Forum sulla Non autosufficienza
Bari 2013
Servizio sociale e il Case
management
Franca Dente
Contesto socio-politico e
organizzativo
Crisi e cambiamenti del sistema di
protezione sociale alla fine del secolo
scorso
Non più garantito prevalentemente da
servizi pubblici, ma da una pluralità di
attori sociali coinvolti nella produzione
di benessere
all’apparato pubblico di organizzazione ed
offerta dei servizi, si sono affiancati sia il
settore privato (il mercato), sia il cosiddetto
terzo settore.
Servizio sociale
Il Servizio sociale in questo sistema di welfare
Svolge un ruolo strategico e importante non
solo nella
gestione e organizzazione, ma anche nella
programmazione dei servizi
Si parla di assistenza globale, personalizzata, a
misura d’uomo. Gli utenti diventano sempre più
protagonisti del loro progetto di vita, più
esigenti
I servizi per rispondere in modo
adeguato hanno bisogno di
professionisti competenti e
aggiornati alle più recenti
evidenze scientifiche
Case Management
L’approccio teorico/metodologico del Case
management approda in Italia in un
momento in cui la crisi economica e del
sistema di welfare esplode
La complessità dei bisogni richiede di
considerare la complessità dei contesti e
delle relazioni, delle organizzazioni
pubbliche e private chiamate in causa
Contestualmente la crisi economica
richiede la razionalizzazione
strumentale, cioè orientata allo scopo
con criteri di efficacia, efficienza,
qualità, coordinamento
I mutamenti rendono necessaria una
riflessione sul diverso ruolo che il
servizio sociale dovrà assumere
Nella legislazione regionale si fa quasi sempre riferimento al
Servizio sociale Professionale a cui viene attribuita la
funzione e responsabilità del case management
Presupposti di un approccio teorico metodologico del case
management:
la capacità relazionale con l’utente e con i servizi, l’assessment
globale dei bisogni, lo sviluppo di un progetto di presa in carico
complessiva, la garanzia dell’accessibilità ai servizi per le
persona, il monitoraggio/valutazione e la promozione della
qualità dei servizi e delle prestazioni, un sistema di risposta
flessibile e modificabile
Alla professione viene richiesto più un cambio
di prospettiva che acquisizione di nuove
tecniche
Diviene preminente la necessità che il lavoro di
rete divenga una modalità elettiva, rispetto
ad altre pratiche operative più centrate sui
percorsi istituzionali.
In tale scenario il ruolo del
servizio sociale non sarà più di
snodo unico ma, sempre più, di
case management, inteso
come responsabile del caso, di
attivatore e organizzatore di
risorse provenienti da vari
soggetti
Dente F. Il servizio sociale e il managerialismo in Nuove e diverse
dimensioni del servizio Sociale di Dente F. (a cura di)
Ed.Maggioli in stampa
Il case management è “il processo
cooperativo che accerta il bisogno,
pianifica, mette in atto, coordina,
controlla e valuta le opzioni ed i
servizi in risposta alla domanda di un
individuo al fine di raggiungere esiti
di qualità ed efficienti anche sotto il
profilo economico”.
Case manager
• Il case manager è chiamato a
svolgere e a coordinare, nel caso sia
inserito o collegato a reti
multidisciplinari, un’azione di
valutazione dei requisiti di accesso ai
servizi, ma soprattutto dei bisogni
che richiedono l’attivazione dei
servizi.
il case manager parte dai bisogni
dell’assistito e adatta a tali bisogni un
determinato pacchetto di servizi.
il case manager implementa il pacchetto
intavolando delle trattative con un certo
numero di agenzie in grado di fornire i
servizi necessari, creando così una
“fornitura” originale e flessibile pensata
specificatamente per quell’assistito.
Nel corso dell’erogazione del
pacchetto, il case manager effettua
un monitoraggio continuo dei servizi
e si assicura che siano usufruiti
dall’assistito come un servizio unico,
senza soluzioni di continuità
(Payne 1998).
l’assistente sociale che assume il
ruolo di case manager, con uno
spostamento di ottica, deve passare
dallo specifico e singolo intervento in
risposta al bisogno dell’utenza, alla
elaborazione di un progetto che ruoti
attorno all’attivazione,
all’organizzazione e all’integrazione
di una molteplicità di risorse:
istituzionali, di volontariato, formali,
informali, personali, familiari.
Il case manager diviene colui che
“crea e intesse condizioni,
interconnessioni e contatti,
scommette sulle cose che possono
succedere e le rende più probabili,
lavorando all’attivazione di raccordi
e all’ottimizzazione di
risorse/prestazioni provenienti da
svariate fonti esterne” (Costanzi
2000).
Rischi.
Questioni aperte
• una accentuazione della burocratizzazione
delle attività,
• un eccesso di managerialismo che finisce per
contrarre gli spazi del rapporto diretto con
l’utenza, di una processualità più intensa e
diretta sul caso, tipica del servizio sociale,
• un trascinamento verso dinamiche di
organizzazione dei sevizi a discapito della sua
proverbiale multifocalità, sporcandosi le mani
con decisioni relative al risparmio di spesa o
con il rifiuto di offrire servizi anche quando
l’assessment li richiederebbe;
Infine
• una eccessiva focalizzazione sulla
fornitura di prestazioni che rischia di
inaridire la ricchezza e le potenzialità
del s.s. a discapito dell’effettiva
necessità degli utenti che rischiano di
non ricevere più quel supporto
personale (counseling) di cui hanno
bisogno.
Dente F. “Nuove e diverse dimensioni del Servizio
Sociale”Ed. Maggioli in stampa
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