Il Piano strategico fasi e processo Fiorenza Martufi Pesaro 29 giugno 2006 www.comune.pesaro.ps.it/pianostrategico Il contesto dell’azione pubblica • Mutata natura delle politiche pubbliche: domande più numerose e differenziate • Incertezza relativamente agli esiti delle azioni ¾ affrontare la gestione complessa del governo della città ¾ trovare soluzioni alla frammentazione delle politiche urbane • Abbandono approcci burocratici • Integrazione e coinvolgimento di competenze, capacità risorse esterne Il punto di partenza Crisi dell’ autosufficienza delle amministrazioni nella soluzione dei problemi collettivi ¾da soggetto che provvede direttamente a fornire soluzioni ai problemi ¾al governo come azione del soggetto che rende possibile la ricerca di soluzioni differenziate Tale posizione si esprime nella dicotomia government versus governance Una definizione di governance La governance è una situazione in cui alla formulazione e all’implementazione delle politiche pubbliche partecipano una pluralità di soggetti 1. di diversa natura 2. a diversi livelli 3. integrati tra loro Lo sviluppo locale si innesca con strategie di più attori, pubblici e privati, capaci di sviluppare progetti coordinati. Attori e livelli La natura degli attori •diversità degli attori permette di integrare diversi punti di vista, valori e risorse chiave •assicura la creazione di coalizioni abbastanza ampie da garantire il consenso necessario all’innovazione I livelli territoriali coinvolti •La coscienza delle inevitabili esternalità genera la necessità della multilevel governance •è un antidoto alla creazione di coalizioni collusive La rete •Importanza dell’identificazione degli attori rilevanti •La densità delle reti crea consenso una corretta governance comporta non solo relazioni tra istituzioni e soggetti economici e sociali, ma l’esistenza di relazione tra questi Le difficoltà di cooperazione nascono non solo da interessi divergenti ma anche dalla mancanza di fiducia reciproca Reti interne e reti esterne Stato Rete interna Comune Altre città CdC Altri attori esterni Università Assoc. Rappres. Rete esterna Regione Finalità del Piano strategico • Ricerca di soluzioni al deficit di orientamento strategico delle politiche • Individuazione di criticità e opportunità per definire un quadro di azioni di medio periodo • Costruzione di visione di lungo termine • Favorire la collaborazione tra soggetti locali e istituzioni del territorio • Rafforzare l’ascolto e la comunicazione con la società civile • Rafforzare la rete Un definzione di Pianificazione strategica è un stile di governo che mette al centro le istituzioni pubbliche ma prevede che le decisioni siano prese con il concorso esplicito di diversi attori: enti locali, università, fondazioni, associazioni, agenzie tecniche, imprese in una logica di cooperazione a più livelli, in cui diversi attori pubblici e privati si riconoscono come insieme localmente radicato e sviluppano strategie per favorire effetti di sistema (verso il Secondo Piano strategico. Materiali di discussione sul futuro dell’area metropolitana di Torino) L’evoluzione dei Piani strategici I piani di prima generazione • derivazione aziendale • mirati alla competizione tra città • fortemente legati alla new economy Evoluzione • di contenuto: verso lo sviluppo sostenibile • di processo: visione, partecipazione, identificazione degli attori rilevanti Innovatività e Piano strategico le dimensioni • di Agenda: Nuovi problemi • di Processo: Nuove forme di relazione tra attori e nuovi assetti istituzionali per il trattamento dei problemi collettivi • di Prodotto: Nuove soluzioni • Simbolica: Nuove forme di comunicazione Alcuni temi chiave • Relazioni interistituzionali: orizzontale e verticale • Inclusione: degli interessi “vestiti” ed anche dei portatori di idee, di pensiero strategico che non hanno una veste istituzionale (giovani, forze sociali non vestite..) • Legittimazione democratica: la pianificazione strategica è un processo di democrazia deliberativa che aiuta il consiglio a misurarsi con temi “alti” dello sviluppo della comunità rafforzandone il suo ruolo Nella fase attuale di «diffusione» dei processi di governance, il Consiglio Comunale deve individuare i nuovi ruoli e funzioni della decisione, le nuove leve e i meccanismi di decisione da approntare: specie nei campi della progettazione e della valutazione Legittimazione democratica . Il Consiglio Comunale è chiamato a pronunciarsi sulla trasversalità dei progetti, sulla loro verifica e controllo (valutazione), sulle leve finanziarie da attivare: in particolare sul passaggio dalla pre-fattibilità dei progetti a una strategia di investimenti. Alcune azioni: •discussione annuale dei risultati del piano strategico che realizzi una valutazione complessiva, fissi indirizzi, rivolga raccomandazioni sui futuri sviluppi •nucleo di valutazione tecnico, sui temi della selezione e del finanziamento dei progetti Fasi della Pianificazione strategica • Diagnosi Comprendere la situazione di partenza, i punti di forza e di debolezza, della città o del territorio interessato dal piano • Ascolto identificare i problemi del territorio e gli attori che su quel territorio operano, verificando la loro disponibilità alla partecipazione al processo di piano • Visione costruire un’immagine, una prefigurazione, desiderabile e credibile dell’assetto futuro di una città o di un territorio utile per individuare e scegliere le azioni e i progetti più idonei a perseguirlo • Progettazione comprende le attività di generazione e identificazione delle idee progettuali, di selezione dei progetti e inserimento nel piano, la progettazione di massima delle azioni. • Comunicazione non solo diffusione dei risultati del processo di pianificazione, ma anche annuncio del suo lancio, e informazione sul processo • Monitoraggio e Valutazione controllare e verificare in generale lo stato di avanzamento del processo di piano e l’andamento e l’attuazione delle singole azioni Perché • Diagnosi ricostruire la fotografia del territorio e dare avvio al piano: più precisa è la diagnosi, più precisa sarà la cura. • Ascolto conoscere gli orientamenti generali, raccogliere le ‘conoscenze disperse, ampliare il numero di soggetti, costruire consenso, conoscenza e reti, arricchire la progettualità e le basi di conoscenza • Visione costruisce il frame quale quadro di riferimento generale, fornisce il criterio per selezionare le azioni e le priorità, favorisce la cooperazione tra gli attori, definisce/ridefinisce l’/le identità e la/le vocazioni del territorio, promuove la costruzione di consenso, conoscenza e reti • Progettazione serve a individuare un quadro coerente e selettivo di proposte e obiettivi di azione (migliorare coerenza e integrazione), costruire e rafforzare le partnership e le coalizioni (cambiamento delle preferenze) • Comunicazione aumentare il coinvolgimento e favorire le relazioni, comunicare alla collettività i contenuti dei progetti e l’avanzamento del piano • Monitoraggio e Valutazione comprendere in che modo stanno procedendo le azioni, ri orientare il processo e l’attuazione delle azioni Come • Diagnosi presidiare la raccolta di informazioni statistiche e le diagnosi comparative • Ascolto allargare il più possibile i soggetti i coinvolti garantendo la loro integrazione e la coerenza sulle diverse attività • Visione Intorno alla costruzione della visione si creano coalizioni e partneship, la costruzione della visione rappresenta la fase più “top” • Progettazione la selezione dei progetti avviene sulla base dell’esistenza di coalizioni interessate a sostenerli, di studi di fattlibilità, momenti di co-decisione/progettazione, (interazioni multilivello) • Comunicazione annunciare, fare promozione, informare, convincere circa le caratteristiche del territorio/dei territori interessati, i contenuti del piano, degli assi e delle azioni di intervento • Monitoraggio e Valutazione Aspetti ‘di prodotto’: stato di avanzamento delle azioni, Aspetti ‘di processo’: crescita della capacità di governo, di innovazione e di progettazione dei soggetti coinvolti nel piano Azioni •Diagnosi ……… e ricerca ed elaborazione di dati, Dossier •Ascolto ……… e weblog, BBS, chat, Call center, URP, sportelli dedicati •Visione ……… e strumenti e tecniche di scenarios building , weblog, BBS, chat, Call center, URP, sportelli dedicati Assemblee, Tavoli di lavoro tematici, focus group, Questionari, sondaggi, Studi di settore, interviste, Laboratori itineranti, Forum on line • Progettazione Generazione Delphi, Brainstorming, Future conference, Assemblee, focus group, Bandi, Selezione Meccanismi di concertazione, Assemblee, Sondaggi, questionari, interviste, Progettazione Tavoli di lavoro tematici, Focus group, Meccanismi di condivisione (Lotus Notes) • Comunicazione Pubblicazioni, opuscoli, volantini, brochure, locandine, inviti, manifesti,………… Presenza sui media, uffici relazioni con il pubblico, telefonate, lettere, inviti mirati, call e contact center, Siti internet, newsletter, e-mail, SMS, weblog, forum on line • Monitoraggio e Valutazione management (sistemi Gant, Pert) Attraverso un sistema di project Chi Diagnosi ……. e università, istituti di ricerca, enti e istituzioni pubbliche testimoni privilegiati •Ascolto ……. e operatori e gli investitori stranieri, comunità internazionale, gruppi” specifici (scuole, giovani…) il “pubblico” non locale (emigrati, coloro che frequentano spesso la città pur risiedendo altrove) •Visione ……. e gruppi” specifici (scuole, giovani…) Cittadini, istituzioni e amministrazioni pubbliche, rappresentanze economiche, sociali e culturali (imprenditori locali, sindacati, associazionismo, terzo settore, organizzazioni volontarie del territorio (parrocchie, movimenti..) •Progettazione ……. • Comunicazione: a tutti coloro coinvolti nel processo, agli altri settori della P.A ed altre amministrazioni, al grande pubblico interessato e non (cittadini, stampa, attori esterni potenzialmente coinvolgibili nel processo • Monitoraggio e Valutazione chi è responsabile dell’attuazione del piano, gli attori coinvolti nel piano per le azioni di loro competenza Il percorso della costruzione del Piano Seminari sulla Pianificazione strategica Individuazione delle aree strategiche Documento Cornice Febbraio 2001 Luglio 2002 Costituzione gruppi di lavoro Elaborazione del Documento-programma e del Dossier progetti Conferenza di Piano Strategico Implementazione e gestione del Piano strategico da Luglio 2002 Alla base del processo è stato posto il “documento cornice”, schema di riferimento iniziale che ha orientato metodologicamente il lavoro e che è stato proposto dalla consulenza ai partecipanti. Uno schema metodologico tripartito: Meta>Azioni>Progetti percorribile non in un solo senso, cioè non solo dall’obiettivo finale alle operazioni strumentali per conseguirlo, ma anche in senso circolare e ricorsivo. La metodologia: il piano di lavoro Le commissioni •Documento d’area •Progetti Conferenza Documento piano programma strategico Lo schema metodologico Obiettivi Meta Azioni Strategie Strumenti Progetti Individuazione aree strategiche Attrazione imprese Tecnopoli Ricerca Università Aeroporto Porto Cultura Telecomunicazioni Fiera Centro congressi Importanza generale 90% 38% 71% 57% 47% 57% 80% 76% 61% 42% Rilevanza per Pesaro 90% 38% 57% 66% 23% 61% 90% 71% 76% 52% Fattibilità Progetto 76% 33% 57% 57% 19% 47% 76% 71% 66% 42% Altri temi:Ambiente Urbano; Livello di Istruzione; Servizi Sociali, Attrazione servizi innovativi; Sport e Turismo (2) Uno schema di lavoro Policy Attori Rete interna (in ordine di priorità) Rete esterna (in ordine di priorità) Attrazione Imprese Cultura ICT Fiera Individuazione obiettivi e strategie 6 sono le aree strategiche individuate: Attrazione impresa, Cultura, Internazionalizzazione, ICT, Welfare, Territorio Dalla definizione degli scenari si è passato alla individuazione per ciascuna area di policy degli obiettivi che devono essere messi in opera per colmare il gap tra fase attuale e città futura. Per definire le linee strategiche gli attori hanno individuato ¾ I bisogni ai quali si deve rispondere ¾ le principali azioni da avviare I soggetti del piano strategico ¾ 6 Commissioni di lavoro: 135 persone – 53 soggetti Diagnosi, scenari, strategie, obiettivi (ottobre -novembre 2001) ¾ 61 Team di progetto: 285 persone – 78 soggetti Predisposizione schede dei progetti (marzo giugno 2002) Composizione delle commissioni di lavoro e dei team di progetto rappresentanti delle società civile, dirigenti con ruoli di responsabilità nelle istituzioni locali, economiche, culturali, formative, nelle scuole e università, nel volontariato, nelle organizzazioni di rappresentanza e di interessi, nelle professioni, nelle arti liberali oltre che fondazioni ed istituti di credito. Al processo di pianificazione strategica hanno inoltre partecipato rappresentanti delle istituzioni pubbliche della città, dei Comuni limitrofi, della Provincia di Pesaro e Urbino, della Regione Marche. ¾Urban Center: organizzazione e partecipazione ¾ Consulenza impostazione metodologica, guida e discussione dei gruppi, sintesi delle proposte La trama e i documenti del piano strategico DOCUMENTO PROGRAMMA: E’ il documento di sintesi del percorso di costruzione della diagnosi, degli scenari, delle strategie e delle linee fondamentali del Piano strategico. Contiene: ¾Diagnosi e scenari ¾ 6 Aree strategiche: sono le funzioni rilevanti ¾ 6 Mete: sono la rappresentazione della visione ¾ 27 Azioni: sono le tappe di avvicinamento alle mete DOSSIER PROGETTI: Contiene le ipotesi progettuali riferite alle sei aree di policy e alle 27 azioni. Rappresenta l’insieme degli strumenti individuati come necessari per la messa in opera delle azioni strategiche. •76 progetti proposti • 61 progetti sviluppati • 10 confluiti in altri progetti Strategie: integrazione trasversalità Integrazione intreccio tra sviluppo socioeconomico e pianificazione urbana ¾aspetti urbanistici territoriali . ¾aspetti sociali, economici, culturali Piano attento non solo ai processi di crescita economica e di proiezione internazionale e che incorpora la dimensione della coesione sociale, la capacità di tenuta del tessuto sociale integrazione tra enti pubblici, tra soggetti pubblici e attori economici e sociali Trasversalità ¾come compito “educativo” del piano strategico ¾come elemento della qualit Aspetti urbanistici e territoriali si fondano e integrano con aspetti della vita cittadina dal punto di vista sociale, economico e culturale. le ipotesi strategiche e gli obiettivi individuati si riferiscono sia alla capacità di intervento pubblico (ai diversi livelli di competenza e responsabilità) che di quella degli attori privati. Il ruolo del Comune Il Comune ha creato l’arena, il luogo di confronto, di verifica e sintesi che ha permesso agli attori sociali di esprimere le proprie visioni e i progetti necessari allo sviluppo della città sostegno al processo di interazione tra i soggetti locali per la costruzione del piano strategico. (focus group, Forum, workshops, gruppi tematici) ¾Istruire gli incontri ¾favorire la discussione e il confronto ¾costruire il consenso e fare sintesi delle proposte ¾monitorare l’andamento dei lavori e curare l’omogeneità dei risultati ¾ ricerca di equilibri, all’interno della struttura comunale (organi elettivi e struttura amministrativa) all’esterno con la rete degli attori coinvolti Alcune avvertenze…. Le politiche e i progetti della pianificazione strategica della città devono intersecarsi con le politiche “ordinarie” e settoriali, a partire da quelle dei diversi assessorati. Del policy-maker del piano strategico deve far parte la Giunta comunale e la direzione generale dell’amministrazione comunale. Per affermare la dimensione sovra locale del Piano occorre che del policy-maker del piano strategico facciamo parte anche i referenti istituzionali dei corrispondenti livelli Il coinvolgimento degli attori La partecipazione non si è negata o ridotta la complessità tecnica della presa di decisioni, ma esplicitata ed utilizzata come risorsa primaria del confronto attraverso cui, partendo da posizioni diverse ed interessi anche conflittuali, si è arrivati ad un punto di convergenza e ad una scelta condivisa. Le dimensioni di partecipazione che si sono venute a definire: •Molteplicità e natura differenziata dei partecipanti: partecipazione come soluzione alla separatezza • Conflitti esplicitati e trattati in un’arena pubblica partecipazione che favorisce la convergenza tra attori in campo Comunicazione partecipazione come senso di appartenenza al progetto Alcuni nodi Aspetti e difficoltà delle esperienze di pianificazione strategica •Rassicurare la democrazia rappresentativa •Coinvolgere i soggetti nell’assunzione delle decisioni •Gestire il problema del rapporto con aspetti più informali di mobilitazione politica La forza del processo di innovazione non sta solo nella capacità di individuare le decisioni innovative Il buon esito del processo si gioca: gioca •sulla capacità di proporsi e rendersi visibile come processo che costruisce una politica per la città •sulla leadership capace di dare fiducia e porre questa dimensione al centro dell’area, di rassicurare gli attori, costruire un ponte fiduciario, tenere insieme e trascinare i diversi soggetti, attori sociali e istituzioni Alcuni nodi La strumentazione del piano •Un processo che non è sostenuto da strumentazione normativa •ha come riferimento non tanto un soggetto istituzionale ma un territorio (oltre i confini della città) •ha come riferimento una pluralità di attori che intervengono nella definizione e nell’attuazione delle politiche deve necessariamente e progressivamente “inventarsi” e tenere aggiornate alcune strumentazioni che ne sostengano l’efficacia. Una strumentazione che sappia riconoscere e far riconoscere che ciò di cui si sta trattando è l’aspetto della discussione e della argomentazione della presa delle decisioni: questo è il centro, il cuore del processo di costruzione del Piano strategico Alcuni nodi critici •far riconoscere la funzione sociale del Piano strategico •Equilibrio tra necessità di tensione alta e sedimentazione di riflessioni e osservazioni sui contenuti •Delicatezza equilibri all’interno ente con organi elettivi, (consiglio comunale) struttura amministrativa e all’esterno con la rete degli attori coinvolti •Strutturazione per responsabilizzare partecipanti, sostenere attività, verificare tenuta integrazione tra fasi ed elaborazioni •Rapporto tra competenza, rappresentatività e rappresentanza •I project leader referenti per la definizione delle specifiche dei progetti e non corrispondente assunzione di responsabilità nella gestione della loro attuazione Valutazione e verifica Necessità di definire con maggiore chiarezza ruoli e strategie e compiti dei soggetti e del Piano strategico: funzione di educazione e di animazione di processi non assegna risorse ai singoli progetti •non si occupa degli aspetti gestionali processo partecipato •scollamento tra obiettivi e realizzazione, può incidere sulla fiducia nei soggetti coinvolti valutazione •strumentazione analitica e competenza adeguata per assunzione di decisioni su priorità e conseguente assegnazione di risorse •ruolo consiglio comunale chiamato a pronunciarsi passaggio dalla pre-fattibilità dei progetti ad una strategia di investimenti: trasversalità dei progetti, verifica e valutazione, leve finanziarie. Il sito del Piano strategico