Venerdì 26 Gennaio 2007 24 la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO Una terra che profuma d'Italia di Tonino Pintacuda A lla fine ce l'ho fatta ad arrivare in Uruguay. Non è stato affatto semplice. Sono partito la sera della tormenta che s'e' abbattuta sul Nord Europa e l'aereo dell'Air One è rientrato a Palermo con un'ora di ritardo. La catena dei ritardi immensi m'ha obbligato a restare due giorni in piu' a Roma, snodo principale dei voli internazionali. Mentre ero nella Citta' Eterna pensavo a che cosa avrei trovato qui. E pensando pensando ho perso il transito per Buenos Aires. Non ce l'avrei mai fatta. Sono arrivato a Roma mentre l'aereo per Buenos Aires s'alzava in volo. Per due giorni non ho fatto altro che avanti e indietro una ventina di volte al giorno: dal terminal C dell'aeroporto Fiumicino al terminal A. Al primo competono i voli internazionali, al secondo quelli nazionali. Alla fine sono arrivato al check-in la sera dello scorso sabato: un'altra amara sorpresa, non hannno inoltrato la mia prenotazione. Per fortuna quelli dell'Aerolinas Argentinas comprendono la situazione e aggiustano tutto. Ed eccomi in volo. Quattordici ore? Undici? Non ci capisco piu' niente col fuso orario. Devo cambiare aeroporto a Buenos Aires ed entro nel panico. Per foruna ho volato seduto al fianco di un'italoargentina che si chiama - e questo non puo' essere un caso - Angela Custode. Ci pensa lei, parla nel suo spagnolo sicuro alla hostess e si fa spiegare quale bus devo prendere. Arrivo alle 7 all'aeroporto Ezeiza. Aspetto la valigia, corro subito a cambiare una ventina di euro. Arrivo finalmente a prendere corriera e aereo. Bevo il mio bicchiere di cola light sul volo per Montevideo. Neanche ho il tempo di soffermarmi a prendere piena coscienza di dove sto andando e arrivo. Apro gli occhi: il cielo e' d'un azzurro che fa male agli occhi per quanto e' intenso. Ho lasciato Roma in preda ai rantoli di una tardiva primavera e sono in piena estate. Tanto che il tassista che mi porta all'hotel mette al massimo l'aria condizionata. E' domenica, devo aggiustare nuovamente l'orologio a cipolla. Chiedo la domanda di rito di ogni viaggiatore: “che ora e'?”. Solo un'ora di differenza dal fuso orario di Buenos Aires. Arrivare di domenica e' stata in fin dei conti una fortuna. Abbastanza calma per rassettare le idee, decido di camminare sino al Rio della Plata. Me lo trovo davanti e francamente da palermitano, abituato al rigagnolo che chiamiamo fiume Oreto, resto basito. Mi scappa una tipica esclamazione siciliana famosa nel mondo. In estasi proseguo lungo le strade, di domenica ci sono solo i turisti e i cartoneros a tenermi compagnia. Proprio i cartoneros mi fanno ripensare ai siciliani che raccolgono la carta con la loro Ape con carburatore da 50 CC. Meglio i cavalli che aiutano pure a smaltire i rifiuti organici. Arrivo finalmente alla piazza principale, sotto la statua del grande Artigas. Sono arrivato volutamente impreparato. Voglio toccare con mano, qualsiasi libro non poteva darmi le sensazioni che provo a camminare qui, nel cuore dell'America Latina. Ogni tanto mi sveglio di notte e ancora faccio fatica a capire dove sono. Lo stomaco va ancora ai ritmi italiani. Mi sveglia alle quattro e mezza. Si stanchera' presto. Non ho nessuna intenzione di assecondarlo. Ho fatto un'altra passeggiata, sino alla redazione. Ho attraversato la porta della citta' vecchia e camminato sino a Calle Misiones. La porta della redazione era l'ultimo ostacolo prima della nuova vita. Dopo un tempo forse interminabile ho aperto la busta che conteneva le chiavi. Quasi tremando sono riuscito a far girare il chiavistello. Ed eccomi qui, a scrivervi. Questa pagina e' anche vostra. Per ogni segnalazione abbiamo attivato un' apposita casella e-mail: [email protected] Il telefono della redazione e' (598) 916 08 15. Dalle 16 alle 18 potete chiamarci tranquillamente. Come si dice qui? Ah, si', hasta luego! Lunedì 29 Gennaio 2007 8 la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO L'Ambasciatore della città che s'ascolta come un verso di Tonino Pintacuda U na delle piu' belle poesie di Borges s'intitola «Montevideo»: «Scivolo per la tua sera come la stanchezza per la pietà di un declivio./La notte nuova è come un'ala sopra i tuoi terrazzi./ Sei la Buenos Aires che avemmo, quella che negli anni si allontanò, quietamente./ Sei nostra e festosa, come la stella che le acque raddoppiano./Porta finta nel tempo, le tue strade guardano il passato più lieve./ Chiarore da dove ci arriva il mattino, sopra le dolci acque torbide./ Prima di illuminare la mia persiana, il tuo basso sole rende felici le tue ville./ Città che si ascolta come un verso./ Strade con luce di patio.» Come tangibile segno di riconoscenza, proprio quest'anno, l'Intendencia di Montevideo ha intitolato al grande “escritor argentino” una delle strade piu' conosciute della citta'. Sono gia' sette i giorni che vivo qui e non smetto di sorprendermi, vado in giro come il bambino che la scorsa mattina si rimirava estasiato nel tetto a specchio della tettoia di un hotel di Calle Paraguay. Venerdi' 26, quando voi leggevate la prima puntata di questo “diario uruguayano” ho preso un taxi per arrivare sino in via Jose' Benito Lamas 2857 dove all'interno di un bellissimo palazzo bianco come una colomba e col tetto nero d'ardesia, ho trovato l'Ambasciata d'Italia. Dal 1926, la Residenza dei Capi Missione in Montevideo è un ampio edificio di tre piani con annesso giardino, situato in Calle Ellauri 991, nel quartiere residenziale di Pocitos. La casa, in stile francese, venne edificata a partire dal 1910 per iniziativa di don Pedro C. Towers, uomo d'affari di origine britannica. Nel 1926 lo Stato italiano l'ha acquistata da un cittadino brasiliano per centoventimila pesos oro. Il palazzo e' cosi' bello che nel 1993, con decreto dell'Intendencia di Montevideo, è stato dichiarato “Bene di interesse municipale” per la sua speciale qualità architettonica, paesaggistica e urbana. Nel 2004 il Ministero degli Esteri italiano ha finanziato intensi lavori di ristrutturazione e sistemazione. Nella sala d'aspetto mi hanno offerto un caffe', abbastanza simile a un buon espresso italiano. Ho fatto un po' di compagnia all'immancabile lupa con Romolo e Remo e neanche dieci minuti dopo ero nella stanza dell'Ambasciatore Guido Scalici. Cordialissimo, alto quasi quanto l'asta della tricolore che campeggia dietro la sua scrivania. E' di Catania, nato e cresciuto li' sino alla laurea in Giurisprudenza. Poi ha lasciato la Sicilia per intraprendere la carriera diplomatica, sino a Singapore, dove e' stato Ambasciatore d'Italia per sei anni. Dal luglio del 2006 ricopre la stessa carica a Montevideo. Una piacevole curiosita': l'Ambasciatore e' un grandissimo appassionato di vela. Nel 2003 mentre era Ambasciatore a Singapore ha dato il benvenuto, in compagnia del figlio Emanuele, ai “velisti per caso” Patrizio Roversi e Susy Bladi. La simpaticissima conduttrice del programma di Rai Tre ricorda nel suo diario di viaggio: “Non solo appassionato, ma decisamente praticante!! Scalici naviga da sempre; per alcuni anni l'ha fatto con la sua barca e poi con amici, conoscenti, parenti, con incarichi ufficiali, cambiando ogni tipo di imbarcazione, propulsione, dimensione, svariati mari del mondo...insomma, cogliendo ogni minima occasione per stare sul mare”. Ambasciatore, quanti sono gli italiani dell'Uruguay? «Secondo i dati ufficiali, aggiornati al 2003, gli italiani residenti sono 33602, oltre a 70000 soggiornanti. Siamo gia' alla quarta generazione in un Paese che ha una buona base culturale ed e' carretterizzato da una stabilita' demografica. La parte piu' consistente della popolazione appartiene al ceto medio. Anche qui e' palese una corsa al consumismo. Come in Italia: soprattutto nelle nuove generazioni. Piuttosto che comperarsi una macchina scelgono di avere il nuovo modello di cellulare». Esiste un'industria italiana in Uruguay? «L'unica attiva e' la Dirox che opera nel settore chimico. Gli italiani si affiancano alle principali risorse del Paese che restano l'industria del cuoio e del grano. Oltre, naturalmente, alla produzione lanifera. Pero' dobbiamo ricordare la storia moderna per comprendere il ruolo particolare ricoperto dal Paese. La sua collocazione geografica e il fatto che il Rio non sia del tutto navigabile ha fatto preferire, anche per la vicinanza alle miniere l'Argentina come porto principale. Fermo restando il pericolo rappresentato dai portoghesi». Restiamo nella storia per ricordare l'arrivo dei numerosi italiani tra Ottocento e Novecento. «Nell'Ottocento i contadini italiani e spagnoli si dedicarono esclusivamente all'allevamento estensivo. La seconda generazione incomincio' a manifestare i bisogni tipici di un paese in espansione: il ruolo fondamentale del terziario esercitato dai valenti professionisti che arrivarono agli inizi del Novecento. Soprattutto architetti e medici. I primi hanno disegnato i palazzi della citta'. Dopo la seconda guerra mondiale assistiamo a una crescita esponenziale del Paese. Un dato su tutti: nel 1956 il reddito pro capite degli uruguayani era superiore a quello degli svedesi». Il legame con l'Italia vive attraverso la cultura e in tempi piu' recenti anche attraverso il voto. «Si', soprattutto nel passato la lingua italiana aveva un ruolo fondamentale: era obbligatoria, ad esempio, per accedere alle facolta' di giurisprudenza o di lettere. Oggi e' in atto una profonda ristrutturazione del sistema: e' caduto l'obbligo della conoscenza della lingua italiana. Ma l'attivita' dei principali centri di cultura italiana e' ben radicata e vitale. L'Italia investe cinquecentomila euro per mantenerli attivi. Penso alla Scuola Italiana, alla Societa' Dante Alighieri e all'Istituto italiano di Cultura. Pero' non possiamo omettere che i corsi di lingua italiana sono tutti privati. Per quanto riguarda il voto: l'affluenza e' stata importante, hanno votato su 78000 aventi diritto un abbondante 60%». E la sanita'? «La sanita' e' divisa tra un servizio pubblico - con molte lacune - e uno privato, efficiente, completamente a carico dell'utenza. Anche qui dobbiamo dire con assoluta onesta' che le tariffe sono molto piu' basse dell'analogo settore privato italiano». La ringraziamo: per concludere puo' dirci qual e' stato il suo primo impatto con Montevideo? «Buono, molto buono. Conoscevo gia' la realta' del Sud America e Montevideo e' una citta' meravigliosa.» Finita la prima intervista uruguayana il vostro “periodista” ha visto nevicare a Montevideo: un vento leggero ha alzato i coriandoli che giovedi' scorso, durante la sfilata che ha dato via al Carnevale, i bambini hanno lanciato a chili. Qui li fanno con polistirolo sbriciolato. Ho visto questi fiocchi di polistirolo alzarsi lievi e ricadere come neve dopo essere stati sulle spalle di pagliacci e acrobati. Il mio primo acquazzone uruguayano ha lavato via la mia neve e quel piccolo istante di magia. Inzuppato e felice vi ricordo che potete scriverci su [email protected] Il telefono della redazione e' (598) 916 08 15. Da lunedi a venerdi, potete chiamarci tranquillamente dalle 16 alle 18. Come sempre: hasta luego! Martedì 30 Gennaio 2007 8 la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO di Tonino Pintacuda Ana Karina Rossi: una vita per il Tango La sveglia di Ana suona sempre alle 5 del mattino, s'iniziano presto tutte le giornate della bella cantante di tango di origini italiane. Ana Karina Rossi ha ventotto anni, i capelli di seta e un sorriso bello e contagioso. Lavora in due radio uruguayane e la sera smette di preoccuparsi di scalette e spot pubblicitari per dedicarsi alla passione della sua vita: la musica. Un amore che comincia presto, ereditato dal padre che le fa studiare pianoforte. Poi altre due scelte importanti: lasciare l'amatissimo pianoforte per cantare e soprattutto la scelta di cantare pezzi originali, non solo cover o pezzi dello splendido repertorio della storia del tango. L'abbiamo incontrata durante la sua pausa pranzo. Ana, il tango e' una passione di famiglia o una scelta esclusivamente tua? «È stato mio padre a farmi apprezzare ed amare Carlo Gardel, il re del tango. E soprattutto mia cugina Beatriz Lozano è stato un riferimento importante per me: Beatriz vive a Roma, è una famosa cantante lirica con un repertorio che spazia dal lieder e romanze alla musica sacra.. Poi mio padre ha scelto di farmi studiare pianoforte, avevo appena dieci anni. Ho studiato ogni giorno per superare l'esame d'ammissione per l'Università di Musica dell'Uruguay. L'ho superato con il massimo dei voti». Eri una promettente pianista: perche' hai scelto di cantare? «La mia vita è segnata da tre domande importanti, la prima me la sono posta subito dopo il conservatorio: voglio continuare col pianoforte o cantare? Ho deciso di cantare e per un anno con tutta l'anima ho studiato canto privatamente». Dicevi che erano tre le domande importanti della tua vita. Qual e' stata la seconda? «Avevo fondato a vent'anni una banda di blues. Avevamo un repertorio che andava da Janis Joplin a Tom Waits. Ed ecco la seconda domanda cruciale. Voglio fare solo covers? E ho scelto il tango. Mi ricordava mio padre e il bellissimo periodo passato con lui, da bambina, ad ascoltare e ballare il tango. Mio padre è morto che ero appena adolescente. Con il tango riesco a ricordare quegli anni felici con lui. Ecco, sono entrata nel mondo del Tango come cantante del “Trio Sur”, diretto dal Maestro Miguel Angel Trillo, primo bandoneón dell' “Orquesta Filarmónica de Montevideo”». Ed arriviamo alla terza domanda... «Sì, mi sono guardata allo specchio e mi sono chiesta: devo limitarmi solo al repertorio classico? Ho deciso di spaziare e, insieme al pianista e compositore Alberto Magnone, ho contribuito alla diffusione nella piazza “montevideana” di un repertorio di tango contemporaneo scritto dallo stesso Maestro Magnone, diffondendo anche l'opera d'avanguardia di Astor Piazzolla con i testi del suo storico poeta-paroliere Horacio Ferrer». E cosi', inseguendo i tuoi sogni, sei arrivata al progetto “Planeta Tango”. Ce ne parli? «Sono produttrice artistica e voce solista di “Planeta Tango”, un gruppo di tango contemporaneo. Abbiamo esordito nel novembre del 2006 con lo spettacolo “Vidas Vividas” al Festival Tango Vivo, insieme con i gruppi argentini di tango elettronico Tanghetto e San Telmo Lounge. Lavorando con il compositore uruguaiano Hugo Rocca, co-direttore del progetto Planeta Tango, abbiamo realizzato il nostro primo lavoro discografico “Vidas vividas”, nominato dalla critica come “un nuovo concetto del linguaggio del tango”». “Planeta Tango” (www.anakarinarossi.com) e' stata possibile anche grazie all'esperienza accumulata in Italia? «Certamente! Nel 2005 ho realizzato una tournèe di concerti nella bellissima Italia. M'è rimasto nel cuore un concerto con il pianista argentino Hugo Aisemberg al Teatro di Marcello a Roma, simbolo dell' arte del periodo romano. Ho cantato brani di Piazzolla e del tango rioplatense: m'hanno detto che sono stata la prima cantante di tango ad esibirmi in questo palco archeologico. Altri concerti li ho tenuti girando la penisola per vari Festival nelle città di Ancona, Iesi, Castelbellino, Macerata e in Sicilia. Ho continuato nel 2006 : un'altra tournèe di concerti italiani presentandosi a Roma e in varie città delle Marche insieme al chitarrista Francesco Albano. In Sicilia ho realizzato dei concerti con un gruppo de musicisti siciliani unendo il tango con la musica popolare dell'isola, presentandosi a Palermo, Agrigento, Enna, Goiosa Marea, Aquaviva ed altri paesi del Sud Italia. E piena di felicità a settembre ho ricevuto qui a Montevideo il premio “Joven Sobresaliente” nella categoria espressioni musicali». Ana, i migliori auguri a nome della redazione e di tutti i nostri lettori. Toglici una curiosita', come riesci a trovare il tempo per condurre anche un programma radiofonico e collaborare alla realizzazione di un altro? «La musica è la mia passione. Mi sveglio alle 5 del mattino, dalle 7 alle 13 lavoro alla Radio Carve dove conduco il programma giornalistico più importante e di maggiore audience del paese “La mañana de Carve”. È una radio storica, con 75 anni di attività. Tutte le mattine realizzo interviste d'alto livello su temi di attualità in materia politica, economica, sociale e culturale. Lo faccio perché il giornalismo è un'altra grande passione. Sono laureata in Scienze della Comunicazione presso l'“Universidad de la República del Uruguay”. Per Radio Carve ho fatto la corrispondente dall'Italia informando e curando ogni giorno approfondimenti sul rapporto culturale tra Italia e Uruguay: considerando che più d'un terzo della popolazione in Uruguay - me compresa - è di origine italiana. Pranzo e alle 14:00 sono in Calle Misiones, alla Radio Nazionale Sadre. Sono la produttrice generale del programma “Estación La Plaza”. Tra i nostri ospiti abbiamo anche artisti di rilievo internazionale. Alle 19 posso tornare al Tango. Il Tango è sensuale, è pieno di poesia. Il Tango è la mia vita». Come sempre: hasta luego. Redazione (598) 2 916 08 15. Da lunedi a venerdi, dalle 16 alle 18. Scriveteci all'indirizzo [email protected] la gente d’italia Mercoledì 31 Gennaio 2007 7 SUDAMERICA L'ottima scelta di Dante, Cervantes e Socrate “I l meriggio è fatto per discutere» diceva Socrate a Fedro nell'omonimo dialogo platonico. Mi viene da pensare che questo vale anche per le statue di Montevideo. Mi spiego meglio. Di ritorno dall'intervista all'Ambasciatore Guido Scalici ho deciso di farmi la famosa scarpinata. Tutta Av.da 18 de Julio a piedi, con la giacca e la cravatta. Sarà stato il caldo, la bellezza della città o semplicemente la mia laurea in filosofia ma mi sono commosso a trovare a pochi marciapiedi di distanza Dante Alighieri, Cervantes e Socrate. Tre giganti dell'umanità a cui Montevideo ha dedicato altrettante bellissime statue. Chissà che direbbero se potessero parlare! Socrate perdonerebbe Dante per averlo messo nel limbo tra i grandi uomini che ebbero la sfortuna di nascere prima della venuta di Gesù Cristo? E il Gran Toscano che direbbe al creatore dell'hidalgo? Magari Socrate li convincerebbe a lasciare i loro basamenti per andare a trovare Garibaldi al porto. Di sicuro Socrate farebbe volentieri da scudiero a Cervantes, andrebbero tutti e due a battagliare contro le storture di questo nuovo millennio. Questi pensieri sono completamente uruguayani. Non ho ancora bevuto il loro mate ma non posso che apprez- zarli ancor di più per aver deciso di erigere queste statue. Socrate e Dante dovrebbero esserci in ogni città italiana. Il grande filosofo ci ha insegnato che una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta. Rinunciò ai pochi anni di vita che gli restavano - le malelingue aggiungono che rinunciò volentieri pure alle celeberrime bisticciate con l'amata Santippe - e in cambio di pochi anni ha raggiunto l'eternità. Bevve l'amara cicuta davanti agli amici: la città che amava e che aveva difeso con coraggio in più di una battaglia, la grandissima Atene, lo condannò perché corrompeva i giovani con i suoi discorsi di libertà e verità. Li vedo già, lungo Av.da 18 de Julio, su un carretto da cartonero, Cervantes e Socrate. Felici che ancora qualcuno conosca la loro storia. Dante li seguirebbe dopo, lui è troppo vicino alla biblioteca. Se davvero potesse muoversi dal suo basamento ne approfitterebbe subito per leggere, leggere e leggere ancora. Amava i libri, avrebbe almeno sette secoli di letture arretrate. Inseguendo questi pensieri e con i piedi doloranti ho avuto l'ennesima riprova della gentilezza degli uruguayani. Ho chiesto dov'era Plaza Indipendencia e un bel giovanotto in maniche di camicia m'ha detto che era lontana e mi ha consigliato un taxi. Avendo compreso che volevo continuare la mia passeggiata s'è fermato, ha contato mentalmente i marciapiedi e mi ha detto: «mancano tante “quadra”». Stupito di tanta gentilezza ho fatto un piccolo sondaggio. Ho rifatto la stessa domanda via via che cambiavo marciapiede e non importava: chiunque incontrassi rispondeva gentilmente scalando il numero iniziale di uno. Come vole- vasi dimostrare: la gentilezza è nel cuore degli uruguayani. Dante, Cervantes e Socrate non potevano trovare migliore compagnia. to.pin. Mercoledì 31 Gennaio 2007 8 la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO Valeria Macali: «Insegno la lingua di Dante lontano dal caos e dalla frenesia» di Tonino Pintacuda Da q u a n d o G i o s u è C ar d u c c i l 'h a f o n d a t a n e l 1 8 8 9 l a S o ci et à D a n t e Alighieri non ha mai smesso di d i ff o n d e r e l a l i n g u a e l a cu l t u r a i t aliana nel mondo. A M o n t e v i d e o l a s e d e è al q u a r t o p i a n o d e l n u m e r o 9 4 8 d i Av. d a 1 8 d e J u l i o . I l p r e s i d e n t e è l a p r o f es s or e s s a R e n a t a G e r o n e, s i ci l i an a , d a s e m p re i m p e g n a t a a o n o r ar e l o s t atuto della società. Ne l l a s a l a d i l e t t u r a a b b i am o i n c o nt ra t o Va l e r i a M a c a l i , g i o v an i s s i m a d o c e n t e d e l l a S c u o l a I t al i a n a c h e t i e n e a l c u n i c o r s i a n ch e a l l a S o c i et à Da n t e A l i g h i e r i . Va l e ri a a r r i v a d a C ar p i n et o ( p r o v i nci a d i R o m a ) e , d o p o u n v i ag g i o i n U r u g u a y, i n c a n t a t a h a d e c i s o d i r e s t a re q u i a n c h e p e r d ar e u n s e n s o concreto alla sua laurea della S a p i e n za d i Ro m a . Ab i t a a M o n t e v i d e o d al d u e g e n n a i o d e l l ' a n n o s c o r s o . P e r v i v er e i n s e g n a i t a l i a n o , s t o r i a e g eo g r a f i a i n t r e cl a s s i d i v e n t i s e i a l u n n i a l l a S c u o l a italiana e ai corsisti della Dante Al i g h i e r i . Ha s u p e r a t o l e p r i m e d i ff i c o l t à e ar r o t o n d a l o s t i p e nd i o d el l a S cu o l a I t a l i a n a c o n n u m e r o s i s s i m e l ez i o n i private, appena pochi pesos per i m p a ra r e l a l i n g u a d i D a n t e e d i P et r ar c a . Ci ricorda le sue prime impressioni? E s o pr a t t u t t o q u i è fel i c e ? « Sì , s o n o f e l i c e . Ap p e n a ar r i v at a q u es t a città m i h a r i c o r d a t o i r a c c o n t i d e l l a g i o v en t u ' d i m i a m a d r e . S e m b r a d i es s e r e i n u n 'I t al i a d e g li a n n i C i n q u a n t a . I l o c a l i h an n o an c o r a q u el t i p o d i p a v i m e n t i o d i a r r e d a m en t o c h e av e v o v i sto so lo a c a sa d i m ia n o n a . ” Rie sc e a v iv e re c o n lo st ipe ndio de lla sc uo la? “Non potrei proprio. Devo necessariamente d a r e le z io n i p r iv a te e v iv e r e a C a r r a sc o c on u n a f a m ig lia . L a c ittà c o m u n q u e è b e llissima. Piu tto sto c h e r e sta r e in I ta lia a d a sp e tta r e i l lavoro ho preferito venire qui. Le giornate sc o r r o n o b e lle e le n te . Qu i si r ie sc e q u a si ad a v e r e p iù te m p o , lo n ta n i d a l c a o s e d a lla f r e ne- si a del l e grandi ci t t à i t al i ane...». Lente com e un carretto di un cartonero? «Sì - sorride - posso raccontare un aneddot o per far capi re megl i o cosa intendo. A Natale ho regalato delle t azze di una famosa marca i t al i ana a una mi a ami ca. Le ho comprat e i n un negozi o con i l pavi ment o t rabal l ant e. A ogni passo t emevo di ri durre t ut t o i n cocci . Hanno pero' sbagl i at o ad abbi nare i pi at t i ni . Torno al negozi o. E mi danno l a ri spost a: no pasa nada. Non ci fa ni ent e... Fa part e del l a l oro cul t ura. Non i nseguono i l consumi smo o l e grandi marche. Vi vono fel i ci nel l a l oro meravi gl i osa ci t t à Poi ho chi amat o di ret t ament e l a fabbri ca. E anche l oro hanno sbagl i at o ad abbi nare i pi at t i ni . Erano sempl i cement e bi anchi . Anche i n It al i a no pasa nada». La professoressa Macal i ha un personalissimo riconoscimento da fare al nost ro gi ornal e: usa l e nost re pagi ne di “Gent e d'It al i a l i bri ” (l a nost ra rubri ca del venerdì ) come di spensa di dat t i ca. Quest o pi ccol o gest o ci ri empi e d'orgo gl i o ma non ci sorprende: i dent i ca è l a molla delle nostre azioni: vogliamo di ffondere e rafforzare l a cul t ura i t aliana nel mondo. Anche qui, a Mont evi deo. Non per niente nella nostra testata campeggia il nostro amato tricolore. Come sempre: hast a l uego. LETTERE A GENTE D’ITALIA L e p r i m e t re l e t t e re s o n o a r r i v a t e ... Co n t i n u a t e a s c r i v erci a l l ' i n d ir i z z o [email protected] m S e pre fe r i t e i l t e l e f o n o , c i t ro va t e qu i d a l l e 1 6 a l l e 1 8 , i l n u me ro e ' ( 5 9 8 ) 9 1 6 0 8 1 5 C a r a “Ge n t e d ' I t a l i a ” , e ' b e l l o l e g g e re un diario da Montevideo. Ma voi che magari potete, toglieteci una curiois t a ' : q u a l i s o n o l e p ro s p et t i ve del l a R a i p e r l ' A m e r i ca L a t i n a , c h e f a r a ' ne llo sp e c ific o o p e rat i va m en t e la R a i d i Mo n te v id e o ? * * * * * * * * ** * * * * * * * * * * v i c i n a a l c u o re d e l l a c i t t a ' ? C a rra sc o e ' tro p p o lo n ta no, e' u n a ltro mo n d o . D i ret t o re , p a rlo a n o me a n c h e d i t u t t i g l i ita lia n i c h e v iv o n o a M o n t ev i d eo , n o i g e n te c o m u n e n o n r i u s ci am o a ma n d a re i fig li a l l a s c u o l a ita lia n a p e rc h e ' e ' t ro p p o l o n t a n a d a l c e n tro a b ita t o , l o n t a n a mille mig lia p e r i co s t i d e l l e m e n silita ' d a p a g are. E ' n oto a tu tti, ita lia n i e n o n ( ch e n o n d im e n tic h ia mo lo : s o n o l a m ag g io ra n za , i n o n ital i a n i ) . F ermo re sta n d o c h e la s c u o l a e ' u n g i o i e l l o p e rc h e ' n o n p e n s a re a u n a su a su c c u rs a l e a p re z z i p o p o l a r i e p i u ' * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * ** I l n o stro Ga rib a ld i se n te nzi o': “I n fe lic i i p o p o li c h e a sp et t ano il lo ro b e n e sse re d a llo strani ero ”. De d ic h e re te u n o sp e c ial e a J o se ' G a rib a ld i? N o n a b bi amo so lo la sta tu a ! E sc e u n a r i vi st a in ita lia n o e sp a g n o lo , il t i t ol o e ' " G a r i b a l d i " . L a re a l i z z a i l c o mita to g a rib a ld in o c h e cura a n c h e il mu se o d e d ic a to al l 'ero e . RETTIFICA P recisiamo per i nostri lettori che nel riportare le parole dell'Ambasciatore Guido Scalici nel numero di lunedì per un errore di trascrizione abbiamo male interpretato le dichiarazioni dell'Ambasciatore. Secondo i dati ufficiali dell'Ambasciata gli italiani in Uruguay sono 78000 e non, come erroneamente riportato, 33602.A questi si aggiungono circa 20.000 domande di cittadinanza in trattazione. Altro punto fondamentale: non è ancora caduto l'obbligo della lingua italiana nel biennio pre-universitario in Uruguay. L'Ambasciata si sta impegnando per evitarlo. (tp) Giovedì 1 Febbraio 2007 8 la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO Il glorioso passato della Scuola Italiana di Montevideo di Tonino Pintacuda La “Scuola Italiana delle Società Riunite” nasceva 121 anni fa su iniziativa di tre benemerite associazioni. “La Lega Lombarda”, la “Società Aspirazioni drammatiche” e la società “Circolo Napolitano”. Presto si unì anche la “Mutuo Soccorso fra gli Operai Italiani”. I l 1 7 s e t t e m b r e d i c e n t o v en t u n o a n n i f a n as c eva a Montevideo la “Scuola Italiana delle S o c i e t à R i u n i t e ” s u i n i z i at i v a d i t r e b e n e m er ite associazioni. “La Lega Lombarda”, la “ S o c i e t à A s p i r a z i o n i d r am m a t i c h e ” e l a s o c i età “ C i rc o l o N a p o l i t a no ” . P r e s t o s i u n ì a n c h e la “ M u t u o S o c c o r s o f r a g l i O p er a i I t a l i a n i ”. Per la Lega Lombarda firmarono il Dott. Leone Maria Morelli, il Prof. Pietro Ricaldoni, il Dott. Eugenio Cassanello e il Sig. G i o v a n n i R e s t e l l i . P e r l a “S o c i et à Aspirazioni Drammatiche” furono i l C a v. L u i g i Co l o m b o e i l P r o f . A l b i n o Be n e d e t t i a s i g l ar e l 'a c c o rdo. A rappresentare il “Circolo Napolitano” furono il Dott. Vi n c e n z o S t a j a n o e i l S i g . A n t o n i o To m ma s e l l i . I l s o g n o d e i f o n d a t o r i s i co n c r etizzò presto e con successo: la p ri ma s e d e i n v i a C o l o n i a d i v en n e d a s u b i t o u n a p i c c o l a c i t t à d e l l a c u l t u r a . E p iù c r e s c e v a i l p r e s t i g i o d el l a s c u o l a p i ù l e a u l e si r i v e l a v a n o i n s u ff i c i e n t i a co n t en e r e i n u m e r o si alunni. F u c o s ì c h e s i c e r ca d i r ea l i z z a r e d al n u l l a u n “ e d i fi c i o m o d e r n o ” . N a s c e c o s ì l a s t o r i c a s e d e d i v i a U r u g u a y. P r og et t a t a d al l ' i n g eg n e r e L u ig i A n d r e o n i , d i v e n n e p r es t o u n ce n t r o i m p o r t an te d i i t a l i a n i t à . L e c r o n a c h e d el t em p o p a r l an o s e n z a m e z z i t e r m i n i d e l l a s t o r i ca s ed e co m e “ o rg o g l i o d i t u t t a l a c o l l e t t i v i t à i t a l i a n a ” . Ma i n c a p o a p o c h i an n i e an c h e l a s ed e d i via U r u g u ay d i v e n t a i n s u ff i c i en t e a co n t en e r e t u tti c o l o r o c h e v o g l i o n o s t u d i a r e l a n o s t r a cu l t u r a e l a n o s t r a l i n g u a . N as c o n o l e p r i m e s u c c u r sal i : i n v i a G a r i b a l d i e i n v i a 8 d e O ct u b r e. S i n o a l p u n t o d i s v o l t a : l a b e l l i s s i m a s e d e in c u i a n co r a o g g i l a S cu o l a o p e r a , l a p r e s t i g i osa s e d e c h e f u d e l l a S c u o l a d e l S ac r o C u o r e , a Carrasco. D a q u i l a S c u o l a c o n t i n u a a o ff r i r e c o r s i d 'o tt i mo l i v e l l o p e r no n f ar p er d e r e al l e n u ov e g e n e r a z i o n i i l s o l i d o l e g a m e c o n l 'I t al i a , p r i m o f ra t u t t e q u e l l o c o n l a b e l l a l i n g u a d i D a n t e e d i Pe t ra r c a . E s o n o f i n i t i a n c he i p r o b l e m i d i s p az i o : il c o m p l e s s o d i C a r r a s co , s e c o n d o q u an t o d i ch iar a ro n o i n o c c a s i o n e d e l ce n t en a r i o n el 1 9 8 6 , “ è i n c o n d i z i o n e d i o s p i t ar e q u a l s i a s i p i a n o d i sviluppo”. L e g g e n d o l e e m o z i o n at e c r o n a c h e d e l ce n t en ar i o s c o p r i a m o c o m e l a S c u o l a f o s s e g i à a l l ' av a n g u a r d i a v e n t i a n n i f a . P r o p r i o q u e s t 'a n n o si f e s t e g g i a i l c e n t e n a r i o d el m e t o d o M o n t es s o r i c h e q u i p o r t ò a l l a n as c i t a d e l l a “ C a s a d e i b amb i n i ” . I l b a m b i n o d ev e es s e r e m i s u r a d i t u t t e le c o s e d e l s u o a m b i e n t e p e r c r e s c e r e s a n o e a ttiv o . L a c r e s c i t a d ei b a m b i n i c o n t i n u a co n la s c u o l a e l e m e n t a r e . C i n q u e c l as s i p i ù u n a s e sta p e r c o m p l e t a r e i l c i cl o p r i m ar i o u r u g u ai an o . N e l l e f o t o i n g i a l l i t e d el l o s p e c i al e c h e i l m en- sile A . N. C . R . I . d e d ic ò a l c e n te n a r io in tr a v e d ia m o p e r f in o u n la b o r a to r io d i informatica e un laboratorio di Sc ie n z e p ie n o d i p r o v e tte . Tu tto e r a “ a f o r m a z io n e d e ll' e d u c a ndo”: educazione alla conoscenza, a ll' a m ic iz ia , a lle r e la z io n i, a lla v ita d i c o m u n ità . No n m a n c a l' a tte n z io n e f o ndamentale alla crescita del corpo con giornate sp o r tiv e . A n a tu r a le c o mpletamento corona tutta l' o p e r a sv o lta n e i p r e c edenti settori la Scuola Secondaria, ricca anche d i a ttiv ità c o m p le m e n ta r i e o r ie n ta tiv e . L a Sc u o la I ta lia n a è sta ta nei suoi primi cento anni una g r a n d e o a si f e lic e o ltr e c h e u na str u ttu r a a ll' a v a n g u a r d ia . Ne i p r o ssim i g io r n i v i r a c c o n te r em o c o sa è c a m b ia to n e l c o r so di q u e sti u ltim i a n n i. I l sito in te r n e t d e lla sc u o la ( h ttp ://www. sc u ola ita lia n a . e d u . u y /) è u n o ttim o p o r ta le : se m b ra proprio che l'eredità dei fondatori non sia andat a perdut a. Come sempre: hast a l uego. Redazi one (598) 916 08 15. Da l unedi a venerdi , dal l e 16 al l e 18. Scri vet eci al l ' i ndi ri zzo gent edi t al i auruguay@gmai l .com VENEZUELA Poteri speciali a Chavez per legiferare A p a rtire d a o g g i e p e r i p ro ssim i 1 8 m e si il p re sid e n te H u g o C h á v e z a v rà p o te ri sp ec ia li p e r le g ife ra re p e r d e c re to a ttra v e rso l a c o sid d e tta 'Le y Ha b ilita n te ', a p p ro v a ta ieri d a ll'A sse m b le a n a zio n a le , in te ra me n te c o mposta da membri della maggioranza. La n u o v a 'Le y ' c o n se n tirà a C h á v e z d i e ma n a re n o rma tiv e su 11 a re e sp e c ific h e - in c lu s a q u e lla e n e rg e tic a , il 'p ila stro ' d e ll'e c o n o mi a v e n e zu e la n a - o ltre a d rifo rm a re le g g i p re esiste n ti n e i se tto ri d i imp o rta n za n a zio n a le. Si t rat t a del l a seconda 'Ley Habi l i t ant e' concessa al presi dent e dopo quel l a che, dal l 'ott obre 2001, gl i permi se di promul gare 47 nuove l eggi - t ra cui l a 'Ley de Ti erras' e l a 'Ley de Hi drocarburos' - che scat enarono l a dura reazi one del l 'opposi zi one. Il deput at o Carl os Escar rá ha spi egat o che i l l avoro di Chávez sarà art i col at o i n due f asi : f i no a set t embre preparerà proget t i di l egge che dovrebbero essere approvat e nei nove mesi successi vi . La 'Ley Habi l i t ant e' è consi derat a da Chávez uno dei ci nque “mot ori st rat egici” del suo nuovo mandato, che concluderà nel 2013; gl i al t ri sono l a ri f orma cost i t uzi onal e, una campagna di “moral e e l uci ” per “un'i st ruzi one con val ori soci al i st i ”, una “nuova geometria del p o t e re ” p e r l ' a m m i n i st razi one t erri t ori al e e il rafforzamento dei pot eri dei comuni . CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA la gente d’italia Venerdì 2 Febbraio 2007 23 Guiglia: un atto d'amore contro l'indifferenza pagina a cura di Tonino Pintacuda I l l i b r o d i F e d e r i c o G u i g l i a h a u n t i t o l o b e l l i ssimo: “Se il mondo finisce qui”. Ancora più bello si rivela il sottotitolo: “racconti italiani di onore e disperazione dall'Argentina all'Uruguay”. P u b b l i c a t o n e l 2 0 0 4 p er l a c a s a e d i t r i ce “ I d e az i o n e ” , s i n d a l l e p r i m e p ag i n e ci c a t ap u l t a n ell' Ame ri c a l a t i n a c h e f u , q u e l l a f a t t a d e l s en s u ale e p o e t i c o t a n g o , t e r r a d i ca l ci at o r i ca p a c i d i pe r c o rr e r e u n i n t e r o ca m p o d i c a l ci o c o n l a p alla magicamente attaccata al piede. La patria della bella Evita (annacquata in salsa hollywoodi a n a d a M a d o n n a ) e d i A n i t a, l ' a m at a m o g l i e d i Ga r i b a l d i . U n t e r r i t or i o b el l o e p r o f o n d o c h e v a de l l a g r a n d e A rg e n t i n a al p i cc o l o U r u g u ay. Gu i g l i a c o n o s c e b e n i s s i m o q u e s t a r ea l t à es s e ndo n a t o a M o n t e v i d e o n el 1 9 5 9 . È s t at o d a s u bito a ff a s c i n a t o d a l m o n d o e d a l l a c u l t u r a i t a l i ana , p e r a m o r e d e l l e s u e r ad i ci h a s t u d i at o l a l i ngu a s i n o a p o s s e d e r l a m eg l i o d i t a n t e p e n n e n os t ra n e . La scelta del giornalismo risulta naturale. La s u a c a r r i e r a i n i z i a v e n t u n o a n n i f a - g u a r d a c a- so l' a n n o d e l c e n te n a r io d e lla Sc u o la I ta lia n a di Mo n te v id e o - c o n l' a ssu n z io n e a l “ G io r n a le ” di Indro Montanelli, dopo che, appena ventisettenne, aver vinto a Milano il concorso nazionale d e ll' I stitu to p e r la Fo r m a z io n e a l G io r n a lism o . Gu ig lia h a g ir a to il m o n d o e l' h a d e sc r itto c o n m a e str ia . C a m b ia v a n o g li sc e n a r i d e lla p o litic a in te r n a z io n a le e i f u si o r a r i m a d a lla L o n d r a d el 1976 alla Berlino del 1996, rinata dopo la caduta d e l Mu r o , id e n tic o è sta to l' im p e g n o d e l g io r n alista: da segnalare le collaborazioni con Die We lt e c o n R a d io Fr a n c e - I n te r n a tio n a le . Un a b e llissim a p o e sia d e l p r e m io n o b e l Se f e r is r e c ita : “ Ve c c h io a m ic o , c h e c o sa v a i c e r c a n d o ?/ Do p o ta n ti a n n i a ll' e ste r o r ito r n i /C o n im m a g in i so r te / so tto c ie li str a n ie r i /lo n ta n issim i d a lla tu a te r r a . ” Gu ig lia p e r e v ita r e q u e sta d isto r sio n e h a sc r itto q u e sto lib r o , u n a tto d ' a m o r e v e r o , v iv o e v ita le p e r la su a te r r a . U n lib r o c h e è u sc ito p r op r io q u a n d o il Ve c c h io C o n tin e n te d e c id e v a d eciso masochisticamente di abbandonare lentam e n te l' A m e r ic a la tin a a l su o d e stin o . Ed ecco qui ndi l a l ot t a cont ro i l nemi co pi ù t enace: l 'i ndi fferenza. Il l i bro narra di Gari bal di e Maradona, di Borges che ascol t ò Mont evi deo come un verso e di Gardel che di venne i l re del t ango. Un vi aggi o che si snoda dal l 'i ncant evol e Punt a del Est e si no ad Ushuai a. Senza di ment i care l e code ai consol at i i t al i ani e l e ri chi est e d'ai ut o sui gi ornal i argent i ni . Gui gl i a l o spi ega nel l a quart a di copert i na: «c'è un mondo che fa parte del mondo: il nostro mondo. A di eci mi l a chi l omet ri da Roma, esi st e una realtà di nomi e di luoghi latino-americani legati per sempre al l a vi t a del nost ro Paese. Una “Vi t a” da ri l eggere e ri scopri re perché pi ena di fut uro». Speriamo che Guiglia continui, ora che dal 1999 ha scel t o di fare i l l i bero professi oni st a - dopo essere st at o “not i st a” pol i t i co de i l Gi ornal e e d i r e t t o r e d e l B o rg h e s e - d i c o n t i n u a r e a d a c compagnarci i n quest o meravi gl i oso mondo. t oni nopi nt acuda@l i bero.i t IL LIBRO Il mistero dell'esistenza umana nella poesia di Papa Giovanni Paolo II A nticipato come sempre da un articolo sulla “Civiltà Cattolica”, è arrivato da pochi giorni nelle librerie italiane il nuovo libro di Ant o n i o S p a d a ro : “Nella melodia della terra. La poesia d i K a ro l Wojtyla” (edizioni Jaca Book, 80 pagine, 10 euro). Spadaro, oltre ad essere conosciuto universalmente come il “tecnogesuita” per la competenza dimostrata più volte con i nuovissimi media, è soprattutto un prepara- tissimo critico letterario, con inte- tensa ressi che spaziano da Pier Vittorio esperienza Tondelli a Carver, senza dimentica- teatrale e re Flannery O' Connor a allo studio cui ha intitolato i labo- della filo- glierne la trama infinita di nessi col ratori di lettura che con- logia polacca, sino a svilupparsi mistero dell'esistenza umana. duce con l'associazione sviluppando una «devozione» per la Com' è evidente ad esempio nel culturale BombaCarta parola. “Canto dello splendore dell'acqua” (www.bombacarta.com), Le architetture metaforiche dei suoi del 1950: fondata da lui stesso nel versi si intrecciano a domande in- Nel fondo stesso, a cui volevo solo 1998. quiete e a risposte di grande inten- attingere/acqua con la mia brocca, Nel numero 3733 di Ci- sità spirituale. ormai da tempo alle pupille/aderisce viltà Cattolica Antonio L'ispirazione di Wojtyla ha genera- s p l e n d o re . . . Ta n t e l e m i e s c o p e r - S p a d a ro a v e v a g i à a f - to composizioni che seguono il ritmo te/quante mai fino a ora!/Qui, ri- frontato la poesia di Ka- del pensiero: si restringono fino al- flesso dal pozzo, scopersi in me tan- rol Wojtyla, sottolinean- l'ermetismo e si allargano fino alla to vuoto.//Che sollievo! Interamen- d o c o m e l ' i n t e re s s e d i meditazione in prosa. Tra pensiero e te non saprò in me trasportarti,/ma Giovanni Paolo II per la visione non ci sono fratture; così an- voglio che tu resti, come nello spec- poesia risalisse alla pri- che tra la dimensione ascetica e chio del pozzo/restano foglie e fiori ma giovinezza del futuro quella pratica. colti dall'alto,/dallo sguardo degli papa del dialogo. Ecco una delle caratteristiche della occhi stupefatti/- occhi più lumino- Interesse che poi è matu- poesia wojtyliana: partire da un og- si che tristi. rato, insieme a una in- getto, un fatto, una persona e co- Venerdì 2 Febbraio 2007 24 la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO Quanto costa la vita a Montevideo? di Tonino Pintacuda E d ecco la domanda che tutti aspettavano: quanto costa la vita a Montevideo? Fughiamo subito ogni dubbio, con uno stipendio italiano di 800 euro qui si vivrebbe benissimo. La maggior parte della gente qui, soprattutto dopo la grande crisi degli scorsi anni legata all'impennata delle quotazioni del dollaro, vive con appena 6400 pesos. Che sarebbero poco più di 200 euro. Con tanto deve adeguarsi alla meno peggio, addrontando a testa alta ogni giorno che snocciola dal calendario. La quotidianità di tutti, quella fatta di rate, mutui e pagherò qui assume un significato metafisico. La gente si industria, spuntano lavoretti che niente hanno da invidiare alla famosa inventiva partenopea: un vecchietto vende in Av.da 18 de Julio cd di installazione di linux, il sistema operativo caro agli smanettoni che lottano contro il monopolio di Windows, qualcun altro vende noccioline glassate ad appena 5 pesos. Poi volantinaggio, ragazzi sandwich, cantanti e ballerini di tango, insomma tutta quella serie di lavoretti figli del bisogno. Aveva ragione Aristotele, siamo animali sociali. Viviamo nel grande branco che è la società civile e possiamo vivere solo saziando i suoi bisogni. Partiamo dai quelli più elementari: il cibo necessario per vivere. La gente abusa dell'ottima carne uruguayana e poi ne sconta le conseguenze. Gli stravizi proteici intasano presto le vene con percentuali di colesterolo che farebbero impallidire qualunque medico. Ma è uno stravizio nato dalla penuria di alternative. Se la carne costa al chilo 35 pesos la gente la comprerà piuttosto che spendere altrettanto per un quotidiano. A poco è servita la consistente campagna informativa del governo contro gli eccessi del consumo di carne. Il chivito o il pancho - rispettivamente una specie di hamburger con una tenerissima fetta di carne adagiata tra salse e pane e il più normale degli hot dog - ad appena 30 pesos nei numerosi chioschi che decorano le strade è troppo allettante e saporito. I supermercati sono inseriti in una rete fortemente gerarchizzata: dal basso degli almacenes de barrio (i nostri vecchi empori che spesso e volentieri devono fare credito) alla vetta rappresentata dalla Tienda Inglesa che rappresenta il top dei top con un portale strapieno di animazioni in flash (http://www.tinglesa.com.uy/). In mezzo ai due estremi c'è tutta una serie di negozi d'alimentari che conoscono benissimo le strategie del marketing. Dicevamo: al top la Tienda Inglesa che ha una varietà di prodotti degni di un ipermercato americano, com'era quel vecchio motto americano? “Abbiamo tutto: dal seme di mela alla navicella spaziale”. Ecco, con le dovute precisazioni, è vero anche per la Tienda. Anche i prezzi sono proporzionati, la Tienda ha nel suo ricco inventario anche la pasta italiana e l'olio delle nostre migliori olive. La qualità si paga: praticamente i prodotti importati costano il doppio dei nostri. Seguono a ruota il Disco di Punta Carreta e la catena dei Devoto, recentemente assorbita dal gruppo Disco. Poi la serie dei Ta Ta, quanto di più simile ai nostri supermercati abbia incontrato. Prezzi che di certo non sono per la larga fetta dei cittadini. Anche se da italiano pagare 38 pesos 5 litri di ottima acqua salus mi sembra un sogno... Questi ultimi si arrangiano con Superfresco, coi Macro Mercado e con i Multi Ahorro. Soprattutto i Superfresco si caratterizzano come piccoli negozi che hanno fatto di necessità virtù, dove nessuno si stranizza di pagare a rate una bottiglia di whisky o di comprare una banana solitaria o una sola ci`polla. Ogni giorno la massaia scende e compra solo quello di cui ha davvero bisogno: una cipolla, un pezzo di carne, una fetta di calabaza (la zucca) che lesta taglia con maestria col serrucho (il seghetto) lasciato lì apposta. Se anche il Superfresco risulta troppo esoso - e non sta noi giudicare il tenore di vita dei dignitosissimi uruguayani che mai, con encomiabile nobiltà d'animo, piangono miseria - restano sempre le ferias, i mercatini rionali che da noi in Italia stanno scomparendo. Parlo per esperienza diretta: il pizzicagnolo che ogni mercoledì deliziava il mio colesterolo con il suo provolone e i suoi affettati è andato a lavorare dentro un supermercato dove ha cercato, inutilmente, di ricreare quel clima di familiarità che c'era nel mercatino. Nelle ferias si trovano frutta, verdura, formaggi e salumi a prezzi popolari. Da segnalare che sia la Tienda Inglesa che Macro Mercado hanno cercato di catturare una clientela con minore potere d'acquisto. Sono nati cosi la Tienda Inglesa Sayago e Macro Mercado del Cerro. Come sempre: hasta luego! Redazione (598) 916 08 15. Da lunedi a venerdi, dalle 16 alle 18. Scriveteci all'indirizzo [email protected] la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO Lunedì 5 Febbraio 2007 8 «L'Italiano, lingua-chiave per i giovani uruguayani» di Tonino Pintacuda I l presidente della Camera Fausto Bertinotti arriva con mezz'ora di ritardo alla conferenza stampa che precede il ricevimento dell'Ambasciatore d'Italia Guido Scalici. Il Presidente e' come sempre impeccabile, sul bavero della giacca luccica la spilletta con la bandiera italiana e quella uruguayana. La spilla e' la sintesi di questa visita ufficiale del Presidente: ribadire con vigore sono proprio le parole del presidente Bertinotti - la «vicinanza» tra l'Italia e l'Uruguay, il Paese che rappresenta il cuore del Mercosur. «E' un passaggio particolarmente coinvolgente, in Uruguay e' presente una comunita' italiana di rilievo che sottolinea il peso che l'Italia ha avuto nella formazione del Paese. E sono felice per l'impegno-restaurorivalutazione-rilancio di un grande ospedale come l'Ospedale Italiano di Montevideo» esordisce Bertinotti e continua ricordando anche il bellissimo monumento dei desaparecidos su cui ha deposto, commosso, un mazzo di fiori. Ma il viaggio ha anche un'esigenza d'ordine pratico: perche', sono sempre parole del Presidente, «gli sforzi della comunita' italiana vanno riconosciuti attraverso la loro concretezzazione». I numerosi giornalisti presenti nello studio del primo piano della splendida residenza dell'Ambasciatore Scalici annuiscono. Un raggio di sole illumina la spilla con le due bandiere, quasi a rimarcare l'importanza degli ottimi rapporti tra Italia e Uruguay. Il tema e' ormai di pubblico dominio, da tempo si parla di un probabile abbandono dell'obbligo della lingua italiana nel biennio pre-universitario, la nostra lingua dovrebbe semplicemente diventare una fra le tante, cancellando cosi' anni e anni di storia. Bertinotti dedica ampio spazio alla questione, il resto della conferenza stampa affronta esclusivamente la questione della lingua italiana. «La lingua italiana costituisce una chanche e un'opportunita' professionale - dice soprattutto quando la societa' va inevitabilmente verso la massiccia produzione di beni immateriali e di servizi. Possedere la lingua italiana significa per i giovani uruguayani avere una lingua-chiave, un giacimento culturale che non esula da un pieno coinvolgimento emotivo per la nostra storia e la nostra tradizione». Nessuno interrompe. Molti si chiedono perche', allora, il Presidente oltre a recarsi all'Ospedale Italiano non ha visitato anche la piccola citta' della cultura, la meravigliosa Scuola Italiana di Montevideo diretta dalla dott.ssa Adriana Testoni. Il presidente, sinceramente, spera che le numerose realta' italo-uruguayane che non e' riuscito a visitare rappresentino, sono le sue stesse parole, «un auspicio per un ritorno». Presidente, cosa fara' in concreto per la questione della lingua italiana in Uruguay? «Al mio ritorno in Italia ne parlero' con tutti gli esponenti culturali. Mi preme precisare che questa non e' una rivendicazione patriottica. La lingua italiana e' uno strumento indispensabile che aggiunge peso e valore alla collettivita' italiana di Montevideo. Ripeto: lo studio della nostra lingua rappresenta una chance per tutto l'Uruguay». E da parte del Governo Uruguayano che segnali ci sono stati? «I rapporti sono ottimi, come gia' era chiaro dopo la visita dell'Onorevole Fassino due mesi fa. E' evidente che c'e' concordanza tra le due posizioni e non c'e' mai stato dissenso alle proposte del Governo italiano» E per gli Italiani all'Estero ci sara' una piu' chiara definizione? «Sono sicuro che il Governo Prodi durera' per l'intera legislatura e la questione degli Italiani all'estero sara' affrontata nel corso dei cinque anni». Puo' anticiparci se avverra' entro l'anno? «Questo non posso prometterlo. Ma - ripeto - avverra' nel corso della legislatura. Abbiamo un calendario a cui si fa abbastanza violenza per rispettarne gli impegni». Martedì 6 Febbraio 2007 8 la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO Come si legge una città? di Tonino Pintacuda LaSono un famelico lettore, lo hanno detto in tanti e lo ribadisco: se non hai tempo e voglia di leggere, non ne troverai mai nemmeno per scrivere. Da quando mia madre mi ha insegnato a leggere a quattro anni e mezzo, con il fine di tenermi lontano dal suo studio “matto e disperato” per la laurea in Teologia, non mi sono più fermato. Questa personalissima premessa mi serviva per spiegarvi che non c'è differenza tra leggere un libro, un giornale, una rivista, un quadro di Raffaello o tutta una città. Seguitemi: Umberto Eco, luminare e padre della semiotica moderna - la scienza che studia i segni - lo ha ribadito più volte. Sin dai tempi del “Diario Minimo” in cui l'autore del “Nome della rosa” ha letto perfino Mike Bongiorno per scrivere la celeberrima fenomenologia del presentatore italo-americano. La lettura inchioda l'attenzione, serve a vedere meglio, oltre il velo delle distrazioni delle nostre giornate senza pretese. Ed ecco: ho deciso di leggere con voi Montevideo. La copertina di Montevideo é Plaza Indipendencia, al centro, bellissimo e altero, l'eroe nazionale José Gervasio Artigas, il caudillo revolucionario che tanto ha dato a questa città e che, per legge, deve essere sempre presente e bene in vista in ogni pubblico ufficio, oltre che apparire fiero in ogni moneta. Partiamo da qui. Dall'alto. Prendiamo in prestito il punto di vista di un piccione, perfino lui beneficia dell'aria salubre di Montevideo. Appollaiato sulla spalla del Gaucho sembra un piccolo soldato impettito e pennuto. Sotto la piazza-copertina troviamo il mausoleo Artigas, imponente monumento in cui il popolo uruguayano ha reso onore al suo eroe. Pennac nel suo bellissimo libro “Come un romanzo” ha stilato il decalogo del lettore, tra cui spicca il diritto a saltare le pagine. Usiamo questo diritto, sfogliamo la città relegando a un altro giorno la sua storia. Montevideo è un libro mastodontico, fatto di infiniti capitoli che si snodano come dedali di un labirinto, seguiamo un cartonero fermo al semaforo. Questa figura merita un intero capitolo. E correggiamoci subito: il cartonero montevideano non è un cartonero. Ringraziamo il cavaliere Gianranieri Colella e sua moglie che, in una bellissima e-mail arrivata al nostro indirizzo [email protected], ci hanno gentilmente corretto: a Montevideo quelli che ci ostinavamo a chiamare “cartoneros” si chiamano “hurgadores” e il loro trasporto é il “carrito”. La gente li chiama comunemente “carritos”. I carritos lavorano per l'intera giornata, paragrafo dopo paragrafo scopriremmo che potrebbero trattare meglio i loro cavalli. Dovrebbero bere di più, senza arrivare all'eccesso opposto dei vetturini palermitani che come tutti sanno - trattano meglio il loro cavallo che le loro mogli. Voltiamo pagina e zona, ecco il porto di Montevideo che abbraccia la città come un uomo abbraccerebbe la sua donna dopo tre mesi di lontananza. Qui c'è Garibaldi senza cavallo e senza Anita, solo, in piedi e in compagnia di un'àncora per ricordare che per due anni fu a capo delle forze navali uruguayane. Qui l'Eroe dei due mondi sposò Anita. Ma a José Garibaldi dedicheremo un ampia monografia, andiamo avanti. Av.da 18 de Julio la leggiamo dall'alto, la strada si snoda lungo la città e la gente ama passeggiare lungo le sue “cuadras”. Ecco: le “cuadras”, concretizzazione della genialità uruguayana, da cui tanto noi italiani possiamo e dobbiamo imparare. Da noi uno semplicemente dice: “abito a Bagheria in via Perez n.26”. E incominciano i guai. Restiamo nell'esempio. ABagheria ci sono due via Perez, una nella frazione marinara di Aspra, l'arcinoto lungomare e un'altra una piccola straduzza incastrata nel centro storico. I montevideani danno come indicazione la via e specificano la cuadra in cui essa è inserita. Ad esempio io vi scrivo da Calle Misiones, la mia cuadra è tra Rincon e Sarandì. Non potete sbagliare. E se facessimo la stessa cosa in Italia? Finalmente arriverebbe la posta anche a casa mia, invece di ricevere le buste tatuate di “No Aspra, vedi Bagheria”. Ma la città è un libro bello e denso. In letteratura sarebbe “Horcynus Orca” di Stefano D'Arrigo. Un libro-monstrum, che in latino significa “prodigio”. Un libro in cui un lettore è sopraffatto dalla densità specifica che trova in ogni pagina. Montevideo è così: bella, sensuale, colorata, poetica. Si ascolta davvero “come un verso” e si legge estasiati, con un'evidenziatore accanto a segnare tutti i passaggi più interessanti. Ci accorgeremmo troppo tardi che abbiamo sottolineato ogni pagina di questa splendida città con l'alfabetizzazione al 98 % e la sua gente che usa le nuove tecnologie con assoluta padronanza, tanto che il Governo inaugura una meritevolissima campagna per far avere un portatile ad ogni niño. Amo questa città, proprio come succede solo nell'amore vero, quello che merita la maiuscola, non finisco mai di scoprirne il mistero. Una volta Andrea Monda, vaticanista del “Foglio” di Ferrara, paragonò la moglie a un telefonino. Il vaticanista partecipava ad un convegno sul “Mistero dello Scrivere” organizzato dalle straordinarie “Pietre di Scarto” guidate da Tita Ferro. Sua moglie Elvira, seduta in prima fila, restò basita e Monda, che con le parole e le metafore è imbattibile, si spiegò meglio. Lui non riesce mai a scoprire tutte le funzioni di un telefonino cellulare, proprio come nei tanti e bellissimi anni di matrimonio con Elvira non è riuscito ancora a scoprire del tutto l'eccezionalità della sua dolce metà. Ecco: io con Montevideo sono ancora ai primi appuntamenti, il suo mistero è tutto da scoprire. Per fortuna... Devo ancora “leggere” l'incantevole Scuola Italiana di Montevideo, la “Casa degli Italiani” e mille cose ancora. Come sempre: hasta luego! Mercoledì 7 Febbraio 2007 8 la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO Gianni Raso: «Difendere l'italiano significa difendere l'identità del popolo uruguayano» di Tonino Pintacuda L ’'avvocato Gianni Raso, è il d i r e t t o r e r e s p o n s a b i l e d e g l i U ff i c i Rai di Montevideo, nella sede al n u me ro 1 0 4 4 d i Av. d a 1 8 d e J u l i o . C i h a r a c c o n t a t o l a s u a s t o r i a, i l s u o l a v o r o e i l s e n s o p r o f o n d o d e l l a l i ng u a i t a l i a n a p e r l ' i n t e r o U r u g u ay. Q ue l l a d i M o n t e v i d eo è u n a s e d e p a r ti c o l a re c o n c o m p et e n z a s u u n territorio che avvolge tutta l' A me r i c a La t i n a . «Na s c e n e l 1 9 6 6 a s e g u i t o d i i n c o ntri tra il Presidente Saragat e il Governo uruguayano. Si scelse Mo n t e v i d e o p e r c h é s em b r ò u n p o s t o a d e g u a t o p e r n o n f ar t o r t o n é a S a n Paolo né a Buenos Aires. Quarant'anni dopo l'opportunità è s t a t a c o n f e r m a t a d a l l a s er i e d i f ac ili t a z i o n i c h e l ' U r u g u a y o ff r e a i n iz i a t i v e c u l t u r a l i e g i o r n al i s t i c h e . È un p o s t o c e n t r a l e c o n u n a f o r t e c o mpo n e n t e i t a l i a n a » . P a r l i a m o p ro p r i o d e l l a p re s e n z a della comunità italiana. Che tipo di utenza avete? «Ce rc h i a m o d i t e n e r e co s t an t em en t e s e mp r e a g g i o r n a t i d at i e r i c h i es t e d e i n o s t r i t e l e s p e t t a t o r i . Va p e r ò s e g n a l a t o c h e q u e s t a p r es e n z a n el te mp o è c a m b i a t a , s i a i n U r u g u a y ma anche nel resto dell'America L a t i n a . U n c a m b i a m en t o i n i z i at o s i c o n l a p r e s a d i c o s ci en z a d 'a p p a r t ener e a l c o r p o e l e t t o r a l e i t al i a n o . O r a gl i i t a l i a n i e g l i i t a l i a n i - l a t i n o a m er i ca n i c h iedono soprattutto notizie e programmi d'appr o fo n d i m e n t o » . C h e ma n s i o n i s v o l g e l a v o s t ra s e d e ? «S i a m o u n u ff i c i o R a i d i s l o c a t o i n A m er i ca L a t i n a e d i p e n d i a m o d a R a i C o r p o r at i o n , co nsociata Rai con sede a N e w Yo r k . L e n o s t r e attività ci mettono in c o n t a t t o c o n l e d i v erse realtà della Rai, non solo con Rai I n t e r n a t i o n a l . Abbiamo funzioni pr i n c i p a l m e n t e c u l t urali che consistono nella distribuzione gratuita in America Latina di programmi in italiano, spagnolo e po r t o g h e s e c h e f a n n o r i f er i m e n t o a n o t i z ie , c u ltu r a , m u sic a e c in e m a ita lia n i. N o n c i o c c up ia m o , in v e c e , d e lla d istr ib u z io n e d e l se g n a l e 2 4 H d i R a i I n te r n a tio n a l. Qu e sta f u n z io ne viene effettuata attraverso una società di c o m u n ic a z io n i. Ov v ia m e n te p e r ò c o n tr o llia m o la q u a lità d e l se g n a le e tr a sm e ttia m o in I ta lia le o sse r v a z io n i e le r ic h ie ste c h e g li u te n ti d e ll' A m e r ic a L a tin a c i f a n n o p e r v e n ir e » . Ci tolga una curiosità? C o m ' è a r r i v a t o a d i r i g e re que st a se de ? «La mia storia è un po' diversa da quella di tanti emigranti. Mio nonno era c ile n ta n o e v e n n e in Ur u g u a y a la f in e d e ll' Otto c e n to . Visse a L a sc a n o . Mio p a d r e - Ju a n fece l'università a Mo n te v id e o e p o i e n tr ò n e l Min iste r o d e g l i Esteri. Nel 1946, in pieno dopoguerra, fu inviato a Napoli, dove nacqui i o due anni dopo. Mio padre restò a Napoli per vent'anni, così ho pot ut o compl et are il liceo classico al l 'Umbert o I del capoluogo partenopeo. Nel 1966 arrivato a Montevideo, entrai al secondo anno preparat ori o del l a facol t à di l egge dove s'i nsegnava i t al i ano e poi mi l aureai i n g i u r i s p r u d e n z a all'Università statale dell'Uruguay nel 1975. Anche se l a t esi non era obbl i gat ori a i o l a feci l o s t e s s o , l ' a rg o m e n t o e r a la disoccupazione e la cassa i nt egrazi one, t emi che poi ho cont i nuat o a segui re nel l a mi a carri era. Poi la svolta. Alla fi ne degl i anni Set t ant a fui assunt o come l egal e dell'Ufficio Rai e nel 1989 mi di edero l 'i ncari co di responsabi l e che ancora ri copro». Da vent'anni quindi vi ve e l avora qui , ottim o punto d' osservazi one sulla realtà italouruguaya. Il Presi dente Berti notti ha defi nito l ' i tal i ano una l i ngua-chi ave, un' opportuni tà per i gi ovani uruguayani . «La quest i one del l a l i ngua e del l a cul t ura i t al i ana i n Uruguay è pi ù compl essa. Conoscere l a nost ra l i ngua non è un sempl i ce “sapere” ut i l e o cul t ural ment e i nt eressant e. La l i ngua e l a cul t ura i t al i ana fanno part e del DNA degl i uruguayani. Entrambe sono espressione profonda del l a l oro st essa i dent i t à. Gi rando per l 'Ameri ca Lat i na i n quest i vent 'anni ho capi t o una cosa: ci sono sol o due post i dove ci si sent e come i n It al i a: a Buenos Ai res e i n t ut t o l 'Uruguay. La di fesa del l a l i ngua i t al i ana non è una di fesa del l 'It al i a: è l a di fesa del l 'i dent i t à st essa del popol o uruguayano». Giovedì 8 Febbraio 2007 8 la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO Sulla rotta del Leone di Caprera di Tonino Pintacuda S u u n a g o l e t t a d i n o v e m et r i d i lunghezza chiamata “Leone di Caprera” in onore di Giuseppe G a r i b a l d i , i l 3 o t t o b r e d e l 1 8 7 9 Vi n c e n z o F o n d a c ar o d i B a g n a r a C a l ab r a ( R C ) , O r l a n d o G r a s s o n i d i A n c o n a e P i et r o Tr o c c o l i d i M a r i na di C a m e r o t a ( S A ) r i u s ci r o n o a c o r o n a r e i l l o ro s o g n o : r a g g i u n g e r e G i u s e p p e G ar i b al d i . L a g o l e t t a e r a s t a t a a u t o co s t r u i t a c o n f i n an z iamenti di immigrati italiani in Uruguay ed A rg e n t i n a p e r c o m p i er e q u el l o ch e a t u t t i s e mb ra v a u n “ f o l l e v o l o ” : p ar t i r e d a M o n t e v i d e o e r a g g i u n g e r e l 'i s o l a d i G i u s e p p e G a r i b a l d i . P e r c o nsegnargli doni inviati da M o n t e v i d e o , u n a s c i ab o l a e u n l i b ro d i f i r m e d e g l i em i g r a t i i t aliani a Montevideo e in A rg e n t i n a . Fu ro n o n e c e s s a r i 11 0 g i o r n i p e r coprire 6 mila e 500 miglia la r o t t a a t l a n t i c a M o nt e v i d eo , L as Pa l ma s , G i b i l t e r r a , M a l ag a p l acando con l'olio la furia del ma re i n t e m p e s t a . I l c a l ab r e s e Vi n c e n z o F o n d a c a r o , l ' a n c o n e t an o O rl a n d o G r a s s o n i e u n c i l e nt a n o d i M a r i n a d i C am er o t a, s i erano imbarcati sul "Leone di C a p r e r a " p e r r a g g i u n g e r e l ' E r o e d ei D u e M o n d i n e l l a s u a i s o l a . I l c i l en t an o P i et r o Tr o c c o l i f u l ' u n i c o a i n c o n t r a r e G i u s e p p e G ar i b al d i e a c o n s e g n a rg l i i d o n i . L a s ci ab o l a p er o ' r es t o ' a M o n t e v i d e o , n e s s u n o c r e d e v a p o s s i b i l e l 'a t t r aversata oceanica. Tro c c o l i f u a n c h e l ' u n i c o a r i c e v e r e u n a m e d ag l i a d ' o r o , c o n s e r v a t a g e l o s am en t e d a u n s u o d i s c e n d e n t e , m a n c o a d i r l o a m m i r ag l i o d e lla M a ri n a u r u g u a i a n a , p e r u n 'i m p r e s a ch e s em b rava impossibile: per la distanza che separa l ' U ru g u a y d a l l ' I t a l i a e p e r l e d i m e n s i o n i r i d ott e d i u n o s c a f o p r o g e t t at o d al l o s t es s o c a p i t a n o Fo n d a c a r o e r e s o i n a ff o n d ab i l e d a l l a p a r t i c o lare tecnica di costruzione N e l 2 0 0 3 l a s c i a b o l a è f i n a l m e n t e ar r i v at a a destinazione e consegnata all'erede di Garibaldi. L'eroe di quest'impresa è Pino Ve n e r o s o , 6 2 a n n i , e x u ff i ci al e d e l l a G u ar d ia di Finanza, che ha inseguito il mito del “ L e o n e ” c o n l a s u a “J u t t a ” , u n o s l o o p d i 9 m e t r i , c l a s s e s h o w 2 9 , co s t r u i t a n ei c a n t i e r i B a r b e r is d i L a Sp e z ia . L ' im p r e sa d i Pin o Ve n e r o so è d a m a n u a le : da u n c a p o a ll' a ltr o d e ll' o c e a n o , tr a v e r sa ta a tla ntic a n o n sto p o q u a si. I n so lita r ia , d a lle c o st e d e l C ile n to a q u e lle d e l Su d Am e r ic a in se g u e nd o p e r 1 0 m ila c h ilo m e tr i - se im ila e 5 0 0 m ig lia o g iù d i li - il m ito d e l "L e o n e di Caprera”. C o n l' a u silio d i d u e c o m p a g ni E m il Ka m a id e Ga b r ie le Vita, quest'ultimo non ha potuto completare il viaggio per la scadeza della sua licenza e, a l l e i s o l e d i C a p o Ve r d e , è d o v u to r ie n tr a r e in I ta lia . E f in a lm e n te il 5 a g o sto d el 2 0 0 4 la f in e d e l lu n g o v ia g g io con l'arrivo alla Maddalena c o n la c o n se g n a d e lla sc ia b o la. Il Console italiano di Montevideo aveva certificato la c o n se g n a d e lla sc ia b o la da p a r te d e l p r e sid e n te d e ll' Ae r c u (Assoicazione Emigranti R e g io n e C a la b r ia in U r u g u a y ), in dono al museo Garibaldi c o m e sim b o lo d i f r a te lla n z a e d e ll' u n io n e f ra g li u o m in i. A b b ia m o in c o n tr a to Pin o Ve n e r o so n e g li u ff ici R a i d i Mo n te v id e o e l' a b b ia m o in te r v ista to . C o sa l'ha spint a a c o mpie re que st a inc re dibile impre sa ? « So n o n a to in u n p a e se d i m a r e , d isc e n d e n te da g e n e r a z io n i d i p e sc a to r i e m a r in a i, h o g io c a to c o l m a r e e p o i h o la v o r a to su l m a r e » - sp ie ga Ve n e r o so r ic o r d a n d o le p r im e e sp e r ie n z e da m o z z o su lle b a r c h e u sa te p e r la p e sc a d e ll e a lic i c o n la m e n a ic a e le r o tte so lc a te c o n l a Ma r in a Me r c a n tile e Milita r e , n e lla G u a r d ia di Fin a n z a - « C o n q u e ll' a m ic o , N e llo Ta m b a sc o, d iv e n ta to o g g i p r e sid e n te d e l c ir c o lo n a u tic o d i Ma r in a d i Pisc io tta , so g n a v a m o d a r a g a z zi d i g ir a r e il m o n d o in b a r c a a v e la r ip e r c o r r e nd o l' Atla n tic o su lla r o tta se g u ita o ltr e u n se c olo f a d a l L e o n e d i C a p r e r a . Un so g n o c h e h o f in a lm e n te r e a liz z a to . L ' h o f a tto n o n so lo p er m isu r a r m i c o n il r e sp ir o d e ll' Atla n tic o e c o n l e su e d ista n z e in f in ite m a a n c h e p e r v isita r e le te r r e c h e a ttr a sse r o i n o str i a n te n a ti c ile n ta n i . L'ho fat t o per ri t rovare i l oro di scendent i e ri al l acci are vi ncol i ant i chi di parent el a e di cul t ura ci l ent ana». La t raversat a non è st at a sol o una sfi da t ra l 'uomo e i l mare ma anche un banco di prova per dei t est sci ent i fi ci al i ment ari l egat i al l a Di et a Medi t erranea e al l a produzi one t i pi ca del Ci l ent o. La gran part e dei ri forni ment i a bordo era cost i t ui t a da prodot t i ci l ent ani conservat i a trasformati utilizzando le antiche tecniche l ocal i (dal l 'essi ccazi one al l a sal at ura). Ha portato a term i ne un' i m presa stori ca, è andato ol tre i suoi grandi predecessori . Ha affrontato anche l'attacco dei pirati a Reci fe, i n Brasi l e. «Il Leone di Caprera aveva l unghezza e st azza come l a mi a "Jut t a" ma nonost ant e l e geni al i sol uzi oni con l e qual i fu cost rui t a quel l a barca, penso che oggi i l mi o sl oop si a pi ù affi dal e e si curo del vecchi o Leone. Quel l a fu di si curo un'i mpresa i neguagl i abi l e, per coraggi o e perizi a mari nara, l a rot t a at l ant i ca da ovest verso est non ha i l favore degl i Al i sei -che spi rano i nvece da est verso ovest - per cui i t re a bordo del Leone furono i mpegnat i i n una cont i nua bol i na st ret t a e i n i nt ermi nabi l e bordeggi . I pi rat i mi hanno t ol t o t ut t o, gl i st rument i di navi gazi one e perfi no i vest i t i . Ma mi hanno l asci at o i l bene pi ù prezi oso: l a vi t a». La vi ta di un uom o coraggi oso che ha compiuto una memorabile impresa . Onestam ente: l o ri farebbe? «Come no! Sono passat o at t raverso t empest e e mari i n burrasca. Mai avut o paura. Se m'avesse sfiorato, sarebbe stata una tragedia. L'i mport ant e è ri usci re a st are i n pace con i l propri o i o». Ai nost ri l et t ori ri cordi amo che i l “Leone di Caprera” è at t ual ment e i n esposi zi one presso l a Grot t a di Lent i cel l e di Mari na di Camerot a al l est i t a al l 'opport uni t à a Museo. La pri ma edi zi one del di ari o di bordo del l a t raversat a fu st ampat a nel 1881, nel 1884 ne fu fat t a una seconda edi zi one. At t ual ment e i l di ari o del vi aggi o è i nseri t o nel l i bro “Dal l 'Ameri ca al l 'Europa. Vi aggi o at t raverso l 'Oceano” a cura di Gi useppe Gal zerano. Con quest a bel l a st ori a nel cuore, come sempre: hast a l uego! 26 CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA Venerdì 9 Febbraio 2007 la gente d’italia Mario Benedetti: il più grande artigiano della parola pagina a cura di Tonino Pintacuda O g g i m i s o n o a l z a t o p r e s t o , a v e v o u n a p p u ntame n t o i m p o r t a n t e : c o n u n l i b r o . Un a “ n o v e l a ” d i M a r i o B e n e d e t t i ( P as o s d e l os To r o s , 1 9 2 0 ) , a n z i , m eg l i o , “ l a” n o v el a d i M ar i o B e n e d e t t i , “ L a Tr e g u a ” , i l r o m a n z o ch e n el 19 6 0 l o f e c e c o n o s c e r e e a p p r e z z a r e n e l m o n d o in t e r o . Ce n t i n a i a d i e d i z i o n i , t r a d u z i o n i i n 1 9 l i n g u e, r i d u z i o n i t e a t r a l i , r a d i o f o n i c h e , t e l ev i s i v e e c ine ma t o g r a f i c h e . Ad d i r i t t u r a l a v e r s i o n e c i n em at o g r af i ca , d i r e tt a d a Serg i o Re n á n , r i ce v e t t e n el 1 9 7 4 l a n o m in a t i o n a g l i O s c a r c o m e m i g l i o r f i l m s t r an i er o . C o n q u e s t o r o m a n z o - c h e f el i c e d i v o r e r ò s t an o t t e - l o s c r i t t o r e h a i n i z i at o l a s u a f o l g o r an te carriera, diventando l'autore uruguayano più lett o e a mat o . H a p u b b l i ca t o p i ù d i 4 0 l i b r i , t u t ti tradotti in 18 lingue. N e l l a s u a v a s t a p r o du z i o n e s p i c c a n o l e s u e r accolte poetiche Inventario e Inventario Dos, i c a n t i L a m u e r t e y o t r as s o r p r es a s ( 1 9 6 8 ) , C o n y sin nostalgia (1977) e Geografías (1984), le nov e l l e G r a c i a s p o r e l f u e g o ( 1 9 6 5 ) e P r i m av e r a con una esquina rota. Il suo ultimo libro è “Canciones del que no canta” (Canzoni di ciò che non canta) del 2006. M a c h i è M a r i o Be n e d e t t i ? P ar t i a m o d a l n o m e c o m p l e t o d i q u e s t o b a ff u to artigiano della parola: Mario Orlando Hamlet Hardy Brenno Benedetti Farugia, ben cinque nomi , t a n t i g l i e n e d i e d e r o i g en i t o r i B r e n n o B e- n e d e t t i e M a t i l d e F a r u g i a , c o n f o r m e m e n t e a ll'uso italiano del primo dopoguerra. Sino ai due a n n i a b i t ò n e l s u o p a e s e n a t al e, P as o d e l o s Toros. S u c c e s s i v a m e n t e , p e r r ag i o n i d i l a v o r o , l a f ami g l i a B e n e d e t t i s i t r as f e r ì a Ta c u a r e m b ó , q u i f u ro n o v i t t i m a d i u n a t r u ff a e co n l ' e s p e r i en z a a c c u m u l a t a d e c i s e r o d i t r a s f e r i r s i n e l l a m er a v ig l i o s a M o n t e v i d e o . Ma r i o av e v a a p p e n a 4 a n n i. A d o t t o a n n i i n i z i ò i s u o i s t u d i p r i m ar i n e l C o ll e g i o Te d e s c o d i M on t e v i d eo , d o v e c o m p l e t ò il corso di studi nel 1933. Iniziò quindi a freq u e n t a r e i l L i c e o M i r a n d a p e r. N e l 1 9 3 4 e n t r ò nella Escuela Raumsólica de Logosofía. Nel 1 9 3 5 r e a l i z z ò i s u o i s t u d i s ec o n d a r i i n m an i er a incompleta, completandoli poi da privatista a c a u sa d e i p r o b le m i e c o n o m ic i d e lla su a f a m ig lia . A ll' e tà d i q u a tto r d ic i a n n i c o m in c iò a la v o r a r e n e lla im p r e sa d i Will L . Sm ith , c h e r e a liz z a v a r ic a m b i p e r a u to m o b ili. Tr a il 1 9 3 8 e il 1 9 4 1 r isie d e tte q u a si c o n tin u a m e n te a B u e n o s Air e s, A rg e n tin a . N e l 1 9 4 5 e n tr ò a f a r p a r te d e lla r e d a z io n e d e l settimanale “Marcha”, dove rimase fino al 1974 (anno di chiusura del giornale oggi diventato “Brecha”) del 1954 venne nominato direttore le tte r a r io d e l Ma r c h a . E , f in a lm e n te , il 2 3 m a r z o 1 9 4 6 si sp o sò c o n L u z L ó p e z Ale g r e , l'amore di tutta una vita. Nel 1948 diresse la rivista letteraria M a rg i n a l i a e p u b b l i c ò i l v o l u m e d i sa g g i Pe r ip e z ia e R o m a nz o ( Pe r ip e c ia y n o v e la ) . C o n tinua ad accumulare esperienze nell'impegno delle riviste di letteratura: nel 1949 divenne membro del consiglio di redazione d e l “ N ú m e r o ” , u n a d e lle r iv iste le tte r a r ie p iù im p o r ta n ti d e ll' epoca. Partecipò attivamente al movimento contro il trattato militare con gli Stati Uniti d'America. Fu questa la sua prima a z io n e c o m e m ilita n te p o litic o . Nello stesso anno ottenne il Premio del Ministero della Istruzione Pubblica per la sua prima raccolta di racconti, “ E sta m a ñ a n a ” . N e f u il v in c itore in ripetute occasioni fino a l 1 9 5 8 , d a q u a n d o lo r if iu tò r ip e tu ta m e n te p e r c o n tr o v e r sie su l r e g o la m e n to . N e l 1 9 6 4 l a v o r ò c o m e c r i t i c o t e a t r a l e e c o d ir e tto r e d e lla p a g in a le tte r a r ia se ttim a n a le “ A l se r v iz io d e lle le tte r e ” d e l q u o tid ia n o L a m a ñ ana. Oltr e a lla le tte r a tu r a B e n e d e tti h a se m p r e c o ltiv a to u n sa n o u m o r ism o , c o m e d im o str ò n e lla c o lla b o r a z io n e a lla r iv ista u m o r istic a “ Pe lo d ur o ” . E n o n so lo : r e sta n o f a m o se le su e c r itic h e c in e m a to g r a f ic h e su “ L a tr ib u n a p o p u la r ” . To r n ò a C u b a p e r p a r te c ip a r e c o m e g iu r a to d e l c o n c o r so “ C a sa d e la s A m e r ic a ” . Pa r te c ip ò a ll' in c o n tr o c o n R u b é n Da r ío . E p o i in Me ssic o p e r p a r te c ip a r e a l “ I I C o n g r e sso L a tin o a m e r i- cano degl i Scri t t ori ”; part eci pò i nol t re al Congresso Cul t ural e del l a Havana con l a rel azi one Sul l a rel azi one t ra l 'uomo d'azi one e l 'i nt el l ett ual e e di vent ò Membro del Consi gl i o di Di rezi one del l a Casa del l e Ameri che. Nel 1968 fondò e di resse i l “Cent ro di Invest igazi one l et t erari a” del l a Casa del l e Ameri che. Te Quiero L e tue mani sono la mia carezza,/ i miei accordi quotidiani/ ti amo perché le tue mani/ si adoperano per la giustizia/ se ti amo è perché sei/ il mio amore la mia complice e tutto/ e per la strada fianco a fianco/ siamo molto più di due/ i tuoi occhi sono il mio esorcismo/ contro la cattiva giornata/ ti amo per il tuo sguardo/ che osserva e semina il futuro/ la tua bocca che è tua e mia/ la tua bocca che non si sbaglia/ ti amo perché la tua bocca/ sa incitare alla rivolta/ se ti amo è perché sei/ il mio amore la mia complice e tutto/ e per la strada fianco a fianco/ siamo molto più di due/ e per il tuo aspetto sincero /e il tuo passo vagabondo/ e il tuo pianto per il mondo /perché sei popolo ti amo/ e perché l'amore non è un'aureola/ né l'ingenuo finale di una favola/ e perché siamo una coppia/ che sa di non essere sola/ ti voglio nel mio paradiso/ _ ossia quel paese / in cui la gente vive felice/ anche senza permesso/ se ti amo è perché sei/ il mio amore la mia complice e tutto/ e per la strada fianco a fianco/ siamo molto più di due. _ la gente d’italia 27 Venerdì 9 Febbraio 2007 Insieme ai membri del Movimento di L i b e r a z i o n e N a z i o n a l e - Tu p a m ar o s f o n d ò , n e l 1 9 7 1 , i l M o v i m en t o d e l l e I n d i p e n d e n z e 2 6 Ma r z o , u n r ag g r u pp a m e n t o c h e p a s s ò a f o r m ar e l a c o al i z i o n e d e l l e s i n i s t r e F r en t e A m p l i o . B e n e d e t t i f u d i r i g en t e d e l m o v i m e nt o . È n o m i n a t o d i r et t o r e d el “ D i p a rt i me n t o d i L e t t e r a t u r a I s p a n o a m er ic a n a ” n e l l a F a c o l t à d i n el l a F a c o l t à di Umanistiche e Scienza dell'Università della Repubblica. Pubblica “Crónica del 71”, composto per lo p i ù d a u n a r a c c o l t a d i ed i t o r i al i p olitici pubblicati nel settimanale “Marcha”, una poesia inedita e tre discorsi letti durante la campagna del Frente Amplio. Pubblica anche “Los poemas comunicantes”, con interviste a vari poeti latinoamericani. N e l 1 9 7 3 , d o p o i l co l p o d i s t at o m i l i t a r e a c a us a d e l s u o a t t i v o f a v o r e g g i am en t o p er l a so vversione marxista, deve abbandonare l'Uruguay, il suo dolore più grande. L a s c i a a n c h e l ' i n c a r i c o a ll ' U n i v e r s i t à e p a r t e p er l ' esilio a Buenos Aires. Così nizia la stagione dei grandi viaggi: Argentina, Perù, Spagna. Furono dieci lunghi anni che lo videro lontano dalla sua patria e da s u a m o g l i e , l a q u a l e d o v ett e ri m a n e r e i n U r u g u ay p e r a c c u d i r e a l l a m a dr e ed al l a s u o c er a N e l 1 9 7 6 t o r n a a C u b a, q u es t a v o l t a c o m e e siliato, e si unisce nuovamente al Consiglio di D i r e z i o n e d e l l a Ca s a d el l e A m e r i ch e . N el 1 9 8 0 s i t ra s f e r i s c e a P a l m a d e M a i o r ca . D u e an n i p iù tardi inizia la sua collaborazione settimanale P otessi, volessi, vedessi, amassi… Tutte parole di un tempo che fu, perché oramai il modo congiuntivo sembra avere iniziato il declino, che lo sta portando a scomparire non solo dalla conversazione quotidiana ma anche dalla lingua scritta. È per arginare questa perdita che nasce il comitato SIC, ovvero “Salviamo il congiuntivo”, non ad o p er a di vecchi r om a n t i c i , d i f en sori d el l a p u re zza della lingua ma di un'insegnante, la professoressa Braschi, e degli studenti della classe II B dell'istituto com p re n si v o “C astiglion e 1”, a Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova. Un comitato per salvare un modo verbale come per salvare una specie in via d'estinzione, e come tale il comitato si è o r ga n i zza t o d o tan dosi da dicembre anche di un blog, per espandere la propria attività e spiegare le proprie ragioni. Il blog, che potete visitare all'indirizzo w w w. sa l v iamoilcongiu n tivo.blo g- n e lle p a g in e d e ll' O p in io n il q u o tid ia n o E l Pa í s. Ne llo ste sso a n n o il C o n sig lio d i Sta to d i C uba g l i c o n c e d e o n o r i f i c e n z a O r d e n F é l i x Va r e l a . Ne l 1 9 8 3 si tr a sf e r isc e a Ma d r id . To r n a in U rug u a y n e l m a r z o d e l 1 9 8 3 in iz ia n d o l' a u to n o min a to p e r io d o “ d e se x ilio ” , r a g io n e d i m o lte sue opere. È nominato Membro del Consiglio Editori della nuova rivista “Brecha”, che è una prosecuzione d e l p r o g e tto d e lla r iv ista Ma r cha in te r r o tto n e l 1 9 7 4 . E p o i la sta g io n e d e i g r a n d i r icon o sc im e n ti, u n a v a g o n a ta d i mer ita tissim i p r e m i e p u b b lic i r iconoscimenti: nel 1986 riceve il premio “Jristo Botev de Bulgar ia ” , p e r la su a o p e r a d i d i p o et a e sa g g ista . Nel 1987 premiato a Bruxelles con il Premio “ L la m a d e Or o d e Am n istía I n te r n a c io n a l” per il r o m a n z o “ Pr im a v e r a c o n u n a n g o lo r o tto ” . Nel 1989 è decorato con la “Medalla Haydeé Santamaría” dal Consiglio di Stato di Cuba. Nel spot.com, contiene lo statuto del comitato in cui è possibile leggere gli intenti di fondatori e soci: «questa associazione, che non ha scopo di lucro, ha i seguenti scopi: difendere e diffondere il modo Congiuntivo». La dif e sa di una importante risors a c omunic ativ a e d e spre ssiv a è il f in e primo di questi ragazzi, che proprio tra- 1997 è i nvest i t o del t i t ol o di “Dot t ore Honori s Causa” dal l 'Uni versi t à di Al i cant e. Il 31 maggi o del 1999 premi at o con l'ottavo “ Premio Reina Sofía de Poesí a Iberoameri cana”. E i n mezzo ad un'al t ra ci nquant i na di ri conosci ment i con nomi al t i sonant i , fi nal ment e quel l o pi ù at t eso arri va i l 19 novembre del 2002 con l a nomi na di “cittadino onorario di Montevideo”. Il 7 gi ugno del 2005 si aggi udi cò i l XIX Premi o Int ernat i onal Menéndez Pelayo, e la Madaglia d'Onore dell'Università Internazionale Menéndez Pel ayo. Il premi o, concesso dal l 'Universi t à Int ernazi onal e Menéndez Pel ayo, è un riconoscimento all'opera di persone di spicco che si sono distinte nella attività letteraria e scientifica, tanto in lingua spagnola come in port oghese. Mario Benedetti ripartiva il suo tempo nelle sue case i n Uruguay ed i n Spagna occupandosi dei suoi numerosi i mpegni . Dopo i l grandi ssi mo dol ore per l a mort e di sua moglie Luz, il 13 aprile 2006, Benedetti si è defi ni t i vament e t rasferi t o nel quart i ere Cent ro di Mont evi deo. Benedetti prima del trasferimento ha donato una cospicua parte della sua biblioteca personale di Madrid, al “Centro de Estudios Iberoamericanos Mari o Benedet t i del l 'Uni versi dad de Al i cant e”. Ho un libro bellissimo da leggere, quindi anche st avol t a hast a l uego! Vi l asci o con una bel l i ssi ma poesi a di Benedet t i : Ti amo, nel l a t raduzi one di Federi co Guerri ni , gui da al l a l et t erat u r a s u d a m e r i c a n a n e l p o r t a l e D a d a . n e t . R a ggi ungi bi l e al l 'i ndi ri zzo: http://guide.dada.net/letteratura_sudamericana/ modo congiuntivo”, che chiunque può scaricare per chiarirsi i dubbi su quando e come vada utilizzato questo modo verbale. Le iscrizioni al comitato sono aperte a soci di ogni età ed anche, inutile dirlo alle scolaresche che volessero partecipare alla stessa iniziativa. Vi ricordiamo a q ue s to p r o p o s ito c he il r e g o la me nto interno prevede che i soci conoscano il congiuntivo e le s ue r e g o le , c he no n abbiano remore nel correggere gli errori altrui e che siano i primi a dare l'esempio di un uso corretto e impeccabile. Per usare le parole dei ragazzi stessi, inoltre, non solo l'iscrizione al comitato non ha limiti di tempo, poiché una volta imparato l'uso corretto della lingua non si dimentica più, ma questi giovani affezionati all'italiano ci ricordano anche il profondo valore della loro iniziativa: « l'a d e s io ne a ll'a s s o c ia z io ne no n d à diritto a nessun riconoscimento, se non quello morale di partecipare alla difesa di qualcosa che da tempo viene vilipeso, ignorato e sta per essere dimenticato». Salviamo il congiuntivo! di Maria Renda mite il blog hanno accolto nuovi soci e molti meritati elogi. Al comitato si sono uniti e hanno applaudito giornalisti, exstudenti, genitori e liberi professionisti, oltre che, ovviamente, tanti atri ragazzi in età scolare, tutti uniti dal medesimo inte nto, salv aguardare que llo c he è un'importante strume nto e spre ssiv o , spesso calpestato per incuria e sciatteria. Per dare maggiore concretezza alla loro iniziativ a i ragazzi hanno c ompilato anche una serie di agili “regole del Venerdì 9 Febbraio 2007 32 la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO di Tonino Pintacuda Michele Pala, il Console che ama il mare, la lingua italiana e il “Signore degliAnelli” Chi e' Michele Pala? Q uest'uomo alto, distinto e c ordiale che giovanissimo, oggi 39enne, ha guidato la quinta per este nsione - c irc osc rizione c o n s o l a re n e l l o s t o r i c o p r i m o voto deg li italiani all'e ste ro. Il Console Michele Pala non ha messo le sue note biografiche nel sito del Consolato. Sul taxi che si recava a Bvd. Artigas pensavo: perche' ha omesso le informazioni? Come tutti sanno le informazioni biografiche dei diplomatici sono serpentoni di date e scatti di carriera. Lasciatemi dire che servono soprattutto a noi giornalisti per arrivare preparati alle interviste. Il Console Pala ha dedicato maggiore attenzione al pubblico, fronteggiando le numerose richieste di ricostruzione anagrafica dei nostri connazionali italouruguayani piuttosto che scegliere una foto per un sito. E capirete benissimo che e' una scelta dal forte valore simbolico. Che noi di Gente d'Italia apprezziamo. Ma siamo davvero curiosi. Chi e' Michele Pala? Quest'uomo alto, distinto e cordiale che giovanissimo, oggi 39enne, ha guidato la quinta - per estensione - circoscrizione consolare nello storico primo voto degli italiani all'estero. L'abbiamo intervistato nel suo studio. Il Console Pala siede dietro la scrivania, spegne il condizionatore che mette a repentaglio il vostro cronista e inizia a parlare. Alle spalle il nostro amato tricolore e la bandiera dell'Unione Europea, Giorgio Napolitano, il bellissimo calendario del Ministero degli Esteri e la fascia da Console. Inizia a parlare, sposta i numerosi rapporti sullo stato delle richieste e notiamo con piacere che, ben ordinate, ci sono tutte le copie del nostro giornale in un tavolino di fronte alla scrivania. Console, iniziamo con qualche dato. «Al nostro Consolato lavorano 15 dipendenti e il sottoscritto. Sette sono di ruolo e arrivano dagli Affari Esteri, otto sono dipendenti a contratto, tutti a tempo indeterminato. I dati piu' recenti indicano che i nostri connazionali in Uruguay sono 79643, di cui solo 6253 sono nati in Italia. Bisogna notare che quindi il 92 % sono di seconda, terza, quarta, perfino quinta generazione. Oltre a questo dobbiamo sottolineare che la nostra utenza va distinta tra effettiva e registrata e quella potenziale». E come procede la ricostruzione anagrafica dei numerosissimi utenti che hanno fatto regolare richiesta? « Con la crisi del 2003 e la lunga fila che aspettava davanti al Consolato abbiamo deciso, spinti dalla pressione della piazza di accettare le richieste. Solo che la fila si e' solo spostata di supporto fisico. Invece di esserci persone in fila davanti alla nostra sede, ci sono le loro pratiche. Ugualmente in fila... La nostra e' una realta' crescente. Stiamo elaborando tutte le pratiche e dobbiamo segnalare che e' stata creata una lista d'attesa certa per i nuovi utenti, l'abbiamo aperta nel maggio del 2005 e tutte le istanze presentate sono state regolarmente protocollate. Appena smaltiremo gli arretrati inizieremo con le nuove istanze, secondo il loro preciso ordine d'arrivo. Solo le nuove sono quasi 10000.» A giugno 2007 arrivera' il suo successore. Quale migliore momento per tracciare un suo ritratto? Com'e' arrivato qui? «Sono nato a Catania ma sono d'origine sarde. Mio padre Aldo - era ufficiale dell'esercito, fu poi spostato a Roma presso il Ministero della Difesa. Poi sono stato quattro anni in Belgio presso il Comando della Nato. Alla fine degli anni Settanta mi sono laureato in Giurisprudenza all'Universita' di Tor Vergata». Qual era l'argomento della sua tesi? «La riunificazione della Germania e il Diritto Internazionale». Da questo si intuisce che era il suo sogno la carriera diplomatica. «Si', dopo la laurea ero fortemente determinato verso quella direzione. Ma e' stata una scelta obbligata». Obbligata? «Il mio sogno era la carriera d'ufficiale in Marina ma sono fortemente miope. Per fortuna esistono le lenti a contatto. Comunque questa miopia ha condizionato la mia vita e non e' detto che sia stato un male». Dopo la laurea aveva gia' deciso la sua strada. Ci tolga una curiosita': come ha conosciuto sua moglie? «Tra una prova concorsuale e l'altra ho trovato il tempo di realizzare il mio sogno. Amo il mare e ho attraversato l'Oceano in barca a vela due volte. La seconda volta in un'isola del Nord del Brasile ho incontrato Marcia, un avvocato brasiliano che poi, nel 1997 - dopo che avevo gia' un lavoro sicuro ci siamo sposati. Dal 1999 al 2003 sono stato Console a Pretoria, in Sudafrica. Nel 2003 sono arrivato a Montevideo». Ha figli? «Si', due: Antonio di tre anni e Alessandro di cinque. Entrambi frequentano la “Casa dei Bambini” della bellissima Scuola Italiana di Montevideo. Dove seguono il metodo Montessori». Inevitabilmente dobbiamo chiederle un commento sulla questione della lingua italiana in Uruguay. Il presidente Bertinotti, sintetizzando, ha parlato di una lingua-chiave, una chanche per il lavoro dei giovani uruguayani. Gianni Raso ha puntato sul senso d'identita' che ha l'italiano per gli uruguayani. E lei? «Sono due ottimi punti di vista che non si escludono a vicenda. Ma io parlerei di piuttosto di opportunita'. Dobbiamo recuperare parecchio terreno e non deve essere una battaglia di retroguardia. Quello di prima non era un sistema perfetto. Diciamo la verita': l'italiano non e' molto diffuso, ma se togliamo anche l'ultimo aggancio perfettibile e' la fine. Dobbiamo inserirlo in un contesto in cui offrire una valida controffensiva: Come stiamo gia' facendo nel segmento elementare con i corsi d'italiano. Ecco: ora va allargato il ventaglio dell'offerta». Pensa alla proposta di una Universita' italiana? Il nostro giornale e' tra i promotori del progetto. «Si', proprio sulle vostre pagine Federico Guiglia ha fatto notare che l'italiano non e' solo la lingua della nostalgia. E' anche la lingua della Chiesa Cattolica. Come scriveva Guiglia: ricordiamo papi stranieri che si rivolgono in terre straniere parlando l'italiano. Dobbiamo difendere e promuovere l'italiano Al di la' dell'aspetto dell'utilita', sappiamo orai che il 40 % degli uruguay ha sicure origini italiane. E' davvero nel loro DNA: l'uruguayano e' in parte italiano e in parte spagnolo. L'italiano nel passato era veicolo per eccellenza dei grandi classici del Diritto. E' intriso di tracce. Puo' essere indubbiamente utile nel lavoro e l'identita' la dovrebbero sentire e rinsaldare i singoli. Io dico spesso che la nostra lingua e' soprattutto la lingua della tecnologia. Un nome su tutti: Ferrari, la macchina piu' veloce del mondo e' italiana. E poi il calcio, la cultura, gli architetti. E' una lingua-patrimonio. E poi non dimentichiamo la cucina... C'e' bisogno di dirlo?». Console, la ringraziamo. Prima di congedarci potrebbe dirci qual e' il suo romanzo preferito? «Il Signore degli Anelli. Adoro le avventure dell'hobbit Samwise, l'amico di Frodo». Il Console ci accompagna sino all'uscita, ci regala uno dei suoi famosi sorrisi belli e sinceri. Mentre il cancello del Consolato si richiude ripensiamo alla bella storia di quest'uomo che ama il mare, l'italiano e il “Signore degli Anelli”, divenuto console per un'eccessiva miopia. Vi diciamo, come sempre, hasta luego! la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO Lunedì 12 Febbraio 2007 8 La Scuola Italiana di Montevideo: leggere per essere più vicini all'Unione Europea di Tonino Pintacuda M anteniamo le promesse: come preannunciato qualche puntata fa, a b b i a m o v i s i t a t o l a S c u o l a I t al i a n a d i M o n t e v i d e o e o r a p o s s i am o aff e r mare, senza temere smentite, che l'eredità dei fondatori non è stata d i s p e rs a . Anzi. L a s c u o l a é m o l t o p i ù b e l l a d i q u ant o p o t e s s i m o i m m aginare, davvero una piccola città della cultura con 900 alunni. Entrano appena svezzati (dai 2 ai 5 anni) nella “Casa dei Bambini” e continuano, anno dopo anno, sino secondo ciclo della “Scuola S e c u n d a r i a ” . A r r i v an o c o n u n ' i nvidiabile preparazione al conseguime n t o d e l t i t o l o d i studio legalmente riconosciuto dal G o v e r n o U r u g u a y a n o . U n o t t i m o b i g l i et t o pe r l'università. L a d i r e t t r i c e A d r i an a Te s t o n i c i h a g e n t i l m e nt e m o s t r a t o l ' i n t e r a a r e a , d a l l ' i n g r es s o co n la l u p a c h e a l l a t t a R o m o l o e R e m o s i n o a lla p a l e s t r a r i c a v a t a n el l e n av a t e d el l a v ec c h ia c h i e s a d e l C o l l e g i o d el S ac r o C u o r e . S e mp r e p i ù m e r a v i g l i a t i , p o r t a d o p o p o r ta , a b b i a m o d i s c u s s o co n l a d i r e t t r i ce d i al cu n i dei progetti portati avanti dalla scuola lo scorso anno. I n i z i a m o d a l l ' e n c om i a b i l e p r o g e t t o “ AV V I CI N AT I A L L I B R O C O N L ' U N I O N E E U R O P E A ” , l a f i n a l i t à , l a s c i at em el o d i r e i n p r i m a p e rs o n a , è i l m i o s o g n o d i s e m p r e: s t r i n g er e d e i v i n c o l i e c o n d i v i d er e e s p e r i en z e a t t r a v e rso la Lettura. C o s ì n e l l ' a n n o s c o l a s t i c o 2 0 0 6 L a S I M , l 'a c r on i m o p e r l a S c u o l a I t al i a n a d i M o n t ev i d eo , in collaborazione con la Delegazione d e l l ' Un i o n e E u r o p e a e l e S cu o l e ch e r ap p r es e n t a n o i d i v e r s i p a e s i m e m b r i p r e s e n t i su l territorio ha portato avanti il progetto. L ' a z i o n e d e l l e v a r i e cl as s i è s t a t a d ec l i n a ta p e r p r o m u o v e r e e d i ff o n d e r e i l p i ac e r e d ella lettura. Perché qui a Montevideo credono a n c o r a n e lla f o r z a dell'esper i e n z a d e lla le ttura. Da bibliofilo d . o . c . accarezzo una felicità incontrollabile a sentire degli slogan c o m e “ stim o la r e l' a m o r e p e r la le ttu r a tr a i g io v a n i e i b a m b in i” e l' a n c o r p iù b e llo “ str ing e r e v in c o li d i a m ic iz ia , a ll' in te r n o d e lla p r op r ia istitu z io n e e c o n a ltr e istitu z io n i a ttr av e r so la le ttu r a e i lib r i” . Se n z a p e r q u e sto p e r d e r e d i v ista la p r o m o z io n e d e lla so lid ar ie tà . D ie tr o g li slo g a n e g li o b ie ttiv i c ' e r a la so lid a c o n c r e te z z a d i r e a liz z a r e u n a g r a n d e r a c c o lta di libri da donare alle biblioteche delle Scuole Statali intitolate a paesi membri d e ll' Ue o a d a ltr e istitu z io n i c o m u n ita r ie . L a r a c c o lta d e i lib r i è sta ta o rg a n iz z a ta a ttr av e r so “ l' a m ic o le tto r e ” c h e h a c o in v o lto tu tti , d a g li a lu n n i a i d ir ig e n ti. Tu tto il p e r so n a le d e lla SI M h a d o n a to u n lib r o a ll' “ a m ic o le tto r e ” c h e g li e r a sta to a sseg n a to p e r so r te g g io . A d u n a so la c o n d iz io n e: il “ le tto r e ” so r te g g ia to , d o p o a v e r f in ito d i le g g e r e il lib r o a ff id a to g li, d o v e v a r ip o r ta r lo a lla Sc u o la e r im e tte r lo in c ir c o lo . U n ' id e a se m p lic e , lim p id a e g e n ia le . L a v e r a c o n c r etiz z a z io n e d e l se n so ste sso d e lla le ttu r a . E p o i, f in a lm e n te , il p r im o se tte m b r e d e l 2 0 0 6 n e lla b e llissim a A u la Ma g n a d e lla SI M tu tti i p a r te c ip a n ti h a n n o c o n d iv iso le r if le ssio n i e l o scambi o di opi ni oni sui l i bri l et t i . Quei t est i sono st at i davvero i nt eri ori zzat i , l 'ogget t o-l i bro pot eva cont i nuare l a vi rt uosi ssi ma st affet t a: i vol umi sono st at i donat i al l e di verse i st i t uzi oni durant e l 'emozi onant e cerimoni a al l a Scuol a Spagnol a Cervant es. E quest 'anno l a Scuol a It al i ana di Mont evi deo si st a preparando per cel ebrare degnament e i l c i n q u a n t e s i m o a n n i v e r s a r i o d e l Tr a t t a t o d i Roma. Si amo cert i che anche quest o proget t o ent rerà di di ri t t o nel l a st ori a di quest a prezi osa i st i t uzi one. Di si curo l a Lupa del l 'i ngresso l o sa gi à e, sorni ona, sorri de. Come sempre, hast a l uego! La redazi one di “Gente d' Ital i a” espri m e l a propri a sol i dari età al l a fam i gl i a di Natal i a Martí nez Bengoa. Redazi one: (598) 916 08 15. Da l unedi a venerdi , dal l e 16 al l e 18. Scri veteci al l ' i ndi ri zzo gentedi tal i auruguay@ gm ai l .com Mercoledì 13 Febbraio 2007 8 la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO Bertinotti e la Casa-museo di Garibaldi di Tonino Pintacuda Stefano De Andreis, giornalista dell’agenzia giornalistica “ Il Velino” riporta il commento di Alessandra Longo, inviata di “Repubblica” al seguito del presidente della Camera Fausto Bertinotti. La Longo, riferendosi alla mancata visita di Bertinotti al Museo di Garibaldi di Montevideo, ha scritto che “il presidente si è trovato davanti a un portone inesorabilmente chiuso. Nessuna traccia di vita, nessun rumore dall'interno”. Così, la terza carica dello Stato ha rinunciato”. Non potevamo non verificare. La nostra redazione è a Calle Misiones nella cuadra tra Rincon e Sarandì, il Museo Historico Nacional è vicinissimo, al numero 437 di Calle Rincon. Abbiamo telefonato e il Professor Enrique Mena Segarra, direttore del Museo a cui compete la gestione della casa montevideana di Garibaldi, ci ha accolti. L'ufficio del direttore somiglia all'idea che il vostro cronista ha sempre avuto della stanza di un direttore di un museo così importante e imponente. Aspetto che il direttore si congedi dal Cavaliere Jorge Massa, diret- tore generale dell'Ospedale Italiano Umberto I. Mentre aspetto, il dott. Luis August Rodriguez Diaz mi porge due brochure illustrative. In testa ho mille domande. Ma appena il direttore Mena Segarra mi accoglie con un sorriso decido semplicemente di ascoltare la voce sicura di quello che si autodefinisce “un modesto professore di storia”. Direttore, proprio oggi è stata resa pubblica la mancata visita del Presidente Bertinotti al museo Garibaldi di Montevideo. Il desiderio del Presidente è stato fermato da una porta chiusa. Perché? Il direttore risponde sfogliando semplicemente la sua agendina di pelle nera, intravediamo pagine fitte fitte di appunti. Si ferma al 2 febbraio, il giorno della visita ufficiale del Presidente Bertinotti: «Avevo detto allo staff del Presidente Bertinotti d'avvisarmi, la casa-museo viene aperta solo su appuntamento. È stato un semplicissimo caso di mancata coordinazione tra lo staff del museo e lo staff presidenziale. Questo fraintendimento però ci permette di parlare della situazione della casa di Montevideo». Approffitiamone. «La Casa del Generale José Garibaldi si trova al numero 314 di Calle 25 de Mayo, la sua gestione compete a noi del Museo Historico Nacional. Il problema principale è l'annosa questione della carenza di personale. La Casa è troppo importante per lasciarla sprovvista di un adeguato servizio di vigilanza e di portineria. Per questo chiedo sempre ai nostri ospiti di coordinarsi con il mio ufficio per aprire la Casa. Lei ha casualmente incontrato all'ingresso il Cavalier Jorge Massa che è venuto proprio per far visitare la Casa a delle personalità. Il nostro sistema funziona, la Casa è sempre aperta, sia per le vostre alte cariche nazionali che regionali. Abbiamo fatto così in occasione della visita ufficiale del precedente Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi e anche quando è venuto a Montevideo il Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, a quest'ultimo ci lega un'immensa riconoscenza». Come molti sapranno, la Regione Liguria contribuirà a restaurare il museo garibaldino di Montevideo in occasione delle iniziative del bi-centenario della nascita dell'Eroe dei due mondi. Durante la visita ufficiale in Uruguay dello scorso febbraio il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e l'assessore Enrico Vesco, ospiti del presidente Tabaré Vàzquez, avevano visitato il museo pubblico dedicato a Giuseppe Garibaldi, allestito nella casa che lo ospitò. Consapevoli dell'importanza storica e culturale di questo museo, “orgoglio per ogni italiano e ancor più per un ligure”, la delegazione aveva quindi preso l'impegno di intervenire per risanare e riqualificare la struttura. Per questo motivo la Regione Liguria, utilizzando le risorse assegnate alle Politiche dell'Emigrazione ha garantito un contributo economico diretto alla ristrutturazione dell'edificio. Il direttore Mena Segarra conserva ancora tra le sue carte più preziose la lettera del Presidente Burlando Come procedono i lavori di ristrutturazione? «La burocrazia è fatale in ogni parte del mondo. Ma non ci vogliamo fare scoraggiare. Procederemo secondo due fasi. Per entrambe continuiamo a coordinarci col Governo Uruguayano. La prima prevede un'assoluta attenzione alla casa di Garibaldi, la più importante dopo quella di Caprera. Il Generale visse sei anni a Montevideo, è annoverato con gratitudine tra i nostri eroi nazionali. Qui sposò Anita e qui nacquero tre dei suoi figli. Gli interventi sono mirati alla riparazione di una sala rovinata dall'umidità e l'installazione di una serie di televisori in cui proiettare un cd-rom che narri la storia di Garibaldi in più lingue. Abbiamo anche un altro progetto, ancora più importante che coinvolgerebbe direttamente l'Italia. Accanto alla casa c'è un edificio del Banco di Prevision, abbandonato da anni. Ottenendolo in comodato d'uso per vent'anni potremmo restaurare la casa e l'edificio attiguo. Risolveremmo definitivamente il problema dell'umidità - che viene proprio dall'edificio attiguo - ottenendo un locale in cui installare un'Instituzione Italiana permanente. In modo da rendere quotidianamente fruibile la Casa dell'Eroe dei due Mondi». In Italia anche la memoria garibaldina diventa pretesto per conflitti ideologici. S'era parlato di una seduta a Camere riunite per celebrare degnamente il bicentenario della nascita di Garibaldi. Oggi si ipotizza uno spostamento nella Sala della Lupa di palazzo Montecitorio. Qual è la sua opinione? «Sono un modesto professore di storia nazionale e appoggio apertamente il partito blanco. Garibaldi quando aiutò l'Uruguay stava con il partito colorado... Ma questo non mi impedisce di apprezzare il suo ruolo nella storia. Non si può parlare dell'Italia senza citare affianco a Vittorio Emanuele II, Camillo Benso Conte di Cavour e Giuseppe Garibaldi. Qui in Uruguay la memoria garibaldina è presente in tutto il territorio della Repubblica. Diverse società si ispirano al grande eroe, come “Unione e fratellanza”, “Unione e benevolenza”. Esiste un vivace culto di Garibaldi, ad esempio nel Museo di Trenta y Tres c'è perfino un particolarissimo ritratto a cavallo di Garibaldi che costituisce un unicum per l'iconografia garibaldina». Ma, come sempre, l'ideologia acceca. «Ho sempre pensato all'ideologia come un prisma che poco chiarifica e molto fa equivocare. Quello che è certo è che qualunque ideologia è una visione distorta del pensiero. Ho insegnato per quarant'anni storia e sono certo che la storia non esiste: esiste solo l'onestà intellettuale nel cogliere rapporti tra eventi». Professore, non possiamo che concludere chiedendole il suo punto di vista sulla lingua italiana e l'Uruguay. «L'utilitarismo o meno di conoscere la lingua italiana è una visione miope, relega in un posto non suo una componente fondamentale e intimamente vincolante della stessa identità del popolo uruguayano. Pensiamo solo ai rapporti coi genovesi, ancora oggi il termine “baccan”, in dialetto genovese “il padrone”, indica da noi l'uomo danaroso. Ci sono zone dell'interno del Paese in cui gli abitanti sono per la quasi totalità discendenti dei migranti genovesi. Non è soltanto una legittima rivendicazione: l'Uruguay e l'Italia sono intimamente legati». Mercoledì 14 Febbraio 2007 8 la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO Uruguay 1930: dove tutto ebbe inizio di Tonino Pintacuda Ecco, l'ho schivato per troppo tempo. Con la letteratura non ho problemi, acchiappo un libro e ci lotto come Giacobbe con l'Angelo. Ma con il calcio son dolori, ebbene sì, sono un italiano atipico, uno di quelli che manco ha capito bene la regola del fuorigioco. Vi svelo un retroscena: sono del 1982, il mitico anno del “Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo!” gridato a squarciagola da Nando Martellini. Ecco: ventiquattro anni dopo l'Italia conquista la tanto agognata quarta stelletta. Di nuovo campioni del mondo in uno dei più sofferti mondiali della storia italiana. Ci leccavamo ancora le ferite per Moggiopoli ed ecco che Totti, Pirlo e Gattuso, guidati da Capitan Cannavaro ci hanno ricordato che il calcio é l'unica realtà che davvero ci unisce. Siamo cinquanta milioni di commisari tecnici, tutti buoni a schierare formazioni alternative a quella ufficiale. La notte della finale di Germania 2006 la partita l'ho vista a San Martino, un paesino sopra Monreale, un posto bello e ancora vivibile. Lì, nel televisore di 47 pollici di mio cugino Massimo ho visto la finale, con tutto il parentado che saltava in aria a ogni tiro di rigore. E poi il tripudio di bandiere tricolori, una fila di Cinquecento e di trattori che scendevano verso Palermo per festeggiare. Io torno a casa: il diluvio universale, saltano perfino i tombini, nemmeno l'energia elettrica nelle strade. Un incubo: qualcuno mi stava forse punendo perché per me non era poi sta grande festa? Ero felice, certo. Ma ho già dimenticato facce e nomi di Germania 2006. Ecco, finita la lunga parentesi biografica ora vi regalo un altro motivo per venire a Montevideo. Come tutti i calciofili sapranno, i Mondiali sono nati proprio qui, in Uruguay. E allora vinco tutte le mie resistenze e ripercorro la storia dell'unico evento globale che mette d'accordo tutti... Siamo nel 1928, ancora il mondo scricchiola per la Grande Guerra. Nuovi equilibri nel Vecchio e nel Nuovo Mondo vanno delineandosi. Jules Rimet, presidente della FIFA ha la grande intuizione: un nuovo torneo disputato ogni quattro anni tra le nazionali di tutto il mondo. L'organizzazione dello storico evento viene affidata al piccolo grande Uruguay. Montevideo ha appena due anni per organizzare tutto. Iniziano i problemi: molte squadre declinano il gentile invito, erano i tempi delle attraversate oceaniche, una spesa esosa che avrebbe fatto arrivare i giocatori stremati. Le migliori squadre europee sono le grandi assenti. L'Italia per le difficoltà del viaggio, l'Inghilterra e la Scozia per una insensata presa di posizione. Secondo loro, dato che il calcio era nato tra le Highland scozzesi e il Big Ben, solo solo per questo erano due club così blasonati da autodefinirsi già “Campioni del mondo”. E non scherzavano, rifiutarono di partecipare anche a Italia 1934 e Francia 1938. Poi vedendo crescere l'importanza e il pubblico parteciparono agli altri Campionati del mondo, piazzandosi sempre. Tanto di cappello alla piccola Montevideo che intuì tutto e può tranquillamente seguire tutti i Mondiali che verranno sorridendo. Come Liverpool con i Beatles puo mettere nelle targhe: “dove tutto è iniziato...” E si perdonano tranquillamente gli errorucci dovuti all'inesperienza: le partite di Uruguay 1930 si giocarono dal 13 al 30 luglio del 1930 negli stadi di Pocitos, Parque Central e Centenario. Gli aneddoti si sprecano: nella partita Argentina-Francia, l'arbitro brasiliano Rege fischiò la fine dopo solamente 84 minuti di gioco. Tanto che il pubblico invase il campo per far giocare gli altri sei minuti. E che dire della partita tra Argentina e Messico? Il dischetto del rigore fu piazzato a oltre 14 metri dalla porta, invece che i regolamentari 11. Alla fine - e meritatamente - a spuntarla furono i padroni di casa, che liquidarono nell'ordine Romania e Perù nel girone eliminatorio, Jugoslavia in semifinale e l'Argentina, di fronte a oltre 90.000 spettatori, in una finale dal clima. L'arbitro della finalissima Uruguay-Argentina, il belga Langenus, impose alla FIFA la sti- pulazione di un'assicurazione sulla vita a favore della propria famiglia. La Celeste riuscì a firmare l'impresa pur dovendo far fronte all'inaspettata assenza del forte attaccante Anselmo, scappato dal Centenario pochi minuti prima dell'inizio della partita per un attacco di panico. Nell'incontro conclusivo, fu l'uruguaiano Dorado ad aprire le marcature, ma la risposta Argentina portò a rete, prima, Peucelle, e poi Stabile, ed il 1° tempo finì 2 a 1. Nella ripresa, la reazione dell'Uruguay fu veemente, e, nel giro di venti minuti, mise a segno 3 reti, con Cea, Iriarte e Castro. Ai “fratelli argentini” la soddisfazione di essere in tutti gli annuari di calcio con Guillermo Stábile, il primo capocannoniere nella storia dei Campionati mondiali di Calcio con le sue otto reti in quattro partite (3 al Messico, 2 al Cile, 2 agli USA, una sola all'Uruguay). Agli Uruguayani la grandissima soddisfazione di essere stati i primi ad avere per quattro anni quella che poi sarebbe stata la Coppa Rimet. Nel 1930 ancora era indicata semplicemente con il nome di “Victory”, ma con affetto era per tutti semplicemente la agognata “Coppa del Mondo”. La coppa era stata disegnata da Abel Lafleur, tutta d'argento, placcata d'oro, su una base blue di preziosi lapislazzuli. Alta appena 35 centimetri pesava 3,8 Kg, quanto un neonato ben pasciuto. Durante la seconda guerra mondiale, il trofeo era in Italia. Ottorino Barassi, l'italiano vice presidente della Fifa e presidente della FIGC, portò via segretamente il trofeo da una banca di Roma in una scatola di scarpe per evitare che la prendessero i Nazisti. Rubata in Inghilterra - ah, le cose della vita... - ritrovata, duplicata, diventata definitivamente brasiliana alla terza vittoria in finale contro l'Italia nel 1970, rubata e mai più ritrovata nel 1983. La Confederazione commissionò una replica fatta da Eastman Kodak, usando 1,8 kg d'oro. Questa replica venne presentata al presidente Brasiliano nel 1984. Il trofeo è stato assegnato complessivamente 9 volte, la prima nel 1930 all'Uruguay, l'ultima, quarant'anni dopo, nel 1970, al Brasile. Non è stato assegnato nel 1942 e nel 1946 a causa del secondo conflitto bellico mondiale. Di fronte all'abisso in cui l'uomo è stato capace di spingersi non c'era spazio per le emozioni e i sentimenti dello sport. Come sempre, hasta luego! 22 CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA Venerdì 16 Febbraio 2007 la gente d’italia Viaggio nella Terra di Porpora pagina a cura di Tonino Pintacuda Anche se fa male devo continuare a scrivere, soprattutto oggi. La signora Josette ha sempre amato la cultura. Questo pezzo e tutti quelli che verranno sono per lei e i suoi “occhi infiniti”. La prima edizione di “The Purple Land” è del 1885, l'autore è William Henry Hudson. Leggiamo nel World Who's Who in Science. A Biographical Dictionary of Notable Scientists from Antiquity to the Present. di G. Debus Allen: Hudson lavorò come apprendista presso una farmacia di Londra, prima di ricoprire il ruolo di bibliotecario aggiunto al British Museum (1757). Nel 1761 divenne membro della Royal Society e partecipò alla fondazione della Linnean Society di Londra, la prima societa' tassomonica al mondo. Un impegno totale nella botanica tanto che l'abbreviazione Huds. si usa per indicare William Hudson come autorità nella descrizione e classificazione scientifica del mondo vegetale. Lo stesso acuto spirito d'osservazione e la stessa scientificità Hudson la riservò alla sua poco conosciuta attività di scrittore. Preciso meglio: poco conosciuta almeno in Italia. Basta annoverare due giudizi eccellenti sul suo romanzo più famoso per andare subito a cercare “The Purple Land”. Secondo Jorge Luis Borges “La Terra Rossa è uno dei pochissimi libri felici che ci siano al mondo”. Fa eco al creatore della “Biblioteca di Babele” e dell'”Aleph”, Joseph Conrad, l'autore della “Linea d'Ombra” e di “Cuore di tenebra” (la novella che ispiro' il genio di Stanley Kubrick per “Apocalipse now”): “Non è possibile dire come quest'uomo raggiunga i suoi effetti. Scrive come l'erba cresce”. Le edizioni italiane del libro sono principalmente due: la prima è la storica edizione BUR del febbraio del 1975 con la bellissima introduzione di Pietro Citati, il titolo è “La terra di porpora”, tradotta magistralmente da Nini' Anfosso. L'ultima disponibile è la raffinata edizione Adelphi, rintitolata - non sappiamo proprio perché - “La Terra rossa” (aggiungiamo che nel 1973 l'avevano intitolato “Un mondo lontano”). La traduzione è sempre di Adriana Motti, 14,46 euro per 321 indimenticabili pagine. Leggiamo e ricopiamo per voi il risvolto di questa edizione, ne condividiamo ogni singolo paragrafo: “Questo romanzo possiede la felicità, nell'unico modo, quasi inconsapevole, con cui si può possedere la più volatile dea: una felicità contagiosa, anche per il lettore, che incontra questo libro come uno di quegli amori immediati, rapidissimi e crudeli che balenano nelle sue pagine». A Montevideo, verso il 1870, in un periodo di aspre contese civili, il giovane inglese Stephen Lamb abbandona la sua sposa-bambina, Paquita, per trovare lavoro all'interno del Paese. Quando egli parte con questo proposito, e una certa boria britannica, non sa che la sua mente segue un pretesto labilissimo, che servirà solo ad adescarlo all'avventura, nella incantata esplorazione della immensa Terra Rossa, illusoriamente monotona come il mare, punteggiata dalle isole delle estancias, che celano vicende imprevedibili. Stephen Lamb, come ogni ulisside, ha quell'accortezza che gli permette di indovinare sempre i gesti giusti - o per lo meno i gesti che salvano la vita - in un mondo dove vigono regole tutte da scoprire; per il resto è un giovane «oppresso dalle armi e dalla corazza della civiltà», ma che non osa confessare a se stesso la noia che quest'ultima gli ispira: carico di vitalità, è pronto a trovare qualsiasi scusa per rimandare il ritorno a quella sua 'adorata moglie'. E ogni scusa è un incontro, ogni incontro la scoperta di un intreccio sorprendente di vite, e ogni scoperta porta presto le sue conseguenze, che talora si dissolvono nel fumo di una pistola o nella luce dei coltelli”. E ogni luogo lascia nella memoria del lettore un grappolo di immagini animate da quella portentosa vividezza nel particolare che è il segreto dell'arte di Hudson - un vero insolubile segreto, come sentì Conrad: «Non è possibile dire come quest'uomo raggiunga i suoi effetti. Scrive come l'erba cresce». Molte e disparate cose incontriamo insieme a Stephen Lamb: gauchos taciturni e temibili, inglesi eccentrici e miserabili che affogano nel rum le loro nostalgie, un enigmatico capo rivoluzionario, bestie, piante e paesi che vivono come personaggi, donne dal fascino più diverso, fra le quali una splendida pasionaria che l'ulisside non potrà fare a meno di trattare meschinamente, un vecchio di diabolica prolissità, un guerriero cieco e pazzo, assassini e giudici - e tutti gli oscuri destini, le battaglie e i fantasmi della Terra Rossa. Alla fine, come vuole la regola del genere letterario nomade e rischioso cui appartiene il libro, il protagonista torna al suo punto di partenza. Ma ormai del tutto “acriollado”, beatamente corrotto dalla semibarbara Terra Rossa, alla quale non augura più, come all'inizio delle sue avventure, i benefici civilizzatori del dominio inglese: anzi, egli ora vede che qualsiasi intervento europeo in quel meraviglioso e precario equilibrio non potrebbe che essere distruttivo, e le sue riflessioni anticipano ciò che poi è successo, sicché giustamente Martínez Estrada ha scritto che «nelle ultime pagine della Terra Rossa è contenuta la massima filosofia e la suprema giustificazione dell'America di fronte alla civiltà occidentale e ai valori della cultura cattedratica». Con questi lucidi pensieri, che potrebbero spingersi molto lontano, Hudson ci abbandona, eppure il suo gesto di congedo non è più nella riflessione ma ancora una volta nella vita, poiché, come egli ci dice, adattando una frase famosa, «ogni volta che tentavo di essere un filosofo ne ero impedito perché irrompeva sempre la felicità». Ed ecco un assaggio del mirabile testo, lasciatemi aggiungere che è una condizione straordinaria leggerlo a venticinque anni appena compiuti proprio qui, a Montevideo. L'identificazione con Stephen Lamb è totale. L'incipit: “Vi sono tre capitoli nella storia della mia vita, tre periodi distinti e ben definiti, sebbene consecutivi - incominciati quando ancora non avevo venticinque anni e finiti prima dei trenta -, che probabilmente risulteranno più vivi di tutti gli altri anni della mia esistenza...”. Ed ecco il protagonista che parla del Rio de la Plata: “Profondamente scoraggiato e con le suole che si staccavano dalle scarpe, sedetti su di una panca in riva al mare, o fiume che fosse, poiché chi lo chiama in un modo o chi nell'altro, e il colore fangoso e la freschezza dell'acqua, insieme all'incertezza dei geografi, lasciano in dubbio se Montevideo sia situata sulle rive dell'Atlantico o soltanto in prossimità di questo e sulle rive di un fiume largo, alla foce, centocinquanta miglia”. Per i nostri lettori di lingua inglese segnaliamo che l'intero testo è disponibile nell'edizione originale, dititalizzato dal Progetto Gutenberg: http://www.gutenberg.org/etext/7132 Venerdì 16 Febbraio 2007 23 la gente d’italia Il centenario della morte di Giosuè Carducci di Mario Renda Di gratitudine e sconfinata ammirazione D ecorrono oggi i cento anni dalla morte di furono i sentimenti del poeta nei confron- Giosuè Carducci, il grande poeta toscano che ti di Giuseppe Garibaldi, la cui morte, av- fu uno dei protagonisti più prolifici e appas- venuta nel 1882, egli considerò una scia- sionati della nostra storia risorgimentale, e gura personale, oltre che dell'intera nazio- che fu anche il primo italiano ad essere insi- ne e che egli non esitò a definire “l'uomo gnito dall'Accademia Svedese del premio no- che ho più adorato tra i vivi”. Appena al- bel per la letteratura. Carducci partecipò con cuni anni prima Carducci aveva celebrato, intenso impegno civile agli eventi che pre- in un componimento incluso tra le sue Odi cedettero e, poi, seguirono la costituzione barbare, il generale quale novello Romolo, del regno d'Italia. Il suo impegno fu costan- fondatore di un nuovo stato: «sopra il co- temente duplice, da una parte politico, coro- mune gorgo de l'anime / te rifulgente chia- nato dalla nomina a senatore nel1890, d'altra mano i secoli / a le altezze, al puro conci- culturale, testimoniato dai suoi componi- lio / de numi indigeti su la patria». menti poetici e dai molti saggi e discorsi che Per celebrare la ricorrenza molti sono gli ci ha lasciati. e v e n t i o r g a n i z z a t i , s o p r a t t u t t o i n To s c a n a , Non è errato dire che la riflessione carduc- sua terra d'origine, e a Bologna, dove Car- ciana intorno ai tanti scrittori, che in Italia ducci visse a lungo e dove morì appunto il avevano creato il paradosso di una nazione 16 febbraio del 1907. unita nelle lettere, prima ancora che nelle L'inaugurazione dell'anno carducciano in leggi di uno stato unitario, diede un contri- To s c a n a s i t e r r à o g g i buto rilevante alla nascita di una cultura na- ducci, comune in provincia di Livorno, un zionale. Basti leggere l'elogio quasi com- tempo Castagneto Marittimo, dove Carduc- mosso che Carducci fa di Dante nel suo sag- ci visse da bambino e che proprio in suo gio “Dante, Petrarca e il Boccaccio”: «da lui onore cent'anni fa mutò il proprio nome. l'esempio a quello scriver volgare del quale egli non vergognavasi», all'illustre fiorentino mento di Letteratura italiana. Infaticabile egli egli riconosce il merito di avere creato, at- ritenne sempre che lo studio e il dialogo con traverso la sua scelta linguistica, il fulcro gli antichi - purché vissuto con piglio critico intorno al quale le energie intellettuali di - fossero la fonte di cui gli ideali civili e la un'Italia divisa avrebbero trovato il loro pun- coscienza nazionale dovessero nutrirsi. to d'incontro e di confronto. Con i suoi versi fu araldo e cantore della li- «L'ingegno nella terra di Dante, di Michelan- berazione dal giogo straniero: «Marciate, o gelo, di Galileo, più veramente che non il so- della patria incliti figli, / de i cannoni e de' l e n e i r e n i d i C a r l o V, canti a l'armonia» leggiamo non tramonta mai», in Ça ira, tra le Rime nuove. avrebbe scritto alcu- In occasione della proclama- ni anni più tardi, par- zione del regno d'Italia, tra il lando del Risorgi- novembre e il dicembre del mento italiano, quasi 1861, scrisse una straordina- a cogliere quel lega- ria ode dai toni vibranti, ri- me inesausto tra pas- volgendosi direttamente alla sato e presente, che patria ritrovata, immaginata egli con la sua opera tinta dei colori del tricolore di studioso e di inse- italiano: «Madre e signora gnante contribuì a nostra, / idea de' sapienti, mantenere vitale. Co- amor de' vati, / e sommo pre- me professore all'A- mio a chi per te moria, / il tuo teneo di Bologna Car- cinto s'inostra ducci dal de gli eroi che Dio t'ha dati / 1860, la cattedra di verde rideil tuo velo a la Eloquenza italiana, giulía / primavera d'amore, che sarebbe divenuto ondeggia bianco / il regal in seguito l'insegna- manto da l'angusto fianco». ricoprì, a Castagneto Car- / nel sangue In quest'occasione verranno inaugurati il Museo Archivio e il Centro di valorizzazione Casa Carducci. Sarà qui possibile ammirare nuovi documenti insieme a materiali già in nostro possesso riorganizzati ed arricchiti, grazie alla collaborazione con Casa Carducci di Bologna. I Comuni di Castagneto Carducci, Pietrasanta e Santa Maria a Monte e le Province di Lucca e Livorno hanno inoltre stabilito un'intesa per coordinare le iniziative volte a ricordare il celebre poeta nella sua terra natia. Anche l'università di Bologna, dove il poeta toscano insegnò fino al 1904, ha organizzato in collaborazione col comune una serie di eventi in suo onore. Sempre oggi nella Biblioteca dell'Archiginnasio si svolgerà alle 16.30 il convegno «Lidia, Margherita, Annie: Carducci e le donne». Nella stessa occasione si terrà l'annullo speciale del filatelico dedicato a Carducci dalle Posteitaliane. Per chi volesse informarsi e magari partecipare agli eventi programmati consigliamo di consultar e i l s i t o w w w. c a s a c a r d u c c i . i t d o v e è p o s s i bile leggere il calendario dettagliato degli eventi pensati per celebrare il poeta. Venerdì 16 Febbraio 2007 24 la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO Per il Ministro Hector Lescano: “la vera ricchezza sono i giovani” di Tonino Pintacuda S ulla Rambla che abbraccia Montevideo, proprio accanto al porto sorge l'edificio Yacaré. All'ingresso ci attende il Ministro del Turismo y Deporte, il Dr. Héctor Lescano. Il suo ufficio è al primo piano dell'edificio in cui ha sede il dipartimento turistico dell'Uruguay. L'elemento dominante è il vetro, la trasparenza è un vecchio pallino del Ministro Lescano, sin dai tempi dell'impegno parlamentare quando fondò il gruppo “Uruguay e Trasparenza”. L'abbiamo intervistato. Ministro, lei si occupa di “Turismo” e “Sport”. Un accostamento interessante. «Il sistema uruguayano prevede uno snellimento della burocrazia, con l'accorpamento di alcuni settori. L'incarico che ricopro abbraccia due settori contigui: il turismo rappresenta il futuro del Paese, lo sport il futuro dei nostri giovani. Ho portato avanti una campagna per tenere nella giusta considerazione l'educazione fisica in tutto il nostro sistema scolastico. E non dimentichiamoci dei punti di contatto che esistono tra i due campi: il golf uruguayano richiama numerosi spettatori e turisti. E il calcio, lo sport nazionale, ha un ruolo di primissimo piano nella storia del Paese. Il primo Campionato Mondiale di calcio s'è svolto proprio nel 1930 a Montevideo, come avete ricordato nel vostro giornale proprio oggi». Quali sono le prospettive per il turismo uruguayano? «Il nostro piccolo Paese ha un'industria ben articolata, dall'incantevole Punta del Este, Colonia e tutti i dipartimenti dell'Uruguay. Abbiamo registrato la griffe “Uruguay Natural” per rimarcare che nel nostro territorio i nostri ospiti sono sicuri della qualità della vita e dell'alimentazione. La vera difficoltà è nella promozione. Ma ci stiamo muovendo proprio in quella direzione». Non è così facile raggiungere il vostro bellissimo Paese. Quali interventi prevedete? «L'accordo con la compagnia aerea Pluna è di granidssima importanza. Dobbiamo rafforzare la rete dei trasporti con voli diretti e voli regionali. La costruzione di un altro aeroporto è ormai un'esigenza. Dobbiamo praticare un'immersione forte nelle infrastrutture, i primi segnali sono positivi. Il prossimo traguardo è far includere le nostre città come nuove tappe delle principali crociere. Chi pratica turismo nautico è sempre soddisfatto dell'Uruguay. E non dimentichiamo che Montevideo è una sede perfetta per i congressi. Proprio per questo dobbiamo superare le nostre limitazioni logistiche. Al momento non possiamo accogliere più di tremila convegnisti ma stiamo progettando un centro con- gressi a Punta del Este». In tutto questo quel è il ruolo del Mercosur? «Il Mercato Comune del Sud è un progetto di integrazione regionale stipulato tra Brasile, Argentina, Paraguay, Uruguay e Venezuela. Nelle intenzioni degli ideatori la chiave di tutto doveva essere un mercato comune, caratterizzato dal regionalismo aperto per valorizzare le pluralità dei paesi membri. Al momento siamo dentro uno scenario difficile, quelle che sembravano solo ipotesi pessimistiche si sono avverate, stiamo cercando di risolvere i problemi politici. Quello che ha affermato il nostro Presidente Vasquez è il vero obiettivo: “Mas e mejor Mercosur”. L'Uruguay mira ad ampliare il commercio con il resto del mondo, rafforzando i settori principali: lana, carne e turismo. Il nostro augurio è sempre quello di un mondo in cui il mutipolarismo garantisca migliori condizioni per tutti, in questo è implicito il desiderio di stringere maggiori rapporti anche con l'Unione Europea». L'Uruguay si prepara ad accogliere il Presidente degli Stati Uniti George W. Bush, qual è la sua opinione? «Personalmente ho un'opinione molto critica sulla politica internazionale degli Stati Uniti ma questo non mi impedisce di giudicare positivamente una maggiore apertura con il Nord America. Non dobbiamo dimenticare che è uno dei nostri principali mercati per i prodotti dell'industria tessile e sono certo che l'amicizia tra i nostri due Paesi non può che crescere in solidità». Il settore scientifico come procede? «Nei miei dieci anni come deputato ho curato anche la “Comisión de Ciencia y Tecnología” della Camera, non dobbiamo dimenticare che il primo by-pass è nato qui, nel Cono del Sur. Si deve investire di più, l'attuale 0,3 % del Pil è troppo esiguo, tendiamo a riservare alla Ricerca almeno l'1 %. Questo fermerebbe l'emoraggia di tanti nostri preparatissimi giovani, perché sono loro la vera ricchezza dell'Uruguay. Dobbiamo crescere in qualità e valorizzare le nostre risorse umane». Ministro, un'ultima domanda: ci racconta il suo percorso biografico e politico? «Con molto piacere: sono medico veterinario, sposato e padre di tre figli. Ricopro l'incarico di Presidente del PDC, il Partito Democratico Cristiano. Prima dell'impegno politico volevo fare il genetista, ho insegnato come professore universitario all'Universidad de la República, dove ho assistito il Rettore, l'Ing. Jorge Brovetto. Poi per dieci anni sono stato eletto alla Camera dei Deputati, oltre a guidare la Comisión de Ciencia y Tecnología mi sono sempre concentrato sulle persone, sino alla creazione del Sistema Nacional de Empleo per i nostri disoccupati. Poi sono stato scelto come Ministro del Turismo e dello Sport dal Presidente Tabaré Vázquez. Continuo a studiare per questo nuovo incarico, nel tempo libero leggo, amo la storia politica e, quando ho tempo, lo dedico alla lettura e allo sport. Amo il LIVERPOOL FÚTBOL CLUB, ai neroazzurri ho dedicato anche un libro: “LOS NEGROS DE LA CUCHILLA”. Allora non possiamo proprio evitare: qual è il suo libro preferito? «Quando posso leggere, leggo di cuore. Il libro che ho amato è della vostra grandissima Oriana Fallaci, Insciallah mi ha profondamente commosso». E allora rileggiamo con i nostri lettori il bellissimo incipit del libro amato dal Ministro Lescano: “La notte i cani randagi invadevano la città. Centinaia e centinaia di cani che approfittando dell'altrui paura si rovesciavano nelle strade deserte, nelle piazze vuote, nei vicoli disabitati, e da dove venissero non si capiva perché di giorno non si mostravano mai. Forse di giorno si nascondevano tra le macerie, dentro le cantine delle case distrutte, nelle fogne coi topi, forse non esistevano perché non erano cani bensì fantasmi di cani che si materializzavano col buio per imitare gli uomini da cui erano stati uccisi.” Non ci resta che salutarvi, come sempre: hasta luego. 6 Martedì 20 Febbraio 2007 DIARIO URUGUAYANO la gente d’italia Il giglio di Sant'Antonio e i sogni degli innamorati di Tonino Pintacuda E c c o , m e l o s o n o b e c c a t o an c h ' i o . D o p o u n mese era inevitabile. Il “mal d'Uruguay” m ' h a s t r e t t o n e l s u o a m o r ev o l e a b b r a c c i o . N o n v i p r e o c c u p a t e , n i en t e d i g r a v e . È u n mal d'amore, mi sono irrimediabilmente innamorato di questo Paese e non ho nessuna i n t e n z i o n e d i a b b a n d o n ar l o . I l m i o b i g l i e t t o a e r e o m i g u a r d a s o l en n e , co n la sua data nera stampigliata come monito: a l t ri s e s s a n t a g i o r n i e d o v r ò d i r v i “a r r i v ed e rci”. H o a n c o r a s e s s a n t a p r e z i o s i s s i m i g i o r n i p er c o n o s c e r e q u e l l a c h e f u l a B a n d a O r i e n t al . Q u a n d o e r o i n I t a l i a h o c e r c a t o i n v an o u n a g u i d a t u r i s t i c a , a n c h e s o l o p er f ar m i u n 'i d ea di dove stavo andando. N i e n t e , s o l o p a g i n e b e llissime su internet ma nulla che potessi port a rmi n e l l a b i s a c c i a . Allora rimedio subito a q u e s t a m a n c a n z a . Qu i i l “ v e r a n o ” è g i u n t o al l a su a ma e s t o s a c o n c l u s i one, ieri ed oggi due M o n t e v i d e o è u n d es e rt o c o l o r a t o , l ' a t t e s a cu lnella conclusiva che traci- principali della città. Oggi con il martedì grasso giungerà a term i n e a n c h e i l C a r na v a l 2 0 0 7 , l a m u rg a , i t am buri, i coriandoli e i c o s t u mi c o l o r a t i l a s c er an n o sp a z i o a l l a r i f l essi o n e e a l l a p r e g h i e r a i n at t e s a d e l l a P a s q u a d i Resurrezione. A b b i a m o a p p r o f i t t a t o d e l l a b el l a g i o r n a t a d i i e ri p e r v i s i t a r e M al d o n ad o , u n o d eg l i al t r i 1 9 d e l l ' U r u g u a y. della mento raffigura una sue spi agge pul i t i ssi me e grat ui t e. Non esi st o- balena che spruzza, no gl i st abi l i ment i : i l mare è di t ut t i , nessuno capolino escl uso. su ll' O c e a n o in u n b e llis- A Mal donado mi sono sent i t o a casa, sarà che simo sono cresci ut o cul l at o dal l a dol ce ni nna nanna tramonto. _Qualcuno sfilata merà lungo le arterie departamentos Ed ecco che l a zona bal neari a c'i ncant a con l e facendo g i o rn i r o s s i , r o s s i s s i m i . minerà L o ste m m a d e l d ip a r ti- Repubblica Orientale m'ha fatto di mia madre che invocava sempre n o ta r e c h e n e lle p u n ta te Sant 'Ant oni o da Padova. Una neni a l eggera che del mio diario utilizzo conci l i ava sonno e sogni . troppo spesso aggettivi Ed ecco che a Mal donado t rovo una candi da colmi d'entusiasmo. Se cappel l et t a sul Cerro San Ant oni o i n cui ri t ro- questi miei amatissimi vo l a st at ua del sant o di cui port o i l nome. critici qui Propri o l ui , nel l a rappresent azi one i coni ca i n andrebbero in deliquio cui sempre l'ho conosciuto. È stato come d a su p e r la tiv i. incontrare un vecchio amico, avevo voglia C o m e si p u ò r e a g ir e n el d'abbracci arl o ma l a mi a at t enzi one era t ut t a v e d e r e il R io d e la Pla ta per gl i ex vot o che gl i t enevano compagni a. che Segno t angi bi l e del l a devozi one uruguayana. venissero si sposa con l' Oc e a n o Atla n tic o ? U n a lin e a n e tta c o n f o n d e i C'era perfi no un'acchi appasogni , una di quel l e g e o g r a f i, il R io p e r d e il su o m a n to m a r r o n e p er retine adornate con piume e sassolini che, d iv e n ta r e d ' u n p r o f o n d o a z z u r r o . secondo i Nat i vi ameri cani , permet t ono di cat- E le ste lle ? Do p o il c r e p u sc o lo il c ie lo s' illu- t urare megl i o i nost ri sogni . m in a d i e str e lle , u n a p a r o la d o lc issim a c h e s i Leggiamo nell'enciclopedia geografica che p r o n u n z ia e str e c ie . . . arricchisce il sito di Montevideo Martedì 20 Febbraio 2007 7 la gente d’italia «Il rare ebbe l a vi si one del Si gnore anche e che al momento della sua C e r r o d e l I n g l é s . S i t r o v a a P i r i áp o l i s , mort e, nel l a ci t t à di Padova frot- nel dipartimento di e Maldonado. È t e di bambi ni presero a correre e p o s t o a 1 3 0 m e t r i d a l l i v el l o d e l m a r e . a gri dare che i l Sant o era mort o. Sulla cima si trova il tempio di San Antonio fu canonizzato l'anno A n t o n i o , a l l ' i n t e r n o d e l q u al e s i t r o v a l a seguent e l a sua mort e dal papa s t a t u a d e l s a n t o i n t e r r a c o t t a , a r r i v at a d a Gregori o IX. Milano». La grande Basi l i ca a l ui dedi ca- H a u n v i s o d o l c e S an t 'A n t o n i o , v eg l i a t a sorge vi ci no al convent o di s u i s o g n i d e g l i i n n a m o r at i . A n ch e q u i l e Sant a Mari a Mat er Domi ni . ra g a z ze - e s o n o c e r t o c h e l o f an n o a n c h e Tr e n t a d u e i g i o v a n o t t i - s i v o t a n o a l s an t o p er t r o- morte, durante la traslazione v a r e l ' a n i m a g e m e l l a . S p e s s o e v o l e n t i e- delle ri l e p r e g h i e r e d a n n o i r i s u l t a t i s p er a t i . Bonaventura Credetemi, leggere t rovò l a l i ngua di Ant oni o i ncor- “ G ra c i a s p o r n u e s t r o am o r ” e v ed e r e u n a rot t a, ed è conservat a nel l a cap- s c a r p i n a d a n e o n at a l a s c i at a l ì a f u g ar e pel l a del Tesoro presso l a basi l i- ogni dubbio sul frutto di quell'amore ca del l a ci t t à pat avi na di cui è b e l l o e p u r o . L ' h o d et t o a n c h e a M ar i a, pat rono. l a mi a f i d a n z a t a , t o r n er ò c o n l ei al C er r o ha per lasciare anch'io il mio ex voto. Chi esa Anche in Sicilia le ragazze sgranano Sant'Antonio, ro s a r i e s i v o t a n o a l s a n t o d i P a d o v a , a l gi gl i o, anche i n Uruguay cont i- buon nua ad essere amat o. ( h t t p : / / w w w. m o n t e v i d e o . c o m . u y / ) : Cerro San Antonio, è Fernando chiamato commovente di Buglione che da anni sue dopo la sua spoglie, da San Bagnoregio _Nel 1946 Pi o XII l o proclamato Dottore puro della come un L i s b o n a a r r i v ò i n I t al i a . M ar i o l o g o d 'a l- Sempre nel Cerro sorge una ver- t o l i v e l l o , c o n v i n t o a s s e r t o r e d e l l ' a s s u n- gi ne st i l i zzat a, l a Vergi ne dagl i z i o n e d e l l a Ve rg i ne, s u r i c h i es t a d i p ap a Alpini, costruita nel 1972 in G re g o r i o I X n e l 1 2 2 8 t i en e l e p r ed i ch e onore della settimana di Quaresima e da questo Merl i ni . Ri cost rui t a nel 1991 i n del ricordo p a p a è d e f i n i t o “ a r ca d el Te s t am en t o ”. S i del Presidente C a v. Ugo Rinaldo ra c c o n t a c h e l e p r e d i c h e f u r o n o t en u t e d av a n ti le su e p r e d ic h e p e r la q u a r e sim a d e l 1 2 3 1 . Per Test oni , con l a col l aborazi one degl i Al pi ni di a d u n a f o l l a c o s m o p o l i t a e c h e o g n u n o l o s en tì r ip o sa r si si r itir a a C a m p o sa m p ie r o , v ic ino Casal e Monferrat o. p a r l a r e n e l l a p r o p r i a l i n g u a . P er t r e a n n i v i a g- Pa d o v a , d o v e il c o n te Tiso , c h e a v e v a r e g a la t o Due pezzi d'Italia sorvegliano i sogni dei g i a s en z a r i s p a r m i o , è s t a n c o , s o ff r e d 'a s m a e u n e r e m o a i f r a ti, g li f a a lle stir e u n a sta n z e tt a nost ri frat el l i uruguayani . d ' i d ro p i s i a , t o r n a a P a d o v a e m em o r ab i l i s on o tr a i r a m i d i u n g r a n d e a lb e r o d i n o c e . Da q ui A n to n io p r e d ic a , m a sc e n d e a n c h e a c o nf e ssa r e e la se r a to r n a a lla su a c e lla a r b o r e a . U n a n o tte c h e si e r a r e c a to a c o n tr o lla r e c o m e ste sse A n to n io , il c o n te Tiso è a ttir a to d a u n a g r a n d e lu c e c h e e sc e d a l su o r if u g io e a ssiste a lla v isita c h e G e sù B a m b in o f a a l Sa n to . A m e z z o g io r n o d e l 1 3 g iu g n o , era un venerdì, Antonio si se n te m a n c a r e e p r e g a i c o nf r a te lli d i p o r ta r lo a Pa d o v a , d o v e v u o le m o r ir e . C a r ic a to su u n c a r r o tr a in a to d a b u o i, a lla p e r if e r ia d e lla c ittà le su e c o nd iz io n i si a g g r a v a n o a l p u n to c h e si d e c id e d i r ic o v e r a r lo n e l vicino convento dell'Arcella d o v e m u o r e in se r a ta . Si r a cc o n ta c h e m e n tr e sta v a p e r sp i- Come sempre, hast a l uego! 6 Mercoledì 21 Febbraio 2007 DIARIO URUGUAYANO la gente d’italia Nove banconote per conoscere nove grandissimi uruguayani di Tonino Pintacuda N e l c e l e b e r r i m o a r t i c o l o “U n a c o n t r ad d i zi one c h i a m a t a U r u g u a y ”, E d u ar d o G a l ea n o s cr ive v a : « n o i U r u g u a y a n i ab b i am o u n a c e r t a t ende n z a a c r e d e r e c h e i l n o s t r o p a e s e e s i s t e , ma c h e i l m o n d o n o n n e è co n s a p e v o l e. I m ass m e d i a - q u e i m e d i a c h e h an n o u n i m p a t t o a liv e l l o m o n d i a l e - n o n p a r l an o m a i d i q u e s to pi c c o l o s t a t o s p e r d u t o n el s u d d el l e m ap p e . C o m e e c c e z i o n e a q u e s t a r e g o l a, l a s t am p a b r it a n n i c a a l c u n i m e s i f a ( l 'a r t i c o l o è d e l l ' a p r i l e d e l 1 9 9 9 , n . d . r. ) h a p a r l at o d i n o i , a l l a v i g i l i a d e l l a v i s i t a d e l p r i n c i p e C ar l o . I n q u e l l ' o c c asi o n e , i l p r e s t i g i o s o L o n d o n Ti m e s h a i n f o r m at o i s u o i l e t t o r i c h e l a l eg g e u r u g u a y a n a c o nsen t e a d u n m a r i t o t r ad i t o d i t a g l i a r e i l n a so a l l a m o g l i e i n f e d e l e e c a s t r ar e i l s u o a m an t e. I l Ti me s d u n q u e a t t r i b u i v a q u es t e Sc ia sc ia e Pip p o Fa v a e so n o sic u r o c h e in tu tti cose. Pi ccol e e fondament al i . Dei supermercat i i Su d d e l m o n d o u n a p e n n a b r illa n te è a r r iv a ta ho gi à t racci at o un quadro general e, ma per a lle ste sse c o n c lu sio n i. procurarsi i l ci bo, al meno i n quest a vi t a, è So n o u n g io r n a lista , v o g lio c o n tin u a r e a v iv e r e necessari o avere i l denaro da porgere a una sc r iv e n d o . E d a q u e ll' a e r e o , a n c h e se a f a tic a , del l e t ant e bel l e cassi ere. Part i amo da qui , dai “bi l et t es” e c a t t i v e a b i t u d i n i d e l l e t r u p p e co l o- dalle “monedas” - banconote e niali britanniche alla nostra vita monet e -che gl i uruguayani guada- ma t ri mo n i a l e . A p p r e z z i am o i l co r- gnano e t rasformano i n ci bo, vest i t i tese collegamento, ma a dire la e t ut t o i l rest o. v e ri t à n o n s i a m o m a i c a d u t i co s ì i n Lasci at emi abbracci are l a nost al gi a b a s s o . I l n o s t r o b a r b ar o p a e s e , ch e del l e nost re bel l e l i re, pri ma del l 'e- ha abolito le pene corporali nelle poca del l 'ami co Euro, chi edevo a scu o l e 1 2 0 a n n i p r i m a d e l l a G r an mi o padre l a facci a di Al essandro B re t a g n a , è d i v e r s o d a ci ò c h e p u ò Vol t a, quel bel bl u del l e di eci mi l a a p p a r i r e d a l l ' a l t o e d a l o n t an o . S e i l i re, confi denzi al ment e un “deca” - g i o r n a l i s t i s i d e c i d e s s er o a s ce n d er e d a l l ' a e r e o , p o t r e b b er o t r o v ar e a l cu n e s o r p r ese» .P e r o r a - g r a z i e a u n f i l m o n e am er i ca n o - è t o rn a t o s u l l a b o c c a d i t u t t i i l D é j à v u . E c c o , d i c i a m o c h e q u e s t o p i ù ch e a v e r l o g i à v i s t o , l ' h o l e t t o m i l l e v o l t e e p r o v at o s u l l a m i a s t e s sa p e l l e . S o s t i t u e n d o i l n o m e d e l m i o am at i s s i mo U r u g u a y c o n l ' a l t r e t t a n t o am at i s s i m a S i ci l i a il r is u l t a t o n o n c a m b i e r e b b e . L 'h a n n o g i à s cr i t to io h o d e c iso d i sc e n d e r e . E le so p r e se c h e h o ri empi va i l port afogl i o e faceva bere abbast an- tr o v a to m ' h a n n o f a tto in n a m o r a r e p e r d u ta m e n- za benzi na al l a mi a Renaul t 4, con due “deca” te d i q u e sta te r r a c h e p r o f u m a d i m e r a v ig lia . andavi i n pi zzeri a e con i l rest o prendevi pure Vi d o n o i m ie i o c c h i e c o n d iv id o c o n v o i q u e- un “mi t o mondadori ”, l 'edi zi one super econo- ste e m o z io n i. mi ca che cost ava appena 4900 l i re. O g g i è il m a r te d ì g r a sso , la f in e d e lle sc ia r a d e Quest o sol o per di rvi che l 'Euro sarà pure l a c a r n e v a le sc h e . Ottim o p e r io d o p e r in iz ia r e a nostra moneta nei secoli dei secoli ma un mostrarvi l'Uruguay partendo dalle piccole biglietto senza il volto di un compatriota Mercoledì 21 Febbraio 2007 7 la gente d’italia eccellente sembra un rifilata. biglietto Scrisse nel n u d o , u n a s i m p a t i c a b an c o n o t a p er 1930 i l suo t est ament o g i o c a re a “ m o n o p o l i ” . E l a s c e l t a i n poesi a "El arqui t ec- della metafora dei ponti e delle t o" che arma un corpo f i n e s t re p o c o p u ò far e p er q u es t a uni co con i suoi bel l i s- mancanza. si mi quadri , uno di essi Diciamolo subito: qui in Uruguay è riprodotto sul retro t u t t e l e b a n c o n o t e , d ai 5 ai 2 0 0 0 del l a banconot a. p e s o s u r u g u a y a n i s o n o d ei p i cc o l i Un capolavori. Su tutte le monete Alfredo ritroviamo il profilo solenne di Acevedo Jo s è G e r v a s i o A r t i g a s . A n c h e s u l l e riempie austero con i banconote possiamo conoscere suoi n o “ E l B ie n Pú b lic o ” . Su l r e tr o d e i v e n ti p e so s altro Rettore, Va s q u e z (1844-1923), baffoni i 500 m e g l i o i l g l o r i o s o p a s s a t o d i q u e s t o p i c c o lo tr o v ia m o u n a n g e lo in v o lo . pesos. Vi ene ri cordat o come padre del l a UNI- grande Paese. I l v o lto e la b a r b a so le n n e d e ll' e d u c a to r e Jo sé VERSIDAD MODERNA per l a ri forma del l 'u- I l p i t t o r e J o a q u i n To r r es G ar c i a ( 1 8 7 4 - 1 9 4 9 ) , Pe d r o Va r e la ( 1 8 4 5 - 1 8 7 9 ) so n o su tu tte le b a n- niversità, avvenuta durante il suo rettorato conote da 50 pesos, (1890-1899) u n ta g lio m e d io p e r il E al l 'uni ca donna i l grande onore dei 1000 grandissimo uru- pesos: l a poet essa Juana de Ibarbourou (1892- g u a y a n o c h e r if o r m ò 1 9 7 9 ) . Vi n c i t r i c e d e l P r e m i o N a c i o n a l d e il sistema scolastico Li t erat ura nel 1959. Nel ret ro gl i amat i l i bri e p u b b lic o , c o n sa p e v o- una pal ma. La ri cordi amo con l a sua poesi a le c h e l' ig n o r a n z a e r a “Amor”: El amor es fragant e como un ramo de un abuso su cui il rosas./ Amando, se poseen t odas l as pri mave- Poder Público aveva ras./ Eros t rae en su al j aba l as fl ores ol oro- l'obbligo di sas/ de t odas l as umbrí as y t odas l as prade- i n t e r v e n i r e . Tu t t a l a ras./ / Cuando vi ene a mi l echo t rae aroma de f o n d a t o r e d e l l ' “ u n i v e r s a l i s m o c o n s t r u ct i v o ” c i su a a z io n e è sin te tiz z a b ile n e lle su e ste sse est eros,/ de sal vaj es corol as y t rébol es j ugo- o s s e r v a d a i 5 p e s o s , i n ci r co l az i o n e d a l 1 9 98 . p a r o le : « . . . An te s q u e la e sc u e la la ic a , e n su sos./ ¡Efl uvi os ardorosos de ni dos de j i l gue- D i e t ro c' è u n a s u a bel l i s s i m a o p e r a . expresión genuina, sea la escuela pública ros,/ ocul t os en l os gaj os de l os cei bos frondo- I 1 0 p e s o s s o n o d e d i c a t i a l D r. E d u a r d o legal, A c e v e d o ( 1 8 1 5 - 1 8 6 3 ) . S cr i s s e i l p r o g e t t o de l que se forme en la C ó d i g o C i v i l d e U r u g u ay n el 1 8 5 1 , a n c h e s e c o n c ie n c ia d e l p u e b lo n o n f u a d o t t a t o i n f l u e n z ò i l C ó d i g o d el 1 8 68 . e l c o n v e n c im ie n to d e Vi e n e Rettore que la escuela debe d e l l ' U n i v e r s i d a d d e l a R ep ú b l i c a d al 1 9 0 4 a l se r la ic a » . Su l v e r so 1907, troviamo soprattutto l'epoca ricordato d'oro come della crescita dell'Universidad in concomitanza all'ottima mento economia Va r e la . dell'Uruguay agli inizi del es morale necesario il monu- dedicato a N o v e c e n t o . D i e t r o i l R et t o r e t r o v i a m o l a f a c- Al grande musicista c i a t a d e l l a s u a a m a t i s s i m a U n i v e r s i d ad . Eduardo Fabini Il poeta, magistrato, politico, diplomatico, (1882-1950) l'onore docente universitario Juan Zorrilla de San d e i 1 0 0 p e so s, r ic o r d ia m o il su o p r im o p o e m a sos!/ / ¡Toda mi j oven carne se i mpregna de esa M a rt i n ( 1 8 5 5 - 1 9 3 1 ) e i l s u o f o l t o p i zz e tto sin f o n ic o “ C a m p o ” , e se g u ito p e r la p r im a v o lta esenci a!/ Perfume de fl ori das y agrest es pri ma- c a m p e g g i a n o s u i 2 0 p es o s , s c r i s s e i l s u o ce le- in p u b b lic o n e l Te a tr o A lb é n iz d i Mo n te v id e o veras/queda en mi piel morena de ardiente b e r r i m o “ l a rg o p o e m a é p i c o ” , “ Ta b a r é ” d e l il 2 9 a p r ile d e l 1 9 2 2 . Un su c c e sso d i p u b b lic o t ransparenci a/ perfumes de ret amas, de l i ri os y 1 8 8 8 e l a b e l l i s s i m a “ E p o p ey a d e A r t i g a s ” d e l e c r itic a c h e lo f e c e c o n o sc e r e a l m o n d o in te- gl i ci nas./ / Amor l l ega a mi l echo cruzando l ar- 1 9 1 0 . F u a n c h e g i o rn al i s t a e f o n d ò i l q u o t i d i a- r o . Die tr o Fa b in i tr o- gas eras/ y unge mi pi el de frescas esenci as v ia m o u n a r a p p r e se n- campesi nas. tazione arcadica di E concl udi amo con Dámaso Ant oni o Larrañaga u n g io v a n e c h e su o n a (1771-1848), sacerdot e, pol i t i co e pri ma anco- i nove tubi di una ra coraggi osi ssi mo cappel l ano mi l i t are, l 'uni co sir in g a a f ia to . i mmort al at o - sui 2000 pesos - di profi l o. I 2 0 0 p e so s so n o di La “Uni versi dad cat ól i ca del Uruguay” port a i l Pedro Figari (1861- suo nome. 1938), suoi Con i l vi vo esempi o di quest i nove grandi ssi mi occhiali e della sua uruguayani vi di co, come sempre, hast a l uego. barba dei perfettamente 6 Giovedì 22 Febbraio 2007 DIARIO URUGUAYANO la gente d’italia SPECIALE Genio e arte italiana per far grande Montevideo Prima puntata: L'architetto Gaetano Moretti di Tonino Pintacuda C h e n e s s u n o s i s e n t a o ff e s o , m a “l as mu rg a s ” n o n m i h a n n o e n t u s i a s m at o . S a r à c h e i l m i o s e m p r e m e n o s t e n t at o si c u l o - s p a g n o l o n o n m e n e h a f at t o a s s a p o ra r e l ' i r o n i a o s ar à t u t t a c o l p a d e l l a m i a i n n a t a m a l i n co n i a. L a s t essa c h e m a s c h e r o c o n u n s o r r i s o t u t t o su d a me r i c a n o c h e c e r c o d i f ar s g o rg a re dal cuore. LA “ M U R G A U R U G U AYA ”, l a p r i nc i p a l e a t t r a t t i v a d e l ca r n e v a l e u r ug u a y a n o , è u n g e n e r e t ea t r al e- m u s i c al e fo rmat o d a u n c o r o d i 1 3 - 1 5 p er s one che, accompagnate per una "batería de mu rg a " a l s u o n o d i “b o m b o , p l at i l l o s y r e d ob l a n t e ” , i n t o n a c a n t i e r ea l i z z a “c u a d r o s m u s ic a l e s ” s u t e m a t i c h e p o l i t i c h e e s o ci al i . Tr a s u d a i r o n i a : r i s a t e p e r s e p p el l i r e l e m a g a g n e d ell'anno appena trascorso. P e r s c a n s a r e l e i n e v i t a b i l i r i s a c c h e d i m a l i n c on i a d e i m i e i v e n t i c i n q u e a n n i m i s o n o t a t u ato i n t e s t a u n a d e l l e p i ù b el l e f r as i d e l l a “Ti e r r a p u rp u r e a ” d i H u d s o n : « o g n i v o l t a c h e t en t av o d i e s s e r e u n f i l o s o fo n e e r o i m p e d i t o p e r c h é irrompeva sempre la felicità». Qui a M o n t e v i d e o è f a c i l e f i l o s o f e g g i ar e f el i c e ca mmi n a n d o l u n g o l a Ra m b l a c h e s e g u e m ae s t o s a il Rio de la Plata. È UN A SSAGGI O D I PAR A DI SO , c o l v e n to L'edi fi ci o rappresent a l a concret i zzazi one t an- c h e a lim e n ta i p e n sie r i f e lic i, g li ste ssi c h e gibile se c o n d o Ja m e s Ma tth e w B a r r ie f a c e v a n o v o la r e Moretti (1860-1930). Nella dettagliatissima Pe te r Pa n . st ori a del Pal aci o Legi sl at i vo nel si t o uffi ci al e L o d ic e v o u n m e se f a , n e lla p r im a p u n ta ta d i del q u e sto d ia r io : l' Ur u g u a y è u n a te r r a c h e p r o f u- (ht t p: / / www.parl ament o.gub.uy/ ) l eggi amo del m a d ' I ta lia . Ma d i u n ' I ta lia c h e n o n c ' è p iù p e r- “geni al e cont ri but o” del l '“Arqui t ect o Cayet ano c h è s' è p e r d u ta d ie tr o v a lle tto p o li, m o g g io p o li, Moret t i ”. Non è necesari o t radurre: “Ocuparse ta n g e n to p o li e tu tti le m a g a g n e c h e v e r r a n n o de l a obra que real i zó Moret t i en el Pal aci o es a lla lu c e . hacerl o de part e i mport ant e de l a hi st ori a de l a Me n tr e sc r iv o il Go v e r n o ita lia n o sc h r ic c h io la . const rucci ón del edi fi ci o”. M' im m a g in o i te le g io r n a li ita lia n i c h e r ig u rg ita n o a g g io r n a m e n ti c o n tin u i, m itr a g lia te d i c o m m e n ti e o p in io n i e c c e lle n ti. C o n i m ie i c o lle g h i a p p o sta ti p e r o tte n e r e u n c o m m e n to a c a ld o d e i n o str i p o litic i. Pe r f o r tu n a so n o q u i, a p a ssa r e il m e r c o le d ì d e lle C e n e r i a 1 2 0 0 0 k m d i d ista n z a da Roma. IL “ PA L A CIO L E G ISL AT IVO ” I e r i h o la sc ia to il p a lc o d e lle m u rg a s p e r a n d a r e a d a m m ir a r e n e lla p ia c e v o lissim a b r e z z a d e lla se r a la f a c c ia ta d e l maestoso Palazzo del Potere L e g isla tiv o a d Av e n id a d e la s L e y e s: b e llo , b e llissim o , f a tto p e r r e siste r e n e i se c o li. Al suo interno troviamo una ricca pinacoteca e Biblioteca del la fornitissima Poder Legislativo, seconda soltanto alla monumentale B ib lio te c a Na z io n a le . dell'arte Poder tutta italiana Legislativo di di Gaetano Montevideo Giovedì 22 Febbraio 2007 7 la gente d’italia C H I E RA G A ETA N O M O R E T T I ? tana monumentale a Parco, Lima M o r e t t i i n i z i ò p r e s t o a r a ff i n a r e i l (1922), il pennone commemorativo su o g u s t o e s t e t i c o : u n u n i c o f i l o per l a Repubbl i ca Argent i na a Buenos r o s s o l e g a g l i e s o r d i n e l l ' o ff i ci n a Ai res (1924-1926). di ebanisteria del padre a Milano e l ' i n e v i t ab i l e i s c r i z i o n e , n el 1 8 7 5 , L'ECLETTISMO DI MORETTI Dal all'Accademia di Belle Arti di 1907 B r e r a d o v e h a l a f o r t u n a d i f r e- Monument i del l a Lombardi a e succes- q u e n t a r e l a S c u o l a S p e c i al e d i r et t a sivamente da Boito; qui, sotto la direzione L'at t i vi t à “ecl et t i ca” di Moret t i prose- a n c h e d i Be l t r a m i s i d i p l o m a b r i l- gue t ra operazi oni a carat t ere “conser- l a n t e me n t e p r o f e s s o r e d i D i s eg n o vativo” (sistemazione della facciata a rc h i t e t t o n i c o n e l 1 8 8 3 . del duomo di Vi gevano 1910, facci at a C o n B e l t r a m i c o l l a bo r e r à i n q u eg l i di San Gi ovanni Bat t i st a a Chi avari è anche del soprintendente Ve n e t o ai (1912). anni anche ai rilievi del Lazzaretto e del c o r so p e r il Pa la z z o d e l Pa r la m e n to a R o m a . 1933) e proget t ual e (real i zzazi one del l a pro- C a s t e l l o S f o r z e s c o e i n s i em e f o n d er a n n o , p iù I P R IMI D IE C I A NNI D E L NO VE C E N TO pri a casa i n vi al e Maj no a Mi l ano 1911; l a t a rd i , n el 1 8 9 2 , l a r i v i s t a “ E d i l i z i a m o d er n a ” . rappresentano un periodo fertilissimo: nel l unga seri e di cappel l e funerari e pri vat e: l a N e l 1 8 8 5 c o n s e g u e l 'a b i l i t a z i o n e al l ' i n s eg n a- 1 9 0 5 è , p e r tito li, lib e r o d o c e n te d i a r c h ite ttu- Crespi -Ghi gl i eri e l a Marazzi Cast i gl i oni del m e n t o e v i n c e i l c o n c o r s o Vi t t ad i n i “C i m i t e r o r a a l R e g i o I s t i t u t o Te c n i c o S u p e r i o r e d i 1915 al Monument al e di Mi l ano, l a Dol ci al se c o n d ar i o p e r M i l an o ” ; n el 1 8 8 6 - 1 8 8 7 co n- Mila n o . ci mi t ero di Somma Lombardo 1914; i l pal azzo del l e Assi curazi oni General i di Mi l ano, con A. c o r r e p e r l a f a c c i a t a d el d u o m o d i M i l an o d o po L E C E N T R AL I ID RO E - Annoni e E. Mei zza del 1928-1930). L E T T R ICH E I l r a p p o r to L'at t i vi t à di dat t i ca accompagna quel l a profes- con il mondo dell'inge- si onal e per ci nquant 'anni , pri ma con l a cat t e- g n e r ia e d e ll' in d u str ia lo dra di Archi t et t ura presso l 'Accademi a di Brera conduce a una serie di e poi presso i l Pol i t ecni co di Mi l ano. Fi no agl i in c a r ic h i p e r la r e a liz z a- ul t i mi anni di vi t a farà part e del l e pi ù i mpor- z io n e d i c e n tr a li id r o e le t- t ant i commi ssi oni gi udi cat ri ci del l 'epoca si a triche in Lombardia. In nel campo urbani st i co che i n quel l o del rest au- questo periodo nasce la ro dei monument i e nel l a nuova edi l i zi a resi- su a o p e r a , in c la ssif ic a b ile denzi al e mi l anese. c o m e f u p e r se c o li l' o r n i- Domani vi si t eremo l 'i nt erno del pal azzo. Oggi torinco: vi di co, come sempre, hast a l uego! Tr e z z o la centrale di D'Adda (1904- 1 9 0 6 ) , su in c a r ic o d e ll' inessere stato menzionato già nel 1881 al dustriale Crespi che aveva avuto modo di C o n c o rs o Ca n o n i c a , i n s e g u i t o o t t er r à l a ca r i ca a p p r e z z a r e l' o p e r a d i Mo r e tti n e l c im ite r o e n el d i a mm i n i s t r a t o r e d e l l a F a b b r i ca d e l D u o m o . m a u so le o d i f a m ig lia se m p r e a Tr e z z o ( 1 8 9 6 ), N e l 1 8 8 8 o t t i e n e i l p r i m o s u c c e s s o n a z i o n ale m a r isa lg o n o a q u e sto p e r io d o a n c h e le c e n tr a- c o n l a s e g n a l a z i o n e t r a i p r i m i ci n q u e al c o n- li d i B o ff a lo r a ( 1 9 0 4 - 1 9 0 5 ) , d i Pie d im u le r a sull'Anza (1905-1907) per la Società d e ll' A n z a , la G. Po n z io d i Gr o so tto ( la p r im a c o str u ita in Va lte llin a p e r c o n to d e lla AE M, 1 9 0 8 - 1 9 11 ) e q u e lla te r m o e le ttr ic a d i N o v a r a (1906). GLI INTENSI RAPPORTI CON IL SUDAMERICA L ' a m o r e r e c ip r o c o tr a il Su d a m e r ic a e Mo r e tti v iv e a n c o r a in A rg e n tin a , U r u g u a y e Pe r ù . G l i in te n si r a p p o r ti si c o n c r e tiz z a n o n e l 1 9 0 9 c o n la vittoria al concorso di II grado per il M o n u m e n t o p e r l ' I n d i p e n d e n z a A rg e n t i n a a B u e n o s A ir e s e p r o se g u o n o n e l 1 9 1 3 - 1 9 2 5 ( n el 1 9 2 3 è G r a n d ' u ff ic ia le d e l Pe r ù ) q u a n d o , a se g u ito d i u n p r e c e d e n te c o n c o r so , r e a liz z a il completamento del Palazzo Legislativo di Montevideo, la Galleria Permanente d'Arte C o n te m p o r a n e a I ta lia n a a L im a ( 1 9 2 1 ) , la f o n- 20 CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA Venerdì 23 Febbraio 2007 la gente d’italia Mappe, mulatte e meraviglie I trucchi di Gabriel García Márquez, scrittore per timidezza di Grenar A cura con di di Tonino Pintacuda la collaborazione BombaSicilia.it I l 2007 è l'anno di Gabo, come viene affettuosamente chiamato lo scrittore colombiano Gabriel G a r c í a M á r q u e z , p r em i o N o b el per la Letteratura nel 1982 “ per i s u o i r o m a n z i e i s u o i r a c c o nt i , i n c u i i l f a n t a s t i co e i l r e a l is mo s i c o m b i n a n o i n u n r i cc o e c o mp o s i t o m o n d o d el l ' i m m ag inazione che riflette la vita e i c o n fl i t t i d i u n i n t e r o c o n t i n e nte”. Q u a r a n t ' a n n i f a , n el 1 9 6 7 u s civ a l a p r i m a e d i z i o n e d el c e l eberrimo «Cien años de soledad» (C e n t ' a n n i d i s o l i t u d i n e ) . I l r omanzo - universalmente riconos c i u t o c o m e l a m a s s i m a e s p r e ssione del “realismo magico” narra l'epopea della famiglia Buendia e della cittadina di Mac o n d o c h e v i e n e i n v es t i t a d a ll'onda devastante dell'inarrestabile progresso. Questa settimana lo scrittore p u g l i e s e G r e n a r ce r c a l a m er aviglia nelle pagine di García M á rq u e z ; i n v e c e l a l a t i n i s t a s ic i l i a n a M a r i a Re n d a, s u l l a s c i a di una densissima poesia del poeta bagherese Ignazio Buttitt a , e l o g i a l a “ G i o r n a t a M o n d i al e d e l l a L i n g u a M a t e r n a ” i s t ituita dall'Unesco sin dal 21 febbraio del 1999. Buona lettura. Per gentile concessione dell ' a uto re p u b b l i c h i a m o u n ' a n t i c i p a z i o n e d e l p r i m o n u m ero d e l l a n u o v a s e r i e d i « B o m b aSicilia - rivista trimestrale di approfondimenti letterari» (www.bombasicilia.it). L'artic o l o è r i l a s c i a t o s o t t o l i ce n z a Creative Commons Attribut i o n - N o n C o m m e rc i a l - N o Derivs 2.0 (Italy License. Dettagli: http://creativecomm o ns . o r g / l i c e n s e s / b y - n cnd/ 2 . 0 / i t / ) RICORDALATUAPRIMAPALLADI NEVE. Riporta alla mente l'alba abbracciato al primo amore della tua vita, il primo pesce finito nel tuo retino. L'hai buttata nel mare, quella tua prima preda, o l'hai tenuta per sempre con te, quella tua prima storia? Immagina una fanciulla così pura che nemmeno il mestiere di prostituta le secca gli occhi, chiamala Erèndira, e mettile accanto una nonna snaturata: hai le visioni? Sotto i tuoi occhi, e solo per i tuoi occhi, miti e simboli si accoppiano e figliano, quella palla di neve levita e diventa un sole giallo come un delirio? Hai risposto “sì” a tutto? O sei Gabriel García Márquez o già possiedi la chiave per accedere ai suoi mondi. «Eréndira stava aiutando la nonna a fare il bagno quando cominciò il vento della sua disgrazia. L'enorme magione di malta lunare, smarrita nella solitudine del deserto, rabbrividì fin nei contrafforti sotto il primo assalto.» DICE LO ZINGARO MELQUÍADES in “Cent'anni di solitudine” che le cose hanno vita propria: è tutta questione di svegliargli l'anima. Ti sorprende questa frase, o mi vuoi dire che l'hai già sentita molte altre volte? D'accordo, ma l'hai mai messa in pratica? Si fa così: prendi, ruba, copia, mangia, accumula frammenti finché non sarai così pieno da diventare psicopatico o scrittore. Sveglia l'anima a tutto. Sai come fa García Márquez secondo me? Chiude la meraviglia in un sacco magico. E non ti sorprendere che ne tiri fuori certe frasi incredibili, come Eta Beta dalle mutande! Costruisce per frammenti, vedi?, con gran pazienza. Appare prima una donna, poi il davanzale alla quale è affacciata. «Era una mulatta sottile di San Juan de Puerto Rico, minuta e robusta, color del caramello a riposo e con certi occhi da cagna selvaggia che si intonavano benissimo al suo modo di essere» POI LO SCRITTORE FAALTRO. Passano giorni, o mesi, o anni, e gli appare l'entità (umana, animale, vegetale, minerale) che la donna sta fissando. Poi c'è un lampo, come quello del pizzico di polvere incendiato dal fotografo (una volta il flash si faceva così), ed ecco, appare l'espressione della donna: innamorata, afflitta, determinata… I frammenti si consolidano e nasce una storia. Un gioco di prestigio, un trucco da zingari. «Sono scrittore per timidezza”, ha detto una volta García Márquez, “La mia vera vocazione è quella dell'illusionista, ma mi vergogno così tanto a fare un trucco in pubblico che ho dovuto rifugiarmi nella solitudine della letteratura» E bravo, credigli. Sono trucchi? Vero, lasciano a bocca aperta… O sono macchi- ne narrative strane e fascinose, locomotive immaginarie a cui sono attaccati infiniti vagoni, pieni di meraviglia o noia (non tutte le ciambelle riescono col buco), o pieni di qualcosa che per altri è noia e per te è incanto? «Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendìa si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio.» COSÌ COMINCIA “CENT'ANNI DI SOLITUDINE”. La sua prima preda, García Márquez bambino (per tutti Gabito) l'ha ributtata nel mare delle storie, e così l'ha lasciata libera di moltiplicarsi. Vuoi sapere poi come ha continuato? Innanzitutto, la mappa (direbbe J.R.R. Tolkien, seguìto a ruota da Umberto Eco). La mappa, che sia disegnata sulla carta o nella mente, è fondamentale per creare le storie della meraviglia e del mito. Quindi, i monti, le foreste, le strade, i paesi: eccola là, Macondo, somiglia tanto al paesino di Aracataca in cui Gabito è cresciuto. E il tempo: inteso come scorrere della sabbia nella clessidra (che è magica e capricciosa, i granelli che contiene sono tutti diversi l'uno dall'altro); e inteso come clima, il caldo tropicale di solito, quello che García Márquez conosce meglio. Ma anche le primavere romane, Gabo ha studiato cinema a Roma con Zavattini. E i ghiacci nordici, non è poi così raro che un romanziere viaggi, no?, soprattutto se fa anche il giornalista. Tutto nel sacco. E poi, all'ora di cena, Gabriel García Márquez, come gli zingari, lascia arrostire le sue strofe attorno al fuoco. Lentamente, odorosamente, il caos diventa ordine, nascono le prime storie, che crescono e si biforcano e si ritrovano e sanno da sole quando sono complete: in quel momento Gabo prende carta e penna e scrive la stesura definitiva. E racconta di un vecchio angelo stanco, che cade sulla terra come un'aquila stremata, e dei bambini che lo raccolgono. E racconta dello scheletro di quest'angelo. E gli credi, perché è tutto vero. Epico e reale, magia e trucco, mito e vita quotidiana. GARCÍA MÁRQUEZ HA FAMILIARITÀ CON L'EPICA, e al tempo stesso con la vita nelle case e con i colori delle strade. Io vedo, “traducendo” lo scrittore in essere umano a partire dai suoi scritti (non leggo la sua biografia come è d'uso fare, ignoro la regola), io vedo un bambino che ascolta i racconti di suo nonno: i ribelli nelle foreste, i contadini massacrati con i machete per aver scioperato, i viaggi raminghi, le donne troppo belle per questa terra, come Remedios, tanto bella che il Cielo se la riprese. Io vedo un bambino che ascolta i racconti di una zia zitella: un amore segreto, un destino di rovina; milioni di pietose bugie; le tele di ragno di parole che ancora sperano, ancora aspettano. Io vedo meticci e indios e italiani e gitani che invece di raccontare fanno vedere al bambino come si avvelena una punta di freccia e come si evocano gli spiriti degli avi, come si suona un violino e come si sogna un mondo intero in una sola notte. Poi vedo uno spostamento nelle Ande (sì, ora sto sbirciando la sua biografia), e lassù fa freddo e c'è da star soli. C'è da leggere. C'è tempo per scrivere. Tutto questo, qualcuno lo chiama realismo magico. Io, “meraviglia”. Vedi, “meraviglia” per García Márquez non è un'invenzione clamorosa, né un oggetto incantato, né tantomeno un evento magico. La meraviglia è nella funzione: il modo in cui lo scrittore inserisce un elemento fantastico nel mondo che ha creato. Un po' come il cappello della scuola di magia di Hogwarts: un cappello che parla non è una novità, ma ha la funzione di decidere a quale gruppo i nuovi alunni della scuola di magia debbano appartenere; l'alunno lo indossa, il cappello dice “Grifon d'oro” o “Serpe verde” o “Tasso rosso”, e così via. E nel racconto di J.K. Rowling, Harry Potter indossa il cappello e gli rivolge una preghiera: “tutto ma non Serpe verde”. È così?, la Rowling ha svegliato l'anima a un cappello, o sono folle come José Arcadio Buendía, il patriarca alchimista che dovettero legare a un albero come diceva la profezia? AMICO MIO, UNA STORIA CONTIENE INFINITI MONDI, e questo mondo contiene infinite storie - tutte quelle che puoi immaginare. Allora, l'hai buttata nel mare, quella tua prima preda? Hai fatto bene: quando meno te l'aspetterai tornerà a te e ti riporterà la meraviglia. la gente d’italia CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA Venerdì 23 Febbraio 2007 21 La Giornata Internazionale della Lingua Materna di Maria Renda teva ritrovare il ricordo dell'amata madre e ricostruire la propria esistenza do svariate lingue, si servì sempre nelspezzata. Questo è il potere fondamenla propria poesia del tedesco. La Muttale della lingua che abbiamo imparato tersprache, la lingua-madre, come egli da piccoli. la definì, era la stessa che parlavano gli Il 21 febbraio, su iniziativa dell'Uneassassini dei genitori, ma in quanto linsco, è dal 1999 la “Giornata Internaziogua materna era l'unica nella quale ponale della Lingua materna” e vuole essere un momento di riflessione e di arricchimento su questa impordi Ignazio Buttitta (1970) tantissima risorsa. Sappiamo che la lingua è n populu infatti lo strumento prinmittitulu a catina cipale di cui ci serviamo spugghiatulu attuppatici a vucca, per esprimere la nostra è ancora libiru. cultura, Oscar Wilde sosteneva che non vi è nulLivatici u travagghiu la che distingue l'uomo u passaportu a tavola unni mancia dall'animale tanto quanto il linguagu lettu unni dormi gio: «non esiste né modo d'agire né è ancora riccu. forma d'emozione che l'uomo non condivida con gli animali inferiori. È soUn populu, diventa poviru e servu lo tramite il linguaggio che ci s'innalquannu ci arribbanu a lingua za su di loro. Tramite il linguaggio che addutata di patri: è il padre e non il figlio del pensiero». è persu pi sempri. Dunque, riflettere sulla lingua signifiDiventa poviru e servu ca riflettere sulla nostra cultura, e prequannu i paroli non figghianu paroli servare la varietà e la diversità delle e si manciunu tra d'iddi. lingue significa guardare a questa vaMinn'addugnu ora, rietà come ad un valore irrinunciabimentri accordu a chitarra du dialettu le. ca perdi na corda lu jornu. Scriveva il poeta dialettale Ignazio Buttitta che un popolo cui si ruba la Mentri arripezzu a tila camulata lingua ereditata dai padri diventa pochi tesseru i nostri avi vero e servo, alludendo indubbiamencu lana di pecuri siciliani te a una povertà non materiale ma spie sugnu poviru haiu i dinari rituale e culturale. Purtroppo un proe non li pozzu spènniri cesso di globalizzazione, disgiunto in alcuni casi da una politica di valorizi giuielli zazione delle risorse locali, rischia di e non li pozzu rigalari; u cantu, tradursi in un nuovo colonialismo culnta gaggia turale. Le cifre calcolate dall'Unesco cu l'ali tagghati fanno riflettere: nelle mondo sono parlate dalle 6.000 alle 7.000 lingue e di U poviru, c'addatta nte minni strippi queste il 50-90% rischia di estinguerda matri putativa, si entro i prossimi cento anni. chi u chiama figghiu pi nciuria. Affinché la sensibilità collettiva nei Nuàtri l'avevamu a matri, confronti del problema resti viva annni l'arrubbaru; che oltre il 21 febbraio, la associazioaveva i minni a funtani di latti ne “Esperanto” ha deciso di varare, e ci vippiru tutti, sotto la direzione scientifica dell'etora ci sputanu. nolinguista Maurizio Gnerre, un proNni ristò a vuci d'idda, getto di adozione a distanza delle lina cadenza, gue a rischio di estinzione, il titolo a nota vascia della campagna è, significativamente, du sonu e du lamentu: chissi non nni ponnu rubari. “Salva una lingua, conosci un popolo”. L'Unesco promuove e incoraggia la diNni ristò a sumigghianza, versità linguistica sostenendo il ruolo l'annatura, i gesti, della scuola in qualsiasi momento deli lampi nta l'occhi: la formazione dell'individuo e dando il chissi non ni ponnu rubari. via ad una campagna di alfabetizzazione nelle aree più povere del pianeNon nni ponnu rubari, ma ristamu poviri ta. e orfani u stissu. I l poeta ebreo Paul Celan, pur parlan- LINGUA E DIALETTU U In Italia dal luglio del 2005 è stata istituita la “giornata della lingua italiana” che ricorre il 4 ottobre, in concomitanza con le celebrazioni dedicate al Santo Patrono Francesco D'Assisi. L'italiano è ad oggi - grazie a una tradizione letteraria di indubbio pregio una delle lingue più tradotte al mondo, insieme a inglese, francese, spagnolo, tedesco, russo e svedese, tuttavia da più parti si denuncia un suo progressivo impoverimento, che si accompagna a una diminuita importanza della nostra lingua anche all'interno dell'Unione europea che pubblica i propri documenti nelle tre lingue considerate principali. ****** I G N A Z I O B U T T I T TA è n a t o a Bagheria (a 13 chilometri da Palermo) il 19 settembre 1899 ed è morto ad Aspra-Bagheria il 5 aprile 1997. “Poeta, uomo politico, ragionatore, commentatore, attore”, esordisce nel 1923 con la raccolta di versi “Sintimintali”. IL SILENZIO E IL SUCCESSO Dopo un lungo silenzio durante il regime fascista, Buttitta pubblicò “Lu pani si chiama pani” (1954), “Lu trenu di lu suli” (1963), “La peddi nova” (1963), “Io faccio il poeta” ( F e l t r i n e l l i 1 9 7 2 , P re m i o Vi a reggio), “Il poeta in piazza” (Feltrinelli 1974), “Pietre nere” (1983), “La vera storia di Salvatore Giuliano” (1997). LA CRITICA Buttitta è stato considerato dalla critica più attenta il massimo poeta dial e t t a l e d e i n o s t r i t e m p i . Tr a dotto in vari paesi, persino in Cina; in Italia è stato pubblicato principalmente da Feltrinelli. LA FONDAZIONE IGNAZIO B U T T I T TA P e r s t u d i a r e l ' o p e r a di Buttitta, nel marzo del 2005 è nata la fondazione Ignazio Buttitta con sede legale ed operativa presso la casa natale di Ignazio Buttitta. Nella sede è stata costituita e progressivamente sarà potenziata una biblioteca specializzata nei diversi ambiti della cultura sici- Io faccio il poeta, 1982. di Ignazio Buttitta (1970) U n popolo, / mettetelo in catene / spogliatelo / tappategli la bocca, / è ancora libero. // Toglietegli il lavoro / il passaporto / la tavola in cui mangia / il letto in cui dorme / è ancora ricco. // Un popolo / diventa povero e servo, / quando gli rubano la lingua / ereditata dai padri: / è perduto per sempre. // Diventa povero e servo, / quando le parole non generano più parole / e si mangiano fra di esse. / Me ne accorgo ora / mentre accordo la chitarra del E sono povero: / Ho i denari / e non li posso spendere; / i gioielli / e non li posso regalare; / il canto, / nella gabbia / con le ali tagliate. // Un povero, / che poppa nel seno arido / della madre putativa, / che lo chiama figlio / per ingiuria. // Noialtri l'avevamo la madre, / ce l'hanno rubata ; / aveva le mammelle a fontane di latte / e ci bevvero tutti, / ora ci sputano. // C'è rimasta la sua voce, / la cadenza, / la nota bassa / del suono e del lamento: / questi non ce li possono rubare. // dialetto, / che perde una corda al giorno. // Mentre rattoppo, / la tela tarlata / che tesserono i nostri avi / con lana di pecore siciliane. //C'è rimasta la somiglianza, / l'andatura, / i gesti, / i lampi negli occhi / questi non ce li possono rubare. // Non ce li possono rubare, / ma restiamo poveri, e orfani lo stesso. (Traduzione di Lucio Zinna) liana. Il presidente della Fondazione è l'illustre linguista Tu l l i o D e M a u r o . L'Amministrazione comunale di Bagheria ha dedicato l'8 giugno del 1998 l'ex IV^ Scuola Media all'illustre bagherese, divenuta da allora l'Istituto Comprensivo Statale “Ignazio Buttitta” sotto la direzione del Preside Dott. Gioacchino Genuardi. PER INFORMAZIONI Fondazione Ignazio Buttitta Via A. Pasculli, 12 90138 Palermo Te l . 0917023290 Fax 0917026433 E-mail: [email protected] Venerdì 23 Febbraio 2007 24 la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO Il “Palacio Legislativo”: un gioiello italiano nel cuore di Montevideo di Tonino Pintacuda C ome avevo preannunciato ieri, oggi visito con voi i magnifici interni del Palazzo Legislativo di Montevideo, sede del Parlamento della “República Oriental del Uruguay”. VESTÍBULO DE HONOR è l'entrata principale al Palazzo. Ci accolgono quattro grandi quadri che riempiono le pareti, tutte opere di artisti nazionali. Le mezze lune che decorano gli archi sono state dipinte da Manuel Rosé. Segnaliamo l' allegoria dell'“Inconrto tra un centauro indio e un leone spagnolo”. Poi non possiamo non soffermarci sul capolavoro di Pedro Blanes Viale “Il giurmaneto della Costituzione del 1830” e sulla “Visita all'accampamento di Artigas sul Cerrito”, sempre di Manuel Rosé. Su entrambi i lati dei quadri si stagliano soleen quattro colonne monolitiche di granito rosso, alte sei metri e venti centimetri. SALÓN DE LOS PASOS PERDIDOS Il Salone dei Passi Perduti è magnifico, rivestito totalmente del lussuoso marmo e granito uruguayano, etratti rispettivamente dai dipartimenti di Lavalleja, di Maldonado e Canelones. Il Salone separa in due parti simmetriche l'edificio, da un lato la Camera dei Senatori, dall'altro i Deputati. L'entrata della Camera dei Senatori è sormontata da una vetrata realizzata secondo lo stile di Milano raffigurante la Giustizia. Quella dei Deputati raffigura invece il Lavoro. Sui lati dei due accessi incontriamo altorilievi in gesso dello scultore Edmundo Prati. È tutto un gioco di colori ricamato dalla luce che filtra dalle vetrate decorate con mosaici veneziani realizzati su disegni dall'italianissimo artista Giovanni Buffa a Milano. I quattro simboli dello “stemma nazionale” rivivono in altrettante opere di José Belloni Al centro del salone il posto di riguardo è per l'originale della D i c h i a r a z i o n e d'Indipendenza del 1825. SALA DE FIESTAS La Sala delle Feste è riservata a eventi protocollari e culturali. Il tetto è rivestito di una lamina d'oro massiccio in stile barocco bizantino in cui si riconosce la mano degli artisti italiani Enrico e Alberico Albertazzi. I mobili della sala sono arrivati dall'Italia e dell'Argentina, su tutti spiccano i bronzi e i cristalli di Murano. Alle pareti ci sono i quadri ad olio di alcuni dei maggiori pittori uruguayani: “Las Instrucciones del Año XIII” di Pedro Blanes Viale, il ritratto di “Fructuoso Rivera” e di “Manuel Oribe”, e la “Batalla de las Piedras” sempre di Manuel Rosé e un'altra versione di “Fructuoso Rivera” e del ritratto di Juan Antonio Lavalleja, e di José Luis Zorrilla de San Martín. CÁMARA DE SENADORES È la sede dei lavori dei trenta senatori e del Vicepresidente della Repubblica Rodolfo Nin Novoa. L'emiciclo è realizzato in legno del Paraguay e rivestito con l'ottimo cuoio uruguayano. Sopra il tavolo della Presidenza del Senato è scolpito lo Scudo Nazionale, sormontato dalla raffigurazione della Pallade Atena, la dea greca della Sapienza. Tutta la sala è illuminata da una vetrata italiana a forma di sole nascente. CÁMARA DE DIPUTADOS La Camera dei Deputati è strutturata per accogliere i 99 Deputati ed è presieduta da uno dei suoi membri su incarico annuale. Dietro il tavolo della Presidenza si trova un quadro ad olio dell'artista francese Fernando Laroche che raffigura l'incontro del Generale Artigas con il Generale Rondeau nel corso del Secondo Anno d'Assedio della città di Montevideo (1813), ricordiamo che i nove anni d'assedio valsero a Montevideo l'epiteto di Nuova Troia, reso celebre da Dumas. Su entrambi i lati della Presidenza vi sono i Palchi d'onore destinati a invitati speciali e i palchi per la stampa, oltre che la galleria per il pubblico che può assistere alle sedute. L'emiciclo è in noce, ottimo legno italiano. Le gallerie sono in legno di quercia importato dalla Slovenia. Sul tetto campeggia una vetrata con lo Scudo Nazionale. In questa stessa sala hanno sede anche le sessioni dell'Assemblea Generale. SALÓN CENTRAL DE LA BIBLIOTECA La Biblioteca del “Poder Legislativo” come dicevamo ieri, è seconda per importanza solo alla monumentale e fornitissima Biblioteca Nazionale. I volumi sono oltre 250.000, tutte le mattine il pubblico può liberamente accedere dei suoi numerosi servizi. Il Salone è illuminato da un'ampia vetrata di manifattura italiana. Al centro l'imponente statua dell'eroe nazionale, l'amatissimo Generale Artigas, realizzata anche questa da un artista italiano, lo scultore Angelo Zanelli. Su un angolo bella e pensosa ci tiene compagnia una copia dell'incantevole Venere di Milo. Prima di congedarmi, vi invito semplicemente a contare in quest'articolo le ricorrenze dell'aggettivo “italiano”. Fatto? Ecco, come vi dicevo nella prima puntata del “diario”, questa terra profuma d'Italia. Come sempre, hasta luego. Mercoledì 27 Febbraio 2007 8 la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO GENIO E ARTE ITALIANAPER FAR GRANDE MONTEVIDEO Lo scultore Angelo Zanelli di Tonino Pintacuda N ell'archivio delle tesi dell'Università Ca' Foscari di Venezia ci siamo imbattuti in un eccellente abstact che illustra la ricerca di Cristina Beltrami “La statuaria italiana dalla metà dell'Ottocento al primo ventennio del Novecento a Montevideo”. IL PREZIOSO LAVORO DI CRISTINA BELTRAMI La Dottoressa Beltrami merita di essere citata per il suo impeccabile lavoro. Rendiamole il giusto omaggio con un ampio stralcio della presentazione della ricerca: «La ricerca prende in esame il cospicuo patrimonio di scultura italiana conservato nella capitale uruguaiana. I DUE TERMINI TEMPORALI indicano dei paletti cronologici ben definiti: è infatti dalla metà dell'Ottocento che si stabilisce a Montevideo un gruppo di pittori prima e scultori poi, di origine italiana, mentre gli anni venti segnano la svolta culturale dell'Uruguay, dovuta ad una conoscenza diretta monumento ad Artigas che campeggia maestoso Vittoriano. E poi la risonanza mondiale, dopo aver di modelli europei. concluso le decorazioni plastiche dell'Altare della nella Plaza Indipendencia. L'OTTOCENTO In questo arco cronologico ANGELO ZANELLI, insigne scultore, accademico Patria a Roma con la collocazione della statua della Montevideo ha conosciuto un arredo monumentale e d'Italia nel 1939 e socio corrispondente dell'Ateneo Dea Roma nel 1925, l'anno in cui fu collocata nella architettonico principalmente legato a maestranze nicchia centrale del Vittoriano. I critici hanno scritdi Salò. italiane; che siano queste rappresentate da scultori Visse a Salò la sua gioventù, lavorò nel laboratorio to di “un impeccabile gusto per il monumentalismo alla ricerca di maggior fortuna oltreoceano, o da Bigoni e frequentò la scuola d'arte "Romualdo e la retorica, unitamente a spunti a carattere sociafigure che hanno agito da intermediari con i laboraTurrini" (1752-1822), dove ebbe come maestri due le”. tori italiani. valenti artisti come il pittore Carlo Banali ed il Nel Salone dei Passi Perduti del “Capitolio” di Questo ha permesso che giungesse a Montevideo Cuba si trova la statua che rappresenta La decoratore Saverio Pollaroli. una notevole quantità di scultura italiana, principalA Salò si trovano tre delle sue opere: il monumento Repubblica di Cuba. Zanelli la creò in Italia e dalla mente di carattere cimiteriale, all'interno della quale a Giuseppe Zanardelli (1904), il monumento ai Penisola fu sezionata in tre parti per trasportarla a vale la pena segnalare il Minatore di Enrico Butti, Caduti di Salò (1926-31) e il busto di Gasparo da Cuba. Si narra che l'artista fu ispirato da una bella l'Olocausto e il Monumento al lavoro di Leonardo Salò (1906) del quale il poeta D'Annunzio disse: “E' cubana e dalla Pallade Atena, la dea greca della Bistolfi ed un busto di Garibaldi di Vincenzo Vela. opera veramente musicale, non ne ricordo altre di Sapienza.Ma in questo nostro diario rivolgiamo l'atLA STAGIONE DEI CONCORSI INTERNAZIOscalpello, che trasmettano così chiaramente il senso tenzione soprattutto al grande monumento di NALI Dal secondo decennio anche l'Uruguay è intedell'armonia: non si sa se stia aprendosi il petto per Artigas, nel cuore di Montevideo, la Plaza ressato dai grandi concorsi internazionali, e due trarne il violino, o se stia aprendo il violino per Indipendencia. sono vinti da italiani: il monumento al General Non abbiamo che da rilanciare, col gentilissimo mettervi cuore”. Artigas di Angelo Zanelli e il Palazzo Legislativo CUBA E L'URUGUAY Ma è all'estero che il nome consenso dell'autrice, l'impeccabile scheda della affidato, in seconda battuta, a Gaetano Moretti, che di Zanelli ebbe eterna gloria. La notorietà nazionale dott.ssa Beltrami dal suo sito www.duesecolidisculper anni è attivo a Montevideo anche in veste di arriva con la vittoria al concorso per il fregio del tura.it. docente. [...] IL FORTE LEGAME CULTURALE TRA ITALIA E URUGUAY A termine della ricerca, di Cristina Beltrami posso affermare che nella sola capitale si p.103; mentre Beltrami, 2003, pp.296-300 “Statuaria italiana tra la metà dell'Ottocento l concorso per il monumento montevideano al amplia la lista dei titoli sudamericani. contino più di centocine il primo ventennio del Novecento a General Artigas risale al 10 ottobre 1883 ma per *Cristina Beltrami (1973) si è laureata in Montevideo”. Ha pubblicato “Segni e luoghi. quanta pezzi di plastica anni non trova un vincitore. La scelta finale è tra Lettere con indirizzo storico-artistico presso Vita e opere di Lino Bianchi Barriviera italiana, che provano Angelo Zanelli e Juan Manuel Ferrari; la spunta l'università Ca' Foscari di Venezia nel 1998 e (1906-1985)” (Canova, 2004). Dal gennaio l'esistenza di un forte l'italiano poiché il suo gesso “irradia una mae- ha poi seguito i corsi della Scuola di 2005 al giugno 2006 è stata borsista presso gli legame culturale che ha stà, una forza, una bellezza che incantano” e - Specializzazione in Storia dell'Arte Archivi del '900 del Mart di Rovereto dove segnato almeno trent'ansoprattutto - perché a questa data la fama di dell'Università degli Studi di Udine. ni della storia ha ordinato il Fondo Corrado Forlin e Luigi Zanelli è al suo apice grazie al cantiere del Dal 2000 al 2002 è stata guida didattica della Russolo partecipando all'organizzazione dell'Uruguay». Vittoriano di Roma. Il monumento ad Artigas è Collezione Peggy Guggenheim. Abbiamo già apprezzato della mostra di quest'ultimo (Mart, Rovereto inaugurato il 28 febbraio 1923 nell'entusiasmo Ha organizzato due edizioni dell'Esposizione estate 2006 - Estorick Collection, Londra, giovedì scorso il generale, sia per la maestria del suo esecutore d'arti visive. Sezione giovani presso il Circolo autunno 2006). Attualmente è impegnata in Palazzo Legislativo e che per la ricostruzione filologica dei costumi e Artistico di Venezia e curato il volume una ricerca sulla Scultura monumentale del l'opera di Gaetano della vicenda storica narrata sul basamento. Moretti, il diario di oggi “L'identità delle arti a Venezia nel XIX e XX secolo a Verona presso l'Università Bibliografia: sulle vicende italiane del concorso Novecento” (Marsilio 2002). lo dedichiamo all'illudegli Studi di Verona. Ha ideato e gestisce il si veda, Bosaglia-Passamani-Terraroli, 1984, Nel 2004 ha discusso la tesi di dottorato sulla sito www.duesecolidiscultura.it stre scultore Angelo Zanelli, l'autore del MONUMENTO AL GENERALE ARTIGAS (1923) I Giovedì 1 Marzo 2007 7 la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO di Tonino Pintacuda GIUSEPPEDELL'OSSO,PRESIDENTEDELL'ACCADEMIAITALIANADELLACUCINA: «Mangiar bene, mangiare italiano per non disperdere il filo della memoria» Nella bellissima residenza dell'Ambasciatore d'Italia a Montevideo Guido Scalici la sera dello scorso 26 febbraio Giuseppe Dell'Osso, presidente dell'Accademia Italiana della Cucina ha dimostrato con un apologo appassionato che l'Italianità può essere difesa, tutelata e fatta conoscere anche attraverso un sapiente uso di coltello e forchetta. In questi anni si è parlato giustamente di un Sistema Italia, un patrimonio nazionale e mondiale che va protetto anche dalle incursioni dei “pirati” gastronomici che cercano inutilmente di scipparci il segreto del nostro mangiar sano. Spuntano in ogni capo del mondo improbabili imitazioni del Parmigiano Reggiano o del prosciutto Crudo di Parma. Due prodotti che possono assurgere a simbolo dell'italianità tutta, tanto da meritarsi stemmi araldici sulla crosta o sulla pelle di gustosissime cosce di nobili maiali. Il vostro cronista per l'occasione ha comprato una giacca blu, piacevolissimo dovere per rendere il giusto omaggio al messaggio che il presidente Dell'Osso ha espresso nella emozionante conferenza stampa in un sicuro italo-spagnolo, prontamente aiutato dall'impeccabile traduzione dell'Ambasciatore Scalici. I GRANDI “AMORI” DELL'AMBASCIATORE SCALICI L'Ambasciatore ha un pizzetto curatissimo e ama la famiglia e i valori impliciti nel Tricolore. Quasi tutti quelli che lo conoscono bene sanno però quanto il suo cuore batta per la vela e per la cucina italiana. Tanto da essere un orgoglioso membro dell'Accademia Italiana di Cucina, come era palese nella serata appena trascorsa, il logo dell'Accademia faceva bella mostra sulle cravatte del presidente e dell'Ambasciatore, che per fugare ogni dubbio portava al polso anche l'orologio dell'Accademia. IL FILO DELLA MEMORIA Nel giardino della residenza sotto il cielo vespertino di Montevideo s'è svolta la conferenza stampa, ho partecipato a centinaia di conferenze e comunicazioni più o meno ufficiali ma mai nessuna m'ha trasmesso le stesse vibranti emozioni. La possiamo sintetizzare nell'espressione su cui s'è ampiamente soffermato Giuseppe Dell'Osso: la cucina rinsalda il “filo della memoria”. È davvero così, soffermatevi sui vostri ricordi di migranti. La mente e il cuore riallacciano connes- sioni mai sopite, ripensate ai volti dei vostri cari che v'hanno visto partire su navi, aerei e treni in cerca di fortuna. Nella valigia c'erano santini, foto con i vestiti buoni della domenica e soprattutto cibarie del vostro luogo d'origine che inutilmente avete cercato in giro per il mondo. SIAMO TUTTI COMPAGNI: LA FILOSOFIA A TAVOLA La sacra ospitalità che abbiamo ereditato dai Greci s'esprime nel condividere il pasto, Gesù Cristo spezza il pane e offre il vino ai suoi S a n t i Discepoli: gesto umanissimo e cordiale che rinnova il Mistero. La stessa etimologia della parola “compagno”, prima di essere slavata dalla cecità delle ideologie, indica il gesto di condividere il pane: cum+panis. E le nostre madri ci tengono compagnia nella nostra inevitabile vecchiaia ricordandole con il cuore e con il palato. Parlo anche per me, giovanissimo siciliano a 12000 chilometri da casa, dai miei affetti, dalla mia fedelissima cagnolina e soprattutto dalle leccornie che mia madre continua a preparare giorno dopo giorno per mio padre e mia sorella. Ripenso alle inarrivabili polpette di broccolo, alla pasta con le sarde, alle lasagne e a tutto il resto. Ricucinando le stesse ricette, qui la lontananza peserebbe meno, ma non illudiamoci anche se alla Tienda Inglesa troviamo olio d'oliva e la pasta Barilla, i prezzi sono proibitivi e mancano tutti gli altri ingredienti. Potrei raccontarvi del poeta Paul Celan che ritrova il ricordo della madre nel ciclo Atemkristall, ciclo che inizia proprio con il verso “FA' PURE, se a un pasto di neve tu vuoi invitarmi”. O potrei ricordare con voi il protagonista di “Conversazione in Sicilia” che ritorna dalla madre e mangia con lei l'aringa. Il perché collima con il filo della memoria elogiato da Dell'Osso: l'Io del ciclo Atemkristall e l'Io narrante del romanzo lirico di Vittorini si trovano in uno stato terribile, la quiete della non speranza e ritornano all'origine. Una Sicilia che diventa terra del mito e la landa di ghiaccio. Ed entrambe le ricerche iniziano con qualcuno che offre cibo che attiva il recupero faticoso e incessante e inevitabile di un passato che si credeva sepolto. L'io del ciclo mastica neve e Silvestro l'aringa ma la sostanza non cambia, quel condividere cibo con le rispettive guide diventa la chiave per accedere a una dimensione nuova, altra. Proprio come succede a tutti gli emigranti quando cucinano un'ottima pastasciutta o qualsiasi loro piatto “materno”. Dopo questa necessaria digressione filosofica-gastronomica, ecco l'intervista a Giuseppe Dell'Osso Presidente Dell'Osso, che cos'è l'Accademia della Cucina Italiana? «La cultura della cucina - precisa il professor Giuseppe Dell'Osso - è certamente una delle forme espressive dell'ambiente che ci circonda, così come la natura, l'arte, la letteratura, l'archeologia. E' per questo che parlare di civiltà della tavola vuol dire, innanzi tutto, capire meglio gli usi e i costumi, gli stili di vita e le consuetudini degli uomini che li condividono, perché l'identità gastronomica è anche identità culturale. Salvaguardare il gusto e la civiltà del gusto diventa quindi essenziale per la difesa dell'identità stessa di un popolo: ed è questo l'obiettivo principale dell'Accademia» Qual è la struttura dell'Accademia? «Il vero “motore” dell'Accademia sono le validissime organizzazioni territoriali, ad oggi 210 sono in Italia (in tutte le regioni) e 65 all'estero (in oltre 40 nazioni, dalla Finlandia al Giappone), con 6.500 associati». Quali sono gli appuntamenti imperdibili? «L'appuntamento clou per l'Accademia è senz'altro la serie di meeting internazionali con cadenza biennale: i famosi “Convegni della civiltà della tavola”, nel corso dei quali sono dibattuti argomenti di ampio interesse gastro- Giovedì 1 Marzo 2007 8 la gente d’italia nomico e scientifico. L'Accademia Italiana della Cucina, tuttavia, non sarebbe tale se non prevedesse anche momenti conviviali di incontro fra gli accademici. Il momento del convivio inteso in senso dantesco come espressione di ospitalità, intelligenza e diplomazia - è infatti l'espressione massima della comunicazione e di un fervido scambio di idee. Un esempio eclatante? La cena ecumenica, che si organizza in contemporanea - a ottobre - lo stesso giorno in tutte le Delegazioni del mondo, è che ogni anno è dedicata ad un alimento specifico (nel 2004 -ad esempioera il Formaggio, per il 13 ottobre del 2005 è stato scelto il Gelato e la Cucina del Freddo). A seguito di quest'evento vengono pubblicati i quaderni con le relazioni degli esperti partecipanti all'evento e le ricette più caratteristiche di ogni regione italiana relative all'alimento a cui era dedicata, appunto, la cena ecumenica». Quale finalità perseguite? «Nel 2003 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha riconosciuto all'Accademia il titolo di “istituzione culturale della Repubblica Italiana”, proprio in forza dei suoi meriti nell'intenso lavoro di salvaguardia, valorizzazione, ricerca e ampliamento della cultura gastronomica italiana, intesa come bene culturale, a livello nazionale e internazionale: il tutto con l'obiettivo di gestire l'evoluzione nel rispetto della tradizione e fare cultura della gastronomia italiana all'estero. Aggiunco che l'Accademia, inoltre, ha l'obiettivo di scoprire (o far riscoprire, in alcuni casi) la cultura della convivialità, anche in casa propria, nei confronti di amici e parenti. In qualche modo ripercorrendo il significato spirituale del rito della mensa, dove lo stare insieme ha anche un fine di reciproco sostegno, di solidarietà espressa nel gesto dell'offrire e del ricevere. Il compito dell'Accademia è quindi soprattutto quello di gestire l'evoluzione nel rispetto della tradizione: un'attività che richiede uno sforzo continuo, un ampliamento incessante dei campi di azione, una presenza capillare sul territorio nazionale e nel mondo» Non sempre l'insegna “ristorante italiano” garantisce genuinità. « La salvaguardia della genuinità dei prodotti agroalimentari è un punto cardine nella “mission” dell'Accademia. Non rappresenta solo un valore economico, ma assume sempre più i contorni di un'imprescindibile necessità sociale. L'Accademia riconosce la validità sempre più pregnante dell'equazione qualità/territorio, in quanto la qualità e la genuinità vanno di pari passo con la tradizione consolidata nei sistemi di coltivazione e allevamento, frutto d'esperienze millenarie, sia pure con la dovuta apertura all'utilizzo di tecniche e macchinari moderni. Altro filone d'estremo interesse per l'Accademia è quello relativo alla vigilanza contro i “falsi gastronomici” - prodotti meramente commerciali e speculativi che nel mondo intaccano l'immagine di alta qualità del cibo Made in Italy - e contro il fenomeno dell'imbarbarimento delle ricette tradizionali italiane, causato dalla tendenza dei ristoranti sedicenti italiani a piegarsi, per ragioni commericiali, alle abitudini di gusto e alle tendenze locali». Ma non di solo pane vive l'uomo... Ci riferiamo ovviamente all'ottimo vino italiano. «Infatti l'interesse dell'Accademia è alto anche nei confronti della cultura enologica. L'enologia italiana ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, sia sul terreno della qualità sia su quello della commercializzazione. Oggi i nostri vini sono apprezzati in tutto il mondo, mentre in Italia si presta una maggiore attenzione al vino come “ingrediente” essenziale di una buona gastronomia. La stessa ristorazione pubblica riconosce sempre di più al vino il ruolo che esso merita, valorizzando la propria cantina. Molto spesso, però, nei ristoranti i vini proposti risultano eccessivamente costosi, mentre non riesce a prender piede in Italia l'abitudine di servire al cliente il vino “a bicchiere”, consentendogli così di poter abbinare ad ogni piatto il vino giusto, ad un costo cont e n u t o . L'Accademia guarda con interesse a questo importante salto di qualità» La sua visita in Uruguay avrà sicuramente un obiettivo, quale? «Vista la presenza di un grande accademico come l'Ambasciatore Scalici stiamo lavorando per far nascere una delegazione dell'Accademia anche in Uruguay» L'Accademia ha un ricchissimo sito: cosa possono trovare i nostri lettori? «Nel sito www.accademiaitalianacucina.it c'è Tutta la nostra storia, i nostri punti forza e soprattutto - assolutamente gratuita -“La Guida ai ristoranti in Italia e nel mondo”. Il nostro fiore all'occhiello oltre a più di 2500 ricette» Diciamo la verità, la cucina italiana non ha rivali al mondo. « L'inserimento sempre più stretto dell'Italia nella compagine mondiale comporta, oltre a numerosi innegabili vantaggi, anche dei rischi, specialmente nel campo agroalimentare e della gastronomia. A suo tempo l'Accademia ha elaborato un documento, dal titolo “Il rischio Europa”, nel quale si evidenziava la necessità di una stretta difesa della tipicità dei nostri prodotti e della tipicità delle nostre preparazioni gastronomiche. L'Accademia oggi ribadisce quanto già indicato, ma soprattutto amplia l'orizzonte al mercato mondiale con i rischi di una globalizzazione che porti ad una perdita delle identità locali ed auspica la codificazione di una serie di “prodotti prototipo” e della preparazione di un “codice gastronomico”. Un accenno, infine, alla ristorazione italiana all'estero, un tema d'estremo interesse per l'Accademia Italiana della Cucina. Negli ultimi anni sta ottenendo un grandissimo successo in tutto il mondo grazie alla serietà dei ristoratori, alla professionalità del personale di cucina e di sala e, soprattutto, grazie all'utilizzo pressoché esclusivo di prodotti italiani che, grazie all'attuale celerità delle comunicazioni, possono raggiungere rapidamente dall'Italia ogni punto del globo. Purtroppo, accanto a questi ristoranti di grande classe e d'ottimo prestigio, proliferano molti locali che d'italiano hanno solo il nome, e che danneggiano il buon nome della tavola italiana. L'Accademia, attraverso le proprie Delegazioni all'estero, presta una grande attenzione a questo fenomeno, premiando i ristoranti meritevoli e segnalandoli nella propria “Guida ai Ristoranti”, l'unica che riporti anche i ristoranti italiani all'estero. In modo analogo l'Accademia partecipa alle iniziative ufficiali di diffusione della cucina italiana di qualità all'estero» Il “¡Vamos a comer!” del presidente segna la dolcissima fine di questa intervista. Come sempre, mentre ancora ricordo le ottime pietanze della cena in onore del professor Dell'Osso, hasta luego! “Accademia Itliana della Cucina” VIA NAPO TORRIANI, 31 20124 MILANO TEL. 02 6698 7018 FAX 02 6698 7008 www.accademiaitalianacucina.it e-mail: [email protected] 12 Venerdì 2 Marzo 2007 DIARIO URUGUAYANO IL CAVALIERE GIOVANNI COSTANZELLI, IN URUGUAY SIN DAL 1951 “Il risveglio dell'italianità? Mi lascia amareggiato e contento” di Tonino Pintacuda In la gente d’italia casa Costanzelli parlano tutti un italiano limpido, musicalissimo e soprattutto scevro di tutti quegli inglesismi che l'imperante pubblicità ci ha imposto. E' un caldo pomeriggio montevideano, sorseggio la bibita in un bicchiere pieno di ghiaccio e ascolto il Cavaliere Giovanni Costanzelli e la sua storia. Mentre parla, Costanzelli sembra ringiovanire, ritorna il giovanotto bello e muscoloso arrivato qui nel 1951 in cerca di fortuna, dopo essere emigrato A rg e n t i n a dalla nel 1949 natia in Finale Emilia, in provincia di Modena. Oggi questo grintoso emiliano è Cavaliere Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Ma le attività in cui si impegna in prima linea sono molteplici: Giovanni Costanzelli è presidente dell'Associazione ex Combattenti e d e l l ' U r u g u a y a y, Reduci - federazione presidente dell'Aiuda (Associazione Italo-Uruguayana di Assistenza), segretario onorario del consiglio direttivo della Scuola Italiana di Montevideo e consigliere della commissione viaggi della stessa scuola, direttore responsabile del notiziario Ancri, consigliere della Fusie (Federazione Unitaria della Stampa Italiana all'Estero), tesoriere del Comites, direttore responsabile del Corriere della Scuola, secondo dell'Ospedale Italiano Montevideo, segretario vicepresidente Umberto I di dell'associazione Patronato ENAS dell'Uruguay. E la lista potrebbe continuare per altri cinque paragrafi ma il cavaliere precisa che «tutte le cariche sono di prestazione onoraria ed elettive in forma democratica». L'aggettivo democratico sta a pennello a questo gentiluomo d'altri tempi, coerente sino al midollo con il suo passato politico e anfitrione pubblica d'italiano e Fiorella, anche lei tradut- della storica visita dell'ex Ministro degli trice pubblica d'italiano e una delle dieci lau- Italiani all'Estero Mirko Tremaglia, tanto da reate in Tecnica di marketing. affermare proprio in quell'occasione la portata Le tre figlie di Costanzelli sono cresciute par- storica dell'evento: « votate per chi volete ma lando italiano, tanto che i loro coetanei le chia- andate a votare» disse il Ministro Tremaglia mavano le “tanas”, le italiane. E la lingua di accanto a Costanzelli. Dante e di Petrarca riceve nuova linfa dai nipo- Le pareti del soggiorno sono riempite da onori- tini di Giovanni Costanzelli che parlano con il ficenze e attestati di stima che costituiscono nonno in un sicuro italiano. solo un piccolissimo segno di quanto quest'”ita- «Noi in famiglia ci siamo sempre preoccupati di liano vero” ha fatto per amore della sua Patria. far conoscere l'italiano ai nostri figli - esordi- Tra tutte spicca una bella foto in cui il giovane sce l'orgoglioso Costanzelli - ma non tutti agi- Giovanni scono così, anzi». fuma una sigaretta, bello come Romolo, il moro di “Poveri ma belli”, il film Allora iniziamo da qui, dalla questione della del 1956 di Dino Risi, interpretato dal giovanis- lingua italiana in Uruguay. Qual è la sua opi- simo Maurizio Arena. Stessi capelli, stesso nione dopo cinquantasei anni trascorsi qui? sguardo sicuro e coraggioso, intuibilissimo die- “Amo l'Uruguay - racconta a “Gente d'Italia” - tro gli immancabili occhiali scuri. Accanto a lui in Italia, educato da Mussolini ne ero estasiato, la moglie Angela Nicolai, valdostana giovanis- ma quando conobbi la democrazia non potei sima e bellissima, arrivata dall'Italia per conti- seguire quella ideologia. È meglio una cattiva nuare il loro amore, solidissimo che è germo- democrazia che una buona dittatura, sia di sini- gliato in tre bellissime e italianissime figlie: stra che di destra. Noi italiani nati in Italia Eliana, oggi “contadora”; Paola, traduttrice abbiamo soprattutto il dovere di diffondere la la gente d’italia 13 Venerdì 2 Marzo 2007 nostra italianità». Di questo il Governo Uruguayano sembra non fui subito assunto», spiega Costanzelli, che Ecco: che cosa vuol dire per Costanzelli essere tenerne conto, però quando si tratta di incame- aveva studiato ragioneria all'Istituto per ragio- italiano? rare i cospicui contributi che l'Italia spedisce nieri Jacopo Barozzi di Modena. Poco dopo «Riconoscere quel che è stata l'Italia. Una per i suoi figli all'estero se ne ricordano ecco- diventai capo di un dipartimento di varie sezio- patria di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di me...» ni con 60 persone alle mie dipendenze. Ho pas- pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmi- Ma le associazioni concretamente cosa hanno sato quindici bellissimi anni alla General gratori. Ho l'orgoglio di essere stato nominato fatto? Electric, specializzandomi in relazioni umane e dall'On. Mirko Tremaglia, come delegato del «Tutti stiamo facendo qualcosa, anche lo Stato in controllo di qualità». CTIM per l'Uruguay». italiano. E nel passato presidenti uruguayani - E dopo? Com'è nata la famosa “industria E in tutto questo qual è il ruolo della lingua? un esempio su tutti: Sanguinetti - erano cultori Costanzelli”? Soprattutto i giovani la parlano? della nostra lingua e della nostra cultura. Ci Tutta la mia famiglia si trasferì a Montevideo. Sono bravissimi ragazzi. E li esorto a imparare vuole uno scatto di legittimo orgoglio. Che Mia madre Antonietta gestiva un “almacen” la lingua italiana. E' fondamentale. Non si può deve partire dai diretti interessati: i giovanissi- (generi alimentari), mio padre e i miei fratelli rappresentare l'Italia e non saper parlare l'ita- mi italo-uruguayani. Anche voi di “Gente cominciarono con il fabbricare saldature elettri- liano. Mi fan pena quei dirigenti di associazio- d'Italia” state facendo moltissimo: Mimmo che per poi arrivare a mobili e poltrone d'auto ni italiane locali che si dirigono ai nostri parla- Porpiglia è un valoroso difensore della lingua F i a t , F o r d e G e n e r a l M o t o r, c o n m a c c h i n e mentari in spagnolo. L'Italia spende miliardi italiana e dell'italianità tutta. Il suo è uno sfor- moderne e 43 dipendenti. Poi i miei amati geni- per diffondere la nostra lingua e noi, quando ci zo fisico e pecuniario che forse non è piena- tori rientrarono in Italia per trascorrere a casa troviamo, ci ostiniamo a parlare spagnolo. Ecco mente compreso da chi di dovere. Ed è un vero gli ultimi anni della loro vita. Dopo la concor- questo mi amareggia molto. Il risveglio dell'ita- peccato. Ma le cose sono destinate a cambiare, renza del Brasile e dell'Argentina mi ha fatto lianità mi lascia amareggiato e contento». è inevitabile, l'Italia solo dopo le ultime elezio- capire che era giunto il momento della pensio- Un accostamento insolito, sono due diversissi- ni ha capito che siamo tutti italiani, anche noi ne, ma da allora la mia vita è ancora più piena. me sensazioni. all'Estero. l'intervento Ma per me resta una gioia vedere la rinascita «Ma è proprio così: sono contento per il risve- dell'Onorevole Tremaglia ha una portata stori- dell'Italianità. Significa che ho speso bene que- glio, ovviamente, ma, al tempo stesso, amareg- ca». sta mia vita». giato perché i primi a parlare spagnolo siamo Cavaliere, ci racconta adesso la sua storia? Appena finita l'intervista il cavaliere ha voluto proprio noi della comunità italiana, per abitudi- Com'è arrivato a diventare una colonna della scegliere personalmente la foto che correda ne e comodità. Ma non basta il passaporto per comunità italiana di Montevideo? quest'articolo, ne aveva migliaia nel suo com- essere italiano, la lingua à fondamentale. Segua «La mia avventura inizia a Bariloche nel 1949 puter in cui scrive i suoi articoli sinceri e questo ragionamento, lo faccio con dati alla dove assumevano operai italiani da far lavorare vibranti. Tutte foto accomunate da un amore mano. all'isola Huemul. Le racconto un aneddoto: “Tu vivo, vero e vitale per l'Italia e il Tricolore. Siamo 90.000 cittadini italiani, solo il 7% di no - mi disse Capitan Pasolli, comandante della Una piccola curiosità: il puntatore del mouse di questi è nato in Italia, diciamo neanche 6300. seconda Compagnia di costruzioni che prepara- Giovanni Costanzelli è una freccia con abbinato Tutto il resto è composto da italiani di seconda, va il reattore atomico dell'Argentina dell'allora la nostra amatissima bandiera italiana. Anche terza, quarta, perfino quinta generazione! Sono Presidente Juan Domingo Peron - nelle piccole cose si riconosce la grandezza di loro il futuro. Chi si postula come dirigente di ben vestito”. un uomo. un'istituzione italiana deve essere il primo a Il giorno dopo ritorno, poco e mal vestito, sotto Come sempre, hasta luego! conoscere la lingua e le tradizioni che la sor- una nevicata copiosa, all'isola. E mi assumono reggono. Molto possono fare in questa direzio- anche come interprete assieme ad altri italiani. ne le associazioni italiane». Quando Evita e il Presidente Peron visitarono Parliamo proprio degli italiani di Montevideo. l'isola Huemul, regalarono a tutti i collaborato- «E' passato il bel tempo in cui eravamo davvero ri italiani 3.000 pesos (il mio stipendio mensile influenti. Ci fu un periodo in cui il 70% della era appena di 300! dimissione popolazione dell'intero Paese era italiana. Basta Questa inaspettata fortuna mi diede la possibi- Legami, ed ai carichi di coeditore del andare al cimitero, è un proliferare di cognomi lità di chiedere una licenza, prendermi un aereo mensile Spazio Italia e di conduttrice italiani. Quando mi dicono che oggi solo il 40% della Forza aerea argentina, arrivare a Buenos del è di discendenza italiana obietto. Come le fanno Aires e di lì a Montevideo in Uruguay. Italia. queste statistiche? Dove decisi di stabilirmi - 56 anni fa - ma sem- Glielo dico io: prendono 100 nominativi sull'e- pre con il cuore legato all'Italia! - e dove in lenco telefonico e contano, ecco, esce fuori che seguito ho messo su famiglia. Mi presentai 40 cognomi su 100 sono chiaramente italiani. negli uffici della General Electric». vità italiana con il solito amore e con il Ma c'è un vizio di forma: dietro tanti signor E qui inizia la sua carriera uruguayana. solito entusiasmo. Lopez e Garcìa c'è una mamma italianissima. «Il passaporto italiano era la miglior referenza Questi non sono italiani a tutti gli effetti? che potevano Per questo sei troppo avere questi novelli emigranti e E gregio Direttore, l a p r e s e n t e p e r c o m m u n i c a r Vi c h e i l giorno 26 febbraio ho presentato la mia all'Associazione programma Gruppo radiofonico Spazio La mia decisione è stata motivata dal forte disaccordo con la Direttrice G e n e r a l e , D o t t . s s a L a u r a Ve r a . Continuerò a partecipare nella colletti- Distinti saluti, Arch. Adriana Bozzo 22 Venerdì 2 Marzo 2007 CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA la gente d’italia Juana, la figlia della natura di Tonino Pintacuda L uis Sepùlveda lo sa bene, solo un poeta può volare al di là delle antenne e degli aquiloni, per questo conclude la sua bellissima favola “Storia di una gabianella e del gatto che le insegnò a volare” con l'aiuto di un Poeta, un'anima buona con cuore e occhi da aviatore. Il poeta porta il gatto Zorba e la gabbianella Fortunata su un alto campanile e lì, finalmente, Fortunata apre le ali e vo- la felice. Maura Gancitano, giovanissima scrittrice del rac- È una verità universalmente riconosciuta: solo conto “Lampedusa”, selezionato da Mario De- due poetesse possono scrivere degnamente di poe- siati per l'antologia “Best Off 2007” dell'atti- sia. Così questa settimana Paola Lovisolo e Lisa vissima Minimum Fax di Roma, traccia il quadro Sammarco rendono omaggio alla poesia dell'uru- della situazione della filosofia in Sud America. guayana Juana de Iparbourou, un omaggio a tut- Soprattutto ne esiste una? te le donne del mondo in concomitanza all'ap- Come sempre, buona lettura. prossimarsi dell'8 marzo. di Paola Lovisolo e Lisa Sammarco “L LUVE... ESPERA, NO DUERMAS…”, “Piove, aspetta, non dormire...”, così inizia la prima quartina di “Noche de lluvia”, “Notte di Pioggia”, di Juana Fernandez Morales, meglio conosciuta come Juana de Iparbourou o anche come “Juana de America”, poetessa e scrittice, nata l'8 marzo del 1892 a Melo Cerro Largo, Uruguay e morta a Montevideo nel 1979. L'incipit è quasi un evocativo rimando scespiriano a quell'“Ora....” che apre il Riccardo III, celebra l'invito all'armoniosa opera poetica della de Iparbourou attraversata tutta da un'elegante vena di misticheggiante approccio rituale con la natura e il divino, contrapposta a una carnale valenza iniziatoria con tutto quanto vi sia di terreno e fisicamente umano in terra. QUESTA APPROPRIAZIONE AUTENTICA DEL “SACRO”, unita alle correnti surrealistiche del periodo, ne fecero una delle voci poetiche più apprezzate e imponenti della poesia sudamericana del secolo scorso. Salita ai favori della critica internazionale nel 1918, con la sua prima raccolta di poesie “Las lenguas de diamante”, caratterizzata da un'originale e fresca sensualità, negli anni successivi, Juana vide confermare il suo astro da un sempre più largo consenso e stima. Tra gli anni '30 e '50, dopo un periodo di silenzio, diede vita a opere di poesia e prosa tra cui ricordiamo: “Perdida” (1950), “Estampas dela Biblia”, scritte in uno stile più densamente riflessivo e maturo e ancora, “Los suenos de natacha” (1945), testo teatrale per ragazzi. ANCELLA CONSEGNATA A UNA SCRITTURA ATTENTA alle forme originarie della vita, dove le profondità intime nutrono in vento la terra e dove l'acqua piovana: “golpea con sus dedos menudos en los vidrios”, “batte, con le dita minute contro i vetri”, Juana edifica con immaginifiche e suggestive simbologie e con calcate gestualità liriche, il ricongiungimento al silenzio in un registro poetico che porta dentro di sé l'ascolto e lo chiede, anche, con forza liberando una voce tutt'altro che timida. LE METAFORE CON CUI COSTRUISCE I VERSI NON CELANO, ma ci trasportano fin dentro il cuore del territoriodonna in cui la natura e la sua esuberante bellezza ne esaltano la complessità del mistero. Le piante, i fiumi, i campi, i fiori diventano prolungamento fisico del corpo e dell'anima femminile: “que es esto? Prodigio! Mis manos florecen./ Rosas, rosas, rosas a mis dedos crecen…”, “che succede? Miracolo! Le mie mani fioriscono. Rose, rose, rose crescono sulle mie dita…”. LA FRESCA GIOCOSITÀ DELLA SUA POESIA sale gorgogliante alla lettura ma spinge ad andare oltre la trasparenza allegorica fino a poterne toccare la profondità, ed è lì che Juana si offre nella sua nudità, e in questo suo desiderio sprigionato di femminilità e sensualità non prova né suggerisce vergogna, come nella lirica “Te doy mi alma”. Non ci traggano in inganno l'arioso respiro delle immagini delle sua lirica, i profumi che diffonde nelle righe, la leggerezza con cui si dichiara, bensì entriamo nella forza con cui sfida le convenzioni. Lasciamoci conquistare dalla sua sottile ironia, seguiamola quando con coraggio difende il suo diritto ad essere donna fino in fondo anche se questo dovesse significare toccare l'oscurità e la pazzia che ogni sentimento nasconde. Per concludere, abbiamo creduto non vi fosse modo migliore per aprire questo spazio alla poesia e - in quanto donne - onorare la data dell'8 marzo così prossima, che quello di rendere omaggio alla donna e alla poetessa che fu “Juana de America” ieri e che è, oggi, per chi nei versi ancora l'ascolta. Te doy mi alma Te doy mi alma desnuda, como estatua a la cual ningún cendal escuda. Desnuda como el puro impudor de un fruto, de una estrella o una flor; de todas esas cosas que tienen la infinita serenidad de Eva antes de ser maldita. De todas esas cosas, frutos, astros y rosas. Que no sienten vergüenza del sexo sin celajes y a quienes nadie osara fabricarles ropajes. ¡Sin velos, como el cuerpo de una diosa serena que tuviera una intensa blancura de azucena! ¡Desnuda, y toda abierta de par en par por el ansia de amar! Ti do la mia anima nuda «Ti do la mia anima» Traduzione di Lisa Sammarco Ti do la mia anima nuda, come una statua che nessun zendado ripara. Nuda come la casta impudenza Di un frutto, di una stella o di un fiore; di tutte queste cose che hanno l'infinita serenità di Eva prima d'essere dannata. Di tutte queste cose Frutti, astri e rose. Che non hanno vergogna del sesso senza presagi e a cui nessuno oserà cucire vestiti. Senza veli! Come il corpo di una dea serena Che avrà un intenso candore di giglio. Nuda! Completamente libera per l'ansia di amarti Venerdì 2 Marzo 2007 23 la gente d’italia Existe una filosofia de Nuestra America! di Maura Gancitano N el stema giuridico, portato avanti con stru- Novecento si è stati portati a menti logici più raffinati rispetto a quel- pensare che i popoli meridionali fos- li usati tradizionalmente e considerato un sero capaci di fare buona letteratura, testo imprescindibile per quest'area di ri- di raccontare storie epiche, ma non di cerca. fare filosofia. Persino un grande pen- «EXISTE UNA FILOSOFIA DE NUESTRA satore come Henry Bergson sosteneva AMERICA!» che la Spagna non avesse una sua filo- Eppure, ancora oggi, alla filosofia lati- sofia, ma solo raccolte di proverbi. noamericana non viene dato il giusto pe- Eppure, fino a prova contraria, la fi- so all'interno del dibattito internaziona- losofia è nata nel Mediterraneo, e al- le. lora non si faceva di certo all'interno Nonostante esistano molti testi critici che di polverose biblioteche. Questa con- riflettono sulla peculiarità di una filoso- vinzione, però, è stata difficile da ab- fia in America Latina (Existe una filoso- battere, tanto che nel secolo scorso c'è fia de Nuestra America? di Salazar stata un'egemonia culturale da parte B o n d y, p e r c i t a r n e s o l o u n o ) e i n t u t t o i l dei filosofi delle nazioni più potenti, continente se ne discuta in congressi e i quali, dividendosi in analitici (in- seminari, sembra che le altre tradizioni glesi e americani) e continentali (fran- filosofiche continuino a ignorare l'im- cesi e tedeschi), hanno reso sterile il portante contributo che i paesi del Suda- dibattito e non hanno dato spazio a merica potrebbero dare. correnti di pensiero differenti. I latinoamericani sono ammessi all'inter- UNA “FILOSOFIA DELLA LIBERA- no del dibattito filosofico esclusivamen- ZIONE” te se ne rispettano le regole e accettano di Questa sottovalutazione è stata ancora limitarsi alla critica. più forte nei confronti dei filosofi latinoa- si, in America Latina la filosofia è oggi mericani. Comunemente si pensa che questi un'attività stabile, che cerca di rispecchia- Questi pensatori, però, stanno cercando una pensatori, in genere di formazione cattoli- re i bisogni della comunità e di penetrare propria autonomia, un metodo, un linguag- ca, abbiano dato contributi validi solo in nella sua vita. gio, delle tematiche che rispecchino la loro teologia. In realtà le cose stanno diversa- LA SCUOLA DI BUENOS AIRES cultura, la loro storia, e che possano crea- mente. Anche quando si è limitata a importare il re una discussione concreta all'interno del- La filosofia latinoamericana non può che dibattito presente nei paesi anglosassoni, la propria comunità. I filosofi latinoameri- essere prima di tutto una filosofia "sociale" però, la filosofia latinoamericana ha sapu- cani non vogliono importare dai paesi stra- e "politica": una "filosofia della liberazio- to dare una grande prova di originalità. Em- nieri delle correnti di pensiero, ma voglio- ne". blematica in questo senso è l'esperienza del- no dare alla propria filosofia la possibilità Già nel 1838, Juan Bautista Alberdi aveva la Scuola di Buenos Aires, nata verso la fi- di essere compresa anche negli altri paesi. scritto che "la nostra filosofia deve nasce- ne degli anni Cinquanta e paragonabile sot- Adesso che la separazione tra analitici e re dalle nostre necessità". Ciò che i filoso- to molti punti di vista a quella italiana, che continentali pare quasi superata, sembra ve- fi in America Latina hanno sempre cercato, vide come principale esponente Norberto nuto il momento di darle la giusta impor- infatti, è stata una loro identità, il tentati- Bobbio. Filosofi di varia provenienza, ap- tanza. Alla domanda: “Existe una filosofia vo di comprendere il proprio mondo e il pro- partenenti a una particolare versione della de Nuestra America?”, quindi, non si può prio paese attraverso la riflessione filoso- fenomenologia (corrente filosofica creata che rispondere di si. fica. Nel far questo, hanno dovuto riscopri- da Edmund Husserl tra la fine dell'800 e l'i- Per comunicare con le redattrici degli arti- re la storia stessa dell'America Latina, par- nizio del '900), adottarono il metodo anali- coli di questa settimana potete scrivere al- tendo dai popoli precolombiani, passando tico applicato al diritto. Alchourrón e Buly- l'indirizzo [email protected] per il periodo coloniale fino ad arrivare al- gin, in particolare, vengono ricordati per o, in alternativa, all'indirizzo info@bomba- la storia contemporanea. Sistemi normativi (1971), un lavoro che sicilia.it Diversamente da quanto accade in altri pae- rappresenta una svolta nella teoria del si- la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO Lunedì 5 Marzo 2007 8 IL PRESIDENTE TABARÉ VÁZQUEZ IN PLAZA INDIPENDENCIA Due ore e cinquantacinque minuti per ribadire la legittima aspirazione alla felicità dell'Uruguay di Tonino Pintacuda LA SAGGEZZA DEI MODI DI DIRE Sfogliando il “Dizionario moderno” del 1905 scopriamo che secondo Alfredo Panzini la frase “Piove, governo ladro” nacque come didascalia di una vignetta nell'anno dell'Unità d'Italia. Era il 1861 e i mazziniani avevano preparato nei minimi particolari una dimostrazione a Torino; ma il giorno fissato una maligna pioggia mandò all'aria il progetto. La rivista satirica il “Pasquino” pubblicò con impeccabile puntualità una vignetta di Casimiro Teja che raffigurava tre mazziniani che cercavano riparo dalla pioggia e sotto mise la didascalia che sarebbe diventata proverbiale: “Governo ladro, piove!”. Intuizione geniale che poi divenne il motto della stessa rivista. Oggi l'espressione “Piove, governo ladro!” è diventata di uso comune, buona a parodiare qualsiasi slogan contro il potere costituito, colpevole a priori per tutti i mali possibili e quindi, per assurdo, anche di far piovere. LA PIOGGIA POSTICIPATRICE Vi chiederete giustamente il motivo di questa parentesi eziologica: il primo marzo il Presidente della Repubblica Tabaré Vázquez doveva tenere la storica “informe a la ciudadanía sobre la gestión del Gobierno” all'ombra della statua d'Artigas realizzata dall'italianissimo scultore Zanelli. Ma la pioggia maligna ha colpito anche il Governo uruguayano. Ed per le condizioni atmosferiche inclementi è stato posticipato tutto all'indomani, il 2 marzo, un venerdì di Quaresima. UN TRIPUDIO DI BANDIERE Per due ore e cinquantacinque minuti in un tripudio di bandiere del Frente Amplio e dell'Uruguay hanno colorato la Plaza Indipendencia. Tenute per ovvi motivi di sicu- rezza dietro alte transenne gialle che abbracciavano il perimetro della piazza. Le stime, ballerine anche qui, indicano tra 50000 e 60000 persone. Un terzo della popolazione ha ascoltato attentamente il lunghissimo discorso del suo Presidente. OPERAZIONE TRASPARENZA Un evento storico, dai tempi bui della dittatura militare nessuno era sceso in piazza a rendere edotta la popolazione sul suo operato, un'encomiabile operazione di trasparenza, resasi necessaria anche per l'imminente arrivo del Presidente George W. Bush. Il Governo Uruguayano doveva fugare ogni dubbio sul suo operato dopo gli scandali dell'ultimo mese: il caso del Senador Leonardo Nicolini, dichiaratosi povero per beneficiare di una necessaria operazione e poi lo scandalo della gestione poco trasparente dei Casinò della città. UN GOVERNO DI SINISTRA La gente doveva sapere, era un obbligo morale e con solennità il presidente Tabaré Vázquez è sceso in piazza con un discorso limpido, lunghissimo e trapunto di dati. Nessun argomento è stato tralasciato, dal costo della vita all'inflazione, dal prezzo del petrolio al tasso di disoccupazione, dalla cultura al prezzo della carne, dalle scelte atte a valorizzare il Turismo e lo Sport all'Innovazione tecnologica. Ministero per ministero, rigide scalette di dati per dimostrare contro ogni critica che questo continua ad essere un governo di sinistra e non un governo sinistrato: “ Falta mucho, pero vamos bien”. COMPATRIOTAS TODOS L'esordio, dopo l'inno nazionale, è solenne, con quel “Compatriotas todos” l'istantanea esigenza di puntualizzare che il discorso non era un atto di propaganda politica, tanto meno una collezione di pubbliche scuse. Chi lo pensa “se equivoca”. Il discorso è stato un atto per far conoscere alla popolazione “quello che il Governo ha realizzato, quello che sta realizzando e quello che si propone di realizzare nel 2007”. IL SOGNO DI TUTTI La conclusione coincide con la legittima aspirazione alla felicità per tutto l'Uruguay per realizzare i sogni di tutti i suoi figli, uniti si può. Speriamo di sbagliarci ma, se abbiamo sentito bene, durante le due ore e cinquantacinque minuti non è stato fatto neppure un minimo accenno al futuro della lingua italiana in Uruguay. Come sempre, forse un po' più amareggiati, hasta luego! 6 Martedì 6 Marzo 2007 DIARIO URUGUAYANO la gente d’italia SPECIALE GENIO E ARTE ITALIANA PER FAR GRANDE MONTEVIDEO Un parco d'arte italiana alle spalle del Rio de la Plata di Tonino Pintacuda Continua il nostro viaggio alla scoperta dei gioielli italiani di Montevideo, grazie anche a una guida eccezionale come Cristina Beltrami. L'autrice dell'articolo di oggi ha dedicato la sua ricerca di dottorato alla “Statuaria italiana tra la metà dell'Ottocento e il primo ventennio del Novecento a Montevideo”. Anticipiamo che, entro la fine dell'anno, proprio questa ricerca uscirà sotto forma di catalogo.Immergiamoci nel Cimitero del Buceo, espressione altissima dell'arte italiana. di Cristina Beltrami Q uando l ocal e, affasci nat a i n real t à pi ù n e l 1 8 7 3 s i s ca t en ò u n a terribile epidemia di dal l e i mprese del commi t t ent e che colera, dal val ore effet t i vo del l a l ongi l i- M o n t e v i d e o n o n p o t ev a i m m a g i n ar e nea fi gura scol pi t a da Gi ovanni c h e q u e s t a s c i a g u r a s i s ar e b b e p r o- Scanzi . Il t ema del l a sogl i a come tratta per cinque anni, mietendo confi ne t ra l a vi t a e l a mort e, che n u me ro s e v i t t i m e e r en d e n d o c o s ì necessaria la costruzione di h a a m p i a d i ff u s i o n e i n I t a l i a e un anche al l a Recol et a, t rova i nvece n u o v o c i m i t e r o . L a z o n a i n d i ca t a f u rarissimi esempi a Montevideo. quella alle spalle del porto del Come pure l a t i pol ogi a del sepol- B u c e o - l i e v e m e n t e d ec e n t r at a - p e r- cro i n bronzo e grani t o compare al c h é l a c r e s c i t a d e l l a n ec r o p o l i n o n Buceo sol o nel 1899 e per opera f o s s e v i n c o l a t a d a l i m i t i u r b a n i s t i ci di Felix Morelli. Memore dei come invece era accaduto per il monument i real i zzat i dal l o st esso C e n t r a l , i l c i m i t e r o p i ù an t i c o d e l l a Morel l i per i l ci mi t ero Cent ral , l a c a p i t a l e. fami gl i a Imenarri et a affi da i nfat t i L a s c u l t u r a i t a l i a n a f a i l s u o es o r d i o i l propri o sepol cro al l o scul t ore a l c i mi t e r o d e l Bu c e o n e l 1 8 8 5 co n italiano che lo risolve secondo l a fi g u r a d e l p e s c a t o r e d el l a t o m b a quel l a che sarà una not a carat t eri- d i Pe d r o C . B a l l e f i n : u n ' o p e r a ch e è st i ca di Morel l i : un al t o pi l ast ro a me t à t r a u n v a g o r ea l i s m o s o ci al i- quadrangolare, st a - a l l a M i n a t o r e d i E n r i c o B u t t i - poggi o i deal e di un grande ange- d a o p e re t t a , d i l a g a n t e i n q u eg l i s t e s- l o. Di l ì a poco i nfat t i egl i avreb- si a n n i a l c i m i t e r o d i S t a g l i e n o . N o n be ot t enut o anche l 'i ncari co per l a tardano però a sopraggiungere le con una iconografia t omba Medei ros con l a cost ant e più del l a presenza di angel i dal l 'am- d i c h i a r a t a m e n t e b o rg h es e , p r i m a f r a tutte quella di Juan bigua sensualità. Il legame tra Battista amore e mort e ha i nt ri so l 'i cono- Staricco, riproposta in seguito da grafi a e l a poet i ca i t al i ana d'i ni- D o m e n i c o C a r l i s i a n el c i m i t e r o d i zi o secol o e Morel l i non fa ecce- G e n o v a c h e i n q u e l l o d i Va r a z z e . z i o n e . Tr a i l 1 9 0 6 e i l 1 9 0 9 Benché in auge in Italia da almeno Gi ovanni Azzari ni , abi l e scul t ore- u n d e c e n n i o , l e s c e n et t e d i b am b i n e ben vestite come gli episodi di c a r i t à c r i s t i a n a o i l r i f er i m e n t o p u n t u al e a d ett a g l i d i v i t a b o rg h e s e s e g u i t a n o a s o d d i s f ar e le r i c h i e s t e d e l l a b o rg h e s i a i t a l i a n a , c o m e d i q u e l l a m o n t e v i d e a n a. Tr a i t a n t i s c u l t o r i r agg ru p p a b i l i i n q u e s t o f i l o n e m er i t a d i es s e r e n o mi n a t o A l e s s a n d r o B i g g i c h e a M o n t e v i d eo o p e r a s o l o p e r i l B u c e o . L a t o m b a F ac i o i n f att i è c a p a c e d i c o n i u g a r e l e a s p e t t a t i v e d e lla c o m mi t t e n z a b o rg h e s e , c h e a m a r i co n o s c e r s i a p i e n o n e l l e i m m a g i n i s c o l p i t e, e a l co n t em po d i t e s t i m o n i a r e l a s o l i d a f o r m az i o n e a c c a d e m i- dai ri t rat t i dei defunt i , di vi ene l 'ap- e u n c e r t o c o m p i a c i m en t o r o m a n t i c o tombe sormontato i mprendi t ore e deus ex machi na di c a d i B ig g i. L ' ic o n o g r a f ia d e lla d o n n a se d u ta buona parte della monumentalizzazione del in p o ltr o n a , in tu tte le su e v a r ia n ti, h a in f a tt i Cent ral , col l oca due grandi angel i di sapore a m p ia d iff u sio n e n e i c im ite r i d e lla Pe n iso la a mont everdi ano: uno per l a t omba Rossel l o e p a r tir e a lm e n o d a g li a n n i se tta n ta . uno per l a t omba Coromi nas. Propone poi un cert o aggi ornament o ri spet t o a St agl i eno con I l B u c e o v e d e il p r o p r io a lle stim e n to in a n n i in l 'i mponent e t omba di Demet ri o Del Cerro, per c u i la c u r io sità a tto r n o a i g r u p p i sc u lto r e i p r o- negare i n segui t o qual si asi t i po di svecchi a- v e n ie n ti d a ll' I ta lia si v a a ff ie v o le n d o : lo d im o- ment o l i ngui st i co con i monument i successi vi . str a la sc a r sa b ib lio g r a f ia r if e r ita a lla n e c r o p o- A part i re dal pri mo decenni o del Novecent o i l li e a i sin g o li m o n u m e n ti. Un a e c c e z io n e in Buceo offre l 'occasi one per ammi rare al cuni q u e sto se n so è la to m b a Pir ia c h e a lm e n o v a n ta picchi di plastica italiana, quali le tombe un'esigua attenzione da parte della stampa Martedì 6 Marzo 2007 7 la gente d’italia bistolfiane e il nudo scolpito da l i . Il monument o a Juan Podest a D eme t ri o P a e r n i o p e r l a t o m b a D e che data 1927 esplicita que- A l l e n d e . I d u e m a r m i ch e l o s cu l t o r e st 'ul t i mo concet t o: esso è anco- di a ra legato all'iconografia otto- Mo n t e v i d e o s o n o e n t r a m b i s u c o m- cent esca del l 'ani ma consol at ri- m i s s i o n e p r i v a t a e i n I t al i a è n o t a d a ce ed è st i l i st i cament e vi ci no ai s e m p re l a l o r o s o r t e . N e l 1 9 0 5 i n f a t t i bi st ol fi smi dei pri mi anni del l' Ol o c a u s t o p e r l a t o m b a C r o v e t t o è secolo. I documenti portano e s p o s t o a l l a Bi e n n a l e d i Ve n e z i a co n però l a fi rma di Ant oni o Bi ggi - la - erede di Al essandro - a di mo- Crovetto, st razi one di come l e bot t eghe Mo n t e v i d e o , 1 9 0 3 " ) c h e n e d i c h i ar a i t al i ane cont i nuassero, di padre gi à l a d es t i n a z i o n e . i n fi gl i o, a segui re l e danarose Casale Monferrato didascalia Monumento invia ("L'olocausto funerario rot t e d'ol t reoceano. N o v e a n n i p i ù t a r d i è i n au g u r a t o i l Vi s o n o a n c h e c a s i c o n t r a r i , m o n u m e n t o a d A n g e l G i o r el l o , d o v e i ovvero di scul t ori che t rovano r i ma n d i l i b e r t y e s i m b o l i s t i s i s o n o l a propri a font e di guadagno nei s t e m p e ra t i p e r l a s c i a r e s p az i o a d u n a ci rcui t i del l e grandi esposi zi oni s i l e n z i o s a p r o c e s s i o n e d i n u d i m i ch e- internazionali, langioleschi. Figura di spicco del Aml et o Cat al di che, nel 1923, B u c e o è p e r ò s e n z a d u b b i o i l c r e m o- partecipa ne s e A ri s t i d e B a s s i . A l u i i n f at t i s i Ufficiale deve la tomba Ameglio che nelle Buenos Aires incontrando s o l u z i o n i i c o n o g r a f i ch e t i en e p r es e n- immediatamente l'acquirente te i l v i c i n o m o n u m en t o C r o v et t o d i per due del l e t re opere espost e. Bistolfi; monumento In quest a st essa occasi one egl i Saint Bois forse tra i più noti della ent ra i n cont at t o col facol t oso necropoli. Quest'ultimo mostra una Lui gi Podest a che acqui st a un scena allegorica in cui il virtuosismo marmo per l a propri a t omba al di B a s s i s i m a n i f e s t a a t t r a v e r s o l a Buceo. r e s a d e g l i s f o r z i f i s i c i e l ' a v v i l u p p a r- È i nt eressant e, al fi ne di una s i d e i c o r p i . U n a s o l u z i o n e s t i l i s t i ca analisi di q u e s t o t i p o è n a t u r al m e n t e i n i m- model l i i t al i ani i n suol o uru- seguito dal e tra questi all'Esposizione d'Arte della Italiana diffusione a di guaiano, segnalare una copia maginabile senza tener conto del coinvolgimento di Bassi nel cantiere del g u a ia n i. del Minatore di Butti 'seduto' sulla tomba P a l a z z o L e g i s l a t i v o d o v e h a p o t u t o a m m i r ar e i L ' in te n so c o m m e r c io d i m a r m i d a lle a r e e d e l Raffo: el hombre venci do por el Trabaj o può bo z z e t t i d i G i a n n i n o C as t i g l i o n i . c e n tr o e n o r d d ' I ta lia n o n c e ssa c o m u n q u e p e r evi dent ement e eserci t are i l suo fasci no ancora S i c o l l o c a i n v e c e n e g l i a n n i t r en t a l a s ce n a tu tto il p r im o tr e n te n n io d e l No v e c e n to ; lo nel 1925. br o n z e a d e l Cr i s t o n e l l ' O r t o d ei G et s èm an i dimostrano imponenti monumenti come la Se i l Cent ral è i l monument o al l 'ant i ca ol i gar- de l l a t o m b a Ro d r i g u ez i n cu i B a s s i s i f i r m a to m b a Pe r r a to n e e la to m b a De lf in o . E n tr a m b e chi a uruguai ana, i l Buceo, con i suoi ampi c o me " c o n s t r u c t o r d e m o n u m e n t o s f u n eb r e s ", p r o p o n g o n o u n ta r d o sa p o r e lib e r ty e p r o v e n- spazi di i numazi one, ri specchi a l 'al l argament o c o n fe r m a n d o u n a s p e c i al i z z a z i o n e c h e p r o b a- g o n o d a ll' a r e a to sc a n a c h e è in e v ita b ilm e n te demografi co del l a capi t al e e l 'affermarsi di bi l me n t e c o n d i v i d e v a co n t a n t i l a b o r a t o r i u r u- a n c h e in c o n ta tto c o n le c a v e c a r r a r e si a lo r o una general e "borghesi zzazi one" del l a sepol- v o lta in p o s- t ura. Sal vo al cune eccezi oni , l e t ombe si ri sol- se sso d i o tti- vono i n ri produzi oni meccani che di angel i , m i c a n a li c o l angi ol et t i e cri st i , mol t i proveni ent i da una Su d a m e r ic a . serie di laboratori locali, che sono ora in Si tr a tta p e r ò grado di far front e al l a ri chi est a del mercat o. di modelli Il monument o i t al i ano ri mane uno st at us sym- stereotipati e bol a cui però col t empo vi ene ri vol t a meno anche piutto- at t enzi one: dagl i anni vent i i nfat t i l e t ombe sto frusti se sembrano apprezzat e pi ù per l a l oro monu- paragonati ment al i t à - i n concomi t anza con una espl osi o- alle imprese ne decò del l 'archi t et t ura ci t t adi na - che per l a decorative l oro proveni enza. Il fat t o che anche i l Pal azzo delle opere Legislativo venga realizzato con materiali architettoni- l ocal i probabi l ment e frena l a corrent e d'i m- che port azi one di cost osi marmi i t al i ani . o delle esposizioni internaziona- 6 DIARIO URUGUAYANO di Tonino Pintacuda LuigiAndreoni e l'Ospedale Italiano di Montevideo Mercoledì 7 Marzo 2007 la gente d’italia U N A R C H I T E T T O I N G E G N E R E I TA L I A N O I N U R U G U AY: Montevideo s'è svegliata presto, la città si prepara ad accogliere il Presidente degli Stati Uniti d'America George W. Bush.Da questa visita il piccolo grande Uruguay s'attende giustamente grandi cose, qualche certezza in più nel cammino verso la realizzazione della sua felicità, come ha rimarcato il Presidente Vasquez nel suo dettagliattissimo discorso in Plaza Indipendencia. E, mentre la città si veste a festa, sorvegliata a vista con assoluta discrezione, noi continuiamo il nostro viaggio alla scoperta dei gioielli dell'arte italiana.Perché è innegabile: Montevideo tracima di italianissimi gioielli architettonici.Anche oggi abbiamo l'onore d'ospitare una studiosa di tutto rilievo: Ilaria Busetto che ha dedicato anni d'appassionato studio alla storia di Luigi Andreoni e dell'Ospedale italiano. Ecco la prima delle tre puntate: dal concorso per l'assegnazione del progetto dell'Ospedale Italiano al viaggio in Italia di Andreoni di Ilaria Busetto O spedale Italiano "Umberto I". le, realmente rispondente alla sua Bulevar Artigas 1832, tra Avenida funzione sanitaria. Nel 1872 si Italia e Calle Canning (Ciudad fece per la prima volta strada l'i- Novísima). dea di vendere l'edificio, ormai Progetto originario del 1884; inau- ritenuto inutile e non ancora ter- gurato nel 1890. minato, per costruirne un secondo Dichiarato Monumento Storico nel 1975 (Resolución 1280/975). Sede dell'Ospedale “Umberto I”. in un luogo ritenuto più idoneo. Si dovettero aspettare però alcuni Italiano anni prima di trovare il terreno più adatto alla costruzione del *** nuovo ospedale: finalmente, nel FIN DAL 1884, anno in cui stava 1876, la collettività italiana rice- lavorando ai progetti del Teatro Solís vette da parte di un privato l'of- e di Casa Buxareo, l'instancabile ferta di un terreno di 21.820 metri Andreoni aveva in mente un grandioso quadrati di superficie a Tres progetto per l'Ospedale Italiano di Montevideo. La lunga e tormentata storia dell'Ospedale Italiano di Montevideo non inizia però nel 1884: l'idea di costruire un ospedale nacque già alla metà dell'Ottocento e fu conse- guenza di una reale necessità sentita della colletti- vità italiana, dato che l'unico sanatorio funzionante a Montevideo all'epoca era l'Hospital de Caridad, scarso di mezzi ed ovviamente insufficiente a soddisfare le esigenze della sempre più numerosa popolazione montevideana. La costruzione del primo ospedale italiano sembrò concretarsi ufficialmente nel 1853, dopo che Giovan Battista Capurro, ricco italiano immigrato in Uruguay e padre del più noto ingegnere Alberto, donò all'allora Re di Sardegna, Vittorio Emanuele II, un terreno di sua proprietà nella Ciudad Nueva, tra le Calles Soriano e Paraguay, perché vi fosse costruito l'ospedale della collettività italiana. Tale simbolica donazione, intrisa di sentimento patriotti- co, fece della realizzazione dell'Ospedale Italiano quasi un dovere etico e morale della collettività ita- liana residente a Montevideo nei confronti sia della patria lontana sia del suo Re, che continuava a con- siderare la figura simbolo della propria identità costruzione di un nuovo ospeda- Cruces, una zona che, trovandosi al di fuori dei limiti della Città Nuova, era all'epoca praticamente nazionale. disabitata ma che, dalla fine del XIX secolo, diven- a Montevideo fu subito accolta con grande entusia- espansione urbana di Montevideo. Restava il proble- La notizia della costruzione di un ospedale italiano smo patriottico non solo dall'orgoglioso Re, che ne fu il principale sostenitore finanziario e che ne seguì gli sviluppi attraverso i suoi rappresentanti diploma- tici in Uruguay, ma anche dagli Italiani residenti a Montevideo e in altri Paesi sudamericani che inviarono i loro contributi monetari. LA COSTRUZIONE, INIZIATA NEL 1854, SI PROTRASSE FINO AL 1872, senza per altro vede- re terminato l'edificio, alternando periodi di alacre lavoro a interruzioni dovute a mancanza di fondi e alle sanguinose guerre civili che paralizzavano lo svolgersi delle attività a Montevideo. Nonostante i lavori continuassero, anche se piuttosto stancamen- te, iniziarono ad emergere i limiti del progetto e dell'ubicazione del futuro ospedale: soprattutto le scar- se condizioni igieniche e la carenza di spazi, dovuti alla posizione dell'edificio in una zona troppo cen- trale della città, convinsero la ormai disillusa colonia italiana che fosse il caso di intraprendere la terà il centro della Città Nuovissima, ulteriore ma di vendere il primitivo ospedale per far fronte alla nuova spesa: nel 1882 la loggia massonica del Gran Oriente del Uruguay comprò l'edificio rendendo finalmente possibile, il 19 gennaio del 1883, l'ac- quisto del terreno di Tres Cruces ad un prezzo di 465 millesimi di pesos alla vara quadrata. In realtà, dopo una più accurata misurazione, il terreno acquistato risultò maggiore. Lo Stato uruguayano, pro- prietario dei lotti eccedenti, decise allora di farne dono alla collettività italiana come apporto alla fina- lità sociale dell'opera: alla fine, dunque, il terreno edificabile risultò di 22472 metri quadrati. Il 4 otto- bre 1883 la Commissione Edilizia dell'Ospedale dichiarò in pubblica scrittura di cedere il possesso dell'intero terreno a Sua Maestà il Re d'Italia, che ne divenne unico simbolico proprietario. IL 12 OTTOBRE 1883 fu ufficialmente redatto il nuovo Statuto fondamentale della Pia Opera denominata Ospedale Italiano in Montevideo: "Il fine Mercoledì 7 Marzo 2007 7 la gente d’italia della Comunità è aprire nel terreno volutamente - a parer nostro - mento di beneficenza destinato polemiche poco piacevoli. laconica, si trascinerà dietro delle di S.M. il Re d'Italia uno stabiliall'asilo e all'assistenza degli italia- LA VITTORIA DI ANDREONI e di altre nazionalità, dietro i rego- Commissione, della quale conti- ni, così come dei cittadini orientali Il primo maggio del 1884 la lamenti che si dettino. Il patrimo- nuava a far parte l'ingegnere nio è formato dal terreno, l'edifi- Monzani, dopo aver esaminato i cio, le somme donate dai primi progetti di Andreoni, decise di contribuenti, quelle risparmiate assegnargli il primo premio: dalla Commissione Edilizia, le "Dopo un minuzioso esame i contribuzioni volontarie dei privati signori ingegneri e medici furono e da qualsiasi specie di proventi". unanimi in lodare il progetto Fonte preziosissima cui faremo suindicato, pe' suoi meriti e van- continuo riferimento nella ricostru- taggi, per le buone distribuzioni zione della storia del secondo delle località, per la sua buona Ospedale Italiano è la Notizia storica dell'Ospedale Italiano pubbli- cata dalla sua Commissione Edilizia a cura di Francisco Berra, rappresentante legale della Commissione, che raccolse in un volume, pubblica- to a Montevideo nel 1897, tutti i verbali delle assemblee relativi alla lunga e tormentata storia della realizzazione dell'edificio. Nel mese di ottobre del 1883 la Commissione Edilizia dell'Ospedale, di cui era Presidente, per statuto, il Console d'Italia in rappresentanza del Re, indisse un concorso pubblico per la costruzione dell'opera: i progetti, che avrebbero dovuto essere pre- sentati entro il 30 dicembre del 1883, erano vinco- lati dalla realizzazione di venti infermerie per duecento malati e, per ovvie ragioni economiche, dove- vano prevedere la costruzione dell'edificio in parti successive. Condizioni imprescindibili nella proget- tazione delle infermerie erano la loro corretta esposizione al sole e la separazione di esse attraverso giardini interni. Si stabilì inoltre che al vincitore del primo premio fossero consegnati quattrocento pesos, duecento al secondo e cento al terzo. Fu proprio a partire dal concorso pubblico che scoppiò quello che chiameremo il "caso dell'Ospedale Italiano" che vide protagonisti la Commissione Edilizia ed il nostro Andreoni, ma che coinvolse tutta la collettività italiana protraendosi, in un cre- scendo di polemiche, fino all'inaugurazione del grandioso edificio. I TRE PROGETTI Il 30 dicembre 1883 furono presentati alla Commissione Edilizia dell'Ospedale tre progetti; altri tre ne furono presentati il giorno seguente, "Più quello di Andreoni, che non poté consegnarlo il giorno anteriore perché, essendo festivo, trovò chiusa la Segreteria di mattina e di sera, non trovò in casa il Primo vicepresidente, e dovette depositarlo presso il Consolato d'Italia. Si discusse calorosamente nei giorni 31 dicembre e 4 gennaio 1884 se questi piani verrebbero ammessi, in virtù del fatto che il Signor Console certificava circa l'ingegnere Andreoni". Grazie al consenso dei partecipanti al concorso che avevano presentato i progetti entro la data ultima del 30 dicembre, tutti i progetti vennero comunque accettati e fu, quindi, nominata una Commissione Scientifica composta da sei medici e tre ingegneri - tra i quali Achille Monzani, amico e, come vedremo, futuro socio di Andreoni - per giudicare i lavori e scegliere il vincitore. Andreoni però, inspiegabilmente, aveva nel frat- tempo deciso di ritirarsi dal concorso "per delica- tezza" - termine piuttosto ambiguo, che non spiega la reale motivazione di tale scelta - e "fu costretto" - anche qui oscuramente - a ricusare la nomina di membro della Commissione Scientifica che a quel punto, non essendo più in concorso, la Commissione Edilizia dell'Ospedale gli aveva proposto. SEI PROGETTI E SEI PSEUDONIMI Alla fine, dunque, i progetti in gara al concorso risultarono sei, tutti presentati con pseudonimi: il 6 marzo 1884, dopo giorni di discussioni, la Commissione Scientifica concluse che nessuno dei progetti era abbastanza soddisfacente da vincere il primo pre- mio. Decise, quindi, di attribuire soltanto il secondo premio, vinto dal costruttore Matteo Astengo y Díez, che guadagnò i duecento pesos previsti. "Lo stesso giorno in cui si prendeva questa risoluzione si ricordò che l'ingegner Andreoni aveva preparato dei piani per il concorso, e si disse che l'ingegnere signor Alberto Capurro ne aveva intrapresi altri da parte sua. In vista di questo l'avvocato Corte, reg- gente il Consolato, propose s'invitassero detti signori a concorrere; e, approvata l'idea, si stabilì premiare con quattrocento pesos il progetto che ottenesse l'accettazione". Capurro non poté accetta- re l'invito della Commissione a presentare il suo progetto per il giorno convenuto, quindi l'unico pro- getto da prendere in esame rimase quello di Andreoni. Certo, appare alquanto arbitraria la decisione della Commissione di aggiudicare a priori il primo premio a dei progetti che non solo non erano in concorso, ma che neppure aveva avuto modo di visionare. Vedremo che, effettivamente, tale deci- sione, sulla quale il Berra si sofferma in maniera architettura, il buon gusto della decorazione e l'armonia, la mae- stà e la severa eleganza dell'insieme, stimando molto accettabile il progetto sotto questo rapporto. Relativamente alla parte igienica, quantunque lo creda ugualmente accettabile e degno di elogi in quasi tutte le sue parti, ha osservato un inconveniente assai rilevante, quale si è l'insufficiente esposizione al sole di alcune delle sue infermerie. Ciò proviene dall'orientazione, forma ed estensione del terreno, poco sufficiente per il numero di infermerie che si desiderano costrurre, obbligando l'Autore del progetto a destinare poco spazio pei giardini. Ciò non ostante, la Commissione scientifi- ca giudica che il buon criterio della Commissione edilizia potrà rimediare in gran parte questo difetto sopprimendo alcune delle infermerie centrali, e vi rimedierà del tutto acquistando maggiore area di terreno per ingrandire i giardini.". Inoltre, aggiunge Berra, "quantunque il valore scientifico d'un lavoro è giudicato indipendentemente dalle qualità personali dell'Autore, dalle persone competenti non pote- vano difettare di valore morale per la Commissione edilizia la circostanza del concetto che già godeva l'ingegnere Andreoni quale uomo di competenza tecnica e di carattere onesto, e quella d'aver egli ricevuto nel 1875 il suo diploma d'ingegnere nella Regia Scuola d'applicazione di Napoli, dopo essere stato classificato il primo per ordine di merito fra cinquanta laureandi". IL PROGETTO ORIGINALE Il progetto origina- le dell'Ospedale Italiano, che poi Andreoni sarà costretto a modificare e a ridimensionare per motivi economici, era davvero grandioso: l'edificio, percorso in tutto il suo perimetro da un corridoio ester- no cadenzato da arcate, avrebbe dovuto avere una monumentale facciata di 270 metri, interrotta nel mezzo da un grandioso portale di accesso, quasi una sorta di arco trionfale - mai realizzato, come vedremo - che, attraverso una galleria coperta da una volta a botte, conduceva ad un giardino interno. Ognuna delle venti infermerie previste, costruite a padiglioni isolati, secondo la tendenza delle più moderne regole igienico-sanitarie, sarebbe stata Mercoledì 7 Marzo 2007 8 la gente d’italia affiancata da un giardino rigoglioso di carico chiedendo un compenso del due e ottenere una corretta aerazione ed una Commissione accettò la proposta dell'inge- mezzo per cento: il 9 giugno 1884 la vegetazione, ambiente fondamentale per gnere sia perché, in quanto autore del pro- sufficiente illuminazione interna, non- getto, era sicuramente la persona più adat- ché motivo di sollievo estetico nella ta per dirigere l'opera, sia perché consi- "casa delle sofferenze". L'INSODDISFAZIONE COLLETTI- derò la richiesta economica di Andreoni VA La decennale storia della costruzione "Tenue, avuto riguardo a quella che si usava nel paese ed a quella che avevano dell'Ospedale Italiano fu segnata, fin dal anteriormente domandato altri ingegneri". 1853, dalla sempre più forte insoddisfazione della collettività italiana, inizial- L'INCONTRO CON IL RE D'ITALIA presa non solo dal punto di vista senti- subito dell'impegno: comunicò, infatti, mente entusiastica sostenitrice dell'im- Andreoni, però, non poté incaricarsi da mentale e patriottico ma soprattutto eco- alla Commissione che doveva recarsi in nomico, per l'operato, apparentemente Italia "Per brevissimo tempo" e, approfit- poco chiaro dal punto di vista finanzia- tando del suo viaggio, la Commissione gli rio, delle varie Commissioni Edilizie diede il privilegiato incarico di consegnare che si succedettero negli anni. al Re d'Italia Umberto I una veduta foto- I periodici italiani dell'epoca stampati a grafica Montevideo, che dedicarono ovviamente sta volta al contrario, il lungo viaggio pletamente diversa rispetto a quella uffi- verso l'Italia né verso quale città si sia ciale di Berra. In particolare, è interes- diretto. Possiamo però ipotizzare, alla luce sante ciò che "La colonia italiana" pub- lato, ed il costruttore Tosi dall'altro. Il periodico ita- liano afferma, infatti, che la Commissione avrebbe scelto i progetti di Andreoni, a scapito di quelli di Astengo y Díez, giudicati - non sappiamo su quali basi - non solo più belli ma anche più economici e funzionali nella realizzazione, senza sentire il parere di una Commissione tecnica. QUATTROCENTO PESOS PER UN GIOIELLO Approvato, quindi, il progetto di Andreoni, gli furo- no consegnati i quattrocento pesos del primo pre- L UIGI ANDREONI nacque a Vercelli nel 1853 e, dopo aver studiato ingegneria civile nelle Scuole di applicazione di Torino e di Napoli, si imbarcò in una nave che salpava verso l'America. IL 25 AGOSTO DEL 1876 SBARCÒ A MONTEVIDEO. Nonostante in quegli anni la situazione politica e sociale dell'Uruguay fosse particolarmente caotica, Andreoni seppe conquistare uno spazio privilegiato all'interno della fiorente colonia italiana. NELLA SUA LUNGA CARRIERA abbracciò tutte le tipologie edilizie realizzando alcuni fra i più importanti edifici di Montevideo (Club Uruguay, Banco Inglés, Banco Italiano, Stazione Centrale, Teatro Stella d'Italia, Ospedale Italiano) si dedicò ad importantissimi interventi territoriali, ottenne numerosi incarichi pubblici e fu celebrato dai contemporanei quale personalità di spicco dell'élite culturale uruguayana. A MONTEVIDEO, che così generosamente lo aveva accolto, importò l'arte e la cultura italiane ma anche lo spirito scientifico e liberale del Piemonte progressista. Dopo sessant'anni di residenza in Uruguay, morì a Montevideo il 20 maggio del 1936 _ _ _ futuro Andreoni ad affrontare nuovamente, que- polemiche, forniscono una visione com- ca tra Andreoni e la Commissione Edilizia, da un del mo quale fosse la ragione che spinse Italiano" e che si crogiolarono nelle fra breve vedremo, di un'accesa polemi- prospettiva Ospedale Italiano. Purtroppo, non sappia- molto spazio al "caso dell'Ospedale blicò il 15 agosto 1886, nel mezzo, come della dei fatti avvenuti al ritorno dell'ingegnere mio, e si decise di dare inizio ai lavori preliminari alla costruzione dell'edificio. In un primo momento, si sarebbero costruite soltanto le prime quattro infermerie a partire dall'attuale Avenida Italia, per- ché la realizzazione dell'intero progetto superava notevolmente, nella sua grandiosità, il costo che la Commissione aveva previsto per la realizzazione di tutta l'opera. Il resto sarebbe stato costruito in un secondo momento. Essenziale, per dare inizio ai lavori, era la nomina del direttore dei lavori. Andreoni si propose per l'inIlaria Busetto (1972) si è laureata in “Conservazione dei Beni Culturali” presso l'Università Ca' Foscari di Venezia con una tesi dal titolo “Un architetto ingegnere italiano in Uruguay: Luigi Andreoni” (1853-1936). NEL 2000 ha ottenuto un assegno di ricerca biennale sulla scultura italiana in Argentina tra XIX e XX secolo e nel 2003 si è specializzata in “Storia delle Arti e Conservazione dei Beni Artistici” con la tesi “La scultura italiana in Argentina tra XIX e XX secolo”. HA COLLABORATO con contributi scientifici e recensioni di libri di arte con le riviste “Venezia Arti”, “Il veltro”, “Critica d'arte” e “Notiziario bibliografico”. DAL 2004 AL 2006 è stata schedatrice di beni culturali ecclesiastici per la Diocesi di Padova nell'ambito del progetto della Conferenza Episcopale Italiana di inventariazione del patrimonio ecclesiastico italiano. ATTUALMENTE lavora a Venezia presso una società di servizi culturali a Montevideo, che abbia visitato l'Esposizione Nazionale di Torino del 1884 in cui Alessandro Cruto espose la sua straordinaria lampadina elettrica: tornato in Uruguay nei primi mesi del 1885, Andreoni, in qualità di rappresentan- te della ditta torinese di Alessandro Cruto, si occu- perà, infatti, della diffusione del nuovo sistema di illuminazione elettrica a Montevideo. Comunque, il venti settembre 1884 Andreoni si tro- vava a Monza dove, con grande risonanza della stampa nazionale, fu ricevuto con grandi onori dal Re Umberto I: "Nel medesimo giorno in cui a Montevideo compievasi la cerimonia della collocazione della pietra fondamentale, a Monza l'ingegne- re Andreoni veniva ricevuto da Sua Maestà il Re, padrino dell'opera, al quale presentò un indirizzo e uno stupendo disegno in prospettiva dell'opera. Il Re diede ad Andreoni una speciale prova di sovrana benevolenza trattenendolo seco a colazione". Fu in tale occasione che il Re, entusiasta del progetto dell'Ospedale Italiano, nominò Andreoni Cavaliere dell'ordine della Corona d'Italia. IL SIGARO DEL RE Quello che le fonti ufficiali non dicono è che il Re fece dono ad Andreoni di un sigaro che l'ingegnere custodì gelosamente all'interno di un piccolo cilindro di vetro con un bigliettino autografo che ne spiega la provenienza: quel sigaro, al quale Andreoni teneva come ad un cimelio, si trova ancora oggi in quella che fu la casa di campagna di Andreoni, l'estancia "Belvedere". Fine della prima puntata 6 DIARIO URUGUAYANO di Tonino Pintacuda Luigi Andreoni e l'Ospedale Italiano di Montevideo Giovedì 8 Marzo 2007 U N A R C H I T E T T O I N G E G N E R E I TA L I A N O I N U R U G U AY: Sono tornate le transenne gialle in Plaza Indipendencia, dopo nemmeno una settimana, per garantire massima sicurezza all'imminente visita del Presidente Bush.Montevideo continua a prepararsi, accogliendo calorosamente la schiera di Nord Americani arrivati al seguito del Presidente. Nerboruti e giovanissimi marines, con gli immancabili capelli rasati, si L uigi Andreoni rientrò sono riversati per le strade della capitale.La città reagisce con legittima curiosità, le Sinistre si limitano ad organizzare la contromanifestazione di venerdì 8 alle 18, tra Avenida 18 de Julio e Egido. Ammoniscono che “No venderemos el rico patrimonio al representante del imperialismo”. I più avveduti comprendono bene che al di là delle legittime e di Ilaria Busetto simboliche lotte ideologiche il viaggio di George W. Bush, l'uomo più potente del mondo, rappresenta un'occasione irripetibile per il piccolo grande Uruguay.Oggi continuiamo con la seconda e penultima puntata della storia dell'Ospedale Italiano di Montevideo: dall'inizio dei lavori ai problemi con l'ingegnere Giovanni Tosi. fine del 1884, quan- do si iniziarono i a Montevideo nei primi lavori delle fonda- giorni di gennaio del zioni 1885. Nel frattempo, i re la voce che la c o s t r u z i o n e terra mancasse della dell'Ospedale, iniziati il solidità 3 novembre 1884, erano per proseguiti sotto la direZanetti degli e tato. problema da Montevideo. Al suo onore ritorno, la Commissione ne 6.290 metri quadrati si resero disponibili alla già ampia superficie edificabile. In realtà, l'acquisto di una maggiore porzione di terreno era già stata auspicata dallo stesso Andreoni al fine di ampliare i giardini e le infermerie rendendo l'edificio più funzionale dal punto di vista igienico-sanitario . Andreoni si a ff r e t t ò , q u i n d i , a m o d i f i c a r e i n t r e p u n t i i l progetto originario e ne sollecitò l'approva- zione al Ministerio de Obras Publicas con una lettera del primo giugno 1885: oltre alla "estensión mayor de los jardines entre las e alla "doble pared de las enfermerías en los frentes al Este que no son abrigados de la lluvia con pórticos como lo son al Oeste", la modifica più importante è frente alla dell'Ospedale della colonia italia- già in suo possesso: fu del né fa gestire la costruzio- lotti adiacenti a quello l'"ensanche non e irresponsabile nel di terreno comprando dei enfermerías" ennesimo vero approssimativa deciso di acquistare una altri edificio Commissione, dav- gli comunicò che aveva che il Ovviamente, questo durante la sua assenza così sostenere che era stato proget- Monzani, superficie necessaria grandioso ingegneri nominati suoi sostituti maggior dell'edificio, che prese a circola- lavori preliminari alla zione la gente d’italia al Camino 8 de na, né, però, per O c t u b r e " - a t t u a l e Av e n i d a I t a l i a - . " E l f r e n - essere onesti, al nostro ingegnere Andreoni tras ahora es compuesto de los frentes de delle caratteristiche geologiche del terreno te primitivo era el de una enfermería, mien- dos, unidas entre eí por un pórtico de tres areas". Questa variazione del progetto è oggi visibile nel suggestivo coronamento a tre archi e doppia serliana di quella che, dopo il definitivo ridimensionamento del progetto per ragioni economiche, diventerà la facciata principale dell'Ospedale. I PRIMI PROBLEMI: LA TERRA MOSSA Ma, nel momento in cui tutto sembrava ormai avviato al meglio, un grave problema fece tremare la già screditata Commissione: a nessuno, infatti, era mai passato per la mente c h e i l t e r r e n o c o m p r a t o a Tr e s C r u c e s p o t e s - se essere di cattiva qualità. Fu solo verso la che progettò un edificio senza preoccuparsi su cui si sarebbe edificato. La Commissione, preoccupatissima, incaricò Andreoni, appena rientrato dall'Italia, di condurre degli accu- rati studi tecnici per verificare la solidità del t e r r e n o . E ff e t t i v a m e n t e , g l i s t r a t i s u p e r i o r i del terreno erano poco consistenti e non si trovavano strati solidi se non ad una profondità oltre i quattro metri e mezzo ma Andreoni "Credeva di poter assicurare che la solidità era bastevole per l'edificio che doveva sopportare, e che conveniva edificar quivi p e r l a d i ff i c o l t à c h e v i s a r e b b e d i t r o v a r e u n altro terreno in migliori condizioni e così bene situato, dovendo notarsi che la scienza dispone di mezzi non molto costosi per sup- Giovedì 8 Marzo 2007 7 la gente d’italia della aveva ordinato e, soprattutto, non Commissione, Andreoni dispose scolo delle acque pluviali - cosa plire terra". la poca tenacità Tr a n q u i l l i z z a t a aveva ancora praticato i canali di la che non farà mai - né aveva posto di non consolidare il terreno i condotti di ghisa nelle fondazio- con troppo costosi e non neces- ni. Conseguenza di tali gravi man- sari pilastri su pietra, data la canze fu il verificarsi, nelle pare- poca altezza dell'edificio, ma di ti appena iniziate, di pericolose edificare su tre fondamenti al di infiltrazioni ed, addirittura, di sopra di un'ampia base di calce- crepe che mettevano in dubbio la struzzo. sicurezza statica dell'edificio fino L A S C E LTA D E L C O S T R U T - a q u e l m o m e n t o c o s t r u i t o . To s i f u TO R E più delle Commissione indisse un con- gravi" corso pubblico per la scelta del o meno e che non si riusciva ad colpa ad Andreoni ed alla scarsa A n d r e o n i , s c e l s e l ' o ff e r t a d e l - solidità del suolo, nel gennaio del l ' i n g e g n e r e To s i , c h e s i i m p e - 1886 la Commissione risolse di gnava, secondo contratto, a ter- nominare una commissione di tre minare i lavori entro ventiquat- periti - Poncini, Zanetti e Penco - tro mesi. perché facesse finalmente luce L ' i n g e g n e r e G i o v a n n i To s i , o r i - sulle responsabilità dei danni pro- ginario di Ferrara, era giunto a vocati. e si era I periti iniziarono approfonditi studi per stabilire le immediatamente fatto conoscere per la singolarità e l'esuberanza del suo carattere: "Era un hombre de imagi- furono compiuti numerosi scavi dai quali credeva, come tutti, quando firmò il contrat- t u t t e l e p a r e t i d e l l ' e d i f i c i o i n i z i a t e d a To s i ti in Montevideo; e la Commissione edilizia, coches, su uniformes llenos de medallas.". to, essersi assicurata la cooperazione di una g r a n s e ñ o r, a m i g o d e p a s e a r e n e s p l é n d o d o s To s i n o n e r a c e r t a m e n t e u n o s p r o v v e d u t o : a Montevideo, dove costruì un numero notevole di opere, fu architetto apprezzato e si d e d i c ò a g l i a ff a r i c o n l a f o n d a z i o n e d e l l a "Compañia Nacional de Crédito y Obras Publicas", nota all'epoca per una gestione dei fondi poco pulita. Dopo il disastro finan- ziario della Compagnia, fu attaccato da infermità mentale e la moglie fu costretta a riportarlo in Italia, dove morì poco dopo il suo arrivo. delle più belle intelligenze, e di uno dei cuori più nobili che la patria comune man- dasse in America a fortificare la dignità del suo nome.". Ma, a poco più di un mese dal- l'inizio dei lavori, Andreoni e gli ispettori incaricati dalla Commissione di seguire l'op e r a t o d e l c o s t r u t t o r e To s i c o m i n c i a r o n o a notare degli "abusi" nell'utilizzo dei mate- riali prescritti da Andreoni per la realizzaz i o n e d e l l e f o n d a z i o n i d e l l ' e d i f i c i o : To s i , i n pratica, cercando di risparmiare denaro, impiegava materiali di seconda qualità - sab- L ' I M P R E V E D I B I L E TO S I Né la Commissione né Andreoni potevano immaginare quali conseguenze avrebbe sca- tenato la collaborazione con l'imprevedibile To s i . A l c o n t r a r i o , l ' i g n a r a C o m m i s s i o n e , altamente patriottici, salutò con entusiasmo la firma bia più fine, pietre "meno alte e meno grosse" - mettendo a repentaglio la solidità del- emerse, tra l'orrore e lo stupore generali, che non poggiavano sulle loro fondazioni, essendo state costruite "più al sud per una deviazione di venticinque centimetri" ! Nell'aprile del 1886, la Commissione emise la propria sentenza, del tutto favorevole ad Andreoni: la responsabilità dei problemi "Non istá nel terreno; non istá neppure nel sistema di fondazioni che si contrattò; stá s o l a m e n t e i n q u e s t o c h e i l s i g n o r To s i n o n è stato fedele al contratto, né all'arte, che ha fatto male i lavori.". I periti così conclusero: "Il costruttore non ha osservato le prescrizioni dell'arte nell'esecuzione di tutti i lavori.". l ' e d i f i c i o . To s i f u p i ù v o l t e r i p r e s o d a l l a TRE NUOVI PERITI due ispettori informarono che non si adempi- sentenza e si appellò al Giudice Civile per il Commissione e dallo stesso Andreoni ma "i vano agli ordini dati dal Direttore" : del contratto con un ingegnere di nazionalità IMPERDONABILI MANCANZE c h e " Av e v a o t t e n u t o i n p o c o t e m p o l e s i m p a - materiali di cattiva qualità, non aveva coper- i t a l i a n a e n o n d u b i t ò d e l l ' a ff i d a b i l i t à d i To s i cause delle crepe nelle pareti: tie, e persino la fiducia degl'Italiani residen- nación exaltada, rumboso y con ínfulas de sentimenti più severante nello scaricare tutta la presente da irregolarità instaurare un dialogo con lui, per- costruttore: il 17 luglio 1885 la mossa dalla timana senza che si scoprissero nizio dei lavori veri e propri, la sempre sia dato che "non trascorreva una set- avvicinatosi il momento dell'i- Montevideo nel 1885 ripreso Commissione sia da Andreoni ma, Conclusi gli studi preliminari e Commissione, volte To s i , i n f a t t i , c o n t i n u a v a , i n f a t t i , a d u s a r e to gli zoccoli con granito come Andreoni gli To s i p e r ò n o n s i d i e d e p e r v i n t o : i m p u g n ò l a ricorso di nullità. A questo punto, la Commissione, sfinita, decise di avviare le pratiche per una ragionevole transazione che p o n e s s e f i n e a l c o n t r a t t o c o n To s i . N e l g i u - gno del 1886 furono nominati tre nuovi peri- la gente d’italia Giovedì 8 Marzo 2007 8 ti: la Commissione nominò l'inge- "capro Astengo y Díez, e, i due periti, di r a A n d r e o n i d i a v e rg l i v o l u t a - accordo, Alberto Capurro. mente creato problemi durante il nominarono lavoro: "Le copie dei disegni che mi venivano gradatamente La contesa, però, come era preve- consegnati dibile, dato il valore dell'edificio di dimensioni e con variazioni a rimase racchiusa tra le "imperfet- me dannosissime in confronto te" pareti dell'Ospedale: al con- dei disegni originali, sui quali t r a r i o , To s i m o b i l i t ò l ' o p i n i o n e avevo fatto il contratto. Inoltre pubblica attraverso infuocate letai periodici Montevideo italiani scatenando dall'ing. Andreoni erano falsificati con alterazioni per la collettività italiana, non tere della Commissione e accusò addirittu- g n e r e M o n z a n i , To s i i l c o s t r u t t o r e comune espiatorio" le liquidazioni che mi faceva il di detto sig. ing. le trovai sensibil- un'ag- mente inferiori al vero". gressiva polemica nei confronti dell'autore del progetto, da lui indicato quale incompetente ed LA costruzione dell'edificio. Dopo mesi di nuovi e approfon- T R AT TO unico responsabile dei difetti di Il quindici luglio 1886 "La colo- mente, le pareti già erette del- qualsiasi responsabilità alle ina- l'edificio non coincidevano con datte caratteristiche del suolo di le fondazioni, ma "riposavano in Tr e s C r u c e s , c h i e s e a l l ' " I n g e g n e r e falso" e, nell'ottobre del 1886, che studiò il terreno e tracciò il emise la propria sentenza, in progetto" di chiarire pubblica- tutto mente i fatti. Da notare come, in della forma volutamente spregiativa, riferisse ad Andreoni senza neppure nominarlo. A questo punto Andreoni, chiamato in causa, r i s p o s e p u b b l i c a m e n t e a l l e a c c u s e d i To s i inviando una lettera aperta al giornale "L'Italia" limitandosi a dichiarare di essere pronto ad assumersi tutte le responsabilità che gli corrispondessero CON- p e r i t i c o m p r o v ò c h e , e ff e t t i v a - d i G i o v a n n i To s i c h e , s c a r i c a n d o si DEL diti studi, la Commissione di nia italiana" pubblicò una lettera To s i SCISSIONE mentre la Commissione Edilizia era impegnata a far l u c e s u q u e s t o " s g r a d e v o l e a ff a r e " . Q u e s t a f u l'unica dichiarazione pubblica di Andreoni che, evidentemente, optò per un dignitoso silenzio e lasciò alle conclusioni dei periti qualsiasi giudizio sul suo operato. I l 2 8 l u g l i o To s i t o r n ò a l l a c a r i c a s u l " L a c o l o n i a i t a l i a n a " . A ff e r m ò , i n f a t t i , c h e i p r o - blemi dell'edificio dipendevano dal tipo di calce che Andreoni gli aveva ordinato di usare per le fondazioni: tale calce, era - a parer suo - assolutamente sbagliata, in quan- to non idraulica. Egli, d'altronde, si era più volte preoccupato di avvertire Andreoni ed i membri della Commissione dell'errore, ma senza risultato. A q u e s t o p u n t o , To s i i n c o n t r ò l a s o l i d a r i e t à di quella parte della collettività italiana che, sfinita da anni di attese e insospettita dalla gestione economica dei contributi versati alla Commissione per la realizzazione dell'opera, aveva ormai perse le speranze di veder rea- lizzato l'edificio simbolo degli Italiani a Montevideo. Il 15 agosto 1886 una lettera di tale Lazzaro Spinoso accusava, infatti, la Commissione di essere illegale e ladra e lamentava il costo eccessivo del progetto di Andreoni che, per altro, "non figurava nel concorso" . LE CRITICHE NON SI PLACANO To r n i a m o q u i n d i a l l a l e t t e r a d e l 1 7 a g o s t o s u "La colonia italiana" - già in parte riportata, trattando costruttore accuse di del che, concorso - proseguendo incompetenza dell'anonimo con chiare all'ingegnere A n d r e o n i , a ff e r m a v a : " Q u a n t u n q u e i o s i a u n semplice costruttore, non ho mai poggiato dei fondamenti sopra terra mossa perché là è quasi tutta riportata. Bisognava farvi dei robusti pillari fino a trovare il terreno solido e senza sprecare tanti materiali in fondamen- ti trasversali e inutili perché non sostengono nulla, creare dei buoni e benfatti archi, e tutto sarebbe andato bene e con molta maggiore economia". I l 2 7 a g o s t o To s i , d o p o a v e r i n v e i t o c o n t r o l a Commissione ed Andreoni, decise di giocare l a c a r t a d e l v i t t i m i s m o : a ff e r m ò d i e s s e r e i l coincidente prima con quella Commissione di periti. Le crepature erano dovustruzzo te alla cattiva qualità del calce- e l'acqua trovata negli scavi, causa delle infiltrazioni, era dovuta alla mancata realizzazione degli scoli previsti, e non, c o m e s o s t e n e v a To s i , a l l a n a t u r a d e l t e r r e n o . A questo punto, la Commissione, soddisfatta, si sentì legittimata a rescindere il contratto c o n To s i , a t t o c h e a v e v a e v i t a t o f i n o a l g i u d i - zio dei periti per la paura di tirarsi addosso ulteriori polemiche da parte della collettività italiana, sulla cui fiducia, già tempo, non p o t e v a p i ù f a r a ff i d a m e n t o , p e r l e r a g i o n i c h e già conosciamo. Inutile aggiungere che non fu cosa semplice né di breve durata, a causa delle continue polemiche e follie del costrut- tore, ma, finalmente, nell'ottobre del 1886, r i u s c ì a l i b e r a r s i d i To s i . Tu t t i q u e s t i g r a v i f a t t i f e c e r o o v v i a m e n t e r a l - lentare moltissimo i lavori che, durante gli studi dei periti, rimasero addirittura paraliz- zati per parecchi mesi : erano passati già due anni dalla collocazione della pietra fonda- mentale dell'Ospedale e ancora non si erano costruite, e tra l'altro male, se non le fondazioni, che dovevano essere in parte rifatte. Fine seconda puntata 10 Venerdì 9 Marzo 2007 DIARIO URUGUAYANO di Tonino Pintacuda la gente d’italia UN ARCHITETTO INGEGNERE ITALIANO IN URUGUAY: Luigi Andreoni e l'Ospedale Italiano di Montevideo La lunga digressione sulla storia dell'Ospedale italiano di Montevideo giunge al termine, nei prossimi giorni cercheremo di scoprire il presente di questa gloriosa istituzione. Senza dimenticare che, in occasione della s u a v i s i t a u f f i c i a l e i n U r u g u a y, a l p r i n c i pio di febbraio, il Presidente della Camera dei Deputati Fausto Bertinotti ha espresso tutta la sua gioia per - sono parole sue - “l'impegno-restauro-rivalutazione-rilancio dell'Ospedale Italiano”. Come sempre, hasta luego! di Ilaria Busetto Nel 1916, grazie alla generosa donazione di Elena Pietracaprina, fu aggiunta, sempre su progetto di Andreoni, una quinta infermeria, destinata alle donne . Il nuovo padiglione, intitolato al defunto marito della Pietracaprina, Santiago Marexiano, fu costruito al lato del palazzetto dell'attuale ingresso principale, conferendo molta più simmetria al prospetto di facciata . A ndreoni approntò un nuovo progetto per correggere gli imperdonabili errori di Tosi evitando di buttare giù la parte già edificata: risolse di rinforzare le strutture dell'edificio con il drenaggio delle zone umide e la ricostruzione delle fondazioni delle pareti "in falso" colando Portland e buona malta nelle crepe; stringendo tutta la base dell'edificio con una robusta legatura di ferro e sostituendo le volte, originariamente progettate per coprire il primo piano, con piccole volte sostenute da tiranti di ferro . Andreoni, sicuramente segnato dalla precedente esperienza, insistette perché il suo progetto venisse sottomesso al giudizio di un'ennesima commissione di esperti, che lo approvò completamente . Nel dicembre del 1886, finalmente, i lavori ripresero sotto la direzione di Andreoni e, concluse le fondazioni, si poté dare inizio all'edificazione dell'Ospedale . Nel 1887, per accelerare i tempi, la Commissione nominò quattro costruttori diversi, uno per ognuna delle quattro infermerie che si intendevano realizzare in un primo momento . TRENTASETTE ANNI DOPO Finalmente, nel 1890, dopo trentasette anni - non dimentichiamo infatti che era dal lontano 1853 che la collettività italiana aspettava il suo ospedale - i lavori furono terminati e, il primo giugno dello stesso anno, l'Ospedale "Umberto I" fu inaugurato con una grandiosa cerimonia pubblica aperta dal discorso del Conte Carlo Greppi, Console d'Italia e, quindi, Presidente, per Statuto, della Commissione Edilizia . Ma l'entusiasmo generale, che aveva fatto già dimenticare all'orgogliosa comunità italiana decenni di ritardi e polemiche, fu subito smorzato: un'ordinanza del Consiglio di Igiene Pubblica proibì, infatti, l'apertura al servizio dell'Ospedale finché non fosse stato dotato di un adeguato sistema di riscaldamento e di una "stufa di disinfezione" . Il primo giugno del 1892 , finalmente, l'Ospedale "Umberto I" aprì le sue porte al pubblico. Come più volte accennato, Andreoni fu costretto, per mancanza di fondi, a ridimensionare il suo ambizioso progetto iniziale, di cui riuscì ad edificare, almeno fino ai primi del Novecento, soltanto la quinta parte : delle venti infermerie previste originariamente, infatti, ne furono realizzate solo quattro, ossia quelle che la Commissione aveva deciso di costruire in un primo momento. Né non venne mai eretto il grandioso portale d'accesso su Bulevar Artigas, tanto che la facciata principale, caratterizzata da tre archi e due serliane, si costruì sul fronte più breve, sul lato di Avenida Italia. LA STRUTTURA La pianta dell'Ospedale è costituita, sul fronte di Bulevar Artigas, da tre padiglioni-infermerie in infilata, circondati da una galleria porticata continua e separati dalle altre due infermerie attraverso spaziosi giardini interni. L'edificio si sviluppa su tre livelli: la pianta bassa, un poco sotto il livello del suolo, si affaccia all'esterno e sui giardini interni attraverso piccole finestre incorniciate da archi ribassati e bugnati. La pianta principale è circondata, sia lungo la facciata esterna sia nei giardini interni, dalle gallerie aperte e continue di archi di memoria rinascimentale retti da sottili colonne doriche di ferro abbinate a gruppi di due o di quattro. La pianta superiore, infine, è occupata quasi interamente da un'ampia terrazza circondata da una balaustra di marmo, che, vista dal basso, funge anche da coronamento dell'edificio. Alla facciata principale dell'edificio, su Avenida Italia - oggi accesso inutilizzato per ragioni di funzionalità -, Andreoni conferisce l'importanza che conviene al suo ruolo di ingresso privilegiato: un'ampia scalinata di marmo conduce alla suggestiva triplice apertura degli archi incorniciati ai lati da due splendide serliane. Il fronte posteriore, su Calle Canning, attualmente ingresso principale dell'Ospedale, è costituito da un elegante palazzetto di tre piani con finestre timpanate e balconi in marmo, dove sono ospitati, come un tempo, gli uffici direttivi. Ai lati, i due padiglioni simmetrici con apertura a serliana. LA QUINTA INFERMIERIA REMINESCENZE RINASCIMENTALI la gente d’italia 11 Venerdì 9 Marzo 2007 L'architettura dell'Ospedale rivela, come moltissime altre creazioni di Andreoni, chiare reminiscenze rinascimentali e manieriste. Eppure, l'Ospedale è un'opera assolutamente unica nel ricco e vario catalogo dell'ingegnere: mentre, infatti, nelle altre opere Andreoni gioca sull'effetto plastico dei volumi, qui affida la composizione al disegno lineare: rifiutando qualsiasi esagerazione e quasi senza ricorrere alla scultura ornamentale, crea un monumento la cui bellezza sta soltanto nelle buone proporzioni delle arcate e nella loro armonica ed ininterrotta iterazione. L'architetto Juan Giuria mette in rilievo dei dettagli architettonici di particolare raffinatezza, che Andreoni riprende da grandi maestri italiani del passato, ossia: "La manera de disponer las dobles columnas dóricas que reciben los arcos de las galerías; en vez de colocarlas de manera que las dos se vean de frente, están despuestas de modo que una oculta a la otra: de esta manera, las pilas, sin perder solidez, resultan más aéreas y más gráciles, y no angostan los arcos, los que vistos de escorzo producen excelente efecto, debido a su respetable profundidad, pues tienen que cubrir las dos columnas colocadas en sentido del espesor del muro." . Tale espediente, usato anche da Palladio nella Basilica di Vicenza, risente di soggezioni cinquecentesche di matrice tosco-romana. "Otra particularidad interesante es la de colocar el "pulvino" entre el ábaco de los capiteles y el arranque de los arcos, obteniéndose así arcadas esbeltas sin necesitad de emplear columnas elevadas y por consiguiente de diámetro relativamente exiguo." . In questo caso, invece, il referente potrebbe essere stato Brunelleschi negli archi che separano le navate della Chiesa di San Lorenzo. L'architetto Aurelio Lucchini, oltre a porre l'accento l'incidenza nel progetto del pensiero razionale positivista nell'adattamento della distribuzione formale a moderne esigenze funzionali , vede nella serliana dell'originaria facciata principale dell'edificio un chiaro richiamo al vasariano coronamento degli Uffizi sulla riva dell'Arno . Andreoni curò i dettagli interni dell'Ospedale con grande raffinatezza ma senza lusso: gallerie di eleganti losanghe di marmo bianco e nero, ambienti interni con vivaci piastrelle colorate a disegni pompeiani, medaglioni di marmo con i nomi ed i busti dei benefattori dell'Ospedale. Unica eccezione alla raffinata sobrietà, confacente del resto alla destinazione dell'edificio, è il grande utilizzo del marmo bianco, nella scalinata principale ed in quelle minori, nelle balaustre e nei balconi. Interessante la cappella ad aula unica nella pianta principale dell'edificio - unico ambiente religioso progettato da Andreoni nella sua lunga carriera. IN CERCA DI NUOVE FUNZIONALITA' Ovviamente l'Ospedale, proprio a causa della sua destinazione, soffrì numerose modifiche finalizzate a renderlo sempre più funzionale rispetto ai progressi e alle esigenze della scienza medica: i giardini interni, forse gli ambienti più suggestivi per la vegetazione tropicale e la cornice delle gallerie, furono i primi ad essere invasi da nuove costruzioni. Nel giardino più grande fu costruito, nel 1915 , l'edificio della Sala operatoria principale che alterò la successione dei giardini, alla base della concezione estetica progettata da Andreoni. Il giardino centrale addirittura scomparì, sostituito dall'edificio di radioterapia , ma se ne può ancora oggi indovinare l'esistenza nella copertura a cemento della nuova costruzione, bucata per far uscire una sfrontata palma visibile dalla terrazza del piano superiore. Nel 1952 si rese indispensabile un ampliamento dell'Ospedale verso la Calle Jorge Canning, su progetto dell'architetto Carlos Surraco che, pur necessaria dal punto di vista medico, certo non dona esteticamente all'opera di Andreoni, cui si trova addossata. IL GLORIOSO PASSATO L'Ospedale "Umberto I" fu, sia per la razionalità e la funzionalità della distribuzione interna dell'edificio, sia per il suo preparatissimo personale medico, uno degli ospedali più efficienti di Montevideo, tanto da ospitare nei suoi letti Presidenti della Repubblica, politici e grosse personalità della società montevideana . Il legame di Andreoni con il suo capolavoro architettonico non si concluse, comunque, con l'inaugurazione e l'apertura al pubblico dell'Ospedale: Andreoni, infatti, restò vincolato per tutta la sua lunga vita alle sorti e alla storia del monumento della collettività italiana, di cui fu, dal 1898 al 1931, Presidente ad vitam e, dal 1931 alla morte, Presidente Onorario Perpetuo . Pare che davvero Andreoni si sia occupato con estrema dedizione della direzione e della cura dell'Ospedale Italiano, tanto da trasferirsi proprio di fronte all'edificio, per essere più vicino a quella che considerava la sua seconda casa. La nota intervista di Vicente Salaverri fu realizzata, come dichiara lo stesso autore, proprio nell'Ospedale, nell'ufficio di Andreoni, ubicato al secondo piano della attuale facciata principale dell'edificio. UN RITRATTO INEDITO Un ritratto inedito, purtroppo viziato dalla pomposa retorica novecentesca, dell'Andreoni che avremo modo di conoscere come spregiudicato uomo d'affari e convinto razionalista se non addirittura materialista, così descrive l'altero ingegnere: "Non è raro il caso di udirlo, a sera inoltrata, quando egli non ha ancora avuto il tempo di prendere un boccone, dichiarare a chi, accompagnandolo a casa pretende lasciarlo alla sua porta: "No, no, vado un momento all'ospedale: c'è un povero vecchio un po' agitato che non dormirebbe se non andassi a tenergli un po' di compagnia”! CON LA PATRIA NEL CUORE L'Ospedale Italiano, come già detto, fu l'edificio più rappresentativo della collettività italiana di Montevideo, che volle caricarlo di simboli e valenze patriottiche. In occasione della sua inaugurazione, fu scoperto il busto in memoria del defunto Re Vittorio Emanuele II, simbolo, per le associazioni italiane che ne avevano commissionato la realizzazione, di identità nazionale . Altra figura caricata dalla collettività italiana di sentimenti patriottici era Giuseppe Garibaldi. Il 20 settembre del 1895 Andreoni, in qualità di Presidente della Commissione del Comitato Esecutivo delle feste italiane, presenziò alla cerimonia di collocazione della pietra fondamentale di un monumento a Garibaldi in ricordo del 20 settembre 1870 . L'obelisco, tuttora posto davanti alla scalinata dell'originaria facciata principale dell'Ospedale, fu inaugurato il 20 settembre 1896 . Tale data, ricorrente in molte delle cerimonie degli Italiani, ha un duplice valore simbolico in quanto ricorrenza patriottica della presa di Roma ed anniversario massonico della fine del potere temporale dei papi . E' risaputo, infatti, che le personalità più in vista della collettività italiana e, quindi, anche dell'ospedale erano appartenenti a logge massoniche di tradizione italiana vincolate al nome e alla figura di Garibaldi . IL GIUSTO OMAGGIO AD ANDREONI Il 20 settembre del 1925 l'Ospedale Italiano volle rendere omaggio il suo architetto e Presidente Andreoni con un busto, commissionato allo scultore milanese Giannino Castiglioni, recante un'iscrizione in oro dell'architetto Gaetano Moretti : "L'alto intelletto e ed il fermo volere / con studioso amore profuse / a far sorgere e prosperare / nel glorioso nome d'Italia / questa casa / dedicata alla pietà ed alla scienza / unite contro gli umani dolori. / Assolto per opera di Lui il voto / sacrato alla carità ed alla Patria / a perenne onor suo / se ne ricordano qui / il Nome e l'effigie." . IL PRESENTE L'"Umberto I", nonostante abbia già passato il secolo di vita, continua a funzionare come sanatorio. Il suo mantenimento e l'adeguamento dei suoi locali alle moderne esigenze igienico-sanitarie non sono, ovviamente, resi facili dai vincoli posti a tutela della sua conservazione architettonica. Più volte negli anni si parlò di una sua diversa destinazione. Nel 1942, lo Stato sembrò sul punto di acquistare l'Ospedale per farne la sede del Museo Nazionale di Belle Arti ma l'iniziativa non andò a buon fine per difficoltà economiche . 14 la gente d’italia Venerdì 9 Marzo 2007 CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA S T O R I A E G L O R I A D E L S E N S U A L I S S I M O T A N G O Un pensiero triste che si balla di T onino Pintacuda S i narra che, nel primo Novecento, quand o i l t a n g o c o m i n c i a v a a s p o d e s t a re i v a l z e r e u ro p e i , d i f ro n t e a l l e p re s s a n t i r i ch i e s t e d ' i n t e rd i z i o n e d e l l e a u t o r i t à e c c l e s i a s t i c h e , Pa p a P i o X a v e s s e c h i e s t o a d u n a coppia di ballerini d'esibirsi per farsi un'id e a p r e c i s a . A l l a f i n e d e l t a n g o i l Po n t e f i ce esclamò: “A me sembra che sia più bel- lo il ballo alla friulana; ma non vedo che I n i z i a m o q u e s t o n o s t ro v i a g g i o n e l m o n d o gran peccato vi sia in questo nuovo bal- d e l t a n g o l eg g e n d o u n b e l l i s s i m o l i b ro d e l - l o ! ” . I m m e d i a t a f u l a rev o c a d e l l a s a n z i o - l a s c r i t t r i c e L a u r a Pa r i a n i : “ Q u a n d o D i o n e e c c l e s i a s t i c a p rev i s t a p e r ch i l o a v e s s e ballava il tango”. ballato. Maura Gancitano traccia una storia mini- Si sciupano gli aneddoti sul sensualissimo m a d i q u e l l o ch e n o n p u ò e s s e re e t i ch e t t a - ballo nato contemporaneamente a Monte- to come un semplice ballo: il tango è la v i d e o e a B u e n o s A i re s , l u n g o l a l i n e a d e l scoperta di se stessi attraverso due corpi Rio de la Plata. che diventano poesia. «Quando Dio ballava il tango» L'Argentina di Laura Pariani L a u r a Pa r i a n i d o p o u n v i a g g i o da adolescente in Sud America n o n è p i ù p o t u t a t o r n a re i n d i e t ro . S ' è p e r d u t a m e n t e i n n a m o r a ta di questo nuovo mondo e con una lingua levigata come un sasso di fiume ha scritto pagine mirabili della nuova letteratura italiana. Tr a q u e s t e n o n p o s s i a m o - i n queste pagine dedicate al tango - n o n d a re i l g i u s t o s p a z i o a u n ro m a n z o m e ra v i g l i o s o : “ Q u a n do Dio ballava il tango”, storia sofferta dell'emigrazione italian a i n A rge n t i n a . Storia che diventa un immenso affresco di un intero secolo, scegliendo un inusuale taglio s t i l i s t i c o : u n a s t ro f a d i t a n g o e un nome di donna scandiscono q u e s t o ro m a n z o ch e s i l eg g e c o me se stessimo ballando tra le stelle. L A U R A PA R I A N I I N S E G U E L A MEMORIA lungo un'Argentina ormai dimenticata e decide di farlo dal punto di vista di alt r e t t a n t e Pe n e l o p i . D i e t ro u n uomo che partiva per la “Merica” c'era una grandissima don- na che accettava tutto quello gentina è bella e immensa, che il viaggio voleva significa- t e r ra g e n e ro s a c o n l e f e r i - re. t e d e l S e c o l o b rev e : i d e - Prima dei tempi di “skype” e s a p e re c i d o s , l a c r i s i e c o - dei cellulari, quando ancora il nomica, il folle coraggio m o n d o a p e rc o r re r l o t u t t o c i s i d i a b b ra c c i a re d i n u ov o l a m e t t ev a n o m o l t i d i p i ù d eg l i o t - speranza. tanta giorni della scommessa di UN UNICO FILO LEGA LE J u l e s Ve r n e . STORIE che portano al- U O M I N I C H E V I AG G I A N O S U L - l'arrivo di Corazon alla L E S U O L E D E L L A N E C E S S I TÀ , “Malpensata”, la cascina scappano dai morsi neri della in cui è stata lasciata so- f a m e i n c e rc a d i m eg l i o , s o t t o l a l a v e c c h i a Ve n t u r i n a . s t e l l e s t ra n i e re, d ov e i l m o n d o Corazón arriva con la sua a n c o ra è g i o v a n e , p e rch é è v e ro b a m b i n a , a l l a r i c e rc a d e l - n e f a n n o i l p e rc o rs o i nv e rs o , r i - che «son solamente le montagne le sue origini per rinsaldare tornano, spinti dalla fame, in ch e re s t a n o a l l o ro p o s t o . L e quella memoria che ci fa scon- Italia, recuperando la lingua montagne e noi donne; sempre fi gge re l e n e b b i e d e l t e m p o . m a d r e , c h e l a Pa r i a n i - c h e è q u i a d a s p e t t a re, a n o n ch i e d e - Arriva con la sua bambina, se- u n a t ra d u t t r i c e d i p r i m ' o rd i n e - re, a n o n p re t e n d e re, a n o n s e c - gno non equivocabile: la staf- magistralmente definisce “l'ul- c a re » . fetta delle donne non si fermerà, t i m o r i f u g i o d e i p e rs eg u i t a t i ” . RESTANO LE DISCENDENTI c i s a rà u n a l t ro t a n g o , u n a l t ro E Corazón continua la tradizio- D E L L A M A T R I A R C A Ve n t u r i n a n o m e , u n a l t ro c a p i t o l o l u n g o l a ne di famiglia, non più vecchie Majna a tener compagnia alle strada che lega l'Argentina e foto sbiadite ma un documenta- vecchie foto, quelle fatte indos- l'Italia. r i o s u g l i i t a l o - a rge n t i n i . A c c u - sando i vestiti buoni della do- C O R A Z Ó N F U G G E DA L L A D I T - mula interviste, rinsalda i rami m e n i c a . I n s eg u e n d o i l s og n o d i TA T U R A A R G E N T I N A , h a p e r s o d e l l ' a l b e ro g e n e a l o g i c o e t u t t e u n a v i t a m i g l i o re ch e f o rs e l o è i l s u o u o m o , a n ch e l u i re s t e rà l e v o c i s eg u o n o i l v i v i s s i m o c re - s o l o p e rch é g l i u o m i n i n a r rati u n o d e i t a n t i “ d e s a p a re c i d o s ” . scendo di “tutti i tanghi possi- d a l l a Pa r i a n i s i s o n o m e s s i i n In questa nuova Odissea la sto- bili”. testa che il mondo non finisce ria ora si capovolge, gli ita- n e l l e v a l l i d e l Ti c i n o . E l ' A r - l o a rge n t i n i d i n u ov a ge n e ra z i o - Venerdì 9 Marzo 2007 15 la gente d’italia Vivere in un tango di Maura Gancitano Il ballo erotico per eccel- lenza, il sentimento stesso della passione, ma al contempo espressione di immensa solitudine. Amato in tutto il mondo, il tango ha una storia singolare e, sotto certi aspetti, anche difficile da ricostruire. M U S I C A D E G L I S C H I AV I , G I O I A E N O S TA L G I A Si può dire che il tango sia figlio dell'habanera cubana e in genere della musica che gli schiavi africani portarono in America Latina nel '700. Una musica nostalgica, ma che rappresentava anche un momento di evasione dalle difficoltà quotidiane. Un'alchimia di piacere e dolore, che si unì successivamente alla payada, canto poetico della gente delle campagne. Da qui nacque la milonga, che veniva suonata con chitarra, flauto e violino. La milonga di musiche, danze e strumen- nità, e dà la possibi- ti differenti, di sentimenti, lità a chiunque di far- nostalgie e gioie identici. lo diventare il pro- Unione di culture in apparen- prio ballo, di essere za tanto distanti, ma in realtà libero in ogni momen- legate dalle stesse emozioni. to di rinnovarlo, di Il tango è contraddizione fin improvvisare. dalla sua nascita, sentimento SCOPRIRE SE STES- triste e allegria immensa. SI NEL BALLO LA MUSICA TRA TRADIZIO- Il tango è un ballo ri- N E E I N N O VA Z I O N E voluzionario soprat- Intorno al 1910 il tango ini- tutto per il rapporto ziò a diffondersi anche all'e- che si viene a creare stero. Divenne una danza alla t r a i p a r t n e r. N o n s i t r a t t a p i ù moda, ma influenzò anche di un ballo di coppia con uno molti compositori dell'epoca schema definito, ma di un come Igor Stravinskij, Ernst linguaggio del corpo in con- Krenek Gould. tinuo mutamento. Quando ini- Astor Piazzola fu il massimo zia a ballare, la coppia non sa esponente di un movimento cosa succederà, cosa scoprirà d'avanguardia che negli anni durante il ballo, come ripe- Cinquanta introdusse nella terà e reinventerà i movimen- tradizionale melodia del tan- ti del tango. go armonie dissonanti e ritmi Ballare il tango significa non tradizionali. “tentare in due l'esercizio Il tango ha, infatti, il pregio della solitudine”. È lotta e di unire tradizione e moder- abbraccio. I ballerini di tan- e Morton go rivivono la lotta tra Giacobbe e l'Angelo. Nel film “Lezioni di tango” (1997), Sally Potter racconta: “Giacobbe era solo nella valle, e lì incontrò uno straniero. Lottarono durante una lunga, lunga notte. Ma al sorgere dell'alba Giacobbe realizzava che non avrebbe mai potuto sconfiggere lo straniero. Perché lo straniero era Dio. O un angelo. O forse fin dall'inizio egli aveva lottato c o n s e s t e s s o .” può essere considerata a E il film si chiude con un tutti gli effetti la madre tango che ha queste parole: del tango, tanto che spes- “Da dove vieni? / Da dove, da so i due balli vengono dove? / Dalla terra, dall'ac- identificati. qua / dal fuoco, dall'aria? / SOFFERENZA E ALLE- Quando danziamo / sono sicu- GRIA NEI SOBBORGHI ra / ti conosco, ti conosco / R I O P L AT E N S I da sempre. / Uomo viaggiato- Il tango vero e proprio - re / uomo nel mio cuore / uo- detto “rioplatense” - sem- mo sul palco / uomo della sua bra essere nato intorno al arte. / Parlando veloce / con i 1880 di suoi piedi / ti sento, ti vedo / Buenos Aires e Montevi- là ci incontriamo. / Quando deo (separate dal Rio del- occhi e orecchie / ricevono la la Plata). Sembra che sia parola / quando ciò che viene apparso all'improvviso, detto / può essere ascoltato. / unendo immigrati spagno- Tu sei me / e io sono te / uno li, tedeschi, italiani, rus- è u n o / e u n o s o n o d u e .” si, gente del porto e gente Il tango non è un ballo, è la delle campagne, dando a scoperta di se stessi attraver- ciascuno di loro la possi- so il proprio corpo. Una sco- bilità di esprimere tramite perta che non può che essere il ballo e la musica tutte fatta in due. nei sobborghi le proprie sofferenze e le proprie gioie. È l'unione 4 Lunedì 12 Marzo 2007 DIARIO URUGUAYANO la gente d’italia Il Presidente Bush in Uruguay «Qui mi sento davvero a casa» di Tonino Pintacuda Il momento più atteso di tutta la visita del Presidente degli Stati Uniti d'America in Uruguay dura appena venticinque densissimi minuti. Tanto è durata la conferenza stampa congiunta del Presidente Bush e del Presidente Vazquez , dalle 11.53 alle 12.18 dello scorso sabato nel suggestivo scenario del “Centro Visitantes” del Parque Anchorena di Colonia del Sacramento, a 190 chilometri dalla capitale dell'Uruguay, Montevideo. UNA NOTTE DI FOLLIA La notte prima il centro della città è stato assaltato dalla follia di uno sparuto gruppo di dissidenti che hanno espresso il loro dissenso distruggendo le vetrine dei Mac Donald di Montevideo. Rovinando così la marcia pacifica del Coordinamento Anti-imperialista formato da moltissime organizzazioni sociali per la difesa dei diritti umani, appoggiati dai potenti sindacati PIT.CNT che hanno collaborato con le autorità locali per il rispetto dell'ordine pubblico. Ciò nonn ha impedito le ormai solite scene di ordinaria follia, sempre troppo uguali alle precedenti: secondo gli specialisti di Intelligence si tratterebbe di un gruppo arrivato da Buenos Aires. IL PREZZO DELLA SICUREZZA Nei giorni precedenti gli uomini del Presidente Bush avevano già provveduto a neutralizzare ogni pericolo possibile: come molti hanno scritto, il “Grande Fratello” americano ha trasformato per due giorni la pacifica Montevideo nella città più controllata del mondo. I computer, la linea adsl, i cellulari: tutti i feticci della nostra epoca sono stati sottoposti a un sistematico controllo che ha causato non pochi disagi alla cittadinanza. È l'inevitabile prezzo che tutto il mondo deve pagare dopo l'11 Settembre anche il servizio Google Earth ha subito palesi restrizioni, e secondo la stessa Cia due satelliti sono stati momentaneamente dirottati. UN ADDESTRAMENTO SPECIALE La polizia uruguayana ha avuto il privilegio di un addestramento “full immersion” dai famosissimi Swat (Special Weapons and Tactics) americani, uomini dalla faccia dura pronti ad affrontare qualunque situazione d'emergenza. Un corso intensivo che ha dato i suoi frutti. Solo otto arresti in una situazione rovente che poteva facilmente degenerare in una catastrofica guerriglia urbana. I Nord Americani hanno offerto la loro collaborazione e le loro tecnologie, donate alla polizia locale per rimarcare la profonda amicizia con il popolo uruguayano. LA NECESSITA' DI ACCORDI BILATERALI Come hanno rimarcato le Agenzie internazionali di notizie la molla di tutto sarebbe il crescente interesse per i trattati bilaterali di libero commercio tra il Cono Sud dell'America Latina e gli Stati Uniti, tutto ciò contrasta con gli accordi previsti tra i Paesi membri del Mercosur, che si ispirano all'Unione Europea per la costituzione di un reale mercato unico tra i Paesi dell'America Latina. Ma il Mercosur, come ci ha rivelato il Ministro del Turismo e dello Sport Lescano deve affrontare problemi che non erano stati previsti, primo fra tutti l'apertura dei ponti con l'Argentina (libero transito delle merci e delle persone), attualmente bloccati dai piqueteros argentini in seguito alla cosiddetta guerra delle cartiere. LA RIUNIONE PARALLELA Una riunione parallela si svolgeva contemporaneamente a Buenos Aires tra il Presidente argentino Kirchner e il Presidente del Venezuela Chavez che, in un discorso pubblico, rilanciato da tutte le televisioni dell'America Latina, ha definito platealmente il Presidente Bush «un cadavere politico», rivendicando a gran voce il diritto alla legittima autodeterminazione dei popoli, criticando aspramente la politica estera degli Stati Uniti. LA CONFERENZA STAMPA: I PUNTI SALIENTI LA RICONOSCENZA DELL'URUGUAY Il Presidente dell'Uruguay Vazquez ha sintetizzato i due punti che gli stavano particolarmente a cuore: i cittadini uruguayani che vivono e lavorano negli Stati Uniti e la riconoscenza che quella che fu la Banda Oriental nutre nei confronti dell'Aquila Nord Americana. Nessuno può dimenticare che - sono le stesse parole di Vazquez - «quando il nostro Paese visse la piu' Lunedì 12 Marzo 2007 5 la gente d’italia grande e brutale crisi economica della sua storia, furono proprio gli Stati Uniti e, in particolare proprio il Presidente Bush, a tenderci la mano». Vazquez ha poi ricordato quando, ancora sindaco di Montevideo, il 5 dicembre di diciassette anni fa, ebbe il piacere di donare a George Bush padre le chiavi della città. Oggi quella amicizia fraterna è ancora più forte, tanto che il Presidente dell'Uruguay ha detto: continuiamo «lungo la strada che stiamo percorrendo che è quella del dialogo col Presidente degli Stati Uniti cercando di incrementare il nostro interscambio commerciale, la possibilità di aumentare l'esportazione del nostro lavoro negli Stati Uniti, aumentando l'interscambio scientifico, tecnologico e culturale con il “paese fratello” (el país hermano, sic!) per raggiungere una maggiore qualità di vita alle nostre popolazioni» (l'Uruguay è al momento il principale esportatore di software in America Latina, n.d.R.). LA RISPOSTA DI BUSH Il Presidente Bush ricorda ancora la visita di Vazquez allo Studio Ovale della Casa Bianca e si definisce pienamente d'accordo con le parole del suo omologo uruguayano, soprattutto si rivela vincente la scelta del luogo della conferenza stampa: «Mi sento davvero a casa qui. Lo sa? È così, nel mio Stato, il Texas, quando s'invita qualcuno nel proprio ranch è un segnale di rispetto, quindi la ringrazio davvero per questo gentile gesto d'ospitalità, in fin dei conti anche lei è texano!» L'esordio cordiale prosegue in una impeccabile conferenza stampa, con Bush che appoggia su tutta la linea lo spirito delle parole di Vazquez e si definisce estasiato dalla bontà della cucina uruguayana: soprattutto il delizioso asado, il piatto nazionale. Senza dimenticare che tra le tradizioni secolari degli Stati Uniti, spicca prima fra tutte l'accoglienza. Sulla stampa dell'America Latina Bush le dijo a Vázquez que lo llame si necesita ayuda A su paso por Uruguay, el presidente de Estados Unidos dejó en claro su firme voluntad de fortalecer los vínculos con nuestro país. El Pais, (Montevideo) En la marcha de la Coordinadora Antiimperialista se registraron incidentes Miles de uruguayos repudiaron a Bush: la mayoría en paz y otros con violencia La Republica (Montevideo) Llegó Bush y hubo incidentes ... A pocas horas del arribo de Bush a nuestro país, en una de las marchas que se desarrollaron ayer en la tarde, por la avenida 18 de Julio, la furia antiimperialista se hizo sentir. Hubo destrozos en locales de McDonald's y hasta en la iglesia "Pare de Sufrir". La Policía incautó bombas y hay varios detenidos. Ulimas Noticias (Montevideo) Manifestaciones anti-Bush La visita del presidente de Estados Unidos a América Latina se viste de matices de protesta en diferentes puntos de la región. BBC (en español) Sob protestos, Bush se reúne com presidente uruguayo Bush chegou na sexta a Montevidéu, onde foi recebido com cartazes de ´fora´ e ´assassino´; Vázquez espera assinar um Tratado de Livre-Comércio com os EUA “Vázquez tem sugerido a possibilidade de assinar um Tratado de Livre-Comércio com os EUA para melhorar a economia local, o que irritou seus sócios no bloco Mercosul, integrado também por Argentina, Brasil, Paraguai e Venezuela”. Agenzie Efe e Reuters O Estado de Sao Paulo (San Paolo) Bush en LatinoAmerica : la visita del presidente de EE.UU. a Uruguay Tabaré dijo a Bush que Uruguay no quiere irse del Mercosur Fue en la rueda de prensa de ambos mandatarios. Pero el uruguayo reclamó que los socios del mercado puedan tener relaciones comerciales bilaterales con otros países, algo que hoy prohíben los estatutos. Clarín (Buenos Aires) Bush, en busca del continente perdido "Gracias, señor Chávez", tituló The New York Times su irónico editorial el día en que el archirrival del presidente venezolano, George W. Bush, se subió al Air Force One para emprender su octava y más larga gira por América latina. "Si se necesita de la demagogia de Chávez para incentivar a Washington a promover políticas más iluminadas en el continente americano, entonces bienvenida", explicó el diario. La Nación (Buenos Aires) No hubo anuncios concretos tras la cumbre; Vazquez defendio el Mercosur Bush y Tabaré hablaron pero no acordaron Pagina 12, (Buenos Aires) Sulla stampa italiana Bush in Uruguay incontra Vazquez Presidente Usa ribadisce impegno per l'America del Sud (ANSA) - MONTEVIDEO, 11 MAR - Il Sudamerica “mi importa moltissimo”: cosi' Bush nel corso di una conferenza stampa con il presidente uruguayano Tabare' Vazquez. Bush ha affermato che il suo viaggio risponde al desiderio di lavorare insieme con i popoli dell'America Latina e realizzare l'integrazione di tutto il continente. Durante i suoi due mandati presidenziali gli Usa hanno raddoppiato l'entita' dei programmi di assistenza ai diversi paesi della regione, portandola da 800 a 1.600 milioni di dollari. Ansa.it (Roma) Ventimila persone contro il capo della Casa Bianca: «Terrorista» Manifestazioni anti-Bush anche in Uruguay Il presidente americano continua fra le proteste il suo tour in Sud America. Chavez a Buenos Aires per un corteo parallelo Corriere della Sera, (Milano) Il leader Usa punta sulla lotta alla povertà: "vogliamo aiutare, siamo amici" Il presidente venezuelano Chavez: "Vince la medaglia d'oro per l'ipocrisia" Bush alla rinconquista del Sud America Disordini al suo arrivo in Brasile La Repubblica (Roma) 6 Martedì 13 Marzo 2007 la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO G E N I O E A RT E I TA L I A N A P E R FA R G R A N D E M O N T E V I D E O Un giardino di marmi italiani di Tonino Pintacuda Oggi i “Fogoneros”, un gruppo di estrema sinistra, hanno rivendicato tutti gli atti vandalici compiuti nel centro della città nella notte tra venerdì e sabato. Tutti obiettivi mirati per rimarcare l'odio nei confronti del rappresentante dell'imperialismo “¡Ni un Yanki mas en América Latina!!! Fuera Bush de Nuestra America”.Ma, come sempre, è ormai una notizia vecchia, molto più interessante risulta il progetto uruguayano di spiegare i diritti ai giovani lavoratori attraverso un fumetto con un supereroe creato ad hoc.Noi, sempre guidati da Cristina Beltrami, continuiamo il nostro viaggio alla scoperta dei gioielli italiani della capitale uruguayana.Oggi è di scena il Cimitero Centrale di Montevideo, “uno dei luoghi maggiormente segnati dalla cultura italiana”.Come sempre, hasta luego! Vi ricordiamo che siamo a vostra disposizione Redazione (598 -2) 916 08 15. Da lunedi a venerdi, dalle 15 alle 17.Email [email protected] di Cristina Beltrami Il Cimitero Centrale le - se ne hanno testimonianze di a partire dal 1808 - situato Montevideo, presentandosi come all'incrocio delle attuali calle testimone di una numerosa com- Durazno e Andes; poi nel 1829 pagine di scultori ed architetti italiani nonché specchio il piano regolatore della città del esigette l'eliminazione di que- gusto dell'oligarchia cittadina, è uno dei luoghi sto cimitero e l'annessione del maggiormente nucleo più antico della città - segnati dalla cultura italiana. la "ciudad vieja" - alla parte Una volta giunto sull'altra spon- "nueva"; già dal 1835 si fece da dell'Oceano e dopo essersi perciò impellente la creazione creato una posizione economica, di un nuovo luogo deputato il primo pensiero dell'emigrante alle sepolture, che per lungag- ottocentesco è quello di rico- gini burocratiche e incertezze struire le abitudini e gli status progettuali della terra d'origine. E tra le L'arredo scultoreo del cimite- quisto di una tomba di famiglia, ro, sin dal suo esordio, è lega- spesso di manifattura europea, riportasse alla mente to a personalità italiane. In le assoluto il primo è il carrare- immagini di quei cimiteri monu- se mentali che avevano già preso di Saint-Cloud neoclassici, (1804). misti a quelle e in seguito a Firenze con del Sud America; ne è la prova Luigi un passaggio del fortunato Don Bartolini, incontra il favore della classe dirigente Casmurro (1899) dello scrittore de (1828c.- nello studio paterno a Carrara sociale che vale per tutta l'area Machado Livi competenze apprese da prima Quest'ultimo è un meccanismo brasiliano Giuseppe 1890c.) che intriso di modelli piede in Italia a partire dall'editto benedetto solennemente nel 1863. priorità vi è senza dubbio l'ac- che venne locale e trasforma il Cimitero Assis Centrale nel luogo della com- (1839-1908). L'autore narra la memorazione vicenda di un uomo di classe nazionale. Le prime tombe portano infatti i media, Pádua, che non appena nomi dei militari che, nel vinta la lotteria pensa al modo di investi- cializzati hanno potuto sostenersi per anni re il denaro: "La prima idea [...] fu di con gli incarichi provenienti dai cimiteri bene e nel male, hanno fatto la storia del comperare un cavallo, un gioiello di bril- s u d a m e r i c a n i . N e l c a s o d e l l ' U r u g u a y, l a Paese: Atanasio Lapido (1862), Atanasio lanti per la moglie, una tomba di famiglia, necropoli più antica è il Cimitero Centrale Sierra (1863-66), Pablo Pedro Bermudez far venire dall'Europa alcuni uccelli, …". che nei progetti risale al 1838 e che con i (1865c.), suoi marmi risulta essere il primo monu- Ve n a c i o F l o r e s ( 1 8 6 6 ) , B e r n a b é R i v e r a È proprio grazie a questo processo che un m e n t o t o u t c o u r t d e l l ' U r u g u a y. I n r e a l t à (1866c) e soprattutto il monumento ai folto numero di scultori e laboratori spe- esisteva già un cimitero in epoca colonia- Martiri Leandro di Gomez Quinteros (1865c.), (1866-68). Martedì 13 Marzo 2007 7 la gente d’italia Quest'ultimo è senza dubbio la Umberto dell'Accademia di Brera - macchina decorativa più imponen- nonostante l'ottima modellazione - te del a causa della sua sfacciata denuncia cimitero e il suo impatto sulla sociale, orna oggi la tomba di Juan stampa è stato forte e continuati- Nicola (1888c.). Purtroppo l'iter del vo: lo si ritrova infatti in illustra- marmo è scarsamente ricostruibile; zioni antiche, come in quella rea- grazie agli studi di Flavio Fergonzi lizzata dalla Escuela de Artes y è noto però che fu direttamente Oficios dell'intero primo per la "Ilustracion Giovanni Azzarini a prendere con- in pubblicazioni tatto con Butti, ma vista la distanza Uruguaya", e recenti. prima La corpo scultura stilistica con le opere che ha procu- che rompe con la tradizione tardo- rato neoclassica di Livi è la tomba montevideani, non è da escludere Mussio che in questo caso abbia operato dalla (1864c.), Liguria; essa proveniente è imperterrito per i cimiteri sotto esplicita richiesta dei commit- definita come "el monumento mas impo- tenti. nente y que deja una impresion A parte qualche presenza di scultori mas triste en el alma" e si deve ai lombardi, le due maggiori aree di Lavarello, provenienza una ditta attiva nei restano, per l'ovvia cantieri liguri almeno a partire presenza di cave, quelle liguri e dalla dell'Ottocento. toscane. Da Carrara in particolare - L'arrivo della tomba a Montevideo oltre a Giuseppe Livi - giungono a è Montevideo metà ammantato dalla leggenda: Carlo Niccoli e Santiago Mussio, vedovo affranto, G i o v a n n i D e l Ve c c h i o . A l p r i m o s i si sarebbe imbarcato per Genova deve la monumentale figura di vec- alla ricerca di uno scultore in c h i o d e l l a t o m b a d i Ti b u r c o C a c h o n grado di riprodurre le esatte fat- il cui modello è conservato col tito- tezze del volto della compagna lo scomparsa. Al di là della colorita Mussio sia il primo monumento di iconografia borghese che compaia nella necropoli montevideana. Essa rappresenta senza dubbio un modello innovativo e inaugura un florido commercio che avrà di lì a pochi anni il suo maggiore protagonista in Giovanni Azzarini (Genova 1853- Montevideo 1924c.). Azzarini incarna la figura dello scultore-intermediario che, allettato dalle possibilità lavorative, si avventura in area platense ed incontra una nazione che è ancora in procinto di costruire la propria immagine monumenta- Le opere, subito siglate col proprio nome, erano spesso copie di modelli già proposti con successo nei cimiteri italiani o che ad essi si ispiravano, come le tombe DeicasHeres (1886), Alvarez (1886), Chucarro (1884), Bonifaz (1888), Silenzio all'Accademia di Belle Arti di Carrara; mentre il to cimitero Centrale narrazione, va rilevato come la tomba di Costa (1890), Escalada (1891), Martinez (1893c.), che devono le proprie invenzioni iconografiche ad Agusto Rivalta, Cesare Faggioni, Federico Fabiani e molti altri. Il picco assoluto degli acquisti azzariniani è però senza dubbio il Minatore di Enrico Butti. La scultura che, nel 1888 vinse solamente il secondo premio al concorso Principe secondo è l'autore della fortunatissima tomba Aramburu, la cui fusione viene però realizzata ancora in Italia. Il merito di aver utilizzato per primo l'abbinamento di bronzo e granito, ma soprattutto di aver installato nella capitale una fonderia autonoma, spetta al napoletano Felice Morelli (1857-1922). Egli, sulla scorta del successo di Ettore Ximenes al cimitero della Recoleta a Buenos Aires, propone sul mercato cimiteriale uruguaiano le iconografie di possenti figure femminili accasciate su tombe in granito, spesso con atteggiamenti lascivi - un seno da scoperto, lo sguardo estatico... - secondo scultore l'immagine ricorrente del costante e flebi- ma intraprenden- le equilibrio tra Eros e Thanathos: un te esempio su tutti la tomba Peirano. le. Egli, medio impresario, deve aver imme- L'attività del Central rallentò negli anni diatamente intui- venti in favore del Buceo, il secondo to l'opportunità cimitero monumentale della capitale che, di importare sorto in un area leggermente periferica, dall'Italia serie già di una marmi scolpiti e non conosceva limiti spaziali e divenne il luogo delle commemorazioni moderne, lasciando al Central il ruolo di testimone collocabili sulle delle origini della nazione. tombe del neona- a 6 Mercoledì 14 Marzo 2007 DIARIO URUGUAYANO la gente d’italia S P E C I A L E L I N G U A E C U LT U R A I TA L I A N A A M O N T E V I D E O Un anno sorprendentemente ricco per l'Istituto Italiano di Cultura in Uruguay di Tonino Pintacuda O ggi è stato ufficialmente presentato il programma delle attività dell'Istituto Italiano di Cultura in Uruguay. Programma particolarmente ricco in concomitanza con il bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, tra cui spicca la “Settimana della lingua italiana”. Oltre a una interessante serie di mostre, spettacoli teatrali, concerti, cineforum e dibattiti. Al rinfresco che ha seguito la presentazione erano presenti l'Ambasciatore Guido Scalici, il Console Michele Pala e il folto gruppo di corsisti e di amici dell'istituzione. Concediamo con piacere tutto lo spazio del nostro “diario uruguayano”, anticipando che, nei prossimi giorni, “Gente d'Italia” visiterà le altre realtà che contribuiscono a mantenere vivo, vero e vitale il legame con l'Italia e l'italianità attraverso lo studio appassionato della nostra lingua e della nostra cultura. Come sempre, hasta luego! ****** Istituto Italiano di Cultura di Montevideo Calle Paraguay 1177 - C.P.11100 Montevideo - Uruguay Tel: (005982) 900 33 54 - 902 05 58 Fax: (005982) 902 08 19 e-mail. [email protected] sito web: www.iicmontevideo.esteri.it Orario di apertura al pubblico: Da lunedì a giovedì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 Venerdì dalle 10.00 alle 12.00 Dichiarazioni di valore: Martedì e giovedì dalle ore 10.00 alle ore 12.00 Lo staff Dott. Angelo Manenti, direttore [email protected], [email protected] Sig.ra Silvana Rossignol [email protected] Sig.ra Ma. del Rosario Chiodi [email protected] Sig.ra Ma. del Rosario Firpo Da più di cinquant'anni al servizio della cultura italiana Fondato nel 1950, l'Istituto Italiano di Cultura in Uruguay, dispone di una sede demaniale di complessivi 1200 metri quadrati, distribuiti su tre piani. L'edificio in stile neoclassico fu costruito nel 1912 su progetto di Albino Pierotti. Al pianterreno si trova la Sala delle Esposizioni, la Sala delle conferenze, la Sala per le audizioni musicali, un piccolo bar. Al primo piano sono disposti gli uffici, la Sala di Lettura e la Biblioteca che dispone di circa 15.000 volumi. Al secondo piano sono dislocate sette aule utilizzate per i corsi di lingua italiana. [email protected], [email protected] Sig.ra Gabriella Galeotti [email protected] La missione L'Istituto Italiano di Cultura, ufficio culturale dell'Ambasciata d'Italia, ha come obiettivo quello di promuovere la diffusione all'estero, della cultura e della lingua italiane, per favorire lo sviluppo della conoscenza reciproca e della cooperazione culturale tra i popoli, nel marco dei rapporti che l'Italia ha con l'Uruguay. I servizi Corsi di lingua e cultura italiana Certificazione dell'italiano come lingua straniera Prestito di VHS e di DVD. Biblioteca: opere di consultazione, libri, riviste e quotidiani Gestione delle borse di studio offerte dal governo italiano Dichiarazioni di valore Manifestazioni culturali I TRE PUNTI FONDAMENTALI Fin dai suoi inizi l'Istituto ha individuato le sue linee di azione nei seguenti tre punti fondamentali: 1) diffusione della lingua e cultura italiane 2) organizzazione di eventi culturali 3) partecipazione a tutti gli eventi culturali di rilevanza internazionale organizzati dalle istituzioni locali. LA COOPERATIVA DI DOCENTI L'insegnamento della lingua italiana attualmente viene impartito mediante una cooperativa di docenti che tiene i corsi di lingua nella sede dell'Istituto, articolati in cinque livelli. GLI ESAMI L'Istituto inoltre è sede di esami per quanti sono interessati ad ottenere la certificazione di conoscenza della lingua italiana rilasciata dall'Università Italiana per Stranieri di Perugia. Per consentire un adeguato ed efficiente insegnamento della lingua, l'Istituto ha organizzato corsi di aggiornamento per docenti, anche in collaborazione con l'Università locale. Mercoledì 14 Marzo 2007 7 la gente d’italia naturale delle partiture Mozartiane creando una coreografia che vuol anche giocare alla contrapposizione tra dionisiaco e apollineo, tra la forza della natura e la ricercatezza architettonica della musica barocca. Due mondi che non si respingono ma divengono quasi come in un respiro, la conseguenza, lo sfogo l'uno dell'altro. Ricordando il 250º anniversario del genio di Salisburgo, Paolo Mohovich ha voluto fare uso, sempre per abbinare due mondi differenti, di una dinamica molto acquatica abbinata ad un'altra più eterea dove i danzatori assecondano sia le famose melodie mozartiane, sia i suoni aquatici visti come parti integranti di autentiche sinfonie naturali. LE CONFERENZE Gli allievi dei corsi assistono inoltre a conferenze sulla letteratura, sull'arte e sulla cultura italiana in genere, tenute sia dai docenti dei corsi stessi, sia da specialisti italiani espressamente invitati dall'Istituto. Annualmente l'Istituto organizza una serie di eventi in occasione della Settimana della Lingua italiana che si celebra nel mese di ottobre. Oltre ai Seminari tenuti da esperti nel campo della glottodidattica e della linguistica applicata,l'Istituto propone eventi tematici, destinati ai linguaggi settoriali come per esempio l'italiano nella canzone, mediante spettacoli musicali con la partecipazione di cantanti italiani. LE ATTIVITÀ CULTURALI Le attività cult u r a l i dell'Istituto coprono buona parte degli aspetti della cultura italiana e comprendono esecuzioni di concerti, esposizioni d'arte, rassegne cinematografiche, spettacoli teatrali, ecc. GLI OSPITI ILLUSTRI L'Istituto ha avuto l'onore di ospitare insegni personalità della cultura italiana come Turi Ferro, Carlo Cassola, Maria Tipo, Giorgio Albertazzi, Anna Proclemer, Giulio Bosetti, Luigi Squarzina, Ferruccio Soleri, Vittorio Gassman, i fratelli Taviani, Gian Maria Volonté, Fulvio Tomizza, Gianni Amelio, Giuliano Montaldo, Giovanni Sartori, Gianni Vattimo, Carlo Cassola, Uto Ughi, Salvatore Accardo, I Solisti Veneti, Luigi Nono, Gillo Pontecorvo, Dacia Maraini, tra altri. Vi ricordiamo che siamo a vostra disposizione Redazione (598 -2) 916 08 15. Da lunedi a venerdi, dalle 15 alle 17. Email [email protected] Informazioni Data: martedì 20 marzo 2007 Orari: ore 20.00 Luogo: Teatro Solis Organizzato da: IL PROSSIMO APPUNTAMENTO "Mozart-aqva": Balletto dell'Esperia - Compagnia professionale di danza contemporanea di base classica. Mozart/Aqva è un balletto che si ispira all'affinità dell'elemento acquatico con la leggerezza quasi Istituto Italiano di Cultura In collaborazione con: Regione Piemonte e Teatro Solis Ingresso gratuito solo per invito. AL CONSOLATO D'ITALIA A MONTEVIDEO IL VOLUME "COSTITUZIONE E SIMBOLI DELLA REPUBBLICA" Il Console d'Italia a Montevideo, Michele Pala, ha inviato ai Presidenti delle Associazioni, degli Enti e degli Organismi della Collettività Italiana in Uruguay, ai Responsabili dei Patronati, ai Rappresentanti dei mezzi d'informazione italiani, ai Titolari di Uffici Consolari Onorari, il libretto "Costituzione e simboli della Repubblica". Obiettivo, divulgare il testo fondamentale dell'ordinamento repubblicano italiano e, con esso, spiegare brevemente anche il significato e l'origine dei simboli dello Stato italiano. Il volume, di 64 pagine, stampato in carta patinata, contiene, oltre alla Costituzione della Repubblica Italiana, anche l'Inno Nazionale (testo e partitura musicale), la storia ed immagini della Bandiera e la descrizione dell'Emblema repubblicano. Il libretto contiene inoltre una prefazione a cura del Console Pala, nella quale si spiega che "l'idea di realizzare un opuscolo per divulgare il testo fondamentale del nostro ordinamento repubblicano" "nasce dalla circostanza che ormai la collettività italiana dell'Uruguay è composta in gran parte dalle terze, quarte, quinte e più generazioni, discendenti di coloro che vissero in prima persona la lacerazione dell'abbandono del suolo patrio. Connazionali, quindi, che per ragioni temporali e di distanza spesso hanno una conoscenza solo indiretta, se non addirittura vaga, del Paese di cui pur sono cittadini". Con il libretto, spiega il console, "intendiamo offrire un piccolo strumento a coloro che vogliono avvicinarsi ad un concetto di cittadinanza vissuto, o perlomeno sentito, non solo attraverso la titolarità di un passaporto che schiude le porte dell'Europa e facilita l'ingresso anche in molti altri Paesi". "Vi sono, poi, - aggiunge - coloro che la cittadinanza la acquistano, in quanto coniugi di connazionali, e a cui facciamo giurare fedeltà alle leggi italiane: consegneremo loro una copia della più importante di tutte, anche per conferire maggiore solennità all'atto". II tutto rigorosamente in versione bilingüe, "perché - conclude - se da un lato siamo consci del fatto che le nuove generazioni hanno perso l'uso dell'italiano, dall'altro, c'é chi per migliore comprensione preferisce leggere la traduzione in spagnolo avendo però l'originale comodamente disponibile a fronte; speriamo ne approfitti anche per un po' di esercizio linguistico". (aise) 6 Giovedì 15 Marzo 2007 DIARIO URUGUAYANO la gente d’italia RenatoAzzoni Ponzoni: da fattorino in una dolceria alla presidenza dell'Ospedale Italiano di Montevideo di Tonino Pintacuda O Dopo aver ricostruito la scorsa settimana in tre puntate la storia dell'Ospedale Italiano, abbiamo raggiunto il presidente Renato Azzoni Ponzoni. L'abbiamo fatto per conoscere il presente e soprattutto le prospettive future di questa gloriosa istituzione. Azzoni è arrivato in Uruguay il 21 gennaio del 1954, appena diciassettenne dal piccolo paesino di Vo l t i d o , nella Bassa Padana. I suoi cugini lo attendevano a trecento chilometri da Montevideo, in un rancho immenso dove ancora non era arrivata l'acqua corrente e la luce. Il giovane Renato restò lì due lunghissimi anni, sino a quando arrivarono i genitori e il fratello che avevano venduto l'azienda a g r i c o l a d e l l a n a t i v a Vo l t i d o p e r t e n t a r e ti italiani si riconosceranno: la piccola e liano. tenace scalata sociale di un diciannovenne Ma era un lavoro difficilmente conciliabi- italiano che entra in una grande azienda le con le esigenze di una giovane coppia dolciaria, la grandissima Pernigotti, e di sposi, quando Renato incontra Rosalia con encomiabile spirito di sacrificio e Pasqualini deve decidere, passa le giorna- dedizione, da fattorino, nel giro di tredici te equamente diviso: la mattina tra cioc- anni, conclude la carriera come capo ven- colatini l a f o r t u n a i n U r u g u a y. La madre, pragma- dite generali dell'im- famosissimo calzaturificio Pasqualini, gli presa. “artisti della scarpe” che arrivavano da tica e diretta, appe- Milano. na arrivata esclamò Perchè Renato Azzoni che quel “rancho” Ponzoni non lo voleva vedere manco in fotografia, era pronta a prendere la per l'Italia, così gli Azzoni dita delle proprietà italiane in una casetta a Montevideo. E qui inizia la bella storia di quello che diventato sempre Dal matrimonio sono nati due figli: Daniel e Marina, entrambi impiegati nella chio detto corrispon- azienda di famiglia. ad un'innegabile verità: il lavoro nobi- Diciamolo subito: l'Ospedale italiano non lita l'uomo. poteva avere presidente migliore, Renato Azzoni Ponzoni e la giunta d'emergenza Ponzoni investirono il ricavato della ven- sarebbe ha creduto che, il vec- de prima nave e torroni, il pomeriggio nel l'attuale presidente dell'Ospedale Italiano Umberto I. Una storia in cui molti meritevoli migran- Tu t t i s ' a c c o r s e r o d e l l a d e d i z i o n e d i q u e l insediatasi nel 2003 sono riusciti a supe- fattorino che restava a lavorare ben oltre rare l'orario l'Ospedale. d'ufficio, un incarico d'alta le difficoltà in cui versava responsabilità inaspettato gli permette di Risolvendo per prima cosa l'ostacolo con i girare l'intero Uruguay sino a diventare sindacati che, partendo da una giusta uomo di fiducia dei Pernigotti e iniziare rivendicazione, erano arrivati ad occupare le trattative con l'immenso mercato brasi- lo storico edificio. Giovedì 15 Marzo 2007 7 la gente d’italia tazione, non nascondiamo Presidente, qual era la che il nostro obiettivo è situazione dell'Ospedale quello di avere i nostri quando ha assunto l'incari- associati, co? senza «Era il febbraio del 2003, giugno e agosto di questo il presitigio dell'Ospedale stesso anno inizieremo, il Italiano era scemato con nostro obiettivo sono 5000 l'arrivo della concorrenza, associati. Con una tariffa c'erano che solo occupati. un'idea otto Per dar della letti subito intermediari. oscillerà 1000 situazione: direttamente, pesos Tra intorno ai uruguayani mensili. oggi i letti occupati sono La settanta... E l'Ospedale ha quella di offrire un mag- un organico di 450 perso- gior ne. facendo un lavoro ecce- Noi della commissione d'e- zionale in questa direzio- mergenza ne: tutta la policlinica è abbiamo agito “alla garibaldina”, furono nostra “mission” servizio, è stiamo stata rinnovata». anni difficilissimi ma avevamo ben chiaro un obiet- Come funziona la commis- tivo». sione? Quanti sono i suoi membri? Quale? «Siamo sedici, suddivisi «Non volevamo perdere un in due gruppi, più quattro gioiello italiano. Abbiamo che agito anche per legittimo gestione fiscale. Secondo orgoglio lo patriottico. Nel si occupano statuto il della trenta per marzo di quattro anni fa cento della commissione iniziammo le trattative con deve i anni. E sempre secondo lo sindacati, un pesante gravava sull'Umberto piano, debito con I ma pazienza pian Quali servizi offrite? abbiamo ottenuto dilazioni e soprattutto abbiamo risolto l'annosa questione sindacale. Soprattutto - me lo lasci dire - con coraggio. Abbiamo liquidato tutti gli arretrati e ora ogni 10 del mese l'organico viene regolarmente pagato». «Amiamo definirci uno “shopping della salute”, un centro d'eccellenza a servizio dei vari associati delle reti sanitarie private. Non abbiamo nessuna responsabilità cambiare statuto la Onoraria dell'Umberto medici che operano nell'arco delle ventiquattro ore per le eventuali emer- genze. Siamo orgogliosi soprattutto del reparto trapianti, oltre 1000 trapianti di rene andati a buon fine». Quali sono le prospettive future? «Siamo in fase di avanzata proget- tre Presidenza I spetta alla massima personalità italiana: ne approfitto per ribadire i migliori auguri all'Ambasciatore Guido Scalici, neopresidente onorario del nostro Ospedale». diretta del malato. Offriamo stanze e sale operatorie. Inoltre abbiamo uno staff di ogni Come sempre, hasta luego! 12 Venerdì 16 Marzo 2007 DIARIO URUGUAYANO la gente d’italia La fine del mandato del Console d'Italia Michele Pala «Sicuramente tornerò per i bei ricordi che lascio qui» di Tonino Pintacuda I niziamo con una doverosa rettifi- ca: nell'intervista dello scorso 9 febbraio abbiamo per involontarissimo errore riportato che la laurea in Giurisprudenza il Console Pala l'aveva conseguita alla fine degli anni Settanta. Ovviamente il giovanissimo e altissimo Console mal- grado tutti i suoi sforzi non poteva proprio laurearsi a dieci anni... La laurea in giurisprudenza comunque c'è davvero: la pergamena non lascia dubbi, l'anno accademico era il 1992. Undici anni dopo il Console Pala arriva a Montevideo, ad appena trentacinque anni. Oggi, prima dell'incontro organizzato dal Com.It.es. alle 19.00 presso la Casa degli Italiani a M o n t e v i d e o ( Av e n i d a 8 d e O c t u b r e 2655) per i delegati del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero, il Console saluterà la collettività italiana con un brindisi prima del suo rientro definitivo a Roma. Abbiamo incontrato il Console Pala che, tra i suoi mille impegni quotidiani, ci ha dedicato un po' del suo preziosissimo per ringraziare di cuore e sinceramente tempo. Guardate le foto: il Console rispon- tutti i funzionari della sede consolare di de al telefono, alle email, al cellulare, Montevideo». ascolta il suo staff. Ci regala un ricordo che le resterà sempre Console, vuole tracciare per noi un bilan- nel cio di questi anni? Montevideo? cuore dopo questi quattro anni a «In tutta onestà non ci «Antonio, il mio secondogenito, è nato pro- ho prio qui, quindi non può che essere lui il riflettuto sopra soprattutto credo che non spetti a me fare bilanci. Davvero, non mi lancio in bilanci. O meglio li faccio intimamente, per mia coscienza professionale. altro Ogni bilancio sarebbe inevitabilmente non obiettivo. E' un compito che spetta Ministero al degli Esteri e all'utenza. Vo g l i o invece cogliere l'occasione e la gente d’italia 13 Venerdì 16 Marzo 2007 mio ricordo più felice. Non soltanto in senso numerico Le dico pure la data: il ma anche dal punto di vista della 29 agosto del 2003, io coesione e della sua importanza sono nel all'interno della società uruguaya- stesso na della quale è parte integrante arrivato maggio qui dello anno» in tutto e per tutto. To r n e r à a M o n t e v i d e o ? Nel corso di questi anni ho potuto «Senz'altro. Io e la mia assistere alla grande voglia di famiglia stati partecipazione politica che soi è benissimo, torneremo a manifestata in particolar modo in visitare questa bellissi- occasione del voto degli Italiani ma terra per i ricordi che all'estero. Una partecipazione che lasciamo mi auguro possa siamo qui. Soprattutto, nel corso degli a quando n n i Antonio sarà abbastanza consoli- grande da comprendere d a r s i a n c h e pienamente, lo porteremo nel luogo dove è nato» storico Un luogo dell'Uruguay che non dimenti- Sacramento». forma di cherà mai. L'ultima inevitabile doman- n u o v o «Non potrò mai dimenticare le immagini e da. Qual è il suo messaggio slancio e le emozioni della sterminata pianura nel conclusivo per la collettività di nuova cuore del Paese. Uno spazio sconfinato, italiana? vitalità. fertile, infinitamente verde. Se poi devo «Il mio augurio è che questa collettività Un rafforzamento e una riscoperta della scegliere un luogo preciso non ho dubbi: possa continuare a progredire e a crescere. propria identità italiana». il di Colonia del s o t t o centro “Costituzione e Simboli della Repubblica” L’ idea facciamo di realizzare fedeltà un opuscolo per divuldel della più importante di tutte, anche per cano e con esso spie- c o n f e r i re m a g g i o re gare brevemente anche solennità all'atto. il significato e l'origi- Il tutto in versione ne dei simboli dello b i l i n g u e , p e rc h é s e Stato Italiano, nasce da d a l l a c i rc o s t a n z a c h e parte dalle dell'italiano, terze, discen- zione dell'abbandono del suolo patrio. Connazionali, quindi, che per ragioni temporali e di distanza spesso hanno una conoscenza solo indiretta, se non addirittura vaga, del Paese di cui pur sono cittadi ni. dal- l ' a l t ro , chi per m i g l i o re c o m p re n - sione preferisce leg- denti di coloro che vissero in prima pe rsona la lacera- siamo ni hanno perso l'uso gran quarte, quinte e più generazioni lato le nuove generazio- italiana dell'Uruguay in un consci del fatto che ormai la collettività composta leggi remo loro una copia n o s t ro ordinamento repubbli- è alle italiane: consegne- g a re i l t e s t o f o n d a mentale g i u r a re Con il presente libretto, intendiamo offrire un piccolo strumento a coloro che vogliono avvicinarsi ad un concetto di cittadinanza vissuto, o perlomeno sentito, non solo attraverso la titolarità di un passaporto che schiude le porte dell'Europa e facilita (oggi ancor di più nella nuova versione elet- g e re l a t r a d u z i o n e tronica) l'ingresso anche in molti altri paesi. Da cosa partire se non dalla nostra Costituzione, dalla bandiera, dall'inno e dall'emblema della Repubblica che capeggia su quasi tutte le carte? Vi sono, poi, coloro che la cittadinanza la acquistano, in quanto coniugi di connazionali, e a cui in spagnolo avendo però l'origina le comodamente f ro n t e , speriamo disponibile ne a a p p ro f i t t i anche per un po' di esercizio linguistico. Michele Pala, Console d'Italia a Montevideo 20 CULTURA - SPECIALE SUD AMERICA Venerdì 16 Marzo 2007 la gente d’italia Tra gli scaffali della Biblioteca di Babele Jorge Luis Borges, l'alfiere della semplicità BIOGRAFIA a cura di Tonino Pintacuda Le pagine di questa setti- mana le dedichiamo al grand i s s i m o s c r i t t o re a rg e n t i n o J o rg e L u i s B o rg e s , a i d u b b i c h e c i re g a l a n e l l ' a b b r a c c i o che avviene tra lettore e s c r i t t o re . E p ro p r i o l ' A rg e n t i n o s c r i s se che “il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza”. La scrittrice Maura Gancitano ci racconta il testam e n t o d i B o rg e s , i l s u o a r t i - colo è un lungo commento mano la Biblioteca) si com- alla p o n e d ' u n n u m e ro i n d e f i n i - bellissima poesia “Istanti”. to, e forse infinito, di gal- Il critico letterario Antonio lerie esagonali, con vasti S p a d a ro i n d a g a n e i m e a n d r i pozzi di ventilazione nel di internet: lì, nel regno mezzo, orlati di basse rin- d e l l ' h t t p e d e i w w w, s i a n n i - g h i e re . D a q u a l s i a s i e s a g o - d a l ' e re d i t à d e l l a “ B i b l i o t e - no si vedono i piani supe- ca di Babele” partorita da riori e inferiori, intermina- B o rg e s . bilmente»... Ecco l'incipit dell'omonimo Come sempre, buona lettu- racconto del 1941: ra! «L'universo (che altri chia- L’Omero della Pampa di Maura Gancitano “cerco sempre di costruire una frase senza impiegare troppe parole, di evitare i sinonimi. Preferisco ripetere una parola anziché cercarne il sinonimo.” L'ABBRACCIO FRA LETTORE E SCRITTORE Si dice spesso che un libro è completo solo quando viene letto. Senza il lettore, lo scrittore è niente, la storia che ha raccontato non esiste. In Borges, questo abbraccio fra lettore e scrittore è ancora più forte. Borges è lettore di se stesso, lascia che il racconto sia protagonista e si mette quasi in disparte, a godersi lo spettacolo insieme al proprio lettore. C'è quasi una scissione tra chi scrive e chi legge, tra il Borges che racconta le storie e quello che si limita a comple- Se c'è un autore di cui è difficile parlare, nel quale la critica letteraria si intreccia inevitabilmente alla filosofia e l'opera alla biografia, questo è Jorge Luis Borges. Sono molte le tematiche che emergono dalle sue pagine, ma ciò che stupisce veramente di lui è la sua meraviglia di fronte alla vita, e il suo tentativo di raccontarla. “SO CHE ACCADRÀ QUALCOSA” Ecco cosa diceva durante una conferenza tenuta a Milano nel 1984 (alcuni testi delle sue conferenze sono stati raccolti in “Testamento poetico letterario”, uscito per Giunti Citylights nel 2004) a proposito del suo rapporto con la scrittura: “All'improvviso so che accadrà qualcosa, e questo qualcosa può anche essere una storia. Di questa storia vedo il principio e la fine, ma non riesco a vedere quello che accade fra il punto di partenza e la meta: questo lo devo scoprire io, così come devo cogliere il tempo più appropriato, la sintassi che conviene usare.” Si potrebbe dire, a ragione, che Borges era un essere umano capace di meravigliarsi, di innamorarsi di tutto. Per questo motivo si era reso conto di quanto fosse difficile descrivere questa meraviglia, scegliere le parole per raccontarla. Aveva capito che la parola viene sempre dopo il pensiero, che è sempre inadeguata al fatto che vuole raccontare. Come Stevenson, il quale diceva che “ciò che J orge Luis Borges nacque a Buenos Aires nel 1899 e morì a Ginevra nel 1986. di famiglia colta e benestante, si formò in Europa, dapprima in Svizzera (1914-1919) e poi in Spagna, dopve restò fino al 1921 e dove scrisse tre manifesti di adesione al movimento d'avanguardia denominato “ultraismo”. Tornato in Argentina, promosse alcune riviste letterarie d'avanguardia, lavorò come critico cinematografico, come bibliotecario e come professore universitario. Alla caduta di Peròn (1955), fu nominato direttore della Biblioteca di Buenos Aires. Divenuto progressivamente cieco, negli ultimi anni di vita Borges ha goduto di una fama planetaria, che gli ha valso numerosissimi premi internazionali. La prima attività letteraria dello scrittore è in versi: esordisce nel 1923 con Fervore di Buenos Aires, seguito dalle raccolte Luna di fronte (1925) e Quaderno San Martìn (1929). Nel 1930 esce il suo primo libro in prosa, Evaristo Carriego, cui succedono Storia universale dell'infamia (1933), Finzioni (1944) e L'Aleph (1949). Prose e poesie si trovano in L'artefice (1960) e in L'elogio dell'ombra (1965), mentre una nuova fase poetica si apre con L'altro, lo stesso (1964), L'oro delle tigri (1972), La moneta di ferro (1976), La cifra (1979). Nel 1970 torna al racconto con Il manoscritto di Brodie, seguito da Il congresso del mondo (1971), da Il libro di sabbia (1975) e da Atlante (pubblicato nel 1984). Molto importante anche la produzione saggistica, per la quale sono da ricordare Inquisizioni (1925), Discussione (1932), Storia dell'eternità (1935), Altre inquisizioni (1960) e Nove saggi danteschi (1982). tarle con la lettura. Ed è una sorta di “sana schizofrenia” che raggiunge l'apice nel bellissimo “Borges e io”, che inizia così: “È all'altro, a Borges, che accadono le cose. Io cammino per Buenos Aires e mi soffermo, forse ormai meccanicamente, a osservare l'arco di un androne e il cancello del cortile; di avviene in cinque minuti oltrepassa tutto il Borges ho notizie dalla posta e vedo il suo novocabolario e tutte le immagini di Shakeme in una terna di professori o in un diziospeare”. nario biografico.” UN ALFIERE “CHI SCRIVE QUESTA PAGIDELLA SEMPLINA?” E si conclude con queste CITÀ Questo fa di emblematiche parole: “non so Borges un alfiere chi di noi due scrive questa padella semplicità, gina”. della parola da Ed è ancora la meraviglia della n uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire. venti centesimi, vita che, nella vecchiaia, gli fa Chi è contento che sulla terra esista la musica. per dirla con Hescrivere “Istanti”, meravigliosa Chi scopre con piacere una etimologia. mingway, della poesia in cui lo scrittore argentiDue impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi. leggerezza, per no sembra rimpiangere gli anni Il ceramista che premedita un colore e una forma. dirla con Calvino, passati alla ricerca del sapere, alIl tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace. e gli fa dire, dulo studio “matto e disperatissiUna donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto. rante un'altra delle mo”. Eppure anche in questa diChi accarezza un animale addormentato. conferenze milachiarazione di fallimento non Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto. nesi, delle parole possiamo non accorgerci di Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson. che farebbero gequanto della vita fosse innamolare il sangue di Chi preferisce che abbiano ragione gli altri. rato, di quanto proprio dalla viqualsiasi purista Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo. ta, più che dai libri, Borges abbia della lingua: imparato. Jorge Luis Borges I giusti U Venerdì 16 Marzo 2007 21 la gente d’italia «Google Print»: è nata la Biblioteca di Babele? di Antonio Spadaro S.J. Lo scrittore argentino Jorge Louis Borges nel racconto “La Biblioteca di Babele” (1941) paragonava l'universo a un'immensa biblioteca; tutti sono attratti dal numero indefinito delle sue gallerie e trascorrono la vita a esplorarle, senza però mai venirne a capo: non si trovano né i confini estremi né i libri che si cercano: «La Biblioteca è una sfera il cui centro esatto è qualsiasi esagono, e la cui circonferenza è inaccessibile». Ecco la domanda: è possibile che qualcuno abbia pensato sul serio di catalogare, riprodurre e rendere disponibile al pubblico l'intera memoria dell'umanità contenuta in tutti i libri del mondo? Forse no, ma qualcuno ha avuto un'idea che, sebbene sia più realistica, si ispira comunque a quell'utopia. L’immagine di Borges è affascinante e viene spontanea alla mente quando si pensa che il più consultato motore di ricerca presente in internet, cioè Google, il 14 dicembre scorso ha reso noto un accordo per la digitalizzazione di circa 15 milioni di volumi. Ciò significa che le intere collezioni della Stanford University (8 milioni di volumi), della University of Michigan (7 milioni di volumi), oltre a collezioni di documenti della New York Public Library, a testi dell'Ottocento di Oxford e a 40.000 volumi di Harvard, per un totale di circa 4,5 miliardi di pagine saranno trasferiti dalla carta su supporto informatico e poi resi accessibili gratuitamente attraverso la Rete. A questi vanno aggiunti i libri che gli stessi editori mettono a disposizione direttamente. Ovviamente, saranno consultabili integralmente soltanto quelli che non sono coperti da diritto di autore; degli altri è prevista la digitalizzazione integrale per attivare ricerche al loro interno, ma non la piena disponibilità per l'utente. Il lettore che desiderasse acquistare il volume consultato potrà farlo proprio dalla pagina di accesso alla lettura. ... E D'INDUBBIO FASCINO Concretamente ciò significa che tutta la ricchezza di questo sapere potrà essere consultabile da casa propria in qualunque parte del mondo. Mary Sue Coleman, rettore dell'University of Michigan, ha dichiarato che permettere l'accesso universale al sapere mediante i tesori della biblioteca è una delle missioni importanti di una grande università. Il progetto non è privo di fascino e ricorda da vicino l'utopia di poter raccogliere e schedare tutto il sapere prodotto dall'umanità, rendendo possibile al suo interno ricerche e studi. Il nome di questo progetto è Google Print, disponile all'accesso in una versione dimostrativa dal giugno scorso. La ricerca è realizzata sull'integrità dei testi già inseriti e così permette di visualizzare l'elenco dei libri che contengono le parole-chiave ricercate. COME FUNZIONA? Di ogni volume possiamo leggere le pagine disponibili e visualizzare il luogo esatto del testo nel quale ricorre la citazione della parola o dell'espressione che stiamo cercando. Possiamo però vederne anche la copertina, scorrerne l'indice ed, eventualmente, effettuare una nuova ricerca all'interno dell'opera scelta. Se essa è soggetta a diritti di autore, Google Print propone la consultazione di poche pagine soltanto (ma anche altre parti come l'indice o la bibliografia o la presentazione, a seconda degli accordi editoriali), mentre i testi di pubblico dominio sono proposti integralmente. L'utente dispone di link verso i siti partner del progetto, cioè librerie che vendono i libri via internet e propongono l'acquisto del volume cartaceo. È possibile poi, sempre dalla stessa pagina, proseguire nella ricerca per avere informazioni sul libro in questione: giudizi critici e citazioni del medesimo presenti in tutta la Rete. I PRECEDENTI In realtà quello di Google non è un progetto del tutto nuovo. Basti ricordare che la libreria virtuale Amazon che, col suo motore di ricerca A9, sin dall'ottobre 2003 offre un servizio molto interessante. Essa infatti ha varato il programma «Inside the book» (Dentro il libro), al quale hanno aderito numerosi editori. Un'altra iniziativa abbastanza significativa è il Million Book Project, curato presso la Carnegie Mellon University di Pittsburg (USA). LE DIMENSIONI MASTODONTICHE Tuttavia Google Print si rivela unico per le sue dimensioni mastodontiche. Il suo obiettivo culturale utopico è quello di dar vita a un gigantesco catalogo bibliografico in rete e di aiutare i lettori e gli studiosi a conoscere quali siano i libri nei quali si parla delle cose che a loro interessano o che intendono approfondire. In tal modo anche libri editi da piccoli editori in qualunque nazione del mondo potreb- bero essere conosciuti e messi a disposizione di tutti per la consultazione, ma anche per l'acquisto. Il capitale culturale dei libri inseriti sarebbe come un unico grande testo sul quale effettuare ricerche, nello stesso modo in cui ciò avviene in internet. Google Print fornisce a ogni biblioteca partner copia digitale dei libri acquisiti, in accordo con le leggi in vigore nei vari Paesi, e in tal modo permette ad esse di costituire un archivio digitale interno completo. Il costo stimato dell'operazione è tra i 150 e i 200 milioni di dollari. Quali le reazioni a quest'operazione? Il sogno enciclopedico di Diderot e d'Alembert si è trasferito in California? Una cosa perciò ci sembra chiara: avere a disposizione in qualunque luogo e in qualunque momento milioni di volumi, dai classici dell'antichità ai saggi contemporanei, è una risorsa di grandissimo valore per lo studio e la ricerca. EGEMONIA CULTURALE? La principale preoccupazione è di carattere culturale. Google Print intende immettere in rete 15 milioni di libri. Il numero è elevatissimo, ma esso è soltanto una piccola parte dei libri pubblicati dall'invenzione della stampa a oggi. Concretamente l'iniziativa attinge le sue risorse principali da biblioteche inglesi e statunitensi: non dunque da risorse scritte nella sola lingua inglese, ma, certo, da risorse selezionate da istituzioni culturali anglo-americane. Si prospetta un'egemonia culturale? Quale il migliore atteggiamento possibile? Fare ostruzionismo netto significa, crediamo, non raccogliere la sfida. Google Print sta lentamente diventando una realtà davanti alla quale non si può rimanere indifferenti. Essa coinvolgerà anche molti editori al di fuori del mondo anglosassone. Crediamo dunque che gli sforzi dovrebbero essere indirizzati verso iniziative nuove e appetibili, capaci di produrre alternative interessanti. In Europa il processo è stato avviato. In particolare, 19 biblioteche nazionali europee hanno firmato un appello collettivo per promuovere una digitalizzazione larga e organizzata delle opere appartenenti al patrimonio europeo. Un primo abbozzo del progetto è The European Library, un portale che consente l'accesso ai cataloghi e ai testi digitalizzati di 43 biblioteche nazionali. ALTRE “BIBLIOTECHE DI BABELE” Un altro progetto significativo, finanziato dall'Unione Europea e già attivo dal gennaio 2004, è il Building Resources for Integrated Cultural Knowledge Services (BRICKS, che in inglese significa «mattoni»), che dovrebbe essere completato nel 2007. L'obiettivo è molto interessante e impegnativo: costruire una memoria digitale europea condivisa attraverso il collegamento fra tutti i database delle organizzazioni aderenti. La differenza tra Google Print e Bricks al momento è che il primo dà accesso a testi, il secondo a risorse di vario tipo, permettendo l'accesso virtuale (anche a pagamento: l'iniziativa ha anche un aspetto commerciale) ai luoghi (musei, biblioteche, istituti…) che custodiscono le risorse. Stanno nascendo anche varie iniziative a carattere nazionale. E IN ITALIA? Tra quelle italiane, ricordiamo il «Progetto Manuzio» dell'associazione Liber Liber, che ha già messo in rete a lettura gratuita centinaia di libri in formato testo. La maggiore, a livello pubblico, è stata varata nell'ambito della III Conferenza nazionale delle biblioteche (2001), quando è stato ufficialmente dato il via al progetto denominato Biblioteca Digitale Italiana (BDI). Nello stesso anno è stato istituito un Comitato guida presieduto dal professor Tullio Gregory e composto da esperti del mondo bibliotecario statale e regionale, del mondo archivistico e museale, dell'Università e della ricerca per definire alcune linee guida. Ha così avuto avvio l'ideazione del Portale della Biblioteca Digitale Italiana e del Network Turistico Culturale. L'Italia, tra il Ministero per l'Innovazione e le Tecnologie e il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, ha stanziato circa 80 milioni di euro per iniziative che riguardano la digitalizzazione dei testi e i libri elettronici, la costruzione delle infrastrutture necessarie e la formazione professionale. Per l'uso effettivo di questi fondi si attende un accordo, che pare imminente, tra i due Ministeri e l'Associazione Italiana Editori (AIE). ILFUTURO È GIÀ QUI Il progetto dunque è quello di costruire un'unica grande realtà che fondi insieme biblioteca, libreria e bottega del libro usato o difficilmente reperibile. Sarà una nuova forma di promozione e diffusione del libro? Riteniamo di sì, anche se questo aprirà un altro problema: la sopravvivenza delle normali librerie, schiacciate sempre di più tra le grandi catene librarie e le librerie in Rete. Non solo: le librerie on line che appaiono nella pagina di Google Print sono solamente quelle partner del progetto. Resisteranno alla fine soltanto due o tre librerie, capaci di fornire l'intero pianeta? La fantasia galoppa. Non siamo ancora davanti a questi panorami. Fra l'altro, l'acquisto on line per mezzo di una carta di credito non è diffuso in tutto il mondo come lo è negli Stati Uniti. Tuttavia i rischi teorici non sono da sottovalutare per interpretare il presente in maniera lucida. ILNECESSARIO DISCERNIMENTO Riteniamo che quella di Google Print sia una sfida da accogliere, ma in modo non ingenuo. Trincerarsi in un atteggiamento difensivo non serve né a comprendere l'evoluzione tecnologica e culturale in corso, né i bisogni ai quali essa risponde. L'opportunità di diffusione capillare del patrimonio librario che si apre davanti a lettori e ricercatori è decisamente affascinante. Tuttavia l'appello al senso critico è da tenere sempre desto per comprendere gli esiti di un progetto che in questi mesi sta compiendo i suoi primi passi. Dopo il prossimo novembre forse si capirà quale sarà l'esito della vertenza sui diritti d'autore e quindi il futuro del progetto. Per il momento un frutto positivo dell'allarme generato in Europa dai «neoamanuensi» californiani è però evidente: una spinta alla collaborazione tra gli Stati del Vecchio Continente in vista della possibilità di rendere fruibili universalmente, mediante tecnologie digitali, non solo l'immenso patrimonio culturale europeo, ma anche le sue grandi istituzioni culturali. Per gentile concessione de “La Civiltà Cattolica” La versione completa dell'articolo è stato pubblicato sulla “Civiltà Cattolica” 2005 III 507-516, quaderno 3726 4 Lunedì 19 Marzo 2007 DIARIO URUGUAYANO la gente d’italia L'abbraccio della “Casa degli Italiani” perilritornoaRomadelConsolePala di Tonino Pintacuda A desso sappiamo che gli amici brasiliani hanno l'abitudine di scusarsi per tutto, una gentilezza che sgorga spontanea dal cuore prima del commiato di un ospite particolarmente caro. L'abbiamo scoperto lo scorso venerdì, alla Casa degli Italiani di Avenida 8 de Octubre in occasione del saluto del Console d'Italia Michele Pala che ritorna a Roma.il Console Pala ha voluto salutare la collettività con un rinfresco in concomitanza all'incontro organizzato dal Com.It.es con i delegati del Consiglio Generale degli Italiani all'estero che nel fine settimana hanno partecipano alla riunione continentale dell'organismo, Alla porta il Console ha accolto tutti, in compagnia della Lunedì 19 Marzo 2007 5 la gente d’italia sua bellissima moglie, accanto a un tavolo pieno del libro “Costituzione e Simboli della Repubblica Italiana”, fortemente voluto dal Consolato per rinsaldare il filo della memoria tra l'Italia e gli Italiani dell'Uruguay. Lasciatemelo dire: è stata una delle serate più emozionanti da quando sono arrivato qui due mesi fa. Ascoltare l'inno nazionale uruguayano e subito dopo quello italiano, con i nostri connazionali che tenevano visibilmente commossi la mano sul cuore. E oltre alle notizie sui lavori della Commissione del Cgie a cui daremo ampio spazio in una delle prossime puntate di questo “diario uruguayano” - tutti i riflettori erano puntati sul Console Pala, sul lavoro che questo giovanissimo italiano ha fatto a Montevideo per tutti gli italiani dell'Uruguay. Soprattutto tra i meritatissimi elogi e attestati di stima, vogliamo soffermarci sulle parole dell'Ambasciatore Guido Scalici e su quelle dello stesso Console. Il Console Scalici ha voluto ricordare che l'impeccabile lavoro di Pala è stato possibile perché - e questa, per dirla come Jane Austen, è “una verità universalmente riconosciuta” - grazie al sostegno e alla comprensione della sua sposa. Lo stesso Pala ha voluto ringraziare la sua consorte brasiliana: soffermiamoci sul significato della parola consorte: con-sorte è molto più bello che “sposa”, indica la ferma volontà di condividere la medesima sorte, lo stesso destino del proprio sposo. Ed è proprio quello che la Signora Pala ha fatto in questi quattro anni. Concludiamo riportando il legittimo orgoglio del Console Pala: «In questi anni ho cercato sempre di lavorare per poter entrare dalla porta di ingresso del Consolato. Ci sono riuscito». Ed è proprio così: Pala non ha mai dovuto utilizzare l'ingresso posteriore, ha sempre varcato la soglia principale del Consolato, avendo sempre per tutti i nostri compatrioti una parola cordiale. La standing ovation, l'apertura dei regali e l'arrivo del rinfresco spezzano la visibile commozione di tutti gli italiani, arrivati anche dall'interno dell'Uruguay per salutare l'amico Console. Al Console vanno i migliori auguri di tutti noi di “Gente d'Italia”. Come sempre e stavolta più che mai: Signor Console, hasta luego! R Anno VIII, Martedì 20 Marzo 2007 USD 1,00 - Can 2,00 - URY 35 Pesos Direttore Mimmo Porpiglia Quotidiano d’informazione indipendente Direzione, redazione, amministrazione Porps International Inc. - 199 Ocean Lane Drive Suite 1109 - Key Biscayne FL 33149 - Tel. 305 365 6526- Fax 3053656518 Internet: www.lagenteditalia.com - Email: [email protected] La Gente d’Italia Cronache degli italiani dal mondo - Trademark n° 75/829279 Prezzi di vendita all’estero: Albania USD 2,00; Argentina USD2; Australia $A. 4; Austria Sc. 26; Belgio FB. 75; Brasile R.$ 7,50; Canada $C. 3.00 plus g.s.t.; Costa Rica US$ 3,50; Danimarca Kr. 15; Egitto E.P. 8; Etiopia Birr 6,50; Finlandia Fnk 10; Francia Fr. 12; Germania Euro 2.50; Grecia Dr. 500; Gran Bretagna L.G. 1,30; Irlanda I.£ 1,60; Libia Dirh 3,60; Lux FL 75; Malta Cts 50; Messico N.$ 21; Monaco P. F. 12; Norvegia Kr. 15; Olanda FL. 4; Portogallo Esc. 200; Romania Lei 6000; S. Domingo Rd$ 50; Slovenia SIT 280; Spagna Pts. 150; Sud Africa R. 16;Svezia Kr. 15; Svizzera Fr. 2,80; Uruguay $U 0,5; Italia Euro0.50 Sarebbero un milione le vittime irachene della L'olocausto iracheno guerra cominciata con il bombardamento americano di Baghdad nella notte del 20 marzo 2003: lo sostiene Gideon Polya, un ricercatore australiano che ha confrontato e incrociato dati e informazioni di diverse fonti, qualificate e indipendenti, cominciando da quelli del Fondo Onu per l'infanzia (Unicef). Nel "notiziario del 12 ottobre 2005", la MISNA scriveva: "secondo uno studio americano, il numero delle vittime del conflitto dal 2003, sarebbe di certo superiore a 400.000 e potrebbe perfino sfiorare le 800.000. (No, non ci sono zeri in più: è proprio ottocentomila). Lo studio non è di un gruppo di estremisti o radicals o no global: è stato fatto dalla "Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health". Ovviamente, le stime riguardano solo i civili iracheni. di Pietro Mariano Benni* E dire che quando la rivista specializzata inglese "Lancet" due anni fa aveva valutato da 100.000 a 200.000 vittime era stata 'ridicolizzata' a favore del cosiddetto 'Iraq body count' che non ne ha mai indicate più di alcune decine di migliaia. Follia di guerre preventive per l'esportazione della democrazia, "contro" il terrorismo e tendenti, in questo caso più che altrove, a una sorta di non dichiarato genocidio!". Polya, dopo 40 anni di vita accademica come biochimico - in gran parte trascorsi all'Università 'Latrobe' di Melbourne, una delle prime 10 università australiane e una delle prime 100 al mondo - si è dedicato in questi ultimi anni a una crescente atti- vità pubblicistica in cui spicca il testo “Global mortality, Iraq and the Muslim Holocaust” del luglio 2004. Già allora - sottolineando che “sotto l'occupazione anglo-americana la “excess mortality” (mortalità evitabile) e quella dei bambini entro i cinque anni di età era stimabile a 100.000 l'anno” - Polya scriveva: “Come umanista e studioso di scienze biologiche, ho approfondito e scritto un'analisi dettagliata della mortalità planetaria nella Storia, allo scopo di affrontare questa straordinaria cecità morale e intellettuale delle nostre altrimenti istruite e certamente umane società del Primo mondo”. Lo studioso australiano è anche autore di un volume scientifico di 864 pagine sulle sostanze chimiche delle piante, publicato a Londra e a New Yoprk, considerato dagli specialisti una "bibbia" del settore. Per la sua ultima ricerca sulla morta- segue a pag. 2 Mastrogiacomo:“Sono finalmente libero e sono veramente contento” ''Sonofinalmente libero e sono veramente contento''. Queste le prime parole di Daniele Mastrogiacomo a Repubblica Tv dopo la sua liberazione. ''Ringrazio tutti quanti perl'affetto che ho avuto, la gente che si e' mobilitata per me, tutti quanti'', ha aggiunto il reporter di Repubblica. ''Sono riuscito ad uscire da questa situazione anche grazie all'aiuto del mio giornale, del governo, del ministero degli Esteri, di tutti quanti gli amici e dei colleghi che mi hanno sostenuto'', ha spiegato Mastrogiacomo, aggiungendo che ''questo mi dava grande conforto, specialmente la notte quando mi legavano mani e piedi, quando mi tenevano in queste quindici prigioni, piccole come ovili''. L'inviato di Repubblica ha raccontato come spesso gli capitasse di ''dormire perterra, in mezzo alle dune del deserto''. ''Pero' - ha sottolineato - sapevo che l'Italia in qualche modo mi sosteneva e mi stava vicino e questo era l'unico conforto nei momento piu' disperati in cui temevo veramente di morire''. 'Ringrazio veramente tutti quanti per quello che hanno fatto per me, questo momento forse e' il piu' bello che sto vivendo della mia vita'', ha concluso. Quella che ha portato alla liberazione di Mastrogiacomo e' stata ''un'operazione non semplice'' ha detto il premier Romano Prodi, nel corso della breve conferenza stampa a Palazzo Chigi Ma ora crescono i dubbi Nei giorni scorsi Salvatore Ferrigno, deputato di Forza Italia eletto nella circoscrizione estero ha denunciato la grave situazione nella quale versano 100epiù famiglie dei contrattisti italiani impiegati presso i nostri Consalati negli Usa. Questi lavoratori con doppia cittadinanza, contrattisti presso le sedi Consolari e Diplomatiche italiane hanno sempre pagato le tasse allo Stato Italiano.Da oltre 23 anni. Nessuno ha pero’mai avvisato loro che, in virtù delTrattato diVienna, le tasse andavano versate allo Stato dove effettivamente lavoravano. E ora dovrebbero rimborsare cifre iperboliche all’ufficio delle t asse americane.L’Agenzia News Italia Press ha raccolto la loro protesta di Nicholas D. Leone Archiviato con soddisfazione di tutti il caso Mastrogiacomo, il mondo politico concentra la propria attenzione sul rifinanziamento della missione in Afghanistan. E nel centrodestra crescono - anche alla luce delle modalità, ancora oscure, con le quali si è giunti alla liberazione del giornalista rapito dai talebani - i dubbi sulla continuità tra l'impronta che il precedente governo aveva conferito alla presenza italiana e il segno impresso dal nuovo esecutivo. Dopo le trattative con i talebani per il rilascio di Daniele Mastrogiacomo, la missione italiana è destinata a cambiare? E la proposta - avanzata dal segretario Ds Piero Fassino - di aprire ai talebani le porte della conferenza di pace per l'Afghanistan caldeggiata da governo e maggioranza è un segnale che anticipa questo nuovo corso? segue a pag. 2 La protesta dei contrattisti italiani negli Usa Dengue, primo caso a Montevideo Allerta sanitaria anche a Panama È un uomo di 30 anni residente a Salto, 500 chilometri a nord-ovest di Montevideo, il “primo caso accertato autoctono” di 'dengue, l'affezione febbrile acuta che ha già creato una drammatica emergenza nel vicino Paraguay con oltre 400.000 persone infette. Lo ha riferito il ministero della Sanità uruguayano, precisando che il paese “è passato alla fase 1, ovvero l'allerta per lo scoppio della 'dengue' perché il paziente non ha visitato di recente stati esteri”. Antonino Pintacuda a pag. 4 segue a pag. 2 **** "Ilmio futuro, se dovessi pagare questa cifra di dollari, sarebbe rovinato, considerando anche il fatto che la mia malattia richiede continui controlli medici e opedalieri. Se ciò avvenisse andrei sul lastrico" dice Antonio Massa dal Consolato Generale d'Italia in San Francisco "Mi sento vittima dell'arroganza e del malservizio da una parte e della negligenza e indifferenza dall'altra" dice Alessandra Ravaioli, segretaria del Console Generale d'Italia a Miami "Lavoro presso la Rappresentanza da 18 anni e invece di ritrovarmi con dei risparmi, mi ritroverei con un enorme debito - e non per colpa mia. Arriverei all'età del pensionamento (tra 15/17 anni) con poco o niente in tasca" dice Rosanna Ruffo, dalla Rappresentanza Permanente d'Italia presso le Nazioni Unite ."Questa tragedia si sarebbe potuta evitare a suo tempo rispettando la convenzione Italia-USA in materia fiscale che risale al 1984 e soprattutto applicando l' art. 19 di tale convenzione che si riferisce in particolare alla funzione pubblica" dice Anna Maselli, dal Consolato Generale d'Italia a San segue a pag. 2 Francisco . 4 Martedì 20 Marzo 2007 DIARIO URUGUAYANO la gente d’italia EMERGENZA DENGUE L'arrivo della febbre spacca ossa non ferma i cicli della vita quotidiana di Tonino Pintacuda Il virus è trasmesso attraverso il morso di diverse zanzare del genere Stegomyia. Il principale vettore è Aedes aegypti, identificato per la prima volta nel 1906 come responsabile della trasmissione; una volta che la zanzara è stata infettata lo rimane per tutta la vita. Gli umani servono come serbatoioamplificanteemoltoprobabilmenteanchelescimmiepossonoessere considerate come serbatoi. In particolare si ipotizza che il virus si sia diffuso per la prima volta nelle scimmie, e poi i vettori l'abbiano trasmesso all'uomo. Le zanzare trasmettono il virus anche per via verticale, alle proprie progenie. Irrimediabilmente con l'arrivo dell'autunno la vita riprende i suoi cicli, il calendario ricorda a tutti gli uruguayani che il verano è finito: addio alle murgas, addio alle passeggiate in costume sull'oceano, addio ai ritmi lenti, lentissimi dell'estate. Rimettiamoci la cravatta e andiamo a prendere l'omnibus tutte le mattine, nel faticoso tran tran che si chiama vita. Appena 15 pesos e i torpedoni ci lasceranno sotto l'ufficio ad aspettare le piccole pause sino al pomeriggio, e poi spesa, un po' di tv e di nuovo la sveglia puntata per ricominciare. Camus ha definito questa quotidianità la “fatica di Sisifo”: Sisifo è il mitico eroe greco punito per aver sfidato gli dei con la sua sagacia. Zeus decise che Sisifo avrebbe dovuto far rotolare un masso dalla base alla cima di un monte. Tuttavia, ogni volta che Sisifo stava per raggiungere la cima, il masso rotolava nuovamente alla base del monte, per cui Sisifo dovette per l'eternità ricominciare la sua scalata. I giorni troppo uguali - lo sentiamo e lo sappiamo tutti - sono altrettanti massi ma in questo gli uruguayani sono fortunati, prendiamo ad esempio quelli che lavorano alla Borsa di Commercio in Calle Misiones, proprio di fronte alla mia finestra. Eccoli fumare furtive sigarette nelle pause rubate agli impegni pressanti dei movimenti economici ma non capita a tutti di far pochi passi per raggiungere il Rio de la Plata nel suo quotidiano abbraccio con l'OceanoAtlantico. C'è una serenità diffusa, figlia delle bellezze architettoniche e del manto verde della città, la filosofia del “no pasa nada” ha un suo fondamento, camminare per Avenida 18 de Julio e soffermarsi nella dozzina di piazzette che non re... ****** LAFEBBRE DENGUE È UNAMALATTIASIMILE ALL'INFLUENZA;nei bambini è caratterizzata da febbre ed rash. Negli adulti la febbre è più alta ed accompagnata da forti emicranee, dolori nelle regioni orbitali, dolori muscolari e rash. La febbre dengue si manifesta dopo l'esposizione ad un sierotipo, nei confronti del quale il paziente diventa resistente. Esistono però, come detto in precedenza, quattro sierotipi ed una seconda infezione con un sierotipo diverso, può portare a conseguenze ben peggiori: la febbre dengue emorragica (DHF). LA DHF È CARATTERIZZATA DA FEBBRE ALTA, EMORRAGIE, FEGATO INGROSSATO e problemi circolatori. La febbre puòpersistereperdiversigiorniepuòraggiungerei41°gradi,seguitadaconvulsioni e emorragie. Il paziente se non trattato può morire per problemi circolatori. IfattoricoinvoltinellaseveritàdellaDHFsono:laprimainfezione,l'intervallo di tempo tra quest'ultima e la seconda, il sierotipo virale e il genotipo del paziente. Le principali caratteristiche fisiopatologiche sono correlate con la concentrazione di alcune citochine (molecole coinvolte nella risposta immunitaria), quali IFN-, IL-2 e TNF- ha nulla da invidiare alle omologhe europee. La gente dell'interno del Paese è tornata alla vita normale, si nota dalla diminuzione di estimatori di mate, la bevanda nazionale. Molti camminano con tutto l'armamentario per sorseggiare tranquillamente il loro mate: termos e bombilla. Versano l'acqua bollente e succhiano tranquilli. Ma i primi a essere consci del facile stereotipo dell'uruguayano mate e bombilla sono loro stessi: l'ultimo esempio, proprio l'altro ieri sull'Observador il vignettista Salvatore ha realizzato un piccolo capolavoro. Sale la tensione per il primo caso autoctono di dengue e per sdrammatizzare Salvatore ha disegnato un mate appollaiato sulla torre Salvo - ovvia citazione delceleberrimo King Kong appollaiato sull'Empire State Building - lì, sull'edificio più alto della bella Plaza Indipendencia, il “mate” con occhi e bocca tiene a bada con opportuno insetticida gigante la temibile zanzara del dengue: come sempre un sorriso riesce a scacciare le paure. Il “dengue” altro non è che la pestifera febbre spacca-ossa, lo porta la zanzara del genereAedes aegypti, lo stesso disgraziato e infimo insettucolo che porta la febbre gialla. Rilanciamo la scheda dal sito www.malattiedimenticate.net, lo stesso nome del sito web fa ben spera- LASTORIA Prima del 1970 solo nove paesi avevano descritto casi di DHF. Dai circa 100 casi del 1955 si è passati agli attuali 500 mila. VIE DI TRASMISSIONE TRATTAMENTI Attualmente l'unico modo per ridurre i casi di febbre dengue è quello di evitareilcontattoconilvettoreecontrollarelapopolazionedellezanzare,modificando il loro habitat e utilizzando larvicidi. E' in corso un programma specifico di pulizia per eliminare bottiglie, copertoni e lattine dall'ambiente (oggetti che ricreano un habitat ideale per la proliferazione dei vettori), così da limitare i possibili luoghi di crescita del vettore. LADIAGNOSI La diagnosi si basa sulla ricerca di IgM anti-dengue, come indice di una recente infezione; inoltre viene utilizzata la PCR per rilevare la presenza del virus nel siero dei pazienti. Esistono alcune terapie antivirali che possono essere efficaci solo se eseguite nelle prime fasi della malattia. RICERCAESVILUPPO Sono in corso alcuni studi per sviluppare larvicidi non tossici per l'uomo, da utilizzare nell'acqua. Sono in corso di sperimentazione sei vaccini virali vivi attenuati, che dovrebbero proteggere la popolazione da tutti i sierotipi mantenendo a lungo elevato il titolo anticorpale. Alcuni risultati di una sperimentazione durata quattro anni hanno rivelato che uno dei vaccini attenuati conferisce protezione dalla febbre dengue e non conduce a DHF. Esiste un sistema globale di rilevazione di dati epidemiologici e di sorveglianza alle mutazioni dei virus; questo programma, chiamato DengueNet, facilita la realizzazione di nuovi metodi di controllo contro la trasmissione della patologia. I dati epidemiologici e di laboratorio sono raccolti da diverse istituzioni, che riordinano i risultati in modo eterogeneo; sul sito sono presenti statistiche dal 1955 al 2001. Occorre sviluppare nuove strategie di diagnosi della malattia; un test con target la proteina non strutturale NS1 è già in via di studio. Il Ministero della Salute Pubblica dell'Uruguay oltre alla massiccia opera di fumigazione ha attivato per ogni evenienza il numero 0800 4444 e il sito http://dengue.msp.gub.uy/ Giovedì 22 Marzo 2007 7 la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO SPECIALE Fratelli d'Italia sul Rio de la Plata Quante sono le associazioni italiane di Montevideo? di Tonino Pintacuda I r G i o s u è Bo r d o n i s c r i v eva nel suo saggio “Montevideo e la Repubblica dell'Uruguay” d e l 1 8 8 5 : « D u r a n t e l a p r ima v e r a e l ' a u t u n n o , q u e s t i d i n t o rn i s o n o a ff o l l a t i a l l a lettera di numerose S o c i e t à , c h e , s o t t o p r et es t o di festeggiare questo o quell'anniversario, vi si recano in corporazione a d a rs i b el t e m p o . O r a è l a Società spagnuola di mu t u o s o c c o r s o ; o r a q u el l a d e i B a s c h i , o r a l a S o c i et à francese, e infine l'una o l'altra delle numerose Società italiane, che non lasciano mai occasione di d a re t e st i m o n i a n z a p u b b l ic a d e l l o r o s p i r i t o d i f r at e l l a n z a e b u o n a a r m o n i a, e a n c h e d i e c c e l l e n t e a p p etito, col farvi dei banchetti v e ra me n t e o m e r i c i , i n cu i si t r i b u t a n o s e m p r e i d o v ut i o n o r i a l s u c c u l e n t o e t r adizionale asado con c u e ro » . 122 anni fa le cose sono r a d i c a l m e n t e c a m b i at e, l a r e t e d e l l e a s s o c i a z i o n i i t aliane di Montevideo si è f o rt e me n t e r i d i m e n s i o n at a, cancellando coi fatti la maligna annotazione che faceva Luigi Barzini nel 1 9 0 2 « g l i i t a l i a n i a l P l at a so n o u n i t i i n t r e c e n t o as s ociazioni, il che costituisce u n a v e ra d i s u n i o n e » . Q u e s t o r i d i m e n s i o n a m en t o è i l ri s u l t a t o d e i m o v i m e nti s t o ri c i c h e h a n n o p o r t at o alla completa integrazione de g l i i t a l i a n i a r r i v a t i q u i in c e rc a d i m i g l i o r f o r t u n a . S e è v e r o , c o m e s cr i v o n o gl i s t o ri c i L u i g i F a v e r o e Al i c i a B e r n a s c o n i , c h e i l gr u p p o e t n i c o è « l a r i s u ltante del movimento m i g r at o r i o , i n c u i p e r siston o , i n g r ad o p iu ' o m e n o el ev a t o , g l i e l em e n ti c u ltur al i e m a t er i al i d e llo sp azi o s o ci al e d i p ar te n z a , m a integrati o giustapposti dagli elementi acquisiti n el l ' i n co n t r o co n lo sp a z io sociale d'inserimento», appare evidente che il “g r u p p o et n i c o ” ita lia n o è un affascinante microcos m o al l ' i n t e r n o de l p ic c o lo g r an d e U r u g u ay. Tr i c o l o r e , l ' A s s o c i a z i o n e Emilia Romagna, l'Ente Friuliano, il Filef, il Fa m e e Fu r la n e , la Fa m ig lia Piemontese, i Figli della To s c a n a , il Gruppo Legami, la Fratellanza I ta lia n a , i Ma r c h ig ia n i n e l Mondo, l'Ass. Lauria, l'Ass. Ligure, l'Ass. Ossolana, i Padovani nel m o n d o , i Pe n sio n a ti I n a s, i Pugliesi, l'Ass. Regione Lombarda, l'Ass. Satrianese San Rocco, i Tr e v i s a n i n e l M o n d o , i S i c i l i a n i i n U r u g u a y, l a Uim (Unione Italiani nel m o n d o ) , i Vi c e n t i n i n e l Mondo e l'Ass. dei Vie tr e si. Se n o n h o sb a g lia to a c o nta r e so n o tr e n ta se i a sso c iaz io n i, tu tte h a n n o d i sic u r o u n a b e lla sto r ia d a r a c c o nta r c i. C o m e se m p r e , h a sta lu e g o ! Q u a l i s o n o l e p r o sp e ttiv e f u t u r e d e l l a r e te d i a ssoci az i o n i i t a l i a n e d i q u e lla ch e f u l a B a n d a O r ie n ta l? L o s co p r i r em o n e lle p r o ssime puntate di questo “diario uruguayano”: con u n 'i n ch i es t a p er c o n o sc e r e dell'Uruguay oltre alla questa vitalissima realtà ma ssic c i a opera di fum i ch e m an t i e n e v iv o il le g agazione ha attivato per me con l'Italia, capace o g ni e v eni enza i l num ero ancora - come ha dato 0800 4444 e il sito prova in occasione del ht t p: //dengue.m sp.gub.uy s al u t o d e l C o n s o le Pa la - R ic o r dia mo a i no st r i le t P o t e t e scri verci al l ' i ndid i c o m m u o v e r s i q u a n d o t o r i c he pe r l'e me r g e nz a rizzo genteditaliaurur i s u o n a n o l e n o t e d e ll' in n o D e ng ue Il Minist e ro de lla g ua y @gm ai l .com d i M a m el i . Salute Pubblica Il t e le f ono del l a redazi oScorriamo l'elenco, BREVI DAL SUDAMERICA in rigoroso ordine al f ab e t i c o : ECUADOR – Con il giuramento, di sette alla riunione annuale del ‘Banco interaL'Ancri, l'Anpi, nuovi deputati, sono 28 i parlamentari che mericano de desarrollo’ (Bid) in corso in l'Associazione si sono insediati a Quito in sostituzione dei Guatemala. “L’obiettivo del governo è Abruzzese di 57 rimossi la scorsa settimana per aver quello di arrivare alla ‘povertà zero’ entro Montevideo, gli ostacolato il referendum sull’Assemblea il 2012” ha aggiunto Cabeza, secondo cui Alpini, i Bellunesi Costituente, voluto dal governo del presi- tra il 2005 e il 2006 il Venezuela ha anche del mondo, dente socialdemocratico Rafael Correa. I aumentato dal 48 al 56% la cosiddetta l'Associazione nuovi ingressi in Parlamento, dominato ‘popolazione economicamente attiva’ e Calabrese, i dall’opposizione conservatrice, hanno oggi il salario minimo è pari a 238 dollari, C a m p a n i consentito il riavvio dei lavori dell’assem- secondo solo a quello del Cile. dell'Aercu, l'assoblea, paralizzati da una settimana. Si pro*** ci az i o n e L az i al e, la filerebbe inoltre una nuova maggioranza PERÙ – Tre guerriglieri e due soldati sono C as a d eg l i I t a l i a n i, parlamentare, favorevole al referendum. stati uccisi in combattimenti tra l’esercito il Circolo Lucano, i l C i r co l o G i u l i a n o , *** e una colonna di ribelli di ‘Sendero i l C i r c o l o Tr e n tin o VENEZUELA – Negli ultimi tre anni l’in- Luminoso’ nelle selve del dipartimento di Montevideo, il dice di povertà è sceso dall’80% al 39,4%: sud-orientale di Huancavelica. Si tratta C l u b d e g l i A n zia n i, lo ha detto il ministro delle Finanze di del secondo scontro armato con gli sparuil Comitato Caracas, Rodrigo Cabeza, intervenendo ti gruppi ancora attivi di ‘Sendero’, scon- ne e' (598 -2) 916 08 15. Da l unedi a venerdi , potet e c h i a m a rc i t r a n q u i l l a m ente dal l e 16 al l e 18 fitto militarmente nel 1992, dall’inizio dell’anno: a gennaio un poliziotto era morto in un’imboscata della guerriglia nella regione sud-andina di Ayacucho. *** ARGENTINA – Almeno 38 casi di ‘dengue’, la febbre trasmessa dalla zanzara ‘aedes aegypti’, sono stati riscontrati nella provincia nord-orientale di Formosa, al confine con il Paraguay, paese dove è in corso un’emergenza nazionale con 400.000 contagiati. Fino a un mese fa i casi a Formosa erano 23; in tutta l'Argentina sarebbero finora 158 quelli accertati e i 588 sospetti, una cifra che per il momento non desta eccessive preoccupazioni, secondo le autorità. 16 Venerdì 23 Marzo 2007 DIARIO URUGUAYANO la gente d’italia I tre fratelli Rago del calzaturificio Bisignano «Gli stivali di Bush l'abbiamo fatti con mani e cuore» di Tonino Pintacuda Q uest'intervista poteva benissimo intitolarsi “dallo Stivale con furore”, giocando apertamente con la conformazione geografica della nostra bella Italia e la professione dei tre artisti della scarpa che “Gente d'Italia” ha avuto il piacere d'incontrare. Il calzaturificio artigianale Bisignano è un piccolo gioiello, un museo vivissimo in cui sbirciare il tempo che fu con le narici piene di un buonissimo odore di pelle conciata. Rosario Mario, Giuseppe e Carmelo Rago sono tre calabresi arrivati qui il 20 febbraio del 1954, troppo piccoli per ricordarsi quell'Italia che continuano ad amare e onorare parlando un coloratissimo italo-calabrese. Loro sono i tre figli di Umile Rago, emigrato in cerca di miglior fortuna dalla amatissima Calabria, un nome che traccia il destino di questi tre galantuomini che lavorano ogni scarpa con “mani e cuore”: Sant'Umile, tra l'altro, è il patrono del Comune di Bisignano, a cui i tre fratelli hanno reso omaggio registrando per le loro splendide scarpe il marchio “Bisignano”. Ed ecco lo scoop: sono stati proprio i tre fratelli Bisignano a realizzare gli splendidi stivali che il Presidente dell'Uruguay ha donato a George W. Bush, suo omologo statunitense, a suggello della visita del 9 e 10 marzo scorsi. “Gente d'Italia”, in esclusiva per i suoi lettori, ha ottenuto le foto degli stivali, realizzati dalla pelle di un puledro, senza nessuna cucitura: l'apoteosi dell'arte dei Rago. Loro non fanno distinzioni tra clienti, tutte le scarpe sono tagliate e modellate a mano, un'arte che sta scomparendo e di cui questi tre fratelli sono tra gli ultimi validissimi rappresentanti. Li abbiamo intervistati. Che soddisfazione! Realizzare le scarpe per l'uomo più potente del mondo. Ve lo sareste mai immaginato? «Per noi non ci sono differenze: le nostre scarpe sono fatte tutte, senza eccezioni, con mani e cuore. Frutto di un'arte destinata a perdersi. Certo abbiamo pure festeggiato, soprattutto perché è stata una faticaccia... Tre giorni di lavoro senza nessuna sosta». Non fate pubblicità ma siete arrivati a realizzare gli stivali di Bush. Come avete fatto? «Noi abbiamo conosciuto il Presidente Vazquez prima che assumesse l'incarico, era stato il suo sarto a mandarlo da noi, confermando quello che crediamo da sempre. Non è necessaria la pubblicità, la migliore promozione è il passaparola tra clienti. Noi lo vediamo come una palla di neve: inizia piccola e può diventare gigantesca e travolgere tutto. Così è stato per le nostre scarpe, i nostri clienti portano altri clienti ma, considerate la dimensione della nostra bottega dobbiamo spesso rinunciare, non possiamo fare più di dieci scarpe al giorno, sarebbe penalizzata la qualità del nostro prodotto». Non avete apprendisti? «La nostra è un'arte destinata a morire. Non esiste più la figura del ragazzo di bottega che era perfino disposto a pagare per imparare l'arte. Non solo li dovremmo pagare noi» ridono di cuore - «ma pure sarebbe controproducente: al primo rimprovero ci direbbero che non siamo i suoi genitori. L'artigianato deve sentirsi per prima cosa nel cuore, sarebbe necessaria una rivoluzione mentale ma non ci sono giovani disposti a intraprendere una vita di sacrifici. Giancarlo, il figlio di Carmelo, ci aiuta, realizza lui le scatole di cartone per le nostre scarpe». E' un vero peccato. Ed ecco che arriviamo agli splendidi stivali di Bush... «Ci arriva una telefonata lunedì 5 marzo, era il Segretario del Presidente dell'Uruguay, ci dice se possiamo realizzare entro venerdì un paio di stivali. Rispondiamo che ovviamente è impossibile. Ci richiama, ci fa capire che è una cosa davvero importante, accettiamo. E lavoriamo per quattro lunghissimi giorni senza guardare - come sempre - l'orologio. Un paio di stivali senza cuciture, realizzate con morbidissima pelle di puledro, numero 43, solo dopo abbiamo capito che stavamo facendo le scarpe al Presidente degli Usa. Noi il nostro lavoro lo facciamo sempre allo stesso modo: dalla scarpa di 1500 pesos agli stivali che naturalmente costano qualcosa in più». Grazie, di cuore. E complimenti per l'italiano, lo parlate fluentemente. «Ovvio. Noi tre lo parliamo sempre non perdere le nostre radici». la gente d’italia 17 Venerdì 23 Marzo 2007 FILOMENANARDUCCI, COORDINATRICE NAZIONALE DELL'INAS-CISL «Il passaporto è solo un titolo di viaggio» F ilomena dicono Narducci non ci trasmet- è d a v v e r o u n a c o l o n- tono n a d e l l a c o l l e t t i vi t à i t a l i a n di sent i re i l raccont o del l a dop- nativa pi a emi grazi one M o n t e v i d e o di a l l ' A rg e n t i n a e d a l ì to t occant e. re d o p o i l g o l p e d el Soprattutto qui quando fi n a l m e n t e n e l 1 9 8 5 , - dopo gl i anni p r o t e z i o n e d e l l ' O nu . milanesi L ' a b b i a m o i n c o n t r at a gli ment e pi ccol o. E (Calle 1484 - sembrò i nfi ni t a- a l l a s e d e d e l p a t r oVa z q u e z ha 1985 l'Uruguay Democrazia, sotto la Inas mi spi egat o che nel con il ritorno della nato è st at o un momen- a l l a d i t t a t u r a m i l i t aTo r n a t a Filomena, credetemi a Milano in seguito 1973. Ho avut o l a fort una Emigrata due volte dalla nessuna emozione. a d e l l ' U r u g u a y. prima poco, poi un aneddot o - 11 2 0 0 M o n t e v i d e o ) d a l ei s t e s s a i n au g u r a to Milano Federazione commovente: la con il bagaglio d'esperienza accumulato a Un ita r ia C G I L - C I SL - U I L d e l Gia m b e llin o ) e d mat t i na del l a part enza da Buenos Ai res l 'ac- Milano. I n a s su c c e ssiv a m e n te . compagnarono al l 'aeroport o l a madre e l a sua Sc o r r e n d o l a s c h e d a n e l s i t o d el M i n i s t er o Ne l 1 9 8 5 , c o n il r ito r n o d e lla d e m o c r a z ia in ami ca Ersi l i a, era i l 17 febbrai o del 1977. Il d e g l i E s t e r i s c o p r i am o ch e - e l ei s t e s s a c e lo Ur u g u a y, r ie n tr a n e l p a e se e d a p r e la se d e d e l 17 maggi o del 1985 l 'host ess del l 'Aerol i nas riconferma Pa tr o n a to I n a s- C isl a ssu m e n d o n e l' in c a r ic o d i Argent i nas, che l a ri port ava a Mont evi deo per dell'Università imposta dal governo uru- c o o r d in a tr ic e d e l Su d a m e r ic a . i l ri ent ro era propri o Ersi l i a! Comment a l a g u a y a n o n e l 1 9 7 3 , i n i zi a a l a v o r a r e a d i c i an- Tr a le a ttiv ità so c io c o m u n ita r ie d a se g n a la r e st essa Narducci : «Ersi l i a non l a vedevo da n o v e a n n i c o m e i m p i e g a t a i n u n 'i n d u s t r i a f a r- c h e n e l 1 9 9 1 Filo m e n a N a r d u c c i v ie n e e le tta dodi ci anni , gri dò “Mena!” e al l ora ho capi t o maceutica. C o n sig lie r e d e l C g ie e d è r ie le tta n e l 1 9 9 8 , che si chi udeva un cerchi o, i l mondo, i l mi o N e l 1 9 7 6 a b b a n d o n a, p er r a g i o n i p o l i t i c h e , il dove successivamente ricopre la carica di mondo era ri mast o sospeso, anche se devo p a e s e e s i r i f u g i a p r i m a i n A rg en t i n a e po i, membro per di re che ho sempre l avorat o per l 'Uruguay, g r a z i e a l l ' i n t e r v e n t o d e l l ' O n u , i n I t a l i a d ov e l' A m e r ic a L a tin a , e sse n d o r ie le tta su c c e ssiv a- pure ment re ero a Mi l ano. Quando i n Ci sl n e l 1 9 7 7 o t t i e n e un i n c a r i co p r es s o l a C i s l d i m e n te e a ttu a lm e n te m a n tie n e n l' in c a r ic o n e l m'hanno det t o che avevo un anno per deci dere - a seguito della chiusura (per del lavorare Comitato nella di Presidenza Comitato di Pr e sid e n z a . D a l 1 9 9 1 in in te r r o tta m e n te v ie n e e le tta c o n s i g l i e r e Comites, nelle essendo ultime due e le z io n i la p e r so n a c o n p iú p r e f e r e n z e . Nel eletta 2002 viene Vi c e Se g r e ta r io G e n e r a le per l'America L a tin a d e l C g ie . Ma questi dati ci 18 Venerdì 23 Marzo 2007 la gente d’italia a ti da ognuna del l e M o n t e v i d e o o r i p ar- associ azi oni i t al i a- tire per l'Italia, non ne del l 'Uruguay». ho In se restare avuto dubbi, sono rimasta». Mentre questo Rai International parla gli potrebbe essere occhi di Filomena d' ai uto. s o n o c h i a r i e d o l ci s- «Certamente. simi, dietro le lenti Invece degli International occhialetti Rai a to n d i c h e l e i n c o r n i- moment i è i nguar- ciano un viso che dabile. irradia cordialità. cambiare, La famiglia hanno det t o, perfi- com'è arrivata in no i l nome. Perché U r ug u a y ? “International”? sua «Mio Carmine, padre, arrivava Dovrebbe come Perché no Rai Italia o Rai d a l M o l i s e e l a v o r a- Internazionale? Il va , p r i m a d i t r a s f e- fine ri r i s i a M o n t e v i d eo ol t re al t el egi orna- e l a v o r a r e i n f a b b r i- l e quot i di ano è l 'u- ca, come tanti altri ni co gi orno i n cui immigrati, come spaccapietre a potrei c o stu r ir e q u a lc o sa p e r il f u tu r o , r ic r e a n d o u n g r u p p o c h e a n c h e se n o n u n if o r m e e r a a c c o- ma preferi sco guardare l a t v spagnol a, uru- Av e v a g i à t e n t a t o u n a v o l t a d i p ar t i r e p e r m u n a to d a lle r a d ic i c o m u n i c o n l' I ta lia . Og g i guayana o brasi l i ana. Prendi amo i l gi oco dei l ' U ru g u a y d o v e c ´ e r a g i á m i o n o n n o m a e r a la nuova generazione non sta realizzando pacchi che per ora ci propi nano, che senso s t a t o s c a r t a t o . Mi r a c c o n t av a d el l a cr o c e d i m o lto p e r il f u tu r o d i q u e lli c h e v e r r a n n o . E d ha? E' un format che di i t al i ano non ha nul l a. g e s s o c h e g l i f e c e r o s u l l a s p al l a , q u e l l a cr o c e è u n v e r o p e c c a to . N o i a b b ia m o d e lle in iz ia- Almeno prima passavano Il Commissario significava che poteva partire. Ho rivisto tiv e r iv o lte a i g io v a n i c o m e “ I n a s a p r e le Mont al bano! Invece di “Un post o al sol e” q u e l r i t u a l e n e l b e l l i s s i m o f i l m d i C r i a le se p o r te ” e l' a v v io d i c o r si d i lin g u a ita lia n a sarebbe megl i o “La Squadra”. E soprat t ut t o “ N u o v o m o n d o ” , h o r i v i s t o l a c r o c e d i g es so e a u to g e stiti. Si r iu n isc o n o e si d iv id o n o le corsi di i t al i ano, dovrebbero ri t rasmet t erl i h o c o m p r e s o c i ò c h e q u e l g es t o s i g n i f i c a v a spese dei come facevano pri ma. Ho i nt enzi one di moni- per un emigrante. Mio padre arrivava da d o c e n ti. A d e se m p io , se m p r e n e l 2 0 0 2 , a b b ia- t orare l a programmazi one. Badal oni aveva Sa n t a M a r i a d e l M o l i s e, è m o r t o m es i f a , a m o r a c c o lto d u e m ila e d u e c e n to f ir m e in v ia te propost o i nt eressant i modi fi che nel pal i nse- ottantaquattro anni, dopo sessantotto anni a l Min iste r o p e r l' a p p lic a z io n e d e i d ir itti. sto e soprattutto ha chiesto l'ausilio del d ' U r u g u a y. madre, N o n e r a so lo p e r il p a ssa p o r to . L o d ic o se m - Cgi e» Antonietta Bertone che vive in Uruguay da p r e : il p a sssa p o r to n o n è c h e u n tito lo di Cgi e, Com i tes e Parl am entari el etti nel l e cinquantotto anni v ia g g io . L e r a d ic i c o n l' I ta lia so n o r in sa ld a te circoscrizioni estere. Ci spiega questa fr a t e l l o e m i a s o r e l l a » anche e soprattutto con la partecipazione tri angol azi one? I l v o s t ro p a t ro n a t o è t r a i p i ù a t t i v i p o litic a e lo stu d io d e lla lin g u a ita lia n a » . «Dobbi amo ri pensare i l Cgi e, per ora è st at o « S e c o n d o l e i s p ez i o n i m i n i s t er i al i q u as i il P a r lia mo pro pr io de lla ling ua . un i nt erl ocut ore del l a nost re col l et t i vi t á con 5 0 % d e g l i a s s i s t i t i i n U r u g u ay s o n o p r a t i c h e « So n o so d d isf a tta , l' in te r e sse p e r l' ita lia n o è i l Parl ament o ed i l governo. . Ora che ci sono a v v i a t e e s e g u i t e d a n o i . N el 2 0 0 2 , l 'a n n o v ita le e d iff u so , a n c h e se n e ssu n o p a r la p iù i parl ament ari el et t i nel l e ci rcoscri zi oni est e- d e l l a “ g u e r r a d e i p a s s a p o r t i ” e d el l a g r an d e d i q u a le sa r à il f u tu r o d e lla n o str a lin g u a in re va ri pensat o i l suo ruol o di ci nghi a di t ra- crisi, abbiamo collaborato col Consolato, U r u g u a y. E ' u n te m a c r itic o , sa r e b b e u n e r r o- smi ssi one, s c e g l i e n d o l a s t r a d a o p p o s t a : i n v ec e d i r i c e- r e im p e r d o n a b ile a b r o g a r n e l' o b b lig o , l' in- Parl ament ari . Va ri di segnat o Anche se bi so- vere le pratiche e stilare una graduatoria g le se e il p o r to g h e se se r v o n o p e r il la v o r o : gna sot t ol i neare che l e pri me propost e dei a b b i a m o a p e r t o l e n o s t r e p o r t e e s i am o ar r i- l' in g le se in tu tto il m o n d o e il p o r to g h e se parl ament ari el et t i al l 'est ero sono st at e frut t o v a t i a d a c c o g l i e r e s i n o a 1 0 0 p e r s o n e a l g i o r- p e r c h é sia m o n e l Me r c o su r. Ma l' ita lia n o à la del bagagl i o st ori co del Cgi e, l a nost ra ere- no» lin g u a m a te r n a in u n p a e se c o m e q u e sto d o v e di t à. Ma ri pet o i l ruol o va ri pensat o e aggi or- E i giovani della collettività italiana? il 50% ha ascendenza italiana, tanto che nato. Ha n n o r a c c o l t o l ' ere d i t à d eg l i i l l u s t ri p re - basta considerare l'enorme richiesta per i dell'America Latina ha lavorato anche in decessori? corsi quest o senso». «Dobbiamo fare una distinzione tra la prima Cultura, g e n er a z i o n e d i i t a l i a n i i n U r u g u ay c h e s o ff r i- A ssiste n z a Sc o la stic a I ta lia U r u g u a y ) , i c o r s i v a p er i l d i s t a c c o e h a t e n a c e m en t e ce r c a t o d i d e lla Da n te A lig h ie r i, sin o a i c o r si a u to g e sti- sposò del guardarla Sacramento. Si Colonia settimana con mia e s i a m o n a t i n o i : i o , mio vive, compreso d'italiano: ai il pagamento dall'Istituto corsi del italiano Casiu di (Centro La di raccordo t ra i Comi t es ed i Conferenza dei rappresentanti Come sempre, hast a l uego! la gente d’italia CULTURA Venerdì 23 Marzo 2007 19 Giornalisti coraggiosi a cura di Tonino Pintacuda D aniele Mastrogiacomo è solo l'ultimo di una lunga serie di coraggiosissimi giornalisti che rischiano quotidianamente la vita per confermare quello che scrisse George Orwell, l'autore di 1984, il padre del “Grande Fratello” prima che lo annacquassero con l'omonimo reality: “La vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire”.Lavoro scomodo, rischioso, terribilmente affascinante: dietro anche il più breve dei lanci d'agenzia c'è un uomo o una donna che crede davvero in quello che fa.Ricordate Superman? L'alter ego dell'Uomo d'Acciaio - Clark Kent - decise di fare proprio il giornalista per avere un angolo privilegiato da cui osservare il mondo. Dalla sua scrivania di cronista del Daily Planet poteva prontamente intervenire. Dietro la citazione del mondo dei fumetti c'è un'infinita verità: i giornalisti sono sempre in prima linea, rischiano quotidianamente la vita per realizzare il quotidiano, quello che Hegel chiamò “la preghiera del laico”.Questa settimana Maura Gancitano ci racconta di due “giornalisti coraggiosi”: il grandissimo uruguayano Eduardo Galeano e il napoletano Roberto Sav i a n o , c o s t re t t o a v i v e re s o t t o scorta dopo il successo del suo “Gomorra”, un libro-denuncia vivo, vero e vitale.Costantino Simonelli ci strappa un amaro sorriso con una lettera aperta proprio a Daniele Mastrogiacomo, una provocazione per non far dimenticare l'afflato di solidarietà che si respirava in Italia nei giorni del sequestro. Galeano e Saviano Le vene aperte del Sud LA PAURA GLOBALE (EL MIEDO GLOBAL) Q uelli che lavorano hanno paura di perdere il lavoro. Quelli che non lavorano hanno paura di non trovare mai lavoro. Gli automobilisti hanno paura di camminare e i pedoni hanno paura di essere investiti. La democrazia ha paura di ricordare e il linguaggio ha paura di dire. I civili hanno paura dei militari, i militari hanno paura della mancanza di armi, le armi hanno paura della mancanza di guerre. E' il tempo della paura. Paura da parte della donna della violenza dell'uomo e paura da parte dell'uomo della donna senza paura. Paura dei ladri, paura della polizia. Paura della porta non chiusa a chiave, del tempo senza orologi, del bambino senza televisione, paura della notte senza pastiglie per dormire e paura del giorno senza pastiglie per stare svegli. Paura della moltitudine, paura della solitudine, paura di ciò che fu e di ciò che potrà essere, paura di morire, paura di vivere. (Tratto da "Le labbra del Tempo" di Eduardo Galeano - Sperling & Kupfer) MauraGancitano Gancitano didiMaura D a q u a l c h e s e tti ma n a s i t r o v a i n tutte le librerie d'Italia, nel banco delle novità. Chi non conosce il suo autore potrebbe pensare che si tratti di un libro appena scritto. In realtà, nonostante sia ancora oggi un testo di grande importanza, “Le vene aperte dell ' A me ri c a Latina”, capolavoro di Eduardo Galeano da poc o ri s t a m p ato da Sperling e Kupf e r, u s c ì n e l 1971, prima ancora delle dittature di Pinochet e Vi d e l a . S i tratta di una p o d e ro s a a c - cusa dello sfruttamento dell'America Latina da parte di poteri stranieri a partire dal X V se c o lo a i g io r n i n o str i. UN LIBRO PERICOLOSO F u c o n sid e r a to u n lib r o p e r icoloso, che fruttò al suo autore una notorietà internazionale, di cui gode ancora oggi, ma che lo costrinse a fuggire prima d a ll' U r u g u a y e p o i d al l 'Argent i na, p e r t r o v a r e i n f i n e r i f u g i o i n S p ag n a . U n lib r o sc r itto senza paura, col coraggio proprio solo di chi a m a la v e r ità e c h e , per l a propri a terra e il proprio popolo, è disposto a r in u n c ia r e a lla lib e r tà. LAPREFAZIONE DI ISABELALLENDE Leggiamo dalla prefazione di Isabel Allende: “Galeano denunci a l o sfrut t ament o con i nfl essibi l e feroci a, eppure i l suo l i bro è quasi poetico nelle descrizioni che dà del l a sol i dari et à e del l a capaci t à umana di sopravvi vere al l e pi ù at roci depredazi oni . C'è una forza misteriosa nella narrazione di Galeano. Usa la sua art e per i nt rodursi nel l a pri vacy del l a ment e del l et t ore, persuaderlo a leggere e continuare fino al l a fi ne, a soccombere al fascino del l a sua scri t t ura e al vi gore del suo i deal i smo. [...] Le vene apert e del l 'Ameri ca Lat i na è un i nvi t o a espl orare di et ro l 'apparenza. Le grandi opere l et t erarie come questa svegliano la c o s c i e n z a , r i u n i s c o n o l e p e r s one, interpretano, spiegano, denunciano, documentano e provocano cambi ament i ". LO STILE DI GALEANO TRA G I O R N A L I S M O E N A R R AT I VA Una grande opera letteraria, quindi, oltre che giornalistica. In questo modo il giornalista uruguayano cerca di risvegliare le coscienze dei latinoamericani, anche di quelli che non hanno una grande cul t ura, che 20 Venerdì 23 Marzo 2007 non sono abituate a documentarsi su i p r o b l e m i d e l p r o p r i o p ae s e . GA L E A N O : R A R O E S E M P I O D I I N TE LL E T T U A L E Quello di Galeano per l'America Latina è un amore incondizionato, è c o m e s e g r i d a s s e “ S v e g l i a t ev i ! ” ai suoi abitanti, ma allo stesso tempo provasse una grande compassione p e r l o r o , e u n a g r an d e am m i r az i o n e pe r l a l o r o c a p a c i t à d i an d a r e a v a nt i n o n o s t a n t e t u t t o . U n s e n t i m en t o , questo, proprio di tutti i popoli del Sud. IL CASO DI ROBERTO SAVIANO P a r l a n d o d i G a l e a n o , v i en e s u b i t o i n me n t e u n a l t r o ca s o , c h e q u al ch e me s e f a h a r i e m p i t o i g i o r n al i i t al i a n i . N e l s u o l i b r o d 'e s o r d i o , “G o mo rr a ” , i l g i o v a n i s s i m o g i o r n al i s t a di Napoli Roberto Saviano ha inf a t t i p a r l a t o d i v i c e n d e c a m o r r i s t iche. Per questo motivo, il suo libro è s t a t o c o n s i d e r a t o p e r i c o l o s o d ag l i s t e s s i c a m o r r i s t i , c h e h an n o m in a c c i at o i l g i o r n al i s t a e p o r t at o i l M i n i s t r o d e l l ' I n t e r n o a c o n c e d e rg l i una scorta. Anche in questo caso, s i t r a t t a d i u n l i b r o ch e ce r c a e ch e riesce a risvegliare le coscienze. Lo h a n n o l e t t o i r a g a z zi n i d e i q u ar t i eri della periferia di Napoli, che non a v e v a n o m a i t e n u t o u n l i b r o i n m an o , è s t a t o l e t t o n e l l e s cu o l e d i t u tt o i l S u d I t a l i a , c h e s o ff r e d e i m edesimi problemi, lo hanno letto i ragazzi del Nord, così lontani da u n a re a l t à c o m e q u e l l a n ap o l et an a . IL CORAGGIO D I R A C C O N TA R E L A V E R I TA ' È forse questo, più di ogni altra cos a , c h e u n i s c e l e f i g u r e d i G a l ea n o e S a v i a n o e f a d i “L e v e n e a p e r t e d e l l ' A m e r i c a L a t i n a ” e d i “G o m o rra” due libri importanti: la voglia di verità, il coraggio di raccontarla, l'amore per il proprio paese ma, soprattutto, la capacità di svegliare le coscienze. la gente d’italia BIOGRAFIE E d ua r do G a le a no E d u a rd o Ge rmá n Hu g h e s G a le a n o , è n a to a Mo n te vi d eo il 3 se tte m b re d e l 1 9 4 0 . A 1 4 a n n i c o min c ia a l a vo ra re c o me v ig n e ttista e , q u a lc h e te mp o d o p o a p u b b l i c a re a r t i c o l i . C o m e m o l t i s c r i t t o r i s u d a m e r i ca n i, p rim a d i a p p ro d a re a lla fa m a , fa u n p o ' di tutto: il cassiere, l'operaio in una fabbrica di ins et t i cid a , . D iv e n ta p o i re d a tto re c a p o d e lla riv ista M a rc h a , a lla q u a le c o lla b o ra v a a n c h e Ma rio B en ed e tti e n e l 1 9 6 4 G a le a n o è d ire tto re d e l q u o tid i a n o E p o c a . N e l 1 9 7 1 p u b b lic a “Le v e n e a p e rte d el l 'A me ric a La tin a ”, u n 'o p e ra fo n d a m e n ta le p e r capire le amarezze e le traversie del continente suda m e r i c a n o , d a s e m p re i l “ c o r t i l e d i c a s a ” d e g l i S t a t i Un iti. L'o p e ra v ie n e tra d o tta in d ic io tto ling u e e fru tta a ll'a u to re la n o to rie tà in te rn a zio n a le . N el 1 9 7 3 , d o p o il g o lp e , d e v e fu g g ire ; tro v a rip a ro i n A rg e n tin a , d o v e fo n d a e d irig e u n a riv ista , Crisis, che raggiunge una vastissima diffusione e a cu i co lla b o ra fra g li a ltri il p o e ta J u a n Ge lm a n . Q u a n d o n e l 1 9 7 5 J o rg e Vid e la re sta u ra la d itta tura n e l P a e se , Ga le a n o , me sso su lle liste n e re , d e v e r i p a r a re in S p a g n a , u n a S p a g n a c h e si a p p re sta v a a diventare democratica; lì collabora a riviste spag n o l e , c o n u a n ra d io te d e sc a e u n a c a n a le te le v isivo m essic a n o . I n S p a g n a sc risse “G io rn i e n o tti d i a m o re e d i g u e rra ” su i d iffic ili g io rn i in A rg e n tina e Uruguay e cominciò il cammino che lo porterà a s cr iv e re “Me mo ria d e l fu o c o ”, u n a trilo g ia c o m p o s t a e p u b b lic a ta fra il 1 9 8 2 e il 1 9 8 6 , u n e sa us t i vo a ffre sc o d e lla sto ria la tin o - a me ric a n a d a ll'ep o ca p re c o lo mb ia n a a i n o stri g io rn i. N e l 1 9 8 5 , c ad u t a la d itta tu ra , E d u a rd o G a le a n o p u ò fin a lm e n t e t o r n a re in p a tria e n e l 1 9 8 8 p u b b lic a “I l lib ro degli abbracci”, un'opera più sottile e intimista d el l a p re c e d e n te . S e g u o n o i lib ri “P a ro le in c a mm i n o ” ( 1 9 9 3 ) , “S p le n d o ri e mise rie d e l g io c o d e l calcio” (1995), “A testa in giù - la scuola del mond o a l la ro v e sc ia ” ( 1 9 9 8 ) , c o n i q u a li l'a u to re c o n t i n u a la su a a p p a ssio n a ta lo tta p e r u n m o n d o se n za più ingiustizie e sperequazioni, fra popoli e pers o n e c h e h a n n o tu tto e mo lto p iù d i tu tto e q u e lli ch e no n h a n n o n e mme n o l'e sse n zia le . F a e c c e zio n e “ S p l e n d o ri e m ise rie d e l g io c o d e l c a lc io ”, in c u i G a l ea n o , c h e d a p ic c o lo v o le v a d iv e n ta re c a lc ia to re ( e sa n to ) , e n tra a fa r p a rte d i q u e lla sc h ie ra d i n a r r ato ri c h e h a n n o p o e tizza to e e sa lta to in le tteratura il gioco del calcio. Nel 1999 è stato insignito d e l P re m i o p e r l a l i b e r t à c u l t u r a l e d e l l a F o n d a z i o n e La n n a n . Roberto Savi ano Roberto Saviano (Napoli, 1979), scrittore italiano. N e i suoi scri t t i , art i col i e nel suo l i bro usa l a l et te r at ura e i l report age gi ornal i st i co per raccont are l a re a l t à e c o n o m i c a , d i t e r r i t o r i o e d ' i m p re s a d e ll a Camorra e del l a cri mi nal i t à organi zzat a i n genere. Si è laureato in Filosofia all'Università deg li St udi di Napol i "Federi co II", dove è st at o allie vo del l o st ori co meri di onal i st a Francesco Barb a g a l l o . F a p a r t e d e l g r u p p o d i r i c e rc a t o r i d e l l'Osservat ori o sul l a Camorra e l 'Il l egal i t à e col l ab o ra con L'Espresso. Suoi raccont i e report age son o apparsi su Nuovi Argoment i , Lo St rani ero, Nazio ne Indi ana, Sud, e si t rovano i ncl usi i n di verse a n t ol ogi e f ra cui Best Of f . Il megl i o del l e ri vi st e le tt erari e i t al i ane (M i ni mum Fax 2005), e Napol i comincia a Scampia (L'Ancora del Mediterraneo 2 0 05). Nel 2006 per i l romanzo Gomor ra gl i vi ene ric onosci ut o i l Premi o Vi areggi o, i l Premi o Gi ancarlo Siani e il Premio Stephen Dedalus. Il ministro dell'interno Giuliano Amato gli ha conferito una sc ort a e l o ha caut el at i vament e port at o l ont ano da N a pol i . Gomor ra di Robert o Savi ano di vent erà un film con l a regi a di M at t eo Garrone. Venerdì 23 Marzo 2007 21 la gente d’italia Caro Mastrogiacomo, per favore, tornatene in Afghanistan di Costantino Simonelli lo poi, meno male che M a non da giornalista sfoga lì le sue rabbie, d'assalto, eh… ci man- che è ut i l e. Se st esse i n c her e b b e a l t r o . N o , p r o- It al i a, i ncendi erebbe l e prio da rapito, questo in- aut o di l usso al l e mani- te n d o . R i a v v o l g i t i i l n a- fest azi oni . stro di questi ultimi Oh, ma t i rendi cont o… quindici giorni, manda è un fat t o propri o uma- indietro la moviola e nitario… dei tre rapiti tornatene dai tuoi tale- l 'uni co che s'è sal vat o è ba n i .C h e , n o n s o s e s ar à il giornalista italiano; m e g l i o p e r t e , m a d i s i- che discriminazione è curo è meglio per tutti questa? Gli altri due gli altri, a conti fatti, non sono pure l oro fi gl i pe r l a n a z i o n e i n t e r a . di mamma? Poi di ce l a D'altra parte, siccome si ni st ra ugual i t ari a..” gio r n a l i s t a s e i e s a i c a- Capito, Daniele?! Tu pir e c o m e v a n n o q u e s t e adesso che sei tornato c os e , l o h a i v i s t o a n c h e hai riabbracciato mo- tu quello che è succes- gl i e, fi gl i , ami ci , cono- so. scenti, le massime auto- Durante i giorni della ri t à del l o st at o. Hai ab- tua p ri g i o n i a , i l b e l p a ese tutto s'è infervorato di sdegno e di umana piet à p e r i l t u o c a s o . S i è r i s p o l v e r a t o e r i m e s s o a l u c i d o i l ca r r o zz on e - g i à p u r t r o p p o b en s p e r i m e n t at o e c a r i co di “ d e j à v ù ” - d e l l a c o m m ed i a d el l ' a r t e al l ' i t alia n a e s i è a l l e s t i t o e m an d a t o i n o n d a e n e l l e piaz z e l o s p e t t a c o l o d el “ L i b e r a t el o ”. P o p o l o , p o l i t i c a e m a s s m e d i a a g r i d ar e p r i m a e a c o n f a b u l a r e a b a s s a v o ce p o i ( ci s o n o i t emp i d e l l a p r o t e s t a , p o i q u e l l i d e l l a m e d i az i o n e e p o i q u e l l i d e l l a t r a t t a t i v a i n d i r i t t u r a d 'a r r i v o , del “ssstttt, silenzio, sennò sul più bello va tutt o a p u t t a n e ” ; i l b u o n c o p i o n e è s em p r e l o s t e sso) t u t t i c o n c o r d i v e r s o l a m et a c o m u n e. U n a sorta di miracolo che pacifica la nazione con dispositivo a timer e che va in funzione, pare, so lo i n d u e o c c a s i o n i n e l n o s t r o p a e s e : q u a n d o , a pp u n t o , s i r a p i s c e u n c i t t ad i n o i n t er r i t o r i o d i guerra e quando si vincono i mondiali di calcio. Q ua n d o s e i s t a t o l i b e r a t o , t u t t i v o l ev a n o p a r l are con te, abbracciarti, magari solo toccarti, com e s e p i u t t o s t o c h e u n m i r a c o l at o , t u f o s s i u n miracoloso, cioè, in qualche modo possessore di pot e ri m a g i c i . Curiosa la prima foto di te libero che hanno m a n d a t o l e a g e n z i e . A p p a r i co n t u r b an t e e s a i o talebano e mentre quella scimmia umanitaria di Gino Strada ti si aggrappa al collo in segno d' a ffe t t o , t u i n u n a m a n o h a i l a s i g ar e t t a a c c es a e c o l l ' a l t r a t i e n i i l t el ef o n i n o a t t a c c a t o a ll ' o r e c c h i o . E s e m p l a r m en t e i b r i d o c o m e a p p a r iv i i n q u e s t a p r i m a i m m ag i n e, p a r e v a ch e D i o e A ll a h i n s i e m e s t e s s e r o b en e d i ce n d o l a t u a l i b e- bracciato anche quelli r a z io n e . E , p e r la v e r ità , p e r tr e o q u a ttr o o r e d ' o r o lo g io che non t i sarest i sognat o di abbracci are mai i n a n c h e l' I ta lia in te r a l' h a b e n e d e tta . tutta la tua vita e mai avresti abbracciato se Ma già col calar della sera, all'ora che è dei non fossi st at o così curi oso e st ronzo da anda- “ Ma tr ix ” e d e i “ Po r ta a p o r ta ” d a lle p o ltr o n e re dove è chi aro che t i pot evano prendere e cu- su c c e d a n e e d i q u e lle p a r la m e n ta r i ( o è il c o n- ci nart i a dovere i n un ri cat t o di port at a mon- trario?) gli oracoli del tutto va bene e quelli di al e. del tutto va male cominciavano a sferruzzare le Non so quanto tu, anche lontanamente, ti sia lo r o tr a m e f a tte d i d u b b i e d i d istin g u o . sent i t o eroe ment re facevi i l t uo mest i ere. Non E la eco degli oracoli, il giorno dopo su tutti gli so neppure se nei gi orni del l a pri gi oni a, quel l i organi di informazione, in tutti i talk show smu- del l 'i ncert ezza hai pensat o che pot evi st ar di- ta n d a ti m a c o n c r a v a tta e d o r o lo g io d a b e n p e n- ventando un eroe o, almeno, punto di riferi- sa n ti, e p o i, n a tu r a le d e stin o d ' u n f iu m e in p ie- ment o d'una nazi one. n a c h e tr a c im a , n e i b a r e p e r la str a d a . Io penso che, almeno nei nostri tempi e nella lo- “ Ma q u a n to c i è c o sta to ? C in q u e ta le b a n i lib e- ro frenetica approssimazione di significato, esi- r a ti… u n o , p o i … u n m a le d e tto a ssa ssin o ” . st ono due t i pi di eroi . Quel l i a t empo e quel l i Ga sp a r r i l' h a d e tta g iu sta , n o i a b b ia m o p a g a to immortali. Quelli immortali bisogna che muoia- so ld i le a ltr e v o lte , m a m a i c h e a b b ia m o f a tto no. Da vi vi , sono a scadenza, come una confe- liberare assassini. E D'Alema, sempre mezzo zi one di l at t e fresco . E i l l at t e fresco, dopo l a stizzito e mezzo condiscendente con la Rice, scadenza, fa aci do. c h e p o r ta a v a n ti la te si c h e p iù g li r o m p ia m o i Perci ò, se t u t i deci di di ri avvol gere i l nast ro e coglioni e più siamo amici degli Americani? t orni dai Tal ebani , i o credo che quest i , avran- Ma ssì, n o i ita lia n i, d ic ia m o c e lo , sia m o i so liti no tutti i difetti del mondo (dai, chiamiamoli di- tr a ff ic o n i, e p u r e m e lo d r a m m a tic i; v e d i se tr a t- fetti) ma sono meno chiacchieroni di noi italiani ta n o g li a ltr i, la Me r k e l; q u e lla sì c h e h a il p o l- e vi t a e un po' di durat uro ri spet t o non t e l o ne- so f e r m o , e è d o n n a , m a n o n p e r n ie n te è te d e- gheranno. sca. E' chiaro che di questo passo, quelli, quan- A noi , per favore, l asci aci l i berament e concen- d o v o g lio n o o tte n e r e q u a lc o sa … è c h ia r o c h e t rare sul l a quest i one del l e fot o di Si rcana. c h i r a p isc o n o … u n ita lia n o . Ma tu h a i v isto i Che poi, sai, le morti civili, in questa nostra Ita- n o str i se r v iz i se g r e ti? N' se r v o n o a u n c a z z o ! l i a at t i zzano l a gent e come si fosse ancora al Me ssi d a p a r te . I l m in iste r o d e g li e ste r i d a n o i Col osseo, ai t empi dei Romani , l o sbranamen- è E m e rg e n c y e d h a v o g lia Mo r ta d e lla a p r e n- t o ci eco dei l eoni . d e r si i m e r iti… se n o n c ' e r a G in o Str a d a . Qu e l- Lunedì 26 Marzo 2007 5 la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO Il nuovo mondo di Nello Calandra Addio alle forbici per tele e pennelli di Tonino Pintacuda Leggo e rileggo la scheda nel catalogo d'arte “Conozcamos forjadores del Uruguay” ma non ci credo che Nello Calandra è nato il 4 settembre del lontanissimo 1929, lo stesso anno del venerdì nero della Borsa di Wall Street che diede avvio alla Grande Depressione. Questo siciliano arrivato qui il 15 agosto del 1951 dalla natia Sicilia, ha speso una parte della sua affascinante vita a fare ancora più belle le donne di Montevideo che prenotavano con almeno un mese d'anticipo le forbici di Nello e suo fratello Pippo. Ma questo è ormai alle spalle di questo energico, dinamico e giovane settantasettenne d'assalto che ha dedicato la sua strepitosa terza età all'arte con risultati strabilianti. SANT'IGNAZIO Il vostro cronista di Gente d'Italia l'ha incontrato nel suo atelier. E, lasciatemelo dire, in quel paradiso di tele e pennelli sono rimasto folgorato dalla bellezza che irradia il Sant'Ignazio di Loyola, realizzato da Nello in seguito alla richiesta di Padre Tuya della Parrocchia Rassell y Rius per il cinquecentesimo anniversario della nascita del fondatore della Compagnia di Gesù. Io con i Gesuiti ci sono cresciuto, nella villa San Cataldo della mia Bagheria, la città delle ville a tredici chilometri da Palermo. E di ritratti di Sant'Ignazio ne avrò ammirati almeno un centinaio ma mai uno così soave e al tempo stesso solenne. POESIAIN PITTURALo stesso Nello ci spiega l'origine del ritratto: «Il parroco Tuya, che ha spo- sato due dei miei figli, nel 1996 in occasione dei cinquecento anni dalla nascita d i Sant'Ignazio mi chiese di realizzare un ritratto del Santo. Lessi e rilessi la vita di Sant'Ignazio e avevo già rifinito un ritratto che ricalcava l'impianto iconico tradizionale. Ma non mi convinceva. Poi la svolta, guardando e riguardando la riproduzione di una statua di Sant'Ignazio. Ho cercato di addentrarmi nel per- sonaggio. Spero d'esserci riuscito». Ma il ritratto di Sant'Ignazio è in buona compagnia: tutta una serie di tele accarezzano un mondo metafisico con mandolini che danzano con limoni deformati, un ritratto del celeberrimo Charlot con il monello, barche e volti in un azzurro che incanta. LA FONTE DELL'ETERNA GIOVINEZZA Non ho potuto evitare di chiedere a Nello il segreto della sua “eterna giovinezza”.«Da sempre ho giocato a tennis per il corpo e a scacchi per la mente. E cerco di tenermi in allenamento con lunghe passeggiate serali lungo la Rambla di Montevideo. Non fumo. Mangio poco e ogni momento è buono per un esercizio fisico: perfino dopo la doccia mattutina cerco di rendere prolifico il rito dell'asciugatura piegandomi sulle ginocchia e frizionandomi le gambe in un benefico massaggio. Poi ho realizzato una corda per saltare nella stanza da bagno, serie da cinquanta sal- telli che mantengono flessibili le articolazioni. Ho una mia teoria sulla forma fisica» Ce la spiega? «Certamente. Il trenta per cento della nostra vita è segnato dal patrimonio genetico ma abbiamo un buon settanta per cento di cui gli unici responsabili siamo noi. Tutti i movimenti sbagliati che facciamo durante la giornata nel corso degli anni possono danneggiare seriamente la nostra spina dorsale. Basta un minimo d'attenzione e trasformare alcuni semplici accorgimenti nella postura in piacevoli abitudini» Con la bella storia di questo arzillo pittore settantasettenne che fu famosissimo parrucchiere e membro attivo dell'”Orden del Cabellero del Coiffure” con tanto di medaglia d'onore e titolo di Commendatore, vi dico, come sempre, hasta luego 6 Mercoledì 28 Marzo 2007 DIARIO URUGUAYANO la gente d’italia La bella e semplice fede dei primi italiani in Uruguay per mantenere vivo l'affetto verso la madre Patria di Tonino Pintacuda Nel suo libro di memorie “Recuerdos y Cronicas de non pochi uomini del nostro tempo, apparentemente così ottimistico, sono dell'avviso che ogni incontro rimane in superficie, che nessun uomo ha accesso all'ultima e vera profondità dell'altro e che quindi nel fondo ultimo di ogni esistenza giace la disperazione, anzi l'inferno. JeanPaul Sartre ha espresso questo praticamente in un suo dramma e nello stesso tempo ha esposto il nucleo della sua dottrina sull'uomo. Una cosa è certa: si dà una notte nel cui buio non penetra alcuna parola di conforto, una porta che noi dobbiamo oltrepassare in solitudine assoluta: la porta della morte. Tutta l'angoscia di questo mondo è in ultima analisi l'angoscia provocata da questa solitudine. Per questo motivo nel Vecchio Testamento il termine per indicare il regno dei morti era identico a quello con cui si indicava l'inferno: sheol. La morte infatti è solitudine assoluta. Ma quella solitudine che non può essere più illuminata dall'amore, che è talmente profonda che l'amore non può più accedere ad essa, è l'inferno. "Disceso all'inferno" - questa confessione del Sabato santo sta a significare che Cristo ha oltrepassato la porta della solitudine, che è disceso nel fondo irraggiungibile ed insuperabile della nostra condizione di solitudine. Questo sta a significare però che anche nella notte estrema nella quale non penetra alcuna parola, nella quale noi tutti siamo come bambini cacciati via, piangenti, si dà una voce che ci chiama, una mano che ci prende e ci conduce. La solitudine insuperabile dell'uomo è stata superata dal momento che Egli si è trovato in essa. L'inferno è stato vinto dal momento in cui l'amore è anche entrato nella regione della morte e la terra di nessuno della solitudine è stata abitata da Lui: nella sua profondità l'uomo non vive di pane, ma nell'autenticità del suo essere egli vive per il fatto che è amato e gli è permesso di amare. Nessuno può misurare in ultima analisi la portata di queste parole: "disceso all'inferno". Ma se qualche volta ci è dato di avvicinarci all'ora della nostra solitudine ultima, ci sarà permesso di comprendere qualcosa della grande chiarezza di questo mistero buio. Nella certezza sperante che in quell'ora di estrema solitudine non saremo soli, possiamo già adesso presagire qualcosa di quello che avverrà. Ed in mezzo alla nostra protesta contro il buio della morte di Dio cominciamo a diventare grati per la luce che viene a noi proprio da questo buio. Antaño”, il cronista uruguayano Romulo F. Ross narra la storia di Martin Ferreri, un bambino italiano arrivato da poco a Canelones che si rifiutava di ripetere il sillabario con il quale si cercava di insegnare l'alfabeto. La spiegazione era semplice: nel “Colegio de las Franco” l'alfabeto era una monotona ripetizione della lettere a cui si premetteva per rinsaldare la morale il nome di Cristo: «Cristo A, Cristo B, Cristo C...». Il rifiuto del giovanissimo immigrato era ovviamente dovuto alla formazione religiosa familiare, tanto che la maestra dovette spiegare alla maestra che in italiano l'interiezione “Cristo!” equivale a una bestemmia, per aver nominato invano il nome viceparroco della cattedrale di Montevideo, padre Guarratelli, che parlava in genovese stretto e faceva rabdel Redentore. In questo mirabile aneddoto si ritrova in filigrana tutta la brividire la chiesa con i suoi “orremus” (sic!) e il parrosemplice devozione degli italiani arrivati in Uruguay alla co del Reducto, Juana Bautista Cuneo che i pronunciava i suoi sermoni per metà in napoletano e per metà in catfine dell'Ottocento. Subito seguiti da esponenti di vari ordini religiosi per tivo spagnolo. «mantener viva nel cuore degli italiani la fede cattolica e Commuove la semplicità di questi santi uomini, partiti con esso il sentimento di nazionalità e l'affetto verso la “alla garibaldina”, certi del sostegno della religiosità madre patria», come recitava il motto della Società di semplice degli italiani sbarcati sulle rive del Rio de la Plata, fatta di quei catechismi semplici e devotamente protettorato dell'emigrazione. Soprattutto va considerato - come nota lo storico Carlos ingenui. Con tutte quelle preghiere ad hoc che aiutano a Zubillaga nel suo saggio “Religiosità, devozione popola- vivere meglio, non è un caso se la Madonna scelse di re e immigrazione italiana in Uruguay” - “il carattere apparire nella grotta di Lourdes alla pastorella portuale della capitale dello stato, Montevideo, porta Bernadette. d'ingresso delle nuove correnti demografiche e delle idee di cui erano portatrici, esso contribuì a sumare l'inciden- Per i nostri lettori offriamo una meditazione per la za della chiesa cattolica, dal momento che già negli anni Settimana Santa. Un testo giovanile di Papa quaranta del secolo XIX fu fondato un tempio anglicano, Benedetto XVI che parla dell'angoscia profonda insia sottolineare la forte presenza degli interessi britannici ta nell'animo umano, ma anche della Grazia risananell'economia e nella politica del paese”. Ciò nulla toglie trice dell'Amore. **** alle intuizioni del primo vescovo di Montevideo, Jacinto Vera, che compresel'importanza dell'apostolato nelle Se un bambino si dovesse avventurare da solo nella notte buia attraverso un bosco, avrebbe paura anche se gli si campagne, a discapito della sempre più laica capitale. Ed eccoci al punto focale: il legame strettissimo che pro- dimostrasse centinaia di volte che non ci sarebbe alcun prio in quegli anni legò l'anticlericalismo al lento proces- pericolo. Egli non ha paura di qualcosa di determinato, a so dell'unificazione italiana. La storia da sempre resta cui si può dare un nome, ma nel buio sperimenta l'insimaestra di vita: ecco che intravediamo l'attualità della curezza, la condizione di orfano, il carattere sinistro deldiscussione sui Dico. Quasi nulla è cambiato ma molti l'esistenza in sé. Solo una voce umana potrebbe consoetichettano come ingerenze le belle parole sulla famiglia larlo, solo la mano di una persona cara potrebbe cacciare via come un brutto sogno l'angoscia. Si dà un'angoscia pronunciate di recente dal Papa Benedetto XVI. Ritorniamo al passato. Molti sacerdoti italiani arrivarono quella vera, annidata nelle profondità delle nostre solitua Montevideo per un semplice dato oggettivo: la sovrab- dini - che non può essere superata mediante la ragione, ma solo con la presenza di una persona che ci ama. bondanza di religiosi in Italia e l'assenza in Uruguay. Sino ad arrivare al caso esemplare - raccontato sempre da Quest'angoscia infatti non ha un oggetto a cui si possa Carlos Zubillaga - di otto sacerdoti uniti da vincoli di dare un nome, ma è solo l'espressione terribile della parentela, catena migratoria inaugurata da Antonino nostra solitudine ultima. Chi non ha sentito la sensazione D'Elia, parroco del Reducto a Montevideo. E poi Cataldo spaventosa di questa condizione di abbandono? Chi non D'Elia, Antonino D'Elia il giovane, Vincenzo D'Elia, avvertirebbe il miracolo santo e consolatore suscitato in Giuseppe Antonio Vincenzo D'Elia, Raffaele Falce e questi frangenti da una parola di affetto? Laddove però si ha una solitudine tale che non può Antonino Falce. Joseph RATZINGER, «Sabato santo», in Karl RAHMuniti di buona volontà, questi santi uomini cozzarono essere più raggiunta dalla parola trasformatrice dell'amo- NER - Joseph RATZINGER, Settimana santa, re, allora noi parliamo di inferno. E noi sappiamo che contro l'ostacolo linguiBrescia, Queriniana, 1999 stico. Leggiamo nel sag(V edizione), 78-79. gio citato: “l'ignoranza L'edizione originale dello dello spagnolo inibì un scritto è: Joseph RATZINrapido inserimento nella GER, Meditationen zur società uruguayana, Freising, Uruguay.L'appuntamento è fissato per domani Karwoche, soprattutto nelle parrocKyrios Verlag, 1969. uciano Neri, consigliere politico del Vice sera, 29 marzo, alle 20.30 nella Casa degli chie di campagna o in aree cittadine ad alta con- Ministro Danieli, Vice coordinatore del Italiani di Montevideo per un incontro che si svolcentrazione di creoli Dipartimento italiani nel mondo della Margherita, gerà sotto lo slogan "La Margherita incontra la e consigliere del Cgie, parlerà del Partito urbani”. comunità" Per completezza storica Democratico ai connazionali in riportiamo il caso del Luciano Neri parlerà del Partito Democratico domani sera alle 20,30 alla Casa degli Italiani L 4 Lunedì 2 Aprile 2007 DIARIO URUGUAYANO la gente d’italia Al via la 64.ma Vuelta del Uruguay Da un estremo all'altro del Paese di Tonino Pintacuda C entoventiquattro ciclisti correranno sino alla domenica di Pasqua percorrendo in totale 1415 chilometri divisi in dieci tappe che abbracceranno l'intero paese e i suoi 19 Dipartimenti. È l a “ Vu e l t a d e l Uruguay”, la più antica delle competizioni ciclistiche di tutto il Sudamerica. La prima edizione risale al 1939 e fu vinta da Da quest'anno per aumentare il livello della prestazione e l'attenzione del continente, ogni squadra potrà accogliere un corridore non uruguayano. L'allenamento dura da un anno per riuscire a indossare l'agognata maglia oro dell'ultima tappa, con la finalissima che si svolgerà domenica 8 aprile nel Ve l o d r o m o Municipale di Montevideo. Alla partenza i pronostici davano per favorito l'argentino Guillermo Brunetta, trionfatore dell'edizione precedente. Altri papabili sono l'uruguaya- n o M i l t o n Wy n a n t s , m e d a g l i a d'argento a Sidney 2000 per la prova su pista, e il cubano Daniel Fuentes del club Cruz Azul Le tappe - Prima: Canelones y Durazno (142 km) _- Seconda: Durazno - P a s o d e l o s To r o s ( 1 5 2 k m ) _ - Te r z a : P a s o d e l o s To r o s Ta c u a r e m b ó ( 1 4 3 k m ) _ - Q u a r t a : Ta c u a r e m b ó - Salto (182 km) _Quinta: Salto P a y s a n d ú ( 11 8 k m ) _ Sesta: Paysandú - Fray Bentos (118 km); _“contrarreloj” Fray Bentos - Mercedes (30 km) _Settima: Mercedes Carmelo (158 km) _- Ottava: Carmelo - San José (163 km) _- Nona: San J o s é - Tr i n i d a d ( 1 3 0 k m ) _Decima: Sarandí Grande - Montevideo (155 km). Classifica generale .1.- Esteban Juckich (33 San José-URU) 6h 13'38''. _.2.Wi l d e r M i r a b a l l e s ( C r u z d e l Sur-URU) 6h 13'50''. _.3.C l a u d i o F l o r e s ( Vi l l a Te r e s a URU) 6h 13'50''. _.4.Néstor Aquino (Unión Ciclista-URU) 6h 13'59''. _ . 5 . - M a r i a n o Ve c i n o ( M i s m o s Colores-URU) 6h 14'03''. EFE 4 Martedì 3 Aprile 2007 DIARIO URUGUAYANO la gente d’italia La saggezza che viene dall'Oceano aspettando che la vita ricominci di Tonino Pintacuda Q uesti giorni di pioggia danno un senso nuovo agli ultimi scampoli di questo mio spero primo e non unico - sogg i o r n o i n U r u g u a y. D o p o q u a s i tre mesi sono affascinato dalla multiforme realtà italouruguayana. Ho accumulato storie bellissime che meriterebbero approfondimenti. Ripenso al cavalier Costanzelli, al Console Pala, a Filomena Narducci, alle lucide riflessioni del direttore dell'Istituto Italiano di Cultura Angelo Manenti, ai preziosi consigli e all'impegno quotidiano della Presidente della Dante Alighieri Renata Gerone, ai bei quadri di Nello Calandra, al Circolo di Bacco, ai sorrisi belli e sinceri dell'avvocato Gianni Raso.... TUTTI LORO COLLABORANO PER TENER VIVE LE RADICI. In questa Settimana Santa coincidente nel laicissimo Uruguay con la Settimana del Turismo - regna un clima sospeso e irreale. La pioggia concede brevi soste, tanto per ricordarci che c'è ancora il sole al di là delle nuvole. SINO AL NOVE APRILE LA VITA ASPETTA. Gli Orientales beneficiano di una lunghissima vacanza per poi affrontare a testa alta nove ininterrotti mesi di lavoro. E io ch'ero abituato a provvidenziali “ponti” spezza-routine passati magari in soste interminabili nelle autostrade d'Italia scopro un nuovo modo di affrontare la vita. Me l'avevano detto: non capirai niente dell'Uruguay sino a quando continuerai a fare paragoni con l'Italia. E siccome non mi piace persistere nell'errore, ho smesso di fare similitudini da un paio di mesi. DAALLORAIN POI TUTTO M'È DIVENTATO UN PO' PIÙ CHIARO. S a r ò a l l ' u n p e r cento di quel grande libro che è questo Paese, ho letto volumi impolverati, guardato estasiato le foto dell'Uruguay visto dal c i e l o , l e t t o e r i l e t t o l a “ Ti e r r a Purpurea” di Hudson e le peripezie del protagonista Stephen Lamb. Ho scoperto storie bellissime, incomparabili con tutte quelle snocciolate da tutti i libri che ho potuto leggere. Questa settimana il “diario uruguayano” lo dedico ad approfondire. Una pausa che dona senso alla strada fatta e a quella ancora da percorrere. INIZIAMO CON UNA SEGNALAZIONE: il progetto “Ites Occupazione e Sviluppo degli Italiani all'Estero” della squadra Italia Lavoro S.p.A., ossia l'Agenzia tecnica del Ministero del Lavoro italiano. Come sempre, hasta luego! Italia Lavoro SpA Progetto ITES Uruguay Paysandú 816, 11.100 Montevideo (c/o Cámara de Comercio Italiana del U r u g u a y ) , Te l . : ( 5 9 8 - 2 ) 9 0 2 9942 901 2643, We b : w w w. i t a l i a n i - e s t e r o . i t Il Progetto “Occupazione e Sviluppo della Comunità deli Italiani all'Estero” vien realizzato da Italia Lavoro entro il biennio 2006/2007 con una durata prevista di 24 mesi, sulla base della Convenzione sottoscritta con il Ministero del Lavoro in data 25 gennaio Ancri A l l e o r e 11 . 0 0 , p a r t e c i p e r e m o n e l l a C a s a d e g l i A NCRI C a r i C o n n a z i o n a l i , p re s i g l i a c c o rd i c o n l e Autorità Diplomatico - Consolari, il COMITES, l'ANPI e le Associazioni d'Arma, ANCRI invita gli Italiani tutti ed i simpatizzanti alla Santa Messa che si officerà per tutti i Caduti di tutte le guerre il prossimo 22 Italiani all'Atto di Omaggio ai Caduti della R e s i s t e n z a d a v a n t i a l l a t a rg a c h e l i r i c o rd a . R i c o rd a re i l p a s s a t o s e n z a o d i , i n u n c l i m a d i distensione, di armonia, con tolleranza e comp re n s i o n e è l ' a u g u r i o c h e f a c c i o a t u t t i . Aprile, D o m e n i c a , a l l e o re 1 0 . 0 0 p re c i s e n e i G i a rd i n i dell'Ospedale Italiano Umberto 1º davanti al monumento ai Caduti. Giovanni Costanzelli. P re s i d e n t e d i A N C R I Martedì 3 Aprile 2007 5 la gente d’italia 2006. Con lo scopo di promuovere e sostenere la qualificazione professionale e l'occupazione dei connazionali, in particolare delle giovani generazioni, il progetto persegue gli obiettivi di: - facilitare l'integrazione degli enti e delle organizzazioni di origine italiana nel contesto normativo ed operativo del paese al fine di renderne stabile e continuativa l'attività. - favorire l'aggregazione di risorse e competenze per la qualificazione dell'offerta formativa generata nell'ambito degli enti e delle organizzazioni che operano sul mercato locale. - promuovere una maggiore cooperazione nelle iniziative di accesso al lavoro con i processi in atto nel mercato del lavoro italiano. - promuovere e diffondere la conoscenza dei servizi per la formazione ed il lavoro alle generazioni più giovani introducendo servizi e proposte operative realizzate con il coinvolgimento degli enti e delle orga- nizzazioni che aderiscono alla rete promossa con l'azione di sistema. In seno al progetto verranno attivate delle azioni che mirano a favorire la creazione di una rete di servizi per il lavoro secondo il modello della Borsa continua del Lavoro, mediante la costruzione di una organizzazione permanente di servizi che si integrino in modo sinergico e virtuoso con il mercato del lavoro locale e che contemporaneamente rafforzino il sistema di intervento della comunità italiana verso la comunità stessa. Le linee operative individuate dal Progetto si svilupperanno su quattro aree strategiche: 1) Comunicazione ed Animazione 2) Assistenza all'organizzazione dei servizi 3) Sperimentazioni per l'avvio dei servizi 4) Predisposizione ed adeguamento delle infrastrutture tecnologiche di servizio Le nostre prime iniziative, quindi, sono rivolte a promuovere la partecipazione al progetto di tutte le realtá organizzative presenti ed attive nell'ambito della Comunitá degli Italiani in Uruguay e la costituzione di partneriati istituzionali con Italia Lavoro. In questo senso, un primo passo é giá stato compiuto con la firma di una Convenzione con la Camera d i C o m m e r c i o I t a l i a n a d e l l ' U r u g u a y. Nell'ambito di questo accordo, Il team di Italia Lavoro in questi giorni ha avviato le attivitá contemplate nella prima fase del progetto, dedicandosi al rilevamento delle necessitá delle imprese uruguaiane in termini di fabbisogni professionali e di servizi allo sviluppo dell'impresa. A questa indagine ne seguiranno presto altre, rivolte ad approfondire sia la conoscenza degli enti e delle associazioni ital i a n e i n U r u g u a y, l e l o r o a t t i v i t á e d i s e r vizi prestati alla comunitá, sia le problematiche della condizione giovanile riguardo al mondo del lavoro, le difficoltá di inserimento e le necessitá di servizi per la formazione professionale e l'impiego. Te a m I t a l i a L a v o r o U r u g u a y Varato a Mar del Plata il “Siempre Don Vincente” N ei giorni scorsi un nuovo stato peschereccio è lanciato in mare presso il Cantiere Navale Federico Contessi y Cia SA, ditta fondata negli anni 50 dall' imprenditore doc sanbenedettese e qui emigrato nel dopoguerra come tantissimi marchigiani. dell'opera Si nº altri tratta 104 del Plata, Dr. Rozo Sordini, i diri- battezzata genti della collettività italiana “Siempre Don Vicente” imbarca- locale, i dipendenti della compa- zione corredata dalle più moderne gnia e tante altre persone che tecnologie naviere in mercato di fanno parte dell'industria pesche- 18,90 metri di lunghezza fuoritutto reccia locale, la più importante in e 6,67 metri di larghezza per un'e- questa zona del Paese. quipaggio fino a 10 uomini. Madrina Il motopesca è la settima della inaugurativa produzione di Contessi per la Sig.ra. Roxana Di Bona che società ha armatrice “Pesquera della avvuto é il la compito, Virgen de Itati SRL” proprietà conforme delle famiglie Di Bona e Buono. della 'bottigliata' di spumate Tra i numerosi invitati all'avveni- sullo scafo del natante. mento, le autorità provinciali e mentre comunali del porto di Mar del Armando Ledesma ha impar- Plata, i rappresentanti delle forze tito la benedizione dello armate, il Console d'Italia a Mar alla il vogliono raggiungere o addirittura Nella sua allocuzione, la quali interessi si mascherano die- direzione dell'impresa si è tro, tutto ciò in un momento in cui dichiarata soddisfatta di l'industria cantierìstica è in fase aver portato a termine la di ripresa anche se rimane la nuova opera rivolta a la necessità creazione di ricchezze per gorire il ciclo economico favore- la società e quindi per il vole iniziato alcuni anni fa dal Paese, superando anche le Governo più svariate complessità . marplatense, In particolare ha elencato i plessità esposte, -secondo il comu- molteplici ed nicato- continuerà a svolgere la indugi che alcuni funzionari con sua attività con onestà e responsa- mansioni direttive della pubblica bilità preservando la fonte lavora- amministrazione a tiva e cercando di far accrescere frapporre in modo presuntuoso e gli investimenti in tecnologia e sistematico in sviluppo per migliorare ancora la si qualità dei prodotti e servizii, la sostanza gli contrasti continuano senza capirsi obbietivi che di consolidare e rinvi- nazionale. L'azienda nonostante le per- filosofia cerimonia stata stesso. produttiva, peraltro, che ha orientato la ditta sin dalla stessa fondazione. tradizione, presbitero Aldo Mecozzi Unione / Regionale Marchigiana di Mar del Plata 6 Mercoledì 4 Aprile 2007 DIARIO URUGUAYANO la gente d’italia La letteratura italiana per non perdere le radici Un nuovo corso della Società DanteAlighieri E siste un bellissimo saggio di Antonio Spadaro dall'eloquente titolo “A che cosa «serve» la letteratura?”. di Tonino Pintacuda Me lo chiedo spesso. Ma poi scopro che la risposta è così ovvia e complessa che - come tutti i concetti più semplici - sfiora l'indefinibilità. Continuerò a cercare una risposta. E aggiorno la domanda: “A che cosa serve la letteratura italiana a Montevideo?”. La risposta oggi è duplice, da una parte la riflessione di Antonio Spadaro messa a introduzione del saggio che citavo all'inizio e poi, semplicemente, l'interessante programma del nuovo corso della Società Dante Alighieri di Montevideo. Come sempre, hasta luego! A che cosa “serve” la letteratura? di Antonio Spadaro, s.j. A che serve leggere un romanzo o una raccolta poetica? Anzi: a cosa «serve», in generale, la letteratura? Che farsene di parole scarse, e forse senza sole (S. Penna) o di qualche storta sillaba e secca come un ramo (E. Montale)? E' tutto qui il senso e il peso specifico della letteratura? Sarebbe essa dunque del tutto inabile ad aprire l'orizzonte verso mondi di significato? In realtà, se non si confronta con le tensioni radicali di una vita umana, la letteratura non «serve» a molto. Se un'opera di poesia o di narrativa non tocca queste tensioni è come un «cembalo che tintinna». Essa infatti riguarda la vita: «Mi interessa la poesia che parla di grandi questioni, questioni di vita e di morte, sì, e la questione di come stare al mondo» (R. Carver). La letteratura può rivelarsi un «cruento atto esistenziale» (B. Cattafi) che vive nello spazio di un ring. Con il testo, sia l'autore sia il lettore, sono cordialmente invitati a fare a pugni. A cosa serve, dunque, questo saggio? A provare un bozzetto della letteratura. Non intende essere un trattato, ma una sorta di «cantiere» che vuole offrire materiali per la riflessione e l'approfondimento. L'unico tratto marcato dovrebbe risultare il seguente: la letteratura «serve» fondamentalmente a dire la nostra presenza nel mondo e, come uno «strumento ottico» (M. Proust), a interpretarla, a cogliere ciò che va oltre la mera «letteralità» e superficialità del vissuto.La sola ragione d'essere di un romanzo è di scoprire quello che solo un romanzo può scoprire. Il romanzo che non scopre una porzione di esistenza fino ad allora ignota è immorale (Milan Kundera) La verità della poesia è tensione espressiva, lotta La Società Dante Alighieri comunica que están abiertas las inscripciones para e l c u r s o “ L a L e t t e r a t u r a I t a l i a n a d a l N e o re a l i s m o a i C a n n i b a l i ( 1 9 4 5 - 2 0 0 0 ) ” que tendrá inicio el día lunes 9 de abril a las 18.00 en 18 de Julio 948/401. Dicho curso serà dictado por: e l D o c t o r e n L i t e r a t u r a s R o m a n c e s , M a g í s t e r R i c c a rd o B o g l i o n e . Por más información comunicarse al 908 94 29 o al 900 97 05 Mercoledì 4 Aprile 2007 7 la gente d’italia con la parole che danno voce all'interpretazione della nostra presenza nel mondo. Il punto di partenza è la concretezza. Con i concetti astratti non si fanno storie. Ma la letteratura non è mai una copia anastatica del mondo. E' invece un modo di interpretarlo, cogliendone al suo interno il mistero. Il libro e la lettura sono complici insostituibili di un esercizio interiore. Su queste basi sarà possibile quindi riflettere sul senso della lettura critica, sia accademica sia militante, come anche del significato specificamente teologico dell'esperienza. **** La letteratura italiana dal neorealismo ai cannibali (1945-2000) Il corso intende offrire un panorama esauriente della letteratura italiana degli ultimi sessanta anni, presentando sia autori e movimenti considerati ormai classici, sia esperienze meno celebrate ma che hanno avuto un peso determinante nello sviluppo culturale dell'Italia contemporanea. Ve r r a n n o presentati, in ordine cronologico, sia poeti che romanzieri, in quadri storiografici che ricostruiranno, sullo sfondo del dibattito teorico, l'intreccio tra la letteratura e le altre arti, in special modo il cinema. Il corso sarà diviso in 3 blocchi di circa 20 lezioni l'uno: 1) Neoralismo e postermetismo; 2) Il boom economico e le neoavanguardie 3) la letteratura della fase "postmoderna". Per ogni blocco si indagherà il contesto teorico e si analizzeranno gli autori più rappresentativi. Fra gli scrittori che verranno studiati Elio Vittorini, Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Italo Calvino, Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti, Giorgio Bassani, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante, Carlo Emilio Gadda, Andrea Zanzotto, Giorgio Manganelli, Edoardo Sanguineti, Amelia Rosselli, Alberto Arbasino, Umberto Eco, Biancamaria Frabotta, S e b a s t i a n o Va s s a l l i , P i e r Vittorio To n d e l l i , Aldo Busi, Antonio Ta b u c c h i , Aldo Nove. LIBRI Dal Msi ad An, Franco Servello racconta “60 anni in Fiamma” ''I l Movimento Sociale Italiano e' stato una necessita'. Al di la' delle altre qualificazioni che si possono dare di questo partito, e' giusto rimarcare che si avvertiva il bisogno di quella Fiamma, dopo l'esperienza in qualche modo negativa dell'Uomo Qualunque, per raccogliere un'umanita' disperata che veniva dalla guerra e dalla prigionia, evitando che milioni di italiani trovassero una strada diversa da quella di un nuovo posizionamento nel destino della Nazione. Questo fu un miracolo compiuto attraverso l'esempio della classe dirigente del Msi''. Cosi' Franco Servello, storico esponente della Destra italiana, racconta all'ADNKRONOS il suo nuovo libro, '60 anni in Fiamma. Dal Movimento Sociale ad Alleanza Nazionale', prefazione di Gennaro Malgieri, intervista a cura di Aldo Di Lello (Rubbettino, pp. 221, euro 15). ''Dopo sessant'anni -spiega ancora Servello- ci puo' essere necessita' di domandarsi, come ho fatto io, se ho dato un servizio non solo al mio partito ma all'Italia. Mi sono cioe' chiesto: e' stato inutile quello che e' stato fatto o abbiamo invece contribuito a un processo di ricostruzione nazionale? La risposta e' che pensiamo di aver fatto la nostra parte nella storia politica italiana, contribuendo alla pacificazione nazionale''. Il messaggio di queste pagine ''e' ai giovani, che sono richiamati da necessita' della vita. A loro dico: il futuro non e' solo dei ragionieri, ma di chi crede in qualcosa, di chi ha passione e si commuove per il domani lottando per costruirlo''. Rispetto a questa tensione, ''la storia del Msi rimarca Servello- insegna coerenza. Anzi, una coerenza ad alto rischio, perche' molti si sono immolati per quell'idea. A cominciare da mio zio, Franco De Agazio, direttore del 'Merdiano d'Italia' trucidato dalla Volante Rossa. Raccolsi quella testimonianza. Fu un patto di sangue e di amore che non mi lascia mai. Rispetto al cammino com- piuto poi, ho la coscienza a posto''. Servello, attualmente presidente dell'assemblea nazionale di An, ha ricoperto importanti incarichi nel Msi e poi in An. Quarantotto anni di carriera parlamentare, direttore del periodico 'Il Meridiano d'Italia' e gia' autore di diversi contributi tra i quali va ricordato 'Revisionismo, la caduta dei tabu'. E a chi gli chiede una parte del libro che vuole maggiormente sottolineare, Servello replica deciso: ''E' il giorno in cui ho accompagnato Licia Cossetto al Quirinale da Ciampi per ricevere la medaglia d'oro al valore civile in onore della sorella Norma, trucidata nel 1943 dai partigiani titini in Istria. A 23 anni fu gettata in una foiba dopo innumerevoli sevizie. Il riconoscimento del Colle venne su mia iniziativa. Ho sentito il dovere di fare qualcosa. Momenti cosi' danno il senso di tutta una vita di battaglie politiche''. -Il testo ripercorre la storia della destra italiana, dal Msi ad An, attraverso il racconto di un protagonista. Servello rievoca infcatti il dramma dei reduci della Rsi, il clima intimdatorio in cui operavano le riviste di destra nell'immediato dopoguerra, e ancora le prime battaglie del nuovo partito e gli infuocati dibattiti tra le diverse anime di quella Fiamma che si accendeva in una notte romana del 26 dicembre 1946. Le conversazioni con Di Lello, responsabile delle pagine culturali del 'Secolo d'Italia', spaziano percio' dal dopoguerra ai nostri giorni. In primo piano scorrono in queste pagine le figure dei leader: da De Marsanich a Michelini, da Almirante a Fini. Ma anche i tanti personaggi, piccoli e grandi, che hanno fatto la storia del Msi nei momenti forti e drammatici degli anni Cinquanta, nella successiva stagione dell'addiaccio e della discriminazione, fino al boom degli anni Novanta con il congresso di Fiuggi e la nascita della destra di governo. ''E cosi' il libro -scrive Malgieri nella prefazione- e' il racconto della passione politica di un uomo che ha attraversato da protagonista la seconda meta' del Novecento, ma anche l'esame dettagliato di una vicenda di un partito che adesso viene riconosciuto come tutt'altro che marginale nel lungo dopoguerra e, da piu' d'uno, gli viene finalmente attribuito il ruolo che gli spetta nell'aver reso possibile il percorso verso la pacificazione tra gli italiani''. Percio', annota ancora il direttore di 'Percorsi', quello che per tutti e' il 'senatore' della Destra italiana in questo libro ''descrive un mondo non di risentiti ma di idealisti, sognatori, militanti, oscuri sostenitori che, per come potevano, quotidianamente reggevano un'invisibile bandiera dietro la quale crescevano generazioni che sono state poi chiamate a reggere le sorti del Paese''. Dall'opposizione radicale all'inserimento politico, l'autore ha contribuito a portare 'fuori dal ghetto' la comunita' umana e politica della Destra che a Fiuggi, nel 1995, mise a disposizione un patrimonio di ideali evalori ereditato dal Msi ''per costruire una nuova storia. Quel congresso -scandisce Servello- non fu un maquillage, ma un cambiamento vero di cultura politica. Pero' i tempi erano maturi per compiere quel passo''. Altri, rimarca Malgieri, ''pensionati nell'anima oltre che dall'anagrafe, avrebbero messo nero su bianco nostalgie e risentimenti, un po' di retorica e qualche aneddoto''. Servello, al contrario, ''non ha mai pensato di fare il pensionato, neppure per un attimo. Decidendo di non ricandidarsi dopo aver frequengato come deputato e senatore il parlamento dal 1958 al 2006, non ha certo inteso mettersi le pantofole e passare il suo tempo ai giardini pubblici. Ha ricominciato daccapo. Per esempio scrivendo questo libro. Alla sua eta' ci racconta il futuro piu' che il passato''. 6 Giovedì 5 Aprile 2007 DIARIO URUGUAYANO la gente d’italia «Possiamo soffrire ma non dobbiamo soccombere» Silenzio e riflessione per abbracciare il Mistero di Tonino Pintacuda L a Se t t i m a n a S a n t a è t e m p o d i s i l e n z i o e r i f l e ssione. Ecco perché ripubblichiamo le prime quattro meditazioni realizzate da Mons. G i a n fr a n c o R a v a s i , P r e f e t t o d e l l a B i b l i o t e c a Pi n a c o t e c a A m b r o s i an a d i M i l a n o , p er l a Via C ru c i s a l Co l o s s e o c h e s i t e r r à a R o m a d o m a n i. Pe r i n o s t r i l e t t o r i d i M o n t ev i d eo r i l an c i am o g li orari delle celebrazioni liturgiche della C a t t e d r a l e . I l c a l e n d a r i o c o m p l e t o è d i s p o n i bil e s u l s i t o i n t e r n e t w w w. i g l e s i au r u g u a y a . co m Inmaculada Concepción y San Sa n t i a g o ( C a t e d r a l M et r o p o l i t a n a ) I t u z a i n g ó 1 3 7 3 , Te l : 9 1 5 7 0 1 8 Felipe y JUE V E S S A N TO : H o ra : 1 0 : 0 0 M i s a C r i s m al p r es i d i d a p o r e l señ o r A r z o b i s p o d e M o n t e v i d eo . H o ra : 1 8 : 0 0 M i s a d e l a C e n a d e l S eñ o r. H o ra : 2 0 : 0 0 H o r a S a n t a. VI E R NE S SA NTO : Ho r a : 9 :0 0 Visita a la s 7 ig le sia s, c o m ie n z a en San Francisco y culmina en San Antonio ( C a p u c h in o s) . Ho r a : 1 6 :0 0 C e le b r a c ió n d e la Pa sió n d e l Se ñ or. Ho r a : 1 8 :0 0 V ía C r u c is. Hora: 12: 00 Cel ebraci ón de l a Sol edad de l a Vi rgen Marí a. Hora: 23: 00 Sol emne Vi gi l i a Pascual . DOMINGO DE PASCUA: Hora: 11: 00 Mi sa de l a Pascua de Resurreci ón. SÁB A DO SA NTO: Le meditazioni di Mons. Ravasi per la Via Crucis del 2007 Q uando scende la su dei di Luca egli non pro- ricondur- nuncia ci, con lo stormire delle loro neppure una parola, è solo una pre- foglie, a quella notte di sofferenza e di preghiera vissuta da Gesù . Egli si staglia solitario, senza gelida. quasi che non Sembra riesca del tutto ad accostarsi al centro della scena, inginoc- al chiato sulle zolle di quell'orto. viso di Gesù per baciarlo, fermato dal- Come ogni persona quando è in l'unica voce che risuo- faccia alla morte, anche Cristo attanagliato «uno di Gesù. Nel racconto rità, gli ulivi del Getsemani è Giuda Dodici», un discepolo Gerusalemme il velo dell'oscuancor oggi sembrano è na, dall'angoscia: quella di Cristo: «Giuda, con un bacio anzi, la parola originaria che tradisci il Figlio del- l'evangelista Luca usa è «ago- l'uomo?». Sono parole nia», cioè lotta. La preghiera di calice», il calice del dolore e un'esperienza che sconvolge il Gesù è, allora, drammatica, è della dei corpo e l'anima e anche Gesù, tesa come in un combattimento, grandi Israele, nelle tenebre di quella sera, e il sudore striato di sangue che Giacobbe, in una notte cupa, «offre cola sul suo volto è segno di un alle sponde di un affluente del con forti grida e lacrime a colui tormento aspro e duro. Giordano, aveva incontrato Dio che può liberarlo dalla morte». Il grido è lanciato verso l'alto, come una persona misteriosa *** verso quel Padre che sembra che «aveva lottato con lui fino Tra misterioso e muto: «Padre, se allo dell'aurora». immersi nella tenebra, s'avanza vuoi, allontana da me questo Pregare nel tempo della prova è ora una piccola folla: a guidar- morte. Anche padri spuntare di uno preghiere e suppliche dolenti ma ferme che svelano il groviglio maligno che si annida nel cuore agitato e indurito del discepolo, forse illuso e deluso e tra poco disperato. Quel tradimento e quel bacio sono diventati nei secoli il sim- gli ulivi del Getsemani, bolo di tutte le infedeltà, di tutte le apostasie, di tutti gli Giovedì 5 Aprile 2007 7 la gente d’italia inganni. Cristo, dunque, incon- degli Ulivi, dopo aver rischia- fessione solenne di divinità. dite!». La luce di quel braciere tra un'altra prova, quella del rato Per «Io penetra, dunque, ben oltre il tradimento che genera abbando- Giuda. I settantuno membri del sono» è il nome e l'appellativo volto di Pietro, svela un'anima no e isolamento. Non è la soli- Sinedrio, la massima istituzio- di Dio stesso. meschina, la sua fragilità, l'e- tudine a lui cara, quando si ne ebraica, sono riuniti a semi- L'imputazione, produrrà goismo, la paura. Eppure poche ritirava sui monti a pregare, cerchio attorno a Gesù. Si sta una sentenza di morte, diventa ore prima egli aveva proclama- non è la solitudine interiore per aprire l'udienza che com- così una rivelazione e diviene to: «Anche se tutti si scanda- sorgente di pace e di quiete prende la consueta procedura anche la nostra professione di lizzeranno, io no!... Se anche perché con essa ci si affaccia delle assisi giudiziarie: il con- fede nel Cristo, Figlio di Dio. dovessi morire con te, non ti sul mistero dell'anima e di Dio. trollo dell'identità, i capi di Quell'imputato, umiliato dalla rinnegherò!». (9) E', invece, l'esperienza aspra imputazione, le testimonianze. corte impettita, dall'aula son- * * * di tante persone che anche in Il giudizio è di natura religiosa tuosa, ormai Il sipario, però, non cala su quest'ora che ci vede riuniti, secondo le competenze di quel siglato, ricorda a tutti il dove- questo tradimento, come invece come in altri momenti del gior- tribunale, come appare anche re era no, sono sole in una stanza, nelle verità. Una testimonianza da infatti, davanti a una parete spoglia o a «Sei tu il Cristo?... Sei tu il far quando squillo che lacera il silenzio di un telefono muto, dimenticati Figlio di Dio?». forte è la tentazione di celarsi, Gerusalemme ma soprattutto la da tutti perché vecchi, malati, La risposta di Gesù parte da di rassegnarsi, di lasciarsi con- coscienza di Pietro: è il canto stranieri o estranei. Gesù beve una premessa quasi scoraggia- durre alla deriva dall'opinione di un gallo. Proprio in quel con loro anche questo calice ta: «Anche se lo dico, non mi dominante. momento Gesù sta uscendo dal- che contiene il veleno dell'ab- crederete; se vi interrogo, non una giovane donna ebrea desti- l'assise bandono, della solitudine, del- mi risponderete». Egli sa, dun- nata un condannato. Luca descrive l'in- l'ostilità. que, che in agguato c'è l'in- l a g e r, « a o g n i n u o v o o r r o r e o crocio degli sguardi tra Cristo * * * comprensione, il sospetto, l'e- crimine dobbiamo opporre un e Pietro e lo fa usando un verbo La scena del Getsemani si è, quivoco. Egli sente attorno a sé nuovo frammento di verità e di greco che indica il fissare in quindi, animata: al precedente una fredda cortina di diffidenza bontà che abbiamo conquistato profondità un viso. Ma, come quadro solenne, intimo e silen- e di ostilità, ancor più oppri- in noi stessi. Possiamo soffri- nota l'evangelista, non è un zioso della preghiera, si oppo- mente perché essa è eretta con- re, ma non dobbiamo soccom- uomo qualsiasi che ora guarda ne ora, sotto gli ulivi, il fra- tro bere». l'altro, è «il Signore», i cui stuono, il tumulto e persino la comunità religiosa e nazionale. *** occhi scrutano cuore e reni, violenza. Gesù si erge, però, Già il Salmista aveva provato Ritorniamo sempre al centro come un punto questa delusione: «Se mi aves- notte che avevamo lasciato alle nima. fermo. Egli è consapevole che se insultato un nemico, l'avrei spalle entrando nell'aula del E il male avvolge la storia umana sopportato; primo processo subito da Gesù. scendono le lacrime del penti- col suo sudario di prepotenza, contro di me un avversario, da L'oscurità mento. di brutalità: lui mi sarei nascosto. Ma sei squarciati dalle fiamme di un condensano tante storie di infe- «Questa è la vostra ora, è l'im- tu, mio compagno, mio amico e braciere collocato nel cortile deltà e di conversione, di debo- pero delle tenebre». confidente; ci legava una dolce del Il lezza Cristo non vuole che i discepo- amicizia, verso la casa di Dio personale di pianto e ho creduto!»: così, con li, pronti a metter mano alla camminavamo in festa». custodia tende le mani verso questi due soli verbi, secoli spada, reagiscano al male col * * * quel tepore; i visi sono illumi- dopo, un convertito (10) acco- male, alla violenza con altra Eppure, quell'in- nati. Ed ecco levarsi tre voci in sterà la sua esperienza a quella violenza. Egli è certo che il comprensione, Gesù non esita a successione, tre mani puntarsi di Pietro, dando voce anche a potere delle tenebre - apparen- proclamare il mistero che è in verso tutti temente invincibile e mai sazio lui e che da quel momento sta quello di Pietro. sumiamo di trionfi - è destinato a essere per in La prima è una voce femminile. proteggendoci dietro giustifi- piegato. infatti, un'epifania. Ricorrendo al lin- E' una domestica del palazzo cazioni meschine, lasciandoci succederà l'alba, all'oscurità la guaggio delle Scritture Sacre, che fissa negli occhi il disce- possedere da paure vili. Ma, luce, al tradimento il pentimen- egli si presenta come «il Figlio polo ed esclama: «Eri anche tu come per l'apostolo, anche per to, anche per Giuda. E' per dell'uomo destra con Gesù!». Subentra poi una noi è aperta la strada dell'in- questo che, nonostante tutto, della potenza di Dio». E' la voce maschile: «Sei dei loro!». contro con lo sguardo di Cristo bisogna continuare a sperare e gloria E' ancora un uomo a ribadire che ci affida lo stesso impegno: ad amare. Come lo stesso Gesù Israele, che ora si manifesta in più anche tu, «una volta ravveduto, aveva monte questo condannato. Anzi, è il notando l'accento settentriona- delle Beatitudini, per avere un Figlio di Dio che paradossal- le di Pietro: «Eri con lui!». A mondo è mente si presenta rivestito ora queste un Dallo speciale “La Settimana nostri delle spoglie di un imputato. crescendo disperato di autodi- Santa” sul sito internet della nemici e pregare per quelli che La risposta di Gesù - «Io lo fesa, l'apostolo non esita per S a n t a S e d e ( w w w. v a t i c a n . v a ) ci perseguitano». sono» -, a prima vista simile tre volte a spergiurare: «Non Il sole del venerdì santo si sta alla confessione di un condan- conosco Gesù! Non sono un suo affacciando nato, diventa in realtà una pro- discepolo! Non so quello che aggressione, Alla di notte, insegnato nuovo necessario e «amare dietro sul diverso, i il monte le valli due di lui del deserto domande dalla se essere capitali: sua fosse nonostante svelato seduto messianica, di stessa insorto come alla attesa da la Bibbia, da della che un giudizio testimonianza risuonare ad infatti, anche Come essere e palazzo un tardi di in nuovo il del sono Sinedrio. e riconosciuto, stessa denunce, nella freddo servizio volto la dichiarava uccisa di alla quasi accusa, in accaduto in a Giuda. quella notte giudiziaria che cioè il segreto intimo di dagli occhi Nella e di C'è, uno l'ha un'a- dell'apostolo sua vicenda liberazione. si «Ho noi che ogni giorno conpiccoli tradimenti, conferma i tuoi fratelli!». 14 Venerdì 6 Aprile 2007 DIARIO URUGUAYANO la gente d’italia La Santa Pasqua in Uruguay: Alle terme mangiando l'asado di Tonino Pintacuda N el laicissimo Uruguay, come abbiamo più volte accennato, la Settimana Santa è interamente rossa in tutti i calendari, coincide tout court con la Settimana del Turismo. Queste sono le ultime agognate vacanze prima dell'effettivo inizio dell'anno lavorativo trapuntato comunque di numerose festività civili. TRASPORTI E NEGOZI La compagnia di trasporti Cutsca consentirà ai suoi clienti minori di 10 anni e maggiori di 70 anni di viaggiare gratis. Una bella notizia per tutti quelli che ancora non hanno digerito l'aumento di 50 centesimi di Pesos sul biglietto, passato da 15 a 15.50 pesos. E mentre i negozi chiudono, con cartelli che ricordano che sino a lunedì saranno chiusi permanentemente, la città lenta e inesorabile si svuota. Diventa difficile pure trovare dove mangiare un buon chivito. LA META PRINCIPALE Quest'anno la meta principale dei montevideani è l'impianto termale della città di Salto, celebre anche per il suo lago artificiale. Accantonata la psicosi dengue - dopo che il Ministero della Salute ha solennemente affermato che non c'è dengue autoctono - i lavoratori hanno messo da parte pratiche e giacche e cravatte. Anche il tempo sembra concedere un sole clemente dopo tre giorni di fastidiosissima e continuativa pioggia. UOVA E ASADO Nei supermercati è un tripudio di conigli e uova di Pasqua, con gonfaloni che fanno la gioia dei piccoli uruguayani. Le uova sono vendutissime, sia quelle di cioccolato artigianali o industria- “ Dopo oltre 60 anni la li, sia quelle naturali, bianche e perfette per essere decorate. Abbiamo chiesto a numerosi montevideani quale sarà il menu' del giorno di Pasqua. Senza stupirci è ovvio che sarà l'asado con o senza “cuero” a spadroneggiare sulle tavole di Montevideo dopo l'immancabile pescado con arroz di oggi, Venerdì Santo. LE CELEBRAZIONI la Settimana Santa, iniziatasi con la cerimonia della benedizione degli Ulivi, culminerà nelle celebrazioni della Pasqua di Resurrezione. Alla Cattedrale, la splendida Chiesa dell'Imnmaculada Concepción y San Felipe y Santiago Alle nove del mattino di oggi, Venerdi' Santo s'inizierà la “Visita a las 7 iglesias”, dalla Chiesa di San Francisco sino a quella di San Antonio. Proseguirà alle 16:00 con la Celebrazione Della Passione del Signore, seguita dalla Via Crucis alle ore 18. Alle 12 del Sabato Santo, sempre in Cattedrale, a mezzogiorno la Celebrazione della Solitudine della Vergine Maria e alle 23 la Solenne Vigilia Pasquale. Alle 11 della Domenica di Pasqua si svolgerà la Santa Messa. Calendario Liturgico Viernes Santo de la Muerte del Señor (06 de abril) _Ayuno y Abstinencia _Is 52, 13 - 53, 12; Sal 30, 2.12-13.15-17.25; Hb 4, 14-16; 5, 7-9; Jn 18, 1 19, 42 Sábado Santo de la Sepultura del Señor - Vigilia Pascual (07 de abril) _*En el d ía la Iglesia se abstiene del sacrificio de la Misa _Gn 1,1 - 2,2; Sal 103; Gn 22, 1-18; Sal 15; Ex 14,15 - 15,1; Ex 15, 16.17-18; Is 54, 5-14; Sal 29, Is 55, 1-11; Bar 3, 915.32-4,4; Sal 18; Ez 36, 16-28; Sal 41 ó 50; Rom 6, 3-11; Sal 117; Lucas 24, 1-12 Domingo de Pascua de la Resurrección del Señor (08 de abril) _Hch 10, 34.37-43; Sal 117, 1-2.1617.22-23; Col 3, 1-4; Jn 20 1-9. An protesta per la decisione di cancellare l'insegnamento della lingua italiana negli atenei uruguayani lingua italiana rischia di scomparire in Uruguay a seguito della decisione del Governo locale di cancellare l'insegnamento della nostra lingua negli atenei Uruguagi”. E quanto denunciano il capogruppo di An alla Provincia di Roma Piergiorgio Benvenuti, il consigliere provinciale di An, Andrea Simonelli e il coordinatore Ugl Esteri Francesco Cellini. “Tutto ciò sta avvenendo in una nazione in cui la collettività Italiana oriunda rappresenta poco meno della metà della popolazione residente e la lingua Italiana e' la piu' diffusa dopo quella locale hanno spiegato- Una situazione tanto grave quanto paradossale - in quanto dimostra come le autorita' italiane, non solo non riescono a garantire il sostegno e la diffusione della lingua italiana all'estero, ma mostrano segni di cedimento e disinteresse anche nel mantenere le posizioni storicamente consolidate, come appunto in questo caso. Questa sconfitta, sul piano politico e culturale per l'Italia, segue quella che ha visto la cancellazione dell'Italiano dall'ateneo di Neuchatell in Svizzera -hanno aggiunto gli esponenti di An della Provincia di Roma- Ci chiediamo se dietro questo cedimento politico diplomatico del nostro Ministero degli Esteri si celi un disegno ben definito o se inve- ce sia dovuto allo scarso interesse dell'attuale governo nel mantenere viva la nostra lingua e la nostra cultura all'estero''. Non va dimenticato infine -hanno aggiunto Benvenuti e Simonelli- il ruolo svolto da Giuseppe Garibaldi nella salvaguardia dell'indipendenza nazionale dell'Uruguay e proprio per questo ci faremo portavoce presso la Provinciale di Roma di un apposito ordine del giorno da discutere in Consiglio alla luce del fatto che la storia della Provincia di Roma e' strettamente legata alla figura di Menotti Garibaldi, discendente dell'Eroe dei due Mondi, che e' stato uno dei primi Presidenti dell'allora Deputazione provinciale di Roma, dal settembre 1902 al settembre 1905''. 22 GENTE D'ITALIA LIBRI - SPECIALE SUD AMERICA Venerdì 6 Aprile 2007 la gente d’italia Scritture migranti a cura di Tonino Pintacuda Nel tempo che fu si distin- re orizzonti e costellazioni gli scrittori che nell'Italia gueva tra emigrazione e im- per seguire il sogno di una hanno trovato una seconda migrazione ma il mondo è an- v i t a m i g l i o re . p a t r i a . R i l a n c i a m o l a p re s e n - d a t o a v a n t i , o r a s i p re f e r i s c e Lo scrittore Julio Monteiro t a z i o n e d e l l o s c r i t t o re D a v i - p a r l a re s e m p l i c e m e n t e d i m i - Martins ci spiega, nell'inter- d e B re g o l a , c u r a t o re d e l l ' i n - granti. Questa settimana de- vista di Maura Gancitano, teressante volume “Da qui d i c h i a m o i l n o s t ro s p a z i o a l - perché il mondo ha bisogno verso casa”. l e n u o v e s c r i t t u re , f a t t e p ro - di storie. prio da questi viaggiatori che Esiste anche tutta una nuova hanno il coraggio di cambia- letteratura italiana fatta da- Julio Monteiro Martins, un brasiliano a Lucca di Maura Gancitano I l mondo ha bisogno di nuov e s t o r i e . M a i n e h a a vu t o b isogno come oggi, soprattutto p e rc h é i n u n ' e r a d i g r a n d i cambiamenti, in parte realizzati e in parte subiti dalle no- S a g a ra n a , q u in di , sarebbe l a Com'è nat a i nvece l a ri vi st a? "storia plurima", la "saga in- «La Ri vi st a Sagarana è nat a pochi finita": forse, la riunione mesi dopo l a Scuol a, per af f i anca- ideale di tutte le storie mai re con t est i l et t erari e saggi st i ci l e c re a te d a ll'u o m o nel suo l un- lezioni e le ricerche. Dopo qualche g o e silio su q u e st o pi anet a». anno l a Ri vi st a ha assunt o un ruo l o pi ù aut onomo, meno l egat o al - s t re g e n e r a z i o n i , l e n o s t re storie dovranno saper racc o n t a re l e c o s e c h e n o n v o gliamo più, e se possibile def i n i re q u e l l e c h e v o g l i a m o p e r i n o s t r i f i g l i i n u n a i p ot e s i a cc e t t a b i l e d i f u t u ro . J MM J u l i o M o n t e i ro M a r t i n s è n a - « La S c u o l a S a g a r a n a n a s ce a L u cc a n e l 1 9 9 9 . A p a r t i re d a q u e s t ' a nno ha la sua sede a Pistoia. “Sag a r a n a ” è i l t i t o l o d el p r i m o l i b ro d i J o ã o G u i m a r ã e s R o s a , p i o n i e re d e l re a l i s m o f a n t a s t i co i n A m er i ca sc u o le d i sc rittura e uni ver- Cos'è Scri t t ori M i grant i ? sità in B ra sile , Port ogal l o e «Sono gl i scri t t ori proveni ent i dai Stati Uniti. Qual è secondo più svariate paesi del mondo che le i la fu n zio n e di una scuol a hanno scel t o l 'It al i a come paese di di scrittura e quali sono le adozi one e l 'It al i ano come l i ngua d i f f e re n z e t r a l e s c u o l e d i l et t erari a». «Una Scuola di Scrittura di nel l a narrat i va l at i noameri cana e a lto liv e llo h a come scopo l o i n quel l a i t al i ana? sviluppo tecnico, filosofico, «Sono narrat i ve i n un cert o senso L a t i n a . S a g a ra n a è u n a p a ro la in - te o ric o e stilistic o d i f ut uri scri t- simili e complementari. Diciamo v e n t a t a d a G u ima rã e s R o sa , g ra n - tori di narrativa, poesia, sceneg- che la narrativa latinoamericana d e c re a to re d i n e o lo g ismi, c o m p o- g ia tu ra e te a tro . urbana oggi sarebbe come l a nar - sta da due particelle di origine eti- Le S c u o le d i S c rittu re nei di versi r a t i v a i t a l i a n a p e r ò e s t re m i z z a t a , mologica diversa: "saga", che in paesi rispecchiano necessariamen- radicalizzata, riportando al suoi p o r t o g he se h a lo ste sso sig n ific a to te le d iffe re n ze c u ltu ral i , st ori che, interno i drammi specifici della dell'italiano, sta per una storia che ma anche caratteriali dei popoli da f ragi l i t à soci al e di quel cont i nen- a t t r a v e rsa e p o c h e e g e n e ra zio n i, e d o v e p ro v e n g o n o g l i a l l i e v i e i t e». "rana", suffisso collettivo tratto p ro zfe sso ri» . una delle più importanti g a r a n a ? P e rc h é q u es t o n o m e? Creat i va». Quali potenzialità riconosce oggi Lucca la Scuola Sagarana, Come e quando nasce la Scuola Sa- h a i n s e g n a t o p re s s o d i v e r s e ita lia n e ? 1 9 5 5 . N e l 1 9 9 9 h a c re a t o a L a G e n t e d ' I t a l i a l ' h a i n t e rv i s t a t o . l'insegnamento della Scrittura scrittura americane e quelle to a Niterói (Brasile) nel scuole di scrittura italiane. P rima d i c re a re Sagarana l ei d a l l 'i d i o m a n a tiv o b ra silia n o tu p í. Venerdì 6 Aprile 2007 23 la gente d’italia N OT E B I BL I O G R A F I - la democrazia ritrovata), CHE "Muamba" e "O espaço Julio Monteiro Martins è imaginário" (Lo spazio nato a Niterói (Brasile) i mmagi nari o). n e l 1 9 5 5 . È s t a t o p r o f es - In It al i a ha pubbl i cat o "Il sore di scrittura creativa percorso a l G o d d a r d C o l l e g e ( Ve r - (1998), "Racconti italia- mont) dal 1979 al 1980, ni" (2000), "La passione a l l ' O fi c i n a L i t e r á r i a A f r â- del vuot o" (2003) e "ma- n i o C o u t i n h o ( R i o d e J a- drelingua" (2005). Con neiro) dal 1982 al 1989, A n t o n i o Ta b u c c h i , B e r - a l l ' Is t i t u t o Ca m õ e s d i L i- nardo Bertolucci, Dario sbona nel 1994 e alla Pon- Fo, Erri de Luca e Gi anni tifícia Universidade Cató- Va t t i m o h a p u b b l i c a t o l i c a d i R i o d e J a n e i r o n el inoltre il volume "Non 1995. Ha ricevuto il titolo siamo in vendita - voci cont ro i l regi me" (2001). di "Honorary Fellow in Wr i t i n g " d a l l ' U n i v e r s i t à d i I o w a (International Writing Program) nel 1979. Tr a i f o n d a t o r i d e l p a r t i t o v e r d e brasiliano e del movimento amb i e n t a l i s t a " O s Ve r d es " , è s t a t o a v vocato dei diritti umani a Rio de Janeiro, responsabile dell'incolum i t à d e i " m e n i n o s d e r u a" c h i am a- dell'idea" t i a t es t i m o n ia r e in tr ib u n a le su lle c a to , a p a r tir e d a l 1 9 7 7, raccol t e di stragi dei bambini abbandonati. At- r a c c o n ti, r o m a n z i e saggi : "Torpa- tualmente insegna Lingua Porto- lium", "Sabe quem dançou?" (Sai g h e s e e Tr a d u z i o n e L e t t e r a r i a a l - chi hanno beccato stavolta?), l'Università Degli Studi di Pisa e "Ar té r ia s e b e c o s" ( Art eri e e vi co- d i r i g e i l L a b o r a to r io d i Na r r a tiv a , li ciechi), "Bárbara", A oeste de na- ch e è p ar te d e l Ma ste r d e lla Sc u o la d a " ( A o v e st d i n ie n te), "As forças S ag a r a n a , a L u c c a . d e sa r m a d a s" ( L e f o r ze di sarmat e), N e l s u o p a e se d ' o r ig in e h a p u b b li- "O liv r o d a s D ir e ta s" (Il l i bro del - È st at o anche aut ore di opere t eatrali ("L'isteria del marmo", "Per motivi di forza maggiore", "Aula magna", "Hitler e Chaplin") e i suoi scritti hanno ispirato opere cinematografiche, come "Garganta" (Gol a) del regi st a Dodô Brandão e "Referência" (Referenza), del regist a Ri cardo Bravo. Parlare con gli altri per imparare qualcosa si sè di Davide Bregola I Il 30 gennaio del 2003 mi è arrivata questa email dall'Ufficio Stampa della casa editrice: “ E' finalmente disponibile il volume a cura di Davide Bregola Da qui verso casa, Edizioni Interculturali, Roma 2002, pp.155, ISBN: 8888375-20-1, euro 11,00. C o n t i e n e i n t e r v i s t e a : Yo u n i s Ta w f i k , A l i c e Oxman, Ron Kubati, Jadelin Mabiala Gangbo, H e l g a S c h n e i d e r, J a r m i l a O c k a y o v a , Ta h a r Lamri, Christiana de Caldas Brito, Julio Monteiro Martins, Helena Janeczek, Smari Abdel Malek. Il volume si chiude con un contributo, in forma di dialogo, di Davide Bregola e Armando Gnisci sulla letteratura italiana della migrazione. Recapiti della casa editrice: Via Santa Maria dell'Anima 16, Roma, tel./fax: 06.68892580” Mi sono riletto altre due volte il comunicato e la prima domanda che mi sono rivolto è stata la seguente: “Ma l'ho fatto veramente io questo libro?” In verità l'ho costruito assieme ad altre persone. L'abbiamo fatto assieme io e gli scrittori intervistati che mi hanno concesso il loro tempo, la loro fiducia, le loro idee. Già, le idee. Nel libro Da qui verso casa c'è la condivisione di idee con il mio prossimo. Ho intervistato undici autori stranieri che scrivono in italiano senza bisogno di un traduttor e (scrittori allofoni si chiamerebbero). Abbiamo parlato di letteratura, interculturalità, tecniche narrative, biblioteche di autori poco conosciuti o inediti in Italia...massimi sistemi del mondo! Nella maggior parte dei casi sono andato a trovare le scrittrici e gli scrittori a casa loro. Abbiamo stabilito un rapporto diretto senza fax, mail, telefono interposti tra me e l'autrice/autore. Dal mio paesello, Sermide, vicinissimo a Disvetro di Antonio Delfini e di tanti altri autori italiani che hanno fatto il '900 letterario, ho preso su i 4 stracci e sono andato a Bari, Roma, Torino, Bologna... I nomi degli scrittori li sapete già. A voi il piacere di scoprire da quali Stati arrivano, cosa hanno pubblicato e che esperienze portano con sé. Da questi scrittori ho avuto una ventata di cosmopolitismo e un entusiasmo che mi servirà per proseguire nella mia passione più grande: La Scrittura. Kuma, la collana in cui è stato incluso il libro, è diretta dal comparatista della Sapienza Armando Gnisci. Ho fatto finta di intervistare pure lui; ho usato i suoi libri sull'argomento transculturale e a tematica “migrant writers” per farmi domande e rispondermi con citazioni tratte dai suoi studi. Da qui verso casa è un libro la cui intenzione principale è stata quella di “andare a bottega” da altri scrittori. E' unico nel suo genere e, come si dice in quarta di copertina: “Da ora in poi non potremo far finta che non esista.” www.edizioniinterculturali.it [email protected] Da qui verso casa di Davide Bregola Kùmà, Lettere migranti, 2002, pagg.157, 11,00 euro Davide Bregola (1971) vive a Mantova in Lombardia, Italia. Ha pubblicato due libri di colloqui con scrittori e poeti stranieri che scrivono direttamente in italiano e ha scritto “Racconti felici” e “La cultura enciclopedica dell'autodidatta” per Sironi Editore. 4 Martedì 10 Aprile 2007 DIARIO URUGUAYANO la gente d’italia Dal 1868 nel cuore di tutti gli uruguayani il rinnovato incanto del Mercado del Puerto di Tonino Pintacuda I l Mercato è la dimostrazione che i sogni più sembrano lontani e folli e più fanno breccia nel cuore degli uomini, sino a diventare motivo d'orgoglio nazionale. Oggi dedichiamo il “diario uruguayano” al celeberrimo Mercado del Puerto di Montevideo, sorto per iniziativa del commerciante spagnolo Pedro Saenz de Zumaran arrivato a a Montevideo con le idee chiare e il preciso obiettivo di realizzare un'impresa privata e un nuovo mercato. Il desiderio si concretizzò investendo un capitale iniziale di 309.000 pesos per 3500 metri quadrati nella zona che va da Calle Piedras, Perez Castellano, la meravigliosa Rambla 25 de Agosto. Zona all'epoca conosciuta come “Baño de los Padres”. Il nuovo edificio fu subito battezzato “Mercado del Puerto” e inaugurato il 10 d'ottobre del 1868 con il benestare e l'assistenza dell'allora Presidente della Repubblica il Generale Lorenzo Batlle e alcuni dei suoi Ministri. L'indomani il Mercato era già aperto al pubblico. V. prima sensazione ed entra a far parte di Mesures che si incaricò personalmente del- quella cattedrale di metallo e vetro che l'installazione del metallo fatto fondere s'alza leggera verso il cielo. Mirabile frut- d a l l a “ U n i o n F o u n d r i ” d i K . T. P a r k i n , to dell'eclettismo che imperava in quegli dalla città di Liverpool, diventata poi anni, le modifiche successive ne hanno f a m o s a p e r a v e r d a t o i n a t a l i a i F a b F o u r, rimarcato le caratteristiche iniziali ed è gli indimenticabili Beatles. notizia di questi giorni un crescente inte- L'accostamento dei materiali scelti crea resse dell'Intendencia Municipal per la una strana sensazione: da fuori sembra valorizzazione di tutta l'area, cercando nei opaco e pesante ma chi ha la fortuna di limiti del possibile d'armonizzare il flori- perdersi al suo interno dimentica subito la do passato con le esigenze di un porto in Il progetto era dell'ingegnere R. Martedì 10 Aprile 2007 5 la gente d’italia espansione, scelto sempre da più compagnie per i prezzi vantaggiosi e le garanzie di sicurezza che offre rispetto alla vicina Argentina. E n e l 1 8 9 7 , b e n 11 0 a n n i f a , il 25 d'agosto venne inaugurato l'orologio monumentale che incanta e commuove tutti. Come scrissero nel giornale “El Pais” in occasione del centenario. Il 7 agosto Governo del 1975 uruguayano il ha dichiarato l'intero complesso Monumento Storico Nazionale con la Resolución del Poder Ejecutivo N 0 1280/975 E anche se la sera la zona non è raccomandabile per ovvi motivi di sicurezza, giorno dopo giorno turisti e montevideani non disdegnano una capatina al l'asado, il chorizo rovente, il churrasco, cotta al punto giusto “a punto” e infine “Mercado”, in quel tripudio di colori e ottimi chivitos. Chiedete pure ciascuna di “cocida” se l'amate stracotta e croccante. bancarelle si possono gustare i tipici piat- queste delizie, se preferite la carne non Inutile aggiungere che si mangia divina- ti della cucina uruguayana: la parrillada, troppo cotta dovete ordinarla “jugosa”, mente e in compagnia delle numerose orchestrine che in cambio di opportuna “propina” - che sarebbe la mancia - vi delizieranno con i canti della Banda Oriental. E non dimenticate di chiedere una bottiglia di “Medio y Medio”, della casa Roldós, la tipica bevanda del Mercado, ottenuta mischiando spumante e vino bianco secco. Lo slogan del Mercado dice tutto: “Si no visitó el Mercado del Puerto no visitó Montevideo”. Non serve la traduzione, vero? Come sempre, hasta luego! 4 Mercoledì 11 Aprile 2007 DIARIO URUGUAYANO la gente d’italia Uruguay e Cile insieme per la giustizia sociale L'orgoglio del Cono Sud del continente americano di Tonino Pintacuda La liberalizzazione com- merciale e integrata tra i due paesi Sud - del Cono Uruguay e del Cile - crescerà per scambi proficui ad entrambi i ma sarà favorire partner un'“integrazione aperta”, senza dimenticare gli altri Paesi. Questa, in estrema sintesi, il risultato gio del viag- istituzionale del Presidente Va z q u e z in Cile, coronato nella visita al Palacio Presidencial Moneda, de La che - secondo le dichiarazioni del Presidente numero di abitanti o ricchezze eco- uruguayano - nomiche, muove sempre, considerati dal punto di vista della generando sentimen- loro società e del loro popolo sono ti ugualmente com- profondi nel credo che grandi, tutti tutti i paesi abbiamo cuore di tutti i lati- una nostra storia, cose che ci hanno noamericani. reso felici e cose che ci hanno fatto IL LEGITTIMO ORGOGLIO soffrire, DEL renza UN'INTEGRAZIONE la confe- stampa Presidente ha cesso di integrazione che si estenda quanto anche ai paesi con minor numero di mica mo necessaria regione sentiamo di stare e profonessa, e minore condurrà per commerciali orgogliosi in E continuato: «Solo con un reale pro- abitanti damente REALE Va z q u e z so: «Noi apparteniaci nostra A P E R TA E i l P r e s i d e n t e Va z q u e z h a ha più volte espresuna una il ribadito a abbiamo identità». CONO SUD Durante tutti la e trovare mercati nostri paesi ricchezza alla econo- flessibilità giungere ad aprire mondo per all'interno dei che sono al accordi assolutamente regione del Sud, del insufficienti per raggiungere quella Cono del crescita economia a cui mi riferivo. america- Per questo aspiriamo a un processo Sud Continente no, una regione che non possiamo di ne' integrazione regionale solo le necessità e le richieste dei Quest'opportunità vogliamo abbandonare. E per questo grandi paesi. con il Cile, questo bellissimo paese chiediamo un paesi” non zione realmente che processo di integra- contempli non solo quelli Parlando dobbiamo che di “grandi considerare hanno maggiore per rafforzare abbiamo aperto. vecchie discusso amicizie e vecchi accordi come un Trattato di Mercoledì 11 Aprile 2007 5 la gente d’italia Libero Cile Commercio ha paesi siglato del che con Mercosur tutti e Presidente il Ta b a r é , noi stiamo collaborando con il Mercosur e i continuiamo certa- con le nostre l'Uruguay peculiarità come che è determinato a tradurlo dimostrato nella in del abbiamo fatto nel gruppo RÍO. fatidico 2011. Perché non in Anche noi abbiamo come obiet- un anno o due?» tivo mente anche pratica con anche prima abbiamo Can, un'integrazione e già come maggiore perché i problemi che possiaCON UN OCCHIO AL BRASI- mo LE Proseguendo nel tema che Con un unione maggiore e una costituisce uno dei suoi slo- reale gan innalzare il livello di tutto il più mejor famosi - “mas y - il Mercosur” Presidente del piccolo Sud grande Uruguay ha ribadito: «Anche con il Presidente Lula e con il Brasile vogliamo progredire in questo per- Naciones, n.d.R.), membro del governo militare, il Patto Cile Andino quando CILENA Il TRADIZIONE Presidente del Cile Michelle Bachelet alla domanda su come interpretare questo amplia- mento ha fugato ogni dubbio: «Noi siamo stati in passato membro associato del Mercosur, siamo in cammino per tornare a questo ruolo, perché della oggi Can siamo sino al decisero di uscirne. Noi stiamo tornando alla relazioni bilaterali con i LA stato nostra storica tradizione e teniamo corso assieme, uniti». CONTINUANDO é come (Comunidad osservatori Andina de paesi con cui siamo convinti che la migliore prospettiva è un'associazio- ne strategica o un'alleanza significativa aspiriamo alla perché comple- mentarità che permetterà, credo, per Come elementi entrambi positivi i segnalava paesi. il affrontare sono bilaterali. collegialità America e possiamo all'America Latina nel suo insieme, ovviamente senza dimenticare il Messico Centro-America». Come sempre, hasta luego! e il Giovedì 12 Aprile 2007 5 la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO L'IMPEGNO QUOTIDIANO DELCASIU PER MANTENERE VIVALALINGUADELCUORE Il Presidente Camussi: «L'italiano? L'unico lusso culturale per gli studenti uruguayani» di Tonino Pintacuda Il logo del Casiu - Centro Assistenza Scolastica Italia U ru g u a y - s i n t e t i z z a m i r ab i l m ente la funzione di questo ente g e s t o r e : l e b a n d i e r e d e l l ' U r u g u ay e d e l l ' I t a l i a s o n o d u e p ez z i d i puzzle, colti nell'istante prima di un perfetto incastro. La “ G e n t e d ' I t a l i a ” h a i n t e r v i s t ato il Presidente del Casiu, il Cavalier Alfredo Camussi. P r e s i d e n t e , q u a l è i l r u o l o d el Casiu? « I l C a s i u è u n E n t e G es t o r e, ch e o p e ra i n b a s e a l l a l e g g e 1 5 3 d e l G o v e rn o I t a l i a n o , fac e n d o i n s eg n a re l a l i n g u a i t a l i a n a , i n f o r m a totalmente gratuita, per l ' U ru g u a y e p e r g l i al u n n i , p o i ch é i l t u t t o v i e n e p a g a t o co n i f o n d i che riceviamo dal Governo I t a l i a n o a t t r a v e r s o i l M . A . E . s ett o r e e m i g r a z i o n e . Q u es t i f o n d i m i p re m e p r e c i s a r l o - s o n o f i l osoficamente diversi dagli altri d e s t i n a t i a d o p e r a z i o n i a n a l o g h e» Parliamo proprio delle origini storiche del Casiu. « N e g l i a n n i S e t t a n t a l 'e m i g r a z i o n e d e g l i i t a l i an i e r a a c c o m p a g n a t a d a f e n o m en i d i s c a r sa i n t e g ra z i o n e , t a n t o d a a r r i v ar e - c o m e n e l ce l ebre film “Pane e cioccolata” con Nino M a n f r e d i - a d i s s i m u l a r e l e p r o p r i e o r i g i n i i t aliane per favorire l'accettazione della G e rma n i a o d e l l a S v ez i a. L 'e s i g en z a e r a d i o r d i n e p r a t i c o , s o p r a t t u t t o er a i n p er i co l o l 'id e n t i t à d e i f i g l i d e g l i e m i g r a t i . S i c o r r e v a il r i s c h i o d i p e r d e r e l e r ad i ci e l a l i n g u a d el c u o re p e r o t t e n e r e p i cc o l i s v i zz e r i e s v e d e si perfettamente integrati. Da qui l'esigenza m o ra l e d i o rg a n i z z ar e co r s i d i l i n g u a i t al i a n a per i figli degli emigranti» L'evoluzione dei flussi migratori e d e l c o n c e t t o s t e s s o d 'e m i g r a z i o n e h a p e r ò mo d i f i c a t o l a s t es s a f i n a l i t à d el Casiu. « I t e m p i s o n o c a m b i at i , l 'i n t e g r a z i on e s ' è n a t u r a l i z z a t a e q u a s i t u t t i q u ell i d e g l i a n n i S e t t a n t a s o n o t o r n at i i n I t a l i a . O g g i i d i s c e n d e n t i d e g l i i t a l i an i s e n t o n o f o r t e m e n t e l a l i n g u a i t al i an a c o m e l i n g u a d e l cu o r e , è u n a q u est i o n e a ff e t t i v a . P e r q u e s t o n o n p o s siamo limitarci solo ai discendenti italiani diretti. Sarebbe una sterile ghettizzazione. Soprattutto qui in U ru g u a y l ' i t a l i a n o è l 'u n i co l u s s o cu lturale che questi giovani possono avere». A n a liz z ia m o q u a lc h e d a to . Q u a n ti so n o g li stud e n ti c h e f r e q u e n ta n o i c o r si o rg a n iz z a ti d al C a siu ? E q u a n ti so n o q u e sti u ltim i? « Va lu tia m o la v a la n g a d i r ic h ie ste c h e p a r to n o d i r e t t a m e n t e d a i d i r e t t o r i d e l l e s c u o l e u r ug u a y a n e , a ttu a lm e n te a b b ia m o a ttiv a to c o r si in n o v a n ta sc u o le , p e r u n to ta le d i 1 3 0 0 0 a lu n n i . I n o str i d o c e n ti so n o se tta n ta c in q u e , m o lti d i e ssi se g u o n o , o v v ia m e n te , p iù c o r si. L e o r e d i ita lia n o so n o d e n tr o l' o r a r io sc o la stic o a n c h e se e x tr a c u r r ic u la r i, e i d o c e n ti so n o tu tti c o nta tta ti e p r e p a r a ti d a n o i a ttr a v e r so il la b o r a tor io I ta ls d e ll' u n iv e r sità C a ' Fo sc a r i d i Ve n e z ia e c o n tin u i c o r si d ' a g g io r n a m e n to . I n o str i stu d e n ti h a n n o a d isp o siz io n e u n lib r o di t est o e un quaderno d'eserci zi preparat o da una nost ra docent e. Ci ò ha abbat t ut o i cost i , i l t i t ol o è “It al i a che va”. Sulla questione della lingua italiana in Uruguay è cal at o un preoccupant e si l enzi o. «E' un foruncol o che pesa. I nost ri corsi coprono dal quart o al sest o anno del l 'i st ruzi one uru guayana ma quest o si l enzi o del l e i st i t uzi oni , che sono l i bere e i ndi pendent i , pesa come un maci gno. Soprat t ut t o perché ha t ol t o l a cont inui t à al ci rcol o vi rt uoso che si creava t ra i nost ri al unni . Defi ni re qui i n Uruguay l 'i t al i ano l i ngua st rani era è una fol l i a. Cont i nueremo. Anche se, ri pet o, i l si l enzi o è peggi o di ogni cosa» Ri ngrazi amo i l Presi dent e Camussi e gl i al t ri membri del di ret t i vo: i l caval i er Gi anrani eri Col el l a, l a professoressa Mari a Segari o, Mart a Boggi ano e Juan Eduardo Vel t roni . Tut t i e ci nque lavorano per mantener vivo il l egame con l a l i ngua-madre, l a l i ngua del cuore. Come sempre, hast a l uego. CASIU Presi dent e: Sr. Al f redo Camussi Horari o: de Lunes a vi ernes de 14 a 18 Hs. Di recci ón: Pza. Independenci a 749 Of . 302 Tel ef ax: 902 6475 E-mai l : casi u@adi net .com.uy 16 Venerdì 13 Aprile 2007 la gente d’italia Gente D’Italia, due anni in Uruguay Promesse mantenute di Mimmo Porpiglia D omani, sabato 14 aprile 2007. Sono trascorsi due anni da quel venerdì 14 aprile 2005 quando per la prima volta in Uruguay è comparso nelle edicole un quotidiano tutto italiano pensato, stampato e diffuso fuori dall'Italia, Gente d'Italia . Che continua ad essere stampato ogni giorno oltre che nell'edizione Usa-Canada anche nell'edizione speciale, “Sudamerica”, e diffuso nelle edicole dell'America del Nord, del CentroAmerica e in buona parte dell'America Latina. Abbiamo cominciato due anni fa anche in Uruguay, in questo meraviglioso e fraterno Paese perché scrivevo e continuo a ripetere da due anni - in quest'area del mondo, secondo gli ultimi calcoli effettuati da consolati ed ambasciate italiane, vive e lavora la più alta concentrazione del mondo di italiani e oriundi italiani, figli e nipoti di quei nostri connazionali che, purtroppo, hanno perso o stanno perdendo ogni contatto con la patria d'origine. Soprattutto per mancanza d'informazione. Non quella “ di ritorno”, intendiamoci. Ma l'informazione sui fatti italiani. Sulla politica, sull'economia, sulla cronaca e sulla vita italiana di tutti i giorni. In generale la stampa italiana all'estero ha perseguito negli anni un obiettivo circoscritto. Ha cercato cioè di focalizzare problemi e vita delle nostre comunità, ispirandosi, spesso con ragione all'esperienza della gazzetta, che privilegia la cronaca locale. Gente d'Italia ha dato vita ad un quotidiano diverso: competitivo, realisticamente, con gli organi di informa- 14 Aprile 2005, tipografia di Ultimas Noticias: le prime copie di Gente d’Italia vengono firmate dal direttore e dagli inviati italiani e dal segretario generale della Fusie intervenuti in Uruguay per l’avvenimento zione nazionale. Ha cercato non solo di cogliere ogni aspetto della vita delle nostre comunità nelle due Americhe, ma ha posto sul mercato un prodotto giornalistico di alto livello, raccogliendo firme prestigiose della stampa nazionale ed internazionale. Scegliendo la strada dell'approfondimento tematico, inquadrando e spiegando le novità della politica come dello sport, del costume come degli spettacoli, della cultura come dei piaceri della vita. Con l'obiettivo di fare anche grande cronaca. Non solo cronaca comunitaria. Dando in esclusiva notizie a cui neanche i principali media possono accedere. Vale per tutti l'aver riportato alla luce la tragedia di Monongah, la miniera del West Virginia saltata in aria nel dicembre del 1907 con più di mille morti più di 500 italiani. Inchiesta giornalistica elogiata e premiata anche dall'ex Presidente Ciampi. Tragedia che noi commemoreremo, quest'anno, in occasione del centenario, con un libro-inchiesta, un convegno, e manifestazioni di cordoglio in West Virginia e in Italia. Grazie anche al patrocinio dell'attuale viceministro degli italiani nel mondo, Franco Danieli. Nato nel 2000, intorno al tavolo di un ristorante romano, Gente d'Italia ha bruciato le tappe in pochi anni, passando da mensile a quotidiano. Con la direzione centrale a Miami, in Key Biscayne, la redazione politica di Roma, gli uffici di corrispondenza di New York, Buenos Aires e Toronto e la sede sudamericana di Montevideo. “Gente d'Italia è in una certa misura un giornale sperimentale. Non statico, ma in movimento. Alla ricerca di nuove proposte. Di un miglioramento costante, sia della veste grafica, sia dei suoi contenuti. Un giornale che ha l'ambizione non solo di recepire, presentare e tradurre problemi, la gente d’italia 17 Venerdì 13 Aprile 2007 ansie e storie dei nostri connazionali, ma di portare tra loro uno spaccato di alto livello dell'informazione e della cultura italiana. In parallelo, con un ambizioso progetto di sviluppo dell'interscambio con la stampa dei paesi dell'America latina scrivevo - Un giornale diverso perché in un mondo rissoso e partigiano qual è quello della politica italiana, si è sforzato e continua a sforzarsi di interpretare una realtà democratica in chiave unitaria. Chi segue Gente d'Italia non si sorprende di leggere firme, cronache ed analisi di segno diverso. Talvolta opposto. Un giornale in una certa misura bipartisan. Non un giornale asettico ed equilibrista. Che voi lettori avete avuto l'occasione di “misurare” proprio nel corso dell'ultima campagna elettorale dove abbiamo rifiutato messaggi elettorali a pagamento proprio per dare lo stesso spazio a tutti. Ha detto Silvana Mangione del comitato di presidenza del CGIE “Nessun altro strumento cartaceo d'informazione ha adottato la formula di Gente d'Italia, il quotidiano delle idee, contrapposte ma non stridenti, coerenti con la scelta dell'imparzialità: un concetto questo raramente applicato nel quadro dei giornali per gli italiani all'estero, che spesso vengono usati come armi di discriminazione e di offesa nei confronti delle «persone non grate»”. Per Armando Pizzuti Presidente del Comites Uruguay “Gente d'Italia si è dimostrato uno strumento d'informazione valido non solo per il carattere quotidiano (senza precedenti in questo paese) ma soprattutto per il livello delle informazioni e degli articoli che troviamo nelle sue pagine. Strumenti di questa natura, oltre ad informare, svolgono un ruolo di sostegno importante per l'organizzazione delle nostre collettività all'estero. Inoltre, nella società di accoglienza realizzano un lavoro permanente di diffusione della nostra storia, dei nostri valori, delle nostre tradizioni e della realtà politica della nostra nazione”. Due anni dopo, confermiamo, la scelta si è rivelata felice. La decisione di “posizionare” il nostro giornale anche in Sud America, nell'Uruguay in particolare, è stata vincente. Siamo ben radicati anche a Montevideo, oggi, con gli occhi puntati a Buenos Aires e sul medio termine alle altre capitali latine del Sud, nel quadro di una strategia che ,in chiave geopolitica, possiamo definire come riferita all'intero emisfero occidentale. Ci siamo, infatti, spostati al Sud senza abbandonare le posizioni al Nord. Al contrario. Da Miami a New York a Toronto, il nostro giornale rafforza in termini di immagine, credito e diffusione la sua presenza, al servizio delle comunità italiane e dell'incremento dei rapporti bilaterali con i paesi che le ospitano. Abbiamo puntato - dicevamo - più sull'affluenza che non sull'orientamento, ritenendo così di compiere un servizio al nostro Paese e di rispetto per quello che ci ospita. Il nostro è un giornale il cui orientamento politico non è certo ambiguo o nascosto. Tuttavia, ritenendo che il nostro ruolo prioritario sia quello di informare ed interpretare, abbiamo sempre lasciato aperte le pagine al contributo degli esponenti sia del centro destra che del centro sinistra. Un giornale, quindi, che ha la presun- zione di vivere in sintonia con le nostre comunità e di saper cogliere le grandi novità in atto nelle Americhe, ed in particolare nell'America Latina. Un continente che vive una stagione di grandi mutamenti politici e sociali. Che risale la china del disastro economico. Cha stabilizza sempre di più il suo quadro istituzionale. Che vede l'affacciarsi sulla scena di nuovi protagonisti etnico\politici. Che sta intraprendendo, in chiave ovviamente latino americana, le vie di una sinistra di tipo europeo. Che si confronta con nuove forme di populismo che, aldilà della demagogia, sono rivelatrici di antichi malesseri. Che sta cercando un rapporto nuovo e più equilibrato, ma non più antagonistico, con gli Stati Uniti del Nord. Da questo osservatorio avanzato e privilegiato che è Montevideo, ma direttamente collegato al Nord di questo emisfero, il nostro giornale intende sempre di più seguire e comprendere questi grandi cambiamenti epocali in atto a Sud del Rio Grande. Ricordando l'impatto che 40 milioni di “latinos” hanno ormai sulla vita di un America del Nord sempre meno WASP. In questa realtà vivono ed operano le nostre comunità alle quali, ovviamente, si rivolge l'interesse prioritario di questo giornale. Grazie anche all'apporto della Fondazione Italia nelle Americhe, con la quale in collaborazione stiamo portando avanti un programma di diffusione della lingua, della cultura, del “sentire” italiano culminato, proprio a Montevideo, con un importante convegno, lo scorso settembre. Siamo e lieti ed orgogliosi di operare oltre che nell'America del Nord, anche in uno splendido Paese, a forte origine italiana, che è l'Uruguay, assistiti dalla amicizia e dal sostegno di una classe dirigente di alto livello e da una comunità nazionale di grande valore. Un Paese che Maria Josette Caprio, cofondatrice di questo giornale, moglie e compagna di vita di chi scrive, ha amato subito, al punto di aver pensato di stabilire qui, tra voi, la residenza della Sua, della nostra famiglia. E nel Suo ricordo, nella Sua volontà, spero, insieme con le mie figlie e i miei collaboratori di continuare a darvi ogni giorno un buon prodotto. 18 Venerdì 13 Aprile 2007 la gente d’italia FRONTIERE A due anni un bambino ha imparato da tempo a camminare, e da tempo sta imparando a parlare. Per un giornale il compleanno numero due non è troppo diverso. E questo giornale proprio in queste ore s'accinge a soffiare sulla seconda candelina della sua vita in Uruguay. Sì, giusto a metà aprile del 2005 la Gente d'Italia sbarcava a Montevideo con la stessa temerarietà con cui, per decenni, devono essere sbarcati tanti connazionali provenienti dalla Penisola. Quella temerarietà che ti fa affrontare, con la certezza di vincerla, la nuova e così lontana sfida; ma tale sicurezza la scopri solamente dopo, a impresa avvenuta. E' il senno del poi che fa dire “ne valeva la pena”; mentre si parte e si arriva, mentre l'avventura comincia tra le onde dell'Atlantico, davvero “di doman non c'è certezza”, come ammoniva Lorenzo il Magnifico. Eppure, quando il direttore ed editore di questo quotidiano iniziava a navigare verso il Río de la Plata con la folle idea di far stampare a Montevideo il giornale in lingua italiana che già distribuiva negli Stati Uniti e in Canada -oltre che, per abbonamento, ovunque richiesto-, quando Mimmo Porpiglia pensò di far vedere e vendere la Gente d'Italia nelle edicole dell'Uruguay, nessuno tra quei pochi che condividevano il progetto, dubitava del successo. Intanto, perché il capitano contava su un equipaggio di prim'ordine, costituito non solo dalle firme del giornale (che sempre rappresentano il vero patrimonio di un giornale), ma soprattutto dalla bussola per fortuna in mano a tre donne: Margareth, Francesca e Josette, ovvero le due figlie e la moglie di Porpiglia. Sono state loro a credere e a far credere nell'iniziativa, sono state loro a lavorare dentro e fuori il giornale affinché l'America latina, attraverso l'Uruguay, divenisse il nuovo sbocco comunicativo per un giornale che da circa sette anni era presente nell'America che ha trovato l'America. Invece l'America del Sud non se la filava nessuno, nell'Europa distratta. E l'Uruguay era considerato, piuttosto, per il suo grande avvenire dietro le spalle: la leggenda di Maracaná, la nomea da “Svizzera dell'America latina”, i miti di Ghiggia e Schiaffino, la bellezza di Punta del Este, tutto l'immaginario collettivo per questo piccolo, grande Paese parlava e parla al passato. Ecco, se la Gente d'Italia ha un merito, è quello d'aver scommesso sul futuro dell'Uruguay. Se oggi che il giornale ricorda il suo secondo anno di diffusione una cosa si può dire, è che ha stimolato, ha scosso il pubblico che legge in italiano a sentirsi parte integrante di un mondo che cammina. Quel mondo in italiano che per decenni è stato ignorato dalla politica estera dell'Italia, e che solo da pochi anni è diventato una risorsa di politica interna e internazionale dell'Italia. E Montevideo, la tanto commemorata città di Garibaldi (stile “ei fu”: si commemorano sempre i morti o le cose percepite come tali…), è oggi uno dei punti cardinali di quest'universo dell'italianità.Ecco, se la Gente d'Italia ha un altro merito, è quello d'aver colto il senso della vita della capitale dell'Uruguay, della capitale del Mercosur, della capitale del mondo in italiano nel suo di Federico Guiglia di una strategia senza frontiere. Ma posto che noi partiamo dal felice assunto dell'ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, secondo il quale l'Italia è la prima super-potenza culturale del pianeta (con tutto ciò che questo implica e impone), è evidente che l'America latina non possa essere privata ancora a lungo di un'Università italiana. Ed è ragionevole pensare che essa potrebbe sorgere in Uruguay per una serie di motivi di cui torneremo a scrivere nei prossimi numeri.Invece ora e subito anticipiamo il senso della nostra serenam indignazione per l'avvenuta abolizione dell'obbligo di studiare l'italiano nel primo anno del cosiddetto bachillerato, che è fatto di due anni. E' un'indignazione non soltanto per la miopia con cui un'oligarchia di teorici esperti, senza aver dibattuto pubblicamente della questione, ha ritenuto di dover prendere questa decisione nell'interesse degli uruguaiani (la qual cosa, da oriundo e fiero uruguayo, ho contestato e contesterò). E' indignazione soprattutto per come l'istituzione italiana a tutti i livelli -dalla Farnesina all'Ambasciata italiana a Montevideo, tanto per essere chiari-, ha subìto ciò che non avrebbe dovuto subìre. Lungi da noi spiegare a Lorsignori ministri, sottosegretari, ambasciatori, consoli, direttori e presidenti “come si fa” a trattare con le autorità di un altro e sovrano Paese: a ciascuno il suo ruolo, e in questo campo, il campo della diplomazia, l'Italia ha un'esperienza ineguagliabile. Ma la questione è stata presa sottogamba, e non tutti hanno fatto ciò che avrebbero dovuto e potuto. Mi correggo: ciò che Lorsignori sono ancora in tempo a fare, perché con una forte iniziativa politico-istituzionale l'Italia può ottenere il ripristino di ciò che non doveva essere neanche toccato. Nell'anno del bicentenario di Garibaldi, che all'Uruguay ha dedicato le sue più belle avventure in Sud America, la valorizzazione della lingua italiana sarà l'imperativo dolce e categorico delle settimane a venire. Per un giornalista l'italiano è come il bisturi per il chirurgo: non si può, altrimenti, operare. Ma per chi ha una certa idea dell'Italia, e quindi del mondo in italiano, la lingua italiana è molto più di uno strumento di lavoro e di comunicazione. E' il senso di una vita trascorsa in molti luoghi fisici e dell'anima, di una vita ricca di più lingue, e perciò consapevole del valore della lingua italiana. E allora non diremo “tanti auguri” per il compleanno numero due del quotidiano. Non spegneremo, metaforicamente, alcuna candelina. Due anni vissuti appassionatamente, ma la festa più emozionante per ungiornale che cresce, è quella d'indicare, con umiltà, il prossimo traguardo da raggiungere: far rimettere la lingua di Dante al bachillerato di Montevideo. Sapendo di poter contare, per questa battaglia delle idee e dei sentimenti, su un angelo in cielo. Sapendo, questo giornale, di poter avere il conforto della sua co-fondatrice Josette. Le donne riusciranno laddove gli uomini sono falliti. [email protected] Gente d'Italia, 2 anni in Uruguay E un impegno: la lingua italiana sconosciuto versante meridionale. D'altronde, un giornale può investire soltanto parole, può raccontare soltanto ciò che è successo e riflettere su quel che (forse) succederà, può aprire le sue pagine a chiunque ne richieda l'ospitalità. Può, infine, mettere a contatto la realtà italiana con quella sudamericana, incastrare l'una all'altra come accade anche materialmente col giornale, che viene distribuito insieme con l'uruguaiano Últimas Noticias. E quando un'identità si confronta con l'altra, quando un'identità viaggia per mano dell'altra, essa diventa più forte. Gli “italiani all'estero” non esistono, se non come categoria dello spirito. Esistono gli italiani uruguaiani (o gli uruguaiani italiani, la variante generazionale), esistono gli italiani che hanno aggiunto qualche altra cosa al loro essere italiani, secondo il principio universale di una cultura, di una lingua e di una tradizione millenari, e che da Roma al Rinascimento, al Risorgimento, alla Repubblica oggi può volare ovunque. Di più. Oggi esistono milioni e milioni di italiani che non parlano l'italiano e che pure sono consci della loro italianità in aggiunta.Perché l'identità italiana è quasi una formula matematica: dipende dalla percentuale d'amore che una persona esprima per l'Italia. E dunque può essere più italiano un australiano che ha conosciuto Michelangelo sui libri di scuola, rispetto a un italiano di Roma che abiti vicino alla “Pietà” senza essersi mai curato di riconoscerla Ecco, forse, il terzo merito che si può attribuire a questo giornale è d'aver avvicinato molti alla patria di Michelangelo, è d'aver instillato in tanti la curiosità, foss'anche nient'altro che la curiosità, per la grandezza della nazione evocata. A parte l'informazione e lo spazio aperto a chiunque avesse o abbia qualcosa da dire, senza prima domandargli se è guelfo o ghibellino, ci sono poi state alcune battaglie giornalistiche tipiche -queste sì- del giornale. I fatti separati dalle opinioni, dice la buona scuola del giornalismo, ma solo chi non ha opinioni s'accontenta o si nasconde dietro i fatti. Invece in questo paio d'anni la Gente d'Italia ha potuto sollevare, fra le altre cose, due questioni che mi stanno molto a cuore: la necessità di istituire un'Università italiana a Montevideo, e il dovere di assicurare agli uruguaiani di domani lo studio della lingua italiana nel biennio umanistico e giuridico propedeutico all'Università in Uruguay.Sul primo punto torneremo presto, considerandolo il coronamento la gente d’italia 19 Venerdì 13 Aprile 2007 Gli auguri del Viceministro Danieli E g re g io D ire tto re , dedi cat e a st ori e e st ori a, personaggi , nel secondo anniversario dell'inizio d e lle p u b b lic a zio n i d e l S u o g i ornal e q u i in U ru g u a y d e sid e ro fo rm ul arLe i miei auguri e manifestarLe quanto im p o rta n te si sia riv e la ta q u e sta esperie n za p e r i n o stri c o n n a zio n al i qui re sid e n ti e p iù in g e n e ra le p e r l a prese n za ita lia n a in q u e sto P a e se . D e sid e ro so tto lin e a re la c ooperazio n e tra l'u n ic o q u o tid ia n o ita li ano i n Uru g u a y e l'u n ic o C o n so la to d'It al i a, a l se rv izio d e lla n u me ro sissima nost ra c o lle ttiv ità , e g li a mp i sp a zi p unt ualme n te d a ti a i n o stri c o m u n ic a ti di i nt ere sse g e n e ra le . N o n o sta n te la possi bi lità di avvalersi del n o s t ro sito I n te rn e t e d e lle in fo rm a zio n i c he eroghiamo d i re t t a m e n t e , attraverso il me zzo sta m p a p o ssia mo ra g g iu n gere un p u b b lic o a n c o ra m a g g io re , c o n s i derat a f at t i , curi osi t à e i nt ervi st e degl i e agl i It al i ani i n Uruguay, ha conf eri t o ul t eri ore i nt eresse, anche at t raverso l 'at t ivi t à del gi ovane e di nami co croni st a, al l a t est at a che Lei di ri ge, ormai gi à consolidata nel panorama editoriale l ocal e. Vogl i o anche ri ngrazi arLa per l a cost ant e at t enzi one dedi cat a al l a di f esa del l a nost ra l i ngua i n Uruguay. M i permet t a, i nf i ne, di ri nnovarLe i mi ei sent i ment i di si ncera vi ci nanza a segui t o del l a i ncol mabi l e perdi t a che ha colpito Lei, la Sua famiglia e “Gent e d'It al i a” con l 'auguri o che, ci ò nonost ant e, l a memori a del l a Si gnora M ari a Joset t e cont i nui ad i spi rare l 'at t i vi t à e l e f ort une del gi ornal e. Col go l 'occasi one per i nvi arLe i mi ei pi ù cordi al i sal ut i a n c h e la d iffu sio n e e l'a p p re zz ament o d i c u i o rm a i “Ge n te d 'I ta lia ” g ode t ra gli italo-uruguayani e non solo. Il M i chel e Pal a Consol e General e d’It al i a re c e n t e a r r i c c h i m e n t o d e l l e p a g i n e C aro Direttore, Sembra ieri, quando eravamo riuniti tutti nel Hotel Radisson, per il lancio di “Gente d'Italia”. Mi toccó pure a me di parlare e confesso che non fu facile, perché mi sembrava un'avventura troppo donchisciottesca: reggere in Uruguay con un quotidiano italiano! ... E sono passari giá due anni, anche se sembra ieri. Indubbiamente per avventurarsi nel mondo delle utopie ci vuole molto coraggio e un po' di follia spirituale. E il Dott. Domenico Porpiglia (Mimmo, per coloro che lo stimano colloquialmente come me) di coraggio e di follia utopica ce ne ha tanto. Perché se oggi celebriamo i due anni di Gente d'Italia é perché celebriamo anche il bienno di quella follia, che oggi non sembra piú tanto follia, ma un progetto che si sta sviluppando con grande dimensione. Mi é toccato lavorare con il Dott. Porpiglia e posso dire che io, che non mi credo un pigro, ho sempre stentato a seguirgli il passo. Ed é bello oggi confermare che "Gente d'Italia" ha un grande successo, che si sente la necessitá di leggerlo di prima mattina con il caffé e che in questo "crescere" della sua presenza in Uruguay e in tanti altri posti del mondo, uno sente il rispetto verso i coraggiosi che credono in questo piccolo Uruguay, che sta mostrando in America Latina di essere piú grande di quello che indicano le sue dimensioni geografiche. In questa occasione di auguri anche un saluto affettuoso al giovane Tonino Pintacuda, che mi ricorda la mia epoca giovanile - e quindi i miei anni migliori - vicino a giornali e radio italiane d'emigrazione, anche se di piú modesta portata. Credo che Tonino ha il merito di aver saputo subito capire la sensibilitá dell'Uruguay, senza perdere la cultura dell'Italia. Bravo! Gianni Raso, coordinatore della sede Rai di Montevideo *** A “Gente d´Italia” e tutti i suoi collaboratori che rendono possibile la sua lettura quotidiana, Vi salutiamo cordialmente nel vostro secondo anniversario editoriale e Vi auguriamo tanti successi. É una data che, noi corregionali del Friuli Venezia Giulia e tutta l'intera collettività italiana residente al Uruguay, non abbiamo dimenticato, non dimentichiamo e non dimenticheremo mai. EFASCE Uruguay Ente Friulano Assistenza Sociale Culturale Emigranti Caro Direttore, è con piacere ed allegria che ti invio queste due righe di felicitazioni e complimenti per il secondo compleanno del tuo giornale Gente d'Italia. È grazie a te che oggi possiamo contare in Uruguay e nelle Americhe di un quotidiano di alto valore culturale. Ti sei proposto e, ci sei riuscito, a diffondere la nostra lingua col valido pensiero di uno staff di giornalisti di alto livello. Il mezzo per mantenere la nostra lingua, lontani dalla Patria, è leggere, leggere, leggere, e tu ci hai dato questa possibilità. Siamo così informati giorno a giorno di ciò che accade in Italia e nel mondo, nonché di conoscere la nostra letteratura, la nostra storia e le opinioni della nostra attualità politica. Tutte le opinioni, di una parte e dall'altra in una chiara posizione democratica. Il mio augurio è che il tuo giornale abbia sempre maggiori successi, diffondendo quella italianità della quale ne siamo orgogliosi, specialmente all'estero. Un cordiale saluto ed un abbraccio. Ad maiora ! Giovanni Costanzelli, direttore del mensile Ancri *** Caro Direttore, Complimenti per questo nuovo anniversario di Gente d' Italia in Uruguay. In questi due anni, il vostro progetto giornalistico non solo si é consolidato ma si é, pienamente integrato alla vita quotidiana della nostra comunitá. Pertanto giungano a Lei Sig. Direttore e a tutti i suoi collaboratori i miei auguri per il futuro e il mio piú sincero riconoscimento, al vostro impegno per informare con massima professionalitá e pluralitá i nostri connazionali in questo paese. Filomena Narducci, Componente il Comitato di Presidenza del Consiglio Generale degli Italiani all' Estero *** Gentile Direttore, In occasione del secondo anniversario di Gente di Italia in Uruguay, invio a Lei e allo staff da Lei diretto, gli auguri per il lavoro svolto in comunicazione in questo tempo da parte di Spazio Italia 26 GENTE D'ITALIA LIBRI - SPECIALE SUD AMERICA la gente d’italia Venerdì 13 Aprile 2007 In cerca di un nuovo realismo magico a cura di Tonino Pintacuda C he fine hanno fatto quei magici fu- rori che stillavano dalle pagine degli scrittori dell'America Latina? Incantavano, spiazzavano, era un paradiso di parole limpide, pescate nella pozza delle metafore più vere e sincere. Basta sfogliare le precedenti puntate di questa rubrica del venerdì: sono tutti autori del passato, o autori che a quel passato si sono rivolti per cercare ispirazione. Meglio ancora: ba- sta entrare in una qualsiasi libreria, tiva, avere il coraggio di difendere i cerchi l'America del Sud e trovi Pau- propri sogni, come ha fatto lo scrit- lo Coelho e il peruviano-australiano tore romano Paolo Papotti, sbarcato Sergio Bambarén che cerca l'onda in America per lavorare all'IBM. perfetta sulla schiena dei delfini. La prima puntata del suo “diario ame- Sembra che la letteratura latinoame- ricano” incarna perfettamente quella ricana abbia deciso di “produrre” ro- meraviglia che gli scrittori del Cono manzi con il preciso obiettivo di ri- del Sud non riescono più a ritrovare. cavarne frasi per accompagnare i Come sempre, buona lettura. cioccolatini. S'è davvero persa la strada per Macondo? Se lo chiede Maura Gancitano.O forse bisogna cambiare prospet- La strada per Macondo nell'età della globalizzazione di Maura Gancitano L' A m e r i c a L a t i n a è s em - Italia, dove si sta svilup- p re s t a t a c o n s i d e r a t a l a pando una nuova f orma di p a t r i a d e l “ re a l i s m o m a - ro m a n z o , q u e l l a d e l “ re - gico”, un filone artistico port age narrat i vo”, che ri - la cui caratteristica prin- porta l'attenzione sull'at- c i p a l e è l a p re s e n z a d i tualità, sui temi caldi che elementi sovrannaturali e coi nvol gono t ut t i noi . straordinari, in una paro- M ANTENERE L'IDENTITA' l a “ m a g i c i ” , i n u n co n t e - NELLA SOCIETA' GLOBA- s t o re a l i s t i c o . LE Il tentativo di racconta- Il t e r m i n e f u c o n i a t o d a l re un'America Latina diver- critico tedesco Franz sa da quella degli Anni Ses- R o t h p e r d e s c r i v e re l ' o - s a n t a n o n p u ò e s s e re c o n - pera di alcuni pittori si derat o sbagl i at o a pri ori . americani degli anni Ven- Quello t i , m a a p a r t i re d a g l i a n - però, è che il declino del n i S e s s a n t a f i n ì c o l d e s i- re a l i s m o m a g i c o s i a s o l o g n a re p r i n c i p a l m e n t e l a una del l e conseguenze del- p ro d u z i o n e l e t t e r a r i a d i la globalizzazione, dell'era quegli scrittori sudameri- di Int ernet e degl i i Pod. c a n i c h e , i n p re d a a l l 'e n- Il pericolo, infatti, è che tusiasmo per la rivoluzio- l 'at t enzi one al mondo e al- ne cubana e in generale l'attualità diventi solo un p e r i m o v i m e n t i i n d i p e n- modo per “copi are” l o st i - che preoccupa, l e del l a l et t erat ura i ngl ese dentisti che stavano na- p o l a vo ro d e l 1 9 6 7 c o n sid e ra to o g - p ia re se ste ssi. s c e n d o i n q u e l p e r i o d o , c o n t r i b u i- g i i l t e s t a m e n t o l e t t e r a r i o d e l l ' A- D e l re s t o , i s e g u a c i d e l re a l i s m o e ameri cana, che por t i al l a perdi- ro n o a r i d i s e g n a re e a r a f f o r z a re m e r i ca La tin a , n e l q u a le l'imma g i- ma g ic o in A m e ric a L at i na sono ri - t a del l 'i dent i t à cul t ural e di un po- l'identità del continente latinoa- nario paese di Macondo diventa un masti in pochi. Gli scrittori lati- polo, che faccia dimenticare le sto- mericano. p i c c o l o u n iv e rso in c u i si m u o v o n o noamericani della nuova genera- ri e che l o hanno f ormat o. Le o p e re d i q u e g l i a n n i d i ve n n e ro p er s o n a g g i in c re d ib ilm e n te u m a n i zio n e , in fa tti, so n o cost ret t i a f are Ci ò che ci auguri amo è che l 'uomo m i t i , r a c c o n t i e p i c i co n i q u a l i s i e s t r a o rd in a ria me n te su rre a li. i conti coi cambiamenti sociali, po- che vi ene f uori dai nuovi romanzi t e n t a v a d i f o n d a re u n a c u l t u r a f o r - N E L L 'E TA ' DE LLA G LOB A LI ZZA- litic i e c u ltu ra li c h e st anno avve- latinoamericani non sia un uomo t e c h e d o v e v a , e f i n a l m e n t e p o t e- Z I O N E I l re a l i s m o m a g i c o , p e r ò , nendo in tutto il mondo, cambia- i n c a p a c e d i c o g l i e re i l s o p r a n n a - v a , r i v e n d i c a re l a p ro p r i a a u t o n o- s em b r a e sse re in p ro c in to d i e sa u - me n ti c h e n e c e ssa riament e i nf l ui- t ural e, l o st raordi nari o, i l meravi- mia. rirsi. Ha assunto ormai uno schema sc o n o su lle lo ro o p e re. g l i o s o c h e è d e n t ro o g n i p i c c o l o L'opera più importante di questo p rec i s o, e a n c h e g li ste ssi “p a d ri” Questi scrittori non si staccano f at t o quot i di ano, ma che mant enga filone letterario è senza dubbio di questo filone letterario (Mar- d a lla re a ltà , ma la raccont ano co- quel l o sguardo nonost ant e si a i m- “Cent'anni di solitudine” di Ga- q u e z i n p r i m i s , m a a n c h e Va rg a s sì c o m'è . merso nel l a nuova soci et à gl obal e. briel Garçia Marquez, romanzo ca- L l o s a ) p a re s i s i a n o r i d o t t i a c o - E ' u n te n d e n za m o lto vi va anche i n Venerdì 13 Aprile 2007 27 la gente d’italia Sognando la California di Paolo Papotti L 'America, la California poi, noi la conosciamo b e n e . N e s i a m o c o n v i n t i t u t t i . B as t a d i r e California e tutti si immaginano un Eden di ragazze seminude, fusti che fanno surf, droga buona ed economica, sesso libero, musica rock e così via. Io non facevo eccezione. Quando mi hanno detto che sarei andato a San Jose, California, 80km da San Francisco, ero convinto di sapere quello che mi aspettava. Certo curioso di scoprire come sarebbe stato vivere in una cittadina di provincia, questa esotica San Jose che non avevo mai sentito. Mi immaginavo giri a piedi e in bicicletta per quello che doveva essere un paesetto, dove avrei trovato un paio di bar dove andare la sera. Lì mi avrebbero conosciuto come “l'italiano” e avrei imparato a bere birra ghiacciata mentre mi facevo battere a biliardo da tutto il paese. Ecco, pensavo di sapere tutto. E mi sbagliavo. Di preparativi per la partenza non c'è stato molto tempo. Qualche settimana per lasciare la stanza in affitto, baciare gli affetti, mangiare in una trattoria diversa ogni sera, andare a ballare nei lo c a li p r e f e r iti, in f in e sta m p a r e g li a r tic o li d a studiare sull'aereo per evita r e f ig u r a c c e u n a v o lta davanti ai mostri delle basi di dati. Pochi giorni prima di partire ho ricevuto la mail di quello di sarebbe stato il mio capo all'IBM, Howard. Annunciava che mi sarebbe venuto a prendere all'aeroporto di San Fr a n c isc o e m i a v r e b b e portato dritto ad affittare la macchina, che non avrei p o tu to fare se n z a . Pe r p le sso d a lle n e w s h o da piccola e tortuosa che la collega alla chiazza trovato il tempo di aprire google maps fra una grigia gigante. carbonara e una passeggiata a Testaccio, per San Jose è la decima città degli Stati Uniti per vedere dove fosse Almaden e farmi un'idea più numero di abitanti. Senza contare il corridoio di precisa del paesotto San Jose. Il centro di ricerca asfal t o e abi t azi oni che l a col l ega a San IBM visto dal satellite è una chiazza grigia pic- Francisco, il continuo di industrie, università e cola piccola su una distesa verde e marrone. startup che chiamano Silicon Valley, che proba- Si distingue un parcheggio gigantesco e una stra- bilmente da sola fa qualche altro milione di ingegneri e informatici. Come stavo per scoprire, la bicicletta l'avrei vista sol o al l e cri t i cal mass i l venerdì pomeriggio a San Francisco. Delle aspettative disilluse in realtà eravamo ancora al l 'i ni zi o, come anche di sorprese che si sarebbero manifestate a breve. All'aeroporto, per esempio, aspettavo di trovare il mio capo fuori ad aspettarmi, col cart el l i no PAPOTTI st ropi cci at o in mano. Mi aveva scritto che era asiatico e basso. Avevo apprezzato quella descri zi one aset t i ca, sempl i ce ed efficace. Pochi mesi dopo anche le mie email romantiche e lunghissime, con cui avevo mezzo sedotto ragazzette in giro per l'Italia, avrebbero raggiunto quei toni, ma lì, innocente e ingenuo, ancora non sapevo e mi guardavo intorno all'inizio entusiasta per l'incontro imminente. Poi passai allo sguardo preoccupato. Poi a quello perso. Perché uno è convi nt o di parl are inglese e di cavarsela bene ovunque lo piazzino, finché non prende in mano un telefono e deve chiamare un cellulare americano. Serve o no il prefisso? Quale è il prefisso? Quanti soldi servono? Ma soprattutto, sbaglio o è una segreteria quella che sta 28 Venerdì 13 Aprile 2007 la gente d’italia gracchiando al numero del uni co mi o Ok. inox da usare per lava- p a n i c. re l'insalata e i denti, Fermo una signora, la più un forno a microonde e innocua e cicciotta a vista un bagno un metro per vicino mezzo capo? Razionalità. al No telefono. Le l avandi no con la di port a chiedo se può sentire cosa scorrevole che non si dice la segreteria e ripe- chi udeva. Perché gl i t e r me l o La altri intern dell'IBM ci signora mi dice lentamen- avevano passato tre o te e spalancando la bocca quattro mesi in quella come parlasse a un sordo- gabbia, anche se pren- muto: Il Numero Non E' devano stipendi tali da Raggiungibile. Ok, ringra- pot ersi zio e mi incammino deciso intero appartamento in per darmi un tono dopo la un quartiere qualsiasi? figura meschina. In preda Non l'ho mai capito. al sonno e a una sottile Però mi era chiarissi- ansia di non aver ricono- mo che sarei dovut o sciuto il basso cinese mi scappare al più presto. aggiro a cerchi concentrici A me non aveva mai sempre più larghi intorno sedotto vivere da solo. all'uscita del mio volo. Preferi vo vi vere con U n a r a g a z z a c o n o s ci u t a al t re sull'aereo compare fra la vent i quat t ro anni dai folla e mi ferma, mi pre- miei (se si esclude una in I n g l e s e. breve senta alla sua amica romana che vive a San Francisco, dice che dovremmo vederci, l'amica mi dà il suo numero, mi spiega in 30 secondi tutto quello che devo sapere per avere un telefono (sul momento non colgo nulla, troppo scosso dalla notizia che si paga pure quando ti chiamano gli altri), spariscono in una piroetta di trolley e dalla loro nuvoletta esce Howard che mi guarda tutto sorridente ripetendo “Paulo? Paulo? Eh eh, Paulo?”. La macchina di Howard è gigantesca come da copione. L'autostrada ha sei corsie come previ- affi t t are persone. parent esi un Pri ma con cambio automatico e guidare sulla one-o-one altri tre “erasmus” a Madrid), poi tre anni con come se fosse la Cristoforo Colombo alle quattro amici, e mi ero sempre trovato benissimo. Mi di mattina un martedì sera. La cosa più interes- piaceva tornare e mangiare con qualcuno, saluta- sante è il posto dove mi stava guidando Howard re entrando o uscendo, fare la spesa insieme. con il suo macchinone. La prima cosa che mi Cose minime, ma, mi dicevo, a me piace vivere dice: non parcheggiare per strada, ma paga per così. E' vero che c'era una sorta di vera cucina un parcheggio privato. Io mi guardo intorno per- comune, ma non riuscivo ad abituarmi agli altri plesso: ci sono centinaia di parcheggi, compreso ospiti che popolavano quella sorta di residence. uno di fronte alla mia futura stanza che appartie- Pare che, per avere la concessione così vicino al ne a una chiesa o qualcosa che gli assomiglia. centro, la direzione avesse un vincolo molto Scoprirò la sera stessa, dalla mia finestra, che chiaro: una quota, tipo il 25% delle stanze, sto. Il cielo è blu, fa un caldo doveva essere data gratis agli homeless incredibile anche se l'estate è fini- della città. A patto che non usassero dro- t a d a d i e c i g i o r n i e ci s i am o . ghe, non rubassero e così via. Questo non Howard parla solo di cose pratiche esclude l'alcool e non esclude il mio imba- e lo capisco, appena salito in mac- razzo quotidiano nell'avere a che fare con china mi ha messo in mano una gli accenti più strani e i discorsi più stram- bottiglietta di acqua minerale da palati, da cui potevo scappare solo con uno mezzo litro. Lui nel viaggio da “yes yes” imbarazzato e un sorriso stirato. SFO a San Jose se ne spara due, Tutto era difficile e curioso. Hai bisogno tanto ne ha una cassa nel portaba- di una brugola? Serve un pomeriggio inte- gagli del SUV. Io parlo a monosil- ro per scoprire come si chiama una brugo- labi, tranne quando chiedo consi- la (non lo ricordo neanche ora), come si gli su come guidare, visto che da chiama il negozio che le vende e trovare un momento all'altro mi ritroverò l'uscita dell'autostrada giusta per raggiun- a seguirlo in giro per le autostrade gere il negozio. Ma ero in America, anzi, in California e superato il weekend per che tengono insieme la chiazza di San Jose. Howard, da perfetto immigrato conosce tutte le regole e comincia a spiegare: non andare mai a più di 10 miglia sopra il limite, segui il flusso, se devi girare mettiti nella corsia e anche se hai capito che hai sbagliato uscita, esci lo stesso. Non la farò lunga su quanto sia semplice affittare una macchina, abituarsi al quella croce gigante, alta 20 metri o più, si illu- ambientarmi avrei cominciato a lavorare con mina la notte, passando dal viola al blu al verde, degli scienziati pazzeschi e avrei cominciato a e che la scritta scorrevole rossa non avrebbe mai divertirmi. Quella sera, preso dall'entusiasmo, smesso di raccomandarmi di entrare per incon- entrai nella chiesa della luci acide per chiedere trare Gesù. dove potevo trovare una messa. Ora, io sono stato un mese dentro una stanza di due metri per due, con una tv 14 pollici, un la gente d’italia Lunedì 16 Aprile 2007 8 DIARIO URUGUAYANO L'Uruguay, un Paese piccolo, grande e instancabile: Le conclusioni della visita della delegazione cubana di Tonino Pintacuda Il piccolo grande Uruguay non si ferma, l'instancabile Presidente Tabaré Vázquez in meno di due mesi ha ottenuto l'appoggio del Presidente Bush; ha proseguito con la preparazione dell'insediamento del Parlamento del Mercosur che avverrà il prossimo 7 maggio; seguito dagli accordi col Cile e ora anche quelli con Cuba, coronamento della seconda “Comisión Mixta de Cooperación Económica-Industrial y Científico-Técnica Cuba - Uruguay”. Nei giorni scorsi la delegazione cubana s'è riunita con le principali autorità politiche uruguayane, in accordo a quanto era stato sottoscritto il 6 marzo del 1987 nell'articolo 3 del “Convenio de Cooperación Económico-Industrial y CientíficoTécnica” tra il governo uruguayano e Cuba, ribadito nel novembre del 2005 nella seconda riunione della “Comisión Mixta de Cooperación UruguayoCubana”. I rapporti tra i due paesi, secondo la Cancelleria Uruguayana sono eccellenti, da quando il presidente Vázquez e Fidel Castro hanno ripreso i contatti. Fondamentale resta il riferimento al comune sentire del celebre Nam, il “Movimento dei Non-Allineati”, l'organizzazione internazionale di più di 100 stati che si considerano non allineati con o contro le principali potenze mondiali. Il Nam nacque nel 1961 su iniziativa di Josip Broz Tito, presidente della Repubblica Socialista Federale della Iugoslavia, per legare gli stati che non volevano schierarsi con le potenze delle Guerra Fredda. Nel terzo meeting del Nam, tenutosi nel 1969 a Lusaka (Zambia), si istituì la struttura permanente che si occupa esclusivamente di temi economici e politici. Secondo quanto riportato da Mayda Burgel nel giornale montevideano “La Republica”, la visita della delegazione cubana ha ribadito la ferma volontà dell'Uruguay di essere incorporato come “miembro pleno” del Nam, di cui Cuba è attualmente presidente pro-tempore. Sempre secondo quanto riportato dalla “Republica”, il Governo uruguayano appoggerebbe la cdndidatura cubana al Consiglio Esecutivo dell'Unesco per il triennio 2008-2001. All'insegna dell'appoggio reciproco, l'Uruguay vorrebbe a sua volta essere sostenuto come candidato al Comitato della “Consolidación de la Paz” nelle elezioni del prossimo anno. L'incontro con la delegazione cubana è culminato nella visita all'Ospedale Saint- Bois dove si sta realizzando un “Centro de Atención Oftalmológico”, che aspira ad essere uno dei più grandi di tutta l'America Latina, con attrezzature finanziate completamente da donazioni cubane. La visita s'è conclusa al complesso didattico per gli adulti a Toledo in cui si applica il Programma di alfabetizzazione cubano “Varela Yo Sí Puedo”. LA DELEGAZIONE CUBANA *. Orlando Requeijo, viceministro del Ministerio para la Inversión Extranjera y la Colaboración Económica; * Embajadora Marielena Ruiz Capote, embajadora de Cuba en Uruguay; ministra consejera del Ministerio de Relaciones Exteriores, * Carmen Zila Pérez Mazón; * María Caridad Balaguer Labrada, consejera de la Embajada de Cuba en Uruguay; * Iruma Díaz Blanco, funcionaria de la Dirección de América Latina y el Caribe del Ministerio para la Inversión Extranjera y la Colaboración Económica; * Consejera comercial Mirna Martínez Arjuria de la Embajada de Cuba; * Cecilia Cárdenas Medina, funcionaria de Política Comercial; * Rosa María Pascual, representante del Polo Científico y agregada comercial de la Embajada de Cuba en Argentina; * Jesús Fonseca Arteaga, funcionario del Ministerio del Azúcar * Doctora Alina Montalvo Martínez, funcionaria de la Oficina de Salud del Consejo de Estado. LA DELEGAZIONE URUGUAYANA * Belela Herrera, viceministra del Ministerio de Relaciones Exteriores; * Ana Olivera, viceministra del Ministerio de Desarrollo Social; * Fernando Cáceres, director Nacional de Deporte del Ministerio de Turismo y Deporte; * Alvaro Gallardo, director general para Asuntos Políticos del Ministerio de Relaciones Exteriores; * Raquel Rodríguez, directora general de Cooperación Internacional del Ministerio de Relaciones Exteriores; * Jorge Mazzarovich, embajador uruguayo en Cuba; * Federico Gomensoro, jefe de gabinete del Ministerio de Relaciones Exteriores; Rosario Portell, subdirectora general para Asuntos Económicos del Ministerio de Relaciones Exteriores. Gliauguria Gented'Italia dell'AmbasciatoreScalici A d ue a n n i d a lla p u bblicazione in Uruguay d i G e n te d ' I ta lia , f o r m ulo i miei più fervidi au g u r i a lla Dir e z io n e e a t u t t i c o lo r o c h e , c o n il l o r o l av o r o , h a n n o f a tto d i q u esto q u o tid ia n o u n prezioso strumento d'informazione sempre attento alle esigenze d e lla c o m u n ità ita lia n a . C o n l' o c c a sio n e d e sid ero ringraziare Gente d'Italia per l'ospitalità f r e q u e n te e p u n tu a le c h e h a d a to , in q u e sti a n n i, agli eventi d e ll' A m b a sc ia ta . Guid o Sc a lic i A m b a sc ia to re d 'Ita lia in Urug ua y A mici di Gente d'Italia, Il C.A.S.I.U. (Centro Assistenza Scolastica Italia Uruguay), come Ente di Lingua e Cultura italiana non può essere assente dal condividere con Voi l'orgoglio e la felicità per i primi due anni dei futuri 2000 del Vostro Giornale. _Orglogliosi perché un'attività che rappresenta cosí bene l'Italia non puó meritare che un aggettivo del genere e felici perché il Vostro lavoro permette essere uno specchio dove si vede anche il lavoro degli altri, e questo, cari amici, non è una situazione normale nel mondo di oggi. Brindiamo per duemila anni ancora CONSIGLIO DIRETTIVO C.A.S.I.U. (Centro Assistenza Scolastica Italia Uruguay) *** Gentili Amici di Gente d'Italia, come italiano residente in Uruguay, non posso assolutamente rimanere estraneo a questa celebrazione del Vostro secondo _anno di presenza in Montevideo. Vi siete pian piano inseriti nella nostra vita, ed ancor piú con la presenza del vostro giovane giornalista Sig.A.Pintacuda, che spero presto ritorni in Uruguay, perché ha realizzato un piú che proficuo lavoro. Vi auguro di tutto cuore che il Vostro giornale possa continuare a compiere anni, lo meno per altri due secoli. Auguro a tutti i facenti parte di Gente d'Italia ogni bene nel piú ampio dei sensi. Gianranieri Colella, Montevideo *** Buon Anniversario caro giornale, Sei diventato una amico fedele ed un ottimo informatore con le tue notizie precise sull'attualità italiana e informazioni della nostra Collettività. In questi due anni, ci hai dato molto e ti aspettiamo ogni giorno per leggerti... Grazie per trasmettere le notizie che “la Dante” ti manda. Grazie per aver chiesto la nostra collaborazione per l'inchiesta "L'Italiano Volante": è stata un'esperienza molto interessante per tutti. Con simpatia ti dico “Buon Anniversario” a nome della “Dante” e mio personale. “Ad Majorem” Gente d'Italia. *** Renata Gerone, Presidente della Società Dante Alighieri di Montevideo La Commissione Direttiva del CIRCOLO LUCANO aderisce alla commemorazione del secondo anniversario di Gente d'Italia e porge i migliori auguri per il buon esito futuro. Martedì 17 Aprile 2007 5 DIARIO URUGUAYANO Il braccio di ferro tra Uruguay e Argentina La Guerra della Carta sul fiume della discordia di Tonino Pintacuda N on si placano le prote- ste dei piqueteros argentini, il motivo della contesa è sempre lo stesso: costruzione cartiera nale della della nuova multinazio- finlandese sulla riva la Botnia uruguayana del r i o U r u g u a y, c o n f i n e n a t u rale tra la Banda Oriental e l'Argentina. Lo slogan degli ecologisti non consente repliche, “Botnia se ne va e i blocchi anche”, dalla loro hanno anche l'appoggio del principale sindacato argentino, la potente Confederazione Generale del Lavoro. Dura ormai da un anno e mezzo la protesta, domani, secondo quanto dichiarato prima della Settimana Santa, il presidente uru- teciperà all'incontro col fianco del Mercosur. “facilitador” spagnolo con La dovrebbe incontrare il suo spirito fer- omologo Nestor Kirchner a Madrid, guayano Ta b a r é per un sotto la re Spagna di de Va z q u e z confronto supervisione Borbón Juan a del Carlos cercare di ponte Gualeguaychú, sul diventati mamente deciso a difende- ponte Colón re del Concordia, rispettivamente Kirchner cavalcherà l'onda que- a 220, 320 e 400 chilome- ecologista per la rielezio- stione sono stati rispettati tri ne, le protesta nasce dalla preoc- può del il Paese, diritto sovrano perché norme, ma nella l'ambiente e il da e Buenos il ponte Aires. La cupazione ne. Da parte sua il Presidente all'ecosistema causati dai argentino reflussi agenti chi- guerra della semplice, carta è la stata diame- tralmente diritto internazionale” sarà motivi sul risolvere l'annosa questioNon i continua dialogico protesta governi ha più volte per degli i danni loro opposti tutt'uno futuro. Ta b a r é perdere rilancio uruguayana. senza Il sono con il Presidente Va z q u e z non l'occasione dell'economia Un industrie paese non può portata pure all'attenzione ribadito che non appoggia mici e dagli scarti di pro- intraprendere del Tribunale la protesta che - lo ricor- duzione no dell'Aja. diamo - ha difatti serrato i Soprattutto se questi danni che ponti si estendono al Guaranì, la slogan del Governo social seconda democratico. Internazionale Titolo a giornale Pais sul ieri: El “El rey preocupación ante conflicto por Preoccupazione Cancelliere Gargano pagina montevideano di afirmó tutta papelera”. a cui il uruguayano risponde dichia- rando che “l'Uruguay par- tra Uruguay Al appoggio ferma Argentina mancato corrisponde volontà e di non della cartiera. importantissima la falda acquifera dell'intero far continente, seconda solo a scendere in campo le forze quella amazzonica. dell'ordine Montevideo e Buenos Aires sedare fatto i uno argentine per piqueteros. Di snervante brac- cio di ferro, vera spina del aspettano risoluzione con ansia della la guerra della carta: ad entrambi i alla è quel legittima diventato cammifelicità il nuovo 6 Mercoledì 18 Aprile 2007 la gente d’italia DIARIO URUGUAYANO Novant'anni di Cumparsita Montevideo festeggia il tango di Gerardo Matos Rodríguez di Tonino Pintacuda D icono che ne sotto il pergolato del mio esistano vecchio patio almeno 50 versioni e cen- perché tinaia e centinaia di arran- con d e l Ta n g o s i c o m m u o v i n o a ascolto. figlia grande uruguayano e del Rodrighez Maroni, è, molti, tango il a e più ricchissimo del Turismo in e mobile per nel amarezze che dà la la chi è io sono cresciuto nel Ha odore a vita Ministero ha il sapore della morte. collabora- estemporanee di perché il tango è forte. geniale trasformato ribellione perché il tango è maschio Perché ho amato molto tori trasporti Cutcsa: un torpedone scoe cresciuto tango e zione con la compagnia di perchiato sono do viene la fame segue il sentiero tracciato del sua incrociare le braccia quan- Il programma dell'anniver- creazione la forte ma deve anniversario, Ta n g o b u s , io Dalla da quell'aprile del 1917. dal cantò dal pianto materno. giorni tanti sono gli anni passati è povertà dalle Montevideo ne festeggia il sario dei povertà questi novantesimo stanza miseria bello più conosciuto. in triste modellato dal fango, dalla di del mondo. Di sicuro è il Proprio occhi tango, Enrique detta poveri canzone d'inverno Pascual ed miei nella la riempita con le bellissime di i miei buoni vecchi Gerardo Matos Rodríguez e parole sfilata piangenti e aperti La Cumparsita, la delle crudeltà giamenti e che gli amanti ogni vedevo in palco il testo italiano del famoso tango e il programma dei festeggia- e menti. sogni esibizioni delle numerose scuole di tango. Gente d'Italia ripropone ai suoi let- e perché mi hanno ingannato ho passato perché L A C U M PA R S I TA un vita perché tango, albero questo sono un ha ha non che non ho padrone perché detto suoni perché quando amo dirà per- ché canto così... quando ero odi mai baci perché quando nutro perché quando amo mi dissanguo in piccolo perché non che la mia voce tra i suoi Perché che cane tango parla per me e dirà morsicando mai dato frutti Chiedo il permesso signori questo sono la ero ho amato tanto e non mi hanno amato piccolo mi cullava un per questo canto con tanta tristezza tango per questo... la canzone materna per chiamare il mio sonno e ascoltavo i lamenti bandoneones dei *** Miércoles 18 de abril 1 5 : 0 0 h s - TA N G O b u s , c o n C u a r t e t o Martedì 17 Aprile 2007 7 la gente d’italia R I C A C O S A , L A M U FA , G A R U FA en Plaza Vi d i e l l a , C o l ó n . 16:00 hs - Homenaje de la Junta Departamental a "La Cumparsita" y declaración de visitante ilustre a Juan Carlos COPES. Inauguración stra de mue- fotográfica. Disertación de Rosario Infantozzi. Jueves 19 de abril 16:00 con hs - TA N G O b u s , Cuarteto RICACO- SA y Maia CASTRO en Explanada Municipal. 16:00 hs - Escenario en Pza. Cagancha N ATA C H A con (desde Argentina) G A R U FA , y Gabriela Plaza Matriz. Andes. 18:15 18:00 hs - Colocación de placa con- Pza. Independencia. Actúan: Malena Bares memorativa M U YA L A y O r q u e s t a d e l TA N G O d e Matías en Av. 18 de julio y hs - Escenario principal en 1 3 : 0 0 h s - TA N G O b u s e n l o s C a f é s y MORGARE. Históricos y Gabriela, hs., 21 de setiembre y Chucarro. M AT O S Te a t r o Históricos 1 7 : 0 0 h s - TA N G O b u s Muñoz y Requena. MORGARE nada del expla- Ministerio TA N G O Diplomatico Consolari, l'ANPI e il - Miguel MAIDANA y para GANÓN el en - "Saludo Ta n g o " Cuarteto a La RICACOSA " en Alle ore 11.00, parteciperemo nella Casa degli Italiani all'Atto di Omaggio ai Caduti invita gli Italiani tutti ed i simpatizzanti alla Santa Messa che si officerà per tutti i Caduti di tutte le guerre il prossimo 22 Aprile, Domenica, alle ore 10.00 precise nei Giardini dell'Ospedale Italiano Umberto 1º davanti al monumento ai Caduti. hs Ricordando il 25 Aprile 1945: Santa Messa per tutti i Caduti d'Arma, ANCRI Federico en Sala Florencio Sánchez - COMITES, le Associazioni y 13:00 hs Daniel 1 2 : 0 0 h s - TA N G O b u s c o n P L A N E TA Cumparsita", 5 Autorità R E Y, Sábado 21 de abril Angel le Bar Andrea Domingo 22 de abril 20:30 con el y con Parque Rodó. de TURISMO. accordi en ciudad, N ATA - Gabriela en la MORGARE G E N TA y EL TRANQUILO, de Vi e r n e s 2 0 d e a b r i l CHA gli en Fernando 1 6 : 0 0 h s - TA N G O b u s e n l o s C a f é s y Bares c o n AT I P I C A , presi G R AV I N A , Ta t á n con CHAMUYO ROSA y Gabriela Connazionali, EL Raúl GARELLO 20:30 Solís. C ari ciudad, con Orq. Gonzalo la Buenos Aires, Dirige: RODRIGUEZ. ANCRI de della Resistenza davanti alla targa che li ricorda. Ricordare il passato senza odi, in un clima di distensione, di armonia, con tolleranza e comprensione è l'augurio che faccio a tutti. Giovanni Costanzelli.