Venerdì 26 Gennaio 2007 24
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
Una terra
che profuma
d'Italia
di Tonino Pintacuda
A lla fine ce l'ho fatta ad arrivare in Uruguay. Non
è stato affatto semplice.
Sono partito la sera della tormenta che s'e' abbattuta
sul Nord Europa e l'aereo dell'Air One è rientrato a
Palermo con un'ora di ritardo. La
catena dei ritardi immensi m'ha obbligato a restare due giorni in piu' a
Roma, snodo principale dei voli internazionali.
Mentre ero nella Citta' Eterna pensavo a che cosa avrei trovato qui.
E pensando pensando ho perso il transito per Buenos Aires. Non ce l'avrei
mai fatta. Sono arrivato a Roma mentre l'aereo per Buenos Aires s'alzava
in volo.
Per due giorni non ho fatto altro che
avanti e indietro una ventina di volte
al giorno: dal terminal C dell'aeroporto Fiumicino al terminal A. Al primo
competono i voli internazionali, al
secondo quelli nazionali.
Alla fine sono arrivato al check-in la sera dello scorso sabato: un'altra amara sorpresa, non hannno inoltrato la mia prenotazione. Per fortuna quelli
dell'Aerolinas Argentinas comprendono la situazione
e aggiustano tutto.
Ed eccomi in volo. Quattordici ore? Undici? Non ci
capisco piu' niente col fuso orario. Devo cambiare aeroporto a
Buenos Aires ed entro nel panico. Per foruna ho volato seduto
al fianco di un'italoargentina che
si chiama - e questo non puo'
essere un caso - Angela Custode.
Ci pensa lei, parla nel suo spagnolo sicuro alla hostess e si fa
spiegare quale bus devo prendere.
Arrivo alle 7 all'aeroporto
Ezeiza. Aspetto la valigia, corro
subito a cambiare una ventina di
euro. Arrivo finalmente a prendere corriera e aereo. Bevo il
mio bicchiere di cola light sul
volo per Montevideo. Neanche
ho il tempo di soffermarmi a
prendere piena coscienza di dove
sto andando e arrivo.
Apro gli occhi: il cielo e' d'un
azzurro che fa male agli occhi
per quanto e' intenso. Ho lasciato
Roma in preda ai rantoli di una
tardiva primavera e sono in piena
estate. Tanto che il tassista che
mi porta all'hotel mette al massimo l'aria condizionata.
E' domenica, devo aggiustare
nuovamente l'orologio a cipolla. Chiedo la
domanda di rito di ogni viaggiatore: “che ora
e'?”. Solo un'ora di differenza dal fuso orario
di Buenos Aires.
Arrivare di domenica e' stata in fin dei conti
una fortuna. Abbastanza
calma per rassettare le idee,
decido di camminare sino al
Rio della Plata. Me lo trovo
davanti e francamente da
palermitano, abituato al rigagnolo che chiamiamo fiume Oreto,
resto basito. Mi scappa una tipica
esclamazione siciliana famosa nel
mondo.
In estasi proseguo lungo le strade,
di domenica ci sono solo i turisti e i
cartoneros a tenermi compagnia.
Proprio i cartoneros mi fanno ripensare ai siciliani che raccolgono la
carta con la loro Ape con carburatore da 50 CC. Meglio i cavalli che
aiutano pure a smaltire i rifiuti organici. Arrivo
finalmente alla piazza principale, sotto la statua del
grande Artigas.
Sono arrivato volutamente impreparato. Voglio toccare con mano, qualsiasi libro non poteva darmi le
sensazioni che provo a camminare qui, nel cuore
dell'America Latina. Ogni tanto mi sveglio di notte e
ancora faccio fatica a capire dove sono. Lo stomaco
va ancora ai ritmi italiani. Mi sveglia alle quattro e
mezza.
Si stanchera' presto. Non ho nessuna intenzione di
assecondarlo.
Ho fatto un'altra passeggiata, sino alla redazione. Ho
attraversato la porta della citta' vecchia e camminato
sino a Calle Misiones. La porta della redazione era
l'ultimo ostacolo prima della nuova vita.
Dopo un tempo forse interminabile ho aperto la
busta che conteneva le chiavi. Quasi tremando sono
riuscito a far girare il chiavistello. Ed eccomi qui, a
scrivervi.
Questa pagina e' anche vostra. Per ogni segnalazione
abbiamo attivato un' apposita casella e-mail: [email protected]
Il telefono della redazione e' (598) 916 08 15. Dalle
16 alle 18 potete chiamarci tranquillamente.
Come si dice qui? Ah, si', hasta luego!
Lunedì 29 Gennaio 2007 8
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
L'Ambasciatore della città
che s'ascolta come un verso
di Tonino Pintacuda
U
na delle piu' belle poesie di Borges s'intitola
«Montevideo»:
«Scivolo per la tua sera come la stanchezza per la
pietà di un declivio./La notte nuova è come un'ala
sopra i tuoi terrazzi./ Sei la Buenos Aires che avemmo, quella che negli anni si allontanò, quietamente./
Sei nostra e festosa, come la stella che le acque raddoppiano./Porta finta nel tempo, le tue strade guardano il passato più lieve./
Chiarore da dove ci arriva il mattino, sopra le dolci
acque torbide./ Prima di illuminare la mia persiana, il
tuo basso sole rende felici le tue ville./ Città che si
ascolta come un verso./ Strade con luce di patio.»
Come tangibile segno di riconoscenza, proprio quest'anno, l'Intendencia di Montevideo ha intitolato al
grande “escritor argentino” una delle strade piu' conosciute della citta'.
Sono gia' sette i giorni che vivo qui e non smetto di
sorprendermi, vado in giro come il bambino che la
scorsa mattina si rimirava estasiato nel tetto a specchio
della tettoia di un hotel di Calle Paraguay.
Venerdi' 26, quando voi leggevate la prima puntata di questo “diario
uruguayano” ho preso un taxi per arrivare sino in via Jose' Benito
Lamas 2857 dove all'interno di un bellissimo palazzo bianco come
una colomba e col tetto nero d'ardesia, ho trovato l'Ambasciata
d'Italia. Dal 1926, la Residenza dei Capi Missione in Montevideo è
un ampio edificio di tre piani con annesso giardino, situato in Calle
Ellauri 991, nel quartiere residenziale di Pocitos. La casa, in stile francese, venne edificata a partire dal 1910
per iniziativa di don Pedro C. Towers,
uomo d'affari di origine britannica.
Nel 1926 lo Stato italiano l'ha acquistata da un cittadino brasiliano per
centoventimila pesos oro.
Il palazzo e' cosi' bello che nel 1993,
con decreto dell'Intendencia di
Montevideo, è stato dichiarato “Bene
di interesse municipale” per la sua
speciale qualità architettonica, paesaggistica e urbana. Nel 2004 il Ministero
degli Esteri italiano ha finanziato
intensi lavori di ristrutturazione e sistemazione.
Nella sala d'aspetto mi hanno offerto
un caffe', abbastanza simile a un buon
espresso italiano. Ho fatto un po' di
compagnia all'immancabile lupa con
Romolo e Remo e neanche dieci
minuti dopo ero nella stanza
dell'Ambasciatore Guido Scalici.
Cordialissimo, alto quasi quanto l'asta della tricolore che campeggia
dietro la sua scrivania. E' di Catania, nato e cresciuto li' sino alla laurea in Giurisprudenza. Poi ha lasciato la Sicilia per intraprendere la
carriera diplomatica, sino a Singapore, dove e' stato Ambasciatore
d'Italia per sei anni. Dal luglio del 2006 ricopre la stessa carica a
Montevideo.
Una piacevole curiosita': l'Ambasciatore e' un grandissimo appassionato di vela. Nel 2003 mentre era Ambasciatore a Singapore ha dato
il benvenuto, in compagnia del figlio Emanuele, ai “velisti per caso”
Patrizio Roversi e Susy Bladi.
La simpaticissima conduttrice del programma di Rai Tre ricorda nel
suo diario di viaggio: “Non solo appassionato, ma decisamente praticante!! Scalici naviga da sempre; per alcuni anni l'ha fatto con la sua
barca e poi con amici, conoscenti, parenti, con incarichi ufficiali, cambiando ogni tipo di imbarcazione, propulsione, dimensione, svariati
mari del mondo...insomma, cogliendo ogni minima occasione per
stare sul mare”.
Ambasciatore, quanti sono gli italiani dell'Uruguay?
«Secondo i dati ufficiali, aggiornati al 2003, gli italiani residenti sono
33602, oltre a 70000 soggiornanti. Siamo gia' alla quarta generazione in un Paese che ha una buona base culturale ed e' carretterizzato
da una stabilita' demografica. La parte piu' consistente della popolazione appartiene al ceto medio. Anche qui e' palese una corsa al consumismo. Come in Italia:
soprattutto nelle nuove generazioni. Piuttosto che
comperarsi una macchina scelgono di avere il
nuovo modello di cellulare».
Esiste un'industria italiana in Uruguay?
«L'unica attiva e' la Dirox che opera nel settore
chimico. Gli italiani si affiancano alle principali
risorse del Paese che restano l'industria del cuoio
e del grano. Oltre, naturalmente, alla produzione
lanifera.
Pero' dobbiamo ricordare la storia moderna per
comprendere il ruolo particolare ricoperto dal
Paese. La sua collocazione geografica e il fatto che il Rio non sia del
tutto navigabile ha fatto preferire,
anche per la vicinanza alle miniere
l'Argentina come porto principale.
Fermo restando il pericolo rappresentato dai portoghesi».
Restiamo nella storia per ricordare l'arrivo dei numerosi italiani tra Ottocento e Novecento.
«Nell'Ottocento i contadini italiani e spagnoli si dedicarono esclusivamente all'allevamento estensivo. La
seconda generazione incomincio' a manifestare i bisogni tipici di un paese in espansione: il ruolo fondamentale del terziario esercitato dai valenti professionisti che
arrivarono agli inizi del Novecento. Soprattutto architetti e medici. I
primi hanno disegnato i palazzi della citta'. Dopo la seconda guerra
mondiale assistiamo a una crescita esponenziale del Paese. Un dato
su tutti: nel 1956 il reddito pro capite degli uruguayani era superiore
a quello degli svedesi».
Il legame con l'Italia vive attraverso la cultura e in tempi piu' recenti
anche attraverso il voto.
«Si', soprattutto nel passato la lingua italiana aveva un ruolo fondamentale: era obbligatoria, ad esempio, per accedere alle facolta' di giurisprudenza o di lettere. Oggi e' in atto una profonda ristrutturazione
del sistema: e' caduto l'obbligo della conoscenza della lingua italiana.
Ma l'attivita' dei principali centri di cultura italiana e' ben radicata e
vitale. L'Italia investe cinquecentomila euro per mantenerli attivi.
Penso alla Scuola Italiana, alla Societa' Dante Alighieri e all'Istituto
italiano di Cultura. Pero' non possiamo omettere che i corsi di lingua
italiana sono tutti privati.
Per quanto riguarda il voto: l'affluenza e' stata importante, hanno votato su 78000 aventi diritto un abbondante 60%».
E la sanita'?
«La sanita' e' divisa tra un servizio pubblico - con molte lacune - e uno
privato, efficiente, completamente a carico dell'utenza. Anche qui
dobbiamo dire con assoluta onesta' che le tariffe sono molto piu' basse
dell'analogo settore privato italiano».
La ringraziamo: per concludere puo' dirci qual e' stato il suo
primo impatto con Montevideo?
«Buono, molto buono. Conoscevo gia' la realta' del Sud America e
Montevideo e' una citta' meravigliosa.»
Finita la prima intervista uruguayana il vostro “periodista” ha visto
nevicare a Montevideo: un vento leggero ha alzato i coriandoli che
giovedi'
scorso,
durante la sfilata che
ha dato via al
Carnevale, i bambini
hanno lanciato a chili.
Qui li fanno con polistirolo sbriciolato. Ho
visto questi fiocchi di
polistirolo alzarsi
lievi e ricadere come
neve dopo essere stati
sulle spalle di
pagliacci e acrobati.
Il mio primo acquazzone uruguayano ha
lavato via la mia neve e quel piccolo istante di magia.
Inzuppato e felice vi ricordo che potete scriverci su [email protected]
Il telefono della redazione e' (598) 916 08 15. Da lunedi a venerdi,
potete chiamarci tranquillamente dalle 16 alle 18.
Come sempre: hasta luego!
Martedì 30 Gennaio 2007 8
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
di Tonino Pintacuda
Ana Karina Rossi:
una vita per il Tango
La sveglia di Ana suona sempre alle 5 del
mattino, s'iniziano presto tutte le giornate della
bella cantante di tango di origini italiane. Ana
Karina Rossi ha ventotto anni, i capelli di seta
e un sorriso bello e contagioso.
Lavora in due radio uruguayane e la sera smette di preoccuparsi di scalette e spot pubblicitari per dedicarsi alla passione della sua vita: la
musica.
Un amore che comincia presto, ereditato dal
padre che le fa studiare pianoforte. Poi altre
due scelte importanti: lasciare l'amatissimo
pianoforte per cantare e soprattutto la scelta di
cantare pezzi originali, non solo cover o pezzi
dello splendido repertorio della storia del
tango.
L'abbiamo incontrata durante la sua pausa
pranzo.
Ana, il tango e' una passione di famiglia o
una scelta esclusivamente tua?
«È stato mio padre a farmi apprezzare ed
amare Carlo Gardel, il re del tango. E soprattutto mia cugina Beatriz Lozano è stato un riferimento importante
per me: Beatriz vive a Roma, è una famosa cantante lirica con un
repertorio che spazia dal lieder e romanze alla musica sacra.. Poi
mio padre ha scelto di farmi studiare pianoforte, avevo appena
dieci anni. Ho studiato ogni giorno per superare l'esame d'ammissione per l'Università di Musica dell'Uruguay. L'ho superato con il
massimo dei voti».
Eri una promettente pianista: perche' hai scelto di cantare?
«La mia vita è segnata da tre domande importanti, la prima me la
sono posta subito dopo il conservatorio: voglio continuare col pianoforte o cantare? Ho deciso di cantare e per un anno con tutta l'anima ho studiato canto privatamente».
Dicevi che erano tre le domande importanti della tua vita.
Qual e' stata la seconda?
«Avevo fondato a vent'anni una banda di blues. Avevamo un
repertorio che andava da Janis Joplin a Tom Waits. Ed ecco la
seconda domanda cruciale. Voglio fare solo covers? E ho scelto il
tango. Mi ricordava mio padre e il bellissimo periodo passato con
lui, da bambina, ad ascoltare e ballare il tango. Mio padre è morto
che ero appena adolescente. Con il tango riesco a ricordare quegli
anni felici con lui. Ecco, sono entrata nel mondo del Tango come
cantante del “Trio Sur”, diretto dal Maestro Miguel Angel Trillo,
primo bandoneón dell' “Orquesta Filarmónica de Montevideo”».
Ed arriviamo alla terza domanda...
«Sì, mi sono guardata allo specchio e mi sono chiesta: devo limitarmi solo al repertorio classico? Ho deciso di spaziare e, insieme
al pianista e compositore Alberto Magnone, ho contribuito alla diffusione nella piazza “montevideana” di un repertorio di tango contemporaneo scritto dallo stesso Maestro Magnone, diffondendo
anche l'opera d'avanguardia di Astor Piazzolla con i testi del suo
storico poeta-paroliere Horacio Ferrer».
E cosi', inseguendo i tuoi sogni, sei arrivata al progetto “Planeta Tango”. Ce ne
parli?
«Sono produttrice artistica e voce solista di
“Planeta Tango”, un gruppo di tango contemporaneo. Abbiamo esordito nel novembre del 2006 con lo spettacolo “Vidas
Vividas” al Festival Tango Vivo, insieme
con i gruppi argentini di tango elettronico
Tanghetto e San Telmo Lounge. Lavorando
con il compositore uruguaiano Hugo Rocca,
co-direttore del progetto Planeta Tango,
abbiamo realizzato il nostro primo lavoro
discografico “Vidas vividas”, nominato
dalla critica come “un nuovo concetto del
linguaggio del tango”».
“Planeta Tango” (www.anakarinarossi.com)
e' stata possibile anche grazie all'esperienza accumulata in Italia?
«Certamente! Nel 2005 ho realizzato una
tournèe di concerti nella bellissima Italia.
M'è rimasto nel cuore un concerto con il pianista argentino Hugo
Aisemberg al Teatro di Marcello a Roma, simbolo dell' arte del
periodo romano. Ho cantato brani di Piazzolla e del tango rioplatense: m'hanno detto che sono stata la prima cantante di tango ad
esibirmi in questo palco archeologico. Altri concerti li ho tenuti
girando la penisola per vari Festival nelle città di Ancona, Iesi,
Castelbellino, Macerata e in Sicilia.
Ho continuato nel 2006 : un'altra tournèe di concerti italiani presentandosi a Roma e in varie città delle Marche insieme al chitarrista Francesco Albano. In Sicilia ho realizzato dei concerti con un
gruppo de musicisti siciliani unendo il tango con la musica popolare dell'isola, presentandosi a Palermo, Agrigento, Enna, Goiosa
Marea, Aquaviva ed altri paesi del Sud Italia. E piena di felicità a
settembre ho ricevuto qui a Montevideo il premio “Joven
Sobresaliente” nella categoria espressioni musicali».
Ana, i migliori auguri a nome della redazione e di tutti i nostri
lettori. Toglici una curiosita', come riesci a trovare il tempo per
condurre anche un programma radiofonico e collaborare alla
realizzazione di un altro?
«La musica è la mia passione. Mi sveglio alle 5 del mattino, dalle
7 alle 13 lavoro alla Radio Carve dove conduco il programma
giornalistico più importante e di maggiore audience del paese “La
mañana de Carve”. È una radio storica, con 75 anni di attività.
Tutte le mattine realizzo interviste d'alto livello su temi di attualità
in materia politica, economica, sociale e culturale. Lo faccio perché il giornalismo è un'altra grande passione. Sono laureata in
Scienze della Comunicazione presso l'“Universidad de la
República del Uruguay”. Per Radio Carve ho fatto la corrispondente dall'Italia informando e curando ogni giorno approfondimenti sul rapporto culturale tra Italia e Uruguay: considerando che
più d'un terzo della popolazione in Uruguay - me compresa - è di
origine italiana.
Pranzo e alle 14:00 sono in Calle Misiones, alla Radio Nazionale
Sadre. Sono la produttrice generale del programma “Estación La
Plaza”. Tra i nostri ospiti abbiamo anche artisti di rilievo internazionale.
Alle 19 posso tornare al Tango. Il Tango è sensuale, è pieno di poesia. Il Tango è la mia vita».
Come sempre: hasta luego.
Redazione (598) 2 916 08 15. Da lunedi a venerdi, dalle 16
alle 18.
Scriveteci all'indirizzo [email protected]
la gente d’italia
Mercoledì 31 Gennaio 2007 7
SUDAMERICA
L'ottima scelta di Dante, Cervantes e Socrate
“I l meriggio è fatto per discutere»
diceva Socrate a Fedro nell'omonimo
dialogo platonico.
Mi viene da pensare che questo vale
anche per le statue di Montevideo.
Mi spiego meglio.
Di
ritorno
dall'intervista
all'Ambasciatore Guido Scalici ho
deciso di farmi la famosa scarpinata.
Tutta Av.da 18 de Julio a piedi, con la
giacca e la cravatta.
Sarà stato il caldo, la bellezza della
città o semplicemente la mia laurea in
filosofia ma mi sono commosso a trovare a pochi marciapiedi di distanza
Dante Alighieri, Cervantes e Socrate.
Tre giganti dell'umanità a
cui Montevideo ha dedicato
altrettante bellissime statue.
Chissà che direbbero se
potessero parlare!
Socrate perdonerebbe Dante
per averlo messo nel limbo
tra i grandi uomini che
ebbero la sfortuna di nascere prima della venuta di
Gesù Cristo?
E il Gran Toscano che
direbbe al creatore dell'hidalgo? Magari Socrate li
convincerebbe a lasciare i
loro basamenti per andare a
trovare Garibaldi al porto.
Di sicuro Socrate farebbe
volentieri da scudiero a
Cervantes, andrebbero tutti
e due a battagliare contro le
storture di questo nuovo
millennio.
Questi pensieri sono completamente
uruguayani. Non ho ancora bevuto il
loro mate ma non posso che apprez-
zarli ancor di più per aver deciso di
erigere queste statue.
Socrate e Dante dovrebbero esserci in
ogni città italiana. Il grande filosofo
ci ha insegnato che una vita
senza ricerca non è degna
di essere vissuta.
Rinunciò ai pochi anni di
vita che gli restavano - le
malelingue aggiungono che
rinunciò volentieri pure
alle celeberrime bisticciate
con l'amata Santippe - e in
cambio di pochi anni ha
raggiunto l'eternità.
Bevve
l'amara
cicuta
davanti agli amici: la città
che amava e che aveva
difeso con coraggio in più
di una battaglia, la grandissima Atene, lo condannò
perché corrompeva i giovani con i suoi discorsi di
libertà e verità.
Li vedo già, lungo Av.da 18
de Julio, su un carretto da
cartonero, Cervantes e
Socrate. Felici che ancora
qualcuno conosca la loro storia.
Dante li seguirebbe dopo, lui è troppo
vicino alla biblioteca. Se davvero
potesse muoversi dal suo basamento
ne approfitterebbe subito per leggere,
leggere e leggere ancora. Amava i
libri, avrebbe almeno sette secoli di
letture arretrate.
Inseguendo questi pensieri
e con i piedi doloranti ho
avuto l'ennesima riprova
della gentilezza degli uruguayani. Ho chiesto dov'era Plaza Indipendencia e un
bel giovanotto in maniche
di camicia m'ha detto che
era lontana e mi ha consigliato un taxi. Avendo compreso che volevo continuare la mia passeggiata s'è
fermato, ha contato mentalmente i marciapiedi e mi ha
detto: «mancano tante
“quadra”».
Stupito di tanta gentilezza
ho fatto un piccolo sondaggio. Ho rifatto la stessa
domanda via via che cambiavo marciapiede e non
importava: chiunque incontrassi rispondeva gentilmente scalando il numero
iniziale di uno. Come vole-
vasi dimostrare: la gentilezza è nel
cuore degli uruguayani.
Dante, Cervantes e Socrate non potevano trovare migliore compagnia.
to.pin.
Mercoledì 31 Gennaio 2007 8
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
Valeria Macali: «Insegno la lingua
di Dante lontano dal caos e dalla frenesia»
di Tonino Pintacuda
Da
q u a n d o G i o s u è C ar d u c c i l 'h a
f o n d a t a n e l 1 8 8 9 l a S o ci et à D a n t e
Alighieri non ha mai smesso di
d i ff o n d e r e l a l i n g u a e l a cu l t u r a i t aliana nel mondo.
A M o n t e v i d e o l a s e d e è al q u a r t o
p i a n o d e l n u m e r o 9 4 8 d i Av. d a 1 8
d e J u l i o . I l p r e s i d e n t e è l a p r o f es s or e s s a R e n a t a G e r o n e, s i ci l i an a , d a
s e m p re i m p e g n a t a a o n o r ar e l o s t atuto della società.
Ne l l a s a l a d i l e t t u r a a b b i am o i n c o nt ra t o Va l e r i a M a c a l i , g i o v an i s s i m a
d o c e n t e d e l l a S c u o l a I t al i a n a c h e
t i e n e a l c u n i c o r s i a n ch e a l l a S o c i et à
Da n t e A l i g h i e r i .
Va l e ri a a r r i v a d a C ar p i n et o ( p r o v i nci a d i R o m a ) e , d o p o u n v i ag g i o i n
U r u g u a y, i n c a n t a t a h a d e c i s o d i
r e s t a re q u i a n c h e p e r d ar e u n s e n s o
concreto alla sua laurea della
S a p i e n za d i Ro m a .
Ab i t a a M o n t e v i d e o d al d u e g e n n a i o
d e l l ' a n n o s c o r s o . P e r v i v er e i n s e g n a
i t a l i a n o , s t o r i a e g eo g r a f i a i n t r e
cl a s s i d i v e n t i s e i a l u n n i a l l a S c u o l a
italiana e ai corsisti della Dante
Al i g h i e r i .
Ha s u p e r a t o l e p r i m e d i ff i c o l t à e
ar r o t o n d a l o s t i p e nd i o d el l a S cu o l a
I t a l i a n a c o n n u m e r o s i s s i m e l ez i o n i
private, appena pochi pesos per
i m p a ra r e l a l i n g u a d i D a n t e e d i P et r ar c a .
Ci ricorda le sue prime impressioni? E
s o pr a t t u t t o q u i è fel i c e ?
« Sì , s o n o f e l i c e . Ap p e n a ar r i v at a q u es t a città
m i h a r i c o r d a t o i r a c c o n t i d e l l a g i o v en t u ' d i
m i a m a d r e . S e m b r a d i es s e r e i n u n 'I t al i a d e g li
a n n i C i n q u a n t a . I l o c a l i h an n o an c o r a q u el t i p o
d i p a v i m e n t i o d i a r r e d a m en t o c h e av e v o v i sto
so lo a c a sa d i m ia n o n a . ”
Rie sc e a v iv e re c o n lo st ipe ndio de lla sc uo la?
“Non potrei proprio. Devo necessariamente
d a r e le z io n i p r iv a te e v iv e r e a C a r r a sc o c on
u n a f a m ig lia . L a c ittà c o m u n q u e è b e llissima.
Piu tto sto c h e r e sta r e in I ta lia a d a sp e tta r e i l
lavoro ho preferito venire qui. Le giornate
sc o r r o n o b e lle e le n te . Qu i si r ie sc e q u a si ad
a v e r e p iù te m p o , lo n ta n i d a l c a o s e d a lla f r e ne-
si a del l e grandi ci t t à i t al i ane...».
Lente com e un carretto di un cartonero?
«Sì - sorride - posso raccontare un
aneddot o per far capi re megl i o cosa
intendo. A Natale ho regalato delle
t azze di una famosa marca i t al i ana a
una mi a ami ca. Le ho comprat e i n un
negozi o con i l pavi ment o t rabal l ant e. A
ogni passo t emevo di ri durre t ut t o i n
cocci . Hanno pero' sbagl i at o ad abbi nare i pi at t i ni . Torno al negozi o. E mi
danno l a ri spost a: no pasa nada.
Non ci fa ni ent e... Fa part e del l a l oro
cul t ura. Non i nseguono i l consumi smo
o l e grandi marche. Vi vono fel i ci nel l a
l oro meravi gl i osa ci t t à Poi ho chi amat o
di ret t ament e l a fabbri ca. E anche l oro
hanno sbagl i at o ad abbi nare i pi at t i ni .
Erano sempl i cement e bi anchi . Anche i n
It al i a no pasa nada».
La professoressa Macal i ha un personalissimo riconoscimento da fare al
nost ro gi ornal e: usa l e nost re pagi ne di
“Gent e d'It al i a l i bri ” (l a nost ra rubri ca
del venerdì ) come di spensa di dat t i ca.
Quest o pi ccol o gest o ci ri empi e d'orgo gl i o ma non ci sorprende: i dent i ca è l a
molla delle nostre azioni: vogliamo
di ffondere e rafforzare l a cul t ura i t aliana nel mondo. Anche qui, a
Mont evi deo.
Non per niente nella nostra testata
campeggia il nostro amato tricolore. Come
sempre: hast a l uego.
LETTERE A GENTE D’ITALIA
L e p r i m e t re l e t t e re s o n o a r r i v a t e ...
Co n t i n u a t e a s c r i v erci a l l ' i n d ir
i
z
z
o
[email protected]
m
S e pre fe r i t e i l t e l e f o n o , c i t ro va t e qu i d a l l e 1 6 a l l e 1 8 , i l
n u me ro e ' ( 5 9 8 ) 9 1 6 0 8 1 5
C a r a “Ge n t e d ' I t a l i a ” , e ' b e l l o
l e g g e re
un
diario
da
Montevideo. Ma voi che magari
potete, toglieteci una curiois t a ' : q u a l i s o n o l e p ro s p et t i ve
del l a R a i p e r l ' A m e r i ca L a t i n a ,
c h e f a r a ' ne llo sp e c ific o o p e rat i va m en t e la R a i d i Mo n te v id e o ?
* * * * * * * * ** * * * * * * * * * *
v i c i n a a l c u o re d e l l a c i t t a ' ?
C a rra sc o e ' tro p p o lo n ta no, e'
u n a ltro mo n d o .
D i ret t o re , p a rlo a n o me a n c h e
d i t u t t i g l i ita lia n i c h e v iv o n o a
M o n t ev i d eo , n o i g e n te c o m u n e
n o n r i u s ci am o a ma n d a re i fig li
a l l a s c u o l a ita lia n a p e rc h e ' e '
t ro p p o l o n t a n a d a l c e n tro a b ita t o , l o n t a n a mille mig lia p e r i
co s t i d e l l e m e n silita ' d a p a g are. E ' n oto a tu tti, ita lia n i e
n o n ( ch e n o n d im e n tic h ia mo lo :
s o n o l a m ag g io ra n za , i n o n ital i a n i ) . F ermo re sta n d o c h e la
s c u o l a e ' u n g i o i e l l o p e rc h e '
n o n p e n s a re a u n a su a su c c u rs a l e a p re z z i p o p o l a r i e p i u '
* * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * **
I l n o stro Ga rib a ld i se n te nzi o':
“I n fe lic i i p o p o li c h e a sp et t ano
il lo ro b e n e sse re d a llo strani ero ”. De d ic h e re te u n o sp e c ial e a
J o se ' G a rib a ld i? N o n a b bi amo
so lo la sta tu a ! E sc e u n a r i vi st a
in ita lia n o e sp a g n o lo , il t i t ol o
e ' " G a r i b a l d i " . L a re a l i z z a i l
c o mita to g a rib a ld in o c h e cura
a n c h e il mu se o d e d ic a to al l 'ero e .
RETTIFICA
P recisiamo per i nostri lettori che nel
riportare le parole dell'Ambasciatore
Guido Scalici nel numero di lunedì per
un errore di trascrizione abbiamo male
interpretato
le
dichiarazioni
dell'Ambasciatore.
Secondo
i
dati
ufficiali
dell'Ambasciata gli italiani in Uruguay
sono 78000 e non, come erroneamente
riportato, 33602.A questi si aggiungono circa 20.000 domande di cittadinanza in trattazione.
Altro punto fondamentale: non è ancora caduto l'obbligo della lingua italiana nel biennio pre-universitario in
Uruguay. L'Ambasciata si sta impegnando per evitarlo.
(tp)
Giovedì 1 Febbraio 2007 8
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
Il glorioso passato della Scuola Italiana di Montevideo
di Tonino Pintacuda
La “Scuola Italiana delle Società Riunite” nasceva 121 anni fa su iniziativa
di tre benemerite associazioni. “La Lega Lombarda”, la “Società Aspirazioni
drammatiche” e la società “Circolo Napolitano”. Presto si unì anche la
“Mutuo Soccorso fra gli Operai Italiani”.
I l 1 7 s e t t e m b r e d i c e n t o v en t u n o a n n i f a n as c eva a Montevideo la “Scuola Italiana delle
S o c i e t à R i u n i t e ” s u i n i z i at i v a d i t r e b e n e m er ite associazioni. “La Lega Lombarda”, la
“ S o c i e t à A s p i r a z i o n i d r am m a t i c h e ” e l a s o c i età
“ C i rc o l o N a p o l i t a no ” . P r e s t o s i u n ì a n c h e la
“ M u t u o S o c c o r s o f r a g l i O p er a i I t a l i a n i ”.
Per la Lega Lombarda firmarono il
Dott. Leone Maria Morelli, il
Prof. Pietro Ricaldoni, il Dott.
Eugenio Cassanello e il Sig.
G i o v a n n i R e s t e l l i . P e r l a “S o c i et à
Aspirazioni Drammatiche” furono
i l C a v. L u i g i Co l o m b o e i l P r o f .
A l b i n o Be n e d e t t i a s i g l ar e l 'a c c o rdo. A rappresentare il “Circolo
Napolitano”
furono
il
Dott.
Vi n c e n z o S t a j a n o e i l S i g . A n t o n i o
To m ma s e l l i .
I l s o g n o d e i f o n d a t o r i s i co n c r etizzò presto e con successo: la
p ri ma s e d e i n v i a C o l o n i a d i v en n e
d a s u b i t o u n a p i c c o l a c i t t à d e l l a c u l t u r a . E p iù
c r e s c e v a i l p r e s t i g i o d el l a s c u o l a p i ù l e a u l e si
r i v e l a v a n o i n s u ff i c i e n t i a co n t en e r e i n u m e r o si
alunni.
F u c o s ì c h e s i c e r ca d i r ea l i z z a r e d al n u l l a u n
“ e d i fi c i o m o d e r n o ” . N a s c e c o s ì l a s t o r i c a s e d e
d i v i a U r u g u a y. P r og et t a t a d al l ' i n g eg n e r e L u ig i
A n d r e o n i , d i v e n n e p r es t o u n ce n t r o i m p o r t an te
d i i t a l i a n i t à . L e c r o n a c h e d el t em p o p a r l an o
s e n z a m e z z i t e r m i n i d e l l a s t o r i ca s ed e co m e
“ o rg o g l i o d i t u t t a l a c o l l e t t i v i t à i t a l i a n a ” .
Ma i n c a p o a p o c h i an n i e an c h e l a s ed e d i via
U r u g u ay d i v e n t a i n s u ff i c i en t e a co n t en e r e t u tti
c o l o r o c h e v o g l i o n o s t u d i a r e l a n o s t r a cu l t u r a
e l a n o s t r a l i n g u a . N as c o n o l e p r i m e s u c c u r sal i : i n v i a G a r i b a l d i e i n v i a 8 d e O ct u b r e.
S i n o a l p u n t o d i s v o l t a : l a b e l l i s s i m a s e d e in
c u i a n co r a o g g i l a S cu o l a o p e r a , l a p r e s t i g i osa
s e d e c h e f u d e l l a S c u o l a d e l S ac r o C u o r e , a
Carrasco.
D a q u i l a S c u o l a c o n t i n u a a o ff r i r e c o r s i d 'o tt i mo l i v e l l o p e r no n f ar p er d e r e al l e n u ov e
g e n e r a z i o n i i l s o l i d o l e g a m e c o n l 'I t al i a , p r i m o
f ra t u t t e q u e l l o c o n l a b e l l a l i n g u a d i D a n t e e
d i Pe t ra r c a .
E s o n o f i n i t i a n c he i p r o b l e m i d i s p az i o : il
c o m p l e s s o d i C a r r a s co , s e c o n d o q u an t o d i ch iar a ro n o i n o c c a s i o n e d e l ce n t en a r i o n el 1 9 8 6 , “ è
i n c o n d i z i o n e d i o s p i t ar e q u a l s i a s i p i a n o d i
sviluppo”.
L e g g e n d o l e e m o z i o n at e c r o n a c h e d e l ce n t en ar i o s c o p r i a m o c o m e l a S c u o l a f o s s e g i à a l l ' av a n g u a r d i a v e n t i a n n i f a . P r o p r i o q u e s t 'a n n o si
f e s t e g g i a i l c e n t e n a r i o d el m e t o d o M o n t es s o r i
c h e q u i p o r t ò a l l a n as c i t a d e l l a “ C a s a d e i b amb i n i ” . I l b a m b i n o d ev e es s e r e m i s u r a d i t u t t e le
c o s e d e l s u o a m b i e n t e p e r c r e s c e r e s a n o e a ttiv o . L a c r e s c i t a d ei b a m b i n i c o n t i n u a co n la
s c u o l a e l e m e n t a r e . C i n q u e c l as s i p i ù u n a s e sta
p e r c o m p l e t a r e i l c i cl o p r i m ar i o u r u g u ai an o .
N e l l e f o t o i n g i a l l i t e d el l o s p e c i al e c h e i l m en-
sile A . N. C . R . I . d e d ic ò a l c e n te n a r io
in tr a v e d ia m o p e r f in o u n la b o r a to r io d i
informatica e un laboratorio di
Sc ie n z e p ie n o d i p r o v e tte .
Tu tto e r a “ a f o r m a z io n e d e ll' e d u c a ndo”: educazione alla conoscenza,
a ll' a m ic iz ia , a lle r e la z io n i, a lla v ita d i
c o m u n ità . No n m a n c a l' a tte n z io n e f o ndamentale alla crescita
del corpo con giornate
sp o r tiv e . A n a tu r a le c o mpletamento corona tutta
l' o p e r a sv o lta n e i p r e c edenti settori la Scuola
Secondaria, ricca anche
d i a ttiv ità c o m p le m e n ta r i
e o r ie n ta tiv e .
L a Sc u o la I ta lia n a è sta ta
nei suoi primi cento anni una
g r a n d e o a si f e lic e o ltr e c h e u na
str u ttu r a a ll' a v a n g u a r d ia .
Ne i p r o ssim i g io r n i v i r a c c o n te r em o c o sa è c a m b ia to n e l c o r so di
q u e sti u ltim i a n n i.
I l sito in te r n e t d e lla sc u o la ( h ttp ://www. sc u ola ita lia n a . e d u . u y /) è u n o ttim o p o r ta le : se m b ra
proprio che l'eredità dei fondatori non sia
andat a perdut a.
Come sempre: hast a l uego.
Redazi one (598) 916 08 15.
Da l unedi a venerdi , dal l e 16 al l e 18.
Scri vet eci al l ' i ndi ri zzo
gent edi t al i auruguay@gmai l .com
VENEZUELA
Poteri speciali a Chavez per legiferare
A
p a rtire d a o g g i e p e r i p ro ssim i 1 8 m e si
il p re sid e n te H u g o C h á v e z a v rà p o te ri sp ec ia li p e r le g ife ra re p e r d e c re to a ttra v e rso l a
c o sid d e tta 'Le y Ha b ilita n te ', a p p ro v a ta ieri
d a ll'A sse m b le a n a zio n a le , in te ra me n te c o mposta da membri della maggioranza. La
n u o v a 'Le y ' c o n se n tirà a C h á v e z d i e ma n a re
n o rma tiv e su 11 a re e sp e c ific h e - in c lu s a
q u e lla e n e rg e tic a , il 'p ila stro ' d e ll'e c o n o mi a
v e n e zu e la n a - o ltre a d rifo rm a re le g g i p re esiste n ti n e i se tto ri d i imp o rta n za n a zio n a le.
Si t rat t a del l a seconda 'Ley Habi l i t ant e' concessa al presi dent e dopo quel l a che, dal l 'ott obre 2001, gl i permi se di promul gare 47
nuove l eggi - t ra cui l a 'Ley de Ti erras' e l a
'Ley de Hi drocarburos' - che scat enarono l a
dura reazi one del l 'opposi zi one. Il deput at o
Carl os Escar rá ha spi egat o che i l l avoro di
Chávez sarà art i col at o i n due f asi : f i no a
set t embre preparerà proget t i di l egge che
dovrebbero essere approvat e nei nove mesi
successi vi . La 'Ley Habi l i t ant e' è consi derat a da Chávez uno dei ci nque “mot ori st rat egici” del suo nuovo
mandato, che concluderà nel 2013; gl i al t ri
sono l a ri f orma cost i t uzi onal e, una campagna di “moral e e l uci ”
per “un'i st ruzi one con
val ori soci al i st i ”, una
“nuova geometria del
p o t e re ” p e r l ' a m m i n i st razi one t erri t ori al e e
il rafforzamento dei
pot eri dei comuni .
CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA
la gente d’italia
Venerdì 2 Febbraio 2007 23
Guiglia: un atto d'amore contro l'indifferenza
pagina a cura di
Tonino Pintacuda
I l l i b r o d i F e d e r i c o G u i g l i a h a u n t i t o l o b e l l i ssimo: “Se il mondo finisce qui”. Ancora più bello si rivela il sottotitolo: “racconti italiani di
onore e disperazione dall'Argentina all'Uruguay”.
P u b b l i c a t o n e l 2 0 0 4 p er l a c a s a e d i t r i ce “ I d e az i o n e ” , s i n d a l l e p r i m e p ag i n e ci c a t ap u l t a n ell' Ame ri c a l a t i n a c h e f u , q u e l l a f a t t a d e l s en s u ale e p o e t i c o t a n g o , t e r r a d i ca l ci at o r i ca p a c i d i
pe r c o rr e r e u n i n t e r o ca m p o d i c a l ci o c o n l a p alla magicamente attaccata al piede. La patria della bella Evita (annacquata in salsa hollywoodi a n a d a M a d o n n a ) e d i A n i t a, l ' a m at a m o g l i e d i
Ga r i b a l d i . U n t e r r i t or i o b el l o e p r o f o n d o c h e v a
de l l a g r a n d e A rg e n t i n a al p i cc o l o U r u g u ay.
Gu i g l i a c o n o s c e b e n i s s i m o q u e s t a r ea l t à es s e ndo n a t o a M o n t e v i d e o n el 1 9 5 9 . È s t at o d a s u bito a ff a s c i n a t o d a l m o n d o e d a l l a c u l t u r a i t a l i ana , p e r a m o r e d e l l e s u e r ad i ci h a s t u d i at o l a l i ngu a s i n o a p o s s e d e r l a m eg l i o d i t a n t e p e n n e n os t ra n e .
La scelta del giornalismo risulta naturale. La
s u a c a r r i e r a i n i z i a v e n t u n o a n n i f a - g u a r d a c a-
so l' a n n o d e l c e n te n a r io d e lla Sc u o la I ta lia n a di
Mo n te v id e o - c o n l' a ssu n z io n e a l “ G io r n a le ” di
Indro Montanelli, dopo che, appena ventisettenne, aver vinto a Milano il concorso nazionale
d e ll' I stitu to p e r la Fo r m a z io n e a l G io r n a lism o .
Gu ig lia h a g ir a to il m o n d o e l' h a d e sc r itto c o n
m a e str ia . C a m b ia v a n o g li sc e n a r i d e lla p o litic a
in te r n a z io n a le e i f u si o r a r i m a d a lla L o n d r a d el
1976 alla Berlino del 1996, rinata dopo la caduta
d e l Mu r o , id e n tic o è sta to l' im p e g n o d e l g io r n alista: da segnalare le collaborazioni con Die
We lt e c o n R a d io Fr a n c e - I n te r n a tio n a le .
Un a b e llissim a p o e sia d e l p r e m io n o b e l Se f e r is
r e c ita : “ Ve c c h io a m ic o , c h e c o sa v a i c e r c a n d o ?/
Do p o ta n ti a n n i a ll' e ste r o r ito r n i /C o n im m a g in i so r te / so tto c ie li str a n ie r i /lo n ta n issim i d a lla
tu a te r r a . ”
Gu ig lia p e r e v ita r e q u e sta d isto r sio n e h a sc r itto q u e sto lib r o , u n a tto d ' a m o r e v e r o , v iv o e v ita le p e r la su a te r r a . U n lib r o c h e è u sc ito p r op r io q u a n d o il Ve c c h io C o n tin e n te d e c id e v a d eciso masochisticamente di abbandonare lentam e n te l' A m e r ic a la tin a a l su o d e stin o .
Ed ecco qui ndi l a l ot t a cont ro i l nemi co pi ù t enace: l 'i ndi fferenza.
Il l i bro narra di Gari bal di e Maradona, di Borges che ascol t ò Mont evi deo come un verso e di
Gardel che di venne i l re del t ango.
Un vi aggi o che si snoda dal l 'i ncant evol e Punt a
del Est e si no ad Ushuai a. Senza di ment i care l e
code ai consol at i i t al i ani e l e ri chi est e d'ai ut o
sui gi ornal i argent i ni .
Gui gl i a l o spi ega nel l a quart a di copert i na: «c'è
un mondo che fa parte del mondo: il nostro mondo. A di eci mi l a chi l omet ri da Roma, esi st e una
realtà di nomi e di luoghi latino-americani legati
per sempre al l a vi t a del nost ro Paese. Una “Vi t a” da ri l eggere e ri scopri re perché pi ena di fut uro».
Speriamo che Guiglia continui, ora che dal 1999
ha scel t o di fare i l l i bero professi oni st a - dopo
essere st at o “not i st a” pol i t i co de i l Gi ornal e e
d i r e t t o r e d e l B o rg h e s e - d i c o n t i n u a r e a d a c compagnarci i n quest o meravi gl i oso mondo.
t oni nopi nt acuda@l i bero.i t
IL LIBRO
Il mistero dell'esistenza
umana nella poesia
di Papa Giovanni Paolo II
A nticipato come sempre da un articolo sulla “Civiltà Cattolica”, è
arrivato da pochi
giorni nelle librerie
italiane
il
nuovo libro di Ant o n i o S p a d a ro :
“Nella melodia
della terra. La
poesia
d i K a ro l
Wojtyla” (edizioni Jaca Book, 80
pagine, 10 euro).
Spadaro, oltre ad
essere conosciuto
universalmente
come il “tecnogesuita”
per
la
competenza dimostrata più volte
con i nuovissimi
media, è soprattutto un prepara-
tissimo critico letterario, con inte-
tensa
ressi che spaziano da Pier Vittorio
esperienza
Tondelli a Carver, senza dimentica-
teatrale e
re Flannery O' Connor a
allo studio
cui ha intitolato i labo-
della filo-
glierne la trama infinita di nessi col
ratori di lettura che con-
logia polacca, sino a svilupparsi
mistero dell'esistenza umana.
duce con l'associazione
sviluppando una «devozione» per la
Com' è evidente ad esempio nel
culturale BombaCarta
parola.
“Canto dello splendore dell'acqua”
(www.bombacarta.com),
Le architetture metaforiche dei suoi
del 1950:
fondata da lui stesso nel
versi si intrecciano a domande in-
Nel fondo stesso, a cui volevo solo
1998.
quiete e a risposte di grande inten-
attingere/acqua con la mia brocca,
Nel numero 3733 di Ci-
sità spirituale.
ormai da tempo alle pupille/aderisce
viltà Cattolica Antonio
L'ispirazione di Wojtyla ha genera-
s p l e n d o re . . . Ta n t e l e m i e s c o p e r -
S p a d a ro a v e v a g i à a f -
to composizioni che seguono il ritmo
te/quante mai fino a ora!/Qui, ri-
frontato la poesia di Ka-
del pensiero: si restringono fino al-
flesso dal pozzo, scopersi in me tan-
rol Wojtyla, sottolinean-
l'ermetismo e si allargano fino alla
to vuoto.//Che sollievo! Interamen-
d o c o m e l ' i n t e re s s e d i
meditazione in prosa. Tra pensiero e
te non saprò in me trasportarti,/ma
Giovanni Paolo II per la
visione non ci sono fratture; così an-
voglio che tu resti, come nello spec-
poesia risalisse alla pri-
che tra la dimensione ascetica e
chio del pozzo/restano foglie e fiori
ma giovinezza del futuro
quella pratica.
colti dall'alto,/dallo sguardo degli
papa del dialogo.
Ecco una delle caratteristiche della
occhi stupefatti/- occhi più lumino-
Interesse che poi è matu-
poesia wojtyliana: partire da un og-
si che tristi.
rato, insieme a una in-
getto, un fatto, una persona e co-
Venerdì 2 Febbraio 2007 24
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
Quanto costa
la vita
a Montevideo?
di Tonino Pintacuda
E
d ecco la domanda che tutti aspettavano: quanto costa la vita a Montevideo?
Fughiamo subito ogni dubbio, con uno stipendio
italiano di 800 euro qui si vivrebbe benissimo. La
maggior parte della gente qui, soprattutto dopo la
grande crisi degli scorsi anni legata all'impennata
delle quotazioni del dollaro, vive con appena 6400
pesos. Che sarebbero poco più di 200 euro.
Con tanto deve adeguarsi alla meno peggio,
addrontando a testa alta ogni giorno che snocciola
dal calendario. La quotidianità di tutti, quella
fatta di rate, mutui e pagherò qui assume un significato metafisico.
La gente si industria, spuntano lavoretti che niente hanno da invidiare alla famosa inventiva partenopea: un vecchietto vende in Av.da 18 de Julio cd
di installazione di linux, il sistema operativo caro
agli smanettoni che lottano contro il monopolio di
Windows, qualcun altro vende noccioline glassate
ad appena 5 pesos. Poi volantinaggio, ragazzi
sandwich, cantanti e ballerini di tango, insomma
tutta quella serie di lavoretti figli del bisogno.
Aveva ragione Aristotele, siamo animali sociali.
Viviamo nel grande branco che è la società civile
e possiamo vivere solo saziando i suoi bisogni.
Partiamo dai quelli più elementari: il cibo necessario per vivere.
La gente abusa dell'ottima carne uruguayana e poi
ne sconta le conseguenze. Gli stravizi proteici intasano presto le vene con percentuali di colesterolo
che farebbero impallidire qualunque medico.
Ma è uno stravizio nato dalla penuria di alternative.
Se la carne costa al chilo 35 pesos la gente la comprerà piuttosto che spendere
altrettanto per un quotidiano.
A poco è servita la consistente campagna informativa del governo contro gli
eccessi del consumo di
carne. Il chivito o il pancho
- rispettivamente una specie
di hamburger con una tenerissima fetta di carne adagiata tra salse e pane e il più
normale degli hot dog - ad
appena 30 pesos nei numerosi chioschi che decorano
le strade è troppo allettante
e saporito.
I supermercati sono inseriti
in una rete fortemente
gerarchizzata: dal basso degli almacenes de barrio
(i nostri vecchi empori che spesso e volentieri
devono fare credito) alla vetta rappresentata dalla
Tienda Inglesa che rappresenta il top dei top con un
portale strapieno di animazioni in flash
(http://www.tinglesa.com.uy/).
In mezzo ai due estremi c'è tutta una serie di negozi d'alimentari che conoscono benissimo le strategie del marketing.
Dicevamo: al top la Tienda Inglesa che ha una
varietà di prodotti degni di un ipermercato americano, com'era quel vecchio motto americano?
“Abbiamo tutto: dal seme di mela alla navicella
spaziale”. Ecco, con le dovute precisazioni, è vero
anche per la Tienda. Anche i prezzi sono proporzionati, la Tienda ha nel
suo ricco inventario
anche la pasta italiana e
l'olio
delle
nostre
migliori olive.
La qualità si paga: praticamente i prodotti
importati costano il
doppio
dei
nostri.
Seguono a ruota il
Disco di Punta Carreta
e la catena dei Devoto,
recentemente assorbita
dal gruppo Disco. Poi la
serie dei Ta Ta, quanto
di più simile ai nostri
supermercati
abbia
incontrato. Prezzi che
di certo non sono per la
larga fetta dei cittadini.
Anche se da italiano pagare 38 pesos 5 litri di ottima acqua salus mi sembra un sogno...
Questi ultimi si arrangiano con Superfresco, coi
Macro Mercado e con i Multi Ahorro. Soprattutto i
Superfresco si caratterizzano come piccoli negozi
che hanno fatto di necessità virtù, dove nessuno si
stranizza di pagare a rate una bottiglia di whisky o
di comprare una banana solitaria o una sola
ci`polla. Ogni giorno la massaia scende e compra
solo quello di cui ha davvero bisogno: una cipolla,
un pezzo di carne, una fetta di calabaza (la zucca)
che lesta taglia con maestria col serrucho (il
seghetto) lasciato lì apposta.
Se anche il Superfresco risulta troppo esoso - e non
sta noi giudicare il tenore di vita dei dignitosissimi
uruguayani che mai, con encomiabile nobiltà d'animo, piangono miseria - restano sempre le ferias, i
mercatini rionali che da noi in Italia stanno scomparendo.
Parlo per esperienza diretta: il pizzicagnolo che
ogni mercoledì deliziava il mio colesterolo con il
suo provolone e i suoi affettati è andato a lavorare
dentro un supermercato dove ha cercato, inutilmente, di ricreare quel clima di familiarità che c'era nel
mercatino.
Nelle ferias si trovano frutta, verdura, formaggi e
salumi a prezzi popolari.
Da segnalare che sia la Tienda Inglesa che Macro
Mercado hanno cercato di catturare una clientela
con minore potere d'acquisto. Sono nati cosi la
Tienda Inglesa Sayago e Macro Mercado del Cerro.
Come sempre: hasta luego!
Redazione (598) 916 08 15. Da lunedi a venerdi,
dalle 16 alle 18.
Scriveteci all'indirizzo
[email protected]
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
Lunedì 5 Febbraio 2007
8
«L'Italiano, lingua-chiave
per i giovani uruguayani»
di Tonino Pintacuda
I
l presidente della Camera Fausto
Bertinotti arriva con mezz'ora di ritardo
alla conferenza stampa che precede il ricevimento dell'Ambasciatore d'Italia Guido
Scalici. Il Presidente e' come sempre
impeccabile, sul bavero della giacca luccica la spilletta con la bandiera italiana e
quella uruguayana.
La spilla e' la sintesi di questa visita ufficiale del Presidente: ribadire con vigore sono proprio le parole del presidente
Bertinotti - la «vicinanza» tra l'Italia
e l'Uruguay, il Paese che rappresenta il cuore del Mercosur.
«E' un passaggio particolarmente
coinvolgente, in Uruguay e' presente
una comunita' italiana di rilievo che
sottolinea il peso che l'Italia ha
avuto nella formazione del Paese. E
sono felice per l'impegno-restaurorivalutazione-rilancio di un grande
ospedale come l'Ospedale Italiano di
Montevideo» esordisce Bertinotti e
continua ricordando anche il bellissimo monumento dei desaparecidos
su cui ha deposto, commosso, un
mazzo di fiori.
Ma il viaggio ha anche un'esigenza
d'ordine pratico: perche', sono sempre parole del Presidente, «gli sforzi della comunita' italiana vanno riconosciuti attraverso la loro concretezzazione».
I numerosi giornalisti presenti nello studio del primo
piano della splendida residenza dell'Ambasciatore Scalici
annuiscono.
Un raggio di sole illumina la spilla con le due bandiere,
quasi a rimarcare l'importanza degli ottimi rapporti tra
Italia e Uruguay.
Il tema e' ormai di pubblico dominio, da tempo si parla di
un probabile abbandono dell'obbligo della lingua italiana
nel biennio pre-universitario, la nostra lingua dovrebbe
semplicemente diventare una fra le tante, cancellando
cosi' anni e anni di storia.
Bertinotti dedica ampio spazio alla questione, il resto
della conferenza stampa affronta esclusivamente la questione della lingua italiana.
«La lingua
italiana costituisce
una
chanche
e
un'opportunita' professionale - dice soprattutto
quando
la
societa' va inevitabilmente
verso la massiccia produzione di beni
immateriali e
di
servizi.
Possedere la
lingua italiana
significa per i
giovani
uruguayani avere
una lingua-chiave, un giacimento culturale che
non esula da un
pieno coinvolgimento emotivo per la nostra storia e la
nostra tradizione».
Nessuno interrompe.
Molti si chiedono perche', allora, il
Presidente oltre a recarsi all'Ospedale Italiano non ha
visitato anche la piccola citta' della cultura, la meravigliosa Scuola Italiana di Montevideo diretta dalla dott.ssa
Adriana Testoni.
Il presidente, sinceramente, spera che le numerose realta'
italo-uruguayane che non e' riuscito a visitare rappresentino, sono le sue stesse parole, «un auspicio per un ritorno».
Presidente, cosa fara' in concreto per la questione
della lingua italiana in Uruguay?
«Al mio ritorno in Italia ne parlero' con tutti gli esponenti culturali. Mi
preme precisare
che questa non e'
una rivendicazione patriottica. La
lingua italiana e'
uno strumento
indispensabile
che
aggiunge peso e valore
alla collettivita' italiana di
Montevideo. Ripeto: lo
studio della nostra lingua
rappresenta una chance
per tutto l'Uruguay».
E da parte del Governo
Uruguayano che segnali ci sono stati?
«I rapporti sono ottimi, come gia' era chiaro dopo la visita dell'Onorevole Fassino due mesi fa. E' evidente che c'e'
concordanza tra le due posizioni e non c'e' mai stato dissenso alle proposte del Governo italiano»
E per gli Italiani all'Estero ci sara' una piu' chiara
definizione?
«Sono sicuro che il Governo Prodi durera' per l'intera
legislatura e la questione degli Italiani all'estero sara'
affrontata nel corso dei cinque anni».
Puo' anticiparci se avverra' entro l'anno?
«Questo non posso prometterlo. Ma - ripeto - avverra' nel
corso della legislatura. Abbiamo un calendario a cui si fa
abbastanza violenza per rispettarne gli impegni».
Martedì 6 Febbraio 2007 8
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
Come si legge una città?
di Tonino Pintacuda
LaSono un famelico lettore, lo hanno detto in tanti
e lo ribadisco: se non hai tempo e voglia di leggere,
non ne troverai mai nemmeno per scrivere.
Da quando mia madre mi ha insegnato a leggere a
quattro anni e mezzo, con il fine di tenermi lontano
dal suo studio “matto e disperato” per la laurea in
Teologia, non mi sono più fermato.
Questa personalissima premessa mi serviva per
spiegarvi che non c'è differenza tra leggere un
libro, un giornale, una
rivista, un quadro di
Raffaello o tutta una città.
Seguitemi: Umberto
Eco, luminare e padre
della semiotica moderna
- la scienza che studia i
segni - lo ha ribadito più
volte. Sin dai tempi del
“Diario Minimo” in cui
l'autore del “Nome della
rosa” ha letto perfino
Mike Bongiorno per
scrivere la celeberrima
fenomenologia del presentatore italo-americano.
La lettura inchioda l'attenzione, serve a vedere meglio, oltre il velo
delle distrazioni delle nostre giornate senza pretese.
Ed ecco: ho deciso di leggere con voi Montevideo.
La copertina di Montevideo é Plaza Indipendencia, al centro, bellissimo e altero, l'eroe nazionale José Gervasio Artigas, il caudillo revolucionario che tanto ha dato a questa città e che, per legge, deve essere sempre presente e bene in vista in ogni pubblico ufficio, oltre che
apparire fiero in ogni moneta.
Partiamo da qui. Dall'alto.
Prendiamo in prestito il punto di
vista di un piccione, perfino lui
beneficia dell'aria salubre di
Montevideo. Appollaiato sulla
spalla del Gaucho sembra un piccolo soldato impettito e pennuto.
Sotto la piazza-copertina troviamo
il mausoleo Artigas, imponente
monumento in cui il popolo uruguayano ha reso onore al suo eroe.
Pennac nel suo bellissimo libro
“Come un romanzo” ha stilato il
decalogo del lettore, tra cui spicca il
diritto a saltare le pagine. Usiamo
questo diritto, sfogliamo la città
relegando a un altro giorno la sua
storia.
Montevideo è un libro mastodontico, fatto di infiniti capitoli che si
snodano come dedali di un labirinto, seguiamo un cartonero fermo al
semaforo. Questa figura merita un intero capitolo. E correggiamoci
subito: il cartonero montevideano non è un cartonero.
Ringraziamo il cavaliere Gianranieri Colella e sua moglie che, in una
bellissima e-mail arrivata al nostro indirizzo [email protected], ci hanno gentilmente corretto: a Montevideo
quelli che ci ostinavamo a chiamare “cartoneros” si chiamano “hurgadores” e il loro trasporto é il “carrito”. La gente li chiama comunemente “carritos”.
I carritos lavorano per l'intera giornata, paragrafo dopo paragrafo scopriremmo che
potrebbero trattare meglio i loro cavalli.
Dovrebbero bere di più, senza arrivare all'eccesso opposto dei vetturini palermitani che come tutti sanno - trattano meglio il loro cavallo
che le loro mogli.
Voltiamo pagina e zona, ecco il porto di
Montevideo che abbraccia la città come un
uomo abbraccerebbe la sua donna dopo tre mesi
di lontananza.
Qui c'è Garibaldi senza cavallo e senza Anita,
solo, in piedi e in compagnia di un'àncora per
ricordare che per due anni
fu a capo delle forze navali
uruguayane. Qui l'Eroe dei
due mondi sposò Anita. Ma
a José Garibaldi dedicheremo un ampia monografia,
andiamo avanti.
Av.da 18 de Julio la leggiamo dall'alto, la strada si
snoda lungo la città e la
gente ama passeggiare
lungo le sue “cuadras”.
Ecco: le “cuadras”, concretizzazione della
genialità uruguayana, da cui tanto noi italiani
possiamo e dobbiamo imparare.
Da noi uno semplicemente dice: “abito a
Bagheria in via Perez n.26”. E incominciano i
guai. Restiamo nell'esempio. ABagheria ci sono
due via Perez, una nella frazione marinara di
Aspra, l'arcinoto lungomare e un'altra una piccola straduzza incastrata nel centro storico.
I montevideani danno come indicazione la via e
specificano la cuadra in cui essa è inserita. Ad
esempio io vi scrivo da Calle Misiones, la mia cuadra è tra Rincon e
Sarandì. Non potete sbagliare.
E se facessimo la stessa cosa in Italia? Finalmente arriverebbe la
posta anche a casa mia, invece di ricevere le buste tatuate di “No
Aspra, vedi Bagheria”.
Ma la città è un libro bello e denso. In letteratura sarebbe “Horcynus
Orca” di Stefano D'Arrigo. Un libro-monstrum, che in latino significa “prodigio”. Un libro in cui un lettore è sopraffatto dalla densità
specifica che trova in ogni pagina.
Montevideo è così: bella, sensuale, colorata, poetica. Si ascolta davvero “come un verso” e si legge estasiati, con un'evidenziatore
accanto a segnare tutti i passaggi più interessanti.
Ci accorgeremmo troppo tardi che abbiamo sottolineato ogni pagina di questa splendida città con l'alfabetizzazione al 98 % e la sua
gente che usa le nuove tecnologie con
assoluta padronanza, tanto che il
Governo inaugura una meritevolissima
campagna per far avere un portatile ad
ogni niño.
Amo questa città, proprio come succede
solo nell'amore vero, quello che merita la
maiuscola, non finisco mai di scoprirne il
mistero.
Una volta Andrea Monda, vaticanista del
“Foglio” di Ferrara, paragonò la moglie
a un telefonino. Il vaticanista partecipava
ad un convegno sul “Mistero dello
Scrivere” organizzato dalle straordinarie
“Pietre di Scarto” guidate da Tita Ferro.
Sua moglie Elvira, seduta in prima fila,
restò basita e Monda, che con le parole e
le metafore è imbattibile, si spiegò
meglio.
Lui non riesce mai a scoprire tutte le funzioni di un telefonino cellulare, proprio come nei tanti e bellissimi anni di matrimonio con
Elvira non è riuscito ancora a scoprire del tutto l'eccezionalità della
sua dolce metà.
Ecco: io con Montevideo
sono ancora ai primi
appuntamenti, il suo
mistero è tutto da scoprire. Per fortuna... Devo
ancora “leggere” l'incantevole Scuola Italiana di
Montevideo, la “Casa
degli Italiani” e mille
cose ancora.
Come sempre: hasta
luego!
Mercoledì 7 Febbraio 2007 8
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
Gianni Raso: «Difendere l'italiano significa
difendere l'identità del popolo uruguayano»
di Tonino Pintacuda
L ’'avvocato
Gianni Raso, è il
d i r e t t o r e r e s p o n s a b i l e d e g l i U ff i c i
Rai di Montevideo, nella sede al
n u me ro 1 0 4 4 d i Av. d a 1 8 d e J u l i o .
C i h a r a c c o n t a t o l a s u a s t o r i a, i l s u o
l a v o r o e i l s e n s o p r o f o n d o d e l l a l i ng u a i t a l i a n a p e r l ' i n t e r o U r u g u ay.
Q ue l l a d i M o n t e v i d eo è u n a s e d e
p a r ti c o l a re c o n c o m p et e n z a s u u n
territorio
che
avvolge
tutta
l' A me r i c a La t i n a .
«Na s c e n e l 1 9 6 6 a s e g u i t o d i i n c o ntri tra il Presidente Saragat e il
Governo uruguayano. Si scelse
Mo n t e v i d e o p e r c h é s em b r ò u n p o s t o
a d e g u a t o p e r n o n f ar t o r t o n é a S a n
Paolo
né
a
Buenos
Aires.
Quarant'anni dopo l'opportunità è
s t a t a c o n f e r m a t a d a l l a s er i e d i f ac ili t a z i o n i c h e l ' U r u g u a y o ff r e a i n iz i a t i v e c u l t u r a l i e g i o r n al i s t i c h e . È
un p o s t o c e n t r a l e c o n u n a f o r t e c o mpo n e n t e i t a l i a n a » .
P a r l i a m o p ro p r i o d e l l a p re s e n z a
della comunità italiana. Che tipo
di utenza avete?
«Ce rc h i a m o d i t e n e r e co s t an t em en t e
s e mp r e a g g i o r n a t i d at i e r i c h i es t e
d e i n o s t r i t e l e s p e t t a t o r i . Va p e r ò
s e g n a l a t o c h e q u e s t a p r es e n z a n el
te mp o è c a m b i a t a , s i a i n U r u g u a y
ma anche nel resto dell'America
L a t i n a . U n c a m b i a m en t o i n i z i at o s i
c o n l a p r e s a d i c o s ci en z a d 'a p p a r t ener e a l c o r p o e l e t t o r a l e i t al i a n o . O r a
gl i i t a l i a n i e g l i i t a l i a n i - l a t i n o a m er i ca n i c h iedono soprattutto notizie e programmi d'appr o fo n d i m e n t o » .
C h e ma n s i o n i s v o l g e l a v o s t ra s e d e ?
«S i a m o u n u ff i c i o R a i d i s l o c a t o i n A m er i ca
L a t i n a e d i p e n d i a m o d a R a i C o r p o r at i o n , co nsociata Rai con sede a
N e w Yo r k . L e n o s t r e
attività ci mettono in
c o n t a t t o c o n l e d i v erse realtà della Rai,
non solo con Rai
I n t e r n a t i o n a l .
Abbiamo
funzioni
pr i n c i p a l m e n t e c u l t urali che consistono
nella
distribuzione
gratuita in America
Latina di programmi in italiano, spagnolo e
po r t o g h e s e c h e f a n n o r i f er i m e n t o a n o t i z ie ,
c u ltu r a , m u sic a e c in e m a ita lia n i. N o n c i o c c up ia m o , in v e c e , d e lla d istr ib u z io n e d e l se g n a l e
2 4 H d i R a i I n te r n a tio n a l. Qu e sta f u n z io ne
viene effettuata attraverso una società di
c o m u n ic a z io n i. Ov v ia m e n te p e r ò c o n tr o llia m o
la q u a lità d e l se g n a le e tr a sm e ttia m o in I ta lia
le o sse r v a z io n i e le r ic h ie ste c h e g li u te n ti
d e ll' A m e r ic a L a tin a c i f a n n o
p e r v e n ir e » .
Ci tolga una curiosità?
C o m ' è a r r i v a t o a d i r i g e re
que st a se de ?
«La mia storia è un po'
diversa da quella di tanti
emigranti. Mio nonno era
c ile n ta n o e v e n n e in Ur u g u a y
a la f in e d e ll' Otto c e n to . Visse
a L a sc a n o . Mio p a d r e - Ju a n
fece
l'università
a
Mo n te v id e o e p o i e n tr ò n e l Min iste r o d e g l i
Esteri. Nel 1946, in pieno dopoguerra, fu
inviato a Napoli, dove
nacqui i o due anni dopo.
Mio
padre
restò
a
Napoli per vent'anni,
così ho pot ut o compl et are il liceo classico
al l 'Umbert o I del capoluogo partenopeo. Nel
1966
arrivato
a
Montevideo, entrai al
secondo anno preparat ori o del l a facol t à di l egge
dove s'i nsegnava i t al i ano e poi mi l aureai i n
g i u r i s p r u d e n z a
all'Università
statale
dell'Uruguay nel 1975.
Anche se l a t esi non era
obbl i gat ori a i o l a feci l o
s t e s s o , l ' a rg o m e n t o e r a
la disoccupazione e la
cassa i nt egrazi one, t emi
che poi ho cont i nuat o a
segui re nel l a mi a carri era. Poi la svolta. Alla
fi ne degl i anni Set t ant a
fui assunt o come l egal e
dell'Ufficio Rai e nel
1989 mi di edero l 'i ncari co di responsabi l e che
ancora ri copro».
Da vent'anni quindi
vi ve e l avora qui , ottim o punto d' osservazi one sulla realtà italouruguaya. Il Presi dente Berti notti ha defi nito l ' i tal i ano una l i ngua-chi ave, un' opportuni tà per i gi ovani uruguayani .
«La quest i one del l a l i ngua e del l a cul t ura i t al i ana i n Uruguay è pi ù compl essa. Conoscere
l a nost ra l i ngua non è un sempl i ce “sapere”
ut i l e o cul t ural ment e i nt eressant e. La l i ngua e
l a cul t ura i t al i ana fanno part e del DNA degl i
uruguayani.
Entrambe
sono
espressione
profonda del l a l oro st essa i dent i t à. Gi rando per
l 'Ameri ca Lat i na i n quest i vent 'anni ho capi t o
una cosa: ci sono sol o due post i dove ci si
sent e come i n It al i a: a Buenos Ai res e i n t ut t o
l 'Uruguay.
La di fesa del l a l i ngua i t al i ana non è una di fesa
del l 'It al i a: è l a di fesa del l 'i dent i t à st essa del
popol o uruguayano».
Giovedì 8 Febbraio 2007 8
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
Sulla rotta del Leone di Caprera
di Tonino Pintacuda
S
u u n a g o l e t t a d i n o v e m et r i d i
lunghezza chiamata “Leone di
Caprera” in onore di Giuseppe
G a r i b a l d i , i l 3 o t t o b r e d e l 1 8 7 9 Vi n c e n z o
F o n d a c ar o d i B a g n a r a C a l ab r a ( R C ) , O r l a n d o
G r a s s o n i d i A n c o n a e P i et r o Tr o c c o l i d i M a r i na
di C a m e r o t a ( S A ) r i u s ci r o n o a c o r o n a r e i l l o ro
s o g n o : r a g g i u n g e r e G i u s e p p e G ar i b al d i .
L a g o l e t t a e r a s t a t a a u t o co s t r u i t a c o n f i n an z iamenti di immigrati italiani in Uruguay ed
A rg e n t i n a p e r c o m p i er e q u el l o ch e a t u t t i s e mb ra v a u n “ f o l l e v o l o ” : p ar t i r e d a
M o n t e v i d e o e r a g g i u n g e r e l 'i s o l a
d i G i u s e p p e G a r i b a l d i . P e r c o nsegnargli
doni
inviati
da
M o n t e v i d e o , u n a s c i ab o l a e u n
l i b ro d i f i r m e d e g l i em i g r a t i i t aliani
a
Montevideo
e
in
A rg e n t i n a .
Fu ro n o n e c e s s a r i 11 0 g i o r n i p e r
coprire 6 mila e 500 miglia la
r o t t a a t l a n t i c a M o nt e v i d eo , L as
Pa l ma s , G i b i l t e r r a , M a l ag a p l acando con l'olio la furia del
ma re i n t e m p e s t a . I l c a l ab r e s e
Vi n c e n z o F o n d a c a r o , l ' a n c o n e t an o O rl a n d o G r a s s o n i e u n c i l e nt a n o d i M a r i n a d i C am er o t a, s i
erano imbarcati sul "Leone di
C a p r e r a " p e r r a g g i u n g e r e l ' E r o e d ei D u e M o n d i
n e l l a s u a i s o l a . I l c i l en t an o P i et r o Tr o c c o l i f u
l ' u n i c o a i n c o n t r a r e G i u s e p p e G ar i b al d i e a
c o n s e g n a rg l i i d o n i . L a s ci ab o l a p er o ' r es t o ' a
M o n t e v i d e o , n e s s u n o c r e d e v a p o s s i b i l e l 'a t t r aversata oceanica.
Tro c c o l i f u a n c h e l ' u n i c o a r i c e v e r e u n a m e d ag l i a d ' o r o , c o n s e r v a t a g e l o s am en t e d a u n s u o
d i s c e n d e n t e , m a n c o a d i r l o a m m i r ag l i o d e lla
M a ri n a u r u g u a i a n a , p e r u n 'i m p r e s a ch e s em b rava impossibile: per la distanza che separa
l ' U ru g u a y d a l l ' I t a l i a e p e r l e d i m e n s i o n i r i d ott e d i u n o s c a f o p r o g e t t at o d al l o s t es s o c a p i t a n o
Fo n d a c a r o e r e s o i n a ff o n d ab i l e d a l l a p a r t i c o lare tecnica di costruzione
N e l 2 0 0 3 l a s c i a b o l a è f i n a l m e n t e ar r i v at a a
destinazione e consegnata all'erede di
Garibaldi. L'eroe di quest'impresa è Pino
Ve n e r o s o , 6 2 a n n i , e x u ff i ci al e d e l l a G u ar d ia
di Finanza, che ha inseguito il mito del
“ L e o n e ” c o n l a s u a “J u t t a ” , u n o s l o o p d i 9
m e t r i , c l a s s e s h o w 2 9 , co s t r u i t a n ei c a n t i e r i
B a r b e r is d i L a Sp e z ia .
L ' im p r e sa d i Pin o Ve n e r o so è d a m a n u a le : da
u n c a p o a ll' a ltr o d e ll' o c e a n o , tr a v e r sa ta a tla ntic a n o n sto p o q u a si. I n so lita r ia , d a lle c o st e
d e l C ile n to a q u e lle d e l Su d Am e r ic a in se g u e nd o p e r 1 0 m ila c h ilo m e tr i - se im ila e 5 0 0
m ig lia o g iù d i li - il m ito d e l "L e o n e di
Caprera”.
C o n l' a u silio d i d u e c o m p a g ni
E m il Ka m a id e Ga b r ie le Vita,
quest'ultimo non ha potuto
completare il viaggio per la
scadeza della sua licenza e,
a l l e i s o l e d i C a p o Ve r d e , è
d o v u to r ie n tr a r e in I ta lia .
E f in a lm e n te il 5 a g o sto d el
2 0 0 4 la f in e d e l lu n g o v ia g g io
con l'arrivo alla Maddalena
c o n la c o n se g n a d e lla sc ia b o la.
Il
Console
italiano
di
Montevideo aveva certificato
la c o n se g n a d e lla sc ia b o la da
p a r te d e l p r e sid e n te d e ll' Ae r c u
(Assoicazione
Emigranti
R e g io n e C a la b r ia in U r u g u a y ),
in dono al museo Garibaldi
c o m e sim b o lo d i f r a te lla n z a e d e ll' u n io n e f ra
g li u o m in i.
A b b ia m o in c o n tr a to Pin o Ve n e r o so n e g li u ff ici
R a i d i Mo n te v id e o e l' a b b ia m o in te r v ista to .
C o sa l'ha spint a a c o mpie re que st a inc re dibile impre sa ?
« So n o n a to in u n p a e se d i m a r e , d isc e n d e n te da
g e n e r a z io n i d i p e sc a to r i e m a r in a i, h o g io c a to
c o l m a r e e p o i h o la v o r a to su l m a r e » - sp ie ga
Ve n e r o so r ic o r d a n d o le p r im e e sp e r ie n z e da
m o z z o su lle b a r c h e u sa te p e r la p e sc a d e ll e
a lic i c o n la m e n a ic a e le r o tte so lc a te c o n l a
Ma r in a Me r c a n tile e Milita r e , n e lla G u a r d ia di
Fin a n z a - « C o n q u e ll' a m ic o , N e llo Ta m b a sc o,
d iv e n ta to o g g i p r e sid e n te d e l c ir c o lo n a u tic o
d i Ma r in a d i Pisc io tta , so g n a v a m o d a r a g a z zi
d i g ir a r e il m o n d o in b a r c a a v e la r ip e r c o r r e nd o l' Atla n tic o su lla r o tta se g u ita o ltr e u n se c olo f a d a l L e o n e d i C a p r e r a . Un so g n o c h e h o
f in a lm e n te r e a liz z a to . L ' h o f a tto n o n so lo p er
m isu r a r m i c o n il r e sp ir o d e ll' Atla n tic o e c o n l e
su e d ista n z e in f in ite m a a n c h e p e r v isita r e le
te r r e c h e a ttr a sse r o i n o str i a n te n a ti c ile n ta n i .
L'ho fat t o per ri t rovare i l oro di scendent i e
ri al l acci are vi ncol i ant i chi di parent el a e di
cul t ura ci l ent ana».
La t raversat a non è st at a sol o una sfi da t ra
l 'uomo e i l mare ma anche un banco di prova
per dei t est sci ent i fi ci al i ment ari l egat i al l a
Di et a Medi t erranea e al l a produzi one t i pi ca del
Ci l ent o. La gran part e dei ri forni ment i a bordo
era cost i t ui t a da prodot t i ci l ent ani conservat i a
trasformati utilizzando le antiche tecniche
l ocal i (dal l 'essi ccazi one al l a sal at ura).
Ha portato a term i ne un' i m presa stori ca, è
andato ol tre i suoi grandi predecessori . Ha
affrontato anche l'attacco dei pirati a
Reci fe, i n Brasi l e.
«Il Leone di Caprera aveva l unghezza e st azza
come l a mi a "Jut t a" ma nonost ant e l e geni al i
sol uzi oni con l e qual i fu cost rui t a quel l a barca,
penso che oggi i l mi o sl oop si a pi ù affi dal e e
si curo del vecchi o Leone. Quel l a fu di si curo
un'i mpresa i neguagl i abi l e, per coraggi o e perizi a mari nara, l a rot t a at l ant i ca da ovest verso
est non ha i l favore degl i Al i sei -che spi rano
i nvece da est verso ovest - per cui i t re a bordo
del Leone furono i mpegnat i i n una cont i nua
bol i na st ret t a e i n i nt ermi nabi l e bordeggi . I
pi rat i mi hanno t ol t o t ut t o, gl i st rument i di
navi gazi one e perfi no i vest i t i . Ma mi hanno
l asci at o i l bene pi ù prezi oso: l a vi t a».
La vi ta di un uom o coraggi oso che ha compiuto
una
memorabile
impresa
.
Onestam ente: l o ri farebbe?
«Come no! Sono passat o at t raverso t empest e e
mari i n burrasca. Mai avut o paura. Se m'avesse
sfiorato,
sarebbe
stata
una
tragedia.
L'i mport ant e è ri usci re a st are i n pace con i l
propri o i o».
Ai nost ri l et t ori ri cordi amo che i l “Leone di
Caprera” è at t ual ment e i n esposi zi one presso
l a Grot t a di Lent i cel l e di Mari na di Camerot a
al l est i t a al l 'opport uni t à a Museo.
La pri ma edi zi one del di ari o di bordo del l a t raversat a fu st ampat a nel 1881, nel 1884 ne fu
fat t a una seconda edi zi one.
At t ual ment e i l di ari o del vi aggi o è i nseri t o nel
l i bro “Dal l 'Ameri ca al l 'Europa. Vi aggi o at t raverso l 'Oceano” a cura di Gi useppe Gal zerano.
Con quest a bel l a st ori a nel cuore, come sempre: hast a l uego!
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CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA
Venerdì 9 Febbraio 2007
la gente d’italia
Mario Benedetti: il più grande artigiano della parola
pagina a cura di
Tonino Pintacuda
O g g i m i s o n o a l z a t o p r e s t o , a v e v o u n a p p u ntame n t o i m p o r t a n t e : c o n u n l i b r o .
Un a “ n o v e l a ” d i M a r i o B e n e d e t t i ( P as o s d e l os
To r o s , 1 9 2 0 ) , a n z i , m eg l i o , “ l a” n o v el a d i M ar i o B e n e d e t t i , “ L a Tr e g u a ” , i l r o m a n z o ch e n el
19 6 0 l o f e c e c o n o s c e r e e a p p r e z z a r e n e l m o n d o
in t e r o .
Ce n t i n a i a d i e d i z i o n i , t r a d u z i o n i i n 1 9 l i n g u e,
r i d u z i o n i t e a t r a l i , r a d i o f o n i c h e , t e l ev i s i v e e c ine ma t o g r a f i c h e .
Ad d i r i t t u r a l a v e r s i o n e c i n em at o g r af i ca , d i r e tt a d a Serg i o Re n á n , r i ce v e t t e n el 1 9 7 4 l a n o m in a t i o n a g l i O s c a r c o m e m i g l i o r f i l m s t r an i er o .
C o n q u e s t o r o m a n z o - c h e f el i c e d i v o r e r ò s t an o t t e - l o s c r i t t o r e h a i n i z i at o l a s u a f o l g o r an te
carriera, diventando l'autore uruguayano più lett o e a mat o . H a p u b b l i ca t o p i ù d i 4 0 l i b r i , t u t ti
tradotti in 18 lingue.
N e l l a s u a v a s t a p r o du z i o n e s p i c c a n o l e s u e r accolte poetiche Inventario e Inventario Dos, i
c a n t i L a m u e r t e y o t r as s o r p r es a s ( 1 9 6 8 ) , C o n y
sin nostalgia (1977) e Geografías (1984), le nov e l l e G r a c i a s p o r e l f u e g o ( 1 9 6 5 ) e P r i m av e r a
con una esquina rota. Il suo ultimo libro è “Canciones del que no canta” (Canzoni di ciò che
non canta) del 2006.
M a c h i è M a r i o Be n e d e t t i ?
P ar t i a m o d a l n o m e c o m p l e t o d i q u e s t o b a ff u to
artigiano della parola: Mario Orlando Hamlet
Hardy Brenno Benedetti Farugia, ben cinque nomi , t a n t i g l i e n e d i e d e r o i g en i t o r i B r e n n o B e-
n e d e t t i e M a t i l d e F a r u g i a , c o n f o r m e m e n t e a ll'uso italiano del primo dopoguerra. Sino ai due
a n n i a b i t ò n e l s u o p a e s e n a t al e, P as o d e l o s Toros.
S u c c e s s i v a m e n t e , p e r r ag i o n i d i l a v o r o , l a f ami g l i a B e n e d e t t i s i t r as f e r ì a Ta c u a r e m b ó , q u i
f u ro n o v i t t i m a d i u n a t r u ff a e co n l ' e s p e r i en z a
a c c u m u l a t a d e c i s e r o d i t r a s f e r i r s i n e l l a m er a v ig l i o s a M o n t e v i d e o . Ma r i o av e v a a p p e n a 4 a n n i.
A d o t t o a n n i i n i z i ò i s u o i s t u d i p r i m ar i n e l C o ll e g i o Te d e s c o d i M on t e v i d eo , d o v e c o m p l e t ò il
corso di studi nel 1933. Iniziò quindi a freq u e n t a r e i l L i c e o M i r a n d a p e r. N e l 1 9 3 4 e n t r ò
nella Escuela Raumsólica de Logosofía. Nel
1 9 3 5 r e a l i z z ò i s u o i s t u d i s ec o n d a r i i n m an i er a
incompleta, completandoli poi da privatista a
c a u sa d e i p r o b le m i e c o n o m ic i d e lla su a f a m ig lia .
A ll' e tà d i q u a tto r d ic i a n n i c o m in c iò a la v o r a r e
n e lla im p r e sa d i Will L . Sm ith , c h e r e a liz z a v a
r ic a m b i p e r a u to m o b ili. Tr a il 1 9 3 8 e il 1 9 4 1
r isie d e tte q u a si c o n tin u a m e n te a B u e n o s Air e s,
A rg e n tin a .
N e l 1 9 4 5 e n tr ò a f a r p a r te d e lla r e d a z io n e d e l
settimanale “Marcha”, dove rimase fino al 1974
(anno di chiusura del giornale oggi diventato
“Brecha”) del 1954 venne nominato direttore
le tte r a r io d e l Ma r c h a .
E , f in a lm e n te , il 2 3 m a r z o 1 9 4 6
si sp o sò c o n L u z L ó p e z Ale g r e ,
l'amore di tutta una vita. Nel
1948 diresse la rivista letteraria
M a rg i n a l i a e p u b b l i c ò i l v o l u m e d i sa g g i Pe r ip e z ia e R o m a nz o ( Pe r ip e c ia y n o v e la ) . C o n tinua ad accumulare esperienze
nell'impegno delle riviste di letteratura: nel 1949 divenne membro del consiglio di redazione
d e l “ N ú m e r o ” , u n a d e lle r iv iste
le tte r a r ie p iù im p o r ta n ti d e ll' epoca. Partecipò attivamente al
movimento contro il trattato militare con gli Stati Uniti d'America. Fu questa la sua prima
a z io n e c o m e m ilita n te p o litic o .
Nello stesso anno ottenne il
Premio del Ministero della
Istruzione Pubblica per la sua
prima raccolta di racconti,
“ E sta m a ñ a n a ” . N e f u il v in c itore in ripetute occasioni fino
a l 1 9 5 8 , d a q u a n d o lo r if iu tò r ip e tu ta m e n te p e r
c o n tr o v e r sie su l r e g o la m e n to .
N e l 1 9 6 4 l a v o r ò c o m e c r i t i c o t e a t r a l e e c o d ir e tto r e d e lla p a g in a le tte r a r ia se ttim a n a le “ A l
se r v iz io d e lle le tte r e ” d e l q u o tid ia n o L a m a ñ ana.
Oltr e a lla le tte r a tu r a B e n e d e tti h a se m p r e c o ltiv a to u n sa n o u m o r ism o , c o m e d im o str ò n e lla
c o lla b o r a z io n e a lla r iv ista u m o r istic a “ Pe lo d ur o ” . E n o n so lo : r e sta n o f a m o se le su e c r itic h e
c in e m a to g r a f ic h e su “ L a tr ib u n a p o p u la r ” .
To r n ò a C u b a p e r p a r te c ip a r e c o m e g iu r a to d e l
c o n c o r so “ C a sa d e la s A m e r ic a ” . Pa r te c ip ò a ll' in c o n tr o c o n R u b é n Da r ío . E p o i in Me ssic o
p e r p a r te c ip a r e a l “ I I C o n g r e sso L a tin o a m e r i-
cano degl i Scri t t ori ”; part eci pò i nol t re al Congresso Cul t ural e del l a Havana con l a rel azi one
Sul l a rel azi one t ra l 'uomo d'azi one e l 'i nt el l ett ual e e di vent ò Membro del Consi gl i o di Di rezi one del l a Casa del l e Ameri che.
Nel 1968 fondò e di resse i l “Cent ro di Invest igazi one l et t erari a” del l a Casa del l e Ameri che.
Te Quiero
L e tue mani sono la mia carezza,/
i miei accordi quotidiani/
ti amo perché le tue mani/
si adoperano per la giustizia/
se ti amo è perché sei/
il mio amore la mia complice e tutto/
e per la strada fianco a fianco/
siamo molto più di due/
i tuoi occhi sono il mio esorcismo/
contro la cattiva giornata/
ti amo per il tuo sguardo/
che osserva e semina il futuro/
la tua bocca che è tua e mia/
la tua bocca che non si sbaglia/
ti amo perché la tua bocca/
sa incitare alla rivolta/
se ti amo è perché sei/
il mio amore la mia complice e tutto/
e per la strada fianco a fianco/
siamo molto più di due/
e per il tuo aspetto sincero
/e il tuo passo vagabondo/
e il tuo pianto per il mondo
/perché sei popolo ti amo/
e perché l'amore non è un'aureola/
né l'ingenuo finale di una favola/
e perché siamo una coppia/
che sa di non essere sola/
ti voglio nel mio paradiso/ _
ossia quel paese /
in cui la gente vive felice/
anche senza permesso/
se ti amo è perché sei/
il mio amore la mia complice e tutto/
e per la strada fianco a fianco/
siamo molto più di due. _
la gente d’italia
27
Venerdì 9 Febbraio 2007
Insieme ai membri del Movimento di
L i b e r a z i o n e N a z i o n a l e - Tu p a m ar o s
f o n d ò , n e l 1 9 7 1 , i l M o v i m en t o d e l l e
I n d i p e n d e n z e 2 6 Ma r z o , u n r ag g r u pp a m e n t o c h e p a s s ò a f o r m ar e l a c o al i z i o n e d e l l e s i n i s t r e F r en t e A m p l i o .
B e n e d e t t i f u d i r i g en t e d e l m o v i m e nt o . È n o m i n a t o d i r et t o r e d el “ D i p a rt i me n t o d i L e t t e r a t u r a I s p a n o a m er ic a n a ” n e l l a F a c o l t à d i n el l a F a c o l t à
di Umanistiche e Scienza dell'Università della Repubblica. Pubblica
“Crónica del 71”, composto per lo
p i ù d a u n a r a c c o l t a d i ed i t o r i al i p olitici pubblicati nel settimanale
“Marcha”, una poesia inedita e tre
discorsi letti durante la campagna del
Frente Amplio. Pubblica anche “Los poemas comunicantes”, con interviste a vari poeti latinoamericani.
N e l 1 9 7 3 , d o p o i l co l p o d i s t at o m i l i t a r e a c a us a d e l s u o a t t i v o f a v o r e g g i am en t o p er l a so vversione marxista, deve abbandonare l'Uruguay,
il suo dolore più grande.
L a s c i a a n c h e l ' i n c a r i c o a ll ' U n i v e r s i t à e p a r t e p er l ' esilio a Buenos Aires.
Così nizia la stagione dei
grandi viaggi: Argentina,
Perù, Spagna. Furono dieci
lunghi anni che lo videro
lontano dalla sua patria e da
s u a m o g l i e , l a q u a l e d o v ett e ri m a n e r e i n U r u g u ay p e r
a c c u d i r e a l l a m a dr e ed al l a
s u o c er a
N e l 1 9 7 6 t o r n a a C u b a, q u es t a v o l t a c o m e e siliato, e si unisce nuovamente al Consiglio di
D i r e z i o n e d e l l a Ca s a d el l e A m e r i ch e . N el 1 9 8 0
s i t ra s f e r i s c e a P a l m a d e M a i o r ca . D u e an n i p iù
tardi inizia la sua collaborazione settimanale
P otessi, volessi, vedessi, amassi… Tutte
parole di un tempo che fu, perché oramai il modo congiuntivo sembra avere
iniziato il declino, che lo sta portando a
scomparire non solo dalla conversazione
quotidiana ma anche dalla lingua scritta.
È per arginare questa perdita che nasce
il comitato SIC, ovvero “Salviamo il congiuntivo”,
non
ad
o p er a
di
vecchi
r om a n t i c i , d i f en sori
d el l a p u re zza della
lingua ma di un'insegnante, la professoressa Braschi, e degli
studenti della classe II B dell'istituto
com p re n si v o
“C astiglion e
1”,
a
Castiglione delle Stiviere, in provincia
di Mantova.
Un comitato per salvare un modo verbale come per salvare una specie in via
d'estinzione, e come tale il comitato si è
o r ga n i zza t o d o tan dosi da dicembre
anche di un blog, per espandere la propria attività e spiegare le proprie ragioni. Il blog, che potete visitare all'indirizzo
w w w. sa l v iamoilcongiu n tivo.blo g-
n e lle p a g in e d e ll' O p in io n il q u o tid ia n o E l Pa í s.
Ne llo ste sso a n n o il C o n sig lio d i Sta to d i C uba
g l i c o n c e d e o n o r i f i c e n z a O r d e n F é l i x Va r e l a .
Ne l 1 9 8 3 si tr a sf e r isc e a Ma d r id . To r n a in U rug u a y n e l m a r z o d e l 1 9 8 3 in iz ia n d o l' a u to n o min a to p e r io d o “ d e se x ilio ” , r a g io n e d i m o lte sue
opere.
È nominato Membro del Consiglio Editori della nuova rivista
“Brecha”, che è una prosecuzione
d e l p r o g e tto d e lla r iv ista Ma r cha
in te r r o tto n e l 1 9 7 4 .
E p o i la sta g io n e d e i g r a n d i r icon o sc im e n ti, u n a v a g o n a ta d i mer ita tissim i p r e m i e p u b b lic i r iconoscimenti: nel 1986 riceve il
premio “Jristo Botev de Bulgar ia ” , p e r la su a o p e r a d i d i p o et a
e sa g g ista .
Nel 1987 premiato a Bruxelles con il Premio
“ L la m a d e Or o d e Am n istía I n te r n a c io n a l” per
il r o m a n z o “ Pr im a v e r a c o n u n a n g o lo r o tto ” .
Nel 1989 è decorato con la “Medalla Haydeé
Santamaría” dal Consiglio di Stato di Cuba. Nel
spot.com, contiene lo statuto del comitato in cui è possibile leggere gli intenti di
fondatori e soci: «questa associazione,
che non ha scopo di lucro, ha i seguenti
scopi: difendere e diffondere il modo
Congiuntivo».
La dif e sa di una importante risors a
c omunic ativ a e d e spre ssiv a è il f in e
primo di questi ragazzi, che proprio tra-
1997 è i nvest i t o del t i t ol o di “Dot t ore Honori s Causa” dal l 'Uni versi t à di
Al i cant e.
Il 31 maggi o del 1999 premi at o con
l'ottavo “ Premio Reina Sofía de Poesí a Iberoameri cana”.
E i n mezzo ad un'al t ra ci nquant i na di
ri conosci ment i con nomi al t i sonant i ,
fi nal ment e quel l o pi ù at t eso arri va i l
19 novembre del 2002 con l a nomi na
di “cittadino onorario di Montevideo”.
Il 7 gi ugno del 2005 si aggi udi cò i l
XIX Premi o Int ernat i onal Menéndez
Pelayo, e la Madaglia d'Onore dell'Università Internazionale Menéndez
Pel ayo. Il premi o, concesso dal l 'Universi t à Int ernazi onal e Menéndez Pel ayo, è un
riconoscimento all'opera di persone di spicco
che si sono distinte nella attività letteraria e
scientifica, tanto in lingua spagnola come in
port oghese.
Mario Benedetti ripartiva il suo tempo nelle sue
case i n Uruguay ed i n Spagna occupandosi dei
suoi numerosi i mpegni .
Dopo i l grandi ssi mo dol ore per l a mort e di sua
moglie Luz, il 13 aprile 2006, Benedetti si è
defi ni t i vament e t rasferi t o nel quart i ere Cent ro
di Mont evi deo.
Benedetti prima del trasferimento ha donato una
cospicua parte della sua biblioteca personale di
Madrid, al “Centro de Estudios Iberoamericanos
Mari o Benedet t i del l 'Uni versi dad de Al i cant e”.
Ho un libro bellissimo da leggere, quindi anche
st avol t a hast a l uego! Vi l asci o con una bel l i ssi ma poesi a di Benedet t i : Ti amo, nel l a t raduzi one di Federi co Guerri ni , gui da al l a l et t erat u r a s u d a m e r i c a n a n e l p o r t a l e D a d a . n e t . R a ggi ungi bi l e al l 'i ndi ri zzo:
http://guide.dada.net/letteratura_sudamericana/
modo congiuntivo”, che chiunque può
scaricare per chiarirsi i dubbi su quando
e come vada utilizzato questo modo verbale.
Le iscrizioni al comitato sono aperte a
soci di ogni età ed anche, inutile dirlo
alle scolaresche che volessero partecipare alla stessa iniziativa. Vi ricordiamo a
q ue s to p r o p o s ito c he il r e g o la me nto
interno prevede che i soci
conoscano il congiuntivo e
le s ue r e g o le , c he no n
abbiano remore nel correggere gli errori altrui e che
siano i primi a dare l'esempio di un uso corretto e impeccabile. Per
usare le parole dei ragazzi stessi, inoltre, non solo l'iscrizione al comitato non
ha limiti di tempo, poiché una volta
imparato l'uso corretto della lingua non
si dimentica più, ma questi giovani affezionati all'italiano ci ricordano anche il
profondo valore della loro iniziativa:
« l'a d e s io ne a ll'a s s o c ia z io ne no n d à
diritto a nessun riconoscimento, se non
quello morale di partecipare alla difesa
di qualcosa che da tempo viene vilipeso,
ignorato e sta per essere dimenticato».
Salviamo il congiuntivo!
di Maria Renda
mite il blog hanno accolto nuovi soci e
molti meritati elogi. Al comitato si sono
uniti e hanno applaudito giornalisti, exstudenti, genitori e liberi professionisti,
oltre che, ovviamente, tanti atri ragazzi
in età scolare, tutti uniti dal medesimo
inte nto, salv aguardare que llo c he è
un'importante strume nto e spre ssiv o ,
spesso calpestato per incuria e sciatteria.
Per dare maggiore concretezza alla loro
iniziativ a i ragazzi hanno c ompilato
anche una serie di agili “regole del
Venerdì 9 Febbraio 2007 32
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
di Tonino Pintacuda
Michele Pala, il Console che ama il mare,
la lingua italiana e il “Signore degliAnelli”
Chi
e'
Michele
Pala?
Q uest'uomo alto, distinto e c ordiale che giovanissimo, oggi
39enne, ha guidato la quinta per este nsione - c irc osc rizione
c o n s o l a re n e l l o s t o r i c o p r i m o
voto deg li italiani all'e ste ro.
Il Console Michele Pala non ha messo le sue note biografiche nel sito del Consolato. Sul taxi che si recava a Bvd.
Artigas pensavo: perche' ha omesso le informazioni?
Come tutti sanno le informazioni biografiche dei diplomatici
sono serpentoni di date e scatti di carriera. Lasciatemi dire che
servono soprattutto a noi giornalisti per arrivare preparati alle
interviste. Il Console Pala ha dedicato maggiore attenzione al
pubblico, fronteggiando le numerose richieste di ricostruzione
anagrafica dei nostri connazionali italouruguayani piuttosto
che scegliere una foto per un sito.
E capirete benissimo che e' una scelta dal forte valore simbolico.
Che noi di Gente d'Italia apprezziamo. Ma siamo davvero
curiosi. Chi e' Michele Pala? Quest'uomo alto, distinto e cordiale che giovanissimo, oggi 39enne, ha guidato la quinta - per
estensione - circoscrizione consolare nello storico primo voto
degli italiani all'estero.
L'abbiamo intervistato nel suo studio.
Il Console Pala siede dietro la scrivania, spegne il condizionatore che mette a repentaglio il vostro cronista e inizia a parlare.
Alle spalle il nostro amato tricolore e la bandiera dell'Unione
Europea, Giorgio Napolitano, il bellissimo calendario del
Ministero degli Esteri e la fascia da Console.
Inizia a parlare, sposta i numerosi rapporti sullo stato delle
richieste e notiamo con piacere che, ben ordinate, ci sono tutte
le copie del nostro giornale in un tavolino di fronte alla scrivania.
Console, iniziamo con qualche dato.
«Al nostro Consolato lavorano 15 dipendenti e il sottoscritto.
Sette sono di ruolo e arrivano dagli Affari Esteri, otto sono
dipendenti a contratto, tutti a tempo indeterminato.
I dati piu' recenti indicano che i nostri connazionali in
Uruguay sono 79643, di cui solo 6253 sono nati in Italia.
Bisogna notare che quindi il 92 % sono di seconda, terza,
quarta, perfino quinta generazione. Oltre a questo dobbiamo
sottolineare che la nostra utenza va distinta tra effettiva e registrata e quella potenziale».
E come procede la ricostruzione anagrafica dei numerosissimi utenti che hanno fatto regolare richiesta?
« Con la crisi del 2003 e la lunga fila che aspettava davanti al
Consolato abbiamo deciso, spinti dalla pressione della piazza
di accettare le richieste. Solo che la fila si e' solo spostata di
supporto fisico. Invece di esserci persone in fila davanti alla
nostra sede, ci sono le loro pratiche. Ugualmente in fila... La
nostra e' una realta' crescente. Stiamo elaborando tutte le pratiche e dobbiamo segnalare che e' stata creata una lista d'attesa certa per i nuovi utenti, l'abbiamo aperta nel maggio del
2005 e tutte le istanze presentate sono state regolarmente protocollate. Appena smaltiremo gli arretrati inizieremo con le
nuove istanze, secondo il loro preciso ordine d'arrivo. Solo le
nuove sono quasi 10000.»
A giugno 2007 arrivera' il suo successore. Quale migliore
momento per tracciare un suo ritratto? Com'e' arrivato
qui?
«Sono nato a Catania ma sono d'origine sarde. Mio padre Aldo - era ufficiale dell'esercito, fu poi spostato a Roma presso il Ministero della Difesa. Poi sono stato quattro anni in
Belgio presso il Comando della Nato. Alla fine degli anni
Settanta mi sono laureato in Giurisprudenza all'Universita' di
Tor Vergata».
Qual era l'argomento della sua tesi?
«La riunificazione della
Germania e il Diritto
Internazionale».
Da questo si intuisce che era il
suo sogno la carriera diplomatica.
«Si', dopo la laurea ero fortemente determinato verso quella direzione. Ma e' stata una
scelta obbligata».
Obbligata?
«Il mio sogno era la carriera
d'ufficiale in Marina ma sono
fortemente miope. Per fortuna
esistono le lenti a contatto.
Comunque questa miopia ha
condizionato la mia vita e non
e' detto che sia stato un male».
Dopo la laurea aveva gia'
deciso la sua strada. Ci tolga
una curiosita': come ha
conosciuto sua moglie?
«Tra una prova concorsuale e
l'altra ho trovato il tempo di
realizzare il mio sogno. Amo il
mare e ho attraversato
l'Oceano in barca a vela due
volte. La seconda volta in un'isola del Nord del Brasile ho
incontrato Marcia, un avvocato brasiliano che poi, nel 1997
- dopo che avevo gia' un lavoro sicuro ci siamo sposati. Dal
1999 al 2003 sono stato
Console a Pretoria, in
Sudafrica. Nel 2003 sono arrivato a Montevideo».
Ha figli?
«Si', due: Antonio di tre anni e Alessandro di cinque. Entrambi
frequentano la “Casa dei Bambini” della bellissima Scuola
Italiana di Montevideo. Dove seguono il metodo
Montessori».
Inevitabilmente dobbiamo chiederle un commento sulla
questione della lingua italiana in Uruguay. Il presidente
Bertinotti, sintetizzando, ha parlato di una lingua-chiave,
una chanche per il lavoro dei giovani uruguayani. Gianni
Raso ha puntato sul senso d'identita' che ha l'italiano per
gli uruguayani. E lei?
«Sono due ottimi punti di vista che non si escludono a vicenda. Ma io parlerei di piuttosto di opportunita'. Dobbiamo recuperare parecchio terreno e non deve essere una battaglia di
retroguardia. Quello di prima non era un sistema perfetto.
Diciamo la verita': l'italiano non e' molto diffuso, ma se togliamo anche l'ultimo aggancio perfettibile e' la fine. Dobbiamo
inserirlo in un contesto in cui offrire una valida controffensiva: Come stiamo gia' facendo nel segmento elementare con i
corsi d'italiano. Ecco: ora va allargato il ventaglio dell'offerta».
Pensa alla proposta di una Universita' italiana? Il nostro
giornale e' tra i promotori del progetto.
«Si', proprio sulle vostre pagine Federico Guiglia ha fatto
notare che l'italiano non e' solo la lingua della nostalgia. E'
anche la lingua della Chiesa Cattolica. Come scriveva
Guiglia: ricordiamo papi stranieri che si rivolgono in terre
straniere parlando l'italiano.
Dobbiamo difendere e promuovere l'italiano Al di la' dell'aspetto dell'utilita', sappiamo orai che il 40 % degli uruguay ha
sicure origini italiane. E' davvero nel loro DNA: l'uruguayano
e' in parte italiano e in parte spagnolo. L'italiano nel passato
era veicolo per eccellenza dei grandi classici del Diritto. E'
intriso di tracce. Puo' essere indubbiamente utile nel lavoro e
l'identita' la dovrebbero sentire e rinsaldare i singoli. Io dico
spesso che la nostra lingua e' soprattutto la lingua della tecnologia. Un nome su tutti: Ferrari, la macchina piu' veloce del
mondo e' italiana. E poi il calcio, la cultura, gli architetti. E'
una lingua-patrimonio. E poi non dimentichiamo la cucina...
C'e' bisogno di dirlo?».
Console, la ringraziamo. Prima di congedarci potrebbe
dirci qual e' il suo romanzo preferito?
«Il Signore degli Anelli. Adoro le avventure dell'hobbit
Samwise, l'amico di Frodo».
Il Console ci accompagna sino all'uscita, ci regala uno dei suoi
famosi sorrisi belli e sinceri. Mentre il cancello del Consolato
si richiude ripensiamo alla bella storia di quest'uomo che ama
il mare, l'italiano e il “Signore degli Anelli”, divenuto console
per un'eccessiva miopia. Vi diciamo, come sempre, hasta
luego!
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
Lunedì 12 Febbraio 2007
8
La Scuola Italiana di Montevideo: leggere
per essere più vicini all'Unione Europea
di Tonino Pintacuda
M anteniamo
le promesse: come
preannunciato qualche puntata fa,
a b b i a m o v i s i t a t o l a S c u o l a I t al i a n a
d i M o n t e v i d e o e o r a p o s s i am o aff e r mare, senza temere smentite, che
l'eredità dei fondatori non è stata
d i s p e rs a .
Anzi.
L a s c u o l a é m o l t o p i ù b e l l a d i q u ant o p o t e s s i m o i m m aginare, davvero una
piccola città della
cultura con 900
alunni.
Entrano
appena
svezzati
(dai 2 ai 5 anni)
nella
“Casa
dei
Bambini” e continuano, anno dopo
anno, sino secondo
ciclo della “Scuola
S e c u n d a r i a ” .
A r r i v an o c o n u n ' i nvidiabile preparazione al conseguime n t o d e l t i t o l o d i
studio legalmente
riconosciuto
dal
G o v e r n o U r u g u a y a n o . U n o t t i m o b i g l i et t o pe r
l'università.
L a d i r e t t r i c e A d r i an a Te s t o n i c i h a g e n t i l m e nt e m o s t r a t o l ' i n t e r a a r e a , d a l l ' i n g r es s o co n la
l u p a c h e a l l a t t a R o m o l o e R e m o s i n o a lla
p a l e s t r a r i c a v a t a n el l e n av a t e d el l a v ec c h ia
c h i e s a d e l C o l l e g i o d el S ac r o C u o r e .
S e mp r e p i ù m e r a v i g l i a t i , p o r t a d o p o p o r ta ,
a b b i a m o d i s c u s s o co n l a d i r e t t r i ce d i al cu n i
dei progetti portati avanti dalla scuola lo
scorso anno.
I n i z i a m o d a l l ' e n c om i a b i l e p r o g e t t o “ AV V I CI N AT I A L L I B R O C O N L ' U N I O N E E U R O P E A ” , l a f i n a l i t à , l a s c i at em el o d i r e i n p r i m a
p e rs o n a , è i l m i o s o g n o d i s e m p r e: s t r i n g er e
d e i v i n c o l i e c o n d i v i d er e e s p e r i en z e a t t r a v e rso la Lettura.
C o s ì n e l l ' a n n o s c o l a s t i c o 2 0 0 6 L a S I M , l 'a c r on i m o p e r l a S c u o l a I t al i a n a d i M o n t ev i d eo , in
collaborazione
con
la
Delegazione
d e l l ' Un i o n e E u r o p e a e l e S cu o l e ch e r ap p r es e n t a n o i d i v e r s i p a e s i m e m b r i p r e s e n t i su l
territorio ha portato avanti il progetto.
L ' a z i o n e d e l l e v a r i e cl as s i è s t a t a d ec l i n a ta
p e r p r o m u o v e r e e d i ff o n d e r e i l p i ac e r e d ella
lettura. Perché qui a Montevideo credono
a n c o r a
n e lla f o r z a
dell'esper i e n z a
d e lla le ttura.
Da
bibliofilo
d . o . c .
accarezzo
una
felicità incontrollabile a sentire degli slogan
c o m e “ stim o la r e l' a m o r e p e r la le ttu r a tr a i
g io v a n i e i b a m b in i” e l' a n c o r p iù b e llo “ str ing e r e v in c o li d i a m ic iz ia , a ll' in te r n o d e lla p r op r ia istitu z io n e e c o n a ltr e istitu z io n i a ttr av e r so la le ttu r a e i lib r i” . Se n z a p e r q u e sto
p e r d e r e d i v ista la p r o m o z io n e d e lla so lid ar ie tà .
D ie tr o g li slo g a n e g li o b ie ttiv i c ' e r a la so lid a
c o n c r e te z z a d i r e a liz z a r e u n a g r a n d e r a c c o lta
di libri da donare
alle biblioteche delle
Scuole Statali intitolate a paesi membri
d e ll' Ue o a d a ltr e istitu z io n i c o m u n ita r ie .
L a r a c c o lta d e i lib r i è sta ta o rg a n iz z a ta a ttr av e r so “ l' a m ic o le tto r e ” c h e h a c o in v o lto tu tti ,
d a g li a lu n n i a i d ir ig e n ti.
Tu tto il p e r so n a le d e lla SI M h a d o n a to u n
lib r o a ll' “ a m ic o le tto r e ” c h e g li e r a sta to a sseg n a to p e r so r te g g io . A d u n a so la c o n d iz io n e:
il “ le tto r e ” so r te g g ia to , d o p o a v e r f in ito d i
le g g e r e il lib r o a ff id a to g li, d o v e v a r ip o r ta r lo
a lla Sc u o la e r im e tte r lo in c ir c o lo . U n ' id e a
se m p lic e , lim p id a e g e n ia le . L a v e r a c o n c r etiz z a z io n e d e l se n so ste sso d e lla le ttu r a .
E p o i, f in a lm e n te , il p r im o se tte m b r e d e l 2 0 0 6
n e lla b e llissim a A u la Ma g n a d e lla SI M tu tti i
p a r te c ip a n ti h a n n o c o n d iv iso le r if le ssio n i e
l o scambi o di opi ni oni sui l i bri l et t i .
Quei t est i sono st at i davvero i nt eri ori zzat i ,
l 'ogget t o-l i bro pot eva cont i nuare l a vi rt uosi ssi ma st affet t a: i vol umi sono st at i donat i al l e
di verse i st i t uzi oni durant e l 'emozi onant e cerimoni a al l a Scuol a Spagnol a Cervant es.
E quest 'anno l a Scuol a It al i ana di Mont evi deo
si st a preparando per cel ebrare degnament e i l
c i n q u a n t e s i m o a n n i v e r s a r i o d e l Tr a t t a t o d i
Roma.
Si amo cert i che anche quest o proget t o ent rerà
di di ri t t o nel l a st ori a di quest a prezi osa i st i t uzi one.
Di si curo l a Lupa del l 'i ngresso l o sa gi à e,
sorni ona, sorri de.
Come sempre, hast a l uego!
La redazi one di “Gente d' Ital i a” espri m e l a
propri a sol i dari età al l a fam i gl i a di Natal i a
Martí nez Bengoa.
Redazi one: (598) 916 08 15.
Da l unedi a venerdi , dal l e 16 al l e 18.
Scri veteci al l ' i ndi ri zzo
gentedi tal i auruguay@ gm ai l .com
Mercoledì 13 Febbraio 2007 8
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
Bertinotti
e la Casa-museo
di Garibaldi
di Tonino Pintacuda
Stefano De Andreis, giornalista dell’agenzia giornalistica “ Il
Velino” riporta il commento di Alessandra Longo, inviata di
“Repubblica” al seguito del presidente della Camera Fausto
Bertinotti. La Longo, riferendosi alla mancata visita di Bertinotti al
Museo di Garibaldi di Montevideo, ha scritto che “il presidente si
è trovato davanti a un portone inesorabilmente chiuso. Nessuna
traccia di vita, nessun rumore dall'interno”. Così, la terza carica
dello Stato ha rinunciato”.
Non potevamo non verificare. La nostra redazione è a Calle
Misiones nella cuadra tra Rincon e Sarandì, il Museo Historico
Nacional è vicinissimo, al numero 437 di Calle Rincon.
Abbiamo telefonato e il Professor Enrique Mena Segarra, direttore del Museo a cui compete la gestione della casa montevideana di
Garibaldi, ci ha accolti.
L'ufficio del direttore somiglia all'idea che il vostro cronista ha
sempre avuto della stanza di un direttore di un museo così importante e imponente.
Aspetto che il direttore si congedi dal Cavaliere Jorge Massa, diret-
tore generale dell'Ospedale Italiano Umberto I. Mentre aspetto, il
dott. Luis August Rodriguez Diaz mi porge due brochure illustrative.
In testa ho mille domande.
Ma appena il direttore Mena Segarra mi accoglie con un sorriso
decido semplicemente di ascoltare la voce sicura di quello che si
autodefinisce “un modesto professore di storia”.
Direttore, proprio oggi è stata resa pubblica la mancata visita
del Presidente Bertinotti al museo Garibaldi di Montevideo. Il
desiderio del Presidente è stato fermato da una porta chiusa.
Perché?
Il direttore risponde sfogliando semplicemente la sua agendina di
pelle nera, intravediamo pagine fitte fitte di appunti. Si ferma al 2
febbraio, il giorno della visita ufficiale del Presidente Bertinotti:
«Avevo detto allo staff del Presidente Bertinotti d'avvisarmi, la
casa-museo viene aperta solo su appuntamento. È stato un semplicissimo caso di mancata coordinazione tra lo staff del museo e lo
staff presidenziale. Questo fraintendimento però ci permette di parlare della situazione della casa di Montevideo».
Approffitiamone.
«La Casa del Generale José Garibaldi si trova al numero 314 di
Calle 25 de Mayo, la sua gestione compete a noi del Museo
Historico Nacional. Il problema principale è l'annosa questione
della carenza di personale.
La Casa è troppo importante per lasciarla sprovvista di un adeguato servizio di vigilanza e di portineria. Per questo chiedo sempre ai nostri ospiti di coordinarsi con il mio ufficio per aprire la
Casa.
Lei ha casualmente incontrato all'ingresso il Cavalier Jorge
Massa che è venuto proprio per far visitare la Casa a delle personalità. Il nostro sistema funziona, la Casa è sempre aperta, sia
per le vostre alte cariche nazionali che regionali. Abbiamo fatto
così in occasione della visita ufficiale del precedente Capo dello
Stato Carlo Azeglio Ciampi e anche quando è venuto a
Montevideo il Presidente della Regione Liguria Claudio
Burlando, a quest'ultimo ci lega un'immensa riconoscenza».
Come molti sapranno, la Regione Liguria contribuirà a restaurare il museo garibaldino di Montevideo in occasione delle iniziative del bi-centenario della nascita dell'Eroe dei due mondi.
Durante la visita ufficiale in Uruguay dello scorso febbraio il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e l'assessore
Enrico Vesco, ospiti del presidente Tabaré Vàzquez, avevano visitato il museo pubblico dedicato a Giuseppe Garibaldi, allestito
nella casa che lo ospitò.
Consapevoli dell'importanza storica e culturale
di questo museo, “orgoglio per ogni italiano e
ancor più per un ligure”, la delegazione aveva
quindi preso l'impegno di intervenire per risanare e riqualificare la struttura.
Per questo motivo la Regione Liguria, utilizzando le risorse assegnate alle Politiche
dell'Emigrazione ha garantito un contributo economico diretto alla ristrutturazione dell'edificio.
Il direttore Mena Segarra conserva ancora tra le
sue carte più preziose la lettera del Presidente
Burlando
Come procedono i lavori di ristrutturazione?
«La burocrazia è fatale in ogni parte del mondo.
Ma non ci vogliamo fare scoraggiare.
Procederemo secondo due fasi. Per entrambe
continuiamo a coordinarci col Governo
Uruguayano.
La prima prevede un'assoluta attenzione alla
casa di Garibaldi, la più importante dopo quella di Caprera. Il Generale visse sei anni a
Montevideo, è annoverato con gratitudine tra i nostri eroi nazionali. Qui sposò Anita e qui nacquero tre dei suoi figli.
Gli interventi sono mirati alla riparazione di una sala rovinata
dall'umidità e l'installazione di una serie di televisori in cui proiettare un cd-rom che narri la storia di Garibaldi in più lingue.
Abbiamo anche un altro progetto, ancora più importante che
coinvolgerebbe direttamente l'Italia. Accanto alla casa c'è un edificio del Banco di Prevision, abbandonato da anni. Ottenendolo
in comodato d'uso per vent'anni potremmo restaurare la casa e
l'edificio attiguo. Risolveremmo definitivamente il problema
dell'umidità - che viene proprio dall'edificio attiguo - ottenendo
un locale in cui installare un'Instituzione Italiana permanente. In
modo da rendere quotidianamente fruibile la Casa dell'Eroe dei
due Mondi».
In Italia anche la memoria garibaldina diventa pretesto per
conflitti ideologici. S'era parlato di una seduta a Camere riunite per celebrare degnamente il bicentenario della nascita di
Garibaldi. Oggi si ipotizza uno spostamento nella Sala della
Lupa di palazzo Montecitorio. Qual è la sua opinione?
«Sono un modesto professore di storia nazionale e appoggio
apertamente il partito blanco. Garibaldi quando aiutò l'Uruguay
stava con il partito colorado...
Ma questo non mi impedisce di apprezzare il suo ruolo nella storia. Non si può parlare dell'Italia senza citare affianco a Vittorio
Emanuele II, Camillo Benso Conte di
Cavour e Giuseppe Garibaldi. Qui in
Uruguay la memoria garibaldina è presente in tutto il territorio della
Repubblica. Diverse società si ispirano al grande eroe, come
“Unione e fratellanza”, “Unione e benevolenza”. Esiste un vivace
culto di Garibaldi, ad esempio nel Museo di Trenta y Tres c'è perfino un particolarissimo ritratto a cavallo di Garibaldi che costituisce un unicum per l'iconografia garibaldina».
Ma, come sempre, l'ideologia acceca.
«Ho sempre pensato all'ideologia come un prisma che poco chiarifica e molto fa equivocare. Quello che è certo è che qualunque
ideologia è una visione distorta del pensiero. Ho insegnato per quarant'anni storia e sono certo che la storia non esiste: esiste solo l'onestà intellettuale nel cogliere rapporti tra eventi».
Professore, non possiamo che concludere chiedendole il suo
punto di vista sulla lingua italiana e l'Uruguay.
«L'utilitarismo o meno di conoscere la lingua italiana è una visione miope, relega in un posto non suo una componente fondamentale e intimamente vincolante della stessa identità del popolo uruguayano.
Pensiamo solo ai rapporti coi genovesi, ancora oggi il termine
“baccan”, in dialetto genovese “il padrone”, indica da noi l'uomo
danaroso. Ci sono zone dell'interno del Paese in cui gli abitanti
sono per la quasi totalità discendenti dei migranti genovesi. Non è
soltanto una legittima rivendicazione: l'Uruguay e l'Italia sono intimamente legati».
Mercoledì 14 Febbraio 2007 8
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
Uruguay 1930:
dove tutto ebbe inizio
di Tonino Pintacuda
Ecco, l'ho schivato per troppo tempo. Con la letteratura non ho problemi, acchiappo un libro e ci
lotto come Giacobbe con l'Angelo.
Ma con il calcio son dolori, ebbene sì, sono un italiano atipico, uno di quelli che manco ha capito
bene la regola del fuorigioco.
Vi svelo un retroscena: sono del 1982, il mitico
anno del “Campioni del mondo, campioni del
mondo, campioni del mondo!” gridato a squarciagola da Nando Martellini.
Ecco: ventiquattro anni dopo l'Italia conquista la
tanto agognata quarta stelletta. Di nuovo campioni
del mondo in uno dei più sofferti mondiali della
storia italiana. Ci leccavamo ancora le ferite per
Moggiopoli ed ecco che Totti, Pirlo e Gattuso, guidati da Capitan Cannavaro ci hanno ricordato che
il calcio é l'unica realtà che davvero ci unisce.
Siamo cinquanta milioni di commisari tecnici, tutti
buoni a schierare formazioni alternative a quella
ufficiale. La notte della finale di Germania 2006 la partita l'ho vista a San Martino, un paesino sopra Monreale,
un posto bello e ancora vivibile. Lì, nel televisore di 47
pollici di mio cugino Massimo ho visto la finale, con
tutto il parentado che saltava in aria a ogni tiro di rigore.
E poi il tripudio di bandiere tricolori, una fila di
Cinquecento e di trattori che scendevano verso Palermo
per
festeggiare.
Io torno a casa: il diluvio universale, saltano perfino i
tombini, nemmeno l'energia elettrica nelle strade. Un
incubo: qualcuno mi stava forse punendo perché per me
non era poi sta grande festa? Ero felice, certo. Ma ho già
dimenticato facce e nomi di Germania 2006.
Ecco, finita la lunga parentesi biografica ora vi regalo un
altro motivo per venire a Montevideo.
Come tutti i calciofili sapranno, i Mondiali sono nati proprio qui, in Uruguay.
E allora vinco tutte le mie resistenze e ripercorro la storia dell'unico evento globale che mette d'accordo tutti...
Siamo nel 1928, ancora il mondo scricchiola per la
Grande Guerra. Nuovi equilibri nel Vecchio e nel Nuovo
Mondo vanno delineandosi. Jules Rimet, presidente della
FIFA ha la grande intuizione: un nuovo torneo disputato
ogni quattro anni tra le nazionali di tutto il mondo.
L'organizzazione dello storico evento viene affidata al
piccolo grande Uruguay. Montevideo ha appena due anni
per organizzare tutto.
Iniziano i problemi: molte squadre declinano il gentile
invito, erano i tempi delle attraversate oceaniche, una
spesa esosa che avrebbe fatto arrivare i giocatori stremati.
Le migliori squadre europee sono le grandi assenti.
L'Italia per le difficoltà del viaggio, l'Inghilterra e la
Scozia per una insensata presa di posizione.
Secondo loro, dato che il calcio era nato tra le Highland
scozzesi e il Big Ben, solo solo per questo erano due club
così blasonati da autodefinirsi già “Campioni del
mondo”. E non scherzavano, rifiutarono di partecipare
anche a Italia 1934 e Francia 1938. Poi vedendo crescere l'importanza e il pubblico parteciparono agli altri
Campionati del mondo, piazzandosi sempre.
Tanto di cappello alla piccola Montevideo che intuì tutto
e può tranquillamente seguire tutti i
Mondiali che verranno sorridendo.
Come Liverpool con i Beatles puo mettere nelle targhe: “dove tutto è iniziato...”
E si perdonano tranquillamente gli errorucci dovuti all'inesperienza: le partite di
Uruguay 1930 si giocarono dal 13 al 30
luglio del 1930 negli stadi di Pocitos,
Parque Central e Centenario.
Gli aneddoti si sprecano: nella partita
Argentina-Francia, l'arbitro brasiliano
Rege fischiò la fine dopo solamente 84
minuti di gioco. Tanto che il pubblico
invase il campo per far giocare gli altri
sei minuti. E che dire della partita tra
Argentina e Messico? Il dischetto del
rigore fu piazzato a oltre 14 metri dalla
porta, invece che i regolamentari 11.
Alla fine - e meritatamente - a spuntarla
furono i padroni di casa, che liquidarono
nell'ordine Romania e Perù nel girone
eliminatorio, Jugoslavia in semifinale e
l'Argentina, di fronte a oltre 90.000 spettatori, in una finale dal clima. L'arbitro
della finalissima Uruguay-Argentina, il
belga Langenus, impose alla FIFA la sti-
pulazione di un'assicurazione sulla vita
a favore della propria famiglia. La
Celeste riuscì a firmare l'impresa pur
dovendo far fronte all'inaspettata assenza del forte attaccante Anselmo, scappato dal Centenario pochi minuti prima
dell'inizio della partita per un attacco di
panico. Nell'incontro conclusivo, fu l'uruguaiano Dorado ad aprire le marcature, ma la risposta Argentina portò a rete,
prima, Peucelle, e poi Stabile, ed il 1°
tempo finì 2 a 1. Nella ripresa, la reazione dell'Uruguay fu veemente, e, nel
giro di venti minuti, mise a segno 3 reti,
con Cea, Iriarte e Castro.
Ai “fratelli argentini” la soddisfazione
di essere in tutti gli annuari di calcio
con Guillermo Stábile, il primo capocannoniere nella storia dei Campionati
mondiali di Calcio con le sue otto reti
in quattro partite (3 al Messico, 2 al Cile, 2 agli USA, una
sola all'Uruguay).
Agli Uruguayani la grandissima soddisfazione di essere
stati i primi ad avere per quattro anni quella che poi
sarebbe stata la Coppa Rimet. Nel 1930 ancora era indicata semplicemente con il nome di “Victory”, ma con
affetto era per tutti semplicemente la agognata “Coppa
del Mondo”.
La coppa era stata disegnata da Abel Lafleur, tutta d'argento, placcata d'oro, su una base blue di preziosi lapislazzuli. Alta appena 35 centimetri pesava 3,8 Kg, quanto un neonato ben pasciuto.
Durante la seconda guerra mondiale, il trofeo era in
Italia. Ottorino Barassi, l'italiano vice
presidente della Fifa e presidente della
FIGC, portò via segretamente il trofeo
da una banca di Roma in una scatola di
scarpe per evitare che la prendessero i
Nazisti.
Rubata in Inghilterra - ah, le cose della
vita... - ritrovata, duplicata, diventata
definitivamente brasiliana alla terza vittoria in finale contro l'Italia nel 1970,
rubata e mai più ritrovata nel 1983.
La Confederazione commissionò una
replica fatta da Eastman Kodak, usando
1,8 kg d'oro. Questa replica venne presentata al presidente Brasiliano nel
1984.
Il trofeo è stato assegnato complessivamente 9 volte, la prima nel 1930
all'Uruguay, l'ultima, quarant'anni dopo,
nel 1970, al Brasile. Non è stato assegnato nel 1942 e nel 1946 a causa del
secondo conflitto bellico mondiale. Di
fronte all'abisso in cui l'uomo è stato
capace di spingersi non c'era spazio per
le emozioni e i sentimenti dello sport.
Come sempre, hasta luego!
22
CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA
Venerdì 16 Febbraio 2007
la gente d’italia
Viaggio nella Terra di Porpora
pagina a cura di
Tonino Pintacuda
Anche se fa male devo continuare a scrivere, soprattutto oggi.
La signora Josette ha sempre amato la cultura. Questo pezzo e tutti quelli che verranno sono per lei e i suoi “occhi infiniti”.
La prima edizione di “The Purple Land” è del
1885, l'autore è William Henry Hudson. Leggiamo nel World Who's Who in Science. A
Biographical Dictionary of Notable Scientists
from Antiquity to the Present. di G. Debus
Allen: Hudson lavorò come apprendista presso una farmacia di Londra, prima di ricoprire
il ruolo di bibliotecario aggiunto al British
Museum (1757).
Nel 1761 divenne membro della Royal Society e partecipò alla fondazione della Linnean
Society di Londra, la prima societa' tassomonica al mondo.
Un impegno totale nella botanica tanto che
l'abbreviazione Huds. si usa per indicare William Hudson come autorità nella descrizione
e classificazione scientifica del mondo vegetale.
Lo stesso acuto spirito d'osservazione e la
stessa scientificità Hudson la riservò alla sua
poco conosciuta attività di scrittore. Preciso
meglio: poco conosciuta almeno in Italia.
Basta annoverare due giudizi eccellenti sul
suo romanzo più famoso per andare subito a
cercare “The Purple Land”.
Secondo Jorge Luis Borges “La Terra Rossa
è uno dei pochissimi libri felici che ci siano
al mondo”. Fa eco al creatore della “Biblioteca di Babele” e dell'”Aleph”, Joseph Conrad, l'autore della “Linea
d'Ombra” e di “Cuore di tenebra” (la novella che ispiro' il
genio di Stanley Kubrick per “Apocalipse now”): “Non è
possibile dire come quest'uomo raggiunga i suoi effetti.
Scrive come l'erba cresce”.
Le edizioni italiane del libro sono principalmente due: la
prima è la storica edizione BUR del febbraio del 1975 con
la bellissima introduzione di Pietro Citati, il titolo è “La
terra di porpora”, tradotta magistralmente da Nini' Anfosso.
L'ultima disponibile è la raffinata edizione Adelphi, rintitolata - non sappiamo proprio perché - “La Terra rossa” (aggiungiamo che nel 1973 l'avevano intitolato “Un mondo
lontano”). La traduzione è sempre di Adriana Motti, 14,46
euro per 321 indimenticabili pagine.
Leggiamo e ricopiamo per voi il risvolto di questa edizione, ne condividiamo ogni singolo paragrafo: “Questo romanzo possiede la felicità, nell'unico modo, quasi inconsapevole, con cui si può possedere la più volatile dea: una
felicità contagiosa, anche per il lettore, che incontra questo libro come uno di quegli amori immediati, rapidissimi
e crudeli che balenano nelle sue pagine».
A Montevideo, verso il 1870, in un periodo di aspre contese civili, il giovane inglese Stephen Lamb abbandona la
sua sposa-bambina, Paquita, per trovare lavoro all'interno
del Paese.
Quando egli parte con questo proposito, e una certa boria
britannica, non sa che la sua mente segue un pretesto labilissimo, che servirà solo ad adescarlo all'avventura, nella incantata esplorazione della immensa Terra Rossa, illusoriamente monotona come il mare, punteggiata dalle isole delle estancias, che celano vicende imprevedibili.
Stephen Lamb, come ogni ulisside, ha quell'accortezza
che gli permette di indovinare sempre i gesti giusti - o per
lo meno i gesti che salvano la vita - in un mondo dove vigono regole tutte da scoprire; per il resto è un giovane «oppresso dalle armi e dalla corazza della civiltà», ma che non
osa confessare a se stesso la noia che quest'ultima gli ispira: carico di vitalità, è pronto a trovare qualsiasi scusa per
rimandare il ritorno a quella sua 'adorata moglie'. E ogni
scusa è un incontro, ogni incontro la scoperta di un intreccio
sorprendente di vite, e ogni scoperta porta presto le sue conseguenze, che talora si dissolvono nel fumo di una pistola o nella luce dei coltelli”.
E ogni luogo lascia nella memoria del lettore un grappolo
di immagini animate da quella portentosa vividezza nel particolare che è il segreto dell'arte di Hudson - un vero insolubile segreto, come sentì Conrad: «Non è possibile dire come quest'uomo raggiunga i suoi effetti. Scrive come
l'erba cresce». Molte e disparate cose incontriamo insieme a Stephen Lamb: gauchos taciturni e temibili, inglesi
eccentrici e miserabili che affogano nel rum le loro nostalgie, un enigmatico capo rivoluzionario, bestie, piante
e paesi che vivono come personaggi, donne dal fascino più
diverso, fra le quali una splendida pasionaria che l'ulisside non potrà fare a meno di
trattare meschinamente, un vecchio di diabolica prolissità, un guerriero cieco e pazzo,
assassini e giudici - e tutti gli oscuri destini,
le battaglie e i fantasmi della Terra Rossa. Alla fine, come vuole la regola del genere letterario nomade e rischioso cui appartiene il
libro, il protagonista torna al suo punto di
partenza.
Ma ormai del tutto “acriollado”, beatamente corrotto dalla semibarbara Terra Rossa, alla quale non augura più, come all'inizio delle sue avventure, i benefici civilizzatori del
dominio inglese: anzi, egli ora vede che qualsiasi intervento europeo in quel meraviglioso e precario equilibrio non potrebbe che essere distruttivo, e le sue riflessioni anticipano ciò che poi è successo, sicché giustamente Martínez Estrada ha scritto che «nelle ultime pagine della Terra Rossa è contenuta la massima filosofia e la suprema giustificazione dell'America di fronte alla civiltà
occidentale e ai valori della cultura cattedratica». Con questi lucidi pensieri, che potrebbero spingersi molto lontano, Hudson ci
abbandona, eppure il suo gesto di congedo
non è più nella riflessione ma ancora una volta nella vita, poiché, come egli ci dice, adattando una frase famosa, «ogni volta che tentavo di essere un filosofo ne ero impedito
perché irrompeva sempre la felicità».
Ed ecco un assaggio del mirabile testo, lasciatemi aggiungere che è una condizione straordinaria
leggerlo a venticinque anni appena compiuti proprio qui,
a Montevideo. L'identificazione con Stephen Lamb è totale.
L'incipit:
“Vi sono tre capitoli nella storia della mia vita, tre periodi distinti e ben definiti, sebbene consecutivi - incominciati quando ancora non avevo venticinque anni e finiti prima dei trenta -, che probabilmente risulteranno più vivi di
tutti gli altri anni della mia esistenza...”.
Ed ecco il protagonista che parla del Rio de la Plata:
“Profondamente scoraggiato e con le suole che si staccavano dalle scarpe, sedetti su di una panca in riva al mare,
o fiume che fosse, poiché chi lo chiama in un modo o chi
nell'altro, e il colore fangoso e la freschezza dell'acqua, insieme all'incertezza dei geografi, lasciano in dubbio se
Montevideo sia situata sulle rive dell'Atlantico o soltanto
in prossimità di questo e sulle rive di un fiume largo, alla
foce, centocinquanta miglia”.
Per i nostri lettori di lingua inglese segnaliamo che l'intero testo è disponibile nell'edizione originale, dititalizzato
dal
Progetto
Gutenberg:
http://www.gutenberg.org/etext/7132
Venerdì 16 Febbraio 2007 23
la gente d’italia
Il centenario della morte di Giosuè Carducci
di Mario Renda
Di gratitudine e sconfinata ammirazione
D ecorrono oggi i cento anni dalla morte di
furono i sentimenti del poeta nei confron-
Giosuè Carducci, il grande poeta toscano che
ti di Giuseppe Garibaldi, la cui morte, av-
fu uno dei protagonisti più prolifici e appas-
venuta nel 1882, egli considerò una scia-
sionati della nostra storia risorgimentale, e
gura personale, oltre che dell'intera nazio-
che fu anche il primo italiano ad essere insi-
ne e che egli non esitò a definire “l'uomo
gnito dall'Accademia Svedese del premio no-
che ho più adorato tra i vivi”. Appena al-
bel per la letteratura. Carducci partecipò con
cuni anni prima Carducci aveva celebrato,
intenso impegno civile agli eventi che pre-
in un componimento incluso tra le sue Odi
cedettero e, poi, seguirono la costituzione
barbare, il generale quale novello Romolo,
del regno d'Italia. Il suo impegno fu costan-
fondatore di un nuovo stato: «sopra il co-
temente duplice, da una parte politico, coro-
mune gorgo de l'anime / te rifulgente chia-
nato dalla nomina a senatore nel1890, d'altra
mano i secoli / a le altezze, al puro conci-
culturale, testimoniato dai suoi componi-
lio / de numi indigeti su la patria».
menti poetici e dai molti saggi e discorsi che
Per celebrare la ricorrenza molti sono gli
ci ha lasciati.
e v e n t i o r g a n i z z a t i , s o p r a t t u t t o i n To s c a n a ,
Non è errato dire che la riflessione carduc-
sua terra d'origine, e a Bologna, dove Car-
ciana intorno ai tanti scrittori, che in Italia
ducci visse a lungo e dove morì appunto il
avevano creato il paradosso di una nazione
16 febbraio del 1907.
unita nelle lettere, prima ancora che nelle
L'inaugurazione dell'anno carducciano in
leggi di uno stato unitario, diede un contri-
To s c a n a s i t e r r à o g g i
buto rilevante alla nascita di una cultura na-
ducci, comune in provincia di Livorno, un
zionale. Basti leggere l'elogio quasi com-
tempo Castagneto Marittimo, dove Carduc-
mosso che Carducci fa di Dante nel suo sag-
ci visse da bambino e che proprio in suo
gio “Dante, Petrarca e il Boccaccio”: «da lui
onore cent'anni fa mutò il proprio nome.
l'esempio a quello scriver volgare del quale
egli non vergognavasi», all'illustre fiorentino
mento di Letteratura italiana. Infaticabile egli
egli riconosce il merito di avere creato, at-
ritenne sempre che lo studio e il dialogo con
traverso
la sua scelta linguistica, il fulcro
gli antichi - purché vissuto con piglio critico
intorno al quale le energie intellettuali di
- fossero la fonte di cui gli ideali civili e la
un'Italia divisa avrebbero trovato il loro pun-
coscienza nazionale dovessero nutrirsi.
to d'incontro e di confronto.
Con i suoi versi fu araldo e cantore della li-
«L'ingegno nella terra di Dante, di Michelan-
berazione dal giogo straniero: «Marciate, o
gelo, di Galileo, più veramente che non il so-
della patria incliti figli, / de i cannoni e de'
l e n e i r e n i d i C a r l o V,
canti a l'armonia» leggiamo
non tramonta mai»,
in Ça ira, tra le Rime nuove.
avrebbe scritto alcu-
In occasione della proclama-
ni anni più tardi, par-
zione del regno d'Italia, tra il
lando del Risorgi-
novembre e il dicembre del
mento italiano, quasi
1861, scrisse una straordina-
a cogliere quel lega-
ria ode dai toni vibranti, ri-
me inesausto tra pas-
volgendosi direttamente alla
sato e presente, che
patria ritrovata, immaginata
egli con la sua opera
tinta dei colori del tricolore
di studioso e di inse-
italiano: «Madre e signora
gnante contribuì a
nostra, / idea de' sapienti,
mantenere vitale. Co-
amor de' vati, / e sommo pre-
me professore all'A-
mio a chi per te moria, / il tuo
teneo di Bologna Car-
cinto s'inostra
ducci
dal
de gli eroi che Dio t'ha dati /
1860, la cattedra di
verde rideil tuo velo a la
Eloquenza italiana,
giulía / primavera d'amore,
che sarebbe divenuto
ondeggia bianco / il regal
in seguito l'insegna-
manto da l'angusto fianco».
ricoprì,
a Castagneto Car-
/ nel sangue
In quest'occasione verranno inaugurati il
Museo Archivio e il Centro di valorizzazione
Casa Carducci. Sarà qui possibile ammirare
nuovi documenti insieme a materiali già in
nostro possesso riorganizzati ed arricchiti,
grazie alla collaborazione con Casa Carducci
di Bologna. I Comuni di Castagneto Carducci, Pietrasanta e Santa Maria a Monte e le Province di Lucca e Livorno hanno inoltre stabilito un'intesa per coordinare le iniziative volte a ricordare il celebre poeta nella sua terra
natia.
Anche l'università di Bologna, dove il poeta
toscano insegnò fino al 1904, ha organizzato
in collaborazione col comune una serie di
eventi in suo onore. Sempre oggi nella Biblioteca dell'Archiginnasio si svolgerà alle
16.30 il convegno «Lidia, Margherita, Annie:
Carducci e le donne». Nella stessa occasione
si terrà l'annullo speciale del filatelico dedicato a Carducci dalle Posteitaliane. Per chi
volesse informarsi e magari partecipare agli
eventi programmati consigliamo di consultar e i l s i t o w w w. c a s a c a r d u c c i . i t d o v e è p o s s i bile leggere il calendario dettagliato degli
eventi pensati per celebrare il poeta.
Venerdì 16 Febbraio 2007 24
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
Per il Ministro Hector Lescano:
“la vera ricchezza sono i giovani”
di Tonino Pintacuda
S ulla Rambla che abbraccia Montevideo, proprio accanto al porto sorge l'edificio Yacaré.
All'ingresso ci attende il Ministro del Turismo y
Deporte, il Dr. Héctor Lescano. Il suo ufficio è al
primo piano dell'edificio in cui ha sede il dipartimento turistico dell'Uruguay. L'elemento dominante è il vetro, la trasparenza è un vecchio pallino del Ministro Lescano, sin dai tempi dell'impegno parlamentare quando fondò il gruppo
“Uruguay e Trasparenza”.
L'abbiamo intervistato.
Ministro, lei si occupa di “Turismo” e “Sport”.
Un accostamento interessante.
«Il sistema uruguayano prevede uno snellimento
della burocrazia, con l'accorpamento di alcuni
settori. L'incarico che ricopro abbraccia due settori
contigui: il turismo rappresenta il futuro del Paese,
lo sport il futuro dei nostri giovani. Ho portato
avanti una campagna per tenere nella giusta considerazione l'educazione fisica in tutto il nostro sistema scolastico. E non dimentichiamoci dei punti di
contatto che esistono tra i due campi: il golf uruguayano richiama numerosi spettatori e turisti. E il
calcio, lo sport nazionale, ha un ruolo di primissimo piano nella storia del Paese. Il primo
Campionato Mondiale di calcio s'è svolto proprio
nel 1930 a Montevideo, come avete ricordato nel
vostro giornale proprio oggi».
Quali sono le prospettive per il turismo uruguayano?
«Il nostro piccolo Paese ha un'industria ben articolata, dall'incantevole Punta
del Este, Colonia e tutti i
dipartimenti dell'Uruguay.
Abbiamo registrato la griffe
“Uruguay Natural” per
rimarcare che nel nostro territorio i nostri ospiti sono
sicuri della qualità della vita
e dell'alimentazione. La
vera difficoltà è nella promozione. Ma ci stiamo muovendo proprio in quella
direzione».
Non è così facile raggiungere il vostro bellissimo
Paese. Quali interventi
prevedete?
«L'accordo con la compagnia aerea Pluna è di granidssima importanza. Dobbiamo rafforzare la rete
dei trasporti con voli diretti e voli regionali. La
costruzione di un altro aeroporto è ormai un'esigenza. Dobbiamo praticare un'immersione forte nelle
infrastrutture, i primi segnali sono positivi. Il prossimo traguardo è far includere le nostre città come
nuove tappe delle principali crociere. Chi pratica
turismo nautico è sempre soddisfatto dell'Uruguay.
E non dimentichiamo che Montevideo è una sede
perfetta per i congressi. Proprio per questo dobbiamo superare le nostre limitazioni logistiche. Al
momento non possiamo accogliere più di tremila
convegnisti ma stiamo progettando un centro con-
gressi a Punta del Este».
In tutto questo quel è il ruolo del Mercosur?
«Il Mercato Comune del Sud è un progetto di integrazione regionale stipulato tra Brasile, Argentina,
Paraguay, Uruguay e Venezuela. Nelle intenzioni
degli ideatori la chiave di tutto doveva essere un
mercato comune, caratterizzato dal regionalismo
aperto per valorizzare le pluralità dei paesi membri.
Al momento siamo dentro uno scenario difficile,
quelle che sembravano solo ipotesi pessimistiche si
sono avverate, stiamo cercando di risolvere i problemi politici. Quello che ha affermato il nostro
Presidente Vasquez è il vero obiettivo: “Mas e
mejor Mercosur”. L'Uruguay mira ad ampliare il
commercio con il resto del mondo, rafforzando i
settori principali: lana, carne e turismo. Il nostro
augurio è sempre
quello di un mondo in
cui il mutipolarismo
garantisca migliori
condizioni per tutti,
in questo è implicito
il desiderio di stringere maggiori rapporti anche con l'Unione
Europea».
L'Uruguay si prepara ad accogliere il
Presidente
degli
Stati Uniti George
W. Bush, qual è la
sua opinione?
«Personalmente ho
un'opinione molto critica sulla politica internazionale degli Stati Uniti ma questo non mi impedisce
di giudicare positivamente una maggiore apertura
con il Nord America. Non dobbiamo dimenticare
che è uno dei nostri principali mercati per i prodotti dell'industria tessile e sono certo che l'amicizia
tra i nostri due Paesi non può che crescere in solidità».
Il settore scientifico come procede?
«Nei miei dieci anni come deputato ho curato anche
la “Comisión de Ciencia y Tecnología” della
Camera, non dobbiamo dimenticare che il primo
by-pass è nato qui, nel Cono del Sur. Si deve investire di più, l'attuale 0,3 % del Pil è troppo esiguo,
tendiamo a riservare alla Ricerca almeno l'1 %.
Questo fermerebbe l'emoraggia di tanti nostri preparatissimi giovani, perché sono loro la vera ricchezza dell'Uruguay. Dobbiamo crescere in qualità
e valorizzare le nostre risorse umane».
Ministro, un'ultima domanda: ci racconta il suo
percorso biografico e politico?
«Con molto piacere: sono medico veterinario, sposato e padre di tre figli. Ricopro l'incarico di
Presidente del PDC, il Partito Democratico
Cristiano. Prima dell'impegno politico volevo fare
il genetista, ho insegnato come professore universitario all'Universidad de la República, dove ho assistito il Rettore, l'Ing. Jorge Brovetto.
Poi per dieci anni sono stato eletto alla Camera dei
Deputati, oltre a guidare la Comisión de Ciencia y
Tecnología mi sono sempre concentrato sulle persone, sino alla creazione del Sistema Nacional de
Empleo per i nostri disoccupati.
Poi sono stato scelto come Ministro del Turismo e
dello Sport dal Presidente Tabaré Vázquez.
Continuo a studiare per questo nuovo incarico, nel
tempo libero leggo, amo la storia politica e, quando
ho tempo, lo dedico alla lettura e allo sport.
Amo il LIVERPOOL FÚTBOL CLUB, ai neroazzurri ho dedicato anche un libro: “LOS NEGROS
DE LA CUCHILLA”.
Allora non possiamo proprio evitare: qual è il
suo libro preferito?
«Quando posso leggere, leggo di cuore. Il libro che
ho amato è della vostra grandissima Oriana Fallaci,
Insciallah mi ha profondamente commosso».
E allora rileggiamo con i nostri lettori il bellissimo
incipit del libro amato dal Ministro Lescano: “La
notte i cani randagi invadevano la città. Centinaia e
centinaia di cani che approfittando dell'altrui paura
si rovesciavano nelle strade deserte, nelle piazze
vuote, nei vicoli disabitati, e da dove venissero non
si capiva perché di giorno non si mostravano mai.
Forse di giorno si nascondevano tra le macerie,
dentro le cantine delle case distrutte, nelle fogne
coi topi, forse non esistevano perché non erano cani
bensì fantasmi di cani che si materializzavano col
buio per imitare gli uomini da cui erano stati uccisi.”
Non ci resta che salutarvi, come sempre: hasta
luego.
6
Martedì 20 Febbraio 2007
DIARIO URUGUAYANO
la gente d’italia
Il giglio di Sant'Antonio
e i sogni degli innamorati
di Tonino Pintacuda
E c c o , m e l o s o n o b e c c a t o an c h ' i o . D o p o u n
mese era inevitabile. Il “mal d'Uruguay”
m ' h a s t r e t t o n e l s u o a m o r ev o l e a b b r a c c i o .
N o n v i p r e o c c u p a t e , n i en t e d i g r a v e . È u n
mal d'amore, mi sono irrimediabilmente
innamorato di questo Paese e non ho nessuna
i n t e n z i o n e d i a b b a n d o n ar l o .
I l m i o b i g l i e t t o a e r e o m i g u a r d a s o l en n e , co n
la sua data nera stampigliata come monito:
a l t ri s e s s a n t a g i o r n i e d o v r ò d i r v i “a r r i v ed e rci”.
H o a n c o r a s e s s a n t a p r e z i o s i s s i m i g i o r n i p er
c o n o s c e r e q u e l l a c h e f u l a B a n d a O r i e n t al .
Q u a n d o e r o i n I t a l i a h o c e r c a t o i n v an o u n a
g u i d a t u r i s t i c a , a n c h e s o l o p er f ar m i u n 'i d ea
di dove stavo andando.
N i e n t e , s o l o p a g i n e b e llissime su internet ma
nulla che potessi port a rmi n e l l a b i s a c c i a .
Allora rimedio subito a
q u e s t a m a n c a n z a . Qu i i l
“ v e r a n o ” è g i u n t o al l a
su a ma e s t o s a c o n c l u s i one, ieri ed oggi
due
M o n t e v i d e o è u n d es e rt o c o l o r a t o , l ' a t t e s a cu lnella
conclusiva
che
traci-
principali della città.
Oggi con il martedì
grasso giungerà a term i n e a n c h e i l C a r na v a l
2 0 0 7 , l a m u rg a , i t am buri, i coriandoli e i
c o s t u mi c o l o r a t i l a s c er an n o sp a z i o a l l a r i f l essi o n e e a l l a p r e g h i e r a i n at t e s a d e l l a P a s q u a d i
Resurrezione.
A b b i a m o a p p r o f i t t a t o d e l l a b el l a g i o r n a t a d i
i e ri p e r v i s i t a r e M al d o n ad o , u n o d eg l i al t r i 1 9
d e l l ' U r u g u a y.
della
mento
raffigura
una
sue spi agge pul i t i ssi me e grat ui t e. Non esi st o-
balena
che
spruzza,
no gl i st abi l i ment i : i l mare è di t ut t i , nessuno
capolino
escl uso.
su ll' O c e a n o in u n b e llis-
A Mal donado mi sono sent i t o a casa, sarà che
simo
sono cresci ut o cul l at o dal l a dol ce ni nna nanna
tramonto.
_Qualcuno
sfilata
merà lungo le arterie
departamentos
Ed ecco che l a zona bal neari a c'i ncant a con l e
facendo
g i o rn i r o s s i , r o s s i s s i m i .
minerà
L o ste m m a d e l d ip a r ti-
Repubblica
Orientale
m'ha
fatto
di
mia
madre
che
invocava
sempre
n o ta r e c h e n e lle p u n ta te
Sant 'Ant oni o da Padova. Una neni a l eggera che
del mio diario utilizzo
conci l i ava sonno e sogni .
troppo spesso aggettivi
Ed ecco che a Mal donado t rovo una candi da
colmi d'entusiasmo. Se
cappel l et t a sul Cerro San Ant oni o i n cui ri t ro-
questi miei amatissimi
vo l a st at ua del sant o di cui port o i l nome.
critici
qui
Propri o l ui , nel l a rappresent azi one i coni ca i n
andrebbero in deliquio
cui sempre l'ho conosciuto. È stato come
d a su p e r la tiv i.
incontrare un vecchio amico, avevo voglia
C o m e si p u ò r e a g ir e n el
d'abbracci arl o ma l a mi a at t enzi one era t ut t a
v e d e r e il R io d e la Pla ta
per gl i ex vot o che gl i t enevano compagni a.
che
Segno t angi bi l e del l a devozi one uruguayana.
venissero
si
sposa
con
l' Oc e a n o Atla n tic o ? U n a lin e a n e tta c o n f o n d e i
C'era perfi no un'acchi appasogni , una di quel l e
g e o g r a f i, il R io p e r d e il su o m a n to m a r r o n e p er
retine adornate con piume e sassolini che,
d iv e n ta r e d ' u n p r o f o n d o a z z u r r o .
secondo i Nat i vi ameri cani , permet t ono di cat-
E le ste lle ? Do p o il c r e p u sc o lo il c ie lo s' illu-
t urare megl i o i nost ri sogni .
m in a d i e str e lle , u n a p a r o la d o lc issim a c h e s i
Leggiamo nell'enciclopedia geografica che
p r o n u n z ia e str e c ie . . .
arricchisce
il
sito
di
Montevideo
Martedì 20 Febbraio 2007 7
la gente d’italia
«Il
rare ebbe l a vi si one del Si gnore
anche
e che al momento della sua
C e r r o d e l I n g l é s . S i t r o v a a P i r i áp o l i s ,
mort e, nel l a ci t t à di Padova frot-
nel dipartimento di e Maldonado. È
t e di bambi ni presero a correre e
p o s t o a 1 3 0 m e t r i d a l l i v el l o d e l m a r e .
a gri dare che i l Sant o era mort o.
Sulla cima si trova il tempio di San
Antonio fu canonizzato l'anno
A n t o n i o , a l l ' i n t e r n o d e l q u al e s i t r o v a l a
seguent e l a sua mort e dal papa
s t a t u a d e l s a n t o i n t e r r a c o t t a , a r r i v at a d a
Gregori o IX.
Milano».
La grande Basi l i ca a l ui dedi ca-
H a u n v i s o d o l c e S an t 'A n t o n i o , v eg l i a
t a sorge vi ci no al convent o di
s u i s o g n i d e g l i i n n a m o r at i . A n ch e q u i l e
Sant a Mari a Mat er Domi ni .
ra g a z ze - e s o n o c e r t o c h e l o f an n o a n c h e
Tr e n t a d u e
i g i o v a n o t t i - s i v o t a n o a l s an t o p er t r o-
morte, durante la traslazione
v a r e l ' a n i m a g e m e l l a . S p e s s o e v o l e n t i e-
delle
ri l e p r e g h i e r e d a n n o i r i s u l t a t i s p er a t i .
Bonaventura
Credetemi,
leggere
t rovò l a l i ngua di Ant oni o i ncor-
“ G ra c i a s p o r n u e s t r o am o r ” e v ed e r e u n a
rot t a, ed è conservat a nel l a cap-
s c a r p i n a d a n e o n at a l a s c i at a l ì a f u g ar e
pel l a del Tesoro presso l a basi l i-
ogni dubbio sul frutto di quell'amore
ca del l a ci t t à pat avi na di cui è
b e l l o e p u r o . L ' h o d et t o a n c h e a M ar i a,
pat rono.
l a mi a f i d a n z a t a , t o r n er ò c o n l ei al C er r o
ha
per lasciare anch'io il mio ex voto.
Chi esa
Anche in Sicilia le ragazze sgranano
Sant'Antonio,
ro s a r i e s i v o t a n o a l s a n t o d i P a d o v a , a l
gi gl i o, anche i n Uruguay cont i-
buon
nua ad essere amat o.
( h t t p : / / w w w. m o n t e v i d e o . c o m . u y / ) :
Cerro
San Antonio,
è
Fernando
chiamato
commovente
di
Buglione
che
da
anni
sue
dopo
la
sua
spoglie,
da
San
Bagnoregio
_Nel 1946 Pi o XII l o
proclamato
Dottore
puro
della
come
un
L i s b o n a a r r i v ò i n I t al i a . M ar i o l o g o d 'a l-
Sempre nel Cerro sorge una ver-
t o l i v e l l o , c o n v i n t o a s s e r t o r e d e l l ' a s s u n-
gi ne st i l i zzat a, l a Vergi ne dagl i
z i o n e d e l l a Ve rg i ne, s u r i c h i es t a d i p ap a
Alpini, costruita nel 1972 in
G re g o r i o I X n e l 1 2 2 8 t i en e l e p r ed i ch e
onore
della settimana di Quaresima e da questo
Merl i ni . Ri cost rui t a nel 1991 i n
del
ricordo
p a p a è d e f i n i t o “ a r ca d el Te s t am en t o ”. S i
del
Presidente
C a v.
Ugo
Rinaldo
ra c c o n t a c h e l e p r e d i c h e f u r o n o t en u t e d av a n ti
le su e p r e d ic h e p e r la q u a r e sim a d e l 1 2 3 1 . Per
Test oni , con l a col l aborazi one degl i Al pi ni di
a d u n a f o l l a c o s m o p o l i t a e c h e o g n u n o l o s en tì
r ip o sa r si si r itir a a C a m p o sa m p ie r o , v ic ino
Casal e Monferrat o.
p a r l a r e n e l l a p r o p r i a l i n g u a . P er t r e a n n i v i a g-
Pa d o v a , d o v e il c o n te Tiso , c h e a v e v a r e g a la t o
Due pezzi d'Italia sorvegliano i sogni dei
g i a s en z a r i s p a r m i o , è s t a n c o , s o ff r e d 'a s m a e
u n e r e m o a i f r a ti, g li f a a lle stir e u n a sta n z e tt a
nost ri frat el l i uruguayani .
d ' i d ro p i s i a , t o r n a a P a d o v a e m em o r ab i l i s on o
tr a i r a m i d i u n g r a n d e a lb e r o d i n o c e . Da q ui
A n to n io p r e d ic a , m a sc e n d e a n c h e a c o nf e ssa r e e la se r a to r n a a lla su a
c e lla a r b o r e a . U n a n o tte c h e si
e r a r e c a to a c o n tr o lla r e c o m e
ste sse A n to n io , il c o n te Tiso è
a ttir a to d a u n a g r a n d e lu c e c h e
e sc e d a l su o r if u g io e a ssiste
a lla v isita c h e G e sù B a m b in o
f a a l Sa n to .
A m e z z o g io r n o d e l 1 3 g iu g n o ,
era un venerdì, Antonio si
se n te m a n c a r e e p r e g a i c o nf r a te lli d i p o r ta r lo a Pa d o v a ,
d o v e v u o le m o r ir e . C a r ic a to su
u n c a r r o tr a in a to d a b u o i, a lla
p e r if e r ia d e lla c ittà le su e c o nd iz io n i si a g g r a v a n o a l p u n to
c h e si d e c id e d i r ic o v e r a r lo n e l
vicino convento dell'Arcella
d o v e m u o r e in se r a ta . Si r a cc o n ta c h e m e n tr e sta v a p e r sp i-
Come sempre, hast a l uego!
6
Mercoledì 21 Febbraio 2007
DIARIO URUGUAYANO
la gente d’italia
Nove banconote per conoscere
nove grandissimi uruguayani
di Tonino Pintacuda
N e l c e l e b e r r i m o a r t i c o l o “U n a c o n t r ad d i zi one c h i a m a t a U r u g u a y ”, E d u ar d o G a l ea n o s cr ive v a : « n o i U r u g u a y a n i ab b i am o u n a c e r t a t ende n z a a c r e d e r e c h e i l n o s t r o p a e s e e s i s t e , ma
c h e i l m o n d o n o n n e è co n s a p e v o l e.
I m ass
m e d i a - q u e i m e d i a c h e h an n o u n i m p a t t o a
liv e l l o m o n d i a l e - n o n p a r l an o m a i d i q u e s to
pi c c o l o s t a t o s p e r d u t o n el s u d d el l e m ap p e .
C o m e e c c e z i o n e a q u e s t a r e g o l a, l a s t am p a b r it a n n i c a a l c u n i m e s i f a ( l 'a r t i c o l o è d e l l ' a p r i l e
d e l 1 9 9 9 , n . d . r. ) h a p a r l at o d i n o i , a l l a v i g i l i a
d e l l a v i s i t a d e l p r i n c i p e C ar l o . I n q u e l l ' o c c asi o n e , i l p r e s t i g i o s o L o n d o n Ti m e s h a i n f o r m at o i s u o i l e t t o r i c h e l a l eg g e u r u g u a y a n a c o nsen t e a d u n m a r i t o t r ad i t o d i t a g l i a r e i l n a so
a l l a m o g l i e i n f e d e l e e c a s t r ar e i l s u o a m an t e.
I l Ti me s d u n q u e a t t r i b u i v a q u es t e
Sc ia sc ia e Pip p o Fa v a e so n o sic u r o c h e in tu tti
cose. Pi ccol e e fondament al i . Dei supermercat i
i Su d d e l m o n d o u n a p e n n a b r illa n te è a r r iv a ta
ho gi à t racci at o un quadro general e, ma per
a lle ste sse c o n c lu sio n i.
procurarsi i l ci bo, al meno i n quest a vi t a, è
So n o u n g io r n a lista , v o g lio c o n tin u a r e a v iv e r e
necessari o avere i l denaro da porgere a una
sc r iv e n d o . E d a q u e ll' a e r e o , a n c h e se a f a tic a ,
del l e t ant e bel l e cassi ere.
Part i amo da qui , dai “bi l et t es” e
c a t t i v e a b i t u d i n i d e l l e t r u p p e co l o-
dalle “monedas” - banconote e
niali britanniche alla nostra vita
monet e -che gl i uruguayani guada-
ma t ri mo n i a l e . A p p r e z z i am o i l co r-
gnano e t rasformano i n ci bo, vest i t i
tese collegamento, ma a dire la
e t ut t o i l rest o.
v e ri t à n o n s i a m o m a i c a d u t i co s ì i n
Lasci at emi abbracci are l a nost al gi a
b a s s o . I l n o s t r o b a r b ar o p a e s e , ch e
del l e nost re bel l e l i re, pri ma del l 'e-
ha abolito le pene corporali nelle
poca del l 'ami co Euro, chi edevo a
scu o l e 1 2 0 a n n i p r i m a d e l l a G r an
mi o padre l a facci a di Al essandro
B re t a g n a , è d i v e r s o d a ci ò c h e p u ò
Vol t a, quel bel bl u del l e di eci mi l a
a p p a r i r e d a l l ' a l t o e d a l o n t an o . S e i
l i re, confi denzi al ment e un “deca” -
g i o r n a l i s t i s i d e c i d e s s er o a s ce n d er e d a l l ' a e r e o , p o t r e b b er o t r o v ar e a l cu n e s o r p r ese» .P e r o r a - g r a z i e a u n f i l m o n e am er i ca n o - è
t o rn a t o s u l l a b o c c a d i t u t t i i l D é j à v u . E c c o ,
d i c i a m o c h e q u e s t o p i ù ch e a v e r l o g i à v i s t o ,
l ' h o l e t t o m i l l e v o l t e e p r o v at o s u l l a m i a s t e s sa
p e l l e . S o s t i t u e n d o i l n o m e d e l m i o am at i s s i mo
U r u g u a y c o n l ' a l t r e t t a n t o am at i s s i m a S i ci l i a il
r is u l t a t o n o n c a m b i e r e b b e . L 'h a n n o g i à s cr i t to
io h o d e c iso d i sc e n d e r e . E le so p r e se c h e h o
ri empi va i l port afogl i o e faceva bere abbast an-
tr o v a to m ' h a n n o f a tto in n a m o r a r e p e r d u ta m e n-
za benzi na al l a mi a Renaul t 4, con due “deca”
te d i q u e sta te r r a c h e p r o f u m a d i m e r a v ig lia .
andavi i n pi zzeri a e con i l rest o prendevi pure
Vi d o n o i m ie i o c c h i e c o n d iv id o c o n v o i q u e-
un “mi t o mondadori ”, l 'edi zi one super econo-
ste e m o z io n i.
mi ca che cost ava appena 4900 l i re.
O g g i è il m a r te d ì g r a sso , la f in e d e lle sc ia r a d e
Quest o sol o per di rvi che l 'Euro sarà pure l a
c a r n e v a le sc h e . Ottim o p e r io d o p e r in iz ia r e a
nostra moneta nei secoli dei secoli ma un
mostrarvi l'Uruguay partendo dalle piccole
biglietto senza il volto di un compatriota
Mercoledì 21 Febbraio 2007 7
la gente d’italia
eccellente
sembra
un
rifilata.
biglietto
Scrisse
nel
n u d o , u n a s i m p a t i c a b an c o n o t a p er
1930 i l suo t est ament o
g i o c a re a “ m o n o p o l i ” . E l a s c e l t a
i n poesi a "El arqui t ec-
della metafora dei ponti e delle
t o" che arma un corpo
f i n e s t re p o c o p u ò far e p er q u es t a
uni co con i suoi bel l i s-
mancanza.
si mi quadri , uno di essi
Diciamolo subito: qui in Uruguay
è riprodotto sul retro
t u t t e l e b a n c o n o t e , d ai 5 ai 2 0 0 0
del l a banconot a.
p e s o s u r u g u a y a n i s o n o d ei p i cc o l i
Un
capolavori. Su tutte le monete
Alfredo
ritroviamo il profilo solenne di
Acevedo
Jo s è G e r v a s i o A r t i g a s . A n c h e s u l l e
riempie austero con i
banconote
possiamo
conoscere
suoi
n o “ E l B ie n Pú b lic o ” . Su l r e tr o d e i v e n ti p e so s
altro
Rettore,
Va s q u e z
(1844-1923),
baffoni
i
500
m e g l i o i l g l o r i o s o p a s s a t o d i q u e s t o p i c c o lo
tr o v ia m o u n a n g e lo in v o lo .
pesos. Vi ene ri cordat o come padre del l a UNI-
grande Paese.
I l v o lto e la b a r b a so le n n e d e ll' e d u c a to r e Jo sé
VERSIDAD MODERNA per l a ri forma del l 'u-
I l p i t t o r e J o a q u i n To r r es G ar c i a ( 1 8 7 4 - 1 9 4 9 ) ,
Pe d r o Va r e la ( 1 8 4 5 - 1 8 7 9 ) so n o su tu tte le b a n-
niversità, avvenuta durante il suo rettorato
conote da 50 pesos,
(1890-1899)
u n ta g lio m e d io p e r il
E al l 'uni ca donna i l grande onore dei 1000
grandissimo
uru-
pesos: l a poet essa Juana de Ibarbourou (1892-
g u a y a n o c h e r if o r m ò
1 9 7 9 ) . Vi n c i t r i c e d e l P r e m i o N a c i o n a l d e
il sistema scolastico
Li t erat ura nel 1959. Nel ret ro gl i amat i l i bri e
p u b b lic o , c o n sa p e v o-
una pal ma. La ri cordi amo con l a sua poesi a
le c h e l' ig n o r a n z a e r a
“Amor”: El amor es fragant e como un ramo de
un abuso su cui il
rosas./ Amando, se poseen t odas l as pri mave-
Poder Público aveva
ras./ Eros t rae en su al j aba l as fl ores ol oro-
l'obbligo
di
sas/ de t odas l as umbrí as y t odas l as prade-
i n t e r v e n i r e . Tu t t a l a
ras./ / Cuando vi ene a mi l echo t rae aroma de
f o n d a t o r e d e l l ' “ u n i v e r s a l i s m o c o n s t r u ct i v o ” c i
su a a z io n e è sin te tiz z a b ile n e lle su e ste sse
est eros,/ de sal vaj es corol as y t rébol es j ugo-
o s s e r v a d a i 5 p e s o s , i n ci r co l az i o n e d a l 1 9 98 .
p a r o le : « . . . An te s q u e la e sc u e la la ic a , e n su
sos./ ¡Efl uvi os ardorosos de ni dos de j i l gue-
D i e t ro c' è u n a s u a bel l i s s i m a o p e r a .
expresión genuina, sea la escuela pública
ros,/ ocul t os en l os gaj os de l os cei bos frondo-
I 1 0 p e s o s s o n o d e d i c a t i a l D r. E d u a r d o
legal,
A c e v e d o ( 1 8 1 5 - 1 8 6 3 ) . S cr i s s e i l p r o g e t t o de l
que se forme en la
C ó d i g o C i v i l d e U r u g u ay n el 1 8 5 1 , a n c h e s e
c o n c ie n c ia d e l p u e b lo
n o n f u a d o t t a t o i n f l u e n z ò i l C ó d i g o d el 1 8 68 .
e l c o n v e n c im ie n to d e
Vi e n e
Rettore
que la escuela debe
d e l l ' U n i v e r s i d a d d e l a R ep ú b l i c a d al 1 9 0 4 a l
se r la ic a » . Su l v e r so
1907,
troviamo
soprattutto
l'epoca
ricordato
d'oro
come
della
crescita
dell'Universidad in concomitanza all'ottima
mento
economia
Va r e la .
dell'Uruguay
agli
inizi
del
es
morale
necesario
il
monu-
dedicato
a
N o v e c e n t o . D i e t r o i l R et t o r e t r o v i a m o l a f a c-
Al grande musicista
c i a t a d e l l a s u a a m a t i s s i m a U n i v e r s i d ad .
Eduardo
Fabini
Il poeta, magistrato, politico, diplomatico,
(1882-1950)
l'onore
docente universitario Juan Zorrilla de San
d e i 1 0 0 p e so s, r ic o r d ia m o il su o p r im o p o e m a
sos!/ / ¡Toda mi j oven carne se i mpregna de esa
M a rt i n ( 1 8 5 5 - 1 9 3 1 ) e i l s u o f o l t o p i zz e tto
sin f o n ic o “ C a m p o ” , e se g u ito p e r la p r im a v o lta
esenci a!/ Perfume de fl ori das y agrest es pri ma-
c a m p e g g i a n o s u i 2 0 p es o s , s c r i s s e i l s u o ce le-
in p u b b lic o n e l Te a tr o A lb é n iz d i Mo n te v id e o
veras/queda en mi piel morena de ardiente
b e r r i m o “ l a rg o p o e m a é p i c o ” , “ Ta b a r é ” d e l
il 2 9 a p r ile d e l 1 9 2 2 . Un su c c e sso d i p u b b lic o
t ransparenci a/ perfumes de ret amas, de l i ri os y
1 8 8 8 e l a b e l l i s s i m a “ E p o p ey a d e A r t i g a s ” d e l
e c r itic a c h e lo f e c e c o n o sc e r e a l m o n d o in te-
gl i ci nas./ / Amor l l ega a mi l echo cruzando l ar-
1 9 1 0 . F u a n c h e g i o rn al i s t a e f o n d ò i l q u o t i d i a-
r o . Die tr o Fa b in i tr o-
gas eras/ y unge mi pi el de frescas esenci as
v ia m o u n a r a p p r e se n-
campesi nas.
tazione arcadica di
E concl udi amo con Dámaso Ant oni o Larrañaga
u n g io v a n e c h e su o n a
(1771-1848), sacerdot e, pol i t i co e pri ma anco-
i nove tubi di una
ra coraggi osi ssi mo cappel l ano mi l i t are, l 'uni co
sir in g a a f ia to .
i mmort al at o - sui 2000 pesos - di profi l o.
I 2 0 0 p e so s so n o di
La “Uni versi dad cat ól i ca del Uruguay” port a i l
Pedro Figari (1861-
suo nome.
1938),
suoi
Con i l vi vo esempi o di quest i nove grandi ssi mi
occhiali e della sua
uruguayani vi di co, come sempre, hast a l uego.
barba
dei
perfettamente
6
Giovedì 22 Febbraio 2007
DIARIO URUGUAYANO
la gente d’italia
SPECIALE Genio e arte italiana per far grande Montevideo
Prima puntata: L'architetto Gaetano Moretti
di Tonino Pintacuda
C h e n e s s u n o s i s e n t a o ff e s o , m a “l as
mu rg a s ” n o n m i h a n n o e n t u s i a s m at o .
S a r à c h e i l m i o s e m p r e m e n o s t e n t at o
si c u l o - s p a g n o l o n o n m e n e h a f at t o
a s s a p o ra r e l ' i r o n i a o s ar à t u t t a c o l p a
d e l l a m i a i n n a t a m a l i n co n i a. L a s t essa c h e m a s c h e r o c o n u n s o r r i s o t u t t o
su d a me r i c a n o c h e c e r c o d i f ar s g o rg a re dal cuore.
LA “ M U R G A U R U G U AYA ”, l a p r i nc i p a l e a t t r a t t i v a d e l ca r n e v a l e u r ug u a y a n o , è u n g e n e r e t ea t r al e- m u s i c al e fo rmat o d a u n c o r o d i 1 3 - 1 5 p er s one che, accompagnate per una "batería de
mu rg a " a l s u o n o d i “b o m b o , p l at i l l o s y r e d ob l a n t e ” , i n t o n a c a n t i e r ea l i z z a “c u a d r o s m u s ic a l e s ” s u t e m a t i c h e p o l i t i c h e e s o ci al i . Tr a s u d a
i r o n i a : r i s a t e p e r s e p p el l i r e l e m a g a g n e d ell'anno appena trascorso.
P e r s c a n s a r e l e i n e v i t a b i l i r i s a c c h e d i m a l i n c on i a d e i m i e i v e n t i c i n q u e a n n i m i s o n o t a t u ato
i n t e s t a u n a d e l l e p i ù b el l e f r as i d e l l a “Ti e r r a
p u rp u r e a ” d i H u d s o n : « o g n i v o l t a c h e t en t av o
d i e s s e r e u n f i l o s o fo n e e r o i m p e d i t o p e r c h é
irrompeva
sempre
la
felicità».
Qui
a
M o n t e v i d e o è f a c i l e f i l o s o f e g g i ar e f el i c e ca mmi n a n d o l u n g o l a Ra m b l a c h e s e g u e m ae s t o s a
il Rio de la Plata.
È UN A SSAGGI O D I PAR A DI SO , c o l v e n to
L'edi fi ci o rappresent a l a concret i zzazi one t an-
c h e a lim e n ta i p e n sie r i f e lic i, g li ste ssi c h e
gibile
se c o n d o Ja m e s Ma tth e w B a r r ie f a c e v a n o v o la r e
Moretti (1860-1930). Nella dettagliatissima
Pe te r Pa n .
st ori a del Pal aci o Legi sl at i vo nel si t o uffi ci al e
L o d ic e v o u n m e se f a , n e lla p r im a p u n ta ta d i
del
q u e sto d ia r io : l' Ur u g u a y è u n a te r r a c h e p r o f u-
(ht t p: / / www.parl ament o.gub.uy/ ) l eggi amo del
m a d ' I ta lia . Ma d i u n ' I ta lia c h e n o n c ' è p iù p e r-
“geni al e cont ri but o” del l '“Arqui t ect o Cayet ano
c h è s' è p e r d u ta d ie tr o v a lle tto p o li, m o g g io p o li,
Moret t i ”. Non è necesari o t radurre: “Ocuparse
ta n g e n to p o li e tu tti le m a g a g n e c h e v e r r a n n o
de l a obra que real i zó Moret t i en el Pal aci o es
a lla lu c e .
hacerl o de part e i mport ant e de l a hi st ori a de l a
Me n tr e sc r iv o il Go v e r n o ita lia n o sc h r ic c h io la .
const rucci ón del edi fi ci o”.
M' im m a g in o i te le g io r n a li ita lia n i c h e r ig u rg ita n o a g g io r n a m e n ti c o n tin u i, m itr a g lia te d i
c o m m e n ti e o p in io n i e c c e lle n ti. C o n i m ie i
c o lle g h i a p p o sta ti p e r o tte n e r e u n c o m m e n to
a c a ld o d e i n o str i p o litic i.
Pe r f o r tu n a so n o q u i, a p a ssa r e il m e r c o le d ì
d e lle C e n e r i a 1 2 0 0 0 k m d i d ista n z a
da Roma.
IL “ PA L A CIO L E G ISL AT IVO ” I e r i
h o la sc ia to il p a lc o d e lle m u rg a s p e r
a n d a r e a d a m m ir a r e n e lla p ia c e v o lissim a b r e z z a d e lla se r a la f a c c ia ta d e l
maestoso
Palazzo
del
Potere
L e g isla tiv o a d Av e n id a d e la s L e y e s:
b e llo , b e llissim o , f a tto p e r r e siste r e
n e i se c o li.
Al suo interno troviamo una ricca
pinacoteca
e
Biblioteca
del
la
fornitissima
Poder
Legislativo,
seconda soltanto alla monumentale
B ib lio te c a Na z io n a le .
dell'arte
Poder
tutta
italiana
Legislativo
di
di
Gaetano
Montevideo
Giovedì 22 Febbraio 2007 7
la gente d’italia
C H I E RA G A ETA N O M O R E T T I ?
tana
monumentale
a
Parco,
Lima
M o r e t t i i n i z i ò p r e s t o a r a ff i n a r e i l
(1922), il pennone commemorativo
su o g u s t o e s t e t i c o : u n u n i c o f i l o
per l a Repubbl i ca Argent i na a Buenos
r o s s o l e g a g l i e s o r d i n e l l ' o ff i ci n a
Ai res (1924-1926).
di ebanisteria del padre a Milano e
l ' i n e v i t ab i l e i s c r i z i o n e , n el 1 8 7 5 ,
L'ECLETTISMO DI MORETTI Dal
all'Accademia di Belle Arti di
1907
B r e r a d o v e h a l a f o r t u n a d i f r e-
Monument i del l a Lombardi a e succes-
q u e n t a r e l a S c u o l a S p e c i al e d i r et t a
sivamente
da Boito; qui, sotto la direzione
L'at t i vi t à “ecl et t i ca” di Moret t i prose-
a n c h e d i Be l t r a m i s i d i p l o m a b r i l-
gue t ra operazi oni a carat t ere “conser-
l a n t e me n t e p r o f e s s o r e d i D i s eg n o
vativo” (sistemazione della facciata
a rc h i t e t t o n i c o n e l 1 8 8 3 .
del duomo di Vi gevano 1910, facci at a
C o n B e l t r a m i c o l l a bo r e r à i n q u eg l i
di San Gi ovanni Bat t i st a a Chi avari
è
anche
del
soprintendente
Ve n e t o
ai
(1912).
anni anche ai rilievi del Lazzaretto e del
c o r so p e r il Pa la z z o d e l Pa r la m e n to a R o m a .
1933) e proget t ual e (real i zzazi one del l a pro-
C a s t e l l o S f o r z e s c o e i n s i em e f o n d er a n n o , p iù
I P R IMI D IE C I A NNI D E L NO VE C E N TO
pri a casa i n vi al e Maj no a Mi l ano 1911; l a
t a rd i , n el 1 8 9 2 , l a r i v i s t a “ E d i l i z i a m o d er n a ” .
rappresentano un periodo fertilissimo: nel
l unga seri e di cappel l e funerari e pri vat e: l a
N e l 1 8 8 5 c o n s e g u e l 'a b i l i t a z i o n e al l ' i n s eg n a-
1 9 0 5 è , p e r tito li, lib e r o d o c e n te d i a r c h ite ttu-
Crespi -Ghi gl i eri e l a Marazzi Cast i gl i oni del
m e n t o e v i n c e i l c o n c o r s o Vi t t ad i n i “C i m i t e r o
r a a l R e g i o I s t i t u t o Te c n i c o S u p e r i o r e d i
1915 al Monument al e di Mi l ano, l a Dol ci al
se c o n d ar i o p e r M i l an o ” ; n el 1 8 8 6 - 1 8 8 7 co n-
Mila n o .
ci mi t ero di Somma Lombardo 1914; i l pal azzo
del l e Assi curazi oni General i di Mi l ano, con A.
c o r r e p e r l a f a c c i a t a d el d u o m o d i M i l an o d o po
L E C E N T R AL I ID RO E -
Annoni e E. Mei zza del 1928-1930).
L E T T R ICH E I l r a p p o r to
L'at t i vi t à di dat t i ca accompagna quel l a profes-
con il mondo dell'inge-
si onal e per ci nquant 'anni , pri ma con l a cat t e-
g n e r ia e d e ll' in d u str ia lo
dra di Archi t et t ura presso l 'Accademi a di Brera
conduce a una serie di
e poi presso i l Pol i t ecni co di Mi l ano. Fi no agl i
in c a r ic h i p e r la r e a liz z a-
ul t i mi anni di vi t a farà part e del l e pi ù i mpor-
z io n e d i c e n tr a li id r o e le t-
t ant i commi ssi oni gi udi cat ri ci del l 'epoca si a
triche in Lombardia. In
nel campo urbani st i co che i n quel l o del rest au-
questo periodo nasce la
ro dei monument i e nel l a nuova edi l i zi a resi-
su a o p e r a , in c la ssif ic a b ile
denzi al e mi l anese.
c o m e f u p e r se c o li l' o r n i-
Domani vi si t eremo l 'i nt erno del pal azzo. Oggi
torinco:
vi di co, come sempre, hast a l uego!
Tr e z z o
la centrale di
D'Adda
(1904-
1 9 0 6 ) , su in c a r ic o d e ll' inessere stato menzionato già nel 1881 al
dustriale Crespi che aveva avuto modo di
C o n c o rs o Ca n o n i c a , i n s e g u i t o o t t er r à l a ca r i ca
a p p r e z z a r e l' o p e r a d i Mo r e tti n e l c im ite r o e n el
d i a mm i n i s t r a t o r e d e l l a F a b b r i ca d e l D u o m o .
m a u so le o d i f a m ig lia se m p r e a Tr e z z o ( 1 8 9 6 ),
N e l 1 8 8 8 o t t i e n e i l p r i m o s u c c e s s o n a z i o n ale
m a r isa lg o n o a q u e sto p e r io d o a n c h e le c e n tr a-
c o n l a s e g n a l a z i o n e t r a i p r i m i ci n q u e al c o n-
li d i B o ff a lo r a ( 1 9 0 4 - 1 9 0 5 ) , d i Pie d im u le r a
sull'Anza
(1905-1907)
per
la
Società
d e ll' A n z a , la G. Po n z io d i Gr o so tto ( la p r im a
c o str u ita in Va lte llin a p e r c o n to d e lla AE M,
1 9 0 8 - 1 9 11 ) e q u e lla te r m o e le ttr ic a d i N o v a r a
(1906).
GLI INTENSI RAPPORTI CON IL SUDAMERICA
L ' a m o r e r e c ip r o c o tr a il Su d a m e r ic a e Mo r e tti
v iv e a n c o r a in A rg e n tin a , U r u g u a y e Pe r ù . G l i
in te n si r a p p o r ti si c o n c r e tiz z a n o n e l 1 9 0 9 c o n
la vittoria al concorso di II grado per il
M o n u m e n t o p e r l ' I n d i p e n d e n z a A rg e n t i n a a
B u e n o s A ir e s e p r o se g u o n o n e l 1 9 1 3 - 1 9 2 5 ( n el
1 9 2 3 è G r a n d ' u ff ic ia le d e l Pe r ù ) q u a n d o , a
se g u ito d i u n p r e c e d e n te c o n c o r so , r e a liz z a il
completamento del Palazzo Legislativo di
Montevideo, la Galleria Permanente d'Arte
C o n te m p o r a n e a I ta lia n a a L im a ( 1 9 2 1 ) , la f o n-
20
CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA
Venerdì 23 Febbraio 2007
la gente d’italia
Mappe, mulatte e meraviglie
I trucchi di Gabriel García Márquez, scrittore per timidezza
di Grenar
A cura
con
di
di Tonino Pintacuda
la collaborazione
BombaSicilia.it
I l 2007 è l'anno di Gabo, come
viene affettuosamente chiamato
lo scrittore colombiano Gabriel
G a r c í a M á r q u e z , p r em i o N o b el
per la Letteratura nel 1982 “ per
i s u o i r o m a n z i e i s u o i r a c c o nt i , i n c u i i l f a n t a s t i co e i l r e a l is mo s i c o m b i n a n o i n u n r i cc o e
c o mp o s i t o m o n d o d el l ' i m m ag inazione che riflette la vita e i
c o n fl i t t i d i u n i n t e r o c o n t i n e nte”.
Q u a r a n t ' a n n i f a , n el 1 9 6 7 u s civ a l a p r i m a e d i z i o n e d el c e l eberrimo «Cien años de soledad»
(C e n t ' a n n i d i s o l i t u d i n e ) . I l r omanzo - universalmente riconos c i u t o c o m e l a m a s s i m a e s p r e ssione del “realismo magico” narra l'epopea della famiglia
Buendia e della cittadina di Mac o n d o c h e v i e n e i n v es t i t a d a ll'onda devastante dell'inarrestabile progresso.
Questa settimana lo scrittore
p u g l i e s e G r e n a r ce r c a l a m er aviglia nelle pagine di García
M á rq u e z ; i n v e c e l a l a t i n i s t a s ic i l i a n a M a r i a Re n d a, s u l l a s c i a
di una densissima poesia del
poeta bagherese Ignazio Buttitt a , e l o g i a l a “ G i o r n a t a M o n d i al e d e l l a L i n g u a M a t e r n a ” i s t ituita dall'Unesco sin dal 21 febbraio del 1999.
Buona lettura.
Per gentile concessione dell ' a uto re p u b b l i c h i a m o u n ' a n t i c i p a z i o n e d e l p r i m o n u m ero
d e l l a n u o v a s e r i e d i « B o m b aSicilia - rivista trimestrale di
approfondimenti letterari»
(www.bombasicilia.it). L'artic o l o è r i l a s c i a t o s o t t o l i ce n z a
Creative Commons Attribut i o n - N o n C o m m e rc i a l - N o Derivs 2.0 (Italy License. Dettagli: http://creativecomm o ns . o r g / l i c e n s e s / b y - n cnd/ 2 . 0 / i t / )
RICORDALATUAPRIMAPALLADI
NEVE. Riporta alla mente l'alba abbracciato al primo amore della tua
vita, il primo pesce finito nel tuo retino. L'hai buttata nel mare, quella
tua prima preda, o l'hai tenuta per
sempre con te, quella tua prima storia? Immagina una fanciulla così pura che nemmeno il mestiere di prostituta le secca gli occhi, chiamala
Erèndira, e mettile accanto una nonna snaturata: hai le visioni? Sotto i
tuoi occhi, e solo per i tuoi occhi, miti e simboli si accoppiano e figliano,
quella palla di neve levita e diventa
un sole giallo come un delirio?
Hai risposto “sì” a tutto? O sei Gabriel García Márquez o già possiedi
la chiave per accedere ai suoi mondi.
«Eréndira stava aiutando la nonna a
fare il bagno quando cominciò il vento della sua disgrazia. L'enorme magione di malta lunare, smarrita nella
solitudine del deserto, rabbrividì fin
nei contrafforti sotto il primo assalto.»
DICE LO ZINGARO MELQUÍADES
in “Cent'anni di solitudine” che le cose
hanno vita propria: è tutta questione di
svegliargli l'anima. Ti sorprende questa
frase, o mi vuoi dire che l'hai già sentita
molte altre volte? D'accordo, ma l'hai mai
messa in pratica? Si fa così: prendi, ruba,
copia, mangia, accumula frammenti finché
non sarai così pieno da diventare psicopatico o scrittore. Sveglia l'anima a tutto.
Sai come fa García Márquez secondo me?
Chiude la meraviglia in un sacco magico.
E non ti sorprendere che ne tiri fuori certe frasi incredibili, come Eta Beta dalle
mutande! Costruisce per frammenti, vedi?,
con gran pazienza. Appare prima una donna, poi il davanzale alla quale è affacciata.
«Era una mulatta sottile di San Juan de
Puerto Rico, minuta e robusta, color del
caramello a riposo e con certi occhi da cagna selvaggia che si intonavano benissimo al suo modo di essere»
POI LO SCRITTORE FAALTRO. Passano giorni, o mesi, o anni, e gli appare
l'entità (umana, animale, vegetale, minerale) che la donna sta fissando. Poi c'è un
lampo, come quello del pizzico di polvere incendiato dal fotografo (una volta il
flash si faceva così), ed ecco, appare l'espressione della donna: innamorata, afflitta, determinata… I frammenti si consolidano e nasce una storia. Un gioco di
prestigio, un trucco da zingari.
«Sono scrittore per timidezza”, ha detto
una volta García Márquez, “La mia vera
vocazione è quella dell'illusionista, ma mi
vergogno così tanto a fare un trucco in
pubblico che ho dovuto rifugiarmi nella
solitudine della letteratura»
E bravo, credigli. Sono trucchi? Vero, lasciano a bocca aperta… O sono macchi-
ne narrative strane e fascinose, locomotive immaginarie a cui sono attaccati infiniti vagoni, pieni di meraviglia o noia (non
tutte le ciambelle riescono col buco), o
pieni di qualcosa che per altri è noia e per
te è incanto?
«Molti anni dopo, di fronte al plotone di
esecuzione, il colonnello Aureliano
Buendìa si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio.»
COSÌ COMINCIA “CENT'ANNI DI
SOLITUDINE”. La sua prima preda,
García Márquez bambino (per tutti Gabito) l'ha ributtata nel mare delle storie, e così l'ha lasciata libera di moltiplicarsi. Vuoi
sapere poi come ha continuato?
Innanzitutto, la mappa (direbbe J.R.R.
Tolkien, seguìto a ruota da Umberto Eco).
La mappa, che sia disegnata sulla carta o
nella mente, è fondamentale per creare le
storie della meraviglia e del mito. Quindi, i monti, le foreste, le strade, i paesi: eccola là, Macondo, somiglia tanto al paesino di Aracataca in cui Gabito è cresciuto. E il tempo: inteso come scorrere della
sabbia nella clessidra (che è magica e capricciosa, i granelli che contiene sono tutti diversi l'uno dall'altro); e inteso come
clima, il caldo tropicale di solito, quello
che García Márquez conosce meglio. Ma
anche le primavere romane, Gabo ha studiato cinema a Roma con Zavattini. E i
ghiacci nordici, non è poi così raro che un
romanziere viaggi, no?, soprattutto se fa
anche il giornalista.
Tutto nel sacco. E poi, all'ora di cena, Gabriel García Márquez, come gli zingari, lascia arrostire le sue strofe attorno al fuoco. Lentamente, odorosamente, il caos diventa ordine, nascono le prime storie, che
crescono e si biforcano e si ritrovano e
sanno da sole quando sono complete: in
quel momento Gabo prende carta e
penna e scrive la stesura definitiva. E
racconta di un vecchio angelo stanco,
che cade sulla terra come un'aquila
stremata, e dei bambini che lo raccolgono. E racconta dello scheletro di
quest'angelo. E gli credi, perché è tutto vero. Epico e reale, magia e trucco, mito e vita quotidiana.
GARCÍA MÁRQUEZ HA FAMILIARITÀ CON L'EPICA, e al tempo stesso con la vita nelle case e con
i colori delle strade. Io vedo, “traducendo” lo scrittore in essere umano a
partire dai suoi scritti (non leggo la
sua biografia come è d'uso fare, ignoro la regola), io vedo un bambino che
ascolta i racconti di suo nonno: i ribelli nelle foreste, i contadini massacrati con i machete per aver scioperato, i viaggi raminghi, le donne troppo
belle per questa terra, come Remedios, tanto bella che il Cielo se la riprese. Io vedo un bambino che ascolta i racconti di una zia zitella: un amore segreto, un destino di rovina; milioni di pietose bugie; le tele di ragno di
parole che ancora sperano, ancora aspettano. Io vedo meticci e indios e italiani e
gitani che invece di raccontare fanno vedere al bambino come si avvelena una
punta di freccia e come si evocano gli spiriti degli avi, come si suona un violino e
come si sogna un mondo intero in una sola notte. Poi vedo uno spostamento nelle
Ande (sì, ora sto sbirciando la sua biografia), e lassù fa freddo e c'è da star soli. C'è da leggere. C'è tempo per scrivere.
Tutto questo, qualcuno lo chiama realismo magico. Io, “meraviglia”.
Vedi, “meraviglia” per García Márquez
non è un'invenzione clamorosa, né un oggetto incantato, né tantomeno un evento
magico. La meraviglia è nella funzione: il
modo in cui lo scrittore inserisce un elemento fantastico nel mondo che ha creato. Un po' come il cappello della scuola di
magia di Hogwarts: un cappello che parla non è una novità, ma ha la funzione di
decidere a quale gruppo i nuovi alunni
della scuola di magia debbano appartenere; l'alunno lo indossa, il cappello dice
“Grifon d'oro” o “Serpe verde” o “Tasso
rosso”, e così via. E nel racconto di J.K.
Rowling, Harry Potter indossa il cappello e gli rivolge una preghiera: “tutto ma
non Serpe verde”. È così?, la Rowling ha
svegliato l'anima a un cappello, o sono
folle come José Arcadio Buendía, il patriarca alchimista che dovettero legare a un
albero come diceva la profezia?
AMICO MIO, UNA STORIA CONTIENE INFINITI MONDI, e questo
mondo contiene infinite storie - tutte quelle che puoi immaginare. Allora, l'hai buttata nel mare, quella tua prima preda? Hai
fatto bene: quando meno te l'aspetterai
tornerà a te e ti riporterà la meraviglia.
la gente d’italia
CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA
Venerdì 23 Febbraio 2007 21
La Giornata Internazionale della Lingua Materna
di Maria Renda
teva ritrovare il ricordo dell'amata madre e ricostruire la propria esistenza
do svariate lingue, si servì sempre nelspezzata. Questo è il potere fondamenla propria poesia del tedesco. La Muttale della lingua che abbiamo imparato
tersprache, la lingua-madre, come egli
da piccoli.
la definì, era la stessa che parlavano gli
Il 21 febbraio, su iniziativa dell'Uneassassini dei genitori, ma in quanto linsco, è dal 1999 la “Giornata Internaziogua materna era l'unica nella quale ponale della Lingua materna” e vuole essere un momento di riflessione e di arricchimento su questa impordi Ignazio Buttitta (1970)
tantissima risorsa.
Sappiamo che la lingua è
n populu
infatti lo strumento prinmittitulu a catina
cipale di cui ci serviamo
spugghiatulu
attuppatici a vucca,
per esprimere la nostra
è ancora libiru.
cultura, Oscar Wilde sosteneva che non vi è nulLivatici u travagghiu
la che distingue l'uomo
u passaportu
a tavola unni mancia
dall'animale tanto quanto il linguagu lettu unni dormi
gio: «non esiste né modo d'agire né
è ancora riccu.
forma d'emozione che l'uomo non condivida con gli animali inferiori. È soUn populu,
diventa poviru e servu
lo tramite il linguaggio che ci s'innalquannu ci arribbanu a lingua
za su di loro. Tramite il linguaggio che
addutata di patri:
è il padre e non il figlio del pensiero».
è persu pi sempri.
Dunque, riflettere sulla lingua signifiDiventa poviru e servu
ca riflettere sulla nostra cultura, e prequannu i paroli non figghianu paroli
servare la varietà e la diversità delle
e si manciunu tra d'iddi.
lingue significa guardare a questa vaMinn'addugnu ora,
rietà come ad un valore irrinunciabimentri accordu a chitarra du dialettu le.
ca perdi na corda lu jornu.
Scriveva il poeta dialettale Ignazio
Buttitta che un popolo cui si ruba la
Mentri arripezzu
a tila camulata
lingua ereditata dai padri diventa pochi tesseru i nostri avi
vero e servo, alludendo indubbiamencu lana di pecuri siciliani
te a una povertà non materiale ma spie sugnu poviru
haiu i dinari
rituale e culturale. Purtroppo un proe non li pozzu spènniri
cesso di globalizzazione, disgiunto in
alcuni casi da una politica di valorizi giuielli
zazione delle risorse locali, rischia di
e non li pozzu rigalari;
u cantu,
tradursi in un nuovo colonialismo culnta gaggia
turale. Le cifre calcolate dall'Unesco
cu l'ali tagghati
fanno riflettere: nelle mondo sono parlate dalle 6.000 alle 7.000 lingue e di
U poviru,
c'addatta nte minni strippi
queste il 50-90% rischia di estinguerda matri putativa,
si entro i prossimi cento anni.
chi u chiama figghiu pi nciuria.
Affinché la sensibilità collettiva nei
Nuàtri l'avevamu a matri,
confronti del problema resti viva annni l'arrubbaru;
che oltre il 21 febbraio, la associazioaveva i minni a funtani di latti
ne “Esperanto” ha deciso di varare,
e ci vippiru tutti,
sotto la direzione scientifica dell'etora ci sputanu.
nolinguista Maurizio Gnerre, un proNni ristò a vuci d'idda,
getto di adozione a distanza delle lina cadenza,
gue a rischio di estinzione, il titolo
a nota vascia
della campagna è, significativamente,
du sonu e du lamentu:
chissi non nni ponnu rubari.
“Salva una lingua, conosci un popolo”.
L'Unesco promuove e incoraggia la diNni ristò a sumigghianza,
versità linguistica sostenendo il ruolo
l'annatura,
i gesti,
della scuola in qualsiasi momento deli lampi nta l'occhi:
la formazione dell'individuo e dando il
chissi non ni ponnu rubari.
via ad una campagna di alfabetizzazione nelle aree più povere del pianeNon nni ponnu rubari,
ma ristamu poviri
ta.
e orfani u stissu.
I l poeta ebreo Paul Celan, pur parlan-
LINGUA E DIALETTU
U
In Italia dal luglio del 2005 è stata istituita la “giornata della lingua italiana”
che ricorre il 4 ottobre, in concomitanza con le celebrazioni dedicate al
Santo Patrono Francesco D'Assisi. L'italiano è ad oggi - grazie a una tradizione letteraria di indubbio pregio una delle lingue più tradotte al mondo,
insieme a inglese, francese,
spagnolo, tedesco, russo e
svedese, tuttavia da più parti si denuncia un suo progressivo impoverimento,
che si accompagna a una diminuita importanza della
nostra lingua anche all'interno dell'Unione europea
che pubblica i propri documenti nelle tre lingue considerate principali.
******
I G N A Z I O B U T T I T TA è n a t o a
Bagheria (a 13 chilometri da
Palermo) il 19 settembre 1899
ed è morto ad Aspra-Bagheria
il 5 aprile 1997. “Poeta, uomo
politico, ragionatore, commentatore, attore”, esordisce nel
1923 con la raccolta di versi
“Sintimintali”.
IL SILENZIO E IL SUCCESSO
Dopo un lungo silenzio durante il regime fascista, Buttitta
pubblicò “Lu pani si chiama
pani” (1954), “Lu trenu di lu
suli” (1963), “La peddi nova”
(1963), “Io faccio il poeta”
( F e l t r i n e l l i 1 9 7 2 , P re m i o Vi a reggio), “Il poeta in piazza”
(Feltrinelli 1974), “Pietre nere” (1983), “La vera storia di
Salvatore Giuliano” (1997).
LA CRITICA Buttitta è stato
considerato dalla critica più
attenta il massimo poeta dial e t t a l e d e i n o s t r i t e m p i . Tr a dotto in vari paesi, persino in
Cina; in Italia è stato pubblicato principalmente da Feltrinelli.
LA FONDAZIONE IGNAZIO
B U T T I T TA P e r s t u d i a r e l ' o p e r a
di Buttitta, nel marzo del 2005
è nata la fondazione Ignazio
Buttitta con sede legale ed operativa presso la casa natale di
Ignazio Buttitta. Nella sede è
stata costituita e progressivamente sarà potenziata una biblioteca specializzata nei diversi ambiti della cultura sici-
Io faccio il poeta, 1982.
di Ignazio Buttitta (1970)
U n popolo, / mettetelo in catene
/ spogliatelo / tappategli la bocca,
/ è ancora libero. // Toglietegli il
lavoro / il passaporto / la tavola in
cui mangia / il letto in cui dorme /
è ancora ricco. // Un popolo / diventa povero e servo, / quando gli
rubano la lingua / ereditata dai padri: / è perduto per sempre. // Diventa povero e servo, / quando le
parole non generano più parole / e
si mangiano fra di esse. / Me ne accorgo ora / mentre accordo la chitarra del E sono povero: / Ho i denari / e non li posso spendere; / i
gioielli / e non li posso regalare; /
il canto, / nella gabbia / con le ali
tagliate. // Un povero, / che poppa
nel seno arido / della madre putativa, / che lo chiama figlio / per ingiuria. // Noialtri l'avevamo la madre, / ce l'hanno rubata ; / aveva le
mammelle a fontane di latte / e ci
bevvero tutti, / ora ci sputano. //
C'è rimasta la sua voce, / la cadenza, / la nota bassa / del suono e del
lamento: / questi non ce li possono
rubare. // dialetto, / che perde una
corda al giorno. // Mentre rattoppo,
/ la tela tarlata / che tesserono i nostri avi / con lana di pecore siciliane. //C'è rimasta la somiglianza, /
l'andatura, / i gesti, / i lampi negli
occhi / questi non ce li possono rubare. // Non ce li possono rubare, /
ma restiamo poveri, e orfani lo stesso. (Traduzione di Lucio Zinna)
liana. Il presidente della Fondazione è l'illustre linguista
Tu l l i o D e M a u r o .
L'Amministrazione comunale
di Bagheria ha dedicato l'8 giugno del 1998 l'ex IV^ Scuola
Media all'illustre bagherese,
divenuta da allora l'Istituto
Comprensivo Statale “Ignazio
Buttitta” sotto la direzione del
Preside Dott. Gioacchino Genuardi.
PER INFORMAZIONI
Fondazione Ignazio Buttitta
Via A. Pasculli, 12 90138 Palermo
Te l .
0917023290
Fax
0917026433
E-mail:
[email protected]
Venerdì 23 Febbraio 2007 24
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
Il “Palacio Legislativo”: un gioiello
italiano nel cuore di Montevideo
di Tonino Pintacuda
C
ome avevo preannunciato ieri, oggi visito
con voi i magnifici interni del Palazzo
Legislativo di Montevideo, sede del Parlamento
della “República Oriental del Uruguay”.
VESTÍBULO DE HONOR è l'entrata principale al Palazzo. Ci accolgono quattro grandi quadri che riempiono le pareti, tutte opere di artisti
nazionali. Le mezze lune che decorano gli archi
sono state dipinte da Manuel Rosé. Segnaliamo
l' allegoria dell'“Inconrto tra un centauro indio
e un leone spagnolo”. Poi non possiamo non
soffermarci sul capolavoro di Pedro Blanes
Viale “Il giurmaneto della Costituzione del
1830” e sulla “Visita all'accampamento di
Artigas sul Cerrito”, sempre di Manuel Rosé.
Su entrambi i lati dei quadri si stagliano soleen
quattro colonne monolitiche di granito rosso,
alte sei metri e venti centimetri.
SALÓN DE LOS PASOS PERDIDOS Il Salone
dei Passi Perduti è magnifico, rivestito totalmente del lussuoso marmo e granito uruguayano, etratti rispettivamente dai dipartimenti di
Lavalleja, di Maldonado e Canelones. Il Salone
separa in due parti simmetriche l'edificio, da un
lato la Camera dei Senatori, dall'altro i Deputati.
L'entrata della Camera dei Senatori è sormontata
da una vetrata realizzata secondo lo stile di
Milano raffigurante la Giustizia. Quella dei
Deputati raffigura invece il Lavoro.
Sui lati dei due accessi incontriamo altorilievi in
gesso dello scultore Edmundo Prati.
È tutto un gioco di colori ricamato dalla luce che
filtra dalle vetrate decorate con mosaici veneziani
realizzati su disegni dall'italianissimo
artista
Giovanni Buffa a Milano.
I quattro simboli dello
“stemma nazionale” rivivono in altrettante opere
di José Belloni
Al centro del salone il
posto di riguardo è per
l'originale
della
D i c h i a r a z i o n e
d'Indipendenza del 1825.
SALA DE FIESTAS La
Sala delle Feste è riservata a eventi protocollari e
culturali. Il tetto è rivestito di una lamina d'oro
massiccio in stile barocco
bizantino in cui si riconosce la mano degli artisti
italiani Enrico e Alberico Albertazzi.
I mobili della sala sono arrivati dall'Italia e
dell'Argentina, su tutti spiccano i bronzi e i cristalli di Murano.
Alle pareti ci sono i quadri ad olio di alcuni dei
maggiori pittori uruguayani: “Las Instrucciones
del Año XIII” di Pedro Blanes Viale, il ritratto di
“Fructuoso Rivera” e di “Manuel Oribe”, e la
“Batalla de las Piedras” sempre di Manuel Rosé e
un'altra versione di “Fructuoso Rivera” e del
ritratto di Juan Antonio Lavalleja, e di José Luis
Zorrilla de San Martín.
CÁMARA DE SENADORES È la sede dei lavori dei trenta senatori e del Vicepresidente della
Repubblica Rodolfo Nin Novoa.
L'emiciclo è realizzato in legno del
Paraguay e rivestito con l'ottimo
cuoio uruguayano.
Sopra il tavolo
della
Presidenza
del Senato è scolpito
lo
Scudo
Nazionale, sormontato dalla raffigurazione della Pallade
Atena, la dea greca
della
Sapienza.
Tutta la sala è illuminata
da
una
vetrata italiana a
forma
di
sole
nascente.
CÁMARA
DE
DIPUTADOS La Camera dei Deputati è strutturata per accogliere i 99 Deputati ed è presieduta
da uno dei suoi membri su incarico annuale.
Dietro il tavolo della Presidenza si trova un quadro ad olio dell'artista francese Fernando Laroche
che raffigura l'incontro del Generale Artigas con
il Generale Rondeau nel corso del Secondo Anno
d'Assedio della città di Montevideo (1813), ricordiamo che i nove anni d'assedio valsero a
Montevideo l'epiteto di Nuova Troia, reso celebre
da Dumas.
Su entrambi i lati della Presidenza vi sono i
Palchi d'onore destinati a invitati speciali e i palchi per la stampa, oltre che la galleria per il pubblico che può assistere alle sedute.
L'emiciclo è in noce, ottimo legno italiano. Le
gallerie sono in legno di quercia importato dalla
Slovenia. Sul tetto campeggia una vetrata con lo
Scudo Nazionale. In questa stessa sala hanno
sede anche le sessioni dell'Assemblea Generale.
SALÓN CENTRAL DE LA BIBLIOTECA La
Biblioteca del “Poder Legislativo” come dicevamo ieri, è seconda per importanza solo alla
monumentale
e
fornitissima
Biblioteca
Nazionale.
I volumi sono oltre 250.000, tutte le mattine il
pubblico può liberamente accedere dei suoi
numerosi servizi.
Il Salone è illuminato da un'ampia vetrata di
manifattura italiana. Al centro l'imponente statua
dell'eroe nazionale, l'amatissimo Generale
Artigas, realizzata anche questa da un artista italiano, lo scultore Angelo Zanelli.
Su un angolo bella e pensosa ci tiene compagnia
una copia dell'incantevole Venere di Milo.
Prima di congedarmi, vi invito semplicemente a
contare in quest'articolo le ricorrenze dell'aggettivo “italiano”.
Fatto? Ecco, come vi dicevo nella prima puntata
del “diario”, questa terra profuma d'Italia.
Come sempre, hasta luego.
Mercoledì 27 Febbraio 2007 8
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
GENIO E ARTE ITALIANAPER FAR GRANDE MONTEVIDEO
Lo scultore Angelo Zanelli
di Tonino Pintacuda
N ell'archivio delle tesi dell'Università Ca' Foscari
di Venezia ci siamo imbattuti in un eccellente
abstact che illustra la ricerca di Cristina Beltrami
“La statuaria italiana dalla metà dell'Ottocento al
primo ventennio del Novecento a Montevideo”.
IL PREZIOSO LAVORO DI CRISTINA BELTRAMI
La Dottoressa Beltrami merita di essere citata per il
suo impeccabile lavoro. Rendiamole il giusto omaggio con un ampio stralcio della presentazione della
ricerca:
«La ricerca prende in esame il cospicuo patrimonio
di scultura italiana conservato nella capitale uruguaiana.
I DUE TERMINI TEMPORALI indicano dei paletti
cronologici ben definiti: è infatti dalla metà
dell'Ottocento che si stabilisce a Montevideo un
gruppo di pittori prima e scultori poi, di origine italiana, mentre gli anni venti segnano la svolta culturale dell'Uruguay, dovuta ad una conoscenza diretta
monumento ad Artigas che campeggia maestoso Vittoriano. E poi la risonanza mondiale, dopo aver
di modelli europei.
concluso le decorazioni plastiche dell'Altare della
nella Plaza Indipendencia.
L'OTTOCENTO In questo arco cronologico
ANGELO ZANELLI, insigne scultore, accademico Patria a Roma con la collocazione della statua della
Montevideo ha conosciuto un arredo monumentale e
d'Italia nel 1939 e socio corrispondente dell'Ateneo Dea Roma nel 1925, l'anno in cui fu collocata nella
architettonico principalmente legato a maestranze
nicchia centrale del Vittoriano. I critici hanno scritdi Salò.
italiane; che siano queste rappresentate da scultori
Visse a Salò la sua gioventù, lavorò nel laboratorio to di “un impeccabile gusto per il monumentalismo
alla ricerca di maggior fortuna oltreoceano, o da
Bigoni e frequentò la scuola d'arte "Romualdo e la retorica, unitamente a spunti a carattere sociafigure che hanno agito da intermediari con i laboraTurrini" (1752-1822), dove ebbe come maestri due le”.
tori italiani.
valenti artisti come il pittore Carlo Banali ed il Nel Salone dei Passi Perduti del “Capitolio” di
Questo ha permesso che giungesse a Montevideo
Cuba si trova la statua che rappresenta La
decoratore Saverio Pollaroli.
una notevole quantità di scultura italiana, principalA Salò si trovano tre delle sue opere: il monumento Repubblica di Cuba. Zanelli la creò in Italia e dalla
mente di carattere cimiteriale, all'interno della quale
a Giuseppe Zanardelli (1904), il monumento ai Penisola fu sezionata in tre parti per trasportarla a
vale la pena segnalare il Minatore di Enrico Butti,
Caduti di Salò (1926-31) e il busto di Gasparo da Cuba. Si narra che l'artista fu ispirato da una bella
l'Olocausto e il Monumento al lavoro di Leonardo
Salò (1906) del quale il poeta D'Annunzio disse: “E' cubana e dalla Pallade Atena, la dea greca della
Bistolfi ed un busto di Garibaldi di Vincenzo Vela.
opera veramente musicale, non ne ricordo altre di Sapienza.Ma in questo nostro diario rivolgiamo l'atLA STAGIONE DEI CONCORSI INTERNAZIOscalpello, che trasmettano così chiaramente il senso tenzione soprattutto al grande monumento di
NALI Dal secondo decennio anche l'Uruguay è intedell'armonia: non si sa se stia aprendosi il petto per Artigas, nel cuore di Montevideo, la Plaza
ressato dai grandi concorsi internazionali, e due
trarne il violino, o se stia aprendo il violino per Indipendencia.
sono vinti da italiani: il monumento al General
Non abbiamo che da rilanciare, col gentilissimo
mettervi cuore”.
Artigas di Angelo Zanelli e il Palazzo Legislativo
CUBA E L'URUGUAY Ma è all'estero che il nome consenso dell'autrice, l'impeccabile scheda della
affidato, in seconda battuta, a Gaetano Moretti, che
di Zanelli ebbe eterna gloria. La notorietà nazionale dott.ssa Beltrami dal suo sito www.duesecolidisculper anni è attivo a Montevideo anche in veste di
arriva con la vittoria al concorso per il fregio del tura.it.
docente. [...]
IL FORTE LEGAME
CULTURALE
TRA
ITALIA E URUGUAY
A termine della ricerca,
di Cristina Beltrami
posso affermare che
nella sola capitale si
p.103; mentre Beltrami, 2003, pp.296-300 “Statuaria italiana tra la metà dell'Ottocento
l concorso per il monumento montevideano al amplia la lista dei titoli sudamericani.
contino più di centocine il primo ventennio del Novecento a
General Artigas risale al 10 ottobre 1883 ma per *Cristina Beltrami (1973) si è laureata in Montevideo”. Ha pubblicato “Segni e luoghi.
quanta pezzi di plastica
anni non trova un vincitore. La scelta finale è tra Lettere con indirizzo storico-artistico presso Vita e opere di Lino Bianchi Barriviera
italiana, che provano
Angelo Zanelli e Juan Manuel Ferrari; la spunta l'università Ca' Foscari di Venezia nel 1998 e (1906-1985)” (Canova, 2004). Dal gennaio
l'esistenza di un forte
l'italiano poiché il suo gesso “irradia una mae- ha poi seguito i corsi della Scuola di 2005 al giugno 2006 è stata borsista presso gli
legame culturale che ha
stà, una forza, una bellezza che incantano” e - Specializzazione in Storia dell'Arte Archivi del '900 del Mart di Rovereto dove
segnato almeno trent'ansoprattutto - perché a questa data la fama di dell'Università degli Studi di Udine.
ni
della
storia
ha ordinato il Fondo Corrado Forlin e Luigi
Zanelli è al suo apice grazie al cantiere del Dal 2000 al 2002 è stata guida didattica della Russolo partecipando all'organizzazione
dell'Uruguay».
Vittoriano di Roma. Il monumento ad Artigas è Collezione Peggy Guggenheim.
Abbiamo già apprezzato
della mostra di quest'ultimo (Mart, Rovereto
inaugurato il 28 febbraio 1923 nell'entusiasmo Ha organizzato due edizioni dell'Esposizione estate 2006 - Estorick Collection, Londra,
giovedì
scorso
il
generale, sia per la maestria del suo esecutore d'arti visive. Sezione giovani presso il Circolo autunno 2006). Attualmente è impegnata in
Palazzo Legislativo e
che per la ricostruzione filologica dei costumi e Artistico di Venezia e curato il volume una ricerca sulla Scultura monumentale del
l'opera
di
Gaetano
della vicenda storica narrata sul basamento.
Moretti, il diario di oggi
“L'identità delle arti a Venezia nel XIX e XX secolo a Verona presso l'Università
Bibliografia: sulle vicende italiane del concorso Novecento” (Marsilio 2002).
lo dedichiamo all'illudegli Studi di Verona. Ha ideato e gestisce il
si veda, Bosaglia-Passamani-Terraroli, 1984, Nel 2004 ha discusso la tesi di dottorato sulla sito www.duesecolidiscultura.it
stre scultore Angelo
Zanelli, l'autore del
MONUMENTO AL GENERALE ARTIGAS (1923)
I
Giovedì 1 Marzo 2007 7
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
di Tonino Pintacuda
GIUSEPPEDELL'OSSO,PRESIDENTEDELL'ACCADEMIAITALIANADELLACUCINA:
«Mangiar bene, mangiare italiano
per non disperdere il filo della memoria»
Nella
bellissima
residenza
dell'Ambasciatore d'Italia a Montevideo
Guido Scalici la sera dello scorso 26 febbraio
Giuseppe
Dell'Osso,
presidente
dell'Accademia Italiana della Cucina ha
dimostrato con un apologo appassionato che
l'Italianità può essere difesa, tutelata e fatta
conoscere anche attraverso un sapiente uso
di coltello e forchetta.
In questi anni si è parlato giustamente di un
Sistema Italia, un patrimonio nazionale e
mondiale che va protetto anche dalle incursioni dei “pirati” gastronomici che cercano
inutilmente di scipparci il segreto del nostro
mangiar sano. Spuntano in ogni capo del
mondo
improbabili
imitazioni
del
Parmigiano Reggiano o del prosciutto Crudo
di Parma.
Due prodotti che possono assurgere a simbolo dell'italianità tutta, tanto da meritarsi
stemmi araldici sulla crosta o sulla pelle di
gustosissime cosce di nobili maiali.
Il vostro cronista per l'occasione ha comprato una giacca blu, piacevolissimo dovere per
rendere il giusto omaggio al messaggio che il
presidente Dell'Osso ha espresso nella emozionante conferenza stampa in un sicuro
italo-spagnolo, prontamente aiutato dall'impeccabile traduzione dell'Ambasciatore
Scalici.
I GRANDI “AMORI”
DELL'AMBASCIATORE SCALICI
L'Ambasciatore ha un pizzetto curatissimo e
ama la famiglia e i valori impliciti nel
Tricolore. Quasi tutti quelli che lo conoscono
bene sanno però quanto il suo cuore batta per
la vela e per la cucina italiana. Tanto da essere un orgoglioso membro dell'Accademia Italiana di Cucina, come
era palese nella serata appena trascorsa, il logo
dell'Accademia faceva bella mostra sulle cravatte del presidente e dell'Ambasciatore, che per fugare ogni dubbio
portava al polso anche l'orologio dell'Accademia.
IL FILO DELLA MEMORIA
Nel giardino della residenza sotto il cielo vespertino di
Montevideo s'è svolta la conferenza stampa, ho partecipato a centinaia di conferenze e comunicazioni più o meno
ufficiali ma mai nessuna m'ha trasmesso
le stesse vibranti
emozioni. La possiamo sintetizzare nell'espressione su cui
s'è ampiamente soffermato Giuseppe
Dell'Osso: la cucina
rinsalda il “filo della
memoria”.
È davvero così, soffermatevi sui vostri
ricordi di migranti.
La mente e il cuore
riallacciano connes-
sioni mai sopite, ripensate ai volti dei vostri cari che
v'hanno visto partire su navi, aerei e treni in cerca di fortuna. Nella valigia c'erano santini, foto con i vestiti buoni
della domenica e soprattutto cibarie del vostro luogo d'origine che inutilmente avete cercato in giro per il mondo.
SIAMO TUTTI COMPAGNI:
LA FILOSOFIA A TAVOLA
La sacra ospitalità che abbiamo ereditato dai Greci s'esprime nel condividere
il
pasto,
Gesù
Cristo spezza il
pane e offre il
vino ai suoi
S a n t i
Discepoli:
gesto umanissimo e cordiale
che rinnova il
Mistero.
La
stessa etimologia della parola
“compagno”,
prima di essere
slavata dalla
cecità
delle
ideologie, indica il gesto di
condividere il pane: cum+panis. E le nostre
madri ci tengono compagnia nella nostra inevitabile vecchiaia ricordandole con il cuore e con il
palato.
Parlo anche per me, giovanissimo siciliano a
12000 chilometri da casa, dai miei affetti, dalla
mia fedelissima cagnolina e soprattutto dalle leccornie che mia madre continua a preparare giorno dopo giorno per mio padre e mia sorella.
Ripenso alle inarrivabili polpette di broccolo,
alla pasta con le sarde, alle lasagne e a tutto il
resto. Ricucinando le stesse ricette, qui la lontananza peserebbe meno, ma non illudiamoci
anche se alla Tienda Inglesa troviamo olio d'oliva e la pasta Barilla, i prezzi sono proibitivi e
mancano tutti gli altri ingredienti.
Potrei raccontarvi del poeta Paul Celan che ritrova il ricordo della madre nel ciclo Atemkristall,
ciclo che inizia proprio con il verso “FA' PURE,
se a un pasto di neve tu vuoi invitarmi”. O potrei
ricordare con voi il protagonista di
“Conversazione in Sicilia” che ritorna dalla
madre e mangia con lei l'aringa. Il perché collima con il filo della memoria elogiato da
Dell'Osso: l'Io del ciclo Atemkristall e l'Io narrante del romanzo lirico di Vittorini si trovano in
uno stato terribile, la quiete della non speranza e
ritornano all'origine. Una Sicilia che diventa
terra del mito e la landa di ghiaccio. Ed entrambe le ricerche iniziano con qualcuno che offre
cibo che attiva il recupero faticoso e incessante e
inevitabile di un passato che si credeva sepolto.
L'io del ciclo mastica neve e Silvestro l'aringa
ma la sostanza non cambia, quel condividere
cibo con le rispettive guide diventa la chiave per
accedere a una dimensione nuova, altra.
Proprio come succede a tutti gli emigranti quando cucinano un'ottima pastasciutta o qualsiasi loro piatto
“materno”.
Dopo questa necessaria digressione filosofica-gastronomica, ecco l'intervista a Giuseppe Dell'Osso
Presidente Dell'Osso, che cos'è l'Accademia della Cucina
Italiana?
«La cultura della cucina - precisa il professor Giuseppe
Dell'Osso - è certamente una delle forme espressive dell'ambiente che ci circonda, così come la natura, l'arte, la
letteratura, l'archeologia. E' per questo che parlare di
civiltà della tavola vuol dire, innanzi tutto, capire meglio
gli usi e i costumi, gli stili di vita e le consuetudini degli
uomini che li condividono, perché l'identità gastronomica
è anche identità culturale. Salvaguardare il gusto e la
civiltà del gusto diventa quindi essenziale per la difesa
dell'identità stessa di un popolo: ed è questo l'obiettivo
principale dell'Accademia»
Qual è la struttura dell'Accademia?
«Il vero “motore” dell'Accademia sono le validissime
organizzazioni territoriali, ad oggi 210 sono in Italia (in
tutte le regioni) e 65 all'estero (in oltre 40 nazioni, dalla
Finlandia al Giappone), con 6.500 associati».
Quali sono gli appuntamenti imperdibili?
«L'appuntamento clou per l'Accademia è senz'altro la
serie di meeting internazionali con cadenza biennale: i
famosi “Convegni della civiltà della tavola”, nel corso dei
quali sono dibattuti argomenti di ampio interesse gastro-
Giovedì 1 Marzo 2007 8
la gente d’italia
nomico e scientifico.
L'Accademia
Italiana
della
Cucina, tuttavia, non sarebbe tale
se non prevedesse anche momenti
conviviali di incontro fra gli accademici. Il momento del convivio inteso in senso dantesco come
espressione di ospitalità, intelligenza e diplomazia - è infatti l'espressione massima della comunicazione e di un fervido scambio di
idee.
Un esempio eclatante? La cena
ecumenica, che si organizza in
contemporanea - a ottobre - lo
stesso giorno in tutte le
Delegazioni del mondo, è che ogni
anno è dedicata ad un alimento
specifico (nel 2004 -ad esempioera il Formaggio, per il 13 ottobre
del 2005 è stato scelto il Gelato e
la Cucina del Freddo).
A seguito di quest'evento vengono
pubblicati i quaderni con le relazioni degli esperti partecipanti
all'evento e le ricette più caratteristiche di ogni regione italiana relative all'alimento a cui era dedicata,
appunto, la cena ecumenica».
Quale finalità perseguite?
«Nel 2003 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha
riconosciuto all'Accademia il titolo di “istituzione culturale della Repubblica Italiana”, proprio in forza dei suoi
meriti nell'intenso lavoro di salvaguardia, valorizzazione,
ricerca e ampliamento della cultura gastronomica italiana,
intesa come bene culturale, a livello nazionale e internazionale: il tutto con l'obiettivo di gestire l'evoluzione nel
rispetto della tradizione e fare cultura della gastronomia
italiana all'estero. Aggiunco che l'Accademia, inoltre, ha
l'obiettivo di scoprire (o far riscoprire, in alcuni casi) la
cultura della convivialità, anche in casa propria, nei confronti di amici e parenti. In qualche modo ripercorrendo il
significato spirituale del rito della mensa, dove lo stare
insieme ha anche un fine di reciproco sostegno, di solidarietà espressa nel gesto dell'offrire e del ricevere.
Il compito dell'Accademia è quindi soprattutto quello di
gestire l'evoluzione nel rispetto della tradizione: un'attività che richiede uno sforzo continuo, un ampliamento
incessante dei campi di azione, una presenza capillare sul
territorio nazionale e nel mondo»
Non sempre l'insegna “ristorante italiano” garantisce
genuinità.
« La salvaguardia della genuinità dei prodotti agroalimentari
è un punto cardine nella “mission”
dell'Accademia. Non rappresenta solo un valore economico, ma assume sempre più i contorni di un'imprescindibile necessità sociale. L'Accademia riconosce la validità
sempre più pregnante dell'equazione qualità/territorio, in
quanto la qualità e la
genuinità vanno di
pari passo con la tradizione consolidata
nei sistemi di coltivazione e allevamento,
frutto d'esperienze
millenarie, sia pure
con la dovuta apertura all'utilizzo di tecniche e macchinari
moderni.
Altro filone d'estremo
interesse
per
l'Accademia è quello
relativo alla vigilanza
contro i “falsi gastronomici” - prodotti
meramente commerciali e speculativi che
nel mondo intaccano
l'immagine di alta
qualità del cibo Made
in Italy - e contro il
fenomeno dell'imbarbarimento delle ricette tradizionali
italiane, causato dalla tendenza dei ristoranti sedicenti italiani a piegarsi, per ragioni commericiali, alle abitudini di
gusto e alle tendenze locali».
Ma non di solo pane vive l'uomo... Ci riferiamo ovviamente all'ottimo vino italiano.
«Infatti l'interesse dell'Accademia è alto anche nei confronti della cultura enologica.
L'enologia italiana ha fatto
passi da gigante negli ultimi
anni, sia sul terreno della qualità sia su quello della commercializzazione. Oggi i nostri vini
sono apprezzati in tutto il
mondo, mentre in Italia si presta una maggiore attenzione al
vino come “ingrediente” essenziale di una buona gastronomia.
La stessa ristorazione pubblica
riconosce sempre di più al vino
il ruolo che esso merita, valorizzando la propria cantina.
Molto spesso, però, nei ristoranti i vini proposti risultano
eccessivamente costosi, mentre
non riesce a prender piede in
Italia l'abitudine di servire al
cliente il vino “a bicchiere”,
consentendogli così di poter
abbinare ad
ogni piatto il
vino giusto, ad
un costo cont e n u t o .
L'Accademia guarda con interesse a questo importante salto di qualità»
La sua visita in Uruguay avrà sicuramente un obiettivo, quale?
«Vista la presenza di un grande accademico come l'Ambasciatore Scalici stiamo lavorando per far nascere una delegazione dell'Accademia anche in
Uruguay»
L'Accademia ha un ricchissimo sito:
cosa possono trovare i nostri lettori?
«Nel sito www.accademiaitalianacucina.it c'è Tutta la nostra storia, i nostri
punti forza e soprattutto - assolutamente
gratuita -“La Guida ai ristoranti in Italia
e nel mondo”. Il nostro fiore all'occhiello oltre a più di 2500 ricette»
Diciamo la verità, la cucina italiana non
ha rivali al mondo.
« L'inserimento
sempre più stretto
dell'Italia
nella
compagine mondiale comporta,
oltre a numerosi
innegabili vantaggi, anche dei
rischi, specialmente nel campo
agroalimentare e
della gastronomia.
A suo tempo
l'Accademia ha
elaborato un documento, dal titolo
“Il
rischio
Europa”, nel quale
si evidenziava la
necessità di una
stretta difesa della
tipicità dei nostri
prodotti e della
tipicità
delle
nostre preparazioni gastronomiche.
L'Accademia oggi
ribadisce quanto
già indicato, ma
soprattutto amplia l'orizzonte al mercato mondiale con i
rischi di una globalizzazione che porti ad una perdita delle
identità locali ed auspica la codificazione di una serie di
“prodotti prototipo” e della preparazione di un “codice
gastronomico”. Un accenno, infine, alla ristorazione italiana all'estero, un tema d'estremo interesse per
l'Accademia Italiana della Cucina. Negli ultimi anni sta
ottenendo un grandissimo successo in tutto
il mondo grazie alla
serietà dei ristoratori,
alla professionalità
del personale di cucina e di sala e, soprattutto, grazie all'utilizzo pressoché esclusivo di prodotti italiani
che, grazie all'attuale
celerità delle comunicazioni, possono raggiungere rapidamente
dall'Italia ogni punto
del globo. Purtroppo,
accanto a questi ristoranti di grande classe
e d'ottimo prestigio,
proliferano
molti
locali che d'italiano
hanno solo il nome, e
che danneggiano il
buon nome della tavola
italiana.
L'Accademia, attraverso le proprie
Delegazioni all'estero, presta una grande attenzione a questo fenomeno, premiando i ristoranti meritevoli e segnalandoli nella propria “Guida ai Ristoranti”, l'unica che
riporti anche i ristoranti italiani all'estero. In modo analogo l'Accademia partecipa alle iniziative ufficiali di diffusione della cucina italiana di qualità all'estero»
Il “¡Vamos a comer!” del presidente segna la dolcissima
fine di questa intervista.
Come sempre, mentre ancora ricordo le ottime pietanze
della cena in onore del professor Dell'Osso, hasta luego!
“Accademia Itliana della Cucina”
VIA NAPO TORRIANI, 31
20124 MILANO
TEL. 02 6698 7018 FAX 02 6698 7008
www.accademiaitalianacucina.it
e-mail: [email protected]
12
Venerdì 2 Marzo 2007
DIARIO URUGUAYANO
IL CAVALIERE GIOVANNI COSTANZELLI, IN URUGUAY SIN DAL 1951
“Il risveglio dell'italianità?
Mi lascia amareggiato e contento”
di Tonino Pintacuda
In
la gente d’italia
casa Costanzelli parlano tutti
un italiano limpido, musicalissimo
e soprattutto scevro di tutti quegli
inglesismi che l'imperante pubblicità ci ha imposto.
E' un caldo pomeriggio montevideano, sorseggio la bibita in un
bicchiere pieno di ghiaccio e ascolto
il
Cavaliere
Giovanni
Costanzelli e la sua storia.
Mentre parla, Costanzelli sembra
ringiovanire, ritorna il giovanotto
bello e muscoloso arrivato qui nel
1951 in cerca di fortuna, dopo
essere
emigrato
A rg e n t i n a
dalla
nel
1949
natia
in
Finale
Emilia, in provincia di Modena.
Oggi questo grintoso emiliano è
Cavaliere Ufficiale dell'Ordine al
Merito della Repubblica Italiana.
Ma le attività in cui si impegna in
prima
linea
sono
molteplici:
Giovanni
Costanzelli è presidente dell'Associazione ex
Combattenti
e
d e l l ' U r u g u a y a y,
Reduci
-
federazione
presidente
dell'Aiuda
(Associazione Italo-Uruguayana di Assistenza),
segretario onorario del consiglio direttivo della
Scuola Italiana di Montevideo e consigliere
della commissione viaggi della stessa scuola,
direttore responsabile del notiziario Ancri, consigliere della Fusie (Federazione Unitaria della
Stampa
Italiana
all'Estero),
tesoriere
del
Comites, direttore responsabile del Corriere
della
Scuola,
secondo
dell'Ospedale
Italiano
Montevideo,
segretario
vicepresidente
Umberto
I
di
dell'associazione
Patronato ENAS dell'Uruguay. E la lista potrebbe continuare per altri cinque paragrafi ma il
cavaliere precisa che «tutte le cariche sono di
prestazione onoraria ed elettive in forma democratica».
L'aggettivo democratico sta a pennello a questo
gentiluomo d'altri tempi, coerente sino al
midollo con il suo passato politico e anfitrione
pubblica d'italiano e Fiorella, anche lei tradut-
della storica visita dell'ex Ministro degli
trice pubblica d'italiano e una delle dieci lau-
Italiani all'Estero Mirko Tremaglia, tanto da
reate in Tecnica di marketing.
affermare proprio in quell'occasione la portata
Le tre figlie di Costanzelli sono cresciute par-
storica dell'evento: « votate per chi volete ma
lando italiano, tanto che i loro coetanei le chia-
andate a votare» disse il Ministro Tremaglia
mavano le “tanas”, le italiane. E la lingua di
accanto a Costanzelli.
Dante e di Petrarca riceve nuova linfa dai nipo-
Le pareti del soggiorno sono riempite da onori-
tini di Giovanni Costanzelli che parlano con il
ficenze e attestati di stima che costituiscono
nonno in un sicuro italiano.
solo un piccolissimo segno di quanto quest'”ita-
«Noi in famiglia ci siamo sempre preoccupati di
liano vero” ha fatto per amore della sua Patria.
far conoscere l'italiano ai nostri figli - esordi-
Tra tutte spicca una bella foto in cui il giovane
sce l'orgoglioso Costanzelli - ma non tutti agi-
Giovanni
scono così, anzi».
fuma
una
sigaretta,
bello
come
Romolo, il moro di “Poveri ma belli”, il film
Allora iniziamo da qui, dalla questione della
del 1956 di Dino Risi, interpretato dal giovanis-
lingua italiana in Uruguay. Qual è la sua opi-
simo Maurizio Arena. Stessi capelli, stesso
nione dopo cinquantasei anni trascorsi qui?
sguardo sicuro e coraggioso, intuibilissimo die-
“Amo l'Uruguay - racconta a “Gente d'Italia” -
tro gli immancabili occhiali scuri. Accanto a lui
in Italia, educato da Mussolini ne ero estasiato,
la moglie Angela Nicolai, valdostana giovanis-
ma quando conobbi la democrazia non potei
sima e bellissima, arrivata dall'Italia per conti-
seguire quella ideologia. È meglio una cattiva
nuare il loro amore, solidissimo che è germo-
democrazia che una buona dittatura, sia di sini-
gliato in tre bellissime e italianissime figlie:
stra che di destra. Noi italiani nati in Italia
Eliana, oggi “contadora”; Paola, traduttrice
abbiamo soprattutto il dovere di diffondere la
la gente d’italia
13
Venerdì 2 Marzo 2007
nostra italianità».
Di questo il Governo Uruguayano sembra non
fui subito assunto», spiega Costanzelli, che
Ecco: che cosa vuol dire per Costanzelli essere
tenerne conto, però quando si tratta di incame-
aveva studiato ragioneria all'Istituto per ragio-
italiano?
rare i cospicui contributi che l'Italia spedisce
nieri Jacopo Barozzi di Modena. Poco dopo
«Riconoscere quel che è stata l'Italia. Una
per i suoi figli all'estero se ne ricordano ecco-
diventai capo di un dipartimento di varie sezio-
patria di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di
me...»
ni con 60 persone alle mie dipendenze. Ho pas-
pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmi-
Ma le associazioni concretamente cosa hanno
sato quindici bellissimi anni alla General
gratori. Ho l'orgoglio di essere stato nominato
fatto?
Electric, specializzandomi in relazioni umane e
dall'On. Mirko Tremaglia, come delegato del
«Tutti stiamo facendo qualcosa, anche lo Stato
in controllo di qualità».
CTIM per l'Uruguay».
italiano. E nel passato presidenti uruguayani -
E dopo? Com'è nata la famosa “industria
E in tutto questo qual è il ruolo della lingua?
un esempio su tutti: Sanguinetti - erano cultori
Costanzelli”?
Soprattutto i giovani la parlano?
della nostra lingua e della nostra cultura. Ci
Tutta la mia famiglia si trasferì a Montevideo.
Sono bravissimi ragazzi. E li esorto a imparare
vuole uno scatto di legittimo orgoglio. Che
Mia madre Antonietta gestiva un “almacen”
la lingua italiana. E' fondamentale. Non si può
deve partire dai diretti interessati: i giovanissi-
(generi alimentari), mio padre e i miei fratelli
rappresentare l'Italia e non saper parlare l'ita-
mi italo-uruguayani. Anche voi di “Gente
cominciarono con il fabbricare saldature elettri-
liano. Mi fan pena quei dirigenti di associazio-
d'Italia” state facendo moltissimo: Mimmo
che per poi arrivare a mobili e poltrone d'auto
ni italiane locali che si dirigono ai nostri parla-
Porpiglia è un valoroso difensore della lingua
F i a t , F o r d e G e n e r a l M o t o r, c o n m a c c h i n e
mentari in spagnolo. L'Italia spende miliardi
italiana e dell'italianità tutta. Il suo è uno sfor-
moderne e 43 dipendenti. Poi i miei amati geni-
per diffondere la nostra lingua e noi, quando ci
zo fisico e pecuniario che forse non è piena-
tori rientrarono in Italia per trascorrere a casa
troviamo, ci ostiniamo a parlare spagnolo. Ecco
mente compreso da chi di dovere. Ed è un vero
gli ultimi anni della loro vita. Dopo la concor-
questo mi amareggia molto. Il risveglio dell'ita-
peccato. Ma le cose sono destinate a cambiare,
renza del Brasile e dell'Argentina mi ha fatto
lianità mi lascia amareggiato e contento».
è inevitabile, l'Italia solo dopo le ultime elezio-
capire che era giunto il momento della pensio-
Un accostamento insolito, sono due diversissi-
ni ha capito che siamo tutti italiani, anche noi
ne, ma da allora la mia vita è ancora più piena.
me sensazioni.
all'Estero.
l'intervento
Ma per me resta una gioia vedere la rinascita
«Ma è proprio così: sono contento per il risve-
dell'Onorevole Tremaglia ha una portata stori-
dell'Italianità. Significa che ho speso bene que-
glio, ovviamente, ma, al tempo stesso, amareg-
ca».
sta mia vita».
giato perché i primi a parlare spagnolo siamo
Cavaliere, ci racconta adesso la sua storia?
Appena finita l'intervista il cavaliere ha voluto
proprio noi della comunità italiana, per abitudi-
Com'è arrivato a diventare una colonna della
scegliere personalmente la foto che correda
ne e comodità. Ma non basta il passaporto per
comunità italiana di Montevideo?
quest'articolo, ne aveva migliaia nel suo com-
essere italiano, la lingua à fondamentale. Segua
«La mia avventura inizia a Bariloche nel 1949
puter in cui scrive i suoi articoli sinceri e
questo ragionamento, lo faccio con dati alla
dove assumevano operai italiani da far lavorare
vibranti. Tutte foto accomunate da un amore
mano.
all'isola Huemul. Le racconto un aneddoto: “Tu
vivo, vero e vitale per l'Italia e il Tricolore.
Siamo 90.000 cittadini italiani, solo il 7% di
no - mi disse Capitan Pasolli, comandante della
Una piccola curiosità: il puntatore del mouse di
questi è nato in Italia, diciamo neanche 6300.
seconda Compagnia di costruzioni che prepara-
Giovanni Costanzelli è una freccia con abbinato
Tutto il resto è composto da italiani di seconda,
va il reattore atomico dell'Argentina dell'allora
la nostra amatissima bandiera italiana. Anche
terza, quarta, perfino quinta generazione! Sono
Presidente Juan Domingo Peron -
nelle piccole cose si riconosce la grandezza di
loro il futuro. Chi si postula come dirigente di
ben vestito”.
un uomo.
un'istituzione italiana deve essere il primo a
Il giorno dopo ritorno, poco e mal vestito, sotto
Come sempre, hasta luego!
conoscere la lingua e le tradizioni che la sor-
una nevicata copiosa, all'isola. E mi assumono
reggono. Molto possono fare in questa direzio-
anche come interprete assieme ad altri italiani.
ne le associazioni italiane».
Quando Evita e il Presidente Peron visitarono
Parliamo proprio degli italiani di Montevideo.
l'isola Huemul, regalarono a tutti i collaborato-
«E' passato il bel tempo in cui eravamo davvero
ri italiani 3.000 pesos (il mio stipendio mensile
influenti. Ci fu un periodo in cui il 70% della
era appena di 300!
dimissione
popolazione dell'intero Paese era italiana. Basta
Questa inaspettata fortuna mi diede la possibi-
Legami, ed ai carichi di coeditore del
andare al cimitero, è un proliferare di cognomi
lità di chiedere una licenza, prendermi un aereo
mensile Spazio Italia e di conduttrice
italiani. Quando mi dicono che oggi solo il 40%
della Forza aerea argentina, arrivare a Buenos
del
è di discendenza italiana obietto. Come le fanno
Aires e di lì a Montevideo in Uruguay.
Italia.
queste statistiche?
Dove decisi di stabilirmi - 56 anni fa - ma sem-
Glielo dico io: prendono 100 nominativi sull'e-
pre con il cuore legato all'Italia! - e dove in
lenco telefonico e contano, ecco, esce fuori che
seguito ho messo su famiglia. Mi presentai
40 cognomi su 100 sono chiaramente italiani.
negli uffici della General Electric».
vità italiana con il solito amore e con il
Ma c'è un vizio di forma: dietro tanti signor
E qui inizia la sua carriera uruguayana.
solito entusiasmo.
Lopez e Garcìa c'è una mamma italianissima.
«Il passaporto italiano era la miglior referenza
Questi non sono italiani a tutti gli effetti?
che potevano
Per
questo
sei troppo
avere questi novelli emigranti e
E gregio Direttore,
l a p r e s e n t e p e r c o m m u n i c a r Vi c h e i l
giorno 26 febbraio ho presentato la mia
all'Associazione
programma
Gruppo
radiofonico
Spazio
La mia decisione è stata motivata dal
forte
disaccordo
con
la
Direttrice
G e n e r a l e , D o t t . s s a L a u r a Ve r a .
Continuerò a partecipare nella colletti-
Distinti saluti,
Arch. Adriana Bozzo
22
Venerdì 2 Marzo 2007
CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA
la gente d’italia
Juana, la figlia della natura
di Tonino Pintacuda
L uis Sepùlveda lo sa bene, solo un poeta può
volare al di là delle antenne e degli aquiloni, per
questo conclude la sua bellissima favola “Storia
di una gabianella e del gatto che le insegnò a volare” con l'aiuto di un Poeta, un'anima buona con
cuore e occhi da aviatore. Il poeta porta il gatto
Zorba e la gabbianella Fortunata su un alto campanile e lì, finalmente, Fortunata apre le ali e vo-
la felice.
Maura Gancitano, giovanissima scrittrice del rac-
È una verità universalmente riconosciuta: solo
conto “Lampedusa”, selezionato da Mario De-
due poetesse possono scrivere degnamente di poe-
siati per l'antologia “Best Off 2007” dell'atti-
sia. Così questa settimana Paola Lovisolo e Lisa
vissima Minimum Fax di Roma, traccia il quadro
Sammarco rendono omaggio alla poesia dell'uru-
della situazione della filosofia in Sud America.
guayana Juana de Iparbourou, un omaggio a tut-
Soprattutto ne esiste una?
te le donne del mondo in concomitanza all'ap-
Come sempre, buona lettura.
prossimarsi dell'8 marzo.
di Paola Lovisolo e Lisa Sammarco
“L
LUVE... ESPERA, NO
DUERMAS…”, “Piove,
aspetta, non dormire...”, così inizia la prima quartina di
“Noche de lluvia”, “Notte
di Pioggia”, di Juana Fernandez Morales, meglio conosciuta come Juana de Iparbourou o anche come “Juana de America”, poetessa e
scrittice, nata l'8 marzo del
1892 a Melo Cerro Largo,
Uruguay e morta a Montevideo nel 1979.
L'incipit è quasi un evocativo rimando scespiriano a
quell'“Ora....” che apre il
Riccardo III, celebra l'invito all'armoniosa opera poetica della de Iparbourou attraversata tutta da un'elegante vena di misticheggiante approccio
rituale con la natura e il divino,
contrapposta a una carnale valenza iniziatoria con tutto quanto vi sia di terreno e fisicamente umano in terra.
QUESTA APPROPRIAZIONE
AUTENTICA DEL “SACRO”,
unita alle correnti surrealistiche
del periodo, ne fecero una delle
voci poetiche più apprezzate e
imponenti della poesia sudamericana del secolo scorso.
Salita ai favori della critica internazionale nel 1918, con la sua
prima raccolta di poesie “Las
lenguas de diamante”, caratterizzata da un'originale e fresca
sensualità, negli anni successivi,
Juana vide confermare il suo
astro da un sempre più largo
consenso e stima. Tra gli anni
'30 e '50, dopo un periodo di silenzio, diede vita a opere di poesia e prosa tra cui ricordiamo:
“Perdida” (1950), “Estampas
dela Biblia”, scritte in uno stile
più densamente riflessivo e maturo e ancora, “Los suenos de
natacha” (1945), testo teatrale
per ragazzi.
ANCELLA CONSEGNATA A
UNA SCRITTURA ATTENTA
alle forme originarie della vita,
dove le profondità intime nutrono in vento la terra e dove l'acqua piovana: “golpea con sus dedos menudos en los vidrios”,
“batte, con le dita minute contro
i vetri”, Juana edifica con immaginifiche e suggestive simbologie e con calcate gestualità liriche, il ricongiungimento al silenzio in un registro poetico che
porta dentro di sé l'ascolto e lo
chiede, anche, con forza liberando una voce tutt'altro che timida.
LE METAFORE CON CUI COSTRUISCE I VERSI NON CELANO, ma ci trasportano fin
dentro il cuore del territoriodonna in cui la natura e la sua
esuberante bellezza ne esaltano
la complessità del mistero. Le
piante, i fiumi, i campi, i fiori
diventano prolungamento fisico
del corpo e dell'anima femminile: “que es esto? Prodigio!
Mis manos florecen./ Rosas, rosas, rosas a mis dedos crecen…”, “che succede? Miracolo! Le mie mani fioriscono. Rose, rose, rose crescono sulle mie
dita…”.
LA FRESCA GIOCOSITÀ
DELLA SUA POESIA sale
gorgogliante alla lettura ma
spinge ad andare oltre la trasparenza allegorica fino a poterne toccare la profondità, ed è
lì che Juana si offre nella sua
nudità, e in questo suo desiderio sprigionato di femminilità e
sensualità non prova né suggerisce vergogna, come nella lirica “Te doy mi alma”.
Non ci traggano in inganno l'arioso respiro delle immagini delle sua lirica, i profumi che
diffonde nelle righe, la leggerezza con cui si dichiara, bensì
entriamo nella forza con cui sfida le convenzioni. Lasciamoci
conquistare dalla sua sottile ironia, seguiamola quando con coraggio difende il suo diritto ad
essere donna fino in fondo anche
se questo dovesse significare
toccare l'oscurità e la pazzia che
ogni sentimento nasconde.
Per concludere, abbiamo creduto non vi fosse modo migliore
per aprire questo spazio alla poesia e - in quanto donne - onorare la data dell'8 marzo così prossima, che quello di rendere
omaggio alla donna e alla poetessa che fu “Juana de America” ieri e che è, oggi, per chi nei
versi ancora l'ascolta.
Te doy mi alma
Te doy mi alma desnuda,
como estatua a la cual ningún cendal escuda.
Desnuda como el puro impudor
de un fruto, de una estrella o una flor;
de todas esas cosas que tienen la infinita
serenidad de Eva antes de ser maldita.
De todas esas cosas,
frutos, astros y rosas.
Que no sienten vergüenza del sexo sin celajes
y a quienes nadie osara fabricarles ropajes.
¡Sin velos, como el cuerpo de una diosa serena
que tuviera una intensa blancura de azucena!
¡Desnuda, y toda abierta de par en par
por el ansia de amar!
Ti do la mia anima nuda
«Ti do la mia anima»
Traduzione di Lisa Sammarco
Ti do la mia anima nuda,
come una statua che nessun zendado ripara.
Nuda come la casta impudenza
Di un frutto, di una stella o di un fiore;
di tutte queste cose che hanno l'infinita
serenità di Eva prima d'essere dannata.
Di tutte queste cose
Frutti, astri e rose.
Che non hanno vergogna del sesso senza presagi
e a cui nessuno oserà cucire vestiti.
Senza veli! Come il corpo di una dea serena
Che avrà un intenso candore di giglio.
Nuda! Completamente libera
per l'ansia di amarti
Venerdì 2 Marzo 2007 23
la gente d’italia
Existe una filosofia de Nuestra America!
di Maura Gancitano
N el
stema giuridico, portato avanti con stru-
Novecento si è stati portati a
menti logici più raffinati rispetto a quel-
pensare che i popoli meridionali fos-
li usati tradizionalmente e considerato un
sero capaci di fare buona letteratura,
testo imprescindibile per quest'area di ri-
di raccontare storie epiche, ma non di
cerca.
fare filosofia. Persino un grande pen-
«EXISTE UNA FILOSOFIA DE NUESTRA
satore come Henry Bergson sosteneva
AMERICA!»
che la Spagna non avesse una sua filo-
Eppure, ancora oggi, alla filosofia lati-
sofia, ma solo raccolte di proverbi.
noamericana non viene dato il giusto pe-
Eppure, fino a prova contraria, la fi-
so all'interno del dibattito internaziona-
losofia è nata nel Mediterraneo, e al-
le.
lora non si faceva di certo all'interno
Nonostante esistano molti testi critici che
di polverose biblioteche. Questa con-
riflettono sulla peculiarità di una filoso-
vinzione, però, è stata difficile da ab-
fia in America Latina (Existe una filoso-
battere, tanto che nel secolo scorso c'è
fia de Nuestra America? di Salazar
stata un'egemonia culturale da parte
B o n d y, p e r c i t a r n e s o l o u n o ) e i n t u t t o i l
dei filosofi delle nazioni più potenti,
continente se ne discuta in congressi e
i quali, dividendosi in analitici (in-
seminari, sembra che le altre tradizioni
glesi e americani) e continentali (fran-
filosofiche continuino a ignorare l'im-
cesi e tedeschi), hanno reso sterile il
portante contributo che i paesi del Suda-
dibattito e non hanno dato spazio a
merica potrebbero dare.
correnti di pensiero differenti.
I latinoamericani sono ammessi all'inter-
UNA “FILOSOFIA DELLA LIBERA-
no del dibattito filosofico esclusivamen-
ZIONE”
te se ne rispettano le regole e accettano di
Questa sottovalutazione è stata ancora
limitarsi alla critica.
più forte nei confronti dei filosofi latinoa-
si, in America Latina la filosofia è oggi
mericani. Comunemente si pensa che questi
un'attività stabile, che cerca di rispecchia-
Questi pensatori, però, stanno cercando una
pensatori, in genere di formazione cattoli-
re i bisogni della comunità e di penetrare
propria autonomia, un metodo, un linguag-
ca, abbiano dato contributi validi solo in
nella sua vita.
gio, delle tematiche che rispecchino la loro
teologia. In realtà le cose stanno diversa-
LA SCUOLA DI BUENOS AIRES
cultura, la loro storia, e che possano crea-
mente.
Anche quando si è limitata a importare il
re una discussione concreta all'interno del-
La filosofia latinoamericana non può che
dibattito presente nei paesi anglosassoni,
la propria comunità. I filosofi latinoameri-
essere prima di tutto una filosofia "sociale"
però, la filosofia latinoamericana ha sapu-
cani non vogliono importare dai paesi stra-
e "politica": una "filosofia della liberazio-
to dare una grande prova di originalità. Em-
nieri delle correnti di pensiero, ma voglio-
ne".
blematica in questo senso è l'esperienza del-
no dare alla propria filosofia la possibilità
Già nel 1838, Juan Bautista Alberdi aveva
la Scuola di Buenos Aires, nata verso la fi-
di essere compresa anche negli altri paesi.
scritto che "la nostra filosofia deve nasce-
ne degli anni Cinquanta e paragonabile sot-
Adesso che la separazione tra analitici e
re dalle nostre necessità". Ciò che i filoso-
to molti punti di vista a quella italiana, che
continentali pare quasi superata, sembra ve-
fi in America Latina hanno sempre cercato,
vide come principale esponente Norberto
nuto il momento di darle la giusta impor-
infatti, è stata una loro identità, il tentati-
Bobbio. Filosofi di varia provenienza, ap-
tanza. Alla domanda: “Existe una filosofia
vo di comprendere il proprio mondo e il pro-
partenenti a una particolare versione della
de Nuestra America?”, quindi, non si può
prio paese attraverso la riflessione filoso-
fenomenologia (corrente filosofica creata
che rispondere di si.
fica. Nel far questo, hanno dovuto riscopri-
da Edmund Husserl tra la fine dell'800 e l'i-
Per comunicare con le redattrici degli arti-
re la storia stessa dell'America Latina, par-
nizio del '900), adottarono il metodo anali-
coli di questa settimana potete scrivere al-
tendo dai popoli precolombiani, passando
tico applicato al diritto. Alchourrón e Buly-
l'indirizzo [email protected]
per il periodo coloniale fino ad arrivare al-
gin, in particolare, vengono ricordati per
o, in alternativa, all'indirizzo info@bomba-
la storia contemporanea.
Sistemi normativi (1971), un lavoro che
sicilia.it
Diversamente da quanto accade in altri pae-
rappresenta una svolta nella teoria del si-
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
Lunedì 5 Marzo 2007
8
IL PRESIDENTE TABARÉ VÁZQUEZ IN PLAZA INDIPENDENCIA
Due ore e cinquantacinque minuti per ribadire
la legittima aspirazione alla felicità dell'Uruguay
di Tonino Pintacuda
LA
SAGGEZZA DEI MODI DI DIRE
Sfogliando il “Dizionario moderno” del 1905
scopriamo che secondo Alfredo Panzini la
frase “Piove, governo ladro” nacque come
didascalia di una vignetta nell'anno
dell'Unità d'Italia.
Era il 1861 e i mazziniani avevano preparato
nei minimi particolari una dimostrazione a
Torino; ma il giorno fissato una maligna
pioggia mandò all'aria il progetto. La rivista
satirica il “Pasquino” pubblicò con impeccabile puntualità una vignetta di Casimiro Teja
che raffigurava tre mazziniani che cercavano
riparo dalla pioggia e sotto mise la didascalia
che sarebbe diventata proverbiale: “Governo
ladro, piove!”. Intuizione geniale che poi
divenne il motto della stessa rivista.
Oggi l'espressione “Piove, governo ladro!” è diventata di uso comune, buona a parodiare qualsiasi slogan contro il potere costituito, colpevole a priori per
tutti i mali possibili e quindi, per assurdo, anche di
far piovere.
LA PIOGGIA POSTICIPATRICE Vi chiederete giustamente il motivo di questa parentesi eziologica: il
primo marzo il Presidente della Repubblica Tabaré
Vázquez doveva tenere la storica “informe a la ciudadanía sobre la gestión del Gobierno” all'ombra
della statua d'Artigas realizzata dall'italianissimo
scultore Zanelli. Ma la pioggia maligna ha colpito
anche il Governo uruguayano.
Ed per le condizioni atmosferiche inclementi è stato
posticipato tutto all'indomani, il 2 marzo, un
venerdì di Quaresima.
UN TRIPUDIO DI BANDIERE Per due ore e cinquantacinque minuti in un tripudio di bandiere del
Frente Amplio e dell'Uruguay hanno colorato la
Plaza Indipendencia. Tenute per ovvi motivi di sicu-
rezza dietro alte transenne gialle che abbracciavano
il perimetro della piazza. Le stime, ballerine anche
qui, indicano tra 50000 e 60000 persone. Un terzo
della popolazione ha ascoltato attentamente il lunghissimo discorso del suo Presidente.
OPERAZIONE TRASPARENZA Un evento storico,
dai tempi bui della dittatura militare nessuno era
sceso in piazza a rendere edotta la popolazione sul
suo operato, un'encomiabile operazione di trasparenza, resasi necessaria anche per l'imminente arrivo del Presidente George W. Bush. Il Governo
Uruguayano doveva fugare ogni dubbio sul suo operato dopo gli scandali dell'ultimo mese: il caso del
Senador
Leonardo
Nicolini, dichiaratosi
povero per beneficiare
di una necessaria operazione e poi lo scandalo della gestione
poco trasparente dei
Casinò della città.
UN GOVERNO DI
SINISTRA La gente
doveva sapere, era un
obbligo morale e con
solennità il presidente
Tabaré Vázquez è
sceso in piazza con un
discorso limpido, lunghissimo e trapunto di
dati. Nessun argomento è stato tralasciato,
dal costo della vita
all'inflazione,
dal
prezzo del petrolio al
tasso di disoccupazione, dalla cultura al
prezzo della carne, dalle scelte atte a valorizzare il Turismo e lo Sport all'Innovazione tecnologica.
Ministero per ministero, rigide scalette di dati
per dimostrare contro ogni critica che questo
continua ad essere un governo di sinistra e non
un governo sinistrato: “ Falta mucho, pero
vamos bien”.
COMPATRIOTAS TODOS L'esordio, dopo l'inno nazionale, è solenne, con quel “Compatriotas
todos” l'istantanea esigenza di puntualizzare
che il discorso non era un atto di propaganda
politica, tanto meno una collezione di pubbliche
scuse. Chi lo pensa “se equivoca”. Il discorso è
stato un atto per far conoscere alla popolazione
“quello che il Governo ha realizzato, quello che
sta realizzando e quello che si propone di realizzare nel 2007”.
IL SOGNO DI TUTTI La conclusione coincide con
la legittima aspirazione alla felicità per tutto
l'Uruguay per realizzare i sogni di tutti i suoi figli,
uniti si può.
Speriamo di sbagliarci ma, se abbiamo sentito bene,
durante le due ore e cinquantacinque minuti non è
stato fatto neppure un minimo accenno al futuro
della lingua italiana in Uruguay.
Come sempre, forse un po' più amareggiati, hasta
luego!
6
Martedì 6 Marzo 2007
DIARIO URUGUAYANO
la gente d’italia
SPECIALE GENIO E ARTE ITALIANA PER FAR GRANDE MONTEVIDEO
Un parco d'arte italiana
alle spalle del Rio de la Plata
di Tonino Pintacuda
Continua il nostro viaggio alla scoperta dei gioielli italiani di Montevideo, grazie anche a una guida eccezionale come Cristina Beltrami.
L'autrice dell'articolo di oggi ha dedicato la sua ricerca di dottorato alla “Statuaria italiana tra la metà dell'Ottocento e il primo ventennio del Novecento a Montevideo”. Anticipiamo che, entro la fine dell'anno, proprio questa ricerca uscirà sotto forma di
catalogo.Immergiamoci nel Cimitero del Buceo, espressione altissima dell'arte italiana.
di Cristina Beltrami
Q uando
l ocal e, affasci nat a i n real t à pi ù
n e l 1 8 7 3 s i s ca t en ò u n a
terribile
epidemia
di
dal l e i mprese del commi t t ent e che
colera,
dal val ore effet t i vo del l a l ongi l i-
M o n t e v i d e o n o n p o t ev a i m m a g i n ar e
nea fi gura scol pi t a da Gi ovanni
c h e q u e s t a s c i a g u r a s i s ar e b b e p r o-
Scanzi . Il t ema del l a sogl i a come
tratta per cinque anni, mietendo
confi ne t ra l a vi t a e l a mort e, che
n u me ro s e v i t t i m e e r en d e n d o c o s ì
necessaria
la
costruzione
di
h a a m p i a d i ff u s i o n e i n I t a l i a e
un
anche al l a Recol et a, t rova i nvece
n u o v o c i m i t e r o . L a z o n a i n d i ca t a f u
rarissimi esempi a Montevideo.
quella alle spalle del porto del
Come pure l a t i pol ogi a del sepol-
B u c e o - l i e v e m e n t e d ec e n t r at a - p e r-
cro i n bronzo e grani t o compare al
c h é l a c r e s c i t a d e l l a n ec r o p o l i n o n
Buceo sol o nel 1899 e per opera
f o s s e v i n c o l a t a d a l i m i t i u r b a n i s t i ci
di Felix Morelli. Memore dei
come invece era accaduto per il
monument i real i zzat i dal l o st esso
C e n t r a l , i l c i m i t e r o p i ù an t i c o d e l l a
Morel l i per i l ci mi t ero Cent ral , l a
c a p i t a l e.
fami gl i a Imenarri et a affi da i nfat t i
L a s c u l t u r a i t a l i a n a f a i l s u o es o r d i o
i l propri o sepol cro al l o scul t ore
a l c i mi t e r o d e l Bu c e o n e l 1 8 8 5 co n
italiano che lo risolve secondo
l a fi g u r a d e l p e s c a t o r e d el l a t o m b a
quel l a che sarà una not a carat t eri-
d i Pe d r o C . B a l l e f i n : u n ' o p e r a ch e è
st i ca di Morel l i : un al t o pi l ast ro
a me t à t r a u n v a g o r ea l i s m o s o ci al i-
quadrangolare,
st a - a l l a M i n a t o r e d i E n r i c o B u t t i -
poggi o i deal e di un grande ange-
d a o p e re t t a , d i l a g a n t e i n q u eg l i s t e s-
l o. Di l ì a poco i nfat t i egl i avreb-
si a n n i a l c i m i t e r o d i S t a g l i e n o . N o n
be ot t enut o anche l 'i ncari co per l a
tardano però a sopraggiungere le
con
una
iconografia
t omba Medei ros con l a cost ant e
più
del l a presenza di angel i dal l 'am-
d i c h i a r a t a m e n t e b o rg h es e , p r i m a f r a
tutte
quella
di
Juan
bigua sensualità. Il legame tra
Battista
amore e mort e ha i nt ri so l 'i cono-
Staricco, riproposta in seguito da
grafi a e l a poet i ca i t al i ana d'i ni-
D o m e n i c o C a r l i s i a n el c i m i t e r o d i
zi o secol o e Morel l i non fa ecce-
G e n o v a c h e i n q u e l l o d i Va r a z z e .
z i o n e . Tr a i l 1 9 0 6 e i l 1 9 0 9
Benché in auge in Italia da almeno
Gi ovanni Azzari ni , abi l e scul t ore-
u n d e c e n n i o , l e s c e n et t e d i b am b i n e
ben vestite come gli episodi di
c a r i t à c r i s t i a n a o i l r i f er i m e n t o p u n t u al e a d ett a g l i d i v i t a b o rg h e s e s e g u i t a n o a s o d d i s f ar e le
r i c h i e s t e d e l l a b o rg h e s i a i t a l i a n a , c o m e d i
q u e l l a m o n t e v i d e a n a. Tr a i t a n t i s c u l t o r i r agg ru p p a b i l i i n q u e s t o f i l o n e m er i t a d i es s e r e
n o mi n a t o A l e s s a n d r o B i g g i c h e a M o n t e v i d eo
o p e r a s o l o p e r i l B u c e o . L a t o m b a F ac i o i n f att i è c a p a c e d i c o n i u g a r e l e a s p e t t a t i v e d e lla
c o m mi t t e n z a b o rg h e s e , c h e a m a r i co n o s c e r s i a
p i e n o n e l l e i m m a g i n i s c o l p i t e, e a l co n t em po
d i t e s t i m o n i a r e l a s o l i d a f o r m az i o n e a c c a d e m i-
dai
ri t rat t i dei defunt i , di vi ene l 'ap-
e u n c e r t o c o m p i a c i m en t o r o m a n t i c o
tombe
sormontato
i mprendi t ore e deus ex machi na di
c a d i B ig g i. L ' ic o n o g r a f ia d e lla d o n n a se d u ta
buona parte della monumentalizzazione del
in p o ltr o n a , in tu tte le su e v a r ia n ti, h a in f a tt i
Cent ral , col l oca due grandi angel i di sapore
a m p ia d iff u sio n e n e i c im ite r i d e lla Pe n iso la a
mont everdi ano: uno per l a t omba Rossel l o e
p a r tir e a lm e n o d a g li a n n i se tta n ta .
uno per l a t omba Coromi nas. Propone poi un
cert o aggi ornament o ri spet t o a St agl i eno con
I l B u c e o v e d e il p r o p r io a lle stim e n to in a n n i in
l 'i mponent e t omba di Demet ri o Del Cerro, per
c u i la c u r io sità a tto r n o a i g r u p p i sc u lto r e i p r o-
negare i n segui t o qual si asi t i po di svecchi a-
v e n ie n ti d a ll' I ta lia si v a a ff ie v o le n d o : lo d im o-
ment o l i ngui st i co con i monument i successi vi .
str a la sc a r sa b ib lio g r a f ia r if e r ita a lla n e c r o p o-
A part i re dal pri mo decenni o del Novecent o i l
li e a i sin g o li m o n u m e n ti. Un a e c c e z io n e in
Buceo offre l 'occasi one per ammi rare al cuni
q u e sto se n so è la to m b a Pir ia c h e a lm e n o v a n ta
picchi di plastica italiana, quali le tombe
un'esigua attenzione da parte della stampa
Martedì 6 Marzo 2007 7
la gente d’italia
bistolfiane e il nudo scolpito da
l i . Il monument o a Juan Podest a
D eme t ri o P a e r n i o p e r l a t o m b a D e
che data 1927 esplicita que-
A l l e n d e . I d u e m a r m i ch e l o s cu l t o r e
st 'ul t i mo concet t o: esso è anco-
di
a
ra legato all'iconografia otto-
Mo n t e v i d e o s o n o e n t r a m b i s u c o m-
cent esca del l 'ani ma consol at ri-
m i s s i o n e p r i v a t a e i n I t al i a è n o t a d a
ce ed è st i l i st i cament e vi ci no ai
s e m p re l a l o r o s o r t e . N e l 1 9 0 5 i n f a t t i
bi st ol fi smi dei pri mi anni del
l' Ol o c a u s t o p e r l a t o m b a C r o v e t t o è
secolo. I documenti portano
e s p o s t o a l l a Bi e n n a l e d i Ve n e z i a co n
però l a fi rma di Ant oni o Bi ggi -
la
-
erede di Al essandro - a di mo-
Crovetto,
st razi one di come l e bot t eghe
Mo n t e v i d e o , 1 9 0 3 " ) c h e n e d i c h i ar a
i t al i ane cont i nuassero, di padre
gi à l a d es t i n a z i o n e .
i n fi gl i o, a segui re l e danarose
Casale
Monferrato
didascalia
Monumento
invia
("L'olocausto
funerario
rot t e d'ol t reoceano.
N o v e a n n i p i ù t a r d i è i n au g u r a t o i l
Vi s o n o a n c h e c a s i c o n t r a r i ,
m o n u m e n t o a d A n g e l G i o r el l o , d o v e i
ovvero di scul t ori che t rovano
r i ma n d i l i b e r t y e s i m b o l i s t i s i s o n o
l a propri a font e di guadagno nei
s t e m p e ra t i p e r l a s c i a r e s p az i o a d u n a
ci rcui t i del l e grandi esposi zi oni
s i l e n z i o s a p r o c e s s i o n e d i n u d i m i ch e-
internazionali,
langioleschi. Figura di spicco del
Aml et o Cat al di che, nel 1923,
B u c e o è p e r ò s e n z a d u b b i o i l c r e m o-
partecipa
ne s e A ri s t i d e B a s s i . A l u i i n f at t i s i
Ufficiale
deve la tomba Ameglio che nelle
Buenos
Aires
incontrando
s o l u z i o n i i c o n o g r a f i ch e t i en e p r es e n-
immediatamente
l'acquirente
te i l v i c i n o m o n u m en t o C r o v et t o d i
per due del l e t re opere espost e.
Bistolfi;
monumento
In quest a st essa occasi one egl i
Saint Bois forse tra i più noti della
ent ra i n cont at t o col facol t oso
necropoli. Quest'ultimo mostra una
Lui gi Podest a che acqui st a un
scena allegorica in cui il virtuosismo
marmo per l a propri a t omba al
di B a s s i s i m a n i f e s t a a t t r a v e r s o l a
Buceo.
r e s a d e g l i s f o r z i f i s i c i e l ' a v v i l u p p a r-
È i nt eressant e, al fi ne di una
s i d e i c o r p i . U n a s o l u z i o n e s t i l i s t i ca
analisi
di q u e s t o t i p o è n a t u r al m e n t e i n i m-
model l i i t al i ani i n suol o uru-
seguito
dal
e
tra
questi
all'Esposizione
d'Arte
della
Italiana
diffusione
a
di
guaiano, segnalare una copia
maginabile senza tener conto del
coinvolgimento di Bassi nel cantiere del
g u a ia n i.
del Minatore di Butti 'seduto' sulla tomba
P a l a z z o L e g i s l a t i v o d o v e h a p o t u t o a m m i r ar e i
L ' in te n so c o m m e r c io d i m a r m i d a lle a r e e d e l
Raffo: el hombre venci do por el Trabaj o può
bo z z e t t i d i G i a n n i n o C as t i g l i o n i .
c e n tr o e n o r d d ' I ta lia n o n c e ssa c o m u n q u e p e r
evi dent ement e eserci t are i l suo fasci no ancora
S i c o l l o c a i n v e c e n e g l i a n n i t r en t a l a s ce n a
tu tto il p r im o tr e n te n n io d e l No v e c e n to ; lo
nel 1925.
br o n z e a d e l Cr i s t o n e l l ' O r t o d ei G et s èm an i
dimostrano imponenti monumenti come la
Se i l Cent ral è i l monument o al l 'ant i ca ol i gar-
de l l a t o m b a Ro d r i g u ez i n cu i B a s s i s i f i r m a
to m b a Pe r r a to n e e la to m b a De lf in o . E n tr a m b e
chi a uruguai ana, i l Buceo, con i suoi ampi
c o me " c o n s t r u c t o r d e m o n u m e n t o s f u n eb r e s ",
p r o p o n g o n o u n ta r d o sa p o r e lib e r ty e p r o v e n-
spazi di i numazi one, ri specchi a l 'al l argament o
c o n fe r m a n d o u n a s p e c i al i z z a z i o n e c h e p r o b a-
g o n o d a ll' a r e a to sc a n a c h e è in e v ita b ilm e n te
demografi co del l a capi t al e e l 'affermarsi di
bi l me n t e c o n d i v i d e v a co n t a n t i l a b o r a t o r i u r u-
a n c h e in c o n ta tto c o n le c a v e c a r r a r e si a lo r o
una general e "borghesi zzazi one" del l a sepol-
v o lta in p o s-
t ura. Sal vo al cune eccezi oni , l e t ombe si ri sol-
se sso d i o tti-
vono i n ri produzi oni meccani che di angel i ,
m i c a n a li c o l
angi ol et t i e cri st i , mol t i proveni ent i da una
Su d a m e r ic a .
serie di laboratori locali, che sono ora in
Si tr a tta p e r ò
grado di far front e al l a ri chi est a del mercat o.
di
modelli
Il monument o i t al i ano ri mane uno st at us sym-
stereotipati e
bol a cui però col t empo vi ene ri vol t a meno
anche piutto-
at t enzi one: dagl i anni vent i i nfat t i l e t ombe
sto frusti se
sembrano apprezzat e pi ù per l a l oro monu-
paragonati
ment al i t à - i n concomi t anza con una espl osi o-
alle
imprese
ne decò del l 'archi t et t ura ci t t adi na - che per l a
decorative
l oro proveni enza. Il fat t o che anche i l Pal azzo
delle
opere
Legislativo venga realizzato con materiali
architettoni-
l ocal i probabi l ment e frena l a corrent e d'i m-
che
port azi one di cost osi marmi i t al i ani .
o
delle
esposizioni
internaziona-
6
DIARIO URUGUAYANO
di Tonino Pintacuda
LuigiAndreoni e l'Ospedale
Italiano di Montevideo
Mercoledì 7 Marzo 2007
la gente d’italia
U N A R C H I T E T T O I N G E G N E R E I TA L I A N O I N U R U G U AY:
Montevideo s'è svegliata presto, la città si prepara ad accogliere il Presidente degli Stati Uniti d'America George W. Bush.Da questa visita il piccolo grande
Uruguay s'attende giustamente grandi cose, qualche certezza in più nel cammino verso la realizzazione della sua felicità, come ha rimarcato il Presidente
Vasquez nel suo dettagliattissimo discorso in Plaza Indipendencia. E, mentre la città si veste a festa, sorvegliata a vista con assoluta discrezione, noi continuiamo il nostro viaggio alla scoperta dei gioielli dell'arte italiana.Perché è innegabile: Montevideo tracima di italianissimi gioielli architettonici.Anche oggi
abbiamo l'onore d'ospitare una studiosa di tutto rilievo: Ilaria Busetto che ha dedicato anni d'appassionato studio alla storia di Luigi Andreoni e dell'Ospedale
italiano. Ecco la prima delle tre puntate: dal concorso per l'assegnazione del progetto dell'Ospedale Italiano al viaggio in Italia di Andreoni
di Ilaria Busetto
O spedale Italiano "Umberto I".
le, realmente rispondente alla sua
Bulevar Artigas 1832, tra Avenida
funzione sanitaria. Nel 1872 si
Italia e Calle Canning (Ciudad
fece per la prima volta strada l'i-
Novísima).
dea di vendere l'edificio, ormai
Progetto originario del 1884; inau-
ritenuto inutile e non ancora ter-
gurato nel 1890.
minato, per costruirne un secondo
Dichiarato Monumento Storico nel
1975 (Resolución 1280/975).
Sede
dell'Ospedale
“Umberto I”.
in un luogo ritenuto più idoneo.
Si dovettero aspettare però alcuni
Italiano
anni prima di trovare il terreno
più adatto alla costruzione del
***
nuovo ospedale: finalmente, nel
FIN DAL 1884, anno in cui stava
1876, la collettività italiana rice-
lavorando ai progetti del Teatro Solís
vette da parte di un privato l'of-
e di Casa Buxareo, l'instancabile
ferta di un terreno di 21.820 metri
Andreoni aveva in mente un grandioso
quadrati di superficie a Tres
progetto per l'Ospedale Italiano di
Montevideo.
La
lunga
e
tormentata
storia
dell'Ospedale Italiano di Montevideo
non inizia però nel 1884: l'idea di costruire un ospedale nacque già alla metà dell'Ottocento e fu conse-
guenza di una reale necessità sentita della colletti-
vità italiana, dato che l'unico sanatorio funzionante
a Montevideo all'epoca era l'Hospital de Caridad,
scarso di mezzi ed ovviamente insufficiente a soddisfare le esigenze della sempre più numerosa popolazione montevideana.
La costruzione del primo ospedale italiano sembrò
concretarsi ufficialmente nel 1853, dopo che Giovan
Battista Capurro, ricco italiano immigrato in
Uruguay e padre del più noto ingegnere Alberto,
donò all'allora Re di Sardegna, Vittorio Emanuele II,
un terreno di sua proprietà nella Ciudad Nueva, tra
le Calles Soriano e Paraguay, perché vi fosse
costruito l'ospedale della collettività italiana. Tale
simbolica donazione, intrisa di sentimento patriotti-
co, fece della realizzazione dell'Ospedale Italiano
quasi un dovere etico e morale della collettività ita-
liana residente a Montevideo nei confronti sia della
patria lontana sia del suo Re, che continuava a con-
siderare la figura simbolo della propria identità
costruzione di un nuovo ospeda-
Cruces, una zona che, trovandosi
al di fuori dei limiti della Città
Nuova, era all'epoca praticamente
nazionale.
disabitata ma che, dalla fine del XIX secolo, diven-
a Montevideo fu subito accolta con grande entusia-
espansione urbana di Montevideo. Restava il proble-
La notizia della costruzione di un ospedale italiano
smo patriottico non solo dall'orgoglioso Re, che ne
fu il principale sostenitore finanziario e che ne seguì
gli sviluppi attraverso i suoi rappresentanti diploma-
tici in Uruguay, ma anche dagli Italiani residenti a
Montevideo e in altri Paesi sudamericani che inviarono i loro contributi monetari.
LA COSTRUZIONE, INIZIATA NEL 1854, SI
PROTRASSE FINO AL 1872, senza per altro vede-
re terminato l'edificio, alternando periodi di alacre
lavoro a interruzioni dovute a mancanza di fondi e
alle sanguinose guerre civili che paralizzavano lo
svolgersi delle attività a Montevideo. Nonostante i
lavori continuassero, anche se piuttosto stancamen-
te, iniziarono ad emergere i limiti del progetto e dell'ubicazione del futuro ospedale: soprattutto le scar-
se condizioni igieniche e la carenza di spazi, dovuti
alla posizione dell'edificio in una zona troppo cen-
trale della città, convinsero la ormai disillusa colonia italiana che fosse il caso di intraprendere la
terà il centro della Città Nuovissima, ulteriore
ma di vendere il primitivo ospedale per far fronte
alla nuova spesa: nel 1882 la loggia massonica del
Gran Oriente del Uruguay comprò l'edificio rendendo finalmente possibile, il 19 gennaio del 1883, l'ac-
quisto del terreno di Tres Cruces ad un prezzo di 465
millesimi di pesos alla vara
quadrata.
In realtà,
dopo una più accurata misurazione, il terreno acquistato risultò maggiore. Lo Stato uruguayano, pro-
prietario dei lotti eccedenti, decise allora di farne
dono alla collettività italiana come apporto alla fina-
lità sociale dell'opera: alla fine, dunque, il terreno
edificabile risultò di 22472 metri quadrati. Il 4 otto-
bre 1883 la Commissione Edilizia dell'Ospedale
dichiarò in pubblica scrittura di cedere il possesso
dell'intero terreno a Sua Maestà il Re d'Italia, che ne
divenne unico simbolico proprietario.
IL 12 OTTOBRE 1883 fu ufficialmente redatto il
nuovo Statuto fondamentale della Pia Opera denominata Ospedale Italiano in Montevideo: "Il fine
Mercoledì 7 Marzo 2007 7
la gente d’italia
della Comunità è aprire nel terreno
volutamente - a parer nostro -
mento di beneficenza destinato
polemiche poco piacevoli.
laconica, si trascinerà dietro delle
di S.M. il Re d'Italia uno stabiliall'asilo e all'assistenza degli italia-
LA VITTORIA DI ANDREONI
e di altre nazionalità, dietro i rego-
Commissione, della quale conti-
ni, così come dei cittadini orientali
Il primo maggio del 1884 la
lamenti che si dettino. Il patrimo-
nuava a far parte l'ingegnere
nio è formato dal terreno, l'edifi-
Monzani, dopo aver esaminato i
cio, le somme donate dai primi
progetti di Andreoni, decise di
contribuenti, quelle risparmiate
assegnargli il primo premio:
dalla Commissione Edilizia, le
"Dopo un minuzioso esame i
contribuzioni volontarie dei privati
signori ingegneri e medici furono
e da qualsiasi specie di proventi".
unanimi in lodare il progetto
Fonte preziosissima cui faremo
suindicato, pe' suoi meriti e van-
continuo riferimento nella ricostru-
taggi, per le buone distribuzioni
zione della storia del secondo
delle località, per la sua buona
Ospedale Italiano è la Notizia storica dell'Ospedale Italiano pubbli-
cata dalla sua Commissione Edilizia a cura di
Francisco
Berra,
rappresentante
legale
della
Commissione, che raccolse in un volume, pubblica-
to a Montevideo nel 1897, tutti i verbali delle
assemblee relativi alla lunga e tormentata storia
della realizzazione dell'edificio.
Nel mese di ottobre del 1883 la Commissione
Edilizia dell'Ospedale, di cui era Presidente, per
statuto, il Console d'Italia in rappresentanza del Re,
indisse un concorso pubblico per la costruzione dell'opera: i progetti, che avrebbero dovuto essere pre-
sentati entro il 30 dicembre del 1883, erano vinco-
lati dalla realizzazione di venti infermerie per duecento malati e, per ovvie ragioni economiche, dove-
vano prevedere la costruzione dell'edificio in parti
successive. Condizioni imprescindibili nella proget-
tazione delle infermerie erano la loro corretta esposizione al sole e la separazione di esse attraverso
giardini interni. Si stabilì inoltre che al vincitore
del primo premio fossero consegnati quattrocento
pesos, duecento al secondo e cento al terzo.
Fu proprio a partire dal concorso pubblico che scoppiò quello che chiameremo il "caso dell'Ospedale
Italiano" che vide protagonisti la Commissione
Edilizia ed il nostro Andreoni, ma che coinvolse
tutta la collettività italiana protraendosi, in un cre-
scendo di polemiche, fino all'inaugurazione del
grandioso edificio.
I TRE PROGETTI Il 30 dicembre 1883 furono
presentati alla Commissione Edilizia dell'Ospedale
tre progetti; altri tre ne furono presentati il giorno
seguente, "Più quello di Andreoni, che non poté
consegnarlo il giorno anteriore perché, essendo
festivo, trovò chiusa la Segreteria di mattina e di
sera, non trovò in casa il Primo vicepresidente, e
dovette depositarlo presso il Consolato d'Italia. Si
discusse calorosamente nei giorni 31 dicembre e 4
gennaio 1884 se questi piani verrebbero ammessi,
in virtù del fatto che il Signor Console certificava
circa l'ingegnere Andreoni". Grazie al consenso dei
partecipanti al concorso che avevano presentato i
progetti entro la data ultima del 30 dicembre, tutti i
progetti vennero comunque accettati e fu, quindi,
nominata una Commissione Scientifica composta da
sei medici e tre ingegneri - tra i quali Achille
Monzani, amico e, come vedremo, futuro socio di
Andreoni - per giudicare i lavori e scegliere il vincitore.
Andreoni però, inspiegabilmente, aveva nel frat-
tempo deciso di ritirarsi dal concorso "per delica-
tezza" - termine piuttosto ambiguo, che non spiega
la reale motivazione di tale scelta - e "fu costretto"
- anche qui oscuramente - a ricusare la nomina di
membro della Commissione Scientifica che a quel
punto,
non
essendo
più
in
concorso,
la
Commissione Edilizia dell'Ospedale gli aveva proposto.
SEI PROGETTI E SEI PSEUDONIMI Alla fine,
dunque, i progetti in gara al concorso risultarono
sei, tutti presentati con pseudonimi: il 6 marzo
1884, dopo giorni di discussioni, la Commissione
Scientifica concluse che nessuno dei progetti era
abbastanza soddisfacente da vincere il primo pre-
mio. Decise, quindi, di attribuire soltanto il secondo premio, vinto dal costruttore Matteo Astengo y
Díez, che guadagnò i duecento pesos previsti. "Lo
stesso giorno in cui si prendeva questa risoluzione
si ricordò che l'ingegner Andreoni aveva preparato
dei piani per il concorso, e si disse che l'ingegnere
signor Alberto Capurro ne aveva intrapresi altri da
parte sua. In vista di questo l'avvocato Corte, reg-
gente il Consolato, propose s'invitassero detti
signori a concorrere; e, approvata l'idea, si stabilì
premiare con quattrocento pesos il progetto che
ottenesse l'accettazione". Capurro non poté accetta-
re l'invito della Commissione a presentare il suo
progetto per il giorno convenuto, quindi l'unico pro-
getto da prendere in esame rimase quello di
Andreoni. Certo, appare alquanto arbitraria la decisione della Commissione di aggiudicare a priori il
primo premio a dei progetti che non solo non erano
in concorso, ma che neppure aveva avuto modo di
visionare. Vedremo che, effettivamente, tale deci-
sione, sulla quale il Berra si sofferma in maniera
architettura, il buon gusto della
decorazione e l'armonia, la mae-
stà e la severa eleganza dell'insieme, stimando
molto accettabile il progetto sotto questo rapporto.
Relativamente alla parte igienica, quantunque lo
creda ugualmente accettabile e degno di elogi in
quasi tutte le sue parti, ha osservato un inconveniente assai rilevante, quale si è l'insufficiente
esposizione al sole di alcune delle sue infermerie.
Ciò proviene dall'orientazione, forma ed estensione
del terreno, poco sufficiente per il numero di infermerie che si desiderano costrurre, obbligando
l'Autore del progetto a destinare poco spazio pei
giardini. Ciò non ostante, la Commissione scientifi-
ca giudica che il buon criterio della Commissione
edilizia potrà rimediare in gran parte questo difetto
sopprimendo alcune delle infermerie centrali, e vi
rimedierà del tutto acquistando maggiore area di
terreno per ingrandire i giardini.". Inoltre, aggiunge
Berra, "quantunque il valore scientifico d'un lavoro
è giudicato indipendentemente dalle qualità personali dell'Autore, dalle persone competenti non pote-
vano difettare di valore morale per la Commissione
edilizia la circostanza del concetto che già godeva
l'ingegnere Andreoni quale uomo di competenza
tecnica e di carattere onesto, e quella d'aver egli
ricevuto nel 1875 il suo diploma d'ingegnere nella
Regia Scuola d'applicazione di Napoli, dopo essere
stato classificato il primo per ordine di merito fra
cinquanta laureandi".
IL PROGETTO ORIGINALE Il progetto origina-
le dell'Ospedale Italiano, che poi Andreoni sarà
costretto a modificare e a ridimensionare per motivi economici, era davvero grandioso: l'edificio, percorso in tutto il suo perimetro da un corridoio ester-
no cadenzato da arcate, avrebbe dovuto avere una
monumentale facciata di 270 metri, interrotta nel
mezzo da un grandioso portale di accesso, quasi una
sorta di arco trionfale - mai realizzato, come vedremo - che, attraverso una galleria coperta da una
volta a botte, conduceva ad un giardino interno.
Ognuna delle venti infermerie previste, costruite a
padiglioni isolati, secondo la tendenza delle più
moderne regole igienico-sanitarie, sarebbe stata
Mercoledì 7 Marzo 2007 8
la gente d’italia
affiancata da un giardino rigoglioso di
carico chiedendo un compenso del due e
ottenere una corretta aerazione ed una
Commissione accettò la proposta dell'inge-
mezzo per cento: il 9 giugno 1884 la
vegetazione, ambiente fondamentale per
gnere sia perché, in quanto autore del pro-
sufficiente illuminazione interna, non-
getto, era sicuramente la persona più adat-
ché motivo di sollievo estetico nella
ta per dirigere l'opera, sia perché consi-
"casa delle sofferenze".
L'INSODDISFAZIONE COLLETTI-
derò la richiesta economica di Andreoni
VA La decennale storia della costruzione
"Tenue, avuto riguardo a quella che si
usava nel paese ed a quella che avevano
dell'Ospedale Italiano fu segnata, fin dal
anteriormente domandato altri ingegneri".
1853, dalla sempre più forte insoddisfazione della collettività italiana, inizial-
L'INCONTRO CON IL RE D'ITALIA
presa non solo dal punto di vista senti-
subito dell'impegno: comunicò, infatti,
mente entusiastica sostenitrice dell'im-
Andreoni, però, non poté incaricarsi da
mentale e patriottico ma soprattutto eco-
alla Commissione che doveva recarsi in
nomico, per l'operato, apparentemente
Italia "Per brevissimo tempo" e, approfit-
poco chiaro dal punto di vista finanzia-
tando del suo viaggio, la Commissione gli
rio, delle varie Commissioni Edilizie
diede il privilegiato incarico di consegnare
che si succedettero negli anni.
al Re d'Italia Umberto I una veduta foto-
I periodici italiani dell'epoca stampati a
grafica
Montevideo, che dedicarono ovviamente
sta volta al contrario, il lungo viaggio
pletamente diversa rispetto a quella uffi-
verso l'Italia né verso quale città si sia
ciale di Berra. In particolare, è interes-
diretto. Possiamo però ipotizzare, alla luce
sante ciò che "La colonia italiana" pub-
lato, ed il costruttore Tosi dall'altro. Il periodico ita-
liano afferma, infatti, che la Commissione avrebbe
scelto i progetti di Andreoni, a scapito di quelli di
Astengo y Díez, giudicati - non sappiamo su quali
basi - non solo più belli ma anche più economici e
funzionali nella realizzazione, senza sentire il parere di una Commissione tecnica.
QUATTROCENTO PESOS PER UN GIOIELLO
Approvato, quindi, il progetto di Andreoni, gli furo-
no consegnati i quattrocento pesos del primo pre-
L UIGI ANDREONI nacque a Vercelli nel 1853
e, dopo aver studiato ingegneria civile nelle
Scuole di applicazione di Torino e di Napoli, si
imbarcò in una nave che salpava verso
l'America. IL 25 AGOSTO DEL 1876 SBARCÒ
A MONTEVIDEO. Nonostante in quegli anni la
situazione politica e sociale dell'Uruguay fosse
particolarmente caotica, Andreoni seppe conquistare uno spazio privilegiato all'interno
della fiorente colonia italiana.
NELLA SUA LUNGA CARRIERA abbracciò
tutte le tipologie edilizie realizzando alcuni fra
i più importanti edifici di Montevideo (Club
Uruguay, Banco Inglés, Banco Italiano,
Stazione Centrale, Teatro Stella d'Italia,
Ospedale Italiano) si dedicò ad importantissimi
interventi territoriali, ottenne numerosi incarichi pubblici e fu celebrato dai contemporanei
quale personalità di spicco dell'élite culturale
uruguayana.
A MONTEVIDEO, che così generosamente lo
aveva accolto, importò l'arte e la cultura italiane ma anche lo spirito scientifico e liberale del
Piemonte progressista. Dopo sessant'anni di
residenza in Uruguay, morì a Montevideo il 20
maggio del 1936 _ _ _
futuro
Andreoni ad affrontare nuovamente, que-
polemiche, forniscono una visione com-
ca tra Andreoni e la Commissione Edilizia, da un
del
mo quale fosse la ragione che spinse
Italiano" e che si crogiolarono nelle
fra breve vedremo, di un'accesa polemi-
prospettiva
Ospedale Italiano. Purtroppo, non sappia-
molto spazio al "caso dell'Ospedale
blicò il 15 agosto 1886, nel mezzo, come
della
dei fatti avvenuti al ritorno dell'ingegnere
mio, e si decise di dare inizio ai lavori preliminari
alla costruzione dell'edificio. In un primo momento,
si sarebbero costruite soltanto le prime quattro
infermerie a partire dall'attuale Avenida Italia, per-
ché la realizzazione dell'intero progetto superava
notevolmente, nella sua grandiosità, il costo che la
Commissione aveva previsto per la realizzazione di
tutta l'opera. Il resto sarebbe stato costruito in un
secondo momento.
Essenziale, per dare inizio ai lavori, era la nomina
del direttore dei lavori. Andreoni si propose per l'inIlaria Busetto (1972) si è laureata in
“Conservazione dei Beni Culturali” presso
l'Università Ca' Foscari di Venezia con una tesi
dal titolo “Un architetto ingegnere italiano in
Uruguay: Luigi Andreoni” (1853-1936).
NEL 2000 ha ottenuto un assegno di ricerca
biennale sulla scultura italiana in Argentina tra
XIX e XX secolo e nel 2003 si è specializzata in
“Storia delle Arti e Conservazione dei Beni
Artistici” con la tesi “La scultura italiana in
Argentina tra XIX e XX secolo”.
HA COLLABORATO con contributi scientifici e
recensioni di libri di arte con le riviste “Venezia
Arti”, “Il veltro”, “Critica d'arte” e
“Notiziario bibliografico”.
DAL 2004 AL 2006 è stata schedatrice di beni
culturali ecclesiastici per la Diocesi di Padova
nell'ambito del progetto della Conferenza
Episcopale Italiana di inventariazione del
patrimonio ecclesiastico italiano.
ATTUALMENTE lavora a Venezia presso una
società di servizi culturali
a
Montevideo,
che
abbia
visitato
l'Esposizione Nazionale di Torino del 1884
in cui Alessandro Cruto espose la sua straordinaria
lampadina elettrica: tornato in Uruguay nei primi
mesi del 1885, Andreoni, in qualità di rappresentan-
te della ditta torinese di Alessandro Cruto, si occu-
perà, infatti, della diffusione del nuovo sistema di
illuminazione elettrica a Montevideo.
Comunque, il venti settembre 1884 Andreoni si tro-
vava a Monza dove, con grande risonanza della
stampa nazionale, fu ricevuto con grandi onori dal
Re Umberto I: "Nel medesimo giorno in cui a
Montevideo compievasi la cerimonia della collocazione della pietra fondamentale, a Monza l'ingegne-
re Andreoni veniva ricevuto da Sua Maestà il Re,
padrino dell'opera, al quale presentò un indirizzo e
uno stupendo disegno in prospettiva dell'opera. Il
Re diede ad Andreoni una speciale prova di sovrana
benevolenza trattenendolo seco a colazione". Fu in
tale occasione che il Re, entusiasta del progetto
dell'Ospedale Italiano, nominò Andreoni Cavaliere
dell'ordine della Corona d'Italia.
IL SIGARO DEL RE Quello che le fonti ufficiali
non dicono è che il Re fece dono ad Andreoni di un
sigaro che l'ingegnere custodì gelosamente all'interno di un piccolo cilindro di vetro con un bigliettino
autografo che ne spiega la provenienza: quel sigaro,
al quale Andreoni teneva come ad un cimelio, si
trova ancora oggi in quella che fu la casa di campagna di Andreoni, l'estancia "Belvedere".
Fine della prima puntata
6
DIARIO URUGUAYANO
di Tonino Pintacuda
Luigi Andreoni e l'Ospedale
Italiano di Montevideo
Giovedì 8 Marzo 2007
U N A R C H I T E T T O I N G E G N E R E I TA L I A N O I N U R U G U AY:
Sono tornate le transenne gialle in Plaza
Indipendencia, dopo nemmeno una settimana,
per garantire massima sicurezza all'imminente
visita del Presidente Bush.Montevideo continua a prepararsi, accogliendo calorosamente
la schiera di Nord Americani arrivati al seguito del Presidente. Nerboruti e giovanissimi
marines, con gli immancabili capelli rasati, si
L uigi Andreoni rientrò
sono riversati per le strade della capitale.La
città reagisce con legittima curiosità, le
Sinistre si limitano ad organizzare la contromanifestazione di venerdì 8 alle 18, tra
Avenida 18 de Julio e Egido. Ammoniscono che
“No venderemos el rico patrimonio al representante del imperialismo”. I più avveduti
comprendono bene che al di là delle legittime e
di Ilaria Busetto
simboliche lotte ideologiche il viaggio di
George W. Bush, l'uomo più potente del mondo,
rappresenta un'occasione irripetibile per il
piccolo grande Uruguay.Oggi continuiamo con
la seconda e penultima puntata della storia
dell'Ospedale Italiano di Montevideo: dall'inizio dei lavori ai problemi con l'ingegnere
Giovanni Tosi.
fine del 1884, quan-
do si iniziarono i
a Montevideo nei primi
lavori delle fonda-
giorni di gennaio del
zioni
1885. Nel frattempo, i
re la voce che la
c o s t r u z i o n e
terra mancasse della
dell'Ospedale, iniziati il
solidità
3 novembre 1884, erano
per
proseguiti sotto la direZanetti
degli
e
tato.
problema
da Montevideo. Al suo
onore
ritorno, la Commissione
ne
6.290
metri quadrati si resero disponibili alla già
ampia superficie edificabile. In realtà, l'acquisto di una maggiore porzione di terreno
era già stata auspicata dallo stesso Andreoni
al fine di ampliare i giardini e le infermerie
rendendo l'edificio più funzionale dal punto
di vista igienico-sanitario . Andreoni si
a ff r e t t ò , q u i n d i , a m o d i f i c a r e i n t r e p u n t i i l
progetto originario e ne sollecitò l'approva-
zione al Ministerio de Obras Publicas con
una lettera del primo giugno 1885: oltre alla
"estensión mayor de los jardines entre las
e alla "doble pared de las
enfermerías en los frentes al Este que no son
abrigados de la lluvia con pórticos como lo
son al Oeste", la modifica più importante è
frente
alla
dell'Ospedale
della colonia italia-
già in suo possesso: fu
del
né
fa
gestire la costruzio-
lotti adiacenti a quello
l'"ensanche
non
e irresponsabile nel
di
terreno comprando dei
enfermerías"
ennesimo
vero approssimativa
deciso di acquistare una
altri
edificio
Commissione, dav-
gli comunicò che aveva
che
il
Ovviamente,
questo
durante la sua assenza
così
sostenere
che era stato proget-
Monzani,
superficie
necessaria
grandioso
ingegneri
nominati suoi sostituti
maggior
dell'edificio,
che prese a circola-
lavori preliminari alla
zione
la gente d’italia
al
Camino
8
de
na,
né,
però,
per
O c t u b r e " - a t t u a l e Av e n i d a I t a l i a - . " E l f r e n -
essere onesti, al nostro ingegnere Andreoni
tras ahora es compuesto de los frentes de
delle caratteristiche geologiche del terreno
te primitivo era el de una enfermería, mien-
dos, unidas entre eí por un pórtico de tres
areas". Questa variazione del progetto è oggi
visibile nel suggestivo coronamento a tre
archi e doppia serliana di quella che, dopo il
definitivo ridimensionamento del progetto
per ragioni economiche, diventerà la facciata
principale dell'Ospedale.
I PRIMI PROBLEMI: LA TERRA MOSSA
Ma, nel momento in cui tutto sembrava ormai
avviato al meglio, un grave problema fece
tremare la già screditata Commissione: a
nessuno, infatti, era mai passato per la mente
c h e i l t e r r e n o c o m p r a t o a Tr e s C r u c e s p o t e s -
se essere di cattiva qualità. Fu solo verso la
che progettò un edificio senza preoccuparsi
su cui si sarebbe edificato. La Commissione,
preoccupatissima, incaricò Andreoni, appena
rientrato dall'Italia, di condurre degli accu-
rati studi tecnici per verificare la solidità del
t e r r e n o . E ff e t t i v a m e n t e , g l i s t r a t i s u p e r i o r i
del terreno erano poco consistenti e non si
trovavano strati solidi se non ad una profondità
oltre
i
quattro
metri
e
mezzo
ma
Andreoni "Credeva di poter assicurare che la
solidità era bastevole per l'edificio che doveva sopportare, e che conveniva edificar quivi
p e r l a d i ff i c o l t à c h e v i s a r e b b e d i t r o v a r e u n
altro terreno in migliori condizioni e così
bene situato, dovendo notarsi che la scienza
dispone di mezzi non molto costosi per sup-
Giovedì 8 Marzo 2007 7
la gente d’italia
della
aveva ordinato e, soprattutto, non
Commissione, Andreoni dispose
scolo delle acque pluviali - cosa
plire
terra".
la
poca
tenacità
Tr a n q u i l l i z z a t a
aveva ancora praticato i canali di
la
che non farà mai - né aveva posto
di non consolidare il terreno
i condotti di ghisa nelle fondazio-
con troppo costosi e non neces-
ni. Conseguenza di tali gravi man-
sari pilastri su pietra, data la
canze fu il verificarsi, nelle pare-
poca altezza dell'edificio, ma di
ti appena iniziate, di pericolose
edificare su tre fondamenti al di
infiltrazioni ed, addirittura, di
sopra di un'ampia base di calce-
crepe che mettevano in dubbio la
struzzo.
sicurezza statica dell'edificio fino
L A S C E LTA D E L C O S T R U T -
a q u e l m o m e n t o c o s t r u i t o . To s i f u
TO R E
più
delle
Commissione indisse un con-
gravi"
corso pubblico per la scelta del
o
meno
e che non si riusciva ad
colpa ad Andreoni ed alla scarsa
A n d r e o n i , s c e l s e l ' o ff e r t a d e l -
solidità del suolo, nel gennaio del
l ' i n g e g n e r e To s i , c h e s i i m p e -
1886 la Commissione risolse di
gnava, secondo contratto, a ter-
nominare una commissione di tre
minare i lavori entro ventiquat-
periti - Poncini, Zanetti e Penco -
tro mesi.
perché facesse finalmente luce
L ' i n g e g n e r e G i o v a n n i To s i , o r i -
sulle responsabilità dei danni pro-
ginario di Ferrara, era giunto a
vocati.
e si era
I
periti
iniziarono
approfonditi studi per stabilire le
immediatamente fatto conoscere
per la singolarità e l'esuberanza
del suo carattere: "Era un hombre de imagi-
furono compiuti numerosi scavi dai quali
credeva, come tutti, quando firmò il contrat-
t u t t e l e p a r e t i d e l l ' e d i f i c i o i n i z i a t e d a To s i
ti in Montevideo; e la Commissione edilizia,
coches, su uniformes llenos de medallas.".
to, essersi assicurata la cooperazione di una
g r a n s e ñ o r, a m i g o d e p a s e a r e n e s p l é n d o d o s
To s i n o n e r a c e r t a m e n t e u n o s p r o v v e d u t o : a
Montevideo, dove costruì un numero notevole di opere, fu architetto apprezzato e si
d e d i c ò a g l i a ff a r i c o n l a f o n d a z i o n e d e l l a
"Compañia Nacional de Crédito y Obras
Publicas", nota all'epoca per una gestione
dei fondi poco pulita. Dopo il disastro finan-
ziario della Compagnia, fu attaccato da
infermità mentale e la moglie fu costretta a
riportarlo in Italia, dove morì poco dopo il
suo arrivo.
delle più belle intelligenze, e di uno dei
cuori più nobili che la patria comune man-
dasse in America a fortificare la dignità del
suo nome.". Ma, a poco più di un mese dal-
l'inizio dei lavori, Andreoni e gli ispettori
incaricati dalla Commissione di seguire l'op e r a t o d e l c o s t r u t t o r e To s i c o m i n c i a r o n o a
notare degli "abusi"
nell'utilizzo dei mate-
riali prescritti da Andreoni per la realizzaz i o n e d e l l e f o n d a z i o n i d e l l ' e d i f i c i o : To s i , i n
pratica, cercando di risparmiare denaro,
impiegava materiali di seconda qualità - sab-
L ' I M P R E V E D I B I L E TO S I
Né la Commissione né Andreoni potevano
immaginare quali conseguenze avrebbe sca-
tenato la collaborazione con l'imprevedibile
To s i . A l c o n t r a r i o , l ' i g n a r a C o m m i s s i o n e ,
altamente
patriottici, salutò con entusiasmo la firma
bia più fine, pietre "meno alte e meno grosse" - mettendo a repentaglio la solidità del-
emerse, tra l'orrore e lo stupore generali, che
non poggiavano sulle loro fondazioni, essendo state costruite "più al sud per una deviazione
di
venticinque
centimetri"
!
Nell'aprile del 1886, la Commissione emise
la propria sentenza, del tutto favorevole ad
Andreoni: la responsabilità dei problemi
"Non istá nel terreno; non istá neppure nel
sistema di fondazioni che si contrattò; stá
s o l a m e n t e i n q u e s t o c h e i l s i g n o r To s i n o n è
stato fedele al contratto, né all'arte, che ha
fatto male i lavori.". I periti così conclusero:
"Il costruttore non ha osservato le prescrizioni dell'arte nell'esecuzione di tutti i lavori.".
l ' e d i f i c i o . To s i f u p i ù v o l t e r i p r e s o d a l l a
TRE NUOVI PERITI
due ispettori informarono che non si adempi-
sentenza e si appellò al Giudice Civile per il
Commissione e dallo stesso Andreoni ma "i
vano agli ordini dati dal Direttore" :
del contratto con un ingegnere di nazionalità
IMPERDONABILI MANCANZE
c h e " Av e v a o t t e n u t o i n p o c o t e m p o l e s i m p a -
materiali di cattiva qualità, non aveva coper-
i t a l i a n a e n o n d u b i t ò d e l l ' a ff i d a b i l i t à d i To s i
cause delle crepe nelle pareti:
tie, e persino la fiducia degl'Italiani residen-
nación exaltada, rumboso y con ínfulas de
sentimenti
più
severante nello scaricare tutta la
presente
da
irregolarità
instaurare un dialogo con lui, per-
costruttore: il 17 luglio 1885 la
mossa
dalla
timana senza che si scoprissero
nizio dei lavori veri e propri, la
sempre
sia
dato che "non trascorreva una set-
avvicinatosi il momento dell'i-
Montevideo nel 1885
ripreso
Commissione sia da Andreoni ma,
Conclusi gli studi preliminari e
Commissione,
volte
To s i , i n f a t t i , c o n t i n u a v a , i n f a t t i , a d u s a r e
to gli zoccoli con granito come Andreoni gli
To s i p e r ò n o n s i d i e d e p e r v i n t o : i m p u g n ò l a
ricorso
di
nullità.
A
questo
punto,
la
Commissione, sfinita, decise di avviare le
pratiche per una ragionevole transazione che
p o n e s s e f i n e a l c o n t r a t t o c o n To s i . N e l g i u -
gno del 1886 furono nominati tre nuovi peri-
la gente d’italia
Giovedì 8 Marzo 2007 8
ti: la Commissione nominò l'inge-
"capro
Astengo y Díez, e, i due periti, di
r a A n d r e o n i d i a v e rg l i v o l u t a -
accordo,
Alberto Capurro.
mente creato problemi durante il
nominarono
lavoro: "Le copie dei disegni
che mi venivano gradatamente
La contesa, però, come era preve-
consegnati
dibile, dato il valore dell'edificio
di dimensioni e con variazioni a
rimase racchiusa tra le "imperfet-
me dannosissime in confronto
te" pareti dell'Ospedale: al con-
dei disegni originali, sui quali
t r a r i o , To s i m o b i l i t ò l ' o p i n i o n e
avevo fatto il contratto. Inoltre
pubblica attraverso infuocate letai
periodici
Montevideo
italiani
scatenando
dall'ing. Andreoni
erano falsificati con alterazioni
per la collettività italiana, non
tere
della
Commissione e accusò addirittu-
g n e r e M o n z a n i , To s i i l c o s t r u t t o r e
comune
espiatorio"
le liquidazioni che mi faceva il
di
detto sig. ing. le trovai sensibil-
un'ag-
mente inferiori al vero".
gressiva polemica nei confronti
dell'autore del progetto, da lui
indicato quale incompetente ed
LA
costruzione dell'edificio.
Dopo mesi di nuovi e approfon-
T R AT TO
unico responsabile dei difetti di
Il quindici luglio 1886 "La colo-
mente, le pareti già erette del-
qualsiasi responsabilità alle ina-
l'edificio non coincidevano con
datte caratteristiche del suolo di
le fondazioni, ma "riposavano in
Tr e s C r u c e s , c h i e s e a l l ' " I n g e g n e r e
falso" e, nell'ottobre del 1886,
che studiò il terreno e tracciò il
emise la propria sentenza, in
progetto" di chiarire pubblica-
tutto
mente i fatti. Da notare come, in
della
forma volutamente spregiativa,
riferisse
ad
Andreoni
senza neppure nominarlo.
A questo punto Andreoni, chiamato in causa,
r i s p o s e p u b b l i c a m e n t e a l l e a c c u s e d i To s i
inviando
una
lettera
aperta
al
giornale
"L'Italia" limitandosi a dichiarare di essere
pronto ad assumersi tutte le responsabilità
che
gli
corrispondessero
CON-
p e r i t i c o m p r o v ò c h e , e ff e t t i v a -
d i G i o v a n n i To s i c h e , s c a r i c a n d o
si
DEL
diti studi, la Commissione di
nia italiana" pubblicò una lettera
To s i
SCISSIONE
mentre
la
Commissione Edilizia era impegnata a far
l u c e s u q u e s t o " s g r a d e v o l e a ff a r e " . Q u e s t a f u
l'unica dichiarazione pubblica di Andreoni
che, evidentemente, optò per un dignitoso
silenzio e lasciò alle conclusioni dei periti
qualsiasi giudizio sul suo operato.
I l 2 8 l u g l i o To s i t o r n ò a l l a c a r i c a s u l " L a
c o l o n i a i t a l i a n a " . A ff e r m ò , i n f a t t i , c h e i p r o -
blemi dell'edificio dipendevano dal tipo di
calce che Andreoni gli aveva ordinato di
usare per le fondazioni: tale calce, era - a
parer suo - assolutamente sbagliata, in quan-
to non idraulica. Egli, d'altronde, si era più
volte preoccupato di avvertire Andreoni ed i
membri della Commissione dell'errore, ma
senza risultato.
A q u e s t o p u n t o , To s i i n c o n t r ò l a s o l i d a r i e t à
di quella parte della collettività italiana che,
sfinita da anni di attese e insospettita dalla
gestione economica dei contributi versati alla
Commissione per la realizzazione dell'opera,
aveva ormai perse le speranze di veder rea-
lizzato l'edificio simbolo degli Italiani a
Montevideo. Il 15 agosto 1886 una lettera di
tale Lazzaro Spinoso accusava, infatti, la
Commissione di essere illegale e ladra e
lamentava il costo eccessivo del progetto di
Andreoni che, per altro, "non figurava nel
concorso" .
LE CRITICHE NON SI PLACANO
To r n i a m o q u i n d i a l l a l e t t e r a d e l 1 7 a g o s t o s u
"La colonia italiana" - già in parte riportata,
trattando
costruttore
accuse
di
del
che,
concorso
-
proseguendo
incompetenza
dell'anonimo
con
chiare
all'ingegnere
A n d r e o n i , a ff e r m a v a : " Q u a n t u n q u e i o s i a u n
semplice costruttore, non ho mai poggiato dei
fondamenti sopra terra mossa perché là è
quasi tutta riportata. Bisognava farvi dei
robusti pillari fino a trovare il terreno solido
e senza sprecare tanti materiali in fondamen-
ti trasversali e inutili perché non sostengono
nulla, creare dei buoni e benfatti archi, e
tutto sarebbe andato bene e con molta maggiore economia".
I l 2 7 a g o s t o To s i , d o p o a v e r i n v e i t o c o n t r o l a
Commissione ed Andreoni, decise di giocare
l a c a r t a d e l v i t t i m i s m o : a ff e r m ò d i e s s e r e i l
coincidente
prima
con
quella
Commissione
di
periti. Le crepature erano dovustruzzo
te alla cattiva qualità del calce-
e l'acqua trovata negli scavi, causa
delle infiltrazioni, era dovuta alla mancata
realizzazione degli scoli previsti, e non,
c o m e s o s t e n e v a To s i , a l l a n a t u r a d e l t e r r e n o .
A questo punto, la Commissione, soddisfatta,
si sentì legittimata a rescindere il contratto
c o n To s i , a t t o c h e a v e v a e v i t a t o f i n o a l g i u d i -
zio dei periti per la paura di tirarsi addosso
ulteriori polemiche da parte della collettività
italiana, sulla cui fiducia, già tempo, non
p o t e v a p i ù f a r a ff i d a m e n t o , p e r l e r a g i o n i c h e
già conosciamo. Inutile aggiungere che non
fu cosa semplice né di breve durata, a causa
delle continue polemiche e follie del costrut-
tore, ma, finalmente, nell'ottobre del 1886,
r i u s c ì a l i b e r a r s i d i To s i .
Tu t t i q u e s t i g r a v i f a t t i f e c e r o o v v i a m e n t e r a l -
lentare moltissimo i lavori che, durante gli
studi dei periti, rimasero addirittura paraliz-
zati per parecchi mesi : erano passati già due
anni dalla collocazione della pietra fonda-
mentale dell'Ospedale e ancora non si erano
costruite, e tra l'altro male, se non le fondazioni, che dovevano essere in parte rifatte.
Fine seconda puntata
10
Venerdì 9 Marzo 2007
DIARIO URUGUAYANO
di Tonino Pintacuda
la gente d’italia
UN ARCHITETTO INGEGNERE ITALIANO IN URUGUAY:
Luigi Andreoni e l'Ospedale
Italiano di Montevideo
La
lunga
digressione
sulla
storia
dell'Ospedale italiano di Montevideo
giunge al termine, nei prossimi giorni cercheremo di scoprire il presente di questa
gloriosa istituzione.
Senza dimenticare che, in occasione della
s u a v i s i t a u f f i c i a l e i n U r u g u a y, a l p r i n c i pio di febbraio, il Presidente della
Camera dei Deputati Fausto Bertinotti ha
espresso tutta la sua gioia per - sono
parole sue - “l'impegno-restauro-rivalutazione-rilancio dell'Ospedale Italiano”.
Come sempre, hasta luego!
di Ilaria Busetto
Nel 1916, grazie alla generosa donazione di Elena Pietracaprina, fu
aggiunta, sempre su progetto di
Andreoni, una quinta infermeria,
destinata alle donne . Il nuovo padiglione, intitolato al defunto marito
della
Pietracaprina,
Santiago
Marexiano, fu costruito al lato del
palazzetto dell'attuale ingresso principale, conferendo molta più simmetria al prospetto di facciata .
A ndreoni
approntò un nuovo
progetto per correggere gli imperdonabili errori di Tosi evitando di
buttare giù la parte già edificata:
risolse di rinforzare le strutture
dell'edificio con il drenaggio delle
zone umide e la ricostruzione delle
fondazioni delle pareti "in falso"
colando Portland e buona malta
nelle crepe; stringendo tutta la
base dell'edificio con una robusta
legatura di ferro e sostituendo le
volte, originariamente progettate
per coprire il primo piano, con piccole volte sostenute da tiranti di
ferro . Andreoni, sicuramente
segnato dalla precedente esperienza, insistette perché il suo progetto
venisse sottomesso al giudizio di
un'ennesima commissione di
esperti, che lo approvò completamente .
Nel dicembre del 1886, finalmente, i lavori ripresero
sotto la direzione di Andreoni e, concluse le fondazioni, si poté dare inizio all'edificazione
dell'Ospedale . Nel 1887, per accelerare i tempi, la
Commissione nominò quattro costruttori diversi, uno
per ognuna delle quattro infermerie che si intendevano realizzare in un primo
momento .
TRENTASETTE ANNI DOPO
Finalmente, nel 1890, dopo trentasette anni - non dimentichiamo
infatti che era dal lontano 1853
che la collettività italiana aspettava il suo ospedale - i lavori
furono terminati e, il primo giugno dello stesso anno, l'Ospedale
"Umberto I" fu inaugurato con
una grandiosa cerimonia pubblica aperta dal discorso del Conte
Carlo Greppi, Console d'Italia e,
quindi, Presidente, per Statuto,
della Commissione Edilizia . Ma
l'entusiasmo generale, che aveva fatto già dimenticare
all'orgogliosa comunità italiana decenni di ritardi e
polemiche, fu subito smorzato: un'ordinanza del
Consiglio di Igiene Pubblica proibì, infatti, l'apertura
al servizio dell'Ospedale finché non fosse stato dotato di un adeguato sistema di riscaldamento e di una
"stufa di disinfezione" . Il primo giugno del 1892 ,
finalmente, l'Ospedale "Umberto I" aprì le sue porte
al pubblico.
Come più volte accennato, Andreoni
fu costretto, per mancanza di fondi, a
ridimensionare il suo ambizioso progetto iniziale, di cui riuscì ad edificare, almeno fino ai primi del
Novecento, soltanto la quinta parte :
delle venti infermerie previste originariamente, infatti, ne furono realizzate solo quattro, ossia quelle che la
Commissione aveva deciso di costruire in un primo momento. Né non
venne mai eretto il grandioso portale
d'accesso su Bulevar Artigas, tanto
che la facciata principale, caratterizzata da tre archi e due serliane, si
costruì sul fronte più breve, sul lato di
Avenida Italia.
LA STRUTTURA
La pianta dell'Ospedale è costituita,
sul fronte di Bulevar Artigas, da tre
padiglioni-infermerie in infilata, circondati da una galleria porticata
continua e separati dalle altre due
infermerie attraverso spaziosi giardini interni. L'edificio si sviluppa su
tre livelli: la pianta bassa, un poco
sotto il livello del suolo, si affaccia
all'esterno e sui giardini interni attraverso piccole
finestre incorniciate da archi ribassati e bugnati. La
pianta principale è circondata, sia lungo la facciata
esterna sia nei giardini interni, dalle gallerie aperte e
continue di archi di memoria rinascimentale retti da
sottili colonne doriche di ferro abbinate a gruppi di
due o di quattro. La pianta superiore, infine, è occupata quasi interamente da un'ampia terrazza circondata da una balaustra di marmo, che, vista dal basso,
funge anche da coronamento dell'edificio.
Alla facciata principale dell'edificio, su Avenida Italia
- oggi accesso inutilizzato per ragioni di funzionalità
-, Andreoni conferisce l'importanza che conviene al
suo ruolo di ingresso privilegiato: un'ampia scalinata
di marmo conduce alla suggestiva triplice apertura
degli archi incorniciati ai lati da due splendide serliane.
Il fronte posteriore, su Calle Canning, attualmente
ingresso principale dell'Ospedale, è costituito da un
elegante palazzetto di tre piani con finestre timpanate
e balconi in marmo, dove sono ospitati, come un
tempo, gli uffici direttivi. Ai lati, i due padiglioni simmetrici con apertura a serliana.
LA QUINTA INFERMIERIA
REMINESCENZE RINASCIMENTALI
la gente d’italia
11
Venerdì 9 Marzo 2007
L'architettura dell'Ospedale rivela, come moltissime
altre creazioni di Andreoni, chiare reminiscenze rinascimentali e manieriste. Eppure, l'Ospedale è un'opera
assolutamente unica nel ricco e
vario catalogo dell'ingegnere: mentre, infatti, nelle altre opere
Andreoni gioca sull'effetto plastico
dei volumi, qui affida la composizione al disegno lineare: rifiutando
qualsiasi esagerazione e quasi senza
ricorrere alla scultura ornamentale,
crea un monumento la cui bellezza
sta soltanto nelle buone proporzioni
delle arcate e nella loro armonica ed
ininterrotta iterazione.
L'architetto Juan Giuria mette in
rilievo dei dettagli architettonici di
particolare
raffinatezza,
che
Andreoni riprende da grandi maestri
italiani del passato, ossia: "La
manera de disponer las dobles
columnas dóricas que reciben los arcos de las galerías;
en vez de colocarlas de manera que las dos se vean de
frente, están despuestas de modo que una oculta a la
otra: de esta manera, las pilas, sin perder solidez,
resultan más aéreas y más gráciles, y no angostan los
arcos, los que vistos de escorzo producen excelente
efecto, debido a su respetable profundidad, pues tienen que cubrir las dos columnas colocadas en sentido
del espesor del muro." . Tale espediente, usato anche
da Palladio nella Basilica di Vicenza, risente di soggezioni cinquecentesche di matrice tosco-romana. "Otra
particularidad interesante es la de colocar el "pulvino"
entre el ábaco de los capiteles y el arranque de los
arcos, obteniéndose así arcadas esbeltas sin necesitad
de emplear columnas elevadas y por consiguiente de
diámetro relativamente exiguo." . In questo caso, invece, il referente potrebbe essere stato Brunelleschi
negli archi che separano le navate della Chiesa di San
Lorenzo.
L'architetto Aurelio Lucchini, oltre a porre l'accento
l'incidenza nel progetto del pensiero razionale positivista nell'adattamento della distribuzione formale a
moderne esigenze funzionali , vede nella serliana dell'originaria facciata principale dell'edificio un chiaro
richiamo al vasariano coronamento degli Uffizi sulla
riva dell'Arno .
Andreoni curò i dettagli interni dell'Ospedale con
grande raffinatezza ma senza lusso: gallerie di eleganti losanghe di marmo bianco e nero, ambienti interni
con vivaci piastrelle colorate a disegni pompeiani,
medaglioni di marmo con i nomi ed i busti dei benefattori dell'Ospedale. Unica eccezione alla raffinata
sobrietà, confacente del resto alla destinazione dell'edificio, è il grande utilizzo del marmo bianco, nella
scalinata principale ed in quelle minori, nelle balaustre e nei balconi. Interessante la cappella ad aula
unica nella pianta principale dell'edificio - unico
ambiente religioso progettato da Andreoni nella sua
lunga carriera.
IN CERCA DI NUOVE FUNZIONALITA'
Ovviamente l'Ospedale, proprio a causa della sua
destinazione, soffrì numerose modifiche finalizzate a
renderlo sempre più funzionale rispetto ai progressi e
alle esigenze della scienza medica: i giardini interni,
forse gli ambienti più suggestivi per la vegetazione
tropicale e la cornice delle gallerie, furono i primi ad
essere invasi da nuove costruzioni.
Nel giardino più grande fu costruito, nel 1915 , l'edificio della Sala
operatoria principale che alterò la
successione dei giardini, alla base
della concezione estetica progettata
da Andreoni. Il giardino centrale
addirittura scomparì, sostituito dall'edificio di radioterapia , ma se ne
può ancora oggi indovinare l'esistenza nella copertura a cemento
della nuova costruzione, bucata per
far uscire una sfrontata palma visibile dalla terrazza del piano superiore.
Nel 1952 si rese indispensabile un
ampliamento dell'Ospedale verso la
Calle Jorge Canning, su progetto
dell'architetto Carlos Surraco che, pur necessaria dal
punto di vista medico, certo non dona esteticamente
all'opera di Andreoni, cui si trova addossata.
IL GLORIOSO PASSATO
L'Ospedale "Umberto I" fu, sia per la razionalità e la
funzionalità della distribuzione interna dell'edificio,
sia per il suo preparatissimo personale medico, uno
degli ospedali più efficienti di Montevideo, tanto da
ospitare nei suoi letti Presidenti della Repubblica,
politici e grosse personalità della società montevideana .
Il legame di Andreoni
con il suo capolavoro
architettonico non si
concluse, comunque, con
l'inaugurazione e l'apertura
al
pubblico
dell'Ospedale: Andreoni,
infatti, restò vincolato
per tutta la sua lunga vita
alle sorti e alla storia del
monumento della collettività italiana, di cui fu,
dal 1898 al 1931, Presidente ad vitam e, dal 1931 alla
morte, Presidente Onorario Perpetuo . Pare che davvero Andreoni si sia occupato con estrema dedizione
della direzione e della cura dell'Ospedale Italiano,
tanto da trasferirsi proprio di fronte all'edificio, per
essere più vicino a quella che considerava la sua
seconda casa. La nota intervista di Vicente Salaverri fu
realizzata, come dichiara lo stesso autore, proprio
nell'Ospedale, nell'ufficio di Andreoni, ubicato al
secondo piano della attuale facciata principale dell'edificio.
UN RITRATTO INEDITO
Un ritratto inedito, purtroppo viziato dalla pomposa
retorica novecentesca, dell'Andreoni che avremo
modo di conoscere come spregiudicato uomo d'affari e
convinto razionalista se non addirittura materialista,
così descrive l'altero ingegnere: "Non è raro il caso di
udirlo, a sera inoltrata, quando egli non ha ancora
avuto il tempo di prendere un boccone, dichiarare a
chi, accompagnandolo a casa pretende lasciarlo alla
sua porta: "No, no, vado un momento all'ospedale: c'è
un povero vecchio un po' agitato che non dormirebbe
se non andassi a tenergli un po' di compagnia”!
CON LA PATRIA NEL CUORE
L'Ospedale Italiano, come già detto, fu l'edificio più
rappresentativo della collettività italiana di
Montevideo, che volle caricarlo di simboli e valenze
patriottiche. In occasione della sua inaugurazione, fu
scoperto il busto in memoria del defunto Re Vittorio
Emanuele II, simbolo, per le associazioni italiane che
ne avevano commissionato la realizzazione, di identità
nazionale . Altra figura caricata dalla collettività italiana di sentimenti patriottici era Giuseppe Garibaldi.
Il 20 settembre del 1895 Andreoni, in qualità di
Presidente della Commissione del Comitato Esecutivo
delle feste italiane, presenziò alla cerimonia di collocazione della pietra fondamentale di un monumento a
Garibaldi in ricordo del 20 settembre 1870 .
L'obelisco, tuttora posto davanti alla scalinata dell'originaria facciata principale dell'Ospedale, fu inaugurato il 20 settembre 1896 . Tale data, ricorrente in molte
delle cerimonie degli Italiani, ha un duplice valore
simbolico in quanto ricorrenza patriottica della presa
di Roma ed anniversario massonico della fine del
potere temporale dei papi . E' risaputo, infatti, che le
personalità più in vista della collettività italiana e,
quindi, anche dell'ospedale erano appartenenti a logge
massoniche di tradizione italiana vincolate al nome e
alla figura di Garibaldi .
IL GIUSTO OMAGGIO
AD ANDREONI
Il 20 settembre del 1925
l'Ospedale Italiano volle
rendere omaggio il suo
architetto e Presidente
Andreoni con un busto,
commissionato allo scultore
milanese
Giannino
Castiglioni, recante un'iscrizione in oro dell'architetto
Gaetano Moretti : "L'alto
intelletto e ed il fermo volere / con studioso amore profuse / a far sorgere e prosperare / nel glorioso nome d'Italia / questa casa /
dedicata alla pietà ed alla scienza / unite contro gli
umani dolori. / Assolto per opera di Lui il voto / sacrato alla carità ed alla Patria / a perenne onor suo / se ne
ricordano qui / il Nome e l'effigie." .
IL PRESENTE
L'"Umberto I", nonostante abbia già passato il secolo
di vita, continua a funzionare come sanatorio. Il suo
mantenimento e l'adeguamento dei suoi locali alle
moderne esigenze igienico-sanitarie non sono, ovviamente, resi facili dai vincoli posti a tutela della sua
conservazione architettonica. Più volte negli anni si
parlò di una sua diversa destinazione. Nel 1942, lo
Stato sembrò sul punto di acquistare l'Ospedale per
farne la sede del Museo Nazionale di Belle Arti ma l'iniziativa non andò a buon fine per difficoltà economiche .
14
la gente d’italia
Venerdì 9 Marzo 2007
CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA
S T O R I A E G L O R I A D E L S E N S U A L I S S I M O T A N G O
Un pensiero triste che si balla
di T onino Pintacuda
S i narra che, nel primo Novecento, quand o i l t a n g o c o m i n c i a v a a s p o d e s t a re i v a l z e r e u ro p e i , d i f ro n t e a l l e p re s s a n t i r i ch i e s t e d ' i n t e rd i z i o n e d e l l e a u t o r i t à e c c l e s i a s t i c h e , Pa p a P i o X a v e s s e c h i e s t o a d u n a
coppia di ballerini d'esibirsi per farsi un'id e a p r e c i s a . A l l a f i n e d e l t a n g o i l Po n t e f i ce esclamò: “A me sembra che sia più bel-
lo il ballo alla friulana; ma non vedo che
I n i z i a m o q u e s t o n o s t ro v i a g g i o n e l m o n d o
gran peccato vi sia in questo nuovo bal-
d e l t a n g o l eg g e n d o u n b e l l i s s i m o l i b ro d e l -
l o ! ” . I m m e d i a t a f u l a rev o c a d e l l a s a n z i o -
l a s c r i t t r i c e L a u r a Pa r i a n i : “ Q u a n d o D i o
n e e c c l e s i a s t i c a p rev i s t a p e r ch i l o a v e s s e
ballava il tango”.
ballato.
Maura Gancitano traccia una storia mini-
Si sciupano gli aneddoti sul sensualissimo
m a d i q u e l l o ch e n o n p u ò e s s e re e t i ch e t t a -
ballo nato contemporaneamente a Monte-
to come un semplice ballo: il tango è la
v i d e o e a B u e n o s A i re s , l u n g o l a l i n e a d e l
scoperta di se stessi attraverso due corpi
Rio de la Plata.
che diventano poesia.
«Quando Dio ballava il tango»
L'Argentina di Laura Pariani
L a u r a Pa r i a n i d o p o u n v i a g g i o
da adolescente in Sud America
n o n è p i ù p o t u t a t o r n a re i n d i e t ro . S ' è p e r d u t a m e n t e i n n a m o r a ta di questo nuovo mondo e con
una lingua levigata come un
sasso di fiume ha scritto pagine
mirabili della nuova letteratura
italiana.
Tr a q u e s t e n o n p o s s i a m o - i n
queste pagine dedicate al tango
- n o n d a re i l g i u s t o s p a z i o a u n
ro m a n z o m e ra v i g l i o s o : “ Q u a n do Dio ballava il tango”, storia
sofferta dell'emigrazione italian a i n A rge n t i n a .
Storia che diventa un immenso
affresco di un intero secolo,
scegliendo un inusuale taglio
s t i l i s t i c o : u n a s t ro f a d i t a n g o e
un nome di donna scandiscono
q u e s t o ro m a n z o ch e s i l eg g e c o me se stessimo ballando tra le
stelle.
L A U R A PA R I A N I I N S E G U E L A
MEMORIA lungo un'Argentina
ormai dimenticata e decide di
farlo dal punto di vista di alt r e t t a n t e Pe n e l o p i . D i e t ro u n
uomo che partiva per la “Merica” c'era una grandissima don-
na che accettava tutto quello
gentina è bella e immensa,
che il viaggio voleva significa-
t e r ra g e n e ro s a c o n l e f e r i -
re.
t e d e l S e c o l o b rev e : i d e -
Prima dei tempi di “skype” e
s a p e re c i d o s , l a c r i s i e c o -
dei cellulari, quando ancora il
nomica, il folle coraggio
m o n d o a p e rc o r re r l o t u t t o c i s i
d i a b b ra c c i a re d i n u ov o l a
m e t t ev a n o m o l t i d i p i ù d eg l i o t -
speranza.
tanta giorni della scommessa di
UN UNICO FILO LEGA LE
J u l e s Ve r n e .
STORIE che portano al-
U O M I N I C H E V I AG G I A N O S U L -
l'arrivo di Corazon alla
L E S U O L E D E L L A N E C E S S I TÀ ,
“Malpensata”, la cascina
scappano dai morsi neri della
in cui è stata lasciata so-
f a m e i n c e rc a d i m eg l i o , s o t t o
l a l a v e c c h i a Ve n t u r i n a .
s t e l l e s t ra n i e re, d ov e i l m o n d o
Corazón arriva con la sua
a n c o ra è g i o v a n e , p e rch é è v e ro
b a m b i n a , a l l a r i c e rc a d e l -
n e f a n n o i l p e rc o rs o i nv e rs o , r i -
che «son solamente le montagne
le sue origini per rinsaldare
tornano, spinti dalla fame, in
ch e re s t a n o a l l o ro p o s t o . L e
quella memoria che ci fa scon-
Italia, recuperando la lingua
montagne e noi donne; sempre
fi gge re l e n e b b i e d e l t e m p o .
m a d r e , c h e l a Pa r i a n i - c h e è
q u i a d a s p e t t a re, a n o n ch i e d e -
Arriva con la sua bambina, se-
u n a t ra d u t t r i c e d i p r i m ' o rd i n e -
re, a n o n p re t e n d e re, a n o n s e c -
gno non equivocabile: la staf-
magistralmente definisce “l'ul-
c a re » .
fetta delle donne non si fermerà,
t i m o r i f u g i o d e i p e rs eg u i t a t i ” .
RESTANO LE DISCENDENTI
c i s a rà u n a l t ro t a n g o , u n a l t ro
E Corazón continua la tradizio-
D E L L A M A T R I A R C A Ve n t u r i n a
n o m e , u n a l t ro c a p i t o l o l u n g o l a
ne di famiglia, non più vecchie
Majna a tener compagnia alle
strada che lega l'Argentina e
foto sbiadite ma un documenta-
vecchie foto, quelle fatte indos-
l'Italia.
r i o s u g l i i t a l o - a rge n t i n i . A c c u -
sando i vestiti buoni della do-
C O R A Z Ó N F U G G E DA L L A D I T -
mula interviste, rinsalda i rami
m e n i c a . I n s eg u e n d o i l s og n o d i
TA T U R A A R G E N T I N A , h a p e r s o
d e l l ' a l b e ro g e n e a l o g i c o e t u t t e
u n a v i t a m i g l i o re ch e f o rs e l o è
i l s u o u o m o , a n ch e l u i re s t e rà
l e v o c i s eg u o n o i l v i v i s s i m o c re -
s o l o p e rch é g l i u o m i n i n a r rati
u n o d e i t a n t i “ d e s a p a re c i d o s ” .
scendo di “tutti i tanghi possi-
d a l l a Pa r i a n i s i s o n o m e s s i i n
In questa nuova Odissea la sto-
bili”.
testa che il mondo non finisce
ria ora si capovolge, gli ita-
n e l l e v a l l i d e l Ti c i n o . E l ' A r -
l o a rge n t i n i d i n u ov a ge n e ra z i o -
Venerdì 9 Marzo 2007 15
la gente d’italia
Vivere in un tango
di Maura Gancitano
Il
ballo erotico per eccel-
lenza, il sentimento stesso
della passione, ma al contempo espressione di immensa
solitudine. Amato in tutto il
mondo, il tango ha una storia
singolare e, sotto certi aspetti, anche difficile da ricostruire.
M U S I C A D E G L I S C H I AV I ,
G I O I A E N O S TA L G I A
Si può dire che il tango sia
figlio dell'habanera cubana e
in genere della musica che gli
schiavi africani portarono in
America Latina nel '700. Una
musica nostalgica, ma che
rappresentava anche un momento di evasione dalle difficoltà quotidiane. Un'alchimia di piacere e dolore, che
si unì successivamente alla
payada, canto poetico della
gente delle campagne. Da qui
nacque la milonga, che veniva suonata con chitarra, flauto e violino. La milonga
di musiche, danze e strumen-
nità, e dà la possibi-
ti differenti, di sentimenti,
lità a chiunque di far-
nostalgie e gioie identici.
lo diventare il pro-
Unione di culture in apparen-
prio ballo, di essere
za tanto distanti, ma in realtà
libero in ogni momen-
legate dalle stesse emozioni.
to di rinnovarlo, di
Il tango è contraddizione fin
improvvisare.
dalla sua nascita, sentimento
SCOPRIRE SE STES-
triste e allegria immensa.
SI NEL BALLO
LA MUSICA TRA TRADIZIO-
Il tango è un ballo ri-
N E E I N N O VA Z I O N E
voluzionario soprat-
Intorno al 1910 il tango ini-
tutto per il rapporto
ziò a diffondersi anche all'e-
che si viene a creare
stero. Divenne una danza alla
t r a i p a r t n e r. N o n s i t r a t t a p i ù
moda, ma influenzò anche
di un ballo di coppia con uno
molti compositori dell'epoca
schema definito, ma di un
come Igor Stravinskij, Ernst
linguaggio del corpo in con-
Krenek
Gould.
tinuo mutamento. Quando ini-
Astor Piazzola fu il massimo
zia a ballare, la coppia non sa
esponente di un movimento
cosa succederà, cosa scoprirà
d'avanguardia che negli anni
durante il ballo, come ripe-
Cinquanta introdusse nella
terà e reinventerà i movimen-
tradizionale melodia del tan-
ti del tango.
go armonie dissonanti e ritmi
Ballare il tango significa
non tradizionali.
“tentare in due l'esercizio
Il tango ha, infatti, il pregio
della solitudine”. È lotta e
di unire tradizione e moder-
abbraccio. I ballerini di tan-
e
Morton
go rivivono la lotta tra Giacobbe e l'Angelo.
Nel film “Lezioni di tango”
(1997), Sally Potter racconta: “Giacobbe era solo nella
valle, e lì incontrò uno straniero. Lottarono durante una
lunga, lunga notte. Ma al sorgere dell'alba Giacobbe realizzava che non avrebbe mai
potuto sconfiggere lo straniero. Perché lo straniero era
Dio. O un angelo. O forse fin
dall'inizio egli aveva lottato
c o n s e s t e s s o .”
può essere considerata a
E il film si chiude con un
tutti gli effetti la madre
tango che ha queste parole:
del tango, tanto che spes-
“Da dove vieni? / Da dove, da
so i due balli vengono
dove? / Dalla terra, dall'ac-
identificati.
qua / dal fuoco, dall'aria? /
SOFFERENZA E ALLE-
Quando danziamo / sono sicu-
GRIA NEI SOBBORGHI
ra / ti conosco, ti conosco /
R I O P L AT E N S I
da sempre. / Uomo viaggiato-
Il tango vero e proprio -
re / uomo nel mio cuore / uo-
detto “rioplatense” - sem-
mo sul palco / uomo della sua
bra essere nato intorno al
arte. / Parlando veloce / con i
1880
di
suoi piedi / ti sento, ti vedo /
Buenos Aires e Montevi-
là ci incontriamo. / Quando
deo (separate dal Rio del-
occhi e orecchie / ricevono la
la Plata). Sembra che sia
parola / quando ciò che viene
apparso all'improvviso,
detto / può essere ascoltato. /
unendo immigrati spagno-
Tu sei me / e io sono te / uno
li, tedeschi, italiani, rus-
è u n o / e u n o s o n o d u e .”
si, gente del porto e gente
Il tango non è un ballo, è la
delle campagne, dando a
scoperta di se stessi attraver-
ciascuno di loro la possi-
so il proprio corpo. Una sco-
bilità di esprimere tramite
perta che non può che essere
il ballo e la musica tutte
fatta in due.
nei
sobborghi
le proprie sofferenze e le
proprie gioie. È l'unione
4
Lunedì 12 Marzo 2007
DIARIO URUGUAYANO
la gente d’italia
Il Presidente Bush in Uruguay
«Qui mi sento davvero a casa»
di Tonino Pintacuda
Il
momento più atteso di tutta la visita del
Presidente degli Stati Uniti d'America in Uruguay
dura appena venticinque densissimi minuti. Tanto è
durata la conferenza stampa congiunta del
Presidente Bush e del Presidente Vazquez , dalle
11.53 alle 12.18 dello scorso sabato nel suggestivo
scenario del “Centro Visitantes” del Parque
Anchorena di Colonia del Sacramento, a 190 chilometri dalla capitale dell'Uruguay, Montevideo.
UNA NOTTE DI FOLLIA La notte prima il centro
della città è stato assaltato dalla follia di uno sparuto gruppo di dissidenti che hanno espresso il loro
dissenso distruggendo le vetrine dei Mac Donald di
Montevideo. Rovinando così la marcia pacifica del
Coordinamento Anti-imperialista formato da moltissime organizzazioni sociali per la difesa dei diritti
umani, appoggiati dai potenti sindacati PIT.CNT
che hanno collaborato con le autorità locali per il
rispetto dell'ordine pubblico. Ciò nonn ha impedito
le ormai solite scene di ordinaria follia, sempre
troppo uguali alle precedenti: secondo gli specialisti
di Intelligence si tratterebbe di un gruppo arrivato
da Buenos Aires.
IL PREZZO DELLA SICUREZZA Nei giorni precedenti gli uomini del Presidente Bush avevano già
provveduto a neutralizzare ogni pericolo possibile:
come molti hanno scritto, il “Grande Fratello” americano ha trasformato per due giorni la pacifica
Montevideo nella città più controllata del mondo. I
computer, la linea adsl, i cellulari: tutti i feticci
della nostra epoca sono stati sottoposti a un sistematico controllo che ha causato non pochi disagi
alla cittadinanza. È l'inevitabile prezzo che tutto il
mondo deve pagare dopo l'11 Settembre anche il
servizio Google Earth ha subito palesi restrizioni, e
secondo la stessa Cia due satelliti sono stati
momentaneamente dirottati.
UN ADDESTRAMENTO SPECIALE La polizia
uruguayana ha avuto il privilegio di un addestramento “full immersion” dai famosissimi Swat
(Special Weapons and Tactics) americani, uomini
dalla faccia dura pronti ad affrontare qualunque
situazione d'emergenza. Un corso intensivo che ha
dato i suoi frutti. Solo otto arresti in una situazione
rovente che poteva facilmente degenerare in una
catastrofica guerriglia urbana.
I Nord Americani hanno offerto la loro collaborazione e le loro tecnologie, donate alla polizia locale
per rimarcare la profonda amicizia con il
popolo uruguayano.
LA NECESSITA' DI ACCORDI BILATERALI Come hanno
rimarcato
le
Agenzie internazionali di notizie la
molla di tutto sarebbe il crescente interesse per i trattati bilaterali
di libero commercio tra il
Cono Sud dell'America
Latina e gli Stati Uniti, tutto
ciò contrasta con gli accordi
previsti tra i Paesi membri
del Mercosur, che si ispirano
all'Unione Europea per la
costituzione di un reale mercato unico tra i Paesi
dell'America Latina. Ma il
Mercosur, come ci ha rivelato il Ministro del
Turismo e dello Sport Lescano deve affrontare problemi che non erano stati previsti, primo fra tutti l'apertura dei ponti con l'Argentina (libero transito
delle merci e delle persone), attualmente bloccati
dai piqueteros argentini in seguito alla cosiddetta
guerra delle cartiere.
LA RIUNIONE PARALLELA Una riunione parallela si svolgeva contemporaneamente a Buenos Aires
tra il Presidente argentino Kirchner e il Presidente
del Venezuela Chavez che, in un discorso pubblico,
rilanciato da tutte le televisioni dell'America Latina,
ha definito platealmente il Presidente
Bush «un cadavere
politico», rivendicando a gran voce il diritto alla legittima autodeterminazione
dei
popoli,
criticando
aspramente la politica
estera degli Stati Uniti.
LA CONFERENZA STAMPA: I PUNTI SALIENTI
LA RICONOSCENZA DELL'URUGUAY
Il Presidente dell'Uruguay Vazquez ha sintetizzato i
due punti che gli stavano particolarmente a cuore: i
cittadini uruguayani che vivono e lavorano negli
Stati Uniti e la riconoscenza che quella che fu la
Banda Oriental nutre nei confronti dell'Aquila Nord
Americana.
Nessuno può dimenticare che - sono le stesse parole di Vazquez - «quando il nostro Paese visse la piu'
Lunedì 12 Marzo 2007 5
la gente d’italia
grande e brutale crisi economica della
sua storia, furono proprio gli Stati Uniti
e, in particolare proprio il Presidente
Bush, a tenderci la mano».
Vazquez ha poi ricordato quando, ancora sindaco di Montevideo, il 5 dicembre
di diciassette anni fa, ebbe il piacere di
donare a George Bush padre le chiavi
della città. Oggi quella amicizia fraterna è ancora più forte, tanto che il
Presidente dell'Uruguay ha detto: continuiamo «lungo la strada che stiamo percorrendo che è quella del dialogo col
Presidente degli Stati Uniti cercando di
incrementare il nostro interscambio
commerciale, la possibilità di aumentare l'esportazione del nostro lavoro negli
Stati Uniti, aumentando l'interscambio scientifico,
tecnologico e culturale con il “paese fratello” (el
país hermano, sic!) per raggiungere una maggiore
qualità di vita alle nostre popolazioni» (l'Uruguay è
al momento il principale esportatore di software in
America Latina, n.d.R.).
LA RISPOSTA DI BUSH
Il Presidente Bush
ricorda ancora la
visita di Vazquez
allo Studio Ovale
della Casa Bianca e
si definisce pienamente d'accordo con
le parole del suo
omologo uruguayano, soprattutto si
rivela vincente la
scelta del luogo
della
conferenza
stampa: «Mi sento
davvero a casa qui.
Lo sa? È così, nel
mio Stato, il Texas,
quando s'invita qualcuno nel proprio ranch è un segnale di rispetto, quindi la ringrazio davvero per questo gentile gesto d'ospitalità, in fin dei conti anche lei è texano!»
L'esordio cordiale prosegue in una impeccabile conferenza stampa, con Bush che appoggia su tutta la
linea lo spirito delle parole di Vazquez e si definisce
estasiato dalla bontà della cucina uruguayana:
soprattutto il delizioso asado, il piatto nazionale.
Senza dimenticare che tra le tradizioni secolari degli
Stati Uniti, spicca prima fra tutte l'accoglienza.
Sulla stampa dell'America Latina
Bush le dijo a Vázquez que lo llame si necesita
ayuda
A su paso por Uruguay, el presidente de Estados
Unidos dejó en claro su firme voluntad de fortalecer
los vínculos con nuestro país.
El Pais, (Montevideo)
En la marcha de la Coordinadora Antiimperialista se
registraron incidentes
Miles de uruguayos repudiaron a Bush: la mayoría
en paz y otros con violencia
La Republica (Montevideo)
Llegó Bush y hubo incidentes
... A pocas horas del arribo de Bush a nuestro país,
en una de las marchas que se desarrollaron ayer en la
tarde, por la avenida 18 de Julio, la furia antiimperialista se hizo sentir. Hubo destrozos en locales de
McDonald's y hasta en la iglesia "Pare de Sufrir". La
Policía incautó bombas y hay varios detenidos.
Ulimas
Noticias
(Montevideo)
Manifestaciones
anti-Bush
La visita del presidente de Estados
Unidos a América
Latina se viste de
matices de
protesta en diferentes puntos de la
región.
BBC (en español)
Sob protestos, Bush
se reúne com presidente uruguayo
Bush chegou na
sexta a Montevidéu,
onde foi recebido
com cartazes de ´fora´ e ´assassino´; Vázquez espera
assinar um Tratado de Livre-Comércio com os EUA
“Vázquez tem sugerido a possibilidade de assinar um
Tratado de Livre-Comércio com os EUA para melhorar a economia local, o que irritou seus sócios no
bloco Mercosul, integrado também
por Argentina, Brasil, Paraguai e
Venezuela”. Agenzie Efe e Reuters
O Estado de Sao Paulo (San Paolo)
Bush en LatinoAmerica : la visita
del presidente de EE.UU. a
Uruguay
Tabaré dijo a Bush que Uruguay no
quiere irse del Mercosur
Fue en la rueda de prensa de
ambos mandatarios. Pero el uruguayo reclamó que los socios del
mercado puedan tener relaciones
comerciales bilaterales con otros
países, algo que hoy prohíben los
estatutos.
Clarín (Buenos Aires)
Bush, en busca del continente perdido
"Gracias, señor Chávez", tituló The New
York Times su irónico editorial el día en
que el archirrival del presidente venezolano, George W. Bush, se subió al Air Force
One para emprender su octava y más larga
gira por América latina. "Si se necesita de
la demagogia de Chávez para incentivar a
Washington a promover políticas más iluminadas en el continente americano, entonces bienvenida", explicó el diario.
La Nación (Buenos Aires)
No hubo anuncios concretos tras la cumbre;
Vazquez defendio el Mercosur
Bush y Tabaré hablaron pero no acordaron
Pagina 12, (Buenos Aires)
Sulla stampa italiana
Bush in Uruguay incontra Vazquez
Presidente Usa ribadisce impegno per l'America del
Sud
(ANSA) - MONTEVIDEO, 11 MAR - Il Sudamerica
“mi importa moltissimo”: cosi' Bush nel corso di una
conferenza stampa con il presidente uruguayano
Tabare' Vazquez. Bush ha affermato che il suo viaggio risponde al desiderio di lavorare insieme con i
popoli dell'America Latina e realizzare l'integrazione di tutto il continente. Durante i suoi due mandati
presidenziali gli Usa hanno raddoppiato l'entita' dei
programmi di assistenza ai diversi paesi della regione, portandola da 800 a 1.600 milioni di dollari.
Ansa.it (Roma)
Ventimila persone contro il capo della Casa Bianca:
«Terrorista»
Manifestazioni anti-Bush anche in Uruguay
Il presidente americano continua fra le proteste il
suo tour in Sud America. Chavez a Buenos Aires per
un corteo parallelo
Corriere della Sera, (Milano)
Il leader Usa punta sulla lotta alla povertà: "vogliamo aiutare, siamo amici"
Il presidente venezuelano Chavez: "Vince la medaglia d'oro per l'ipocrisia"
Bush alla rinconquista del Sud America
Disordini al suo arrivo in Brasile
La Repubblica (Roma)
6
Martedì 13 Marzo 2007
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
G E N I O E A RT E I TA L I A N A P E R FA R G R A N D E M O N T E V I D E O
Un giardino di marmi italiani
di Tonino Pintacuda
Oggi i “Fogoneros”, un gruppo di estrema sinistra, hanno rivendicato tutti gli atti vandalici compiuti nel centro della città nella notte tra venerdì e sabato. Tutti obiettivi mirati per rimarcare l'odio nei confronti del rappresentante dell'imperialismo “¡Ni un Yanki mas en América Latina!!! Fuera Bush de
Nuestra America”.Ma, come sempre, è ormai una notizia vecchia, molto più interessante risulta il progetto uruguayano di spiegare i diritti ai giovani lavoratori attraverso un fumetto con un supereroe creato ad hoc.Noi, sempre guidati da Cristina Beltrami, continuiamo il nostro viaggio alla scoperta dei gioielli italiani della capitale uruguayana.Oggi è di scena il Cimitero Centrale di Montevideo, “uno dei luoghi maggiormente
segnati dalla cultura italiana”.Come sempre, hasta luego! Vi ricordiamo che siamo a vostra disposizione Redazione (598 -2) 916 08 15.
Da lunedi a venerdi, dalle 15 alle 17.Email [email protected]
di Cristina Beltrami
Il
Cimitero
Centrale
le - se ne hanno testimonianze
di
a partire dal 1808 - situato
Montevideo, presentandosi come
all'incrocio delle attuali calle
testimone di una numerosa com-
Durazno e Andes; poi nel 1829
pagine di scultori ed architetti
italiani
nonché
specchio
il piano regolatore della città
del
esigette l'eliminazione di que-
gusto dell'oligarchia cittadina, è
uno
dei
luoghi
sto cimitero e l'annessione del
maggiormente
nucleo più antico della città -
segnati dalla cultura italiana.
la "ciudad vieja" - alla parte
Una volta giunto sull'altra spon-
"nueva"; già dal 1835 si fece
da dell'Oceano e dopo essersi
perciò impellente la creazione
creato una posizione economica,
di un nuovo luogo deputato
il primo pensiero dell'emigrante
alle sepolture, che per lungag-
ottocentesco è quello di rico-
gini burocratiche e incertezze
struire le abitudini e gli status
progettuali
della terra d'origine. E tra le
L'arredo scultoreo del cimite-
quisto di una tomba di famiglia,
ro, sin dal suo esordio, è lega-
spesso di manifattura europea,
riportasse
alla
mente
to a personalità italiane. In
le
assoluto il primo è il carrare-
immagini di quei cimiteri monu-
se
mentali che avevano già preso
di
Saint-Cloud
neoclassici,
(1804).
misti
a
quelle
e in seguito a Firenze con
del Sud America; ne è la prova
Luigi
un passaggio del fortunato Don
Bartolini,
incontra
il
favore della classe dirigente
Casmurro (1899) dello scrittore
de
(1828c.-
nello studio paterno a Carrara
sociale che vale per tutta l'area
Machado
Livi
competenze apprese da prima
Quest'ultimo è un meccanismo
brasiliano
Giuseppe
1890c.) che intriso di modelli
piede in Italia a partire dall'editto
benedetto
solennemente nel 1863.
priorità vi è senza dubbio l'ac-
che
venne
locale e trasforma il Cimitero
Assis
Centrale nel luogo della com-
(1839-1908). L'autore narra la
memorazione
vicenda di un uomo di classe
nazionale.
Le
prime tombe portano infatti i
media, Pádua, che non appena
nomi
dei
militari
che,
nel
vinta la lotteria pensa al modo di investi-
cializzati hanno potuto sostenersi per anni
re il denaro: "La prima idea [...] fu di
con gli incarichi provenienti dai cimiteri
bene e nel male, hanno fatto la storia del
comperare un cavallo, un gioiello di bril-
s u d a m e r i c a n i . N e l c a s o d e l l ' U r u g u a y, l a
Paese: Atanasio Lapido (1862), Atanasio
lanti per la moglie, una tomba di famiglia,
necropoli più antica è il Cimitero Centrale
Sierra (1863-66), Pablo Pedro Bermudez
far venire dall'Europa alcuni uccelli, …".
che nei progetti risale al 1838 e che con i
(1865c.),
suoi marmi risulta essere il primo monu-
Ve n a c i o F l o r e s ( 1 8 6 6 ) , B e r n a b é R i v e r a
È proprio grazie a questo processo che un
m e n t o t o u t c o u r t d e l l ' U r u g u a y. I n r e a l t à
(1866c) e soprattutto il monumento ai
folto numero di scultori e laboratori spe-
esisteva già un cimitero in epoca colonia-
Martiri
Leandro
di
Gomez
Quinteros
(1865c.),
(1866-68).
Martedì 13 Marzo 2007 7
la gente d’italia
Quest'ultimo è senza dubbio la
Umberto dell'Accademia di Brera -
macchina decorativa più imponen-
nonostante l'ottima modellazione -
te
del
a causa della sua sfacciata denuncia
cimitero e il suo impatto sulla
sociale, orna oggi la tomba di Juan
stampa è stato forte e continuati-
Nicola (1888c.). Purtroppo l'iter del
vo: lo si ritrova infatti in illustra-
marmo è scarsamente ricostruibile;
zioni antiche, come in quella rea-
grazie agli studi di Flavio Fergonzi
lizzata dalla Escuela de Artes y
è noto però che fu direttamente
Oficios
dell'intero
primo
per
la
"Ilustracion
Giovanni Azzarini a prendere con-
in
pubblicazioni
tatto con Butti, ma vista la distanza
Uruguaya",
e
recenti.
prima
La
corpo
scultura
stilistica con le opere che ha procu-
che
rompe con la tradizione tardo-
rato
neoclassica di Livi è la tomba
montevideani, non è da escludere
Mussio
che in questo caso abbia operato
dalla
(1864c.),
Liguria;
essa
proveniente
è
imperterrito
per
i
cimiteri
sotto esplicita richiesta dei commit-
definita
come "el monumento mas impo-
tenti.
nente y que deja una impresion
A parte qualche presenza di scultori
mas triste en el alma" e si deve ai
lombardi, le due maggiori aree di
Lavarello,
provenienza
una
ditta
attiva
nei
restano,
per
l'ovvia
cantieri liguri almeno a partire
presenza di cave, quelle liguri e
dalla
dell'Ottocento.
toscane. Da Carrara in particolare -
L'arrivo della tomba a Montevideo
oltre a Giuseppe Livi - giungono a
è
Montevideo
metà
ammantato
dalla
leggenda:
Carlo
Niccoli
e
Santiago Mussio, vedovo affranto,
G i o v a n n i D e l Ve c c h i o . A l p r i m o s i
si sarebbe imbarcato per Genova
deve la monumentale figura di vec-
alla ricerca di uno scultore in
c h i o d e l l a t o m b a d i Ti b u r c o C a c h o n
grado di riprodurre le esatte fat-
il cui modello è conservato col tito-
tezze del volto della compagna
lo
scomparsa. Al di là della colorita
Mussio sia il primo monumento di iconografia borghese che compaia nella necropoli montevideana. Essa rappresenta senza
dubbio un modello innovativo e inaugura
un florido commercio che avrà di lì a
pochi anni il suo maggiore protagonista in
Giovanni
Azzarini
(Genova
1853-
Montevideo 1924c.). Azzarini incarna la
figura dello scultore-intermediario che,
allettato dalle possibilità lavorative, si
avventura in area platense ed incontra una
nazione
che
è
ancora
in
procinto
di
costruire la propria immagine monumenta-
Le opere, subito siglate col proprio nome,
erano spesso copie di modelli già proposti
con successo nei cimiteri italiani o che ad
essi si ispiravano, come le tombe DeicasHeres (1886), Alvarez (1886), Chucarro
(1884),
Bonifaz
(1888),
Silenzio
all'Accademia
di
Belle Arti di Carrara; mentre il
to cimitero Centrale
narrazione, va rilevato come la tomba
di
Costa
(1890),
Escalada (1891), Martinez (1893c.), che
devono le proprie invenzioni iconografiche ad Agusto Rivalta, Cesare Faggioni,
Federico Fabiani e molti altri. Il picco
assoluto degli acquisti azzariniani è però
senza dubbio il Minatore di Enrico Butti.
La scultura che, nel 1888 vinse solamente
il secondo premio al concorso Principe
secondo è l'autore della fortunatissima
tomba Aramburu, la cui fusione viene però
realizzata ancora in Italia.
Il merito di aver utilizzato per primo l'abbinamento di bronzo e granito, ma soprattutto di aver installato nella capitale una
fonderia autonoma, spetta al napoletano
Felice Morelli (1857-1922). Egli, sulla
scorta del successo di Ettore Ximenes al
cimitero della Recoleta a Buenos Aires,
propone sul mercato cimiteriale uruguaiano le iconografie di possenti figure femminili accasciate su tombe in granito,
spesso con atteggiamenti lascivi - un seno
da
scoperto, lo sguardo estatico... - secondo
scultore
l'immagine ricorrente del costante e flebi-
ma intraprenden-
le equilibrio tra Eros e Thanathos: un
te
esempio su tutti la tomba Peirano.
le.
Egli,
medio
impresario,
deve aver imme-
L'attività del Central rallentò negli anni
diatamente intui-
venti in favore del Buceo, il secondo
to
l'opportunità
cimitero monumentale della capitale che,
di
importare
sorto in un area leggermente periferica,
dall'Italia
serie
già
di
una
marmi
scolpiti
e
non conosceva limiti spaziali e divenne il
luogo
delle
commemorazioni
moderne,
lasciando al Central il ruolo di testimone
collocabili sulle
delle origini della nazione.
tombe del neona-
a
6
Mercoledì 14 Marzo 2007
DIARIO URUGUAYANO
la gente d’italia
S P E C I A L E L I N G U A E C U LT U R A I TA L I A N A A M O N T E V I D E O
Un anno sorprendentemente ricco per
l'Istituto Italiano di Cultura in Uruguay
di Tonino Pintacuda
O ggi è stato ufficialmente presentato il
programma delle attività dell'Istituto
Italiano di Cultura in Uruguay. Programma
particolarmente ricco in concomitanza con
il bicentenario della nascita di Giuseppe
Garibaldi, tra cui spicca la “Settimana
della lingua italiana”. Oltre a una interessante serie di mostre, spettacoli teatrali,
concerti, cineforum e dibattiti.
Al rinfresco che ha seguito la presentazione erano presenti l'Ambasciatore Guido
Scalici, il Console Michele Pala e il folto
gruppo di corsisti e di amici dell'istituzione.
Concediamo con piacere tutto lo spazio del
nostro “diario uruguayano”, anticipando
che, nei prossimi giorni, “Gente d'Italia”
visiterà le altre realtà che contribuiscono a
mantenere vivo, vero e vitale il legame con
l'Italia e l'italianità attraverso lo studio
appassionato della nostra lingua e della
nostra cultura.
Come sempre, hasta luego!
******
Istituto Italiano di Cultura di Montevideo
Calle Paraguay 1177 - C.P.11100
Montevideo - Uruguay
Tel: (005982) 900 33 54 - 902 05 58
Fax: (005982) 902 08 19
e-mail. [email protected]
sito web: www.iicmontevideo.esteri.it
Orario
di
apertura al
pubblico:
Da lunedì a
giovedì dalle
ore
10.00
alle
ore
13.00
Venerdì dalle
10.00
alle
12.00
Dichiarazioni di valore:
Martedì e giovedì dalle ore 10.00 alle ore 12.00
Lo staff
Dott. Angelo Manenti, direttore
[email protected], [email protected]
Sig.ra Silvana Rossignol
[email protected]
Sig.ra Ma. del Rosario Chiodi
[email protected]
Sig.ra Ma. del Rosario Firpo
Da più di cinquant'anni
al servizio della cultura italiana
Fondato nel 1950, l'Istituto Italiano di
Cultura in Uruguay, dispone di una
sede demaniale di complessivi 1200
metri quadrati, distribuiti su tre piani.
L'edificio in stile neoclassico fu
costruito nel 1912 su progetto di
Albino Pierotti.
Al pianterreno si trova la Sala delle
Esposizioni, la Sala delle conferenze,
la Sala per le audizioni musicali, un
piccolo bar.
Al primo piano sono disposti gli uffici, la Sala di Lettura e la Biblioteca
che dispone di circa 15.000 volumi.
Al secondo piano sono dislocate sette
aule utilizzate per i corsi di lingua italiana.
[email protected], [email protected]
Sig.ra Gabriella Galeotti
[email protected]
La missione
L'Istituto Italiano di Cultura, ufficio culturale dell'Ambasciata d'Italia, ha come
obiettivo quello di promuovere la diffusione all'estero, della cultura e della lingua
italiane, per favorire lo sviluppo della
conoscenza reciproca e della cooperazione
culturale tra i popoli, nel marco dei rapporti che l'Italia ha con
l'Uruguay.
I servizi
Corsi di lingua e cultura italiana
Certificazione dell'italiano come
lingua straniera
Prestito di VHS e di DVD.
Biblioteca: opere di consultazione, libri, riviste e quotidiani
Gestione delle borse di studio
offerte dal governo italiano
Dichiarazioni di valore
Manifestazioni culturali
I TRE PUNTI FONDAMENTALI
Fin dai suoi inizi l'Istituto ha individuato le sue linee di azione nei seguenti tre punti
fondamentali:
1) diffusione della lingua e cultura italiane
2) organizzazione di eventi culturali
3) partecipazione a tutti gli eventi culturali di rilevanza internazionale organizzati dalle istituzioni
locali.
LA COOPERATIVA DI DOCENTI
L'insegnamento della lingua italiana attualmente
viene impartito mediante una cooperativa di docenti che tiene i corsi di lingua nella sede dell'Istituto,
articolati in cinque livelli.
GLI ESAMI
L'Istituto inoltre è sede di esami
per quanti sono interessati ad
ottenere la certificazione di
conoscenza della lingua italiana
rilasciata
dall'Università
Italiana per Stranieri di Perugia.
Per consentire un adeguato ed
efficiente insegnamento della
lingua, l'Istituto ha organizzato
corsi di aggiornamento per
docenti, anche in collaborazione
con l'Università locale.
Mercoledì 14 Marzo 2007 7
la gente d’italia
naturale delle partiture
Mozartiane creando una
coreografia che vuol
anche giocare alla contrapposizione tra dionisiaco e apollineo, tra la
forza della natura e la
ricercatezza architettonica della musica barocca. Due mondi che non
si respingono ma divengono quasi come in un
respiro, la conseguenza,
lo sfogo l'uno dell'altro.
Ricordando il 250º
anniversario del genio
di Salisburgo, Paolo
Mohovich ha voluto
fare uso, sempre per
abbinare due mondi differenti, di una dinamica
molto acquatica abbinata ad un'altra più eterea
dove i danzatori assecondano sia le famose melodie mozartiane, sia i suoni
aquatici visti come
parti integranti di
autentiche sinfonie
naturali.
LE CONFERENZE
Gli allievi dei corsi assistono
inoltre a conferenze sulla letteratura, sull'arte e sulla cultura
italiana in genere, tenute sia dai
docenti dei corsi stessi, sia da
specialisti italiani espressamente
invitati
dall'Istituto.
Annualmente l'Istituto organizza
una serie di eventi in occasione
della Settimana della Lingua italiana che si celebra nel mese di
ottobre. Oltre ai Seminari tenuti
da esperti nel campo della glottodidattica e della linguistica
applicata,l'Istituto
propone
eventi tematici, destinati ai linguaggi settoriali come per esempio l'italiano nella canzone,
mediante spettacoli musicali con
la partecipazione di cantanti italiani.
LE ATTIVITÀ
CULTURALI
Le attività cult u r a l i
dell'Istituto
coprono buona
parte
degli
aspetti
della
cultura italiana
e comprendono
esecuzioni di
concerti, esposizioni d'arte,
rassegne cinematografiche,
spettacoli teatrali, ecc.
GLI OSPITI ILLUSTRI
L'Istituto ha avuto l'onore di ospitare insegni personalità della cultura italiana come Turi Ferro,
Carlo Cassola, Maria Tipo, Giorgio Albertazzi,
Anna Proclemer, Giulio Bosetti, Luigi Squarzina,
Ferruccio Soleri, Vittorio Gassman, i fratelli
Taviani, Gian Maria Volonté, Fulvio Tomizza,
Gianni Amelio, Giuliano Montaldo, Giovanni
Sartori, Gianni Vattimo, Carlo Cassola, Uto Ughi,
Salvatore Accardo, I Solisti Veneti, Luigi Nono,
Gillo Pontecorvo, Dacia Maraini, tra altri.
Vi ricordiamo che siamo a vostra disposizione
Redazione (598 -2) 916 08 15. Da lunedi a venerdi, dalle 15 alle 17.
Email [email protected]
Informazioni
Data: martedì 20
marzo 2007
Orari: ore 20.00
Luogo: Teatro Solis
Organizzato
da:
IL PROSSIMO APPUNTAMENTO
"Mozart-aqva": Balletto dell'Esperia - Compagnia
professionale di danza contemporanea di base classica.
Mozart/Aqva è un balletto che si ispira all'affinità
dell'elemento acquatico con la leggerezza quasi
Istituto Italiano di Cultura
In collaborazione con: Regione Piemonte e Teatro
Solis
Ingresso gratuito solo per invito.
AL CONSOLATO D'ITALIA A MONTEVIDEO IL VOLUME
"COSTITUZIONE E SIMBOLI DELLA REPUBBLICA"
Il Console d'Italia a Montevideo,
Michele Pala, ha inviato ai
Presidenti delle Associazioni,
degli Enti e degli Organismi della
Collettività Italiana in Uruguay, ai
Responsabili dei Patronati, ai
Rappresentanti dei mezzi d'informazione italiani, ai Titolari di
Uffici Consolari Onorari, il libretto "Costituzione e simboli della
Repubblica". Obiettivo, divulgare
il testo fondamentale dell'ordinamento repubblicano italiano e, con
esso, spiegare brevemente anche il
significato e l'origine dei simboli
dello Stato italiano.
Il volume, di 64 pagine, stampato
in carta patinata, contiene, oltre
alla Costituzione della Repubblica
Italiana, anche l'Inno Nazionale
(testo e partitura musicale), la storia ed immagini della Bandiera e la
descrizione dell'Emblema repubblicano. Il libretto contiene inoltre
una prefazione a cura del Console
Pala, nella quale si spiega che "l'idea di realizzare un opuscolo per
divulgare il testo fondamentale del
nostro ordinamento repubblicano"
"nasce dalla circostanza che ormai
la collettività italiana dell'Uruguay
è composta in gran parte dalle
terze, quarte, quinte e più generazioni, discendenti di coloro che
vissero in prima persona la lacerazione dell'abbandono del suolo
patrio. Connazionali, quindi, che
per ragioni temporali e di distanza
spesso hanno una conoscenza solo
indiretta, se non addirittura vaga,
del Paese di cui pur sono cittadini".
Con il libretto, spiega il console,
"intendiamo offrire un piccolo
strumento a coloro che vogliono
avvicinarsi ad un concetto di cittadinanza vissuto, o perlomeno sentito, non solo attraverso la titolarità
di un passaporto che schiude le
porte dell'Europa e facilita l'ingresso anche in molti altri Paesi".
"Vi sono, poi, - aggiunge - coloro
che la cittadinanza la acquistano,
in quanto coniugi di connazionali,
e a cui facciamo giurare fedeltà
alle leggi italiane: consegneremo
loro una copia della più importante
di tutte, anche per conferire maggiore solennità all'atto". II tutto
rigorosamente
in
versione
bilingüe, "perché - conclude - se da
un lato siamo consci del fatto che
le nuove generazioni hanno perso
l'uso dell'italiano, dall'altro, c'é chi
per migliore comprensione preferisce leggere la traduzione in spagnolo avendo però l'originale
comodamente disponibile a fronte;
speriamo ne approfitti anche per
un po' di esercizio linguistico".
(aise)
6
Giovedì 15 Marzo 2007
DIARIO URUGUAYANO
la gente d’italia
RenatoAzzoni Ponzoni: da fattorino in una dolceria
alla presidenza dell'Ospedale Italiano di Montevideo
di Tonino Pintacuda
O
Dopo aver ricostruito la scorsa
settimana in tre puntate la storia
dell'Ospedale Italiano, abbiamo
raggiunto il presidente Renato
Azzoni Ponzoni. L'abbiamo fatto
per
conoscere
il
presente
e
soprattutto le prospettive future
di questa gloriosa istituzione.
Azzoni è arrivato in Uruguay il
21
gennaio
del
1954,
appena
diciassettenne dal piccolo paesino
di
Vo l t i d o ,
nella
Bassa
Padana. I suoi cugini lo attendevano a trecento chilometri da
Montevideo,
in
un
rancho
immenso dove ancora non era
arrivata
l'acqua
corrente
e
la
luce.
Il giovane Renato restò lì due lunghissimi
anni, sino a quando arrivarono i genitori e
il fratello che avevano venduto l'azienda
a g r i c o l a d e l l a n a t i v a Vo l t i d o p e r t e n t a r e
ti italiani si riconosceranno: la piccola e
liano.
tenace scalata sociale di un diciannovenne
Ma era un lavoro difficilmente conciliabi-
italiano che entra in una grande azienda
le con le esigenze di una giovane coppia
dolciaria, la grandissima Pernigotti,
e
di sposi, quando Renato incontra Rosalia
con encomiabile spirito di sacrificio e
Pasqualini deve decidere, passa le giorna-
dedizione, da fattorino, nel giro di tredici
te equamente diviso: la mattina tra cioc-
anni, conclude la carriera come capo ven-
colatini
l a f o r t u n a i n U r u g u a y.
La madre, pragma-
dite generali dell'im-
famosissimo calzaturificio Pasqualini, gli
presa.
“artisti della scarpe” che arrivavano da
tica e diretta, appe-
Milano.
na arrivata esclamò
Perchè Renato Azzoni
che quel “rancho”
Ponzoni
non lo voleva vedere manco in fotografia, era pronta a
prendere
la
per
l'Italia,
così
gli
Azzoni
dita delle proprietà italiane in una casetta
a Montevideo.
E qui inizia la bella storia di quello che
diventato
sempre
Dal
matrimonio
sono
nati
due
figli:
Daniel e Marina, entrambi impiegati nella
chio detto corrispon-
azienda di famiglia.
ad
un'innegabile
verità: il lavoro nobi-
Diciamolo subito: l'Ospedale italiano non
lita l'uomo.
poteva avere presidente migliore, Renato
Azzoni Ponzoni e la giunta d'emergenza
Ponzoni investirono il ricavato della ven-
sarebbe
ha
creduto che, il vec-
de
prima
nave
e torroni, il pomeriggio nel
l'attuale
presidente
dell'Ospedale Italiano Umberto I.
Una storia in cui molti meritevoli migran-
Tu t t i s ' a c c o r s e r o d e l l a d e d i z i o n e d i q u e l
insediatasi nel 2003 sono riusciti a supe-
fattorino che restava a lavorare ben oltre
rare
l'orario
l'Ospedale.
d'ufficio,
un
incarico
d'alta
le
difficoltà
in
cui
versava
responsabilità inaspettato gli permette di
Risolvendo per prima cosa l'ostacolo con i
girare l'intero Uruguay sino a diventare
sindacati che, partendo da una giusta
uomo di fiducia dei Pernigotti e iniziare
rivendicazione, erano arrivati ad occupare
le trattative con l'immenso mercato brasi-
lo storico edificio.
Giovedì 15 Marzo 2007 7
la gente d’italia
tazione, non nascondiamo
Presidente,
qual
era
la
che il nostro obiettivo è
situazione
dell'Ospedale
quello di avere i nostri
quando ha assunto l'incari-
associati,
co?
senza
«Era il febbraio del 2003,
giugno e agosto di questo
il presitigio dell'Ospedale
stesso anno inizieremo, il
Italiano era scemato con
nostro obiettivo sono 5000
l'arrivo della concorrenza,
associati. Con una tariffa
c'erano
che
solo
occupati.
un'idea
otto
Per
dar
della
letti
subito
intermediari.
oscillerà
1000
situazione:
direttamente,
pesos
Tra
intorno
ai
uruguayani
mensili.
oggi i letti occupati sono
La
settanta... E l'Ospedale ha
quella di offrire un mag-
un organico di 450 perso-
gior
ne.
facendo un lavoro ecce-
Noi della commissione d'e-
zionale in questa direzio-
mergenza
ne: tutta la policlinica è
abbiamo
agito
“alla garibaldina”, furono
nostra
“mission”
servizio,
è
stiamo
stata rinnovata».
anni difficilissimi ma avevamo ben chiaro un obiet-
Come funziona la commis-
tivo».
sione? Quanti sono i suoi
membri?
Quale?
«Siamo sedici, suddivisi
«Non volevamo perdere un
in due gruppi, più quattro
gioiello italiano. Abbiamo
che
agito anche per legittimo
gestione fiscale. Secondo
orgoglio
lo
patriottico.
Nel
si
occupano
statuto
il
della
trenta
per
marzo di quattro anni fa
cento della commissione
iniziammo le trattative con
deve
i
anni. E sempre secondo lo
sindacati,
un
pesante
gravava
sull'Umberto
piano,
debito
con
I
ma
pazienza
pian
Quali servizi offrite?
abbiamo
ottenuto
dilazioni e soprattutto abbiamo risolto
l'annosa questione sindacale.
Soprattutto
- me lo lasci dire - con coraggio. Abbiamo
liquidato tutti gli arretrati e ora ogni 10
del mese l'organico viene regolarmente
pagato».
«Amiamo definirci uno “shopping della
salute”, un centro d'eccellenza a servizio
dei vari associati delle reti sanitarie private. Non abbiamo nessuna responsabilità
cambiare
statuto
la
Onoraria
dell'Umberto
medici che operano nell'arco delle ventiquattro ore per le
eventuali
emer-
genze.
Siamo
orgogliosi soprattutto del reparto
trapianti,
oltre
1000 trapianti di
rene
andati
a
buon fine».
Quali sono le prospettive future?
«Siamo in fase di
avanzata
proget-
tre
Presidenza
I
spetta alla massima personalità italiana:
ne approfitto per ribadire i migliori auguri all'Ambasciatore Guido Scalici, neopresidente onorario del nostro Ospedale».
diretta del malato. Offriamo stanze e sale
operatorie. Inoltre abbiamo uno staff di
ogni
Come sempre, hasta luego!
12
Venerdì 16 Marzo 2007
DIARIO URUGUAYANO
la gente d’italia
La fine del mandato del Console d'Italia Michele Pala
«Sicuramente tornerò per i bei ricordi che lascio qui»
di Tonino Pintacuda
I niziamo
con una doverosa rettifi-
ca: nell'intervista dello scorso 9
febbraio abbiamo per involontarissimo errore riportato che la laurea
in Giurisprudenza il Console Pala
l'aveva conseguita alla fine degli
anni Settanta. Ovviamente il giovanissimo e altissimo Console
mal-
grado tutti i suoi sforzi non poteva
proprio laurearsi a dieci anni...
La laurea in giurisprudenza comunque c'è davvero: la pergamena non
lascia dubbi, l'anno accademico era
il
1992.
Undici
anni
dopo
il
Console Pala arriva a Montevideo,
ad appena trentacinque anni.
Oggi, prima dell'incontro organizzato dal Com.It.es. alle 19.00 presso
la
Casa
degli
Italiani
a
M o n t e v i d e o ( Av e n i d a 8 d e O c t u b r e
2655) per i delegati del Consiglio
Generale
degli
Italiani
all'Estero,
il
Console saluterà la collettività italiana con
un brindisi prima del suo rientro definitivo
a Roma.
Abbiamo incontrato il Console Pala che,
tra i suoi mille impegni quotidiani, ci ha
dedicato
un
po'
del
suo
preziosissimo
per ringraziare di cuore e sinceramente
tempo. Guardate le foto: il Console rispon-
tutti i funzionari della sede consolare di
de al telefono, alle email, al cellulare,
Montevideo».
ascolta il suo staff.
Ci regala un ricordo che le resterà sempre
Console, vuole tracciare per noi un bilan-
nel
cio di questi anni?
Montevideo?
cuore
dopo
questi
quattro
anni
a
«In tutta onestà non ci
«Antonio, il mio secondogenito, è nato pro-
ho
prio qui, quindi non può che essere lui il
riflettuto
sopra
soprattutto
credo
che non spetti a me
fare
bilanci.
Davvero,
non
mi
lancio in bilanci. O
meglio
li
faccio
intimamente,
per
mia coscienza professionale.
altro
Ogni
bilancio
sarebbe inevitabilmente non obiettivo. E' un compito
che
spetta
Ministero
al
degli
Esteri e all'utenza.
Vo g l i o
invece
cogliere l'occasione
e
la gente d’italia
13
Venerdì 16 Marzo 2007
mio ricordo più felice.
Non soltanto in senso numerico
Le dico pure la data: il
ma anche dal punto di vista della
29 agosto del 2003, io
coesione e della sua importanza
sono
nel
all'interno della società uruguaya-
stesso
na della quale è parte integrante
arrivato
maggio
qui
dello
anno»
in tutto e per tutto.
To r n e r à a M o n t e v i d e o ?
Nel corso di questi anni ho potuto
«Senz'altro. Io e la mia
assistere alla grande voglia di
famiglia
stati
partecipazione politica che soi è
benissimo, torneremo a
manifestata in particolar modo in
visitare questa bellissi-
occasione del voto degli Italiani
ma terra per i ricordi che
all'estero. Una partecipazione che
lasciamo
mi auguro possa
siamo
qui.
Soprattutto,
nel corso degli
a
quando
n
n
i
Antonio sarà abbastanza
consoli-
grande da comprendere
d a r s i
a n c h e
pienamente, lo porteremo nel luogo dove è nato»
storico
Un luogo dell'Uruguay che non dimenti-
Sacramento».
forma di
cherà mai.
L'ultima inevitabile doman-
n u o v o
«Non potrò mai dimenticare le immagini e
da. Qual è il suo messaggio
slancio e
le emozioni della sterminata pianura nel
conclusivo per la collettività
di nuova
cuore del Paese. Uno spazio sconfinato,
italiana?
vitalità.
fertile, infinitamente verde. Se poi devo
«Il mio augurio è che questa collettività
Un rafforzamento e una riscoperta della
scegliere un luogo preciso non ho dubbi:
possa continuare a progredire e a crescere.
propria identità italiana».
il
di
Colonia
del
s o t t o
centro
“Costituzione e Simboli della Repubblica”
L’ idea
facciamo
di realizzare
fedeltà
un opuscolo per divuldel
della più importante
di tutte, anche per
cano e con esso spie-
c o n f e r i re m a g g i o re
gare brevemente anche
solennità all'atto.
il significato e l'origi-
Il tutto in versione
ne dei simboli dello
b i l i n g u e , p e rc h é s e
Stato Italiano, nasce
da
d a l l a c i rc o s t a n z a c h e
parte
dalle
dell'italiano,
terze,
discen-
zione dell'abbandono del suolo
patrio. Connazionali, quindi, che
per ragioni temporali e di distanza
spesso hanno una conoscenza solo
indiretta, se non addirittura vaga,
del Paese di cui pur sono cittadi ni.
dal-
l ' a l t ro ,
chi
per
m i g l i o re
c o m p re n -
sione preferisce leg-
denti di coloro che vissero in prima pe rsona la lacera-
siamo
ni hanno perso l'uso
gran
quarte, quinte e più
generazioni
lato
le nuove generazio-
italiana dell'Uruguay
in
un
consci del fatto che
ormai la collettività
composta
leggi
remo loro una copia
n o s t ro
ordinamento repubbli-
è
alle
italiane: consegne-
g a re i l t e s t o f o n d a mentale
g i u r a re
Con il presente libretto, intendiamo offrire un piccolo strumento a
coloro che vogliono avvicinarsi ad
un concetto di cittadinanza vissuto, o perlomeno sentito, non solo
attraverso la titolarità di un passaporto
che
schiude
le
porte
dell'Europa e facilita (oggi ancor
di più nella nuova versione elet-
g e re l a t r a d u z i o n e
tronica) l'ingresso anche in molti
altri paesi. Da cosa partire se non
dalla nostra Costituzione, dalla
bandiera, dall'inno e dall'emblema
della Repubblica che capeggia su
quasi tutte le carte?
Vi sono, poi, coloro che la cittadinanza la acquistano, in quanto
coniugi di connazionali, e a cui
in spagnolo avendo però l'origina le
comodamente
f ro n t e ,
speriamo
disponibile
ne
a
a p p ro f i t t i
anche per un po' di esercizio linguistico.
Michele Pala,
Console d'Italia a Montevideo
20
CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA
Venerdì 16 Marzo 2007
la gente d’italia
Tra gli scaffali della Biblioteca di Babele
Jorge Luis Borges, l'alfiere della semplicità
BIOGRAFIA
a cura di Tonino Pintacuda
Le
pagine di questa setti-
mana le dedichiamo al grand i s s i m o s c r i t t o re a rg e n t i n o
J o rg e L u i s B o rg e s , a i d u b b i
c h e c i re g a l a n e l l ' a b b r a c c i o
che avviene tra lettore e
s c r i t t o re .
E p ro p r i o l ' A rg e n t i n o s c r i s se che “il dubbio è uno dei
nomi dell'intelligenza”.
La scrittrice Maura Gancitano ci racconta il testam e n t o d i B o rg e s , i l s u o a r t i -
colo è un lungo commento
mano la Biblioteca) si com-
alla
p o n e d ' u n n u m e ro i n d e f i n i -
bellissima
poesia
“Istanti”.
to, e forse infinito, di gal-
Il critico letterario Antonio
lerie esagonali, con vasti
S p a d a ro i n d a g a n e i m e a n d r i
pozzi di ventilazione nel
di internet: lì, nel regno
mezzo, orlati di basse rin-
d e l l ' h t t p e d e i w w w, s i a n n i -
g h i e re . D a q u a l s i a s i e s a g o -
d a l ' e re d i t à d e l l a “ B i b l i o t e -
no si vedono i piani supe-
ca di Babele” partorita da
riori e inferiori, intermina-
B o rg e s .
bilmente»...
Ecco l'incipit dell'omonimo
Come sempre, buona lettu-
racconto del 1941:
ra!
«L'universo (che altri chia-
L’Omero della Pampa
di Maura Gancitano
“cerco sempre di costruire una
frase senza impiegare troppe
parole, di evitare i sinonimi.
Preferisco ripetere una parola
anziché cercarne il sinonimo.”
L'ABBRACCIO FRA LETTORE E SCRITTORE Si dice spesso che un libro è completo solo quando viene letto.
Senza il lettore, lo scrittore è
niente, la storia che ha raccontato non esiste. In Borges,
questo abbraccio fra lettore e scrittore è
ancora più forte. Borges è lettore di se
stesso, lascia che il racconto sia protagonista e si mette quasi in disparte, a godersi lo spettacolo insieme al proprio lettore. C'è quasi una scissione tra chi scrive e chi legge, tra il Borges che racconta le storie e quello che si limita a comple-
Se c'è un autore di cui
è difficile parlare, nel
quale la critica letteraria
si intreccia inevitabilmente alla filosofia e l'opera alla biografia, questo è Jorge Luis Borges.
Sono molte le tematiche
che emergono dalle sue
pagine, ma ciò che stupisce veramente di lui è
la sua meraviglia di
fronte alla vita, e il suo
tentativo di raccontarla.
“SO CHE ACCADRÀ
QUALCOSA” Ecco cosa diceva durante una
conferenza tenuta a Milano nel 1984 (alcuni testi delle sue conferenze sono stati raccolti in “Testamento poetico letterario”, uscito per Giunti Citylights
nel 2004) a proposito del suo rapporto con la
scrittura:
“All'improvviso so che accadrà qualcosa, e
questo qualcosa può anche essere una storia.
Di questa storia vedo il principio e la fine, ma
non riesco a vedere quello che accade fra il
punto di partenza e la meta: questo lo devo
scoprire io, così come devo cogliere il tempo più appropriato, la sintassi che conviene
usare.”
Si potrebbe dire, a ragione, che Borges era un
essere umano capace di meravigliarsi, di innamorarsi di tutto. Per questo motivo si era
reso conto di quanto fosse difficile descrivere questa meraviglia, scegliere le parole per
raccontarla. Aveva capito che la parola viene sempre dopo il pensiero, che è sempre
inadeguata al fatto che vuole raccontare. Come Stevenson, il quale diceva che “ciò che
J
orge Luis Borges nacque a Buenos Aires nel 1899
e morì a Ginevra nel 1986. di famiglia colta e benestante, si formò in Europa, dapprima in Svizzera
(1914-1919) e poi in Spagna, dopve restò fino al
1921 e dove scrisse tre manifesti di adesione al movimento d'avanguardia denominato “ultraismo”.
Tornato in Argentina, promosse alcune riviste letterarie d'avanguardia, lavorò come critico cinematografico, come bibliotecario e come professore universitario. Alla caduta di Peròn (1955), fu nominato direttore della Biblioteca di Buenos Aires. Divenuto progressivamente cieco, negli ultimi anni di vita Borges ha goduto di una fama planetaria, che gli
ha valso numerosissimi premi internazionali.
La prima attività letteraria dello scrittore è in versi: esordisce nel 1923 con Fervore di Buenos Aires,
seguito dalle raccolte Luna di fronte (1925) e Quaderno San Martìn (1929). Nel 1930 esce il suo primo libro in prosa, Evaristo Carriego, cui succedono Storia universale dell'infamia (1933), Finzioni
(1944) e L'Aleph (1949).
Prose e poesie si trovano in L'artefice (1960) e in L'elogio dell'ombra (1965), mentre una nuova fase poetica si apre con L'altro, lo stesso (1964), L'oro delle tigri (1972), La moneta di ferro (1976), La cifra
(1979). Nel 1970 torna al racconto con Il manoscritto di Brodie, seguito da Il congresso del mondo (1971), da Il libro di sabbia (1975) e da Atlante
(pubblicato nel 1984). Molto importante anche la
produzione saggistica, per la quale sono da ricordare Inquisizioni (1925), Discussione (1932), Storia
dell'eternità (1935), Altre inquisizioni (1960) e Nove saggi danteschi (1982).
tarle con la lettura. Ed è una sorta di “sana
schizofrenia” che raggiunge l'apice nel bellissimo “Borges e io”, che inizia così:
“È all'altro, a Borges, che accadono le cose.
Io cammino per Buenos Aires e mi soffermo,
forse ormai meccanicamente, a osservare l'arco di un androne e il cancello del cortile; di
avviene in cinque minuti oltrepassa tutto il
Borges ho notizie dalla posta e vedo il suo novocabolario e tutte le immagini di Shakeme in una terna di professori o in un diziospeare”.
nario biografico.”
UN ALFIERE
“CHI SCRIVE QUESTA PAGIDELLA SEMPLINA?” E si conclude con queste
CITÀ Questo fa di
emblematiche parole: “non so
Borges un alfiere
chi di noi due scrive questa padella semplicità,
gina”.
della parola da
Ed è ancora la meraviglia della
n uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
venti centesimi,
vita che, nella vecchiaia, gli fa
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
per dirla con Hescrivere “Istanti”, meravigliosa
Chi scopre con piacere una etimologia.
mingway, della
poesia in cui lo scrittore argentiDue impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi.
leggerezza, per
no sembra rimpiangere gli anni
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
dirla con Calvino,
passati alla ricerca del sapere, alIl tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
e gli fa dire, dulo studio “matto e disperatissiUna donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
rante un'altra delle
mo”. Eppure anche in questa diChi accarezza un animale addormentato.
conferenze milachiarazione di fallimento non
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
nesi, delle parole
possiamo non accorgerci di
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
che farebbero gequanto della vita fosse innamolare il sangue di
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
rato, di quanto proprio dalla viqualsiasi purista
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
ta, più che dai libri, Borges abbia
della lingua:
imparato.
Jorge Luis Borges
I giusti
U
Venerdì 16 Marzo 2007 21
la gente d’italia
«Google Print»: è nata la Biblioteca di Babele?
di Antonio Spadaro S.J.
Lo scrittore argentino Jorge Louis Borges nel racconto “La Biblioteca di Babele” (1941) paragonava l'universo a un'immensa biblioteca; tutti sono
attratti dal numero indefinito delle sue gallerie e trascorrono la vita a esplorarle, senza però mai venirne a capo: non si trovano né i confini estremi
né i libri che si cercano: «La Biblioteca è una sfera il cui centro esatto è qualsiasi esagono, e la cui circonferenza è inaccessibile». Ecco la domanda:
è possibile che qualcuno abbia pensato sul serio di catalogare, riprodurre e rendere disponibile al pubblico l'intera memoria dell'umanità contenuta
in tutti i libri del mondo? Forse no, ma qualcuno ha avuto un'idea che, sebbene sia più realistica, si ispira comunque a quell'utopia.
L’immagine di Borges è affascinante e
viene spontanea alla mente quando si pensa che il più consultato motore di ricerca presente in internet, cioè Google, il 14 dicembre scorso ha reso noto un accordo per la
digitalizzazione di circa 15 milioni di volumi. Ciò significa che le intere collezioni
della Stanford University (8 milioni di volumi), della University of Michigan (7 milioni di volumi), oltre a collezioni di documenti della New York Public Library, a testi dell'Ottocento di Oxford e a 40.000 volumi di Harvard, per un totale di circa 4,5
miliardi di pagine saranno trasferiti dalla
carta su supporto informatico e poi resi accessibili gratuitamente attraverso la Rete. A
questi vanno aggiunti i libri che gli stessi
editori mettono a disposizione direttamente. Ovviamente, saranno consultabili integralmente soltanto quelli che non sono coperti da diritto di autore; degli altri è prevista la digitalizzazione
integrale per attivare ricerche al loro interno, ma non la piena disponibilità per l'utente. Il lettore che desiderasse acquistare il volume consultato potrà farlo proprio dalla pagina di accesso alla
lettura.
... E D'INDUBBIO FASCINO Concretamente ciò significa che
tutta la ricchezza di questo sapere potrà essere consultabile da casa propria in qualunque parte del mondo. Mary Sue Coleman,
rettore dell'University of Michigan, ha dichiarato che permettere l'accesso universale al sapere mediante i tesori della biblioteca è una delle missioni importanti di una grande università. Il progetto non è privo di fascino e ricorda da vicino l'utopia di poter
raccogliere e schedare tutto il sapere prodotto dall'umanità, rendendo possibile al suo interno ricerche e studi. Il nome di questo
progetto è Google Print, disponile all'accesso in una versione dimostrativa dal giugno scorso. La ricerca è realizzata sull'integrità
dei testi già inseriti e così permette di visualizzare l'elenco dei libri che contengono le parole-chiave ricercate.
COME FUNZIONA? Di ogni volume possiamo leggere le pagine disponibili e visualizzare il luogo esatto del testo nel quale
ricorre la citazione della parola o dell'espressione che stiamo cercando. Possiamo però vederne anche la copertina, scorrerne l'indice ed, eventualmente, effettuare una nuova ricerca all'interno
dell'opera scelta. Se essa è soggetta a diritti di autore, Google Print
propone la consultazione di poche pagine soltanto (ma anche altre parti come l'indice o la bibliografia o la presentazione, a seconda degli accordi editoriali), mentre i testi di pubblico dominio sono proposti integralmente. L'utente dispone di link verso i
siti partner del progetto, cioè librerie che vendono i libri via internet e propongono l'acquisto del volume cartaceo. È possibile
poi, sempre dalla stessa pagina, proseguire nella ricerca per avere informazioni sul libro in questione: giudizi critici e citazioni
del medesimo presenti in tutta la Rete.
I PRECEDENTI In realtà quello di Google non è un progetto
del tutto nuovo. Basti ricordare che la libreria virtuale Amazon
che, col suo motore di ricerca A9, sin dall'ottobre 2003 offre un
servizio molto interessante. Essa infatti ha varato il programma
«Inside the book» (Dentro il libro), al quale hanno aderito numerosi editori.
Un'altra iniziativa abbastanza significativa è il Million Book
Project, curato presso la Carnegie Mellon University di Pittsburg
(USA).
LE DIMENSIONI MASTODONTICHE Tuttavia Google Print
si rivela unico per le sue dimensioni mastodontiche. Il suo obiettivo culturale utopico è quello di dar vita a un gigantesco catalogo bibliografico in rete e di aiutare i lettori e gli studiosi a conoscere quali siano i libri nei quali si parla delle cose che a loro interessano o che intendono approfondire. In tal modo anche libri
editi da piccoli editori in qualunque nazione del mondo potreb-
bero essere conosciuti e messi a
disposizione di tutti per la consultazione, ma anche per l'acquisto. Il capitale culturale dei libri inseriti sarebbe come un unico grande testo sul quale effettuare ricerche, nello stesso modo in cui ciò avviene in internet.
Google Print fornisce a ogni biblioteca partner copia digitale
dei libri acquisiti, in accordo con
le leggi in vigore nei vari Paesi,
e in tal modo permette ad esse
di costituire un archivio digitale interno completo. Il costo stimato dell'operazione è tra i 150
e i 200 milioni di dollari. Quali
le reazioni a quest'operazione? Il
sogno enciclopedico di Diderot
e d'Alembert si è trasferito in
California?
Una cosa perciò ci sembra chiara: avere a disposizione in qualunque luogo e in qualunque momento milioni di volumi, dai classici dell'antichità ai saggi contemporanei, è una risorsa di grandissimo valore per lo studio e la ricerca.
EGEMONIA CULTURALE? La principale preoccupazione è
di carattere culturale. Google Print intende immettere in rete 15
milioni di libri. Il numero è elevatissimo, ma esso è soltanto una
piccola parte dei libri pubblicati dall'invenzione della stampa a
oggi. Concretamente l'iniziativa attinge le sue risorse principali
da biblioteche inglesi e statunitensi: non dunque da risorse scritte nella sola lingua inglese, ma, certo, da risorse selezionate da
istituzioni culturali anglo-americane. Si prospetta un'egemonia
culturale? Quale il migliore atteggiamento possibile? Fare ostruzionismo netto significa, crediamo, non raccogliere la sfida. Google Print sta lentamente diventando una realtà davanti alla quale
non si può rimanere indifferenti.
Essa coinvolgerà anche molti editori al di fuori del mondo anglosassone. Crediamo dunque che gli
sforzi dovrebbero essere indirizzati verso iniziative nuove e appetibili, capaci di produrre alternative interessanti. In Europa il
processo è stato avviato. In particolare, 19 biblioteche nazionali
europee hanno firmato un appello collettivo per promuovere una
digitalizzazione larga e organizzata delle opere appartenenti al
patrimonio europeo. Un primo abbozzo del progetto è The European Library, un portale che consente l'accesso ai cataloghi e ai testi digitalizzati di 43 biblioteche nazionali.
ALTRE “BIBLIOTECHE DI BABELE” Un altro progetto significativo, finanziato dall'Unione Europea e già attivo dal gennaio 2004, è il Building Resources for Integrated Cultural Knowledge Services (BRICKS, che in inglese significa «mattoni»), che
dovrebbe essere completato nel 2007. L'obiettivo è molto interessante e impegnativo: costruire una memoria digitale europea
condivisa attraverso il collegamento fra tutti i database delle organizzazioni aderenti. La differenza tra Google Print e Bricks al
momento è che il primo dà accesso a testi, il secondo a risorse di
vario tipo, permettendo l'accesso virtuale (anche a pagamento:
l'iniziativa ha anche un aspetto commerciale) ai luoghi (musei,
biblioteche, istituti…) che custodiscono le risorse. Stanno nascendo anche varie iniziative a carattere nazionale.
E IN ITALIA? Tra quelle italiane, ricordiamo il «Progetto Manuzio» dell'associazione Liber Liber, che ha già messo in rete a
lettura gratuita centinaia di libri in formato testo. La maggiore, a
livello pubblico, è stata varata nell'ambito della III Conferenza
nazionale delle biblioteche (2001), quando è stato ufficialmente
dato il via al progetto denominato Biblioteca Digitale Italiana
(BDI). Nello stesso anno è stato istituito un Comitato guida presieduto dal professor Tullio Gregory e composto da esperti del
mondo bibliotecario statale e regionale, del mondo archivistico
e museale, dell'Università e della ricerca per definire alcune linee guida. Ha così avuto avvio l'ideazione del Portale della Biblioteca Digitale Italiana e del Network Turistico Culturale.
L'Italia, tra il Ministero per l'Innovazione e le Tecnologie e il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, ha stanziato
circa 80 milioni di euro per iniziative che riguardano la digitalizzazione dei testi e i libri elettronici, la costruzione delle infrastrutture necessarie e la formazione professionale. Per l'uso effettivo di questi fondi si attende un accordo, che pare imminente, tra i due Ministeri e l'Associazione Italiana Editori (AIE).
ILFUTURO È GIÀ QUI Il progetto dunque è quello di costruire
un'unica grande realtà che fondi insieme biblioteca, libreria e bottega del libro usato o difficilmente reperibile. Sarà una nuova forma di promozione e diffusione del libro? Riteniamo di sì, anche
se questo aprirà un altro problema: la sopravvivenza delle normali librerie, schiacciate sempre di più tra le grandi catene librarie e le librerie in Rete. Non solo: le librerie on line che appaiono nella pagina di Google Print sono solamente quelle partner
del progetto. Resisteranno alla fine soltanto due o tre librerie, capaci di fornire l'intero pianeta? La fantasia galoppa. Non siamo
ancora davanti a questi panorami. Fra l'altro, l'acquisto on line
per mezzo di una carta di credito non è diffuso in tutto il mondo
come lo è negli Stati Uniti. Tuttavia i rischi teorici non sono da
sottovalutare per interpretare il presente in maniera lucida.
ILNECESSARIO DISCERNIMENTO Riteniamo che quella di
Google Print sia una sfida da accogliere, ma in modo non ingenuo. Trincerarsi in
un atteggiamento
difensivo non serve né a comprendere l'evoluzione
tecnologica e culturale in corso, né i
bisogni ai quali essa risponde. L'opportunità di diffusione capillare del
patrimonio librario
che si apre davanti a lettori e ricercatori è decisamente affascinante. Tuttavia l'appello al senso critico è
da tenere sempre
desto per comprendere gli esiti di un progetto che in questi mesi sta compiendo i suoi primi passi. Dopo il prossimo novembre
forse si capirà quale sarà l'esito della vertenza sui diritti d'autore
e quindi il futuro del progetto. Per il momento un frutto positivo
dell'allarme generato in Europa dai «neoamanuensi» californiani è però evidente: una spinta alla collaborazione tra gli Stati del
Vecchio Continente in vista della possibilità di rendere fruibili universalmente, mediante tecnologie digitali, non solo l'immenso patrimonio culturale europeo, ma anche le sue grandi istituzioni culturali.
Per gentile concessione de “La Civiltà Cattolica”
La versione completa dell'articolo è stato pubblicato sulla
“Civiltà Cattolica” 2005 III 507-516, quaderno 3726
4
Lunedì 19 Marzo 2007
DIARIO URUGUAYANO
la gente d’italia
L'abbraccio della “Casa degli Italiani”
perilritornoaRomadelConsolePala
di Tonino Pintacuda
A desso sappiamo che gli amici brasiliani hanno
l'abitudine di scusarsi per tutto, una gentilezza che
sgorga spontanea dal cuore prima del commiato di
un ospite particolarmente caro.
L'abbiamo scoperto lo scorso venerdì, alla Casa
degli Italiani di Avenida 8 de Octubre in occasione
del saluto del Console d'Italia Michele Pala che
ritorna a Roma.il Console Pala ha voluto
salutare la collettività con un rinfresco in
concomitanza all'incontro organizzato dal
Com.It.es con i delegati del Consiglio
Generale degli Italiani all'estero che nel fine
settimana hanno partecipano alla riunione
continentale dell'organismo, Alla porta il
Console ha accolto tutti, in compagnia della
Lunedì 19 Marzo 2007 5
la gente d’italia
sua bellissima moglie, accanto a un tavolo pieno del
libro “Costituzione e Simboli della Repubblica
Italiana”, fortemente voluto dal Consolato per rinsaldare il filo della memoria tra l'Italia e gli Italiani
dell'Uruguay.
Lasciatemelo dire: è stata una delle serate più emozionanti da quando sono arrivato qui due mesi fa.
Ascoltare l'inno nazionale uruguayano e subito dopo
quello italiano, con i nostri connazionali che tenevano visibilmente commossi la mano sul cuore. E oltre
alle notizie sui lavori della Commissione del Cgie a cui daremo ampio spazio in una delle prossime
puntate di questo “diario uruguayano” - tutti i riflettori erano puntati sul Console Pala, sul lavoro che
questo giovanissimo italiano ha fatto a Montevideo
per tutti gli italiani dell'Uruguay.
Soprattutto tra i meritatissimi elogi e attestati di
stima,
vogliamo
soffermarci
sulle
parole
dell'Ambasciatore Guido Scalici e su quelle dello
stesso Console.
Il Console Scalici ha voluto ricordare che l'impeccabile lavoro di Pala è stato possibile perché - e questa, per dirla come Jane Austen, è “una verità universalmente riconosciuta” - grazie al sostegno e alla
comprensione della sua sposa.
Lo stesso Pala ha voluto ringraziare la sua consorte
brasiliana: soffermiamoci sul significato della parola consorte: con-sorte è molto più bello che “sposa”,
indica la ferma volontà di condividere la medesima
sorte, lo stesso destino del proprio sposo. Ed è proprio quello che la Signora Pala ha fatto in questi
quattro anni.
Concludiamo riportando il legittimo orgoglio del
Console Pala: «In questi anni ho cercato sempre di
lavorare per poter entrare dalla porta di ingresso del
Consolato. Ci sono riuscito». Ed è proprio così: Pala
non ha mai dovuto utilizzare l'ingresso posteriore,
ha sempre varcato la soglia principale del Consolato,
avendo sempre per tutti i nostri compatrioti una
parola cordiale.
La standing ovation, l'apertura dei regali e l'arrivo
del rinfresco spezzano la visibile commozione di
tutti gli italiani, arrivati anche dall'interno
dell'Uruguay per salutare l'amico Console.
Al Console vanno i migliori auguri di tutti noi di
“Gente d'Italia”.
Come sempre e stavolta più che mai: Signor
Console, hasta luego!
R
Anno VIII, Martedì 20 Marzo 2007
USD 1,00 - Can 2,00 - URY 35 Pesos
Direttore
Mimmo Porpiglia
Quotidiano d’informazione indipendente
Direzione, redazione, amministrazione Porps International Inc. - 199 Ocean Lane Drive Suite 1109 - Key Biscayne FL 33149 - Tel. 305 365 6526- Fax 3053656518 Internet: www.lagenteditalia.com - Email: [email protected] La
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Rica US$ 3,50; Danimarca Kr. 15; Egitto E.P. 8; Etiopia Birr 6,50; Finlandia Fnk 10; Francia Fr. 12; Germania Euro 2.50; Grecia Dr. 500; Gran Bretagna L.G. 1,30; Irlanda I.£ 1,60; Libia Dirh 3,60; Lux FL 75; Malta Cts 50; Messico N.$
21; Monaco P. F. 12; Norvegia Kr. 15; Olanda FL. 4; Portogallo Esc. 200; Romania Lei 6000; S. Domingo Rd$ 50; Slovenia SIT 280; Spagna Pts. 150; Sud Africa R. 16;Svezia Kr. 15; Svizzera Fr. 2,80; Uruguay $U 0,5; Italia Euro0.50
Sarebbero un milione le vittime irachene della
L'olocausto iracheno
guerra cominciata con il bombardamento americano di Baghdad nella notte del 20 marzo 2003: lo
sostiene Gideon Polya, un ricercatore australiano
che ha confrontato e incrociato dati e informazioni
di diverse fonti, qualificate e indipendenti, cominciando da
quelli del Fondo Onu per l'infanzia (Unicef).
Nel "notiziario del 12 ottobre 2005", la MISNA scriveva:
"secondo uno studio americano, il numero delle vittime del
conflitto dal 2003, sarebbe di certo superiore a 400.000 e
potrebbe perfino sfiorare le 800.000. (No, non ci sono zeri in
più: è proprio ottocentomila). Lo studio non è di un gruppo di
estremisti o radicals o no global: è stato fatto dalla "Johns
Hopkins Bloomberg School of Public Health". Ovviamente, le
stime riguardano solo i civili iracheni.
di Pietro Mariano Benni*
E dire che quando la rivista specializzata inglese "Lancet" due
anni fa aveva valutato da 100.000 a 200.000 vittime era stata
'ridicolizzata' a favore del cosiddetto 'Iraq body count' che non
ne ha mai indicate più di alcune decine di migliaia. Follia di
guerre preventive per l'esportazione della democrazia, "contro" il terrorismo e tendenti, in questo caso più che altrove, a
una sorta di non dichiarato genocidio!".
Polya, dopo 40 anni di vita accademica come biochimico - in
gran parte trascorsi all'Università 'Latrobe' di Melbourne, una
delle prime 10 università australiane e una delle prime 100 al
mondo - si è dedicato in questi ultimi anni a una crescente atti-
vità pubblicistica in cui spicca il testo “Global mortality,
Iraq and the Muslim Holocaust” del luglio 2004. Già allora
- sottolineando che “sotto l'occupazione anglo-americana la
“excess mortality” (mortalità evitabile) e quella dei bambini entro i cinque anni di età era stimabile a 100.000 l'anno”
- Polya scriveva: “Come umanista e studioso di scienze biologiche, ho approfondito e scritto un'analisi dettagliata della
mortalità planetaria nella Storia, allo scopo di affrontare questa straordinaria cecità morale e intellettuale delle nostre altrimenti istruite e certamente umane società del Primo mondo”.
Lo studioso australiano è anche autore di un volume scientifico di 864 pagine sulle sostanze chimiche delle piante, publicato a Londra e a New Yoprk, considerato dagli specialisti una
"bibbia" del settore.
Per la sua ultima ricerca sulla morta-
segue a pag. 2
Mastrogiacomo:“Sono finalmente
libero e sono veramente contento”
''Sonofinalmente libero e sono veramente contento''. Queste le prime
parole di Daniele Mastrogiacomo a Repubblica Tv dopo la sua liberazione. ''Ringrazio tutti quanti perl'affetto che ho avuto, la gente che
si e' mobilitata per me, tutti quanti'', ha aggiunto il reporter di
Repubblica. ''Sono riuscito ad uscire da questa situazione anche grazie all'aiuto del mio giornale, del governo, del ministero degli Esteri, di
tutti quanti gli amici e dei colleghi che mi hanno sostenuto'', ha spiegato Mastrogiacomo, aggiungendo che ''questo mi dava grande
conforto, specialmente la notte quando mi legavano mani e piedi,
quando mi tenevano in queste quindici prigioni, piccole come ovili''.
L'inviato di Repubblica ha raccontato come spesso gli capitasse di
''dormire perterra, in mezzo alle dune del deserto''. ''Pero' - ha sottolineato - sapevo che l'Italia in qualche modo mi sosteneva e mi stava
vicino e questo era l'unico conforto nei momento piu' disperati in cui
temevo veramente di morire''. 'Ringrazio veramente tutti quanti
per quello che hanno fatto per me, questo momento forse e' il piu'
bello che sto vivendo della mia vita'', ha concluso. Quella che ha
portato alla liberazione di Mastrogiacomo e' stata ''un'operazione non semplice'' ha detto il premier Romano Prodi, nel
corso della breve conferenza stampa a Palazzo Chigi
Ma ora
crescono
i dubbi
Nei giorni scorsi Salvatore
Ferrigno, deputato di Forza
Italia eletto nella circoscrizione
estero ha denunciato la grave
situazione nella quale versano
100epiù famiglie dei contrattisti
italiani impiegati presso i nostri
Consalati negli Usa. Questi lavoratori con doppia cittadinanza, contrattisti presso le sedi Consolari e
Diplomatiche italiane hanno sempre pagato le tasse allo Stato Italiano.Da oltre
23 anni. Nessuno ha pero’mai avvisato loro che, in virtù delTrattato diVienna,
le tasse andavano versate allo Stato dove effettivamente lavoravano. E ora
dovrebbero rimborsare cifre iperboliche all’ufficio delle t asse
americane.L’Agenzia News Italia Press ha raccolto la loro protesta
di Nicholas D. Leone
Archiviato con soddisfazione di
tutti il caso Mastrogiacomo, il
mondo politico concentra la propria attenzione sul rifinanziamento
della missione in Afghanistan. E
nel centrodestra crescono - anche
alla luce delle modalità, ancora
oscure, con le quali si è giunti alla
liberazione del giornalista rapito
dai talebani - i dubbi sulla continuità tra l'impronta che il precedente governo aveva conferito alla
presenza italiana e il segno
impresso dal nuovo esecutivo.
Dopo le trattative con i talebani
per il rilascio di Daniele
Mastrogiacomo, la missione italiana è destinata a cambiare? E la
proposta - avanzata dal segretario
Ds Piero Fassino - di aprire ai talebani le porte della conferenza di
pace per l'Afghanistan caldeggiata
da governo e maggioranza è un
segnale che anticipa questo nuovo
corso?
segue a pag. 2
La protesta
dei contrattisti
italiani
negli Usa
Dengue, primo caso a Montevideo
Allerta sanitaria anche a Panama
È un uomo di 30 anni residente a Salto, 500 chilometri a
nord-ovest di Montevideo, il “primo caso accertato autoctono” di 'dengue, l'affezione febbrile acuta che ha già creato una drammatica emergenza nel vicino Paraguay con
oltre 400.000 persone infette. Lo ha riferito il ministero
della Sanità uruguayano, precisando che il paese “è passato alla fase 1, ovvero l'allerta per lo scoppio della 'dengue'
perché il paziente non ha visitato di recente stati esteri”.
Antonino Pintacuda a pag. 4
segue a pag. 2
****
"Ilmio futuro, se dovessi pagare questa cifra di dollari, sarebbe rovinato, considerando anche il fatto che la mia malattia richiede continui controlli medici e opedalieri. Se ciò avvenisse andrei sul lastrico" dice
Antonio Massa dal Consolato Generale d'Italia in San Francisco "Mi
sento vittima dell'arroganza e del malservizio da una parte e della negligenza e indifferenza dall'altra" dice Alessandra Ravaioli, segretaria del
Console Generale d'Italia a Miami "Lavoro presso la Rappresentanza
da 18 anni e invece di ritrovarmi con dei risparmi, mi ritroverei con un
enorme debito - e non per colpa mia. Arriverei all'età del pensionamento
(tra 15/17 anni) con poco o niente in tasca" dice Rosanna Ruffo, dalla
Rappresentanza Permanente d'Italia presso le Nazioni Unite ."Questa
tragedia si sarebbe potuta evitare a suo tempo rispettando la convenzione Italia-USA in materia fiscale che risale al 1984 e soprattutto applicando l' art. 19 di tale convenzione che si riferisce in particolare alla funzione pubblica" dice Anna Maselli, dal Consolato Generale d'Italia a San
segue a pag. 2
Francisco .
4
Martedì 20 Marzo 2007
DIARIO URUGUAYANO
la gente d’italia
EMERGENZA DENGUE
L'arrivo della febbre spacca ossa
non ferma i cicli della vita quotidiana
di Tonino Pintacuda
Il virus è trasmesso attraverso il morso di diverse zanzare del genere
Stegomyia. Il principale vettore è Aedes aegypti, identificato per la prima
volta nel 1906 come responsabile della trasmissione; una volta che la zanzara è stata infettata lo rimane per tutta la vita. Gli umani servono come serbatoioamplificanteemoltoprobabilmenteanchelescimmiepossonoessere considerate come serbatoi. In particolare si ipotizza che il virus si sia diffuso per la prima volta nelle scimmie, e poi i vettori l'abbiano trasmesso
all'uomo. Le zanzare trasmettono il virus anche per via verticale, alle proprie progenie.
Irrimediabilmente con l'arrivo dell'autunno la vita riprende i suoi cicli, il
calendario ricorda a tutti gli uruguayani che il verano è finito: addio alle
murgas, addio alle passeggiate in costume sull'oceano, addio ai ritmi lenti,
lentissimi dell'estate.
Rimettiamoci la cravatta e andiamo a prendere l'omnibus tutte le mattine,
nel faticoso tran tran che si chiama vita.
Appena 15 pesos e i torpedoni ci lasceranno sotto l'ufficio ad aspettare le
piccole pause sino al pomeriggio, e poi spesa, un po' di tv e di nuovo la sveglia puntata per ricominciare.
Camus ha definito questa quotidianità la “fatica di Sisifo”: Sisifo è il mitico eroe greco punito per aver sfidato gli dei con la sua sagacia.
Zeus decise che Sisifo avrebbe dovuto far rotolare un masso dalla base alla
cima di un monte. Tuttavia, ogni volta che Sisifo stava per raggiungere la
cima, il masso rotolava nuovamente alla base del monte, per cui Sisifo
dovette per l'eternità ricominciare la sua scalata.
I giorni troppo uguali - lo sentiamo e lo sappiamo tutti - sono altrettanti
massi ma in questo gli uruguayani sono fortunati, prendiamo ad esempio
quelli che lavorano alla Borsa di Commercio in Calle Misiones, proprio di
fronte alla mia finestra.
Eccoli fumare furtive sigarette nelle pause rubate agli impegni pressanti dei
movimenti economici ma non capita a tutti di far pochi passi per raggiungere il Rio de la Plata nel suo quotidiano abbraccio con l'OceanoAtlantico.
C'è una serenità diffusa, figlia delle bellezze architettoniche e del manto verde
della città, la filosofia del “no pasa nada” ha un suo fondamento, camminare per Avenida 18 de Julio e soffermarsi nella dozzina di piazzette che non
re...
******
LAFEBBRE DENGUE È UNAMALATTIASIMILE ALL'INFLUENZA;nei bambini è caratterizzata da febbre ed rash. Negli adulti la
febbre è più alta ed accompagnata da forti emicranee, dolori nelle regioni
orbitali, dolori muscolari e rash. La febbre dengue si manifesta dopo l'esposizione ad un sierotipo, nei confronti del quale il paziente diventa resistente.
Esistono però, come detto in precedenza, quattro sierotipi ed una seconda
infezione con un sierotipo diverso, può portare a conseguenze ben peggiori:
la febbre dengue emorragica (DHF).
LA DHF È CARATTERIZZATA DA FEBBRE ALTA, EMORRAGIE, FEGATO INGROSSATO e problemi circolatori. La febbre
puòpersistereperdiversigiorniepuòraggiungerei41°gradi,seguitadaconvulsioni e emorragie. Il paziente se non trattato può morire per problemi circolatori.
IfattoricoinvoltinellaseveritàdellaDHFsono:laprimainfezione,l'intervallo
di tempo tra quest'ultima e la seconda, il sierotipo virale e il genotipo del
paziente. Le principali caratteristiche fisiopatologiche sono correlate con la
concentrazione di alcune citochine (molecole coinvolte nella risposta immunitaria), quali IFN-, IL-2 e TNF-
ha nulla da invidiare alle omologhe europee.
La gente dell'interno del Paese è tornata alla vita normale, si nota dalla diminuzione di estimatori di mate, la bevanda nazionale. Molti camminano con
tutto l'armamentario per sorseggiare tranquillamente
il loro mate: termos e bombilla. Versano l'acqua bollente e succhiano tranquilli.
Ma i primi a essere consci del facile stereotipo dell'uruguayano mate e bombilla sono loro stessi: l'ultimo esempio, proprio l'altro ieri sull'Observador il
vignettista Salvatore ha realizzato un piccolo capolavoro.
Sale la tensione per il primo caso autoctono di dengue e per sdrammatizzare Salvatore ha disegnato un
mate appollaiato sulla torre Salvo - ovvia citazione
delceleberrimo King Kong appollaiato sull'Empire
State Building - lì, sull'edificio più alto della bella
Plaza Indipendencia, il “mate” con occhi e bocca
tiene a bada con opportuno insetticida gigante la
temibile zanzara del dengue: come sempre un sorriso riesce a scacciare le paure.
Il “dengue” altro non è che la pestifera febbre spacca-ossa, lo porta la zanzara del genereAedes aegypti, lo stesso disgraziato e infimo insettucolo che porta
la febbre gialla.
Rilanciamo la scheda dal sito www.malattiedimenticate.net, lo stesso nome del sito web fa ben spera-
LASTORIA
Prima del 1970 solo nove paesi avevano descritto casi di DHF. Dai circa 100
casi del 1955 si è passati agli attuali 500 mila.
VIE DI TRASMISSIONE
TRATTAMENTI
Attualmente l'unico modo per ridurre i casi di febbre dengue è quello di evitareilcontattoconilvettoreecontrollarelapopolazionedellezanzare,modificando il loro habitat e utilizzando larvicidi. E' in corso un programma specifico di pulizia per eliminare bottiglie, copertoni e lattine dall'ambiente
(oggetti che ricreano un habitat ideale per la proliferazione dei vettori), così
da limitare i possibili luoghi di crescita del vettore.
LADIAGNOSI
La diagnosi si basa sulla ricerca di IgM anti-dengue, come indice di una
recente infezione; inoltre viene utilizzata la PCR per rilevare la presenza del
virus nel siero dei pazienti. Esistono alcune terapie antivirali che possono
essere efficaci solo se eseguite nelle prime fasi della malattia.
RICERCAESVILUPPO
Sono in corso alcuni studi per sviluppare larvicidi non tossici per l'uomo, da
utilizzare nell'acqua.
Sono in corso di sperimentazione sei vaccini virali vivi attenuati, che dovrebbero proteggere la popolazione da tutti i sierotipi mantenendo a lungo elevato il titolo anticorpale. Alcuni risultati di una sperimentazione durata quattro
anni hanno rivelato che uno dei vaccini attenuati conferisce protezione dalla
febbre dengue e non conduce a DHF.
Esiste un sistema globale di rilevazione di dati epidemiologici e di sorveglianza alle mutazioni dei virus; questo programma, chiamato DengueNet,
facilita la realizzazione di nuovi metodi di controllo contro la trasmissione
della patologia. I dati epidemiologici e di laboratorio sono raccolti da diverse
istituzioni, che riordinano i risultati in modo eterogeneo; sul sito sono presenti
statistiche dal 1955 al 2001.
Occorre sviluppare nuove strategie di diagnosi della malattia; un test con target la proteina non strutturale NS1 è già in via di studio.
Il Ministero della Salute Pubblica dell'Uruguay oltre alla massiccia
opera di fumigazione ha attivato per ogni evenienza il numero 0800
4444 e il sito http://dengue.msp.gub.uy/
Giovedì 22 Marzo 2007 7
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
SPECIALE Fratelli d'Italia sul Rio de la Plata
Quante sono le associazioni italiane di Montevideo?
di Tonino Pintacuda
I r G i o s u è Bo r d o n i s c r i v eva
nel
suo
saggio
“Montevideo
e
la
Repubblica dell'Uruguay”
d e l 1 8 8 5 : « D u r a n t e l a p r ima v e r a e l ' a u t u n n o , q u e s t i
d i n t o rn i s o n o a ff o l l a t i a l l a
lettera
di
numerose
S o c i e t à , c h e , s o t t o p r et es t o
di festeggiare questo o
quell'anniversario, vi si
recano in corporazione a
d a rs i b el t e m p o . O r a è l a
Società
spagnuola
di
mu t u o s o c c o r s o ; o r a q u el l a
d e i B a s c h i , o r a l a S o c i et à
francese, e infine l'una o
l'altra
delle
numerose
Società italiane, che non
lasciano mai occasione di
d a re t e st i m o n i a n z a p u b b l ic a d e l l o r o s p i r i t o d i f r at e l l a n z a e b u o n a a r m o n i a,
e a n c h e d i e c c e l l e n t e a p p etito, col farvi dei banchetti
v e ra me n t e o m e r i c i , i n cu i
si t r i b u t a n o s e m p r e i d o v ut i o n o r i a l s u c c u l e n t o e t r adizionale
asado
con
c u e ro » .
122 anni fa le cose sono
r a d i c a l m e n t e c a m b i at e, l a
r e t e d e l l e a s s o c i a z i o n i i t aliane di Montevideo si è
f o rt e me n t e r i d i m e n s i o n at a,
cancellando coi fatti la
maligna annotazione che
faceva Luigi Barzini nel
1 9 0 2 « g l i i t a l i a n i a l P l at a
so n o u n i t i i n t r e c e n t o as s ociazioni, il che costituisce
u n a v e ra d i s u n i o n e » .
Q u e s t o r i d i m e n s i o n a m en t o
è i l ri s u l t a t o d e i m o v i m e nti s t o ri c i c h e h a n n o p o r t at o
alla completa integrazione
de g l i i t a l i a n i a r r i v a t i q u i
in c e rc a d i m i g l i o r f o r t u n a .
S e è v e r o , c o m e s cr i v o n o
gl i s t o ri c i L u i g i F a v e r o e
Al i c i a B e r n a s c o n i , c h e i l
gr u p p o e t n i c o è « l a r i s u ltante
del
movimento
m i g r at o r i o , i n c u i p e r siston o , i n g r ad o p iu ' o m e n o
el ev a t o , g l i e l em e n ti c u ltur al i e m a t er i al i d e llo sp azi o s o ci al e d i p ar te n z a , m a
integrati o giustapposti
dagli elementi acquisiti
n el l ' i n co n t r o co n lo sp a z io
sociale
d'inserimento»,
appare evidente che il
“g r u p p o et n i c o ” ita lia n o è
un affascinante microcos m o al l ' i n t e r n o de l p ic c o lo
g r an d e U r u g u ay.
Tr i c o l o r e , l ' A s s o c i a z i o n e
Emilia Romagna, l'Ente
Friuliano, il Filef, il
Fa m e e Fu r la n e , la Fa m ig lia
Piemontese, i Figli della
To s c a n a ,
il
Gruppo
Legami, la Fratellanza
I ta lia n a , i Ma r c h ig ia n i n e l
Mondo,
l'Ass.
Lauria,
l'Ass.
Ligure,
l'Ass.
Ossolana, i Padovani nel
m o n d o , i Pe n sio n a ti I n a s, i
Pugliesi, l'Ass. Regione
Lombarda,
l'Ass.
Satrianese San Rocco, i
Tr e v i s a n i n e l M o n d o , i
S i c i l i a n i i n U r u g u a y, l a
Uim (Unione Italiani nel
m o n d o ) , i Vi c e n t i n i n e l
Mondo
e
l'Ass.
dei
Vie tr e si.
Se n o n h o sb a g lia to a c o nta r e so n o tr e n ta se i a sso c iaz io n i, tu tte h a n n o d i sic u r o
u n a b e lla sto r ia d a r a c c o nta r c i.
C o m e se m p r e , h a sta lu e g o !
Q u a l i s o n o l e p r o sp e ttiv e
f u t u r e d e l l a r e te d i a ssoci az i o n i i t a l i a n e d i q u e lla
ch e f u l a B a n d a O r ie n ta l?
L o s co p r i r em o n e lle p r o ssime puntate di questo
“diario uruguayano”: con
u n 'i n ch i es t a p er c o n o sc e r e
dell'Uruguay oltre alla
questa vitalissima realtà
ma ssic c i a opera di fum i ch e m an t i e n e v iv o il le g agazione ha attivato per
me con l'Italia, capace
o g ni e v eni enza i l num ero
ancora - come ha dato
0800 4444 e
il sito
prova in occasione del
ht t p: //dengue.m sp.gub.uy
s al u t o d e l C o n s o le Pa la - R ic o r dia mo a i no st r i le t P o t e t e scri verci al l ' i ndid i c o m m u o v e r s i q u a n d o t o r i c he pe r l'e me r g e nz a
rizzo
genteditaliaurur i s u o n a n o l e n o t e d e ll' in n o D e ng ue Il Minist e ro de lla
g ua y @gm ai l .com
d i M a m el i .
Salute
Pubblica
Il t e le f ono del l a redazi oScorriamo l'elenco,
BREVI DAL SUDAMERICA
in rigoroso ordine
al f ab e t i c o :
ECUADOR – Con il giuramento, di sette alla riunione annuale del ‘Banco interaL'Ancri,
l'Anpi,
nuovi deputati, sono 28 i parlamentari che mericano de desarrollo’ (Bid) in corso in
l'Associazione
si sono insediati a Quito in sostituzione dei Guatemala. “L’obiettivo del governo è
Abruzzese
di
57 rimossi la scorsa settimana per aver quello di arrivare alla ‘povertà zero’ entro
Montevideo,
gli
ostacolato il referendum sull’Assemblea il 2012” ha aggiunto Cabeza, secondo cui
Alpini, i Bellunesi
Costituente, voluto dal governo del presi- tra il 2005 e il 2006 il Venezuela ha anche
del
mondo,
dente socialdemocratico Rafael Correa. I aumentato dal 48 al 56% la cosiddetta
l'Associazione
nuovi ingressi in Parlamento, dominato ‘popolazione economicamente attiva’ e
Calabrese,
i
dall’opposizione conservatrice, hanno oggi il salario minimo è pari a 238 dollari,
C a m p a n i
consentito il riavvio dei lavori dell’assem- secondo solo a quello del Cile.
dell'Aercu, l'assoblea, paralizzati da una settimana. Si pro***
ci az i o n e L az i al e, la
filerebbe inoltre una nuova maggioranza PERÙ – Tre guerriglieri e due soldati sono
C as a d eg l i I t a l i a n i,
parlamentare, favorevole al referendum.
stati uccisi in combattimenti tra l’esercito
il Circolo Lucano,
i l C i r co l o G i u l i a n o ,
***
e una colonna di ribelli di ‘Sendero
i l C i r c o l o Tr e n tin o
VENEZUELA – Negli ultimi tre anni l’in- Luminoso’ nelle selve del dipartimento
di Montevideo, il
dice di povertà è sceso dall’80% al 39,4%: sud-orientale di Huancavelica. Si tratta
C l u b d e g l i A n zia n i,
lo ha detto il ministro delle Finanze di del secondo scontro armato con gli sparuil
Comitato
Caracas, Rodrigo Cabeza, intervenendo ti gruppi ancora attivi di ‘Sendero’, scon-
ne e' (598 -2) 916 08 15.
Da l unedi a venerdi , potet e c h i a m a rc i t r a n q u i l l a m ente dal l e 16 al l e 18
fitto militarmente nel 1992, dall’inizio
dell’anno: a gennaio un poliziotto era
morto in un’imboscata della guerriglia
nella regione sud-andina di Ayacucho.
***
ARGENTINA – Almeno 38 casi di ‘dengue’, la febbre trasmessa dalla zanzara
‘aedes aegypti’, sono stati riscontrati nella
provincia nord-orientale di Formosa, al
confine con il Paraguay, paese dove è in
corso un’emergenza nazionale con 400.000
contagiati. Fino a un mese fa i casi a
Formosa erano 23; in tutta l'Argentina
sarebbero finora 158 quelli accertati e i
588 sospetti, una cifra che per il momento
non desta eccessive preoccupazioni, secondo le autorità.
16
Venerdì 23 Marzo 2007
DIARIO URUGUAYANO
la gente d’italia
I tre fratelli Rago del calzaturificio Bisignano
«Gli stivali di Bush l'abbiamo fatti con mani e cuore»
di Tonino Pintacuda
Q uest'intervista poteva benissimo intitolarsi “dallo Stivale con furore”, giocando apertamente con la conformazione geografica
della nostra bella Italia e la professione dei
tre artisti della scarpa che “Gente d'Italia” ha
avuto il piacere d'incontrare.
Il calzaturificio artigianale Bisignano è un
piccolo gioiello, un museo vivissimo in cui
sbirciare il tempo che fu con le narici piene
di un buonissimo odore di pelle conciata.
Rosario Mario, Giuseppe e Carmelo Rago
sono tre calabresi arrivati qui il 20 febbraio
del 1954, troppo piccoli per ricordarsi
quell'Italia che continuano ad amare e onorare parlando un coloratissimo italo-calabrese.
Loro sono i tre figli di Umile Rago, emigrato
in cerca di miglior fortuna dalla amatissima
Calabria, un nome che traccia il destino di
questi tre galantuomini
che lavorano ogni scarpa
con “mani e cuore”:
Sant'Umile, tra l'altro, è
il patrono del Comune di
Bisignano, a cui i tre
fratelli
hanno
reso
omaggio registrando per
le loro splendide scarpe
il marchio “Bisignano”.
Ed ecco lo scoop: sono
stati proprio i tre fratelli
Bisignano a realizzare
gli splendidi stivali che
il
Presidente
dell'Uruguay ha donato
a George W. Bush, suo
omologo statunitense, a suggello della visita del 9 e 10
marzo scorsi.
“Gente d'Italia”, in esclusiva per i suoi lettori, ha ottenuto le foto degli stivali, realizzati dalla pelle di un
puledro, senza nessuna cucitura: l'apoteosi dell'arte dei
Rago.
Loro non fanno distinzioni tra clienti, tutte le scarpe
sono tagliate e modellate a mano, un'arte che sta scomparendo e di cui questi tre fratelli sono tra gli ultimi
validissimi rappresentanti.
Li abbiamo intervistati.
Che soddisfazione! Realizzare le scarpe per l'uomo
più potente del mondo. Ve lo sareste mai immaginato?
«Per noi non ci sono differenze: le nostre scarpe sono
fatte tutte, senza eccezioni, con mani e cuore. Frutto di
un'arte destinata a perdersi. Certo abbiamo pure festeggiato, soprattutto perché è stata una faticaccia... Tre
giorni di lavoro senza nessuna sosta».
Non fate pubblicità ma siete arrivati a realizzare gli
stivali di Bush. Come avete fatto?
«Noi abbiamo conosciuto il Presidente Vazquez prima
che assumesse l'incarico, era stato
il suo sarto a mandarlo da noi,
confermando quello che crediamo
da sempre. Non è necessaria la
pubblicità, la migliore promozione è il passaparola tra clienti. Noi
lo vediamo come una palla di
neve: inizia piccola e può diventare gigantesca e travolgere tutto.
Così è stato per le nostre scarpe, i
nostri clienti portano altri clienti
ma, considerate la dimensione della nostra bottega
dobbiamo spesso rinunciare, non possiamo fare più di
dieci scarpe al giorno, sarebbe penalizzata la qualità
del nostro prodotto».
Non avete apprendisti?
«La nostra è un'arte destinata a morire. Non esiste più
la figura del ragazzo di bottega che era perfino disposto a pagare per imparare l'arte. Non
solo li dovremmo pagare noi» ridono di cuore - «ma pure sarebbe
controproducente: al primo rimprovero ci direbbero che non siamo i
suoi genitori.
L'artigianato deve sentirsi per prima
cosa nel cuore, sarebbe necessaria
una rivoluzione mentale ma non ci
sono giovani disposti a intraprendere una vita di sacrifici. Giancarlo, il
figlio di Carmelo, ci aiuta, realizza
lui le scatole di cartone per le nostre
scarpe».
E' un vero peccato. Ed ecco che
arriviamo agli
splendidi stivali
di Bush...
«Ci arriva una
telefonata lunedì
5 marzo, era il
Segretario del
Presidente
dell'Uruguay, ci
dice se possiamo
realizzare entro
venerdì un paio di stivali. Rispondiamo che ovviamente è impossibile. Ci richiama, ci fa capire che è una
cosa davvero importante, accettiamo. E lavoriamo per
quattro lunghissimi giorni senza guardare - come sempre - l'orologio. Un paio di stivali senza cuciture, realizzate con morbidissima pelle di puledro, numero 43,
solo dopo abbiamo capito che stavamo facendo le scarpe al Presidente degli Usa. Noi
il nostro lavoro lo facciamo
sempre allo stesso modo: dalla
scarpa di 1500 pesos agli stivali che naturalmente costano
qualcosa in più».
Grazie, di cuore. E complimenti per l'italiano, lo parlate fluentemente.
«Ovvio. Noi tre lo parliamo
sempre non perdere le nostre
radici».
la gente d’italia
17
Venerdì 23 Marzo 2007
FILOMENANARDUCCI, COORDINATRICE NAZIONALE DELL'INAS-CISL
«Il passaporto è solo un titolo di viaggio»
F ilomena
dicono
Narducci
non ci trasmet-
è d a v v e r o u n a c o l o n-
tono
n a d e l l a c o l l e t t i vi t à
i
t
a
l
i
a
n
di sent i re i l raccont o del l a dop-
nativa
pi a emi grazi one
M o n t e v i d e o
di
a l l ' A rg e n t i n a e d a l ì
to t occant e.
re d o p o i l g o l p e d el
Soprattutto
qui
quando
fi n a l m e n t e n e l 1 9 8 5 ,
- dopo gl i anni
p r o t e z i o n e d e l l ' O nu .
milanesi
L ' a b b i a m o i n c o n t r at a
gli
ment e pi ccol o. E
(Calle
1484
-
sembrò i nfi ni t a-
a l l a s e d e d e l p a t r oVa z q u e z
ha
1985 l'Uruguay
Democrazia, sotto la
Inas
mi
spi egat o che nel
con il ritorno della
nato
è
st at o un momen-
a l l a d i t t a t u r a m i l i t aTo r n a t a
Filomena,
credetemi
a Milano in seguito
1973.
Ho
avut o l a fort una
Emigrata due volte
dalla
nessuna
emozione.
a
d e l l ' U r u g u a y.
prima
poco,
poi un aneddot o
-
11 2 0 0 M o n t e v i d e o ) d a l ei s t e s s a i n au g u r a to
Milano
Federazione
commovente: la
con il bagaglio d'esperienza accumulato a
Un ita r ia C G I L - C I SL - U I L d e l Gia m b e llin o ) e d
mat t i na del l a part enza da Buenos Ai res l 'ac-
Milano.
I n a s su c c e ssiv a m e n te .
compagnarono al l 'aeroport o l a madre e l a sua
Sc o r r e n d o l a s c h e d a n e l s i t o d el M i n i s t er o
Ne l 1 9 8 5 , c o n il r ito r n o d e lla d e m o c r a z ia in
ami ca Ersi l i a, era i l 17 febbrai o del 1977. Il
d e g l i E s t e r i s c o p r i am o ch e - e l ei s t e s s a c e lo
Ur u g u a y, r ie n tr a n e l p a e se e d a p r e la se d e d e l
17 maggi o del 1985 l 'host ess del l 'Aerol i nas
riconferma
Pa tr o n a to I n a s- C isl a ssu m e n d o n e l' in c a r ic o d i
Argent i nas, che l a ri port ava a Mont evi deo per
dell'Università imposta dal governo uru-
c o o r d in a tr ic e d e l Su d a m e r ic a .
i l ri ent ro era propri o Ersi l i a! Comment a l a
g u a y a n o n e l 1 9 7 3 , i n i zi a a l a v o r a r e a d i c i an-
Tr a le a ttiv ità so c io c o m u n ita r ie d a se g n a la r e
st essa Narducci : «Ersi l i a non l a vedevo da
n o v e a n n i c o m e i m p i e g a t a i n u n 'i n d u s t r i a f a r-
c h e n e l 1 9 9 1 Filo m e n a N a r d u c c i v ie n e e le tta
dodi ci anni , gri dò “Mena!” e al l ora ho capi t o
maceutica.
C o n sig lie r e d e l C g ie e d è r ie le tta n e l 1 9 9 8 ,
che si chi udeva un cerchi o, i l mondo, i l mi o
N e l 1 9 7 6 a b b a n d o n a, p er r a g i o n i p o l i t i c h e , il
dove successivamente ricopre la carica di
mondo era ri mast o sospeso, anche se devo
p a e s e e s i r i f u g i a p r i m a i n A rg en t i n a e po i,
membro
per
di re che ho sempre l avorat o per l 'Uruguay,
g r a z i e a l l ' i n t e r v e n t o d e l l ' O n u , i n I t a l i a d ov e
l' A m e r ic a L a tin a , e sse n d o r ie le tta su c c e ssiv a-
pure ment re ero a Mi l ano. Quando i n Ci sl
n e l 1 9 7 7 o t t i e n e un i n c a r i co p r es s o l a C i s l d i
m e n te e a ttu a lm e n te m a n tie n e n l' in c a r ic o n e l
m'hanno det t o che avevo un anno per deci dere
-
a
seguito
della
chiusura
(per
del
lavorare
Comitato
nella
di
Presidenza
Comitato
di
Pr e sid e n z a .
D a l 1 9 9 1 in in te r r o tta m e n te v ie n e e le tta
c o n s i g l i e r e
Comites,
nelle
essendo
ultime
due
e le z io n i la p e r so n a
c o n p iú p r e f e r e n z e .
Nel
eletta
2002
viene
Vi c e
Se g r e ta r io G e n e r a le
per
l'America
L a tin a d e l C g ie .
Ma questi dati ci
18
Venerdì 23 Marzo 2007
la gente d’italia
a
ti da ognuna del l e
M o n t e v i d e o o r i p ar-
associ azi oni i t al i a-
tire per l'Italia, non
ne del l 'Uruguay».
ho
In
se
restare
avuto
dubbi,
sono rimasta».
Mentre
questo
Rai
International
parla
gli
potrebbe
essere
occhi di Filomena
d' ai uto.
s o n o c h i a r i e d o l ci s-
«Certamente.
simi, dietro le lenti
Invece
degli
International
occhialetti
Rai
a
to n d i c h e l e i n c o r n i-
moment i è i nguar-
ciano un viso che
dabile.
irradia cordialità.
cambiare,
La
famiglia
hanno det t o, perfi-
com'è arrivata in
no i l nome. Perché
U r ug u a y ?
“International”?
sua
«Mio
Carmine,
padre,
arrivava
Dovrebbe
come
Perché
no
Rai
Italia
o
Rai
d a l M o l i s e e l a v o r a-
Internazionale? Il
va , p r i m a d i t r a s f e-
fine
ri r i s i a M o n t e v i d eo
ol t re al t el egi orna-
e l a v o r a r e i n f a b b r i-
l e quot i di ano è l 'u-
ca, come tanti altri
ni co gi orno i n cui
immigrati,
come
spaccapietre
a
potrei
c o stu r ir e q u a lc o sa p e r il f u tu r o , r ic r e a n d o u n
g r u p p o c h e a n c h e se n o n u n if o r m e e r a a c c o-
ma preferi sco guardare l a t v spagnol a, uru-
Av e v a g i à t e n t a t o u n a v o l t a d i p ar t i r e p e r
m u n a to d a lle r a d ic i c o m u n i c o n l' I ta lia . Og g i
guayana o brasi l i ana. Prendi amo i l gi oco dei
l ' U ru g u a y d o v e c ´ e r a g i á m i o n o n n o m a e r a
la nuova generazione non sta realizzando
pacchi che per ora ci propi nano, che senso
s t a t o s c a r t a t o . Mi r a c c o n t av a d el l a cr o c e d i
m o lto p e r il f u tu r o d i q u e lli c h e v e r r a n n o . E d
ha? E' un format che di i t al i ano non ha nul l a.
g e s s o c h e g l i f e c e r o s u l l a s p al l a , q u e l l a cr o c e
è u n v e r o p e c c a to . N o i a b b ia m o d e lle in iz ia-
Almeno prima passavano Il Commissario
significava che poteva partire. Ho rivisto
tiv e r iv o lte a i g io v a n i c o m e “ I n a s a p r e le
Mont al bano! Invece di “Un post o al sol e”
q u e l r i t u a l e n e l b e l l i s s i m o f i l m d i C r i a le se
p o r te ” e l' a v v io d i c o r si d i lin g u a ita lia n a
sarebbe megl i o “La Squadra”. E soprat t ut t o
“ N u o v o m o n d o ” , h o r i v i s t o l a c r o c e d i g es so e
a u to g e stiti. Si r iu n isc o n o e si d iv id o n o le
corsi di i t al i ano, dovrebbero ri t rasmet t erl i
h o c o m p r e s o c i ò c h e q u e l g es t o s i g n i f i c a v a
spese
dei
come facevano pri ma. Ho i nt enzi one di moni-
per un emigrante. Mio padre arrivava da
d o c e n ti. A d e se m p io , se m p r e n e l 2 0 0 2 , a b b ia-
t orare l a programmazi one. Badal oni aveva
Sa n t a M a r i a d e l M o l i s e, è m o r t o m es i f a , a
m o r a c c o lto d u e m ila e d u e c e n to f ir m e in v ia te
propost o i nt eressant i modi fi che nel pal i nse-
ottantaquattro anni, dopo sessantotto anni
a l Min iste r o p e r l' a p p lic a z io n e d e i d ir itti.
sto e soprattutto ha chiesto l'ausilio del
d ' U r u g u a y.
madre,
N o n e r a so lo p e r il p a ssa p o r to . L o d ic o se m -
Cgi e»
Antonietta Bertone che vive in Uruguay da
p r e : il p a sssa p o r to n o n è c h e u n tito lo di
Cgi e, Com i tes e Parl am entari el etti nel l e
cinquantotto anni
v ia g g io . L e r a d ic i c o n l' I ta lia so n o r in sa ld a te
circoscrizioni estere. Ci spiega questa
fr a t e l l o e m i a s o r e l l a »
anche e soprattutto con la partecipazione
tri angol azi one?
I l v o s t ro p a t ro n a t o è t r a i p i ù a t t i v i
p o litic a e lo stu d io d e lla lin g u a ita lia n a » .
«Dobbi amo ri pensare i l Cgi e, per ora è st at o
« S e c o n d o l e i s p ez i o n i m i n i s t er i al i q u as i il
P a r lia mo pro pr io de lla ling ua .
un i nt erl ocut ore del l a nost re col l et t i vi t á con
5 0 % d e g l i a s s i s t i t i i n U r u g u ay s o n o p r a t i c h e
« So n o so d d isf a tta , l' in te r e sse p e r l' ita lia n o è
i l Parl ament o ed i l governo. . Ora che ci sono
a v v i a t e e s e g u i t e d a n o i . N el 2 0 0 2 , l 'a n n o
v ita le e d iff u so , a n c h e se n e ssu n o p a r la p iù
i parl ament ari el et t i nel l e ci rcoscri zi oni est e-
d e l l a “ g u e r r a d e i p a s s a p o r t i ” e d el l a g r an d e
d i q u a le sa r à il f u tu r o d e lla n o str a lin g u a in
re va ri pensat o i l suo ruol o di ci nghi a di t ra-
crisi, abbiamo collaborato col Consolato,
U r u g u a y. E ' u n te m a c r itic o , sa r e b b e u n e r r o-
smi ssi one,
s c e g l i e n d o l a s t r a d a o p p o s t a : i n v ec e d i r i c e-
r e im p e r d o n a b ile a b r o g a r n e l' o b b lig o , l' in-
Parl ament ari . Va ri di segnat o Anche se bi so-
vere le pratiche e stilare una graduatoria
g le se e il p o r to g h e se se r v o n o p e r il la v o r o :
gna sot t ol i neare che l e pri me propost e dei
a b b i a m o a p e r t o l e n o s t r e p o r t e e s i am o ar r i-
l' in g le se in tu tto il m o n d o e il p o r to g h e se
parl ament ari el et t i al l 'est ero sono st at e frut t o
v a t i a d a c c o g l i e r e s i n o a 1 0 0 p e r s o n e a l g i o r-
p e r c h é sia m o n e l Me r c o su r. Ma l' ita lia n o à la
del bagagl i o st ori co del Cgi e, l a nost ra ere-
no»
lin g u a m a te r n a in u n p a e se c o m e q u e sto d o v e
di t à. Ma ri pet o i l ruol o va ri pensat o e aggi or-
E i giovani della collettività italiana?
il 50% ha ascendenza italiana, tanto che
nato.
Ha n n o r a c c o l t o l ' ere d i t à d eg l i i l l u s t ri p re -
basta considerare l'enorme richiesta per i
dell'America Latina ha lavorato anche in
decessori?
corsi
quest o senso».
«Dobbiamo fare una distinzione tra la prima
Cultura,
g e n er a z i o n e d i i t a l i a n i i n U r u g u ay c h e s o ff r i-
A ssiste n z a Sc o la stic a I ta lia U r u g u a y ) , i c o r s i
v a p er i l d i s t a c c o e h a t e n a c e m en t e ce r c a t o d i
d e lla Da n te A lig h ie r i, sin o a i c o r si a u to g e sti-
sposò
del
guardarla
Sacramento.
Si
Colonia
settimana
con
mia
e s i a m o n a t i n o i : i o , mio
vive,
compreso
d'italiano:
ai
il
pagamento
dall'Istituto
corsi
del
italiano
Casiu
di
(Centro
La
di raccordo t ra i Comi t es ed i
Conferenza
dei
rappresentanti
Come sempre, hast a l uego!
la gente d’italia
CULTURA
Venerdì 23 Marzo 2007 19
Giornalisti coraggiosi
a cura di Tonino Pintacuda
D
aniele Mastrogiacomo è solo
l'ultimo di una lunga serie di coraggiosissimi giornalisti che rischiano quotidianamente la vita
per confermare quello che scrisse
George Orwell, l'autore di 1984, il
padre del “Grande Fratello” prima che lo annacquassero con l'omonimo reality: “La vera libertà
di stampa è dire alla gente ciò che
la gente non vorrebbe sentirsi dire”.Lavoro scomodo, rischioso,
terribilmente affascinante: dietro
anche il più breve dei lanci d'agenzia c'è un uomo o una donna
che crede davvero in quello che
fa.Ricordate Superman? L'alter
ego dell'Uomo d'Acciaio - Clark
Kent - decise di fare proprio il
giornalista per avere un angolo
privilegiato da cui osservare il
mondo. Dalla sua scrivania di
cronista del Daily Planet poteva
prontamente intervenire. Dietro la
citazione del mondo dei fumetti c'è
un'infinita verità: i giornalisti sono sempre in prima linea, rischiano quotidianamente la vita per
realizzare il quotidiano, quello
che Hegel chiamò “la preghiera
del laico”.Questa settimana Maura Gancitano ci racconta di due
“giornalisti coraggiosi”: il grandissimo uruguayano Eduardo Galeano e il napoletano Roberto Sav i a n o , c o s t re t t o a v i v e re s o t t o
scorta dopo il successo del suo
“Gomorra”, un libro-denuncia vivo, vero e vitale.Costantino Simonelli ci strappa un amaro sorriso
con una lettera aperta proprio a
Daniele Mastrogiacomo, una provocazione per non far dimenticare l'afflato di solidarietà che si respirava in Italia nei giorni del sequestro.
Galeano e Saviano
Le vene aperte del Sud
LA PAURA GLOBALE
(EL MIEDO GLOBAL)
Q uelli che lavorano hanno paura di perdere il
lavoro.
Quelli che non lavorano hanno paura di non trovare mai lavoro.
Gli automobilisti hanno paura di camminare e i
pedoni hanno paura di essere investiti.
La democrazia ha paura di ricordare e il linguaggio ha paura di dire.
I civili hanno paura dei militari, i militari hanno paura della mancanza di armi, le armi hanno paura della mancanza di guerre.
E' il tempo della paura.
Paura da parte della donna della violenza dell'uomo e paura da parte dell'uomo della donna
senza paura.
Paura dei ladri, paura della polizia.
Paura della porta non chiusa a chiave, del tempo senza orologi, del bambino senza televisione,
paura della notte senza pastiglie per dormire e
paura del giorno senza pastiglie per stare svegli.
Paura della moltitudine, paura della solitudine,
paura di ciò che fu e di ciò che potrà essere, paura di morire, paura di vivere.
(Tratto da "Le labbra del Tempo" di Eduardo
Galeano - Sperling & Kupfer)
MauraGancitano
Gancitano
didiMaura
D a q u a l c h e s e tti ma n a s i t r o v a i n
tutte le librerie
d'Italia, nel banco delle novità.
Chi non conosce
il suo autore potrebbe pensare
che si tratti di un
libro
appena
scritto. In realtà,
nonostante sia ancora oggi un testo
di grande importanza, “Le vene
aperte dell ' A me ri c a
Latina”, capolavoro di
Eduardo Galeano da poc o ri s t a m p ato da Sperling e Kupf e r, u s c ì n e l
1971, prima
ancora delle
dittature di
Pinochet e
Vi d e l a . S i
tratta di una
p o d e ro s a a c -
cusa dello sfruttamento dell'America Latina da parte di
poteri stranieri a partire dal
X V se c o lo a i g io r n i n o str i.
UN LIBRO PERICOLOSO
F u c o n sid e r a to u n lib r o p e r icoloso, che fruttò al suo autore una notorietà internazionale, di cui gode ancora oggi,
ma che lo costrinse a fuggire prima
d a ll' U r u g u a y e p o i d al l 'Argent i na,
p e r t r o v a r e i n f i n e r i f u g i o i n S p ag n a . U n lib r o sc r itto senza paura,
col coraggio proprio solo di chi
a m a la v e r ità e c h e , per l a propri a
terra e il proprio popolo, è disposto
a r in u n c ia r e a lla lib e r tà.
LAPREFAZIONE DI ISABELALLENDE
Leggiamo dalla prefazione di
Isabel Allende: “Galeano denunci a l o sfrut t ament o con i nfl essibi l e feroci a, eppure i l suo l i bro
è quasi poetico nelle descrizioni
che dà del l a sol i dari et à e del l a
capaci t à umana di sopravvi vere
al l e pi ù at roci depredazi oni . C'è
una forza misteriosa nella narrazione di Galeano. Usa la sua
art e per i nt rodursi nel l a pri vacy
del l a ment e del l et t ore, persuaderlo a leggere e continuare fino
al l a fi ne, a soccombere al fascino del l a sua scri t t ura e al vi gore del suo i deal i smo. [...] Le vene apert e del l 'Ameri ca Lat i na è
un i nvi t o a espl orare di et ro l 'apparenza. Le grandi opere l et t erarie come questa svegliano la
c o s c i e n z a , r i u n i s c o n o l e p e r s one, interpretano, spiegano, denunciano, documentano e provocano cambi ament i ".
LO STILE DI GALEANO TRA
G I O R N A L I S M O E N A R R AT I VA
Una grande opera letteraria, quindi,
oltre che giornalistica. In questo
modo il giornalista uruguayano cerca di risvegliare le coscienze dei
latinoamericani, anche di quelli che
non hanno una grande cul t ura, che
20
Venerdì 23 Marzo 2007
non sono abituate a documentarsi
su i p r o b l e m i d e l p r o p r i o p ae s e .
GA L E A N O : R A R O E S E M P I O
D I I N TE LL E T T U A L E
Quello di Galeano per l'America
Latina è un amore incondizionato, è
c o m e s e g r i d a s s e “ S v e g l i a t ev i ! ” ai
suoi abitanti, ma allo stesso tempo
provasse una grande compassione
p e r l o r o , e u n a g r an d e am m i r az i o n e
pe r l a l o r o c a p a c i t à d i an d a r e a v a nt i n o n o s t a n t e t u t t o . U n s e n t i m en t o ,
questo, proprio di tutti i popoli del
Sud.
IL CASO DI ROBERTO SAVIANO
P a r l a n d o d i G a l e a n o , v i en e s u b i t o
i n me n t e u n a l t r o ca s o , c h e q u al ch e
me s e f a h a r i e m p i t o i g i o r n al i i t al i a n i . N e l s u o l i b r o d 'e s o r d i o , “G o mo rr a ” , i l g i o v a n i s s i m o g i o r n al i s t a
di Napoli Roberto Saviano ha inf a t t i p a r l a t o d i v i c e n d e c a m o r r i s t iche. Per questo motivo, il suo libro
è s t a t o c o n s i d e r a t o p e r i c o l o s o d ag l i s t e s s i c a m o r r i s t i , c h e h an n o m in a c c i at o i l g i o r n al i s t a e p o r t at o i l
M i n i s t r o d e l l ' I n t e r n o a c o n c e d e rg l i
una scorta. Anche in questo caso,
s i t r a t t a d i u n l i b r o ch e ce r c a e ch e
riesce a risvegliare le coscienze. Lo
h a n n o l e t t o i r a g a z zi n i d e i q u ar t i eri della periferia di Napoli, che non
a v e v a n o m a i t e n u t o u n l i b r o i n m an o , è s t a t o l e t t o n e l l e s cu o l e d i t u tt o i l S u d I t a l i a , c h e s o ff r e d e i m edesimi problemi, lo hanno letto i
ragazzi del Nord, così lontani da
u n a re a l t à c o m e q u e l l a n ap o l et an a .
IL CORAGGIO
D I R A C C O N TA R E L A V E R I TA '
È forse questo, più di ogni altra cos a , c h e u n i s c e l e f i g u r e d i G a l ea n o
e S a v i a n o e f a d i “L e v e n e a p e r t e
d e l l ' A m e r i c a L a t i n a ” e d i “G o m o rra” due libri importanti: la voglia di
verità, il coraggio di raccontarla,
l'amore per il proprio paese ma, soprattutto, la capacità di svegliare le
coscienze.
la gente d’italia
BIOGRAFIE
E d ua r do G a le a no
E d u a rd o Ge rmá n Hu g h e s G a le a n o , è n a to a Mo n te vi d eo il 3 se tte m b re d e l 1 9 4 0 . A 1 4 a n n i c o min c ia
a l a vo ra re c o me v ig n e ttista e , q u a lc h e te mp o d o p o
a p u b b l i c a re a r t i c o l i . C o m e m o l t i s c r i t t o r i s u d a m e r i ca n i, p rim a d i a p p ro d a re a lla fa m a , fa u n p o '
di tutto: il cassiere, l'operaio in una fabbrica di ins et t i cid a , . D iv e n ta p o i re d a tto re c a p o d e lla riv ista
M a rc h a , a lla q u a le c o lla b o ra v a a n c h e Ma rio B en ed e tti e n e l 1 9 6 4 G a le a n o è d ire tto re d e l q u o tid i a n o E p o c a . N e l 1 9 7 1 p u b b lic a “Le v e n e a p e rte
d el l 'A me ric a La tin a ”, u n 'o p e ra fo n d a m e n ta le p e r
capire le amarezze e le traversie del continente suda m e r i c a n o , d a s e m p re i l “ c o r t i l e d i c a s a ” d e g l i
S t a t i Un iti. L'o p e ra v ie n e tra d o tta in d ic io tto ling u e e fru tta a ll'a u to re la n o to rie tà in te rn a zio n a le .
N el 1 9 7 3 , d o p o il g o lp e , d e v e fu g g ire ; tro v a rip a ro i n A rg e n tin a , d o v e fo n d a e d irig e u n a riv ista ,
Crisis, che raggiunge una vastissima diffusione e a
cu i co lla b o ra fra g li a ltri il p o e ta J u a n Ge lm a n .
Q u a n d o n e l 1 9 7 5 J o rg e Vid e la re sta u ra la d itta tura n e l P a e se , Ga le a n o , me sso su lle liste n e re , d e v e
r i p a r a re in S p a g n a , u n a S p a g n a c h e si a p p re sta v a
a diventare democratica; lì collabora a riviste spag n o l e , c o n u a n ra d io te d e sc a e u n a c a n a le te le v isivo m essic a n o . I n S p a g n a sc risse “G io rn i e n o tti d i
a m o re e d i g u e rra ” su i d iffic ili g io rn i in A rg e n tina e Uruguay e cominciò il cammino che lo porterà
a s cr iv e re “Me mo ria d e l fu o c o ”, u n a trilo g ia c o m p o s t a e p u b b lic a ta fra il 1 9 8 2 e il 1 9 8 6 , u n e sa us t i vo a ffre sc o d e lla sto ria la tin o - a me ric a n a d a ll'ep o ca p re c o lo mb ia n a a i n o stri g io rn i. N e l 1 9 8 5 , c ad u t a la d itta tu ra , E d u a rd o G a le a n o p u ò fin a lm e n t e t o r n a re in p a tria e n e l 1 9 8 8 p u b b lic a “I l lib ro
degli abbracci”, un'opera più sottile e intimista
d el l a p re c e d e n te . S e g u o n o i lib ri “P a ro le in c a mm i n o ” ( 1 9 9 3 ) , “S p le n d o ri e mise rie d e l g io c o d e l
calcio” (1995), “A testa in giù - la scuola del mond o a l la ro v e sc ia ” ( 1 9 9 8 ) , c o n i q u a li l'a u to re c o n t i n u a la su a a p p a ssio n a ta lo tta p e r u n m o n d o se n za più ingiustizie e sperequazioni, fra popoli e pers o n e c h e h a n n o tu tto e mo lto p iù d i tu tto e q u e lli
ch e no n h a n n o n e mme n o l'e sse n zia le . F a e c c e zio n e
“ S p l e n d o ri e m ise rie d e l g io c o d e l c a lc io ”, in c u i
G a l ea n o , c h e d a p ic c o lo v o le v a d iv e n ta re c a lc ia to re ( e sa n to ) , e n tra a fa r p a rte d i q u e lla sc h ie ra d i
n a r r ato ri c h e h a n n o p o e tizza to e e sa lta to in le tteratura il gioco del calcio. Nel 1999 è stato insignito
d e l P re m i o p e r l a l i b e r t à c u l t u r a l e d e l l a F o n d a z i o n e La n n a n .
Roberto Savi ano
Roberto Saviano (Napoli, 1979), scrittore italiano.
N e i suoi scri t t i , art i col i e nel suo l i bro usa l a l et te r at ura e i l report age gi ornal i st i co per raccont are l a re a l t à e c o n o m i c a , d i t e r r i t o r i o e d ' i m p re s a
d e ll a Camorra e del l a cri mi nal i t à organi zzat a i n
genere. Si è laureato in Filosofia all'Università deg li St udi di Napol i "Federi co II", dove è st at o allie vo del l o st ori co meri di onal i st a Francesco Barb a g a l l o . F a p a r t e d e l g r u p p o d i r i c e rc a t o r i d e l l'Osservat ori o sul l a Camorra e l 'Il l egal i t à e col l ab o ra con L'Espresso. Suoi raccont i e report age son o apparsi su Nuovi Argoment i , Lo St rani ero, Nazio ne Indi ana, Sud, e si t rovano i ncl usi i n di verse
a n t ol ogi e f ra cui Best Of f . Il megl i o del l e ri vi st e
le tt erari e i t al i ane (M i ni mum Fax 2005), e Napol i
comincia a Scampia (L'Ancora del Mediterraneo
2 0 05). Nel 2006 per i l romanzo Gomor ra gl i vi ene
ric onosci ut o i l Premi o Vi areggi o, i l Premi o Gi ancarlo Siani e il Premio Stephen Dedalus. Il ministro
dell'interno Giuliano Amato gli ha conferito una
sc ort a e l o ha caut el at i vament e port at o l ont ano da
N a pol i . Gomor ra di Robert o Savi ano di vent erà un
film con l a regi a di M at t eo Garrone.
Venerdì 23 Marzo 2007 21
la gente d’italia
Caro Mastrogiacomo, per favore, tornatene in Afghanistan
di Costantino Simonelli
lo poi, meno male che
M a non da giornalista
sfoga lì le sue rabbie,
d'assalto, eh… ci man-
che è ut i l e. Se st esse i n
c her e b b e a l t r o . N o , p r o-
It al i a, i ncendi erebbe l e
prio da rapito, questo in-
aut o di l usso al l e mani-
te n d o . R i a v v o l g i t i i l n a-
fest azi oni .
stro di questi ultimi
Oh, ma t i rendi cont o…
quindici giorni, manda
è un fat t o propri o uma-
indietro la moviola e
nitario… dei tre rapiti
tornatene dai tuoi tale-
l 'uni co che s'è sal vat o è
ba n i .C h e , n o n s o s e s ar à
il giornalista italiano;
m e g l i o p e r t e , m a d i s i-
che discriminazione è
curo è meglio per tutti
questa? Gli altri due
gli altri, a conti fatti,
non sono pure l oro fi gl i
pe r l a n a z i o n e i n t e r a .
di mamma? Poi di ce l a
D'altra parte, siccome
si ni st ra ugual i t ari a..”
gio r n a l i s t a s e i e s a i c a-
Capito, Daniele?! Tu
pir e c o m e v a n n o q u e s t e
adesso che sei tornato
c os e , l o h a i v i s t o a n c h e
hai riabbracciato mo-
tu quello che è succes-
gl i e, fi gl i , ami ci , cono-
so.
scenti, le massime auto-
Durante i giorni della
ri t à del l o st at o. Hai ab-
tua p ri g i o n i a , i l b e l p a ese tutto s'è infervorato di sdegno e di umana
piet à p e r i l t u o c a s o .
S i è r i s p o l v e r a t o e r i m e s s o a l u c i d o i l ca r r o zz on e - g i à p u r t r o p p o b en s p e r i m e n t at o e c a r i co
di “ d e j à v ù ” - d e l l a c o m m ed i a d el l ' a r t e al l ' i t alia n a e s i è a l l e s t i t o e m an d a t o i n o n d a e n e l l e
piaz z e l o s p e t t a c o l o d el “ L i b e r a t el o ”.
P o p o l o , p o l i t i c a e m a s s m e d i a a g r i d ar e p r i m a
e a c o n f a b u l a r e a b a s s a v o ce p o i ( ci s o n o i t emp i d e l l a p r o t e s t a , p o i q u e l l i d e l l a m e d i az i o n e e
p o i q u e l l i d e l l a t r a t t a t i v a i n d i r i t t u r a d 'a r r i v o ,
del “ssstttt, silenzio, sennò sul più bello va tutt o a p u t t a n e ” ; i l b u o n c o p i o n e è s em p r e l o s t e sso) t u t t i c o n c o r d i v e r s o l a m et a c o m u n e. U n a
sorta di miracolo che pacifica la nazione con dispositivo a timer e che va in funzione, pare, so lo i n d u e o c c a s i o n i n e l n o s t r o p a e s e : q u a n d o ,
a pp u n t o , s i r a p i s c e u n c i t t ad i n o i n t er r i t o r i o d i
guerra e quando si vincono i mondiali di calcio.
Q ua n d o s e i s t a t o l i b e r a t o , t u t t i v o l ev a n o p a r l are con te, abbracciarti, magari solo toccarti, com e s e p i u t t o s t o c h e u n m i r a c o l at o , t u f o s s i u n
miracoloso, cioè, in qualche modo possessore di
pot e ri m a g i c i .
Curiosa la prima foto di te libero che hanno
m a n d a t o l e a g e n z i e . A p p a r i co n t u r b an t e e s a i o
talebano e mentre quella scimmia umanitaria di
Gino Strada ti si aggrappa al collo in segno
d' a ffe t t o , t u i n u n a m a n o h a i l a s i g ar e t t a a c c es a e c o l l ' a l t r a t i e n i i l t el ef o n i n o a t t a c c a t o a ll ' o r e c c h i o . E s e m p l a r m en t e i b r i d o c o m e a p p a r iv i i n q u e s t a p r i m a i m m ag i n e, p a r e v a ch e D i o e
A ll a h i n s i e m e s t e s s e r o b en e d i ce n d o l a t u a l i b e-
bracciato anche quelli
r a z io n e .
E , p e r la v e r ità , p e r tr e o q u a ttr o o r e d ' o r o lo g io
che non t i sarest i sognat o di abbracci are mai i n
a n c h e l' I ta lia in te r a l' h a b e n e d e tta .
tutta la tua vita e mai avresti abbracciato se
Ma già col calar della sera, all'ora che è dei
non fossi st at o così curi oso e st ronzo da anda-
“ Ma tr ix ” e d e i “ Po r ta a p o r ta ” d a lle p o ltr o n e
re dove è chi aro che t i pot evano prendere e cu-
su c c e d a n e e d i q u e lle p a r la m e n ta r i ( o è il c o n-
ci nart i a dovere i n un ri cat t o di port at a mon-
trario?) gli oracoli del tutto va bene e quelli
di al e.
del tutto va male cominciavano a sferruzzare le
Non so quanto tu, anche lontanamente, ti sia
lo r o tr a m e f a tte d i d u b b i e d i d istin g u o .
sent i t o eroe ment re facevi i l t uo mest i ere. Non
E la eco degli oracoli, il giorno dopo su tutti gli
so neppure se nei gi orni del l a pri gi oni a, quel l i
organi di informazione, in tutti i talk show smu-
del l 'i ncert ezza hai pensat o che pot evi st ar di-
ta n d a ti m a c o n c r a v a tta e d o r o lo g io d a b e n p e n-
ventando un eroe o, almeno, punto di riferi-
sa n ti, e p o i, n a tu r a le d e stin o d ' u n f iu m e in p ie-
ment o d'una nazi one.
n a c h e tr a c im a , n e i b a r e p e r la str a d a .
Io penso che, almeno nei nostri tempi e nella lo-
“ Ma q u a n to c i è c o sta to ? C in q u e ta le b a n i lib e-
ro frenetica approssimazione di significato, esi-
r a ti… u n o , p o i … u n m a le d e tto a ssa ssin o ” .
st ono due t i pi di eroi . Quel l i a t empo e quel l i
Ga sp a r r i l' h a d e tta g iu sta , n o i a b b ia m o p a g a to
immortali. Quelli immortali bisogna che muoia-
so ld i le a ltr e v o lte , m a m a i c h e a b b ia m o f a tto
no. Da vi vi , sono a scadenza, come una confe-
liberare assassini. E D'Alema, sempre mezzo
zi one di l at t e fresco . E i l l at t e fresco, dopo l a
stizzito e mezzo condiscendente con la Rice,
scadenza, fa aci do.
c h e p o r ta a v a n ti la te si c h e p iù g li r o m p ia m o i
Perci ò, se t u t i deci di di ri avvol gere i l nast ro e
coglioni e più siamo amici degli Americani?
t orni dai Tal ebani , i o credo che quest i , avran-
Ma ssì, n o i ita lia n i, d ic ia m o c e lo , sia m o i so liti
no tutti i difetti del mondo (dai, chiamiamoli di-
tr a ff ic o n i, e p u r e m e lo d r a m m a tic i; v e d i se tr a t-
fetti) ma sono meno chiacchieroni di noi italiani
ta n o g li a ltr i, la Me r k e l; q u e lla sì c h e h a il p o l-
e vi t a e un po' di durat uro ri spet t o non t e l o ne-
so f e r m o , e è d o n n a , m a n o n p e r n ie n te è te d e-
gheranno.
sca. E' chiaro che di questo passo, quelli, quan-
A noi , per favore, l asci aci l i berament e concen-
d o v o g lio n o o tte n e r e q u a lc o sa … è c h ia r o c h e
t rare sul l a quest i one del l e fot o di Si rcana.
c h i r a p isc o n o … u n ita lia n o . Ma tu h a i v isto i
Che poi, sai, le morti civili, in questa nostra Ita-
n o str i se r v iz i se g r e ti? N' se r v o n o a u n c a z z o !
l i a at t i zzano l a gent e come si fosse ancora al
Me ssi d a p a r te . I l m in iste r o d e g li e ste r i d a n o i
Col osseo, ai t empi dei Romani , l o sbranamen-
è E m e rg e n c y e d h a v o g lia Mo r ta d e lla a p r e n-
t o ci eco dei l eoni .
d e r si i m e r iti… se n o n c ' e r a G in o Str a d a . Qu e l-
Lunedì 26 Marzo 2007 5
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
Il nuovo mondo di Nello Calandra
Addio alle forbici per tele e pennelli
di Tonino Pintacuda
Leggo e rileggo la scheda nel catalogo d'arte
“Conozcamos forjadores del Uruguay” ma non
ci credo che Nello Calandra è nato il 4 settembre
del lontanissimo 1929, lo stesso anno del venerdì
nero della Borsa di Wall Street che diede avvio
alla Grande Depressione.
Questo siciliano arrivato qui il 15 agosto del 1951
dalla natia Sicilia, ha speso una parte della sua
affascinante vita a fare ancora più belle le donne
di Montevideo che prenotavano con almeno un
mese d'anticipo le forbici di Nello e suo fratello
Pippo.
Ma questo è ormai alle spalle di questo energico,
dinamico e giovane settantasettenne d'assalto che
ha dedicato la sua strepitosa terza età all'arte con
risultati strabilianti.
SANT'IGNAZIO Il vostro cronista di Gente
d'Italia l'ha incontrato nel suo atelier. E, lasciatemelo dire, in quel paradiso di tele e pennelli sono
rimasto folgorato
dalla bellezza che
irradia
il
Sant'Ignazio
di
Loyola, realizzato
da Nello in seguito
alla richiesta di
Padre Tuya della
Parrocchia Rassell
y Rius per il cinquecentesimo anniversario della nascita
del fondatore della
Compagnia
di
Gesù.
Io con i Gesuiti ci
sono
cresciuto,
nella villa San
Cataldo della mia
Bagheria, la città
delle ville a tredici
chilometri
da
Palermo. E di ritratti di Sant'Ignazio ne avrò ammirati almeno un
centinaio ma mai uno così soave e al tempo stesso solenne.
POESIAIN PITTURALo stesso Nello ci spiega
l'origine del ritratto: «Il parroco Tuya, che ha spo-
sato due dei
miei figli, nel
1996
in
occasione
dei cinquecento anni
dalla nascita
d
i
Sant'Ignazio
mi chiese di
realizzare un
ritratto del
Santo. Lessi
e rilessi la
vita
di
Sant'Ignazio e avevo già rifinito un ritratto che
ricalcava l'impianto iconico tradizionale. Ma non
mi convinceva. Poi la svolta, guardando e riguardando la riproduzione di una statua di
Sant'Ignazio. Ho cercato di addentrarmi nel per-
sonaggio. Spero d'esserci riuscito».
Ma il ritratto di Sant'Ignazio è in buona compagnia: tutta una serie di tele accarezzano un mondo
metafisico con mandolini che danzano con limoni deformati, un ritratto del celeberrimo Charlot
con il monello, barche e volti in un azzurro che
incanta.
LA FONTE DELL'ETERNA GIOVINEZZA
Non ho potuto evitare di chiedere a Nello il segreto della sua “eterna giovinezza”.«Da sempre ho
giocato a tennis per il corpo e a scacchi per la
mente. E cerco di tenermi in allenamento con
lunghe passeggiate serali lungo la Rambla di
Montevideo. Non fumo. Mangio poco e ogni
momento è buono per un esercizio fisico: perfino
dopo la doccia mattutina cerco di rendere prolifico il rito dell'asciugatura piegandomi sulle ginocchia e frizionandomi le gambe in un benefico
massaggio. Poi ho realizzato una corda per saltare nella stanza da bagno, serie da cinquanta sal-
telli che mantengono flessibili le articolazioni. Ho
una mia teoria sulla forma fisica»
Ce la spiega?
«Certamente. Il trenta per cento della nostra vita
è segnato dal patrimonio genetico ma abbiamo
un buon settanta per cento di cui gli unici responsabili siamo noi. Tutti i movimenti sbagliati che
facciamo durante la giornata nel corso degli anni
possono danneggiare seriamente la nostra spina
dorsale. Basta un minimo d'attenzione e trasformare alcuni semplici accorgimenti nella postura
in piacevoli abitudini»
Con la bella storia di questo arzillo pittore settantasettenne che fu famosissimo parrucchiere e
membro attivo dell'”Orden del Cabellero del
Coiffure” con tanto di medaglia d'onore e titolo di
Commendatore, vi dico, come sempre, hasta
luego
6
Mercoledì 28 Marzo 2007
DIARIO URUGUAYANO
la gente d’italia
La bella e semplice fede dei primi italiani in Uruguay
per mantenere vivo l'affetto verso la madre Patria
di Tonino Pintacuda
Nel suo libro di memorie “Recuerdos y Cronicas de
non pochi uomini del nostro tempo,
apparentemente così ottimistico,
sono dell'avviso che ogni incontro
rimane in superficie, che nessun
uomo ha accesso all'ultima e vera
profondità dell'altro e che quindi nel
fondo ultimo di ogni esistenza giace
la disperazione, anzi l'inferno. JeanPaul Sartre ha espresso questo praticamente in un suo dramma e nello
stesso tempo ha esposto il nucleo
della sua dottrina sull'uomo. Una
cosa è certa: si dà una notte nel cui
buio non penetra alcuna parola di conforto, una porta che
noi dobbiamo oltrepassare in solitudine assoluta: la porta
della morte. Tutta l'angoscia di questo mondo è in ultima
analisi l'angoscia provocata da questa solitudine. Per
questo motivo nel Vecchio Testamento il termine per
indicare il regno dei morti era identico a quello con cui si
indicava l'inferno:
sheol. La morte infatti è solitudine assoluta. Ma quella
solitudine che non può essere più illuminata dall'amore,
che è talmente profonda che l'amore non può più accedere ad essa, è l'inferno.
"Disceso all'inferno" - questa confessione del Sabato
santo sta a
significare che Cristo ha oltrepassato la porta della solitudine, che è disceso nel fondo irraggiungibile ed insuperabile della nostra condizione di solitudine. Questo sta
a significare però che anche nella notte estrema nella
quale non penetra alcuna parola, nella quale noi tutti
siamo come bambini cacciati via, piangenti, si dà una
voce che ci chiama, una mano che ci prende e ci conduce. La solitudine insuperabile dell'uomo è stata superata
dal momento che Egli si è trovato in essa. L'inferno è
stato vinto dal momento in cui l'amore è anche entrato
nella regione della morte e la terra di nessuno della solitudine è stata abitata da Lui: nella sua profondità l'uomo
non vive di pane, ma nell'autenticità del suo essere egli
vive per il fatto che è amato e gli è permesso di amare.
Nessuno può misurare in ultima analisi la portata di queste parole: "disceso all'inferno". Ma se qualche volta ci è
dato di avvicinarci all'ora della nostra solitudine ultima,
ci sarà permesso di comprendere qualcosa della grande
chiarezza di questo mistero buio. Nella certezza sperante
che in quell'ora di estrema solitudine non saremo soli,
possiamo già adesso
presagire qualcosa di quello che avverrà. Ed in mezzo
alla nostra protesta contro il buio della morte di Dio
cominciamo a diventare grati per la luce che viene a noi
proprio da questo buio.
Antaño”, il cronista uruguayano Romulo F. Ross narra la
storia di Martin Ferreri, un bambino italiano arrivato da
poco a Canelones che si rifiutava di ripetere il sillabario
con il quale si cercava di insegnare l'alfabeto. La spiegazione era semplice: nel “Colegio de las Franco” l'alfabeto era una monotona ripetizione della lettere a cui si premetteva per rinsaldare la morale il nome di Cristo:
«Cristo A, Cristo B, Cristo C...». Il rifiuto del giovanissimo immigrato era ovviamente dovuto alla formazione
religiosa familiare, tanto che la maestra dovette spiegare
alla maestra che in italiano l'interiezione “Cristo!” equivale a una bestemmia, per aver nominato invano il nome viceparroco della cattedrale di Montevideo, padre
Guarratelli, che parlava in genovese stretto e faceva rabdel Redentore.
In questo mirabile aneddoto si ritrova in filigrana tutta la brividire la chiesa con i suoi “orremus” (sic!) e il parrosemplice devozione degli italiani arrivati in Uruguay alla co del Reducto, Juana Bautista Cuneo che i pronunciava
i suoi sermoni per metà in napoletano e per metà in catfine dell'Ottocento.
Subito seguiti da esponenti di vari ordini religiosi per tivo spagnolo.
«mantener viva nel cuore degli italiani la fede cattolica e Commuove la semplicità di questi santi uomini, partiti
con esso il sentimento di nazionalità e l'affetto verso la “alla garibaldina”, certi del sostegno della religiosità
madre patria», come recitava il motto della Società di semplice degli italiani sbarcati sulle rive del Rio de la
Plata, fatta di quei catechismi semplici e devotamente
protettorato dell'emigrazione.
Soprattutto va considerato - come nota lo storico Carlos ingenui. Con tutte quelle preghiere ad hoc che aiutano a
Zubillaga nel suo saggio “Religiosità, devozione popola- vivere meglio, non è un caso se la Madonna scelse di
re e immigrazione italiana in Uruguay” - “il carattere apparire nella grotta di Lourdes alla pastorella
portuale della capitale dello stato, Montevideo, porta Bernadette.
d'ingresso delle nuove correnti demografiche e delle idee
di cui erano portatrici, esso contribuì a sumare l'inciden- Per i nostri lettori offriamo una meditazione per la
za della chiesa cattolica, dal momento che già negli anni Settimana Santa. Un testo giovanile di Papa
quaranta del secolo XIX fu fondato un tempio anglicano, Benedetto XVI che parla dell'angoscia profonda insia sottolineare la forte presenza degli interessi britannici ta nell'animo umano, ma anche della Grazia risananell'economia e nella politica del paese”. Ciò nulla toglie trice dell'Amore.
****
alle intuizioni del primo vescovo di Montevideo, Jacinto
Vera, che compresel'importanza dell'apostolato nelle Se un bambino si dovesse avventurare da solo nella notte
buia attraverso un bosco, avrebbe paura anche se gli si
campagne, a discapito della sempre più laica capitale.
Ed eccoci al punto focale: il legame strettissimo che pro- dimostrasse centinaia di volte che non ci sarebbe alcun
prio in quegli anni legò l'anticlericalismo al lento proces- pericolo. Egli non ha paura di qualcosa di determinato, a
so dell'unificazione italiana. La storia da sempre resta cui si può dare un nome, ma nel buio sperimenta l'insimaestra di vita: ecco che intravediamo l'attualità della curezza, la condizione di orfano, il carattere sinistro deldiscussione sui Dico. Quasi nulla è cambiato ma molti l'esistenza in sé. Solo una voce umana potrebbe consoetichettano come ingerenze le belle parole sulla famiglia larlo, solo la mano di una persona cara potrebbe cacciare
via come un brutto sogno l'angoscia. Si dà un'angoscia pronunciate di recente dal Papa Benedetto XVI.
Ritorniamo al passato. Molti sacerdoti italiani arrivarono quella vera, annidata nelle profondità delle nostre solitua Montevideo per un semplice dato oggettivo: la sovrab- dini - che non può essere superata mediante la ragione,
ma solo con la presenza di una persona che ci ama.
bondanza di religiosi in Italia e l'assenza in Uruguay.
Sino ad arrivare al caso esemplare - raccontato sempre da Quest'angoscia infatti non ha un oggetto a cui si possa
Carlos Zubillaga - di otto sacerdoti uniti da vincoli di dare un nome, ma è solo l'espressione terribile della
parentela, catena migratoria inaugurata da Antonino nostra solitudine ultima. Chi non ha sentito la sensazione
D'Elia, parroco del Reducto a Montevideo. E poi Cataldo spaventosa di questa condizione di abbandono? Chi non
D'Elia, Antonino D'Elia il giovane, Vincenzo D'Elia, avvertirebbe il miracolo santo e consolatore suscitato in
Giuseppe Antonio Vincenzo D'Elia, Raffaele Falce e questi frangenti da una parola di affetto? Laddove però si
ha una solitudine tale che non può
Antonino Falce.
Joseph RATZINGER, «Sabato santo», in Karl RAHMuniti di buona volontà, questi santi uomini cozzarono essere più raggiunta dalla parola trasformatrice dell'amo- NER - Joseph RATZINGER, Settimana santa,
re, allora noi parliamo di inferno. E noi sappiamo che
contro l'ostacolo linguiBrescia, Queriniana, 1999
stico. Leggiamo nel sag(V edizione), 78-79.
gio citato: “l'ignoranza
L'edizione originale dello
dello spagnolo inibì un
scritto è: Joseph RATZINrapido inserimento nella
GER, Meditationen zur
società
uruguayana,
Freising,
Uruguay.L'appuntamento è fissato per domani Karwoche,
soprattutto nelle parrocKyrios Verlag, 1969.
uciano Neri, consigliere politico del Vice
sera, 29 marzo, alle 20.30 nella Casa degli
chie di campagna o in
aree cittadine ad alta con- Ministro Danieli, Vice coordinatore del Italiani di Montevideo per un incontro che si svolcentrazione di creoli Dipartimento italiani nel mondo della Margherita, gerà sotto lo slogan "La Margherita incontra la
e consigliere del Cgie, parlerà del Partito
urbani”.
comunità"
Per completezza storica Democratico
ai
connazionali
in
riportiamo il caso del
Luciano Neri parlerà del Partito Democratico
domani sera alle 20,30 alla Casa degli Italiani
L
4
Lunedì 2 Aprile 2007
DIARIO URUGUAYANO
la gente d’italia
Al via la 64.ma Vuelta del Uruguay
Da un estremo all'altro del Paese
di Tonino Pintacuda
C entoventiquattro
ciclisti
correranno sino alla domenica
di Pasqua percorrendo in totale 1415 chilometri divisi in
dieci tappe che abbracceranno
l'intero paese e i suoi 19
Dipartimenti. È
l a “ Vu e l t a d e l
Uruguay”,
la
più antica delle
competizioni
ciclistiche
di
tutto
il
Sudamerica. La
prima edizione
risale al 1939 e
fu vinta da
Da quest'anno
per aumentare il livello della
prestazione e l'attenzione del
continente, ogni squadra potrà
accogliere un corridore non
uruguayano.
L'allenamento
dura da un anno per riuscire a
indossare l'agognata maglia
oro dell'ultima tappa, con la
finalissima che si svolgerà
domenica
8
aprile
nel
Ve l o d r o m o
Municipale
di
Montevideo.
Alla partenza i pronostici
davano per favorito l'argentino
Guillermo Brunetta, trionfatore dell'edizione precedente.
Altri papabili sono l'uruguaya-
n o M i l t o n Wy n a n t s , m e d a g l i a
d'argento a Sidney 2000 per la
prova su pista, e il cubano
Daniel Fuentes del club Cruz
Azul
Le tappe
- Prima: Canelones y Durazno
(142 km) _- Seconda: Durazno
- P a s o d e l o s To r o s ( 1 5 2 k m )
_ - Te r z a : P a s o d e l o s To r o s Ta c u a r e m b ó ( 1 4 3 k m )
_ - Q u a r t a : Ta c u a r e m b ó
- Salto (182 km)
_Quinta:
Salto
P a y s a n d ú ( 11 8 k m ) _ Sesta: Paysandú - Fray
Bentos
(118
km);
_“contrarreloj”
Fray
Bentos - Mercedes (30
km)
_Settima:
Mercedes
Carmelo
(158 km)
_- Ottava:
Carmelo - San José
(163 km) _- Nona: San
J o s é - Tr i n i d a d ( 1 3 0 k m )
_Decima:
Sarandí
Grande - Montevideo
(155 km).
Classifica generale
.1.- Esteban Juckich (33 San
José-URU)
6h 13'38''. _.2.Wi l d e r M i r a b a l l e s ( C r u z d e l
Sur-URU)
6h 13'50''. _.3.C l a u d i o F l o r e s ( Vi l l a Te r e s a URU)
6h 13'50''. _.4.Néstor
Aquino
(Unión
Ciclista-URU)
6h 13'59''.
_ . 5 . - M a r i a n o Ve c i n o ( M i s m o s
Colores-URU)
6h 14'03''.
EFE
4
Martedì 3 Aprile 2007
DIARIO URUGUAYANO
la gente d’italia
La saggezza che viene dall'Oceano
aspettando che la vita ricominci
di Tonino Pintacuda
Q
uesti giorni di pioggia
danno un senso nuovo agli ultimi scampoli di questo mio spero primo e non unico - sogg i o r n o i n U r u g u a y. D o p o q u a s i
tre mesi sono affascinato dalla
multiforme
realtà
italouruguayana. Ho accumulato storie
bellissime che meriterebbero
approfondimenti.
Ripenso
al
cavalier
Costanzelli, al Console Pala, a
Filomena Narducci, alle lucide
riflessioni
del
direttore
dell'Istituto Italiano di Cultura
Angelo Manenti, ai preziosi
consigli e all'impegno quotidiano della Presidente della
Dante Alighieri Renata Gerone,
ai
bei
quadri
di
Nello
Calandra, al Circolo di Bacco,
ai sorrisi belli e sinceri dell'avvocato Gianni Raso....
TUTTI LORO COLLABORANO
PER TENER VIVE LE RADICI.
In questa Settimana Santa coincidente
nel
laicissimo
Uruguay con la Settimana del
Turismo - regna un clima
sospeso e irreale. La pioggia
concede brevi soste, tanto per
ricordarci che c'è ancora il sole
al di là delle nuvole.
SINO AL NOVE APRILE LA VITA ASPETTA.
Gli Orientales beneficiano di
una lunghissima vacanza per
poi affrontare a testa alta nove
ininterrotti mesi di lavoro. E io
ch'ero abituato a provvidenziali “ponti” spezza-routine passati magari in soste interminabili nelle autostrade d'Italia
scopro un nuovo modo di
affrontare la vita.
Me l'avevano detto: non capirai
niente dell'Uruguay sino a
quando continuerai a fare paragoni con l'Italia. E siccome
non mi piace persistere nell'errore, ho smesso di fare similitudini da un paio di mesi.
DAALLORAIN POI TUTTO M'È DIVENTATO
UN PO' PIÙ CHIARO. S a r ò a l l ' u n p e r
cento di quel grande libro che è
questo Paese, ho letto volumi
impolverati, guardato estasiato
le foto dell'Uruguay visto dal
c i e l o , l e t t o e r i l e t t o l a “ Ti e r r a
Purpurea” di Hudson e le peripezie del protagonista Stephen
Lamb.
Ho scoperto storie bellissime,
incomparabili con tutte quelle
snocciolate da tutti i libri che
ho potuto leggere.
Questa settimana il “diario
uruguayano”
lo
dedico
ad
approfondire. Una pausa che
dona senso alla strada fatta e a
quella ancora da percorrere.
INIZIAMO CON UNA SEGNALAZIONE: il progetto “Ites Occupazione e Sviluppo degli
Italiani all'Estero” della squadra Italia Lavoro S.p.A., ossia
l'Agenzia tecnica del Ministero
del Lavoro italiano.
Come sempre, hasta luego!
Italia Lavoro SpA
Progetto ITES Uruguay
Paysandú
816,
11.100
Montevideo (c/o Cámara de
Comercio
Italiana
del
U r u g u a y ) , Te l . : ( 5 9 8 - 2 ) 9 0 2
9942
901
2643,
We b :
w w w. i t a l i a n i - e s t e r o . i t
Il Progetto “Occupazione e
Sviluppo della Comunità deli
Italiani all'Estero” vien realizzato da Italia Lavoro entro il
biennio 2006/2007 con una
durata prevista di
24 mesi,
sulla base della Convenzione
sottoscritta con il Ministero
del Lavoro in data 25 gennaio
Ancri
A l l e o r e 11 . 0 0 , p a r t e c i p e r e m o n e l l a C a s a d e g l i
A NCRI
C a r i C o n n a z i o n a l i , p re s i g l i a c c o rd i c o n l e
Autorità Diplomatico - Consolari, il COMITES, l'ANPI e le Associazioni d'Arma, ANCRI
invita gli Italiani tutti ed i simpatizzanti alla
Santa Messa che si officerà per tutti i Caduti
di
tutte
le
guerre
il
prossimo
22
Italiani all'Atto di Omaggio ai Caduti della
R e s i s t e n z a d a v a n t i a l l a t a rg a c h e l i r i c o rd a .
R i c o rd a re i l p a s s a t o s e n z a o d i , i n u n c l i m a d i
distensione, di armonia, con tolleranza e comp re n s i o n e è l ' a u g u r i o c h e f a c c i o a t u t t i .
Aprile,
D o m e n i c a , a l l e o re 1 0 . 0 0 p re c i s e n e i G i a rd i n i
dell'Ospedale Italiano Umberto 1º davanti al
monumento ai Caduti.
Giovanni
Costanzelli.
P re s i d e n t e d i A N C R I
Martedì 3 Aprile 2007 5
la gente d’italia
2006.
Con lo scopo di promuovere e sostenere la
qualificazione professionale e l'occupazione dei connazionali, in particolare
delle giovani generazioni, il progetto persegue gli obiettivi di:
- facilitare l'integrazione degli enti e
delle organizzazioni di origine italiana
nel contesto normativo ed operativo del
paese al fine di renderne stabile e continuativa l'attività.
- favorire l'aggregazione di risorse e competenze per la qualificazione dell'offerta
formativa generata nell'ambito degli enti
e delle organizzazioni che operano sul
mercato locale.
- promuovere una maggiore cooperazione
nelle iniziative di accesso al lavoro con i
processi in atto nel mercato del lavoro
italiano.
- promuovere e diffondere la conoscenza
dei servizi per la formazione ed il lavoro
alle generazioni più giovani introducendo
servizi e proposte operative realizzate con
il coinvolgimento degli enti e delle orga-
nizzazioni che aderiscono alla rete promossa con l'azione di sistema.
In seno al progetto verranno attivate delle
azioni che mirano a favorire la creazione
di una rete di servizi per il lavoro secondo il modello della Borsa continua del
Lavoro, mediante la costruzione di una
organizzazione permanente di servizi che
si integrino in modo sinergico e virtuoso
con il mercato del lavoro locale e che contemporaneamente rafforzino il sistema di
intervento della comunità italiana verso la
comunità stessa.
Le
linee
operative
individuate
dal
Progetto si svilupperanno su quattro aree
strategiche:
1) Comunicazione ed Animazione
2) Assistenza all'organizzazione dei servizi
3) Sperimentazioni per l'avvio dei servizi
4) Predisposizione ed adeguamento delle
infrastrutture tecnologiche di servizio
Le nostre prime iniziative, quindi, sono
rivolte a promuovere la partecipazione al
progetto di tutte le realtá organizzative
presenti ed attive nell'ambito della
Comunitá degli Italiani in Uruguay e la
costituzione di partneriati istituzionali
con Italia Lavoro.
In questo senso, un
primo passo é giá stato compiuto con la
firma di una Convenzione con la Camera
d i C o m m e r c i o I t a l i a n a d e l l ' U r u g u a y.
Nell'ambito di questo accordo, Il team di
Italia Lavoro in questi giorni ha avviato
le attivitá contemplate nella prima fase
del progetto, dedicandosi al rilevamento
delle necessitá delle imprese uruguaiane
in termini di fabbisogni professionali e di
servizi allo sviluppo dell'impresa.
A questa indagine ne seguiranno presto
altre, rivolte ad approfondire sia la conoscenza degli enti e delle associazioni ital i a n e i n U r u g u a y, l e l o r o a t t i v i t á e d i s e r vizi prestati alla comunitá, sia le problematiche della condizione giovanile riguardo al mondo del lavoro, le difficoltá di
inserimento e le necessitá di servizi per la
formazione professionale e l'impiego.
Te a m I t a l i a L a v o r o U r u g u a y
Varato a Mar del Plata il “Siempre Don Vincente”
N ei
giorni scorsi un
nuovo
stato
peschereccio
è
lanciato in mare
presso
il
Cantiere
Navale
Federico
Contessi y Cia SA, ditta
fondata
negli anni 50
dall' imprenditore doc
sanbenedettese
e
qui
emigrato nel dopoguerra
come
tantissimi
marchigiani.
dell'opera
Si
nº
altri
tratta
104
del Plata, Dr. Rozo Sordini, i diri-
battezzata
genti della collettività italiana
“Siempre Don Vicente” imbarca-
locale, i dipendenti della compa-
zione corredata dalle più moderne
gnia e tante altre persone che
tecnologie naviere in mercato di
fanno parte dell'industria pesche-
18,90 metri di lunghezza fuoritutto
reccia locale, la più importante in
e 6,67 metri di larghezza per un'e-
questa zona del Paese.
quipaggio fino a 10 uomini.
Madrina
Il motopesca è la settima della
inaugurativa
produzione di Contessi per la
Sig.ra. Roxana Di Bona che
società
ha
armatrice
“Pesquera
della
avvuto
é
il
la
compito,
Virgen de Itati SRL” proprietà
conforme
delle famiglie Di Bona e Buono.
della 'bottigliata' di spumate
Tra i numerosi invitati all'avveni-
sullo scafo del natante.
mento, le autorità provinciali e
mentre
comunali
del porto di Mar del
Armando Ledesma ha impar-
Plata, i rappresentanti delle forze
tito la benedizione dello
armate, il Console d'Italia a Mar
alla
il
vogliono raggiungere o addirittura
Nella sua allocuzione, la
quali interessi si mascherano die-
direzione dell'impresa si è
tro, tutto ciò in un momento in cui
dichiarata soddisfatta di
l'industria cantierìstica è in fase
aver portato a termine la
di ripresa anche se rimane la
nuova opera rivolta a la
necessità
creazione di ricchezze per
gorire il ciclo economico favore-
la società e quindi per il
vole iniziato alcuni anni fa dal
Paese, superando anche le
Governo
più svariate complessità .
marplatense,
In particolare ha elencato i
plessità esposte, -secondo il comu-
molteplici
ed
nicato- continuerà a svolgere la
indugi che alcuni funzionari con
sua attività con onestà e responsa-
mansioni direttive della pubblica
bilità preservando la fonte lavora-
amministrazione
a
tiva e cercando di far accrescere
frapporre in modo presuntuoso e
gli investimenti in tecnologia e
sistematico
in
sviluppo per migliorare ancora la
si
qualità dei prodotti e servizii, la
sostanza
gli
contrasti
continuano
senza capirsi
obbietivi
che
di consolidare e rinvi-
nazionale.
L'azienda
nonostante le per-
filosofia
cerimonia
stata
stesso.
produttiva,
peraltro,
che
ha
orientato la ditta sin
dalla stessa fondazione.
tradizione,
presbitero
Aldo
Mecozzi
Unione
/
Regionale
Marchigiana di Mar
del Plata
6
Mercoledì 4 Aprile 2007
DIARIO URUGUAYANO
la gente d’italia
La letteratura italiana per non perdere le radici
Un nuovo corso della Società DanteAlighieri
E siste un bellissimo saggio di Antonio Spadaro dall'eloquente titolo “A che cosa «serve» la letteratura?”.
di Tonino Pintacuda
Me lo chiedo spesso. Ma poi scopro che la risposta è così ovvia e complessa che - come tutti i concetti più
semplici - sfiora l'indefinibilità. Continuerò a cercare una risposta. E aggiorno la domanda: “A che cosa
serve la letteratura italiana a Montevideo?”. La risposta oggi è duplice, da una parte la riflessione di
Antonio Spadaro messa a introduzione del saggio che citavo all'inizio e poi, semplicemente, l'interessante
programma del nuovo corso della Società Dante Alighieri di Montevideo. Come sempre, hasta luego!
A che cosa “serve” la letteratura?
di Antonio Spadaro, s.j.
A
che serve leggere un
romanzo
o
una
raccolta
poetica?
Anzi:
a
cosa
«serve», in generale, la
letteratura? Che farsene di
parole
scarse,
e
forse
senza sole (S. Penna) o di
qualche storta sillaba e
secca come un ramo (E.
Montale)? E' tutto qui il
senso e il peso specifico
della letteratura? Sarebbe
essa dunque del tutto inabile ad aprire l'orizzonte
verso mondi di significato? In realtà, se non si
confronta con le tensioni
radicali di una vita umana,
la letteratura non «serve»
a molto. Se un'opera di
poesia o di narrativa non
tocca
queste
tensioni
è
come un «cembalo che tintinna».
Essa infatti riguarda la
vita: «Mi interessa la poesia che parla di grandi
questioni,
questioni
di
vita e di morte, sì, e la
questione di come stare al
mondo» (R. Carver). La
letteratura può rivelarsi un
«cruento atto esistenziale»
(B. Cattafi) che vive nello
spazio di un ring. Con il
testo, sia l'autore sia il
lettore, sono cordialmente
invitati a fare a pugni.
A cosa serve, dunque, questo saggio? A provare un
bozzetto della letteratura.
Non intende essere un trattato, ma una sorta di «cantiere» che vuole offrire
materiali per la riflessione
e
l'approfondimento.
L'unico
tratto
marcato
dovrebbe
risultare
il
seguente:
la
letteratura
«serve» fondamentalmente
a dire la nostra presenza
nel mondo e, come uno
«strumento
ottico»
(M.
Proust), a interpretarla, a
cogliere ciò che va oltre la
mera «letteralità» e superficialità
del
vissuto.La
sola ragione d'essere di un
romanzo
è
di
scoprire
quello che solo un romanzo
può scoprire. Il romanzo
che non scopre una porzione di esistenza fino ad
allora ignota è immorale
(Milan Kundera)
La verità della poesia è
tensione espressiva, lotta
La Società Dante Alighieri comunica que están abiertas las inscripciones para
e l c u r s o “ L a L e t t e r a t u r a I t a l i a n a d a l N e o re a l i s m o a i C a n n i b a l i ( 1 9 4 5 - 2 0 0 0 ) ”
que tendrá inicio el día lunes 9 de abril a las 18.00 en 18 de Julio 948/401.
Dicho curso serà dictado por:
e l D o c t o r e n L i t e r a t u r a s R o m a n c e s , M a g í s t e r R i c c a rd o B o g l i o n e .
Por más información comunicarse al 908 94 29 o al 900 97 05
Mercoledì 4 Aprile 2007 7
la gente d’italia
con la parole che danno
voce
all'interpretazione
della nostra presenza nel
mondo. Il punto di partenza è la concretezza. Con i
concetti astratti non si
fanno storie. Ma la letteratura non è mai una copia
anastatica del mondo. E'
invece un modo di interpretarlo, cogliendone al
suo interno il mistero. Il
libro e la lettura sono
complici insostituibili di
un esercizio interiore. Su
queste basi sarà possibile
quindi riflettere sul senso
della lettura critica, sia
accademica sia militante,
come anche del significato
specificamente
teologico
dell'esperienza.
****
La letteratura italiana
dal neorealismo ai cannibali (1945-2000)
Il corso intende offrire un
panorama esauriente della
letteratura italiana degli
ultimi sessanta anni, presentando
sia
autori
e
movimenti
considerati
ormai classici, sia esperienze meno celebrate ma
che hanno avuto un peso
determinante nello sviluppo
culturale
dell'Italia
contemporanea.
Ve r r a n n o
presentati,
in
ordine
cronologico,
sia
poeti che romanzieri, in
quadri
storiografici
che
ricostruiranno, sullo sfondo del dibattito teorico,
l'intreccio tra la letteratura e le altre arti, in special modo il cinema.
Il corso sarà diviso in 3
blocchi di circa 20 lezioni
l'uno:
1) Neoralismo e postermetismo;
2) Il boom economico e le
neoavanguardie
3) la letteratura della fase
"postmoderna".
Per ogni blocco si indagherà il contesto teorico e
si analizzeranno gli autori
più rappresentativi.
Fra
gli scrittori che verranno
studiati
Elio
Vittorini,
Cesare
Pavese,
Beppe
Fenoglio, Italo Calvino,
Eugenio
Montale,
Giuseppe
Ungaretti,
Giorgio Bassani, Alberto
Moravia,
Pier
Paolo
Pasolini,
Elsa
Morante,
Carlo
Emilio
Gadda,
Andrea Zanzotto, Giorgio
Manganelli,
Edoardo
Sanguineti,
Amelia
Rosselli,
Alberto
Arbasino,
Umberto
Eco,
Biancamaria
Frabotta,
S e b a s t i a n o Va s s a l l i , P i e r
Vittorio
To n d e l l i ,
Aldo
Busi, Antonio
Ta b u c c h i ,
Aldo Nove.
LIBRI
Dal Msi ad An, Franco Servello
racconta “60 anni in Fiamma”
''I l
Movimento Sociale Italiano e' stato una
necessita'. Al di la' delle altre qualificazioni che si
possono dare di questo partito, e' giusto rimarcare
che si avvertiva il bisogno di quella Fiamma, dopo
l'esperienza in qualche modo negativa dell'Uomo
Qualunque, per raccogliere un'umanita' disperata
che veniva dalla guerra e dalla prigionia, evitando
che milioni di italiani trovassero una strada diversa da quella di un nuovo posizionamento nel
destino della Nazione. Questo fu un miracolo
compiuto attraverso l'esempio della classe dirigente del Msi''. Cosi' Franco Servello, storico
esponente della Destra italiana, racconta
all'ADNKRONOS il suo nuovo libro, '60 anni in
Fiamma. Dal Movimento Sociale ad Alleanza
Nazionale', prefazione di Gennaro Malgieri, intervista a cura di Aldo Di Lello (Rubbettino, pp. 221,
euro 15). ''Dopo sessant'anni -spiega ancora
Servello- ci puo' essere necessita' di domandarsi,
come ho fatto io, se ho dato un servizio non solo
al mio partito ma all'Italia. Mi sono cioe' chiesto:
e' stato inutile quello che e' stato fatto o abbiamo
invece contribuito a un processo di ricostruzione
nazionale? La risposta e' che pensiamo di aver
fatto la nostra parte nella storia politica italiana,
contribuendo alla pacificazione nazionale''. Il
messaggio di queste pagine ''e' ai giovani, che
sono richiamati da necessita' della vita. A loro
dico: il futuro non e' solo dei ragionieri, ma di chi
crede in qualcosa, di chi ha passione e si commuove per il domani lottando per costruirlo''.
Rispetto a questa tensione, ''la storia del Msi rimarca Servello- insegna coerenza. Anzi, una
coerenza ad alto rischio, perche' molti si sono
immolati per quell'idea. A cominciare da mio zio,
Franco De Agazio, direttore del 'Merdiano d'Italia'
trucidato dalla Volante Rossa. Raccolsi quella
testimonianza. Fu un patto di sangue e di amore
che non mi lascia mai. Rispetto al cammino com-
piuto poi, ho la coscienza a posto''. Servello,
attualmente presidente dell'assemblea nazionale
di An, ha ricoperto importanti incarichi nel Msi e
poi in An. Quarantotto anni di carriera parlamentare, direttore del periodico 'Il Meridiano d'Italia'
e gia' autore di diversi contributi tra i quali va
ricordato 'Revisionismo, la caduta dei tabu'. E a
chi gli chiede una parte del libro che vuole maggiormente sottolineare, Servello replica deciso:
''E' il giorno in cui ho accompagnato Licia
Cossetto al Quirinale da Ciampi per ricevere la
medaglia d'oro al valore civile in onore della
sorella Norma, trucidata nel 1943 dai partigiani
titini in Istria. A 23 anni fu gettata in una foiba
dopo innumerevoli sevizie. Il riconoscimento del
Colle venne su mia iniziativa. Ho sentito il dovere di fare qualcosa. Momenti cosi' danno il senso
di tutta una vita di battaglie politiche''.
-Il testo ripercorre la storia della destra italiana,
dal Msi ad An, attraverso il racconto di un protagonista. Servello rievoca infcatti il dramma dei
reduci della Rsi, il clima intimdatorio in cui operavano le riviste di destra nell'immediato dopoguerra, e ancora le prime battaglie del nuovo partito e gli infuocati dibattiti tra le diverse anime di
quella Fiamma che si accendeva in una notte
romana del 26 dicembre 1946. Le conversazioni
con Di Lello, responsabile delle pagine culturali
del 'Secolo d'Italia', spaziano percio' dal dopoguerra ai nostri giorni. In primo piano scorrono in
queste pagine le figure dei leader: da De
Marsanich a Michelini, da Almirante a Fini. Ma
anche i tanti personaggi, piccoli e grandi, che
hanno fatto la storia del Msi nei momenti forti e
drammatici degli anni Cinquanta, nella successiva
stagione dell'addiaccio e della discriminazione,
fino al boom degli anni Novanta con il congresso
di Fiuggi e la nascita della destra di governo. ''E
cosi' il libro -scrive Malgieri nella prefazione- e'
il racconto della passione politica di un uomo che
ha attraversato da
protagonista la seconda meta' del Novecento, ma
anche l'esame dettagliato di una vicenda di un
partito che adesso viene riconosciuto come tutt'altro che marginale nel lungo dopoguerra e, da piu'
d'uno, gli viene finalmente attribuito il ruolo che
gli spetta nell'aver reso possibile il percorso verso
la pacificazione tra gli italiani''. Percio', annota
ancora il direttore di 'Percorsi', quello che per
tutti e' il 'senatore' della Destra italiana in questo
libro ''descrive un mondo non di risentiti ma di
idealisti, sognatori, militanti, oscuri sostenitori
che, per come potevano, quotidianamente reggevano un'invisibile bandiera dietro la quale crescevano generazioni che sono state poi chiamate a
reggere le sorti del Paese''. Dall'opposizione radicale all'inserimento politico, l'autore ha contribuito a portare 'fuori dal ghetto' la comunita' umana e
politica della Destra che a Fiuggi, nel 1995, mise
a disposizione un patrimonio di ideali evalori ereditato dal Msi ''per costruire una nuova storia.
Quel congresso -scandisce Servello- non fu un
maquillage, ma un cambiamento vero di cultura
politica. Pero' i tempi erano maturi per compiere
quel passo''. Altri, rimarca Malgieri, ''pensionati
nell'anima oltre che dall'anagrafe, avrebbero
messo nero su bianco nostalgie e risentimenti, un
po' di retorica e qualche aneddoto''. Servello, al
contrario, ''non ha mai pensato di fare il pensionato, neppure per un attimo. Decidendo di non
ricandidarsi dopo aver frequengato come deputato
e senatore il parlamento dal 1958 al 2006, non ha
certo inteso mettersi le pantofole e passare il suo
tempo ai giardini pubblici. Ha ricominciato daccapo. Per esempio scrivendo questo libro. Alla sua
eta' ci racconta il futuro piu' che il passato''.
6
Giovedì 5 Aprile 2007
DIARIO URUGUAYANO
la gente d’italia
«Possiamo soffrire ma non dobbiamo soccombere»
Silenzio e riflessione per abbracciare il Mistero
di Tonino Pintacuda
L a Se t t i m a n a S a n t a è t e m p o d i s i l e n z i o e r i f l e ssione. Ecco perché ripubblichiamo le prime
quattro meditazioni realizzate da Mons.
G i a n fr a n c o R a v a s i , P r e f e t t o d e l l a B i b l i o t e c a Pi n a c o t e c a A m b r o s i an a d i M i l a n o , p er l a Via
C ru c i s a l Co l o s s e o c h e s i t e r r à a R o m a d o m a n i.
Pe r i n o s t r i l e t t o r i d i M o n t ev i d eo r i l an c i am o g li
orari delle celebrazioni liturgiche della
C a t t e d r a l e . I l c a l e n d a r i o c o m p l e t o è d i s p o n i bil e s u l s i t o i n t e r n e t w w w. i g l e s i au r u g u a y a . co m
Inmaculada Concepción y San
Sa n t i a g o ( C a t e d r a l M et r o p o l i t a n a )
I t u z a i n g ó 1 3 7 3 , Te l : 9 1 5 7 0 1 8
Felipe
y
JUE V E S S A N TO :
H o ra : 1 0 : 0 0 M i s a C r i s m al p r es i d i d a p o r e l
señ o r A r z o b i s p o d e M o n t e v i d eo .
H o ra : 1 8 : 0 0 M i s a d e l a C e n a d e l S eñ o r.
H o ra : 2 0 : 0 0 H o r a S a n t a.
VI E R NE S SA NTO :
Ho r a : 9 :0 0 Visita a la s 7 ig le sia s, c o m ie n z a en
San Francisco y culmina en San Antonio
( C a p u c h in o s) .
Ho r a : 1 6 :0 0 C e le b r a c ió n d e la Pa sió n d e l Se ñ or.
Ho r a : 1 8 :0 0 V ía C r u c is.
Hora: 12: 00 Cel ebraci ón de l a Sol edad de l a
Vi rgen Marí a.
Hora: 23: 00 Sol emne Vi gi l i a Pascual .
DOMINGO DE PASCUA:
Hora: 11: 00 Mi sa de l a Pascua de Resurreci ón.
SÁB A DO SA NTO:
Le meditazioni di Mons. Ravasi per la Via Crucis del 2007
Q uando
scende
la
su
dei
di Luca egli non pro-
ricondur-
nuncia
ci, con lo stormire delle loro
neppure
una
parola, è solo una pre-
foglie, a quella notte di sofferenza e di preghiera vissuta da
Gesù . Egli si staglia solitario,
senza
gelida.
quasi
che
non
Sembra
riesca
del tutto ad accostarsi
al centro della scena, inginoc-
al
chiato sulle zolle di quell'orto.
viso
di
Gesù
per
baciarlo, fermato dal-
Come ogni persona quando è in
l'unica voce che risuo-
faccia alla morte, anche Cristo
attanagliato
«uno
di Gesù. Nel racconto
rità, gli ulivi del Getsemani
è
Giuda
Dodici», un discepolo
Gerusalemme il velo dell'oscuancor oggi sembrano
è
na,
dall'angoscia:
quella
di
Cristo:
«Giuda, con un bacio
anzi, la parola originaria che
tradisci il Figlio del-
l'evangelista Luca usa è «ago-
l'uomo?». Sono parole
nia», cioè lotta. La preghiera di
calice», il calice del dolore e
un'esperienza che sconvolge il
Gesù è, allora, drammatica, è
della
dei
corpo e l'anima e anche Gesù,
tesa come in un combattimento,
grandi
Israele,
nelle tenebre di quella sera,
e il sudore striato di sangue che
Giacobbe, in una notte cupa,
«offre
cola sul suo volto è segno di un
alle sponde di un affluente del
con forti grida e lacrime a colui
tormento aspro e duro.
Giordano, aveva incontrato Dio
che può liberarlo dalla morte».
Il grido è lanciato verso l'alto,
come una persona misteriosa
***
verso quel Padre che sembra
che «aveva lottato con lui fino
Tra
misterioso e muto: «Padre, se
allo
dell'aurora».
immersi nella tenebra, s'avanza
vuoi, allontana da me questo
Pregare nel tempo della prova è
ora una piccola folla: a guidar-
morte.
Anche
padri
spuntare
di
uno
preghiere
e
suppliche
dolenti ma ferme che svelano il
groviglio maligno che si annida
nel cuore agitato e indurito del
discepolo, forse illuso e deluso
e tra poco disperato.
Quel tradimento e quel bacio
sono diventati nei secoli il sim-
gli
ulivi
del
Getsemani,
bolo di tutte le infedeltà, di
tutte le apostasie, di tutti gli
Giovedì 5 Aprile 2007 7
la gente d’italia
inganni. Cristo, dunque, incon-
degli Ulivi, dopo aver rischia-
fessione solenne di divinità.
dite!». La luce di quel braciere
tra un'altra prova, quella del
rato
Per
«Io
penetra, dunque, ben oltre il
tradimento che genera abbando-
Giuda. I settantuno membri del
sono» è il nome e l'appellativo
volto di Pietro, svela un'anima
no e isolamento. Non è la soli-
Sinedrio, la massima istituzio-
di Dio stesso.
meschina, la sua fragilità, l'e-
tudine a lui cara, quando si
ne ebraica, sono riuniti a semi-
L'imputazione,
produrrà
goismo, la paura. Eppure poche
ritirava sui monti a pregare,
cerchio attorno a Gesù. Si sta
una sentenza di morte, diventa
ore prima egli aveva proclama-
non è la solitudine interiore
per aprire l'udienza che com-
così una rivelazione e diviene
to: «Anche se tutti si scanda-
sorgente di pace e di quiete
prende la consueta procedura
anche la nostra professione di
lizzeranno, io no!... Se anche
perché con essa ci si affaccia
delle assisi giudiziarie: il con-
fede nel Cristo, Figlio di Dio.
dovessi morire con te, non ti
sul mistero dell'anima e di Dio.
trollo dell'identità, i capi di
Quell'imputato, umiliato dalla
rinnegherò!». (9)
E', invece, l'esperienza aspra
imputazione, le testimonianze.
corte impettita, dall'aula son-
* * *
di tante persone che anche in
Il giudizio è di natura religiosa
tuosa,
ormai
Il sipario, però, non cala su
quest'ora che ci vede riuniti,
secondo le competenze di quel
siglato, ricorda a tutti il dove-
questo tradimento, come invece
come in altri momenti del gior-
tribunale, come appare anche
re
era
no, sono sole in una stanza,
nelle
verità. Una testimonianza da
infatti,
davanti a una parete spoglia o a
«Sei tu il Cristo?... Sei tu il
far
quando
squillo che lacera il silenzio di
un telefono muto, dimenticati
Figlio di Dio?».
forte è la tentazione di celarsi,
Gerusalemme ma soprattutto la
da tutti perché vecchi, malati,
La risposta di Gesù parte da
di rassegnarsi, di lasciarsi con-
coscienza di Pietro: è il canto
stranieri o estranei. Gesù beve
una premessa quasi scoraggia-
durre alla deriva dall'opinione
di un gallo. Proprio in quel
con loro anche questo calice
ta: «Anche se lo dico, non mi
dominante.
momento Gesù sta uscendo dal-
che contiene il veleno dell'ab-
crederete; se vi interrogo, non
una giovane donna ebrea desti-
l'assise
bandono, della solitudine, del-
mi risponderete». Egli sa, dun-
nata
un
condannato. Luca descrive l'in-
l'ostilità.
que, che in agguato c'è l'in-
l a g e r, « a o g n i n u o v o o r r o r e o
crocio degli sguardi tra Cristo
* * *
comprensione, il sospetto, l'e-
crimine dobbiamo opporre un
e Pietro e lo fa usando un verbo
La scena del Getsemani si è,
quivoco. Egli sente attorno a sé
nuovo frammento di verità e di
greco che indica il fissare in
quindi, animata: al precedente
una fredda cortina di diffidenza
bontà che abbiamo conquistato
profondità un viso. Ma, come
quadro solenne, intimo e silen-
e di ostilità, ancor più oppri-
in noi stessi. Possiamo
soffri-
nota l'evangelista, non è un
zioso della preghiera, si oppo-
mente perché essa è eretta con-
re, ma non dobbiamo soccom-
uomo qualsiasi che ora guarda
ne ora, sotto gli ulivi, il fra-
tro
bere».
l'altro, è «il Signore», i cui
stuono, il tumulto e persino la
comunità religiosa e nazionale.
***
occhi scrutano cuore e reni,
violenza. Gesù si erge, però,
Già il Salmista aveva provato
Ritorniamo
sempre al centro come un punto
questa delusione: «Se mi aves-
notte che avevamo lasciato alle
nima.
fermo. Egli è consapevole che
se insultato un nemico, l'avrei
spalle entrando nell'aula del
E
il male avvolge la storia umana
sopportato;
primo processo subito da Gesù.
scendono le lacrime del penti-
col suo sudario di prepotenza,
contro di me un avversario, da
L'oscurità
mento.
di
brutalità:
lui mi sarei nascosto. Ma sei
squarciati dalle fiamme di un
condensano tante storie di infe-
«Questa è la vostra ora, è l'im-
tu, mio compagno, mio amico e
braciere collocato nel cortile
deltà e di conversione, di debo-
pero delle tenebre».
confidente; ci legava una dolce
del
Il
lezza
Cristo non vuole che i discepo-
amicizia, verso la casa di Dio
personale
di
pianto e ho creduto!»: così, con
li, pronti a metter mano alla
camminavamo in festa».
custodia tende le mani verso
questi due soli verbi, secoli
spada, reagiscano al male col
* * *
quel tepore; i visi sono illumi-
dopo, un convertito (10) acco-
male, alla violenza con altra
Eppure,
quell'in-
nati. Ed ecco levarsi tre voci in
sterà la sua esperienza a quella
violenza. Egli è certo che il
comprensione, Gesù non esita a
successione, tre mani puntarsi
di Pietro, dando voce anche a
potere delle tenebre - apparen-
proclamare il mistero che è in
verso
tutti
temente invincibile e mai sazio
lui e che da quel momento sta
quello di Pietro.
sumiamo
di trionfi - è destinato a essere
per
in
La prima è una voce femminile.
proteggendoci dietro giustifi-
piegato.
infatti,
un'epifania. Ricorrendo al lin-
E' una domestica del palazzo
cazioni meschine, lasciandoci
succederà l'alba, all'oscurità la
guaggio delle Scritture Sacre,
che fissa negli occhi il disce-
possedere da paure vili. Ma,
luce, al tradimento il pentimen-
egli si presenta come «il Figlio
polo ed esclama: «Eri anche tu
come per l'apostolo, anche per
to, anche per Giuda. E' per
dell'uomo
destra
con Gesù!». Subentra poi una
noi è aperta la strada dell'in-
questo che, nonostante tutto,
della potenza di Dio». E' la
voce maschile: «Sei dei loro!».
contro con lo sguardo di Cristo
bisogna continuare a sperare e
gloria
E' ancora un uomo a ribadire
che ci affida lo stesso impegno:
ad amare. Come lo stesso Gesù
Israele, che ora si manifesta in
più
anche tu, «una volta ravveduto,
aveva
monte
questo condannato. Anzi, è il
notando l'accento settentriona-
delle Beatitudini, per avere un
Figlio di Dio che paradossal-
le di Pietro: «Eri con lui!». A
mondo
è
mente si presenta rivestito ora
queste
un
Dallo speciale “La Settimana
nostri
delle spoglie di un imputato.
crescendo disperato di autodi-
Santa” sul sito internet della
nemici e pregare per quelli che
La risposta di Gesù - «Io lo
fesa, l'apostolo non esita per
S a n t a S e d e ( w w w. v a t i c a n . v a )
ci perseguitano».
sono» -, a prima vista simile
tre volte a spergiurare: «Non
Il sole del venerdì santo si sta
alla confessione di un condan-
conosco Gesù! Non sono un suo
affacciando
nato, diventa in realtà una pro-
discepolo! Non so quello che
aggressione,
Alla
di
notte,
insegnato
nuovo
necessario
e
«amare
dietro
sul
diverso,
i
il
monte
le
valli
due
di
lui
del
deserto
domande
dalla
se
essere
capitali:
sua
fosse
nonostante
svelato
seduto
messianica,
di
stessa
insorto
come
alla
attesa
da
la
Bibbia,
da
della
che
un
giudizio
testimonianza
risuonare
ad
infatti,
anche
Come
essere
e
palazzo
un
tardi
di
in
nuovo
il
del
sono
Sinedrio.
e
riconosciuto,
stessa
denunce,
nella
freddo
servizio
volto
la
dichiarava
uccisa
di
alla
quasi
accusa,
in
accaduto
in
a
Giuda.
quella
notte
giudiziaria
che
cioè il segreto intimo di
dagli
occhi
Nella
e
di
C'è,
uno
l'ha
un'a-
dell'apostolo
sua
vicenda
liberazione.
si
«Ho
noi che ogni giorno conpiccoli
tradimenti,
conferma i tuoi fratelli!».
14
Venerdì 6 Aprile 2007
DIARIO URUGUAYANO
la gente d’italia
La Santa Pasqua in Uruguay:
Alle terme mangiando l'asado
di Tonino Pintacuda
N el laicissimo Uruguay, come abbiamo più volte
accennato, la Settimana Santa è interamente rossa in
tutti i calendari, coincide tout court con la Settimana
del Turismo. Queste sono le ultime agognate vacanze prima dell'effettivo inizio dell'anno lavorativo
trapuntato comunque di numerose festività civili.
TRASPORTI E NEGOZI La compagnia di trasporti Cutsca consentirà ai suoi clienti minori di 10 anni
e maggiori di 70 anni di viaggiare gratis. Una bella
notizia per tutti quelli che ancora non hanno digerito l'aumento di 50 centesimi di Pesos sul biglietto,
passato da 15 a 15.50 pesos.
E mentre i negozi chiudono, con cartelli che ricordano che sino a lunedì saranno chiusi permanentemente, la città lenta e inesorabile si svuota. Diventa
difficile pure trovare dove mangiare un buon chivito.
LA META PRINCIPALE Quest'anno la meta principale dei montevideani è l'impianto termale della
città di Salto, celebre anche per il suo lago artificiale. Accantonata la psicosi dengue - dopo che il
Ministero della Salute ha solennemente affermato
che non c'è dengue autoctono - i lavoratori hanno
messo da parte pratiche e giacche e cravatte. Anche
il tempo sembra concedere un sole clemente dopo
tre giorni di fastidiosissima e continuativa pioggia.
UOVA E ASADO Nei supermercati è un tripudio di
conigli e uova di Pasqua, con gonfaloni che fanno la
gioia dei piccoli uruguayani. Le uova sono vendutissime, sia quelle di cioccolato artigianali o industria-
“
Dopo oltre 60 anni la
li, sia quelle naturali, bianche e perfette per essere
decorate.
Abbiamo chiesto a numerosi montevideani quale
sarà il menu' del giorno di Pasqua.
Senza stupirci è ovvio che sarà l'asado con o senza
“cuero” a spadroneggiare sulle tavole di Montevideo
dopo l'immancabile pescado con arroz di oggi,
Venerdì Santo.
LE CELEBRAZIONI la Settimana Santa, iniziatasi
con la cerimonia della benedizione degli Ulivi, culminerà nelle celebrazioni della Pasqua di
Resurrezione.
Alla
Cattedrale,
la
splendida
Chiesa
dell'Imnmaculada Concepción y San Felipe y
Santiago
Alle nove del mattino di oggi, Venerdi' Santo s'inizierà la “Visita a las 7 iglesias”, dalla Chiesa di
San Francisco sino a quella di San Antonio.
Proseguirà alle 16:00 con la Celebrazione Della
Passione del Signore, seguita dalla Via Crucis alle
ore 18.
Alle 12 del Sabato Santo, sempre in Cattedrale, a
mezzogiorno la Celebrazione della Solitudine
della Vergine Maria e alle 23 la Solenne Vigilia
Pasquale. Alle 11 della Domenica di Pasqua si
svolgerà la Santa Messa.
Calendario Liturgico
Viernes Santo de la Muerte del Señor (06 de abril)
_Ayuno y Abstinencia _Is 52, 13 - 53, 12; Sal 30,
2.12-13.15-17.25; Hb 4, 14-16; 5, 7-9; Jn 18, 1 19, 42
Sábado Santo de la Sepultura del Señor - Vigilia
Pascual (07 de abril) _*En el d ía la Iglesia se
abstiene del sacrificio de la Misa _Gn 1,1 - 2,2; Sal
103; Gn 22, 1-18; Sal 15; Ex 14,15 - 15,1; Ex 15, 16.17-18; Is 54, 5-14; Sal 29, Is 55, 1-11; Bar 3, 915.32-4,4; Sal 18; Ez 36, 16-28; Sal 41 ó 50; Rom 6,
3-11; Sal 117; Lucas 24, 1-12
Domingo de Pascua de la Resurrección del Señor
(08 de abril) _Hch 10, 34.37-43; Sal 117, 1-2.1617.22-23; Col 3, 1-4; Jn 20 1-9.
An protesta per la decisione
di cancellare l'insegnamento
della lingua italiana
negli atenei uruguayani
lingua italiana rischia di scomparire in Uruguay a seguito
della decisione del Governo
locale di cancellare l'insegnamento della nostra lingua negli
atenei Uruguagi”. E quanto
denunciano il capogruppo di An
alla
Provincia
di
Roma
Piergiorgio Benvenuti, il consigliere provinciale di An, Andrea
Simonelli e il coordinatore Ugl
Esteri Francesco Cellini. “Tutto
ciò sta avvenendo in una nazione in cui
la collettività Italiana oriunda rappresenta poco meno della metà della popolazione residente e la lingua Italiana e'
la piu' diffusa dopo quella locale hanno spiegato- Una situazione tanto
grave quanto paradossale - in quanto
dimostra come le autorita' italiane, non
solo non riescono a garantire il sostegno e la diffusione della lingua italiana
all'estero, ma mostrano segni di cedimento e disinteresse anche nel mantenere le posizioni storicamente consolidate, come appunto in questo caso. Questa
sconfitta, sul piano politico e culturale
per l'Italia, segue quella che ha visto la
cancellazione dell'Italiano dall'ateneo
di Neuchatell in Svizzera -hanno
aggiunto gli esponenti di An della
Provincia di Roma- Ci chiediamo se
dietro questo cedimento politico diplomatico del nostro Ministero degli Esteri
si celi un disegno ben definito o se inve-
ce sia dovuto allo scarso interesse dell'attuale governo nel mantenere viva la
nostra lingua e la nostra cultura all'estero''.
Non va dimenticato infine -hanno
aggiunto Benvenuti e Simonelli- il ruolo
svolto da Giuseppe Garibaldi nella salvaguardia dell'indipendenza nazionale
dell'Uruguay e proprio per questo ci
faremo portavoce presso la Provinciale
di Roma di un apposito ordine del giorno da discutere in Consiglio alla luce
del fatto che la storia della Provincia di
Roma e' strettamente legata alla figura
di Menotti Garibaldi, discendente
dell'Eroe dei due Mondi, che e' stato
uno dei primi Presidenti dell'allora
Deputazione provinciale di Roma, dal
settembre 1902 al settembre 1905''.
22
GENTE D'ITALIA LIBRI - SPECIALE SUD AMERICA
Venerdì 6 Aprile 2007
la gente d’italia
Scritture migranti
a cura di Tonino Pintacuda
Nel tempo che fu si distin-
re orizzonti e costellazioni
gli scrittori che nell'Italia
gueva tra emigrazione e im-
per seguire il sogno di una
hanno trovato una seconda
migrazione ma il mondo è an-
v i t a m i g l i o re .
p a t r i a . R i l a n c i a m o l a p re s e n -
d a t o a v a n t i , o r a s i p re f e r i s c e
Lo scrittore Julio Monteiro
t a z i o n e d e l l o s c r i t t o re D a v i -
p a r l a re s e m p l i c e m e n t e d i m i -
Martins ci spiega, nell'inter-
d e B re g o l a , c u r a t o re d e l l ' i n -
granti. Questa settimana de-
vista di Maura Gancitano,
teressante volume “Da qui
d i c h i a m o i l n o s t ro s p a z i o a l -
perché il mondo ha bisogno
verso casa”.
l e n u o v e s c r i t t u re , f a t t e p ro -
di storie.
prio da questi viaggiatori che
Esiste anche tutta una nuova
hanno il coraggio di cambia-
letteratura italiana fatta da-
Julio Monteiro Martins, un brasiliano a Lucca
di Maura Gancitano
I l mondo ha bisogno di nuov e s t o r i e . M a i n e h a a vu t o b isogno come oggi, soprattutto
p e rc h é i n u n ' e r a d i g r a n d i
cambiamenti, in parte realizzati e in parte subiti dalle no-
S a g a ra n a , q u in di , sarebbe l a
Com'è nat a i nvece l a ri vi st a?
"storia plurima", la "saga in-
«La Ri vi st a Sagarana è nat a pochi
finita": forse, la riunione
mesi dopo l a Scuol a, per af f i anca-
ideale di tutte le storie mai
re con t est i l et t erari e saggi st i ci l e
c re a te d a ll'u o m o nel suo l un-
lezioni e le ricerche. Dopo qualche
g o e silio su q u e st o pi anet a».
anno l a Ri vi st a ha assunt o un ruo l o pi ù aut onomo, meno l egat o al -
s t re g e n e r a z i o n i , l e n o s t re
storie dovranno saper racc o n t a re l e c o s e c h e n o n v o gliamo più, e se possibile def i n i re q u e l l e c h e v o g l i a m o
p e r i n o s t r i f i g l i i n u n a i p ot e s i a cc e t t a b i l e d i f u t u ro .
J MM
J u l i o M o n t e i ro M a r t i n s è n a -
« La S c u o l a S a g a r a n a n a s ce a L u cc a n e l 1 9 9 9 . A p a r t i re d a q u e s t ' a nno ha la sua sede a Pistoia. “Sag a r a n a ” è i l t i t o l o d el p r i m o l i b ro
d i J o ã o G u i m a r ã e s R o s a , p i o n i e re
d e l re a l i s m o f a n t a s t i co i n A m er i ca
sc u o le d i sc rittura e uni ver-
Cos'è Scri t t ori M i grant i ?
sità in B ra sile , Port ogal l o e
«Sono gl i scri t t ori proveni ent i dai
Stati Uniti. Qual è secondo
più svariate paesi del mondo che
le i la fu n zio n e di una scuol a
hanno scel t o l 'It al i a come paese di
di scrittura e quali sono le
adozi one e l 'It al i ano come l i ngua
d i f f e re n z e t r a l e s c u o l e d i
l et t erari a».
«Una Scuola di Scrittura di
nel l a narrat i va l at i noameri cana e
a lto liv e llo h a come scopo l o
i n quel l a i t al i ana?
sviluppo tecnico, filosofico,
«Sono narrat i ve i n un cert o senso
L a t i n a . S a g a ra n a è u n a p a ro la in -
te o ric o e stilistic o d i f ut uri scri t-
simili e complementari. Diciamo
v e n t a t a d a G u ima rã e s R o sa , g ra n -
tori di narrativa, poesia, sceneg-
che la narrativa latinoamericana
d e c re a to re d i n e o lo g ismi, c o m p o-
g ia tu ra e te a tro .
urbana oggi sarebbe come l a nar -
sta da due particelle di origine eti-
Le S c u o le d i S c rittu re nei di versi
r a t i v a i t a l i a n a p e r ò e s t re m i z z a t a ,
mologica diversa: "saga", che in
paesi rispecchiano necessariamen-
radicalizzata, riportando al suoi
p o r t o g he se h a lo ste sso sig n ific a to
te le d iffe re n ze c u ltu ral i , st ori che,
interno i drammi specifici della
dell'italiano, sta per una storia che
ma anche caratteriali dei popoli da
f ragi l i t à soci al e di quel cont i nen-
a t t r a v e rsa e p o c h e e g e n e ra zio n i, e
d o v e p ro v e n g o n o g l i a l l i e v i e i
t e».
"rana", suffisso collettivo tratto
p ro zfe sso ri» .
una delle più importanti
g a r a n a ? P e rc h é q u es t o n o m e?
Creat i va».
Quali potenzialità riconosce oggi
Lucca la Scuola Sagarana,
Come e quando nasce la Scuola Sa-
h a i n s e g n a t o p re s s o d i v e r s e
ita lia n e ?
1 9 5 5 . N e l 1 9 9 9 h a c re a t o a
L a G e n t e d ' I t a l i a l ' h a i n t e rv i s t a t o .
l'insegnamento della Scrittura
scrittura americane e quelle
to a Niterói (Brasile) nel
scuole di scrittura italiane.
P rima d i c re a re Sagarana l ei
d a l l 'i d i o m a n a tiv o b ra silia n o tu p í.
Venerdì 6 Aprile 2007 23
la gente d’italia
N OT E B I BL I O G R A F I -
la democrazia ritrovata),
CHE
"Muamba" e "O espaço
Julio Monteiro Martins è
imaginário" (Lo spazio
nato a Niterói (Brasile)
i mmagi nari o).
n e l 1 9 5 5 . È s t a t o p r o f es -
In It al i a ha pubbl i cat o "Il
sore di scrittura creativa
percorso
a l G o d d a r d C o l l e g e ( Ve r -
(1998), "Racconti italia-
mont) dal 1979 al 1980,
ni" (2000), "La passione
a l l ' O fi c i n a L i t e r á r i a A f r â-
del vuot o" (2003) e "ma-
n i o C o u t i n h o ( R i o d e J a-
drelingua" (2005). Con
neiro) dal 1982 al 1989,
A n t o n i o Ta b u c c h i , B e r -
a l l ' Is t i t u t o Ca m õ e s d i L i-
nardo Bertolucci, Dario
sbona nel 1994 e alla Pon-
Fo, Erri de Luca e Gi anni
tifícia Universidade Cató-
Va t t i m o h a p u b b l i c a t o
l i c a d i R i o d e J a n e i r o n el
inoltre il volume "Non
1995. Ha ricevuto il titolo
siamo in vendita - voci
cont ro i l regi me" (2001).
di "Honorary Fellow in
Wr i t i n g " d a l l ' U n i v e r s i t à d i I o w a
(International Writing Program) nel
1979.
Tr a i f o n d a t o r i d e l p a r t i t o v e r d e
brasiliano e del movimento amb i e n t a l i s t a " O s Ve r d es " , è s t a t o a v vocato dei diritti umani a Rio de
Janeiro, responsabile dell'incolum i t à d e i " m e n i n o s d e r u a" c h i am a-
dell'idea"
t i a t es t i m o n ia r e in tr ib u n a le su lle
c a to , a p a r tir e d a l 1 9 7 7, raccol t e di
stragi dei bambini abbandonati. At-
r a c c o n ti, r o m a n z i e saggi : "Torpa-
tualmente insegna Lingua Porto-
lium", "Sabe quem dançou?" (Sai
g h e s e e Tr a d u z i o n e L e t t e r a r i a a l -
chi hanno beccato stavolta?),
l'Università Degli Studi di Pisa e
"Ar té r ia s e b e c o s" ( Art eri e e vi co-
d i r i g e i l L a b o r a to r io d i Na r r a tiv a ,
li ciechi), "Bárbara", A oeste de na-
ch e è p ar te d e l Ma ste r d e lla Sc u o la
d a " ( A o v e st d i n ie n te), "As forças
S ag a r a n a , a L u c c a .
d e sa r m a d a s" ( L e f o r ze di sarmat e),
N e l s u o p a e se d ' o r ig in e h a p u b b li-
"O liv r o d a s D ir e ta s" (Il l i bro del -
È st at o anche aut ore di opere t eatrali ("L'isteria del marmo", "Per
motivi di forza maggiore", "Aula
magna", "Hitler e Chaplin") e i suoi
scritti hanno ispirato opere cinematografiche, come "Garganta"
(Gol a) del regi st a Dodô Brandão e
"Referência" (Referenza), del regist a Ri cardo Bravo.
Parlare con gli altri per imparare qualcosa si sè
di Davide Bregola
I Il 30 gennaio del 2003 mi è arrivata questa email dall'Ufficio Stampa della casa editrice: “ E'
finalmente disponibile il volume a cura di
Davide Bregola Da qui verso casa, Edizioni
Interculturali, Roma 2002, pp.155, ISBN: 8888375-20-1, euro 11,00.
C o n t i e n e i n t e r v i s t e a : Yo u n i s Ta w f i k , A l i c e
Oxman, Ron Kubati, Jadelin Mabiala Gangbo,
H e l g a S c h n e i d e r, J a r m i l a O c k a y o v a , Ta h a r
Lamri, Christiana de Caldas Brito, Julio
Monteiro Martins, Helena Janeczek, Smari
Abdel Malek.
Il volume si chiude con un contributo, in forma
di dialogo, di Davide Bregola e Armando Gnisci
sulla letteratura italiana della migrazione.
Recapiti della casa editrice: Via Santa Maria
dell'Anima 16, Roma, tel./fax: 06.68892580”
Mi sono riletto altre due volte il comunicato e la
prima domanda che mi sono rivolto è stata la
seguente: “Ma l'ho fatto veramente io questo
libro?”
In verità l'ho costruito assieme ad altre persone.
L'abbiamo fatto assieme io e gli scrittori intervistati che mi hanno concesso il loro tempo, la
loro fiducia, le loro idee.
Già, le idee. Nel libro Da qui verso casa c'è la
condivisione di idee con il mio prossimo.
Ho intervistato undici autori stranieri che scrivono in italiano senza bisogno di un traduttor e
(scrittori allofoni si chiamerebbero).
Abbiamo parlato di letteratura, interculturalità,
tecniche narrative, biblioteche di autori poco
conosciuti o inediti in Italia...massimi sistemi
del mondo!
Nella maggior parte dei casi sono andato a trovare le scrittrici e gli scrittori a casa loro.
Abbiamo stabilito un rapporto diretto senza fax,
mail, telefono interposti tra me e l'autrice/autore.
Dal mio paesello, Sermide, vicinissimo a
Disvetro di Antonio Delfini e di tanti altri autori italiani che hanno fatto il '900 letterario, ho
preso su i 4 stracci e sono andato a Bari, Roma,
Torino, Bologna...
I nomi degli scrittori li sapete già. A voi il piacere di scoprire da quali Stati arrivano, cosa
hanno pubblicato e che esperienze portano con
sé.
Da questi scrittori ho avuto una ventata di
cosmopolitismo e un entusiasmo che mi servirà
per proseguire nella mia passione più grande: La
Scrittura.
Kuma, la collana in cui è stato incluso il libro, è
diretta dal comparatista della Sapienza Armando
Gnisci. Ho fatto finta di intervistare pure lui; ho
usato i suoi libri sull'argomento transculturale e
a tematica “migrant writers” per farmi domande
e rispondermi con citazioni tratte dai suoi studi.
Da qui verso casa è un libro la cui intenzione
principale è stata quella di “andare a bottega” da
altri scrittori. E' unico nel suo genere e, come si
dice in quarta di copertina: “Da ora in poi non
potremo far finta che non esista.”
www.edizioniinterculturali.it
[email protected]
Da qui verso casa
di Davide Bregola
Kùmà, Lettere migranti,
2002, pagg.157, 11,00 euro
Davide Bregola (1971) vive a Mantova in
Lombardia, Italia. Ha pubblicato due libri di
colloqui con scrittori e poeti stranieri che scrivono direttamente in italiano e ha scritto
“Racconti felici” e “La cultura enciclopedica
dell'autodidatta” per Sironi Editore.
4
Martedì 10 Aprile 2007
DIARIO URUGUAYANO
la gente d’italia
Dal 1868 nel cuore di tutti gli uruguayani
il rinnovato incanto del Mercado del Puerto
di Tonino Pintacuda
I l Mercato è la dimostrazione
che i sogni più sembrano lontani e folli e più fanno breccia
nel cuore degli uomini, sino a
diventare
motivo
d'orgoglio
nazionale. Oggi dedichiamo il
“diario uruguayano” al celeberrimo Mercado del Puerto di
Montevideo, sorto per iniziativa del commerciante spagnolo Pedro Saenz de Zumaran
arrivato a a Montevideo con le
idee chiare e il preciso obiettivo di realizzare un'impresa
privata e un nuovo mercato.
Il
desiderio
si
concretizzò
investendo un capitale iniziale
di 309.000 pesos per
3500
metri quadrati nella zona che
va da Calle Piedras, Perez Castellano, la
meravigliosa Rambla 25 de Agosto. Zona
all'epoca conosciuta come “Baño de los
Padres”.
Il
nuovo
edificio
fu
subito
battezzato
“Mercado del Puerto” e inaugurato il 10
d'ottobre del 1868 con il benestare e l'assistenza
dell'allora
Presidente
della
Repubblica il Generale Lorenzo Batlle e
alcuni dei suoi Ministri. L'indomani il
Mercato era già aperto al pubblico.
V.
prima sensazione ed entra a far parte di
Mesures che si incaricò personalmente del-
quella cattedrale di metallo e vetro che
l'installazione del metallo fatto fondere
s'alza leggera verso il cielo. Mirabile frut-
d a l l a “ U n i o n F o u n d r i ” d i K . T. P a r k i n ,
to dell'eclettismo che imperava in quegli
dalla città di Liverpool, diventata poi
anni, le modifiche successive ne hanno
f a m o s a p e r a v e r d a t o i n a t a l i a i F a b F o u r,
rimarcato le caratteristiche iniziali ed è
gli indimenticabili Beatles.
notizia di questi giorni un crescente inte-
L'accostamento dei materiali scelti crea
resse dell'Intendencia Municipal per la
una strana sensazione: da fuori sembra
valorizzazione di tutta l'area, cercando nei
opaco e pesante ma chi ha la fortuna di
limiti del possibile d'armonizzare il flori-
perdersi al suo interno dimentica subito la
do passato con le esigenze di un porto in
Il
progetto
era
dell'ingegnere
R.
Martedì 10 Aprile 2007 5
la gente d’italia
espansione, scelto sempre da
più compagnie per i prezzi
vantaggiosi e le garanzie di
sicurezza che offre rispetto
alla vicina Argentina.
E n e l 1 8 9 7 , b e n 11 0 a n n i f a ,
il 25 d'agosto venne inaugurato l'orologio monumentale
che incanta e commuove tutti.
Come scrissero nel giornale
“El Pais” in occasione del
centenario.
Il
7
agosto
Governo
del
1975
uruguayano
il
ha
dichiarato l'intero complesso
Monumento
Storico
Nazionale con la Resolución
del
Poder
Ejecutivo
N
0
1280/975
E anche se la sera la zona non
è
raccomandabile
per
ovvi
motivi di sicurezza, giorno
dopo giorno turisti e montevideani non disdegnano una capatina al
l'asado, il chorizo rovente, il churrasco,
cotta al punto giusto “a punto” e infine
“Mercado”, in quel tripudio di colori e
ottimi chivitos. Chiedete pure ciascuna di
“cocida” se l'amate stracotta e croccante.
bancarelle si possono gustare i tipici piat-
queste delizie, se preferite la carne non
Inutile aggiungere che si mangia divina-
ti della cucina uruguayana: la parrillada,
troppo cotta dovete ordinarla “jugosa”,
mente
e
in
compagnia
delle
numerose
orchestrine che in cambio di opportuna
“propina” - che sarebbe la mancia - vi
delizieranno
con
i
canti
della
Banda
Oriental. E non dimenticate di chiedere
una bottiglia di “Medio y Medio”, della
casa
Roldós,
la
tipica
bevanda
del
Mercado, ottenuta mischiando spumante e
vino bianco secco.
Lo slogan del Mercado dice tutto: “Si no
visitó el Mercado del Puerto no visitó
Montevideo”. Non serve la traduzione,
vero?
Come sempre, hasta luego!
4
Mercoledì 11 Aprile 2007
DIARIO URUGUAYANO
la gente d’italia
Uruguay e Cile insieme per la giustizia sociale
L'orgoglio del Cono Sud del continente americano
di Tonino Pintacuda
La
liberalizzazione com-
merciale e integrata tra i
due
paesi
Sud
-
del
Cono
Uruguay
e
del
Cile
-
crescerà
per
scambi
proficui
ad
entrambi
i
ma
sarà
favorire
partner
un'“integrazione
aperta”, senza dimenticare gli altri Paesi.
Questa, in estrema sintesi,
il
risultato
gio
del
viag-
istituzionale
del
Presidente
Va z q u e z
in
Cile, coronato nella
visita
al
Palacio
Presidencial
Moneda,
de
La
che
-
secondo le dichiarazioni del Presidente
numero di abitanti o ricchezze eco-
uruguayano
-
nomiche,
muove
sempre,
considerati dal punto di vista della
generando sentimen-
loro società e del loro popolo sono
ti
ugualmente
com-
profondi
nel
credo
che
grandi,
tutti
tutti
i
paesi
abbiamo
cuore di tutti i lati-
una nostra storia, cose che ci hanno
noamericani.
reso felici e cose che ci hanno fatto
IL
LEGITTIMO
ORGOGLIO
soffrire,
DEL
renza
UN'INTEGRAZIONE
la
confe-
stampa
Presidente
ha
cesso di integrazione che si estenda
quanto
anche ai paesi con minor numero di
mica
mo
necessaria
regione
sentiamo
di
stare
e
profonessa,
e
minore
condurrà
per
commerciali
orgogliosi
in
E
continuato: «Solo con un reale pro-
abitanti
damente
REALE
Va z q u e z
so: «Noi apparteniaci
nostra
A P E R TA E i l P r e s i d e n t e Va z q u e z h a
ha più volte espresuna
una
il
ribadito
a
abbiamo
identità».
CONO SUD
Durante
tutti
la
e
trovare
mercati
nostri
paesi
ricchezza
alla
econo-
flessibilità
giungere
ad
aprire
mondo
per
all'interno
dei
che
sono
al
accordi
assolutamente
regione del Sud, del
insufficienti per raggiungere quella
Cono
del
crescita economia a cui mi riferivo.
america-
Per questo aspiriamo a un processo
Sud
Continente
no, una regione che
non
possiamo
di
ne'
integrazione
regionale
solo le necessità e le richieste dei
Quest'opportunità
vogliamo abbandonare. E per questo
grandi
paesi.
con il Cile, questo bellissimo paese
chiediamo
un
paesi”
non
zione
realmente
che
processo
di
integra-
contempli
non
solo
quelli
Parlando
dobbiamo
che
di
“grandi
considerare
hanno
maggiore
per
rafforzare
abbiamo
aperto.
vecchie
discusso
amicizie
e
vecchi accordi come un Trattato di
Mercoledì 11 Aprile 2007 5
la gente d’italia
Libero
Cile
Commercio
ha
paesi
siglato
del
che
con
Mercosur
tutti
e
Presidente
il
Ta b a r é ,
noi
stiamo
collaborando con il Mercosur e
i
continuiamo
certa-
con
le
nostre
l'Uruguay
peculiarità
come
che è determinato a tradurlo
dimostrato
nella
in
del
abbiamo fatto nel gruppo RÍO.
fatidico 2011. Perché non in
Anche noi abbiamo come obiet-
un anno o due?»
tivo
mente
anche
pratica
con
anche
prima
abbiamo
Can,
un'integrazione
e
già
come
maggiore
perché i problemi che possiaCON UN OCCHIO AL BRASI-
mo
LE Proseguendo nel tema che
Con un unione maggiore e una
costituisce uno dei suoi slo-
reale
gan
innalzare il livello di tutto il
più
mejor
famosi
-
“mas
y
-
il
Mercosur”
Presidente
del
piccolo
Sud
grande
Uruguay ha ribadito: «Anche con il
Presidente
Lula
e
con
il
Brasile
vogliamo progredire in questo per-
Naciones,
n.d.R.),
membro
del
governo
militare,
il
Patto
Cile
Andino
quando
CILENA
Il
TRADIZIONE
Presidente
del
Cile
Michelle Bachelet alla domanda su
come
interpretare
questo
amplia-
mento ha fugato ogni dubbio: «Noi
siamo stati in passato membro associato del Mercosur, siamo in cammino per tornare a questo ruolo, perché
della
oggi
Can
siamo
sino
al
decisero
di uscirne. Noi stiamo tornando alla
relazioni bilaterali con i
LA
stato
nostra storica tradizione e teniamo
corso assieme, uniti».
CONTINUANDO
é
come
(Comunidad
osservatori
Andina
de
paesi con cui siamo convinti che la migliore prospettiva
è
un'associazio-
ne strategica o un'alleanza
significativa
aspiriamo
alla
perché
comple-
mentarità che permetterà,
credo,
per
Come
elementi
entrambi
positivi
i
segnalava
paesi.
il
affrontare
sono
bilaterali.
collegialità
America
e
possiamo
all'America
Latina nel suo insieme, ovviamente
senza
dimenticare
il
Messico
Centro-America».
Come sempre, hasta luego!
e
il
Giovedì 12 Aprile 2007 5
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
L'IMPEGNO QUOTIDIANO DELCASIU PER MANTENERE VIVALALINGUADELCUORE
Il Presidente Camussi: «L'italiano? L'unico
lusso culturale per gli studenti uruguayani»
di Tonino Pintacuda
Il logo del Casiu - Centro
Assistenza
Scolastica
Italia
U ru g u a y - s i n t e t i z z a m i r ab i l m ente la funzione di questo ente
g e s t o r e : l e b a n d i e r e d e l l ' U r u g u ay
e d e l l ' I t a l i a s o n o d u e p ez z i d i
puzzle, colti nell'istante prima di
un perfetto incastro.
La “ G e n t e d ' I t a l i a ” h a i n t e r v i s t ato il Presidente del Casiu, il
Cavalier Alfredo Camussi.
P r e s i d e n t e , q u a l è i l r u o l o d el
Casiu?
« I l C a s i u è u n E n t e G es t o r e, ch e
o p e ra i n b a s e a l l a l e g g e 1 5 3 d e l
G o v e rn o I t a l i a n o , fac e n d o i n s eg n a re l a l i n g u a i t a l i a n a , i n f o r m a
totalmente
gratuita,
per
l ' U ru g u a y e p e r g l i al u n n i , p o i ch é
i l t u t t o v i e n e p a g a t o co n i f o n d i
che riceviamo dal Governo
I t a l i a n o a t t r a v e r s o i l M . A . E . s ett o r e e m i g r a z i o n e . Q u es t i f o n d i m i p re m e p r e c i s a r l o - s o n o f i l osoficamente diversi dagli altri
d e s t i n a t i a d o p e r a z i o n i a n a l o g h e»
Parliamo proprio delle origini storiche del
Casiu.
« N e g l i a n n i S e t t a n t a l 'e m i g r a z i o n e d e g l i i t a l i an i e r a a c c o m p a g n a t a d a f e n o m en i d i s c a r sa
i n t e g ra z i o n e , t a n t o d a a r r i v ar e - c o m e n e l ce l ebre film “Pane e cioccolata” con Nino
M a n f r e d i - a d i s s i m u l a r e l e p r o p r i e o r i g i n i i t aliane per favorire l'accettazione della
G e rma n i a o d e l l a S v ez i a. L 'e s i g en z a e r a d i
o r d i n e p r a t i c o , s o p r a t t u t t o er a i n p er i co l o l 'id e n t i t à d e i f i g l i d e g l i e m i g r a t i . S i c o r r e v a il
r i s c h i o d i p e r d e r e l e r ad i ci e l a l i n g u a d el
c u o re p e r o t t e n e r e p i cc o l i s v i zz e r i e s v e d e si
perfettamente integrati. Da qui l'esigenza
m o ra l e d i o rg a n i z z ar e co r s i d i l i n g u a i t al i a n a
per i figli degli emigranti»
L'evoluzione dei flussi migratori e
d e l c o n c e t t o s t e s s o d 'e m i g r a z i o n e h a
p e r ò mo d i f i c a t o l a s t es s a f i n a l i t à d el
Casiu.
« I t e m p i s o n o c a m b i at i , l 'i n t e g r a z i on e s ' è n a t u r a l i z z a t a e q u a s i t u t t i q u ell i d e g l i a n n i S e t t a n t a s o n o t o r n at i i n
I t a l i a . O g g i i d i s c e n d e n t i d e g l i i t a l i an i s e n t o n o f o r t e m e n t e l a l i n g u a i t al i an a c o m e l i n g u a d e l cu o r e , è u n a q u est i o n e a ff e t t i v a . P e r q u e s t o n o n p o s siamo limitarci solo ai discendenti
italiani diretti. Sarebbe una sterile
ghettizzazione.
Soprattutto qui in
U ru g u a y l ' i t a l i a n o è l 'u n i co l u s s o cu lturale che questi giovani possono
avere».
A n a liz z ia m o q u a lc h e d a to . Q u a n ti so n o g li stud e n ti c h e f r e q u e n ta n o i c o r si o rg a n iz z a ti d al
C a siu ? E q u a n ti so n o q u e sti u ltim i?
« Va lu tia m o la v a la n g a d i r ic h ie ste c h e p a r to n o
d i r e t t a m e n t e d a i d i r e t t o r i d e l l e s c u o l e u r ug u a y a n e , a ttu a lm e n te a b b ia m o a ttiv a to c o r si in
n o v a n ta sc u o le , p e r u n to ta le d i 1 3 0 0 0 a lu n n i .
I n o str i d o c e n ti so n o se tta n ta c in q u e , m o lti d i
e ssi se g u o n o , o v v ia m e n te , p iù c o r si. L e o r e d i
ita lia n o so n o d e n tr o l' o r a r io sc o la stic o a n c h e
se e x tr a c u r r ic u la r i, e i d o c e n ti so n o tu tti c o nta tta ti e p r e p a r a ti d a n o i a ttr a v e r so il la b o r a tor io I ta ls d e ll' u n iv e r sità C a ' Fo sc a r i d i Ve n e z ia
e c o n tin u i c o r si d ' a g g io r n a m e n to .
I n o str i stu d e n ti h a n n o a d isp o siz io n e u n lib r o
di t est o e un quaderno d'eserci zi preparat o da
una nost ra docent e. Ci ò ha abbat t ut o i cost i , i l
t i t ol o è “It al i a che va”.
Sulla questione della lingua italiana in
Uruguay è cal at o un preoccupant e si l enzi o.
«E' un foruncol o che pesa. I nost ri corsi coprono dal quart o al sest o anno del l 'i st ruzi one uru guayana ma quest o si l enzi o del l e i st i t uzi oni ,
che sono l i bere e i ndi pendent i , pesa come un
maci gno. Soprat t ut t o perché ha t ol t o l a cont inui t à al ci rcol o vi rt uoso che si creava t ra i
nost ri al unni . Defi ni re qui i n Uruguay l 'i t al i ano l i ngua st rani era è una fol l i a. Cont i nueremo.
Anche se, ri pet o, i l si l enzi o è peggi o di ogni
cosa»
Ri ngrazi amo i l Presi dent e Camussi e gl i al t ri
membri del di ret t i vo: i l caval i er Gi anrani eri
Col el l a, l a professoressa Mari a
Segari o, Mart a Boggi ano e Juan
Eduardo Vel t roni . Tut t i e ci nque
lavorano per mantener vivo il
l egame con l a l i ngua-madre, l a
l i ngua del cuore.
Come sempre, hast a l uego.
CASIU
Presi dent e: Sr. Al f redo Camussi
Horari o: de Lunes a vi ernes de
14 a 18 Hs.
Di recci ón: Pza. Independenci a
749 Of . 302
Tel ef ax: 902 6475
E-mai l : casi u@adi net .com.uy
16
Venerdì 13 Aprile 2007
la gente d’italia
Gente D’Italia,
due anni
in Uruguay
Promesse
mantenute
di Mimmo Porpiglia
D omani,
sabato 14 aprile 2007. Sono trascorsi due anni da quel venerdì 14 aprile
2005 quando per la prima volta in Uruguay è
comparso nelle edicole un quotidiano tutto
italiano pensato, stampato e diffuso fuori
dall'Italia, Gente d'Italia . Che continua ad
essere stampato ogni giorno oltre che nell'edizione Usa-Canada anche nell'edizione speciale, “Sudamerica”, e diffuso nelle edicole
dell'America del Nord, del CentroAmerica e
in buona parte dell'America Latina. Abbiamo
cominciato due anni fa anche in Uruguay, in
questo meraviglioso e fraterno Paese perché scrivevo e continuo a ripetere da due anni - in
quest'area del mondo, secondo gli ultimi calcoli effettuati da consolati ed ambasciate italiane, vive e lavora la più alta concentrazione
del mondo di italiani e oriundi italiani, figli e
nipoti di quei nostri connazionali che, purtroppo, hanno perso o stanno perdendo ogni
contatto con la patria d'origine. Soprattutto
per mancanza d'informazione. Non quella “ di
ritorno”, intendiamoci. Ma l'informazione sui
fatti italiani. Sulla politica, sull'economia,
sulla cronaca e sulla vita italiana di tutti i
giorni.
In generale la stampa italiana all'estero ha
perseguito negli anni un obiettivo circoscritto. Ha cercato cioè di focalizzare problemi e
vita delle nostre comunità, ispirandosi, spesso
con ragione all'esperienza della gazzetta, che
privilegia la cronaca locale. Gente d'Italia ha
dato vita ad un quotidiano diverso: competitivo, realisticamente, con gli organi di informa-
14 Aprile 2005, tipografia di Ultimas Noticias: le prime copie di Gente d’Italia vengono firmate dal direttore e dagli
inviati italiani e dal segretario generale della Fusie intervenuti in Uruguay per l’avvenimento
zione nazionale. Ha cercato non solo di
cogliere ogni aspetto della vita delle nostre
comunità nelle due Americhe, ma ha posto sul
mercato un prodotto giornalistico di alto
livello, raccogliendo firme prestigiose della
stampa
nazionale
ed
internazionale.
Scegliendo la strada dell'approfondimento
tematico, inquadrando e spiegando le novità
della politica come dello sport, del costume
come degli spettacoli, della cultura come dei
piaceri della vita. Con l'obiettivo di fare
anche grande cronaca. Non solo cronaca
comunitaria. Dando in esclusiva notizie a cui
neanche i principali media possono accedere.
Vale per tutti l'aver riportato alla luce la tragedia di Monongah, la miniera del West
Virginia saltata in aria nel dicembre del 1907
con più di mille morti più di 500 italiani.
Inchiesta giornalistica elogiata e premiata
anche dall'ex Presidente Ciampi. Tragedia
che noi commemoreremo, quest'anno, in
occasione del centenario, con un libro-inchiesta, un convegno, e manifestazioni di cordoglio in West Virginia e in Italia. Grazie anche
al patrocinio dell'attuale viceministro degli
italiani nel mondo, Franco Danieli.
Nato nel 2000, intorno al tavolo di un ristorante romano, Gente d'Italia ha bruciato le
tappe in pochi anni, passando da mensile a
quotidiano. Con la direzione centrale a
Miami, in Key Biscayne, la redazione politica
di Roma, gli uffici di corrispondenza di New
York, Buenos Aires e Toronto e la sede sudamericana di Montevideo. “Gente d'Italia è in
una certa misura un giornale sperimentale.
Non statico, ma in movimento. Alla ricerca di
nuove proposte. Di un miglioramento costante, sia della veste grafica, sia dei suoi contenuti. Un giornale che ha l'ambizione non solo
di recepire, presentare e tradurre problemi,
la gente d’italia
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Venerdì 13 Aprile 2007
ansie e storie dei nostri connazionali, ma di portare tra loro
uno spaccato di alto livello dell'informazione e della cultura
italiana. In parallelo, con un
ambizioso progetto di sviluppo
dell'interscambio con la stampa
dei paesi dell'America latina scrivevo - Un giornale diverso
perché in un mondo rissoso e
partigiano qual è quello della
politica italiana, si è sforzato e
continua a sforzarsi di interpretare una realtà democratica in
chiave unitaria. Chi segue
Gente d'Italia non si sorprende
di leggere firme, cronache ed
analisi di segno diverso.
Talvolta opposto. Un giornale in
una certa misura bipartisan. Non un giornale
asettico ed equilibrista. Che voi lettori avete
avuto l'occasione di “misurare” proprio nel
corso dell'ultima campagna elettorale dove
abbiamo rifiutato messaggi elettorali a pagamento proprio per dare lo stesso spazio a tutti.
Ha detto Silvana Mangione del comitato di presidenza del CGIE “Nessun altro strumento cartaceo d'informazione ha adottato la formula di
Gente d'Italia, il quotidiano delle idee, contrapposte ma non stridenti, coerenti con la scelta dell'imparzialità: un concetto questo raramente applicato nel quadro dei giornali per gli
italiani all'estero, che spesso vengono usati
come armi di discriminazione e di offesa nei
confronti delle «persone non grate»”. Per
Armando Pizzuti Presidente del Comites
Uruguay “Gente d'Italia si è dimostrato uno
strumento d'informazione valido non solo per il
carattere quotidiano (senza precedenti in questo paese) ma soprattutto per il livello delle
informazioni e degli articoli che troviamo nelle
sue pagine. Strumenti di questa
natura, oltre ad informare, svolgono un ruolo di sostegno importante per l'organizzazione delle
nostre collettività all'estero.
Inoltre, nella società di accoglienza realizzano un lavoro permanente di diffusione della
nostra storia, dei nostri valori,
delle nostre tradizioni e della
realtà politica della nostra nazione”. Due anni dopo, confermiamo, la scelta si è rivelata felice.
La decisione di “posizionare” il
nostro giornale anche in Sud
America, nell'Uruguay in particolare, è stata vincente. Siamo
ben radicati anche a Montevideo,
oggi, con gli occhi puntati a
Buenos Aires e sul medio termine alle altre
capitali latine del Sud, nel quadro di una strategia che ,in chiave geopolitica, possiamo definire come riferita all'intero emisfero occidentale. Ci siamo, infatti, spostati al Sud senza
abbandonare le posizioni al Nord. Al contrario.
Da Miami a New York a Toronto, il nostro giornale rafforza in termini di immagine, credito e
diffusione la sua presenza, al servizio delle
comunità italiane e dell'incremento dei rapporti bilaterali con i paesi che le ospitano.
Abbiamo puntato - dicevamo - più sull'affluenza che non sull'orientamento, ritenendo così di
compiere un servizio al nostro Paese e di
rispetto per quello che ci ospita. Il nostro è un
giornale il cui orientamento politico non è
certo ambiguo o nascosto. Tuttavia, ritenendo
che il nostro ruolo prioritario sia quello di
informare ed interpretare, abbiamo sempre
lasciato aperte le pagine al contributo degli
esponenti sia del centro destra che del centro
sinistra. Un giornale, quindi, che ha la presun-
zione di vivere in sintonia con le
nostre comunità e di saper
cogliere le grandi novità in atto
nelle Americhe, ed in particolare nell'America Latina. Un continente che vive una stagione di
grandi mutamenti politici e
sociali. Che risale la china del
disastro economico. Cha stabilizza sempre di più il suo quadro
istituzionale. Che vede l'affacciarsi sulla scena di nuovi protagonisti etnico\politici. Che sta
intraprendendo,
in
chiave
ovviamente latino americana, le
vie di una sinistra di tipo europeo. Che si confronta con nuove
forme di populismo che, aldilà
della demagogia, sono rivelatrici di antichi malesseri. Che sta cercando un
rapporto nuovo e più equilibrato, ma non più
antagonistico, con gli Stati Uniti del Nord. Da
questo osservatorio avanzato e privilegiato che
è Montevideo, ma direttamente collegato al
Nord di questo emisfero, il nostro giornale
intende sempre di più seguire e comprendere
questi grandi cambiamenti epocali in atto a Sud
del Rio Grande. Ricordando l'impatto che 40
milioni di “latinos” hanno ormai sulla vita di
un America del Nord sempre meno WASP. In
questa realtà vivono ed operano le nostre comunità alle quali, ovviamente, si rivolge l'interesse prioritario di questo giornale. Grazie anche
all'apporto
della Fondazione Italia nelle
Americhe, con la quale in collaborazione stiamo portando avanti un programma di diffusione
della lingua, della cultura, del “sentire” italiano culminato, proprio a Montevideo, con un
importante convegno, lo scorso settembre.
Siamo e lieti ed orgogliosi di operare oltre che
nell'America del Nord, anche in uno splendido
Paese, a forte origine italiana,
che è l'Uruguay, assistiti dalla
amicizia e dal sostegno di una
classe dirigente di alto livello e
da una comunità nazionale di
grande valore. Un Paese che
Maria Josette Caprio, cofondatrice di questo giornale, moglie
e compagna di vita di chi scrive,
ha amato subito, al punto di
aver pensato di stabilire qui, tra
voi, la residenza della Sua,
della nostra famiglia. E nel Suo
ricordo, nella Sua volontà,
spero, insieme con le mie figlie
e i miei collaboratori di continuare a darvi ogni giorno un
buon prodotto.
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Venerdì 13 Aprile 2007
la gente d’italia
FRONTIERE
A due anni un bambino ha imparato da tempo a camminare, e da tempo sta imparando a parlare. Per un
giornale il compleanno numero due non è troppo diverso. E questo giornale proprio in queste ore s'accinge a
soffiare sulla seconda candelina della sua vita in
Uruguay. Sì, giusto a metà aprile del 2005 la Gente
d'Italia sbarcava a Montevideo con la stessa temerarietà con cui, per decenni, devono essere sbarcati tanti
connazionali provenienti dalla Penisola. Quella temerarietà che ti fa affrontare, con la
certezza di vincerla, la nuova e
così lontana sfida; ma tale sicurezza la scopri solamente dopo, a
impresa avvenuta. E' il senno del
poi che fa dire “ne valeva la
pena”; mentre si parte e si arriva,
mentre l'avventura comincia tra le onde dell'Atlantico,
davvero “di doman non c'è certezza”, come ammoniva
Lorenzo il Magnifico.
Eppure, quando il direttore ed editore di questo quotidiano iniziava a navigare verso il Río de la Plata con
la folle idea di far stampare a Montevideo il giornale in
lingua italiana che già distribuiva negli Stati Uniti e in
Canada -oltre che, per abbonamento, ovunque richiesto-, quando Mimmo Porpiglia pensò di far vedere e
vendere la Gente d'Italia nelle edicole dell'Uruguay,
nessuno tra quei pochi che condividevano il progetto,
dubitava del successo. Intanto, perché il capitano contava su un equipaggio di prim'ordine, costituito non
solo dalle firme del giornale (che sempre rappresentano il vero patrimonio di un giornale), ma soprattutto
dalla bussola per fortuna in mano a tre donne:
Margareth, Francesca e Josette, ovvero le due figlie e la
moglie di Porpiglia. Sono state loro a credere e a far
credere nell'iniziativa, sono state loro a lavorare dentro
e fuori il giornale affinché l'America latina, attraverso
l'Uruguay, divenisse il nuovo sbocco comunicativo per
un giornale che da circa sette anni era presente
nell'America che ha trovato l'America.
Invece l'America del Sud non se la filava nessuno,
nell'Europa distratta. E l'Uruguay era considerato,
piuttosto, per il suo grande avvenire dietro le spalle: la
leggenda di Maracaná, la nomea da “Svizzera
dell'America latina”, i miti di Ghiggia e Schiaffino, la
bellezza di Punta del Este, tutto l'immaginario collettivo per questo piccolo, grande Paese parlava e parla al
passato. Ecco, se la Gente d'Italia ha un merito, è quello d'aver scommesso sul futuro dell'Uruguay. Se oggi
che il giornale ricorda il suo secondo anno di diffusione una cosa si può dire, è che ha stimolato, ha scosso il
pubblico che legge in italiano a sentirsi parte integrante di un mondo che cammina. Quel mondo in italiano
che per decenni è stato ignorato dalla politica estera
dell'Italia, e che solo da pochi anni è diventato una
risorsa di politica interna e internazionale dell'Italia. E
Montevideo, la tanto commemorata città di Garibaldi
(stile “ei fu”: si commemorano sempre i morti o le cose
percepite come tali…), è oggi uno dei punti cardinali di
quest'universo dell'italianità.Ecco, se la Gente d'Italia
ha un altro merito, è quello d'aver colto il senso della
vita della capitale dell'Uruguay, della capitale del
Mercosur, della capitale del mondo in italiano nel suo
di Federico Guiglia
di una strategia senza frontiere. Ma posto che noi partiamo dal felice assunto dell'ex presidente della
Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, secondo il quale
l'Italia è la prima super-potenza culturale del pianeta
(con tutto ciò che questo implica e impone), è evidente
che l'America latina non possa essere privata ancora a
lungo di un'Università italiana. Ed è ragionevole pensare che essa potrebbe sorgere in Uruguay per una serie
di motivi di cui torneremo a scrivere nei prossimi numeri.Invece ora e subito anticipiamo il senso della nostra
serenam indignazione
per l'avvenuta abolizione
dell'obbligo di studiare
l'italiano nel primo anno
del cosiddetto bachillerato, che è fatto di due
anni. E' un'indignazione
non soltanto per la miopia con cui un'oligarchia di teorici esperti, senza aver dibattuto pubblicamente della
questione, ha ritenuto di dover prendere questa decisione nell'interesse degli uruguaiani (la qual cosa, da
oriundo e fiero uruguayo, ho contestato e contesterò).
E' indignazione soprattutto per come l'istituzione italiana a tutti i livelli -dalla Farnesina all'Ambasciata italiana a Montevideo, tanto per essere chiari-, ha subìto
ciò che non avrebbe dovuto subìre. Lungi da noi spiegare a Lorsignori ministri, sottosegretari, ambasciatori,
consoli, direttori e presidenti “come si fa” a trattare
con le autorità di un altro e sovrano Paese: a ciascuno
il suo ruolo, e in questo campo, il campo della diplomazia, l'Italia ha un'esperienza ineguagliabile. Ma la questione è stata presa sottogamba, e non tutti hanno fatto
ciò che avrebbero dovuto e potuto.
Mi correggo: ciò che Lorsignori sono ancora in tempo
a fare, perché con una forte iniziativa politico-istituzionale l'Italia può ottenere il ripristino di ciò che non
doveva essere neanche toccato.
Nell'anno del bicentenario di Garibaldi, che
all'Uruguay ha dedicato le sue più belle avventure in
Sud America, la valorizzazione della lingua italiana
sarà l'imperativo dolce e categorico delle settimane a
venire. Per un giornalista l'italiano è come il bisturi per
il chirurgo: non si può, altrimenti, operare. Ma per chi
ha una certa idea dell'Italia, e quindi del mondo in italiano, la lingua italiana è molto più di uno strumento di
lavoro e di comunicazione. E' il senso di una vita trascorsa in molti luoghi fisici e dell'anima, di una vita
ricca di più lingue, e perciò consapevole del valore
della lingua italiana.
E allora non diremo “tanti auguri” per il compleanno
numero due del quotidiano. Non spegneremo, metaforicamente, alcuna candelina. Due anni vissuti appassionatamente, ma la festa più emozionante per ungiornale
che cresce, è quella d'indicare, con umiltà, il prossimo
traguardo da raggiungere: far rimettere la lingua di
Dante al bachillerato di Montevideo. Sapendo di poter
contare, per questa battaglia delle idee e dei sentimenti, su un angelo in cielo. Sapendo, questo giornale, di
poter avere il conforto della sua co-fondatrice Josette.
Le donne riusciranno laddove gli uomini sono falliti.
[email protected]
Gente d'Italia, 2 anni in Uruguay
E un impegno: la lingua italiana
sconosciuto versante meridionale.
D'altronde, un giornale può investire soltanto parole,
può raccontare soltanto ciò che è successo e riflettere
su quel che (forse) succederà, può aprire le sue pagine
a chiunque ne richieda l'ospitalità. Può, infine, mettere
a contatto la realtà italiana con quella sudamericana,
incastrare l'una all'altra come accade anche materialmente col giornale, che viene distribuito insieme con
l'uruguaiano Últimas Noticias. E quando un'identità si
confronta con l'altra, quando un'identità viaggia per
mano dell'altra, essa diventa più forte. Gli “italiani
all'estero” non esistono, se non come categoria dello
spirito. Esistono gli italiani uruguaiani (o gli uruguaiani italiani, la variante generazionale), esistono gli
italiani che hanno aggiunto qualche altra cosa al loro
essere italiani, secondo il principio universale di una
cultura, di una lingua e di una tradizione millenari, e
che da Roma al Rinascimento, al Risorgimento, alla
Repubblica oggi può volare ovunque.
Di più. Oggi esistono milioni e milioni di italiani che
non parlano l'italiano e che pure sono consci della loro
italianità in aggiunta.Perché l'identità italiana è quasi
una formula matematica: dipende dalla percentuale
d'amore che una persona esprima per l'Italia. E dunque
può essere più italiano un australiano che ha conosciuto Michelangelo sui libri di scuola, rispetto a un italiano di Roma che abiti vicino alla “Pietà” senza essersi
mai curato di riconoscerla Ecco, forse, il terzo merito
che si può attribuire a questo giornale è d'aver avvicinato molti alla patria di Michelangelo, è d'aver instillato in tanti la curiosità, foss'anche nient'altro che la
curiosità, per la grandezza della nazione evocata.
A parte l'informazione e lo spazio aperto a chiunque
avesse o abbia qualcosa da dire, senza prima domandargli se è guelfo o ghibellino, ci sono poi state alcune
battaglie giornalistiche tipiche -queste sì- del giornale.
I fatti separati dalle opinioni, dice la buona scuola del
giornalismo, ma solo chi non ha opinioni s'accontenta o
si nasconde dietro i fatti. Invece in questo paio d'anni
la Gente d'Italia ha potuto sollevare, fra le altre cose,
due questioni che mi stanno molto a cuore: la necessità
di istituire un'Università italiana a Montevideo, e il
dovere di assicurare agli uruguaiani di domani lo studio della lingua italiana nel biennio umanistico e giuridico propedeutico all'Università in Uruguay.Sul primo
punto torneremo presto, considerandolo il coronamento
la gente d’italia
19
Venerdì 13 Aprile 2007
Gli auguri del Viceministro Danieli E g re g io D ire tto re ,
dedi cat e a st ori e e st ori a, personaggi ,
nel secondo anniversario dell'inizio
d e lle p u b b lic a zio n i d e l S u o g i ornal e
q u i in U ru g u a y d e sid e ro fo rm ul arLe i
miei auguri e manifestarLe quanto
im p o rta n te si sia riv e la ta q u e sta esperie n za p e r i n o stri c o n n a zio n al i qui
re sid e n ti e p iù in g e n e ra le p e r l a prese n za ita lia n a in q u e sto P a e se .
D e sid e ro so tto lin e a re la c ooperazio n e tra l'u n ic o q u o tid ia n o ita li ano i n
Uru g u a y e l'u n ic o C o n so la to d'It al i a,
a l se rv izio d e lla n u me ro sissima nost ra
c o lle ttiv ità , e g li a mp i sp a zi p unt ualme n te d a ti a i n o stri c o m u n ic a ti di i nt ere sse g e n e ra le . N o n o sta n te la possi bi lità
di
avvalersi
del
n o s t ro
sito
I n te rn e t e d e lle in fo rm a zio n i c he eroghiamo
d i re t t a m e n t e ,
attraverso
il
me zzo sta m p a p o ssia mo ra g g iu n gere un
p u b b lic o a n c o ra m a g g io re , c o n s i derat a
f at t i , curi osi t à e i nt ervi st e degl i e agl i
It al i ani i n Uruguay, ha conf eri t o ul t eri ore i nt eresse, anche at t raverso l 'at t ivi t à del gi ovane e di nami co croni st a,
al l a t est at a che Lei di ri ge, ormai gi à
consolidata nel panorama editoriale
l ocal e.
Vogl i o anche ri ngrazi arLa per l a
cost ant e at t enzi one dedi cat a al l a di f esa del l a nost ra l i ngua i n Uruguay.
M i permet t a, i nf i ne, di ri nnovarLe
i mi ei sent i ment i di si ncera vi ci nanza a
segui t o del l a i ncol mabi l e perdi t a che
ha colpito Lei, la Sua famiglia e
“Gent e d'It al i a” con l 'auguri o che, ci ò
nonost ant e, l a memori a del l a Si gnora
M ari a Joset t e cont i nui ad i spi rare l 'at t i vi t à e l e f ort une del gi ornal e.
Col go l 'occasi one per i nvi arLe i mi ei
pi ù cordi al i sal ut i
a n c h e la d iffu sio n e e l'a p p re zz ament o
d i c u i o rm a i “Ge n te d 'I ta lia ” g ode t ra
gli italo-uruguayani e non solo. Il
M i chel e Pal a
Consol e General e d’It al i a
re c e n t e a r r i c c h i m e n t o d e l l e p a g i n e
C aro Direttore,
Sembra ieri, quando eravamo riuniti
tutti nel Hotel Radisson, per il lancio
di “Gente d'Italia”. Mi toccó pure a
me di parlare e confesso che non fu
facile, perché mi sembrava un'avventura troppo donchisciottesca: reggere
in Uruguay con un quotidiano italiano!
... E sono passari giá due anni, anche
se sembra ieri. Indubbiamente per
avventurarsi nel mondo delle utopie
ci vuole molto coraggio e un po' di
follia spirituale. E il Dott. Domenico
Porpiglia (Mimmo, per coloro che lo
stimano colloquialmente come me) di
coraggio e di follia utopica ce ne ha
tanto. Perché se oggi celebriamo i
due anni di Gente d'Italia é perché
celebriamo anche il bienno di quella
follia, che oggi non sembra piú tanto
follia, ma un progetto che si sta sviluppando con grande dimensione.
Mi é toccato lavorare con il Dott.
Porpiglia e posso dire che io, che non
mi credo un pigro, ho sempre stentato
a seguirgli il passo. Ed é bello oggi
confermare che "Gente d'Italia" ha
un grande successo, che si sente la
necessitá di leggerlo di prima mattina con il caffé e che in questo "crescere" della sua presenza in Uruguay
e in tanti altri posti del mondo, uno
sente il rispetto verso i coraggiosi
che credono in questo piccolo
Uruguay, che sta mostrando in
America Latina di essere piú grande
di quello che indicano le sue dimensioni geografiche.
In questa occasione di auguri anche
un saluto affettuoso al giovane
Tonino Pintacuda, che mi ricorda la
mia epoca giovanile - e quindi i miei
anni migliori - vicino a giornali e
radio italiane d'emigrazione, anche
se di piú modesta portata. Credo che
Tonino ha il merito di aver saputo
subito
capire
la
sensibilitá
dell'Uruguay, senza perdere la cultura dell'Italia. Bravo!
Gianni Raso, coordinatore della sede
Rai di Montevideo
***
A “Gente d´Italia” e tutti i suoi collaboratori che rendono possibile la
sua lettura quotidiana, Vi salutiamo
cordialmente nel vostro secondo
anniversario editoriale e Vi auguriamo tanti successi.
É una data che, noi corregionali del
Friuli Venezia Giulia e tutta l'intera
collettività italiana residente al
Uruguay, non abbiamo dimenticato,
non dimentichiamo e non dimenticheremo mai.
EFASCE Uruguay
Ente Friulano Assistenza Sociale
Culturale Emigranti
Caro Direttore,
è con piacere ed allegria che ti invio
queste due righe di felicitazioni e
complimenti per il secondo compleanno del tuo giornale Gente
d'Italia.
È grazie a te che oggi possiamo contare in Uruguay e nelle Americhe di
un quotidiano di alto valore culturale. Ti sei proposto e, ci sei riuscito, a
diffondere la nostra lingua col valido
pensiero di uno staff di giornalisti di
alto livello. Il mezzo per mantenere la
nostra lingua, lontani dalla Patria, è
leggere, leggere, leggere, e tu ci hai
dato questa possibilità.
Siamo così informati giorno a giorno
di ciò che accade in Italia e nel
mondo, nonché di conoscere la nostra
letteratura, la nostra storia e le opinioni della nostra attualità politica.
Tutte le opinioni, di una parte e dall'altra in una chiara posizione democratica.
Il mio augurio è che il tuo giornale
abbia sempre maggiori successi,
diffondendo quella italianità della
quale ne siamo orgogliosi, specialmente all'estero.
Un cordiale saluto ed un abbraccio.
Ad maiora !
Giovanni Costanzelli,
direttore del mensile Ancri
***
Caro Direttore,
Complimenti per questo nuovo anniversario di Gente d' Italia in
Uruguay.
In questi due anni, il vostro progetto
giornalistico non solo si é consolidato ma si é, pienamente integrato alla
vita quotidiana della nostra comunitá.
Pertanto giungano a Lei Sig.
Direttore e a tutti i suoi collaboratori i miei auguri per il futuro e il mio
piú sincero riconoscimento, al vostro
impegno per informare con massima
professionalitá e pluralitá i nostri
connazionali in questo paese.
Filomena Narducci,
Componente il Comitato
di Presidenza del Consiglio Generale
degli Italiani all' Estero
***
Gentile Direttore,
In occasione del secondo anniversario di Gente di Italia in Uruguay,
invio a Lei e allo staff da Lei diretto,
gli auguri per il lavoro svolto in
comunicazione in questo tempo da
parte di Spazio Italia
26
GENTE D'ITALIA LIBRI - SPECIALE SUD AMERICA
la gente d’italia
Venerdì 13 Aprile 2007
In cerca di un nuovo realismo magico
a cura di Tonino Pintacuda
C he
fine hanno fatto quei magici fu-
rori che stillavano dalle pagine degli
scrittori dell'America Latina?
Incantavano, spiazzavano, era un paradiso di parole limpide, pescate nella pozza delle metafore più vere e
sincere.
Basta sfogliare le precedenti puntate
di questa rubrica del venerdì: sono
tutti autori del passato, o autori che
a quel passato si sono rivolti per cercare ispirazione. Meglio ancora: ba-
sta entrare in una qualsiasi libreria,
tiva, avere il coraggio di difendere i
cerchi l'America del Sud e trovi Pau-
propri sogni, come ha fatto lo scrit-
lo Coelho e il peruviano-australiano
tore romano Paolo Papotti, sbarcato
Sergio Bambarén che cerca l'onda
in America per lavorare all'IBM.
perfetta sulla schiena dei delfini.
La prima puntata del suo “diario ame-
Sembra che la letteratura latinoame-
ricano” incarna perfettamente quella
ricana abbia deciso di “produrre” ro-
meraviglia che gli scrittori del Cono
manzi con il preciso obiettivo di ri-
del Sud non riescono più a ritrovare.
cavarne frasi per accompagnare i
Come sempre, buona lettura.
cioccolatini.
S'è davvero persa la strada per Macondo? Se lo chiede Maura Gancitano.O forse bisogna cambiare prospet-
La strada per Macondo nell'età della globalizzazione
di Maura Gancitano
L' A m e r i c a L a t i n a è s em -
Italia, dove si sta svilup-
p re s t a t a c o n s i d e r a t a l a
pando una nuova f orma di
p a t r i a d e l “ re a l i s m o m a -
ro m a n z o , q u e l l a d e l “ re -
gico”, un filone artistico
port age narrat i vo”, che ri -
la cui caratteristica prin-
porta l'attenzione sull'at-
c i p a l e è l a p re s e n z a d i
tualità, sui temi caldi che
elementi sovrannaturali e
coi nvol gono t ut t i noi .
straordinari, in una paro-
M ANTENERE L'IDENTITA'
l a “ m a g i c i ” , i n u n co n t e -
NELLA SOCIETA' GLOBA-
s t o re a l i s t i c o .
LE Il tentativo di racconta-
Il t e r m i n e f u c o n i a t o d a l
re un'America Latina diver-
critico tedesco Franz
sa da quella degli Anni Ses-
R o t h p e r d e s c r i v e re l ' o -
s a n t a n o n p u ò e s s e re c o n -
pera di alcuni pittori
si derat o sbagl i at o a pri ori .
americani degli anni Ven-
Quello
t i , m a a p a r t i re d a g l i a n -
però, è che il declino del
n i S e s s a n t a f i n ì c o l d e s i-
re a l i s m o m a g i c o s i a s o l o
g n a re p r i n c i p a l m e n t e l a
una del l e conseguenze del-
p ro d u z i o n e l e t t e r a r i a d i
la globalizzazione, dell'era
quegli scrittori sudameri-
di Int ernet e degl i i Pod.
c a n i c h e , i n p re d a a l l 'e n-
Il pericolo, infatti, è che
tusiasmo per la rivoluzio-
l 'at t enzi one al mondo e al-
ne cubana e in generale
l'attualità diventi solo un
p e r i m o v i m e n t i i n d i p e n-
modo per “copi are” l o st i -
che
preoccupa,
l e del l a l et t erat ura i ngl ese
dentisti che stavano na-
p o l a vo ro d e l 1 9 6 7 c o n sid e ra to o g -
p ia re se ste ssi.
s c e n d o i n q u e l p e r i o d o , c o n t r i b u i-
g i i l t e s t a m e n t o l e t t e r a r i o d e l l ' A-
D e l re s t o , i s e g u a c i d e l re a l i s m o
e ameri cana, che por t i al l a perdi-
ro n o a r i d i s e g n a re e a r a f f o r z a re
m e r i ca La tin a , n e l q u a le l'imma g i-
ma g ic o in A m e ric a L at i na sono ri -
t a del l 'i dent i t à cul t ural e di un po-
l'identità del continente latinoa-
nario paese di Macondo diventa un
masti in pochi. Gli scrittori lati-
polo, che faccia dimenticare le sto-
mericano.
p i c c o l o u n iv e rso in c u i si m u o v o n o
noamericani della nuova genera-
ri e che l o hanno f ormat o.
Le o p e re d i q u e g l i a n n i d i ve n n e ro
p er s o n a g g i in c re d ib ilm e n te u m a n i
zio n e , in fa tti, so n o cost ret t i a f are
Ci ò che ci auguri amo è che l 'uomo
m i t i , r a c c o n t i e p i c i co n i q u a l i s i
e s t r a o rd in a ria me n te su rre a li.
i conti coi cambiamenti sociali, po-
che vi ene f uori dai nuovi romanzi
t e n t a v a d i f o n d a re u n a c u l t u r a f o r -
N E L L 'E TA ' DE LLA G LOB A LI ZZA-
litic i e c u ltu ra li c h e st anno avve-
latinoamericani non sia un uomo
t e c h e d o v e v a , e f i n a l m e n t e p o t e-
Z I O N E I l re a l i s m o m a g i c o , p e r ò ,
nendo in tutto il mondo, cambia-
i n c a p a c e d i c o g l i e re i l s o p r a n n a -
v a , r i v e n d i c a re l a p ro p r i a a u t o n o-
s em b r a e sse re in p ro c in to d i e sa u -
me n ti c h e n e c e ssa riament e i nf l ui-
t ural e, l o st raordi nari o, i l meravi-
mia.
rirsi. Ha assunto ormai uno schema
sc o n o su lle lo ro o p e re.
g l i o s o c h e è d e n t ro o g n i p i c c o l o
L'opera più importante di questo
p rec i s o, e a n c h e g li ste ssi “p a d ri”
Questi scrittori non si staccano
f at t o quot i di ano, ma che mant enga
filone letterario è senza dubbio
di questo filone letterario (Mar-
d a lla re a ltà , ma la raccont ano co-
quel l o sguardo nonost ant e si a i m-
“Cent'anni di solitudine” di Ga-
q u e z i n p r i m i s , m a a n c h e Va rg a s
sì c o m'è .
merso nel l a nuova soci et à gl obal e.
briel Garçia Marquez, romanzo ca-
L l o s a ) p a re s i s i a n o r i d o t t i a c o -
E ' u n te n d e n za m o lto vi va anche i n
Venerdì 13 Aprile 2007 27
la gente d’italia
Sognando la California
di Paolo Papotti
L 'America, la California poi, noi la conosciamo
b e n e . N e s i a m o c o n v i n t i t u t t i . B as t a d i r e
California e tutti si immaginano un Eden di
ragazze seminude, fusti che fanno surf, droga
buona ed economica, sesso libero, musica rock e
così via.
Io non facevo eccezione. Quando mi hanno detto
che sarei andato a San Jose, California, 80km da
San Francisco, ero convinto di sapere quello che
mi aspettava. Certo curioso di scoprire come
sarebbe stato vivere in una cittadina di provincia, questa esotica San Jose che non avevo mai
sentito. Mi immaginavo giri a piedi e in bicicletta per quello che doveva essere un paesetto, dove
avrei trovato un paio di bar dove andare la sera.
Lì mi avrebbero conosciuto come “l'italiano” e
avrei imparato a bere birra ghiacciata mentre mi
facevo battere a biliardo da tutto il paese. Ecco,
pensavo di sapere tutto. E mi sbagliavo.
Di preparativi per la partenza non c'è stato molto
tempo. Qualche settimana per lasciare la stanza
in affitto, baciare gli affetti, mangiare in una
trattoria diversa ogni sera, andare a ballare nei
lo c a li
p r e f e r iti,
in f in e
sta m p a r e g li a r tic o li d a
studiare sull'aereo per evita r e f ig u r a c c e u n a v o lta
davanti ai mostri delle basi
di dati. Pochi giorni prima
di partire ho ricevuto la
mail di quello di sarebbe
stato il mio capo all'IBM,
Howard. Annunciava che
mi sarebbe venuto a prendere all'aeroporto di San
Fr a n c isc o e m i a v r e b b e
portato dritto ad affittare
la macchina, che non avrei
p o tu to
fare
se n z a .
Pe r p le sso d a lle n e w s h o
da piccola e tortuosa che la collega alla chiazza
trovato il tempo di aprire google maps fra una
grigia gigante.
carbonara e una passeggiata a Testaccio, per
San Jose è la decima città degli Stati Uniti per
vedere dove fosse Almaden e farmi un'idea più
numero di abitanti. Senza contare il corridoio di
precisa del paesotto San Jose. Il centro di ricerca
asfal t o e abi t azi oni che l a col l ega a San
IBM visto dal satellite è una chiazza grigia pic-
Francisco, il continuo di industrie, università e
cola piccola su una distesa verde e marrone.
startup che chiamano Silicon Valley, che proba-
Si distingue un parcheggio gigantesco e una stra-
bilmente da sola fa qualche altro milione di ingegneri e informatici. Come stavo per
scoprire, la bicicletta l'avrei vista
sol o al l e cri t i cal mass i l venerdì
pomeriggio a San Francisco.
Delle aspettative disilluse in realtà
eravamo
ancora
al l 'i ni zi o,
come
anche di sorprese che si sarebbero
manifestate a breve. All'aeroporto,
per esempio, aspettavo di trovare il
mio capo fuori ad aspettarmi, col cart el l i no
PAPOTTI
st ropi cci at o
in
mano. Mi aveva scritto che era asiatico e basso. Avevo apprezzato quella
descri zi one aset t i ca, sempl i ce ed
efficace. Pochi mesi dopo anche le
mie email romantiche e lunghissime,
con cui avevo mezzo sedotto ragazzette in giro per l'Italia, avrebbero
raggiunto quei toni, ma lì, innocente
e ingenuo, ancora non sapevo e mi
guardavo intorno all'inizio entusiasta
per l'incontro imminente. Poi passai
allo sguardo preoccupato. Poi a quello perso.
Perché uno è convi nt o di parl are
inglese e di cavarsela bene ovunque
lo piazzino, finché non prende in
mano un telefono e deve chiamare un
cellulare americano. Serve o no il
prefisso? Quale è il prefisso? Quanti
soldi servono? Ma soprattutto, sbaglio o è una segreteria quella che sta
28
Venerdì 13 Aprile 2007
la gente d’italia
gracchiando al numero del
uni co
mi o
Ok.
inox da usare per lava-
p a n i c.
re l'insalata e i denti,
Fermo una signora, la più
un forno a microonde e
innocua e cicciotta a vista
un bagno un metro per
vicino
mezzo
capo?
Razionalità.
al
No
telefono.
Le
l avandi no
con
la
di
port a
chiedo se può sentire cosa
scorrevole che non si
dice la segreteria e ripe-
chi udeva. Perché gl i
t e r me l o
La
altri intern dell'IBM ci
signora mi dice lentamen-
avevano passato tre o
te e spalancando la bocca
quattro mesi in quella
come parlasse a un sordo-
gabbia, anche se pren-
muto: Il Numero Non E'
devano stipendi tali da
Raggiungibile. Ok, ringra-
pot ersi
zio e mi incammino deciso
intero appartamento in
per darmi un tono dopo la
un quartiere qualsiasi?
figura meschina. In preda
Non l'ho mai capito.
al sonno e a una sottile
Però mi era chiarissi-
ansia di non aver ricono-
mo che sarei dovut o
sciuto il basso cinese mi
scappare al più presto.
aggiro a cerchi concentrici
A me non aveva mai
sempre più larghi intorno
sedotto vivere da solo.
all'uscita del mio volo.
Preferi vo vi vere con
U n a r a g a z z a c o n o s ci u t a
al t re
sull'aereo compare fra la
vent i quat t ro anni dai
folla e mi ferma, mi pre-
miei (se si esclude una
in
I n g l e s e.
breve
senta alla sua amica romana che vive a San Francisco, dice che dovremmo
vederci, l'amica mi dà il suo numero, mi spiega
in 30 secondi tutto quello che devo sapere per
avere un telefono (sul momento non colgo nulla,
troppo scosso dalla notizia che si paga pure
quando ti chiamano gli altri), spariscono in una
piroetta di trolley e dalla loro nuvoletta esce
Howard che mi guarda tutto sorridente ripetendo
“Paulo? Paulo? Eh eh, Paulo?”.
La macchina di Howard è gigantesca come da
copione. L'autostrada ha sei corsie come previ-
affi t t are
persone.
parent esi
un
Pri ma
con
cambio automatico e guidare sulla one-o-one
altri tre “erasmus” a Madrid), poi tre anni con
come se fosse la Cristoforo Colombo alle quattro
amici, e mi ero sempre trovato benissimo. Mi
di mattina un martedì sera. La cosa più interes-
piaceva tornare e mangiare con qualcuno, saluta-
sante è il posto dove mi stava guidando Howard
re entrando o uscendo, fare la spesa insieme.
con il suo macchinone. La prima cosa che mi
Cose minime, ma, mi dicevo, a me piace vivere
dice: non parcheggiare per strada, ma paga per
così. E' vero che c'era una sorta di vera cucina
un parcheggio privato. Io mi guardo intorno per-
comune, ma non riuscivo ad abituarmi agli altri
plesso: ci sono centinaia di parcheggi, compreso
ospiti che popolavano quella sorta di residence.
uno di fronte alla mia futura stanza che appartie-
Pare che, per avere la concessione così vicino al
ne a una chiesa o qualcosa che gli assomiglia.
centro, la direzione avesse un vincolo molto
Scoprirò la sera stessa, dalla mia finestra, che
chiaro: una quota, tipo il 25% delle stanze,
sto. Il cielo è blu, fa un caldo
doveva essere data gratis agli homeless
incredibile anche se l'estate è fini-
della città. A patto che non usassero dro-
t a d a d i e c i g i o r n i e ci s i am o .
ghe, non rubassero e così via. Questo non
Howard parla solo di cose pratiche
esclude l'alcool e non esclude il mio imba-
e lo capisco, appena salito in mac-
razzo quotidiano nell'avere a che fare con
china mi ha messo in mano una
gli accenti più strani e i discorsi più stram-
bottiglietta di acqua minerale da
palati, da cui potevo scappare solo con uno
mezzo litro. Lui nel viaggio da
“yes yes” imbarazzato e un sorriso stirato.
SFO a San Jose se ne spara due,
Tutto era difficile e curioso. Hai bisogno
tanto ne ha una cassa nel portaba-
di una brugola? Serve un pomeriggio inte-
gagli del SUV. Io parlo a monosil-
ro per scoprire come si chiama una brugo-
labi, tranne quando chiedo consi-
la (non lo ricordo neanche ora), come si
gli su come guidare, visto che da
chiama il negozio che le vende e trovare
un momento all'altro mi ritroverò
l'uscita dell'autostrada giusta per raggiun-
a seguirlo in giro per le autostrade
gere il negozio. Ma ero in America, anzi,
in California e superato il weekend per
che tengono insieme la chiazza di
San Jose. Howard, da perfetto immigrato conosce tutte le regole e comincia a spiegare: non
andare mai a più di 10 miglia sopra il limite,
segui il flusso, se devi girare mettiti nella corsia
e anche se hai capito che hai sbagliato uscita,
esci lo stesso. Non la farò lunga su quanto sia
semplice affittare una macchina, abituarsi al
quella croce gigante, alta 20 metri o più, si illu-
ambientarmi avrei cominciato a lavorare con
mina la notte, passando dal viola al blu al verde,
degli scienziati pazzeschi e avrei cominciato a
e che la scritta scorrevole rossa non avrebbe mai
divertirmi. Quella sera, preso dall'entusiasmo,
smesso di raccomandarmi di entrare per incon-
entrai nella chiesa della luci acide per chiedere
trare Gesù.
dove potevo trovare una messa.
Ora, io sono stato un mese dentro una stanza di
due metri per due, con una tv 14 pollici, un
la gente d’italia
Lunedì 16 Aprile 2007
8
DIARIO URUGUAYANO
L'Uruguay, un Paese piccolo, grande e instancabile:
Le conclusioni della visita della delegazione cubana
di Tonino Pintacuda
Il piccolo grande Uruguay non si ferma,
l'instancabile Presidente Tabaré Vázquez
in meno di due mesi ha ottenuto l'appoggio del Presidente Bush; ha proseguito con
la preparazione dell'insediamento del
Parlamento del Mercosur che avverrà il
prossimo 7 maggio; seguito dagli accordi
col Cile e ora anche quelli con Cuba, coronamento della seconda “Comisión Mixta
de Cooperación Económica-Industrial y
Científico-Técnica Cuba - Uruguay”.
Nei giorni scorsi la delegazione cubana s'è
riunita con le principali autorità politiche
uruguayane, in accordo a quanto era stato
sottoscritto il 6 marzo del 1987 nell'articolo 3 del “Convenio de Cooperación
Económico-Industrial y CientíficoTécnica” tra il governo uruguayano e
Cuba, ribadito nel novembre del 2005
nella seconda riunione della “Comisión
Mixta de Cooperación UruguayoCubana”.
I rapporti tra i due paesi, secondo la
Cancelleria Uruguayana sono eccellenti,
da quando il presidente Vázquez e Fidel
Castro hanno ripreso i contatti.
Fondamentale resta il riferimento al
comune sentire del celebre Nam, il
“Movimento dei Non-Allineati”, l'organizzazione internazionale di più di 100
stati che si considerano non allineati con o
contro le principali potenze mondiali.
Il Nam nacque nel 1961 su iniziativa di
Josip Broz Tito, presidente della
Repubblica Socialista Federale della
Iugoslavia, per legare gli stati che non
volevano schierarsi con le potenze delle
Guerra Fredda. Nel terzo meeting del
Nam, tenutosi
nel 1969 a Lusaka
(Zambia), si istituì la struttura permanente
che si occupa esclusivamente di temi economici e politici.
Secondo quanto riportato da Mayda
Burgel nel giornale montevideano “La
Republica”, la visita della delegazione
cubana ha ribadito la ferma volontà
dell'Uruguay di essere incorporato come
“miembro pleno” del Nam, di cui Cuba è
attualmente presidente pro-tempore.
Sempre secondo quanto riportato dalla
“Republica”, il Governo uruguayano
appoggerebbe la cdndidatura cubana al
Consiglio Esecutivo dell'Unesco per il
triennio 2008-2001. All'insegna dell'appoggio reciproco, l'Uruguay vorrebbe a
sua volta essere sostenuto come candidato
al Comitato della “Consolidación de la
Paz” nelle elezioni del prossimo anno.
L'incontro con la delegazione cubana è
culminato nella visita all'Ospedale Saint-
Bois dove si sta realizzando un “Centro de
Atención Oftalmológico”, che aspira ad
essere uno dei più grandi di tutta
l'America Latina, con attrezzature finanziate completamente da donazioni cubane.
La visita s'è conclusa al complesso didattico per gli adulti a Toledo in cui si applica il Programma di alfabetizzazione cubano “Varela Yo Sí Puedo”.
LA DELEGAZIONE CUBANA
*.
Orlando Requeijo, viceministro
del Ministerio para la Inversión Extranjera
y la Colaboración Económica;
*
Embajadora Marielena Ruiz
Capote, embajadora de Cuba en Uruguay;
ministra consejera del Ministerio de
Relaciones Exteriores,
*
Carmen Zila Pérez Mazón;
*
María Caridad Balaguer Labrada,
consejera de la Embajada de Cuba en
Uruguay;
*
Iruma Díaz Blanco, funcionaria
de la Dirección de América Latina y el
Caribe del Ministerio para la Inversión
Extranjera y la Colaboración Económica;
*
Consejera comercial Mirna
Martínez Arjuria de la Embajada de Cuba;
*
Cecilia Cárdenas Medina, funcionaria de Política Comercial;
*
Rosa María Pascual, representante del Polo Científico y agregada comercial de la Embajada de Cuba en Argentina;
*
Jesús Fonseca Arteaga, funcionario del Ministerio del Azúcar
*
Doctora
Alina
Montalvo
Martínez, funcionaria de la Oficina de
Salud del Consejo de Estado.
LA DELEGAZIONE URUGUAYANA
*
Belela Herrera, viceministra del
Ministerio de Relaciones Exteriores;
*
Ana Olivera, viceministra del
Ministerio de Desarrollo Social;
*
Fernando Cáceres, director
Nacional de Deporte del Ministerio de
Turismo y Deporte;
*
Alvaro Gallardo, director general
para Asuntos Políticos del Ministerio de
Relaciones Exteriores;
*
Raquel Rodríguez, directora
general de Cooperación Internacional del
Ministerio de Relaciones Exteriores;
*
Jorge Mazzarovich, embajador
uruguayo en Cuba;
*
Federico Gomensoro, jefe de
gabinete del Ministerio de Relaciones
Exteriores;
Rosario Portell, subdirectora general para
Asuntos Económicos del Ministerio de
Relaciones Exteriores.
Gliauguria Gented'Italia dell'AmbasciatoreScalici
A
d ue a n n i d a lla p u bblicazione in Uruguay
d i G e n te d ' I ta lia , f o r m ulo i miei più fervidi
au g u r i a lla Dir e z io n e e
a t u t t i c o lo r o c h e , c o n il
l o r o l av o r o , h a n n o f a tto
d i q u esto q u o tid ia n o u n
prezioso
strumento
d'informazione sempre
attento alle esigenze
d e lla c o m u n ità ita lia n a .
C o n l' o c c a sio n e d e sid ero ringraziare Gente
d'Italia per l'ospitalità
f r e q u e n te e p u n tu a le c h e
h a d a to , in q u e sti a n n i,
agli
eventi
d e ll' A m b a sc ia ta .
Guid o Sc a lic i
A m b a sc ia to re d 'Ita lia
in Urug ua y
A mici di Gente d'Italia,
Il C.A.S.I.U. (Centro Assistenza
Scolastica Italia Uruguay), come
Ente di Lingua e Cultura italiana non
può essere assente dal condividere
con Voi l'orgoglio e la felicità per i
primi due anni dei futuri 2000 del
Vostro Giornale. _Orglogliosi perché
un'attività che rappresenta cosí bene
l'Italia non puó meritare che un
aggettivo del genere e felici perché il
Vostro lavoro permette essere uno
specchio dove si vede anche il lavoro
degli altri, e questo, cari amici, non è
una situazione normale nel mondo di
oggi.
Brindiamo per duemila anni ancora
CONSIGLIO DIRETTIVO
C.A.S.I.U. (Centro Assistenza
Scolastica Italia Uruguay)
***
Gentili Amici di Gente d'Italia, come
italiano residente in Uruguay, non
posso assolutamente rimanere estraneo a questa celebrazione del Vostro
secondo
_anno di presenza in
Montevideo. Vi siete pian piano inseriti nella nostra vita, ed ancor piú
con la presenza del vostro giovane
giornalista Sig.A.Pintacuda,
che
spero presto ritorni in Uruguay, perché ha realizzato un piú che proficuo
lavoro. Vi auguro di tutto cuore che
il Vostro giornale possa continuare a
compiere anni, lo meno per altri due
secoli.
Auguro a tutti i facenti parte di
Gente d'Italia ogni bene nel piú
ampio dei sensi.
Gianranieri Colella, Montevideo
***
Buon Anniversario caro giornale,
Sei diventato una amico fedele ed un
ottimo informatore con le tue notizie
precise sull'attualità italiana e informazioni della nostra Collettività.
In questi due anni, ci hai dato molto
e ti aspettiamo ogni giorno per leggerti...
Grazie per trasmettere le notizie che
“la Dante” ti manda.
Grazie per aver chiesto la nostra collaborazione
per
l'inchiesta
"L'Italiano Volante": è stata un'esperienza molto interessante per tutti.
Con simpatia ti dico “Buon
Anniversario” a nome della “Dante”
e mio personale.
“Ad Majorem” Gente d'Italia.
***
Renata Gerone,
Presidente della Società Dante
Alighieri di Montevideo
La Commissione Direttiva del CIRCOLO LUCANO aderisce alla commemorazione del secondo anniversario di Gente d'Italia e porge i migliori auguri per il buon esito futuro.
Martedì 17 Aprile 2007 5
DIARIO URUGUAYANO
Il braccio di ferro tra Uruguay e Argentina
La Guerra della Carta sul fiume della discordia
di Tonino Pintacuda
N on
si placano le prote-
ste dei piqueteros argentini, il motivo della contesa
è
sempre
lo
stesso:
costruzione
cartiera
nale
della
della
nuova
multinazio-
finlandese
sulla
riva
la
Botnia
uruguayana
del
r i o U r u g u a y, c o n f i n e n a t u rale tra la Banda Oriental
e l'Argentina.
Lo slogan degli ecologisti
non
consente
repliche,
“Botnia se ne va e i blocchi
anche”,
dalla
loro
hanno anche l'appoggio del
principale
sindacato
argentino,
la
potente
Confederazione
Generale
del Lavoro.
Dura
ormai
da
un
anno
e
mezzo la protesta, domani,
secondo
quanto
dichiarato
prima
della
Settimana
Santa,
il
presidente
uru-
teciperà
all'incontro
col
fianco del Mercosur.
“facilitador” spagnolo con
La
dovrebbe incontrare il suo
spirito
fer-
omologo Nestor Kirchner a
Madrid,
guayano
Ta b a r é
per
un
sotto
la
re
Spagna
di
de
Va z q u e z
confronto
supervisione
Borbón
Juan
a
del
Carlos
cercare
di
ponte
Gualeguaychú,
sul
diventati
mamente deciso a difende-
ponte
Colón
re
del
Concordia, rispettivamente
Kirchner cavalcherà l'onda
que-
a 220, 320 e 400 chilome-
ecologista per la rielezio-
stione sono stati rispettati
tri
ne,
le
protesta nasce dalla preoc-
può
del
il
Paese,
diritto
sovrano
perché
norme,
ma
nella
l'ambiente
e
il
da
e
Buenos
il
ponte
Aires.
La
cupazione
ne.
Da parte sua il Presidente
all'ecosistema
causati
dai
argentino
reflussi
agenti
chi-
guerra
della
semplice,
carta
è
la
stata
diame-
tralmente
diritto internazionale”
sarà
motivi
sul
risolvere l'annosa questioNon
i
continua
dialogico
protesta
governi
ha
più
volte
per
degli
i
danni
loro
opposti
tutt'uno
futuro.
Ta b a r é
perdere
rilancio
uruguayana.
senza
Il
sono
con
il
Presidente
Va z q u e z
non
l'occasione
dell'economia
Un
industrie
paese
non
può
portata pure all'attenzione
ribadito che non appoggia
mici e dagli scarti di pro-
intraprendere
del
Tribunale
la protesta che - lo ricor-
duzione
no
dell'Aja.
diamo - ha difatti serrato i
Soprattutto se questi danni
che
ponti
si estendono al Guaranì, la
slogan del Governo social
seconda
democratico.
Internazionale
Titolo
a
giornale
Pais
sul
ieri:
El
“El
rey
preocupación
ante
conflicto
por
Preoccupazione
Cancelliere
Gargano
pagina
montevideano
di
afirmó
tutta
papelera”.
a
cui
il
uruguayano
risponde
dichia-
rando che “l'Uruguay par-
tra
Uruguay
Al
appoggio
ferma
Argentina
mancato
corrisponde
volontà
e
di
non
della
cartiera.
importantissima
la
falda acquifera dell'intero
far
continente, seconda solo a
scendere in campo le forze
quella amazzonica.
dell'ordine
Montevideo e Buenos Aires
sedare
fatto
i
uno
argentine
per
piqueteros.
Di
snervante
brac-
cio di ferro, vera spina del
aspettano
risoluzione
con
ansia
della
la
guerra
della carta: ad entrambi i
alla
è
quel
legittima
diventato
cammifelicità
il
nuovo
6
Mercoledì 18 Aprile 2007
la gente d’italia
DIARIO URUGUAYANO
Novant'anni di Cumparsita
Montevideo festeggia il tango di Gerardo Matos Rodríguez
di Tonino Pintacuda
D icono
che
ne
sotto il pergolato del mio
esistano
vecchio patio
almeno 50 versioni e cen-
perché
tinaia e centinaia di arran-
con
d e l Ta n g o s i c o m m u o v i n o a
ascolto.
figlia
grande
uruguayano
e
del
Rodrighez
Maroni,
è,
molti,
tango
il
a
e
più
ricchissimo
del
Turismo
in
e
mobile
per
nel
amarezze
che
dà
la
la
chi
è
io
sono
cresciuto
nel
Ha odore a vita
Ministero
ha il sapore della morte.
collabora-
estemporanee
di
perché il tango è forte.
geniale
trasformato
ribellione
perché il tango è maschio
Perché ho amato molto
tori
trasporti Cutcsa: un torpedone scoe
cresciuto
tango
e
zione con la compagnia di
perchiato
sono
do viene la fame
segue il sentiero tracciato
del
sua
incrociare le braccia quan-
Il programma dell'anniver-
creazione
la
forte ma deve
anniversario,
Ta n g o b u s ,
io
Dalla
da quell'aprile del 1917.
dal
cantò
dal pianto materno.
giorni
tanti sono gli anni passati
è
povertà
dalle
Montevideo ne festeggia il
sario
dei
povertà
questi
novantesimo
stanza
miseria
bello
più conosciuto.
in
triste
modellato dal fango, dalla
di
del mondo. Di sicuro è il
Proprio
occhi
tango,
Enrique
detta
poveri
canzone d'inverno
Pascual
ed
miei
nella
la
riempita con le bellissime
di
i
miei buoni vecchi
Gerardo Matos Rodríguez e
parole
sfilata
piangenti e aperti
La
Cumparsita,
la
delle crudeltà
giamenti e che gli amanti
ogni
vedevo
in
palco
il
testo
italiano
del
famoso
tango e il programma dei festeggia-
e
menti.
sogni
esibizioni
delle numerose scuole di tango.
Gente d'Italia ripropone ai suoi let-
e perché mi hanno ingannato
ho
passato
perché
L A C U M PA R S I TA
un
vita
perché
tango,
albero
questo
sono
un
ha
ha
non
che
non
ho
padrone
perché
detto
suoni
perché quando amo
dirà
per-
ché canto così...
quando
ero
odi
mai
baci
perché
quando
nutro
perché quando amo mi dissanguo in
piccolo
perché
non
che
la mia voce tra i suoi
Perché
che
cane
tango parla per me e
dirà
morsicando
mai dato frutti
Chiedo il permesso signori
questo
sono
la
ero
ho
amato
tanto
e
non
mi
hanno amato
piccolo mi cullava un
per questo canto con tanta tristezza
tango
per questo...
la
canzone
materna per chiamare
il mio sonno e ascoltavo
i
lamenti
bandoneones
dei
***
Miércoles 18 de abril
1 5 : 0 0 h s - TA N G O b u s , c o n C u a r t e t o
Martedì 17 Aprile 2007 7
la gente d’italia
R I C A C O S A , L A M U FA ,
G A R U FA
en
Plaza
Vi d i e l l a , C o l ó n .
16:00 hs - Homenaje de
la Junta Departamental
a
"La
Cumparsita"
y
declaración de visitante ilustre a Juan Carlos
COPES.
Inauguración
stra
de
mue-
fotográfica.
Disertación de Rosario
Infantozzi.
Jueves 19 de abril
16:00
con
hs
-
TA N G O b u s ,
Cuarteto
RICACO-
SA y Maia CASTRO en
Explanada Municipal.
16:00 hs - Escenario en
Pza.
Cagancha
N ATA C H A
con
(desde
Argentina)
G A R U FA , y
Gabriela
Plaza Matriz.
Andes.
18:15
18:00 hs - Colocación de placa con-
Pza. Independencia. Actúan: Malena
Bares
memorativa
M U YA L A y O r q u e s t a d e l TA N G O d e
Matías
en
Av.
18
de
julio
y
hs
-
Escenario
principal
en
1 3 : 0 0 h s - TA N G O b u s e n l o s C a f é s y
MORGARE.
Históricos
y
Gabriela,
hs.,
21 de setiembre y Chucarro.
M AT O S
Te a t r o
Históricos
1 7 : 0 0 h s - TA N G O b u s
Muñoz y Requena.
MORGARE
nada
del
expla-
Ministerio
TA N G O
Diplomatico
Consolari,
l'ANPI
e
il
-
Miguel
MAIDANA y
para
GANÓN
el
en
-
"Saludo
Ta n g o "
Cuarteto
a
La
RICACOSA
"
en
Alle ore 11.00, parteciperemo
nella
Casa
degli Italiani all'Atto
di Omaggio ai Caduti
invita
gli
Italiani tutti ed i simpatizzanti alla Santa Messa che si
officerà per tutti i Caduti di tutte le guerre il prossimo
22 Aprile, Domenica, alle ore 10.00 precise nei Giardini
dell'Ospedale Italiano Umberto 1º davanti al monumento
ai Caduti.
hs
Ricordando il 25 Aprile 1945:
Santa Messa per tutti i Caduti
d'Arma, ANCRI
Federico
en Sala Florencio Sánchez
-
COMITES,
le Associazioni
y
13:00
hs
Daniel
1 2 : 0 0 h s - TA N G O b u s c o n P L A N E TA
Cumparsita",
5
Autorità
R E Y,
Sábado 21 de abril
Angel
le
Bar
Andrea
Domingo 22 de abril
20:30
con
el
y
con
Parque Rodó.
de TURISMO.
accordi
en
ciudad,
N ATA -
Gabriela
en
la
MORGARE
G E N TA
y
EL TRANQUILO,
de
Vi e r n e s 2 0 d e a b r i l
CHA
gli
en
Fernando
1 6 : 0 0 h s - TA N G O b u s e n l o s C a f é s y
Bares
c o n AT I P I C A ,
presi
G R AV I N A ,
Ta t á n
con
CHAMUYO
ROSA y
Gabriela
Connazionali,
EL
Raúl GARELLO 20:30
Solís.
C ari
ciudad,
con
Orq.
Gonzalo
la
Buenos Aires, Dirige:
RODRIGUEZ.
ANCRI
de
della Resistenza davanti alla targa che li ricorda.
Ricordare il passato senza odi, in un clima di distensione, di armonia, con tolleranza e comprensione è l'augurio che faccio a tutti.
Giovanni
Costanzelli.
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diario uruguayano