Workshop di formazione per amministratori pubblici
Rete Natura 2000 e agricoltura
Martedì 17 settembre 2013- ore 9.30
Palazzo Lombardia Milano
Rete Natura 2000 e gestione degli ambienti agricoli
criticità e opportunità
Agricoltura in Rete Natura 2000
Regione Lombardia
Superficie totale 372.074 ha
(15,6 % della superficie regionale)
SAU (Superficie Agraria Utilizzata) 142.692 ha
(38 % della superficie totale di Rete Natura 2000)
aziende agricole
N. 4.336
aziende agricole SIC N. 2.921
aziende agricole ZPS N. 3.402
Criticità
78 % degli agricoltori italiani non hai mai sentito parlare di RN2000
Mancanza di conoscenza approfondita del valore e dei benefici di RN 2000
Rischi
Abbandono delle attività tradizionali
agricoltura intensiva
diminuzione della biodiversità
……….
 Il vantaggio associato a RN 2000: favorisce la multifunzionalità e crea occasioni di mercato
 Vincolo percepito: troppa burocrazia!
Progetto LIFE FARENAIT
Ha come obiettivo quello di affrontare il problema della mancanza di conoscenza sui benefici di RN 2000
alle Pubbliche Amministrazioni, agli agricoltori, ai cittadini e alle scuole.
Criticità
Visone negativa da parte degli agricoltori
1. Mancanza di risorse finanziarie
Gli stati membri dell’UE non riconoscono un sufficiente compenso economico per l’impegno necessario
alla gestione della rete ecologica europea.
La Commissione europea ha calcolato che il costo annuale del ripristino e la gestione di Natura 2000
nei 27 stati dell’Unione si aggira intorno ai 5.8 miliardi di euro. E’ una somma ragguardevole, di gran
lunga superiore alle risorse disponibili. Ma è anche una cifra ragionevole se messa in relazione al valore
economico della rete.
Uno studio commissionato dall’Unione Europea fornisce un quadro metodologico per la valutazione del
valore economico complessivo dei benefici di Natura 2000 e ne offre una prima stima di massima: la
cifra si aggira fra i 200‐300 miliardi di euro l’anno per l’intera rete. Lo studio stima anche il valore di
specifici servizi ecosistemici, come il sequestro del carbonio, il turismo e la fornitura d’acqua.
(http://ec.europa.eu/environment/nature/natura2000/financing/index_en.htm).
2. La percezione che Natura 2000 comporta una limitazione della libertà di scelta dei singoli
proprietari di terreni agricoli
per qualsiasi piano o progetto non direttamente connesso e necessario alla gestione del sito è richeista
una valutazione di incidenza con costi aggiuntivi per chi opera all’interno di un sito Natura 2000.
3. Il convincimento che sia difficile armonizzare gli interessi della natura con la gestione attuale e le
esigenze dei proprietari dei terreni
nelle aree dove si pratica un agricoltura intensiva, con conseguente inquinamento del suolo e l’acqua,
collegato all’uso di fertilizzanti chimici sintetici e di pesticidi, o in aree di sovrasfruttamento dei pascoli e
uso smodato di acqua, è difficile conciliare gli interessi economici con gli interessi della natura
4. La preoccupazione per il livello di burocrazia, per le troppe regole e per autorità pubbliche
poco inclini ad essere flessibili
L’insieme di atti legislativi europei che riguardano l’agricoltura e la rete Natura 2000, è complesso e
molto spesso è gestito da diverse amministrazioni pubbliche.
Le norme sulla condizionalità, cioè delle norme e i regolamenti per ottenere il pagamento unico
della PAC, comportano un investimento di tempo e di atti amministrativi tutt’altro che trascurabili,
che tendono a scoraggiare il coinvolgimento delle aziende agricole nella conservazione della
biodiversità.
5. Comunicazione limitata tra amministratori pubblici e le parti interessate
6. Insufficiente coordinamento tra le amministrazioni pubbliche responsabili di rete natura 2000 ed i
responsabili del settore agricolo
7. La difficoltà di accedere ai fondi utilizzabili da parte di chi opera nel settore agricolo in siti rete
natura 2000
Soluzione delle criticità
1. gli agricoltori devono essere coinvolti dall’inizio in tutte le attività di pianificazione del sito
Natura 2000;
2. è essenziale un impegno di fondi a lungo termine per assicurare il successo delle azioni di
conservazione;
3. è importante avere una buona conoscenza degli habitat che sono presenti negli
appezzamenti degli agricoltori per far sapere quali sono le caratteristiche specifiche del
loro territorio;
4. i piani di gestione devono essere semplici, pratici, basati sulla ricerca e con chiari obiettivi;
5. è essenziale organizzare corsi formazione in loco, istruzione e l'apprendimento tra pari;
6. è necessaria una maggiore informazione sulle migliori pratiche agricole rispettose
dell'ambiente.
7. Un nuovo approccio…..nuovo modello di comunicazione
Non paghiamo l’agricoltore per un danno subito ma paghiamo l’agricoltore virtuoso
per il servizio pubblico che eroga con la su attività in relazione alla conservazione dei
siti natura 2000
Il successo di un approccio di questo tipo presuppone la possibilità di dare un valore
economico ai servizi eco-sistemici fornito dagli agricoltori virtuosi che operano in siti rete
natura 2000
Servizi –ecosistemici forniti da Rete Natura 2000 per la società:
 La rete Natura 2000 svolge una funzione importante per la conservazione della biodiversità in
Europa, quale il mantenimento di popolazioni di specie benefiche per il benessere dell'uomo, il
mantenimento del flusso e della qualità delle acque, la conservazione dell'impollinazione naturale
 La rete ecologica di cui fa parte RN 2000 è anche importante per il cambiamento climatico,
attraverso la mitigazione (con il sequestro del carbonio nei siti che contengono torbiere e boschi)
e l'adattamento (l’importanza delle zone umide nella gestione delle inondazioni).
 I siti Natura 2000 sono gestiti in un modo meno nocivo per l’ambiente, e l’intervento
dell’agricoltore è economicamente più conveniente di una gestione da parte di un ente esterno.
Il compenso aggiuntivo che gli agricoltori possono ricevere per i servizi ambientali che forniscono è
facilmente comprensibile ed accettabile da parte dei loro concittadini.
La rete ecologica europea offre la possibilità di scambi di migliori pratiche o di collaborazione tra
agricoltori, in Italia ed in Europa, che affrontano le stesse problematiche.
Servizi –ecosistemici forniti da Rete Natura 2000 per gli agricoltori:
 Le aree della rete ecologica europea che contengono più biodiversità sono
generalmente coltivate in modo meno intensivo, e possono quindi beneficiare di un
maggior sostegno economico da parte della Comunità Europea.
 Le produzioni locali, ad esempio la vendita di vini, formaggi, salumi, etichettate come
proveniente da siti Natura 2000, potrebbero godere di un maggior favore da parte di
consumatori informati.
 Un sito Natura 2000 contribuisce alla promozione del turismo rurale legato alla scoperta
della natura.
Le opportunità:
Buone pratiche di gestione
Una esperienza estera
Lussemburgo
Buone pratiche di gestione
Due video di esperienze di agricoltori
di Regione Lombardia
Buone pratiche di gestione
Una esperienza estera
Lussemburgo
I terreni agricoli costituiscono circa la metà del territorio del Lussemburgo (55%).
Il settore principale è la produzione di latte e di carni bovine.
Il Lussemburgo ha circa 13.600 ettari di superficie agricola dentro Natura 2000.
il Ministero dell’Ambiente ha varato un programma che mira a sostenere le pratiche
di pascolo a basso costo nelle aree protette, compresi i siti Natura 2000.
L’obiettivo del programma chiamato ‘Naturschutz durch
Nutzung’ (conservazione attraverso l’uso)
il programma è gestito dal Ministero delle Ambiente (che è responsabile per
l’assistenza tecnica e gli aspetti promozionali del programma), in stretta collaborazione
con il Ministero delle Politiche Agricole (responsabile per i pagamenti e le ispezioni),
vuole incoraggiare gli agricoltori all’interno di alcune aree protette alla conversione
della propria attività verso basse intensità di pascolo con razze locali come Galloway,
Angus, Limousine e bovini Highland.
1) Partire dall’analisi economica dell’azienda agricola
• Gratuita
• Non impegno ad aderire al programma
• Attuata da un agronomo dipendente dal ministero agricoltura appositamente
assunto per il progetto
• chiara visione da parte dell’agricoltore delle conseguenze economiche della sua
decisione
2) Gli effetti del pascolo a bassa intensità
• Riduce in modo sostanziale sia i costi di investimento che i costi di gestione quotidiana
della fattoria perché le razze locali sono ben adattate all’ambiente naturale e possono
rimanere nei campi tutto l’anno, hanno bisogno di poche cure d’allevamento e una scarsa
alimentazione integrativa.
• Riduce il reddito poiché la densità media di animali per ettaro non può essere più di circa
0,5‐ 0,8 UBA/ettaro.
• molti allevatori scoprono la possibilità di aumentare i loro margini di profitto in quanto
la carne di bovini rustici spesso si vende a sei volte il valore del manzo ordinario.
• Lo studio economico ha lo scopo di esaminare se questo si può realizzare nella particolare
fattoria studiata e il modo migliore in cui può essere fatto.
L’accordo: Conversione ad una bassa intensità di pascolo
con razze locali
• Durata : 5 anni con il Ministero.
• L’accordo stabilisce le condizioni in cui il pascolo dovrebbe essere effettuato, (ad esempio, il numero di
animali per unità di superficie, nessun uso di fertilizzanti o pesticidi, divieto di aratura, taglio del fieno
solo se specificato, calcinazione, ecc.).
• In cambio, l’agricoltore riceve una sovvenzione annuale ‘biodiversità’ (in aggiunta ai suoi normali
pagamenti unici), per compensare il mancato guadagno conseguente dalla conversione al pascolo a
bassa intensità (per esempio crescita lenta degli animali e produttività inferiore).
• sostegno continuo da parte del Ministero dell’Ambiente per promuovere e commercializzare i suoi
prodotti.
All’inizio del 2012, erano attivi 42 accordi che coinvolgevano circa 50 agricoltori. La superficie dei
progetti varia da 10 ha a 200 ettari,
ma la dimensione media è di circa 30‐60 ha. La superficie totale coperta dai 42 progetti è 1.594 ha.
il fattore limitante è attualmente rappresentato dal bilancio e dalle risorse umane disponibili al
Ministero dell’Ambiente. Il totale annuo per gli accordi attualmente in corso è di circa 1,5 milioni di
euro.
Obiettivo futuro: coprire 5.000 ha, eventualmente attraverso l’integrazione di questo
programma di aiuti nel prossimo Programma di Sviluppo Rurale (PSR) per il Lussemburgo
(2014‐2020). Non è stato fatto nell’attuale PSR (2007‐2013), perché entrambi i Ministeri
considerano le modalità di pagamento troppo rigide e, di conseguenza avrebbe comportato
un eccessivo onere amministrativo sia per i servizi pubblici che gli agricoltori.
Considerato che il programma è stato messo a punto, che è stato testato in campo e che le
condizioni degli accordi sono state stabilite, la sua inclusione nel prossimo PSR sembra
sempre più interessante in quanto consentirà di applicare il programma di aiuti su una vasta
area. La stretta collaborazione tra i due Ministeri dovrebbe facilitare la transizione.
Caratteristiche della carne di bovini di razze locali
L’interesse per le carni provenienti da bovini di razze locali è dovuta ad una serie di ragioni:
 Per motivi di salute: la carne è compatta con poca acqua e un basso contenuto di grassi
totali, che è meglio per il cuore. Anche perché l’animale si nutre solo di vegetazione
naturale, non ci sono residui di fertilizzanti, pesticidi, ecc
 Per il sapore: il gusto della carne si dice che sia “pieno di carattere”, perché gli animali
hanno una dieta variata (che comprende una vasta gamma di erbe, erbe aromatiche, e
germogli di arbusti) e sono lasciati crescere lentamente fino a 3 anni (anziché 1,5 anni
come per i bovini da carne convenzionale).
 Per il benessere degli animali: all’animale è permesso di vagare liberamente per tutto
l’anno e la macellazione avviene in un ambiente molto meno stressante.
 Per motivi di conservazione della natura. Mangiare carne allevate in aree protette aiuta
la conservazione di queste aree per la biodiversità.
Come risultato, questa carne può essere venduta ad un prezzo
maggiore (attualmente circa 6 €/kg rispetto a 3,2 €/kg per le carni
bovine convenzionali).
Il marketing della carne di razze locali
 Il Ministero dell’Ambiente non si limita alla firma di accordi con gli agricoltori, ma, fattore molto
importante, li assiste nel marketing e nella vendita delle loro carni attraverso vari punti vendita.
 I primi ad essere contattati sono stati i ristoranti locali (20 ristoranti) nelle vicinanze delle aziende. Ai
ristoranti che accettano di mettere tali carni bovine sul loro menu viene dato un sostegno in forma di
pubblicità gratuita su volantini, opuscoli, editoriali periodici e comunicati stampa.
 Il Ministero sviluppa e migliora sentieri natura per promuovere il turismo locale. In questo caso, i
nomi dei ristoranti partecipanti all’iniziativa potrebbero essere inclusi nel materiale pubblicitario.
 Il Ministero contribuisce a coordinare la filiera tra l’agricoltore e i ristoranti per quanto riguarda i
trasporti, la macellazione e il sezionamento della carcassa.
 Il Ministero garantisce all’agricoltore una vendita costante dei suoi animali ad un prezzo corretto, e
che i ristoranti abbiano una fornitura di carne sempre disponibile.
 Con 300 bovini nel 2014 il Ministero ha contattato macellai che vendono direttamente la carne ai
clienti
 Il ministero sta preparando un’etichetta, un “certificato di origine”, che sarà accompagnata da una
forte campagna commerciale per promuovere il fatto che la carne proviene da aree di conservazione
della natura in Lussemburgo.
 il Ministero ha recentemente iniziato negoziati con il più grande supermercato del Lussemburgo, la
catena Cactus.
Fattori di successo dell’accordo
• Diffondere pratiche agricole che garantiscano una fonte economicamente vitale di reddito per gli
agricoltori interessati.
• La realizzazione di uno studio economico dell’attività dell’azienda da parte di un agronomo
qualificato, gratuito e che non impegnasse l’agricoltore ad entrare nel programma è stato
fondamentale per la diffusione del programma. Altrettanto importante il fatto che il tecnico «parlasse
la stessa lingua» degli agricoltori.
• l’interesse del Ministero dell’Ambiente nella ricerca di soluzioni integrate sostenibili per la gestione a
lungo termine delle aree protette del paese, piuttosto che la volontà di contare solo sul budget e sulle
sovvenzioni statali per finanziare la loro gestione.
• Il Ministero dell’Ambiente è stato attivamente coinvolto nella costruzione di canali di vendita della
carne a ristoranti, macellerie e al grande pubblico. E’ difficile immaginare come gli agricoltori,
attualmente solo 50, avrebbero potuto rivestire questo ruolo. Il forte supporto e le risorse umane
disponibili presso il Ministero, nell’aiutare il mercato della carne e nel pubblicizzarne la vendita, sono
stati determinanti per il successo del programma e per la redditività economica delle aziende che vi
partecipano.
Fattori di successo dell’accordo
• Messa in campo di sufficienti risorse umane per farlo funzionare. Questo include non solo
l’assunzione di un agronomo, ma anche l’uso di uno staff in grado di svolgere tutte le altre attività
connesse, compresi i contatti con ristoranti e macellerie, la produzione di comunicati stampa e
materiale pubblicitario, il monitoraggio scientifico dei siti, ecc.
• Il Ministero dell’Ambiente era in grado in qualsiasi momento di decidere quali agricoltori
coinvolgere all’interno delle aree protette e quali condizioni di gestione includere nel contratto
(ad esempio in termini di densità di pascolo, ecc ...). Questo ha fatto sì che gli accordi fossero
correttamente orientati verso gli obiettivi di conservazione di ogni sito e compatibili con gli
interessi degli agricoltori.
• Controlli e verifiche sono state effettuati dal Ministero dell’Agricoltura come per qualsiasi altro
programma ma ci sono stati pochi problemi.
Punti di debolezza
•
Programma applicato solo su 1.600 ettari di aree protette. Per avere un maggiore impatto a lungo
termine sarà necessario che il programma venga applicato su una zona più ampia.
•
L’applicazione del programma è dispendiosa dal punto di vista della forza lavoro. Questo può
aggiungere un onere supplementare ad un Servizio all’interno della Ministero dell’Ambiente già
sovraccarico di lavoro.
•
Sebbene ci sia stata una buona collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole, c’è ancora una
riluttanza complessiva all’interno del settore agricoltura rispetto all’inclusione del concetto di
agricoltura a basso costo nelle aree protette come un elemento integrante della politica agricola, in
quanto si potrebbe ridurre la capacità di produzione complessiva del paese e ridurre gli investimenti ‐ e
quindi l’importanza economica ‐ dell’agricoltura nelle zone a valle. Il Ministero dell’Ambiente tuttavia
sottolinea che questo tipo di allevamento verrebbe applicato solo sul 10‐15% della superficie agricola
totale.
Altri effetti spin‐off della Rete Natura 2000
La promozione del pascolo a bassa intensità di bestiame locale nelle aree protette ha avuto un effetto
positivo sul turismo locale e la ricreazione nelle aree intorno alle fattorie.
Le razze locali sono popolari tra i turisti in visita, diventando un’attrazione per le riserve naturali e per
le regioni in cui si trovano.
La loro carne di alta qualità sta guadagnando crescente popolarità, soprattutto quando viene servita
nei ristoranti locali ‐ in tal modo migliora anche l’esperienza complessiva del viaggio.
Anche il fatto che il programma promuova attività economiche quali l’agricoltura in aree protette,
aiuta a rimuovere la vecchia percezione che la natura è una moda ‘per gli animali e la gente’ e che solo
i fondi pubblici possono essere usati per pagare la sua protezione.
L’approccio integrato adottato dal programma è molto più in linea con l’attuale strategia UE sulla
biodiversità che riconosce il valore ecologico della natura e del ruolo che tutti gli elementi della
società hanno nella sua tutela.
Buone pratiche di gestione
Due video di esperienze di agricoltori
di Regione Lombardia
Azienda agricola Corti Fattori
SIC Complesso Morenico di Castellaro Lagusello
Parco del Mincio
Zona geografica continentale
Superficie del SIC 209,72 ha
Habitat
• prati aridi a Festuco Brometalia
• boschi umidi ad Alnus glutinosa
• vegetazione acquatica del tipo Magnopotamion
hydrocarition
• boschi ripariali misti di quercia, olmo e frassino
• vegetazione palustre e igrofila (canneto-cariceto)
nelle zone umide.
Buone pratiche di gestione
Due video di esperienze di agricoltori
di Regione Lombardia
Azienda agricola Giannoni
Sic Val Lesina Parco Orobie Valtellinesi
Zona geografica alpina
Superficie del SIC 1184 ha
altitudine tra i 570 m e i 2511 m
8 habitat comunitari, di cui 2 prioritari
6230 - Nardeti ricchi di specie
9180 - Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del TilioAcerion.
9110 Boschi di latifoglie (Faggete del LuzuloFagetum),
9410, Foreste acidole montane e alpine di Picea)
9420 le foreste alpine di Larix decidua e/o Pinus
cembra
4060 Lande alpine e boreali
8110habitat dei ghiaioni silicei
8220 habitat delle pareti rocciose silicee con
vegetazione
casmotica
Opportunità economiche
PSR 2014 - 2020: Indennita’ Natura 2000
Nel 2012 l’Autorità di Gestione del PSR ha incaricato ERSAF di analizzare singolarmente i contenuti dei PdG
di SIC e ZPS al fine di costruire un database che catalogasse l’insieme delle azioni comuni a più PdG.
Per ogni azione si è poi definita la natura:
–AZIONE COGENTE CONDIZIONALITA’
–AZIONE COGENTE SOLO per il PdG quindi NON condizionalità (art. 31 – PSR 2014-2020)
–AZIONE VOLONTARIA ovvero indicata come azione da incentivare
NB - Per l’indennità Natura 2000 (art. 31 – PSR 2014-2020) si possono riconoscere economicamente solo gli
impegni cogenti che vanno oltre la condizionalità (BCAA)
In Regione Lombardia non è stata mai applicata indennità natura 2000 per due motivi:
•Assenza di piani di gestione
•Difficoltà ad individuare impegni cogenti, NON condizionalità, più stringenti rispetto alle aree
NON Natura 2000
“Supporto all’individuazione di criteri di attuazione
di azioni /interventi nelle aree a tutela delle biodiversità”,
afferente al Piano Operativo ERSAF-ADG “Attività di supporto
all’autorità di gestione per l’attuazione del PSR 2007-2013, anno 2012”.
Scopo dello studio
1) analizzare tutte le azioni (misure di conservazione) contenute nei piani di gestione approvati
di SIC e ZPS;
2) raggrupparle in categorie di impegno; IA (interventi attivi), IN (incentivazioni), MR
(monitoraggio) , PD (programmi didattici) , RE (regolamentazioni)
3) identificare quali impegni più frequentemente gravano sugli agricoltori che operano
all’interno della Rete Natura 2000 in Lombardia.
La gestione dei siti Natura 2000 è dettata dalle “Linee Guida per la gestione dei siti Natura
2000” (Decreto Ministeriale 3 settembre 2002 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della
Repubblica Italiana n. 224 del 24 settembre 2002).
Il piano di gestione è strutturato in tre capitoli principali:
1. applicazione dell’iter logico-decisionale per la scelta del tipo di piano di gestione;
2. definizione del quadro conoscitivo e delle esigenze ecologiche di habitat e specie;
3. obiettivi e strategia di gestione.
La strategia di gestione si realizza attraverso un set di “azioni” di differente natura,
organizzate in schede e definite in relazione alle modalità d’attuazione, agli ambiti,
all’incisività degli effetti, alla natura stessa dell’intervento.
I piani di gestione dei Siti Natura 2000 lombardi, attualmente approvati
e quindi disponibili per le analisi, sono risultati 120, praticamente la
metà esatta del totale dei Siti presenti che, tra SIC, ZPS e SIC/ZPS
raggiungono il numero di 242
Le azioni che interessano l’ambito agricolo
sono il 47%, quasi la metà del totale.
Gli interventi attivi sono i più rappresentati
(44%), seguiti dalle incentivazioni (18%), dalle
attività di monitoraggio e ricerca (4%) e dai
programmi didattici (6%); gli strumenti di
regolamentazione/divieti
e
altro
rappresentano,
tuttavia,
una
porzione
consistente
della
strategia
gestionale,
raggiungendo il 28% sul totale delle azioni .
Tipologie di misure di conservazione
Il 72% delle azioni di conservazione rientrano nel campo della
volontarietà; il 26% delle azioni di gestione risultano cogenti, ma non
rientrano in condizionalità, quindi rappresentano degli impegni
aggiuntivi per gli agricoltori che operano in Natura 2000. Solo il 2%
delle azioni di gestione sono di tipo cogente che però rientrano
pienamente nella condizionalità, quindi non comportano oneri
aggiuntivi da parte degli agricoltori.
Le azioni appartenenti alle categorie “volontarie” e “cogenti esterne alla condizionalità”
saranno valutate e considerate dall’AdG del PSR quali indennità o misure, da attivare nella
prossima programmazione del PSR 2014-2020.
ERSAF e DG Ambiente Energia e Sviluppo sostenibile:
 Raccordo con gli Enti Gestori per la raccolta di dati
 Messa a sistema delle azioni prioritarie ricevute dagli Enti Gestori
AdG del PSR:
 Analisi delle azioni prioritarie e valutazione in merito al possibile finanziamento
nell’ambito delle misure del Programma (in particolare, articoli 29 e 31)
MISURE di conservazione INDIVIDUATE
con gli enti gestori, la DGA e con la DAESS
•
•
•
•
•
•
•
Ripristino prati /gestione conservativa dei prati (Parco del Mincio, Parco dell’Adamello e
Parco Monte Barro)
Ripristino pascoli /gestione conservativa dei pascoli (Parco del Campo dei Fiori)
Monitoraggio e gestione zone umide (Parco del Mincio e Parco Lambro)
Rinuncia pascolo in torbiera (Parco dell’Adamello)
Realizzazione/ manutenzione pozze d'abbeverata (Parco Orobie Bergamasche)
……
Indennità N 2000?
Documento conclusivo del progetto LIFE GESTIRE è
PAF (Prioritised Actions Framework)
Il PAF è uno strumento di pianificazione volto ad individuare le azioni prioritarie che devono
essere attuate in RN2000 nel periodo 2014 -2020 e a fornire un panoramica integrata di
utilizzo dei diversi strumenti di finanziamento.
•Fondi strutturali (FESR)
•Fondo di coesione (FSE)
•Fondo europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale (FEASR);
•Fondo europeo per gli affari marittimi e per la pesca (FEAMP)
•Programma per l'Ambiente e per il clima (LIFE)
•Fondi nazionali /regionali e privati
I PAF rappresentano il prerequisito (documento di riferimento) per poter realizzare i
“Progetti Integrati” nell’ambito della prossima programmazione. I “Progetti integrati” sono
programmi pluriennali a focus sovralocale che fungono da catalizzatori di un programma
(PAF) già individuato andando a finanziare parte di esso.
.
Bibliografia:
- Seminario formativo per tecnici agenzie regionali per la protezione dell’ambiente (ARPA-APPA)
Istituto Superiore per La Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA)
Roma 3-5 aprile 2012
MATERIALE DI SUPPORTO
www.lamiaterravale.it
- “Supporto all’individuazione di criteri di attuazione
di azioni /interventi nelle aree a tutela delle biodiversità”,
afferente al Piano Operativo ERSAF-ADG “Attività di supporto all’autorità di gestione per l’attuazione del PSR 20072013, anno 2012”, Gilberto Parolo, 2013.
Grazie per l’attenzione
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Rete Natura 2000 e gestione degli ambienti agricoli