Numero 79 Gennaio 2011 ECO BRIGNA della Bimestrale di informazione religiosa, cultura e attualità Nuova serie - Parrocchia Maria SS. Annunziata Piazza F. Spallitta - 90030 Mezzojuso (PA) - Italia Spedizione in a.p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Palermo • Lettera del Vescovo ai fedeli • Scout: l’inizio di una nuova strada • Festa dell’Adesione • Festa di Natale • Spigolature dall’Archivio di San Nicolò • Acanto dannunziano • La “retina” di S. Giuseppe a Fieracavalli 2010 • Annata ricca, massaru cuntenti Perseveranti nell’impegno e nella speranza editoriale di don Enzo Cosentino A e 2 ll’inizio di questo nuovo anno, Eco della Brigna vuole volgere verso voi tutti il suo sguardo proprio come farebbe il volto di una persona amica. La nostra rivista timidamente si ripresenta a voi, per salutarvi, per stare ancora un nuovo anno insieme a voi, chiedendovi di riscontro un benevolo sguardo di compiacenza. In questo tempo passato, ci siamo sforzati di dialogare con tutti, cercando di ascoltare tutti. L’obiettivo perseguito dalla Redazione nei vari anni è stato principalmente quello di tenere fede alla particolare vocazione dello spirito che anima questo giornale parrocchiale: aiutare i compaesani lontani a sentirsi vicini e partecipi alla nostra comunità ed aiutare la comunità a raggiungere i suoi figli allontanatisi per svariati motivi. A tale proposito, il giornale si è mostrato sempre aperto ad accogliere le varie opinioni in merito a eventi, circostanze della comunità paesana ed eparchiale. A Mezzojuso, il nostro Eco si è spesso presentato come unica voce per condividere commenti personali o di gruppi su fatti, circostanze che hanno riguardato il paese. Abbiamo sempre gradito e cercato di soddisfare la richiesta di chi ci ha chiesto “un po’ di spazio” nel giornale per divulgare la propria opinione. Abbiamo costantemente informato i compaesani lontani sulla cronaca locale: feste religiose e tradizioni ricorrenti, eventi straordinari e notizie particolari. Molto spesso critiche ricevute puntano il dito sulla ripetitività della cronaca locale da noi riportata, sul “profumo di incenso” delle pagine, dovuto a continui riferimenti a cerimonie religiose, feste patronali, novene, processioni etc. Il nostro intento, lo ripeto, è quello di condividere, con chi ci segue da territori che stanno al di la del bivio di questo piccolo centro collinare, la vita quotidiana, così come essa si presenta, anche se risulta scandita non da eclatanti eventi ma da ripetute e tradizionali ricorrenze. Da anni portiamo avanti il progetto di questo giornale come un strumento di comunicazione di una “famiglia”, di cui alcuni figli vivono ancora nell’alveo paesano, altri invece si sono diramati per le vie del mondo. In questa grande famiglia si annunciano i lieti eventi come i nuovi arrivati, le lauree ed i matrimoni celebrati nella comunità, si condivide la notizia ed il dolore per chi ci ha lasciati. Per lo stesso motivo vi invito, cari lettori, come componenti di questa amorevole famiglia, a scriverci, ad inviare vostre opinioni, notizie ed informazioni che vi fa piacere siano pubblicati e condivisi. Con lo scorso numero avete ricevuto il calendario, un piccolo omaggio, in per osservare insieme particolari di oggetti sacri custoditi nelle nostre chiese; particolari ed oggetti che in ciascun animo rievocano di certo ricordi e sensazioni. Il piacere di un semplice dono ha prevalso sulle difficoltà economiche affrontate dalla Redazione per le spese di stampa e di spedizione del calendario. Con questo numero, in sintonia con il clima carnevalesco che già echeggia in paese, abbiamo pensato di regalarvi, in collaborazione con L’Autore, una pubblicazione di Salvatore Bisulca dal titolo “Mastro di Campo Fumetto”. La pubblicazione è stata presentata a Mezzojuso a giugno del 2010. Le copie che ci sono state fornite dall’autore, Salvatore Bisulca, le abbiamo conservate sino a questo momento per rendervele ora, in questo periodo dell’anno più opportuno all’argomento della pubblicazione stessa. Ed infatti, a noi fa sempre piacere condividere con voi pubblicazioni relative al contesto socio-culturale del nostro paese. Purtroppo tale piacere si scontra da qualche tempo con le oggettive necessità economiche del periodico, il quale deve anch’esso fare i conti con la crisi economica e con i rincari. Con un decreto interministeriale pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 31 Marzo 2010, dal 1 aprile il Governo Italiano ha sospeso le tariffe postali agevolate per l’abbonamento postale a libri, quotidiani e periodici per tutto il 2010, delle quali usufruiva anche il nostro giornale, e, con buona probabilità, tale condizione rimarrà invariata. Infatti, malgrado siano stati stanziati fondi per ripristinare, le agevolazioni, fino ad oggi nulla è stato deciso in merito. Tutto questo ha comportato, negli ultimi mesi, un aumento delle tariffe postali di oltre il 400%. Cari lettori, in questi ultimi tempi, anche la famiglia di Eco incontra difficoltà a conciliare l’ impegno assunto della pubblicazione del periodico e le spese acuite dalla crisi economica. Pertanto non potendo sopperire con le nostre limitate risorse finanziarie, esclusivamente alimentate dalle generose offerte, mi appello alla vostra sensibilità, per continuare a sostenerci e per incoraggiarci a proseguire nell’impegno. La crisi finanziaria e economica che la nostra Nazione sta attraversando è grave. Ma con la forza che alimenta la vita in una famiglia non dobbiamo indulgere al pessimismo. Anche di questo tempo di crisi facciamone occasione di discernimento e momento di perseveranza nelle progettualità. Mi auguro, dunque che grazie alla costanza del nostro impegno di Redazione e alla munificenza del vostro sostegno morale e materiale possiamo, passo dopo passo, mese dopo mese, cronaca di evento dopo evento festeggiare il n.100 di questa nuova serie di Eco, e guardare sempre oltre. Nel nome del Signore iniziamo questo nuovo anno che di cuore spero sia per tutti voi foriero di giorni di serenità nel cuore, pace nelle famiglie, gioia ed amore nelle comunità. In questo tempo in cui la crisi finanziaria alimenta disagi non solo economici, ma anche sociali, culturali e morali, le vostre azioni siano, nei luoghi dove Cristo vi ha chiamati a testimoniarLo, colme di buoni propositi e di dignitoso impegno, per operare sempre perseguendo la via della solidarietà, della costruzione della pace, del rispetto della amicizia, con l’assunzione di atteggiamenti di legalità e di cittadinanza attiva e di collaborazione per il bene comune. A tutti voi auguro di cuore un felice e gioioso 2011. Lettera del Vescovo ai fedeli «Il Dio inaccessibile, divenuto a me accessibile per la sua amorosa compassione, volontariamente viene secondo la carne per nascere come uomo nella città di Betlemme, da vergine giovinetta: affrettiamoci ad accoglierlo con animo pronto, acclamando con timore: Signore, gloria a te». (Orthros della prefesta). N ell’approssimarsi della festività del Natale del Signore Gesù desidero porgere al Rev. Clero eparchiale ed ai fedeli laici tutti i miei più sentiti auguri in armonia con i melòdi sacri che ci porgono i diversi modi di accogliere il Sovrano dell’universo che viene nel mondo con la dolcezza e la tenerezza appartenenti solo ai bambini, soprattutto al “Pedhìon neon”, il figlio della Theotòcos.Vi sono nel cristianesimo due notti sfolgoranti la luce: Natale e Pasqua. Nella notte di Natale, Colui che è la vita è venuto in questo mondo incredulo e ostile. Nella notte di Pasqua ha sconfitto il male e la morte, risorgendo a vita immortale. Queste due notti rischiarano di splendore divino il nostro pellegrinaggio sulla terra, immerso nelle tenebre e nell’ombra della morte. Senza di esse la vita umana sarebbe rinchiusa in un abisso di vuoto, di tristezza e di disperazione. Nella grande luce che avvolge la Notte Santa, risuonano note mai udite di canto meraviglioso, cristallino di gioia. Il cielo si spalanca e riversa sulla terra l’esultanza degli angeli per la venuta del Salvatore. È pronto il nostro cuore per accogliere l’annunzio più grande che mai sia stato dato al mondo? Ci siamo sintonizzati con quella gioia sublime e ineffabile che accomuna angeli e uomini? Riusciamo ad elevare lo sguardo lassù dove anche oggi come due millenni fa il cielo è popolato di angeliche schiere, che cantando annunciano a tutta la terra la grande gioia della vita redenta? Per quanto scrutiamo in tutti i libri delle varie religioni non troveremo mai un Salvatore piccolo, fragile e bisognoso di tutto come un bambino. Sul palcoscenico del mondo sono passati molti sedicenti “salvatori”. Questi erano persone adulte, forti, potenti. La gente li ha seguiti, applauditi e obbediti! Pensava che la potesse salvare. Illusioni mai tramontate di un mondo che continuamente si illude di realizzare se stesso con i suoi grandi uomini. Ci viene presentato il vero Salvatore sotto le sembianze di un bambino. Chi può capire il sublime umorismo di Dio, che mostra a una società piena di se stessa il suo Salvatore, avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia? Questo nostro mondo ha bisogno di umiltà, di tanta umilt à , perc h é pensa di fare a meno di Dio. Vuole sostituirsi a Dio, vuole essere come Dio. A questo uomo gonfio di superbia il Creatore si presenta come un bambino. È una sfida e un invito. Ognuno è chiamato a piegare la testa davanti alla picc o l e z z a dell’Altissimo. Ognuno è chiamato ad adorare il Bambino Gesù. Se saremo umili e ci apriremo a Dio, avverrà il miracolo dei miracoli. Mi chiedo se fra tutti i miracoli possibili ve ne sia uno più grande della nascita di Dio nel nostro cuore. Questo è il grande prodigio che avviene a Natale. Gesù non nasce più in una grotta, per essere deposto in una mangiatoia. In ogni Notte Santa l’evento si ripete nell’intimo di ogni uomo. Il Natale, che si rinnova ogni anno, è questo mistero mirabile della nascita del Creatore nel cuore della creatura: se avremo aperto il nostro cuore al pentimento, dobbiamo sapere che la Theotòcos, Maria stessa, per mezzo del Santo Spirito, vi deporrà il piccolo Gesù, vivo, vero, reale come quello di Betlemme, per restarvi “inseparabile e acquisito per sempre” (2 Cor 13, 5). Cristo stia in voi: è l’augurio che formulo in sintonia con l’Apostolo Paolo. † Sotir Ferrara, vescovo e 3 A È arrivato il tanto atteso momento di abbandonare il branco per iniziare una vita da ESPLORATORI E GUIDE scoutscoutscoutscoutscoutscout L’INIZIO DI UNA NUOVA “STRADA” e 4 nche se con un lieve ritardo, il 19 dicembre 2010 il nostro gruppo scout ha inaugurato il nuovo anno associativo. Questo giorno era molto atteso dai nostri impazienti ragazzi, ma anche da noi capi, perché vivere senza attività scout sembra di vivere una vita a metà! Chi si trova a leggere questo articolo potrà pensare che senza scautismo si può vivere lo stesso, forse anche meglio, ma caro lettore per noi scout non è lo stesso! Nel cuore avverti la voglia di mettere in atto tutto quello che hai professato durante la promessa, urge la voglia di servire Dio, la Patria ed essere un punto di riferimento per il prossimo. Quello che noi in gergo scout usiamo chiamare “APERTURA”, ha avuto inizio il 18 pomeriggio con il CDA (consiglio di lupi anziani), che con zaino in spalla e scarponi, accompagnati da Akela e Bagheera, si accingevano a vivere un momento indelebile per il loro cammino scout; era arrivato il tanto atteso momento di abbandonare il branco per iniziare una vita da ESPLORATORI E GUIDE. Tutto si è svolto a Piana Degli Albanesi, dove insieme all’altro branco, i lupi anziani trascorrevano una notte da “ultimi lupi”. La serata è trascorsa all’insegna di momenti di riflessione sul cammino svolto, venendo preparati emotivamente e psicologicamente ad abbandonare la loro pelliccia: compagna di avventura, di sorrisi, di emozioni… e ad inaugurare quella che sarà la vita da reparto. Il 19 mattina, alle 7.30, Nelle foto della pagina accanto e in basso, i Lupi del Branco di Mezzojuso e Piana degli Albanesi alla Sklizza - Piana degli Albanesi durante la cerimonia dei “passaggi”. tutto il resto del branco è pronto per raggiungere i loro futuri esploratori e guide, per assistere e iniziare a vivere a 360° questa nuova esperienza. Giunti a destinazione, ci riuniamo in un immenso cerchio, simbolo di unione e fratellanza, lanciamo le attività previste per il giorno e da qui tutto ha inizio… L’obiettivo che ci siamo prefissati quest’ anno è quello di instaurare un legame più intenso e partecipe con le famiglie, avvicinandoli maggiormente alla vita scout, perché potrebbe essere una buona iniziativa per diffondere lo scoutismo nel nostro “villaggio”. Con questa occasione, anche le famiglie sono state invitate a partecipare a questa giornata inaugu- rativa; creando un clima sia natalizio, visto il periodo, ma nello stesso tempo familiare, abbiamo organizzato una mega tombolata, che ha visto partecipi tutte le branche: dal clan al più piccolo e dolce lupetto! Non si trattava di semplici premi per chi era stato il fortunato/a a fare ambo, terno ecc, bensì del materiale utile ad ogni scout per svolgere le sue attività in branca. Il momento più emozionante per tutta la comunità, non poteva che essere il momento dei “passaggi” dei lupi anziani: per loro, come era successo a Mowgli, era arrivato il momento di abbandonare il branco e arrivare nel villaggio degli uomini. Dopo aver eseguito la cerimonia del “grande urlo”, i lupi anziani sono pronti per il grande momento, gli occhi iniziano a riempirsi di emozione, nel frattempo la squadriglia chiama il futuro esploratore o guida ed accompagnati da un loro capo si corre a gambe levate verso la STRADA. Lanciata in alto la pelliccia, simbolo di fine di una vita da lupetto, ecco l’accoglienza da parte del reparto. Cari esploratori e guide, adesso saranno la bussola e la tenda i vostri compagni di avventura! Da una piccola costola che eravamo nel 2008, lo scautismo continua a farsi strada nel nostro cuore e nel nostro paese, pur incontrando diverse difficoltà e ricevendo futili critiche. Da quest’anno il nostro gruppo avrà il REPARTO, pronto ad accogliere ragazzi di un’età compresa dai 12 ai 16 anni, che vogliono fare dello scoutismo un modello educativo da seguire. Con l’auspicio di proseguire sempre con lo stesso entusiasmo questo cammino cristiano e di lealtà, di non essere mai stanchi di esplorare il mondo e di “lasciarlo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato”, diceva Baden Powell, colgo l’occasione per augurare al gruppo e a tutti i fratelli scout un anno di momenti indelebili. “Lo scoutismo è palestra per l’allenamento alle virtù difficili e solo coloro che sanno anteporre a una vita comoda ed insignificante quella austera e fattiva possono accedervi, avendo davanti gli occhi la figura del Cristo: il suo eroismo e la sua santità”. (Giovanni Paolo II). Benedetta Anselmo scoutscoutscoutscoutscoutscoutscoutscoutscout e 5 A.C.I. Festa dell’Adesione L e giornate del 4 e del 7 dicembre sono state, per il gruppo di Azione Cattolica di Mezzojuso, occasione rispettivamente di incontro e di preparazione alla Festa della Adesione, che l’Azione Cattolica Italiana celebra per tradizione il giorno dedicato alla Immacolata Concezione, l’8 dicembre. Così, Sabato 4, tutta l’A.C. di Mezzojuso si è riunita nella casa di San Giuseppe per passare una piace- vole serata tutti insieme, i vari gruppi (ACR, Giovani, Adulti). La serata è stata occasione di coinvolgimento anche per le famiglie degli acierrini e di condivisione dei momenti trascorsi da parte di alcuni soci all’incontro nazionale di Ottobre con coloro che non hanno potuto partecipare. Martedì 7, invece, gli acierrini e i giovanissimi si sono riuniti al santuario Maria SS. dei Miracoli per recitare il Santo Rosario. Nella giornata di In alto, foto di gruppo dei soci dell’A.C. il giorno dell’Adesione; In basso, foto di gruppo davanti la Madonnina del Pignaro. e 6 Mercoledì 8 dicembre, l’intera famiglia dell’A.C. mezzojusara ha rinnovato il proprio “Si” durante la solenne Celebrazione Eucaristica delle ore 11.00 nella chiesa della SS. Annunziata, in occasione della festività dell’Immacolata Concezione. Nel pomeriggio, alcuni soci hanno accompagnato il corteo del parroco don Enzo e di alcuni fedeli culminato in contrada Pignaro, dove già da un anno sorge una edicola votiva con il simulacro della Immacolata Concezione posta su colonna, realizzata e curata per iniziativa del sagrista della Parrocchia Maria SS. Annunziata, il Sig. Pippo Lafranconi. Gli acierrini ed ragazzi di A.C. hanno reso, insieme al parroco, al Sig. Pippo ed a tutti i fedeli presenti, un omaggio floreale alla Madonna, condividendo in seguito un semplice momento di festeggiamenti organizzato dal Sig. Pippo, con rinfresco e sparo di giochi di artificio. Nella speranza di un sempre più felice cammino durante il nuovo triennio associativo, si coglie l’occasione di formulare i migliori auguri ad Andrea Tavolacci, da poco eletto Presidente Parrocchiale. Gli Educatori di Azione Cattolica di Mezzojuso La Festa di Natale della Scuola dell’Infanzia “Bambino Gesù” G iorno 22 Dicembre alle ore 10, presso l’Istituto dell’Infanzia “Bambino Gesù” di Mezzojuso, i bambini insieme ai loro genitori si sono riuniti nel salone della scuola per festeggiare insieme, come ogni anno, il Santo Natale. Tutti i bambini, vestiti da angioletti, hanno creato con le loro dolci voci e con la loro semplicità, un’atmosfera gioiosa. I canti di Natale, da loro eseguiti, sono stati poi frammezzati dalla rappresentazione dei momenti più significativi prima dell’Avvento, come l’Annunciazione a Maria (Virginia La Gattuta) da parte dell’Angelo Gabriele (Maria Antonietta La Barbera), l’arrivo di Giuseppe (Gabriel Cangelosi) e Maria a Betlemme e la nascita di Gesù Bambino avvenuta in una stalla, perché, come hanno detto i bambini, nessuno voleva Gesù. L’esecuzione dei canti natalizi è terminata con il brano in lingua inglese. Lo spettacolo, infine, si è concluso con il consueto ballo di coppia e con l’inaspettato arrivo di Babbo Natale, tra lo stupore e la gioia di tutti i bambini presenti. Tutto questo è stato possibile grazie al lavoro e al grande impegno del corpo docente. Foto di Danilo Figlia Rita Cacciatore e 7 CONVEGNO DI STUDI E MOSTRA FOTOGRAFICA “Italia, Albania, Arbëreshë fra le due guerre mondiali” L e 8 ’Unione dei Comuni BESA, cui aderiscono i comuni siculo-albanesi (Arbëreshë) della Provincia di Palermo (Contessa Entellina, Mezzojuso, Palazzo Adriano, Piana degli Albanesi e S. Cristina Gela), insieme all’Associazione Italiana Studi Sud Est Europeo di Roma e il Centro di Documentazione Storica sulla Grande Guerra di San Polo di Piave (TV) hanno organizzato un Convegno di Studi e una Mostra Fotografica dal titolo “Italia, Albania, Arbëreshë fra le due guerre mondiali”. La manifestazione si è svolta al Castello di Mezzojuso (PA) a partire dalle ore 15.30 di domenica 28 Novembre 2010. Il convegno è stato preceduto da una breve introduzione di musica popolare della tradizione arbëreshe e ha compreso la presentazione del volume “L’Italia in Albania (1914-1920)” di Giuseppe Lo Iacono, curato da Vito Scalia. Sono intervenuti: M. Diano, Presidente dell’Unione dei Comuni «Besa»; Pierpaolo Petta, che ha curato l’introduzione musicale; M. Mandalà (Università di Palermo), VicePresidente Aissee; Alberto Basciani (Università di Roma 3): “Tra Politica culturale e politica espansionistica. Italia e Albania tra le due guerre mondiali”; Francesco Guida (Università di Roma 3): “Il Regno di Re Zog visto dalla documentazione diplomatica Italiana (1935-1936)”; Antonio D’alessandri (Università di Roma 3): “La difficile affermazione dello Stato Albanese dopo la Prima Guerra Mondiale. Il contributo di Anselmo Lorecchio”; Francesco Altimari (Università della Calabria): “Gli Arbëreshë di Calabria nell’occupazione fascista dell’Albania: analisi di alcuni documenti di archivio”; Vito Scalia (Università di Palermo): “Una testimonianza: l’Italia in Albania di Giuseppe Lo Iacono”; Francesco Leoncini (Università Ca’ Foscari Venezia): “L’Albania come parte dell’Europa centrale”; Eugenio Bucciol, “Presentazione della mostra fotografica: Albania: fronte dimenticato della Grande Guerra”. In alto, una foto della mostra; in basso, un momento del Convegno. Foto di Danilo Figlia. Papàs Gjergji riposa nel Signore I l 15 novembre 2010, è tornato alla casa del Padre il reverendissimo Protopresbitero A. Guzzetta, fedele servitore della Chiesa di Piana degli Albanesi. P. Gjergji, figlio di Antonino e Rosa Capaci, era nato a Piana degli Albanesi l’11 aprile 1925. Nel 1950 entrò nel Seminario di Piana, dove proseguì gli studi fino alla 5a ginnasiale. Nel 1953 passò nel seminario Benedetto XV di Grottaferrata, dove completò gli studi classici. Nel 1956 passò al Pontificio Collegio Greco S. Atanasio di Roma, dove frequentò la Facoltà di Filosofia e S. Teologia. Nel 1959 veniva ordinato suddiacono e diacono. Il 19 novembre 1961, in Piana degli Albanesi, nella Chiesa della Madonna Odigitria (La chiesa Cattedrale, temporaneamente era chiusa al culto per lavori di manutenzione) riceveva dalle mani di S. E. Rev.ma Mons. Giuseppe Perniciaro, l’ordine sacro del presbiterato. Nel 1964 viene nominato canonico del Capitolo Cattedrale di Piana degli Albanesi. Nell’ottobre del 1962 viene nominato vice-rettore del Seminario Diocesano e nell’ottobre del 1964 assistente della G.I.A.C. (Gioventù Italiana di Azione Cattolica) di Piana. Nel 1968 viene nominato Rettore del Seminario. Il 31 ottobre del 1975 viene nominato Proistamenos del Capitolo Cattedrale di Piana. Il 29 novembre del 1986 veniva nominato, da S. Ecc. Rev.ma Mons. Ercole Lupinacci, protopresbitero. Nell’ottobre del 1989 veniva nominato, da S. Ecc. Rev.ma Mon. Sotìr Ferrara, Cancelliere della Curia eparchiale, incarico che ha mantenuto fino al 3 ottobre 2009. Il Ricordo che conservo di papàs Gjergji è di una persona dal carattere colmo di cordialità e di disponibilità; amava tanto la nostra Eparchia, nella sua interezza, nelle sue varie realtà, mostrando sensibilità non comune verso tutti i fedeli, non solo i fedeli di rito bizantino ma anche ed in particolare quelli di rito romano. Noi tutti custodiremo nei nostri cuori la memoria della sua bontà, della sua dolcezza e della sua instancabile disponibilità all’ascolto. Eterna sia la tua memoria, fratello nostro indimenticabile e degno della beatitudine. Don Enzo e 9 PAPàS LORENZO PERNICIARO a cura di Nino e Nicola Perniciaro Foto di Danilo Figlia Spigolature dall’Archivio della Parrocchia di S. Nicolò ell’Archivio della Parrocchia di rito bizantino di S. Nicolò di Mira di Mezzojuso si trovano conservate le carte dattiloscritte della Cronologia degli Arcipreti di questa Venerabile Maggiore Chiesa Madre San Nicolò di Mira, frutto del lavoro certosino e dell’opera meritoria che don Lorenzo Perniciaro nei lunghi anni della sua arcipretura ha dedicato allo studio dei registri parrocchiali da lui custoditi, dove i papas, che si sono succeduti nel tempo, annotavano tutte le celebrazioni di battesimi, matrimoni e morti dei loro propri parrocchiani. Pur se in parte lacunosi, questi registri, che vanno dalla fine del XVI secolo ad oggi ricoprendo quasi completamente lo sviluppo cronologico della vita del nostro paese, sono in grado di fornire dati di gran lunga più completi e più abbondanti di quelli che si possono ricavare dagli atti dello Stato civile esistenti nel nostro Comune che, avendo avuto inizio solo nel corso dei primi decenni dell’800, dopo che le riforme napoleoniche avevano dimostrato N l’importanza di questo genere di annotazioni, coprono solo l’età più recente della nostra storia. Fermamente convinti che la conoscenza degli eventi del passato e di quello che hanno fatto gli uomini che ci hanno preceduto serva a renderci più forti ed a meglio prepararci ad affrontare i problemi della vita, da tempo si cercava di realizzare il proposito di diffondere e far conoscere al maggior numero di persone, in un modo quanto più comodo ed accessibile, quello che hanno rappresentato e fatto le personalità più ragguardevoli che si sono distinte nella storia della nostra cittadina. E’ parso perciò opportuno cogliere l’occasione fornita dalla disponibilità della Redazione di Eco della Brigna per dare inizio al suaccennato proposito con la creazione di una rubrica alla quale ora si dà inizio, cominciando con la pubblicazione delle notizie raccolte dall’arciprete Perniciaro, relative alla biografia degli Arcipreti di rito bizantino che si sono succeduti del nostro paese. Cronologia degli Arcipreti di questa Venerabile Maggiore Chiesa Madre San Nicolò di Mira in Mezzojuso, compilata per cura del reverendissimo papàs Lorenzo Perniciaro protopapàs di questa colonia albanese, sulla scorta dei registri e dei documenti esistenti in quest’archivio parrocchiale. Mezzojuso settembre 1936 - XIV. In detto manoscritto, che si trova in questo Archivio parrocchiale segnato col n. 14, a pag. 178 leggiamo difatti che il rev. papàs Salvatore Franco, Vicario Foraneo e Protodiacono di questa terra albanese di Mezzojuso, dopo aver letto diligentemente (!) i registri ove sono annotati i nomi dei fanciulli battezzati in questa Maggiore Chiesa S. Nicolò, trascrisse in ordine cronologico i nomi dei papàs Arcipreti della Colonia. La cronologia del Vicario Franco però, oltre ad essere incompleta, è imperfetta perché egli si limitò solamente a trascrivere una data qualsiasi degli anni di arcipretura ed i soli nomi e cognomi degli Arcipreti risultanti dai registri dei battezzati. Ho creduto perciò cosa opportuna anzi necessaria, perché oggi gli atti ancora INTRODUZIONE e 10 Una prima cronologia dei papàs di questa Colonia, i quali hanno ricoperta la carica di Arciprete di questa maggiore Chiesa di San Nicolò di Mira, la troviamo nel volume secondo dei “Documenti grecanici manoscritti”, trascritti dal signor Carmelo Figlia Spata fu Leonardo da Mezzojuso. si leggono abbastanza bene, rifare la detta Cronologia e renderla completa, per quanto possibile, aggiungendo anche qualche notizia ricavata dai manoscritti esistenti in archivio, e formare in tal modo un piccola biografia di ciascun Arciprete. Il più antico dei registri che tuttora si conserva nell’Archivio parrocchiale, e che purtroppo si trova mancante di parecchi fogli, è quello ove sono annotati i battezzati dal 3 giugno XI indizione 1598 al’11 aprile 1612. Ho detto purtroppo mancante di parecchi fogli. Difatti, da un manoscritto tramandatoci dall’arciprete Lorenzo Cavadi, leggiamo così: “come rileverà da un libro antichissimo di battesimo avente la data del 1589 sino al 1609…”, sappiamo che detto registro principiava dal 1589 e non dal 1598. Gli atti sono vi scritti in lingua italiana o in dialetto siciliano ad eccezione di alcuni, nel primo foglio, scritti il lingua greca. In esso registro leggiamo i nomi di tre soli papàs: 1.“3 giugno XI indizione 1598. Io prete Paulo Papadà hebdomadario di questa maggiore ecclesia di Santo Nicolao di questa terra di Mezo juso, ho battizzato et cresimato una fanciulla nata di primo… da Augostino et helena macaluso jugali, cui fu posto nome Maria, li patrini furo hercoli belloxi et Gioannella moglie… 2. “21 giugno 1598. Io Previti Andrea Lascari capelano de la majuri ecclesia di questa terra di Menzo Juso [ho battezzato et cresimato1] lu figlio di Andrea Franco et Maria Franco jugali [gli fu posto] nome mariano et li [patrini foro] Andrea princivali di la cità di corleone et la cumari fui …………. di rinaldo moglieri di preditto di rinaldo”. 3. “A di 8 settembre 1602. Io don Marco Lascari “ho batizato e crizzimato allo figlio di marco barbatto [cui fu posto] nome mercurio et li patrini foro paulo barchia et la moglieri di vicenzo curdari” Nel su riferito Registro dei battesimi nessuno dei tre papàs si dà il titolo di Arciprete. Il Vicario foraneo Salvatore Franco (luogo citato a pag. 178) dice che nel Registro ove sono annotati i battesimi e precisamente nell’atto del 12 marzo 1611 il primo dei papàs che si dà il titolo di Arciprete è don Andrea Lascari. L’atto di battesimo (foglio n. 45) invece è del presente tenore: “A 12 marzo 1611. Io don Andrea Lascari ho battezzato lu figlio di Giuseppe et Dominica Cosanni poverelli [manca il nome del battezzando] li patrini forono mastro rocco di amato ferraro di Caccamo et la mogleri di polito …” Purtroppo manca poi il Registro dei battezzati dal 1612 al … e così non si può dare un giudizio esatto sul riguardo. Che il Lascari però abbia ricoperto con certezza tale carica, lo dimostra il decreto del 1616, emanato da S. E. il cardinale Giannettino Doria, Arcivescovo di Palermo, col quale un certo don Pietro Borgia, da Piana dei Greci, in seguito alla morte dell’arciprete e Vicario foraneo don Andrea Lascari, viene nominato Arciprete di questa Colonia. Un’altra fonte, che ci può indicare il nome di un altro dei primi papàs della Colonia sono i decreti di Sacra Visita, che mons. Cesare Marullo, Arcivescovo di Palermo, tenne in questa terra di Mezzojuso a’ 15 luglio XII indizione 1584 e 13 ottobre II indizione 1588. In essi decreti leggiamo che oltre dei papàs don Andrea Lascari e don Paolo Papadà vi era allora anche papàs don Salvatore de Alessi “et primo Ill.s Dominus visitavit Ecclesiam Maiorem S. Nicolai Graecorum, in qua resident tres Sacerdotes graeci orientali conjugati, vivunt ex primitiis et oblationibus dicti populi graecorum, quorum primitiae ascendunt ad summan unciarum viginti trium annui redditus… Sacerdotum nomina sunt haec, videlicet: Pater Andrea Lascaris, Pater Paulus Papadàs et Pater Salvator de Alexi. Etc.” In detti due decreti non risulta chi dei tre sacerdoti allora copriva la carica di Arciprete. Intanto il papàs de Alexi non si trova fra i sacerdoti che amministrano i battesimi in questa Madre Chiesa dal 1598 al 1618 (Registro citato). Ciò può far credere che il de Alexi sia stato uno dei primi papàs Arcipreti della Colonia? Questa supposizione però è da escludersi perché nel su riferito di Sacra Visita del 1585 leggiamo che “Salvator de Alexi ordinatus fuit in recente a quodam Episcopo graeco…” “In recente” perciò è il più giovane dei tre papàs e, come tale, è da creder- si che non sia stato Arciprete prima del Lascari. Questi poi viene nominato sempre prima degli altri due papàs. Precedenza onoris causa? Chi rivestiva perciò la carica di Arciprete prima del Lascari? Sul riguardo si dovrebbero leggere i decreti di Sacra Visita e quelli della nomina che, credo, esistano ancora presso la reverendissima Curia arcivescovile di Palermo. Lavoro questo però non poco laborioso, che lasciamo ben volentieri ad altri studiosi e appassionati ricercatori di cose antiche. Concludendo quindi, per mancanza di registri parrocchiali più antichi e di altri documenti, siamo costretti ad iniziare la serie degli Arcipreti di questa Madrice con il rev. don Andrea Lascari, benché gli Albanesi vennero in terra prima assai della celebre Capitolazione del 3 dicembre V indizione 1501 e cioè verso il 1460. (Cfr. Arciprete O. Buccola, opuscolo 1909, pagg. 9-19). Premesse le superiori osservazioni, ecco la Cronologia dei papàs Arcipreti e degli Economi spirituali di questa Madre Chiesa di S. Nicolò di Mira. 1599 Arciprete don Andrea Lascari 1627 Arciprete don Paolo Papadà 1641 Arciprete don Giuseppe Reres 1642 Arciprete don Ignazio Dimarco 1665 Arciprete don Girolamo Cuccia 1681 Arciprete don Silvestro Schirò 1697 Arciprete don Anzelmo Schirò 1728 Arciprete don Nicolò Figlia 1770 Econ. Sac. don Melchiorre Masi 1775 Arciprete don Francesco Cuccia 1821 Arciprete don Nicolò Dragotta 1839 Arciprete don Lorenzo Cavadi 1886 Arciprete don Antonio M. Figlia 1904 Arciprete don Onofrio Buccola 1926 Arciprete don Lorenzo Perniciaro 1975 Arciprete don Francesco Masi I nostri papàs fino al 1843 subito dopo il santo Battesimo, conferivano anche la Cresima giusta la prescrizione dell’Euchologio (rituale) dei greci. Solo con la bolla “ Etsi pastoralis “ di Benedetto XIV fu loro proibito di amministrarlo in avvenire riservandolo al solo Vescovo. 1 e 11 gnw' isautovn ϑ CONOSCI TE STESSO Materiali per una storia locale Lapide commemoratova dei caduti della Grande Guerra (Mezzojuso, piazza Umberto I°) foto P. Di Miceli. ACANTO DANNUNZIANO PER ILLACRIMATE SEPOLTURE di Pino Di Miceli e 12 a cura di Roberto Lopes e Pino Di Miceli N on v’è dubbio: a livello di divulgazione storica, le lapidi esposte in luoghi più o meno pubblici svolgono un ruolo primario. Ma è anche del tutto evidente che esse, come ogni altro testo - perché di testi si tratta - espongono dei punti di vista. A volte condivisi a volte no, a volte esiti di visioni governative o risultati di insistenze nate dal basso e mal sopportate dal potere, a volte rappresentazioni di ricerche storiche approfondite o sigilli miranti a legittimare ipotesi non fondate, ecc. La riflessione, nata da una ricerca effettuata da due classi quinte della scuola primaria di Mezzojuso nell’anno scolastico 2005-2006 (“Memorie di Pietra”) e per la quale fungevo da supporto per la documentazione fotografica, mi ha permesso di riandare a tutta la problematica di cui sopra. E così ho riconsiderato errori di datazione (lapide davanti alla casa natale del Buccola), autocelebrazioni (lapide di Giorgio Reres nella chiesa dell’Immacolata), rappresentazioni identitarie (lapide per i caduti “greci” nella prima guerra mondiale posta all’interno della chiesa di Santa Maria delle Grazie) che pongono problemi se confrontate con altre lapidi sulla stessa ricorrenza, accomunamenti forzati (caduti nella guerra in Spagna ricordati assieme ai caduti della seconda guerra mondiale, nella lapide situata in piazza Umberto I°), e via di seguito. Ciò che non ci dicono le lapidi, dovrebbero dirci i documenti, ma non sempre e non tutti. Negli ultimi anni qualche nostro amico, nel nostro territorio, sta approfondendo un ambito storiografico costituito da memorie, lettere, diari, appunti, prodotti soprattutto da soldati e da emigrati. Tutto questo materiale costituisce un settore di testimonianza ancora purtroppo non del tutto apprezzato, ma la sua lettura a volte ci dà la possibilità di imboccare la giusta strada per ulteriori approfondimenti. Andiamo ad alcune vicende della prima guerra mondiale che videro coinvolti dei nostri concittadini. I vincoli di amicizia coltivati in paese, dai giovani soldati al fronte vengono alimentati o attraverso incontri fortuiti o attraverso la richiesta di notizie nelle lettere inviate ai parenti rimasti a Mezzojuso. E’ il caso della lettera inviata ai genitori in data 2 luglio 1917 da Salvatore Muscaglione (vedi Eco della Brigna n. 6, novembre 1998). Nella missiva egli fa loro sapere che “tanti giorni addietro è morto Andrea il figlio di Petrino Ribaudo” e chiede se in paese si sia a conoscenza del fatto. Nel suo Diario di guerra Alfredo De Lisi parla spesso di incontri avuti al fronte con conoscenti e amici mezzojusari o dei paesi vicini (ad esempio, Vincenzo Perniciaro, Biagio Cuttitta, Salvatore Buttacavoli, Giovannino Lascari). In data 5 agosto 1917, viene appuntato: “Appresi, con mio sommo dispiacere, la triste fine che ha fatto maestro Vito Labarbera. O Dio quando finirà questa tremenda carneficina?” I nomi di Salvatore Muscaglione, Petrino Ribaudo e Vincenzo Perniciaro li troveremo tra i caduti nella lapide di Elenco dei caduti della Grande Guerra (circolo Combattenti e Reduci, Mezzojuso) foto P. Di Miceli. piazza Umberto I°. Ma, per esempio, che “triste fine” ha fatto Vito La Barbera che non è citato nella stessa lapide? La trascrizione dell’atto di morte ci segna la strada da seguire per dare a noi stessi una risposta. L’anno millenovecentodiciotto addì quattordici gennaio in Mezzojuso nella Casa comunale. Da S.E. il Ministro della Guerra mi viene spedito lo infrascritto atto di morte concepito come appresso: “Ministero della Guerra. Direzione generale leva e truppa. Divisione matricole. Stato Civile in guerra. Estratto dell’atto di morte del soldato La Barbera Vito. Il sottoscritto Direttore Capo della Divisione Matricole dichiara che nel registro degli atti di morte in tempo di guerra del 142° Regg. Fanteria a pagina 12 ed al n. 1285 d’ordine trovasi inscritto quanto segue: ‘L’anno millenovecentodiciassette ed alli 16 del mese di Luglio nel comune di S. Maria La Longa mancava ai vivi alle ore 7 in età di anni 35 il Soldato La Barbera Vito del 142° Regg.to, 6a Compagnia, Matricola 59577, distretto 33, classe 1882, nativo di Mezzojuso, provincia di Palermo, figlio di Vittoriano e di fu Militello Nunzia, morto in seguito a Ferite da fucile, sepolto al cimitero di S. Maria La Longa come consta dal verbale Mod 147 debitamente inviato e sottoscritto dal comandante il Reparto Tenente Salvatori Sig. Arcangelo e dai testi Sergente Maggiore Motta Giulio e dal Ten. Cappellano del 14° Fanteria Chelli Don Genesio. L’Ufficiale d’amministrazione Incaricato della tenuta del registro firmato Illeggibile. Roma lì 29 Dic 1917. Io Delisi Antonino Segretario delegato dal Sindaco con atto sedici aprile mille novecento otto approvato Ufficiale di Stato Civile del Comune di Mezzojuso, in esecuzione della legge ò eseguito la presente trascrizione, formandone lo allegato, e mi sono sottoscritto”. Questo il testo trascritto nel registro dei morti del comune di Mezzojuso. Ci fanno da spia alcuni elementi: “morto in seguito a Ferite da fucile”, il 142° reggimento e il cimitero di Santa Maria La Longa. Cosa era successo? La Grande Guerra, come viene chiamata, si presenta subito con tutta la sua novità di guerra di massa e di logoramento. Per il fronte italiano è soprattutto guerra di trincea. Condizioni oggettive di difficoltà soprattutto logistiche, cattiva preparazione, operazioni non risolutorie, situazione economicosociale della nazione, fanno sì che il malcontento e la protesta avanzino sia nelle città che al fronte. E si avranno casi di diserzione e di ammutinamenti. Per quanto riguarda il fronte, Cadorna vorrà attribuire tutto ciò alla propaganda ideologica e disfattista. Ma si tratta solo di stanchezza di fronte alla carneficina e alla durezza della disciplina. A questi casi di protesta non si sottrae una delle brigate più famose, la Catanzaro. Già nel 1916 ha avuto infatti un caso di decimazione. Dall’ultima settimana di giugno 1917 i fanti della Brigata Catanzaro si trovano nei pressi della località Santa Maria La Longa (Friuli), per un periodo di riposo, dopo una serie di aspri combattimenti in prima linea. Tra l’altro sia il 141° che il 142° reggimento della brigata si sono precedentemente distinti in importanti imprese belliche e per tale motivo hanno ricevuto significativi riconoscimenti. La domenica del 15 luglio si sparge però la voce che al più presto bisogna ripartire per la prima linea. E precisamente verso Trieste. La sera scoppia una rivolta che si protrae per molte ore con diversi morti e feriti. La rivolta viene repressa grazie anche all’arrivo di rinforzi e con una sommaria fucilazione di alcuni ribelli. L’indomani avviene la decimazione. Dodici rivoltosi vengono estratti a sorte, fucilati all’esterno del muro del cimitero di Santa Maria la Longa e seppelliti in una fosse comune. Tra i fucilati vi è il nostro Vito La Barbera. Gabriele D’Annunzio, dopo aver temuto la sera prima di diventare obiettivo dei rivoltosi, assiste alla fucilazione e l’episodio non sfugge né alla sua penna né alla sua vocazione al gesto retorico ed esemplare. Il poeta infatti non si sottrae dal deporre alcune foglie d’acanto sui corpi dei fucilati e fissa le proprie impressioni su alcuni appunti che svilupperà qualche anno dopo, nel 1922. Ne sortirà una pagina carica di enfasi, non solo linguistica, che vuol considerare parimenti il valore indiscusso della Brigata Catanzaro e la tragica fine di alcuni suoi figli di cui riconosce la fragilità. A guerra finita ci saranno anche diverse versioni con strascichi polemici sull’accaduto. Alcune famiglie riceveranno la pensione, ma la verità sulla sorte dei loro cari è eufemisticamente nascosta in quel “morto in seguito a Ferite da fucile”. Nei tanti Albi d’Oro non leggiamo i nomi di questi decimati. “Nei simbolici alberi” del “parco di rimembranza” di Mezzojuso non figura mastro Vito La Barbera di Vittoriano e di fu Nunzia Militello. Il suo nome è però inserito nell’elenco dei caduti incorniciato all’interno della nostra sezione dei Combattenti e Reduci. Qualcuno ha voluto dimenticare, qualche altro no. e 13 La stella della notte di Natale Mohammad, un immigrato tunisino, in Italia, alla ricerca di una nuova vita. Un senza dimora con un saccone pieno delle sue cose che si era portato dal suo Paese. PRIMA PARTE di Ngoc Nga Huynh e Elisa Muscarello L e 14 ’ospedale Molinette, centro sanitario d’orgoglio non solo nel panorama della città di Torino ma anche dell’intera Regione Piemonte, ha un aspetto non troppo moderno ma è molto grande. L’ingresso principale dà su corso Bramante. Proseguendo per la strada, dopo poche decine di metri, si incontra il fiume Po che è attraversato da un ponte i cui bordi d’estate vengono riempiti di vasi con fiori profumati e colorati. Il lungo fiume lambisce il parco del Valentino, conosciuto anche come il parco degli innamorati. Di fronte all’ospedale c’era (e si trova tuttora) il supermercato PAM. Quell’inverno il clima era rigido e anche se non nevicava il vento tagliava la pelle, mentre la temperatura sotto lo zero non permetteva di far dimenticare a casa guanti e copricapi. Mohammad era un immigrato tunisino, in Italia, alla ricerca di una nuova vita. Ormai era arrivato da più di 5 anni, da quando era scappato dal centro di accoglienza dov’era stato sistemato assieme ai compagni conosciuti sul barcone che li aveva portati via mare nelle acque italiane. Era un senza dimora con un saccone pieno delle sue cose che si era portato dal suo Paese. È stato allora che capì cosa volesse dire davvero vivere lontano dal proprio Paese, in una terra straniera, e fu sempre allora che ne scoprì la dura verità: vagabondare per le strade, senza riparo, senza appoggio di parenti o amici, affamato… dunque una verità ben lontana da quella che prima albergava nella sua mente, quando cre- deva che partire emigrante per un Paese più ricco del suo equivaleva poter ritornare arricchito e felice a sua volta. Si trovò invece a sopravvivere grazie a piccoli lavori sottopagati che riusciva a procurarsi frequentando mercati scoperti, piccoli bar, ristoranti. Lavori comunque discontinui e sottopagati. Ma a lungo andare questi lavori così estenuanti e precari finirono per logorare la sua salute e il suo spirito, mentre i colpi di tosse persistenti che gli venivano, erano significativi dello stato di salute che peggiorava. Il sogno di ritornare a casa arricchito e il successo negli affari che tanto auspicava, piano piano si spensero nelle notti profonde in cui dormiva sui marciapiedi o nelle sere in cui si addormentava sulle panchine dei giardini nonostante continuasse ad aspettare il miracolo di Allah. Ora le sue energie erano giunte agli estremi e con esse si stavano esaurendo anche sogni e speranze. Il nuovo luogo in cui risiedeva provvisoriamente da qualche settimana, con il materasso arrangiato e le poche cose, era adiacente all’ospedale delle Molinette. Osservando e studiando i suoi amici immigrati, si mise a fare il parcheggiatore abusivo d’auto nell’area del parcheggio della struttura ospedaliera, nonostante sapesse di trasgredire le norme del Comune in cui si trovava e inconsapevole del fatto che quell’attività lo avrebbe portato un giorno al fortunato incontro con la ragazza carina italo-vietnamita. La ragazza era giovane e graziosa, qualcuno diceva che fosse bella ma lei non osava pensarlo o comunque dirlo, perchè si ricordava le parole di sua madre, che le aveva sempre insegnato che non c’è alcuna bellezza migliore di quella dell’anima e dunque ben più importante da quella fisica. Amava moltissimo sua mamma e per questo non dimenticava mai qualsiasi cosa le avesse detto e insegnato. Sua mamma aveva desiderio che scegliesse un mestiere per colmare il dolore della gente. Le aveva raccontato che già dalla sua nascita era in debito con i discepoli d’Ippocrate, perché se oggi era in vita lo doveva solo alle mani ed al cuore degli angeli con il camice, che grazie alle loro abilità e al progresso della medicina le avevano salvato la vita. La ragazzina, non poteva sopportare il sangue; i suoi occhi non potevano guardare aghi, cotone, bisturi e forbici in sala operatoria. Così quando finì le scuole superiori andò all’università scegliendo il percorso del Servizio Sociale sotto la facoltà di Scienze Politiche. L’obiettivo era di svolgere la sua attività all’interno di un ambiente ospedaliero. Non avrebbe potuto guarire con la medicina i problemi di salute delle persone, ma almeno avrebbe cercato di attenuare le possibili sofferenze sociali che spesso accompagnano i periodi di malattia di persone già abbastanza sfortunate e bisognose. Stava frequentando il tirocinio dell’ultimo anno di Università all’ospedale Molinette per osservare i problemi sociali del contesto sanitario e fu in uno di quei giorni che incontrò l’immigrato. Un giorno stava girando in macchina attorno alla zona dell’ospedale per cercare un parcheggio. Era l’ora di punta e non c’erano più posti liberi. Arrivò vicino al supermercato PAM e improvvisamente vide una persona che, gesticolando, le indicava un posto libero. Si trattava di Mohammad. Vicino a lui un bidone dell’immondizia e il suo sacco. Spostando opportunamente sia uno che l’altro, il posto per l’autovettura era possibile. Come ricompensa lei gli diede una moneta da 2 euro e lui la ringraziò di cuore. La sera, uscita dal lavoro, lei si diresse verso l’auto parcheggiata e vide l’uomo che l’aveva aiutata la mattina a procurarsi un parcheggio. Era ancora lì, seduto rannicchiato sui gradini dell’ingresso del supermercato. Lo salutò con un sorriso e con un cenno della mano al quale lui rispose con un sorriso. Da quel giorno la ragazza non ebbe più problemi di parcheggio. Bastava che arrivasse lì davanti, allo stesso luogo dove si trovava Mohammad e tutto si ripeteva come la prima volta. Qualche volta, se non era di fretta o in ritardo, si fermava a chiacchierare con lui. Un giorno parlando della famiglia gli disse che era per metà di sangue vietnamita da parte di madre. Lui le parlò di uno zio che aveva fatto il mercenario tra le truppe francesi sul finire del periodo coloniale in Vietnam. Così cominciò a chiederle di parlare del paese della mamma. Lei precisò di esserci stata solo due volte nella sua vita, ma sufficienti per ricordare una terra dai colori vivaci con abbondante vegetazione verde e fiumi maestosi con una grande portata d’acqua. Mentre raccontava, le sembrava che la dolcezza dei frutti esotici (che solo là si potevano trovare) si mescolasse alla dolcezza del sentimento che provava per quella fetta di memoria che conservava così gelosamente. Sognava sempre di tornare in quella parte del mondo. La ragazza era curiosa di sapere cosa avesse spinto lui a lasciare il proprio paese. Glielo domandò. Lui le spiegò che alcuni suoi compaesani erano emigrati verso l’estero per affari e poi erano ritornati con successo a casa. Così aveva seguito il loro esempio, non considerando tutti coloro i quali il successo non l’avevano mai trovato. Ma la sua speranza nel Profeta era grande. Ne portava il nome (come avevano voluto i genitori) e ciò gli bastava per credere fortemente che Allah non avrebbe mai abbandonato i suoi fedeli. A volte capitava che durante questi loro brevi scambi di racconti lui si perdesse tra i ricordi e cominciasse a descriverle, con occhi sognanti, alcuni episodi della sua vita. Un giorno le disse che gli sarebbe piaciuto portarla con sé a visitare la “sua” Tunisi, il “suo” villaggio, le spiagge che si mescolavano al blu del mare Mediterraneo, le grandi e maestose moschee, le distese desertiche del Sahara. Mentre Mohammad parlava la ragazza ne intuì la commozione e la nostalgia. Quelle espressioni sul volto di lui e gli occhi, che da un momento all’altro le parevano potessero riempirsi di lacrime, fecero nascere in lei il profondo desiderio di aiutarlo. Avrebbe voluto fargli riabbracciare la famiglia che chissà da quanto tempo non vedeva. Ma, per adesso, doveva trovare il modo di aiutarlo a superare quei giorni di freddo invernale di fine anno. Ma cosa poteva fare? Lui non aveva documenti, lei era solamente una tirocinante, non aveva altro che un cuore e una umanità. Sapeva che ogni notte lui dormiva davanti al supermercato PAM. Una tettoia lo proteggeva un po’ dai fiocchi di neve che quell’anno erano già scesi, però non dal vento gelido di stagione che non risparmiava un solo centimetro di pelle lasciata scoperta. Inoltre, aveva cominciato a sospettava che lui avesse una qualche malattia ai polmoni. Più volte assistendo agli attacchi di tosse si era sentita impotente e triste. Arrivò l’ultimo giorno di lavoro prima delle vacanze natalizie. Quando lei raccontò la storia del tunisino a sua madre, quest’ultima preparò un sacchetto contenente dei dolcetti tipici del Vietnam: delle barrette a base di arachidi provenienti da Hue, una scatola di dolci di soia della Bao Hien Rong Vang di Hanoi, una confezione di frutti secchi di albero di pane profumato di Saigon. Sperava che quel regalino avrebbe potuto scaldare l’anima del suo nuovo “amico-conoscente” la notte di Natale. Pensando a ciò sorrise caldamente mentre prese il pensierino dalle mani della madre. Sua mamma era una buddhista praticante: pregava ogni giorno due volte, era vegetariana, seguiva le ferree regole del buddhismo ma allo stesso tempo si era impegnata per la festa di Natale e viveva serenamente e senza contrasti con suo marito che era cristiano. La ragazza si trovava in mezzo tra il credo buddhista di sua mamma e quello cristiano del papà provando lo stesso amore verso entrambi. In famiglia si festeggiava il Natale, la Pasqua ma anche le festività buddiste come il giorno dell’anniversario degli antenati quando insieme si preparavano le pietanze da offrire agli antenati sull’altare e si accendeva l’incenso. Dunque brillavano in egual modo sia le luci del Natale che quelle del Vu Lan (una festa religiosa di ringraziamento verso i genitori molto popolare in Vietnam, la metà di agosto del calendario lunare). Quell’ultima mattina stava posteggiando l’auto nel solito parcheggio, era seduta in macchina ferma nel posteggio, pensando al pacchettino regalo fatto da sua madre. L’avrebbe consegnato al momento opportuno. Quando scese dall’auto vide la faccia di Mohammad più pallida del solito. Pensò che forse dipendeva dai 9° sotto zero. Diede due euro al tunisino, il quale con una mano tentò di stringere i soldi e con l’altra si coprì la bocca per un forte colpo di tosse, portandosi le braccia al petto e manifestando un’espressione di dolore. Preoccupata gli disse: Oggi ha una tosse particolarmente accentuata, che ne dice di provare ad andare al pronto soccorso? Lui scosse la testa, e con una voce fiacca e interrotta da colpi di tosse rispose: Ci sono già andato altre volte, ma adesso, senza documenti, per me diventa rischioso. La ragazza tacque. In effetti quello della documentazione era un bel problema. Continua nel prossimo numero e 15 La “Retina” di S. Giuseppe a Fieracavalli 2010 N el mese di Novembre, ormai da circa sei anni, trascorriamo 4-5 giorni a Verona, in occasione della Fiera Cavalli, una delle fiere equestri più note al mondo. A partire è sempre il solito gruppo, anche se ogni anno il numero dei partecipanti aumenta. Nel 2010, in modo particolare, si sono aggiunti a noi cinque muli, un’asina, e le bardature di S. Giuseppe, per far sfilare in fiera la retina, la stessa che a Mezzojuso sfila in occasione della festa estiva della Sacra Famiglia. Ebbene sì: ciò è stato messo in atto! L’idea è nata dal presidente della Confraternita al momento in carica, Pietro Napoli, e da un altro confratello, Simone La Barbera, dipendente dell’Istituto Sperimentale e 16 Zootecnico “Luparelli” di Palermo. Grazie alla collaborazione di tutta la confraternita, dei dirigenti delle stesso Istituto, del parroco don Enzo Cosentino, del Sindaco di Mezzojuso Nicolò Cannizzaro, e del nostro amico Nino Navarra che ha messo a disposizione i muli, è stato possibile far conoscere la nostra tradizione rappresentando la Regione Sicilia e principalmente Mezzojuso. Quanta emozione e soddisfazione vedere la retina in un contesto insolito e magnificente quale la Fiera Cavalli di Verona, un evento in cui si possono ammirare i migliori esemplari equini del mondo. Questa novità è stata accolta bene, ricevendo tanti complimenti, applausi e foto per le bardature che nonostante la loro vecchia età (una del 1897, le altre del 1908) sono ancora in ottime condizioni grazie alle cure dedicate da Piero Napoli. Anche i muli, che sono in via d’estinzione, hanno ricevuto tante ammirazioni cosicchè qualcuno, quasi meravigliato, li scambiava per asini, cosa invece banale per noi che ancora oggi vediamo qualche nostro compaesano utilizzare, come mezzo di trasporto, u’ mulu per recarsi in campagna. Per noi è stata un’esperienza indimenticabile, anche se il tutto è stato realizzato velocemente, curando ogni dettaglio; qualcuno ha anche esclamato: «Questa è storia!». È bello tutto ciò che si sa conservare, ma soprattutto ciò che si vuol far conoscere! La ”retina” è stata presentata, con enorme successo, al salone delle tradizioni di Maria Baleri e al Padiglione 9 - Ring A dell’Associazione Italiana Allevatori. S i è approfittato di questo importante momento di kermesse internazionale sul panorama equestre che è Fieracavalli, ormai giunta alla sua 112° edizione, per parlare dell’importante ruolo che il settore equino riveste anche in Sicilia. La Sicilia oltre a possedere uno splendido territorio è terra di antiche tradizioni e probabilmente grazie alle innumerevoli dominazioni, possiede un patrimonio culturale non indifferente. Nell’isola la componente rurale del patrimonio culturale è insufficientemente valorizzata rispetto a quella dei centri storici urbani e corre il rischio di essere abbandonata in quanto poco accessibile. Pertanto con lo sviluppo degli equidi si è pensato di creare un momento di sintesi tra la valorizzazione del territorio, in particolare le realtà ambientali dell’entroterra siciliano, ed il cavallo. Ciò consentirebbe il recupero ed il mantenimento delle attività produttive strettamente collegate alle popolazioni autoctone ed alle tradizioni culturali. Tale binomio, cavallo e salvaguardia dell’ambiente, offrirà senz’altro l’opportunità di dare impulso alle fragili microeconomie collinari e montane dell’Isola. Le risorse ambientali del nostro splendido territorio possono senz’altro essere colte meglio a cavallo ed è per questo che si è pensato al cavallo quale polo attrattivo attorno a cui fare ruotare una certa economia. Il cavallo diventa quindi lo strumento per la valorizzazione del territorio e la riscoperta della sua storia. Cavalli, sentieri e antiche cascine diventano essenziali per la riscoperta di itinerari culturali e gastronomici. Gli stessi diventano strumenti non indifferenti per una prospettiva economica necessaria al fine di invogliare soprattutto i giovani imprenditori a non abbandonare la campagna. La conservazione del territorio, degli ecosistemi e degli habitat naturali sono elementi imprescindibili al fine della salvaguardia della biodiversità e quindi necessari al mantenimento delle varie specie nei loro ambienti naturali. e 17 ANNATA RICCA MASSARU CUNTENTI Il nuovo lavoro dell’Associazione Culturale “Prospettive” è andato in scena con grande successo Sabato 20 novembre 2010 al Castello di Mezzojuso I e 18 n queste righe vorremmo raccontare come una semplice esperienza teatrale possa assere un pretesto per dimostrare che in realtà non è vero che Mezzojuso sia un paese dove prevale la noia. In realtà occorre solamente un “pizzico” di volontà, affinché si possa realizzare qualcosa che sia allo stesso tempo, una fonte di svago per la cittadinanza e una forma di aggregazione per tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione della commedia in dialetto siciliano di Nino Martoglio: “Annata ricca, Massaru cuntenti”, andata in scena giorno 20 novembre 2010 presso il Castello di Mezzojuso. Lo spettacolo è stato organizzato dall’Associazione Culturale “Prospettive” con il patrocinio del Comune di Mezzojuso. Il lavoro si è protratto per quattro mesi e non è stato facile trovare quindici “attori” da accostare ai quindici personaggi richiesti dal copione, ma una volta costituito il cast, ci siamo subito immersi nel lavoro, affrontandolo con impegno e serietà. Durante la preparazione abbiamo incontrato diversi ostacoli, per lo più dovuti all’incompatibilità degli orari, che spesso non permetteva la presenza di tutti i personaggi, tuttavia non ci siamo mai arresi e il nostro entusiasmo ha alimentato la voglia di portare a termine il progetto. Questa esperienza non ha soltanto avuto l’obiettivo della buona riuscita dello spettacolo, ma ha anche permesso che si instaurassero nuovi rapporti di amicizia e di consolidare quelli già esistenti. Il parco-attori, infatti, era composto da persone di diversa età, nonostante ciò, si è venuto a creare un clima piacevole di complicità, dove non mancavano gaf e risate. Il periodo finale è stato quello più impegnativo in quanto, oltre alle abi- tuali prove serali, tutto il cast, con l’aiuto di amici e parenti, si è impegnato nella realizzazione della scenografia rappresentante un cortile di campagna ottocentesco ambientato nel periodo della vendemmia, due casolari laterali convergenti sullo sfondo in un pergolato ove i vendemmiatori raccoglievano l’uva. Tra le altre cose, con l’ausilio del prof. Antonino Brancato, ci siamo cimentati anche nella realizzazione di brevi canti in dialetto siciliano previsti durante alcune scene della rappresentazione. La lunga attesa si consumava alle 21.30 circa del 20 novembre. Ognuno di noi, dal momento che la vicenda era ambientata nella Sicilia dell’800 durante il periodo di vendemmia, indossava abiti tipici dei contadini di quell’epoca, e quando la battuta del primo vendemmiatore rompeva il silenzio, l’ansia lasciava posto all’adrenalina perchè la nostra creatu- ra cominciava a materializzassi, e con essa, i nostri sforzi venivano apprezzati da un salone stracolmo di spettatori, che ricambiava applaudendo tra una risata e l’altra, ovvero sia, gli ingredienti che il grande Antonio De Curtis definiva il pane quotidiano per un attore. Certo è che il 21 novembre nessuno di noi era più attore, ma sicuramente possiamo affermare che è stata un’esperienza gratificante. La vicenda si svolgeva precisamente la notte di San Michele Arcangelo (29 settembre), inscenata in due atti, ove, si consumavano, tra una tracannata e l’altra, storie ed intrighi di carattere amoroso con annessi tradimenti. Alla fine dello spettacolo attori, scenografi e aiutanti abbiamo offerto agli spettatori “ciciri caliati cu zuccaru e bonu vinu ginirusu”, concludendo cosi la nostra avventura. Non vogliamo pensare che questa commedia sia stata fine a se stessa, a noi piace volerla considerare come un inizio da cui partire per intraprendere nuovi progetti e per invogliare quanta più gente possibile a rendersi meno inattiva, contribuendo cosi alla crescita sociale del nostro paese. Elena Siragusa Silvia Burriesci Nelle foto di Danilo Figlia, alcuni momenti della rappresentazione. ANNATA RICCA MASSARU CUNTENTI di Nino Martoglio Con: Annalisa Bua Dora Bua Silvia Burriesci Vincenzo Cuttitta Carmelo D’Orsa Salvatore Gattuso Salvatore Guidera Roberto Lopes Valeria Lopes Luciano Meli Isidoro Piastra Elena Siragusa Giovanni Tantillo Tommaso Valenti Valentina Viscardi Scenografia: Mariaelisa Morales Ciro Muscarello Giuseppe Tavolacci Musiche: Nino Brancato Interventi musicali: Angelo Meli Giuseppe Sunzeri Regia: Roberto Lopes e 19 BILANCIO “ECO DELLA BRIGNA” ANNO 2010 ENTRATE Offerte € 10.310,50 TOTALE ENTRATE € 10.310,50 USCITE Passivo anno precedente € 2.461,50 Stampa (giornale e calendario) € 8.500,00 Spedizione € 2.075,00 Acquisto materiale di cancelleria € 1.153,70 Tassa Ordine dei Giornalisti € 110,00 TOTALE USCITE Matrimoni celebrati nel 2010 Pennacchio Biagio e Morales Maria Concetta Mezzojuso, 20 Febbraio 2010, Santuario Maria SS. dei Miracoli Lanterna Epifanio e Moscato Rosanna Palermo, 20 Marzo 2010, Chiesa S. Francesco d’Assisi Musacchia Giuseppe e Achille Giuseppa Mezzojuso, 24 Aprile 2010, Parrocchia S. Nicolò di Mira La Barbera Giuseppe e Bisulca Ivana Filippa Godrano, 04 Giugno 2010, Chiesa Maria SS. Immacolata Farini Mario e Vicari Agnese Vicari, 19 Giugno 2010, Chiesa S. Giusto Martire D’India Pietro e Mercurio Daniela Palermo, 05 Luglio 2010, Chiesa S. Francesco di Sales La Barbera Salvatore e Schirò Nicolina Mezzojuso, 20 Luglio 2010, Parrocchia Maria SS. Annunziata Sucato Maurizio e Di Napoli Marianna Ventimiglia di S., 31 Luglio 2010, Chiesa Immacolata Concezione Rivaldo Nicasio e Porcaro Marialuisa Villafrati, 07 Agosto 2010, Chiesa Maria SS. Trinità Di Mariano Emanuele e Di Miceli Vincenza Mezzojuso, 11 Settembre 2010, Parrocchia Maria SS. Annunziata e 20 Magalini Enrico e Terrano Annalisa Palermo, 23 Ottobre 2010, Chiesa SS. Salvatore € 14.300,20 PASSIVO 2010 € 3.989,70 La Redazione ringrazia i lettori per le offerte ricevute durante l’anno 2010, ricordando che il giornale si finanzia esclusivamente con esse. Provincia Regionale di Palermo Comune di Mezzojuso Associazione Turistica Pro Loco Mezzojuso Ass. Museo il tempo nella memoria di Salvatore Bisulca è Mezzojuso STORIA NATURA ARTE CULTURA L’Associazione Turistica Pro Loco Mezzojuso ha provveduto a ristampare la brochure Mezzojuso: Storia, natura, arte, cultura, (nella foto la copertina) con una completa rivisitazione che riguarda il formato, il numero di pagine, le foto ed i testi. “La Redazione informa che è possibile leggere on-line il nostro giornale sul sito dell'associazione “Prospettive” che gentilmente ha concesso lo spazio. L'indirizzo è il seguente: “www.associazioneprospettivemezzojuso.org”. Sono già presenti nel sito i numeri relativi al 2010”. A ntonino Gebbia, lasciando Mezzojuso, dove era nato nel 1921 e dove aveva trascorso la sua giovinezza, si era riproposto di tornarvi spesso e, certamente, di trascorrervi parte delle sue vacanze estive. Ma vi tornò solo rare volte e per brevi periodi. Tuttavia Mezzojuso fu sempre nel suo cuore e nei suoi pensieri. A Mezzojuso iniziò la sua carriera di insegnante di lettere nella Scuola Media Parificata, tenacemente voluta da padre Luca Gattuso, dell’Ordine dei monaci Basiliani, e funzionante dai primi anni ’50 fino all’istituzione della media statale. In seguito Antonino Gebbia si trasferì a Mileto, una ridente cittadina oggi in provincia di Vibo Valentia, dove venne chiamato ad insegnare nella locale LAUREE I NUOVI ARRIVATI Il 20 di settembre 2010 presso il Conservatorio di Stato “Antonio Scontrino” di Trapani, Nicola Di Grigoli ha conseguito il Diploma di Laurea in basso tuba, con la valutazione di 9.50/10, eseguendo i brani: Concerto per basso tuba di R. Vaughan Williams; Sonata Paul Hindemith; due lezioni: n° 4 del Peretti, n° 57 Kopprasch; trasporto e passi orchestrali. Relatore è stato il Prof. Marco Sala. Il 4 Novembre 2010, presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo, Salvatore Fucarino ha conseguito la Laurea Specialistica i n P i a n i f i c a z i o n e Te r r i t o r i a l e Urbanistica e Ambientale, con la votazione di 110/110 lode e menzione, discutendo la tesi dal titolo “Dalla tutela del paesaggio alla riqualificazione territoriale: il piano di recupero di Triscina di Selinunte”. Relatrice è stata la Prof.ssa Ignazia Pinzello. Il 10 Novembre 2010, presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Palermo, Luisa Valenti ha conseguito la Laurea in Infermieristica, discutendo la tesi dal titolo “Chirurgia mininvasiva della tiroide: assistenza infermieristica”. Relatore è stato il Prof. Salvatore Vieni. Ai neolaureati i migliori Auguri dalla Redazione. ANTONINO CONTESSA di Ciro e Ester Schillizzi ALEXANDRO CIOBOTARU di Maricel e Necoleta Lingurariu SALVATORE CANZONERI di Baldassare e Luisa Melagranato SONIA GIUSEPPINA PENNACCHIO di Tonino e Francesca Rigoglioso CLARA MARIA D’ARRIGO di Giuseppe e Elena Lo Bue GIUSEPPE DI FINA di Rosario e Cira Cangelosi RIPOSANO NEL SIGNORE RUBINO ANTONINA 15/01/1929 - 01/11/2010 GOVERNALE FILIPPA 05/09/1932 - 01/11/2010 CUTAIA MARIA ROSA 26/12/1945 - 08/11/2010 BRANCATO PETRONILLA 20/01/1911 - 22-11-2010 GEBBIA PAOLO 03/01/1939 - 05-12-2010 scuola media. Dal matrimonio con una cittadina di Mileto, la maestra Adalgisa Pititto, nacque Loredana che, seguendo le orme paterne, insegna latino e greco in un liceo classico. Antonino Gebbia si inserì presto e bene nel contesto sociale e culturale di Mileto, tanto da dare alle stampe due pregevoli lavori sulle tradizioni popolari locali, “A spacca e pisa” e “Mileto”. La sua esistenza terrena si è conclusa il 22 novembre del 2010, dopo una vita interamente dedicata alla formazione di diverse generazioni di giovani, alla famiglia e allo studio. OFFERTE RICEVUTE Achille Pina M., Mezzojuso € 20,00 Gebbia Santi M., Palermo € 50,00 D’Orsa Tony, Leinì € 25,00 N.N. € 20,00 Raimondi Francesco, Palermo €100,00 Terranella Giuseppe € 30,00 Meli Andrea, Cossato € 30,00 Cuttitta Maria, Palermo € 50,00 Di Grigoli Caterina, S. Cipirrello € 10,00 Lanterna Giuseppe, Castagnole L. € 30,00 Magnate Maria, Mezzojuso € 15,00 Cusintino Giuseppe, Leinì € 50,00 Divono € 50,00 Lo Bue Salvatore, USA $ 20,00 Vaste Pietro, Palermo € 30,00 Lo Monte Giulia, Torino € 20,00 Blackburn Dr & Mrs Joe $ 100,00 La Gattuta Salvatore, Svizzera € 30,00 Morales Salvatore, Germania € 20,00 Valenti Pietro, Australia € 20,00 De Miceli Maria G., Francia € 150,00 Russotto Salvatore, Mezzojuso € 50,00 Poletti Giuseppe, Palermo € 20,00 Bidera Ciro, Arona € 30,00 Tavolacci Giosafat, Palermo € 50,00 Vittorino Francesco, Mezzojuso € 20,00 Cusimano Rosa, Marineo € 20,00 La Gattuta Antonino, Palermo €100,00 Achille Perniciaro Giov., Mezzojuso € 20,00 D’Orsa Caterina, Mezzojuso € 20,00 N.N. € 15,00 Russotto Maria S., Mezzojuso € 20,00 N.N., Mezzojuso € 5,00 Mamola Giuseppe e Angela, USA$ 100,00 Muscaglione Gius., Mezzojuso € 50,00 N.N. € 20,00 Cangelosi Maria, Campofelice di F. € 20,00 Giacalone Teresa, Mezzojuso € 15,00 La Scala Giuseppe, Misilmeri € 20,00 Reina Vincenzo, USA $ 80,00 Canfora Enzo, Germania € 20,00 Sanfilippo Caterina, Villabate € 30,00 Sanfilippo Giuseppe, Mezzojuso € 50,00 Princiotta Nicolò, Bolzano € 20,00 Canfora Daniel, Germania € 20,00 Ferrara Giuseppe, P. d. Albanesi € 100,00 e 21 BREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIB NOVEMBRE Lunedì 1 Festa di tutti i Santi: alle ore 11.00 il parroco don Enzo celebra la Santa Messa in suffragio delle anime dei fedeli defunti nella chiesa SS. Annunziata e non come di consueto al cimitero, a causa del maltempo. Martedì 2 Commemorazione dei defunti: il parroco don Enzo celebra la Santa Messa in suffragio dei defunti presso la cappella del Cimitero. Dopo la Celebrazione, il parroco procede alla benedizione delle tombe. in onore di San Nicolò. Ogni pomeriggio, per nove giorni fino al 5 dicembre, il parroco, papàs Pietro Lascari celebra la Divina Liturgia. Giovedì 18 Alle ore 17.00, nella Parrocchia di San Nicolò di Mira, ha inizio il triduo di preparazione alla Festività dell’Ingresso al Tempio della SS. Madre di Dio. Domenica 21 Festività dell’Ingresso al Tempio della SS. Madre di Dio. Alle ore 11.00 e alle ore 17.00, il parroco Papàs Pietro Lascari celebra nella Parrocchia di San Nicolò di Mira la Divina Liturgia, al termine delle Celebrazioni, dopo la Artoklasia viene distribuita ai fedeli la cuccìa benedetta, simbolo della tradizionale festa denominata “A Maronna ri menzi simenti”. DICEMBRE Cesto dei Morti, preparato dalla Sig.ra Caterina Mirto. (foto P. Di Miceli). Domenica 7 -Festa delle Forze Armate: alle ore 11.30, nella chiesa della SS. Annunziata, i parroci don Enzo e papàs Pietro Lascari concelebrano la Santa Messa in suffragio dei Caduti di tutte le guerre. Alla Celebrazione partecipano le autorità civili e militari del paese e i soci del Circolo Combattenti e Reduci di Mezzojuso. Al termine della Celebrazione si muove un corteo per deporre una corona di fiori presso la lapide dei Caduti posta in piazza Umberto I. -La Compagnia “Ci Risiamo” di Mezzojuso presenta alle ore 20,30 presso i locali dell’ Istituto “Andrea Reres” uno spettacolo multimediale dal titolo “Il meglio di Ci Risiamo”. Sabato 7 Alle ore 18.00, al Castello, il Circolo PD convoca il Congresso di Circolo per l’elezione del Segretario e dei Componenti del Direttivo. e 22 Sabato 27 Alle ore 17.00, nella Parrocchia di San Nicolò di Mira ha inizio il novenario Sabato 4 A Piana degli Albanesi, nei locali della “Sklizza” si svolge la Co.Ca. (Comunità Capi) del Gruppo AGESCI “Piana degli Albanesi 1”. La Co.Ca. prosegue, nella giornata di Domenica 5, sulla traccia di riflessione dal titolo “Scegliere il Servizio, come Rut …”. Domenica 5 Alle ore 17.00, presso la parrocchia di San Nicolò di Mira, si celebrano i Vespri Solenni in onore di San Nicolò, al termine dei Vespri, la Artoklasia dei tradizionali “panuzza ri San Nicola”. Lunedì 6 Feste di San Nicolò di Mira: Alle ore 11.00 e alle ore 17.00, il parroco di San Nicolò di Mira, papàs Pietro celebra la Divina Liturgia. Alla fine delle Celebrazioni sono distribuiti ai fedeli i tradizionali “panuzza ri San Nicola” . Martedì 7 Si costituisce a Mezzojuso l’Associazione “Voltalacarta”, con lo scopo di promuovere attività socio culturali nella nostra comunità. Presidente dell’Associazione è stata eletta Annalisa Bua. Al Presidente ed ai soci dell’Associazione vanno i migliori auguri di buon lavoro da parte della redazione. Giovedì 16 Con le Celebrazioni pomeridiane, ha inizio in entrambe le Parrocchie la novena di preparazione al Santo Natale. Venerdì 17 Alle ore 17.00, a Palazzo Jung, in Via Lincoln a Palermo, è inaugurata la mostra di Nicola Figlia del titolo “Il Mastro di Campo”. La mostra resterà aperta fino al 3 gennaio 2011. Sabato 18 -I soci della neo costituita Associazione “Voltalacarta” si recano presso la Casa di Riposo “Anna Frank” di Misilmeri, per allietare con I giovani dell’Associazione “Voltalacarta” presso la casa di riposo “Anna Frank”. Foto di Danilo Figlia. IBREVIBREVIBREVIBREVIBREVI a cura di Francesca Brancato stati in Parrocchia : Erica Bellone di 4 anni ed Alice Schillizzi di 6 anni. Martedì 28 Alle ore 21.00, il Coro della Parrocchia Maria SS. Annunziata partecipa ad un concerto a Villabate (PA), in occasione della IV Rassegna Natalizia delle Corali organizzata dalla Parrocchia “San Giuseppe”. Il “Mastro di Campo” di Nicola Figlia a Palazzo Jung canti popolari e natalizi gli anziani ospiti della struttura. -Alle ore 17.30, al Castello si svolge una assemblea cittadina per discutere sui disservizi dell’Ufficio Postale di Mezzojuso. L’assemblea è promossa da: CGIL, CISL, UIL, ADOC, CIA e PD. Per i giorni successivi inoltre le suddette Associazioni promuovono una raccolta di firme per protestare contro i disservizi che causano l’apertura a giorni alterni dell’Ufficio Postale. angeli portano in processione verso l’Altare maggiore il simulacro ligneo di Gesù Bambino. Il parroco don Enzo procede in seguito con la Celebrazione Eucaristica. I piccoli angeli del Santo Natale 2010 sono Venerdì 31 Alle ore 17.30, nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù del Collegio di Maria, don Enzo celebra il Te Deum. Al termine della Celebrazione le Suore invitano i numerosi fedeli presenti nel salone per un momento di condivisione durante il quale scambiare gli auguri per il nuovo anno. Venerdì 24 -Alle ore 20,00, i ragazzi dell’Associazione “Voltalacarta” eseguono per le vie del paese canti popolari e natalizi per allietare la vigilia del Santo Natale. -Notte di Natale: alle ore 23.30, in entrambe le Parrocchie ha inizio la Celebrazione del Santo Natale. Nella chiesa della SS.Annunziata, dopo l’Ufficio delle Letture, due piccoli Il Coro della nostra Parrocchia a Villabate. Banchi nuovi a San Nicola Foto di Danilo Figlia. Carissimi compaesani, Mi auguro che con piacere possiate ammirare i nuovi banchi nella chiesa parrocchiale di S. Nicolò di Mira. Ringrazio tutti coloro che mi sono stati vicini per realizzare quest’opera, in modo particolare i costruttori Mastro Peppino Caravella e il figlio Antonio, i diretti collaboratori il Sig. Pietro Farini e il Dr. Enzo Schirò e tutti coloro che con generosità hanno contribuito e che contribuiranno con la loro offerta. San Nicola possa intercedere per tutti noi abbondanti grazie e il Signore Risorto ci conceda la sua Divina Misericordia e il perdono dei peccati. Vi aspetto a “San Nicola...” con affetto, un cordiale saluto. Papàs Pietro Lascari e 23 Santo Natale 2010: Presepe in Parrocchia. e ECOdella BRIGNA In copertina: Gianluca e Chiaramaria (foto di Danilo Figlia) PERIODICO BIMESTRALE - PARROCCHIA MARIA SS. ANNUNZIATA - MEZZOJUSO Nuova Serie, Registrato presso il Tribunale di Palermo al n. 33 del 15.10.97 Direttore Responsabile: Vincenzo Cosentino Condirettore: Carlo Parisi Redazione: Francesca Brancato, Doriana Bua, Danilo Figlia, Concetta Lala, Ciro Muscarello, Margherita Reres Indirizzo: Piazza F. Spallitta - Mezzojuso (PA) - Tel e fax 091 8203179 - [email protected] - Codice IBAN: IT41 F076 0104 6000 0002 0148 904 Grafica ed impaginazione: Gianni Schillizzi Stampa: Istituto Poligrafico Europeo s.r.l.