ISTITUTO COMPRENSIVO DI SCUOLA INFANZIA, PRIMARIA,
SECONDARIA DI 1° GRADO - PIETRASANTA 1°
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Anno scolastico 2014/2015
SCHEDA DI PRESENTAZIONE PROGETTO
1. Titolo del progetto
SGUARDI VENUTI DA LONTANO – ANNO NONO
2. Ambito ( teatro, ambiente,…) o progetto POF di riferimento
INTERCULTURA
3. Responsabile del progetto
BIAGI RENATA
4. Sintesi del progetto
Breve descrizione del progetto. Indicare chiaramente:
obiettivi Il consiglio nazionale della pubblica istruzione nella pronuncia del 24 marzo 1993
individua nell’educazione interculturale la forma più alta e globale di prevenzione e contrasto del
razzismo.
Com’è noto il razzismo si manifesta non solo attraverso “comportamenti razzisti” ma anche come
“discorso razzista” alla base del quale c’è il pregiudizio, cioè un’opinione, a volte individuale ma
molto più spesso socialmente condivisa, non sorretta da riscontri reali ma vissuta come dato
scontato e incontrovertibile. Se il razzismo è quindi anche un fenomeno culturale, cioè appreso,
imparato, al contrario può essere disimparato. E’ evidente che raggiungere questo obiettivo è
particolarmente urgente per le nuove generazioni, quelle che stanno percorrendo un processo di
educazione e di socializzazione ad opera delle strutture educative, in primo luogo della scuola.
Conseguentemente si parla molto, in questi ultimi anni, di educazione interculturale e molti sono gli
interventi interculturali che nella scuola sono stati sperimentati e realizzati.
1
L’educazione interculturale entra ufficialmente nella scuola italiana con la circolare ministeriale n.
205 del 1990 intitolata “La scuola dell’obbligo e gli alunni stranieri. L’educazione interculturale”, in
cui si delinea il suo carattere specifico di mediazione fra le diverse culture di cui sono portatori gli
alunni. Per molto tempo essa ha risentito di questa impostazione concettuale e si è indirizzata, per lo
più, su interventi limitati alla conoscenza delle diversità culturali ed al confronto tra le diverse
culture.
L’idea di base, anche se implicita, era che la “diversità” fosse la causa della difficile o mancata
integrazione dei nuovi gruppi sociali nel territorio e che la semplice conoscenza e la
“valorizzazione” di queste “differenze” potessero cambiare la qualità dei rapporti tra le culture e tra
i soggetti culturali , cioè potessero portare “naturalmente” ad un cambiamento sociale. Di fatto
questo processo non si è realizzato perché i soggetti culturali in campo non godevano, e ancora non
godono, di una situazione di parità.
Si è trattato sostanzialmente di interventi che hanno riprodotto le stesse dinamiche della nuova
società multiculturale italiana che si va creando: azioni e relazioni ispirate dal concetto di
“tolleranza”, tese cioè ad un adattamento superficiale alla situazione in atto e limitate a ridurre i
danni di una convivenza considerata obbligata in quanto inevitabile, senza mettere però in
discussione le gerarchie sociali esistenti.
Negli ultimi tempi tuttavia si è diffusa un’idea e una pratica di educazione interculturale che,
ponendo l’attenzione sulla relazione tra i soggetti culturali, è legata ad un progetto globale che
coinvolge e permea tutta la società, che non può prescindere comunque dalla centralità dell’azione
della scuola pubblica statale ( Vedi Linee Guida per l'accoglienza e l'inserimento degli alunni
stranieri del 2006 e del 2014)
RILEVAZIONE ED ESPLICITAZIONE DEI BISOGNI
Le etnie e la provenienza degli alunni assai diversificata esprimono una complessità culturale di
difficile governo didattico. Lingue, costumi usi, tradizioni, abitudini, religioni, economie, etiche,
regole e quotidianità familiare – scolastica invadono e confondono bisogni, attese, obblighi e diritti,
scalfiscono la comunicazione, “Solo la lingua ci fa uguali” (don Milani)
Dall’analisi di contesto territoriale da cui ha avuto origine il Pof d’ Istituto e dall’esperienza
scolastica e di comunità si ricava che gli alunni “stranieri” che frequentano le nostre scuole sono di
tipologia molto diversa, alcuni appartengono a famiglie a basso reddito, nella maggior parte dei casi
entrambi i genitori hanno lavori saltuari, non conoscono la lingua italiana in modo tale da avere una
conversazione chiara, efficace, emotivamente ed affettivamente gratificante, altri sono stranieri di
seconda generazione, nati in Italia da famiglie ormai regolarmente residenti, altri ancora invece
vengono da famiglie appartenenti alla comunità artistica che da anni ormai si è stanziata a
Pietrasanta e vivono un contesto culturalmente molto stimolante.
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a. Destinatari
TIPOLOGIA E NUMERO DEI BAMBINI UTENTI PROBLEMATICI
Attualmente nelle nostre scuole sono presenti sia bambini stranieri di seconda generazione, nati
quindi in Italia e che talvolta la considerano come il loro Paese, sia bambini e ragazzi che
continuano ad arrivare assieme alle nuove famiglie immigrate sia da Paesi Europei che
extracomunitari.
Sono distribuiti secondo il seguente prospetto:
SCUOLE DELL’INFANZIA 19 alunni
SCUOLA PRIMARIA 36 alunni
SCUOLA SECONDARIA I° GRADO 21 alunni
Per un totale di 76 alunni.
LA TIPOLOGIA È COSÍ SUDDIVISA:
Albania
Bolivia
Bulgaria
Cina
Corea
Filippine
Germania
Gran Bretagna
Kazakistan
Marocco
Messico
Polonia
Rep. Slovacca
Romania
Russia
Turchia
Tunisia
Ucraina
TOTALE
RIEPILOGO
Alunni stranieri
Totale alunni
percentuale
Istituto
76
1050
7,24
b. attività principali
3
22
2
1
6
2
1
1
1
1
8
1
10
1
15
1
1
2
3
76
RISORSE PROFESSIONALI E STRUTTURALI DA UTILIZZARE
Poiché il progetto coinvolge tutte le scuole dell’Istituto, parteciperanno tutti gli insegnanti dei tre
ordini di scuola, per un totale di circa 100 unità,. è prevista la collaborazione del personale ATA, in
numero di 20 unità per il momento dell’accoglienza e per l’attuazione di alcuni laboratori
pomeridiani.
Le strutture utilizzate saranno quelle di ciascuna delle 10 scuole del nostro Istituto (aule speciali,
laboratori musicali, teatrali, sala collegio, giardino ecc), oltre quelle comunali quali il teatro e la
biblioteca.
I sussidi comprenderanno libri, vocabolari di lingua straniera, atlanti; si prevede l’utilizzo di mezzi
audiovisivi, multimediali, della fotocopiatrice e del computer.
Partecipano per quanto di competenza il dirigente, il DSGA, ed il personale amministrativo in
numero di 6 unità, i mediatori culturali , il gruppo di sportello psicopedagogico ed eventuale esperto
informatico. È’ previsto un lavoro di progettazione e di coordinamento ed anche di aggiornamento
per i docenti.
PERCORSI DIDATTICO-PEDAGOGICI DA PRIVILEGIARE
Per le bambine e i bambini stranieri che frequentano la scuola in Italia, l’italiano non è né lingua
materna, della casa, degli affetti, del gruppo di appartenenza, né lingua straniera perché viene
appresa nel contesto in cui la lingua è d’uso e di scolarità.
I modi, i ritmi e le condizioni di apprendimento di una seconda lingua sono diversi da quelli di un
percorso di apprendimento di una lingua straniera. La nuova lingua si impara anche fuori dalla
scuola, giocando, guardando la televisione, parlando con gli amici. I bambini immigrati si trovano
così ad apprendere la lingua in una situazione “mista”: a scuola, nei momenti programmati per
risolvere i loro specifici problemi linguistici e fuori, nell’ambiente che li circonda, dalla televisione,
dalle persone che parlano e dagli altri bambini, dai quali provengono gli stimoli più incisivi per
l’acquisizione spontanea del nuovo codice.
I bambini stranieri iscritti nelle nostre classi quindi si trovano in una situazione di apprendimento
“mista”, costituita tanto di momenti espliciti ed intenzionali (sequenzialità, esercitazioni
sistematiche con correzioni …) quanto di acquisizione spontanea.
I bambini immigrati
hanno bisogno da subito dell’italiano per la sopravvivenza, per poter
esprimere i propri bisogni; apprenderla significa poter comunicare, comprendere i messaggi della
scuola ed essere accolto nel gruppo dei pari.
Il progetto è:
4
ξ
plurale perché basato sulla molteplicità di fonti
ξ
esplicito perché gli intenti sono dichiarati
ξ
dinamico perché si sviluppa lungo un asse diacronico, longitudinale e trasversale
ξ
integrato perché collega esperienze scolastiche ed extrascolastiche
ξ
rivolto a più scopi perché aiuta l’alunno, riorienta la proposta della scuola, sollecita
l’aggiornamento dei docenti, riduce la dispersione scolastica, favorisce l’uguaglianza delle
opportunità
ξ
una multiproprietà perché è dell’allievo, della scuola, della famiglia, della comunità
ξ
“lungo e disteso” perché è teso a garantire

l’accoglienza, la tenuta sociale, il confronto tra diverse culture, la
condivisione, le regole la convivenza sociale

competenze di base mediante la pratica del pensare, della
creatività, della
capacità metacognitiva.
Il tempo pieno, quello modulare, il tempo lungo della scuola dell’infanzia e quello prolungato della
scuola secondaria di primo grado consentono di coniugare la pratica dell’accoglienza con il rigore
della proposta da adottare.
L’ACCOGLIENZA
è un momento fondamentale e complesso per l’acquisizione di
informazioni sul bambino, la sua famiglia e sui progetti di permanenza, sulla sua “storia” scolastica,
sulle sue abitudini extrascolastiche, per verificare le sue competenze ed i suoi livelli di maturazione,
la sua capacità d’uso della lingua italiana e predisporre ambienti, materiali e programmazione per le
attività di alfabetizzazione e di consolidamento linguistico. Per svolgere tali compiti è costituita una
apposita commissione formata da docenti dei tre ordini di scuola e personale ATA
Nel processo di PRIMA ALFABETIZZAZIONE risulta spesso più produttiva una
metodologia individualizzata o per piccoli gruppi che consente di graduare le difficoltà, passando
dal semplice al complesso, guidando i bambini attraverso un percorso definito e strutturato.
Per favorire l’arricchimento linguistico saranno utilizzati laboratori, come quello teatrale, di
immagine o di musica e l’utilizzo di strumenti informatici.
Ad un livello più profondo l’interculturalità richiede anche un investimento affettivo, quella
dimensione della relazione umana che viene chiamata “empatia” e che sul piano educativo significa
“sentire come sente l’altro”, identificazione e dunque stima, valorizzazione e dunque stima e
apprezzamento per la cultura “altra”.
Nelle fasi di accoglienza e di prima alfabetizzazione l’ Istituto si avvale anche di MEDIATORI
LINGUISTICI CULTURALI messi a disposizione dagli Enti Territoriali o, se necessario,
individuati direttamente dalla scuola.
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Così come previsto dalla recente normativa per gli alunni stranieri Neo Arrivati o con Bisogni
Educativi Speciali sarà redatto il PDP (Piano didattico personalizzato) compilando l'apposito
modulo redatto dalla Commissione ed approvato dal Collegio Docenti.
OBIETTIVI
-
accurata accoglienza dei bambini di nazionalità diversa;
-
integrazione degli alunni stranieri che presentano situazioni di svantaggio di tipo
linguistico e socio-culturale;
-
acquisizione di abilità linguistiche adeguate;
-
valorizzazione delle esperienze e conoscenza reciproca delle varie culture;
-
scoperta della diversità come risorsa;
-
adattamento dei ritmi di lavoro della classe nei confronti dei bambini stranieri, pur
senza sconvolgere la sensibilità e le esigenze di tutti gli alunni e delle loro famiglie.
MODALITA’ DI INTERVENTO
Come già consolidato negli anni precedenti in cui si è attuato questo progetto, si è considerata
privilegiata la didattica laboratoriale, considerando che tale principio è uno dei capisaldi teorici
della progettazione della scuola.
La didattica laboratoriale consente la progressiva crescita personale dell’allievo rispetto a se stesso
e non rispetto a una media standardizzata, l’accoglimento delle sue personali diversità, l’integralità
e l’organicità del processo educativo attraverso i saperi formali che essa offre, l’acquisizione di
strumenti intellettuali insieme alle esperienze proposte e provate. Tale didattica può orientare e
canalizzare motivazioni e competenze.
La comunicazione utilizza training che includono concetti teorici e strumenti di analisi, le
simulazioni, le storie, le fiabe, la danza, il canto, i cibi, le feste, i racconti orali con ampia
partecipazione dei genitori e dei familiari.
Le scuole che ne hanno fatto richiesta possono usufruire anche delle attività laboratoriali proposte
dal PROGETTO EDUCATIVO ZONALE, anch’esse finalizzate anche all’integrazione degli
alunni stranieri .
Le attività manipolative, visive, drammatico-teatrali, audio-visuali e mass-mediali sono
indispensabili non solo per esternare i propri bisogni e gli stati d’animo, ma anche per narrare
vicende vissute o immaginate, per mostrare le proprie conoscenze, per riferire e ragionare su di esse
con ogni mezzo disponibile.
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Così la scuola è
mondo vitale, luogo di vita, ambiente educativo e di apprendimento, dove
l’atmosfera non deve essere dimenticata; è scuola che si avvale di sistemi didattici connessi ad
attività di gruppo omogenei e eterogenei di classi diverse, verticali ed orizzontali .
Il ″fare″ e l’operatività che ne deriva generano apprendimento non solamente della mano, così che
l’intelligenza non è necessariamente astratta.
L’intelligenza e i linguaggi della mente e del corpo sono pensati ora paralleli ora convergenti.
c. tempi di attuazione
L’ intero anno scolastico
d. risultati attesi
e. modalità di verifica
CRITERI DI VERIFICA E VALUTAZIONE
1. Contatti personali (colloqui dirigente – docenti – genitori – amministratori locali – esterni)
2. Ricerche e indagini (riguardano gli alunni, i genitori, atteggiamenti e comportamenti e sono
rivolti a migliorare/integrare il servizio scolastico in itinere)
3. Strumenti di misurazione sia intermedi che finali.
4. Griglie di osservazioni/informazioni in ante, in itinere, in post.
5. Le verifiche post progetto riguardano l’identificazione ovvero lo scostamento rispetto ai
dati di partenza, del grado di completamento dei risultati attesi, dei costi sostenuti per
raggiungere tali risultati e dell’efficacia delle competenze/risorse, delle tecniche e degli
strumenti utilizzati.
6. Autovalutazione del lavoro dei vari team del progetto (dinamiche relazionali-efficienzaefficacia)
7. Riprogettare la nuova edizione
f. modalità di documentazione
LE MODALITÁ DI DOCUMENTAZIONE
La documentazione comprenderà prodotti cartacei e/o
multimediali quali ipertesti, percorsi
disciplinari/interdisciplinari, foto, video, pubblicazioni di opuscoli/giornali.
5. Figure coinvolte
Docenti: tutti i docenti dell’Istituto, a seconda nelle necessità
Personale non docente: personale di segreteria per la fase di accoglienza e di iscrizione,
collaboratori scolastici durante lo svolgimento delle attività
Esperti esterni: mediatori linguistici ed eventualmente esperti di insegnamento italiano L2
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6. Risorse necessarie e costi
Specificare:
Risorse professionali:
Il personale coinvolto specificherà le ore impegnate, secondo i bisogni che si sono verificati
n° ore funzionali all’insegnamento dei docenti, loro pianificazione temporale e finalità:
Docente…………………… calendarizzazione interventi……………..e finalità…… tot ore
Docente…………………… calendarizzazione interventi……………..e finalità…… tot ore
Docente…………………… calendarizzazione interventi……………..e finalità…… tot ore
compenso lordo stato per ore funzionali all’insegnamento: € 23,22 x n°
tot ore = ____
n° ore aggiuntive di insegnamento dei docenti, loro pianificazione temporale e scopo:
Docente…………………… calendarizzazione interventi……………..e finalità…… tot ore
Docente…………………… calendarizzazione interventi……………..e finalità…… tot ore
Docente…………………… calendarizzazione interventi……………..e finalità…… tot ore
compenso lordo stato per ore aggiuntive di insegnamento: € 46,44 x n°
tot ore = ____
n° ore aggiuntive personale ATA, loro pianificazione temporale e scopo:
ATA…………………… calendarizzazione interventi……………..e finalità…… tot ore
n° ore di intervento dell’esperto, loro pianificazione temporale e scopo:
compenso lordo stato per ore aggiuntive ATA: € 16,58 x n°
tot ore = ____
Costo orario dell’esperto comprensivo di IVA o altri oneri: € _________________________
(compilare in proposito MOD. A RICHIESTA OPERATORI ESTERNI)
Costo totale esperto:…..
Risorse materiali necessarie (beni durevoli, sussidi specifici)
- Disponibili: laboratori espressivi e multimediali, libri, audiovisivi e materiale di facile
consumo
- Di cui si propone l’acquisto:
COSTO TOTALE PROGETTO: € _______________________
Data
10 ottobre 2014
8
Il Responsabile del progetto
Renata Biagi
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scheda di presentazione progetto - istituto comprensivo pietrasanta 1