• P. Giovio, Istorie del suo tempo tradotte per Ludovico Domenichi, Firenze: Lorenzo Torrentino 1551-1553: p. 57, 1527: sfigurate le immagini medicee a Firenze ‘uno squadrone di giovani correndo a furore in chiesa della Nuntiata, per mostrare l’amor loro verso la libertà et l’odio grande contra i Medici, forando con le picche le statue di Leone et di Clemente, con scelerata et leggierissima bestialità l’havevano gittate in terra, et uno fra gli altri vano et superbo cittadino de’ Rucellai per sopranome Cardinale con un gran colpo d’alabarda haveva guasto il volto alla statua di Clemente, et Chiurlo Macchiavelli con una punta haveva cavato l’occhio destro alla statua di Leone …’ 1462, Sigismondo Malatesta, signore di Rimini, nemico di Pio II viene condannato in absentia e ‘davanti ai gradini di San Pietro s’innalza un’ingente pire, sulla cui cima si pone un’immagine di Sigismondo riproducante i lineamenti dell’uomo perverso e nefando e il suo modo di vestire viene imitato con tanta fedeltà da sembrare lui in persona vivo, più che un suo simulacro. Tuttavia, perché nessuno s’ingannasse, dalla bocca dell’immagine usciva una scritta che diceva: “Io sono Sigismondo Malatesta, figlio di Pandolfo, re dei traditori, nemico di Dio e degli uomini, condannato alle fiamme dalla censura del Santo Senato”. Molti lessero questa scritta: poi alla presenza del popolo fu dato fuoco e la pira bruciò rapidamente assieme all’immagine. Tale fu il marchio d’infamia impresso sull’empia stirpe dei Malatesta.’