IT COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE E AL COMITATO DELLE REGIONI Progetto di relazione congiunta sull'integrazione sociale 1 INDICE Parte I - L'Unione europea ......................................................................................................... 4 COMPENDIO ............................................................................................................................ 5 Introduzione ............................................................................................................................. 10 1. Principali tendenze e sfide ......................................................................................... 13 2. Approcci strategici e interventi .................................................................................. 23 3. Individuazione di buone pratiche e approcci innovativi ............................................ 27 3.1 Obiettivo 1: facilitare la partecipazione all'occupazione e l'accesso a risorse, diritti, beni e servizi per tutti................................................................................................. 28 3.1.1 Facilitare la partecipazione all'occupazione............................................................... 28 3.1.2 Facilitare l'accesso a risorse, diritti, beni e servizi per tutti ....................................... 34 3.1.2.1 Sistemi di protezione sociale...................................................................................... 35 3.1.2.2 Alloggio ..................................................................................................................... 38 3.1.2.3 Assistenza sanitaria .................................................................................................... 41 3.1.2.4 Istruzione, giustizia e cultura ..................................................................................... 44 3.2 Obiettivo 2: prevenire i rischi di emarginazione........................................................ 50 3.2.1 Promuovere l'eInclusion............................................................................................. 50 3.2.2 Prevenire il sovraindebitamento e la mancanza di fissa dimora ................................ 53 3.2.3 Preservare la solidarietà familiare.............................................................................. 56 3.3 Obiettivo 3: Aiutare i più deboli ................................................................................ 58 3.3.1 Promuovere l'integrazione delle persone colpite da povertà persistente.................... 58 3.3.2 Eliminare l'emarginazione sociale fra i bambini........................................................ 61 3.3.3 Promuovere azioni a favore delle zone colpite dall'emarginazione ........................... 62 3.4 Obiettivo 4: Mobilitare tutti gli enti competenti ........................................................ 64 3.4.1 Promuovere la partecipazione e la libera espressione delle persone colpite dall'emarginazione ..................................................................................................... 64 3.4.2 Mainstreaming della lotta contro l'emarginazione ..................................................... 65 3.4.3 Promuovere il dialogo e la collaborazione................................................................. 68 4. Promuovere la parità uomo-donna ............................................................................. 69 4.1 Sensibilità alle specificità di genere nelle principali sfide ......................................... 69 4.2 L'integrazione orizzontale delle questioni di genere nella strategia complessiva...... 70 4.3 Il trattamento riservato alle questioni di genere nell'ambito dei vari obiettivi........... 71 2 4.4 Il genere nel processo di monitoraggio, nelle valutazioni d'impatto e negli indicatori73 5. Uso di indicatori nei PAN/incl................................................................................... 73 Parte II – Gli Stati membri ....................................................................................................... 78 BELGIO ................................................................................................................................... 79 DANIMARCA ......................................................................................................................... 85 GERMANIA ............................................................................................................................ 91 GRECIA ................................................................................................................................... 97 SPAGNA................................................................................................................................ 103 FRANCIA .............................................................................................................................. 109 IRLANDA.............................................................................................................................. 115 ITALIA .................................................................................................................................. 122 LUSSEMBURGO .................................................................................................................. 128 PAESI BASSI ........................................................................................................................ 134 AUSTRIA............................................................................................................................... 141 PORTOGALLO ..................................................................................................................... 148 FINLANDIA .......................................................................................................................... 156 SVEZIA.................................................................................................................................. 162 REGNO UNITO..................................................................................................................... 170 ALLEGATO I Indicatori........................................................................................................ 178 ALLEGATO II Esempi di buone pratiche segnalati nei piani d'azione nazionali contro la povertà e l'emarginazione sociale ............................................................................ 200 3 PARTE I - L'UNIONE EUROPEA 4 COMPENDIO È la prima volta che la Commissione europea presenta un documento strategico in materia di povertà e di emarginazione sociale. Attraverso la descrizione e l'analisi della situazione in tutti gli Stati membri e individuando le sfide chiave per il futuro la presente relazione congiunta sull'integrazione sociale contribuisce al rafforzamento del modello sociale europeo. Essa rappresenta pertanto un progresso significativo verso il conseguimento dell'obiettivo strategico dell'UE di una maggiore coesione sociale nell'Unione tra il 2001 e il 2010. La relazione trasforma in realtà il metodo di coordinamento aperto sull'integrazione sociale concordato al vertice di Lisbona nel marzo 2000. Tale nuovo processo rappresenta un riconoscimento importante del ruolo chiave che la politica sociale deve svolgere a fianco delle strategie in campo economico e occupazionale nel ridurre le diseguaglianze e promuovere la coesione sociale, nonché la necessità di garantire efficaci collegamenti tra tali strategie in futuro. Si tratta pertanto di un elemento importante per l'avanzamento dell'agenda sociale europea concordata a Nizza ed integra gli obiettivi della strategia europea per l'occupazione. La presente relazione segna un progresso significativo nel processo di sviluppo di indicatori comuni per misurare la povertà e l'emarginazione sociale in tutti gli Stati membri. Essa mostra che gli Stati membri e la Commissione sono attivamente impegnati in tale processo. Ciò condurrà a un monitoraggio più rigoroso ed efficace del progresso nella lotta alla povertà e all'emarginazione sociale in futuro e contribuirà a una migliore valutazione delle strategie e ad una più chiara determinazione della loro efficacia e del loro valore. Ciò dovrebbe condurre, in futuro, a un migliore processo decisionale negli Stati membri. Nella presente relazione non si valuta l'efficacia dei sistemi già attivi in svariati Stati membri, ma ci si concentra piuttosto sull'analisi delle varie impostazioni adottate dagli Stati membri nei loro piani d'azione nazionali contro la povertà e l'emarginazione sociale (PAN/incl) in risposta agli obiettivi comuni in materia di povertà e di emarginazione sociale concordati dall'UE a Nizza nel dicembre 2000. Si esaminano i PAN/incl degli Stati membri concentrandosi sulla qualità dell'analisi, sulla chiarezza degli obiettivi e sulla misura in cui esiste un approccio strategico e integrato. In tal modo si dimostra l'impegno di tutti gli Stati membri ad utilizzare il nuovo processo di inclusione sociale per promuovere gli sforzi volti a risolvere il problema della povertà e dell'emarginazione sociale. Nella relazione è descritta un'ampia gamma di strategie e di iniziative già in atto o proposte negli Stati membri. In futuro esse serviranno da base per la cooperazione e lo scambio di lezioni tra gli Stati membri. Non è stato, tuttavia, possibile individuare esempi di buone pratiche in quanto, al momento, le strategie ed i programmi negli Stati membri non sono generalmente soggetti ad una valutazione rigorosa. Nella relazione si conclude pertanto che una sfida importante per la prossima fase del processo d'integrazione sociale sarà rappresentata dall'introduzione di un'analisi più accurata dell'efficacia costi-benefici, nonché dell'efficienza delle politiche volte a risolvere il problema della povertà e dell'integrazione sociale. Il nuovo impegno - Ai Consigli europei di Lisbona (marzo 2000), Nizza (dicembre 2000) e Stoccolma (Giugno 2001), gli Stati membri si sono impegnati a promuovere una crescita economica sostenibile e un'occupazione di qualità che possa ridurre i rischi di povertà e di emarginazione sociale, nonché rafforzare la coesione sociale nell'Unione nel periodo 2001-2010. A sostegno di tale impegno, il Consiglio ha sviluppato obiettivi comuni nella lotta contro la povertà e l'emarginazione sociale ed ha convenuto che tali obiettivi siano portati 5 avanti dagli Stati membri a partire dall'anno 2001 nel contesto di Piani d'azione nazionali contro la povertà e l'emarginazione sociale (PAN/incl). Il Consiglio ha inoltre istituito un nuovo metodo di coordinamento aperto che incoraggia gli Stati membri a lavorare insieme per migliorare gli effetti sull'integrazione sociale delle strategie in campi quali la protezione sociale, l'occupazione, la sanità, gli alloggi e l'istruzione. I PAN/incl e lo sviluppo di indicatori comparabili forniscono il quadro per promuovere lo scambio di buone pratiche e dell'apprendimento reciproco a livello comunitario. A partire dal 2002 tale strategia sarà sostenuta da un programma quinquennale d'azione comunitaria in materia di integrazione sociale. Il contesto complessivo - Il nuovo metodo di coordinamento aperto deve contribuire a una migliore integrazione degli obiettivi sociali nei processi già esistenti verso il conseguimento dell'ambizioso obiettivo strategico per l'Unione definito a Lisbona. In particolare, esso deve contribuire a garantire un'interazione positiva e dinamica delle strategie in campo economico, occupazione e sociale e a mobilitare tutti gli attori al fine di conseguire tale obiettivo strategico. La presente relazione è perfettamente coerente con le finalità dell'Agenda sociale europea concordata a Nizza, nella misura in cui riconosce il doppio ruolo della strategia sociale: quello di fattore produttore e quello di strumento chiave volto a ridurre le diseguaglianze e a promuovere la coesione sociale. In tal senso essa pone l'accento sul ruolo chiave della partecipazione all'occupazione, in particolare da parte dei gruppi in essa sottorappresentati o svantaggiati, in linea con gli obiettivi della strategia europea per l'occupazione. La relazione tiene inoltre conto di quanto conseguito dal modello sociale europeo, caratterizzato da sistemi che offrono un elevato livello di protezione sociale, dall'importanza del dialogo sociale e dai servizi di interesse generale che coprono attività vitali per la coesione sociale, riflettendo al tempo stesso la diversità dei pareri e delle condizioni degli Stati membri. Adempiere l'impegno - Tutti gli Stati membri hanno dimostrato il loro impegno ad attuare il metodo di coordinamento aperto completando, entro giugno 2001, i piani nazionali che contengono le priorità nella lotta contro la povertà e l'emarginazione sociale per il prossimo biennio e comprendono una descrizione più o meno dettagliata delle misure strategiche attuate o previste al fine di conseguire gli obiettivi comuni dell'UE. La maggior parte dei piani contiene inoltre esempi di buone pratiche. I PAN/incl rappresentano un'abbondante fonte di informazioni a partire dalle quali la Commissione e gli Stati membri possono ulteriormente sviluppare un processo di scambio di buone pratiche in grado di condurre a strategie più efficaci all'interno degli Stati membri. Tale processo dovrà essere approfondito in futuro attraverso una valutazione più estesa delle strategie nazionali, comprese le loro conseguenze sulle finanze pubbliche, e attraverso lo sviluppo di un insieme completo di indicatori e metodi a livello nazionale e dell'UE. Il quadro complessivo - Le prove derivanti dai PAN/incl confermano che affrontare la povertà e l'emarginazione sociale resta una sfida importante per l'Unione europea. Tra il 1995 e il 2000 gli effetti di tendenze economiche e occupazionali favorevoli hanno contribuito a stabilizzare la situazione che si è deteriorata in numerosi Stati membri con la recessione economica della metà degli anni '90. È, tuttavia, chiaro dall'analisi fornita dagli Stati membri e dagli indicatori dell'UE che il numero di persone affette da una grave emarginazione e dal rischio di povertà resta eccessivamente elevato. I dati più recenti disponibili in materia di reddito negli Stati membri, pur non rappresentando pienamente la complessità e le numerose dimensioni dei fenomeni della povertà e dell'emarginazione sociale, mostrano che nel 1997 il 18% della popolazione dell'UE, vale a dire oltre 60 milioni di persone, viveva in famiglie nelle quali il reddito era inferiore al 60% del reddito mediano nazionale equivalente e che 6 circa la metà di queste persone aveva vissuto al di sotto di questa soglia di povertà relativa per tre anni consecutivi. I fattori di rischio - Nei PAN/incl è stato individuato un numero di fattori che contribuiscono in modo significativo all'aumento del rischio di povertà e di emarginazione sociale per le persone. La disoccupazione, in particolare quando a lungo termine, è di gran lunga il fattore più citato. Altri fattori importanti sono il basso reddito, l'occupazione di scarsa qualità, la mancanza di alloggio, i problemi di salute, l'immigrazione, le qualifiche professionali scarse e l'abbandono precoce dell'istruzione scolastica, le diseguaglianze fra i sessi, la discriminazione e il razzismo, le disabilità, la vecchiaia, le crisi familiari, l'abuso di droghe, l'alcolismo e la vita in una zona caratterizzata da un cumulo di svantaggi. Taluni Stati membri hanno sottolineato il modo in cui tali fattori interagiscono e si accumulano nel tempo evidenziando la necessità di spezzare il circolo della povertà e di impedire la povertà ereditaria. Le modifiche strutturali - Svariati PAN/incl individuano un certo numero di cambiamenti strutturali che si verificano nell'UE e che possono condurre a nuovi rischi di povertà e di emarginazione sociale per gruppi particolarmente vulnerabili, a meno che non si sviluppino risposte strategiche adeguate. Tali modifiche comprendono: importanti cambiamenti strutturali nel mercato del lavoro derivanti da un periodo di cambiamento economico e globalizzazione particolarmente rapidi; la vertiginosa crescita della società basata sulla conoscenza e delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione; il numero sempre maggiore di persone che vive più a lungo associato al calo dei tassi di natalità che ha prodotto un aumento degli indici di dipendenza; una crescente tendenza verso la diversità etnica, culturale e religiosa alimentata dalle migrazioni internazionali e da una maggiore mobilità all'interno dell'Unione; l'aumento dell'accesso delle donne al mercato del lavoro e le modifiche nelle strutture familiari. Le sfide - La sfida globale per le strategie pubbliche che emerge dai PAN/incl consiste nel garantire che i meccanismi principali che distribuiscono opportunità e risorse, vale a dire il mercato del lavoro, il sistema fiscale, i sistemi che offrono protezione sociale, istruzione, alloggio, sanità e altri servizi, acquisiscano un grado di universalità sufficiente a rispondere alle esigenze di coloro che sono a rischio di povertà e emarginazione sociale e consentire loro di accedere ai diritti fondamentali. È pertanto incoraggiante che i PAN/incl mettano in luce tale necessità e confermino l'impegno degli Stati membri di migliorare le loro politiche occupazionali e di modernizzare ulteriormente i sistemi di protezione sociale, nonché altri sistemi, quale l'istruzione, la sanità e gli alloggi per renderli più aderenti alle esigenze dei singoli e più pronti ad affrontare i tradizionali e nuovi rischi di povertà e emarginazione sociale. Mentre la portata e l'intensità dei problemi differiscono significativamente da uno Stato membro all'altro, è possibile individuare otto sfide cruciali che si presentano, pur in misura variabile, nella maggior parte degli Stati membri. Esse sono: sviluppare un mercato del lavoro capace d'integrazione e promuovere l'occupazione come diritto e opportunità per tutti; garantire un reddito adeguato e risorse per vivere in modo dignitoso; combattere lo svantaggio educativo; preservare la solidarietà familiare e tutelare i diritti dei figli; garantire una buona sistemazione per tutti; garantire un accesso paritario e investire in servizi di alta qualità (salute, trasporti, servizi sociali, assistenza, cultura, tempo libero, assistenza giuridica); migliorare l'erogazione dei servizi; e riqualificare le aree caratterizzate da un cumulo di svantaggi. Punti di partenza differenti - I PAN/incl mettono in rilievo i sistemi di politica sociale estremamente differenziati presenti negli Stati membri. Gli Stati membri che vantano i sistemi assistenziali più avanzati e i livelli pro capite di spesa sociale più elevati tendono ad avere più successo nel garantire l'accesso alle esigenze di base e nel mantenere il numero di persone a 7 rischio di povertà ben al di sotto della media dell'UE. Non sorprende pertanto che tali sistemi di politica sociale estremamente differenziati combinati con livelli diversificati di povertà hanno condotto gli Stati membri ad adottare nei PAN/incl approcci completamente differenti per affrontare la povertà e l'emarginazione sociale. Alcuni hanno colto l'occasione per ripensare l'approccio strategico teso a fronteggiare la povertà e l'emarginazione sociale, compreso il coordinamento tra livelli differenti di formulazione e attuazione delle politiche. Altri, in particolare gli Stati che vantano i sistemi assistenziali più sviluppati e nei quali la povertà e l'emarginazione sociale tendono ad essere limitati a taluni fattori di rischio particolarmente specifici, hanno dato per scontato il contributo chiave apportato dai loro sistemi universali e si sono concentrati ad mettere in luce misure nuove e più specifiche nei loro PAN/incl. Un altro fattore che ha influenzato l'impostazione adottata dagli Stati membri nei PAN/incl è stata la struttura politica del paese ed il modo in cui le responsabilità nella lotta contro l'emarginazione sociale sono distribuite tra le autorità centrali, regionali e locali. A prescindere dalle variazioni i tale proposito, tuttavia, la maggior parte degli Stati membri ha riconosciuto la necessità di completare i piani nazionali con strategie integrate a livello regionale e locale. Approccio strategico e integrato - Sebbene tutti gli Stati membri abbiano rispettato l'impegno concordato a Nizza, esistono differenze per quanto riguarda la misura in cui i PAN/incl forniscono un'analisi completa dei rischi strutturali e delle sfide chiave, collocano le loro strategie in una prospettiva a lungo termine e si evolvono da un'impostazione esclusivamente settoriale e rivolta a gruppi di destinatari verso una strategia più integrata. Solo pochi hanno superato le semplici aspirazioni generiche e si sono dati obiettivi specifici e quantificati che fungono da base per misurare i progressi compiuti. Nella maggior parte dei PAN/incl le questioni legate ai sessi hanno scarsa visibilità e sono citate di rado, sebbene l'impegno da parte di alcuni Stati di migliorare l'integrazione fra i sessi nel prossimo biennio è bene accetto. In larga misura, la differente enfasi posta su tali aspetti nei vari PAN/incl riflette i diversi punti di partenza menzionati in precedenza. Ambito di innovazione - In termini di azioni e di strategie specifiche la maggior parte degli Stati membri ha concentrato i propri sforzi nel migliorare il coordinamento, affinare e combinare le strategie e le misure esistenti e nel promuovere partenariati, anziché avviare impostazioni strategiche nuove o particolarmente innovative. Il tempo relativamente breve a disposizione per sviluppare i primi PAN/incl ha condotto la maggior parte degli Stati membri a limitare le misure strategiche ai quadri di riferimento di bilancio e giuridici esistenti e la maggior parte degli Stati non ha specificato alcuna stima dei costi. Per tale motivo, sebbene la maggior parte dei PAN/incl 2001 rappresenti un importante punto di partenza nel processo, negli anni a venire saranno necessari ulteriore sforzi strategici al fine di assicurare ripercussioni decisive sulla povertà e l'emarginazione sociale. Interazione con la strategia per l'occupazione - La maggior parte degli Stati membri evidenzia come la partecipazione all'occupazione sia la migliore salvaguardia contro la povertà e l'emarginazione sociale. Ciò riflette adeguatamente il rilievo dato all'occupazione dal Consiglio europeo di Nizza. Sono stati stabiliti collegamenti bidirezionali tra i PAN/incl e i PAN/occupazione. Da un lato, gli Stati membri riconoscono il ruolo cruciale svolto dagli orientamenti per l'occupazione nella lotta contro l'emarginazione migliorando l'occupabilità e creando nuove opportunità di occupazione, condizioni fondamentali per rendere i mercati del lavoro più capaci di integrazione. Allo stesso tempo, la strategia per l'occupazione è rivolta principalmente all'incremento dei tassi di occupazione, nel modo più efficace possibile, verso gli obiettivi fissati a Lisbona e Stoccolma. D'altro lato, concentrandosi su azioni che agevoleranno la partecipazione all'occupazione per i singoli, i gruppi e le comunità più lontane dal mercato del lavoro, i PAN/incl possono apportare un contributo significativo 8 all'accrescimento dei tassi di occupazione. La tendenza verso strategie più attive e preventive nella maggior parte dei PAN/incl riflette le esperienze acquisite grazie al processo di Lussemburgo. Progettazione delle politiche - Attraverso i diversi filoni rivolti agli obiettivi comuni dell'UE, dai PAN/incl emergono tre strategie generali e complementari. La prima strategia riguarda il miglioramento dei livelli di adeguatezza, accesso e abbordabilità delle politiche e dei servizi al fine di migliorarne la copertura e l'efficacia (vale a dire, promozione dell'universalità). Il secondo approccio consiste nel cercare di risolvere gli svantaggi specifici che possono essere superati attraverso l'uso di politiche adeguate (ad esempio, promuovendo la parità di condizioni). La terza strategia consiste nel compensare gli svantaggi che possono essere superati solo in modo parziale o per nulla (vale a dire, garantire la solidarietà). Realizzazione delle politiche - Una preoccupazione chiave in tutti i PAN/incl riguarda non solo la progettazione di politiche più efficaci, ma anche il miglioramento della loro realizzazione per rendere i servizi più inclusivi e meglio integrati, concentrandosi maggiormente sulle esigenze e le condizioni degli utenti. Sulla base dei PAN/incl è possibile cominciare ad individuare alcuni elementi di pratiche migliori che comprendono l'ideazione e la realizzazione di politiche quanto più prossime possibile alla gente; garantire che i servizi siano realizzati in modo integrato ed olistico; assicurare un processo decisionale trasparente e giustificabile; rendere i servizi più fruibili, reattivi ed efficienti; promuovere il partenariato tra attori differenti; sottolineare l'eguaglianza, i diritti e la non discriminazione; promuovere la partecipazione delle persone colpite dalla povertà e dall'emarginazione sociale; porre in rilievo l'autonomia e la capacità di contare su sé stessi degli utenti dei servizi e mettere l'accento su un processo di miglioramento continuo e sulla sostenibilità dei servizi. Mobilitazione delle principali parti interessate - La maggior parte degli Stati membri riconosce la necessità di mobilitare e coinvolgere nell'attuazione dei propri PAN/incl le principali parti interessate, compresi coloro che sono colpiti dalla povertà e dall'emarginazione sociale. La maggior parte di essi ha consultato le ONG e le parti sociali durante la preparazione dei PAN/incl. In parte a causa del limitato tempo a disposizione, tuttavia, in molti casi la portata e l'impatto di tale consultazione sembra essere stata limitata. Per il futuro, una sfida chiave consisterà nello sviluppare meccanismi efficaci per il coinvolgimento continuo delle parti interessate nell'attuazione e nel monitoraggio dei piani nazionali. Taluni Stati membri hanno segnalato consultazioni e meccanismi di interazioni con le parti interessate che li aiuteranno a conseguire tale obiettivo. Indicatori comuni - La prima tornata dei PAN/incl dimostra che siamo ancora lontani dal conseguire un'impostazione comune agli indicatori sociali che consenta di confrontare gli esiti delle politiche e che possa contribuire all'individuazione delle buone pratiche. Sono necessari sforzi per migliorare tale situazione, sia a livello nazionale che a livello dell'UE. Nella maggior parte dei PAN/incl si fa ancora uso di definizioni nazionali nella misura della povertà e dei livelli di inadeguatezza nell'accesso agli alloggi, alle cure sanitarie o all'istruzione e solo pochi Stati fanno un uso corretto degli indicatori strategici nei loro PAN/incl. Ciò conferisce un carattere d'urgenza agli sforzi in atto volti allo sviluppo di un gruppo di indicatori comuni circa la povertà e l'integrazione sociale sui quali sia possibile raggiungere un accordo al Consiglio europeo entro la fine del 2001, nonché sottolinea la necessità di migliorare la raccolta di dati comparabili negli Stati membri. 9 INTRODUZIONE La presente relazione è volta ad individuare le buone pratiche e gli approcci innovativi di interesse comune per gli Stati membri risultanti dai piani d'azione nazionali contro la povertà e l'emarginazione sociale (PAN/incl) in ossequio al mandato ricevuto dal Consiglio europeo di Nizza. È presentata come il progetto di relazione congiunta sull'integrazione sociale che il Consiglio preparerà insieme alla Commissione per il Consiglio europeo di Laeken. L'adozione della presente relazione è di per se stessa un importante risultato: per la prima volta in assoluto, un unico documento politico valuta le sfide comuni da affrontare per prevenire ed eliminare la povertà e l'emarginazione sociale e per promuovere l'integrazione sociale a livello dell'UE. Esso riunisce le strategie e i principali provvedimenti in atto o previsti da tutti gli Stati membri dell'Unione per combattere la povertà e l'emarginazione sociale1. Si tratta di un passo fondamentale verso il rafforzamento della cooperazione in questo settore, al fine di promuovere l'apprendimento reciproco e la mobilitazione a livello europeo a favore di una maggiore integrazione sociale, nel rispetto delle competenze fondamentali degli Stati membri per quanto riguarda la formulazione e attuazione delle politiche. In seguito all'inserimento, conformemente agli articoli 136 e 137 CE da parte del trattato di Amsterdam, della lotta contro l'emarginazione fra i settori di attività in campo sociale, il Consiglio europeo di Lisbona ha convenuto sulla necessità di adottare provvedimenti volti a ottenere effetti incisivi dal punto di vista dell'eliminazione della povertà entro il 2010. Il Consiglio ha anche deciso che le politiche degli Stati membri per la lotta all'emarginazione sociale debbano essere basate su un metodo di coordinamento aperto che combini gli obiettivi comuni, i piani d'azione nazionali e un programma presentato dalla Commissione per incoraggiare la cooperazione in questo campo. Il nuovo metodo di coordinamento aperto dovrebbe contribuire a una migliore integrazione degli obiettivi sociali nei processi già in atto per il conseguimento dell'ambizioso obiettivi strategico dell'Unione, definito a Lisbona "di diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale". In particolare, dovrebbe contribuire a garantire un'interazione positiva e dinamica delle strategie di carattere economico, occupazionale e sociale, nonché a mobilitare tutti gli attori per conseguire un tale obiettivo strategico. La presente relazione è perfettamente coerente con gli obiettivi dell'agenda sociale europea definita a Nizza, nella misura in cui riconosce il duplice ruolo della politica sociale, come fattore produttivo e come strumento chiave per ridurre le diseguaglianze e promuovere la coesione sociale. In questo senso, pone correttamente l'accento sul ruolo chiave della partecipazione all'occupazione, in particolare da parte dei gruppi in essa meno rappresentati o svantaggiati, in linea con gli obiettivi della strategia europea per l'occupazione. La relazione prende inoltre in dovuta considerazione i risultati conseguiti dal modello sociale europeo, caratterizzato da sistemi che offrono un elevato livello di protezione sociale, dall'importanza del dialogo sociale e dai servizi di interesse 1 Nella presente relazione i termini "povertà" e "emarginazione sociale" si riferiscono ai casi in cui alle persone è impedita la piena partecipazione alla vita economica, sociale e civile e/o quando il loro accesso al reddito e ad altre fonti (personali, familiari, sociali e culturali) è talmente insufficiente da escluderle da uno standard e da una qualità di vita considerate accettabili dalla società nella quale vivono. In tali situazioni spesso le persone non sono in grado di beneficiare pienamente dei loro diritti fondamentali. 10 generale che coprono attività vitali per la coesione sociale riflettendo, al tempo stesso, la diversità dei pareri e delle condizioni degli Stati membri. Viste le numerose interazioni con altri processi di coordinamento delle politiche in atto, è necessario garantire la coerenza con gli orientamenti per l'occupazione, da un alto, e con gli indirizzi di massima per le politiche economiche, dall'altro, per evitare sovrapposizioni e conflitti negli obiettivi. Nella relazione di sintesi presentata al Consiglio europeo di Stoccolma, la Commissione ha iniziato a tradurre la nuova visione strategica dell'Unione in una valutazione integrata delle strategie e dei risultati in quattro settori cardinali: la riforma economica, la società dell'informazione, il mercato interno e la coesione sociale. La presente relazione è volta a mettere in luce il ruolo della politica sociale e di altre aree strategiche altrettanto importanti per la coesione sociale (istruzione, alloggi, sanità) nella relazione di sintesi che prossimamente la Commissione preparerà per il Consiglio europeo della primavera del 2002. A Nizza, tutti gli Stati membri si sono impegnati a elaborare le proprie priorità politiche nella lotta alla povertà e all'emarginazione sociale nel quadro di quattro obiettivi concordati: (1) facilitare la partecipazione al mondo del lavoro e l'accesso per tutti a risorse, diritti, beni e servizi; (2) prevenire i rischi di emarginazione; (3) aiutare i più deboli; (4) mobilitare tutti i soggetti competenti. Gli Stati membri hanno anche sottolineato l'importanza dell'integrazione orizzontale (mainstreaming) della parità uomo-donna in tutte le azioni miranti a conseguire tali obiettivi. I PAN/incl che stabiliscono gli obiettivi strategici e le misure volte a realizzarli sono stati preparati fra gennaio e maggio del 2001. La Commissione ha svolto un ruolo attivo nel sostenere il lavoro preparatorio degli Stati membri, proponendo una linea comune e una tabella di marcia per i PAN/incl, adottati poi dal comitato per la protezione sociale. Inoltre, la Commissione ha proposto e partecipato attivamente a una serie di seminari bilaterali con tutti gli Stati membri, per presentare la nuova strategia dell'UE e discutere le priorità strategiche di ciascun paese in preparazione ai PAN/incl. Oltre alle autorità responsabili del coordinamento dei piani, hanno partecipato in diversi modi ai seminari numerosi altri settori statali, nonché i rappresentanti delle autorità regionali e locali, di organizzazioni non governative e delle parti sociali. Il quadro complessivo che emerge dai 15 PAN/incl conferma che la lotta alla povertà e all'emarginazione sociale resta una sfida importante aperta di fronte all'Unione europea. Se gli Stati membri vogliono raggiungere l'obiettivo di costruire società capaci di integrazione, occorre allora che si compiano netti miglioramenti nella distribuzione delle risorse e delle opportunità all'interno della società, in modo da garantire l'integrazione sociale e la partecipazione a tutti i cittadini, i quali devono anche poter godere dei propri diritti fondamentali. Tuttavia, la portata dell'impegno varia sensibilmente fra gli Stati membri e al loro interno. I sistemi di politica sociale, molto differenti fra loro, sono all'origine di un ricorso ad approcci molto differenti per quanto riguarda il processo di formazione dei PAN/incl: alcuni Stati membri hanno visto nei PAN/incl l'opportunità di ripensare o migliorare drasticamente la propria impostazione di lotta alla povertà e all'emarginazione sociale mentre altri, in particolare quelli coi sistemi sociali più avanzati, hanno dato per 11 acquisito il contributo dei propri sistemi universali alla prevenzione della povertà e dell'emarginazione sociale, concentrando l'attenzione dei PAN/incl su nuove e più specifiche misure. I PAN/incl sottolineano la necessità di potenziare le politiche occupazionali e di modernizzare ulteriormente i regimi di protezione sociale e altri sistemi, come quello educativo e quello degli alloggi, per renderli più reattivi alle esigenze individuali e capaci di affrontare i rischi tradizionali e nuovi di povertà ed emarginazione sociale, e confermano l'impegno degli Stati membri in questo senso. In proposito, una sfida fondamentale consiste nel far sì che alle politiche in questi settori sia dato un valore uguale a quello attribuito alle politiche economiche e occupazionali. La lotta contro la povertà e l'emarginazione sociale dev'essere sottoposta a un'adeguata integrazione orizzontale che attraversi il vasto spettro dei suddetti settori di attività, fra i quali è necessario si sviluppino reali sinergie. Molti Stati membri riconoscono anche che il quadro non è statico e che occorre tenere conto dei rapidi mutamenti strutturali che interessano tutti i paesi se si vuole impedire l'affermarsi di nuove forme di emarginazione sociale o un intensificarsi di quelle già esistenti. Tutti gli Stati membri sono impegnati nel nuovo processo dell'UE mirante al coordinamento delle politiche contro la povertà e l'emarginazione sociale: senza eccezioni, i PAN/incl fissano le priorità degli Stati membri nella lotta contro questi fenomeni per un periodo di due anni, tenendo conto dei quattro obiettivi comuni stabiliti dal Consiglio europeo di Nizza. Tutti i PAN/incl comprendono una descrizione più o meno dettagliata delle misure in atto o previste al fine di conseguire i suddetti obiettivi, e la maggior parte di essi contiene esempi di buone pratiche volti a facilitarne l'identificazione. Tuttavia, un certo numero di Stati membri segnala che il tempo dedicato alla preparazione dei piani è risultato troppo ridotto perché fosse possibile considerare nuove importanti iniziative e nuovi approcci innovativi. Per conseguenza, la maggior parte dei PAN/incl tende a concentrarsi sui provvedimenti e sui programmi esistenti, anziché definire nuovi approcci strategici. Per lo più, i PAN/incl del 2001 si concentrano in misura relativamente minore sulle ripercussioni sulle finanze pubbliche delle iniziative proposte. Ovviamente le iniziative esistenti saranno state stimate e contabilizzate, ma in termini di progettazione della futura strategia per la promozione dell'integrazione è fondamentale essere consapevoli delle limitazioni finanziarie. Gli impegni ad aumentare gli investimenti nell'istruzione, a migliorare l'adeguatezza della protezione sociale o ad estendere iniziative di occupabilità possono comportare costi significativi e dovranno essere pertanto visti nel contesto degli impegni nazionali di bilancio nonché nel quadro degli indirizzi di massima delle politiche economiche e del patto di stabilità e di crescita. In modo analogo, è necessario prendere in considerazioni le restrizioni normative. Ad esempio, le misure che possono influenzare i costi del lavoro o gli incentivi alla partecipazione nel mercato del lavoro dovranno essere coerenti con gli IMPE e gli orientamenti per l'occupazione. Le prossime fasi del metodo di coordinamento aperto saranno: – Fase 1 (ott. - dic. 2001): l'analisi dei PAN/incl da parte della Commissione è affiancata dagli Stati membri in seno al comitato per la protezione sociale e poi in seno al Consiglio Affari sociali; è prevista la partecipazione del Parlamento europeo al dibattito. Si procederà poi alla presentazione di una relazione comune al Consiglio europeo di Laeken-Bruxelles, che dovrà definire le priorità e le impostazioni per gli sforzi e la cooperazione a livello comunitario durante l'attuazione dei primi PAN/incl; 12 – Fase 2 (gennaio - maggio 2002): l'attenzione si concentrerà sull'organizzazione di un processo di apprendimento reciproco, sostenuto dal nuovo programma d'azione comunitaria il cui avvio è previsto per il gennaio 2002, nonché il gruppo di indicatori sull'integrazione sociale concordati che il Consiglio dovrebbe approvare entro la fine del 2001; – Fase 3 (restante parte del 2002): si terrà un dialogo fra Stati membri e Commissione in seno al comitato per la protezione sociale, sulla base delle esperienze raccolte nel primo anno di attuazione. L'obiettivo è quello di trarre conclusioni verso la fine del 2002, in modo da rendere possibile, nella corsa verso la seconda ondata di PAN/incl, consolidare gli obiettivi e rafforzare la cooperazione. Il Consiglio europeo di Göteborg ha invitato i paesi candidati a recepire gli obiettivi economici, sociali e ambientali dell'Unione nelle rispettive politiche nazionali. La promozione dell'integrazione sociale è uno di questi obiettivi, e la Commissione incoraggia i paesi candidati a fare uso, a tale scopo, delle esperienze degli Stati membri presentate nella presente relazione. 1. PRINCIPALI TENDENZE E SFIDE Principali tendenze Nel corso degli ultimissimi anni, l'UE ha attraversato un periodo di crescita economica sostenuta, accompagnato da una creazione di nuovi posti di lavoro significativa e da una marcata riduzione della disoccupazione. Fra il 1995 e il 2000, i 15 Stati membri hanno registrato un tasso medio di crescita del PIL pari al 2,6% che, insieme a un'impostazione delle politiche più favorevole all'occupazione, ha consentito di creare più di 10 milioni netti di posti di lavoro e di ottenere un tasso medio di crescita dell'occupazione dell'1,3% all'anno. Nello stesso periodo, il tasso di occupazione complessivo è salito dal 60 al 63,3% e, per quanto riguarda le donne, l'aumento è stato ancora più rapido: dal 49,7% al 54%. La disoccupazione è ancora elevata, dal momento che colpisce ancora 14,5 milioni di persone in tutta l'Unione, ma il tasso è sceso costantemente da quasi l'11% del periodo 1995-97 ad oltre l'8% del 2000. In risposta a un'impostazione più attiva della politica relativa al mercato del lavoro, la disoccupazione di lunga durata ha avuto un calo ancora più veloce: dal 49 al 44% della disoccupazione complessiva (tabella 10). Contrariamente alla constatazione generale per cui la situazione economica e occupazionale è migliorata, la percezione dell'andamento della povertà e dell'emarginazione sociale è alquanto variabile da uno Stato membro all'altro: mentre alcuni ammettono un peggioramento della situazione o almeno l'assenza di mutamenti significativi per quanto riguarda l'ultima parte degli anni Novanta, altri paesi segnalano un miglioramento, dovuto essenzialmente al calo della disoccupazione. In molti Stati membri, la rinnovata crescita economica e i maggiori livelli di occupazione hanno aiutato a stabilizzare in larga misura, ma sempre a un livello troppo alto, la situazione della povertà e dell'emarginazione sociale, che si era deteriorata con la recessione della metà degli anni Novanta. Tuttavia, la mancanza di un quadro analitico comunemente accettato rende difficile formulare conclusioni definitive. Le attuali lacune nella copertura statistica, compresa la misurazione dei mutamenti nel corso del tempo, aggravano le difficoltà incontrate nel tracciare un quadro completo delle evoluzioni recenti. L'ultimo anno per il quale sono noti dati sui redditi in vari Stati membri (ma non per tutti) è il 1997, quando il tasso di povertà relativa, definito come la percentuale di individui che vivono in famiglie dal reddito inferiore al 60% del reddito mediano nazionale 13 reso equivalente, era al 18%2, all'incirca lo stesso livello del 1995: si tratta di più di 60 milioni di persone nell'UE, circa la metà delle quali ha vissuto costantemente sotto la soglia di povertà relativa per tre anni consecutivi (1995-1997). Il tasso di povertà relativa è anche utile come indicatore dell'incidenza complessiva del sistema di protezione sociale sulla distribuzione dei redditi: la povertà relativa avrebbe colpito il 26% della popolazione dell'UE se i trasferimenti sociali diversi dalle pensioni di anzianità non fossero stati contati come parte dei redditi, e il 41% se non si fossero considerate neanche le pensioni di anzianità. Sebbene i divari complessivi tra i sessi nei tassi di povertà relativa siano contenuti3, il divario è particolarmente significativo per taluni gruppi: persone che vivono sole, in particolare donne anziane (il tasso di povertà relativo per gli uomini anziani è del 15%, per le donne anziane è del 22%) e per i genitori soli, in maggioranza donne (40%) (tabella 3a e 3c). La povertà relativa per quanto riguarda i redditi era sensibilmente più alta fra i disoccupati, fra particolari fasce di età quali i bambini e i giovani, e tra alcuni tipi di famiglie come quelle monoparentali e quelle a prole numerosa. La linea di povertà relativa del 60% è utilizzata nella presente relazione in quanto miglior indicatore attualmente disponibile per effettuare paragoni in materia di povertà fra i vari paesi dell'UE, ma è generalmente ammesso che un indicatore puramente monetario, per quanto importante, non può cogliere l'intera complessità e il carattere pluridimensionale di povertà ed emarginazione sociale, di cui il reddito costituisce solo una delle dimensioni. In tutta l'Unione, quantità significative di persone risultano vivere in una situazione sfavorevole per quanto riguarda problemi finanziari, esigenze di base, beni durevoli di consumo, condizioni abitative e di salute, contatti sociali e soddisfazione complessiva4. Nell'Unione, una persona su sei (17%) incontrava un cumulo di svantaggi relativi a due o addirittura a tutti e tre i settori seguenti: situazione finanziaria, esigenze di base, alloggio. Mentre gli appartenenti alle famiglie a basso reddito risultavano essere molto più spesso svantaggiati in termini non monetari rispetto al resto della popolazione, il rapporto fra la dimensione legata al reddito e quella non monetaria della povertà non è affatto semplice. Un numero consistente di persone che vivono al di sopra della linea di povertà relativa possono non essere in grado di soddisfare almeno una delle esigenze individuate come fondamentali. D'altra parte, il livello di vita effettivo di coloro che si trovano sotto la linea di povertà relativa è fortemente condizionato da fattori quali la proprietà della casa, le condizioni di salute, la sicurezza del reddito da lavoro, la necessità di un'assistenza aggiuntiva per i familiari anziani o disabili, ecc. Occorre anche tenere conto del fatto che le linee di povertà relativa sono nazionali e presentano notevoli variazioni fra i diversi Stati membri: il valore monetario della linea di povertà relativa oscilla fra gli 11.400 SPA (o 12.060 euro) del Lussemburgo5 e i 3.800 SPA6 (o 2.870 euro) del Portogallo. 2 3 4 5 6 Questa cifra si basa sui dati armonizzati del Panel europeo delle famiglie di Eurostat. Il divario misurato tra i sessi nel basso reddito non corrisponde all'attuale percezione delle differenze tra i sessi nell'esposizione alla povertà e all'emarginazione sociale. Ciò può essere parzialmente spiegato dal fatto che i dati relativi al reddito sono raccolti a livello dei nuclei familiari basandosi sul presupposto che esista un'equa distribuzione del reddito familiare fra tutti i membri adulti. Per un'analisi dettagliata degli indicatori non monetari della povertà basata sul Panel europeo delle famiglie 1996, cfr. European social statistics – Income, poverty and social exclusion, Eurostat 2000. Tutti i dati per il Lussemburgo si riferiscono al 1996 SPA = Standard del potere d'acquisto. Una valuta figurativa che esclude l'influenza di differenze nei livelli di prezzo tra i paesi; fonte: Eurostat 14 Può anche risultare utile esaminare la dispersione attorno alla soglia di povertà relativa del 60%: al riguardo vale la pena di notare che i dati per le persone al di sotto del 70%, del 50% e del 40% del reddito mediano nazionale equivalente nel 1997 ammontavano rispettivamente al 25%, 12% e 7% per l'Unione nel suo complesso. Vi è una correlazione abbastanza evidente fra la spesa per la protezione sociale e il livello di povertà relativa (cfr. i grafici da 1 a 4 all'allegato statistico): gli Stati membri con i sistemi sociali più avanzati e con alti livelli pro capite di spesa sociale (cioè ben al di sopra della media UE, pari a 5 532 SPA nel 1998), vale a dire Lussemburgo, Danimarca, Paesi Bassi, Svezia e Germania, sono in genere quelli che più riescono a garantire la soddisfazione delle esigenze di base e a mantenere a livelli sensibilmente inferiori alla media europea la quantità di persone che cadono sotto la linea di povertà relativa. In questi paesi, il problema della povertà e dell'emarginazione sociale, pur importante, tende a ridursi ad alcuni fattori di rischio molto specifici. I tassi più bassi di povertà relativa dell'UE nel 1997 erano quelli della Danimarca (8%), della Finlandia (9%), del Lussemburgo7 e della Svezia (12%). Viceversa, negli Stati membri con sistemi sociali meno evoluti e storicamente contraddistinti da livelli più bassi di spesa per la protezione sociale e di investimento nei servizi pubblici, in parte per conseguenza di un livello più basso di produttività del lavoro, la povertà e l'emarginazione sociale rappresentano di solito un fenomeno più diffuso e fondamentale: in tali paesi il tasso di povertà tende ad essere più elevato, in particolare in Portogallo (23%), nel Regno Unito e in Grecia (22%)8 (si veda il grafico 1 nell'allegato 1) Inoltre, alcuni di questi paesi stanno vivendo una rapida transizione da una società rurale ad una moderna e incontrano forme di emarginazione sociale nuove che crescono accanto alle forme tradizionali. Le variazioni quantitative relativamente ampie misurate fra i paesi dell'UE per quanto riguarda il rischio di povertà relativa riflettono i punti di partenza differenti dai quali i diversi paesi hanno dovuto elaborare le proprie priorità strategiche per i PAN/incl. Mutamenti strutturali fondamentali I PAN/incl riportano quattro importanti mutamenti strutturali che stanno avendo luogo in tutta l'UE e che probabilmente incideranno in modo significativo sugli sviluppi dei prossimi dieci anni. In pratica tale mutamenti si rispecchiano in maggiore o minore misura nelle diverse strategie proposte a seconda che gli Stati membri abbiano guardato al passato e al presente oppure abbiano pensato al passaggio dal presente al futuro al momento di redigere i propri piani. I suddetti mutamenti strutturali stanno creando opportunità di ampliamento e rafforzamento della coesione sociale ma anche nuove pressioni e nuove sfide per i principali sistemi di integrazione e in alcuni casi stanno ingenerando nuovi rischi di povertà e di emarginazione sociale per le categorie più deboli. Si tratta di: Mutamenti del mercato del lavoro: si registrano importanti mutamenti strutturali nel mercato del lavoro, dovuti a un periodo di cambiamento economico molto rapido e alla globalizzazione. Ne derivano nuove opportunità e nuovi rischi: 7 8 Tutti i dati per il Lussemburgo si riferiscono al 1996 Va osservato che questi dati non tengono pienamente conto dell'effetto livellatore che in molti Stati membri potrebbe avere il diffuso fenomeno della proprietà dell'alloggio occupato e/o della percezione di reddito in natura. 15 – si registra una crescente domanda di nuove competenze e di livelli più elevati di istruzione, il che può creare nuove opportunità di lavoro ma anche nuovi ostacoli per coloro che non possiedono le capacità necessarie, con conseguente maggiore insicurezza per quanti non sappiano adattarsi alle nuove esigenze; – si presentano anche nuove opportunità di lavoro nei servizi per le persone scarsamente qualificate con conseguente aumento dei redditi per le famiglie, anche se non si può escludere che tali impieghi siano precari e restino scarsamente remunerati, soprattutto nel caso delle donne e dei giovani; – crescono poi le possibilità di lavoro a tempo parziale o di nuove forme di lavoro, con conseguente maggiore flessibilità nel conciliare le responsabilità familiari e lavorative e possibilità di arrivare a un'occupazione più stabile, ma non si può escludere il rischio che i posti diventino più precari; – tali tendenze sono spesso accompagnate da un declino di alcune industrie tradizionali e da un passaggio del benessere economico da alcune zone ad altre, con conseguente emarginazione di alcune comunità e problemi di congestione in altre: questo problema riceve particolare attenzione nei PAN/incl di Grecia, Portogallo, Irlanda, Regno Unito e Finlandia, ed è evidente nelle differenze regionali all'interno di Spagna, Italia e Germania. Nel complesso, questi mutamenti strutturali dei mercati del lavoro, che spesso colpiscono negativamente i più deboli nella società, sono stati identificati da tutti gli Stati membri. eInclusion: la rapidissima crescita della società basata sulla conoscenza e delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) sta causando mutamenti strutturali di grande portata nella società, sia in termini economici e occupazionali sia in termini di relazione fra le persone e all'interno delle comunità. Ne conseguono ad un tempo opportunità importanti e rischi significativi: c'è di positivo che le TIC stanno creando nuove opportunità e modalità più flessibili di lavoro in grado di facilitare la conciliazione tra lavoro e vita familiare e anche di consentire una maggiore flessibilità quanto al luogo fisico dell'attività; esse inoltre possono contribuire alla rinascita delle comunità isolate e marginali e possono essere utilizzate per migliorare la qualità dei servizi pubblici fondamentali, accrescere l'accesso all'informazione e ai diritti per tutti e rendere più facile la partecipazione per le persone con svantaggi particolari, come le persone con disabilità e quelle sole e isolate. Dal punto di vista negativo però, per quanti sono già esposti a un elevato rischio di emarginazione le TIC possono creare un altro motivo di esclusione e aumentare il divario fra i ricchi e poveri in caso di accesso ineguale a sfavore delle categorie più deboli e a basso reddito. La sfida che attende gli Stati membri consiste nell'elaborare politiche coerenti e proattive per evitare che le TIC creino un nuovo strato della società isolato e a bassa qualificazione. Occorre dunque investire per garantire accesso, formazione e partecipazione uguali per tutti. Nei PAN/incl, la questione eInclusion riceve la giusta attenzione da parte dei vari Stati membri grazie a un'analisi ben sviluppata dei rischi e delle attuali disparità nazionali. La portata dell'impegno non è però ben quantificata e in generale i piani non prevedono opportuni indicatori. Mutamenti demografici e crescente multietnicità: in tutta l'Europa sono in corso significativi mutamenti demografici. La popolazione vive più lungo e conta pertanto un maggior numero di anziani e anche di persone molto anziane, in maggioranza donne. Il fenomeno è particolarmente sottolineato da alcuni Stati membri (Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Grecia, 16 Austria), ma è in crescita dappertutto. L'indice di dipendenza degli anziani, definito come la percentuale di persone oltre i 65 anni rispetto alla popolazione in età da lavoro (20-64) è aumentato dal 25 al 27% fra il 1995 il 2000, e si prevede che aumenterà ancora, per raggiungere il 53% entro il 2050 (Fonte: Eurostat). La riduzione dei tassi di natalità di molti paesi contribuisce a propria volta a un aumento dell'indice di dipendenza, con conseguenze per la povertà e l'emarginazione sociale notevoli e di vario tipo: – i sistemi fiscali e sociali incontrano difficoltà nel finanziare pensioni adeguate per tutti gli anziani, in particolare per coloro, in maggioranza donne, la cui carriera lavorativa non è stata sufficientemente lunga e/o continua per accumulare diritti pensionistici soddisfacenti; – i servizi pubblici sono sottoposti a una forte pressione per soddisfare le necessità di una popolazione che invecchia, fornire assistenza, sostegno e opportunità di piena partecipazione alla società, nonché per soddisfare le crescenti esigenze di servizi sanitari. Molti Stati membri individuano nei propri PAN/incl una tendenza verso una crescente diversità etnica, culturale e religiosa della società, alimentata dai flussi migratori internazionali e da una maggiore mobilità all'interno dell'Unione, con importanti conseguenze per tutte le politiche finalizzate a promuovere l'integrazione e a rafforzare la coesione sociale. La Commissione di recente ha sottolineato quest'aspetto nella propria comunicazione in materia di immigrazione (COM(2001)387), dove si legge che: "Non riuscire a costruire una società all'insegna della tolleranza e della convivenza, nella quale le diverse minoranze etniche possano vivere in armonia con la popolazione locale di cui sono una componente, porterà a discriminazioni, all'esclusione sociale e all'aumento del razzismo e della xenofobia". Mutamenti della struttura delle famiglie e dei ruoli di uomini e donne: oltre alla maggiore assistenza richiesta dall'invecchiamento della popolazione, c'è un sempre più frequente cambiamento delle famiglie dovuto al crescente tasso di rotture e alla tendenza verso la deistituzionalizzazione della vita familiare9. Allo stesso tempo, è in notevole aumento l'accesso al mercato del lavoro da parte delle donne, le stesse cui sono tradizionalmente stati affidati, e spesso lo sono tuttora, gli oneri di fornire assistenza gratuita alle persone a carico delle famiglie. L'interazione fra tutte queste tendenze solleva le questioni fondamentali della conciliazione tra lavoro vita familiare e di un'assistenza adeguata ed economicamente sostenibile per i familiari a carico. Tutti gli Stati membri riconoscono questo assunto, con varie sfumature. L'aumentata partecipazione delle donne al mercato del lavoro è considerata un fenomeno positivo per quanto riguarda la promozione di una maggiore parità fra uomini e donne, l'aumento dei redditi delle famiglie in modo da sottrarre queste ultime alla povertà e l'aumento delle opportunità di un'attiva partecipazione alla vita sociale. La scommessa fondamentale è allora quella di mettere in grado i sistemi e i servizi di assistere in modo nuovo i genitori che combinano lavoro e responsabilità familiari e di garantire assistenza e sostegno adeguati ai più deboli. Ciò è sottolineato in particolare da Grecia, Spagna, Italia e Portogallo, per i quali la famiglia e la comunità sono tradizionalmente il principale aiuto contro la povertà e l'emarginazione. 9 COM (2001) sulla situazione sociale nell'Unione europea. 17 Un altro aspetto dei mutamenti nella struttura familiare è il crescente numero delle famiglie monoparentali: tali nuclei tendono a soffrire di livelli più elevati di povertà, come si vede dal fatto che nel 1997 il 40% dei loro componenti si trovava sotto la linea di povertà relativa (la stessa percentuale del 1995) (Tabella 3c). Questi rischi sono particolarmente acuti per le donne, che rappresentano la stragrande maggioranza dei genitori soli, come risulta da vari PAN/incl (Austria, Belgio, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito). Tuttavia, si osserva che un certo numero di paesi (in particolare Finlandia, Danimarca e Svezia) registrano livelli molto più bassi di povertà relativa fra le famiglie monoparentali. Principali fattori di rischio I PAN/incl individuano chiaramente alcuni rischi od ostacoli ricorrenti che risultano fra i più importanti fattori di limitazione dell'accesso ai principali sistemi in grado di agevolare l'integrazione sociale. Tali rischi e ostacoli significano che alcune persone, gruppi e comunità sono particolarmente in pericolo o vulnerabili rispetto alla povertà e all'emarginazione sociale e sono esposti a difficoltà nell'adattamento ai mutamenti strutturali in corso. Essi inoltre evidenziano la natura variegata del problema, dato che generalmente è una combinazione o un accumulo di fattori a far cadere in situazione di povertà o emarginazione sociale i cittadini (sia adulti che bambini). Se l'intensità dei rischi varia in modo significativo da uno Stato membro all'altro, esiste però una percezione abbastanza omogenea dell'importanza dei seguenti rischi: Dipendenza prolungata da un reddito basso o inadeguato: vari Stati membri sottolineano che, maggiore è il periodo di tempo in cui una persona deve sopravvivere con un reddito molto basso, maggiori saranno il grado di deprivazione e di esclusione dall'attività sociale, culturale ed economica e il rischio di un estremo isolamento sociale. I dati del Panel europeo delle famiglie relativi al 1997 sulle persone che vivono in uno stato di povertà permanente, vale a dire coloro che hanno vissuto per tre o più anni in nuclei familiari con un reddito inferiore al 60% del reddito mediano nazionale equivalente, suggeriscono che il problema è particolarmente acuto per il 15% della popolazione in Portogallo, per l'11% in Irlanda, Francia e Grecia e per il 10% nel Regno Unito (Tabella 7). Anche il problema dell'indebitamento associato al basso reddito figura in vari PAN/incl. Disoccupazione di lunga durata: esiste un'evidente correlazione tra la disoccupazione di lunga durata e i bassi redditi. In mancanza di un sostegno adeguato e tempestivo, le persone rimaste disoccupate per un lungo periodo tendono a perdere le competenze e l'autostima necessarie per riconquistare una posizione sul mercato del lavoro. Nei paesi con alti livelli di disoccupazione di lunga durata, come la Spagna, la Grecia, l'Italia, la Germania, il Belgio e la Francia, i cui tassi superano la media UE del 3,6% (2000) (Tabella 9), questo rischio è considerato un fattore fondamentale per spiegare la povertà e l'emarginazione sociale. Tutti i paesi però segnalano rischi di povertà ed emarginazione associati alla disoccupazione, in particolare a quella di lunga durata. Bassa qualità dell'impiego o mancanza di una carriera lavorativa: essere inseriti nel mondo del lavoro è di gran lunga il modo più efficace di garantirsi dai rischi di povertà ed emarginazione sociale, come risulta chiaramente dai dati del Panel europeo delle famiglie, secondo i quali nel 1997 solo il 6% degli occupati dell'UE viveva sotto la linea di povertà relativa, contro il 38% dei disoccupati e il 25% degli inattivi (Tabella 3b). Rimanere intrappolati o addirittura al di fuori di posti di lavoro insicuri, scarsamente retribuiti, di bassa qualità e spesso a tempo parziale può portare a una povertà persistente e a rapporti sociali e culturali deboli nonché, in seguito, a pensioni insufficienti. Malgrado la percentuale di "lavoratori poveri" (working poor) si sia mantenuta stabile nel periodo 1995-97, il fenomeno 18 si è fatto più evidente in alcuni Stati membri (Grecia e Portogallo, con un tasso di povertà relativa per le persone che lavorano pari all'11%). Inoltre, la mancanza di una carriera lavorativa può essere considerata un fortissimo fattore di rischio soprattutto per le donne se combinata con una rottura del nucleo familiare e per le donne anziane sole nei paesi in cui la pensione dipende principalmente dalla vita lavorativa. Basso livello d'istruzione, analfabetismo: la mancanza di competenze e qualifiche di base è uno dei principali ostacoli all'integrazione nella società, fenomeno ancora più acuto in una società basata sulla conoscenza. Ne consegue un crescente pericolo di nuove spaccature sociali fra chi possiede competenze e qualifiche e chi invece ne è sprovvisto. La maggior parte degli Stati membri è ben consapevole di questo pericolo. Se la completa incapacità di leggere e scrivere è stata in gran parte cancellata dall'Europa, con l'eccezione di ridotti gruppi fra gli anziani, le minoranze etniche e gli immigrati, il fenomeno dell'analfabetismo di ritorno è assai diffuso, come riconoscono numerosi Stati membri, in particolare la Grecia, l'Irlanda, il Portogallo e i Paesi Bassi, che sottolineano le difficoltà particolarmente acute incontrate dalle persone con problemi di analfabetismo nel partecipare alla società e nell'inserirsi nel mercato del lavoro. Molti Stati membri riconoscono che alcune categorie sono esposte a un rischio particolarmente alto di svantaggio educativo. Ad esempio l'Austria, il Belgio, la Francia, l'Italia, il Lussemburgo, il Portogallo, la Spagna e la Germania indicano nei giovani scarsamente istruiti, in particolare al momento del passaggio dalla scuola al lavoro, un importante gruppo a rischio di povertà. È incoraggiante che diversi Stati membri citino espressamente la sfida di integrare i bambini con disabilità nel sistema educativo generale al fine di contrastare l'elevatissimo rischio di svantaggio educativo e di emarginazione sociale. Alcuni Stati membri, come i Paesi Bassi, trattano anche dei problemi degli anziani scarsamente istruiti e delle difficoltà da loro affrontate nell'accedere al mercato del lavoro e più in generale nel partecipare alla società. Molti Stati membri sottolineano il forte svantaggio educativo di cui soffrono gli immigrati e le minoranze etniche, nonché le barriere linguistiche incontrate da molti di essi. Crescere in una famiglia vulnerabile: i bambini che crescono in famiglie colpite da divorzi, situazioni monoparentali, povertà in presenza di prole numerosa, disoccupazione o violenza domestica sono considerati più a rischio di povertà ed emarginazione sociale, come dimostrano i dati del Panel europeo delle famiglie, secondo i quali i nuclei con due adulti e tre o più figli e i nuclei con un solo genitore e almeno un figlio a carico presentano i più alti tassi di povertà relativa registrati fra tutti i tipi di famiglie, rispettivamente il 35% nel 1996 e il 40% nel 1997 (Tabella 3c). Nella maggior parte degli Stati membri i bambini (0-15 anni) sono esposti a un maggiore rischio di povertà relativa rispetto agli adulti: il loro tasso medio di povertà relativa a livello UE ammontava al 25% nel 1997, contro il 13% degli adulti (25-49) (Tabella 3a). Anche i giovani (16-24 anni) sono affetti da una forte vulnerabilità alla povertà: il 23% vive infatti sotto la linea di povertà relativa. Molti indizi indicano che i bambini che crescono in condizioni di povertà tendono a presentare risultati educativi più bassi, a essere meno sani e a incontrare minori possibilità di partecipazione e di sviluppo sociale, ricreativo e culturale, e si trovano esposti a un più forte rischio di essere coinvolti o colpiti da comportamenti antisociali e abuso di sostanze stupefacenti. Alcuni PAN/incl, ad esempio quelli presentati da Finlandia, Portogallo e Regno Unito, sottolineano con particolare forza questo rischio. 19 Disabilità: la maggior parte degli Stati membri individua chiaramente nelle persone con disabilità una categoria a rischio di emarginazione sociale. Questa valutazione è conforme alla pubblica percezione sull'importanza della disabilità: il 97% dei cittadini dell'UE ritiene che occorra fare di più per inserire meglio le persone con disabilità nella società10. Essa inoltre collima coi dati del Panel che indicano un alto rischio di povertà per le persone malate o disabili. La mancanza di dati particolareggiati e di indicatori comuni riguardo alle persone con disabilità salta però agli occhi: solo l'Italia, la Spagna, il Portogallo, il Regno Unito e la Francia forniscono un elenco di indicatori chiari relativi alle persone con disabilità, cercando di tracciare un quadro realistico della situazione. Sarebbe di capitale importanza migliorare la situazione quanto agli indicatori dell'integrazione sociale delle persone con disabilità. Cattive condizioni di salute: è ampiamente accettato che le cattive condizioni di salute sono sia causa che effetto di difficoltà socioeconomiche più ampie. Le condizioni generali di salute tendono a essere peggiori presso le fasce a basso reddito. La percentuale di persone che lamentano condizioni di salute (molto) cattive è risultata sensibilmente più alta tra le persone a basso reddito rispetto al resto della popolazione in tutta l'Unione (13% e 9% rispettivamente11) e nei singoli Stati membri. La Finlandia, la Svezia la Spagna, la Grecia, i Paesi Bassi, il Regno Unito e l'Irlanda segnalano nei propri PAN/incl la stretta correlazione fra le cattive condizioni di salute e la povertà ed emarginazione. I gruppi particolarmente vulnerabili, come i Rom e i nomadi, hanno una bassa speranza di vita e tassi più alti di mortalità infantile. Questa correlazione è dovuta a varie concause, e in particolare al fatto che i fattori sociali e ambientali nocivi, che colpiscono in modo superiore alla media le persone a basso reddito, possono rendere difficile al singolo compiere scelte più salubri. Vivere in una zona caratterizzata da un cumulo di svantaggi: crescere o vivere in una zona caratterizzata da un cumulo di svantaggi può facilmente intensificare l'esclusione ed emarginazione delle persone povere, rendendone più difficile un reinserimento nella società. Tali zone spesso sviluppano anche una cultura della dipendenza dalle prestazioni sociali, registrano alti livelli di criminalità, traffico di droga e comportamenti antisociali, e presentano una concentrazione di categorie vulnerabili come genitori soli, immigrati, persone con precedenti penali e tossicodipendenti. La riqualificazione di queste aree, principalmente urbane e suburbane, è considerata un obiettivo di grande importanza dalla maggior parte degli Stati membri. Condizioni abitative precarie e mancanza di fissa dimora: la mancanza di un alloggio o sistemazione adeguata è un fattore significativo di aumento dell'isolamento e dell'emarginazione, ed è percepita come un problema di prima importanza in alcuni Stati membri: le pressioni sull'offerta di alloggi sono particolarmente sensibili nelle zone a rapida crescita di Svezia, Finlandia e Irlanda, con grossi problemi di congestione. Alcune fasce, come gli immigrati e le minoranze etniche (in particolare i Rom e i nomadi) possono anche incontrare difficoltà specifiche nel trovare una sistemazione adeguata, con conseguente maggiore emarginazione. Molti Stati membri, in particolare Austria, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito e Finlandia, riferiscono di seri problemi in questo settore, e provano a calcolare l'ampiezza del fenomeno rappresentato dalle persone senza fissa dimora. Immigrazione, appartenenza etnica, razzismo e discriminazione: La maggior parte degli Stati membri individua chiaramente nelle minoranze etniche e negli immigrati categorie ad alto 10 11 Risultati del sondaggio Eurobarometro effettuato nel 2000. ECHP, 1996 come riportato nella situazione sociale dell'Unione europea 2001. 20 rischio di emarginazione sociale12. Molti paesi, come la Danimarca e l'Irlanda, segnalano la quantità crescente di immigrati e la sfida rappresentata dall'istituzione dei servizi e del sostegno necessari per aiutarli a integrarsi nella società, nonché dalla costruzione di una società multiculturale e capace d'integrazione13. Si tratta probabilmente di una sfida che sempre più si presenterà a buona parte degli Stati membri nei prossimi anni, dal momento che il numero dei lavoratori stranieri e dei loro familiari a carico aumenterà14. Alcuni paesi indicano altri fattori di discriminazione, come la Germania nel caso dell'orientamento sessuale. Malgrado la diffusa consapevolezza dei rischi suddetti, si registra una carenza generale di dati e indicatori comuni relativi alle persone che appartengono a queste fasce vulnerabili: solo la Spagna, il Portogallo, l'Italia, i Paesi Bassi e la Francia elencano gli indicatori univoci coi quali stanno cercando di ottenere un quadro realistico della situazione e delle esigenze riscontrabili nei rispettivi paesi. Rompere il circolo di povertà ed emarginazione sociale: diversi fra i suddetti fattori di rischio, oltre che cause, possono anche essere considerati conseguenze o prodotti della povertà e dell'emarginazione sociale. Ad esempio, il concentrarsi della povertà e del cumulo di svantaggi presso alcune comunità, insieme agli alti livelli di malessere fisico e di stress psicologico e ambientale, all'aumento dei fenomeni di criminalità, abuso di sostanze stupefacenti o di alcolici e all'alienazione dei giovani, sono esacerbati dalla povertà e dall'emarginazione sociale. Il fatto è che le cause e le conseguenze della povertà sono spesso strettamente correlate. Pertanto, diversi Stati membri sottolineano l'importanza di rompere il circolo della povertà o della povertà intergenerazionale, per evitare che alcuni individui e categorie della popolazione si trovino a essere ancor più emarginati e isolati dal resto della società. Otto sfide cruciali La responsabilità che compete a tutte le politiche pubbliche è quella di garantire che i principali meccanismi di distribuzione delle opportunità e delle risorse (mercato del lavoro, sistema fiscale, sistema di protezione sociale, educativo, degli alloggi, sanitario ecc.) divengano sufficientemente universali, nel contesto dei mutamenti strutturali, da poter rispondere alle esigenze delle persone di entrambi i sessi più esposte alla povertà e all'emarginazione sociale, consentendo loro di godere dei propri diritti fondamentali. Dai PAN/incl emergono otto sfide cruciali: (1) sviluppare un mercato del lavoro capace d'integrazione e promuovere l'occupazione come diritto e opportunità per tutti: c'è un comune convincimento fra gli Stati membri quanto all'importanza di promuovere l'accesso all'occupazione non soltanto nella sua fondamentale funzione di via d'uscita dalla povertà e dall'emarginazione sociale, ma anche come mezzo per prevenire questi due fenomeni. Occorre pertanto sviluppare una serie di politiche atte a promuovere l'occupabilità e pensate su misura delle 12 Il termine "minoranze etniche" si riferisce in genere a cittadini di origine etnica differente rispetto a quella della maggioranza della popolazione (ad esempio, gli Innuit della Danimarca). Le minoranze etniche possono comprendere cittadini di ex colonie (ad esempio, i portoghesi neri di origine africana). Il termine può inoltre riferirsi a gruppi, tra la popolazione degli immigrati, con un'origine etnica distinta da quella della maggioranza della popolazione (ad esempio, gli immigrati turchi in Germania). Si veda inoltre la decisione del Consiglio del 28 settembre 2000 che istituisce un fondo europeo per i rifugiati e uno dei cui obiettivi è l'integrazione di determinate categorie di immigrati. Ciò sottolinea l'importanza di garantire che le strategie comunitarie per l'immigrazione siano in grado di rispondere alle esigenze del mercato; si veda la comunicazione COM 2001 (387) dalla Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo relativa ad un metodo aperto di coordinamento della politica comunitaria in materia di immigrazione. 13 14 21 esigenze individuali. Tali politiche dovrebbero essere accompagnate dalla creazione di appropriate opportunità occupazionali per coloro che risultano più in difficoltà nell'accedere al mercato del lavoro generale, nonché da provvedimenti adeguati e realizzabili per conciliare lavoro e responsabilità familiari; (2) garantire un reddito adeguato e risorse per vivere in modo dignitoso: si tratta di garantire che tutti gli uomini, le donne e i bambini abbiano un reddito sufficiente per vivere dignitosamente e partecipare alla società a pieno titolo. Per alcuni Stati membri ciò significa rivedere i sistemi e le strategie che operano una ridistribuzione delle risorse all'interno della società, per far sì che chi non è in grado di mantenersi o si trova in pensione abbia redditi adeguati alle tendenze generali del livello di vita della società in generale. Può inoltre comportare l'elaborazione di approcci strategici adeguati per prevenire e risolvere i problemi legati al sovraindebitamento; (3) combattere lo svantaggio educativo: la sfida, per taluni Stati membri, consiste nell'aumentare gli investimenti nell'istruzione nell'ottica di una politica a lungo termine di primaria importanza per la prevenzione della povertà e dell'emarginazione sociale. In base alle priorità degli Stati membri, tale sfida può presupporre che si agisca per prevenire lo svantaggio educativo tramite interventi efficaci e tempestivi, che prevedano un'adeguata e ampia assistenza ai bambini, adattino il sistema educativo affinché le scuole rispondano alle esigenze e caratteristiche dei bambini provenienti da ambienti svantaggiati, combattano l'abbandono scolastico e recuperino chi ha lasciato la scuola al mondo dell'istruzione, sviluppino ed estendano l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita creando opportunità d'istruzione e formazione su misura delle categorie più deboli, migliorando l'accesso alle fonti di competenze di base o combattendo l'analfabetismo (di ritorno). Può inoltre essere necessario rafforzare il ruolo degli istituti d'istruzione e formazione nella promozione di norme e valori quali la coesione sociale, le pari opportunità e la cittadinanza attiva; (4) preservare la solidarietà familiare e tutelare i diritti dei figli: per svariati Stati membri si tratta di trovare nuove modalità di sostegno alla famiglia in tutte le sue forme, per prevenire la povertà e l'emarginazione sociale, tenendo conto del mutamento dei ruoli sociali attribuiti agli uomini e alle donne. Inoltre, per vari paesi è cruciale fornire un particolare sostegno e orientamento alle famiglie più deboli e proteggere i diritti dei bambini; (5) garantire una buona sistemazione per tutti: l'accesso a una sistemazione economicamente sostenibile e di buona qualità rappresenta un bisogno e un diritto fondamentali, e la soddisfazione di questo bisogno è ancora un significativo impegno per vari Stati membri. Inoltre, molti paesi si trovano di fronte alla sfida cruciale di elaborare risposte adeguate e integrate per prevenire e combattere il problema rappresentato dalle persone senza fissa dimora; (6) garantire un accesso paritario ai servizi di alta qualità (salute, trasporti, servizi sociali, assistenza, cultura, tempo libero, assistenza giuridica): una scommessa cruciale, particolarmente per gli Stati membri che finora hanno investito poco in tali servizi, consiste nell'elaborare politiche atte a garantire un accesso paritario a tutti i servizi sopracitati. In proposito colpisce che la dimensione giuridica, culturale, sportiva e ricreativa sia stata abbastanza trascurata da numerosi PAN/incl; (7) migliorare l'erogazione dei servizi: l'erogazione dei servizi sociali non è limitata soltanto ai ministeri degli Affari sociali, ma riguarda tutti i soggetti, pubblici e privati, 22 nazionali e locali. Da numerosi PAN/incl emergono quattro tipi di sfide: anzitutto, occorre superare la frammentazione e parcellizzazione degli interventi e della loro progettazione e realizzazione a livello nazionale e locale: si tratta cioè di rispondere all'esigenza di una maggiore integrazione fra i diversi settori e di affiancare i piani nazionali con approcci integrati a livello regionale e locale. In secondo luogo, occorre affrontare il problema dei collegamenti fra i livelli nazionale, regionale e locale, soprattutto nei paesi fortemente regionalizzati. In terzo luogo, va superato il problema di quelle politiche e quei programmi che sembrano distanti, rigidi, non reattivi ed ermetici, e va combattuto il divario fra le strutture democratiche e le persone povere e poste ai margini della società. In quarto luogo occorre mobilitare tutte le parti in causa nella lotta contro la povertà e l'emarginazione sociale, costruendo un maggiore sostegno pubblico per le politiche e i programmi necessari alla costituzione di una società inclusiva; (8) 2. riqualificare le aree caratterizzate da un cumulo di svantaggi: la necessità di elaborare risposte efficaci ai problemi posti dalle aree a cumulo di svantaggi, sia urbane sia rurali, in modo da reinserire tali aree nell'economia e nella società generali, è riconosciuta dagli Stati membri. APPROCCI STRATEGICI E INTERVENTI Promuovere un approccio strategico integrato Gli obiettivi di Nizza si inseriscono in un quadro politico che ha fatto della promozione dell'integrazione sociale un elemento essenziale della strategia complessiva dell'UE per i prossimi dieci anni: i PAN/incl del 2001 rappresentano la prima fase di un processo pluriennale che dovrebbe contribuire a imprimere uno slancio decisivo all'eliminazione della povertà e dell'emarginazione sociale nell'Unione. Questi due fenomeni assumono inoltre forme complesse e articolate, che rendono necessario il coinvolgimento di una vasta serie di politiche nel quadro di un'impostazione complessiva. Gli Stati membri sono pertanto incoraggiati a sviluppare nei propri PAN/incl un approccio strategico integrato per la lotta alla povertà e all'emarginazione sociale. Scopo del presente capitolo è analizzare in che misura gli Stati membri, stilando i rispettivi PAN/incl, abbiano correttamente inserito i provvedimenti in un approccio strategico e integrato. A tal fine, i PAN/incl sono stati esaminati alla luce di tre criteri fondamentali: 1. analisi e diagnosi dei rischi e delle sfide fondamentali cui i PAN/incl devono dare risposta; 2. la misura in cui i PAN/incl traducono gli obiettivi comuni in priorità e scopi chiari e circostanziati, alla luce della situazione nazionale; 3. la misura in cui i PAN/incl superano l'approccio meramente settoriale e per categorie di destinatari specifici a favore di un'impostazione strategica integrata. La modalità di sviluppo delle strategie nazionali all'interno dei PAN/incl riflette le differenze esistenti tra gli Stati membri in termini di: – natura del sistema di protezione sociale, il sottostante livello di spesa pubblica per la protezione sociale e la sua efficacia; 23 – dimensione percepita della povertà e dell'emarginazione sociale che, in taluni casi, è assimilata ai problemi specifici dei gruppi più vulnerabili della società, mentre in altri è considerata comune all'intera società; – misura in cui nel paese esiste già una strategia integrata contro la povertà, che comprende un quadro di riferimento analitico che beneficia di un ampio consenso, un gruppo di priorità ed un processo di monitoraggio; – struttura politica del paese che determina la modalità di distribuzione delle responsabilità nella lotta contro la povertà e l'emarginazione sociale tra le autorità centrali, regionali e locali. Tenendo conto dei tre criteri sopra indicati, si possono stabilire le tipologie che seguono per evidenziare la modalità in cui nei PAN/incl si sviluppa un'impostazione strategica ed integrata volta a risolvere il problema della povertà e dell'emarginazione sociale, senza analizzare le prestazioni di ciascun paese. – i PAN/incl di Danimarca, Francia e Paesi Bassi contengono un'analisi approfondita delle importanti tendenze strutturali e delle rispettive cause in cui si possono individuare le principali sfide in rapporto alla povertà e all'emarginazione sociale. La risposta di questi PAN/incl è proattiva e s'inserisce in un quadro che tiene conto di scadenze, finalità e obiettivi quantitativi che vanno oltre il 200315; ne consegue che anche gli approcci preventivi ricevono maggiore attenzione. Una caratteristica di base di questi tre PAN/incl si trova nella loro impostazione olistica, volta a sostenere il mutamento strutturale: in questo modo, le varie politiche vengono collegate e integrate con maggiore coerenza. Tuttavia, rimangono settori che avrebbero potuto essere sviluppati meglio in questi PAN/incl, come nel caso della dimensione di genere nei Paesi Bassi, dell'integrazione nel mercato del lavoro degli immigrati, in Danimarca, e dell'individuazione di obiettivi specifici e mezzi finanziari nel caso della Francia, che vanno sviluppati alla luce del programma nazionale di lotta contro l'emarginazione nazionale successivamente adottato; – i PAN/incl di Portogallo, Finlandia, Svezia e Regno Unito poggiano sulle solide basi costituite da diagnosi relative alle sfide e ai rischi cruciali, e contengono approcci ragionevolmente coerenti e strategici. I PAN/incl della Finlandia e della Svezia inseriscono decisamente la lotta alla povertà e all'emarginazione sociale nel contesto dei rispettivi sistemi di protezione sociale generale già ben sviluppati, che intendono migliorare ulteriormente introducendo una serie di provvedimenti specificamente mirati. I PAN/incl del Portogallo e del Regno Unito sono particolarmente forti nella parte diagnostica e fissano obiettivi quantitativi ambiziosi16. Il piano portoghese, tuttavia, risulta meno capace di stabilire priorità nella messe di obiettivi concreti e non è chiaro in che modo le risorse saranno convogliate verso il raggiungimento degli obiettivi fissati. Il PAN del Regno Unito si concentra su alcune questioni specifiche, come la povertà infantile, i quartieri 15 Il PAN/incl olandese, ad esempio, prevede obiettivi di riduzione dell'analfabetismo fra gli adulti del 10% entro il 2003, di riduzione dei debiti problematici del 10% per il 2005 e di dimezzamento dell'abbandono scolastico entro il 2010, e intende garantire la piena disponibilità di trasporti cittadini e regionali e ferroviari rispettivamente entro il 2010 e il 2030. Il PAN/incl portoghese s'impegna a eliminare la povertà infantile entro il 2010, a ridurre il tasso di povertà assoluta del 50% e il tasso nazionale di povertà relativa fino a fargli raggiungere la media UE del 17% entro il 2005. 16 24 problematici, la monoparentalità e le gravidanze in età adolescenziale, per le quali formula politiche da attuarsi in un quadro politico esaustivo e integrato; – i PAN/incl di Belgio, Germania, Spagna, Italia e Irlanda contengono elementi di una strategia nazionale sottoposta a miglioramento al fine di riflettere le nuove realtà o resa più coerente. I PAN/incl dei primi quattro paesi rispecchiano la caratteristica per cui la responsabilità per le politiche fondamentali (ad es. sanità, istruzione, assistenza sociale, ecc.) è largamente conferita alle autorità regionali e locali. Ciò reca il vantaggio di garantire un adeguamento migliore delle strategie alle differenze locali, nonché una maggior corrispondenza alle esigenze locali, e può facilitare la mobilitazione e partecipazione di tutti i soggetti interessati, ma causa anche particolari problematiche per quanto riguarda l'integrazione delle politiche locali, regionali e nazionali e la combinazione di obiettivi nazionali e regionali. Il processo di elaborazione di un piano complessivo in queste condizioni è risultato piuttosto complesso e bisognoso di un periodo di preparazione più prolungato. Nessuno di questi PAN/incl stabilisce obiettivi generali17 o vara una serie esaustiva di obiettivi regionali o locali. I PAN/incl belga, italiano e spagnolo contengono una sezione particolarmente forte sulla diagnosi e gli indicatori, con una visione d'insieme e un'analisi complete, mentre il piano tedesco rinvia a una recente relazione nazionale sulla povertà. La Spagna ha chiamato a raccolta politiche e soggetti competenti a tutti i livelli, come primo passo verso l'elaborazione di un approccio più strategico, e varie regioni hanno ora i propri piani regionali. Oltre a rivedere i propri processi di pianificazione complessivi e il proprio approccio in materia di politica sociale, l'Italia ha anche riunito nel proprio PAN/incl una serie di iniziative recenti a livello nazionale, settoriale e regionale in una visione d'insieme, e tutte le regioni stanno elaborando piani sociali. Il PAN/incl belga e quello tedesco devono essere visti nel contesto degli sforzi avviati da questi paesi per promuovere uno Stato del benessere più inclusivo e attivo. Il PAN/incl irlandese documenta una vasta gamma di misure contro la povertà già in corso d'attuazione nel quadro della strategia nazionale contro la povertà, ma non sviluppa l'analisi, né aggiorna o reindirizza strategia complessiva, priorità e obiettivi. Ciò si spiega con un riesame del PAN in corso, che richiede ampie consultazioni18. – i PAN/incl di Grecia, Lussemburgo e Austria in sostanza forniscono un'istantanea della situazione della povertà e dell'emarginazione sociale e delle politiche già in corso al fine di risolvere i problemi fondamentali, mentre l'analisi delle tendenze strutturali di lungo termine e delle cause che ad esse presiedono è poco articolata, con la conseguenza che i piani non presentano obiettivi quantificati di lungo termine. I PAN/incl dell'Austria e del Lussemburgo mirano a migliorare i rispettivi sistemi di protezione sociale generali aggiungendo o estendendo alcune misure, ma hanno scelto di non cogliere l'occasione per sviluppare un approccio più strategico. Il PAN/incl greco, che di per sé rappresenta un significativo passo in avanti, fornisce un'analisi dei principali problemi e sviluppa un approccio pragmatico per i prossimi 17 L'Irlanda fa parola di obiettivi generali inseriti nella strategia nazionale contro la povertà (NAPS), di prossima revisione. Poiché tale riesame non sarà completato prima della fine del 2001, non è stato possibile inserirne i risultati nel PAN/incl, ma l'Irlanda si è impegnata a garantire che l'attuale riesame del PAN sia conforme agli obiettivi di Nizza e al processo di formazione dei PAN/incl. Nel futuro, i processi relativi ai PAN e al PAN/incl saranno fusi. 18 25 due anni, concentrandosi su determinate categorie destinatarie nel più ampio contesto delle riforme economiche, occupazionali e sociali. Anche se i PAN/incl possono differire nell'approccio strategico adottato, tutti hanno in comune una serie di principi e obiettivi fondamentali che sono alla base del modello sociale europeo: solidarietà, coesione sociale, rispetto per la dignità umana e i diritti fondamentali, integrazione e piena partecipazione nella società e alto livello di protezione sociale. Almeno due aspetti meritano un'analisi più attenta fra gli elementi strategici comuni alla maggior parte dei PAN/incl. La maggioranza dei PAN/incl riconosce la necessità di politiche che investano nei nuovi inizi. La costruzione di società attive e capaci d'integrazione va oltre la protezione dei cittadini dai rischi e dai rovesci principali della vita. Le iniziative adottate dai PAN/incl riguardanti ad esempio l'esclusione dal mercato del lavoro, la disoccupazione di lunga durata, la delinquenza o la dipendenza da sostanze, l'invecchiamento delle conoscenze acquisite, la mancanza di una fissa dimora, le rotture familiari, un cattivo o insufficiente inserimento scolastico e la povertà ereditaria rispondono alle necessità spesso complesse e alle condizioni difficili in cui si trovano coloro cui si rivolgono tali iniziative, le quali riflettono un quadro di diritti e doveri in cui si inseriscono i beni, i servizi e le altre risorse rese disponibili a sostegno dei nuovi inizi. La maggior parte dei PAN/incl prova a combattere rischi e svantaggi non più in modo difensivo, cioè considerandoli una minaccia, ma sviluppando risposte strategiche che trasformino tali rischi e svantaggi in opportunità. Ad esempio, le politiche e azioni riguardanti la disabilità, l'immigrazione e le zone degradate cercano sempre più di far affiorare e sviluppare il potenziale inutilizzato degli immigrati, delle persone con disabilità, dei genitori soli e degli anziani, nonché delle regioni e dei quartieri arretrati. Tuttavia, anche se la maggior parte degli Stati membri aspira ad arrivare a sistemi il più possibile universali e inclusivi che sostengano l'integrazione e lo sviluppo degli individui e delle aree svantaggiate e rafforzino i diritti fondamentali dei cittadini, nella pratica molti paesi tendono ancora a concentrarsi su politiche meno universali e più selettive, improntate a un approccio per settori e categorie destinatarie. Promuovere gli scambi di buone pratiche e innovazioni Un importante obiettivo del nuovo processo europeo è quello di promuovere lo scambio di buone pratiche e di approcci innovativi, al fine di agevolare il reciproco apprendimento. Pertanto, ci si aspettava che tutti i PAN/incl stabilissero in modo strutturato una serie di misure rispondenti alle priorità definite nel quadro degli obiettivi di Nizza. Due questioni sono importanti nel valutare se i PAN/incl soddisfino tale requisito: 1. In che misura i PAN/incl possono essere utilizzati come fonte primaria per individuare le buone pratiche di interesse comune ai vari Stati membri? 2. In che misura la redazione dei PAN/incl ha consentito di formulare provvedimenti e approcci strategici nuovi e/o innovativi? Gli Stati membri hanno inserito nei propri PAN/incl una descrizione più o meno dettagliata dei provvedimenti attuati o previsti al fine di rispondere alle proprie priorità. Alcuni di loro, in particolare quelli che vantano sistemi universali, hanno optato per una sottolineatura delle misure nuove e più specifiche, dando per scontata la conoscenza dei loro sistemi già esistenti. La stragrande maggioranza dei paesi ha inserito esempi di buone pratiche volte ad agevolarne l'individuazione. Pertanto, oltre alla loro importanza politica, i PAN/incl costituiscono anche 26 una fonte abbondante di informazioni che consentirà alla Commissione e agli Stati membri di ottenere una panoramica aggiornata ed esaustiva delle principali politiche in atto. Tuttavia, gli esempi di politiche forniti ai diversi capitoli della presente relazione si basano sulle informazioni ottenute dai PAN/incl e non costituiscono repertori esaustivi delle politiche in corso in questo settore. La mancanza di un'analisi approfondita, successiva alla valutazione, dell'impatto delle politiche attuali ha limitato la possibilità di individuare, nella presente relazione, quali provvedimenti, approcci o iniziative meritino di essere considerati buone pratiche. La valutazione (sia anteriore che successiva) delle strategie sembra essere un ambito chiave per gli sviluppi futuri con una maggiore attenzione ai benefici sociali. Viste le limitate risorse disponibili, è fondamentale concentrarsi sui costi delle strategie e valutare se fosse possibile conseguire gli stessi obiettivi con altre strategie in modo più efficiente. Inoltre, esaminando le possibilità di divulgazione delle buone pratiche, occorre tenere conto pienamente delle condizioni presenti in ciascuno Stato membro, e della misura in un cui esse hanno influito sui risultati. L'individuazione delle buone pratiche e degli approcci innovativi di comune interesse è pertanto da considerare un processo in corso, di cui la presente relazione costituisce soltanto la prima fase. Gli esempi che vengono dagli Stati membri, evidenziati in opportuni riquadri della presente relazione, vanno letti in quest'ottica. Lo scambio di buone pratiche fra gli Stati membri sarà rafforzato nel futuro grazie a valutazioni più approfondite dell'impatto delle politiche nazionali, nonché mediante l'elaborazione di una serie esaustiva di indicatori e di metodologie, a livello nazionale e dell'UE. Il tempo relativamente breve concesso per elaborare i primi PAN/incl ha compromesso la formulazione di provvedimenti e approcci strategici nuovi e/o innovativi. Le misure presentate in tutti i PAN/incl sono state sostanzialmente elaborate nel contesto finanziario e giuridico esistente, per cui la maggior parte degli Stati membri ha concentrato i propri sforzi per migliorare il coordinamento, perfezionare e combinare le politiche e le misure esistenti e promuovere la collaborazione, anziché lanciare nuove iniziative o nuovi approcci strategici importanti. Tali obiettivi risultano più semplici per Stati membri quali la Danimarca, i Paesi Bassi, Svezia e la Finlandia, i quali sono già dotati di politiche generali ben sviluppate, o per la Francia, paese nel quale gli sforzi contro l'emarginazione sono stati rafforzati dopo la valutazione dell'anno scorso relativa alla legge nazionale del 1998 contro l'emarginazione sociale. Per questi motivi, i PAN/incl di questi paesi in generale sono relativamente più lungimiranti19. Altri paesi, come il Portogallo la Spagna, hanno visto nella preparazione dei PAN/incl la possibilità di rendere più ambiziose le proprie politiche contro povertà e l'emarginazione sociale, fissando obiettivi o razionalizzando il quadro dell'azione. 3. INDIVIDUAZIONE DI BUONE PRATICHE E APPROCCI INNOVATIVI Le risposte politiche contenute nei PAN/incl generalmente sono costituite da una miscela di azioni all'insegna del mercato, interventi pubblici e azioni della società civile. Attraverso i diversi filoni è possibile individuare tre obiettivi generali che si cerca di promuovere: 19 Il PAN/incl finlandese, pur non prevedendo alcun nuovo provvedimento, si riferisce a una serie di questioni di cui si considerano gli ulteriori sviluppi politici. 27 – universalità: garantire maggiori livelli di adeguatezza, accessibilità e abbordabilità delle politiche e dei servizi rivolti alla popolazione in generale, al fine di migliorarne la copertura e l'efficacia, nonché il ricorso a tali servizi da parte dei cittadini; – parità di condizioni: cercare di risolvere gli svantaggi specifici che possono essere superati mediante politiche adeguate (ad es. la mancanza di qualificazioni); – solidarietà per la dignità umana: compensare gli svantaggi che possono essere superati solo in modo parziale o per nulla (ad es. le disabilità). 3.1 Obiettivo 1: facilitare la partecipazione all'occupazione e l'accesso a risorse, diritti, beni e servizi per tutti 3.1.1 Facilitare la partecipazione all'occupazione Nel contesto della strategia europea per l'occupazione, e in particolare dell'attuazione degli orientamenti: a) promuovere l'accesso a un'occupazione stabile e di qualità per tutte le donne e gli uomini in grado di lavorare, in particolare: – aprendo, per gli appartenenti alle categorie sociali più vulnerabili, percorsi verso l'occupazione e mobilitando a tal fine le politiche relative alla formazione, – elaborando politiche atte a promuovere la conciliazione di lavoro e vita familiare, trattando anche l'aspetto della custodia dei bambini e dell'assistenza ad altri familiari a carico, – utilizzando le opportunità di integrazione e occupazione offerte dall'economia sociale; b) prevenire l'esclusione dal mondo del lavoro, migliorando l'occupabilità attraverso la gestione delle risorse umane, l'organizzazione del lavoro e l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita. Tutti gli Stati membri sono d'accordo sul fatto che promuovere la partecipazione all'occupazione è un modo particolarmente importante di prevenire e alleviare la povertà e l'emarginazione sociale. Il diritto al lavoro è un diritto fondamentale e un elemento cardinale della cittadinanza. La partecipazione alla comunità sociale di un posto di lavoro è, per la maggior parte delle persone, un modo basilare di garantirsi un reddito adeguato (sia nel presente sia al momento della pensione) e di ampliare e sviluppare la propria rete sociale, il che agevola la partecipazione alla società e riduce il rischio di emarginazione. La maggioranza degli Stati membri istituisce dei collegamenti fra i PAN/incl e i PAN/empl, come del resto era auspicato, dal momento che gli orientamenti per l'occupazione sottolineano adeguatamente l'aspetto della creazione di opportunità di lavoro e del miglioramento dell'occupabilità, in quanto condizioni essenziali per rendere il mercato del lavoro più aperto e inclusivo. Alcuni Stati membri riconoscono l'importante ruolo svolto dalla strategia europea per l'occupazione per quanto riguarda l'elaborazione di un approccio strategico più efficace in materia di lotta alla disoccupazione, approccio basato su individualizzazione, attivazione e prevenzione. La maggior parte degli ambiti strategici e delle iniziative citati nella presente sezione era già stata presa in considerazione all'interno del processo di Lussemburgo, tuttavia, mentre la relazione comune sull'occupazione tratta dell'intera gamma di azioni volte a migliorare l'efficienza del mercato del lavoro e ad aumentare i livelli occupazionali in direzione degli obiettivi fissati a Lisbona, e deve essere valutata come tale, la presente relazione tende a 28 concentrarsi sulle azioni che agevoleranno la partecipazione all'occupazione di individui, gruppi e comunità che più sono distanti dal mercato del lavoro. Un certo numero di Stati membri ha giustamente preso atto del ruolo positivo che tali azioni possono svolgere ai fini del conseguimento di obiettivi occupazionali più generali, quale l'incremento del tasso di occupazione. Tutti i PAN/incl fanno dell'occupazione una priorità, ma ci sono accenti diversi che riflettono di solito differenze dovute alla situazione occupazionale dei singoli Stati membri. I paesi ad alta occupazione e bassa disoccupazione sottolineano soprattutto la necessità di aumentare la partecipazione al mercato del lavoro di categorie specifiche quali gli anziani, gli immigrati e le persone con disabilità (Lussemburgo, Paesi Bassi, Danimarca, Svezia e Irlanda), anche al fine di colmare le attuali carenze di manodopera. D'altro canto, i paesi in cui la disoccupazione, soprattutto quella di lunga durata, rappresenta un problema diffuso si concentrano su politiche più ampie per incoraggiare la creazione di posti di lavoro e aumentare l'occupabilità dei disoccupati di lunga durata e dei giovani (Spagna, Francia, Belgio). Molti Stati membri, pur sottolineando l'importanza centrale del lavoro, pongono anche l'accento sul fatto che l'accesso al lavoro non deve essere promosso in modo slegato da altri diritti fondamentali, ma piuttosto far loro da complemento: quindi, l'accesso al lavoro non deve avvenire a spese del diritto a un reddito minimo adeguato, a partecipare pienamente alla vita familiare, sociale e della comunità, o del diritto alla salute. Il pieno accesso a un'occupazione stabile e di qualità per tutte le donne e gli uomini in grado di lavorare è da considerarsi il risultato di un articolato processo di trasformazione dei mercati del lavoro. Nel NAP/incl danese il risultato di tale trasformazione è definito come il mercato del lavoro inclusivo, nel quale più persone scarsamente qualificate o a ridotta capacità di lavoro si vedono offrire la possibilità di utilizzare le proprie competenze e partecipare alla vita lavorativa. Il mercato del lavoro è un concetto ampio che esprime anzitutto l'aspettativa che i luoghi di lavoro siano aperti a persone non in grado di tenere il passo, in tutti casi e in tutti i momenti, con gli standard prevalenti. Le strategie che aumentano l'occupabilità delle persone più difficili da sistemare, mediante il ricorso a politiche attive e in particolare alla formazione, al pari delle politiche miranti a riconciliare la vita familiare e quella lavorativa o a promuovere l'economia sociale rappresentano un modo efficiente per promuovere l'integrazione sociale. Un passo essenziale consiste nel rendere il mercato del lavoro esistente più aperto e disposto a impiegare persone e gruppi attualmente emarginati ed esclusi. Promuovere un mercato del lavoro più aperto e reattivo Le misure che intendono aumentare l'apertura e reattività del mercato del lavoro alle istanze delle persone attualmente escluse prevedono di: – introdurre clausole/capitoli sociali nei contratti collettivi per assumere e mantenere sul mercato del lavoro le persone con una ridotta capacità lavorativa (Danimarca) o stabilire quote per l'occupazione di categorie specifiche come le persone con disabilità (Germania, Austria); – ridurre i costi per i datori di lavoro che impieghino persone scarsamente qualificate o talune categorie di disoccupati (Lussemburgo, Grecia, Svezia); 29 – promuovere l'istruzione e la formazione dei datori di lavoro per contrastare pregiudizi e discriminazioni nei confronti delle persone provenienti da comunità e retroterra particolari e riesaminare e monitorare regolarmente le procedure e i risultati delle assunzioni; – fare in modo che gli enti pubblici preparino piani d'azione per la promozione della diversità etnica fra i dipendenti (Svezia); – inserire clausole sociali nei contratti d'appalto che prevedano il ricorso a persone a lungo disoccupate o appartenenti a categorie speciali o provenienti da comunità locali svantaggiate, oppure di clausole che introducano politiche di uguaglianza etnica (Danimarca); – aumentare le possibilità di lavoro "protetto", "vicino al mercato" e riabilitativo per le persone particolarmente vulnerabili (Danimarca, Finlandia); – promuovere l'imprenditorialità fra le categorie e le comunità svantaggiate e fornire un intenso sostegno alle iniziative di sviluppo economico locale nelle aree caratterizzate da un cumulo di svantaggi; – concentrare gli investimenti e le politiche di sviluppo occupazionale nelle zone ad alto tasso di disoccupazione, in particolare quelle colpite da un cumulo di svantaggi (Regno Unito; cfr. anche sezione 3.3.3). Aprire percorsi verso l'occupazione La creazione e apertura di percorsi verso l'occupazione è generalmente riconosciuta come una dimensione dello sviluppo di un mercato del lavoro più inclusivo. Tali percorsi normalmente combinano diverse misure di inserimento, come la consulenza, la formazione e l'occupazione assistita o protetta, con l'attivazione dei beneficiari dell'assistenza: si tratta di un aspetto cruciale e delicato, dal momento che spesso i destinatari di assistenza sociale sono molto lontani dal mercato del lavoro e necessitano di un aiuto ampio e personalizzato. Dai PAN/incl della maggior parte degli Stati membri emerge con chiarezza un cambiamento della filosofia da un sostegno passivo del reddito a un sostegno attivo, per far sì che gli interessati diventino autonomi. In alcuni casi è fatto riferimento esplicito all'esperienza accumulata nel corso dell'attuazione dei PAN/empl, al fine di estenderne l'impostazione per arrivare anche a coloro che più sono distanti dal mercato del lavoro. Il legame fra la situazione del mercato del lavoro e altri elementi di emarginazione è riconosciuto, e molti Stati membri indicano tra i propri obiettivi una migliore collaborazione fra i servizi sociali e dell'occupazione, al fine di agire in modo più mirato sulle necessità individuali (Austria, Germania, Regno Unito, Finlandia, Lussemburgo, Spagna e Svezia). Questa focalizzazione sull'occupabilità ha consentito di arrivare a un sostegno più adatto e su misura delle persone e, in vari casi, ha consentito di concludere contratti specifici di inserimento sociale, come nel caso di Portogallo, Francia e Lussemburgo. Elaborare provvedimenti efficaci di inserimento e attivazione è un compito complesso: sarebbero utili più studi comparativi fra Stati membri, in modo da individuare gli approcci più utili per le persone distanti dal mercato lavoro. Le buone pratiche che si stanno segnalando sembrano indicare che i provvedimenti dovrebbero essere sviluppati in maniera da essere visti come un sostegno e un aiuto allo sviluppo, e non come una punizione. Occorre elaborare programmi individualizzati di comune accordo con le persone interessate, dopo averne attentamente valutato i bisogni e le potenzialità. Nel caso delle persone più distanti dal 30 mercato del lavoro, l'inserimento può richiedere tempo, un'azione preparatoria e una ricostituzione di fiducia. È evidente che, per arrivare a programmi di attivazione più efficaci, occorrono miglioramenti ai meccanismi di intervento: i PAN/incl indicano una serie di miglioramenti basilari, fra i quali si contano un maggiore decentramento e interventi più integrati e localizzati dei servizi dell'occupazione, sociali e di supporto, come nel caso dei 50 centri di promozione dell'occupazione istituiti in Grecia o del sistema di incentivi all'attivazione sociale dei Paesi Bassi, nonché degli sforzi per ridurre e snellire le procedure burocratiche intrapresi in Germania e in Francia. Se una sottolineatura della prevenzione e dell'intervento precoce è importante per impedire che le persone si allontanino troppo dal mercato del lavoro, è anche importante che i sistemi non scremino a favore di coloro che possono essere più facilmente reinseriti trascurando i meno produttivi. Se non si farà attenzione, questo può essere uno dei rischi della fissazione di obiettivi ambiziosi o del ricorso a società specializzate senza aver prima fissato obiettivi specifici per le categorie più vulnerabili. Oltre a sviluppare programmi di attivazione mirati, molti PAN/incl considerano anche prioritarie le politiche di formazione e istruzione, con una maggiore sottolineatura dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e della preoccupazione che le categorie vulnerabili godano di un maggiore accesso a tale risorsa (Austria, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Portogallo e Svezia) e di un migliore accesso ai tirocini, come nel caso della proposta lussemburghese di tirocini per adulti. Nell'elaborare un approccio più attivo per aumentare l'occupabilità dei disoccupati di lunga durata e di coloro che per lungo tempo sono stati dipendenti dall'assistenza, gli Stati membri individuano anche le sfide specifiche che devono affrontare diverse categorie particolarmente vulnerabili. Le fasce più deboli sul mercato del lavoro sono non soltanto i disoccupati di lunga durata, ma anche i giovani, i lavoratori anziani, i disabili20 e gli immigrati. Come nei PAN/empl, tutti gli Stati membri si sforzano di agevolare la partecipazione femminile all'occupazione21, prestando particolare attenzione alle donne più in difficoltà, come le madri sole (indicate dalla maggior parte degli Stati membri), le donne disabili (Germania) e le lavoratrici scarsamente qualificate (Spagna, Francia), oppure quelle che tornano al mercato del lavoro dopo un periodo di assenza (Irlanda). Giovani: molti Stati membri danno una priorità ai problemi che insorgono in ordine al passaggio dalla scuola al lavoro, in particolare per gli individui che non completano il proprio ciclo di studio o formazione professionale. Alcuni paesi hanno elaborato programmi specifici per agevolare i giovani nel loro ingresso sul mercato del lavoro, come nel caso dell'accordo belga per il primo lavoro, delle attività lavorative riabilitative della Finlandia, del programma Trace francese, del programma giovanile municipale della Svezia e del New Deal for Young People del Regno Unito, con un sostegno al lavoro e una formazione obbligatoria per i giovani dopo sei mesi. Altri paesi si concentrano sulla costituzione di un sistema di formazione professionale alternativo alle qualifiche di base (ad esempio l'Italia sta riformando il sistema di formazione professionale sulla scorta dell'esempio offerto dal sistema duale e attraverso lo sviluppo di tirocini, mentre la Grecia sta sviluppando un sistema di Scuole della 20 21 Le disposizioni volte a sostenere l'integrazione delle persone con disabilità nel mercato del lavoro saranno esaminate alla sezione 3.3.1. Le disposizioni relative all'accesso delle donne al mercato del lavoro sono trattate al Capitolo 4. 31 seconda opportunità volte a reintegrare nel processo educativo le persone di età superiore ai 18 anni attraverso l'insegnamento personalizzato). Nei paesi il cui sistema di formazione professionale è già ben sviluppato (Germania, Austria, Lussemburgo), l'accento è posto sulla facilitazione della ricerca e del mantenimento di un posto di lavoro, nonché sulla formazione, ulteriore assistenza e consulenza, al fine di limitare il numero degli abbandoni. In questo contesto va notata anche l'attenzione data agli incentivi finanziari per il tirocinante (sussidi di formazione). TRACE: PROGRAMMA PERSONALIZZATO PER GIOVANI IN DIFFICOLTÀ (FRANCIA) Il programma è rivolto ai giovani in difficoltà e offre a ciascuno un programma e una supervisione personalizzati, della durata massima di 18 mesi e ad opera di esperti, al fine di collocare almeno il 50% degli interessati in posti di lavoro duraturi. Il programma è basato su: - l'impegno specifico di un giovane con un'assistente sociale, siglato dalla firma di un contratto. Ciascun assistente sociale segue 30 individui, li può conoscere personalmente e conoscerne il percorso formativo e le esperienze di lavoro; - un comitato direttivo che coordina e mette in moto le misure di attivazione disponibili a livello nazionale, regionale e locale. Esso inoltre serve per eliminare gli sbarramenti amministrativi e favorire i collegamenti con altri settori d'intervento (sanità, alloggi, formazione ecc.). Lavoratori anziani: il problema dei lavoratori anziani privi dell'istruzione o delle qualifiche necessarie per ottenere un lavoro nel moderno mercato occupazionale è segnalato da numerosi Stati membri. Per questa ragione, molti PAN/incl sottolineano la necessità di intense offensive per la qualificazione e riqualificazione dei lavoratori anziani (Germania, Finlandia, Paesi Bassi e Regno Unito). Alcuni Stati membri sottolineano anche l'importanza di modalità flessibili di lavoro verso la fine della carriera (Finlandia, Danimarca e Svezia). PROGRAMMA SPRING - SCAMBIO ASSISTENZA CONTRO LAVORO (BELGIO) Il programma, rivolto ai disoccupati di lunga durata e a chi percepisce un reddito minimo, combina provvedimenti di attivazione con l'uso di contratti specifici delle agenzie di lavoro interinale. Queste ultime ricevono sussidi per 24 mesi, sia per alleggerire l'incidenza degli stipendi, sia per la formazione dei beneficiari. L'obiettivo è quello di ridurre di un terzo i destinatari di reddito minimo garantito in cinque anni e aumentare il numero dei beneficiari delle misure di attivazione dal 5 al 20%. Minoranze etniche e immigrati: la maggioranza degli Stati membri individua chiaramente nelle minoranze etniche e negli immigrati categorie che spesso incontrano particolari problemi nell'accesso al mercato del lavoro; molti inoltre riconoscono la necessità di elevarne i livelli di occupazione. A questo scopo, alcuni Stati membri fissano obiettivi specifici nei propri PAN/empl (Danimarca, Paesi Bassi), e anche alcuni PAN/incl citano varie misure interessanti nel settore: ad esempio, in Finlandia l'integrazione degli immigrati è sostenuta da un piano d'integrazione redatto di concerto con gli immigrati stessi, i comuni e gli uffici di collocamento, mentre la Danimarca ha varato un sistema pilota di facilitazione col quale le autorità locali e i servizi dell'occupazione forniscono sostegno finanziario per l'acquisto di tempo lavorativo di un impiegato nelle aziende private. La Spagna poi indica interessanti studi di casi concreti effettuati da organizzazioni non governative (La Huertecica e Asociacion Candelita). 32 PERCORSI VERSO L'OCCUPAZIONE PER LE MINORANZE (PAESI BASSI) Nel giugno 2000, il governo olandese ha concluso accordi con una serie di grandi imprese in merito agli sforzi aggiuntivi che queste ultime dovranno compiere nel settore della gestione interculturale e dell'arrivo, trasferimento e mantenimento degli appartenenti a minoranze etniche. La gestione interculturale è uno strumento atto a rafforzare la dimensione sociale delle Imprese socialmente responsabili e prevede un'utilizzazione ottimale delle possibilità di diversità culturale nella forza lavoro (attività mirata all'interno) e un riconoscimento della diversità culturale dei clienti (l'ambiente nel quale opera la compagnia). Il governo favorisce la preparazione e l'attuazione di questo accordo quadro tramite il progetto Ruim Baan voor Minderheden ("Percorsi verso l'occupazione per le minoranze"). I compiti del gruppo del progetto consistono nel fornire una piattaforma per lo scambio delle buone pratiche, sviluppare prodotti, attuare progetti sperimentali innovativi ed eliminare le pastoie burocratiche. SISTEMA DI FACILITAZIONE PER LE MINORANZE ETNICHE (DANIMARCA) Il sistema pilota del governo consente alle autorità locali e ai servizi pubblici dell'occupazione di fornire un sostegno finanziario per l'acquisto di tempo lavorativo di un impiegato di un'azienda privata affinché questi svolga mansioni di "facilitatore" o, nel caso delle piccole imprese, per il pagamento delle spese dovute a un consulente facilitatore esterno. Tale figura aiuta a inserire nell'azienda i nuovi dipendenti di origine etnica non danese, li informa in merito alle norme e ai valori vigenti nell'azienda, facilita il dialogo e l'interazione sociale fra il dipendente e i suoi nuovi colleghi. La categoria destinataria del sistema sono i disoccupati di origine non danese aventi diritto a indennità pecuniarie o di disoccupazione. Il sistema di sostegno può essere utilizzato quando a un disoccupato sia offerto un posto di lavoro ordinario, oppure in relazione a offerte di formazione professionale (individuale), riabilitazione sul lavoro, sistemi lavorativi flessibili e occupazione assistita con compensazioni salariali. Le autorità locali o i servizi pubblici dell'occupazione possono anche utilizzare alcuni fondi per divulgare informazioni sul sistema di facilitazione presso le imprese, oppure per organizzare corsi, costituire reti, ecc. Promuovere la conciliazione di lavoro e vita familiare Molti Stati membri notano il fatto che, per far sì che le persone rimangano nel mondo del lavoro o vi entrino, è importante aiutarle a superare le barriere che possono impedirne la partecipazione. Il principale fattore indicato dai PAN/incl è la custodia dei bambini o l'assistenza ad altri familiari a carico, ma si fa parola di altri aspetti, come un alloggio dignitoso, una buona salute, trasporti adeguati. Per quanto riguarda la custodia dei bambini, la maggior parte degli Stati membri se ne occupa aumentando i servizi di custodia, in modo da aiutare le donne ad entrare nel mercato del lavoro; un numero minore di Stati membri, come la Svezia e la Danimarca, amplia il proprio approccio ai vari modi possibili di conciliare meglio lavoro e responsabilità familiari, modi che interessano uomini e donne. Alcuni Stati membri stanno introducendo modifiche alla legislazione per agevolare il godimento del congedo parentale per entrambi i genitori, mentre altri, quali Svezia, Italia e Portogallo stanno operando per aumentare l'utilizzo del congedo parentale fra i genitori maschi. In Svezia, il periodo massimo di prestazioni di maternità o paternità dopo la nascita 33 del bambino è stato recentemente aumentato di 30 giorni, raggiungendo quota 480, purché entrambi i genitori facciano uso di almeno 60 giorni ciascuno. Gli Stati membri inoltre stanno introducendo incentivi ai datori di lavoro per promuovere la conciliazione fra lavoro e responsabilità familiari: la Danimarca sta intervenendo nel quadro della responsabilità sociale delle aziende e il Portogallo intende elaborare, insieme ai datori di lavoro, un contratto sociale relativo al genere, che incoraggerà gli uomini a partecipare di più ai doveri domestici; in Austria si assegna un premio ai datori di lavoro che seguono politiche favorevoli alle famiglie; infine, il tempo parziale sta diventando un diritto in un maggior numero di Stati membri. I miglioramenti proposti per i servizi di custodia dei bambini riguardano in particolare una maggiore disponibilità di posti, sia per i bambini molto piccoli sia per quelli più cresciuti, che godranno di servizi di doposcuola. Alcuni PAN/incl (Italia) parlano anche dell'assistenza ad altri familiari a carico, e della necessità di sviluppare l'assistenza ambulatoriale ai pazienti, in modo da alleviare le responsabilità di assistenza dei familiari. Pochi Stati membri si occupano della sostenibilità economica della custodia dei bambini per le fasce a basso reddito: in Danimarca, le autorità locali sono incoraggiate a garantire una custodia diurna a tutti i bambini d'età prescolare, indipendentemente dalla situazione occupazionale dei genitori, e alcuni Stati membri parlano di indennità specifiche e/o sgravi fiscali (Austria, Germania, Belgio, Danimarca, Italia) o stanno migliorando gli assegni familiari (Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Svezia). Fare uso del potenziale dell'economia sociale L'economia sociale e il terzo settore forniscono un'ampia gamma di opportunità di integrazione e occupazione. Le organizzazioni del terzo settore possono essere definite organizzazioni private e autonome che, fra l'altro, perseguono obiettivi sociali ed economici di interesse collettivo, pongono limiti all'acquisizione privata e individuale di profitti e lavorano per le comunità locali o per gruppi di persone appartenenti alla società civile che condividono interessi comuni. Tali organizzazioni tendono a coinvolgere le parti interessate (come lavoratori, volontari e utenti) nella propria gestione. Se sostenuta adeguatamente, l'economia sociale può apportare un sensibile contributo all'estensione del mercato del lavoro e alla creazione di nuove opportunità per le persone scarsamente qualificate o a ridotta capacità di lavoro, in modo che possono usare le proprie competenze e partecipare alla vita lavorativa. I PAN/incl indicano in varie maniere come il potenziale dell'economia sociale possa essere sfruttato in tale direzione. L'Italia, la Francia, il Belgio e la Svezia intervengono sul terzo settore e sull'economia sociale vedendovi una fonte di posti di lavoro per le persone con competenze o potenziale produttivo limitati, tramite misure quali la semplificazione del quadro normativo, un più facile accesso agli appalti pubblici e un migliore collegamento diretto con le pubbliche amministrazioni. 3.1.2 Facilitare l'accesso a risorse, diritti, beni e servizi per tutti a) organizzare i sistemi di protezione sociale in modo che aiutino in particolare a: – garantire che tutti dispongano delle risorse necessarie per vivere in modo dignitoso; – superare gli ostacoli all'occupazione facendo sì che l'inizio di una nuova attività risulti in un aumento dei redditi e promuovendo l'occupabilità; 34 b) attuare politiche volte a fornire a tutti un accesso ad alloggi decenti e salubri, nonché ai servizi di base necessari per vivere normalmente alla luce delle circostanze locali (elettricità, acqua, riscaldamento, ecc.); c) mettere in atto politiche volte a fornire a tutti un accesso ai servizi sanitari adeguato alla loro situazione, tenendo conto anche delle situazioni di dipendenza; d) sviluppare, a beneficio delle persone a rischio di esclusione, servizi e misure di accompagnamento che consentano a tali persone di accedere a istruzione, giustizia e altri servizi pubblici e privati, quali la cultura, lo sport e le attività del tempo libero. 3.1.2.1 Sistemi di protezione sociale Tredici Stati membri hanno elaborato una politica universale di assistenza sociale volta a garantire a tutti i residenti legali un reddito minimo, anche se con alcune limitazioni a seconda dei casi. In Austria, tale diritto è limitato ai cittadini dell'UE, eccezion fatta per alcuni Bundesländer che lo riconoscono a tutti i residenti legali. In Spagna non esiste un sistema nazionale, ma quasi tutte le regioni hanno istituito un tipo di reddito minimo, con relative prestazioni. L'Italia sta ancora sperimentando l'introduzione di una rete universale di sicurezza a cui ricorrere nei casi estremi che dovrà vedere la luce entro il 2002 (il sistema sperimentale è limitato a circa 230 comuni e 90 000 beneficiari). La Grecia continua a fornire varie prestazioni in denaro contante alle categorie particolarmente vulnerabili e un reddito garantito ai pensionati. Migliorare l'adeguatezza La maggioranza dei PAN/incl contiene iniziative per migliorare l'adeguatezza dei sistemi di reddito minimo. La tendenza delle riforme consiste sia nel rendere sufficientemente adeguati i redditi minimi in modo da garantire la dignità umana che nell'agevolare la piena partecipazione alla società e la reintegrazione nel mercato del lavoro. In merito, dai PAN/incl emergono diversi approcci: – aumentare i livelli assoluti: in vari Stati membri, i livelli di reddito minimo non hanno tenuto il passo con gli aumenti dei guadagni e del costo della vita, il che ha significato una riduzione del potere d'acquisto delle fasce a reddito minimo rispetto al potere d'acquisto medio della società. Il Belgio annuncia di voler aumentare il livello del reddito minimo garantito e del sostegno dei redditi per i pensionati (come fa anche la Grecia); – proteggere i redditi minimi da confische e sottrazioni: vari Stati membri (Lussemburgo, Finlandia, Francia, Belgio) introducono misure per vietare o limitare la confisca dei redditi minimi, ad esempio in situazioni di debito, bancarotta o separazione. Altri prevedono un regime fiscale più favorevole; – calibrare meglio i sistemi di redditi minimi rispetto ai bisogni delle persone non autonome: la grande maggioranza dei PAN/incl comprende iniziative volte ad aumentare e/o combinare i redditi minimi con altre risorse, onde migliorare le condizioni di vita delle persone non autonome, in particolare dei figli di madri sole. Numerosi Stati membri (Paesi Bassi, Francia, Belgio, Austria, Svezia) garantiscono un pagamento puntuale degli alimenti e prevedono il ricorso a dispositivi di sostegno in caso di bisogno (ad es. anticipi), in particolare a favore dei genitori soli vulnerabili con prole. 35 REDDITO MINIMO GARANTITO (PORTOGALLO) Possono fare domanda di reddito minimo garantito (RMG) in Portogallo tutte le persone e le famiglie legalmente residenti che soffrano di problemi economici gravi, nonché tutti i giovani con responsabilità familiari e le madri o le donne incinte sotto i 18 anni di età. Il sistema, che si basa sul principio della solidarietà nazionale, ha tra i suoi obiettivi fondamentali: garantire l'accesso al reddito minimo e a condizioni di integrazione a tutti i cittadini e residenti indipendentemente dai loro contributi pregressi; promuovere l'integrazione attraverso un programma di inserimento personalizzato elaborato di concerto con il beneficiario; garantire in accompagnamento misure di sostegno finalizzate a promuovere l'inserimento e la partecipazione del beneficiario alla società; mettere quest'ultimo in condizione di avvalersi dei propri diritti e di raccogliere le proprie responsabilità, grazie al supporto di politiche attive basate sulla solidarietà. Il sistema RMG è portato avanti tramite una stretta collaborazione fra le autorità nazionali e locali, i soggetti della società civile e i beneficiari, in base a un contratto contenente impegni chiari per tutte le parti. Da quando il sistema è stato generalizzato nel luglio 1999, ne hanno beneficiato più di 700 000 persone, il 41% delle quali erano bambini e giovani (sotto i 18 anni) e il 7% persone anziane (sopra i 65 anni di età). La maggioranza dei beneficiari sono donne e madri sole. Più di un terzo dei beneficiari è poi riuscito a rendersi autonomo dal sistema RMG. Quest'ultimo ha anche spinto circa 15 000 persone a ricercare un'istruzione, nonché 16 000 bambini e giovani a tornare a scuola nel tentativo di abbassare il tasso di abbandoni scolastici e lavoro dei minori. Migliorare l'accessibilità Molti PAN/incl contemplano iniziative finalizzate a migliorare l'accessibilità del reddito minimo e di altre risorse. La visione che sottende a tali iniziative si basa sui diritti: trattandosi di una rete di sicurezza cui ricorrere nei casi estremi, la concessione di risorse minime non deve essere soltanto offerta, ma garantita a tutti coloro che ne abbiano bisogno. Si distinguono due approcci nel rendere le reti di sicurezza più inclusive: – migliorare il ricorso ai servizi da parte dei cittadini: i metodi più comuni (Paesi Bassi, Spagna, Danimarca, Finlandia, Francia, Portogallo, Austria e Svezia) nel settore sono: l'elaborazione e/o il rafforzamento di sistemi d'informazione, sensibilizzazione ed erogazione capillari; l'affidamento dell'attività pratica sulla base di accordi di collaborazione coi livelli regionali e locali; la promozione di un approccio basato sui diritti; – promuovere una copertura universale: in tutti gli Stati membri, l'accesso ai redditi minimi non è più riservato esclusivamente ai cittadini del paese. La tendenza generale è quella di garantire che tutti i residenti legali sul territorio abbiano un uguale accesso a risorse minime adeguate in caso di necessità22. Il Belgio va ancora più avanti, avendo esteso l'accesso a un livello minimo di vita ai rifugiati, ai richiedenti asilo politico e agli immigrati illegali. Se l'adeguatezza di tali disposizioni rimane spesso debole, il principio di garantire a tutte le persone presenti in uno stesso paese il diritto alla dignità umana, indipendentemente dalla loro origine, nazionalità o status giuridico, sta guadagnando terreno. In alcuni Stati membri (Francia, Lussemburgo), l'accesso ai redditi minimi per i giovani si trova al centro del dibattito. È anche importante sottolineare che il principio della copertura universale in Stati membri quali la Danimarca, la Finlandia e la Svezia è concretizzato sulla 22 Ad eccezione dell'Austria, che riserva queste prestazioni ai cittadini dell'Unione. 36 base di diritti individualizzati, mentre negli altri Stati membri il fondamento sono diritti derivati, solitamente meno sensibili al punto di vista del genere. INFORMAZIONE A DOMICILIO PER MIGLIORARE IL RICORSO ALL'ASSISTENZA SOCIALE DA PARTE DEGLI ANZIANI (HEERENVEEN-PAESI BASSI) Gli anziani possono non riuscire a trarre pieno vantaggio dai servizi sociali e finanziari a causa di isolamento, ignoranza, paura di essere stigmatizzati o altro. A Heerenveen, le organizzazioni sociali e assistenziali collaborano con gli anziani per realizzare un sistema permanente e strutturato di informazione a domicilio delle persone oltre i settant'anni in merito alle disposizioni e ai sistemi in materia di alloggio, assistenza e prestazioni sociali ai quali hanno diritto ma di cui non beneficiano. Gli obiettivi secondari consistono nell'individuare le necessità di aiuto, assistenza e servizi, nel rilevare le strettoie politiche, amministrative e dell'attuazione, nonché nel consentire agli anziani di partecipare attivamente alla comunità. Si rivolge una particolare attenzione agli anziani appartenenti a minoranze etniche. Rendere redditizio il lavoro e promuovere l'occupabilità Gli Stati membri sono generalmente d'accordo sul fatto che creare posti di lavoro accessibili alle persone attualmente escluse dal mercato del lavoro rappresenta un'attività che deve essere affiancata da misure atte a garantire un reddito dignitoso a coloro che accettano tali posti: non dovrebbero esserci disincentivi che scoraggino le persone dal lasciare il sistema assistenziale per iniziare a lavorare. Se nessuno Stato membro propone di tagliare le prestazioni sociali quale misura generalizzata per costringere i cittadini a lavorare, si registra però una diffusa intenzione di ridurre la dipendenza di lunga durata ogniqualvolta quest'ultima sia evitabile, e di promuovere l'attivazione dei beneficiari per far sì che le prestazioni sociali siano un trampolino all'occupazione, non un ostacolo. Per ridurre al minimo gli abusi e i rischi di una dipendenza di lunga durata, le pratiche riguardanti la garanzia di un reddito minimo si sono spesso concentrate sulla dimensione di "ultima spiaggia", e conseguentemente sono sempre state alquanto restrittive per quanto riguarda il nesso fra i redditi minimi e altre risorse. In molti Stati membri sembra esserci ora un'inversione di tendenza: si prevede infatti la possibilità di combinare un reddito minimo con guadagni da lavoro o altre prestazioni, a patto di evitare il sovrapporsi di prestazioni, che ingenererebbe un trattamento diseguale degli aventi diritto. Inoltre, molti Stati membri legano sempre di più l'erogazione di un reddito minimo a servizi che incoraggino chi beneficia di un reddito minimo a migliorare la propria occupabilità: consulenze, formazione, lavoro volontario e altre forme di attività e sviluppo personale. Fra i provvedimenti proposti per rendere redditizio il lavoro si contano: – il mantenimento di alcune prestazioni per un certo periodo successivo all'inizio del lavoro (Belgio, Germania, Irlanda); – la riduzione della pressione fiscale sugli impieghi scarsamente retribuiti o l'introduzione di un "bonus all'occupazione" sotto forma di credito di imposta a favore di coloro che si impegnano in un'attività retribuita (Francia, Danimarca, Paesi Bassi e Regno Unito), a volte in modo specificamente mirato nei confronti delle famiglie con figli non autonomi (Belgio); – la combinazione di prestazioni sociali e salari (Francia, Lussemburgo e Svezia). 37 Inoltre, per aiutare a migliorare la capacità dei diversi regimi di promuovere una mobilità verso l'alto e uscite durature dalla dipendenza, numerosi Stati membri (Danimarca, Paesi Bassi, Svezia) stanno elaborando indicatori che rendano possibile seguire la mobilità dei beneficiari per tutto il periodo in cui rimangono dipendenti da un regime e anche un po' di tempo dopo che si sono resi autonomi. Alcuni PAN/incl sottolineano che un posto di lavoro non necessariamente sottrae alla povertà: in alcuni casi ciò non avviene, a causa della scarsa produttività degli impieghi della "vecchia economia", in particolare nel settore agricolo (Portogallo, Grecia), in altri casi si segnalano nuove forme di precariato (Belgio, Italia, Francia). D'altra parte, anche un lavoro a scarsa retribuzione, se costituisce una seconda fonte di reddito per la famiglia, può contribuire a elevare il livello di vita e ad allontanare la povertà. Un certo numero di provvedimenti cerca di rendere più allettanti i posti di lavoro e di offrire una migliore protezione a chi ha un rapporto precario col mercato del lavoro: – introduzione di norme sul reddito minimo (Irlanda e Regno Unito) e interventi per far sì che le parti sociali rivolgano una particolare attenzione ai redditi minimi al momento di negoziare i contratti collettivi (Austria); – integrazione dei contributi sociali dei lavoratori a tempo parziale o interventi per garantire i diritti pensionistici ai genitori vittime di una perdita di redditi da lavoro regolare (Austria, Germania, Svezia); – istituzione di una protezione sociale per lavoratori atipici (Germania, Austria). INTEGRAZIONE DEI LAVORATORI ATIPICI NEL SISTEMA SOCIALE (AUSTRIA) Fino a poco tempo fa, le persone economicamente attive nell'area grigia fra il lavoro dipendente e il lavoro autonomo e le persone attive in determinate forme di lavoro autonomo, nonché quelle a bassa retribuzione (lavoratori a tempo parziale) non erano tenute a entrare in un regime di sicurezza sociale. Oggi tutte le persone economicamente attive devono essere inserite nella sicurezza sociale o ricevere l'opportunità di entrare in un regime a loro favorevole: alcune sono immatricolate come "lavoratori indipendenti" nei sistemi di sicurezza sociale dei lavoratori dipendenti, altre sono immatricolate come "nuovi lavoratori autonomi" nei sistemi di sicurezza sociale dei lavoratori autonomi. Inoltre, i datori di lavoro devono ora corrispondere i contributi per i lavoratori a tempo parziale (reddito mensile fino a 296 EUR) ai fini dell'assicurazione malattia e pensione; i lavoratori interessati possono anche affiliarsi a un sistema di contributi volontari (ad aliquota fissa) in questi settori. 3.1.2.2 Alloggio I PAN/incl di tutti gli Stati membri riconoscono l'importanza di avere alloggi dignitosi quale condizione fondamentale dell'integrazione sociale e della partecipazione alla società. Il mercato degli alloggi dei diversi Stati membri presenta enormi differenze, ma in generale funziona abbastanza bene. La maggior parte della popolazione dell'Unione Europea vive in alloggi dignitosi o di buona qualità, in affitto o di proprietà, e ha accesso a servizi funzionanti di acqua, elettricità e riscaldamento. Per quanto riguarda le fasce a basso reddito della popolazione però, il mercato dà risultati meno soddisfacenti nella maggior parte degli Stati membri, con una tendenza al peggioramento. La riduzione dell'offerta di alloggi a prezzo ragionevole nel segmento più 38 basso del mercato tende a relegare un numero crescente di famiglie prive del potere d'acquisto necessario alla periferia del mercato della casa. La qualità degli alloggi in tale segmento periferico è bassa e in discesa: spesso mancano le dotazioni fondamentali, mentre l'andamento dei prezzi e degli afflitti tende di solito alla crescita a causa della maggiore pressione della domanda. Fra le nuove sistemazioni precarie si segnalano l'affitto di stanze ammobiliate o posti letto in stanze sovraffollate, l'occupazione illegale di edifici, stazioni e altri luoghi pubblici e forme abitative irregolari quali roulotte, baracche, barche e garage. Data l'importanza delle spese per la casa nel bilancio familiare complessivo (in media il 25% nell'UE), il caro affitti ha effetti particolarmente duri sui redditi residui delle famiglie a basso reddito, il che spesso le ricaccia molto al di sotto della soglia di povertà. Il ricorso a indicatori capaci di segnalare la quota dell'affitto netto rispetto al reddito disponibile e il reddito disponibile al netto della spesa complessiva per la casa, secondo la proposta olandese, sarebbe una novità positiva. Le iniziative segnalate dagli Stati membri nei rispettivi PAN/incl sono volte essenzialmente a superare le deficienze dei mercati nazionali degli alloggi, al fine di garantire alle fasce a basso reddito della popolazione un accesso ad alloggi decorosi ed economicamente sostenibili. La maggior parte degli sforzi può essere raggruppata all'insegna di tre approcci fondamentali: – aumentare la offerta di alloggi e sistemazioni economicamente sostenibili: misure per integrare e stimolare l'offerta di alloggi a basso costo e per rinnovare i vani fatiscenti, comprese misure rivolte alle aree e ai quartieri svantaggiati; – garantire la qualità e un buon rapporto costi-benefici per il segmento inferiore del mercato della casa: misure per controllare e regolare meglio il mercato, in particolare laddove esso tenda a comportamenti di sfruttamento ed esclusione; – migliorare l'accesso e proteggere i consumatori più deboli: misure per rafforzare la posizione dei consumatori particolarmente vulnerabili, ad esempio di quelli a basso reddito, sul mercato della casa. Aumentare l'offerta di alloggi e sistemazioni economicamente sostenibili Tutti i PAN/incl riferiscono di debolezze e deficienze nell'offerta commerciale di alloggi di qualità decorosa ed economicamente sostenibili per le famiglie a basso reddito. In Irlanda, Svezia, Finlandia, Portogallo e in parte in Belgio, l'accesso è particolarmente ristretto a causa di fattori strutturali. Gli Stati membri ricorrono a una vasta gamma di misure per stimolare e incrementare l'offerta di alloggi decorosi e a basso costo, ad esempio: nella maggioranza degli Stati membri, la concessione di sussidi nel settore dell'edilizia popolare sia per la costruzione sia direttamente agli individui; investimenti per rinnovare e ampliare la disponibilità di vani nelle aree urbane svantaggiate (Danimarca, Finlandia, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito) e rurali (Portogallo e Spagna); incentivi allo sviluppo di abitazioni speciali, come appartamenti piccoli e a portata di tasca per i giovani (Lussemburgo, Spagna), sistemazioni per i Traveller (Irlanda), alloggi su misura delle persone con disabilità (Austria, Danimarca, Germania e Regno Unito), nonché alloggi per gli anziani (Danimarca e Regno Unito); assegnazione di terreni per l'edilizia popolare (Francia e Portogallo); incentivi fiscali e di altro tipo alle ristrutturazioni delle abitazioni più vecchie (Belgio, Germania, Finlandia, Francia, Portogallo e Regno Unito); tassazione e confisca degli alloggi tenuti vuoti (Belgio e Francia). 39 Garantire la qualità e un buon rapporto costi-benefici per il segmento inferiore del mercato della casa La maggioranza degli Stati membri riconosce la necessità di misure atte a proteggere i consumatori più deboli sul mercato della casa e a tutelarne i diritti contro gli abusi e lo sfruttamento possibili sul mercato commerciale degli alloggi. Dai PAN/incl emergono in particolare quattro tipi di provvedimenti: – demolizione di case e insediamenti non dignitosi (catapecchie, baraccopoli) e parallela risistemazione degli abitanti in alloggi di migliore qualità (Belgio, Spagna e Portogallo); – migliore protezione dei diritti dei proprietari e degli inquilini a basso reddito tramite una migliore regolamentazione e informazione (Belgio, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo e Svezia); – regolamentazione, sorveglianza e controllo degli standard abitativi (Belgio e Francia); – sorveglianza e controllo del rapporto tra affitti e standard (minimi) abitativi (Belgio, Francia e Paesi Bassi). ACCESSO ALL'EDILIZIA POPOLARE PER LE PERSONE CHE VIVONO IN BARACCHE (PORTOGALLO) Il miglioramento della situazione della casa è un tema prioritario del PAN/incl portoghese. La maggior parte delle persone vulnerabili in questo settore è rappresentata da circa 80 000 individui che vivono in più di 40 000 baracche nelle aree urbane e suburbane. Dal 1993, il governo porta avanti un ambizioso programma di abbattimento delle baracche e risistemazione degli abitanti in alloggi sociali. Il programma ha rialloggiato circa 900 famiglie all'anno dal suo inizio fino al 1998, e il numero delle famiglie è aumentato a circa 7500 all'anno a partire dal 1999, in seguito alla conclusione di appositi protocolli con 170 municipi. Questo ritmo sarà mantenuto per garantire a tutti gli abitanti delle baracche l'accesso ad alloggi sociali entro il 2005. Migliorare l'accesso e proteggere i consumatori più deboli Gli Stati membri stanno sviluppando un'ampia gamma di misure per risolvere il problema della crescente precarietà nella fascia più bassa dei rispettivi mercati degli alloggi: – sforzi volti a una migliore mappatura e comprensione del "disagio abitativo" (Finlandia, Francia e Paesi Bassi); – agenzie pubbliche, senza fini di lucro o cooperative che propongono informazioni e servizi di intermediazione per i consumatori più deboli sul mercato degli alloggi (Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Lussemburgo, Spagna e Svezia); – sussidi agli affitti e/o sgravi fiscali per le fasce a basso reddito (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e Svezia); – assistenza abitativa per i giovani (Danimarca, Francia, Lussemburgo, Portogallo Spagna); 40 – miglioramento dell'accesso a crediti e garanzie bancarie (Lussemburgo). Molti Stati membri forniscono protezione alle categorie particolarmente vulnerabili, sotto forma di rifugi per le donne e i bambini vittime di violenza domestica (Francia, Germania e Spagna), alloggi speciali per le persone senza fissa dimora (Danimarca, Lussemburgo, Grecia, Spagna e Svezia), divieto del taglio di allacciamenti ai servizi (Francia), ristrutturazione delle sistemazioni dei lavoratori immigrati (Francia), sistemi di aiuto comprendenti alloggio, assistenza e servizi (Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito), aiuti per la casa alle madri sole (Grecia). PROMUOVERE IL DIRITTO ALLA CASA PER I GIOVANI – LOCA-PASS (FRANCIA) Obiettivo di LOCA-PASS è quello di aiutare tutti i giovani al di sotto dei 30 anni e occupati o in cerca di occupazione nel settore privato a trovare un alloggio privato o pubblico in affitto. LOCAPASS è gestito e finanziato da enti pubblici, che raccolgono contributi di solidarietà abitativa pari all'1% dai datori di lavoro. Tali enti lavorano in collaborazione con la Union économique et sociale du logement e rappresentanti della società civile. LOCA-PASS fornisce una garanzia e un anticipo ai futuri inquilini (giovani), in modo da aiutarli a soddisfare le condizioni del contratto d'affitto. La garanzia copre fino a 18 mesi di affitto, spese incluse. L'anticipo è erogato gratuitamente e può essere pagato direttamente all'inquilino o al proprietario. La concessione di una garanzia LOCA-PASS e/o di un anticipo è automatica quando il richiedente corrisponde al profilo previsto. Il richiedente presenta domanda all'ufficio pubblico competente più vicino al proprio luogo di residenza. In mancanza di risposta entro gli 8 giorni, l'assistenza si intende assegnata. 3.1.2.3 Assistenza sanitaria Dai PAN/incl emergono tre strategie generali volte a riconoscere a tutti un migliore accesso all'assistenza sanitaria: - sviluppare la prevenzione delle malattie e promuovere l'educazione alla salute; - migliorare adeguatezza, accessibilità e abbordabilità del sistema generale; - lanciare iniziative rivolte agli svantaggi specifici. Queste tre strategie sono combinate in modi diversi nei PAN/incl, a seconda delle situazioni e delle priorità nazionali. Sviluppare la prevenzione delle malattie e promuovere l'educazione alla salute Le misure preventive ed educative non sono necessariamente rivolte ai più deboli, ma possono essere particolarmente efficaci nel garantire un uguale accesso all'assistenza sanitaria quando raggiungono direttamente alcune categorie a rischio. Esse inoltre svolgono un importantissimo ruolo redistributivo nella misura in cui aiutano a superare gli ostacoli finanziari e culturali. Lo sviluppo della prevenzione e dell'educazione è pertanto considerata una priorità per risolvere i fattori sanitari che determinano le condizioni socioeconomiche. Tre tipi di politiche sono menzionati con particolare frequenza nei PAN/incl: – assistenza a madri e figli con regolari screening sanitari, comprese le vaccinazioni; – prevenzione nelle scuole, comprese consultazioni regolari gratuite e formazione alla salute nell'ambito del normale programma di studi ; 41 – prevenzione sul lavoro in ossequio alla legislazione in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro o, per i disoccupati, screening regolari e gratuiti della salute offerti dai servizi sociali e sanitari. Si registrano approcci innovativi in Finlandia (formazione sanitaria nelle scuole) e Austria (screening annuale della salute). Migliorare adeguatezza, accessibilità e abbordabilità del sistema generale Per coloro che già presentano problemi di salute o sono più a rischio vi è una cruciale necessità di rafforzare la copertura e l'efficacia dei servizi rivolti alla popolazione in generale e di aumentare il ricorso a tali servizi da parte dei cittadini, garantendone l'universalità. Per promuovere l'abbordabilità occorre che tutti i servizi indispensabili siano accessibili gratuitamente alle categorie a reddito più basso, e che tali servizi siano comunque forniti a prezzi sostenibili anche per chi non appartiene a tale gruppo. Si può arrivare a questo risultato attraverso diversi strumenti risultanti in esenzioni dai contributi a seconda del reddito. Qualora risulti necessaria una partecipazione ai costi di base, alcuni Stati membri adottano politiche che limitano le spese individuali o familiari per la salute a un certo massimale ("bolletta sanitaria" massima annua). Anche se l'obiettivo dell'abbordabilità e condiviso da tutti gli Stati membri, il grado di copertura e qualità dell'assistenza fornita nel quadro dei diversi sistemi può variare notevolmente da un paese all'altro. In considerazione dei rispettivi contesti nazionali, sono stati introdotti approcci innovativi in Francia (copertura sanitaria universale) e Belgio (bolletta sanitaria massima). L'ATTUAZIONE DELLA COPERTURA SANITARIA UNIVERSALE (FRANCIA) Il sistema di copertura sanitaria universale è stato varato il 1° gennaio del 2000 in sostituzione dei sistemi di assistenza sociale precedenti, al fine di consentire a tutti di entrare nel sistema di sicurezza sociale e, per i più poveri, di beneficiare di una completa copertura dei costi. In particolare, il nuovo sistema intende fornire a un vasto numero di persone che altrimenti non potrebbero permetterselo un accesso a diversi servizi precedentemente coperti soltanto dalle assicurazioni sanitarie complementari: sono ora inclusi più di 5 milioni di individui. Anche se ciò è generalmente considerato un passo avanti, questioni quali il livello di proporzionalità al reddito e il pacchetto dei servizi a cui hanno diritto i beneficiari sono ancora oggetto di discussioni, con possibili futuri adattamenti a seguito di una valutazione di prossimo svolgimento. Oltre agli ostacoli finanziari, l'accesso ai servizi sanitari può essere intralciato da barriere di natura amministrativa, istituzionale, geografica e/o culturale. Ne consegue la necessità di facilitare l'accesso degli utenti, in particolare di quelli con più difficoltà, a servizi adeguati. Dai PAN/incl emergono in particolare tre prospettive al riguardo: – politiche generali volte a ottenere una distribuzione geografica più equilibrata dei servizi sanitari; – iniziative locali o regionali per un migliore coordinamento fra i servizi sociali e sanitari; – riconoscimento a livello nazionale di una Carta dei diritti degli utenti, che comprenda la necessità di ridurre le liste di attesa. In proposito si possono rilevare approcci innovativi in Svezia (politica e finanziamenti per la riduzione delle liste di attesa) e Danimarca (finanziamento di progetti innovativi per promuovere un maggiore coordinamento fra i servizi sanitari e sociali). 42 Oltre all'abbordabilità e all'accessibilità, il sistema generale dev'essere reso più adeguato a corrispondere alle necessità delle categorie più deboli. In particolare, i servizi devono risultare più reattivi ai casi di emergenza e comprendere servizi di emergenza presso gli ospedali, disponibilità di ricovero diurno per alcune categorie bisognose e di servizi capillari, possibilmente connessi con una linea telefonica gratuita, tali da coordinare gli operatori competenti. Un approccio innovativo riguardo a questo problema si segnala in Portogallo (istituzione di una linea telefonica nazionale di emergenza gratuita in collaborazione coi servizi sociali locali). Lanciare iniziative rivolte alle categorie con svantaggi specifici L'adeguatezza del sistema generale è un fattore ancora più importante per alcune categorie affette da svantaggi specifici. Alcune di queste categorie sono elencate nei PAN/incl: gli anziani; gli immigrati e le minoranze etniche; le persone con disabilità fisica o mentale; le persone senza fissa dimora; gli alcolisti; i tossicodipendenti; i sieropositivi; le persone con precedenti penali e le prostitute. Ciascuno di questi gruppi necessita di politiche e servizi su misura dei propri bisogni. In alcuni paesi, soprattutto quelli nei quali i sistemi di protezione sociale onnicomprensivi sono stati istituiti più recentemente, gli anziani possono essere soggetti a emarginazione sociale a causa di prestazioni pensionistiche inadeguate. Nella maggior parte dei paesi però la preoccupazione maggiore riguarda il modo di affrontare un numero crescente di situazioni di dipendenza, tenuto conto dei limiti in particolare dei servizi di assistenza pubblici e del calo nel ruolo di sostegno svolto dalle famiglie. Per risolvere questi problemi, nei diversi paesi dell'Unione si sono previsti diversi strumenti d'intervento, dalla costituzione di servizi di assistenza di lunga durata fino alla creazione di sistemi di assicurazione per l'assistenza di lunga durata. Altrettanto importante per le persone colpite da povertà ed emarginazione sociale è il tema della salute mentale, sollevato dalla maggioranza dei PAN/incl. Gli Stati membri sono d'accordo sulla necessità di affrontare i problemi connessi mediante diversi tipi di misure, basati in particolare su una cooperazione locale e regionale maggiore, su una migliore disponibilità di servizi di ricovero d'emergenza e capillari e su una formazione specifica degli addetti ai servizi sociali e sanitari. In considerazione dei rispettivi contesti nazionali, si sono introdotti approcci innovativi riguardanti certe categorie destinatarie in Grecia e Germania (disposizione speciale per facilitare l'accesso all'assistenza sanitaria per le persone immigrate). ASSISTENZA MEDICA PER GLI IMMIGRATI (BASSA SASSONIA - GERMANIA) Obiettivo del Centro etno-medico (Ethno-Medizinisches Zentrum – EMZ) è quello di fornire servizi sanitari e consulenza su misura delle necessità degli immigrati, rimuovendo gli ostacoli linguistici e culturali alla comunicazione e in tal modo facilitando il compito di procedere a diagnosi accurate, in particolare per quanto riguarda malattie e disturbi mentali o psicosomatici. Elementi fondamentali di questo lavoro sono: interpretariato per i servizi sociali e sanitari; aggiornamento professionale degli operatori, formazione, seminari e conferenze; una rete cooperativa di consulenza per specialisti ed esperti; iniziative di sensibilizzazione nelle lingue etniche riguardanti l'assistenza sanitaria preventiva; opuscoli, trasmissioni e altra documentazione nelle lingue etniche; progetti di promozione della salute (AIDS, droghe, profilassi orale, ginecologia ecc.); gruppi di lavoro, gruppi di auto-aiuto, reclutamento di volontari; produzione di manuali e pubblicazioni specialistici. 43 3.1.2.4 Istruzione, giustizia e cultura Istruzione La maggior parte degli Stati membri vede nell'accesso all'istruzione un diritto fondamentale e lo considera un mezzo di primaria importanza per prevenire i rischi della povertà e dell'emarginazione sociale e allo stesso tempo un modo per sostenere l'integrazione delle categorie più deboli. Si registra una crescente consapevolezza dell'importanza di fornire un accesso all'istruzione per tutti cittadini in tutte le fasi della vita, se si vuole che i cittadini siano in possesso delle qualifiche e competenze necessarie per partecipare pienamente a una società sempre più basata sulla conoscenza. Per questo motivo, nella maggior parte dei PAN/incl si trova un impegno a migliorare l'accesso all'istruzione e a sviluppare ambienti di apprendimento aperti in cui lo studio sia reso attraente e con criteri d'ammissione bassi o del tutto assenti. La maggior parte dei PAN/incl si occupa anche dell'equità dei frutti dati da istruzione e formazione: essi pertanto introducono misure volte alla parità di condizioni, combattendo svantaggi od ostacoli specifici in materia di partecipazione all'istruzione, e cercando di compensare coloro che sono rimasti indietro nell'istruzione sviluppando percorsi educativi e formativi su misura delle esigenze. Dai PAN/incl risulta anche una diffusa consapevolezza del fatto che alcune persone soggette a un rischio particolarmente alto di povertà ed emarginazione sociale si trovano in tale stato perché la mancanza di competenze e qualifiche è particolarmente diffusa nelle comunità o zone in cui tali persone vivono: si tratta ad esempio di immigrati e minoranze etniche, in particolare figli di zingari, nomadi e Traveller, di bambini che vivono e vanno a scuola in aree caratterizzate da un cumulo di svantaggi e di genitori soli. Le necessità educative e formative delle persone con disabilità e quelle dei lavoratori anziani disoccupati, molti dei quali hanno lasciato la scuola in tenera età con qualifiche minime o inesistenti, sono trattate anche nel contesto dell'istruzione degli adulti e dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita. Le attività volte a migliorare le competenze e le qualifiche di tali categorie recano le migliori prospettive di neutralizzare e superare la stratificazione sociale ed etnoculturale. Si sta formando una comune consapevolezza del fatto che per interventi efficaci miranti a risolvere i diversi aspetti dello svantaggio educativo si intende qualcosa di più delle semplici risposte educative: è necessaria un'azione integrata e coordinata portata avanti da una serie di soggetti, dal momento che lo svantaggio educativo può essere influenzato negativamente da un debole sostegno familiare o della comunità, da problemi di salute, bassi redditi, condizioni abitative e ambientali negative, dieta inadeguata, mancanza di accesso ai trasporti. Il programma britannico Sure Start (cfr. riquadro) è un buon esempio di un simile approccio. Si possono individuare quattro impostazioni strategiche che sembrano aprire strade particolarmente promettenti: intervento precoce per impedire lo svantaggio educativo23, rimozione delle barriere alla partecipazione delle categorie più deboli, elaborazione di risposte integrate al problema dell'abbandono scolastico e promozione dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e dell'alfabetizzazione degli adulti. Rimozione delle barriere alla partecipazione al sistema generale per le categorie più deboli Diversi PAN/incl, in particolare quello belga, greco, irlandese, olandese e francese, 23 Questo approccio è trattato in dettaglio alla sezione 3.3.2. (eliminare l'emarginazione sociale fra i bambini). 44 riconoscono che alcuni bambini e le loro famiglie incontrano particolari problemi nel partecipare al sistema educativo generale, per cui sono elencati diversi approcci interessanti volti a migliorarne l'accesso all'istruzione. Tra questi: – rimozione delle barriere finanziarie alla partecipazione (Belgio, Paesi Bassi, Francia e Regno Unito); – creazione di mense gratuite e miglioramento dei trasporti o assegnazione di sistemazioni ai bambini provenienti da zone geograficamente lontane (Grecia), lotta contro le barriere linguistiche e culturali incontrate da minoranze etniche e immigrati (Danimarca, Lussemburgo, Svezia, Germania), sistemi di tutoring e istruzione supplementare per i bambini provenienti da tali comunità (Regno Unito); – integrazione dei bambini con disabilità nel sistema educativo generale (Austria, Germania, Paesi Bassi, Lussemburgo, Spagna, Italia e Grecia). LA GARANZIA DI UN UGUALE ACCESSO ALL'ISTRUZIONE (GRECIA) In Grecia esistono diversi provvedimenti per la rimozione delle barriere a un uguale accesso all'istruzione, attivati sulla base di criteri socioeconomici a favore di studenti o allievi delle scuole inferiori, ad esempio: mense studentesche gratuite (11 centri, 5 312 allievi con mezzi limitati); sistemazioni (4 240 beneficiari – 331 allievi, in particolare provenienti dalle regioni montuose e remote, ospitati in collegi affinché possano frequentare la scuola più vicina); trasporto. Tutti i discenti che vivono lontano dalle rispettive scuole sono trasportati gratuitamente da casa a scuola a spese del Comune. È garantito il funzionamento di scuole all'interno degli ospedali, nonché l'insegnamento a domicilio. La "Scuola di transizione per gli adolescenti" della rete di servizi Strophe educa gli adolescenti sottoposti a una fase di disintossicazione. Esistono meccanismi speciali per l'ammissione dei candidati di categorie specifiche all'istruzione superiore. – Greci all'estero, stranieri, minoranza musulmana della Tracia, persone affette da malattie gravi. Trasferimento degli studenti di categorie specifiche. Sistemi per le categorie specifiche presso i centri di istruzione professionale. Es. cittadini greci rimpatriati, libera frequenza per ex tossicodipendenti, ecc. Borse di studio – assegnante dall'Istituto statale delle borse di studio, dal Segretariato generale della gioventù ecc. Infine, per i lavoratori che studiano, esistono licei e scuole professionali serali. INTEGRAZIONE DEI FIGLI DEGLI IMMIGRATI NEL SISTEMA EDUCATIVO GENERALE (LUSSEMBURGO) Circa il 36% delle persone residenti in Lussemburgo è composto da immigrati, il 13% dei quali di origine portoghese, il 9% italiana e francese. Il sistema di istruzione obbligatoria è in gran parte in lingua tedesca, il che rende più difficile per i figli degli immigrati inserirvisi, con conseguente impedimento per l'integrazione culturale e sociale nella società. I bambini alloglotti corrispondono al 13% degli studenti nell'istruzione secondaria. Per garantire ai bambini alloglotti la parità di condizioni nel sistema educativo, il Lussemburgo ha deciso di organizzare "classi di accoglienza" in lingua francese nelle scuole materne e negli asili nido. Questo primo benvenuto è un modo di favorire l'integrazione nella società lussemburghese e, progressivamente, attrezzare meglio i bambini alloglotti ad affrontare e superare le difficoltà educative che probabilmente incontreranno a causa della propria conoscenza più debole del tedesco e della lingua nazionale lussemburghese. Elaborare risposte integrate al problema dell'abbandono scolastico - La maggior parte degli Stati membri è vivamente preoccupata dal problema dell'abbandono scolastico. In pratica il problema può essere ripartito in tre gruppi che si sovrappongono. Vi sono innanzitutto coloro che, ancora in età scolastica, frequentano la scuola, ma hanno problemi comportamentali, di 45 assenteismo e voti insoddisfacenti. In secondo luogo vi sono coloro che, nonostante siano ancora in età scolastica, hanno abbandonato la scuola. Da ultimo vi sono coloro che sono usciti anzitempo formalmente dal sistema educativo con qualifiche minime o assenti e che si trovano ad affrontare problemi nel passaggio dalla scuola al lavoro (cfr. sezione 3.1.1). Sono descritte numerose risposte per i primi due gruppi che mirano ad impedire l'abbandono scolastico e ad affrontare il problema dell'abbandono quando si pone, nonché a promuovere la reintegrazione nel sistema scolastico. Le iniziative comprendono sia iniziative incentrate sul mondo della scuola che sviluppi nel settore dell'educazione non formale, ad esempio: – si pone maggiormente l'accento nel curriculum sulla vita e le abilità sociali; – si formano gli insegnanti ad affrontare i problemi relativi alla povertà e all'emarginazione sociale, nonché in materia di educazione interculturale e lo sviluppo di metodi di insegnamento più innovativi; – si assegnano risorse aggiuntive alle scuole delle aree svantaggiate o ad alto numero di alunni svantaggiati; – si istituiscono migliori servizi per il benessere dello studente e di psicologia scolastica; – si provvede maggiormente alle esigenze particolari e all'alfabetizzazione; – si creano ambienti scolastici più sicuri, iniziative di doposcuola, programmi di vacanze; – si pone maggiormente l'accento sulla facilitazione del passaggio dalla scuola primaria a quella secondaria inferiore e da questa alla secondaria superiore, riducendo l'esclusione scolastica, combattendo l'assenteismo e seguendo meglio gli abbandoni e gli alunni a rischio di abbandono; – si tenta di collegare meglio casa, scuola e comunità. Un punto fondamentale che emerge da queste diverse iniziative è la necessità di mobilitare una serie di soggetti a livello locale sia nell'ambito del settore educativo formale che di quello informale: si tratta di genitori, servizi sociali, servizi di polizia e libertà vigilata, datori di lavoro, sindacati e gruppi all'interno della comunità se si desidera rispondere ai problemi dei giovani più estranei al sistema scolastico. Le scuole dovranno collaborare più da vicino con tali altri attori e concentrarsi di più sull'offerta di nuove possibilità su misura e tenere conto delle cause alla radice dell'abbandono scolastico di una persona. Occorrono migliori percorsi fra l'apprendimento formale, non formale e informale, nonché nuovi modi di riconoscere e valutare tutte le competenze. Dall'Italia e dalla Germania vengono interessanti progetti pilota che fanno uso di un nuovo approccio. I GIOVANI E L'ABBANDONO SCOLASTICO (RENANIA SETTENTRIONALE-VESTFALIA, GERMANIA) Esistono numerosi approcci differenti per aiutare questa categoria, ad esempio misure di sostegno per coloro che si sono stancati del sistema scolastico o lo hanno lasciato precocemente, nonché provvedimenti di reintegrazione per coloro che "rifiutano" un'istruzione. Uno degli esempi di maggior successo di una riduzione dell'assenteismo è il "modello Rath" di Düsseldorf. Lanciato per la prima volta nella circoscrizione di Rath, il modello nel frattempo è diventato sinonimo di misure di reintegrazione nella scuola per chi l'aveva abbandonata. Si tratta di un'iniziativa innovativa portata avanti in cooperazione fra le autorità municipali, i centri 46 per la formazione professionale, le organizzazioni di volontariato e i locali enti per l'istruzione, le scuole medie, le scuole che forniscono "sostegno educativo" e quelle per bambini con difficoltà dell'apprendimento. Attualmente, sono coinvolti nel progetto 27 giovani che si erano stancati della scuola o la rifiutavano del tutto. L'obiettivo è quello di un comune denominatore fra il lavoro di aiuto ai giovani fatto nelle scuole, il personale di sostegno negli istituti e le misure di affiancamento generali nel settore dell'istruzione. Il valore del progetto sta nel fatto di offrire consulenza e assistenza ai giovani che hanno abbandonato la scuola e ai bambini in diverse circostanze difficili. La collaborazione fra scuole e organizzazioni di aiuto ai giovani è considerata particolarmente utile. REINSERIMENTO DEI GIOVANI CHE HANNO ABBANDONATO LA SCUOLA E SI TROVANO IN SITUAZIONI DI EMARGINAZIONE (ITALIA) In Italia sono state adottate varie iniziative per recuperare e assistere i giovani che hanno abbandonato la scuola: - il Comune di Napoli ha lanciato il progetto "Chance" in un quartiere molto degradato. Il progetto, ripetuto con successo in varie città italiane, ha l'obiettivo di recuperare e assistere i giovani di età compresa fra i 13 e i 15 anni ritiratisi completamente dall'istruzione obbligatoria normale. Il suo carattere innovativo è dato dal fatto che non riporta semplicemente i giovani a scuola, ma organizza "insegnanti di strada" che si rivolgono ai giovani e offrono loro assistenza e attività su misura dei loro bisogni individuali. In ultima analisi la maggior parte dei giovani è reinserita nel sistema scolastico; - nel Nord del paese è stata avviata l'iniziativa "Creatività dei giovani", a favore di circa 900 giovani emarginati (con precedenti penali, tossicodipendenti, disoccupati, con disabilità, ragazzi che hanno lasciato la scuola prematuramente ecc.). Sono stati istituiti centri d'interazione sociale per questi giovani in 27 città, sostenuti da un consorzio pubblico-privato e gestiti dai giovani stessi che, formati a costituire cooperative, fanno ricorso alle proprie capacità e abilità creative. L'esperienza ha dato come frutti 12 cooperative in grado di mantenersi da sole e che hanno cominciato a lavorare insieme. Circa il 60% dei giovani ha così trovato lavoro. Promozione dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e dell'alfabetizzazione degli adulti - La crescente importanza dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita per quanto riguarda l'elevazione delle competenze basilari della popolazione e la garanzia di una partecipazione ininterrotta alla società è sottolineata da diversi PAN/incl, in particolare nel contesto dei rapidi sviluppi di cui sono protagoniste le TIC (cfr. sezione 3.2.1 Promuovere l'eInclusion). Esiste tutta una serie di approcci generali volti ad aumentare il livello complessivo di partecipazione all'istruzione degli adulti nel futuro. Colpisce in particolare la crescente sottolineatura degli approcci territoriali volti a coordinare meglio le attività a livello locale e ad avvicinare la scuola alla casa, in modo da raggiungere meglio le categorie destinatarie e di tagliare su loro misura le opportunità di apprendimento. Il Kenniswijk olandese e il Territorios Educativos de Intervenção Prioritaria sono esempi interessanti in proposito. Diversi Stati membri, ad esempio Belgio, Paesi Bassi, Finlandia, Svezia e Irlanda, hanno sviluppato approcci più mirati, in particolare rivolti alle categorie più deboli. Si tratta di iniziative come quella danese volta a consentire ai disoccupati di accedere agli istituti educativi generali. Numerosi PAN/incl si occupano anche del problema degli (ex) detenuti e sempre più avviano progetti di istruzione o formazione nei periodi di detenzione e/o successivamente, per agevolare il reinserimento dei detenuti nella società. Il PAN/incl irlandese dà un esempio di buona pratica al riguardo: il Moyross Probation Project Céim ar Céim. 47 Per le categorie più deboli, migliorare le competenze di base significa anzitutto migliorare l'alfabetizzazione e la capacità di calcolo aritmetico. Molti PAN/incl, ad esempio quelli di Paesi Bassi, Danimarca, Belgio, Finlandia, Francia, Irlanda e Portogallo, riconoscono che le minoranze etniche, i richiedenti asilo e gli immigrati non si integreranno mai sufficientemente nella società a meno che non siano colmate le lacune linguistiche attraverso un opportuno insegnamento. L'Irlanda tratta specificamente del problema dell'analfabetismo e ha sensibilmente aumentato il bilancio per l'alfabetizzazione degli adulti. Alcuni PAN/incl sottolineano che una parte dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita è la necessità di informazione ed istruzione permanenti per coloro che s'impegnano nella lotta contro la povertà. Ad esempio, la Danimarca propone iniziative di formazione e istruzione specifica per gli addetti all'assistenza. L'Irlanda sottolinea che il personale delle autorità locali deve capire la natura della povertà e le risposte da opporvi se si vogliono sviluppare meglio le iniziative locali contro la povertà, per cui sta costituendo un'apposita rete delle autorità locali per l'apprendimento contro la povertà. L'INIZIATIVA PER L'ISTRUZIONE DEGLI ADULTI (SVEZIA) Dal 1997 in Svezia è in corso un'iniziativa nel quadro dell'istruzione degli adulti, il cui obiettivo generale è quello di ridurre la disoccupazione, sviluppare l'istruzione degli adulti, ridurre le lacune educative e migliorare le prospettive di crescita economica. Nel corso del 2000, circa 223 000 persone hanno ricevuto l'opportunità di rafforzare le proprie qualifiche e la propria posizione sul mercato del lavoro grazie all'iniziativa per l'istruzione degli adulti. La percentuale di uomini che ha partecipato all'istruzione secondaria superiore per adulti è cresciuta, fra l'autunno del 1999 e la primavera del 2000, dell'1,4%, superando la quota del 33%. I risultati dell'iniziativa indicano che un terzo degli studenti ha aumentato il proprio livello educativo in misura corrispondente a un anno di studio presso un istituto secondario superiore nel corso dell'anno scolastico 1997/98. Secondo le valutazioni, tre quarti dei partecipanti all'iniziativa hanno trovato un posto di lavoro o proseguito gli studi. Le statistiche presentate dalla Svezia nel 2000 indicano che l'istruzione comunale degli adulti può avere effetti positivi sia per i redditi che per l'occupazione. Giustizia Per quanto ciò possa apparire sorprendente alla luce dell'enfasi posta sui diritti dagli obiettivi di Nizza, la questione dell'accesso a legge e giustizia figura soltanto in un ridotto numero di PAN/incl (Germania, Italia, Francia e Paesi Bassi). Tuttavia se ne parla implicitamente anche in diversi altri piani, ad esempio quelli del Belgio, della Finlandia, della Grecia e dell'Irlanda, nel contesto delle misure di parità e non discriminazione. Oltre all'assenza di obiettivi chiari, si registra una generale mancanza di informazioni e dati in riferimento all'accesso alla giustizia per le persone che sono vittime di povertà ed emarginazione sociale. L'accesso a legge e giustizia è un diritto fondamentale: laddove ciò risulti necessario, i cittadini devono essere in grado di ottenere l'assistenza legale di esperti necessaria perché possano fare uso dei propri diritti. La legge è dunque un istituto di primo piano per l'esercizio dei diritti fondamentali delle persone. Per alcune categorie vulnerabili, l'accesso alla legge può essere particolarmente importante, ma anche difficile. I gruppi individuati in questo senso dai PAN/incl sono: minoranze etniche, immigrati, richiedenti asilo, vittime di violenza domestica, persone con precedenti penali, prostitute e le persone a basso reddito che occupano alloggi in affitto. Dai PAN/incl risultano due approcci fondamentali volti a rafforzare l'accesso alla giustizia: i. migliorare l'accesso ai servizi giuridici e alla giustizia: questo approccio comprende provvedimenti quali l'assistenza giuridica sovvenzionata, centri locali di consulenza giuridica 48 per le persone a basso reddito, centri di consulenza specialistica per i richiedenti asilo, istituzione di un'ampia rete di comitati regionali per l'accesso alla giustizia, elaborazione di strumenti alternativi, più veloci e accessibili, per la risoluzione delle controversie e l'accesso alla giustizia, ad esempio tramite progetti di separazione e risoluzione dei conflitti e tribunali per le cause di modesta entità; ii. elaborare leggi e meccanismi per promuovere la parità e contrastare le discriminazioni: alcuni Stati membri (Paesi Bassi, Finlandia, Svezia, Belgio, Irlanda e Grecia) stabiliscono un chiaro nesso fra la parità e le misure di non discriminazione, e riconoscono che le pari opportunità e norme giuridiche per combattere la discriminazione sono ora una parte essenziale della politica sociale dell'UE, nonché un mezzo fondamentale per aumentare l'integrazione sociale. L'istituzione di nuovi meccanismi e procedure per consentire ai cittadini di far valere i propri diritti è un elemento fondamentale di questa evoluzione. PROMOZIONE DELLA PARITÀ E LOTTA ALLA DISCRIMINAZIONE TRAMITE LA LEGGE (IRLANDA) L'Irlanda sta promuovendo politiche sulla parità di trattamento tramite una serie di misure, fra le quali due leggi, The Employment Equality Act, 1998 e The Equal Status Act 2000, relative a motivi di discriminazione quali il sesso, lo stato civile, la situazione familiare, l'orientamento sessuale, l'età, la disabilità, la religione, la razza e l'appartenenza alla comunità nomade dei Traveller. Sono stati istituiti due uffici per il monitoraggio di questa legge: la Equality Authority ("Autorità per la parità") e l'Office of the Director of Equality Investigations ("Ufficio della direzione delle indagini in materia di parità"). L'Autorità per la parità sta lavorando a tre obiettivi: promuovere e difendere i diritti stabiliti dalla legislazione sulla parità, sostenere lo sviluppo di una capacità di realizzare la parità sul posto di lavoro e nelle forniture di beni, strutture, servizi, istruzione e sistemazioni e contribuire a una messa a fuoco delle considerazioni relative alla parità nei settori pubblico e privato, nonché nella società in generale. L'Ufficio della direzione delle indagini in materia di parità costituisce parte integrante dell'infrastruttura per la parità istituita al fine di promuovere l'uguaglianza e limitare le discriminazioni. L'Ufficio contribuisce a ottenere la parità effettuando opera di indagine o mediazione in risposta alle segnalazioni di discriminazioni contrarie all'Employment Equality Act del 1998 e all'Equal Status Act del 2000. La realizzabilità di un "controllo della parità", vale a dire di una procedura con la quale le politiche sono controllate in relazione a possibili effetti negativi sulle categorie protette dalla legislazione sulla parità, è all'analisi del FÁS e del Dipartimento dell'istruzione e della scienza. Cultura L'accesso e la partecipazione all'attività culturale è parte essenziale dell'esistenza umana: si tratta di un elemento importante per favorire un senso positivo di identità e incoraggiare e stimolare la creatività, la libera espressione e l'autostima. Partecipare a un'attività artistica e creativa è dunque un modo molto importante di attivarsi e reintegrarsi per gli individui e i gruppi più distanti dal mercato del lavoro e caratterizzati dai livelli più bassi di partecipazione alla società. Anche i progetti artistici comunitari possono svolgere un ruolo importante nel recupero delle comunità locali e nel lavoro dei gruppi attivi sul territorio. In generale, i PAN/incl non presentano piani coerenti per favorire la partecipazione alle attività culturali da parte di coloro che sono esclusi dalla creazione di cultura, ma alcuni Stati membri elencano azioni interessanti: il programma triennale di integrazione della Danimarca destinato ai nuovi immigrati e ai rifugiati sottolinea le opportunità di partecipare alla vita culturale, economica, sociale e politica della società. La Francia evidenzia l'accesso delle categorie più svantaggiate a Espaces Culture et Multimédias; il Portogallo si concentra 49 sull'aumento dell'accesso alla cultura per le categorie svantaggiate e sull'importanza di un maggiore decentramento delle attività a tal fine, mentre l'Irlanda segnala un programma e una relazione che esamina come l'arte possa essere utilizzata per l'integrazione sociale dei disoccupati di lunga durata: Community Arts for Everyone, ma non sviluppa ulteriormente l'importante relazione su povertà, accesso e partecipazione all'arte ai fini di una strategia complessiva coerente. Il PAN del Belgio presenta informazioni statistiche chiare sulle carenze culturali delle categorie svantaggiate e annuncia l'intenzione di presentare maggiori particolari sui provvedimenti culturali nel PAN del 2003. 3.2 Obiettivo 2: prevenire i rischi di emarginazione a) Sfruttare appieno il potenziale della società basata sulla conoscenza e delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione e garantire che nessuno resti escluso, tenendo in particolare conto dei bisogni delle persone con disabilità; b) attuare politiche per cercare di prevenire le crisi personali che possono portare a situazioni di emarginazione sociale, quali l'indebitamento, l'esclusione dalla scuola e la perdita della casa; c) svolgere azioni per preservare la solidarietà familiare in tutte le forme. 3.2.1 Promuovere l'eInclusion La questione dell'incidenza sull'integrazione che hanno la società basata sulla conoscenza e le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) porta il nome di eInclusion o integrazione elettronica, ed è un ambito di cui tutti gli Stati membri hanno sostanzialmente preso atto. Tuttavia, il punto di partenza cambia sensibilmente da un paese all'altro: alcuni Stati membri (in particolare quelli nordici e i Paesi Bassi) sono caratterizzati da livelli di diffusione delle TIC molto più elevati, ad esempio in termini di penetrazione di Internet anche tra le fasce a basso reddito, e da un maggiore uso delle possibilità offerte da tali tecnologie nel campo dell'integrazione sociale. Le attività di promozione dell'integrazione elettronica pertanto sono più visibili nei paesi meno avanzati nella diffusione delle TIC. L'eInclusion rientra a livello strategico nei PAN/incl di Paesi Bassi, Portogallo e Spagna, dove figura tra i principi cardinali della strategia contro la povertà e l'emarginazione sociale. L'approccio strategico più completo in materia di integrazione elettronica è quello dei PAN/incl di Paesi Bassi, Portogallo e Irlanda, che perseguono un duplice scopo: anzitutto sfruttare il potenziale delle TIC a fini d'integrazione, grazie alle nuove opportunità di lavoro offerte o migliorando i servizi e istituendone di nuovi a favore delle categorie e delle aree svantaggiate e, in secondo luogo, garantendo che nessuno resti escluso dai vantaggi economici e sociali delle nuove tecnologie, tramite la rimozione degli ostacoli sulla via della nuova società. Per quanto riguarda il primo obiettivo, le iniziative riportate si concentrano sulla formazione in materia di TIC, mostrando una coerenza di fondo rispetto al contenuto dei PAN/empl. Le iniziative passate in rassegna riguardano in particolare i disoccupati e hanno spesso un'ampia portata, come nel caso della Francia, in cui 1,2 milioni di disoccupati riceveranno una formazione in materia di TIC entro la fine del 2002, della Danimarca, che ne ha fatto una materia di studio obbligatoria di tutti i corsi di formazione professionale, e dell'Italia, che ha disposto l'alfabetizzazione informatica dei disoccupati delle regioni meridionali. In alcuni casi, la formazione si accompagna alla fornitura di attrezzature informatiche, come avviene in Belgio. 50 Lo sviluppo di servizi in linea rappresenta un'altra possibilità di maggiore integrazione offerta dalle nuove tecnologie, possibilità che si cerca di sfruttare mediante diverse iniziative, in particolare per quanto riguarda la dotazione elettronica di tutti i servizi pubblici, la creazione di portali unici di accesso, ad esempio in Austria e Irlanda ma anche nei Paesi Bassi, l'istituzione di "linee virtuali" di assistenza specializzata attive ventiquattr'ore su ventiquattro. In alcuni casi, le TIC mettono a disposizione nuovi modi d'interazione, come in Finlandia, dove un progetto di democrazia elettronica cerca di stimolare la partecipazione sociale della gioventù. Le nuove tecnologie e i servizi in linea sono utilizzati anche per creare coesione all'interno delle comunità locali, come nel caso dell'iniziativa portoghese Com as Minorias ("Con le minoranze") rivolta agli immigrati africani che vivono nella regione di Lisbona e il progetto Omnia in Catalogna. Il ruolo cardinale delle comunità e delle associazioni locali è riconosciuto e sostenuto anche in Irlanda, attraverso l'iniziativa CAIT, che finanzia i progetti delle comunità locali e del volontariato che fanno uso delle nuove tecnologie per lo sviluppo sociale, nonché in Spagna, dove esiste un piano per garantire l'accesso alle TIC da parte delle organizzazioni non governative (ONG) che portano avanti programmi miranti all'integrazione sociale. La sensibilizzazione sulle potenzialità delle nuove tecnologie e relativi servizi costituisce il primo compito da svolgere per arrivare a una società basata sulla conoscenza e capace d'integrazione, in particolare nei paesi a basso tasso di penetrazione di Internet. I PAN/incl riferiscono di alcune iniziative in proposito, come la campagna Internet für alle ("Internet per tutti") avviata in Germania. Si tratta di azioni che, spesso, sono strettamente legate a iniziative per l'alfabetizzazione in materia di TIC, al fine di dare un appoggio alla popolazione in generale e alle fasce svantaggiate in particolare nel loro primo approccio alla rete Internet e ai servizi in linea. In proposito è evidente la necessità di iniziative calibrate in maniera differente a seconda degli Stati membri: l'obiettivo di garantire a tutti un ingresso nella società basata sulla conoscenza in alcuni paesi a basso tasso di penetrazione di Internet è fissato da programmi di ampio respiro quali lo spagnolo Internet para todos, destinato a un milione di persone, o il programma portoghese che vuole arrivare a quota due milioni di persone con un diploma in materia di TIC entro il 2006, mentre i paesi che contano già più della metà della popolazione connessa a Internet possono concentrarsi sulle categorie svantaggiate (ad es. persone senza fissa dimora e anziani) e sui quartieri problematici, come si fa in Finlandia e nei Paesi Bassi. LE TIC, GLI ANZIANI E L'INTEGRAZIONE SOCIALE: INTERNET NELLE CASE PER ANZIANI (PAESI BASSI) Nei Paesi Bassi si sono installati Internet café in 48 centri di alloggio e assistenza per anziani, affinché questi ultimi facessero la conoscenza dei computer e di Internet. Inoltre, tutti i 1355 centri hanno ricevuto una guida che insegna come creare un Internet café con risorse relativamente limitate. I caffè Internet sono anche centri per l'apprendimento del mondo dei computer e sono aperti alla popolazione della zona, divenendo così un luogo di ritrovo e aprendo nuove possibilità comunicative agli anziani. La questione della disponibilità delle TIC è affrontata di solito dal punto di vista dell'accesso pubblico, mentre non sono quasi citate iniziative volte a sostenere finanziariamente l'acquisto delle attrezzature opportune. Lo sviluppo dell'accesso pubblico tramite i cosiddetti punti pubblici di accesso a Internet (PPAI) è menzionata in particolare dalla Francia, che si è posta l'obiettivo di arrivare a 7000 PPAI entro la fine del 2003 (2500 di questi dovranno offrire un aiuto all'alfabetizzazione informatica), con spazi culturali multimediali nelle strutture della Rete per l'informazione giovanile (Réseau Information Jeunesse), e dal Lussemburgo, che 51 riferisce di "punti d'informazione comunali" (Point information communal). La Grecia rivolge una particolare attenzione all'istituzione di centri informativi su Internet nelle zone e nelle isole più periferiche, mentre nel Regno Unito i centri UK online (6000 entro la primavera del 2002, soprattutto nelle comunità svantaggiate) combinano l'accesso a Internet con altre opportunità di istruzione. Nelle biblioteche di tutti i paesi sono stati o saranno aperti PPAI. Un recente sondaggio Eurobarometro ha rilevato, nella maggior parte degli Stati membri, un tasso acuto di svantaggio delle donne per quanto riguarda la formazione in materia di TIC e l'accesso a Internet, ma solo tre Stati membri riferiscono di misure positive volte a ridurre questa disparità. L'Austria presenta numerose iniziative per agevolare l'accesso delle donne alle professioni tecniche e ai corsi di computer, mentre la Germania si è posta l'obiettivo di arrivare al 40% di donne che frequentano corsi di formazione sulle TIC e la comunicazione a fini professionali entro il 2005. Il Portogallo intende promuovere la parità fra i sessi nella partecipazione all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, prevedendo almeno un 50% di istruzione relativa alle TIC. Sulla scia dell'enfasi posta a Nizza sull'obiettivo di tenere particolarmente conto delle esigenze delle persone con disabilità, la maggior parte degli Stati membri ha inserito misure volte a favorire l'accesso alle TIC da parte delle persone con disabilità (Austria, Finlandia, Danimarca, Germania, Grecia, Portogallo, Paesi Bassi, Irlanda e Svezia). Alcuni paesi (Belgio, Francia, Lussemburgo, Spagna e Regno Unito) non trattano adeguatamente di quest'obiettivo nei propri PAN/incl. Per quanto riguarda Svezia e Danimarca emergono approcci innovativi, col ricorso a standard universali per aumentare l'accessibilità dei prodotti TIC. La Svezia modificherà legislazione e orientamenti in materia per renderli conformi al principio di accessibilità. Fra gli altri provvedimenti si segnala il miglioramento delle competenze in materia di TIC per le persone con disabilità (Svezia, Portogallo): ad esempio, le TIC diventeranno uno strumento didattico obbligatorio in tutti i corsi speciali di formazione per le persone con disabilità in Portogallo. LE TIC PER I DISABILI (SVEZIA) Durante il periodo 1998-2001, l'Istituto svedese dell'handicap ha portato avanti un programma di sviluppo e sperimentazione pratica di sistemi TIC per le persone con disabilità, al fine di utilizzare tali tecnologie per una maggiore partecipazione e parità. Fino ad oggi sono stati concessi contributi a più di 60 progetti e studi preliminari di enti per i disabili, servizi delle amministrazioni di contea e delle autorità locali, coinvolgendo inoltre le organizzazioni dei disabili e i singoli utenti; per ciascun progetto è elaborato un piano di valutazione e divulgazione delle informazioni. Nel 2000, per la prima volta, è anche stata effettuata una valutazione da un consulente esterno. Il programma consta di quattro componenti integrate: un programma d'applicazione, una campagna informativa, un programma mirato a migliorare le capacità dei disabili nell'utilizzo delle TIC e uno studio sulle conseguenze sociali ed economiche dei provvedimenti in materia. Obiettivo del programma è quello di arrivare in tre anni a esperienze documentate sull'utilizzo delle TIC in nuove aree e per le categorie svantaggiate, a nuovi prodotti e servizi TIC adattati o sviluppati pensando alle persone con disabilità, nonché a metodi per la sperimentazione, la formazione e l'uso degli ausili e dei servizi TIC. Il fondo svedese per le politiche sociali stanzierà circa 30 milioni di corone in tre anni. Le persone con disabilità devono affrontare svariati ostacoli per quanto riguarda l'accesso a Internet: dal momento che i servizi governativi e importanti informazioni pubbliche stanno diventando sempre più disponibili in rete, garantire l'accesso di tutti i cittadini ai siti pubblici è altrettanto importante che garantire l'accesso agli edifici pubblici. Pertanto, numerosi Stati membri indicano misure per promuovere l'accesso a Internet a favore delle persone con disabilità (Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Irlanda, Grecia e Svezia). La Grecia, l'Irlanda e 52 la Danimarca hanno anche adottato orientamenti in materia di accessibilità del Web per i siti di pubblico interesse. 3.2.2 Prevenire il sovraindebitamento e la mancanza di fissa dimora24 Sovraindebitamento Il problema del sovraindebitamento è considerato dalla maggior parte dei PAN/incl causa di povertà ed emarginazione sociale persistenti (Germania, Belgio, Finlandia, Austria, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo). Simili situazioni si verificano a causa di vari fattori, come la disoccupazione, il basso reddito, i problemi nel bilancio della famiglia e un uso errato del credito. Ne deriva la necessità di ricorrere a provvedimenti sia preventivi che curativi, con la partecipazione di tutti i servizi competenti. Fra le misure di prevenzione, la formazione e consulenza in materia di gestione del denaro e del bilancio delle famiglie a rischio è considerata fondamentale e bisognosa di rafforzamento, da assicurarsi mediante appositi servizi (Germania, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo). Inoltre, come si pensa di fare in Germania, gli istituti bancari e finanziari possono anch'essi contribuire a sostenere simili sistemi di formazione e consulenza. Per le misure curative si segnala che la maggior parte degli Stati membri ha ideato politiche atte ad agevolare il rimborso dei debiti mediante condizioni e periodi di rimborso su misura delle possibilità economiche dei debitori, in particolare prevedendo l'eventualità di una moratoria o della cancellazione del debito (Germania, Austria, Francia). Oltre a intervenire finanziariamente, si riconosce generalmente che occorre un orientamento sociale complessivo, e che l'accesso ai beni e alle risorse fondamentali dev'essere mantenuto. A tal fine si ritiene di fondamentale importanza promuovere una maggiore cooperazione fra i servizi sociali e legali, e fra questi e gli istituti finanziari privati. 24 Il problema della prevenzione dell'esclusione dalla scuola è lungamente trattato all'obiettivo 1.2 (garantire l'accesso all'istruzione) e all'obiettivo 3 (eliminare l'emarginazione sociale fra i bambini). 53 POLITICHE PER CONTRASTARE IL SOVRAINDEBITAMENTO (GERMANIA) Si calcola che in Germania vi siano circa 2,77 milioni di famiglie eccessivamente indebitate (1999). Per quanto attiene alle misure preventive, in tutta la Germania esistono circa 1160 agenzie indipendenti di consulenza sul debito, che forniscono il proprio aiuto ai debitori, finanziate dai Länder, dalle autorità comunali o dal fornitore dei servizi, che sono proposti gratuitamente ai debitori. Si prevedono ulteriori iniziative per il periodo 2001–2003, dal momento che il governo tedesco ha lanciato un programma di prevenzione della povertà finalizzato a incoraggiare la società civile a prestare più attenzione alla formazione e alla consulenza in materia finanziaria per i bambini, gli adolescenti e gli adulti, e in particolar modo per le famiglie che si dibattono in una situazione economica precaria. Si stanno anche compiendo sforzi a livello regionale per ottenere che le banche, gli istituti finanziari e il settore assicurativo partecipino al finanziamento dei servizi di consulenza in materia di debito. A tal fine, le organizzazioni che forniscono tali servizi prenderanno l'iniziativa, istituendo "tavoli negoziali regionali". Per quanto concerne le misure curative, dal 1° gennaio 1999 le persone che si trovano in una situazione finanziaria disperata hanno l'opportunità di un nuovo inizio dopo aver completato una procedura per rimediare all'insolvenza e pagare i debiti rimasti. Tale nuovo inizio prevede anche l'opportunità di cancellazione dei debiti insoluti dopo un periodo di sei anni. In caso di sovraindebitamento sono previsti limiti alle somme che possono essere confiscate, in modo che le famiglie possano comunque sovvenire ai propri bisogni fondamentali. Il governo tedesco intende promulgare una legge entro il 2001 per aumentare il livello dei redditi oltre il quale è possibile procede alla confisca di somme di denaro da destinare poi al pagamento dei debiti; sono inoltre previste modifiche alla legge sull'insolvenza: ad esempio si vuole fare in modo che i costi amministrativi siano differiti, affinché i debitori completamente insolventi possano accedere alle opportune procedure e beneficiare di un possibile annullamento del debito rimanente. Mancanza di fissa dimora La mancanza di un tetto è forse la forma più estrema di emarginazione sociale. Le informazioni contenute nei PAN/incl su questo problema sono generalmente carenti, e se anche vengono dati indicatori, questi spesso riflettono considerazioni di indole amministrativa (quantità di persone di cui si sono occupati i servizi per le persone senza fissa dimora), anziché concentrarsi sui risultati. La maggior parte degli Stati membri ammette di saperne (troppo) poco sulle dimensioni e la natura del problema dei senzatetto, il che li ostacola nell'elaborazione di misure più strategiche e preventive in materia. Alcuni Stati membri forniscono stime del numero di persone senza fissa dimora: si tratta di Danimarca (4500), Austria (20 000, di cui 3000 dormono all'addiaccio e i rimanenti in ricoveri appositi), Finlandia (10 000 persone sole e 800 famiglie), Paesi Bassi (20 00030 000) e Italia (17 000). Alcuni Stati membri (Lussemburgo, Irlanda, Spagna, Francia, Danimarca, Belgio) ammettono un possibile aumento del fenomeno, ma non tutti hanno la stessa impressione. Secondo il Regno Unito, negli ultimi anni si sarebbe registrato un significativo calo delle persone che dormono all'addiaccio. Ci sono segnali indicanti che la popolazione dei senzatetto comprende sempre più donne, giovani, stranieri e persone con problemi di salute mentale e/o di dipendenza da sostanze. Cinque Stati membri (Belgio, Francia, Paesi Bassi, Regno Unito e Finlandia) segnalano nei propri PAN/incl un impegno a potenziare gli indicatori e i sistemi d'informazione sulla mancanza di fissa dimora. Il suggerimento del Belgio di migliorare le metodologie di raccolta dei dati e di promuoverne l'armonizzazione attraverso la cooperazione a livello europeo sembra da accogliere con particolare favore. 54 Le caratteristiche più interessanti degli approcci nazionali al problema dei senzatetto risultanti dai PAN/incl possono riassumersi come segue: – Austria: sistemi specifici di ricovero e alloggio a livello locale; approccio esaustivo (alloggio + consulenza + altri servizi); – Danimarca: piano nazionale (luglio 2000); responsabilità delle autorità locali e regionali; prevenzione dell'arretrato negli affitti; obbligo di fornire alloggio temporaneo alle famiglie in difficoltà; pacchetto complessivo: alloggio + servizi sociali, sanitari e d'istruzione; speciale bilancio di 200 milioni di corone per il periodo 2000 – 2003; progetto sui senzatetto e le TIC; stanziamento di 60 milioni di corone per il periodo 1999-2003 a favore di un accordo sperimentale volto ad adattare il settore edilizio alle necessità dei senzatetto; – Finlandia: programma speciale di riduzione del fenomeno entro il 2004, con: 10001200 nuove abitazioni per le persone senza fissa dimora (attraverso un'assegnazione prioritaria); servizi di sostegno; approccio improntato alla collaborazione "enti cooperativi". – Francia: migliore uso del numero telefonico d'emergenza 115; forte collaborazione con le associazioni; obiettivo di aumentare la disponibilità di ricoveri e migliorare la qualità di quelli esistenti; politiche per prevenire/risolvere il problema degli arretrati nel pagamento degli affitti; – Germania: l'accento è posto sulla prevenzione dell'arretrato negli affitti (principale causa degli sfratti); responsabilità dei Länder; – Grecia: assistenza speciale completa per le vittime del terremoto; – Irlanda: la strategia per i senzatetto del maggio 2000 istituisce un approccio esaustivo e preventivo; consistenti stanziamenti finanziari e loro aumento per i prossimi 5 anni; serrata collaborazione con le ONG e le autorità locali; aumento progressivo della disponibilità di ricoveri; disposizioni speciali per l'assistenza ad alcolisti e tossicodipendenti; speciale agenzia per i senzatetto a Dublino; sono in preparazione piani d'azione locali di durata triennale; – Lussemburgo: rafforzamento dell'assistenza, consulenza e offerta di ricoveri; sviluppo dell'edilizia sovvenzionata; gruppo di lavoro/di riflessione a livello nazionale per modernizzare i ricoveri d'emergenza e avanzare proposte di miglioramento delle condizioni abitative delle persone senza casa; – Paesi Bassi: strategia e approccio complessivi finalizzati a prevenire gli sfratti e gli arretrati nell'affitto; approccio integrato a livello locale; registrazione in una base di dati per tutte le persone senza fissa dimora presso i centri entro il 2006; – Portogallo: sarà istituita una nuova linea telefonica nazionale d'emergenza; i centri d'azione sociale locali si sono impegnati a raggiungere tutte le persone senza fissa dimora entro un anno; – Svezia: dal 1999 il Parlamento partecipa alla preparazione di uno speciale pacchetto di provvedimenti; bilancio speciale per la lotta al problema dei senzatetto (10 milioni di corone all'anno a partire dal 2002 – 2004); 55 – Regno Unito: approccio strategico e impegno a ridurre entro il 2000 il numero di coloro che dormono all'addiaccio di almeno 2/3 (Inghilterra), o a zero entro il 2003 (Scozia); misure anche per il Galles. Unità operative speciali incaricate di preparazione e supervisione delle misure. Particolari sforzi per migliorare la comprensione e il monitoraggio della situazione sul campo. Scotland's Rough Sleepers Initiative; England's Safer Communities Supported Housing Fund. RISPOSTE AL PROBLEMA DELLE PERSONE SENZA FISSA DIMORA (FINLANDIA) L'obiettivo del programma finlandese per la riduzione del fenomeno nel periodo 2001-2003 è quello di arrestare l'aumento dei senzatetto e anzi di determinarne un calo entro il 2004. Si intendono dunque creare 1000-1200 nuovi alloggi per le persone senza casa e ci si propone di orientare la selezione degli inquilini in modo che i senzatetto e le altre persone con necessità abitative particolarmente urgenti ricevano la priorità da tutti i tipi di proprietari. Il programma inoltre accerterà gli ulteriori bisogni di sistemazioni con servizi, e creerà servizi di sostegno per le persone senza casa e altre categorie specifiche. Al fine di aumentare l'efficienza dei servizi, si propone che nei centri in crescita siano istituiti enti consorziali costituiti da rappresentanti dei comuni, fornitori dei servizi, terzo settore e proprietari di appartamenti in affitto. 3.2.3 Preservare la solidarietà familiare Nei vari PAN/incl sono contenute numerose misure volte a contribuire alla salvaguardia della solidarietà familiare: si inseriscono in settori d'intervento generali quali l'occupazione, il sostegno al reddito, l'alloggio, la salute, l'istruzione e la parità fra i sessi, ma anche all'interno di politiche mirate a sostenere particolarmente le categorie più deboli, come i bambini, gli anziani e le persone con disabilità. Colpisce però che solo alcuni Stati membri facciano della preservazione della solidarietà familiare una priorità specifica e un settore d'intervento fondamentale nella promozione dell'integrazione sociale. Essenzialmente, si tratta degli Stati membri che tradizionalmente pongono la famiglia al centro delle proprie strategie nazionali di promozione della coesione, come Portogallo, Spagna, Grecia, Germania, Irlanda, Italia e Austria. Questi paesi sottolineano in modo particolare il ruolo che le famiglie devono continuare a svolgere per l'integrazione di bambini, anziani e disabili. Tutti riconoscono che rapidi mutamenti strutturali stanno cambiando l'essenza della famiglia (cfr. capitolo 1) e che, se la famiglia in tutte le diverse forme che può assumere continua ad avere un ruolo fondamentale nel prevenire i rischi di emarginazione, occorre allora che le politiche reagiscano alle situazioni di mutamento. Le risposte auspicabili riguardano sia misure generali di sostegno a tutte le famiglie sia misure specifiche per impedire che le famiglie in particolari difficoltà o situazioni di crisi (rottura familiare, violenza domestica) cadano nella povertà e nell'isolamento sociale. Si può anche distinguere fra politiche essenzialmente volte a evitare la caduta delle famiglie nella povertà o a salvare quelle che già si trovano in tale situazione e politiche intese a rafforzare la capacità delle famiglie di promuovere l'integrazione degli anziani, dei giovani e dei disabili. In generale, una combinazione di diversi approcci strategici sembra rappresentare la speranza più concreta di preservare la solidarietà familiare. Sono interessati i seguenti settori d'intervento: - garantire la stabilità economica e migliori condizioni di vita mediante un trattamento favorevole per le famiglie da parte dei sistemi fiscali e sociali (Austria, Germania, Italia e Lussemburgo), il riconoscimento di tipi diversi di famiglie, comprese le coppie omosessuali (Germania), l'assistenza alle famiglie senza lavoro e vulnerabili affinché i loro componenti 56 trovino un impiego (Francia), il mantenimento degli assegni familiari per i genitori di bambini affidati ad istituti in modo da consentirne il ritorno in famiglia (Belgio); - fornire un sostegno in caso di rottura familiare o di divorzio per evitare che l'avvenimento porti a nuova povertà, precarietà e isolamento, nonché per impedire il passaggio dei bambini agli istituti (Francia). Fra i provvedimenti: servizi di consulenza e mediazione per accompagnare le famiglie nella separazione, particolare sostegno e assistenza alle vittime della violenza domestica, rafforzamento del sostegno finanziario alle famiglie monoparentali, miglioramento delle disposizioni in materia di pagamento degli alimenti (Austria) e misure atte a garantire che entrambi i genitori partecipino alla cura ed educazione dei figli (Svezia e Francia); - rafforzare i servizi d'informazione, formazione, sostegno e consulenza, in modo da aiutare le famiglie a sostenere e ridurre i conflitti, migliorando così la capacità delle persone di fare i genitori e consentendo un migliore sostegno ai bambini, nonché un riconoscimento dei loro diritti presso le famiglie a rischio (Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo), in tal modo si aiuterà anche la famiglia a restare unita nelle situazioni difficili e a creare condizioni familiari stabili per i bambini anziché affidarli agli istituti (Italia e Portogallo); - promuovere iniziative a livello locale per le famiglie più deboli nelle aree svantaggiate, come nel caso dell'aiuto fornito in Spagna alle organizzazioni non governative affinché sviluppino sistemi di sostegno locali e integrati, oppure nel caso della creazione di centri per i servizi alle famiglie inseriti nelle comunità locali in Irlanda; - promuovere misure per conciliare lavoro e vita familiare, come migliori servizi di custodia diurna e modalità flessibili di lavoro (cfr. capitoli 3.1.1. e 4. per ulteriori dettagli); - assistere e incoraggiare le famiglie a occuparsi dei conviventi malati, disabili e anziani mediante sistemi di sostegno più ampi all'interno delle comunità locali, assistenza a domicilio e corsi di formazione su come prestare cure (Austria, Grecia, Spagna, Svezia, Italia e Irlanda), nonché aiuto a sostenere i costi finanziari della rinuncia al lavoro per assistere i conviventi, ad esempio sotto forma di assegni di assistenza (Irlanda) e detrazioni fiscali per l'assicurazione (Austria). L'ATTUAZIONE DEL PROGETTO PILOTA SUI SERVIZI ALLE FAMIGLIE (IRLANDA) La partecipazione della comunità locale è la chiave del successo nell'apporto del sostegno di cui di tanto in tanto abbisognano le famiglie. L'obiettivo di questi progetti pilota sta nel fornire un migliore accesso ai servizi d'informazione per le famiglie presso le proprie sedi, mediante il concetto dello sportello unico. In questo modo si dà importanza a un approccio interattivo fra i diversi enti, nonché una stretta collaborazione fra organizzazioni governative e associazioni di volontariato. Esiste un programma rafforzato di sostegno per un piccolo gruppo di famiglie dalle esigenze complesse, ad esempio ragazze madri o altri genitori soli, oppure coniugi non autonomi in famiglie che dipendono dalle prestazioni sociali. I progetti, che presuppongono un lavoro individuale con gli interessati al fine di migliorarne le circostanze personali e familiari e di aprire loro opportunità d'istruzione e occupazione, sono in corso presso tre sedi locali: Waterford, Cork e Finglas a Dublino. Essi sono stati sottoposti a una valutazione continua e una relazione recente raccomanda fra l'altro di renderli trasversali. Il governo ha stanziato 15,24 milioni di euro (12 milioni di sterline irlandesi) mediante il piano nazionale di sviluppo, per costruire sugli aspetti riusciti del progetto pilota nel periodo 2000 – 2006. Il finanziamento complessivo del Family Service Project ("Progetto servizi alle famiglie") per il 2001 ammonta a 1,27 milioni di euro (1 milione di sterline irlandesi). 57 3.3 Obiettivo 3: Aiutare i più deboli a) Promuovere l'integrazione sociale delle donne e degli uomini a rischio di cadere nella povertà persistente, ad esempio a causa di una disabilità o dell'appartenenza a una categoria con particolari problemi d'integrazione; b) muovere passi avanti verso l'eliminazione dell'emarginazione sociale fra i bambini, fornendo loro tutte le opportunità possibili di integrarsi nella società; c) elaborare azioni esaustive a favore delle zone caratterizzate dall'emarginazione. Queste finalità possono essere perseguite facendole diventare parte di tutti gli altri obiettivi e/o attraverso politiche e azioni specifiche. 3.3.1 Promuovere l'integrazione delle persone colpite da povertà persistente È sempre più generalmente ammesso dagli Stati membri che le persone con disabilità o quelle con particolari problemi d'integrazione, quali i senzatetto, le persone con malattie mentali, i tossicodipendenti, gli alcolisti, gli ex detenuti e le prostitute sono particolarmente esposte al rischio della povertà persistente. Gran parte delle loro esigenze può essere soddisfatta migliorando l'accesso ai servizi destinati alla popolazione in generale ma, anche nei sistemi più sviluppati e onnicomprensivi, tali servizi spesso non sono sufficienti, come confermano le cifre indicanti uno scarso ricorrere di tali categorie ai servizi generali. Per le persone con particolari problemi d'integrazione occorre dunque costituire servizi sociali speciali, che le aiutino il più possibile ad aiutarsi e le assistano ai fini di una partecipazione attiva alla società. I provvedimenti destinati a queste categorie vanno da sistemi di aiuto personale ad alloggi speciali e ricoveri diurni; è inoltre rivolta un'attenzione particolare alla creazione di pacchetti di assistenza su misura e integrati per favorire l'integrazione. La maggior parte degli Stati membri individua nelle persone con disabilità una categoria a potenziale rischio di emarginazione sociale e stabilisce una strategia più o meno coerente d'integrazione. La Francia e il Lussemburgo hanno presentato le proprie politiche nei confronti dei disabili in due documenti strategici separati, cui fanno riferimento i PAN/incl. Uno sviluppo positivo risiede nel fatto che alcuni Stati membri hanno fissato obiettivi nazionali per aumentare l'integrazione sociale delle persone con disabilità (Svezia, Paesi Bassi e Portogallo), mentre altri Stati membri hanno ribadito l'obiettivo di aumentare i livelli occupazionali dei disabili già formulato nei rispettivi PAN/incl del 2001 (Svezia, Irlanda, Portogallo, Austria, Regno Unito e Germania). I PAN/incl però non presentano alcuna iniziativa politica significativa in materia di occupazione. Alcuni Stati membri constatano che le persone con disabilità ottengono risultati educativi inferiori, il che a sua volta incide sulla loro occupabilità futura. I dati del Panel europeo delle famiglie per il 1996 indicano che le persone con disabilità hanno minori possibilità di raggiungere il livello più alto dell'istruzione, e maggiore probabilità di interrompere prematuramente gli studi (il 9% delle persone con disabilità grave ha raggiunto il terzo livello dell'istruzione, contro il 18% delle persone non disabili). È particolarmente incoraggiante il fatto che un numero crescente di Stati membri riconosca l'importanza di inserire i bambini con disabilità nel sistema scolastico generale: – l'Austria pensa di estendere l'integrazione dei bambini in età scolare con particolari necessità fino al nono anno a partire dall'anno scolastico 2001-2; 58 – nel Regno Unito, il Disability Discrimination Act del 1995 è stato esteso al settore dell'istruzione; – nei Paesi Bassi, in seguito all'introduzione, nell'agosto 2000, del sistema di finanziamento individuale per discenti, i genitori possono ora scegliere fra iscrivere i bambini con disabilità a un istituto speciale o alle scuole generali, e le scuole dispongono di una certa dotazione finanziaria per adottare speciali accorgimenti a favore del bambino; – in Germania e Italia, gli alunni con disabilità sono inseriti nelle scuole ordinarie aperte a tutti, in modo da consentire loro di sviluppare appieno il proprio potenziale. A seconda del tipo e grado di disabilità è fornito un sostegno pedagogico apposito; – la Spagna fornisce servizi di sostegno aggiuntivi nel settore educativo, e sono stati elaborati progetti volti a estendere i programmi di sostegno ai non udenti e alle persone con problemi d'udito a tutti i livelli d'istruzione. Malgrado le crescenti prove del fatto che le persone con disabilità inserite nel sistema educativo generale potranno più facilmente sviluppare le capacità relazionali e professionali necessarie sul mercato del lavoro, in alcuni Stati membri continua a esserci un sistema educativo segregato per le persone con disabilità: è il caso del Belgio, dove il numero di bambini inseriti negli istituti speciali è cresciuto. Va detto però che il Belgio ha avviato un progetto per integrare 60 alunni con disabilità nelle scuole generali entro il 2003. Quantità spropositate di persone con disabilità sono considerate inadatte alla formazione a causa dei loro livelli d'istruzione troppo bassi. Occorre pensare a criteri di ammissione meno restrittivi, per rendere più accessibili la formazione e l'aggiornamento delle competenze. In proposito si sono individuati alcuni provvedimenti innovativi: – in Svezia, le persone con disabilità prive degli elementi di base dell'istruzione secondaria superiore sono ammissibili alla formazione nel quadro dei programmi relativi al mercato del lavoro destinati alla popolazione in generale; – in Finlandia, la riforma della legge del 1999 sulle indennità di riabilitazione consente ai giovani oltre i 16 anni di ottenere indennità di riabilitazione anziché pensioni d'invalidità, il che apre loro l'accesso alla formazione professionale. Tali indennità sono state estese a partire dal 2001 a tutti i giovani fino ai 20 anni; – in Austria esiste un sostegno speciale durante il passaggio dalla scuola al lavoro: si istituiranno delle unità operative allo scopo di contribuire alla promozione dell'integrazione professionale delle persone con disabilità che concludono il ciclo educativo. Molte persone con disabilità sono economicamente inattive e dipendono dalle prestazioni d'invalidità per periodi di tempo spesso prolungati. In alcuni paesi (ad es. nei Paesi Bassi), il numero di queste persone tende ad aumentare, il che ha indotto le autorità a elaborare alternative per la popolazione disabile inattiva e a varare nuovi provvedimenti per migliorarne l'occupabilità. Alcuni Stati membri forniscono nei PAN/incl alcuni esempi di tali provvedimenti: – la Svezia recentemente ha proposto dei cambiamenti all'attuale sistema di pensioni d'invalidità, che sarà sostituito da indennità di malattia e sarà inserito nel sistema sanitario anziché in quello delle pensioni d'anzianità. È stato proposto un nuovo 59 "sussidio di attività" per le persone sotto i 30 anni, al fine di incoraggiarle a intraprendere attività commisurate alle loro capacità e senza rischi per la loro sicurezza finanziaria; – la Finlandia ha riformato la legge nazionale sulle pensioni nel 1999, per far sì che il diritto alla pensione d'invalidità sia mantenuto, anche se la pensione stessa è sospesa, durante i periodi di lavoro, allo scopo di aiutare le persone con disabilità a entrare nel mercato del lavoro; – l'Austria presenta i sussidi per l'integrazione professionale, con un pagamento temporaneo del salario, come un incentivo ad assumere i giovani con disabilità; le pensioni d'invalidità saranno affiancate da misure di attivazione volte a impedire la caduta degli interessati nell'emarginazione sociale; – la Danimarca ha varato modalità flessibili di lavoro e forme di occupazione protetta, con compensazioni salariali per i disabili; – il Lussemburgo ha recentemente proposto delle modifiche al proprio sistema di occupazione e pagamento delle persone con disabilità, al fine di promuoverne meglio l'autonomia. Alcuni Stati membri presentano un approccio più inclusivo nei confronti delle persone con disabilità e ne tengono in considerazione le esigenze al momento di formulare le proprie politiche, all'insegna del motto "Una concezione per tutti". In Grecia è in corso di elaborazione un simile programma, che prevede la rimozione delle barriere architettoniche e intende concepire città che vengano incontro alle persone con disabilità (grazie a marciapiedi, piazzette, passaggi pedonali). L'impostazione proattiva più evidente è quella austriaca, che va oltre la "concezione per tutti" e promuove un ambiente favorevole alle persone con disabilità: una sistemazione adeguata alle esigenze di tali persone è un presupposto indispensabile della loro integrazione nel mercato del lavoro generale, ragion per cui l'Austria attuerà ulteriori misure in materia di arredamento su misura dei disabili, ergonomia e installazioni tecniche sul luogo di lavoro. La Danimarca sta ampliando la legislazione in modo da garantire pari opportunità alle persone con disabilità e da migliorare gli accessi agli edifici pubblici nel corso del 2001. Un trasporto accessibile è un elemento cruciale dell'integrazione sociale delle persone con disabilità: alcuni Stati membri hanno adottato iniziative in materia di accessibilità dei trasporti pubblici (Paesi Bassi, Spagna, Irlanda e Grecia). I provvedimenti più ambiziosi emergono dal PAN olandese: al fine di rendere il trasporto ferroviario e quello regionale su gomma accessibile al 100% entro il 2010 e il 2030 rispettivamente, il governo sta portando avanti una strategia per l'accessibilità di materiale rotabile, stazioni, banchine, fermate dell'autobus, orari, sportelli di biglietteria e biglietterie automatiche. Inoltre, la legge sul trasporto passeggeri del 2000 stabilisce che il governo metta l'accessibilità fra le condizioni per l'aggiudicazione degli appalti nel settore del trasporto pubblico. Diversi Stati membri hanno riconosciuto il diritto a vivere autonomamente delle persone con disabilità. Nei Paesi Bassi, il sistema temporaneo d'incentivi per la casa e l'assistenza entrato in vigore nell'ottobre 2000 promuove combinazioni innovative di fornitura di servizi di alloggio e assistenza volti a consentire alle persone con disabilità di vivere autonomamente il più a lungo possibile. La Grecia sta gradualmente inserendo le persone con disabilità che vivono in istituti protetti in speciali sistemi di alloggio autonomo e semi-autonomo, dando loro contemporaneamente la possibilità di partecipare a formazione o a programmi 60 occupazionali quotidiani. In Danimarca sono stati stanziati fondi speciali per costruire alloggi destinati alle persone con disabilità fisiche al di sotto dei 60 anni. In Svezia sono stati quasi del tutto eliminati gli ospedali speciali e le case di cura per le persone con disabilità mentale e più di 6 000 persone si sono trasferite in complessi residenziali collettivi o in appartamenti privati. Nel Regno Unito, programmi di assistenza e riparazione sostengono finanziariamente migliorie alle case, in modo da aiutare chi le abita a rimanere più a lungo inserito nella comunità locale piuttosto che affidarsi all'assistenza in ospedale o in un'apposita residenza. In Scozia, quest'attività è accompagnata dall'obiettivo di aumentare la percentuale di persone con difficoltà dell'apprendimento in grado di vivere a casa propria o in un ambiente "familiare". 3.3.2 Eliminare l'emarginazione sociale fra i bambini Disponiamo di una mole considerevole di ricerche internazionali che dimostrano come i risultati scolastici sono fortemente influenzati dalle prime esperienze legate allo sviluppo, e che un investimento ben mirato nella fase iniziale è uno dei modi più efficaci di contrastare lo svantaggio educativo e i problemi di alfabetizzazione. I bambini provenienti da contesti di povertà e dalle categorie vulnerabili sono spesso particolarmente esposti al rischio di rimanere indietro al riguardo. Diversi Stati membri (Finlandia, Irlanda, Grecia, Portogallo, Svezia, Spagna e Regno Unito) mettono a fuoco, nel contesto del proprio sistema, la creazione di sistemi migliori e più universali di istruzione e sostegno nella prima infanzia, con particolare attenzione per le questioni relative alla loro accessibilità, adeguatezza e abbordabilità da parte dei bambini provenienti da contesti svantaggiati e dalle categorie vulnerabili. Il Portogallo si prefigge di eliminare la povertà infantile entro il 2010 e ne ha fatto uno dei principali obiettivi del suo PAN/incl: tale paese garantirà un intervento individuale su tutti i bambini e i giovani socialmente emarginati da parte dei servizi sociali locali nell'arco di tre mesi, al fine di reinserirli a scuola. Anche il Regno Unito conferma l'obiettivo di debellare la povertà infantile entro i prossimi vent'anni. Diversi Stati membri inoltre, ad esempio la Grecia, i Paesi Bassi e il Regno Unito, si concentrano sull'individuazione precoce dei bambini con particolari difficoltà di apprendimento o disturbi della parola e dello sviluppo, e sulla creazione di un sostegno su misura dei loro problemi individuali. I Paesi Bassi sottolineano aspetti quali una migliore individuazione dello svantaggio e l'offerta di programmi intensivi di sviluppo linguistico e generale presso gli asili nido e durante i primi due anni della scuola primaria per i bambini in difficoltà, nel quadro di un approccio globale in materia di svantaggio educativo. È interessante anche il progetto della Grecia consistente nell'istituire un meccanismo per il rilevamento precoce delle difficoltà dell'apprendimento e dei disturbi della parola. IL PROGRAMMA SURE START (REGNO UNITO) Sure Start ("Inizio sicuro") è uno dei punti di forza dell'offensiva sferrata dal governo britannico per combattere la povertà e l'emarginazione sociale dei bambini. La sua finalità è quella di imprimere un forte cambiamento alla vita dei minori di 4 anni che vivono in condizioni di povertà. I quattro obiettivi del programma riguardano il miglioramento dello sviluppo relazionale ed emotivo, della salute e della capacità di apprendimento del bambino, nonché il rafforzamento di famiglie e comunità. Sure Start persegue i propri obiettivi creando programmi locali nei quartieri con un elevato tasso di bambini che vivono in condizioni di povertà al fine di migliorare i servizi alle famiglie con bambini al di sotto dei quattro anni; diffondendo le buone pratiche apprese dai programmi locali presso tutti coloro che lavorano per fornire servizi ai bambini piccoli; garantendo che tutti i programmi locali 61 operino per avvicinarsi a un complesso di obiettivi nazionali. I programmi locali variano a seconda delle esigenze locali, ma tutti hanno lo scopo di mettere a disposizione servizi capillari e di visite a domicilio, di sostegno alle famiglie e ai genitori, buone attività di gioco, esperienze di apprendimento e custodia dei bambini, assistenza sanitaria primaria e comunitaria. Tratti distintivi del programma sono il lavoro di squadra, anche coi genitori e le comunità locali, e un approccio di tipo preventivo. Entro il marzo del 2004 in Inghilterra saranno in corso almeno 500 programmi locali Sure Start, che raggiungeranno un terzo dei minori di 4 anni colpiti dalla povertà grazie anche al sostegno dei finanziamenti pubblici, che nel periodo 2003/4 ammonteranno a 499 milioni di sterline. Si registrano analoghi impegni da parte delle amministrazioni oggetto di devoluzione della Scozia e dell'Irlanda del Nord. 3.3.3 Promuovere azioni a favore delle zone colpite dall'emarginazione La maggioranza degli Stati membri tratta della dimensione territoriale dell'emarginazione sociale nei propri PAN/incl. Ne emergono con chiarezza tre sfide principali: – per l'Italia e la Germania, e in una certa misura anche per la Spagna e la Finlandia, superare le disparità regionali è una questione prioritaria. Il PAN/incl del Belgio indica un significativo aumento delle differenze nei tassi occupazionali da una regione all'altra, mentre la Francia nota il problema in relazione ai propri territori d'oltremare; – il Portogallo, la Danimarca, la Svezia, la Finlandia, i Paesi Bassi, il Regno Unito e la Francia si muovono per aiutare le zone e i quartieri svantaggiati e per interrompere la segregazione economica e sociale, soprattutto nelle aree urbane; – i Paesi Bassi, l'Austria, la Grecia, l'Irlanda, il Portogallo e la Spagna segnalano il problema del crescente svantaggio relativo delle aree rurali tradizionali. Gli Stati membri seguono in sostanza due impostazioni strategiche nei rispettivi PAN/incl in rapporto a questi problemi: un buon numero di azioni può essere classificato sotto l'etichetta di politiche di equità e compensazione, poiché si prefiggono di offrire una specie di risarcimento per lo svantaggio relativo di cui soffre una certa area. Vi è poi una seconda serie di misure proattive volte a capitalizzare le forze e le opportunità insite nelle aree svantaggiate. Dai PAN/incl risaltano alcuni esempi di politiche di equità e compensazione: – in Grecia e Portogallo esiste uno speciale sostegno dei redditi per le famiglie a basso reddito delle aree svantaggiate o montuose; – in Francia, il livello del reddito minimo d'inserimento (RMI) e del sussidio per genitori soli (API) dei dipartimenti d'oltremare è allineato al livello che hanno le stesse prestazioni sul territorio metropolitano; – in Austria è possibile la ristrutturazione del debito per gli agricoltori impoveritisi senza colpa. Si possono enumerare diversi esempi interessanti di politiche proattive: – una strategia integrata in materia di alloggi volta a stimolare la domanda di vani già esistenti nelle aree contraddistinte da un calo demografico (relazione "Pidot") in Finlandia; 62 – in Danimarca, il Comitato urbano formula strategie urbanistiche, culturali e abitative per le zone abitate esposte che presentano un concentrato di problemi sociali, culturali, occupazionali e del traffico; – il "programma Asterias" in Grecia promuove la costituzione di reti fra le autorità locali al fine di rafforzare i servizi ai cittadini, mentre il "programma Hippocrates" migliora l'accesso ai servizi sanitari sulle piccole isole; – in Svezia vi è un'assistenza speciale (4 miliardi di corone per il periodo 1999 - 2003) a 24 agglomerati abitativi duramente colpiti dalla crisi economica e abitati da un gran numero d'immigrati, sulla base di accordi locali di sviluppo conclusi con le autorità metropolitane; – in Francia si è creato un fondo speciale per la rivitalizzazione economica di 751 aree urbane degradate, in combinazione con speciali provvedimenti in materia di occupazione giovanile; – la politica integrata per le grandi città 2000 (Grotestedenbleid) dei Paesi Bassi si rivolge alle aree urbane degradate di 30 città di medie dimensioni, e opera in base a obiettivi misurabili; – il programma Die soziale Stadt ("La città sociale") in Germania mira a promuovere un approccio strategico integrato nelle aree urbane degradate, e ulteriori risorse e misure sono rivolte alle persone in condizioni di svantaggio; – il programma di sviluppo locale/integrazione sociale in Irlanda (con una dotazione finanziaria di 280 milioni di € per il periodo 2000 - 2003) si basa sulla cooperazione ed è rivolto alle aree con un'alta concentrazione di disoccupati, giovani a rischio, genitori soli, Traveller e richiedenti asilo; – in Portogallo nei prossimi due anni si attueranno 50 "Contratti di sviluppo sociale urbano", al fine di creare città capaci d'integrazione e gestite in cooperazione coi soggetti locali, nazionali, privati e pubblici; – nel Regno Unito, un piano nazionale di azione strategica per il rinnovamento dei quartieri (con una dotazione finanziaria di circa 1 miliardo di sterline) farà in modo che i programmi generali si concentrino più specificamente sulle aree più svantaggiate, con l'obiettivo finale di eliminare le disparità e gli svantaggi territoriali in un intervallo di 10-20 anni. STRATEGIA NAZIONALE PER IL RINNOVAMENTO DEI QUARTIERI (REGNO UNITO) Il governo del Regno Unito ha lanciato una strategia completa e attentamente studiata per colmare il divario esistente fra le aree svantaggiate e il resto dell'Inghilterra, in modo che, entro 10-20 anni, nessuno risulti più seriamente svantaggiato per via del luogo in cui vive. La strategia affronterà i problemi di fondo delle aree che si trovano in un vortice discendente, come gli alti livelli di disoccupazione e di criminalità, e agirà per migliorare la sanità, l'istruzione, la situazione abitativa e l'ambiente circostante. La strategia consiste in un approccio esaustivo finalizzato a combattere lo svantaggio territoriale, col comune sforzo di tutti i soggetti a livello locale, regionale e nazionale. L'approccio privilegia la costituzione di partenariati strategici a livello locale che coinvolgano il settore pubblico, privato, del volontariato e la comunità, nonché la dirigenza del quartiere. Il programma spingerà il bilancio delle azioni generali a rivolgersi verso le aree più svantaggiate, e istituirà obiettivi minimi da raggiungere. L'Unità per il rinnovamento dei quartieri, che conduce la strategia, si assicurerà che il governo mantenga i suoi 105 impegni e terrà sotto osservazione i risultati conseguiti; verrà poi commissionata una valutazione indipendente della strategia, che si avvarrà dell'aiuto dell'istituendo servizio statistico sui quartieri. La strategia può contare su risorse 63 considerevoli: 900 milioni di sterline del Fondo per il rinnovo dei quartieri per le 88 aree più svantaggiate, un Community Empowerment Fund di 36 milioni di sterline e una dotazione di 45 milioni di sterline per i progetti pilota di gestione dei quartieri. 3.4 Obiettivo 4: Mobilitare tutti gli enti competenti a) Promuovere, secondo le pratiche nazionali, la partecipazione e la libera espressione delle persone colpite da emarginazione, in particolare per quanto riguarda la loro situazione e le politiche e misure che li riguardano; b) far entrare la lotta all'emarginazione nelle politiche generali, in particolare: – mobilitando le pubbliche autorità a livello nazionale, regionale e locale, a seconda degli ambiti di competenza rispettivi; – elaborando appropriate procedure e strutture di coordinamento; – adattando i servizi amministrativi e sociali alle necessità delle persone colpite da emarginazione e sensibilizzando in proposito il personale con cui tali persone vengono a contatto; c) promuovere il dialogo e la collaborazione fra tutti gli enti competenti, pubblici e privati, ad esempio: – coinvolgendo parti sociali, ONG e servizi sociali, ciascuno nei propri ambiti di competenza, nella lotta contro le diverse forme di emarginazione; – incoraggiando la responsabilità sociale e un impegno attivo di tutti i cittadini nella lotta all'emarginazione sociale; – promuovendo la responsabilità sociale delle imprese. La mobilitazione di tutte le parti interessate nei rispettivi ambiti di competenza è un elemento fondamentale di una strategia integrata e partecipata volta a combattere l'emarginazione sociale e la povertà: le amministrazioni degli Stati membri, le autorità locali e regionali, gli enti per la lotta all'emarginazione, le parti sociali, le organizzazioni che forniscono servizi sociali e le organizzazioni non governative hanno tutte la responsabilità di combattere l'emarginazione sociale. Anche se si tratta di un aspetto spesso trascurato, tutti i soggetti competenti possono svolgere un ruolo importante: le università e gli istituti di ricerca, gli uffici statistici nazionali, i mezzi di comunicazione e, soprattutto, le vittime dell'emarginazione. Tale mobilitazione è essenziale, per motivi sia di legittimità che di efficienza: anzitutto, la natura pluridimensionale dell'emarginazione sociale richiede che si elaborino approcci strategici trasversali a tutta una serie di settori istituzionali e politici differenti. In secondo luogo, è una questione di efficienza amministrativa assicurare che le misure siano concepite e attuate dall'autorità competente al livello adeguato. La mobilitazione è necessaria a ogni gradino del processo politico: dalla pianificazione all'attuazione, dal monitoraggio alla valutazione. 3.4.1 Promuovere la partecipazione e la libera espressione delle persone colpite dall'emarginazione La necessità di una strategia integrata volta a promuovere la partecipazione delle vittime della povertà e dell'emarginazione sociale è ormai un dato acquisito, eppure l'obiettivo di arrivare a tale strategia non si riflette in modo chiaro e sistematico nei provvedimenti concreti contenuti 64 nei PAN/incl, malgrado i segnali indicanti che il mancato coinvolgimento delle comunità escluse è una debolezza grave nella realizzazione delle politiche. A livello nazionale, la partecipazione e libera espressione delle persone colpite da emarginazione sono indirettamente garantite dalle reti delle ONG. A livello locale, solo alcuni Stati membri e/o autorità locali hanno istituito meccanismi istituzionali e dispositivi appropriati in grado di dare spazio all'espressione di sé da parte dei più deboli. Due serie di approcci innovativi in materia di partecipazione meritano un'attenzione particolare: a livello nazionale, nei Paesi Bassi è stata istituita una "Alleanza per la giustizia sociale" composta da aventi diritto alle prestazioni sociali, chiese e sindacati che si riunisce due volte all'anno col governo e gli amministratori di comuni e province per parlare di lotta alla povertà e all'emarginazione sociale; a livello locale sono sorte iniziative interessanti quali i partenariati strategici locali del Regno Unito o i programmi di sviluppo locale in collaborazione col programma UE per la pace e la riconciliazione in Irlanda e Irlanda del Nord, al fine di far partecipare direttamente i beneficiari all'istituzione, sorveglianza e valutazione delle iniziative locali. 3.4.2 Mainstreaming della lotta contro l'emarginazione Gli assetti istituzionali differiscono in larga misura da uno Stato membro all'altro, a seconda dei rispetti sistemi politici e di protezione sociale. Mentre alle autorità locali spetta attuare le misure politiche, la concezione delle stesse e la responsabilità politica generale sono spesso affidate alle autorità regionali e/o nazionali, a seconda del settore. Ne consegue la necessità di mobilitare le pubbliche autorità e di elaborare appropriate procedure di coordinamento ad ogni livello, per garantire un'adeguata realizzazione di servizi e misure strategiche. Mobilitare le autorità ed elaborare appropriate procedure di coordinamento a livello nazionale In tutti gli Stati membri i PAN/incl sono stati stilati dal governo centrale col coordinamento del ministero degli Affari sociali. La mobilitazione delle diverse autorità pubbliche è avvenuta nel quadro delle strutture di consultazione e di coordinamento esistenti. Il Belgio, la Francia, il Regno Unito, l'Italia e l'Irlanda hanno già sviluppato sistemi di coordinamento interservizi nel settore dell'emarginazione sociale istituendo un comitato interministeriale specifico cui partecipano i ministri competenti per i diversi settori. Nei suddetti Stati membri, come anche in Finlandia e nei Paesi Bassi, è stata istituita una speciale struttura di coordinamento a livello operativo, con la partecipazione di rappresentanti degli enti amministrativi, a volte delle ONG, delle parti sociali e degli operatori dei servizi sociali, al fine di monitorare il processo politico nel settore. Altri Stati membri, come il Portogallo, l'Austria, la Grecia e la Spagna, hanno colto l'opportunità del primo PAN/incl per annunciare la creazione di strutture di coordinamento e/o consultazione analoghe. Oltre a costituire le istituzioni appropriate, occorre compiere ulteriori sforzi per fare del problema della povertà e dell'emarginazione sociale una preoccupazione orizzontale inserita anche in altri settori d'intervento diversi dalla protezione e dall'assistenza sociale. Un modo innovativo di mantenere l'argomento all'ordine del giorno è stato elaborato in Irlanda in questi ultimi anni: si tratta di istituire procedimenti di controllo rispetto alla povertà attraverso i quali, soprattutto nella fase di pianificazione, tutte le branche del governo centrale devono considerare l'impatto delle proprie politiche sulle persone colpite dalla povertà. Un meccanismo analogo, denominato New Targeting Social Need, è stato utilizzato in Gran 65 Bretagna e in Irlanda del Nord, e ci sono proposte di estenderlo al livello locale in Irlanda, nonché di istituire analoghi procedimenti in Portogallo. Mobilitazione e coordinamento a livello locale e regionale Gli Stati membri nei quali la politica sociale è tradizionalmente decentrata ed elaborata in un quadro di forte collaborazione (Danimarca, Svezia, Paesi Bassi, Finlandia), nonché nei paesi a struttura federale (Germania, Austria, Belgio) o regionalizzata (Spagna, Italia e Regno Unito), hanno compiuto sforzi per affiancare i contributi delle loro articolazioni regionali e locali, ma i piani non contengono elementi sufficienti per valutare l'ampiezza o il risultato di tali sforzi in termini di mobilitazione effettiva. Si tratta di un problema importante, al quale sarà opportuno dedicare una trattazione più circostanziata in occasione dei prossimi PAN. A livello locale, la diversità dei soggetti attivi richiede un efficiente coordinamento. In particolare, c'è un diffuso riconoscimento della necessità di coordinare meglio i servizi sociali e dell'occupazione per sviluppare una politica sociale più attiva che colleghi trasferimenti di redditi e orientamento sociale. In Germania, Italia e Finlandia sono stati realizzati approcci innovativi in questo senso. Un coordinamento più strutturato può assumere la forma di comitati locali di coordinamento o di piani locali per l'integrazione e l'occupazione, come in Danimarca e in Francia. In Danimarca tali comitati, composti dai rappresentanti delle parti sociali, delle organizzazioni dei disabili e delle autorità locali, consigliano queste ultime in merito agli sforzi sociali riguardanti il mercato del lavoro e contribuiscono a sostenere le categorie più deboli mediante l'occupazione, anche rivolgendo i propri sforzi verso le aziende. Anche i servizi sociali e sanitari esistenti a livello locale, come fanno i centri d'azione sociale primaria o comunitaria in Belgio e in Francia, possono contribuire al coordinamento a livello locale. Il coordinamento fra i diversi livelli di competenza è essenziale per garantire che la strategia nazionale arrivi correttamente sul terreno. A seconda dei sistemi politici, e in particolare delle competenze delle entità regionali, gli Stati membri possono affidarsi alle strutture decentrate esistenti (come in Finlandia, Germania e Austria) o su accordi di cooperazione più specifici (come in Belgio e Grecia) o ancora sull'interazione dei piani nazionali, regionali e locali contro l'emarginazione sociale (come in Italia, Regno Unito, Irlanda, Danimarca e Francia). Sviluppi interessanti sono attesi in Spagna, dove tutte le comunità autonome e i principali comuni svilupperanno piani d'azione contro l'emarginazione sociale entro il 2003, in linea con la strategia complessiva del piano d'azione nazionale. Un esempio è quello della Comunità autonoma di Navarra. PIANI D'AZIONE REGIONALI CONTRO L'EMARGINAZIONE SOCIALE (NAVARA, SPAGNA 1998-2005) Nel 1998, la Comunità autonoma di Navarra ha adottato un piano regionale di lotta all'emarginazione sociale, risultato di un'analisi approfondita della situazione regionale in materia di emarginazione sociale, che coordina gli sforzi dei vari soggetti regionali: l'amministrazione della Comunità autonoma, il dipartimento sociale dell'università di Navarra, gli operatori dei servizi sociali, la rete navarrese contro la povertà e l'emarginazione sociale e la delegazione regionale del governo centrale. Lo scopo è quello di affrontare, entro il 2005, i seguenti problemi: un sistema di risorse minime, formazione e occupazione, accesso all'alloggio, all'istruzione e alla sanità e una migliore organizzazione dei servizi sociali. Adattare i servizi amministrativi e sociali Tutti gli Stati membri hanno riconosciuto nei propri PAN/incl la necessità di migliorare la realizzazione delle politiche. In particolare, la maggior parte dei piani riconosce che per 66 l'elaborazione di politiche più inclusive è necessario mettere al centro le esigenze e la situazione dei beneficiari, in particolare di quelli più deboli. Un numero significativo di misure dei PAN/incl, pertanto, si pone l'obiettivo di migliorare i risultati e gli effetti che gli interventi hanno sui loro destinatari: ciò vale sia politiche universali quali quelle in materia di sanità, istruzione e occupazione, concepite per tutti i cittadini, sia per le politiche più mirate e finalizzate ad affrontare rischi particolari. La maggior parte delle iniziative entra in relazione coi servizi sociali quando occorre collegare e fornire servizi in modo integrato. Vi è inoltre una pronunciata tendenza a devolvere responsabilità ai livelli regionale e locale, per far sì che i servizi possano essere più orientati e vicini ai cittadini. Nel valutare come gli Stati membri stiano procedendo verso il miglioramento della realizzazione di servizi e politiche, è utile tenere conto di un complesso di dieci principi generali in materia di buone pratiche: questi principi sono da considerare come parametri di riferimento da raggiungere gradualmente, alla luce delle differenti situazioni di partenza degli Stati membri. Le indicazioni contenute nella maggior parte dei PAN/incl sono incoraggianti, nella misura in cui suggeriscono che le iniziative adottate dalla maggioranza degli Stati membri per migliorare le modalità di fornitura dei servizi tendono a seguire percorsi analoghi e a riflettere molti dei suddetti principi. Una politica della qualità necessaria: 10 principi fondamentali per i servizi e le politiche al servizio dell'integrazione Sussidiarietà: le politiche e i servizi divengono più inclusivi quando sono concepiti e realizzati al livello il più possibile vicino alle persone; questo principio è applicato per migliorare le politiche generali, ma è ancora più importante quando si tratta di promuovere la parità delle condizioni e di raggiungere le persone particolarmente vulnerabili; approccio olistico: occorre elaborare le politiche e fornire i servizi in un modo integrato, che sappia rispondere alla totalità delle esigenze degli interessati anziché seguire una demarcazione organizzativa; trasparenza e responsabilità: i beneficiari delle politiche, compresi gli utenti dei servizi, devono vedersi garantire chiarezza e apertura sul modo in cui vengono adottate le decisioni, nonché procedure chiare per impugnare o presentare ricorso contro le decisioni stesse (ad es. presso un difensore civico, mediante la Carta dei diritti); facilità d'uso: i servizi divengono più inclusivi quando sono aperti, accessibili, flessibili e reattivi alle istanze degli utenti (ad es. sportelli unici); efficienza: i servizi inclusivi rispondono immediatamente e speditamente alle esigenze degli interessati nel modo meno burocratico e rivolgendo un'attenzione particolare alla tempestività dell'intervento e alle soluzioni favorevoli dal punto di vista costi/benefici; solidarietà e collaborazione: le politiche e i servizi inclusivi generalmente sono sviluppati e promossi in maniere che rafforzano la solidarietà e la coesione all'interno della società e promuovono la collaborazione e la comune responsabilità di tutti i soggetti; dignità e diritti umani: le politiche e i servizi inclusivi riconoscono e promuovono la dignità umana e i diritti fondamentali di tutti, favorendo l'uguaglianza e combattendo le discriminazioni; partecipazione: le politiche e i servizi inclusivi generalmente sono concepiti, realizzati e monitorati con la partecipazione di coloro che soffrono della povertà e dell'emarginazione 67 sociale; Possibilità di contare su sé stessi e sviluppo personale: le politiche e i servizi inclusivi hanno l'obiettivo di ridurre la dipendenza e sostenere la capacità di contare su sé stessi, l'autonomia e la fiducia in sé stessi delle persone; essi rafforzano le opportunità di progredire e la crescita e lo sviluppo personali; miglioramento continuo e durevolezza: le politiche e i servizi possono sempre essere resi più inclusivi, e l'effetto sull'integrazione può sempre essere reso più duraturo, per cui si registra un crescente orientamento degli Stati membri a monitorare regolarmente i "risultati" delle politiche e dei servizi, nonché a consultarsi con gli utenti e chiedere loro un riscontro. 3.4.3 Promuovere il dialogo e la collaborazione Coinvolgere le parti interessate Nella maggior parte dei paesi si è svolta una consultazione formale con le parti sociali e i rappresentanti delle ONG che combattono la povertà e l'emarginazione sociale, ma è difficile valutare, sulla base delle sole informazioni ricevute, in che misura i relativi contributi siano correttamente ripresi nei PAN/incl. Le parti sociali sono state consultate o associate alla preparazione dei PAN/incl nella maggior parte degli Stati membri, ma nel più dei casi il loro intervento risulta limitato. La consultazione è avvenuta nel contesto di una consultazione nazionale già esistente (Lussemburgo, Finlandia, Spagna, Danimarca) o mediante comitati più specifici istituiti nell'ambito delle strategie in corso per la lotta all'emarginazione sociale (Irlanda). In alcuni paesi (Spagna, Portogallo), la preparazione del PAN/incl ha offerto la possibilità di istituire o consolidare la consultazione istituzionale nel settore con la partecipazione delle parti sociali. Gli Stati membri generalmente riconoscono il valore dell'esperienza e delle conoscenze delle organizzazioni non governative, che comprendono associazioni di volontariato e di altro tipo, nella loro qualità di rappresentanti delle persone emarginate e di importantissimi fornitori di servizi sociali in molti paesi. La maggior parte dei PAN/incl indica la necessità di coinvolgere il settore non governativo nel processo di formazione dei PAN/incl stessi, elaborando e/o rafforzando meccanismi efficaci e completi di consultazione. Alcuni paesi (Belgio, Francia, Finlandia, Paesi Bassi, Irlanda, Italia, Lussemburgo) hanno compiuto maggiori progressi in proposito. L'informazione e la consultazione formale del settore non governativo fa parte delle attività di tutti gli Stati membri, anche mediante seminari bilaterali tenuti insieme alla Commissione europea, ma sono pochi i PAN/incl che descrivono in quale misura i contributi del settore non governativo siano stati presi in considerazione. La maggior parte degli Stati membri segnala il tempo relativamente breve impiegato per la preparazione del primo PAN/incl, fattore che ha ostacolato il coinvolgimento delle ONG. Sono stati formulati nuovi impegni, in particolar modo in Spagna, Finlandia, Paesi Bassi e Svezia, per raccogliere e riferire in merito agli esempi di buone pratiche o di progetti locali innovativi portati avanti dalle ONG, al fine di un'ulteriore divulgazione a livello nazionale. Il Belgio, la Finlandia, la Francia, i Paesi Bassi, il Lussemburgo, il Portogallo e la Spagna indicano anche la necessità di consolidare la collaborazione con gli osservatori nazionali, le università e gli istituti di ricerca che si occupano di povertà ed emarginazione sociale. Incoraggiare la responsabilità sociale di tutti i cittadini 68 I PAN/incl mettono a fuoco due tipi di azioni utili a incoraggiare l'assunzione di una responsabilità sociale e l'impegno attivo da parte di tutti i cittadini: anzitutto, alcuni Stati membri s'impegnano a lanciare campagne di sensibilizzazione nazionali tramite i mezzi di comunicazione (ad es. Spagna e Francia), e inoltre esiste una chiara consapevolezza del fatto che il volontariato e le altre attività socialmente utili devono essere favoriti (Paesi Bassi, Irlanda, Danimarca, Germania, Spagna). Le attività di volontariato sono non soltanto essenziali per il lavoro delle ONG, ma possono anche essere considerate una via d'accesso all'occupazione protetta o a tipi di lavoro regolare, come in Danimarca e nei Paesi Bassi. Favorire la responsabilità sociale delle imprese Anche se non esiste una definizione unica di responsabilità sociale delle imprese, gli Stati membri (in particolare Danimarca, Paesi Bassi, Irlanda e Portogallo) riconoscono la necessità di appoggiare sistemi attraverso i quali le aziende che lo desiderino possano far rientrare anche considerazioni di natura sociale nelle proprie operazioni e nella propria interazione con le controparti. In quest'ottica, la responsabilità sociale delle imprese dovrebbe essere considerata una maniera di gestire il cambiamento e di conciliare lo sviluppo sociale con un aumento della concorrenzialità. È possibile arrivare a questo risultato ad esempio istituendo una rete nazionale di aziende e ricorrendo maggiormente a una clausola sociale nei pubblici appalti. In questo senso, il risultato più completo è quello della Danimarca. LA RESPONSABILITÀ SOCIALE DELLE IMPRESE (DANIMARCA) Per agevolare l'impegno sociale delle aziende sono state istituite una rete nazionale con 15 dirigenti aziendali di imprese che rappresentano più di 85 000 dipendenti e cinque reti regionali di dirigenti aziendali, col sostegno del ministero danese degli Affari sociali. Inoltre, il governo ha creato il Centro di Copenaghen per accelerare lo scambio internazionale di esperienze in materia di responsabilità sociale delle imprese. Nel 2000, il ministero degli Affari sociali ha anche introdotto un Indice sociale che consente alle aziende di confrontarsi, tramite opportuni parametri di riferimento, alle altre imprese. L'Indice sociale è calcolato tramite una griglia che assegna un punteggio all'azienda secondo un certo numero di parametri quali la politica sanitaria, della famiglia e per l'assunzione delle categorie minoritarie. L'Indice segue l'elaborazione di conti socio-etici, che possono essere utilizzati dalle aziende desiderose di rendere noti i dati fondamentali della loro responsabilità sociale. 4. PROMUOVERE LA PARITÀ UOMO-DONNA Il Consiglio europeo di Nizza sottolinea l'importanza di inserire la parità uomo-donna trasversalmente a tutte le azioni finalizzate a raggiungere gli obiettivi concordati. I PAN/incl offrono alla maggior parte degli Stati membri un'occasione unica di combinare in modo integrato la lotta contro povertà ed emarginazione sociale e la promozione della parità uomo-donna. Purtroppo, anche se tutti gli Stati membri menzionano alcune questioni relative alla parità, sono molto pochi quelli che inseriscono la parità uomo-donna in modo veramente orizzontale e coerente per tutto il PAN/incl - dall'individuazione delle sfide, passando per una strategia complessiva, fino alla formulazione e al monitoraggio di provvedimenti circostanziati. Tuttavia, numerosi Stati membri riferiscono che rafforzeranno l'integrazione orizzontale delle questioni di genere nei prossimi due anni. 4.1 Sensibilità alle specificità di genere nelle principali sfide L'analisi comparativa di genere in tutti i settori interessati dalla lotta alla povertà e all'emarginazione sociale rappresenta un primo passo d'importanza capitale: essa non soltanto si occupa di individuare i divari significativi fra i sessi nei dati e nelle statistiche, nonché le 69 caratteristiche specifiche connesse col genere dei rischi di emarginazione sociale, ma comprende anche un'analisi dell'impatto dal punto di vista del genere delle politiche in corso e previste. Anche se nei PAN/incl si trovano esempi estremamente pertinenti, un'analisi esaustiva manca in tutti i casi: molti Stati membri ne indicano il motivo nella mancanza di dati, e progettano di migliorare i propri dati nel corso dei prossimi due anni. L'analisi comparativa di genere è più forte nel quadro dell'obiettivo 1.1 (cfr. capitolo 1.1), rispecchiando il lavoro fatto nei PAN per l'occupazione: tassi di disoccupazione di lunga durata, bassa retribuzione e occupazione atipica delle donne, con conseguente indebolimento dei diritti alla protezione sociale (pensioni più basse o inesistenti per mancata soddisfazione dei requisiti minimi). Molti Stati membri vanno al di là del mercato del lavoro nella loro risposta agli obiettivi comuni, ma sono ancora lontani da una copertura dell'intero problema. C'è accordo fra gli Stati membri sui fattori connessi con l'accresciuta esposizione alla povertà delle donne. Fra questi, i più comunemente indicati sono i seguenti: - anzitutto, la monoparentalità: le donne sono in prima linea, e una gran parte di loro dipende dalle prestazioni sociali; - in secondo luogo, la situazione di pensionamento dopo una vita lavorativa magra o inesistente: le donne rappresentano i due terzi dei pensionati di età superiore ai 75 anni e si trovano esposte a un rischio di povertà particolarmente intenso; - in terzo luogo, la violenza domestica, citata da dieci Stati membri. Alcuni Stati membri indicano altri fattori di vulnerabilità delle donne, come la disabilità, una lunga malattia, la depressione, l'analfabetismo, la prostituzione e la tratta di esseri umani. Per gli uomini, i fattori di vulnerabilità sono espressi in modo decisamente meno esplicito: - la maggior parte degli Stati membri indica la mancanza di una fissa dimora, ma pochi indicano che gli uomini sono la maggioranza delle persone colpite; - lo stesso dicasi per le persone con precedenti penali; - l'abbandono scolastico è un altro fattore poco analizzato dal punto di vista del genere; - gli uomini risultano spesso svantaggiati, secondo i pochi dati esistenti, per quanto riguarda la salute (speranza di vita, malattie coronariche, suicidio, fumo, dipendenza da alcool e da droghe). 4.2 L'integrazione orizzontale delle questioni di genere nella strategia complessiva L'integrazione orizzontale delle questioni di genere nella strategia complessiva può essere sostenuta da norme giuridiche, impegni politici e strutture appropriate partecipanti alla concezione della strategia. Sono pochi gli Stati membri (Danimarca, Finlandia, Svezia, Irlanda e, nel Regno Unito, Irlanda del Nord) che fanno un riferimento esplicito a un impegno formale per le loro istituzioni quanto alla promozione delle pari opportunità in modo trasversale a tutti i settori. In Danimarca, Finlandia e Svezia i sistemi sociali si basano su diritti individuali che favoriscono la parità fra i sessi. La Grecia, la Francia, il Lussemburgo, il Portogallo e la Spagna s'impegnano a far sì che le questioni di genere entrino a far parte della strategia dei prossimi due anni. Negli altri PAN/incl, la strategia che tiene conto delle questioni di genere è frammentaria e/o debole. Una partecipazione dei comitati e delle 70 strutture per la parità all'elaborazione dei PAN/incl esiste appena, e solo alcuni PAN/incl vi fanno un riferimento esplicito. La tendenza generale consistente nell'elaborare misure contro la povertà sulla base delle esigenze individuali dovrebbe contribuire a migliorare la sensibilità alle questioni di genere, ma è vero che alcuni squilibri fra i sessi richiedono un esame più approfondito dei presupposti di genere che stanno alla base dei sistemi sociali. Un esempio palese è dato dal problema dell'insufficienza delle pensioni per le donne sole con una vita lavorativa magra o inesistente. I dati Eurostat indicano che il divario nei bassi redditi fra le donne e gli uomini anziani è notevolmente minore negli Stati membri in cui i sistemi sociali si basano sui diritti individuali. I PAN/incl avrebbero potuto fornire l'opportunità di iniziare un riesame approfondito di questo settore. 4.3 Il trattamento riservato alle questioni di genere nell'ambito dei vari obiettivi Solo dopo che i problemi sono stati individuati correttamente è possibile accertarsi che le misure non creino una discriminazione fra i sessi e decidere se sia necessaria un'azione positiva, ad esempio obiettivi specifici. Per via della mancanza di un'analisi di genere esaustiva, il trattamento delle relative questioni nel quadro dei vari obiettivi risulta spesso frammentario. L'obiettivo 1.1 presenta l'integrazione orizzontale delle questioni di genere di gran lunga meglio meditata, che rispecchia i processi in corso nel quadro dei PAN occupazione. Gli svantaggi delle donne trattati riguardano l'accesso al mercato del lavoro, spesso però senza una chiara messa a fuoco delle fasce a basso reddito, e si segnalano squilibri quanto alla conciliazione di lavoro e vita familiare, dal momento che i provvedimenti sono rivolti alle madri e poco ai padri. Inoltre, il fulcro è un aumento del numero di posti di custodia dei bambini, ma sono pochi gli Stati membri che si occupano della sostenibilità economica di tali servizi per i genitori appartenenti alle fasce a basso reddito (cfr. capitolo 3.1). Alcuni Stati membri affrontano i divari di genere sul mercato del lavoro mediante programmi pluridimensionali, come nel caso del piano d'azione per la parità uomo-donna in Spagna, del britannico New Deals for lone parents and for partners e dell'irlandese Family Services Project, destinato alle famiglie con esigenze complesse. Le necessità specifiche dei genitori soli sono in una certa misura oggetto di integrazione orizzontale da parte di tutti gli Stati membri nel quadro degli obiettivi 1.1 e 1.2, quando questi presentano i rispettivi provvedimenti in materia di accesso a occupazione, formazione, istruzione, prestazioni sociali, alloggio e servizi. Gli approcci impiegati possono essere considerati precursori delle valutazioni degli effetti sui genitori soli sortiti dalle varie politiche. Solo quattro Stati membri hanno indicato i genitori soli fra le categorie più deboli anche nel quadro dell'obiettivo 3 (Belgio, Danimarca, Regno Unito e Irlanda). Obiettivo 1.2: il principale settore analizzato è quello della protezione sociale, con un'attenzione particolare per le pensioni di anzianità e i sistemi di assistenza sociale (cfr. capitolo 3.1.2-a). Anche se la maggior parte degli Stati membri indica un elevato rischio di povertà fra le donne anziane con una carriera lavorativa magra, atipica o inesistente, solo pochi di loro riferiscono di un riesame dei propri sistemi pensionistici. Le questioni di genere sono trattate parzialmente dalla riforma in corso dei sistemi pensionistico e di sicurezza sociale dell'Irlanda. La Germania riconosce la possibilità di accumulare i diritti pensionistici alle persone con una carriera lavorativa interrotta per responsabilità di assistenza, e il Lussemburgo e la Svezia riconosceranno diritti pensionistici per gli anni trascorsi coi 71 bambini, mentre la riforma delle pensioni del Regno Unito, e in particolare la seconda pensione statale, dovrebbero migliorare la situazione delle donne che hanno avuto in passato interruzioni della vita lavorativa. Per quanto riguarda i provvedimenti in materia di alloggio, l'approccio è quasi insensibile al genere: a parte la mancanza di fissa dimora (cfr. sotto), la Francia e la Spagna riferiscono di nuove soluzioni relativamente ad alloggi sociali e di emergenza per le vittime della violenza domestica, e la Grecia per quanto riguarda le ragazze madri (cfr. capitolo 3.1.2-b). La scarsità dell'analisi comparata di genere fa sì che tale fattore non sia quasi considerato quando si tratta di accesso alle cure mediche. Per quanto riguarda gli uomini, la Francia intende migliorare l'assistenza alla salute mentale per le persone senza fissa dimora; per quanto riguarda le donne, il Belgio intende istituire un sistema ambulante di assistenza alla salute mentale in modo da contribuire a ridurre l'alto tasso di depressioni; il Regno Unito prevede di ridurre le gravidanze in età adolescenziale e la Spagna sta elaborando un programma d'informazione sanitaria per le prostitute. Anche in materia di istruzione la visibilità delle questioni di genere è minima. L'abbandono e l'evasione dell'obbligo scolastico, due problemi che riguardano soprattutto i maschi, sono trattati da numerosi Stati membri senza riferimenti alla tematica di genere (cfr. capitolo 3.1.2d). Rispetto all'istruzione degli adulti, l'Austria annuncia un piano d'azione per il 2003 volto a promuovere l'accesso alla scuola e all'istruzione degli adulti da parte delle donne ad alto rischio di povertà, mentre la Spagna presenta il piano "ALBA" per la lotta all'analfabetismo femminile. Poiché i servizi sono spesso parte delle misure pluridimensionali di cui agli obiettivi 2 e 3, all'obiettivo 1.2. non si trova granché sulla tematica di genere nell'accesso ai servizi. Obiettivo 2: il recente sondaggio Eurobarometro rileva forti divari fra i sessi, a svantaggio delle donne, nella maggior parte degli Stati membri per quanto riguarda la formazione alle TIC e l'accesso a Internet, ma solo tre Stati membri indicano misure positive per ridurre tali divari (Austria, Germania e Portogallo, cfr. capitolo 3.2.1). Altre iniziative all'insegna dell'obiettivo 2 riguardano la prevenzione delle rotture familiari in Irlanda, Belgio e Austria. Anche la strategia nazionale del Regno Unito per le persone che si fanno carico dell'assistenza è riportata all'obiettivo 2. Obiettivo 3: sorprendentemente, due iniziative di ampio respiro a favore delle donne sono presentate come sostegno ai più deboli; si tratta del PNS25 irlandese Equality for Women Measure e del quarto piano d'azione spagnolo per la parità uomo-donna. Il problema della mancanza di fissa dimora, che colpisce per la maggior parte gli uomini, è trattato nel quadro di vari obiettivi: 1.2 per le misure di emergenza in materia di alloggio o di salute (Francia, Regno Unito); 2 per la prevenzione in Danimarca, Grecia e una strategia integrata in Irlanda (cfr. capitolo 3.2.2); 3 per quanto riguarda le categorie più deboli in Danimarca, Germania e Regno Unito. L'Austria, la Germania, la Finlandia, la Francia, l'Irlanda, l'Italia e la Spagna riferiscono di iniziative volte a ridurre la violenza domestica e a sostenerne le vittime nel quadro dell'obiettivo 3, ma anche degli obiettivi 1.2 e 2. L'Italia ha adottato una legge contro la violenza domestica e iniziative per sostenere le vittime della tratta di esseri umani, mentre 25 Piano nazionale di sviluppo. 72 l'Austria ha istituito una tutela giuridica contro la violenza domestica e anche la Germania sta pensando di introdurre norme giuridiche in aggiunta alla rete già esistente di rifugi per le donne maltrattate. In Irlanda, un comitato direttivo nazionale coordina numerose iniziative di sostegno e prevenzione. Il piano d'azione nazionale spagnolo contro la violenza domestica (2001-2004) si divide equamente fra il sostegno alle vittime, i provvedimenti nei confronti dei violenti e la formazione degli operatori preposti a far rispettare la legge. "OLTRE LA STRADA" (EMILIA-ROMAGNA, ITALIA) Per combattere e prevenire la tratta delle donne e dei bambini occorre un approccio esaustivo e pluridisciplinare con la partecipazione di tutte le parti interessate sia nei paesi d'origine che in quelli di destinazione. Recentemente l'Italia ha adattato la propria legge sull'immigrazione in modo da concedere permessi di soggiorno temporanei alle vittime della tratta di esseri umani, quale primo passo verso il loro reinserimento nella società. Il progetto regionale "Oltre la strada" dell'EmiliaRomagna associa le autorità locali, le ONG e gli assistenti sociali in reti locali e porta avanti la cooperazione coi paesi d'origine delle vittime. Fra le attività si segnalano una linea telefonica di soccorso, consulenze legali, protezione, rifugi, programmi di riabilitazione, formazione professionale e collocamenti in imprese gestite da donne. Il progetto inoltre collabora alla prevenzione della tratta distribuendo informazioni e formando gli assistenti sociali e altre figure competenti sia in Italia che nei paesi d'origine. Obiettivo 4: il tema di una rappresentanza equilibrata dal punto di vista del genere è completamente ignorato da tutti gli Stati membri. La Danimarca riferisce di misure assunte dall'associazione nazionale delle autorità locali nell'ottica dell'integrazione orizzontale delle questioni di genere. 4.4 Il genere nel processo di monitoraggio, nelle valutazioni d'impatto e negli indicatori Così come i mutamenti delle politiche e i nuovi provvedimenti sono preceduti da una diagnosi dal punto di vista del genere, dovrebbero anche essere seguiti da una valutazione d'impatto nella medesima ottica, sostenuta da opportuni indicatori disaggregati secondo il genere. La valutazione d'impatto dal punto di vista del genere è esplicitamente prevista dall'Irlanda, sulla base di un progetto pilota per i programmi in materia di occupazione, formazione e istruzione. La Danimarca e l'Irlanda riferiscono dell'esistenza di comitati di monitoraggio a livello nazionale, mentre negli altri Stati membri il monitoraggio esplicito riguarda soltanto alcune misure specifiche. Gli indicatori disaggregati dal punto di vista del genere sono in generale quelli dei PAN occupazione, mentre gli altri dati sono frammentari, un po' nella protezione sociale, un po' nell'istruzione, nella sanità e un po' nella partecipazione alle organizzazioni di volontariato. Numerosi Stati membri dichiarano l'intenzione di migliorare la disaggregazione in base al genere nel periodo coperto dai PAN. 5. USO DI INDICATORI NEI PAN/INCL Per monitorare le politiche definite dai PAN/incl, gli Stati membri sono stati invitati a sviluppare, a livello nazionale, indicatori e altri meccanismi di monitoraggio in grado di misurare i progressi compiuti rispetto a ciascuno degli obiettivi indicati dai PAN stessi. Allo stato attuale è opportuno distinguere fra indicatori di risultato e indicatori politici. Gli indicatori di risultato misurano le caratteristiche dei fenomeni in modo da rispecchiare il risultato delle politiche e i progressi conseguiti nella lotta ai problemi sociali fondamentali (ad 73 es., tasso di povertà, numero degli abbandoni scolastici), mentre gli indicatori politici si riferiscono agli sforzi compiuti (ad es. spesa per l'assistenza sociale, numero dei senzatetto aiutati). A questi due tipi occorre ancora aggiungere gli indicatori di contesto, utilizzati per inserire le politiche nel quadro economico e sociale complessivo (ad es. la quota del PIL destinata alla spesa per la protezione sociale). Anche se è più adeguato considerare i cambiamenti nel tempo anziché i livelli, dal momento che lo scopo principale è quello di monitorare il progresso in un certo intervallo, occorre però tenere conto anche dei livelli iniziali, viste le significative differenze nelle posizioni di partenza dei diversi Stati membri. La maggior parte degli Stati membri si è avvalsa degli indicatori di risultato per spiegare la situazione iniziale e individuare i principali problemi da risolvere. Non tutti però hanno prestato un'attenzione sufficiente a questo compito: mentre alcuni paesi hanno inserito una sezione analitica sul tema (Belgio, Francia, Italia, Grecia, Spagna), altri hanno fatto semplicemente riferimento al materiale già esistente, per esempio a quello prodotto dagli osservatori nazionali (Germania). Alcuni Stati membri hanno anche calcolato i diversi indicatori che intendono usare (Belgio, Italia, Finlandia e Regno Unito). Sulla base delle analisi, alcuni Stati membri hanno fissato obiettivi specifici, distinguibili in due categorie: – alcuni Stati membri si sono concentrati su un solo obiettivo generale: ridurre i livelli di povertà (Irlanda), dimezzare il numero dei beneficiari dell'assistenza sociale (Svezia), aumentare il numero degli occupati (Danimarca). L'obiettivo danese di aumentare l'occupazione di 100 000 unità entro il 2001 va inserito nel contesto di un paese che presenta il tasso occupazionale più elevato dell'Unione, oltre l'obiettivo europeo del 70%: per attivare queste persone nuove occorrerà una soluzione ai problemi di coloro che sono più distanti dal mercato del lavoro; – altri Stati membri si sono posti una serie di obiettivi specifici: "amministrativi" (Paesi Bassi), relativi a risultati particolari (Regno Unito), oppure di tipo intermedio fra i due precedenti (Portogallo). In quest'ultimo caso, il PAN/incl formula l'impegno per cui entro un anno tutte le persone socialmente escluse dovranno aver ricevuto l'assistenza dei servizi sociali ed essersi visti proporre un contratto di reinserimento sociale. In termini di fissazione degli obiettivi, l'approccio portoghese sembra essere il più ambizioso, con mete sia generali sia specifiche. La maggior parte dei restanti Stati membri, pur non fissando obiettivi specifici, li ha implicitamente individuati con l'analisi degli indicatori che saranno utilizzati per il monitoraggio. Solo l'Austria e la Germania (a parte il riferimento alla recente relazione governativa sulla povertà e la ricchezza) non specificano i propri indicatori. In assenza di indicatori concordati a livello dell'UE, gli Stati membri tendono a usare definizioni differenti per misurare e caratterizzare gli attuali livelli di povertà ed emarginazione sociale: mentre la maggior parte degli Stati membri fa riferimento a quell'indicatore fondamentale che è il tasso di povertà relativa, altri paesi ricorrono anche a indicatori nazionali di povertà assoluta (Italia, Portogallo, Regno Unito), anche se la nozione di "povertà assoluta" non è sempre la stessa26. La linea di povertà relativa è calcolata a soglie differenti (50% o 60% del reddito mediano), e nel caso di Irlanda e Austria è adeguata sulla 26 Il termine si riferisce alla sostenibilità economica di un paniere di beni in Italia, alla linea di povertà relativa in un dato momento di tempo nel Regno Unito. Il Portogallo non fornisce una definizione chiara della povertà assoluta o infantile nel proprio PAN/incl. 74 base di informazioni supplementari. La Grecia e l'Italia definiscono la povertà relativa sulla base del reddito e del consumo, e giustificano il ricorso a quest'ultimo parametro indicando l'alta percentuale di lavoratori autonomi e l'importanza del possesso di un alloggio anche fra le famiglie povere. Il tasso di povertà relativa non è riconosciuto come un indicatore fondamentale da alcuni Stati membri (Svezia, Danimarca, Paesi Bassi), i quali sottolineano l'importanza di altri fattori per quanto riguarda l'integrazione sociale, come la sanità, l'istruzione e la partecipazione sociale, o preferiscono adottare indicatori sulla base di fonti amministrative. I Paesi Bassi hanno sviluppato un indice di povertà finanziaria che tiene conto della percentuale di famiglie che ricevono un reddito minimo con la tendenza nel reddito disponibile in termini reali dei beneficiari. Pur senza l'ambizione di arrivare a definizioni comuni degli indicatori politici per tutta l'Unione, occorre chiaramente inserire nei PAN/incl indicatori e meccanismi di monitoraggio appropriati, al fine di tenere traccia dei progressi compiuti nel tempo, come previsto dagli obiettivi di Nizza. Alcuni Stati membri fanno un intenso uso degli indicatori politici nei propri PAN/incl (Spagna, Francia, Portogallo, Danimarca). Idealmente, i livelli attuali degli indicatori politici dovrebbero essere indicati nei PAN/incl, in modo da farne degli strumenti efficaci di monitoraggio delle politiche, ma soltanto la Danimarca ha adottato con coerenza questa impostazione più ambiziosa. Alcuni Stati membri, come l'Italia e il Regno Unito, hanno espressamente deciso di considerare soltanto gli indicatori di risultato, ignorando gli indicatori politici. È interessante soffermarsi su alcuni approcci specifici. Il PAN/incl del Regno Unito separa gli indicatori che si concentrano sugli aspetti attuali della povertà e dell'emarginazione sociale (quali il tasso di povertà) da quelli che individuano fattori di aumento del rischio di trovarsi in una situazione di povertà e di emarginazione sociale (come l'evasione dell'obbligo scolastico o le gravidanze in età adolescenziale). Il PAN/incl italiano individua indicatori specifici per le categorie vulnerabili (ad es. i disabili che vivono in alloggi con barriere architettoniche, le persone anziane che vivono sole e non hanno parenti in vita). È anche interessante notare che alcuni paesi fanno un uso specifico di indicatori soggettivi, sostenendo che le percezioni degli interessanti sono importanti tanto quanto la loro situazione oggettiva (Italia, Belgio). Non va sottovalutata l'importanza attribuita da alcuni Stati membri alla dimensione territoriale. Alcuni paesi, come la Spagna, l'Italia, il Belgio o la Germania, presentano differenze regionali stridenti, per cui è importante che tutte le informazioni fornite siano disaggregate per regione. Altri paesi sottolineano la dimensione territoriale, ma più nell'ottica delle aree urbane degradate, e propongono indicatori per monitorare specificamente tali aree (Regno Unito, Paesi Bassi, Francia). Indicazioni per i futuri sviluppi a livello europeo È chiaro da quanto detto finora che siamo ancora molto lontani da un approccio comune in materia di indicatori sociali, che potrebbe consentire di monitorare i risultati delle politiche ed agevolare l'individuazione di buone pratiche. Occorre lavorare per migliorare questa situazione, a livello nazionale ed europeo. A livello nazionale è chiaro che molti paesi presentano grosse lacune nella disponibilità dei dati, il che è vero in particolare per quanto riguarda l'individuazione delle categorie vulnerabili: un buon numero di PAN/incl manca delle informazioni quantitative fondamentali e di dati sul monitoraggio delle politiche riguardanti le categorie che non possono essere 75 identificate dai sondaggi, come gli alcolisti, i tossicodipendenti, le persone senza fissa dimora, le minoranze etniche ecc. Occorre dunque sviluppare la base statistica nazionale in modo da poter monitorare efficacemente la strategia di integrazione sociale. Sembra giustificato un maggiore sforzo in direzione di uno sfruttamento più efficace delle risorse amministrative. In molti settori interessanti per l'integrazione sociale, quali l'alloggio, la sanità, la giustizia, le categorie più svantaggiate ecc., le fonti amministrative possono fornire informazioni utili a complemento dei sondaggi presso le famiglie. Alcuni Stati membri intendono utilizzare il PAN/incl per avviare uno sforzo volto a migliorare le proprie capacità statistiche (Grecia, Belgio). A livello europeo, è prioritario non soltanto migliorare le attuali basi di dati europee, ma anche far sì che siano accettate da tutti gli Stati membri, il che non accade al momento. La maggior parte delle informazioni statistiche a sostegno degli indicatori sociali a livello europeo è fornita da due sondaggi effettuati presso le famiglie e coordinati da Eurostat: l'indagine sulle forze di lavoro e il Panel europeo delle famiglie. È attualmente in corso di elaborazione un nuovo strumento, che servirà a sostituire il Panel dopo il 2004: si tratta dell'UE-SILC, (Statistiche sul reddito e le condizioni di vita), che dovrebbe diventare la fonte di riferimento per le analisi sul reddito e l'emarginazione sociale, nonché per il monitoraggio dei progressi ottenuti grazie all'attuazione delle strategie di integrazione. È dunque necessario che tale strumento sia accettato da tutti i servizi statistici nazionali e sia trattato come una fonte nazionale, che fornisca dati tempestivi di buona qualità. Va però anche riconosciuto che gli indicatori di livello europeo non possono limitarsi al reddito e all'occupazione, ma dovrebbero comprendere altri settori fondamentali per l'integrazione sociale quali la sanità, la casa, l'istruzione, la partecipazione sociale e la situazione delle categorie specifiche più deboli. In campo sanitario sarà istituito un completo sistema sanitario informativo nell'ambito del programma d'azione comunitaria in campo sanitario (cfr. COM(2000) 285 def. del 16.5.2000) che coprirà la raccolta, l'analisi e la divulgazione dei dati circa lo stato della salute, i sistemi sanitari e i fattori decisivi per la sanità. Per quanto riguarda la sanità, la realizzazione di fonti nazionali di buona qualità basate su dati amministrativi potrebbe rappresentare un primo passo verso una copertura più ampia, ma nella maggior parte delle zone sarebbe comunque insufficiente dal momento che la comparabilità risulterà scarsa. Un gruppo di esperti sugli indicatori è stato creato dal comitato per la protezione sociale nel gennaio del 2001, col compito di migliorare gli indicatori nel settore della povertà e dell'emarginazione sociale, compresi indicatori da usarsi per valutare le tendenze e monitorare gli sviluppi politici nel quadro dei PAN/incl, nonché di elaborare indicatori in grado di illustrare il ruolo della protezione sociale e di coadiuvare il processo di modernizzazione dei sistemi. Il gruppo dovrebbe emettere una relazione verso la fine del 2001, definendo un elenco di indicatori concordati nel settore della povertà e dell'emarginazione sociale, in tempo per il Consiglio europeo di Laeken. Se allo stato sembra appropriato fare uso dei dati nazionali esistenti nei settori (ad esempio quello abitativo) in cui ancora manca una serie di indicatori comuni, l'esperienza che si trae dai PAN/incl attuali, nei quali solo una minoranza degli Stati membri ha fornito indicatori dettagliati e rilevanti, suggerisce che quest'approccio non è sufficiente nell'ottica di ottenere progressi reali in direzione della comparabilità. Per questo motivo, l'elaborazione di indicatori comuni concordati resta una priorità. Alcuni indicatori utilizzati dagli Stati membri nei rispettivi PAN/incl dovrebbero essere considerati nel corso del lavoro futuro del gruppo di esperti sugli indicatori. Nell'allegato statistico è 76 presentata una selezione degli indicatori utilizzati dai PAN/incl che potrebbero essere sviluppati a livello europeo. 77 PARTE II – GLI STATI MEMBRI 78 BELGIO 1. Conclusioni Situazione e tendenze fondamentali Dal 1997 l’economia belga continua ad avere un’evoluzione favorevole. Tuttavia, la disoccupazione di lunga durata e la quota di popolazione che vive in nuclei familiari in condizioni di disoccupazione rimane importante. Nel 1997 il 15% della popolazione vive in condizioni di povertà relativa (reddito inferiore del 60% al reddito mediano), mentre la media europea è del 18%. La differenza tra questo tasso e il tasso prima dei trasferimenti (28%) testimonia lo sviluppo del sistema di protezione sociale in Belgio. I bambini che vivono in nuclei familiari a basso reddito sono svantaggiati per quanto riguarda l’istruzione e sottorappresentati nelle strutture di perfezionamento professionale. Il sistema di assicurazione sanitaria copre il 99 % della popolazione e viene attualmente rafforzato nell’ambito di rischi sanitari eccezionali. L’offerta di alloggi sociali è inferiore alla domanda e gli affitti sono notevolmente aumentati negli ultimi 15 anni. Approccio strategico Il PAN belga fornisce un’ampia analisi di tutte le iniziative di politica sociale adottate dalle autorità del paese nel quadro dell’approccio 'stato assistenziale attivo', ma le priorità fondamentali potrebbero essere meglio articolate. Il PAN integrazione si concentra unicamente sulle misure politiche recenti senza far riferimento al sistema globale esistente di politica sociale. Viene fornito un vasto panorama di tali misure, senza tuttavia effettuare una valutazione sistematica del loro impatto sull’integrazione sociale. L’integrazione nel mercato del lavoro viene considerata un elemento fondamentale, in combinazione con migliori programmi di protezione sociale. I progressi compiuti negli altri grandi ambiti politici (alloggi, istruzione e assistenza sanitaria) dovrebbero consentire di evitare l’esclusione sociale. La sinergia tra le politiche dei vari governi regionali e locali potrebbe essere rafforzata e le autorità locali potrebbero essere ulteriormente coinvolte nello sviluppo del PAN. Il coinvolgimento delle parte interessate è stato limitato, ma il PAN garantisce una maggiore partecipazione nell’attuazione, nel controllo e nella valutazione delle azioni. Misure politiche Numerose misure sono state adottate nell’ambito dei primi due obiettivi di Nizza, e alcuni di essi comprendono obiettivi quantificati e orizzonti temporali ben determinati. Alcune di tali misure sono innovative, come ad esempio il credito d’imposta rimborsabile, il programma relativo a un sistema di reddito minimo garantito e l’introduzione di una "bolletta sanitaria" massima annua. Nell’ambito dell’Obiettivo 3 il PAN integrazione si concentra su gruppi vulnerabili quali i disabili, i lavoratori migranti e i nuclei familiari con un solo genitore. Il coinvolgimento delle parti sociali sarà ulteriormente rafforzato, anche attraverso il Centro di risorse per la lotta contro la povertà. Sfide future L’impatto delle misure di politica generale sulla situazione dei gruppi più vulnerabili richiederà un più attento esame e ulteriori controlli. Lo sviluppo di uno stato assistenziale attivo come parte di un approccio coerente volto a contrastare l’esclusione sociale da differenti angolature (reddito, istruzione e formazione, partecipazione al mercato del lavoro, alloggi) viene identificato come una sfida particolarmente importante. Considerando la complessa struttura federale del Belgio, rimane essenziale il continuo coordinamento tra tutti i livelli. Il PAN belga comprende una sezione importante relativa agli indicatori e intende agevolare la comparabilità utilizzando fonti comunitarie. L’ulteriore sviluppo di tali indicatori, compresa una ripartizione per sesso, al fine di controllare e valutare l’impatto delle misure politiche, viene considerata come una sfida fondamentale. Il coinvolgimento delle parti interessate dovrebbe essere aumentato. 79 1. TENDENZE E SFIDE PRINCIPALI Dal 1997 l’economia belga continua ad avere un’evoluzione favorevole. Il tasso di crescita dell’occupazione è stato dell’1,8% nel 2000 e il tasso di occupazione è aumentato dal 56,3% nel 1996 al 60,5% nel 2000. Il tasso di occupazione delle donne (51,5% nel 2000) è aumentato di 6 punti percentuali dal 1996. La disoccupazione è sostanzialmente diminuita negli ultimi anni (dal 9,7% nel 1996 al 7% nel 2000), ma secondo i dati nazionali, la percentuale di popolazione che vive in nuclei familiari esclusi dal mercato del lavoro rimane elevata (14%) e la quota di disoccupazione di lunga durata rimane importante. Il 2% della popolazione lavorativa può essere considerata come appartenente alla categoria dei 'lavoratori poveri', e la composizione del nucleo familiare è il principale fattore determinante. Il Belgio ha speso nel 1998 il 27,5% del PNL nei servizi sociali, più o meno in linea con la media europea. Anche se il Belgio ha un sistema di protezione sociale ben sviluppato, il 15% della popolazione viveva in condizioni di povertà relativa nel 1997 (con un reddito inferiore alla soglia del 60% del reddito mediano). La metà di questo gruppo deve affrontare condizioni di povertà relativa persistente. Tale rischio è particolarmente elevato per coloro che percepiscono prestazioni di assistenza sociale e per i disoccupati. Dalla metà degli anni 80 le prestazioni sociali non hanno tenuto il passo degli incrementi salariali. Tuttavia, il basso reddito costituisce solamente una delle dimensioni della povertà. Per misurare e analizzare questo fenomeno in modo più preciso, è necessario prendere in considerazione altri aspetti ugualmente rilevanti quali l’accesso al lavoro, gli alloggi, l’assistenza sanitaria e il grado di soddisfazione dei bisogni fondamentali. L’istruzione e la formazione costituiscono fattori essenziali per l’integrazione nel mercato del lavoro. I bambini che vivono in famiglie a basso reddito sono svantaggiati per quanto riguarda l’istruzione e sono sottorappresentati nelle strutture e nei programmi di perfezionamento professionale. Il sistema di assicurazione sanitaria copre il 99% della popolazione, anche se alcuni gruppi specifici che richiedono maggiore assistenza debbono affrontare particolari difficoltà. La disponibilità di alloggi sociali è minore di quella di altri paesi dell’Europa occidentale ed è comunque inferiore alla domanda. Gli affitti sono aumentati del 46% al di sopra dell’inflazione negli ultimi 15 anni, in particolare gli affitti dei segmenti più bassi del mercato. Il PAN integrazione identifica le future sfide in termini generali, ma tre aspetti sono sottolineati dalle autorità belghe. In primo luogo, l’approccio 'stato assistenziale attivo' viene utilizzato quale strategia pluridimensionale per lottare contro l’esclusione sociale. L’occupazione è considerata un fattore cruciale per l’integrazione sociale, con particolare attenzione per i gruppi a rischio. L’impatto delle nuove politiche di attivazione sulla integrazione dei gruppi svantaggiati diviene visibile. Dopo un picco toccato nel 1998, il numero di persone che percepiscono un reddito minimo sta diminuendo. In secondo luogo, considerata la complessa struttura federale del Belgio, sarà necessario migliorare il coordinamento delle politiche di integrazione sociale tra i governi federale, regionale e locale. Le autorità belghe hanno affrontato questa sfida adottando nel 1998 un accordo di cooperazione che ha contribuito a mantenere permanentemente nell’agenda politica il problema della povertà. In terzo luogo, le autorità belghe hanno compiuto notevoli sforzi nell’elaborazione e nel calcolo di indicatori comparabili a livello comunitario. L’ulteriore sviluppo di tali indicatori dovrebbe consentire un efficace controllo e valutazione dell’impatto delle misure politiche nel settore dell’integrazione sociale. È intenzione del Governo 80 contribuire all’impegno europeo sviluppando un insieme di indicatori comuni che sosterranno lo sviluppo dei futuri PAN integrazione. 2. APPROCCIO STRATEGICO E OBIETTIVI FONDAMENTALI Il presente PAN integrazione fornisce un’ampia analisi delle misure di politica sociale che sono state adottate negli ultimi anni, ma non valuta sistematicamente il loro impatto specifico. L’approccio strategico nel PAN comprende i 4 obiettivi e copre i principali settori politici. L'integrazione nel mercato del lavoro dovrebbe essere facilitata attraverso un approccio preventivo incentrato sull’attivazione, prevalentemente attraverso investimenti nell’istruzione, nella formazione e nell’orientamento, ed inoltre disattivando le trappole che conducono alla disoccupazione. Per coloro che rimangono dipendenti dalle prestazioni sociali, sono previsti adeguamenti dei programmi di protezione sociale ed aumenti generali e selettivi dei livelli di prestazione. L’accesso all’istruzione sarà attuato riducendo i costi e aumentando i finanziamenti per scuole e aree prioritarie. L’approccio strategico si propone inoltre di migliorare il settore dell’alloggio sociale e di agevolare l’accesso al settore delle locazioni private. Nel campo dell’assistenza sanitaria, le politiche saranno rafforzate in modo tale da coprire i rischi sanitari eccezionali e rafforzare l’assistenza sanitaria primaria e preventiva. 2.1. La prospettiva strategica di lungo periodo La strategia comprende la maggior parte delle grandi sfide pur facendo affidamento prevalentemente sulle misure di carattere generale. L’orientamento verso i gruppi più vulnerabili rimane inferiore al necessario. Il PAN integrazione è preciso per quanto riguarda i bilanci aggiuntivi destinati alle misure politiche, ma gli obiettivi quantificati e gli orizzonti temporanei per quanto riguarda la povertà e l’integrazione sociale sono determinati solo per un numero limitato di misure politiche nel settore dell’integrazione nel mercato del lavoro. 2.2. Il contenuto innovativo del PAN integrazione Questo primo PAN sull’integrazione sociale è incentrato sulle recenti misure politiche senza far riferimento all’esistente sistema globale di politica sociale. La maggior parte delle misure descritte sono recenti e costituiscono nuove linee politiche nel quadro dello 'stato assistenziale attivo'. Un certo numero di iniziative relative al reddito e alla protezione sociale, all’integrazione nel mercato del lavoro e all’assistenza sanitaria, sono innovative. Nel settore dell’istruzione e degli alloggi, l’elemento innovativo è più limitato. 2.3. Approccio coordinato e integrato La politica relativa al reddito e alla protezione sociale è integrata con quella riguardante la formazione professionale e l’occupazione. Nel settore dell’occupazione, la questione dell’integrazione degli strumenti e della collaborazione tra le varie autorità non viene affrontata nel PAN. Per quanto riguarda l’istruzione e gli alloggi, le strategie e le misure delle varie autorità competenti pongono l’accento su elementi diversi. Nell’ambito dell’assistenza sanitaria, il ruolo centrale delle autorità federali nei sistemi di assicurazione sanitaria si propone di perseguire un approccio più coordinato e integrato. Tuttavia in linea generale il PAN non sembra avere un appoggio coerente, considerata la difficoltà di dare un quadro di riferimento comuni ai contributi delle varie entità federate. 81 Considerando la specificità della struttura federale belga, l’elaborazione di un approccio strategico in materia di integrazione sociale richiede una stretta coordinazione tra i governi federale, regionale e delle varie comunità. Il PAN è stato elaborato nell’ambito di un forum ad ampia partecipazione: il gruppo di lavoro "affari sociali" della conferenza intergovernativa belga (che riunisce i ministri del Governo federale e i ministri dei governi federati nell’ambito del processo di Lisbona). Il coinvolgimento delle parti interessate, compreso il Centro di risorse per la lotta contro la povertà, la precarietà e l’esclusione sociale, è stato limitato a causa dei vincoli temporali esistenti, ma il PAN integrazione dichiara che esse saranno pienamente coinvolte nell’attuazione, nel controllo e nella valutazione dell’azione. 2.4. Compatibilità degli approcci strategici in rapporto con il Piano d’azione nazionale occupazione La sezione relativa alla politica dell’occupazione nel PAN integrazione è coerente con il PAN occupazione. In entrambi l’accento è posto sulle politiche attive del mercato del lavoro, con particolare attenzione all’integrazione dei giovani, dei disoccupati di lunga durata, dei lavoratori con bassi livelli di formazione e dei gruppi socialmente esclusi, ed inoltre sulle misure volte a disattivare le trappole che portano alla disoccupazione. 3. PRINCIPALI MISURE POLITICHE NELL’AMBITO DEI QUATTRO OBIETTIVI COMUNI 3.1. Agevolare la partecipazione al mercato del lavoro Viene elencata un’ampia gamma di azioni volte a migliorare l’accesso di tutti al mercato del lavoro attraverso l’attivazione, la promozione dell’economia sociale, i programmi di apprendimento permanente, le misure d’integrazione dei giovani, i programmi TIC. Altre iniziative sono volte a migliorare l’accesso ad un reddito ragionevole, ad alloggi decenti, alle strutture sanitarie e all’istruzione. Il PAN chiarisce che le famiglie con reddito particolarmente basso non possono beneficiare pienamente delle detrazioni fiscali per figli dipendenti poiché il loro onere fiscale è troppo basso. Tale problema riguarda più del 10% di tutte le famiglie. In considerazione di ciò, dall’anno fiscale 2001 sarà introdotto un credito d’imposta rimborsabile per figli a carico, uno strumento volto a migliorare la situazione economica delle famiglie per disattivare la trappola della disoccupazione. Malgrado i recenti positivi sviluppi nel settore dell’occupazione, negli ultimi dieci anni il numero di persone dipendenti dall’assistenza sociale è significativamente aumentato, a causa dell’esclusione dal mercato del lavoro e della erosione delle prestazioni generali di sicurezza sociale. Il programma primavera si propone di lottare contro queste cause strutturali attraverso misure di attivazione e aumentando i livelli minimi delle prestazioni. Il programma non è ancora pienamente attuato, ma pone ambiziosi obiettivi quantitativi ed un orizzonte temporale determinato: il numero totale di persone che percepiscono un reddito minimo dovrebbe essere ridotto di un terzo in cinque anni e il tasso di beneficiari attivati dovrebbe passare dal 5% al 20%. Non vi è una strategia globale relativa alle TIC, ma il Piano comprende alcune buone iniziative relative all’informazione in questo settore. 3.2. Prevenire i rischi di esclusione La prevenzione costituisce un aspetto importante della politica belga contro la povertà e l’esclusione sociale. Il sistema belga di assistenza sanitaria può essere utilizzato come esempio. Tale sistema comprende importi fissi per servizi medici, ed il saldo è a carico del paziente. Anche se alcune categorie sociali sono ammissibili per ottenere una riduzione dei contributi diretti, i nuclei familiari a basso reddito e/o che devono affrontare gravi problemi sanitari necessitano di una migliore copertura. Le misure precedentemente adottate prevedono 82 già una serie di rimborsi al di sopra di alcuni livelli di spesa per alcune categorie. Il sistema di "bolletta sanitaria" massima annua amplia e semplifica tali misure, consentendo un immediato rimborso delle spese al di sopra di una serie di tetti da parte del fondo nazionale di assicurazione sanitaria. Tali tetti sono connessi alla dichiarazione relativa all’imposta sul reddito del nucleo familiare. Questa misura previene i rischi di esclusione per gravi problemi sanitari (obiettivo 2) e migliora l’accessibilità del sistema di assistenza sanitaria (obiettivo 1). 3.3. Aiutare i gruppi più vulnerabili Il PAN integrazione belga si concentra sui gruppi più vulnerabili come i disabili disoccupati di lunga durata, i lavoratori migranti, i gruppi esclusi dall’assistenza sanitaria, i nuclei familiari con un solo genitore. Viene attuato un approccio territoriale attraverso piani volti a promuovere un'azione coordinata e integrata contro l’esclusione sociale in alcuni comuni selezionati (attraverso una partnership tra soggetti interessati dei settori pubblico e privato). 3.4. Mobilitare tutti gli organismi interessati Il coinvolgimento strutturale delle parti interessate sarà garantito attraverso alcuni organismi, compreso il Centro di risorse per la lotta contro la povertà, la precarietà e l’esclusione sociale. Tale centro è stato creato nel 1999 al fine di garantire un dialogo permanente con tutte le parti interessate e la valutazione continua delle politiche antipovertà a tutti i livelli. Tale centro dispone di una solida struttura legale e comprende nel suo gruppo direttivo rappresentanti delle associazioni dei poveri, delle parti sociali, delle agenzie pubbliche (locali) e delle organizzazioni di assicurazione sanitaria. Il coinvolgimento di questa piattaforma nello sviluppo del PAN è stato limitato. 4. PROMOZIONE DELLA PARITÀ DEI SESSI La dimensione della parità dei sessi nel PAN integrazione viene presa in considerazione ma con una visibilità limitata. Spesso gli indicatori mancano di questa prospettiva, e la maggior parte delle strategie relative al sesso riguardano la popolazione generale e non affrontano in quanto tali i temi della povertà e dell’esclusione sociale. I principali elementi di questo tipo di problematica inseriti nel PAN integrazione riguardano la fornitura di strutture di assistenza dei figli volte ad agevolare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Vengono presentate utili iniziative nel campo dell’occupazione, della formazione e dei servizi di supporto volte a migliorare la situazione dei nuclei familiari con un solo genitore. Il Governo esprime le sue preoccupazioni in merito alla sottorappresentazione delle donne nelle TIC. Al fine di stabilire un collegamento chiaro tra le donne e le nuove tecnologie, è stato sviluppato un piano d’azione per la parità di accesso delle donne alle nuove tecnologie nell’ambito della Conferenza interministeriale sull’uguaglianza. Nel settore della sanità, il PAN adotta nuove misure volte ad affrontare specifici problemi sanitari che sono stati identificati in questo settore. 5. IL RUOLO DELL’FSE NELLA LOTTA CONTRO LA POVERTÀ E L’ESCLUSIONE SOCIALE Ciascuno dei programmi belgi adottati nell’ambito degli Obiettivi 1 e 3 dell’FSE (uno stanziamento totale pari a € 929 milioni) comprende priorità specifiche o misure relative all’integrazione sociale. Le azioni FSE proposte sono destinate a tutte le categorie di persone che corrono il rischio dell’esclusione e gli aspetti pluridimensionali dell’esclusione sociale sono affrontati attraverso un approccio integrato. Sulla base dei programmi approvati nel 83 2000, si può affermare che i vari governi belgi intendo spendere € 378,5 milioni nel settore dell’integrazione sociale (il 40% dello stanziamento totale). Anche il programma EQUAL, con uno stanziamento di € 74,1 milioni, si concentrerà sull’integrazione di coloro che sono esclusi dal mercato del lavoro. Malgrado l’importanza dell’FSE e di EQUAL, il PAN integrazione non fa riferimento al loro possibile impatto sulla politica volta a promuovere l’integrazione sociale in Belgio. 84 DANIMARCA 1. Conclusioni Situazione e tendenze fondamentali Il sistema danese di politica sociale è basato sul principio di universalità: a tutti i residenti sono garantiti alcuni diritti fondamentali nel caso in cui debbano affrontare problemi di carattere sociale. L’efficacia del sistema è confermata dal fatto che la Danimarca ha il più basso tasso di povertà relativa dell’Unione europea (rilevazione del 1997). Le tendenze positive dell’economia danese, con il più alto tasso di occupazione nell’Unione europea e la bassa disoccupazione, costituiscono una buona base per rafforzare le politiche oltre a costruire una società più integrata e coesa. Secondo i dati armonizzati del Panel europeo delle famiglie, l’8% della popolazione danese viveva con un reddito inferiore al 60% del reddito mediano nazionale e il tasso di persone che vivevano stabilmente in situazione di povertà nei tre 3 anni 1995-1997 era del 3%. Approccio strategico L’approccio danese all’integrazione sociale si concentra sullo sviluppo di un mercato del lavoro in grado di garantire l’integrazione, consentendo al maggior numero possibile di persone di conquistare o mantenere un rapporto stabile con tale mercato. Questo è considerato il migliore percorso verso l’integrazione ed anche la migliore difesa contro la povertà e l’esclusione. Altri obiettivi sono di garantire ai singoli un sostegno finanziario per condurre una vita degna e migliorare le condizioni di vita per i gruppi più vulnerabili, che non sono in grado di partecipare al mercato del lavoro. La strategia è inoltre concentrata sulla volontà di coinvolgere tutte le parti interessate nello sviluppo della politica sociale. Misure politiche La Danimarca persegue tutti i quattro obiettivi, ma con un forte accento sulla dimensione sociale dell’approccio di attivazione. La gamma delle misure adottate è pressoché completa. Vi è libero accesso per tutti all’istruzione e all’assistenza sanitaria, e vi sono inoltre misure di assistenza per i bambini e gli anziani. La prevenzione ha costituito per molti anni della politica contro la povertà e l’esclusione sociale. Per i gruppi più vulnerabili l’accento è posto su iniziative quali la promozione della tutela legale e i piani d’azione individuale. Nel quadro di una cultura di "partnership" sono stati creati il consiglio sociale, i comitati di coordinamento locali e una serie di reti sulla responsabilità sociale delle imprese. Nel 2000 è stata approvata una nuova legge sulle pari opportunità, che integra in tutte le politiche gli aspetti relativi alla parità dei sessi. Sfide future La principale sfida futura consiste nel perfezionamento del mercato del lavoro integrante. Tale aspetto deve essere considerato nel contesto di una forza lavoro in costante invecchiamento e dell’obiettivo generale di lungo periodo di aumentare l’occupazione di 100 000 persone. Un’altra sfida consiste nel garantire l’integrazione sociale, linguistica, culturale e occupazionale dei rifugiati e degli immigrati. Viene inoltre dedicata particolare attenzione alle persone con molteplici problemi sociali e sanitari, che costituiscono una larga parte dei senzatetto. 85 1. PRINCIPALI SFIDE E TENDENZE Il tasso di occupazione nel 2000, al 76,3 %, continua ad essere il più alto dell’Unione europea. Inoltre, il tasso di disoccupazione è basso - al 4,7% - e la disoccupazione di lunga durata è attualmente solo dell’1%. Il tasso di aumento del PNL è stato nel 2000 del 2,9%. Secondo i dati SESPROS di EUROSTAT, la Danimarca spende il 30% del PNL nella protezione sociale rispetto alla media dell’Europa dei 15 del 27,7% (dati 1998). Misurata quale spesa pro capite in standard di potere d’acquisto (SPA), la spesa danese nel settore della protezione sociale è pari a 7098 SPA, notevolmente al di sopra della media comunitaria di 5532 SPA. L’efficacia del modello danese di politica sociale è confermato dal fatto che la Danimarca ha il più basso tasso di povertà relativa dell’Unione europea. Secondo i dati armonizzati del Panel europeo delle famiglie (1997), l’8% della popolazione danese viveva con un reddito inferiore al 60% del reddito nazionale mediano. La percentuale di persone che vivevano permanentemente in condizioni di povertà per i 3 anni 1995-1997 era del 3% (dati del Panel europeo delle famiglie). Tuttavia, il basso reddito è solo una delle dimensioni della povertà; al fine di misurare e analizzare tale fenomeno in modo più preciso, è necessario prendere in considerazione altri aspetti ugualmente rilevanti come l’accesso all’occupazione, all’alloggio, all’assistenza sanitaria e il grado di soddisfazione dei bisogni fondamentali. Il più importante obiettivo generale è quello di creare un mercato del lavoro integrante, tale da consentire a più persone di conquistare o mantenere un rapporto stabile con il mercato del lavoro. Per la grande maggioranza delle persone, la qualità della vita è strettamente correlata ad una vita lavorativa attiva, nella quale l’occupazione non è fine a se stessa, ma riduce il rischio dell’emarginazione sociale. Per raggiungere questo obiettivo generale, occorre affrontare le seguenti sfide: – malgrado la sostanziale diminuzione della disoccupazione e l’aumento dell’occupazione il numero di persone che hanno richiesto per lunghi periodi assegni di mantenimento – vale a dire persone che hanno percepito un’assistenza in denaro o sono state oggetto di misure di attivazione o riabilitazione per almeno 10 mesi di calendario – è aumentato da 115 000 nel 1994-1998 a circa 122 000 nel 1999. Secondo una stima approssimativa, circa il 70% (85 000 persone) aveva problemi diversi dalla disoccupazione. – Promuovere società integranti con una crescente dimensione etnica. È importante attuare e adeguare politiche in modo tale che la crescente diversità etnica delle società diventi un punto di forza e non un fattore di emarginazione né di divisione sociale. Gli immigranti comprendono una crescente percentuale di coloro che percepiscono per lunghi periodi una assistenza in denaro (34% nel 1999 contro 24% nel 1994). – Altra fonte di preoccupazione sono le persone con problemi sociali specifici. Circa 50 000 persone sono emarginate socialmente (di cui circa 14 000 tossicodipendenti, 4 500 senzatetto e circa 30 000 malati mentali che richiedono speciali iniziative a livello sociale). Viene stimato che solo una piccola percentuale degli alcolisti rientra nella categoria delle persone socialmente emarginate. 86 Le tendenze positive dell’economia danese costituiscono una buona base per rafforzare le misure volte ad affrontare le sfide sopraindicate e ad edificare una società più integrante e coesa. Nei prossimi 10 anni il Governo si propone di aumentare l’occupazione di 100 000 unità. Tale sforzo deve essere considerato nel contesto di una forza lavoro in costante invecchiamento ed in costante diminuzione (si prevede la riduzione di 40 000 unità entro il 2010). 2. APPROCCIO STRATEGICO E PRINCIPALI OBIETTIVI Il sistema danese di politica sociale è basato sul principio di universalità: a tutti i residenti sono garantiti alcuni diritti fondamentali se devono affrontare problemi di carattere sociale quali la disoccupazione, la malattia o la dipendenza. L’approccio danese all’integrazione sociale si concentra sullo sforzo di dare alle persone la possibilità di svolgere una vita attiva. La strategia consiste nel garantire che le persone in condizioni di bisogno siano aiutate ad ottenere il più alto livello possibile di autoassistenza. Gli obiettivi fondamentali per i prossimi anni riguardano l’aumento dell’occupazione e la possibilità dell’integrazione del mercato del lavoro, al fine di ridurre il numero di pensionati e di disoccupati di lunga durata ma anche di ridurre il numero delle persone in età lavorativa che percepiscono prestazioni sociali. Ci si propone inoltre di andare incontro ai bisogni di un sempre maggior numero di anziani, senza ridurre i livelli dei servizi pensionistici o aumentare le imposte. È tuttavia ancora più importante garantire che le persone entrino in rapporti di lavoro sani, poiché questo è il modo migliore per ottenere l’integrazione e la migliore difesa contro la povertà e l’emarginazione. Altri obiettivi consistono nel garantire ai singoli un sostegno finanziario per condurre una vita ragionevolmente degna e migliorare le condizioni di vita per i più vulnerabili, che non sono in grado di partecipare al mercato del lavoro. 2.1. Prospettiva strategica di lungo periodo La complessità dello sforzo di assistere i gruppi vulnerabili a conquistare o riconquistare una partecipazione al mercato del lavoro viene affrontata attraverso una strategia globale comprendente tutti i livelli di formulazione e attuazione politica. L’approccio riconosce inoltre la necessità di creare meccanismi di incentivazione economica per i singoli e per i datori di lavoro e di sviluppare una comune comprensione delle esigenze di tutti per contribuire alla coesione sociale. 2.2. Il contenuto innovativo del PAN integrazione Il carattere globale della politica sociale è diretto alla creazione di una società attiva e coesa. Prendendo il posto di lavoro come punto di partenza per la prevenzione dell’esclusione e dell’emarginazione sociale, le misure volte a sostenere la responsabilità delle parti sociali, l’indice sociale e la “contabilità socio-etica” rappresentano nuovi modi per creare incentivi positivi per le imprese spingendole ad assumere la loro responsabilità sociale. Un altro elemento innovativo è il programma di sviluppo metodologico e in particolare la parte riguardante la preparazione dei piani d’azione nazionali relativi al mercato del lavoro integrante. 2.3. Approccio coordinato e integrato La strategia comporta un elevato livello di cooperazione tra i vari livelli di Governo e tra le autorità pubbliche, le ONG e le parti sociali a livello nazionale e locale. 87 2.4. Compatibilità degli approcci strategici in rapporto con il PAN occupazione L’approccio di politica sociale presente nel PAN integrazione è interconnesso con altri settori politici in un comune sforzo volto a rafforzare la coesione sociale. Sia il PAN occupazione che il PAN integrazione intendono far sì che quante più persone possibile partecipino alla vita lavorativa. Il PAN occupazione si concentra maggiormente su coloro che fanno già parte della forza lavoro (in particolare le persone garantite contro la disoccupazione), mentre il PAN integrazione si concentra più sulla creazione di un mercato del lavoro integrante. In entrambi i PAN vi sono solo pochi aspetti riguardanti le offerte alle persone non garantite (coloro per i quali la disoccupazione è il solo problema) e che ricevono prestazioni in denaro. Il PAN integrazione comprende inoltre politiche destinate a coloro che non sono in grado di partecipare al mercato del lavoro. 3. PRINCIPALI MISURE POLITICHE NELL’AMBITO DEI QUATTRO OBIETTIVI COMUNI 3.1.1. Agevolare la partecipazione al mercato del lavoro Particolare attenzione è dedicata a facilitare la partecipazione al mercato del lavoro. La politica sociale attiva è destinata alle persone che per quanlunque ragione incontrano difficoltà a rimanere o a entrare nel mercato del lavoro. Le misure politiche si propongono di dare a ciascuno una possibilità di partecipare sviluppando le capacità e creando al tempo stesso maggiori opportunità di occupazione per coloro che non godono di una piena capacità lavorativa. La politica sociale attiva comprende un’ampia gamma di misure con l’obiettivo generale di consentire ai singoli e alle famiglie l’autosufficienza. Tali misure comprendono le prestazioni di riqualificazione, un’organizzazione flessibile del lavoro e strutture di lavoro protetto con compensazioni salariali, centri di assistenza diurni, ecc. Capitoli sociali sono inoltre stati introdotti in quasi tutti gli accordi collettivi creando in tal modo un quadro di riferimento per impiegare e riqualificare le persone con una ridotta capacità lavorativa. Le clausole sociali costituiscono un altro strumento disponibile per le autorità pubbliche che intendono contribuire a sviluppare il mercato del lavoro integrante. Come parte dello sforzo volto a rafforzare la politica sociale attiva, la riforma del programma di pensionamento anticipato sarà realizzata dal 2001 al 2003. Tale modifica comporta l’attuazione di un nuovo criterio di “capacità lavorativa” concentrato sulle risorse individuali e lo sviluppo del potenziale piuttosto che sulle limitazioni. Questo criterio è coerente con i criteri utilizzati in altri programmi. 3.1.2. Facilitare l’accesso alle risorse, ai diritti, ai beni e ai servizi per tutti La Danimarca garantisce l’accesso di tutti all’istruzione, agli alloggi e all’assistenza sanitaria. Tutti hanno diritto ad una qualche forma di prestazione se non possono essere pienamente autosufficienti, ed inoltre dall'età di 65 anni tutti i cittadini danesi hanno il diritto di ricevere una pensione pubblica di vecchiaia. L’accesso all’alloggio è garantito attraverso alloggi sovvenzionati e prestazioni individuali per i gruppi a basso reddito. Anche l’assistenza sanitaria danese per i bambini, gli anziani e le persone non autosufficienti è completa. Nel 2000, il 76% degli enti locali garantivano strutture di assistenza ai bambini tra 0 e 5 anni di età. Per gli anziani e le altre persone bisognose di assistenza gli enti locali hanno l’obbligo di fornire un’assistenza personale e pratica. I regolamenti edilizi sull’accessibilità per i disabili sono basati sulle norme standard delle Nazioni Unite sulla parità delle opportunità per le persone con invalidità. Il PAN integrazione non comprende misure relative all’accesso alla giustizia, alla cultura, allo sport e al tempo libero. 88 3.2. Prevenire i rischi di esclusione La prevenzione ha costituito per molti anni un elemento importante della politica danese contro la povertà e l’esclusione sociale, ma ciò non significa che non vi siano altri settori che possono beneficiare di un’attenzione volta a garantire la prevenzione. Nuovi sviluppi possono essere osservati nel programma di sanità pubblica nel quale uno dei principali obiettivi è di migliorare la salute dei gruppi più svantaggiati. Altri sforzi sono concentrati sul miglioramento delle zone urbane degradate utilizzando un approccio olistico concentrato sulle risorse locali e sui miglioramenti di carattere fisico, culturale e sociale. Per le persone a rischio di emarginazione o dipendenti, esistono speciali misure di sostegno volte a migliorare la situazione economica, abitativa e sanitaria. La Danimarca sta adottando misure volte ad integrare i lavoratori immigranti e le minoranze etniche. Per i nuovi immigrati e rifugiati, esiste dal 1999 un programma triennale d’integrazione volto a garantire loro la parità di accesso alla società e al mercato del lavoro. Più di recente, vengono adottate altre iniziative relative alle minoranze etniche, compresi i progetti per i malati mentali e i senzatetto, la raccolta di ulteriori informazioni sulle minoranze etniche, un maggiore sostegno ai genitori, iniziative per le famiglie comprendenti disabili e maggiori centri di assistenza diurna per i bambini bilingui. Anche se non viene presentata una strategia globale di Integrazione elettronica, il Piano menziona iniziative in vari settori: TIC e i disabili, con uno specifico piano d’azione TI, e TIC e gli anziani. 3.3. Aiutare i gruppi più vulnerabili L’aiuto ai soggetti e ai gruppi più vulnerabili gode di un’elevata priorità e vengono incrementati gli sforzi per prevenire l’aggravarsi dei problemi, garantendo una vita degna per ciascuno. La Danimarca attua un approccio equilibrato basato sulle politiche strutturali volte a diminuire i rischi di esclusione e misure specifiche per gli individui a rischio. Ci si concentra in particolare sulle iniziative volte a promuovere la tutela legale, i piani d’azione individuali, il coinvolgimento degli utenti, la consulenza qualificata, la coesione e l’uguaglianza. 3.4. Mobilitare tutti gli organismi interessati Il modello danese si basa in larga misura su una cultura della "partnership" caratterizzata da un coinvolgimento delle parti sociali, degli enti locali e di altre organizzazioni interessate, comprese quelle di utenti, a tutti i livelli. L’attuazione della legislazione sociale è decentrata e rientra in larga misura nella sfera di competenza delle autorità locali. La tutela legale è garantita attraverso la possibilità di ricorrere contro le decisioni riguardanti i temi sociali dinanzi a commissioni amministrative d’appello e quindi ai tribunali. È stato creato a livello nazionale un Consiglio sociale, che riunisce tra l’altro rappresentanti delle parti sociali, delle autorità locali e del Consiglio danese delle organizzazioni dei disabili. Lo stesso tipo di rappresentanza può essere trovato a livello locale, nei comitati locali di coordinamento. Un altro esempio dell’approccio di partnership è costituito dalla campagna sulla responsabilità sociale delle imprese, nell’ambito della quale è stata creata una rete nazionale nonché 5 reti regionali di dirigenti industriali, con il sostegno del ministero per gli Affari sociali, al fine di promuovere l’impegno sociale delle imprese. Anche il Centro di Copenhagen sta svolgendo un importante ruolo in questo settore. L’indice sociale e la contabilità socio-etica sono attualmente introdotte in modo tale da consentire alle imprese di avere indicatori di riferimento tali da consentire loro di valutare le proprie prestazioni sociali in rapporto alle altre imprese. 89 4. PROMOZIONE DELLA PARITÀ DEI SESSI Il sistema universale danese, garantendo uguali diritti a tutti, di per se stesso favorisce l’uguaglianza. Il tasso di occupazione delle donne è elevato e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro è sostenuta da una offerta globale di strutture di assistenza pubbliche per i figli. Nel 2000 è stata adottata una nuova legge sulle pari opportunità che obbliga tutte le autorità pubbliche a integrare la parità dei sessi nella pianificazione e nell’amministrazione. Un gruppo direttivo controllerà e gestirà tale processo. I genitori hanno diritto al congedo parentale sino ad un anno per i figli di età inferiore a 9 anni. Tuttavia il risultato del programma di congedo parentale non è equilibrato poiché circa il 90% dei genitori in congedo è costituito da donne. Anche se solo pochi indicatori sociali presentati nel PAN integrazione sono ventilati per sesso, emergono significative differenze. Al fine di analizzare ulteriormente tali differenze e controllare i progressi compiuti, sono necessarie maggiori informazioni. 5. IL RUOLO DELL’FSE NELLA LOTTA CONTRO LA POVERTÀ E L’ESCLUSIONE SOCIALE Lo stanziamento FSE per il documento unico di programmazione dell’obiettivo 3 è pari a €379 milioni corrispondenti al 50% dell’importo totale. Il documento unico di programmazione comprende una priorità volta a promuovere la parità delle opportunità nell’accesso al mercato del lavoro. Saranno inoltre disponibili finanziamenti a livello locale volti a garantire ai gruppi svantaggiati, come ad esempio le minoranze etniche, opportunità di lavoro e di formazione (stanziamento FSE: €105 milioni rappresentanti il 27% del bilancio). Vi è inoltre il programma EQUAL, con uno stanziamento FSE di €29,9 milioni corrispondenti al 50% dell’importo totale. Circa il 58% di tale stanziamento sarà concentrato su azioni volte ad integrare le persone che soffrono attualmente di una qualche forma di esclusione dal mercato del lavoro. Malgrado l’esistenza dei programmi ora citati, il loro potenziale non è stato analizzato nel PAN integrazione. 90 GERMANIA 1. Conclusioni Situazione e tendenze fondamentali La Germania ha un sistema di protezione sociale incentrato sull’occupazione, comprendente vari programmi di assicurazione sociale, l’assicurazione contro i più gravi rischi - vecchiaia, malattia, invalidità, il bisogno di assistenza sanitaria permanente e la disoccupazione – e inoltre, ultimo elemento della rete di sicurezza, il diritto dei residenti in Germania all’assistenza sociale. Ciò garantisce alle persone che non dispongono di un reddito adeguato le risorse di base per soddisfare i loro bisogni economici, sociali e culturali. Malgrado la favorevole evoluzione economica degli ultimi anni (nel 2000 il PNL è cresciuto del 3%), e un aumento del numero di persone occupate di quasi 1,1 milioni tra il 1998 e il 2000, la Germania deve affrontare, soprattutto nei Länder orientali, livelli persistentemente elevati di disoccupazione. I dati armonizzati del Panel europeo delle famiglie rivelano che nel 1997 il 14% della popolazione tedesca viveva in condizioni di povertà relativa (vale a dire con un reddito inferiore al 60% del reddito nazionale mediano). L’8% dei tedeschi si trovava in tali condizioni per (almeno) tre anni consecutivi. Approccio strategico Il PAN aderisce esplicitamente al concetto di 'società socialmente equa' e intende combinare la emergente ‘società basata sulla conoscenza’ con l’esigenza di rafforzare la coesione sociale. Al tempo stesso lo stato assistenziale ha il compito di favorire ma anche di esigere ('fördern und fordern'). Ciascuno deve essere più responsabile di se stesso e al tempo stesso deve essere garantita la sua partecipazione alla vita sociale. Il PAN sottolinea in particolare l’intenzione di evitare il circolo vizioso della povertà. La partecipazione dei soggetti non governativi viene considerata estremamente importante per risolvere i problemi sociali. La pubblicazione della prima relazione governativa sulla povertà e il benessere nell’aprile 2001, sottolineando l’aspetto pluridimensionale del fenomeno dell’esclusione sociale, ha costituito un importante passo verso un dibattito pubblico più informato e coerente. Si ritiene che il PAN occupazione svolga un ruolo significativo nel combattere la povertà e l'emarginazione sociale. Misure politiche Il PAN si concentra su quattro priorità nella lotta contro la povertà e l’esclusione sociale: integrare le persone nel mercato del lavoro e sviluppare le loro qualifiche, riconciliare il lavoro e la vita familiare, assistere i gruppi più vulnerabili e migliorare l’efficienza dei programmi assistenziali precisandone i destinatari. Il PAN fornisce un’analisi del sistema tedesco di protezione sociale e fa riferimento ad una serie di misure esistenti, introdotte di recente o semplicemente previste ed inoltre a una serie di buone prassi volte a perseguire tali obiettivi. Viene menzionata un’intera panoplia di aree politiche e di gruppi a rischio e numerose misure specifiche di assistenza, ma non vengono fornite spiegazioni, per la maggior parte degli impegni di carattere generale, sul modo in cui le politiche di integrazione saranno concretizzate in nuovi accordi operativi. Mancano in generale obiettivi quantificati e meccanismi di controllo in grado di misurare i progressi. Non vengono fatti riferimenti, nel contesto della prospettiva decennale adottata dal vertice di Lisbona, ad un piano strategico di lungo periodo. Sfide future Le principali sfide future sono costituite dall’attuazione di politiche integrate di assistenza destinate a persone che hanno problemi ad inserirsi nel mercato del lavoro; tale problema sarà affrontato in modo prevalentemente strutturale e non limitato al gruppo destinatario. Nella lotta contro la povertà e l’esclusione sociale sono essenziali sforzi comuni di tutte le parti interessate nel settore dell’istruzione, della formazione professionale e dell’apprendimento permanente. Particolare attenzione dovrà essere dedicata all’elevato tasso di disoccupazione nei Länder orientali e a i suoi effetti sulla povertà e l’esclusione sociale. È necessario coinvolgere maggiormente i livelli regionale e locale nello sviluppo e nell’attuazione dei processi d’integrazione sociale al fine di consentire un dibattito sugli obiettivi e le iniziative a livelli adeguati al sistema federale tedesco. 91 1. PRINCIPALI SFIDE E TENDENZE La crescita economica e dell’occupazione nel 2000 è stata la più alta negli ultimi dieci anni (rispettivamente il 3% e l’1,5%). La disoccupazione è diminuita al 7,9%, ma il tasso di disoccupazione di lunga durata (il 4,0%), pur essendo leggermente diminuito, è rimasto al di sopra della media comunitaria. I gruppi maggiormente colpiti dalla disoccupazione sono le persone con scarsi livelli di formazione e di istruzione; i lavoratori anziani; i disabili; i lavoratori immigrati (in particolare di sesso femminile); e le donne con figli in tenera età e/o sole. Vi sono significative carenze nella fornitura di strutture di assistenza ai bambini sino a 3 anni e a quelli in età scolare nei Länder occidentali. La crescita dell’occupazione e il declino della disoccupazione sono concentrati nella Germania occidentale, nella quale alcune regioni sono in condizioni di quasi piena occupazione, mentre in numerose regioni dei Länder orientali l’occupazione stenta a crescere e la disoccupazione rimane elevata. Secondo i dati SESPROS, la Germania spende il 29,3% del suo PNL nella protezione sociale rispetto alla media del 27,7% (dati 1998) dell’Europa dei 15. La spesa pro capite in standard di potere d’acquisto (SPA), della Germania nel settore della protezione sociale, è pari a 6459 SPA, notevolmente al di sopra della media europea di 5532 SPA. La natura globale del sistema di protezione sociale in Germania spiega in larga misura perché la povertà relativa è stata mantenuta a livelli bassi malgrado i problemi esistenti nel mercato del lavoro. Secondo i dati del Panel europeo delle famiglie (Pannello delle famiglie delle Comunità europee), nel 1997 il 14% della popolazione viveva con un reddito inferiore al 60% del reddito mediano nazionale, un tasso inferiore a quello comunitario del 18%. Il persistente tasso di povertà relativa era dell’8%. Secondo l’inchiesta del 1998 nell’ambito del Pannello nazionale tedesco (SOEP), nei Länder tedeschi occidentali il 13,0% dei tedeschi ma il 25,4% dei cittadini non tedeschi viveva in condizioni di povertà relativa. Tali differenze di reddito sono aumentate durante gli anni 90. Tuttavia, il basso reddito è solo una delle dimensioni della povertà; al fine di misurare e analizzare tale fenomeno in modo più preciso, è necessario prendere in considerazione altri aspetti ugualmente rilevanti come l’accesso all’occupazione, all’alloggio, all’assistenza sanitaria e il grado di soddisfazione dei bisogni fondamentali. Alcune delle sfide fondamentali sono le seguenti: – La metà di tutti i non tedeschi (rispetto a un quarto dei cittadini tedeschi) non dispongono di qualifiche professionali o titoli di studio certificati. Se si prendono in considerazione i giovani tra i 20 e i 29 anni, uno su tre tra i non tedeschi non dispone di titoli professionali o di studio, rispetto a "solo" uno su dodici tra i cittadini tedeschi. – Vi sono ancora differenze regionali di reddito tra i vecchi e i nuovi Länder. Nel 1998 l’inchiesta sul reddito e il consumo (EVS) dello Statistische Bundesamt ha rivelato che il tasso di persone che vivevano in nuclei familiari con un reddito inferiore al 60% del reddito mediano nazionale era dell’11,0% nei vecchi Länder, ma del 18,7% nei nuovi Länder (12,5% a livello nazionale). – Inoltre, la Germania orientale è caratterizzata da specifici problemi quali l’elevata disoccupazione strutturale e le carenze infrastrutturali pubbliche e private. 92 – Nel dicembre 1998, il 3,5% della popolazione e il 4,0% dei nuclei familiari ricevevano una assistenza sociale, vale a dire 'un’assistenza regolare nelle spese quotidiane'. Più di uno su quattro nuclei familiari con genitore unico (il 28 %) deve fare affidamento sull’assistenza sociale. 2. APPROCCIO STRATEGICO E PRINCIPALI OBIETTIVI Sulla base di uno stato assistenziale di attivazione e promozione, il PAN si concentra su quattro priorità nella lotta contro la povertà e l’esclusione sociale: favorire l’integrazione nel mercato del lavoro e lo sviluppo delle qualifiche, riconciliare la vita lavorativa e la vita familiare, assistere i gruppi più vulnerabili e migliorare l’efficienza dei programmi di assistenza individuando con maggiore precisione i gruppi destinatari. Considerando la sua struttura federale, nell’elaborazione del PAN sono stati consultati sia il livello federale centrale che i singoli Länder. Questi ultimi, e nel loro ambito le amministrazioni comunali, sono responsabili per la lotta alla povertà e l’esclusione sociale. Il livello federale è prevalentemente responsabile per promuovere la partecipazione e l’accesso di tutti al mercato del lavoro, e il servizio pubblico dell’occupazione è competente per la gestione e l’attuazione della normativa relativa alla disoccupazione e all’assistenza. I Länder sono responsabili per l’istruzione, la cultura, il finanziamento e l'attuazione delle misure di assistenza sociale ed anche, in certa misura, per la formazione professionale, l’apprendimento permanente, e gli alloggi. Ciò porta all’adozione di differenti strategie a livello regionale e locale. In tale contesto e in questa fase il Bundesrat, la Camera federale dei Länder tedeschi, ha adottato una risoluzione che invita a rispettare la ripartizione delle competenze cosi come sono definite dal trattato sull’Unione europea ed ha espresso scetticismo sull’identificazione di obiettivi quantificati a livello nazionale o di sotto-obiettivi nel PAN. A causa dei vincoli temporali, il PAN fa riferimento prevalentemente a politiche e misure volte a garantire una migliore attivazione e a sviluppare gli approcci integrati, misure che sono già adottate o di prossima attuazione. Solo pochi impegni sono originariamente correlati allo stesso PAN integrazione. 2.1. La prospettiva strategica di lungo periodo La prima relazione ufficiale sulla povertà e il benessere sottolinea i rischi di povertà collegati con le situazioni relative all’occupazione, all’istruzione e alla famiglia. Pertanto, i gruppi più vulnerabili e più a rischio di emarginazione sono i disoccupati, le persone con basse qualifiche, i genitori soli e le famiglie con tre o più figli, nonché i lavoratori migranti compresi quelli di etnia tedesca. Tuttavia, il PAN avrebbe potuto concentrarsi maggiormente sulle iniziative volte a correggere politiche dipartimentali non integrate e a favorire coerenti approcci territoriali. Deve inoltre essere sviluppata una strategia relativa a specifici problemi dei Länder orientali in termini di povertà e di emarginazione. Mancano spiegazioni relative agli impegni generali o sui modi in cui politiche maggiormente integranti si concretizzeranno in nuovi accordi operativi. Rimangono poco chiari i meccanismi di attuazione delle strategie volte a garantire migliori strutture di assistenza ai bambini. Sono pochi gli impegni che vanno al di là della prospettiva biennale dell’attuale PAN (ad esempio la riforma delle pensioni, la legislazione relativa al lavoro a tempo determinato, l’attivazione del mercato del lavoro) e le proposte sulla strategia di medio periodo per gli approcci integrati sono ancora in una fase iniziale di elaborazione. Il riferimento alla prospettiva decennale fatta propria dal vertice di Lisbona non è sufficientemente deciso. 93 2.2. Il contenuto innovativo del PAN integrazione Il PAN fa riferimento prevalentemente a politiche e misure volte a promuovere l’attivazione e a migliorare gli approcci integrati già attuate a o di prossima attuazione. Molte nuove iniziative sono costituite da provvedimenti pilota in poche regioni o in una municipalità. 2.3. Approccio coordinato e integrato L’esigenza di un migliore coordinamento delle politiche dipartimentali è già stata discussa per anni tra le parti interessate ed è ampiamente citata nel PAN. Tuttavia, a causa della struttura federale, il processo di consultazione tra le autorità nazionali, regionali e locali e le altre parti avviene nel quadro e nell’ambito delle procedure previste dalla struttura federale tedesca. Questo tema è collegato al dibattito alquanto complesso sulla ripartizione delle spese e delle entrate pubbliche tra il livello federale e i Länder, ed inoltre sull’autonomia politica di questi ultimi. 2.4. Compatibilità degli approcci strategici rispetto al Piano d’azione nazionale occupazione Il PAN integrazione intende porsi quale complemento del PAN occupazione nel promuovere 'l’accesso ad un impiego stabile e di qualità per tutte le donne e gli uomini in grado di lavorare' in particolare per i disoccupati di lunga durata che percepiscono prestazioni di assistenza sociale, le persone con qualifiche di basso livello, i disabili e i migranti. Per quanto riguarda la partecipazione dei lavoratori migranti (in particolare dei giovani) ai provvedimenti adottati nel settore dell’istruzione e della formazione, il PAN integrazione specifica che la loro quota dovrebbe essere aumentata per raggiungere la quota di tale gruppo nella popolazione generale dei disoccupati. Vengono menzionati esempi relativi a quattro progetti pilota locali di iniziative destinate ai giovani nel periodo 2001 – 2003, ma in linea generale non vengono forniti sotto-obiettivi quantificati nel perseguimento dell’obiettivo di una pari partecipazione dei lavoratori migranti alle misure di formazione e di qualificazione. Tale problema dovrà essere affrontato nell’attuazione del PAN occupazione 2002. Mancano in entrambi i PAN gli obiettivi specifici quantificati relativi alle misure volte a conciliare l’attività lavorativa e la vita familiare. Si prevedono sinergie tra i due PAN nei settori della formazione continua e nell’apprendimento permanente, ove il PAN integrazione favorisce un approccio maggiormente integrato destinato alle persone con bassi livelli di qualificazione e ad altri gruppi con maggiori esigenze. 3. PRINCIPALI MISURE POLITICHE NELL’AMBITO DEI QUATTRO OBIETTIVI COMUNI 3.1.1. Agevolare la partecipazione al mercato del lavoro Il PAN si concentra sul miglioramento della cooperazione tra il Servizio pubblico dell'occupazione e l’amministrazione competente per l’assistenza sociale al fine di migliorare l’efficienza degli aiuti volti a favorire l’integrazione nel mercato del lavoro e a snellire le procedure burocratiche. Tuttavia rimane poco chiarito il contributo delle politiche di istruzione e di apprendimento permanente al perseguimento di questo obiettivo. Per le persone con bassi livelli di qualificazione o che non possiedono le competenze fondamentali nel settore della tecnologia dell’informazione, e che debbono affrontare tensioni tra lo sforzo di apprendimento permanente e la realtà di numerose interruzioni alle carriere professionali, la 94 risposta sembra ancora risiedere in misure supplementari e scollegate – rimane in altre parole elevato il rischio di una "barriera dell’apprendimento". Vi è inoltre una grande iniziativa volta a favorire l’integrazione dei disabili nel mercato del lavoro ('50.000 nuovi posti di lavoro per i disabili'). Una serie di programmi di servizi specifici per i disabili attraverso la 'assistenza al lavoro' ('Arbeitsassistenz') sarà integrata nelle politiche applicate nell’intero territorio tedesco. 3.1.2. Facilitare l’accesso alle risorse, ai diritti, ai beni e ai servizi per tutti Il Governo ha formulato l’obiettivo di un reddito di base orientato sulle necessità, che migliorerà il sistema esistente della 'assistenza proporzionata al costo della vita' che verrà attuato in varie fasi. Come primo passo, la recente riforma del sistema pensionistico comprende disposizioni che hanno reso più facile l’accesso degli anziani all’assistenza finanziaria. Una riforma delle prestazioni sociali relativa agli alloggi intende rendere il programma maggiormente attento alle esigenze delle famiglie. Particolare attenzione viene attribuita ai miglioramenti strutturali dell’assistenza sanitaria agli immigranti (Centro etnomedico di Hannover). 3.2. Prevenire i rischi di esclusione A parte le specifiche misure destinate ai disabili, solo poche proposte sono state effettuate sui modi in cui altri gruppi svantaggiati possono essere raggiunti dalle campagne di promozione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione lanciate nel 1999 e nel 2000. Per quanto riguarda l’assistenza ai senzatetto, il PAN fa riferimento alla possibilità in via preventiva, di pagare l’affitto di inquilini in difficoltà. Per migliorare la qualità della consulenza fornita dalle agenzie di gestione dell’eccessivo indebitamento, sono state create norme di qualità nazionali sulla formazione ricevuta dal personale di tali agenzie. Sembra tuttavia importante garantire l’assistenza finanziaria necessaria a tali centri di informazione. 3.3. Aiutare i gruppi più vulnerabili L’obiettivo 3 si interessa in particolare alle persone invalide, agli immigrati e agli individui con particolare problemi sociali. Dovrebbero essere individuati obiettivi che vadano al di là dell’orizzonte biennale del PAN attuale, al fine di sostenere le strategie di riforme strutturali e gli approcci integrati. Mancano informazioni su alcuni aspetti dei problemi e sugli individui a rischio (ad esempio le persone dipendenti da droghe legali o illegali). Il programma su vasta scala battezzato 'Città sociale' ('Soziale Stadt') va nella direzione di una migliore integrazione territoriale al fine di combattere l’esclusione sociale nel contesto urbano. 3.4. Mobilitare tutti gli organismi interessati Nel quadro del processo PAN, tutte le parti interessate nelle amministrazioni regionali e federali nonché i rappresentanti delle parti sociali, della società civile e gli esperti provenienti dal mondo universitario sono stati regolarmente consultati. In tal modo, la cooperazione instaurata dal comitato consultivo per la 'relazione sulla povertà e la ricchezza' è stata proseguita. In futuro, la sfida sarà di organizzare questa collaborazione in modo tale da incoraggiare approcci integrati e innovativi volti a raggiungere gli obiettivi di Nizza. 95 4. VALUTAZIONE DELLA PARITÀ TRA UOMINI E DONNE NELL’INTEGRAZIONE Il PAN sottolinea i grandi obiettivi di miglioramento dell’integrazione delle donne nel mercato del lavoro e di conciliazione della vita professionale e familiare. Non contiene tuttavia alcuna informazione specifica sui metodi previsti né sul modo di prendere in considerazione i bisogni specifici delle persone minacciate di emarginazione sociale nelle strategie di promozione del lavoro a tempo parziale, delle offerte di servizi di assistenza per tutti i membri della famiglia e di strutture di custodia dei figli a buon mercato e di qualità (per tutta la giornata). Il PAN fa esplicito riferimento all’integrazione della donna solamente nell’ambito del progetto ‘Soziale Stadt’ ('Città sociale') nel quadro dell’appoggio territoriale di lotta contro l’emarginazione sociale. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, non menziona alcuna misura specifica per eliminare gli ostacoli che incontrano le donne sfavorite. Gi obiettivi fissati terranno conto delle questioni di eguaglianza tra gli uomini e le donne nell’applicazione delle misure destinate alle persone invalide, per quanto riguarda l’assistenza sociale destinata ai bambini e ai giovani, l’istruzione e i lavoratori immigranti. Tuttavia, per quanto riguarda il miglioramento delle qualifiche TIC, l’obiettivo del 40% di partecipazione femminile in tutti i settori collegati alle TIC dovrà essere ripartito per categorie professionali. Una nuova legge tenta di ridurre i problemi di alloggi delle vittime di violenze familiari. 5. IL RUOLO DELL’FSE NELLA LOTTA CONTRO LA POVERTÀ E L’ESCLUSIONE SOCIALE L’intervento dell’FSE a livello federale e a livello dei Länder è pari a € 10,809 miliardi per l’obiettivo 3 e € 8,805 miliardi per l’obiettivo 1. Gli interventi dell’obiettivo 1 seguono da vicino la struttura e le iniziative del documento unico di programmazione dell’obiettivo 3. Per il settore politico b ('una società senza emarginati') il sostegno dell’FSE ammonta al 19,9% (€ 2,107 miliardi) e al 22.1% (€ 1,29 miliardi) rispettivamente ed è destinato alla lotta contro la disoccupazione di lunga durata e al miglioramento delle opportunità dei gruppi vulnerabili sul mercato del lavoro. Inoltre, il 10% dei fondi stanziati dall’FSE nel settore politico e ('migliorare le opportunità delle donne') sarà destinato agli obiettivi di integrazione sociale. L’iniziativa comunitaria EQUAL, con un bilancio totale di € 979 milioni per la Germania, si propone di creare nuove soluzioni per sviluppare l’occupazione e i progetti, le azioni e i tirocini di formazione professionali incentrati prioritariamente sulle azioni di prevenzione e di inserimento volte a combattere la discriminazione, l’ineguaglianza e l’emarginazione sul mercato del lavoro. La parità tra uomini e donne, la lotta contro il razzismo e la xenofobia sono considerati come questioni orizzontali affrontate in ciascuno dei nove settori tematici. Malgrado l’esistenza dei programmi sopra indicati, il PAN fa riferimento sono a tre misure cofinanziate dall’FSE e a un progetto HORIZON risalente al periodo di programmazione precedente dell’FSE, ma non presenta l’insieme del sostegno arrecato dall’FSE. 96 GRECIA 1. Conclusioni Situazione e tendenze fondamentali In Grecia viene gradualmente creata una rete di sicurezza sociale basata su principi uniformi. La politica sociale è stata dominata da prestazioni in denaro non mirate ma la situazione sta attualmente cambiando grazie all’attuazione di recenti misure. Per quanto riguarda le strutture e i programmi di assistenza e di protezione sociale, vi è ancora spazio per miglioramenti in termini di pianificazione, di strutture di applicazione e di servizi di distribuzione. I dati armonizzati del Panel europeo delle famiglie indicano che nel 1997 il 22% della popolazione greca aveva un reddito inferiore al 60% del reddito nazionale mediano e che la proporzione di persone che vivevano in condizioni di povertà relativa per un periodo continuo nel triennio 1995-97 era dell'11%. Malgrado la sua riuscita integrazione nell’Unione economica e monetaria e le sue buone prestazioni economiche, la Grecia continua ad avere un basso tasso d’occupazione e un elevato tasso di disoccupazione. Considerando i problemi incontrati sul mercato del lavoro e le evoluzioni strutturali, come l’esodo rurale, l’invecchiamento della popolazione, il progressivo indebolimento dei meccanismi di sostegno familiare e i flussi d’immigrazione permanenti, la povertà e l’esclusione sociale costituiscono sempre una sfida importante. Approccio strategico Il PAN integrazione si articola in tre parti: politiche generali, politiche specializzate e interventi amministrativi. In questo contesto sono state proposte tre risposte politiche. Esse vertono su: a) la necessità (vale a dire la domanda) di una politica sociale giustificata dai problemi esistenti ed emergenti relativi alla disoccupazione e al passaggio a nuove condizioni economiche, b) l’attuazione (vale a dire l’offerta) di una politica sociale attraverso un adeguamento delle strutture amministrative che devono essere meglio in grado di svolgere il nuovo ruolo della politica sociale, e c) nuovi strumenti di gestione dell’informazione (indicatori statistici e informazioni amministrative). Tale quadro di riferimento, anche se definisce bene le principali sfide, potrebbe trarre vantaggio da obiettivi strategici specifici e più chiari. Misure politiche Il PAN integrazione greco propone un gran numero di misure politiche corrispondenti ai quattro obiettivi comuni. Il PAN insiste in particolare sulle misure relative all’obiettivo obiettivo 1.1, la maggior parte delle quali sono già comprese nel PAN occupazione, nonché su una grande varietà di progetti di assistenza sociale (sotto forma di aiuti finanziari), che rispondono parzialmente alle esigenze dell’obiettivo 1.2. La portata di queste misure è ampliata da tre nuove misure che saranno attuate nel gennaio 2002. Le misure che rientrano negli obiettivi 2 e 3 sembrano frammentate e quelle dell’obiettivo 4 si concentrano sul modo di definire le condizioni necessarie alla partecipazione di tutti i soggetti interessati. La promozione dell’integrazione alla società dell’informazione si riflette in alcune misure, alcune della quali su grande scala, ma che meriterebbero di essere meglio integrate. Globalmente, alcune misure comprendono elementi innovativi; l’integrazione degli aspetti relativi alla parità dei sessi non è presa in considerazione da tutte le misure del PAN integrazione, fatta eccezione per le misure dell’obiettivo 1.1. Inoltre, la ventilazione delle misure in vari settori politici, anche se testimonia uno sforzo di integrazione, richiede lo sviluppo di meccanismi adeguati e la mobilitazione di tutte le parti interessate nell’area della politica sociale, se si vuole che tali approcci siano realmente attuati con successo nei settori in cui è necessario agire. Sfide future La principale sfida sarà di elaborare e di fare applicare politiche specifiche per migliorare gli interventi nel settore della protezione sociale a favore dei cittadini minacciati dall’esclusione sociale e dalla povertà, e di facilitare in tal modo la loro integrazione sociale. Altre grandi sfide: la promozione delle prospettive di occupazione dei gruppi più sfavoriti, considerando il legame esistente tra la disoccupazione e le situazioni di povertà e di emarginazione sociale, e la necessaria riforma del regime delle pensioni in un sistema adeguato e sostenibile nel lungo periodo. 97 1. PRINCIPALI SFIDE E TENDENZE Conformemente ai dati presentati nel PAN integrazione della Grecia27, il tasso di povertà relativa era del 17% nel 1988, del 18,4% nel 1994 e del 17,3% nel 1999. Questi tassi indicano che la povertà relativa è rimasta stabile malgrado gli importanti cambiamenti strutturali dell’economia e della società. Tuttavia, secondo i dati del Panel europeo delle famiglie, il tasso di povertà relativa era del 22% sia nel 1995 che nel 1997. Tuttavia, il basso reddito è solo una delle dimensioni della povertà; al fine di misurare e analizzare tale fenomeno in modo più preciso, è necessario prendere in considerazione altri aspetti ugualmente rilevanti come l’accesso all’occupazione, all’alloggio, all’assistenza sanitaria e il grado di soddisfazione dei bisogni fondamentali. La Grecia continua ad avere un basso tasso di occupazione e un elevato tasso di disoccupazione. Il tasso di disoccupazione in Grecia è ancora superiore a quello della media nell'Europa dei 15 (11,1% nel 2000 contro l’8,2%) e rimane in primo luogo un problema per le donne i giovani. Gli attuali servizi pubblici di protezione e di assistenza sociale in Grecia devono essere adeguati al fine di rispondere alle crescenti e diversificate esigenze in questo settore. Secondo i dati SESPROS (Sistema europeo di statistiche integrate della protezione sociale) di Eurostat, la Grecia ha aumentato le sue spese di protezione sociale e vi ha dedicato il 24,5% del suo PIL nel 1998, mentre la media per l’Unione europea dei 15 è del 27,7%. Misurata in standard di potere d’acquisto (SPA) pro capite, la spesa per la protezione sociale in Grecia (3139 SPA), è inferiore alla media dell’Europa dei 15 (5532 SPA), a causa delle minori capacità produttive. Più della meta delle spese sociali sono dedicate alle pensioni di vecchiaia e di reversibilità (52,6 % in Grecia contro 45,7% per l’Europa dei 15), e ciò riduce comparativamente le risorse disponibili per altri trasferimenti sociali. – La principale sfida futura sarà di preservare la coesione sociale attuando politiche specifiche nel settore della protezione sociale a favore di tutti i cittadini minacciati dall’emarginazione sociale e dalla povertà, compito tanto più difficile per il fatto che la solidarietà familiare è un valore che ha tendenza a declinare. Il PAN integrazione greco menziona chiaramente questo punto sia come sfida che come priorità politica. – Il PAN integrazione insiste su un altro punto: la necessità di aumentare i servizi di assistenza sociale in numero e in qualità, il che porterà probabilmente all’aumento della quota del PIL ad essi dedicata. – Il PAN integrazione insiste molto sulle misure e di attivazione e di prevenzione già previste o in corso di applicazione nell’ambito del PAN occupazione. Pertanto, la lotta contro disoccupazione e la promozione dell’occupazione costituiscono un obiettivo importante per il PAN integrazione greco. – Malgrado le buone prestazioni economiche del paese dal 1996, la Grecia deve continuare a ridurre le diseguaglianze geografiche al fine di rafforzare la coesione sociale. 27 I dati provengono dall’inchiesta nazionale sulle spese delle famiglie e si basano sul reddito disponibile; la soglia di povertà è fissata al 60% del reddito nazionale mediano. 98 – Gli abbandoni precoci del sistema scolastico (soprattutto dei giovani che presentano una invalidità “fisica”, “mentale” o “sociale”), anche se in diminuzione negli ultimi anni, rimangono una sfida considerando i loro stretti legami con il fenomeno della povertà intragenerazionale. – Il miglioramento delle condizioni di alloggio di alcuni nuclei familiari a basso reddito continua a richiedere particolare attenzione. – Il regime delle pensioni, che ha bisogno di una grande riforma, rimane un settore preoccupante. La riorganizzazione del sistema di sicurezza sociale è fondamentale nella misura in cui, considerando l’attuale situazione finanziaria e i problemi collegati all’invecchiamento della popolazione, è necessario preservare un regime di pensioni adeguate nel lungo periodo. – Promuovere una società multiculturale attraverso un'adeguata integrazione degli immigrati costituisce una sfida e una priorità per il PAN integrazione. 2. APPROCCIO STRATEGICO E PRINCIPALI OBIETTIVI Il quadro strategico del PAN integrazione volto a preservare la coesione sociale è strutturato in tre parti: politiche generali (con importanti influenze sull’ampiezza dei fenomeni sociali e le relazioni sociali) le politiche specializzate (con obiettivi particolari e strumenti specifici) e interventi amministrativi ( per moltiplicare le possibili scelte). In questo contesto, sono state proposte tre risposte politiche: a) considerare la necessità (vale a dire la domanda) di una politica sociale in grado di affrontare essenzialmente i nuovi problemi relativi alla disoccupazione, al passaggio a nuove condizioni economiche ed ad adeguamenti di ordine generale; b) prendere in considerazione l’attuazione (vale a dire l’offerta) di una politica sociale attraverso un adeguamento delle strutture amministrative che devono essere meglio in grado di svolgere il suo nuovo ruolo, e c) prendere in considerazione l’introduzione di nuovi strumenti di gestione dell’informazione (indicatori statistici e informazioni amministrative). In generale, il PAN integrazione segue quattro direzioni strategiche: (1) un proseguimento dell’espansione macroeconomica, (2) una politica dell’occupazione incentrata sulla lotta contro la disoccupazione e la flessibilità del mercato del lavoro (assistendo le donne e i gruppi a basso reddito), (3) una serie di riforme in settori collegati all’emarginazione (sanità, assistenza sociale, istruzione, sicurezza sociale, amministrazione pubblica, decentramento), (4) tre nuove iniziative mirate che saranno realizzate nel gennaio 2002. Il PAN integrazione si concentra su gruppi destinatari selezionati poiché, considerando gli attuali vincoli, quest’approccio dovrebbe consentire di ottenere più rapidamente un sistema di protezione sociale. L’approccio potrebbe essere rafforzato attraverso una più chiara identificazione dei gruppi più colpiti dall’esclusione sociale (considerando le dimensioni, la composizione, le condizioni di occupazione di alloggio, ecc.) e delle zone geografiche a rischio, identificazione che attualmente manca. Sono possibili ancora miglioramenti in materia. 2.1. La prospettiva strategica di lungo periodo Anche se si sono compiuti sforzi per elaborare e rimodellare le politiche volte a risolvere i nuovi problemi di povertà e di emarginazione sociale, il PAN integrazione non propone alcun obiettivo quantitativo. La mancanza di informazioni quantitative nell’ambito del PAN nuoce all’elaborazione di un piano d’azione più esauriente e meglio strutturato. È quindi urgente ottenere informazioni concrete basate su migliori dati e analisi statistiche – esigenza 99 riconosciuta nel capitolo IV del PAN integrazione. Queste informazioni sono essenziali per garantire il controllo e la valutazione delle misure del PAN integrazione. Le pensioni costituiscono la maggior parte dei trasferimenti sociali. Gli altri trasferimenti sociali contribuiscono molto meno ad alleviare la povertà relativa. Le nuove misure di trasferimento di reddito verso le famiglie più sfavorite (vale a dire quelle che vivono nelle zone di montagna, i genitori di figli in età scolare e i disoccupati di lunga durata) possono contribuire a migliorare tale situazione. Inoltre, tra i criteri che disciplinano l’estensione della copertura delle varie funzioni del sistema sociale, due parametri sono considerati cruciali: il livello delle prestazioni e il numero di beneficiari. Per questo motivo, è essenziale la valutazione dell’impatto delle misure. In linea generale, il PAN integrazione sottolinea chiaramente che la Grecia non ha definito ufficialmente una soglia di povertà ne di reddito minimo garantito universale. Ciò spiega la coesistenza di una grande varietà di programmi di trasferimento di reddito verso alcune categorie della popolazione (ad esempio i disabili, i disoccupati, gli ex-detenuti, le donne prive di assicurazione, ecc.). L’unificazione e l’applicazione di criteri uniformi a queste diverse prestazioni rimane un compito per il futuro. 2.2. Il contenuto innovativo del PAN integrazione Il PAN integrazione comprende alcune nuove iniziative mirate destinate ad essere applicate nel 2002: sostegno al reddito delle famiglie che vivono in zone montagnose o meno favorite, prestazioni in denaro per i disoccupati tra i 45 e i 65 anni e prestazioni per le famiglie con figli sino a 16 anni che frequantano la scuola. Il PAN integrazione comprende talune misure presentate principalmente a titolo degli obiettivi 2 e 3, che sono caratterizzate da approcci ed elementi innovativi, Si noterà in particolare la creazione di una mappa che indica l’offerta e la domanda in materia di servizi sociali ai livelli regionali e locali. Tale mappa sarà utilizzata in collegamento con il sistema integrato di informazioni geografiche che deve essere sviluppato per i servizi sociali e sanitari. 2.3. Approccio coordinato e integrato La creazione dei meccanismi e dei programmi necessari all’integrazione e al coordinamento delle politiche costituisce una priorità. Il Governo si è impegnato a procedere in questa direzione. Sarà inoltre necessario sviluppare ulteriormente le politiche che partono dalla base, quelle incentrate sugli utilizzatori e gli incentivi alla partecipazione al processo di adozione e decisione. 3. PRINCIPALI MISURE POLITICHE NELL’AMBITO DEI QUATTRO OBIETTIVI COMUNI 3.1.1. Agevolare la partecipazione al mercato del lavoro Il PAN integrazione greco propone un gran numero di misure politiche suddivise tra i quattro obiettivi comuni e presentate sotto diverse forme: azioni, atti legislativi, riforme pianificate in vari settori politici, estensione delle misure esistenti, prestazioni finanziarie, ecc. Il PAN integrazione insiste più in particolare sulle misure e le azioni al servizio dell’obiettivo 1.1 “Agevolare la partecipazione al mercato del lavoro”, la maggior parte delle quali sono già comprese nel PAN occupazione 2001 del paese. Tuttavia, se il PAN integrazione contiene una serie di azioni mirate in grado di facilitare l’accesso di taluni gruppi al mercato del lavoro, il problema della disoccupazione riveste tale ampiezza che sarebbe necessario, per garantire la loro efficacia, migliorare la ristrutturazione in corso dell’Ufficio nazionale dell’occupazione 100 (OAED) e stabilire un sistema organizzato di identificazione, registrazione e controllo dei flussi di entrata e di uscita dal mercato del lavoro. Occorrerebbe inoltre dedicare particolare attenzione alle misure volte a fornire orientamenti e un’assistenza sociale adeguata alle esigenze di ciascun individuo. 3.1.2. Facilitare l’accesso alle risorse, ai diritti, ai beni e ai servizi per tutti Nel quadro dell’obiettivo 1.2 "Facilitare l’accesso di tutti alle risorse, ai diritti, ai beni e ai servizi" il PAN integrazione insiste inoltre su un’ampia gamma di programmi di assistenza sociale (prestazioni finanziarie) che servono solo parzialmente a questo obiettivo. Non esiste inoltre in Grecia alcun programma globale di indennità dei disoccupati di lunga durata e taluni gruppi sfavoriti rischiano di non poter beneficiare del sostegno al reddito. Le altre misure che rientrano in questo obiettivo (diritti, beni e servizi) si basano essenzialmente sulle riforme globali previste per i sistemi d’istruzione, di sanità, di protezione sociale, ecc. che sono, tra l’altro, concepiti per favorire l’uguaglianza dell’accesso. Ci si può chiedere se queste riforme saranno in grado di rispondere alle esigenze specifiche delle persone o dei gruppi di popolazione sfavoriti. Sottolineiamo inoltre che non esistono legami evidenti tra gli obiettivi 1.1. e 1.2. 3.2. Prevenire i rischi di esclusione Le misure presentate per l’obiettivo 2, “Prevenire i rischi di esclusione”, anche se coprono la maggior parte dei gruppi di popolazione minacciati, sembrano frammentati e dissociate dalle misure presentate per gli altri obiettivi. Alcuni programmi quali i "Centri di assistenza sociale e di formazione destinati alle persone disabili", lo "Sviluppo e l’ampliamento del programma sulla salute mentale "Psychargos" " e gli "Interventi relativi allo sviluppo urbano integrato" comprendono elementi innovativi provenienti in particolare a un approccio integrato. Le azioni volte a promuovere l’integrazione alla società dell’informazione si interessano dal canto loro principalmente all’istruzione e alla formazione. 3.3. Aiutare i gruppi più vulnerabili Nel quadro dell’obiettivo 3, “Aiutare i gruppi più vulnerabili”, sono proposte numerose misure che cercano in particolare di risolvere i problemi di istruzione interculturale, ma non esiste un legame evidente tra le azioni previste e i servizi di assistenza sociale di cui hanno bisogno i gruppi interessati. La politica perseguita è maggiormente basata sui gruppi destinatari. Tuttavia, una serie di riforme strutturali saranno ugualmente importanti se la coesione sociale deve essere mantenuta. La maggior parte delle misure sono rivolte a specifici gruppi di popolazione. Anche in questo caso, alcune misure sono realmente innovative e appoggiate da un approccio effettivamente integrato, come il Piano d’azione integrato per la popolazione ROM (zingari) che associa investimento strutturale e investimento in capitale umano e sociale. 3.4. Mobilitare tutti gli organismi interessati Le misure presentate nel quadro dell’obiettivo 4 “Mobilitare tutti gli organismi interessati”, comprendono progetti necessari al controllo e all’attuazione del PAN integrazione, nonché misure volte ad accrescere gli strumenti amministrativi e di gestione. In tal modo, il loro apporto con questo obiettivo è indiretto. Alcune di queste misure non hanno un legame diretto con l’obiettivo, altre tardano ad essere attuate. Il resto fa riferimento al rafforzamento di attività volontarie nel quadro di un processo di pianificazione. La volontà di creare nei comuni una rete di servizi di sostegno destinata ai gruppi di popolazione vulnerabili costituisce un elemento promettente. 101 4. PROMOZIONE DELLA PARITÀ DEI SESSI Anche se la volontà di integrare l’uguaglianza tra i sessi viene chiaramente espressa nel PAN integrazione, manca in esso una strategia globale basata su un’analisi sistematica dei problemi incontrati dalle donne in Grecia e un controllo dei cambiamenti in corso. Sono presentate alcune misure a favore dei gruppi più vulnerabili come i programmi di assistenza destinati alle ex-detenute. 5. IL RUOLO DELL’FSE NELLA LOTTA CONTRO LA POVERTÀ E L’ESCLUSIONE SOCIALE Nell’insieme del PAN integrazione si trovano solo alcuni riferimenti generali al QCS (Quadro comunitario di sostegno) 2000-2006 greco e alla iniziativa comunitaria EQUAL. Gli obiettivi e le misure non sono accompagnati da cifre sul contributo dei fondi strutturali o, più particolarmente dell’FSE. Tuttavia, gran parte delle misure, in particolare quelle relative agli obiettivi 1.1, 2, e 3 di Nizza, e in parte relative all’obiettivo 4, comportano implicitamente una partecipazione dell’FSE. In Grecia, il Fondo sociale europeo opera a favore dell’integrazione sociale, in particolare migliorando la capacità d’inserimento professionale e l’integrazione dei gruppi vulnerabili, anche facilitando l’accesso ai sistemi di istruzione e di sanità. Il sostegno dell’FSE è visibile soprattutto nel cofinanziamento dei programmi operativi “Occupazione e formazione professionale”, “Istruzione e formazione iniziale” e "Salute e benessere". L’FSE apporta inoltre un sostegno per le infrastrutture e le attrezzature collegate. Inoltre, il programma operativo EQUAL per la Grecia, che cerca di promuovere e di sperimentare nuovi strumenti per combattere la discriminazione e le ineguaglianze che devono affrontare i più svantaggiati sul mercato del lavoro (i giovani, le donne, le persone prive di qualifiche, le minoranze etniche, i disabili, i lavoratori anziani, i rifugiati, gli exprigionieri, i tossicomani, gli alcolisti e richiedenti asilo) dipendono molto dal sostegno dell’FSE. 102 SPAGNA 1. Conclusioni Situazione e tendenze fondamentali La protezione sociale spagnola è notevolmente migliorata nel corso degli ultimi 20 anni. La rapida crescita delle spese in materia (superiore a quella del PIL e a quella della spesa pubblica totale) ha consentito alla Spagna di costruire un sistema di protezione sociale fondato sull’accesso all’istruzione, alla sanità e alle prestazioni sociali, in particolare le pensioni di vecchiaia. Il sistema tradizionale di protezione incentrato sulla carriera professionale e finanziato dall’imposta si è convertito in un sistema misto che fornisce anche prestazioni di assistenza sociale finanziate dal bilancio pubblico. Nel corso degli ultimi dieci anni, la protezione sociale è stata estesa alle persone più vulnerabili, con l’attuazione progressiva dei piani d’aiuto sociale, destinati a costituire una rete di sicurezza di ultima istanza. Malgrado un costante miglioramento da cinque anni, il tasso di disoccupazione del 14,1% rimane elevato. Secondo i dati armonizzati per il 1997 del Panel europeo delle famiglie, il 19% della popolazione spagnola viveva con un reddito inferiore al 60% del reddito mediano. Le ultime tendenze mostrano che i senzatetto, i lavoratori migranti, i loro figli e i nuclei familiari monoparentali sono i gruppi sociali più vulnerabili, e che la principale causa di emarginazione è la mancanza di lavoro. Approccio strategico Le autorità spagnole ritengono che l’emarginazione sia un fenomeno pluridimensionale, e ciò rende la mobilitazione dei soggetti interessati particolarmente difficile e rischia quindi di ostacolare l’attuazione di una politica coerente di integrazione. In questo contesto, il Piano attuale fa l’inventario delle varie misure esistenti e dei miglioramenti previsti per promuovere l’integrazione. La principale priorità strategica di questo Piano è la mobilitazione generale delle autorità pubbliche a più livelli, delle parti sociali e delle ONG. Ciò dovrebbe consentire in futuro di presentare un Piano con misure molto più integrate di quanto non sia il Piano attuale. Misure politiche La Spagna lavora alla realizzazione di quattro obiettivi. La soluzione spagnola alle sfide dell’integrazione sociale si basa principalmente sulla componente occupazione della protezione sociale, in particolare attraverso i sistemi di pensione per i lavoratori pensionati e per i disabili. Ciò è volto a garantire un livello di protezione accettabile per gli anziani e i gruppi di popolazione più vulnerabili. Un altro elemento importante della protezione sociale: il reddito minimo come ultima rete di sicurezza per queste persone, in particolare per i giovani e per i disoccupati anziani che non hanno ancora raggiunto l’età pensionabile e che dovrebbero essere integrati nel mercato del lavoro. L’approccio tradizionale dei governi spagnoli è mirato e si basa sull’azione di istituzioni pubbliche fortemente specializzate piuttosto che su di un approccio integrato. L’accesso alle nuove tecnologie, al fine di evitare che gruppi di cittadini siano esclusi dalla società dell’informazione, viene inoltre sviluppato nel Piano. Sfide future Il coordinamento e la cooperazione a tutti i livelli amministrativi s’impone se si vuole armonizzare un minimo le misure in modo tale di tale di trovare una soluzione omogenea al problema dell’integrazione nell’insieme del territorio nazionale. Il Governo centrale e le amministrazioni autonome si sono impegnate affinché tutte le comunità autonome elaborino i propri piani regionali, come già avviene in molte regioni e in particolare in Navarra. Le forme gravi di povertà costituiscono un’altra grande sfida. Alcune forme di emarginazione relativamente recenti dovrebbero essere oggetto di particolare attenzione, in particolare quelle che toccano i lavoratori migranti e i bambini, i senzatetto e i malati mentali. Dovrebbero infine essere migliorati in un prossimo futuro gli indicatori di esclusione e dovrebbero essere attuati i piani d’azione regionali contro l’emarginazione. 103 1. PRINCIPALI SFIDE E TENDENZE Da 20 anni, il sistema di protezione sociale spagnolo ha subito evoluzioni, passando da un sistema di protezione incentrato sulla carriera professionale e finanziato dall’imposta a un sistema misto che fornisce anche prestazioni di assistenza sociale finanziati dallo Stato. Questo sistema di protezione sociale, che si concretizza principalmente nel reddito minimo, nella tutela della salute, nelle indennità di disoccupazione nelle pensioni di vecchiaia e nell’integrazione sul mercato del lavoro, ha tendenza ad acquisire una portata universale. Rileviamo che la garanzia di reddito minimo non è omogenea sul territorio nazionale: ciascuna regione ha un sistema differente che offre vari livelli di prestazioni. La situazione economica della Spagna è migliorata nel 2000, con un tasso di crescita del PIL che ha raggiunto il 4,1%. Ciò soprattutto ha contribuito ad aumentare il tasso di occupazione e a ridurre la disoccupazione. Anche se il tasso di occupazione è passato dal 47,1% nel 1996 al 55% nel 2000, rimane molto inferiore alla media dell’Unione europea che è del 63%. Malgrado il significativo aumento della occupazione femminile, permane uno scarto del 30 % tra gli uomini e le donne. Malgrado una costante diminuzione da 5 anni, il tasso di disoccupazione è del 14,1%, e rimane il più elevato dell’Unione europea. Anche in questo caso esiste una notevole diseguaglianza in funzione del sesso, poiché il tasso di disoccupazione è due volte più elevato tra le donne che tra gli uomini. Altra caratteristica specifica alla Spagna: il tasso di disoccupazione dei giovani e il tasso di disoccupazione di lunga durata che sono rispettivamente dell’11,4% e del 5,9%. Secondo i dati SESPROS di Eurostat, la Spagna dedica il 21,6% del suo PIL alla protezione sociale contro il 27,7% in media per l’Unione dei 15 (dati del 1998). Le spese pro capite in standard di potere d’acquisto (SPA) sono pari a 3224 SPA in Spagna, contro 5532 SPA per l’Europa dei 15. Secondo i dati armonizzati del Panel europeo delle famiglie (ECHP) del 1997, il 19% della popolazione spagnola viveva con un reddito inferiore al 60% del reddito mediano nazionale (tasso di povertà relativa). Il tasso delle persone in costante povertà dal 1995 al 1997 era dell'8% (dati ECHP). Tuttavia, il basso reddito è solo una delle dimensioni della povertà; al fine di misurare e analizzare tale fenomeno in modo più preciso, è necessario prendere in considerazione altri aspetti ugualmente rilevanti come l’accesso all’occupazione, all’alloggio, all’assistenza sanitaria e il grado di soddisfazione dei bisogni fondamentali. Alcune delle sfide fondamentali sono le seguenti: – Garantire un'assistenza minima standardizzata nell’insieme del territorio nazionale, dal momento che le soluzioni al problema dell’integrazione sociale possono differire notevolmente da una comunità autonoma a un’altra; – Garantire un coordinamento più stretto tra le politiche attive dell’occupazione e le politiche di integrazione sociale; – Concentrarsi sui principali gruppi vulnerabili (senzatetto, lavoratori immigranti, famiglie monoparentali), poiché questi gruppi accumulano numerosi svantaggi: disoccupazione, basso livello di istruzione, cattive condizioni di alloggio, invalidità, ecc. 104 – Rispondere al bisogno di fornire una protezione sociale alle persone in pensione e ai disabili. 2. APPROCCIO STRATEGICO E PRINCIPALI OBIETTIVI Il PAN integrazione fornisce un’analisi generale della povertà e dell’esclusione sociale, delle varie misure poste in essere e dei miglioramenti previsti che tendono a risolvere questo problema. Tale compito richiede l’impegno di un gran numero di partner a livello nazionale, regionale e locale. Nel contesto istituzionale spagnolo, è evidente che il PAN integrazione costituisce più un elenco delle varie misure che un piano integrato unico. Si tratta tuttavia di un lavoro di notevole portata. Il PAN non indica chiaramente i principali obiettivi né le cifre da ottenere. Tuttavia, secondo la relazione finanziaria presentata nel Piano, i sistemi pensionistici e di reddito minimo costituiscono l’elemento principale di lotta contro l’emarginazione. La mobilitazione delle parti interessate costituisce un obiettivo strategico che consentirà di migliorare l’efficacia della politica d’integrazione. 2.1. La prospettiva strategica di lungo periodo Come testimonia l’analisi finanziaria, quasi il 90% delle risorse che figurano nel PAN integrazione sono destinate a garantire un complemento pensionistico minimo e il 10% a promuovere l’integrazione sul mercato del lavoro. In questo contesto, la priorità è di garantire un sostegno al reddito delle persone non attive (anziani o invalidi). Il restante 10% serve principalmente a trattare problemi indirettamente collegati alla povertà, (condizioni di alloggio, salute, istruzione, ecc.) o a aiutare gruppi specifici. Le misure che rientrano in queste categorie sono ben definite poiché corrispondono ad azioni attuate da organismi pubblici specializzati. La mancanza di obiettivi quantitativi costituisce uno dei punti deboli del PAN. Il miglioramento degli indicatori di emarginazione, che deve vertere anche sulla questione dell’uguaglianza dei sessi, è necessario per una migliore comprensione dell’esclusione sociale e per l’orientamento della politica sociale in funzione delle nuove tendenze. È da notare che per ciascun obiettivo viene fornita una descrizione delle iniziative previste nei prossimi due anni per migliorare le politiche connesse all’integrazione sociale. 2.2. Il contenuto innovativo del PAN integrazione L’aspetto più innovativo del PAN integrazione è la mobilitazione delle parti interessate come descritto nell’obiettivo 4. Anche se, rispetto agli altri obiettivi, il Piano continua la descrizione delle iniziative previste per i prossimi due anni, si tratta in generale di miglioramenti delle misure esistenti. La mobilitazione di tutte le parti interessate nel settore dell’integrazione sociale può essere considerata come un metodo di sensibilizzazione a questi problemi specifici e come un modo per incoraggiare l’evoluzione dei sistemi per consentire l’attuazione di un approccio maggiormente integrato. 105 2.3. Approccio coordinato e integrato L’amministrazione decentrata della Spagna comporta che la maggior parte degli elementi descritti nel Piano rientrano nell’ambito di competenza delle comunità autonome. Il "Ministerio de Presidencia" è responsabile del coordinamento, dell’elaborazione, del controllo e della valutazione de Piano. In questo contesto, sarebbe opportuno valutare a livello regionale il grado di coordinamento e d’integrazione delle varie misure. D’altro canto, la maggior parte degli organismi pubblici spagnoli nel settore degli affari sociali sono fortemente strutturati intorno a gruppi destinatari, e ciò significa che un approccio olistico dell’integrazione sociale sarà possibile solo se saranno rafforzati il coordinamento e la cooperazione. Le azioni descritte nel quadro dell’obiettivo 4 dimostrano che sono stati compiuti notevoli sforzi per risolvere questo problema. 2.4. Compatibilità dell’approccio strategico in rapporto con il Piano d’azione nazionale occupazione I due PAN sono strettamente collegati per quanto riguarda le misure relative all’occupazione, in particolare per le misure dell’obiettivo 1, concepite da un lato per garantire le indennità ai disoccupati e, d’altro lato, per promuovere l’integrazione sul mercato del lavoro grazie alla formazione professionale. Questo Piano precisa l’importo dei fondi attribuiti al PAN occupazione e destinati alle persone più vulnerabili. 3. PRINCIPALI MISURE POLITICHE NELL’AMBITO DEI QUATTRO OBIETTIVI COMUNI 3.1.1. Agevolare la partecipazione al mercato del lavoro L’accento principale è posto sui programmi di inserimento che associano l’occupazione e la formazione ad aiuti finanziari all’occupazione. Questo obiettivo si rivolge al gruppo di disoccupati di lunga durata. Il reddito attivo d’inserimento coinvolge al tempo stesso il servizio pubblico per l’occupazione e i servizi sociali. Viene concepito per garantire un reddito minimo e per aiutare i beneficiari a integrarsi nel mercato del lavoro. Dal momento che tale misura è gestita dall’amministrazione centrale, sarebbe interessante valutare le sue sinergie con i programmi analoghi d’integrazione gestiti a livello regionale. 3.1.2. Facilitare l’accesso alle risorse, ai diritti, ai beni e ai servizi per tutti L’accesso a un livello minimo di risorse è considerato come priorità e riassorbe il 65% delle spese previste per questo obiettivo e il 32% dell’insieme del PAN. I principali beneficiari sono le persone pensionate o i disabili. Le altre priorità di questo obiettivo sono le misure a favore dell’istruzione, destinate in particolare alle persone che non hanno acquisito un livello minimo d’istruzione (12% di questo obiettivo). Anche le misure collegate alla sanità rappresentano il 12%; esse pongono l’accento sui servizi integrati che raggruppano i servizi sociali e sanitari, le amministrazioni regionali e locali gestiscono a loro volta i problemi delle cure in caso di malattia cronica e il Piano nazionale di lotta contro la tossicodipendenza. Infine, il 10% va ai servizi sociali e agli alloggi. 106 3.2. Prevenire i rischi di emarginazione Uno dei fili conduttori di questo obiettivo riguarda l’attuazione dei piani di integrazione a livello regionale. Attualmente, solo 8 comunità autonome hanno presentato un piano, ma alla fine del 2003 tutte le comunità autonome e tutte le maggiori municipalità avranno un proprio piano. Il PAN integrazione non prevede alcun impegno finanziario per questi piani ma questo è solo un punto di partenza. Altro filo conduttore di questo obiettivo: la "solidarietà familiare". Queste misure si rivolgono principalmente alle persone dipendenti e ai servizi di custodia dei figli e beneficiano di un reale sostegno finanziario. Per quanto riguarda l’accesso alle nuove tecnologie, il Piano riconosce il ruolo delle nuove tecnologie nel sostegno alle ONG e definisce un certo numero di iniziative destinate a fornire a queste organizzazioni attrezzature TIC e a stimolare le reti multimediali. Rileviamo inoltre l’intenzione di promuovere le nuove tecnologie per sviluppare il telelavoro nei gruppi che presentano difficoltà sociali. È tuttavia opportuno precisare che 9,8 milioni di persone avrebbero difficoltà ad accedere alle nuove tecnologie, e ciò significa che tale questione va al di là del settore specifico dell’esclusione sociale. 3.3. Aiutare i gruppi più vulnerabili Le priorità sono presentate per gruppi destinatari. Nella prima fascia di priorità si trovano i "lavoratori immigranti" e le "famiglie con figli" che rappresentano circa il 45% delle spese previste a titolo dell’obiettivo 3. Le "persone anziane" e le "persone disabili" rappresentano il 40%, mentre le "donne" e i "giovani" rappresentano il 10%. Solo una piccola parte (meno dell’1%) è stata destinata ai senzatetto. La maggior parte delle misure o piani specifici descritti possono contribuire a lottare contro l’emarginazione e sono destinati a gruppi specifici. 3.4. Mobilitare tutti gli organismi interessati L’aspetto più significativo del PAN integrazione risiede nell’enorme impegno delle autorità e dei partner spagnoli che si sono sforzati di raccogliere le informazioni necessarie all’elaborazione di questo Piano, e ciò ha consentito di ottenere un’analisi completa del problema dell’integrazione in Spagna. Il controllo del PAN integrazione richiederà uno sforzo significativo al fine di creare ulteriori forme istituzionali di adozione e di decisione, tra cui nuovi fori di discussioni. Per quanto riguarda l’integrazione sociale, la cooperazione tra l’amministrazione centrale e le regioni sarà analoga a quella già istituita nella politica dell’occupazione. Le parti sociali e le ONG hanno anche l’intenzione di istituzionalizzare i loro modi di intervento nel dibattito sull’integrazione sociale. Tuttavia, sarebbe stato opportuno disporre di informazioni sul modo in cui le amministrazioni pubbliche delle comunità autonome mobilitano le parti interessate a loro livello, poiché l’integrazione sociale rientra prevalentemente nell’ambito di competenza regionale. In questo senso, il Piano della Navarra contro l’emarginazione (1998-2005) indica come questa comunità autonoma può mobilitare i partner regionale per identificare le sfide e definire le misure d’intervento. 4. PROMOZIONE DELLA PARITÀ DEI SESSI Il PAN integrazione si propone di integrare gli aspetti relativi alla parità dei sessi nei quattro obiettivi. Tuttavia, i problemi in materia sono principalmente affrontati dal punto di vista della 107 vulnerabilità femminile, come testimonia il quarto Piano spagnolo per l’uguaglianza tra gli uomini e le donne che si situa nel contesto dell’obiettivo 3. Un nuovo piano nazionale contro la violenza domestica è presentato a titolo dello stesso obiettivo: esso prevede un aiuto alle vittime ma anche misure nei confronti degli autori delle violenze e una formazione destinata al personale incaricato dell’applicazione delle leggi. Negli obiettivi 1 e 2, la questione dell’uguaglianza dei sessi è a volte evocata nell’ambito della lotta contro l’analfabetismo o quando alcune misure hanno una incidenza specifica sulla vita familiare, come il servizio di custodia dei bambini o le cure sanitarie che possono agevolare l’inserimento delle donne sul mercato del lavoro. Come parte del ministero del Lavoro, l’istituto per le questioni femminili ha partecipato nel processo di elaborazione del PAN integrazione, ma non vi sono chiare indicazioni sul seguito dato e sulla valutazione del PAN integrazione dal punto di vista dell’uguaglianza tra i sessi. 5. IL RUOLO DELL’FSE NELLA LOTTA CONTRO LA POVERTÀ E L’ESCLUSIONE SOCIALE L’attuale Quadro comunitario di sostegno dell’obiettivo 1 e dell’obiettivo 3 (2000-2006) sostiene l’integrazione sociale principalmente attraverso l’asse prioritario "integrazione nel lavoro delle persone con particolari difficoltà". Sia l’FSE che gli stanziamenti nazionali rappresentano per l’intero periodo circa € 980 milioni. Le comunità autonome e le ONG sono i maggiori promotori delle misure relative all’integrazione sociale. Anche l’iniziativa EQUAL contribuisce all’integrazione sociale, in particolare attraverso le priorità collegate all’inserimento nel mercato del lavoro e all’uguaglianza tra i sessi. 108 FRANCIA 1. Conclusioni Situazione e tendenze fondamentali: In questi ultimi anni la Francia ha registrato una notevole crescita dell’economia e ha visto una riduzione del tasso di disoccupazione e del numero di persone in situazione di povertà e di emarginazione. Il paese deve ancora confrontarsi con una disoccupazione elevata che colpisce le categorie sociali e i territori in modo fortemente inegualitario. Con un tasso di povertà relativa del 17% nel 1997, la Francia si situa leggermente al di sopra della media dell’Unione europea. La povertà e l’emarginazione sono principalmente collegate alla mancanza di lavoro, ma colpiscono anche persone che svolgono attività lavorative. I principali gruppi vulnerabili alla povertà e all’emarginazione sono: i bambini di età inferiore a 15 anni che vivono in una famiglia povera, i disoccupati di lunga durata, i giovani poco qualificati, le famiglie monoparentali, le famiglie numerose, le popolazioni dei quartieri degradati e i richiedenti asilo. Approccio strategico: Il PAN integrazione prolunga e completa una strategia di lotta contro l’emarginazione avviata a partire del 1998 che dovrà tradursi in un programma finanziario particolareggiato. Il PAN integrazione mette in opera una doppia strategia, definita a medio termine, che valorizza fortemente una politica di accesso all’occupazione, basandosi sul PAN occupazione, e organizza una mobilitazione delle varie parti interessate, pubbliche e private, per favorire l’accesso ai diritti delle persone più in difficoltà. Tale mobilitazione delle parti interessate richiede un coordinamento rafforzato tra i servizi amministrativi e lo stretto coinvolgimento di tutte le parti in gioco, in particolare le collettività territoriali. La strategia prescelta si basa sulla constatazione del carattere pluridimensionale dell’emarginazione e pone l’accento su un approccio integrato. Il PAN integrazione sottolinea inoltre l’importanza di un’azione più determinata nei territori in cui la povertà e l’emarginazione sono più evidenti. Infine, se è vero che è stato compiuto un notevole sforzo in termini di definizioni degli indicatori, è da lamentare la mancanza di obiettivi o di sotto-obiettivi quantificati. Misure politiche: Le misure si suddividono in quattro principali categorie, corrispondenti ai quattro obiettivi adottati a Nizza. L’accesso all’occupazione raggruppa una gran parte delle misure, ma il PAN integrazione 2001 propone numerose misure a carattere sociale e culturale. Tali misure riguardano gruppi ben definiti ma anche territori. L’intensità delle politiche proposte non potrà essere apprezzata se non tenendo conto degli elementi finanziari del “programma nazionale di prevenzione e di lotta contro la povertà e l’esclusione sociale” del luglio 2001. L’approccio trasversale di accesso ai diritti contribuisce a promuovere l’uguaglianza delle opportunità tra gli uomini e le donne nei dispositivi e nelle misure del Piano, e ciò dovrebbe essere rafforzato attraverso lo sviluppo in corso di indicatori ripartiti per sesso. Sfide future: La lotta contro i fattori di precarietà in materia di reddito professionale, di alloggio, di salute, o di conoscenze e l’accesso effettivo ai diritti sono le maggiori sfide con le quali devono confrontarsi le autorità francesi. Sarà inoltre necessario dedicare una particolare attenzione ai problemi che si pongono nei quartieri sensibili di habitat sociale o in alcune zone geografiche. D’altro canto, alla luce della presentazione nel luglio 2001 del “programma nazionale di prevenzione e di lotta contro la povertà e l’esclusione sociale” e al fine di rafforzare il carattere integrato del PAN integrazione, risulta indispensabile garantire un controllo continuo attraverso indicatori adeguati e una attuazione congiunta del PAN integrazione e dell’insieme dei vari programmi ed iniziative che le autorità francesi adotteranno in materia di integrazione sociale. 109 1. PRINCIPALI SFIDE E TENDENZE A partire dalla metà del 1997, l’economia francese ha conosciuto, malgrado una recente flessione, un sostenuto tasso di crescita (+3.2% di crescita del PIL nel 2000) e una forte creazione di posti di lavoro (515 000 nel 1999, 580 000 nel 2000). Il tasso di disoccupazione è in continua diminuzione dal 1997 (8,7% alla fine del marzo 2001). Questa diminuzione è andata prevalentemente a vantaggio dei disoccupati di lunga durata, delle persone di età superiore ai 50 anni ma anche dei giovani. Malgrado questa evoluzione, il livello di disoccupazione rimane ancora alto e, soprattutto, permangono importanti disuguaglianze. Il tasso di disoccupazione è del 7,7% per gli uomini mentre ha raggiunto il 10.9% per le donne. Le regioni sono colpite in modo ineguale: il nord e il sud della Francia subiscono tassi di disoccupazione maggiori dell’ovest e del centro. Misurata attraverso il tasso di povertà relativa, definito come la percentuale della popolazione che vive con un reddito inferiore al 60% della mediana nazionale, la povertà colpiva il 17% della popolazione nel 1997, il che poneva alla Francia leggermente al di sotto della media dell’Unione europea (secondo i dati del Panel europeo delle famiglie). Secondo le statistiche nazionali, circa 5 milioni di persone vivevano nel 2000 al di sotto della soglia di povertà (soglia considerata equivalente al 50% del salario mediano). Tuttavia, il reddito monetario è solo una delle dimensioni della povertà. Per farsi un’idea precisa delle dimensioni del fenomeno, occorrerebbe prendere in considerazione altri aspetti egualmente pertinenti come l’accesso all’occupazione, all’alloggio, alle cure sanitarie e il grado di soddisfazione dei bisogni essenziali. La povertà e l’emarginazione sono principalmente collegate alla mancanza di posti di lavoro ma colpiscono anche persone che svolgono attività lavorative. Questi “lavoratori poveri” formano uno dei gruppi più vulnerabili alla povertà e all’emarginazione (1,3 milioni di persone). Gli altri gruppi sono: i bambini di età inferiore a 15 anni che vivono in una famiglia povera (950 000 nel 2000), i disoccupati di lunga durata, i giovani poco qualificati, le famiglie monoparentali, le famiglie numerose, i richiedenti asilo, le popolazioni dei quartieri degradati o dei dipartimenti d’oltremare. Il ritorno al lavoro di una parte della popolazione povera o la sua uscita da condizioni di vita precarie sono fatti recenti che derivano dal miglioramento economico. La lotta contro i fattori di precarietà in materia di occupazione, di alloggio, di salute o di conoscenze, costituisce la sfida principale che devono affrontare le autorità francesi. Una seconda sfida è quella dell'accesso ai loro diritti di persone in situazione di esclusione. La complessità dei passi amministrativi da compiere, dei moduli da riempire e dei fascicoli da costituire, l’accavallamento delle regole di gestione rendono spesso delicato tale accesso ai diritti. Dovrà essere inoltre dedicata attenzione alla situazione dei quartieri di habitat sociale degradati o sensibili, nonché alle zone geografiche che subiscono in particolare l’esclusione sociale. 2. APPROCCIO STRATEGICO E PRINCIPALI OBIETTIVI Il PAN integrazione attua una doppia strategia, definita di medio termine, che valorizza fortemente una politica d’accesso all’occupazione, basandosi sul PAN occupazione, e organizza 110 una mobilitazione dei vari protagonisti, pubblici e privati, per favorire un accesso ai diritti delle persone più in difficoltà. Tale mobilitazione degli attori richiede un coordinamento rafforzato tra i servizi amministrativi interessati e il coinvolgimento di tutte le parti in gioco, in particolare le collettività territoriali. La strategia prescelta si basa sulla constatazione del carattere pluridimensionale dell’emarginazione e pone l’accento su un approccio integrato delle azioni a favore dell’occupazione, della formazione, dell’alloggio e della salute. Il Piano non fissa obiettivi (o sotto-obiettivi) quantificati. Orbene, la mancanza di obiettivi quantificati può pregiudicare la corretta comprensione delle situazioni di povertà e l’esclusione sociale, in particolare al momento delle valutazioni. La strategia sembra optare per una presentazione di "tendenze". A questo titolo, viene proposto un grande elenco di indicatori con particolare attenzione dedicata alla ventilazione degli indicatori per sesso e secondo le variabili delle varie fasce di età, dei gruppi di categoria socioprofessionale, del reddito, della situazione sul mercato del lavoro e della configurazione familiare. D’altro canto, il programma nazionale del luglio 2001 fissa, nella maggior parte dei casi, misure e obiettivi quantificati da raggiungere entro il 2003. Da questo punto di vista, è opportuno sottolineare l’importanza che riveste l’adozione di una strategia integrata per l’attuazione di una parte del PAN integrazione e dall’altra del programma del luglio 2001. 2.1. La prospettiva strategica di lungo periodo La strategia proposta nel PAN integrazione si iscrive nel prolungamento delle politiche adottate nel 1998 e si integra in una prospettiva di medio termine definita sino al 2003. Il PAN integrazione trova la sua introduzione finanziaria nel programma nazionale del luglio 2001. I primi bilanci della legge del 1998 hanno dimostrato un impatto reale delle misure relative all’accesso all’occupazione e un effetto minore di quelle relative all’accesso ai diritti, ad eccezione della sanità, con l’instaurazione di una copertura malattia universale (CMU). Il PAN integrazione si propone in primo luogo di reinserire nel mercato del lavoro coloro che sono in cerca di occupazione ponendo un accento più netto sui gruppi più lontani dal mercato del lavoro. Esso comprende cinque obiettivi principali che approfondiscono il programma del 1998 e che corrispondono agli auspici del vertice di Nizza. 2.2. Il contenuto innovativo del PAN integrazione Nella politica francese di lotta contro la povertà e l’emarginazione, la vera rottura è costituita dalla legge del 29 luglio 1998 di cui il PAN integrazione non fa che riprendere le principali linee direttrici. Tuttavia, il PAN integrazione accentua gli sforzi diretti alle popolazioni più lontane dal mercato del lavoro, e amplia la mobilitazione dei vari organismi dello Stato (giustizia, cultura, istruzione nazionale) nonché delle imprese (lo sviluppo della responsabilità sociale e il dialogo sociale nell’ambito delle imprese al fine di prevenire e di evitare le rotture professionali che portano all’esclusione costituisce uno degli obiettivi del progetto di legge sulla "modernizzazione sociale"). Il Piano 2001 sottolinea inoltre l’importanza di una azione più determinata sui territori nei quali la povertà e l’emarginazione sono più evidenti. 2.3. Approccio coordinato e integrato L’approccio strategico è chiaro e corrisponde alle sfide identificate. Esso si basa sulla constatazione del carattere pluridimensionale dell’emarginazione e sulla necessità di proporre 111 risposte diversificate. Il PAN integrazione identifica chiaramente le conseguenze dell’emarginazione, riconosce la necessità di prevenirla, distingue i gruppi e le zone più vulnerabili. Per raccogliere le sfide, il PAN integrazione prosegue al tempo stesso una strategia basata sulla sinergia tra le differenti politiche (occupazione, alloggio, salute, ecc.) e sulla mobilitazione per le parti interessate. In materia di cooperazione e di coordinamento di tutte le parti in gioco, occorre rilevare che l’elaborazione di questa strategia era stata oggetto di un importante dibattito nella società francese negli anni 1995-1998. Le reti associative, gli attori sociali erano stati fortemente mobilitati insieme ai servizi amministrativi competenti dello Stato. Prolungando e approfondendo tali linee d’azione, il PAN integrazione non ha probabilmente suscitato una mobilitazione altrettanto forte al di fuori delle reti associative direttamente interessate e dei servizi dello Stato. Sembra pertanto necessario stabilire meccanismi rafforzati di coordinamento tra i servizi amministrativi interessati e vigilare affinché vi sia un diretto coinvolgimento delle varie parti al momento dell’attuazione dei dispositivi. A questo titolo, sarà opportuno garantire il forte coinvolgimento delle collettività territoriali (in particolare i consigli comunali e i comuni). 2.4. Compatibilità degli approcci strategici in rapporto con il Piano d’azione nazionale occupazione Il PAN integrazione comporta precisi vincoli con la strategia proposta nel Piano d’azione nazionale per l’occupazione del 2001. Il Piano d’azione prende necessariamente in considerazione la strategia francese per l’occupazione formalizzata nel PAN occupazione che esso rafforza e arricchisce. In effetti, la Francia considera particolarmente importanti le misure preventive e/o attive a favore delle persone minacciate di emarginazione, come testimoniano in particolare l’introduzione del nuovo dispositivo "progetto d’azione personalizzato", la creazione del “premio per l’occupazione” o ancora il rafforzamento del programma "Tragitti di accesso all’occupazione" (TRACE), che si rivolge ai giovani in grandi difficoltà. Altre misure prevedono aiuti direttamente collegati all’occupazione (settori commerciali e non commerciali). 3. PRINCIPALI MISURE POLITICHE NELL’AMBITO DEI QUATTRO OBIETTIVI COMUNI 3.1. Agevolare la partecipazione al mercato del lavoro e l’accesso alle risorse, ai diritti, ai beni e ai servizi per tutti L’approccio prescelto non consiste nel creare diritti specifici, riservati ai meno favoriti, ma propone di adeguare tutti i dispositivi di diritto comune e di sviluppare azioni di controllo che consentano la loro effettiva mobilitazione. Le misure riguardano in particolare l’accompagnamento verso l’occupazione dei disoccupati e dei gruppi più lontani dal mercato del lavoro, la valutazione delle qualifiche professionali, la messa a punto di tarifazioni sociali sulla base del reddito reale delle persone. L’accesso all’alloggio, il miglioramento del dispositivo d’accesso alle cure e soprattutto un importante sforzo a favore della presa a carico delle malattie mentali figurano tra nuove misure. Il PAN integrazione propone inoltre, anche se non con l’ampiezza delle misure precedentemente indicate, programmi di accesso all’istruzione, alla giustizia e alla cultura. 112 3.2. Prevenire i rischi di emarginazione La strategia proposta è coerente con i principi di prevenzione adottato dal vertice di Nizza. È prevista tutta una serie di misure concrete al fine di agire a monte attraverso interventi mirati nel momento in cui rischia di prodursi una rottura nelle condizioni di vita. La proposta di un accompagnamento sociale delle famiglie in situazioni di indebitamento eccessivo, la prevenzione dell’espulsione dagli alloggi, la creazione di cellule di sorveglianza educativa volte ad evitare il processo di descolarizzazione, nonché la prevenzione delle rotture familiari attraverso una accresciuta assistenza ai genitori costituiscono le principali misure previste, insieme all’estensione dei luoghi di accesso alle nuove tecnologie per i giovani e le persone in cerca di occupazione. Anche se il Piano non menziona tra le grandi sfide l’integrazione elettronica, contiene tuttavia una serie di iniziative riguardanti le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) nel settore dell’istruzione (tutte le scuole saranno collegate a Internet entro la fine dell’anno scolastico 2001–2002, brevetto informatico e Internet) della formazione (modulo d'iniziazione a Internet e "certificato di navigazione Internet" proposte alle persone in cerca di occupazione che seguono corsi di formazione e ai giovani che lo richiedano all’interno delle missioni locali) e creazione di punti d’accesso pubblico a Internet (entro il 2003, saranno aperti più di 7000 luoghi pubblici con accesso a Internet. 2500 di questi luoghi che firmeranno una "carta degli spazi pubblici digitali", consentiranno a tutti di acquisire una formazione generale sotto forma di un "passaporto per Internet e il multimediale"). Sarà proseguito e rafforzato il programma "Points Cyb". 3.3. Aiutare i gruppi più vulnerabili L’approccio prescelto è orientato verso le persone e verso i territori. L’identificazione dei gruppi vulnerabili è estremamente chiara e le azioni proposte sono destinate alle persone e alle zone più esposte ai problemi di emarginazione. Le misure prevedono in particolare l’ampliamento del programma TRACE per i giovani in inserimento professionale o lo sviluppo delle attività di utilità sociale nei quartieri con habitat degradato. Un’attenzione particolare viene dedicata ai territori e ai dipartimenti d’oltremare che devono affrontare problemi di emarginazione. Dall’inizio degli anni 80, la Francia ha iniziato, sotto la denominazione di "politica della città" un importante sforzo in direzione dei quartieri degradati; il Piano 2001 accentua un approccio maggiormente territorializzato dell’intervento dello Stato, in particolare nel settore dell’accesso all’occupazione delle popolazioni in condizioni di maggiore difficoltà. 3.4. Mobilitare tutti gli organismi interessati Il PAN integrazione riconosce e sottolinea che un’azione efficace in materia di lotta contro l’emarginazione non può essere effettuata senza garantire un efficace coordinamento tra tutte le parti interessate. Tale sforzo passa attraverso il rafforzamento delle strutture locali di osservazione sociale e lo sviluppo di luoghi di accoglienza locale che riuniscano i vari servizi pubblici e sociali. Una maggiore mobilitazione e un migliore coordinamento dei servizi decentrati dello Stato si accompagneranno di un rafforzamento delle partnership con le associazioni. La partnership costituisce una parte essenziale del Piano, sia nel suo contenuto che nelle modalità di attuazione. 113 4. PROMOZIONE DELLA PARITÀ DEI SESSI L’approccio trasversale adottato “volto a garantire a ciascuno un accesso effettivo agli stessi diritti” dovrebbe contribuire alla promozione dell’uguaglianza delle opportunità tra gli uomini e le donne nelle misure e nelle strutture presentate. Tuttavia, questo approccio appare più modesto nella protezione sociale, nell’ambito della quale emergono in particolare differenze nelle situazioni di rotture familiari, nonché nei settori che richiedono uno sviluppo di statistiche ripartite per sesso alle quali il Piano intende progressivamente procedere. L’identificazione delle principali sfide dimostra squilibri tra uomini e donne in materia di occupazione e di situazione familiare (l’85% dei genitori soli sono donne). Di conseguenza le iniziative adottate riguardano soprattutto l’accesso all’occupazione (obiettivi quantificati di partecipazione delle donne scarsamente qualificate al programma TRACE), e il miglioramento dell’autonomia economica dei beneficiari di prestazioni per genitori soli. Gli uomini particolarmente emarginati – ex detenuti, senzatetto, uomini che hanno commesso reati, lavoratori immigranti in centri di assistenza – beneficiano, nell’ambito di numerosi obiettivi quali quelli relativi all’occupazione, all’alloggio, alla salute e all’accesso a Internet, di particolare attenzione o di misure specifiche. Anche lo sviluppo dell’accompagnamento sociale personalizzato dovrebbe concorrere ad una migliore presa in considerazione dei bisogni specifici degli uomini e delle donne. Resta da risolvere la questioni degli strumenti di pilotaggio delle misure. Il Piano s’impegna a “concedere particolare attenzione alla ventilazione degli indicatori in base al sesso al fine di rafforzare la concentrazione delle misure sulle donne, spesso principali vittime delle situazioni di emarginazione”. Ciò è tanto più importante per il fatto che il programma del luglio 2001, contrariamente al PAN integrazione, dà poca visibilità alla dimensione dell’eguaglianza tra i sessi. 5. IL RUOLO DELL’FSE Il PAN integrazione non menziona esplicitamente gli interventi cofinanziati dall’FSE. Tuttavia, i punti di collegamento sono percettibili per quanto riguarda la politica preventiva perseguita. A questo titolo, nel quadro del programma obiettivo 3 per il periodo 2000-2006, l’FSE apporta un particolare sostegno in materia di rafforzamento dell’approccio preventivo. Le misure rappresentano infatti il 65,5% dello stanziamento nazionale totale (vale a dire circa € 3 miliardi di contributo FSE). Il sostegno dell’FSE riguarda in particolare le azioni a beneficio dei gruppi del "Programma d’azione personalizzato per un nuovo punto di partenza", nonché il sostegno dello sviluppo dei “Piani locali per l’inserimento e l’occupazione” (PLIO) e "Piani dipartimentali d’inserimento" (PID). L’intervento dell’FSE è inoltre orientato verso azioni di lotta contro l’emarginazione, appoggiando una logica di prevenzione e d’inserimento sociale e cercando di coniugare gli approcci preventivi contro la disoccupazione di lunga durata e le azioni di lotta contro le situazioni di emarginazione. L’FSE interviene inoltre in modo preventivo per dare una nuova opportunità ai giovani che abbandonano il sistema scolastico. Inoltre, l’appoggio dell’FSE è mobilitato a favore dei lavoratori in attività. Infine, l’intervento dell’FSE va a sostegno delle azioni realizzate per eliminare gli ostacoli all’accesso al lavoro e alla formazione delle donne e inoltre per aiutare a diversificare le loro scelte professionali. 114 IRLANDA 1. Conclusioni Situazione e tendenze fondamentali L’anno 2000 è stato il settimo anno consecutivo di straordinaria crescita economica in Irlanda. Il PIL ha avuto una crescita del 10,7%, risultato superiore a quello degli anni precedenti e uguale a tre volte la media dell’Unione europea. Questa crescita ha avuto un impatto enorme: la disoccupazione è caduta al 4,2% e la disoccupazione di lunga durata all’1%. La crescita dell’occupazione è stata accompagnata da crescenti carenze di forza lavoro e di qualifiche. In termini di povertà, la situazione rimane complessa. Se si utilizza la definizione basata sul concetto di 'povertà persistente', il livello di povertà degli adulti è passato dal 15% nel 1994 all’8% nel 1998 e, nello stesso periodo, il livello di povertà infantile è caduto al 12%. Tuttavia, si nota una disparità dei redditi sempre maggiore; nel 1997 il 20% della popolazione viveva in situazione di povertà relativa (con redditi inferiori al 60% del reddito mediano). Il PAN contiene scarse informazioni sulle tendenze o informazioni particolareggiate sulla povertà, come il rischio di povertà in funzione delle zone geografiche o di gruppi specifici. Mancano inoltre analisi del problema e un’identificazione sistematica dei gruppi vulnerabili. I temi della salute, della povertà rurale, dei trasporti e degli alloggi dovrebbero essere ulteriormente sviluppati, anche se esistono obiettivi generali per taluni aspetti. Approccio strategico Il bisogno di lottare contro la povertà viene ampiamente riconosciuto: gli stanziamenti destinati alle politiche d’integrazione sociale ammontano a 10 miliardi di euro e la NAPS (National Anti-Poverty Strategy – Strategia nazionale di lotta contro la povertà), che sottende il PAN integrazione, è stata creata nel 1997. La NAPS (e l’intero approccio strategico contro la povertà in Irlanda) è stabilita in base a calendario di lungo periodo (10 anni) ed è costituita da obiettivi specifici comprendenti settori e gruppi particolari. L’accesso a l’occupazione per tutti viene considerato come un punto chiave per uscire dall’esclusione sociale. Per applicare questa strategia, è stata creata un’infrastruttura amministrativa e procedure e meccanismi di controllo (nella maggior parte dei casi nuovi al momento della loro attuazione). È particolarmente interessante sottolineare che gli obiettivi e i principi sono stati integrati nei piani di sviluppo e nei piani finanziari nazionali. Il paese si sforza di rimodellare e di migliorare incessantemente la NAPS ed è attualmente in corso un’ampia riforma. Né l’analisi che è alla base della NAPS né alcuna delle recenti valutazioni di questa strategia sono aseguatamente riflesse nel PAN integrazione. L’uguaglianza dei sessi in quanto tale non è posta in evidenza. Una volta conclusa, la revisione della NAPS dovrebbe comprendere un’analisi e una risposta politica e strategica al problema dell’esclusione sociale. Ciò non è presente nel PAN integrazione che non comprende la dimensione strategica e non contiene obiettivi né valutazioni della strategia in corso. Misure politiche L’Irlanda è attiva nei quattro obiettivi e particolarmente nel suo sforzo per agevolare l’accesso per tutti al mercato del lavoro e per migliorare la qualità dell’istruzione. Viene dedicata particolare attenzione alle difficoltà dei disabili e dei disoccupati e si insiste sull’importanza dell’apprendimento permanente. Si sottolinea il ruolo chiave della famiglia e viene sollevato il problema dei senzatetto. Si riconosce il bisogno di infrastrutture efficaci di assistenza e di servizi sociali per i bambini e per gli anziani. La povertà infantile costituisce una delle principali preoccupazioni del PAN integrazione. L’integrazione delle parti interessate viene ritenuta importante e sono in corso lavori per coinvolgere ulteriormente nella NAPS. Tuttavia, il loro impegno nell’attuale PAN integrazione era limitato ma sarà accresciuto in futuro. Sfide future Il PAN integrazione fornisce un’immagine generale delle sfide future ma definisce obiettivi specifici. Esso consente tuttavia di dedurre i problemi che dovrà affrontare la futura strategia modificata della NAPS. Le priorità saranno le seguenti: sviluppare l'investimento nella fornitura di servizi (in materia di sanità, di alloggio e di trasporti) per le persone a basso reddito, per lottare contro la povertà rurale e 115 urbana e creare un’infrastruttura di presa a carico sociale (in particolare per i bambini e gli anziani). Dovrà inoltre vertere sulla riduzione della crescita delle ineguaglianze di reddito, l’integrazione dei rifugiati e dei lavoratori immigranti, l’indipendenza e il benessere delle donne, la concentrazione sulle opportunità di lavoro, il miglioramento del livello d’istruzione e l’abbassamento del tasso di analfabetismo . 1. PRINCIPALI SFIDE E TENDENZE L’anno 2000 è stato il settimo anno consecutivo di straordinaria crescita economica in Irlanda. Il PIL ha avuto una crescita del 10,7%, risultato superiore a quello degli anni precedenti e uguale a tre volte la media dell’Unione europea. Tale evoluzione è stata accompagnata da crescenti carenze di forza lavoro e di qualifiche. La crescita ha avuto un impatto significativo, in particolare sulla disoccupazione che è caduta al 4,2%, sulla disoccupazione di lunga durata (passata all’1,7%) e sulla crescita dell’occupazione. La tendenza è a un proseguimento della crescita ma a un ritmo inferiore (le previsioni sono del 6,7% del PIL nel 2001). In termini di povertà, la situazione rimane complessa. Se si utilizza la definizione basata sul concetto di 'povertà persistente', il livello di povertà degli adulti è passato del 15% nel 1994 all’8% nel 1998 e, nello stesso periodo, il livello di povertà infantile è caduto al 12%. Si nota tuttavia una disparità di redditi sempre maggiore (il PAN non esamina le cause di questo fenomeno). Secondo i dati del Panel europeo delle famiglie, nel 1997 20% della popolazione aveva redditi inferiori al 60% del reddito mediano. L'Irlanda ha speso nel 1998 solo il 16% del PIL nella protezione sociale (la percentuale più bassa dell'Unione) e ciò è dovuto in parte alla relativamente bassa quota di anziani. Tuttavia, questo livello di spesa sociale rappresenta pur sempre una sfida particolare per l'Irlanda. Tuttavia, il basso reddito è solo una delle dimensioni della povertà; al fine di misurare e analizzare tale fenomeno in modo più preciso, è necessario prendere in considerazione altri aspetti ugualmente rilevanti come l’accesso all’occupazione, all’alloggio, all’assistenza sanitaria e il grado di soddisfazione dei bisogni fondamentali. Il PAN integrazione fornisce scarse analisi di tendenza sulla povertà e i pochi dati disponibili non sono differenziati (ad esempio, il rischio di povertà per zona geografica o i rischi di povertà associati ai gruppi più vulnerabili). Il Piano consente di dedurre alcuni problemi principali, come la povertà rurale che sembra endemica. L’accesso alle cure mediche viene riconosciuto come ineguale ma non vengono forniti dati in materia. I diritti dell’uomo sono garantiti sostanzialmente attraverso la legge sull’eguaglianza, ma non viene fatto alcun riferimento ai diritti sociali e scarsi accenni alla cittadinanza. In questa fase di revisione della NAPS, il PAN integrazione identifica le sfide future in termini generali e non in termini di obiettivi specifici. Il principale obiettivo del Governo è di mantenere una crescita durevole dell’economia e dell’occupazione lottando al tempo stesso contro l’esclusione sociale, la povertà e l’ineguaglianza. Si può tuttavia dedurre dal PAN integrazione che per lottare efficacemente contro l’emarginazione sociale le politiche dovranno dedicarsi a migliorare l’offerta di servizi (in materia di salute, di alloggio e di trasporti) presso le persone a basso reddito, a lottare contro la povertà rurale e urbana e a creare una infrastruttura di presa a carico sociale (in particolare per i bambini e gli anziani). Dovranno inoltre concentrarsi sulla crescita delle disuguaglianze di reddito, sull’integrazione dei rifugiati e dei lavoratori migranti, sull’indipendenza e sul benessere delle donne, sulle opportunità di occupazione per gli esclusi, sul miglioramento del livello d’istruzione e sull’abbassamento del tasso di analfabetismo. Ciò richiederà una buona coordinazione locale e la raccolta d’informazioni più precise, in particolare sui gruppi marginali. 116 2. APPROCCIO STRATEGICO E PRINCIPALI OBIETTIVI Già da molto tempo l’Irlanda lotta contro la povertà attraverso la NAPS ( National Anti-Poverty Strategy – Strategia nazionale di lotta contro la povertà) che raggruppa politiche cui è dedicato un bilancio totale di 10 miliardi di euro. Creata nel 1997, la NAPS parte del principio che l’occupazione è la migliore soluzione per uscire dall’emarginazione. Tale politica è sostenuta strutturalmente da una legislazione rafforzata (in particolare attraverso la legge sull’eguaglianza) e della creazione di partnership, con in particolare il National Partnership Agreement (Accordo di partnership nazionale). Questa strategia costituisce il nucleo centrale del PAN integrazione e del suo approccio strategico: stabilita su un calendario di lungo periodo (10 anni), essa è costituita da obiettivi specifici che comprendono particolari settori e rafforzano un approccio orientato verso i gruppi destinatari. Per attuarla, è stata creata una infrastruttura amministrativa e procedure e meccanismi di controllo (per la maggior parte nuovi al momento della loro attuazione). È particolarmente interessante sottolineare che gli obiettivi e i principi sono stati integrati nei piani di sviluppi e nei piani finanziari nazionali. Il paese si sforza di rimodellare e di migliorare costantemente la NAPS ed è attualmente in corso una vasta riforma. A causa dei rispettivi calendari della revisione della NAPS e della creazione del PAN integrazione, questa ultimo non comprende un’analisi esplicita del problema dell’integrazione sociale. I temi della sanità, della povertà rurale, dell’alloggio e dei trasporti non sono pienamente sviluppati. La revisione della NAPS dovrebbe recare un miglioramento in questi settori. 2.1. La prospettiva strategica di lungo periodo La NAPS comprende un periodo di 10 anni. Questa prospettiva a lungo termine si accompagna ad una volontà di revisione e di modifica quando ciò risulti necessario. Il fatto che la NAPS consideri l’occupazione come la migliore soluzione per uscire dall’emarginazione (in particolare per i disoccupati e i disabili)costituisce un elemento positivo considerando la situazione del mercato del lavoro. Il contributo del Piano di sviluppo nazionale all’integrazione sociale è coerente con questo approccio. A causa dei rispettivi calendari della revisione della NAPS e della creazione del PAN integrazione, questo ultimo si accontenta speso di descrivere i vari orientamenti delle misure politiche già in corso di attuazione. Esso non fornisce una critica quantitativa o qualitativa, né dati di valutazione dei quattro primi anni della NAPS. 2.2. Il contenuto innovativo del PAN integrazione Il PAN integrazione non comprende quasi nulla di nuovo rispetto alla NAPS, anche se gli esempi di buona prassi citati sono interessanti e utili. È stato raggiunto un accordo con le parti sociali affinché la NAPS dia un nuovo slancio grazie all’esame di 6 temi: handicap educativo, occupazione, povertà rurale, handicap urbano, alloggio e salute. Ciascun gruppo di lavoro analizzerà i problemi incontrati dalle donne, dai bambini, dagli anziani e dalle minoranze etniche (considerati come questioni orizzontali). Un gruppo distinto sull’individuazione dei punti di riferimento e l’indicizzazione (BIG) esaminerà l’adeguatezza delle prestazioni sociali. Ciascun gruppo dovrà inoltre elaborare obiettivi e indicatori. Questo esame sarà oggetto di una relazione a novembre 2001. è stato preso l’impegno di rivedere la Strategia nazionale di lotta contro la povertà utilizzando il quadro di riferimento fornito dal PAN integrazione. 117 2.3. Approccio coordinato e integrato La NAPS è costruita in base a un approccio interministeriale e una collaborazione tra le varie amministrazioni. Per rafforzare tale coesione, le parti sociali, le ONG, i gruppi di volontari e le associazioni locali sono coinvolte nella strategia e nello sviluppo politico. Tutte le parti interessate s’impegnano in modo significativo e costruttivo nella valutazione della NAPS. Il loro coinvolgimento e il loro impegno nel processo del PAN integrazione sono meno chiaramente definiti. Sono state organizzate alcune conferenze per consentire ai gruppi di recare il loro contributo ma, secondo gli autori in questione, il PAN integrazione è stato meno partecipativo rispetto ad altri processi strategici e i loro contributi sono stati ignorati. È stato preso un impegno a favore di una partecipazione totale ai prossimi PAN integrazione. Si tenta oggi di lanciare un approccio esaustivo grazie alla presa in considerazione sistematica della dimensione della povertà (Poverty Proofing). Si tratta di un tentativo radicale volto a garantire che tutte le politiche dei poteri pubblici tengano conto dell’impatto che esse avranno sugli individui in condizioni di povertà. Essa mira a fornire ai decisori un metodo sistematico di valutazione dell’impatto delle loro politiche sugli individui in situazioni di povertà, soprattutto al momento della concezione di queste politiche. Attualmente, il concetto rimane valido ma deve essere ulteriormente messo in pratica. Tale approccio dovrà essere rafforzato ed ampliato alle autorità locali, previa una valutazione esterna dei suoi effetti. 2.4. Compatibilità degli approcci strategici in rapporto con il Piano d’azione nazionale occupazione: Esiste un forte potenziale di compatibilità tra i due e il PAN Occupazione affronta problemi connessi con l’integrazione sociale. Ma se è vero che il PAN integrazione fa spesso riferimento al ruolo del PAN Occupazione, i collegamenti tra i due documenti sono deboli e potrebbero essere migliorati. 3. PRINCIPALI MISURE POLITICHE NELL’AMBITO DEI QUATTRO OBIETTIVI COMUNI 3.1.1. Agevolare la partecipazione al mercato del lavoro Il reinserimento degli esclusi nel mercato del lavoro e lo sradicamento della disoccupazione di lunga durata costituiscono altrettante priorità. La strategia consiste nel procurare gli incentivi necessari, nel mobilitare tutte le risorse di mano d’opera e nel fornire le possibilità necessarie di istruzione, di formazione e di apprendimento permanente. Il PAN integrazione basa il suo approccio sulle misure di occupabilità del PAN occupazione e si concentra sui disabili, sui disoccupati, e, in minore misura, sui rifugiati e sui nomadi. È stata creata una task force sull’apprendimento permanente per identificare le lacune del sistema e presentare raccomandazioni. Il perfezionamento professionale destinato alle persone le cui competenze sono obsolete o insufficiente costituisce una priorità, ma sino ad oggi non è stato determinato alcun obiettivo in materia. Alcune iniziative politiche sono già in atto per facilitare l’accesso di tutti alla società basata sulla conoscenza. Si tratta di piccoli progetti pilota destinati a gruppi specifici (possibilità in materia di TIC per i disabili e per sostenere il settore del volontariato), o in altri casi di strategie globali (ad esempio misure per migliorare la “cultura digitale”). 118 3.1.2. Facilitare l’accesso alle risorse, ai diritti, ai beni e ai servizi per tutti Il PAN integrazione solleva le questioni della protezione sociale e del reddito minimo. Per situare il contesto, l’Irlanda, di tutti gli Stati membri, è quello che destina la minore percentuale del suo PIL alla protezione sociale (16,1% contro 27,7 in media nell’Unione europea). Il paese manifesta tuttavia oggi un reale desiderio di migliorare il benessere sociale. Più specificamente, gli sforzi si concentrano sul miglioramento delle prestazioni familiari ed è stato fissato l’obiettivo di stabilire una prestazione sociale minima di IR£ 100 a settimana. È inoltre previsto di esonerare dalle imposte i redditi inferiori e di fissare una soglia di reddito adeguato. Si riconosce che in Irlanda l’accesso alle cure mediche è ineguale. Sono stati fissati obiettivi dal programma per la prosperità e l’equità (Program for Prosperity & Fairness), ma senza determinazioni qualitative o quantitative. In materia di trasporti, si prevede di porre a livello tutte le strutture destinate a facilitare l’accesso dei disabili, in particolare gli autobus e i treni, ma anche i taxi. Anche se questo aspetto non è sottolineato, tali miglioramenti andranno anche a vantaggio di altri (I genitori con figli piccoli o gli anziani). Non vi è tuttavia precisato come saranno soddisfatti i bisogni in materia di trasporti degli altri individui socialmente emarginati, in particolare quelli delle zone rurali. Altri problemi di accesso non sono affrontati: l’accesso alla giustizia, alle attività del tempo libero e alle arti. Esistono tuttavia numerose iniziative di lotta contro la violenza domestica, in particolare il Comitato direttivo nazionale delle donne contro la violenza (National Steering Committee on Women against Violence), ma anche MOVE e First Contact, due progetti pilota incentrati sui potenziali autori di violenze. 3.2. Prevenire i rischi di esclusione Si stima che nel corso dei prossimi dieci anni il paese dovrà far fronte a 500 000 domande di nuovi alloggi. Nulla è previsto nel PAN integrazione per rispondere a questa domanda e l’impatto del fenomeno sull’integrazione sociale non è stato analizzato. Ulteriori determinazioni qualitative e quantitative emergeranno dalla modifica del PAN. Le esigenze di alloggi dei nomadi saranno oggetto di una azione, ma le esigenze di altri gruppi socialmente esclusi o delle famiglie a basso reddito non sono state prese in considerazione come priorità del PAN integrazione. Il PAN integrazione riconosce che è necessario interessarsi urgentemente al problema dei senzatetto (è stata creata recentemente a Dublino una agenzia per i senzatetto) ma non vengono forniti dati né indicatori pertinenti. Esistono per le famiglie varie politiche volte a fornire un sostegno in tutti gli aspetti della vita famigliare: il servizio di consulenza finanziaria di bilancio (Money Advice and Budgeting Service) tenta di lottare contro l’eccessivo indebitamento e una serie di misure cercano di migliorare l’equilibrio tra la vita familiare e la vita professionale, ma non vengono definiti obiettivi specifici. Un altro esempio di politica in questo settore è il progetto pilota di servizi alle famiglie (Family Service Pilot Project) destinato ai nuclei familiari che devono affrontare problemi particolarmente complessi, come quelli con giovani madri sole. Organizzato su scala locale, questo progetto propone un approccio integrato e un insieme di servizi di sostegno adeguati ai bisogni de ciascuna famiglia interessata: orientamento, consulenza e gestione dei fascicoli. Una recente relazione di valutazione raccomanda la diffusione di questo progetto. 3.3. Aiutare i gruppi più vulnerabili Gli interventi hanno tendenza a concentrarsi su gruppi specifici piuttosto che avere un approccio generale. La situazione di svantaggio delle zone rurali è endemica. Quasi il 61% dei bambini svantaggiati dal punto di vista scolastico abitano in zone rurali. Come per gli altri aspetti della 119 povertà rurale, non è stato specificato quantitativamente o qualitativamente alcun obiettivo, ma esistono obiettivi più generali a vantaggio degli abitanti delle zone rurali, come lo sforzo di ridurre drasticamente il numero di giovani che abbandonano prematuramente la scuola e per migliorare i livelli di qualifica. La povertà degli anziani è menzionata, ed in particolare il bisogno di un efficace sistema pensionistico. È prevista quest’anno una legge ma non è stato definito alcun obiettivo preciso per i gruppi vulnerabili. Il programma RAPID è un progetto innovativo che identifica le 25 zone geografiche più sfavorite dell’Irlanda in termini di disoccupazione, di livello dei redditi, di strutture familiari e sociali, di handicap scolastico e di numero di persone alloggiate dalle amministrazioni locali. RAPID si propone di fare in modo che i più sfavoriti traggano vantaggio dalle misure d’integrazione sociale e dagli investimenti del Piano di sviluppo nazionale. Si tratta di un approccio localizzato e mirato della protezione sociale. Il Colaiste Ide – City of Dublin Vec propone un insegnamento flessibile e di qualità (apprendimento a distanza in linea) per i disoccupati, i genitori soli e i disabili. Questo programma attira studenti da tutte le regioni d’Irlanda e si propone direttamente alle persone interessate. 3.4. Mobilitare tutti gli organismi interessati Tutte le parti interessate sono coinvolte nel progetto di integrazione sociale. L’infrastruttura consultiva e solida, con una maggiore delega delle responsabilità alle parti interessate regionali e locali: alcune missioni del Piano di sviluppo nazionale e della NAPS sono delegate alle assemblee regionali; sono state create commissioni di sviluppo delle contee e delle città e le autorità locali sono sempre più coinvolte. Il comitato di coordinamento per l’eguaglianza delle opportunità e l’integrazione sociale (Equal Opportunities and Social Inclusion Co-ordinating Committee), creato di recente, si basa su una grande varietà di organismi (comprese le ONG e le parti sociali) uno dei suoi compiti è identificare i mezzi per promuovere l’uguaglianza e l’integrazione sociale nel nucleo stesso della politica governativa. Il recente libro bianco intitolato 'Supporting Voluntary Activity' (sostenere le attività volontarie) stabilisce un quadro per rafforzare i meccanismi consultivi previsti nella riforma della NAPS. Per il PAN integrazione, sono state organizzate conferenze al fine di raccogliere le opinioni, ma il processo è stato considerato meno integrante di altri. 4. PROMOZIONE DELLA PARITÀ DEI SESSI Le considerazioni di uguaglianza dei sessi non sono affrontate nell’ambito delle principali sfide, ma sono in corso lavori per lottare contro la povertà femminile, in particolare nel quadro della revisione della NAPS. Dal punto di vista strutturale, è opportuno segnalare l’esistenza di un’unità di promozione dell’uguaglianza dei sessi (GMU – Gender Mainstreaming Unit), nell’ambito del ministero della Giustizia, dell’uguaglianza, e delle riforme legislative, nonché il progetto di creazione di un’unità per l’uguaglianza delle opportunità tra gli uomini e le donne in materia d'istruzione (GEU – Gender Equality Unit). La nuova struttura di lotta per l’uguaglianza comprende nove parti e non è più strettamente incentrata sulle questioni dell’uguaglianza dei sessi. L’impatto di questo cambiamento non è noto. La questione dell’uguaglianza dei sessi è parzialmente trattata nell’ambito della protezione sociale, ma l’essenziale riforma dei regimi pensionistici e di assicurazione sociale è estremamente lenta in materia. L’uguaglianza uomodonna non è affrontata nell’accesso ai servizi. 120 5. IL RUOLO DELL’FSE NELLA LOTTA CONTRO LA POVERTÀ E L’ESCLUSIONE SOCIALE Il programma operativo nazionale di sviluppo dell’occupazione e delle risorse umane rappresenta un investimento di più di € 12,5 miliardi. Il contributo dell’FSE a questo programma ammonta a più di € 900 milioni, pari all’85% del suo contributo totale. L’FSE partecipa inoltre ai due PO regionali, nei quali le misure FSE riguardano la presa a carico dei figli, nonché al PO PEACE II nel quale sostiene le azioni d’integrazione sociale e di occupabilità. Se l’FSE dedica alla politica di integrazione sociale un bilancio relativamente modesto (circa il 12% dell’importo € 1,056 milioni disponibile), reca tuttavia un sostanziale appoggio ai gruppi minacciati di emarginazione attraverso i settori politici A e C. 121 ITALIA 1. Conclusioni Situazione e tendenze fondamentali: L’esclusione sociale in Italia è concentrata in alcune regioni del sud del paese mentre nel nord il fenomeno è più limitato e riguarda gruppi specifici. Il principale motivo di esclusione sociale è la povertà economica che, secondo gli indicatori europei, nel 1997 era pari al 19% (tasso di povertà relativa, sulla base di una soglia del 60% del reddito mediano). L’esclusione sociale riguarda più in particolare le famiglie numerose e quelle in cui il capo famiglia è disoccupato, nonché le persone con basso livello di istruzione e gli anziani dipendenti. La concentrazione geografica di questi rischi è più forte nel sud del paese, nel quale il sistema sociale è ancora incentrato su meccanismi di aiuti finanziari piuttosto che sulla disponibilità di servizi. La famiglia, che rimane un pilastro del modello sociale del paese e che gode di una serie di vantaggi fiscali e di aiuti diretti, supplisce ancora alla mancanza di servizi sociali. Tale fenomeno può avere effetti negativi sull’occupazione delle donne, malgrado una serie di iniziative adottate a favore dell’equilibrio tra la vita familiare e la vita professionale, obiettivo ancora ben lungi dall’essere raggiunto in Italia. Approccio strategico: La strategia di integrazione sociale è basata su un approccio misto, che prevede politiche universali e preventive, nonché politiche curative orientate verso specifici gruppi. La nuova politica di pianificazione in corso di sperimentazione si propone di essere integrata, con interventi e servizi sociali coerenti con il principio dell’accesso universale, un’accresciuta partnership, la creazioni di reti e un sistema di controllo; fortemente decentrata, con un coinvolgimento diretto delle autorità regionali a tutti i livelli; basata sulla partnership, vale a dire sul coinvolgimento delle varie parti interessate; e plurisettoriale con vari piani pluriennali. Il PAN integrazione è basato su una pianificazione che arriva sino al 2003, i cui obiettivi politici non sono quantificati a livello nazionale. Tuttavia, lo spirito della strategia e le misure politiche adottate testimoniano chiaramente dell’impegno del Governo sul lungo periodo. Due tendenze principali caratterizzano le priorità della spesa pubblica sino al 2003: un nuovo equilibrio (1998-2000) della spesa in materia di protezione sociale, con riduzione delle pensioni (invalidità e guerra) e aumento dei trasferimenti e dei servizi; e la tendenza (2000 e 2003) al raddoppio della dotazione finanziaria del fondo per le politiche sociali. Misure politiche: Il Piano sociale nazionale (PNS), adottato nell’aprile 2001 costituisce la base per l’elaborazione del PAN e fa esplicito riferimento agli obiettivi di Nizza. Questo Piano viene attuato attraverso piani regionali e costituisce il quadro di riferimento della nuova strategia d’integrazione sociale e il pilastro della riforma dell’assistenza recentemente adottata (legge quadro nel 2000). Il PNS rinvia ad una serie di strumenti di programmazione (quattro piani nazionali e quattro piani di settore), completati da altre forme di intervento più specifiche (la sperimentazione a livello locale del salario minimo di inserimento, la legge per l’istruzione degli immigrati , il sostegno alle famiglie e alla maternità, la legge per i diritti dei bambini, ecc.). Le misure in vigore rispondono ai quattro obiettivi comuni e sono presentate in modo coerente con tale struttura. Sfide future: La sfida principale è lo sviluppo del sud del paese, che costituisce inoltre una priorità delle politiche strutturali italiane. A tal fine dovrebbe essere garantito uno sforzo strategico. La presa in considerazione dei giovani e degli anziani dipendenti costituisce inoltre una delle sfide principali. D’altro canto il problema della povertà, chiaramente identificato nella diagnosi ed elencato come uno dei cinque obiettivi del PNS, rimane una sfida cui non risponde ancora alcuna misura specifica, al di là del salario minimo d’inserimento, sempre a livello di sperimentazione. A livello istituzionale, la sfida principale è il coordinamento della pianificazione nazionale, sia tra i vari piani settoriali, sia tra i livelli nazionale e regionale. Il controllo e la valutazione, garantiti dall’osservatorio sulle politiche sociali, e la capacità delle 122 autorità regionali di assumere le responsabilità che sono loro attribuite costituiscono altri aspetti da seguire costantemente. 1. PRINCIPALI SFIDE E TENDENZE Il PAN analizza la povertà in modo estremamente articolato, a partire dei concetti di povertà relativa (sulla base di una soglia stabilita in funzione del livello di spese) e di povertà assoluta (rispetto a un paniere di consumi minimo in beni e servizi). Secondo i dati nazionali, nel 1999 la povertà relativa ha colpito quasi il 12% dei nuclei familiari (circa 7 508 000 persone), il 65,9% delle quali nel sud; il 4,9% delle famiglie (1 038 000 persone) erano in situazione di povertà assoluta (11% nel sud rispetto all’1,4% nel nord). Nel 1997, secondo i dati del Panel europeo delle famiglie relativi alla povertà in termini di reddito (metodologia Eurostat), il 19% della popolazione italiana viveva al di sotto del 60% del reddito mediano, di cui il 34,7% nel sud, il 9% nel nord e il 19,1% nel centro. La distribuzione del reddito è ineguale anche all’interno di tale aree geografiche, e ciò aumenta le differenze in termini di coesione sociale. Viene preso in considerazione il rischio di povertà rispetto al reddito e sono identificate le principali categorie di persone colpite (ad esempio famiglie numerose, giovani e persone anziane dipendenti). Si constata che la povertà aumenta in funzione del numero di minori per nucleo familiare. Secondo il PAN italiano il reddito monetario costituisce solo una delle dimensioni della povertà e dell’esclusione sociale. Per farsi un’idea precisa della dimensione del fenomeno, occorrerebbe prendere in considerazione altri aspetti non meno pertinenti, l’accesso all’occupazione, all’alloggio e all’assistenza sanitaria e il grado di soddisfazione dei bisogni essenziali, ed inoltre altri fattori come ad esempio il livello e la qualità dell’istruzione scolastica, l’accesso alle conoscenze (specialmente in materia di nuove tecnologie dell’informazione), l’abbandono del sistema scolastico (nel sud del paese, i giovani che abbandonano la scuola senza ottenere un diploma sono otto volte più numerosi che nel nord). Tra i gruppi a rischio di emarginazione sociale rientrano i minori ( nel sud è da considerare povero il 28% nei minori rispetto al 5,2 nel nord), i senzatetto, i disabili (specialmente i più anziani) e gli immigranti, che incontrano difficoltà di accesso all’occupazione e al sistema scolastico e occupano impieghi precari. La mancanza di posti di lavoro rimane un importante fattore di emarginazione (che colpisce il 28,7 % dei nuclei familiari nei quali il capo famiglia è disoccupato). Tali circostanze sono aggravate nel sud a causa del basso livello di scolarizzazione dei disoccupati e dell’elevato livello di disoccupazione parziale. La famiglia è ancora troppo spesso obbligata a svolgere, soprattutto nel sud, un ruolo di ammortizzatore sociale e di rete allargata di assistenza e di integrazione sociale. La presa a carico, da parte della rete familiare, dei minori e delle altre persone dipendenti rappresenta una importante sfida per la politica sociale italiana e per l’integrazione sociale ancora relativamente incentrata sugli aiuti finanziari piuttosto che sulla disponibilità di servizi. I bisogni in termini di servizi di custodia e assistenza ai bambini non sono soddisfatti; ad esempio, viene accolto solamente il 6% dei bambini tra i 0 e 2 anni. La presa a carico dei bambini e delle persone dipendenti ha un impatto negativo sull’uguaglianza delle opportunità tra gli uomini e le donne nella misura in cui può limitare l’accesso delle donne all’occupazione e 123 all’autonomia economica. Questo problema richiede un rafforzamento delle politiche volte a conciliare l’attività lavorativa e la vita familiare, in particolare una maggiore disponibilità di strutture di assistenza. 2. APPROCCIO STRATEGICO E PRINCIPALI OBIETTIVI Il PAN integrazione rappresenta una risposta ampia alla sfida dell’integrazione sociale. È in corso un processo di graduale ristrutturazione della spesa pubblica nel settore dell’assistenza sociale (comprese la sicurezza sociale e le pensioni). I principali orientamenti del PAN sono la promozione dell’accesso universale, del reddito minimo, dei servizi decentrati e la razionalizzazione dei trasferimenti di risorse pubbliche, con una migliore identificazione delle risorse destinate alla lotta contro la povertà e di quelle destinate ad altre finalità sociali, ad esempio la ripartizione dell’onere delle responsabilità familiari. Il PAN sviluppa le priorità identificate nel PNS (Piano Nazionale Sociale) 2000-2003, adottato nell’aprile 2001. Le iniziative adottate dal Governo nel PNS permettono di costatare che esso è impegnato in una strategia di lungo periodo che si propone di raggiungere obiettivi ambiziosi. Considerando la concentrazione geografica dei problemi, anche il recupero del sud costituisce un obiettivo da perseguire. L’efficacia del controllo, pilotato a livello centrale da un Osservatorio delle politiche sociali, costituisce un elemento chiave di questa strategia. Di conseguenza, una delle priorità rimane lo sviluppo di metodi di valutazione per le politiche sociali. Gli obiettivi politici prioritari del PAN sono il rispetto dei diritti dei bambini, la lotta contro la povertà, il miglioramento dei servizi alle famiglie, il miglioramento delle condizioni di presa a carico delle persone dipendenti e l’integrazione degli immigrati. La riforma della politica di assistenza persegue un obiettivo di approccio universale a lungo termine. La strategia è tanto preventiva (ad esempio alcuni piani nazionali settoriali: il piano nazionale per la salute, il piano per i disabili, il piano per l’istruzione, ecc.) che curativa. In questo contesto si situano la sperimentazione del reddito minimo, nonché la legislazione comprendente la maternità, le persone a carico, l’invalidità, i diritti dei bambini, ecc. L’approccio strategico comporta una capacità delle regioni di assumere le nuove responsabilità che sono loro attribuite e a creare strumenti di programmazione (attualmente i piani sono in corso di elaborazione e solo il 3% dei piani regionali sono adottati, tutti nel centro nord). 2.1. La prospettiva strategica di lungo periodo In conseguenza dell’organizzazione del sistema sociale italiano e della sua regionalizzazione, gli obiettivi da raggiungere sono integrati soprattutto in termini qualitativi e raramente quantitativi; d’altro canto, la quantificazione e il calendario rientrano nell’ambito di competenza dei piani regionali e locali che sono in corso di adozione. Il Governo italiano è tuttavia pronto ad elaborare una quantificazione degli obiettivi nazionali in seguito all’adozione dei piani regionali. Il sistema di controllo, il lavoro sugli indicatori, la natura dei problemi e l’approccio di pianificazione pluriennale permettono di costatare la coerenza tra le principali sfide e la strategia proposta. La risposta del Governo italiano riguarda solo un periodo di due anni. 124 2.2. Approccio coordinato e integrato Il capitolo 3 del PAN si concentra sul ruolo del "sistema integrato delle politiche sociali", che si articola intorno a otto piani, quattro nazionali(servizi sociali, salute, occupazione, istruzione) e quattro settoriali (disabili, infanzia e adolescenza, tossicodipendenti, anziani). Un pilastro del PAN integrazione è il PSN, una specie di "master plan" molto innovativo per l’Italia, caratterizzato da una strategia integrata di risposta universale ai bisogni di integrazione sociale, e basata sui principi di accesso universale, di accresciuta partnership, di creazione di reti e di sistemi di controllo. Il PSN costituisce il piano di riferimento per la pianificazione regionale e locale; in effetti, il PSN è attuato dai piani sociali regionali e dai piani di zona che implicano la responsabilità diretta delle autorità regionali e locali sia nella programmazione che nell’attuazione. In questo complesso sistema di pianificazione i principi di coordinamento e di integrazione sono spiegati in particolare nel PSN. Non è chiaro come l’integrazione tra i piani nazionali e di zona sarà garantita e in che misura l’architettura proposta potrà ridurre le differenze regionali. Il coinvolgimento delle parti interessate private viene messo in evidenza dal ruolo delle fondazioni e dalla loro capacità di mobilitare risorse finanziarie. Tale ruolo è menzionato nel PSN 2001-2003, nel quale le parti interessate del settore privato, specialmente i rappresentanti del terzo settore e del volontariato, sono attori privilegiati degli interventi. 2.3. Il contenuto innovativo del PAN integrazione L’aspetto più innovativo del PAN integrazione è il processo stesso di attuazione della legge quadro sulla riforma del sistema dell’assistenza sociale. La riforma prevede la separazione dei compiti di gestione e di coordinamento: le autorità centrali saranno sempre più chiamate a svolgere compiti di coordinamento e di controllo, mentre la gestione e l’attuazione rientreranno nella responsabilità delle regioni. Un altro importante elemento innovativo è la sperimentazione in corso del reddito minimo a livello di un certo numero di comuni dal 1998. Tuttavia, il PAN non fornisce informazioni sui risultati raggiunti e sull’eventuale intenzione di generalizzare tale misura. Un altro elemento di innovazione riguarda gli strumenti posti in essere per la diagnostica dei problemi di esclusione sociale: un lavoro di approfondimento viene effettuato sugli indicatori, che porterà certamente ad un miglioramento significativo del sistema permanente di analisi di controllo. 2.4. Compatibilità tra il PAN integrazione e il PAN occupazione Non vi sono specifici rinvii alle politiche evocate nel PAN occupazione, ma solo una loro semplice ripetizione nel contesto del PAN integrazione. 3. PRINCIPALI MISURE POLITICHE NELL’AMBITO DEI QUATTRO OBIETTIVI COMUNI 3.1. Agevolare la partecipazione al mercato del lavoro Le misure si articolano in torno a due priorità: facilitare l’acceso all’occupazione e facilitare la partecipazione alle risorse, ai diritti, ai beni e ai servizi. La priorità occupazione comprende tutte le politiche in corso (riforma della scuola, riforma universitaria, formazione, centri per 125 l’occupazione, ecc.) e in questo contesto rientrano anche le misure fiscali e di sostegno al reddito come la sperimentazione del reddito minimo. Sono inoltre inserite nel quadro di questo obiettivo misure di sostegno all’esercizio delle responsabilità familiari, ai detenuti e agli immigranti. Gli aspetti principali della priorità relativa alle risorse, ai diritti, ai beni e ai servizi sono il rafforzamento della partecipazione dei beneficiari ai servizi sociali, il processo di territorializzazione dei servizi sanitari pubblici, nonché misure per la riduzione del costo degli alloggi, l’assistenza gratuita per i gruppi più sfavoriti e il dipartimento servizi sociali. 3.2. Prevenire i rischi dell’emarginazione sociale In questo contesto sono elencati tre tipi di iniziative: la lotta contro l’insuccesso e l’abbandono anticipato del sistema scolastico; le misure per sostenere la rete della solidarietà familiare e l’adozione di un Piano nazionale per la nuova economia che prevede misure di formazione, la diffusione di computer, e la promozione dell’utilizzazione di Internet tra i giovani. Ad eccezione di questo Piano (saranno coinvolti 600 000 studenti nel periodo 2001-2002, con una spesa di circa € 90 milioni), le altre azioni menzionate non comprendono obiettivi quantificati. 3.3. Aiutare i gruppi più vulnerabili Le iniziative adottate riguardano quattro gruppi specifici. I poveri: la risposta del Governo è il reddito minimo e le misure minime per i senzatetto. I tossicodipendenti: vengono indicate azioni di carattere terapeutico. I minori, gli adolescenti e i bambini: viene offerta una risposta diversificata (strutture di socializzazione, partecipazione di giovani alla vita sociale, strutture di accoglienza per minori, assistenza psicosociale, inserimento scolastico degli immigrati, protezione dei giovani a rischio di delinquenza). I disabili: un Piano settoriale nazionale (20002002) li riguarda direttamente, ed inoltre vengono adottate varie misure specifiche di assistenza finanziaria. 3.4. Mobilitare tutti gli organismi interessati La natura stessa della riforma in corso è basata su un accordo di partnership che richiede un ruolo attivo da parte dei vari protagonisti, a diversi livelli di responsabilità. La partecipazione attiva del settore privato nonché del settore associativo, delle ONG e delle parti sociali deve essere organizzata dalle autorità regionali. I cittadini in quanto beneficiari dei servizi e in quanto consumatori sono chiamati a svolgere un ruolo più attivo. Le iniziative adottate a livello centrale possono dare origine a programmi locali ed inoltre incoraggiare “patti per il sociale”, un esperimento pilota basato su una strategia ascendente (“bottom-up”) e hanno richiesto una forte concertazione con le parti interessate sul terreno. 4. PROMOZIONE DELLA PARITÀ DEI SESSI L’identificazione delle sfide principali nella parte analitica del Piano pone in evidenza scarti a sfavore delle donne in materia di occupazione e disoccupazione, disabilità e condivisione delle responsabilità familiari, e dimostra una maggiore partecipazione delle donne al volontariato. D’altro canto, l’80% dei senzatetto è costituito da uomini, la metà dei quali immigrati. Il Piano fornisce un ampio numero di indicatori e di statistiche ripartiti per sesso (compresi i dati relativi alle famiglie, che sono disaggregati con riferimento al capo famiglia: abitazione, povertà 126 soggettiva, difficoltà di accesso ai servizi, ecc.). L’analisi della situazione sociale è stata effettuata tenendo presente la situazione dei due sessi. La questione della promozione dell’uguaglianza tra le donne e gli uomini, anche se trattata a livello diagnostico, rimane insufficientemente sviluppata a livello di approccio strategico, dal momento che l’accento è stato posto sulla riconciliazione tra la vita professionale e la vita familiare piuttosto che sulla riduzione delle differenze in termini di tasso di attività. Una serie di misure può essere considerata come un contributo positivo in questo contesto (il sostegno in caso di maternità per le donne che non sono coperte dalla legislazione esistente in materia di congedo di maternità, detrazioni fiscali che favoriscono la custodia a domicilio dei bambini e degli anziani, un migliore accesso ai servizi di assistenza per i bambini e gli anziani). Viene inoltre menzionata la legge contro la violenza domestica, ed inoltre lo sviluppo, a livello delle statistiche nazionali, di nuovi indicatori sulla violenza domestica e sulla riconciliazione tra vita professionale e vita familiare. 5. IL RUOLO DELL’FSE Il PAN fa riferimento al sostegno dell’FSE. In termini generali, si stima che il 6% delle risorse FSE per gli obiettivi 1 e 3 sono destinati all’esclusione sociale e ai servizi alla persona. Tuttavia, il ruolo dell’FSE nella lotta contro l’esclusione sociale va molto al di là delle misure specificamente indicate. Vengono inoltre menzionate altre iniziative comunitarie, ma il loro impatto in termini di emarginazione sociale non è preso in considerazione, ad eccezione dell’iniziativa EQUAL, che intende promuovere un’integrazione tra il PAN occupazione e il PAN integrazione e un approccio innovativo per quanto riguarda le politiche di coesione e quelle relative all’integrazione sociale. 127 LUSSEMBURGO 1. Conclusioni Situazione e tendenze. Il Lussemburgo gode di un’economia efficiente e di un elevato livello di vita. Viene praticata una politica sociale generosa. L’insieme delle spese di protezione sociale rappresenta 9 258 parità di potere d’acquisto/anno/abitante, e pone questo Stato al primo posto tra i paesi dell’Unione. L’inchiesta Eurostat sul reddito delle famiglie del 1996 indica un tasso di povertà relativa del 12% sulla base di un reddito nazionale mediano di € 2 200 al mese e a persona (dopo i pagamento dei trasferimenti sociali), il che attesta l’efficacia relativa del sistema lussemburghese di protezione sociale per ridurre sostanzialmente la povertà. Resta il fatto che la politica attuata incontra ancora difficoltà rispetto agli anziani disoccupati, alle persone in cerca di occupazione con scarse qualifiche, alle famiglie monoparentali e ad altri gruppi di persone sfavorite, tra cui i “nuovi arrivati” che hanno abbandonato le loro regioni di origine. Approccio strategico. Nel quadro della nuova strategia comune, il Lussemburgo intende continuare a condurre una politica vigorosa a favore di uno stato sociale attivo, senza ritenere di dover introdurre riforme sostanziali. Il sistema sociale lussemburghese vuole essere universale. Da questo primo PAN integrazione possono essere individuate tre grandi linee di tendenza: garantire un livello sufficiente di reddito per tutti, rafforzare l’inserimento professionale in quanto strumento di lotta durevole contro la povertà e l’esclusione sociale, ed infine meglio prevenire le situazioni potenziali di crisi. Il Piano intende inoltre sviluppare il coordinamento e il controllo delle politiche in materia. Misure politiche. Di fronte ai problemi che si pongono, le misure proposte sono pertinenti e rispondono agli obiettivi comuni adottati a Nizza. Per quanto riguarda il primo di questi obiettivi, il Piano persegue la politica attiva adottata, in particolare le misure destinate a garantire mezzi sufficienti di vita e un miglioramento dell’accesso all’occupazione, alla formazione, all’alloggio e a tutti i servizi pubblici. Per quanto riguarda il secondo obiettivo, il Piano si sforza di prevenire l’esclusione scolastica e l’analfabetismo, ed inoltre rompere il circolo vizioso dell’indebitamento eccessivo. Per quanto riguarda il terzo obiettivo, il Piano prevede una migliore protezione della gioventù e l’aiuto all’integrazione sociale di coloro che non parlano la lingua lussemburghese. Infine, per quanto riguarda il quarto obiettivo, la preparazione del Piano ha avuto un effetto mobilizzatore dell’insieme delle forze politiche, sociali e del mondo associativo. Il Governo si è impegnato ad associare in modo strutturale i vari organismi (ONG) e i poteri locali all’attuazione e al pilotaggio del PAN integrazione. Sfide future. Alcune sfide meriterebbero una maggiore attenzione: le condizioni degli alloggi, l’immigrazione, il ruolo del sistema scolastico in quanto strumento d’integrazione sociale, i gruppi a rischio o quelli che rientrano nell’assistenza sociale. La sinergia tra il PAN integrazione e il PAN occupazione dovrà essere consolidata, in particolare nella generalizzazione delle politiche di attivazione e di prevenzione nei confronti dei beneficiari del reddito minimo garantito o di altri gruppi con attitudini professionali ridotte. I rischi di penuria in termini di alloggi accessibili a persone a basso reddito dovranno essere ulteriormente contenuti, considerato il contesto immobiliare. I flussi migratori recenti pongono problemi d’inserimento nella vita culturale e sociale del paese, in particolare nella scuola. D’altro canto, la proporzione di donne, spesso con figli, che dipendono dall’assistenza sociale, o il numero di persone anziane in tale situazione richiedono un esame più approfondito. Sarebbe inoltre opportuno riflettere ulteriormente sull’esclusione secondo l’età, l’origine o il sesso. Da notare infine la mancanza di obiettivi quantificati in questo primo PAN integrazione. 128 1. SFIDE PRINCIPALI La forte crescita economica (8,5%), una politica preventiva e attiva dell’occupazione, l’individualizzazione dei servizi all’occupazione costituiscono altrettanti fattori che spiegano la quasi mancanza di disoccupazione (2,4%). Malgrado una situazione economica invidiabile e una politica sociale universale e generosa (l’insieme delle spese di protezione sociale in Lussemburgo rappresenta 9 258 PPP28 per abitante nel 1998, il che situa il paese al primo posto tra i paesi dell’Unione europea), l’inchiesta Eurostat del 1996 sui redditi delle famiglie in Europa evidenzia che in Lussemburgo il 12% della popolazione percepisce un reddito inferiore al 60% del reddito mediano nazionale (vale a dire € 2 200 per mese e per abitante). Secondo i dati nazionali, il 5% della popolazione dispone di meno di € 1 000 di reddito mensile, e questa percentuale rimane globalmente stabile da molti anni. Ciò dimostra l’efficacia del sistema di trasferimenti sociali nel ridurre sostanzialmente gli effetti della povertà. Tuttavia, il reddito monetario costituisce solo una delle dimensioni della povertà. al fine di misurare e analizzare tale fenomeno in modo più preciso, è necessario prendere in considerazione altri aspetti ugualmente rilevanti come l’accesso all’occupazione, all’alloggio, all’assistenza sanitaria e il grado di soddisfazione dei bisogni fondamentali. Il recente aumento dell’inflazione (3,1%) colpisce le persone con bassi redditi. Questo aumento riguarda prevalentemente beni di consumo quali l’alloggio, l’acqua, l’elettricità e l’energia e l’alimentazione (più del 5%). L’aumento del numero di alloggi sociali (+7,5%) nonché degli alloggi ad equo canone rimangono al di sotto del bisogno della popolazione a basso reddito e tale penuria potrebbe aggravarsi nel contesto di un mercato immobiliare in piena espansione. La constante crescita dell’occupazione è accompagnata da un basso livello di disoccupazione, 2,4%. Questa disoccupazione residuale riflette spesso problemi individuali aggravati ed ha pertanto un marcato carattere sociale. Esiste quindi un nocciolo estremamente duro che le misure attive di reinserimento nel mercato del lavoro non arrivano ad assorbire. Si tratta generalmente delle persone con basso livello di istruzione e di qualifica o che soffrono di disabilità molteplici e di vario tipo (problemi di formazione, psicosociali o sanitari). Anche se le politiche attuate hanno mantenuto sotto controllo o leggermente migliorato le condizioni di povertà (diminuzione dell’1,7% di coloro che percepivano il reddito minimo garantito dal 1998 al 1999), resta il fatto che la politica attuata incontra alcune difficoltà per quanto riguarda i disoccupati più anziani, le persone in cerca di occupazione con scarse qualifiche, le famiglie monoparentali, le migliaia di nuovi arrivati sul territorio (le persone senza documenti, i rifugiati, i richiedenti asilo, gli immigranti illegali, ecc.), e vari altri gruppi emarginati (persone con disabilità sociali, tossicodipendenti, alcolisti, senzatetto, ex-detenuti, ecc.). 28 PPP = Parità di potere d’acquisto. 129 2. APPROCCIO STRATEGICO E PRINCIPALI OBIETTIVI Il PAN testimonia la volontà delle autorità governative di operare a favore di uno stato sociale attivo che agisce in uno slancio di solidarietà responsabile e di una società aperta cui ciascuno potrà partecipare. Il sistema sociale lussemburghese vuole essere universale e non discriminatorio. Il Lussemburgo intende, nel quadro di questa nuova strategia europea, continuare a condurre in questo settore una politica vigorosa volta a consentire a ciascun cittadino una vera partecipazione alla vita economica e sociale, attribuendogli adeguati mezzi di esistenza e garantendogli l’accesso ai diritti fondamentali (alloggio, salute, istruzione, occupazione, cultura, giustizia, tempo libero) dandogli modo al tempo stesso di esercitare i suoi diritti di cittadino. 2.1. La prospettiva strategica di lungo periodo Di fronte alle sfide che si pongono, le misure proposte rispondono agli obiettivi comuni adottati a Nizza, senza introdurre importanti riforme. Questo primo PAN integrazione si pone in una prospettiva a medio termine: le autorità intendono, da un lato valutare gli effetti della legislazione esistente, e d’altro lato, rafforzarla o integrarla attraverso l’adozione di nuove leggi. Tuttavia, il Lussemburgo affronta in modo incompleto la questione dell’elaborazione di obiettivi strategici e operativi, della scelta degli indicatori di controllo e dell’adeguamento delle misure in funzione dei risultati: è quindi difficile prevedere l’impatto nel tempo delle misure proposte e il calendario di attuazione delle nuove politiche. Il Lussemburgo evita di dare indicazioni quantitative sulle sue ambizioni in materia. 2.2. Il contenuto innovativo del PAN integrazione Il PAN integrazione fa un inventario sistematico delle iniziative che si sono dimostrate valide, in particolare in materia di economia solidale, dell’occupazione dei disabili, nelle misure d’inserimento nelle imprese di coloro che percepiscono il reddito minimo garantito o nel quadro delle politiche attive a favore di un reinserimento nel mercato del lavoro delle persone più vulnerabili. Il PAN presenta un plusvalore rispetto alle politiche esistenti di lotta contro l’esclusione sociale e la povertà, modernizzando e migliorando alcuni approcci (eccessivo indebitamento, dipendenza, accesso al reddito minimo, insuccesso scolastico, ecc.). Gli elementi più innovativi nel PAN sono relativi alla generalizzazione del servizio sociale di emergenza a livello nazionale, la creazione di una formazione professionale alternativa per i giovani dell’Istituto socioeducativo di Dreiborn e l’accoglienza nella scuola materna dei bambini che non parlano il lussemburghese. 2.3. Approccio coordinato e integrato Il PAN integrazione è stato elaborato sulla base di un’ampia consultazione delle parti interessate nella politica, nell’economia e nella società civile, con una fase previa di informazione e di sensibilizzazione, specialmente nei confronti delle parti sociali e delle ONG. Inoltre l’opportunità del PAN integrazione è stata colta dal Governo per favorire l’interconnessione tra le varie politiche e, pertanto, tra le varie amministrazioni coinvolte contro la povertà. Il PAN integrazione è il frutto di uno sforzo di elaborare un inventario coordinato delle politiche senza tuttavia chiarire pienamente la loro articolazione. Una riflessione di fondo sull’emarginazione di fondo secondo l’età, l’origine o il sesso avrebbe potuto essere realizzata in modo più ampio. 130 2.4. Compatibilità degli approcci strategici in rapporto con il Piano d’azione nazionale occupazione L’occupazione costituisce un importante fattore d’integrazione sociale. L’intensificazione di una politica attiva dell’occupazione e l’applicazione delle misure annunciate nel quadro del PAN occupazione intendono rafforzare l’accesso di tutti ad un posto di lavoro, realizzando in tal modo l’inserimento sociale. Le misure previste nell’ambito del PAN integrazione e del PAN occupazione si completano reciprocamente, dal momento che quelle del PAN occupazione si propongono in generale di reintegrare nel mercato del lavoro coloro che sono alla ricerca di un’occupazione mentre quelle del PAN integrazione riguardano più specificamente il reinserimento delle persone particolarmente sfavorite. 3. PRINCIPALI MISURE POLITICHE NELL’AMBITO DEI QUATTRO OBIETTIVI COMUNI 3.1. Agevolare la partecipazione al mercato del lavoro e l’accesso alle risorse, ai diritti, ai beni e ai servizi per tutti L’obiettivo di promozione della partecipazione e dell’acceso per tutti comprende il maggior numero di misure. L’integrazione sociale sarà realizzata attraverso politiche a favore dell’occupazione, della famiglia, dell’istruzione, della formazione, dell’alloggio, l’accesso ai servizi pubblici o alla giustizia, dell’accesso alla società delle conoscenza e grazie alle misure mirate per andare in contro ai bisogni delle persone più vulnerabili. Il PAN integrazione enumera quindi un elenco di politiche (già in atto o in corso di rinnovo) tra le quali possiamo citare le attività di creazione, di occupazione e di reinserimento nel quadro dell’economia solidale. Uno degli strumenti privilegiati è l’inserimento professionale in quanto strumento di lotta durevole contro la povertà e l’esclusione sociale. 3.2. Prevenire i rischi di emarginazione In termini assoluti, l’ampiezza dell’emarginazione può sembrare marginale. Essa si manifesta attraverso l’aumento dei disoccupati di lunga durata e delle persone anziane in cerca di occupazione, della stabilità del numero di beneficiari del reddito minimo garantito (9 000 persone, vale a dire il 2% della popolazione), dei giovani in situazione di insuccesso scolastico, delle persone con disabilità individuali multipli, delle persone disabili e delle altre persone in condizioni di dipendenza. La recente legge dell’8 dicembre 2000 relativa alla prevenzione e al trattamento dell'indebitamento eccessivo si iscrive in questa ottica di prevenzione volta a interrompere questo circolo vizioso. Altre misure estremamente specifiche (al tempo stesso preventive e curative) e con effetti tangibili più immediati comprendono misure di politiche sociale e familiare (aumento degli assegni familiari, diminuzione del tasso d’imposizione dei bassi redditi, aumento degli abbattimenti delle pensioni complementari, esenzione dalle imposte di successioni su alloggi ricevuti in eredità da una persona che percepisce il reddito minimo garantito), nonché altre misure regolamentari a favore di persone a basso reddito (soglia per il sequestro di beni, armonizzazione degli standard sociali minimi, commissione di mediazione, fondi di assistenza per l’indebitamento eccessivo), o la creazione di un servizio di emergenza sociale, misure specifiche di formazione o di reinserimento del mercato del lavoro di coloro che percepiscono il reddito minimo garantito, misure volte a lottare contro le conseguenze dell’insuccesso scolastico o dell’emarginazione culturale, l’istruzione e la socializzazione precoce volontaria nella scuola materna o classi di alfabetizzazione in francese, la creazione di una scuola di transizione verso la vita lavorativa per gli adolescenti in situazione di rottura 131 scolastica o per i giovai adulti. Il Piano fa solo un breve riferimento all’integrazione digitale come grande sfida da affrontare entro il 2003. 3.3. Aiutare i gruppi più vulnerabili Questo obiettivo era il meglio coperto dalla politica “classica” del Lussemburgo. Le misure scritte traducono questa volontà di correggere l’inequità di una società caratterizzata da un progresso economico accompagnato tuttavia da un nucleo duro di emarginazione e dalla persistenza della povertà. Partendo dalla legge sul reddito minimo garantito, posta sotto il segno della lotta contro la povertà, e volta a garantire a tutti un minimo di mezzi di sussistenza, il PAN integrazione ne ampia l’orizzonte all’esclusione sociale in modo più globale, in particolare facilitando l’accesso (nuovo strumento creato a partire dal marzo 2000). Il PAN integrazione enumera politiche di coesione sociale e di solidarietà, come strutture di accoglienza per i bambini in situazione di estremo bisogno (nel quadro di un progetto di legge sulla promozione dei diritti e sulla protezione della gioventù), misure specifiche destinate a coloro che percepiscono il reddito minimo garantito e ai disabili (progetto di legge del 27 luglio 2001), l’inserimento di coloro che non parlano la lingua lussemburghese e la procedura per regolarizzare la situazione dei richiedenti asilo ma anche delle persone senza documenti, dei rifugiati del Kossovo, ecc. Segnaliamo inoltre l’esistenza di un piano pluriennale di lotta contro la tossicodipendenza o a favore delle persone colpite da malattie mentali. 3.4. Mobilitare tutte le parti interessate La mobilitazione di tutte le parti interessate è già ben radicata nella tradizione lussemburghese, per cui poche misure estremamente innovative figurano nel Piano, che tiene tuttavia particolarmente conto del desiderio del Consiglio di coinvolgere al massimo le parti interessate nell’elaborazione e nell’attuazione del PAN integrazione. Il Piano è infatti il frutto di un’ampia consultazione e del coinvolgimento dei protagonisti della società politica, economica e civile. A tal fine, si ha avuto una fase di informazione e di sensibilizzazione alle conclusioni del vertice di Nizza, in particolare nei confronti delle parti sociali e delle ONG. In seguito, il documento di sintesi elaborato in concertazione è stato presentato alla camera dei deputati ed approvato il 17 maggio 2001 ed è stato successivamente ratificato dal Governo. Le varie organizzazioni (ONG) e i poteri locali continueranno in seguito ad essere associate all’attuazione e al pilotaggio del PAN integrazione. 4. PROMOZIONE DELLA PARITÀ DEI SESSI Il Governo intende integrare sistematicamente l’uguaglianza tra gli uomini e le donne in tutte le prassi e in tutte le politiche. Il PAN propone inoltre la prosecuzione di azioni positive volte all’integrazione professionale e sociale delle donne, moltiplicando tra l’altro le strutture sociali di accompagnamento che facilitano il ritorno delle donne sul mercato del lavoro e nella vita sociale. Alcune misure riguardano più specificamente le donne, come ad esempio la creazione di strutture di custodia per i bambini, l’introduzione della ripartizione dei diritti pensionistici tra gli uomini e le donne, nonché la legislazione in materia di assicurazionepensione(sistema di "computazione", in base al quale un genitore che rimane a casa per accudire un figlio viene accreditato di sette anni di contributi pensionistici). 132 Tuttavia, la proporzione relativa di donne dipendenti dall’assistenza sociale o che ricevono il salario minimo avrebbe dovuto portare ad un esame più approfondito della promozione dell’uguaglianza tra i sessi nelle varie politiche. La presa in considerazione dell’uguaglianza dei sessi pone la questione di un approccio integrato dei vari strumenti di intervento, quella di indicatori di controllo adeguati e di una più particolare attenzione dedicata alle donne e ai bambini degli ambienti più poveri. 5. IL RUOLO DELL’FSE Il PAN integrazione non menziona il ruolo dell’FSE, anche se alcune misure citate comprendono gli interventi realizzate a titolo dell’obiettivo 3 o di EQUAL (le politiche per l’integrazione dei giovani o per il ritorno al lavoro delle donne, la pedagogia individualizzata, l’inserimento delle persone che non parlano la lingua lussemburghese o di coloro che subiscono discriminazioni o sono in condizioni di dipendenza-tossicodipendenti, senzatetto, immigrati, ex detenuti, ecc.). Il Lussemburgo è dotato di un’assistenza FSE pari a € 44 milioni per il periodo 2000-2006 a titolo dell’obiettivo strutturale numero 3 e dell’iniziativa comunitaria EQUAL. Una percentuale del 36% del contributo totale FSE è destinata all’integrazione sociale, il 25% della quale per misure destinate ai disabili e l’11% per altre persone discriminate. 133 PAESI BASSI 1. Conclusioni Situazione e tendenze fondamentali La situazione demografica olandese è caratterizzata da un invecchiamento della popolazione e da un aumento della popolazione appartenente a minoranze etniche. La forte crescita economica degli ultimi anni ha comportato una diminuzione della percentuale ufficiale di disoccupazione, passata al di sotto del 3%, e ad un aumento del tasso di attività (73%). Tuttavia, il tasso di occupazione di alcune categorie è notevolmente inferiore e il numero delle persone in condizioni di incapacità professionale (quasi un milione) rimane preoccupante. Nel 1997 il tasso di povertà relativa era del 14%, inferiore alla media dell’Unione europea. La povertà finanziaria è diminuita nel corso degli ultimi 5 anni e il reddito minimo è aumentato più dei salari medi. Inoltre, la dipendenza di lungo periodo da reddito minimo è notevolmente diminuita. Le statistiche sui redditi dimostrano che le donne e gli anziani sono nell’insieme più vulnerabili delle altre categorie. Le prestazioni, come l’alloggio, sono generalmente abbordabili ed accessibili per i più sfavoriti. Tuttavia, rimangono alcuni problemi. Problemi di personale nuocciono alla qualità del sistema d’istruzione. Si costatano inoltre difficoltà di apprendimento nei bambini di origine etnica e un numero eccessivamente elevato di abbandoni precoci della scuola. L’accesso ai servizi sanitari è limitato da liste d’attesa ed esistono notevoli disuguaglianze in materia di salute in funzione dello status socioeconomico. Approccio strategico La strategia olandese di lotta contro la povertà e l’emarginazione si basa su 4 grandi principi. Il primo consiste nel reinserire i beneficiari di prestazioni sociali sul mercato del lavoro o a farli partecipare a un programma di attivazione sociale. Il secondo consiste nell'offrire la sicurezza del reddito a tutti coloro che sono incapaci di sovvenire ai loro bisogni. Gli assegni e il salario minimo sono indicizzati sui salari. La politica di reddito minimo universale, associata a programmi di assistenza più specifici e a misure locali di sostegno al reddito individuale consente di mantenere il potere d’acquisto dei beneficiari del reddito minimo e quello dei lavoratori a basso reddito. La trappola della povertà, che è aumentata tra il 1995 e il 2000, è meno grave dopo l’introduzione del nuovo sistema fiscale che concede un maggiore credito d’imposta.. il terzo principio consiste nel conservare un sistema ben sviluppato di servizi sociali e di prestazioni. Si cerca inoltre di migliorarne l’accessibilità per i più vulnerabili. Il quarto principio sui basa sull’approccio di partnership il cui obiettivo è di garantire la partecipazione di tutte le parti interessate all’elaborazione e all’applicazione delle politiche. Misure politiche I 4 obiettivi dell’Unione europea sono presenti nel PAN. La partecipazione sociale e l’offerta di servizi accessibili e abbordabili sono due dei grandi principi adottati in risposta all’obiettivo 1 dell’Unione europea. La politica olandese mette in particolare l’accento sulla prevenzione dei rischi di emarginazione, obiettivo 2 dell’Unione europea, soprattutto adottando misure concrete per promuovere l’accesso a Internet e prevenire lo 'svantaggio digitale'. Le politiche olandesi in materia di povertà sono fortemente orientate verso i gruppi più vulnerabili e l’importanza dedicata all’attuazione locale consente azioni specificamente destinate ai quartieri sfavoriti (obiettivo 3 dell’Unione europea). L’approccio politico olandese è basato sui principi di cooperazione tra le autorità centrali e locali e di coinvolgimento di tutte le parti interessate, comprese le persone che subiscono l’emarginazione sociale (obiettivo 4 dell’Unione europea). Sfide future La principale sfida dei Paesi Bassi sarà di realizzare al tempo stesso una politica dei redditi che garantisca un reddito minimo relativamente elevato e una politica che ricompensi finanziariamente le persone che lasciano il sistema di indennizazione per occupare un posto di lavoro retribuito. Un’altra sfida particolarmente difficile è la reintegrazione delle persone che ricevono attualmente prestazioni di invalidità professionale ma sono in grado di lavorare. Maggiore prevenzione s’impone inoltre per ridurre il numero di ingressi nel sistema di invalidità. L’invecchiamento della popolazione aumenterà la domanda di cure sanitarie. Occorrerà risolvere l’attuale problema delle liste d’attesa. La quota crescente di minoranze etniche richiede un’attuazione adeguata di programmi 134 d’integrazione. Anche se le cifre indicano una diminuzione delle difficoltà di apprendimento specifiche per i figli di immigrati, gli sforzi volti a ridurle sin dall’inizio devono essere proseguiti. 135 1. PRINCIPALI SFIDE E TENDENZE Dal punto di vista demografico, la società olandese è notevolmente cambiata nel corso degli ultimi decenni. La popolazione è invecchiata e comprende ormai il 13,6% di persone di età superiore ai 65 anni, contro il 7,7% nel 1950. Questo fenomeno ha comportato un aumento del numero di persone che presentano una disabilità fisica o una malattia cronica. Rileviamo inoltre una maggiore crescita della popolazione di origine etnica a causa di un elevato tasso di natalità e dell’immigrazione. I Paesi Bassi hanno beneficiato della forte crescita economica del periodo precedente: il tasso di disoccupazione ufficiale è caduto al di sotto del 3% e il tasso di attività è passato dal 62% nel 1990 al 73% nel 2000. Tuttavia, il tasso di occupazione delle donne, delle minoranze etniche, degli anziani e delle persone poco qualificate è nettamente inferiore. Dal 1995 il reddito minimo è aumentato più dei salari medi. La percentuale dedicata alle spese di sussistenza fissa è diminuita e la dipendenza di lungo periodo da reddito minimo è leggermente diminuita. Le donne e gli anziani sono in generale dipendenti da reddito minimo più a lungo delle altre categorie di popolazione. Secondo i dati del Panel europeo delle famiglie, nel 1997 il 13% della popolazione viveva con un reddito inferiore al 60% della mediana nazionale. Solo 4% della popolazione viveva stabilmente in una situazione di povertà relativa dal 1995 al 1997. Tuttavia, il basso reddito è solo una delle dimensioni della povertà; al fine di misurare e analizzare tale fenomeno in modo più preciso, è necessario prendere in considerazione altri aspetti ugualmente rilevanti come l’accesso all’occupazione, all’alloggio, all’assistenza sanitaria e il grado di soddisfazione dei bisogni fondamentali. I Paesi Bassi sono il paese dell’Unione europea che ha la maggiore percentuale di alloggi sociali, e ciò lascia libertà di scelta anche ai meno favoriti. Nel corso degli ultimi anni, gli assegni per alloggi hanno comportato una diminuzione della quota netta di reddito destinata agli affitti. In materia d’istruzione, i bambini di famiglie appartenenti alle minoranze etniche sono spesso notevolmente penalizzati dal punto di vista delle lingue e dello sviluppo. Tra il 1991 e il 1999, il numero di scuole primarie con un’elevata concentrazione di bambini sfavoriti è passata dal 19% all’8%. Anche il problema dell’abbandono precoce della scuola è notevolmente migliorato poiché il numero di persone interessate è passato da 26 600 nel 1998 a 21 800 nel 2000. I settori dell’assistenza sanitaria e degli aiuti alla gioventù debbono affrontare il problema delle liste d’attesa poiché l’offerta non arriva a soddisfare la domanda. Recenti studi sulle differenze socioeconomiche in materia di salute evidenziano che, in media, le persone con un livello d’istruzione poco elevato rimangono in buona salute 12 anni meno e vivono 3,5 anni meno delle persone più istruite. Il tasso di accesso a Internet è elevato ma può essere migliorato per le categorie più vulnerabili. Programmi obbligatori d’integrazione sono organizzati per tutti i nuovi venuti. Inoltre, sono adottate misure per i numerosi anziani immigrati che sono sempre in una situazione sfavorita. infine, le persone a basso reddito hanno tendenza a raggrupparsi negli stessi quartieri delle grandi città e ciò accentua la segregazione economica e sociale. 2. APPROCCIO STRATEGICO E PRINCIPALI OBIETTIVI La strategia si basa su 4 grandi principi. In primo luogo, la partecipazione sociale viene incoraggiata attraverso occupazioni retribuite o misure di attivazione sociale destinate alle 136 popolazioni molto lontane dal mercato del lavoro. L’obiettivo è di aumentare il tasso di attività di alcuni gruppi destinatari. Il tema dell’occupazione è ulteriormente affrontato nel PAN occupazione, che viene ad integrare il PAN integrazione. Il PAN integrazione riguarda in particolare i programmi di attivazione sociale, che favoriscono il reinserimento dei disoccupati di lunga durata attraverso il volontariato o altre attività utili per la comunità. Ciò ristabilisce un’abitudine al lavoro e rafforza le attitudini sociali dei partecipanti. L’attivazione sociale costituisce inoltre una possibilità per le persone che percepiscono un a prestazione di invalidità professionale. In secondo luogo, la sicurezza del reddito viene garantita in tre modi: 1/ Attraverso una politica generale relativa al reddito, che indicizza il salario minimo e le prestazioni sociali sull’aumento del salario medio, cosicché tutti beneficiano dell’aumento della prosperità. 2/ Esistono programmi di aiuto specifici per le categorie che devono affrontare costi specifici (alloggio, figli, disabilità o malattia cronica). 3/ I comuni possono offrire misure specifiche di sostegno al reddito, eventualmente collegate a misure di attivazione, in funzione delle circostanze individuali e locali. Tale approccio è ormai esperimentato e merita di essere proseguito. Parallelamente, le politiche di attivazione devono consentire ai beneficiari di prestazioni sociali di uscire dal regime di assistenza ogni volta che ciò sia possibile. Per evitare la trappola della povertà incentivi finanziari sono concessi a coloro che accettano un lavoro o partecipano a un progetto di attivazione sociale. Per coloro che dipendono per lunghi periodi da reddito minimo e che sono incapaci di lavorare o di prendere parte all’attivazione sociale, viene proposta una misura supplementare di sostegno al reddito. In terzo luogo, la lotta contro la povertà e l’esclusione sociale viene realizzata anche attraverso l’offerta di servizi abbordabili e accessibili. La politica locale olandese degli alloggi offre a tutti la possibilità di scegliere e di affittare un alloggio di buona qualità. In materia di istruzione, l’obiettivo è di ridurre gli svantaggi in materia di sviluppo di alcuni bambini e si prevede di dimezzare gli abbandoni scolastici precoci entro il 2010. nel settore delle cure sanitarie, la strategia volta a risolvere il problema di lista d’attesa potrebbe essere ulteriormente sviluppata, in particolare per quanto riguarda l’invecchiamento della popolazione. Quanto alle disparità socioeconomiche in materia di salute, il Governo intende diminuire del 25% il numero di anni di malattia delle persone di basso livello socioeconomico entro il 2020. L’insieme delle misure previste dai Paesi Bassi nel settore delle TIC riguarda l’accesso a Internet e le conoscenze e le competenze nelle TIC. Vengono fissati obiettivi di breve termine per quanto riguarda il collegamento delle scuole, delle biblioteche pubbliche e dei servizi municipali. L’integrazione sociale degli immigranti è incoraggiata attraverso un programma d’integrazione destinato a tutti i nuovi venuti e programmi di attivazione sociale per gli immigrati da lungo tempo che si trovano in disoccupazione. In quarto luogo, l’approccio di partnership consiste in una stretta collaborazione tra le autorità pubbliche nazionali e locali e tutte le parti interessate, compresi i beneficiari. 2.1. La prospettiva strategica di lungo periodo La strategia dei Paesi Bassi associa un insieme di politiche in materia di reddito, di attivazione, di servizi e di prestazioni. Tale strategia si propone essenzialmente di mantenere il sistema attuale rafforzandolo o eventualmente adeguandolo (con una particolare attenzione alle persone più esposte). In linea generale, la strategia descritta sembra recare soluzioni soddisfacenti alle sfide. Nuove poste in gioco come le TIC o la povertà nei quartieri urbani sfavoriti sono affrontati da nuove strategie. Alcune questioni come l’invecchiamento o il potenziale che potrebbe essere rappresentato sul mercato del lavoro dalle persone che percepiscono prestazioni d’invalidità professionale potrebbero essere trattati in modo più 137 approfondito. La prospettiva di lungo periodo è ampiamente esposta nel PAN integrazione. Obiettivi ed impegni precisi figurano per il prossimo decennio. Alcuni obiettivi, come quelli riguardanti l’accessibilità dei trasporti pubblici, vanno anche al di là del 2010. 2.2. Il contenuto innovativo del PAN integrazione Sono stati compiuti sforzi importanti negli ultimi anni per modernizzare e integrare le politiche olandesi di lotta contro la povertà e l’esclusione sociale. Inoltre, la preparazione del PAN integrazione ha coinciso con la valutazione delle politica nazionale di lotta contro la povertà per il periodo 1995-2000. i risultati di questa valutazione continueranno a fornire orientamenti strategici per i prossimi anni. Il PAN integrazione cerca di sfruttare e di consolidare la riforma in corso e gli sforzi di modernizzazione. 2.3. Approccio coordinato e integrato È il ministero di Affari sociali che è incaricato del coordinamento nel settore della lotta contro la povertà e l’esclusione sociale. Un gruppo di lavoro interdipartimentale, comprendente tutti i ministeri interessati, redige una relazione annuale dei progressi realizzati. Questo gruppo di lavoro ha anche elaborato il PAN. L’associazione dei comuni olandesi (VNG) e l’Ufficio del piano sociale e culturale (SCP) hanno fornito sostegno e consulenza al gruppo di lavoro. Nei Paesi Bassi, la consultazione e la cooperazione con tutti gli attori e le parti interessate sono istituzionalizzati. 2.4. Compatibilità degli approcci strategici in rapporto con il Piano d’azione nazionale occupazione Il PAN occupazione è incentrato sulle questioni collegate al mercato del lavoro mentre il PAN integrazione prende in considerazione altri aspetti della politica sociale. La strategia del PAN occupazione sul mercato del lavoro è brevemente ripetuta poiché essa costituisce il pilastro “reintegrazione e attivazione” della strategia olandese di lotta contro la povertà e l’esclusione sociale. Tuttavia, il PAN integrazione si basa su tre altri pilastri che rappresentano la maggior parte della relazione. Il PAN occupazione e il PAN integrazione fanno entrambi riferimento uno all’altro in modo esplicito. 3. PRINCIPALI MISURE POLITICHE NELL’AMBITO DEI QUATTRO OBIETTIVI COMUNI 3.1.1. Agevolare la partecipazione al mercato del lavoro Si cerca di aumentare la partecipazione alla vita attiva attraverso misure destinate ai gruppi vulnerabili (donne, minoranze etniche, anziani) e di incentivi fiscali. Una riforma fiscale introdotta nel 2001 ha reso il sistema fiscale più favorevole all’occupazione. La revisione del sistema di sicurezza sociale è volta a creare un mercato privato per i servizi di reintegrazione. Per sostenere lo sviluppo e l’applicazione della politica di attivazione sociale a livello locale, il Governo ha creato, a titolo temporaneo, un punto nazionale d’informazione e di servizio per l’attivazione sociale (ISSA). Il programma di incentivo all’attivazione sociale offre sovvenzioni ai comuni affinché essi integrino ulteriormente l’attivazione sociale nelle loro politiche strutturali. In futuro saranno stabiliti accordi di prestazione per i comuni. Il fine politico è di raggiungere tutti i beneficiari di assegni attraverso un approccio globale. 138 3.1.2. Facilitare l’accesso alle risorse, ai diritti, ai beni e ai servizi per tutti In materia di alloggi, la futura politica continuerà a vigilare affinché l’aumento degli affitti si limiti al tasso d’inflazione. Sono stati definiti tetti per l’aumento annuo degli affitti in funzione della qualità dell’abitazione. La legge sull’accesso alla proprietà del 1 gennaio 2001 offre ai bassi redditi una sovvenzione ipotecaria, che potrebbe essere integrata da una sovvenzione fiscale di trasferimento di proprietà. I Paesi Bassi cercano inoltre di migliorare l’accessibilità dei trasporti pubblici in particolare per i disabili. 3.2. Prevenire i rischi di esclusione L’approccio preventivo è stato adottato nel settore dell’istruzione. Le difficoltà di apprendimento collegate all’appartenenza a un gruppo specifico sono affrontate dal punto di vista dell’individuazione precoce, dei media e della prevenzione. L’abbandono scolastico precoce costituisce un altro importante settore d’intervento. Una serie di risorse finanziarie supplementari e un aiuto alle scuole che ampliano le possibilità d’accesso all’istruzione consentono di aumentare le possibilità d’istruzione degli alunni svantaggiati. L’obiettivo è di migliorare la qualità dell’istruzione e le prestazioni degli scolari. In numerosi comuni, sono state create ‘scuole aperte’. Il loro scopo è associare le attività scolastiche tradizionali a servizi di custodia al di fuori delle ore scolastiche, al fine di consentire la conciliazione del lavoro e della vita familiare. Il Governo ha destinato fondi supplementari al 'Piano d’azione per la scolarità obbligatoria’ e al ‘Piano d’azione sugli abbandoni scolastici precoci’. Nel settore sanitario, l’emendamento della legge sulla sanità pubblica (prevenzione) ha rafforzato il ruolo delle autorità locali nella prevenzione e nel coordinamento. Esso dovrebbe in tal modo poter ridurre in modo più efficace le disuguaglianze di origine socioeconomica in materia di sanità. 3.3. Aiutare i gruppi più vulnerabili Nei Paesi Bassi la politica dei redditi è incentrata sui gruppi più vulnerabili. Una serie di programmi nazionali speciali sui redditi offrono assegni per alloggi, servizi alle persone disabili o che soffrono di malattie croniche o finanziamenti alle spese scolastiche. Il sostegno municipale al reddito utilizza numerosi strumenti come gli aiuti speciali dietro a condizioni di verifica delle risorse, l’esonero dalle imposte locali, sconti sulle attività culturali, ecc. Le politiche nel settore delle TIC si rivolgono a gruppi sfavoriti delle regioni vulnerabili. L’accesso ad Internet è stato incoraggiato da progetti come i 'terreni di gioco digitali'. Nelle biblioteche pubbliche delle zone sfavorite, i residenti possono accedere a Internet a costo minimo e/o ricevere una formazione nelle TIC. Sono stati destinati € 9,1 milioni nel 2000 nel quadro della politica di rinnovo urbano. Esistono attualmente circa 300 luoghi di questo tipo. Un’altra misura è quella dei ‘quartieri del sapere’. Con il sostegno finanziario del Governo, alcuni comuni olandese sperimentano l’introduzione delle infrastrutture e l’applicazione delle TIC nei quartieri. 3.4. Mobilitare tutti gli organismi interessati Tutti gli sforzi politici dei Paesi Bassi si basano sull’approccio di partnership. Le autorità nazionali forniscono la legislazione, gli orientamenti e i mezzi finanziari mentre le autorità locali svolgono un ruolo prevalente nell’elaborazione e nell’applicazione delle misure. Il Governo tenta di coinvolgere i cittadini, le imprese e i gruppi vulnerabili interessati. Nel 2000, i gruppi di difesa di coloro che richiedono prestazioni sociali, delle chiese, delle ONG umanitarie e dei sindacati hanno unito le loro forze per creare una ‘Alleanza per la giustizia sociale’. Due volte all’anno una delegazione governativa guidata dal ministero degli Affari 139 sociali e dell’occupazione si riunisce con l’alleanza, l’associazione dei comuni olandesi (VNG) e con l’associazione delle autorità provinciali (IPO) su tutti gli aspetti connessi con la lotta contro la povertà e l’esclusione sociale. 4. PROMOZIONE DELLA PARITÀ DEI SESSI Vi è scarsa attenzione per la questione della parità dei sessi in questo PAN integrazione, fatta eccezione per alcune limitate valutazioni delle dimensioni dell’uguaglianza dei sessi nell’occupazione, nei redditi e nei fenomeno dei senzatetto. Alcune cifre confermano il (più elevato) rischio di povertà tra le donne sole anziani e i genitori soli che vivono con un reddito minimo. Lo Shelters Monitor, pubblicato per la prima volta nel 2000 sarà ulteriormente sviluppato al fine di fornire maggiori dati e informazioni in materia, in particolare per quanto riguarda il gruppo sempre più numeroso delle donne senza fissa dimora. Il PAN integrazione dedica in generale attenzione al tema dell’uguaglianza tra i sessi quando si tratta di temi collegati al PAN occupazione e al Piano di lungo periodo per la politica di emancipazione, ad esempio l’obiettivo generale del 65% di donne occupate entro il 2010. tuttavia, solo il PAN occupazione comprende misure specifiche al riguardo. Nell’affrontare la politica di attivazione/partecipazione sociale, il PAN integrazione dedica una qualche attenzione a questo aspetto. Esso sottolinea ad esempio l’importanza delle strutture di custodia dei bambini per aiutare le madri sole che percepiscono prestazioni di assistenza sociale a rientrare nel mercato del lavoro. Tuttavia, in altri importanti settori della politica d’integrazione sociale (ad esempio l’istruzione, la sanità, gli alloggi) il tema dell’uguaglianza dei sessi è scarsamente visibile nel PAN integrazione e potrebbe essere rafforzato. Il nuovo “Emancipation Monitor” lanciato nel novembre 2000 dovrebbe rendere possibile tale rafforzamento. 5. IL RUOLO DELL’FSE NELLA LOTTA CONTRO LA POVERTÀ E L’ESCLUSIONE SOCIALE L’obiettivo 3 dell’FSE sostiene gli sforzi olandesi dei disoccupati di lunga durata, molti dei quali sono classificati come “molto lontani dal mercato del lavoro”, nella vita attiva. Tali persone necessitano di un processo di reintegrazione di almeno 2 anni costituiti da vari elementi. L’FSE sostiene inoltre misure nel settore dell’istruzione per cercare di ridurre l’abbandono scolastico precoce. L’iniziativa Equal appoggia azioni destinate a migliorare le qualifiche dei gruppi vulnerabili esposti alla discriminazione. 140 AUSTRIA 1. Conclusioni Situazione e tendenze fondamentali La protezione sociale si basa principalmente su un sistema globale e federale di assicurazione sociale cui tutte le persone attive e tutte le persone a loro carico non attive (coniugi e figli) sono tenuti ad aderire. Questo sistema consente di accedere all’assicurazione malattia, all’assicurazione di disoccupazione, ai regimi pensionistici e all’assicurazione incidenti. Una seconda rete di sicurezza, dietro condizioni di verifica delle risorse, il sistema di assistenza sociale (Sozialhilfe) rientra nella competenza dei nove Länder. Le buone prestazioni dell’economia e dell’occupazione in Austria si sono confermate nel 2000. la crescita reale del PIL è stata del 3,2%, il tasso di disoccupazione è caduto al 3,7 %, situazione vicina alla piena occupazione. Secondo il Panel europeo delle famiglie il 13% della popolazione in Austria viveva in una situazione di povertà relativa nel 1997. Il tasso di povertà relativa persistente è del 5% (1995-1997). Pertanto, la povertà non è un fenomeno di massa in Austria. Negli ultimi decenni, il tasso di partecipazione alla popolazione attiva è aumentato, mentre i tassi di disoccupazione sono rimasti comparativamente bassi. Le disparità tra gli alti e i bassi redditi sono in media meno pronunciate rispetto all’Europa dei 15, ma le differenze di reddito tra gli uomini e le donne sono notevoli. Il livello generale d’istruzione e di qualificazione della popolazione è notevolmente migliorato negli ultimi 30 anni. Il livello minimo delle pensioni di vecchiaia (Ausgleichszulagenrichtsatz) è notevolmente aumentato, passando dal 30 al 50 % del reddito medio per lavoro dipendente. Approccio strategico Secondo le autorità austriache, il sistema politico austriaco di lotta contro la povertà e l’esclusione sociale si basa su una politica che integra economia, occupazione e assistenza sociale. Il PAN integrazione fa un inventario completo delle misure attuate che hanno ampiamente contribuito alla situazione favorevole dell’Austria. Affinché l’approccio strategico sia completo, si prevede di lanciare misure volte a ricercare e a identificare i fattori di rischi futuri che possono provocare la povertà e l’esclusione sociale. Gli obiettivi quantitativi basati sui redditi previsti, gli indicatori di controllo dello sforzo e i calendari di applicazione non sono sufficientemente espliciti. L’integrazione della politica dell’istruzione nel contesto politico globale, ed inoltre il suo contributo specifico a ciascuno degli obiettivi, dovrebbero essere approfonditi. Misure politiche La risposta austriaca ai quattro obiettivi pone l’accento sulle misure per l’occupazione e sulle prestazioni per le famiglie in generale. Tuttavia, il PAN integrazione è basato su misure attualmente in corso e presenta alcune misure politiche nuove (ad esempio l’assicurazione vecchiaia per le donne, disabili, povertà familiare). Le difficoltà incontrate da alcuni gruppi che hanno grossi problemi per accedere al mercato del lavoro o che sono esclusi dal regime di assistenza sociale, come gli immigrati non cittadini dell’Unione europea, non sono menzionate nel PAN. Sfide future La principale sfida consiste nel definire una strategia globale integrata di lotta contro la povertà e l’esclusione sociale, basata sul sistema sociale esistente, già ben sviluppato. Ciò presuppone di individuare una serie di obiettivi, definire calendari precisi e promuovere un insieme di misure che rispondano alle disparità identificate. L’impegno generale di controllo e di valutazione dovrebbe tradursi in disposizioni operativi nel quadro dell’attuazione del PAN integrazione. Occorrerà inoltre sforzarsi di semplificare il sistema amministrativo per quanto 141 riguarda la ripartizione delle competenze tra lo stato federale e i Länder, e tra le varie unità amministrative (ad esempio sportelli unici). 142 1. PRINCIPALI SFIDE E TENDENZE Le buone prestazioni dell’economia e dell’occupazione in Austria si sono confermate nel 2000. la crescita reale del PIL ha raggiunto il 3,2%, il tasso di disoccupazione è caduto al 3,7 %, situazione vicina alla piena occupazione. Il tasso di occupazione è vicino agli obiettivi di Lisbona ed è pari al 68,3% (77% per gli uomini, 59,4 % per le donne). L’incidenza globale della povertà relativa in Austria è in media inferiore del 25% alla media comunitaria. La protezione sociale si basa principalmente su un sistema globale di assicurazione sociale cui tutte le persone attive e tutte le persone a loro carico non attive (coniugi e figli) sono tenute ad aderire. Una seconda rete di sicurezza, dietro condizione di una verifica delle risorse, il sistema di assistenza sociale (Sozialhilfe) rientra nell’ambito di competenza dei nove Länder e consente ai cittadini dell’Unione europea di beneficiare dell’assistenza sociale. La complessità della situazione si ritrova nella ripartizione delle competenze, non solo tra lo stato federale e le provincie ma anche tra le varie unità amministrative a questi due livelli. Il carattere duale del sistema di protezione sociale austriaco impedisce alla maggior parte delle persone di cadere nella povertà. Tuttavia, il sistema attualmente assistente non è completamente affidabile in tutti i casi. Il coordinamento e l’integrazione delle politiche di integrazione per i gruppi vulnerabili devono essere approfonditi. Secondo i dati SESPROS di Eurostat, l’Austria dedica il 28,4 % del suo PIL alla protezione sociale, rispetto al 27,7 % in media per l’Unione europea (dati del 1998). Espressi in standard di potere d’acquisto (SPA), le spese austriache per abitante per la protezione sociale sono pari a 6.297 SPA, circa il 15 % in più della media comunitaria di 5532 SPA. Il sistema di protezione sociale austriaco, nel suo insieme, ha contribuito a mantenere un livello di povertà relativa generalmente basso. Secondo i dati del Panel europeo delle famiglie per il 1997, il 13% della popolazione viveva con un reddito inferiore 60% della mediana nazionale. Mentre il 4.7% è rimasto stabilmente al di sotto della soglia di povertà relativa tra il 1995 e il 1997. Tuttavia, il basso reddito è solo una delle dimensioni della povertà; al fine di misurare e analizzare tale fenomeno in modo più preciso, è necessario prendere in considerazione altri aspetti ugualmente rilevanti come l’accesso all’occupazione, all’alloggio, all’assistenza sanitaria e il grado di soddisfazione dei bisogni fondamentali. Le differenze tra gli alti e i bassi redditi sono meno pronunciate rispetto alla media dell’Unione europea. Tuttavia, esistono differenze di reddito relativamente importanti tra gli uomini e le donne. – Il livello generale d’istruzione e di qualificazione della popolazione è notevolmente migliorato negli ultimi 30 anni. La quota di persone che non ha superato il livello d’istruzione primaria è stata notevolmente ridotta. 143 – Il livello minimo delle pensioni di vecchiaia (Ausgleichszulagenrichtsatz) è notevolmente aumentato nello stesso periodo, passando da circa il 30 al 50% del reddito medio del lavoro dipendente. – Alcuni dati indicano che i richiedenti asilo che non sono coperti da una garanzia minima federale ('Bundesbetreuung') sono estremamente esposti alla povertà e all’emarginazione. 2. APPROCCIO STRATEGICO E PRINCIPALI OBIETTIVI Lo stato sociale austriaco ha creato una rete di sicurezza sociale estremamente ampia, che ha consentito di giungere ad una situazione alquanto più favorevole in materia di povertà che non negli altri Stati membri. Per questo il PAN si sofferma maggiormente sull’insieme delle misure esistenti, che sono destinate ad essere proseguite e valutate, che non sulle numerose nuove azioni che dovrebbero essere intraprese. – Il PAN integrazione fa solo un breve riferimento alle analisi e alle discussioni in corso. – Gli obiettivi di Nizza si sono tradotti nella continuazione delle iniziative poste in essere e in alcune nuove iniziative. – Solo alcuni obiettivi sono quantificati, anche se il Piano comprende impegni nel confronto di alcune misure e obiettivi non quantificati. Il Piano fa scarsi riferimenti a calendari vincolanti in materia di applicazione. Sarebbe particolarmente importante mettere a punto meccanismi di controllo adeguati che consentano di misurare i progressi compiuti nella lotta contro la povertà e l’esclusione sociale. 2.1. La prospettiva strategica di lungo periodo Il PAN integrazione comprende un elenco completo delle misure poste in essere, ma è necessario valutare o rivalutare tali misure in funzione dell’evoluzione o delle nuove necessità. Ne figurano solo alcuni aspetti del lungo periodo che avrebbero un effetto preventivo importante sulla riduzione dell’esclusione sociale, ed inoltre in modo alquanto vago (ad esempio il problema delle donne che non percepiscono una pensione viene menzionato come una questione che il Governo ha intenzione di affrontare in futuro). L’integrazione della politica dell’istruzione nel contesto politico generale, così come il suo contributo specifico a ciascuno degli obiettivi, dovrebbero essere approfonditi. 2.2. Il contenuto innovativo del PAN integrazione Il gruppo di lavoro (Beirat) per l’elaborazione a l’applicazione del PAN integrazione può essere considerato come l’innovazione nella procedura. L’intenzione del Governo di trattare il problema delle donne prive di pensione è importante. Una delle misure concrete consiste nel fare intervenire un certo numero di periodi di custodia dei figli nel calcolo del numero di anni richiesti per poter avere diritto ad una pensione. Anche se gli effetti 144 sul mercato del lavoro del nuovo sistema di assegni familiari ('Kinderbetreuungsgeld') rimane da valutare, si soffre indubbiamente vantaggi, in particolare un notevole aumento dei redditi complementari (Zuverdienstgrenze) e l’aumento dei periodi contabilizzati come periodi di versamenti, che ha conseguenze non solo sull’ammissibilità ma anche sul livello delle pensioni. 2.3. Approccio coordinato e integrato Numerose misure menzionate nel PAN non sono specificamente elaborate in vista della lotta contro la povertà, anche se esse contribuiscono a ridurre il fenomeno (ad esempio alcune misure per l’occupazione, gli assegni per l’assistenza ai figli, i fondi speciali per i disabili). La loro efficienza dovrebbe essere oggetto d’analisi. In Austria il coordinamento delle misure regionali di lotta contro l’esclusione sociale, in particolare la misura di assistenza sociale (Sozialhilfe) costituisce un punto importante. Il PAN integrazione indica che sarà creato un gruppo di lavoro per studiare questo problema e saranno definite norme qualitative nazionali. 2.4. Compatibilità degli approcci strategici rispetto al Piano d’azione nazionale occupazione La questione della coerenza tra il PAN integrazione e il PAN occupazione viene affrontata. Numerose misure ed obiettivi indicati nel PAN integrazione sono ripetuti nel PAN occupazione. Il PAN occupazione ha inoltre sottolineato gli svantaggi degli immigrati sul mercato del lavoro. L’integrazione degli immigrati è indicata come una delle priorità del PAN integrazione. Le misure concrete e le indicazioni sui modi in cui questo obiettivo sarà raggiunto rimangono vaghe. 3. PRINCIPALI MISURE POLITICHE NELL’AMBITO DEI QUATTRO OBIETTIVI COMUNI 3.1.1. Facilitare la partecipazione al mercato del lavoro Il PAN mette l’accento sugli obiettivi in materia di occupazione. Il PAN integrazione si riferisce in certe misure ad elementi sviluppati nel PAN occupazione. Questo orientamento è in accordo con le conclusioni del Consiglio europeo di Lisbona sulla necessità di facilitare la partecipazione al mercato del lavoro. Tuttavia, alcuni gruppi, che hanno grandi difficoltà di accesso al mercato del lavoro non sono menzionati, e in particolare i lavoratori immigranti non cittadini dell’Unione europea per i quali non è stata adottata alcuna misura volta ad armonizzare il permesso di residenza e il permesso di lavoro. Sono citate alcune iniziative interessanti di formazione nelle TIC. Vengono fornite scarse indicazioni sui modi in cui le iniziative riguardanti la società e l’apprendimento elettronico risolveranno il problema della 'frattura nel settore dell’apprendimento' e sulle specificità previste per rispondere ai bisogni precisi delle persone sfavorite. 145 3.1.2. Facilitare l’accesso alle risorse, ai diritti, ai beni e ai servizi per tutti Per quanto riguarda l’accesso di tutti alle risorse, ai diritti, ai beni e ai servizi il PAN integrazione enumera i vari trasferimenti che già esistono nello stato sociale austriaco già ben sviluppato e che hanno effetti positivi sull’organizzazione di questo obiettivo. L’accesso di tutti all’istruzione è garantito. La parte delle persone che non hanno superato il livello d’istruzione primaria è stata notevolmente ridotta negli ultimi decenni. Tuttavia, tale fenomeno riguarda ancora il 15,8 % della popolazione tra i 20 e 29 anni, (uomini: 14,4 %; donne: 17,1 %). Numerose riforme nel campo della politica sociale ('misure sociali mirate') devono essere valutate, dal punto di vista dei loro effetti potenziali sull’accesso ai beni e ai servizi. 3.2. Prevenire i rischi di esclusione Il PAN integrazione fa riferimento a tre settori politici che consentono di prevenire il rischio di emarginazione: L’utilizzazione della tecnologia dell’informazione, le misure a favore della solidarietà nell’ambito delle famiglie e altri gruppi primari e l’aiuto in situazioni specifiche di bisogno. Oltre alle misure specifiche per i disabili, il PAN integrazione cita un approccio innovativo a livello regionale (come a Vienna) di lotta contro il fenomeno dei senzatetto. Le prospettive di evoluzione o di miglioramento a lungo termine che contribuirebbero a risolvere i problemi esistenti in altri settori (ad esempio la privazione di alcuni vantaggi sociali per gli immigrati o la mancanza di misure politiche attive del mercato del lavoro per coloro che non sono impiegabili nel 'primo o principale' mercato del lavoro) devono essere ulteriormente esaminate. 3.3. Aiutare i gruppi più vulnerabili Nel PAN integrazione figura un elenco esaustivo dei gruppi più vulnerabili. Le principali misure sono l’attribuzione di fondi supplementari alle persone che presentano un handicap ('Behindertenmilliarde') e l’assegno per l’assistenza ai figli, concepito come una prestazione universale senza obbligo di assicurazione. Tuttavia, il PAN integrazione non precisa chiaramente la natura delle misure concrete previste per gli altri gruppi speciali nel prossimo futuro. Sono rari gli impegni che vanno al di là della prospettiva di due anni del PAN attuale (disabilità, genitori soli, anziani e abbandoni precoci della scuola) ed è difficile identificare un quadro strategico basato su approcci integrati e riforme strutturali. Il PAN integrazione fa riferimento alla dimensione rurale della povertà e numerose proposte di miglioramento dell’infrastruttura nelle zone rurali vengono annunciate. 3.4. Mobilitare tutti gli organismi interessati Il Governo federale ha indicato nel PAN integrazione che erano state organizzate consultazioni con tutte le parti interessate. Tuttavia, alcune di esse hanno espresso preoccupazione a proposito del processo avviato e auspicano una maggiore presa in considerazione dei loro contributi. Il PAN integrazione non affronta la questione della mobilitazione degli organismi in difesa dell’uguaglianza dei sessi. 146 Tuttavia, il PAN integrazione offre una base istituzionale per stabilire un dialogo tra i vari protagonisti e gruppi istituzionali nel quadro della sua attuazione e della preparazione del prossimo esercizio. 4. PROMOZIONE DELLA PARITÀ DEI SESSI Il PAN integrazione ripete gli obiettivi generali di aumento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro e di conciliazione tra vita professionale e vita familiare. Tuttavia, il PAN fa solo i sufficienti cenni ad un approccio coerente relativo alla promozione dell’uguaglianza tra gli uomini e le donne e al modo in cui saranno risolti i problemi specifici delle donne più vulnerabili. Si fanno solo alcuni riferimenti al problema specifico della povertà femminile. La misura del 'Kinderbetreuungsgeld' può in alcuni casi ridurre la povertà, ma sarà necessario in altri casi determinare se essa non scoraggi le donne (in particolare quelle a basso reddito e prive di qualifiche) dal reintegrarsi nel mercato del lavoro dopo un periodo dedicato ai figli. Il dibattito sui diritti individuali è incentrato sui diritti delle donne a una pensione individuale. Gli anticipi sulla pensione alimentare (Unterhaltsvorschuss) sono volte a ridurre la povertà femminile. Consentendo alle donne e ai loro figli di restare nei loro alloggi, la legge per la prevenzione delle violenza (Gewaltschutzgesetz) contribuisce a combattere l’emarginazione sociale delle persone minacciate da atti di violenza. 5. IL RUOLO DELL’FSE NELLA LOTTA CONTRO LA POVERTÀ E L’ESCLUSIONE SOCIALE 219 degli € 1.147 milioni stanziati per il programma dell’obiettivo 3 sono destinati al settore politico 2 (l’integrazione sociale). Nell’obiettivo 1, Burgenland, € 4,5 milioni saranno destinati all’integrazione sociale. In altri settori politici, si attendono effetti positivi sulla lotta contro la povertà. È indicata solo in modo generale l’incidenza dell’FSE nella lotta contro la povertà e l’esclusione sociale. L’iniziativa comunitaria (IC) EQUAL, che è ulteriormente concentrata sulle persone escluse dal mercato del lavoro, viene ricordata nel PAN integrazione. L’importo totale destinato all’IC EQUAL per il periodo di programmazione 2000-2006 è di € 204 milioni. 147 PORTOGALLO 1. Conclusioni Situazione e tendenze fondamentali: Il tasso di povertà relativa rimane elevato in Portogallo (il 23%, secondo i dati Eurostat per il 1997). Malgrado un basso tasso di disoccupazione e un elevato tasso di occupazione. Le forme di povertà tradizionale dovute ai limiti del sistema di protezione sociale e al predominio dei settori di attività a forte intensità di mano d’opera poco qualificata e a bassa produttività coesistono con l’emergere di una “nuova povertà” derivante dai processi recenti di modernizzazione dell’economia portoghese e associata spesso all’immigrazione e alla precarietà dei posti di lavoro. Le basse qualifiche scolastiche e professionali della maggior parte della popolazione portoghese e l’elevato tasso di abbandono scolastico precoce accrescono i fattori di emarginazione. In questo contesto, il Governo ha cominciato a sviluppare nel corso degli ultimi 5 anni una “nuova generazione di politiche sociali attive” orientate verso il rafforzamento dell’integrazione sociale su una base di partnership e tale da privilegiare metodologie ed interventi integrati. Approccio strategico: L’approccio strategico e di lungo periodo si basa su uno sviluppo economico compatibile con il miglioramento della coesione sociale e l’eliminazione dei fattori strutturali che generano processi di esclusione. Il PAN prevede la presa in considerazione dei problemi d’integrazione sociale in tutte le politiche pertinenti, la modernizzazione dei sistemi di protezione sociale, ed inoltre iniziative integrate destinate a gruppi e territori particolarmente vulnerabili. L’approccio di partnership e la mobilitazione delle parti interessate a livello nazionale e locale costituisce inoltre un elemento centrale della strategia. Il PAN si fissa obiettivi quantificati in vista dello sradicamento della povertà infantile, della riduzione della povertà assoluta e del tasso di povertà, nonché della lotta contro la povertà in ambiente urbano e rurale. Misure politiche: Il PAN percorre in modo esaustivo i quattro principali obiettivi e sottoobiettivi di Nizza, ma a volte ne deriva una certa confusione tra le “priorità” e gli “scopi”, con la ripetizione di alcuni “strumenti” nell’ambito di più obiettivi e sotto-obiettivi, generando difficoltà di individuazione delle priorità. La maggior parte delle misure previste non sono nuove e il rapporto tra ciascuna misura e l’obiettivo ad essa relativo non è sempre esplicito. Sulla base delle misure presentate, sono da mettere in evidenza tre aspetti: la partecipazione all’occupazione viene considerata in una prospettiva di prevenzione/attivazione e di promozione dell’apprendimento permanente, il principio della discriminazione positiva costituisce un elemento fondamentale della riforma del sistema di protezione sociale (considerando in particolare il problema dei pensionati in situazione di povertà), l’approccio integrato dei gruppi vulnerabili viene proposto secondo una modalità di contrattualizzazione approfondita. Il PAN prevede inoltre lo sviluppo di servizi e di strutture destinati in via prioritarie alle persone e famiglie sfavorite e s’impegna sulla via della promozione dell’uguaglianza delle opportunità (“contratto sociale che promuove la parità dei sessi”). Sfide future: Le principali sfide da accogliere riguardo riguardano l’articolazione tra la dimensione preventiva e curativa delle politiche sociali: una azione diretta nei confronti delle situazioni gravi di esclusione, interventi precoci e attivazione per facilitare il reinserimento professionale e prevenzione a lungo termini di eventuali rischi di emarginazione attraverso i miglioramento dei livelli di istruzione e di qualificazione. Il ruolo della protezione sociale deve essere intensificato, cosi come l’adeguamento dei servizi e strutture sociali ai bisogni dei più sfavoriti e le possibilità di accesso ai settori della salute, dell’alloggio, della giustizia, ecc. Considerando l’ambizione degli obiettivi quantificati che il Portogallo si è fissato a breve, medio e lungo termine, il sistema di controllo degli indicatori costituisce certamente una sfida 148 importante. D’altro canto, la mobilitazione effettiva delle parti interessate, in particolare dei destinatari stessi delle azioni e delle parti sociali, dovrebbe essere approfondita. 149 1. PRINCIPALI SFIDE E TENDENZE Nel 2000 tasso di crescita economica (3,3%) era pari alla media dell’Unione europea. Analogamente, la produttività è aumentata ad un ritmo eguale alla media comunitaria (1,6%), ma il Portogallo ha ancora il più basso livello di produttività dell’Unione (65,8% della media comunitaria). La situazione in materia di occupazione è caratterizzata da un tasso di occupazione (68,3%) superiore alla media comunitaria e da un tasso di disoccupazione (4,2% nel 2000) relativamente basso. Tuttavia, malgrado l’evoluzione generalmente degli indicatori relativi al mercato del lavoro, persistono problemi strutturali: la disoccupazione di lunga durata è pari al 40% della disoccupazione totale, il fatto che solo una minoranza della popolazione tra i 15 e i 64 anni ha completato gli studi secondari superiori (11,5% rispetto al 42,3% nell’Unione europea), e un’elevata proporzione di giovani che abbandonano prematuramente il sistema scolastico (il 43% dei giovani tra i 18 e i 24 anni abbandonano la scuola con qualifiche insufficienti). La povertà rimane un problema diffuso in Portogallo. Misurata con il tasso di povertà relativa, definito come la percentuale della popolazione che vive con un reddito inferiore al 60% della mediana nazionale, la povertà colpiva il 23% della popolazione nel 1997 (il tasso più elevato dell’Unione). Anche la povertà persistente rimane elevata: il 15% della popolazione ha vissuto tre anni consecutivi al di sotto della soglia di povertà relativa. È tuttavia evidente che il reddito monetario costituisce solo una delle dimensioni della povertà; al fine di misurare e analizzare tale fenomeno in modo più preciso, è necessario prendere in considerazione altri aspetti ugualmente rilevanti come l’accesso all’occupazione, all’alloggio, all’assistenza sanitaria e il grado di soddisfazione dei bisogni fondamentali. Il Portogallo spende meno della media del suo PIL nella protezione sociale (il 23,4% nel 1998, rispetto alla media comunitaria del 27.5%). In questo contesto, particolare attenzione dovrà essere dedicata al numero di persone in situazioni di povertà persistente, alla proporzione elevata di lavoratori poveri (basso reddito salariale e precarietà dei posti di lavoro), e alla proporzione ugualmente elevata di pensionati in situazione di povertà (elemento che pone in luce una delle carenze del sistema di sicurezza sociale), al basso livello di qualificazione della mano d’opera e all’abbandono scolastico precoce, nonché alla questione della povertà in ambienti rurali e in alcuni quartieri urbani. Il tasso di povertà delle donne è superiore a quello degli uomini (25% contro 22%), altro tema che merita speciale attenzione. 2. APPROCCIO STRATEGICO E PRINCIPALI OBIETTIVI Le grandi priorità in materia di lotta contro la povertà e di promozione dell’integrazione sociale sono di natura generale e si basano su sei assi strategici: sviluppo economico, coesione sociale, parità delle opportunità, protezione sociale, integrazione e una rete di servizi e impianti sociali. I principali obiettivi del PAN sono pertanto i seguenti: 150 – Attivazione degli esclusi dal mercato del lavoro, e apprendimento permanente nel quadro di uno sviluppo economico competitivo e rispettoso delle esigenze di coesione – Sviluppo dei sistemi di protezione sociale in quanto strumenti specifici di lotta contro la povertà – Reinserimento socioprofessionale delle persone e le famiglie in situazione di emarginazione (programmi integrati e “contratti” di integrazione sociale) – Sviluppo integrato dei territori che devono affrontare problemi di esclusione – Creazione di una rete di servizi e attrezzature sociali con la partecipazione della società civile – Promozione dell’uguaglianza tra le donne e gli uomini in vista dell’attuazione di un “contratto per l’uguaglianza dei sessi”. Nel PAN, il Portogallo si è fissato taluni obiettivi da raggiungere entro un certo tempo: Obiettivi quantificati: sradicare la povertà infantile entro il 2010; ridurre il tasso di povertà relativa al 17% e dimezzare la povertà assoluta entro il 2005; attuare entro il 2003, 50 “contratti di sviluppo sociale urbano” (gestiti in modo integrato e destinati alle comunità urbane sfavorite). Altri obiettivi: avvio del programma “spazio rurale e sviluppo sociale” (sviluppo locale integrale dalle comunità rurali); firma di un “contratto d’inserimento sociale” con tutte le persone interessate entro un termine di un anno (tre mesi per i figli e i giovani a rischio); creazione di una linea telefonica nazionale di emergenza (in collaborazione con i centri di emergenza sociale locali). 2.1. La prospettiva strategica di lungo periodo Per quanto riguarda l’adeguatezza tra la strategia gli obiettivi perseguiti, devono essere poste in evidenza i seguenti elementi: – l’applicazione del principio della considerazione degli aspetti d’integrazione in tutte le politiche nazionali, al fine di rendere la lotta contro l’emarginazione una componente integrante delle politiche settoriali diverse dalle politica sociale; – i molteplici aspetti relativi alla partecipazione nella vita economica sono analizzati nel PAN, in particolare la formazione, la qualificazione professionale, l’istruzione, l’occupazione, l’apprendimento permanente nel contesto della società della conoscenza. Da ricordare anche il proposito di porre al centro delle politiche economiche lo sradicamento dei fattori strutturali dell’emarginazione; – l’importanza dello sviluppo dei sistemi di protezione sociale costituisce un elemento centrale della strategia; malgrado i vincoli di bilancio e gli altri vincoli collegati, prosegue la riforma del sistema di solidarietà e di sicurezza 151 sociale (basata sui principi di giustizia, equità, solidarietà, discriminazione positiva); – i due ambiti territoriali dell’emarginazione (le comunità rurali e le aree urbane degradate) sono oggetto di una strategia di sviluppo integrato. Il PAN analizza i problemi in modo chiaro e in una prospettiva di lungo periodo. Le sfide hanno un carattere strutturale e rinviano al Piano nazionale di sviluppo economico e sociale (il cui fine ultimo è di ricuperare in una generazione il ritardo del paese rispetto alla media comunitaria). Alcuni obiettivi quantificati, in particolare per quanto riguarda la povertà infantile e la povertà assoluta (concetti che non sono del resto definiti), sono presentati per un orizzonte che supera il 2003. Tuttavia, i modo in cui questo Piano biennale s’integra nel lungo periodo deve essere ancora sviluppato poiché la distinzione tra “priorità” di lungo termine e “scopi” più immediati è spesso difficile da cogliere. 2.2. Il contenuto innovativo del PAN integrazione Dal punto di vista della strategia, vi sono due innovazioni nel contesto nazionale: l’inserimento della problematica dell’integrazione sociale in tutte le politiche correnti e la prospettiva di lungo periodo nella lotta contro l’emarginazione. Da ricordare inoltre la strategia e prevenzione dei rischi di una nuova forma di emarginazione, “info-emarginazione”. Dal punto di vista delle politiche la maggior parte dei programmi e delle misure indicate sono già esistenti. Tuttavia, deve essere posto in evidenza il carattere innovativo di taluni temi, come ad esempio una nuova dimensione della “contrattualizzazione”: insieme ai “contratti di inserimento sociale e professionale” (non sconosciuti poiché il Portogallo segue già l’approccio dei percorsi integrati d’inserimento, già reddito minimo garantito), il PAN menziona un nuovo “contratto sociale per la parità dei sessi” e “contratti di sviluppo sociale urbano”. 2.3. Approccio coordinato e integrato I ruoli dei vari attori (istituzionali e non governativi, pubblici e privati) a più livelli d’intervento (soprattutto nazionale e locale) viene definito nel quadro del dialogo sociale (commissione di consultazione sociale) e della partnership tra lo Stato e la società civile (patto di cooperazione per la solidarietà sociale, rete sociale per lo sviluppo). I bisogni di coordinamento vengono ricordati a più riprese e malgrado gli sforzi sviluppati durante l’ultimo decennio nel quadro del programma di lotta contro la povertà, rimane ancora d’approfondire la partnership attiva. Il PAN prevede: la mobilitazione congiunta delle autorità nazionali, regionali e locali (le autorità regionali hanno solo un ruolo di coordinamento); le partnership istituzionali (commissione di controllo interministeriale per l’articolazione delle varie politiche settoriali e il mainstreaming dell’integrazione sociale, commissione operativa nell’ambito del ministero del Lavoro per la preparazione del PAN e il suo controllo); l’adeguamento dei servizi amministrativi associati ai bisogni delle parti interessate a livello locale (ad esempio sportelli di solidarietà e sicurezza sociale); in coinvolgimento delle parti sociali (da migliorare), delle ONG e delle istituzioni di 152 servizi sociali; la responsabilizzazione dei cittadini e delle imprese (ad esempio ampliamento della rete portoghese delle imprese). 2.4. Compatibilità degli approcci strategici in rapporto con il Piano d’azione nazionale occupazione Il PAN occupazione costituisce il quadro di riferimento preferenziale, in particolare per le misure nell’ambito dell’obiettivo 1 del PAN integrazione. I principali obiettivi del PAN occupazione (passaggio dei giovani alla vita lavorativa, inserimento socioprofessionale, qualificazione scolastica e professionale, monitoraggio del processo di ristrutturazione settoriale e promozione della qualità nell’occupazione) sono ripresi in modo diretto o indiretto nel PAN integrazione. Esiste inoltre uno stretto rapporto tra i due piani in termini di strategia: articolazione tra i sistemi d’istruzione/formazione/occupazione; adozione di politiche macroeconomiche per la creazione di posti di lavoro; innovazione e società dell’informazione; approccio settoriale, regionale e locale per la risoluzione dei problemi di natura sociale; promozione del dialogo sociale; articolazione tra le politiche di protezione sociale/occupazione/formazione; promozione dell’uguaglianza delle opportunità per incoraggiare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e quella degli uomini alla vita familiare. 3. PRINCIPALI MISURE POLITICHE NELL’AMBITO DEI QUATTRO OBIETTIVI COMUNI Tenuto conto dell’approccio globale che dovrebbe costituire il quadro d’azione per la realizzazione dei quattro obiettivi comuni (coperti nel PAN in modo esauriente ma poco sistematizzato in termini di priorità sia tra gli obiettivi sia tra i sotto-obiettivi), possono essere indicati alcuni esempi: 3.1. Facilitare la partecipazione al mercato del lavoro Per quanto riguarda la partecipazione al mercato del lavoro, gli sforzi a livello della politica dell’occupazione si concentrano sullo sviluppo di misure di prevenzione della disoccupazione di lunga durata e di attivazione mediante la definizione dei percorsi d’integrazione sociale e d’inserimento professionali attuati da piani contrattuali (maggiore presa di responsabilità personale) nonché sullo sviluppo della strategia nazionale di apprendimento permanente. Per quanto riguarda l’accesso alle risorse, ai diritti, ai beni e ai servizi, è opportuno rilevare il proseguimento di una politica di “discriminazione positiva” delle pensioni, la fornitura di nuovi alloggi a coloro che vivevano in abitazioni precarie evitando nuovi territori d’esclusione, e il miglioramento del servizio sanitario nazionale e i centri sanitari locali (in particolare l’assistenza ai tossicodipendenti). 3.2. Prevenire i rischi di emarginazione Per quanto riguarda la prevenzione dei rischi di emarginazione, una parte fondamentale è costituita dalla strategia di prevenzione dei rischi di “infoemarginazione” (generalizzazione dell’accesso alle tecnologie dell’informazione, e sforzo di formazione che si traduce nella concessione di un “diploma di competenze 153 di base” a 2 milioni di persone entro il 2006). Per quanto riguarda il mantenimento della solidarietà, un aspetto innovativo sembra essere la combinazione della logica di solidarietà tradizionale e della logica di sviluppo del mercato di prestazioni di servizi (ad esempio retribuzione dei vicini per i servizi di sostegno a domicilio). 3.3. Aiutare i gruppi più vulnerabili L’azione a favore dei gruppi più vulnerabili (perfettamente identificati nel PAN con una particolare attenzione da dedicare ai lavoratori immigranti, agli ex-detenuti e i tossicodipendenti) è basato su un approccio integrato mediante programmi individualizzati di integrazione sociale, istituzionale ed economica e piani di inserimento per gruppi prioritari secondo la metodologia della contrattualizzazione. È prevista inoltre un’azione specifica per territori problematici attraverso le iniziative territoriali per l’integrazione. 3.4. Mobilitare tutti gli organismi interessati Per quanto riguarda la mobilitazione, le prassi di coinvolgimento degli esclusi si sviluppa a tre livelli (individuale, collettivo e organizzativo), e il ruolo dei “mediatori” in quanto agenti di promozione dell’informazione e della partecipazione attiva degli esclusi è cruciale. A livello istituzionale, le partnership istituzionali e il piani d’azione settoriali già realizzati, ed inoltre gli “sportelli di solidarietà e di sicurezza sociale” (intervento di prossimità locale e comunitaria per una risoluzione integrata dei problemi), costituiscono un tentativo di adeguamento dei servizi amministrativi e sociali ai bisogni dei cittadini. Quanto alla partnership pubblico/privato, merita di essere ricordato l’incoraggiamento alla responsabilità sociale delle imprese. 4. PROMOZIONE DELLA PARITÀ DEI SESSI Si tratta di una preoccupazione che attraversa gli obiettivi del PAN (spesso in modo implicito) e che costituisce uno dei suoi settori prioritari d’intervento. Per quanto riguarda l’obiettivo 1, le priorità consistono nel promuovere l’uguaglianza delle opportunità nell’accesso all’occupazione e a garantire un trattamento non discriminatorio, nell’introdurre nella cultura dell’impresa l’idea della conciliazione tra vita professionale e vita familiare in quanto diritto dei lavoratori e delle lavoratrici, dovere dei datori di lavoro e responsabilità sociale delle imprese e, infine, nello sviluppare una rete di servizi di appoggio ai bambini e alle persone dipendenti al fine di favorire l’occupazione, la formazione e l’integrazione professionale delle donne. Per quanto riguarda l’obiettivo 2, la preoccupazione della parità tra i sessi è presente esplicitamente per quanto riguarda l’accesso alla società dell’informazione e alle tecnologie dell’informazione. A titolo dell’obiettivo 3, il PAN fa unicamente riferimento alle donne vittime della violenza domestica. Per quanto riguarda l’obiettivo 4, il PAN ricorda l’importanza della presa in considerazione sistematica della dimensione della parità uomo-donna nel quadro della partnership. Tuttavia, s’impongono sforzi supplementari nel senso di aumentare la mobilitazione delle organizzazioni femminili e/o che rappresentano gli interessi delle donne. 154 5. IL RUOLO DELL’FSE NELLA LOTTA CONTRO LA POVERTÀ E L’ESCLUSIONE SOCIALE A livello degli “strumenti” che contribuiscono alla realizzazione degli obiettivi di Nizza, i programmi operativi cofinanziati dall’FSE nel Quadro comunitario di sostegno III (2000-2006) nonché l’iniziativa comunitaria EQUAL sono speso ricordati, ma il PAN non presenta alcuna indicazione degli importi in gioco. Tuttavia, l’efficace articolazione tra i finanziamenti provenienti dal bilancio della sicurezza sociale dal QCS III viene citata come uno dei fattori che favoriscono lo sviluppo del Piano. Inoltre, il quadro d’azione che rappresenta il PAN costituisce un’occasione per evitare la dispersione degli interventi nazionali e comunitari e per razzionalizzarli attraverso la concentrazione dei mezzi e la specializzazione degli strumenti. Le risorse attribuite al Portogallo dai fondi strutturali a titolo dell’obiettivo 1 sono notevoli: il contributo dell’FSE rappresenta il 22% (€ 4 370 milioni) di questo aiuto; circa il 16% dell’assistenza FSE è dedicato specificamente al settore dell’integrazione sociale (e ciò costituisce un aumento rispetto al QCS II). Da notare inoltre il contributo indiretto degli altri settori d’intervento dell’FSE (politiche attive del mercato del lavoro e apprendimento permanente). Per quanto riguarda il QCS III, è opportuno ricordare, tra l’altro, i programmi “Occupazione, formazione e sviluppo sociale” (l’asse più importante in termini finanziari riguarda precisamente lo sviluppo sociale), “Istruzione” (lotta contro l’abbandono scolastico, il miglioramento dei livelli di scolarità, l’istruzione degli adulti), “Società dell’informazione” (acquisizione di competenze in TIC, lotta contro l’info-emarginazione), e “sanità” (uno degli assi si propone di migliorare l’accesso alle cure sanitarie di qualità). 155 FINLANDIA 1. Conclusioni Situazione e tendenze fondamentali Il sistema di sicurezza sociale finlandese si basa sul principio di universalità della protezione sociale e dei servizi sanitari e su un sistema globale di sicurezza del reddito. L’obiettivo consiste nell’offrire all’insieme della popolazione una protezione sociale e servizi sanitari prevalentemente finanziati attraverso l’imposta e la cui organizzazione è decentrata e rientra nell’ambito di competenza dei comuni. Il sistema di sicurezza dei redditi è, per sua stessa natura, un sistema di assicurazione sociale fondato sulla valutazione dei rischi, associato a prestazioni destinate a residenti. Nel 1998, la Finlandia ha dedicato il 27,2% del suo PIL alla protezione sociale, vale a dire un po’ meno della media dell’Unione europea. Questa struttura ha consentito di garantire un livello di povertà poco elevato rispetto agli altri paesi. Nel 1997, il 9% della popolazione finlandese viveva con un reddito inferiore al 60% del reddito mediano. La forte crescita economica della Finlandia (5,7%) è proseguita nel 2000, guidata nel settore delle esportazioni, in pieno sviluppo. È probabile che la crescita rimarrà ancora relativamente forte quest’anno (circa il 4%). Il tasso di occupazione ha raggiunto il 67,5% nel 2000. Approccio strategico La strategia del PAN integrazione per il prossimo decennio si basa su quattro politiche generali: la promozione della salute e della capacità di prendere parte alla vita attiva, il rafforzamento dell’attrattiva della vita professionale, la prevenzione e la lotta contro l’esclusione sociale, la garanzia di servizi efficaci e di un livello ragionevole di sicurezza dei redditi. Il PAN si propone in primo luogo di conservare la struttura di base del sistema di sicurezza sociale finlandese e di lavorare nell’ambito di questa struttura attribuendo il primato al lavoro. Questo processo sarà sistematicamente controllato e valutato dalle autorità finlandesi, tuttavia, eccettuato il tasso di povertà relativa, il PAN integrazione non precisa gli obiettivi e gli indicatori che saranno utilizzati. Misure politiche La Finlandia considera che il sistema universale di servizi e di trasferimenti dei redditi costituisca uno strumento politico efficace di lotta contro la povertà e l’esclusione sociale. Il sistema è stato completato attraverso trasferimenti di redditi e di servizi supplementari destinati ai gruppi che presentano un rischio di esclusione sociale. Il PAN integrazione risponde ai quattro obiettivi grazie a numerose misure la più parte delle quali sono volte a migliorare il sistema universale. Le misure comprendono, ad esempio, l’aumento del livello delle pensioni nazionali, una serie di attività di reinserimento professionale, il miglioramento dei servizi psichiatrici per i bambini e i giovani, la creazione di un mediatore per le questioni di discriminazione, l’attivazione delle persone anziane e una serie di raccomandazioni sulla qualità delle cure loro destinate. L’incidenza di bilancio di queste misure è stata valutata quando ciò era possibile. La Finlandia ha aggiunto in allegato al piano una tabella ricapitolativa che integra tutte le misure nell’ambito dei quattro obiettivi comuni e ripartisce queste misure in funzione dei fattori di rischio identificati. Sfide future Le principali sfide sono le seguenti: sviluppare sistemi di protezione per rendere l’accettazione di un impiego sempre finanziariamente vantaggiosa; evitare l’accumulazione dei problemi in talune categorie (ad esempio i disoccupati di lunga durata, gli individui con problemi mentali o i tossicodipendenti, le persone eccessivamente indebitate e le loro famiglie); concentrare le misure di sostegno sulle persone più vulnerabili; migliorare la cooperazione tra i vari attori interessati dalla prevenzione dell’esclusione sociale e della povertà; e infine rimediare il problema delle disuguaglianze regionali in modo da mantenere un livello di servizio sociale uniforme in tutto il paese. 156 1. PRINCIPALI SFIDE E TENDENZE La forte crescita economica (5,7%) è proseguita nel 2000 guidata dal settore delle esportazioni, in pieno sviluppo. Le fonti nazionali prevedono tuttavia un rallentamento della crescita (2,7%) per quest’anno, a causa in particolare si una minore domanda internazionale. L’occupazione è aumentata dell’1,5% nel 2000. Il tasso di occupazione era del 67,5% (70,6% per gli uomini e 64,4% per le donne). Malgrado la favorevole tendenza economica nel 2000, il tasso di disoccupazione è diminuito lentamente e rimane al 9,8% (9,1% per gli uomini, 10,6% per le donne). I problemi strutturale del mercato del mercato del lavoro si manifestano da un lato attraverso un tasso di disoccupazione comparativamente molto elevato tra i lavoratori poco qualificati o anziani e, d’altro lato, un aumento dei problemi di reclutamento in alcuni settori, in particolari i settori in crescita. A causa delle decisioni volte a limitare le spese, adottato in seguito alla recessione dell’inizio degli anni 90, che è stata seguita da un periodo relativamente lungo di crescita economica, la quota del PIL che la Finlandia ha dedicato alle spese sociali è passata al di sotto della media dell’Unione europea. Secondo i dati SESPROS di Eurostat, la Finlandia ha dedicato nel 1998 il 27,2% del PIL alla protezione sociale, contro 27,7% in media per l’Unione europea. Misurati in standard di potere d’acquisto (SPA), le spese finlandesi per abitante per la protezione sociale ammontano a 5181 SPA, cifra vicina alla media europea di 5379 SPA (dati del 1997). I dati armonizzati dal Panel europeo delle famiglie rivelano che nel 1997 il 9% (contro il 18% per l’Unione europea) viveva con un reddito inferiore 60% della mediana nazionale. I giovani adulti, i disoccupati e gli “altri inattivi” e i nuclei familiari composti da una sola persona sono quelli che presentano il più elevato rischio di povertà finanziaria. Tuttavia, il basso reddito è solo una delle dimensioni della povertà; al fine di misurare e analizzare tale fenomeno in modo più preciso, è necessario prendere in considerazione altri aspetti ugualmente rilevanti come l’accesso all’occupazione, all’alloggio, all’assistenza sanitaria e il grado di soddisfazione dei bisogni fondamentali. • le fonti nazionali indicano che il numero di persone che sono colpite da una qualche forma di emarginazione sociale grave sarebbe compreso tra 30 000 a 60 000, vale a dire dall’0,6 all’1,2% della popolazione finlandese. • l’elevato tasso di disoccupazione, in particolare la disoccupazione di lunga durata (pari al 2,8%), resta il principale problema sociale della Finlandia. • i principali fattori di rischio che possono comportare l’esclusione sociale sono l’emarginazione economica o finanziaria; i problemi di salute; l’emarginazione dal mercato del lavoro, l’emarginazione dal mercato dell’alloggio; l’emarginazione dal sistema educativo o un basso livello d’istruzione, ed inoltre altri tipi di emarginazione, come la criminalità, la tossicodipendenza, l’emarginazione culturale, ecc. • le differenze territoriali meritano particolare attenzione. 157 • L’emarginazione risulta spesso dall’accumulazione di numerosi problemi. Una delle principali sfide consiste nell’evitare l’accumulo simultaneo dei problemi di risorsa. 2. APPROCCIO STRATEGICO E PRINCIPALI OBIETTIVI Il sistema di sicurezza sociale finlandese si basa sul principio di universalità della protezione sociale e dei servizi sanitari e su un sistema globale di sicurezza del reddito. I residenti hanno normalmente diritti individuali di accesso ai servizi e alle prestazioni di base. Non vi è alcuna condizione di occupazione o di risorse, ma le persone che occupano un posto di lavoro godono di migliori prestazioni, che sono funzione dei loro redditi. I programmi hanno consentito di ottenere un basso livello di povertà rispetto agli altri paesi. la strategia del PAN integrazione per il prossimo decennio si basa su quattro politiche generali: la promozione della salute e della capacità di prendere parte alla vita attiva, lo sforzo volto ad aumentare l’attrattiva della vita professionale, la prevenzione e la lotta contro l’esclusione sociale, la garanzia di servizi efficaci e di un livello ragionevole di sicurezza del reddito. La Finlandia si sforza di mantenere la struttura di base del sistema esistente e di lavorare nell’ambito di questa struttura dando il primato al lavoro. La riforma del sistema di sicurezza sociale, della fiscalità e della tariffazione dei servizi deve essere proseguita affinché l’accettazione di un posto di lavoro sia sempre finanziariamente vantaggiosa. L’obiettivo è di migliorare non solo gli incentivi destinati alle famiglie ma anche gli incentivi istituzionali che riguardano le organizzazioni: particolare attenzione sarà dedicata agli incentivi a favore dei datori di lavoro, alla legislazione che disciplina i rapporti tra lo Stato e i comuni e al finanziamento da parte dello Stato delle finanze municipali. 2.1. La prospettiva strategica di lungo periodo Il Piano definisce i principali obiettivi strategici e tenta di identificare le sfide a lungo termine. La Finlandia si sforza di integrare un certo numero di elementi nuovi nel sistema attualmente esistente. Le politiche e le misure volte a migliorare il sistema di assistenza e di servizi universali testimoniano di una volontà di trovare soluzioni durevoli ai problemi. Il PAN integrazione riconosce tuttavia che le sfide prese in considerazione nel Piano richiedono anche di ricorrere ad azioni mirate specifiche. Riassumendo, esiste un ampio ventaglio di misure a vari livelli che tentano di affrontare i vari problemi. Uno degli obiettivi principali è di aumentare l’occupazione e soprattutto di tentare di ridurre la disoccupazione di lunga durata grazie ad una strategia di politica sociale attiva. Questa sfida è particolarmente importante in Finlandia. Pure essendo stata al centro delle preoccupazioni politiche e governative da molti anni, la disoccupazione di lunga durata non è diminuita come si sarebbero auspicato e colpisce una popolazione di disoccupati difficile da collocare. 2.2. Il contenuto innovativo del PAN integrazione Oltre all’insieme delle misure valutate, il Piano finlandese presenta numerose questioni che sono attualmente oggetto di un dibattito politico, nonché misure previste o proposte dai vari gruppi di lavoro. Tali misure saranno discusse ed esaminate 158 durante l’attuazione del Piano. Prendiamo alcuni esempi delle misure previste: la riforma del sistema di medicina del lavoro al fine di incorporare gli impieghi di breve durata; la promozione dell’occupazione dei disabili; lo sviluppo di un modello d’azione basato sulla responsabilità congiunta dei vari attori nell’ambito della società e la modifica delle responsabilità nel quadro del finanziamento dei sistemi di prestazione, al fine di aumentare le opportunità di accesso all’occupazione delle persone che rischiano di essere escluse dal mercato del lavoro; l’elaborazione nei comuni di una politica integrata degli alloggi in grado di trarre vantaggio degli alloggi già esistenti; l’esame su scala nazionale dei bisogni di sviluppo e dei sistemi di assistenza per i bambini scolarizzati (scuola materna, scuola primaria e insegnamento secondario); la creazione di una centro che lavora in collaborazione stretta con le ONG per studiare e seguire il fenomeno della povertà e dell’esclusione sociale. 2.3. Approccio coordinato e integrato I piani sono generalmente gestiti dall’amministrazione pubblica, soprattutto a livello regionale, e la Finlandia ha una grande esperienza nell’elaborazione di politiche basate su una base molto ampia. Le politiche nazionali nel settore dei redditi, delle imposte, dell’occupazione e degli affari sociali si sono sviluppate grazie alla collaborazione tra lo Stato, il comune e le parti sociali. Questa tradizione di partnership ha svolto un ruolo importante agli inizi degli anni 90, quando la Finlandia ha cercato di adeguare il suo sistema di politiche sociali alle nuove circostanze. Le parti interessate del settore associativo, le chiese, i settori pubblico e privato hanno aumentato la loro collaborazione nella lotta contro l’esclusione sociale. 2.4. Compatibilità degli approcci strategici e obiettivi rispetto al Piano d’azione nazionale occupazione Le misure del PAN integrazione classificate sotto la rubrica “emarginazione dal mercato del lavoro” sono state riportate nel PAN occupazione e sono compatibili. I due piani sono stati beneficiati da un gruppo interministeriale responsabile per il coordinamento delle questioni europee nel settore degli affari sociali. Inoltre, le parti sociali, che svolgono un ruolo importante nella politica sociale e dell’occupazione in Finlandia, hanno partecipato alla preparazione dei due PAN. 3. PRINCIPALI MISURE POLITICHE NELL’AMBITO DEI QUATTRO OBIETTIVI COMUNI 3.1.1. Facilitare la partecipazione al mercato del lavoro A causa dell’evoluzione del mercato del lavoro la domanda del mercato si rivolge principalmente alle persone che presentano un elevato livello d’istruzione e di qualificazione. È importante garantire una buona corrispondenza tra l’offerta e la domanda. Per favorire l’occupazione, gli elementi dissuasivi contenuti nel sistema di vantaggi fiscali sono stati soppressi. Nuovi tipi di servizi e varie categorie di impieghi sovvenzionati sono stati creati per promuovere l’impiego delle persone con basso livello d’istruzione e di qualificazione. Per porre fine all’emarginazione sociale, i principali metodi identificati dal PAN integrazione sono il riadeguamento professionale e tutte le misure di assistenza associate volte ad accrescere il controllo di ciascun individuo sulla propria esistenza. 159 Esistono inoltre misure volte a migliorare la capacità di lavoro delle persone anziane e a favorire la capacità d’inserimento professionale dei lavoratori immigranti. Per quanto riguarda la conciliazione tra la vita professionale e la vita familiare, i genitori con figli in età prescolare hanno un diritto soggettivo di custodia qualunque sia la loro situazione in materia di occupazione. Il PAN integrazione prevede di sviluppare le attività pomeridiane per i bambini scolarizzati. Al fine di agevolare l’istruzione e la formazione permanenti, viene progressivamente attuata una riforma che garantisce la sicurezza dei redditi agli adulti che seguono una formazione professionale. 3.1.2. Facilitare l’accesso alle risorse, ai diritti, ai beni e ai servizi per tutti Il sistema universale di servizi e di trasferimento dei redditi, che comprende tutte le persone che vivono sul territorio finlandese, viene utilizzato per minimizzare il rischio di esclusione sociale. Il regime di protezione sociale e il consenso generale di cui esso gode hanno preservato la Finlandia da una agitazione sociale eccessivamente virulenta all’inizio degli anni 90. le politiche di lotta contro l’emarginazione continueranno a basarsi principalmente sullo sviluppo del sistema universale, che potrà tuttavia eventualmente essere integrato da specifiche misure mirate. Il Piano fa riferimento a una serie di misure volte a migliorare il sistema di protezione sociale: coordinamento degli assegni di sussistenza e dei redditi per incoraggiare le persone ad accettare impieghi a tempo parziale; l’estensione del periodo di percezione di sussidi per il riadeguamento professionale di giovani disabili, al fine di aiutarli ad accettare un impiego senza dover rinunciare immediatamente alle loro indennità; aumento dell’affitto massimo accettato dal regime generale di assegno generale per l’alloggio; miglioramento dei servizi psichiatrici per i bambini e i giovani adulti. 3.2. Prevenire i rischi di esclusione Sono stati compiuti importanti sforzi in numerosi settori per prevenire le situazioni di crisi che possono comportare l’esclusione sociale. La ridistribuzione dei redditi riduce in modo molto efficace la povertà relativa in Finlandia. Nell'ottica della prevenzione, il PAN integrazione indica le misure seguenti: aumentare il livello delle pensioni nazionali; aumentare i complementi familiari associati all’assistenza sul mercato del lavoro; creare una riforma per aumentare l’efficacia dell’assegno preventivo di sussistenza; sottoporre la concessione degli assegni di disoccupazione ad esigenze di conformità con i programmi di ricerca del lavoro; fornire un’istruzione prescolare ai bambini; stabilire un fondo di perequazione che garantisca che la protezione dei bambini non dipende dalla situazione finanziaria del comune. 3.3. Aiutare i gruppi più vulnerabili I rischi d’esclusione sociale sono principalmente evitati grazie ai servizi fornito e alla sicurezza dei redditi, garantiti in nome del principio di universalità, ma l’esistenza di problemi di esclusione sociale dimostra che bisogna prevedere anche misure mirate. La Finlandia propone vari tipi di misure di adeguamento volte ad aumentare il controllo di ciascun individuo sulla propria esistenza. Vi è inoltre fatto riferimento a corsi innovativi degli istituti di formazione professionale per evitare l’emarginazione dal sistema educativo, nonché corsi per i giovani disoccupati; questi due tipi di attività sono cofinanziati dall’FSE. Il Governo propone di creare un mediatore per le questioni di discriminazione e per promuovere i buoni rapporti inter-etnici. Occorre 160 inoltre sviluppare la capacità del cittadino medio di integrarsi nella società dell’informazione. 3.4. Mobilitare tutti gli organismi interessati Nella struttura finlandese, la partecipazione e la mobilitazione di tutte le parti interessate rientrano nelle normali prassi amministrative e i rapporti tra gli organismi che non appartengono al sistema amministrativo sono disciplinati dalla legislazione e dalle prassi quotidiane. Tuttavia, il PAN integrazione propone nuove iniziative in materia, quali: lo sviluppo della cooperazione tra le autorità municipali nel settore della politica sociale attiva; il programma nazionale in materia di alloggio 'Periferie 2000'; lo sviluppo di servizi aperti per le persone che siano state curate per motivi psichiatrici; la creazione di centri di partnership regionali per le ONG. 4. PROMOZIONE DELLA PARITÀ DEI SESSI La struttura del sistema politico sociale, basato principalmente su diritti e doveri individuali e individualizzati, ha avuto un impatto favorevole sull’uguaglianza dei sessi. Il PAN integrazione considera le disparità tra gli uomini e le donne come un problema di grande rilevanza e sottolinea la necessità di promuovere l’uguaglianza dei sessi. I sistemi, basati sull’individuo, sono sostenuti da un sistema globali di servizi che facilita la conciliazione tra la vita professionale e familiare e facilita la partecipazione delle donne al lavoro. 5. IL RUOLO DELL’FSE NELLA LOTTA CONTRO LA POVERTÀ E L’ESCLUSIONE SOCIALE Il programma finlandese per l’obiettivo 3 prevede di dedicare quasi € 140 milioni, provenienti dall’FSE e da fondi pubblici nazionali, a misure specifiche dell’integrazione dei gruppi particolarmente vulnerabili e sfavoriti, il che rappresenta il 13% della spesa pubblica totale per il programma. Le misure d’integrazione sociale sono anche finanziate dai programmi regionali finlandesi. Inoltre, l’iniziativa comunitaria EQUAL si propone di combattere tutte le forme di discriminazione e di disuguaglianza e di prevenire l’esclusione sociale. L’FSE e i fondi pubblici nazionali destinati al programma EQUAL in Finlandia dispongono di un bilancio di € 145 milioni. In totale, i fondi attribuiti all’integrazione sociale dall’FSE e dai fondi pubblici nazionali rappresentano il 20% del totale dei fondi pubblici destinati ai programmi dell’FSE in Finlandia. 161 SVEZIA 1. Conclusioni Situazione e tendenze fondamentali Il sistema svedese di sanità e di assistenza sociale è universale e globale. Le prestazioni in materia di sicurezza sociale si basano essenzialmente sul principio della compensazione delle perdite di reddito e sui diritti individuali alle prestazioni di base per tutti i residenti del paese, qualunque sia la loro affiliazione sociale o professionale, la loro situazione matrimoniale o il loro sesso. Una crescita economica stabile (più del 3% in questi ultimi 3 anni) un tasso di occupazione elevato del 73%, e un tasso di disoccupazione relativamente basso costituiscono una base solida che consente alla Svezia di rafforzare le sue politiche di integrazione sociale e di lotta contro la povertà. Nel 1998 la Svezia ha speso il 33% del suo PIL in prestazioni sociali, la percentuale più elevata dell’Unione europea. Il tasso di povertà relativa è basso (12% nel 1997). Approccio strategico Il sistema di assistenza sociale svedese si basa su una politica di piena occupazione sia per gli uomini che per le donne e su un sistema di sicurezza sociale universale. Nel PAN integrazione il Governo s’impegna a migliorare ulteriormente il tasso d’occupazione (obiettivo: 80 % entro il 2004) e a rafforzare la giustizia sociale (obiettivo: ridurre della metà il numero di persone dipendenti dall’assistenza sociale entro il 2004). Per combattere la povertà, l’accento viene posto su una politica dell’occupazione dinamica. Optando per un sistema di sicurezza sociale universale che concede prestazioni in funzione dei redditi piuttosto che per un sistema che fissa livelli di prestazioni minimi, la Svezia ha adottato un approccio integrato basato sull’inserimento. L’uguaglianza tra gli uomini e le donne è un concetto integrato al sistema di assistenza sociale. I regimi universali, basati su reti individuali, facilitano l’uguaglianza dei sessi. Misure politiche Il PAN integrazione risponde ai quattro obiettivi comuni investendo ulteriormente nel sistema di assistenza sociale, e adeguando i regimi di protezione sociale affinché essi corrispondano meglio alle persistenti sacchi di povertà. Il PAN integrazione comprende un gran numero di forme globali e di misure specifiche in tutti i settori, integrate in un approccio globale dell’integrazione sociale. Le misure d’inserimento nel mercato del lavoro si propongono di offrite ai disoccupati tirocini o esperienze di lavoro quando non sia disponibile alcun posto di lavoro. Il principio del “lavoro prima di tutto” spinge alla creazione di misure efficaci volte a dare agli individui la possibilità di trovare un impiego e di raggiungere l’autosufficienza economica. La riforma delle pensioni cerca di migliorare l’integrazione sociale. Il PAN integrazione propone inoltre investimenti a tutti i livelli d’istruzione, una riforma della formazione professionale e dell’istruzione permanente, nonché una strategia di miglioramento delle competenze e delle possibilità di accesso alle tecnologie dell’informazione. Sfide future la principale sfida futura sarà di continuare a consolidare il sistema di assistenza sociale, in particolare la politica di piena occupazione e il sistema sicurezza sociale universale. Solamente aumentando il tasso d’occupazione il paese potrà finanziare in modo adeguato le spese sanitarie e pensionistiche per i più anziani o ridurre le esigenze di prestazioni o sovvenzioni sociali. Altre sfide sono state identificate per impedire l’esclusione sociale di coloro il cui livello di vita è stato gravemente colpito dalle crisi economiche, per proteggere meglio le persone minacciate di esclusione a causa di una invalidità, della loro origine etnica, di un’istruzione incompleta o insufficiente, di difficoltà di integrazione sul mercato del lavoro o poiché abitano in zone o regioni sfavorite, e per sostenere ulteriormente i 162 più vulnerabili (gli alcolisti e i tossicodipendenti, i senzatetto, i bambini a rischio e le persone che soffrono di disabilità mentali). 163 1. PRINCIPALI SFIDE Il sistema sanitario e di assistenza sociale svedese è universale e globale e il sistema di sicurezza sociale si basa essenzialmente sul principio della compensazione delle perdite di reddito e sui diritti individuali alle prestazioni di base per tutti i residenti del paese, qualunque sia la loro affiliazione sociale o professionale, la loro situazione matrimoniale o il loro sesso. L’accesso non è soggetto ad alcuna esigenza di base, ne in termini di occupazione ne in termini di reddito, anche se le persone che lavorano ricevono prestazioni superiori, calcolate in funzione del loro reddito. Nel corso degli ultimi tre anni il PIL ha avuto una crescita superiore al 3% all’anno (3,6% nel 2000), ma è previsto per quest’anno un rallentamento (2%). Nel 2000 il tasso di occupazione era del 73% (71% per le donne e 74,8 % per gli uomini), vale a dire uno dei più elevati dell’Unione. Il tasso di disoccupazione continua diminuire: dal 7,2% nel 1999 è passato al 5,9% nel 2000 (5,8% per le donne e 6% per gli uomini). Il tasso di disoccupazione di lunga durata rimane basso: 1,1 % per le donne e 1,7 % per gli uomini nel 2000. Secondo i dati SESPROS di Eurostat, nel 1998 la Svezia ha dedicato il 33,3% del suo PIL alla protezione sociale, la percentuale più elevata tra gli Stati membri dell’Unione europea (che ha dal canto suo una media del 27,7%). La legge finanziaria della primavera 2001 indica che la percentuale di persone che vivevano al di sotto della soglia di povertà relativa (meno del 50% del reddito medio) è regolarmente aumentata tra il 1991 7,2%, e 199829 9,1%. Sulla base dei dati armonizzati del Panel europeo delle famiglie, il tasso di povertà relativa (stimato al 60% del reddito mediano nazionale) era del 12% nel 1997. Tuttavia, il basso reddito è solo una delle dimensioni della povertà; al fine di misurare e analizzare tale fenomeno in modo più preciso, è necessario prendere in considerazione altri aspetti ugualmente rilevanti come l’accesso all’occupazione, all’alloggio, all’assistenza sanitaria e il grado di soddisfazione dei bisogni fondamentali. Dopo la ripresa economica, il paese ha riformato la sua politica sociale è ha aumentato le sue risorse. Rimangono tuttavia le seguenti sfide: – L’allargamento del sistema di assistenza sociale ha comportato un aumento dei costi, dovuto all’allungamento dei periodi di versamento di prestazioni e all’aumento del numero di famiglie che beneficiano di tali prestazioni per lunghi periodi (i giovani e le famiglie che ospitano rifugiati e lavoratori immigranti). Per rimediare questo problema, si è deciso di rendere il sistema meno generoso e più restrittivo, in particolare attraverso l’utilizzazione di criteri di ammissibilità più rigidi e la fissazione di tetti per le prestazioni. Il ristabilimento del sistema sociale garantisce la sua vitalità e la sua stabilità. – Il sistema di sicurezza sociale svedese è riuscito a fronteggiare la recessione economica è impedire che essa si trasformasse in crisi sociale, ma alcuni 29 Calcolato a partire dal reddito medio delle famiglie per unità di consumo e utilizzando I dati nazionali, il tasso di povertà relativa cade al 3,9 % nel corso dello stesso periodo. 164 gruppi di popolazione, come i giovani, gli immigrati e i genitori soli sono stati colpiti più duramente di altri. La sfida consiste precisamente nell’aiutare questi gruppi. – Un’altra sfida consiste nel migliorare la situazione dei più vulnerabili. Malgrado la mancanza di dati disponibili, sembra che la situazione dei più vulnerabili (bambini a rischio, gli alcolisti e i tossicomani, i senzatetto, le persone che vivono in alloggi sovrappopolati, i criminali e le prostitute) si sia deteriorata sotto molti punti di vista. È anche necessario interessarsi ai bisogni dei disoccupati di lunga durata, dei disabili, degli anziani, e di quelli nati al di fuori del territorio svedese. – Le differenze regionali in termini reddito disponibili non sono molto pronunciate, ma la segregazione socioeconomica ed etnica si è aggravata nel corso degli anni 90. Tuttavia, questa tendenza non è eccessivamente grave ne particolarmente ben definita. La segregazione etnica è particolarmente importante. 2. APPROCCIO STRATEGICO E PRINCIPALI OBIETTIVI Il sistema di assistenza sociale svedese si basa su una politica occupazione sia per gli uomini che per le donne e su un sistema di sicurezza sociale universale. Il Governo si è impegnato a migliorare ulteriormente il tasso di occupazione e la giustizia sociale. L’obiettivo è di raggiungere un tasso di occupazione dell’80% per le persone tra i 20 e 64 anni, vale a dire che l’80% di questa fascia di popolazione dovrà avere un impiego stabile entro il 2004. l’obiettivo di giustizia sociale è di ridurre della metà la dipendenza dall’assistenza sociale tra il 1999 e il 2004. Per combattere la povertà, l’accento viene posto su una politica dell’occupazione dinamica. L’ambizione della politica svedese dell’occupazione e di ridurre disoccupazione e di pervenire a un tasso di occupazione molto elevato per gli uomini e per le donne, qualunque sia il loro ambiente sociale o la loro origine. Per migliorare la giustizia sociale, il Governo auspica quanto segue: 1) garantire che i gruppi il cui livello di vita ha subito importanti riduzioni durante la crisi economica non siano esclusi dalla società (si tratta principalmente dei giovani, dei genitori soli, di alcuni gruppi di immigranti e di rifugiati); 2) proteggere meglio i gruppi minacciati di esclusione sociale a causa di un’invalidità, della loro origine etnica, di un’istruzione incompleta o insufficiente, di difficoltà d’integrazione sul mercato del lavoro o poiché abitano in zone o regioni sfavorite; 3) sostenere ulteriormente i gruppi più vulnerabili. Devono essere adottate alcune misure per curare e sensibilizzare gli alcolisti e i tossicomani, ridurre il numero dei senzatetto, proteggere i bambini a rischio e le persone che soffrono di handicap mentale. Optando per un sistema di sicurezza sociale universale che concede prestazioni in funzione dei redditi piuttosto che per un sistema che fissa livelli di prestazioni minimi, la Svezia ha adottato un sistema che, a suo parere, è meno caro da gestire di un sistema di prestazioni soggette a condizioni di reddito e che reca maggiori vantaggi ai meno favoriti. 165 2.1. La prospettiva strategica di lungo periodo Considerando la politica di pieno impiego del paese e il suo sistema universale sociale completato da regimi basati sui redditi, gli approcci strategici e gli obiettivi fondamentali sono correttamente definiti. Quando non risultano casi di esclusione sociale o di povertà, ci si dedica a rafforzare l’assistenza sociale per tutti. Se le previsioni di crescita economica risulteranno giuste, gli obiettivi a lungo termini saranno raggiunti. In caso di crescita inferiore, sarà sufficiente rafforzare il quadro di funzionamento della politica di assistenza sociale per superare gli eventuali problemi. Il PAN integrazione non precisa come la strategia che sottende il sistema di assistenza sociale potrà lottare efficacemente contro la povertà e l’esclusione sociale, e non definisce l’importanza e il potenziale dei regimi universali. Inoltre, il PAN integrazione non indica chiaramente il modo in cui le varie misure esposte contribuiranno a raggiungere l’obiettivo centrale che consiste nel diminuire della metà il numero di persone dipendenti dall’assistenza sociale. Tuttavia, i progressi saranno misurati entro il 2004. 2.2. Il contenuto innovativo del PAN integrazione La forza delle politiche svedesi contro la povertà e l’esclusione sociale risiede nel sistema sociale universale sopra descritto. Tale sistema costituisce una base solida per lo sradicamento delle principali fonti di povertà e di esclusione sociale. Tuttavia, sono ancora necessarie misure precise destinate a casi particolari o a gruppi di persone, tali da consentire innovazioni future. Il PAN integrazione menziona alcuni uffici di mediatori, chiamati ombudsman (per i disabili, i bambini). La Svezia possiede una lunga tradizione di ombudsman in vari settori. Tipicamente svedese, questa istituzione che lotta contro la povertà e l’esclusione sociale potrebbe essere considerata come innovazione, per la quale sarebbe necessario fornire un complemento d’informazione. 2.3. Approccio coordinato e integrato Nel quadro del sistema di assistenza sociale, il coordinamento e l’integrazione delle politiche sono principalmente gestiti dalla legge e dalle norme amministrative. Gli organismi che non appartengono all’amministrazione possono dare la loro opinione. Grazie a questo principio, la politica sociale generale prende in considerazione tutti gli aspetti pertinenti del problema della povertà e l’esclusione sociale. Anche se non viene chiaramente indicato, sembra che esista un giusto equilibrio tra le politiche dell’occupazione e le misure volte a rafforzare i sistemi sociali, nonché obiettivi fondamentali chiaramente definiti in entrambi i settori (vedi il successivo punto 3.4.). Il PAN integrazione fa riferimento agli sforzi compiuti dal Governo e da numerosi altri organismi e gruppi d’interesse, anche se non è possibile determinare in quale misura la partecipazione degli organismi che non appartengono all’amministrazione abbia veramente contribuito all’elaborazione del PAN integrazione. Altre parti interessate dovrebbero essere incoraggiate al coinvolgimento nella lotta contro la povertà. 166 2.4. Compatibilità tra gli approcci strategici e il Piano d’azione nazionale occupazione La Svezia ha risolto il problema della compatibilità e del coordinamento con il PAN occupazione aggiungendo tale aspetto nell’allegato 1 del PAN integrazione. Il potenziale della politica dell’occupazione per il sistema di assistenza sociale non è analizzato in modo soddisfacente nel PAN integrazione, e neppure i vincoli con la politica sociale nel PAN occupazione. Anche se sembra esistere un coordinamento politico tra questi due aspetti del sistema sociale svedese, ciò non è chiaramente espresso nel PAN integrazione. 3. PRINCIPALI MISURE POLITICHE NELL’AMBITO DEI QUATTRO OBIETTIVI COMUNI 3.1.1. Facilitare la partecipazione al mercato del lavoro Dal momento che la politica di pieno impiego è la pietra angolare del sistema di assistenza sociale svedese, il PAN integrazione sottolinea il ruolo di tale politica nella lotta contro la povertà. Per facilitare l’accesso all’occupazione, la Svezia ha optato per il principio di attivazione e di valorizzazione delle competenze. Il principio del “lavoro prima di tutto” spinge all’adozione di misure efficaci volte a dare alle persone la possibilità di trovare un’occupazione e di essere economicamente autosufficienti. Le regole del regime di assicurazione contro la disoccupazione sono state modificate per rafforzare la motivazione a trovare un lavoro. Inoltre, è stato introdotto l’anno scorso un regime di garanzia dell’attività. Anche le riforme del sistema educativo cercano di facilitare l’integrazione al mercato del lavoro, in particolare tramite l’offerta di formazione professionale qualificante, di nuovi programmi d’insegnamento post-secondario e una nuova legislazione per lo sviluppo dell’istruzione permanente. Affinché tutti i genitori (uomini e donne) possano accedere al mercato del lavoro e rimanervi, i congedi parentali sono stati aumentati di 30 giorni e portati a 480 giorni in totale se i due genitori utilizzano almeno 60 giorni ciascuno. 3.1.2. Facilitare l’accesso di tutti alle risorse, ai diritti, ai beni e ai servizi Un sistema di assistenza sociale universale comporta il rispetto dei diritti dell’individuo e la garanzia che tutti possano accedere alle prestazioni sociali, all’istruzione, ai servizi sanitari e di assistenza e agli alloggi. Ciascuno ha il diritto di percepire risorse finanziarie ragionevoli in caso di perdita del reddito. Per garantire tale accesso a tutti, la Svezia ha lanciato numerose misure e riforme. Ad esempio la situazione economica degli anziani è stata migliorata: il regime pensionistico di vecchiaia è stato riformato in funzione dei redditi guadagnati nell’insieme della vita professionale e comporta una copertura di base sotto forma di una pensione destinata alle persone prive di reddito o con reddito particolarmente basso. Per facilitare l’accesso all’istruzione, sono stati realizzati investimenti a tutti i livelli. È stata riformata la politica degli alloggi: le autorità locali sono tenute ad esempio a pianificare la loro offerta di alloggio in modo tale di offrire a tutti un alloggio decente. Un Piano d’azione nazionale per lo sviluppo dei servizi sanitari dovrebbe migliorare la presa a carico medica. Una nuova legge sui servizi sociali è volta ad ampliare il 167 diritto all’assistenza di ciascun individuo. Il servizio dell’Ombudsman per le persone disabili prevede di creare un centro nazionale di accessibilità. 3.2. Prevenire i rischi di esclusione Uno dei principali obiettivi del Governo è di proteggere maggiormente i gruppi minacciati di esclusione sociale per qualunque motivo. La situazione dovrà essere oggetto di un analisi annuale per consentire l’adeguamento delle misure adottate. Il PAN integrazione presenta numerosi piani e misure in materia, come il Piano d’azione nazionale contro il razzismo, la xenofobia, l’omofobia e la discriminazione, che è stato recentemente presentato per facilitare la formulazione di legislazioni generali contro la discriminazione. Le misure di integrazione digitale s’interessano al potenziale delle TIC per le persone disabili. Le iniziative adottate per migliorare la “cultura digitale” dei gruppi sfavoriti o per iniziare gli anziani alle TIC non sono menzionate. 3.3. Aiutare i gruppi più vulnerabili Anche le strategie governative di sostegno ai più vulnerabili dovranno essere valutate tutti gli anni. Le misure e i piani proteggono i più vulnerabili, come i bambini a rischio, gli alcolisti e i tossicomani, i senzatetto, le persone che vivono in alloggi sovrappopolati, le persone che hanno compiuto reati e le prostitute, nonché i disoccupati di lunga durata, i disabili, gli anziani e i lavoratori immigranti. Per migliorare l’integrazione sociale, è stato specificamente nominato un funzionario incaricato di sottoporre proposte per applicare le due direttive dell’Unione europea contro la discriminazione. Il Governo ha stanziato fondi che serviranno, tra il 1999 e il 2003 a lottare contro la segregazione discriminatoria sociale ed etnica in zone urbane e a far sì che le donne e gli uomini di tutte le etnie vivano in queste regioni in condizioni di vita uguali. 3.4. Mobilitare tutti gli organismi interessati Dal momento che esiste in Svezia una lunga tradizione di associazioni di volontariato, il Governo destina ogni anno sovvenzioni a un centinaio di organizzazioni che operano nel settore sociale. Per ampliare la base di conoscenze e sviluppare il lavoro di queste organizzazioni, è stato creato nel 2001 un segretariato presso la direzione nazionale della sanità e degli affari sociali. Affinché la lotta contro l’emarginazione si generalizzi, le agenzie governative preparano piani d’azione al fine di promuovere la diversità etnica nell’ambito del loro personale. Per aumentare le opportunità dei richiedenti asilo, dei rifugiati e degli altri immigranti recentemente arrivati, un gran numero di autorità pubbliche hanno concluso un accordo al fine di migliorare il coordinamento. Varie misure hanno sottolineato le responsabilità sociali delle imprese. 4. PROMOZIONE DELLA PARITÀ DEI SESSI Il regime universale, attribuendo gli stessi diritti a tutti, sono di perse stessi strumenti di promozione dell’uguaglianza, in particolare tra gli uomini e le donne. La promozione dell’uguaglianza tra uomini e donne e inerente alla struttura. Ciò può costituire il motivo per il quale esistono pochi riferimenti specifici a tali questioni. Se 168 è vero che la Svezia cerca da tempo di promuovere l’uguaglianza delle opportunità e ha ottenuto buoni risultati in materia, la promozione dell’uguaglianza dei sessi non è mai affrontata; questa prospettiva non è mai presa in considerazione negli obiettivi, nelle azioni o nei processi di valutazione. 5. IL RUOLO DELL’FSE NELLA LOTTA CONTRO LA POVERTÀ E L’ESCLUSIONE SOCIALE Il cofinanziamento totale dell’FSE nel periodo 2000-2006 ammonta a € 2,78 miliardi per l’obiettivo 3, a € 44 milioni per l’obiettivo 1 e a € 172,4 milioni per i programma EQUAL, comprendendo i fondi privati, quelli pubblici e quelli dell’FSE. Il 14,5% dei programmi degli obiettivi 3 e l sono dedicati alla promozione dell’uguaglianza delle opportunità. EQUAL è interamente dedicato alla lotta contro la discriminazione. Malgrado questi programmi, il ruolo dell’FSE è quasi inesistente nel PAN integrazione. Il fondo viene menzionato solo nei riferimenti al PAN occupazione e nel capitolo che descrive le azioni dell’FSE in Svezia. Il PAN integrazione non indica come i programmi dell’FSE potrebbero sostenere la politica sociale del paese. 169 REGNO UNITO 1. Conclusioni Situazione e tendenze fondamentali Grazie alle buone prestazioni economiche, i tassi di occupazione sono elevati e le cifre della disoccupazione globale e della disoccupazione di lunga durata sono basse. Malgrado ciò, persistono sostanziali differenze di reddito. Il Regno Unito aveva nel 199730 un tasso di povertà relativa (reddito inferiore al 60% della mediana nazionale) del 22%. Un bambino su tre vive in una famiglia che si trova al di sotto di questa soglia di povertà. quasi 2 milioni di bambini vivono in nuclei familiari nei quali nessuno svolge attività lavorative. Le persone senza lavoro sono concentrate in alcuni gruppi sociali e zone geografiche. Taluni di questi gruppi sono particolarmente esposti all’esclusione sociale: i bambini che vivono in istituti di assistenza, i senzatetto, i genitori adolescenti e soli, alcune minoranze etniche, i disabili mentali e gli invalidi. È maggiore la proporzione di donne tra gli adulti poveri. Le numerose persone vittime di povertà persistente non hanno potuto costituirsi una pensione complementare decente e vivono oggi in condizioni di povertà. Un problema particolarmente grave è la concentrazione della povertà in alcune zone geografiche (i centri delle città, i quartieri costituiti da alloggi sociali e alcune zone rurali) colpite da problemi intercorrelati di esclusione sociale. Approccio strategico La strategia del Regno Unito affronta il problema in funzione del ciclo di vita, grazie ad interventi adeguati ai bisogni dei vari gruppi di età, e ciò nel contesto di un regime di protezione sociale universale. Il Regno Unito ritiene che l’occupazione sia il miglior modo per uscire dalla povertà, a che costituisca anche un essenziale fattore di prevenzione. Il paese è particolarmente concentrato nella lotta contro la povertà infantile e si è impegnato a sradicarla entro 20 anni. Considerando la complessità del problema, il Regno Unito ha adottato un approccio di lungo periodo. Il PAN integrazione fa riferimento unicamente ad un insieme di misure esistenti e non annuncia nuove misure. Il Piano pone l’accento sugli obiettivi a lungo termine (2020) suddivisi in sotto-obiettivi riguardanti gruppi o zone geografiche specifici. Una serie di indicatori innovativi misurano i progressi compiuti. Il PAN integrazione contiene scarsi particolari sulla promozione dell’uguaglianza tra gli uomini e le donne. Le amministrazioni decentrate sono responsabili di un gran numero di misure di lotta contro la povertà e l’emarginazione; ciascuna è responsabile per lo sviluppo della propria strategia volta a risolvere i problemi incontrati sul suo territorio. Il Governo britannico e le amministrazioni decentrate perseguono lo stesso obiettivo: sopprimere la povertà e promuovere l’integrazione. I loro approcci strategici sono analoghi. Misure politiche Il Regno Unito risponde ai quattro obiettivi. Propone una serie di politiche e di nuove riforme concepite per aumentare le possibilità di lavoro e gli incentivi a svolgere attività lavorative, rimediando ai problemi posti dai bassi redditi e dalla scarsità di qualifiche. Il PAN integrazione fornisce solo pochi esempi dell’approccio del Regno Unito volto a garantire l’accesso ai servizi. La prevenzione dell’emarginazione pone particolarmente l’accento sulle politiche che vanno in aiuto dei bambini sin dalla più tenera età. La riforma delle pensioni dovrebbe consentire di impedire ulteriormente che alcune categorie di persone, in particolare i genitori soli, cadano nella povertà al momento della pensione. Il PAN integrazione identifica alcuni gruppi vulnerabili che richiedono interventi supplementari. Dedica particolare attenzione ai bambini che vivono in istituti o che ne escono, alle adolescenti incinte, ai tossicodipendenti, ai senzatetto e ai disabili mentali. La Partnership locale costituisce un importante elemento dell’approccio britannico e le parti interessate sono strettamente coinvolte nell’applicazione delle politiche. Si dispone spesso di un margine per 30 Il 18% nel 1996. L’aumento è dovuto all’interruzione della serie statistica dei dati del Panel europeo delle famiglie per il Regno Unito. 170 “adeguare” i programmi alle situazioni locali. Tuttavia, a livello nazionale, le ONG e le due principali parti sociali sono coinvolte in modo meno intenso. Sfide future La sfida principale per il Regno Unito rimane quella di occuparsi dei molti bambini che vivono in condizioni di povertà. La lotta contro l’emarginazione deve inoltre essere diretta contro le ineguaglianze continue di reddito e la concentrazione dei disoccupati e degli inattivi in alcuni gruppi di popolazione e zone geografiche. È importante che il Regno Unito continui a sviluppare correttamente misure ben coordinate affinché le sue politiche mirate garantiscano a tutti un accesso a servizi di qualità, in particolare in materia di salute, di alloggio e d’istruzione. Ciò è particolarmente importante nelle zone meno favorite. Il decentramento e l’accento posto sull’aspetto locale indicano che il Regno Unito deve garantire un funzionamento efficace dei metodi di coordinamento affinché la strategia possa improntare le politiche locali, regionali e nazionali. Il problema della mancanza di qualifiche di base è fondamentale per il legame esistente tra i bassi salari e i periodi ricorrenti di disoccupazione. Considerando che le donne sono maggiormente suscettibili di ricadere e di rimanere al di sotto della soglia di povertà, i fattori PAN dovranno sistematicamente promuovere l’uguaglianza tra gli uomini e le donne. Un’altra sfida consisterà nell’occuparsi delle numerose persone (in particolare delle donne) che sono nell’impossibilità di costituirsi una sufficiente pensione, al fine di ridurre il numero di pensionati che vivono in povertà. 1. SFIDE E TENDENZE Malgrado le buone prestazioni economiche che hanno consentito di ottenere tassi di occupazione senza precedenti e di abbassare i tassi di disoccupazione globale e di disoccupazione di lunga durata, il fossato costituitosi tra i redditi e l’aumento del numero di persone che vivono in condizioni di povertà nel corso degli ultimi 20 anni comportano tutta una serie di sfide da raccogliere. Nel 1997, il 22% della popolazione britannica viveva in situazione di povertà relativa. Prima dei trasferimenti sociali, il tasso di povertà relativa era del 43% nel 1997, e ciò da un’idea dell’effetto correttivo dei redditi del sistema di protezione sociale. Nel 1998 il 26,8% del PIL del Regno Unito era destinato alle spese di protezione sociale, percentuale leggermente inferiore alla media dell’Unione europea (27,7%). Tuttavia, il basso reddito è solo una delle dimensioni della povertà; al fine di misurare e analizzare tale fenomeno in modo più preciso, è necessario prendere in considerazione altri aspetti ugualmente rilevanti come l’accesso all’occupazione, all’alloggio, all’assistenza sanitaria e il grado di soddisfazione dei bisogni fondamentali. Tra gli adulti, le donne sono le più colpite dalla povertà. La principale sfida rimane il numero di bambini che vivono in condizioni di povertà. Non è tanto il numero in sé che pone un problema, ma il fatto che quando i bambini crescono in una condizione di povertà persistente, la situazione può perdurare per più generazioni. Nel 1998/99, circa un bambino su tre viveva in una famiglia il cui reddito era inferiore al 60% della mediana nazionale. Ciò si spiega in parte con il fatto che molti vivono in famiglie nelle quali nessuno lavora. Il numero di famiglie “senza lavoro” è raddoppiato dal 1979. Nel 2000 circa 2 milioni di bambini vivevano in queste famiglie (vale a dire il 16% di tutti i bambini) e 800 000 di questi bambini crescevano in famiglie nelle quali entrambi i genitori erano dipendenti dall’assistenza sociale da più di 5 anni. Il problema della disoccupazione può essere aggravato da una mancanza di motivazione dovuta sia ai bassi salari proposti, sia alle perdite di prestazioni che 171 comporta la ripresa del lavoro. La recente introduzione dei crediti d’imposta versati ai lavoratori dipendenti per aiutare le persone a basso reddito dovrebbe consentire di migliorare la situazione. La disoccupazione è concentrata in alcuni gruppi sociali, zone geografiche e categorie ben definite di famiglia. I giovani non scolarizzati e senza lavoro tra i 16 e i 18 anni, i genitori soli (i più numerosi in tutta l’Unione europea), alcune minoranze etniche, i disabili, e le persone prive di qualifica hanno maggiori rischi di cadere in una situazione di povertà e di emarginazione. I bambini che vivono in istituti, le madri adolescenti, i tossicodipendenti, i senzatetto e i disabili mentali sono particolarmente esposti all’emarginazione. Nel 1998/99 una persona anziana su quattro viveva in una famiglia a basso reddito. Questa persistente povertà ha impedito a un gran numero di persone di costituirsi una pensione complementare decente. Il Regno Unito deve inoltre far fronte alla concentrazione della povertà in alcuna zone geografiche (i centri delle città, i quartieri costituiti da alloggi sociali e alcune zone rurali). Queste zone devono affrontare problemi molteplici e intercorrelati di elevata disoccupazione e di elevati tassi di mortalità, di divisione etniche, di criminalità e di grandi difficoltà d’accesso a servizi di qualità ( in materia di alloggi, d’istruzione e di sanità). Le principali tendenze saranno probabilmente se seguenti: la disoccupazione continuerà a concentrarsi in alcune zone e in alcuni gruppi principali, un elevato grado di inattività economica tenderà a persistere, in particolare tra gli uomini relativamente anziani (vi sono nel Regno Unito 2,3 milioni di uomini di età di lavoro ma inattivi); i livelli di qualifiche di base resteranno bassi e continueranno ad essere collegati a periodi ricorrenti di disoccupazione, infine i livelli di povertà infantile rimarranno elevati. Gli schemi di crescita dell’occupazione previsti sono suscettibili di aggravare questo problema, dal momento che la crescita riguarda essenzialmente i posti di lavoro altamente qualificati e le località con basso tasso di disoccupazione. 2. APPROCCIO STRATEGICO E PRINCIPALI OBIETTIVI Il Regno Unito possiede un sistema di protezione sociale universale basato su prestazioni minime accessibili a tutti. L’idea è di risolvere i problemi in funzione del ciclo di vita. Gli interventi sono adeguati ai bisogni dei vari gruppi di età per evitare che le condizioni sfavorevoli si trasmettano alle generazioni future. Il Regno Unito ritiene che l’occupazione sia il miglior modo per uscire dall’esclusione sociale. Gli obiettivi strategici sono determinati, sia per i bambini e i giovani, sia per le persone in età lavorativa, sia per gli anziani. Altre misure sono destinate alle comunità sfavorite. Le misure di lotta contro l’emarginazione sociale associano le modifiche dei grandi programmi generali (come i sistemi fiscali e di prestazioni) e iniziative mirate su problemi o gruppi specifici. Le iniziative di questo tipo si sono recentemente moltiplicate e devono essere integrate per rimanere coerenti. Il principale obiettivo è di sradicare la povertà infantile nei prossimi 20 anni. Le politiche elaborate a tal fine hanno carattere essenzialmente preventivo. Tutte le amministrazioni decentrate si sono fissati obiettivi analoghi. Per le persone in età lavorativa, il fine di creare una società più integrante grazie a uno stato sociale in grado di offrire sostegno e opportunità a qualunque individuo in grado di lavorare e di garantire che i più vulnerabili possano svolgere un ruolo autonomo nella società. Per lottare contro la povertà dei pensionati, il paese si concentra oggi nell’alleviare i problemi degli attuali pensionati più poveri e, più a lungo termine, nel garantire la 172 sicurezza e l’indipendenza dei futuri pensionati. Una serie di politiche innovative si propongono di ridurre lo scarto tra le zone più povere e il resto del paese. A tal fine, è essenziale garantire che i principali servizi pubblici rispondano ai bisogni delle zone sfavorite. 2.1. La prospettiva strategica di lungo periodo Numerosi obiettivi sembrano rispondere ai principali problemi che deve risolvere il Regno Unito. Considerando la complessità e il carattere pluridimensionale del problema, è necessario adottare una strategia di lungo periodo. Il PAN integrazione presenta una serie di obiettivi a lungo termine (2020), ben mirati, organizzati in sottoobiettivi per i gruppi o le zone specifici e in obiettivi intermedi previsti per valutare i progressi compiuti. 2.2. Il contenuto innovativo del PAN integrazione Il PAN integrazione fa esclusivamente riferimento a un insieme di misure di lotta contro l’esclusione sociale già esistenti ma non indica nuove strategie. Una serie di indicatori innovativi misurano i progressi realizzati, non solo a livello nazionale ma anche a livello locale, e interessano in particolare il miglioramento degli standard nei settori che hanno avuto gli sviluppi più negativi. Una serie di "obiettivi minimi" definiscono le soglie al di sotto delle quali non è possibile cadere. Nell’approccio britannico, l’essenziale è realizzare gli obiettivi. A tal fine, viene posto particolare accento sulle attività volte a individuare le caratteristiche essenziali di ciascuna situazione, attraverso un controllo sistematico dei progressi compiuti e il ricorso a precisi meccanismi di valutazione. 2.3. Approccio coordinato e integrato Il decentramento ha importanti conseguenze nel Regno Unito. La Scozia, il Galles e l’Irlanda del Nord sono responsabili della maggior parte delle misure riguardanti la povertà e l’emarginazione e sono incaricate di mettere a punto una propria strategia di lotta contro questi problemi. Il Governo britannico e le amministrazioni decentrate condividono lo stesso obiettivo di sradicamento della povertà e promozione dell’integrazione sociale. Gli approcci sono molto simili. Un comitato ministeriale comune sulla povertà che riunisci i ministri del Regno Unito e delle amministrazioni decentrate è stato creato per elaborare una politica comune. Il decentramento e l’accento sulle risposte locali fanno del coordinamento una priorità affinché la strategia alla base delle numerose politiche locali regionali e nazionali rimanga coerente. La partnership costituisce un elemento estremamente importante dell’approccio britannico nell’applicazione delle politiche. Il Governo e le amministrazioni decentrate sanno che non possono essere efficaci senza la partecipazione attiva di tutte le parti interessate. Considerata l’ampiezza del problema, tutte le amministrazioni e tutti i ministeri devono trovare un accordo. È importante che il Regno Unito continui a sviluppare accordi coordinati nel quadro delle politiche da attuare al fine di garantire un accesso ai servizi di qualità per tutti. Per l’elaborazione del prossimo PAN integrazione occorrerà migliorare il processo di consultazioni a tutti i livelli, con un calendario più flessibile. 173 2.4. Compatibilità degli approcci strategici rispetto al Piano d’azione nazionale occupazione Considerando che l’approccio britannico si basa sull’occupazione quale fattore d’integrazione sociale, le politiche presentate nel PAN integrazione e nel PAN occupazione. Tali connessioni non sono tuttavia sottolineate nel PAN integrazione. 3. PRINCIPALI MISURE POLITICHE NELL’AMBITO DEI QUATTRO OBIETTIVI COMUNI 3.1. Facilitare la partecipazione al mercato del lavoro Le politiche volte a facilitare l’accesso al mercato del lavoro comprendono politiche attive del mercato del lavoro, una riforma del sistema fiscale e delle prestazioni sociali (crediti d’imposta per i bassi salari), e miglioramenti dell’occupazione grazie all’offerta di "servizi" per i disoccupati e gli inattivi. Il regime del New Deal costituisce la pietra angolare di tale approccio. Esso propone un’importante struttura di sostegno e di formazione ad un ampio gruppo di interessati: i giovani (obbligatorio a partire da 6 mesi di disoccupazione); le persone di età superiore a 25 anni (obbligatorio a partire da 18 mesi); e programmi volontari (genitori soli, disabili, persone di età superiore ai 50 anni e i partner dei disoccupati). La valutazione degli effetti del New Deal è stata relativamente positiva, in particolare per i giovani, e ciò ha comportato miglioramenti in tutti i programmi. Per lottare contro i fattori di disincentivazione al lavoro e i problemi di bassi salari che incontrano molti lavoratori, il Regno Unito utilizza sempre più metodi mirati di credito d’imposta per garantire un reddito minimo del lavoro. Tali misure saranno estese nel 2003 con l’introduzione di un credito d’imposta per le persone a basso reddito, con o senza figli. Come complemento, il salario minimo nazionale prevede una soglia minima di salario. Per migliorare i servizi offerti ai disoccupati e agli inattivi sarà operativo nell’ottobre 2001 un centro denominato "Jobcentre plus". Quest’agenzia che associa l’agenzia nazionale per l’occupazione e l’agenzia delle prestazioni, consentirà un approccio più incentrato sulle attività lavorative per il versamento delle prestazioni alle persone in età di lavoro in Gran Bretagna. Tutta una serie di politiche si dedicano alla lotta contro le disuguaglianze nella qualità e nell’accesso a tali servizi. Tuttavia il PAN integrazione fornisce solo pochi esempi dell’approccio britannico volto a garantire l’accesso ai servizi, senza affrontare l’accesso servizi giuridici, allo sport o alla cultura. Misure innovative di apprendimento permanente si propongono di attrarre coloro che non avevano la possibilità o la volontà di partecipare a corsi di apprendimento. Le politiche di promozione delle nuove tecnologie non sono bene illustrate nel Piano, ma si notano importanti sezioni. I centri "UK online" tentano di sviluppare le competenze nelle TIC e di ridurre i rischi di emarginazione di alcuni gruppi che si trovano dalla parte sbagliata della frontiera digitale. "learndirect" propone l’apprendimento via Internet e più di 1 000 centri ripartiti sul territorio britannico rendono l’insegnamento accessibile a tutti. L’accesso ad alloggi decenti costituisce un problema specifico del Regno Unito. Nel 1996, il 40% degli alloggi sociali e il 29% delle residenze private erano al di sotto degli standard di decenza. Il recente Libro verde "The Way Forward for Housing" definisce una strategia volta a migliorare la qualità degli alloggi in Inghilterra, sostenuta da un finanziamento supplementare di £1,8 miliardi. Nel Galles, 174 l’assemblea nazionale ha recentemente organizzato una consultazione su alcune proposte per una strategia nazionale nel settore degli alloggi definita "Better Homes for People in Wales". In Scozia, la legge sugli alloggi (Housing Act) recentemente adottata aumenta i poteri delle collettività locali per risolvere i problemi di alloggi e diminuire il numero dei senzatetto. Il Regno Unito offre un accesso universale ai servizi di assistenza sanitaria attraverso il Servizio sanitario nazionale (NHS). Il piano di riforma dell’NHS, che comprenderà un periodo di 10 definisce riforme che migliorano la qualità dei servizi sanitari e garantiranno l’uguaglianza di accesso a tali servizi in Inghilterra. 3.2. Prevenire i rischi di esclusione L’approccio del “ciclo di vita” pone l’accento sulla prevenzione dei rischi di emarginazione per i bambini. Una serie di misure sostenute da investimenti importanti si propongono di eliminare i principali fattori di rischio durante l’infanzia: sviluppo insufficiente sin dalla più tenera età, sanità, assiduità scolastica, paternità durante l’adolescenza e abbandono precoce della scuola, mancanza di formazione e di occupazione tra i 16 e i 18. il programma "Sure Start" è essenziale in questa lotta. È destinato alle zone nelle quali la maggior parte dei bambini vive in condizioni di povertà e si rivolge ai futuri genitori, ai genitori e ai figli per rompere il cerchio vizioso dell’handicap sociale. Il programma ha per obiettivo di migliorare i servizi a livello locale, di diffondere le buone prassi e di lavorare alla realizzazione degli obiettivi locali e nazionali che variano a seconda delle esigenze locali. La recente riforma dell’istruzione aiuta a migliorare il livello generale dell’insegnamento, come mostrano i progressi verso vari obiettivi nazionali. Altre misure (Early Istruzione Centres, Excellence in Cities, e New Community Schools) in Scozia sono concepiti per prevenire i rischi di esclusione nei gruppi di bambini più vulnerabili. L’Irlanda del Nord si è fissata l’obiettivo di ridurre il numero di allievi non assidui (2003). Per evitare l’emarginazione dei più anziani, il Regno Unito ha adottato misure volte a concentrare l’aiuto sugli attuali pensionati e a proteggere i futuri pensionati da rischi di emarginazione sociale. Sono stati compiuti passi per aiutare i disoccupati più poveri grazie alla garanzia del reddito minimo. A lungo termine la più importante causa di povertà presso gli anziani sarà l’assenza di una pensione complementare decente per migliorare la pensione di base dello Stato. Importanti riforme del sistema delle pensioni si propongono di risolvere questo problema attraverso gruppi destinatari a basso reddito, composti da persone che hanno lavorato in modo intermittente, incapaci di mantenere un lavoro retribuito a causa delle responsabilità familiari, di malattia o di stabilita, ecc. Sarà a loro versata una pensione statale complementare. L’impatto di questi nuovi sviluppi dovrà essere seguito da vicino 3.3. Aiutare i gruppi più vulnerabili Il PAN integrazione identifica numerosi gruppi vulnerabili le cui esigenze richiedono interventi specifici. Particolare attenzione viene dedicata ai bambini che si trovano o escono da istituti di assistenza, considerati come particolarmente esposti ai rischi di esclusione sociale. Il programma "Quality Protects" (in Inghilterra) intende modernizzare i servizi proposti ai bambini che vivono in istituti affinché riescano il loro passaggio all’età adulta. Sono stati fissati alcuni obiettivi per migliorare i risultati raggiunti dai bambini vulnerabili, in particolare la riuscita scolastica di coloro che lasciano gli istituti. È nel Regno Unito che vi è il maggior numero di gravidanze tra gli adolescenti (rispetto al resto dell’Europa occidentale). Questo problema suscita 175 quindi particolare attenzione. In Inghilterra il Governo ha creato un’unità incaricata del problema al fine di coordinare le iniziative volte a ridurre della metà il numero di gravidanze tra le adolescenti entro il 2010. Nel Galles, i progetto "Children First" ha definito un programma di 5 anni per migliorare i servizi sociali destinati ai bambini che si trovano in condizioni di necessità. Questo programma è sostenuto dalle iniziative locali. Le iniziative a favore delle persone in età lavorativa hanno come principale obiettivo quello di trovare loro un’occupazione. Una serie di misure di sostegno supplementari si rivolgono ai tossicodipendenti, ai senzatetto e ai disabili mentali. Per quanto riguarda le persone anziane vulnerabili, l’obiettivo è di offrire loro un reddito minimo decente, e migliorare l’acceso e la qualità dei servizi (sanità e servizi sociali, alloggi), e lottare contro i sentimenti di insicurezza che suscita la criminalità. Il PAN presenta misure a favore dei quartieri nell’obiettivo 4, per illustrare il fatto che tali misure hanno optato per un approccio di partnership. Tuttavia, la strategia britannica di lotta contro l’emarginazione ha una forte dimensione territoriale. Nel Galles, il programma Communities First offrirà un sostegno mirato alle comunità più sfavorite. Il programma denominato National Strategy for Neighbourhood Renewal spiega come il Governo intende ridurre lo scarto tra le zone sfavorite e il resto dell’Inghilterra. Le misure sono spesso attuate a livello locale e sono concepite per lottare contro i molteplici e intercorrelati problemi delle zone sfavorite. L’obiettivo è ambizioso. In un periodo che potrà andare dai 10 ai 20 anni, nessuno dovrà essere gravemente svantaggiato dal suo luogo di residenza. Una delle principali intenzioni della strategia è di adeguare i programmi nazionali alle zone più sfavorite. Il fondo Neighbourhood Renewal fornisce risorse supplementari alle autorità delle 88 più sfavorite. Sono state definite 26 zone prioritarie in materia di sanità (Health Action Zones) nelle quali si vogliono ridurre le disuguaglianze in materia. Le amministrazioni decentrate seguono approcci analoghi. In Scozia, il programma Social Inclusion Partnership intende promuovere l’integrazione nei quartieri particolarmente degradati. 3.4. Mobilitare tutti gli organismi interessati Per essere meglio applicate a livello locale, le politiche territoriali del Governo britannico e delle amministrazioni decentrate si basano ampiamente sulla partnership. I partner locali dispongono spesso di un margine di azione per adeguare i programmi alle loro esigenze locali. Le partnership locali strategiche riuniscono i settori pubblico e privato e le associazioni del volontariato per identificare le cause primarie del declino di una zona e far nascere idee per migliorare la situazione. Numerose collettività locali si sono impegnate, attraverso accordi locali di servizio pubblico (PSA) a raggiungere obiettivi definiti con i partner e le popolazioni locali. In Inghilterra l'unità competente per l’esclusione sociale ha la missione di integrare le azioni governative “incoraggiando le soluzioni comune". Questa unità si basa ampiamente sull’associazione dei partner ai suoi lavori. Si ricorre spesso, per questioni più specifiche, ad una consultazione più ampia a livello nazionale che coinvolge le ONG e soprattutto le due principali parti sociali del Regno Unito. 4. PROMOZIONE DELLA PARITÀ DEI SESSI Il PAN integrazione britannico riconosce che "le donne rappresentano la maggior parte degli adulti in situazioni di povertà e che sono più suscettibili di rimanervi" ma 176 il trattamento di questo aspetto è ineguale. Le sezioni del PAN integrazione dedicate alla Scozia presentano tuttavia una più coerente identificazione delle sfide da raccogliere. Viene fatto riferimento all’impegno ufficiale dell’Irlanda del Nord ha promuovere l’uguaglianza delle opportunità, in particolare tra uomini e donne. I quattro obiettivi abbordano l’uguaglianza tra uomini e donne in modo variabile. Questo elemento è presente nell’obiettivo 1, nel quale una serie di misure incoraggiano le donne a svolgere un ruolo più importante e più attivo nel mercato del lavoro ( ad esempio il programma New Deal per genitori soli e il progetto National childcare strategies volto a moltiplicare e a migliorare le strutture di custodia dei figli di età inferiore a 5 anni). La riforma in corso del sistema nazionale delle pensioni dovrebbe essere particolarmente vantaggiosa per le future pensionate. Nell’ambito dell’obiettivo 3, le madri adolescenti e i giovani che escono dagli istituti sono identificati come gruppi particolarmente vulnerabili. Pochi indicatori nell’ambito del Piano integrazione sono ventilati per sesso, anche se la maggior parte degli indicatori e degli obiettivi potrebbero essere facilmente ripartiti per sesso. Gli indicatori della Scozia sono in questo senso i migliori. 5. IL RUOLO DELL’FSE NELLA LOTTA CONTRO LA POVERTÀ E L’ESCLUSIONE SOCIALE I fondi strutturali hanno un ruolo fondamentale da svolgere nella lotta contro l’esclusione sociale nel Regno Unito. L’integrazione sociale costituisce uno dei temi principali dell’FSE. Nel finanziamento previsto per il 2000-2006, l’obiettivo 3 comprende tre programmi operativi (Inghilterra, Scozia, Galles) con un punto di vista più nazionale. Essi consentono a ciascun programma di modulare il finanziamento secondo le priorità nazionali. In Scozia, il 40% del bilancio dell’obiettivo 3 è destinato direttamente all’esclusione sociale. L’FSE si interesserà ai problemi direttamente collegati alla lotta contro l’emarginazione in tutti i settori prioritari. La più importante è la priorità numero 2, destinata agli individui o alle zone povere colpite da molteplici condizioni di svantaggio. I contributi dell’FSE nell’ambito delle altre quattro priorità non sono trascurabili. Negli obiettivi 1 e 2, l’FSE lavorerà in collaborazione con il FESR per creare un approccio adeguato a ciascuna zona al fine di favorire lo sviluppo economico comunitario. EQUAL svolgerà un ruolo importante adottando misure destinate ai gruppi emarginati, ma questo ruolo non è menzionato nel Piano. 177 ALLEGATO I Indicatori 178 ELENCO DEGLI INDICATORI UTILIZZATI NELLA RELAZIONE CONGIUNTA SULL'INTEGRAZIONE 2001 Indicatore Definizione Fonti dei dati + anni 1. Indice della Rapporto tra il reddito del 20% superiore e ECHP (1995, disparità dei quello del 20% inferiore della distribuzione 1996, 1997) redditi S80/S20 del reddito. 2. Coefficienti Gini 3a Tasso di povertà relativa al lordo dei trasferimenti con ripartizioni per età e sesso 3b 3c di La relazione tra porzioni cumulative della ECHP (1995, popolazione disposte secondo il livello di 1996, 1997) reddito rispetto alla porzione cumulativa dell'ammontare totale da esse ricevuto (in base al calcolo di Newcronos). Individui che vivono in famiglie dal reddito ECHP (1995, inferiore al 60% del reddito mediano 1996, 1997) nazionale equivalente. I gruppi di età sono: 1.0-15, 2.16-24, 3.25-49, 4.50-64, 5. 65+. Ripartizione per sesso per tutti i gruppi di età + totale Tasso di povertà relativa al lordo dei trasferimenti con ripartizioni in base all'attività più frequente Individui di età superiore ai 16 anni che ECHP (1995, vivono in famiglie dal reddito inferiore al 1996, 1997) 60% del reddito mediano nazionale equivalente. Tasso di povertà relativa al lordo dei trasferimenti con ripartizioni per tipo di famiglia Individui di età superiore ai 16 anni che ECHP (1995, vivono in famiglie dal reddito inferiore al 1996, 1997) 60% del reddito mediano nazionale equivalente. Attività più frequenti: 1.occupato, 2.lavoratore autonomo, 3.disoccupato, 4.pensionato, 5.inattivo-altro. Ripartizione per sesso per tutte le categorie + totale 1. famiglia di una persona, al di sotto dei 30 anni di età 2. famiglia di una persona, 30-64 anni 3. famiglia di una persona, oltre i 65 anni 4. due adulti senza figli a carico; almeno una persona di età superiore ai 65 anni 5. due adulti senza figli a carico; entrambi sotto i 65 anni 179 6. altre famiglie senza figli a carico 7. genitori soli, figlio a carico di età superiore a 1 anno 8. due adulti, 1 figlio a carico 9. 2 adulti, 2 figli a carico 10. 2 adulti, 3 o più figli a carico 11. altre famiglie con figli a carico 12. Totale 4. Dispersione Persone che vivono in famiglie dal reddito ECHP (1995, attorno alla inferiore al 40, 50 e 70% del reddito mediano 1996, 1997) soglia di povertà nazionale equivalente 5. Tasso di povertà relativa fissato ad un determinato momento 1995X: Tasso di povertà relativa utilizzando ECHP (1995, il 60% del mediano del 1995 moltiplicato per 1996, 1997) il fattore d'inflazione 1994/95 1996: Tasso di povertà relativa utilizzando il 60% del mediano del 1996 1996X Tasso di povertà relativa utilizzando il 60% del mediano del 1995 moltiplicato per il fattore d'inflazione 1994/96 1997: Linea di povertà relativa utilizzando il 60% del mediano del 1997 6. Tasso di povertà 1. Reddito originale ECHP (1995, relativa al netto 2. reddito originale +pensione di 1996, 1997) dei trasferimenti vecchiaia+reversibilità (=precedente definizione di 'al netto dei trasferimenti'). Ripartizione per sesso + totale 7. Persistenza della Persone che vivono in famiglie nelle quali il ECHP (1995, povertà relativa reddito familiare è stato inferiore al 60% del 1996, 1997) reddito mediano nazionale equivalente per tre anni consecutivi. Ripartizione per sesso + totale 8. Coesione regionale 9. Tasso di Totale popolazione disoccupata a lungo LFS (1995, disoccupazione termine (>12 mesi; def. OIL) quale 1997, 2000) percentuale del totale della popolazione Coefficiente di variazione dei tassi di LFS (1995, occupazione a livello NUTS 2. 1997, 2000) 180 a lungo termine attiva. Ripartizione per sesso + totale 10. Percentuale di Totale popolazione disoccupata a lungo LFS (1995, disoccupazione termine (>12 mesi; def. OIL) quale 1997, 2000) a lungo termine percentuale del totale della popolazione disoccupata. Ripartizione per sesso + totale 11. Tasso di disoccupazione a lunghissimo termine Totale popolazione disoccupata a lunghissimo LFS (1995, termine (>24 mesi; def. OIL) quale 1997, 2000) percentuale del totale della popolazione attiva. Ripartizione per sesso + totale 12. Giovani che abbandonano prematuramente la scuola e non seguono istruzione o formazione Percentuale del totale dei giovani tra i 18 e i LFS 2001 24 anni che hanno raggiunto un ISCED di livello 2 o inferiore e che non frequentano istruzione o formazione. 181 1. Rapporto S80/S20 1995 6,4 2,9 5,7 6,5 6,2 4,8 5,8 6,1 4,8 4,7 4,3 7,6 : : 6,0 5,7 B DK D EL E F IRL I L NL A P FIN S UK UE15T 1996 5,8 2,8 5,3 6,4 7,0 4,8 5,7 5,9 4,6 4,9 4,1 7,1 2,7 : 6,0 5,6 1997 5,5 2,7 4,7 6,8 6,7 5,0 5,4 6,0 : 4,6 3,9 7,4 3,0 3,4 7,4 5,7 Fonte: Eurostat, ECHP Nota: per il Regno Unito la serie si interrompe tra il 1996 e il 1997. Fino al 1996 per il calcoli è stato utilizzato l'ECHP. Dal 1997 in poi è stato utilizzato il panel nazionale convertito nel formato dell'ECHP 2. Coefficiente di Gini B DK D EL E F IRL I L NL A P FIN S UK UE15T 1995 37 22 31 35 34 30 34 33 29 29 28 38 : : 34 32 1996 34 22 30 34 35 29 34 32 28 31 26 37 22 : 34 32 1997 34 21 29 35 35 30 33 32 : 28 25 38 23 23 34 31 Fonte: Eurostat, ECHP 3a. Tasso di povertà relativa per gruppo d'età e sesso (60% del reddito mediano nazionale equivalente) Sesso Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Età Totale Totale Totale 0 - 15 0 - 15 0 - 15 16 - 24 16 - 24 16 - 24 25 - 49 25 - 49 25 - 49 50 -64 50 -64 50 -64 65+ 65+ 65+ 1995 17 17 18 19 18 20 24 26 21 12 10 14 18 18 17 24 24 25 B 1996 16 15 18 21 21 20 22 20 24 12 9 14 13 13 12 21 18 24 1997 15 13 16 15 13 17 23 20 26 10 8 12 14 15 14 22 22 21 1995 12 11 12 9 12 6 20 23 18 7 6 7 6 5 7 27 23 29 DK 1996 10 8 11 5 4 6 17 17 17 6 5 6 6 5 6 24 21 26 1997 8 7 9 3 3 4 14 15 13 4 5 4 5 5 5 22 19 25 1995 17 15 19 23 22 23 20 19 21 14 12 17 17 17 17 17 10 21 D 1996 16 14 17 22 22 21 21 18 23 13 12 14 12 11 14 16 11 19 182 1997 14 13 15 24 26 21 17 15 20 10 9 11 13 11 14 14 8 18 1995 22 21 23 19 19 19 23 23 22 15 14 16 24 21 26 36 35 36 EL 1996 21 21 21 20 21 19 23 24 23 15 15 15 20 18 22 33 32 35 1997 22 22 22 21 23 19 22 25 20 16 16 16 24 21 26 35 34 36 1995 20 20 20 24 24 25 23 23 24 17 17 18 19 19 19 15 16 15 E 1996 19 19 19 24 22 26 24 26 22 17 16 18 18 18 18 14 15 14 1997 19 19 19 25 23 27 23 22 24 18 17 18 17 17 17 15 15 14 Sesso Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Sesso Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Età Totale Totale Totale 0 - 15 0 - 15 0 - 15 16 - 24 16 - 24 16 - 24 25 - 49 25 - 49 25 - 49 50 -64 50 -64 50 -64 65+ 65+ 65+ Età Totale Totale Totale 0 - 15 0 - 15 0 - 15 16 - 24 16 - 24 16 - 24 25 - 49 25 - 49 25 - 49 50 -64 50 -64 50 -64 65+ 65+ 65+ 1995 17 16 17 20 20 19 27 24 29 12 11 12 14 13 14 18 17 20 1995 13 12 15 16 15 17 13 11 15 11 11 12 10 9 10 20 15 23 F 1996 17 17 18 22 23 21 28 25 32 12 12 13 14 16 13 17 15 19 A 1996 14 12 16 18 18 19 14 12 15 11 10 12 11 9 13 21 16 24 1997 17 17 17 24 27 21 30 28 32 11 11 12 14 16 12 17 14 19 1997 13 12 15 16 15 16 12 14 10 10 9 11 10 8 12 22 16 25 IRL 1996 19 18 20 26 25 28 19 18 20 15 14 17 13 15 12 21 14 26 1995 19 18 20 27 27 28 19 17 21 15 14 16 14 16 12 20 13 25 1995 23 22 25 26 25 28 19 18 21 17 16 17 24 21 27 39 38 40 P 1996 22 21 23 25 25 26 18 16 20 16 15 17 22 21 23 37 36 38 1997 23 22 25 29 29 30 21 20 22 17 15 18 21 19 23 37 34 39 1997 20 19 21 28 28 27 21 20 22 15 15 16 14 15 12 25 18 30 1995 : : : : : : : : : : : : : : : : : : I 1996 20 19 20 24 24 23 28 25 30 17 16 18 17 17 18 17 13 20 1995 20 19 20 24 25 23 28 27 30 17 16 18 18 17 18 16 14 18 FIN 1996 8 8 8 5 5 5 19 20 19 5 5 5 7 9 5 12 6 16 1997 9 8 9 7 6 7 19 18 19 7 8 7 6 5 6 9 5 12 1995 : : : : : : : : : : : : : : : : : : 1997 19 19 20 24 25 23 26 26 27 18 17 19 17 17 16 16 13 17 S 1996 : : : : : : : : : : : : : : : : : : 1995 12 11 13 16 16 17 12 11 14 10 10 11 11 11 11 12 9 14 1997 12 12 11 10 10 10 22 20 24 12 14 10 7 7 7 9 8 10 L 1996 12 12 12 17 22 12 18 16 20 9 8 10 10 9 11 9 8 9 1995 22 20 23 31 30 31 21 21 22 16 14 18 14 13 14 32 28 36 1997 : : : : : : : : : : : : : : : : : : UK 1996 18 16 20 26 25 28 19 16 22 12 11 14 13 11 15 25 22 27 1997 22 20 25 39 37 42 25 26 25 14 12 16 12 13 12 29 22 34 1995 11 11 12 13 12 13 24 21 27 9 8 10 8 7 8 8 8 8 1995 18 17 19 23 23 23 23 22 24 15 13 16 16 15 16 21 17 23 NL 1996 12 12 13 15 15 15 27 26 27 10 9 11 8 7 8 8 8 7 1997 13 12 14 13 13 13 24 24 24 9 8 10 6 5 7 : : : UE15T 1996 17 16 18 22 22 22 23 21 25 14 13 15 14 14 15 19 16 21 1997 18 17 18 25 25 24 23 22 24 13 12 14 14 14 14 19 15 22 Fonte: Eurostat, ECHP Le cifre che mostrano le ripartizioni per sesso per le famiglie composte da più persone sono basate sull'ipotesi di un'equa * Nel gruppo di età 18-24 anni è presente un significativo numero di persone che seguono l'istruzione a tempo pieno. In taluni Stati membri tali persone vivono principalmente o in parte grazie al reddito in natura trasferito loro dai genitori o dalla famiglia. Il reddito in natura non fa parte del concetto di reddito utilizzato nel presente Nota: interruzione della serie per il Regno Unito, si veda la tabella 1 3b. Tasso di povertà relativa con ripartizione per sesso e per attività più frequente (60% del reddito mediano equivalente) Attività più frequente TOTALE TOTALE TOTALE Occupato - non autonomo Occupato - non autonomo Occupato - non autonomo Autonomo Autonomo Autonomo Disoccupato Disoccupato Disoccupato Pensionato Pensionato Pensionato Inattivo - altro Inattivo - altro Inattivo - altro Sesso Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F 1995 17 16 18 4 4 4 17 19 12 35 46 27 20 21 20 28 31 27 B 1996 15 13 17 3 3 4 18 17 19 30 39 24 17 15 19 26 26 25 1997 15 12 16 4 4 3 15 16 12 29 34 26 18 18 18 24 21 25 1995 12 11 13 4 3 5 20 22 16 10 13 9 24 22 26 24 30 21 DK 1996 10 9 12 3 2 3 15 16 12 8 12 5 21 19 22 26 27 25 1997 9 8 10 3 2 3 13 18 2u 4 6 3 18 16 20 21 24 19 1995 16 13 18 8 7 8 10 7 14 40 42 37 20 17 22 27 26 27 D 1996 14 11 16 7 7 7 7 3 14 39 45 32 17 13 19 25 26 25 1997 12 10 15 6 5 6 5 4 8 35 39 32 15 12 18 23 24 22 1995 23 22 24 10 8 12 24 25 23 34 44 28 34 32 37 25 30 24 EL 1996 21 20 21 11 10 12 22 23 19 28 37 23 31 29 36 22 24 22 1997 23 22 24 11 10 13 23 24 18 38 45 34 36 32 40 24 29 23 1995 18 18 18 7 8 5 23 23 21 38 42 34 12 15 6 22 22 22 E 1996 18 18 18 6 7 6 30 31 27 34 39 28 11 14 6 21 22 21 1997 18 18 18 7 7 5 27 28 24 36 41 30 13 15 7 21 21 21 Attività più frequente TOTALE TOTALE TOTALE Occupato - non autonomo Occupato - non autonomo Occupato - non autonomo Autonomo Autonomo Autonomo Disoccupato Disoccupato Disoccupato Pensionato Pensionato Pensionato Inattivo - altro Inattivo - altro Inattivo - altro Sesso Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F 1995 15 14 16 7 7 6 15 15 14 36 43 31 17 15 18 28 29 28 F 1996 16 15 17 7 7 6 16 16 14 43 52 36 17 15 18 28 26 29 1997 16 14 17 6 7 5 17 18 16 38 42 33 15 14 17 31 28 32 1995 16 14 18 3 4 2 14 14 9 35 39 21 18 17 20 24 20 25 IRL 1996 17 15 19 4 5 3 13 14 7 39 42 28 17 16 19 26 24 27 1997 18 17 20 5 6 4 13 12 15 44 47 33 22 20 30 27 29 27 1995 19 18 20 8 9 6 22 23 19 48 52 43 15 14 15 25 24 26 I 1996 18 17 20 8 9 5 19 20 16 48 54 41 13 14 13 26 21 27 1997 18 17 18 7 8 6 24 26 17 47 52 40 13 13 12 24 21 24 1995 11 10 12 7 7 9 12 13 : : : : 12 10 15 15 18 14 L 1996 10 9 11 5 6 5 12 8 : : : : 11 10 12 15 18 14 1997 : : : : : : : : : : : : : : : : : : 1995 11 10 12 6 6 6 18 20 12 20 24 19 6 6 9 15 18 14 NL 1996 12 11 13 6 6 7 18 19 15 23 29 21 : : : 15 17 15 1997 13 12 14 5 5 6 17 17 16 19 20 18 : : : 21 23 19 183 Attività più frequente TOTALE TOTALE TOTALE Occupato - non autonomo Occupato - non autonomo Occupato - non autonomo Autonomo Autonomo Autonomo Disoccupato Disoccupato Disoccupato Pensionato Pensionato Pensionato Inattivo - altro Inattivo - altro Inattivo - altro Sesso Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F 1995 13 11 15 6 6 7 23 26 19 34 37 29 14 12 17 21 21 22 A 1996 13 11 15 6 6 6 20 22 16 31 34 28 16 14 19 24 20 24 1997 13 11 15 5 4 6 25 27 22 31 36 25 16 14 17 21 21 21 1995 23 21 25 10 11 10 35 30 43 31 41 23 35 36 35 28 19 30 P 1996 22 20 23 10 10 10 34 30 41 29 29 29 32 33 32 27 27 27 1997 22 20 25 11 10 12 32 30 36 34 42 28 33 31 34 28 23 30 1995 : : : : : : : : : : : : : : : : : : FIN 1996 9 8 9 2 2 2 15 15 15 17 20 14 10 6 13 18 21 16 1997 8 8 9 2 2 2 13 11 15 19 23 15 7 3 10 18 22 15 1995 : : : : : : : : : : : : : : : : : : S 1996 : : : : : : : : : : : : : : : : : : 1997 : : : : : : : : : : : : : : : : : : 1995 19 17 21 6 6 7 20 20 20 54 55 50 30 27 33 32 30 33 UE15T Attività più frequente Sesso 1995 1996 1997 TOTALE Totale 17 16 16 TOTALE M 16 14 14 TOTALE F 19 17 17 Occupato - non autonomo Totale 7 7 6 Occupato - non autonomo M 7 7 6 Occupato - non autonomo F 7 7 6 Autonomo Totale 18 16 17 Autonomo M 18 16 17 Autonomo F 18 16 15 Disoccupato Totale 40 40 38 Disoccupato M 45 45 43 Disoccupato F 36 34 32 Pensionato Totale 20 17 18 Pensionato M 18 15 15 Pensionato F 20 18 19 Inattivo - altro Totale 26 25 25 Inattivo - altro M 26 24 25 Inattivo - altro F 26 25 25 Fonte: Eurostat, ECHP Le cifre che mostrano le ripartizioni per sesso per le famiglie composte da più persone sono basate sull'ipotesi di un'equa ripartizione del reddito all'interno della famiglia. Le cifre riguardano la popolazione di età superiore ai 16 anni. * La variabile circa lo stato di attività più frequente non è disponibile nell'ECHP olandese. Le cifre qui riportate sono state calcolate da informazioni comparabili. Nota: interruzione della serie per il Regno Unito, si veda la tabella 1 u: dati non affidabili 184 UK 1996 16 14 18 6 4 8 14 16 7 48 50 44 24 21 26 27 26 28 1997 17 15 20 5 3 7 15 15 14 49 53 37 29 23 34 31 34 29 3c. Tasso di povertà relativa per tipo di famiglia (60% del reddito mediano equivalente) Totale B DK D EL E F IRL I L NL A P FIN S UK UE15T 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 Fam. di 1 persona totale 17 16 15 12 10 8 17 16 14 22 21 22 20 19 19 17 17 17 19 19 20 20 20 19 12 12 : 11 12 13 13 14 13 23 22 23 : 8 9 : : 12 22 18 22 18 17 18 23 21 20 27 25 24 26 21 24 32 25 29 14 11 11 24 24 20 36 37 43 23 23 21 13 12 : 18 19 22 25 27 27 49 47 43 : 23 20 : : 23 32 27 35 25 23 24 Fam. di 1 persona maschi Fam. di 1 persona femmine 20 11 15 22 19 20 21 17 19 22 20 18 14 11 11 24 23 18 29 30 34 15 14 16 6 5 : 18 20 22 18 18 19 45 42 34 : 23 19 : : 26 26 20 24 21 18 19 25 27 23 32 30 27 29 24 27 36 30 35 14 11 12 24 24 21 42 43 51 27 27 23 18 17 : 17 18 22 29 31 31 51 49 46 : 24 20 : : 20 36 31 41 28 25 27 185 Fam. di 1 persona < 30 anni 33 26 27u 43 42 47 40 34 34 25 24u 34 16u 21u 32u 40 41 32 16 21 17 15u 27u 26u 12u 13u : 50 53 53 29 34 29 : : 18u : 48 43 : : 46 30 29 42 30 31 34 Fam. di 1 Fam. di 1 persona persona 30-64 anni > 65 anni 18 15 15 11 11 9 19 15 20 20 13 15 18 16 14 16 15 11 30 29 32 14 13 16 9 11 : 7 8 5 18 19 19 34 34 29 : 14 12 : : 18 21 18 17 18 16 16 26 25 23 35 29 26 27 25 25 41 33 36 12 8 8 25 25 25 46 48 58 29 28 23 18 13 : 8 7 : 30 31 33 58 55 51 : 25 17 : : 11 40 33 47 29 26 28 B DK D EL E F IRL I L NL A P FIN S UK UE15T 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 2 adulti, senza figli a carico (almeno 1 con più di 65 anni) 2 adulti, senza figli a carico (entrambi con più di 65 anni) Altre famiglie senza figli a carico 23 18 20 19 19 17 10 11 8 39 35 36 19 18 18 16 14 14 8 10 9 12 13 14 12 9 : 8 8 : 18 15 18 42 38 40 : 4 4 : : 4 28 20 17 17 15 15 12 8 10 4 4 3 13 9 8 17 13 17 13 15 14 11 11 10 6 7 7 8 9 11 8 10 : 6 6 6 7 8 6 22 18 19 : 5 8 : : 7 8 7 7 11 10 9 8 5 6 6 7 3 11 7 5 18 15 16 13 12 12 9 8 10 5 4 4 14 15 14 5 2 : 9 7 6 6 5 6 15 14 14 : 6 4 : : 35u 6 5 7 11 9 9 Genitore solo, almeno 1 figlio a carico 34 30 30 9 7 9 53 55 48 23 26 24 38 36 30 29 31 : 52 52 40 23 19 25 27u 27u : 30 45 40 40 32 28 34 32 40 : 9 9 : : 16 59 49 41 40 38 40 2 adulti, 1 2 adulti, 2 2 adulti, 3 Altre figlio a figli a o più figli famiglie carico carico a carico con figli a carico 10 9 7 4 3 0 12 13 8 12 10 13 15 14 14 9 8 7 7 11 14 14 13 15 11 8 : 11 9 7 12 10 11 13 16 12 : 3 5 : : 6 13 11 12 12 11 10 Fonte: Eurostat, ECHP Le cifre che mostrano le ripartizioni per sesso per le famiglie composte da più persone sono basate sull'ipotesi di un'equa ripartizione del reddito all'interno della famiglia. Nota: interruzione della serie per il Regno Unito, si veda la tabella 1 u: dati non affidabili 186 14 14 12 3 2 3 14 11 12 17 17 14 18 17 21 8 9 8 15 16 12 18 19 21 9 9 : 9 9 6 8 11 9 17 16 13 : 3 4 : : 7 19 16 16 15 14 14 22 25 18 15 13 6 32 38 : 16 20 26 31 36 33 28 34 30 34 33 38 42 40 34 30 23 : 16 18 17 24 31 26 45 40 58 : 5 9 : : 12 38 36 : 32 35 : 23 24 23 19 5 0 16 12 6 26 32 37 26 24 24 26 30 28 16 18 20 31 32 29 11 17 : 15 17 16 13 17 12 23 21 28 : 11 4 : : 44u 26 19 16 23 22 20 4. Dispersione attorno alla soglia di povertà relativa (40%, 50%, 60% e 70% del reddito mediano equivalente B DK D EL E F IRL I L NL A P FIN S UK UE15T 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 1995 1996 1997 40% del mediano 6 6 6 2 2 2 8 6 4 10 9 11 8 9 9 5 4 4 3 3 2 8 8 9 4 3 : 5 5 6 4 4 4 10 9 9 : 2 2 : : 4 6 6 11 7 6 7 50% del mediano 10 10 10 4 5 4 11 9 8 16 15 16 12 13 13 9 10 11 8 8 10 13 13 13 7 6 : 7 8 9 7 7 8 17 15 15 : 4 3 : : 7 13 12 16 11 11 12 60% del mediano 17 16 15 12 10 8 17 16 14 22 21 22 20 19 19 17 17 17 19 19 20 20 20 19 12 12 : 11 12 13 13 14 13 23 22 23 : 8 9 : : 12 22 18 22 18 17 18 Fonte: Eurostat, ECHP Nota: interruzione della serie per il Regno Unito, si veda la tabella 1 187 70% del mediano 26 24 23 19 17 16 24 22 21 29 27 29 27 25 25 25 25 25 29 29 29 27 26 27 21 20 : 20 21 22 21 22 21 30 29 30 : 16 17 : : 20 30 26 29 26 25 25 5. Tasso di povertà relativa fissato ad un determinato momento % 1995 17 12 17 22 20 17 19 20 : 11 13 23 : : 20 18 B DK D EL E F IRL I L NL A P FIN S UK UE15T 1995x 16 11 15 21 20 17 17 19 : 12 14 22 : : 23 17 1996 16 10 16 21 19 17 19 20 : 12 14 22 8 : 21 17 1996x 14 8 13 22 19 18 14 20 : 12 14 22 : : 20 17 1997 15 8 14 22 19 17 20 19 : 13 13 23 9 12 22 18 Fonte: Eurostat, ECHP Nota: interruzione della serie per il Regno Unito, si veda la tabella 1 6. Tassi di povertà relativa al netto dei trasferimenti con ripartizione per sesso (incluse ed escluse le pensioni di vecchiaia) (60% del reddito mediano equivalente) B DK D EL E F IRL I L NL A P FIN S UK EU15T Escluse le pensioni di vecchiaia nei trasferimenti sociali 1995 1996 1997 M F Totale M F Totale M F 28 30 28 27 29 28 27 29 30 33 31 29 32 29 27 31 22 25 23 22 24 22 21 23 22 24 23 22 23 24 23 24 28 27 26 26 26 28 28 28 27 28 28 27 29 28 28 28 33 36 33 32 34 34 32 35 22 23 22 21 23 22 21 22 25 26 26 25 26 : : : 24 25 24 24 24 26 25 26 23 27 25 22 28 25 23 27 26 30 28 27 29 29 27 30 : : 32 30 33 34 33 35 : : : : : 29 26 30 30 36 30 27 33 33 31 36 25 28 26 25 27 26 25 27 Totale 29 31 24 23 27 28 34 23 25 25 25 28 : : 33 27 188 B DK D EL E F IRL I L NL A P FIN S UK UE15T Incluse le pensioni di vecchiaia nei trasferimenti sociali 1995 1996 1997 Totale M F Totale M F Totale M 45 42 48 46 42 49 46 43 40 37 42 40 37 43 38 35 39 34 43 38 34 42 38 35 38 36 40 37 37 37 38 36 41 39 43 42 40 43 42 41 40 38 42 41 38 43 41 39 42 40 44 42 40 43 40 39 40 38 42 41 38 44 42 40 41 38 43 42 40 44 : : 38 36 41 38 36 41 37 34 42 37 46 40 36 44 40 36 38 35 40 38 36 40 39 36 38 36 40 39 38 : : : : : : : : : 45 41 42 38 45 39 35 43 43 39 40 37 43 40 37 43 41 38 F 49 41 42 39 44 43 42 45 : 40 43 41 41 48 46 44 Fonte: Eurostat, ECHP Le cifre che mostrano le ripartizioni per sesso per le famiglie composte da più persone sono basate sull'ipotesi di un'equa ripartizione del reddito all'interno della 7. Povertà relativa persistente per 3 anni consecutivi (1997, 1996, 1995) 60% del reddito mediano equivalente B DK D EL E F IRL I L NL A P FIN S UK UE15T Totale 8 3 8 11 8 11 11 8 : 4 5 15 : : 10 9 Maschi 7 3 7 10 8 11 10 8 : 5 5 14 : : 8 8 Femmine 9 3 9 12 8 10 11 9 : 4 6 16 : : 11 9 Fonte: Eurostat, ECHP (1995, 1996, 1997) Le cifre che mostrano le ripartizioni per sesso per le famiglie composte da più persone sono basate sull'ipotesi di un'equa ripartizione del reddito all'interno 189 8. Coefficiente di variazione - Tasso di occupazione (in percentuale) B D EL EL F* I NL A P FIN S UK 1995 8,1 5,9 9,0 10,7 6,9 16,3 3,1 3,2 6,3 7,1 : 5,4 1996 7,7 5,8 10,1 10,6 7,0 17,5 3,5 3,2 8,1 7,2 4,3 6,5 1997 7,5 5,5 9,1 10,9 7,1 17,2 3,2 2,8 9,6 7,2 3,2 6,4 1998 7,5 5,6 7,3 11,2 7,2 16,5 3,1 2,6 7,4 7,3 4,2 7,4 1999 7,6 5,8 7,3 10,9 7,1 17,2 2,7 1,7 7,5 7,5 4,4 8,0 2000 8,0 5,9 7,3 10,8 6,9 17,1 2,1 3,0 8,2 7,1 4,7 7,8 9. Tasso di disoccupazione a lungo termine B DK D EL E FR IRL I L NL A P FIN S UK UE-15 1995 5,8 2,0 3,9 4,6 12,4 4,7 7,2 7,4 0,7 3,1 1,2 3,4 5,5 1,8 3,8 5,2 Popolazione totale disoccupata a lungo termine/ Popolazione attiva totale. 1996 1997 1998 1999 5,8 5,4 5,7 5,2 1,8 1,5 1,3 1,0 4,2 4,9 5,0 4,5 5,4 5,3 5,9 6,5 11,8 10,8 9,4 7,3 4,7 5,0 5,0 4,7 6,9 5,7 : 2,8 7,9 8,1 7,1 7,1 0,9 0,9 0,9 0,8 3,0 2,5 1,9 1,4 1,4 1,5 1,6 1,5 3,6 3,5 2,1 1,9 5,1 4,4 3,6 2,6 2,9 3,5 3,3 2,2 3,3 2,7 2,0 1,8 5,2 5,2 : 4,3 2000 3,8 1,0 4,0 : 5,9 3,8 1,7 6,4 0,6 0,8 1,0 1,7 2,8 1,3 1,5 3,6 1995 4,5 1,8 3,2 2,6 8,8 3,9 7,8 5,7 0,5 2,9 1,0 3,0 6,3 2,3 5,0 4,5 Popolazione totale disoccupata a lungo termine/ Popolazione attiva totale. 1996 1997 1998 1999 4,4 4,2 4,5 4,5 1,6 1,2 0,9 0,9 3,6 4,3 4,5 4,2 2,8 2,8 3,1 3,7 8,1 7,5 6,1 4,4 3,8 4,2 4,3 3,9 7,5 6,4 : 3,2 6,1 6,4 5,6 5,4 0,7 0,6 0,7 0,7 2,6 1,9 1,5 1,1 1,2 1,4 1,5 1,3 3,1 3,0 1,6 1,6 5,6 4,6 4,2 2,6 3,5 3,8 3,9 2,7 4,4 3,6 2,6 2,3 4,5 4,5 : 3,6 2000 31,0 0,9 3,7 : 3,5 3,0 2,1 4,9 0,5 0,7 1,0 1,4 2,8 1,4 2,0 3,0 Maschi B DK D EL E FR IRL I L NL A P FIN S UK UE-15 190 Femmine B DK D EL E FR IRL I L NL A P FIN S UK UE-15 1995 7,7 2,1 4,9 7,9 18,2 5,8 6,1 10,3 0,9 3,4 1,5 4,0 4,6 1,3 2,2 6,1 Popolazione totale disoccupata a lungo termine/ Popolazione attiva totale. 1996 1997 1998 1999 7,8 7,1 7,4 6,2 2,1 1,8 1,8 1,2 4,9 5,6 5,7 4,9 9,6 9,2 10,1 10,7 17,5 16,1 14,4 11,6 5,8 5,9 5,9 5,5 5,9 4,6 : 2,1 11,0 11,0 9,6 9,8 1,2 1,3 1,1 0,9 3,5 3,2 2,3 1,7 1,5 1,5 1,8 1,7 4,3 4,1 2,6 2,2 4,5 4,1 3,1 2,6 2,2 3,1 2,7 1,6 1,8 1,6 1,3 1,1 6,2 6,2 : 5,2 2000 4,8 1,2 4,3 : 9,5 4,7 1,0 8,8 0,6 1,1 1,0 2,0 2,7 1,1 0,9 4,4 10. Percentuale di disoccupazione a lungo termine B DK D EL E FR IRL I L NL A P FIN S UK UE-15 1995 62,4 27,9 48,3 50,9 54,6 39,9 60,1 62,9 22,4 43,6 27,0 48,7 32,3 20,4 43,5 48,6 Popolazione totale disoccupata a lungo termine/ Popolazione disoccupata totale. 1996 1997 1998 1999 61,3 60,5 61,7 60,5 26,5 27,0 26,7 20,3 47,2 49,2 51,5 50,8 56,3 55,4 54,5 55,3 52,8 51,7 49,7 46,3 38,0 39,2 41,6 38,7 58,6 55,6 : 48,3 65,1 65,6 58,9 60,6 27,6 34,6 31,3 32,3 46,0 44,9 42,4 37,7 25,6 28,3 29,2 31,2 49,9 53,4 44,1 40,9 32,8 29,2 27,6 22,3 30,0 33,9 37,4 29,1 39,8 38,6 32,6 29,6 47,9 48,5 : 45,6 191 2000 54,3 21,3 50,6 0,0 41,8 40,0 40,5 61,0 25,0 29,6 27,0 40,5 28,6 22,0 27,3 43,9 11. Tasso di disoccupazione a lunghissimo termine Totale B DK D EL E FR IRL I L NL A P FIN S UK UE-15 Maschi B DK D EL E FR IRL I L NL A P FIN S UK UE-15 Popolazione totale disoccupata a lunghissimo termine/ Popolazione attiva totale. 1995 1996 1997 1998 1999 3,8 3,8 3,7 4,1 3,8 0,8 0,8 0,6 0,6 0,5 2,2 2,5 3,0 3,1 2,9 2,5 3,2 3,1 3,8 3,9 8,1 7,7 7,1 6,2 4,8 2,4 2,6 2,6 2,7 2,7 5,1 4,7 3,8 : 1,9 4,9 5,5 5,6 4,9 5,0 0,3 0,4 0,2 0,3 0,5 2,0 1,9 1,5 1,2 0,8 0,6 0,7 0,7 0,9 0,7 1,4 1,7 1,9 1,2 0,9 2,9 2,9 2,6 2,0 1,5 0,0 0,0 0,1 : : 2,4 2,1 1,8 1,3 1,1 3,1 3,2 3,2 : 2,7 2000 2,7 0,3 2,6 3,6 3,8 2,3 : 4,8 0,2 0,5 0,8 0,9 1,3 : 0,9 : Popolazione totale disoccupata a lunghissimo termine/ Popolazione attiva totale. 1995 1996 1997 1998 1999 2,7 2,8 2,8 3,2 3,0 0,6 0,7 0,5 0,4 0,4 1,7 2,1 2,5 2,6 2,6 1,4 1,5 1,6 1,9 2,1 5,4 5,0 4,6 3,8 2,8 1,9 2,1 2,1 2,3 2,2 5,9 5,5 4,5 : 2,3 3,8 4,3 4,4 3,9 3,9 0,2 0,3 0,2 0,3 0,4 1,9 1,7 1,2 1,1 0,7 0,6 0,7 0,8 0,8 0,7 1,2 1,4 1,5 1,0 0,7 3,5 3,4 2,8 2,4 1,6 0,0 0,0 0,1 0,0 0,0 3,3 3,0 2,5 1,8 1,5 2,7 2,8 2,7 : 2,3 2000 2,1 0,3 2,3 2,1 2,2 1,8 : 3,7 0,1 0,4 0,9 0,8 1,5 0,0 1,2 : 192 Femmine B DK D EL E FR IRL I L NL A P FIN S UK UE-15 Popolazione totale disoccupata a lunghissimo termine/ Popolazione attiva totale. 1995 1996 1997 1998 1999 5,3 5,3 4,8 5,3 4,8 1,0 0,9 0,8 0,9 0,6 3,0 3,1 3,6 3,6 3,2 4,4 5,8 5,6 6,7 6,5 12,5 11,9 10,9 10,0 7,9 2,9 3,2 3,1 3,2 3,2 3,7 3,6 2,7 : 1,2 6,8 7,4 7,4 6,4 6,7 0,4 0,5 0,2 0,4 0,6 2,1 2,1 1,8 1,3 0,9 0,7 0,7 0,7 0,9 0,7 1,7 2,1 2,2 1,5 1,2 2,3 2,4 2,4 1,5 1,4 0,0 0,0 0,1 0,0 0,0 1,2 0,9 0,9 0,7 0,6 3,7 3,9 3,8 : 3,3 193 2000 3,4 0,4 2,9 5,9 6,2 2,8 : 6,4 0,3 0,7 0,7 1,1 1,1 0,0 0,5 : 12. Tasso di abbandono scolastico precoce con suddivisione per sesso (età 18-24 anni) B DK D EL E F IRL I L NL A PT FIN S UK UE15T M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale M F Totale 1995 16,6 13,5 15,1 5,2 6,9 6,1 9,7 11,4 10,6 26,6 18,8 22,7 38,1 28,4 33,3 16,8 14,2 15,5 25,7 17,1 21,4 35,8 29,1 32,4 32,9 33,9 33,4 : : : 9,9 17,3 13,6 47,1 35,5 41,3 15,1 10,5 12,8 : : : 4,2 5,1 4,7 23,2 19,4 21,3 1996 14,7 11,0 12,8 12,2 12,1 12,1 12,5 14,2 13,3 24,2 17,8 21,0 36,4 25,3 30,9 17,0 13,7 15,3 23,5 14,2 18,8 34,9 27,7 31,3 32,8 37,9 35,3 18,1 17,1 17,6 9,2 14,9 12,0 45,6 34,4 40,0 11,4 10,8 11,1 9,0 6,0 7,5 4,8 6,4 5,6 22,6 18,6 20,6 1997 14,2 11,2 12,7 11,0 10,3 10,7 12,3 13,5 12,9 23,7 16,7 20,2 35,0 24,5 29,8 15,4 13,0 14,2 22,6 15,1 18,8 33,7 26,2 29,9 30,9 30,5 30,7 16,8 15,2 16,0 9,0 12,5 10,8 46,8 34,4 40,6 9,1 7,0 8,1 7,3 6,2 6,7 5,5 6,0 5,8 21,8 17,8 19,8 1998 16,7 12,3 14,5 9,5 10,0 9,8 : : : 24,6 15,5 20,1 34,8 23,7 29,2 16,2 13,7 14,9 : : : 32,3 24,5 28,4 : : : 17,0 14,0 15,5 : : : 51,7 42,0 46,9 8,6 7,2 7,9 : : : : : : 27,0 20,2 23,6 194 1999 17,7 12,7 15,2 14,2 9,1 11,6 14,2 15,6 14,9 21,2 14,8 18,0 34,7 23,0 28,9 16,0 13,5 14,7 : : : 30,3 24,2 27,2 18,9 19,4 19,1 17,5 14,9 16,2 : : : 51,3 39,6 45,5 12,0 7,9 10,0 7,7 6,1 6,9 7,3 7,0 7,1 20,9 16,9 18,9 2000 14,8 10,2 12,5 13,4 9,9 11,7 14,6 15,2 14,9 21,8 12,9 17,4 33,7 22,4 28,1 14,8 11,8 13,3 : : : 32,4 25,6 29,0 15,9 17,6 16,8 17,5 15,9 16,7 : : : 50,6 35,6 43,1 12,5 7,2 9,8 9,2 6,2 7,7 6,5 7,1 6,8 20,7 16,4 18,5 1. Tassi di povertà relativa* 1997 25 20 15 10 5 0 DK FIN SW NL OS D B F EUR15 ES I IRL EL UK P 2. Spesa pro capite per la protezione sociale (SPA), 1998 10000 9000 8000 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000 0 P(p) EL(p) ES(p) IRL FIN(p) I(p) UK(p) EUR15(e) B(e) 195 OS F(p) D(p) S NL(p) DK L 3. Percentuale del PIL spesa per la protezione sociale, 1998 35,0 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 IRL ES(p) P(p) L EL(p) I(p) UK FIN(p) B(e) EUR15(e) A NL(p) D(p) DK F(p) S(p) GRAFICO 4 - Correlazione tra la povertà relativa e la spesa sociale pro capite (SPA) 1997 9000 L spesa pro capite per la protezione sociale 1997 8000 D 7000 NL 6000 D F B S A EUR15 FIN UK I 5000 4000 IRL E EL 3000 P 2000 7 9 11 13 15 17 Tasso di povertà relativa 1997 196 19 21 23 25 Esempi di indicatori utilizzati nei PAN/incl: In materia di occupazione - part-time involontario (F) - tasso di attivazione (indicatore EMCO) (F) - tassi di occupazione per donne con e senza figli (I) - % di persone che non potevano lavorare perché costrette a prendersi cura di figli o di altre persone a carico (SILC) (F) - % della popolazione che partecipa al lavoro volontario (NL) - tassi di occupazione per i gruppi svantaggiati (persone con disabilità, genitori soli, minoranze etniche, persone di più di 50 anni di età) (UK) - famiglie con due o più membri disoccupati (I) In materia di accesso alle risorse minime - percezione della povertà (I, B) - proporzione delle persone di età compresa tra i 18 e i 65 anni che hanno ricevuto, nel corso dell'anno, sussidi per almeno 6 mesi (DK) - proporzione delle persone che per almeno l'80% del tempo, negli ultimi 3 anni, sono state disoccupate o in attivazione o in congedo per formazione/istruzione, o hanno ricevuto sussidi in denaro, sono state in riabilitazione o hanno ricevuto indennità di malattia (DK) In materia di condizioni di vita - indicatori della condizione di vita (privazione cumulativa non monetaria) (F) In materia di alloggio - indicatori sugli alloggi (presenza di comfort - tutti separati) (F) - sovraffollamento (F) - costi degli alloggi (F) - numero di senza tetto/numero di persone ospitate in ricoveri (F, NL, Fin) In materia di sanità - rinunciano alle spese mediche per ragioni finanziarie (F, B) - percentuale di persone le cui attività quotidiane sono limitate da malattia e/o disabilità (B, F) 197 - percentuale di persone disabili che vivono sole (I) - percentuale di disabili di età compresa tra i 16 e i 64 occupati (I) - percentuale di fumatori adulti (UK) In materia di istruzione/formazione - percentuale di analfabetismo funzionale (B) - percentuale del bilancio famigliare speso per l'istruzione (B) - assenze ingiustificate da scuola (UK, E) - collegamento tra il livello di istruzione di genitori e figli (B) In materia di accesso ai servizi - percentuale di persone che vivono a meno di 10 minuti, a piedi, dai trasporti pubblici (F) in materia di partecipazione sociale/culturale - percentuale delle persone che hanno assistito a uno spettacolo teatrale o cinematografico durante il mese precedente (F) - partecipazione culturale negli ultimi 12 mesi (F) - sport praticati negli ultimi 12 mesi (F) - percentuale di famiglie che può permettersi una settimana di vacanza lontana da casa (F) in materia di accesso alle nuove tecnologie - porzione della popolazione che utilizza il computer, ripartita per reddito - porzione della popolazione che utilizza Internet, ripartita per reddito in materia di indebitamento - percentuale della popolazione con debiti (difficilmente ripagabili) (NL, B, Fin) in materia di bambini - percentuale dei bambini che vivono in famiglie al di sotto della soglia di povertà (I, PT, UK) - percentuale di bambini che vivono in famiglie prive di lavoro (B, UK) - bambini che vivono in famiglie i cui membri sono in età lavorativa ma sono privi di lavoro (UK) 198 - bambini che vivono in abitazioni che si trovano al di sotto del livello di decenza (UK) - numero di bambini che vivono in sistemazioni temporanee (UK, Fin) - percentuale di bambini ospitati in istituti (F, Fin) in materia di anziani - percentuale di anziani che vivono soli - percentuale degli anziani isolati (Percentuale della popolazione di età superiore ai 65 anni che vive sola senza figli o fratelli/sorelle in vita) (I) - percentuale degli anziani che vivono in famiglie al di sotto dalla soglia di povertà (I, UK) - percentuale di anziani che vivono in abitazioni che si trovano al di sotto del livello di decenza (UK) - percentuale della popolazione degli anziani che riceve aiuto per vivere in modo indipendente (UK) - percentuale di anziani la cui vita è afflitta dal timore della criminalità (UK) in materia di gruppi specifici - carcerati (media di una data giornata) (FIN) - reintegrazione dei carcerati (F, B) - incidenza dell'abuso di sostanze alcoliche (Fin, E) - incidenza dell'abuso di droghe (UK, Fin) - tasso di furti in appartamento (UK) - crimini violenti (ogni 100.000) (FIN) - suicidi (Fin) in materia di disparità territoriali - percentuale di studenti provenienti da zone scarsamente rappresentate o svantaggiate nell'istruzione superiore rispetto alla popolazione studentesca complessiva nell'istruzione superiore (Scozia) - i Paesi Bassi hanno inserito un esempio di pacchetto di indicatori e obiettivi locali per una località specifica (HAARLEM) 199 ALLEGATO II Esempi di buone pratiche segnalati nei piani d'azione nazionali contro la povertà e l'emarginazione sociale 200 1. OCCUPAZIONE 2. REDDITO MINIMO / RETE DI SICUREZZA SOCIALE 3. ASSISTENZA SANITARIA 4. ALLOGGI 5. ISTRUZIONE 6. GIUSTIZIA 7. E-INCLUSION (TIC) 8. CULTURA, SPORT, TEMPO LIBERO 9. INDEBITAMENTO 10. MANCANZA DI FISSA DIMORA 11. DIMENSIONE TERRITORIALE / REGIONALE 12. SOLIDARIETÀ FAMILIARE / FIGLI 13. AIUTARE I PIÙ VULNERABILI 14. MOBILITARE LE PARTI INTERESSATE 201 1. Occupazione Stato membro Denominazione della misura Sintesi A 1. Occupazione sostenuta Progetti studiati per fornire ai disabili orientamento e aiuto e per offrire ai datori di lavoro svariate forme di assistenza per consentire alle persone disabili di sviluppare il loro pieno potenziale. BE 1. Le Plan Rosetta Il piano obbliga le società ad assumere un certo numero di giovani di età inferiore ai 25 anni. DA 1. Programma di sviluppo del metodo Progetto che sarà avviato alla fine del 2001 per sviluppare metodi innovativi volti a migliorare l'efficacia e la qualità del lavoro sociale e a garantire una maggiore sensibilizzazione. 2. Tipi di lavoro per persone con Progetto pilota triennale che sarà avviato nel 2001 per raccogliere e divulgare competenze e qualifiche estremamente le conoscenze e le idee esistenti che possono servire da ispirazione per attività specifiche locali volte alla creazione di posti di lavoro. 3. Maggiore sensibilizzazione circa gli sforzi Importante campagna informativa avviata in collaborazione con il Consiglio locali in materia di mercato del lavoro sociale che sarà avviata nel 2001. 4. Misurazione degli effetti Progetto volto a consentire il monitoraggio locale delle misure strategiche nel settore del mercato del lavoro. 5. Progetto gioventù Progetto modello (1999-2002) per le autorità locali volto a sostenere l'integrazione dei giovani appartenenti a gruppi vulnerabili nei programmi di formazione e istruzione e nel mercato del lavoro. 6. Il progetto di riabilitazione attraverso il Programma per lo sviluppo di singoli progetti volti alla reintegrazione delle 202 lavoro per i gruppi vulnerabili DE persone nel mercato del lavoro. 1. "Programma di corsi" per combattere la Programma introdotto a Brandeburgo nel 1993 per incoraggiare i disoccupati disoccupazione a lungo termine - di lunga data ad assumere l'iniziativa di reintegrarsi nel mercato del lavoro. Brandeburgo 2. Occupazione temporanea di persone che Utilizzo di lavoro temporaneo quale mezzo per reintegrare nel mercato del ricevono sussidi sociali in lavori socialmente lavoro le persone che percepiscono sussidi sociali. utili - Baviera 3. Il lavoro deve pagare Programma avviato nel maggio 2000 per stabilire come sia possibile aumentare la disponibilità ad accedere all'occupazione retribuita da parte delle Assegni aggiuntivi per i figli al fine di persone che percepiscono sussidi sociali e che hanno figli. evitare l'eccessivo affidamento sull'assistenza sociale – Renania Palatinato. FR 1. Trace - Le vie all'occupazione Programma in corso volto a promuovere interventi precoci e personalizzati per aiutare coloro che cercano lavoro ed impedire la disoccupazione giovanile e degli adulti. 2. Aiuto alle persone disoccupate che Misure sociali e fiscali volte a fornire orientamento e sostegno finanziario agli avviano o salvano un'attività imprenditori. I 1. Moriana – Comuni di Milano e Torino e Nuovi posti di lavoro per giovani emarginati sociali. Il progetto mira ad province di Napoli e Genova. inserire i giovani nell'occupazione attraverso posti di lavoro nella new economy, nonché attraverso la creazione di centri di aggregazione per il micro lavoro autonomo NL 1. Vie per l'occupazione delle minoranze Accordo quadro raggiunto nel giugno 2000 tra il governo e alcune grosse società volto a migliorare la partecipazione nel mercato del lavoro e 203 l'integrazione delle minoranze etniche. 2. Attivare il talento Svariati progetti locali volti ad attivare persone molto distanti dal mercato del lavoro e socialmente emarginate attraverso lavoro volontario, occupazione protetta, corsi di formazione professionale e posti di lavoro sovvenzionati. PT 1. Orizzonti 2000 Programma per fornire orientamento personalizzato e proporre formazione adeguata e posti di lavoro ai disoccupati. SV 1. Opportunità reali per combinare gli Sistema combinato di assegni familiari e servizi di assistenza ai bambini per impegni familiari e quelli lavorativi agevolare entrambi i genitori nel combinare gli impegni familiari e quelli lavorativi. 2. Reddito minimo / Rete di sicurezza sociale Stato membro Denominazione della misura Sintesi A 1. Integrazione dei lavoratori atipici nel Promozione della copertura sociale per garantire che tutte le persone sistema sociale economicamente attive dispongano della sicurezza sociale o abbiano la possibilità di partecipare a un sistema sociale a condizioni favorevoli. 2. Pensione minima basata sui mezzi a È prevista una pensione minima sotto forma di versamenti compensatori a disposizione persone che sono state assicurate per un breve periodo di tempo o che ricevono un salario basso. EL 1. EKAS – Sostegno mirato al reddito dei Supplemento di solidarietà sociale dei pensionati istituito nel 1996 per pensionati garantire indennità aggiuntive ai pensionati più bisognosi. I 1. Assegno di reddito minimo – 237 comuni Sperimentazione per l'introduzione di un sistema di reddito minimo rivolto ai in tutta Italia. singoli e alle famiglie sotto la soglia di povertà e comprensivo di misure di 204 attivazione. PT 1. Reddito minimo garantito Misura volta a garantire un reddito minimo a tutti i cittadini bisognosi. 3. Assistenza sanitaria Stato membro Denominazione della misura Sintesi BE 1. Legge in materia di costo massimo per la Riforma del sistema sanitario volta a garantire che le famiglie a basso reddito sanità non debbano pagare più di un determinato tetto annuale per le spese sanitarie. DA 1. INTEGRA – Il progetto per il ritorno alla Progetto in partenariato tra le autorità locali di Odense e Frederica e la vita Commissione europea volto a sviluppare risorse umane e competenze quale primo passo verso la riabilitazione funzionale e sociale di gruppi emarginati di tossicodipendenti. DE 1. Assistenza medica per i senzatetto – Programma integrato volto a fornire servizi esterni ai senzatetto. (vale a dire, Berlino unità mobili di chirurgia e visite mediche sul posto). 2. Assistenza medica per gli immigrati – Programma volto a fornire servizi sanitari e di consulenza rivolti alle esigenze Bassa Sassonia degli immigrati attraverso la rimozione delle barriere linguistiche e culturali. FR 1. Copertura sanitaria universale Riforma del sistema sanitario attuata nel 1999 per consentire a tutti i cittadini di partecipare al sistema di sicurezza sociale e per garantire ai più poveri il rimborso di tutti i costi sostenuti oltre alle spese già coperte dal sistema di base. Denominazione della misura Sintesi 4. Alloggi Stato membro 205 BE 1 Legge federale sugli alloggi Legge federale approvata nel 1997 che definisce le condizioni minime che un edificio destinato ad essere affittato deve rispettare, quali prescrizioni di sicurezza elementari, installazioni elettriche, acqua corrente e alloggi. ES 1. Piano per il centro storico - Saragoza Piano per mantenere la popolazione esistente e attrarre nuovi abitanti nel centro storico di Saragoza. FR 1. Loca-Pass: promuovere all'alloggio per i giovani NL 1. "EOS": modernizzazione del contributo Programma governativo volto a migliorare l'efficienza, l'accesso e le all'alloggio informazioni circa i contributi all'alloggio. l'accesso Sistema studiato per le persone di età inferiore ai 30 anni che cercano una sistemazione volto a fornire loro una garanzia finanziaria e un anticipo. 2. Piano di investimento sociale: Piattaforma consultiva composta da rappresentanti del governo locale, dalle Overtoomse Veld Noord ad Amsterdam associazioni edilizie e da aziende locali volta a migliorare le strategie urbanistiche e abitative locali. 5. Istruzione Stato membro Denominazione della misura Sintesi BE 1. Ridurre il costo dell'istruzione Svariate iniziative volte ad accrescere il sostegno finanziario alle famiglie e ai bambini più bisognosi. DA 1. Il gioco delle lingue – l'integrazione di Progetto condotto dall'autorità locale di Alberstlund e volto allo sviluppo bambini bilingui nei centri diurni e nelle linguistico per i bambini danesi e quelli bilingui. scuole. DE 1. Modello "Rath" – Nordrhein Wesfalen Gruppo di misure di reintegrazione volte a ridurre il numero di giovani che abbandonano la scuola. 206 2. Corsi di integrazione per la promozione Programma per consentire agli adolescenti e ai giovani immigrati di migliorare delle competenze sociali e linguistiche – la loro conoscenza della lingua tedesca. Amburgo I 1. Opportunità – Comune di Napoli Rivolto ai bambini di età compresa tra i 13 e i 15 anni. Reintegrazione sociale e nel sistema educativo dei bambini che hanno abbandonato la scuola. 2. Socializzazione e creatività tra i giovani Formazione per giovani emarginati sociali che sfrutta la socializzazione e la – 27 comuni del centro e del nord Italia creatività incoraggiando la creazione di cooperative. IRL 1. Progetto trampolino di Watterford Youth Committee lancio – Progetto volto a migliorare le competenze personali e l'istruzione di giovani disoccupati al fine di accrescere le loro possibilità di trovare un'occupazione. 2. Centro per l'apprendimento aperto Centro istituito nel 1994 per fornire istruzione flessibile di qualità ai Colaiste ide – Città di Dublino disoccupati, ai genitori soli e ai genitori costretti a restare a casa e a coloro che necessitano di un'istruzione flessibile. 3. Progetto di semilibertà Moyross (Passo Progetto volto allo sviluppo di formazione al lavoro per giovani delinquenti e passo) giovani a rischio di età compresa tra i 15 e i 25 anni. NL 1. Fondazione scolastiche Tilburg per 2. Strategia scolastica ampia: le tasse Fondazione istituita nel 1996 per offrire ai figli di genitori poveri l'opportunità di partecipare alle normali attività extrascolastiche. Iniziative volte a collocare le scuole al centro del quartiere ed offrire un'ampia gamma di attività per i bambini, i genitori e gli altri residenti. Scuole di quartiere aperte PT 1. Lotta all'emarginazione scolastica e Gruppo di misure strategiche volto a ridurre il numero di abbandoni scolastici sociale nel quadro dell'istruzione primaria attraverso l'offerta di formazione diversificata e agevolando la transizione dalla scuola alla vita lavorativa grazie a un'istruzione qualificante. 207 2. Agenzia nazionale per l'istruzione e la Struttura permanente incaricata della promozione dell'istruzione e della formazione per gli adulti - ANEFA formazione lungo tutto l'arco della vita per le persone con istruzione e qualifiche scarse. 6. Giustizia Stato membro Denominazione della misura Sintesi EL 1. L'Ombudsman: promuovere l'accesso Istituzione di un'autorità autonoma che opera quale meccanismo extraparitario giudiziario indipendente per il controllo e la mediazione. DA 1. Protezione giuridica dei gruppi più Progetto parte del più ampio progetto "Servizio e previdenza" volto a compiere vulnerabili della società un sforzo intenso per raggiungere i gruppi più vulnerabili della società e consentire loro di utilizzare i servizi offerti dalle autorità pubbliche. FR 1. Accesso alla giustizia Istituzione di tribunali e un ruolo accresciuto per gli Ombudsmen locali al fine di consentire alle persone, in particolare agli emarginati, di avvalersi meglio dei propri diritti 7. E-Inclusion (TIC) Stato membro Denominazione della misura DA 1. SOLICOM – Progetto TI per le persone Progetto avviato nel 1999 per dare ai gruppi emarginati socialmente la emarginate socialmente di Vejle possibilità di accedere alle tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni. ES 1. OMNIA – Catalogna I 1. Sito Word dell'Istruzione Scuola Sintesi Progetto avviato nel 1999 per istituire centri TI nelle aree più svantaggiate. – Ministero Apprendimento dell'utilizzo delle nuove tecnologie rivolto a studenti e insegnanti. 208 2. Domus Area, Teledidattica, Relais Utilizzo delle nuove tecnologie per accrescere la possibilità per anziani e/o Service, Telelavoro, Rete Radio-Mobile - disabili di restare a casa e mantenere contatti. Rivolto alle persone disabili, agli Ministero del Lavoro, Ministero della anziani emarginati e agli emarginati sociali. Sanità, comune di Ferrara, società private NL 1. Internet in centri combinati di alloggio e Progetto nazionale per consentire agli anziani di prendere confidenza con i assistenza per anziani computer e con Internet attraverso lo sviluppo di Internet café. 2. Quartiere della conoscenza: TIC nel Progetti sperimentali volti a fornire agli abitanti, in particolare di quartieri quartiere. svantaggiati, accesso a un'ampia gamma di servizi elettronici innovativi attraverso un'infrastruttura TIC di elevata qualità. 3. Rimuovere le barriere: Internet e i disabili L'intenzione di questo progetto è quella di promuovere l'accesso a Internet per i disabili e di rendere più accessibili le funzionalità di Internet e delle tecnologie delle comunicazioni per le persone disabili. 4. Una casa virtuale per i senzatetto Progetto volto ad offrire ai senzatetto l'opportunità di acquisire familiarità con le TIC ai ritmi più consoni per loro. SV 1. TIC per i disabili Programma studiato per verificare e sviluppare l'impiego di sistemi TIC per le persone disabili durante il periodo 1998-2001. UK 1. Università per l'industria – learndirect Società privata finanziata grazie a una serie di fonti pubbliche e commerciali per stimolare la richiesta di apprendimento permanente, ed in particolare di formazione nelle TIC, fra gli adulti e le PMI. 8. Cultura, Sport, Tempo libero Stato membro Denominazione della misura Sintesi 209 FR 1. Buono vacanza di solidarietà Buono distribuito dai servizi sociali locali per consentire alle famiglie in difficoltà sociali di andare in vacanza. IRL 1. CELTTS (Programma celtico per la Progetto rivolto all'erogazione di un corso di formazione accreditato per formazione nel tempo libero e nel turismo) – giovani che lavorano nel settore del turismo e del tempo libero Comitato per la gioventù di Waterford. 9. Indebitamento Stato membro Denominazione della misura Sintesi A 1. Fallimento privato Procedura istituita nel 1995 che consente a tutti i debitori di liberarsi dei propri debiti a condizioni ben definite ed entro un periodo di tempo ragionevole (in genere, sette anni). 10. Mancanza di fissa dimora A 1. Misure contro la mancanza di fissa Programma istituito a Vienna per prevenire e combattere la mancanza di fissa dimora dimora attraverso la prevenzione degli sfratti, centri diurni, sistemazioni protette e alloggi adeguati a lungo termine. DE 1. Evitare la mancanza di fissa dimora: Programma volto ad aiutare i senzatetto e a promuovere strategie integrate per combinare lo sviluppo urbano con le strategie sociali e in materia di alloggi. garantire un posto permanente nel quale vivere – Nordrhein Wesfalen ES 1. Trasferimento in alloggi "normali" – IRIS Istituto con sede a Madrid avente il compito di aiutare le persone che vivono in Madrid baraccopoli a trovare sistemazioni più decorose. 2. Rete IGLOO Istituzione di reti nazionali, regionali e locali per garantire risposte simultanee 210 e pluridimensionali al problema della mancanza di fissa dimora. NL 1. Fondazione Voila per i senzatetto – i La fondazione ha per finalità di assicurare che le persone senza fissa dimora si senzatetto lavorano per i senzatetto ad aiutino reciprocamente sviluppano idee ed avviando progetti fatti dai Amsterdam senzatetto per i senzatetto. 2. Pensione Maaszicht: giovani senzatetto Una casa di accoglienza a Rotterdam per il reinserimento di giovani senzatetto che cercano un nuovo posto nella comunità - che offre alloggio e orientamento per consentire loro di tornare alla società Rotterdam "normale". 11. Dimensione territoriale/regionale Stato membro Denominazione della misura Sintesi DE 1. Città sociale - Brema Programma che combina quattro ambiti di azione: incentivazione dell'attività economica, nuove attività e servizi, sviluppo residenziale e ringiovanimento di punti centrali. 2. Vivere nei quartieri - Brema Programma rivolto allo sviluppo residenziale e distrettuale nonché al sostegno dei quartieri. 3. Promuovere i miglioramenti delle Misure volte a migliorare le condizioni di vita nei distretti urbani e a condizioni di vita e il lavoro nella comunità promuovere il lavoro nella comunità. – Renania Palatinato EL 1. La risposta al terremoto di Atene Insieme di misure strategiche coordinate in ambito urbano e a livello del piano regolatore prese in risposta al terremoto di Atene del 7 settembre 1999. ES 1. Federazione dei centri per lo sviluppo Rete di centri incaricati dello sviluppo integrato delle zone rurali. rurale (COCEDER) 211 PT 1. Programma nazionale di lotta contro la Strategia nazionale sostenuta dai fondi strutturali europei per lo sviluppo delle povertà zone rurali e urbane. UK 1. Risanamento delle comunità - Galles Programma volto a risanare le comunità più svantaggiate del Galles e basato su una recente revisione delle pratiche migliori. 12. Solidarietà familiare/figli Stato membro Denominazione della misura Sintesi A 1. L'assegno per i figli della Carinzia Assegno versato alle famiglie per i bambini fino a 3 anni di età. 2. Prevenzione della violenza familiare Legge federale che conferisce alla polizia il potere di allontanare da casa una persona potenzialmente violenta e di emettere un ordine di allontanamento. 3. Anticipo sul mantenimento dei figli Norma che prevede che il Bund versi anticipi per i figli nel caso in cui la persona legalmente obbligata a versare il mantenimento ometta di farlo. 4. Assistenza ai bambini Sistema di assistenza standard ai bambini a livello federale unito ad un'adeguata gamma di servizi sociali per persone che forniscono assistenza ai bambini su base privata. DA 1. I bambini devono essere guardati e Progetto svolto dal 1996 al 1998 per promuovere le prospettive dei bambini e ascoltati – un progetto per i bambini che la motivazione dei genitori nelle famiglie con problemi di alcolismo. vivono in famiglie con problemi di alcolismo a Randers DE 1. Madre e figlio Aiuto per genitori Programma volto a garantire che i genitori soli ricevano la consulenza e l'indipendenza finanziaria necessarie per prendersi cura dei loro figli soli – Banden- 212 Württemberg. IRL 1. Progetto di servizi alle famiglie - Istituzione di un servizio di informazione di alta qualità circa il sostegno Waterford previsto dalla legge e quello volontario disponibile alle famiglie. PT 1. Padri che lavorano e che conciliano la vita Riconoscimento del diritto degli uomini ad essere sia lavoratori che padri. professionale e quella familiare 2. Comitato per la protezione dei bambini e Istituzioni ufficiali create nel 1991 al fine di promuovere i diritti dei bambini e degli adolescenti in pericolo degli adolescenti attraverso lo sviluppo di misure preventive e di rimedio. UK 3. Assistenza 2000 Programma governativo volto allo sviluppo delle capacità della rete di asili per bambini di età inferiore ai tre anni. 4. Nascere cittadini Progetto interministeriale volto a definire un pacchetto di procedure attraverso le quali è possibile promuovere l'immediata registrazione anagrafica dei bambini presso le cliniche o gli ospedali. 1. Partenza sicura Strategia governativa volta ad affrontare il problema della povertà e dell'emarginazione sociale dei bambini attraverso lo sviluppo di programmi locali integrati 13. Aiutare i più vulnerabili Stato membro Denominazione della misura Sintesi DA 1. Pari opportunità per le persone disabili Emendamento alla legge sugli alloggi per garantire pari opportunità permanenti alle persone disabili, e in particolare la rimozione delle barriere architettoniche per l'accesso ad un'ampia gamma di locali. 213 2. Sistema di facilitazione per le minoranze Progetto pilota che consente alle autorità locali e ai servizi pubblici per etniche l'occupazione di fornire sostegno finanziario per acquistare parte del tempo di lavoro di un impiegato di una ditta privata in modo che questi possa svolgere le mansioni di "facilitatore" per i nuovi dipendenti. 3. Strategia locale relativa all'integrazione Piano di integrazione transettoriale adottato dall'autorità locale di Greve al fine delle minoranze etniche. di riunire tutte le iniziative avviate dalle autorità locali. DE 1. Programma anti-discriminazione Programma volto a combattere qualsiasi sull'orientamento sessuale in svariati settori. discriminazione fondata Coabitazione tra individui dello stesso sesso – Schleswig-Holstein 2. Luoghi di assistenza per tutti i bambini Accordo quadro tra il Länder e le istituzioni pertinenti per garantire che tutti i disabili in vista di una loro integrazione. – bambini disabili abbiano diritto ad un posto in un istituto di assistenza diurna. Hessen ES 1. Comune di Metisse - Asturia Varie iniziative a livello locale per favorire l'integrazione degli immigrati 2. CANDELITA - Madrid Programma attivo dal 1996 per fornire a svariati gruppi vulnerabili servizi locali e prestazioni specifiche. 3. "La Huertecica" – azione contro le Progetto guidato da ONG volto ad istituire centri integrati per rispondere alle dipendenze e l'emarginazione sociale esigenze dei più vulnerabili. I 1. Arcobaleno – società privata Integrazione di giovani disabili in una società TIC, anche attraverso la formazione dei datori di lavoro e l'intervento sulla cultura d'impresa. 2. Oltre la Strada – Regione Emilia Progetto volto a combattere la tratta e lo sfruttamento sessuale delle donne e 214 Romagna dei bambini stranieri e che mira alla reintegrazione delle vittime. 3. Qualità dell'aiuto domiciliare – Comune Ristrutturazione del servizio per l'assistenza a domicilio per gli anziani di Reggio Emilia dipendenti che si concentra sulla qualità dei servizi offerti NL PT UK 1. Informazione a casa – Heeveren Progetto volto a informare gli anziani nelle proprie case circa le norme e le possibilità relative agli alloggi, all'assistenza e alla previdenza che attualmente non vengono sfruttate e a consentire loro di svolgere un ruolo attivo nella comunità. 2. Appoggi per la ripresa – Eindhoven Il progetto è una "catena" di collaborazione le cui maglie sono costituite da ricoveri notturni, centri diurni, strutture assistenziali fisse e mobili, dal sistema giudiziario penale, da strutture assistenziali e da altre forme di sostegno per circa 300 tossicodipendenti di lunga data. 1. Aiuto integrato per gli anziani - PAII Programma volto alla promozione dell'autonomia degli anziani presso il loro domicilio attraverso il miglioramento della qualità, della mobilità e dell'accesso ai servizi. 2. Principio della discriminazione positiva Sistema in base al quale le famiglie o i singoli ricevono indennità o servizi specifici in base alle loro particolari esigenze. 1. La commissione per i diritti dei disabili Organismo indipendente istituito dal governo per garantire i diritti civili dei (DRC) disabili. 14. Mobilitare le parti interessate Stato membro Denominazione della misura Sintesi DA 1. L'indice sociale e i conti socio-etici L'indice sociale è stato introdotto nel 2000 al Ministero degli Affari sociali 215 quale strumento per consentire alle imprese di misurare la propria responsabilità sociale. DE ES 1. Agenzie di servizio sociale – Nordrhein Programma volto allo sviluppo di centri onnicomprensivi per lo sviluppo delle Wesfalen procedure lavorative, della qualità e dell'offerta di servizi sociali. 2. Progetto pilota "JobPlan" - Amburgo Progetto pilota volto a migliorare la cooperazione tra i servizi per l'occupazione e gli organismi di previdenza sociale (MoZArt). 3. Sistema di informazioni sociali - Baviera Istituzione di un nuovo sistema di informazioni sociali organizzato a livello regionale che fornisce informazioni su praticamente tutti i fornitori di servizi al fine di confrontare i vantaggi e i servizi offerti. 1. Piano per la lotta contro l'emarginazione Piano d'azione regionale integrato per la lotta contro l'emarginazione sociale in sociale a Navarra svariati ambiti strategici 2. Rete per l'integrazione professionale - Madrid socio- Piano globale condotto dall'associazione RAIS per la lotta contro l'emarginazione sociale nell'istruzione e sul lavoro. FR 1. PLIE (Piani locali per l'integrazione e Piani che raccolgono gli attori locali al fine di coordinare le loro azioni nella l'occupazione) lotta contro l'emarginazione e a favore della promozione dell'occupazione locale. IRL 1. Partenariati di zona e gruppi comunitari Partenariati locali che raccolgono rappresentanti della comunità e del sovvenzionati volontariato, delle agenzie statali, delle parti sociali a livello locale, nonché i rappresentanti eletti. I 1. Patto territoriale per le questioni sociali – Patto territoriale rivolto alle persone socialmente emarginate, elaborato Provincia di Savona attraverso un partenariato tra le autorità regionali, provinciali e locali, altri enti pubblici e privati, le parti sociali e i rappresentanti del terzo settore. 216 NL 1. Attivazione sociale del quartiere a Progetto volto alla promozione dell'attivazione sociale attraverso il sostegno a Klazienaveen, Hengelo e Rotterdam Nord organizzazioni formali e informali che contribuiscono alla partecipazione dei residenti locali. 2. Negozi di scambio LETS (Sistema locale LETS è un luogo a livello distrettuale che agevola ed incoraggia lo scambio di di transazione economica) beni e servizi tra privati cittadini. 3. Ufficio per l'asse sociale: fornitura Piano governativo volto a determinare le modalità e le risorse necessarie per integrata dei servizi offrire assistenza sanitaria locale, sostegno al reddito e servizi in materia di alloggi in modo più integrato. PT SV 1. Rete sociale Programma integrato volto ad incoraggiare la messa in rete delle parti interessate a livello locale e a garantire un miglior coordinamento della fornitura dei servizi. 2. Solidarietà e centri di sicurezza sociale Progetto volto a migliorare la qualità dell'accoglienza dei beneficiari nei servizi sociali. 3. Book 2000 – Dalle parole all'azione Volume ispirato ai cahiers de doléances della rivoluzione francese volto a promuovere l'espressione da parte delle persone emarginate socialmente. 1. Rappresentanti personali per più persone Sussidi governativi alle autorità locali volti a coprire il costo di 300 nuovi posti con disabilità intellettuali per rappresentanti indipendenti per le persone affette dalle forme più gravi di disabilità intellettuale. 217 218