PON 2008
Obiettivo F Azione 1
“Insieme per crescere”
”
Modulo Informatico alunni “MULTIMEDIANDO S’IMPARA”
Esperto esterno: MULARA G. Maurizio; Tutors: ALICATA Antonino, PATTI Gina.
Il presente elaborato vuole essere una raccolta di materiale, (testi, foto e quant’altro) attualmente presente e reperibile liberamente sulla
rete Internet.
Gli alunni, durante il modulo “Multimediando s’impara”, hanno prima “cercato” e “scovato” questo materiale nei siti Internet, in seguito hanno
dato una veste grafica ed una impaginazione del tutto personalizzata.
Gli alunni del laboratorio Informatico, nel contesto del progetto - PON 2008 “Insieme per
crescere” -, hanno il piacere di presentare questo elaborato come lavoro conclusivo del
percorso “Multimediando s’impara” :
GLI ALUNNI
AIELLO Giuseppe
BAIUNCO SALVATORE
BARRESI Giuseppe Davide
BONASIA DARIO
BLASCO Andrea
BLASCO Davide
COSTA Alessandro
COSTA Lorenzo
INGRASCINA Stefano
MASTRANDREA Salvatore
MILAZZO Antonino
PETRIGNA Ivan
PISTONE Giuseppe
PULEO Bruno
RANDAZZO Liborio Davide
SICILIANO Adriano
BARRAFRANCA
Il Territorio
Feste e
Tradizioni
La Storia
Le chiese
Dati generali
I Quartieri
Raccolta di
foto
Clima e dati
geografici
Mappa del
territorio
Ubicazione
del territorio
Caratteristiche
generali
Clima e dati geografici
Altitudine
altezza su livello del mare espressa in metri
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CasaComunale 450
Minima240
Massima643
Escursione Altimetrica 403
ZonaAltimetrica collina interna
Latitudine 37°22'48"72N
Longitudine 14°12'6"84 E
Gradi Decimali 37,3802; 14,2019
Locator (WWL) JM77CJ
MisureSuperfice 53,64 kmq
Classificazione Sismica sismicità bassa
ClimaGradi Giorno1.344
Zona Climatica (a)C
Accensione Impianti Termiciil limite massimo
consentito è di 10 ore giornaliere dal 15 novembre al 31
marzo (b)
Confini di BarrafrancaComuni di prima corona
(immediatamente confinanti): Piazza Armerina,
Pietraperzia, Mazzarino (CL), Riesi (CL)
Dove
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Regione Sicilia
Provincia Enna (EN)
Zona Italia Insulare
Popolazione Residente 13.115 (M 6.240, F 6.875)
Densità per Kmq: 244,5(dati Istat 2001)
CAP 94012
Prefisso Telefonico 0934
Codice Istat 086004
Codice CatastaleA676
Varie
Numero Famiglie 4.512
Numero Abitazioni6.903
Denominazione Abitanti barresi
Santo Patrono Madonna della Stella
Festa Patronale 8 settembre
Ubicazione
del territorio
Uso del
territorio
Ubicazione del territorio
Il territorio presenta un’orografia pressoché collinare, con altitudini
comprese tra 250 m (C.da Pietralunga) e 640 m s.l.m. (C.da Torre)
ed è percorso dai torrenti Braemi e Tardara; corsi d'acqua aventi
carattere spiccatamente torrentizio, lungo i quali si rilevano
aree di natura alluvionale, di varia estensione.Si evidenzia un
accentuato grado di antropizzazione dal punto di visto
paesaggistico, come pure dal punto di vista floristico e
vegetazionale.
Gli ambienti più antropizzati, oltre l’area urbana e periurbana di
recente estensione, sono rappresentati da quelli colturali, sia
quelli ancora in uso che quelli abbandonati. Gli ambienti più
antropizzati, oltre l’area urbana e periurbana di recente
estensione, sono rappresentati da quelle colturali, sia quelli
ancora in uso che quelli abbondanti.
Alla vista, il territorio presenta, oltre a una marcata impronta agricola, anche evidenti segni di incontrollato sfruttamento
intensivo da parte dell’Uomo, come dimostrasi dalla presenza di numerose cave estrattive di pietra dislocate in diversi siti, tra
quelle ancora in uso e quelle dimesse (miniera ad estrazione di zolfo), dai fenomeni di dissesto idro-geologico causati dal
disboscamento, dagli esiti di incendi e pascolo: denudamenti e impoverimenti di suolo su vaste e diffuse aree.
Dal punto di vista geologico, si rilevano vaste aree interessate da affioramenti di sabbie plio-pleistoceniche, alternati a
calcareniti; su una di queste arre è ubicata l’area urbana del comune di Barrafranca. In corrispondenza di esse si ergono altresì
dei pianori di tipo tabulare “Mesas” come ad esempio in c.da Piana della Montagna. Si rilevano, inoltre, Argille marnose e
Argille brecciate, sia del Pliocene che del Tortoniano, affioramenti di roccia calcarea del Messiniano dalla morfologia molto
articolata e irregolare. Aree interessate dalla copertura di materiale alluvionale di origine fluviale sono localizzate perlopiù lungo
i corsi d’acqua e le loro diramazioni. In queste aree, la cui morfologia si presenta quasi del tutto pianeggiante, sovente, sono
assenti vere e proprie linee di deflusso superficiale; pertanto, vi si possono verificare, in concomitanza di violenti eventi
meteorici, fenomeni d’alluvionamento con conseguenti danni e disagi di diversa portata a manufatti e persone. Il sistema
idrografico dell’area esaminata è costituito da due affluenti del Fiume Salso (o Imera meridionale): il Torrente Braemi e
il Torrente Tardara; corsi d'acqua a spiccato regime torrentizio, caratterizzati da frequenti piene nel semestre autunno-inverno
e periodi di magra nel semestre primavera-estate.
Dei due corsi d’acqua anzidetti, il principale, per estensione di bacino e portata media, è il Torrente Braemi; la sua presenza
determina l’ampia e fertile piana alluvionale, situata al confine sud-orientale del comprensorio, detta localmente: “chianu u
sajuni”.
Il clima dell’area indagata è da riferire al tipo termo-mediterraneo. Da un punto di vista fitoclimatico, in relazione all’indice
bioclimatico di De Martonne (1926), l'area di Barrafranca ricade nella fascia climatica di tipo semi-arido (tipo mediterraneo).
Uso del territorio
Allo stato attuale, gli ambienti antropizzati più largamente diffusi sul territorio, oltre quelli urbani, sono le colture agrarie,
costituite principalmente da seminativi semplici e arborati e tipiche colture legnose mediterranee: mandorleti, oliveti e in misura
minore vigneti.
Tra gli aspetti colturali erbacei prevalenti vi sono i seminativi cerealicoli, ove la coltura del grano duro e il riposo si alternano
senza alcuna rotazione costante, mentre è pratica diffusa il “ringrano”. Nelle aree pianeggianti, specialmente quelle favorite dal
punto di vista irriguo, oltre al seminativo, si rilevano colture ortive specializzate a ciclo invernale (carciofo, finocchio, ecc.) ed
estivo (pomodoro, peperone, ecc.).Ben rappresentate sul territorio, ove le condizioni geopedologiche lo consentono, sono le
colture legnose, costituite in massima parte da mandorleti ed oliveti, diffusi soprattutto nelle stazioni poste in pendio.
Vigneti, per buona parte di recente diffusione, sono localizzati su suoli relativamente pianeggianti, a componente marnosocalcarea (C.da Moli, Setica). Trattasi di piccole e medie aziende agrarie, per buona parte, a conduzione familiare. In taluni siti sono
stati individuati individui di pistacchio in avanzato stato di abbandono.L’agricoltura rappresenta, ancora oggi, il settore produttivo
prevalente per la popolazione del territorio comunale di Barrafranca; in particolare, negli ultimi anni, sempre più fiorente risulta
essere la coltivazione del mandorlo e dell’ulivo, mentre quella cerealicola non sta avendo sviluppo, semmai sta subendo un certo
declino.Notevolmente diffusi sono gli incolti da più o meno recente abbandono colturale, gli ambienti nitrofilo-ruderali; ambienti
utilizzati generalmente ad uso di pascolo di ruminanti. Per quanto riguarda la vegetazione naturale, essa è frammentaria,
rappresentata da aspetti degradati e per lo più localizzata in stazioni ove non si rende possibile l’uso a scopo agricolo: valloni,
pendii con accentuata acclività, calanchi, rupi, aree con elevata presenza di roccia affiorante, ecc.. Gli aspetti di vegetazione
naturale sono costituiti, in massima parte, da formazioni a carattere erbaceo e da frammentari ed isolati lembi di formazione a
gariga. Non si rinviene, nel territorio in esame, alcuna zona boschiva naturale o aree con aspetti di macchia. Su un’area di limitata
estensione, presso C.da “Serra Lunga” e M. Sciorino, si rileva un rimboschimento ad Eucalipto (Eucalyptus camaldulensis), ove
si rinvengono altresì sparsi esemplari di: Cupressus sempervirens, Pinus pinea e Pinus halepensis.
Le formazioni naturali più diffuse sul territorio sono quelle a carattere erbaceo; in particolare, le praterie ad Ampelodesma
(Ampelodesmos mauritanicus), detta nel vernacolo locale Ddisa. Ampelodesmeti a più o meno larga diffusione si rinvengono
lungo i versanti collinari con substrati di natura calcarea. Praterie a Sparto (Lygeum spartum), detto nel vernacolo locale Arfa,
sono largamente diffuse su suoli di natura argillosa, ricoprendo le zone meno acclive dei calanchi, mentre i tratti con più
accentuata pendenza, soggetti ad intensa e costante erosione, si presentano del tutto denudati.
Frammentari lembi di gariga a Timo (Thymus capitatus), con i suoi caratteristici cespugli a “cuscinetto”, colonizzano in modo
discontinuo, soprattutto laddove vi sono affioramenti di roccia, ambienti rupestri non soggetti all’azione continuata di disturbo
antropico.
Fra gli aspetti di vegetazione idro-igrofila, i più diffusi sono i canneti a Phragmites australis che si insediano lungo gli alvei dei
torrenti e nei fossati soggetti a periodiche inondazioni; intercalati a questi popolamenti, o ai loro margini, si rilevano individui di
tamerici.
Dati generali
Barrafranca dista 39 km dal
capoluogo Enna e si trova in
direzione Sud-Ovest.
E’ sul versante Sud-ovest dei
Monti Erei, fra i fiumi “Tardara” e
“Braemi”..
Si trova inoltre a km 25 da Piazza
Armerina, a km 10 da Pietraperzia
e a km 11 da Mazzarino (CL).
Il centro abitato è attraversata dalla
statale191 in corrispondenza del
Corso Garibaldi, che taglia in due
parti il paese.
Caratteristiche generali
ll comprensorio comunale di Barrafranca è localizzato nel settore centro-meridionale della
Sicilia, ove si situa sulle ultime propaggini sud-occidentali dei Monti Erei, e si estende per una
superficie di circa Ha 5400.
Dal punto di vista amministrativo, esso ricade nel territorio della Provincia di Enna e confina a
Nord e ad Ovest con il comprensorio di Piazza Armerina (Enna), a Nord-Est e ad Est con
quello di Pietraperzia (Enna), a Sud con Mazzarino (Caltanissetta) e a Sud-Est con Riesi
(Caltanissetta).
L’area collinare interna della Sicilia, ove è localizzato il territorio in esame, è a diffusa
utilizzazione agricola. Il paesaggio si presenta notevolmente antropizzato, apparentemente
privo di elementi di pregio naturalistico. Notevolmente diffusi sono gli incolti da più o meno
recente abbandono a utilizzo agricolo da parte dell’Uomo; in questi ambienti, l’abbandono e
l’assenza di un programma di gestione del territorio sono causa di processi di degradazione
ambientale.
Maggiori conoscenze del territorio, a carattere geobotanico, costituirebbero certamente un
valido contributo ad un’eventuale pianificazione di interventi di restauro e di recupero.
Evoluzione demografica dal 1861 al 2001
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Economia
L'economia è prevalentemente agricola (con
produzione di ortaggi, frumento, mandorle,
olio d'oliva, agrumi) con allevamenti.
E' sviluppato anche l'artigianato (lavorazione
del marmo e consimili, ceramica, ferro e
alluminio, legno, cornici in gesso, statue in
cementizio ecc.) e il commercio.
Sono presenti miniere di zolfo e farine fossili.
Molti sono gli emigrati all'estero.
Amministrazione comunale
• Sindaco: Angelo Ferrigno dal 28/05/2007
• Centralino del comune: 0934 496011
• Email del comune:
[email protected]
Mappa del
territorio
La storia
L'attuale centro abitato di Barrafranca si estende su una serie di rilievi collinari, che disposti su una linea arcuata, delimitano
esternamente una vasta conca nella quale sorse il primo centro abitato di cui si ha notizia documentata; Convicino. Da questa
vasta conca si dipartono numerose vallate, di cui la più estesa é la valle del Braemi, le quali, nel corso delle varie epoche,
hanno rappresentato altrettante vie di comunicazione.
Il territorio, dove ricade il comprensorio di Barrafranca, è stato abitato sin dai tempi più remoti: si sono rinvenuti reperti di varie
epoche che vanno dal Neolitico, al periodo Siculo e a quello Greco romano.
Presso contrada "Galatei Nuovo" sono state ritrovate alcune tombe circolari contenenti ciotole, raschietti e coltelli in silice. Da
ciò risulta evidente l'insediamento dei Siculi intorno al 1000 a.C. Nel territorio in esame. Parte di questi reperti sono conservati
al Museo Bellomo di Siracusa.
Dal 392 a.C. inizia la colonizzazione greca testimoniata dal vario materiale ellenico presente nella necropoli di Montagna di
Marzo e di Monte Navone, nonché nel nostro centro abitato, dove sono venuti alla luce diversi reperti archeologici.
Durante l'impero romano si ripopolarono le vallate abbandonate nel precedente periodo in cui si pose termine alla dominazione
greca, con la formazione di alcune mansio, quali quelle di Sophiana, Calloniana, Mactorim, ubicate lungo l'Itinerarium
Antonini; itinerario che, secondo alcune fonti, da Catania conduceva ad Agrigento, realizzato al tempo dell'imperatore
Caracalla, III sec. d. C., pur essendo riveduto periodicamente fino al tempo dell'imperatore Costantino.
Diversi studi sui primi insediamenti umani di questo centro abitato sostengono la tesi che la romana Calloniana, posta sull'
Itinerarium Antonini (vedi figura sottostante),
probabilmente fosse ubicata in contrada "Galati" nel
comprensorio di Barrafranca, come dimostrasi per la presenza
di resti di costruzioni edili e vie, oltrechè per la posizione
strategica nel contesto territoriale; talaltro, in questa zona, come
pure in diversi altri siti del territorio, sono stati rinvenuti reperti
archeologici,soprattutto monete, che attesterebbero l'esistenza
di questa mansio romana.
Tutto il territorio di Barrafranca, insieme ad altri novantasei centri
abitati, nel VI sec. fu donato da Tertullo Amico a San Benedetto
da Norcia. In c.da Sitica è stato trovato un edificio basiliano
identificato con la chiesa di San Niccolò. Avanzi architettonici
bizantini si sono rinvenuti in località Batia e Giardini Gelsi. Il
dominio bizantino durò tre secoli, fino all'avvento arabo sotto gli
Abassidi di Tunisi.
La conquista araba della Sicilia inizia nell' 827, con lo sbarco
degli Arabi a Mazara del Vallo, quindi nel giro di qualche
decennio si consolida il loro dominio su tutta l'isola. Gli Arabi
trasformarono il territorio in un rigoglioso giardino.
Introdussero in Sicilia la palma da dattero, il gelso, il cotone, gli agrumi e diversi altri ortaggi. Le coltivazioni estensive connotarono
l'economia del territorio e fecero da cornice agli innumerevoli casali, rahal; unità base di insediamento.
Nel 1061, i Normanni sbarcano a Messina, dando inizio alla loro conquista della Sicilia e conseguente liberazione di questa dal
dominio arabo, la quale giunge a termine nel 1091 con la capitolazione dell'ultima roccaforte araba: Noto (Siracusa).
Difficile stabilire la data di fondazione di Convicino, anche perché il nucleo urbano non si costituì in un solo sito, ma diversi
insediamenti erano ubicati in diversi siti del territorio in esame, abitati da genti dedite soprattutto alla vita agricolo-pastorale.
Il primo documento, che riporta per la prima volta il nome di Villa Comiciana, da cui derivò il nome di Convicino, risale al 1091,
anno della definitiva conquista dell'isola da parte dei Normanni, ed è a questo periodo che probabilmente si deve far risalire il primo
vero e proprio centro urbano,conseguentemente all'insediamento di genti lombarde; (in particolare, comasche, secondo il parere di
taluni studiosi di storia patria).
Il ganglio vitale dell'agglomerato urbano era rappresentato dall'ampia piazza "Batìa" dove sorgeva la "celeberrima turris
Convicini", attorno alla quale si aggregò e ingrandì il paese.
Convicino cominciò a rivivere con il marchese Matteo III Barresi, signore di Pietraperzia, il quale favorì un massiccio afflusso di
coloni provenienti da varie parti dell 'isola, in particolar modo da Militello in Val di Catania, città anch'essa sotto la signoria dei
Barresi.
Convicino ebbe, così, un notevole aumento demografico e nel 1529, il marchese ne cambiò il nome in Barrafranca;
denominazione che deriverebbe, secondo le tesi di alcuni storici, per una parte (Barra), dal nome del suo fondatore, Matteo
Barresi, per l'altra (franca) dal fatto che tale città fu, per i nuovi coloni, ivi arrivati, esonerata dal pagamento dei tributi fiscali.
A partire dal XVI sec., ubbidendo ad un andamento generale dovuto al mutato clima storico, Barrafranca cominciò ad assumere
una planimetria più regolare ed aperta, i cui assi portanti sono rappresentati dal Corso Garibaldi e dal Corso Vittorio
Emanuele.Negli ultimi decenni Barrafranca ha registrato un notevole sviluppo urbanistico, non accompagnato da un altrettanto
aumento demografico a causa del forte tasso di emigrazione specie fra le fasce giovanili della popolazione.
L'agricoltura rappresenta, ancora oggi, il settore produttivo prevalente e di esclusivo interesse per La popolazione del territorio
comunale di Barrafranca.
Tuttavia, si è una certa tendenza all'abbandono delle colture cerealicole, mentre, permane vivace la coltivazione del mandorlo e
dell’ulivo.
Foto di interesse
Barrafranca oggi …
pubblico
Barrafranca ieri…
Foto di interesse pubblico
Piazza Regina
Margherita
Ex Chiesa di San
Giuseppe
Chiesa Madre
Piazza Regina Margherita in
particolare “La fontana”
Palazzo Comunale
Belvedere
Chiostro all’interno del
Palazzo Comunale
Edicola votiva del
“Signore Ritrovato”
Barrafranca oggi ….
Barrafranca ieri….
Chiesa di San
Francesco con
annesso Convento
Chiesa Madre
Chiesa Maria S.S.
della Stella
Piazza Regina
Margherita
Corso Umberto I
“U pupu du cummentu”
Belvedere
(Viale Signore Ritrovato)
Le feste
I santi patroni
“ i cosi duci”
LE FESTE
NATALE
Caratteristiche a Barrafranca sono le tradizionali novene, cappelle votive ornate da festoni e alloro.
All’interno di ogni piccolo tempio, vi è posta una nicchia che simboleggia la Natività. Allestite nelle strade
cittadine, costituiscono un motivo di unione e di fede e sono addolcite da note musicale in onore di Gesù
Bambino. Oltre alle tradizionali novene a partire dal 1982 vi è la sacra rappresentazione della Nascita di Gesù
Bambino a cura del Gruppo Spettacolo Arcobaleno. I testi sono di Carmelo Orofino e Don Sandro Bernunzo.
CARNEVALE
L’ultima domenica di carnevale è caratterizzata dalla festa dei "Pignatuni", la recita dialettale, composta
da Salvatore Giunta é affidata a un re, a una regina, e a dodici cavalieri che rappresentano i mesi dell’anno.
La Regina, una volta, era impersonata da un uomo camuffato da donna. I costumi, in questa come in altre
rappresentazioni folkloristiche, sono vagamente ispirati agli abiti dei dignitari della dominazione spagnola.
I cavalieri girano per il paese alla ricerca dei «pignatuna» che sono dei vasi di terracotta, avvolti da
carta colorata e «zagareddi» (stelle filanti), contenenti delle piacevoli o sgradevoli sorprese. Sotto ognuno di
questi «pignatuna» i cavalieri si dispongono a cerchio e ciascuno di essi recita la strofa di un poemetto in
vernacolo che decanta le qualità e i difetti di ogni mese. Dopo la recita uno dei cavalieri si porta sotto il
«pignatuni» e lo rompe con un randello. A questo punto un nugolo di ragazzi si butta tra i cocci e i coriandoli
per catturare la sorpresa che consistere in caramelle, monetine e leccornie varie. Talvolta una colomba si leva
in volo, lasciando tutti col naso per aria.
FESTA DI SAN GIUSEPPE
La festa di San Giuseppe viene celebrata da tantissimi anni con la sacra rappresentazione della Fuga in
Egitto dell'Abate Giuseppe Nicolò Baldassare Russo, che si svolge attorno a una tavola riccamente imbandita,
dove prende posto la Sacra Famiglia. La rappresentazione si svolge in Piazza Regina Margherita.
SETTIMANA SANTA
Il mercoledì santo si assiste alla Vasacra, una sacra rappresentazione sulla passione, morte e resurrezione di
Gesù Cristo. Essa ha luogo in diverse zone della cittadina, in ognuno delle quali vengono allestite diverse
scenografie.
Il venerdì santo si svolge la processione de “U Trunu”, fercolo di Gesù Cristo ornato con gli ex voto
chiamate “i scocchi”.
La processione a tarda sera è aperta da ”U Signuri di l’Urna”: urna trasparente con il Cristo deposto dalla
Croce portato a spalla dai ragazzi; a seguire le ragazze, vestite di bianco e nero con fazzoletto anch’esso nero,
portano a spalla l’”Addulurata” preceduta dal “santone” raffigurante San Giovanni. Al termine, “U Trunu” è
portato a spalla con le “baiardi” da decine e decine di uomini contraddistinti dai giubbini, in un clamore ricco di
fervore religioso al grido “a’ mmisiricooordia”. Per le strade rieccheggiano durante tutta la Settimana i
“lamenti”, cori intonati “a cappella” e con voce solista, di vecchie nenie di dolore, accompagnate dal
suono ripetitivo delle “scattioli” in legno. Tra le sacre raffigurazioni, contraddistinti dalla fascia rossa, ci sono i
componenti della Confraternita “Santissimo Gesù Crocifisso” che cura tutta l’organizzazione della festa
religiosa.
La domenica di Pasqua in Piazza Fratelli Messina ha luogo “a Giunta”, ossia l’incontro tra la
Madonna e Cristo Risorto. Caratteristici della rappresentazione religiosa sono i “santoni”, 12 statue in
totale, imponenti e costruiti in legno e cartapesta, che impersonano i 12 apostoli.
Maria Santissima della Stella
L’8 settembre festa della compatrona di Barrafranca, ha visto nel pomeriggio la sfilata dei “ritini",
carretti, cavalli, pony, ed asini, caricati di sacchi e "sacchini" pieni di frumento da offrire in onore della
Madonna, che hanno percorso le vie di Barrafranca, correndo, infine nell'ultimo tratto, per scaricare i
sacchi nel salone della chiesa.
E’ portata a spalla da una devota aggregazione di portatori, ed i festeggiamenti si concludono con
spettacolari giochi pirotecnici.
"A Modonna da Grazia"
L'ultima domenica di agosto, dopo un lungo e meticoloso restauro è tornata la statua della "Madonna
delle Divine Grazie" .
Alla celebrazione eucaristica, che Padre Nicolosi ha voluto nella piazzetta adiacente la chiesa, era
presente anche Mons. Pennisi, vescovo di Piazza Armerina. Lungo il tragitto numerosissimi fuochi
d'artifico ci hanno tenuto con il naso all'insù come non era mai accaduto.
"Noscia signura di l'Itria"
A fine settembre, l'ultima domenica, c'è stata la processione della Madonna dell'Itria per la "Via dei
Santi" della cittadina. Bella come non mai e riccamente addobbata di fiori bianchi, la statua della
Madonna è stata portata a spalla da numerosi fedeli. Prima della benedizione finale tantissimi fuochi
d'artificio hanno colorato il cielo di Barrafranca, al termine del quale, un lungo applauso, ha sottolineato
la suggestiva ricorrenza
I Santi Patroni
Due sono i Patroni di Barrafranca S. Alessandro e
Maria SS della Stella.
S. Alessandro
Sant'Ireneo di Lione, alla fine del II secolo, lo indicò come il
quinto papa in successione dagli Apostoli. Secondo una
tradizione della Chiesa di Roma risalente alla fine del V secolo,
e riportata sul Liber Pontificalis, era romano da nascita e
svolse il suo ufficio durante il regno di Traiano (98-117).
La stessa tradizione afferma che patì il martirio per
decapitazione sulla Via Nomentana, a Roma, il 3 maggio.
Probabilmente fu eletto papa a meno di trent'anni e dovrebbe
essere stato il primo papa non scelto dal suo predecessore ma
eletto dai vescovi che si trovavano a Roma su indicazione dei
presbiteri e dei diaconi della città. Gli si attribuisce
l'introduzione nel canone del Qui Pridie, le parole
commemorative dell'istituzione dell'Eucaristia. Si dice anche
che abbia introdotto l'uso di benedire con acqua e sale le case
dei cristiani per preservarle dal maligno.
Alessandro fu papa nel periodo di massimo splendore per
l'impero romano, ma un periodo piuttosto difficile per la
Chiesa in quando sembrava che le profezie sull'avvento del
regno di Cristo non si dovessero più realizzare, e le
persecuzioni si succedevano una dietro l'altra. Si dice che le
sue reliquie siano state traslate a Freising (Frisinga), in Baviera
nell' 834.
La sua festa liturgica viene celebrata il 3 maggio.
Maria SS. della Stella
.
Non meno importante è il culto per la Madonna della
Stella, compatrona di Barrafranca, ha origini antiche:
risale agli inizi del 1500 per volontà di Matteo Barresi.La
tela originale, che si trova presso la chiesa omonima,
era distesa su legno e con l'andar del tempo i tarli la
rovinarono lasciado integri soltanto i volti dei Santi
Giovanni Battista, S. Alessandro, della Madonna e del
Bambino Gesù. Tra la notte del 19 e il 20 giugno 1977,
il quadro venne rubato da ignoti ladri e mai più
ritrovato. Per disporre di un nuovo dipinto fu bandito un
opposito concorso, la commissione scelse all'unanimità
il quadro del pittore barrese Gaetano Vicari. Una
secolare tradizione che resiste ancora è quella relativa
alle cosiddette "ritini", ossia il trasporto nella chiesa
della Madonna del grano offerto in obolo, che viene
fatto tramite muli e cavalli bardati a festa con variopinti
pennacchi e sonagliere, che percorrono l'ultimo tratto al
trotto.
Un'usanza collegata con la festa della Madonna è quella
di adornare le strade con delle stelle realizzate con carta
velina colorata e illuminate internamente.
La festa si celebra annualmente l'8 di settembre.
“ I COSI DUCI”
Pasta siringata
A Pagnuccata
i sfingi
Ingredienti:
1 Kg di farina
1 litro di acqua
200 g di strutto
18 uova
1 bustina di vaniglia
miele
Preparazione:
1.Riscaldare l'acqua e unirvi lo strutto e lo zucchero.
2.Prima che l'acqua raggiunga l'ebollizione incorporare, rimestando, la farina e
continuare a mescolare finché la pasta si staccherà dalla pentola.
3 La pasta, staccata dalla pentola, si toglierà dal fuoco e si lascerà raffreddare.
4 Quando la pasta si sarà raffreddata unitevi le uova uno alla volta.
5 Lavorare a lungo l'impasto che deve risultare molto denso.
6.Riempire la siringa, farne uscire dei bastoncini direttamente nell'olio bollente
e ... friggere.
7.Spolverare con lo zucchero.
Ingredienti:
1 Kg di farina
8 uova
4 cucchiai colmi di zucchero
4 cucchiai di olio d'oliva
1 bicchiere di vino
miele
Preparazione:
1.Disporre la farina a fontana in una terrina.
2.Unire lo zucchero.
3.Aggiungere le 8 uova
4.Aggiungere l'olio d'oliva.
5.Lavorare gli ingredienti fino ad ottenere un impasto omogeneo.
6.Formare tanti bastoncini e tagliarli a pezzetti.
7.Friggerli poco alla volta in abbondante olio bollente.
8.Amalgamarli con miele fuso.
I SFINGI
FARINA 1 KG
MEZZO LITRO DI LATTE
8 UOVA
50 G DI LIEVITO DI BIRRA
100 G DI ZUCCHERO
SCORZA DI LIMONE
OLIO
Preparazione:
1Disporre la farina a fontana.
2Versare il lievito sciolto nel latte tiepido.
3Aggiungere le 8 uova.
4Aggiungere lo zucchero e la scorza di un
limone
grattugiata.
5Lavorare l'impasto fino a quando sarà diventato
morbido.
6Lasciare riposare per circa un'ora.
7Versare nell'olio bollente un cucchiaio dell'impasto e
.... altri ancora separatamente.
8Lasciare friggere per qualche minuto.
9Disporre "i sfingi" su un vassoio e cospargere con
zucchero.
Servire e buon appetito.
LE CHIESE
Chiesa di San
Francesco
Maria SS della Stella
Chiesa della
Divina Grazia
San Benedetto
Chiesa Madre
Chiesa Maria SS
dell’Itria
San Francesco
Fu edificata intorno al 1694 su progetto di Michelangelo da Caltagirone accanto al
convento di vaste proporzioni che i frati eressero fra il 1694 e il 1697.
Oggi, parte di questo convento costituisce il Palazzo Municipale.
La facciata è opera dell’artista barrese Santo Scarpulla, il quale vi lavorò intorno al
1923,aiutato da Giuseppe Cavagrotte, un intagliatore pure di Barrafranca. All’interno,
sulla volta centrale domina un grande affresco rappresentante San Francesco che
riceve le stigmate.In alto le pareti laterali sono affrescate e intervallate da finestre.
Gli affreschi di destra sono completamente rovinati, e quelli di sinistra, in buono stato,
rappresentano la vita di San Francesco.Ne completa il ciclo, infine, un ultimo affresco di
più vaste proporzioni, collocato sopra i tre archi della cantoria, che raffigura il Martirio
dei Santi Francescani..
Ex chiesa di Sant’Alessandro, antecedente al 1598,
più volte modificata, è di certo la chiesa più antica tra
quelle esistenti. La facciata è fiancheggiata da un
sontuoso campanile di stile orientale del 1600.
Costruita a una sola navata,venne modificata a tre nel
1900.
L’interno èarricchito da stucchi neoclassici eseguiti
dai fratelli Signorelli. Tra le tele degne di nota
ricordiamo Sant’Isidoro Agricola di Pietro d’Asaro e
Sant’Alessandro di Francesco Vaccaro.
Gliaffreschi della volta racchiusi in sei grandi ottagoni
raffigurano Gesù in casa di Marta e
Maria,l’Ascensione, la Pentecoste, laTrasfigurazione,
Maria SS. della Stella ed infine l’Immacolata opere di
Paolo Terranova o del Damaggio .
Nella chiesa vi si venerava anche l’antichissimo
quadro di Maria SS. dellaStella, rubato nel 1977 e mai
più ritrovato, é stato sostituito da un nuovo quadro di
egual soggetto del pittore barrese Gaetano Vicari
Maria SS della Stella
Chiesa Madre
L’attuale chiesa fu edificata sulla preesistente chiesa di San
Sebastiano, la cui costruzione era antecedente al 1622. I lavori della
chiesa furono iniziati nel 1728 e si conclusero nel 1775. Il prospetto fu realizzato intorno al 1830.
La chiesa presenta una pianta a croce latina, ed è divisa in tre navate con una vasta cupola sulla
crociera. L’alto campanile è decorato da tasselli policromi. La chiesa per certi versi si rifà al barocco
meridionale ed è impreziosita da stucchi eseguiti dai fratelli Signorelli. All’interno della chiesa è
custodito il SS. Crocifisso, venerato nella processione del Venerdì Santo che, secondo la
tradizione, venne trovato in C.da Rastello. Di particolare interesse sono inoltre vari dipinti quali: la
Madonna della Purificazione attribuita a Filippo Paladino (1544-1614), la Mercede(1633), il
Battesimo di Gesù (1748) e la Consolata(1777) di autori ignoti. Vi è anche un’acquasantiera
scolpita in pietra recante lo stemma dei Barresi. La chiesa fu danneggiata dai bombardamenti del
1943; in seguito fu riparata e coperta da una volta a botte. I dipinti della navata centrale furono fatti
dai pittori Emma e Puzzanghera
San Benedetto
Tra le più belle chiese di Barrafranca, è un
notevole esempio di tardo barocco siciliano.
Al suo interno presenta una sola navata,
con una insolita disposizione della cupola.
Nella parte absidale troviamo delle eleganti
colonne a torciglione che fanno da cornice
ad un altare maggiore in legno scolpito.
Nella chiesa si notano: la grande tela
dell’Assuzione, attribuita a Mariano Rossi
(1731-1804) e la cantoria lignea, interamente
intagliata. Nella chiesa si trovano anche la
Via Crucis dei fratelli Vaccaro.
Le pareti e la volta sono ornate da stucchi
tipici dell’arte barocca, da affreschi che
coprono quasi tutta la chiesa, da
motivi architettonici e floreali, intervallati da
figure e oggetti simbolici.
I pennacchi che sostengono la cupola sono ornati con quattro medaglioni rappresantanti
i quattro evangelisti.
La volta dell’altare maggiore contiene un affresco con il triangolo simbolo della Trinità,
dove vi stanno racchiusi l’occhio dell’Eterno Padre, e sotto, l’agnello, emblema del
Cristo.Affiancato alla chiesa troviamo un Monastero che fu iniziato nel 1733. Al suo
interno si trovano diversi quadri tra cui l’Arcangelo San Michele. Attualmente la chiesa è
chiusa in attesa di restauro.
Chiesa della Divina Grazia
Costruita intorno al 1650. La chiesa, ad una sola
navata, è ornata da stucchi eseguiti dal
Fantauzzo. L’interno della chiesa è quasi tutto
rinnovato e l’antico e il moderno si fondano
insieme sintetizzando perfettamente i due stili.
Tra le opere di maggiore importanza spicca il
quadro della Madonna delle Grazie. Questo
quadro un tempo era conservato nella chiesa di
San Sebastiano
Chiesa Maria SS dell’Itria
Risale al 1598 circa.
La parte della facciata esterna è costituita da tre archi che fungono
da campanile. La chiesa, ad una sola navata, finemente decorata, è
stata più volte restaurata e ha raggiunto l’attuale aspetto grazie
all’artista barrese Giuseppe Fantauzzo, allievo del Signorelli.
Tra le opere presenti in questa chiesa ricordiamo il bel quadro di
Mattia Preti l’Annunziata (1613-1619), che esprime un linguaggio
barocco, S. Maria dell’Itria, anteriore al 1745 e San Rocco, risalent al
1837 del Vaccaro.
Vi si possono anche notare dei bassorilievi opera del Fantauzzo che
rappresentano l’Annunciazione, la Madonna dell’Itria, l’Assunta, San
Francesco di Paola e la Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù.
L’acquasantiera in marmo risale al 1651.
I QUARTIERI DI BARRAFRANCA
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