Numero 79
Gennaio 2011
ECO
BRIGNA
della
Bimestrale di informazione religiosa, cultura e attualità
Nuova serie - Parrocchia Maria SS. Annunziata
Piazza F. Spallitta - 90030 Mezzojuso (PA) - Italia
Spedizione in a.p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Palermo
• Lettera del Vescovo ai fedeli • Scout: l’inizio di una nuova strada • Festa dell’Adesione
• Festa di Natale • Spigolature dall’Archivio di San Nicolò • Acanto dannunziano
• La “retina” di S. Giuseppe a Fieracavalli 2010 • Annata ricca, massaru cuntenti
Perseveranti nell’impegno e nella speranza
editoriale
di
don Enzo Cosentino
A
e
2
ll’inizio di questo
nuovo anno, Eco
della Brigna vuole volgere verso voi tutti il suo
sguardo proprio come
farebbe il volto di una
persona amica. La nostra rivista timidamente si ripresenta a voi, per salutarvi, per stare ancora un nuovo anno
insieme a voi, chiedendovi di riscontro un benevolo sguardo di compiacenza. In questo tempo passato, ci
siamo sforzati di dialogare con tutti,
cercando di ascoltare tutti.
L’obiettivo perseguito dalla Redazione
nei vari anni è stato principalmente
quello di tenere fede alla particolare
vocazione dello spirito che anima questo giornale parrocchiale: aiutare i
compaesani lontani a sentirsi vicini e
partecipi alla nostra comunità ed aiutare la comunità a raggiungere i suoi
figli allontanatisi per svariati motivi. A
tale proposito, il giornale si è mostrato
sempre aperto ad accogliere le varie
opinioni in merito a eventi, circostanze
della comunità paesana ed eparchiale.
A Mezzojuso, il nostro Eco si è spesso
presentato come unica voce per condividere commenti personali o di gruppi
su fatti, circostanze che hanno riguardato il paese. Abbiamo sempre gradito
e cercato di soddisfare la richiesta di
chi ci ha chiesto “un po’ di spazio” nel
giornale per divulgare la propria opinione. Abbiamo costantemente informato i compaesani lontani sulla cronaca locale: feste religiose e tradizioni
ricorrenti, eventi straordinari e notizie
particolari. Molto spesso critiche ricevute puntano il dito sulla ripetitività
della cronaca locale da noi riportata,
sul “profumo di incenso” delle pagine,
dovuto a continui riferimenti a cerimonie religiose, feste patronali, novene, processioni etc.
Il nostro intento, lo ripeto, è quello di
condividere, con chi ci segue da territori che stanno al di la del bivio di
questo piccolo centro collinare, la vita
quotidiana, così come essa si presenta,
anche se risulta scandita non da eclatanti eventi ma da ripetute e tradizionali ricorrenze. Da anni portiamo
avanti il progetto di questo giornale
come un strumento di comunicazione
di una “famiglia”, di cui alcuni figli
vivono ancora nell’alveo paesano,
altri invece si sono diramati per le vie
del mondo. In questa grande famiglia
si annunciano i lieti eventi come i
nuovi arrivati, le lauree ed i matrimoni celebrati nella comunità, si condivide la notizia ed il dolore per chi ci ha
lasciati. Per lo stesso motivo vi invito,
cari lettori, come componenti di questa amorevole famiglia, a scriverci, ad
inviare vostre opinioni, notizie ed
informazioni che vi fa piacere siano
pubblicati e condivisi. Con lo scorso
numero avete ricevuto il calendario,
un piccolo omaggio, in per osservare
insieme particolari di oggetti sacri
custoditi nelle nostre chiese; particolari ed oggetti che in ciascun animo rievocano di certo ricordi e sensazioni. Il
piacere di un semplice dono ha prevalso sulle difficoltà economiche affrontate dalla Redazione per le spese di
stampa e di spedizione del calendario.
Con questo numero, in sintonia con il
clima carnevalesco che già echeggia
in paese, abbiamo pensato di regalarvi, in collaborazione con L’Autore,
una pubblicazione di Salvatore
Bisulca dal titolo “Mastro di Campo
Fumetto”.
La pubblicazione è stata presentata a
Mezzojuso a giugno del 2010. Le
copie che ci sono state fornite dall’autore, Salvatore Bisulca, le abbiamo
conservate sino a questo momento per
rendervele ora, in questo periodo dell’anno più opportuno all’argomento
della pubblicazione stessa. Ed infatti,
a noi fa sempre piacere condividere
con voi pubblicazioni relative al contesto socio-culturale del nostro paese.
Purtroppo tale piacere si scontra da
qualche tempo con le oggettive necessità economiche del periodico, il quale
deve anch’esso fare i conti con la crisi
economica e con i rincari. Con un
decreto interministeriale pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale il 31 Marzo
2010, dal 1 aprile il Governo Italiano
ha sospeso le tariffe postali agevolate
per l’abbonamento postale a libri,
quotidiani e periodici per tutto il 2010,
delle quali usufruiva anche il nostro
giornale, e, con buona probabilità, tale
condizione rimarrà invariata. Infatti,
malgrado siano stati stanziati fondi
per ripristinare, le agevolazioni, fino
ad oggi nulla è stato deciso in merito.
Tutto questo ha comportato, negli ultimi mesi, un aumento delle tariffe
postali di oltre il 400%. Cari lettori, in
questi ultimi tempi, anche la famiglia
di Eco incontra difficoltà a conciliare
l’ impegno assunto della pubblicazione del periodico e le spese acuite dalla
crisi economica. Pertanto non potendo
sopperire con le nostre limitate risorse
finanziarie, esclusivamente alimentate
dalle generose offerte, mi appello alla
vostra sensibilità, per continuare a
sostenerci e per incoraggiarci a proseguire nell’impegno.
La crisi finanziaria e economica che la
nostra Nazione sta attraversando è
grave. Ma con la forza che alimenta la
vita in una famiglia non dobbiamo
indulgere al pessimismo. Anche di
questo tempo di crisi facciamone
occasione di discernimento e momento di perseveranza nelle progettualità.
Mi auguro, dunque che grazie alla
costanza del nostro impegno di
Redazione e alla munificenza del
vostro sostegno morale e materiale
possiamo, passo dopo passo, mese
dopo mese, cronaca di evento dopo
evento festeggiare il n.100 di questa
nuova serie di Eco, e guardare sempre
oltre. Nel nome del Signore iniziamo
questo nuovo anno che di cuore spero
sia per tutti voi foriero di giorni di
serenità nel cuore, pace nelle famiglie,
gioia ed amore nelle comunità. In questo tempo in cui la crisi finanziaria alimenta disagi non solo economici, ma
anche sociali, culturali e morali, le
vostre azioni siano, nei luoghi dove
Cristo vi ha chiamati a testimoniarLo,
colme di buoni propositi e di dignitoso impegno, per operare sempre perseguendo la via della solidarietà, della
costruzione della pace, del rispetto
della amicizia, con l’assunzione di
atteggiamenti di legalità e di cittadinanza attiva e di collaborazione per il
bene comune.
A tutti voi auguro di cuore un felice e
gioioso 2011.
Lettera del Vescovo ai fedeli
«Il Dio inaccessibile, divenuto a me
accessibile per la sua amorosa compassione, volontariamente viene
secondo la carne per nascere come
uomo nella città di Betlemme, da vergine giovinetta: affrettiamoci ad accoglierlo con animo pronto, acclamando
con timore: Signore, gloria a te».
(Orthros della prefesta).
N
ell’approssimarsi della festività
del Natale del Signore Gesù desidero porgere al Rev. Clero eparchiale
ed ai fedeli laici tutti i miei più sentiti
auguri in armonia con i melòdi sacri
che ci porgono i diversi modi di accogliere il Sovrano dell’universo che
viene nel mondo con la dolcezza e la
tenerezza appartenenti solo ai bambini, soprattutto al “Pedhìon neon”, il
figlio della Theotòcos.Vi sono nel cristianesimo due notti sfolgoranti la
luce: Natale e Pasqua. Nella notte di
Natale, Colui che è la vita è venuto in
questo mondo incredulo e ostile. Nella
notte di Pasqua ha sconfitto il male e
la morte, risorgendo a vita immortale.
Queste due notti rischiarano di splendore divino il nostro pellegrinaggio
sulla terra, immerso nelle tenebre e
nell’ombra della morte. Senza di esse
la vita umana sarebbe rinchiusa in un
abisso di vuoto, di tristezza e di disperazione. Nella grande luce che avvolge la Notte Santa, risuonano note mai
udite di canto meraviglioso, cristallino
di gioia. Il cielo si spalanca e riversa
sulla terra l’esultanza degli angeli per
la venuta del Salvatore. È pronto il
nostro cuore per accogliere l’annunzio
più grande che mai sia stato dato al
mondo? Ci siamo sintonizzati con
quella gioia sublime e ineffabile che
accomuna angeli e uomini?
Riusciamo ad elevare lo sguardo lassù
dove anche oggi come due millenni fa
il cielo è popolato di angeliche schiere, che cantando annunciano a tutta la
terra la grande gioia della vita redenta? Per quanto scrutiamo in tutti i libri
delle varie religioni non troveremo
mai un Salvatore piccolo, fragile e
bisognoso di tutto come un bambino.
Sul palcoscenico del mondo sono passati molti sedicenti “salvatori”. Questi
erano persone adulte, forti, potenti. La
gente li ha seguiti, applauditi e obbediti! Pensava che la potesse salvare.
Illusioni mai tramontate di un mondo
che continuamente si illude di realizzare se stesso con i suoi grandi uomini. Ci viene presentato il vero
Salvatore sotto le sembianze di un
bambino. Chi può capire il sublime
umorismo di Dio, che mostra a una
società piena di se stessa il suo
Salvatore, avvolto in fasce e deposto
in una mangiatoia? Questo nostro
mondo
ha
bisogno
di
umiltà,
di tanta
umilt à ,
perc h é
pensa di
fare a meno di Dio.
Vuole sostituirsi a
Dio, vuole essere
come Dio. A questo
uomo gonfio di
superbia il Creatore si
presenta come un
bambino. È una sfida
e un invito. Ognuno è
chiamato a piegare la
testa davanti alla picc o l e z z a
dell’Altissimo.
Ognuno è chiamato ad
adorare il Bambino
Gesù. Se saremo umili
e ci apriremo a Dio,
avverrà il miracolo
dei miracoli. Mi
chiedo se fra tutti i
miracoli possibili
ve ne sia uno più
grande della nascita
di Dio nel nostro
cuore. Questo è il grande
prodigio che avviene a
Natale. Gesù non
nasce più in una grotta,
per essere deposto in
una mangiatoia. In ogni Notte Santa
l’evento si ripete nell’intimo di ogni
uomo. Il Natale, che si rinnova ogni
anno, è questo mistero mirabile della
nascita del Creatore nel cuore della
creatura: se avremo aperto il nostro
cuore al pentimento, dobbiamo sapere
che la Theotòcos, Maria stessa, per
mezzo del Santo Spirito, vi deporrà il
piccolo Gesù, vivo, vero, reale come
quello di Betlemme, per restarvi
“inseparabile e acquisito per sempre”
(2 Cor 13, 5).
Cristo stia in voi: è l’augurio che formulo in sintonia con l’Apostolo
Paolo.
† Sotir Ferrara, vescovo
e
3
A
È arrivato il tanto
atteso momento di
abbandonare il
branco per iniziare
una vita da
ESPLORATORI
E GUIDE
scoutscoutscoutscoutscoutscout
L’INIZIO DI UNA NUOVA
“STRADA”
e
4
nche se con un lieve ritardo, il 19
dicembre 2010 il nostro gruppo
scout ha inaugurato il nuovo anno
associativo. Questo giorno era molto
atteso dai nostri impazienti ragazzi,
ma anche da noi capi, perché vivere
senza attività scout sembra di vivere
una vita a metà! Chi si trova a leggere
questo articolo potrà pensare che
senza scautismo si può vivere lo stesso, forse anche meglio, ma caro lettore per noi scout non è lo stesso! Nel
cuore avverti la voglia di mettere in
atto tutto quello che hai professato
durante la promessa, urge la voglia di
servire Dio, la Patria ed essere un
punto di riferimento per il prossimo.
Quello che noi in gergo scout usiamo
chiamare “APERTURA”, ha avuto
inizio il 18 pomeriggio con il CDA
(consiglio di lupi anziani), che con
zaino in spalla e scarponi, accompagnati da Akela e Bagheera, si accingevano a vivere un momento indelebile
per il loro cammino scout; era arrivato il tanto atteso momento di abbandonare il branco per iniziare una vita da
ESPLORATORI E GUIDE. Tutto si è
svolto a Piana Degli Albanesi, dove
insieme all’altro branco, i lupi anziani
trascorrevano una notte da “ultimi
lupi”. La serata è trascorsa all’insegna
di momenti di riflessione sul cammino
svolto, venendo preparati emotivamente e psicologicamente ad abbandonare la loro pelliccia: compagna di
avventura, di sorrisi, di emozioni… e
ad inaugurare quella che sarà la vita
da reparto. Il 19 mattina, alle 7.30,
Nelle foto della pagina accanto e in basso, i Lupi del Branco di Mezzojuso e Piana degli Albanesi
alla Sklizza - Piana degli Albanesi durante la cerimonia dei “passaggi”.
tutto il resto del branco è pronto per
raggiungere i loro futuri esploratori e
guide, per assistere e iniziare a vivere
a 360° questa nuova esperienza.
Giunti a destinazione, ci riuniamo in
un immenso cerchio, simbolo di unione e fratellanza, lanciamo le attività
previste per il giorno e da qui tutto ha
inizio… L’obiettivo che ci siamo prefissati quest’ anno è quello di instaurare un legame più intenso e partecipe
con le famiglie, avvicinandoli maggiormente alla vita scout, perché
potrebbe essere una buona iniziativa
per diffondere lo scoutismo nel nostro
“villaggio”. Con questa occasione,
anche le famiglie sono state invitate a
partecipare a questa giornata inaugu-
rativa; creando un clima sia natalizio,
visto il periodo, ma nello stesso tempo
familiare, abbiamo organizzato una
mega tombolata, che ha visto partecipi tutte le branche: dal clan al più piccolo e dolce lupetto! Non si trattava di
semplici premi per chi era stato il fortunato/a a fare ambo, terno ecc, bensì
del materiale utile ad ogni scout per
svolgere le sue attività in branca.
Il momento più emozionante per tutta
la comunità, non poteva che essere il
momento dei “passaggi” dei lupi
anziani: per loro, come era successo a
Mowgli, era arrivato il momento di
abbandonare il branco e arrivare nel
villaggio degli uomini.
Dopo aver eseguito la cerimonia del
“grande urlo”, i lupi anziani sono
pronti per il grande momento, gli
occhi iniziano a riempirsi di emozione, nel frattempo la squadriglia chiama il futuro esploratore o guida ed
accompagnati da un loro capo si corre
a gambe levate verso la STRADA.
Lanciata in alto la pelliccia, simbolo
di fine di una vita da lupetto, ecco
l’accoglienza da parte del reparto.
Cari esploratori e guide, adesso saranno la bussola e la tenda i vostri compagni di avventura! Da una piccola
costola che eravamo nel 2008, lo scautismo continua a farsi strada nel nostro
cuore e nel nostro paese, pur incontrando diverse difficoltà e ricevendo
futili critiche.
Da quest’anno il nostro gruppo avrà il
REPARTO, pronto ad accogliere
ragazzi di un’età compresa dai 12 ai
16 anni, che vogliono fare dello scoutismo un modello educativo da seguire. Con l’auspicio di proseguire sempre con lo stesso entusiasmo questo
cammino cristiano e di lealtà, di non
essere mai stanchi di esplorare il
mondo e di “lasciarlo un po’ migliore
di come l’abbiamo trovato”, diceva
Baden Powell, colgo l’occasione per
augurare al gruppo e a tutti i fratelli
scout un anno di momenti indelebili.
“Lo scoutismo è palestra per l’allenamento alle virtù difficili e solo coloro
che sanno anteporre a una vita comoda ed insignificante quella austera e
fattiva possono accedervi, avendo
davanti gli occhi la figura del Cristo: il
suo eroismo e la sua santità”.
(Giovanni Paolo II).
Benedetta Anselmo
scoutscoutscoutscoutscoutscoutscoutscoutscout
e
5
A.C.I.
Festa dell’Adesione
L
e giornate del 4 e del 7 dicembre
sono state, per il gruppo di
Azione Cattolica di Mezzojuso, occasione rispettivamente di incontro e di
preparazione alla Festa della
Adesione, che l’Azione Cattolica
Italiana celebra per tradizione il giorno dedicato alla Immacolata
Concezione, l’8 dicembre.
Così, Sabato 4, tutta l’A.C. di
Mezzojuso si è riunita nella casa di
San Giuseppe per passare una piace-
vole serata tutti insieme, i vari gruppi
(ACR, Giovani, Adulti). La serata è
stata occasione di coinvolgimento
anche per le famiglie degli acierrini e
di condivisione dei momenti trascorsi
da parte di alcuni soci all’incontro
nazionale di Ottobre con coloro che
non hanno potuto partecipare.
Martedì 7, invece, gli acierrini e i giovanissimi si sono riuniti al santuario
Maria SS. dei Miracoli per recitare il
Santo Rosario. Nella giornata di
In alto, foto di gruppo dei soci dell’A.C. il giorno dell’Adesione; In basso, foto di gruppo davanti
la Madonnina del Pignaro.
e
6
Mercoledì 8 dicembre, l’intera famiglia dell’A.C. mezzojusara ha rinnovato il proprio “Si” durante la solenne
Celebrazione Eucaristica delle ore
11.00 nella chiesa della SS.
Annunziata, in occasione della festività dell’Immacolata Concezione.
Nel pomeriggio, alcuni soci hanno
accompagnato il corteo del parroco don
Enzo e di alcuni fedeli culminato in
contrada Pignaro, dove già da un anno
sorge una edicola votiva con il simulacro della Immacolata Concezione posta
su colonna, realizzata e curata per iniziativa del sagrista della Parrocchia
Maria SS. Annunziata, il Sig. Pippo
Lafranconi.
Gli acierrini ed ragazzi di A.C. hanno
reso, insieme al parroco, al Sig. Pippo
ed a tutti i fedeli presenti, un omaggio
floreale alla Madonna, condividendo
in seguito un semplice momento di
festeggiamenti organizzato dal Sig.
Pippo, con rinfresco e sparo di giochi
di artificio.
Nella speranza di un sempre più felice
cammino durante il nuovo triennio
associativo, si coglie l’occasione di
formulare i migliori auguri ad Andrea
Tavolacci, da poco eletto Presidente
Parrocchiale.
Gli Educatori di Azione Cattolica
di Mezzojuso
La Festa di Natale
della Scuola dell’Infanzia “Bambino Gesù”
G
iorno 22 Dicembre alle ore 10,
presso l’Istituto dell’Infanzia
“Bambino Gesù” di Mezzojuso, i bambini insieme ai loro genitori si sono riuniti nel salone della scuola per festeggiare insieme, come ogni anno, il Santo
Natale. Tutti i bambini, vestiti da angioletti, hanno creato con le loro dolci voci
e con la loro semplicità, un’atmosfera
gioiosa. I canti di Natale, da loro eseguiti, sono stati poi frammezzati dalla
rappresentazione dei momenti più
significativi prima dell’Avvento, come
l’Annunciazione a Maria (Virginia La
Gattuta) da parte dell’Angelo Gabriele
(Maria Antonietta La Barbera), l’arrivo
di Giuseppe (Gabriel Cangelosi) e
Maria a Betlemme e la nascita di Gesù
Bambino avvenuta in una stalla, perché,
come hanno detto i bambini, nessuno
voleva Gesù.
L’esecuzione dei canti natalizi è terminata con il brano in lingua inglese.
Lo spettacolo, infine, si è concluso
con il consueto ballo di coppia e con
l’inaspettato arrivo di Babbo Natale,
tra lo stupore e la gioia di tutti i bambini presenti. Tutto questo è stato possibile grazie al lavoro e al grande
impegno del corpo docente.
Foto di Danilo Figlia
Rita Cacciatore
e
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CONVEGNO DI STUDI E MOSTRA FOTOGRAFICA
“Italia, Albania, Arbëreshë fra le due guerre mondiali”
L
e
8
’Unione dei Comuni BESA, cui
aderiscono i comuni siculo-albanesi (Arbëreshë) della Provincia di
Palermo
(Contessa
Entellina,
Mezzojuso, Palazzo Adriano, Piana
degli Albanesi e S. Cristina Gela),
insieme all’Associazione Italiana
Studi Sud Est Europeo di Roma e il
Centro di Documentazione Storica
sulla Grande Guerra di San Polo di
Piave (TV) hanno organizzato un
Convegno di Studi e una Mostra
Fotografica dal titolo “Italia,
Albania, Arbëreshë fra le due guerre mondiali”.
La manifestazione si è svolta al
Castello di Mezzojuso (PA) a partire
dalle ore 15.30 di domenica 28
Novembre 2010. Il convegno è stato
preceduto da una breve introduzione
di musica popolare della tradizione
arbëreshe e ha compreso la presentazione del volume “L’Italia in Albania
(1914-1920)” di Giuseppe Lo Iacono,
curato da Vito Scalia.
Sono intervenuti: M. Diano,
Presidente dell’Unione dei Comuni
«Besa»; Pierpaolo Petta, che ha curato
l’introduzione musicale; M. Mandalà
(Università di Palermo), VicePresidente Aissee; Alberto Basciani
(Università di Roma 3): “Tra Politica
culturale e politica espansionistica.
Italia e Albania tra le due guerre mondiali”; Francesco Guida (Università di
Roma 3): “Il Regno di Re Zog visto
dalla documentazione diplomatica
Italiana (1935-1936)”; Antonio
D’alessandri (Università di Roma 3):
“La difficile affermazione dello Stato
Albanese dopo la Prima Guerra
Mondiale. Il contributo di Anselmo
Lorecchio”;
Francesco
Altimari
(Università della Calabria): “Gli
Arbëreshë di Calabria nell’occupazione
fascista dell’Albania: analisi di alcuni
documenti di archivio”; Vito Scalia
(Università di Palermo): “Una testimonianza: l’Italia in Albania di Giuseppe
Lo Iacono”; Francesco Leoncini
(Università Ca’ Foscari Venezia):
“L’Albania come parte dell’Europa centrale”; Eugenio Bucciol, “Presentazione
della mostra fotografica: Albania: fronte
dimenticato della Grande Guerra”.
In alto, una foto della mostra; in basso, un momento del Convegno. Foto di Danilo Figlia.
Papàs Gjergji riposa nel Signore
I
l 15 novembre 2010, è tornato alla
casa del Padre il reverendissimo
Protopresbitero A. Guzzetta, fedele
servitore della Chiesa di Piana degli
Albanesi.
P. Gjergji, figlio di Antonino e Rosa
Capaci, era nato a Piana degli
Albanesi l’11 aprile 1925. Nel 1950
entrò nel Seminario di Piana, dove
proseguì gli studi fino alla 5a ginnasiale. Nel 1953 passò nel seminario
Benedetto XV di Grottaferrata, dove
completò gli studi classici. Nel 1956
passò al Pontificio Collegio Greco S.
Atanasio di Roma, dove frequentò la
Facoltà di Filosofia e S. Teologia. Nel
1959 veniva ordinato suddiacono e
diacono. Il 19 novembre 1961, in
Piana degli Albanesi, nella Chiesa
della Madonna Odigitria (La chiesa
Cattedrale, temporaneamente era
chiusa al culto per lavori di manutenzione) riceveva dalle mani di S. E.
Rev.ma Mons. Giuseppe Perniciaro,
l’ordine sacro del presbiterato. Nel
1964 viene nominato canonico del
Capitolo Cattedrale di Piana degli
Albanesi. Nell’ottobre del 1962 viene
nominato vice-rettore del Seminario
Diocesano e nell’ottobre del 1964
assistente della G.I.A.C. (Gioventù
Italiana di Azione Cattolica) di Piana.
Nel 1968 viene nominato Rettore del
Seminario. Il 31 ottobre del 1975
viene nominato Proistamenos del
Capitolo Cattedrale di Piana. Il 29
novembre del 1986 veniva nominato,
da S. Ecc. Rev.ma Mons. Ercole
Lupinacci, protopresbitero.
Nell’ottobre del 1989 veniva nominato, da S. Ecc. Rev.ma Mon. Sotìr
Ferrara, Cancelliere della Curia eparchiale, incarico che ha mantenuto fino
al 3 ottobre 2009.
Il Ricordo che conservo di papàs
Gjergji è di una persona dal carattere
colmo di cordialità e di disponibilità;
amava tanto la nostra Eparchia, nella
sua interezza, nelle sue varie realtà,
mostrando sensibilità non comune
verso tutti i fedeli, non solo i fedeli di
rito bizantino ma anche ed in particolare quelli di rito romano. Noi tutti custodiremo nei nostri cuori la memoria della
sua bontà, della sua dolcezza e della sua
instancabile disponibilità all’ascolto.
Eterna sia la tua memoria, fratello
nostro indimenticabile e degno della
beatitudine.
Don Enzo
e
9
PAPàS
LORENZO
PERNICIARO
a cura di
Nino e Nicola
Perniciaro
Foto di Danilo Figlia
Spigolature
dall’Archivio della Parrocchia
di S. Nicolò
ell’Archivio della Parrocchia di
rito bizantino di S. Nicolò di
Mira di Mezzojuso si trovano conservate le carte dattiloscritte della
Cronologia degli Arcipreti di questa
Venerabile Maggiore Chiesa Madre
San Nicolò di Mira, frutto del lavoro
certosino e dell’opera meritoria che
don Lorenzo Perniciaro nei lunghi
anni della sua arcipretura ha dedicato
allo studio dei registri parrocchiali da
lui custoditi, dove i papas, che si sono
succeduti nel tempo, annotavano tutte
le celebrazioni di battesimi, matrimoni e morti dei loro propri parrocchiani.
Pur se in parte lacunosi, questi registri,
che vanno dalla fine del XVI secolo ad
oggi ricoprendo quasi completamente
lo sviluppo cronologico della vita del
nostro paese, sono in grado di fornire
dati di gran lunga più completi e più
abbondanti di quelli che si possono
ricavare dagli atti dello Stato civile esistenti nel nostro Comune che, avendo
avuto inizio solo nel corso dei primi
decenni dell’800, dopo che le riforme
napoleoniche avevano dimostrato
N
l’importanza di questo genere di annotazioni, coprono solo l’età più recente
della nostra storia.
Fermamente convinti che la conoscenza degli eventi del passato e di quello
che hanno fatto gli uomini che ci
hanno preceduto serva a renderci più
forti ed a meglio prepararci ad affrontare i problemi della vita, da tempo si
cercava di realizzare il proposito di
diffondere e far conoscere al maggior
numero di persone, in un modo quanto più comodo ed accessibile, quello
che hanno rappresentato e fatto le personalità più ragguardevoli che si sono
distinte nella storia della nostra cittadina. E’ parso perciò opportuno
cogliere l’occasione fornita dalla
disponibilità della Redazione di Eco
della Brigna per dare inizio al suaccennato proposito con la creazione di
una rubrica alla quale ora si dà inizio,
cominciando con la pubblicazione
delle notizie raccolte dall’arciprete
Perniciaro, relative alla biografia degli
Arcipreti di rito bizantino che si sono
succeduti del nostro paese.
Cronologia degli Arcipreti di questa
Venerabile Maggiore Chiesa Madre
San Nicolò di Mira in Mezzojuso,
compilata per cura del reverendissimo papàs Lorenzo Perniciaro protopapàs di questa colonia albanese,
sulla scorta dei registri e dei documenti esistenti in quest’archivio
parrocchiale.
Mezzojuso settembre 1936 - XIV.
In detto manoscritto, che si trova in
questo Archivio parrocchiale segnato
col n. 14, a pag. 178 leggiamo difatti
che il rev. papàs Salvatore Franco,
Vicario Foraneo e Protodiacono di
questa terra albanese di Mezzojuso,
dopo aver letto diligentemente (!) i
registri ove sono annotati i nomi dei
fanciulli battezzati in questa Maggiore
Chiesa S. Nicolò, trascrisse in ordine
cronologico i nomi dei papàs Arcipreti
della Colonia.
La cronologia del Vicario Franco
però, oltre ad essere incompleta, è
imperfetta perché egli si limitò solamente a trascrivere una data qualsiasi
degli anni di arcipretura ed i soli nomi
e cognomi degli Arcipreti risultanti
dai registri dei battezzati.
Ho creduto perciò cosa opportuna anzi
necessaria, perché oggi gli atti ancora
INTRODUZIONE
e
10
Una prima cronologia dei papàs di
questa Colonia, i quali hanno ricoperta la carica di Arciprete di questa maggiore Chiesa di San Nicolò di Mira, la
troviamo nel volume secondo dei
“Documenti grecanici manoscritti”,
trascritti dal signor Carmelo Figlia
Spata fu Leonardo da Mezzojuso.
si leggono abbastanza bene, rifare la
detta Cronologia e renderla completa,
per quanto possibile, aggiungendo
anche qualche notizia ricavata dai
manoscritti esistenti in archivio, e formare in tal modo un piccola biografia
di ciascun Arciprete.
Il più antico dei registri che tuttora si
conserva nell’Archivio parrocchiale, e
che purtroppo si trova mancante di
parecchi fogli, è quello ove sono
annotati i battezzati dal 3 giugno XI
indizione 1598 al’11 aprile 1612. Ho
detto purtroppo mancante di parecchi
fogli. Difatti, da un manoscritto tramandatoci dall’arciprete Lorenzo
Cavadi, leggiamo così: “come rileverà
da un libro antichissimo di battesimo
avente la data del 1589 sino al
1609…”, sappiamo che detto registro
principiava dal 1589 e non dal 1598.
Gli atti sono vi scritti in lingua italiana o in dialetto siciliano ad eccezione
di alcuni, nel primo foglio, scritti il
lingua greca.
In esso registro leggiamo i nomi di
tre soli papàs: 1.“3 giugno XI indizione 1598. Io prete Paulo Papadà hebdomadario di questa maggiore ecclesia di Santo Nicolao di questa terra
di Mezo juso, ho battizzato et cresimato una fanciulla nata di primo…
da Augostino et helena macaluso
jugali, cui fu posto nome Maria, li
patrini furo hercoli belloxi et
Gioannella moglie…
2. “21 giugno 1598. Io Previti Andrea
Lascari capelano de la majuri ecclesia di questa terra di Menzo Juso [ho
battezzato et cresimato1] lu figlio di
Andrea Franco et Maria Franco jugali [gli fu posto] nome mariano et li
[patrini foro] Andrea princivali di la
cità di corleone et la cumari fui
…………. di rinaldo moglieri di preditto di rinaldo”.
3. “A di 8 settembre 1602. Io don
Marco Lascari “ho batizato e crizzimato allo figlio di marco barbatto [cui
fu posto] nome mercurio et li patrini
foro paulo barchia et la moglieri di
vicenzo curdari”
Nel su riferito Registro dei battesimi
nessuno dei tre papàs si dà il titolo di
Arciprete. Il Vicario foraneo
Salvatore Franco (luogo citato a pag.
178) dice che nel Registro ove sono
annotati i battesimi e precisamente
nell’atto del 12 marzo 1611 il primo
dei papàs che si dà il titolo di
Arciprete è don Andrea Lascari.
L’atto di battesimo (foglio n. 45) invece è del presente tenore: “A 12 marzo
1611. Io don Andrea Lascari ho battezzato lu figlio di Giuseppe et
Dominica Cosanni poverelli [manca il
nome del battezzando] li patrini forono mastro rocco di amato ferraro di
Caccamo et la mogleri di polito …”
Purtroppo manca poi il Registro dei battezzati dal 1612 al … e così non si può
dare un giudizio esatto sul riguardo.
Che il Lascari però abbia ricoperto con
certezza tale carica, lo dimostra il decreto del 1616, emanato da S. E. il cardinale Giannettino Doria, Arcivescovo di
Palermo, col quale un certo don Pietro
Borgia, da Piana dei Greci, in seguito
alla morte dell’arciprete e Vicario foraneo don Andrea Lascari, viene nominato Arciprete di questa Colonia.
Un’altra fonte, che ci può indicare il
nome di un altro dei primi papàs
della Colonia sono i decreti di
Sacra Visita, che mons. Cesare
Marullo, Arcivescovo di Palermo,
tenne in questa terra di Mezzojuso a’
15 luglio XII indizione 1584 e 13 ottobre II indizione 1588.
In essi decreti leggiamo che oltre dei
papàs don Andrea Lascari e don Paolo
Papadà vi era allora anche papàs don
Salvatore de Alessi “et primo Ill.s
Dominus visitavit Ecclesiam Maiorem
S. Nicolai Graecorum, in qua resident
tres Sacerdotes graeci orientali conjugati, vivunt ex primitiis et oblationibus dicti populi graecorum, quorum
primitiae ascendunt ad summan
unciarum viginti trium annui redditus… Sacerdotum nomina sunt haec,
videlicet: Pater Andrea Lascaris,
Pater Paulus Papadàs et Pater
Salvator de Alexi. Etc.”
In detti due decreti non risulta chi dei
tre sacerdoti allora copriva la carica di
Arciprete. Intanto il papàs de Alexi non
si trova fra i sacerdoti che amministrano i battesimi in questa Madre Chiesa
dal 1598 al 1618 (Registro citato).
Ciò può far credere che il de Alexi sia
stato uno dei primi papàs Arcipreti
della Colonia?
Questa supposizione però è da escludersi perché nel su riferito di Sacra
Visita del 1585 leggiamo che
“Salvator de Alexi ordinatus fuit in
recente a quodam Episcopo graeco…”
“In recente” perciò è il più giovane
dei tre papàs e, come tale, è da creder-
si che non sia stato Arciprete prima
del Lascari. Questi poi viene nominato sempre prima degli altri due papàs.
Precedenza onoris causa?
Chi rivestiva perciò la carica di
Arciprete prima del Lascari? Sul
riguardo si dovrebbero leggere i
decreti di Sacra Visita e quelli della
nomina che, credo, esistano ancora
presso la reverendissima Curia arcivescovile di Palermo. Lavoro questo
però non poco laborioso, che lasciamo
ben volentieri ad altri studiosi e appassionati ricercatori di cose antiche.
Concludendo quindi, per mancanza di
registri parrocchiali più antichi e di
altri documenti, siamo costretti ad iniziare la serie degli Arcipreti di questa
Madrice con il rev. don Andrea
Lascari, benché gli Albanesi vennero
in terra prima assai della celebre
Capitolazione del 3 dicembre V indizione 1501 e cioè verso il 1460. (Cfr.
Arciprete O. Buccola, opuscolo 1909,
pagg. 9-19).
Premesse le superiori osservazioni,
ecco la Cronologia dei papàs Arcipreti
e degli Economi spirituali di questa
Madre Chiesa di S. Nicolò di Mira.
1599 Arciprete don Andrea Lascari
1627 Arciprete don Paolo Papadà
1641 Arciprete don Giuseppe Reres
1642 Arciprete don Ignazio Dimarco
1665 Arciprete don Girolamo Cuccia
1681 Arciprete don Silvestro Schirò
1697 Arciprete don Anzelmo Schirò
1728 Arciprete don Nicolò Figlia
1770 Econ. Sac. don Melchiorre Masi
1775 Arciprete don Francesco Cuccia
1821 Arciprete don Nicolò Dragotta
1839 Arciprete don Lorenzo Cavadi
1886 Arciprete don Antonio M. Figlia
1904 Arciprete don Onofrio Buccola
1926 Arciprete don Lorenzo Perniciaro
1975 Arciprete don Francesco Masi
I nostri papàs fino al 1843 subito dopo il
santo Battesimo, conferivano anche
la Cresima giusta la prescrizione
dell’Euchologio (rituale) dei greci. Solo
con la bolla “ Etsi pastoralis “ di Benedetto
XIV fu loro proibito di amministrarlo in
avvenire riservandolo al solo Vescovo.
1
e
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CONOSCI
TE STESSO
Materiali
per una storia
locale
Lapide commemoratova dei caduti della Grande Guerra
(Mezzojuso, piazza Umberto I°) foto P. Di Miceli.
ACANTO
DANNUNZIANO
PER ILLACRIMATE SEPOLTURE
di Pino Di Miceli
e
12
a cura di Roberto Lopes e Pino Di Miceli
N
on v’è dubbio: a livello di divulgazione storica, le
lapidi esposte in luoghi più o meno pubblici svolgono
un ruolo primario. Ma è anche del tutto evidente che esse,
come ogni altro testo - perché di testi si tratta - espongono
dei punti di vista. A volte condivisi a volte no, a volte esiti
di visioni governative o risultati di insistenze nate dal basso
e mal sopportate dal potere, a volte rappresentazioni di
ricerche storiche approfondite o sigilli miranti a legittimare ipotesi non fondate, ecc.
La riflessione, nata da una ricerca effettuata da due classi
quinte della scuola primaria di Mezzojuso nell’anno scolastico 2005-2006 (“Memorie di Pietra”) e per la quale fungevo da supporto per la documentazione fotografica, mi ha
permesso di riandare a tutta la problematica di cui sopra.
E così ho riconsiderato errori di datazione (lapide davanti
alla casa natale del Buccola), autocelebrazioni (lapide di
Giorgio Reres nella chiesa dell’Immacolata), rappresentazioni identitarie (lapide per i caduti “greci” nella prima
guerra mondiale posta all’interno della chiesa di Santa
Maria delle Grazie) che pongono problemi se confrontate
con altre lapidi sulla stessa ricorrenza, accomunamenti forzati (caduti nella guerra in Spagna ricordati assieme ai
caduti della seconda guerra mondiale, nella lapide situata
in piazza Umberto I°), e via di seguito.
Ciò che non ci dicono le lapidi, dovrebbero dirci i documenti, ma non sempre e non tutti. Negli ultimi anni qualche nostro amico, nel nostro territorio, sta approfondendo
un ambito storiografico costituito da memorie, lettere,
diari, appunti, prodotti soprattutto da soldati e da emigrati.
Tutto questo materiale costituisce un settore di testimonianza ancora purtroppo non del tutto apprezzato, ma la sua
lettura a volte ci dà la possibilità di imboccare la giusta
strada per ulteriori approfondimenti.
Andiamo ad alcune vicende della prima guerra mondiale
che videro coinvolti dei nostri concittadini.
I vincoli di amicizia coltivati in paese, dai giovani soldati
al fronte vengono alimentati o attraverso incontri fortuiti o
attraverso la richiesta di notizie nelle lettere inviate ai
parenti rimasti a Mezzojuso.
E’ il caso della lettera inviata ai genitori in data 2 luglio
1917 da Salvatore Muscaglione (vedi Eco della Brigna n.
6, novembre 1998). Nella missiva egli fa loro sapere che
“tanti giorni addietro è morto Andrea il figlio di Petrino
Ribaudo” e chiede se in paese si sia a conoscenza del fatto.
Nel suo Diario di guerra Alfredo De Lisi parla spesso di
incontri avuti al fronte con conoscenti e amici mezzojusari o dei paesi vicini (ad esempio, Vincenzo Perniciaro,
Biagio Cuttitta, Salvatore Buttacavoli, Giovannino
Lascari). In data 5 agosto 1917, viene appuntato:
“Appresi, con mio sommo dispiacere, la triste fine che ha
fatto maestro Vito Labarbera. O Dio quando finirà questa
tremenda carneficina?”
I nomi di Salvatore Muscaglione, Petrino Ribaudo e
Vincenzo Perniciaro li troveremo tra i caduti nella lapide di
Elenco dei caduti della Grande Guerra (circolo Combattenti e Reduci, Mezzojuso) foto P. Di Miceli.
piazza Umberto I°. Ma, per esempio,
che “triste fine” ha fatto Vito La
Barbera che non è citato nella stessa
lapide?
La trascrizione dell’atto di morte ci
segna la strada da seguire per dare a noi
stessi una risposta.
L’anno millenovecentodiciotto addì
quattordici gennaio in Mezzojuso nella
Casa comunale. Da S.E. il Ministro
della Guerra mi viene spedito lo infrascritto atto di morte concepito come
appresso:
“Ministero della Guerra. Direzione
generale leva e truppa. Divisione
matricole. Stato Civile in guerra.
Estratto dell’atto di morte del soldato
La Barbera Vito. Il sottoscritto
Direttore Capo della Divisione
Matricole dichiara che nel registro
degli atti di morte in tempo di guerra
del 142° Regg. Fanteria a pagina 12 ed
al n. 1285 d’ordine trovasi inscritto
quanto segue: ‘L’anno millenovecentodiciassette ed alli 16 del mese di Luglio
nel comune di S. Maria La Longa mancava ai vivi alle ore 7 in età di anni 35
il Soldato La Barbera Vito del 142°
Regg.to, 6a Compagnia, Matricola
59577, distretto 33, classe 1882, nativo
di Mezzojuso, provincia di Palermo,
figlio di Vittoriano e di fu Militello
Nunzia, morto in seguito a Ferite da
fucile, sepolto al cimitero di S. Maria
La Longa come consta dal verbale
Mod 147 debitamente inviato e sottoscritto dal comandante il Reparto
Tenente Salvatori Sig. Arcangelo e dai
testi Sergente Maggiore Motta Giulio e
dal Ten. Cappellano del 14° Fanteria
Chelli Don Genesio. L’Ufficiale d’amministrazione Incaricato della tenuta
del registro firmato Illeggibile. Roma lì
29 Dic 1917.
Io Delisi Antonino Segretario delegato
dal Sindaco con atto sedici aprile mille
novecento otto approvato Ufficiale di
Stato Civile del Comune di Mezzojuso,
in esecuzione della legge ò eseguito la
presente trascrizione, formandone lo
allegato, e mi sono sottoscritto”.
Questo il testo trascritto nel registro dei
morti del comune di Mezzojuso.
Ci fanno da spia alcuni elementi:
“morto in seguito a Ferite da fucile”, il
142° reggimento e il cimitero di Santa
Maria La Longa. Cosa era successo?
La Grande Guerra, come viene chiamata, si presenta subito con tutta la sua
novità di guerra di massa e di logoramento. Per il fronte italiano è soprattutto guerra di trincea. Condizioni oggettive di difficoltà soprattutto logistiche,
cattiva preparazione, operazioni non
risolutorie, situazione economicosociale della nazione, fanno sì che il
malcontento e la protesta avanzino sia
nelle città che al fronte. E si avranno
casi di diserzione e di ammutinamenti.
Per quanto riguarda il fronte, Cadorna
vorrà attribuire tutto ciò alla propaganda ideologica e disfattista. Ma si tratta
solo di stanchezza di fronte alla carneficina e alla durezza della disciplina.
A questi casi di protesta non si sottrae
una delle brigate più famose, la
Catanzaro. Già nel 1916 ha avuto infatti un caso di decimazione.
Dall’ultima settimana di giugno 1917 i
fanti della Brigata Catanzaro si trovano
nei pressi della località Santa Maria La
Longa (Friuli), per un periodo di riposo,
dopo una serie di aspri combattimenti in
prima linea. Tra l’altro sia il 141° che il
142° reggimento della brigata si sono
precedentemente distinti in importanti
imprese belliche e per tale motivo hanno
ricevuto significativi riconoscimenti.
La domenica del 15 luglio si sparge
però la voce che al più presto bisogna
ripartire per la prima linea. E precisamente verso Trieste.
La sera scoppia una rivolta che si protrae per molte ore con diversi morti e
feriti. La rivolta viene repressa grazie
anche all’arrivo di rinforzi e con una
sommaria fucilazione di alcuni ribelli.
L’indomani avviene la decimazione.
Dodici rivoltosi vengono estratti a sorte,
fucilati all’esterno del muro del cimitero di Santa Maria la Longa e seppelliti
in una fosse comune. Tra i fucilati vi è
il nostro Vito La Barbera.
Gabriele D’Annunzio, dopo aver
temuto la sera prima di diventare
obiettivo dei rivoltosi, assiste alla fucilazione e l’episodio non sfugge né alla
sua penna né alla sua vocazione al
gesto retorico ed esemplare. Il poeta
infatti non si sottrae dal deporre alcune
foglie d’acanto sui corpi dei fucilati e
fissa le proprie impressioni su alcuni
appunti che svilupperà qualche anno
dopo, nel 1922. Ne sortirà una pagina
carica di enfasi, non solo linguistica,
che vuol considerare parimenti il valore indiscusso della Brigata Catanzaro e
la tragica fine di alcuni suoi figli di cui
riconosce la fragilità.
A guerra finita ci saranno anche diverse
versioni con strascichi polemici sull’accaduto. Alcune famiglie riceveranno la
pensione, ma la verità sulla sorte dei
loro cari è eufemisticamente nascosta in
quel “morto in seguito a Ferite da fucile”. Nei tanti Albi d’Oro non leggiamo i
nomi di questi decimati. “Nei simbolici
alberi” del “parco di rimembranza” di
Mezzojuso non figura mastro Vito La
Barbera di Vittoriano e di fu Nunzia
Militello. Il suo nome è però inserito
nell’elenco dei caduti incorniciato
all’interno della nostra sezione dei
Combattenti e Reduci. Qualcuno ha
voluto dimenticare, qualche altro no.
e
13
La stella
della notte
di Natale
Mohammad, un immigrato tunisino, in Italia, alla ricerca di una nuova vita.
Un senza dimora con un saccone pieno delle sue cose che si era portato dal suo Paese.
PRIMA PARTE
di Ngoc Nga Huynh e Elisa Muscarello
L
e
14
’ospedale Molinette, centro sanitario d’orgoglio non solo nel panorama della città di Torino ma anche
dell’intera Regione Piemonte, ha un
aspetto non troppo moderno ma è
molto grande. L’ingresso principale dà
su corso Bramante. Proseguendo per la
strada, dopo poche decine di metri, si
incontra il fiume Po che è attraversato
da un ponte i cui bordi d’estate vengono riempiti di vasi con fiori profumati
e colorati. Il lungo fiume lambisce il
parco del Valentino, conosciuto anche
come il parco degli innamorati. Di
fronte all’ospedale c’era (e si trova tuttora)
il
supermercato
PAM.
Quell’inverno il clima era rigido e
anche se non nevicava il vento tagliava la pelle, mentre la temperatura sotto
lo zero non permetteva di far dimenticare a casa guanti e copricapi.
Mohammad era un immigrato tunisino,
in Italia, alla ricerca di una nuova vita.
Ormai era arrivato da più di 5 anni, da
quando era scappato dal centro di accoglienza dov’era stato sistemato assieme
ai compagni conosciuti sul barcone che
li aveva portati via mare nelle acque italiane. Era un senza dimora con un saccone pieno delle sue cose che si era portato dal suo Paese. È stato allora che
capì cosa volesse dire davvero vivere
lontano dal proprio Paese, in una terra
straniera, e fu sempre allora che ne scoprì la dura verità: vagabondare per le
strade, senza riparo, senza appoggio di
parenti o amici, affamato… dunque una
verità ben lontana da quella che prima
albergava nella sua mente, quando cre-
deva che partire emigrante per un Paese
più ricco del suo equivaleva poter ritornare arricchito e felice a sua volta. Si
trovò invece a sopravvivere grazie a
piccoli lavori sottopagati che riusciva a
procurarsi frequentando mercati scoperti, piccoli bar, ristoranti. Lavori
comunque discontinui e sottopagati.
Ma a lungo andare questi lavori così
estenuanti e precari finirono per logorare la sua salute e il suo spirito, mentre i
colpi di tosse persistenti che gli venivano, erano significativi dello stato di
salute che peggiorava. Il sogno di ritornare a casa arricchito e il successo negli
affari che tanto auspicava, piano piano
si spensero nelle notti profonde in cui
dormiva sui marciapiedi o nelle sere in
cui si addormentava sulle panchine dei
giardini nonostante continuasse ad
aspettare il miracolo di Allah. Ora le sue
energie erano giunte agli estremi e con
esse si stavano esaurendo anche sogni e
speranze. Il nuovo luogo in cui risiedeva provvisoriamente da qualche settimana, con il materasso arrangiato e le
poche cose, era adiacente all’ospedale
delle Molinette. Osservando e studiando i suoi amici immigrati, si mise a fare
il parcheggiatore abusivo d’auto nell’area del parcheggio della struttura
ospedaliera, nonostante sapesse di trasgredire le norme del Comune in cui si
trovava e inconsapevole del fatto che
quell’attività lo avrebbe portato un giorno al fortunato incontro con la ragazza
carina italo-vietnamita.
La ragazza era giovane e graziosa, qualcuno diceva che fosse bella ma lei non
osava pensarlo o comunque dirlo, perchè si ricordava le parole di sua madre,
che le aveva sempre insegnato che non
c’è alcuna bellezza migliore di quella
dell’anima e dunque ben più importante da quella fisica. Amava moltissimo
sua mamma e per questo non dimenticava mai qualsiasi cosa le avesse detto
e insegnato. Sua mamma aveva desiderio che scegliesse un mestiere per colmare il dolore della gente. Le aveva raccontato che già dalla sua nascita era in
debito con i discepoli d’Ippocrate, perché se oggi era in vita lo doveva solo
alle mani ed al cuore degli angeli con il
camice, che grazie alle loro abilità e al
progresso della medicina le avevano
salvato la vita. La ragazzina, non
poteva sopportare il sangue; i suoi
occhi non potevano guardare aghi,
cotone, bisturi e forbici in sala operatoria. Così quando finì le scuole
superiori andò all’università scegliendo il percorso del Servizio
Sociale sotto la facoltà di Scienze
Politiche. L’obiettivo era di
svolgere la sua attività
all’interno di un ambiente
ospedaliero. Non avrebbe
potuto guarire con la medicina i problemi di salute
delle persone, ma almeno
avrebbe cercato di attenuare
le possibili sofferenze sociali che spesso accompagnano i
periodi di malattia di persone già
abbastanza sfortunate e bisognose.
Stava frequentando il tirocinio dell’ultimo anno di Università all’ospedale
Molinette per osservare i problemi
sociali del contesto sanitario e fu in uno
di quei giorni che incontrò l’immigrato.
Un giorno stava girando in macchina
attorno alla zona dell’ospedale per cercare un parcheggio. Era l’ora di punta e
non c’erano più posti liberi. Arrivò vicino al supermercato PAM e improvvisamente vide una persona che, gesticolando, le indicava un posto libero. Si trattava di Mohammad. Vicino a lui un bidone dell’immondizia e il suo sacco.
Spostando opportunamente sia uno che
l’altro, il posto per l’autovettura era
possibile. Come ricompensa lei gli
diede una moneta da 2 euro e lui la ringraziò di cuore. La sera, uscita dal lavoro, lei si diresse verso l’auto parcheggiata e vide l’uomo che l’aveva aiutata
la mattina a procurarsi un parcheggio.
Era ancora lì, seduto rannicchiato sui
gradini dell’ingresso del supermercato.
Lo salutò con un sorriso e con un cenno
della mano al quale lui rispose con un
sorriso. Da quel giorno la ragazza non
ebbe più problemi di parcheggio.
Bastava che arrivasse lì davanti, allo
stesso luogo dove si trovava
Mohammad e tutto si ripeteva come la
prima volta. Qualche volta, se non era
di fretta o in ritardo, si fermava a chiacchierare con lui. Un giorno parlando
della famiglia gli disse che era per metà
di sangue vietnamita da parte di madre.
Lui le parlò di uno zio che aveva fatto il
mercenario tra le truppe francesi sul
finire del periodo coloniale in Vietnam.
Così cominciò a chiederle di parlare del
paese della mamma. Lei precisò di
esserci stata solo due volte nella sua
vita, ma sufficienti per ricordare una
terra dai colori vivaci con abbondante
vegetazione verde e fiumi maestosi con
una grande portata d’acqua. Mentre raccontava, le sembrava che la dolcezza
dei frutti esotici (che solo là si potevano
trovare) si mescolasse alla dolcezza del
sentimento che provava per quella fetta
di memoria che conservava così gelosamente. Sognava sempre di tornare in
quella parte del mondo. La ragazza era
curiosa di sapere cosa avesse spinto lui
a lasciare il proprio paese. Glielo
domandò. Lui le spiegò che alcuni suoi
compaesani erano emigrati verso l’estero per affari e poi erano ritornati con
successo a casa. Così aveva seguito il
loro esempio, non considerando tutti
coloro i quali il successo non l’avevano
mai trovato. Ma la sua speranza nel
Profeta era grande. Ne portava il nome
(come avevano voluto i genitori) e ciò
gli bastava per credere fortemente che
Allah non avrebbe mai abbandonato i
suoi fedeli.
A volte capitava che durante questi loro
brevi scambi di racconti lui si perdesse
tra i ricordi e cominciasse a descriverle,
con occhi sognanti, alcuni episodi della
sua vita. Un giorno le disse che gli
sarebbe piaciuto portarla con sé a visitare la “sua” Tunisi, il “suo” villaggio, le
spiagge che si mescolavano al blu del
mare Mediterraneo, le grandi e maestose moschee, le distese desertiche del
Sahara. Mentre Mohammad parlava la
ragazza ne intuì la commozione e la
nostalgia. Quelle espressioni sul volto
di lui e gli occhi, che da un momento
all’altro le parevano potessero riempirsi
di lacrime, fecero nascere in lei il profondo desiderio di aiutarlo.
Avrebbe voluto fargli riabbracciare la
famiglia che chissà da quanto tempo
non vedeva. Ma, per adesso, doveva trovare il modo di aiutarlo a superare quei
giorni di freddo invernale di fine anno.
Ma cosa poteva fare? Lui non aveva
documenti, lei era solamente una tirocinante, non aveva altro che un cuore e
una umanità. Sapeva che ogni notte lui
dormiva davanti al supermercato PAM.
Una tettoia lo proteggeva un po’ dai
fiocchi di neve che quell’anno erano già
scesi, però non dal vento gelido di stagione che non risparmiava un solo centimetro di pelle lasciata scoperta. Inoltre,
aveva cominciato a sospettava che lui
avesse una qualche malattia ai polmoni.
Più volte assistendo agli attacchi di
tosse si era sentita impotente e triste.
Arrivò l’ultimo giorno di lavoro prima
delle vacanze natalizie. Quando lei raccontò la storia del tunisino a sua madre,
quest’ultima preparò un sacchetto contenente dei dolcetti tipici del Vietnam:
delle barrette a base di arachidi provenienti da Hue, una scatola di dolci di
soia della Bao Hien Rong Vang di
Hanoi, una confezione di frutti secchi di
albero di pane profumato di Saigon.
Sperava che quel regalino avrebbe
potuto scaldare l’anima del suo nuovo
“amico-conoscente” la notte di Natale.
Pensando a ciò sorrise caldamente mentre prese il pensierino dalle mani della
madre. Sua mamma era una buddhista
praticante: pregava ogni giorno due
volte, era vegetariana, seguiva le ferree
regole del buddhismo ma allo stesso
tempo si era impegnata per la festa di
Natale e viveva serenamente e senza
contrasti con suo marito che era cristiano. La ragazza si trovava in mezzo tra il
credo buddhista di sua mamma e quello
cristiano del papà provando lo stesso
amore verso entrambi. In famiglia si
festeggiava il Natale, la Pasqua ma
anche le festività buddiste come il giorno dell’anniversario degli antenati
quando insieme si preparavano le pietanze da offrire agli antenati sull’altare
e si accendeva l’incenso. Dunque brillavano in egual modo sia le luci del
Natale che quelle del Vu Lan (una festa
religiosa di ringraziamento verso i genitori molto popolare in Vietnam, la metà
di agosto del calendario lunare).
Quell’ultima mattina stava posteggiando l’auto nel solito parcheggio, era
seduta in macchina ferma nel posteggio, pensando al pacchettino regalo
fatto da sua madre.
L’avrebbe consegnato al momento
opportuno. Quando scese dall’auto
vide la faccia di Mohammad più pallida del solito. Pensò che forse dipendeva dai 9° sotto zero. Diede due euro al
tunisino, il quale con una mano tentò
di stringere i soldi e con l’altra si coprì
la bocca per un forte colpo di tosse,
portandosi le braccia al petto e manifestando un’espressione di dolore.
Preoccupata gli disse:
Oggi ha una tosse particolarmente
accentuata, che ne dice di provare ad
andare al pronto soccorso?
Lui scosse la testa, e con una voce fiacca e interrotta da colpi di tosse rispose:
Ci sono già andato altre volte, ma adesso, senza documenti, per me diventa
rischioso.
La ragazza tacque. In effetti quello della
documentazione era un bel problema.
Continua nel prossimo numero
e
15
La “Retina” di S. Giuseppe
a Fieracavalli 2010
N
el mese di Novembre, ormai da
circa sei anni, trascorriamo 4-5
giorni a Verona, in occasione della
Fiera Cavalli, una delle fiere equestri
più note al mondo. A partire è sempre
il solito gruppo, anche se ogni anno il
numero dei partecipanti aumenta. Nel
2010, in modo particolare, si sono
aggiunti a noi cinque muli, un’asina, e
le bardature di S. Giuseppe, per far
sfilare in fiera la retina, la stessa che a
Mezzojuso sfila in occasione della
festa estiva della Sacra Famiglia.
Ebbene sì: ciò è stato messo in atto!
L’idea è nata dal presidente della
Confraternita al momento in carica,
Pietro Napoli, e da un altro
confratello, Simone La Barbera,
dipendente dell’Istituto Sperimentale
e
16
Zootecnico “Luparelli” di Palermo.
Grazie alla collaborazione di tutta la
confraternita, dei dirigenti delle stesso Istituto, del parroco don Enzo
Cosentino, del Sindaco di Mezzojuso
Nicolò Cannizzaro, e del nostro
amico Nino Navarra che ha messo a
disposizione i muli, è stato possibile
far conoscere la nostra tradizione
rappresentando la Regione Sicilia e
principalmente Mezzojuso.
Quanta emozione e soddisfazione
vedere la retina in un contesto insolito
e magnificente quale la Fiera Cavalli
di Verona, un evento in cui si possono
ammirare i migliori esemplari equini
del mondo.
Questa novità è stata accolta bene,
ricevendo tanti complimenti, applausi
e foto per le bardature che nonostante
la loro vecchia età (una del 1897, le
altre del 1908) sono ancora in ottime
condizioni grazie alle cure dedicate da
Piero Napoli. Anche i muli, che sono
in via d’estinzione, hanno ricevuto
tante ammirazioni cosicchè qualcuno,
quasi meravigliato, li scambiava per
asini, cosa invece banale per noi che
ancora oggi vediamo qualche nostro
compaesano utilizzare, come mezzo di
trasporto, u’ mulu per recarsi in campagna. Per noi è stata un’esperienza indimenticabile, anche se il tutto è stato
realizzato velocemente, curando ogni
dettaglio; qualcuno ha anche esclamato: «Questa è storia!». È bello tutto ciò
che si sa conservare, ma soprattutto ciò
che si vuol far conoscere!
La ”retina” è stata
presentata, con
enorme successo, al
salone delle tradizioni
di Maria Baleri e al
Padiglione 9 - Ring A
dell’Associazione
Italiana Allevatori.
S
i è approfittato di questo importante momento di kermesse internazionale sul panorama equestre che è
Fieracavalli, ormai giunta alla sua
112° edizione, per parlare dell’importante ruolo che il settore equino riveste anche in Sicilia.
La Sicilia oltre a possedere uno splendido territorio è terra di antiche tradizioni e probabilmente grazie alle
innumerevoli
dominazioni,
possiede un patrimonio culturale
non indifferente.
Nell’isola la componente rurale
del patrimonio
culturale
è
insufficientemente valorizzata
rispetto a
quella dei
centri storici urbani e corre il rischio
di essere abbandonata in quanto poco
accessibile.
Pertanto con lo sviluppo degli equidi
si è pensato di creare un momento di
sintesi tra la valorizzazione del territorio, in particolare le realtà ambientali
dell’entroterra siciliano, ed il cavallo.
Ciò consentirebbe il recupero ed il
mantenimento delle attività produttive
strettamente collegate alle popolazioni
autoctone ed alle tradizioni culturali.
Tale binomio, cavallo e salvaguardia
dell’ambiente, offrirà senz’altro l’opportunità di dare impulso alle fragili
microeconomie collinari e montane
dell’Isola.
Le risorse ambientali del nostro splendido territorio possono senz’altro essere colte meglio a cavallo ed è per questo che si è pensato al cavallo quale
polo attrattivo attorno a cui fare ruotare
una certa economia. Il cavallo diventa
quindi lo strumento per la valorizzazione del territorio e la riscoperta della sua
storia. Cavalli, sentieri e antiche cascine diventano essenziali per la riscoperta di itinerari culturali e gastronomici.
Gli stessi diventano strumenti non
indifferenti per una prospettiva economica necessaria al fine di invogliare
soprattutto i giovani imprenditori a non
abbandonare la campagna.
La conservazione del territorio, degli
ecosistemi e degli habitat naturali sono
elementi imprescindibili al fine della
salvaguardia della biodiversità e quindi necessari al mantenimento delle
varie specie nei loro ambienti naturali.
e
17
ANNATA RICCA
MASSARU CUNTENTI
Il nuovo lavoro dell’Associazione Culturale “Prospettive” è andato in scena
con grande successo Sabato 20 novembre 2010 al Castello di Mezzojuso
I
e
18
n queste righe vorremmo raccontare come una semplice
esperienza teatrale possa assere un
pretesto per dimostrare che in realtà
non è vero che Mezzojuso sia un
paese dove prevale la noia. In realtà
occorre solamente un “pizzico” di
volontà, affinché si possa realizzare
qualcosa che sia allo stesso tempo,
una fonte di svago per la cittadinanza
e una forma di aggregazione per tutti
coloro che hanno contribuito alla realizzazione della commedia in dialetto
siciliano di Nino Martoglio: “Annata
ricca, Massaru cuntenti”, andata in
scena giorno 20 novembre 2010 presso il Castello di Mezzojuso.
Lo spettacolo è stato organizzato
dall’Associazione
Culturale
“Prospettive” con il patrocinio del
Comune di Mezzojuso. Il lavoro si è
protratto per quattro mesi e non è stato
facile trovare quindici “attori” da
accostare ai quindici personaggi
richiesti dal copione, ma una volta
costituito il cast, ci siamo subito
immersi nel lavoro, affrontandolo con
impegno e serietà.
Durante la preparazione abbiamo
incontrato diversi ostacoli, per lo più
dovuti all’incompatibilità degli orari,
che spesso non permetteva la presenza
di tutti i personaggi, tuttavia non ci
siamo mai arresi e il nostro entusiasmo ha alimentato la voglia di portare
a termine il progetto.
Questa esperienza non ha soltanto
avuto l’obiettivo della buona riuscita
dello spettacolo, ma ha anche permesso che si instaurassero nuovi rapporti
di amicizia e di consolidare quelli già
esistenti. Il parco-attori, infatti, era
composto da persone di diversa età,
nonostante ciò, si è venuto a creare un
clima piacevole di complicità, dove
non mancavano gaf e risate.
Il periodo finale è stato quello più
impegnativo in quanto, oltre alle abi-
tuali prove serali, tutto il cast, con
l’aiuto di amici e parenti, si è impegnato nella realizzazione della scenografia rappresentante un cortile di
campagna ottocentesco ambientato
nel periodo della vendemmia, due
casolari laterali convergenti sullo
sfondo in un pergolato ove i vendemmiatori raccoglievano l’uva. Tra le
altre cose, con l’ausilio del prof.
Antonino Brancato, ci siamo cimentati anche nella realizzazione di brevi
canti in dialetto siciliano previsti
durante alcune scene della rappresentazione. La lunga attesa si consumava
alle 21.30 circa del 20 novembre.
Ognuno di noi, dal momento che la
vicenda era ambientata nella Sicilia
dell’800 durante il periodo di vendemmia, indossava abiti tipici dei contadini di quell’epoca, e quando la battuta
del primo vendemmiatore rompeva il
silenzio, l’ansia lasciava posto
all’adrenalina perchè la nostra creatu-
ra cominciava a materializzassi, e con
essa, i nostri sforzi venivano apprezzati da un salone stracolmo di spettatori, che ricambiava applaudendo tra
una risata e l’altra, ovvero sia, gli
ingredienti che il grande Antonio De
Curtis definiva il pane quotidiano per
un attore. Certo è che il 21 novembre
nessuno di noi era più attore, ma sicuramente possiamo affermare che è
stata un’esperienza gratificante. La
vicenda si svolgeva precisamente la
notte di San Michele Arcangelo (29
settembre), inscenata in due atti, ove,
si consumavano, tra una tracannata e
l’altra, storie ed intrighi di carattere
amoroso con annessi tradimenti.
Alla fine dello spettacolo attori, scenografi e aiutanti abbiamo offerto agli
spettatori “ciciri caliati cu zuccaru e
bonu vinu ginirusu”, concludendo
cosi la nostra avventura. Non vogliamo pensare che questa commedia sia
stata fine a se stessa, a noi piace volerla considerare come un inizio da cui
partire per intraprendere nuovi progetti e per invogliare quanta più gente
possibile a rendersi meno inattiva,
contribuendo cosi alla crescita sociale
del nostro paese.
Elena Siragusa
Silvia Burriesci
Nelle foto di Danilo Figlia, alcuni momenti
della rappresentazione.
ANNATA RICCA
MASSARU CUNTENTI
di Nino Martoglio
Con:
Annalisa Bua
Dora Bua
Silvia Burriesci
Vincenzo Cuttitta
Carmelo D’Orsa
Salvatore Gattuso
Salvatore Guidera
Roberto Lopes
Valeria Lopes
Luciano Meli
Isidoro Piastra
Elena Siragusa
Giovanni Tantillo
Tommaso Valenti
Valentina Viscardi
Scenografia:
Mariaelisa Morales
Ciro Muscarello
Giuseppe Tavolacci
Musiche:
Nino Brancato
Interventi musicali:
Angelo Meli
Giuseppe Sunzeri
Regia:
Roberto Lopes
e
19
BILANCIO “ECO DELLA
BRIGNA” ANNO 2010
ENTRATE
Offerte
€ 10.310,50
TOTALE ENTRATE € 10.310,50
USCITE
Passivo anno precedente € 2.461,50
Stampa (giornale e calendario) € 8.500,00
Spedizione
€ 2.075,00
Acquisto materiale
di cancelleria
€ 1.153,70
Tassa Ordine dei Giornalisti € 110,00
TOTALE USCITE
Matrimoni celebrati nel 2010
Pennacchio Biagio e Morales Maria Concetta
Mezzojuso, 20 Febbraio 2010, Santuario Maria SS. dei Miracoli
Lanterna Epifanio e Moscato Rosanna
Palermo, 20 Marzo 2010, Chiesa S. Francesco d’Assisi
Musacchia Giuseppe e Achille Giuseppa
Mezzojuso, 24 Aprile 2010, Parrocchia S. Nicolò di Mira
La Barbera Giuseppe e Bisulca Ivana Filippa
Godrano, 04 Giugno 2010, Chiesa Maria SS. Immacolata
Farini Mario e Vicari Agnese
Vicari, 19 Giugno 2010, Chiesa S. Giusto Martire
D’India Pietro e Mercurio Daniela
Palermo, 05 Luglio 2010, Chiesa S. Francesco di Sales
La Barbera Salvatore e Schirò Nicolina
Mezzojuso, 20 Luglio 2010, Parrocchia Maria SS. Annunziata
Sucato Maurizio e Di Napoli Marianna
Ventimiglia di S., 31 Luglio 2010, Chiesa Immacolata Concezione
Rivaldo Nicasio e Porcaro Marialuisa
Villafrati, 07 Agosto 2010, Chiesa Maria SS. Trinità
Di Mariano Emanuele e Di Miceli Vincenza
Mezzojuso, 11 Settembre 2010, Parrocchia Maria SS. Annunziata
e
20
Magalini Enrico e Terrano Annalisa
Palermo, 23 Ottobre 2010, Chiesa SS. Salvatore
€ 14.300,20
PASSIVO 2010
€ 3.989,70
La Redazione
ringrazia i lettori
per le offerte ricevute
durante l’anno 2010,
ricordando che
il giornale si finanzia
esclusivamente con esse.
Provincia Regionale di Palermo
Comune di Mezzojuso
Associazione Turistica
Pro Loco Mezzojuso
Ass. Museo
il tempo nella memoria
di Salvatore Bisulca
è
Mezzojuso
STORIA
NATURA
ARTE
CULTURA
L’Associazione Turistica Pro Loco
Mezzojuso ha provveduto a ristampare la brochure Mezzojuso: Storia,
natura, arte, cultura, (nella foto la
copertina) con una completa rivisitazione che riguarda il formato, il numero di pagine, le foto ed i testi.
“La Redazione informa che è possibile leggere on-line il nostro giornale sul
sito dell'associazione “Prospettive”
che gentilmente ha concesso lo spazio.
L'indirizzo è il seguente: “www.associazioneprospettivemezzojuso.org”.
Sono già presenti nel sito i numeri
relativi al 2010”.
A
ntonino Gebbia, lasciando
Mezzojuso, dove era nato nel
1921 e dove aveva trascorso la sua
giovinezza, si era riproposto di tornarvi spesso e, certamente, di trascorrervi
parte delle sue vacanze estive. Ma vi
tornò solo rare volte e per brevi periodi. Tuttavia Mezzojuso fu sempre nel
suo cuore e nei suoi pensieri.
A Mezzojuso iniziò la sua carriera di
insegnante di lettere nella Scuola
Media Parificata, tenacemente voluta
da padre Luca Gattuso, dell’Ordine
dei monaci Basiliani, e funzionante
dai primi anni ’50 fino all’istituzione
della media statale. In seguito
Antonino Gebbia si trasferì a Mileto,
una ridente cittadina oggi in provincia di Vibo Valentia, dove venne
chiamato ad insegnare nella locale
LAUREE
I NUOVI ARRIVATI
Il 20 di settembre 2010 presso il
Conservatorio di Stato “Antonio
Scontrino” di Trapani, Nicola Di
Grigoli ha conseguito il Diploma di
Laurea in basso tuba, con la valutazione
di 9.50/10, eseguendo i brani: Concerto
per basso tuba di R. Vaughan Williams;
Sonata Paul Hindemith; due lezioni: n°
4 del Peretti, n° 57 Kopprasch; trasporto e passi orchestrali. Relatore è stato il
Prof. Marco Sala.
Il 4 Novembre 2010, presso la Facoltà
di Architettura dell’Università degli
Studi di Palermo, Salvatore Fucarino
ha conseguito la Laurea Specialistica
i n P i a n i f i c a z i o n e Te r r i t o r i a l e
Urbanistica e Ambientale, con la votazione di 110/110 lode e menzione,
discutendo la tesi dal titolo “Dalla
tutela del paesaggio alla riqualificazione territoriale: il piano di recupero
di Triscina di Selinunte”. Relatrice è
stata la Prof.ssa Ignazia Pinzello.
Il 10 Novembre 2010, presso la Facoltà
di Medicina e Chirurgia dell’Università
degli Studi di Palermo, Luisa Valenti
ha conseguito la Laurea in
Infermieristica, discutendo la tesi dal
titolo “Chirurgia mininvasiva della
tiroide: assistenza infermieristica”.
Relatore è stato il Prof. Salvatore Vieni.
Ai neolaureati i migliori Auguri dalla
Redazione.
ANTONINO CONTESSA
di Ciro e Ester Schillizzi
ALEXANDRO CIOBOTARU
di Maricel e Necoleta Lingurariu
SALVATORE CANZONERI
di Baldassare e Luisa Melagranato
SONIA GIUSEPPINA
PENNACCHIO
di Tonino e Francesca Rigoglioso
CLARA MARIA D’ARRIGO
di Giuseppe e Elena Lo Bue
GIUSEPPE DI FINA
di Rosario e Cira Cangelosi
RIPOSANO NEL SIGNORE
RUBINO ANTONINA
15/01/1929 - 01/11/2010
GOVERNALE FILIPPA
05/09/1932 - 01/11/2010
CUTAIA MARIA ROSA
26/12/1945 - 08/11/2010
BRANCATO PETRONILLA
20/01/1911 - 22-11-2010
GEBBIA PAOLO
03/01/1939 - 05-12-2010
scuola media.
Dal matrimonio con una cittadina di
Mileto, la maestra Adalgisa Pititto,
nacque Loredana che, seguendo le
orme paterne, insegna latino e greco in
un liceo classico.
Antonino Gebbia si inserì presto e
bene nel contesto sociale e culturale di
Mileto, tanto da dare alle stampe due
pregevoli lavori sulle tradizioni popolari locali, “A spacca e pisa” e
“Mileto”.
La sua esistenza terrena si è conclusa
il 22 novembre del 2010, dopo una
vita interamente dedicata alla formazione di diverse generazioni di giovani, alla famiglia e allo studio.
OFFERTE RICEVUTE
Achille Pina M., Mezzojuso
€ 20,00
Gebbia Santi M., Palermo
€ 50,00
D’Orsa Tony, Leinì
€ 25,00
N.N.
€ 20,00
Raimondi Francesco, Palermo
€100,00
Terranella Giuseppe
€ 30,00
Meli Andrea, Cossato
€ 30,00
Cuttitta Maria, Palermo
€ 50,00
Di Grigoli Caterina, S. Cipirrello € 10,00
Lanterna Giuseppe, Castagnole L. € 30,00
Magnate Maria, Mezzojuso
€ 15,00
Cusintino Giuseppe, Leinì
€ 50,00
Divono
€ 50,00
Lo Bue Salvatore, USA
$ 20,00
Vaste Pietro, Palermo
€ 30,00
Lo Monte Giulia, Torino
€ 20,00
Blackburn Dr & Mrs Joe
$ 100,00
La Gattuta Salvatore, Svizzera
€ 30,00
Morales Salvatore, Germania
€ 20,00
Valenti Pietro, Australia
€ 20,00
De Miceli Maria G., Francia
€ 150,00
Russotto Salvatore, Mezzojuso € 50,00
Poletti Giuseppe, Palermo
€ 20,00
Bidera Ciro, Arona
€ 30,00
Tavolacci Giosafat, Palermo
€ 50,00
Vittorino Francesco, Mezzojuso € 20,00
Cusimano Rosa, Marineo
€ 20,00
La Gattuta Antonino, Palermo
€100,00
Achille Perniciaro Giov., Mezzojuso € 20,00
D’Orsa Caterina, Mezzojuso
€ 20,00
N.N.
€ 15,00
Russotto Maria S., Mezzojuso
€ 20,00
N.N., Mezzojuso
€ 5,00
Mamola Giuseppe e Angela, USA$ 100,00
Muscaglione Gius., Mezzojuso € 50,00
N.N.
€ 20,00
Cangelosi Maria, Campofelice di F. € 20,00
Giacalone Teresa, Mezzojuso
€ 15,00
La Scala Giuseppe, Misilmeri
€ 20,00
Reina Vincenzo, USA
$ 80,00
Canfora Enzo, Germania
€ 20,00
Sanfilippo Caterina, Villabate
€ 30,00
Sanfilippo Giuseppe, Mezzojuso € 50,00
Princiotta Nicolò, Bolzano
€ 20,00
Canfora Daniel, Germania
€ 20,00
Ferrara Giuseppe, P. d. Albanesi € 100,00
e
21
BREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIB
NOVEMBRE
Lunedì 1
Festa di tutti i Santi: alle ore 11.00 il
parroco don Enzo celebra la Santa
Messa in suffragio delle anime dei
fedeli defunti nella chiesa SS.
Annunziata e non come di consueto al
cimitero, a causa del maltempo.
Martedì 2
Commemorazione dei defunti: il parroco don Enzo celebra la Santa Messa
in suffragio dei defunti presso la cappella del Cimitero. Dopo la
Celebrazione, il parroco procede alla
benedizione delle tombe.
in onore di San Nicolò.
Ogni pomeriggio, per nove giorni fino
al 5 dicembre, il parroco, papàs Pietro
Lascari celebra la Divina Liturgia.
Giovedì 18
Alle ore 17.00, nella Parrocchia di San
Nicolò di Mira, ha inizio il triduo di
preparazione
alla
Festività
dell’Ingresso al Tempio della SS.
Madre di Dio.
Domenica 21
Festività dell’Ingresso al Tempio della
SS. Madre di Dio.
Alle ore 11.00 e alle ore 17.00, il parroco Papàs Pietro Lascari celebra
nella Parrocchia di San Nicolò di
Mira la Divina Liturgia, al termine
delle Celebrazioni, dopo la Artoklasia
viene distribuita ai fedeli la cuccìa
benedetta, simbolo della tradizionale
festa denominata “A Maronna ri
menzi simenti”.
DICEMBRE
Cesto dei Morti, preparato dalla Sig.ra
Caterina Mirto. (foto P. Di Miceli).
Domenica 7
-Festa delle Forze Armate: alle
ore 11.30, nella chiesa della SS.
Annunziata, i parroci don Enzo e
papàs Pietro Lascari concelebrano la
Santa Messa in suffragio dei Caduti di
tutte le guerre. Alla Celebrazione partecipano le autorità civili e militari del
paese e i soci del Circolo Combattenti
e Reduci di Mezzojuso. Al termine
della Celebrazione si muove un corteo per deporre una corona di fiori
presso la lapide dei Caduti posta in
piazza Umberto I.
-La Compagnia “Ci Risiamo” di
Mezzojuso presenta alle ore 20,30
presso i locali dell’ Istituto “Andrea
Reres” uno spettacolo multimediale
dal titolo “Il meglio di Ci Risiamo”.
Sabato 7
Alle ore 18.00, al Castello, il Circolo
PD convoca il Congresso di Circolo
per l’elezione del Segretario e dei
Componenti del Direttivo.
e
22
Sabato 27
Alle ore 17.00, nella Parrocchia di San
Nicolò di Mira ha inizio il novenario
Sabato 4
A Piana degli Albanesi, nei locali della
“Sklizza” si svolge la Co.Ca.
(Comunità Capi) del Gruppo AGESCI
“Piana degli Albanesi 1”. La Co.Ca.
prosegue, nella giornata di Domenica
5, sulla traccia di riflessione dal titolo
“Scegliere il Servizio, come Rut …”.
Domenica 5
Alle ore 17.00, presso la parrocchia di
San Nicolò di Mira, si celebrano i
Vespri Solenni in onore di San Nicolò,
al termine dei Vespri, la Artoklasia dei
tradizionali “panuzza ri San Nicola”.
Lunedì 6
Feste di San Nicolò di Mira: Alle ore
11.00 e alle ore 17.00, il parroco di
San Nicolò di Mira, papàs Pietro celebra la Divina Liturgia. Alla fine delle
Celebrazioni sono distribuiti ai fedeli i
tradizionali “panuzza ri San Nicola” .
Martedì 7
Si
costituisce
a
Mezzojuso
l’Associazione “Voltalacarta”, con lo
scopo di promuovere attività socio culturali nella nostra comunità.
Presidente dell’Associazione è stata
eletta Annalisa Bua. Al Presidente ed
ai soci dell’Associazione vanno i
migliori auguri di buon lavoro da
parte della redazione.
Giovedì 16
Con le Celebrazioni pomeridiane, ha
inizio in entrambe le Parrocchie la
novena di preparazione al Santo Natale.
Venerdì 17
Alle ore 17.00, a Palazzo Jung, in Via
Lincoln a Palermo, è inaugurata la
mostra di Nicola Figlia del titolo “Il
Mastro di Campo”. La mostra resterà
aperta fino al 3 gennaio 2011.
Sabato 18
-I soci della neo costituita
Associazione “Voltalacarta” si recano
presso la Casa di Riposo “Anna
Frank” di Misilmeri, per allietare con
I giovani dell’Associazione “Voltalacarta” presso la casa di riposo “Anna Frank”. Foto di Danilo Figlia.
IBREVIBREVIBREVIBREVIBREVI
a cura di Francesca Brancato
stati in Parrocchia : Erica Bellone di 4
anni ed Alice Schillizzi di 6 anni.
Martedì 28
Alle ore 21.00, il Coro della
Parrocchia Maria SS. Annunziata partecipa ad un concerto a Villabate (PA),
in occasione della IV Rassegna
Natalizia delle Corali organizzata
dalla Parrocchia “San Giuseppe”.
Il “Mastro di Campo” di Nicola Figlia a Palazzo Jung
canti popolari e natalizi gli anziani
ospiti della struttura.
-Alle ore 17.30, al Castello si svolge
una assemblea cittadina per discutere
sui disservizi dell’Ufficio Postale di
Mezzojuso. L’assemblea è promossa
da: CGIL, CISL, UIL, ADOC, CIA e
PD. Per i giorni successivi inoltre le
suddette Associazioni promuovono una
raccolta di firme per protestare contro i
disservizi che causano l’apertura a giorni alterni dell’Ufficio Postale.
angeli portano in processione verso
l’Altare maggiore il simulacro ligneo
di Gesù Bambino. Il parroco don Enzo
procede in seguito con la
Celebrazione Eucaristica. I piccoli
angeli del Santo Natale 2010 sono
Venerdì 31
Alle ore 17.30, nella chiesa del Sacro
Cuore di Gesù del Collegio di Maria,
don Enzo celebra il Te Deum. Al termine della Celebrazione le Suore invitano i numerosi fedeli presenti nel
salone per un momento di condivisione durante il quale scambiare gli
auguri per il nuovo anno.
Venerdì 24
-Alle ore 20,00, i ragazzi
dell’Associazione “Voltalacarta” eseguono per le vie del paese canti popolari e natalizi per allietare la vigilia del
Santo Natale.
-Notte di Natale: alle ore 23.30, in
entrambe le Parrocchie ha inizio la
Celebrazione del Santo Natale. Nella
chiesa della SS.Annunziata, dopo
l’Ufficio delle Letture, due piccoli
Il Coro della nostra Parrocchia a Villabate.
Banchi nuovi a San Nicola
Foto di Danilo Figlia.
Carissimi compaesani,
Mi auguro che con piacere possiate
ammirare i nuovi banchi nella chiesa
parrocchiale di S. Nicolò di Mira.
Ringrazio tutti coloro che mi sono stati
vicini per realizzare quest’opera, in
modo particolare i costruttori Mastro
Peppino Caravella e il figlio Antonio, i
diretti collaboratori il Sig. Pietro Farini
e il Dr. Enzo Schirò e tutti coloro che
con generosità hanno contribuito e che
contribuiranno con la loro offerta.
San Nicola possa intercedere per tutti
noi abbondanti grazie e il Signore
Risorto ci conceda la sua Divina
Misericordia e il perdono dei peccati.
Vi aspetto a “San Nicola...” con affetto, un cordiale saluto.
Papàs Pietro Lascari
e
23
Santo Natale 2010: Presepe in Parrocchia.
e
ECOdella
BRIGNA
In copertina:
Gianluca e
Chiaramaria
(foto di Danilo Figlia)
PERIODICO BIMESTRALE - PARROCCHIA MARIA SS. ANNUNZIATA - MEZZOJUSO
Nuova Serie, Registrato presso il Tribunale di Palermo al n. 33 del 15.10.97
Direttore Responsabile: Vincenzo Cosentino
Condirettore: Carlo Parisi
Redazione: Francesca Brancato, Doriana Bua, Danilo Figlia, Concetta Lala, Ciro Muscarello, Margherita Reres
Indirizzo: Piazza F. Spallitta - Mezzojuso (PA) - Tel e fax 091 8203179 - [email protected] - Codice IBAN: IT41 F076 0104 6000 0002 0148 904
Grafica ed impaginazione: Gianni Schillizzi
Stampa: Istituto Poligrafico Europeo s.r.l.
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Eco n. 79 - Associazione culturale Prospettive Mezzojuso