Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
Valutazione dello stato di salute
della natura protetta in Europa
1
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
Europe Direct è un servizio a vostra disposizione per aiutarvi
a trovare le risposte ai vostri interrogativi sull’Unione europea
Numero verde unico (*) :
00 800 6 7 8 9 10 11
(*) Alcuni gestori di telefonia mobile non consentono l’accesso ai numeri 00 800 o non ne accettano la gratuità..
Numerose altre informazioni sull’Unione europea sono disponibili su Internet consultando
il portale Europa (http://europa.eu).
Una scheda bibliografica figura alla fine del volume.
Lussemburgo : L’Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2010
ISBN 978-92-79-15282-5
doi: 10.2779/22946
© Unione europea, 2010
Riproduzione autorizzata con citazione della fonte.
Printed in Belgium
STAMPATO SU CARTA RICICLATA A CUI È STATO ASSEGNATO IL MARCHIO COMUNITARIO DI QUALITÀ
ECOLOGICA PER LA CARTA GRAFICA
(WWW.ECOLABEL.EU)
2
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
Valutazione dello stato di salute
della natura protetta in Europa
1
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
2
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
Indice
Lo stato di salute della natura in Europa
4
Una storia di innovazione nella conservazione
6
I risultati : Un motivo di preoccupazione
10
Sotto i riflettori 1 : Conciliare agricoltura e conservazione
12
Sotto i riflettori 2 : Il ruolo di Natura 2000 e LIFE
14
Sotto i riflettori 3 : I cambiamenti climatici
esercitano una pressione aggiuntiva
16
Le relazioni sullo stato di conservazione : Un processo di apprendimento
18
Accento sulla conservazione 1 : Faggeti (Luzulo-Fagetum)
20
Accento sulla conservazione 2 : Le foche
21
Accento sulla conservazione 3 :
Testuggine palustre europea (Emys Orbicularis)
22
Accento sulla conservazione 4 : Grossi carnivori
23
3
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
Lo stato di salute della natura in Europa
Dune sabbiose vicino a Egmond aan Zee – Paesi Bassi
P
er la prima volta gli Stati membri dell’Unione europea (UE) hanno avviato una
valutazione sistematica dello stato della fauna, della flora e degli habitat naturali più a rischio. Ne è emerso uno «stato di conservazione insoddisfacente», e
in molti casi addirittura in calo, per la maggior parte delle specie e degli habitat
esaminati. Vi è pertanto l’evidente necessità di intensificare le azioni a favore della
conservazione.
Questa «valutazione dello stato di salute» della diversità naturale dell’Europa rientra in un sistema di rendicontazione periodico, realizzato ai sensi di una delle principali normative europee in materia di protezione delle risorse naturali, la direttiva
Habitat. Venticinque Stati membri hanno fornito il proprio riscontro per il periodo 2001-2006 (ovvero prima che Romania e
Bulgaria entrassero a far parte dell’Unione europea). Sono state
4
valutate oltre 1 000 specie animali e vegetali o più di 200 tipi
diversi di habitat relativi sia agli ambienti terrestri che marini.
La direttiva, entrata in vigore nel 1992, è stata il preludio di
un’azione europea forte e innovativa a favore della conservazione delle risorse naturali. La rete Natura 2000 di aree protette
è il suo strumento principale. Nel tentativo di estendere il concetto di conservazione della natura al di là delle riserve naturali,
l’obiettivo della rete è trovare il giusto compromesso fra l’attività umana e la flora e la fauna in un paesaggio vivente e in continua evoluzione. La rete copre quasi un quinto della superficie
terrestre dell’Unione europea e circa 130 000 km2 di ambiente
marino ed è in continua espansione.
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
Le relazioni sullo stato di conservazione
Uno dei principali obiettivi delle politiche europee per la protezione della natura consiste nell’assicurare che il futuro a lungo
termine di specie e habitat chiave sia sicuro, in modo da consentire uno «stato di conservazione soddisfacente». Ciò richiede un monitoraggio e una valutazione periodici.
Le relazioni sullo stato di conservazione vengono redatte dalle
autorità nazionali tenendo in considerazione l’areale di distribuzione (range), l’area, la struttura e le funzioni degli habitat e, relativamente a ciascuna specie, l’area di ripartizione, la popolazione e
l’area dell’habitat di questa. Sono state identificate le prospettive
future, le minacce e le pressioni sia per le specie, sia per gli habitat.
Risultati
Le relazioni mostrano che le dune, le torbiere e i prati sono i
gruppi di habitat che evidenziano il peggiore stato di conservazione. Gli habitat associati a pratiche agricole tradizionali
evidenziano un particolare bisogno di azioni di conservazione.
I cambiamenti climatici stanno già manifestandosi con effetti
visibili su metà degli habitat paludosi. È evidente che le minacce ai gruppi di invertebrati sono particolarmente diffuse e che
sono necessarie conoscenze molto più approfondite sull’ambiente marino.
I risultati evidenziano l’importanza delle attività di conservazione a livello europeo, attraverso la creazione e lo sviluppo della
rete Natura 2000 e al di là di questa, e sottolineano l’impellente
necessità di intensificare gli sforzi di ripristino ambientale sia a
livello nazionale che europeo.
Le conoscenze così ottenute contribuiranno a meglio indirizzare le risorse in futuro.
Un processo di apprendimento
La relazione sottolinea chiaramente la necessità di promuovere azioni che garantiscano la conservazione di molti habitat e
specie. Nonostante tutto, la situazione non è irreparabile. È la
prima volta, infatti, che viene realizzata una valutazione di questa entità e importanza, e i dati raccolti saranno preziosi per la
futura politica in materia di biodiversità.
Occorre anche ricordare che le specie e gli habitat considerati
sono stati identificati come quelli maggiormente a rischio –
non sorprende pertanto che pochi siano in uno stato di conservazione soddisfacente. Inoltre, può trascorrere molto tempo
prima che le azioni di conservazione mostrino i primi effetti
visibili.
Preparare queste relazioni non è stato un processo facile, ma
ne sono stati tratti degli insegnamenti che saranno applicati
in occasione del prossimo ciclo di valutazione. I risultati serviranno da parametro di riferimento per le valutazioni future e
forniranno un quadro più preciso dello stato della biodiversità
in Europa.
5
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
Una storia di innovazione nella conservazione
6
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
L
’Unione europea e i suoi Stati membri hanno sviluppato strategie per assicurare
la sopravvivenza della biodiversità e preservare la natura.
Le prime politiche sulla protezione della natura a livello europeo sono entrate in vigore trenta anni fa con l’adozione della
direttiva Uccelli nel 1979, che ha portato alla creazione di zone
di protezione speciale per i volatili. I responsabili politici hanno
ampliato questo approccio con la direttiva Habitat del 1992,
che ha richiesto agli Stati membri di designare delle zone speciali di conservazione.
Natura 2000 non è una rete di riserve naturali, ma funziona sulla
base di un principio più ampio di conservazione e uso sostenibile, con l’obiettivo di una coesistenza armoniosa fra attività
umane e natura. Vengono incoraggiate attività economiche
come agricoltura, turismo, pesca e selvicoltura, a condizione
che vengano svolte secondo modalità rispettose della natura.
Valutare la conservazione
La direttiva Habitat identifica le risorse naturali più a rischio e
vulnerabili. Vengono elencati 200 habitat e 1 000 specie animali e vegetali, con l’obiettivo di garantirne la sostenibilità nel
lungo periodo, ovvero il cosiddetto «stato di conservazione
soddisfacente».
Il monitoraggio degli habitat e delle specie costituisce una parte
integrante della direttiva Habitat, poiché è essenziale per avere un
quadro chiaro delle tendenze che caratterizzano gli habitat e le
specie più importanti. La legislazione in materia stabilisce che le
relazioni devono essere prodotte ogni sei anni. La prima serie di
relazioni relative al periodo 1994-2000 è incentrata sui progressi
compiuti nella costituzione delle zone di conservazione in Europa.
I due principali strumenti per raggiungere questi obiettivi sono
la rete di siti per la conservazione Natura 2000, che raggruppa
le aree costituite ai sensi della precedente direttiva Uccelli, e un
rigoroso sistema di protezione delle specie.
Nel 2007 gli Stati membri hanno presentato per la prima volta
una relazione per il periodo 2001-2006 sullo stato di conservazione degli habitat e delle specie determinanti. I risultati relativi
vanno sotto il nome di «relazione ai sensi dell’articolo 17», dal
7
Foresta europea di faggi
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
Regioni biogeografiche
Alpina : catene montuose caratterizzate da altitudini elevate e climi estremi e freddi, foreste e cime rocciose,
comprese le montagne delle Alpi, dei Pirenei e degli Appennini.
Atlantica : zone costiere europee occidentali, caratterizzate da pianure e scogliere, oltre ad alcuni grandi
estuari. Il sistema della Corrente del Golfo favorisce inverni miti ed estati fresche.
Del Mar Nero : aree a ovest e sud del Mar Nero, che si estendono per il territorio della Bulgaria e della Romania.
Il delta del Danubio è un labirinto di paludi, laghi e isole, che offrono riparo a una fauna ricchissima.
Boreale : l’estremo nord d’Europa, che si estende fino al circolo Artico. Le foreste coprono il 60% di questa regione,
che offre riparo a migliaia di specie di uccelli migratori.
Continentale : il cuore (in maggioranza agricolo) d’Europa, che si estende su 11 paesi dalla Francia alla Polonia.
Si tratta di una regione di contrasti con estati molto calde e inverni freddi.
Macaronesica : composta dalle isole vulcaniche europee dell’Oceano Atlantico : Azzorre, Madera e Canarie. In questa
regione, che copre solo lo 0,3% del territorio comunitario, si trova il 19% dei tipi di habitat di interesse per l’UE.
Mediterranea : i paesi del sud dell’Europa, caratterizzati climi molto caldi e secchi e dalla presenza di montagne,
prati, isole e lunghe zone costiere.
Pannonica : le steppe dell’Ungheria e la zona sud della Slovacchia, i prati secchi del bacino dei Carpazi.
Steppica : si estende da Bucarest (Romania) verso ovest attraverso la parte inferiore della pianura del Danubio e a
nord del Mar Nero, con pianure basse e zone paludose.
8
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
nome dell’articolo della direttiva che disciplina in modo dettagliato gli obblighi di rendicontazione.
La relazione definisce lo stato di conservazione come la combinazione di una serie di fattori che influenzano gli habitat o
le specie e possono ripercuotersi a lungo termine sulla loro
distribuzione, struttura, funzione e consistenza numerica. Lo
stato di conservazione è definito in base a tre livelli possibili
– «soddisfacente», «inadeguato» e «scadente», laddove gli ultimi due sono i due possibili livelli dello stato di conservazione
«insoddisfacente».
Venticinque Stati membri hanno effettuato le valutazioni utilizzando una metodologia standard. Complessivamente, hanno
evidenziato circa 1 180 specie e 216 tipi di habitat. Le valutazioni hanno consentito di identificare gruppi di specie diverse :
mammiferi, rettili, anfibi, pesci, antropodi, molluschi, piante vascolari e non vascolari e altri. Sono stati identificati anche nove
diversi tipi di habitat : foreste; habitat rocciosi; torbiere; formazioni erbose; due tipi di perticaie; habitat d’acqua dolce; dune
e habitat costieri.
Lo stato di questi diversi tipi di specie e habitat è stato valutato
dalle autorità nazionali in 11 regioni biogeografiche (cfr. riquadro 1). I risultati sono stati compilati e analizzati relativamente
a ciascuna regione biogeografica dal Centro tematico per la
biodiversità (European Topic Centre on Biological Diversity) e
pubblicati nel luglio 2009.
Le valutazioni delle singole specie e dei singoli habitat e le relazioni nazionali sono riportate nella relazione ai sensi dell’articolo 17 disponibile sul sito Eionet. L’indirizzo del sito è elencato fra
i link in calce al presente opuscolo (cfr. pagina 24)
9
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
I risultati : Un motivo di preoccupazione
Le torbiere scandinave sono terreni acidi, con pochi nutrienti
I
risultati complessivi della relazione mostrano un quadro preoccupante – solo una
piccola percentuale degli habitat e delle specie considerati risultano essere in uno
stato di conservazione soddisfacente.
Complessivamente, solo il 17% delle valutazioni condotte su habitat e specie sono state ritenute soddisfacenti. Per gli habitat, circa
il 37% delle valutazioni ha evidenziato uno stato di conservazione
scadente e un ulteriore 28% ha indicato uno stato di conservazione inadeguato. Per quanto attiene allo stato di conservazione
delle specie, il 22% delle valutazioni l’ha ritenuto scadente e il 30%
inadeguato. È inoltre emersa una significativa percentuale di incertezza : per circa il 18% delle valutazioni degli habitat e il 31%
delle valutazioni delle specie è stato indicato uno stato di conservazione sconosciuto.
10
La percentuale maggiore di habitat valutati con uno stato di conservazione soddisfacente si trova nella regione alpina, quella più
bassa nella regione atlantica. Per le specie, la percentuale più elevata di specie il cui stato di conservazione è stato valutato soddisfacente è nella regione boreale, quella più bassa nella regione
Valutazione dello stato di conservazione degli habitat
Insoddisfacente — Scadente (37 %)
Insoddisfacente — Inadeguato (28 %)
Sconosciuto (18 %)
Soddisfacente (17 %)
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
continentale. Dune, torbiere alte e formazioni erbose sono i gruppi di habitat peggio conservati.
Vi sono state più valutazioni incerte per le specie che per gli habitat,
con percentuali molto elevate in alcune regioni, ad esempio nella
regione mediterranea e nelle regioni marine, per le quali non sono
state fornite informazioni nel 45% delle valutazioni fatte per specie.
Valutazione per habitat
Per quanto riguarda i 701 habitat monitorati, si sono registrate
variazioni rilevanti fra le diverse regioni biogeografiche.
Dune, torbiere alte/torbiere basse/paludi basse e formazioni erbose risultano essere i gruppi peggio conservati, gli habitat rocciosi,
quali i ghiaioni o le grotte, mostrano lo stato di conservazione migliore. Una percentuale più elevata di habitat «prioritari», ovvero
quelli caratterizzati da una necessità di conservazione particolarmente elevata, è stata giudicata in uno stato di conservazione
scadente rispetto agli habitat non prioritari. Questo elemento è
particolarmente evidente negli habitat costieri.
Le «prospettive future» rappresentano uno dei quattro parametri analizzati per la valutazione dello stato di conservazione e
sono state giudicate insoddisfacenti in oltre il 50% degli habitat
monitorati.
Valutazione dello stato di conservazione delle specie
Insoddisfacente — Scadente (22 %)
Insoddisfacente — Inadeguato (30 %)
Sconosciuto (31 %)
Soddisfacente (17 %)
Valutazione per specie
Oltre il 20% delle specie valutate ha riportato uno stato di conservazione scadente nella maggior parte delle regioni biogeografiche.
La percentuale di specie in stato di conservazione scadente supera il 30% nel caso di molluschi e antropodi, con i molluschi che
presentano la situazione peggiore. Metà delle valutazioni dei sottogruppi di molluschi marini e di acqua dolce indica uno stato di
conservazione scadente, mentre la situazione delle lumache terrestri sembra migliore. Si noti tuttavia che il gruppo dei molluschi è
relativamente ridotto (81 specie valutate).
La più alta percentuale di giudizi soddisfacenti si registra fra le
piante vascolari.
Valutazione per regione
Le variazioni tra regioni biogeografiche sono meno pronunciate
per le specie di quanto non lo siano per gli habitat. La regione boreale ha la più alta percentuale di valutazioni di specie in stato di
conservazione soddisfacente (32%), mentre la più bassa si osserva
nella regione atlantica (7%). La regione atlantica registra anche la
percentuale più elevata di specie con uno stato di conservazione
ritenuto scadente, mentre la regione pannonica presenta la percentuale più alta di valutazioni insoddisfacenti (stato di conservazione inadeguato o scadente).
Circa il 33% degli habitat valutati relativi alla regione alpina riportano uno stato di conservazione soddisfacente – questa percentuale rappresenta il dato il più elevato rispetto a qualunque
altra area terrestre. La regione alpina presenta registra anche la
percentuale più bassa di valutazioni scadenti o insoddisfacenti.
All’altra estremità della scala, si trovano gli habitat dell’area atlantica, per i quali non sono state registrate prospettive future
buone e non è stata fornita alcuna valutazione soddisfacente.
11
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
Sotto i riflettori 1 : Conciliare agricoltura
e conservazione
Gli habitat dipendenti dall’agricoltura hanno uno stato di conservazione scadente
U
n risultato significativo della relazione indica che gli habitat dipendenti da
pratiche agricole tradizionali evidenziano uno stato di conservazione peggiore
rispetto agli habitat non agricoli – solo il 7% di essi ha uno stato di conservazione
soddisfacente, rispetto al 21% relativo agli altri tipi di habitat.
Le pressioni esercitate sulle aree agricole comprendono l’abbandono dei pascoli, il sovra- e il sottopascolamento, una fertilizzazione non equilibrata, l’utilizzo di pesticidi, la modifica
delle pratiche colturali, l’imboschimento e l’eliminazione di elementi paesaggistici, quali le siepi.
L’agricoltura può effettivamente avere numerosi impatti negativi sull’ambiente, ma talune pratiche agricole sono essenziali
per preservare gli habitat, come i pascoli poco intensivi.
12
Valutazione per regione
Ad esclusione della regione macaronesica, dove pochissimi habitat dipendono dall’agricoltura, la più alta percentuale di habitat agricoli in stato di conservazione soddisfacente si riscontra
nella regione continentale (9%), seguita dalle regioni alpina e
boreale (entrambe con 7%).
I risultati peggiori sono registrati nella regione atlantica, che
presenta un’elevata percentuale di habitat agricoli intensivi. Nessun habitat dipendente dall’attività agricola in questa
regione beneficia di uno stato di conservazione soddisfacente.
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
Per i prativi, la valutazione di uno stato di conservazione scadente riguarda circa l’80% delle regioni biogeografiche boreale, atlantica e pannonica. In queste due ultime regioni, non vi è
alcuna formazione erbosa in stato soddisfacente.
Il futuro
Attualmente disponiamo di molte informazioni su come ottimizzare lo stato di conservazione degli ambienti prativi. Generalmente è necessario mantenere un corretto livello di pascolo,
limitando l’uso di fertilizzanti e la capacità di carico, o prevedere
lo sfalcio tardivo. Occorre tuttavia rendere finanziariamente sostenibile un’agricoltura che favorisca la salvaguardia dell’ambiente, se si vuole diffonderla sempre di più.
La tutela della biodiversità costituisce sempre di più una parte
integrante della politica agricola. Le riforme della politica agricola comune (PAC) hanno progressivamente separato i pagamenti agli agricoltori dalla produzione e dalla remunerazione
di quegli agricoltori che forniscono benefici ambientali. Benefici di questo tipo devono essere incrementati al fine di produrre
effetti visibili in termini di conservazione.
13
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
Sotto i riflettori 2 : Il ruolo di Natura 2000 e LIFE
14
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
L
a rete Natura 2000 è la più grande rete di aree protette del mondo. La sua costituzione rappresenta un importante passo avanti per arrestare la perdita di
biodiversità in Europa. La relazione giunge tuttavia troppo presto per poter valutare
appieno l’impatto della rete sullo stato di conservazione.
Alla fine del 2008 la rete Natura 2000 comprendeva oltre 25 000
siti, pari a quasi un quinto della superficie terrestre dell’Unione
europea, ovvero un’area più grande della Spagna e dell’Italia
insieme, oltre a 130 000 km2 di ambiente marino.
La rete è ancora in fase di costituzione e le misure di ripristino
richiedono a volte un periodo di tempo considerevole prima
di produrre degli effetti visibili. Tuttavia, le relazioni sullo stato
di conservazione confermano già l’impatto positivo della rete
e del relativo programma LIFE Natura, che finanzia singoli progetti di conservazione e ripristino relativi ad habitat o specie
specifici. Diversi paesi hanno riferito che lo stato di conservazione di un particolare habitat o di una data specie, sebbene
insoddisfacente, mostra segni di miglioramento.
Segnali positivi
Tra gli esempi di azioni efficaci figurano specie vegetali quali il nontiscordardimé di Rehsteiner (Mysotis rehsteineri), una
varietà endemica e fortemente minacciata in Austria, o tipologie di habitat come le torbiere boscose e le foreste caledoniane,
entrambe nel Regno Unito.
Altre azioni di conservazione hanno un effetto più ampio. Dal
1992, una serie di progetti LIFE in Italia, Slovenia, Spagna, Grecia, Austria e Francia hanno consentito di ripristinare e mantenere le popolazioni dell’orso bruno. Un tempo diffuse sull’intero territorio europeo, questo plantigrado è oggi scomparso
da numerose regioni. Tuttavia, la situazione di questo grande
mammifero sta migliorando e mostra un trend generale positivo (sia per quanto riguarda la popolazione, sia per l’areale di
distribuzione) in oltre la metà delle relazioni relative agli Stati
membri in cui è presente.
Oltre a produrre effetti diretti su specie o habitat singoli, i progetti LIFE consentono di sviluppare pratiche di conservazione
innovative applicabili altrove.
Il contributo dei progetti LIFE Natura e della rete Natura 2000 è
comunque difficilmente quantificabile. Molti progetti intervengono esclusivamente su specie o habitat a livello locale o regionale, di norma in un singolo sito, mentre altri interessano l’intero areale di distribuzione delle specie o degli habitat trattati.
Estinti in molte zone d’Europa, la situazione per I grandi carnivori
come l’orso bruno sta migliorando in alcune aree, grazie alle misure di
conservazione
15
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
Sotto i riflettori 3 : I cambiamenti climatici esercitano
una pressione aggiuntiva
16
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
I
cambiamenti climatici stanno già esercitando un importante effetto negativo su
habitat e specie e numerosi Stati membri li hanno indicati come una minaccia
rilevante nella relazione prevista ai sensi dell’articolo 17.
I cambiamenti climatici sono stati indicati come un elemento
che ha un impatto significativo sul 19% degli habitat (42 habitat) e sul 12% delle specie (144 specie). Le torbiere alte, le
torbiere basse, le paludi basse e la aree paludose in generale,
seguite dalle dune, sono state fortemente influenzate dai cambiamenti del clima. Gli anfibi sono la specie maggiormente indicata come particolarmente sensibile ai cambiamenti climatici.
I cambiamenti climatici costituiscono un’ulteriore minaccia per
gli ecosistemi e la biodiversità e interagiscono con altri fenomeni preesistenti. Lo spostamento delle zone climatiche causerà
complessi mutamenti nella distribuzione e nel funzionamento
degli habitat e delle specie.
Si prevede che gli impatti dovuti ai cambiamenti climatici
aumenteranno in futuro
Nel gruppo degli habitat rocciosi si contano solo due habitat
in cui i cambiamenti climatici si ritiene influiscano sull’andamento rilevato, ma in questo gruppo sono compresi i ghiacciai,
che sono probabilmente quelli più direttamente minacciati dal
mutamento del clima, i cui effetti in questo caso sono assodati.
Uno o più Stati membri hanno indicato i cambiamenti climatici
come una delle cause dei trend osservati rispetto all’areale di
distribuzione o alla popolazione nel 12% delle 1 158 specie valutate. La percentuale più elevata si riscontra nel gruppo degli
anfibi (45%), che popolano di solito le zone umide.
Man mano che i cambiamenti climatici saranno più percettibili,
il loro impatto risulterà probabilmente più evidente in un maggior numero di habitat e specie. Ciò significa che gli effetti dei
cambiamenti climatici sullo stato di conservazione dovranno
essere attentamente esaminati nel prossimo ciclo di relazioni.
17
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
Le relazioni sullo stato di conservazione :
Un processo di apprendimento
Belene pilota lungo le coste di Tenerife, Isole Canarie, Spagna
I
l completamento della prima relazione elaborata ai sensi dell’articolo 17 rappresenta un passo importante per la conservazione del patrimonio naturalistico
dell’intera Unione europea. Per la prima volta, è stata condotta una valutazione delle condizioni degli habitat e delle specie maggiormente a rischio negli Stati membri
dell’UE-25 utilizzando una metodologia standardizzata.
Le relazioni indicano in modo chiaro che è necessario intensificare le misure per proteggere il patrimonio naturalistico
europeo più minacciato. Occorre agire anche per assicurare in
futuro un migliore coordinamento fra i paesi in fase di raccolta
dei dati e compilazione della relazione.
18
I dati presentati dai diversi Stati membri presentano sostanziali
differenze per quanto riguarda il livello qualitativo che il periodo di raccolta. In molti casi non esistono dati, soprattutto per
quanto riguarda gli andamenti e le prospettive future.
Complessivamente, nelle rispettive valutazioni regionali gli
Stati membri hanno indicato la categoria «sconosciuto» per
indicare lo stato di conservazione del 13% degli habitat e del
27% delle specie monitorati, soprattutto per quanto riguarda le
specie dell’Europea meridionale e delle regioni marine. Si tratta
di un livello di incertezza elevato che occorrerà migliorare in
futuro.
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
Valutazioni delle aree marine
Una conclusione significativa emersa dal processo di rendicontazione consiste nel fatto che è necessaria una conoscenza
molto più approfondita dell’ambiente marino. La conservazione degli ambienti marini è ancora agli inizi. La carenza di dati
sugli habitat e sulle specie marine ha portato a una percentuale
molto maggiore di stati di conservazione definiti come «sconosciuti» rispetto alle valutazioni terrestri.
Fra le specie terrestri, lo stato di conservazione «sconosciuto» è
stato indicato nel 27% delle valutazioni delle specie terrestre a
fronte del 57% di quelle delle specie marine. Inoltre, la qualità
dei dati sulle popolazioni marine è stata giudicata «insufficiente» con una frequenza quasi doppia rispetto a quella delle specie terrestri (circa il 60% per le specie marine rispetto al 35% per
le specie terrestri).
Sono in fase di sviluppo una serie di progetti europei in ambito
marino (cofinanziati dal programma LIFE) con l’obiettivo di colmare tali lacune, promuovere la cooperazione internazionale e
generare dati e know-how preziosi su cui basare le raccomandazioni per le future politiche di intervento.
nelle acque della piattaforma continentale atlantica europea,
e progetti LIFE+, l’ultima generazione del programma, utilizzati
per identificare e designare i nuovi siti marini Natura 2000. Sono
necessarie più iniziative di questo tipo per avere un quadro più
chiaro della situazione delle specie e degli habitat marini.
I prossimi passi
Non essendoci dei precedenti, la realizzazione di queste prime
relazioni è stato un esercizio arduo. Il processo sarà tuttavia più
agevole in futuro con lo sviluppo ulteriore dei sistemi di sorveglianza. Attualmente è in corso un sistema di revisione per
perfezionare in particolare gli aspetti inerenti la compilazione
e l’integrazione dei dati.
Il chiaro riferimento alla normativa e la copertura nazionale
rendono la relazione prodotta ai sensi dell’articolo 17 uno studio unico nel suo genere e ne fanno un prezioso strumento
per l’elaborazione della politica in materia di biodiversità per
gli anni a venire. Il quadro di riferimento è già tracciato per il
prossimo ciclo di relazioni nel 2013. I dati forniranno un utile
strumento di confronto e consentiranno di osservare i cambiamenti, positivi o negativi, della biodiversità in futuro.
Tra questi si annoverano il progetto LIFE SCANS, finalizzato a
valutare la popolazione di piccoli cetacei nel Mare del Nord e
19
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
Accento sulla conservazione 1 : Faggeti (Luzulo-Fagetum)
I faggeti sono molto diffusi in tutta Europa, soprattutto nella regione continentale. Sono l’habitat naturale di grossi
carnivori, pipistrelli, specie di uccelli, muschi, funghi e insetti. I faggeti costituiscono un’importante risorsa naturale, in
grado di fornire legname e altri servizi ecosistemici, nonché strutture ricreative, e svolgono un ruolo importante nel
riciclaggio naturale di acqua e aria e nell’assorbimento di CO2 dall’atmosfera.
La pressione principale esercitata su questi habitat fondamentali è rappresentata dalla sostituzione dei faggeti con
alberi non autoctoni, come le conifere, per la selvicoltura a fini commerciali. Questa pratica favorisce fa si che questi
habitat vengono gradualmente soppiantati da specie non autoctone, contribuendo in questo modo alla riduzione
della biodiversità dei faggeti. La rimozione degli alberi morti durante il rimboschimento comporta la perdita di
microhabitat, funghi, specie vegetali e muschi. Inoltre, l’aumento delle popolazioni di cervidi in alcune aree causa la
distruzione delle specie vegetali e impedisce la crescita degli alberi. L’impiego di macchinari pesanti, l’inquinamento e
i cambiamenti climatici costituiscono delle minacce ulteriori.
Natura 2000 ha favorito lo sviluppo di linee guida in materia di gestione delle foreste e sistemi di monitoraggio.
L’attenzione è posta su aspetti quali la rigenerazione delle risorse naturali, una gestione meno intensiva, la
promozione di specie autoctone di alberi e il miglioramento degli habitat di determinate specie all’interno delle
foreste. Per alcune aree sono disponibili degli incentivi finanziari e dei meccanismi di finanziamento dell’UE, ad
esempio incentivi destinati ai proprietari di superfici boschive affinché mantengano il legname vecchio all’interno
delle foreste.
Le relazioni prodotte ai sensi dell’articolo 17 evidenziano un andamento positivo in nove valutazioni di faggeti
(nazionali o relative a specifiche aree biogeografiche) sulle ventisette monitorate.
20
Una foresta di faggi in Danimarca in autunno
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
Accento sulla conservazione 2 : Le foche
Sebbene le foche siano diffuse e relativamente numerose, le popolazioni di questa specie si sono ridotte in maniera
significativa in Europa nel corso del 20° secolo e devono ancora far fronte a forti pressioni.
Le foche si trovano generalmente nelle aree costiere e in acque molto pescose. In passato, sono state uccise elevate
quantità di foche per evitare perdite economiche nel settore della pesca e attualmente esiste ancora un’attività di
pesca controllata nei loro confronti. Le foche sono minacciate da altri fattori, quali le epidemie e l’inquinamento,
in particolare gli sversamenti di idrocarburi, la possibilità di restare impigliate nelle reti o possibili alterazioni o
interruzioni nell’approvvigionamento di cibo.
Le azioni a favore della conservazione delle foche europee comprendono i divieti di caccia nella maggior parte delle
aree, la designazione di zone specifiche in cui vige il divieto di caccia e soluzioni tecniche, quali l’impiego di attrezzi da
pesca non nocivi per le foche.
Dopo le consistenti riduzioni degli anni scorsi, le popolazioni di foche stanno ora nuovamente aumentando in molte
aree. Le relazioni prodotte ai sensi dell’articolo 17 evidenziano che le popolazioni della foca comune (Phoca vitulina)
registrano una tendenza positiva in otto valutazioni sulle quindici condotte per regioni biogeografiche. Al contempo, le
tendenze registrate dalle popolazioni di alicheri o foche grigie (Halichoerus grypus) sono positive in 13 relazioni su 18.
Foche comuni lungo la costa scozzese
21
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
Accento sulla conservazione 3 : Testuggine palustre europea (Emys Orbicularis)
La testuggine palustre europea è un piccolo rettile dell’Europa meridionale e centrale.
A causa delle significative e persistenti riduzioni della sua popolazione, la specie figura nella lista europea delle specie
a rischio del 2009, che è parte dello strumento di riferimento mondiale sulle specie a rischio di estinzione predisposto
dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) per la Commissione europea. La specie è
classificata come «vulnerabile» in tutta l’Unione europea, lo stato immediatamente al di sotto dello stato «a rischio».
Le relazioni predisposte ai sensi dell’articolo 17 confermano il cattivo stato di conservazione di queste testuggini e
l’impellente necessità di azioni mirate. La specie è menzionata in 21 valutazioni nazionali rilasciate da 13 diversi Stati
membri su sei regioni biogeografiche. In quattro regioni biogeografiche (alpina, atlantica, boreale e continentale) i
risultati registrati fanno riferimento a uno stato di conservazione complessivamente scadente. Le valutazioni relative
al Mediterraneo riportano uno stato di conservazione della specie «sconosciuto, ma non soddisfacente». Solo le
valutazioni nazionali relative alla regione pannonica, ovvero dell’Ungheria e della Slovacchia, indicano uno stato di
conservazione «soddisfacente».
Le minacce alle testuggini comprendono la perdita del loro habitat a causa di fenomeni quali urbanizzazione,
costruzione di strade, drenaggio delle zone umide ed eccessivo sfruttamento delle risorse idriche. Fra gli altri fattori
vi sono l’inquinamento idrico e la concorrenza esercitata dalla testuggine palustre dalle orecchie rosse (Trachemys
Scripta), specie non autoctona che si è nel frattempo diffusa in tutta Europa.
22
Testuggine palustre europea
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
Accento sulla conservazione 4 : Grossi carnivori
I grossi carnivori, quali orsi, lupi, ghiottoni e linci, si muovono su aree estese e ciascun individuo necessita di centinaia
di chilometri quadrati di habitat.
Con l’incremento della popolazione umana in Europa, questi animali hanno perso i propri habitat e sono divenuti
l’obiettivo di un’assidua attività di caccia. All’inizio del 20° secolo molte specie erano a rischio d’estinzione.
Tuttavia, grazie ad azioni di conservazione concertate applicate negli ultimi trent’anni, si assiste ora al ripristino della
maggior parte di queste specie. Le strategie più efficaci mirano a promuovere la coesistenza con le attività umane e
a ridurre al minimo i conflitti. L’Iniziativa europea per i grandi carnivori, avviata nel 2006, rappresenta un’importante
azione condotta su tutto il territorio europeo per rafforzare la conoscenza di questi animali e promuovere la
cooperazione internazionale.
L’iniziativa ha consentito la realizzazione di un sistema informativo online e di una serie di pubblicazioni su ciascun
tipo di specie. Ha altresì consentito di effettuare una dettagliata mappatura della distribuzione delle specie e ha
identificato principi generali per la conservazione e gestione delle popolazioni di carnivori.
Le relazioni predisposte ai sensi dell’articolo 17 confermano che tali
azioni stanno già funzionando per diverse specie. Tredici valutazioni su
25 relative al lupo (Canis lupus) evidenziano tendenze in aumento fra
le popolazioni di questo carnivoro. Analogamente, anche 11 studi su
20 relativi all’orso bruno (Ursus arctos) evidenziano simili trend positivi.
Lupi europei nel Parco Nazionale della Foresta Bavarese
23
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
La protezione comunitaria delle risorse naturali sul web :
Ulteriori informazioni relative alle valutazioni dello stato di conservazione ai sensi dell’articolo 17 e alle politiche di
protezione delle risorse naturali dell’Unione europea sono disponibili sui seguenti siti :
Relazione globale della Commissione :
http://ec.europa.eu/environment/nature/knowledge/rep_habitats/docs/com_2009_358_it.pdf
Relazione tecnica ai sensi dell’articolo 17 :
http://biodiversity.eionet.europa.eu/article17
Sintesi nazionali :
http://circa.europa.eu/Public/irc/env/monnat/library?l=/habitats_reporting/reporting_2001-2007/
ms-reports_2001-2006&vm=detailed&sb=Title
Sintesi sugli habitat :
http://biodiversity.eionet.europa.eu/article17/habitatsreport
Sintesi sulle specie :
http://biodiversity.eionet.europa.eu/article17/speciesreport
Direttiva Habitat :
http://ec.europa.eu/environment/nature/legislation/habitatsdirective
Natura 2000 :
http://ec.europa.eu/environment/nature/natura2000
24
Commissione europea
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
Lussemburgo : L’Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea
2010 — 24 pagg. — 21 x 21cm
ISBN 978-92-79-15282-5
doi: 10.2779/22946
Come ottenere le pubblicazioni dell’UE?
Pubblicazioni gratuite:
• tramite EU Bookshop (http://bookshop.europa.eu);
• presso le rappresentanze o le delegazioni dell’Unione europea.
Per ottenere indicazioni e prendere contatto collegarsi a http://ec.europa.eu
o inviare un fax al numero +352 29 29-42758.
Pubblicazioni a pagamento:
• tramite EU Bookshop (http://bookshop.europa.eu).
Abbonamenti a pagamento (ad esempio serie annuali della Gazzetta ufficiale dell’Unione europea,
raccolte della giurisprudenza della Corte di giustizia):
• tramite gli uffici vendita dell’Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea (http://publications.europa.
eu/others/agents/index_it.htm).
Fotografie :
iStockphoto : copertina, pagg. 4, 6, 10, 12, 13, 14, 17, 18, 20, 21, 22, 23
Jantonio Rivas : pagg. 15
Photodisc : pagg. 16, 17
Valutazione dello stato di salute della natura protetta in Europa
KH-78-09-918-IT-C
26
Scarica

Valutazione dello stato di salute della natura protetta in