della propria incolumità in situazioni di emergenza legate al rischio idraulico e idrogeologico. I contenuti della comunicazione sono declinati su due prodotti simili nella grafica ma 36 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale differenti nell’utilizzo. I prodotti, denominati FLUMENDOCA, sono pensati per comunicare in modo semplice immediato e piacevole e creati sulla falsa riga dei classici giochi da tavolo (monopoli, gioco dell’oca etc). L’elemento principale è un percorso, che ricalca il corso del medio e basso Flumendosa, lungo il quale si snodano i sette comuni interessati. Suddiviso in caselle numerate il percorso diventa “giocabile”: alcune caselle sono neutre, ad altre corrispondono i comportamenti adeguati da adottare, o quelli da evitare, in caso di frane o alluvioni, se ci si trova in casa o se ci si trova all’aperto, o dopo l’emergenza. Il percorso è adatto a destinatari di tutte le età ma è pensato principalmente per suscitare interesse nei bambini e attivare un confronto con gli adulti. Infografica – FLUMENDOCA Una prima bozza dell’infografica è stata analizzata dagli stakeholder, guidati nella valutazione da una serie di domande: che tipo di messaggio comunicano i contenuti (moralistico, positivo, per la tutela dell’ambiente, negativo, positivo per la sicurezza delle persone, un potenziale pericolo per le persone, un comando autoritario)?; come è il linguaggio utilizzato (banale e non adeguato al tema, semplice, diretto e comprensibile, tecnico, ma comprensibile, tecnicistico, complesso e incomprensibile)?; le informazioni più efficaci da cosa sono espresse (numeri, parole, disegni, simboli, colori)?; quali ulteriori contenuti sarebbe utile comunicare per motivare le persone ad adottare misure di prevenzione del rischio?; quali ulteriori contenuti per sollecitare comportamenti adeguati in caso di emergenza? 37 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale Mappa dei comportamenti – FLUMENDOCA 5. Osservazioni finali: una logica di modello A conclusione del Servizio si possono evidenziare alcune considerazioni di ordine generale, che forniscono la chiave di lettura per la costruzione del modello di regolazione. Dalla logica normativo-amministrativa alla governance La Direzione Generale della Protezione Civile, nella necessità di definire un metodo per regolare la catena di comunicazione tra il Centro Funzionale Decentrato della Regione Sardegna e le 38 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale istituzioni locali nella Fase di now casting meteo, monitoraggio e sorveglianza, aveva la possibilità di scegliere tra due opzioni. La prima era quella di utilizzare la strumentazione istituzionale di settore esistente, che sotto il profilo normativo e amministrativo sarebbe stata ineccepibile. Questa scelta, tuttavia, avrebbe potuto correre il rischio di tradursi in un semplice adempimento di tipo formale per l’amministrazione regionale e, per le amministrazioni locali, in una spinta normativa esogena, che interviene in un quadro normativo di protezione civile già piuttosto ampio e di difficile attuazione. In altri termini, si sarebbe corso il rischio di far percepire a livello locale l’esigenza di regolare il sistema di comunicazione tra i due livelli istituzionali come un ulteriore obbligo «esterno». Al contrario, l’opzione scelta, quella di attivare un processo partecipativo con i Comuni e le Organizzazioni di volontariato di protezione civile del territorio del Bacino del medio e basso Flumendosa, ha consentito di delineare importanti elementi per la costruzione di un modello di regolazione condiviso, che partisse dal confronto tra la visione tecnica di livello regionale e il contesto locale. Il percorso partecipativo, infatti, ha coinvolto l’insieme degli attori in gioco nel valutare lo scenario attuale di protezione civile in cui si trovano ad operare i soggetti locali. È all’interno di questo scenario, caratterizzato, come abbiamo visto nell’analisi di dettaglio, da alcuni punti di forza ma soprattutto da numerosi fattori di criticità, che si inseriscono le innovazioni introdotte a livello regionale in materia di protezione civile, in primis l’istituzione del Centro Funzionale Decentrato e le funzioni ad esso attribuite in Fase di now casting meteo, monitoraggio e sorveglianza. La partecipazione degli stakeholder ha permesso pertanto di condividere lo scenario iniziale, definire l’insieme degli interessi (regionali e locali) e orientare le azioni programmate al fine di condividere lo scenario auspicato. Il percorso attivato, in estrema sintesi, ha facilitato il passaggio da una logica «normativoamministrativa» a una logica «di governance». Attori in gioco e partecipazione Il processo partecipativo attivato nell’ambito del Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione, ha fatto emergere i punti di vista in campo, le criticità e le conoscenze specifiche degli attori coinvolti, stakeholder primari classificabili in soggetti pubblici di livello regionale (la Direzione Generale della Protezione Civile, l’ARPAS, l’ADIS, l’ENAS, il CFVA, il Genio Civile, i VVFF, l’Ente Foreste della Sardegna), Enti Locali (i sette Comuni del Bacino del medio e basso Flumendosa) e terzo settore (le Organizzazioni dei volontari di Protezione Civile e le Associazioni di volontari del soccorso). L’analisi dello scenario attuale ha fatto emergere come sia complicato gestire il rischio idraulico e idrogeologico in un sistema territoriale ampio e complesso come quello del Bacino del medio e 39 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale basso Flumendosa. In questo senso i partecipanti sottolineano la necessità di prevedere in un prossimo futuro un processo che punti a coinvolgere anche quelli che possiamo definire stakeholder secondari: allevatori, agricoltori, pescatori e in generale comunità locali e cittadini. Condividere anche con questi attori la complessità dello scenario di partenza, includendo pertanto nell’analisi, in aggiunta agli elementi di ordine tecnico e operativo già emersi nel processo attuato, aspetti di ordine sociale ed economico, potrebbe consentire di comporre in maniera strategica un insieme più ampio e diversificato di interessi e obiettivi, con il fine ultimo di costruire un percorso condiviso di gestione del rischio. Verso un Piano comunale di protezione civile “partecipato” I Piani comunali di protezione civile spesso rappresentano, a giudizio dei partecipanti al processo, uno strumento interpretato come mero adempimento formale o comunque percepito come un obbligo “esterno”, atto semplicemente a rispondere a un approccio di tipo normativo procedurale. La partecipazione al processo ha fatto sperimentare una possibilità diversa, quella di riflettere su tematiche di protezione civile attraverso l’attivazione di pratiche partecipative “multilivello”, che tengano conto delle reali esigenze delle comunità locali e che siano in grado di far emergere elementi di miglioramento basati sulla relazione tra visioni tecniche ed esigenze locali contestualizzate. Questo tipo di processo può essere replicato in modo proficuo nella redazione dei Piani comunali di protezione civile, ma la sua efficacia è in larga parte affidata alla presenza di forti volontà politiche locali e di supporti tecnici adeguati. Comunicare il rischio Una buona comunicazione del rischio rappresenta l’elemento di connessione tra una buona gestione del rischio da parte dei “sistemi esperti” (regionali e locali) e la capacità dei cittadini di adottare comportamenti adeguati per tutelare la propria incolumità. Comunicare sul rischio significa avere a che fare con questioni complesse, di fronte alle quali la soluzione apparentemente più ovvia e razionale (accettare il messaggio degli esperti) spesso risulta di difficile attuazione. Nel concetto di rischio, infatti, entrano una molteplicità di aspetti il cui peso relativo varia in base ai singoli individui, gruppi e aree geografiche. Le persone comuni costruiscono i propri atteggiamenti e giudizi attraverso percorsi interpretativi che sono certamente distinti da quelli degli esperti. Gli studi sulla percezione del rischio analizzano questi percorsi interpretativi, individuando numerose variabili che influenzano la percezione. Alcune possono essere ricondotte alla distinzione tra fenomeni naturali o attività umane: in questo caso i danni derivanti da fenomeni naturali sono più facilmente accettati di quelli causati da attività umane. In altri casi è la volontarietà o meno dell'esposizione a determinare una diversa 40 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale percezione: si tende a trovare inaccettabili rischi a cui si è esposti contro la propria volontà o a propria insaputa. La distribuzione di rischi e benefici, e nello specifico quando i primi ricadono su alcuni, mentre dei secondi si avvantaggino altri, rappresenta un ulteriore elemento che influenza la percezione. Ancora, il controllo che si ritiene di avere (direttamente o indirettamente) su una situazione/azione che comporti l’esposizione ad un potenziale danno determina un livello di percezione del rischio diverso. Infine, tra le altre numerose variabili che influenzano i diversi livelli di percezione del rischio, si ha la conoscenza, sia scientifica sia personale: si è maggiormente disposti a convivere con rischi che sono familiari e rientrano nel proprio «panorama cognitivo». Si pensi, per esempio, a quanti abitano senza eccessive preoccupazioni in una zona sismica, sulle pendici di un vulcano o accanto ad un impianto chimico o una centrale nucleare. Tutto questo fornisce una prima risposta a quanto emerso nell’analisi dello scenario attuale, in cui tra i principali fattori di insuccesso vengono indicati “i curiosi” e “la confidenza con il rischio”. Entrambi questi elementi sono riconducibili a una scarsa consapevolezza determinata, spesso, dall’assenza di una buona comunicazione del rischio. La facilitazione per sollecitare la riflessione Il processo partecipativo si è avvalso dell’utilizzo di tecniche di facilitazione per la conduzione degli incontri, tra cui quelle di visualizzazione della comunicazione attraverso l’elaborazione di mappe visuali, con l’uso di cartoncini di colore diverso, disegni ed elaborazioni grafiche. Si tratta di strumenti semplici, concepiti proprio per essere il più possibile chiari ai destinatari, in quanto massima importanza è data all’approccio visivo che regola i flussi di comunicazione all’interno di un gruppo di lavoro. La mappa visuale, oggetto di modifiche e aggiustamenti continui in tempo reale, consente al gruppo l’immediata comprensione dell’oggetto di discussione e l’evolversi del processo comunicativo: l’informazione è sempre visibile, è semi-permanente, può essere verificata e facilmente soggetta a correzioni o aggiunte. La facilitazione e l’utilizzo delle relative tecniche all’interno di un processo partecipativo rappresenta pertanto uno strumento per sollecitare riflessione, ragionamenti, consapevolezza. Il patto tra istituzioni, il patto tra persone Un ultimo punto di riflessione rimanda al patto istituzionale che lega tutti i processi di governance territoriale gestiti attraverso pratiche di tipo partecipativo, utili a consolidare le relazioni, rafforzare i rapporti di fiducia e facilitare la cooperazione. Il “buon confronto”, agevolato anche dall’utilizzo delle tecniche di facilitazione, trasforma la riflessione sui contenuti non solo in un patto formalizzato con atti e procedure tra istituzioni di vario 41 PROTERINA-Due _ Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione - Output Fase 4 _ Comunicare per valorizzare le attività progettuali Report Finale livello, ma anche in un patto tra gruppi di persone che, seppur eterogenei nella loro composizione, sono concordi rispetto all’obiettivo principale delle attività di protezione civile: preservare l’incolumità delle persone. È in questa direzione che, a conclusione del percorso, emerge la necessità di realizzare concretamente da subito il rapporto di cooperazione tra uffici di una stessa organizzazione istituzionale, soggetti istituzionali di diverso livello (regionali e locali), ma anche tra gli stessi soggetti locali, nello specifico tra i Comuni che gravitano in uno stesso ambito territoriale e tra questi ultimi e le Organizzazioni di Protezione Civile. Occorre quindi dar corso alle relazioni fiduciarie instaurate durante il percorso partecipativo, valorizzare e dar seguito alle proposte operative emerse, sia in merito alla realizzazione a livello locale della Fase di now casting monitoraggio e sorveglianza, sia in riferimento alla realizzazione di un piano di comunicazione del rischio. Già i primi esiti del percorso partecipativo, rappresentati dall’assunzione immediata da parte della DG Protezione Civile di alcune proposte operative emerse (quali per esempio l’inserimento dell’indicazione dell’obbligatorietà dell’apertura del COC negli avvisi di allerta), hanno posto le prime basi per il consolidamento di questa relazione fiduciaria nascente. Nella stessa direzione vanno gli impegni assunti con i partecipanti per il prossimo futuro, come l’incontro previsto a metà settembre con l’obiettivo di definire le indicazioni mancanti da inserire nel prossimo decreto (in termini di valori soglia e punti di controllo e monitoraggio) e presentare e condividere la forma e i contenuti del bollettino della Fase di now casting monitoraggio e sorveglianza. Nonostante il pochissimo tempo a disposizione per l’attuazione, il percorso partecipativo ha avuto un buon esito, così come testimoniato dalla volontà del committente di proseguire sulla strada intrapresa, impegnandosi in un processo più ampio di partecipazione, in grado di coinvolgere stakeholder primari ma anche secondari, ovvero gli operatori di tutti i settori economici del territorio, i comuni cittadini, tutte le associazioni e organizzazioni. Questo si auspica possa realizzarsi nel proseguimento dell’esperienza Proterina attraverso la partecipazione della Direzione Generale della Protezione Civile al programma comunitario Italia Francia Marittimo nella programmazione 2014-2020. 42