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Giovedì 29 gennaio 1981
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GIOVED~29 GENNAIO 1981, ORE 10. - poter ristabilire le condizioni per una toPresidenza del Presidente CAIATI. - In- tale ripresa di buone relazioni fra la potervengono il Ministro della difesa, Lago- polazione e i giovani paracadutisti di stanrio, e il sottosegretario di Stato per la za a Pisa. Contemporaneamente, nella giordifesa, Bandiera.
nata di lunedì 19, i? stata ordinata una
inchiesta, affidata al comandante della regione tosco-emiliana, generale di corpo
SVOLGIMENTO DI INTERROGAZIONI.
d’armata Barbolini.
Dall’inchiesta e da tutte le altre inforI1 Ministro della difesa LAGORIO, rispon- mazioni pervenute i fatti possono essere
dendo alle interrogazioni Milani (5-01723), così ricostruiti. C’è innanzitutto da rileAccame (5-01726), Moschini (5-01731), Ba- vare che, pur essendo complessivamente
racetti (5-01734), Rippa (5-01740), Labrio- buoni i rapporti fra città e paracadutisti
la (5-01741), Cicciomessere (5-01742), Ste- e pur ricordando che nessun incidente di
gagnini (5-01749), Tassone (5-01751), Raurilievo si era mai verificato a Pisa dopo
ti (5-01752), Pazzaglia (5-01753 e 5-01754) e
il 1977, fra i paracadutisti e alcuni ristretGalante Garrone (5-01766), afferma che non
ti settori giovanili della città era in atto
appena informato degli incidenti awenuti a
da
qualche tempo uno stato di incomPisa la sera di domenica 18 gennaio ha
prensione
dovuto a divergenti concezioni
ritenuto necessario, in considerazione della obiettiva gravità dei fatti e al fine di di vita e a differenti mentalità. Non pub
prevenire ulteriori incidenti, disporre che parlarsi di tensioni pericolose, ma si defosse sospesa la libera uscita di tutti gli ve sottolineare che sarebbe stata opporPer Prevenire
allievi della scuola paracadutismo di Pisa. / tuna una
che
questo
difficile
rapporto
Potesse imLa disposizione, adottata dopo aver seristato maggiore dell’eserci- provvisamente degenerare. In effetti la setito il capo
to e avere raccolto il suo parere favore- I ra di sabato 17 gemaio due 0 tre ~ a r a c a vale, 5 stata estesa, per prudente inizia- dutisti in libera uscita erano venuti a ditiva delle autorità militari competenti, agli ’ verbio per futili motivi con alcuni giovaaltri reparti di stanza a Pisa. La misura ni. Si era passati a vie di fatto e i misi è protratta per due giorni (lunedi 19 litari avevano avuto la peggio. Una cone martedì 20) ed ha suscitato il consenso tusione e nulla più. L’incidente non era
delle autorità civili locali, preoccupate di stato segnalato ai comandanti di reparto
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della caserma Gamerra, ma evidentemen- rugli e incidenti con alcuni gruppi di giote deve aver creato uno stato d’animo di vani civili e danni alle cose. In piazza Vitirritazione e uno spirito di rivalsa che il torio Emanuele l’intervento dei carabiniegiorno dopo hanno dato i loro frutti in- ri, della polizia e degli ufficiali delk
tossicati. Alla caserma Gamerra, ove ha scuola di paracadutismo scongiurava il
sede la scuola militare di paracadutismo, propagarsi degli atti di violenza e i gio
la giornata di domenica 18 gennaio era vani militari, inquadrati dai propri uffiiniziata molto positivamente. In mattinata ciali, venivano fatti rientrare ne1,la casersi era svolta la cerimonia del giuramento ma ((Gamerrau. Anche durante il rimtro,
delt’ultimo scaglione alle armi, alla pre- tuttavia, si rinnovavano i canti e le grisenza di oltre un migliaio di parenti dei da; e gli ufficiali, a fatica, riuscivano ad
m,i,litari, giunti da ogni parte d’Italia. Al- impedire che si passasse a vie di fatto.
le ore 12 aveva inizio la libera uscita nor- Qualche militare, staccandosi dalla comale e alle 18 quella successiva al secon- lonna, veniva a ripetuti diverbi coi pasdo rancio. La libera uscita, per antica santi.
L’episodio aveva un seguito qualche
consuetudine, spinge i paracadutisti a frequentare un nucleo circoscritto del cen- tempo dopo. Alcuni n1ilitai-i effettivi di un
tro storico di Pisa, dal Ponte di Mezzo altro reparto paracadutista - il Battagliosul fiume Arno alla piazza Vittorio Ema- ne logistico Artale della Brigata Folnuele. In questa stessa zona si raccoglie gore - estranei all’episodio precedente,
1.a popolazione giovane e studentesca del- mentre si trovavano, in abito civile, nella
la cittA. Si tratta di poche strade e di stessa piazza Vittorio Emanuele, venivano
piazze solitamente molto affollate. Pochi fatti oggetto ad intemperanze e offese da
minuti prima delle 19 questa parte della parte di un gruppo di giovani civili. Gli
citth era assolutamente calma e intenso stessi militari, nel far rientro in caserma,
e tranquillo era il traffico pedonale. Ver- riferivano l’accaduto ai loro commilitoni.
so le ore 19 si verificava improwisamen- A questo punto un centinaio circa di milite uno scontro verbale fra un ristretto tari tornava a raccogliersi con l’evidente
gruppo di paracadutisti in borghese de1:la intenzione di inscenare m’altra manifestacaserma Gamerra e un ristretto gruppo zione e si dirigevano verso la piazza Vitdi giovani civili. I1 fatto è riferito dal torio Emanuele. Intervenivano i carabinieprefetto. I millitari rep1,icavano ad alcune ri e la pubblica sicurezza, che bloccavano
frasi irriguardose costringendo i civili a l’iniziativa. Anche questi militari venivano
disperdersi. Ciò determinava uno stato di quindi riaccompagnati nella loro caserma.
eccitazione fra i pochi paracadutisti che Dopo gli incidenti, al pronto soccorso si
avevano partecipato all’episodio; essi si presentavano per medicazioni 2 paracadumettevano a cantare l’inno della Brigata tisti ricoverati e giudicati guaribili in 10
Folgore e le note di questa canzone ri- giorni e uno studente universitario dimeschiamavano rapidamente sul posto un nu- so con proposi di 4 giorni.
mero sempre più alto di paracadutisti che
Le autorità civili - sindaco, prefetto e
si trovavano sparsi nella zona, dove si tro- presidente della provincia - sono subito
vano molti locali di ritrovo e i principali intervenuti, per riportare serenità nell’amcinematografi ,della città che proprio a biente cittadino. A seguito di una riunione
quell’ora concludevano un. ciclo di spet- tenutasi lunedì 19 gesnaicr presso. la sala
tacoli. Si formava così un vero e proprio consiEare-.del comune di- Pisa fra i rapcorteo di circa trecento militari, dalle cui presentanti .-degli enti locali e una rapprefila partivano ripetutamente, oltre ai canti sentanza militare guidata dal generale: di
militari, urla di Folgore
C La
Folgore divisione Gambarotta, comandante della 20”
non si tocca D, Boia chi molla è il gri- Zcna Militare di Livorno, veniva redatto
do di battaglia D, e così via. I1 corteo sfi- i;n comunicato congiunto, nel quale tutti
lava per .la via principale (Corso Italia) i partecipanti esprimevano preoccupazione
e durante il tragitto si verificavano taffe- per gli incidenti verificatisi che apparivano
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in contraddizione con il clima di piena
convivenza e di integrazione sempre registrati fra i cittadini e i militari u; manifestavano la comune volontà di circoscrivere l’episodio, evitando così ”assurda
spirale di ritorsioni e sviluppando i rapporti di collaborazione e di integrazione
fra città e militari D; ribadivano la validità della presenza degli organi militari
nella città, riaffermando ... l’indispensabile
senso di collaborazione che deve animare
tutte le componenti della società pisana D.
L’appello congiunto delle autorith civili
e miiitari si era reso quanro mai opportuno perché la città era rimasta vivamente
scossa e preoccupata per gli incidenti di
domenica. Sentimenti di reazione, a carico
dei paracadutisti, si andavano infatti registrando in vari punti della città. Si segnalano, per rendere il clima vissuto in
quelle ore, alcune scritte contro i paracadutisti apparse qua e 1h e l’episodio
verificatosi su un autobus di linea il cui
conducente si rifiutava di proseguire la
corsa se un giovane paracadutista, che
rientrava al suo reparto da una licenza,
non fosse disceso.
Martedì 20 gennaio aveva luogo in
città una manifestazione politica di protesta per gli awenimenti. L’iniziativa si
svolgeva regolarmente, senza grande concorso di cittadini. Mercoledì 21 gennaio,
ripristinata la libera uscita, solo una parte dei giovani paracadutisti ne usufruiva.
Si determinava in qualche punto della
città qualche momento di tensione, ma
senza incidenti.
Giovedi 22 gennaio, l’autorità militare
regionale - su indicazioni del ministro e
l’adesione del capo di stato maggiore dell’esercito - apriva la scuola di paracadutismo alle autorità civili locali e ai rappresentanti della stampa. Intervenivano gli
inviati speciali di 15 testate nazionali e
numerose TV locali. Scopo della iniziativa
era di consentire alla stampa la più libera
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sonale militare (ufficiali, sottufiìciali e paracadutisti). L’iniziativa aveva un altro
scopo, quello di ristabilire - tramite la
presenza del sindaco e del presidente della provincia - il normale e positivo collegamento fra la citth e la caserma Gamerra.
I fatti della sera del 18 gennaio sono
gravi. E innaccettabile che militari in libera uscita .inscenino una manifestazione
che ha i chiari segni di una esibizione di
forza e di volontà di ritorsione. In effetti
il corteo dei paracadutisti di Pisa è risultato m a t o d a un int,ento che k inammissibile in uno Stato di diritto, quello di
farsi giustizia da sé. Si può comprendere
lo spirito ,di corpo e si può arrivare a
giustificarne qualche esasperazione; ma
non si può trovare alcuna spiegazione,
neanche nella provocazione, per un gesto
collettivo che ha le caratteristiche, anche
se non :il risultato, della spedizione punitiva. I1 senso di responsabilità e la pronta collaborazione delle autorità civili e militari di Pisa hanno consentito di circoscrivere rapidamente :i danni che potevano
derivare dall’episodio del 18 gennaio alla
serena convivenza fra popolazione e soldati. Certo, va detto che l’incomprensione
fra paracadutisti e alcuni ristretti settori
giovanili della città doveva essere controllata. La divergenza di mentalità fra i giovani che accettano volontariamente la vita
severa e la dura disciplina della specialità
dei paracadutisti e i giovani che ostentano
il loro rifiuto per i valori in cui i primi
credono può ingenerare tensione e incidenti.
Ciò che desta sopresa, nel fatto del 18
gennaio, è che nel giro di pochi attimi
si siano potuti raccogliere nel centro di
una città centinaia di militari e che questi
poi abbiano potuto rapidissimamente scegliere di sfilare per le strade affrontando
coloro che presumevano ostili alla loro
condizione di soldati. §i pone perciò l’interrogativo se mai vi siano state prepara-
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tuzione delle Fone armate è tenuta ad osservare.
Sul primo punto, in base ai rapporti
finora ricevuti, deve concludere che non
vi è stata premeditazione che possa coinvolgere i quadri della caserma Gamerra.
Ma ha dato disposizione di proseguire le
indagini. Allo stato degli elementi raccolti
si deve dire che se vi è stato LUI silenzioso appuntamento fra i militari, dopo
l’episodio increscioso di sabato 17, questo
6 sfuggito al controllo degli ufficiali e sottufficiali del reparto.
Quanto alla scuola di paracadutismo
gli preme formulare qui un giudizio estremamente chiaro. Si tratta di una scuola
di alta professionalità e serietà che fa
onore all’esercito ed è giustamente rispettata e ammirata anche in campo internazionale. Ciò che più preoccupa e duole dopo il fatto del 18 gennaio - è che la
erave gazzarra di quei 300 giovani paracadutisti potrebbe offuscare l’immagine di
questa scuola con inquinamenti di ideologie
che le Forze armate della Repubblica fermamente respingono. Ritiene, inoltre, opportuno precisare che alla scuola militare di paracadutismo di Pisa si accede a seguito di domanda presentata dagli interessati all’atto
della visita di leva; che ogni mese aflluiscono
alla medesima mediamente 600 reclute, che
ricevono un addestramento propedeutico di
4 settimane (comune a tutti i militari di
leva); e che, infine, dopo questo periodo,
in esito a prove di selezione fisica e attitudinale specifica, ha inizio il corso di
abilitazione al lancio, della durata di altre
4 settimane, al termine delle quali il 50
per cento circa delle reclute consegue,
dopo tre lanci, il brevetto di paracadutista e viene inviato ,alle unità delle avio-PP.
Dunque le reclute rimangono nella
scuola per un periodo complessivo di 8-9
settimane, nel corso del quale il tempo
è dedicato ai riscontri fisicepsichici e alla
selezione attitudinale specifica (prove ginniche, prove di resistenza, lanci simulati
e lanci reali). Resta un margine di tempo
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menti militari e di storia della specialità,
Su quest’ultima materia viene distribuito
un opuscolo il cui contenuto, stringatissimo, è quanto mai lontano da qualsiasi
intento di indottrinamento. A ciò va aggiunto che la stessa base di accesso volontario alla scuola non consente di ipotizzare che la scuola si prefigga di mobilitare e di istruire giovani per una particolare tendenza ideologica. E risaputo, infatti, che fra gli allievi d0lla scuola figurano giovani delle più diverse tendenze pclitiche e in questo la scuola rispecchia la
realtà del Paese.
Con questo il ministro della difesa non
intende chiudere il capitolo degli incidenti del 18 gennaio. La condotta tenuta queila sera da un alto numero di reclute della scuola è inammissibile. La coscienza democratica e il senso specifico di disciplina
avrebbero dovuto impedire nel modo più
assoluto una manifestazione, che ha giustamente preoccupato la cittadinanza pisana e il paese. Riferisce quindi alla Commissione difesa della Camera che ha accolto le proposte finora formulate dal generale Barbolini.
I paracadutisti che hanno ideato, dato
inizio, partecipato e sostenuto la nianifestazione devono essere individuati (e la ricerca i: già in atto) e puniti disciplinarmente con la dovuta severità e a seconda
delle specifiche responsabilità. Altrettanto
deve essere fatto nei confronti dei quadri
responsabili di mancata vigilanza, dal momento che una attenta valutazione degli
antefatti e un adeguato controllo dello stato d’animo delle reclute avrebbe consentito una efficace prevenzione.
((
))
I1 deputato MILANI sottolinea, innanzitutto, che, al di là delle dichiarazioni del
ministro della difesa Lagorio, l’episodio
verificatosi a Pisa è certamente molto grave, dal momento che ha contribuito ad
aumentare il distacco fra popolazione civile e militari residenti nella zona. Dopo
aver ricordato che per far fronte a questa situazione non bastano genemci impe-
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zione culturale del personale militare, rileva che il ministro nel suo intervento non
ha dato una valutazione delle responsabilità dei militari e non ha spiegato con
sufficiente chiarezza come sia stato possibile
organizzare in poco tempo e senza premeditazione, una simile manifestazione. Dopo aver sottolineato la sua insoddisfazione anche per ,il fatto che il ministro della difesa non ha evidenziato le responsabilità ,dei comandanti di corpo e dichiarato che le sue argomentazioni pon sottintendono una giustificazione del comportamento provocatovi0 di alcuni giovani civili, conclude, rilevando la necessith di una
diversa presenza dell’autorith politica nell’ambito delle forze armate e auspicando,
al fine di prevenire simili episodi, un p%
Droficuo confronto tra le forze armate e
le avtorità locali, in ossequio a quanto
disposto dalla legge sui principi de!la disciplina militare.
I1 deputato ACCAME, dopo aver dato
atto al ministro della difesa dell’ampia
esposizione dei fatti, rileva che una delle
cause che sono alla base dell’increscioso
episodio in discussione è rappresentata
dal distorto uso che le alte gerarchie militari fanno dei servizi segreti. Ritiene,
inoltre, che debbano essere presi prowedimenti non solo nei confronti di militari di truppa ma anche nei confronti
dei loro superiori gerarchici e che sarebbe
opportuno approfondire l’esame dei criteri con cui è selezionato il personale per
accedere alla scuola di paracadutismo.
Conc!ude, dichiarando che l’episodio in discussione deve far riflettere sul fatto che
la conoscenza del dettato costituzionale è
ancora troppo scarsa nell’ambito delle forze armate e che tale fatto impone che
tutte le forze democratiche pongano in
essere ogni possibile sforzo per far conoscere ai giovani militari i cambiamenti che la Costituzione repubblicana ha apportato alla vita del paese.
I1 PRESIDENTE constata l’assenza del
deputato Costa, presentatore dell’interrogazione n. 5-01729; s’intende che vi abbia
rinunciato.
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I1 deputato MOSCHINI rileva innanzitutto che la cittadinanza pisana ha giudicato in maniera molto grave l’episodio in
questione, non solo per l’inspiegabile ritardo con cui è intervenuta la forza pubblica - fatto questo che ha consentito ai
paracadutisti di circolare per troppo tempo indisturbati nella cittA - ma anche per
il fatto che alcuni vertici militari, pur
condannando l’episodio, hanno teso a minimizzarlo, considerandolo una cc ragazzata a cui non era necessario dare eccessivo peso. Cib & inaccettabile non solo perché se si accedesse a tali tesi si stenterebbe a capire come mai i paracadutisti
sono riusciti ad organizzarsi in così poco
tempo e perchd il ministro della difesa
è ricorso ad un prowedimento così significativo come quello della consegna dei
militari nelle caserme. A suo avviso, infatti, la gravith dell’episodio in questione
deriva non solo dal fatto che la manifestazione era stata chiaramente preparata
ma, soprattutto, dal fatto che episodi di
questo genere danno una immagine dello
esercito profondamente distorta e vanificano il tentativo delle forze politiche di
rendere pii1 democratica la vita nelle caserme. Dopo aver dichiarato di ritenere
che responsabilith gravi siano da addebitare anche al comandante della caserma,
che in un frangente così delicato ha dimostrato una certa intemperanza, conclude dichiarando la sua insoddisfazione per
il fatto che nell’operato del ministro della
difesa non ha riscontrato il necessario impegno per prevenire il verificarsi di simili
episodi.
))
I1 deputato BAMCETTI, dopo aver dichiarato di condividere l’intenzione del ministro della difesa di voler procedere ad
un accurato accertamento delle responsabi!.itA dei militari che hanno partecipato
a!l’episodio in questione, al fine di poter
?redisporre per essi le necessarie misure
disciplinari, rileva che, a suo awiso, occorre anche operare al fine di isolare il
grave fatto e di instaurare nuovamente un
clima di civile convivenza fra militari e
popolazione civile. Dopo aver precisato
che non tutti i paracadutisti sono come
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quelli che hanno partecipato alla spedizione punitiva, lamenta che nella risposta
del ministro della difesa manchi un preciso impegno ad incentivare nella scuola
di paracadutismo di Pisa la formazione
di una cultura democratica in ossequio alle norme della Costituzione e della legge
sui principi della disciplina militare. Conclude, auspicando che si intensifichino i
rapporti con l’ente locale per una piena
fusione tra popolo e forze armate e che
si ponga fine ad un esacerbato spirito di
corpo, rivedendo i criteri di assegnazione
alla G specialità in modo d a non premiare ed esaltare ideologie e comportamenti
sbagliati, di contrapposizione con la società civile.
I1 Presidente constata l’assenza del deputato Martini, presentatore dell’interrogazione n. 5-01739; si intende che vi abbia
rinunciato.
I1 deputato RIPPA rileva che le considerazioni del ministro della difesa non
solo non danno una preoisa risposta al
quesito concernente ,la premeditazione della manifestazione - peraltro dimostrata
dalla perfetta organizzazione della medesima - ma anche non chiariscono i motivi dell’sinammissibile &ardo con cui, nonostante le .sollecitazioni del sindaco di
Pisa, sono intervenuti .la polizia e i carabinieri. Dopo aver dichiarato che episodi
come quello awenuto in un recente passato a Livorno avrebbero dovuto mettere
in allarme le autorità militari, rappresentando un significativo sintomo della pericolosità della situazione e della tensione
esistente fra militari e popolazione civile,
rileva che quanto & accaduto a Pisa è il
prodotto di una certa cultura che trova
spazio anche negh atteggiamenti di alcuni alti vertici militari.
Dopo aver ricordato che tali atteggiamenti sono stati condivisi anche dallo
stesso Presidente del Consiglio, conclude
auspicando che il ministro, al termine dell’inchiesta, fornisca al Parlamento una più
puntuale informazione.
I1 deputato SPINI giudica positivamente il fatto che il ministro della difesa
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non abbia inteso, contrariamente a quanto fatto da alcuni appartenenti ai vertici
delle forze armate, minimizzare l’operato
dei militari che hanno partecipato alla
spedizione punitiva. Dopo aver ricordato
che anche la consegna dei militari nelle
caserme è stato un provvedimento opportuno, conclude auspicando che l’inchiesta
in corso sia al più presto conclusa e che
le forze politiche si dimostrino concordi
nel procedere ad una coraggiosa interpretazione della legge sui principi, sviluppando in particolare la parte di essa che
concerne il rapporto con gli enti locali.
I1 deputato STEGAGNINI rileva che il
ministro della difesa ha riferito soltanto
sugli episodi di provocazione messi in
atto dai paracadutisti, omettendo di menzionare quelli posti in essere dalla popolazione civile. In proposito ritiene che sarebbe stato compito anche dell’autorità
civile perseguire simili comportamenti che,
per altro, si sono tradotti in ingenti danni
per i paracadutisti. Ritiene, inoltre, non
corretto che vengano presi provvedimenti
disciplinari esclusivamente nei confronti
dei militari e che tali episodi impongano
un ripensamento sull’uso dell’abito civile
da parte dei militari in libera uscita. Conclude dichiarandosi, per questi motivi,
parzialmente soddisfatto.
I1 deputato TASSONE, dopo aver rilevato che i fatti avvenuti a Pisa sono particolarmente incresciosi, precisa che va
anche stigmatizzata l’azione di una certa
stampa che ha teso a strumentalizzare l’accaduto fornendo una visione non complessiva dei problemi.
Dopo aver ricordato che le incomprensioni fra giovani che non fanno il servizio
militare e militari è un fenomeno di lunga data, precisa che sarebbe stato più
opportuno impostare l’inchiesta non a senso unico e cioè solo nei confronti dei
militari, dal momento che sono note le
provocazioni messe in opera dalla popolazione civile.
Conclude dichiarando, per questi motivi, la sua insodd,isfazione per la risposta del ministro della difesa Lagorio.
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Il deputato RAUTI si dichiara insoddisfatto della risposta del ministro della
difesa poiché dalla medesima emerge una
contraddizione netta fra quanto sostenuto
dal ministro stesso ed i fatti che hanno
preceduto e seguito la spedizione di domenica 18 gennaio 1981.
Dopo aver ribadito che da quanto è
accaduto si deduce che anche la popolazione civile si era organizzata per infastidire i paracadutisti, rileva che per questo motivo non è giusto condurre l’inchiesta in un unico senso. Precisa, inoltre, che l’intervento del ministro della
difesa non ha chiuso il caso, dal momento che il medesimo ha risposto alle interrogazioni secondo i criteri di un certo
G sinistrismo
generico e parziale, che ha
lasciato insoddisfatti anche gli altri gruppi che sostengono il governo.
))
I1 deputato PAZZAGLTA rileva che l’ordine di consegnare i militari nelle caserme emanato dal ministro della difesa dimostra quale sia il pensiero del medesimo sull’accaduto. Dopo aver ricordato che
ciò ha favorito atteggiamenti volti a strumentaliz721-e l’episodio, ritiene che il ministro della difesa non abbia dato il dovuto peso alle provocazioni poste in essere dalla popolazione civile che, peraltro, traggono la loro origine da antichi
episodi come quelli avvenuti a Livorno
nel 1973.
Dopo aver ricordato che in Toscana le
forze di sinistra hanno colto l’occasione
per porre in =sere una campama antimilitarista e per chiedere il trasferimento
dei singoli paracadutisti interessati alla
vicenda in altri reparti - criterio che se
accolto danneggerebbe gravemente il corpo - conclude dichiarando che sarebbe i
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stato più opportuno predisporre una inchiesta anche nei confronti della popolazione civile e non soltanto dei militari
che, reagendo alle provocazioni, hanno dimostrato esclusivamente di saper assolvere ai compiti loro attribuiti.
Il deputato GALANTE GARRONE, dopo aver dichiarato che il fatto che l’inchiesta non sia ancora conclusa implica
che il ministro della difesa debba tornare nuovamente ad informare il Parlamento su quanto accaduto a Pisa, rileva
che la risposta del medesimo non può
essere considerata soddisfacente, dai momento che dalla stessa non solo non traspare la casualità dell’accaduto ma emerge con chiarezza l’insufficienza dell’attività culturale svolta nelle scuole. Ricordato
che le leggi per migliorare sotto il profilo culturale i militari sono state approvate dal
Parlamento e che, pertanto, è compito
del ministro della difesa farle applicare,
rileva che è importante analizzcare le condizioni i n cui si trovano le forze armate
perchC esse rispecchjano il grado di civiltà del paese. Dopo aver dichiarato d i
non condividere le considerazioni del deputato Stegagnini, relative a possibili restrizioni nell’uso dell’abito civile da parte
di militari in libera uscita, ritiene che
il Governo dovrebbe impegnarsi mag-iormente a far entrare la democrazia nelle
caserme. Conclude, rilevando che in molti
casi i militari, com’è dimostrato dal recente intervento del generale Cappuzzo,
hanno dimostrato un alto senso di responsabilità, che dovrebbe essere apprezzato e condiviso da tutti.
LA
SEDIJTA TERMINA ALLE
12.
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36 - Legislature precedenti