ANNO 3 NUMERO 34 ottobre 2014 d e l l a P r o v i n c i a G RAN D A Qui nasce il futuro L’UNICO GIORNALE INVIATO A TUTTI GLI IMPRENDITORI AGRICOLI 1 2 3 Sommario Zootecnia 18 Vacche da latte, ha senso alimentarle solo con fieno e mangime? 26 Latte, il calo del prezzo preoccupa gli allevatori Ottobre 2014 34 Collino, superstar in Francia vince il trofeo Euroforest 2014 38 Dalla Puglia al Piemonte il Bambù Gigante OnlyMoso conquista l’Italia Diritto agrario 40 Prelazione agricola: diritti e doveri di chi vende, affitta e dei confinanti L’editoriale 6 Vocazione rivoluzionaria 30 Razza Burlina, una storia tutta da scoprire Formazione L’aria che tira 8 Razza Piemontese l’orgoglio non basta Fisco e tributi 14 Diventa telematico anche il modello F24 16 Agevolazioni sull’acquisto di beni strumentali all’azienda 60 Tasso Inail, come ottenere riduzioni per chi opera in sicurezza A.r.pro.m.a informa 36 4 Trattori in campo per la grande sfida dell’aratura 44 L’Anaborapi inaugura a Carrù la Casa della Piemontese Notizie dalle aziende 22 Mungitura robotizzata? Ecco perchè conviene 28 Le nuove stalle di Ascai tra estetica e funzionalità 54 è iniziato il tempo delle mele degli studenti in frutteto 68 Studenti da tutto il mondo all’Università di Pollenzo Radici 69 Ricetta: Coniglio ai peperoni Enologia 50 Premiato Novamen, il vino rosso della cascina Melognis di Revello Seguici su: www.imprenditoreagricolo.com 52 Zuccherare il vino, ok dell’Europa ma la Francia può usare il saccarosio Ortofrutticoltura 56 Ambrosia, la mela globale che parla cuneese 64 Contro l’ingiustizia sul fotovoltaico Confagricoltura ricorre ai tribunali 66 Made in Malga, in scena i prodotti della montagna 70 Asl Cuneo 1 finalista agli Oscar del Green Fiere 10 Eima International A Bologna l’agrimeccanica diventa globale L’IMPRENDITORE AGRICOLO della provincia Granda Direttore responsabile: Osvaldo Bellino Direttore editoriale: Valerio Maccagno Direzione, redazione e amministrazione: Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo Tel. 0172.711279 [email protected] www.imprenditoreagricolo.com Editore: Réclame S.r.l. Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo Pubblicità: Réclame Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo Tel. 0172.711279 58 Mele, una buona annata Adesso si spera nel prezzo 59 Pere tossiche dalla Spagna La legge non è uguale per tutti 72 Da operaio ad agricoltore La storia di Fabio di Carrù e-mail: [email protected] www.reclamesavigliano.it Progetto grafico: Marco Grussu 46 75 Fiera agricola di Saluzzo Il futuro ha successo Tuttomele a Cavour Breve storia di un evento Osservatorio prezzi 76 Prezzi e mercati all’ingrosso Scadenze fiscali Attualità 48 Pac 2015-2020, le scelte dell’Italia al vaglio delle aziende agricole 77 Novembre: occhio alle scadenze Mercatino 79 Gli affari dell’imprenditore Stampa: G. Canale & C. S.p.A. Via Liguria, 24 - 10071 Borgaro - Torino Registrazione Tribunale di Saluzzo n. 3 del 09/01/2012 Abbonamento Anno 2015 - Euro 20,00 Conto corrente postale n° 1003849591 Bonifico bancario BCC Cherasco Agenzia Cavallermaggiore - IBAN: IT57X0848746150000050101900 Intestato a Reclame srl Causale: Amico dell’Imprenditore Associato Unione Stampa periodica Italiana Copia gratuita 5 l ’ e d i t o r i a l e Vocazione rivoluzionaria O svaldo B ellino 6 Si può dire che l’agricoltura ci sia sempre stata e che ci sarà sempre, a prescindere dalle riviste di moda e costume, che la scoprono solo quando fa tendenza, appunto. E’ curioso, e anche un po’ buffo, vedere come il lavoro in campagna sia passato in breve tempo dall’essere considerato sinonimo di arretratezza e rozzezza sociale, all’equivalente di occupazione di qualità, portatore di benessere e serenità. Il motivo è semplice: tutto va male e solo l’agricoltura, nelle statistiche di chi non ha mai messo piede in una stalla, è l’unico settore che funziona, con segnali positivi dai principali indicatori economici del comparto. Non che non sia in parte vero, ma la realtà è ben diversa da quella che trasuda dalle immagini dei rampolli cittadini abbracciati a caprette linde e sorridenti, oppure in rassegna ai vigneti sul far del tramonto, con il corpetto firmato in stile country, gli stivali casual di cuoio e il bastone padronale con lo stemma di famiglia inciso in coppa… Questa rappresentazione dell’agricoltura come terra di conquista per nuovi illuminati che hanno improvvisamente capito tutto della vita e scendono in campo per dimostrare il loro valore di sagaci condottieri, non appartiene al popolo della terra. L’agricoltura non ha bisogno di nuovi speculatori, spesso falliti, della finanza o dell’alta borghesia, che fanno finta di chinarsi su un campo di soia solo perché gliel’ha consigliato il Financial Times, continuando in realtà a fare quello che hanno sempre fatto, cioè altri mestieri. Ci vogliono rivoluzionari veri, come il giovane Fabio di Carrù, che ha mollato il lavoro di operaio meccanico ed è tornato al piccolo campo di nocciole del padre, affiancandolo nel lavoro, rimboccandosi le maniche in prima persona, con entusiasmo e slancio imprenditoriale, affittando e acquistando piano piano nuovi terreni di coltivazione, allargando gli orizzonti dell’attività. In una parola, cambiando vita. E certamente non lo ha fatto per il miraggio del guadagno facile. Coltivare nocciole, mungere le vacche o pascolare gli alpeggi presuppone una condizione di fondo: la vocazione. Questo perché attiene prima di tutto a una scelta di vita, che prescinde dal denaro o, comunque, considera il denaro funzionale ai bisogni del proprio lavoro, cioè della propria vita. Qui sta la vera rivoluzione, la sostenibilità che può cambiare il mondo, iniziando da se stessi. 7 l ’ a r i a c h e t i r a Razza Piemontese l’orgoglio non basta M ichele A ntonio F ino 8 Sabato 27 settembre La Granda ha festeggiato dieci anni. No, certo, non la Provincia che non c’è più, bensì l’associazione di allevatori di razza piemontese che ha saputo ridare orgoglio e reddito ad una grande produzione. Creata da una geniale intuizione di un vulcanico veterinario, Sergio Capaldo, essa è oggi presieduta da un giovane allevatore di Genola, Mauro Olivero. Ecco, la lezione de La Granda mi pare estremamente utile in questi tempi di sfiducia dilagante. Dieci anni fa, quattro allevatori determinati a riprendersi l’onore e il giusto compenso per il proprio lavoro, si dotavano di un disciplinare, da soli, senza soldi pubblici, senza la garanzia di poteri forti o filiere sicure: furono veri pionieri. Non un solo macellaio in questa terra volle il loro prodotto: dovette arrivare il sciur Cazzamali da Crema a capire che potenziale c’era in quegli uomini e nei loro animali. Poi venne Farinetti e La Granda divenne sinonimo di qualità senza compromessi, al centro di ogni Eataly d’Italia e non solo, portando in alto il nome di un territorio e la caparbietà del suo popolo. Oggi i soci de La Granda sono oltre 70 e ci sono altre 30 aziende in lista d’attesa per entrare. Entrare a riportare l’allevamento a misura di natura, ripristinare la vita nei prati, usare i microrganismi per fertilizzare invece della chimica, aspettare i tempi giusti e la maturazione della carne dopo la macellazione, come sanno fare solo i migliori: una rivoluzione completa, quella che tanti blasonati e riccamente finanziati sodalizi non hanno saputo mettere in campo in decenni di attività. Alla festa della Granda non ho ascoltato i soliti noti, ma diabetologi, biologi, esperti di pascolo permanente di valore internazionale, allevatori e chef: tutti convenuti a rappresentare in modo efficace che cosa vuol dire produzione agricola e alimentazione sostenibile nel XXI secolo. Hanno reso evidente che non abbiamo più bisogno di produttori disinteressati a quanto faccia bene o male il loro cibo, né di medici che non prestano la debita attenzione a consigliare una dieta appropriata, prima (e talvolta invece) di qualche pastiglia. La Granda si propone come una concreta declinazione di quel concetto che il suo padrino di battesimo, Carlo Petrini, ama ripetere: non è più tempo di consumatori; è tempo di co-produttori. Co produttori che pretendono da chi alleva, gli stanno a fianco, gli riconoscono il giusto prezzo, lo onorano e, così facendo, fanno il bene dell’economia e della propria salute. E’ una strada che ha dimostrato il suo valore e si può seguire non solo nella produzione di carne. Con coraggio e senza nostalgia di più comodi, ma sterili, vecchi sentieri. 9 Fiere Eima International A Bologna l’agrimeccanica diventa globale Quartiere fieristico al massimo della capienza per ospitare la quarantunesima edizione di EIMA International, la grande rassegna della meccanizzazione agricola che si tiene a Bologna dal 12 10 al 16 novembre. La Federazione italiana dei costruttori FederUnacoma, organizzatrice della rassegna, dichiara il “tutto esaurito” per quanto riguarda la superficie espositiva. Sono infatti 150 mila i Fiere metri quadrati netti già impegnati (circa 300 mila lordi) – dei quali 130 mila all’interno dei padiglioni coperti e climatizzati e 20 mila dedicati alle prove dinamiche in esterni – e rappresentano il miglior risultato storico per la manifestazione, che rispetto all’edizione 2012 vede crescere del 10% la superficie espositiva coperta e del 7% quella complessiva. Le industrie costruttrici partecipanti, sistemate nei padiglioni in base alla categoria merceologica di appartenenza, sono ad oggi 1.755 già confermate, mentre oltre 70 sono quelle ancora in lista d’attesa che si spera possano trovare collocazione all’interno dei Padiglioni. Tutto esaurito per la tradizionale rassegna della meccanizzazione agricola, dal 12 al 16 novembre. Attesi 200 mila visitatori SALONI SPECIALIZZATI Il taglio professionale della rassegna è confermato dalla rigorosa suddivisione merceologica, che prevede 14 distinti settori, e quattro Saloni specializzati: EIMA Green, per il giardinaggio e cura del verde, EIMA Componenti, per la componentistica, i ricambi e gli accessori, EIMA M.I.A. per le attività multifunzionali in ambiente rurale ed EIMA Energy per le tecnologie dedicate alle filiere bioenergetiche. 11 CROCEVIA MONDIALE La rassegna cresce non soltanto per superficie e numero di aziende ma anche per quanto riguarda la sua caratura internazionale: ad oggi sono 570 le aziende espositrici estere presenti, provenienti da 44 Paesi, un numero destinato ad incrementarsi con l’ingresso di quelle in lista d’attesa, ma già superiore al dato record della scorsa edizione (558 espositori da 41 Paesi); mentre 12 è in via di definizione il programma degli incontri “business to business” fra le industrie presenti e le numerose delegazioni estere ufficiali che giungeranno a Bologna dalle Americhe, dai Paesi BRICS, da Paesi dell’Africa, del Medio e dell’Estremo Oriente, dall’Europa Orientale. Al di là delle delegazioni ufficiali, EIMA International si distingue per la presenza di operatori economici stranieri, che nella scorsa edizione hanno superato il numero di 32 mila, provenienti da 122 Paesi, su un totale di 196 mila. OBIETTIVO: 200 MILA VISITATORI L’aspettativa degli organizzatori è di superare, in questa edizione 2014, il numero complessivo di 200 mila persone, incrementando ulteriormente le presenze estere, grazie anche ad una campagna informativa che quest’anno ha puntato su Paesi ritenuti strategici e particolarmente promettenti per il mercato della meccanizzazione agricola: il calendario delle conferenze di presentazione ha visto, fra l’altro, incontri in Spagna, Stati Uniti, Argentina, Brasile, Marocco, Iran, Indonesia. 13 Fisco e Tributi di Marianna Cugnasco, commercialista, [email protected] Diventa telematico anche il modello F24 Dal primo ottobre 2014, nei casi di importi superiori ai mille euro, è stato introdotto l’obbligo della presentazione telematica per le persone fisiche private La delega F24 è il modello utilizzato per il pagamento di imposte, tasse e contributi da parte di tutti i soggetti che ne sono debitori. I titolari di partita Iva (società, enti, imprese individuali, professionisti) sono obbligati ad inviare detto modello all’Agenzia delle Entrate in via telematica ovvero attraverso il canale bancario via internet, homebanking. Finora le persone fisiche private, ovvero coloro privi di partita Iva, potevano effettuare i pagamenti delle imposte presentando il modello F24 in modalità cartacea presso tutti gli sportelli bancari e postali. ai quali il saldo finale del modello F24 è di importo superiore a 1.000 euro; - per coloro che utilizzano crediti d’imposta in compensazione. Negli anzidetti casi è pertanto previsto l’obbligo di utilizzare esclusivamente i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate, delle banche o degli intermediari abilitati (professionisti, associazioni di categoria, CAF, ecc…). L’art. 11, comma 2, del Decreto Legge n. 66/2014 ha appunto esteso tale obbligo anche alle persone fisiche non imprenditori o professionisti (già obbligati dal 2007). COSA CAMBIA A decorrere dall’1.10.2014, invece, è stato introdotto un obbligo di presentazione telematica anche per le persone fisiche private, in determinati casi: - per tutti i versamenti in relazione SALDO ZERO È stata peraltro introdotta a tal riguardo un’ulteriore limitazione: i servizi internet delle banche e delle poste non potranno essere utilizzati se, in caso di compensazione degli importi dovuti con crediti d’imposta 14 disponibili, il saldo finale del modello F24 sarà di importo pari a zero. In tal caso, infatti, si potranno usare solo i servizi telematici delle Entrate (F24 web, F24 online e F24 cumulativo) con la possibilità di scegliere di volta in volta il conto corrente bancario o postale di addebito e facendo attenzione alla possibilità di scarto se non c’è corrispondenza tra il codice fiscale del contribuente indicato nel modello F24 e quello del titolare del conto corrente di addebito. CARTACEO Il modello F24 cartaceo potrà invece ancora essere utilizzato per pagare, senza compensazioni, imposte, tasse o contributi per un saldo complessivo inferiore a 1.000 euro. A tal fine appare eventualmente possibile spezzare il saldo in più modelli F24. 15 Fisco e Tributi di Alberto Tealdi, commercialista, [email protected] Agevolazioni sull’acquisto di beni strumentali all’azienda I benefici riguardano le macchine per l’agricoltura, la silvicoltura e la zootecnia. Sono esclusi gli immobili e le autovetture Il DL 91/2014 ha introdotto, per le imprese che effettuano nel periodo 26.06.2014 – 30.06.2015 investimenti in beni nuovi strumentali per un importo pari o superiore a 10 mila euro un credito di imposta del 15% calcolato sulla differenza tra l’ammontare degli investimenti effettuati nel periodo agevolato e la media del volume di investimenti analoghi effettuati negli ultimi 5 periodi di imposta. CREDITO SPETTANTE Il credito risultante è utilizzabile in compensazione, a partire dal secondo periodo di imposta successivo a quello in cui è stato effettuato l’investimento ed almeno in tre quote annuali, direttamente tramite modello F24. L’utilizzo può avvenire quindi a partire dal 1° gennaio 2016 per gli investimenti effettuati nel 2014 e dal 1° gennaio 2017 per quelli effettuati nel 2015. In ogni caso qualora il credito di imposta non fosse interamente fruito nelle tre rate annuali potrà essere 16 utilizzato anche in esercizi successivi sino ad esaurimento dello stesso. Il credito spettante e conseguentemente i relativi utilizzi dovranno essere indicati in appositi quadri del modello Unico. BENI E SOGGETTI AGEVOLABILI Sono agevolabili gli investimenti in beni strumentali nuovi compresi nella divisione 28 della tabella Ateco di cui al provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate del 16.11.2007. In tale elencazione sono ricompresi le macchine per l’agricoltura, la silvicoltura e la zootecnia. Dalla elencazione si evince come siano assolutamente esclusi l’acquisto di beni immobili strumentali e l’acquisto di autovetture. La norma prevede che possono avere accesso all’agevolazione le persone fisiche o giuridiche residenti nel territorio dello Stato titolari di reddito di impresa. Questo comporta che nell’ambito delle aziende agricole, possano beneficiare pienamente del credito di imposta le s.n.c., le s.a.s. Fisco e tributi e le s.r.l. (anche qualora abbiano optato per la determinazione del reddito su base catastale), le s.p.a. e le cooperative agricole. Questi soggetti giuridici infatti dichiarano in ogni caso un reddito di impresa e quindi sono ricompresi a pieno titolo tra i soggetti beneficiari. Le ditte individuali e le società semplici, che dichiarano reddito agrario ed eventualmente dominicale, possono usufruire dell’agevolazione solo qualora dichiarino un reddito di impresa ad esempio nel caso di allevamento con terreni potenzialmente insufficienti a fornire un quarto dei mangimi necessari, di svolgimento di prestazione di servizi quali attività connesse o di attività agrituristica. In tali situazioni allora possono beneficiare del credito di imposta ma se il bene strumentale è utilizzato per le diverse attività il credito spetta solamente per la quota parte imputabile all’utilizzo nell’attività che genera reddito di impresa. montare del credito di imposta riconosciuto è pari al 15% delle spese sostenute in eccedenza rispetto alla media degli investimenti in tali beni strumentali realizzati nei cinque periodi di imposta precedenti, con la possibilità di escludere dal calcolo della media il periodo di imposta in cui gli investimenti sono stati maggiori. CONDIZIONI Nel momento in cui il bene è ricompreso tra quelli il cui acquisto risulta agevolabile è necessario che questi sia strumentale all’attività di impresa e che si tratti di un bene nuovo in quanto restano esclusi gli acquisti di beni usati. Sono agevolabili gli acquisti in proprietà; quelli mediante contratto di leasing finanziario o di lease back; quelli mediante contratto di appalto e gli investimenti effettuati mediante costruzione in economia. L’am- REVOCHE È prevista la revoca dell’agevolazione nel caso in cui l’impresa ceda a terzi i beni oggetto degli investimenti agevolati, o li destini a finalità estranee all’esercizio dell’impresa, prima del secondo periodo di imposta successivo all’acquisto. Pertanto per gli investimenti effettuati nel 2014 il cosiddetto “periodo di sorveglianza” termina il 31.12.2015, per quelli effettuati nel 2015 il termine è il 31.12.2016. COMPENSAZIONE Dal punto di vista delle società agricole l’aspetto importante è il fatto che tale credito sia compensabile in F24 quindi con eventuali contributi previdenziali, Irap, Iva, Imu, ecc. In altri casi agevolazioni analoghe prevedevano una detassazione e non un credito di imposta, rendendole di fatto poco appetibili al mondo agricolo che tassando generalmente su base catastale quasi mai aveva un carico fiscale, dal punto di vista delle imposte dirette, tale da poterne usufruire. 17 Zootecnia Vacche da latte, ha senso alimentarle solo con fieno e mangime? Ha senso in Piemonte alimentare le vacche da latte solo con fieno e mangime, senza l’utilizzo degli insilati e dell’unifeed? Questa domanda che mi è stata posta da un affezionato lettore merita un parere che prenda in considerazione diversi aspetti legati alla gestione dell’alimentazione: l’aspetto economico quello sanitario e quello di organizzazione del lavoro. COSTI DI ALIMENTAZIONE Penso che se girassi la stessa domanda a tutti gli allevatori che adesso stanno leggendo, la risposta che darebbero sarebbe, quasi all’unanimità: certamente no! La logica che porta a formulare questa risposta è legata all’aspetto economico. Infatti la dieta normale delle vacche da latte è realizzata mediante carro unifeed che permette la miscelazione di una serie di alimenti tra cui gli insilati, con l’obiettivo da un lato di migliorare la digestione degli animali e dall’altro di ridurre proprio i costi di alimentazione. 18 Nelle razioni con carro unifeed per sostenere una produzione media per vacca pari a 30 litri di latte al giorno servono 11 kg di concentrati oltre al fieno ed al silo mais. Con gli attuali prezzi delle materie prime il costo di questa tipologia di razione è di poco inferiore ai 5 euro al giorno. In una eventuale razione a secco, siccome viene a mancare l’apporto energetico del silo mais, si rende necessario aumentare i chili di concentrato che, per sostenere la stessa produzione, devono passare a 15 per capo al giorno con un conseguente aumento del costo della razione giornaliera che si attesta sui 5.80 euro. Questa differenza di costo in una mandria da 55 capi porta ad un ammontare annuo che supera i 15 mila euro. In realtà per potere fari i conti in modo corretto dobbiamo anche valutare i costi accessori della alimentazione con unifeed ossia i costi per la realizzazione delle trincee e per l’acquisto ed il funzionamento del carro. Queste voci di costo, in una azienda che da tempo produce latte, sovente vengono tenute poco in considera- Zootecnia zione perché gli investimenti sono stati distribuiti negli anni ed ormai queste infrastrutture sono presenti in azienda. Diverso è il ragionamento che potrebbe fare chi volesse iniziare a mungere le vacche senza disporre di queste attrezzature; in questo caso il costo sarebbe da sostenere per intero e questo costo annullerebbe per i primi 10 anni di produzione il risparmio alimentare. ASPETTI SANITARI Ad un primo approccio pare non esserci nessun nesso tra alimentazione e sanità degli animali. In realtà è ormai dimostrato che in una mandria alimentata con alimenti sani e ben bilanciati le problematiche sanitarie hanno un’incidenza decisamente bassa. Quindi il collegamento con la domanda posta dal lettore sta nella qualità degli insilati perché soprattutto in aziende medio piccole i prodotti stoccati nelle trincee tendono ad alterarsi soprattutto in estate a causa del consumo limitato. Sommi- Come gestire l’alimentazione degli animali tenendo conto degli aspetti economici, sanitari e di organizzazione del lavoro nistrare alimenti non sani favorisce problemi podali, mastiti, infertilità la cui incidenza economica in molti casi è decisamente superiore al risparmio alimentare derivato dall’uso degli insilati. Sicuramente a questo riguardo incide molto la dimensione aziendale: in aziende più grandi con trincee dimensionate correttamente, e ormai sempre più sovente, con il fronte di taglio coperto da una tettoia questo tipo di problema non è presente quindi in queste aziende l’alimentazione senza insilati non porterebbe nessun miglioramento sanitario. Quando in stalla sono invece presenti solo 50 vacche in mungitura la somministrazione di insilati caldi o con muffe è purtroppo abbastanza comune, come è comune trovare a fine estate mandrie con evidenti segni di intossicazione. In questi casi è sufficiente la perdita di latte legata a questa condizione sanitaria a ripagare il maggior costo alimentare della razione a secco, senza neppur contare il costo delle problematiche sanitarie. ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO L’alimentazione a secco lascia all’allevatore del tempo libero e questo ha un valore ancora maggiore nelle aziende di piccole dimensioni nelle quali la struttura aziendale non 19 Se si decide di intraprendere la strada dell’alimentazione a secco bisogna dotare la stalla di auto-alimentatori che prevedano l’identificazione degli animali può sopportare il costo di manodopera esterna. Permette inoltre di produrre latte anche senza la presenza di terreno da coltivare; infatti fieno e mangime possono venir acquistati in qualsiasi momento dell’anno sul mercato senza problemi; cosa che non sempre e così agevole fare per 20 l’insilato soprattutto in zone collinari e pedemontane. Questa organizzazione è particolarmente indicata nelle aziende che hanno intrapreso la strada della trasformazione del latte e della vendita diretta in quanto l’allevatore può concentrare il suo tempo sulla gestione della mandria e del minicaseificio. Ritengo quindi che l’alimentazione a fieno e mangime possa avere un senso in aziende di piccole dimensioni nelle quali i costi per la realizzazione di trincee e acquisto del carro hanno un’incidenza molto alta perché ripartiti su un piccolo numero di animali. In queste aziende si aggiunge anche il vantaggio di non somministrare alimenti mal conservati alle vacche il che permette di avere più produzione ed un notevole risparmio in costi sanitari. COME SOMMINISTRARE IL MANGIME Nella alimentazione a secco il quantitativo di concentrato somministrato ad ogni animale è molto alto per cui è importante che le vacche possano mangiare dei piccoli pasti distribuiti nell’arco di tutta la giornata. Siccome è impensabile fare questo tipo di somministrazione manualmente bisogna affidarsi a degli autoalimentatori. Nelle stalle a stabulazione libera si possono adottare due soluzioni: • Una linea di distribuzione che scarica il mangime su tutta la lunghezza della mangiatoia ad intervalli di tempo programmabili. Questo sistema, più economico da installare, non è in grado di identificare gli animali per cui ad ogni scarico del mangime le vacche tendono a precipitarsi in mangiatoia per conquistare la maggior quantità possibile di concentrato. In questo modo aumenta la competizione tra le vacche con il rischio che: quelle nel post parto, più deboli, non riescano a mangiare la razione necessaria mentre quelle a fine lattazione, normalmente più forti, assumano un quantitativo di mangime superiore al loro fabbisogno, ingrassando eccessivamente. • In alternativa si può installare un sistema di distribuzione composto da stazioni di erogazione in grado di identificare gli animali ai quali è stato posto il collare. Il sistema è guidato da un PC mediante il quale viene assegnata ad ogni vacca una dose di concentrato tale da soddisfare i suoi fabbisogni. La stazione di distribuzione fornisce questa razione distribuendolo nell’arco della giornata, in questo modo si evitano i problemi di competizione tra gli animali. A fine giornata inoltre verificando le quantità consumate si possono individuare le vacche che non hanno mangiato la dose stabilita il che nor- malmente è sintomo di patologie. Sicuramente se si decide di intraprendere la strada della alimentazione a secco bisogna dotare la stalla di auto-alimentatori che prevedano l’identificazione degli animali. Il costo di questa tecnologia è ultimamente anche sceso e si aggira sui 350 euro per capo. 21 Mungitura robotizzata? Ecco perchè conviene La famiglia Smeriglio (Matteo, Giuliana e due figli, Antonio e Simone) allevatori da generazioni, ha avuto fino al 1988 bovine di razza Piemontese. Successivamente, ritenendo il mercato non più favorevole ad una razza a duplice attitudine, sono passati alla razza frisona con 70/80 capi a stabulazione libera, dedicandosi esclusivamente alla produzione di latte. Come mai vi siete avvicinati alla mungitura robotizzata? (Antonio) «La scelta della mungitura robotizzata l’abbiamo fatta nel 2011 istallando un Robot Lely A3Next per migliorare la qualità della nostra vita e gestire con più flessibilità l’azienda; mungevamo io e mio padre, mentre mio fratello, che si occupava prevalentemente della campagna, si dedicava alla stalla saltuariamente per sostituire uno di noi». «La scelta è stata dettata anche da necessità economiche - interviene la 22 signora Smeriglio - costi sempre più alti». «Verso la fine del primo decennio 2000 - continua Antonio - ci siamo trovati di fronte ad un bivio: per far quadrare i conti o aumentavamo i capi con conseguenti grossi investimenti in un contesto di mercato del latte molto incerto, oppure rendevamo più efficiente la stalla esistente controllando meglio i costi ed aumentando la produzione dei nostri animali. Il robot di mungitura ci è servito proprio a questo: l’aumento della produttività si è ottenuto grazie al miglioramento del benessere animale che ha permesso di sfruttare al meglio le potenzialità genetiche della mandria, il controllo dei costi si è invece ottenuto grazie all’ottimizzazione e alla maggiore efficienza dei processi di gestione aziendali. Il robot fornisce tutti i dati e le informazioni per controllare e di conseguenza migliorare il conto economico aziendale consentendo oltre tutto di migliorare la qualità della propria vita». «Oggi nonostante l’aumento della produzione abbiamo un costo per quanto riguarda l’alimentazione che incide per soli 0,16 euro per litro latte». «Inizialmente - interviene nuovamente la signora Smeriglio su questa voce di costo abbiamo lavorato molto in quanto la mungitura robotizzata richiedeva un approccio “nuovo”: all’inizio ci siamo trovati a spendere parecchio per i concentrati, in quanto nessuno aveva conoscenze specifiche per gestire con efficienza l’alimentazione. Soprattutto Antonio si è confrontato con altri allevatori che avevano fatto la scelta della mungitura robotizzata Lely ed ha raggiunto eccellenti risultati». Oltre ad un incremento di produzione (oggi hanno una produzione media annua che si aggira sui 40 litri/ capo giorno) hanno notevolmente L’esperienza della famiglia Smeriglio, che alleva un’ottantina di frisone, a stabulazione libera migliorato la fertilità. «Grazie ad una maggiore flessibilità del lavoro siamo riusciti anche a prestare una maggiore attenzione al giovane bestiame: oggi tranquillamente riusciamo ad introdurre in stalla primipare sotto i 2 anni di età con uno sviluppo morfologico che solo pochi anni fa ci richiedeva 4/5 mesi in più». «Il numero medio di lattazioni per capo è aumentato; abbiamo animali più longevi: ci sono molti meno animali da scartare grazie ad una più efficiente gestione, buona partenza post-parto, pressoché inesistenti le dislocazioni, migliore fertilità (per ora non usiamo seme sessato e nonostante ciò ci troviamo con un numero elevato di manze) ed in generale minori problemi sanitari. Questo sistema di mungitura robotizzata ci permette di concentrare gli sforzi solo sui pochi capi che hanno problemi, intervenendo così in modo tempestivo e limitando i costi dei farmaci e la riduzione della produzione di latte». «Particolare attenzione abbiamo prestato anche al benessere animale dando i giusti spazi sia nella zona d’alimentazione che di riposo; fin da principio abbiamo adottato il sistema del traffico libero permettendo agli animali di accedere liberamente al robot. Tutto ciò permette alle vacche di mangiare di più, riposare meglio e farle esprimere al massimo della produttività». Interviene Simone, il fratello minore: «Una grossa mano ce la dà anche un altro ‘gioiellino’ Lely», indicando il Lely Juno, il robottino per avvicinare l’unifeed sulla corsia d’alimentazione. «Solo con questo siamo riusciti ad avere in pochissimo tempo un incremento di produzione di 1,5 lt/ capo. E’ una macchina che si paga da sola velocemente…La Lely dovrebbe pubblicizzarla di più!». Dando poi una rapida occhiata al T4C, il software per la gestione del robot, Antonio fa notare che ci sono giorni dove non hanno addirittura nessun ritardo e che va in stalla solo per fecondare! Tornereste alla mungitura tradizionale? «Nemmeno per sogno! - afferma convinto Antonio -, l’idea sarebbe di raddoppiare la stalla grazie anche all’elevato numero di giovane bestiame che in questi ultimi anni siamo riusciti ad allevare. E’ un sistema che permette facilmente di delegare altre persone. Oggi è inimmaginabile pensare ad una gestione così efficiente della stalla prestando la massima attenzione alla produzione ed al controllo dei costi con la mungitura tradizionale. Qui possiamo controllare agevolmente la salute del singolo animale, produttività e qualità del latte: “premiamo” le più produttive!». Come vi vedete tra 5/10 anni? «Come dicevamo prima, grazie anche ad un continuo aumento dei capi da ristallo, sicuramente con un secondo robot e con 130/140 capi in lattazione». 23 PSR - MISURA 111.1 Sottoazione B UN NUOVO INSETTO “ALIENO” MINACCIA PRATI, MAIS, ALBERI DA FRUTTO E VITE Informa la dr.ssa Consuelo Monge, tecnico Cipat/Cia di Cuneo: Purtroppo anche nella nostra Regione è stata rilevata di recente la presenza di un nuovo insetto pronto a minacciare la nostra agricoltura. Si tratta del coleottero giapponese, nome scientifico Popillia japonica, uno scarabeide dal corpo verde brillante e dalle ali color rame o bronzo incluso nella normativa fitosanitaria europea fra gli organismi di quarantena di cui si deve evitare l’ulteriore diffusione. Originario del Giappone, questo insetto può infestare fino a 300 specie diverse di vegetali tra cui alberi da frutta, piante coltivate e da giardino. Una infestazione sensibile di questo fitofago è in grado di distruggere completamente il manto erboso di parchi e prati. Ma non prospera solo su essenze ornamentali, Popillia japonica devasta il mais, il pomodoro, la fragola la rosa, la vite, il pisello, ma anche gli aceri, il melo, il tiglio. La sua presenza è peraltro stata già rinve- 24 nuta in Paesi molto lontani fra loro, come Portogallo e Russia, dimostrando che questo insetto ben si adatta a climi e condizioni molto differenti fra loro. Gli adulti, simili a dei piccoli maggiolini, attaccano e provocano erosioni spesso ingenti su foglie, fiori e frutti mentre le larve si nutrono di radici. Nel Nord America questo coleottero risulta dannoso su ben 106 specie vegetali. L’arrivo in Foto: Yevgeniy Fedorov Italia promette quindi di essere solo una delle tante tappe di espansione del coleottero in tutta Europa. Ci si può quindi solo augurare che contro questo nuovo fitofago “alieno” le contromisure fitosanitarie siano tempestive ed efficaci, prima che esso dilaghi oltre le zone nelle quali ha mostrato per la prima volta le antenne. La Popillia Japonica si può inserire tra gli insetti esotici più pericolosi per il nostro ecosistema e per la nostra agricoltura. Così come il tarlo asiatico, la diabrotica del mais, il cinipide del castagno e la cicalina della flavescenza dorata della vite. 25 Latte, il calo del prezzo preoccupa gli allevatori Gli allevatori cuneesi sono molto preoccupati per gli ulteriori ribassi del prezzo del latte alla stalla applicati dai caseifici negli ultimi due mesi e ritengono necessario convocare urgentemente un tavolo di confronto per discutere del momento che sta attraversando il comparto, alle prese con costi di 26 produzione che non accennano a diminuire e una redditività in continuo e preoccupante calo. È questo, in sintesi, il messaggio che i membri della sezione lattiero casearia di Confagricoltura Cuneo, riuniti a Savigliano giovedì 11 settembre, hanno voluto lanciare affinché tutte gli attori del comparto possano confrontarsi alla ricerca di soluzioni che diano equilibrio al settore, anche in vista della fine del regime delle quote nel 2015. PREZZO IN CALO «Dopo mesi di relativa stabilità, in Piemonte e in Lombardia il Zootecnia prezzo del latte alla stalla a luglio è sceso di 2,5 centesimi di euro – spiega Giampiero Degiovanni, presidente della sezione Latte di Confagricoltura Cuneo -. Gli allevatori sono rimasti sorpresi da questo improvviso calo, visto che la produzione, pur con un’estate non molto calda, è rimasta in linea con quella degli scorsi anni e la richiesta sul mercato è buona». Il sito Clal.it, che analizza il mercato lattiero caseario, ne interpreta l’andamento e le tendenze, rileva appunto che il prezzo del latte crudo alla stalla in Lombardia da febbraio a giugno scorso è rimasto sul valore di 44,5 centesimi/litro, per poi crollare a 42 centesimi/litro a luglio e ad agosto. E in Piemonte le quotazioni sono ancora più basse. COSTI ELEVATI «Le aziende produttrici di latte sono in difficoltà perché a fronte di questa improvvisa e drastica Chiesto un tavolo di confronto urgente in Regione con i componenti della filiera lattiero-casearia. In gioco il futuro delle stalle riduzione del prezzo, non ha fatto seguito un calo dei costi di produzione – commenta Marco Bruna, direttore di Confagricoltura zona di Saluzzo e Savigliano -; anzi anche la leggera flessione di alcuni cereali, non ha avuto ripercussioni positive sulle aziende sempre alle prese con spese di gestione al rialzo. Per questo dovremmo appellarci a tutti gli attori della filiera del latte, affinché si intavoli un positivo confronto per analizzare seriamente questa situazione e soprattutto ricercare una strada che possa garantire un futuro migliore al settore». OCCHIO AGLI ALIBI «Comprendiamo bene le difficoltà del periodo, aggravate dall’embargo imposto dalla Russia ai prodotti lattiero caseari italiani, ma questo non deve diventare un alibi per penalizzare oltremodo le aziende agricole – conclude Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo -; ogni componente della filiera del latte deve fare la propria parte. Noi siamo disponibili a sederci intorno a un tavolo e a discutere seriamente sul futuro di uno dei comparti nevralgici dell’economia agricola della provincia di Cuneo e di tutto il Piemonte». 27 Notizie dalle aziende Le nuove stalle di Ascai tra estetica e funzionalità Impatto estetico, benessere animale e esigenza del cliente: i punti fermi della ditta di Scalenghe La ditta Ascai srl di Scalenghe, su commissione della famiglia Agnelli, ha realizzato una struttura per dare un nuovo e confortevole alloggio a circa 40 vacche da latte di proprietà del conduttore della cascina, Chiaffredo Agù – che è anche il proprietario del caseificio artigianale “La Formaggeria” – adiacente la stalla, all’interno del quale si produce, oltre ai formaggi più concosciuti, l’esclusivo “Plaisentif”. La struttura della stalla è stata realizzata da Ascai secondo 3 importanti esigenze: 28 Impatto estetico, vincoli paesaggistici Immersa nel verde dei pascoli circostanti , di fronte al vecchio filatoio (sempre di proprieta’ degli Agnelli) , affacciata sulle pendici della collina che sovrasta Villar Perosa, la costruzione necessitava del giusto inserimento estetico. Per questo motivo, Ascai ha provveduto al totale rivestimento delle pareti esterne con legno di larice , dando quindi al fabbricato la giusta grazia e piacevolezza. Il benessere animale L’allestimento interno e’ stato curato nei minimi dettagli, ponendo particolare attenzione alla luminosita’, all’areazione ed all’igiene, i tre requisiti fondamentali a garanzia del benessere delle preziose inquiline. L’esigenza del cliente Il signor Agù, conduttore dell’azienda agricola, ha contribuito personalmente dal punto di vista economico, per poter avere quel qualcosa in più oltre alla ordinara amministrazione, data la sua ambizione nell’eccellere. Nella costruzione dell’opera, si sono avvicendate tutte aziende locali. Merito della Ascai che ha desiderato coinvolgere dal lavoro di muratura a quello elettrico ed idraulico, maestranze pinerolesi.“L’impegno e’ stato grande, ma, a lavoro finito, la soddisfazione per il risultato ottenuto ci riempie di orgoglio”, dice uno dei soci della Ascai.“Siamo riusciti a coniugare tecnica ed estetica, per ottenere funzionalita’ e bellezza” Ora non rimane altro da fare che attendere l’arrivo delle inquiline dall’alpeggio e magari assaggiare il risultato del loro benessere attraverso il formaggio prodotto con il loro latte. Lo spaccio aziendale e’ adiacente la stalla e aperto tutti i giorni, dal lunedi’ al sabato, dalle 8,30 alle 12,30 e dalle 15 alle 19. 29 Zootecnia Razza Burlina, una storia tutta da scoprire La razza “Burlina” è una popolazione bovina autoctona del Veneto. Fino al 1930 circa rappresentava uno dei rari esempi di razza da latte più diffusa negli allevamenti dell’Altopiano di Asiago, dei Colli Berici, dei Monti Lessini, del Monte Grappa, sia sul versante vicentino che su quello trevigiano. In un censimento del 1931 se ne contavano 15.000 capi in tutta la regione. 30 ORIGINI NORDICHE Le origini della razza abbracciano diverse ipotesi formulate dagli zootecnici in base agli studi sui caratteri anatomici e morfologici. La Burlina avrebbe origini comuni ad altre razze pezzate del Nord Europa e sarebbe giunta sul territorio portata dai Cimbri, popolazione originaria dell’attuale Jutland Danese. Questo pensiero è ulteriormente rafforzato in quanto gli stessi abitanti dell’Alto- piano sono maggiormente di origine Cimbra e le Burline sono simili proprio ad altre razze della Danimarca, dall’Olanda e dalla Frisia orientale. Si pensi al grande bacino, la testa di lunghe dimensioni, il collo sottile, le caratteristiche della cute. Storicamente poi i Cimbri, sconfitti dai romani intorno all’anno 100AC ritirandosi occuparono L’Altopiano e il complesso montuoso del Grappa. Probabilmente riuscirono a mantenere nel tempo i loro usi e costumi per via della chiusura geografica del territorio prescelto. La stessa condizione non si esclude che sia rimasta anche per gli animali. STORIA E LEGGENDA Tra storia e leggenda si parla di una Regina di nome Burlina che governava sulle terre del mare del Nord. Le terre appunto dei Cimbri. Tuttavia esiste una seconda ipotesi, ancora 31 da verificare, che vorrebbe la razza come una delle tante di provenienza asiatica arrivate con il passaggio transumante dei capi attraverso le pianure della Russia, le montagne del Caucaso, i monti Carpazi e i Balcani. Gli animali sarebbero arrivati durante il periodo della Serenissima Repubblica di Venezia abile negli scambi con le popolazioni delle citate zone. Di sicuro sappiamo 32 che nel 1800 sul territorio vicentino erano presenti capi di razza Burlina che corrispondevano alle caratteristiche morfologiche e di adattabilità. ABBATTIMENTI FORZOSI Buona capacità lattifera su pascoli anche molto impervi e magri. All’inizio del secolo scorso e in particolare tra i due conflitti mondiali al fine di migliorare il patrimonio zootecnico della nazione da Roma, dal Ministero dell’Agricoltura, si suggerì, in modo al quanto perentorio, di sostituire i capi Burlini con animali di altre razze come la razza Bruna Alpina. L’intento era quello di migliorarne la quantità della produttività. Molti capi Burlini vennero abbattuti e fu solo grazie alla determinazione e la volontà di alcuni allevatori, che pagarono anche con la prigione le contrapposizioni di legge, che alcuni esemplari vennero salvati. Tali fatti dell’epoca fascista sono citati anche in un romanzo di Mario Rigoni Stern. MORLACCO E BASTARDO Oggi i capi rimasti sono veramente pochi, circa 300 esemplari, ma anche Zootecnia I bovini venuti dal Nord, erano 15 mila sull’Altopiano di Asiago tra le due Guerre mondiali. Adesso ne sono rimasti 300, perché? dal loro latte si producono due fantastici formaggi tipici del territorio: il Morlacco del Grappa e il Bastardo del Grappa. Il primo è un formaggio a maturazione breve. Pasta semi molle e semidura, bianca o appena paglierina con occhiature piccole. Le caratteristiche organolettiche che si accentuano con la maturazione, sono la sapidità e un profumo intenso e complesso. Il secondo un formaggio a pasta semidura e semicot- ta, colore giallo paglierino che diventa carico se prodotto in alpeggio. Sapido e persistente, gusto e aroma con spiccate note erbacee. La stagionatura può essere superiore all’anno. Il latte della Burlina prodotto in malga ha un maggiore contenuto medio in grasso, mentre il latte di pianura, si evidenzia per le maggiori concentrazioni di residuo secco magro, influenzato dal tenore proteico. 33 Notizie dalle aziende Collino superstar in Francia vince il trofeo Euroforest 2014 Prestigioso riconoscimento internazionale all’azienda di Levaldigi costruttrice di macchine per la lavorazione della legna da ardere. Novità in vista anche per l’Eima a Bologna Gli italiani che vincono in Francia fanno notizia dai tempi di Bartali in poi. Perfino di più, forse, quando a farlo è un’azienda italiana. E tanto più se la cornice non è quella di tutti i giorni ma la principale rassegna produttiva del settore. QUATTROCENTO CONCORRENTI E’ quel che è successo a Collino Costruzioni, produttore di macchine per la lavorazione della legna da ardere, ad Euroforest 2014, iniziativa che a SaintBonnet-de-Joux in Borgogna, cuore della Francia adagiato sul massiccio centrale, ha riunito a giugno 405 tra i principali produttori internazionali del settore forestale, richiamando da ogni angolo d’Europa (e non solo) 39.398 addetti ai lavori. Un appuntamento fisso e senza pari per chi opera in quella che i francesi chiamano “filière forêtbois”: un evento che internazionale lo è anche nella dislocazione visto che si tiene ogni anno toccando, a rotazione, quattro sedi e nazioni europee diverse: Svezia, Germania, Finlandia e, come l’edizione 2014, Francia. LA SICUREZZA VINCE E proprio ad Euroforest 2014 alla sega circolare Collino è andato il “Trophée National Innovation Sécurité Ergonomie”: un riconoscimento assegnato 34 da una giuria internazionale di esperti qualificati e tanto più prestigioso in un comparto nel quale la sicurezza fa premio di per sé. Per l’azienda di Adriano Collino è senz’altro motivo di soddisfazione. Fondata nel 2003, da Levaldigi in provincia di Cuneo ha saputo affermarsi sui principali mercati europei, dove oggi vende oltre tre quarti della propria produzione: non solo seghe circolari, ma anche nastri trasportatori, spaccalegna, verricelli forestali, trasportatori a catena e fascinatori. Con volumi che crescono a doppia cifra ma che, sottolineano in azienda, vanno di pari passo con gli investimenti in ricerca, innovazione e sicurezza: esattamente quel che una giuria internazionale ha premiato ad Euroforest. NUOVE MACCHINE Investimenti che non si fermano a questo traguardo: a novembre, alla fiera EIMA di Bologna, saranno presentate nuove macchine e sempre nuove tecnologie. Che, come sempre, punteranno molto sul progresso sul fronte della sicurezza e della qualità. Con, al centro, la sfida di mettere in mano al cliente e consumatore prodotti all’avanguardia, in un settore – quello forestale – che sta conoscendo un crescente successo. 35 Arproma informa Trattori in campo per la grande sfida dell’aratura Storia della meccanizzazione agricola in provincia di Cuneo La crescita continua del parco macchine crea a livello popolare un senso di progresso e di speranza di miglioramenti nella vita che si manifestava anche nella sentita partecipazione ad eventi quali i concorsi di aratura. GARE DI ARATURA Nel 1958 oltre 100 aziende parteciparono alle gare di aratura per la selezione del Secondo Concorso Nazionale di motoaratura. L’ultima gara per scegliere i quattro trattoristi che avrebbero rappresentato la provincia nelle fasi eliminatorie regionali si tenne a Cuneo il mattino del cinque maggio di quell’anno nei terreni adiacenti la Villa di Santa Croce, concessi dal rettore della colonia agricola di Sant’Antonio. Riportiamo la cronaca della gara perché è la testimonianza del clima epico che viveva la meccanizzazione agricola in quegli anni: un’ora di intensa preparazione poi i sorteggi e l’assegnazione dei campi. Indi l’inizio delle gare. I campi sono tre. L’uno adiacente all’altro. Formazione geologica diversa nei vari eppure adiacenti terreni. Qui terra dura, pietrosa, cattiva, traditrice. Là un po’ migliore. Triste a chi toccano i terreni peggio- 36 Associazione Revisori Produttori Macchine Agricole ed attrezzature agricole ri… Sono in lizza 17 concorrenti, 17 macchine, 17 aratri… La ditta Flesia, che rappresenta i Fordson Major quattro volte campione del mondo, non è favorita dalla sorte. Anche il consorzio agrario provinciale trova alcuni campi che non sono certo fra i migliori. La gara ha inizio. Le tre giurie sono all’opera. LA SFIDA SUL CAMPO Nove trattori sono in lizza per il primo turno, tre per campo. Si fa tifo dappertutto. Oltre mille persone assistono interessate alle prove. Un’ora circa di lavoro. La banda musicale del collegio di San Tomaso rallegra con le sue suonate le varie fasi della manifestazione. Sotto al secondo turno… La prova è più difficile di quanto si fosse pensato. Non è poi tanto facile andare diritti, arare in regolarità, approfondirsi quanto vuole la giuria e non sgarrare… è già il tocco o quasi. Le giurie si riuniscono… si coordinano i dati. Infine si stila la classifica. Essa è: prima azienda Fratelli Vanzetti, Cardè (trattorista Busso Giuseppe); seconda classificata Azienda Michele Gullino, Cavallermaggiore; terza classificata Costantino Cristoforo, Carrù; quarta classificata azienda Perassi Sebastiano, Barge (Perassi Nicola). GRANDA NUMERO UNO Poi la distribuzione dei premi, coppe, targhe, medaglie, diplomi e… generi in natura. A tutti una bottiglia di spumante, produzione dell’ormai rinomata e conosciuta cantina sociale della Valle Belbo. Il tre agosto del 1958 poi per festeggiare la chiusura della prima fiera della Provincia Granda a Cuneo sfilarono oltre mille trattori (Fiat, OM, Stejer) per il primo raduno trattoristico provinciale (sotto gli sguardi attenti della popolazione). Ed il rumore delle trattrici per le vie del capoluogo di provincia era il miglior annuncio che, alla fine degli Anni Cinquanta, portava l’agricoltura cuneese ad essere al primo posto assoluto nella graduatoria nazionale per numero e potenza dei trattori. 37 Dalla Puglia al Piemonte il Bambù Gigante OnlyMoso conquista l’Italia Sono centinaia gli ettari di bambù Gigante che hanno iniziato ad essere piantati nelle nostre campagne a scopo di produzione di germogli pregiati alimentari e canne dalle mille utilizzazioni. Vi sono imprenditori che hanno dedicato a questa coltivazione decine dei propri ettari, altri che si sono limitati a qualche ettaro in attesa di sapere quale sarà la redditività di questa affascinante coltura. Le stime del Consorzio Bambù Italia (responsabile della commercializzazione dei prodotti dei bambuseti OnlyMoso) parlano di guadagni per l’agricoltore veramente interessanti, che partono dai 20.000 euro fino a superare i 100.000 euro ad ettaro. Cifre del genere ricordano gli anni d’oro del Kiwi e sono un’utopia per la nostra realtà agricola, che ogni giorno lavora con difficoltà le proprie colture spesso senza riuscire a ricavare alcun profitto. Ma perché il bambù è cosi interessante e tanti agricoltori ci stanno investendo con convinzione? In primo luogo non si tratta di qualcosa di nuovo in quanto la 38 coltivazione del bambù a scopo commerciale ed industriale è qualcosa di ultra sperimentato nel mondo, che occupa milioni di persone ed è in continua espansione; centinaia di migliaia di nuovi ettari vengono ogni anno piantumati in Cina, Giappone, India, Brasile ecc. In secondo luogo i prodotti derivanti dal Bambù sono in linea con le esigenze della moderna società, in continua ricerca di una sana alimentazione come quella del germoglio di bambù e di una materia prima eccellente e pregiata derivante da foreste rinnovabili. Questa coltivazione inoltre, non richiede grandi investimenti iniziali e sforzi di gestione per l’impianto se paragonata ad altre colture da frutto ad alto reddito. Da ultimo, l’altissima produttività e rapidità di sviluppo (tra i più alti conosciuti al mondo) tipiche di queste piantagioni, fanno si che il bambù venga accolto dagli agricoltori come una grande risorsa e l’idea di trasformare il proprio terreno in una miniera verde, oltre a rappresentare un ottimo investimento, è certamente contagiosa! 39 Diritto agrario di Davide Galfrè, Geometra - [email protected] Prelazione agricola: diritti e doveri di chi vende, affitta e dei confinanti La prelazione agraria è il diritto di essere preferiti, a parità di prezzo e condizioni, ad altri per l’acquisto di un fondo agricolo, quando il proprietario decide di venderlo. Tale istituto, disciplinato tuttora da normative di metà ‘900 e da una serie di sentenze, è volto a creare un collegamento diretto tra chi lavora il terreno ed il proprietario, limitando tra l’altro in questo modo il consumo del suolo con usi differenti da quelli dell’agricoltura. decide di vendere il proprio fondo agricolo deve darne comunicazione all’affittuario ed ai proprietari confinanti (nel caso in cui questi siano coltivatori diretti, società agricole di persona ed alle cooperative agricole come sopra indicato) tramite raccomandata contenente la proposta di vendita e tutte le relative condizioni, compreso il prezzo. L’affittuario è comunque privilegiato rispetto ai proprietari confinanti. CHI NE HA DIRITTO La prelazione agraria spetta solo a chi è coltivatore diretto, alle cooperative agricole, come previsto dall’art. 7, comma 2 n. 2, della legge n. 817/1971, nonché alle società agricole di persona qualora la metà dei soci sia in possesso della qualifica di coltivatore diretto come desumibile dalla iscrizione al registro delle imprese (art. 2.2 d.lgs. n. 99/2004) nel caso in cui si verifichino le seguenti situazioni: vendita di un terreno confinante; vendita del terreno affittato. TRENTA GIORNI Il soggetto che riceve la proposta di vendita ha tempo trenta giorni per far valere il proprio diritto di prelazione rispondendo al venditore tramite una raccomandata contenente la propria proposta; trascorsi i trenta giorni, o spedita una rinuncia scritta, decade il diritto di prelazione. COMUNICAZIONE SCRITTA Quando infatti un soggetto qualunque 40 DIRITTO DI RISCATTO Nel caso in cui il venditore non comunichi la propria intenzione di vendere all’affittuario ed ai proprietari confinanti (o nel caso in cui in tale comunicazione siano state indicate delle condizioni di vendita 41 Diritto agrario da quelle reali o addirittura omesse) questi hanno il diritto di esercitare un riscatto entro un anno dalla trascrizione dell’atto che ha sancito la compravendita non comunicata; all’esercizio del diritto riscatto farà seguito una sentenza del giudice che può annullare l’atto già trascritto a favore di chi era stato scavalcato nella prelazione che deve comunque pagare il prezzo del fondo così acquistato entro tre mesi dalla sentenza stessa. DESTINAZIONE AGRICOLA Il diritto di prelazione si può sfruttare solo nella compravendita dei terreni con destinazione agricola e non con terreni avente destinazione differente, come ad esempio quella edificabile. Per terreni confinanti si intendono anche quei fondi separati da fossi, strade vicinali o private (private di un singolo proprietario o comune a più proprietari); non sono confinanti i fondi separati da strade di viabilità pubblica (statali, provinciali, comunali), ferrovie, canali demaniali, fiumi ecc…. ECCEZIONI Se si verifica la situazione 42 in cui il fondo confinante è di proprietà di un soggetto qualunque, ma condotto in affitto, mezzadria e contratti simili da un soggetto avente i requisiti per sfruttare la prelazione, quest’ultima decade e non può essere sfruttata. Al momento non hanno il diritto di utilizzare la prelazione agraria gli imprenditori agricoli a titolo professionale. Per chi può invece usufruire del diritto di prelazione non è necessario sapere se i frutti del lavoro del fondo vengano utilizzati per il consumo diretto, per la trasformazione o per la vendita. Il diritto di prelazione, inoltre, non spetta al coltivatore diretto che si occupa solamente dell’allevamento del bestiame. SENTENZE Si precisa per una corretta lettura dell’articolo che le regole sopra citate derivano in parte dalla normativa nazionale ed in parte da sentenze più o meno recenti; pertanto alcune di queste regole possono essere comunque sovvertite da altre future sentenze (una sentenza crea un orientamento di pensiero dei giudici, ma non stabilisce una regola fissa). 43 Zootecnia L’Anaborapi inaugura a Carrù la Casa della Piemontese Nei giorni che precedono la Fiera del Bue Grasso, tra fine novembre e inizio dicembre 2014, verrà inaugurata ufficialmente la Casa della Piemontese sorta a Carrù, nell’area che ospita l’Anaborapi in via Trinità 32. E’ la prima realizzazione del genere in Italia, dedicata ad una razza bovina, e la seconda assoluta in Europa dopo la 44 Maison du Charolais di Charolles. Nella regione borgognona, dipartimento di Saona e Loira, la Maison è diventata una tappa obbligatoria per allevatori, turisti e gourmand. MUSEO DINAMICO E’ quanto si prefigge in ambito nazionale la Casa della Piemontese, nata da una ricerca durata più di tre anni, volta a raccogliere e ordinare foto e video d’archivio, a registrare interviste, momenti di vita contadina, controlli veterinari, lettere, verbali d’assemblea, e ancora attrezzi, dispositivi, oggetti che a loro volta raccontano il passato e confermano il presente. Un progetto fortemente voluto dall’Anaborapi, presieduta da Albino Pistone, in parte au- tofinanziato e per il restante sostenuto dai contributi di Regione Piemonte, Provincia e Camera di commercio di Cuneo e dalle Fondazioni delle Casse di risparmio di Cuneo, Torino, Fossano, Saluzzo e Banca Alpi Marittime. STORIA E MITOLOGIA L’allestimento che si andrà a scoprire è di grande suggestione. Zootecnia Dalla marcia degli zebù pakistani che nel Paleolitico raggiunsero le nostre valli incrociandosi con gli Aurochs, alla mitologia greca che vide Zeus innamorato di Europa trasformarsi in un toro bianco, arrivando a illustrare le moderne tecniche di allevamento e produzione, la nuova struttura documenta e fa vivere la straordinaria epopea di una razza unica. Tra antiche memorie e l’attualità zootecnica fatta di tecnologia e sperimentazione genetica di alto livello, la narrazione della Piemontese continua all’interno della Casa rivelando i segreti del Fassone e di una carne fra le più pregiate al mondo per Sarà la prima struttura del genere in Italia e la seconda in Europa dopo la Maison du Charolais di Charolles caratteristiche nutrizionali e dietetiche. GLI ALLEVAMENTI Per facilitare il percorso, la Casa della Piemontese propone al piano terra il mondo allevatoriale di ieri e di oggi. Un excursus ispirato da un rigoroso criterio filologico e illustrato da specifici momenti didattici, in cui è centrale la figura del bovino dal tipico mantello bianco- fromentino. Una scala ad ampie volute disseminata di monitor, che richiama un’ideale salita ai pascoli d’alpeggio, porta al primo piano, dedicato alla generosa offerta di carne sana e magra (insieme a molti altri sorprendenti prodotti) della Piemontese. DEGUSTAZIONI GUIDATE Qui c’è spazio per la degustazione guidata, all’insegna del cooking & tasting. Mentre gli assaggi vengono preparati espressi sotto gli occhi del pubblico, si può imparare grazie al ricco apparato iconografico e multimediale - a riconoscere i tagli della carne e le modalità di consumo. La visita alla Casa della Piemontese entrerà, a partire dal nuovo anno, nei pacchetti dei tour operator e dell’incoming turistico locale. Sarà un modo nuovo e avvincente di scoprire la razza bovina autoctona più diffusa in Italia, patrimonio di una terra che sa custodire le sue migliori e nobili tradizioni. 45 Fiere di Emanuel Bonetto Fiera agricola di Saluzzo Il futuro ha successo Agrimeccanica e innovazione, il binomio vincente di una rassegna sempre aperta alle novità Dal 5 al 8 settembre, in concomitanza con la festa patronale di San Chiaffredo, si è tenuta a Saluzzo (Cn) la tradizionale Mostra della meccanica agricola giunta alla 67^ edizione ed insignita per la sesta volta del titolo di Mostra nazionale; tutto questo a conferma della crescita esponenziale che ha assunto in questi anni il settore primario, facendo diventare questa Mostra un’eccellenza piemontese e non solo. AGRIMECCANICA La sinergia di diversi fattori, come lo spazio espositivo di 46 35 mila mq, la disposizione degli stand e la collocazione, hanno contribuito al raggiungimento di questa qualifica. Ma non solo, come sempre è stata numerosa l’affluenza dei visitatori, altro fattore importante. Infatti questo evento è stato pensato per gli imprenditori agricoli, dove anche il pubblico più esigente ha potuto trovare un “concentrato” del meglio della produzione agro-meccanica italiana ed europea. INNOVAZIONE Il filo conduttore della manifestazione si è nuovamente confermata l’innovazione, diventata un pilastro portante della nuova agricoltura. Questo perchè con la crisi che incalza e le nuove leggi che, purtroppo, in molti casi mettono alle strette gli imprenditori agricoli, è diventato necessario proporre metodi innovativi per tutto il comparto agricolo. Molti espositori per adempiere a queste esigenze, soprattutto da parte delle nuove leve tra gli imprenditori agricoli, hanno diversificato in maniera sostanziale i loro servizi proponendo oltre alle solite prestazioni delle novità, le quali andranno in futuro ad integrare e migliorare le loro opere. Il creare sinergie tra più espositori con l’ausilio di consulenze tecniche specialistiche (periti agrari, agronomi, ecc ...) è senza dubbio la maniera migliore di operare sul mercato per offrire all’imprenditore agricolo un servizio “chiavi in mano” innovativo ed efficiente. I numeri parlano chiaro: 512 stands e 180 espositori italiani ed europei sono un segno indelebile per la Mostra di Saluzzo. 47 Attualità di Erica Allisiardi Pac 2015-2020, le scelte dell’Italia al vaglio delle aziende agricole Al convegno organizzato dall’Oata a Marene, le risposte pratiche agli interrogativi di chi opera sul campo L’applicazione della nuova Pac è ormai alle porte e questi sono i mesi decisivi per cogliere le opportunità offerte dalle nuove regole. Quale piano colturale va impostato per massimizzare i premi? E’ conveniente aumentare i terreni in affitto? Come verranno calcolati i nuovi titoli? Ecco schematizzati i punti fondamentali toccati dal prof. Angelo Frascarelli, docente di Economia e Politica Agraria nella Facoltà di Agraria dell’Università di 48 Perugia, nonché stimato esperto di politica agricola comunitaria, all’affollata conferenza organizzata da Oata Liberi Professionisti lo scorso 11 settembre a Marene. REGIONALIZZAZIONE L’ Italia è stata considerata come un’unica regione. Il valore medio sarà lo stesso su tutto il territorio nazionale. REQUISITI FONDAMENTALI PER AVERE I TITOLI * essere agricoltore attivo * aver presentato domanda unica nel 2013 * presentare domanda unica nel 2015. VALORE DEI TITOLI E CONVERGENZA Il valore dei titoli verrà calcolato dividendo la somma dei pagamenti percepiti dall’azienda nel 2014 per il numero di ettari ammessi a pagamento nel 2015. All’interno dell’unica regione c’è chi ha i titoli dal valore più alto e chi più basso. Questa manovra porterà verso il 2022 ad avere un valore medio regionale (ca. 320 euro/Ha). Chi possiede titoli di alto valore, lo vedrà progressivamente scendere fino ad un massimo del 30 % rispetto al valore definito nel 2015. Chi invece ha titoli di valore basso noterà nei prossimi anni un incremento di questo finoad un massimo del 60 %. GREENING Il pagamento ecologico è aggiuntivo rispetto al pagamento di base dei titoli. Per ottenerlo vanno rispettate 3 condizioni: *diversificazione colturale (oltre i 10 Ha devono essere effettuate almeno 2 colture, oltre i 30 Ha almeno 3) * mantenimento dei prati permanenti (non si possono arare in zona “Natura 2000”, al di fuori va richiesto un permesso ad AGEA) * aree di interesse ecologico (per le aziende con più di 15 Ha di seminativo è necessario destinare il 5 % a set aside o colture azotofissatrici o fasce tampone o siepi. Sono esonerati i terreni colti- vati a riso, prati, frutteti e vigneti. Sono altresì esonerate le aziende con coltivazioni biologiche. PAGAMENTI ACCOPPIATI Per le nostre aree sono interessanti i pagamenti aggiuntivi per la zootecnia per vacche da latte (sia in pianura che in montagna), vacche nutrici, bovini macellati 12-24 mesi, ovicaprini, bufalini. Fra i seminativi godono di pagamento accoppiato la soia, il pomodoro da industria, il riso e la barbabietola. In chiusura il prof. Frascarelli ha ricordato che il reddito di un’azienda agricola è certamente sostenuto dai pagamenti diretti, ma il futuro si crea migliorando l’organizzazione aziendale ed inserendosi al meglio nel mercato… Appuntamento dunque al prossimo convegno! 49 Enologia Premiato Novamen, il vino rosso della cascina Melognis di Revello Dopo essere stato incluso da Paolo Massobrio nella lista dei 100 Migliori Vini d’Italia nel 2011 (per l’annata 2009), il vino rosso Novamen 2012, prodotto dall’azienda vitivinicola Cascina Melognis di Revello, è premiato per il secondo anno consecutivo dalla commissione della guida nazionale Slow Wine 2015 come “Vino quotidiano”. Il riconoscimento riguarda una selezione di etichette che, oltre ad avere i requisiti necessari per entrare nel novero delle aziende recensite (attenzione nella produzione in vigna, sostenibilità, legame con il territorio), possano vantare un ottimo rapporto qualità/prezzo. VINO QUOTIDIANO In altre parole, con la definizione “vino quotidiano”, la guida premia i vini che abbiano 50 raggiunto punteggi di eccellenza in degustazione e che costino fino a 10 euro in enoteca. Già nel 2013, l’azienda si era guadagnata uno spazio sulla pubblicazione con una propria scheda (prima realtà vitivinicola del Saluzzese a entrare in guida), poi nel 2014 l’ambito premio, “bissato” nell’edizione 2015, in uscita a breve per i tipi di Slow Food Editore. Inoltre, il riconoscimento è tanto inatteso, quanto insolito è un certo tipo di viticoltura in una zona pedemontana, il Saluzzese, “marginale” in provincia di Cuneo, rispetto alle grandi e storiche realtà di Langa e Roero. CASCINA MELOGNIS Cascina Melognis nasce a Revello alla fine del 2008 e produce vini all’imbocco della Valle Po, sulle colline che cingono Saluzzo e il borgo di Revello, dai ripidi Enologia versanti di terra rossa ricchi di scheletro, e che guardano alla mole del Monviso. Sono terre che anticamente godevano di meritata fama per la propria viticoltura, tuttavia nell’ultimo secolo, complici la fillossera, lo sviluppo massiccio della frutticoltura e la vicinanza con le Langhe, lo spazio per le viti si è gradualmente ridotto, a vantaggio però dei migliori versanti collinari. COLTIVAZIONE L’azienda coltiva in tutto 2,5 ettari nei territori di Revello e Saluzzo e vinifica da uve esclusivamente coltivate in proprio. Le viti sono condotte in appezzamenti con età di impianto molto diverse tra loro: dai 60 anni della vigna da cui nasce il Vino Rosato Il riconoscimento è stato attribuito per il secondo anno consecutivo dalla commissione della guida nazionale Slow Wine 2015 come “Vino quotidiano” Sinespina, ai 40 anni dei vigneti da cui si produce il Colline Saluzzesi Rosso DOC Ardy. Le vigne sono coltivate con metodi di lotta antiparassitaria integrata, senza alcun ricorso a diserbanti, disseccanti, né ormoni fitoregolatori della crescita. Completano il quadro, una filosofia di produzione improntata alla sostenibilità e il ridotto numero di interventi tecnologici in cantina. NOVAMEN Il vino rosso Novamen prodotto nell’anno 2012, “Vino quotidiano” 2015 è un assemblaggio di barbera (70%), pinot noir (20%) e chatus (10%), e rappresenta il cavallo di battaglia dell’azienda. Le tre uve vengono vinificate separatamente e l’assemblaggio ha luogo nell’inverno dell’anno successivo alla vendemmia. L’imbottigliamento avviene in primavera, dopo un affinamento di 18 mesi in legno. Cascina Melognis imbottiglia solo in vetri leggeri per contenere l’impatto ambientale e, grazie alle peculiarità produttive e di terroir, è in grado di proporre vini con un basso o bassissimo livello di solfiti (nell’ordine della metà dei massimi consentiti dalla legge). Oltre che in diversi ristoranti ed enoteche del Saluzzese e del Cuneese, è possibile trovarli direttamente in cantina, dove è sempre possibile la degustazione delle diverse produzioni. Ai visitatori che esibiscono la guida Slow Wine 2014 o 2015, sconto immediato del 10%. 51 Enologia Zuccherare il vino, ok dall’Europa ma la Francia può usare il saccarosio Il Ministero delle Politiche Agricole ha comunicato che l’Unione Europea ha dato il via libera all’arricchimento, tramite lo zucchero d’uva, altrimenti detto mosto concentrato rettificato, di 0,5 gradi dei vini della vendemmia 2014, considerate le “condizioni climatiche eccezionalmente sfavorevoli” della scorsa estate. Lo rileva la Confederazione italiana agricoltori del Piemonte, sottolineando come questa decisione faccia seguito alle richieste di alcuni Paesi europei, tra cui l’Italia, di ritenere non sufficiente l’aumento del titolo alcolometrico naturale fino a 1,5% 52 concesso abitualmente dalle norme Ue. Anche il Piemonte ne potrà usufruire. SACCAROSIO La decisione della Ue riporta in primo piano l’annosa questione dell’arricchimento dei vini: alcuni Paesi possono aumentare la gradazione alcolica del vino con il saccarosio, che è una sostanza estranea alla filiera dell’uva. Altri Paesi, tra cui l’Italia, devono invece usare il mosto concentrato rettificato, che è il prodotto liquido non caramellizzato ottenuto mediante disidratazione parziale del Enologia mosto di uve. Costa tre volte più del saccarosio e non gode di alcuna sovvenzione da parte della Ue. Questa situazione danneggia inevitabilmente i nostri vini, con l’aggravante che il consumatore è del tutto inconsapevole dell’intera operazione: non esiste infatti alcun obbligo di etichettatura della pratica dello zuccheraggio. ECCEZIONI FRANCESI L’aggiunta di saccarosio può essere considerata “tradizionale” nei Paesi del Nord Europa (uno della Ue). Le regioni meridionali della Francia fanno parte della zona C come l’Italia ed i vini prodotti in quei territori sono in diretta competizione con i vini italiani. ETICHETTA NECESSARIA Poiché l’utilizzo del saccarosio determina una concorrenza sleale nei confronti dei nostri produttori, osserva la Confederazione italiana agricoltori sarebbe necessario introdurre alcuni basilari principi di trasparenza nel Decisione motivata dalle condizioni climatiche eccezionalmente sfavorevoli. In Italia, però, si può usare solo mosto concentrato rettificato, tre volte più costoso dei Paesi che fa maggior uso di saccarosio per aumentare la gradazione dei vini è, ad esempio, la Germania dove nei vigneti c’è poco sole, dove la vendemmia avviene in tardo autunno o anche dopo, e l’uva spesso neppure è matura. Senza lo zuccheraggio, si otterrebbero vinelli da 7/8 gradi alcolici), ma ora è diventata pratica normale anche nelle regioni meridionali della Francia, dove l’aggiunta di saccarosio dovrebbe essere consentita soltanto “eccezionalmente” (per gentile concessione settore, riportando sull’etichetta dei vini la dizione “Sugar added” qualora sia stato aggiunto saccarosio per aumentare il grado alcolico di quel vino. Cambiando la regola e permettendo al consumatore di sapere che nel vino che sta per bere c’è una materia prima completamente estranea alla filiera dell’uva, l’uso del saccarosio verrebbe scoraggiato e sarebbe ristabilita la leale concorrenza tra operatori di Paesi diversi. 53 Formazione è iniziato il tempo delle mele degli studenti in frutteto Le attività pratiche nell’azienda sperimentale di Madonna dell’Olmo degli allievi dell’Istituto “Virginio – Donadio” di Cuneo Con l’avvio dell’anno scolastico, gli allievi dell’Istituto agrario “Virginio - Donadio” di Cuneo sono coinvolti nelle attività pratiche di laboratorio presso l’azienda sperimentale di Madonna dell’Olmo. I ragazzi delle classi quinte sono impegnati con i docenti delle materie tecniche nell’individuare l’epoca ottimale per la raccolta delle mele del frutteto sperimenta- le, esercitandosi con i test di maturazione, atti a verificare il giusto contenuto zuccherino e l’acidità dei frutti. ESERCITAZIONI AGRARIE Questa attività analitica, viene attuata nelle fasi di pre-raccolta, dai produttori agricoli e dai centri di raccolta ortofrutticoli, al fine di garantire una qualità organolettica del prodotto che andrà al consumatore finale. «Questi test sono orientati a valutare i gradi brix, la consistenza della polpa e la colorazione dei frutti - dice Amelia Rinaudo, responsabile del progetto di esercitazioni agrarie - in questo modo i nostri allievi acquisiscono delle competenze pratiche che ogni giorno svolgono gli operatori del settore». LE REGOLE DELLA QUALITà Sono quattro i fattori fondamentali che determinano la qualità appunto e che garantiscono un’ottima riuscita sul mercato, dove l’offerta è imponente: l’ottimo aspetto esterno e la buona conservabilità, la quantità sufficiente di sostanze pregevoli e la qualità igienica del prodotto. «Una produzione di qualità presuppone delle conoscenze tecniche da parte del frutticoltore, un’attenta osservazione ed un’accurata cura del frutteto - dice Roberto Fusta, insegnate tecnico pratico del “Virginio – Donadio” di Cuneo -. Nella nostra azienda 54 Formazione sperimentale, cerchiamo di coinvolgere gli studenti in tutte le attività pratiche che vengono attuate durante il ciclo produttivo, valutando le scelte più idonee al fine di ottenere una produzione di qualità». VENDITA DIRETTA Anche quest’anno l’Istituto “Virginio - Donadio” di Cuneo propone in vendita i prodotti della propria azienda agraria didattico – sperimentale a prezzi davvero concorrenziali: pesche a 0,60 euro/kg, pere a 0,80 euro/kg, mele gala a 0,80 euro/kg, mele vecchie varietà a 0,80 euro/kg, mele golden a 0,70 euro/kg. Inoltre sono sempre disponibili gli ottimi succhi limpidi prodotti esclusivamente con mele coltivate dagli alunni presso l’azienda sperimentale dell’Istituto: una bottiglia (1 litro) a 3,00 euro, 6 bottiglie a 15,00 euro. La vendita diretta si svolge presso l’azienda sita a Madonna dell’Olmo in via Torino 78 (accanto al canile comunale) e continuerà il martedì, venerdì e sabato mattina dalle 8.30 alle 12.30 e il mercoledì pomeriggio dalle 14 alle 17. L’iniziativa proseguirà fino ad esaurimento prodotti, presumibilmente per tutto il mese di ottobre. Per maggiori informazioni o per prenotazioni (consigliate per grandi quantità) è possibile telefonare direttamente alla scuola: 0171 65658. 55 Ambrosia, la mela globale che parla cuneese Coltivata e venduta in tutto il mondo, è commercializzata in esclusiva per Europa, Russia, India, Nord Africa e Medio Oriente dal Gruppo Rivoira Spa di Verzuolo C’è una mela che sta facendo strada e che ha il sapore dell’esclusività. E’ la mela Ambrosia, coltivata e venduta in tutto il mondo e della quale la Rivoira SpA di Verzuolo, in accordo con la Pico, detiene l’esclusiva per la commercializzazione in Europa, Russia, India, Nord Africa e Medio Oriente. L’Ambrosia è una varietà gestita a Club, la vendita delle piante e la commercializzazione dei frutti è 56 interamente curata da Rivoira SpA, cosi come non è previsto l’uso hobbistico delle piante. UN FRUTTO NUOVO E’ una mela bicolore, con polpa croccante e succosa, particolarmente zuccherina ed aromatica, ricca di polifenoli e flavonoidi e dal caratteristico profumo di miele e nettare. Un frutto nuovo, con croccantezza e sapore fuori dal comune che hanno conquistato e fidelizzato in pochi anni moltissimi consumatori in tutto il mondo. Il livello di zucchero è al di sopra della media, il grado brix può raggiungere i 17° e l’acidità molto bassa che contraddistingue la varietà esalta l’inconfondibile aroma dell’Ambrosia. ORIGINI CANADESI Nata in Canada grazie ad un incrocio spontaneo tra varietà diverse di mele, è un frutto di alta quali- tà, ricca di polifenoli, flavonoidi, fibre e di elementi fondamentali in una dieta ricca ed equilibrata. Il nome “Ambrosia” significa cibo degli Dei ed è una delizia per tutti i “sensi”. Ottenuta in British Columbia (Canada), matura circa una settimana dopo Golden Delicious. L’aspetto è molto attraente, bicolore con sfumature rosa-rossastre sul 50-60% della buccia. Medio-grossa la pezzatura del frutto, di forma tronco-conica. SVILUPPO CUNEESE La coltivazione e diffusione della mela Ambrosia in molte aree del mondo è un vanto tutto cuneese, grazie appunto alla dinamica realtà imprenditoriale del gruppo Rivoira e Kiwi Uno, che opera nel Saluzzese non solo sul fronte delle mele, ma anche nelle produzioni e commercializzazioni di kiwi, pesche, nettarine e susine. I produttori conferenti ai magazzini Rivoira e Kiwi Uno sono circa duecento, per il 90 per cento certificati globalgap ed un 10 per cento in fase di certificazione. Il 100 per cento di pesche nettarine e susine è prodotto localmente. Al Piemonte, per quanto riguarda il kiwi, si aggiungono come aree di produzione la Lombardia, il Veneto e il Lazio, con un servizio tecnico interno che offre assistenza ai produttori riguardo al rinnovo varietale delle specie, al fine di ottenere massimi risultati dalla nascita e per tutto il ciclo produttivo dell’impianto. 57 Ortofrutticoltura Mele, una buona annata Adesso si spera nel prezzo Valutazioni positive dai tecnici di Confagricoltura Cuneo: «Il mercato è ancora lungo, ma la qualità farà la sua parte» Messa in archivio la deludente campagna delle pesche e nettarine, i frutticoltori cuneesi accolgono con soddisfazione i positivi riscontri che stanno arrivando dalla raccolta delle mele. Nonostante una stagione difficile a causa soprattutto di un’estate anomala, il prodotto sta dando risultati oltre le migliori previsioni: la qualità è elevata e le rese sono in linea con gli scorsi anni, sia per le varietà estive, la cui raccolta si è conclusa ai primi di settembre, sia per quelle tipicamente autunnali. QUALITA’ E QUANTITA’ A lasciare un primo commento è Alberto Giordano, presidente della sezione Ortofrutta di Confagricoltura Cuneo: «Le condizioni climatiche durante il periodo di raccolta hanno favorito la produzione delle mele, sia quelle estive che quelle autunnali – spiega -. In generale, la qualità e la quantità sono buone e anche la pezzatura si presenta più che 58 soddisfacente. A livello estetico, poi, il prodotto presenta in generale colorazioni sostenute, non ci sono spaccature e lo scarto è ridotto al minimo. A livello commerciale siamo agli inizi, il mercato è ancora molto lungo, ma considerata l’elevata qualità dei prodotti speriamo che anche i prezzi siano quelli che ci attendiamo». RISCONTRI POSITIVI Analoghi commenti giungono dai tecnici di Confagricoltura Cuneo: «Il tempo instabile della prima parte della stagione estiva fortunatamente non ha influito sulla campagna delle mele. La qualità infatti è molto buona, a partire dalla durezza della polpa - sottolinea Simone Monge, tecnico frutticolo dell’associazione agricola -. Le rese sono nella norma, in linea con lo scorso anno e anche la raccolta delle tipologie autunnali (Rosse e Golden), ormai in via di ultimazione, sta riservando riscontri più che positivi, sotto tutti i punti di vista». Ortofrutticoltura Pere tossiche dalla Spagna La legge non è uguale per tutti «E’ allarme in Italia per la presenza di frutta spagnola “tossica” perché trattata con una sostanza pericolosa per la salute utilizzata per allungarne la conservazione anche durante il trasporto». Coldiretti chiede il blocco delle importazioni e la definizione di norme comuni per evitare la concorrenza sleale ETOSSICHINA Lo denuncia la Coldiretti nel chiedere controlli con il blocco immediato delle importazioni dalla Spagna dopo che i Ministeri della Salute e dell’Ambiente hanno vietato l’uso di agrofarmaci contenenti la molecola etossichina che sono invece ancora permessi in Spagna. «Una misura necessaria per tutelare la salute dei consumatori e difendere i produttori italiani dalla concorrenza sleale», ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel chiedere che “il Governo si adoperi a livello comunitario per la definizione di norme che siano comuni a tutti gli Stati membri”. La Spagna è il principale fornitore di frutta in Italia con un valore delle importazioni che è aumentato del 5 per cento nel 2013 per un totale di 478 milioni di chili dei quali ben 22 milioni di chili sono rappresentati da pere sulle quali nel Paese iberico è consentito l’utilizzo della molecola tossica. OCCHIO ALL’ETICHETTA L’uso di questo formulato per il trattamento della frutta è infatti ancora ammesso in Spagna sulle pere destinate ad essere vendute anche in Italia nonostante siano state sollevate rilevanti criticità relative al valore degli attuali residui rispetto al rischio per la salute degli utilizzatori e dei consumatori, da parte delle autorità scientifiche. Il consiglio della Coldiretti per acquisti sicuri è quello di verificare nell’etichetta la provenienza della frutta che deve essere indicata obbligatoriamente e scegliere prodotto italiano. 59 Fisco e tributi Tasso Inail, come ottenere riduzioni per chi opera in sicurezza L’incentivazione economica è legata alla diminuzione della probabilità di accadimento degli infortuni sul lavoro L’OT/24 è la dichiarazione con cui le aziende attive da più di un biennio affermano di essere in regola con gli adempimenti assicurativi-previdenziali e in materia di sicurezza e igiene sul lavoro. L’incentivazione economica dell’INAIL alle imprese si realizza, oltre che con specifici contributi in conto capitale per quanto concerne le spese connesse alla realizzazione degli interventi di miglioramento della sicurezza dei luoghi di lavoro, anche con lo strumento della riduzione del tasso di premio. Le imprese possono ridurre i costi indiretti con la diminuzione della probabilità di accadimento degli infortuni sul lavoro; i costi diretti presentando la domanda di riduzione del tasso medio o applicato del premio da corrispondere all’INAIL. DUE MODALITà Secondo le modalità indicate sul sito 60 internet istituzionale dell’INAIL, la riduzione del tasso medio o applicato del premio INAIL può essere richiesta (Decreto Ministeriale 12/12/2000 come modificato dal Decreto Ministeriale 3/12/2010): nel primo biennio di attività (articolo 20, modalità di applicazione delle tariffe – MAT) dalle imprese in regola con le disposizioni obbligatorie in materia di prevenzione infortuni e igiene del lavoro; dopo il primo biennio di attività per prevenzione (articolo 24, modalità di applicazione delle tariffe – MAT) dalle aziende che eseguono interventi per il miglioramento delle condizioni di sicurezza e di igiene nei luoghi di lavoro, in aggiunta a quelli minimi previsti dalla normativa in materia. PRIMO BIENNI Nel primo biennio di attività il tasso medio nazionale può essere ridotto o aumentato, in misura fissa del 15%, in relazione alla situazione dell’azienda per quanto riguarda il rispetto delle norme di prevenzione infortuni e di igiene del lavoro. IN RIDUZIONE Chi può beneficiarne? Prevista dall’articolo 20 del decreto ministeriale del 12 dicembre 2000, la riduzione può essere richiesta, su domanda, da tutti i datori di lavoro in regola con le disposizioni obbligatorie in materia di prevenzione infortuni e di igiene del lavoro. Applicazione delle riduzioni La riduzione decorre dal primo giorno del mese successivo a quello in cui sono state adottate le misure di prevenzione infortuni e di igiene del lavoro. La misura dell’oscillazione resta in vigore sino al 31 dicembre dell’anno in cui si completa il primo biennio di attività. Come si ottiene? 61 Fisco e tributi La domanda di riduzione deve essere inviata esclusivamente in modalità telematica attraverso la sezione Servizi online sul sito www.inail. it. La domanda di riduzione, dalla quale deve risultare l’osservanza delle norme di prevenzione infortuni e di igiene del lavoro, può essere inviata: contestualmente alla denuncia dei lavori; successivamente alla denuncia dei lavori (in qualsiasi momento, ma non oltre la scadenza del biennio di attività). Valutazione e decisione L’Inail, entro i 30 giorni successivi al ricevimento della domanda, comunica all’azienda il provvedimento adottato adeguatamente motivato. Le modalità per la presentazione della domanda di riduzione del premio da corrispondere all’Inail IN AUMENTO Previsto dall’articolo 21 del decreto ministeriale del 12 dicembre 2000, l’aumento è applicato dall’Inail quando, da provvedimenti degli Organismi pubblici competenti in materia, risulti la mancata osservanza delle norme di prevenzione infortuni e di igiene del lavoro. Il provvedimento dell’Inail, debitamente motivato, è comunicato al datore di lavoro con lettera raccomandata con avviso di ricevimento. minimi previsti dalla normativa in materia (decreto legislativo 81/2008 e successive modifiche e integrazioni). SCONTO PER PREVENZIONE L’Inail premia con uno “sconto” denominato “oscillazione per prevenzione” (OT24), le aziende, operative da almeno un biennio, che eseguono interventi per il miglioramento delle condizioni di sicurezza e di igiene nei luoghi di lavoro, in aggiunta a quelli A COSA SERVE L’”oscillazione per prevenzione” riduce il tasso di premio applicabile all’azienda, determinando un risparmio sul premio dovuto all’Inail. In base al decreto ministeriale 3 dicembre 2010, che ha riscritto il testo dell’articolo 24 del decreto 62 ministeriale del 12 dicembre 2000, la riduzione di tasso è riconosciuta in misura fissa, in relazione al numero dei lavoratori-anno del periodo, come segue: LAVORATORI/ANNO - RIDUZIONE Fino a 10 - 30% Da 11 a 50 - 23% Da 51 a 100 - 18% Da 101 a 200 - 15% Da 101 a 200 - 15% Da 201 a 500 - 12% Oltre 500 - 7% CHI PUÒ BENEFICIARNE? Su domanda, tutte le aziende in possesso dei requisiti per il rilascio della regolarità contributiva ed assicurativa ed in regola con le disposizioni obbligatorie in materia di prevenzione infortuni e di igiene del lavoro (prerequisiti). In aggiunta, è necessario che l’azienda abbia effettuato, nell’anno precedente a quello in cui chiede la riduzione, interventi di miglioramento nel campo della prevenzione degli infortuni e igiene del lavoro. COME OTTENERE LA RIDUZIONE? La domanda deve essere inoltrata esclusivamente in modalità telematica attraverso la sezione Servizi online presente sul sito www.inail.it entro il 28 febbraio (29 febbraio in caso di anno-bisestile) dell’anno per il quale la riduzione è richiesta. Il facsimile del modello di domanda, che deve essere compilata solo online, insieme Fisco e tributi alle relative Istruzioni per la compilazione è disponibile in allegato e nella sezione Modulistica del sito http:// www.inail.it/. VALUTAZIONE E DECISIONE L’Inail, entro i 120 giorni successivi al ricevimento della domanda, comunica all’azienda il provvedimento adottato adeguatamente motivato. E’ stato predisposto dall’Istituto ed è allegato alla presente scheda, un elenco contenente la documentazione che l’Istituto ritiene utile a dimostrare l’effettuazione degli interventi di miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro riportati nel modello OT24. Tale documentazione viene di norma richiesta, in fase di verifica, alle aziende che presentano l’istanza di riduzione. APPLICAZIONE DELLA RIDUZIONE La riduzione riconosciuta dall’Inail opera solo per l’anno nel quale è stata presentata la domanda ed è applicata dall’azienda stessa, in sede di regolazione del premio assicu- rativo dovuto per lo stesso anno. Esempio. La richiesta di riduzione per l’anno 2015 può essere presentata da un’azienda che abbia iniziato la propria attività entro il 1° gennaio 2013. Gli interventi di miglioramento devono essere stati effettuati nell’anno 2014. La riduzione riconosciuta opera sul tasso di premio del 2015 ed è applicata dall’azienda in sede di regolazione del premio 2015 (autoliquidazione 2016). REQUISITI Per quanto riguarda la regolarità in materia di prevenzione infortuni ed igiene del lavoro, il requisito s’intende realizzato qualora siano osservate tutte le disposizioni obbligatorie con riferimento alla situazione presente alla data del 31 dicembre dell’anno precedente quello cui si riferisce la domanda. L’oscillazione per prevenzione (art. 24 M.A.T.), inoltre, rientra tra i “benefici normativi e contributivi” previsti dal decreto ministeriale 24 ottobre 2007. Pertanto, per fruire della riduzione, è necessario che, al momento della concessione del beneficio, i datori di lavoro siano in possesso dei seguenti requisiti: a) applicazione integrale della parte economica e normativa degli accordi e dei contratti collettivi nazionali e regionali, territoriali o aziendali, laddove sottoscritti, stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, nonché degli altri obblighi di legge b) inesistenza, a carico del datore di lavoro o del dirigente responsabile, di provvedimenti, amministrativi o giurisdizionali, definitivi in ordine alla commissione delle violazioni, in materia di tutela delle condizioni di lavoro, di cui all’allegato A del decreto ministeriale del 24 ottobre 2007 o il decorso del periodo indicato dallo stesso allegato per ciascun illecito (cd. “cause ostative”) il possesso della regolarità contributiva nei confronti di Inail e Inps e, per il settore edile, anche delle Casse Edili. 63 Attualità Contro l’ingiustizia sul fotovoltaico Confagricoltura ricorre ai tribunali Azione legale per impugnare le disposizioni del decreto legge sulla riduzione delle tariffe incentivanti degli impianti superiori ai 200 Kw La Confagricoltura ha promosso presso le proprie aziende un’azione legale volta ad impugnare le disposizioni introdotte dall’art. 26 del D.L. 91/14 (cosiddetto ‘Spalma incentivi’) “relative alla riduzione delle tariffe incentivanti degli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 200 KW contestando il profilo di costituzionalità della norma, al fine del suo successivo annullamento”. Questa azione si è resa necessaria per tutelare i produttori di energia fotovoltaica in ambito agricolo, ingiustamente penalizzati da un provvedimento che modifica unilateralmente e retroattivamente i contratti sottoscritti con il GSE (Gestore Servizi Energetici). RISPETTO DEI CONTRATTI «Le rinnovabili rappresentano per il mondo agricolo un’opportunità per la diversificazione del reddito – spiega Enrico Allasia, vice presidente di Confagricoltura Cuneo -. Per portare avanti questa opportunità le aziende agricole hanno 64 lottato contro l’opinione pubblica che le voleva legate al concetto tradizionale di agricoltura, alla burocrazia e al sistema creditizio. Tutti questi sforzi sono ora vanificati da un Governo che sta cercando di monetizzare il più possibile, cambiando le regole del gioco a partita in corso, addirittura con effetto retroattivo. Tutte le aziende, anche quelle agricole, si basano su pianificazione e programmazione. Con quale spirito verranno accolte nuove proposte al mondo agricolo in futuro?». RIDUZIONE TARIFFE La norma in questione stabilisce che a decorrere dal 1° gennaio 2015, sugli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 200 KW, venga operata dal GSE la riduzione delle tariffe incentivanti precedentemente riconosciute, nella misura e secondo le tre opzioni di rimodulazione previste al comma 3, lett. a), b) e c) dell’articolo 26. Inoltre, a partire dal secondo semestre del 2014, le tariffe incentivanti relative a tutti gli impianti fotovoltaici, sia- no erogate dal GSE con rate mensili costanti, in misura pari al 90 per cento della producibilità media annua stimata di ciascun impianto, nell’anno solare di produzione. Entro il 30 giugno dell’anno successivo, il GSE è poi tenuto ad effettuare il conguaglio in relazione alla produzione effettiva. AZIONE LEGALE L’azione legale, portata avanti congiuntamente ad Assorinnovabili, è stata diretta sia all’Autorità giudiziaria ordinaria (Tribunale civile) che amministrativa (TAR). «L’iniziativa di Confagricoltura conclude Allasia - è volta a tutelare l’interesse di un comparto agricolo che ha raccolto una sfida importante per il proprio futuro e ora paga gli errori di una programmazione sbagliata da parte di altri. La situazione è gravissima perché a venire compromesse non sono solo le attività di produzione energetica, viene messa a rischio anche l’impresa agricola o zootecnica da cui sono originate». 65 Attualità di Fabrizio Salce Made in Malga, in scena i prodotti della montagna zione della manifestazione. Mi spiego meglio. Per il terzo anno ad Asiago si è svolto “Made in Malga” un evento ideato e voluto da Alberto Marcomini al fine di esaltare i prodotti di malga. Pensate che non c’è posto in tutta Europa dove si possano trovare tante malghe come qui, nella zona di Asiago. E’ ha avuto, e ha ragione Alberto, perché le malghe vanno difese e tutelate, supportate, aiutate e vissute. La malga è natura, armonia, connubio indissolubile tra l’uomo, la montagna e gli animali al pascolo. L’idea inedita del Comune di Asiago per promuovere il cibo e il territorio, tra emozioni e opportunità Il Comune di Asiago, completamente raso al suolo da un bombardamento durante la prima guerra mondiale, rientra nel comprensorio territoriale della provincia di Vicenza ed è situato a mille metri di altezza. Principale centro dell’altopiano dei Sette Comuni, al confine con il Trentino, fu un tempo capoluogo della Spettabile Reggenza dei Sette Comuni. La Reggenza, è conosciuta come la più antica federazione al mondo ed è 66 paragonabile, ai giorni nostri, ad un moderno Stato federale. MADE IN MALGA Oggi Asiago lega il suo nome ad un importante prodotto caseario ed è rinomata per essere una piacevolissima località turistica sia per l’inverno che per la stagione estiva. Tutte informazioni, queste, facilmente reperibili in internet o su qualsiasi opuscolo di viaggi in Italia; meno facile da reperire sulla carta oppure on line è: l’emo- L’animale come amico, aiuto infaticabile e costante nella cura e nel rispetto del territorio. PRELIBATEZZE DI MONTAGNA E allora ecco che ad Asiago sono tornate le prelibatezze prodotte in montagna e prevalentemente in malga: i formaggi certo, ma anche le carni, le confetture, i mieli gli insaccati, i distillati; squisitezze delle malghe locali dell’altopiano (se ne contano 87 delle quali circa 40 operative tra produ- zione di latte e latte e formaggi) ma anche delle montagne di altre regioni come Piemonte, Lombardia, Trentino, Friuli, Basilicata, Valle d’Aosta. EVENTO ORIGINALE La formula della manifestazione è però diversa, non le solite bancarelle per le vie cittadine, ma i produttori di montagna con le loro produzioni posizionati all’interno dei negozi e dei locali di Asiago. Entri al bar per un caffè e intanto degusti la Fontina di Aosta o il Castelmagno della provincia di Cuneo, cerchi un componente di arredo e nel frattempo assaggi un Asiago stagionato o un cucchiaino di miele, vai dall’ottico per le lenti e ci scappa un infuso o una specialità Lucana. Ben 40 produttori in altrettante postazioni. Un modo intelligente per coinvolgere i produttori stessi, la popolazione locale, gli esercenti e i tanti turisti e visitatori; tutti uniti sotto una sola denominazione: la buona tavola. Inoltre, allo stesso tempo, una buona idea per favorire il dialogo e la co- noscenza tra coloro che ad Asiago ci vivono e lavorano con chi la raggiunge, durante la manifestazione, per dare visibilità alle proprie produzioni alimentari. CIBO E AMBIENTE Una 3 giorni di incontri con sapori unici e persone speciali, di laboratori del gusto, di degustazioni guidate, di musica, divertimento e acquisti, quegli acquisti che al rientro a casa riaccendono piacevolmente i ricordi di momenti spensierati. E poi Made in Malga è stata l’occasione per molti di vivere splendide giornate di escursioni e passeggiate sui sentieri dei malghesi: pascoli e mucche, mungiture e buoni formaggi appena fatti, aria fresca e pura, profumi unici e indimenticabili. OPPORTUNITA’ PER I GIOVANI Una città aperta ai buoni sapori, un momento per ricordare ciò che non si può e non si deve abbandonare, un invito ai giovani perché comprendano che sulle montagne con gli animali c’è una vita tanto faticosa quanto affascinante; una bella possibilità per i tanti appassionati di vedere come si vive e si lavora in malga. Made in Malga è stato questo. Una bella emozione. 67 Formazione Carlin Petrini Studenti da tutto il mondo all’Università di Pollenzo Ottantacinque nuove matricole per il corso di laurea triennale in Scienze gastronomiche. Una scuola senza confini Sono ben 85 le matricole che lunedì 22 settembre hanno iniziato il corso di laurea triennale in Scienze Gastronomiche a Pollenzo. Un numero altissimo di iscritti, frutto delle selezioni di maggio e settembre per gli italiani, e dei numerosi dossier giunti da tutto il mondo. POLLENZO INTERNATIONAL Di questi, 31 sono studenti stranieri provenienti da Albania, Brasile, Cuba, Francia, Germania, Gran Bretagna, Guatemala, Indonesia, Israele, Kenya, Messico, Norvegia, Russia, Siria, Spagna, Stati Uniti, Svizzera, Taiwan, Thailandia. I ragazzi hanno iniziato l’attività con la settimana di orientamento 68 che prevede incontri con lo staff e la visita alla struttura, con il benvenuto da parte di Carlo Petrini e del rettore Piercarlo Grimaldi. CIBO E’ CULTURA Poi la prima full immersion nel mondo della gastronomia grazie ad una conferenza di Massimo Montanari sul tema “Il cibo come cultura”, la giornata dedicata alla presentazione dell’offerta didattica di Pollenzo, con la presenza dei vari docenti, la presentazione del progetto “Orti Ecologici UNISG” e, infine, la presentazione dell’associazione Slow Food, di Slow Food Internazionale e dei viaggi didattici. Sono state illustrate le varie attività associative studentesche: l’Associazione Studenti, il network Alumni Unisg, la Condotta Slow Food Unisg, la Rete Giovane Slow Food Italia e la Società Gastronomica, oltre ai Granai della Memoria e ai progetti di ricerca UNISG. Coniglio ai peperoni Ingredienti: • 1 coniglio (ben frollato) • 3 peperoni verdi • 3 acciughe sotto sale • 2 spicchi d’aglio • alloro • burro 1 rametto di rosmarino • 50 gr. di grasso di rognone di vitello • 2 mestoli di brodo • olio e aceto • sale e pepe Preparazione: Lavate il coniglio e tagliatelo a pezzi. Tritate finemente il rosmarino ed il grasso di rognone, versate in casseruola, aggiungete una bella noce di burro (40 gr.) ed iniziate a soffriggere. Unite il coniglio, le foglie di alloro e lasciate rosolare. Allungate con il brodo e proseguite la cottura. Pulite i peperoni eliminando i semi ed i filamenti bianchi interni, lavateli asciugateli e riduceteli in listarelle. Lavate bene anche le acciughe in modo da rimuovere completamente il sale, privatele della lisca e tagliatele a pezzetti. In un’altra casseruola, con 2-3 cucchiai di olio ed un pezzetto di burro, rosolate le acciughe, schiacciatele con i rebbi della forchetta e cercate di spappolarle. Mettete poi nel tegame i peperoni, gli spicchi di aglio tritati e bagnate con 3 cucchiai di aceto. Quando il sugo sarà ristretto, versatelo sul coniglio che avrà, nel frattempo, raggiunto la metà cottura. Cuocete ancora a fuoco basso, rimestate di tanto in tanto e servite irrorando il coniglio con la salsa ai peperoni. 69 Attualità Asl Cuneo 1 finalista agli Oscar del Green Premiate altre due imprese della Granda: “Il Casolare” e “Sette vie del Belbo” A conclusione di una due giorni di visita in Piemonte della delegata nazionale Giovani Impresa Maria Letizia Gardoni, e del segretario nazionale Giovani Impresa Carmelo Troccoli, in occasione della quale sono state presentate esperienze imprenditoriali rappresentative dell’agricoltura 70 piemontese, nella serata di martedì 8 luglio presso il Teatro Regio di Torino sono stati consegnati i riconoscimenti ai finalisti regionali Oscar Green 2014, nonché la menzione speciale ad un’impresa partecipante al concorso, in ricordo del giovane collaboratore prematuramente scomparso Massimiliano De Concilio. Alla platea di oltre 200 giovani agricoltori il direttore regionale Coldiretti Piemonte Antonio De Concilio ha in conclusione annunciato che dei 7 finalisti, due parteciperanno alla selezione nazionale che si terrà nell’autunno a Roma, Davide Carlo Almondo dell’azienda agricola Amico Orto (Torino), e la Asl Cuneo 1 per i progetti sociali realizzati in collaborazione con Coldiretti Cuneo. Presente all’incontro l’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero ed i presidenti e direttori delle Federazioni provinciali Coldiretti del Piemonte, Attualità nonché i delegati provinciali Giovani Impresa. ASL CUNEO 1 IN FINALE NAZIONALE In particolare, l’Asl Cuneo 1 (Gianni Bonelli) è stata premiata nella categoria “Menzione speciale paese amico”, “per il grande impegno nella promozione di servizi innovativi a favore della popolazione all’interno di un sistema che vede l’ente pubblico fattivamente interagire con l’utenza; per la lungimiranza nell’aver compreso l’importante valore del km 0, come meccanismo di identificazione della vera italianità; per l’attenzione e la sensibilità nel promuovere la sana alimentazione come importante leva per benessere della cittadinanza”. IL CASOLARE Tra le altre imprese cuneesi premiate, Sergio Gerardi della cooperativa “Il Casolare” di Cuneo, nella categoria “Non solo agricoltura”, con la motivazione: per la spiccata sensibilità e predisposizione all’accoglienza della cooperativa, la quale in collaborazione con i servizi socio assistenziali, gli enti locali e le Asl da tempo si impegna con importanti esperienze di agricoltura sociale, creando posti di lavoro per soggetti svantaggiati e preclusi dal mondo lavorativo classico. SETTE VIE DEL BELBO Per la categoria “In filiera”, finalista regionale è Renato Icardi della cooperativa “Sette vie del Belbo” di Cuneo, con la motivazione: per la grande capacità di valorizzazione e recuperare prodotti d’elevata qualità, caratteristici del proprio territorio; per la lungimiranza imprenditoriale nel saper colloquiare con altri soggetti della filiera e per la forza di fare rete attraverso il sistema cooperativistico. Ciao Amis! E’ morto a soli 46 anni, l’imprenditore Livio Bruno, socio della Oma di Fossano Profondo cordoglio ha suscitato la morte, di Livio Bruno, noto imprenditore nel settore della meccanica agricola, socio della Officina macchine agricole (Oma) di Fossano. Livio Bruno viveva a Levaldigi, con la moglie Lorella e le figlie Greta e Asia. Oltre a loro, lascia la mamma Clementina ed i fratelli Ilario e Stefano. Appassionato del suo lavoro, uomo capace e generoso, Livio era da sempre un caro amico e sostenitore del nostro giornale. Lo ricordiamo con affetto, stringendoci alla sua famiglia. Ciao amis! 71 Ortofrutticoltura Da operaio ad agricoltore La storia di Fabio di Carrù La storia di Fabio è quella di un giovane con la passione per la terra, una di quelle storie che fa sperare in una rinascita dell’agricoltura nei territori meno favorevoli, per mano di giovani decisi a fare il mestiere dei campi, nonostante le non facili condizioni di vita e di lavoro di un ambiente un po’ ostile e un po’ magico. NEL FRUTTETO CON PAPà Una storia, quella di Fabio Bottero, imprenditore agricolo di Carrù, che inizia nei primi anni Duemila, quando, ancora operaio meccanico in un’azienda della zona, comincia a collaborare con papà Dino nella coltivazione del piccolo noccioleto e decide di puntare decisamente su ciò a cui è 72 Lavorava in un’officina meccanica, adesso coltiva nocciole con il papà. La passione per la terra fa sperare nella rinascita dell’agricoltura vocato il territorio della bassa Langa: le nocciole, che in quelle zone maturano indisturbate dalle diverse insidie fitologiche, a cominciare dall’impollinazione e dalla fertilità. Ed è così che Fabio inizia ad affittare, ed in parte acquistare, giornate di terreno nei comuni di tradizione corilicola, tutte di varietà Tonda Gentile delle Langhe: oltre Carrù, Clavesana, Bastia, Farigliano, Piozzo, Benevagienna, Lequio Tanaro… fino a Ceva, tanto da arrivare alle 150 giornate di cui 60 in proprietà e 90 in affitto, di cui un centinaio a noccioleto. IL LAVORO NON MANCA «Certo che il lavoro non manca - rileva Fabio - è da sfatare la convinzione Ortofrutticoltura che il nocciolo richieda poche cure colturali e produca anche in mancanza di queste ultime. Per ottenere produzioni di una entità interessante con buoni livelli qualitativi sono necessarie molte operazioni colturali, eseguite quasi esclusivamente con l’ausilio dei mezzi meccanici: dalla concimazione localizzata primaverile alle fresature per il controllo delle erbe infestanti, alle sarchiature, alla spollonatura, alla potatura, cimatura, trinciatura, ai trattamenti antiparassitari assai limitati nella mia azienda in quanto seguo i criteri della lotta guidata ed integrata. Ho la fortuna di poter contare su un ottimo livello di assistenza tecnica fornitami dal Cipat della Cia di Mondovì dotata di tecnici con una preparazione specifica sulla coltura del nocciolo, a cominciare dal responsabile del settore Silvio Chionetti, che da anni mi fornisce importanti indicazioni operative». LA RACCOLTA A fine agosto le nocciole sono pronte a staccarsi e cadere al suolo e Fabio inizia la raccolta con la moderna macchina raccoglitrice automatica semovente, munita di spazzole e di un raccoglitore interno dove delle ventole operano una prima pulizia eliminando le parti leggere. Le nocciole vengono poi trasportate nel suo centro aziendale a Carrù, qui riversate nella macchina selezionatrice che, con una vera e propria operazione di toelettatura, provvede ad eliminare gusci vuoti o rotti ed, infine, avvolte nel loro guscio integro, immesse nel silos, dove vengono essiccate. E’ in virtù di questo completo ciclo di operazioni, che solo l’azienda di Fabio e poche altre in zona sono in grado di svolgere, che le sue partite, tutte marchiate Igp “nocciola del Piemonte”, non hanno difficoltà a trovare diretto sbocco commerciale. OTTIMA STAGIONE «La stagione di quest’anno - conclude Fabio - può essere annoverata fra le migliori degli ultimi anni sia in termini di qualità del prodotto sia in termini di resa, il che fa finalmente tornare il sorriso a molti produttori. Quello delle nocciole è, infatti, uno dei pochissimi comparti agricoli a registrare nel 2014 dei prezzi più che soddisfacenti, superiori anche ai 500 euro al quintale, trainati in buona parte, riconosciamolo, dai dati catastrofici delle produzione in Turchia (paese che da solo fornisce il 70% della produzione mondiale di nocciole), per cui è stato possibile vederli balzare notevolmente all’insù in poco tempo. Ho prodotto più di 500 quintali di nocciole che, tradizionalmente, vendo a sgusciatori nazionali che riconoscono il maggior pregio qualitativo della nostra Igp consentendomi di realizzare qualcosa di più del mercato locale». 73 74 Tuttomele a Cavour breve storia di un evento Da sabato 8 novembre a domenica 16 novembre la trentacinquesima edizione della rassegna frutticola Annunciata dalla ormai tradizionale Applerun, giunta quest’anno alla ottava edizione, manifestazione podistica “nazionale” che si svolgerà sulla distanza dei 10,500 Km domenica 2 novembre alle 9, si aprirà alle 10 di sabato 8 novembre la trentacinquesima edizione di Tuttomele, che terminerà domenica 16 alle 20. TRENTACINQUE ANNI FA Tuttomele è nata da un’idea di cinque uomini della Pro Loco di Cavour precursori della promozione del territorio e dei suoi “frutti”, con una rassegna dedicata alla mela ed alla frutticoltura locale, insieme a significative incursioni nella gastronomia, nell’artigianato, nel commercio, negli spettacoli, nello sport, nella cultura, nell’arte, nella natura e nella storia. APP PER SMARTHPHONE Come sempre è nutrita la presenza dei frutticoltori che venderanno direttamente le loro mele ai visitatori. In occasione della cerimonia inaugurale, sabato 8 novembre alle 14,30, sarà presentata la APP per gli smartphone “sulla strada delle mele del Pinerolese” che, gratuitamente, consentirà a tutti di trovare sul proprio telefonino tutte le informazioni utili per percorre- re questo circuito di ciclostrade di 63 Km che, partendo da Cavour, attraversa ben 16 Comuni del Pinerolese. LA MELA NEL MONDO Torneranno le rassegne “Nel mondo della mela: immagine, natura e scienza della frutticoltura” comprendente “La scienza per la mela” e il “PerCorso di potatura e innesto”, con un’intera giornata di pratica “sul campo”, oltre a “Expomela”, l’esposizione delle migliori qualità di mele dei 10 Comuni del CIFOP (Centro Incremento Frutticoltura Ovest Piemonte): Cavour (capofila), Campiglione, Bibiana, Lusernetta, Luserna S. G., Bricherasio, San Secondo, Pinerolo, Osasco e Garzigliana. GIORNATA DEL RISTORATORE. Lunedì 10 novembre dalle 15, prima Giornata interregionale del Ristoratore. Martedì 11 novembre, in occasione della Fiera di San Martino, dalle 9,30 Street food d’autore. MELE IN TAVOLA La Settimana gastronomica della mela propone nei ristoranti e agriturismi, pronti a soddisfare anche i gourmet più esigenti con rinnovati menù a base di mele. Nata 33 anni fa con il primo “galà della mela” nel famoso ristorante dei Grassoni di Giovanni Genovesio la mitica Locanda La Posta di Cavour, con un “timido menu” che alternava piatti della tradizione piemontese (bollito, fritto misto, ecc.) ad alcune “trasgressive ricette” con le mele inserite negli antipasti, nei primi e nei secondi e non solo nella frutta e nei dolci come era canonico fare allora, è oggi diventata l’appuntamento principale per i gourmet che si ritrovano nei 9 giorni di Tuttomele nei ristoranti di Cavour e della zona, per gustare le ricette che la fantasia suggerisce agli Chef ogni anno. TUTTOMELESELF Nelle due domenica, a pranzo, ed il sabato 16, verrà organizzato, il self service, che darà la possibilità di un pasto caldo, genuino a prezzi calmierati attorno ai 10 /12 euro. MELARTE I fioristi ci fanno sognare con mele e fiori, realizzazioni di spettacolari composizioni Floro frutticole FRITTELLE Sempre in tema gastronomico, ricordiamo le famose “frittelle di Tuttomele”. 75 CEREALI Rilevazione del 6 ottobre 2014 Prezzo MIN. FRUMENTO Prezzo MAX. IVA Osservazioni BOVINI - Rilev. dal 27 settembre al 3 ottobre 2014 - Prezzi all’ingrosso rilevati in sala contrattazioni da apposita commissione (Iva esclusa) BOVINI DA MACELLO Razza Piemontese Unità di misura Prezzo minimo Prezzo massimo Nazionale tenero panificabile peso sp. 76/78 173,00 176,00 4% Rinfusa Nazionale tenero biscottiero peso sp. 73/75 Vitello da latte o sanato (tendente alla coscia) 161,00 166,00 4% Rinfusa Maschi al kg 3,75 4,31 Nazionale tenero buono merc. peso sp. 71/73 160,00 165,00 4% Rinfusa Femmine al kg 4,00 4,57 Nazionale altri usi peso sp. 65/70 147,00 153,00 4% Rinfusa Vitello da latte o sanato (della coscia) 4% Rinfusa reso Estero francese 76/77 sano leale merc. n.q. n.q. Maschi al kg 5,04 5,61 Estero statunitense Northern Spring 297,00 300,00 4% Rinfusa reso Femmine al kg 5,53 6,10 Western Red Spring n.2 c.e. 1% prot. 15% Utility c.e.2% 297,00 300,00 4% Rinfusa reso Vitello da latte o sanato (incrocio) IVA Osservazioni Prezzo MIN. ORZO Prezzo MAX. 1^ qualità al kg 3,52 3,70 Orzo nazionale pesante peso sp. 61/64 159,00 163,00 4% Rinfusa 2^ qualità al kg 2,40 2,55 Orzo nazionale leggero peso sp. 55/60 153,00 158,00 4% Rinfusa Manza (da 4 a 6 denti) al kg 2,30 2,70 Orzo estero peso sp. 64/65 174,00 178,00 4% Rinfusa reso IVA Osservazioni 1^ qualità al kg 2,05 2,55 4% Rinfusa 2^ qualità al kg 1,20 1,80 Uso industriale al kg 0,80 1,10 Prezzo MIN. GRANOTURCO Nazionale, comune, ibrido Prezzo MAX. 141,00 143,00 Prezzo MIN. Prezzo MAX. IVA Osservazioni Fieno maggengo 90,00 120,00 10% Reso in balloni Fieno agostano 85,00 115,00 10% Reso in balloni Fieno terzuolo 90,00 120,00 10% Reso in balloni Fieno francese n.q. n.q. 10% Reso in balloni Paglia di grano 90,00 100,00 10% Reso in balloni FORAGGI SUINI Rilevazione dal 27 settembre al 3 ottobre 2014 - Prezzi all’ingrosso rilevati nella sala contrattazioni di Fossano da apposita commissione Da allevamento Prezzo marchiato Da macello Prezzo marchiato Vacca (grassa) Toro (della coscia) al kg 1,75 2,55 Unità di misura Prezzo minimo Prezzo massimo Maschi (leggeri fino a 650 kg.) al kg 2,95 3,05 Maschi (pesanti fino a 750 kg.) al kg 2,80 2,95 Femmine (da 420 a 520 kg.) al kg 3,00 3,30 Unità di misura Prezzo minimo Prezzo massimo RAZZA BLONDE D’AQUITAINE (Garonnese) Bestiame da macello: RAZZA FRISONA (Bestiame da macello) kg. 8 n.q. (al kg) kg. 115 1,325 Vitelloni (maschi) al kg 1,50 1,75 kg.15 3,960(al kg) kg.130 1,325 Vacche 1^ qualità (oltre 300 kg. peso morto) al kg 1,05 1,15 kg. 25 2,620 (al kg) kg. 144 1,340 2^ qualità (da 250 a 300 kg. peso morto) al kg 0,90 1,00 kg. 30 2,350 (al kg) kg. 156 1,405 3^ qualità (inferiore a 250 kg. peso morto) al kg 0,60 0,85 kg. 40 1,910 (al kg) kg. 176 1,405 kg. 50 1,830 (al kg) kg. 180 n.q. GASOLIO (2) agricolo max 0,001% di zolfo kg. 65 1,680 (al kg) kg. 185 n.q. kg. 80 1,590 (al kg) Oltre kg. 185 n.q. kg. 100 1,510 (al kg) 76 ENERGETICI - Rilevazione dal 16 al 30 settembre 2014 Prezzi medi SIVA ACCISA IVA Fino a litri 1000 0,90 0,1364 10% Da litri 1001 a litri 3000 0,88 0,1364 10% Oltre litri 3001 0,85 0,1364 10% 77 78 Gli affari dell’imprenditore: gli annunci gratuiti degli abbonati hanno la precedenza. Tel. 0172/711279 [email protected] VENDO Bivomero Vittone idraulico; fresa mt.2 Meritano; muletto+bigoncia per uve idraulica come nuova. 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