Lavoro di Elisa Castrogiovanni e Monica Rissone
Con la chiusura dei campi, i contadini e i piccoli proprietari terrieri hanno bisogno
di comprare prodotti di bassa qualità che prima autoproducevano, ma che ora
nessuno produce, quindi nasce una nuova domanda di stoffe e vestiti.
Le accumulazioni di capitali della borghesia vengono utilizzate nella manifattura,
cioè un nuovo modo di produrre, una nuova bottega artigianale caratterizzata
dalla divisione del lavoro per velocizzare i ritmi di produzione. Con esse è
possibile ottenere maggior materiale e di conseguenza si possono vendere i
prodotti ad un prezzo ridotto, cosicchè possano acquistarli anche la gente meno
benestante.
Vengono introdotte macchine a forza umana, come per esempio la navetta
volante nel telaio, animale e più avanti si inizia ad utilizzare l’energia dell’acqua
anche se hanno una forza matrice irregolare.
Grazie allo sviluppo del pensiero scientifico sperimentale vengono introdotte
nuove macchine nella produzione, Watt inventa la macchina a vapore nel
1775 che favorisce una forza matrice regolare che comporta la nascita di
fabbriche.
I beni prodotti all’interno delle fabbriche sono destinati sia al mercato interno,
composto da operai e braccianti, sia a quello esterno che riguarda tutte le
colonie inglesi per monopolio.
Una macchina a vapore è un'apparecchiatura che
produce energia meccanica utilizzando, in vari modi, il
vapore d'acqua. In particolare trasforma tramite il vapore
in energia meccanica. Il calore è in genere prodotto con
il carbone, ma può anche provenire da legna, idrocarburi
o reazioni nucleari.
Consiste in una navetta (piccolo manufatto in
legno di forma affusolata) che contiene una
spoletta dove è avvolto il filato. Essa viene
lanciata da un lato all'altro dell'ordito da un
apposito congegno posizionato sulla cassa
battente di un telaio da tessitura.
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