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Il saluto di monsignor Spina, vescovo di Sulmona-Valva: «Il suo arrivo un grande dono per tutti»
La terza volta di Benedetto XVI
Domani la visita di Ratzinger nell’anno giubilare di Celestino
di Angelo Spina *
apa Benedetto XVI visita per
la terza volta l’Abruzzo. Nel
2006 per venerare il Volto Santo di Manoppello, lo scorso anno a
L’Aquila per portare conforto dopo il
devastante sisma e il 4 luglio a Sulmona nell’Anno Giubilare Celestiniano. Gli Arcivescovi e Vescovi di
Abruzzo e Molise, concordemente,
hanno voluto dedicare un Anno Giubilare, dal 28 agosto 2009 al 29 agosto
2010, a San Pietro Celestino V, in occasione degli 800 anni dalla sua nascita. Le undici Diocesi di questa Regione Ecclesiastica sono
tutte coinvolte. Infatti
San Pietro Celestino è
nato in Molise, e di
questa Regione è Compatrono, ma in Abruzzo ha trascorso la maggior parte della sua vita, sui monti Morrone
e Majella.
Qui ha fondato luoghi di culto, eremi e cenobi; qui, a L’Aquila
fu incoronato Papa e,
sempre a L’Aquila,
nella Basilica di Santa
Maria di Collemaggio, risposano le
sue spoglie.
Sulmona è il luogo dove San Pietro
Celestino è vissuto, per molti anni, all’Eremo di Sant’Onofrio, sul Monte
Morrone, dove ricevette la notizia
dell’elezione a Pontefice, e dove, nel
1241, fondò la monumentale Abbazia
di Santo Spirito, un complesso di fede, spiritualità, arte e cultura, fiore
all’occhiello per la Città.
Nell’intento dei Vescovi l’Anno
Giubilare vuole essere l’invito e l’occasione per riscoprire la vocazione
universale alla santità; approfondire
la ricerca di Dio attraverso la via del
silenzio, dell’ascolto della Parola di
Dio, della contemplazione; prendere
coscienza della gravità del peccato
annunciando la misericordia di Dio e
richiamando al perdono, alla riconciliazione e alla pace; riscoprire il valo-
P
re della natura come dono di Dio da
“usare” e non da “abusare”, educando a stili di vita di sobrietà e di solidarietà.
La visita pastorale di Papa Benedetto XVI alla Diocesi di Sulmona-Valva il 4 luglio è un evento spirituale, religioso che colma di gioia, è
un grande dono per tutti in questo
Anno Giubilare Celestiniano. La Diocesi di Sulmona-Valva si è preparata
all’incontro con il Santo Padre con la
preghiera, i cammini di formazione
spirituale, con convegni e una viva
testimonianza della carità.
La Sua visita è motivo di consolazione e di speranza, particolarmente
per questa Chiesa Diocesana, che fa
parte dell’entroterra della Regione
Abruzzo, ne costituisce il territorio
più povero e più dimenticato, che assiste allo spopolamento dei paesi a
causa della mancanza di lavoro. Il
terremoto, poi, ha reso più grave la
situazione. La sola Diocesi di Sulmona, che conta 49 Comuni, ne ha 36 segnati dal sisma, dei quali 15 inseriti
nel cosiddetto “cratere”. I conseguenti disagi, pur gravi, non hanno trovano, purtroppo, riscontro nei media
nazionali.
La visita pastorale del Santo Padre
Benedetto XVI a Sulmona, nell’Anno
Giubilare Celestiniano, è un grande
dono fatto alla Diocesi di Sulmona-Valva, alla Città di Sulmona, all’Abruzzo intero, alla Regione Ecclesiastica Abruzzese-Molisana. La sua
venuta tra noi aprirà solchi nuovi
per non avere paura a progettare il
futuro.
Papa Benedetto viene e troverà
cuori aperti e ben disposti ad accogliere la sua parola di Padre e Pastore della Chiesa universale che parla
ai suoi figli per dare consolazione,
speranza e confermare nella fede
con il Suo ministero di Successore di
Pietro. Mentre l’attesa si colora di infinite speranze, il cuore esulta e canta: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore».
* (vescovo di Sulmona-Valva)
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RITRATTO DI UN PONTEFICE
Celestino V all’Aquila ha donato la Perdonanza
Così Pietro del Morrone
divenne capo della Chiesa
SULMONA. Frate eremita,
Santo, profeta, il Papa del Perdono e della rinuncia al Soglio pontificio. Un uomo mite
e rivoluzionario, che ha mutato il corso della storia concedendo alla città dell’Aquila, e
all’umanità intera, il dono
inestimabile dell’Indulgenza
plenaria, anticipazione del
Giubileo.
Le origini di Celestino V, al
secolo Pietro Angelerio da
Morrone, vanno ricercate nell’antica urbe di Isernia, in Molise. Viene alla luce nel 1215
(la data però è controversa)
penultimo di dodici figli, da
una famiglia di umili contadini: Angelo Angelerio e Maria
Leone. A soli sedici anni fa tesoro della prima esperienza
monastica dai Benedettini di
Santa Maria di Faifoli, a Benevento. E’ nel 1231 che veste
l’abito benedettino, ma nell’intimo l’animo palpita e anela a una più rigorosa disciplina contemplativa. In compagnia di un confratello, appena ventenne Celestino V si ritira a vita eremitica, nei pressi di Castel di Sangro. Trova
rifugio in una grotta sperduta, dove resta in isolamento
per dieci giorni, nutrendosi
di solo pane e pesci.
Sacrifica il corpo e lo spirito, ma il sostentamento della
preghiera non manca.
Il cammino ascetico lo porta fino al monte Palleno dove
sorge oggi il Santuario della
Madonna dell’Altare, a pochi
chilometri da Palena. Qui fra’
Pietro trascorre, in una grotta sperduta nei boschi, tre rigidi inverni con un prezioso
compagno di viaggio: le Sacre
Scritture.
Conosce digiuni e flagellazioni, suppliche del corpo ed
elevazioni dello spirito, in un
mistico raccoglimento votato
solo alla comunione con Dio.
Un tempo che segna l’inizio
della vita eremitica, arricchita da tentazioni e segni della
volontà celeste che fra’ Pietro
ancora non comprende appieno. Affronta impervie salite,
aspri sentieri, dimora in umide grotte, fra boschi e foreste,
che la leggenda dipinge come
popolati da diavoli e spiriti
maligni. Il periodo più fecondo per la maturazione della
Sulmona. La teca nella cattedrale di San Panfilo custodisce parte del cuore di Celestino V
LE RICERCHE
La morte del Santo
un giallo storico
L’eremo di Pietro Angelerio e a fianco al titolo a sinistra una immagine di Celestino V
sua spiritualità.
Celestino cerca l’isolamento e trova, di contro, la piena
consapevolezza del popolo di
una presenza straordinaria
capace di offrire servigi sacerdotali, conforto dell’animo, redenzione. Pietro Angelerio
viene ordinato sacerdote a Roma nel 1237, ma Papa Gregorio IX gli concede il privilegio
di proseguire il cammino da
eremita, che inizia nel 1241
dal monte Morrone, vicino a
Sulmona dove rapidamente
si diffonde la sua fama di Santità. Celestino sfugge, cerca
luoghi sempre più ameni, si
addentra in caverne scavate
nella roccia sulla parete dell’Orso, ripida e impervia.
Raggiunge una grotta sulla
Maiella, conosciuta oggi con
L’AQUILA. Sulla morte di Papa Celestino V, avvenuta il 19 maggio 1296 nella torre del castello di Fumone dove era tenuto
prigioniero, aleggia un velo di mistero per
la presenza di un foro sul cranio del Santo
cosa che ha fatto ipotizzare una fine cruenta decretata dai suoi nemici. Celestino, è
stato scritto e detto da molti storici, sarebbe morto per mano di sicari mandati da
Bonifacio VIII, suo successore, che temeva la sua fama di Santo e benefattore.
Un “giallo” oggetto di discussioni e analisi che alla fine però hanno portato a
escludere la tesi dell’omicidio e questo
grazie anche a 4 ricognizioni medico-scientifiche, che sono state effettuate tra il 1888
e il 1988. (m.p.)
Penultimo di 12
figli, nel 1231
vestì l’abito benedettino
e poi si ritirò
a vita solitaria
in grotte sperdute
Scelto a Perugia
dopo due anni
di travagliato
conclave decise
di dimettersi
nel dicembre 1294
il nome di Abbazia di Santo
Spirito. Al suo seguito ha un
centinaio di discepoli, giovani attratti dalla sua crescente
fama di santità. Nel 1264 l’ispirazione di fondare una nuova
Congregazione di monaci, votata alla regola di San Benedetto da Norcia, lo spinge a
fondare i Fratelli penitenti
dello Spirito Santo, i Celesti-
ni.
La Maiella diviene il centro
dell’opera spirituale di Celestino predicatore, taumaturgo, guaritore che vive un regime di astinenza perpetua delle carni. La nuova Congregazione poggia le sua fondamenta sulla regola benedettina
dell’ora et labora. E’ di questi
tempi l’annuncio della vo-
lontà di Papa Gregorio X di
sopprimere tutti gli ordini nati dopo il Concilio Lateranense del 1215, nel cui novero
rientra la Congregazione dei
Celestini.
Ma fra’ Pietro, ormai sessantenne, non si arrende e
raggiunge a piedi Lione per
chiedere al Pontefice di non
sciogliere l’ordine.
Pietro da Morrone fonda
oratori e monasteri e sceglie
L’Aquila, in fase di ricostruzione dopo il saccheggio del
1259 ad opera dei saraceni di
re Manfredi, come “luogo eletto” dove edificare Collemaggio. Risale al 1287 l’avvio delle pratiche, sull’allora Colle
di Maio, di un’abbazia celestiniana. L’appezzamento di terreno viene acquistato per 20
fiorini e 4 tarini da Rogata della Torre.
Un anno dopo, il 25 agosto
1288, la basilica di Collemaggio, culla dell’elezione di Celestino V, viene consacrata.
Pietro da Morrone si trova
in mistico raccoglimento sul
monte Morrone quando nel
luglio del 1294 riceve l’inatteso decreto di elezione a Pontefice dopo un conclave (a Perugia) lungo e travagliato.
L’umile frate, votato per
sua stessa natura alla vita
ascetica, viene incoronato Papa all’Aquila il 29 agosto 1294
con il nome di Celestino V.
La Perdonanza è il primo atto
papale eseguito la sera dell’incoronazione: Celestino V emana la Bolla del Perdono concedendo il dono dell’Indulgenza
Plenaria «a tutti coloro che
veramente pentiti e confessati entreranno nella chiesa di
Collemaggio dai vespri del 28
agosto ai vespri del giorno
successivo».
Il Pontificato di Papa Celestino dura appena 107 giorni.
Il 13 dicembre 1294 abbandona il Soglio pontificio. La prima e unica rinuncia al papato che la storia della Chiesa ricordi.
Il successore, Bonifacio
VIII, fa rinchiudere Celestino
V nella cella di Fumone (Frosinone) dove muore il 19 maggio 1296. Il suo corpo viene sepolto a Sant’Antonio a Ferentino. Nel 1327 i monaci lo portano all’Aquila, nella basilica
di Collemaggio, dove viene
proclamato protettore della
città.
Monica Pelliccione
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LA RIVALUTAZIONE DEL SANTO EREMITA
Quello storico gesto: il dono del Pallio
Benedetto XVI il 28 aprile 2009 entrò a Collemaggio per l’omaggio a Celestino V
di Giustino Parisse
L’AQUILA. Il più preoccupato di
tutti, quella mattina del 28 aprile
2009 davanti alla Porta Santa di Collemaggio, era Sergio Basti, oggi direttore regionale dei vigili del Fuoco.
La teca con i resti mortali di Papa Celestino V — pontefice che fu eletto
nel luglio del 1294 e che si dimise a dicembre dello stesso anno — la mattina del sei aprile era stata tolta dal
mausoleo dentro la basilica e portata
in un locale nella torre che si trova a
fianco alla facciata. I vigili per “salvare” la teca (opera di Luigi Cardilli)
avevano dovuto scavalcare la montagna di macerie provocata dal crollo
del transetto dell’edificio sacro. Benedetto XVI, quel 28 aprile, intorno a
mezzogiorno, dopo essere stato a Onna per incontrare i parenti delle 40
vittime di quel borgo devastato (e prima di andare a Coppito nella scuola
della Finanza), era giunto a Collemaggio accompagnato
dall’arcivescovo dell’Aquila Giuseppe Molinari, dal sottosegretario
alla presidenza del consiglio Gianni
Letta,
da
Guido Bertolaso (che quel giorno gli fece anche da autista) e dalle persone della
sicurezza. Il programma prevedeva
che il Papa avrebbe simbolicamente
aperto la Porta Santa ma sarebbe rimasto sulla soglia alla quale era stata avvicinata la teca di Celestino V.
Sergio Basti non voleva correre rischi (ci sono le foto in cui ha il volto
tirato e preoccupato): la basilica non
era ancora stata messa in sicurezza
come lo è oggi e un incidente in cui
poteva restare coinvolto il sommo
Pontefice doveva essere scongiurato
a ogni costo. Eppure Papa Benedetto
— così come a Onna, aveva voluto incontrare gli sfollati sotto la pioggia e
in mezzo al fango — decise di entrare. Accolto dal rettore della Basilica
don Nunzio Spinelli si avvicinò ai
resti mortali del suo predecessore e
fece un gesto che forse al momento
non fu valutato per quello che invece
è stato: storico. Il Papa infatti depose
sulla teca il suo Pallio, quello che
aveva ricevuto nell’aprile del 2005 al
momento di salire sul soglio di Pietro. Il Pallio come è scritto nei testi
ufficiali del Vaticano «è una stola di
lana bianca, ricamata di crocette nere che gira in forma di anello sulle
Dal Pontefice
lo sdoganamento
ufficiale di una
figura legata all’idea
di una Chiesa umile
e che guarda ai deboli
re riposta nel mausoleo rinascimentale disegnato e scolpito da Girolamo
da Vicenza. Infatti l’abside a destra è
molto danneggiata. L’ipotesi è quella
di posizionare nell’abside centrale
un altare ligneo (che quindi in futuro potrà essere facilmente rimosso o
spostato) sotto al quale “ospitare” Celestino V che potrà essere così oggetto della devozione dei fedeli. Don
Nunzio mi racconta la sua emozione
di quel giorno e le parole del Papa davanti alle macerie della Basilica.
«Guardò verso l’alto e i suoi occhi si
riempirono di stupore e costernazione» dice 15 mesi dopo il rettore «poi
disse, rivolto a me e all’arcivescovo:
avevo visto le immagini in televisione ma non immaginavo tutto questo». Quegli occhi sorpresi del Papa
li ricordo bene anch’io, quando me lo
trovai davanti a Onna. Mi chiese chi
avevo perso e alla mia risposta spalancò gli occhi nei quali vidi una partecipazione sincera. Fu lì, che forse
per la prima
volta, davanti a quell’uomo vestito di
bianco e con
le
scarpe
sporcate dal
fango,
che
mi resi conto
della tragedia che aveva travolto
tutti noi. La
Basilica di Collemaggio era stata visitata il 30 agosto del 1980 da Giovanni
Paolo II (con a fianco il cardinale Carlo Confalonieri ex arcivescovo dell’Aquila) e anche lui si inginocchiò e
pregò davanti al mausoleo. Negli anni della “nuova” Perdonanza (dal
1983 in poi) più volte gli arcivescovi
dell’Aquila avevano invitato Karol
Wojtyla a tornare all’Aquila. Ma la
cosa non si era mai concretizzata.
Molinari ci aveva riprovato dopo l’elezione di Ratzinger e prima del sisma erano giunti segnali positivi da
Roma. Poi il terremoto e quella visita avvenuta alla presenza di poche
persone e con i vigili del fuoco pronti
a far fronte a ogni evenienza (in quei
giorni le scosse erano ancora forti).
Il valore storico del dono del Pallio
resta e in futuro, quando Collemaggio tornerà all’antico splendore, se
ne valuteranno i frutti sia quelli spirituali che quelli, più terra terra, che
arriveranno dalla rinnovata attenzione al Papa del Perdono così da alimentare un turismo religioso che all’Aquila finora ha segnato il passo. E
chissà se Ratzinger non deciderà di
tornare.
La teca tornerà
all’Aquila a fine
luglio e sarà riposta
dopo la Perdonanza
nella basilica ma non
ancora nel mausoleo
spalle, mentre le estremità pendono
sul petto e sul dorso. E’ tessuto con
la lana bianca di due agnelli offerti
annualmente al Papa nella ricorrenza della festa di Sant’Agnese e vuole
simboleggiare la pecorella smarrita,
cercata, salvata e posta sulle spalle
del Buon Pastore e insieme l’Agnello
crocifisso per la salvezza dell’umanità perduta. Il pallio può essere indossato soltanto dal Papa e dai Cardinali ed Arcivescovi metropolitani ai
quali viene conferito dal Papa in occasione della consacrazione episcopale». L’aver donato a Celestino V il
suo Pallio rappresentò il definitivo
“sdoganamento” — per usare un termine forse non adatto ma che spiega
meglio il concetto — del Papa del Perdono da parte della Chiesa e del suo
capo supremo. Celestino V come gli
storici raccontano, nonostante fosse
stato proclamato Santo qualche decennio dopo la sua morte avvenuta
nel 1296, non ha sempre goduto della
giusta considerazione. Un’attenzione, quella di Papa Ratzinger che evidentemente era anche verso un Papa
che preferì rinunciare al potere pur
di non scendere a compromessi con
la sua coscienza e che per tutta la vi-
ta era vissuto in un eremo fuggendo
da qualsiasi comodità (per quelle che
ci potevano essere nella sua epoca) e
nutrendosi soprattuto di preghiera.
Se si leggono con attenzione gli ultimi interventi dell’attuale Pontefice
si notano continui riferimenti a
umiltà e semplicità oltre a richiami
ai sacerdoti a non fare della loro missione pastorale un mezzo per far carriera o conquistare posizioni di prestigio e potere. Due giorni fa sono tornato nella basilica di Collemaggio dove ho incontrato il rettore don Nunzio. Mentre lo aspettavo sono andato
verso il mausoleo: è desolatamente
vuoto. La teca con il corpo di Celestino dopo essere stata per alcuni mesi
nella torre, il 29 agosto del 2009, al
termine delle celebrazioni della Perdonanza ha iniziato il suo pellegrinaggio in varie diocesi. In questi giorni è a Sulmona dove, domani, il Papa
renderà di nuovo omaggio a Celestino. Il 31 luglio arriverà all’Aquila da
Avezzano. Nelle settimane successive verrà portata in alcune parrocchie della diocesi (fra queste Montereale e San Demetrio) e poi tornerà a
“casa” nella basilica di Collemaggio.
Ma quasi certamente non potrà esse-
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TRASPORTI E ALTRI SERVIZI
IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA
Sedici aree parcheggio
e diciassette bus-navetta
per ospitare 50mila fedeli
L’Angelus davanti alle spoglie del Santo
Incontro con i detenuti, poi l’abbraccio a 500 giovani
SULMONA. In elicottero sorvolerà l’eremo
di Sant’Onofrio sul Morrone e l’abbazia di
Santo Spirito. Sulla papamobile benedirà i
malati che si affacceranno dalla finestra dell’ospedale. In piazza Garibaldi pregherà
l’Angelus davanti alle spoglie di Celestino V
(arrivate giovedì sera in città). Abbraccerà
Mezza città chiusa al traffico dalle 6 del mattino
Acqua gratuita contro l’afa, previsti 7 maxischermi
di Roberto Raschiatore
SULMONA. Tutto è pronto. Si prevede l’arrivo di 25mila fedeli dalle
altre località d’Abruzzo e d’Italia.
Altrettanti dalla Valle Peligna. Sedici le aree parcheggio periferiche che
ogni quarto d’ora saranno collegate
con piazza Capograssi attraverso 17
Le cartine. Ne saranno distribuite 15mila dalla Protezione
civile. La prima postazione
sarà all’uscita del casello autostradale Sulmona-Pratola dell’A25 (per chi arriverà da Roma o Pescara). Le altre agli ingressi della città (anche sulla
Statale 17, dall’Alto Sangro-Campania). Le mappe serviranno ai pellegrini per trovare parcheggi, raggiungere il
centro storico e i luoghi dove si
recherà il Papa.
I divieti. Gran parte della
città di Sulmona sarà chiusa alle auto. Dalle 24 di oggi alle 14
di domani sarà in vigore il divieto di fermata e di sosta nel
piazzale antistante l’entrata al
parcheggio dell’hotel Manhattan Village, all’Incoronata. In
questa zona, alle 9.20, è previsto l’atterraggio dell’elicottero
del Pontefice.
Niente auto. Dalle 6 alle 14
sarà vietata la circolazione nel
centro abitato della città. Potranno entrare con l’auto solo
coloro che saranno muniti dei
pass rilasciati dalla diocesi per
raggiungere piazza Garibaldi
dove il Santo Padre pregherà
l’Angelus. I divieti verranno
istituiti ai varchi d’accesso a
Sulmona, in particolare sulla
Statale 17. Resteranno chiusi
dalle 6 alle 20 di domani i varchi di accesso in via Pola, via
Cappuccini, via XXV Aprile,
viale Costanza, via Cavriani,
Circonvallazione occidentale
(intersezioni via Porta Molina,
via Buonuomini, via Porta Romana), viale Roosevelt, via Pescara, viale Stazione centrale,
via Zappanotte. Chiusura al
traffico anche in tutto il centro
storico compreso fra le due Circonvallazioni.
Sensi unici. Dalle 6 alle 14 è
istituito il senso unico sulla
Circonvallazione occidentale e
in viale Stazione centrale con
direttrice di marcia Pratola.
bus-navetta. Poi ci sono i numeri
che riguardano servizi, volontari e
forze dell’ordine. Mezza città sarà
chiusa al traffico dalle 6 di domani e
la Protezione civile distribuirà
quantitativi industriali di acqua
per fronteggiare la prevista afa.
Fabio
Federico
sindaco
di Sulmona
L’arrivo. Alle 8,30 la partenza
da Roma. Prima dell’atterraggio ci sarà il sorvolo del Morrone, sui luoghi simbolo della vita di Celestino V. Alle 9,20 l’atterraggio sul campo sportivo
dell’Incoronata. Ad accoglierlo
gli atleti delle società sportive
della città e
150 Papaboys.
Poi i saluti
delle
autorità, guidate
da
Gianni
Letta.
Verso
la piazza. Sulla papamobile passaggio
in viale Mazzini. Qui la benedizione ad alcuni ricoverati in
ospedale. Poi il corteo proseguirà su corso Ovidio, fino a
piazza Garibaldi dove sono previsti i saluti del sindaco Fabio
Federico e del vescovo Spina.
La cerimonia. Alle 10 inizierà la concelebrazione eucari-
Benedizione
ai ricoverati
di fronte all’ospedale
In dono 200mila euro
per i poveri dell’Africa
La Protezione civile distribuirà
15mila cartine per orientarsi
Prima postazione al casello dell’A25
500 giovani e sei detenuti del supercarcere
di via Lamaccio. Infine benedirà le reliquie
e vedrà il libro di canonizzazione e le pergamene del Santo conservate nella cattedrale.
Inizierà alle 8,30 di domani la giornata di
Benedetto XVI a Sulmona. Alle 18,35 il rientro in Vaticano. Ecco il programma.
stica insieme a 60 lettori, 280 sacerdoti, 312 cantori, 200 religiose. Trenta i fedeli che riceveranno la comunione direttamente dal Santo Padre.
La Casa sacerdotale. Sarà
inaugurata alle 12,30 dopo i lavori di restauro. Verrà intitolata al Pontefice. Benedetto XVI
scoprirà un bassorilievo in
bronzo della ditta Marinelli di
Agnone.
Pranzo e sosta. Alle 13,45 il
pranzo. Dieci portate, preparate dall’hotel Ovidius della famiglia Santacroce, a base di prodotti tipici, dai carciofi di Prezza al pan dell’orso. Poi una sosta di riposo.
I detenuti. Alle 16,30 un privatissimo incontro con sei detenuti, il direttore del supercarcere di via Lamaccio, Sergio
Romice, il cappellano e un
gruppo di agenti.
Incontro coi giovani. Alle 17,
in cattedrale — passando per
via Roosevelt — il Pontefice in-
contrerà 500 giovani. Francesca Orsatti di Sulmona e Cristian Di Sanza di Roccaraso,
laureati e senza lavoro, leggeranno un messaggio. Il Santo
Padre scenderà poi nella cripta dove sono conservate le reliquie di San Celestino V.
La partenza. Alle 17,30 il Papa arriverà nel vicino stadio
Pallozzi. Sarà salutato da 800
bambini. Alle 17,45 la partenza
per Roma.
I doni. La diocesi donerà tre
spilloni con pietre preziose realizzati da Eugenio Di Rienzo,
artista di Scanno, una croce
realizzata dagli studenti dell’istituto d’arte. Il Comune regalerà un quadro dell’artista
Malvestuto e una croce dell’orafo Di Ruscio. Diocesi e Comune doneranno una somma
in denaro (200mila euro) raccolta con le donazioni. I soldi
serviranno a realizzare un
ospedale in Africa. (r.rs.)
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La campana
realizzata
per l’evento
collocata
sotto il palco
dove il Papa
pregherà
l’Angelus
Gli spilloni con pietre preziose realizzati dall’artista
di Scanno, Eugenio Di Rienzo, verranno donati dalla
diocesi di Sulmona-Valva nel corso della cerimonia di
domani mattina in piazza Garibaldi: i gioielli saranno
appuntati sul Pallio indossato da papa Benedetto XVI
Dalle 14 alle 20 senso unico in
via Circonvallazione occidentale — da via Porta Romana a
via Patini — e in via Cappuccini — da via Fiume a via XXV
Aprile. Altro senso unico scatterà dalle 14 alle 20 in viale della Stazione centrale — da via
Zappanotte al piazzale Vittime
civili di guerra. Questo per favorire il deflusso delle auto.
Dalle 6 alle 20 divieti di sosta in
via Cappuccini, via XXV Aprile, viale Costanza, via Lamaccio, viale Della Repubblica. In
via Sallustio sosta vietata sul
lato sinistro.
Posti bus. Dalle 6 alle 20 le
auto non potranno parcheggiare in via Roberto Cicerone e
piazza Capograssi. Questo per
consentire la sosta degli auto-
bus (60 posti) che trasporteranno i fedeli muniti di pass. Per i
pullman non accreditati sono
previste aree sosta alla clinica
San Raffaele (65) e alla Magneti Marelli (86).
Parcheggi e navette. Sedici
le aree sosta (indicate nella
mappa) per complessivi 4.910
posti auto. Diciassette bus-navetta partiranno ogni quarto
d’ora — dall’hotel Meeting a
piazza Capograssi (si trova a
circa 300 metri da piazza Garibaldi) — e collegheranno tutte
le aree parcheggio. Navette collegheranno anche la stazione
ferroviaria con il centro della
città (i treni da Roma e da Pescara partiranno rispettivamente dalle 7.54 e dalle 6.20).
Tre linee bus previste (da Roc-
caraso, Introdacqua-Scanno e
Pratola Peligna). Tutti i parcheggi sono indicati da specifici totem informativi.
Disabili. Ai portatori di handicap verrà riservato un piano
del parcheggio coperto di Santa Chiara (uscita su piazza Garibaldi). Per arrivare, attraverso via Cappuccini e via Fiume,
sarà necessario mostrare l’ap-
posito talloncino.
Piazza Garibaldi. Sarà accessibile da tre punti (via Marselli, via Margherita, corso Ovidio) ed esclusivamente con i
pass. I posti in piazza Garibaldi
saranno 9.585: 5.831 riservati alla diocesi di Sulmona (di cui
2.661 a sedere) e 1.600 (cento a
sedere) per le curie di Avezzano, L’Aquila, Teramo, Pesca-
ra, Chieti, Lanciano, Termoli,
Campobasso, Trivento e Isernia. Tutti i fedeli dovranno raggiungere la piazza a piedi, dalle 6 alle 8,30.
Nessuna deroga. La polizia
municipale specifica che «tutti
gli obblighi, le limitazioni e i divieti sono estesi agli autorizzati a transitare all’interno della
Zona a traffico limitato, non-
ché ai taxi».
I maxi schermi. Due sono
previsti in piazza Garibaldi. Altri 5 — chiesa Santa Maria della Tomba, parco fluviale, piazzale cattedrale San Panfilo, località Incoronata, piazzale antistante l’ospedale — saranno a
disposizione dei fedeli che vorranno seguire l’Angelus.
I soccorsi. «Si prevede una
giornata calda e assolata», avverte Angelo Spina, vescovo
della diocesi di Sulmona-Valva. Per questo la Protezione civile distribuirà gratuitamente
l’acqua in piazza Garibaldi e
nei punti dove sono installati i
maxi schermi. Sempre in piazza ci sarà un presidio sanitario
della Croce rossa. Trecento i
bagni chimici in città. Saranno
500 i volontari della Protezione
civile in azione, 350 gli uomini
delle forze dell’ordine.
Negozi aperti. Un’ordinanza
dispone l’apertura di tutte le attività commerciali, supermercati compresi. Bar e pub potranno restare aperti anche
nella notte fra domani e lunedì. Tre i chioschi autorizzati:
due nella zona industriale e
uno in piazza San Bartolomeo.
Vietato portare bottiglie di vetro all’esterno dei locali.
Dirette in tv. Dalle 10 è previsto un primo collegamento su
Raiuno (quando il Papa sorvolerà l’eremo di Celestino V in
elicottero). Poi ci sarà la messa. Telepace trasmetterà tutto
l’evento in diretta.
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I PONTEFICI E L’ABRUZZO
di Enrico Nardecchia
SULMONA. Nella storia della Chiesa, quattro i Papi abruzzesi, tra cui un sulmonese, e
persino un antipapa. Tre, invece, i pontefici che, in epoca moderna, hanno mosso i loro passi tra Adriatico e Gran Sasso.
Il legame tra i successori di
Pietro e la regione degli eremi, dove Celestino V giaceva
con le pietre come cuscini, affonda le sua radici nella storia. Come si legge nel Dizionario dei Papi e del Papato del
vaticanista Alceste Santini,
recentemente scomparso, l’Abruzzo ha avuto quattro pontefici: il marsicano Bonifacio
IV, il molisano Celestino V, il
sulmonese Innocenzo VII e il
campano-chietino Paolo IV.
BONIFACIO IV. Bonifacio
IV, nato a Valeria dei Marsi,
sulla sponda di quello che fu il
lago del Fucino, nel territorio
che corrisponde all’odierna
San Benedetto dei Marsi, regnò dall’anno 608 al 615 dopo
Cristo. La sua fu un’elezione
tormentata: aspettò 10 mesi
prima che la stessa fosse convalidata dall’imperatore Foca,
secondo la prassi del tempo. Il
suo pontificato coincise con
un periodo molto burrascoso.
Fu lui a restituire a Roma il
Pantheon, che da tempio pagano diventò una chiesa cristiana. Combatté alcune eresie e
diede impulso allo sviluppo
del monachesimo scosso dal
problema della simonia e dagli scismi.
Da Innocenzo VII
all’amato Wojtyla
amico del Gran Sasso
Quattro i figli
della nostra terra
successori di Pietro
nella storia della Chiesa
C’è pure un antipapa
A destra
Papa Wojtyla
sul Gran Sasso
A sinistra
Innocenzo VII
CELESTINO V. Celestino V,
i cui natali sono contesi tra
Isernia e Sant’Angelo Limosano, è di fatto abruzzese a tutti
gli effetti. Trascorse lunghi anni di ritiro tra Maiella e Morrone.
INNOCENZO VII. Papa Innocenzo VII, al secolo Cosimo
Gentile Meliorati, nacque a
Sulmona nel 1336, da un nobile casato la cui dimora venne
poi abitata dalla famiglia di
Giuseppe Capograssi. Nell’atrio di casa Capograssi è custo-
dito lo stemma in pietra con il
triregno e le chiavi del Papa attribuito a Innocenzo VII. A
confermare il legame tra i Capograssi e i Meliorati, poi, sarebbe il matrimonio, nel primo decennio del 1400, tra un
avo del celebre giurista e una
discendente del Papa. Papa Innocenzo VII visse, però, solamente pochi anni nel centro
peligno, ma prima di andare
in Vaticano ricoprì prestigiosi
incarichi a Sulmona. Dopo la
prima metà del 1300 fu rettore
dell’Annunziata, ma la prima
carica importante fu la nomina ad arcivescovo di Ravenna, nel 1387, seguita, poi, da
quella a vescovo di Bologna
nel 1389 e, sempre nello stesso
anno, a cardinale, sotto Bonifacio IX. Fu eletto Papa alla
soglia dei 70 anni, il 17 ottobre
1404, durante lo scisma d’Occidente e promise di adoperarsi
per la riunificazione della
Chiesa. Dopo la sua elezione
si narra che a Sulmona si fece
gran festa, per diversi giorni,
e si diffuse la notizia, mai verificata, che Innocenzo VII fu
eletto all’unanimità. La bolla
più significativa che emise annunciò la riorganizzazione dell’università di Roma.
PAOLO IV. Paolo IV, nato a
Sant’Angelo a Scala (Avellino) col nome di Gian Pietro
Carafa, fu arcivescovo di
Chieti, cardinale decano del
Sacro Collegio e infine Papa,
dopo il conclave del 23 maggio
1555. Fu lo zio cardinale a introdurlo nella Curia romana.
Fondò l’Ordine dei Teatini,
che si proponevano uno stile
di vita ascetico. Appena sul soglio confermò il suo carattere
rigido e intransigente. Fu un
Papa controverso: secondo gli
storici perseguitò ebrei e protestanti, incoraggiò l’Inquisizione: morì il 18 maggio 1559 e
il popolo impedì il suo funerale. La sua statua fu fatta a pezzi e gettata nel Tevere.
L’ANTIPAPA. Dalla storia
spunta persino un antipapa
abruzzese. Pietro Rainallucci da Corvaro (oggi in provincia di Rieti, ma già appartenuto all’Aquila), col nome di Niccolò V esercitò la sua occulta
funzione dal 22 maggio 1328 al
25 agosto 1330. Il Papa vero si
chiamava Giovanni XXII.
I PAPI MODERNI. Dopo Paolo VI, che visitò Pescara il 17
settembre 1977 (in occasione
del congresso eucaristico nazionale), Giovanni Paolo II
approdò 6 volte in Abruzzo in
visita ufficiale (1980 L’Aquila;
1983 San Salvo; marzo 1985
Avezzano; giugno 1985 Atri-Teramo-San Gabriele; 1986 Piani
di Pezza; 1993 Campo Imperatore) e una quarantina (o forse di più) in forma privata sul
Gran Sasso e a Campo Felice.
Infine, Benedetto XVI è alla
sua terza visita ufficiale in
Abruzzo dopo quelle del primo settembre 2006 al santuario del Volto Santo di Manoppello e del 28 aprile 2009 all’Aquila, 22 giorni dopo il terremoto.
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COMMERCIO E GADGET CELEBRATIVI
Il kit del pellegrino distribuito dalla diocesi
I fiori di confetti bianchi e gialli
Le cartoline in vendita per ricordare l’evento
Abbraccio colorato
fra confetti speciali
e kit del pellegrino
Spille, bandierine, libri, cartoline commemorative
e pacchetti per le visite nei musei della città
di Roberto Raschiatore
Claudio
Mariotti
‘‘
SULMONA. C’è il fiore di
confetti coi colori del Vaticano
(giallo e bianco) e il tradizionale cuore di mandorla. Prezzo
un euro e 50 centesimi. Non
manca il kit del perfetto pellegrino: comprende cappello con
visiera, cartolina, libretto
per la celebrazione eucaristica e bandierina. È disponibile nell’ufficio informazioni della curia, in viale
Roosevelt. I
diecimila che
entreranno
in piazza Garibaldi l’avranno
gratis (30mila gli euro spesi dalla diocesi). Per gli altri fedeli
l’acquisto è a offerta libera. Ci
sono poi le spille, le cartoline
commemorative, i libri, i pacchetti per le visite nei musei
della città. E anche uno speciale francobollo dedicato all’Anno giubilare celestiniano. «I
commercianti danno il benvenuto a Sua Santità»: è il messaggio che accoglierà Benedetto XVI, affisso sulle vetrine di
tutti i negozi. E non poteva essere altrimenti.
Sulmona si prepara anche
così, in un mix di fede e affari
commerciali che ha trasforma-
Negozi aperti
tutta la giornata
dalle 6 del mattino
Non possiamo farci
sfuggire l’occasione
Sconti per i turisti
to le attività in una miniera di
gadget celebrativi dello storico
evento.
La prima tappa, quasi obbligata per chi arriva in città, è
davanti all’ufficio informazioni della curia. I volontari mostrano un banchetto con gli oggetti per il pellegrino. «La bandierina è la più richiesta, soprattutto dai bambini», spiegano. Segue il santino: davanti
c’è la foto del vescovo Spina
con Benedetto XVI (udienza
pontifica del 30 settembre
2009), sul retro la preghiera
per il Papa scritta dal presule
della diocesi di Sulmona-Valva
(O Dio, che nel disegno della
tua sapienza hai edificato la
tua Chiesa sulla roccia di Pietro, capo del collegio apostolico, guarda e sostieni il nostro
Papa Benedetto XVI...).
In distribuzione anche 25mila cartoline dalla doppia colorazione.
La libreria Celestino V propone oggetti sacri e sconti.
«Per l’occasione», spiega la titolare Sara Commito, «abbiamo fatto realizzare anche uno
speciale portachiavi con le immagini di Sulmona e di Celestino V. L’offerta? Otto cartoline
a tre euro».
Con la metà della spesa si
può acquistare il fiore di confetti realizzato dalla storica fabbrica Pelino. Gialli e bianchi.
Gli stessi colori che brillano
Mamma e figlia con cappellini e bandierine dedicate a Benedetto XVI
LA PROTESTA
SULMONA. Niente
affari per i fioristi. Che
protestano. «Gli addobbi
floreali per la visita del
Papa sono stati affidati a
un negozio di fiori non
appartenente alla diocesi
di Sulmona-Valva e
nemmeno alla provincia
dell’Aquila», protesta
Mauro Margiotti,
presidente
dell’associazione Eafa,
«censuriamo questa
scelta, ritenendola un
ennesimo schiaffo agli
operatori del posto».
sulle vetrine dei negozi del centro. «In queste ore abbiamo finito di distribuire i 5mila kit
per i commercianti», precisa
Claudio Mariotti, presidente
di Confcommercio, «ci sono
manifestini da affiggere sulle
vetrine, bandierine e palloncini gialli con la scritta viva il Papa. Negli alberghi c’è il pienone, gruppi di giovani si trovano già in città. Sicuramente
non mancheranno ricadute positive soprattutto per quelle attività commerciali che vendono prodotti tipici».
Palloncini bianchi e gialli colorano Foto Ottica Tirone. Sul
primo scaffale della Nuova Edi-
trice Librerie ci sono volumi
dedicati al Pontefice e alla religione.
«Apriremo verso le 6 del mattino», avverte Alessandra Michelangelo di Benetton, «le vetrine del negozio sono dedicate
all’evento». Da Non solo miele,
a due passi dall’acquedotto
Svevo, sono pronte le statuette
in cera con immagini religiose.
«Resteremo aperti per tutta la
giornata», affermano le proprietarie, Giovanna Traficante e Fernanda Petrilli. Anche
un negozio di biancheria in
piazza Garibaldi si prepara alla giornata: in vetrina c’è l’opera d’arte di Giuseppe Di Iorio
che raffigura la processione
del Venerdì Santo a Chieti.
L’appello della Confesercenti
non lascia spazio alla fantasia:
«I negozi restino aperti», sottolinea il vicepresidente Franco
Ruggieri, «non possiamo farci
sfuggire l’occasione. Occhio di
riguardo per i turisti e, insieme ai saldi, speciali sconti papali».
Chi vorrà ricordare la giornata potrà acquistare le spille.
Otto i modelli in vendita e tutti
con la scritta «Io c’ero». Si trovano nei negozi di confetti e
nella libreria in piazza XX Settembre. Una spilla costa 1,50
euro e con 5 euro se ne portano
a casa quattro. Si punta a fare
il pienone anche nei musei. Ingresso a 5 euro per visitare il
Il francobollo celebrativo di Poste Italiane
Polo diocesano e il Museo dell’Annunziata. In vendita a 5 euro la guida dell’ufficio turistico. Gratuito l’opuscolo della Soprintendenza distribuito in
10mila copie. Già esaurito il libriccino sui luoghi di Celestino curato dagli alunni della
Lombardo-Radice-Ovidio. Attesissimo
il
francobollo
con le immagini di Benedetto XVI, Celestino V nell’atto di benedire e uno
scorcio della
cattedrale di
San Panfilo.
Il francobollo
— nato dalla
matita di Maria Carmela Perrini e stampato in 4 milioni di
copie dall’Officina carte valori
dell’Istituto poligrafico e zecca
dello Stato — avrà un valore di
60 centesimi. Francobolli e
non solo. In quattro punti vendita — piazza Del Carmine,
ponte Capograssi, via Pansa e
piazza Carlo Tresca — si potranno acquistare anche raccoglitori di prodotti filatelici (15
euro), buste (1 euro), cartoline
(52 centesimi), cartoline obliterate con bollo di Sulmona (1,12
euro), tesserine (1 euro) e bollettini illustrativi (1,03). Un
evento si ricorda anche così.
Franco
Ruggieri
Un francobollo
dedicato all’Anno
giubilare e portachiavi
della libreria Celestino V
Mix di fede e affari
per lo storico evento
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