Giovani e Mezzogiorno
La lettura di alcune ricerche
Cristiano Caltabiano - IREF
Modulo formativo nazionale per Animatori di Comunità, Tutor e Segretari
Progetto Policoro, Roma 28 novembre 2007
I risultati dell’indagine sui giovani
meridionali (progetto Policoro)
Due fuochi d’analisi:

la condizione lavorativa

la partecipazione civica
Il lavoro: una condizione instabile
Rispetto alla loro situazione attuale:
 il 33% degli intervistati dichiara di lavorare, di avere una qualche
occupazione sia essa anche nell’economia informale;
 il 28% dichiara di essere studente a tempo pieno,
 l’11.4% di essere uno studente lavoratore,
 l’11% che, pur studiando a tempo pieno, saltuariamente lavora;
 il 13% che dichiara di essere inoccupato o disoccupato.
Il peso del lavoro irregolare
Fra quanti hanno dichiarato di lavorare o di
aver lavorato il 58.9% ha avuto o ha una
occupazione con contratto regolare, il 12.9%
con contratto irregolare, ovvero in possesso di
un contratto che però non è completamente
rispettato, e ben il 28.2% ha un lavoro
nell’economia informale. Questa ultima
percentuale è in linea con la quota più volte
richiamata dalla stampa nazionale che indica
come pari al 30% la quota di economia
informale
L’istruzione riduce la probabilità di
lavorare in nero
Posizione lavorativa
Regolare
Non regolare
In nero
Scuola obbligo
Qualifica
professionale
Scuola
superiore
Laurea
37.37
53.21
64.25
77.17
9.09
12.18
15.25
9.78
53.54
34.62
20.50
13.04
100.00
100.00
100.00
100.00
Il lavoro nero è più diffuso nelle regioni dove la
criminalità organizzata esercita un controllo
capillare sull’economia e la politica
40
35
30
25
20
15
10
5
0
35,0
31,0
30,3
27,2
21,4
23,8
18,9
In nero
Abruzzo
Basilicata
Calabria
Campania
Puglia
Sardegna
Sicilia
Salari al ribasso
 fra i giovani si registra una situazione generale di
bassa retribuzione: ben il 57% dichiara di ricevere un
salario inferiore ai 600€ mensili, l’84% è al di sotto dei
1000€ mensili e solo il 7% percepisce un salario
mensile al di sopra dei 1200€.
 Vi sono comunque differenze notevoli tra gli
intervistati: le donne guadagnano decisamente meno, i
giovani-adulti di più rispetto ai giovanissimi, il salario
medio mensile è di 513euro in Puglia contro i 684euro
della Sardegna, chi lavora per più ore in genere
guadagna di più, anche se questo non è sempre vero.
Infine, i giovani con un contratto regolare hanno un
salario di circa l’80% superiore ai coetanei che
lavorano in modo informale.
Non solo una questione di reddito
Al di là delle condizioni materiali, l’esperienza lavorativa dei
giovani appare assai problematica sul piano soggettivo:
1) essi vivono il luogo di lavoro come un ambiente chiuso
(autoreferenziale): ci si concentra sempre più sulle questioni
lavorative, dando sempre meno spazio all’amicizia e allo
scambio di idee sulla politica, le relazioni sindacali, la
religione, il tempo libero. Si assiste così ad un impoverimento
dei legami sociali sul posto di lavoro.
2) vi è una profonda incertezza sul proprio futuro: i giovani
pensano che i principali problemi del Mezzogiorno siano la
disoccupazione (55,1%) e l’illegalità diffusa (lavoro nero e non
rispetto delle regole - 55%). A questi mali endemici del Sud, si
aggiunge il nuovo spauracchio della precarietà (38,3%).
3) In questo quadro pessimistico di valutazioni, non soprende
che il 63% degli intervistati abbia dichiarato di aver pensato di
trasferirsi in un’altra città per poter lavorare
Le conseguenze
 senso di precarietà
generalizzato
 per i disoccupati e i
sottoccupati: blocco dei progetti
di vita, isolamento sociale fino ad
arrivare, nei casi più estremi, ad
una condizione di vera e propria
emarginazione
Una tipologia particolare di
giovani
Essendo vicini alle diocesi, questi
giovani esprimono una forte
partecipazione sociale:
il 51% è iscritto ad associazioni di
matrice sociale. Tale impegno è
legato soprattutto alla volontà di
conoscere persone, rendersi utili
crescere e formarsi.
Leggere il contesto: i risultati emersi dal
Rapporto sull’associazionismo sociale
 Per analizzare il contesto entro cui si collocano i giovani
meridionali si può attingere dai risultati dell’ultimo Rapporto
sull’associazionismo sociale: Cristiano Caltabiano (a cura di),
Anticorpi della società civile. L’Italia che reagisce al declino
del paese, Roma, Carocci Editore, 2007.
 Questa indagine offre infatti un quadro abbastanza esauriente
dei problemi con cui si confronta la nostra società
 Inoltre, mostra che l’attivismo sociale è un buon antidoto per
affrontare questi problemi
L’indagine campionaria
 In questa sede mi soffermerò soprattutto sui risultati
dell’indagine campionaria. Il sondaggio è stato realizzato
materialmente dalla società di ricerche Pragma di Roma
dal 10 al 27 gennaio 2006, intervistando un campione di
1000 individui, rappresentativi della popolazione italiana
maggiorenne. Un’èquipe qualificata di 108 intervistatori
ha girato in lungo e in largo il paese, somministrando il
questionario agli intervistati durante un colloquio “faccia
a faccia”.
I quattro fuochi d’analisi del
Rapporto
1.
Il clima sociale del paese
2.
Quattro “Italie”, quattro modi con cui i cittadini si
rapportano alla sfera pubblica
3.
Gli anticorpi della società civile
4.
Gli anticorpi in azione (studi di caso)
Il primo fuoco della ricerca
Il clima d’opinione
Un malessere sociale dilagante
La certezza sembra essere diventata una risorsa
assai scarsa nel nostro paese
Precarietà economica e incertezza nel futuro (%)
65
70
60
64,7
Sud
43,5
50
40
31,2
31,0
30
20
10
0
2005*
2006**
Difficoltà nei consumi primari (spesso/qualche volta negli ultimi dodici mesi)
Il futuro è carico di rischi per sé e per la propria famiglia (molto/abbastanza d'accordo)
:
*Iref/Pragma, Il fisco degli italiani II, gennaio 2005
** Iref, Nono Rapporto sull’associazionismo sociale, 2006
L’immaginario di una società che è diventata
pessimista
Opinioni sulla società italiana
Valori
percentuali
L’Italia sta vivendo una situazione di declino dal punto di vista economico e sociale
Molto d’accordo
Abbastanza d’accordo
Poco d’accordo
Per niente d’accordo
Non so
Totale
50,0
36,7
8,6
3,4
1,2
100,0
Secondo lei, oggi nel lavoro....
E bene fidarsi dei propri colleghi
E meglio diffidare dei propri colleghi
Non saprei
Totale
%
27,5
46,8
25,7
100,0
I bambini sono più esposti a rischi perché ormai non ci si può fidare neanche della scuola
Molto d’accordo
Abbastanza d’accordo
Poco d’accordo
Per niente d’accordo
Non so
Totale
22,5
40,3
25,8
7,6
3,8
100,0
Fonte: Iref, Nono Rapporto sull’associazionismo sociale, 2006
Una fiducia ristretta che non aiuta a creare
catene lunghe di solidarietà
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
79,2
52,9
41,7
27,2
Parenti
Vicini di casa
Abitanti del quartiere La gente (le persone
in generale)
Molta/abbastanza fiducia
Fonte: Iref, Nono Rapporto sull’associazionismo sociale, 2006
Lo scetticismo nei confronti delle istituzioni
Quanto le istituzioni riescono a rispondere ai bisogni che si manifestano nella società
(percentuale di rispondenti che ha risposto molto/abbastanza)
50
42,1
40
36
33,7
32,3
40,6
33,8
30,7
30
20
46,3
20,0
20,4
10
0
Governo
Parlamento
Regioni
2002
Comuni
2006
Fonte: Iref, Nono Rapporto sull’associazionismo sociale, 2002/2006
Unione Europea
Diminuisce il consenso nei confronti dell’Europa
2002
Bisogna attribuire maggiori poteri all’Unione Europea 56,6
Va bene l’Europa attuale
15,8
Bisogna fermare il processo di integrazione europea
8,6
Non saprei
19,0
Totale
100,0
2006
33,6
27,4
18,1
20,8
100,0
Quattro “Italie” (secondo fuoco d’analisi della
ricerca)
Attivismo solidale
13,7%
Radicamento nel privato
17,0%
Civismo politico
25,9%
Distacco passivo
43,4%
Quattro modi di concepire e "agire" il ruolo di cittadino
Il radicamento nel privato (17%) - L’italia che
bada al sodo, disinteressandosi di quello che
avviene nella sfera pubblica
Variabile
Modalità di
risposta
Percentuale
nel gruppo
Percentuale
nel campione
Il tratto saliente di questo gruppo è una scarsa propensione verso la
partecipazione sociale
Volontariato
Sì
3,0
14,2
Affiliazione ad associazioni del terzo settore
Sì
12,4
23,1
Sì
27,2
45,8
No, non mi
interessa
100,0
17,9
Donazioni
Consumo responsabile
Neanche la politica sembra accendere la passione in questi intervistati
Ceto medio produttivo:
piccoli e medi
imprenditori, liberi
professionisti, operai,
artigiani, commercianti
35,8, +6% rispetto al
totale del campione
Iscrizione a partiti, sindacati e organizzazioni di
categoria
Sì
17,6
20,1
Partecipazione a manifestazioni di piazza
Sì
16,0
24,4
Segnalazione alle autorità competenti di problemi e
questioni riguardanti il proprio luogo di residenza
Sì
7,1
11,7
Non viene visto di buon occhio il coinvolgimento civico - netta scelta di campo a
favore di uno “Stato minimo”
Il rapporto con la politica
Concezione cittadinanza
Ho un rifiuto nei
confronti della
politica
Lavorare con
impegno
Andare a votare
Opinioni sul sevizio civile
Dovendo scegliere è meglio avere
Per aumentare il benessere delle famiglie occorre…
Fonte: Iref, Nono Rapporto sull’associazionismo sociale, 2006
E’ una perdita di
tempo per i giovani
Meno tasse e meno
servizi
Aumentare le
agevolazioni fiscali
27,2
22,8
19,0
14,9
16,1
12,0
17,6
9,5
63,3
55,6
53,4
48,5
Il distacco passivo (43,4) - L’Italia che
rimane ai margini della società non per
scelta, ma per mancanza di capitale sociale
e culturale
Variabile
(56,7% nel Sud
e Isole)
Modalità di risposta
Percentuale Percentuale
nel gruppo nel campione
Un deficit davvero vistoso (praticamente un’assenza) di partecipazione sociale
Volontariato
Sì
-
14,2
Affiliazione ad associazioni del terzo
settore
Sì
-
23,1
Donazioni
Sì
35,0
45,8
No, non lo conosco
100,0
56,7
Sì
12,0
20,1
Sì
12,0
24,4
Sì
5,1
11,7
Discutere di politica con gli amici
Mai
36,6
26,4
Lettura quotidiani d’informazione
(esclusi giornali sportivi)
Mai o meno di un giorno alla
settimana
Programmi di servizio, informazione
politica, inchieste e approfondimenti
43,2
34,3
35,9
45,5
37,9
27,8
Ho un rifiuto nei confronti della
politica
29,6
22,8
Sono solo i politici a doversene
interessare
25,4
20,2
Rispettare le leggi/pagare le tasse
45,4
38,6
Consumo responsabile
Apatia politica e disinformazione
Cittadini periferici dal
punto di vista sociale:
- Pensionati e casalinghe,
con bassi livelli di
istruzione, che vivono
soprattuto al Sud
Iscrizione a partiti, sindacati e
organizzazioni di categoria
Partecipazione a manifestazioni di
piazza
Segnalazione alle autorità competenti
di problemi riguardanti il proprio
luogo di residenza
Preferenze programmi televisivi
(risposte multiple)
Fiction e reality show
Concezione passiva del ruolo del cittadino
Il rapporto con la politica
Concezione cittadinanza
Fonte: Iref, Nono Rapporto sull’associazionismo sociale, 2006
Il Civismo politico (25,9%): L’Italia
impegnata nella politica
Variabile
Modalità di risposta
% gruppo
% campione
la prossimità nei confronti del mondo della solidarietà organizzata
Affiliazione ad associazioni del terzo settore
Sì
51,0
23,1
Donazioni
Sì
57,5
45,8
Si lo pratico
71,8
25,4
Consumo responsabile
partecipazione politica a tutto campo, riflessività (elevato livello di informazione e di consapevolezza rispetto alla realtà sociale)
Iscrizione a partiti, sindacati e organizzazioni di categoria
Sì
30,4
20,1
Partecipazione a manifestazioni di piazza
Sì
43,5
24,4
Segnalazione alle autorità competenti di problemi riguardanti il
proprio luogo di residenza
Sì
20,0
11,7
Molto/abbastanza spesso
44,6
33,6
Tutti i giorni o 3-4 giorni alla settimana
60,8
48,2
Preferenze programmi televisivi
(risposte multiple)
Informazione politica, inchieste e approfondimenti,
documentari e trasmissioni scientifiche
74,2
57,2
Opinione sul sistema AUDITEL
Bisognerebbe valutare altri aspetti dei programmi
televisivi (utilità sociale, qualità dei contenuti)
62,7
52,7
Discutere di politica con gli amici
Lettura quotidiani d’informazione (esclusi giornali sportivi)
Visione della realtà: cosmopolitismo, cittadinanza attiva, centralità dello stato, sensibilità ecologica
Il rapporto con la politica
Mi tengo informato sulle vicende politiche d’attualità
66,9
52,4
Concezione cittadinanza
Partecipare alle decisioni delle comunità in cui si vive
21,2
15,5
Transnazionale (Europa e il mondo)
35,1
22,2
Più tasse e più servizi
52,5
41,9
La distruzione dell’ambiente (risposte multiple)
53,4
36,1
Senso di appartenenza territoriale
Dovendo scegliere cosa è meglio avere
Preoccupazione per quel che accade nel mondo
L’attivismo solidale (13,7%): L’Italia dei
volontari che tessono la tela del legame
sociale
Variabile
Modalità di risposta
Percentuale Percentuale
nel gruppo nel campione
Volontari di lunga carriera che operano con assiduità in associazioni di matrice
sociale
Nel 58,9% dei casi
l’attività volontaria viene
svolta da sei anni o più,
con un notevole
dispendio di tempo (circa
nove ore settimanali in
media)
Volontariato
Affiliazione ad associazioni del terzo
settore
Frequenza con cui partecipa alle
attività dell’associazione
Sì
100,0
14,2
Sì
56,9
23,1
Almeno una volta alla settimana
56,2
34,1
Sì
80,9
45,8
Si lo pratico
49,6
25,4
29,2
20,1
38,0
24,4
22,8
11,7
Donazioni
Consumo responsabile
L’uomo solidale investe nella politica
Iscrizione a partiti, sindacati e
Sì
associazioni di categoria
Partecipazione a manifestazioni di
Sì
piazza
Segnalazione alle autorità competenti
di problemi riguardanti il proprio
Sì
luogo di residenza
Il ruolo di cittadino viene interpretato in chiave egualitaria e solidale
Concezione cittadinanza
Impegnarsi per difendere i diritti dei
più deboli
27,7
12,3
Gli immigrati…
Sono una risorsa per la società
68,6
52,7
Gli immigrati in possesso del
permesso di soggiorno debbono
poter votare nelle elezioni comunali
Molto d’accordo
24,8
15,0
Fonte: Iref, Nono Rapporto sull’associazionismo sociale, 2006
Terzo fuoco d’analisi della ricerca. Gli anticorpi della
società civile: il surplus di fiducia
50
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
34,3
23,5
17,1
14,7
Distacco passivo
Radicamento nel
Civismo politico
Attivismo solidale
privato
Indice di fiducia generalizzata: livello alto
(vicini, abitanti del quartiere, la gente in generale)
La fiducia verso l’altro, l’estraneo, tende ad aumentare fra i cittadini più
partecipativi: dalle soglie minimali del distacco passivo (14,7%) e del radicamento nel privato
(17,1%), si passa al livello intermedio del civismo politico (23,5%), fino a giungere all’apice
dell’attivismo solidale (34,3%).
Gli anticorpi della società civile: l’investimento
nel futuro
80
75
71,2
70
69,9
65
57,1
60
55
52,1
50
Distacco passivo
Radicame nto ne l
Civismo politico
Attivismo solidale
privato
Oggi è impossibile fare progetti impegnativi perché il futuro è carico di rischi
(molto/abbastanza d'accordo)
Fonte: Iref, Nono Rapporto sull’associazionismo sociale, 2006
La paura del domani diminuisce di quasi venti punti percentuali spostandosi
dall’estremo del distacco passivo (71,2%) a quello dell’attivismo solidale (52,1%).
L’avvenire non inquieta più di tanto i cittadini che si curano del bene pubblico;
mentre diventa una fonte di inquietudine per le persone che si rifugiano nel privato
o che si abbandonano in una condizione di passività
Una chiave di lettura
Il civismo politico e l’attivismo solidale sono quindi dei potenti
anticorpi messi in circolo dalla società civile; in effetti, coloro
che adottano questi stili di cittadinanza hanno una visione più
rosea dell’avvenire.
Del resto, la partecipazione è un antidoto contro l’indifferenza e
l’isolamento sociale. Ci si ritrova assieme ad altre persone e si
capisce che agendo in comune si possono affrontare molti
problemi irrisolti, che tormentano la propria comunità. Si scopre
(o si recupera) l’energia contagiosa dell’azione collettiva: la
convinzione di poter cambiare le cose, di poter superare il guado
se si coltiva l’arte della solidarietà o se si presidia con più
attenzione l’arena della politica. In ultima analisi, si riprende in
mano il proprio destino, giocando un ruolo attivo nella società. E
così che il cittadino partecipativo volta le spalle alla
rassegnazione.
Quarto fuoco d’analisi della ricerca. Gli anticorpi
in azione
micropolitiche dell’antimafia
 Gapa di S. Cristoforo (Catania)
 Rete delle associazioni antiracket di Siracusa
 Movimento “Addio Pizzo” (Palermo)
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