Farmaco @ vigilanza Notiziario a cura della SOC Ass. Farmaceutica Territoriale TINSET®: Da RR a RNR Oxatomide Antistaminici Responsabile ASL CN2 Farmacovigilanza: Dr.ssa Maria M. Avataneo Progetto FARMATER: Dr. Andrea Riberi Luglio 2012 – n.2 PRADAXA® : Rischio Emoraggie Modifica RCP Dabigatran etexilato mesilato Farmaci ematologici: antitrombotici Tinset®/ Prodotti Formenti S.r.l. Classe A Nota 89 Pradaxa®/ Boehringer Ingelheim International GmbH Classe A PHT Quale ulteriore azione correttiva, l’AIFA ha deciso di modificare il regime di fornitura di Tinset® 25 mg/ml gocce orali sospensione da “Ricetta Ripetibile (RR)” a “Ricetta non Ripetibile (RNR)” e pertanto il farmacista potrà vendere il medicinale solo dietro presentazione di ricetta medica da rinnovare volta per volta. L’AIFA ricorda agli operatori che Tinset® 25 mg/ml è indicato per: la prevenzione e il trattamento di fondo delle affezioni allergiche, principalmente nei casi di rinite, asma estrinseco (ad esclusione delle crisi asmatiche), congiuntivite follicolare, orticaria cronica, dermatiti atopiche, allergie alimentari. Se necessario, Tinset® può venire associato ad altri medicamenti corrispondenti a queste indicazioni, a condizione che il loro meccanismo d'azione differisca da quello di Tinset®. Tinset® non è indicato nel trattamento in acuto di condizioni allergiche quali l’attacco d’asma. Tinset® 25 mg/ml gocce è controindicato all’uso nei bambini di età inferiore ad 1 anno e nei pazienti con insufficienza epatica grave. La dose da somministrare al bambino deve essere calcolata in gocce in funzione del peso corporeo e che per ogni indicazione, trattare il bambino con 1 goccia ogni 2 kg di peso corporeo, due volte al dì (vedere schema posologico nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto). Dopo la somministrazione, il tappo di plastica a prova di bambino munito di contagocce deve essere immediatamente riavvitato al flacone a fondo per innescare correttamente il meccanismo di sicurezza, assicurandosi l’impossibilità di riaprire il flacone ruotando il tappo senza premere. Se un bambino è esposto accidentalmente a dosi superiori a quelle terapeutiche, è necessario uno stretto monitoraggio dei segni vitali e applicare delle misure di supporto. Si deve effettuare un ECG per valutare l’intervallo QT. Entro la prima ora dall’ingestione, può essere effettuata una lavanda gastrica. Se considerato appropriato, si può somministrare carbone attivo. I sintomi extrapiramidali sono stati trattati con successo con agenti anticolinergici. Segni di tossicità da oxatomide sono: sonnolenza, stupore e sintomi extrapiramidali come discinesia, torcicollo, movimenti involontari degli occhi, distonia e ipertonia. Meno comuni sono ipereccitabilità ed agitazione. Molto raramente sono stati riportati midriasi e spasmi muscolari generalizzati. Dopo il sovradosaggio sono stati segnalati casi molto rari di coma, perdita di conoscenza e prolungamento dell’intervallo QT.1 L’AIFA nell’ottobre scorso aveva pubblicato gli esiti della valutazione dei casi di sanguinamento fatale riportati in Giappone. Alcuni di questi casi si erano verificati in pazienti con grave insufficienza renale, che costituisce una controindicazione al trattamento con Pradaxa®. L'EMA, ha confermato il profilo rischio-beneficio positivo del medicinale anticoagulante, ma ha espresso che è necessario modificare le informazioni del prodotto al fine di dare indicazioni più chiare su come ridurre e gestire questo rischio associato all’uso del farmaco. Il CHMP (Comitato per i Medicinali per Uso Umano) ha concluso che gli ultimi dati disponibili sono coerenti con il rischio di sanguinamento e che il profilo di rischio di Pradaxa® è rimasto invariato. Il CHMP ha rilevato che la frequenza con cui avvengono i sanguinamenti fatali con Pradaxa®, rilevata da dati post-marketing, è stata significativamente inferiore rispetto a quella osservata negli studi clinici che hanno supportato l'autorizzazione del medicinale, ma ha ritenuto che i rischi devono comunque continuare ad essere tenuti sotto stretta sorveglianza. La raccomandazione del CHMP è di aggiornare le informazioni sul prodotto per la valutazione di tutti i dati disponibili, inclusi i dati di sorveglianza post-marketing, su Pradaxa® e il rischio di emorragie gravi o fatali. Per i medici prescrittori questo include dettagli sulle specifiche situazioni in cui Pradaxa® non deve essere utilizzato, identificando i tipi di lesioni o le condizioni ed i medicinali concomitanti che mettono i pazienti a rischio significativo di sanguinamento maggiore. Esso comprende anche i dettagli su come la funzione renale deve essere valutata e sulle opzioni per la gestione dei pazienti e su come invertire l’effetto anticoagulante di Pradaxa® se si verifica l’emoraggia. Sulla base delle evidenze disponibili, il CHMP ha concluso che i benefici di Pradaxa® continuano a superare i suoi rischi e che rimane un'importante alternativa ad altri agenti fluidificanti del sangue. I pazienti che stanno assumendo Pradaxa®, o qualsiasi altro anticoagulante, devono essere consapevoli che sono esposti ad un aumentato rischio di sanguinamento.1 1.AIFA, http://www.agenziafarmaco.it/ (accesso del 18.6.2012). 1. EMA, Press release 24 May 2012. www.ema.europa.eu (accesso del 18.6.2012). Farmaco @ vigilanza Notiziario a cura della SOC Ass. Farmaceutica Territoriale Responsabile ASL CN2 Farmacovigilanza: Dr.ssa Maria M. Avataneo Progetto FARMATER: Dr. Andrea Riberi Luglio 2012 – n.2 FORTE DIBATTITO SUL RISCHIO DI TUMORE DA PIOGLITAZONE: “come dirimere la questione?” Rischio in Gravidanza: Revisione EMA Pioglitazone cloridrato Olanzapina tutti gli equivalenti. Ipoglicemizzanti orali Classe A PT/PHT Tutte le specialità equivalenti. L’AIFA nel Novembre 2010 ha divulgato le raccomandazioni del Working Group Pediatrico in relazione all’esposizione in utero di antidepressivi. In seguito alla segnalazione di tre casi di sindrome da astinenza neonatale (il primo caso insorto in un bambino esposto in utero a paroxetina e olanzapina, che presentava un quadro di sofferenza perinatale con cianosi, respiro assente ipotono generalizzato e bradicardia e altri due casi provenienti da letteratura che si riferivano a due gemelli nei quali erano presenti anche un’anomalia cardiovascolare e dimorfismo della faccia), l’AIFA raccomanda agli operatori sanitari coinvolti nell’assistenza perinatale, in presenza di casi analoghi, un’attenta sorveglianza, a considerare in diagnosi differenziale anche l’eventuale esposizione a farmaci antidepressivi ed infine a segnalare le reazioni avverse osservate al responsabile di farmacovigilanza della propria struttura.2 Dopo le conclusioni nel Giugno 2011 il CHMP ha predisposto l’aggiornamento del Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto e del Foglio Illustrativo, per quanto riguarda l’uso di antipsicotici, durante il terzo trimestre di gravidanza, per il rischio di movimenti anomali e/o i sintomi da astinenza nei neonati, in conformità con le conclusioni del CHMP del Ottobre 2011. In RCP, si includono inoltre, gli avvertimenti sul rischio di tromboembolia venosa (TEV).1 Classe A PHT Negli ultimi anni sono state prodotte 1787 pubblicazioni inerenti all’argomento. Recentemente i risultati di due studi di coorte in Gran Bretagna e in Francia hanno fornito evidenze contrastanti circa l’ipotizzata associazione tra l'esposizione a pioglitazone e un aumento del rischio di cancro alla vescica nei pazienti con diabete di tipo 2. Il primo studio di coorte è stato condotto nel General Practice Research Database tra il 2001 e il 2010. Sono stati studiati 207.714 pazienti di età >=40 anni con diabete di tipo2 (23.548 esposti a pioglitazone e 184.166 esposti a farmaci antidiabetici diversi da pioglitazone). L'associazione tra pioglitazone e il rischio di cancro alla vescica è stata valutata tramite un modello di regressione di Cox. Inoltre è stata effettuata un'analisi aggiustata per propensity score in un gruppo di pazienti con dati basali completi. L’obbiettivo dello studio è stato esaminare se l'esposizione a pioglitazone è associata ad aumento dell'incidenza di cancro della vescica nei pazienti con diabete di tipo 2. Si sono verificati 66 nuovi casi di cancro alla vescica nel gruppo in pioglitazone rispetto a 803 nuovi casi che si sono verificati nell’altro gruppo. Pioglitazone non ha aumentato il rischio di cancro della vescica in modo significativo rispetto ad altri farmaci antidiabetici (hazard ratio (HR) aggiustato 1,16 [0,83-1,62]). Questi risultati hanno concluso che pioglitazone potrebbe non essere significativamente associato ad un aumentato rischio di cancro alla vescica nei pazienti con diabete di tipo 2. Il secondo studio di coorte ha unito i dati del sistema informativo nazionale francese di assicurazione sanitaria a quelli del database francese di dimissione ospedaliera. La coorte comprendeva 1.491.060 pazienti diabetici di età compresa tra 40 e 79 anni ed è stata seguita per un massimo di 42 mesi. L’esposizione a pioglitazone è stata considerata come una variabile dipendente dal tempo ed è stata definita dalla presenza di almeno due prescrizioni in un periodo di 6 mesi. I casi incidenti di cancro alla vescica sono stati individuati da una diagnosi alla dimissione di cancro alla vescica in combinazione con uno specifico trattamento aggressivo. L'analisi statistica ha utilizzato un modello multivariato di Cox aggiustato per età, sesso ed esposizione ad altri farmaci ipoglicemizzanti. Tra i 155.535 pazienti esposti a pioglitazone sono stati rilevati 175 casi di cancro alla vescica e 1841 tra i non esposti. É stata osservata una relazione dose-effetto, con un aumento significativo del rischio per alte dosi e per lunga durata di esposizione. In conclusione l'esposizione a pioglitazone è risultata significativamente associata ad un aumentato rischio di cancro alla vescica.1 Una metanalisi, pubblicata sul Canadian Medical Association Journal, ha riportato l’attenzione sul legame tra l’uso del pioglitazone e l’insorgenza del cancro alla vescica. Lo studio si è basato sull’analisi di 4 RCT, 5 studi di coorte ed uno studio case-control; sono stati selezionati un totale di 2.657.365 pazienti, di cui 3643 con una nuova diagnosi di cancro alla vescica. Le conclusioni che i ricercatori traggono confermano che le limitate evidenze supportano l’ipotesi di un legame tra i tiazolidinedioni, in particolare il pioglitazone, e un incremento del rischio d’insorgenza di cancro alla vescica.2 1. www.ncbi.nlm.nih.gov (accesso del 9.7.2012). 2. PUBMED, bibliotecabiomedica.com (accesso del 13.7.12). Olanzapina Antipsicotici 1. AIFA www.agenziafarmaco.gov.it (accesso del 13.7.2012). 2. EMA, www.ema.europa.eu (accesso del 13.7.2012). INTERAZIONI: Metotrexato e inibitori di pompa Metotrexato sale sodico Antineoplastici antimetaboliti Tutte le specialità equivalenti. Classe A: basso dosaggio / Classe H: alto dosaggio. Un certo numero di farmaci sono noti per interagire con metotrexato attraverso meccanismi differenti. Sono stati ricercati casi che riportavano un’interazione tra metotrexato e PPI sia nel database americano delle segnalazioni spontanee della FDA, sia nella letteratura pubblicata. Sono emerse diverse segnalazioni di casi individuali di interazioni farmaco-farmaco e tre studi aggiuntivi di conferma che suggeriscono i potenziali meccanismi alla base dell'interazione. Vi sono evidenze che indicano che l'uso concomitante di metotrexato (soprattutto ad alte dosi quali in ambito oncologico) e PPI come omeprazolo, esomeprazolo e pantoprazolo, può ridurre la clearance del metotrexato, portando ad elevati livelli sierici del farmaco e/o del suo metabolita idrossimetotrexato, probabilmente responsabili della sua tossicità. In diversi report, non è stata riscontrata tossicità quando il PPI veniva sostituito con un bloccante del recettore per l'istamina H2. Sulla base dei dati esaminati, la FDA ha aggiornato il foglietto illustrativo di metotrexato in modo tale da includere questa possibile interazione farmacologica fra dosi elevate del farmaco e un PPI. I medici dovrebbero essere informati in merito a questa potenziale interazione nei pazienti che ricevono prescrizioni concomitanti di metotrexato a dosi elevate e inibitori di pompa.1 1. www.ncbi.nlm.nih.gov (accesso del 10.7.2012). Farmaco @ vigilanza Notiziario a cura della SOC Ass. Farmaceutica Territoriale Responsabile ASL CN2 Farmacovigilanza: Dr.ssa Maria M. Avataneo Progetto FARMATER: Dr. Andrea Riberi Luglio 2012 – n.2 TINSET®: APPROVATO MATERIALE EDUCAZIONALE PER IL PAZIENTE Oxatomide Antistaminici Tinset®/ Prodotti Formenti S.r.l. Classe A Nota 89 In seguito a numerose segnalazioni di casi di sovradosaggio verificatesi nei bambini trattati con Tinset® 25 mg/ml gocce orali sospensione, in occasione della sua ricommercializzazione, a partire dal 2009 sono state adottate dall’AIFA e dall’Azienda produttrice diverse azioni correttive. Le reazioni avverse sono state gravi e si sono manifestate a carico del SNC e del cuore (prevalentemente sopore e allungamento dell’intervallo QT) e si sono risolte dopo sospensione del trattamento. Al momento della dispensazione il farmacista dovrà fornire al paziente (ovvero al genitore o a chi assiste il bambino) un opuscolo che sottolinea l’importanza della corretta posologia, i rischi di sovradosaggio ed i segni clinici che l’accompagnano. Pertanto sarà compito del farmacista assicurarsi che i genitori o chi assiste il bambino abbiano capito la posologia giornaliera da somministrargli, siano avvertiti dei sintomi da sovradosaggio di xatomide e sul bisogno immediato di assistenza medica, comprendano che la conservazione del farmaco deve avvenire in un posto adeguato e sicuro, lontano dalla portata e dalla vista del bambino; pertanto quest’ultimo non dovrà maneggiare o usare il prodotto da solo e il farmacista dovrà informare i genitori o chi assiste il bambino, sulle modalità di apertura e chiusura della confezione.1 Figura I 1. AIFA, Nota Informativa Importante Giugno 2012. www.agenziafarmaco.it (accesso del 18.6.2012). Figura I. Guida all’uso per il paziente Giugno 2012 http://www.agenziafarmaco/guida_paziente_tinset.pdf