Al via la 63.esima edizione dell’autoshow Salone di Francoforte: si riparte da qui Fiume, la Fiera Nautica spegne 25 candeline Pagina 8 Pagina 2 DEL POPOLO In Croazia vendite diminuite del doppio Il crollo del mercato Pagina 3 ce vo /la .hr dit w.e ww motori An no I • n. 1 9 200 • Martedì, 15 settembre Abbiamo calcolato le spese da affrontare Auto, quanto mi costi? Pagina 5 È l’erede della Grande Punto Arriva la Fiat Evo l’evoluzione della specie Pagina 4 Come scegliere lo scooter Pagina 7 2 motori Martedì, 15 settembre 2009 Una fra le più importanti kermesse automobilistiche del mondo Il Salone di Francoforte segna la ripresa L a crisi economica è ancora in agguato ma, come dimostrano le recenti stime diffuse dall’Ocse, si comincia ad intravedere qualche spiraglio di luce e in questo contesto il Salone dell’auto di Francoforte, il più grande in assoluto con i suoi 170 mila metri quadrati, sta scaldando i motori. In un parterre di 700 espositori e 60 case automobilistiche provenienti da tutto il mondo, a partire dal 17 settembre e fino al 27 le numerose novità in passerella, all’insegna del rispetto ambientale ed in linea con i nuovi trend compatti, dimostrano che l’industria dell’auto ha trovato le ricette giuste per ripartire con vigore. Anche se la crisi non ha mancato di mietere alcune vittime, vista la defezione al Salone di Nissan, Infiniti, Honda e Daihatsu, oltre alle filiali di Gm Cadillac e Chevrolet. Molte novità riservano per Francoforte le padrone di casa tedesche. Alla Mercedes anteprima per la Classe E Station Wagon e per il modello sperimentale BlueZero E-Cell Plus, molto simile all’auto che entrerà in produzione, una elettrica che si ricarica da sola. Possibile anche l’annuncio di un accordo con Renault per la realizzazione in joint venture dell’erede della Smart ForFour, da realizzare sulla piattaforma della prossima Twingo. La 458 Italia: nessuna auto sa esercitare tanta “attrazione fatale” quanto una Ferrari Tra gli stand della Volkswagen la nuova Polo a 3 porte, la Golf Variant e, forse, la Concept Bluesport, mentre in casa Audi è attesa la nuova A5 Sportback e in Porsche la 911 Turbo. Il gruppo Bmw presenta in passerella mondiale, oltre alla versione definitiva della Serie 5 Gran Turismo, anche il suv compatto X1 e le versioni ibride della X6 e della Bmw 7. C’è attesa inoltre per la misteriosa elettrica Megacity concept. In anteprima i concept Mini Coupè e Speedster e riflettori puntati sulla nuova baby Rolls-Royce Ghost. La Opel espone invece la nuova Astra e la Ford la nuova C-MAX. Novità importanti anche dal fronte francese. Al Salone dovrebbe arrivare l’annuncio dell’accordo tra il gruppo Psa e la Mitsubishi per lo sviluppo di due city car da vendere in Europa, realizzate sulla base della Mitsubishi i-MiEV elettrica già in vendita in Giappone. Inoltre, Peugeot svela la coupé RCZ e Citroen la nuova C3. Renault presenta la nuova berlina tre volumi Fluente. Tra le “big” asiatiche la Toyota presenta la Prius plug-in, le versioni ibride di Auris, Land Cruiser e iQ e la nuova iQ 4x4. Lexus debutta con il concept di una nuova compatta e Hyundai è presente con il successore del Tucson. In passerella anche il nuovo concept Cygnet, nuova citycar dell’Aston Martin realizzata insieme a Toyota sulla base della iQ. Tra le novità italiane Ferrari e Maserati hanno scelto Francoforte per due anteprime mondiali: la Ferrari 458 Italia e la Maserati GranCabrio. La nuova vettura del cavallino rampante sostituisce la F 430 e. Con la GranCabrio della Maserati invece, prima cabriolet a quattro posti della casa modenese, si completa la terza punta del Tridente: alla berlina Quattroporte e la coupè GranTurismo si aggiunge ora la cabriolet GranCabrio. In casa Fiat, riflettori puntati sulla Punto Evo, l’evoluzione della Grande Punto che nella versione 1.4 adotta il nuovo motore Multiair. Quest’anno a segnare l’esordio del nuovo gruppo nato con la Chrysler, i marchi Fiat, Lancia, Alfa, Ferrari, Maserati e Abarth saranno esposti accanto a Chrysler, Dodge e Jeep in un grande stand al padiglione 6. La Hyundai ix35, l’erede del Tucson La nuova Ford C-Max arriverà sul mercato all’inizio della prossima estate La Volkswagen Polo tre porte farà il suo bagno di folla a Francoforte e poi raggiungerà sul mercato la sorella a cinque porte in autunno Mercedes BlueZero: grazie alla combinazione tra trazione elettrica e motore a combustione, il prototipo ha un’autonomia di 600 km, 100 dei quali si possono percorrere in “elettrico” motori 3 Martedì, 15 settembre 2009 Le vendite sono calate del 53,5 per cento rispetto ad un anno fa Il crollo vertiginoso del mercato croato N on è certo agosto, che vale la metà delle immatricolazioni di un mese medio, a dettar legge sulle sorti del mercato. Però, i risultati delle vendite delle automobili lo scorso mese in Croazia, sono assolutamente scoraggianti. Rispetto ad agosto 2008, è stato venduto il 53,5 Tornando al mese di agosto, va ribadito che sono state piazzate soltanto 2.340 automobili. E dire che il peggiore mese era risultato giugno con 4.121 immatricolazioni, mentre in luglio le concessionarie sono riuscite ad attirare 4.637 acquirenti. Dunque, il meglio e il peggio finora si è avuto Nei primi otto mesi sono state immatricolate 32.308 auto, quasi il doppio in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso per cento di vetture in meno. Un calo desolante, che va ad accodarsi a quelli dei mesi precedenti. I numeri non mentono: da gennaio durante l’estate, ma l’autunno si preannuncia ancor più preoccupante, se si prende in considerazione la tassa anticrisi, l’aumento La più grande delusione è risultata l’italiana Fiat: i suoi modelli sono stati estromessi dalla Top 20 a fine agosto sono state immatricolate 32.308 auto, ossia quasi il doppio in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando sulle strade croate sono “scesi” 63.150 veicoli. Stiamo parlando di un calo generale del 48,8 per cento. dell’IVA e varie altre “soluzioni” del Governo. Non bisogna nemmeno dimenticare che gli istituti bancari hanno reso più difficoltosa la concessione dei crediti per l’acquisto di veicoli. Quindi, è difficile pensare che qualcuno sia così coraggioso da sedersi al volante di una nuova auto se domani potrebbe rimanere senza lavoro. Soltanto fino all’anno scorso il mercato automobilistico croato veniva definito “incredibile”, poiché le concessionarie facevano affari d’oro, mentre in Europa i dealer boccheggiavano alla ricerca di automobilisti intenti ad acquistare una nuova vettura. Ora la tendenza si è invertita. Secondo l’agenzia “Jato Dynamics”, le vendite nel Vecchio Continente sono aumentate in luglio del 3,3 per cento rispetto allo stesso mese del 2008. A tirare il mercato fuori dalla crisi ci sta pensando soprattutto la Germania con un +29,5 per cento. L’Italia è “cresciuta” dell’8,5 per cento, la Francia del 7 e la Gran Bretagna di 2 punti percentuali. Peggio della Croazia finora hanno fatto soltanto l’Ungheria e la Romania. Piangono anche le speciali graduatorie riservate ai modelli e alle Case automobilistiche. Al primo posto per vendite in Croazia troviamo, come sempre, la Opel, che guida entrambe le classifiche. La Casa tedesca detiene l’11,3 per cento del mercato (3.657 auto piazzate da gennaio ad agosto), mentre la Astra è la più venduta, con 2.253 immatricolazioni nei primi otto mesi dell’anno. Seguono la Volkswagen (3.059 vetture) e la Renault (2.903). Tra i modelli, dietro all’Astra, troviamo la Opel Astra è l’auto preferita dai croati Volkswagen Golf con 1.317 e la Renault Clio con 1.115 immatricolazioni. La crisi ha colpito anche il settore delle auto di lusso, che vengono acquistate soprattutto come li- La Opel Astra continua a comandare la classifica delle auto più vendute: finora sono 2.253 le immatricolazioni La più grande delusione è risultata l’italiana Fiat, che per anni ha dato del filo da torcere, sul mercato croato, alle tedesche. La Casa torinese, infatti, non si trova nemmeno tra le prime venti né tra i produttori, né tra i modelli più venduti nel mese di agosto. mousine per i direttori delle grandi aziende. La Mercedes, l’Audi e la BMW hanno venduto assieme soltanto 132 automobili. Ma nonostante la recessione, in Croazia ci sono moltissime persone ricche, come dimostra una Ferrari e una Bentley vendute lo scorso mese. La Škoda Octavia tiene il passo grazie all’ottimo rapporto qualità-prezzo Suzuki Sx4, la SUV più venduta Nella top ten troviamo anche la Ford Focus Renault Clio: 1.115 immatricolazioni nei primi otto mesi dell’anno 4 motori Martedì, 15 settembre 2009 Al debutto la seconda generazione della Grande Punto Fiat Evo, l’evoluzione della specie L o dicono i contenuti e lo dice pure la linea che il model year 2010 della Grande Punto segna una svolta nella storia di questo modello. Alla Fiat, però, hanno voluto sottolineare per bene la cosa anche a livello del nome, perché certe cose è meglio metterle in evidenza per bene. Al bando dunque le parole facelift e restyling. Per la best-seller torinese si tratta di sviluppo bello e buono, di evoluzione della specie che nel nome sarà sintetizzata con Evo. E chissenefrega se quell’appellativo è da sempre quello che caratterizza le versioni da sparo della Mitsubishi Lancer. UN VOLTO NUOVO Come spesso accade in queste occasioni, la fiancata e i lamierati principali restano quelli di sempre. Cambiano invece i gruppi ottici e il muso, con una mascherina più importante e cambiano anche i fascioni paraurti, che con le loro forme più generose fanno salire la lunghezza a 406 cm. All’interno spunta una nuova plancia, con forme più morbide e ricercate. BOTTE PIENA Le novità più importanti non si vedono però nelle foto pubblicate dalla Fiat, e sono ben nascoste sotto il cofano. La seconda generazione della Punto porta, infatti, con sé anche motori inediti, più prestanti, risparmiosi ed ecologici. Sul fronte a benzina, in particolare, arriva la tecnologia MultiAir, che prevede l’impiego di un nuovo sistema elettro-idraulico per la gestione della distribuzione e quindi delle valvole. Il tutto permette di ottenere una combustione più efficiente nelle camere di scoppio, con un guadagno sensibile di potenza e coppia (10-15 p.c.) a frante di un taglio dei consumi e delle emissioni nocive. ONNIVORA Lo stesso tipo di progressi si registra anche sul lato a gasolio, con il lancio della seconda generazione del turbodiesel 1.3 MultiJet. I suoi fiori all’occhiello sono un sistema Common Rail aggiornato e nuovi iniettori più rapidi e precisi nello schizzare carburante nebulizzato. A completare la gamma, non mancheranno poi le sempre apprezzate alternative a doppia alimentazione. Le accoppiate proposte saranno due: benzina-GPL e benzina-metano. PIÙ RICCA In attesa di conoscere i prezzi, che saranno disponibili più a ridosso del lancio, atteso per la metà di ottobre, due parole le meritano anche le dotazioni, che diventano più ricche. Giusto per fare qualche esempio, la Punto Evo si annuncia dotata di Una famiglia di successo La storia di famiglia, ora, sta diventando una saga: l’ultimo “episodio”, la Fiat Punto Evo - lo dice il nome - rappresenta proprio l’evoluzione della Grande Punto, presentata al Salone di Francoforte del 2005. Ma, a sua volta, la Grande Punto è l’erede - più grande e di look più sportiveggiante - della fortunata Punto, presentata nel settembre 1993, realizzata in tre serie e tuttora a listino col nome di Punto Classic. Un successo che, fino a oggi, si misura in oltre 6,5 milioni di vetture immatricolate. Dunque, ora Fiat potrà commercializzare insieme tutte e tre le generazioni: Punto Evo, Grande Punto e Punto Classic. Un fenomeno. Come fenomeno fu considerata la stessa Punto quando uscì, 16 anni fa. La linea era opera di Giugiaro, lo schema meccanico, a motore e trazione anteriore, con retrotreno a bracci longitudinali, fu sì mutuato dalla Tipo, ma il resto era un salto nel futuro: quanto ad abitabilità, sicurezza e prestazioni la Punto ridefinì i parametri della sua categoria, spingendo il segmento B verso l’alto (la vettura era lunga 3,76 metri). La Punto prima serie, a tre e cinque porte (più la versione Cabrio), adottava motori a benzina 1.1, il nuovo 1.242, l’1.4 turbo, l’1.6 e, a gasolio, il 1.7, aspirato e sovralimentato. Nel 1997 il modello, che aveva scalato i vertici della classifica di vendita in Italia e in altri paesi europei, subì un restyling d’allestimento; tra i motori arrivò il Fire 1.2 16V. La II serie debuttò nel luglio 1999, in occasione del centenario della marca: linee più spigolose (lunghezza della 5 porte, 3,83 metri), sempre carrozzeria a tre e cinque porte ma con una marcata differenza estetica e funzionale. Il motore d’ingresso divenne il 1.2 8V: inoltre si segnalavano altre particolarità tecniche, come il retrotreno a ruote interconnesse, il servosterzo elettrico a due tarature selezionabili dal conducente e il cambio Cvt Speedgear a controllo elettronico. Versioni sportive, l’HGT e l’Abarth, col 1.8 16V da 131 CV. Quanto ai motori diesel, oltre ai 1.9 aspirati ecco l’1.9 JTD a iniezione diretta common rail. Nel giugno 2003 venne lanciata la Punto terza serie, lunga 3,86 metri, caratterizzata da gruppi ottici più grandi e dall’ampia calandra (che cambia a seconda delle versioni). Cambi meccanici, due automatici (anche il Dualogic) e otto i motori: a spiccare, oltre al 1.4 benzina, il 1.3 Multijet 16V e il 1.2 Natural Power, a metano, chicca per il segmento. Al top anche i 1.9 JTD e 1.9 MJT. Nel 2005, con la Grande Punto, si voltò pagina: design giovane e sportivo - frutto della collaborazione tra Italdesign-Giugiaro e Centro Stile Fiat -, misure extra-large (+17 cm in lunghezza e +5 cm nel passo) e un’abitabilità ai vertici, tanto da diventare un’alternativa a modelli di classe superiore. Molto curata anche la sicurezza, con le cinque stelle Euro Ncap conquistate nel crash test e una dotazione fino a sei airbag. Crescono anche le prestazioni, con le brillanti versioni a gasolio MJT - ora 1.3 e 1.6 - e le 1.4 T-Jet 16V a benzina. Senza contare poi il modello Grande Punto del rinato marchio Abarth. Il resto è storia di oggi. Fino alla prossima puntata. ben sette airbag, compreso quello per le ginocchia del guidatore. I fendinebbia possono poi svolgere anche la funzione di luci di svolta mentre al capitolo infotainment si segnala l’introduzione di un nuovo navigatore portatile Blue&MeTomTom capace di integrare anche i comandi del vivavoce con sistema touch screen. motori 5 Martedì, 15 settembre 2009 Calcolo sulle spese che un cittadino croato sosterrà nel corso della sua vita da conducente Auto, ma quanto mi costi? Un tesoretto da 1,3 milioni di kune S e il Governo due mesi fa non avesse introdotto la tassa sul lusso e l’INA non avesse aumentato il prezzo della benzina di 50 lipe per litro, l’automobilista croato medio avrebbe risparmiato circa 20mila kune sull’acquisto di una nuova auto. Con questo importo una famiglia si sarebbe potuta permettere un po’ di lusso, ossia avrebbe potuto spendere il denaro, ad esempio, per una bella vacanza. Una crociera sul Nilo per quattro persone, infatti, viene a costare esattamente 20mila kune. Quindi, non deve sorprendere il fatto che il mercato automobilistico croato sia in… panne. Acquistare una nuova vettura è, quindi, diventato sempre più un lusso, che la maggior parte dei cittadini non può permettersi, soprattutto se si prende in considerazione che moltissimi devono restituire il mutuo per l’appartamento e fare fronte alle spese di regia, pagare gli studi dei figli… L’automobilista medio è costretto a spendere mensilmente per l’auto (con cui dal primo all’ultimo giorno del mese percorre più di mille chilometri), nel primo anno d’acquisto, 4.250 kune. Poco meno dello stipendio medio in Croazia. Questo il risultato dei calcoli che abbiamo effettuato per capire quanto ci verrebbe a costare l’acquisto di una vettura e la sua manutenzione nel corso di un anno. Abbiamo puntato sulla Volkswagen Golf che, in base ai dati in possesso del Centro per i veicoli, attualmente è guidata da 118.000 croati, ossia dall’8 per cento degli automobilisti. Per l’acquisto del modello base bisogna sborsare 135mila kune: nelle concessionarie della Volkswagen vie- ne a costare 116mila kune, importo al quale vanno aggiunte 19.180 kune per la nuova imposta specifica sulle automobili. La maggior parte dei clienti non riesce a pagare questa somma in contanti e, perciò, si rivolge agli istituti bancari. Sempre secondo il Centro per i veicoli, le auto in Croazia si comprano soprattutto con il mutuo con anticipo zero e con termine di restituzione di sette anni. La rata mensile del credito di 15.9000 euro ammonta a 1.500 kune, ossia 18mila kune all’anno. Adesso che abbiamo “messo le mani” sulla nuova Golf, dobbiamo immatricolarla e assicurarla. I costi iniziali sono tantissimi: 90 kune per l’ecotest, 375 d’indennità per il pedaggio stradale, 80 d’indennità per la tutela dell’ambiente, mentre l’assicurazione di base costa circa 4.800 kune. Facendo la somma, si arriva alla conclusione che la nostra prima visita alla Stazione per la revisione tecnica ci viene a costare 5.455 kune. L’automobilista croato paga anche l’assicurazione kasko di 3.000 kune. La nostra Golf è ora pronta per scendere in strada, però anche qui le spese non mancano, anzi. Per un litro di benzina bisogna spendere più o meno 8 kune (il prezzo cambia ogni sette giorni). In media una vettura in Croazia percorre all’anno 13.240 chilometri. La Golf consuma 7 litri su 100 chilometri e, quindi, si evince che soltanto per la benzina il proprietario della “tedesca” spenderà circa 580 kune al mese o 6.900 kune all’anno. Poi c’è il nodo parcheggio. A Fiume, ad esempio, sono sempre meno le zone cittadine in cui non sono tracciate le linee blu. Chi decide di fare il furbo, ossia di non pagare, rischia di vedersi portare via l’automobile dal carro attrezzi. Costo? 500 kune per il famigerato “ragno” e altre 300 per la multa. Adesso veniamo alla manutenzione. Secondo gli esperti del settore e i meccanici, le automobili si guastano in media una volta all’anno. La riparazione costa sulle mille kune. Poi, ogni quattromila chilometri bisogna sostituire i pneumatici: in base al chilometraggio medio, si deve cambiare un pneumatico all’anno. Qui siamo sulle 350-500 kune. Ogni 50mila chilometri va sostituita anche la batteria: altre 350 kune. Dal secondo anno in poi, poiché non servirà più pagare la tassa sul lusso, la nostra Golf ci verrà a costare in media 36.234 kune, che nel periodo interessato dal mutuo “impegnerà” l’automobilista per 217.404 kune. Quando il mutuo sarà rimborsato alla banca, ossia quando l’automobilista potrà considerare la Golf finalmente sua, il costo della vettura sarà di 18.234 kune all’anno. In questo momento la Volkswagen avrà già dieci anni, che è anche l’età media delle Golf in Croazia. In questa decade, a patto che non vengano introdotte nuove tasse e che la benzina non aumenti, l’automobilista avrà investito nella propria vettura la bellezza di 329.000 kune. Il croato cambia circa quattro auto durante la sua carriera da conducente. Dunque, facendo riferimento al nostro calcolo, l’automobilista croato spenderà per le sue quattro Golf circa 1,3 milioni di kune, che al cambio attuale fanno 178mila euro. Il costo di un appartamento con tre stanze in pieno centro. Sono pochi gli automobilisti che non hanno dovuto fare i conti con il carro attrezzi: per riavere la propria macchina bisogna sborsare 800 kune Per fare il calcolo abbiamo preso ad esempio la Volkswagen Golf: sulle strade croate ne troviamo 118mila Rolls-Royce Ghost: Il razzo «pacifico» domina il lusso britannico del colonnello Gheddafi Ecco le foto ufficiali della nuova Rolls-Royce Ghost che sarà presentata in anteprima mondiale all’imminente Salone di Francoforte. Prodotta nello stabilimento britannico di Goodwood, la “baby” sarà commercializzata in Europa subito dopo la rassegna tedesca a un prezzo indicativo di 200-250mila euro (poi nel 2010 esordirà in Nordamerica e in Asia). Meno imponente rispetto alla Phantom (ma il lussuoso spazio interno è simile), la Ghost vanta in ogni caso dimensioni da grande ammiraglia essendo lunga 5,4 metri, larga 1,95, alta 1,55 e con un passo di 3,3 metri. Sotto il suo cofano romba un nuovo V12 di 6,6 litri twin-turbo da 570 CV abbinato a una trasmissione automatica ZF a otto rapporti. La velocità massima è autolimitata a 250 orari. Grazie alla Ghost, la Rolls-Royce dovrebbe riuscire a raddoppiare da 1.000 a 2.000 le sue vendite annuali. I responsabili della prestigiosa Casa britannnica ritengono che circa l’80 per cento dei clienti che si avvicineranno per la prima volta ad una Rolls-Royce lo faranno per acquistare proprio una Ghost, che va a completare una gamma composta già di modelli ultra prestigiosi, come Phantom, Phantom passo lungo, Phantom Drophead Coupé e Phantom Coupé. È stata presentata in Libia al summit dei capi di stato africani, ma ha il cuore italiano. A realizzarla, infatti, è stata un’azienda torinese, la Tesco Ts, specializzata in prototipi e componenti. Stiamo parlando di The Rocket, l’auto voluta dal colonnello Gheddafi in persona. Ha stilato una lista di dieci punti fondamentali nella progettazione, tra i quali ci sono design innovativo, utilizzo di materie prime locali, confort e sicurezza. Persino le forme affusolate e appuntite nel frontale e nella coda sono state suggerite dal leader libico. “Il razzo” è lungo 5,5 metri, largo 1,8 ed è spinto da un sei cilindri di tre litri, che lo fa scattare da 0 a 100 km/h in meno di 7 secondi. Negli interni, abbelliti da pelli e marmi provenenti da Tripoli, si notano quattro posti individuali dotati di ogni comodità. Per ora esistono solamente due prototipi, ma non è escluso che in futuro The Rocket possa entrare in produzione, utilizzando una piattaforma fornita da altri costruttori. Agli specialisti di Torino, infatti, Gheddafi ha chiesto anche questo. 6 motori Martedì, 15 settembre 2009 La rivista Motorcycle non ha dubbi: la migliore è la Triumph Street Triple R Ecco a voi le moto dell’anno S ono sempre di più i concorsi volti a decretare la moto migliore dell’anno. Trattandosi dell’eminente periodico Motorcycle, però, ci sentiamo di dar credito alla loro opinione e vi riportiamo la classifica suddivisa per categorie ma partiamo dalla prima classificata. La vincitrice È la media dopata della Triumph, che si aggiudica il primo posto, decretata come la preferita 2009 da Motorcycle. Questa Street Triple R, colma appunto le lacune del modello base, per chi volesse non solo passeggiarci, ma metterci anche qualche tempo in pista. Spicca subito la pinza radiale da cui partono i tubi in treccia che arrivano alla leva a pompa radiale. Il manubrio, a sezione variabile, anche è nuovo, così come gli steli rovesciati da 41 mm regolabili in estensione e precario, appositamente realizzati per questo modello e non presi pari pari dalla Daytona, come ci si sarebbe aspettati. Anche il monoammortizzatore posteriore cambia e troviamo installato su questa versione un ammortizzatore a gas anch’esso interamente regolabile, che conferisce una posizione meno “seduta” nella guida e comunque aumenta l’altezza della sella di 5mm, portandola cosè a 805mm. Sportiva Qui si passa in territorio giapponese, dove si aggiudica il podio la Kawasaki ZX-6R, rinnovata nel 2009. Le modifiche apportate si concentrano sul motore e sul telaio per migliorare la stabilità e dare al veicolo una maggiore facilità di guida, soprattutto nelle situazioni più impegnative. Ridotta di peso, la nuova Ninja si presenta più manovrabile e scattante, la stabilità in ingresso di curva è stata migliorata ed è garantito il controllo del motore a tutti i regimi, così come la potenza di coppia a regimi medio bassi. Standard In questa categoria è un’italiana a spuntarla sulla concorrenza. Parliamo della Ducati Monster 1100: telaio collaudatissimo, impianto frenante da supersportiva, 95Cv a 7500 giri con una coppia di 103Nm a 6000 giri e un peso risicato per un motore 1100: solo 169 Kg a secco. Certo ci saremmo aspettati un mono a gas e forse un minimo spazio sottosella. Cruiser Anche qui il podio torna in Casa Triumph, con la Thunderbird 1600: se confrontati con la cubatura esagerata della Rocket III, i 1600 cc di questa Thunderbird di certo non spaventano, ma a Hinckley assicurano di aver fatto sul serio realizzando sì una cruiser ma dal comportamento tutt’altro che pacioso. Un motore performante, insomma, e lo si capisce già dall’impianto frenante, tutt’altro che turistico; il motore è l’inedito bicilindrico parallelo da 1.599cc, a iniezione elettronica, con cambio a 6 marce, a livello di prestazioni, si parla di 84 cavalli e 146 Nm di coppia trasmessi alla ruota da una cinghia dentata che non necessita di manutenzione. L’anima cruiser si vede, piuttosto, nel grosso serbatoio e nell’impostazione di guida. Tourer Ecco il primo titolo che si aggiudica BMW: la Casa bavarese si piazza sul podio delle turistiche con la R 1200 RT, un modello collaudato che negli anni ha conquistato molti appassionati, convinti sia dalle ottime qualità del motore boxer 1200 sia dall’attitudine al turismo di questa bicilindrica. Motorcycle La Piaggio MP3 trionfa nella categoria scooter Ducati Desmosedici RR, versione stradale omologata della belva da MotoGp Impennata vincente per la Triumph Street Triple R la posiziona così al top della categoria anche se raccomanda una minima dotazione di optional. Sport-tourer Anche qui sul podio c’è una moto della Casa dell’Elica, la BMW K 1300 GT. La nuova K GT trae profitto del motore quattro cilindri in linea ampliamente rivisitato la cui cilindrata è stata maggiorata da 1.157 a 1.293 cc. La potenza nominale è di 160 cv a 9.000 giri (500 giri prima rispetto alla versione 1200), la coppia massima raggiunge i 135 Nm a 8.000 giri. Anche la K 1300 GT è equipaggiata con l’impianto frenante EVO, utilizzato anche in altri modelli della Serie K e della Serie R. I dischi dei freni dal diametro di 320 mm all’anteriore e di 294 mm al posteriore assicurano la massima decelerazione dalle alte velocità e anche “a pie- no carico”, coadiuvati dall’ABS semintegrale di serie. Scooter In questo caso, tutta italiana la classifica che comprende Piaggio MP3 nelle cilindrate da 400 e 500cc, un prodotto rivoluzionario, ormai icona del segmento. La menzione d’onore, invece, spetta alla Vespa GTS 300, un mezzo che dalla sua nascita ha ricevuto solo lodi. Si tratta della Vespa di maggior cilindrata mai prodotta, dal 1946 ad oggi. Questo è il punto saliente della 300 GTS Super, uno scooter che di maggiorato non ha solo il nome: le forme sono belle carnose, sensuali da un certo punto di vista, e sotto il carter (non la fiancata…) pulsa un monocilindrico a quattro tempi da ben 300 cc. Una cura ormonale che non stravolge il fascino di un oggetto che, piaccia no, porta a spasso la genialità tricolore per mezzo mondo. Il... trattamento ormonale del propulsore è stato volto alla ricerca delle massime prestazioni in ripresa e accelerazione, doti fondamentali nel commuting metropolitano. La cilindrata del “mono” Quasar a 4 valvole, iniezione elettronica e raffreddato ad acqua è stata portata a 278 cc grazie all’aumento sia dell’alesaggio (ora da 75 mm), sia della corsa (63 mm). Exotica Categoria particolare che va a comprendere quelle moto che sono “troppo” per essere contemplate nelle varie categorie. Ed ecco che il titolo torna in Italia con la Ducati Desmosedici RR, versione stradale omologata della belva da MotoGp, in un periodo che non sta regalando molte soddisfazioni agli appassionati. motori 7 Martedì, 15 settembre 2009 Alcuni pratici consigli prima di entrare in Concessionaria La guida alla scelta dello scooter C i sono tanti appassionati che hanno ben pochi dubbi su quale sarà il loro prossimo scooter, o moto automatica, ma ce ne sono anche tantissimi altri indecisi fra una quantità di modelli differenti. Per sgombrare subito il campo da un equivoco fondamentale, dobbiamo rassegnarci all’idea che non esiste lo scooter ideale, ma gli scooter ideali, differenti per ognuno di noi, per destinazione d’uso, sicurezza, prezzo, design, comfort, prestazioni… E consideriamo anche che la soddisfazione d’uso di qualunque scooter dipende in massima parte dalle aspettative che vi riponiamo, di conseguenza se le aspettative non sono coerenti con lo scooter selezionato ci sono buone probabilità di rimanere insoddisfatti, anche se si tratta di un ottimo prodotto, solo che non lo è per noi. Affrontate queste necessarie premesse è il momento di entrare nel vivo e per farlo potete iniziare rispondendo, con un pizzico di lungimiranza, alla prima domanda fondamentale: a cosa mi serve lo scooter? In modo più articolato: quale sarà la destinazione d’uso prevalente a cui sarà sottoposto? Ovviamente possono essere infinite: c’è chi ci va al lavoro percorrendo pochi chilometri, chi ci va a Capo Nord, chi ci va in pista e magari chi ci fa tutte e tre le cose. Ma sono condizione limite: mediamente la destinazione d’uso tipica è quella di commuter urbano/ extraurbano per recarsi al lavoro o per disimpegnarsi nel tempo libero, con una percentuale ridotta, ma che si sta alzando, che ne spinge l’utilizzo verso il turismo a breve, medio ed anche ampio raggio. A grandi linee è quindi possibile identificare alcuni “profili” da utilizzare come punto di partenza, per poi scendere via via nella specificità di ognuno. CITTÀ Utilizzo 100 per cento urbano: chi si muove esclusivamente in ambito urbano o per brevi tragitti extraurbani, ma non necessita di accedere a tangenziali o superstrade, per questo la cilindrata ideale può limitarsi a 50cc, con il vantaggio di poter utilizzare la patente B. EXTRA Utilizzo 60 per cento urbano + 35 per cento extraurbano + 5 per cento autostradale: chi si muove prevalentemente in ambito urbano o extraurbano e necessita di accedere a tangenziali, superstrade e saltuariamente alle autostrade, richiede la patente A e le cilindrate vanno da 150 a 300cc. Una volta identificata la destinazione d’uso è il momento di chiedersi se l’utilizzo sarà: sporadico nella bella stagione, continuativo, ma non in caso di pioggia o freddo eccessivo, quotidiano, tutto l’anno e con qualsiasi condizione meteo. Ed ora svelate le vostre preferenze sulle caratteristiche prevalenti che deve avere questo scooter: soprattutto sicuro, semplice ed economico, scattante e veloce, confortevole e protettivo, tecnologico e modaiolo. Vanno poi considerate necessità imprescindibili come sella bassa, dimensioni e peso contenuto, ampi vani bagaglio, guidabile con la patente B, bassa appetibilità ai furti, alta rivendibilità. Facendo bene i conti con i costi: prezzo non superiore a... E consumi contenuti. Sommando le scelte qui sopra diventerà molto più facile restringere il campo a quei modelli che più si avvicinano alla nostra scelta ideale. SICUREZZA ATTIVA E PASSIVA Per garantire la nostra sicurezza e quella di chi ci accompa- gna, dobbiamo considerare due fasi: quella attiva e quella passiva. Quella passiva comprende l’abbigliamento protettivo, che è insostituibile in caso di scivolata, ma quella attiva è ancora più importante perché questa caduta potrebbe evitarla. Sicurezza attiva significa guidare con la testa, tenersi sempre un margine di sicurezza, non fare patetiche sfide ai semafori, ma anche tenere il veicolo in perfetta efficienza, con particolare attenzione allo stato degli pneumatici, delle sospensioni e all’efficacia dell’impianto frenante. Troppo spesso nei criteri di valutazione vengono messe al primo posto le prestazioni, dimenticando che il dato più importante non è la velocità, ma la capacità di fermarsi nel minor spazio possibile, con ogni condizione d’asfalto. E questo non si ottiene necessariamente con freni più potenti, ma con una frenata più efficace, perché “la potenza non è nulla senza il controllo”, come recitava un famoso spot pubblicitario. ABS La soluzione più efficace per frenare in sicurezza si chiama ABS (Antilock-Braking System), sistema di frenata antibloccaggio, obbligatorio da anni su tutte le auto- vetture, ma ancora incredibilmente poco diffuso su moto e scooter. Una motocicletta dotata di ABS costa circa 500 euro in più, mediamente meno di quanto costi ripararlo dopo una breve scivolata, e può salvarci la vita. RUOTE ALTE O BASSE? Il diametro delle ruote è solo un’indicazione molto superficiale dell’impostazione ciclistica di uno scooter e l’equazione “ruote alte” uguale stabilità e “ruote basse” uguale maneggevolezza è una semplificazione che non rende giustizia al lavoro dei tecnici telaistici. Del resto basta pensare al piccolo Kymco Agility R16 125, dotato di ruote da 16 pollici e all’Honda SW-T400, dotato di ruote da “soli” 14/13 pollici, per capire che il più stabile fra i due non è certamente il primo e il secondo non risulta assolutamente più maneggevole. L’equilibrio ciclistico è costruito attraverso un’infinità di parametri: interasse, inclinazione del cannotto di sterzo, posizionamento del perno ruota anteriore, distribuzione dei pesi e ovviamente diametro delle ruote, ma ogni valore è parte di un tutto e non ha senso valutarlo da solo. Purtroppo la definizione “ruote alte” è ormai diventata una moda a cui vengono abbinate proprietà tau- maturgiche sempre maggiori, anche grazie all’apporto acritico e spesso impreparato di tanta stampa. E visto che le aziende non hanno nessuna preferenza sul diametro delle ruote o qualunque altro parametro, se non quello di soddisfare le esigenze del mercato, ecco che la maggior parte dei nuovi modelli di scooter hanno ruote da 16 pollici. Riassumendo: la misura delle ruote non rientra nei parametri con cui valutare razionalmente uno scooter. FRENO ANTERIORE Singolo o doppio? Inutile sostenere che un disco frena meglio di due, anzi è tendenzialmente vero il contrario, solo che non è sempre necessario aggiungere un secondo disco per ottenere frenate più efficaci. Ma visto che il doppio disco è un ottimo argomento di vendita, le aziende preferiscono montare una coppia di dischi e pinze meno performanti per raggiungere il medesimo risultato di un disco singolo di qualità, dando anche più soddisfazione al cliente. In sintesi la soluzione a doppio disco è sicuramente più equilibrata da un punto di vista teorico, ma non vi aspettate necessariamente frenate migliori perché tutto dipende dalla qualità e dall’equilibrio delle componenti. 8 motori Martedì, 15 settembre 2009 In programma in riva a Fiume dal 23 al 27 settembre La Fiera «Nautica» festeggia un quarto di secolo di vita di Silvano Silvani «L’ estate sta finendo, e un anno se ne va....”, cantavano tanti anni fa i “Righeira”. Finisce, quindi, l’estate e di conseguenza anche l’attività diportistica, almeno nel vero senso della parola. Panfili, motoscafi, gommoni e via di seguito, fra poco, potranno... godere del meritato riposo, in questo o quel marina. Almeno fino alla prossima stagione. Cessa, di conseguenza, l’attività... sul mare, ma non, ovviamente, tutta l’altra legata al turismo nautico e alla nautica in generale. Ci stiamo a piano a piano avvicinando al periodo autunnale e alle Fiere specializzate che, di solito, segnano l’avvio dei preparativi per la prossima stagione - quella del 2010. I visitatori avranno la possibilità di vedere un’offerta standard, che comprende tutti i tipi di natanti, motori entro e fuoribordo, catamarani, gommoni, barche a vela, imbarcazioni in legno, jet ski... Nel corso di questo mese di Fiere del settore ce ne saranno tante, sia nella nostra area, sia nei Paesi limitrofi, ma ancora di più in tutta l’Europa e in tutto il mondo. È prossima all’apertura quella di fama mondiale, a Genova, ma anche, nel “nostro piccolo” stanno per partire le kermesse di Sebenico e Fiume. I preparativi per la “Nautica 2010” nel capoluogo quarnerino, in programma dal 23 al 27 settembre prossimi, sono in pieno corso. Si tratterà di un piccolo giubileo, visto che la manifestazione soffierà sulle sue 25 candeline: è questa, infatti, la più vecchia Fiera nautica organizzata in Croazia, quale “erede” della centenaria tradizione fieristica della città. Lo scopo principale della Fiera, che anche quest’anno si svolgerà nel suo “ambiente naturale”, ossia in Riva passeggeri (dopo le edizioni al Palasport di Tersatto), è di promuovere e incentivare lo sviluppo della produzione e dell’offerta nel settore. Con un orientamento del genere, la “Nautica” si differenzia sostanzialmente dalle altre manifestazioni fieristiche di casa nostra. Come annunciato dagli organizzatori, in testa la “Riječki sajam” srl, gli espositori nazionali e stranieri presenteranno le loro offerte su un’area di circa 10mila metri quadrati sul mare, in riva e nei tendoni che, per l’occasione, saranno allestiti in Riva. In questi giorni, sono in corso contatti con gli espositori: tanti hanno già confermato la loro presenza, altri invece stanno ancora tentennando ma, di solito, la decisione viene presa all’ultimo istante. Indubbiamente, la crisi economica globale ci metterà lo zampino, ma la riuscita della manifestazione non dovrebbe venire messa in dubbio. Stando alle informazioni attualmente a disposizione, i visitatori della “Nautica 2009” avranno la possibilità di vedere un’offerta standard, che comprende tutti i tipi di natanti, motori entro e fuoribor- do, catamarani, gommoni, barche a vela, imbarcazioni in legno, jet ski e via di questo passo. Naturalmente, non mancheranno le necessarie apparecchiature per la navigazione, l’elettronica di bordo, le vele, le vernici e chi più ne ha più ne metta. Sulla falsariga degli anni passati, gli interessati potranno acquistare anche libri e opuscoli, nonché cartine nautiche, ma anche capi d’abbigliamento... “nautico”. In programma, ancora, simposi, tavole rotonde e presentazioni di vario genere. Parte integrante della Fiera anche la Mostra delle innovazioni nel turismo nautico e nella marineria. A proposito di innovazioni (14.esima edizione), saranno esposte le “ultime fatiche” degli innovatori di tutta la Croazia, che cercano affermazione in campo internazionale, ma ci saranno anche coloro che desiderano un’applicazione e una commercializzazione dei loro prodotti. LA «PRIMA» NEL 1985 Spulciando negli archivi della Fiera, veniamo a sapere che la prima edizione si è svolta al Palazzetto dello Sport di Tersatto, dal 15 al 25 maggio del 1985. Gli espositori complessivi erano 59, in rappresentanza di Germania, Serbia, Croazia e Slovenia. Tra le aziende presenti l’ACY (Adria- tic Club Yugoslavia), l’armatoriale “Jadrolinija”, l’assicuratrice “Croatia”, la Facoltà di marineria di Fiume, il cantiere “Viktor Lenac”, la “Dezinsekcija”, il “Gumiservis”... Negli anni a venire, la manifestazione si è sviluppata sempre di più, tanto che i padiglioni espositivi di Tersatto si sono dimostrati troppo piccoli per poter continuare e per soddisfare le esigenze. D’altra parte, tà operaia dal quale, in seguito, è sorta l’attuale “Riječki sajam”. Il direttore di quest’ultima, Mladen Štajduhar, afferma che parlare del numero complessivo di espositori presenti al “Nautica” in tutti questi anni è un impresa piuttosto ardua, e che i dati sarebbero relativi. Tanto, tenendo conto del fatto che, ad esempio, una “Brodomaterijal” si presentava come espositore unico, ma nei suoi padiglioni erano presenti articoli di più produttori. Oggi, simili grandi sistemi non esistono più. Tanto per citare qualche dato statistico, va detto che dal 1985 al 2005, il 20 per cento degli espositori proveniva dall’estero. Per quanto concerne quelli nazionali, il 6,7 per cento era in rappresentanza dell’Istria, il 7,68 per cento della Dalmazia, il 16 per cento dell’area zagabrese e via dicendo. Lo scopo principale della Fiera, che anche quest’anno si svolgerà nel suo «ambiente naturale», è di promuovere e incentivare lo sviluppo della produzione e dell’offerta nel settore non va dimenticato che, a ragion del vero, una palestra sportiva è inadeguata per presentare imbarcazioni e tutto quanto legato alle attività nautiche, attività che, ovviamente, cercano uno “spazio naturale”. Così, la “Nautica”, nel 2004, è stata trasferita in Riva passeggeri dove, appunto, si svolgerà anche questa 25.esima edizione. Da ricordare, ancora, che la prima edizione era stata organizzata dall’allora “RAST-YU”, ossia dal Centro per la creativi- Come sarà la Fiera di quest’anno considerata la crisi globale? Sebbene manchi ancora una decina di giorni all’inaugurazione, è difficile fare pronostici. Le previsioni erano eccellenti e anche le adesioni fioccavano da tutte le parti. Poi, è stata introdotta la sovrattassa sui natanti e diversi hanno fatto marcia indietro. Altri ancora nicchiano. Tutto sommato, potrebbero venire raggiunti i risultati dello scorso anno, il che sarebbe già un bel successo. Anno I / n. 1 del 15 settembre 2009 “LA VOCE DEL POPOLO” - Caporedattore responsabile: Errol Superina IN PIÙ Supplementi a cura di Errol Superina Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat edizione: MOTORI Redattore esecutivo: Mauro Bernes / Impaginazione: Dean Černeka Collaboratori: Silvano Silvani Foto: archivio La pubblicazione del presente supplemento, sostenuta dall’Unione Italiana di Fiume / Capodistria e dall’Università Popolare di Trieste, viene supportata dal Governo italiano all’interno del progetto EDITPIÙ in esecuzione della Convenzione MAE-UPT N° 1868 del 22 dicembre 8, Contratto 248a del 18/10/2006 con Novazione oggettiva del 7 luglio 2009