ISTITUTO COMPRENSIVO DI SCUOLA INFANZIA, PRIMARIA, SECONDARIA DI 1° GRADO - PIETRASANTA 1° Codice fiscale: 82008190462 Via Garibaldi 72 _55045 Pietrasanta (LUCCA) Telefono: 0584/793975 telefax: 0584/735612 e-mail:[email protected] Anno scolastico 2014/2015 SCHEDA DI PRESENTAZIONE PROGETTO 1. Titolo del progetto SGUARDI VENUTI DA LONTANO – ANNO NONO 2. Ambito ( teatro, ambiente,…) o progetto POF di riferimento INTERCULTURA 3. Responsabile del progetto BIAGI RENATA 4. Sintesi del progetto Breve descrizione del progetto. Indicare chiaramente: obiettivi Il consiglio nazionale della pubblica istruzione nella pronuncia del 24 marzo 1993 individua nell’educazione interculturale la forma più alta e globale di prevenzione e contrasto del razzismo. Com’è noto il razzismo si manifesta non solo attraverso “comportamenti razzisti” ma anche come “discorso razzista” alla base del quale c’è il pregiudizio, cioè un’opinione, a volte individuale ma molto più spesso socialmente condivisa, non sorretta da riscontri reali ma vissuta come dato scontato e incontrovertibile. Se il razzismo è quindi anche un fenomeno culturale, cioè appreso, imparato, al contrario può essere disimparato. E’ evidente che raggiungere questo obiettivo è particolarmente urgente per le nuove generazioni, quelle che stanno percorrendo un processo di educazione e di socializzazione ad opera delle strutture educative, in primo luogo della scuola. Conseguentemente si parla molto, in questi ultimi anni, di educazione interculturale e molti sono gli interventi interculturali che nella scuola sono stati sperimentati e realizzati. 1 L’educazione interculturale entra ufficialmente nella scuola italiana con la circolare ministeriale n. 205 del 1990 intitolata “La scuola dell’obbligo e gli alunni stranieri. L’educazione interculturale”, in cui si delinea il suo carattere specifico di mediazione fra le diverse culture di cui sono portatori gli alunni. Per molto tempo essa ha risentito di questa impostazione concettuale e si è indirizzata, per lo più, su interventi limitati alla conoscenza delle diversità culturali ed al confronto tra le diverse culture. L’idea di base, anche se implicita, era che la “diversità” fosse la causa della difficile o mancata integrazione dei nuovi gruppi sociali nel territorio e che la semplice conoscenza e la “valorizzazione” di queste “differenze” potessero cambiare la qualità dei rapporti tra le culture e tra i soggetti culturali , cioè potessero portare “naturalmente” ad un cambiamento sociale. Di fatto questo processo non si è realizzato perché i soggetti culturali in campo non godevano, e ancora non godono, di una situazione di parità. Si è trattato sostanzialmente di interventi che hanno riprodotto le stesse dinamiche della nuova società multiculturale italiana che si va creando: azioni e relazioni ispirate dal concetto di “tolleranza”, tese cioè ad un adattamento superficiale alla situazione in atto e limitate a ridurre i danni di una convivenza considerata obbligata in quanto inevitabile, senza mettere però in discussione le gerarchie sociali esistenti. Negli ultimi tempi tuttavia si è diffusa un’idea e una pratica di educazione interculturale che, ponendo l’attenzione sulla relazione tra i soggetti culturali, è legata ad un progetto globale che coinvolge e permea tutta la società, che non può prescindere comunque dalla centralità dell’azione della scuola pubblica statale ( Vedi Linee Guida per l'accoglienza e l'inserimento degli alunni stranieri del 2006 e del 2014) RILEVAZIONE ED ESPLICITAZIONE DEI BISOGNI Le etnie e la provenienza degli alunni assai diversificata esprimono una complessità culturale di difficile governo didattico. Lingue, costumi usi, tradizioni, abitudini, religioni, economie, etiche, regole e quotidianità familiare – scolastica invadono e confondono bisogni, attese, obblighi e diritti, scalfiscono la comunicazione, “Solo la lingua ci fa uguali” (don Milani) Dall’analisi di contesto territoriale da cui ha avuto origine il Pof d’ Istituto e dall’esperienza scolastica e di comunità si ricava che gli alunni “stranieri” che frequentano le nostre scuole sono di tipologia molto diversa, alcuni appartengono a famiglie a basso reddito, nella maggior parte dei casi entrambi i genitori hanno lavori saltuari, non conoscono la lingua italiana in modo tale da avere una conversazione chiara, efficace, emotivamente ed affettivamente gratificante, altri sono stranieri di seconda generazione, nati in Italia da famiglie ormai regolarmente residenti, altri ancora invece vengono da famiglie appartenenti alla comunità artistica che da anni ormai si è stanziata a Pietrasanta e vivono un contesto culturalmente molto stimolante. 2 a. Destinatari TIPOLOGIA E NUMERO DEI BAMBINI UTENTI PROBLEMATICI Attualmente nelle nostre scuole sono presenti sia bambini stranieri di seconda generazione, nati quindi in Italia e che talvolta la considerano come il loro Paese, sia bambini e ragazzi che continuano ad arrivare assieme alle nuove famiglie immigrate sia da Paesi Europei che extracomunitari. Sono distribuiti secondo il seguente prospetto: SCUOLE DELL’INFANZIA 19 alunni SCUOLA PRIMARIA 36 alunni SCUOLA SECONDARIA I° GRADO 21 alunni Per un totale di 76 alunni. LA TIPOLOGIA È COSÍ SUDDIVISA: Albania Bolivia Bulgaria Cina Corea Filippine Germania Gran Bretagna Kazakistan Marocco Messico Polonia Rep. Slovacca Romania Russia Turchia Tunisia Ucraina TOTALE RIEPILOGO Alunni stranieri Totale alunni percentuale Istituto 76 1050 7,24 b. attività principali 3 22 2 1 6 2 1 1 1 1 8 1 10 1 15 1 1 2 3 76 RISORSE PROFESSIONALI E STRUTTURALI DA UTILIZZARE Poiché il progetto coinvolge tutte le scuole dell’Istituto, parteciperanno tutti gli insegnanti dei tre ordini di scuola, per un totale di circa 100 unità,. è prevista la collaborazione del personale ATA, in numero di 20 unità per il momento dell’accoglienza e per l’attuazione di alcuni laboratori pomeridiani. Le strutture utilizzate saranno quelle di ciascuna delle 10 scuole del nostro Istituto (aule speciali, laboratori musicali, teatrali, sala collegio, giardino ecc), oltre quelle comunali quali il teatro e la biblioteca. I sussidi comprenderanno libri, vocabolari di lingua straniera, atlanti; si prevede l’utilizzo di mezzi audiovisivi, multimediali, della fotocopiatrice e del computer. Partecipano per quanto di competenza il dirigente, il DSGA, ed il personale amministrativo in numero di 6 unità, i mediatori culturali , il gruppo di sportello psicopedagogico ed eventuale esperto informatico. È’ previsto un lavoro di progettazione e di coordinamento ed anche di aggiornamento per i docenti. PERCORSI DIDATTICO-PEDAGOGICI DA PRIVILEGIARE Per le bambine e i bambini stranieri che frequentano la scuola in Italia, l’italiano non è né lingua materna, della casa, degli affetti, del gruppo di appartenenza, né lingua straniera perché viene appresa nel contesto in cui la lingua è d’uso e di scolarità. I modi, i ritmi e le condizioni di apprendimento di una seconda lingua sono diversi da quelli di un percorso di apprendimento di una lingua straniera. La nuova lingua si impara anche fuori dalla scuola, giocando, guardando la televisione, parlando con gli amici. I bambini immigrati si trovano così ad apprendere la lingua in una situazione “mista”: a scuola, nei momenti programmati per risolvere i loro specifici problemi linguistici e fuori, nell’ambiente che li circonda, dalla televisione, dalle persone che parlano e dagli altri bambini, dai quali provengono gli stimoli più incisivi per l’acquisizione spontanea del nuovo codice. I bambini stranieri iscritti nelle nostre classi quindi si trovano in una situazione di apprendimento “mista”, costituita tanto di momenti espliciti ed intenzionali (sequenzialità, esercitazioni sistematiche con correzioni …) quanto di acquisizione spontanea. I bambini immigrati hanno bisogno da subito dell’italiano per la sopravvivenza, per poter esprimere i propri bisogni; apprenderla significa poter comunicare, comprendere i messaggi della scuola ed essere accolto nel gruppo dei pari. Il progetto è: 4 ξ plurale perché basato sulla molteplicità di fonti ξ esplicito perché gli intenti sono dichiarati ξ dinamico perché si sviluppa lungo un asse diacronico, longitudinale e trasversale ξ integrato perché collega esperienze scolastiche ed extrascolastiche ξ rivolto a più scopi perché aiuta l’alunno, riorienta la proposta della scuola, sollecita l’aggiornamento dei docenti, riduce la dispersione scolastica, favorisce l’uguaglianza delle opportunità ξ una multiproprietà perché è dell’allievo, della scuola, della famiglia, della comunità ξ “lungo e disteso” perché è teso a garantire l’accoglienza, la tenuta sociale, il confronto tra diverse culture, la condivisione, le regole la convivenza sociale competenze di base mediante la pratica del pensare, della creatività, della capacità metacognitiva. Il tempo pieno, quello modulare, il tempo lungo della scuola dell’infanzia e quello prolungato della scuola secondaria di primo grado consentono di coniugare la pratica dell’accoglienza con il rigore della proposta da adottare. L’ACCOGLIENZA è un momento fondamentale e complesso per l’acquisizione di informazioni sul bambino, la sua famiglia e sui progetti di permanenza, sulla sua “storia” scolastica, sulle sue abitudini extrascolastiche, per verificare le sue competenze ed i suoi livelli di maturazione, la sua capacità d’uso della lingua italiana e predisporre ambienti, materiali e programmazione per le attività di alfabetizzazione e di consolidamento linguistico. Per svolgere tali compiti è costituita una apposita commissione formata da docenti dei tre ordini di scuola e personale ATA Nel processo di PRIMA ALFABETIZZAZIONE risulta spesso più produttiva una metodologia individualizzata o per piccoli gruppi che consente di graduare le difficoltà, passando dal semplice al complesso, guidando i bambini attraverso un percorso definito e strutturato. Per favorire l’arricchimento linguistico saranno utilizzati laboratori, come quello teatrale, di immagine o di musica e l’utilizzo di strumenti informatici. Ad un livello più profondo l’interculturalità richiede anche un investimento affettivo, quella dimensione della relazione umana che viene chiamata “empatia” e che sul piano educativo significa “sentire come sente l’altro”, identificazione e dunque stima, valorizzazione e dunque stima e apprezzamento per la cultura “altra”. Nelle fasi di accoglienza e di prima alfabetizzazione l’ Istituto si avvale anche di MEDIATORI LINGUISTICI CULTURALI messi a disposizione dagli Enti Territoriali o, se necessario, individuati direttamente dalla scuola. 5 Così come previsto dalla recente normativa per gli alunni stranieri Neo Arrivati o con Bisogni Educativi Speciali sarà redatto il PDP (Piano didattico personalizzato) compilando l'apposito modulo redatto dalla Commissione ed approvato dal Collegio Docenti. OBIETTIVI - accurata accoglienza dei bambini di nazionalità diversa; - integrazione degli alunni stranieri che presentano situazioni di svantaggio di tipo linguistico e socio-culturale; - acquisizione di abilità linguistiche adeguate; - valorizzazione delle esperienze e conoscenza reciproca delle varie culture; - scoperta della diversità come risorsa; - adattamento dei ritmi di lavoro della classe nei confronti dei bambini stranieri, pur senza sconvolgere la sensibilità e le esigenze di tutti gli alunni e delle loro famiglie. MODALITA’ DI INTERVENTO Come già consolidato negli anni precedenti in cui si è attuato questo progetto, si è considerata privilegiata la didattica laboratoriale, considerando che tale principio è uno dei capisaldi teorici della progettazione della scuola. La didattica laboratoriale consente la progressiva crescita personale dell’allievo rispetto a se stesso e non rispetto a una media standardizzata, l’accoglimento delle sue personali diversità, l’integralità e l’organicità del processo educativo attraverso i saperi formali che essa offre, l’acquisizione di strumenti intellettuali insieme alle esperienze proposte e provate. Tale didattica può orientare e canalizzare motivazioni e competenze. La comunicazione utilizza training che includono concetti teorici e strumenti di analisi, le simulazioni, le storie, le fiabe, la danza, il canto, i cibi, le feste, i racconti orali con ampia partecipazione dei genitori e dei familiari. Le scuole che ne hanno fatto richiesta possono usufruire anche delle attività laboratoriali proposte dal PROGETTO EDUCATIVO ZONALE, anch’esse finalizzate anche all’integrazione degli alunni stranieri . Le attività manipolative, visive, drammatico-teatrali, audio-visuali e mass-mediali sono indispensabili non solo per esternare i propri bisogni e gli stati d’animo, ma anche per narrare vicende vissute o immaginate, per mostrare le proprie conoscenze, per riferire e ragionare su di esse con ogni mezzo disponibile. 6 Così la scuola è mondo vitale, luogo di vita, ambiente educativo e di apprendimento, dove l’atmosfera non deve essere dimenticata; è scuola che si avvale di sistemi didattici connessi ad attività di gruppo omogenei e eterogenei di classi diverse, verticali ed orizzontali . Il ″fare″ e l’operatività che ne deriva generano apprendimento non solamente della mano, così che l’intelligenza non è necessariamente astratta. L’intelligenza e i linguaggi della mente e del corpo sono pensati ora paralleli ora convergenti. c. tempi di attuazione L’ intero anno scolastico d. risultati attesi e. modalità di verifica CRITERI DI VERIFICA E VALUTAZIONE 1. Contatti personali (colloqui dirigente – docenti – genitori – amministratori locali – esterni) 2. Ricerche e indagini (riguardano gli alunni, i genitori, atteggiamenti e comportamenti e sono rivolti a migliorare/integrare il servizio scolastico in itinere) 3. Strumenti di misurazione sia intermedi che finali. 4. Griglie di osservazioni/informazioni in ante, in itinere, in post. 5. Le verifiche post progetto riguardano l’identificazione ovvero lo scostamento rispetto ai dati di partenza, del grado di completamento dei risultati attesi, dei costi sostenuti per raggiungere tali risultati e dell’efficacia delle competenze/risorse, delle tecniche e degli strumenti utilizzati. 6. Autovalutazione del lavoro dei vari team del progetto (dinamiche relazionali-efficienzaefficacia) 7. Riprogettare la nuova edizione f. modalità di documentazione LE MODALITÁ DI DOCUMENTAZIONE La documentazione comprenderà prodotti cartacei e/o multimediali quali ipertesti, percorsi disciplinari/interdisciplinari, foto, video, pubblicazioni di opuscoli/giornali. 5. Figure coinvolte Docenti: tutti i docenti dell’Istituto, a seconda nelle necessità Personale non docente: personale di segreteria per la fase di accoglienza e di iscrizione, collaboratori scolastici durante lo svolgimento delle attività Esperti esterni: mediatori linguistici ed eventualmente esperti di insegnamento italiano L2 7 6. Risorse necessarie e costi Specificare: Risorse professionali: Il personale coinvolto specificherà le ore impegnate, secondo i bisogni che si sono verificati n° ore funzionali all’insegnamento dei docenti, loro pianificazione temporale e finalità: Docente…………………… calendarizzazione interventi……………..e finalità…… tot ore Docente…………………… calendarizzazione interventi……………..e finalità…… tot ore Docente…………………… calendarizzazione interventi……………..e finalità…… tot ore compenso lordo stato per ore funzionali all’insegnamento: € 23,22 x n° tot ore = ____ n° ore aggiuntive di insegnamento dei docenti, loro pianificazione temporale e scopo: Docente…………………… calendarizzazione interventi……………..e finalità…… tot ore Docente…………………… calendarizzazione interventi……………..e finalità…… tot ore Docente…………………… calendarizzazione interventi……………..e finalità…… tot ore compenso lordo stato per ore aggiuntive di insegnamento: € 46,44 x n° tot ore = ____ n° ore aggiuntive personale ATA, loro pianificazione temporale e scopo: ATA…………………… calendarizzazione interventi……………..e finalità…… tot ore n° ore di intervento dell’esperto, loro pianificazione temporale e scopo: compenso lordo stato per ore aggiuntive ATA: € 16,58 x n° tot ore = ____ Costo orario dell’esperto comprensivo di IVA o altri oneri: € _________________________ (compilare in proposito MOD. A RICHIESTA OPERATORI ESTERNI) Costo totale esperto:….. Risorse materiali necessarie (beni durevoli, sussidi specifici) - Disponibili: laboratori espressivi e multimediali, libri, audiovisivi e materiale di facile consumo - Di cui si propone l’acquisto: COSTO TOTALE PROGETTO: € _______________________ Data 10 ottobre 2014 8 Il Responsabile del progetto Renata Biagi