PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Acqua scenario 2. L'acqua come specchio della qualità del territorio criticità Prelievi per le centrali. Assenza delle figure [di controllo] della Pubblica Amministrazione. Scarsa percezione e conoscenza dello squilibrio economico e scarsa condivisione delle risorse locali. attuAzione n. 1 sottoscenario obiettivi Ob. 12. Mantenere il controllo sulle risorse generate dalle centrali del Primiero. Ob. 120. Riequilibrio e sussidiarietà dei settori economici. azione n. Destinazione di risorse per l’attuazione del Piano di Azione di Agenda 21 15-156 situazione al 2005 Destinare una percentuale degli utili idroelettrici all’implementazione del Piano d’Azione. Destinare una percentuale degli utili derivanti dai canoni idroelettrici per progetti che mirano al riequilibrio dei settori. I settori turistico e idroelettrico sono quelli trainanti di Primiero, mentre i settori boschivo e agropastorale risentono di una progressiva marginalizzazione. L’equilibrio tra i vari settori economici è, oltre che garanzia di stabilità di una comunità, anche una forma più sostenibile di utilizzo delle risorse. Infatti, al momento attuale, le risorse legno e erba sono ampiamente sottoutilizzate. La sussidiarietà dei settori è garanzia di stabilità sia per i cittadini che per le imprese. descrizione dell’attuAzione 1. Incontro di redazione di una lettera di auspicio da parte della Commissione Permanente che proponga la formulazione di una Accordo volontario che regolamenti la destinazione di risorse per Agenda 21 2. Incontro con i promotori di Agenda 21 e consegna e della lettera di auspicio e illustrazione dell’ipotesi, auspicando la formazione di un gruppo ristretto per la formulazione della bozza di Accordo volontario 3. Lavoro del gruppo ristretto per la redazione dell’Accordo 4. Sottoscrizione dell’Accordo volontario da parte degli attori che aderiscono 5. Diffusione pubblica dell’Accordo e dei suoi obiettivi 6. Attivazione dell’Accordo e dei trasferimenti 7. Redazione di un rapporto periodico sull’utilizzo dei trasferimenti e l’attuazione del PAL attori coinvolti Commissione permanente del Forum (fasi 1, 2) Gruppo ristretto (fase 3) Comuni (fasi 2, 4, 6) Comprensorio, Parco e BIM (fase 2) ACSM (fasi 2, 4, 6) Primiero Energia (fasi 2, 4, 6) Ufficio Agenda 21 (fasi 1, 2, 3, 4, 5, 7) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione Generali e organizzative Assessore comprensoriale Agenda 21 risorse impiegate Risorse umane: 1 referente politico (Assessore comprensoriale A21) 1 referente della Commissione permanente, Ufficio agenda 21 Risorse finanziarie: Raccogliere, come ipotesi di minima, 40.000 € di cui 20.000 attraverso questa azione ricadute attese in equità sociale Maggiore sussidiarietà: opportunità di sviluppo per i settori economici ‘deboli’ attraverso l’attuazione di azioni di Agenda 21 che li interessano direttamente sostenute dal settore economico ‘forte’ dell’idroelettrico. Miglioramento diffuso della qualità e sostenibilità della vita. tempi di attuazione Entro febbraio 2006 potenziali ostacoli Mancata adesione di alcuni promotori relazione con i commitments di Aalborg 3 - 3.2 ricadute attese in sviluppo economico Indotto economico derivante dall’attuazione delle azioni, specie come sperimentazione e diffusione di nuovi modelli produttivi e di modelli di vita più sostenibili. indicatori attuazione Si/No attuazione proposta per 2006"2007 ricadute attese in qualità ambientale Tutte le azioni del PAL hanno come obiettivo generale il miglioramento delle prestazioni ambientali della comunità e l’uso sostenibile delle risorse. Maggior utilizzo di risorse oggi sottovalutate (legno, erba, terreni agricoli....) e in degrado. PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Turismo sostenibile e Neve, Trasporti e viabilità, Rifiuti, Raccolta e depurazione delle Acque, Aria scenario 3. Turismo di qualità, di nicchia, alternativo criticità Poca visibilità di Primiero nel panorama turistico attuale, poca valorizzazione della sua unicità. Appiattimento e omologazione dell’offerta turistica (troppe stazioni turistiche che si assomigliano). Stagionalità limitate, con un picco ad agosto e a Natale, con conseguente impoverimento del personale, non qualificato, e dell’accoglienza. Scarsa qualità del Servizio e dell’accoglienza. Manca la cultura dell’accoglienza dell’ospite anche perché vi è una scarsa professionalità nel settore. Manca una valorizzazione della tradizione gastronomica (prodotti tipici e tradizionali). Poca consapevolezza della propria cultura locale e della propria identità. attuAzione n. 2 sottoscenario obiettivi Ob. 90. Individuazione e sviluppo in sinergia delle particolarità territoriali del sistema Primiero: Vanoi, Val Canali (natura, verde), San Martino (sci, elevato livello qualitativo alberghi), Fiera (cuore culturale) azione n. Istituzione di un tavolo informativo e di approfondimento sul turismo sostenibile 106 Agenda 21 permanente sul turismo basata su principi di sviluppo sostenibile, sussidiarietà e competitività attraverso il coordinamento dei vari attori. situazione al 2005 La neonata Azienda per il Turismo sta mettendo in campo una serie di azioni rivolte all’innovazione organizzativa interna, all’iniziativa sinergica con il territorio e comunicativa/promozionale verso il “grande pubblico”. Permane un deficit analitico/strategico del fenomeno turistico locale che tende ad inseguire un mercato orientato dal “coolness factor” rappresentato da VIPs e manifestazioni telepromosse piuttosto che dall’autenticità e dalla qualità intrinseca della proposta (l’ambiente, il paesaggio, la cultura e l’identità della montagna, l’accoglienza, la sostenibilità, il cibo sano...). La Valle del Vanoi e la Val Canali, La Valle del Mis possono rappresentare l’incarnazione di un modello alternativo e “sostanziale” (non reclamistico) di sviluppo ecoturistico più attento alle relazioni tra ospiti e ospitati, tra natura e cultura, tra tipologia di infrastrutturazione e qualità/unicità dell’esperienza. descrizione dell’attuAzione 1. Costituzione di un tavolo di lavoro che stimoli lo studio e l'approfondimento del fenomeno turistico locale e ne favorisca una declinazione maggiormente ispirata ai temi dello sviluppo sostenibile, della qualità ambientale e dell'identità culturale. Alcune iniziative praticabili potrebbero riguardare: 2. La ricerca scientifica in rapporto al turismo 3. L'organizzazione di convegni e incontri sull'alternativa ecoturistica 4. La creazione di un marchio ed un “club di prodotto” che faccia riferimento specifico ad un target “fuori dalla massa” 5. Il sostegno a nuove iniziative imprenditoriali (cooperative nella filiera agroalimentare biologica, nell'animazione e nell'accompagnamento turistico, nella micro-ricettività...) 6. La costituzione di un coordinamento delle politiche culturali comprensoriali che si confronti con il vasto ventaglio delle manifestazioni promosse nelle stagioni turistiche. attori coinvolti Forum e Commissione Permanente di Agenda 21 (fase 1) Azienda per il Turismo San Martino di Castrozza, Primiero e Vanoi (fasi 1, 4, 6) Ente Parco Paneveggio Pale di San Martino (fasi 1, 2) Università di Trento facoltà di Economia e Sociologia (fasi 1, 2) Comprensorio C2 (fasi 1, 6) Ecomuseo del Vanoi (fasi 1, 3) Associazioni culturali e ambientaliste (fasi 1, 3, 6) Associazioni economiche di categoria (fasi 1, 3) Agenzia per lo Sviluppo spa (fasi 1, 5) Pro Loco (fasi 1, 6) Ufficio Agenda 21 (fase 1) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente Generali e organizzative Daniele Gubert risorse impiegate Risorse umane: 1 facilitatore coordinatore del tavolo per almeno 4 incontri Risorse finanziarie: spese per facilitatore (2500 €), spese di diffusione dei risultati (500 €) responsabile dell’azione Azienda per il Turismo e Ufficio Agenda 21 attuazione proposta per 2006"2007 ricadute attese in equità sociale ricadute attese in sviluppo economico ricadute attese in qualità ambientale Sviluppo di una diffusa etica dell'ospitalità, miglioramento della qualità della Ridistribuzione del reddito turistico, opportunità di sviluppo sostenibile di Minore necessità di grandi infrastrutture e minore carico antropico derivanti vita, riduzione di emigrazione/immigrazione professionale per il turismo. aree periferiche, integrazione del reddito per le famiglie, qualificazione da una più accurata finalizzazione dell’offerta e da una differenziazione sostenibile e diversificazione dell'offerta turistica. degli ospiti. tempi di attuazione Costituzione del tavolo di lavoro: anno 2006. Raggiungimento degli obiettivi: 2010/2020 potenziali ostacoli indicatori attuazione - Scarso interesse degli abitanti per forme di soddisfazione professionale basate sull'esperienza e non sul reddito - Numero di partecipanti al tavolo − Indisponibilità alla fissazione di limiti alla crescita quantitativa del sistema economico turistico (sempre più - Trend di crescita della domanda e dell'offerta di vacanze alternative infrastrutture) - Rapporto tra promozione e vendita degli assetti sostanziali (l'ambiente, il territorio, l'esperienza sostenibile...) e − Scarsa sensibilità degli organi politico-amministrativi, controllati e ricattati dagli interessi forti di parte (“lo quelli accessori (lo stile di vita urbano, lo sport esclusivo, il gioco degli istinti...) sviluppo siamo noi”) - Crescita della consapevolezza e dei comportamenti eticamente orientati e di rispetto dell'ambiente relazione con i commitments di Aalborg 1 - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 1.4 - 8 - 8.1 - 8.5 PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Turismo sostenibile e Neve, Trasporti e viabilità, Rifiuti, Raccolta e depurazione delle Acque, Aria scenario 1. Rifiuti: Educare per cambiare le abitudini sui consumi e nello stesso tempo raggiungere una maggiore consapevolezza nel considerare il rifiuto come risorsa e il suo riutilizzo criticità Ostacoli legati alla mentalità corrente. Mancanza di acquisto critico. Mancato riutilizzo, recupero, riparazione di ciò che può ancora essere utilizzato, mancanza di incentivi al recupero. Mancano gli spazi come ad esempio il mercato dell’usato o i mercatini per i bambini, dove è possibile recuperare molte cose. attuAzione n. 3 sottoscenario obiettivi 53. Promuovere un uso più prolungato delle cose. azione n. Organizzazione della “Giornata del Riuso” 67 situazione al 2005 Creare una zona di transito degli oggetti in disuso prima che divengano rifiuti La mancanza di un luogo di scambio degli oggetti in disuso, ma ancora utilizzabili, induce molti cittadini a sbarazzarsene conferendoli al CRZ. Questo comporta un artificioso accorciamento della “vita tecnica” dei beni e un dispendio economico. Comporta anche un sovraccarico del CRZ, con tentativi di accesso al medesimo alla ricerca di oggetti da riutilizzare. La situazione normativa non consente però il prelievo di oggetti già conferiti in CRZ. Unico momento di scambio oggi possibile (peraltro di taglio commerciale) è il Mercatino delle pulci estivo (4 giornate tra Giugno e Settembre) che tuttavia risulta molto orientato al collezionismo e modernariato. La sperimentazione della “Giornata del Riuso” effettuata in ottobre 2005 ha dato esiti positivi, tanto da pensare di riproporla ancora. descrizione dell’attuAzione 1. Incontro di costituzione di un Comitato per l’organizzazione della Giornata, a partire dai partecipanti alla prima edizione, e individuazione al suo interno di un soggetto Coordinatore 2. Conferma della disponibilità dello spazio di deposito degli oggetti in disuso 3. Incontri di individuazione di luoghi dove organizzare la Giornata del riuso da ripetere ogni 6 mesi e di organizzazione della stessa promossi dal Coordinatore 4. Pubblicizzazione delle Giornate del Riuso e del sistema di raccolta e scambio (Locandine, volantini, segnaletiche) 5. Realizzazione delle Giornate del riuso 6. Tenuta di un deposito degli oggetti non scambiati durante la giornata 7. Eventuale destinazione esterna degli oggetti non scambiati attori coinvolti Ufficio Agenda 21 (fasi 1, 3, 4, 5) Comune di Transacqua (fasi 1, 2, 3, 5) Comuni di Primiero (fasi 1, 3, 5) Azienda Ambiente srl (fasi 1, 3, 5) Associazioni e organizzazioni locali (Mammamia, Caritas, Azienda Ambiente, Mandacarù, Parco Paneveggio, fasi 1, 3, 5) Coordinatore eletto dal Comitato (fasi 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7) Caritas (fase 7) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione Uso sostenibile delle risorse Caterina Pea risorse impiegate Risorse umane: un Coordinatore e responsabile del deposito; Volontari per la Giornata; Ufficio Agenda 21 per la pubblicizzazione Risorse finanziarie: Spese pubblicizzazione € 150; spese per tenuta del deposito € 150 ricadute attese in equità sociale Maggior disponibilità di beni d’uso per le fasce sociali più deboli ricadute attese in sviluppo economico Contenimento dei consumi per beni d’uso. Minore spesa per lo smaltimento di rifiuti. tempi di attuazione Prima Giornata del riuso 22 ottobre 2005. Attivazione del deposito provvisorio entro lo stesso giorno. potenziali ostacoli 1. Mancata disponibilità del deposito. 2. Scarsa adesione dei cittadini per dislocazione spaziale o temporale errata. 3. Cattivo funzionamento del deposito se affidato al solo volontariato. relazione con i commitments di Aalborg 4 - 4.1 - 4.3 attuazione proposta per 2005"2006 ricadute attese in qualità ambientale Minore consumo di materie prime. Minore produzione di rifiuti. indicatori attuazione Numero di Giornate del riuso organizzate PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Turismo sostenibile e Neve, Trasporti e viabilità, Rifiuti, Raccolta e depurazione delle Acque, Aria scenario 1. Rifiuti: Educare per cambiare le abitudini sui consumi e nello stesso tempo raggiungere una maggiore consapevolezza nel considerare il rifiuto come risorsa e il suo riutilizzo criticità Ostacoli legati alla mentalità corrente. Mancanza di acquisto critico. Mancato riutilizzo, recupero, riparazione di ciò che può ancora essere utilizzato, mancanza di incentivi al recupero. Mancano gli spazi come ad esempio il mercato dell’usato o i mercatini per i bambini, dove è possibile recuperare molte cose. attuAzione n. 4 sottoscenario obiettivi 53. Promuovere un uso più prolungato delle cose. azione n. Creazione di una zona di transito degli oggetti in disuso prima che divengano rifiuti 67 Creare una zona di transito degli oggetti in disuso prima che divengano rifiuti situazione al 2005 La sperimentazione della “Giornata del Riuso” effettuata in ottobre 2005 ha dato esiti positivi, tanto da pensare di riproporla ancora. Un ulteriore passo avanti sarebbe quello della istituzione di una opportunità continuativa di riusare gli oggetti. descrizione dell’attuAzione 1. Incontro informativo e di lancio della proposta della Zona di transito con individuazione del soggetto incaricato di formulare la proposta 2. Elaborazione di una proposta operativa e individuazione degli spazi di deposito permanente presso il CRZ di Imer o in altro luogo 3. Condivisione e approvazione della soluzione da parte degli Enti promotori 4. Organizzazione e attivazione della gestione della Zona di transito 5. Pubblicizzazione della Zona di transito tramite volantini, articoli, e altri mezzi, tra cui la Giornata del Riuso attori coinvolti Azienda Ambiente srl (fasi 1, 2, 3, 4, 5) Soggetto incaricato di formulare la proposta (fase 2) Comprensorio e Comuni di Primiero (fasi 1, 3, 4) Comitato per la Giornata del Riuso (fasi 1, 3, 5) Ufficio Agenda 21 (fasi 1, 5) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione Uso sostenibile delle risorse Caterina Pea risorse impiegate Risorse umane: tecnici incaricati di formulazione della proposta; personale di gestione della Zona di transito Risorse finanziarie: da definire mediante la fase 2 ricadute attese in equità sociale Maggior disponibilità di beni d’uso per le fasce sociali più deboli ricadute attese in sviluppo economico Contenimento dei consumi per beni d’uso. Minore spesa per lo smaltimento di rifiuti. tempi di attuazione dopo due anni di attuazione della Giornata del Riuso potenziali ostacoli 1. Mancanza di disponibilità da parte dei Comuni o di altri soggetti competenti in materia. 2. Eventuali ostacoli burocratici 3. Mancanza di risorse economiche per l’allestimento degli spazi e per il personale relazione con i commitments di Aalborg 4 - 4.1 - 4.3 indicatori attuazione si/no attuazione proposta per 2007 ricadute attese in qualità ambientale Minore consumo di materie prime. Minore produzione di rifiuti. PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Acqua scenario 1. Primiero... un territorio in cui la cittadinanza consideri l'acqua un patrimonio da fruire consapevolmente e da difendere criticità In consumi idrici dell’utenza in generale sono elevati e tendono a crescere nel tempo attuAzione n. 5 sottoscenario obiettivi Sensibilizzare al risparmio dell’acqua azione n. Sperimentazione dei riduttori di flusso in case private ed edifici pubblici situazione al 2005 7 Individuazione di famiglie campione che applicheranno i riduttori di flusso. Diffusione dei risultati della sperimentazione Esistono in commercio dei semplici dispositivi che, miscelando aria al flusso, riducono sensibilmente il consumo d’acqua potabile. Questi dispositivi, già applicati su certe rubinetterie oggi usate nelle nuove costruzioni, non sono però disponibili in loco per la loro applicazione sugli impianti esistenti. Sono già state sperimentate con successo (per esempio a Modena) delle campagne per la promozione dei riduttori. A fianco di tali campagne, sembra utile promuovere una sperimentazione monitorata che dia dati certi sull’incisività dei sistemi rispetto ai consumi globali. descrizione dell’attuAzione 1. Individuazione di famiglie (almeno due per Comune) e di edifici pubblici su cui effettuare la sperimentazione 2. Acquisto dei riduttori 3. Installazione dei riduttori e lettura dei contatori, con raccolta dei dati di consumo dell’anno precedente 4. Controllo delle lettura dei contatori dopo un anno dall’installazione 5. Elaborazione e diffusione dei risultati attori coinvolti Ufficio Agenda 21 (punti 1, 2, 4, 5) Idraulico incaricato dal Comprensorio (punti 2, 3) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente Uso sostenibile delle risorse Gianfranco Bettega risorse impiegate Risorse umane: Idraulico incaricato; Coordinatore Ufficio Agenda 21 Risorse finanziarie: acquisto e installazione riduttori € 3240 ricadute attese in equità sociale Più diffusa conoscenza dei sistemi di risparmio di acqua tempi di attuazione Avvio entro il 2005; primi risultati della sperimentazione entro il 2006. potenziali ostacoli Scarsa adesione della cittadinanza relazione con i commitments di Aalborg 3 - 3.2 responsabile dell’azione Ufficio Agenda 21 ricadute attese in sviluppo economico Riduzione del consumo d’acqua e delle spese per acqua potabile, depurazione e acqua calda attuazione proposta per 2005"2006 ricadute attese in qualità ambientale Riduzione del consumo di acqua potabile e delle acque da depurare indicatori attuazione 1. Numero di riduttori installati 2. Rapporto tra consumi senza riduttori (2004) e consumi con riduttori (2005 e successivi) PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Acqua scenario 3. Acqua come risorsa per lo sviluppo sostenibile di Primiero criticità I consumi idrici dell’utenza in generale sono elevati e tendono a crescere nel tempo attuAzione n. 6 sottoscenario obiettivi 4. Sensibilizzare al risparmio dell’acqua azione n. Organizzazione della vendita di riduttori di flusso attraverso il coinvolgimento dei negozi di consumo affinché vi sia una diffusa offerta commerciale, accompagnata da adeguate informazioni sui vantaggi, installazione e manutenzione degli stessi. 48 Intervenire sui privati incentivando l’uso dei riduttori di flusso situazione al 2005 La disponibilità e l’offerta di riduttori di flusso passa attraverso tre canali: le proposte di singoli idraulici, la vendita presso i Centri visitatori del Parco Paneveggio, la vendita su Internet. La gran parte degli abitanti di Primiero non ha ancora una chiara percezione dell’utilità dei riduttori né facilità ad acquistarli. descrizione dell’attuAzione 1. Raccolta di informazioni commerciali sull’offerta di riduttori di flusso da parte di produttori e grandi distributori. 2. Incontri di informazione con Famiglie cooperative, Negozi di generi misti, ferramenta e materiale idrico-sanitario sui riduttori e sottoscrizione dell’Accordo Volontario per la commercializzazione degli stessi. 3. Scelta del tipo di riduttore e suo ordine da parte degli Attori aderenti. 4. Predisposizione di materiale informativo da distribuire presso i punti vendita (su perché risparmiare acqua e come installare i riduttori.) 5. Coordinamento con la campagna di sensibilizzazione sul risparmio idrico (decalogo e segnalibri sul risparmio; informazione su “Primiero Oggi” e su bollette ACSM) 6. Incontro informativo agli operatori dei punti vendita (dopo il punto 4) 7. Eventuale fornitura gratuita di riduttori ai dipendenti dei punti vendita, ai consiglieri di amministrazione ed ai soci delle cooperative in modo da stimolare l’esperienza diretta e una conseguente corretta informazione al pubblico (dopo o in concomitanza col punto 6) 8. Apertura della campagna di vendita al dettaglio dei riduttori (singoli e in kit da 3 pezzi, a prezzo concordato tra gli Attori) con monitoraggio mensile del numero di riduttori venduti. 9. Comunicazione al Forum di Agenda 21 delle adesioni e dello stato di attuazione attori coinvolti Famiglie cooperative (amministratori, soci e dipendenti) e altri negozi di generi misti, negozi di ferramenta e materiale idrico-sanitario (fasi 2, 5, 6, 7) Operatori dei punti vendita per l’informazione agli acquirenti (fasi 5, 6 e 7) Divisione Acqua di ACSM spa per l’informazione (fasi 3, 4) Ufficio Agenda 21 e Referente Commissione permanente (fasi 1, 2, 3, 4, 5) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione attuazione proposta per Uso sostenibile delle risorse Gianfranco Bettega Camillo Bettega - Famiglia Cooperativa 2006 Primiero risorse impiegate Risorse umane: 15 Direttori Cooperative e negozi; 23 Operatori dei punti vendita; 1 Operatore Divisione Acqua ACSM (Marco Longo); 2 Operatori Ufficio Agenda 21 e 1 Referente della Commissione permanente; Risorse finanziarie: per acquisto riduttori e kit (diretto a carico delle Cooperative e dei negozi); 200+300 € per stampa 2000 pieghevoli e 100 locandine (a carico di Agenda 21) ricadute attese in equità sociale Maggior opportunità di risparmio idrico ed economico per tutta la popolazione. ricadute attese in sviluppo economico Risparmio economico sulla bolletta dell’acqua e della depurazione. Risparmio indiretto sui costi di costruzione e manutenzione delle infrastrutture d’acquedotto. ricadute attese in qualità ambientale Minore consumo di acqua, riduzione delle captazioni e dei rilasci. Minore volume d’acqua inquinata da trattare alla depurazione. tempi di attuazione Entro metà gennaio 2006, in coordinamento con la campagna di sensibilizzazione sul risparmio idrico e con il Forum di Agenda 21. potenziali ostacoli indicatori attuazione 1. Scarsa adesione dei commercianti interessati. 1. Numero di esercizi commerciali coinvolti. 2. Difficoltà di reperimento dei riduttori. 2. Numero di riduttori distribuiti. 3. Scarsa o errata informazione al pubblico. relazione con i commitments di Aalborg 3 - 3.2 - 4 - 4.3 PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Acqua scenario 3. Acqua come risorsa per lo sviluppo sostenibile di Primiero criticità Ogni anno cresce il consumo di energia elettrica sottoscenario obiettivi Ob. 39. Razionalizzazione dell’uso energetico impiegando strumenti di controllo ed incentivi per chi risparmia. Anche con l’utilizzo di apparecchi a basso consumo attuAzione n. 7 azione n. Attività informativa e di diffusione dell’uso di pannelli solari e fotovoltaici situazione al 2005 44-46 Fornire contributi per l’acquisto di elettrodomestici a basso consumo e l’installazione di pannelli solari. Per tali acquisti il Pubblico sia un apripista. Fornire informazione capillare con riunioni, sul costo dei pannelli e sui tempi necessari ad ammortizzare i costi. Creare e promuovere organizzazioni di cittadini che, in modo collettivo, agiscano per creare economie di scala volte all’acquisto di pannelli solari o elettrodomestici a basso consumo. Limitato utilizzo dei sistemi di energia alternativa rispetto a quelli tradizionali per gli elevati costi e poca informazione al riguardo. ACSM e Cassa Rurale stanno pensando ad interventi sul risparmio energetico (29/11/05). La Cassa Rurale offre mutui agevolati al 3,10% - tasso EURIBOR + 0,70 per i pannelli solari. descrizione dell’attuAzione 1. Organizzazione di una serata informativa sul tema alla quale parteciperanno: i tecnici della Cooperativa Kosmos, rappresentanti della Cassa Rurale, ACSM, Ufficio Provinciale c/o lo sportello del Comprensorio 2. Messa a disposizione di materiale informativo sulla progettazione, installazione, agevolazioni finanziarie 3. Organizzazione di un laboratorio di autocostruzione di pannelli solari attori coinvolti Ufficio Agenda 21 (fasi 1, 3) Provincia Autonoma di Trento - Struttura operativa di informazione e Servizio fonti energetiche (fasi 1, 2) Cooperativa Kosmos (fasi 1, 2, 3) Tecnici progettisti locali (fasi 1, 2, 3) Artigiani locali operanti nel settore (fasi 1, 2) Cassa Rurale (fasi 1, 2) ACSM (fasi 1, 2) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione attuazione proposta per Uso sostenibile delle risorse Caterina Pea 2006 risorse impiegate Risorse umane: referenti di Provincia, Artigiani, Cassa Rurale, ACSM, Cooperativa Kosmos e Ufficio Agenda 21 (per serata informativa e materiale); Operatori cooperativa Kosmos (per laboratorio) Risorse finanziarie: locandine serata (150 €) ricadute attese in equità sociale Una maggiore informazione sull’argomento può incentivare più persone all’installazione e utilizzo di queste tecnologie. tempi di attuazione Inizio 2006 potenziali ostacoli Riuscire a coinvolgere tutti gli attori considerati relazione con i commitments di Aalborg 3 - 3.1 - 4 - 4.3 - 5 - 5.5 ricadute attese in sviluppo economico Aumento di domanda di queste tecnologie e riduzione dei consumi di energia elettrica. indicatori attuazione Numero di richieste di incentivi ricadute attese in qualità ambientale Il risparmio termoelettrico riduce i prelievi idroelettrici, i consumi di idrocarburi e di legna da riscaldamento con i relativi inquinamenti. PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Acqua scenario 2. L'acqua come specchio della qualità del territorio criticità Ogni anno cresce il consumo di energia elettrica attuAzione n. 8 sottoscenario obiettivi Ob. 39. Razionalizzazione dell’uso energetico impiegando strumenti di controllo ed incentivi per chi risparmia. Anche con l’utilizzo di apparecchi a basso consumo. azione n. Diffusione di lampadine a basso consumo situazione al 2005 47 Cassa Rurale e ACSM regalino lampadine a basso consumo invece di agende e calendari Di solito, ad ogni famiglia, all’arrivo del nuovo anno vengono regalati uno o più calendari ed agende e talvolta risultano essere in numero superiore rispetto alla effettiva necessità familiare. Inoltre non è ancora molto diffuso l’utilizzo delle apparecchiature a basso consumo energetico, a cominciare dalle semplici lampadine. descrizione dell’attuAzione 1. Incontro informativo con Cassa Rurale e ACSM per sondare le possibilità di partecipazione all’attuazione dell’azione delle due istituzioni, delle modalità e dei tempi dell’azione 2. Scelta del tipo di lampadine da promuovere e quantificazione dei destinatari e delle lampadine da acquistare 3. Preparazione di materiale informativo sul risparmio dato dall’utilizzo delle lampadine a basso consumo e in generale sugli elettrodomestici con tali caratteristiche da assieme alle lampadine 4. Distribuzione delle lampadine e del materiale informativo attori coinvolti Ufficio Agenda 21 (fasi 1, 2, 3) Cassa Rurale (fasi 1, 2, 4) ACSM (fasi 1, 2, 3, 4) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione attuazione proposta per Uso sostenibile delle risorse Silvia Bonat Cassa Rurale - ACSM 2006"2007 risorse impiegate Risorse umane: Referenti di Cassa Rurale, ACSM; Ufficio Agenda 21 Risorse finanziarie: Materiale informativo: pieghevoli o cartoncini di auguri (300 €) Acquisto lampadine da parte della Cassa Rurale ed ACSM (da definire) ricadute attese in equità sociale ricadute attese in sviluppo economico ricadute attese in qualità ambientale Un numero maggiore di persone vengono a conoscenza dell’esistenza di Risparmio energetico familiare e generale della comunità. Il risparmio energetico riduce i prelievi d’acqua a fini idroelettrici. queste apparecchiature e hanno l’occasione di sperimentarle tempi di attuazione Subito appena dopo il Forum, in modo che ACSM e Cassa Rurale ne tengano conto per fine anno 2006. La distribuzione quindi è ipotizzabile possa partire da fine anno 2006, purché le Casse Rurali e ACSM non abbiano già programmato futuri gadget. potenziali ostacoli indicatori attuazione Programmazione pluriennale dei calendari ed agende già definita Numero di lampadine distribuite relazione con i commitments di Aalborg 3 - 3.1 - 4 - 4.3 PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Turismo sostenibile e Neve, Trasporti e viabilità, Rifiuti, Raccolta e depurazione delle Acque, Aria scenario 1. Rifiuti: Educare per cambiare le abitudini sui consumi e nello stesso tempo raggiungere una maggiore consapevolezza nel considerare il rifiuto come risorsa e il suo riutilizzo criticità Rifiuti bruciati - riconoscimento difficile dei rifiuti (es. plastiche) - turisti e raccolta differenziata: poca informazione del turista come conseguenza della mancata informazione da parte del proprietario/agenzia (es. mancata consegna dei sacchetti) - turista di passaggio è difficilmente raggiungibile con le informazioni e poco controllabile - mancanza di incentivi alla riduzione. Ostacoli legati alla mentalità corrente - mancanza di acquisto critico - mancanza di riutilizzo, recupero, riparazione di ciò che può essere ancora utilizzato, mancanza di incentivi al recupero - mancano gli spazi come ad esempio il mercato dell’usato o i mercatini per i bambini, dove è possibile recuperare molte cose attuAzione n. 9 sottoscenario obiettivi Ob. 45. Campagna informativa sull’utilizzo degli imballaggi, vuoto a rendere, riciclabili, ricariche (evitare poliaccoppiati) Ob. 50. Ridurre in consumi contro la mentalità corrente Ob. 51. Sensibilizzare ed incentivare i negozi e gli esercizi sui temi legati ai rifiuti e alla diffusione di politiche per la riduzione degli imballaggi azione n. Diffusione di borse per la spesa di stoffa e limitazione dell’uso di quelle di plastica 55-63-64 Campagna informativa sull’utilizzo di imballaggi, vuoto a rendere, riciclabili, ricariche. Stimolare i negozianti a privilegiare prodotti con poco imballaggio. Stimolare i negozianti a mettere a disposizione le ricariche e prevedere i vuoti a rendere. situazione al 2005 Gli imballaggi e i contenitori dei prodotti spesso sono voluminosi e necessitano di tempi lunghi di decomposizione; inoltre rappresentano gran parte dei rifiuti prodotti dai negozi e dalle famiglie. Spesso vengono utilizzate le stoviglie di plastica (sia in casa che alle sagre, ecc.). Il Parco e le Famiglie Cooperative hanno già attuato una vendita di borse di stoffa due anni or sono, in collegamento con la campagna “Io mi rifiuto” ma senza una promozione specifica sul contenimento delle borse di plastica. Quelle borse sono ormai pressoché esaurite e si potrebbe pensare a riprendere l’idea. descrizione dell’attuAzione 1. Incontro preventivo con il Parco per raccogliere informazioni in merito alla campagna di diffusione già attuata 2. Definizione di un rilancio della campagna o di una nuova campagna di promozione di borse in tela 3. Organizzazione di incontro informativo sulla campagna rivolto a commercianti e associazioni (es: NUVOLA, Alpini, Proloco, ecc) con raccolta di adesioni 4. Organizzazione di incontri pubblici rivolti ai cittadini e alle scuole (anche a intervalli di tempo dilazionati in modo da mantener “vivo” l’argomento e coinvolgere anche i turisti, quindi anche in stagione turistica) 5. Redazione di un decalogo di buone pratiche su riduzione degli imballaggi, uso delle ricariche, di vuoti a rendere, delle stoviglie non usa e getta... 6. Stima e descrizione dei risultati che si potrebbero ottenere a Primiero con l’applicazione di tale decalogo 7. Stampa e distribuzione del decalogo e delle relative informazioni 8. Pubblicizzazione massima di campagna e decalogo (su Primiero Oggi, bacheca elettronica, mail al forum e ai portatori di interesse, sito web del Parco, bolletta elettrica, scuole) 9. Riattivazione della vendita delle borse 10. Negli anni successivi, resoconto dei risultati ottenuti e misurati in termini di calo dei rifiuti attori coinvolti Parco (fasi 1, 2, 3, 4) Azienda Ambiente (fasi 1, 2, 3, 4, 5, 6) Ufficio Agenda 21 (fasi 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10) APPA - Laboratorio Ambientale (fasi 1, 4, 5, 8) Famiglie Cooperative (fase 9) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione attuazione proposta per Uso sostenibile delle risorse Silvia Bonat 2006 risorse impiegate Risorse umane: Ufficio Agenda 21, Agenzia Ambiente, APPA, Parco, eventuali associazioni, commercianti, associazioni che organizzano sagre, cittadini Risorse finanziarie: Costi per stampa del decalogo, di eventuali segnalibri e locandine (1500 €); Costi delle borse: 1,6 € ca. (per 5000 pezzi). ricadute attese in equità sociale Diffusa sensibilità e consapevolezza sull’importanza della riduzione dei rifiuti e sull’impiego di attrezzature riutilizzabili come borse, stoviglie, contenitori. tempi di attuazione 1 anno potenziali ostacoli Eventuale mancata disponibilità di Parco e Azienda Ambiente. Scarsa adesione da parte dei commercianti, associazioni, cittadini. relazione con i commitments di Aalborg 4 - 4.1 ricadute attese in sviluppo economico Minori imballaggi, minori costi d’acquisto dei prodotti, minor quantità di rifiuti e minori costi di gestione degli stessi (raccolta, smaltimento...). ricadute attese in qualità ambientale Limitazione dei rifiuti prodotti e smaltiti nell’ambiente. indicatori attuazione Calo dei rifiuti prodotti in un anno e confronto con gli anni precedenti. PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Acqua scenario 2. L'acqua come specchio della qualità del territorio criticità Ogni anno cresce il consumo di energia elettrica attuAzione n. 10 sottoscenario obiettivi Ob. 39. Razionalizzazione dell’uso energetico impiegando strumenti di controllo ed incentivi per chi risparmia. Anche con l’utilizzo di apparecchi a basso consumo. azione n. Proposta commerciale del “Cestino natalizio sostenibile” contenente prodotti locali, biologici, stagionali, sostenibili e di risparmio delle risorse 47 Cassa Rurale e ACSM regalino lampadine a basso consumo invece di agende e calendari situazione al 2005 Non esiste attualmente per Primiero una proposta commerciale di largo consumo che renda concreto, attraverso un insieme di prodotti, il concetto di “sostenibilità”. L’occasione natalizia sembra un momento propizio per contattare numerosi consumatori, per trasmettere concetti legati al risparmio e all’uso sostenibile delle risorse e alla validità di un cibo “buono, pulito e giusto”. Si tratta, tra l’altro, di una possibile sinergia tra comparti differenti e in genere distanti (idroelettrico, dei servizi e agroalimentare). descrizione dell’attuAzione 1. Incontro informativo sull’idea del “Cestino natalizio sostenibile” e di verifica delle iniziative in corso 2. Formulazione di un’ipotesi di contenuti ed economica del Cestino (ad esempio: formaggio di malga stagionato e miele locali, spumante e panettone biologici, un prodotto stagionale da individuare, prodotti del commercio equo o dei Presidi internazionali Slow Food, riduttori di flusso, lampadine a basso consumo, ciabatta “no standby”...) 3. Sottoscrizione di un Accordo volontario tra gli attori partecipanti che definisca anche la natura e le modalità di impegno dei sottoscrittori e designi un capofila che cura l’attuazione commerciale dell’iniziativa 4. Preparazione di materiale informativo sugli acquisti responsabili da allegare al cestino 5. Commercializzazione del Cestino attori coinvolti Ufficio Agenda 21 (fasi 1, 2, 3, 4) Famiglie cooperative (fasi 1, 2, 3, 5) ACSM (fasi 1, 2, 3) Produttori agroalimentari locali (fasi 1, 3) Produttori e distributori di prodotti sostenibili (fasi 1, 3) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione attuazione proposta per Uso sostenibile delle risorse Silvia Bonat 2006"2007 risorse impiegate Risorse umane: Un curatore del materiale informativo (Ufficio Agenda 21); Un responsabile della parte commerciale (da definire da parte delle Famiglie Cooperative); referenti degli altri attori Risorse finanziarie: iniziativa commerciale ma con alcuni prodotti di risparmio “sponsorizzati” che dovrebbe risultare a costo zero. ricadute attese in equità sociale ricadute attese in sviluppo economico Un numero maggiore di persone vengono a conoscenza dell’esistenza del Attrattiva commerciale del prodotto offerto che gode di un valore aggiunto concetto di sostenibilità dei prodotti e imparano a valutarli all’atto etico dell’acquisto tempi di attuazione Subito appena dopo il Forum, in modo che gli attori ne tengano conto per fine anno 2006. La distribuzione quindi è ipotizzabile possa partire a Natale 2006. potenziali ostacoli indicatori attuazione 1. Programmazione pluriennale di calendari, agende o altri regali già definita Numero di cesti venduti 2. Indisponibilità commerciale delle Famiglie Cooperative come promotori dell’offerta relazione con i commitments di Aalborg 3 - 3.1 - 3.2 - 3.3 - 3.4 - 4 - 4.3 - 4.5 - 8 - 8.2 - 8.4 ricadute attese in qualità ambientale Uso più sostenibile delle risorse agroalimentari sia locali (territorio, razze animali, specie vegetali...) che globali (produzioni biologiche e solidali) e delle risorse non rinnovabili (energia, acqua...) PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Turismo sostenibile e Neve, Trasporti e viabilità, Rifiuti, Raccolta e depurazione delle Acque, Aria scenario 1. Rifiuti: Educare per cambiare le abitudini sui consumi e nello stesso tempo raggiungere una maggiore consapevolezza nel considerare il rifiuto come risorsa e il suo riutilizzo criticità Mancanza di acquisto critico; Mancato riutilizzo, recupero, riparazione di ciò che può ancora essere utilizzato; Mancanza di incentivi al recupero. attuAzione n. 11 sottoscenario obiettivi Ob. 52. Privilegiare prodotti naturali, locali, biodegradabili. azione n. Informazione sulla possibilità di utilizzare i pannolini di cotone e promozione di incentivi per il loro uso. 65 Informare sulla possibilità di utilizzare i pannolini di cotone, ipotizzando eventuali sistemi di incentivi per il loro utilizzo. situazione al 2005 Attualmente sono timidamente proposti dalle ostetriche e disponibili presso la farmacia di Mezzano i pannolini riutilizzabili in cotone. Non sono largamente usati soprattutto perché l’informazione è carente e il costo immediato sembra alto. In realtà questo investimento iniziale risulta ampiamente inferiore a quello dilazionato necessario per l’uso di pannolini usa e getta. Si consideri che un bimbo produce in media 1 tonnellata di pannolini usa e getta e che un pannolino impiega circa 500 anni a decomporsi. descrizione dell’attuAzione 1. Incontro preparatorio per illustrare le esperienze già in atto e precisare la proposta di azione che preveda l’incentivazione economica (parte generalizzata e parte rivolta ai residenti di singoli Comuni) dell’uso di pannolini riusabili in cotone e del monitoraggio della minor quantità di rifiuti prodotti dalle singole famiglie coinvolte. 2. Invio di materiale informativo sull’utilizzo di pannolini di cotone e di una proposta di incentivo economico a tutte le famiglie con bimbi da 0 a 6 mesi, precisando che le famiglie aderenti saranno monitorate. 3. Serata a tema informativa sul tema e di lancio dell’iniziativa. 4. Massima pubblicizzazione della proposta attraverso radio e giornali locali, ASL, farmacie, ecc. 5. Stima della minor produzione di rifiuti delle famiglie monitorate. 6. Pubblicazione consuntiva annuale della diminuzione di rifiuti così ottenuta. attori coinvolti Ufficio Agenda 21 (fasi 1, 3, 4, 6) Azienda Ambiente (fasi 1, 2, 3, 4, 5, 6) Famiglie aderenti alla campagna (fasi 2, 5) Radio e giornali locali, ASL, Farmacie (fasi 4) Comuni (fase 1) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione Uso sostenibile delle risorse Cristina Zorzi risorse impiegate Risorse umane: Ufficio Agenda 21 e referente Commissione per fasi di coordinamento; addetto di Azienda Ambiente per fasi attuative. Risorse finanziarie: da stimare sulla base delle famiglie coinvolte ricadute attese in equità sociale Maggior consapevolezza sulla necessità di contenere la produzione di rifiuti. Opportunità per le famiglie coinvolte di partecipare attivamente alla riduzione dei rifiuti prodotti. tempi di attuazione 1 anno potenziali ostacoli Mancata adesione di Azienda Ambiente o dei Comuni. Mancanza di risorse per gli incentivi. relazione con i commitments di Aalborg 4 - 4.1 - 9 - 9.2 ricadute attese in sviluppo economico Risparmio delle famiglie coinvolte e riduzione dei costi di smaltimento in discarica. indicatori attuazione Numero di famiglie coinvolte. Quantità di rifiuti ridotti. attuazione proposta per 2006 ricadute attese in qualità ambientale Riduzione del volume degli RSU provocati dai pannolini usa e getta. PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Acqua scenario 2. L'acqua come specchio della qualità del territorio criticità Dove si è persa l’idea di un’acqua buona e di un’acqua come elemento di paesaggio? attuAzione n. 12 sottoscenario obiettivi azione n. Questionario sulla percezione della qualità dell'acqua a Primiero situazione al 2005 BP 10 Questionario sulla percezione della qualità dell'acqua da parte della comunità del Primiero (consuetudini, problemi, pregiudizi) Percezione vaga e dimostrazioni di sfiducia, da una parte dell'utenza, nell'acqua del rubinetto. Incremento dell'uso dell'acqua imbottigliata. descrizione dell’attuAzione 1. Verifica esperienze simili già attuate 2. Formulazione del questionario 3. Individuazione dei criteri di somministrazione e del target (scuole, forum, consumatori...) 4. Somministrazione del questionario 5. Elaborazione dei risultati raccolti 6. Restituzione dei dati raccolti con raffronti critici (motivazioni della fiducia/sfiducia dell'acqua dell'acquedotto, motivazioni del consumo acqua in bottiglia...) sotto forma di “rapporto non tecnico” attori coinvolti Università di Trento - Sociologia (docente e stagista o laureando, fasi 1, 2, 3, 5, 6) Ufficio Agenda 21 (coordinamento e attuazione fasi 1, 2, 3, 4, 5, 6) Laboratorio Ambientale APPA (fasi 1, 2, 3, 4, 5, 6) Comunità di valle come destinatario gruppo Acqua risorse Risorse Risorse tematico c.p. referente in commissione permanente Adriana Stefani responsabile dell’azione attuazione proposta per 2006 impiegate umane: (1 studente e 1 docente Università; 1 coordinatore campagna Ufficio Agenda 21) finanziarie: stampa dei questionari (fotocopie; 50 €) ricadute attese in equità sociale ricadute attese in sviluppo economico ricadute attese in qualità ambientale Consapevolezza delle dinamiche del consumo dell'acqua in zona e della sua Promozione di risparmio nel consumo di acque in bottiglia Percezione più precisa e diffusa della qualità dell’acqua e quindi sua qualità e conseguenti scelte più sostenibili nei consumi maggiore tutela da parte della cittadinanza tempi di attuazione 1 mese per l’elaborazione; 3 mesi per la somministrazione; 2 mesi per la restituzione potenziali ostacoli indicatori attuazione Raggiungimento dei cittadini Rapporto tra questionari somministrati e raccolti Scarsa risposta dei cittadini contattati relazione con i commitments di Aalborg 3 - 3.2 - 4 - 4.3 - 7 - 7.1 PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Acqua scenario 1. Primiero... un territorio in cui la cittadinanza consideri l'acqua un patrimonio da fruire consapevolmente e da difendere criticità Mancanza di sensibilità da parte della Comunità in riferimento alla tematica dello scenario attuAzione n. 13 sottoscenario obiettivi Ob. 1. Sensibilizzazione della comunità circa la necessità di risparmiare l’acqua azione n. Campagna informativa permanente sulla risorsa acqua e sullo sviluppo sostenibile 1 Creare una campagna di informazione permanente alle famiglie in particolare. Informazione periodica che utilizza canali già esistenti. situazione al 2005 Le tematiche di Agenda 21 legate all’acqua sono molte, ma non sempre trovano adeguato spazio sui mass media o raggiungono correttamente i cittadini. A questa considerazione generale, da cui prende le mosse la presente azione, si aggiungeranno via via le informazioni da rendere pubbliche attraverso le attuAzioni proposte (in particolare i nn. 19 e 21). In mancanza di un lavoro continuativo e coordinato di informazione sul tema, il rischio è quello di una sovraesposizione mediatica del tema e di una effetto di saturazione dell’attenzione dei cittadini. descrizione dell’attuAzione Si ipotizza di programmare una specifica attenzione all’informazione sul tema dell’acqua a Primiero. Questa azione prefigura quindi un impegno ricorrente e permanente e perciò dovrà fare perno su una struttura fissa che ne costituisca la redazione e si avvalga di collaborazioni esterne. 1. Individuazione della responsabilità della redazione informativa. 2. Individuazione dei canali informativi (Primiero Oggi, sito web del Parco, altri bollettini comunali, Voci di Primiero, stampa quotidiana, radio e tv locali...) e apertura di canali di collaborazione 3. Definizione di un programma comunicativo (a partire dalla diffusione delle informazioni via via assunte attraverso l’azione 11 e le attuAzioni 19 e 21, ma anche alla ricerca di uno sguardo più ampio sulla questione acqua) e di alcuni suoi elementi caratterizzanti (uso del simbolo, motto, ecc.) 4. Assunzione e mantenimento di contatti con enti, organizzazioni e singoli collaboratori 5. Attività di redazione di comunicati e simili, di reperimento e fornitura di iconografie, di organizzazione di eventi, ecc. attori coinvolti Ufficio Agenda 21: delega alla funzione redazionale, se del caso supportato da un giornalista (fasi 1, 2, 3, 4, 5) Biblioteche di Primiero: per eventuali presentazioni letterarie o simili (fasi 2, 3, 5) Ecomuseo del Vanoi: per azioni sull’acqua e diffusione dei suoi risultati (fasi 2, 3, 5) APPA: per informazioni di carattere generale da parte della Provincia e per resoconti di attività del Laboratorio ambientale (fasi 2, 3, 5) Collaboratori e contributori esterni per la redazione dei vari testi informativi o per incontri e azioni pubbliche: uffici provinciali competenti, studiosi, associazioni… (fasi 3, 5) gruppo Acqua risorse Risorse Risorse tematico c.p. referente in commissione permanente Antonia Corona responsabile dell’azione Ufficio Agenda 21 attuazione proposta per 2006"2007 impiegate umane: Ufficio Agenda 21 (1 persona fissa e 1 collaboratore saltuario); eventuali collaboratori esterni per singole iniziative finanziarie: 3000 € ricadute attese in equità sociale Diffusa consapevolezza sulla situazione dell’acqua e sulle azioni per uno suo utilizzo sostenibile tempi di attuazione Attività continuativa potenziali ostacoli Limitazioni di budget ricadute attese in sviluppo economico relazione con i commitments di Aalborg 1 - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 1.4 - 2 - 2.4 - 9 - 9.2 - 10 - 10.3 ricadute attese in qualità ambientale indicatori attuazione Numero di eventi, pubblicazioni e azioni informative PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Acqua scenario 1. Primiero... un territorio in cui la cittadinanza consideri l'acqua un patrimonio da fruire consapevolmente e da difendere criticità Mancanza di sensibilità da parte della Comunità in riferimento alla tematica dello scenario [acqua] attuAzione n. 14 sottoscenario obiettivi Ob. 1. Sensibilizzazione della comunità circa la necessità di risparmiare l’acqua azione n. Organizzazione della Giornata dell’Acqua in ambito scolastico situazione al 2005 2-3-4 Adottare nelle scuole la festa dell’acqua sull’esempio della settimana dell’acqua dell’Ecomuseo e della giornata degli alberi Già da tempo l’Ente Parco, in collaborazione con l’APPA, propongono percorsi su temi ambientali rivolti alle scuole, dalla Materna alle Superiori. L’Ecomuseo del Vanoi e il Laboratorio del Tempo svolgono analoga opera di sensibilizzazione coinvolgendo la popolazione residente e non. descrizione dell’attuAzione In via sperimentale ci si propone il coinvolgimento di tutte le classi frequentanti la Prima Media dell’Istituto comprensivo e dell’Istituto Santa Croce. L’iniziativa andrà a caratterizzarsi come appuntamento annuale. 1. Alcuni incontri preliminari saranno programmati in collaborazione con diversi soggetti per focalizzare secondo varie ottiche la realtà correlata al tema. 2. Si propone una giornata in ambiente adatto (corso d’acqua, lago, biotopo, piscina...) da dedicare a vari approfondimenti e attività ludico creative ed eventualmente coincidente con la Giornata mondiale dell’Acqua (22 marzo). Prevedibili, nel corso delle esperienze, soggette di anno in anno a nuove variabili, spettacoli teatrali, giochi interattivi, mostre, filmati, esperienze ludiche... che verranno programmati in rispondenza al percorso programmato. attori coinvolti Scuole Medie (destinatari dell’azione, fasi 1, 2) Operatori del Laboratorio Ambientale di Primiero APPA (organizzazione e coordinamento, fasi 1, 2) Associazione Pescatori (con apporti di contenuti e azioni) Ecomuseo del Vanoi (con apporti di contenuti e azioni) Parco Paneveggio Pale di San Martino (con apporti di contenuti e azioni ed eventuale sostegno economico) Laboratorio del Tempo (con apporti di contenuti e azioni) Comitato Difesa Torrente Vanoi (con apporti di contenuti e azioni) A.C.S.M. (con apporti di contenuti e azioni ed eventuale sostegno economico) Comuni (con eventuale sostegno economico) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione attuazione proposta per Acqua Flavio Taufer APPA - Laboratorio Ambientale di 2006"2007 Primiero risorse impiegate Risorse umane: Operatori APPA per l’organizzazione e il coordinamento; Dirigente, Insegnanti e studenti delle Prime classi delle Scuole medie; Gli altri attori e figure da coinvolgere secondo le proposte da sviluppare Risorse finanziarie: da definire di anno in anno secondo le attività previste (con contributo economico da parte degli attori) ricadute attese in equità sociale ricadute attese in sviluppo economico ricadute attese in qualità ambientale Più consapevolezza, sensibilità e rispetto della risorsa acqua tempi di attuazione Da programmare per tempo, (ad esempio a fine anno scolastico 2005/2006) per organizzare, prima dell’inizio del successivo anno scolastico (ad es. 2006/2007), sia gli incontri preliminari (punto 1), sia la Giornata vera e propria (punto 2) potenziali ostacoli indicatori attuazione Disponibilità economiche Numero di adesioni in classi e in alunni Insufficiente adesione da parte delle classi coinvolte relazione con i commitments di Aalborg 3 - 3.2 PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Gestione del territorio, Abbandono, Spopolamento, Sicurezza idrogeologica, Sfruttamento edilizio, Aree agricole, Tutela paesaggistica scenario sottoscenario 1. Territorio: Nuovo modello urbanistico, sociale e culturale per la valorizzazione delle risorse locali in sinergia 4. Sicurezza idrogeologica tra di loro criticità obiettivi Il nostro territorio ha una lunga storia di acque minacciose che tendiamo a dimenticare (alta piovosità, eventi Ob. 115. Promuovere una condivisa attenzione e conoscenza delle situazioni di rischio meteorico e idrogeologico e alluvionali…). Si passa da una fase di tranquillità all'emergenza estrema. Le azioni di controllo e prevenzione sono del loro controllo, partendo dalle scuole spesso calate dall'alto e non condivise (vedi vicenda del PECRI), mentre a livello comunale la pianificazione è troppo vicina al cittadino (quasi un sistema feudale) incapace di porre dei limiti. Si sono ormai abbandonati i sistemi e saperi tradizionali di micro-controllo delle acque (rogge…). La cementificazione è attuata, nella totale indifferenza alle sue conseguenze. La messa in sicurezza del territorio e dei corsi d'acqua spesso è costretta a rincorrere usi inappropriati del suolo. Mancanza di manutenzione anche ordinaria delle opere già esistenti. attuAzione n. 15 azione n. Promozione di incontri annuali sul tema del rischio, della prevenzione e dell’emergenza idrogeologica 146 Conferenza annuale per informare la popolazione su urgenze /emergenze che coinvolgono la comunità situazione al 2005 La lunga storia di acque minacciose del nostro territorio tende ad essere dimenticata o sottovalutata, grazie anche all’alibi della delega della sicurezza a sempre maggiori opere di protezione e ad autorità sempre più lontane. Le nuove generazioni rischiano di trovarsi impreparate e, talora, vittime di situazioni di rischio talvolta anche contenute e prevenibili anche perché si sono ormai persi molti sistemi e saperi tradizionali di micro-controllo delle acque. A livello di opinione pubblica, complici i mass media, si passa spesso da una fase di tranquillità e ignoranza dei rischi all'emergenza estrema. Si rende quindi necessaria un’azione continuativa e mirata, rivolta in prima istanza alle nuove generazioni, che sottolinei la situazione locale di “normalità” degli eventi meteorici ed idraulici e che formi dei cittadini consapevoli e preparati a questi eventi. descrizione dell’attuAzione 1. Verifica con il responsabile di zona (Protezione Civile - Vigili del Fuoco) le possibilità e modalità di attuazione 2. Verifica di esperienze simili 3. Coinvolgimento scuole attraverso il Dirigente scolastico. 4. Preparazione di slides a supporto dell’incontro 5. Redazione di stampato informativo (pieghevole, libretto, segnalibro...) dove illustrare le buone pratiche (vedi Misalvocosì, sussidio didattico di Protezione Civile Marche): da consegnare ai ragazzi da portare a casa e commentare con i genitori. 6. Incontro annuale con le classi I delle scuole medie sui seguenti temi: - Cosa sono e come avvengono le alluvioni (cause e concause ed inevitabilità....) - Qualche riferimento storico locale (1748, 1825, 1882... 1966 ) - Cosa si è fatto in materia di prevenzione (briglie, argini...) - Chi si occupa di questo: Gli eventi alluvionali sono monitorati in tre fasi, da vari enti coordinati in modo da interagire nei casi d'emergenza: Prevenzione, Previsione, Protezione e autoprotezione - Esposizione delle buone pratiche, che tutti dovrebbero conoscere, in caso d'emergenza alluvionale attori coinvolti Protezione civile (responsabile di zona, fasi 1, 2, 4, 5, 6) Prime classi delle scuole medie (fasi 6) Ufficio Agenda 21 (fasi 1, 2, 3, 4, 5) gruppo Acqua risorse Risorse Risorse tematico c.p. referente in commissione permanente Adriana Stefani responsabile dell’azione Paolo Cosner, comandante VVFF attuazione proposta per 2006 impiegate umane: un relatore presso le scuole (comandante VVFF o suo delegato); coordinamento e produzione materiali a stampa (Ufficio Agenda 21) finanziarie: pubblicazione di brochure: 500 € ricadute attese in equità sociale Diffusa consapevolezza e preparazione dei cittadini rispetto agli eventi meteorici e di rischio idraulico. ricadute attese in sviluppo economico Contenimento dei rischi e delle spese per opere di difesa idrogeologica. tempi di attuazione Ogni mese di ottobre o novembre (nel contesto degli eventi di ricordo del 4 novembre 1966) potenziali ostacoli Mancata adesione delle scuole interessate relazione con i commitments di Aalborg 2 - 2.2 - 9 - 9.4 - 10 - 10.1 - 10.3 - 10.4 indicatori attuazione Numero di incontri attuati Numero di ragazzi contattati ricadute attese in qualità ambientale Rapporto tra uomo e acqua equilibrato con minori impatti sulla risorsa e sull’ambiente sia in termini di dissesti che di opere idrauliche e di prevenzione. PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Gestione del territorio, Abbandono, Spopolamento, Sicurezza idrogeologica, Sfruttamento edilizio, Aree agricole, Tutela paesaggistica scenario sottoscenario 1. Territorio: Nuovo modello urbanistico, sociale e culturale per la valorizzazione delle risorse locali in sinergia 3. Tutela del paesaggio tra di loro criticità obiettivi Il nostro territorio ha una lunga storia di acque minacciose che tendiamo a dimenticare (alta piovosità, eventi Ob. 115. Promuovere una condivisa attenzione e conoscenza delle situazioni di rischio meteorico e idrogeologico e alluvionali...). Si passa da una fase di tranquillità all’emergenza estrema. del loro controllo partendo dalle scuole. attuAzione n. 16 azione n. Promozione di una mostra permanente sull’alluvione del 1966 e di una memoria critica degli eventi alluvionali 144-BP5 Mostra permanente con le immagini dell’alluvione del 1966. Memoria critica degli eventi alluvionali. situazione al 2005 Nella ricorrenza del 2006 sono sempre state proposte iniziative di rievocazione, comprese mostre fotografiche che in genere si limitano ala solita e stantia riproposizione di ricostruzioni visive dell'evento alluvionale. Una mostra che promuova una condivisa memoria critica delle situazioni di rischio meteorico e idrogeologico si deve considerare come una passo avanti rispetto alla coscienza comune sul tema del rischio idrogeologico. descrizione dell’attuAzione Realizzazione di una mostra permanente che proponga un sguardo critico sulle cause e le conseguenze dell'evento alluvionale (comprese quelle socioeconomiche) ma anche, e soprattutto, su quanto si è fatto da allora ad oggi in materia di riduzione del rischio. A partire dai fenomeni allora avvenuti, la mostra dovrà affrontare temi quali la messa in sicurezza del territorio, le urbanizzazioni a rischio, l'impatto dei rilasci idroelettrici, la cementificazione e ridotta permeabilità dei suoli, ecc. 1. Formazione di un comitato di promotori e sponsor 2. Individuazione del soggetto curatore e realizzatore della mostra 3. Definizione dei contenuti dettagliati della mostra e del calendario delle esposizioni 4. Individuazione delle caratteristiche della mostra, compresa la valutazione dell’opportunità di redigere un opuscolo/decalogo di cautele e comportamenti in materia a partire dal budget disponibile 5. Progettazione dell’allestimento 6. Condivisione con la Commissione Permanente del Forum 7. Realizzazione della mostra e dell’eventuale materiale a stampa 8. Singoli allestimenti itineranti 9. Affidamento della mostra ad una scuola che lo utilizzi come strumento didattico attori coinvolti Protezione civile e vigili del fuoco (fasi 1, 3, 4) Geologi locali (fasi 1, 3, 4) Esperti e storici locali del tema (fasi 1, 3, 4) Ecomuseo del Vanoi (proposto come coordinatore fasi 1, 2, 3, 4, 5, 7, 8) Comuni e Comprensorio di Primiero Assessorati alla cultura e all’ambiente (come sostenitori dell’iniziativa) Istituto comprensivo (fasi 8, 9) APPA (fasi 1, 3, 4) Servizio Sistemazione Montana PAT (fasi 1, 3, 4) gruppo Acqua risorse Risorse Risorse tematico c.p. referente in commissione permanente Antonia Corona responsabile dell’azione Ecomuseo del Vanoi attuazione proposta per 2006 impiegate umane: Ecomuseo del Vanoi coordinatore e curatore della mostra; eventuali collaboratori e volontari finanziarie: budget prevedibile 5000 € ricadute attese in equità sociale ricadute attese in sviluppo economico Diffusa conoscenza delle problematiche legate al rischio idrogeologico e Contenimento dei rischi e delle spese per opere di difesa idrogeologica conseguente impegno civico nella prevenzione e nei comportamenti corretti tempi di attuazione Prima esposizione a metà ottobre 2006 potenziali ostacoli Disponibilità di budget Adesione di alcuni attori fondamentali (Comuni e Comprensorio come finanziatori, Istituto comprensivo come destinatario finale) relazione con i commitments di Aalborg 2 - 2.2 - 2.4 - 5 - 9 - 9.4 - 10 - 10.1 - 10.3 - 10.4 indicatori attuazione Numero di esposizioni attuate Numero di visitatori ricadute attese in qualità ambientale Rapporto tra uomo e acqua equilibrato con minori impatti sulla risorsa e sull’ambiente sia in termini di dissesti che di opere idrauliche e di prevenzione Disponibilità di budget Adesione di alcuni attori fondamentali (Comuni e Comprensorio come finanziatori, Istituto comprensivo come destinatario finale) Numero di esposizioni attuate Numero di visitatori PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 relazione con i commitments di Aalborg 2 - 2.2 - 2.4 - 5 - 9 - 9.4 - 10 - 10.1 - 10.3 - 10.4 tema Acqua scenario 2. L'acqua come specchio della qualità del territorio criticità Dove si è persa l’idea di un’acqua buona e di un’acqua come elemento di paesaggio? attuAzione n. 17 sottoscenario obiettivi azione n. Monitoraggio della potabilità delle acque nella rete degli acquedotti situazione al 2005 BP4-19 Monitoraggio, salvaguardia e informazione pubblica sulle qualità delle acque. Informare i cittadini dei risultati delle analisi di potabilità Dimostrazioni di sfiducia, da una parte dell'utenza, nell'acqua del rubinetto. Incremento dell'uso dell'acqua imbottigliata. Sporadiche ordinanze comunali sulla non potabilità dell'acqua distribuita. descrizione dell’attuAzione 1. Realizzazione di una mappatura della rete acquedottistica 2. Definizione delle modalità per lo svolgimento del monitoraggio (individuazione dei punti di prelievo: presso le captazioni, lungo la rete di distribuzione, alle diramazioni, ai serbatoi...) 3. Definizione dei parametri e indicatori dell'indagine e della cadenza dei prelievi 4. Monitoraggio della funzionalità e di eventuali deficienze della rete idrica, di potenziali inquinamenti 5. Valutazione dei risultati dei monitoraggi e della loro pubblicabilità 6. Divulgazione periodica dei dati non sensibili sotto forma di “rapporto non tecnico” attori coinvolti Comuni gestori di acquedotti o loro incaricati (fasi 1, 2, 3, 4, 5) Acsm (fasi 1, 2, 3, 4, 5) Servizio PAT competente sugli acquedotti (SOIS) (fasi 2, 3, 4, 5) Asl Direzione Igiene e Sanità Pubblica - Unità Operativa Prevenzione Ambientale competente sul controllo di potabilità (fasi 2, 3, 4, 5) Ufficio Agenda 21 (fasi 5, 6) gruppo Acqua risorse Risorse Risorse tematico c.p. referente in commissione permanente Adriana Stefani responsabile dell’azione attuazione proposta per 2006"2007 impiegate umane: responsabili degli enti gestori (per l’attuazione del monitoraggio); Ufficio Agenda 21 (per la realizzazione e diffusione del “rapporto non tecnico”). finanziarie: spesa per la mappatura e l’attuazione dei monitoraggi, in relazione alla loro frequenza. ricadute attese in equità sociale ricadute attese in sviluppo economico ricadute attese in qualità ambientale Consapevolezza della qualità delle acque locali intesa come diritto del Maggiore consumo di acque locali e riduzione delle spese per acque in Contenimento degli interventi di potabilizzazione e delle loro ricadute cittadino. bottiglia. ambientali. tempi di attuazione 3 mesi per la predisposizione del monitoraggio. Almeno 12 mesi per la sua prima attuazione e pubblicazione dei risultati. potenziali ostacoli indicatori attuazione Costi di elaborazione e attuazione dei monitoraggi. Numero di monitoraggi attuati in un anno solare. Mancata adesione degli enti di gestione. relazione con i commitments di Aalborg 1 - 1.4 - 2 - 2.2 - 3 - 3.2 - 7 - 7.1 PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Acqua scenario 2. L'acqua come specchio della qualità del territorio criticità Dove si è persa l’idea di un’acqua buona e di un’acqua come elemento di paesaggio? attuAzione n. 18 sottoscenario obiettivi azione n. Monitoraggio della qualità delle acque superficiali situazione al 2005 BP4 Monitoraggio, salvaguardia e informazione pubblica sulle qualità delle acque Lamentele sulla qualità dell'acqua dei torrenti e sulle modalità di controllo vigenti, da parte di cittadini e dell’Associazione Pescatori. descrizione dell’attuAzione 1. Coinvolgimento degli enti competenti e delle associazioni per l’attuazione dell’azione con formazione di un gruppo di lavoro e nomina di un coordinatore 2. Definizione di un programma di lavoro e di una bozza di mappatura dei corsi d’acqua 3. Definizione delle modalità per lo svolgimento del monitoraggio (individuazione dei punti di prelievo: alta/mezza/bassa quota, confluenze, scarichi...) con particolare attenzione ai punti a rischio (ad es. depuratori) 4. Definizione dei parametri e indicatori dell'indagine e della cadenza dei prelievi 5. Monitoraggio della qualità delle acque 6. Valutazione dei risultati dei monitoraggi e della loro pubblicabilità 7. Divulgazione periodica dei dati non sensibili sotto forma di “rapporto non tecnico” attori coinvolti Comuni (fasi 1, 2, 3, 4, 5, 6) Servizi PAT competenti sulle acque superficiali (Servizio Opere Idrauliche, SOIS, Servizio Utilizzazione Acque Pubbliche, Settore informazione e qualità dell’ambiente) (fasi 1, 2, 3, 4, 5, 6) Asl Direzione Igiene e Sanità Pubblica - Unità Operativa Prevenzione Ambientale competente sul controllo della acque superficiali (fasi 1, 2, 3, 4, 5, 6) Associazioni locali legate all’acqua (fasi 1, 2, 3, 4, 5, 6) Ufficio Agenda 21 (fasi 7) gruppo Acqua risorse Risorse Risorse tematico c.p. referente in commissione permanente Adriana Stefani responsabile dell’azione attuazione proposta per 2006 impiegate umane: operatori tecnici dei rilevamenti (ASL o ditte private, per i monitoraggi); Ufficio Agenda 21 (per la realizzazione e diffusione del “rapporto non tecnico”). finanziarie: spesa per la mappatura e l’attuazione dei monitoraggi, in relazione alla loro frequenza. ricadute attese in equità sociale ricadute attese in sviluppo economico ricadute attese in qualità ambientale Consapevolezza della qualità delle acque locali intesa come diritto del Valorizzazione/denuncia della qualità dell'acqua in zona come risorsa Individuazione di eventuali situazioni di degrado qualitativo e possibilità di cittadino e contenimento del rischio di inquinamenti. ambientale di fruizione anche turistica. loro rimozione. tempi di attuazione 6 mesi per la predisposizione del monitoraggio. Almeno 12 mesi per la sua prima attuazione e pubblicazione dei risultati. potenziali ostacoli indicatori attuazione Costi di attuazione dei monitoraggi. Numero di monitoraggi attuati in un anno solare. Mancata adesione degli enti interessati. relazione con i commitments di Aalborg 1 - 1.4 - 2 - 2.2 - 3 - 3.2 - 7 - 7.1 PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Acqua scenario 2. L'acqua come specchio della qualità del territorio criticità Dove si è persa l’idea di un’acqua buona e di un’acqua come elemento di paesaggio? attuAzione n. 19 sottoscenario obiettivi Ob. 17. Rinaturalizzaizone dei corsi d’acqua azione n. Individuazione e verifica partecipata degli “ambiti fluviali” idraulici, ecologici e paesaggistici da sottoporre a tutela ai fini del Piano Generale di Utilizzo delle Acque Pubbliche 24 Svolgere un monitoraggio dei corsi d’acqua a partire da quelli che non sono stati compromessi con lo scopo della rinaturalizzazione. situazione al 2005 Si registra in generale una scarsa consapevolezza dei cittadini rispetto al patrimonio fluviale e al suo “stato di salute”. Il Piano generale di Utilizzo delle Acque Pubbliche ha previsto tre categorie di “ambiti fluviali”, per solo una delle quali (ambiti paesaggistici) ha individuato delle aree nel comprensorio di Primiero. Su tali aree i singoli Comuni dovranno definire, in sede di PRG, le norme di tutela. Anche a supporto di questi impegni comunali, si reputa utile un approfondimento e miglior dettaglio delle tematiche a scala del territorio comprensoriale, così da dare alle singole Amministrazioni comunale un supporto partecipato. descrizione dell’attuAzione Partendo da quanto segnalato e descritto dal Pguap, il patrimonio fluviale è suddiviso in: Ambiti fluviali idraulici, Ambiti fluviali ecologici e Ambiti fluviali paesaggistici. Per ogni Ambito sono fornite delle metodologie d'indagine e i criteri di tutela e valorizzazione (Pguap, Parte sesta). 1. Contatti con il Servizio Utilizzazione Acque Pubbliche PAT per definizione modalità approfondimento PGUAP e formazione gruppo di lavoro allargato del Forum 2. Contatti con il Parco in riferimento ai monitoraggi svolti sui torrenti Travignolo, Canali, Valsorda e Valzanca (coordinamento prof. Braioni) 3. Individuazione del set indicatori /parametri (quelli o tra quelli indicati dal Pguap) utili per l'indagine. Elaborazione scheda tipo. 4. Test campione su 1 corso d'acqua per verifica metodologia, fattibilità e costi del censimento 5. Individuazione dei corsi d'acqua da censire. Principali torrenti e affluenti? 6. Valutazione dei risultati della mappatura ed individuazione dei corsi d'acqua, o segmenti di questi, da tutelare. Valutazione dei possibili interventi e/o delle criticità reversibili. attori coinvolti Tavolo di lavoro del Forum allargato (fasi 1, 2, 3, 4, 5, 6) Amministrazioni Comunali interessate o loro delegati (partecipazione al Tavolo) Associazione pescatori (partecipazione al Tavolo) Ecomuseo (partecipazione al Tavolo) Parco Paneveggio Pale di San Martino (fasi 2, 3) Servizio Utilizzazione Acque Pubbliche (fasi 1, 3) gruppo Acqua risorse Risorse Risorse tematico c.p. referente in commissione permanente Adriana Stefani responsabile dell’azione attuazione proposta per 2006"2007 impiegate umane: partecipanti al Forum, delegati dei Comuni, associazioni, Ecomuseo (partecipanti al Tavolo); Ufficio Agenda 21 e coordinatore (a supporto dei lavori del tavolo) finanziarie: per il coordinamento € 2000. ricadute attese in equità sociale Riappropriazione/consapevolezza del patrimonio fluviale e torrentizio. tempi di attuazione Inizio entro 2006 e conclusione entro 2007 potenziali ostacoli Coinvolgimento e motivazione degli attori individuati Adesione dei Comuni interessati Costi di gestione del tavolo relazione con i commitments di Aalborg 1 - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 1.4 - 3 - 3.2 - 3.3 ricadute attese in sviluppo economico Valorizzazione della risorsa locale costituita dai corsi d’acqua. indicatori attuazione Numero di ambiti verificati Numero di ambiti individuati Numero di Interventi attuativi nei PRG ricadute attese in qualità ambientale Tutela e miglioramento del patrimonio fluviale. PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Acqua scenario 1. Primiero... un territorio in cui la cittadinanza consideri l'acqua un patrimonio da fruire consapevolmente e da difendere criticità La sensibilità da acquisire [sul risparmio d’acqua] richiede un tempo lungo (generazionale) attuAzione n. 20 sottoscenario obiettivi Ob. 3. Primiero diventi un esempio nel risparmio dell’acqua con sistemi innovativi azione n. Sperimentazione dell’applicazione dei riduttori di flusso sulle fontane 6 Introdurre i riduttori di flusso sulle fontane situazione al 2005 Dopo la sperimentazione dei riduttori di flusso su delle famiglie campione, è ora importante che ci siano degli esempi tangibili anche all’interno dei paesi, da parte delle amministrazioni. descrizione dell’attuAzione 1. Contattare un’amministrazione comunale per la sperimentazione sulla/e fontana/e del paese 2. Valutare il numero e la tipologia delle fontane presenti e scegliere le 3 idonee alla sperimentazione 3. Sperimentare gli appositi riduttori di flusso da applicare e scegliere quello più idoneo, progettazione della soluzione adeguata 4. Realizzare una targhetta informativa sull’azione da esporre sulle fontane considerate, in modo da spiegare lo scopo dell’intervento (limitare la captazione di acqua potabile alla fonte) 5. Applicare i riduttori di flusso e targhetta alle fontane 6. Organizzare un evento pubblico in cui si illustra la scelta ai cittadini 7. Contattare le altre amministrazioni comunali per illustrare l’esperienza svolta 8. Valutare il numero e la tipologia delle fontane presenti e soprattutto quelle idonee all’installazione dei riduttori 9. Riproporre la procedura sperimentata attori coinvolti Comune campione (amministrazione di Siror) (fasi 2, 3, 6) Operai comunali (fasi 2, 3 e 5) Ufficio Agenda 21 (fasi 1, 2, 3, 4, 6, 7, 8, 9) Idraulico o tecnico (fasi 2, 3) Comuni di Primiero (fasi 7, 8, 9) gruppo Acqua risorse Risorse Risorse tematico c.p. referente in commissione permanente Caterina Pea responsabile dell’azione Sindaci attuazione proposta per 2006 impiegate umane: Amministrazioni e operai comunali, Ufficio Agenda 21, Tecnico o idraulico esterno finanziarie: Costi per la realizzazione ed applicazione dei riduttori di flusso e delle targhette informative della sperimentazione: 2000 € ricadute attese in equità sociale Riduzione della captazione dell’acqua a favore della comunità e aumento della sensibilizzazione della stessa tempi di attuazione Da primavera 2006 in poi potenziali ostacoli Tipologia delle fontane Difficoltà di realizzazione degli appositi riduttori di flusso relazione con i commitments di Aalborg 3 - 3.2 - 4 - 4.3 ricadute attese in sviluppo economico Contenimento dei costi di gestione della rete acquedottistica indicatori attuazione Numero di fontane coinvolte Quantità di acqua risparmiata ricadute attese in qualità ambientale La risorsa viene lasciata al suo naturale ciclo PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Acqua scenario 3. Acqua come risorsa per lo sviluppo sostenibile di Primiero criticità Bisogna trovare un equilibrio migliore tra sfruttamento ed utilizzo sostenibile pubblico a fini ambientali in modo rispettoso. attuAzione n. 21 sottoscenario obiettivi Ob. 33. Chiudere alcune fonti di captazione se nello studio emergono costi ambientali insostenibili, favorendone lo smantellamento e prevedendo nelle fasi di progettazione anche i costi di dismissione. azione n. Riduzione delle captazioni dell’affluente del laghetto Welsperg a favore della conservazione e rinaturalizzazione del Laghetto Welsperg e del Biotopo di interesse comunale de Palù Grant 38 - 15 Attivare in Comprensorio un tavolo permanente “eterogeneo” che svolga azione di monitoraggio sullo sfruttamento idrico. Destinare una percentuale degli utili idroelettrici all’implementazione del Piano d’Azione. situazione al 2005 I Biotopi “Palù Grant” e “Prati di Villa Welsperg”, di competenza del comune di Tonadico, sono da anni abbandonati a sé stessi e non regolamentati. Le captazioni sul Rivo Welsperg “Brentella”, minacciano la sopravvivenza dei Biotopi e penalizzano i livelli del Laghetto Welsperg, oggetto di consistenti interessi turistici, escursionistici e sportivi L’attuazione del progetto di itinerario “da Tonadico al Cimerlo - sul cammino della storia” (promosso da Comune e Ente Parco) prevede una convenzione con ACSM per un maggiore rilascio d'acqua a beneficio del laghetto Welsperg. In questo momento la convenzione non è ancora definita pur esistendo la disponibilità da parte di ACSM in merito. La recente ricomparsa del raro Gambero d'acqua dolce nelle zone umide potrebbe essere valorizzata ampliando e proteggendo con maggiore cura i Biotopi e il Laghetto. Nell'estate 2004 l'Agenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente, a conclusione della V.I.A., ha espresso parere negativo sul progetto di realizzazione di un campo da golf a 9 buche in Val Canali che interferirebbe in vari modi con la conservazione e valorizzazione dei Biotopi e del Laghetto. Il progetto suddetto è stato ritirato. descrizione dell’attuAzione 1. Individuazione, regolamentazione e valorizzazione dei Biotopi della Val Canali ai sensi della legislazione vigente, anche con interventi di recupero e miglioramento ambientale nell'ambito di un progetto di co-gestione tra i soggetti interessati anche sull’esempio di esperienze pregresse (Life Némos o Comune di Mezzano) 2. Messa a disposizione di competenze e mezzi in ordine alle opere di rinaturalizzazione ed alla gestione 3. Messa a disposizione di consulenza scientifica ed informazioni sulle modalità di accesso a risorse economiche esterne 4. Sottoscrizione di un Accordo volontario tra i diretti interessati (proprietà, Comune, ACSM, pescatori) e gli altri eventuali attori concorrenti (Parco, APT, PAT...) per l’attuazione degli interventi di cui alle fasi 1, 5 e 6. 5. Riduzione delle captazioni idroelettriche sul Rio Brentella come capitalizzazione di minori utili idroelettrici a favore di una azione per lo sviluppo sostenibile di Primiero a favore dei cittadini e dei turisti ospiti 6. Promozione di una “Oasi del Gambero d'acqua dolce” come testimonianza di qualità ambientale attori coinvolti Comune di Tonadico (come Ente competente per la fase 1, 4, 6) Proprietario dei terreni (fasi 1, 4) Servizio Parchi della PAT - Ufficio biotopi e Rete Natura 2000 (fase 3) Ente Parco Paneveggio Pale di San Martino (fase 2, 4, 5) A.C.S.M. e Comuni azionisti (fase 4, 5) APT (fase 4, 6) Associazioni locali coinvolte in gestioni naturalistiche (fasi 1, 2, 3, 6) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione attuazione proposta per Acqua Daniele Gubert Comune di Tonadico 2006"2007 risorse impiegate Risorse finanziarie: Per incarichi professionali a supporto della fase 1; per conguagli del mancato reddito idroelettrico nella fase 4; per attività di promozione nella fase 5; ricadute attese in equità sociale ricadute attese in sviluppo economico Consenso alle iniziative verso la sostenibilità e non rivolte esclusivamente al Promozione in chiave turistica delle azioni di tutela attiva dei Biotopi, scrigni mercato dell'Azienda Consorziale di Servizi Municipalizzati. della biodiversità. Uso sociale e sostenibile del territorio. ricadute attese in qualità ambientale Superamento di una gestione passiva dei beni ambientali. Recupero dell'habitat e della popolazione del gambero d'acqua dolce. Alternativa sostenibile ad una possibile infrastrutturazione selvaggia in Val Canali. tempi di attuazione Due anni potenziali ostacoli indicatori attuazione Insensibilità o opposizione degli attori coinvolti, in particolare della proprietà e degli enti locali. Attuazione della fase 1 di individuazione dei biotopi. Ostruzionismo da parte dei settori economici legati ad un modello turistico non sostenibile. Attuazione della fase 4 di riduzione delle captazioni. Politica provinciale e locale condiscendente con gli interessi alla infrastrutturazione sportivo - ricreativa della Val Attuazione delle opere di rinaturalizzazione e salvaguardia dei Biotopi Canali. Istituzione dell’Oasi Indisponibilità di ACSM spa a rinunciare a captazioni di propria competenza, in nome dei profitti derivanti dallo sfruttamento idroelettrico. relazione con i commitments di Aalborg 1 - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 1.4 - 3 - 3.3 - 8 - 8.5 PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Turismo sostenibile e Neve, Trasporti e viabilità, Rifiuti, Raccolta e depurazione delle Acque, Aria scenario 2. Viabilità-Trasporti: Primiero diventi un esempio e un precursore di un modo alternativo di intendere la viabilità criticità Ostacoli allo sfruttamento di fonti alternative energetiche - piano energetico provinciale attuAzione n. 22 sottoscenario obiettivi Ob. 70. Incentivare l’uso delle risorse rinnovabili in loco azione n. Promozione di incontri pubblici sulla bioedilizia situazione al 2005 86 Incentivare la diffusione di case costruite in base a criteri di bioedilizia tramite la riduzione degli oneri di urbanizzazione La diffusione della bioedilizia è ostacolata dalla tradizione del costruire con prodotti di sintesi affermatasi nel dopoguerra. A ciò si aggiunge la convinzione diffusa, dovuta alla mancanza di tecnici e imprese preparati e informati, che essa sia un lusso per pochi. Si tratta di promuovere una coscienza dei benefici di qualità della vita e, sul lungo periodo, anche economici legati al risparmio energetico. In generale manca una sensibilità politica nell’attivarsi in questo senso. descrizione dell’attuAzione 1. Esame delle esperienze già attuate, con particolare attenzione a quelle che prevedono più giornate e integrano attività espositive e dimostrative e che permettano di far tesoro delle esperienze di realtà vicine (Alto Adige, Vorarlberg, Cinque Terre...) 2. Formazione di un comitato organizzatore degli incontri (sull’esempio della Giornata del riuso) 3. Formulazione di un programma articolato di attività (esposizioni, dimostrazioni, comunicazioni, visite, discussioni...) anche a partire dalla realtà architettonica locale 4. Individuazione dei luoghi e dei tempi di attuazione 5. Individuazione di partecipanti e contributori (associazioni di bioedilizia, tecnici, produttori, ricercatori...) 6. Reperimento di sostenitori e sponsor pubblici o privati 7. Individuazione delle modalità di comunicazione verso il pubblico locale 8. Lancio sovra-locale degli incontri 9. Attuazione degli incontri attori coinvolti Commissione Permanente - sottogruppo territorio (fasi 1, 2) Comitato promotore degli incontri (fasi 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9) Comuni e Comprensorio di Primiero (sostenitori, fasi 4) ANAB, INBAR e altre associazioni di bioedilizia (fasi 1, 2) Azienda Ambiente (sostenitore e fasi 1, 2, 3, 5, 6, 9) Servizi energia ed edilizia abitativa della PAT (sostenitori e fasi 1, 2, 3, 5, 6) Tecnici bioedili di zona (come parte del Comitato promotore) Ufficio Agenda 21 (fasi 7, 8) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione attuazione proposta per Territorio e cura del paesaggio Nicola Chiavarelli 2006 risorse impiegate Risorse umane: Relatori degli incontri, collaboratori per allestimenti ed esposizioni, coordinatori degli incontri (da definire a secondo delle adesioni) Risorse finanziarie: Rimborso spese trasferta, Pubblicità iniziativa (da definire) ricadute attese in equità sociale Più ampia conoscenza della questione della qualità della vita in relazione alla qualità dell’architettura. Maggiore ricerca tempi di attuazione 1 anno. potenziali ostacoli Difficoltà a costituire il comitato promotore. Scarsa adesione/sostegno degli Enti locali. Scarso interesse degli operatori e cittadini locali. relazione con i commitments di Aalborg 4 - 4.1 - 4.3 - 5 - 5.5 ricadute attese in sviluppo economico Ampliamento del mercato dei prodotti per la bioedilizia in loco. ricadute attese in qualità ambientale Riduzione dei costi ambientali legati all’edilizia. indicatori attuazione Numero dei partecipanti (associazioni di bioedilizia, tecnici, produttori, ricercatori...). Risposta di pubblico. PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Gestione del territorio, Abbandono, Spopolamento, Sicurezza idrogeologica, Sfruttamento edilizio, Aree agricole, Tutela paesaggistica scenario sottoscenario 1. Territorio: Nuovo modello urbanistico, sociale e culturale per la valorizzazione delle risorse locali in sinergia 1. Programmazione e gestione territoriale tra di loro criticità obiettivi Scarsa cultura del territorio. Scarsa conoscenza geografica, dell’uso del territorio (geologia), culturale della storia Ob. 97. Diffondere una cultura/consapevolezza del territorio fin dall’età scolare nei suoi aspetti di geografia, del territorio soprattutto tra i giovani storia... e uso del territorio attuAzione n. 23 azione n. Promozione di una mostra permanente e itinerante sulla storia dei primi insediamenti di Primiero 121 Promuovere una mostra permanente o itinerante sulla storia dei primi insediamenti di Primiero situazione al 2005 Mancano a Primiero una ricerca sistematica di materiali e un’esposizione sulla storia dal Mesolitico all’Età moderna. È invece presente una sezione museale archeologica “generica” (Museo Ligabue) tuttavia carente di una specifica e adeguata trattazione della tematica archeologica e storica su Primiero. Recenti scavi e studi non pubblicati potrebbero fare luce su questo periodo storico. Una trattazione/esposizione in questo senso permetterebbe anche di recuperare carenze conoscitive locali su periodi storici importanti (Mesolitico, epoca tardoantica, presenze Longobarde...). descrizione dell’attuAzione 1. Ricognizione delle fonti e conoscenze disponibili sul periodo in oggetto e produzione di un lavoro di sintesi. 2. Definizione delle modalità espositive dei contenuti reperiti e del loro raccordo con le proposte già esistenti. 3. Progettazione di un allestimento itinerante rivolto sia al vasto pubblico (locale e/o turistico) che alle scuole. 4. Realizzazione e presentazione della mostra, con eventuali pubblicazioni a altre azioni di corredo. attori coinvolti Assessorati alla cultura del Comprensorio, anche su delega dei Comuni (promotori e finanziatori, fasi 2, 3, 4) Ricercatore/i incaricato/i in eventuale collaborazione con Università se studente/i (fase 1) Soprintendenze Archeologiche e ai Beni Culturali (come fonti ed eventuali collaborazioni e supervisioni per la fase 1) Storici e appassionati locali (come eventuali collaboratori o informatori per la fase 1) Scuole locali (come destinatari finali della mostra, fase 4) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione attuazione proposta per Territorio e cura del paesaggio Nicola Chiavarelli 2006"2007 risorse impiegate Risorse umane: uno o più ricercatori incaricati o studenti; progettista incaricato dell’allestimento Risorse finanziarie: incarico a ricercatore/i; incarico progettazione mostra; incarico realizzazione mostra e apparati di corredo (budget da definire) ricadute attese in equità sociale ricadute attese in sviluppo economico Diffusa conoscenza di un vasto periodo della storia locale. Valorizzazione economica di siti e risorse culturali locali. tempi di attuazione 1 anno per la ricerca; 1 anno per progettazione e realizzazione della mostra. potenziali ostacoli indicatori attuazione Mancanza di disponibilità a fornire informazioni da parte di Sovrintendenze e altri Uffici pubblici. Attuazione della ricerca. Mancanza di finanziamenti. Numero di allestimenti della mostra. Numero di visitatori. relazione con i commitments di Aalborg 8 - 8.5 ricadute attese in qualità ambientale PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Gestione del territorio, Abbandono, Spopolamento, Sicurezza idrogeologica, Sfruttamento edilizio, Aree agricole, Tutela paesaggistica scenario sottoscenario 1. Territorio: Nuovo modello urbanistico, sociale e culturale per la valorizzazione delle risorse locali in sinergia 1. Programmazione e gestione territoriale tra di loro criticità obiettivi Pianificazione territoriale frammentaria. Pur esistendo numerosi strumenti urbanistici, non è stato impedito il Ob. 100. Promuovere la condivisione di una griglia di principi di base su cui poggi la programmazione urbanistica degrado urbanistico, anche perché i piani vengono spesso stravolti nei loro principi dal piano successivo. Manca a Primiero un rapporto di scala coerente tra realtà territoriale e pianificazione urbanistica: ciascuna tematica deve essere pianificata ala scala adeguata: comprensoriale (viabilità primaria e infrastrutture, boschi, pascoli, paesaggio, acque, servizi primari, sicurezza...) o di valle e a scala comunale o di singolo paese (insediamenti, artigianato, verde nell'abitato, centri storici, piccolo commercio e servizi frazionali...). Manca del tutto a Primiero una pianificazione di scala comprensoriale e di valle che poggi su una cultura condivisa del territorio. L'assetto istituzionale frammentato influisce negativamente sulle capacità di programmazione amministrativa di valle. attuAzione n. 24 azione n. Estrapolazione dal Piano di Azione Locale e divulgazione di princìpi condivisi dal Forum sulla gestione del territorio 125 Introdurre una griglia di principi condivisi dove: - si escluda nuovo consumo di territorio - si introduca un elenco di aree da proteggere definitivamente “intoccabili” - individui la sagoma di centri abitati e delle aree verdi collettive - individui anelli ciclo pedonali vicini ai paesi funzionali alla socialità e alla scolarità - escluda nuovi collegamenti sciistici al di fuori delle aree già antropizzate situazione al 2005 Mancanza di una pianificazione e di un utilizzo del territorio secondo criteri omogenei a livello comprensoriale. descrizione dell’attuAzione 1. Incontri di rilettura del Piano di Azione Locale per individuare obiettivi e azioni inerenti la gestione del territorio che possano costituire una serie di princìpi condivisi da proporre quale base per la pianificazione e gestione territoriale 2. Produzione di un elaborato elencante i princìpi corredato da eventuali elementi di chiarimento e commento 3. Eventuale condivisione e validazione - se necessaria - dell’elaborato da parte del Forum 4. Trasmissione dei princìpi ai promotori di Agenda 21 titolari di competenze in materia di gestione e pianificazione territoriale 5. Diffusione, illustrazione e discussione pubblica dei princìpi attori coinvolti Commissione permanente del Forum (fasi 1, 2, 3, 5) Forum di Agenda 21 (fase 3) Ufficio Agenda 21 (fasi 2, 4, 5) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente Territorio e cura del paesaggio Simonetta Zanetel risorse impiegate Risorse umane: impegno diretto della Commissione Permanente Risorse finanziarie: per eventuale pubblicazione a stampa dei princìpi e per locandine (500 €) responsabile dell’azione ricadute attese in equità sociale ricadute attese in sviluppo economico Allargamento della percezione sociale della rilevanza della pianificazione e gestione territoriale e della necessità di una condivisione comune di princìpi su cui esse si fondano. tempi di attuazione 1 anno potenziali ostacoli indicatori attuazione Mancata attivazione della Commissione Permanente sul tema si/no Mancata sottovalutazione del criterio di condivisione dei princìpi individuati relazione con i commitments di Aalborg 1 - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 1.4 - 1.5 - 5 attuazione proposta per 2006 ricadute attese in qualità ambientale Diffusione di princìpi di condivisi di gestione territoriale e conseguente sensibilità e coinvolgimento diretto dei cittadini nella salvaguardia ambientale. PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Gestione del territorio, Abbandono, Spopolamento, Sicurezza idrogeologica, Sfruttamento edilizio, Aree agricole, Tutela paesaggistica scenario sottoscenario 1. Territorio: Nuovo modello urbanistico, sociale e culturale per la valorizzazione delle risorse locali in sinergia 2. Residenza e edilizia tra di loro criticità obiettivi Abbandono dei centri storici da parte dei residenti che privilegiano le case nuove. Disaffezione del residente nel Ob. 104. Valorizzare il recupero delle tipologie locali e delle soluzioni abitative storiche dando all’architettura un confronto del patrimonio storico: conseguenza delle difficoltà derivanti da ristrutturazioni difficili, scomodità di forte ruolo sociale e culturale. parcheggio... attuAzione n. 25 azione n. Promozione della conoscenza dell’architettura locale 131 Costituire un gruppo di tutela delle tipologie locali situazione al 2005 In ambito architettonico vi è una confusione diffusa, scarsa sensibilità progettuale, lo “Stile” non c’è o è localistico/funzionale, dominante alberghiero, pseudo-tiroleggiante con effetto patchwork interregionale. Tipologie locali in via di estinzione: “Volti”, “Fornei a mussat”, archi strutturali (no tramezze), Orti, “Palade”, muri a secco in “Siver” o in porfido (orditura/pezzatura), poggioli, scale, portici, muri intonacati, muri strombati, “Biga”, fori, porte, finestre, cantonali, proporzioni... descrizione dell’attuAzione 1. Valutazione delle esperienze attuate in materia di studio tipologico-architettonico, specie in ambiti montani e su insediamenti di origine rurale, finalizzata definire un metodo di lavoro rigoroso e commisurato alle esigenze locali 2. Formazione di un tavolo di condivisione del metodo di indagine con addetti ai lavori 3. Attivazione - in un Comune campione - di una ricerca storica e tipologica sugli insediamenti permanenti di fondovalle di Primiero, anche con apporti professionali privati e pubblici 4. Produzione di sintesi scientifiche della ricerca 5. Individuazione di forme divulgative dei risultati rivolte sia al largo pubblico che ai settori tecnici esperti 6. Attività di divulgazione dei risultati 7. Estensione della ricerca agli altri Comuni interessati attori coinvolti Ricercatore o studente universitario in architettura (assistito da docente) (fase 1) Tecnici e progettisti locali, impresari, carpentieri, storici e studiosi locali, studenti (fase 2) Commissione permanente - sottogruppo territorio (fase 2) Comune campione (come finanziatore delle fasi 3, 4) Ricercatore/i incaricato/i (fasi 3, 4) Ufficio Agenda 21 (fasi 4, 5, 6) Altri Comuni e Comprensorio (fase 7) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione Territorio e cura del paesaggio Nicola Chiavarelli risorse impiegate Risorse umane: 1 ricercatore o studente (fase 1), uno o più ricercatori (fasi 3, 4) Risorse finanziarie: eventuale spesa di incarico per fasi 3 e 4; spese per la divulgazione dei risultati (da definire) attuazione proposta per 2006"2007 ricadute attese in equità sociale ricadute attese in sviluppo economico ricadute attese in qualità ambientale Migliore conoscenza dell’architettura locale e conseguente maggior qualità Produzione di interventi architettonici di maggior qualità, vivibilità e valore Maggior attenzione per l’ambiente costruito e maggiore qualità degli della pianificazione e della progettazione architettonica. immobiliare. insediamenti. tempi di attuazione 1 anno per la fase 1; almeno 2 anni per le fasi 2, 3 e 4; almeno 6 mesi per la fase 6. potenziali ostacoli indicatori attuazione Mancata adesione al tavolo di condivisione. Numero di aderenti al tavolo di condivisione. Mancata adesione di un Comune campione. Numero di attività di divulgazione finale. Mancanza di risorse economiche per l’attivazione delle ricerche. Mancanza di disponibilità da parte dei proprietari degli edifici da studiare. Scarso rigore nella ricerca. relazione con i commitments di Aalborg 1 - 1.1 - 1.4 - 5 - 5.4 - 5.5 PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Gestione del territorio, Abbandono, Spopolamento, Sicurezza idrogeologica, Sfruttamento edilizio, Aree agricole, Tutela paesaggistica scenario sottoscenario 1. Territorio: Nuovo modello urbanistico, sociale e culturale per la valorizzazione delle risorse locali in sinergia 1. Programmazione e gestione territoriale tra di loro criticità obiettivi Pianificazione territoriale frammentaria. Manca a Primiero un rapporto di scala coerente tra realtà territoriale e Ob. 98. Promuovere una pianificazione urbanistica il più possibile unitaria. pianificazione urbanistica: ciascuna tematica deve essere pianificata ala scala adeguata: comprensoriale (viabilità Ob. 99. Promuovere un assetto istituzionale il più possibile unitario e coerente con un’aggiornata, obiettiva e primaria e infrastrutture, boschi, pascoli, paesaggio, acque, servizi primari, sicurezza...) o di valle e a scala corretta lettura del territorio. comunale o di singolo paese (insediamenti, artigianato, verde nell'abitato, centri storici, piccolo commercio e servizi frazionali...). Manca del tutto a Primiero una pianificazione di scala comprensoriale e di valle che poggi su una cultura condivisa del territorio. L'assetto istituzionale frammentato influisce negativamente sulle capacità di programmazione amministrativa di valle. attuAzione n. 26 azione n. Attivazione della pianificazione urbanistica di scala intermedia comprensoriale e razionalizzazione della pianificazione comunale 123 Reintrodurre il Piano Urbanistico Comprensoriale che tenga conto delle differenze tra le realtà del Vanoi, Primiero e San Martino situazione al 2005 Ci sono attualmente a Primiero ben 8 PRG comunali di cui 2 in frazione San Martino di Castrozza e manca del tutto la pianificazione intermedia. Occorre accorpare le realtà economiche/territoriali simili riducendo numericamente e uniformando le pianificazioni. La legislazione urbanistica vigente (L.P. 22/1991 e ss.mm.) prevede la formazione di un “Piano comprensoriale di coordinamento” che ha per oggetto diversi temi sovracomunali (art. 16: infrastrutture, sicurezza e difesa del suolo, tutela ambientale e paesaggistica, dimensionamenti di aree produttive secondarie e aree per servizi); essa prevede anche la possibilità per i Comuni di formare dei “Piani regolatori generali intercomunali” (art. 20). Il Documento preliminare per la revisione del Piano urbanistico provinciale (del. della G.P. 2187/2004) prefigura il nuovo assetto urbanistico confermando la necessità di una pianificazione intermedia tra quella provinciale e quella comunale e prevedendo la formazione di un “Piano di area vasta” di approfondimento e articolazione locale del PUP in materia di criteri per l’organizzazione dei territori, regole per le reti sovracomunali, regole per aree o parti di territorio sub-provinciali, regole per la tutela della natura, del paesaggio e dei beni culturali, tipologiche di interventi, di definizione di parametri per la valutazione strategica. descrizione dell’attuAzione 1. Incontro di redazione di una lettera di auspicio da parte della Commissione Permanente che descriva l’attuale situazione e proponga l’immediata attivazione dei processi di pianificazione urbanistica di competenza del Comprensorio e l’assunzione di impegni per la redazione di due PRG intercomunali (Alto Primiero e Basso Primiero) 2. Incontro con i promotori di Agenda 21 e consegna e della lettera di auspicio e illustrazione dell’ipotesi, auspicando la formazione di un gruppo ristretto per la formulazione della bozza di Accordo volontario per quanto riguarda i PRG 3. Attivazione della pianificazione di competenza del Comprensorio 4. Sottoscrizione di Accordi volontari da parte dei Comuni di Siror, Sagron Mis, Tonadico, Transacqua e Fiera (Alto Primiero) e dei Comuni di Imer e Mezzano (Basso Primiero) 5. Diffusione pubblica degli Accordi e illustrazione del loro obiettivi 6. Rispetto degli Accordi in sede di revisione dei PRG attori coinvolti Commissione Permanente di Agenda 21 (fasi 1, 2) Comprensorio di Primiero (fase 3) Comuni di Primiero (fasi 2, 4, 6) Ufficio Agenda 21 (fase 5) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione Territorio e cura del paesaggio Teresa Paccagnella risorse impiegate Risorse umane: Impegno diretto della Commissione permanente; Ufficio Agenda 21 (per diffusione) attuazione proposta per 2006"2007 ricadute attese in equità sociale ricadute attese in sviluppo economico ricadute attese in qualità ambientale Pianificazione urbanistica più omogenea, pur nel rispetto delle peculiarità Significative economie di scala nelle progettazioni delle pianificazioni. Sviluppo più armonico degli insediamenti e uso più parsimonioso e razionale dei vari Comuni, e quindi più equa verso i cittadini. Maggiore distacco della del territorio e delle risorse ambientali. pianificazione dai particolarismi di paese. Trattazione alla scala adeguata delle problematiche di ambito sovra-paesano. tempi di attuazione Incontri entro 3 mesi; Attivazione della progettazione comprensoriale a breve termine; Sottoscrizione degli accordi tra Comuni entro 6 mesi; Rispetto degli accordi, secondo i tempi di attivazione delle singole revisioni. potenziali ostacoli indicatori attuazione Mancata disponibilità del Comprensorio. Attivazione della progettazione comprensoriale. Mancata disponibilità di uno o più Comuni per ciascun ambito di Accordo. Sottoscrizione dei due accordi intercomunali. Lungaggini nelle trattative. Variazioni impreviste nella normativa urbanistica provinciale. relazione con i commitments di Aalborg 1 - 1.1 - 1.4 - 1.5 - 5 - 5.2 - 5.3 - 6 - 6.4 PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Gestione del territorio, Abbandono, Spopolamento, Sicurezza idrogeologica, Sfruttamento edilizio, Aree agricole, Tutela paesaggistica scenario sottoscenario 2. Risorse: Modello economico, sociale e culturale - Per una valorizzazione delle risorse del territorio in sinergia 4. Per un bosco condiviso e vissuto come risorsa primaria rinnovabile tra loro e per un riequilibrio dei settori economici criticità obiettivi Negli ultimi 10-15 anni circa il 15% dei boschi di produzione è uscito dalla produzione, in particolare quello Ob. 148. Ridefinire i tipi di boschi in relazione alla scelta dello sviluppo sostenibile e ricalibrare il rapporto tra privato economia, protezione dell’ambiente e biodiversità. attuAzione n. 27 azione n. Interventi per la limitazione dell’abbandono del territorio, per la tutela e valorizzazione del bosco, del paesaggio agrario e della biodiversità situazione al 2005 OB148 Ridefinire i tipi di boschi in relazione alla scelta dello sviluppo sostenibile e ricalibrare il rapporto tra economia, protezione dell’ambiente e biodiversità. Rimboschimento diffuso e incontrollato con situazioni di abbandono e degrado su suoli pubblici e privati in prossimità dei centri abitati o di aree un tempo agricole. Avanzamento costante di specie infestanti (flora e arbusti) che sostituiscono quelle coltivate in passato dall’uomo con riduzione della biodiversità. Carenza (soprattutto in suolo privato) di difesa idrogeologica a causa di una gestione superficiale del territorio. descrizione dell’attuAzione PRIMA FASE PROGETTUALE O DI RICERCA 1. Definizione/analisi dell’assetto territoriale attuale e ricostruzione di quelli pregressi con utilizzo di documenti cartografici e aerofotogrammetrici attuali e storici, di strumenti gestionali per i suoli pubblici (Piano di Assestamento forestale) 2. Valutazione delle numerose fonti orali (in parte già presenti) e scritte per conoscere le vicende storiche che hanno portato alla situazione attuale (utilizzo di documentazione fotografica, catastale, giuridica con le Leggi a favore della montagna e storica) per tracciare un profilo relativo alla gestione storica delle proprietà sivo-pastorali della Valle con gli effetti prodotti sull’assetto attuale. Valutazione di “esperienze campione” svolte in altre Comunità Montane (Trentino e Veneto) e ricerca in rete di progetti sviluppati o in via di attuazione in territori di montagna simili. 3. Formulazione di una proposta per una gestione razionale del territorio silvo-pastorale: in seguito a censimento delle zone prative attualmente falciate si potranno definire (se del caso, anche all’interno del Piano Regolatore) i terreni che devono rimanere prato con esplicite modalità di collaborazione tra enti pubblici e privati proprietari (agevolazioni per uso di mezzi pubblici...) per gli interventi. FASE COMUNICATIVA 4. Comunicazione della ricerca/progetto svolta, rivolta ad un pubblico diversificato: popolazione locale, studenti, addetti ai lavori, operatori economici, turisti e presentazione del progetto con conferenze mirate, mostra fotografica, materiale divulgativo. attori coinvolti Comprensorio - Assessorato all’ambiente (fasi 1, 2, 3, 4 e coordinamento) Provincia Autonoma di Trento e Servizi Forestali (fase 1) Parco Paneveggio Pale San Martino (fasi 1, 3) Comuni o Comune campione (fasi 3 e 4) Progetto 12 (fasi 2 e 4) Privati cittadini (fasi 2 e 3) A.P.T (fase 4) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione attuazione proposta per Territorio e cura del paesaggio Eliana Loss 2006 risorse impiegate Risorse umane: Da definire con incarico a uno o più tecnici del settore (per la fase di analisi, coordinamento e progettazione). Progetto 12 (per gli interventi sul territorio); Risorse finanziarie: Comprensorio e Comuni per il progetto (da definire), A.P.T. e Comprensorio per la parte comunicativa (da definire) ricadute attese in equità sociale ricadute attese in sviluppo economico ricadute attese in qualità ambientale Maggior considerazione del ruolo del cittadino privato proprietario di Apprezzamento da parte dei cittadini locali e turisti e valorizzazione Mantenimento e incremento delle aree prative, contenimento e riduzione terreni come custode del territorio e condivisione della problematica tra economica del territorio a fini turistici. dei dissesti idrogeologici. pubblico e privato. tempi di attuazione 1 anno per lo studio e la progettazione; attuazioni stagionali estive degli interventi. potenziali ostacoli indicatori attuazione Finanziamento delle fasi di studio e progettazione. Superficie delle aree mantenute a prato. Mancanza di disponibilità dei singoli proprietari dei terreni. Incremento di superficie delle aree sboscate. relazione con i commitments di Aalborg 1 - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 1.4 - 3 - 3.3 - 3.4 potenziali ostacoli Finanziamento delle fasi di studio e progettazione. Mancanza di disponibilità dei singoli proprietari dei terreni. indicatori attuazione Superficie delle aree mantenute a prato. Incremento di superficie delle aree sboscate. PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 relazione con i commitments di Aalborg 1 - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 1.4 - 3 - 3.3 - 3.4 tema Gestione del territorio, Abbandono, Spopolamento, Sicurezza idrogeologica, Sfruttamento edilizio, Aree agricole, Tutela paesaggistica scenario sottoscenario 1. Territorio: Nuovo modello urbanistico, sociale e culturale per la valorizzazione delle risorse locali in sinergia 2. Residenza e edilizia tra di loro criticità obiettivi Blocco degli affitti e valore elevato delle case che provocano l'immobilità del mercato e spinge a cercare nuove Ob. 107. Agire sul mercato degli affitti aree di espansione edilizie. Mancata distinzione tra turista e residente: si rivolgono allo stesso mercato Ob. 108. Modificare il sistema di ospitalità turistica rendendo di nuovo disponibili gli alloggi d'affitto e attivando nuove tipologie di ricettività attuAzione n. 28 azione n. Introduzione di esenzioni o riduzioni ICI sugli appartamenti locati come prima abitazione situazione al 2005 134 Studio di esperienze svolte da altre amministrazioni per risolvere problematiche analoghe: ad esempio il Comune di Trento pratica esenzioni ICI a chi affitta seconde case per chi è in cerca di una prima casa Attualmente le seconde case vengono affittate stagionalmente e vi è una certa difficoltà, per chi si trova in condizione di disagio abitativo, a soddisfare il proprio bisogno di prima casa con un contratto di locazione di durata superiore a tempi stagionali. Il mercato è infatti rivolto quasi interamente al turismo o bloccato. Non esistono esenzioni o riduzioni dell’ICI per chi affitta le seconde case con contratto minimo quadriennale a persone bisognose di prima abitazione. descrizione dell’attuAzione 1. Informazione ai Comuni di Primiero in merito a provvedimenti amministrativi comunali messi in atto per ridurre l’ imposta ICI per seconde case locale con contratto pluriennale a che necessita di prima abitazione. 2. Proposta di sviluppo di un’azione pilota presso un Comune campione che varia il proprio Regolamento ICI prevedendo le esenzioni sopra prefigurate a chi affitta secondo le modalità previste della Legge 269/04 e con canone concordato secondo le norme della Legge 431/98. Valutazione e commisurazione dell’esenzione in relazione alla sua efficacia (rapporto tra rendita di affitto stagionale e pluriennale) e all’incidenza sulle entrate comunali (minori entrate ICI o loro eventuale ridistribuzione) 3. Eventuale estensione ad altri comuni di Primiero. attori coinvolti Ufficio Agenda 21 (fase 1) Assessorato alle politiche sociali del Comprensorio (fasi 1, 2, 3) Amministrazione comunale campione (fasi 2) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione Territorio e cura del paesaggio Eliana Loss risorse impiegate Risorse umane: gruppo di lavoro comunale per predisposizione della variazione al Regolamento Risorse finanziarie: possibile mancato introito ICI se non compensato con riassestamento delle altre aliquote ricadute attese in equità sociale Riduzione del disagio abitativo. Accesso facilitato per affittuari annui di “prime abitazioni”. ricadute attese in sviluppo economico Minor carico di imposta ai proprietari di seconde case che aderiscono. Gettito continuativo della locazione rispetto al rischio di mancato affitto stagionale per mancanza di turisti. Possibili riduzioni di entrate ICI comunali. tempi di attuazione Tempi tecnici dei Comuni per cambiare le normative attuali e quindi di verifica delle adesioni potenziali ostacoli Mancanza di disponibilità di un Comune campione per l’applicazione dell’attuAzione. Mancanza di condivisione della scelta da parte dei cittadini. relazione con i commitments di Aalborg 1 - 1.1 - 1.3 - 1.4 - 9 - 9.5 indicatori attuazione Numero di abitazioni interessate. Numero di affittuari annui soddisfatti. Computo delle riduzioni ICI. attuazione proposta per 2006 ricadute attese in qualità ambientale PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Gestione del territorio, Abbandono, Spopolamento, Sicurezza idrogeologica, Sfruttamento edilizio, Aree agricole, Tutela paesaggistica scenario sottoscenario 2. Risorse: Modello economico, sociale e culturale - Per una valorizzazione delle risorse del territorio in sinergia 4. Per un bosco condiviso e vissuto come risorsa primaria rinnovabile tra loro e per un riequilibrio dei settori economici criticità obiettivi Il bosco viene frequentemente considerato “alberi” e basta: ne abbiamo una visione riduttiva e distorta Ob. 144. Sviluppare una cultura del bosco sostenibile e coerente con le risorse e con le situazioni locali per consentire al bosco di tornare fattore di vivibilità e qualità della vita a Primiero. attuAzione n. 29 azione n. Valorizzazione dei sentieri che partono da centri abitati e i relativi apparati informativi in loco o a stampa 199 Fare dei sentieri specifici (tematici) che partano dal centro abitato e si inoltrino nel bosco e che possano essere affrontati con guide (a stampa) situazione al 2005 La nostra valle può vantare la presenza di ambienti suggestivi nelle immediate vicinanze dei centri abitati e quindi facilmente raggiungibili anche attraverso una sviluppata rete sentieristica non sempre adeguatamente valorizzata né segnalata. Alcuni sentieri o strade di tipo forestale non sono gestiti in modo da essere percorribili con facilità anche da persone (anziani, famiglie con bambini) che desiderano camminare senza allontanarsi troppo dall’abitato. Altri sentieri sono stati ripristinati ma non sono chiaramente indicati o sono privi di apparato informativo (storico, naturalistico...) sul territorio visitato. Nel complesso, manca un quadro organico (sia dell’offerta che gestionale) dei sentieri. Per quanto riguarda gli apparati informativi e di guida, il quadro è altrettanto disomogeneo. Attualmente esistono: delle schede “Cenni storici” sui paesi realizzate dall’APT e le guide ai dipinti “Pictor Pinxit”, dell’Ecomuseo del Vanoi e di Tonadico. Importanti sono le esperienze di segnaletica/guide del “Sentiero etnografico”, dell’Itinerario “da Tonadico al Cimerlo” e del “Sistema informativo culturale” di Imer. Sta partendo un’iniziativa del comune di Siror per una serie di guide a itinerari tematici nel paese e dintorni. È anche appena uscita la guida “Camminare” di Scalet Samuele che contiene 118 itinerari, gran parte a partire dagli abitati. Il problema fondamentale sembra essere quello di segnalare e rendere disponibile il materiale di guide che già esiste. Secondariamente, si pone anche il problema di un eventuale raccordo tra guida e segnaletiche in sito (vedi le esperienze di Mezzano, Ronco e Imer, del Parco e dell’Ecomuseo del Vanoi). descrizione dell’attuAzione 1. Incontro preliminare per il lancio dell’azione con Enti e operatori interessati 2. Formazione di un quadro conoscitivo sulla rete sentieristica che si diparte e sviluppa dagli abitati e sulle relative segnaletiche in loco e guide a stampa 3. Formulazione di proposte di ottimizzazione e integrazione dei percorsi, della segnaletica, delle guide e della manutenzione 4. Valutazione e condivisione delle proposte con eventuale derivazione di scelte operative da parte dei singoli operatori coinvolti (nuovi sentieri, migliorie, segnaletiche, guide, manutenzioni...) 5. Creazione e diffusione di un sistema di facile reperimento e promozione delle guide ai percorsi presso luoghi ad alta frequentazione (Uffici turistici, Biblioteche, Alberghi...) attori coinvolti APT, anche con eventuale incarico esterno (fasi 1, 2, 3, 4, 5) Assessorato al turismo del Comprensorio (fasi 1, 4) Comuni (fasi 1, 4) Parco (fasi 1, 4) Uffici turistici periferici, Biblioteche, Alberghi, altri servizi pubblici (5) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione attuazione proposta per Territorio e cura del paesaggio Eliana Loss 2006"2007 risorse impiegate Risorse umane: tecnico o gruppo di lavoro incaricato delle fasi operative e di progetto (2, 3, 5) Risorse finanziarie: per eventuale incarico progettuale delle fasi 2, 3, 5 (da definire); per attuazione delle scelte operative (fase 4, a carico dei singoli soggetti); per il sistema delle guide (fase 5, da condividere tra gli attori) ricadute attese in equità sociale Maggior fruibilità per tutti dei percorsi di svago. ricadute attese in sviluppo economico Sviluppo di un’offerta turistica aggiuntiva di qualità e coordinata. tempi di attuazione 3 mesi per le prime 2 fasi; 2 mesi per la fase 3; 2 mesi per l’attuazione della fase 5. potenziali ostacoli Scarso interesse da parte dei Comuni o degli operatori privati. relazione con i commitments di Aalborg 1 - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 1.4 - 5 - 5.4 - 8 - 8.5 ricadute attese in qualità ambientale Valorizzazione del territorio e sua manutenzione mirata con conservazione e salvaguardia degli elementi qualificanti e significativi. indicatori attuazione Numero di sentieri individuati in un quadro organico. Numero di sentieri adeguatamente attrezzati a seguito dell’operazione. Numero di sentieri supportati da guide a stampa. PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Turismo sostenibile e Neve, Trasporti e viabilità, Rifiuti, Raccolta e depurazione delle Acque, Aria scenario sottoscenario 2. Viabilità-Trasporti: Primiero diventi un esempio e un precursore di un modo alternativo di intendere la viabilità criticità obiettivi La velocizzazione e la semplificazione della viabilità non è pensata a livello sovra-comunale Assenza di sistemi di Ob. 71. Individuazione degli strumenti per il monitoraggio dell’aria monitoraggio dell'aria attuAzione n. 30 azione n. Introduzione di sistemi di monitoraggio della qualità dell’aria in aree sensibili e di valutazione delle emissioni, comprese quelle provenienti dalle centrali a biomassa 88 Introdurre dei sistemi di monitoraggio della qualità dell’aria situazione al 2005 I dati sulla qualità dell’aria che impongono restrizioni alla circolazione veicolare nelle aree urbane del Trentino non sono noti alle aree periferiche. I cittadini di Primiero non sanno se l’aria che respirano è davvero “buona” come viene venduta dal turista di montagna. Non sono presenti sul territorio comprensoriale stazioni di rilevamento fisse sulla qualità dell’aria. Nella primavera-estate 2003 è stata condotta dall’APPA una indagine con stazione mobile presso Villa Welsperg incentrata sulla “vitalità pollinica” di alcune piante; tale indagine ha rilevato inaspettati (per una zona montana poco abitata) superamenti dei limiti previsti dalla normativa per gli inquinanti PM10 e Ozono. Il monitoraggio dell’aria è utile anche come valutazione dell’impatto positivo del progettato sistema di centrale di teleriscaldamento a biomassa in valle di Primiero. Nei mesi invernali, soprattutto nell’area di Mezzano-Imer, i cittadini percepiscono una insopportabile concentrazione di inquinanti derivante dalle condizioni meteorologiche che spesso inducono una prolungata stagnazione dell’aria. descrizione dell’attuAzione 1. I soggetti istituzionali preposti (Comuni, Comprensorio, ecc.) chiedono con forza e urgenza all’APPA l’avvio di una campagna di monitoraggio della qualità dell’aria con stazioni mobili nel fondovalle di Primiero (centro di Fiera di Primiero, Mezzano-Imer). 2. L’APPA, attraverso Unità Operative Tutela Aria e Agenti fisici, esegue una o più campagne di misurazione che coprano temporalmente i picchi stagionali di presenza turistica e traffico veicolare. 3. Una volta elaborati i dati, a questi viene data massima pubblicità (Stampa e diffusione di un “rapporto non tecnico” sulla qualità dell’aria a Primiero) e vengono, se necessario, prese tutte le misure di limitazione del traffico e delle emissioni in atmosfera atte a riportare i valori degli inquinanti entro i limiti di legge. 4. I Comuni incaricano ACSM spa o Azienda Ambiente srl dell’installazione di una stazione fissa. 5. Si promuove la sperimentazione di filtri dei fumi applicati ai camini. 6. I rilevamenti vengono ripetuti annualmente con debiti confronti, anche in relazione agli esiti del progettato impianto di teleriscaldamento e di eventuali riduzioni di fumi da riscaldamento attraverso sistemi di filtro applicati ai camini. attori coinvolti Comuni e Comprensorio di Primiero (fasi 1, 3, 4, 5) Agenzia Provinciale per la Protezione dell’ambiente - Ufficio Tutela Aria e Agenti fisici (fasi 2, 3, 5, 6) ACSM spa o Azienda Ambiente srl (fase 4, 5, 6) Ufficio Agenda 21 (fase 3) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione Territorio e cura del paesaggio Daniele Gubert risorse impiegate Risorse umane: Operatori tecnici dell’APPA (per rilevazioni); Ufficio Agenda 21 (per pubblicazione dei dati come “rapporto non tecnico”) Risorse finanziarie: per eventuali costi della fase 2 e per i costi della fase 4 (da stimare in sede esecutiva) Risorse strumentali: Stazione mobile (furgoncino) di campionamento dell’APPA ricadute attese in equità sociale Informazione e trasparenza verso i cittadini e gli ospiti sullo stato dell’ambiente e la qualità dell’aria. Monitoraggio del problema dell’incenerimento privato dei rifiuti. ricadute attese in sviluppo economico Risparmio sulle spese di cura delle malattie derivanti da inquinamento atmosferico. Impulso alla modernizzazione degli impianti (veicoli, riscaldamento, industria...). Credibilità dell’offerta di qualità ambientale “venduta” dalla promozione turistica. tempi di attuazione Stagione stiva 2006 - Stagione invernale 2006/2007 - Reiterazione negli anni successivi. potenziali ostacoli Concorrenza di altre zone del Trentino nell’allocazione delle stazioni mobili di monitoraggio. Costi di installazione di apparecchiature fisse. Timori degli amministratori comunali e pressioni del settore turistico in ordine alla diffusione dei dati sulla qualità ambientale, qualora questi non fossero positivi. relazione con i commitments di Aalborg 1 - 1.1 - 1.4 - 3 - 3.4 - 7 - 7.1 - 7.4 - 10 - 10.1 - 10.2 - 10.3 - 10.4 attuazione proposta per 2006"2007 ricadute attese in qualità ambientale Rientro nei limiti di legge dei fattori inquinanti. Contributo locale agli obiettivi del protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici. indicatori attuazione Numero dei monitoraggi effettuati. Gradienti di riduzione dei valori di inquinamento. Numero di filtri applicati. PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Gestione del territorio, Abbandono, Spopolamento, Sicurezza idrogeologica, Sfruttamento edilizio, Aree agricole, Tutela paesaggistica scenario sottoscenario 2. Risorse: Modello economico, sociale e culturale - Per una valorizzazione delle risorse del territorio in sinergia 2. Abbandono del territorio agricolo: per un territorio vivo e un'agricoltura locale sostenibile tra loro e per un riequilibrio dei settori economici criticità obiettivi Molte aree un tempo usate a fini agricoli oggi non lo sono più. Molti pascoli e malghe e molti edifici delle malghe Ob. 124. Mantenere o recuperare le aree agricole esistenti o potenziali per lo sviluppo di policolture sostenibili e sono abbandonati e in degrado o usati come agriturismo. Molti prati di mezza quota sono oggi abbandonati o fondate su specie e varietà locali con un programma ben definito e coordinato tecnicamente. sfalciati senza produrre fieno destinato all’allevamento. Inquinamento con foraggi esterni e conseguente Ob. 135. Mantenimento o recupero delle aree a prato o pascolo esistenti se ancora utilizzabili per lo sviluppo di impoverimento del numero di specie vegetali somministrate al bestiame. allevamenti sostenibili e fondati su specie e varietà locali o adeguate ai luoghi. Ob. Promuovere una valorizzazione dei foraggi locali e la loro difesa come “cru” determinanti la qualità dei prodotti degli allevamenti. attuAzione n. 31 azione n. Indagine sulle potenzialità agropastorali del territorio 161-178-1 90-191 Individuare le aree potenzialmente utilizzabili/adatte a fini agricoli specie di tipo biologico. Programmare la protezione attiva di territori vocati all’allevamento che individui le aree potenzialmente utilizzabili per ciascun tipo di allevamento. Studio delle diverse aree del territorio. eseguire un’analisi vocazionale. situazione al 2005 La pianificazione urbanistica attuale tende a considerare le aree agricole a pastorali come “zone bianche”, ovvero zone “di risulta” che rimangono dopo le azioni di urbanizzazione e occupazione del territorio. Di qui una svalutazione della loro potenzialità e della risorsa primaria principale ad esse collegate l’erba. È evidente che un simile approccio non ha alcun interesse a valutare le potenzialità delle aree e tende tuttalpiù a considerarle come “riserva” per future urbanizzazioni. Di qui l’assenza, specie nelle pianificazioni di livello comunale, di strategie per un uso sostenibile di questo vasto patrimonio territoriale. Di qui anche, di conseguenza, il continuo estendersi del “bosco da abbandono” cui fanno - talora - da contraltare eccessi di pressione antropica indotti da usi inappropriati di questi territori (baite “da vacanza”, finti “agritur”...) descrizione dell’attuAzione Questa azione potrebbe essere condotta anche attraverso un tavolo specifico del Forum di Agenda 21: 1. Definizione delle attività e dei prodotti agricoli e di allevamento - locali, esistenti o potenziali - e delle caratteristiche dei territori ad essi destinati (acclività, esposizione, suolo, accessibilità, strutture insediative, infrastrutture...) 2. Individuazione della caratteristiche dei terreni e dei foraggi determinanti la qualità dei prodotti (“cru” del territorio) 3. Produzione di una carta tematica dell’uso e potenzialità del suolo per ciascuna attività agricola o di allevamento. 4. Analisi delle possibili sinergie tra le varie attività esistenti o potenziali (policolture) e dell’utilizzazione con sistemi biologici. 5. Produzione di una carta di sintesi delle potenzialità agropastorali dei suoli. 6. Adozione della carta di sintesi nelle fasi di programmazione socioeconomica e di pianificazione urbanistica intermedia e comunale. 7. Adozione di un programma di difesa e valorizzazione delle aree e suoli di buona potenzialità agropastorale e valorizzazione del legame territorio-prodotti come elemento di qualità (“cru”) attori coinvolti Azione attuabile anche da un Ente “campione” nel contesto della sua pianificazione urbanistica. Parco Paneveggio Pale di San Martino (fasi 3, 4, 5, 6) Comprensorio di Primiero (fasi 3, 4, 5, 6) Comuni (fasi 3, 4, 5, 6) Gruppo di ricerca sostenuto dagli Enti interessati (fasi 1, 2, 7) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione Sviluppo agroalimentare Gianfranco Bettega risorse impiegate Risorse umane: Gruppo di ricerca incaricato; Eventuale coordinatore per il Tavolo di lavoro qualora attivato Risorse finanziarie: (da definire) ricadute attese in equità sociale Valorizzazione di territorio e risorse sia comunitari (boschi e pascoli) che privati (prati, boschi e terreni abbandonati). ricadute attese in sviluppo economico Maggiori possibilità di utilizzo pertinente e produttivo di territori abbandonati e risorse locali (legno, erba) oggi sottoutilizzate. tempi di attuazione Da attuare nelle fasi preliminari di redazione dei Piani intermedi (del Parco e Comprensoriale) e dei PRG. potenziali ostacoli Mancata iniziativa degli Enti competenti alla pianificazione urbanistica. relazione con i commitments di Aalborg 1 - 1.1 - 1.4 - 3 - 3.3 - 3.4 - 5 - 5.1 - 5.2 - 8 - 8.3 attuazione proposta per 2006 ricadute attese in qualità ambientale Migliore conoscenza del territorio (agropastorale, boschivo e “di abbandono”) e delle sue potenzialità produttive con conseguente migliore pianificazione urbanistica e gestione ambientale. Le “aree bianche” dei PRG si colorano e valorizzano e vengono difese dall’urbanizzazione incontrollata. indicatori attuazione Numero di categorie territoriali e di produzioni potenziali individuate. Numero di indagini svolte. PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Gestione del territorio, Abbandono, Spopolamento, Sicurezza idrogeologica, Sfruttamento edilizio, Aree agricole, Tutela paesaggistica scenario sottoscenario 2. Risorse: Modello economico, sociale e culturale - Per una valorizzazione delle risorse del territorio in sinergia 2. Abbandono del territorio agricolo: per un territorio vivo e un'agricoltura locale sostenibile tra loro e per un riequilibrio dei settori economici criticità obiettivi Le specie e varietà locali di vegetali vanno scomparendo Salvaguardare le specie e varietà locali, sia spontanee che coltivate, attraverso la loro conoscenza e un uso sostenibile attuAzione n. 32 azione n. Individuazione e catalogazione delle specie e varietà vegetali locali annuali, biennali o da seme situazione al 2005 165 Indagine e catalogazione delle specie e varietà vegetali locali, ornamentali e coltivate, esistenti o che si possono introdurre in loco con metodi sostenibili La ricchezza di varietà vegetali locali da seme non è oggi documentata per Primiero. La loro diffusione - soprattutto in orti e campi - è però ancora significativa. Da una parte, queste specie sono le più fragili ed esposte a rischi di contaminazione, abbandono, sostituzione. Da un altro punto di vista, si è ormai quasi persa la pratica di produrre e conservare di anno in anno la semente in proprio. Queste attività costituivano - e possono ancora costituire - un importante funzione di conservazione della biodiversità coltivata, utilmente riconnettibili con gli abitativi perseguiti da alcune attuAzioni legate agli spazi coltivati (nn. 31 e 36) descrizione dell’attuAzione 1. Organizzazione di una ricerca delle coltivazioni (orticole e in campo) esistenti (sulla base di una scheda di rilevamento standard: coltivatore, località, specie e varietà coltivate, quantità...) 2. Stesura di un rapporto sulle piante da seme, i loro prodotti e i loro usi (storici, tradizionali, odierni e potenziali) 3. Creazione di una rete dei coltivatori e promozione di produzione e scambi di sementi 4. Promozione di orti e campi catalogo di riproduzione e conservazione delle sementi 5. Ricerca di collegamenti e supporto con istituti o organizzazioni di conservazione attori coinvolti Associazione locale (fasi 1, 2, 3, 5) Comuni campione (fasi 4) “Sapori e Saperi” come fonte informativa storica e come supporto alla stesura del rapporto (fasi 1, 2) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente Sviluppo agroalimentare Cristina Zorzi risorse impiegate Risorse umane: Uno o più membri di un’associazione locale per la ricerca Risorse finanziarie: 1500 € più eventuale affitto di orti o campi catalogo ricadute attese in equità sociale Conoscenza, valorizzazione, trasmissione e condivisione dei saperi locali sulla coltivazione. tempi di attuazione 2 anni potenziali ostacoli Mancata adesione di un comune campione. Mancata disponibilità di orti e campi catalogo. relazione con i commitments di Aalborg 1 - 1.2 - 3 - 3.3 - 3.4 - 4 - 4.5 responsabile dell’azione ricadute attese in sviluppo economico Creazione di un circuito di sementi di qualità e incremento delle coltivazioni familiari con ricadute in risparmio per le famiglie. indicatori attuazione si/no Numero di specie individuate. Numero di specie raccolte. Numero di specie distribuite. attuazione proposta per 2006 ricadute attese in qualità ambientale Salvaguardia e conservazione della biodiversità coltivata. PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Gestione del territorio, Abbandono, Spopolamento, Sicurezza idrogeologica, Sfruttamento edilizio, Aree agricole, Tutela paesaggistica scenario sottoscenario 2. Risorse: Modello economico, sociale e culturale - Per una valorizzazione delle risorse del territorio in sinergia 2. Abbandono del territorio agricolo: per un territorio vivo e un'agricoltura locale sostenibile tra loro e per un riequilibrio dei settori economici criticità obiettivi Le specie e varietà locali di vegetali vanno scomparendo Salvaguardare le specie e varietà locali, sia spontanee che coltivate, attraverso la loro conoscenza e un uso sostenibile attuAzione n. 33 azione n. Individuazione e catalogazione delle specie e varietà vegetali locali perenni e da frutto situazione al 2005 165 Indagine e catalogazione delle specie e varietà vegetali locali, ornamentali e coltivate, esistenti o che si possono introdurre in loco con metodi sostenibili La ricchezza di varietà vegetali locali perenni è per Primiero un dato di fatto intuitivamente percepibile ma mai operativamente documentato. La presenza di alberi da frutta e viti, ma anche di piante spontanee o inselvatichite è notevole, così come sono significative le testimonianze storiche e di memoria in merito. Le piante da frutto sono particolarmente significative perché la loro sperimentazione e acclimatazione secolari hanno portato a varietà locali particolarmente adattate ai nostri luoghi e climi. D’altra parte, esse hanno anche una significativa ricaduta sul patrimonio di saperi gastronomici locali. Tutto questo è oggi sottovalutato e a rischio di dispersione. descrizione dell’attuAzione per Comune o area campione 1. Censimento a tappeto delle piante da frutto esistenti 2. Ricerca storica (documentaria e orale) sulle specie e varietà coltivate 3. Stesura di un rapporto sulle piante perenni e da frutta, i loro prodotti e i loro usi (storici, tradizionali, odierni e potenziali) 4. Analisi delle potenzialità di formazione di impianti o frutteti in relazione alle caratteristiche territoriali (anche per similitudine con aree montane simili) 5. Individuazione di contadini custodi e di arboreti di conservazione esistenti o potenziali e auspicabili 6. Ricerca di collegamenti e supporto con istituti o organizzazioni di conservazione attori coinvolti Comune “campione” (sponsor dell’azione) Studenti e docenti Istituto Agrario Vellai o San Michele a/A (fasi 1, 2, 3, 6) “Sapori e Saperi” o ricercatore incaricato dal Comune (fasi 2, 3, 4, 5, 6) Coltivatori custodi già attivi (fase 5) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione attuazione proposta per Sviluppo agroalimentare Gianfranco Bettega 2006 risorse impiegate Risorse umane: 1 studente di un Istituto Agrario o Università assistito da un docente; un eventuale ricercatore incaricato dal Comune; uno o più coltivatori custodi Risorse finanziarie: rimborsi spese docenti e studenti (500 €) ricadute attese in equità sociale Conoscenza, valorizzazione, trasmissione e condivisione dei saperi locali sulla coltivazione. tempi di attuazione 1 anno fino alla fase 3; 1 anno ulteriore per le altre tre fasi potenziali ostacoli Mancata adesione delle scuole. Mancata adesione di un comune campione. relazione con i commitments di Aalborg 1 - 1.2 - 3 - 3.3 - 3.4 - 4 - 4.5 ricadute attese in sviluppo economico Creazione di un circuito di piante di qualità e incremento delle coltivazioni familiari con ricadute in risparmio per le famiglie. indicatori attuazione si/no Numero di specie individuate. Numero di specie raccolte. Numero di specie distribuite. ricadute attese in qualità ambientale Salvaguardia e conservazione della biodiversità coltivata. PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Gestione del territorio, Abbandono, Spopolamento, Sicurezza idrogeologica, Sfruttamento edilizio, Aree agricole, Tutela paesaggistica scenario sottoscenario 2. Risorse: Modello economico, sociale e culturale - Per una valorizzazione delle risorse del territorio in sinergia 3. Abbandono dei pascoli: molti allevamenti locali e sostenibili tra loro e per un riequilibrio dei settori economici criticità obiettivi Presenza di mono-allevamento senza allevamenti complementari. le specie animali locali vanno scomparendo o Recupero e incremento delle specie e razze animali locali allevate: bovini, ovini, equini, caprini, suini, api, sono già scomparse e si riducono numericamente. pollame, troticoltura e animali da cortile... Non ragionare solo in termini di bovini. attuAzione n. 34 azione n. Individuazione e catalogazione delle specie e razze animali esistenti o storiche 182 Indagine e catalogazione delle specie e razze animali esistenti o che si possono introdurre in loco con metodi sostenibili situazione al 2005 Il panorama delle razze animali allevate in loco è oggi molto variegato e soffre soprattutto di un ridotto numero di capi per razza. La realtà storica che ci stiamo lasciando alle spalle è però ricca di testimonianze significative, soprattutto della stretta connessione e adattamento delle razze alle non facili condizioni territoriali e climatiche. Da questo rapporto derivavano alcune peculiarità dell’allevamento primierotto e della produzione agroalimentare ad esso connessa. Di converso, la situazione attuale è di ampio sottoutilizzo delle risorse di pascolo disponibili. Un censimento delle razze dovrebbe perciò contemplare la storia, lo stato odierno, ma anche le potenzialità di Primiero. descrizione dell’attuAzione 1. Definizione di una scheda di censimento 2. Esame dei dati già in possesso dell’ASL 3. Integrazione dei dati con censimento degli allevamenti professionali o di autoconsumo, con individuazione delle razze allevate (allevatore, località, numero di capi...) 4. Esame storico degli allevamenti (documentati e/o dismessi, attuali, potenziali) in relazione alle risorse e potenzialità del territorio (spazi, foraggi, strutture e infrastrutture... in riferimento all’attuAzione 31) 5. Produzione di un bilancio ragionato delle razze animali oggi allevate (consistenza, metodi, problematiche, produzioni, usi alimentari, riflessi ambientali...) e delle potenzialità di sviluppo degli allevamenti attori coinvolti ASL Trentino - Servizio Veterinario (come supporto e controllo per le fasi 1, 2 e 3) Istituto Agrario, studente ricercatore incaricato o associazione (fasi 1, 2, 3, 4, 5) “Sapori e Saperi” come fonte storica (fase 4) Ufficio Agenda 21 (coordinamento) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione attuazione proposta per Sviluppo agroalimentare Gianfranco Bettega 2006 risorse impiegate Risorse umane: 1 studente o un’associazione (come ricercatore); un docente (come supervisore); un operatore Servizio Veterinario (fornitura dati); Ufficio Agenda 21 (coordinamento) Risorse finanziarie: rimborsi spese € 500. ricadute attese in equità sociale Maggiore integrazione tra scuola professionale e realtà locale e quindi maggiori prospettive di impiego in loco e in attività sostenibili dei diplomati. tempi di attuazione 1 anno potenziali ostacoli Mancata adesione scuole. Mancata disponibilità allevatori. relazione con i commitments di Aalborg 3 - 3.3 - 3.4 - 8 - 8.1 ricadute attese in sviluppo economico Supporto all’avvio di nuove iniziative di allevamento locali. indicatori attuazione Numero di specie censite. ricadute attese in qualità ambientale Conoscenza e salvaguardia della biodiversità allevata. PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Gestione del territorio, Abbandono, Spopolamento, Sicurezza idrogeologica, Sfruttamento edilizio, Aree agricole, Tutela paesaggistica scenario sottoscenario 2. Risorse: Modello economico, sociale e culturale - Per una valorizzazione delle risorse del territorio in sinergia 2. Abbandono del territorio agricolo: per un territorio vivo e un'agricoltura locale sostenibile tra loro e per un riequilibrio dei settori economici criticità obiettivi Si vanno perdendo gli spazi abitativi tradizionali legati all’agricoltura: cantine, soffitte... Obb. 133 - 139. Salvaguardia mirata di spazi abitativi legati all’agricoltura e alla conservazione/affinamento dei prodotti, in particolare soffitta e volt. attuAzione n. 35 azione n. Censimento degli spazi abitativi tradizionali legati a conservazione e affinamento di prodotti alimentari 173-186 situazione al 2005 Individuare gli spazi con un censimento, non finalizzato al vincolo. In seguito prevedere degli strumenti compensativi del volume edilizio o di sgravio degli oneri per la conservazione ed il riuso di tali spazi. Prima dell’avvento dei sistemi industriali ed elettrica (frigoriferi, essicatoi, ecc.) le attività di conservazione delle derrate alimentari erano svolte soprattutto in famiglia, attraverso l’uso di ambienti appositi dell’abitazione e degli edifici rustici (vòlt, soffitta), di strutture specifiche (i graticci sui poggioli, il blockbau aerato...), di arredi e attrezzi speciali (la secaròla, i bastoni per le lugàneghe...). Questi spazi, strutture, arredi e strumenti erano funzionali a quattro tecniche principali: salagione, affumicatura, essiccazione e conservazione al freddo/umido. I nostri centri abitati conservano ancora numerosi spazi, arredi e attrezzature di questo genere che sono però sempre più abbandonati e sottovalutati, quando non addirittura cancellati. descrizione dell’attuAzione per un Comune campione: 1. Ricerca e descrizione delle tecniche tradizionali e locali di conservazione dei prodotti dell’agricoltura, allevamento e raccolta. (cosa, dove, quando, perché, come e chi conservava/affinava) 2. Descrizione degli spazi dell’abitazione e degli edifici rustici e degli arredi / strumenti usati in tali attività. 3. Censimento a tappeto di spazi, arredi e strumenti esistenti. 4. Eventuale successiva attuazione delle azioni 174 e 187. attori coinvolti Comune “campione” attraverso un ricercatore incaricato (fasi 2, 3, 4) Sapori e Saperi come fonte informativa (fase 1) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente Sviluppo agroalimentare Gianfranco Bettega risorse impiegate Risorse umane: ricercatore incaricato dal Comune campione Risorse finanziarie: incarico ricercatore 6000 € ricadute attese in equità sociale Valorizzazione di saperi comunitari e spazi abitativi e rurali privati sottovalutati e usati in maniere non pertinenti. tempi di attuazione 1 anno potenziali ostacoli Mancata disponibilità dei proprietari al censimento. relazione con i commitments di Aalborg 5 - 5.3 - 5.4 responsabile dell’azione Comune “campione” ricadute attese in sviluppo economico Possibile riuso produttivo (per conservazione e affinamento di alta qualità dei prodotti alimentari) di spazi ormai in genere adibiti a funzioni complementari (depositi o garages). attuazione proposta per 2006 ricadute attese in qualità ambientale Migliore conoscenza di una parte dell’edificato e delle sue potenzialità di utilizzo con conseguente migliore pianificazione urbanistica. indicatori attuazione Numero di spazi, arredi, strumenti e tecniche individuati. Numero di siti potenzialmente utilizzabili individuati. PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Gestione del territorio, Abbandono, Spopolamento, Sicurezza idrogeologica, Sfruttamento edilizio, Aree agricole, Tutela paesaggistica scenario sottoscenario 2. Risorse: Modello economico, sociale e culturale - Per una valorizzazione delle risorse del territorio in sinergia 2. Abbandono del territorio agricolo: per un territorio vivo e un'agricoltura locale sostenibile tra loro e per un riequilibrio dei settori economici criticità obiettivi i campi e gli orti di autoconsumo vanno scomparendo Ob. 125. Protezione attiva degli orti (intesi come “verde profondo”), dei frutteti e dei campi come componenti essenziali e vitali della realtà insediativa di Primiero. Il verde profondo, a differenza del verde superficiale che è estetico, va inteso come parte del verde in cui l’albero può crescere perché la radice ha la possibilità di andare in profondità. attuAzione n. 36 azione n. Formazione e tenuta di un “bilancio” degli orti e delle aree coltivate 162 Sviluppo e tenuta di un “bilancio” degli orti e delle aree coltivate situazione al 2005 Gli spazi ad orto costituiscono un importante tessuto connettivo storico degli insediamenti abitati di Primiero. La loro estensione è ancora molto significativa ma numerosi fattori li rendono a rischio di abbandono o cancellazione (trasformazione in spazi pavimentati, posti macchina...). Essi costituiscono degli elementi qualificanti gli insediamenti da almeno tre punti di vista concorrenti: come serbatoi di biodiversità coltivata, come luoghi di trasmissioni e scambi di saperi legati al cibo, come “arredo urbano” non effimero e non dispendioso. descrizione dell’attuAzione per Comune o area campione 1. Analisi storica (da cartografie) delle aree coltivate e degli orti e computo delle superfici ad esse adibite 2. Individuazione, localizzazione e schedatura di orti, giardini e campi esistenti (posizione, estensione, coltivati o meno, specie e varietà? -vedi attuAzione 33) 3. Computo delle superfici coltivate 4. Definizione della rilevanza storica e ambientale dei singoli coltivi (storicità, posizione, valore paesaggistico...) 5. Redazione di una proposta di “bilancio” (quali orti tenere? quali si possono eventualmente sostituire? a che condizioni? individuazione di aree sostitutive o di espansione dei coltivi...) 6. Condivisione della proposta con la comunità 7. Formulazione di proposte di incentivi alla coltivazione (vedi azione 163.1) 8. Verifiche periodiche del “bilancio” 9. Estensione dell’azione ad altri Comuni attori coinvolti Comune “campione” (Mezzano, sponsor dell’azione, punti 4, 6, 7, 8) Ricercatore incaricato dal Comune (punti 1, 2, 3, 4, 5) Commissione Permanente (punto 9) Ufficio Agenda 21 (fasi 6, 7) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente Sviluppo agroalimentare Cristina Zorzi risorse impiegate Risorse umane: un ricercatore (stagista, laureando o altro) incaricato Risorse finanziarie: ricercatore (6000 € se incaricato ad hoc) ricadute attese in equità sociale Disponibilità di spazi verdi di alta qualità storica e culturale, come sedi di scambio e trasmissione di saperi locali. tempi di attuazione 1 anno potenziali ostacoli Costo dell’incarico al ricercatore. Mancata gestione delle verifiche da parte del Comune. relazione con i commitments di Aalborg 3 - 3.3 - 3.4 - 5 - 5.2 - 5.4 responsabile dell’azione Comune di Mezzano ricadute attese in sviluppo economico Valorizzazione degli orti come luoghi di produzione alimentare economica e di qualità. attuazione proposta per 2006 ricadute attese in qualità ambientale Alta qualità urbana grazie alla buona disponibilità di spazi verdi anche di riposo. indicatori attuazione Superfici ad orto conservate, rese disponibili o incrementate. PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Gestione del territorio, Abbandono, Spopolamento, Sicurezza idrogeologica, Sfruttamento edilizio, Aree agricole, Tutela paesaggistica scenario sottoscenario 2. Risorse: Modello economico, sociale e culturale - Per una valorizzazione delle risorse del territorio in sinergia 2. Abbandono del territorio agricolo: per u territorio vivo e un'agricoltura locale sostenibile tra loro e per un riequilibrio dei settori economici criticità obiettivi Agricoltura ed Allevamento: L’integrazione tra allevamento e agricoltura è stata abbandonata e le filiere Ob. 126 Ricomporre le connessioni tra agricoltura e allevamento, anche come riutilizzo di “sottoprodotti” che produttive frammentate altrimenti divengono rifiuti attuAzione n. 37 azione n. Individuazione e descrizione delle filiere locali di produzione agroalimentare 164 Indagine sulle filiere e progetto pilota di riconnessione situazione al 2005 Le filiere di produzione alimentare tradizionali di Primiero sono oggi in parte abbandonate o frammentate. Non esiste un quadro organico delle produzioni alimentari storiche, né di quelle oggi attive. Prima di promuovere azioni di salvaguardia, sostegno o promozione è quindi necessario produrre questo quadro descrittivo sintetico ma attendibile. descrizione dell’attuAzione per l’insieme dei settori/filiere: 1. Individuazione dei settori di produzione e dei prodotti agroalimentari storici, esistenti e potenziali 2. Definizione del concetto di filiera che si intende applicare per ciascun settore produttivo o prodotto 3. Descrizione dello stato storico e attuale del settore (sulla base di scheda tipo: n. di capi, n. allevatori, estensione territorio dedicato, quantità prodotte...) 4. Contatti con i produttori e verifica schede sui settori 5. Descrizione delle filiere con individuazione di criticità, risorse e obiettivi di sviluppo sostenibile 6. Valutazione di sostenibilità, nesso col territorio, sussidiarietà, aspettative, azioni necessarie... della filiera per l’insieme dei settori/filiere: 7. Valutazione delle priorità (strategicità, possibili esiti a breve termine, aspettative locali...) di attuazione delle filiere con segnalazione di: possibili progetti pilota, necessità di disciplinari di produzione, necessità di azioni di sostegno. attori coinvolti Progetto “Sapori e Saperi”, anche con incarichi esterni (fasi 1, 2, 3, 4, 5) Ufficio Agenda 21 (fasi 4, 5, 6 e 7) Produttori agricoli e allevatori (fasi 4) Commissione permanente del Forum anche attraverso eventuale “Focus Group” (fasi 6 e 7) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione attuazione proposta per Sviluppo agroalimentare Gianfranco Bettega Sapori e Saperi 2006 risorse impiegate Risorse umane: Un ricercatore di “Sapori e Saperi” per le fasi 1 (analisi e sintesi dei dati esistenti di S+S), 3 (compilazione schede descrittive), fase 5 (descrizione delle filiere): in totale circa 3 mesi. Consulenti e coordinatori “Sapori e Saperi” per la fase 2; Ufficio Agenda 21 per fase 3 (predisposizione scheda descrittiva), fase 4 (contatti con produttori e verifica schede), fase 5 (predisposizione schema descrizione filiere), fasi 6 e 7 (istruttoria per valutazioni Commissione Permanente): in totale circa 20 gg. Risorse finanziarie: Finanziamento eventuale spesa per assunzione esterna e consulenze di “Sapori e Saperi” (3900 €) più eventuale organizzazione di un Focus Group ricadute attese in equità sociale Maggiori opportunità di accesso a produzioni alimentari di qualità e sostenibili. tempi di attuazione 6 mesi potenziali ostacoli ricadute attese in sviluppo economico Maggior chiarezza sullo stato delle attività di produzione agropastorale e maggiori opportunità di attivazione di nuove filiere produttive. relazione con i commitments di Aalborg 1 - 1.4 - 3 - 3.4 - 4 - 4.5 - 8 - 8.1 - 8.2 - 8.3 indicatori attuazione si/no ricadute attese in qualità ambientale Uso del territorio più coerente con il suo processo storico di formazione e arginazione degli squilibri ambientali dovuti all’abbandono. PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Gestione del territorio, Abbandono, Spopolamento, Sicurezza idrogeologica, Sfruttamento edilizio, Aree agricole, Tutela paesaggistica scenario sottoscenario 2. Risorse: Modello economico, sociale e culturale - Per una valorizzazione delle risorse del territorio in sinergia 2. Abbandono del territorio agricolo: per u territorio vivo e un'agricoltura locale sostenibile tra loro e per un riequilibrio dei settori economici criticità obiettivi Agricoltura ed Allevamento: L’integrazione tra allevamento e agricoltura è stata abbandonata e le filiere Ob. 126 Ricomporre le connessioni tra agricoltura e allevamento, anche come riutilizzo di “sottoprodotti” che produttive frammentate altrimenti divengono rifiuti Tecniche di allevamento e razze locali: Presenza di un mono-allevamento senza allevamenti complementari. Le Ob. 138 Recupero e incremento delle specie e razze animali locali allevate: bovini, ovini, equini, caprini, suini, api, specie animali locali vanno scomparendo o sono già scomparse e si riducono numericamente. pollame, troticoltura e animali da cortile…Non ragionare solo in termini di bovini attuAzione n. 38 azione n. Progetti pilota di riattivazione e riconnessione di filiere agroalimentari situazione al 2005 164-183 Indagine sulle filiere e progetto pilota di riconnessione. Promozione di progetti pilota per il potenziamento o la reintroduzione di singoli settori di allevamento secondo la vocazione del territorio Le filiere di produzione alimentare tradizionali di Primiero sono oggi in parte abbandonate o frammentate. Dopo aver formato un quadro organico delle produzioni alimentari storiche e di quelle oggi attive (attuAzione 37) si possono attivare uno o più progetti pilota che, attuando sperimentalmente altrettante filiere, permettano di verificarne l’attuabilità e di mettere a punto dei disciplinari di produzione. descrizione dell’attuAzione a partire dalle filiere descritte con l’AttuAzione 37, per ciascuna filiera: 1. Coinvolgimento degli attori potenzialmente interessati ad avviare un progetto pilota e formazione di un Gruppo di lavoro anche con apporti esterni 2. Descrizione dettagliata della filiera storica 3. Descrizione dettagliata dello stato attuale della filiera 4. Individuazione dettagliata di criticità e risorse da impegnare per il progetto pilota 5. Produzione di una bozza di disciplinare di produzione definito come parte cogente della filiera 6. Verifica preliminare di sostenibilità, nesso col territorio, sussidiarietà, rispondenza alle aspettative dei partecipanti... 7. Sottoscrizione di un Accordo volontario tra gli attori coinvolti dal progetto pilota 8. (Ri/attivazione della filiera con monitoraggio in relazione alla bozza disciplinare 9. Assestamento definitivo del disciplinare 10. Approvazione del disciplinare attori coinvolti Ufficio Agenda 21 (assistenza al Gruppo di lavoro, stesura disciplinare fasi 5 e 9, stesura Accordo volontario fase 7, monitoraggio fase 8) Produttori agricoli e allevatori anche non professionali (fasi 1, 2, 3, 4, 5, 7, 8, 9) Partecipanti al Gruppo di lavoro, oltre ai produttori: esperti della filiera indagata, testimoni della tradizione locale, studenti del settore... (fasi 1, 2, 3, 4, 5, 9) Commissione Permanente attraverso sottogruppo Agroalimentare (fasi 6 e 10) Eventuali sponsor del progetto pilota gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione attuazione proposta per Sviluppo agroalimentare Gianfranco Bettega 2006 risorse impiegate Risorse umane: Produttori agricoli e allevatori anche non professionali (punti 1, 2, 3, 4, 5, 7, 8, 9) Ufficio Agenda 21 (assistenza al Gruppo di lavoro, stesura disciplinare punti 5 e 9, stesura Accordo volontario punto 7, monitoraggio punto 8) Partecipanti al Gruppo di lavoro, oltre ai produttori: esperti della filiera indagata, testimoni della tradizione locale, studenti del settore... (punti 1, 2, 3, 4, 5, 9) Commissione Permanente (punti 6 e 10). Risorse finanziarie: Eventuali sussidi economici all’attuazione del progetto pilota. ricadute attese in equità sociale Maggiori opportunità di accesso a produzioni alimentari di qualità e sostenibili. tempi di attuazione Variabili per ciascun progetto pilota attivato e per ciascuna varietà vegetale potenziali ostacoli Mancata attuAzione 38 Mancata adesione di allevatori, agricoltori, produttori relazione con i commitments di Aalborg 4 - 4.5 - 8 - 8.1 - 8.3 - 8.4 ricadute attese in sviluppo economico Maggior chiarezza sullo stato delle attività di produzione agropastorale e maggiori opportunità di attivazione di nuove filiere produttive. ricadute attese in qualità ambientale Uso del territorio più coerente con il suo processo storico di formazione e arginazione degli squilibri ambientali dovuti all’abbandono. coinvolta (almeno un anno solare). Comunque a partire dall’attuazione, almeno parziale, dell’azione 164.1. indicatori attuazione Numero di progetti attivati Numero di disciplinari definiti PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Turismo sostenibile e Neve, Trasporti e viabilità, Rifiuti, Raccolta e depurazione delle Acque, Aria scenario 3. Turismo di qualità, di nicchia, alternativo criticità Manca una valorizzazione della tradizione gastronomica (prodotti tipici e tradizionali) attuAzione n. 39 sottoscenario obiettivi Valorizzazione della tradizione gastronomica (orzo, tosella, formaggi) storica, artigianale azione n. Promozione della “Filiera corta” con scambi agroalimentari diretti tra produttori e acquirenti finali e della “Coproduzione” situazione al 2005 104 - 170 195 Promuovere la produzione e la distribuzione in loco dei prodotti locali. Creare gruppi di acquisto. Promuovere la coproduzione: un piccolo produttore crea un bacino di clienti che prenotano i prodotti. Esistono, seppur in numero ridotto, dei produttori locali di alimenti. Tali produzione potrebbero essere sostenute e incentivate mediante l’attivazione di nuovi canali di vendita. Fin dal corso dell’attuAzione 38 sarà possibile predisporre dei disciplinari di produzione che ne garantiscano la qualità e sostenibilità. Questi disciplinari potranno essere la base su cui costruire la presente azione. descrizione dell’attuAzione 1. Indagine tra i possibili interessati sulle eventuali richieste di prodotti (su scheda tipo) 2. Individuazione di una o più aziende/produttori interessati a instaurare una “Filiera corta” oppure una “Coproduzione” 3. Definizione dei modi e i tempi della eventuale “Coproduzione” 4. Costruzione, attivazione e manutenzione di una “bacheca elettronica” che oltre a mettere in contatto produttori, acquirenti e/o coproduttori, permette di monitorare gli scambi 5. Formulazione e sottoscrizione di Accordi Volontari tra produttori e coproduttori agroalimentari (sulla base di disciplinari di cui all’attuAzione 39) e Agenda 21 per la gestione della “bacheca” e la pubblicizzazione dei prodotti 6. Pubblicizzazione su giornali o radio locali della “bacheca” 7. Avvio compravendite e coproduzioni 8. Promozione di un eventuale mercatino (vedi anche attuAzioni 42 e 41) attori coinvolti Istituto comprensivo (come tramite verso le famiglie, fase 1) Cittadini (fasi 1, 7) Produttori agroalimentari locali (fasi 2, 3, 5, 7) Ufficio Agenda 21 e/o Associazioni locali (fasi 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8) Radio e giornali locali (fase 6) Ditte informatiche locali o siti istituzionali (fase 4) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione Sviluppo agroalimentare Cristina Zorzi risorse impiegate Risorse umane: Ufficio Agenda 21 per il coordinamento; un responsabile (associazione o singolo) dell’azione Risorse finanziarie: costo di costruzione della “bacheca” in un sito ospite (da stimare) ricadute attese in equità sociale Maggiori prodotti locali a disposizione di acquirenti locali. Maggiore qualità dei prodotti (freschezza, stagionalità, organicità...) e maggiore conoscenza/controllo/fiducia tra produttori, e “coproduttori”. tempi di attuazione 6 mesi; variabile a secondo del prodotto e della sua stagionalità. potenziali ostacoli Scarsa visibilità dei prodotti. Scarsa adesione dei produttori e degli acquirenti. Ostacoli burocratico-fiscali. ricadute attese in sviluppo economico Incentivo alle produzioni locali e risparmio delle famiglie locali sui costi di trasporto e di intermediazione tra produttori e acquirenti. Riduzione delle intermediazioni commerciali e conseguente risparmio familiare. relazione con i commitments di Aalborg 3 - 3.3 - 3.4 - 4 - 4.5 - 6 - 6.1 - 7 - 7.1 - 8 - 8.1 - 8.4 attuazione proposta per 2006 ricadute attese in qualità ambientale Minore trasporto su gomma dei prodotti. Conservazione e valorizzazione dei coltivi e della biodiversità coltivata. indicatori attuazione Numero di filiere attivate. Numero di scambi attivati via “bacheca”. Numero di esperienze di coproduzione attivate. Valore dei beni “coprodotti” PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Turismo sostenibile e Neve, Trasporti e viabilità, Rifiuti, Raccolta e depurazione delle Acque, Aria scenario 3. Turismo di qualità, di nicchia, alternativo criticità Manca una valorizzazione della tradizione gastronomica (prodotti tipici e tradizionali) attuAzione n. 40 sottoscenario obiettivi Valorizzazione della tradizione gastronomica (orzo, tosella, formaggi) storica, artigianale azione n. Promozione della “Filiera quasi corta”: scambi di prodotti agroalimentari locali 104 Promuovere la produzione e la distribuzione in loco dei prodotti locali situazione al 2005 Esistono, seppur in numero ridotto, dei produttori locali di alimenti. Tali produzione potrebbero essere sostenute e incentivate mediante l’attivazione di nuovi canali di vendita. Fin dal corso dell’attuAzione 38 sarà possibile predisporre dei disciplinari di produzione che ne garantiscano la qualità e sostenibilità. Questi disciplinari potranno essere la base su cui costruire la presente azione. descrizione dell’attuAzione 1. Indagine tra i possibili interessati sulle eventuali richieste di prodotti (su scheda tipo, vedi attuAzione 39) 2. Individuazione di una o più aziende/produttori possibili 3. Formulazione e sottoscrizione di Accordi Volontari tra produttori, Agenda 21 e Famiglie Cooperative per la formazione di spazi di vendita di prodotti agroalimentari locali 4. Pubblicizzazione su giornali o radio locali degli angoli di “Filiera quasi corta” 5. Avvio compravendite attori coinvolti Istituto comprensivo (come tramite verso le famiglie, fase 1) Cittadini (fasi 1, 5) Produttori agroalimentari locali (fasi 2, 3, 5) Famiglie Cooperative (fasi 2, 3, 5) Ufficio Agenda 21 e/o Associazioni locali (fasi 1, 2, 3, 4) Radio e giornali locali (fase 4) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione Sviluppo agroalimentare Cristina Zorzi risorse impiegate Risorse umane: Ufficio Agenda 21 e/o Associazioni locali e 1 referente delle cooperative (coordinamento organizzativo) Risorse finanziarie: Allestimento dei punti vendita con informazioni (2000 €) ricadute attese in equità sociale ricadute attese in sviluppo economico Maggiori prodotti locali a disposizione di acquirenti locali. Maggiore qualità Incentivo alle produzioni locali e risparmio delle famiglie locali sui costi di dei prodotti (freschezza, stagionalità, organicità...) e maggiore trasporto e di intermediazione tra produttori e acquirenti. conoscenza/controllo/fiducia tra produttori e acquirenti. tempi di attuazione 1 anno dopo l’attuazione dell’azione 104.1 potenziali ostacoli indicatori attuazione Adesione delle Famiglie Cooperative. Numero di punti vendita coinvolti. Scarsa adesione dei produttori e degli acquirenti. Numero di aziende coinvolte. Fatturato venduto. relazione con i commitments di Aalborg 3 - 3.3 - 3.4 - 4 - 4.5 - 6 - 6.1 - 7 - 7.1 - 8 - 8.1 - 8.2 - 8.4 attuazione proposta per 2007 ricadute attese in qualità ambientale Minore trasporto su gomma dei prodotti. Conservazione e valorizzazione dei coltivi e della biodiversità coltivata. PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Gestione del territorio, Abbandono, Spopolamento, Sicurezza idrogeologica, Sfruttamento edilizio, Aree agricole, Tutela paesaggistica scenario sottoscenario 2. Risorse: Modello economico, sociale e culturale - Per una valorizzazione delle risorse del territorio in sinergia 1. Modello economico, sociale e culturale: per una valorizzazione delle risorse del territorio in sinergia tra loro e tra loro e per un riequilibrio dei settori economici per un riequilibrio dei settori economici criticità obiettivi I sistemi di scambio di beni alimentari a livello locale vanno scomparendo. Si è artificiosamente e forzatamente Promuovere l’avvicinamento di produttori e consumatori di prodotti agroalimentari locali a tutti i livelli. separata la produzione dal consumo introducendo sempre e dovunque la mediazione monetaria. attuAzione n. 41 azione n. Promozione di scambi di prodotti agroalimentari d’autoconsumo 169 situazione al 2005 Sviluppare un rapporto diretto fra produttori e consumatori/fruitori “qualsiasi”, “occasionali” (secondo la filosofia della Filiera Corta) Esiste in loco una discreta produzione di autoconsumo di cibi. Nei momenti di maggior produzione, si possono verificare dei surplus disponibili ad essere scambiati o venduti. Favorire l’informazione tra queste persone può essere utile per incentivare scambi o compravendite. descrizione dell’attuAzione 1. Individuazione di possibili modi di scambio o vendita di prodotti da parte di persone che non sono né piccoli produttori né contadini ma producono per autoconsumo e hanno, in alcuni periodi dei surplus disponibili 2. Pubblicizzazione delle offerte attraverso la “bacheca elettronica” o altre soluzioni (telefonate su liste di iscrizione, e-mail, sms...) 3. Eventuale organizzazione di mercatini in un Comune campione per favorire l’incontro e gli scambi a Filiera Corta e per arricchire l’offerta di cibo con informazioni e proposte (schede sulla produzione, ricette... vedi anche attuAzioni 39 e 42) 4. Avvio degli scambi attori coinvolti Cittadini (punti 1, 3, 4) Comune campione (punto 3) Ufficio Agenda 21 (punti 1, 2, 3) Comprensorio o Parco Paneveggio Pale di San Martino (punto 3) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione attuazione proposta per Sviluppo agroalimentare Cristina Zorzi 2006 risorse impiegate Risorse umane: persona o associazione che formula nel dettaglio la proposta dei modi di scambio o vendita e responsabile della gestione dell’eventuale “bacheca elettronica” Risorse finanziarie: ricadute attese in equità sociale Diffusa disponibilità di prodotti alimentari locali e stagionali. tempi di attuazione 3 mesi potenziali ostacoli Mancata disponibilità della bacheca elettronica. mancata disponibilità di spazi per il mercatino. relazione con i commitments di Aalborg 3 - 3.3 - 3.4 - 4 - 4.1 - 4. 5 ricadute attese in sviluppo economico ricadute attese in qualità ambientale Risparmio economico per le famiglie coinvolte e stimolo all’autoproduzione Stimolo alla conservazione e all’ampliamento degli spazi coltivati. di cibo. indicatori attuazione si/no PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Gestione del territorio, Abbandono, Spopolamento, Sicurezza idrogeologica, Sfruttamento edilizio, Aree agricole, Tutela paesaggistica scenario sottoscenario 2. Risorse: Modello economico, sociale e culturale - Per una valorizzazione delle risorse del territorio in sinergia 2. Abbandono del territorio agricolo: per un territorio vivo e un'agricoltura locale sostenibile tra loro e per un riequilibrio dei settori economici criticità obiettivi I campi e gli orti di autoconsumo vanno scomparendo. Ob. 125. Protezione attiva degli orti (intesi come “verde profondo”), dei frutteti e dei campi come componenti essenziali e vitali della realtà insediativa di Primiero. Il verde profondo, a differenza del verde superficiale che è estetico, va inteso come parte del verde in cui l’albero può crescere perché la radice ha la possibilità di andare in profondità. attuAzione n. 42 azione n. Istituzione di orti scolastici 163 Sviluppo di azioni e incentivi di salvaguardia degli spazi coltivati anche come “verde profondo” sull’esempio degli orti scolastici. situazione al 2005 La cultura del cibo a Primiero è fortemente penalizzata dall’invasività del mercato globale e dei nuovi modelli proposti dai mass media. Ciò comporta un arretramento generale delle competenze in materia, a tutti i livelli di età e sociali. Sul territorio di Primiero sono sempre esistiti gli orti scolastici, purtroppo abbandonati negli ultimi decenni. Si ritiene fondamentale partire dal comparto scolastico per promuovere una migliore cultura del cibo attraverso “una didattica pluridisciplinare che mette al centro il lavoro manuale e di gruppo, il rispetto della natura e dei suoi tempi, il concetto di stagionalità, di produzioni agricole locali, la conoscenza diretta del mondo agricolo, l’educazione sensoriale, la conoscenza del patrimonio gastronomico regionale, la preparazione e l’assaggio dei prodotti dell’orto.” descrizione dell’attuAzione 1. Predisposizione di un progetto di intervento secondo i criteri dello sviluppo sostenibile 2. Illustrazione e condivisione del progetto con scuole, centri estivi e famiglie 3. Individuazione degli orti presso cui svolgere l’attività 4. Individuazione di scuola/e pilota con Accordo Volontario 5. Interventi formativi rivolti ai docenti 6. Individuazione dei testimoni della tradizione locale (“Nonni ortolani”) 7. Programmazione del calendario di attività 8. Avvio delle coltivazioni e eventuali visite in aziende agricole 9. Raccolte e degustazioni con approfondimenti, testimonianze e promozione dell’autoconsumo o mercatino della scuola (vedi anche attuAzioni 39 e 41) 10. Eventuale Accordo Volontario con le mense scolastiche per l’inserimento dei prodotti nell’alimentazione scolastica attori coinvolti Istituto comprensivo e scuole locali infanzia, elementari e medie (fasi 1, 2, 3, 4, 5, 7, 8, 9, 10) Centro estivo (fasi 1, 2, 3, 4, 5, 7, 8, 9, 10) Genitori (fasi 2, 8 e 9) Università della III età (fase 6) Coltivatori locali (fase 6) Comuni (fase 3) Slow Food (fasi 1, 2, 3, 4, 5, 7, 8, 9, 10) Mense scolastiche (fasi 9 e 10) Dietologi e esperti in alimentazione scolastica (fasi 5, 7, 9 e 10) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione attuazione proposta per Sviluppo agroalimentare Elisa Faoro 2006 risorse impiegate Risorse umane: Alunni e docenti delle scuole materne, elementari, medie; Ragazzi frequentanti i Centri estivi: Frequentanti Università della III età e altri coltivatori locali come testimoni della tradizione agroalimentare locale: Docenti Slow Food; Comprensorio (committente), gestori e cuochi delle mense scolastiche; Dietologo e esperto di alimentazione scolastica Risorse finanziarie: se attuato da Slow Food, 5000 €. ricadute attese in equità sociale ricadute attese in sviluppo economico Sviluppo nelle fasce giovanili di una corretta cultura alimentare e del territorio, con ricadute sulle famiglie e sulle mense scolastiche. Valorizzazione dei saperi tradizionali trasmessi dagli anziani. tempi di attuazione A iniziare dall’anno scolastico 2006/2007 (attività preparatorie da marzo 2006 e coltivazione da maggio 2006) potenziali ostacoli indicatori attuazione Mancata adesione delle scuole. Numero di progetti attuati. Normative o divieti eventualmente imposti dalla Asl. Risorse finanziarie. relazione con i commitments di Aalborg 1 - 1.1 - 3 - 3.3 - 3.4 - 4 - 4.5 - 7 - 7.1 ricadute attese in qualità ambientale Ricaduta dei principi di agricoltura sostenibili sviluppati anche sul resto del territorio con conseguente salvaguardia di orti privati e aree agricole e della biodiversità coltivata. PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Turismo sostenibile e Neve, Trasporti e viabilità, Rifiuti, Raccolta e depurazione delle Acque, Aria scenario 3. Turismo di qualità, di nicchia, alternativo criticità Poca visibilità del Primiero nel panorama turistico attuale, poca valorizzazione della sua unicità. Potenzialità turistiche non pienamente utilizzate. Manca una valorizzazione della tradizione gastronomica (prodotti tipici e tradizionali). Poca consapevolezza della propria cultura locale e della propria identità. attuAzione n. 43 sottoscenario obiettivi Ob. 86 - Valorizzazione della tradizione gastronomica (orzo, tosella, formaggi), storica, artigianale. azione n. Formazione di un calendario e di un decalogo per le manifestazioni pubbliche a tema agroalimentare 102 Incentivare le iniziative esistenti che mirano alla valorizzazione delle tradizioni, sostenendole. situazione al 2005 Nel corso del 2005 si sono realizzate più di 50 eventi che coinvolgevano il tema gastronomico. Buona parte di esse riguardava le tradizioni locali. Siamo quindi in presenza di un’offerta molto consistente ma del tutto scoordinata e lontana dagli obiettivi dello sviluppo sostenibile. Anche la reale coerenza delle proposte con la tradizione locale è da verificare. Si distinguono però alcune iniziative di maggior qualità nelle quali si intravede la ricerca di modalità rispondenti a quanto proposto da Agenda 21. descrizione dell’attuAzione 1. Individuazione dei soggetti che già propongono attività inerenti i prodotti e i consumi agroalimentari locali e “tipici” 2. Censimento delle proposte in atto (prodotti, preparazioni, tempi e modi, sulla base di una scheda standard) 3. Redazione di un calendario delle stagionalità dei prodotti e dei consumi agroalimentari locali e tradizionali 4. Analisi critica delle correlazioni tra proposte in atto (punto 2) e stagionalità dei cibi locali e tradizionali (punto 3) 5. Formulazione di un decalogo sulle proposte inerenti i prodotti e i consumi agroalimentari locali, coordinate e differenziate, secondo un approccio di filiera 6. Verifica della sostenibilità delle proposte di decalogo (punto 5) e di accordo (punto 6) 7. Lancio e sottoscrizione di un Accordo Volontario sulla base del decalogo, anche come premessa all’utilizzo dei dati messi a disposizione dalla ricerca “Sapori e Saperi” attori coinvolti APT (punti 1, 2, 4, 5) Comitato QB (punti 3, 4, 5) “Sapori e Saperi” (punti 5, 6) Comitato “Via dei Formaggi” (punti 7) Commissione Permanente e Ufficio Agenda 21 (punti 6 e 7) Comitati di iniziative turistiche e associazioni di proposta agroalimentare (punto 7) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente Sviluppo agroalimentare Elisa Faoro risorse impiegate Risorse umane: 1 operatore APT e 1 o più associati QB Risorse finanziarie: rimborso spese per consulenti Sapori e Saperi (1000 €) responsabile dell’azione APT - QB attuazione proposta per 2006 ricadute attese in equità sociale ricadute attese in sviluppo economico ricadute attese in qualità ambientale Maggior consapevolezza della cultura del cibo locale, del valore delle Migliore e più coordinata offerta pubblica in relazione al cibo (ristorazione, Valorizzazione dei prodotti locali e stagionali con conseguente incentivo produzioni e della loro collocazione stagionale come elemento qualificante manifestazioni, cultura diffusa) e ottimizzazione delle risorse investite alla conservazione di colture e biodiversità coltivata. primario. anche a fini turistici. tempi di attuazione 6 mesi potenziali ostacoli indicatori attuazione Scarsa adesione dei soggetti coinvolti soprattutto nella fase di divulgazione e sottoscrizione del decalogo. Numero di sottoscrizioni del decalogo. relazione con i commitments di Aalborg 1 - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 3 - 3.3 PIANO D’AZIONE LOCALE - Programma operativo 2005-2006 tema Gestione del territorio, Abbandono, Spopolamento, Sicurezza idrogeologica, Sfruttamento edilizio, Aree agricole, Tutela paesaggistica scenario sottoscenario 2. Risorse: Modello economico, sociale e culturale - Per una valorizzazione delle risorse del territorio in sinergia 2. Abbandono del territorio agricolo: per un territorio vivo e un'agricoltura locale sostenibile tra loro e per un riequilibrio dei settori economici criticità obiettivi Si vanno perdendo molti saperi di trasformazione, conservazione e utilizzo dei prodotti agricoli tradizionali e tipici. Ob. 130. Sviluppo di una cultura alimentare (autoproduzione, conservazione, preparazioni e consumi) consapevole La componente di lavoro giovane e qualificata trova difficile inserimento nella realtà produttiva. e coerente con le risorse locali. ob. 134. Programmi educativi innovativi e sostenibili che attraggano e coinvolgano i giovani. Formazione e correlazione tra la realtà nostra passata e presente e professionalità per un turismo ed un vivere diversi. attuAzione n. 44 azione n. Istituzione di una “Cattedra Ambulante di Cultura del Cibo” per la salvaguardia e promozione delle tradizioni gastronomiche locali 168-175 Ideare corsi e seminari sulla cultura tradizionale gastronomica. Creare laboratori, stages, seminari ed altri tipi di “formazione breve” che prevedano un programma di corsi molto finalizzati. Tali corsi possono essere pensati sia per gli operatori che per i turisti. situazione al 2005 La cultura del cibo a Primiero è fortemente penalizzata dall’invasività del mercato globale e dei nuovi modelli proposti dai mass media. Ciò comporta un arretramento generale delle competenze in materia, a tutti i livelli di età e sociali. Le conoscenze in materia di storia e memoria del cibo e della cultura agroalimentare locale sono state studiate a fondo dal progetto “Sapori e Saperi”. Si tratta ora di tradurre queste conoscenze in proposte - variegate e mirate - per un generale innalzamento della cultura del cibo locale. Per fare ciò manca innanzitutto una struttura operativa che si occupi di formulare e diffondere tali proposte. descrizione dell’attuAzione 1. Individuazione dei soggetti promotori e sottoscrizione di un Accordo Volontario per l’attuazione dell’azione. 2. Istituzione della Cattedra con la missione di ideare e diffondere offerte informative, formative e di partecipazione legate alla cultura del cibo e alla trasmissione dei relativi saperi locali. 3. Individuazione del target dei destinatari (infanzia, giovanile scolastico e non, specialistico professionale, generico locale, turistico...) 4. Predisposizione di format informativi, formativi, partecipativi che contemplino attività di preparazione e degustazione (“dal dire al fare e poi... gustare”) con approccio di filiera 5. Predisposizione e attuazione di un programma di offerte in connessione con il calendario di cui all’attuAzione 43 6. Realizzazione di supporti informativi e didattici (dispense, sito web...) attori coinvolti Comprensorio di Primiero Assessorato alla Cultura con il relativo programma culturale (fasi 1, 2) APT (fasi 1, 2) Assessorato al Turismo Provincia di Trento (fasi 1, 2) Parco Paneveggio Pale di San Martino (fasi 1, 2) Università di Trento (fasi 1, 2) ENAIP e/o Scuole alberghiere (fasi 1, 2) “Sapori e Saperi” come sede del Nucleo operativo della Cattedra (fasi 2, 3, 4, 5, 6) Università della III Età, Ecomuseo del Vanoi, associazioni varie (di volta in volta coinvolti nei fasi 4 e 5) Ufficio Agenda 21 (fase 6 e coordinamento) gruppo tematico c.p. referente in commissione permanente responsabile dell’azione attuazione proposta per Sviluppo agroalimentare Elisa Faoro Sapori e Saperi 2006 risorse impiegate Risorse umane: La Cattedra sarà costituita da un nucleo operativo composto da un responsabile degli aspetti culturali, un responsabile degli aspetti alimentari e culinari, un responsabile degli aspetti comunicativi e di facilitazione che funge anche da coordinatore e segretario. Al nucleo operativo si affiancheranno, di volta in volta a secondo dei format proposti, testimoni della tradizione agroalimentare e culinaria locale, esperti di settore e altri soggetti. Risorse finanziarie: per rimborso componenti del nucleo operativo (8900 €) ricadute attese in equità sociale ricadute attese in sviluppo economico ricadute attese in qualità ambientale Diffusione di una migliore cultura (scolastica, professionale e generica) del Diffusione presso la ristorazione, il settore turistico e il largo pubblico di Valorizzazione dei prodotti locali e stagionali con conseguente incentivo cibo a Primiero e creazione di opportunità di offerta e fruizione a partire offerte agroalimentari di alto profilo e di alto valore anche economico. alla conservazione di colture e biodiversità coltivata. dalla trasmissione della tradizione locale. tempi di attuazione 1 anno potenziali ostacoli indicatori attuazione Mancata adesione delle istituzioni scolastiche e culturali. Numero di format predisposti. Mancata adesione del settore turistico. Numero di eventi realizzati. Mancata disponibilità dei testimoni della tradizione alimentare da coinvolgere nelle attività. Numero di persone contattate attraverso gli eventi. relazione con i commitments di Aalborg 1 - 1.1 - 1.2 - 4 - 4.5 - 8 - 8.1 - 8.4 - 8.5 - 9 - 9.2 - 9.3