GEMELLAGGIO A.G.I.R.E. POR Offerente/i: Provincia di Torino - Servizio Pari Opportunità e Politiche dei Tempi Beneficiaria: Provincia di Ogliastra - Ufficio “Laboratorio Territoriale” Titolo del Gemellaggio: Sviluppo Locale orientato alle pari opportunità: il Protocollo di Parità. Data Inizio: 20 Dicembre 2007 Data Fine: 16 Maggio 2008 Verbale delle attività, Tortolì 20/21/22 febbraio 2008 Fase 2.1 – Analisi dei casi studio: l’esperienza dei Protocolli di parità ai seguenti Patti Territoriali: PT della Stura. Del Canavese, delle Valle di Susa, del Pinerolese, del Po. Sottofasi 2.1.1. - 2.1.2. - 2.1.3. - 2.1.4. Verbale delle attività Tortolì 20 - 22 febbraio 2008 Mercoledì 20 febbraio 2008 Tortolì – Provincia dell’Ogliastra, via Mameli, 22 Saluti istituzionali Aprono i lavori i saluti istituzionali delle autorità locali. Interviene il Presidente della Provincia Pierluigi Carta, poi l’Ass. Romina Congera, Assessore al Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale della Regione Autonoma Sardegna e infine chiude i saluti istituzionali l’Ass. Ignazio Marci, Ass. al lavoro e politiche sociali della Provincia dell’Ogliastra. PRIMA SESSIONE DI LAVORO Interviene Martina Sabbadini, analizzando la struttura tecnico-organizzativa adottata dalla Provincia offerente. La Rete di Parità nello Sviluppo Locale della Provincia di Torino, come già anticipato nello scorso meeting, viene creata nel 2002 per tradurre in azioni concrete gli impegni contenuti nei Protocolli grazie al finanziamento del FSE 2000 – 2006 obiettivo 3, asse E P.O.R. Piemonte. Scopo della Rete è quello di promuovere la diffusione in tutti i settori (economico, sociale e nel mercato del lavoro) della conoscenza dei principi di pari opportunità per ridurre i casi di discriminazione e favorire l’aumento e il miglioramento della qualità della partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Il progetto ha realizzato un coordinamento in rete tra gli attori dello sviluppo locale favorendo una maggiore circolarità dell’informazione. Grazie all’attività della Rete, infatti, vengono realizzate una maggiore integrazione e sinergia tra i vari enti che la compongono e vengono costruite azioni progettuali comuni nei diversi territori. Ciò ha facilitato la trasferibilità del know how acquisito in alcuni contesti e ha sviluppato la capacità di donne e uomini di integrare la prospettiva di genere nella definizione di nuove politiche. In questo modo è stata resa possibile, pertanto, la progettazione di interventi integrati per lo sviluppo del territorio e una valutazione in termini di risultati e di impatti delle politiche programmate. Per realizzare questi obiettivi è stato istituito il Tavolo di Parità del Patto Territoriale, composto da tutte le organizzazioni, enti ed istituzioni protagoniste dello sviluppo locale e della promozione delle politiche di Pari Opportunità, che lavorano per perseguire l’obiettivo strategico di integrare le priorità ed i bisogni degli uomini e delle donne in tutte le politiche (mainstreaming di genere). Verbale delle attività, Tortolì 20/21/22 febbraio 2008 I Tavoli di concertazione dei Patti Territoriali sono stati identificati come la sede più idonea in cui presentare il progetto e raccogliere idee, proposte, disponibilità, suggerimenti al fine di definire nuovi obiettivi che qualifichino ulteriormente le esperienze di sviluppo locale. È stato infatti riscontrato un diffuso interesse e una certa disponibilità degli attori locali all’inserimento nelle proprie agende di lavoro di un punto di discussione sul tema delle pari opportunità. Interpretare il Tavolo di Parità come nuovo attore che si aggiunge ai decisori tradizionali, con l’avvertenza che per definire un nuovo attore collettivo non è sufficiente aggregare gli attori socioeconomici del territorio, ma è necessario lavorare per costruire o individuare un’identità collettiva attraverso il rafforzamento delle relazioni interne e la gestione delle relazioni esterne. Occorre quindi costruire una vera e propria rete di relazioni interne capace di attivarsi per incidere sulle decisioni di sviluppo socioeconomico del territorio, di diventare catalizzatore delle iniziative progettuali sul tema della parità e delle pari opportunità a livello locale, non per annullarle in un progetto comune ma per esaltarne caratteristiche, peculiarità, metodologie e contribuire a capitalizzare e diffondere buone pratiche sperimentate e know how acquisito. Il Tavolo di parità diventa protagonista nella costruzione della “Rete di parità nello sviluppo locale della Provincia di Torino” attraverso l’individuazione, il sostegno e la messa in rete di un/una referente per ciascun territorio, un/una per la città di Torino unitamente alle rappresentanti delle istituzioni di Parità provinciali. La continuità di questo progetto è un aspetto fondamentale che l’istituzione provinciale ha compreso e continua a sostenere, nella consapevolezza che i cambiamenti da attivare per perseguire una effettiva integrazione trasversale dei principi di pari opportunità in tutti gli aspetti dello sviluppo locale, sono lenti e vanno ancora accompagnati e sostenuti. Si tratta infatti di lavorare nella direzione di un lento ma necessario cambiamento di prospettiva rispetto alla partecipazione delle donne alle dinamiche dello sviluppo locale: il passaggio dalla condizione di destinatarie di progetti a quella di soggetti attivi dello sviluppo locale. Solo così i cambiamenti sostenuti potranno divenire infine cambiamenti sostenibili. SECONDA SESSIONE DI LAVORO Giovanna Vicini, Autorità per i diritti e le Pari Opportunità della Regione Autonoma Sardegna presenta “Le pari opportunità nelle politiche di sviluppo locale”. Giovanna Vicini definisce cosa sono i Progetti integrati di sviluppo. Gli obiettivi principali erano una nuova strategia di progettazione integrata da parte della giunta regionale, il coinvolgimento degli attori locali in tutte le fasi del processo attraverso l’ elaborazione di una strategia di sviluppo locale ed infine la promozione del cambiamento di prospettiva e la realizzazione di progetti che nascevano dall’analisi delle criticità e potenzialità di sviluppo delle diverse aree territoriali. Nel 2001 si era tentato un esperimento in tal senso con l’avvio dei PIT (progetti integrati territoriali) che aveva evidenziato una serie di criticità: • carenza di qualità nelle proposte progettuali • progetti composti sostanzialmente da un elenco di opere pubbliche • insufficiente cooperazione istituzionale e comunicazione tra gli attori locali Nel novembre del 2004, a metà del ciclo di programmazione comunitaria 2000-2006, viene nominata una nuova Adg del POR Sardegna 2000-2006 e si avvia una nuova strategia: il territorio, le sue risorse e i suoi attori vengono posti al centro delle politiche di sviluppo; inoltre l’integrazione diventa il metodo da seguire per proporre gli interventi. Avvio dei PTI avviene con : Verbale delle attività, Tortolì 20/21/22 febbraio 2008 - sistema decisionale allargato con continui momenti di confronto con i rappresentanti delle province, enti locali, organizzazioni, sindacali, associazioni di categoria; - organismi partenariali con diversi ruoli e responsabilità, ossia tavoli di partenariato regionale e provinciali con compiti di impostazione strategica, concertazione, sorveglianza del processo (linee guida, carta del partenariato); - leardership tecnica (laboratori territoriali), cioè organismi tecnici, gruppo regionale di coordinamento, laboratori territoriali di progettazione (esperti, rappresentanti di enti regionali nei diversi settori, le otto amministrazioni provinciali), gruppi tecnici regionali (settori industria, agricoltura e sviluppo rurale, inclusione sociale, turismo, ambiente). Sono state scelte due zone per valorizzare le imprese femminili sul territorio: - Ogliastra - Oristano Le fasi del processo sono state le seguenti: 1. Ideazione e condivisione della nuova strategia (febbraio-marzo 2005 – organizzazione 8 incontri territoriali). 2. Animazione territoriale e ascolto. I laboratori territoriali, avviati a fine maggio del 2005, hanno lavorato fino al dicembre 2007 attraverso l’ analisi territoriale, lo studio del contesto dei progetti realizzati e in corso di realizzazione, poi attraverso interviste e focus group (8 forum territoriali utilizzando dei facilitatori con il supporto del metaplan). Nel complesso sono stati coinvolti circa 1600 attori locali. 3. Costituzione dei partenariati di progetto e elaborazione dei progetti integrati (risorse destinate circa 700 milioni di euro). 4. Presentazione delle manifestazioni di interesse (oltre 14.000 domande). 5. Presentazione dei Progetti integrati (circa 200). La Progettazione Integrata si configura come ambiente privilegiato in quanto al suo interno sono facilmente conciliabili obiettivi di sostenibilità ambientale, di parità e di equità sociale. La programmazione integrata rappresenta un terreno privilegiato, attraverso la promozione dei saperi e delle competenze “di genere”, la partecipazione effettiva dei gruppi locali alla programmazione dello sviluppo del proprio territorio, la sperimentazione di nuovi approcci e di nuove forme di sensibilizzazione sul tema delle Pari Opportunità, coinvolgendo in questo percorso il più ampio partenariato istituzionale, economico e sociale. Le principali tappe sono: 1) Condivisione. Per la condivisione degli obiettivi esplicitamente rivolti all’applicazione dei principi di uguaglianza, è indispensabile il coinvolgimento attivo e responsabile di tutti gli attori locali, dalle imprese alle organizzazioni di categoria e sindacali, agli enti pubblici, alle istituzioni di parità, sin dalle fasi di definizione degli interventi. 2) Integrazione delle politiche di pari opportunità con le politiche: - ambientali - formazione - inclusione sociale - turismo Verbale delle attività, Tortolì 20/21/22 febbraio 2008 - agricoltura pesca, ecc… 3) Progetti e azioni. Occorre promuovere proposte e progetti che adottino esplicitamente, come indicatore di coerenza, l’applicazione delle politiche di Pari Opportunità sul territorio con le imprese, gli enti e le agenzie formative. Ogni azione è stata portata avanti esclusivamente tramite il finanziamento di fondi strutturali. In Sardegna l’unico punto di riferimento è infatti l’autorità di gestione e unica fonte di finanziamento dei progetti sono i fondi strutturali e non ci sono fondi regionali. Paola Perrone, staff dell’Assessore alle Pari Opportunità della Regione Piemonte illustra “I nodi della rete: soggetti e progetti”, attuando un parallelismo tra la gestione regionale delle Pari Opportunità della Regione Sardegna e quella della Regione Piemonte. Molte sono le differenze che dipendono soprattutto dalla diversa natura degli Organismi Istituzionali presenti nelle due regioni che si occupano di questa tematica. Per quanto riguarda la realtà piemontese va sottolineato che la costituzione dell’Assessorato a cui appartengo ha poco più di due anni ed è andato ad aggiungersi ad una realtà in cui gli Organismi di Pari Opportunità sono molti e ben radicati. Per prima cosa l’Assessorato ha dunque impostato una politica di Pari Opportunità per Tutti, orientando azioni e interventi sul tema delle discriminazioni non solo in base al genere ma anche rispetto al diverso orientamento sessuale, la diversa origine etnica, religione, età, disabilità. Particolare attenzione poi dedica al tema dei diritti che è stato il filo conduttore di tutte le attività svolte nel 2007 che trovano continuità anche nel corso del corrente anno. Sul fronte normativo, attendono la discussione in Consiglio regionale due importanti Disegni di legge: • Disegno di legge “Norme di attuazione della parità di trattamento e del divieto di ogni forma di discriminazione nelle materie di competenza regionale” approvato il 13 giugno 2006 dalla Giunta regionale. Lo scopo è quello di promuovere la rimozione di tutte le forme di discriminazione basate sull’appartenenza al genere o identità di genere, orientamento sessuale, religione o convinzioni personali, disabilità, età, razza, origine etnica e geografica, nazionalità. In questo modo si potrà creare un contesto di protezione e rafforzamento dei diritti fondamentali delle persone, garantendo parità di trattamento nell’accesso ai servizi e nell'acquisizione di beni ed attuando azioni positive per superare qualsiasi forma di svantaggio. • Disegno di legge per l’attuazione delle politiche di pari opportunità e l’integrazione della prospettiva di genere, approvato dalla Giunta regionale il 9 ottobre 2006 e con cui la Regione Piemonte - prima in Italia - ha deciso di elaborare una legge organica sulla parità di genere. Obiettivi principali del disegno di legge sono il superamento di ogni discriminazione diretta o indiretta ancora esistente nei confronti delle donne, il rafforzamento della condizione femminile e l’incremento della partecipazione delle donne alla vita politica, economica, sociale, culturale e civile. Di particolare rilievo è stata la realizzazione del primo Bilancio di Genere, presentato lunedì 17 dicembre 2007 presso l’IRES che ne ha coordinato l’elaborazione. L’obiettivo è stato quello di Verbale delle attività, Tortolì 20/21/22 febbraio 2008 attuare e valutare le politiche regionali in base all’impatto che possono avere rispettivamente sulle donne e sugli uomini. È stato realizzato, anche, “Donne. Primo Rapporto sulla condizione femminile in Piemonte”. Il primo Rapporto sulla condizione femminile in Piemonte è uno dei nuovi strumenti di analisi sulla condizione femminile di cui la Regione Piemonte ha deciso di dotarsi per orientare le proprie politiche verso i reali bisogni che le donne esprimono. Si tratta, da un lato, del complemento al Bilancio di Genere, dall’altro di una lettura che fa emergere un quadro di grande interesse su come le donne vivono, studiano, lavorano, affrontano le responsabilità di conciliazione e la ancora scarsa condivisione fra impegni di lavoro e famiglia. Emerge dunque, da questo primo rapporto, un quadro che offre alla Regione, ma non solo, indicazioni chiare su quali possano essere le politiche da adottare o da implementare per migliorare la condizione femminile sul nostro territorio. Per il 2008 è previsto non solo il proseguimento del lavoro avviato ma anche il suo trasferimento, con le necessarie misure di sostegno, alle province ed ai Comuni piemontesi affinché realizzino bilanci di genere ed adottino politiche coerenti con la normativa vigente. Di particolare rilievo poi è stata l’azione di mainstreaming che l’Assessorato alle pari Opportunità sta conducendo all’interno dell’Ente, avendo avviato un percorso che porterà entro la fine di marzo 2008 alla definizione di un Piano regionale di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne. Il Piano nascerà dalla collaborazione e dal coordinamento dell’attività dei 6 Assessorati competenti per materia (Welfare, Sanità, Casa, Sicurezza, Istruzione e Pari Opportunità), e dalla collaborazione con gli EE.LL. piemontesi, il mondo delle associazioni e dei servizi sanitari e territoriali, le forze di polizia e la magistratura. Per dare sostanza agli intenti regionali e cominciare a programmare iniziative concrete l’Assessorato ha stanziato un primo trasferimento alle Province di 450.000 euro, per interventi urgenti nel settore, ed un contributo di 300.000 euro all’ASO Sant’Anna OIRM che, con la collaborazione dell’ASO Molinette, realizzerà un programma di formazione e aggiornamento del personale dei servizi sanitari per l’istituzione di un punto di riferimento presso ciascuna ASL e Pronto Soccorso regionale specializzato al trattamento di casi di violenza alle donne. Questi interventi si sommano allo stanziamento di 250.000 euro del Fondo regionale di solidarietà a favore di donne vittime di reati di violenza sessuale e contro la persona (art. 62 L.R. 9/2007 – legge finanziaria per l’anno 2007) per coprire le spese legali e mediche sostenute dalle vittime a causa della violenza subita. Il fondo è a disposizione dei Comuni e dei Consorzi Socio Assistenziali dove risiede la vittima. TERZA SESSIONE DI LAVORO Stefania Aru e Manuela Murru presentano il Protocollo di parità firmato a Lanusei il 12 ottobre 2007. Manuela Murru della Taskforce Sardegna, parla del trasferimento dello svolgimento delle attività di informazione, sensibilizzazione e orientamento tecnico si territori di riferimento. Stefania Aru, Dirigente del servizio laboratorio territoriale della Provincia dell’Ogliastra, presenta l’attività di coordinamento dei PTI. La partecipazione del territorio negli anni è cresciuta. Viene mostrato un particolare interesse per le politiche di pari opportunità. Nel dettaglio, problemi verso cui si è particolarmente sensibili Verbale delle attività, Tortolì 20/21/22 febbraio 2008 riguardano la violenza alle donne. Si vogliono realizzare progetti concreti per risolvere situazioni problematiche. Si vogliono coinvolgere tutti gli attori del territorio. È stato organizzato un convegno il 12 ottobre 2007 durante il quale è stato firmato il protocollo di parità a Lanusei. La metodologia di lavoro è stata il metaplan guidato da facilitatori esperti e la divisione in gruppi tematici: - Donne, legalità e violenza - Donne governance e cittadinanza attiva - Donne, integrazione e immigrazione - Donne e sviluppo rurale Il protocollo prevede un’assunzione specifica di impegni e responsabilità affinché le Pari Opportunità siano rispettate in tutti i settori, la politica e l’economia assumano, come base delle proprie strategie, il mainstreaming di genere ed infine i processi partecipativi siano realmente imparziali nei confronti delle donne e dei soggetti svantaggiati, anche a garanzia di nuovi e trasversali rapporti di solidarietà. Attraverso la sottoscrizione del Protocollo si intende dar luogo a proposte e progetti che adottino esplicitamente come indicatore di qualità la promozione, la diffusione e l’applicazione delle politiche di Pari Opportunità sul territorio da parte delle imprese e degli enti interessati. Gli obiettivi specifici del Protocollo sono i seguenti: • attuare un’efficace politica di Pari Opportunità sull’intero territorio, mediante la realizzazione di progetti volti ad attivare i diversi organismi di parità presenti o potenziali del territorio di riferimento; • favorire le azioni di informazione, sensibilizzazione ed approfondimento che pongano le politiche di sviluppo del territorio in relazione alle politiche di parità e di equità; • sostenere attività di raccolta ed analisi di dati ed informazioni al fine di orientare meglio l’azione di mainstreaming di genere nel territorio interessato; • promuovere un processo di sviluppo sostenibile del territorio in relazione all’accoglienza dei nuclei familiari; • valorizzare la componente femminile nella diffusione della cultura e della cura del territorio; • favorire il coinvolgimento delle donne in tutte le fasi di produzione e promozione dei prodotti locali; • promuovere iniziative atte a migliorare la partecipazione delle donne al lavoro; • diffondere servizi territoriali ed iniziative che favoriscano la conciliazione tra la responsabilità di lavoro e la responsabilità familiare; • promuovere opportunità di inserimento lavorativo che deriveranno dagli investimenti realizzati dalle imprese coinvolte nel Protocollo; • promuovere lo sviluppo economico delle aree montane con il sostegno a progetti per la salvaguardia dell’ambiente, delle tradizioni, dei prodotti locali, del turismo ambientale; • favorire la nascita e l’accompagnamento di iniziative volte a sostenere occupabilità ed imprenditorialità delle donne e dei soggetti svantaggiati come elemento che caratterizza la qualità dello sviluppo locale durevole; • sostenere e promuovere il superamento delle condizioni di svantaggio dei lavoratori e delle lavoratrici extra-comunitarie che risiedono in Ogliastra. Verbale delle attività, Tortolì 20/21/22 febbraio 2008 Con la sottoscrizione del protocollo i firmatari si impegnano all’attivazione del Tavolo Provinciale di Parità, composto da un rappresentante delle amministrazioni comunali, un rappresentante della Provincia e presieduto dalla Consigliera di Parità della Provincia dell’Ogliastra Il Tavolo provinciale di Parità promuove progetti atti a migliorare la partecipazione delle donne al lavoro, la diffusione di servizi territoriali e che sostengano la conciliazione fra responsabilità di lavoro e responsabilità familiari. Inoltre sostiene la nascita e lo sviluppo di servizi territoriali di informazione, sostegno e accompagnamento per promuovere l’imprenditorialità delle donne e le pari opportunità d’inserimento lavorativo, anche attraverso l’utilizzo di formule innovative di sostegno economico (es. microcredito) ed incoraggia una capacità di fruizione integrata delle risorse comunitarie, nazionali e regionali. Infine vengono realizzate azioni condivise dal territorio, che vedano la partecipazione congiunta di enti pubblici e del settore privato, sui seguenti obiettivi strategici: – affermare i principi di legalità e contrastare i fenomeni di violenza; – sostenere la partecipazione ai processi di governance territoriale e la partecipazione attiva delle donne ai processi decisionali e nelle scelte strategiche di sviluppo; – sostenere attivamente l’integrazione all’interno delle comunità anche degli immigrati. Stefania Aru e Manuela Murru, spiegano che nonostante l’esistenza del Protocollo e del Tavolo, non esiste ancora, come per la Provincia di Torino, la “cultura della rete”. Manuela Murru illustra inoltre il programma di sensibilizzazione presso le scuole e le modalità di attuazione al protocollo di parità. Stefania Aru, su richiesta di Laura Vinassa, passa velocemente ad illustrare lo sportello di assistenza tecnica provinciale per le imprese, spiegando che le imprese chiedono presso questo sportello informazioni per i finanziamenti da fondi pubblici. Vengono fatti investimenti sovradimensionati e questo spesso danneggia l’economia. Giovanna Vicini, su richiesta di Martina Sabbadini illustra dove si colloca il tavolo di parità spiegando che progettazione integrata ha utilizzato strumenti innovativi come metaplan e pcm. Il tavolo di parità non è staccato ma le donne partecipano al processo insieme agli altri (chiave di mainstreaming). Manuela Murru dice che questa sperimentazione deve essere da supporto ad una strategia territoriale. Non c’è obbligo di consultazione del protocollo, ma esso serve come orientamento per una strategia a livello provinciale. Per valorizzare questi aspetti cosa si potrebbe fare? Questo è l’interesse del gemellaggio. Verbale delle attività, Tortolì 20/21/22 febbraio 2008 Giovedì 21 febbraio 2008 Tortolì – Provincia dell’Ogliastra, via Mameli, 22 PRIMA SESSIONE DI LAVORO Modalità operative di funzionamento di una rete di parità. Hanno presentato: Laura Vinassa - Responsabile del Mainstreaming delle Politiche di Genere – Provincia di Torino Nel mese di giugno del 2007 e’ stato siglato il protocollo di intesa per la costituzione del tavolo provinciale per la lotta contro la tratta delle persone e per favorire l’inserimento sociale, lavorativo e abitativo. Il tavolo si è costituito come luogo di confronto permanente per affrontare in modo sistematico i problemi dell’inclusione sociale delle persone vittime della tratta e dello sfruttamento con particolare attenzione all’inserimento abitativo e lavorativo. Il tavolo, coordinato dall’Assessore alle pari opportunità e relazioni internazionali della provincia di Torino, Aurora Tesio, in stretta collaborazione con il comune di Torino e gli attori che hanno già collaborato in passato con il tavolo stesso, si propone di divenire un interlocutore stabile nei confronti di altri soggetti, istituzionali e non, sulle tematiche della tratta delle persone. Il lavoro sul territorio, infatti, ha rilevato che, oltre allo sfruttamento sessuale, vi sono molteplici altre possibili modalità di sfruttamento degli esseri umani, come ad esempio il lavoro forzato, l’accattonaggio, il matrimonio forzato, le adozioni internazionali illegali, il traffico di organi, le attività illegali, ed è dunque sempre più necessario sostenere la metodologia di progettazione partecipata che coinvolge enti pubblici e organizzazioni e associazioni private e del privato sociale per poter affrontare in modo sempre più sistematico il fenomeno del traffico di esseri umani nel suo complesso. Infatti nel 2000 la Provincia di Torino ha promosso l’aggregazione di organizzazioni, enti e associazioni che sul suo territorio si occupano di tratta delle donne a scopo di sfruttamento sessuale per costruire il partenariato di un progetto Equal che affrontasse in modo sistematico il problema e individuasse soluzioni condivise. Nel 2002 è stato poi finanziato e ha preso avvio il progetto Equal denominato LI.FE. – Libertà Femminile che si poneva l’obiettivo di costruire, a livello provinciale, una metodologia di lavoro che affrontasse le molteplici problematiche connesse alle donne vittime della tratta a scopo di sfruttamento sessuale, dal momento della prima accoglienza fino all’inserimento lavorativo e abitativo stabili, passando attraverso le fasi della regolarizzazione, dell’eventuale denuncia e del conseguente procedimento nei confronti degli sfruttatori, dell’assistenza psicologica e sanitaria, dell’inclusione sociale, della formazione, dei tirocini lavorativi, dell’inserimento al lavoro e della ricerca di una sistemazione abitativa stabile. Il progetto LI.FE. – Libertà Femminile ha coinvolto nel partenariato numerosi soggetti del territorio: la Provincia di Torino (che ne ha curato il coordinamento), la Città di Torino, la Città di Moncalieri, l’Università degli Studi di Torino, l’Associazione Gruppo Abele, l’Associazione Tampep, l’Ufficio per la Pastorale dei Migranti, l’Associazione Compagnia delle Opere, Confcooperative Torino, Cicsene, Casa di Carità Arti e Mestieri. Al progetto hanno aderito: Prefettura di Torino, Procura della Repubblica di Torino, Questura di Torino, Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri, CGIL, CISL, UIL, Consulta Femminile Regionale del Piemonte, Consulta Femminile Comunale di Torino, Associazione Promozione Donna (APID), CNA Torino, Confartigianato Torino, Zonta International. Il progetto LI.FE. – Libertà Femminile è durato 36 mesi nel corso dei quali è stata definita e sperimentata con un gruppo di 15 donne vittime di tratta la metodologia progettuale sopradescritta. Nell’ambito di tale metodologia si sono delineate le funzioni e le caratteristiche Verbale delle attività, Tortolì 20/21/22 febbraio 2008 della figura della cosiddetta life-friend, ovvero di una operatrice/operatore di riferimento che prende in carico la persona dal momento dell’attivazione della regolarizzazione attraverso la procedura prevista dall’articolo 18 del Testo Unico sull’immigrazione e la segue durante tutto il percorso di inserimento, promuovendo e stimolando la collaborazione stabile tra enti, organizzazioni, associazioni e imprese del territorio. A partire dall’esperienza del progetto LI.FE. i partner hanno progettato e gestito insieme il progetto LIBERE – TE LIRA – FREE, finanziato sull’Asse E del FSE 2000 – 2006 Regione Piemonte, attraverso il quale è stata realizzata una campagna di comunicazione sul tema della tratta a fini di sfruttamento sessuale. L’interazione tra i soggetti della rete LIFE ha consentito un’azione puntuale di mainstreaming verticale che ha orientato una delle azioni finanziate sull’Asse E del FSE 2000 – 2006 Regione Piemonte che è stata rivolta, dunque, specificatamente ad azioni di sensibilizzazione ed informazione per far conoscere, da una parte, la situazione delle donne vittime di tratta al grande pubblico e, dall’altra, per informare le donne medesime sulle possibilità, offerte dalla legge italiana, di uscire dai situazioni di sfruttamento e maltrattamento. La progettazione congiunta degli interventi del progetto Libere - Te Lira – Free con gli obiettivi ha contribuito a creare una “rete buona” di persone e di progetti, capace di sensibilizzare e informare le donne sui percorsi di fuoriuscita dalla tratta; di promuovere un processo di sensibilizzazione degli attori economico sociali e dell’opinione pubblica in generale alla conoscenza dell’esistenza, di donne trafficate all’interno dei flussi migratori, di forme di prostituzione da tratta all’interno fenomeno della prostituzione in generale e infine di diffondere una cultura di parità e di una diversa mentalità nei confronti del principio di pari opportunità per ridurre l’ostilità e lo stigma in alcuni settori chiave per l’integrazione lavorativa, abitativa, culturale delle donne vittime della tratta. Per raggiungere questi obiettivi si è costituito un gruppo di progetto che ha coinvolto i/le rappresentanti di tutti i partner oltre ad una rappresentanza di donne di diversa nazionalità che hanno già intrapreso un percorso di fuoriuscita dalla prostituzione forzata. Il loro coinvolgimento in qualità di esperte ha consentito di realizzare una serie di materiali di comunicazione e sensibilizzazione che mettono al centro le loro storie, il loro modo di sentire e vivere nel nostro paese con il bagaglio di un’esperienza che, se comunicata, favorisce la nascita delle alleanze necessarie a superare lo stigma e combattere il mercato delle persone. Grazie ad un lungo lavoro di condivisione delle esperienze e di riflessione sugli elementi fondanti di una comunicazione sociale che non perda di vista le persone che ci sono dietro al fenomeno della tratta delle donne a scopo di sfruttamento sessuale, sono stati prodotti una serie di materiali rivolti a diversi target di destinatari: - Il Video “Due”, un cortometraggio della durata di 8 minuti realizzato da Davide Tosco e Nicola Rondolino, racconta le storie di due donne che stanno vivendo due diversi percorsi di vita nel nostro paese, una costretta a prostituirsi mentre l’altra ha trovato le informazioni e il supporto necessario per abbandonare la strada e riprendere i sogni del suo progetto migratorio. - Il fotoromanzo, realizzato dal gruppo di progetto, si rivolge principalmente alle donne trafficate e racconta per immagini le possibilità di vivere libere dallo sfruttamento. - Lo Spot della durata di 30 secondi che rievoca per immagini le situazioni di segregazione e violenza cui sono costrette le donne vittime di tratta e invita tutti a farsi parte attiva chiamando il Numero Verde contro la Tratta per impedire la barbarie del traffico di essere umani. - Le Locandine. Il gruppo di progetto ha studiato una campagna di comunicazione rivolta all’opinione pubblica attraverso l’affissione di locandine sui pullman e tram della Società GTT. Verbale delle attività, Tortolì 20/21/22 febbraio 2008 - Le Cartoline. Le immagini e i testi delle locandine sono stati riprodotti in formato cartolina e distribuiti attraverso la rete FreeCards in 130 locali torinesi per 2 settimane nel corso dell’estate 2004. - Il Manuale. Tutta l’esperienza del progetto è stata raccolta in un manuale per immagini e testi attraverso i quali si raccontano non solo le attività progettuali ma anche la ricaduta che questa esperienza ha avuto nel processo di integrazione delle donne che vi hanno partecipato. Alla fine dell’intervento di Laura Vinassa è stato proiettato il Video “Due”. Laura Cima – Consigliera di Parità della Provincia di Torino Le reti favoriscono lo svolgimento dei miei compiti istituzionali, attraverso i contatti, le modalità operative e di comunicazione stabilite nel tempo, e la realizzazione di progetti ed iniziative a favore delle pari opportunità nel mondo del lavoro. Come Consigliera di Parità inoltre, promuove la creazione di alcune reti che operano in sinergia con la sua attività, migliorando la divulgazione dei principi antidiscriminatori sui luoghi di lavoro. Le reti sono le seguenti: 1) Rete delle referenti di Parità dei Centri per l'impiego E' il primo esperimento di attività in rete. Costituita ufficialmente dal novembre nel 2004 è composta dalle referenti di Parità nominate in ciascun Centro per l'Impiego del territorio torinese. 2) Rete delle Mediatrici culturali Presso i Centri per l’Impiego sono presenti, inoltre, le mediatrici culturali per offrire una consulenza mirata a donne e uomini stranieri. Con loro è in fase di attivazione una collaborazione mirata a migliorare il supporto informativo alle lavoratrici straniere. 3) Rete delle Referenti di Parità delle Agenzie formative La firma a giugno 2006 del protocollo d'intesa tra Consigliera di Parità e Agenzie formative ha avviato la messa in rete delle referenti di Parità già presenti presso le agenzie formative. 4) Rete dei Comitati Pari opportunità di ASL e ASO Su proposta delle Consigliere di Parità della Provincia di Torino, è stata avviata il 27 novembre 2006 la costituzione della Rete dei Comitati Pari Opportunità con l'obiettivo di promuovere le buone prassi già avviate in alcune aziende e di garantire una miglior sinergia per la promozione di azioni comuni. 5) Rete "Più donne per lo sport" La firma di una dichiarazione d'impegno promossa dalle Consigliere di Parità provinciali, dalle Assessore alle Pari Opportunità e Sport della Provincia di Torino, con Regione Piemonte (Assessorati Sport e Pari Opportunità) e Comune di Torino (Assessorati Sport e Pari Opportunità) prevede l'individuazioni di azioni comuni per la promozione delle donne nello sport. Gli Enti locali intendono in questo modo costruire una rete di rapporti con il Coni, le Federazioni, gli Enti di promozione e le associazioni sportive, con obiettivi ben precisi: aiutare le donne a conciliare lo sport di base e agonistico con la maternità ed i tempi della famiglia, del lavoro e dello studio, incrementare la presenza femminile ai vertici delle organizzazioni sportive, aprire alle donne nuove opportunità di ottenere visibilità mediatica e sponsorizzazioni. Verbale delle attività, Tortolì 20/21/22 febbraio 2008 6) Rete con sindacali e Direzione provinciale del lavoro È stato siglato un protocollo d'intesa tra le Consigliere di Parità provinciali, le principali organizzazioni sindacali e la Direzione provinciale del Lavoro - servizi ispettivi. Il risultato è stato raggiunto nel settembre 2007 con l'intento di intensificare l'azione antidiscriminatoria preventiva e di intervento. Infine occorre citare anche la Rete Culturale Virginia. Virginia è un progetto finanziato dall’Unione Europea tramite il Fondo Sociale, sulle misure legate alle Pari Opportunità. L’idea è nata dalla consapevolezza che l’arte e la cultura che le donne sono in grado di produrre, non corrisponde ad un’ adeguata visibilità, che l’organizzazione del lavoro, anche in quest’ambito, non tiene conto dei tempi delle donne e che anche in questi settori dominano modelli tipicamente maschili. Virginia intende diventare un luogo che valorizza i modi, le relazioni e le scelte dell’essere donna ed artista, per raccontare percorsi di ricerca e di vita e trovare un modo personale di accedere al mercato, sviluppando contatti, interessi ed occasioni con altre professioniste del settore. Virginia non vuole essere uno spazio protetto, bensì uno spazio dedicato. Per questo abbiamo reso Virginia un atto pubblico e al contempo intimo, della produzione artistica e della cultura femminile. Gli strumenti che stiamo costruendo per facilitare il raggiungimento di tali obiettivi sono molteplici: uno di questi è uno spazio sul web, un portale interattivo che dovrebbe diventare un luogo delle donne che creano e promuovono cultura. La “Rete Culturale Virginia” si è proposta di implementare la visibilità delle artiste, valorizzarne le eccellenze e sostenere l’accesso delle donne al mercato dell’arte, dare spazio alla riflessione, ai percorsi autobiografici testimoni della ricerca artistica, ai tempi-modi-spazi-relazioni-scelte che caratterizzano la creatività femminile. Il Portale Virginia interfaccia le artiste con promotori, organizzatori di eventi culturali e manifestazioni artistiche e con i media. È rivolto ad artiste, fruitrici di produzioni artistiche, promotori ed organizzatori di eventi artistici e culturali, istituzioni e enti che operano nel mondo dell'arte. Alla fine dell’intervento di Laura Cima è stato proiettato il Video della partecipazione della Rete culturale Virginia a Melting-Box:Fiera internazionale dei Diritti e delle Pari Opportunità, manifestazione svoltasi a Torino dal 22 al 24 ottobre 2007. SECONDA SESSIONE DI LAVORO Nel pomeriggio c’è stata la visita ad una cooperativa tessile a conduzione femminile “SU MARMURI” a Ulassai. Vengono utilizzate le antiche tecniche di lavorazione con il telaio a mano. Su Marmuri offre una vasta gamma di prodotti, tutti tessuti al telaio, che propongono sia motivi decorativi appartenenti al vasto repertorio dell'antica tradizione tessile della Sardegna, sia disegni moderni, con segni innovativi ispirati ad animali caratteristici della fauna locale e altri motivi in collaborazione con artisti locali quali Maria Lai. La produzione comprende tende, tappeti, copriletti, cuscini, centrotavola, asciugamani, copri cassapanche, bomboniere. Gli elementi decorativi sono realizzati con la tecnica detta a pibiones (acini d'uva), dal caratteristico effetto in rilievo. Tutti i tappeti, realizzati in grandi e piccole dimensioni, sono fittamente decorati, colorati o giocati semplicemente sull'effetto rilievo. Ogni capo unico è realizzato con materiali naturali: lino, cotone e lana di pecora di produzione locale. Verbale delle attività, Tortolì 20/21/22 febbraio 2008 Poi è seguita visita alla Fondazione Stazione dell’Arte, museo d’arte contemporanea dedicato all’opera dell’artista Maria Lai. La Fondazione, che prende il nome dai locali dell'ex stazione ferroviaria in cui ha sede, si occupa della gestione del patrimonio di opere donate dall'artista al suo paese natale, ma anche della organizzazione di mostre, laboratori ed eventi artistici che possano promuovere la conoscenza dell'arte contemporanea sia nel territorio dell'Ogliastra che nell' intera isola. Febbraio 22 febbraio 2008 Tortolì – Provincia dell’Ogliastra, via Mameli, 22 PRIMA SESSIONE DI LAVORO Esempi di successo: confronto esperienza tra offerente e beneficiaria – lo sviluppo rurale, la tematica degli usi civici e la responsabilità sociale delle imprese Presentano: Giuseppina Seoni, funzionario del laboratorio territoriale della Provincia dell’Ogliastra, parla dei distretti rurali. Così come specificato dall’art 13 del D.Lgs 228/2001 i Distretti Rurali vengono definiti: “… sistemi produttivi locali (...) caratterizzati da un’identità storica e territoriale omogenea derivante dall’integrazione fra attività agricole e altre attività locali, nonché dalla produzione di beni o servizi di particolare specificità, coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali. (…) Le Regioni provvedono all’individuazione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari”. Obiettivo generale del PI è quello di valorizzare le risorse materiali e immateriali delle aree rurali e di realizzare un sistema di valorizzazione delle aree rurali capace di mettere in rete produttori di differenti settori al fine di creare nuove opportunità di reddito e combattere lo spopolamento dei centri minori. Diversi sono i prodotti tipici tutelati quali liquori tipici, carni e salumi, latte e suoi derivati, pane, pasta e dolci, vini, olio e la trasformazione dei prodotti ittici (es. bottarga di muggine dello stagno di Tortolì). Il partenariato del progetto comprendeva: 107 soggetti pubblici e privati coinvolti nel PI, 5 enti Locali, 98 imprese coinvolte pari al 91% del totale. La presenza femminile nell’ambito del presente progetto integrato di sviluppo è particolarmente significativa, infatti circa la metà delle imprese gestite da donne (47%) e circa il 60% delle MI nel settore della multifunzionalità delle aziende, riguardano imprese al femminile. Gli investimenti maggiormente proposti dalle imprese al femminile riguardano i settori: • della multifunzionalità delle aziende (37%), principalmente agriturismo e fattorie didattiche; • del pane tradizionale e pasta fresca (20%); Il ruolo delle donne nel progetto è molto importante. Il progetto infatti consolida e qualifica la partecipazione delle donne alla vita pubblica ed economica. La scarsa partecipazione delle donne al processo decisionale e progettuale ha finora influenzato in modo radicale le priorità e le politiche perseguite nel settore dello sviluppo e la creazione del Distretto Rurale dell’Ogliastra, inteso come area caratterizzata da un’elevata specializzazione, Verbale delle attività, Tortolì 20/21/22 febbraio 2008 nella quale la salvaguardia delle tradizioni locali può dare impulso alla valorizzazione degli operatori economici al suo interno e non può prescindere, dalla presenza femminile. Inoltre il numero crescente di imprese al femminile è il risultato di recenti sviluppi: il sistema di incentivi all'imprenditoria femminile ha sicuramente contribuito a questo sviluppo; gli uomini trasferiscono la proprietà agraria alle donne anche a causa dei finanziamenti pubblici. Sono stati inoltre individuati punti di forza e di debolezza. Punti di forza • forte connotazione rurale delle aree incluse nel progetto; • presenza di produzioni diversificate ad elevata tipicità e qualità; • presenza di un sistema agricolo e zootecnico ricco di potenzialità; • crescita del numero delle imprese gestite dalle donne; • consolidata presenza di elementi di attrattività turistica; • vicinanza delle aree interne a quelle costiere che rende possibile la creazione di circuiti integrati; • presenza di aree naturali protette e di un patrimonio naturalistico di grande pregio ambientale che costituiscono un forte attrattore per il turismo; • presenza di un capitale umano caratterizzato da un forte senso di appartenenza alle tradizioni, alla storia, alla cultura, all’ambiente in genere; • presenza di operatori con alta professionalità specifica nei settori dell’artigianato tipico e tradizionale. Punti di debolezza • spopolamento delle aree rurali montane; • debolezza dell’offerta turistico-ricettiva nelle aree interne; • ampia presenza della forza lavoro femminile a bassa qualificazione; • diffusione del lavoro femminile irregolare e conseguente disagio sociale; • elevato tasso di disoccupazione; • scarsa presenza di reti di attori locali organizzate; • scarsa offerta di servizi a sostegno delle imprese; • carenze infrastrutturali in ambito rurale; • mancanza di strumenti organizzativi che permettano una corretta fruibilità dei beni naturalisti ambientali e archeologico-culturali. Infine il Progetto Integrato è stato valutato dal Nucleo di Valutazione appositamente costituito ed ha conseguito il punteggio di 79,5 su 100. Allo stato attuale i partners del progetto devono attendere la pubblicazione dei bandi di finanziamento da parte della Regione Sardegna e beneficiare della premialità per aver partecipato alla Progettazione Integrata. La Provincia dell’Ogliastra è impegnata a tenere attiva la partecipazione dei partenariati costituiti durante la progettazione integrata e ad utilizzare i progetti integrati come assi portanti del Piano di Sviluppo Locale della nuova programmazione 2007 – 2013. Patrizio Manca, funzionario del laboratorio territoriale della Provincia dell’Ogliastra parla della responsabilità sociale delle imprese. Un sistema di responsabilità sociale delle imprese è uno strumento gestionale fondato su un insieme di procedure che le imprese scelgono, in completa autonomia e libertà, di adottare Verbale delle attività, Tortolì 20/21/22 febbraio 2008 all’interno del proprio sistema di gestione aziendale al fine di garantire che la produzione del bene o servizio erogato avvenga rispettando i criteri relativi al non impiego di lavoro minorile o di lavoro obbligato, al mantenimento di condizioni di salute e di sicurezza sul lavoro, alla libertà d’associazione, all’assenza di pratiche discriminatorie o coercitive/violente, alla definizione di un orario di lavoro e di una retribuzione equa. Diversi sono i motivi che portano ad adottare un sistema di responsabilità sociale. Innanzitutto un miglioramento dell'immagine e riduzione delle tensioni sindacali attraverso la garanzia di un luogo di lavoro sicuro e salubre, l’adozione di misure per prevenire incidenti e danni alla salute sui luoghi di lavoro, la libertà di formare ed aderire ai sindacati di sua scelta e il diritto alla contrattazione collettiva e infine il rispetto dell’orario di lavoro previsto dalle leggi vigenti nonché se il salario pagato per una settimana lavorativa regolare è conforme ai minimi retributivi legali. Occorre inoltre un miglior controllo etico sui fornitori. Infatti in virtù di uno specifico requisito dello standard, l'organizzazione certificata SA 8000 deve monitorare il comportamento etico dei propri fornitori. Ciò porta alla prevenzione dei costi legati alla caduta di immagine nel caso di pubbliche denunce sull'uso di fornitori non eticamente conformi. Altro motivo è l’insaturazione di un “circolo vizioso”. Così come è accaduto per la certificazione ISO 9001, quando le prime organizzazioni aderiscono ad uno standard, spesso richiedono che anche i loro fornitori facciano lo stesso, innescando in tal modo un processo di certificazione a catena. È necessario anche l’aumento della fidelizzazione verso i prodotti. L'organizzazione certificata SA 8000 instaura nei consumatori un rapporto di fiducia, una buona immagine che porta, nel tempo, ad una vera e propria fedeltà di acquisto nei confronti dei marchi o del logo aziendale. Successivamente Patrizio Manca illustra quante aziende della provincia dell’Ogliastra siano certificate e il processo necessario per ottenere la certificazione. Infatti innanzitutto viene scelto l’ente di certificazione accreditato, poi viene fatta comunicazione all’ODC della propria volontà di implementare un Sistema di Gestione Sociale, segue verifica documentale . Infine si ha l’audit iniziale e il rilascio di certificato, anche se periodicamente vengono fatti audit di sorveglianza. In conclusione vengono illustrate alcune proposte progettuali: 1. Attività di animazione territoriale (seminari, workshop, ecc…) 2. Monitoraggio sui finanziamenti regionali/nazionali 3. Proposta di un progetto pilota sull’ applicazione del Sistema di Gestione Etico – Sociale all’interno dell’Amministrazione Provinciale dell’Ogliastra; 4. Estensione ed applicazione del Sistema di Gestione Etico Sociale al progetto di certificazione territoriale della Provincia dell’Ogliastra Virginia Fattibene presenta l’organizzazione degli uffici del lavoro e analizza nello specifico l’attività e il ruolo delle referenti di parità. La Rete delle referenti di Parità dei Centri per l'impiego nasce, nel 2004, come opportuna conseguenza al percorso formativo avviato con responsabili, operatori ed operatrici dei centri per l'impiego della Provincia di Torino nell'ambito del progetto "Parità nell'impiego". Verbale delle attività, Tortolì 20/21/22 febbraio 2008 Il progetto, attraverso lo sviluppo di competenze sui temi di genere, si proponeva di realizzare nel Servizio Lavoro, una rete di referenti in grado di operare in sinergia con le Consigliere Provinciali di Parità. I Centri per l'impiego, infatti, sono una realtà importante e significativa in cui il personale si rapporta con un pubblico potenzialmente esposto a problemi di discriminazione. La rete delle referenti per le pari opportunità collabora con le Consigliere di Parità per: • rapportarsi con l'utenza, in prima istanza, individuando discriminazioni palesi ed occulte nei luoghi di lavoro; • promuovere le pari opportunità nei luoghi di lavoro e nella gestione del rapporto orientativo; • individuare opportunità e strategie per azioni positive di aiuto alle donne di difficoltà relativamente alle problematiche presenti nel bacino territoriale di appartenenza. Le referenti sono state individuate nell'ambito del percorso formativo di cinque giornate sulle tematiche di genere sulla base di competenza possedute e della sensibilità in materia. L’iniziativa più importante portata avanti dalla rete è stata "I nostri auguri tra opportunità e diritti”, la campagna di comunicazione della Consigliera di Parità della Provincia di Torino, dedicata alle neo mamme e ai neo papà per informarli sulle opportunità e sui diritti relativi a maternità, paternità e congedi parentali. L’azione, che in fase sperimentale aveva prodotto risultati importanti rispetto al problema delle dimissioni delle lavoratrici nel primo anno di età del figlio, sta coinvolgendo nella diffusione mirata di opuscoli e materiale promozionale (locandine, cartoline e volantini) i Centri per l’impiego e le agenzie formative della provincia di Torino e un’ampia rete di servizi del territorio: • Aziende Ospedaliere • Consorzi Intercomunali Servizi Sociali e Socio assistenziali • Comuni e Biblioteche Il progetto ha funzionato e si è ampliato il raggio di distribuzione in un maggior numero di ospedali e sono stati coinvolti anche consultori e farmacie. In alcuni luoghi, poi, venivano organizzate riunioni per illustrare il libretto e le richieste di informazione provenivano soprattutto dai papà. Un’altra iniziativa che ha visto il coinvolgimento della rete è stata la pubblicizzazione del “voucher” (contributo) dei servizi, a favore di persone disoccupate che trovandosi in uno stato di oggettiva difficoltà, derivante dal rendere compatibili fabbisogni formativi e/o esigenze lavorative con i vincoli di carattere familiare, necessitano di disporre di servizi di natura assistenziale senza doverne sopportare totalmente la relativa spesa. Le referenti di parità hanno convocato i comuni per informarli ed attivare con essi una convenzione per il rimborso del servizio acquistato al fine di agevolare le persone che non sono in grado di anticipare il costo del servizio. Sono emerse anche idee progettuali da parte delle referenti stesse. Esempi: 1) Centro per l’impiego di Settimo Torinese. Attraverso i colloqui con i referenti di alcune aziende del settore commerciale sono emerse difficoltà di conciliazione tra vita lavorativa e vita privata. C’è stato un potenziamento dell’impiego di soggetti femminili in questo settore (es. Vetrinista – non richiede particolari orari di lavoro). La consigliera di parità ha dato un contributo per un corso di formazione per 10 donne. Verbale delle attività, Tortolì 20/21/22 febbraio 2008 2) Centro per l’impiego di Settimo Torinese. Per l’azienda “Confezioni di Matelica” è stato seguito il “progetto Conciliando” che consisteva nel creare un’attività di disbrigo pratiche (attraverso una convenzione con una cooperativa che sbrigava pratiche per i dipendenti) e nell’individuare un luogo per intrattenere i bambini nel periodo estivo quando le scuole sono chiuse. 3) Centro per l’impiego di Torino. Sono stati creati laboratori di informazione sulla legge 53/2000 rivolti agli utenti. 4) Centro per l’impiego di Orbassano. Il progetto “Guido io” è stato promosso da 12 comuni e da una comunità montana. Si tratta del reinserimento lavorativo di donne separate o divorziate, con particolare riferimento alla professione di “autista”. Si voleva superare lo stereotipo dell’autista “maschio”. Sono stati avviati dei tirocini per 16 beneficiarie per il FAI e 8 per il GTT. 5) “Progetto Perla” Ha coinvolto ben cinque Centri per l’Impiego. Beneficiarie sono state 86 donne disoccupate capofamiglia tra i 30 e i 45 anni. Il progetto è durato 10 mesi e ha avuto un obiettivo formativo, lavorativo ed economico oltre che sociale. Inoltre è stato concesso un sostegno al reddito (le beneficiarie hanno percepito € 450 al mese). SECONDA SESSIONE DI LAVORO In conclusione dei lavori e in seguito al confronto dei partecipanti alle giornate di lavoro, si delibera che, durante i prossimi incontri, dovranno essere approfonditi diversi temi con un approccio più pragmatico. Gli argomenti potrebbero essere i seguenti: - le banche del tempo, attraverso la presentazione di esperienze di successo - approfondimento del progetto “Formazione formatori” - agricoltura multifunzionale, presentazione di imprese agricole ‘al femminile’, con visite in loco - tecniche di comunicazione nella progettazione, con particolare riferimento alle pari opportunità Dhebora Mirabelli ricorda che durante il prossimo incontro a Torino si dovranno dare le basi per la realizzazione del prodotto finale del progetto, ed in particolare tema, struttura, logo e brochure di presentazione. Martina Sabbadini propone di realizzare uno strumento che raccolga le esperienze di entrambe le amministrazioni affinchè sia la Provincia di Torino sia la Provincia dell’Ogliastra possano attuare un effettivo scambio e un trasferimento reciproco dei progetti e delle buone pratiche realizzate. Verbale delle attività, Tortolì 20/21/22 febbraio 2008