Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Gnomonica Storia, Arte, Cultura e Tecniche degli Orologi Solari a cura degli Gnomonisti Italiani con la collaborazione dell’ U.A.I. Sezione Quadranti Solari N° 1 Settembre 1998 In questo numero: • • • • • • • • • • • Mitologia e lettura oraria sui quadranti solari antichi La scoperta in un mercatino antiquario del più antico orologio solare a calice a rifrazione realizzato da George Hartmann nel 1547 Cronistoria delle meridiane di Fermo Didattica: La meridiana della scuola elementare di Quinzanello L’adozione della Meridiana di S. Maria degli Angeli E’ ritornata a splendere la meridiana della Basilica di S. Nicolò all’Arena a Catania Storia della Bibliografia della gnomonica Omaggio a Charles K. Aked L’orologio solare di Torremaggiore: enigma risolto? Particolare applicazione dell’analisi matematica alle formule delle linee d’ombra La Gnomonica nel WEB, rubriche Internet e tante altre cose. Redazione - Nicola Severino, Via Lazio, 6 - 03030 Roccasecca Stazione (FR) ItalyPhone 0776 - 56.65.08 - e-mail: [email protected] Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Sommario English Summary Editoriale Lettere e commenti Attività gnomoniche italiane Rubrica dei lettori Forlati, F. Paolo, Mitologia e lettura oraria sui quadranti solari antichi Cintio Alberto, Cronistoria delle meridiane di Fermo Colombo Lino, Un orologio solare a rifrazione di Georg Hartmann datato 1547 Agnelli Giacomo, La meridiana della scuola elementare di Quinzanello Vaccaro Jacopo, Il recupero della Meridiana di S. Maria degli Angeli Alberto Infelise, Il Pezzo Giornalistico Comparso Ne "il Messaggero" Trobia Michele, E’ ritornata a splendere la meridiana della Basilica di S. Nicolò all’Arena a Catania Severino N., Storia della Bibliografia della Gnomonica Severino N., Omaggio a Charles K. Aked Severino N., L’orologio solare di Torremaggiore: enigma risolto? Rubrica: Dalle Riviste Rubrica: Spazio Internet: dalla Sundial Mailing List Bonata Diego, La Gnomonica nel WEB Rubrica: Recensioni Le Vignette del numero 1 di Gnomonica Rubrica: La pagina dello gnomonista Rubrica: Nuovi Gnomonisti Anselmi Riccardo, Particolare applicazione dell’analisi matematica alle formule delle linee d’ombra La vignetta di Giacomo Agnelli Principali libri italiani di gnomonica pubblicati dal 1988 al 1998 Progetto editoriale, grafica di copertina, stampa, impaginazione e distribuzione Nicola Severino Riproduzione in fotocopia e fascicolazione Emilio Sassone Corsi per conto dell’Unione Astrofili Italiani, Sezione Quadranti Solari Hanno collaborato: Giacomo Agnelli, Riccardo Anselmi, Flavio Bernacchia, Diego Bonata, Alberto Cintio, Lino Colombo, Roberto Facchini, Paolo Forlati, Lucio Morra, Renzo Nordio, Giancarlo Rigassio, Michele Trobia, Jacopo Vaccaro, Gabriele Vanin. pag. 3 4 5 6 9 10 11 13 17 21 23 24 25 30 31 34 36 38 41 43 44 45 46 47 48 NORME PER GLI AUTORI Gli utenti di computer possono inviare il file di solo testo dell’articolo salvato nei formati “WORD6-7” o “MS-DOS”. Tali files possono essere inviati anche tramite un messaggio e-mail. Le foto devono essere nitide e chiare, possibilmente in originale, e spedite a mezzo posta ordinaria. I disegni, qualora eseguiti con computer, dovranno essere inviati in file compattati nel formato JPEG o GIF. Anche i file testo possono essere allegati a messaggi e-mail. La lunghezza degli articoli è, in media, di 3-4 pagine. Articoli di notevole importanza possono avere una lunghezza maggiore. Si accettano articoli storici, artistici e tecnici di qualsiasi livello, purchè originali ed interessanti. I lavori inviati non verranno restituiti. Redazione:Nicola Severino - Via Lazio, 6 - 03030 Roccasecca Staz. (FR) -Tel. 0776 - 56.65.08 e-mail [email protected] Prodotto e fotocopiato in proprio In copertina: un bell’esempio di capolavoro gnomonico italiano ad opera di Lucio Maria Morra di Fossano (Cuneo). Si tratta di una meridiana verticale restaurata e dipinta “a fresco” sul palazzo Alerame del Carretto di Monfort a Cherasco. Il ripristino funzionale è avvenuto nel 1995 ed il motto è di Gina Lagorio. Nel bel riquadro pittorico si legge l’ora astronomica e l’ora italica. Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 English Summary a cura di Riccardo Anselmi MYTHOLOGY AND TIME TELLING OF ANCIENT SUNDIALS Forlati's brief article gives us an impressive mythological legend which refers to the sundial's equation of time. THE CHRONICLE OF FERMO'S SUNDIALS In the last century chronicles Alberto Cintio found interesting evidence that the sundial was able to replace or even to set the time on the clock tower. THE DIAL OF ACAZ, A 1547 REFRACTION SUNDIAL OF GEORGE HARTMANN Lino Colombo describes a particular sundial in the shape of a chalice that only works when the refraction of the sunbeams' shadow is projected into the chalice by the gnomon. This watch, well known during the Renaissance, was constructed by George Hartmann in 1547 and is problably one of the eldest of its type. It was found by a keen antique dealer in a small market in the Northern part of Italy. THE CONSTRUCTION OF THE SUNDIAL FOR THE QUINZANELLO'S PRIMARY SCHOOL Giacomo Agnelli recalls one of his numerous didactic experiences concerning the costruction of a analemmatic dial by the pupils of the Quinzanello's (Brescia) primary school. THE RESTORATION OF CLEMENTINE'S SUNDIAL AT ST.MARY OF ANGELS CHURCH (ROME) One of the most important gnomonic projects of the period must be the adoption of the Clementine meridian line, constructed by Bianchini in the 18th century at St.Mary of Angels church in Rome. A school in Rome was able to obtain the monument with the proposal to undertake the restoration and conservation of Clementine's sundial which is falling into decay. THE SUNDIAL OF THE BASILICA OF ST.NICCOLO' ALL'ARENA IN CATANIA Michele Trobia took care of the restoration of the sundial in the Basilica of St.Niccolo' all'Arena in Catania. This sundial is one of the two dials (meridian line) constructed by the danish astronomer Peters. The whole restoration is briefly described in this article, hoping to be able to give a further detailed account of it in future editions. THE HISTORY OF THE BIBLIOGRAPHY OF GNOMONICA Nicola Severino summarizes the various editions of the Bibliography of Gnomonica. Started in 1992, with the contribution of the great Charles k.Aked, today with almost 12.000 titles it has become the world's biggest International Bibliography of Gnomonica. TRIBUTE TO CHARLES K.AKED Nicola Severino recalls the short but intense work experience he had in 1996 with Aked, recently deceased, and the scientific and moral tuition this great gnomonist has left us. THE TORREMAGGIORE SUNDIAL: A SOLVED ENIGMA? In Torremaggiore (Puglia), there is a small sundial found by Francesco Azzarita, with strange marks. The author, encouraged by the Azzarita's first report presented at the last Seminar of Gnomonica in 1997, tries to solve this misterious enigma. PARTICULAR APPLICATION ON MATHEMATICAL ANALYSIS TO THE FORMULAS OF SHADE'S LENGHTS Pag. 3 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Editoriale Nicola Severino Innanzitutto mi preme ringraziare di tutto cuore quanti hanno aderito, creduto ed incoraggiato questa iniziativa che è partita dal semplice ed istintivo impulso di chi scrive di voler realizzare, senza ulteriore temporeggiare, uno strumento di comunicazione e di informazione tra gli gnomonisti italiani. Quanto mancasse un simile strumento, è ampiamente testimoniato nelle lettere dei lettori che sono pubblicate nelle pagine seguenti. Ma è anche importante sottolineare che esso va a colmare una lacuna vecchia di anni in quanto, nonostante lo sviluppo sorprendente che la gnomonica ha avuto in Italia nell’ultimo decennio, soprattutto grazie all’operato della Sezione Quadranti Solari dell’Unione Astrofili Italiani, non era mai stato preso in seria considerazione un progetto editoriale - a qualsiasi livello - che riuscisse ad unificare e a far convergere in un’unica direzione le ricerche, le sperimentazioni e gli studi di tutti gli appassionati di gnomonica. Un così importante progetto era stato attuato, in diversi anni, in quasi tutte le altre nazioni ove operano importanti associazioni di gnomonisti, ma non in Italia. Nel 1989 feci un primo timido tentativo nel proporre qualcosa del genere alla Sezione Quadranti Solari, ma evidentemente i tempi non erano ancora abbastanza maturi. Oggi, invece, le entusiastiche risposte dei lettori sono il miglior palliativo ai dubbi ed alle incertezze che l’attuazione di un simile progetto sempre porta con se. Questo Bollettino nasce con l’intento di non essere una rivista per soli esperti, ma uno strumento divulgativo delle conoscenze gnomoniche, capace di destare curiosità nello specialista, interesse per l’appassionato e voglia di cominciare in chi per la prima volta si imbatte in una meridiana. Per questo, le scelte editoriali tengono conto dei vari livelli di approfondimento di ricerca storica e tecnica, nonché della semplice divulgazione per chi è alle prime armi. E’ con vero piacere che siamo venuti a conoscenza dell’incredibile progetto di adozione e recupero della grande linea meridiana Clementina nella Basilica di S. Maria degli Angeli, da parte di una scuola media superiore di Roma, descritto da uno degli allievi, Jacopo Vaccaro; mentre desta particolare interesse l’incredibile scoperta in un mercatino antiquario di un orologio solare a rifrazione a forma di coppa, realizzato da Georg Hartmann nel 1547 e raccontata da Lino Colombo; i “consigli” didattici di Giacomo Agnelli nell’apposito spazio intitolato “Gnomonica e Didattica”; una interessante storia mitologica trovata da Paolo Forlati; l’annuncio del restauro effettuato di recente dal Comune di Catania della Linea Meridiana della Basilica di S. Nicolò all’Arena di Catania. Ancora, Alberto Cintio di Fermo ci regala importanti stralci storici che testimoniano come, nel secolo scorso, si doveva ricorrere all’antica meridiana solare per aggiustare l’orologio meccanico da torre. Insieme a tanti interessanti articoli, il lettore troverà spazio anche per una corretta informazione sulla gnomonica in Internet in una apposita rubrica curata dallo scrivente e da Diego Bonata. Questo primo numero di “Gnomonica”, che avrà cadenza più o meno quadrimestrale, contiene - credo - le premesse perché si possa credere in un suo graduale sviluppo e miglioramento sia in termini quantitativi che qualitativi. Ciò che sarà possibile solo grazie alla collaborazione e cooperazione del maggior numero di appassionati di gnomonica in Italia. Ed è quanto noi tutti, sinceramente, ci auguriamo. Ringrazio vivamente l’ing. Giacomo Agnelli di Brescia e Rosa Casanova per il significativo sostegno morale col quale mi hanno accompagnato nelle fasi preliminari di questa iniziativa; Gabriele Vanin ed Emilio Sassone Corsi per la disponibiliità ad attuare l’iniziativa con la collaborazione dell’Unione Astrofili Italiani, Sezione Quadranti Solari. “Gnomonica” è disponibile anche in floppy disk versione file WORD ed immagini JPEG. Le immagini non sono inserite nei testi, ma raccolte in una apposita “directory” e “browser” leggibile con qualsiasi programma di grafica. Il dischetto può essere richiesto alla redazione al prezzo di £. 5000 incluse le spese di spedizione. Pag. 4 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Lettere e commenti Ho letto e commentato con Giuseppe Tavernini di Trento la tua gradita proposta di “partire” con una pubblicazione sulla gnomonica: se n’era da tempo parlato, ma tutto è ancora fermo e si tratterebbe di “rompere il ghiaccio”... Giacomo Agnelli, Brescia E’ veramente una bella notizia...mi piace la tua idea di dar vita ad una rivista di gnomonica. Mi trova subito entusiasta...sono certa che saremo in tanti. Rosa Casanova, Belluno Mi complimento per la tua iniziativa di rompere un ghiaccio vecchio di molti anni. Anche io sento molto il bisogno di un mezzo di comunicazione fra gli gnomonisti italiani che, salvo poche eccezioni, tendono a “comunicare” quasi solo in occasione dei seminari ogni anno e mezzo. Enrico del Favero, Milano ...Rientrando da un viaggio ho trovato, con vero piacere, la tua lettera con la proposta di una prossima rivista italiana di gnomonica. Il tuo è certamente un atto di coraggio...ma anche di fiducia alla quale, per parte mia, rispondo con entusiasmo. Era proprio ora che qualcuno prendesse l’iniziativa di favorire, con una rivista italiana, gli scambi, i dibattiti, l’informazione, la “cultura” gnomonica. Tu sai ch’io sono membro della British Sundial Society la quale svolge, in questo campo, un’opera veramente egregia. Dovremmo esser da meno noi Italiani?... Roberto Facchini, Colle Umberto (TV) La tua idea mi sembra molto buona. Ti propongo di riformulare l’iniziativa in ambito UAI. In particolare ti propongo di far uscire il bollettino di gnomonica come organo della Sezione Quadranti Solari dell’UAI. Emilio Sassone Corsi, Rocca Priora, Roma Aderisco molto volentieri alla tua iniziativa, che conferma l’impegno e la passione con cui ti occupi di gnomonica. Mario Catamo, Roma ...Ho ricevuto con molto piacere la tua lettera, ed ho appreso con altrettanto piacere della tua iniziativa editoriale per la pubblicazione di una rivista sulla gnomonica. E’ senz’altro un’iniziativa che mi trova d’accordo, e di cui si sentiva la mancanza... Domenico Zannoni, Pove del Grappa (VI) L’idea di un giornale di gnomonica mi sembra abbastanza buona e personalmente sono disposto a contribuire...Penso che le diverse attività del gruppo Quadranti Solari dell’UAI possano trovare sede in fogli di questo genere. Rosario Mosello, Verbania Pallanza Sono pienamente d’accordo con la tua iniziativa, anche perché è da molto tempo che pensavo a questa cosa e mi auguravo che si potesse arrivare ad avere in Italia una rivista di gnomonica. Giuseppe Tavernini, Trento. Le iniziative vanno sempre sostenute perché sono meglio di mille parole. Quindi approvo la tua iniziativa, in particolar modo se tende a realizzare il progetto UAI-QS. Guido Tonello, Bergamasco (AL) ...L’idea mi sembra ottima... Enrico Falavigna, Asolo (TV) ....Io sarei il primo a compiacermi di un bollettino nazionale che contenesse, oltre che articoli, lettere di lettori, segnalazioni di novità bibliografiche, collegamenti con associazioni sorelle straniere, attività di comitati di lavoro... Ma chi riuscirà nell’intento? Edmondo Marianeschi, Terni Complimenti per l’iniziativa... Lucio M. Morra, Fossano (CN) L’idea è molto buona in quanto siamo una delle poche associazioni con nessuna rivista di questo tipo, anzi sarebbe necessario diffondere l’idea e raccogliere iscrizioni... Diego Bonata, Bergamo Plaudo vivamente alla sua iniziativa: mi consideri pure un sostenitore e un futuro abbonato al periodico di gnomonica. Alberto Nicelli, Torino Sono molto interessato a questa iniziativa e sarei lieto di dare il mio contributo. Nicola Ulivieri, Lupompesi di Murlo (SI) ...la nascita di una rivista di gnomonica. Ho accolto la notizia con grande piacere perché finalmente si prende una iniziativa encomiabile e lodevolissima. Veramente era qualcosa che mancava nel mondo dell’Astronomia e forse ora che si sa che qualcosa può nascere, se ne sente di più la mancanza....Sarebbe opportuno dedicare Benvenuto il tuo sforzo... Mario Arnaldi, Ravenna Mi congratulo per la tua intuizione e tempestività... Alberto Cintio, Fermo Pag. 5 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari qualche facciata, a mò di rubrica, alla costruzione dei vari tipi di orologi solari, partendo dalle prime nozioni elementari e ciò per far si che nuove leve possano avvicinarsi alla gnomonica...l’errore sarebbe forse di farne solo ed unicamente una rivista per soli esperti, dove dando per scontati tutti i problemi di base, ne esca fuori una rivista del tipo “Atti del Seminario”. Michele Trobia, S. Agata Li Battiati (SI) N° 1 Settembre 1998 Rispondo finalmente alla tua lettera del 28/5/98. L’iniziativa che stai attuando (pubblicazione di una rivista di gnomonica) dimostra la tua grande passione verso la gnomonica... Lodovico Pasquali, S. Giovanni in Persiceto (BO) E’ con vivo piacere che ricevo la notizia del suo progetto. La sua idea, di dar vita ad un bollettino di Gnomonica italiana, mi entusiasma e non fa che rallegrarmi. Per questo, e non solo, le esprimo la mia ammirazione, e le mie congratulazioni e complimenti. Flavio Bernacchia, Marotta (PS) ...Aderisco con entusiasmo alla sua iniziativa. Renzo Nordio, Sottomarina (VE) Ho ricevuto la tua comunicazione relativa alla pubblicazione della prima rivista italiana di gnomonica e ben volentieri mi associo alla schiera, spero folta, dei favorevoli all’iniziativa. Silvano Bianchi, Romano Canavese (TO) Condivido in toto la tua iniziativa perché allarga il territorio della disciplina che ci appassiona e perché potrà fornire a tutti uno strumento di conoscenza delle altrui esperienze, di stimolo alle proprie ed essere un punto di incontro ben preciso e disponibile. Pier Giuseppe Lovotti, Fosdinovo (MS) L’idea di un periodico di gnomonica autogestito potrebbe essere interessante se non fosse prematura, stante la non chiara relazione fra gnomonisti e U.A.I.... Qualora in avvenire dovesse verificarsi una distinzione fra gnomonisti soci U.A.I. e gnomonisti indipendenti, solo allora potrebbe avere significato un periodico autonomo. Infatti gli gnomonisti U.A.I. hanno già la loro palestra nel noto periodico dell’Unione. Antonio Rini, Bari L’inedita iniziativa è sicuramente, a mio parere, di grande utilità per tutti coloro che, come noi, sono appassionati di gnomonica. Finora si sono sempre incontrate difficoltà nel venire a conoscenza di notizie riguardanti esposizioni o incontri a tema gnomonico quando rivestono carattere locale e, di conseguenza, non essendo pubblicizzate sulle principali riviste specialistiche, risentono di una scarsa affluenza di pubblico. Mario Rossero, Villarfocchiardo (TO) Rispondo con molto piacere al suo invito. Penso che la realizzazione di un Bollettino della Gnomonica sia proprio una bella iniziativa. Paolo Gattoni, Gozzano (NO) ...a seguito della sua comunicazione faccio presente di condividere pienamente la sua iniziativa circa la pubblicazione di un bollettino di gnomonica a cura degli gnomonisti italiani... Mario Tebenghi, Brusasco (TO) ...Auspicando che questa iniziativa possa avere il grande riscontro che si merita ti saluto con grande affetto. Gian Carlo Rigassio, Venaria (TO) u Attività Gnomoniche Italiane Mostra fotografica di meridiane eliotropiche sicule In occasione del restauro della meridiana di S. Nicolò l’Arena di Catania, di cui si può leggere approfonditamente nelle pagine di questa stessa rivista, e sempre in collaborazione con il Comune di Catania, è stata allestita - all’interno della stessa basilica - la prima mostra regionale delle meridiane interne a foro eliotropico (altrimenti dette meridiane “a luce”, perché lo gnomone è un foro praticato su un tetto che produce un cono di luce sul pavimento sottostante) che sono state scoperte nelle chiese della Sicilia. Agli estremi della meridiana restaurata, infatti, sono stati collocati quattro leggii su cui sono poste le fotografie, corredate di ottime didascalie e note sul loro scopo e sul loro funzionamento, delle meridiane di S. Nicolò l’Arena di Catania, del Duomo di Palermo, del Duomo di Acireale, del Duomo di Messina, della Chiesa Madre di Castiglione di Sicilia e di Modica. Pag. 6 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 IX Seminario Nazionale di Gnomonica Per incarico dell’Unione Astrofili Italiani (UAI) - Sezione Quadranti Solari, l’Unione Astrofili Bresciani (UAB), l’Osservatorio Astronomico Serafino Zani ed il Gruppo Milanese Quadranti Solari (GMQS), organizzano il IX° Seminario Nazionale Italiano di Gnomonica nei giorni 26, 27 e 28 Marzo 1999 a San Felice del Benaco (Brescia) presso l’Auditorium della Casa di Accoglienza “Il Carmine”. Gli interessati a partecipare dovranno inviare entro il 31/1/1999 al GMQS presso Enrico Del Favero (Via Lambro 2, 20129 Milano, tel. E fax 02-29526746, e-mail: [email protected]) una breve comunicazione di iscrizione, specificando le proprie generalità, n. telefonico ed eventuale indirizzo e-mail compresi, ed allegando, preferibilmente a mezzo vaglia postale, la somma di £. 40.000 per contributo alle spese organizzative e di stampa/spedizione degli Atti. Gli iscritti alla UAI per il 1998 e/o 1999, sono esenti dal contributo, ma pregati di dichiarare tale loro qualifica nella lettera di iscrizione. Gli interessati alla presentazione di relazioni sono pregati di far pervenire a mezzo posta ordinaria o elettronica sempre a Enrico Del Favero: entro il 31-1-1999 il titolo della relazione ed un riassunto (estratto) della stessa per un massimo di 5 righe di testo;entro il 282-1999, la relazione e gli elaborati grafici, fotografici ecc. di accompagnamento. Con la Direzione della Casa “Il Carmine” è stato concordato un prezzo per il trattamento di pensione completa di 55.000 lire a persona per un giorno. Le prenotazioni posso essere indirizzate direttamente presso il “Servizio di Accoglienza Santuario il Carmine” via Fontanamonte 1, 25010 San Felice del Benaco (BS), tel. 0365-62365, fax 0365-62364 (contatto: Suor Lucia), allegando vaglia postale di £. 50.000 quale caparra confirmatoria. I lavori inizieranno alle 15 del 26 marzo e termineranno con il pranzo di Domenica 28 marzo. Per ulteriori informazioni: Loris Ramponi (UAB) c/o Osserv. Astr. Serafino Zani, Via Bosca 24, 25066 Lumezzane (BS); oppure : Enrico Del Favero agli indirizzi sopra specificati. XXXI Congresso Nazionale dell’Unione Astrofili Italiani Si svolgerà nelle sale del Castello Ducale di Sessa Aurunca (CE) dall’11 al 13 Settembre 1998. Sabato 12 settembre alle ore 9 ci sarà la sessione di “Storia, Cultura Astronomica e Gnomonica” con Chairman la prof.ssa Nicoletta Lanciano di Roma. Per informazioni sulle relazioni presentate, rivolgersi all’Ass. Astrofili “ Aurunca”, c/o Scuola Media Statale “F. De Sanctis”, Via Giovanni Bruno 1 - 81037 Sessa Aurunca (CE). Fax 0823-937117; Tel. 0823-938627; 0823-937166, e-mail: [email protected], oppure [email protected]. Pag. 7 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Progetto IL TEMPO SILENZIOSO, storie, notizie e curiosità sui segnatempo senza ticchettio - Casalzuigno, dal 20 Settembre al 15 Novembre. A cura di Gian Carlo Rigassio Credo che sia indubbia la mia opera a favore della diffusione della gnomonica attraverso il libro Le ore e le Ombre edito nel 1988 (che però continua ad essere richiesto ed è già quasi esaurito anche nella seconda edizione) forse proprio per il linguaggio divulgativo scelto. In quella occasione avevo espressamente redatto l’ultimo capitolo (Prima che sulla meridiana scenda l’ultimo tramonto) per sensibilizzare il pubblico e quindi contribuire alla salvaguardia del patrimonio gnomonico italiano. Ho sempre affermato che il più grande e preciso complesso gnomonico è destinato all’incuria e all’abbandono se non viene percepito che è il frutto del millenario sapere, della continua dedizione e delle amorevoli cure di valenti e sensibili personaggi. Sullo stile del libro Le Ore e le Ombre già dal 1993 ho iniziato a proporre una mostra divulgativa (Horologium Descriptio) che si prefiggeva di diffondere la conoscenza della gnomonica ad un vasto pubblico. Proprio per divulgare ulteriormente queste mie conoscenze sul millenario rapporto che esiste tra l’umanità e i vari sistemi di misurazione del tempo, ho realizzato il progetto IL TEMPO SILENZIOSO che si sviluppa in una decina di mostre tutte personalizzate, conferenze, video finalizzati alla didattica e alla catalogazione nella speranza che possa contribuire anch’esso a salvare questi misuratori silenziosi, una piccola ma significativa parte del patrimonio artistico italiano. Investendo quindi risorse personali di tempo, fatica e denaro ho operato e continuo ad operare per sensibilizzare un pubblico sempre più vasto a partire dai ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado. E’ quindi con grande soddisfazione che ho potuto constatare che la mia attenzione al territorio e al recupero degli strumenti solari è stata determinante per organizzare uno specifico progetto per il F.A.I., Fondo per l’Ambiente Italiano, la fondazione italiana senza scopi di lucro che si prefigge di conservare importanti complessi monumentali (quali San Fruttuoso di Camogli e l’abbazia di Staffarda nonché ville e castelli) arrestandone un degrado spesso estremo. In questo caso è stata messa a punto una mostra itinerante con un percorso composto da venticinque pannelli e una cinquantina tra strumenti e libri antichi. L’esposizione, denominata Il Tempo Silenzioso, storie, notizie e curiosità sui segnatempo senza ticchettio sarà esposta dal 20 settembre al 15 novembre 1998 a Casalzuigno in provincia di Varese. Essa è’ già stata effettuata con un grande riscontro di pubblico nella prestigiosa sede del F.A.I. del castello della Manta di Saluzzo dal 10 di aprile al 31 maggio 1998 con visite guidate soprattutto per le scolaresche. La versatilità del progetto è indubbia: sono una decina i possibili percorsi espositivi con oltre sessanta pannelli e con oltre mille oggetti antichi o curiosi dedicati alla misurazione silenziosa del tempo. Per questo, in funzione dei singoli obiettivi di comunicazione, tutte le esposizioni sono personalizzate con la scelta di un percorso mirato, con una sezione appositamente dedicata agli strumenti gnomonici o agli gnomonisti del territorio e sono particolarmente finalizzate alla didattica con visite guidate e con conferenze supportate da video. Gnomonica in Valcamonica! Il Circolo Culturale S. Alessandro Ono San Pietro di Valcamonica (BS) ha organizzato una Stage Estiva culturale dal 20 luglio all’8 agosto, con corsi di lingua e cultura ebraica, scienze naturali ed astronomia pratica e storia delle Alpi tenuti da esperti presso il rifugio Baita Iseo di Ono S,. Pietro, a venti minuti dalla Concarena. In particolare, sabato 8 agosto, è stato tenuto - dall’Ing. Giacomo Agnelli di Brescia - il corso “Principi di Gnomonica: l’arte di costruire orologi solari e meridiane (dimostrazioni pratiche). Inoltre, lo stesso Agnelli ha guidato i presenti alla lettura del cielo estivo offrendo indicazioni pratiche circa la costruzione di orologi solari ed indicazioni teoriche pratiche sulle meridiane in generale. Pag. 8 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Rubrica dei Lettori Risponde Nicola Severino ...Approfitto per porre un quesito che da tempo avevo in mente. Si è sempre parlato di ore planetarie associandole alle linee orarie del sistema temporario. Ma Rohr alla pag. 110 del libro Meridiane (Ulisse ed. Torino 1998, n.d.r.), dice che non sono proprio così; e cita per questa conferma Apiano. Renzo Righi, Correggio. Il fatto è che sulle ore canoniche, planetarie e temporarie, c’è sempre stata una gran confusione. Io sono giunto alla conclusione che i tre sistemi orari si equivalgono nel computo e si diversificano nel significato. Premesso che il testo italiano del libro di Rohr è fallace in molte interpretazioni, quando egli scrive “Conviene non confondere le ore temporali con gli intervalli di tempo segnati dalle meridiane canoniche...”, non intendeva dire che i due computi sono diversi. Infatti, e brevemente, le ore canoniche negli orologi solari canonici altro non sono che l’adozione delle ore temporarie principali (Prima - Terza - Sesta - Nona - Vespri) che venivano utilizzate - come poi asserisce Rohr - per “indicare unicamente le ore degli uffizi conventuali”, ma la frase “e la loro divisione non corrisponderebbe in alcun modo a ciò che noi intendiamo per nozione di ora” è assolutamente fallace. Esse non corrispondono certo alle nostre ore astronomiche, ma sono ore temporarie. E ciò è dimostrato non solo da tutte le meridiane canoniche (che siano veramente canoniche) la cui suddivisione oraria è facilmente confrontabile e verificabile, ma anche dalle esperienze dei monaci. E’ scritto in tutti i manuali liturgici ed è risaputo che S. Benedetto adottò il sistema delle ore ineguali temporarie per le ore Canoniche. Forse Rohr voleva dire che, in alcuni casi, i monaci hanno cambiato, a seconda delle proprie abitudini, i momenti di alcune preghiere, cambiando sensibilmente la suddivisione su alcuni (solo su alcuni) orologi. Ma, sinceramente non conosco esemplari di questo tipo. Il fatto che Rohr scriva che “le ore planetarie sono simili” alle ore temporali, può indurre qualche dubbio nel lettore che queste siano diverse. Sbagliato anche questo. Le ore Planetarie sono proprio le ore Temporarie con l’unica differenza che le prime indicano, oltre l’ora ineguale normale, anche l’influsso (come si credeva una volta) che un determinato pianeta ha sull’uomo in quella singola ora per quel dato giorno. Basta, per questo, l’esempio del quadrante di S. Benigno Canavese. Le linee orarie visibili, sono temporarie con l’aggiunta artistica (un pò al modo kircheriano) di alcune curve che altro non indicano se non l’influsso dei pianeti sulle singole ore. Ma sono ore temporarie. Infatti poi Rohr scrive “Le ore planetarie sono disuguali....”. La citazione di Apiano non aggiunge o sottrae nulla a quanto detto. Egli parla solo di ore planetarie. Gli autori antichi che parlano solo di ore planetarie lo fanno perché in effetti esse sono molto antiche e rappresentano l’intero sistema delle ore ineguali. Per esempio, il Vimercato, nel suo Dialogo de gli horologi solari del 1586, descrive gli orologi ad ore temporarie chiamandoli normalmente “orologi planetari”, ma poi vi aggiunge la “tavola dei Reggenti” che riporta l’influsso dei singoli pianeti nelle singole ore. Quindi, come si vede, i tre sistemi, che sembrano diversi, Temporario, Canonico, Planetario, sono identici, ma indicano “cose” diverse. Le temporarie indicano l’ora propriamente detta ineguale, le canoniche indicano l’ora “canonica” della preghiera che “cade” in certe ore temporarie; le planetarie indicano quale pianeta influisce sulle singole “ore planetarie”. Tutto qui, ma ne riparleremo nel prossimo numero di Gnomonica con un articolo più approfondito. *********************** Pag. 9 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Sono uno studente di Ingegneria di Siena e da poco mi è presa una grande passione per le meridiane. Prossimamente spero di poter restaurare quella di Murlo, il mio comune di appartenenza. La teoria l’ho appresa dai testi di Rohr e Pavanello, solo da poco ho scoperto questo sito e le faccio i miei complimenti per la completezza delle informazioni. Grazie mille. Ulivieri Nicola Grazie per il suo apprezzamento. Sono felice che anche Lei abbia preso la febbre degli “gnomi”. Il sito di Rosa Casanova ospita qualche mio lavoro. Forse a Lei interessa più la parte pratica, ovvero matematica. Se è così, allora non può fare a meno del testo di Girolamo Fantoni Orologi Solari, di oltre mezzo migliaio di pagine intense di teoria ricavata prettamente dall’astronomia nautica e di posizione. E’ considerato il trattato per eccellenza dei nostri giorni. La informo, inoltre, che ogni anno e mezzo L’Unione Astrofili Italiani, Sezione Quadranti Solari (al cui sito può accedere direttamente da quello di Rosa Casanova tramite “Biblioteca”), organizza un Seminario Nazionale di Gnomonica (l’ultimo si è tenuto a Porto S. Giorgio - Marche - il 3-4-5 ottobre 1997, il prossimo a primavera del 1999). Esiste una “sundial-list” in Internet che funziona da gruppo di discussione, ecc. Naturalmente sono circa 350 nomi, in maggioranza stranieri. L’iscrizione è totalmente gratuita ed un “majordomo” provvede ad inviare le liste degli iscritti, ecc. Per qualsiasi altra informazione, sono a sua disposizione. ******************** Sono un ingegnere e sono stato recentemente folgorato dalla gnomonica, non mi posso definire nemmeno un principiante, per iniziare quali testi mi consiglia e dove reperirli ? Ing. Maurizio Fiumanò Alcuni dei volumi più belli da sfogliare, scritti con lodevole spirito divulgativo, che insegnino a costruire i principali orologi solari e con ottimi commenti storici le consiglio: Paltrinieri Giovanni, Meridiane e orologi solari di Bologna e Provincia, Ed. Artiere, Bologna 1995; Paltrinieri Giovanni, Meridiane ed orologi solari d’Italia, Ed. Artiere, Bologna 1997. Questi due testi può richiederli direttamente all’autore, Via Giuseppe Dozza 3, Bologna. Se vuole dei testi tecnici ad alto livello, allora le scelte sono obbligate: Fantoni G., Orologi Solari, Trattato Completo di Gnomonica, Ed. Technimedia, Roma, 1988; René R.J.Rohr R., Meridiane, Ulisse Ed., Torino, 1988 , oppure potrebbe dare un’occhiata ai testi ormai classici di questo secolo e della fine del secolo scorso, come Garnier E., Gnomonica, Hoepli Ed., Milano, 1938, oppure Pasini C., Orologi Solari del 1900, ma essi sono ormai consultabili solo nelle grandi biblioteche. ☺ Mitologia e lettura oraria sui quadranti solari antichi Paolo F. Forlati, Verona Per una migliore programmazione d’orario universale è stato convenzionato e stabilito un tempo medio sul tempo solare vero. Quest’ultimo astronomicamente ha dei ritardi e degli anticipi nello spazio dell’anno. Nella lettura gnomonica si deve riportare questi scarti ed aggiungerli allo spazio d’arco demarcazione-fuso e tempo orario. Ecco dunque una leggenda mitologica per meglio rammentare questo primo problema. Pag. 10 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Racconta una vecchia leggenda dell’Olimpo, che il giovane Elio, invaghitosi durante la festa del Primo inverno dell’affascinante Meridia, le giurasse fedelmente d’incontrarla tutti i giorni, che Dio manda in terra, a mezzodì preciso, davanti al tempio di Cronos. Ma avvenne che d’inizio il giovane rispettasse l’impegno, ma dopo poco tardasse, tanto d’essere richiamato dalla sua bella. Egli, mortificato, indeciso, torna incerto alla puntualità ma poi subito avvolto da nuovo ardore corre sempre più in anticipo all’incontro. Purtroppo il tempo d’attesa diventa anche per lui una così grande sofferenza da convincersi a rientrare nell’orario prestabilito di convegno. Col passar dei giorni dunque, rallenta il suo impeto, sino ad arrivare sereno e preciso all’anniversario del suo primo incontro con tale puntualità e gioia di quanto accaduto, che follemente abbraccia la sua adorata...e fu gran festa. I Dei dell’Olimpo, prosegue la leggenda, confermano che da quel momento a memoria delle passioni, vicissitudini, entusiasmi, ansie e promesse di questi innamorati, il Sole simula sui quadranti di Cronos lo stesso comportamento: ritarda nei primi mesi dell’anno, tergiversa in estate, anticipa in autunno per ritornar puntuale a mezzodì nella sua festa di “solstizio invernale” nell’ultima decade dicembrina. ☺ CRONISTORIA DELLE MERIDIANE DI FERMO (AP) Cintio Alberto, Fermo All’inizio del 1845, a Fermo fu presa la decisione di cambiare il sistema orario, ossia di abbandonare le ore italiche, in cui l’ora zero è l’istante del tramonto del Sole e adottare le ore astronomiche o europee in cui l’ora zero è la mezzanotte. A questo scopo il Comune per 30 scudi (all’epoca - 1845 - uno scudo = £. 40.000 circa) aveva affidato a Domenico Venturelli, orologiaio di Castel Clementino (oggi Servigliano), la costruzione di un orologio meccanico a ruote, completo di suoneria per ogni quarto d’ora, da installare sulla torre della Chiesa metropolitana. Il moderatore comunale, Francesco Monaldi, esprime le sue difficoltà a rimettere in modo giusto la nuova macchina oraria ogni volta che i pesi, arrivati a terra, ne arrestano il movimento. Infatti, col vecchio orario era facile individuare l’istante del tramonto per suonare l’Ave Maria e per azzerare l’orologio, ma ora col nuovo non è altrettanto facile individuare l’istante della mezzanotte o del mezzogiorno. Per questo il 14.05.1845 il gonfaloniere Matteucci scrive una lettera al delegato apostolico: “Per regolare gli orologi di questo Comune, stabiliti attualmente all’astronomica, è assolutamente indispensabile l’uso della meridiana. Troverei perciò opportuno farne costruire due, una al girone e l’altra nella pubblica piazza, da servire sia l’una che l’altra tanto per comodo del pubblico che per norma del moderatore di detti orologi”. I calcoli vengono affidati al P. Luigi Bigi, gesuita e professore a Fermo di matematica e fisica “il quale cortesemente si è offerto di presiedere e diriggere il detto lavoro onde riesca colla desiderata esattezza e precisione al fine suddivisato”. Il 25.05.1845, appena undici giorni dopo, i tecnici del comune approvano questo preventivo: “Conto approssimativo della spesa che può occorrere per la formazione di un piano a scialbo per una meridiana da gnomone da porsi in questa città. Per armatura dovendo rimanere in opera più giorni = sc. 0,50. Per giornate del mastro muratore, dovendo essere impiegato a più riprese sotto la direzione del R.P. Professore Bigi per poter tirare le diverse linee a buon fresco = sc. 2,25. Per facchino = sc. 0,75. Per calce secchi n. 1 = sc. 0,20. Arena scelta ed acqua = sc. 0,70. Ferro per gnomone = sc. 0,20. Costo del piano finito in tutto = scudi 4,10”. Pag. 11 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Il giorno successivo, 26.05.1845, il vicegonfaloniere Francesco Cordella scrive al Delegato Apostolico: “Debbo in tale incontro far presenti all’E.V.Ill.ma le istanze che mi sono state avanzate dagli abitanti della contrada di Campoleggio, dove non ascoltandosi il suono dei pubblici orologi. Si bramerebbe almeno in parte supplirvi coll’uso di detta meridiana. Trovando per mia parte ragionevole tale domanda e vista d’altronde la tenuità della spesa in scudi 4.10, bramerei di poterne secondare la domanda”. La domanda viene immediatamente accolta e il giorno dopo, 27.05.1845, Luigi Pelagallo ottiene l’autorizzazione a far eseguire questa meridiana a Campoleggio per la quota fissata. Le meridiane, eseguite con sorprendente sollecitudine, misero ben presto a nudo i difetti della nuova macchina oraria, per cui il comune corrispose al Venturelli solo 20 dei 30 scudi pattuiti: a tal proposito c’è un’accorata petizione al gonfaloniere di Fermo da parte della moglie del Venturelli, scritta su carta intestata del comune di Castel Clementino, di avere almeno 5 scudi per poter sfamare i figlioli. Il 01.07.1845 fu subito istituita una commissione per fare una perizia sull’orologio meccanico, costituita da 4 persone: lo stesso Domenico Venturelli, Francesco Alessandro Alessandrini perito per la parte del comune, Francesco Monadli, moderatore degli orologi comunali, anch’esso perito per la parte del comune e Agostino Mazzanti, orologiaio di Fermo, perito per la parte del Venturelli. La relazione, sottoscritta dai quattro, elenca vari difetti tra cui le distanze non uguali tra i denti degli ingranaggi, i perni non regolari e ruotanti su fori più grandi e soprattutto la insufficiente corsa dei pesi per le 24 ore nonostante lo sfondamento del pavimento. Il Venturelli fu obbligato a riparare il tutto a sue spese. Oltre alle meridiane, che ovviamente funzionavano solo nei giorni di Sole, il moderatore aveva bisogno anche di tavole orarie per il regolamento dell’orologio all’astronomica, ossia tavole che indicano, per ogni giorno dell’anno, l’ora esatta dell’Ave Maria, ricordando che questa veniva suonata mezz’ora precisa dopo il tramonto. Il Comune affida l’incarico di calcolare queste tavole a due professori fermani: uno è il P. Luigi Bigi, già menzionato sopra, e l’altro è il Canonico D. Pasquale Giacomozzi. Le tavole, compilate dai due separatamente, differiscono in alcuni periodi dell’anno anche di 5 minuti, perché il primo non aveva tenuto conto della rifrazione della luce che ci fa vedere il Sole prima che esso arrivi all’orizzonte e il secondo aveva incluso anche la leggerissima differenza dovuta all’altitudine di Fermo sul livello del mare. Per dirimere la questione il gonfaloniere Bernetti spedisce le due tavole al Card. Oppizzoni, Arcicancelliere della Pontificia Università di Bologna, il quale le gira al responsabile della Pontificia Specola di Bologna, D. Ignazio Calandrelli, professore di ottica e astronomia. Questi risponde il 09.02.1846 dando sostanzialmente ragione al Giacomozzi e fissando i criteri per un calcolo più rigoroso, secondo gli insegnamenti del grande astronomo gesuita P. Clavio, in questi punti: • il crepuscolo naturale mattutino e vespertino si calcola quando il centro del Sole è a 18° sotto l’orizzonte; • il Sole sorge quando spunta il suo bordo superiore, ossia quando il centro è a 16’ sotto l’orizzonte; • per effetto della rifrazione il suo bordo spunta quando il centro è a 33’ sotto i 16’ di cui sopra, ossia a 49’ sotto l’orizzonte; • il crepuscolo civile, ossia l’Ave Maria, è quando il centro del Sole è a 6° sotto l’orizzonte. Il Bigi, in una lettera del 13.02.1846, mal sopporta la risposta del luminare bolognese, mentre il Giacomozzi risponde il 15.02.1846 al gonfaloniere ritenendosi molto soddisfatto delle osservazioni e promette di ricalcolare le tavole secondo i criteri del Calandrelli e di stamparle a proprie spese. (Tutte queste notizie derivano dalla consultazione, presso l’Archivio di Stato, dell’Esercizio 1845, tit.XI, rub.5 e dell’Esercizio 1846 tit.XI, rub.5 All’interno della torre del duomo, al 2° piano, c’è ancora l’orologio meccanico ma è ridotto in pessimo stato e completamente bloccato per la ruggine; come anche è ridotta in pessimo stato, con l’intonaco per buona parte staccato, la meridiana che è sulla fiancata della chiesa). ☺ Pag. 12 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 LA MERIDIANA DI ACAZ Un orologio solare a rifrazione di Georg Hartmann datato 1547 Lino Colombo, Dairago, Milano L’oggetto di ottone a forma emisferica (diametro 153 mm, altezza 81 mm), lordo e misconosciuto, è stato fortunosamente nonché abilmente recuperato in un mercatino lombardo, da un antiquario di Busto Arsizio a metà aprile del 1998. Si tratta di una meridiana a tazza o, secondo la denominazione greca, a skaphe (cavo), ossia di una delle più antiche forme conosciute di orologio solare, tracciato sulla superficie interna di una coppa, di cui sopravvivono molti esempi di marmo risalenti al periodo romano. A distanza di molti secoli, nel Cinquecento, riprese la costruzione degli orologi a scafea, di tipo portatile e di piccolo formato, realizzati solitamente in metallo, dei quali la nostra tazza costituisce un notevole esempio (R.R.J. ROHR, Les Cadrans Solaires. Histoire, Orologio di Hartmann, parte settentrionale Théorie, Pratique, Strasburgo 1986, pp. 17-19, 21, 156; G. FANTONI, Orologi solari. Trattato completo di gnomonica, Roma 1988, pp. 328331). Nella semisfera ritrovata, in una calotta sul fondo sono tracciate 15 linee orarie, numerate dalle V del mattino alle VII di sera, intersecate da sette linee calendariali, costituite dalle coniche relative all’ingresso del sole nei segni dello zodiaco, individuabili dalla presenza dei simboli corrispondenti. Le ore del giorno sono segnate approssimativamente da tutta l’ombra dello stilo, mentre la data è leggibile solo in corrispondenza del suo punto estremo. Come nell’uso attuale, le ore sono contate dalla mezzanotte, secondo il sistema orario tedesco dell’epoca, andato in voga in Italia solo alla fine del Settecento. Sebbene la forma dell’oggetto presenti notevoli affinità con la scafea dell’antichità, il suo funzionamento appare singolare e costituisce un elemento di assoluta novità: prima di leggere correttamente le indicazioni dello strumento, mediante l’ombra dello gnomone, occorre riempire la tazza d’acqua fino all’orlo (0,8 litri). Infatti, sopra le ore, una dicitura incisa avverte: HORE A MERIDIE ET SIGNA SOLIS COGNOSCVNTVR EX REFRACTIONE, le ore e i segni sono conosciuti attraverso la rifrazione del liquido versato nel recipiente. Addirittura, per una parte dell’anno, l’ombra dello gnomone non si proietterebbe nemmeno sul quadrante, se la tazza non fosse colma d’acqua che incurvando i raggi solari di parecchi gradi, li invia sul fondo, tra le linee incise con precisione dal costruttore; linee deformate rispetto a quelle tracciate sulle normali meridiane a scafea, per tener conto della rifrazione crescente con l’avvicinarsi del sole all’orizzonte. Tutto il disegno è racchiuso in una calotta incorniciata, con l’apertura di 50°, mentre i rimanenti 40° della semisfera sono sgombri, in quanto i raggi luminosi, nel passare dall’aria all’acqua, hanno un angolo limite di 48,6° che l’ombra dello gnomone non può mai superare, per andare a proiettarsi sulla fascia superiore. L’interno della tazza è suddiviso in due parti uguali dalla linea meridiana, graduata nel tratto settentrionale da 10° a 90° e affiancata dall’iscrizione: GRADVS ASCENSIONVM SOLIS; la sua Pag. 13 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 funzione è quindi quella di misurare l’altezza del sole in cielo, anzi, per essere precisi, la “distanza zenitale” dell’astro. Il labbro superiore della scafea, dello spessore di 3 mm, è ornato internamente, per tutto lo sviluppo della circonferenza, dalla scritta incorniciata: HYDRAVLICVM QVOD MIRABILI ARTIFICIO * IMITATVR * HOROLOGIVM ACHAS IN QVO ESAIAS VMBRAM SOLIS RETRORSVM DVXIT DECEM GRADIBVS QVARTO REGVM 20 CA ESAIE 38 CA: PARA; LI: 2: CA: 32 YH. Il dispositivo è quindi definito “idraulico” e imitante, con un “mirabile artificio”, l’orologio di Acaz re di Giuda (736-721 a.C.), dal momento che l’artefice, citando più volte la Bibbia (Quarto libro dei Re, capitolo 20; Isaia, capitolo 38; Libro secondo dei Proiezione dell’ombra senza acqua Paralipomeni, capitolo 32), paragona il funzionamento del proprio strumento al miracolo compiuto dal Signore, quando, invocato dal profeta Isaia, fece tornare indietro di dieci gradi l’ombra della meridiana di Acaz, deviando i raggi del sole. È evidente che l’autore di quest’orologio solare conosceva perfettamente gli effetti della rifrazione, anche se in modo empirico, poiché, nonostante il fenomeno fosse già noto fin dall’antichità, la legge attualmente impiegata per eseguirne i calcoli (legge di SneI) fu scoperta solo nel 1621 da Snellius (Willebrord Snel van Rojen) e formulata definitivamente da Cartesio nel decennio successivo: Sin i - n sin r dove i è l’angolo d’incidenza (formato dalla normale alla superficie di separazione di due mezzi otticamente diversi e dal raggio incidente), r l’angolo di rifrazione (formato dalla normale e dal raggio rifratto), n è l’indice di rifrazione relativo del secondo mezzo rispetto al primo, nel nostro caso dell’acqua rispetto all’aria, pari a 1,333 per la luce gialla. Per mettere in funzione l’orologio solare, era necessario puntare al polo nord celeste il suo stilo, ora mancante, originariamente impiantato nella parete della coppa a 48° dal fondo, la cui punta si trovava esattamente al centro della sfera, così da formare un angolo, rispetto al piano orizzontale, pari alla latitudine per la quale la scafea è tarata; tale latitudine viene indicata dalla scritta posta in un piccolo semicerchio alla base dello gnomone: POLVS GRA 41~ MI 41~, corrispondente alla città di Roma, dove il polo è alto sull’orizzonte all’incirca 41°41’. A dire il vero, la latitudine corretta di Roma è pari a 41°54’, tuttavia nel Cinquecento il suo valore era ampiamente sottostimato, come testimoniano tutte le carte geografiche dell’epoca (R. ALMAGIÀ, Monumenta Italiae Cartographica, Firenze 1929, p. 73); ad esempio la carta d’Italia pubblicata nel 1561 da Girolamo Ruscelli posiziona la città proprio alla stessa latitudine dell’orologio (G. RUSCELLI, La Geografia di Claudio Tolomeo alessandrino, Venezia 1561). Pag. 14 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Il corretto orientamento dello strumento si otteneva mediante una piccola bussola, anch’essa mancante, fissata sotto il fondo della tazza. Resta il foro del diametro di 18 mm, con intorno una corona incisa, in cui si leggono le iniziali latine dei quattro punti cardinali: SEP (settentrione), ME (meridione), OR (oriente), OC (occidente). Sopra il piede dello gnomone sono riportati il luogo, la data e la firma dell’autore: RADIORVM SOLIS IN AQVA GEORGIVS HARTMAN NORENBERGE F 1547, ossia Giorgio Hartmann a Norimberga faceva nel 1547 lo studio dei raggi solari in acqua. Georg Hartmann (14891564), rettore della chiesa di S. Sebaldo a Norimberga, fu un pioniere rinascimentale nella costruzione di strumenti scientifici; dalla sua bottega uscirono una gran quantità di astrolabi, quadranti, meridiane, globi e sfere armillari, di cui oggi rimangono un centinaio di esemplari (A. TURNER, Early Scientific Instruments Europe 1400~1800, Londra 1987, pp. 39-47). L’Hartmann fu anche pioniere nello studio della declinazione e dell’inclinazione magnetica delle bussole: nel 1510 a Roma misurò la declinazione magnetica, mentre nel 1544 per primo si accorse che l’ago magnetico “s’inclinava verso terra” (R. PITONI, Storia della Fisica, Torino 1919, p. 100). Il Museo di Storia della Scienza di Firenze conserva un orologio solare a scafea della stessa epoca e con la medesima fattura di quello preso in esame; la coppa fiorentina è completa di coperchio, che probabilmente aveva la funzione di impedire il versamento e l’evaporazione dell’acqua contenuta. Bisogna anche segnalare che il museo possiede anche un astrolabio di rame dorato, fabbricato a Norimberga da Georg Hartmann Proiezione dell’ombra con l’acqua alle ore 13,30 nel 1545 (AA.Vv., Museo di Storia della Scienza-Firenze Immagine mancante Catalogo, Firenze 1991, pp. 1213, 30). Alla fine del mese di aprile abbiamo proceduto al restauro del nostro reperto, liberandone la superficie metallica dalla crosta di sporco; lo stilo è stato ricostruito nelle giuste dimensioni e il foro sul fondo è stato chiuso con una bussola moderna. Riempita d’acqua, la scafea ha così ripreso a funzionare perfettamente, indicando il tempo solare vero locale. Onde verificare che la tazza sia ben orizzontale, basta controllare il livello superiore del liquido rispetto alle linee incise sul bordo; la stessa acqua innalza l’immagine del fondo e lo fa sembrare meno incurvato, aumentando così la leggibilità delle indicazioni fornite dall’orologio. Quanto abbiamo dedotto dall’interpretazione delle scritte e dallo studio delle linee incise nella coppa, ha trovato piena conferma nel trattato Degli Horologi solari, pubblicato nel 1638 dall’architetto e matematico Muzio Oddi di Urbino (1569-1639); infatti l’autore, nel capitolo dedicato agli orologi “rifranti”, afferma: “Tra quante cose belle, & ammirabili, che in proposito d’horologi da Sole sono state ritrovate infino al giorno d’hoggi, nissuna è che per mio credere pareggi quella di farli nel concavo di un vaso, con si fatto artifitio, che l’ombra non mostri l’hore giuste, se non quando è tutto ripieno d’acqua, non potendosi non senza meraviglia vedere, che col fare i Raggi Rifranti, storcere l’ombra dello Gnomone, la drizzano in parte, che ne faccia conoscere il vero”. L’Oddi elencò anche i pochi esemplari di questo orologio da lui conosciuti: “Chi di così curiosa cosa ne sia stato l’autore, non saprei darne certa notizia non sapendo che nessuno de gl’Antichi n’habbia lasciato memoria alcuna: ben so de moderni, che l’anno 1572 l’Illustrissimo Signor Guidobaldo Pag. 15 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 de Marchesi del Monte ne fece fare uno da Simone Baroccio, eccellente artefice, in una mezza sfera d’ottone, & hollo avuto nelle mani molto tempo, il quale servì poi come per modello d’uno che d’ordine del Duca Francesco Maria Secondo, ne fu fabbricato entro la tazza della fonte, che è nel giardino pensile del suo Magnificentissimo Palazzo d’Urbino; come si vede fino al giorno d’hoggi: e circa i medesimi tempi Gio. Battista Benedetti pubblicò la sua Gnomonica, nella quale fece mentione con un particolare Capitolo di quest’istesso Horologio & un giorno parlandone io col Padre Christoforo Clavio in Roma, mi disse, che Giovanni da Monteregio n’havea fatto uno ancor lui, per un Prencipe d’Alemagna. Si conservano ancora presso di me alcuni fogli disegnati dal Commandino, che, per quanto hò potuto conietturare, giua cercando la ragione della varietà de gl’angoli delle refrattioni, non retirandosi uniformemente l’ombre fatte dal Gnomone, quando il Sole è vicino all’Orizzonte, da quando è alto da terra, benché habbia trascorso intervalli uguali, forse per comporne le tavole à questo effetto, non Manifesto della conferenza tenuta da Colombo essendo le medesime, che quelle d’Alazeno e di Vitellione, Né il Benetti, né il Signor Giudobaldo lo fecero; ma solo accennarono il come si Haverebbe à fare per comporle, è però la fabbrica di questi Horologi, fino adesso, si riduce ad una mera pratica”. Questa è la conferma che il tracciato degli orologi “rifranti” doveva essere fatto “in pratica” e non teoricamente; lo stesso Oddi descrisse il modo di realizzarli, utilizzando una lanterna per simulare le diverse posizioni del sole in cielo (R. PANICALI, Orologi e orologiai del Rinascimento italiano. La scuola urbinate, Urbino 1988, pp. 122-124). Possiamo concludere che gli orologi solari a forma di coppa sono assai rari, sviluppati nella Germania meridionale per un breve arco di tempo, tra il Cinquecento e il Seicento, cosicché solo alcuni esemplari di essi si trovano ancora nei musei; in particolare, l’orologio oggi ritrovato, oltre ad essere una scafea “a rifrazione” assolutamente singolare, dovrebbe anche costituire il primo e il più antico strumento del suo genere. (A.A. MILLS, Chalice dials, “Bulletin of the British Sundial Society” 95.3, Ottobre 1995, pp. 19-26). Grazie alla preziosa collaborazione di due esperti di gnomonica, quali Alberto Cintio di Fermo (AP) e Nicola Severino di Roccasecca (FR), siamo venuti a conoscenza che il museo spagnolo di Santa Cruz a Toledo conserva un orologio solare perfettamente identico a quello da noi studiato (A. A. MILLS, Refractive sundials, “Bulletin of the British Sundial Society” 96.1, Febbraio 1996, p. 35), la qual cosa non sorprende per nulla, dal momento che l’autore fu un precursore della produzione “in serie” degli strumenti scientifici, a partire da un unico modello. Riguardo, infine, al quesito di Muzio Oddi, circa l’autore “di così curiosa cosa”, dopo quattro secoli possiamo rispondere che quasi certamente fu proprio Georg Hartmann l’inventore dell’orologio solare rifranto. ☺ Il giorno 29 maggio l’Assessorato alla cultura del Comune di Dairago (Milano), dove risiede lo scrivente, ha dedicato una serata alla mostra e al commento dell’orologio solare a rifrazione, intitolata “UNA MERIDIANA A TAZZA D’ACQUA, ovvero il miracolo del profeta Isaia artificiosamente riprodotto, a cura di Lino Colombo”. Nella sala del Consiglio comunale, l’oggetto è stato illustrato ad un pubblico attento e meravigliato dal suo funzionamento, ottenuto con l’ausilio della luce di un proiettore. Pag. 16 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Nella stessa occasione, il Sindaco ha accolto la nostra proposta di realizzare in pietra una riproduzione ingrandita dello strumento, da impiegare quale arredo urbano, così da lasciare un ricordo dell’orologio solare e della sua, purtroppo, breve permanenza nel nostro paese. Lino Colombo Gnomonica e Didattica Costruzione di una meridiana per la scuola elementare di Quinzanello: come coinvolgere gli alunni? Giacomo Agnelli, Brescia Perché coinvolgere gli alunni? La motivazione L’ho constatato più di una volta: i bambini si avvicinano con entusiasmo ai problemi della Gnomonica – l’arte per la costruzione degli orologi solari – e le maestre vedono che gli alunni si danno da fare per capire come funzionano le meridiane per poi realizzarle. Esempi di fermento si hanno in diverse scuole bresciane, con manufatti ormai completati e che entrano già nell’elenco delle meridiane della Provincia bresciana, delle quali si sta facendo in questi giorni il censimento per … farle navigare in Internet. Qui, a titolo di presentazione di uno fra i lavori del genere eseguiti, cito la “Scuola Elementare di Quinzanello, frazione di Dello nella bassa” dove gli alunni della IV classe hanno lavorato, sotto la guida di Giuseppe Tavernini, un appassionato gnomonista di Trento, del sottoscritto e della maestra Nicoletta Lanzanova, per la costruzione della meridiana orizzontale nel cortile d’asfalto davanti all’edificio scolastico. Trattasi di una Meridiana Analemmatica, dipinta dai bambini stessi direttamente per terra - con vernici tipo quelle usate sulla segnaletica stradale – e che consente di leggere l’ora dell’orologio mediante l’ombra di una persona che si ponga con i piedi sulla data indicata dalla curva a forma 8 (Lemniscata). Altre due meridiane verticali, per ora esistenti solo come piccoli modelli, sono incollate sui vetri dell’aula in attesa di passare alla realizzazione definitiva nel prossimo anno scolastico. Dell’orientamento e le coordinate geografiche Il muro di cinta della Scuola, nel lato a Nord, risulta parallelo al muro dell’Edificio Scolastico volto a Sud e rispetto alla Linea Meridiana Nord-Sud essi risultano orientati leggermente verso l’Ovest, con valore di 9,3°, come indicato nello schizzo sotto riportato. Dalle mappe risultano i seguenti valori delle coordinate geografiche: Latitudine 45° 25’ = 45,417° ; Longitudine 10° 06’= 10,102° ; Altitudine (metri s.l.m.) 150 m Costante locale (minuti in ritardo del passaggio del Sole rispetto al Meridiano 15°) = 19,6 minuti. Pag. 17 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari Come hanno proceduto nel lavoro i ragazzi? N° 1 Settembre 1998 Orientamento dell’edificio E’ stata fatta una prima verifica dell’esattezza dell’orientazione della Linea Meridiana Nord-Sud, mediante il filo a piombo, come indicato nella figura: si deve guardare l’ombra del filo nel momento del Mezzogiorno vero, deducendolo dall’Analemma (o dalla Lemniscata corrispondente). Tale ombra dovrebbe corrispondere alla linea inclinata di 9,3° calcolata e che si può tracciare in riferimento alla linea parallela ai muri relativi sapendo dalla Trigonometria che tan 9,3° = 0,16376, il che fa corrispondere per ogni metro di lunghezza uno spostamento a 90° di circa 164 mm. Per esempio, il 10 maggio, giorno della verifica, secondo l’Equazione del tempo = - 3 ½ min, la meridiana anticipa e tenuto conto della Costante locale di +19, 6 min = 19 ½ con cui il sole passa in ritardo al meridiano e dell’ora legale, il ritardo sarà 1 ora + 19 ½ min – 3 ½ min = 1 ora e 16 min. Pertanto il Mezzogiorno vero alla Scuola di Quinzanello è avvenuto alle 13:16 di quel giorno (diverso se fatto in altra data). Seconda verifica: Il disegno, in scala ridotta, della Meridiana orizzontale è stato incollato su una piccola tavoletta di legno e posta su un tavolino, orientando perfettamente la linea Nord-Sud. Giorno per giorno – ciò che è stato possibile fare Lettura del filo a piombo anche in aula - si è potuto constatare l’esattezza dell’indicazione ponendo sul punto della Curva Analemmatica una minuscola bandierina o un pupazzetto: l’ombra indicava esattamente l’ora dell’orologio. Nel giorno di lunedì 1 giugno ’98 si è proceduto alla realizzazione di essa nel cortile della scuola. La grandezza è di 10 metri nell’estensione da Est a Ovest e di circa 6 metri da Sud a Nord: si è costruita una Squadra gigante con legni preparati, tipo battiscopa, utilizzando le misure magiche 3, 4 e 5 (gli alunni di IV elementare non conoscono il teorema di Pitagora, ove la somma dei quadrati sui due cateti lunghi 3 e 4 è uguale a quello dell’ipotenusa 5); poi, mediante il metodo del giardiniere, si è tracciata la Grande Ellisse che contiene le ore della giornata. Era davvero entusiasmante vedere bambini e bambine darsi da fare, con corda e bastoni puntate sui fuochi, procedere alla tracciatura della curva, prima con gesso e poi ripassandola – pazientemente – mediante i pennelli. Pag. 18 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Meridiana con bandierina Altra cosa di grande interesse: la realizzazione della Lemniscata, con il procedere dei luoghi raggiunti dall’ombra del sole in anticipo o in ritardo, secondo i valori dell’ Equazione del tempo. Gli alunni si sono dati ragione del fatto che il Sole non ritorna sempre nello stesso posto ogni 24 ore, ma a volte prima e a volte dopo, nozioni che la maestra ha ricondotto a precedenti spiegazioni di Geografia astronomica, giustappunto il programma di IV elementare. Le stagioni, i mesi, i Solstizi e gli Equinozi, l’ora invernale e l’ora estiva, tutto ciò appare sulla meridiana del cortile della scuola… fatta all’80 % da loro. Disegni di modelli per le due meridiane verticali I disegni provvisori di due Meridiane verticali, sono serviti per fare delle prove di validità e quindi verificare che non ci siano errori nei calcoli effettuati. Il primo è valido per parete a Sud dell’Edificio Scolastico mentre il secondo è relativo ad una positura perfetta rispetto al Sud: entrambi sono stati applicati con nastro adesivo sui vetri della finestra, in modo tale da vederle dall’interno dell’aula (a rovescio rispetto alla vera meridiana che si guarderà dall’esterno verso il muro). I vetri della finestra sono paralleli al muro in questione (quando sono chiusi) ed apribili in modo da far assumere la posizione Sud perfetta. L’ombra del sole viene gettata da un oggetto fisso, costituito da una sorta di Gnomone a Vela, incollato al giusto posto sulla parte esterna della finestra. A differenza della Meridiana Analemmatica, per le Meridiane Classiche – come queste due – l’ora indicata non sarà più quella del nostro orologio, ma l’Ora del Sole, con anticipi e ritardi. Tali valori sono indicati dalla curva, l’Analemma, che ha la forma ondulata e fa corrispondere i mesi sulla linea orizzontale ed i minuti in più o in meno (+ o -) sulla verticale. Importante è stato - dopo aver accuratamente rilevato l’esatta indicazione della Linea Meridiana - di segnarla definitivamente sul davanzale e/o sul pavimento dell’aula in modo da potersi riferire ad essa ogni volta che si vuol fare la riprova in giorni differenti e distanti fra loro. La collocazione dei modelli, specialmente quello orizzontale, in modo permanente o provvisorio, è dipeso dalla possibilità di lasciarli o meno in luogo, sia sul davanzale (che avrebbe potuto essere esposto alle intemperie) sia su un tavolino entro l’aula (che doveva però essere spostato per le pulizie o per esigenza d’uso). Più pertinente è risultato il fissaggio dei due disegni del modello verticale sul vetro della finestra, facendo assumere la giusta posizione a ciascuna differente meridiana mettendo il battente, rispettivamente, nell’una o nell’altra posizione. Per quanto attiene lo Gnomone, risulta chiaro che nella meridiana orizzontale sarà mobile, essendo costituito dalla bandierina o dal pupazzetto (nella realtà è un’asta su piedistallo da spostare o una persona che si pone sulla data indicata sulla curva a 8 della Lemniscata). La lettura dei minuti da aggiungere o togliere all’ora del sole per calcolare quella del nostro orologio – e quindi verificare l’esattezza della meridiana – è presto fatta: si guarda la data e si rilevano i minuti col segno + o -; se sono in più (segno +) vuol dire che la meridiana é in RITARDO, ossia il sole passa dopo il tempo medio e vanno aggiunti ai 19 ½ minuti di Costante Locale, se sono in meno (segno-) vuol dire che la meridiana è in ANTICIPO ed allora si debbono togliere alla Costante Locale. Come si è visto in precedenza, bisogna tener conto anche del fatto se l’orologio segna l’Ora Invernale o quella Estiva. Pag. 19 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Momenti salienti delle prove, che hanno richiesto approfondimento La corrispondenza fra l’Ora del Sole e l’Ora dell’orologio avviene soltanto nei quattro giorni dell’anno (pur considerando lo scarto dell’Ora Estiva) che passano per lo “zero” sulla Lemniscata e sulle “12 = Mezzogiorno vero” dell’Analemma. Essi sono all’incirca: a metà aprile, a metà giugno, a fine agosto, inizio settembre e verso fine dicembre. Per ogni altra data si deve considerare lo scarto + o – e Posizione della finestra rispetto al Nord valutare (senza la precisione cronometrica che le meridiane non hanno affatto) la differenza. Per quanto riguarda il Calendario Zodiacale, di cui la meridiana è precisa indicatrice, si devono osservare le sei fasce che indicano i 2 x 6 = Meridiana verticale 12 Segni Zodiacali, che mutano verso il 20 di ogni mese. Si ha l’indicazione del Sole che cresce di giorno in giorno, per 6 mesi, iniziando dal 21 dicembre (Solstizio d’Inverno, praticamente a Natale) fino al 21 giugno (Solstizio d’Estate) e le ombre si allungano nelle meridiane verticali e si accorciano in quelle orizzontali. Poi il Sole cala per gli altri 6 mesi, ritornando al punto di partenza. Nei due transiti annuali, le fasce indicano per la Stagione Invernale: Capricorno, Acquario e Pesci; per la Stagione Primaverile: Ariete, Toro e Gemelli: per la Stagione Estiva: Cancro, Leone e Vergine; per la Stagione Autunnale: Bilancia, Scorpione e Sagittario. Notiamo, appunto, che l’ombra si sposta entro le due curve estreme, che sono raggiunte nei Solstizi. Allorquando tocca le varie zone – che sono bivalenti – si passa da una linea retta che è quella degli Equinozi (di Primavera e d’Autunno). ☺ Pag. 20 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Il recupero della Meridiana Clementina in S. Maria degli Angeli Jacopo Maria Vaccaro, Roma Nell’ampio panorama degli strumenti astronomici per la misurazione del tempo, la Grande Meridiana della Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri in Roma si pone certamente in una posizione di primo piano. Particolare della linea Clementina in corrispondenza del Termine della Pasqua Realizzata nel 1702 da Francesco Bianchini su commissione di Papa Clemente XI, essa mostra in più punti i segni di circa tre secoli trascorsi, tre secoli di usura per il calpestio dei fedeli, nonché per le numerose manifestazioni non solo religiose che in tempi più recenti vengono organizzate all’interno della Basilica. Ecco quindi che la linea clementina appare oggi non più riconoscibile nella sua interezza, mentre le linee equinoziali hanno del tutto perso le loro segmentazioni. Nel corso di una visita scolastica, gli Alunni di due classi dell’Istituto Tecnico Aeronautico di Stato “Francesco De Pinedo” (di cui chi scrive fa parte) hanno verificato lo stato di degrado e di parziale abbandono del sito e, con l’approvazione del Preside e dei Consigli di classe, hanno preso la decisione di “adottare” il monumento per stimolare la sua rimessa in pristino e sorvegliare sulla sua conservazione. Il programma, risalente ormai allo scorso Febbraio, si è mosso con l’invio a quotidiani romani e nazionali di alcune foto da noi realizzate, insieme ad un breve cenno sulla storia e lo stato attuale della meridiana. Questa “campagna di stampa” è servita per un primo contatto con l’Assessore alla Cultura Pag. 21 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 del Comune di Roma, che si è detto entusiasta dell’iniziativa, assicurando che la collaborazione avrà inizio con il prossimo anno scolastico. In attesa della formalizzazione dell’adozione, è stata avviata la creazione di un sito Internet (http://www.geocities.com/Athens/Aegean/2001/), ormai quasi del tutto completato; al tempo stesso si sta realizzando un video ed un CD Rom da porre in vendita in Basilica, in associazione o in alternativa al volume di Armando Schiavo. Questo momento “divulgativo” avrà il culmine con l’allestimento, nel prossimo anno scolastico, di una mostra permanente all’interno della Basilica, per la quale sono già stati presi i primi accordi con il suo Rettore. Veduta d’insieme delle proiezioni ellittiche del percorso della stella polare per un periodo di 800 anni. Lo gnomone boreale usato per tali osservazioni fu eliminato dal Vanvitelli nel 1749. Per quanto attiene al programma di adozione vero e proprio, è nostra intenzione richiedere alle Autorità competenti di poter partecipare, con facoltà consultive, alle scelte di restauro che saranno operate, sorvegliando che tali scelte siano basate esclusivamente sul rigore scientifico: sarà pertanto posta la pregiudiziale che fra gli incaricati del restauro sia presente un astronomo che sappia guidare il ripristino della linea clementina, delle linee equinoziali e di quant’altro deteriorato di tutto l’impianto, compreso il diagramma polare. Chiederemo inoltre di poter partecipare attivamente ai lavori, attraverso lo strumento dei “campi scuola”. Ma la nostra opera non dovrà esaurirsi con il restauro: è nostro intendimento ottenere, per noi e per i futuri alunni dell’Istituto, l’incarico di “sorveglianti” per la salvaguardia e la conservazione del sito; sarà necessario adottare misure atte ad impedire che il calpestio dei fedeli e dei visitatori possa nuovamente usurare l’impianto (transennature, coperture mobili, ecc.) Sarà inoltre necessario far sì che le manifestazioni mondane con notevole afflusso di pubblico siano nel futuro limitate al massimo e che comunque in tali occasioni si pongano in essere tutte le misure più idonee alla salvaguardia dell’opera. Auspichiamo che queste nostre iniziative possano essere accolte favorevolmente dagli Organismi preposti alla tutela del patrimonio artistico e culturale del nostro Paese e perciò chiediamo il sostegno morale, culturale, e , perchè no, propagandistico di quanti condividono il nostro pensiero. Pag. 22 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 IL PEZZO GIORNALISTICO COMPARSO NE “il MESSAGGERO” di Sabato 14 Febbraio 1998 La meridiana è a pezzi, la adottano quaranta studenti Due classi dell’Istituto “De Pinedo” si battono per il restauro dell’antico strumento di S. Maria degli Angeli di Alberto Infelise Il monumento è abbandonato? Nessun problema, lo adottiamo. Questa è, in poche parole, la decisione che hanno preso gli studenti dell’Istituto Tecnico Aeronautico “Francesco De Pinedo”, una scuola media superiore di Roma 70, dopo aver visitato la basilica di Santa Maria degli Angeli. “Nel nostro corso di studi - spiega Jacopo Maria Vaccaro, uno degli studenti interessati - ci occupiamo di astronomia e la nostra insegnante, la prof. Maria Antonietta Fraddosio, ci ha portati a visitare la meridiana”. Arrivati all’antica basilica all’Esedra, gli studenti hanno potuto ammirare la meridiana realizzata nel 1702 dall’architetto Francesco Bianchini all’interno della basilica la cui planimetria fu realizzata da Michelangelo nel 1566, ma anche verificarne lo stato di degrado e di parziale abbandono. “Questo è un sito importantissimo - continua Vaccaro - non solo dal punto di vista culturale, ma anche per quanto riguarda le sue applicazioni scientifiche. Ma sembra abbandonato a se stesso, mancano pezzi del mosaico pavimentale, e comunque non viene utilizzato per le sue caratteristiche”. Spinti dalla professoressa Fraddosio, gli allievi della seconda classe (sezioni A e B), una quarantina di ragazzi tra i quindici e i diciassette anni, hanno pensato di studiare un progetto per la tutela e il ripristino a tutti gli effetti della meridiana. A giorni comparirà un sito su Internet dedicato ad essa in cui si potranno trovare fotografie ed informazioni storico-scientifiche. Ma l’aspetto più importante è che gli allievi della scuola chiederanno al Comune di poter “adottare” la meridiana e di poter studiare un progetto per il restauro. L’assessore alla Cultura, Gianni Borgna, si è detto entusiasta di questa iniziativa, ed ha sottolineato come da tempo il progetto “Adotta un monumento” stia dando risultati importantissimi. “Abbiamo incominciato la nostra attività - spiega la professoressa Maria Nota, responsabile per il progetto - nel dicembre 1995. Da allora 250 scuole hanno lavorato con noi. E’ un tassello molto importante nella tutela dei beni culturali a Roma... ...Quali sono i passi che i ragazzi della “Francesco De Pinedo” dovranno compiere? “Dovranno contattarci - conclude la professoressa Nota - per prima cosa. A quel punto noi manderemo una scheda informativa, contatteremo il Provveditorato e il Vaticano, che è proprietario della basilica.Non ci saranno problemi, visto che con tutti questi enti abbiamo sempre lavorato in armonia, e presto la meridiana avrà una nuova vita”. ☺ Pag. 23 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 E’ ritornata a splendere la Meridiana della Basilica di S. Nicola l’Arena a Catania Michele Trobia, S. Agata Li Battiati (CT) In questi ultimi anni, l’Amministrazione Comunale di Catania si è battuta affinché molti dei più importanti tesosi della città tornassero al loro antico splendore. La Basilica di S. Nicolò all’Arena, impreziosita dal maestoso organo di Donato del Piano, e della meridiana di Sartorius e di Peters, rappresenta una delle più importanti ed artistiche chiese monumentali del territorio Siciliano la cui storia si intreccia con gli eventi ivi accaduti e con personaggi che per svariati motivi si sono trovati ad agire in essa e per essa. Il Monastero di S. Nicolò l’Arena fondato dai padri Benedettini Cassinesi nella seconda metà del XVI secolo é, per grandezza e magnificenza secondo in Europa solo a quello di Mafra in Portogallo. Del grandioso progetto vennero realizzati solo due chiostri e la chiesa il cui prospetto rimase incompiuto. Negli originali ambienti destinati a piccolo refettorio a museo e a biblioteca è localizzata la Biblioteca Civica Ursino Recupero dove, nella splendida Sala Vaccarini è ancora visibile, nelle originali scaffalature, la prestigiosa collezione libraria dei Benedettini. La chiesa custodisce due tesori di inestimabile valore: il grandioso organo settecentesco opera di Donato del Piano “maximum et mirabile” e la Meridiana recentemente restaurata dalla Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Catania. Pianta della basilica di S. Nicolo’ l’Arena con la meridiana La realizzazione della Meridiana si deve all’opera di due illustri scienziati: Wolfgang Sartorius Barone di Waltershausen da Gottinga, Germania e Christian Frederick Peters da Flensburg, Danimarca, chiamati a Catania per lavorare sulla topografia dell’Etna e sulla mineralogia e geologia del vulcano. La linea meridiana fu tirata, in direzione Nord-Sud, passante sul pavimento per il punto di proiezione del centro della cupola. Essa si estende, lungo il transetto trasversalmente alla navata principale, dalla Cappella di S. Benedetto (dov’è il foro gnomonico) alla Cappella di S. Nicola per una lunghezza complessiva di ml. 40,92. Funzionamento della Meridiana Un raggio di Sole, entrando da un apposito foro (foro gnomonico) si riproduce come una macchia di luce ellissoidale sul pavimento e segna, quando il suo centro si sovrappone alla linea meridiana, il mezzogiorno locale, inteso come la metà dell’arco diurno del Sole. Il foro gnomonico ha un’altezza dal pavimento di ml. 23,92. Lo spettro solare a forma di ellisse vi Pag. 24 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 passa, al solstizio invernale, con un asse maggiore di 938 millimetri, ed al solstizio estivo con un asse maggiore di 228 millimetri. La linea meridiana è suddivisa, con delle tacche, in modo da segnare, giorno per giorno, il cammino apparente del Sole attorno alla Terra, in rapporto alla variazione giornaliera della declinazione del Sole. Il riquadro di Sud riporta il nome dei progettisti, dello scultore e dell’Abate che ne auspicò il completamento. Il riquadro di Nord riporta mediante delle astine incastonate nel marmo i cinque principali campioni di misure lineari in uso a quell’epoca. L’opera venne completata nell’anno 1841. Caratteristiche costruttive La meridiana è costruita su 24 lastroni di marmo bianco di Carrara lavorati. Sopra una fascia di questi lastroni si vede una striscia nera larga 2 cm di “Pietra di paragone” (antico nome di una varietà di diaspro nero). Nel mezzo di essa sta marcata la linea meridiana, non più larga di “una linea”, formata di una tenacissima “pastiglia rossa”. Detta linea, nelle unioni di ogni lastrone di marmo va cosi perfettamente a combaciare con quella corrispondente, che non si può notare un benché minimo deviamento della retta e sembrerebbe che fosse stata realizzata dopo aver collocato i lastroni: ma tutto è stato fatto dall’abilissimo artista catanese Carlo Cali “in ogni pezzo separatamente”. Ai due lati di questa linea di centro, alla uguale distanza di 25 cm, si trovano altre strisce nere della stessa pietra di paragone, e sopra queste, nelle loro rispettive distanze, si vedono segnati i numeri dei giorni di ogni mese. I mesi sono rappresentati da 12 riquadri di marmo grigio-scuro in cui sono con maestria disegnate e “incastrate ad intarsiatura” le figure dei segni dello Zodiaco in “lava rossa vulcanica di Militello” opera dello stesso scultore Carlo Cali. ☺ Storia della Bibliografia della Gnomonica Nicola Severino, Roccasecca (FR) Questo breve scritto vuol essere anche un omaggio alla memoria di Charles K. Aked, l’editore del Bulletin della British Sundial Society, purtroppo scomparso di recente. Charles, intuendo le già buone potenzialità del mio lavoro di catalogazione libraria, si mise al lavoro per realizzare insieme a me la più imponente bibliografia della gnomonica di tutti i tempi. Pag. 25 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Dal 1988 si è cominciato ad osservare, almeno in Italia, la crescita di un certo interesse verso la cultura degli orologi solari, ormai abbandonata dai tempi delle storiche pubblicazioni dei manuali Hoepli di cui l’ultimo della serie fu probabilmente il noto volume di Enrico Garnier, Gnomonica. Teoria e pratica dell’orologio solare, pubblicato attorno al 1936. Tale interesse ha mobilitato evidentemente diverse schiere di appassionati fino a formare gruppi di studio e di lavoro alcuni dei quali si sono organizzati in vere e proprie associazioni, come l’Accademia del Sole di Torino, scomparsa da anni ma che ha realizzato notevoli progetti gnomonici, come il famoso libro Le ombre del tempo, di Pavanello. Moglia, Trinchero, pubblicato appunto nel 1988. Contemporaneamente, vedeva la luce anche Orologi Solari, il completo trattato di gnomonica scritto dall’amm. Girolamo Fantoni e Meridiane di René Rohr, per la prima volta tradotto in Italiano per conto della Ulisse edizioni. Dal 1988, la Sezione Quadranti Solari dell’Unione Astrofili Italiani ha organizzato quasi annualmente una serie di seminari sull’argomento, tutti ben riusciti, ai quali hanno aderito un sempre crescente numero di persone. In pochi anni, l’editoria italiana si è arricchita di molte nuove pubblicazioni, amatoriali, professionali, semplici e tecniche. Ognuna di queste pubblicazioni riportava alla fine del volume una piccola bibliografia che non poteva però rispecchiare in nessun modo una reale situazione editoriale nel campo gnomonico sia in Italia che nel mondo ed in relazione soprattutto con quanto era stato fatto nei secoli passati. La mancanza di uno strumento bibliografico che agevolasse le ricerche degli appassionati, cominciava a farsi sentire, o almeno io l’avvertivo, già nel 1992, quando era chiaro che ogni biblioteca che gestiva un fondo di una qualche importanza era come uno scrigno in cui le scoperte di nuovi libri e scritti di gnomonica, prima sconosciuti, si susseguivano a ritmo serrato. Ma come fare e dove cercare i titoli di libri sconosciuti non riportati in nessuno dei libri moderni? La risposta si trovava nella possibilità di scartabellare negli scaffali delle biblioteche che contenevano altri lavori bibliografici generici. E’ noto che la possibilità di sfogliare tutti i libri che si vuole Prima edizione della Bibliografia con 300 titoli negli scaffali di biblioteche importanti è una via preclusa dalle severe leggi che governano oggi tali istituzioni culturali. E’ da riconoscere però che l’approccio diretto agli scaffali è la strada migliore per la ricerca e che permette di trovare, strada facendo, sorprese assolutamente inaspettate. Ma non si può pretendere tutto dalla vita. Intanto, nella mia fortunata sessione di ricerca svolta negli anni 1991-92-93 e 1994, ebbi modo di operare nel migliore dei modi, ottenendo un libero accesso agli scaffali di diverse importanti biblioteche del Lazio. Ciò mi consentì di sfogliare migliaia di volumi e di trovare abbastanza materiale da formare un notevole corpus di informazioni per la realizzazione del progetto bibliografico che avevo a cuore. A tale materiale si interessò, nel 1992, Enrico Macchia il quale volle curare per conto dell’Associazione Astronomica Umbra, di cui era il presidente, un opuscolo stampato con metodi senz’altro caserecci in cui si elencavano circa 300 titoli. E già si trattava della più grossa raccolta in Italia che mi spronò a mettermi subito al lavoro per ampliare la lista. Così, dopo appena pochi mesi, la stessa associazione curò una seconda pubblicazione che conteneva già un notevole aggiornamento portando il numero dei titoli a circa 800. L’ampliamento riguardava soprattutto un lungo elenco di codici manoscritti che ero riuscito a trovare in antichi cataloghi. La febbre di aumentare il numero dei titoli delle pubblicazioni di gnomonica era appena all’inizio del suo stadio evolutivo e conobbe il suo apice nel 1993, quando decisi di rovistare i fondi delle biblioteche di Montecassino, Subiaco, Casamari, Trisulti, Balsorano, con qualche puntata speciale alla Biblioteca Nazionale di Roma, Assisi e alla Biblioteca Provinciale de l’Aquila. Su questo lavoro base di ricerca poggiarono il loro contributo, altrettanto speciale e fondamentale, molti autori appassionati di gnomonica italiani. Grossi contributi vi furono da parte della Pag. 26 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Sezione Quadranti Solari, tramite il suo coordinatore Francesco Azzarita, con un elenco di opere (circa un centinaio) segnalate negli anni alla Sezione stessa; Girolamo Fantoni mi spedì una raccolta di varie bibliografie riprese da libri di autori stranieri; Edmondo Marianeschi mi portò a conoscenza di uno straordinario elenco redatto mezzo secolo fa da uno sconosciuto autore italiano e conservato nella Public Library di New York; Gabriele Vanin diede il suo contributo segnalando le opere di gnomonica presenti nella Biblioteca Universitaria di Padova, e via dicendo. Sulla base di questi importanti contributi, ebbi modo di preparare la terza edizione della Bibliografia della Gnomonica che presentai al V° Seminario Nazionale di Gnomonica tenutosi nell’aprile del 1994 a S. Feliciano sul Trasimeno (PG). Il catalogo che ormai elencava circa 2000 titoli di opere a stampa e manoscritti sulla gnomonica, fu molto apprezzato ed ebbe un buon successo tra i vari appassionati, tra cui anche il plauso del prof. Paolo Maffei che fu molto gratificante per me e per il lavoro estenuante che con molta passione avevo svolto fino ad allora. Tuttavia, la Bibliografia della Gnomonica era un’opera italiana che teneva conto quasi esclusivamente dell’editoria gnomonica italiana. Nel frattempo, molte associazioni straniere avevano iniziato a pubblicare una propria rivista e l’incessante sviluppo della rete Internet - che ha enormemente facilitato ed incentivato la comunicazione, la collaborazione e quindi l’interscambio culturale a livello mondiale tra gli autori e gli appassionati di gnomonica - ha reso molto più evidente la lacuna relativa alla catalogazione dell’editoria gnomonica internazionale. La svolta per riuscire a colmare questa lacuna arrivò nella primavera del 1996, quando cominciò la mia collaborazione con la British Sundial Society e in special modo La prima raccolta di Aked con 3000 titoli con il redattore del suo Bulletin, Mr. Charles K. Aked. Dopo veloci scambi di materiale per posta ordinaria, Aked restò letteralmente fulminato quando si trovò di fronte la mia Bibliografia della Gnomonica di 2000 titoli. Così egli mi parlò del suo vecchio progetto di redarre una bibliografia il più possibile completa della Gnomonica, e durante tutta la sua vita non aveva mai tralasciato di catalogare tutti gli articoli di tutte le riviste di cui veniva a conoscenza e tutti i libri di gnomonica pubblicati. Fino al 7 aprile del 1989 aveva raccolto un elenco di 3000 titoli il cui ultimo “rechecked”, cioè controllo, risale al 12 maggio del 1991. Poi la ricerca si arenò, forse a causa dell’aggravarsi della sua malattia. Ma il vigore e l’entusiasmo della mia iniziativa invogliarono Charles a ritrovare le forze necessarie per rimettersi al lavoro e riesaminare tutto il materiale che aveva raccolto. La collaborazione per la più grande bibliografia gnomonica mai realizzata era cominciata. E naturalmente, da buon inglese ma con molta obiettività, ebbe a farmi notare che un così importante progetto era quasi necessario pubblicarlo in inglese per dargli un carattere di “internazionalità” e per renderlo ben leggibile in tutte le sue parti ai lettori inglesi: “I think you are quite right about your work. Better to publish it in English and then sell the books. Very few English people understand the Italian language” mi scriveva nella lettera del 22 ottobre 1996. Aked cominciò a lavorare duramente, avendo anche molto tempo a disposizione. Le sue ricerche erano incentrate sui cataloghi di alcune biblioteche e musei inglesi che da tempo aveva preso di mira, ma erano soprattutto rivolte all’aggiornamento relativo alle numerose pubblicazioni delle associazioni di gnomonica che si erano nel frattempo consolidate e che avevano sviluppato una notevole attività divulgativa. Era assolutamente determinato nella realizzazione di questo progetto, a costo di molte sofferenze. Egli sfidò la sua malattia che mai un istante lo aveva lasciato: “I have worked very hard this week to collate the dialling references which I have neglected since 1989. I have extracted the information from the following journals: Antiquarian Horology, Antique Clocks, De Zonnewijzerkring, La Busca de Paper...” mi scriveva contento e soddisfatto il 14 marzo del 1997, quando il lavoro cominciava a prendere la sua forma definitiva. Un lavoro massacrante quello di ricopiare tutti i titoli degli articoli Pag. 27 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 comparsi su tutte le riviste che aveva citato. E pensare che solo la rivista De Zonnewijzerkring, conteneva oltre un migliaio di pezzi! Ma un simile lavoro lasciava il segno: “My eyes are tired with all this reading!”, lamentava la stanchezza degli occhi a causa delle infinite letture cui si sottoponeva per trovare nuovi titoli. E se lui si consumava gli occhi sui giornali, i miei bruciavano davanti al video del computer per il troppo tempo trascorso a convertire, aggiustare, correggere e impaginare i file ASCII che mi mandava e che il mio computer leggeva con molti problemi di compatibilità. Più di 30 floppy disks hanno fatto la spola tra l’Inghilterra e l’Italia, per oltre un anno, per questa impresa a quattro mani. Quando l’impossibile era stato fatto, Aked mi scriveva sempre le solite cose: “I have worked very hard...I have re-typed the missing entries... I have searched the whole run of the American NAWCC Bulletin...”, ecc. Riguardo quest’ultimo lavoro di ricerca, relativo al bollettino della NAWCC, egli tenne a sottolineare che per ordinare 3000 titoli della sua bibliografia del 1989 aveva impiegato 3 mesi, mentre per scrivere i 1465 titoli trovati nei bollettini della NAWCC aveva lavorato ora così tanto da averci impiegato solo 10 giorni: “It took me 3 months to find 3000 in 1989, and in 10 days in 1997 - 1465!”. Nel marzo del 1997 si era arrivati quasi alla fine del lavoro preliminare di raccolta e gli spedii una bozza di ciò che poteva essere la nuova “Bibliografia della Gnomonica” con 5000 titoli. Ma ormai la febbre bibliografica era salita ancora e il 16 aprile 1997 si dimostrò entusiasta e determinato a continuare la ricerca finché gli fosse stato possibile. Voleva arrivare a diecimila titoli: “When I have recovered from my efforts of the last week, I shall make a start on the new entries. We must try to reach 10,000 entries”. Intanto, mentre la bibliografia cresceva di giorno in giorno, Aked mi sottolineava costante mente il problema per i lettori inglesi di leggere un libro scritto in una lingua che non fosse l’inglese. Così, prendeva piede nei miei pensieri l’idea di “trasformare” tutto in inglese e fare questa benedetta bibliografia gnomonica internazionale. Nel frattempo Aked, ansioso di conoscere come procedeva la catalogazione, mi scriveva il 18 maggio 1997 chiedendomi quanto mancava per arrivare a 10000 titoli: “If we include the encloused listing of months dialling works in the Bibliography, how far is the number of entries from 10000? I am very weary (spossato, stanco, affaticato) of typing dialling entries”. E denunciava, quindi, anche la sua stanchezza nel fare questo duro lavoro. Mentre Aked continuava la sua catalogazione ricercando in archivi, chiedendo collaborazioni, ecc., anch’io avevo ricevuto aiuto da molti amici appassionati che hanno dato un significativo contributo alla Bibliografia determinando addirittura il superamento del “record” dei 10000 titoli. A causa delle diverse fasi di copiatura, trascrizioni e del lavoro di impaginazione delle centinaia di file, il catalogo generale conteneva un numero abbastanza elevato di titoli doppioni. Eliminare questi, insieme al maggior numero possibile di errori, è stato per me il lavoro più pesante che mai abbia avuto da fare nel campo della gnomonica! Settimane intere trascorse davanti al computer setacciando una ventina di pagine per volta, sostituendo, correggendo, modificando, confrontando, spesso lavorando con quattro o sei documenti aperti contemporaneamente in 6 finestre sulla stessa videata! E’ anche la rilevare che Aked, mentre lavorava a questo progetto, aveva provveduto a “salvaguardare” il suo vecchio lavoro di catalogazione in una unica pubblicazione che prevedeva l’unificazione di tre liste da 1000 titoli ciascuna. Tale pubblicazione fu resa nota al principio del 1997 come “An Opusculum of Dialling References” a cui seguì un aggiornamento dal titolo “A new Opusculum...”. Ad Aked però premeva che il suo lavoro divenisse parte integrante della più grande raccolta bibliografica gnomonica mai fatta prima. Con l’ultimo massiccio contributo di Klaus Eichholz, che pure aveva redatto una bibliografia di 4000 titoli, si arrivò ad un totale di circa 12000 titoli. Ad Aked premeva che il lavoro fosse pubblicato dopo una attenta revisione nell’intento di eliminare il maggior numero possibile di errori: “Do not publish the Bibliography until it is corrected”. Scriveva il 14 luglio 1997. Si era agli sgoccioli. Avevo previsto l’uscita di tale lavoro per Settembre del 1997 e la sua divulgazione all’VIII° Seminario di Gnomonica di Porto S. Giorgio (AP) il 3, 4 e 5 Ottobre. Così, in quell’occasione ho avuto modo di presentare la più grande bibliografia della gnomonica, frutto della collaborazione di molti gnomonisti italiani e stranieri: Edmondo Marianeschi, Riccardo Anselmi, Gabriele Vanin, Paolo F. Forlati, Enio Vanzin, Enrico Macchia, Andrea Girardi, Fabrizio Vedelago, Giovanni Paltrinieri, Enrico Stomeo, Alberto Cintio, Girolamo Fantoni, Nicoletta Lanciano, Fulvio Fugatti, Francesco Azzarita, Giuliano Romano, Pag. 28 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Giorgio Silvestrelli, Valentina Paradiso, Gianni Ferrari, Silvano Bianchi, Renzo Righi, Francesco Crifasi, Mario Arnaldi, Mario Catamo, Claudio Garetti, Guido Tonello, Klaus Eichholz, Allan Mills, Fred Sawyer, C.St.J.H. Daniel. Un lavoro che è stato ben accolto dalla critica internazionale e che rispecchia ampiamente le previsioni che Aked mi scriveva nella lettera del 18 febbraio 1997, poco dopo essere venuto a conoscenza del mio precedente lavoro bibliografico: “...With your additions, the Bibliography will be the largest the world has ever seen!”. Molte sono le critiche che possono essere mosse a quest’opera. Si può dire che essa non rispecchia i canoni delle metodologie classiche di catalogazione libraria; che potrebbe sembrare solo un semplice elenco disposto alla rinfusa, anche se in ordine alfabetico per autori e, per quanto possibile, per ordine cronologico tra gli autori stessi; che non è una bibliografia “ragionata”; che contiene errori di stampa, sviste, qualche doppione (sebbene sia stata passata più volte al setaccio per ridurre al minimo questo inconveniente), notizie approssimative, e via dicendo. Tuttavia, la International Bibliography of Gnomonica, con i suoi circa 12000 titoli elenca, credo, la maggior parte di quanto è stato pubblicato sull’argomento gnomonica in tutti i tempi, battendo persino le opere classiche come il Bailly. Inoltre, la sua utilità di ricerca è senza dubbio una delle principali e più importanti caratteristiche che ne fanno, per l’appassionato, uno strumento di lavoro insostituibile. E se la versione cartacea può avere qualche limite facilitando la ricerca solo per via alfabetica, la versione computerizzata, leggibile con il noto programma word processor WORD, nelle versioni 6, e ancora meglio WORD7, rispettivamente di Windows 3.11 e Windows 95, offre spunti di ricerca inesauribili ed impossibili da eseguire a mano sulla versione cartacea. Per fare un esempio, si pensi alla difficoltà di fare una ricerca su circa 12000 titoli dei possibili volumi ed articoli che trattino di un argomento particolare della gnomonica, come potrebbe essere tutto ciò che riguarda gli orologi solari a rifrazione, senza conoscere né titoli, né autori. Bene. Con la versione elettronica della International Bibliography of Gnomonica è questa una operazione fattibile in pochi minuti. Infatti, con gli appositi comandi di ricerca del programma WORD (comando “Trova” dal menù “Modifica”), digitando una parola chiave, come per esempio “chalice”, riferito a chalice dial (orologi solari a calice tra cui quelli a rifrazione), “refraction” e “rifrazione”, si hanno buone possibilità di scovare le pubblicazioni, inglesi ed italiane, che contengono quelle parole e che sono quindi relative all’argomento cercato. I risultati sono stupefacenti...provare per credere. Versione definitiva della Bibliografia con circa 11500 titoli ☺ Pag. 29 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Charles Kenneth Aked: in memoriam Nicola Severino Il 22 Aprile 1998 è venuto a mancare il caro Charles Kenneth Aked con il quale è stato possibile attuare il progetto della bibliografia di cui si è parlato nell’articolo. Charles fu uno dei soci fondatori della British Sundial Society, nonché instancabile editore del Bulletin dal 1989 fino al 1997. Quando aveva 26 anni entrò in carriera nella Royal Naval Scientific Service da cui si ritirò dopo quasi sessant’anni di servizio nel 1984 come Principal Scientific Officer. Nel 1962 si associa - diventando poi vicepresidente all’Antiquarian Horology Society per la quale produce una mirabile quantità di lavori. La sua reputazione nel campo degli orologi solari e meccanici è rafforzata dagli oltre 300 articoli che ha scritto con passione e devozione per tutte le più importanti riviste del settore. Fu prezioso collaboratore dei più prestigiosi gnomonisti del mondo, tra cui anche René Rohr, di cui ha potuto stilare l’elenco più dettagliato dei suoi scritti pubblicato nella nostra Bibliografia. La sua dedizione allo studio degli orologi (di tutti i tipi) era totale: “I write about dialling to occupy my mind (and about clocks and watches); if I could find something more interesting, I would try that too. But life is for living, and each of us finds satisfaction in different ways. I cannot smoke, do not drink, my wife forbids lovemaking, - so what esle is left? So I spend much time on dialling, wich my wife tells me is a complete waste of time. So is every human activity if you analyse it - what then are we to do?....(...)...My wife does not think he è wasting his life, but I have achieved nothing and am wasting my life. Fortunately I will not waste it for much longer as I have cancer which is now attacking my liver - che peccato!”. Con questa sottile - e a tratti ironica - filosofia di vita Charles mi comunicava il 26 settembre del 1996 di essere affetto da quel male incurabile, il cancro, per cui i medici gli avevano pronosticato - nel 1992 - pochi mesi di vita! Da vero amico mi consigliava di non spendere tutto il mio tempo nella gnomonica, altrimenti avrei avuto problemi con mia moglie: “Do not spend all your time on dialling or you will have trouble with your wife!”. Charles non si era mai arreso, dal 1992, davanti alla prospettiva fatta dai medici. Anzi, con l’entusiasmo di un ragazzino si era buttato a capofitto nell’interminabile lavoro di catalogazione della bibliografia, lavorando per settimane per oltre dieci ore al giorno. E continuò a lavorare duro anche quando stava malissimo, con attacchi emorragici e contro il parere negativo dei medici. Mi ha commosso quando mi scrisse il giorno che aveva superato l’età in cui era morto il padre, ma ciò che mi ha colpito di più fu quando gli confessai il mio dolore per la notizia della sua malattia. Egli rispose con una lettera del 6 ottobre 1996: “Do not worry about me having cancer, if it was not that, it would be something else, I have lived four years longer that the doctors have given me. I am sure that God has some purpose behind all these things although it seems evil to us because of our ignorance. Nothing in this Universe is without purpose. Writing helps me to forget my illness, it is important not to think of yourself only, that is the way to death. Besides which, I have been near to death on many occasions, if it is not time for you to go, neither illness nor accidents will send you there before your time. A year ago I had an accidents in my car, it was completely wrecked but I got out without a single scratch! I have had 25.000 volts through me and walked away only shaken but unbowed. 10 years ago I fell from the top of my house, spent many weeks in bed but nothing broken!!! There seems to be no room in Heaven for diallists, there may be too many there already!!. Non c’è dubbio, una bella lezione di vita da un uomo che ci mancherà molto. Pag. 30 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 L’OROLOGIO SOLARE DI TORREMAGGIORE: enigma risolto? Nicola Severino, Roccasecca (FR) Alla fine dell’VIII Seminario Nazionale di Gnomonica, svoltosi a Porto S. Giorgio (AP) il 3, 4 e 5 ottobre 1997, Francesco Azzarita, coordinatore della Sezione Quadranti Solari dell’Unione Astrofili Italiani, presentò una relazione intitolata “Castello di Torremaggiore (FG): un quadrante solare enigmatico”, pubblicata poi negli Atti dello stesso Seminario. E’ importante riportare alcuni passi essenziali della relazione di Azzarita per poter comprendere meglio l’analisi che si farà in seguito: “Nel cortile interno del Castello di Torremaggiore (FG) si trova quest’orologio solare...sulla facciata dell’antica “torre quadra”. Esso è collocato a circa 8 metri di altezza e, date le ridotte dimensioni del cortile, non può leggersi dal basso, ma solo dal cornicione di fronte donde è stato fotografato. L’orologio è del tipo verticale, di forma circolare, del diametro di circa 80 cm; attualmente risulta incassato leggermente nel muro, forse a causa dei restauri operati sulle pareti. L’orologio presenta due stili sovrapposti ma visibilmente “disassati” e quindi di dubbia funzionalità. Sono entrambi in tondino di ferro del diametro stimato di 1,5 cm ma di diversa lunghezza (rispettivamente 40 e 30 cm). Il loro orientamento appare approssimato: sembrano rimossi e ricollocati. Sul disco dell’orologio vi sono linee, numeri, date e nomi, tutti incisi nella pietra. I numeri indicano le ore segnate dalle linee innanzi indicate le quali confluiscono alla base dello stilo più alto. C’è una data indicata ed è il “1592” che è la data di costruzione della “torre quadra”...Il nome inciso è “Paul III S.S.D.R.”. E’ questo il nome Duca di Sangro di Torremaggiore Paolo III che poi acquisì il nome di Paolo II...Le lettere S.S.D.R. restano per ora incomprensibili...Il muro su cui è collocato l’orologio è fortemente declinante verso Est di 28°.... I problemi che pone questo quadrante sono di due ordini: in relazione agli stili indicatori. E’ possibile che non si tratti di due stili ma di uno stilo polare (superiore) con sostegno orizzontale..... in relazione alle linee sul quadro. Vi sono linee di diverso genere, raggruppabili fra loro. Ve ne sono 13 che indicano le ore per quarti di giornata (dall’ora VI dell’alba alla VI di mezzogiorno, alla VI del tramonto) seguendo un sistema simile a quella delle “ore canoniche” . Tra ora ed ora vi sono linee che suddividono ogni ora in tre parti. Infine vi sono tratti (forse residui) di linee orizzontali o curve, di non facile interpretazione. Giunti a questo punto lasciamo ad altri di approfondire, se è di interesse, la struttura di questo quadrante”. L’Anima dello Gnomonista Come le “Ombre del Tempo” tracciano linee rette ed iperboli sui quadranti, così le “onde del tempo” incidono con righe, solchi e rughe la mia fronte pensante. L’orologio solare fa sentire il vertiginoso moto apparente della nostra stella ed obbliga a cercare un riferimento e fissare la posizione del “tempo” finito e dello “spazio” infinito. Nell’ideare e costruire orologi solari ritengo sia necessario tenere in evidenza non solamente la forma estetica, ma dare importanza al “sito” e la zona con un preciso significato che rispecchi le tradizioni sociali e popolari del luogo. Lodovico Pasquali, astrofilo ottuagenario di S. Giovanni in Persiceto Pag. 31 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Orologio solare di Torremaggiore. Foto di Francesco Azzarita (per gentile concessione) Questa la descrizione dell’orologio ed il commento che si legge nella relazione di Azzarita. Da questo punto, procedo a memoria, cercando di ricordare la successione degli eventi che interessarono il breve intervento in questione durante il predetto Seminario. Innanzitutto, ricordo il tentennamento di molti di noi che seguivamo con interesse l’argomento, cercando una strada per svelare l’enigma proposto dal nostro coordinatore. In breve tempo alcuni si pronunciarono e tra i primi vi fu Nicoletta Lanciano che interpretò correttamente la scritta PAUL III S.S.D.R., trasformandola in PAUL III SS.PR. che vale “serenissimo principe Paolo III”. Orologio solare di Torremaggiore come interpretato dall’autore Altri si pronunciarono sulla suddivisione delle ore e si interpretò, forse anche in questo caso correttamente, che le suddivisioni presenti a due a due tra le linee orarie III-III, appaiono essere di venti in venti minuti, al modo arabo e fanno apparire questo tracciato molto più fitto del normale e non “armonioso” come negli altri orologi. Ricordo bene che sul significato dei due gnomoni non fu detto assolutamente nulla, proponendo che uno dei due probabilmente era di troppo. Nessuna interpretazione fu data delle altre linee che ingarbugliano il tracciato orario principale e che costituiscono parte principale dell’enigma dell’orologio. Il mio intervento finale costituì l’unica voce che si levò a favore di due tracciati sovrapposti che utilizzavano ognuno il proprio gnomone per cui il tracciato delle ore normali funzionava con lo gnomone polare, mentre il tracciato che sembra recare tracce di linee di declinazione solare utilizzava il secondo gnomone ortostilo, perpendicolare al quadro dell’orologio, anche se leggermente pendente probabilmente per essere stato manipolato nel tempo. A tale intervento nessuno obiettò qualcosa, anche se si avverti nell’aria un leggero scetticismo. Dopo l’intervento di Azzarita continuai ad esaminare le figure che egli gentilmente mise a mia disposizione per studiarle. Ne parlai con alcuni amici i quali non ebbero modo di dimostrare il contrario, né di spazzare via lo scetticismo iniziale. Quindi, continuai ad analizzare il problema nei giorni seguenti e questo è quanto fino ad ora sono riuscito a interpretare, a mio vedere, in modo credo abbastanza corretto. Pag. 32 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Innanzitutto, la posizione della retta equinoziale, molto poco inclinata rispetto alla linea meridiana, fa pensare ad una declinazione minima del muro su cui è (od era) costruito il quadrante, forse di 2-3 gradi verso Est, non certo di circa 30 gradi come indicato da Azzarita. Quindi, l’orologio potrebbe essere stato spostato dalla sua posizione originaria, oppure la declinazione indicata da Azzarita non corrisponde alla realtà. Poi bisogna premettere che è difficile immaginare se l’orologio sia stato ritoccato nel corso di 4 secoli, ma è poco probabile. In ogni caso, esso si presenta con un tracciato abbastanza approssimativo molto simile a quelli ricavati non dal calcolo, ma dall’osservazione del moto dell’ombra dello gnomone in alcuni particolari giorni dell’anno, nel modo in cui si procedeva nell’antichità, quando non era richiesta una grande precisione. Tali metodi pratici sono ancora descritti nei trattati di fine ‘800. Considerazioni A mio avviso, e per quanto è possibile vedere dalla fotocopia di una foto fornita dallo stesso Azzarita, l’orologio presenta due stili disposti, sulla stessa linea meridiana verticale, a poca distanza. Quello superiore sembra essere leggermente inclinato e probabilmente esso era un tempo inclinato come dovrebbe in effetti essere l’assostilo. Il secondo, più basso, più corto e più somigliante ad un ortostilo. Per la base, o piede, dell’assostilo, passa una linea vagamente orizzontale che rappresenterebbe la retta “alba-tramonto” delle linee orarie VI-VI. Il resto delle linee orarie è molto simile al semplice tracciato delle linee orarie astronomiche, molto fitte verso il mezzogiorno, molto larghe oltre le linee delle ore III. Il secondo stilo, posizionato più in basso, dovrebbe servire, forse indipendentemente dal tracciato orario e dal primo stilo, per un calendario zodiacale formato dalle classiche sette linee diurne. Delle due più invernali (novembre-dicembre) restano solo le tracce più esterne e sono molto ravvicinate tra loro. Prolungando idealmente (nel disegno si vede) queste due curve, esse passano appena sotto il piede del secondo stilo, come si conviene nella norma del tracciato relativo alle curve diurne. Prolungando i tratti di curve che si vedono a destra e a sinistra, si ottiene il calendario zodiacale completo. Ciò che non si capisce è come mai sia stato scelto di aggiungere uno stilo supplementare indipendente dal primo per il calendario zodiacale e perché questo non sia stato inserito nel tracciato orario usando il primo stilo. A ciò si può rispondere che tale operazione è giustificata dal fatto che se si fosse usato il primo stilo, le curve diurne invernali avrebbero “invaso” lo spazio dedicato alla scritta PAVL III SS PR. Ma questo solo nel caso che il primo stilo fosse stato un ortostilo. Infine, non è chiara l’ultima suddivisione oraria tra le linee I e III, e III e V ove i tratti sembrano indicare suddivisioni di quarti d’ora. Sembrerebbe quindi un misto, questo orologio, di tradizioni arabe (suddivisioni orarie in 20 minuti), ed europee (suddivisioni orarie più esterne in quarti d’ora). Questa considerazione è importante qualora si pensi che in effetti qualcuno, più di recente, avrebbe potuto modificare l’orologio originale, nato sotto influsso arabo con le sole suddivisioni orarie III-III, con l’aggiunta di un secondo tracciato, di influsso europeo, relativo al calendario zodiacale ed estendendo il tracciato primario. In ogni caso è evidente che tutto il tracciato è molto approssimativo (soprattutto lo zodiaco), quasi un semplice tentativo di fare un vero orologio solare. ☺ Pag. 33 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Dalle riviste.... In The Compendium, la rivista della North American Sundial Society (n. 2 giugno 1998), viene presentato da Javier Moreno Bores (Madrid) un articolo tecnico dedicato ad una nuova famiglia di orologi solari con gnomone conico, mentre Stephen Luecking di Chicago descrive metodi di costruzione geometrica degli orologi solari con coordinate ellittiche integrando l’originale lavoro con un metodo di applicazione per CAD. Sarebbe interessante scoprire se l’autore è a conoscenza che i metodi da lui espressi nelle figure 6 e 7 furono già descritti da Cristoforo Clavio nella sua “Gnomonices Libri Octo” pubblicata a Roma nel 1581. Robert Kellogg di Rockville ci fa conoscere un interessante passo di un manoscritto astronomico pseudoBeda dal titolo Incipiunt Pauca De Temporibus Bedae Presbiteri in cui si ritrova una dettagliata descrizione delle ore del giorno e sulle loro durata. Inoltre, alcuni fogli non rilegati annunciano il NASS Meeting in Seattle 11-13 Settembre 1998 Nel Bulletin della British Sundial Society (n. 98.2, giugno 1998) sono da menzionare i seguenti lavori: un articolo a firma di Denis Schneider (Francia) sugli orologi solari antichi realizzati in Egitto, in cui è riportato anche un passo molto interessante di J.F. Champollion (decifratore dei geroglifici) relativo al “merket”; un articolo di Mario Arnaldi sulla misura del tempo in Dante e Francesco di Bartolo da Buti; un articolo di Nicola Severino sulla gnomonica di Athanasius Kircher; un sunto firmato C.K. Aked dei lavori bibliografici effettuati fino ad oggi, con particolare riferimento alla International Bibliography of Gnomonica realizzata da C. K. Aked e Nicola Severino nel 1997. Alcune considerazioni da parte di C.St.J.H.Daniel sul restauro e conservazione degli orologi solari. Inoltre sono presenti diversi brevi articoli che descrivono realizzazioni di vari orologi solari portatili, da giardino, un emisfero del tipo antico, il ritrovamento di due orologi canonici su due chiese in Ungheria e tante altre notizie. In Analema, il Bollettino della Asociacion De Amigos de los relojes de sol di Madrid, compare un interessante lavoro storico di M.M. Valdés su un presunto orologio solare “esenio” ritrovato nel 1954 in una grotta di Qumran. Lo studio tiene conto di tutte le ipotesi fino ad oggi formulate da vari studiosi ed è ben illustrato. Nicole Marquet presenta alcuni orologi solari “decimali” del XVIII secolo. Completa questo numero un lungo e tecnico formulario che tratta della gnomonica vettoriale. Nel numero 21, settembre-dicembre dello stesso bollettino, ricevuto il 24 luglio 1998, compaiono altri articoli di grande interesse, a discapito di una veste editoriale spartana. Il nostro Mario Arnaldi ripropone una sintesi delle interpretazioni di un famoso passo di Dante Alighieri nella sua Divina Commedia che è in relazione con il computo delle ore temporarie e canoniche nel medioevo. Louis Marquet tratta della storia di un “cannoncino solare” che si trova nel palazzo reale di Parigi. Josè Maria Ponce De Leon mostra il procedimento matematico per la tracciatura e la spiegazione della curva dell’Ars e dell’arco dell’Obliquità presenti in un astrolabio arabo del 1686. M. Milenio fa qualche considerazione su quanto il noto matematico Montucla scrisse di gnomonica nel suo trattato “Histoire des Mathématiques” riportando anche alcuni giudizi che questi fece sui maggiori gnomonisti del Rinascimento e della sua epoca. Manuel Lombardero espone un metodo matematico originale, basato sulle coordinate-distanze dei lati del rettangolo del quadro dell’orologio, per la tracciatura delle linee orarie negli orologi solari verticali declinanti. In AstronomiA UAI, organo ufficiale dell’Unione Astrofili Italiani (n.4 luglio-agosto 1998), compare un articolo a firma di F. Azzarita, E. Del Favero, G. Vanin, sullo stato d’avanzamento del censimento nazionale degli orologi solari e la relativa catalogazione nel linguaggio informatizzato ed unificato AQS. Nella situazione presentata, sembra siano stati censiti circa 4800 orologi solari in Italia, ma il numero è destinato quasi a raddoppiare in quanto devono confluire nel catalogo molti altri dati in preparazione. Pag. 34 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Nel NAWCC Bulletin, il bollettino della National Association of Watch and Clocks Collectors, Inc. (Vol. 40/2 - n. 313) compaiono due articoli: Of witch trials and sundials di Edmund A. Fortier in cui è descritto un orologio orizzontale di John Proctor; il resoconto del meeting del 1996 della British Sundial Society a firma di Charles K. Aked. Nel numero di Lulgio/Agosto di Biblical Archeology Review, è stato pubblicato l’articolo Bad Timing a firma di Abraham Levy in cui l’autore fa una brevissima panoramica sugli orologi solari antichi trovati in territorio israeliano. Il pretesto però è servito per ipotizzare che il presunto orologio solare a disco trovato circa 40 anni fa negli scavi di Père Roland De Vaux, nei pressi delle grotte di Qumran sul Mar Morto, non sarebbe altro che un game-board, un gioco antico denominato mehen (“to coil”), altrimenti detto “serpente” perché il disco dà quella impressione. Questo gioco era conosciuto già nell’antico Egitto predinastico ed anche in Libano, Siria, Cipro, Creta e le isole Egee. Ma l’autore, alla fine delle sue supposizioni si rende anche conto che è duro immaginare le sette religiose di Qumran in assetto di gioco, del tipo casinò, invece che pregare e lavorare e riconosce che la “rondella” di Qumran resta effettivamente un mistero da svelare. Nelle 11 note che accompagnano l’articolo, a dire il vero, molto semplice e a tratti un po’ leggero nelle affermazioni, non si riscontrano due lavori fondamentali che restituiscono i risultati delle analisi effettuate dal punto di vista gnomonico. I due articoli sono An astronomical measuring instrument from Qumran (probably used as a sundial) di Avraham Avitzour di Israele, pubblicato su Compendium, la rivista di gnomonica della North American Sundial Society, Dicembre 1997; e Reloj de sol esenio di Manuel M. Valdés, pubblicato su Analema, dell’Associacion de amigos de los relojes de sol, Maggio-Agosto 1997, n° 20. Questi due articoli, e soprattutto il secondo, affrontano il problema di questo strano strumento in modo molto più convincente che non l’autore dell’articolo qui recensito e, se anche fosse difficile dimostrare che di orologio solare trattasi, certamente non può passare inosservata l’osservazione che uno gnomne di adeguata altezza posto al centro dello strumento, determina delle lunghezze d’ombra che marcando i circoli incisi sul disco hanno una stretta relazione con le principali curve di declinazione del sole. In particolare, il solco più largo e profondo al centro del disco corrisponde perfettamente alla lunghezza d’ombra del giorno degli ezuinozi. L’autore dell’articolo della BAR afferma che non può trattarsi di un orologio solare solo perché a quell’epoca questi erano diversi, come ci insegna la gnomonica ellenistica. E’ ovvio che un’affermazione tanto leggera dimostra che l’autore ha poca dimestichezza con la gnomonica e la sua storia ed è un vero peccato che non sia venuto a conoscenza dei due lavori menzionati, che pure sono stati pubblicati prima di questo articolo. Nel numero speciale 20 Giugno 1998 di ZONNEWIJZERKRING Vlaanderen vzw, la rivista della omonima associazione belga di gnomonica, è stato poresentato un sommario del grande ed unico progetto denominato Zonnewijzer Project Genk con cui è stato allestito un vero e proprio parco gnomonico nella città di Genk in Fiandra (Belgian Limburg). L’associazione ha selezioneto 12 progetti di orologi solari su 80 presentati da gnomonisti di vari paesi. Tre di questi orologi solari sono una novità assoluta, nel senso che non sono mai stati inventati e costruiti prima. Tale progetto ha generato anche un Genk Synposium del 20 giugno ’98. Tra gli orologi solari allestiti ricordiamo: una grande sfera armillare di 1,20 mt di diametro, realizzata da Jan De Graeve; un grande poliedro somigliante agli orologi multipli che si vedono nei testi di Fineo, Kircher, ecc.; un orologio orizzontale con curve diurne e lemniscata; un altro grande orizzontale con assostilo di 4 metri; una linea meridiana orizzontale; un orologio calendariale a forma di libro aperto; un grande analemmatico; un orizzontale bifilare; un orizzontale con gnomone conico; un orologio solare con display “digitale”. Quest’ultimo desta senz’altro curiosità ma ha poco a che fare con i veri orologi solari funzionanti con l’ombra dello gnomone. E’ stato inventato e costruito da Werner Krotz, Daniel Scharstein, Felix Scharstein, Hans Scharstein. Chi fosse interessato a questo tipo di orologio, l’associazione ha pubblicato un piccolo opuscolo in tedesco in cui viede data la teoria e la costruzione. Può essere richiesto a questa redazione con l’invio delle spese di £. 2000 in busta chiusa per una copia (pp.12). Pag. 35 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Ne Il Cielo n° 21 di Luglio, Biroma Editore (pp. 58-61), compare un articolo a firma di K.P. Cheung nella rubrica Astrobricolage intitolato Un metodo alternativo di costruzione delle meridiane. Si tratta di un metodo che permette di “avere una rappresentazione completa di come la luce solare si rapporta allo gnomone e alla sua ombra sulla superficie della meridiana al variare del giorno, dell’ora e della latitudine, partendo dall’ipotesi che il sole percorra la volta celeste come se si trattasse di una superficie cilindrica”. E’ lo sconvolgimento di tutte le regole della gnomonica. Premesso che l’articolo è scritto (o tradotto) malissimo dal punto di vista divulgativo-letterario e di non facile comprensione a causa della cattiva qualità dei grafici e la mancanza di qualche figura (fig. 23), esso è assolutamente inutile dal punto di vista gnomonico, se si esclude quel poco di curiosità che può suscitare il nuovo esperimento (ma veramente nuovo?) di considerare la volta celeste come cilindrica anziché sferica. Il risultato è che la proiezione che ne risulta degli elementi gnomonici rassomiglia ad una specie di “assonometria cavaliera” che se effettuata per la realizzazione pratica di una meridiana piana orizzontale, la più semplice, può facilmente indurre in grossolani errori di misura e grafici. L’unico vantaggio, sarebbe quello della facile proiezione dei punti delle curve diurne solstiziali che però non saranno mai precisi come quelli trovati con la facile e veloce applicazione di una formuletta trigonometrica. Ma forse erano più facili, chiari e spediti gli antichi metodi rinascimentali che utilizzavano il “radio orario” per la completa rappresentazione degli elementi di una meridiana (anche verticale declinante). Infine, mi sembra giusto dichiarare che con tante eccellenti firme nella gnomonica italiana, davvero non serviva regalare pagine su una rivista di astronomia italiana ad articoli di gnomonica che hanno già il loro spazio su Internet. ☺ Spazio Internet Dalla Sundial Mailing List La Sundial Mailing List è una delle attività gnomoniche internazionali più importanti esistenti in Internet. Fu fondata nel febbraio del 1996 dallo gnomonista Daniel Roth e riunisce oltre 350 appassionati di tutto il mondo attraverso un geniale quanto semplice “maggiordomo” informatico che riesce a smistare tutte le richieste di messaggi in entrata o in uscita a tutti gli indirizzi degli iscritti alla lista. Naturalmente il “maggiordomo” è un computer con modem che riceve i messaggi dei nuovi iscritti e provvede ad inserirli nella lista, a dar loro il benvenuto con altri messaggi integrativi di informazioni e l’elenco degli iscritti. Attraverso due o tre semplici parole, si diventa gratuitamente “soci” o ci si può ritirare. Le finalità di questo semplice ed ammirevole progetto sono semplici, ma importantissime. Ogni socio può porre un quesito di gnomonica, una richiesta, un annuncio, ecc., inviando un messaggio e-mail al “maggiordomo” che provvede a sua volta a smistare lo stesso a tutti gli altri iscritti. Chi risponde può farlo sia direttamente al richiedente, sia - sempre per mezzo di “maggiordomo” - per conoscenza a tutti i soci. E’ così che giorno per giorno ci si imbatte in una serie di quesiti, notizie e quant’altro riguarda la gnomonica e argomenti affini creando un interscambio culturale a livello mondiale di informazioni scambiate quasi in tempo reale che non sarebbe assolutamente possibile in nessun altro modo. Coloro che seguono già la sundial mailing listi in Internet, possono anche saltare queste pagine perché seguono “in diretta” gli avvenimenti. Riporterò, quindi, in via sommaria le informazioni, curiosità, appuntamenti e quant’altro di interesse gnomonico per il lettore generico. Pag. 36 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Ove compare questo simbolo, è possibile richiedere alla redazione la documentazione relativa all’argomento trattato: gratuitamente se la richiesta viene effettuata tramite posta elettronica; allegando le spese, indicate volta per volta relative all’affrancatura e fotocopiatura dei documenti, nel caso di spedizione per posta ordinaria. • E’ stato aperto un nuovo sito Web in cui è possibile trovare informazioni su congressi, seminari, conferenze ed altre iniziative che si terranno in tutto il mondo. L’indirizzo è: http://www.troc.es/scg/events. La Società Catalana di Gnomonica aggiorna questo sito sperando nella collaborazione di tutti gli appassionati ed invitando tutti a segnalare le attività di cui viene a conoscenza riempiendo il questionario che si trova nelle pagine del sito predetto. L’indirizzo della Società Catalana è: Societat Catalana de Gnomonica, Atenes, 3 - 08006 Barcelona, Catalonia; e-mail: [email protected]; web site: http://www.troc.es/scg. • Chi possiede una copia in più, o le fotocopie del libro “Sundial, the Art and Science of Gnomonics” di Frank Cousins, può contattare Tom Kreyche, 2602 E. Aloha St. Seattle, WA 98112 USA, e-mail: [email protected]; • Roderick Wall annuncia che al sito http://www.longnow.org/clock/face.html ci si collega alla pagina “Millenium Clock Design” in cui si trova una sorta di apparato armillare che permette di mettere in “fase” gli orologi con il mezzogiorno vero solare del proprio luogo. • Frank Evans ([email protected]) cerca notizie biografiche di Mrs. H.K.F.Eden la quale, dopo la morte di Alfred Margaret Gatty, insieme ad Eneanor Lloyd, revisionò l’ultima edizione del noto libro di Gatty “The book of sundials” del 1872, pubblicando l’edizione del 1900. • Guenther Berger annuncia che nel giugno 1998 è stato aperto un “giardino gnomonico” (sundialgarden, Sonnenuhrgarten) al sesto piano del “Deutschen Museum” di Monaco in Germania. Si tratta di un museo gnomonico permamente in cui sono esposte interessanti collezioni di orologi solari che vanno dai modelli più antichi a quelli di nuova invenzione. Una descrizione parziale degli orologi solari esposti si può trovare al sito: http://www.deutsches-museum.de/ausstell/dauer/zeitmess/sonne.htm. • Chi fosse particolarmente interessato agli orologi portatili universali ad anello, può collegarsi al sito della homepage http://www2.netcom.com∼abraxas2/universal.htm • Richard M. Kooliah ha avvertito che la testata “The Pinhole Journal” nel numero di Aprile 1998, Vol. 14, 1) ha intitolato “A tour of Renaissance Pinhole Sites in Italy”. In pratica, oltre a relazionare su alcuni siti italiani d’interesse artistici, sono state presentate varie meridiane eliotropiche (meridian lines) ed orologi solari riflessi (probabilmente qualli a noi noti di Trinità dei Monti, Palazzo Spada, ecc.). Chi volesse curiosare in queste informazioni può collegarsi al sito: http://www.pinholeresource.com/ • Karl Schwarzinger annuncia un concorso dal titolo “Sundial for Reutte” aperto al pubblico con una giuria indipendente e non soggetta a direttive. Chi è interessato può trovare informazioni al sito http://www.tirol.com/reutte-kultur/sonne • Ancora Karl Schwarzinger chiede informazioni sui cosiddetti “cave-sundials” che egli indica essere quei monumenti antichi destinati a diverse funzioni che per la loro particolare progettazione potrebbero avere qualche interesse gnomonico. Cita alcuni esempi come il sito di NewGrane in Irlanda, le grotte della montagna Ida a Creta, il labirinto a Schwaebisch Gmuend, in Germania o il labirinto “Grosses Schulerloch” ad Altmuehltal vicino Kelheim, in Germania. Egli ha anche trovato un volume che parla di questi “cave-sundials”: Hoehlen als fruehe Observatorien” di Herbert G. Hofer pubblicato da Verlag Jost-Jetter, D-71296 Heimsheim 1996, 64 pagine. In Italia questo argomento è strettamente connesso con l’archeoastronomia di cui ricordiamo l’instancabile lavoro di ricerca del noto prof. Giuliano Romano. Pag. 37 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Tony Moss pone una interessante questione sull’origine e gli sviluppi storici del sistema internazionale dei fusi orari, che in inglese denominano International Time Zones. A tale questione hanno risposto con vivo interesse Richard Langley del Geodetic Research Laboratory dell’Università di New Brunswick, Canada, Ross McCluney, Jorge Ramalho, Andre E. Bouchard, segretario generale della Commission de Cadrans Solaires du Quebec, Gordon Uber e Thibaud Taudin-Chab. E’ emerso, in linea generale, che oltre alla confusione di notizie storiche in merito, il sistema della suddivisione dei fusi orari è fallace in alcune sue parti, non tenendo conto di alcune zone segnalate dagli autori stessi. Inoltre, sulla difficoltà di reperire informazioni storiche sulla sua scelta ed adozione si è pronunciato, con qualche dettaglio in più, Gordon Uber. Chi fosse interessato all’argomento, può richiedere alla redazione - via e-mail (in questo caso gratuitamente), o per posta ordinaria (in questo caso allegando le spese di spedizione e fotocopiatura dei documenti come sopra indicato), i relativi messaggi registrati. (Richiesta documentazione - 12 messaggi - £.2500). (Richiesta documentazione - 7 messaggi - £. 2500). John Harding pone un’altra interessante questione relativa stavolta all’adozione del segno matematico dell’Equazione del Tempo. Il problema è stato sollevato dopo aver constatato che alcuni importanti libri di gnomonica presentavano grafici dell’equazione del tempo con segni diversi che danno luogo a formule con segni diversi. Rispondono David Higgon, Krzysztof Kotynia, Frank Evans, Dave & Susan, Ron Anthony e Luke Coletti. La Gnomonica nel WEB Diego Bonata Circolo Astrofili Bergamaschi Internet non è più un gioco o un sistema per passare il tempo, ma un nuovo modo di comunicare, di farsi conoscere e di far conoscere le proprie attività, per lavorare, per studiare ed informarsi; uno strumento che indiscutibilmente, entro pochi anni, entrerà in tutte le sue forme, nella maggior parte delle nostre case per la sua versatilità ed utilità. Saper usare Internet proficuamente è molto più di poter leggere una rivista di gnomonica, vuol dire poter: • attingere ad un’immensa biblioteca di articoli e lavori di tutto il mondo sull’argomento interessato; • pubblicare liberamente e senza pericoli di tagli i propri lavori; • estrarre tutto il materiale che desideriamo in un formato (non cartaceo) facilmente manipolabile ed adattabile per le nostre esigenze e ricerche; • contattare e consultare direttamente ed in breve tempo gli autori dei lavori che ci interessano; • scambiare programmi oppure documenti o tabelle in modo molto più semplice, sicuro, comodo e veloce rispetto all’utilizzo del normale servizio postale; • lavorare con un mezzo molto più iterativo e comunicativo. Una rivista è un insieme di articoli fatti da qualcuno che possiamo liberamente leggere; usare Internet vuol dire soprattutto partecipare attivamente alla lettura, decidere una propria linea da seguire nel discorso, suggerire all’autore i nostri consigli e pareri, partecipare ad indagini statistiche o conoscitive, poter modellare la nostra conoscenza agendo direttamente su quanto stiamo leggendo; Pag. 38 Gnomonica, • Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 sottoscrivere una lista di discussione tematica che ci permetta ti scambiare opinioni, discutere risolvere dei problemi personali, ed organizzare le nostre attività. Esistono mille motivi per cui potrei consigliare Internet. Io stesso, un po’ per pigrizia, un po’ per questioni di tempo, ho sempre disdegnato comunicare via lettera e l’arrivo di Internet mi ha finalmente ridato questo desiderio di confronto con gli altri e creare legami di discussione che altrimenti sentivo morire (ed ora, ancor più) nell’attesa di una risposta dal mio interlocutore. In questa rubrica fissa si cercherà dapprima di vagare nel WEB, o ragnatela come dicono gli italianisti, per individuare che cosa sia possibile trovare su Internet per quanto riguarda i quadranti solari, per poi passare a articoli più mirati sulle varie associazioni gnomoniche nazionali ed internazionali ed infine passare in rassegna e dedicarsi ai migliori siti Web di gnomonica, alle novità ed alle utilità di gnomonica che è possibile trovarci. In questo lungo percorso à necessario possedere alcune nozioni basilari in quanto non ci sarà sempre possibile, anche se molti richiami ci aiuteranno, spiegare approfonditamente il funzionamento di Internet e degli strumenti che ci permettono di navigarci disinvoltamente. Per navigare all’interno di Internet è necessario innanzitutto un programma fatto ad hoc, e cioè nel linguaggio tecnico un browser, ed in Italia i più diffusi sono appunto Netscape e Internet Explorer. Con un browser è possibile “spostarsi” o navigare nel mondo di Internet semplicemente inserendo nell’apposito spazio l’indirizzo (esattamente come avviene per una normale lettera) necessario per raggiungere ciò che ci interessa. Ma come conoscere tale indirizzo visto che non è poi così semplice da ricordare? E come trovare qualche cosa in Internet? In effetti questo è proprio il punto del problema……. Questo mondo è così complesso, ed in continua evoluzione, che la cosa più difficile è cercarvi qualche informazione, non perché non esiste, ma perché è terribilmente difficile fare un indice di un libro di dimensioni mondiali che cambia e si accresce ogni istante che passa. Se quindi si vuole trovare un articolo, o altro, si hanno due possibilità: o si ricorre agli indirizzi forniti da chi li ha già cercati per noi (e qualche cosa già si potrà trovare in questo numero), oppure si utilizzano quelli che vengono chiamati Motori di Ricerca, che sono appunto dei grandi “indici” elettronici aggiornati costantemente da dei sistemi automatizzati di catalogazione in base a parole chiavi, e sono dei servizi forniti gratuitamente da importanti società informatiche. I motori di Ricerca sono strutturati in modo tale da permettere l’inserimento di una parola chiave di ricerca e per mezzo di un pulsante con scritto normalmente “search” o “cerca” si può accedere ad una lista di siti che contengono al loro interno la suddetta parola. Facciamo un esempio: supponiamo di voler cercare in rete alcune parole tipiche come ‘sundial’, ‘meridiana’, ‘gnomonica’ e ‘Quadranti Solari’ con alcuni dei più noti ed utilizzati motori di ricerca che elencherò di seguito in ordine di utilizzo in base alla mia esperienza personale: Ebbene i risultati ottenuti sono i seguenti: ALTAVISTA EXCITE YAHOO VIRGILIO ARIANNA 62410 Sundial 4456 Meridiana 6008 1044 85 2 0 9 239 1784 158 Gnomonica 30 51 0 118 12933 Quadranti solari 3110 37 38 200 Possiamo osservare che alcuni motori di ricerca sembrano più completi di altri, ma non è detto che questo sia vero. Infatti, quella che per uno è una ‘fondamentale’ parola chiave per un altro questa parola non vuole dire nulla; l’unica possibilità per barcamenarsi con disinvoltura in questo marasma è sicuramente l’esperienza di un po’ di ricerche. Pag. 39 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Indirizzi di alcuni fra i più noti motori di ricerca ALTAVISTA http://altavista.digital.com/ EXCITE http://www.excite.com/ YAHOO http://www.yahoo.com/ VIRGILIO http://www.virgilio.it/edit/index.html (solo italiano) ARIANNA http://www.arianna.it/arianna/docs/html/ricerca_avanzata.html (solo italiano) Come si vede poi, è molto difficile orientarsi fra tanti siti contenenti queste parole (e non è detto che riguardino tutti la gnomonica e non e detto inoltre che non ce ne siano altri indicizzati in altri modi) per questo è spesso necessario scegliere delle parole chiave che possano essere più discriminanti di altre o aiutarsi con le ricerche avanzate permesse da tali siti (non tutti) che filtrano ad esempio la selezione attraverso files di tipo, in una lingua, realizzati dopo una certa data, e contenenti più parole chiave mediante una sintassi che varia da motore a motore in base a semplici regoline indicate nelle loro sezioni di istruzioni o di aiuto. Va bene, per questa volta terminerò questa tediosa introduzione ad Internet cercando perciò di risparmiarvi la faticosa ricerca delle associazioni internazionali di Gnomonisti più importanti, ripromettendomi però di soffermarmi su ciascuna delle loro pagine web in futuro: 1-Austria - Arbeitsgruppe Sonnenuhren - (Gnomonicae Societas Austriaca) - Austrian Sundial Society http://www.sundials.co.uk/gsade.htm 2-Catalonia, Spain - Societat Catalana de Gnomonica - Catalan Sundial Society http://www.ubr.com/clocks/sundial/catalane.html 3-France - Commission des cadrans solaires http://www.union-fin.fr/usr/ymasse 4-Italy - UNIONE ASTROFILI ITALIANI - Sezione Quadranti Solari http://www.mclink.it/mclink/astro/uai/sez_gqs/index.htm 5-Netherlands - De Zonnenwijzerkring - Dutch Sundial Society http://www.IAEhv.nl/users/ferdv/ 6-North America - North American Sundial Society (NASS) http://www.shadow.net/~bobt/nass/nass.htm 7-Quebec - Commission des cadrans solaires du Quebec http://cadrans_solaires.scg.ulaval.ca/ 8-United Kingdom - British Sundial Society http://www.sundials.co.uk/bssgen.htm Dopo questa gentile concessione, passiamo ad altro, in Internet esistono anche le mail - list, che letteralmente sono liste di lettere, ma tradotto in parole povere, è una lista di spedizione a cui ci si può iscrivere (gratuitamente), dedicata ad un particolare argomento di nostro interesse, e chiunque scrive un commento, una domanda, un suggerimento una richiesta o altro in questa lista (che ha un suo indirizzo come chiunque collegato a Internet ), farà ricevere a tutti gli iscritti il suo messaggio, ed a sua volta riceverà i messaggi altrui. Si tratta di un ottimo mezzo per conoscersi e scambiare opinioni in tempi molto brevi (su questa mail - list, si veda l’apposita pagina dedicata agli argomenti trattati su di essa nella rubrica “Dalla Sundial Mailing list”). Pag. 40 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Attualmente esiste una mail - list di gnomonica particolarmente diffusa fra gli gnomonisti Italiani dove è possibile incontrarne molti, nonché dove ci si può confrontare con persone di tutto il mondo. Il mio suggerimento per tutti i possessori di Internet è quello di iscriversi, per prendere confidenza con la rete o per curare e maturare i propri hobby, inviando al seguente indirizzo [email protected] il messaggio: subscribe sundial end Purtroppo l’unico difetto della “Rete” è che la lingua ufficiale è l’Inglese, ma comunque è sempre possibile limitarsi all’esplorazione dei siti italiani (in italiano), e anche se è piuttosto semplice barcamenarsi anche nel resto del web, ben altra cosa è partecipare a gruppi di discussione o ad attività più iterative e di scambio di esperienze in un’altra lingua anche se in questo mondo non esistono molte formalità se non semplici regole di cortesia, e gli errori ortografici e di lingua non interessano a nessuno, l’importante è capirsi, e spesso sono proprio madrelingua quelli a commetterne di più. Per terminare questa prima carrellata su Internet e le prime applicazioni al mondo della gnomonica, vorrei fare due proposte a tutti i possessori di Internet in grado e desiderosi di rispondermi: 1Ci sono alcune società che permettono di aprire gratuitamente una mail list (lista di scambio opinioni) su temi specifici, allora quanti sarebbero disposti a crearne una italiana in italiano completamente dedicata alla gnomonica? Se alcune persone sono disposte a parteciparvi, per il prossimo numero comunicheremo le modalità per unirsi a questo primo gruppo. 2Questa rivista, la prima in Italia del genere, è pubblicata per ora esclusivamente in formato cartaceo, ma già dai primi contatti, si è pensato di farne una versione in formato elettronico, che permettesse di ricevere tutto il materiale pubblicato, opportunamente organizzato, anche via Internet. Sto già appurando la fattibilità della cosa e pensando alle soluzioni possibili, prima di pensare a questo si è deciso di uscire con un primo numero solo cartaceo, chiunque fosse interessato anche a questa seconda possibilità è invitato a comunicarmelo con eventuali suggerimenti di modo da poterci organizzare in breve tempo, ovviamente se l’idea riscuote un certo successo. Per questo ed altro potete contattarmi alla seguente email: [email protected] RECENSIONI In questa rubrica saranno recensiti pubblicazioni antiche e moderne sulla gnomonica. I lettori che fossero a conoscenza di particolari libri, anche dedicati ad altri argomenti ma con capitoli di gnomonica, possono eventualmente darne comunicazione, con una breve recensione degli stessi, alla redazione di “Gnomonica”. Titolo: Meridiane antiche e moderne da ammirare e da copiare Autore: Linda Perina, Renzo Zanoni Comitato scientifico: Lorenzo Dama, Giuseppe Ferlenga, Rossella Guerra, Paolo Pignatti Casa Editrice: Demetra S.r.l. via del Lavoro, 52 - Loc. Ferlina 37012 Bussolengo (VR) 1° edizione dicembre 1996. 128 pagine, moltissime illustrazioni a colori. ISBN 88-440-0122-1 Prezzo £. 17.000 E’ il classico libro che farebbe innamorare chiunque delle meridiane. Per l’estrema semplicità espositiva; per il forte impatto emozionale dovuto ad eccedenti e numerosissime illustrazioni di coloratissime meridiane; per l’ottima scelta degli argomenti e la sapiente mistura di dati tecnici e curiosità storiche da godersi tra una foto e l’altra. Un manuale, tutto sommato, che val bene il prezzo di copertina e che risulta gradevole e piacevole in ogni sua pagina anche all’esperto, se non altro per il gaudio di fare una scorpacciata d’immagini stupende. Pag. 41 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Fin dalle prime pagine il lettore si inoltra nell’intricato labirinto della gnomonica, ma è guidato da un filo d’Arianna sottile e resistente in brevi scorci storici panoramici alternati ai primi elementi della gnomonica tecnica, sempre presentati con stile iconografico impeccabile e chiarissimo. L’essenziale è in questo manuale, ottimo anche per bambini, considerato il livello di esemplificazione delle definizioni cui sono arrivati gli autori. Anche un catalogo fotografico, se si vuole, perché presenta centinaia di foto di orologi solari che si trovano a Cuneo, in Valle d’Aosta, Trento, Val di Non, Verona e anche in Francia. A tutti coloro che sentono le meridiane, consiglio vivamente questo semplice manuale. Titolo: MERIDIANE, LE TECNICHE Autore: Linda Perina e Renzo Zanoni Collaboratori: Lorenzo Dama, Paolo Pignatti, Mario Bissoli, Giuseppe Ferlenga, Aldo Ferrero, Rossella Guerra, Lucio Morra, Daniela Negrini Casa Editrice: Demetra S.r.l. - 1° edizione novembre 1996 - stampato in settembre 1997- pagg. 96, moltissime illustrazioni e disegni a colori. ISBN 88-440-0123-X. Prezzo £. 13.000 Un secondo manuale Demetra, come quello descritto in precedenza. Una breve storia della gnomonica, ottima per bambini delle elementari, con riferimenti alle definizioni della gnomonica. Ovvie alcune ripetizioni di disegni per spiegare come si leggono le meridiane. Interessanti, per chi inizia, le immagini delle varie fasi di realizzazione di meridiane orizzontali e verticali. In definitiva, questi due manuali che, in genere si comprano uno sull’altro, nulla di nuovo portano alle conoscenze gnomoniche professionali, ma di grande aiuto possono rivelarsi per chi si affaccia per la prima volta nel mondo degli orologi solari. Titolo: DELL’USO DE’ GLOBI ossia TRATTATO ELEMENTARE D’ASTRONOMIA PRATICA Tradotta dall’inglese con note ed aggiunte ad istruzione della gioventù. Autore: “Signor” Keith. Casa Editrice: Giacinto Marietti, Torino, 1826. Opera segnalata da Lino Colombo, Dairago (MI) In questo trattato dell’uso dei globi, si trova, a pagina 311, una breve digressione intitolata “Della Gnomonica”. Si tratta di dodici pagine in cui l’autore accenna alle nozioni e definizioni fondamentali della gnomonica. In particolare, si tratta del modo di realizzare con l’aiuto del globo gli orologi solari orizzontali e verticali per qualsiasi latitudine. Infine, viene descritto un metodo pratico per tracciare gli orologi escogitato dal celebre Cagnoli che si avvale di una tabella di lunghezze d’ombra valida per alcune latitudini di luoghi italiani. N.S. Pag. 42 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Le Vignette del numero 1 di Gnomonica di Giacomo Agnelli Pag. 43 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 LA PAGINA DELLO GNOMONISTA Flavio Bernacchia di Marotta (PS), ci fa conoscere due dei suoi recenti lavori. Pag. 44 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 NUOVI GNOMONISTI: Renzo Nordio di Sottomarina (VE). Da anni Renzo Nordio si occupa di meridiane. Ne ha creata una a Sottomarina (VE), una a Saccolongo e due nel bellunese (a Lorenzago e a Mel) e sta lavorando ad altre realizzazioni ed alla creazione di opere pittoriche e plastiche ispirate alle meridiane, per le quali ama utilizzare anche vecchi cocci. La sua lunga e personale ricerca espressiva lo ha portato a questa originale esperienza. Insegnante di disegno per molti decenni, si è formato all’Istituto d’Arte di Venezia dimostrando fin da giovane una particolare attenzione per l’affresco, assieme alle tecniche ad olio e dei metalli sbalzati. Affermato pittore chioggiotto da almeno 30 anni, ha recentemente realizzato la pala centrale e la via Crucis nella Chiesa parrocchiale di San Martino. Sue costanti sono il tratto deciso delle linee, lo studio della luce e l’uso dei colori naturali a tarsio, in definitiva una tecnica aspra e un deciso rigore formale. I due orologi solari presentati in questa pagina sono realizzati sulla parete esterna Sud della palestra della scuola media “G. Pascoli” di Sottomarina (VE), in Via Lombardia. L’opera consta di due meridiane: una, inserita nel mitologico Carro del Sole (4 cavalli in corsa con auriga sulla biga) segna l’ora solare; l’altra, posta all’interno delle fasi dello Zodiaco, indica le stagioni. Il motto è “Il tempo fugge e non s’arresta un’ora”. Probabilmente i molti viaggiatori e pendolari che quotidianamente passano per via Lombardia, non regoleranno sulle meridiane la continua rincorsa del tempo per prendere l’autobus o sbrigare commissioni; essi però, così come gli alunni della Pascoli e le giovani generazioni, potranno avere motivo di arricchimento e di riflessione, oltrechè di godimento estetico. Pag. 45 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 PARTICOLARE APPLICAZIONE DELL’ANALISI MATEMATICA ALLE FORMULE DELLE LINEE D’OMBRA Riccardo Anselmi, Saint Vincent (Aosta) Mi riferisco alle comode formule proposte dall’Ammiraglio Fantoni a pagina 71 del suo trattato completo di gnomonica dal titolo “Orologi Solari” e qui riportate, con le quali è possibile tracciare le linee dei solstizi ed altre linee diurne, a differente declinazione, individuando, sulle rette orarie, i punti che le compongono come distanze dal centro della meridiana: Siano ε l’altezza dello stilo st, σ l’angolo sustilare, β l’angolo tra lo stilo st e la sua ombra (retta oraria generica), α l’angolo con vertice G tra la sustilare e la retta oraria generica, δ la declinazione del sole, C il centro della meridiana, G la punta di st, W l’intersezione della linea oraria con il solstizio invernale e S quella con il solstizio estivo e EE la retta equinoziale, le formule citate sono : tg(β) = tg(ε) / cos(α) CW = st * cos(δ) / cos(β-δ) CS = st * cos(δ) / cos(β+δ) CE = st / cos(β) Le linee orarie sono tracciate, sfruttando l’angolo ω o unendo il centro della meridiana con precisi punti dell’equinoziale o di altra retta, a seconda del metodo scelto. Nel caso in cui il quadrante solare presenti una declinazione prossima ai 90 gradi est o ovest il centro della meridiana si allontana sempre più dal quadrante rendendo inutilizzabile il metodo, dato che lo stilo diventa lunghissimo. In tal caso bisogna tracciare le rette orarie per altra via. Se, per esempio, si è scelta la geometria analitica le rette orarie sono rappresentate da equazioni di primo grado ed è quindi possibile trovare le intersezioni delle stesse con rette a piacere come potrebbero essere i lati del quadrante. I punti che costituiscono le linee dei solstizi possono essere individuati sulle rette orarie partendo dall’equinoziale, invece che dal centro della meridiana, dopo aver modificato leggermente le formule precedenti. Infatti, detta D la distanza di una linea solstiziale dall’equinoziale, misurata nel modo prima indicato, ne consegue che : D = st / cos(β)-st* cos(δ) / cos(β±δ) Volendo utilizzare l’ortostilo è sufficiente modificare le formule ricordando che : st = g / sin(ε) ; si ha : D = g / sen(ε)*(1 / cos(β)- cos(δ) / cos(β±δ)) Infine come caso estremo si consideri un quadrante con declinazione di 90 gradi est o ovest, si osserva che sia ε che β valgono zero. Modificando opportunamente l’ultima formula proposta, esprimendo ε in funzione di β e facendo il limite per β → 0 si ritrova, con l’applicazione del teorema di De l’Hopital, la formula D = g * tg(δ) / cos(α) con la quale è possibile calcolare i punti delle linee diurne anche per i quadranti solari con declinazione di ± 90 gradi. Pag. 46 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 La Vignetta di Giacomo Agnelli Pag. 47 Gnomonica, Storia, Arte e Tecniche degli Orologi Solari N° 1 Settembre 1998 Principali libri italiani di gnomonica pubblicati dal 1988 al 1998 ACCADEMIA Olimpica di Vicenza, Quando il sole misurava le ore: strumenti, manoscritti e libri di gnomonica. AGNES Luciano, Il restauro degli orologi solari dell’Università di Pavia, Documenti di Arte e Scienza, Cisalpino, 1995 AKED K. Charles, SEVERINO N., International Bibliography of Gnomonica, West Drayton, Roccasecca, 1997 ALESSANDRETTI G, La Meridiana di Piazza Vecchia in Bergamo, Lucchetti edit. Bergamo, 1990 ANSELMI Riccardo, Diario relativo alla ricerca di meridiane effettuata in provincia d'Imperia negli anno 1988-1989-1990, stampato in proprio, S. Vincent, 1993 ANTIGA Mirco, Le ombre del tempo. Orologi solari tra arte e scienza, Il Sagittario, sett. 1995 ARNALDI Mario, Il Conchincollo, Essegì ed., Ravenna, 1996 ARNALDI, Mario, Orologi Solari a Taggia. Comune de Taggia, 1996 BOSCA G.- STROPPA P., Meridiane e orologi solari, Il Castello, Milano, 1992-1996 DELLA RAGIONE G., FRIXIONE G. M., Un Girovago pintor di meridiane, Ed. Le Mani, Recco, 1993 DOGLIO S., TEBENGHI M., La meridiana di Torino, Daumerie Ed., S. Giorgio di Montiglio (Asti), 1989 FANTINO M.L., MONTI COLOGNA M.R., Horae. Meridiane in Valle d'Aosta, Musumeci Ed., Quart, 1992 FANTONI Girolamo, Orologi Solari, trattato completo di Gnomonica, Technimedia, Roma, 1988 FEDERICI Laura, Programmi di calcolo per gli orologi solari: progetto per gli orologi solari di Roma, Roma, 1993-94 FERRARI Gianni, SEVERINO Nicola, Appunti per uno studio delle meridiane islamiche, 1997 FOLCO Flavia, Meridiane in provincia di Savona (censiti 113 quadranti solari), Provincia di Savona, gennaio 1995 FORLATI Paolo Francesco, Segnatempo Veronensis, Verona, Arti Grafiche Fiorini, 1987 GOLDANIGA G., Le Meridiane della Valcamonica, Tip. Quetti, Artogne, 1991 LANCIANO Nicoletta, In un raggio di sole l'incontro tra il cielo e la Terra, Dispensa LASAGNA P., Ombre cronometriche, Tecnimage, Aosta, 1989 LITTA Giuseppe, L'orologio solare multifunzionale della s.m.s. 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