PON 2008 Obiettivo F Azione 1 “Insieme per crescere” ” Modulo Informatico alunni “MULTIMEDIANDO S’IMPARA” Esperto esterno: MULARA G. Maurizio; Tutors: ALICATA Antonino, PATTI Gina. Il presente elaborato vuole essere una raccolta di materiale, (testi, foto e quant’altro) attualmente presente e reperibile liberamente sulla rete Internet. Gli alunni, durante il modulo “Multimediando s’impara”, hanno prima “cercato” e “scovato” questo materiale nei siti Internet, in seguito hanno dato una veste grafica ed una impaginazione del tutto personalizzata. Gli alunni del laboratorio Informatico, nel contesto del progetto - PON 2008 “Insieme per crescere” -, hanno il piacere di presentare questo elaborato come lavoro conclusivo del percorso “Multimediando s’impara” : GLI ALUNNI AIELLO Giuseppe BAIUNCO SALVATORE BARRESI Giuseppe Davide BONASIA DARIO BLASCO Andrea BLASCO Davide COSTA Alessandro COSTA Lorenzo INGRASCINA Stefano MASTRANDREA Salvatore MILAZZO Antonino PETRIGNA Ivan PISTONE Giuseppe PULEO Bruno RANDAZZO Liborio Davide SICILIANO Adriano BARRAFRANCA Il Territorio Feste e Tradizioni La Storia Le chiese Dati generali I Quartieri Raccolta di foto Clima e dati geografici Mappa del territorio Ubicazione del territorio Caratteristiche generali Clima e dati geografici Altitudine altezza su livello del mare espressa in metri • • • • • • • • • • • • • • • CasaComunale 450 Minima240 Massima643 Escursione Altimetrica 403 ZonaAltimetrica collina interna Latitudine 37°22'48"72N Longitudine 14°12'6"84 E Gradi Decimali 37,3802; 14,2019 Locator (WWL) JM77CJ MisureSuperfice 53,64 kmq Classificazione Sismica sismicità bassa ClimaGradi Giorno1.344 Zona Climatica (a)C Accensione Impianti Termiciil limite massimo consentito è di 10 ore giornaliere dal 15 novembre al 31 marzo (b) Confini di BarrafrancaComuni di prima corona (immediatamente confinanti): Piazza Armerina, Pietraperzia, Mazzarino (CL), Riesi (CL) Dove • • • • • • • • • • • • • Regione Sicilia Provincia Enna (EN) Zona Italia Insulare Popolazione Residente 13.115 (M 6.240, F 6.875) Densità per Kmq: 244,5(dati Istat 2001) CAP 94012 Prefisso Telefonico 0934 Codice Istat 086004 Codice CatastaleA676 Varie Numero Famiglie 4.512 Numero Abitazioni6.903 Denominazione Abitanti barresi Santo Patrono Madonna della Stella Festa Patronale 8 settembre Ubicazione del territorio Uso del territorio Ubicazione del territorio Il territorio presenta un’orografia pressoché collinare, con altitudini comprese tra 250 m (C.da Pietralunga) e 640 m s.l.m. (C.da Torre) ed è percorso dai torrenti Braemi e Tardara; corsi d'acqua aventi carattere spiccatamente torrentizio, lungo i quali si rilevano aree di natura alluvionale, di varia estensione.Si evidenzia un accentuato grado di antropizzazione dal punto di visto paesaggistico, come pure dal punto di vista floristico e vegetazionale. Gli ambienti più antropizzati, oltre l’area urbana e periurbana di recente estensione, sono rappresentati da quelli colturali, sia quelli ancora in uso che quelli abbandonati. Gli ambienti più antropizzati, oltre l’area urbana e periurbana di recente estensione, sono rappresentati da quelle colturali, sia quelli ancora in uso che quelli abbondanti. Alla vista, il territorio presenta, oltre a una marcata impronta agricola, anche evidenti segni di incontrollato sfruttamento intensivo da parte dell’Uomo, come dimostrasi dalla presenza di numerose cave estrattive di pietra dislocate in diversi siti, tra quelle ancora in uso e quelle dimesse (miniera ad estrazione di zolfo), dai fenomeni di dissesto idro-geologico causati dal disboscamento, dagli esiti di incendi e pascolo: denudamenti e impoverimenti di suolo su vaste e diffuse aree. Dal punto di vista geologico, si rilevano vaste aree interessate da affioramenti di sabbie plio-pleistoceniche, alternati a calcareniti; su una di queste arre è ubicata l’area urbana del comune di Barrafranca. In corrispondenza di esse si ergono altresì dei pianori di tipo tabulare “Mesas” come ad esempio in c.da Piana della Montagna. Si rilevano, inoltre, Argille marnose e Argille brecciate, sia del Pliocene che del Tortoniano, affioramenti di roccia calcarea del Messiniano dalla morfologia molto articolata e irregolare. Aree interessate dalla copertura di materiale alluvionale di origine fluviale sono localizzate perlopiù lungo i corsi d’acqua e le loro diramazioni. In queste aree, la cui morfologia si presenta quasi del tutto pianeggiante, sovente, sono assenti vere e proprie linee di deflusso superficiale; pertanto, vi si possono verificare, in concomitanza di violenti eventi meteorici, fenomeni d’alluvionamento con conseguenti danni e disagi di diversa portata a manufatti e persone. Il sistema idrografico dell’area esaminata è costituito da due affluenti del Fiume Salso (o Imera meridionale): il Torrente Braemi e il Torrente Tardara; corsi d'acqua a spiccato regime torrentizio, caratterizzati da frequenti piene nel semestre autunno-inverno e periodi di magra nel semestre primavera-estate. Dei due corsi d’acqua anzidetti, il principale, per estensione di bacino e portata media, è il Torrente Braemi; la sua presenza determina l’ampia e fertile piana alluvionale, situata al confine sud-orientale del comprensorio, detta localmente: “chianu u sajuni”. Il clima dell’area indagata è da riferire al tipo termo-mediterraneo. Da un punto di vista fitoclimatico, in relazione all’indice bioclimatico di De Martonne (1926), l'area di Barrafranca ricade nella fascia climatica di tipo semi-arido (tipo mediterraneo). Uso del territorio Allo stato attuale, gli ambienti antropizzati più largamente diffusi sul territorio, oltre quelli urbani, sono le colture agrarie, costituite principalmente da seminativi semplici e arborati e tipiche colture legnose mediterranee: mandorleti, oliveti e in misura minore vigneti. Tra gli aspetti colturali erbacei prevalenti vi sono i seminativi cerealicoli, ove la coltura del grano duro e il riposo si alternano senza alcuna rotazione costante, mentre è pratica diffusa il “ringrano”. Nelle aree pianeggianti, specialmente quelle favorite dal punto di vista irriguo, oltre al seminativo, si rilevano colture ortive specializzate a ciclo invernale (carciofo, finocchio, ecc.) ed estivo (pomodoro, peperone, ecc.).Ben rappresentate sul territorio, ove le condizioni geopedologiche lo consentono, sono le colture legnose, costituite in massima parte da mandorleti ed oliveti, diffusi soprattutto nelle stazioni poste in pendio. Vigneti, per buona parte di recente diffusione, sono localizzati su suoli relativamente pianeggianti, a componente marnosocalcarea (C.da Moli, Setica). Trattasi di piccole e medie aziende agrarie, per buona parte, a conduzione familiare. In taluni siti sono stati individuati individui di pistacchio in avanzato stato di abbandono.L’agricoltura rappresenta, ancora oggi, il settore produttivo prevalente per la popolazione del territorio comunale di Barrafranca; in particolare, negli ultimi anni, sempre più fiorente risulta essere la coltivazione del mandorlo e dell’ulivo, mentre quella cerealicola non sta avendo sviluppo, semmai sta subendo un certo declino.Notevolmente diffusi sono gli incolti da più o meno recente abbandono colturale, gli ambienti nitrofilo-ruderali; ambienti utilizzati generalmente ad uso di pascolo di ruminanti. Per quanto riguarda la vegetazione naturale, essa è frammentaria, rappresentata da aspetti degradati e per lo più localizzata in stazioni ove non si rende possibile l’uso a scopo agricolo: valloni, pendii con accentuata acclività, calanchi, rupi, aree con elevata presenza di roccia affiorante, ecc.. Gli aspetti di vegetazione naturale sono costituiti, in massima parte, da formazioni a carattere erbaceo e da frammentari ed isolati lembi di formazione a gariga. Non si rinviene, nel territorio in esame, alcuna zona boschiva naturale o aree con aspetti di macchia. Su un’area di limitata estensione, presso C.da “Serra Lunga” e M. Sciorino, si rileva un rimboschimento ad Eucalipto (Eucalyptus camaldulensis), ove si rinvengono altresì sparsi esemplari di: Cupressus sempervirens, Pinus pinea e Pinus halepensis. Le formazioni naturali più diffuse sul territorio sono quelle a carattere erbaceo; in particolare, le praterie ad Ampelodesma (Ampelodesmos mauritanicus), detta nel vernacolo locale Ddisa. Ampelodesmeti a più o meno larga diffusione si rinvengono lungo i versanti collinari con substrati di natura calcarea. Praterie a Sparto (Lygeum spartum), detto nel vernacolo locale Arfa, sono largamente diffuse su suoli di natura argillosa, ricoprendo le zone meno acclive dei calanchi, mentre i tratti con più accentuata pendenza, soggetti ad intensa e costante erosione, si presentano del tutto denudati. Frammentari lembi di gariga a Timo (Thymus capitatus), con i suoi caratteristici cespugli a “cuscinetto”, colonizzano in modo discontinuo, soprattutto laddove vi sono affioramenti di roccia, ambienti rupestri non soggetti all’azione continuata di disturbo antropico. Fra gli aspetti di vegetazione idro-igrofila, i più diffusi sono i canneti a Phragmites australis che si insediano lungo gli alvei dei torrenti e nei fossati soggetti a periodiche inondazioni; intercalati a questi popolamenti, o ai loro margini, si rilevano individui di tamerici. Dati generali Barrafranca dista 39 km dal capoluogo Enna e si trova in direzione Sud-Ovest. E’ sul versante Sud-ovest dei Monti Erei, fra i fiumi “Tardara” e “Braemi”.. Si trova inoltre a km 25 da Piazza Armerina, a km 10 da Pietraperzia e a km 11 da Mazzarino (CL). Il centro abitato è attraversata dalla statale191 in corrispondenza del Corso Garibaldi, che taglia in due parti il paese. Caratteristiche generali ll comprensorio comunale di Barrafranca è localizzato nel settore centro-meridionale della Sicilia, ove si situa sulle ultime propaggini sud-occidentali dei Monti Erei, e si estende per una superficie di circa Ha 5400. Dal punto di vista amministrativo, esso ricade nel territorio della Provincia di Enna e confina a Nord e ad Ovest con il comprensorio di Piazza Armerina (Enna), a Nord-Est e ad Est con quello di Pietraperzia (Enna), a Sud con Mazzarino (Caltanissetta) e a Sud-Est con Riesi (Caltanissetta). L’area collinare interna della Sicilia, ove è localizzato il territorio in esame, è a diffusa utilizzazione agricola. Il paesaggio si presenta notevolmente antropizzato, apparentemente privo di elementi di pregio naturalistico. Notevolmente diffusi sono gli incolti da più o meno recente abbandono a utilizzo agricolo da parte dell’Uomo; in questi ambienti, l’abbandono e l’assenza di un programma di gestione del territorio sono causa di processi di degradazione ambientale. Maggiori conoscenze del territorio, a carattere geobotanico, costituirebbero certamente un valido contributo ad un’eventuale pianificazione di interventi di restauro e di recupero. Evoluzione demografica dal 1861 al 2001 • • • • Economia L'economia è prevalentemente agricola (con produzione di ortaggi, frumento, mandorle, olio d'oliva, agrumi) con allevamenti. E' sviluppato anche l'artigianato (lavorazione del marmo e consimili, ceramica, ferro e alluminio, legno, cornici in gesso, statue in cementizio ecc.) e il commercio. Sono presenti miniere di zolfo e farine fossili. Molti sono gli emigrati all'estero. Amministrazione comunale • Sindaco: Angelo Ferrigno dal 28/05/2007 • Centralino del comune: 0934 496011 • Email del comune: [email protected] Mappa del territorio La storia L'attuale centro abitato di Barrafranca si estende su una serie di rilievi collinari, che disposti su una linea arcuata, delimitano esternamente una vasta conca nella quale sorse il primo centro abitato di cui si ha notizia documentata; Convicino. Da questa vasta conca si dipartono numerose vallate, di cui la più estesa é la valle del Braemi, le quali, nel corso delle varie epoche, hanno rappresentato altrettante vie di comunicazione. Il territorio, dove ricade il comprensorio di Barrafranca, è stato abitato sin dai tempi più remoti: si sono rinvenuti reperti di varie epoche che vanno dal Neolitico, al periodo Siculo e a quello Greco romano. Presso contrada "Galatei Nuovo" sono state ritrovate alcune tombe circolari contenenti ciotole, raschietti e coltelli in silice. Da ciò risulta evidente l'insediamento dei Siculi intorno al 1000 a.C. Nel territorio in esame. Parte di questi reperti sono conservati al Museo Bellomo di Siracusa. Dal 392 a.C. inizia la colonizzazione greca testimoniata dal vario materiale ellenico presente nella necropoli di Montagna di Marzo e di Monte Navone, nonché nel nostro centro abitato, dove sono venuti alla luce diversi reperti archeologici. Durante l'impero romano si ripopolarono le vallate abbandonate nel precedente periodo in cui si pose termine alla dominazione greca, con la formazione di alcune mansio, quali quelle di Sophiana, Calloniana, Mactorim, ubicate lungo l'Itinerarium Antonini; itinerario che, secondo alcune fonti, da Catania conduceva ad Agrigento, realizzato al tempo dell'imperatore Caracalla, III sec. d. C., pur essendo riveduto periodicamente fino al tempo dell'imperatore Costantino. Diversi studi sui primi insediamenti umani di questo centro abitato sostengono la tesi che la romana Calloniana, posta sull' Itinerarium Antonini (vedi figura sottostante), probabilmente fosse ubicata in contrada "Galati" nel comprensorio di Barrafranca, come dimostrasi per la presenza di resti di costruzioni edili e vie, oltrechè per la posizione strategica nel contesto territoriale; talaltro, in questa zona, come pure in diversi altri siti del territorio, sono stati rinvenuti reperti archeologici,soprattutto monete, che attesterebbero l'esistenza di questa mansio romana. Tutto il territorio di Barrafranca, insieme ad altri novantasei centri abitati, nel VI sec. fu donato da Tertullo Amico a San Benedetto da Norcia. In c.da Sitica è stato trovato un edificio basiliano identificato con la chiesa di San Niccolò. Avanzi architettonici bizantini si sono rinvenuti in località Batia e Giardini Gelsi. Il dominio bizantino durò tre secoli, fino all'avvento arabo sotto gli Abassidi di Tunisi. La conquista araba della Sicilia inizia nell' 827, con lo sbarco degli Arabi a Mazara del Vallo, quindi nel giro di qualche decennio si consolida il loro dominio su tutta l'isola. Gli Arabi trasformarono il territorio in un rigoglioso giardino. Introdussero in Sicilia la palma da dattero, il gelso, il cotone, gli agrumi e diversi altri ortaggi. Le coltivazioni estensive connotarono l'economia del territorio e fecero da cornice agli innumerevoli casali, rahal; unità base di insediamento. Nel 1061, i Normanni sbarcano a Messina, dando inizio alla loro conquista della Sicilia e conseguente liberazione di questa dal dominio arabo, la quale giunge a termine nel 1091 con la capitolazione dell'ultima roccaforte araba: Noto (Siracusa). Difficile stabilire la data di fondazione di Convicino, anche perché il nucleo urbano non si costituì in un solo sito, ma diversi insediamenti erano ubicati in diversi siti del territorio in esame, abitati da genti dedite soprattutto alla vita agricolo-pastorale. Il primo documento, che riporta per la prima volta il nome di Villa Comiciana, da cui derivò il nome di Convicino, risale al 1091, anno della definitiva conquista dell'isola da parte dei Normanni, ed è a questo periodo che probabilmente si deve far risalire il primo vero e proprio centro urbano,conseguentemente all'insediamento di genti lombarde; (in particolare, comasche, secondo il parere di taluni studiosi di storia patria). Il ganglio vitale dell'agglomerato urbano era rappresentato dall'ampia piazza "Batìa" dove sorgeva la "celeberrima turris Convicini", attorno alla quale si aggregò e ingrandì il paese. Convicino cominciò a rivivere con il marchese Matteo III Barresi, signore di Pietraperzia, il quale favorì un massiccio afflusso di coloni provenienti da varie parti dell 'isola, in particolar modo da Militello in Val di Catania, città anch'essa sotto la signoria dei Barresi. Convicino ebbe, così, un notevole aumento demografico e nel 1529, il marchese ne cambiò il nome in Barrafranca; denominazione che deriverebbe, secondo le tesi di alcuni storici, per una parte (Barra), dal nome del suo fondatore, Matteo Barresi, per l'altra (franca) dal fatto che tale città fu, per i nuovi coloni, ivi arrivati, esonerata dal pagamento dei tributi fiscali. A partire dal XVI sec., ubbidendo ad un andamento generale dovuto al mutato clima storico, Barrafranca cominciò ad assumere una planimetria più regolare ed aperta, i cui assi portanti sono rappresentati dal Corso Garibaldi e dal Corso Vittorio Emanuele.Negli ultimi decenni Barrafranca ha registrato un notevole sviluppo urbanistico, non accompagnato da un altrettanto aumento demografico a causa del forte tasso di emigrazione specie fra le fasce giovanili della popolazione. L'agricoltura rappresenta, ancora oggi, il settore produttivo prevalente e di esclusivo interesse per La popolazione del territorio comunale di Barrafranca. Tuttavia, si è una certa tendenza all'abbandono delle colture cerealicole, mentre, permane vivace la coltivazione del mandorlo e dell’ulivo. Foto di interesse Barrafranca oggi … pubblico Barrafranca ieri… Foto di interesse pubblico Piazza Regina Margherita Ex Chiesa di San Giuseppe Chiesa Madre Piazza Regina Margherita in particolare “La fontana” Palazzo Comunale Belvedere Chiostro all’interno del Palazzo Comunale Edicola votiva del “Signore Ritrovato” Barrafranca oggi …. Barrafranca ieri…. Chiesa di San Francesco con annesso Convento Chiesa Madre Chiesa Maria S.S. della Stella Piazza Regina Margherita Corso Umberto I “U pupu du cummentu” Belvedere (Viale Signore Ritrovato) Le feste I santi patroni “ i cosi duci” LE FESTE NATALE Caratteristiche a Barrafranca sono le tradizionali novene, cappelle votive ornate da festoni e alloro. All’interno di ogni piccolo tempio, vi è posta una nicchia che simboleggia la Natività. Allestite nelle strade cittadine, costituiscono un motivo di unione e di fede e sono addolcite da note musicale in onore di Gesù Bambino. Oltre alle tradizionali novene a partire dal 1982 vi è la sacra rappresentazione della Nascita di Gesù Bambino a cura del Gruppo Spettacolo Arcobaleno. I testi sono di Carmelo Orofino e Don Sandro Bernunzo. CARNEVALE L’ultima domenica di carnevale è caratterizzata dalla festa dei "Pignatuni", la recita dialettale, composta da Salvatore Giunta é affidata a un re, a una regina, e a dodici cavalieri che rappresentano i mesi dell’anno. La Regina, una volta, era impersonata da un uomo camuffato da donna. I costumi, in questa come in altre rappresentazioni folkloristiche, sono vagamente ispirati agli abiti dei dignitari della dominazione spagnola. I cavalieri girano per il paese alla ricerca dei «pignatuna» che sono dei vasi di terracotta, avvolti da carta colorata e «zagareddi» (stelle filanti), contenenti delle piacevoli o sgradevoli sorprese. Sotto ognuno di questi «pignatuna» i cavalieri si dispongono a cerchio e ciascuno di essi recita la strofa di un poemetto in vernacolo che decanta le qualità e i difetti di ogni mese. Dopo la recita uno dei cavalieri si porta sotto il «pignatuni» e lo rompe con un randello. A questo punto un nugolo di ragazzi si butta tra i cocci e i coriandoli per catturare la sorpresa che consistere in caramelle, monetine e leccornie varie. Talvolta una colomba si leva in volo, lasciando tutti col naso per aria. FESTA DI SAN GIUSEPPE La festa di San Giuseppe viene celebrata da tantissimi anni con la sacra rappresentazione della Fuga in Egitto dell'Abate Giuseppe Nicolò Baldassare Russo, che si svolge attorno a una tavola riccamente imbandita, dove prende posto la Sacra Famiglia. La rappresentazione si svolge in Piazza Regina Margherita. SETTIMANA SANTA Il mercoledì santo si assiste alla Vasacra, una sacra rappresentazione sulla passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo. Essa ha luogo in diverse zone della cittadina, in ognuno delle quali vengono allestite diverse scenografie. Il venerdì santo si svolge la processione de “U Trunu”, fercolo di Gesù Cristo ornato con gli ex voto chiamate “i scocchi”. La processione a tarda sera è aperta da ”U Signuri di l’Urna”: urna trasparente con il Cristo deposto dalla Croce portato a spalla dai ragazzi; a seguire le ragazze, vestite di bianco e nero con fazzoletto anch’esso nero, portano a spalla l’”Addulurata” preceduta dal “santone” raffigurante San Giovanni. Al termine, “U Trunu” è portato a spalla con le “baiardi” da decine e decine di uomini contraddistinti dai giubbini, in un clamore ricco di fervore religioso al grido “a’ mmisiricooordia”. Per le strade rieccheggiano durante tutta la Settimana i “lamenti”, cori intonati “a cappella” e con voce solista, di vecchie nenie di dolore, accompagnate dal suono ripetitivo delle “scattioli” in legno. Tra le sacre raffigurazioni, contraddistinti dalla fascia rossa, ci sono i componenti della Confraternita “Santissimo Gesù Crocifisso” che cura tutta l’organizzazione della festa religiosa. La domenica di Pasqua in Piazza Fratelli Messina ha luogo “a Giunta”, ossia l’incontro tra la Madonna e Cristo Risorto. Caratteristici della rappresentazione religiosa sono i “santoni”, 12 statue in totale, imponenti e costruiti in legno e cartapesta, che impersonano i 12 apostoli. Maria Santissima della Stella L’8 settembre festa della compatrona di Barrafranca, ha visto nel pomeriggio la sfilata dei “ritini", carretti, cavalli, pony, ed asini, caricati di sacchi e "sacchini" pieni di frumento da offrire in onore della Madonna, che hanno percorso le vie di Barrafranca, correndo, infine nell'ultimo tratto, per scaricare i sacchi nel salone della chiesa. E’ portata a spalla da una devota aggregazione di portatori, ed i festeggiamenti si concludono con spettacolari giochi pirotecnici. "A Modonna da Grazia" L'ultima domenica di agosto, dopo un lungo e meticoloso restauro è tornata la statua della "Madonna delle Divine Grazie" . Alla celebrazione eucaristica, che Padre Nicolosi ha voluto nella piazzetta adiacente la chiesa, era presente anche Mons. Pennisi, vescovo di Piazza Armerina. Lungo il tragitto numerosissimi fuochi d'artifico ci hanno tenuto con il naso all'insù come non era mai accaduto. "Noscia signura di l'Itria" A fine settembre, l'ultima domenica, c'è stata la processione della Madonna dell'Itria per la "Via dei Santi" della cittadina. Bella come non mai e riccamente addobbata di fiori bianchi, la statua della Madonna è stata portata a spalla da numerosi fedeli. Prima della benedizione finale tantissimi fuochi d'artificio hanno colorato il cielo di Barrafranca, al termine del quale, un lungo applauso, ha sottolineato la suggestiva ricorrenza I Santi Patroni Due sono i Patroni di Barrafranca S. Alessandro e Maria SS della Stella. S. Alessandro Sant'Ireneo di Lione, alla fine del II secolo, lo indicò come il quinto papa in successione dagli Apostoli. Secondo una tradizione della Chiesa di Roma risalente alla fine del V secolo, e riportata sul Liber Pontificalis, era romano da nascita e svolse il suo ufficio durante il regno di Traiano (98-117). La stessa tradizione afferma che patì il martirio per decapitazione sulla Via Nomentana, a Roma, il 3 maggio. Probabilmente fu eletto papa a meno di trent'anni e dovrebbe essere stato il primo papa non scelto dal suo predecessore ma eletto dai vescovi che si trovavano a Roma su indicazione dei presbiteri e dei diaconi della città. Gli si attribuisce l'introduzione nel canone del Qui Pridie, le parole commemorative dell'istituzione dell'Eucaristia. Si dice anche che abbia introdotto l'uso di benedire con acqua e sale le case dei cristiani per preservarle dal maligno. Alessandro fu papa nel periodo di massimo splendore per l'impero romano, ma un periodo piuttosto difficile per la Chiesa in quando sembrava che le profezie sull'avvento del regno di Cristo non si dovessero più realizzare, e le persecuzioni si succedevano una dietro l'altra. Si dice che le sue reliquie siano state traslate a Freising (Frisinga), in Baviera nell' 834. La sua festa liturgica viene celebrata il 3 maggio. Maria SS. della Stella . Non meno importante è il culto per la Madonna della Stella, compatrona di Barrafranca, ha origini antiche: risale agli inizi del 1500 per volontà di Matteo Barresi.La tela originale, che si trova presso la chiesa omonima, era distesa su legno e con l'andar del tempo i tarli la rovinarono lasciado integri soltanto i volti dei Santi Giovanni Battista, S. Alessandro, della Madonna e del Bambino Gesù. Tra la notte del 19 e il 20 giugno 1977, il quadro venne rubato da ignoti ladri e mai più ritrovato. Per disporre di un nuovo dipinto fu bandito un opposito concorso, la commissione scelse all'unanimità il quadro del pittore barrese Gaetano Vicari. Una secolare tradizione che resiste ancora è quella relativa alle cosiddette "ritini", ossia il trasporto nella chiesa della Madonna del grano offerto in obolo, che viene fatto tramite muli e cavalli bardati a festa con variopinti pennacchi e sonagliere, che percorrono l'ultimo tratto al trotto. Un'usanza collegata con la festa della Madonna è quella di adornare le strade con delle stelle realizzate con carta velina colorata e illuminate internamente. La festa si celebra annualmente l'8 di settembre. “ I COSI DUCI” Pasta siringata A Pagnuccata i sfingi Ingredienti: 1 Kg di farina 1 litro di acqua 200 g di strutto 18 uova 1 bustina di vaniglia miele Preparazione: 1.Riscaldare l'acqua e unirvi lo strutto e lo zucchero. 2.Prima che l'acqua raggiunga l'ebollizione incorporare, rimestando, la farina e continuare a mescolare finché la pasta si staccherà dalla pentola. 3 La pasta, staccata dalla pentola, si toglierà dal fuoco e si lascerà raffreddare. 4 Quando la pasta si sarà raffreddata unitevi le uova uno alla volta. 5 Lavorare a lungo l'impasto che deve risultare molto denso. 6.Riempire la siringa, farne uscire dei bastoncini direttamente nell'olio bollente e ... friggere. 7.Spolverare con lo zucchero. Ingredienti: 1 Kg di farina 8 uova 4 cucchiai colmi di zucchero 4 cucchiai di olio d'oliva 1 bicchiere di vino miele Preparazione: 1.Disporre la farina a fontana in una terrina. 2.Unire lo zucchero. 3.Aggiungere le 8 uova 4.Aggiungere l'olio d'oliva. 5.Lavorare gli ingredienti fino ad ottenere un impasto omogeneo. 6.Formare tanti bastoncini e tagliarli a pezzetti. 7.Friggerli poco alla volta in abbondante olio bollente. 8.Amalgamarli con miele fuso. I SFINGI FARINA 1 KG MEZZO LITRO DI LATTE 8 UOVA 50 G DI LIEVITO DI BIRRA 100 G DI ZUCCHERO SCORZA DI LIMONE OLIO Preparazione: 1Disporre la farina a fontana. 2Versare il lievito sciolto nel latte tiepido. 3Aggiungere le 8 uova. 4Aggiungere lo zucchero e la scorza di un limone grattugiata. 5Lavorare l'impasto fino a quando sarà diventato morbido. 6Lasciare riposare per circa un'ora. 7Versare nell'olio bollente un cucchiaio dell'impasto e .... altri ancora separatamente. 8Lasciare friggere per qualche minuto. 9Disporre "i sfingi" su un vassoio e cospargere con zucchero. Servire e buon appetito. LE CHIESE Chiesa di San Francesco Maria SS della Stella Chiesa della Divina Grazia San Benedetto Chiesa Madre Chiesa Maria SS dell’Itria San Francesco Fu edificata intorno al 1694 su progetto di Michelangelo da Caltagirone accanto al convento di vaste proporzioni che i frati eressero fra il 1694 e il 1697. Oggi, parte di questo convento costituisce il Palazzo Municipale. La facciata è opera dell’artista barrese Santo Scarpulla, il quale vi lavorò intorno al 1923,aiutato da Giuseppe Cavagrotte, un intagliatore pure di Barrafranca. All’interno, sulla volta centrale domina un grande affresco rappresentante San Francesco che riceve le stigmate.In alto le pareti laterali sono affrescate e intervallate da finestre. Gli affreschi di destra sono completamente rovinati, e quelli di sinistra, in buono stato, rappresentano la vita di San Francesco.Ne completa il ciclo, infine, un ultimo affresco di più vaste proporzioni, collocato sopra i tre archi della cantoria, che raffigura il Martirio dei Santi Francescani.. Ex chiesa di Sant’Alessandro, antecedente al 1598, più volte modificata, è di certo la chiesa più antica tra quelle esistenti. La facciata è fiancheggiata da un sontuoso campanile di stile orientale del 1600. Costruita a una sola navata,venne modificata a tre nel 1900. L’interno èarricchito da stucchi neoclassici eseguiti dai fratelli Signorelli. Tra le tele degne di nota ricordiamo Sant’Isidoro Agricola di Pietro d’Asaro e Sant’Alessandro di Francesco Vaccaro. Gliaffreschi della volta racchiusi in sei grandi ottagoni raffigurano Gesù in casa di Marta e Maria,l’Ascensione, la Pentecoste, laTrasfigurazione, Maria SS. della Stella ed infine l’Immacolata opere di Paolo Terranova o del Damaggio . Nella chiesa vi si venerava anche l’antichissimo quadro di Maria SS. dellaStella, rubato nel 1977 e mai più ritrovato, é stato sostituito da un nuovo quadro di egual soggetto del pittore barrese Gaetano Vicari Maria SS della Stella Chiesa Madre L’attuale chiesa fu edificata sulla preesistente chiesa di San Sebastiano, la cui costruzione era antecedente al 1622. I lavori della chiesa furono iniziati nel 1728 e si conclusero nel 1775. Il prospetto fu realizzato intorno al 1830. La chiesa presenta una pianta a croce latina, ed è divisa in tre navate con una vasta cupola sulla crociera. L’alto campanile è decorato da tasselli policromi. La chiesa per certi versi si rifà al barocco meridionale ed è impreziosita da stucchi eseguiti dai fratelli Signorelli. All’interno della chiesa è custodito il SS. Crocifisso, venerato nella processione del Venerdì Santo che, secondo la tradizione, venne trovato in C.da Rastello. Di particolare interesse sono inoltre vari dipinti quali: la Madonna della Purificazione attribuita a Filippo Paladino (1544-1614), la Mercede(1633), il Battesimo di Gesù (1748) e la Consolata(1777) di autori ignoti. Vi è anche un’acquasantiera scolpita in pietra recante lo stemma dei Barresi. La chiesa fu danneggiata dai bombardamenti del 1943; in seguito fu riparata e coperta da una volta a botte. I dipinti della navata centrale furono fatti dai pittori Emma e Puzzanghera San Benedetto Tra le più belle chiese di Barrafranca, è un notevole esempio di tardo barocco siciliano. Al suo interno presenta una sola navata, con una insolita disposizione della cupola. Nella parte absidale troviamo delle eleganti colonne a torciglione che fanno da cornice ad un altare maggiore in legno scolpito. Nella chiesa si notano: la grande tela dell’Assuzione, attribuita a Mariano Rossi (1731-1804) e la cantoria lignea, interamente intagliata. Nella chiesa si trovano anche la Via Crucis dei fratelli Vaccaro. Le pareti e la volta sono ornate da stucchi tipici dell’arte barocca, da affreschi che coprono quasi tutta la chiesa, da motivi architettonici e floreali, intervallati da figure e oggetti simbolici. I pennacchi che sostengono la cupola sono ornati con quattro medaglioni rappresantanti i quattro evangelisti. La volta dell’altare maggiore contiene un affresco con il triangolo simbolo della Trinità, dove vi stanno racchiusi l’occhio dell’Eterno Padre, e sotto, l’agnello, emblema del Cristo.Affiancato alla chiesa troviamo un Monastero che fu iniziato nel 1733. Al suo interno si trovano diversi quadri tra cui l’Arcangelo San Michele. Attualmente la chiesa è chiusa in attesa di restauro. Chiesa della Divina Grazia Costruita intorno al 1650. La chiesa, ad una sola navata, è ornata da stucchi eseguiti dal Fantauzzo. L’interno della chiesa è quasi tutto rinnovato e l’antico e il moderno si fondano insieme sintetizzando perfettamente i due stili. Tra le opere di maggiore importanza spicca il quadro della Madonna delle Grazie. Questo quadro un tempo era conservato nella chiesa di San Sebastiano Chiesa Maria SS dell’Itria Risale al 1598 circa. La parte della facciata esterna è costituita da tre archi che fungono da campanile. La chiesa, ad una sola navata, finemente decorata, è stata più volte restaurata e ha raggiunto l’attuale aspetto grazie all’artista barrese Giuseppe Fantauzzo, allievo del Signorelli. Tra le opere presenti in questa chiesa ricordiamo il bel quadro di Mattia Preti l’Annunziata (1613-1619), che esprime un linguaggio barocco, S. Maria dell’Itria, anteriore al 1745 e San Rocco, risalent al 1837 del Vaccaro. Vi si possono anche notare dei bassorilievi opera del Fantauzzo che rappresentano l’Annunciazione, la Madonna dell’Itria, l’Assunta, San Francesco di Paola e la Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù. L’acquasantiera in marmo risale al 1651. I QUARTIERI DI BARRAFRANCA