Numero 95 Settembre 2013 ECO BRIGNA della Bimestrale di informazione religiosa, cultura e attualità • La gioia dell’amore e la bellezza della famiglia • Convegno Diocesano 2013 Nuova serie - Parrocchia Maria SS. Annunziata • Con tutto il cuore • Tutto il resto è vanità • Robin Hood nelle terre di Sherwood Piazza F. Spallitta - 90030 Mezzojuso (PA) - Italia Spedizione in a.p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Palermo • Esordi in mostra • Spigolature dall’Archivio di San Nicola • Il secondo caso di Sciacca • Aria di continente • L’impegno mantenuto La gioia dell’amore e la bellezza della famiglia editoriale di don Enzo Cosentino I n questi pochi mesi di pontificato, il nostro Papa Francesco ci ha presentato una Chiesa povera in cammino con i poveri. Ogni suo gesto è un segno rivoluzionario. “Gli indici di gradimento” verso questo Pontefice sono altissimi come non mai, anche gente lontana dalla Chiesa Cattolica lo ascolta volentieri ed ha molta stima per il suo operato e per l’impegno che mostra di applicare alla lettera il Concilio Ecumenico Vaticano II. Tra le tante cose che il Papa ha posto alla nostra attenzione vi è il tema della famiglia. La nostra Eparchia all’inizio del mese di Luglio ha celebrato il Convegno annuale dal titolo La Famiglia speranza e futuro per la società; i tre relatori, l’Archimandrita Marco V. Sirchia, Mons. Antonino Tambè e la Prof.ssa Angela Castellano Marchianò sotto aspetti diversi, hanno trattato il tema della famiglia, che il Concilio chiama “piccola Chiesa domestica”. Il Convegno eparchiale per tutti noi ha rappresentato una preparazione alla Settimana Sociale dei Cattolici di Torino (12-15 settembre) che ha trattato il tema della famiglia. Investire sulle famiglie fa crescere il Paese. In una Nazione dove tutto decresce, sposarsi (metter su famiglia) è una bella sfida: casa, lavoro, figli… Le coppie cristiane devono sentire il bisogno di testimoniare la gioia dell’amore e la bellezza della famiglia, accompagnata dalla missione educativa, alla quale la Comunità ecclesiale, la scuola e gli altri attori sociali devono contribuire con il loro apporto. Se la coppia non lavora difficilmente si impegnerà nel cammino matrimoniale. Ecco allora la necessità che lo Stato si impegni ad accompagnare i giovani nel mondo del lavoro. La famiglia va aiutata anche con lo sgravio fiscale, vanno altresì aiutate le famiglie degli BENVENUTI TRA NOI! Foto D. Pinnola e 2 immigrati, che in maniera significativa in questi ultimi tempi si inseriscono nelle nostre Comunità locali. Capita spesso che buone famiglie cattoliche sfruttino gli immigrati nelle loro case, nei campi e nel lavoro. Quanta fatica per le persone straniere trovare casa! Quanti buoni cattolici sono disposti ad affittare casa agli immigrati. Le famiglie cristiane devono impegnarsi in nuovi stili di vita, segnare un cammino gioioso che sia luce e sprone in questo momento di incertezza sociale, per essere attuale esempio della Famiglia di Nazareth. L a Comunità Ecclesiale di Mezzojuso accoglie con gioia l’arrivo della Comunità dei Servi dell’Amore Misericordioso (SAM) nel nostro paese. Domenica 13 ottobre 2013 nella Celebrazione Eucaristica delle 11,30 accoglieremo il piccolo gruppo che darà vita alla casa di formazione/noviziato per tutta la Comunità dei Servi. La Redazione di Eco della Brigna si unisce alla gioia della Comunità Parrocchiale. La Comunità dei Servi e delle Serve dell’Amore Misericordioso inizia la propria esperienza religiosa, nella nostra Eparchia, il 23 Dicembre 1999. Il 30 Aprile del 2000 nella Parrocchia Convegno Diocesano 2013 Piana degli Albanesi, 5-6 luglio Il 5 e 6 Luglio 2013 si è svolto a Piana degli Albanesi il Convegno Diocesano dal titolo: La famiglia, speranza e futuro per la società. I relatori sono stati papàs Marco Sirchia, Mons. Antonino Tambè e la Prof.ssa Angela Castellano Marchianò. Riportiamo di seguito l’intervento di presentazione di S. E. Card. Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo. La famiglia oggi è attraversata da fenomeni nuovi, connessi con cambiamenti culturali e sociali che interpellano con urgenza la Chiesa, che è chiamata a rapportare il cambiamento alla Parola di Dio, aiutando le famiglie a formarsi e a vivere cristianamente e a dare alla società incerta in cui vivono la loro sicura testimonianza evangelica ed evangelizzatrice. C della SS. Annunziata (PATRET) di Piana degli Albanesi, Padre Emilio Cassaro riceve dal Vescovo Mons. Sotir Ferrara il nuovo abito. Il 4 Giugno del 2000, il Vescovo Sotir consegna l’abito religioso ad un gruppo di nove giovani che con tale segno iniziano il loro cammino di formazione (Noviziato). Nel Luglio 2001 tutta la Comunità si riunisce ad Erice (TP) per formulare il Piano di Vita, che è stato portato a termine il 16 Luglio dello stesso mese ed affidato alla Santa Vergine del Carmelo. Una caratteristica della Comunità sono i campi estivi di formazione ed i ritiri spirituali che coinvolgono centinaia di persone. Memorabili sono i ritiri celebrati a Medjugorie nel mese di Luglio Agosto di quest’anno. Il 6 Dicembre 2002, l’Eparca di Piana degli Albanesi Mons. Sotir Ferrara, riconosce la Comunità come Associazione privata di fedeli di diritto Diocesano ad experimentum per cinque anni. Il 16 Giugno del 2005 nella Cattedrale di San Demetrio di Piana degli Albanesi, un primo gruppo emette i Santi Voti nelle mani del Vescovo. Il 13 Ottobre del 2013, XXVIII Domenica del T.O., durante la Celebrazione Eucaristica delle 11:30, la Comunità dei Servi continuerà il cammino nella nostra Parrocchia di Mezzojuso, con l’istituzione di una casa di formazione / Noviziato. osì recita l’articolo n. 632 del Capitolo 9 - Rievangelizzazione del II Sinodo Intereparchiale dell’Eparchie di Lungro, Piana degli Albanesi e il Monastero Esarchico di S.M. di Grottaferrata, conclusosi nel 2005. In questo speciale anno 20122013, in cui celebriamo l’Anno della Fede, non possiamo non guardare, con profonda attenzione e rispondendo al rinnovato spirito di evangelizzazione, a questo prezioso dono che è la famiglia. Nelle moderne società la famiglia corre quotidianamente il rischio di subire una radicale metamorfosi, divenendo sempre più unità di consumo di cose e di relazioni, piuttosto che mantenersi invece come luogo di convivialità tra persone legate da affetti unici. La famiglia è nucleo fondamentale della società e dello Stato; è culla della vita e dell’amore; è luogo adeguato per la nascita e la crescita dell’uomo; è tempio dove la persona riceve le prime nozioni sulla verità e sul bene, dove si apprende cosa vuol dire amare ed essere amati. L’appuntamento annuale con il Convegno Ecclesiale si offre come una importante occasione per la Chiesa di Piana degli Albanesi per riflettere sulla famiglia intesa come luogo essenziale di fede cristiana e allo stesso tempo come destinataria privilegiata del messaggio evangelico. Il Convegno darà spazi di approfondimento sul Sacramento del Matrimonio, sugli aspetti giuridici e sociali della istituzione familiare, su testimonianze dirette. Dobbiamo cogliere il profondo valore della rievangelizzazione della famiglia, cellula base della società, insostituibile educatrice alla dignità umana, trasmettitrice unica di virtù e di umani valori, luogo primario di relazioni interpersonali. Richiamiamoci all’immagine della Sacra Famiglia di Nazareth per accompagnare le famiglie cristiane nell’educazione dei figli alla fede e alla pace, alla generosità e all’accoglienza. Recapito: Servi dell’Amore Misericordioso, Santuario di Maria SS. dei Miracoli, Via G. Rossini, 36 90030 Mezzojuso (PA). Foto D. Pinnola e 3 Con tutto il cuore DAVIDE, UN PICCOLO GRANDE RE D opo un anno di assenza il camposcuola ACR quest’anno è tornato alla ribalta. Un occasione unica e tanto attesa per i ragazzi di Azione Cattolica, protagonisti dall’1 al 4 agosto del campo 2013 dal titolo: Con tutto il cuore. Provenienti dalle parrocchie di Mezzojuso e di Santa Cristina Gela i ragazzi sono stati accompagnati dalla figura di re Davide, trascorrendo i giorni nella condivisione, nella gioia, nella preghiera e nell’accoglienza. Re Davide, un compagno di viaggio che i ragazzi, attraverso i giochi e i momenti di riflessione, hanno potuto conoscere meglio; il suo amore per il prossimo, la sua pazienza nelle decisioni, l’ascolto di Dio, la forza e il coraggio delle proprie scelte e delle responsabilità che ne derivano, con la consapevolezza che l’Autore di tutto è sempre accanto a noi. I giorni sono trascorsi allegramente. E tra l’euforia dei più piccoli alla prima esperienza fuori casa e la gioia di rivedersi dei più grandi, i giorni son volati via, le notti trascorse a chiacchierare, le preghiere recitate all’alba, le bombe d’acqua lanciate via e i risvegli traumatici a prova di timpano. e 4 Il tutto all’insegna del divertimento, e con la soddisfazione dei ragazzi e dei genitori per la buona riuscita del campo; un ottimo stimolo a fare sempre meglio. Un ringraziamento va alle Suore Collegine di Mezzojuso per la disponibilità della loro casa estiva della Croce che ci ha visti ospiti di questo campo, e ai gemelli Canfora per aver cucinato. Un grazie anche a tutti gli educatori, veterani e nuovi che si accostano a questo servizio, che con sacrificio e dedizione si dedicano all’ACR, e soprattutto a tutti i ragazzi che con il loro entusiasmo rendono viva la nostra comunità. Enza Muscarello Resp. Diocesano ACR “Cambio il mondo dal di dentro” Il Campo Scuola del Gruppo Giovanissimi di AC A nche quest’anno il gruppo Giovanissimi Parrocchiale di AC è stato impegnato, dal 28 al 31 agosto a trascorrere il Campo Scuola! Sono stati dei giorni bellissimi: non sono mancate le risate i momenti di condivisione e soprattutto non è mancata la preghiera. Abbiamo avuto la grazia di passare quattro giorni in presenza del Santissimo, accolto dai ragazzi con gioia e disponibilità nel farGLI compagnia durante le giornate. Il tema scelto, non a caso dagli educatori, è stato proprio quello della Fede; in particolare abbiamo visto la Fede insieme alla Speranza e alla Carità come virtù che ci accompagnano durante la nostra vita. A fare da guida del campo è stato Don Salvatore Priola, sacerdote della diocesi di Palermo a cui và tutta la nostra gratitudine per la sua presenza, non solo spirituale con i ragazzi e con gli educatori. Ci ha fatto capire, attraverso le tre Virtù Teologali l’importanza che abbiamo noi all’interno della Chiesa e della nostra Comunità. Anche don Giuseppe Tavolacci, sacerdote della diocesi di Roma e originario di Mezzojuso, è stato presente nell’arricchire i nostri momenti. Don Giuseppe ha preparato per noi un momento di preghiera all’aperto, fatto di silenzio; dando la possibilità al Signore di parlare ai nostri cuori... Un ringraziamento particolare và ai gemelli Canfora che ci hanno aiutato nella cucina, alle suore collegine che ci hanno messo a disposizione la loro casa estiva, la croce. Per noi educatori i campi scuola sono motivo di entusiasmo nell’andare avanti ed essere guide attive per i nostri ragazzi! Marilù Ingraffia e 5 L’incredibile e intensa storia di San Filippo Neri raccontata da una bellissima rappresentazione teatrale frutto di un lavoro corale di grandi e piccini Tutto è vanità il resto Foto R. Cosentino di Claudio Corsaro I e 6 l 23 Agosto 2013 è una giornata che difficilmente dimenticherò. Nonostante le condizioni climatiche avverse del primo pomeriggio e varie peripezie in serata presso Piazza Umberto I è andata in scena “Tutto il Resto è Vanità” commedia in tre atti. Questa lunga avventura inizia nel Gennaio 2013 quando quasi per scherzo mi è stato proposto di scrivere un canovaccio su una figura che ha fatto tanto parlare gli agiografi; San Filippo Neri. Nato a Firenze nel 1515, Filippo rimane orfano in tenera età e fin da giovane nutre un grande sentimento religioso che coronerà dopo alcuni anni con l’ordinazione a presbitero. Il periodo più conosciuto e più significativo della sua vita è quello romano. Dal suo arrivo a Roma cominciano le vicende che lo vedono protagonista della nostra commedia. Filippo è un uomo dal cuore grande, tanto da guadagnarsi l’epiteto di “Pippo il buono” proprio perché riusciva a farsi capire da tutti, da i più grandi a più piccoli, dagli ultimi ai Papi. Tra le pagine del copione lo troviamo in compagnia di molte figure che hanno fatto la storia, tra le quali Sant’Ignazio di Loyola (Interpretato da Dario Ferrara), San Carlo Borromeo (Salvatore Guidera), Padre Persiano Rosa (Christian Pancaro) e il Cardinale Virgilio Rosari (Nicolò Siragusa). Le vicende della commedia vedono “Pippo il buono” in missione nella Roma del Cinquecento, una città difficile in un momento storico delicato soprattutto per la Chiesa, ovvero quello della Riforma Protestante, del Concilio di Trento e della Controriforma. Arrivato a Roma come pellegrino il Neri è in cerca del Palazzo Apostolico ove risiede il fondatore della Compagnia di Gesù, Padre Ignazio di Loyola, al quale chiede il permesso per partire missionario nelle Indie. Impeditogli ciò per cause di forza maggiore, il nostro Filippo si aggira scoraggiato per le colorite strade romane dove entra in contatto con la dura realtà del tempo. Viene nominato precettore dei piccoli Michele (Riccardo La Barbera) e Ippolita (Alice Schillizzi) figli della bizzarra coppia Galeotto e Clotilde Del Caccia (Nicolò Siragusa e Sara Lo Vico). Qualche giorno dopo Foto C. Foto C. Di Grigoli state buoni... se potete Di Grigo li Foto C. Di incontra Padre Persiano Rosa, uomo di grande fede e simpatia, col quale decide di fondare il suo Oratorio diventando così un grande promotore di gioia. L’Oratorio è la sua più grande invenzione, nonostante i soprusi del presuntuoso Cardinale Virgilio Rosari, ma grazie al suo estro e alle “voci angeliche” dei piccoletti riesce a conquistare la fiducia del Papa Pio IV (Gioacchino Vittorino). Nel secondo atto dopo dieci anni ritroviamo Filippo e Persiano alla guida dell’oratorio aiutati dai loro ragazzi ormai cresciuti: Ippolita (Maria Chiara Lo Vico), Lazzarotto (Piero La Barbera) e il simpatico Michele (Alberto Cosentino). Fa ritorno il teppistello Mezzapagnotta ormai grande (Rosario Grigoli Cosentino) che era fuggito in seguito ad un’aggressione ai danni del prepotente Alessandro Rosari (Girolamo Falletta) nipote dell’ostile cardinale. Il terzo atto, invece, è concentrato al restauro della Chiesa di San Girolamo per l’arrivo del Pontefice Gregorio XIII (Salvatore Perniciaro) il quale apprezza il buon lavoro di Filippo, approvando definitivamente il suo operato. Nel maggio del 1595 dopo tanti episodi l’ormai anziano Filippo Neri spira serenamente attorniato dai suoi bambini mentre sussurra le sue ultime parole: “Paradiso, Paradiso, preferisco il Paradiso!”. Alcuni anni dopo, insieme ad altri personaggi del suo tempo, viene elevato agli onori degli altari. Famose le sue citazioni che spesso Foto C. Di Grig oli echeggiavano in piazza durante le numerose serate di prova tra le quali: “State buoni, buoni se potete!”, “Vanità di vanità, tutto è vanità”, “Va a morì ammazzato…pa’ fede!”. La partecipazione è stata grande da parte di tutti, non avrei mai immaginato che partecipassero così tante generazioni; ma la cosa che più di tutte mi ha colpito è stata la voglia di fare dei più piccoli. Il lavoro è stato duro, l’impegno altrettanto ma adesso posso affermare che ne è valsa la pena. Un ringraziamento va a tutti coloro che ci hanno permesso ciò, con la speranza che tutto questo possa continuare; non importa con cosa o con chi, basta che ci sia la voglia di fare, tanto “TUTTO IL RESTO È VANITA’!” e 7 C ome ogni anno, alla fine delle attività, viene organizzato il campo estivo, che rappresenta la conclusione dell’anno scout. Questo è il primo anno che il gruppo ha la sua autonomia, e, per festeggiare l’evento come gruppo autonomo è stato deciso da noi capi di organizzare un campo di gruppo. Al campo scout si è soliti scegliere un tema; viene scelto in base agli obiettivi che ci prefissiamo per i nostri ragazzi. Abbiamo analizzato non solo il gruppo, ma anche il territorio in cui viviamo; visto che per adesso il tema che affligge l’Italia è la crisi economica, quest’ultima ci ha portati a decidere come tema “Robin Hood”. Il 29 Luglio 2013 ha avuto inizio la nostra avventura! Il reparto e il branco partono per scoprire le avventure di Robin Hood nelle terre di Sherwood. Ad accoglierli c’è il canta gallo (Giacomo) che racconta la storia di Robin (Zino) e re Giovanni (Chiara). Dopo il lancio della storia, i ragazzi cominciano a sistemare gli zaini e il reparto inizia a sistemare il campo, nel frattempo i lupetti sono impegnati con il racconto “i cani rossi”. Durante tutta la settimana, i ragazzi sono stati impegnati tra giochi ed attività a salvare la terra di Nottingham, aiutati da Robin Hood e dal suo amico Little John, superando vari ostacoli e difficoltà, per riconsegnare il potere a re Riccardo. Ai campi scout non possono mancare i momenti di condivisione e riflessione. Abbiamo scelto la parabola della lampada, per far capire ai ragazzi l’importanza delle buone azioni, dell’essere bravi a riscoprire la loro personalità e metterla a disposizione degli altri. A metà campo è stata realizzata la caccia francescana. Noi capi abbiamo inscenato i personaggi principali della vita di San Francesco: i lebbrosi, Santa Chiara, San Francesco e la Croce. La caccia si è svolta la sera, iniziando con una cena “povera”; poi i ragazzi in massimo silenzio sono stati accompagnati durante il tragitto nelle varie stazioni, con un sottofondo musicale, dove erano posizionati i personaggi, che raccontavano il loro incontro personale con Francesco. Per instaurare un clima suggestivo e di preghiera, i vari personaggi si sono disposti in una pineta, illuminata da poche fiaccole. Il campo si è concluso con la cattura di re Giovanni; abbiamo dedicato un intero giorno nella costruzione della catapulta, per l’attacco finale al castello. Tra palloncini d’acqua, farina, cacao e uova, i ragazzi sono riusciti ad invadere il castello e ridare il potere a re Riccardo. Siamo contenti che i ragazzi si sono divertiti, hanno condiviso emozioni Robin Hood nelle terre di Sherwood IL CAMPO SCOUT Foto di Paola Sanfilippo e 8 grandi, momenti indimenticabili che rimarranno per sempre nel loro diario di vita. L’obiettivo primario che ci eravamo preposti è stato raggiunto in pieno; è stato un momento di crescita per i ragazzi, ma soprattutto per noi capi, perché i ragazzi riescono a trasmettere un’energia tale da farci tornare sempre più carichi per iniziare il nuovo anno associativo. È stato difficile organizzare un campo di gruppo, però siamo riusciti a far lavorare insieme sia il branco che il reparto, e non è stato facile, perché le fasce di età sono diverse e hanno esigenze differenti. L’armonia che si è creata però è stata tale da far amalgamare bene l’intero gruppo. Un grazie và ai nostri ragazzi, dai quali impariamo ogni giorno di più. Vi aspettiamo ad Ottobre per iniziare il nuovo Anno Associativo. Buona Strada, i Capi e 9 ESORDI IN MOSTRA COLLETTIVA FOTOGRAFICA di Cesare Di Grigoli S e 10 abato 11 Agosto, presso i locali espositivi del Castello comunale di Mezzojuso, è stata inaugurata la collettiva fotografica ESORDI IN MOSTRA. L’esposizione, curata è allestita dai soci della Pro Loco Mezzojuso in collaborazione con l’Associazione Museo il Tempo nella Memoria di Salvatore Bisulca, è stata il risultato finale di un percorso di studio seguito da quindici giovani di Mezzojuso e due provenienti da Godrano. Tale percorso, al quale ho avuto il piacere di partecipare in qualità di “organizzatore – tutor” ma principalmente come appassionato della materia, ha avuto inizio lo scorso Dicembre con la partecipazione di questi ragazzi al 1° corso di fotografia di base promosso è organizzato dalla Pro Loco è diretto dal nostro compaesano Carlo Parisi (da diversi anni esperto e cultore dell’arte fotografica). Il corso prevedeva, oltre alle lezioni teoriche in aula e alle esercitazioni pratiche all’esterno, anche l’allestimento di una mostra/saggio degli scatti eseguiti dagli allievi durante le uscite. La mostra ha raccolto circa sessanta stampe a colori e in bianco e nero, selezionate tra le tante fotografie prodotte dagli allievi durante le esercitazioni pratiche. Per ogni allievo sono state scelte tre fotografie di genere diverso, ritenute più interessanti sia per la tecnica utilizzata, che per il taglio e per il soggetto inquadrato. Riguardo a quest’ultimo bisogna dire che ognuno dei ragazzi nello scegliere il soggetto da fotografare ha trovato una propria fonte di interesse o più fonti insieme con cui cimentarsi. Alcuni si sono impegnati a fotografare ritratti, scorci urbani e particolari architettonici. Altri hanno scelto di fotografare soggetti naturali: una farfalla; un fiore; un ruscello. Infine c’è chi si è dedicato di più al reportage documentando avvenimenti, riti e tradizioni della nostra comunità. ESORDI IN MOSTRA ha avuto il duplice scopo di mettere in rilievo e far conoscere al visitatore, attraverso le immagini esposte, sia il contenuto delle fotografie in se stesse, ma soprattutto le competenze tecniche acquisite durante il corso dai diciassette artisti esordienti. A tal proposito va ricordato che le opere esposte sono state il frutto di un corso fotografia “di base” durato pochi mesi, in cui i partecipanti hanno avuto l’opportunità di avere soltanto un primo approccio con la materia. E’ stato comunque importante programmare sin dall’inizio del corso questa mostra in quanto è servita da stimolo 1 2 per impegnarsi al massimo durante le esercitazioni pratiche. Per dare un tocco più suggestivo alla rassegna abbiamo deciso di affiancare alle opere dei ragazzi una collezione di circa venti macchine fotografiche storiche appartenenti all’Associazione Museo il Tempo nella Memoria di Salvatore Bisulca. L’intento è stato quello di ricostruire alcune delle tappe salienti della storia della fotografia attraverso gli apparecchi fotografici esposti. Questi ultimi risalenti al periodo che va dalla fine dell’’800 fino ai giorni nostri. Il corso non poteva concludersi senza un riconoscimento ufficiale nei confronti di questi diciassette ragazzi e di Carlo Parisi che li ha seguiti. Così durante la cerimonia di presentazione, a cui hanno preso parte anche il Sindaco di Mezzojuso, Salvatore Giardina e l’Assessore al Turismo, Nicola Di Grigoli e lo stesso Carlo Parisi, abbiamo voluto consegnare un attestato di partecipazione a tutti gli allievi del corso: Salvatore Achille, Matteo Caldarella, Rosario Cosentino, Francesco Cozzo, Catia D’Arrigo, Valentina Divono, Giovanna Fiorini, Elisa Genesio, Maria Chiara Lo Vico, Giorgia Muracchia, Dino Pinnola, Antonino Pomara, Giuseppe Reres, Salvatore Russotto, Vittorio Schirò, Rosario Tavolacci, Annalisa Terrano. A Carlo Parisi, per l’impegno, la professionalità e la disponibilità dimostrata in qualità di docente del corso e per il ruolo di coordinatore in fase di allestimento della mostra, abbiamo voluto consegnare una targa di riconoscimento. La presentazione si è conclusa con la premiazione di due fotografie, selezionate prima dell’inaugurazione da una giuria appositamente costituita. Quest’ultima ha giudicato miglior foto per la “Tecnica” quella scattata da Salvatore Russotto (vedi foto 1) per la seguente motivazione: Per l’espressiva tecnica utilizzata che ha fermato il movimento dell’acqua lungo la diagonale del fotogramma, come a voler immortalare un momento della vita che scorre. L’utilizzo sapiente del diaframma e della velocità di scatto hanno reso una “forma” al liquido della vita, isolandolo dal paesaggio circostante. Miglior foto per il “Taglio” è stata premiata quella scattata da Rosario Tavolacci (vedi foto 2) per la seguente motivazione: Per il taglio fotografico di una particolare scena di vita quotidiana. I clienti che aspettano il loro turno davanti al venditore ambulante di frutta, immortalati dall’utilizzo espressivo di un teleobiettivo, in una appena accennata mancanza di prospettiva come in un quadro del Guttuso. Ad entrambi i vincitori è stata consegnata una targa ricordo dell’iniziativa. Concludo con l’auspicio che questa iniziativa possa servire da stimolo per i giovani mezzojusari e non solo, per avvicinarsi all’affascinante mondo della fotografia. e 11 Spigolature dall’Archivio della Parrocchia di S. Nicola a cura di Nino e Nicola Perniciaro PAPAS LORENZO PERNICIARO Cenni biografici sui papàs e sugli uomini illustri della colonia di Mezzojuso Papàs Andrea FIGLIA –Parroco Nato il 25 ottobre 1731 a Mezzojuso, morto a di 21 agosto 1781 a Napoli. I e 12 l reverendo papàs Andrea Figlia fu Carmelo e fu Saracino Lucrezia, nato in Mezzojuso il 25 ottobre 1731, venne battezzato in questa madrice di S. Nicolò il 27 ottobre 1731 e gli furono posti i nomi Salvatore, Andrea, Michelangelo, Maria. Padrino fu il reverendissimo arciprete Nicolò Figlia, suo congiunto1 Fu alunno del nostro Seminario grecoalbanese di Palermo, che il 30 novembre 1734, pochi anni dopo la sua nascita, fu fondato dall’apostolo delle nostre colonie, padre Giorgio Guzzetta. E’ da credersi che il Figlia sia stato sotto il rettorato dello stesso padre Giorgio Guzzetta. Fu parroco in Chieuti, colonia albanese della Capitanata (Foggia), successore dell’arciprete Nicolò Figlia2. Ivi visse pure col fratello don Mercurio Figlia. Fu parroco della chiesa parrocchiale greca SS. Pietro e Paolo di Napoli. Fu ancora cappellano, per lo spazio di molti anni, del Real Reggimento Macedone3 a Napoli; amico poi di tutti i nostri albanesi di Sicilia. Cercò molto insistentemente di persuadere i sovrani del Regno delle due Sicilie a che venisse istituito il vescovado greco per i Siculo-albanesi, ma non ebbe tale contentezza essendo egli cessato di vivere in Napoli il 21 agosto 1781 all’età di anni 514. Morì di pleurite ed il suo cadavere fu tumulato nella parrocchia greca di Napoli il 22 agosto 1781. Nel noto manoscritto del reverendo papàs Nicolò Chetta (1740-1803) da Contessa Entellina, rettore del Seminario greco di Palermo, al foglio 199, 1a facciata così leggiamo: Il medesimo (mons. Giuseppe Schirò da Piana dei Greci5 essendo stato diciotto anni in Albania insinuò al sig. Strati Ghica6 e al sig. Pani7 di fondar il suddetto reggimento, il quale per avere sparso prodamente il suo sangue nella guerra di Velletri8, fu la vera ragione per cui il re Carlo9 fondò questo seminario10 ed il di lui figlio Ferdinando11 vi ha aggionto il greco vescovado, proposto ed ottenuto dall’altrove menzionato mezziosaro parroco don Andrea Figlia, il quale più volte aveva scritto alle nostre colonie d’avanzarsi una comune supplica al sovrano per ottenere il medesimo vescovado; non essendosi sempre approntate l’altre, sempre si era negata la Piana. Egli tuttavia facendo presente a S. M. li vantaggi provenuti alla corona ed al regno dalle nostre colonie e dal Reggimento ridetto, di cui allora era cappellano, ne ottenne in sua persona la grazia reale. Ma poco dopo il medesimo essendo morto, li pianoti si maneggiarono per via del di loro tenente don Antonio Manzoni, ed ottennero che il di loro patriotto papàs Giorgio Stassi fusse prescelto per primo greco vescovo delli albanesi colonie di Sicilia, né convenne alle altre colonie opporsi per non arenare la fondazione del medesimo vescovado. L’arciprete papàs Francesco CucciaFiglia, congiunto del reverendo papàs Andrea Figlia, nel registro dei defunti di questa madrice (1727-1820) volle annotarne la morte per perpetuarne la memoria di uno che si era reso tanto benemerito delle nostre colonie. Trascrivo per intero quanto in detto registro si legge a pagg. 293-294: Die vigesima prima augusti millesimo sep- Altare della Chiesa parrochiale greca di SS. Pietro e Paolo a Napoli Spigolature dall’Archivio della Parrocchia di S. Nicola tingentesimo octuagesimo primo 1781 reverendissimus sacerdos dom. Andrea de Figlia et Saracino huius Terrae Dimidijussi aetatis suae annorum quinquaginta unius circiter dum post exacta cappellania tot annorum in Exercitu realis Macedoni Albanensis Neapoli degentis officii parochi feliciter fungebat in ecclesia Graecorum eiusdem urbis; animam Deo in com. S[anctae] M[atris] E[cclesiae] reddidit. Cadaver vero suum tumulatum fuit in eadem ecclesia Graeca die vigesima secunda eiusdem augusti. Is mimosinon eonion. (indi segue in italiano): Costui fu alunno del Seminario albanese di Palermo. Cappellano del Reggimento Real Macedone e parroco della chiesa greca di Napoli, mentre a favore della Nazione greca cercava la situazione di vescovo greco albanese. Dopo tanti anni di sua fatica senza che avesse avuto la sorte di vedere questo nuovo vescovado greco per cui più volte parlò con il sovrano re nostro, e regina nostra sovrana, morì con pleurite, costui fu amico di tutti i nostri albanesi di Sicilia. Fu parroco in Chieuti, dove vi è suo fratello don Mercurio Figlia. Il Figlia da Napoli il 12 giugno 1764 inviava al reverendissimo papàs Paolo Parrino, lettore del Seminario greco di Palermo (1746-1765) e parroco della parrocchia greca S. Nicolò della stessa città, una relazione sugli Albanesi stanziatisi nella Capitanata di Puglia, di cui in questo archivio parrocchiale esiste l’originale12. Note (cfr. Registro battesimi 27 ott. 1731 fog. 140). L’arciprete Nicolò Figlia fu anch’egli a Chieuti dal 1721 al 1727 nella qualità di Economo spirituale prima e di arciprete dopo (cfr. Cronologia degli arcipreti di questa colonia). 2 Cfr. Rivista Roma e l’Oriente, anno II, 25 febbraio 1912, n.16 a pag. 252, articolo del prof. Gaetano Petrotta della colonia di Piana dei Greci. 3 Cfr. Rodotà, Dell‘Origine, progresso e stato presente del rito greco in Italia, libro III, cap. II, p. 38 e seg. e Opuscolo di A. Lek, Cenno storico dei servizi militari prestati nel Regno delle due Sicilie dai greci epiroti albanesi e macedoni in epoche diverse, Corfù, 1843. 4 Il vescovado greco di Sicilia fu istituito con Bolla del 6 febbraio 1784 da S. S. Pio VI. 5 Mons. G. Schirò, nativo da Piana dei 1 Greci, era monaco basiliano di questo Monastero di S. Maria di tutte le Grazie, nel 1716 fu missionario nella Cimarra (Albania meridionale) e nel 1736 fu consacrato arcivescovo di Durazzo. 6 Il sig. conte Stratti Ghica era un potente signore e ricco abitante dello Epiro (Albania meridionale, cfr. Opuscolo A. Lek a pag. 115 e Rodotà, l. c., pag. 38 e segg.). Egli fu tenente colonnello e poi tenente generale nel 1784 del Real Reggimento Macedone, che nel 1734 venne ideato da Carlo di Borbone di Napoli, poi Carlo III re delle due Sicilie, e nel 1735 venne effettuato il reclutamento e mezzo del conte Stratti con elementi presi dalla bassa Albania. Allo stesso Stratti successe il Sig. Giorgio Carafa, greco dell’isola di Cefalonia, educato e domiciliato in Venezia ed impiegato al servizio militare di quella repubblica. Fu questi colonnello e poi nel 1775 tenente generale del medesimo reggimento (A. Lek, l. c. pag. 17). 7 Cfr. Rodotà, 1.c., p. 38. Egli a sue spese formò una compagnia di detto reggimento. 8 Detto reggimento si distinse e si coronò di gloria nella battaglia di Velletri -10 agosto 1744- sotto Carlo III contro gli Austriaci (Cfr. Rodotà, l. c., pag. 39-45, e A. Lek, 1. c. pag.19-20 e Cesare Cantù, Storia Universale, tomo X, p. 403). Cfr. anche G. Bennici, Un primo libro per mio figlio, pag. 16-17. 9 Carlo III. 10 Nell’anno 1734 e poscia dotò di cospicua rendita. 11 Ferdinando IV. 12 (cfr. Arch. par., cartella n. III, carpetta I, fasc.3). Dottor papàs Giovanni Tommaso BARBACCI – Parroco (Nato a Mezzoiuso il 30 settembre 1742 ed ivi morto il 3 settembre 1791) I l reverendo papàs Giovanni Tommaso Barbacci, fu mastro Antonino e donna Rosalia Granà, nacque a Mezzoiuso e venne battezzato in questa madrice il 30 settembre 1742 dal reverendo papàs Giorgio Zassi1. Fu alunno del nostro Seminario greco di Palermo. Il 9 agosto 1766 amministra in questa madrice il 1° battesimo (scritto in lingua greca); così lo sappiamo a Mezzojuso il 12 gennaio 1769 perché amministra un battesimo (scritto pure in lingua greca). Dove sia stato dopo, non lo sappiamo; nell’atto di morte però è detto che il Barbacci fu parroco della parrocchia greca di Napoli e cappellano del Real Reggimento Macedone della medesima città. Nell’ottobre 1788 con certezza trovasi a Napoli quale cappellano del detto Reggimento essendo rappresentato nella qualità di padrino da don Paolino Buccola nel battesimo della bambina Rosaria, Maria, Giovanna, Nicolina, Tecla, Macrina di mastro Agostino e Maddalena Cavadi, celebratosi il 25 ott. 17882. Mori a Mezzoiuso a’ 3 settembre 1791 all’età di 49 anni e venne sepolto in questa madrice3. e 13 Spigolature dall’Archivio della Parrocchia di S. Nicola e 14 La sua morte avvenuta in sì giovane età, fa supporre che il Barbacci sia rientrato a Mezzojuso dalla città di Napoli, ove era parroco e cappellano, perché ammalato. Il Barbacci era cultore della lingua albanese, che in quel tempo si parlava ancora in questa colonia. Fra le carte di quest’archivio parrocchiale e trovato una poesia in lingua albanese composta da lui. E’ così intitolata:- Salve Reggina dell’addolorata tradotta dalla lingua siciliana in lingua albanese dal sacerdote Giovanni Tommaso Barbacci di Mezzojuso. Detta poesia venne pubblicata prima da Demetrio Camarda nell’Appendice al suo saggio di grammatologia comparata sulla lingua albanese, Prato, 1866, pp. 176-179. Il Camarda attribuì la Salve Regina del Barbacci al suo compaesano padre Nicolò Brancato, nativo di Piana dei Greci. Ma della stesso parere non fu il prof. Giuseppe Schirò, il quale nella prefazione ai Canti sacri delle colonie albanesi di Sicilia, Napoli, 1907, pp. XII-XIV ci dice queste testuali parole: ....Il Camarda pare che a lui (padre N. Brancato) voglia attribuire la Salve Regina dell’Addolorata, che qui porta il n. LXX; ma in un vecchio manoscritto, da me già posseduto e che ora non trovo, dicevasi autore di essa un certo Giovanni Barbacci. Io non ricordo se ivi fosse notato il luogo di nascita dell’autore; egli però era certamente nativo da Mezzojuso, come desumo dalla minuta di una lettera inedita di mons. G. Crispi, scritta in albanese, in data 9 dicembre 1833; per mezzo della quale l’illustre ellenista, ringraziando l’ignoto destinatario per avergli mandata la canzonetta della buon’anima del sig. Giovanni Barbacci spedisce a lui alcune copie di un suo libro sulla lingua albanese, pregandolo nello stesso tempo di darne una al sig. Barbaci, che, a suo credere, amava la lingua nazionale4, ed una all’arciprete Nicolò Dragotta. Il prof. G. Schirò conclude poi dicendo che autore della predetta poesia non può essere altri che il dottore in sacra Teologia sacerdote Giovanni Tommaso Barbaci e Granà, parroco della Chiesa greca di Napoli e cappellano della Regia Coorte Macedone degli Albanesi, morto a Mezzojuso, nell’età di circa 49 anni, addì 3 settembre 1791. Questa è appunto il canto in albanese che, come ricorda l‘arciprete Nicolò Figlia nella sua breve storia su Mezzoiuso a pag.7, ancora si cantava nella chiesa filiale del SS. Crocifisso: ...ed il reverendo arciprete greco presente don Nicolò Figlia in ogni venerdì recitando la s. Coronella delle cinque piaghe con il pianto della SS. Vergine Addolorata in lingua albanese col concorso del popolo. Il prof. G. Schirò la pubblicò nel citato libro a p. 131-132, ma corretta, come egli stesso dice a p. XIII. Il suo predecessore omonimo (sacerdote Giovanni Tommaso Barbaci), che ritengo autore della canzonetta di cui fa cenno il Crispi, non diversa forse dalla Salve Regina dell’Addolorata già edita dal Camarda, ed ora da me assai meglio perché io ho avuto l’occasione di avere sott’occhio l’originale, che trascrissi parecchi anni addietro in un mio zibaldone,... Comunque, sono parole dello stesso prof. Schirò a p. XIV, sia la cosa, egli è certo che il canto rappresenta uno dei più cospicui fra gli scarsissimi documenti della lingua albanese già parlata a Mezzojuso, dove alcuni anni addietro io conobbi una povera vecchia, di nome Dia Carbone-Cuccia, morta il 16 giugno 1903, e nata il giorno 9 febbraio 1831, 1a quale ancora esprimevasi assai bene nella sua dolce lingua materna. La copia del canto, che trovasi in quest’archivio parrocchiale, rappresenta la forma primitiva, così come venne trascritta dal Barbaci. Questo canto, come quello della Resurrezione di Lazzaro ed una preghiera in albanese, scritta dall’arciprete papàs Francesco Cuccia sono gli unici documenti che abbiamo potuto trovare in questo archivio parrocchiale e presso le più cospicue famiglie albanesi di questa parrocchia. Note 1 (cfr. Registro battesimi, p. 93). 2 (cfr. Reg. battesimi pagg. 155-156). 3 ( Cfr. Registro defunti fog. 360). 4 Il Barbacci, al quale mons. G. Crispi manda il suo libro sulla lingua albanese, è appunto l’omonimo sig. Giovanni Barbacci figlio di Francesco e di Cuccia Antonina; battezzato in questa madrice addì 13 ottobre 1774, sindaco di questo Comune dal 15 febbraio 1846 al 19 giugno 1848 e dal 15 maggio 1849 al 6 giugno 1850. Morì celibe in Mezzojuso il 12 aprile 1851. Egli era molto stimato dall’ultimo principe dei Corvino, Francesco Paolo, che fu uno dei benefattori di questa nostra madrice. (Cfr. Registro dei battezzati 1760-1779, in appendice). Il secondo caso di Sciacca Un triste episodio della storia siciliana nel quale un gruppo di greco‹albanesi si sono distinti in negativo S ulle colonne di questo periodico si è più volte scritto di personalità greco-albanesi che hanno dato lustro a Mezzojuso ed alle altre comunità arbereshe; questa volta viene raccontato un triste episodio della storia siciliana nel quale un gruppo di greco-albanesi si sono distinti in negativo: si tratta del secondo caso di Sciacca, cioè della parte conclusiva del violento conflitto tra le famiglie nobili dei de Luna e dei Perollo, le cui fasi principali vennero combattute nei mesi estivi del 1529. Il XVI secolo fu caratterizzato dalle continue discordie tra i signori feudali dell’Isola e molte città demaniali venivano insanguinate dalle lotte causate dalla brama di predominio dei nobili che vi abitavano, i quali, approfittando soprattutto della debolezza del governo centrale, volevano imporsi nelle città, sfoggiando lusso e potenza. Sciacca era la dimora di numerose e potenti nobili casate: sopra tutte predominavano la famiglia dei Perollo, di origine francese, e quella aragonese dei De Luna. Nei primi decenni del Cinquecento i Perollo erano diventati ancora più potenti grazie al fatto che Giacomo Perollo, conte di Pandolfina, era in grande amicizia col viceré di Sicilia Ettore Pignatelli. Altri nobili, tuttavia, non sopportando gli atteggiamenti e le ricchezze del Perollo, contrapponevano a lui Sigismondo, figlio di Gianvincenzo de Luna (signore di Bivona, di Sclafani e di Caltabellotta, stratigoto di Messina, presidente del Regno e signore del porto di Castellammare del Golfo), marito di Luisa Salviati, figlia di Jacopo Salviati e di Lucrezia de’ Medici. Le prime fasi del conflitto furono caratterizzate da omicidi, continue prepotenze ed intimidazioni tra le due parti, finché, il 18 giugno 1529 Sigismondo de Luna decise di abbreviare i tempi per lo scontro risolutivo: col pretesto di un nuovo servizio militare comandato dal vicerè, per il quale in ragione dei suoi feudi avrebbe dovuto da parte sua fornire 60 cavalli, scrisse da Caltabellotta ai suoi devoti in Salemi di levare uomini d’arme… Accorsero Michele Impugiades, gentiluomo agrigentino, Accursio Amato, di famiglia per antica tradizione odiatrice dei Perollo, Ferrante Lucchesi, Cola Vasco, Cesare Imbeagna, Girolamo e Calogero Calandrini, e altri nobili saccensi; Francesco Sancetta da Salemi; e Giorgio Comito alla testa di una feroce masnada di greci albanesi, scelti nelle recenti colonie di Contessa, Palazzo Adriano e Mezzojuso: e que’ coloni che dopo quattro secoli conservano più o meno in Sicilia la lingua, le fogge, le costumanze natìe, si mostravano allora colla primitiva fierezza de’ commilitoni del valoroso Castriotta che, nelle patrie montagne, avevano così a lungo pugnato contro le scimitarre de’ Turchi1. Giacomo Perollo, da parte sua, fece intervenire direttamente l’amico Ettore Pignatelli, viceré di Sicilia, che inviò a Sciacca Geronimo Statella, barone di Mongerbino, con la scorta di una compagnia di fanti. Lo Statella, in qualità di capitano di giustizia, aveva catturato a Bivona un tal Bastiano Napoli, bravaccio di Gianvincenzo de Luna, e nonostante le rimostranze di e 15 Il secondo caso di Sciacca e 16 questi lo fece impiccare in paese, causando le proteste e le minacce del popolo che lo costrinsero a scappare da Bivona. Giunto a Sciacca il 14 luglio, lo Statella bandì dalla città alcuni esponenti delle famiglie Amato, Fontanetta e Lucchesi, amici dei de Luna; condannò a morte altri uomini nemici dei Perollo; infine, ordinò a Sigismondo de Luna di allontanarsi da Sciacca e di sciogliere le sue truppe. Durante il viaggio di ritorno verso Messina, il barone Statella il 16 luglio passò a Bivona: qui fece impiccare venti sgherri del conte de Luna, tra cui Giorgio Grasta. All’impiccagione fece seguito l’insurrezione dei bivonesi, ed ancora una volta lo Statella fu costretto a fuggire dal paese e a dirigersi nuovamente verso Sciacca. Sigismondo de Luna, allontanatosi da Sciacca, si stanziò con il suo piccolo esercito, di circa 400 fanti e 300 cavalieri, nel feudo Verdura, presso la foce dell’omonimo fiume, a circa dieci miglia ad est della città. Lo Statella gli ordinò nuovamente di sciogliere le truppe, entro domenica 22 luglio, pena l’incorrere nel delitto di lesa maestà. Intanto, temendo l’attacco nemico, Giacomo Perollo inviò il figlio Federico a Messina, con sessanta cavalieri, per chiedere altri rinforzi al viceré Pignatelli, ma il de Luna attaccò prima del previsto. Infatti la sera del 19 luglio Sigismondo ed i suoi accoliti entrarono furtivamente a Sciacca; all’alba del giorno 20 susseguente il Conte fa dare il segno di assalto al palazzo dove alloggiava lo Statella; ed allora chi con scale per penetrarvi dall’alto, chi con ordigni per espugnare le porte, chi con archibugiate alle finestre, tutti si sforzano d’inoltrarsi ed entrare in quel palazzo, finché saliti sull’alta cima della torre, e sfondate le finestre, vi penetrano, e trucidano perfino tutta quanta la gente di guardia di quel palazzo, che a nulla valeva la resistenza di fronte all’impeto di tanta forza; e finalmente lo stesso Statella fu ucciso con un colpo di stocco al cuore da quel Giorgio Comito che lo Statella pochi giorni innanzi voleva dal Conte consegnato nelle mani. Ed indi precipitano dall’alto della torre il cadavere del barone Statella, che, piombando il cranio sui sassi, e fracassato, gli uscì fuori il cervello che poi fu raccolto e seppellito da tal Marco Rappa. Tagliarono a pezzi, e buttarono dalle finestre i corpi degli infelici malcapitati nel palazzo, ed incendiarono tutti gli scritti che ivi si trovavano, come quelli che potevano servire d’informazioni al Viceré2. Giacomo Perollo si rinchiuse tra le mura del suo castello insieme con i suoi uomini e Sigismondo ordinò l’assalto al castello nemico; la costruzione venne assalita ben quattro volte, ma tutti i tentativi risultarono vani; il Perollo seppe difendersi anche il giorno seguente, 21 luglio, in cui persero la vita numerosi assalitori. Il 22 luglio Sigismondo de Luna per conquistare il castello fece adoperare gli otto pezzi di artiglieria che facevano parte del sistema difensivo della città di Sciacca. E così i suoi uomini coi cannoni cominciarono ad abbattere la torre, che subito diede segni di cedere e di andare in frantumi. Giacomo Perollo allora, visto il caso disperato, fece innalzare sui merli della torre la bandiera per trattare la pace. Sigismondo de Luna fece però sapere che avrebbe accettato la proposta di pace avanzata dal nemico solo se quegli fosse venuto innanzi a lui genuflesso, per domandare perdono e baciargli il piede. A causa della gravosità di questa pretesa, Giacomo Perollo si rifiutò e perciò il giorno seguente fu rinnovato l’assalto contro il suo castello. Il 23 luglio 1529 gli assalitori si sca- gliavano nuovamente al mattino con impeto e confidenza maggiore. Dapprima la solita grandine di sassi, di quadrella, di palle arrestavali alquanto; poi la difesa si facea più indecisa e più debole come la piena più ingrossava di fuori. Gian Pietro Infontanetta, alla testa della comitiva de’ Greci, atterrava per ultimo una delle porte: altrove il Lucchesi aperta co’ cannoni una breccia nel muro, vi si avventava co’ suoi. E penetrati ambidue nel castello, era mischia e carneficina terribile…. E i seguaci del Conte, soprattutto que’ Greci immanissimi, scannare i bambini fra le braccia materne, e co’ bambini le madri: ritto sopra un’alta muraglia, tenendo in pugno la bandiera del Conte, Ferrante Lucchesi incitava alle stragi, gridava non si usasse riguardo a condizione, né sesso, né età3. Giacomo Perollo riuscì tuttavia a sfuggire e a nascondersi nella casa di un certo Luca Parisi ma, tradito da Antonello Palermo, un suo seguace a cui Sigismondo aveva promessa una ingente somma, il Perollo venne scoperto e poi ucciso da tale Calogero Calandrino. Sigismondo de Luna non fu tuttavia pago della morte del nemico: avutone in potere il cadavere, barbaramente e vigliaccamente lo fece legare alla coda di un cavallo e trascinare per tutte le vie della città, sia come trofeo, sia per spaventare la cittadinanza che incondizionatamente, per timore, gli si era arresa. Saccheggiò inoltre le altre case di tutti i Perollo e dei loro maggiori aderenti, facendo strage di quanti gli capitavano tra le mani come una belva furente. La città rimaneva in pieno e spaventoso disordine, senza magistrati né leggi, con negozi sospesi, vie mute e deserte, se non in quanto vi apparisse quella schiuma di facinorosi e ribaldi che continuava a celebrare la propria e la vittoria del Luna, a’ vuoti prodotti già dal combattere supplendo con altra pessima gente accorsa all’odore della licenza e del bottino. Nella chiesa maggiore, che avea loro servito e serviva di principale ridotto, le gozzoviglie, le orgie, le oscene canzoni tenevano vece degli uffizi divini, distinguendosi in ciò particolarmente que’ Greci, più sfrenati e ancor mezzo scismatici4. La notizia dell’uccisione del barone, preceduta e seguita da tanti eccessi e ste qua e là ad esempio e a terrore5. Partito dalla Sicilia il 13 agosto, dopo un lungo e disastroso viaggio, Sigismondo de Luna giunse a Roma, dove cercò la protezione e l’ausilio di papa Clemente VII, suo cugino acquisito. La moglie Luisa Salviati, infatti, era figlia di Lucrezia de’ Medici, nipote di papa Leone X e cugina di papa Clemente VII. Scopo di Sigismondo era quello di ottenere il perdono e la grazia dell’imperatore Carlo V, tramite l’autorità pontificia di Clemente VII. Considerata la gravità delle azioni commesse da Sigismondo, il papa deliberò di attendere il momento propizio per sperare in una risposta favorevole di Carlo V. L’occasione si presentò il 24 febbraio 1530, giorno in cui a Bologna avrebbe dovuto incoronare l’imperatore, ma questi negò assolutamente al sommo vicario di Cristo la grazia di perdono a Sigismondo. Due giorni dopo, il papa si presentò nuovamente da Carlo per richiedergli la grazia con suppliche più umili e più fervorose: l’imperatore, riconoscendo la grandezza di Clemente VII, concesse allora la grazia a Gianvincenzo de Luna, padre di Sigismondo, alla moglie di questi Luisa Salviati ed ai figli Pietro, Giulio e Giacomo. Per Sigismondo invece Carlo V addirittura decretò che per mano d’un boia gli sia tagliata su d’un palco la testa onde ne resti un’eterna infamia al suo nome. Il papa informò i nipoti della decisione di Carlo V. Sigismondo de Luna, che attendeva ansiosamente la notizia della possibile grazia, non appena seppe del decreto imperiale pronunciato contro di sé, persa ogni speranza ed in preda al rimpianto e alla disperazione, furibondo ed impazzito, corse precipitosamente per le vie di Roma e, raggiunto il Tevere, vi si buttò, morendo annegato. Il secondo caso di Sciacca da un così orribile e immane massacro giunse agli amici del Perollo e allo stesso figlio di Giacomo, Federico, che apprese quanto successo mentre si trovava lungo la strada che da Messina portava a Sciacca con un contingente di truppe che gli aveva affidato il viceré; avvertì allora l’amico Pignatelli dei gravissimi avvenimenti intercorsi e, aggregati alcuni uomini armati inviatigli dal marchese di Geraci il 29 luglio si mise in marcia alla volta di Sciacca, giurando di uccidere Sigismondo de Luna. Questi però, conoscendo le mosse degli avversari grazie all’ausilio di proprie spie e temendo di non potere far fronte all’esercito regio, si ritirò con tutti i suoi uomini a Bivona, dove fece fortificare le difese del castello e del paese. Il 2 agosto Federico Perollo e il suo esercito giunsero a Sciacca e, non trovando il nemico, attese l’arrivo dei rinforzi inviati da Messina dal viceré Pignatelli: la truppa regia, capitanata dai due ministri di giustizia Nicolò Pollastra e Giovanni Riganti, giudici della Gran Corte Criminale, costituita da 1.000 fanti e 1.000 cavalieri. Informato delle intenzioni degli avversari, Sigismondo de Luna, consapevole della forza del nemico, deliberò di fuggire. I ministri Pollastra e Riganti, con sentenza del 13 settembre, dichiararono Sigismondo de Luna ed i suoi uomini colpevoli del delitto di fellonia e di lesa maestà e, nonostante la loro contumacia, li condannarono a morte e confiscarono i loro beni. Inoltre arrestarono numerosi tra nobili e plebei che avevano parteggiato per i de Luna e li giustiziarono; inviarono a Messina, dal viceré, alcuni giurati saccensi accusati di connivenza con la famiglia de Luna, perché fossero carcerati. Neanche la città di Sciacca fu esente dalla severa giustizia amministrata dai due ministri: fu condannata, infatti, al pagamento di un’ingente somma di denaro per non aver prestato aiuto al capitano di giustizia Girolamo Statella. Poi emanarono in tutto il regno bandi di cattura contro tutti quelli che avevano prestato servizio a Sigismondo; Delle squadre disciolte, chi avviavasi a’ focolari natii, sperando di tornarvi inosservato; i più, antichi e novelli malfattori, si davano in coppie a scorrere e infestare il paese. Allora si spedivano incontro Capitani d’arme e bargelli, si pubblicavano le liste di que’ banditi ne’ comuni dell’isola; ed era una caccia insistente, sanguinosa e feroce essa pure, imperocché durante alcun tempo non si vedessero per le campagne che uomini appiccati, e membra d’uomini squartate ed espo- Isidoro La Lumia. Studi di storia siciliana. Palermo, Lao, 1870, pp. 233-234. 2 Giovan Battista Sedita. Cenno storicopolitico-etnografico di Bivona. S. Stefano Quisquina, tip. Geraci, 1993, p. 65 3 Isidoro La Lumia. La Sicilia sotto Carlo V imperatore. Palermo, Pedone Lauriel, 1862, pp. 237-38. 4 Isidoro La Lumia. Studi di storia siciliana, cit., p. 245. 5 Isidoro La Lumia. Studi di storia siciliana, cit., p. 248. 1 Nino Perniciaro e 17 ARIA DI CONTINENTE Per fortuna a volte ritornano: gli emigrati di Concetta Lala È già dalla fine di luglio che nel nostro piccolo paese si respira aria diversa. Camminando si notano automobili con targhe straniere, case che solitamente sono chiuse diventano formicai di persone, e qua e là si sentono dialoghi misti di lingua straniera, italiano e siciliano. Sono tornati, per le vacanze estive, i nostri emigrati! Ecco cosa è successo. La loro provenienza è varia: nord Italia, Svizzera, Germania, America. Molti di loro hanno ancora parenti a Mezzojuso; altri hanno comprato casa qui, altri ancora nè l’uno nè l’altro, ma desiderano stare, anche per poco, nel paese dove sono nati. Alcuni portano i figli, nati in terra straniera, per fargli conoscere parenti ed amici e talvolta fargli vedere la casa dove abitavano (se ancora esiste), i quartieri dove giocavano, e così condividere molti dei loro ricordi. Anche gli odori che si sentono per le strade cambiano. Si aspettano i parenti “lontani” per sbizzarrirsi in cucina: si va dallo sfincione ai dolci di natale (fuori tempo). Da una tavola all’altra, tutti si danno da fare perchè ogni cosa risulti impeccabile e indimenticabile. “A passiata” non può mancare e tra saluti, baci e chiacchierate può durare pure delle ore. Le feste e le processioni e 18 David e Carmelo Portoghese, emigrati ad Antibes (Francia), rendono omaggio alla memoria di Giovanni Falcone e gli uomini della scorta. Pino Militello con la moglie Franca, emigrati in America raggiungono il massimo dell’emozione. Le più sentite: San Giuseppe e la Madonna dei Miracoli. Per alcuni, la loro permanenza dura fino alla seconda settimana di agosto, per altri si prolunga fino a settembre. All’entusiasmo che vivono in quei giorni si associa, spesso, una triste riflessione sulla realtà del nostro paese. Lamentano il fatto che quasi nulla o addirittura nulla è cambiato con il trascorrere del tempo (c’è chi manca da 20 anni, chi da 30, chi da più tempo). Sono riportati, continua- mente, paragoni con le città e i paesi dove vivono. Volendone riferire qualcuno: la pulizia per le strade; i disagi per raggiungere, con i mezzi pubblici, i paesi limitrofi e le città; la carenza di molti altri servizi. Spesso tutto ciò ci infastidisce tantissimo ma nello stesso tempo riconosciamo che, durante il resto degli anni, noi stessi lamentiamo esattamente le stesse cose. Forse tutto questo è il risultato di ciò che abbiamo voluto e per cui non abbiamo lottato? Giulio Lisciandrello, emigrato a Pinerolo (TO), con il cantante Mario Venuti Ignazio Perniciaro e famiglia, emigrati a Torino, con amici L’impegno mantenuto D opo la bellissima esperienza di Cesenatico, con la partecipazione dell’Adrasto Mezzojuso al 4° Torneo “Mirabilandia Adriatic Cup” con le categorie Allievi e Giovanissimi (risulate per altro finaliste) e la delegazione più numerosa (ben 46 persone con viaggio in aereo), l’A.S.D. Adrasto Mezzojuso, grazie al costante impegno dei dirigenti, si presenta alla nuova stagione sportiva 2013/2014 ben organizzata. Dal 19 agosto scorso i ragazzi dell’attttività agonistica praticano “la preparazione” (ai Campionati Regionali girone B) frequentando il nostro campo sportivo tutti i giorni della settimana; analogamente tutti i Dirigenti e Tecnici sono presenti e si adoperano per la loro formazione sportiva. L’Associazione fa sapere che inizierà la scuola calcio per l’attività di base (Esordienti, Pulcini e Piccoli Amici) a partire da lunedì 23 Settembre e chiun- que potrà iscriversi gratuitamente. Preciso e doversoso impegno dell’Associazione è documentare le cifre raccolte in occasione del Mastro di Campo con la maschera del “Foforio” per l’acquisto del defribillatore e del relativo corso; le somme residue sono servite per migliorare l’ambiente struttura campo di calcio, nonché per la sicurezza dei tanti bambini/ragazzi che frequentano tale struttura. Come già in parte pubblicato sull’Eco della Brigna di Maggio “l’operazione defribillatore” si può così rendicontare: Somma complessiva raccolta: € 2.361,79 da cui decurtare: - € 1.241,10 Acquisto defribillatore semiautomatico (fatt. 3288/13 CFS Medical Suppries); - € 600,00 Corso di I soccorso organizzato da Ospedale Civico Palermo; - € 520,25 Acquisto di profilati in ferro e pannelli di copertura per locali sede (fattura 1361/13 di EMYR FERRO); - € 425,00 Materiale edile (cemento, sabbia, pietrisco, ferro elettrosaldato) per migliorare la ricezione degli ospiti nella struttura Campo di calcio e per raccolta acque piovane. I lavori manuali sono stati intrapresi dai dirigenti in maniera totalmente gratuita e con l’ausilio dell’autobetoniera di Leonardo La Barbera a cui vanno i nostri ringraziamenti. Dal consuntivo si evince che per queste scelte di miglioria dell’ambiente siamo andati oltre la cifra raccolta, ma naturalmente la nostra Associazione si è fatta carico delle suddette somme. Riformuliamo i nostri ringraziamenti a tutti i cittadini che hanno collaborato e solidarizzato. Grazie a loro il defibrillatore c’è! L’informativa dettagliata va a loro come atto dovuto. Pino Como e 19 I nostri lettori ci scrivono questo importante periodico è di fatto uscito dai confini della Sicilia per farsi ambasciatore di quanto sia importante una comunità di persone che pur emigrate in tante città d’Italia, sa all’occorrenza ricompattarsi sotto la bandiera della fratellanza e l’appartenenza ad una bellissima ed ospitale terra. Per Antonino Terrano, una vita dedicata al sociale. Divisa tra Veneto e Sicilia. Che ha avuto dalla Presidenza della Repubblica una giusta e doverosa visibilità. 30 luglio 2013 Spett/le Eco della Brigna Mezzojuso (Palermo) Abbiamo il piacere di comunicare a tutti i lettori dell’Eco della Brigna, che in data 2/6/2013 il presidente della Repubblica ha conferito ad Antonino Terrano il titolo di Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica. La massima onorificenza (ricordiamo che nella provincia di Treviso non veniva assegnata da oltre trenta anni ed a livello nazionale sono solo un migliaio le persone che possono fregiarsi di tale titolo dal 1952 ad oggi), completa il lungo cursus honorum di Antonino Terrano. Fatto di impegno in politica, in sindacato, nel sociale. Iscritto alla Uil dal 1957, Antonino Terrano ha ricoperto cariche ed incarichi a tutti i livelli, provinciali, regionali e nazionali. E’ stato impegnato in politica come consigliere comunale di Paese (Treviso) dal 1980 al 1995. Dal 1995 si occupa di opere umanitarie in Bolivia dove ha contribuito a realizzare alloggi per famiglie indigenti, un ospedale oncologico pediatrico, una scuola ed un asilo nido. Per questi Oscar de Gaspari notevoli meriti gli veniva assegnato il titolo di Grande Ufficiale al merito della Repubblica in data 2/6/2009. Attualmente è segretario organizzativo della Uil pensionati di Treviso. Ma Antonino, di fatto cittadino del Mondo, non dimentica le sue origini siciliane, il suo paese natale di Mezzojuso, i tanti amici e parenti che vivono nella provincia palermitana. Per questo il suo riconoscimento a Cavaliere di Gran Croce premia non solo Treviso, ma anche e soprattutto Mezzojuso. Un paese che grazie a e 20 Un affettuoso saluto e un grazie di cuore Cinzia Patronaggio Grazie per il vostro aiuto Suor Fulgenzia così eravamo... C Sabato 13 Luglio 2013, nella tarda mattinata, all’età di 47 anni, serenamente dopo una breve malattia accettata con fede cristiana, ha reso l’anima a Dio, Margherita Amodeo che lascia il marito e tre figli. La Redazione si unisce al dolore dei familiari. 1 Luglio 2013 – Iringa (TANZANIA) A Don Enzo Cosentino Un pensiero affettuoso e un grazie per la collaborazione della missione collegina in Tanzania Gabriella Di Peri arissimo Don Enzo, mi permetto ancora di chiederle di pubblicare la fotografia allegata: quella della V classe elementare dell’anno scolastico 1960-61, col maestro Santi Mario Gebbia. Glielo chiedo perché ritengo che sia la prima scolaresca mista di Mezzojuso. Comprendeva i ragazzi e le ragazze che avrebbero continuato gli studi con la frequenza della scuola media, allora non ancora pubblica: i ragazzi presso l’Istituto Andrea Reres dei monaci basiliani e le ragazze presso l’Istituto delle suore basiliane. Infatti nel nostro paese ci sarà la scuola media pubblica solo un paio di anni dopo. Da sinistra in alto: Il maestro Santi Mario Gebbia, ?, Nino Ferrante, Ciro Clemente, Nicola Figlia, Giorgio Carnesi, Gianni Anselmo, Mario Campione, Sandro Di Maio, Ignazio Governale, Nino Perniciaro; al centro: Giuseppe La Barbera, Domenico La Barbera, Tommaso Reres, Tommaso Tantillo, Giuseppe Musacchia; in basso: Patrizia Agugliaro, Salvina Cuttitta, Salvina Calì, Pina Bua, Giovanna La Gattuta, Dora Carnesi, Piera Carnesi, Graziella Tantillo, Pina Chetta, Maria Pia La Gattuta, Santina Rizzo. Cordiali saluti, Nino Perniciaro I NUOVI ARRIVATI OFFERTE RICEVUTE LAUREE CARLA MARIA DIVONO di Salvatore e Giovanna Napoli Perniciaro Nicola, Mezzojuso € 20.00 Militello Pino, USA $ 100.00 Fazioli Emilia in Schirò, Palermo € 20.00 De Lisi Antonietta Di Fede, PA € 50.00 Di Grigoli Anna, Chieri TO € 30.00 Murialdo Carlo, Mombarcaro CN € 50.00 La Barbera Vincenzo € 50.00 $ 50.00 La Gattuta Dora, USA Di Grigoli Leonardo, Germania € 50.00 Bellone Andrea, USA $ 50.00 Raimondi Maria - Russo, Palermo € 25.00 Anselmo Antonino, Scandicci FI € 25.00 Vittorino Anna, Ferno VA € 30.00 Terranella Giuseppe, VA € 20.00 Bellone Pietro - Muscarello TO € 20.00 Napoli Domenico, Palermo € 50.00 D’Arrigo Giuseppe € 20,00 Burriesci Thomas, Germania € 20,00 Barcia Salvatore, Lesa NO € 20,00 Scarpulla Salvatore, USA $ 50,00 Muscarello G. - Bellone, USA $ 50,00 Sgroi Giuseppe € 10,00 Carnesi Giuseppe, USA € 30,00 Meli Michele - Spagnolo TO € 20,00 Meli G. - Spataro, Grugliasco € 25,00 Terrano Antonino € 25,00 Bua D. - Zerilli A., Palermo € 20,00 Spata Giuseppe, Svizzera € 50,00 Eustachio Pietro, USA € 30,00 Schillaci Pino € 10,00 Di Mariano Emanuele € 20,00 Il 16 Marzo presso l’Università LUISS “Guido Carli” di Roma, Riccardo Abbate ha conseguito la Laurea Magistrale in Economia, Regole e Mercati, con la votazione di 110/10/10 e lode, discutendo la tesi dal titolo “Economia dell’energia”. Relatore è stato il Prof. Carlo Andrea Bollino. FRANCESCO GENNARO di Giuseppe e Maria G. Pennacchio GIULIO MAGALINI di Enrico e Annalisa Terrano MARIA VITTORIA CARAVELLA di Antonio e Maria A. De Filippo JASMINE CANZONERI di Baldassare e Luisa Melagranato SARA GRATO di Nicola e Salvina Chetta SAMUEL MARTINI di Giovanni e Miriana Zerilli ARIANA CARNESI di Rosario e Maria Catalina Ilouanu RIPOSANO NEL SIGNORE AMODEO MARGHERITA 27/07/1965 - 13/07/2013 LA BARBERA SALVATORE 01/03/1926 - 16/07/2013 BELLONE FRANCESCA 28/10/1927 - 18/07/2013 SUCATO FRANCESCO 26/11/1945 - 02/08/2013 BURRIESCI SALVATORE 22/07/1931 - 23/08/2013 Il 22 Luglio presso l’Università degli Studi di Palermo, Facoltà di Lettere e Filosofia, Lidia Sunzeri ha conseguito la Laurea in Servizi Sociali, con la votazione di 110/10/10 e lode, discutendo la tesi dal titolo “Maria Rosa Marsala – Viaggio attraverso le sue ricerche”. Relatore è stato il Prof. Ugo Marchetta. Il 25 Luglio presso l’Università degli Studi di Palermo, Facoltà di Lettere e Filosofia, Annalisa Terrano ha conseguito la Laurea in Lingue e Culture Moderne discutendo la tesi dal titolo: “Dal Casale di Manzil Yusuf a Mezzojuso”. Relatrice è stata la Prof.ssa Patrizia Sardina. Ai neolaureati i migliori auguri della Redazione. e 21 BREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVI LUGLIO Venerdì 5 A cura dell’Ufficio Catechistico Diocesano, presso il Monastero di SS. Salvatore di Piana degli Albanesi, inizia il Convegno Diocesano dal titolo: “La Famiglia, speranza e futuro per la società”. Mercoledì 10 Inizia presso il campo sportivo comunale di Mezzojuso un torneo di Calcio a sette organizzato dall’U.S.D. Mezzojuso con il patrocinio del Comune di Mezzojuso che si concluderà l’8 agosto. Torneo di Cinquecento - foto S. Bisulca. - Inizia in Piazza Caporale Gebbia, il “3° Memorial Nino Bua” – Torneo di Cinquecento, organizzato dall’Associazione Voltalacarta e dal Bar Pasticceria Gesulada. La squadra vincitrice del Torneo di Calcio. Foto S. Bisulca Giovedì 11 Inizia presso il campetto sportivo adiacente al Monastero Basiliano, un Torneo di Pallavolo, organizzato dall’Associazione Culturale “Voltalacarta” Mezzojuso che si concluderà l’11 agosto. Il Torneo è stato vinto dalla squadra dei “Macellai”. Giovedì 18 Nella Chiesa del SS. Crocifisso viene celebrato il Vespro solenne in preparzione alla festa di S. Macrina. Venerdì 19 Alle ore 11,00 l’Eparca emerito di Piana degli Albanesi mons. Sotir Ferrara, nella Chiesa delle Suore Basiliane di Mezzojuso, celebra la Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo per la festa di Santa Macrina. AGOSTO Giovedì 1 Presso la Chiesa di Santa Maria di Tutte le Grazie annessa all’Istituto “Andrea Reres” inizia la quindicina in preparazione alla solennità dell’Assunta. Ore 06,45, Divina Liturgia. Ore 21,00, Inno Akatistos. - Alle ore 21.30 Caffé concerto presso il Chiosco dei Giovani. La squadra vincitrice del Torneo di Pallavolo. Foto S. Bisulca e 22 Domenica 4 Alle ore 21.30, Caffé concerto presso il Bar Pasticceria Gesualda. Mercoledì 7 In P.zza Umberto I, alle ore 21.30 viene proiettata a cura dell’Associazione Turistica Pro Loco Mezzojuso e con il patrocinio del Comune di Mezzojuso la pellicola cinematografica Benvenuto Presidente. Domenica 11 Alle ore 18.30 viene inaugurata la collettiva fotografica Esordi in Mostra a cura dell’Associazione Turistica Pro Loco Mezzojuso in collaborazione con l’Associazione Museo il Tempo nella Memoria di Salvatore Bisulca. - Alle ore 21.00 in Piazza Umberto I il bar gelateria Caffé Roma organizza un caffé concerto. Martedì 13 Alle ore 22.00, in P.zza Umberto I, viene rappresentata la commedia teatrale Fumo negli Occhi a cura dell’Associazione Culturale TIC TAC di Trabia con il patrocinio del Comune di Mezzojuso. Venerdì 16 Festa di San Rocco: alle ore 9.00, papàs Pietro Lascari celebra la Divina Liturgia nella memoria del Santo. Al termine viene distribuito il pane benedetto. In P.zza Umberto I, alle ore 21.30, viene proiettata a cura dell’Associazione Turistica Pro Loco Mezzojuso con il VIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVI patrocinio del Comune di Mezzojuso la pellicola cinematografica Colpi di Fulmine. Sabato 17 Commemorazione estiva di Santa Lucia: alle ore 8.00 presso la Parrocchia di San Nicolò di Mira preghiera in onore della Santa e Divina Liturgia. LA NOTTE BIANCA - Alle ore 21.30 in P.zza Umberto I si esibisce in concerto Mario Venuti e il gruppo musicale “Qbeta”. A seguire, intorno alle 23.30, sfilano e si esibiscono in piazza i gruppi folkloristici provenienti da Bulgaria, Georgia, Italia (Bitonto), Repubblica Ceca, Turchia. Alle ore 00.30 esibizione di gruppi presso i locali: Bar Gelateria Dolce Brigna, concerto musicale con il gruppo “One Crew”; Bar Gelateria Caffé Roma, Vasco Tribute Band; Alle ore 3.00 sfilano per le vie cittadine e si esibiscono presso il Caffé Roma gli Ottoni Animati. L’iniziativa prosegue presso il Pub Marabella con una notte all’insegna della discoteca curata da DJ Cesare. Domenica 18 Ore 11.15 - Preghiera in onore di Santa Lucia. Grande Doxologia – Divina Liturgia. - Alle ore 12,00 “Appizzatina ru paliu” in prossimità della festa di San Giuseppe.Inizio della novena in preparazione della festa di San Giuseppe: ore 21.00 Santo Rosario e Liturgia Eucaristica presso la chiesa Maria SS. Annunziata. Martedì 20 Alle ore 21.30, presso Piazza Umberto I, viene proiettata a cura dall’Associazione Turistica Pro Loco Mezzojuso con il patrocinio del Comune di Mezzojuso la pellicola cinematrografica Il Principe Abusivo. Venerdì 23 In Piazza Umberto I, alle ore 21.00, viene rappresentata la commedia teatrale “Tutto il resto è vanità”- Regia di Claudio Corsaro – organizzazione: A.C.I., Parrocchia Maria SS. Annunziata e Confraternita di Gesù Maria e Giuseppe. Il Gruppo folkloristico della Bulgaria con Mario Venuti - foto Matteo Cuttitta. Sabato 24 Caffè Concerto presso il BarPasticceria Gesualda con l’esibizione del cantante Luca D’Aversa. “Sfilata Cinofila” organizzata dalla neo Associazione “Sport e Natura” di Mezzojuso con il patrocinio del Comune di Mezzojuso. Lunedì 26 Alle ore 20,30 nella Chiesa dell’Annunziata, il Parroco don Enzo celebra il Vespro solenne della festa di San Giuseppe. Giovedì 29 Alle ore 17.00, presso il Campo Sportivo di Mezzojuso, si svolge la 1a Gara di tiro con l’arco organizzata dall’Associazione Sport e Natura di Mezzojuso con il patrocinio del Comune di Mezzojuso. Martedì 27 Festa di San Giuseppe. Alle ore 10.00 presso la chiesa di Maria SS. Annunziata il parroco celebra la S. Messa solenne, alle ore 11.15 si svolge la torceria con le retini per le vie del paese. Alle ore 21.00 processione con il simulacro del Santo. Mercoledì 28 Alle ore 17.00, in Piazza Umberto I, Venerdì 30 Alle ore 21.30, presso Piazza Umberto I, viene proiettata a cura dall’Associazione Turistica Pro Loco Mezzojuso con il patrocinio del Comune di Mezzojuso, la pellicola cinematografica Biancaneve e il cacciatore. e 23 La Comunità dei Servi dell’Amore Misericordioso Santa Cristina Gela, 28 settembre 2013 Foto di Dino Pinnola e ECOdella BRIGNA In copertina: Il Gruppo Scout Mezzojuso 1 a Caccamo (foto di P. Sanfilippo) PERIODICO BIMESTRALE - PARROCCHIA MARIA SS. ANNUNZIATA - MEZZOJUSO Nuova Serie, Registrato presso il Tribunale di Palermo al n. 33 del 15.10.97 Direttore Responsabile: Vincenzo Cosentino Condirettore: Carlo Parisi Redazione: Doriana Bua, Cesare Di Grigoli, Danilo Figlia, Concetta Lala, Ciro Muscarello, Margherita Reres Indirizzo: Piazza F. Spallitta - Mezzojuso (PA) - Tel e fax 091 8203179 - [email protected] - IBAN: IT60 C076 0104 6000 0000 9228 668 24 Grafica ed impaginazione: Gianni Schillizzi Stampa: Istituto Poligrafico Europeo s.r.l. e