ANNO 2006 - 1 SOMMARIO Dr. Manmohan Singh La Nuova India che andiamo costruendo Sumeet Chatterjee Niente scherzi, l’India è il nuovo fulcro mondiale per l’animazione ....................... 4 Rohini Sharma Celebrando la femminilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 Kushal Dutta Primi giorni di primavera ............................................................................... 6 Johnson T.A. Nanotecnologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 Sumeet Chatterjee Bollywood, con il bhangra l’India diventa capitale mondiale dello spettacolo 8 Sourav Roy DNA ed Elettronica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 Lalit Kala Akademi Krishna Rituparna Bhuyan Astrofisica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 Ranjana Narayan L’artigianato indiano conquista il mondo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 Shankara Katagi Quello che dice il Maestro Reshma Patil Aeronautica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17 P.P.Ramachandran Semplice Sabina Sehgal Saikia Il nuovo sapore dell’India Ristorante Indiano Jaipur Agnello al curry Chaitanya Sambrani Il Progressive Artists Group India - Italia ........................................................... .......... ....................................................................................................... .............................................................................. ...................................................................................................... 1 11 16 18 ............................................................................... 19 ............................................................................................ 19 ............................................................................ 21 .................................................................................................................. 28 In Copertina: Pag. I - Donna con sitar - Kalighat painting [Foto: cortesia di Indian Art an overview. Ed. Gayatri Sinha] Pag. IV - Titoli di quotidiani italiani sulla realtà indiana. INTERESSE GENERALE Portale del Governo Indiano Ministero degli Affari Esteri Ministero del Commercio e dell’Industria http://india.gov.in http://www.meadev.nic.in http://commin.nic.in AFFARI Confederation of Indian Industry (CII)-Confederazione della Industria Indiana Fashion Design Council of India(FDCI)-Consiglio Indiano della Moda Federation of Indian Chambers of Commerce and Industry (FICCI)-Federazione delle Camere di Commercio e Industria Pagine Gialle Indiane Esportatori Indiani Online http://www.ciionline.org http://www.fdci.org http://www.ficci.com http://www.indianyellowpages.com http://www.indianexporters.com VIAGGI E TURISMO Incredibile India http://www.incredibleindia.org MEDIA INDIANI Doordarshan (rete televisiva nazionale) Samachar (Portale di notizie) NDTV http://www.ddindia.gov.in htpp://www.samachar.com htpp://www.ndtv.com Stampa: MONTI s.r.l. - Via Appia km. 56,149 - Tel. 06 9699548 - 06 9695187 - Fax 06 96021419 - 04012 - Cisterna di Latina (LT) - E-mail: [email protected] LA NUOVA INDIA CHE ANDIAMO COSTRUENDO... In un articolo dedicato, il Primo Ministro Dr. Manmohan Singh descrive nel dettaglio il progresso del programma di liberalizzazione del Paese e delinea le misure necessarie per conseguire un tasso di crescita più alto che si attesti intorno all’otto per cento. Angus Madison, storico dell’Università di Cambridge, ha calcolato che nel 1700 d.C, l’India e la Cina detenessero il 23% del reddito nazionale mondiale, più o meno la stessa quota detenuta dall’Europa. Intorno al 1950, la quota indiana era scesa al 3.8%, mentre quella della Cina si era attestata intorno al 5%. Quella europea, nel frattempo, era salita al 30%. Questo andamento negativo attestatosi nel corso dei secoli inizia finalmente ad invertire la rotta. La crescita galoppante che abbiamo visto in Cina da 25 anni circa e più recentemente anche in India, ci fa pensare che entrambi i paesi abbiano finalmente intrapreso il percorso per recuperare il posto che gli spetta nell’economia mondiale. L’economia indiana è cresciuta ad un passo relativamente lento tra il 1950 e il 1980, con un tasso medio del 3.5%, che, pur rappresentando un miglioramento rispetto alla prima metà del secolo, era comunque al di sotto delle aspettative e degli obiettivi prefissi. L’andamento migliorò considerevolmente tra il 1980 e il 2000, quando la crescita economica si attestò intorno ad una media del 5.8%, ricevendo un ulteriore slancio negli ultimi tre anni con una crescita media del sette percento. Molti osservatori concordano nel prevedere per l’India un tasso di crescita sostenibile dell’otto percento nel prossimo futuro, e forse anche più alto. Con una crescita della popolazione in fase discendente, attestatasi intorno al 1.5%, una rapida crescita economica - associata a misure ad hoc per assicurare una distribuzione dei benefici più ampia possibile - consentirà al nostro paese di liberarsi della povertà cronica e produrrà occupazione per la nostra forza lavoro in costante aumento. Possiamo, quindi, aspettarci una crescita del reddito pro capite di oltre il 6.5%. Questo non ci renderà sicuramente una paese ricco nei prossimi 10 o 15 anni. Ma ci metterà sulla buona strada per diventare un’economia industriale a medio reddito nei prossimi 15 anni. Anche nel caso in cui il reddito pro capite si dovesse attestare a livelli di medio reddito, le dimensioni complessive dell’economia faranno del nostro paese un protagonista molto più incisivo sullo scenario mondiale. Questo è ancora più vero se si considera che la nostra strategia per raggiungere una crescita rapida si espleta rendendo l’India un’economia più aperta, al cui PIL concorrono in maniera determinante il commercio e lo scambio. Siamo consapevoli del fatto che il nostro obiettivo di raggiungere un tasso di crescita sostenibile dell’8% e oltre non sarà un risultato ottenibile automaticamente, senza sforzi da parte nostra. Al contrario, mentre ci sono buoni motivi per preve- Il Primo Ministro Dr. Manmohan Singh 1 dere un’accelerazione nella crescita indiana, ci renprestato alla gestione prudente della bilancia dei diamo anche conto che occorrono degli sforzi partrasferimenti monetari. Ci rendiamo conto che le ticolari per far sì che questo potenziale si trasformi finanze dello Stato hanno bisogno di qualche corin realtà. Occorrerà sicuramente aumentare i livelli rezione. Il Governo si è dato una disciplina fiscale d’investimenti, potenziare la tecnologia, modernizattraverso la legge sulla responsabilità erariale e la zare l’economia e sviluppare infrastrutture di quagestione del bilancio preventivo. lità. Al fine di rendere la crescita più inclusiva, L’India ha un sistema bancario che funziona bene ed è conforme alle norme globali. Anche il occorrerà poi prestare un’attenzione particolare nostro moderno settore finanziario, in rapida alla crescita del reddito nelle zone rurali. Bisogna, espansione, risulta essere uno dei punti di forza inoltre, assicurare un adeguato accesso all’istruziodell’economia in crescita. Il nostro paese ha, inolne e ai servizi sanitari da parte della massa della tre, una Borsa ben regolata, che è efficiente, popolazione. Le riforme compiute negli ultimi 15 anni hanno moderna, e il cui funzionamento si espleta attravergettato le basi per una crescita rapida sotto molti so regole precise e sotto la costante supervisione di aspetti. La politica industriale, che in passato un credibile organismo di controllo e vigilanza. E imponeva troppe restrizioni sulle attività del settore sono proprio l’efficienza e la trasparenza che fanno privato nazionale, è stata completamente riorganizsi che la nostra Borsa si espanda e funzioni bene. zata. L’India ha una lunga tradizione nel settore C’è comunque l’esigenza di sviluppare ulteriorprivato e le condizioni propizie al mercato create mente un mercato dei crediti che sia solido e di dalle riforme hanno prodotto una crescita vibrante potenziare il supporto istituzionale alla finanza di in questo settore. L’economia si è, inoltre, aperta al lungo termine. Gli investitori stranieri hanno potucommercio con l’estero. Le licenze d’importazione to già apprezzare la solidità e la natura vibrante del sono ormai diventate obsolete e anche le nostre nostro sistema bancario e finanziario così come la tariffe d’importazione si sono abbassate notevoltrasparenza nel funzionamento del nostro sistema mente. Il governo ha intenzione di continuare a legale. ridurle ulteriormente fino Ho tutte le ragioni per al raggiungimento dei credere che negli anni a livelli medi nell’Asia venire il tasso di risparmio nazionale dell’India Orientale. crescerà vertiginosamenL’economia si è anche te, perchè – a differenza aperta agli investimenti di molti altri paesi – la stranieri che sono ormai percentuale di popolaziopermessi fino al 100% delle azioni nella magne in età lavorativa nella gior parte dei settori. Ci popolazione complessiva Infosys - una delle 500 fortunate aziende teniamo in modo partista crescendo in maniera colare ad attrarre investimenti stranieri diretti nello consistente e, per questo, i nostri esperti demograsviluppo della tecnologia e nell’ammodernamento fici mi assicurano che la crescita del risparmio sarà della nostra industria e delle nostre infrastrutture. sostanziale. Se abbiamo un potenziale di aumento La risposta sinora ottenuta è soddisfacente. L’India del risparmio, dobbiamo anche elaborare strumenti risulta essere infatti la seconda più importante finanziari e potenziare le istituzioni finanziarie al destinazione dei flussi di investimenti stranieri fine di attrarre risparmiatori e investitori in modo diretti dopo la Cina. Ad ogni modo, i livelli degli più efficace; ed è proprio in quest’ambito che io investimenti stranieri diretti in Cina sono di gran prevedo una crescita in espansione per l’industria lunga più alti rispetto ai nostri e speriamo di accordei servizi finanziari nel nostro paese. Abbiamo ciare le distanze nei prossimi anni. aperto la nostra industria dei servizi finanziari alla Le risorse di qualità sia tecniche che manageriapartecipazione di investitori stranieri, ma concordo li dell’India, la familiarità con la lingua inglese, e riconosco che molto altro ancora va fatto in tutti l’esistenza di istituzioni commerciali e legali conquesti settori. solidate, un settore bancario e finanziario funzioI primi benefici delle riforme economiche sono nante e disciplinato con trasparenza, così come le evidenti in molte storie di successo. Lo sviluppo norme garantite dalla Costituzione al sistema legadel software e dei servizi informatici sono quei settori dell’economia dove noi siamo altamente comle, sono tutti fattori di buon auspicio per la compepetitivi e per i quali abbiamo già incassato un ricotitività dell’India nel mondo globalizzato di oggi. noscimento internazionale. L’India, inoltre, è risulUno dei punti di forza dell’India è l’impegno 2 tata essere un fornitore competitivo in numerosi sotto-settori dell’industria tradizionale, nell’industria farmaceutica come nel tessile, nelle componenti d’auto e nelle biotecnologie. I successi ottenuti in questi settori hanno comportato un generale mutamento della disposizione mentale, specialmente nella generazione più giovane di imprenditori e professionisti. I nostri giovani sono oggi pronti a competere a livello globale, a mettere alla prova le loro abilità e a vendersi bene nel mercato mondiale. Ci siamo impegnati a compiere ulteriori riforme per rafforzare la competitività della nostra industria. Il settore più importante dove il governo può maggiormente aiutare gli imprenditori indiani a crescere è quello delle infrastrutture, le cui carenze devono essere affrontate. Non c’è dubbio sul fatto che l’India abbia delle lacune importanti nel settore delle infrastrutture fisiche, se paragonate ai nostri competitori non solo dell’Asia Orientale ma anche del Sud Est Asiatico. Dobbiamo colmare queste lacune per l’energia elettrica, le strade, le ferrovie, le telecomunicazioni, i porti, gli aeroporti, i trasporti urbani, ecc. se vogliamo creare la giusta congiuntura per gli investimenti e far sì che il potenziale di crescita si realizzi. L’investimento necessario per far fronte alle carenze infrastrutturali è enorme. Alcuni preventivi preliminari hanno indicato il bisogno di un investimento totale di 250 miliardi di dollari per le infrastrutture nei prossimi 5 anni. Risorse di questa portata non possono essere reperite soltanto nel settore pubblico. Ci proponiamo, quindi, di integrare gli sforzi del settore pubblico con quante più partnership private possibili, e stiamo sviluppando una strategia in tal senso. La misura della partecipazione privata attuabile varierà ovviamente da settore a settore. Stiamo lavorando alla creazione di un quadro programmatico che permetta la più proficua utilizzazione dell’opportunità di partnership tra pubblico e privato, tenendo presente la natura del settore specifico. Elementi chiave di questo quadro saranno la realizzazione di una struttura di controllo che assicuri un giusto equilibrio tra la protezione degli interessi del consumatore, la promessa credibile di rendimenti proficui per gli investitori, a patto che siano raggiunti livelli soddisfacenti di efficienza, e la trasparenza nella selezione dei partner privati. Un settore che richiederà una particolare attenzione nell’anno a venire è l’agricoltura. La crescita economica normalmente si associa a una riduzione della quota dell’agricoltura concorrente al PIL. E questo è quello che è avvenuto anche in India. Il contributo dell’agricoltura al PIL indiano si attesta attualmente sul 20%, ma il 60 percento della nostra popolazione ha proprio nell’agricoltura la principale fonte di guadagno. L’agricoltura è cresciuta ad un tasso medio del 3.6 percento tra il 1980 e il 1996, ma successivamente la crescita è scesa al 2 percento ca. Intendiamo duplicare questo tasso di crescita assegnando un incentivo importante al reddito prodotto nelle aree rurali. Bisognerà dare nuovo slancio alle politiche agricole prevedendo degli sforzi particolari a supporto della diversificazione dell’agricoltura, che vada oltre la produzione di cereali per alimentazione, affinchè si pongano le basi per l’espansione dell’industria di trasformazione agro-alimentare. Questo implica un considerevole ammodernamento dell’agricoltura, lo sviluppo della logistica e delle catene logistiche, collegando la produzione agricola e dei suoi derivati nelle zone rurali ai mercati urbani e d’esportazione attraverso una tecnica moderna di marketing. Oltre agli sforzi in tal senso, occorrerà investire nello sviluppo delle infrastrutture rurali, dai sistemi d’irrigazione alle strade, dall’ elettrificazione alle telecomunicazioni in queste aree. Un programma ambizioso per la creazione di tali infrastrutture, chiamato Bharat Nirman, è stato varato di recente. La sfida che attualmente l’India deve affrontare è sostenere un processo di crescita inclusivo e, allo stesso tempo, integrarsi nell’economia mondiale. Abbiamo bisogno di un contesto che sia locale e internazionale, che ci permetta di raggiungere e poi sostenere alti tassi di crescita economica. L’India deve procedere verso un nuovo stadio dello sviluppo e deve integrarsi nell’economia mondiale in continua evoluzione. Un’India dinamica e sviluppata non può che essere un importante elemento trainante dello sviluppo dell'economia nell’area e nel mondo. Un’India prospera e stabile contribuirà sicuramente alla pace e alla sicurezza globali oltre a rafforzare la causa della democrazia. Vi assicuro che il nostro Governo si è impegnato a fare tutto il dovuto per ammodernare ed ampliare le infrastrutture dell’India, al fine di renderle di livello internazionale nei prossimi cinquesette anni. Mi impegno a garantire che i nostri processi di governo siano quanto più trasparenti possibile e rispettosi, come dovrebbero sempre essere, di tutti i soggetti attivi nei processi di sviluppo. Vi invito a venire a conoscere la nuova India che andiamo costruendo e ad investire nel nostro futuro, così che possiamo tutti vivere in un mondo migliore. Primo Ministro Dr. Manmohan Singh Fonte: “India Now” 3 NIENTE SCHERZI, L’INDIA È IL NUOVO FULCRO MONDIALE PER L’ANIMAZIONE. Mumbai: Dove vanno a caccia degli ultimi talenti in campo di animazione i diversi studios italiani, canadesi, britannici, statunitensi compresi Walt Disney e George Lucas? In India. Utilizzando la sua capacità nell’IT e la grande quantità di forza lavoro di talento e a basso costo, al pari della migliore e più brillante forza lavoro del globo, l’India è il più giovane laboratorio di animazione del mondo. Non solo il paese ha un grande punto di forza nelle tecniche innovative ma i disegnatori si stanno cimentando nel raccontare l’infinita schiera di miti e leggende e tutte le altre belle storie indiane. Moti e Kalu a Bombay Tutto ciò sta rendendo l’India altamente competitiva nel mondo dell’animazione – tra l’altro, ha firmato alcune tra le più grandi hits di Holliwood lo scorso anno, battendo le stelle più grandi ed i films prodotti con mega budgets. L’ultimo e più coraggioso motivo per viaggiare in India è l’outsourcing nel campo della produ4 zione di animazione che segue il meno eccitante, anche se più proficuo, mondo parallelo dei call centres e dei back offices. Maya Entertainment, con sede a Mumbai, la capitale finanziaria e cinematografica indiana, è stata promossa dal duo regista-attrice Ketan e Deepa Mehta, che hanno lavorato anche per gli effetti speciali degli holliwoodiani Guerre Stellari, La Mummia, Stuart Little e dell’episodio “The phantom menace” della saga di Guerre Stellari. La Toonz Animazione, uno dei pionieri del settore in India con un investimento di sette milioni di dollari USA nel 1999, ora lavora per clienti di tutto il mondo: dagli Stati Uniti alla Francia, dal Belgio alla Corea del Sud. Sita nello stato del Kerala, la società ha anche prodotto molte acclamate serie televisive come “Katya e Nutcracker”, “Prezzy”, “Tommy e Oscar”, “Turtle island” e “The land of Gnoo” per clienti di tutto il mondo. Toonz ha anche creato la prima serie televisiva animata in India “Le avventure di Tenali Raman”, basata sul vecchio mito dell’abile giullare di corte che nell’antica India risolve all’ istante ogni problema. Trasmesso su un canale di cartoni animati, è diventato un successo popolare ed attualmente lo stanno ritrasmettendo su Nickelodeon’s Asia. “Ci siamo posizionati al top del settore collaborando con industrie leader e creando lavori originali di classe mondiale” ha dichiarato Jayakumar il cui studio di produzione ha recentemente chiuso un contratto con una major statunitense nel campo della distribuzione per una serie di 39 episodi. Sta anche lavorando ad un film di animazione per un cliente italiano ed ai 52 episodi della serie “Brady’s Beast”, una coproduzione francese, canadese e britannica. La domanda nel settore è così alta che la Maya Entertainment gestisce 17 centri di formazione nel campo dell’animazione in tutto il paese. Entro la fine del 2005 Maya conta di averne 50 e spera di aprire nel prossimo anno altri centri in Thailandia e a Dubai. Secondo la National Associations of Software and Service Companies (NASSCOM) il top dell’IT in India, la produzione di animazione globale, è destinata a crescere fino a 51.7 miliardi di dollari USA. Nello stesso anno si stima che l’industria di animazione Indiana, che attualmente cresce nella media del 30%, raggiuga 1.5 miliardi di dollari USA. Gli esperti credono che, grazie agli studi di design di animazione che gradualmente si stanno affermando oltreoceano e stanno accrescendo le loro abilità in questo potenziale mercato globale, l’outsourcing in campo di produzioni di animazione è destinato a vivere un grande boom. “Abbiamo tutti gli ingredienti giusti per replicare il nostro successo nel settore dell’IT anche nel campo dell’animazione e per diventare una potenza mondiale” ha detto Sunil Mehta, vice presidente del NASSCOM. “I produttori di animazione indiani hanno talento, inventiva, eredità culturale, linguaggio, basso costo del lavoro e spirito imprenditoriale. Abbiamo il vantaggio dei costi e della lingua in confronto a numerosi altri paesi competitivi.” “L’outsourcing nel campo dell’animazione diventerà un’altro settore di punta se gli studios continueranno ad accrescere la qualità del loro lavoro e se gestiranno bene i loro affari” Con l’incremento dei servizi di post-produzione, gli studios Indiani stanno salendo nella catena dei valori, come testimoniano i maggiori contratti di co-produzione e l’aumento dello sviluppo della proprietà intellettuale in India. Gli studios di animazione indiani stanno accrescendo i loro requisiti in vari segmenti quali la produzione di lungometraggi, programmi TV, spot pubblicitari e videogiochi. Le compagnie di animazione stanno creando anche un loro circuito di nicchia in settori quali titolazione per lungometraggi, effetti speciali, programmi di intrattenimento per il web, grafica TV, modellazione 3D e sviluppo del background. Le avventure di Tenali Raman Grazie alla sua forza. la quota indiana nel mercato globale di produzione di animazioni è significativamente aumentata. I produttori nordamericani di film e programmi TV si stanno concentrando molto di più sul settore della distribuzione e stanno considerando molto proficuo il fornire in sub-appalto le attività di produzione di animazione a studi indipendenti d’oltreoceano. “Le società indiane stanno naturalmente partecipando a questa potenziale espansione. Ci si aspetta che le maggiori industrie indiane di intrattenimento e computer software facciano del paese un grande protagonista nel settore dell’animazione” Secondo un’indagine condotta da una società di settore, i costi di produzione indiani sono i più bassi se paragonati a quelli degli Stati Uniti, Canada, Corea del Sud e Filippine - i maggiori centri mondiali per la produzione di animazioni. Mentre in Canada e negli Stati Uniti la tariffa media per produrre un programma di animazione televisiva della durata di mezz’ora si aggira intorno ai 250.000-400.000 dollari, in India il costo medio è di circa 60.000 dollari. L’India resta, comunque, in alta posizione contro una sostanziale competizione con paesi asiatici come le Filippine, Taiwan e Corea del Sud che sono stati particolarmente attivi nel campo delle produzioni di animazioni per un lungo periodo. di Sumeet Chatterjee Indo Asian News Service 5 CELEBRANDO LA FEMMINILITÀ delle energie divine rappresentate da queste donne in pose differenti. Nel complesso monumentale di Khajuraho la donna o la ragazza nubile è onorata in tutti i modi immaginabili, rappresenta Shakti, la madre potenziale che donerà vita all’esistenza attraverso l’unione con il suo uomo. di Rohini Sharma Pubblicato su “India Perspective”, Novembre 2005 Foto: cortesia di “India Perspective” I templi di Khajuraho celebrano la femminilità in tutti i suoi numerosi aspetti e sfaccettature. Le forme sono piene e generose, la donna è il naturale simbolo di fertilità. Gli atteggiamenti sono graziosi e pieni di umiltà e rispetto, così come li ritroviamo nella donna Indiana; i volti sono impersonali considerato che le energie divine sono indifferenziate nell’assoluto. Il corpo femminile è rappresentativo dell’intera creazione: emergendo dalla cruda materia, esso gruadualmente si libera e culmina in una sorta di idealizzazione dello spirito la cui ascesa è incarnata nelle curve della spina dorsale. La spina dorsale, secondo le teorie Tantriche prevalenti durante il periodo Chandella, è paragonata al serpente di energia (Kundalini) che allungandosi dalla base dell’osso sacro alla sommità del capo e sostenendo i sei stadi dell’evoluzione spirituale che i seguaci devono risvegliare uno dopo l’altro per trasformare la loro energia sessuale (che è l’energia vitale) in pura spiritualità, porta infine al raggiungimento dell’unione con il divino. La grazia del corpo femminile è manifestata in tutti i suoi aspetti e la scultura dà piena espressione alla sua varietà di atteggiamenti. L’enfasi è nella duttilità dei corpi, nella grazia delle pose e nel loro significato in apparenza banale, le azioni di ogni giorno come ammirarsi allo specchio, mettersi il kohl agli occhi, abbellire i piedi dipingendoli, giocare con gli animali domestici, scrivere lettere, rimuovere le spine conficcate nei piedi, danzare ecc. Per l’architetto, così come per lo scultore, i devoti devono liberare se stessi dal desiderio per potersi perdere nella contemplazione della bellezza pura 6 Primi giorni di primavera Quieta e dimenticata I pollini di senape fragranti e gialli Si diffondono sulle note del flauto del meriggio Esaltati dalla fragranza Un branco di pesci colorati Attraverso rami e foglie Di alberi dritti e sottili Si insinua tra la fioritura dei semi Fulminei come serpenti Eppure Pahgun conosce Il fascino della fioritura In una notte ancora quieta Ai bordi della brughiera iluminata dalla luna Angeli alati volteggiano avanti e indietro Al battito delle loro ali I boccioli di mostarda ormai caduti Cominciano a respirare. Kushal Dutta (Fonte: “Indian Literature Sahitya Akademi journal Luglio – Agosto 2005”) NANOTECNOLOGIA Ancora un’altra meraviglia della rivoluzione della miniaturizzazione, i nanotubi verranno largamente utilizzati nella nostra vita nei giorni a venire Correva l’anno 2002 quando Ajay K.Sood, professore di fisica all’Indian Institute of Science (IISc) e il suo studente Shankar Ghosh, studiando gli effetti del flusso di liquido nei nanotubi di carbonio - tubi più piccoli di un capello- cominciarono a capire di aver messo le mani su qualcosa di grosso. Quello che scoprirono era impressionante: il flusso dei liquidi nei tubi in miniatura generava corrente elettrica. Un anno dopo, Sood e i suoi colleghi proseguirono con gli esperimenti e cominciarono a studiare per vedere se il flusso di gas poteva anch’esso generare elettricità. In uno studio pubblicato dalla prestigiosa rivista di fisica, Physical Review Letters, nel mese di Agosto 2004, gli scienziati scrissero di aver riscontrato “un effetto ugualmente sorprendente anche per il flusso di gas ma per ragioni fondamentalmente diverse”. La scoperta ha già fatto sì che Sood e i suoi colleghi fossero in maniera lusinghiera paragonati alla scoperta di Sir C.V.Raman dell’effetto Raman. La scoperta viene infatti chiamata con il soprannome di “Effetto Sood” ed ha già dato luogo a numerosi brevetti e numerose applicazioni. “Non è stato un fatto di serendipity a condurci alla nostra scoperta. Eravamo guidati da una idea e ne cercavamo gli effetti”. dice Sood. Una delle più soprendenti applicazioni che derivano dalla scoperta è la possibilità per un apparecchio come il pacemaker per il cuore di funzionare con nanotubi, che inseriti nel corpo umano generano corrente dal sangue. Al posto delle batterie, l’apparecchio genererà corrente da solo per regolare ritmi cardiaci difettosi. “Abbiamo dimostrato come la corrente elettrica possa essere generata in ambienti bio-medici come il sangue e soluzioni saline. Siamo convinti che esistano potenzialità per applicazioni in apparecchi come i pacemaker e per misurare direttamente la velocità del sangue. C’è ancora molto lavoro da fare in collaborazione con biologi, ingegneri biomedici ed altri affinchè si possa arrivare alle soluzioni finali” dice il Prof. Sood. Anche in passato, gli scienziati hanno effettuato delle ricerche sulle applicazioni della nanotecnologia nel corpo umano. Nel 1999, lo scienziato americano Ray Baughman e i suoi colleghi sostene- vano che i nanotubi agiscono come i muscoli del corpo umano se viene loro fornita corrente elettrica in una maniera particolare. Sostenevano che muscoli fatti con nanotubi risultavano più resistenti del tessuto umano. Per spingere oltre la loro ricerca, l’equipe del Prof. Sood sta attualmente studiando i legami del DNA con i nanotubi. “ Stiamo cercando di scoprire se il DNA o le sequenze molecolari si legano meglio con nanotubi di carbonio. Ancora non esistono risposte a questi quesiti e la gente sta solo ora cominciando a capirlo” dice il Prof. Sood. Ulteriori ricerche sono in corso per l’utilizzo della tecnologia relativa al flusso di liquidi in medicina, continua il professore. “ Alcune società ci hanno interpellato ma non abbiamo ancora raggiunto un accordo. Speriamo di poter avviare delle collaborazioni. Ciò faciliterebbe lo sviluppo di un’applicazione. Abbiamo bisogno di sviluppare alcune metodologie, così da evitare che qualcosa corrompa il sistema. Se una proteina non prevista si attacca ai nanotubi, l’effetto potrebbe venire camuffato. Abbiamo effettuato delle dimostrazioni con dei modelli. Quello che accade nella vita reale è ancora da scoprire”, sottolinea il Prof. Sood. La scoperta del flusso di gas da parte dell’equipe ha avuto una partenza migliore rispetto a quella del liquido in termini di applicazioni. L’equipe dell’IISc ha trasferito i diritti esclusivi per la tecnologia alla start up americana Trident Metrologies per lo sviluppo di prototipi e sensori di flusso di gas che possono venire commercializzati. “La situazione ha preso una svolta importante perchè esiste una forte domanda di prodotti hi-tech affidabili e sensori digitali per il flusso di gas per i gasdotti”, dice lo scienziato. Sulla base delle loro scoperte, gli scienziati hanno registrato due ulteriori brevetti per l’uso dei nanotubi per rilevare vibrazioni su superfici solide – come ad esempio nel caso di terremoti. Gli studi proseguono inoltre per verificare se i nanotubi a doppia parete possano offrire maggiore forza ai composti. di Johnson T.A. Pubblicato su Knowledge, The Indian Express del 1 gennaio 2006 7 BOLLYWOOD, CON IL BHANGRA L’INDIA DIVENTA CAPITALE MONDIALE DELLO SPETTACOLO Manifesti di Film indiani Dalla musica bhangra dei bar di Bangkok alle lacrimose soap opera dei soggiorni londinesi, al potere delle star di Bollywood sulle televisioni europee: il mondo dello spettacolo indiano sfreccia vertiginosamente coinvolgendo tutti. Si prevede che la fiorente industria – della quale la parte destinata all’esportazione è costituita da film di Bollywood e dalla musica bhangracrescerà del 18 % su base annua nell’arco dei prossimi 5 anni sino a raggiungere i 10 miliardi di dollari entro il 2009 in base ad un rapporto sull’industria. Questo fattore permette all’ industria indiana dello spettacolo di costituire forse l’unica industria a poter competere a livello mondiale con il potente settore dello spettacolo americano specialmente Hollywood. 8 Quello dello spettacolo rappresenta uno dei settori dell’economia a maggiore crescita con tassi di sviluppo e profitti in ascesa. “Negli ultimi cinque anni grandi passi avanti sono stati fatti in tutti i settori dello spettacolo e ci sentiamo orgogliosi del fatto che il mondo ha cominciato a percepirci come creatori di prodotti di alta qualità” ha detto il leggendario regista Yash Chorpa. “ E tempo ormai per noi di cambiare marcia e rivolgere lo sguardo alle sfide che ci si pongono innanzi per far sì che l’industria dello spettacolo indiano si posizioni sulla mappa globale” Chopra, Presidente della Commissione Spettacolo della Federazione delle Camere di Commercio Indiane (FICCI) ha dichiarato alla agenzia IANS. Secondo uno studio congiunto della Price Waterhouse Coopers e FICCI, il settore della televisione ha maggiormente contribuito alla crescita assieme al segmento cinematografico. In base al rapporto, l’industria potrà trarre benefici significativi dalla impressionante crescita economica del Paese. In parole semplici, quando i profitti aumentano in maniera proporzionale maggiori risorse vengono spese nel settore dello spettacolo e del divertimento. Per quanto riguarda i differenti segmenti della industria dello spettacolo, il rapporto indica che i ricavi da abbonamenti costituiscono il motore per la crescita nel settore della televisione nei prossimi cinque anni. Si stima che la crescita del settore pubblicità per quanto riguarda la televisione sarà tra il 12 e il 14 % nell’arco dei prossimi cinque anni per arrivare a 2,1 miliardi di dollari entro il 2009. Il settore dei film cavalcherà l’onda della crescita del numero delle sale multiplex e dei formati digitali di distribuzione. L’industria cinematografica beneficierà di maggiori incassi di botteghino, di maggiori profitti dai mercati esteri e dello sviluppo del mercato dell’home video nell’arco dei prossimi cinque anni. L’industria cinematografica indiana – in cui la produzione di film in lingua Hindi e i film di Bollywood occupano un posto predominante - è la più vasta a livello mondiale con circa 1000 film all’anno. Volti di Bollywood A parte il successo crescente a livello internazionale di film su temi legati all’India come “Monsoon Wedding”, “Sognando Beckam” e “Orgoglio e Pregiudizio”, la curiosità globale su Bollywood aumenta sempre di più. Gli esperti ritengono che Bollywood sia in grado di replicare il successo di cui gode la rinomata industria indiana del software sul fronte delle esportazioni poichè i redditizi mercati esteri incoraggiano i registi a girare film meno impegnativi. E per realizzare il sogno, sforzi concertati sono in essere affichè l’industria cinematografica indiana possa penetrare i nuovi mercati in Spagna, Francia, Brasile, Germania, Cina e Giappone, oltre ai mercati tradizionali come quelli degli Stati Uniti, della Gran Bretagna , Canada e Sud Africa. “Bollywood sarà il maggiore protagonista sul mercato mondiale presto” – prevede Dorothy Wenner curatrice del Festival Cinematografico di Berlino. “Milioni di persone in Europa amano Shah Rukh Khan (star del cinema Hindi)” afferma sorridendo Wener che confessa di essere lei stessa una fan di Shah Rukh. Wenner afferma che la popolarità crescente di Bollywood in Europa e in America fa dell’Industria del Sogno Indiano l’alternativa più popolare a Hollywood. “Il cinema indiano è il cinema del sentirsi bene- dice Wenner- In occidente, ci sono milioni di persone che desiderano rifugiarsi in questo mondo perfetto”. Se combinate ciò con il successo in classifica della musica Punjabi appare evidente che il Paese possiede tutte le carte vincenti. Si calcola che su un miliardo di dollari di profitti della industria cinematografica indiana registrati l’altro anno, 225 milioni di dollari sono stati i guadagni ottenuti attraverso le esportazioni. E si prevede un loro rapido aumento nei prossimi cinque anni. In America, il romantico “Kal Ho Na Ho” è stato rappresentato in 53 cinema e ha guadagato 272.000 dollari solo nel giorno della prima. Ha inoltre registrato il tutto esaurito a New York, Los Angeles e Houston. Chropa, regista di recenti film popolari come “Veer Zara” e “Hum Tum”, è in procinto di lanciare grandi operazioni di marketing per il suo prodotto in nuove destinazioni per l’export come Germania e Francia. E anche a casa , il pubblico non manca. “Oggi ci sono circa 250 milioni di consumatori di prodotti legati allo spettacolo in India. Esistono quindi oltre 700 milioni di persone che invece non sono ancora coinvolti nel consumo di tali prodotti” dice Subhash Chandra, Presidente e Amminstratore Delegato della ZeeTelefilms che gestisce l’offerta di canali televisivi della Zee TV, popolari non solo in India ma anche presso la diaspora indiana in tutto il mondo. Riprese cinematografiche Chandra chiede all’industria di non concentrare gli sforzi solo sugli Indiani che risiedono all’estero ma anche di cercare di accaparrarsi una larga fetta del mercato globale combattendo problemi come la pirateria. L’idolo degli schermi indiani Amitabh Bachchan spesso definito “leggenda vivente” è d’accordo. Sostiene che il mondo dello spettacolo, specialmente i registi, devono concentrarsi sull’individuazione di robuste strategie di marketing e promozione per attrarre il pubblico globale. “In questo periodo il pubblico non Indiano sta mostrando una curiosità sempre maggiore verso il cinema indiano e questa curiosità deve essere appagata”, dice Bachchan. di Sumeet Chatterjee Indo-Asian News Service 9 DNA ED ELETTRONICA Le applicazioni sono infinite, non ultima la Il CSIO ha anche sviluppato un sistema unico promessa di curare malattie killer ad un costo di codifica dove tutti i 256 caratteri ASCII notevolemente inferiore. (caratteri testi ed immagini utilizzati nella stampa) E stato chiamato “il progetto della vita”, e tale sono stati definiti con riferimento alle quattro basi è. Rivela i segreti piu` intimi, è l’unica prova che di zucchero del DNA e, con l’aiuto di un software porterebbe Sherlock Holmes ad una vittoria sensapersonalizzato (sviluppato sempre al CSIO), zionale, è responsabile degli istinti omicidi di qualsiasi testo od immagine può essere codificata Charles Sobhraj, e probabilmente è l’unico patriin una sequenza DNA. Questa tecnologia innovamonio parentale che ognuno di noi eredita senza tiva potrebbe rivelarsi estremamente utile per alcuna possibilità di confusione. Ecco a voi il DNA salvaguardare informazioni militari. (Acido Desossiribonucleico). Ma cos’è che rende il DNA il migliore nanoOggi è stata aggiunta all’elenco della sua vercavo elettrico disponibile? “Si può autoassemblare, satilità la capacità di condurre elettricità al nano autoreplicare ed adottare vari stati con cui un livello ed agire come processore, transistor, triodo ingegnere biomolecolare può produrre strutture e diodo. La Nanotecnologia (tecnologia al 10-9 miniaturizzate con una precisione che non sarebbe livello) ha permesso di utilizzare il DNA come possibile con le tecnologie classiche a base di nanocavo nella creazione di circuiti elettrici comsilicone” afferma il dott. Bharadwaj. Il DNA plessi. E il Dipartimento di Elettronica Biomoleestromette la tecnologia a base di silicone per colare del Central Scientific Instruments Organisamolteplici motivi. Un millilitro di DNA può contion (CSIO), Chandigarh, sta utilizzando il DNA in tenere informazioni che valgono più di un trilione applicazioni che promettono di cambiare drasticadi CD e grazie alle sue quattro basi di zucchero, mente il modo di vedere la vita. può effettuare 1,019 operazioni a lavoro. D’altra Il dott. Lalit Mohan parte, in una tecnologia a base Bharadwaj, capo del Dipartidi silicone, gli atomi cominmento, dichiara: “Al CSIO ciano a far fuoriuscire elettroni siamo stati in grado di oltre un certo limite, causando utilizzare il DNA come nanoun cortocircuito. cavo, sensore, attuatore, diodo Ancora, nella tecnologia a e triodo in componenti elettrobase di silicone, il costo della nici e processori. Stiamo anche produzione aumenta smisurasviluppando kits di diagnostica tamente con la riduzione della basati sul DNA, che sono dimensione. Per esempio, DNA Sequencer almeno centinaia di volte più laptop high-end costano il sottili di un capello umano, per individuare la doppio dei computer da tavolo.Tuttavia, neltubercolosi. Questi kit di micro-diagnostica l’elettronica basata sul DNA, il fattore prezzo è monouso costeranno circa 20-25 Rupie (0,38-0,48 ridotto drasticamente. Euro) e ci vorranno solo pochi minuti per la Così, la prossima volta che vi avventurate a localizzazione, rispetto alla tecnica esistente che comprare un portatile, potreste trovare l’annuncio: richiede settimane e costa circa 500-1000 Rupie “contiene DNA”. E se così fosse, compratelo senza (9,44-18,89 Euro). Perfino la quantità dei campioni pensarci due volte. Semplicemente per la sorprendi sangue e reagenti necessari saranno ridotti ad un dente capacità di memoria che promette. Forse, fattore di 1000. Ciò significa che solo pochi questo è ciò che aggiunge una nuova dimensione microlitri saranno richiesti utilizzando questa alle basi della nostra vita. Il DNA nell’elettronica tecnica”. non è fantasia: è la verità scientifica del 21° secolo. Se Bharadwaj ed il suo team riscuoteranno un ampio successo, lo stesso concetto potrà essere esteso ad un numero maggiore di malattie. Da non di Sourav Roy dimenticare l’enorme mercato globale, che vale miliardi, per questi dispositivi a base di nanoPubblicato su Knowledge, tecnologie e DNA. The Indian Express del 1 gennaio 2006 10 KRISHNA Con questo numero di “India”, iniziamo una serie di articoli che vi presenteranno la varietà del passato dell’India. Il nostro primo articolo vi parla di “Krishna”, conosciuto anche come il Dio Blu Mahabharata, il cui componimento abbraccia un La storia di Krishna è un racconto avvincente. periodo molto lungo cha va dal quinto secolo a.C Nato – come riferiscono i Puranas e molti altri al quarto secolo d.c. testi religiosi – come incarnazione del Dio Vishnu Alcuni studiosi hanno rintracciato i primi in forma umana nella stirpe dei Vrishni di Mathura, accenni su Krishna nella letteratura Vedica, quale il suo scopo era quello di incoraggiare il bene ed un condottiero Vedico di nome Krishna che è citato annientare il male. Qualità divine e umane erano nel Rigveda. Di lui Indra disse rivolgendosi ai suoi inestricabilmente fuse in lui. Egli rappresenta da un eserciti di Maruts: “Ho visto Krishna muoversi parte la realtà suprema e la più alta verità, dall’altra velocemente sulle rive dissestate dell’Amsumati, è pur sempre un essere umano anche se dotato di come una nube che tocca l’acqua; Oh miei eroi un’intelligenza e di poteri fuori dal comune. E andate a combattere la battaglia”. proprio la fusione singolare tra divino e umano che ha portato allo sviluppo di questo concetto altamente composito e affascinante di Krishna. Krishna è il mistero supremo. Pur non rappresentando un prodigio nella natura, la sua gloria essenziale va ricercata nelle numerose gesta da lui compiute e nei suoi svaghi e giochi nelle campagne di Vrindavana. Storicamente, lui fu un contemporaneo dei Pandavas ed ebbe un ruolo importante nella guerra dei Mahabharata come loro alleato. Non c’è unanimità tra gli studiosi nel datare la guerra dei Mahabharata e le opinioni in merito sono contrastanti. Ad ogni modo, qualunque sia la data esatta, possiamo affermare che – in tutta probabilità – la storia Un’illustrazione della Gita Govinda di Krishna risale a più di tremila anni fa. Nel- Pahari School, Garhwal kalam, Atelier di Raja Pradyuman Shah (1785-1804 d.C.). C. 1790-1800 d.C., Museo Nazionale, New Delhi. l’arco di questo tempo lunghissimo, si sono sviluppate intorno a Krishna una serie di miti Anche se i Puranas parlano di ostilità tra Indra e leggende, che hanno avuto un impatto profondo e Krishna, come illustrato nell’episodio di Giri sulla vita e la cultura indiane. La vita di Krishna, Govardhana (Pl. VIII) e nella storia di dalla sua infanzia ai suoi ultimi giorni, è stata fonte Parijataharana, non ci sono sufficienti fondamenti di ispirazione per molti poeti e artisti. Egli rappreper identificare questo capitano Vedico del Rigveda senta la personificazione della gloria spirituale e con il Krishna-Vasudeva dell’epica e dei Puranas. intellettuale e la perfezione dell’impresa e della Ad ogni modo, i primi riferimenti a Krishna si natura umane. Il Krishnaismo ha permeato tutte le possono rintracciare nel Chhandogya Upanishad sfere della cultura e del pensiero dell’India. Nessun del sesto secolo a.C nel quale si riporta che altro individuo ha influenzato così incisivamente il Krishna, Devaka-putra, ricevette istruzioni dal corso della religione, della filosofia, dell’arte e saggio Ghora Angirasa e si liberò quindi dal letteratura dell’India. desiderio. Anche il grande filologo Panini nel suo La vita del giovane Krishna è narrata princiAstadhyaya del quinto secolo a.C. fa menzione del palmente nelle Harivamsa e nei Puranas, quali Vasudeva (i.e. Krishna) associandolo ad Arjuna nel Vishnu, bramad-Bhagavata, Brahma-Vaivarta, Vasudevarjunabhyam Vun Sutra, secondo il quale Padma, Agni e in altri Puranas. Di tutte queste Krishna Vasudeva era già considerato una divinità fonti, la Bhagavata fornisce la più dettagliata ai tempi di Panini. descrizione delle prime imprese di Krishna. La vita “Il cielo è denso di nuvole, la foresta è buia con degli anni seguenti è raccontata principalmente nel 11 Quando le fragranze del gelsomino e dei fiori di ketaki si fondono nelle ore notturne Oh come possiamo sopportare il congedo davanti allo scorrere delle acque del Yamuna. Il tormento di Krishna Questo dipinto ci illustra il sedicesimo verso del quinto canto della Gita Govinda e descrive il tormento di Krishna per l’assenza di Radha. Ha un epitaffio sul retro che dice: Il tormento di Krishna. Illustrazione della Gita Govinda. “A un certo punto egli Pahari School, Basohli kalam. Atelier di Raja Medini Pal (1725-1736). 1730 d.C. manda sospiri, poi guarda in tutte le direzioni” gli alberi tamala; Krishna ha paura della notte. Oh Il dipinto rappresenta Krishna seduto, visibilRadha, tu solo devi portarlo a casa. Questo è l’ormente turbato, sulla riva del fiume Yamuna. C’è un dine di Nanda. Ma Radha e Krishna indugiano giaciglio di foglie preparato da lui mentre sta assotto un albero nel bosco sul cammino verso casa pettando Radha con ansia. Il paesaggio intorno è sulla riva del fiume Yamuna e il loro amore segreto piuttosto desolato, con la presenza sporadica di prevale” qualche albero, per enfatizzare lo stato d’animo di Questo dipinto rappresenta il calare della notte Krishna, la sua solitudine dovuta alla mancanza della sua amata. con l’addensarsi delle nuvole nel cielo. Il vento Il dipinto appartiene alla famosa serie Manaku soffia forte e gli alberi Tamala con i loro bei fiori della Gita Govinda della scuola Basohli e risale al ondeggiano al vento. Nanda, Yasoda e le altre go1730 d.C, essendo stato realizzato nell’atelier di pis vanno alla ricerca di Krishna che stava Raja Medini Pal (1725-1736). Il suo famoso colopascolando le mucche sulla riva del fiume phon è stato oggetto di molte controversie. ComunYamuna. Nanda chiede a Radha di accompagnare il que, tutti i più eminenti sanscritisti concordano nelgiovane e apparentemente timido Krishna sano e l’attribuire il nome Manaku dell’epitaffio alla pasalvo a casa, ma sulla strada verso casa Krishna e tronessa reale della serie, e quindi non all’artista il Radha si ritrovano clandestinamente l’uno nelle cui nome non è citato affatto. braccia dell’altro. Il dipinto rende a pieno lo spirito La semplicità della composizione, lo sfondo dei versi della Gita Govinda sopra riportati. Questa monocromatico e il modo in cui l’albero decostampa era parte di una serie di illustrazioni del rativo alle spalle di Krishna è dipinto, rimandano Gita Govinda ed è uno dei capolavori della prima alla Pittura dell’Estremo Oriente, anche se non ci Scuola Garhwal. sono altri rimandi. Questo folio fa parte di una La Gita Govinda del poeta Jayadeva è l’ultima serie molto ampia. Gli smeraldi della collana e delopera del grande kavyas sanscrito. Jayadeva era il la corona di Krishna sono riprodotti con l’applipoeta di corte del Raja Lakshman Sen della dicazione delle pagliuzze lucenti delle ali di coleotnastia Sena del Bengala, che regnò tra il 1185 e il tero, una tecnica caratteristica dei dipinti di Basohli 1206. Il poema si sofferma principalmente sulfino al 1730 d.C, presente raramente negli altri l’amore tra Krishna e Radha, la quale risulta essere dipinti della scuola Pahari. la favorita tra le lattaie di Vraja. Il dipinto ci fa inLa patronessa era anche una poetessa, che travedere, inoltre, i paesaggi idilliaci di Vraja, dove scrisse nel metro Malini e il cui nome d’arte era si sviluppa la storia d’amore tra Krishna e Radha. “Manaku”. Era una grande devota di Vishnu e molto probabilmente una principessa del casato reale Quando la brezza avvolge gentilmente i bei di Basohli. virgulti del garofano da “The Blue God”, Quando la foresta risuona del ronzio delle api e i Fonte: Lalit Kala Akademi canti dei kokolas 12 Come gli Indiani stanno ampliando le frontiere della conoscenza scientifica ASTROFISICA Ora l’accesso ai dati astronomici - che ammontano a quattro terabytes – è possibile da qualsiasi angolo del mondo grazie al primo osservatorio virtuale dell’India. Cosa occorre per avere le chiavi del paradiso? Semplicemente un computer ed una connessione internet! L’Inter University Centre for Astronomy and Astrophysics (IUCAA) di Pune ha creato il primo ed unico osservatorio virtuale indiano che permette agli scienziati di esplorare il cielo senza l’ausilio di telescopi e senza andare in un osservatorio. In parole semplici, gli scienziati hanno creato un cielo virtuale all’interno dei potenti computer del Centro al quale gli scienziati di tutto il mondo possono accedere. Il cielo virtuale possiede una quantità di dati astronomici che raggiunge i quattro terabytes (4.000.000.000.000 bytes) accumulati attraverso decenni di studi effettuati negli osservatori da Terra o in quelli sulle piattaforme spaziali come Hubble e Chandra. Per avere un’idea dei dati ottenuti con i telescopi provate a pensare che l’area coperta da un trentesimo di grado dellla volta stellare contiene almeno 30.000 fonti di dati astronomici. Battezzato Virtual Observatory-India (VO-I), il progetto si è realizzato nell’arco di tre anni con la fattiva cooperazione della Persistent System, azienda di IT con base a Pune, che ha fornito sei ingegneri di software per lavorare sul progetto VO-I. In tutto il mondo 14 laboratori simili stanno sorgendo e saranno parte dell’International Virtual Observatory Alliance (IVOA). La collaborazione tra lo IUCCA e la Persistent System nella creazione di osservatori virtuali è la prima al mondo nel suo genere. In realtà VO-I è una miscela di scienza astronomica e Information Technology. La vasta quantità di dati astronomici provenienti da tutto il mondo deve essere adattata a sistemi di immagazzinaggio e codici di scrittura per meccanismi di reperimento. “Questo è uno strumento che aumenta le capacità degli astronomi” dice Ajay Kembhave, rettore del Visitor Academy Programme, IUCCA. VO-I trae origine da una conferenza tenutasi negli Stati Uniti quasi tre anni fa e per portare avanti l’idea Kembhave si servì dell’aiuto di Anand Despande, presidente della Persistent. “Il campo dell’astronomia è estremamente avido di dati e richiede una profonda conoscenza del settore. La Persistent è specializzata nella costruzione ed il perfezionamento di infrastrutture software di elevato livello. L’uso di questa esperienza per risolvere i problemi del reperimento di dati in astronomia rende Persistent protagonista di nuovi orizzonti per le banche dati” dice Deshpande. Qualsiasi astronomo che aspiri a studiare gli oggetti celesti non deve fare altro che andare sul sito dello IUCCA e cliccare sul link VO-I. Il sito ha molte applicazioni sviluppate da eminenti istituti di astronomia di altre parti del mondo che aiutano a portare avanti studi ed a reperire dati. Nel sito web figura anche VO Plot, un’applicazione sviluppata dallo IUCCA che è largamente utilizzata dagli astronomi di tutto il mondo. L’astronomo deve unicamente sottoporre la sua ricerca di dati sul sito e usare le applicazioni per ottenere risultati sotto forma di grafici. Potenti computer dello IUCCA o altri eminenti istituti come il Laboratorio Fermi oppure la John Hopkins University fanno le operazioni di calcolo e danno i risultati agli astronomi attraverso il sito. Non potendo utilizzare questo sistema, si dovrebbero raccogliere i dati attraverso i telescopi e gli osservatori dove è estremamente difficile trovare uno spazio di tempo per l’osservazione. Lancio del GSLV 13 India Tessat Il bene individuale è parte integrante del bene comune. L’opera dell’avvocato vale quanto quella del barbiere... Una vita dedita al lavoro, come quella del contadino e dell’artigiano, è la sola degna di essere vissuta. Mahatma Gandhi Con VO-I pronto per l’uso, lo IUCCA ha iniziato a programmare il VO-I TNG (The Next Generation). “ L’obiettivo è creare una mappa virtuale del cielo dove sia possibile tracciare un itinerario e reperire i dati” dice Kembhave. Lo IUCCA collegherà il VO-I con una rete di servizi di calcolo computerizzati sviluppati dal Centre for Development of Advanced Computing (CDAC) per un computo più veloce di complessi problemi astronomici. di Rituparna Bhuyan Pubblicato su Knowledge, The Indian Express del 1 gennaio 2006 L’artigianato Indiano conquista il mondo Prodotti realizzati con Bambù Annullando il divario esistente tra le case nei villaggi e le raffinate boutique delle capitali mondiali della moda, l’artigianato indiano conquista il mondo con tutta la sua varietà sbalorditiva, un’industria multimiliardaria, con molteplici aspetti, proprio come l’India. Dai mobili ai tessuti, ninnoli e borse, il mondo dell’artigianato indiano in tutte le sue incarnazioni ingioiellate e ricamate, copre un’ampia gamma di prodotti con tecniche e modalità che variano a seconda della regione di questo immenso paese. Se prendiamo in considerazione il ricamo, un considerevole lavoro viene portato avanti nel Kutch, nell’India occidentale, i soffici punti di ricamo nel Kashmir del Nord, così come il rinomato lavoro ombra dei lavoratori chikan nel Lucknow. 14 E poi ci sono i tappeti lavorati a mano, gioielli, ceramiche, dipinti, mobili... una lista infinita di prodotti lavorati a mano con cura e differenti di stato in stato. Il tutto si aggiunge ad un’industria dove le esportazioni (oltre ai tappeti lavorati a mano) ammontano a 130.32 miliardi di rupie ($ 2.8 miliardi) nel 2004-05, considerando che nel 1986-87 ammontavano a soli 3.87 miliardi di rupie ($ 85 milioni), uno sbalorditivo aumento di 42 volte in meno di due decenni. In India, l’intenso lavoro dell’industria dell’artigianato, è ampiamente sparso nel paese, soprattutto nelle zone rurali ed è la principale risorsa di lavoro nel settore non organizzato. Argenterie Dietro l’imponente industria ci sono sei milioni di artigiani che creano prodotti rendendo l’artigianato indiano riconoscibile come il Taj Mahal ma anche commerciabile. C’è Chhoti Yadav, per esempio, a Udaipur, nello stato indiano del Rajasthan. Le sue capacità nel ricamare cuscini e tovaglie l’ha portata fuori dalla sua esistenza protetta in un mercato nel quale può “lanciarsi” con i suoi prodotti fatti a mano. Yadav è membro di una ONG chiamata Sadhana (Seva Mandir), che recentemente ha aperto un chiosco al Dili Haat, il mercato permanente di artigianato a Delhi. Il chiosco nella capitale nazionale è sicuramente la vetrina perfetta per la sua merce. Al Dili Haat, un must per i visitatori interni e stranieri, c’è sempre una folla di clienti ai banchi che vendono meravigliosi ricami “kantha”, sari e sopraccoperte ricamate, vestiti “bandhni” colorati, vasi di ceramica blu, scialli Kashmir e molto, molto di più. Il viaggio di Yadav al Dilli Haat comincia dal suo villaggio, dove, insieme ad altre donne, finisce presto i lavori di casa in modo tale da poter cominciare con il ricamo, un mestiere che le è stato insegnato da bambina. Ha partecipato a numerose fiere nel paese e all’estero, anche in Pakistan, affermando che ognuna delle 350 donne della ONG Sadhana guadagna 1.5002.000 Rupie ogni mese al mese. E una vita completamente nuova per le sue compatriote di altre parti dello stato. Yadav con la sua esperienza rappresenta un’immagine rassicurante, ma anche la timida Rama Bai, della tribù Lambani, proveniente dal distretto Bellary nel Karnataka, è un’imprenditrice che si è fatta da se. Rama Bai, come molte altre donne del villaggio, viaggia quotidianamente per tre-quattro chilometri con l’autobus per raggiungere lo stabilimento di una ONG nel Sandur Taluka. “Guadagno 40 Rupie (meno di un dollaro) al giorno” dichiara mentre ci mostra i suoi ricami sulle borse ed altri articoli casalinghi. Anche il Governo ha fatto la sua parte per aiutare artigiani come Rama Bai e Chhoti Yadav. Organizza fiere e manifestazioni in tutto il paese, cercando di coniugare l’artigianato con il turismo. Sebbene la quota di mercato dell’India nel mercato Tovaglia con ricami tipici globale non sia molto significante, il Governo ed alcuni enti privati stanno facendo passi importanti per creare un’immagine identificativa per attirare compratori stranieri. I principali acquirenti sono gli Stati Uniti, seguiti dalla Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia ed Arabia Saudita che si concentrano su prodotti quali opere lavorate con il metallo, lavori in legno fatti a mano, ricami, scialli, lavori zari ed altri prodotti. “Ci stiamo concentrando sulla promozione dell’immagine dell’artigianato indiano, specialmente negli Stati Uniti, che ha coperto circa il 30% delle esportazioni nel 2004-2005” ha dichiarato Rakesh Kumar, executive director dell’Export Promotion Council for Handicrafts (EPCH), un importante ente statale che promuove le esportazioni artigianali. 15 “Attraverso la promozione del marchio, i popoli dell’America Latina e di altri posti che non conoscono l’artigianato indiano potranno conoscere i nostri prodotti. Nel 2006 organizzeremo grandi manifestazioni per attrarre acquirenti stranieri” ha dichiarato. Sulla sfida proveniente dalle esportazioni indiane, Kumar ha dichiarato: “L’India ha avuto una crescita media di più del 15% in meno di 10 anni. Abbiamo un certo vantaggio sulla Cina soprattutto perchè forniamo articoli lavorati a mano e solo in piccole quantità. I Cinesi si affidano alla produzione all’ingrosso e non possono competere con le nostre capacità ed artigianato”. L’EPCH, che organizza fiere internazionali ed incontri tra acquirenti e venditori, ha costruito un mercato permanente dell’artigianato a Greater Noida, alle porte della capitale, per il commercio internazionale. Mentre l’EPCH si sta concentrando per aumentare le esportazioni, una ONG ha lanciato un’iniziativa per dare più risalto all’artigianato indiano a livello globale. Il marchio di indentificazione Craftmark, creato dall’ONG All India Artisans and Craftworkers Welfare Association (AIACA), è stata lanciato il 16 novembre ed ha lo scopo di imprimere ai prodotti artigianali un marchio di qualità. “Il marchio da al prodotto una sua specifica identità - un prodotto genuino e non fatto a macchina – che aderisce a determinati standard di qualità e, cosa ancora più importante, i clienti non possono contrattare il prezzo” ha dichiarato il direttore dell’AIACA Adarsh Kumar. L’ONG ha come primo target d’oltremare gli Stati Uniti. E stata assunta una società privata per promuovere la vendita dei prodotti Craftmark nei negozi al dettaglio, ma al momento nessuna decisione è stata ancora presa. “Abbiamo come obiettivo i volumi di vendita. Attraverso il marchio Craftmark, stiamo lavorando affinchè tutto l’artigianato indiano venduto all’estero possa essere raggruppato con un unico brand” ha detto Kumar. L’AIACA, che rappresenta organizzazioni nel settore dell’artigianato e del tessile (a mano), ha circa 70 ONG affiliate nell’industria dell’artigianato come Fabindia, Ritu Kumar e Anokhi. Con il brand, Kumar promette che le vendite dell’artigianato indiano aumenteranno ulteriormente. Di conseguenza, più Chhoti Yadav e Rama Bais potranno uscire dai loro villaggi e conquistare il mondo, contando solo sulla loro bravura. di Ranjana Narayan Indo Asian News Service Quello che dice il Maestro Ho ottenuto Il grande silenzio E posso perciò pronunciare Le parole sacre Il monaco ruppe il silenzio... Irraggiando luce sotto l’albero Il Buddha disse “ Parla solo se le parole sono più giuste del silenzio”. Shankara Katagi (Fonte: “Indian Literature Sahitya Akademi journal Luglio – Agosto 2005”) 16 Foto: cortesia di Incredible India di P. Donalisio e N. Prandi Anche da un solo albero fiorito e profumato viene reso odoroso tutto il bosco, come la famiglia da un buon figlio. Chanakya Aereo ultraleggero militare AERONAUTICA Nei laboratori aerospaziali da Bangalore agli Stati Uniti, l’idea indiana di salvare gli aerei da combattimento sta dando agli esperti considerazione e rispetto. Il prof. N. Ananthkrishnan non si spaventa quando il suo ufficio all’Indian Institute of Technology (IIT) di Bombay è scosso violentemente e gli armadi di acciaio vibrano rumorosi. E solo il collega della porta accanto che fa volare aeroplani formato giocattolo o pezzi di motore – come la replica di un’ala del Concorde – in un tunnel del vento dove l’aria soffia tre volte la velocità del suono. Ma l’occhialuto Ananthkrishnan, classe 1989, dell’IIT di Bombay, preferisce gli F-18, non ama i cellulari e non teme gli incidenti aerei – almeno non quelli sul suo computer dove lui tiene i comandi. Dopo aver studiato strenuamente matematica e codici software dal 2002, Ananthkrishnan, i suoi tre studenti - poco più che ventenni - ed un assistente ricercatore hanno dimostrato in una simulazione al computer sui dati degli F-18 forniti dalla NASA un algoritmo, chiamato Panic Button, per riprendere il controllo di aerei da combattimento in fase di caduta in avvitamento. Questa è un’invenzione che i top gun dell’aviazione americana, l’American Institute of Aeronautics and Astronautics (AIAA) e l’Aeronautical Development Agency di Bangalore hanno seguito con molta attenzione ed ora stanno prendendo molto seriamente. L’algoritmo dell’IIT ha l’intelligenza di recuperare aerei militari dalla spirale della perdita di controllo teoricamente anche se il pilota attivasse il dispositivo solo 20 secondi prima dell’impatto. “Cinque anni fa quando un top gun dell’Aviazione Militare indiana mi propose quest’idea, nessuno in India ci stava lavorando sopra”, dice Ananthkrishnan, professore associato di ingegneria aerospaziale. “Prevediamo che il nostro algoritmo venga installato sui sistemi di controllo automatico di volo essendo creato per gli aerei da combattimento della presente generazione come l’aereoplano leggero da combattimento (LCA) Tejas”. Lo scorso novembre la ricerca – in parte sovvenzionata da ADA – è stata pubblicata come documento nel Journal of Aircrafts dell’AIAA. Vi si parlava di andare oltre la sperimentazione: “Sia la metodologia che i risultati ottenuti sono rilevanti e di valore per gli addetti al design aeronautico” dice un esperto della rivista. All’ADA non hanno perso di vista l’idea. “Quando in futuro una più alta velocità di calcolo sarà disponibile, potremo usare l’algoritmo IIT direttamente sulla prossima versione dell’LCA” dice P.S. Subramanyan, direttore dell’ADA e della progettazione di aeroplani da guerra. “Per il momento la loro ricerca, ancora a livello sperimentale, ci ha dato spunti per il nostro LCA, per fargli riprendere i controlli nel caso di avvitamento ad alta velocità nell’avvicinamento verso l’obiettivo puntato”. Conferma K.V.L. Rao, consulente tecnico all’ADA: “Questa nuova tecnologia darà grandi 17 benefici agli aeroplani di quarta generazione come il LCA Tejas, al momento sotto sperimentazione di volo all’ADA”. Questo aeroplano, spiega Rao, è disegnato per essere instabile a favore di una maggiore agilità ed efficacia di attacco. “Ad alte velocità di avvicinamento verso l’obiettivo ed oltre lo stallo, l’aereo può perdere controllo ed avvitarsi” dice Rao ed aggiunge “Il LCA ha un sistema di controllo per prevenire l’inizio di tale avvitamento. Comunque, l’aereo deve essere testato per recuperare l’equilibrio durante il test in fase di volo. Il concetto dell’algoritmo darebbe Semplice Un piacevole cinguettio È sufficiente a dire Eccomi. Una piuma caduta dice Io ero qui. all’aereo la possibilità di tornare in modalità di volo in sicurezza”. Un aereo in caduta può precipitare alla velocità di 300 piedi al secondo. “Ci sono venti secondi scarsi per agire prima dell’impatto” dice Ananthkrishshnan. Così il team ha per prima cosa calcolato tutte le possibili condizioni di perdita di controllo come pure per recuperare il velivolo. Ha utilizzato due codici o applicazioni: una chiamata Extended Bifurcation Analysis elaborata da uno studente ricercatore quattro anni fa ed un software ad inversione dinamica non lineare. L’algoritmo è mirato al disorientamento spaziale (SD) sofferto dai piloti durante uscite militari: per esempio, illusioni ottiche durante il volo notturno o le avverse condizioni metereologiche a causa delle quali i piloti possono trovarsi troppo disorientati per riprendere i controlli dell’aereo in tempo. Il disorientamento spaziale è stato ritenuto causa dell’incidente avvenuto nel 1999 al Piper Saratoga di John F.Kennedy Jr. “Ora che abbiamo testato l’azione dell’algoritmo in laboratorio su dati realistici, il prossimo passo sarà testarlo su veri sistemi di controllo di volo” dice Ananthkrishnan. “Questo potrebbe accadere tra alcuni anni”. di Reshma Patil Pubblicato su Knowledge, The Indian Express del 1 gennaio 2006 P.S. Nel frattempo, i giovani ingegneri di Ananthkrishnan che hanno lavorato al progetto sono volati via a Cornell, Princeton, Michigan e Chicago. Il calore della covata Afferma Io ci sarò Il modo in cui gli uccelli Si manifestano... Esiste qualcosa di più semplice? P.P.Ramachandran (Fonte: “Indian Literature Sahitya Akademi journal Luglio – Agosto 2005”) 18 La forza non deriva da una capacità fisica, ma dalla volontà indomabile. Mahatma Gandhi Il nuovo sapore dell’India La cucina Indiana vuole presentarsi come cucina innovativa nello stile internazionale, qui e adesso. Sabina Sehgal Saikia prevede per il 2006 un boom del gusto di mangiare. A Delhi il vecchio scherzo sul Tandoori Chicken considerato uccello nazionale non è ancora passato di moda ma è francamente poco efficace. Il paese del pollo imburrato si è magicamente trasformato nel paradiso del Sushi e del Sashimi. La cucina continentale di Dowager è quasi scomparsa. Cucina innovativa di tendenza e combinazioni culinarie sono il nuovo mantra, è ciò che il desi comanda. Agnello al Curry di Rogan Jost Tempi di preparazione: 10 minuti Tempi di cottura: 25 minuti Dosi per 4 persone INGREDIENTI 3 cucchiai di olio vegetale 1 cipolla cucinata e tagliata a dadini 2 spicchi di aglio, tritati 2 cucchiai e 1/2 di pasta di curry indiano 2 cucchiaini di curcuma 1/2 kg. di cosce di agnello, tagliate a cubetti 2 tazze di latte di cocco in polvere 1 lime o limone spremuto 3 cucchiai di noccioline tostate, tritate PREPARAZIONE Scaldare l’olio in una padella antiaderente a fiamma media. Rosolare l’aglio e la cipolla per 1 o 2 minuti e aggiungere la pasta di curry, la curcuma e lasciarli dorare. Aggiungere l’agnello al soffritto per 2 o 3 minuti finchè non assume colore scuro. Mescolare il tutto con il latte di cocco in polvere a far bollire a fuoco lento per circa 20 minuti e comunque finchè la carne diventa tenera. A fine cottura aggiungere e mescolare il succo di lime o di limone e le noccioline, spruzzare con del “cilantro” prima di servire in tavola. Jaipur Ristorante Via S. Francesco A Ripa, 56 (Roma) Gastronomicamente parlando, nel 2005, la cucina è diventata più contemporanea e chic ed il gap tra desh e videsh si è improvvisamente ridotto. Ciò può essere attribuito all’economia, alle entrate più cospicue, alle tariffe aeree più basse, ai palati più evoluti, o alla relazione tra cuoco e donna di casa. Ma non c’è dubbio sul fatto che il business del mangiar fuori casa non è mai stato così fiorente. Riflettete su questo: il punto cruciale di Delhi, il Threesisty Degrees di Oberoi, ha registrato un’entrata pari a quasi 110 miliardi di rupie nei primi sei mesi di quest’anno, superando ogni record del paese nel settore delle grandi catene di ristoranti. Il record indiscusso nelle passate due decadi spettava al Bukhara dell’ITC Maurya Sheraton che nello stesso periodo ha invece registrato un’entrata pari a 85 miliardi di rupie. Sempre nello stesso periodo lo Shamiana, il coffee shop del Taj di Mumbai ha invece registrato un’entrata di circa 61.5 miliardi di rupie. Che cosa ha di così particolare il Threesixty Degrees che ha tanto catturato l’immaginazione nell’emergente cucina indiana? E interessante ed interattivo: ma, soprattutto, è internazionale. Siete lì, ma potreste essere seduti in qualsiasi altra parte del mondo. Rohit Khattae dell’Old World Hospitality crede che la ristorazione in India si stia finalmente muovendo “adesso”. Gli indiani stanno emergendo come grandi avventurieri in questo viaggio di scoperta culinaria – ed hanno prenotato la prima classe. Se vi capita di andare in uno dei più trendy e costosi ristoranti di Londra – come il Cocoon, il Nobu, lo Zuma o il Roka – vi ritroverete piacevolmente circondati da volti familiari. Quando questa folla torna a casa, naturalmente vuole affascinarvi con racconti sull’ambiente e sulla cucina di cui ha avuto esperienza all’estero. Khatar aggiunge “I ristoratori indiani si stanno risvegliando dall’enorme vuoto che esiste tra l’India ed il resto del mondo e si stanno velocemente muovendo per stare al passo con le nuove tendenze internazionali”. Questa cascata culinaria sta influenzando anche il modo di mangiare. Il catering casalingo è così tanto di moda che il DINK Inc tremerebbe al pensiero di cucinare a casa. “La cena a chiamata” è accessibile e disponibile ad ogni palato ed ad ogni prezzo. - cucina globale, giapponese, coreana, vietnamita, greca, mediterranea – ogni tipo di giardiniere è abile nel coltivare gli ibridi germogli di gusto indiani fino a farli fiorire pienamente. 19 Thali (Specialità Indiana) Ma dove è finito il buon vecchio thali? L’Awadh è ancora l’ultimo momento significativo del nostra tradizione culinaria? Tristemente, lo scorso anno, abbiamo lentamente imparato che la cucina Indiana ha molto più da offire del Galaoti. Amaya (leggere Camelia e Namita Punjabi) ha mostrato al mondo che le ostriche e la salsa Moilee sono adatti per una buona fertilizzazione incrociata, grazie. Il Thali, infatti, è stato riscoperto nei menu dei ristoranti a tre stelle citati dalla guida Michelin. Ma, a parte questo, nel 2005 sono state poche le esultanze per la cucina desi. Questo ci porta al trionfo dei ristoranti indipendenti che sono emersi come seri contendenti della qualità nel 2005. Che sia “Seijo & The Soul Dish” 20 di Mumbai, “Diva” di Delhi o “Oh! Calcutta” di Calcutta, i protagonisti non a 5 stelle hanno fatto sentire la loro presenza. Date le differenze tra di loro in termini di legge, licenze, catena di fornitura degli ingredienti, acqua, elettricità, i ristoranti indipendenti si sono fatti strada nell’ampliare l’altrimenti irregolare campo da gioco. Tutti in tutto, un momento di vero boom per la gastronomia indiana. di Sabina Sehgal Saikia Pubblicato su “The Times of India” del 1 gennaio 2006 IL “PROGRESSIVE ARTISTS GROUP” I Moderni? Quando la Galleria Nazionale di Arte Moderna aprì a Bombay, il titolo della prima mostra allestita nella nuova e rinnovata sala Cawasjee Jehangir Hall, è stato “The Moderns: the Progressive Artist’ Group and Associates” (I Moderni: il Gruppo degli Artisti Progressivi e Associati). La copertina del catalogo mostrava un ritratto di uno dei membri del Progresive Artist Group (da qui in poi PAG), Francis Newton Souza, realizzato da Maqbool Fida Husain, un altro membro del gruppo. Il Ritratto di Souza di Husain, 1950, è un’immagine che ben illustra quel momento del PAG. Il corpo nudo di Souza, sigaretta in bocca, è rappresentato con un tocco di pennello che dà risalto ai colori in uno stile che si può associare a quello dei dipinti dell’Espressionismo Europeo, particolarmente alla maniera di Kokoschka. Souza è i piedi davanti ad un cavalletto, la cui superficie è nascosta ai nostri occhi, la sua espressione è quella di uno studioso in intensa concentrazione. In piedi, come un moderno soggetto conscio di sè, espone il suo essere fisico all’osservatore in un tropo ben conosciuto che permette al corpo di stare in piedi ben in mostra. Anche se Souza qui ci appare nell’atto di creatività assoluta, dimentico del mondo (oppure cosa si dovrebbe pensare del pittore nudo), vi troviamo anche il senso che l’esporre se stessi nudi sia di cruciale importanza per l’atto creativo. E interessante capire la modalità con cui questo tocco di pennello del sè, centrale nella tendenza romantica-espressionista nel primo modernismo europeo, è diventato proprio di un artista indiano che lavorava ai tempi dell’indipendenza dalle regole britanniche e della fondazione di una repubblica. L’evoluzione porta diverse domande, che saranno parte della discussione che segue. In questo momento, lasciatemi segnalare il fatto che in un lavoro come questo, siamo testimoni di un momento di transizione di grande importanza nella storia del modernismo nell’arte indiana. Il PAG occupa una posizione straordinaria nella storia del XX secolo dell’arte indiana ed attraverso gli esercizi di interpretazione di due generazioni di storici e critici d’arte, portati su sfumature mitiche, è il precursore del modernismo indiano. Certamente, la tentazione offerta dalla possibilità di un’unica “radicale rottura con il passato” è troppa per poter smontare lo storico, specialmente un post-coloniale, che cerca di definire i momenti della transizione verso un’autonomia della cultura nativa. Esaminare questo mito di “progressivismo” sarà il proposito di Ritratto di Souza - M. F. Husain questo saggio, mentre allo stesso tempo si cercherà di collocare il contributo dei membri del PAG in molti contesti interconnessi. Questi contesti potrebbero essere visti come operanti a due livelli: da un punto di vista più ampio, essi definiscono i contorni della storia sociale e culturale indiana di metà secolo: le politiche della costruzione della nazione, la modernizzazione e la trasformazione tecnologica, considerate come primarie per la giovane nazione-stato. Ad un altro livello, dalla relativamente ristretta sfera dell’elite di “belle arti”, assistiamo a cambiamenti di valori posti su alcune varietà di modernismi, insieme a domande di indigenismo, oiginalità, identità e così via. Stiamo anche testimoniando il trasferimento di ruoli dell’avanguardia nazionale da una località all’altra, dal Bengala a Bombay. La sfera delle “belle arti” era dominata fino a quel tempo da risposte artistiche ad un’idea di distinzione culturale che andava di pari passo con la sovranità politica. Questo saggio cerca di narrare il fenomeno nazionale di trasformazione tecnologica e modernizzazione politica, fino alle manifestazioni nelle “belle arti”, includendo l’ascesa di Bombay su Santiniketan come un crogiolo di arte modernista in India. Fattori come la legalità delle scuole d’arte britanniche, l’emergere di un mercato dell’arte ed infine la rete di influenze e reazioni che l’intervento 21 del PAG ha portato nella seconda metà del secolo, sono le componenti che hanno formato il contesto essenziale nelle “belle arti”. La domanda importante per lo studente di storia è: come considerare il contributo del PAG in termini di storia dell’arte durante l’ultimo secolo? Il fatto che il loro lavoro e le persone siano stati classificati entro un mito di originalità, una storia di eroi uomini che fondano il modernismo nazionale, rende la storicizzazione allo stesso tempo un problema ed un rimedio. Storicizzare il lavoro del PAG è così importante che ha bisogno di essere scritto in un struttura storica; ha bisogno che gli venga assegnato Duryapur - H. A. Gade un posto che possa essere raggiunto senza che esso salti fuori, per l’osservatore, come un fantasma. La domanda su come noi storicizziamo il lavoro, così come il mito che lo circonda, può sembrare interessante solo per gli storici, ma resta di cruciale importanza per il modo in cui noi approcciamo il lavoro, che senso gli diamo, quali valori noi, in quanto comunità, gli assegnamo. Come poi trattiamo “l’aureola” e l’eroismo dei giovani uomini che abbiamo in maniera riverente chiamato “maestri”? In fase di formulazione di queste domande, inevitabilmente corriamo attraverso la grande ironia della storia: radicali e ribelli corrono il rischio, un giorno, di essere ridotti a benevolenti, venerabili figure che reclamano affetto ed attenzione per la loro abilità di sfornare capolavori di valore duraturo, specialmente quelli concepiti in termini di sonori investimenti. Solo per iniziare, lasciatemi fare qualche osser22 vazione. La prima di queste osservazioni è che gli artisti del PAG hanno, insieme ad altri, giocato un ruolo nell’aprire il campo del possibile nell’arte indiana, guardando al modernismo europeo con la volontà di imparare piuttosto che con l’antipatia che accademici e revivalistici artisti hanno predicato. In questo, la loro opera deve essere contrastata sia al modo naturalista di pittura ad olio che la Bombay Art Society ha favorito fino all’ultimo, sia alla fine del revivalismo che era molto forte nelle scuole d’arte regionali che erano sotto l’influenza degli alunni di Santiniketan, i quali andavano ad insegnare in diverse città. Ugualmente dobbiamo qualificare il loro successo rispetto ai più tranquilli, introspettivi ed isolati sforzi di Ramkinkar Baj e Benondebehari Mukherjee a Santiniketan. Comuque non è questo il contesto per entrare nel merito di una discussione circa le opere di questi due artisti, lasciatemi giusto dire che il loro lavoro tra il 1940 d il 1950 tiene fuori molte delle promesse fatte dal PAG. Forse più importante, la loro opera ha mantenuto la promessa di arte progressiva che come vedremo, è stata, almeno ideologicamente, abbandonata dal PAG. La mia seconda osservazione è che mentre gli artisti del PAG mostravano una volontà, un desiderio di guardare al modernismo europeo per trovare significati e per scappare da quell’inseguimento infruttuoso del naturalismo o del revivalismo, la loro osservazione andò anche all’interno, al cuore mistico del paese, cercando la sua essenza nelle tradizioni classiche dell’arte, nei volti e nei corpi dei suoi abitani (tipicamente rurali) e nella loro arte, nei festivals, stili di vita e culti. Visiterò in dettaglio, più avanti nel saggio, l’implicazione di questa doppia osservazione circa la rappresentazione della vita della nazione. La terza osservazione: questa relazione particolare con le tradizioni folkloristiche oggi emerge come una densa area che coinvolge la possibilità di un’attitudine “primitiva”. Ciò è interessante sotto un duplice aspetto: considerando che questi artisti erano parte di una classe media urbana, o almeno urbanizzata, c’era sempre un grado di alienazione in atto, con una moderna e nascente immagine di sè, cittadino urbano della nuova repubblica, che collide contro un numero di immagini, influenze, identità che vorrebbero essere ugualmente riconosciute come non così differenti dal sè. Nel frattempo, la relazione con il “primitivo” era stata così comprensibilmente dipinta e scritta nella storia dell’arte europea del XX secolo, che essi la osservavano come fosse un’inevitabile stazione di passaggio verso una visione moderna. Ultima osservazione, la loro incorporazione/appropriazione dal modernismo europeo di “tecnologia visiva” ha bisogno di essere vista come appar- tenente ad una struttura di trasferimento tecnologico, come parte di un processo di modernizzazione che sarebbe diventato l’obiettivo primario della politica di stato ed era invece un imperativo nazionale al tempo. Lo scenario. La scuola d’arte Sir Jamshetjee Jeejeebhoy (fondata nel 1857), costituiva il maggiore contesto istituzionale a Bombay. Un lungo bastione di valori conservativi nell’educazione artistica, al seguito dei modi dei classici vittoriani, l’istituzione ha cominciato a vedere dei cambiamenti durante il periodo nel quale Gladstone Solomon era Direttore (19171937) sotto forma di inserimento di corsi di apprendimento in “Indian style” e pitture murali. La classe di design indiano era guidata da J. M. Ahiwasi che si ritirò in pensione dalla J.J School nel 1957. Durante la direzione del succesore di Solomon, Charles Gerrard (1937-1947) si vide il maggior inserimento nei curricula degli ideali modernisti europei, in particolare della varietà di post-impressionisti. La scuola giocava un ruolo pedagogico, ma forse ancora più importante, per artisti come Souza rappresentava la sruttura contro la quale ribellarsi. Souza, che raggiunse la scuola nel 1940, fu espulso per aver partecipato a dimostrazioni contro le pratiche anti-nazionali di Charles Gerrard. Un altro membro del PAG, M. H. Husain, ricorda che “Qualcuno dei professori della J. J. School era solito dire agli studenti di non mischiarsi con quegli individui. Essi stano distruggendo l’arte indiana. Dietro di loro ci sono tre stranieri ed essi stanno distruggendo ogni cosa.” I “tre stranieri” erano Rudy Von Leyden, Walter Langhammer ed E. Schlesinger che erano emigrati in India dopo l’ascesa del nazismo in Europa. Von Leyden e Langhammer lavoravano per il “Times of India” il primo in qualità di critico d’arte ed il secondo come direttore artistico. Entrambi erano membri della Bombay Art Society (fondata nel 1888). Tra di loro hanno contribuito alla consapevolezza dell’arte indiana ed internazionale fra i giovani artisti di Bombay ed alla generazione di un clima critico attraverso le pagine di “The Times”. Schlesinger era un uomo d’affari, proprietario di una compagnia farmaceutica che aveva lasciato la sua collezione d’arte in Germania. Egli fornì uno dei rari esempi di patrocinio all’arte contemporanea di quei tempi. Comunque, i contorni esatti del contatto tra i giovani artisti del PAG e questi emigrati europei deve ancora essere fondato. L’altra maggiore istituzione artistica del tempo a Bombay era la “Bombay Art Society” (da qui in avanti BAS) che diede alla città il suo salone an- nuale più prestigioso ed un irregolare rivista d’arte. Questo non è il posto giusto per fare un’analisi dettagliata del carattere e dell’impatto delle attività della Society. Un evento dal 1937, che preannunciò la formazione del PAG di una decade, segnalò uno spostamento nella struttura ideatoria del salone allo stesso tempo in cui la J. J. School, nella transizione dalla direzione di Solomon a quella di Gerrard, testimoniava un cambiamento nei valori pedagogici. La medaglia d’oro alla mostra annuale del BAS nel 1937 andò alla giovane Amrita Sher-Gil per il suo dipinto “Tre giovani donne”. In base a quanto riportato, ciò portò a qualche controversia, soprattutto perchè tutti i dipinti naturalistici erano stati rifiutati all’esibizione. Ci fu una forte protesta ed anche una mostra a parte con i dipinti rifiutati. Anche qui gli avvenimenti precisi del caso non sono stati ben ricercati. Tutto quel che possiamo raccimolare quà e là, comunque, è una crescita potenziale verso la trasformazione in strutture istituzionali. L’arrivo di Sher-Gil sulla scena, con la sua parentela mista, i suoi corsi di studio all’Ecole de Belles Arts di Parigi, il suo desiderio di tornare in India e di creare connessioni con la sua gente e le sue tradizioni in molti modi, è, per un’intera generazione di artisti che la seguirono, come un assioma per la ricerca. M. F. Husain l’avrebbe più tardi ringraziata per essere stata l’unico precedente indiano per il processo di emancipazione. Mahishasura - Tyeb Mehta 23 Spazzini - K. K. Hebbar Il decennio degli anni 40. Gli anni 40 sono stati un decennio molto importante. Una serie di eventi e circostanze hanno portato alla nascita di una nazione indipendente: il movimento d’indipendenza (Quit India) del 1942, la carestia del Bengala del 1943, il fallimento dei negoziati tra Gandhi e Jinnah e il conseguente trauma della spartizione dell’India, che arrivò insieme all’euforia per la liberazione. Comunque, la situazione era infinitamente più complessa di quanto la storia ufficiale possa riconoscere. Mentre ci si accingeva ad affrontare il gravoso compito della “costruzione della nazione” e Vallabhbhai Patel proseguiva i negoziati per l’unificazione degli stati principati nell’Unione Indiana, erano già in corso azioni di protesta da parte di gruppi locali subalterni. Nello stesso anno (1944), quando Jawaharlal Nehru scrisse “Scoperta dell’India” nella prigione di Ahmednagar Fort, B.R. Ambedkar lavorarava alla stesura di “Quello che Gandhi e il Congresso hanno fatto per gli Intoccabili”. Il 1946 e il 1947 sono stati gli anni delle rivolte contadine guidate dai Comunisti a Tebhaga e Telangana. L’adozione della Costituzione nel 1950 che aboliva la divisione dell’elettorato e prevedeva garanzie per le fasce più deboli della società fu preceduta nel 1949 dalla formazione del partito Jharkhand. Nei vari settori della cultura, si andava affermando un’ inclinazione socialista che si formalizzò con la fondazione dell’Associazione degli Scrittori Progressisti (1936) e l’Associazione Teatrale del Popolo Indiano (1944), e il nascere di gruppi di artisti nelle arti visive che si definivano anch’essi “progressisti” – il gruppo di Calcutta (1942), l’Associazione dei 24 Pittori Progressisti di Madras (1944) e naturalmente il Gruppo degli Artisti Progressisti (GAP) di Bombay nell’anno dell’indipendenza. Contemporaneamente, dobbiamo rilevare la presenza di artisti che non si riconoscevano in alcun gruppo ed erano “acuti osservatori a distanza”. Vorrei qui soffermarmi su due aspetti tra loro collegati: il primo è il compito che questi artisti si proponevano di svolgere; il secondo è il modo in cui questi interventi considerati antagonisti, quali quello del GAP, furono smantellati e inglobati nella corrente del pensiero convenzionale. Negli anni ‘40 e ‘50, artisti quali K.K. Hebbar, N.S. Bendre, S.D. Chavda, Mohan Samant, Laxman Pai, Sankho Chaudhari, Prodosh Das Gupta, che Jaya Appasamy definiva “pittori della transizione”, erano attivamente impegnati nell’impresa di immaginare e rappresentare l’India come nazione sovrana, laica e moderna. Uso il termine “immaginare”, perché si può sostenere che alla costruzione della nazione Indiana contribuirono “tre principali varianti dell’economia immaginata”… Durante il periodo coloniale, l’impeto più forte a sostegno della lotta nazionalista – che la caratterizza come tipicamente indiana – è la nozione dell’economia asservita. I due obiettivi di diventare uno stato sovrano e di liberare l’economia sono indissolubilmente collegati con il desiderio ardente di conquistare l’indipendenza. Con l’Indipendenza e specialmente con l’avvento della programmazione socialista, l’economia appena liberata viene elevata ad essenza principale della nazione emergente. Questa è l’era Nehruviana del socialismo, della laicità e del non-allineamento, un periodo in cui l’obiettivo della politica di Stato era proprio quello di assolvere al compito di “costruire la nazione”. Una retrospettiva sul Gruppo degli Artisti Progressisti E in questo contesto storico che un gruppo di sei uomini di Bombay che si definivano GAP (i.e. Gruppo degli Artisti Progressisti) cercarono di apportare il loro contributo dando una spinta radicale verso una sensibilità moderna universalizzata. E significativo che - dei sei membri del Gruppo – Souza ed Hussain provenissero da minoranze, ed Ara avesse antenati dalit. Il loro background economico e sociale conferiva un significato particolare alla loro sfida tesa al raggiungimento di un modernismo universalizzato nel contesto della repubblica socialista, laica e da poco indipendente, con la sua un’agenda politica che prevedeva emancipazione, eguaglianza e modernizzazione. Il Gruppo tenne la sua prima mostra a Bombay nel 1948. L’opuscolo del catalogo di quell’occasione rimane un documento illuminante e vitale della sto- ria non solo del GAP, ma anche del modernismo Certamente, è possibile comprendere questo munell’arte indiana. E.N. Souza, che ne scrisse il testo, tamento sostanziale nell’impostazione del GAP se ci vi formulò una sorta di ripudio della posizione ideosi sofferma sull’importanza che per loro, e per altri logica espressa nel manifesto del gruppo stilato un attori dell’India di quel tempo, aveva lo scopo di anno prima. Souza scrisse: “Non mi è del tutto “raggiungere” e ridurre lo stacco con l’Occidente. chiaro perché ora continuiamo a definirci Gruppo Nelle belle arti, il compito che questi artisti si preProgressista… abbiamo cambiato tutte le nostre idee figgevano era affrontare un secolo di sviluppi che scioviniste e abbiamo abbandonato il fanatismo di avevano attraversato l’arte Europea dal Realismo al sinistra che avevamo formulato nel nostro manifesto Cubismo all’Espressionismo, tutto nell’arco di un alla fondazione del Gruppo: ottenere una maggiore decennio. Il bisogno di abbandonare per un pò le comprensione e un più stretto contatto tra i diversi considerazioni sull’identità nazionale, sulla responcircoli della comunità degli artisti e le persone… nel sabilità sociale, ecc. per raggiungere una “libertà” corso dei nostri lavori abbiamo notato che questo è esistenziale assoluta in termini di materiali, forme, impossibile, perché non solo c’è una frattura permastili, tecniche e immagini, sembrò essere l’unico nente tra i diversi circoli degli artisti, … ma anche espediente per ottenere questa sintesi. S.H. Raza ha un divario incolmabile tra le “persone” e gli artisti. parlato di questo in termini di ricerca condivisa “L’arte sarà, fino a quando rimane della “forma significativa”. L’esplotale, esoterica. Potrà anche essere razione formale era di importanza utilitaria – funzionale agli oggetti per cruciale per quella spinta radicale che la casa, didattica-illustrativa per i libri tendeva a dissociare l’attività artistica di scuola o i giornali di partito, sociadalle considerazioni sul ruolo dellista putativa per l’arte dell’Unione l’arte nella trasformazione sociale. Sovietica, e religiosa, di quel tipo che C’era, quindi, una potenziale apertura si vede al giorno d’oggi come i Ganaalla concezione di un’arte che non patis di argilla dipinti o i Cristi biondi fosse tenuta in essere da un’agenda ieratici – ma diventa così mercenaria, per la nazione-stato. Nel caso pedagogica, politica e religiosa, non specifico di Souza, sembrò che l’usarà mai Arte pura intrinseca”. nica cosa che riuscisse a perseguire “Oggi dipingiamo con assoluta libertà fosse il valore della ribellione, ma ad per contenuti e tecniche, in maniera un livello personale ed esistenziale. quasi anarchica, eccetto che siamo Avendo affermato la purezza “esogovernati da uno o due leggi consiterica” dell’Arte e la priorità delle derate basilari ed eterne, che considerazioni che riguardavano la riguardano l’ordine estetico, la coorforma, viste come i soli punti di dinazione plastica e la composizione riferimento per l’attività dell’artista, dei colori. Non abbiamo la pretesa di Souza porta avanti la sua ribellione fare alcun revival sbiadito di mopartendo in un primo momento per la vimenti o scuole artistiche del Gran Bretagna nel 1949 e poi per Olio su tela - S. H. Raza passato. Abbiamo studiato le varie New York, che era ormai considerata scuole di pittura e scultura per arrivare ad una la capitale culturale del “mondo libero” nel contesto sintesi vigorosa”. della Guerra Fredda. La ritrattazione di Souza (e degli altri membri del gruppo) della posizione dichiaratamente socialista Il cammino verso il modernismo nazionale del manifesto del Gruppo e le sue asserzioni sui D’altro canto Husain aspira ad acquisire, riuscenvalori dell’ “Arte pura intrinseca” sono emblematici doci, lo status di artista nazionale, con una produin una situazone che non è mai stata in grado di sozione artistica così prolifica che Geeta Kapur defistenere degli interventi di tipo antagonista. Il potennisce le sue opere ”poster destinati al mondo nel suo ziale per una collettività o una formazione di interinsieme”. Lavorando nell’ambito dello sviluppo di rompere la marcia trionfante verso la nazione una economia secolare, socialista e non allineata, moderna è stata sempre contrastata in India da una Husain emerge come il maggior artista allegorico combinazione di forze. I motivi sono molteplici e del Paese con il suo sforzo incessante di fornire complessi: il fardello della tradizione che sembra espressioni plastiche all’intera gamma di miti, fedi, influenzare anche il più radicale, le pressioni dei conflitti e persone che nel loro insieme forniscono mercati, la mancanza di un’infrastruttura non-comuna visione del Paese. Il suo Zameen (1955) vince la merciale trasparente e autosufficiente, l’alienazione Medaglia d’Oro alla Prima Mostra Nazionale d’Arte dalla vasta maggioranza della comunità. organizzata annualmente dalla Lalit Kala Akademi. 25 La tela brulica di immagini messe assieme come se generazione sul santo graal dell’espressione unica e provenissero da una memoria primordiale dell’arindividuale. Che la forma, lo stile, la strategia di chetipo del villaggio Indiano, presentando un panorappresentazione, ecc. abbiano una base ideologica, rama di persone, animali, oggetti e attività che nelpoichè correlati alle relazioni tra l’India e l’Europa l’insieme rappresentano un metonimo dell’essenza o tra gli artisti urbani con formazione accademica e i nazionale. soggetti della loro rappresentazione, sono questioni L’assimilazione da parte degli artisti del PAG di che non sembrano essere al centro dell’attenzione di quelle che definirei “tecnologie visive” da fonti euquesti artisti. ropee rimane un problema controverso. Esiste un John Roberts scrisse riguardo al “desiderio da parte grado di selettività nel loro accostarsi all’arte modella cultura modernista di entrare nei circuiti indernistica europea che rivela una tendenza verso il ternazionali e il desiderio di mantenere la propria classico e che credo sia un esempio del ricorrente identità attraverso forme locali di distinzione”. Par“impulso classicistico” dell’arte moderna Indiana. lando di nazionalismo come l’ambito inevitabile Ciò si manifesta nel modo in cui alcuni, se non tutti, attraverso il quale l’artista post-coloniale si avvicina i mezzi formali assimilati da questi artisti hanno nel al mondo, egli aggiunge, “le tensioni che derivano frattempo trovato posto nei musei europei. Il loro dall’identità post-coloniale, perciò hanno distorto e status all’interno della politica culturale europea non vanificato la ricezione della cultura di avanguardia... è contrassegnato da scelte radicali e di opposizione i conflitti circa l’identità non hanno portato ad una ma da oggetti, stili, materiali che sono stati già acavanguardia indipendente ma ad un rimodellamento cettati come segnali di un alto livello di cultura. moderno del vernacolare”. Potrebbe darsi che l’eNaturalmente stiamo parlando di tempi in cui i sperienza del colonialismo lasci il soggetto postviaggi internazionali non erano accessibili a tutti coloniale con un senso esagerato del sè. L’attività ma solo a pochi eletti e qualsiasi interazione con il artistica negli anni ’40 era praticata in una maniera modernismo occidentale necesquasi interpretata di infondere nei sariamente avveniva attraverso materiali e nelle tecniche le riproduzioni in un numero occidentali la “ Indianness”. limitato di libri e giornali “Indianness” che qui viene fuori disponibili. Tuttavia, il punto attraverso una curiosa miscela di rimane, uno sguardo retromateria-soggetto e stile. In questi spettivo non può far altro che “moderni rimodellamenti dei aiutarci a capire come le tecpittori vernacolari” di Mumbai, nologie scelte per essere im“che nutrono forti pregiudizi portate, per parlare in questi contro la scuola di Santiniketan... termini, sono da considerarsi si trovano ad usare un voclassici nel loro stesso ambiente. cabolario che non è poi così Il fatto è che sono state alcune diverso, forse: qualcosa di una tendenze del post-ImpresIndianness costruita attraverso sionismo, del Cubismo e numerose fonti artistiche dell’Espressionismo (con l’estoriche, tutte allo scopo di sclusione di alcuni settori delcostituire una transizione a una l’avanguardia europea) ad avere maggiore gestalt modernista... l’impatto maggiore sugli artisti c’è un curioso trasferimento da del PAG e la loro generazione. Santiniketan a Mumbai di una Inoltre, ciascuna di queste versione indiana di orientalismo, tecnologie, essendo utilizzate di una immagine composta in Senza titolo - M. F. Husain nel loro insieme allo scopo di maniera ornamentale”. rappresentare la nazione, acquisiscono una definita La “versione indiana di orientalismo” può essere inclinazione decorativa. L’idea di un immagine ben osservata anche ad un livello diverso da quello dello dipinta, presentata in maniera immacolata rimane stile e della trattazione e cioè attraverso la centrale nel modernismo indiano. Il dirompente e rappresentazione del rurale come un oggetto da provocatorio potenziale della rappresentazione parte dell’artista (di solito) urbano. Il compito di Espressionistica-Cubistica è diluita a favore di un trascrivere in pittura la vita della gente di una natipo di rappresentazione che elide la presenza di zione – lavoratori, contadini, pastori - viene svolta ingiustizia, sfruttamento e violenza. Questioni di dagli artisti urbani apparentemente senza una vera forma e stile arrivano a dominare questa fase idea circa quelle che possono essere le implicazioni dell’arte modernista in India. Tuttavia, i mezzi di un tale progetto. Ciò implica una concezione del formali e stilistici vengono interpretati da questa sè condizionata da una idea “intatta” della 26 sentativo che singolarmente segnala un aspetto della nazione/economia, una tendenza verso una cultura vita della nazione. Si noti un‘altra qualità che queste indifferenziata, omogenea, generica rappresenimmagini, specialmente Sweepers e Farmer’s fatazione di un sè modernista con vocabolari mily, condividono: le figure sono rese in una “modernisti”. Qui un’interessante osservazione può maniera che suggerisce monumentalità. E come se risultare dall’ aspetto dell’ “economia immaginata” stessimo osservando delle immagini senza tempo, del sè nazionale. Sembra non essere una ieratiche, prototipi senza personalità, per una coincidenza che il tema del lavoro sia così al centro immaginazione del subalterno, come una figura dell’opera di questi artisti. Tuttavia questi congelata nello spazio e nel tempo. Infine, quello abbondanti esempi di rappresentazione della classe che le immagini condividono, è che sono tutte lavoratrice non sono mai accompagnati da un imrappresentazioni di componenti marginali della pegno che vada oltre una solidarietà ipotetica. I nazione, fatte da artisti urbani, maschi, con una certa concetti di arte come istituzione economica e il inclinazione alla cultura. ruolo di “Autore come Produttore” all’interno di Esiste un’altra possibilità che richiede consiquesta istituzione vengono solo in parte riconosciuti. derazione. Il progetto di auto–rappresentazione può A questo punto, desidero considerare tre immagini, essere visto come emancipazione. Per una serie di di K.H. Ara e M.F. Husain, membri del PAG e di ragioni, gli artisti indiani, specialmente di questa K.K. Hebbar. Il Black Nude (1965) di Ara, la generazione, nutrono un senso di solidarietà (benchè Farmer’s Family (1960) di Husain e gli Sweepers solo nozionistico) di identificazione con i soggetti (1960) di Hebbar, ci aiutano a evidenziare una cadella loro rappresentazione. Il ratteristica della concezione fatto di rappresentare questi rappresentativa della generazione soggetti sulla scena nazionale del PAG. Ara ritrasse (ed impersonò) il ruolo dell’eroico può essere visto come un gesto artista bohemian in una versione per attribuire loro una certa indiana dell’eroismo dei primi dignità che deriva dal lavoro, di modernisti. Viveva in uno evidenziare la loro condizione nel reame della: “cultura di alto squallido abbaino di Mumbai e livello”. E tuttavia, ciò che non non si faceva scrupolo circa può essere messo in discussione è l’identità delle sue modelle, il fatto che l’effetto netto del prostitute della zona a luci rosse lavoro eè tale che il corpo del poco distante dalla sua abitazione. contadino, dello spazzino, della Hebbar, invece, era più pescatrice, della prostituta, si conservatore con un tocco di fissano su uno spazio diffierudizione che lo faceva sembrare cilmente definibile. Le rapprecolto ad esempio quando invoca sentazioni non riescono a fornire la “linea del canto” per definire le un contributo all’esperienza reale graziose ondulazioni della del soggetto rappresentato a tradizione pittorica e scultorea Evergreen - Souza causa della loro presenza nel indiana. cubo bianco della galleria d’arte o nello spazio Sono interessato a qualcosa che queste tre immagini personale del collezionista. Allo stesso tempo, per condividono. Cosa ha in comune una immagine alcuni tra destinatari di questi oggetti, istituzioni o sensualmente modellata di una prostituta di Mumbai singoli individui, il loro valore si basa maggiorbene in carne con una rappresentazione schematicomente sulla provenienza nello studio di un monumentale di lavoratori manuali e cosa ha in particolare artista e il segno di originalità che così li comune con l’ immagine di desolata povertà di una contraddistingue piuttosto che su qualsiasi altra famiglia contadina? Per rispondere voglio rifarmi ad caratteristica al fine di un cambiamento radicale. una osservazione di Benedit Anderson sulla natura Nella marcia verso il modernismo nazionale, gli delle nazioni come ”comunità immaginate, immainterventi di opposizione come quelli del Pag di ginate sia come intrinsecamente limitate e sovrane”. Mumbai possono essere velocemente smantellati. Inoltre, come Anderson dice, la nazione è caratterizzata da un presupposto di cameratismo proGli artisti che toccano note diverse possono isolarsi fondo, orizzontale, che persiste nonostante la prerispetto alla società oppure si uniscono alla corrente senza di ingiustizia e violenza. Specialmente nel dominante di un accettabile e addomesticato contesto della produzione mainstream delle “belle modernismo. di Chaitanya Sambrani arti” nell’India moderna, emerge una certa formuIndian Art an overview lazione dominante di una nazione immaginata, che Ed. Gayatri Sinha (2003) abbraccia l’intera gamma del traslato rappre27 I N D I A - I TA L I A UNO SGUARDO SULLA COOPERAZIONE INDO-ITALIANA 13 Gennaio 2006 - Tata Motors Il 13 gennaio 2006 Tata Motors e il Gruppo FIAT hanno firmato un accordo di cooperazione per quanto riguarda la rete di concessionari in India. L’accordo prevede la vendita di autovetture FIAT, con inclusa l’assistenza e la vendita di ricambi, attraverso rivenditori TATA selezionati, distribuiti in tutta l’India. Tata Motors si occuperà della commercializzazione e della distribuzione di autovetture FIAT in India mentre prescelti concessionari FIAT venderanno autovetture Tata. L’accordo sarà operativo a partire da Marzo 2006. 13-14 Gennaio 2006 - Mumbai Tra i Paesi Europei, l’Italia è stata la nazione che ha inviato la maggiore delegazione di professionisti del Design alla Hindustan Times Luxury Conference che si è tenuta a Mumbai il 13-14 gennaio 2006. L’Italia era rappresentata da Alessandro Ferreri, General Manager per l’Asia e il Medio Oriente di AEFFE Fashion Group, Paolo Zegna, Amministratore Delegato del Gruppo Ermenegildo Zegna e Matteo Cordero di Montezemolo, Amministratore Delegato della Charme Investments e Vice Presidente del Gruppo PoltronaFrau. Numerose Case di Design italiane hanno recentemente aperto delle sedi in India ed è sempre maggiore l’interesse di entrambi i Paesi ad avviare forme di cooperazione nel campo del design e progetti di produzione congiunta . 17 Gennaio 2006 - New Delhi Una “ Dichiarazione di Intenti” per quanto riguarda la cooperazione tra il National Institute of Design, Ahmedabad e l’Università Bocconi è stata siglata il 17 gennaio a New Delhi. Altagamma, Confindustria, e la Federazione Indiana delle Camere di Commercio e Industria (FICCI) saranno i partner di questa collaborazione. Il documento prevede una collaborazione congiunta, che comprende tra l’altro l’inizio di un programma di tre mesi per la gestione di società operanti nel settore della moda e del design. Si prevede la partecipazione al corso di circa 30 laureati e professionisti del settore: il corso inizierà a Settembre e comprende inoltre l’organizzazione di tour di studio, progetti sul campo e contatti con le industrie. 17 Gennaio 2006 - Calcutta Dal 17 al 20 gennaio 2006 Adolfo Urso, Vice Ministro per le Attività Produttive si è recato in visita in India dove ha incontrato Kamal Nath, Ministro per il Commercio e l’Industria ed ha partecipato ad un Partnership Summit tenutosi a Calcutta. 17 Gennaio 2006 - Task Force Il rapporto della Task Force su Moda, Design e Lifestyle è stato presentato durante un incontro tra il Ministro del Commercio e Industria e il Vice Ministro per le Attività Produttive italiano il 17 gennaio 2006. 18 Gennaio 2006 - Calcutta A Calcutta, il 18 gennaio 2006 è stato siglato un accordo tra Simest Italia e il West Bengal Industrial Development Corporation (WBIDC). 17-19 Gennaio 2006 - Mumbai e New Delhi Vinitaly visita l’India: la Confederazione dei Produttori di Vini Italiani ha guidato una delegazione composta da 50 persone che ha visitato l’India dal 17 al 19 gennaio 2006 organizzando delle degustazioni di vini a Mumbai e New Delhi. 2006 - Genova E stata formulata una proposta per l’installazione di una Statua del Mahatma Gandhi a Genova. Il Sindaco di Genova si è reso disponibile a trovare la collocazione più appropriata. Le autorità comunali di Genova hanno espresso interesse ad avviare una collaborazione con l’India in ambito economico, culturale, cinematografico e turistico. 2006 - Cooperazione Cinematografica Entrambi i Paesi sono impegnati a rafforzare la cooperazione in ambito cinematografico. Una delegazione guidata da Gaetano Blandini, Direttore Generale per il Cinema presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali si è recata in India nel 2005. La firma dell’Accordo di Co-produzione Cinematografica ha aperto nuove strade per la co-produzione di film. Entrambi i Paesi sono in grado di offrire delle ambientazioni interessanti in ambito cinematografico. 28 Roma 21-28 Aprile 2006 TEATRO DELL’OPERA DI ROMA Presenta LA LEGGENDA DI SAKUNTALA “Una tenera fanciulla la cui splendida nudità fa innamoare il leggendario re di un’India immaginifica. Una musica sontuosa, lussureggiante per una storia che avvolge e seduce”. La leggenda narra la storia di un Re che durante una battuta di caccia nei pressi di un eremo incontra una bellissima fanciulla, Sakuntala, nei pressi di un tempio di cui lei è custode. Il Re si innamora di lei e le dona un anello chiedendole di attenderlo sino al suo ritorno. Sakuntala attende con ansia ed è talmente assorta nei suoi pensieri da dimenticare di aprire le porte del tempio all’anziano eremita Durvàsas che, irato, la maledice: chi la ama la dimenticherà. Grazie alle preghiere di due amiche di Sakuntala, l’eremita addolcisce la maledizione: chi la ama si ricorderà di lei solo se lei gli mostrerà l’anello che ha avuto in dono. Quando Sakuntala scopre di essere incinta raggiunge il Re alla sua reggia ma il Re non la riconosce. Sakuntala vorrebbe mostrargli l’anello, ma quando si rende conto di averlo perduto si ritira addolorata. Un pescatore, ritrovato l’anello, lo porta a corte e lo mostra al Re che, non appena riconosce il gioiello, ricorda tutto e cerca la sua amata. Ma è troppo tardi… Per informazioni: Tel. 06.481601 - www.operaroma.it L’ I N D I A ROMA 1. Ambasciata Via XX Settembre, 5 - 00187 RM Tel. 06.4884642-43-44-45 Tlx. 611274 Indemb I Fax 06.4819539 e-mail: [email protected] S.E. Rajiv Dogra Ambasciatore 3. Indo-Italian Institute for Trade and Technology Viale Aventino, 36 - 00153 RM Tel. 06.5745120 - Fax: 06.5744836 http: //www.infinito.it/utenti/indoitalian e-mail: [email protected] MILANO 1. Consolato Generale Via Larga, 16 - 20122 MI Tel. 02.8690314 - 02.8057691 Tlx. 313267 - Fax 02.72002226 Sig. Ravi Thapar, Console Generale IN I TA L I A 2. Ufficio Nazionale del Turismo Via Albricci, 9 - 20122 MI Tel. 02.804952 - 02.8053506 Sig. Amar Singh, Direttore 6. Camera di Commercio Indiana per l’Italia Via Marostica, 40 - 20146 MI Tel. 02.36505053 - Fax 02.36505055 e-mail: [email protected] Dr. Domenico Serra 3. State Bank of India Via Larga, 16 - 20122 MI Tel. 02.86464453 - Fax 02.875451 e-mail: [email protected] Sig. Siba Kumar Mohapatra, Direttore GENOVA 1. Consolato Onorario Via F. Turati, 2/10 - 16289 GE Tel. 010.2542443 - Fax 010.2470574 e-mail: [email protected] Sig. Alphonse Clerici, Console On. 4. Export-Import Bank of India Via Disciplini, 7 - 20123 MI Tel. 02.58430546 - Fax 02.58302124 e-mail: [email protected] Sig. Samuel Joseph, Direttore LIVORNO 1. Consolato Onorario P.zza Cavour, 12 - 57125 LI Tel. 0586.846111 - Fax 0586.84626 Sig. Marcello Fremura, Console On. 5. Confederation of Indian Industry Torre 1 - Strada Anulare San Felice 20090 Segrate (MI) Tel. 02.70300028 NAPOLI 1. Consolato Onorario Via G. Carducci, 42 - 80121 NA Tel./Fax 081.425964 e-mail: [email protected] Dott. Adolfo Maiello, Console On. La rivista è in rete sul sito: www.indianembassy.it RIVISTA QUADRIMESTRALE N. 1, 2006 Questa pubblicazione dell'Ambasciata dell'India ha lo scopo di far meglio conoscere il Paese in Italia ed è completamente gratuita: chi desideri riceverne copia, può richiederla per iscritto o telefonicamente, rivolgendosi alla Sede dell'Ambasciata in Roma e dando l’indirizzo. Le opinioni espresse in alcuni articoli della nostra Rivista sono quelle dei loro Autori e non necessariamente della Redazione.