POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITÀ Verona 21 marzo 2006 I O CONVEGNO INTERNAZIONALE ATTI Finanziato dalla DG Lavoro e Affari Sociali della Commissione Europea, Progetto Pilota sulle politiche integrate dell’accessibilità VP/2004/008 "Building accessible services (BAS)“. Obiettivo principale: promuovere attività di ampia disseminazione e di formazione nell’area dell’accessibilità degli edifici e dello spazio urbano, attraverso l’analisi di casi di studio su 15 diversi tipi di edifici e il loro contesto. Principali risultati : una rassegna sul livello di accessibilità di edifici e spazi urbani, sei Conferenze Internazionali di presentazione e formazione in Europa. La Conferenza di Verona è il primo di questi eventi. Il progetto è cofinanziato dalla Direzione Generale di Occupazione e degli Affari Sociali della Commissione Europea National Research Council Construction Cooperative Institute for Innovation Technologies Institute Questi sono gli atti relativi al 1o Convegno internazionale del progetto BAS raccolti ed elaborati da Valerio Nannini e Claudia Boschi in collaborazione con Annalisa Morini e Luigi Biocca Giugno 2006 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 MARZO 2006 INDICE APERTURA DEI LAVORI ..................................................................................3 ELIZABETH STRAW – FUNZIONARIO COMMISSIONE EUROPEA ..............................4 INDIRIZZO DI SALUTO.....................................................................................4 PRIMI RISULTATI DEL PROGETTO IN CORSO.........................................7 INTERVENTI ........................................................................................................8 ANNALISA MORINI - CNR ITC, ITALIA ................................................................9 IL PROGETTO BAS E I SUOI OBIETTIVI .....................................................9 NIKKOS SAKKAS - APINTECH, GRECIA................................................................11 RICADUTE SOCIALI ED ECONOMICHE DELL’ACCESSIBILITÀ (GRECIA).............................................................................................................11 MALCOLM FISK - INSIGHT SOCIAL RESEARCH, REGNO UNITO ...........................12 CENTRO DI RICICLAGGIO DI MATERIALI NEL GALLES (REGNO UNITO) .................................................................................................................12 KATARZYNA ŚWIEŻAWSKA-AMBROZIAK - ASM, POLONIA ................................13 L’EDIFICIO DIDATTICO MULTIFUNZIONALE, FACOLTÀ DI MANAGEMENT DELL’UNIVERSITÀ DI LÓDŹ (POLONIA)...................13 JAN DESMYTER, ISABELLE LECHAT – BBRI, BELGIO .........................................15 L’EDIFICIO DELLA PROVINCIA DI LOVANIO (BELGIO).....................15 IL RUOLO PER LE POLITICHE DELL’ACCESSIBILITA’: RICERCA E FORMAZIONE ...................................................................................................14 INTERVENTI ........................................................................................................8 FIORENZA SCOTTI, LUCA DAVANZO -UNIVERSITÀ DI TRIESTE, ITALIA...............18 ACCESSIBILITÀ ALLE INFORMAZIONI: ORIENTAMENTI DEL MASTER IN ASSISTIVE TECHNOLOGY DELL’UNIVERSITÀ DI TRIESTE ..............................................................................................................18 JON CHRISTOPHERSEN - ISTITUTO NORVEGESE PER LA RICERCA SULL’EDILIZIA 26 INDAGINE SUL CONTENUTO DEGLI STUDI SOCIALI DELLA RICERCA DI DESIGN UNIVERSALE NEL MONDO..................................26 KARINE DENIZOU - ISTITUTO NORVEGESE PER LA RICERCA SULL’EDILIZIA .......36 1 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 MARZO 2006 SCHEDA DI CONTROLLO PER L’UNIVERSAL DESIGN NELLA PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA......................................................36 EMILIA CONTE - POLITECNICO DI BARI, ITALIA ..................................................44 IL CONTRIBUTO DELL'AMBIENTE COSTRUITO ALLE POLITICHE PER LE PERSONE CON DISABILITA’ .........................................................44 JAN PAULSSON - UNIVERSITÀ DI CHALMERS, SVEZIA .........................................57 PROGETTO DI FORMAZIONE SULL’UNIVERSAL DESIGN IN SVEZIA ...............................................................................................................................57 PETER LANSLEY - VERITY SMITH - UNIVERSITÀ DI READING, REGNO UNITO.....69 PORRE LE FONDAMENTA PER UNA RICERCA SOSTENIBILE...........69 ANNAGRAZIA LAURA - GIUSEPPINA CARELLA - TANDEM, ITALIA ......................82 PROGETTO "EU.FOR.ME FORMAZIONE TURISTICA PER UN'UTENZA AMPLIATA"...............................................................................82 CHIUSURA DEI LAVORI .................................................................................94 VALERIO NANNINI – ICIE, ITALIA ......................................................................94 CURRICULUM ...................................................................................................96 2 APERTURA DEI LAVORI ELIZABETH STRAW POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 ELIZABETH STRAW – FUNZIONARIO COMMISSIONE EUROPEA INDIRIZZO DI SALUTO Buon Giorno a tutti, è con molto piacere che partecipo al primo evento internazionale del progetto BAS e ringrazio Annalisa Morini di avermi invitato a questo meeting. Mi presento, sono Elisabeth Straw e lavoro per la Commissione Europea nella Direzione Generale Affari Sociali, lavoro e pari opportunità, più precisamente nell’unità per l’integrazione delle persone con disabilità. Sono la responsabile della Commissione per il progetto BAS. Per noi l’accessibilità è molto importante anche dal punto di vista sociale: le persone disabili richiedono in particolare l’istruzione in quanto è la base di tutto ciò che segue nella vita. Vi è una scarsa partecipazione all’istruzione ordinaria da parte dei bambini disabili (diversamente abili), perché trovano molto spesso difficoltà nell’andare a scuola. La percentuale di studenti disabili che vanno all’università è molto inferiore rispetto alle persone non disabili e questo comporta anche prospettive di lavoro piuttosto scarse. Se si è disabili, la probabilità di essere disoccupati è due volte superiore rispetto a una persona che non lo è. Esiste attualmente un divario enorme fra tutti gli stati membri dell’Unione Europea per quello che riguarda i posti di lavoro occupati da persone disabili e non: la percentuale varia tra il 17% ed il 51% a seconda dei paesi. Nell’Unione Europea è stato riscontrato un altro problema. Se si diventa disabili per un’invalidità professionale durante l’attività lavorativa si ha una probabilità molto bassa di tornare al lavoro. Attualmente questo è uno dei fattori di preoccupazione nel mercato del lavoro europeo. Tra l’altro, assistiamo ad un continuo incremento della percentuale di persone anziane che invecchiano più a lungo rispetto al passato. Nel giro di qualche anno ci saranno molti più pensionati rispetto ai lavoratori attivi che saranno pertanto costretti a pagare contributi maggiori. Elisabeth Straw 4 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 Occorre affrontare le prospettive di lavoro per le persone con disabilità. Nel 2002 l’Unione Europea ha commissionato uno studio sulla situazione dell’occupazione dei disabili. In questo studio sono stati interessati 15 stati membri ed è risultato che circa 5 milioni di persone disabili avrebbero potuto lavorare ed erano desiderose di farlo. La situazione attuale potrebbe anche peggiorare poiché al momento i paesi membri sono 25 e nel 2007 saranno, probabilmente, 28. Un altro importante problema da non sottovalutare è quello dell’esclusione sociale. L’assenza di istruzione comporta la mancanza di lavoro e questo contribuisce a favorire l’esclusione sociale e l’incapacità di condurre una vita indipendente. Se non si riesce a lavorare e avere un reddito proprio come si può essere autonomi nella collettività ed esercitare le stesse scelte delle persone che non hanno disabilità? Questo comporta discriminazione sia nella vita che sul posto di lavoro e diventa inoltre un fattore di segregazione. La difficoltà di avere accesso alla società e all’ambiente è il filo rosso che collega questi tre temi: istruzione, lavoro, autonomia. Ecco perché l’accessibilità è così importante per la Commissione Europea. Che cosa sta facendo la Commissione Europea per fare in modo che ciò accada, dato che ha competenze legali molto scarse e non può redigere direttive, regolamenti sulla disoccupazione, né sulla disabilità? Sono stati compiuti diversi studi nei primi anni ‘80; ad esempio il programma Helios, ha pubblicato diversi risultati di ricerca, però non si è proceduto con azioni concrete, è stata solo una ricerca, uno spreco di risorse anche se il tema era stato affrontato bene. Nel 2000, in base al trattato di antidiscriminazione, la Comunità Europea è riuscita ad adottare una direttiva sulle pari opportunità nell’occupazione del posto di lavoro e questo ha avuto una risonanza anche nel contesto dell’accessibilità. Una delle norme di questa direttiva indica che il datore di lavoro deve prevedere una sistemazione adeguata del posto di lavoro per consentire a una persona disabile di svolgere la sua attività, di avere una prospettiva di carriera e di partecipare alla vita aziendale nella stessa misura di una persona non disabile. La direttiva è stata approvata nel 2000 e solo adesso viene recepita dai paesi membri. L’Unione sta effettuando dei controlli tra i paesi membri perché tale normativa venga applicata e questo è importante anche da punto di vista dell’accessibilità, in quanto consente ai governi degli stati membri di sovvenzionare i datori di lavoro che assumono i disabili e parte dei fondi stanziati riguarda l’adeguamento della postazione di lavoro. Elisabeth Straw 5 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 Il 2003 è stato l’anno europeo delle persone con disabilità. Il mio dipartimento ha dato il suo contributo all’anno dei disabili chiedendo ad un certo numero di esperti di formare un gruppo di lavoro e fornire una relazione sull’accessibilità nell’Unione Europea. In questa relazione, chiamata “2010 un’Europa accessibile a tutti”, disponibile sul sito web della Comunità Europea, gli stati membri vengono esortati a fare di più in maniera che il loro ambiente costruito sia più facilmente accessibile. Si è messo a punto un piano di azione per la disabilità che proseguirà fino al 2010 e che riguarda quattro temi principali tutti inerenti il lavoro. La prima fase riguarda l’accessibilità dell’ambiente costruito. Anche il parlamento europeo si è interessato a questo progetto pilota ed ha fornito finanziamenti. Non è solo questo studio che riconosce l’importanza dell’accessibilità. Vi è un programma finanziato da DG Ricerca, che ha l’obiettivo di elaborare una guida delle buone prassi: studiare ciò che funziona e quello che non funziona, per far sì che un edificio sia facilmente accessibile. Dal momento che la vita non è semplicemente scuola e lavoro, bisogna che ci sia anche divertimento e quindi la DG Impresa e Turismo, circa 18 mesi fa, ha pubblicato una relazione sul turismo accessibile nell’Unione Europea che comprendeva anche le strutture turistico-ricreative. Non si tratta proprio di una relazione ma piuttosto di un’indagine di follow-up per capire qual è l’impatto finanziario che le piccole medie imprese devono sostenere per adeguarsi e rendere le loro strutture accessibili. Per un piccolo albergo che non fa parte di una catena alberghiera può essere molto costoso l’adeguamento. Attualmente si sta pensando ad un ulteriore progetto in questa direzione. L’Unione Europea ha affrontato la questione dell’accessibilità dell’ambiente costruito ed in merito sta finanziando tre progetti: uno di questi è Build-for-all. Questi progetti affrontano tutti la disabilità e l’accessibilità in maniera diversa, anche se hanno un obiettivo comune, cioè l’accessibilità per tutti. Dalla nostra relazione del 2003 è risultato chiaro che rendere un edificio accessibile a una persona disabile comporta vantaggi anche a persone non disabili come ad una mamma che cerca di spingere la carrozzina con il bambino, per esempio nella metropolitana di Londra: inserire una semplice rampa non comporta costi elevati mentre porta diversi vantaggi. L’obiettivo del costruire per tutti interessa gli enti locali che devono chiedere finanziamenti; la Commissione Europea non concede più fondi strutturali per quegli edifici pubblici che non prendano in considerazione la questione della accessibilità. Pertanto, chi richiede questi finanziamenti Elisabeth Straw 6 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 deve rispettare delle linee guida, infatti vi è una clausola sull’accessibilità (non è obbligo ma una raccomandazione molto forte): tutti i nuovi fabbricati devono essere accessibili a tutti. Esiste inoltre l’organizzazione Ville Habitat che ha sede a Parigi ed è tesa a coordinare tutti gli aspetti della formazione per l’accessibilità di tutti i decisori e le parti interessate: quelli che fanno gli edifici, che li pianificano, che li costruiscono, quelli che ci lavorano, che ci vivono, che ci fanno i propri acquisti. Lo scopo di questa organizzazione è quello di creare una specie di guida consultiva rivolta a tutti i professionisti dell’edilizia sul significato di accessibilità e come può essere migliorata nel corso del tempo. Poi giungiamo ai servizi, cioè il progetto dei servizi sull’accessibilità, motivo per cui siamo qui oggi. Questo studio, si rivolge ad alberghi, a negozi, a edifici pubblici, cioè a tutti gli edifici che dovrebbero essere accessibili a qualsiasi cittadino. Questo manuale sicuramente farà la differenza, perché indicherà ciò che funziona, ciò che non funziona e come mirare ad ottenere ciò che funziona. Mi fa molto piacere trovarmi qui oggi e mi appresto con gioia ad ascoltare tutti gli altri interventi che seguiranno. Vi ringrazio pertanto per l’attenzione e auguro a tutti buon lavoro. Elisabeth Straw 7 Primi risultati del progetto in corso INTERVENTI ANNALISA MORINI NIKOS SAKKAS MALCOLM FISK KATARZYNA SWIEWAWSKA ISABELLE LECHAT POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 ANNALISA MORINI - CNR ITC, ITALIA IL PROGETTO BAS E I SUOI OBIETTIVI BAS, Building Accessible Services (Costruire Servizi Accessibili), è un progetto biennale cofinanziato dalla DG Lavoro e Affari Sociali dell’UE che coinvolge 8 partner di 7 diversi paesi europei. Il progetto è stato avviato a dicembre 2004 e si concluderà nel mese di novembre 2006. L’idea portante di BAS è il superamento di un concetto generico di accessibilità per giungere invece a un concetto che contempli il raggiungimento di un servizio e la sua fruizione piena: ad esempio, rispetto a una scuola non si vuole solo indagare se una persona può usare le classi e i bagni, ma anche gli uffici amministrativi, la biblioteca, l’auditorium, la palestra, e così via. Sappiamo quanto sia velleitario pensare che sia realizzabile tutto e immediatamente: lo scopo è proprio quello di sottolineare come passo dopo passo il livello di accessibilità posa crescere. L’obiettivo di BAS è quindi di creare uno strumento, semplice da usare, che misuri l’accessibilità e possa mettere in evidenza cosa può essere migliorato: a tal fine, si è deciso di analizzare 15-20 casi studio di edifici, nuovi o ristrutturati, selezionati in ciascuno dei paesi dei partner. La scelta degli edifici è stata fatta tenendo in considerazione due parametri: un esempio che possa risultare soddisfacente rispetto alla possibilità di usufruire di un servizio specifico; un esempio che possa essere seguito da altri, in quanto non costituisce un’irraggiungibile perfezione, ma un edificio progettato e costruito con attenzione e sensibilità. Inoltre, alcune considerazioni riguardano dettagli o particolari dell’edificio da evidenziare, o perché innovativi o perché possono essere migliorati o modificati. L’idea di fondo è che un edificio è un insieme in continua evoluzione, non un manufatto statico. Gli esempi, sottoposti all’applicazione della metodologia per analizzare l’accessibilità, sono raccolti nell’”Orange Book” o Libro Arancio, attualmente in corso di Annalisa Morini 9 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 redazione: tecnici, decisori pubblici, potenziali fruitori, un pubblico generico che voglia consultarlo potrà richiederne una copia, o avere accesso al sito. Un secondo aspetto di BAS, attualmente in corso di approfondimento, è l’analisi delle politiche di ciascun paese dei partner per sviluppare l’accessibilità e la piena partecipazione di ogni tipologia di cittadino, in particolare in contesti lavorativi: l’obiettivo è di fornire indicazioni utili per una procedura di lavoro comune, e dei futuri criteri d’azione comuni. Terzo obiettivo, ma non meno importante, è l’attività di disseminazione, che prevede lo svolgimento di conferenze internazionali: Verona è il primo di questi eventi, spiegheremo perché abbiamo deciso di tenere l’incontro nel contesto di PTE Expo, dedicato alla terza età. In un precedente incontro tra i partners di BAS, abbiamo definito che ogni evento dovesse comprendere una prima parte sulla discussione dei case-studies e una seconda su un tema specifico riguardante l’accessibilità: questo evento in Italia è dedicato alle politiche della ricerca e della formazione in relazione all’accessibilità. Annalisa Morini 10 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 NIKKOS SAKKAS - APINTECH, GRECIA RICADUTE SOCIALI ED ECONOMICHE DELL’ACCESSIBILITÀ (GRECIA) In Grecia le iniziative dello Universal Design e l’attenzione all’accessibilità dell’ambiente hanno raggiunto di recente un significativo grado d’interesse, principalmente grazie all’organizzazione dei Giochi Olimpici. È stato dato il via a un buon numero di iniziative e, ciò che più conta, sembra che la questione abbia guadagnato spazio e rilevanza, mentre si sono mossi nuovi passi avanti verso una più ampia coscienza sociale. Comunque sia, si deve fare ancora molto per raggiungere gli standard riscontrabili nel Nord Europa o, impostando la questione altrimenti, per ottenere il pieno beneficio sociale e finanziario dell’accessibilità. Questa presentazione è incentrata su alcuni studi casistici in Grecia, sia di matrice pubblica che privata. Presenta inoltre un indirizzo strategico ed evidenzia alcune opportunità che si prospettano nel futuro, al punto d’intersezione tra edilizia, turismo e accessibilità. Nikos Sakkas 11 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 MALCOLM FISK - INSIGHT SOCIAL RESEARCH, REGNO UNITO CENTRO DI RICICLAGGIO DI MATERIALI NEL GALLES (REGNO UNITO) La Cae Post è un’istituzione caritatevole e sociale che fornisce un servizio di riciclaggio commerciale (con contratto con l’autorità comunale). Metà dello staff e dei ‘volontari supportati’ del Cae Post hanno avuto difficoltà o sono stati discriminati sul luogo di lavoro per qualche disabilità, malattia o menomazione. L’accessibilità ed usabilità dell’edificio erano quindi una priorità quando ne vennero effettuati rinnovamento e ristrutturazione. A parte le strutture chiave dell’edificio relative ad ascensori, spazio e accesso a livello o con scivolo tra le parti dell’edificio (compresi uffici, strutture comuni, aree di immagazzinamento e smistamento), la Cae Post ha sviluppato un metodo speciale e globale di segnaletica. La segnaletica usa parole semplici e simboli che aiutano, in particolare, ‘il volontario supportato’ (con difficoltà di apprendimento) a localizzarsi all’interno dell’edificio e a comprendere i pericoli associati a macchine, veicoli, acqua calda, ecc. Le stesse parole e simboli spesso vengono utilizzati per addestrarli alle discipline del lavoro (comprese le problematiche relative a salute e sicurezza). Sebbene restino alcuni limiti all’accesso fisico alla Cae Post, l’istituzione ha promosso con successo l’accessibilità (in senso lato) rendendo l’ambiente di lavoro più sicuro e più facilmente comprensibile per persone che spesso vengono escluse. Vedi www.caepost.co.uk Malcolm Fisk 12 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 KATARZYNA ŚWIEŻAWSKA-AMBROZIAK - ASM, POLONIA L’EDIFICIO DIDATTICO MULTIFUNZIONALE, FACOLTÀ DI MANAGEMENT DELL’UNIVERSITÀ DI LÓDŹ (POLONIA) Molte persone ritengono che l’accessibilità richieda soluzioni molto specifiche e costose. Ciò può costituire un grosso ostacolo alla promozione di un “Design per Tutti” specie nelle regioni più povere. Ma un buon approccio può avere come risultato soluzioni interessanti e non eccessivamente costose, che possano non richiedere necessariamente la presenza di avanzate tecnologie ICT. La città di Łódź nella Polonia centrale costituisce sicuramente un chiaro esempio di una situazione di questo tipo. La città ebbe il suo boom edilizio intorno a un centinaio di anni fa, quando venne costruita la maggior parte dei servizi dell’area urbana centrale. I vecchi progetti non tenevano in considerazione l’esistenza di persone con esigenze specifiche. Di conseguenza, le soluzioni urbane non risultano molto adeguate. Ciò spiega come mai è molto importante che il nuovo edificio per la Facoltà di Management possa essere utile non solo agli studenti e agli insegnanti, ma possa anche essere altrettanto valido come centro culturale e spazio per conferenze. L’edificio diventa una sorta di isola felice accessibile nel cuore della città. L’obiettivo era di costruire un luogo al passo coi tempi, non solo per la didattica, ma pronto anche a consentire attività di ricerca, ad ospitare conferenze di livello nazionale e altri eventi; un luogo che sarebbe dovuto essere accessibile a una vasta gamma della società, non solo agli studenti e ai docenti. L’edificio didattico multifunzionale della Facoltà di Management dell’Università di Łódź è un grande complesso che include palestre e sale di lettura, una biblioteca, un bar, una sala espositiva e molto altro ancora. Comprende 5 piani (15.996 m2), 6 scale, 2 ascensori (di cui uno accessibile). Il progetto dell’edificio è stato ideato a partire da tre triangoli, che identificano anche il logo della facoltà. Il cuore dell’edificio è un atrio al centro esatto della costruzione che sfrutta l’illuminazione naturale Katarzyna Swiesawska 13 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 consentita dal tetto in vetro e costituisce un ottimo punto di riferimento e d’orientamento. Le sue principali caratteristiche sono gli spaziosi corridoi, le superfici piatte e l’accesso facilitato a tutti i servizi dell’edificio. Katarzyna Swiesawska 14 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 JAN DESMYTER, ISABELLE LECHAT – BBRI, BELGIO L’EDIFICIO DELLA PROVINCIA DI LOVANIO (BELGIO) L’Istituto Belga per la Ricerca sull’Edilizia (BBRI) desidera presentare un esempio positivo di come l’accessibilità possa essere inserita nella progettazione di edifici pubblici. L’edificio del governo provinciale, ubicato a Leuven, Belgio, è stato costruito nel 2004. Su richiesta del governo provinciale, è stata posta molta attenzione sull’accessibilità. Durante la progettazione e costruzione, è stata richiesta ed utilizzata la consulenza di un ufficio per l’accessibilità. L’edificio del governo provinciale è posto a circa 300 metri dalla stazione ferroviaria, essa stessa accessibile per persone disabili. Isabelle Lechat 15 Il ruolo per le politiche dell’accessibilita’: ricerca e formazione POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 INTERVENTI FIORENZA SCOTTI JON CHRISTOPHERSEN KARINE DENIZOU EMILIA CONTE JAN PAULSSON PETER LANSLEY ANNAGRAZIA LAURA POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 FIORENZA SCOTTI, LUCA DAVANZO -UNIVERSITÀ DI TRIESTE, ITALIA ACCESSIBILITÀ ALLE INFORMAZIONI: ORIENTAMENTI DEL MASTER IN ASSISTIVE TECHNOLOGY DELL’UNIVERSITÀ DI TRIESTE 1. Perchè è importante l’accessibilità alle informazioni La possibilità di accedere facilmente e completamente ad informazioni accurate ed affidabili è fondamentale per tutte le attività dell’uomo. L’informazione è la base su cui costruiamo le nostre opinioni, sviluppiamo le nostre idee e strumenti. Realizzare questo processo significa in pratica “aggiungere” informazioni alla montagna (di informazioni) già esistente nel mondo. Infatti non affermiamo di vivere in una Società dell’informazione? Persino le esperienze di vita si possono considerare “informazioni”, infatti possono essere viste come informazioni speciali ottenute ed apprese soltanto grazie all’interazione personale. Quindi non è difficile capire che accedere alle informazioni diventa fondamentale per le attività intellettuali, come lo studio o la ricerca Questa, in generale, è un’affermazione importante perché il facile accesso alle informazioni è la base della democrazia. In questo contesto, comunque, considereremo soltanto un settore specifico dell’accesso alle informazioni elettroniche (multimediali) ed in particolare le informazioni convogliate dal web che, oggigiorno, stanno crescendo sia in importanza che in numero. Il web è una risorsa la cui importanza va aumentando in molti aspetti della vita: istruzione, ricerca, lavoro, governo, commercio, salute, divertimento ed altro. Quindi è essenziale che il web sia accessibile in modo da fornire lo stesso accesso e le stesse occasioni anche alle persone con disabilità. Un web accessibile può aiutare le persone disabili anche a partecipare in maniera più attiva alla società. Quindi il web offre una possibilità di accesso senza precedenti all’informazione ed interazione per molte persone con disabilità, cioè, le barriere di accessibilità alla stampa e ai Fiorenza Scotti 18 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 mezzi audio e video possono essere superate più facilmente attraverso le tecnologie web. Pensate, ad esempio, che l’accesso a giornali e a documenti scientifici e di studio è molto più facile per persone cieche o con disabilità visive, o per persone con disabilità motorie, attraverso il web che coi mezzi mediatici tradizionali. Molte persone disabili infatti utilizzano dispositivi di tecnologia di supporto per accedere a Internet: esempi di queste tecnologie di supporto sono gli screen reader (lettori dello schermo) si tratta di software che traducono il contenuto dello schermo in sintesi vocale o Braille, tastiere virtuali, che aiutano persone con disabilità a scrivere muovendo semplicemente un puntatore sulla tastiera sullo schermo, software di riconoscimento vocale, tramite i quali una persona che non può usare una tastiera o mouse può dettare ad un computer. Tutte queste tecnologie di supporto sono abbastanza accurate e, se il contenuto del web viene creato in maniera appropriata (cioè i siti web sono accessibili), sono in grado di fornire accesso a moltissime informazioni che possiamo trovare sul web. 2. Cos’è l’accessibilità web Accessibilità web significa che le persone con disabilità possono utilizzare il web. In maniera più specifica, accessibilità web significa che le persone con disabilità possono percepire, capire, navigare ed interagire col web, e che possono contribuire al web. L’accessibilità web giova anche ad altri, comprese le persone anziane le cui abilità variano a causa dell’età. L’accessibilità web effettiva racchiude tutte le disabilità che influenzano l’accesso al web, comprendendo disabilità visive, uditive, fisiche, di linguaggio, cognitive e neurologiche. Ogni disabilità riguarda l’utilizzo del web in modo diverso. Per esempio, per la cecità o le disabilità visive, alcune delle barriere che si possono incontrare, sono: immagini che non hanno testi alternativi; immagini complesse (p.es. grafici o diagrammi) che non sono descritte adeguatamente; filmati che non vengono descritti nel testo o nell’audio; tavole che non hanno senso se lette serialmente (in modo cella per cella o "linearizzato"); cornici (frames) che non hanno alternative "NOFRAME", o che hanno nomi senza significato; Fiorenza Scotti 19 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 pagine web con dimensioni delle font assolute che non cambiano (si ampliano o riducono) facilmente; pagine web in cui, per il layout inconsistente, è difficile navigare quando vengono ampliate, perché perdono il contorno circostante; pagine web o immagini su pagine web, che hanno poco contrasto o il cui contrasto non può essere variato facilmente dall’utente annullando i fogli di stile dell’autore; Le barriere che le persone con disabilità motorie alle mani o braccia, possono incontrare, comprendono: opzioni di risposta a tempo sulle pagine web; forme che non possono essere spostate col tasto di tabulazione in ordine logico. Tra le difficoltà che possono incontrare persone con disabilità uditive, ci sono: mancanza di sottotitoli o trascrizioni di audio sul web, compresi webcast; mancanza di immagini relative al contenuto in pagine che presentano solo testo, che possono rallentare la comprensione di persone la cui prima lingua potrebbe essere una lingua dei segni piuttosto che un lingua scritta/parlata; mancanza di un linguaggio semplice e chiaro. Si stima che milioni di persone abbiano disabilità relative al proprio utilizzo del web. Attualmente molti siti web e software hanno barriere di accessibilità che rendono difficile o impossibile per molte persone con disabilità l’utilizzo del web. Quando i siti web e software diventano più accessibili, le persone con disabilità sono in grado di usarli e contribuire al web in maniera più efficace. È importante ricordare che l’accessibilità web non impedisce la progettazione di siti web di buona qualità ed efficaci in quanto tenere in considerazione le linee guida di accessibilità web, è utile anche per siti web ideati e sviluppati senza pensare ai bisogni delle persone con disabilità. Per esempio, un principio chiave per l’accessibilità web è progettare siti web e software che siano flessibili, in grado di rispondere alle esigenze, preferenze e condizioni degli utenti. Questa flessibilità è di giovamento anche per persone senza disabilità in certe situazioni come nel caso di persone che utilizzino collegamenti Internet lenti, persone con Fiorenza Scotti 20 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 “disabilità temporanee”, come un braccio rotto e persone le cui abilità variano a causa dell’età. Un’altra importante considerazione per le organizzazioni è che l’accessibilità web è imposta dalle leggi e dalle linee di condotta in alcuni casi. Oltre al rispetto della legge, è interessante sottolineare come considerare le linee guida dell’accessibilità web offra un numero più grande di potenziali clienti, che porta ad un ampliamento del mercato. Infatti, per esempio quanto più una società web aumenta il proprio numero di utenti (permettendo loro di accedere al suo web indipendentemente dalla condizione personale) tanto più cresce il numero dei clienti effettivi. Questo spiega perchè le grandi società commerciali, oltre alla cura delle loro immagini “politically correct” hanno sviluppato siti web accessibili prima che ciò diventasse obbligatorio per legge. 3. Rendere il Web Accessibile Il problema centrale sull’accessibilità web è stato responsabilità degli sviluppatori web. Comunque il software web gioca un ruolo fondamentale nell’accessibilità web. Il software ha aiutato gli sviluppatori a fornire e valutare siti web accessibili, utilizzabili da persone con disabilità. Uno dei ruoli dell’Iniziativa sull’Accessibilità (Accessibility Web Iniziative WAI1) è sviluppare linee guida e tecniche che descrivano soluzioni di accessibilità per software web e sviluppatori web. Queste linee guida WAI2 vengono considerate standard internazionali per l’accessibilità web. Sono formate da un certo numero di linee guida, ognuna con uno o più punti di controllo; ad ogni punto di controllo viene data una priorità che si basa sull’impatto che ha sull’accessibilità: [Priorità 1] = Lo sviluppatore del contenuto web deve conformarsi a questo punto di controllo. In caso contrario per uno o più gruppi di utenti sarà impossibile accedere alle informazioni del documento. La conformità a questo punto di controllo è una condizione fondamentale perché alcuni gruppi siano in grado di utilizzare documenti web. [Priorità 2] = Lo sviluppatore del contenuto web dovrebbe conformarsi a questo punto di controllo. In caso contrario per uno o più gruppi di utenti sarà impossibile accedere alle informazioni del 1 Iniziativa accessibilità web, htttp://w3c.org/WAI 2 Linee guida accessibilità web, http://www.w3.org/WAI/guid-tech.html Fiorenza Scotti 21 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 documento. La conformità a questo punto di controllo eliminerà barriere importanti per l’accesso ai documenti web. [Priorità 3] = Lo sviluppatore del contenuto web può tenere in considerazione questo punto di controllo. In caso contrario per uno o più gruppi di utenti sarà impossibile accedere alle informazioni del documento. La conformità a questo punto di controllo migliorerà l’accesso a documenti web. Le linee guida WAI sono uno standard de facto e gran parte della legislazione mondiale relativa all’accessibilità web, si basa su di esse.3 Rendere un sito web accessibile può essere semplice o complesso per molti fattori come il tipo di contenuto, la dimensione e complessità del sito e strumenti ed ambiente di sviluppo. Molte caratteristiche di accessibilità vengono messe in pratica facilmente se sono programmate all’inizio dello sviluppo o riprogettazione del sito web. Determinare l’inaccessibilità di siti web può richiedere uno sforzo significativo, soprattutto siti che non erano “codificati” inizialmente con marcatori standard XHTML e siti con contenuto di tipo multimediale non classificati nella maniera giusta. Molti web designer affermano che è meglio progettare un sito web ex-novo piuttosto che “trasformare” un web inaccessibile in accessibile. Un’altra opinione abbastanza frequente è che una pagina web accessibile debba essere “povera” rispetto ad una pagina che usa animazioni, lampeggiamenti, colori e così via. Dal lato opposto lo sforzo per essere chiari e coerenti aumenta la qualità del web in sé stesso. Per esempio trasmettere informazioni che si basino esclusivamente sui colori significa non soltanto non pensare alle difficoltà delle persone daltoniche ma anche creare un web che può essere più difficile nell’aggiornamento (perché il webmaster può cambiare o dimenticare il significato iniziale dei colori) o dare allo stesso simbolo (per esempio una freccia) due (o più) significati diversi è deleterio anche per persone senza problemi di accessibilità. Valutare l’accessibilità del sito web è fondamentale prima di pubblicarlo. Quando si sviluppa o si riprogetta un sito, valutare l’accessibilità4 al principio e durante il processo di sviluppo può identificare i problemi di 3 Molti paesi hanno adottato leggi che promuovono l’accessibilità web, l’Italia per esempio ha approvato la cosiddetta “legge Stanca” (http://www.pubbliaccesso.it), che esige che tutti i siti web del settore pubblico siano accessibili. 4 Valutare l’accessibilità dei siti web: Estratto: http://www.w3.org/WAI/eval/Overview.html Fiorenza Scotti 22 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 accessibilità all’inizio e a questo punto è più facile dare il giusto orientamento. Tecniche semplici come cambiare la composizione in un browser possono essere determinanti per vedere se una pagina web rispetta qualche linea guida di accessibilità. Una valutazione globale per determinare se un sito rispetti tutte le linee guida di accessibilità, è più complessa. Ci sono strumenti di valutazione5 (come Bobby www.bobby.co, o Dream Weaver) che aiutano con la valutazione. Comunque, nessuno strumento da solo può determinare se un sito rispetti le linee guida di accessibilità. Questo significa che la valutazione finale viene sempre lasciata allo sviluppatore del sito col feedback degli utenti finali, come non esiste uno strumento automatico che possa dire se un sito web è completamente accessibile o no. Il controllo umano consiste principalmente nel selezionare una campionatura rappresentativa delle pagine e nell’esaminare ogni pagina coi punti di controllo WAI, usando browser diversi su sistemi operativi differenti e per esempio: togliendo le immagini controllare se è disponibile un testo alternativo appropriato; togliendo il suono assicurarsi che il contenuto audio sia ancora disponibile attraverso testi equivalenti; utilizzare i controlli del browser per variare la dimensione della font: verificare che la dimensione della font cambi sullo schermo di conseguenza e che la pagina sia ancora utilizzabile con dimensioni di font maggiori; controllare con diverse risoluzioni di schermo e/o ridimensionando la finestra di applicazione ad una dimensione inferiore a quella massima per verificare che non sia necessario lo scorrimento orizzontale (attenzione: controllare con diversi browser o esaminare il codice per il dimensionamento assoluto, assicurarsi che si tratti di un problema di contenuto e non di browser); cambiare il colore del display nella gamma dei grigi (o stampare la pagina nella gamma dei grigi o in bianco e nero) e osservare se il contrasto del colore è appropriato; senza utilizzare il mouse, usare la tastiera per navigare nei link e form control di una pagina (per esempio, utilizzando il tasto "Tab"), assicurandosi di poter accedere a tutti i link e form control, e che i 5 Strumenti di valutazione, riparazione e trasformazione per l’accessibilità del contenuto web, http://www.w3.org/WAI/ER/existingtools.html Fiorenza Scotti 23 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 link indichino chiaramente che cosa portano ad esaminare pagine con script, fogli di stile, applet ed altri oggetti (embedded objects) non caricati. 4. Mettere in pratica l’accessibilità del materiale elettronico Dato che le informazioni per aggiornarsi, studiare, fare ricerche, lavorare, divertirsi sono disponibili sempre di più in formato elettronico, è importante tenere in considerazione i principi di accessibilità quando si producono i vari materiali. Siccome ci crediamo fermamente, abbiamo applicato questo “vincolo” a tutto il materiale del Master in Assistive Technology (www.ing.units.it/bca) di cui riproduciamo la Home Page. L’accessibilità web è anche uno degli argomenti trattati nel Master ma è fondamentale non solo per sviluppare un web del Master accessibile ma anche tutto la documentazione prodotta e fornita dagli insegnanti del Master è accessibile: ciò è importante per il materiale che accompagna le lezioni (file di Power Point, immagini jpg, …) ma soprattutto per le lezioni di elearning del Master. Per questa ragione abbiamo sviluppato un Master di apprendimento combinato (cioè che combina e-learning, forum, laboratori in presenza, …) dato che i nostri studenti sono persone che lavorano e che vengono da Fiorenza Scotti 24 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 varie regioni italiane e che quindi possono partecipare alle attività didattiche di persona soltanto in alcune giornate (i venerdì e sabato). Il fatto di progettare le attività didattiche del Master in Tecnologia di supporto in base ad un approccio di design for all ha permesso anche a studenti non vedenti di partecipare al Master senza problemi e di ottenere la certificazione del Master. Riferimenti (iniziando dal più recente) Morini, A., Scotti, F., Assistive Technology Tecnologie di supporto per una vita indipendente, Maggioli 2005 Scano, R. Accessibilità dalla teoria alla realtà, IWA Italy, 2004. Autori Vari, La progettazione accessibile, Franco Angeli, 2004. Fiorenza Scotti 25 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ JON CHRISTOPHERSEN SULL’EDILIZIA - ISTITUTO 21 Marzo 2006 NORVEGESE PER LA RICERCA INDAGINE SUL CONTENUTO DEGLI STUDI SOCIALI DELLA RICERCA DI DESIGN UNIVERSALE NEL MONDO Nell’estate del 2005, è stato commissionato all’Istituto Norvegese di Ricerca sull’Edilizia uno studio sull’attuale base di conoscenza dei problemi di scienza sociale relativi all’universal design. La ricerca doveva analizzare pubblicazioni sui bisogni delle persone anziane e dei disabili nella società, problemi edilizi e di progettazione, iniziative governative, sistemi di politiche pubbliche e di sostegno, mentre erano escluse, in modo particolare, le problematiche relative al design. Sebbene sia una sezione limitata del progetto, la ricerca di fonti internazionali indica che il fabbisogno di ulteriore lavoro di ricerca e sviluppo è lo stesso dovunque le teorie dell’universal design sono state accettate, e le differenze tra le varie parti del mondo sono lievi. La struttura delle fonti esistenti Non mancano i riferimenti e qualunque ricerca darà immediatamente migliaia di risposte pertinenti. In ogni caso, la maggior parte di esse si occupa di progettazione, sia dal punto di vista creativo, sia alla maniera di un manuale, fornendo esempi e presentazioni delle soluzioni preferite o spiegazioni del progetto. Con poche eccezioni, l’enfasi è posta sulle disabilità motorie, escludendo quasi completamente soluzioni per persone con problemi sensori o cognitivi. Un altro gruppo più piccolo, ma comunque abbastanza nutrito di fonti, appartiene alla categoria dei sistemi e metodi di controllo e valutazione di quanto è stato costruito. Gli studi relativi – sociologici, economici o architettonici – sono abbastanza rari. Three types of sources: 1. Guidebooks/design solutions 2 Audits/evaluation systems Jon Christophersen 26 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 Fig. 1. Le tre categorie di fonti principali È abbastanza curiosa la relativa scarsità di ricerca sociale, economica ed architettonica: molte tematiche relative all’universal design, in particolare riguardanti gli anziani, sono di tipo sociale ed economico, mentre la realtà al contrario si riferisce spesso ad argomenti finanziari ed architettonici, per esempio il fatto che l’accessibilità limita un buon progetto ed una buona architettura. La ricerca è limitata comunque all’ultima di queste tre categorie che abbiamo diviso in quattro sottogruppi: 1. Studi su persone anziane e disabili come gruppi sociali. Questi lavori non si occupano generalmente di ambiente fisico o strutture materiali, alcuni utilizzano le tematiche relative alla qualità edilizia come indicatori della qualità della vita. 2. Pubblicazioni su progettazione, edilizia abitativa e ambiente costruito. In questo caso, l’obiettivo sono i processi e metodi di progettazione, design e costruzione, spesso in relazione a regolamenti edilizi, norme e responsabilità legali. 3. Questioni di politica governativa Queste pubblicazioni riguardano principalmente la valutazione di azioni governative, programmi e studi di gestione o studi preliminari per proposte di legge, ecc. 4. Spiegazioni, proposte ed altre dichiarazioni politiche La ricerca solitamente ne contiene poche; molte non presentano nessuna ricerca reale ma fanno riferimento a studi o esprimono le opinioni di utenti o gruppi di utenti. Studi sociali: condizioni di vita, alloggi ed ambiente costruito La nuova tendenza di ricerca ritiene che la disabilità sia dovuta ad un conflitto tra le abilità delle persone e le capacità richieste per affrontare l’ambiente. In ogni caso, gli studi sociali spesso si concentrano su individui o gruppi di individui, non su problemi contestuali come le limitazioni dell’ambiente fisico. Dunque sono quasi del tutto inesistenti studi sociologici con una sufficiente base contestuale e relazionale importante in rapporto all’universal design. E’ quindi necessario esaminare a fondo il rapporto tra gli individui e l’ambiente fisico, sia negli alloggi che negli edifici pubblici o nelle aree Jon Christophersen 27 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 esterne. Lo sviluppo metodologico sembrerebbe essere il primo passo logico. Il successivo potrebbe essere l’utilizzo di questi studi da parte di enti centrali di statistica. Fig. 2. In che modo questo riguarda la vita di individui o gruppi di individui? Conosciamo tipo, rigidità e distribuzione delle barriere nell’ambiente costruito? (Foto dell’autore) Meno complicati ma comunque carenti sono i metodi statistici per valutare quantità, rigidità e distribuzione delle barriere nell’ambiente costruito, includendo aree edificate già esistenti, lavori di nuova costruzione e riassetto. I dati sull’accessibilità sono reperibili in molti paesi ma sono insufficienti e non accurati, e spesso si riferiscono solo a problemi generici di alloggio. Quindi, le politiche intraprese da molti paesi per eliminare le barriere sono difficili da attuare. È inoltre quasi impossibile valutare il costo delle migliorie e l’importo e il tipo di lavoro edile e di costruzione relativi. Verifiche complete di tutte le aree costruite richiederebbero ovviamente uno sforzo troppo grande per essere realizzate, si possono comunque sviluppare altri metodi. Sono state portate avanti ricerche metodologiche per aggiornare i dati sullo stock di alloggi in Scandinavia, mentre altrove, quest’area della ricerca sembra carente. Il mercato dell’abitazione Le persone anziane sono più mobili che nel passato. Hanno più disponibilità economiche e si ritiene che siano anche più attive nel mercato dell’abitazione. In maniera interessante, questo non sembra incidere sulla domanda di abitazioni accessibili – né l’accessibilità sembra costituire un valore aggiunto sul prezzo di mercato. Una ragione potrebbe Jon Christophersen 28 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 essere nel fatto che le persone sotto i cinquant’anni sono la parte predominante del mercato, mentre le persone più anziane ne sono una piccola minoranza. Un’altra ragione è che, ad eccezione di coloro che hanno disabilità motorie, l’accessibilità occupa un posto meno importante nella lista delle priorità abitative degli anziani – sono state ben ricercate le loro preferenze e priorità. Sfortunatamente, per molti anziani accessibilità significa vita passiva. La ricerca può approfondire i problemi e le priorità tra gli anziani che cercano abitazioni accessibili, includendo prezzi, quantità di alloggi accessibili sul mercato, qualità ed ubicazione, accessibilità a vari servizi, ecc. Inoltre, molto importanti nella situazione odierna, sono le dinamiche di fornitura: molte abitazioni nuove o ristrutturate sono progettate e costruite da professionisti altamente specializzati. Sembra che si sappia poco sulle loro preferenze e priorità e su come se le sono create. Molti diranno che seguono le tendenze di mercato e costruiscono in base alle richieste del mercato stesso. Non sappiamo, comunque, se abbiano effettuato ricerche di mercato, quali possano essere le loro scelte strategiche e le prospettive a lungo termine o come si siano fatti un’idea di edilizia buona e vendibile. Riassetto e nuova costruzione Le persone disabili e le loro organizzazioni spesso si lamentano della mancata applicazione della legge. Codici, regolamenti e decreti edilizi attuali non comprendono più le caratteristiche prestazionali, ma stabiliscono caratteristiche funzionali minime. Per i dati e soluzioni preferite si devono consultare manuali e materiale di riferimento, di cui sembra ci sia grande abbondanza dappertutto. Jon Christophersen 29 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 Fig. 3. Gli edifici pubblici nuovi dovrebbero essere accessibili ma spesso non lo sono – sia per le persone che utilizzano ausili per la mobilità che per quelle che hanno visibilità limitata. (Foto Svein Magne Fredriksen) Premesso che la legislazione e le linee guida sono sufficienti per rendere gli ambienti accessibili, ci sono quattro spiegazioni plausibili sul perché le costruzioni risultano non soddisfacenti: - procedure di controllo negligenti, - liste di controllo e documentazione inappropriata - mancanza di nozioni o - insufficiente attenzione a accessibilità e design universale (UD) durante progettazione e costruzione. Per sanare questa situazione, due elementi sembrano fondamentali: - formazione di progettisti e costruttori (il programma di formazione delle generazioni future sembra essere tenuto in grande considerazione sia in EU che altrove); - sviluppo di migliori procedure di controllo e metodi di documentazione. Questi ultimi sono piuttosto impegnativi per il numero di controlli ad ogni livello del progetto e durante l’intero processo edilizio in loco, perché richiedono sia ricerca che sviluppo. Fig. 4. Una situazione di vita reale abbastanza comune: facile accesso a livello del negozio (necessario per usare i carrelli della spesa) Soglia alta/cambiamento di livello per raggiungere l’ambulatorio di dottore (lege) e fisioterapista. Le norme edilizie prescrivono entrate accessibili in entrambi i luoghi. (Disegno: Wenche Tangerud e l’autore.) Jon Christophersen 30 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 Costo Il costo è chiaramente l’ambito in cui gli obiettivi di ricerca sono più urgenti. La maggior parte delle controversie sui costi avvengono sia a favore che contro l’universal design e l’accessibilità, ma poche sono documentate da fatti reali, tra l’altro neppure facilmente disponibili. I pochi studi esistenti sui costi risalgono a più di dieci anni fa – periodo in cui costruttori, architetti e progettisti avevano poca esperienza sull’accessibilità nel progetto e costruzione. L’universal design era a quel tempo un concetto completamente nuovo (e solitamente sconosciuto) nel settore edilizio. L’accessibilità è probabilmente meno costosa adesso, in quanto buone soluzioni sono diventate consuete ed è stata sviluppata la tecnologia richiesta. Dato che molti paesi stanno affrontando un aumento senza precedenti della percentuale di anziani nella popolazione, ci sono problemi fondamentali relativi al costo dell’assistenza istituzionalizzata rispetto all’assistenza domiciliare agli anziani in alloggi accessibili. Il calcolo del risparmio attuale – cioè quanto può diminuire il fabbisogno di assistenza se le case o le aree di residenza si conformano ai criteri di universal design – è ricco di risvolti metodologici e generalmente non sono disponibili dati affidabili. Ancora meno si conosce sui costi sociali: le persone anziane sono più soddisfatte ed hanno una miglior qualità di vita in abitazioni di universal design piuttosto che in case standard, istituti ben progettati o abitazioni protette? Gli studi sui costi sociali ed il costo sociale dell’assistenza necessitano di nuovi metodi di ricerca e probabilmente di un lavoro interdisciplinare che coinvolga progetto, offerta d’assistenza ed economia così come architettura e tecnologia edilizia. Il costo di progetto e costruzione di ambienti accessibili è stato oggetto di intense discussioni. Da una parte si afferma che il costo aggiuntivo è trascurabile o non esistente, se si fissano le caratteristiche di accessibilità come presupposto del design sin dall’inizio. Dall’altra parte si asserisce che problemi tecnici, quali caratteristiche costruttive, condizioni atmosferiche e clima, possono generare costi aggiuntivi inevitabili. Se ne sta discutendo per lo meno dalla fine degli anni ’70, ma mancano quasi totalmente documenti, fatti e dati. Solo una cosa sembra ovvia: l’analisi dei costi d’accessibilità nelle abitazioni e negli edifici pubblici richiede metodi diversi. Possono esserci anche differenze simili tra edifici pubblici e luoghi di lavoro e sembra probabile che nuovamente siano necessari approcci diversi per indagare il costo di soluzioni universal design complete. Mancano anche studi sui costi di rinnovamento e miglioramento dell’accessibilità in edifici esistenti ed aree esterne e forse sono ancora più Jon Christophersen 31 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 difficili da realizzare. Nelle aree urbane vengono gradualmente introdotti cordoli abbassati, una miglior segnaletica e percorsi tattili durante i normali lavori di manutenzione. Raramente si conosce il costo per migliorare l’accessibilità. La stessa cosa accade per le aree ricreative come i parchi pubblici ed altri spazi aperti. In particolare si sa poco sul costo di una migliore accessibilità per persone con visione ridotta. Molte abitazioni del patrimonio esistente sono state edificate molto prima che esistessero requisiti di accessibilità. Lo standard generale d’accessibilità è pertanto basso – come lo è il tasso con cui gli edifici esistenti vengono sostituiti. Quindi, l’ambiente costruito può rimanere inaccessibile per generazioni. Non sono state fatte verifiche e valutazioni dettagliate degli edifici esistenti e nella migliore delle ipotesi i sistemi operativi per valutare il costo dei miglioramenti sono scarsi. Per quanto riguarda il patrimonio esistente di abitazioni, quattro risvolti economici sembrano essenziali per far sì che le persone anziane possano continuare a vivere a casa: 1. Installazione di ascensori in edifici di appartamenti costruiti dopo la guerra e edifici dei centri storici; 2. Bagni più accessibili e fruibili in tutti i tipi di alloggio; 3. Spazi di circolazione migliorati in abitazioni multi piano; 4. Facile accesso a livello a parcheggi condominiali o autorimesse. E’ necessario studiare l’importanza dei miglioramenti apportati in edifici pubblici e luoghi di lavoro. Le aree che hanno maggior necessità di essere studiate con urgenza sono scuole, università ed uffici, anche perché aumentano le esigenze di pari opportunità nell’istruzione e nel lavoro. Ovviamente, le intenzioni del governo, le leggi antidiscriminazione e gli obiettivi per migliorare l’accessibilità avranno poco senso se non c’è un lavoro di progettazione e sviluppo. Per essere efficaci, le priorità, gli incentivi e i finanziamenti devono avere una base solida ed il più possibile completa. Progetto architettonico e metodi di costruzione Gli architetti e costruttori sono stati spesso contrari alle richieste di accessibilità, ma in molti hanno dovuto creare edifici accessibili: lo impone la legge. Ci sono anche testimonianze di molti che ora sono capaci di progettare soluzioni accessibili al tempo stesso funzionali ed architettonicamente soddisfacenti senza essere costose. Il lavoro teorico nel campo dell’architettura si è concentrato sui principi di universal design e contro gli atteggiamenti negativi. I metodi di progetto basati sull’aspetto creativo e sul coinvolgimento dell’utente, sulla Jon Christophersen 32 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 creazione di empatia e sui modelli di simulazione rappresentano la spina dorsale dell’insegnamento dell’universal design, almeno da come sembra in tutto il mondo. Sembrano inesplorate le implicazioni architettoniche più ampie dell’universal design e le conseguenze che potrebbero avere sulla teoria dell’architettura. Dobbiamo considerare problemi basilari come la scelta di modelli e percorsi di circolazione, e la forma fisica che ne risulta. La facilità di orientamento è di primaria importanza per persone con vista, udito e capacità cognitive ridotte, ma in modo particolare per la maggior parte delle persone anziane. Soluzioni di supporto e sistemi di codifica dei colori importanti per l’orientamento, possono avere conseguenze architettoniche importanti che meritano di essere studiate. Inoltre, i progressi nelle tecnologie dell’assistenza creano la necessità di nuove ricerche. Gli spazi necessitano di flessibilità quando si utilizzano maggiormente sedie a ruote più grandi nei centri commerciali, nei principali nodi dei trasporti pubblici, nelle università e nelle scuole. L’informatica sembra essere l’unica area in cui gli sforzi della ricerca appaiono appropriati. Costruire edifici, stanze e spazi abbastanza accessibili non è ancora una cosa semplice: i problemi nascono quando sono necessarie porte e soglie resistenti alle intemperie, quando si deve garantire la sicurezza antincendio o si deve ridurre la trasmissione del suono. Negli alloggi con struttura in legno, la soluzione dell’accesso a livello sulla porta principale e sullo spazio aperto privato spesso viene scartata per difficoltà tecniche. Evitare inaccettabili differenze tra i livelli del pavimento è un problema quando si utilizza il riscaldamento a pavimento o unità bagno prefabbricate. Nuovi prodotti, migliori soluzioni tecniche e dettagli architettonici sembrano ancora lontani. Conclusioni I settori di ricerca più urgenti sono gli studi sui costi e sui costi-benefici, due campi quasi del tutto inesplorati: costi sociali ed edilizia. Entrambi, comunque dipendono dai metodi di ricerca, dai migliori dati relativi allo standard attuale di accessibilità nell’ambiente costruito e dal costo dell’offerta di soluzioni architettoniche appropriate. Per completare il quadro sono necessari studi sociologici su base contestuale in rapporto all’ambiente costruito, studi di mercato (inclusi fornitori ed acquirenti) e sviluppo di metodi di progettazione e teorie architettoniche. Tutto considerato, è necessario ancora un lavoro considerevole di ricerca per raggiungere la completa integrazione delle persone anziane e dei disabili nella società. Jon Christophersen 33 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 Fonti Le pubblicazioni elencate di seguito si concentrano maggiormente su problemi sociali che sulla forma e sul progetto fisico. Una lista più completa con riferimenti è disponibile come file di word richiedendola a [email protected]. Christophersen, J. (ed). Universal design – 17 modi di pensare ed insegnare. Banca alloggi statale norvegese. HB: 7.F.34 E Oslo 2002. 386 pps. ISBN: 82-90122-05-5. Download: (.pdf in tre parti) http://husbanken.no/portaler/iporthoved.nsf Il libro descrive i vari tipi di insegnamento di universal design. I 17 articoli di docenti di università in Europa, Nord America, Australia ed Asia mostrano e spiegano la pluralità dell’universal design come tema. Clarkson, J., Coleman, R., Keates, S. Lebbon, C. Inclusive Design. Design for the whole population. Springer verlag. 607 p London 2003. ISBN 185233-700-1 Website: http://rehab-www.eng.cam.ac.uk/id.htm Rassegna della pratica contemporanea nella progettazione inclusiva. Temi relativi all’integrazione sociale, esigenze, adattamento, alloggio ed età dell’utente, alloggi a prezzi accessibili, quartieri riqualificati, centri sociali informali, riqualificazione urbana, governo. Keates, S., Clarkson, J. Countering Design Exclusion: An Introduction to Inclusive Design. Springer-Verlag. London 2003, 227 p. ISBN 1-85233769-9. Un approccio pragmatico alla progettazione inclusiva, adatto al mondo dell’industria. Si discute il fallimento e la mancata assimilazione dei metodi esistenti. Il libro presenta l’approccio mentale necessario a riflettere sulle sfide poste dalla progettazione inclusiva e ad adattare le soluzioni alle esigenze delle aziende produttrici. Preiser, W., Ostroff, E. (ed) Universal Design Handbook. McGraw-Hill. 2001 1216 pps. ISBN 0-07-137605-469. Saggi da quasi tutti i paesi del mondo: casi di studio con linee-guida per docenti che trattano temi analoghi; presentazione di teorie su opinioni e idee; letteratura esistente con descrizione delle realizzazioni ad oggi. Gli Jon Christophersen 34 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 argomenti vanno dai sistemi di trasporto al progetto dei bagni, dagli apparecchi per la cucina ai computer. Ratzka, A. Una breve ricerca di studi su costi e benefici di ambienti che non mettono in posizione di svantaggio. Atti CIB del Congresso Internazionale sull’Accessibilità di Rio de Janeiro, Brasile, Giugno 1994 Download: http://www.independentliving.org/cib/cibrio94access.html Il documento sintetizza i risultati di alcune presentazioni in occasione di altri eventi CIB W84 e discute lo studio dei costi aggiuntivi della costruzione accessibile in rapporto ai benefici che si possono ottenere da ambienti senza barriere. Gruppo di lavoro di universal design degli alloggi per conto dell’ufficio giudiziario. Progettazione alloggi per tutta l’edilizia residenziale universal design del Queensland. Ufficio giudiziario del Queensland, Brisbane, Documento 3 Marzo 2005 Website/download: http://www.justice.qld.gov.au/guardian/pa.htm, http://www.housing.qld.gov.au/builders/smart_housing/pdf/housing_design _for_all.pdf Il documento delinea la posizione di membri non governativi del Gruppo di Lavoro di universal design abitativo del Queensland e traccia il percorso da raggiungere per sostenere l’adozione dell’universal design degli alloggi in tutti gli interventi di edilizia residenziale, sia nuova che riqualificata in maniera sostanziale. Il documento illustra costi e benefici, sicurezza e relazioni con l’assistenza domiciliare. Norve, S., Christophersen, J., Denizou, K., Edvardsen, D. and Oyen, C. F. Kunnskapsoversikt universell utforming og tilgjengelighet. (Base di conoscenza su Design Universale ed accessibilità. Solo in lingua norvegese). Istituto norvegese di ricerca edilizia, relazione progetto n. 392. 2005 Jon Christophersen 35 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 KARINE DENIZOU - ISTITUTO NORVEGESE PER LA RICERCA SULL’EDILIZIA SCHEDA DI CONTROLLO PER L’UNIVERSAL DESIGN NELLA PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA Programma di controllo per il design universale nella progettazione architettonica - Come i cambiamenti del regolamento edilizio norvegese incidono sul processo di design Introduzione Nel 1997 sono stati fatti cambiamenti fondamentali nel regolamento edilizio norvegese e norme relative. I cambiamenti si riferiscono alle responsabilità rispetto a regolamento e norme edilizie. Le aziende/architetti che richiedono il permesso di costruire sono ora responsabili dell’ottemperanza del regolamento (non si tratta più come prima, di una responsabilità congiunta delle autorità municipali, dei progettisti e costruttori). Inoltre, le norme norvegesi sono andate oltre, nella direzione dello sviluppo di detti requisiti, rispetto ad altri paesi. Quasi tutti i dati necessari sono reperibili nella normativa. Ciò si applica ad ogni tipo di requisito, dalle norme antincendio all’energia, o all’acustica, compresi quelli che si riferiscono all’usabilità e funzionalità. I requisiti di accessibilità appartengono a questo secondo gruppo. Il nostro obiettivo è di dare agli architetti la libertà di progettare, fornendo quindi possibilità di svariate soluzioni per reagire a contesti diversi. Questa relazione cerca di descrivere come questi cambiamenti coinvolgano il lavoro quotidiano degli architetti rispetto all’UD e alla qualità del design, fornendo alcuni esempi. La responsabilità degli architetti per rispettare il regolamento edilizio, implica diverse procedure e nuove esigenze di controllo sistematico del proprio progetto. Gli architetti, come risolvono il bisogno di nuove procedure? Un approccio che si basa sulla prestazione porta all’innovazione nel design in rapporto all’accessibilità o Karine Denizou 36 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 la possibilità di ripensamento (rethinking) viene fermata dalla miriade di formalità e dalle pressioni temporali? Procedure migliorate per controllare l’accessibilità Programmi di controllo per la progettazione architettonica Nello studio di un architetto di una certa importanza, uno degli architetti ha solitamente la responsabilità di tutto il lavoro assieme alle richieste da presentare e al controllo dei disegni. Dal 1997 assieme alla richiesta dei permessi di costruire devono essere forniti i programmi di controllo per la progettazione architettonica. Il richiedente deve anche presentare un certificato di controllo per dimostrare che l’azienda possiede la competenza necessaria. In teoria dovrebbero essere elaborate liste di controllo per ogni schema nuovo che dovrebbe essere messo in relazione col programma di controllo. Il bisogno degli architetti di controllare il proprio lavoro crea la necessità di nuovi metodi, come lo sviluppo di nuove soluzioni. Gli architetti hanno bisogno di strumenti ed informazioni per essere in grado di controllare se i propri progetti rispondono ai criteri di accessibilità. Pochi architetti oggi possiedono procedure di controllo per l’accessibilità che siano sufficientemente valide (Nørve et al., 2005). Gli architetti hanno bisogno di assistenza per sviluppare metodi di controllo personalizzati. Una verifica sistematica del controllo dell’accessibilità è importante anche in rapporto all’innovazione, come la prova qualitativa delle soluzioni scelte. Un tale strumento semplifica situazioni in cui è necessaria una documentazione. Il metodo dovrà includere un’analisi/critica delle soluzioni scelte, rispetto al contesto, alla funzionalità e all’usabilità. Lo sviluppo di procedure di controllo e metodi di documentazione migliori è estremamente necessario. Bisogna sviluppare dei metodi di progettazione architettonica che includano buoni sistemi per le procedure di controllo a qualsiasi livello nei processi di design e di costruzione. Il problema è come sviluppare tali metodi. Sviluppo di metodi per il controllo dell’accessibilità Attualmente, possiamo dire che lo sviluppo di metodi per il controllo dell’accessibilità avviene soprattutto nello studio degli architetti. Le condizioni per lo sviluppo produttivo dei metodi di controllo sono: - Avere un architetto che si occupi di UD assunto nello studio - Avere uno o più progetti edilizi importanti in cui siano indispensabili i principi di UD, per esempio un ospedale Karine Denizou 37 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ - 21 Marzo 2006 E forse aver sperimentato duramente che i requisiti di accessibilità sono fissati per legge A volte succede che gli architetti chiedano consiglio all’Istituto Norvegese per la Ricerca sull’Edilizia circa i metodi di controllo dell’accessibilità. Questo è stato il caso di un ufficio che attualmente è all’avanguardia per quanto riguarda il controllo dell’accessibilità. Lo studio sta progettando un nuovo ospedale nella Norvegia Centrale. Una degli architetti ha particolare interesse per l’UD ed è abbastanza competente in tale campo. Si è resa conto delle carenze di metodi sistematici per l’attuazione dei principi di UD nel processo di design. Su richiesta della persona che apporta migliorie, ha tentato di definire livelli di accessibilità per diverse parti dell’ospedale. Adesso nell’ufficio c’è una specie di comitato per l’accessibilità, visto che le persone si stanno interessando alla questione. Scelgono di elaborare delle liste di controllo sulla base di linee guida, manuali, standard e strumenti stabiliti per valutare l’accessibilità. Una sfida è rendere la lista di controllo abbastanza semplice, senza troppi dettagli e ribadendo i punti importanti come per es. l’interfaccia tra l’edilizia e il paesaggio. Christophersen (2002) ha scoperto che gli edifici pubblici dal 1998 hanno un buon grado di accessibilità per persone con disabilità motorie – non per persone con disabilità cognitive. Le liste di controllo dovrebbero prendere in considerazione tutti i gruppi. L’obiettivo principale del controllo è (1) assicurarsi che i livelli minimi di accessibilità richiesti dalle norme edilizie vengano rispettati o (2) raggiungere le qualità funzionali che l’azienda dei progettisti architettonici si è posta o (3) ottenere un risultato finale che soddisfi non soltanto le norme e le ambizioni dell’architetto, ma anche i pazienti ed il personale dell’ospedale. Il metodo dovrebbe portare ad un risultato che sia migliore del livello minimo di accessibilità richiesto. Programmi di controllo e documentazione L’Istituto Norvegese per la Ricerca sull’Edilizia ha effettuato valutazioni del progetto in cui sono stati esaminati errori e discrepanze relativi all’accessibilità. In un caso ci è stato chiesto di controllare in maniera specifica la qualità della documentazione fornita dagli architetti in riferimento all’UD. Il problema principale era se l’edificio, in questo caso una scuola, rispondesse al requisito di accessibilità prescritto nelle norme edilizie. La scuola è stata descritta come quasi inaccessibile. È stata costruita su un terreno in pendenza ed è formata da quattro edifici separati. Il problema principale è che non è possibile camminare nella scuola senza Karine Denizou 38 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 utilizzare scale ripide. Ci sono ascensori, ma non in tutti gli edifici (non esiste un requisito rigido con riferimento agli ascensori in questo edificio, dato che non ci sono più di due piani). Il modello di circolazione è complicato se l’utente presenta delle disabilità. La documentazione che abbiamo dovuto controllare poteva essere di due tipi: 1. Documentazione che mostra come soluzioni che non sono state pre-accettate (p.es. disposizione nelle norme o altro materiale di base) soddisfino i requisiti di prestazione 2. Documentazione che mostra come i requisiti siano stati controllati durante la fase di design, in conformità ai programmi di controllo Come gli architetti hanno utilizzato i programmi di controllo? I programmi di controllo, che sono stati presentati con la richiesta del permesso di costruire, non hanno informazioni sull’accessibilità. Le autorità edilizie lo hanno sottolineato nella fase iniziale del processo di richiesta. Si sarebbero potuti evitare grossi errori se l’architetto avesse tenuto in considerazione queste annotazioni. Ciò potrebbe indicare che il controllo sull’accessibilità durante il processo di progettazione non ha ottenuto attenzione sufficiente. Il controllo probabilmente è stato fatto sistematicamente e coscienziosamente in campi diversi dall’accessibilità. L’accessibilità non è ancora vista come un settore di rischio come per es. la sicurezza antincendio o la costruzione dell’edificio, in cui un alto livello di difficoltà richiede un alto livello di competenza. Il risultato è che al controllo di qualità in rapporto all’accessibilità viene data meno attenzione che al controllo della qualità in rapporto alla sicurezza antincendio o alla costruzione dell’edificio (Nørve and Flyen Øyen, 2004). Un ulteriore controllo ha mostrato che gli architetti hanno liste di controllo e procedure di documentazione inappropriate. Gli unici elementi che hanno controllato nei disegni sono stati: “C’è posto per il WC?” e “le misure in relazione alle porte per persone con disabilità”. I designer sono soliti affidarsi a consiglieri e consulenti con esperienza per documentare che le soluzioni scelte soddisfino i requisiti di prestazione. Quello che rende i requisiti di accessibilità speciali è il fatto che gli architetti non sono soliti chiedere aiuto in questi ambiti. Potrebbe essere consigliabile delegare la responsabilità del controllo ad un consigliere che abbia la competenza necessaria, ma c’è ancora molta strada da fare e questa situazione non si verifica spesso, a meno che l’azienda non abbia qualche problema col Comune o con un’associazione di utenti. Karine Denizou 39 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 Interpretazione Non tutti gli errori sono dovuti esclusivamente alla mancanza di competenza sull’accessibilità. Il problema principale riguarda l’interpretazione. I requisiti che si basano sulla prestazione sono per definizione aperti all’interpretazione, ed in effetti questa è la ragione principale per cui si basano sulla prestazione. L’obiettivo è che il designer deve avere la libertà di creare soluzioni nuove ed appropriate. Il compito dell’UD è proprio creare soluzioni che si adattino ad ogni nuovo contesto, rispondendo ai bisogni di tutti gli utenti, attraverso un processo di progettazione inquisitivo e di larghe vedute. Il designer non deve dare per scontato di avere la risposta. Sono fondamentali discussioni sulla comprensione dei requisiti di accessibilità, in particolare nello sviluppo del concetto architettonico. È utile affrontare il quesito seguente a mente aperta: “Questa soluzione, come soddisfa le intenzioni normative?” L’interpretazione è stata un punto centrale nel caso di cui sopra. La scuola presentava un’architettura di alta qualità, ma si doveva discutere il concetto in rapporto all’accessibilità all’inizio del processo di progettazione. Il concetto generale permette uno schema che corrisponda alle intenzioni del regolamento edilizio con riferimento all’accessibilità? Innovazione e documentazione Utilizzo delle linee guida Le norme di edilizia si riferiscono alle linee guida, alle norme norvegesi e a serie descrittive pubblicate dall’Istituto Norvegese per la Ricerca sull’Edilizia. Quelle serie o opuscoli di progettazione contengono dati e consigli dettagliati. È importante ricordare che il manuale del regolamento edilizio non contiene requisiti, indica semplicemente soluzioni/specifiche che soddisfino i requisiti e che tradotte direttamente dal norvegese vengono chiamate “soluzioni pre-accettate”. Idealmente, i requisiti di prestazione dovrebbero dare ai designer la possibilità di sviluppare soluzioni innovative rispetto al design universale. Le norme edilizie permettono altre soluzioni diverse da quelle preaccettate ma spesso riscontriamo che gli architetti utilizzano le linee guida e soluzioni pre-accettate come se fossero delle condizioni. In effetti, e dato che lo sviluppo di soluzioni alternative spesso implica complicazioni e ritardi, molti architetti e costruttori cercano indicazioni chiare, che ritengono rendano design e controllo più semplici. A volte sembra che non dispongano del sistema di cui sopra, e soluzioni minime accettabili vengono descritte con misure e dati. Documentazione Karine Denizou 40 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 Se gli architetti scelgono di non seguire le descrizioni comprese nelle linee guida, nell’Istituto Norvegese per la Ricerca sull’Edilizia o negli standard, devono documentare che le soluzioni scelte sono accessibili. Sembra che sia le autorità locali sia gli architetti non abbiano procedure per valutare questo tipo di soluzione. Troviamo per esempio questo consiglio nelle linee guida per i funzionari responsabili delle richieste edilizie del comune di Oslo: “Devono esserci forti motivazioni per non seguire quanto indicato nelle linee guida.” Affermazioni di questo tipo non invitano all’innovazione e indicano che si preferiscono soluzioni pre-accettate. Il ripensamento può aver significato per la qualità dell’architettura e potrebbe contribuire allo sviluppo di soluzioni migliori che comprendano tutti allo stesso modo. Agli architetti viene data realmente la possibilità di sviluppare soluzioni adeguate ed innovative? Esempio 1: design di J.C Decaux, unità di bagni pubblici Decaux soddisfa le richieste dell’utente in un ambiente piccolo progettando un elemento innovativo, senza tener conto delle misure fissate. L’innovazione in questo caso era una tazza del water che poteva ruotare, come una sedia da ufficio, riducendo il bisogno di spazio libero sul pavimento nell’unità del bagno. L’area del pavimento ridotto aveva due vantaggi: uno era ovviamente il costo, l’altro era che un’unità più piccola si sarebbe inserita meglio in una situazione esistente. L’idea venne approvata sia dagli specialisti dell’Istituto Norvegese per la Ricerca Edile che dall’Associazione Norvegese Handicappati, ma al Comune mancò il coraggio di approvare il progetto e richiese una serie di prove utente complete molto costose. Decaux, come si può immaginare, abbandonò l’idea. Karine Denizou 41 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ Figura 1: è possibile lo spostamento una tazza laterale in entrambe le direzioni 21 Marzo 2006 Figura 2: sezione che mostra del water circolare Esempio 2: design di rampa ad Eidsvoll, museo L’architetto ha inteso le linee guida come una condizione e chiede l’esonero da esse. In realtà, sarebbe sufficiente dimostrare che la soluzione scelta funziona, piuttosto che chiedere un esonero dalle norme edilizie. In questo caso specifico, una rampa continua, non interrotta da pianerottoli, è una delle caratteristiche fondamentali del concetto architettonico. Non era possibile per l’architetto utilizzare la soluzione preaccettata, così ha chiesto consiglio all’Istituto Norvegese per la Ricerca sull’Edilizia. Basandosi sulle argomentazioni date dall’Istituto, l’architetto è stato in grado di procedere con la soluzione proposta. Figura 3: entrata mostra con la rampa, vista dall’esterno. Arch. Lund Hagem as. Conclusione Gli architetti hanno bisogno di aiuto per sviluppare metodi di controllo personalizzati. Lo sviluppo dei metodi di controllo ed i programmi di diverso tipo devono tenere in considerazione i bisogni di accessibilità di diversi gruppi di utenti, di persone con disabilità motorie come di persone con disabilità cognitive. Karine Denizou 42 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 Gli architetti necessitano strumenti per discutere usabilità ed accessibilità ad ogni livello del design. Questi strumenti devono essere adattati ad ogni stadio del processo di progettazione e costruzione, che dovrebbe comprendere controllo del concetto architettonico, controllo ad ogni stadio del disegno (sia bozze generali che dettagli) e controllo in sito durante la costruzione. Si deve prestare attenzione anche alla valutazione degli edifici quando vengono utilizzati, per imparare dalla pratica. Questi metodi possono semplificare anche la valutazione ed accettazione di nuove soluzioni. Il ripensamento può avere importanza per la qualità dell’architettura ed è un contributo importante per sviluppare soluzioni migliori che includano tutti allo stesso modo. Agli architetti deve essere data una possibilità reale di sviluppare soluzioni innovative ed appropriate. Riferimenti Nørve, Christophersen, Denizou, Edvardsen og Flyen Øyen (2005): Kunnskapsoversikt Universell utforming og tilgjengelighet. Prosjektrapport 392, Norges Byggforskningsinstitutt. Nørve, Siri og Cecilie Flyen Øyen (2004): Tilgjengelighet og levekår, Hvordan blir tilgjengelighet ivaretatt etter PBL-reformen av – 97? Prosjektrapport 359. Norges Byggforskningsinstitutt. Christophersen, Jon (2002): Bedre tilgjengelighet i nye byggverk – virkninger av ny plan- og bygningslov 1997. Prosjektrapport 321, Norges Byggforskningsinstitutt. Karine Denizou 43 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 EMILIA CONTE - POLITECNICO DI BARI, ITALIA IL CONTRIBUTO DELL'AMBIENTE COSTRUITO POLITICHE PER LE PERSONE CON DISABILITA’ ALLE In un momento in cui lo sviluppo sostenibile deve essere l’obiettivo centrale di ogni politica e azione, è necessario riconsiderare qualunque aspetto problematico della vita odierna nell’ottica della sostenibilità. I tre aspetti fondamentali della sostenibilità, correlati tra loro e che dovrebbero trovare riscontro in ogni azione sostenibile, sono l’ambiente, l’economia e la società. Però, chiunque lavori per uno sviluppo sostenibile sa quanto sia difficile perseguire il requisito sociale della sostenibilità; di fatto, gli aspetti ambientali ed economici della sostenibilità spesso prevalgono, lasciando sullo sfondo le potenzialità per un miglioramento della società. In questo modo, si perde una grande opportunità offerta dalla sostenibilità, quella cioè di implementare l’equità sociale attraverso l’empowerment delle parti più deboli della nostra società. Nella pratica, vi sono molti esempi di strategie, politiche e azioni che, progettate per essere sostenibili, si sono dimostrate fallimentari al momento della loro implementazione, poiché rifiutate o contrastate o anche solo semplicemente disattese dalle persone direttamente interessate, quando le stesse non sono state coinvolte nel processo o le loro aspettative non sono state soddisfatte (Conte, 2001). Ciò è particolarmente vero nel caso in cui strategie, politiche e azioni riguardano gli edifici e le città, poiché di solito si tratta di processi che richiedono un cambiamento nei comportamenti. Sfortunatamente, anche nei paesi sviluppati/industrializzati, la società è ancora caratterizzata da processi di esclusione sociale e la situazione sta persino peggiorando da quando agli “usuali” motivi di esclusione – razzismo, religione, genere, sessualità, disabilità, povertà, etc.– se ne sono aggiunti di “nuovi”, imputabili a differenti e molteplici cause, quali un’economia in costante trasformazione e i nuovi progressi scientifici e tecnologici –nuove forme di povertà, invecchiamento della popolazione, emarginazione dalle tecnologie informatiche, etc.–. È chiaro che tale situazione non è affatto sostenibile e che soltanto un approccio culturale Emilia Conte 44 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 globale può indicare i percorsi da intraprendere per garantire uno sviluppo realmente sostenibile della nostra società. Il modello sociale dell’inabilità A proposito della disabilità, che è ancora oggi una forma di esclusione sociale, il “modello sociale della disabilità” sembra offrire un possibile percorso verso una reale inclusione ed empowerment dei disabili nella società, favorendo una prospettiva di sostenibilità. Al di là delle differenti definizioni, interpretazioni, valutazioni e critiche (Light, 2006), il valore positivo di un simile modello risiede in due aspetti fondamentali: (i) sposta l’attenzione dalle menomazioni alle necessità dell’individuo; (ii) è stato messo a punto dagli stessi disabili (BCODP, 2005). Il primo aspetto è sostanziale per ciò che concerne l’approccio culturale, in quanto la disabilità non è vista come una specificità della persona disabile, per cui il disabile necessita di differenti forme di aiuto e assistenza, diventando un “problema” per la comunità, in termini sia economici sia sociali. Al contrario, il punto di vista è quello di guardare alla disabilità come alle molte forme in cui la società agisce e si comporta, diventando così un handicap per la vita attiva e sociale dei disabili; questo è fondamentale per spostare la responsabilità dai disabili alla società: è la società che deve adattarsi ai disabili piuttosto che i disabili alla società, come prevalentemente avviene tuttora (Given, 2005). Il secondo aspetto è essenziale da un punto di vista metodologico, in termini sia di riflessioni teoriche sia di applicazioni pratiche. Nella percezione della disabilità, considerando i suoi molteplici aspetti, esiste sempre un divario tra persone disabili e non disabili; allora, probabilmente, tutti gli attori coinvolti nel processo d’inclusione sociale –dai responsabili delle politiche ai progettisti, dai pianificatori ai legislatori, dalle persone disabili a quelle non disabili– perseguirebbero meglio l’obiettivo se i bisogni fossero esplicitati e le soluzioni fossero suggerite e testate direttamente dalle persone con menomazioni e disabilità. Perciò, il modello sociale della disabilità può essere visto sia come un quadro di riferimento operativo sia come una sfida verso un concreto miglioramento dell’intera società. In realtà, tale approccio dovrebbe già essere in atto, supportato anche da classificazioni e regolamenti internazionali; per esempio, lo stesso ICIDH-2 riconosce le inadeguatezze dell’ICIDH (International Classifications of Impairments, Disabilities and Handicaps) originale e cerca di superarle considerando, oltre i tradizionali descrittori relativi alle menomazioni personali, nuove dimensioni, come quelle della attività, della partecipazione e dei fattori contestuali, in modo da includere fattori sociali e di empowerment per la comprensione della disabilità (Gray, Hendershot, 2000). Ma ognuno di noi sa, e lo sperimenta Emilia Conte 45 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 personalmente nella vita quotidiana, come le barriere effettivamente esistano, siano ancora troppe e si manifestino in una molteplicità di modi diversi. L’ambiente edificato Le barriere sono di vario tipo, psicologiche, tecnologiche, procedurali e molte altre; ma sicuramente l’inaccessibilità fisica degli edifici e delle infrastrutture urbane costituisce un handicap di fondamentale rilevanza che la nostra società impone ai cittadini, con o senza disabilità, limitandone la capacità di condurre le attività quotidiane e ostacolandone l’aspettativa a esercitare un ruolo attivo nella partecipazione sociale. Architetti e ingegneri non possono sottrarsi alla responsabilità di proporre processi e soluzioni progettuali in grado di eliminare ogni forma di barriera fisica nelle città. Leggi e regolamentazioni Considerando il contesto europeo e in particolare l’Italia, la base legislativa per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici e negli ambienti urbani può essere ritenuta abbastanza adeguata: leggi e regolamenti indicano sia l’obiettivo da perseguire sia quando e dove intervenire (Vescovo, 1997). Correttamente, la legislazione usa un approccio prestazionale invece di suggerire soluzioni specifiche, sebbene siano riportati anche alcuni esempi. Gli aspetti qualitativi del progetto, il rispetto della sicurezza degli ambienti e delle persone, comunque siano ottenuti, sono costantemente alla base delle indicazioni fornite. I dati quantitativi sono riportati allo scopo di controllare le dimensioni minime, principalmente in rapporto alle esigenze delle persone su sedia a rotelle, e sono basati su studi ergonomici. D’altronde, indicando dove intervenire, la legislazione fissa il concetto di spazi e luoghi pubblici sulla base non della proprietà ma dell’utilizzo, istituendo l’obbligo a rendere accessibile ogni spazio e luogo con una funzione pubblica. Così, sia gli edifici pubblici sia quelli privati, quando svolgono funzioni indirizzate all’intera comunità, come scuole, uffici, musei, edifici amministrativi, centri commerciali e così via, devono garantire l’accessibilità. Inoltre, anche gli spazi comuni degli edifici a uso residenziale, sia privati sia pubblici, devono essere accessibili. Per quanto concerne gli edifici per residenza, la legislazione in vigore pone ulteriori indicazioni che riguardano le caratteristiche delle unità residenziali, le quali già dal progetto originale devono garantire la visitabilità a una persona su sedia a rotelle e devono essere adattabili nel Emilia Conte 46 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 tempo a una totale accessibilità, a costi contenuti, qualora mutino le esigenze degli occupanti. È anche interessante che l’edilizia residenziale pubblica debba rispettare un’altra regola, realizzando per ogni nuova costruzione almeno una minima percentuale di unità residenziali completamente accessibili; in tal modo, il settore pubblico diviene un esempio di buona pratica nei confronti della comunità e del settore privato. Un altro aspetto significativo dell’intero sistema di leggi e regolamenti è il fatto di essere indirizzato non solo agli edifici di nuova costruzione ma anche alle ristrutturazioni degli edifici esistenti; infatti, ristrutturare è un’attività che oggigiorno sta diventando sempre più importante nel settore delle costruzioni, in termini sia quantitativi sia economici. Quando si ristruttura, è talvolta ammessa la deroga dalle norme, purché si garantisca il perseguimento dell’obiettivo principale dell’accessibilità. Analogamente, il sistema legislativo regolamenta l’accessibilità degli spazi urbani e delle infrastrutture, enfatizzando il ruolo del settore pubblico e l’importanza dell’adeguamento delle strutture esistenti alle indicazioni di leggi e regolamenti. Esiste dunque la premessa normativa per rendere accessibili le nostre città (Fig. 1), ma sfortunatamente si incontrano barriere architettoniche quasi sempre e ovunque nell’ambiente costruito (Fig. 2). Senza pensare di essere esaustivi, si può tentare di individuare alcune ragioni cruciali di tale malfunzionamento. Figura 1: una rampa è stata aggiunta per rendere accessibile un edificio universitario Figura 2: nessuna rampa per attraversare la principale strada della città Edifici Quando si parla di edifici, s’impone una prima necessaria distinzione tra edifici residenziali e non residenziali, e poi si deve operare una seconda Emilia Conte 47 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 distinzione nell’ambito degli edifici non residenziali tra gli ambienti di lavoro e tutti gli altri edifici. La prima distinzione è dovuta ai molti significati simbolici solitamente associati a una casa (Erman, 2004); per un individuo, la propria casa è il luogo dove trascorrere molte ore del giorno e costituisce il proprio spazio privato, dove ci si aspetta di potere agire come si preferisce, godendo della propria famiglia e/o degli amici, e conducendo attività rilassanti. Subito dopo la casa, l’altro edificio molto importante per una persona che lavora è proprio l’ambiente lavorativo, ancora una volta perché vi si trascorrono molte ore del giorno e anche perché è un edificio che di solito costituisce un luogo di socializzazione. Negli edifici residenziali, se si guarda all’insieme del patrimonio costruito, si riscontra una situazione molto diversificata per ciò che concerne le misure di accessibilità, perciò potrebbe essere utile cercare di riconoscere alcuni aspetti caratteristici di tale situazione. Nel rispetto della legislazione vigente, tutte le nuove costruzioni devono garantire una piena accessibilità delle aree comuni dell’edificio, altrimenti non ottengono l’autorizzazione a essere costruite; mentre il problema dell’inaccessibilità rimane per gli edifici esistenti, costruiti prima delle attuali leggi e regolamenti, poiché l’obbligo a osservare le regole si applica soltanto in caso di sostanziali ristrutturazioni. Alla fine, ciò significa che molti edifici plurifamiliari esistenti nelle città non sono ancora accessibili; però, va ricordato che la legge garantisce comunque il residente disabile che richiede soluzioni per l’accessibilità dell’edificio in cui vive e che può far compiere i lavori necessari anche nel caso in cui gli altri residenti non siano d’accordo. Inoltre, se guardiamo agli interni delle unità residenziali, in molti casi non si riscontra l’indicazione di legge che concerne soluzioni di progetto che rendano semplice ed economica una ristrutturazione per l’accessibilità. È un limite principalmente di architetti e ingegneri, che di solito non si preoccupano sufficientemente di questo importante obiettivo progettuale, ritenendo che si possa in ogni caso trovare una soluzione tecnica a un problema di progettazione, laddove ciò risultasse strettamente necessario. Sfortunatamente, le conseguenze di questo modo di pensare e agire corrispondono sempre a un aumento di costi, alla produzione di rifiuti da cantiere provenienti dalle operazioni di demolizione e, in alcuni casi, anche all’impossibilità di trovare la soluzione più appropriata, costringendo l’individuo ad adattarsi all’ambiente residenziale piuttosto che viceversa. Per quanto riguarda gli ambienti di lavoro, la situazione è ancora più diversificata, in quanto esistono diversi tipi di ambienti di lavoro; per sintesi e compatibilmente con l’obiettivo di questo contributo, può essere utile fare riferimento a uffici e scuole/università. Il problema fondamentale anche in questo caso è legato all’accessibilità degli edifici esistenti, dal momento che i progetti di nuove costruzioni sono necessariamente Emilia Conte 48 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 assoggettati alla normativa. Nel caso di costruzioni non residenziali, tutti gli edifici devono risultare accessibili, dato il loro utilizzo pubblico; ma, al di là delle aree comuni delle costruzioni, è consentito l’adattamento dei soli ambienti specificatamente utilizzati da persone con menomazioni e disabilità, che pertanto possono accedere a un bagno adeguatamente attrezzato e a una stanza-ufficio o a una classe, magari anche ad alcuni laboratori, ma non necessariamente alle altre stanze e agli altri spazi. Benché, in particolare nelle scuole, tale mancanza sia compensata da alcune forme di sostegno e assistenza personali, questo costituisce un ulteriore esempio di come siano le persone a doversi adattare all’ambiente costruito e non piuttosto gli edifici ad adattarsi alle persone. La situazione è la medesima anche in tutti gli altri tipi di edifici non residenziali, che presentano difficoltà più o meno rilevanti per le persone con menomazioni e disabilità, ma purtroppo alcune difficoltà esistono sempre. Si può anche fare un’ulteriore considerazione: spesso le soluzioni progettate per l’accessibilità, in particolare l’accesso principale agli edifici dallo spazio esterno, non sono bene integrate nell’intero progetto. Ciò evidenzia abbastanza chiaramente l’incapacità o quantomeno la disattenzione di architetti e ingegneri, che sembrano semplicemente aggiungere una rampa o una porta più ampia al progetto originale dell’ingresso. Figura 3: all’entrata di un centro ricreativo e commerciale, 3 cartelli indicano che le persone disabili devono compiere una deviazione ed entrare in un’altra strada Tale approccio non è apprezzabile, poiché lancia un messaggio visivo che chiunque può guardare e ricordare, secondo il quale le persone disabili sono “aggiunte” alle altre e non parte del tutto (Fig. 3). Inoltre, ancorché accettabile nel caso di ristrutturazione di edifici esistenti, a causa delle limitazioni imposte dal contesto costruito, diventa un approccio assolutamente inaccettabile nelle nuove costruzioni. Infrastrutture urbane Emilia Conte 49 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 Quando si passa alla scala dell’ambiente urbano, è esperienza comune verificare quante barriere architettoniche esistano nelle nostre città: camminare con una gamba ingessata, trasportare un bambino in un passeggino, accompagnare in auto o a piedi un genitore anziano, sono sempre esperienze difficili e affaticanti. Questa situazione stressante può essere imputabile a differenti ragioni, ma nella maggior parte dei casi deriva dalla combinazione di due fattori principali: le sistemazioni e i dispositivi per superare le barriere architettoniche non vengono adottati o non sono realizzati nel modo corretto (Fig. 4) e gli automobilisti non si comportano in maniera rispettosa, guidando incautamente o parcheggiando le vetture scorrettamente (Fig. 5). Figura 4: mancanza di rampe lungo i marciapiedi Figura 5: un’auto parcheggiata davanti ad una rampa Inoltre, va considerato il sistema dei trasporti in una città, che è parte fondamentale dell’intero sistema vitale cittadino, influenzando il benessere dell’intera comunità (Gee, Takeuchi, 2004). Anche in questo caso, si devono considerare un paio di fattori importanti, che generano disagi per i disabili e i non disabili: le strade e il trasporto pubblico. Se il sistema della rete stradale non include percorsi specifici per andare in bicicletta, fare jogging o anche semplicemente passeggiare (Fig. 6), è la struttura urbana di per sé che già ostacola molte attività che le persone magari gradirebbero condurre; e ancora, se il sistema di trasporto pubblico non riesce a soddisfare anche le esigenze di persone con menomazioni e disabilità, si trasforma in un ulteriore mezzo di esclusione sociale (Fig. 7). I casi qui descritti non sono che pochi esempi, ma è chiaro che le responsabilità sono di una pluralità di attori, quali i progettisti, i costruttori e ogni cittadino, ma è sull’amministrazione comunale di una città che ricade la responsabilità maggiore. Quest’ultima infatti non solo dovrebbe promuovere iniziative per eliminare ogni genere di barriere, ma anche Emilia Conte 50 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 gestire nel tempo la creazione di una città realmente e completamente accessibile. L’attuale situazione mostra che le amministrazioni comunali spesso falliscono sia nell’accertarsi che in una città tutto funzioni al meglio per garantire l’accessibilità sia nel disporre nuovi interventi e lavori di manutenzione quando risultino necessari, come anche nel penalizzare coloro che agiscono ignorando il rispetto delle norme e della comunità. Figura 6: i cittadini camminano sulla strada a causa dell’inadeguatezza dei marciapiedi Figura 7: salire e scendere dagli autobus è difficile per chiunque Politiche per soggetti diversamente abili Quanto sinteticamente sopra descritto evidenzia che le barriere negli edifici e negli ambienti urbani non sono soltanto fisiche, ma anche di altro tipo, e ciò testimonia che le persone non disabili sono disattente alle necessità delle persone con menomazioni e disabilità. Questo comportamento è proprio di ogni genere di attore sociale, dagli amministratori agli architetti ai singoli cittadini, confermando che l’approccio che attualmente prevale nella nostra società è ancora quello di considerare le persone disabili come “diverse” (Rieser, 2002). Tale diversità, invece di essere percepita come un potenziale da utilizzare positivamente, viene piuttosto considerata un problema personale del disabile, che deve adattarsi al resto della società. È evidente come questo approccio sia molto distante dal modello sociale della disabilità, di fatto generando esclusione invece di promuovere inclusione ed empowerment dei disabili nella società. Come per qualsiasi altro aspetto della sostenibilità, poiché si tratta di una trasformazione culturale sostanziale, un modo di oltrepassare il limite attuale è prima studiare e poi implementare una strategia d’azione globale che incida sui molti differenti aspetti della realtà e coinvolga una pluralità di differenti Emilia Conte 51 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 attori sociali. L’obiettivo principale è riuscire a sviluppare una società sostenibile senza handicap, con conseguenti benefici per tutti e non solo per i disabili. La questione importante diviene allora tracciare una strategia efficace e implementarla attraverso politiche appropriate. Va considerato che, come per ogni azione di sviluppo sostenibile, ciò che si dimostra efficace in un contesto non è detto che funzioni altrettanto bene in un altro luogo; ma le caratteristiche fondamentali di una strategia locale di successo possono essere verosimilmente riproposte in altra forma in altro luogo, così azioni locali di sviluppo sostenibile possono contribuire alla sostenibilità globale. In questa logica, è utile cercare di comprendere quali aspetti possono caratterizzare una strategia di successo per l’inclusione sociale e l’empowerment dei disabili. Alcuni punti chiave della strategia si possono individuare in: (i) usare un approccio olistico; (ii) impiegare un processo di ascolto e verifica con i disabili e le loro famiglie, amici e assistenti; (iii) informare disabili e non disabili sugli obiettivi e come si possono perseguire. L’approccio olistico è necessario per garantire un percorso corretto lungo il quale costruire la strategia, considerando i molti aspetti della complessa situazione in esame; mentre i punti (ii) e (iii) dovrebbero assicurare alla strategia rispettivamente l’adeguatezza delle conoscenze e l’efficacia dei risultati. Tale processo richiede molteplici competenze, abilità ed expertise, e inoltre una particolare attenzione va posta al coordinamento . All’interno di una strategia globale, le politiche rappresentano i diversi modi dell’azione; sono gli strumenti dell’implementazione, con i quali testare la riuscita dell’intero processo. In una strategia generale per l’inclusione sociale e l’empowerment dei disabili, le politiche devono essere certamente diverse, e perciò non è possibile, e forse nemmeno utile, tracciarne un elenco, visto anche il loro carattere locale. Invece, un modo di operare utile per studiare politiche specifiche per migliorare l’inclusione sociale e l’empowerment può essere quello di considerare alcune fondamentali disuguaglianze che i disabili sperimentano anche oltre le difficoltà quotidiane e che aggravano ulteriormente la qualità della loro vita. Continuando a riferirsi prevalentemente agli aspetti fisici della materia in studio, possono essere riportati un paio di esempi sui quali condurre ulteriori riflessioni ed eventualmente indirizzare la ricerca nel campo. Fitness / attività ricreative Emilia Conte 52 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 La qualità della vita di un individuo può essere migliorata se si dispone del tempo e dell’opportunità per praticare attività ricreative. Gli ultimi decenni sono stati caratterizzati da un crescente interesse delle persone per il fitness e le attività fisiche, allo scopo di bilanciare le conseguenze di una vita abitualmente sedentaria. Poiché l’attività fisica praticata in modo regolare migliora il benessere e aiuta a prevenire o ritardare le malattie –e con moderati livelli di attività ciò è vero anche per i disabili– promuovere l’attività fisica dovrebbe essere un obiettivo importante delle politiche che mirano alla salute pubblica (Rimmer et alii, 2004). In questa prospettiva, ci sono due cose fondamentali da assicurare: da un lato spazi esterni e dall’altro edifici, entrambi adeguati a consentire l’attività fisica di tutti i cittadini, disabili o meno. Alcune città riescono meglio di altre a garantire percorsi urbani e spazi verdi per tali attività, ma in altre città la situazione deve essere migliorata. In ogni caso, è importante assicurare la completa accessibilità fisica di tali spazi e rendere confortevole il loro uso per i disabili, come anche per gli anziani, i bambini e chiunque altro. A parte gli edifici specificatamente attrezzati per la fisio/idroterapia, la situazione dell’accessibilità agli edifici per le attività fisiche –palestre, piscine, etc.– è simile a quella descritta in precedenza con riferimento ad altri edifici di uso pubblico, con la circostanza aggravante che possono diventare perfino più scomodi e pericolosi, proprio in conseguenza delle attività praticate al loro interno –musica ad alto volume, pavimenti scivolosi, etc.–. In aggiunta a ciò, spesso accade che il personale assistente non abbia la preparazione adatta a supportare le necessità anche dei disabili e che inoltre vi sia carenza di attrezzature e strutture adeguate. Turismo Un’altra attività sociale e ricreativa che migliora la qualità della vita è viaggiare; in effetti il numero di turisti aumenta di anno in anno, assieme al fatturato dell’industria turistica. Ciò dovrebbe costituire la premessa per rivolgere l’attenzione anche a nuovi settori del mercato, come per esempio i disabili e gli anziani, ma inspiegabilmente questo non è ancora accaduto. Come nelle altre situazioni, anche quando si considera il turismo, non esiste solo un problema di barriere fisiche (Yau, McKercher, Packer, 2004); però, se esistono le barriere fisiche, le altre cause di esclusione diventano secondarie, poiché qualsiasi iniziativa utile al processo di inclusione sarebbe vanificata dalla presenza delle barriere fisiche. Emilia Conte 53 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 Le barriere fisiche devono essere rimosse nel sistema dei trasporti, allo scopo di rendere i mezzi di trasporto e le relative infrastrutture completamente accessibili. Naturalmente, la legislazione forza già in questa direzione, ma le misure di accessibilità indicate dalle norme dimostrano di essere nella pratica soltanto requisiti minimi, incapaci di garantire l’appropriato comfort. Anche se i turisti disabili si adattano alla situazione all’unico scopo di riuscire a viaggiare, ciò non significa che l’offerta incontra la domanda. Le barriere architettoniche devono essere rimosse, quanto più possibile, anche dai luoghi di attrazione turistica, sia in ambiente naturale sia negli edifici, per evitare che i turisti disabili rinuncino a una visita o a un viaggio, perdendo un’occasione per socializzare e godere di nuove esperienze percettive ed emozionali. Inoltre, se alberghi e altre strutture ricettive non sono accessibili, le persone disabili non possono diventare turisti; perciò ogni politica che promuova il turismo quale mezzo di inclusione sociale ed empowerment dei disabili deve comprendere un insieme di iniziative relative agli edifici. In questo caso, il rischio da evitare si riferisce a sottili possibili forme di esclusione, come l’emarginazione generata dagli edifici che presentano solo poche stanze e pochi spazi comuni accessibili o anche una concentrazione di discriminazione in relazione a quegli edifici che vengono riconosciuti come specificatamente predisposti per i disabili (Show, Coles, 2004). Osservazioni conclusive e domande aperte Dall’analisi sinteticamente presentata, possono essere evidenziati alcuni punti chiave: (i) edifici e città sono ancora ben lontani da potersi ritenere effettivamente accessibili su larga scala; (ii) le barriere all’accessibilità sono molte e di vario genere, ma eliminare le barriere fisiche è la premessa indispensabile per rimuovere qualsiasi altro tipo di barriera; (iii) la legislazione sull’accessibilità è ben progettata nel suo approccio, ma forse necessita di miglioramenti per ottenere risultati più fruttuosi nell’applicazione dell’accessibilità ai casi reali; (iv) rendere accessibili edifici esistenti è difficile e attualmente non viene realizzato efficacemente. Allora, un punto di partenza fondamentale di ogni politica di inclusione ed empowerment dei disabili nella società non può prescindere dall’intervenire sull’ambiente costruito rendendolo completamente accessibile. Seguire il modello sociale della disabilità può essere la direzione giusta da prendere per implementare politiche efficaci, orientate a uno sviluppo sostenibile. Il modello sociale della disabilità può costituire un produttivo indirizzo anche per la ricerca nel campo dell’accessibilità, promuovendo un approccio più olistico nell’affrontare i problemi correlati alla disabilità (BCOPD, 2002-2003). Emilia Conte 54 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 Per rispettare l’approccio olistico, sia in teoria sia in pratica, le diverse politiche di sostegno ai disabili devono formare una rete di interventi interrelati reciprocamente; ciò si può ottenere in modo soddisfacente soltanto se le differenti politiche vengono progettate e amministrate nell’ambito di un’unica strategia. Una simile strategia deve tenere in considerazione i molti attori sociali coinvolti nelle politiche e nelle pratiche e deve essere capace di coordinare tutti i loro sforzi e contributi, focalizzandosi sull’obiettivo comune dell’inclusione sociale e dell’empowerment dei disabili. Risulta evidente che la questione fondamentale è riuscire ad attivare una trasformazione culturale, al fine di non considerare più le persone con menomazioni e disabilità come disabili, ma piuttosto come persone diversamente abili, con un potenziale personale e sociale da utilizzare per l’equo sviluppo di una società matura. Trattandosi di questioni culturali, un’azione fondamentale da promuovere concerne la formazione di tutti i soggetti coinvolti nel processo, amministratori, architetti, ingegneri, pianificatori, legislatori, costruttori e tutti i cittadini. Inoltre, per ottenere migliori risultati in futuro, è indispensabile cominciare dall’educazione dei ragazzi; d’altronde, per cercare di raggiungere buoni risultati già oggi, è indispensabile assicurare la giusta informazione alla comunità: tutto ciò apre diversi interrogativi sulle conoscenze da produrre e gli strumenti da impiegare per diffonderle. Anche altri interrogativi, che non sono stati esplicitati in questo contributo, dovrebbero essere tenuti in considerazione; alcuni sono più teorici, come ad esempio quelli inerenti agli effetti di forme combinate di discriminazione, altri sono più pratici, come ad esempio quelli correlati ai costi delle politiche di inclusione sociale ed empowerment. L’auspicio è che questo contributo, riconoscendo alcuni punti chiave fondamentali per superare le barriere nell’ambiente costruito e sollevando alcune questioni relative alle politiche per l’inclusione sociale e l’empowerment, possa essere utile alla discussione e a indirizzare ulteriori ricerche sull’accessibilità e più in generale sulla disabilità. Bibliografia Light, R. (2006), Social Model or Unsociable Muddle, Disability Awareness in Action, The international disability & human rights network, http://www.daa.org.uk/social_model.html. BCOPD, British Council Of Disabled People (2005), the voice of disabled people still fighting for full rights, http://www.bcodp.org.uk/library/BCODP%20Manifesto.pdf. Emilia Conte 55 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 Given, F. (2005), Moving Towards the Social Model of Disability, Presentation at the 2005 Commonwealth Law Conference, London, 11th15th September, http://www.interights.org/ page.php?dir=News#CLConference%20headline. 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Emilia Conte 56 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 JAN PAULSSON - UNIVERSITÀ DI CHALMERS, SVEZIA PROGETTO DI FORMAZIONE SULL’UNIVERSAL DESIGN IN SVEZIA Strategie nell’istruzione - L’introduzione positiva L’insegnamento in design ed architettura sui temi della disabilità, dell’acccessibilità e dell’ usabilità ha la fama di essere noioso. Gli insegnanti di questo campo ne sono abbastanza coscienti. Così si fanno notevoli sforzi per dare la miglior presentazione possibile di questa materia, in modo da attirare l’interesse e coinvolgere gli studenti. Il compito è fornire ‘conoscenza sull’uomo’ e ‘diversità tra gli uomini’, in interazione con prodotti ed ambiente. L’obiettivo è fare un grosso passo avanti in modo che i modelli per l’istruzione in design ed architettura non siano evidenti solo nell’istruzione; studenti, insegnanti, personale e visitatori nell’ambiente universitario. Gli utenti con disabilità, rappresentanti degli utenti, consulenti in materia di accesso, esperti, specialisti medici e paramedici, ecc. sono spesso impegnati nei corsi introduttivi. I contatti – incontri – con le persone sono considerati molto importanti. Nelle cinque scuole di design relative a questo progetto, la presentazione dell’UD/DfA, il fulcro iniziale del problema, è stato portato avanti in modo un pò diverso, ma fondamentalmente con un corso al secondo anno: “Design Inclusivo” a Umeå, “Studi di Funzione” a Konstfack, “Progettare con attenzione” a HDK, “Sviluppo Prodotti – bisogni e requisiti” a Chalmers IDE and “Design Universale” a IDE di Lund. Le scuole di design hanno già o trovano in fretta percorsi adatti da inserire nel programma di studi. La presentazione avviene nel secondo anno, quando è stata acquisita la conoscenza base sugli strumenti di design e metodologia. Nelle quattro scuole di architettura sono stati fatti maggiori tentativi ed errori: nelle scuole di paesaggistica attraverso corsi, nella scuola di architettura a Lund attraverso giornate di istruzione e workshop e nella scuola di Chalmers attraverso un corso introduttivo nel primo anno, un corso più applicato nel secondo anno e negli anni successivi attraverso l’integrazione del progetto. Jan Paulsson 57 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 Inoltre, molte delle scuole hanno effettuato l’addestramento degli insegnanti in modi diversi sforzandosi anche di rendere più piacevole la materia. Utenti, conoscenza dell’utente ed esperienze dell’utente in primo piano Spesso sono stati coinvolti in lezioni ed esercizi nei corsi introduttivi utenti, rappresentanti degli utenti ed esperti degli utenti, per esempio consulenti in materia di accesso. Di solito contribuiscono a progetti orientati al problema. Mettere alla base gli utenti, con le informazioni ed esperienze che li riguardano, è un concetto fondamentale e generale. Non ci sono scorciatoie. Per rendere prodotti ed ambienti accessibili, usabili, allettanti e belli, è assolutamente necessario coinvolgere gli utenti nell’addestramento di architetti e designer come nel lavoro professionale relativo a prodotti ed ambienti. Coinvolgimento dell’utente e Processi di Design Il punto di vista basilare che utenti, con le informazioni ed esperienze che li riguardano, sono fondamentali, porta ad un aumento di interesse per le metodologie per il coinvolgimento dell’utente. In quali modi gli utenti vengono coinvolti nel lavoro di design e come architetti e designer tengono in considerazione e sviluppano le informazioni e le esperienze degli utenti? Inoltre, c’è un crescente interesse sulle procedure di lavoro di architettura e design – il processo di design. Come verranno organizzate ed effettuate le procedure di lavoro per garantire prodotti di qualità, per esempio, con riferimento a condizioni e desideri degli utenti. Ci sono molti esempi su come sono stati messi in atto metodi per il coinvolgimento degli utenti nelle scuole, su come sono state applicate procedure convenzionali di lavoro e su come sono stati elaborati orientamenti ed esperimenti. Funzione e Bellezza Prodotti ed ambienti resi accessibili, usabili e ben adattati alle persone disabili hanno la fama di non essere allettanti e di avere un aspetto deprimente. A questo si può dare una spiegazione storica. Una cinquantina di anni fa, i primi dispositivi tecnici per invalidi erano sviluppati in pochi esemplari per rispondere ai requisiti funzionali di piccoli gruppi di persone e a volte avevano un brutto design. Comunque, anche oggi si può discutere sul fatto che funzione e bellezza siano contraddittorie, che l’architettura e il design sono abilità artistiche e che l’architettura e il design orientati verso l’utente si trovano in una posizione diversa e di inferiorità. Queste argomentazioni nascono principalmente nella battaglia per ottenere spazio e risorse finanziarie nei settori dell’istruzione e della professionalità. Jan Paulsson 58 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 La prospettiva strategica dell’UD/DfA è abbastanza chiara. Funzione e bellezza sono caratteristiche integrate ed interdipendenti di tutti i manufatti, prodotti industriali, paesaggi, edifici, ecc. Questa semplice dicotomia non è generalmente un buon punto di partenza. Al contrario, sono più importanti il modello di Monö (1997) con tre entità di base: l’entità ergonomica, quella tecnica e quella comunicativa o il modello di Paulsson (2002) con quattro aspetti di base: pratico, sociale, comunicativo ed esistenziale. È possibile anche progettare una buona funzione che al tempo stesso, sia allettante dal punto di vista visivo, e questo è il compito di architetti e designer professionisti. L’interdipendenza e il significato di funzione e bellezza sono stati affrontati in maniera globale dalle scuole di questo progetto di istruzione. Le richieste sui progetti degli studenti sono sempre ampie: includono aspetti funzionali ed immagine, identità, rapporti con l’utente, ecc. La ricerca di buoni esempi o “miglior pratica” a questo riguardo è stata generale in tutte le scuole ed un punto ricorrente di discussione negli incontri comuni di metà anno. Allo stesso tempo, potrebbe essere inevitabile che la funzione – aspetti pratici, ergonomici e comunicativi – attiri maggiormente l’attenzione e diventi prioritaria nel settore dell’UD/DfA. Una mancanza di funzione spesso è disastrosa e non possibile da compensare con qualcos’altro quando si ha a che fare con persone con disabilità funzionali. D’altra parte, se non c’è bellezza, l’esempio o il lavoro di progettazione non sono accettabili e sostenibili in alcun modo. In termini filosofici, le qualità funzionali sono una variabile necessaria ma non una variabile sufficiente. Funzione, Bellezza e Limiti sensoriali Un altro aspetto di questo problema è il grande interesse strategico ed è stato trattato in varie occasioni in questo progetto. La bellezza di architettura e design è elaborata quasi esclusivamente dal punto di vista visivo. Cos’è la bellezza per persone con limiti sensoriali, per esempio vista ridotta o cecità? Quali valori estetici vengono sperimentati ed apprezzati? Come si espandono sapere, istruzione e pratica in architettura e design in questi settori? Non esistono risposte semplici a domande complesse. È necessario certamente incrementare e determinare ancora di più le relazioni e l’interdipendenza tra funzione e bellezza. Questo è un settore di ulteriore sviluppo ed il lavoro in tal senso sta continuando. I limiti dell’istruzione L’istruzione in architettura e design è spesso definita professionale. Addestramento completo non significa avere una conoscenza completa, Jan Paulsson 59 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 piuttosto che si è diventati tecnici qualificati – si è ottenuta una carta verde – e si può continuare la propria istruzione assieme al lavoro professionale. Questo è certamente il caso di molti altri programmi educativi e professioni. Comunque, in molte scuole è stato sottolineato nel contesto dell’UD/DfA, che l’ambito di conoscenza dell’uomo e della diversità è abbastanza completo, complesso, dinamico ed in parte ancora inesplorato. Questo settore può essere considerato come un sistema con molte zone, parti e dettagli. Le modifiche in una zona possono determinare cambiamenti in molte altre zone e parti. Questo significa che il lavoro professionale in architettura e design nel cui centro sta l’uomo, deve essere elaborato senza preconcetti e con grande accuratezza ed attenzione. Nella pratica professionale le esperienze si possono aggiungere le une alle altre, anche se spesso sono necessari riesami. È fondamentale seguire i progressi delle altre scienze e professioni lavorando con gli uomini e la diversità e spesso è importante cooperare. Afferrare le opportunità L’istruzione in architettura e design è un processo complesso e dinamico. È l’arte del ‘far spalancare gli occhi’ per attirare l’interesse degli studenti. È anche l’arte di mettere assieme l’esperienza di lunga data di insegnanti e specialisti con gli interessi e pensieri degli studenti giovani. È l’arte di afferrare le opportunità del momento nelle scuole ed attorno ad esse e nella comunità. Seguire le tendenze attuali degli eventi nella comunità e contribuire in prima linea è una strategia che genera interesse ed aumenta l’impegno di tutte le parti coinvolte. Insegnanti e studenti l’hanno fatto capire in molti modi in questo progetto. L’essenza e l’estensione dell’UD/DfA Realtà e progetti focalizzati sull’utente Il metodo di lavoro predominante nell’istruzione è l’assegnazione dei progetti basata sul problema. Questo è il caso delle scuole di design come delle scuole di architettura paesaggistica e di architettura. L’UD/DfA ha un rapporto naturale con la realtà ed i problemi orientati all’utente nella vita quotidiana. Sono comprese tutte le categorie di utenti, da quelli con forti o medie abilità fisiche a quelli con considerevoli disabilità. Comunque predomina l’interesse per le persone con disabilità. In questo momento ci sono molti problemi complessi ed impegnativi. In molti programmi educativi, si sottolinea esprimendolo chiaramente o attraverso il lavoro, che l’UD/DfA si riferisce all’interazione ed interfaccia tra esseri umani e manufatti/ambienti. Per trovare il giusto orientamento del problema, gli esseri umani – utenti – devono essere coinvolti come Jan Paulsson 60 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 specialisti che lavorano da tempo sui problemi di interazione ed interfaccia. Quando si ha a che fare con persone con disabilità, è naturale coinvolgere organizzazioni e gruppi di disabili, in cui c’è l’interesse in quanto utenti diretti, e di coinvolgere specialisti medici e paramedici per ottenere una miglior conoscenza ed esperienza. UD/DfA – Persone disabili Design Universale o Design for All significa includere tutte le persone. In questo progetto UDEP–S, come in molte altre situazioni, si è discusso molto se ci sia – o ci debba essere – qualche delimitazione. Design for All e Design Universale diventarono concetti utilizzati normalmente nei Paesi Nordici negli anni ’70 e negli USA un po’ più tardi. È diventato naturale legare gli sforzi dei gruppi di disabili in modo che persone ritardate a livello funzionale – o persone che si comportano ed agiscono in modo diverso – possano vivere in maniera più accessibile la vita quotidiana, come le altre persone: ‘stesse opportunità e partecipazione’. Ci sono stati – e ci sono ancora oggi – molti problemi da sviluppare in questo settore dinamico e c’è grande bisogno di contributi. Quindi, è stimolante per studenti ed insegnanti partecipare a questo lavoro. Da un punto di vista educativo, ci sono molti problemi da affrontare e grandi possibilità educative: sono richiesti contatti con utenti e specialisti, affrontare i problemi significa pratica nella metodologia, nella soluzione dei problemi, nel gestire strumenti professionali, ecc. Gran parte del lavoro di questo progetto è compreso in questo ambito. Comunque, questo aspetto del problema ed il mondo attorno ad esso sono dinamici ed in costante sviluppo. La WHO: ICIDH (1980) diventata ICF (2001), ha mutato le prospettive da una focalizzazione su malattia/disturbo–menomazione–disabilità–handicap ad una nuova focalizzazione basata su funzione del corpo e struttura, attività, partecipazione e fattori personali. Nel campo medico la prospettiva salutogenica sta guadagnando terreno parallelamente alla patogenica. Le disabilità e le abilità funzionali sono due facce della stessa medaglia. Per il settore design, le abilità dell’uomo e le intenzioni personali vengono viste sempre più come i fattori più importanti per lo sviluppo di prodotti ed ambienti. ... Atleti e tutti gli altri Il concetto di tutte le persone può coinvolgere altri settori. Da una parte può portare ai problemi e bisogni di sviluppo con riferimento a persone abbastanza forti, mobili e abili fisicamente, per esempio in rapporto ad impegni lavorativi impegnativi. Nel panorama globale di questo progetto, un esempio calzante è la protezione per la testa dell’attrezzatura per la Jan Paulsson 61 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 forza di MAX-performance di Konstfack. In quest’ottica, sono stati assegnati altri due progetti alla Chalmers School of Architecture: il nuovo reparto maternità a Oshakati in Namibia e la camera pazienti di un ospedale svedese. L’esempio di Oshakati è principalmente un centro medico di aiuto per le madri e i bambini nel momento critico della nascita. La camera pazienti è progettata per dare sostegno al paziente singolo che si riprende da un’operazione. I gruppi target non sono persone disabili, ma persone che possono avere disabilità motorie per un breve periodo di tempo. Tanto più, accessibilità, usabilità e praticità nell’ambiente sono qualità importanti. Insegnanti e studenti hanno discusso se architettura e design per chi non è disabile o per chi è forte, mobile e abile fisicamente debbano essere definiti come UD/DfA o se l’UD/DfA debba essere limitato all’area delle disabilità tradizionali? Ci possono essere opinioni diverse riguardo ai dettagli, ma in generale si è d’accordo che le aree, rappresentate dal centro di assistenza, l’ospedale ed i progetti di MAX-performance, comprendano molti problemi principalmente di valore educativo. Questo riguarda esattamente l’interazione e l’interfaccia tra esseri umani e manufatti/ambienti. Il significato e la validità dei concetti come l’essenza e l’estensione dell’ambito dell’UD/DfA verranno ridiscussi in futuro: questo è un aspetto essenziale dello sviluppo dinamico. Istruzione UD nel futuro - La grande idea Universale significa abbracciare tutto ed ogni cosa – persone, manufatti ed ambienti. Per tutti significa considerare tutti gli esseri umani, ed inclusivo significa includere tutti gli uomini nel pensiero e nelle azioni. Design Universale, Design for All e Design Inclusivo sono metafore, espressioni di una grande idea: una società che non sia soltanto libera da barriere ma che abiliti e qualifichi tutte le persone, fornisca cioè ‘le stesse possibilità e partecipazione’. Questa grande idea è stata sviluppata dinamicamente per decenni. Gli sforzi per portare avanti questo concetto stanno continuando incessantemente concentrandosi su parti diverse della comunità: manufatti, ambiente, sistemi e processi. Nel futuro, in base a quanto successo finora, ci saranno ostacoli e fallimenti, come pure successi. L’istruzione è una delle pietre angolari per realizzare questa grande idea. Quindi, come l’Istruzione dell’UD/DfA sarà in grado di sviluppare e contribuire ancora di più a questo grande piano, ora e nel futuro? Secondo questo progetto educativo quattro requisiti sembrano essere fondamentali: ■ Promuovere la materia in scuole e facoltà! Jan Paulsson 62 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 ■ Tenersi al corrente sugli sviluppi multidisciplinari e a lungo termine! ■ Concentrarsi sulla conoscenza sull’uomo! ■ Appoggiare culture professionali sostenibili! Promuovere la materia in scuole e facoltà Dalla dichiarazione di Rio del 1992, si è spesso sottolineato che la dimensione sociale è vitale nel futuro della società sostenibile. Tutte le persone devono avere le possibilità di partecipare e contribuire in base alle loro capacità e desideri. Quindi, il concetto dell’UD/DfA fa parte del movimento della sostenibilità. Sono stati sviluppati programmi di sostenibilità scientifici come programmi orientati alla pratica ed è stata data loro priorità nelle università. Lo ‘Sviluppo sostenibile’ è stato integrato in molti campi, al riguardo esistono programmi di istruzione di base, centri di ricerca, scuole di ricerca e posizioni di insegnamento, ma il peso dell’UD/DfA in questi programmi è ancora molto debole. Va sottolineato che l’UD/DfA è un aspetto fondamentale come qualsiasi altro relativo al benessere delle persone e comunità nel futuro. È un settore in sviluppo. Coinvolge persone di tutte le età: grandi gruppi di giovani e persone di mezza età nei paesi emergenti come grandi gruppi di persone anziane nel mondo occidentale. I programmi dell’UD/DfA devono essere migliorati fino a raggiungere una posizione simile – e specifica – nello stesso modo che altri soggetti del settore della sostenibilità. C’è bisogno di programmi di istruzione e ricerca di UD/DfA preparati accuratamente come programmi di sviluppo dei prodotti, ambienti e design edilizio. Sviluppo multidisciplinare e a lungo termine L’inutile e grande fallimento di architettura e design di soddisfare i vari bisogni dell’uomo è sfociato nell’iniziativa di formare la rete europea EIDD nel 1993. Cosa mancava e continua in grande parte a mancare nelle professioni di design, sono interesse e conoscenze fondamentali di base sugli uomini e lo sviluppo dinamico multidisciplinare e a lungo termine sugli esseri umani. Gli approcci sociali, etici e scientifici cambiano continuamente e c’è stato un progresso sostanziale nei settori sociale e medico come nella tecnologia di supporto. Il design si basa troppo spesso – e spesso inconsciamente – su concetti standard imprecisi ed inadeguati. Nel lavoro di design altri elementi attirano maggior interesse piuttosto che la conoscenza degli uomini, dato che può essere più facile non lasciarseli sfuggire e può essere più vantaggioso svilupparli. Questo punto rappresenta una delle grandi Jan Paulsson 63 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 missioni del design universale. Nel lavoro di design, in particolare nel contesto di ‘design e disabilità’, i sensi dell’uomo sono fondamentali. La menomazione o disabilità legata ad un senso costringe ad usare maggiormente gli altri sensi. Il modello WHO: ICF rispecchia il cambiamento degli approcci. I fattori ambientali/manufatti possono essere considerati come parte di un sistema. Le condizioni di salute, le funzioni del corpo e la struttura, le attività della vita giornaliera, la partecipazione e i fattori personali sono le altre parti essenziali del sistema. Le funzioni e strutture del corpo si concentrano su sensi e capacità dell’uomo, sia nei significati cognitivi ed intellettuali, come nel significato fisico. Secondo la WHO: ICF i fattori personali si concentrano su interessi, intenzioni ed ambizioni. La diversità dei requisiti, preferenze ed intenzioni interagisce con le funzioni e struttura del corpo come con le attività e la partecipazione. La diversità racchiude anche il background etnico/religioso, la cultura di vita, il genere e la sessualità. Ci sono stati cambiamenti fondamentali in molti settori. Un buon design si deve basare sulla conoscenza delle capacità/abilità dell’uomo più che sulle disabilità. Si deve fondare su innovazione e progresso nei settori sociale, medico e tecnologico orientati verso l’uomo. È molto importante mantenere un buon contatto con gli sviluppi multidisciplinari e a lungo termine. Mettere a fuoco la conoscenza degli uomini L’abilitazione e qualificazione del design si possono portare avanti soltanto con una conoscenza di base della diversità degli uomini abbastanza buona. La conoscenza è un concetto chiave in questa discussione. Cos’è la conoscenza e com’è diffusa tra studenti e professionisti di design e architettura? Adesso il punto centrale è il contenuto, gli obiettivi e lo scopo del lavoro di design e l’interazione tra uomo e ambiente/manufatti. Non si tratta della conoscenza del design in sé stesso, ma delle procedure, abilità, valutazione e riflessione sviluppati nell’addestramento sul design. Il concetto di conoscenza può essere spiegato in molti modi diversi. È importante che insegnanti e studenti discutano e si mettano d’accordo su cos’è, o potrebbe essere, la conoscenza nell’istruzione in design. Un passo introduttivo potrebbe essere nella seguente spiegazione della conoscenza (le quattro ‘F:s’ in svedese, ‘FUSF’ in inglese): ■ Fatti, informazioni, dati possono essere diffusi da insegnanti/esperti in lezioni assieme alla lettura di testi relativi in relazioni e libri. ■ Comprensione, capacità di valutazione dei fatti con motivazioni e spiegazioni in un contesto reale di ‘ambiente di vita’ delle persone e della Jan Paulsson 64 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 vita quotidiana: ad esso possono contribuire persone/consumatori/ consulenti con le loro relative esperienze. 'Addestramento alla valutazione' può contribuire alla comprensione globale. ■ Abilità, competenza, risultati pratici: si può ottenere applicando fatti e comprensione alla soluzione del problema, prova ed errore, assegnazioni del progetto. ■ Familiarità, esperienze profonde e a lungo termine del problema, si acquisiscono essendo parte e lavorando continuamente nel problema. Molti studenti che iniziano gli studi di design6 possono anche sapere poco di diversità tra gli uomini, con riferimento alle funzioni e strutture del corpo, abilità cognitive, condizioni di salute, attività/repertorio, fattori personali, interessi, intenzioni, ambizioni, ecc., per essi, un modo affidabile di procedere, è unire fatti e comprensione. Per esempio, se consideriamo la vista ridotta/cecità, questa può essere affrontata con esperti di vista dei Centri Vista dell’assistenza sanitaria, in combinazione ad individui/utenti/consumatori che spiegano gli sforzi ed esperienze della loro vita quotidiana. Gli esperti del Centro Vista sono accademici e possono fornire prove basate sui fatti su background/cause della vista ridotta, quali abilità vengono utilizzate invece della visione normale con la visione rimanente, quale riabilitazione/addestramento ci può essere, quali dispositivi tecnici sono disponibili, ecc. Gli individui con vista ridotta sono esperti che descrivono l’ambiente di vita’, le strategie e pratiche delle attività della vita quotidiana. L’‘Addestramento alla valutazione’ può incrementare la comprensione della disabilità, studenti che tentano diverse attività quotidiane con occhiali che riproducono le limitazioni visive. Ancora più importante per gli studenti di design sono gli ‘esercizi di valutazione del design’ in cui provano diversi ambienti per scoprire come design e materiali possano fornire supporto e sicurezza. I fatti e la comprensione vengono applicati ai progetti di design e lentamente si sviluppano le abilità. È importante fornire la risposta dei membri e le valutazioni del design per garantire la qualità dello sviluppo della conoscenza. D’altra parte, spesso ci sono uno o più studenti che sono già a conoscenza dei fatti e possiedono comprensione, abilità e familiarità col problema. Possono trovarsi in qualche modo in condizioni di disabilità, possono aver sperimentato disabilità dall’infanzia e nella vita familiare, possono aver lavorato con persone disabili ed anziane nel settore dei 6 In generale, gli studenti oggi sanno di più di quanto avveniva 20–30 anni fa, dato che hanno frequentato scuole dove bambini disabili sono diventati sempre più integrati. Jan Paulsson 65 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 servizi domestici o in gruppi di persone indipendenti. È un problema fondamentale dell’istruzione dare a questi studenti la possibilità di sviluppare il loro sapere. Possono anche rappresentare una risorsa nell’istruzione, nel gruppo o nello studio. Culture professionali sostenibili Il settore del design contiene diverse culture professionali. Possiamo parlare di un modello artistico, un modello gestionale, un modello commerciale, un modello di carattere generale ed un modello orientato al consumatore. Questi modelli rappresentano approcci diversi, intercorrelati e in concorrenza. Non c’è accordo su questi termini. Il settore è in gran parte autonomo – si sviluppa dinamicamente in base a tendenze, regole e poteri interni. I rapporti e modi di lavorare nel settore sono complessi. Da una parte ci sono architetti e designer, che affermano che il design artistico è il settore fondamentale della conoscenza (modello artistico). Le altre informazioni su disposizioni, contenuti, obiettivi e proposte di un compito di lavoro specifico, dovrebbero essere fornite da altri esperti durante il processo di progettazione. Questo implica che non esiste ragione per approfondire fatti, comprensione, ecc. dell’insegnamento delle capacità dell’uomo nelle scuole di architettura e design. Dall’altra parte, ci sono architetti e designer orientati verso l’utente che affermano esattamente l’opposto ed in mezzo troviamo altri approcci diversi. Architetti e designer spesso lottano per ottenere fama e successo agli occhi di architetti e designer del loro stesso settore o anche dei committenti del lavoro nei relativi settori. I loro atteggiamenti spesso sono elitari. L’interesse primario è generalmente costituito dal capitale culturale interno e dal capitale economico, mentre è meno importante la valutazione degli utenti comuni, persone disabili ed anziani – se ciò non li fa apparire in maniera troppo negativa agli occhi dei media. I settori della ‘disabilità’ e del ‘consumatore’ sono settori culturali un po’ distanti dall’ambito della professione del design. L’istruzione su architettura e design è caratterizzata dall’essere specifica per ogni professione relativa. Le scuole sono in gran parte autonome. Vivono le loro tradizioni, ideologie, specializzazioni, ecc. e si sviluppano principalmente attraverso fattori interni. Il piano di studi didattico si sviluppa per un lungo periodo di tempo. Nuovi insegnanti portano nuove idee, ma che devono essere adattate alla corrente della scuola. Le culture della scuola sono influenzate considerevolmente dalle culture professionali prevalenti. Gli insegnanti vengono reclutati tra i professionisti, spesso per essersi distinti tra di essi. Questo significa che i Jan Paulsson 66 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 settori della ‘disabilità’ e del ‘consumatore’ sono settori culturali un po’ distanti dai settori delle scuole di architettura e design. Comunque, ci sono mediatori, architetti e designer che si impegnano molto per i settori della ‘disabilità’, ‘assistenza sanitaria’ e ‘consumatore’ ed allo stesso tempo sono insegnanti importanti in scuole di architettura e design. Le persone di contatto in questo progetto UDEP–S rappresentano questa categoria. Senza questi insegnanti, il progetto svedese di istruzione UD non avrebbe potuto essere elaborato. C’è accordo tra i partecipanti sul e attorno al progetto e ci devono essere insegnanti ben informati ed impegnati in tutte le scuole per rendere gli approcci di design universale completi, naturali e sostenibili nelle professioni di design nel futuro. Allo stesso modo ci devono essere architetti e designer professionisti impegnati in tutti i settori della comunità in modo da ottenere la società sostenibile. Letteratura selezionata BSi, 2004: Bozza di documento pubblico, 7000-6. Design management systems. Guide to managing inclusive design. 9 March 2004. London Christophersen, Jon (editor) 2002: Universal Design. 17 ways of thinking and teaching. Husbanken. Oslo Clarkson, J., Coleman, R., Keates, S. & Lebbon, C. (editors) 2003: Inclusive Design. Design for the whole population. Springer Dilani, Alan (editor) 2001: Design and Health – the Therapeutic Benefits of Design. Svensk Byggtjänst. Stockholm Dujardin, Marc & Dua, Inez (editors) 2002: Universal Design Education. 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Boston Jan Paulsson 68 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 PETER LANSLEY - VERITY SMITH - UNIVERSITÀ DI READING, REGNO UNITO PORRE LE FONDAMENTA PER UNA RICERCA SOSTENIBILE Un’esistenza, un lavoro e un ambiente di svago ben progettati sono gli ingredienti essenziali per il godimento di una buona qualità della vita. Tuttavia le barriere architettoniche per gli anziani e i disabili generate da un cattivo design delle abitazioni, degli edifici pubblici e dei sistemi di trasporto rimangono molteplici e di varia natura. La vita tra le mura domestiche può risultare disagevole, le attività di svago difficili da intraprendere, e per coloro che possono desiderare o avere necessità di lavorare, recarsi al posto di lavoro rischia di diventare inesorabilmente difficile mentre l’ambiente di lavoro potrebbe risultare inadeguato. Non si tratta certo di una situazione inedita, ma col rapido invecchiamento della popolazione e la domanda crescente di una maggiore integrazione sociale per tutti, indipendentemente dalle loro attitudini psicofisiche, queste barriere architettoniche non sono più ritenute accettabili dalla maggior parte dei membri della società. Dalla metà degli anni Novanta, molti paesi europei si sono resi conto della necessità di rivalutare il modo in cui in gli edifici, le strade, i sistemi di trasporto e i prodotti vengono ideati, tuttavia rimaneva debole la base di ricerca richiesta per formare e conservare le conoscenze necessarie a sostenere una progettazione adeguata per tutta la popolazione. Un decennio o più di politiche governative liberiste, l’affidamento alle forze del mercato, la ricerca di costi inferiori in ogni attività, e i primi passi verso l’eventuale privatizzazione degli istituti nazionali di ricerca hanno portato a un preoccupante tradimento delle esigenze del singolo in termini di design. Ciò è risultato particolarmente vero per la ricerca sulle costruzioni edili, ove gli interessi dell’industria e di chi le commissiona i lavori hanno prevalso su quelli del singolo utente, il cui ruolo è stato esaltato in molte delle ricerche intraprese negli anni Cinquanta e Sessanta. Nel Regno Unito, in controtendenza, gruppi di ricerca filantropici quali quello della Fondazione Joseph Rowntree hanno tuttavia continuato a intraprendere la loro missione verso migliori condizioni sociali, Peter Lansley 69 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 focalizzandosi spesso sulle necessità dei soggetti a basso reddito. Alcuni professionisti, solitamente designer, hanno anche facilitato importanti progressi pratici. Tuttavia quando si è generalmente compresa la necessità di venire incontro più seriamente alle esigenze degli anziani e dei disabili, la ricerca e le competenze di sviluppo disponibili si sono rivelate molto limitate. Stimolare l’interesse A metà degli anni Novanta, quale esito di alcuni interventi di previsione sociale e tecnologica, il governo britannico ha spesso rilasciato alcune dichiarazioni a proposito della necessità di un maggiore sforzo di ricerca nelle aree legate alle persone anziane. Tutto ciò è stato largamente trascurato fino al 1997, quando si promulgò una direttiva specificatamente mirata ai consigli di ricerca, affinché procurassero i finanziamenti per la ricerca alle università, allo scopo di rendere prioritario il tema dell’anzianità. Non fu una direttiva totalmente gradita poiché né la tematica dell’anzianità né l’approccio multidisciplinare richiesto dalle ricerche sugli anziani si adattavano facilmente alle strutture e alle competenze dei consigli di ricerca in quel momento, e non si ottennero pertanto finanziamenti aggiuntivi. Tuttavia la pressione politica ottenne una risposta da tutti tranne che dal Consiglio di Ricerca Medica. Il Consiglio di Ricerca di Ingegneria e Scienze fisiche (EPSRC) fu il primo a fare un passo avanti con un progetto altamente ingegnoso. La sua Iniziativa EQUAL (Extending Qualiy Life) mirava a incoraggiare tutte le discipline più rilevanti affinché si procedesse a un lavoro congiunto di scienziati, ingegneri e progettisti, e si coinvolgessero professioni a stretto contatto con persone anziane e disabili (Lansley, 2001). Si proponeva inoltre, cosa ancor più rilevante, di assicurare che gli anziani e i disabili non fossero più componenti soltanto passivi delle attività del programma di ricerca, ma costituissero una parte integrante e attiva di esse. Il programma era perciò principalmente incentrato sulla facilitazione dell’indipendenza psicofisica e sul miglioramento della qualità della vita. Si caratterizzava per tre tematiche fondamentali: l’ambiente edificato, un design adeguato alle esigenze di tutti e la riabilitazione. Dal 1998 al 2002 sono state investite circa 8600 sterline in 39 progetti che coinvolgevano 33 università. Sebbene non tutti i progetti siano stati completati il programma EQUAL è stato in grado di affrontare sia le politiche che la loro messa in atto attraverso un’ampia gamma di settori. (vedi tabella 1). Peter Lansley 70 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 Figura 1: lo stimolo dell’interesse di tutti i coinvolti: laboratorio sull’ictus Alcuni risultati Il successo raggiunto da EQUAL è in parte da far risalire alla sua capacità di attrarre l’entusiasmo e la preparazione di accademici molto esperti che erano già profondamente interessati a lavorare con persone anziane e disabili ma che fino ad EQUAL non avevano potuto disporre di finanziamenti per una ricerca significativa. Le loro esperienze assicuravano al programma validi risultati. C’erano eccezioni, ma molti di coloro che guidavano il progetto erano nella seconda metà della loro carriera. Tema Esempi di progetti Esempi di risultati La casa Delineare l’uso della casa esistente da quello domestico a quello assistenziale; Comprensione degli standard di vita abitativi; Adattamenti modulari – cucine e bagni; Case intelligenti; Sensori avanzati; Sistemi di comunicazione dislocati per centri di ricovero e assistenza ; Telecomunicazione Politica: Conoscenze di design abitativo, telemedicina e assistenza a lungo termine per fornitori di alloggi, governi locali e centrali. Applicazioni: Consulenze sul design e la produzione di costruzioni modulari per l’industria. Prototipo: Strumenti per una casa intelligente e analisi delle stime economiche per la teleassistenza degli operatori sociali Migliorare l’accessibilità Applicazioni: Sistemi di trasporto extraurbani sostenibili e operativi; Indicatori più pratici. Prototipo: Sistemi di navigazione urbana per disabili – anche suscettibili di sviluppo Impiego di GIS per la navigazione urbana; Impiego di smart cards per la navigazione nella città e all’interno degli edifici; Raccolta delle impressioni degli utenti a proposito del transito e della mobilità in Peter Lansley 71 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 spazi complessi; Trasporto commerciale pubblico extraurbano accessibile. Design per tutti Progettare edifici con – piattaforme motorie VR per gli edifici e soggetti con sedie a rotelle; Migliore formazione e l’ambiente migliori istruzioni per designer edili; Limitare l’uso di porte. Applicazioni: Stabilire regole di design accessibile per assistiti, architetti e pianificatori urbani. Design per tutti Migliori metodi di – progettazione; Migliori in generale e assortimenti di dati sul design; Integrazione di altro parametri biomeccanici e psicologici di esecuzione nei sistemi CAD; Interazione tra mano e oggetto, studio della confezione; Portali web delle strutture ospedaliere per l’accesso dei pazienti. Consulenze Politica: economiche per un design integrato e per venire incontro ai mercati creati dalle esigenze delle persone più anziane. Applicazioni: Conoscenze sul design inclusivo, che comprende metodologie progettuali, tecnologie e consigli per i designer; Conoscenze dei British Standards per la gestione della progettazione inclusiva; Dati specifici e consulenze per la produzione di confezioni e per il settore di vendita al dettaglio. Prototipo: Portali web delle strutture ospedaliere accessibili e pensati per essere pienamente inclusivi. Handicap sensoriali – Politica: Conoscenze di regolamentazioni edili e dei British Standards. Applicazioni: Dati sul design e consulenze per handicap acustici e visivi Udito: Difficoltà uditive nell’ambiente urbano; Design, colore e comunicazione nell’ambiente urbano; Prototipo: Collaudo dei nuovi sistemi VR "roll through" per sedie a rotelle da parte dei progettisti edili; Peter Lansley 72 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 indicatori acustici per il costruttori e architetti. progetto di ambienti Prototipo: Sistemi di scolastici; Test uditivi fai- navigazione per le uscite da-te d’emergenza; sistema di Vista: Inabilità visiva e audiocassette per test glaucoma; Navigazione sulla sordità fai-da-te; uditiva per le uscite Strumenti per aiutare i vedenti nella d’emergenza; Segnalatore non acustico localizzato entro gli produzione di documenti spazi urbani; Produzione informatici. semplificata di documenti da parte dei non vedenti Handicap cognitivi Demenza, Demenza senile: – Progettazione di strutture d’assistenza per pazienti da demenza; Ictus, difficoltà afflitti Progettazione di ambienti di per malati di apprendimento esterni demenza; Case intelligenti e forme lievi di demenza; Favorire il ricordo nei pazienti afflitti da demenza. Altro: Strumenti di riabilitazione cognitivomotoria post-ictus; Riabilitazione intelligente tra le mura domestiche; Conoscenze di strumenti per individui con difficoltà di apprendimento. Politica: Consigli per la progettazione e la gestione di luoghi d’assistenza per la demenza senile per fornitori di assistenza sanitaria, per il governo locale e centrale; Applicazioni: Sviluppo e integrazione delle tecnologie d’assistenza per i fornitori di alloggi; Prototipo: Nuovi sistemi IT per sollecitare il ricordo e supportare gli operatori sociali; attrezzi per l’esercizio motorio di pazienti costretti all’immobilità e impiego di fisioterapisti, altri assistenti sanitari, operatori sanitari e altri coadiuvanti sociali per il sostegno di soggetti con difficoltà di apprendimento. Tavola 1. Schema dei temi e degli esiti del progetto EQUAL EQUAL è stato in grado di gettare le basi per una resa più proficua delle ricerche nelle aree legate all’anzianità e all’inabilità, così impoverite alla Peter Lansley 73 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 metà degli anni Novanta. Il successo e la mole di questa iniziativa sono dipese in gran parte dalla capacità del programma di sviluppare nuove ricerche in aree come il design inclusivo. Dato che ogni progetto del programma ha impiegato assistenti di ricerca per collaborare coi responsabili di progetto, si può ipotizzare che si sarebbe verificato un effetto d’incremento esponenziale. In linea di principio, le carriere di ciascuno di questi assistenti di ricerca sarebbero evolute fino allo stadio in cui sarebbero diventati ricercatori inquadrati, acquisendo così un ruolo di maggior competenza nei processi futuri, o a un ruolo di livello universitario dove avrebbero potuto ottenere fondi per i progetti di ricerca nel loro settore e impiegare così ulteriori assistenti di ricerca. In questa maniera avrebbero gradualmente migliorato il rendimento della ricerca. Tuttavia, le cose non sarebbero andate in questo modo. Un Passo falso Nonostante il successo di EQUAL, le attività degli altri consigli di ricerca hanno ottenuto un risultato di minor rilevanza. Alcune relazioni della Camera dei Comuni nel 2000 (House of Commons, 2000) hanno richiesto più impegno da parte dei consigli di ricerca e una maggiore coordinazione tra i programmi. Ciò ha portato alla formazione del Coordinamento Nazionale per la Ricerca sull’Anzianità, e un convegno per i finanziatori delle ricerche sugli anziani. Tuttavia, queste iniziative non hanno avuto alcun effetto se non quello di impedire ai consigli di ricerca di operare in reciproca autonomia. Sono seguiti tre anni di stasi durante i quali non si sono registrati ulteriori finanziamenti per la ricerca sull’anzianità da parte di nessun consiglio di ricerca. Sono poi emerse alcune proposte che hanno portato al programma Nuove Dinamiche dell’Anzianità (NDA), ma ancor prima che prendesse l’avvio è stato ritenuto mal concepito, intempestivo e nulla più di uno spreco di finanziamenti e di sforzi dalla Commissione d’Inchiesta della Camera dei Lord su scienza e anzianità (House of Lords, 2005). Una Campagna Il successo di EQUAL ha catturato l’ingegnosità di molti interessati nella ricerca sull’anzianità, specialmente tra coloro che lavorano a contatto diretto cogli anziani, come ad esempio i professionisti impiegati nei servizi sociali e sanitari, nelle agenzie filantropiche e di volontariato, nonché i fruitori finali della ricerca. Sono stati favorevolmente impressionati dall’impegno di molti gruppi di ricerca nel lavorare direttamente a contatto colle persone anziane e nel produrre risultati tangibili. Assieme a molti altri all’interno della comunità di ricerca, avrebbero visti i significativi risultati degli anni precedenti sacrificati al preoccupante immobilismo prodotto dalle politiche “dall’alto verso il basso” del governo. È d’altronde opinione Peter Lansley 74 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 diffusa che col sostegno di questi patrocinatori i gruppi di ricercatori avrebbero lanciato una sfida ai responsabili delle politiche e ai finanziatori della ricerca. In parallelo con l’Iniziativa EPSRC EQUAL si è tenuto un significativo programma di ricerca biologica supportato dal Consiglio di Ricerca di Biotecnologia e Scienze Biologiche (BBSRC). Nonostante sia rimasto più distante dal grande pubblico e dai lavoratori professionisti, si è trattato di un programma pionieristico che ha anche costituito un vivace e attivo gruppo di ricercatori. Questo gruppo di biologi si è associato alla campagna sul design e ai ricercatori di ingegneria per un programma di ricerca focalizzato specificatamente a conservare lo slancio di queste iniziative, finanziando specificatamente ricercatori più giovani e assicurando che la ricerca sull’anzianità rimanesse vicina ai beneficiari e ai fruitori della stessa. La risultante proposta di un approccio “dal basso verso l’alto” per sviluppare la ricerca sull’anzianità non è stata salutata positivamente da tutti gli organismi interessati e vi sono stati diversi tentativi di ostacolarla. Tuttavia, se lo EPSRC e lo BBSRC erano entrambi consapevoli di aver bisogno di proteggere i loro fortunati programmi, restavano impacciati dallo scarso funzionamento dell’approccio di coordinamento cui li si era costretti. Nondimeno erano consci delle conseguenze politiche di un “rompete le righe” con gli altri finanziatori e perciò della necessità di persistere nell’approccio coordinato. Infine questi due consigli di ricerca hanno sollecitato la proposta formale di un nuovo programma “dal basso verso l’alto”, che a tempo debito avrebbero acconsentito a supportare. I fondi del programma erano di appena 1.400 sterline, una cifra modesta comparata alle 12.000 sterline investite nello NDA. Comunque, come spiegheremo più avanti, questa quota di fondi si è rivelata sufficiente a svincolare la ricerca sull’anzianità da tanti anni di direzione strategicamente fallimentare. SPARC Il programma risultante è SPARC (Promozione Strategica della Capacità della Ricerca sull’Anzianità) (SPARC, 2006). Si tratta di un programma affatto singolare nell’esperienza degli investitori poiché devolve molte delle loro tradizionali funzioni alla comunità di ricerca. Si basa sul principio che la comunità sia nella miglior posizione per incoraggiare forze nuove a entrare nel settore. Tutto ciò è possibile grazie a un organigramma incentrato su un segretariato composto da un direttore, un condirettore e due amministratori (coordinatori). Questi soggetti sono i responsabili della direzione e della gestione di SPARC. A turno sono informati da un comitato consultivo di accademici e non, così come dalla comunità più Peter Lansley 75 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 ampia di ricercatori, praticanti, responsabili di politiche e persone anziane, per il beneficio fondamentale degli anziani, dei loro assistenti sociali e di coloro che garantiscono servizi in questo settore. Il principale obiettivo di SPARC è incoraggiare l’interesse e il coinvolgimento di un maggior numero di accademici e ricercatori verso i molti problemi che deve affrontare una popolazione che invecchia e che gli anziani incontrano nella loro vita quotidiana. Sta perseguendo questo obiettivo tramite tre fondamentali attività: - Laboratori per riunire tutti i curatori interessati a migliorare la qualità della vita e l’indipendenza degli anziani - Informare i responsabili delle politiche e gli opinion maker della necessità e dei benefici per le persone anziane e per la società tutta di un ricerca legata all’anzianità - Piccole borse di studio per nuovi accademici nella ricerca sull’anzianità, in tutte le aree di design, ingegneria e biologia e nei collegamenti disciplinari che concernono la popolazione che invecchia e gli anziani. Conferenze Costituendosi sulla scia dell’esperienza maturata con EQUAL, SPARC organizza conferenze sulla ricerca nazionale rivolte a un ampio raggio di soggetti interessati alla ricerca sugli anziani nei settori del design, dell’ingegneria, della fisica, della biologia e della biotecnologia. Gli interessati possono essere ricercatori accademici, professionisti provenienti dal settore sanitario, dai servizi sociali, dall’edilizia, dall’industria, dal governo locale e centrale, rappresentanti di organizzazioni filantropiche e di volontariato, nonché persone anziane e disabili. La conferenza offre una piattaforma che consente ai ricercatori di presentare i loro esiti più recenti, ai lavoratori professionisti di ideare nuove proposte e agli anziani di discutere la realtà quotidiana dell’invecchiare. Le conferenze che si sono tenute finora hanno ricevuto valutazioni estremamente positive sia per la loro competenza e ricchezza che per l’abilità di promuovere preziose reti di comunicazione. Sono state ritenute eccezionalmente riuscite nella loro capacità di riunire l’intera gamma di soggetti interessati al settore. Promozione Rifacendosi anche in questo aspetto al successo di EQUAL, SPARC è impegnato a promuovere presso i responsabili di politiche chiave, gli opinion maker e i media gli interessi degli anziani, dei ricercatori e di chi può beneficiare dei loro risultati. È importante e significativo che la ricerca Peter Lansley 76 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 sull’anzianità sia in grado di fornire un grande contributo per migliorare la qualità di vita degli anziani. La promozione assume diverse forme: seminari di alto livello, occasioni promozionali, ricevimenti programmati ad personam, spedizione reiterata di lettere, molte delle quali restano senza risposta. Tuttavia si registrano occasionali successi nel suscitare l’interesse dei giornalisti, della stampa nazionale, della televisione e, quando capita, dei ministri di governo. In quest’area si è riscontrato come anche la tattica dell’insistenza cocciuta possa alla fine ottenere i suoi risultati. Figura 2: conferenza sull’integrazione di Design, Ingegneria e Biologia Borse di studio d’avviamento Una caratteristica peculiare di SPARC è la sua disponibilità di fondi per costruire una rete nazionale per la ricerca sugli anziani tramite piccoli incentivi per coloro che desiderano entrare nel settore. Queste borse vengono assegnate tramite un sistema di peer-review con ricercatori affermati incentrato su concise domande individuali presentate in risposta ai bandi di concorso. Dato che un obiettivo specifico è quello di consentire l’accesso ai finanziamenti di ricerca per un numero di ricercatori più ampio della norma, le borse sono pensate sia per adattarsi idealmente a un nuovo personale accademico e di futura assunzione, sia per attirare laureati che debbano ancora ottenere una borsa dal consiglio di ricerca come Responsabili di Ricerca. Il ventaglio dei soggetti potenzialmente interessati include allora ad esempio ex-assistenti di ricerca e studenti ricercatori, così come personale esperto dalla formazione universitaria che si dirige verso la ricerca sull’anzianità. SPARC è particolarmente pensato per attrarre domande di ricerca che: - Stimolino il lavoro interdisciplinare sia direttamente tramite la ricerca che tramite la rete SPARC; - Coinvolgano organizzazioni intermediarie, come fornitori di servizi e professionisti; Peter Lansley 77 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ - Attraggano i fruitori finali; - Preparino il terreno per applicazioni più ampie. 21 Marzo 2006 Infine, un requisito essenziale è che le domande spieghino: - Come attuare l’atteso contributo della ricerca per migliorare la qualità della vita degli anziani; - Come, supportando la domanda, la ricerca sugli anziani potrà migliorare nel futuro; - La natura del sostegno che l’istituto deve al candidato sia per lo studio proposto che per la carriera a lungo termine del candidato. Coloro che vengono selezionati come sostenitori ricevono finanziamenti modesti, solitamente tra le 25.000 e le 50.000 sterline. Oltre a questo supporto finanziario essi: - hanno accesso a una piattaforma prestigiosa per diffondere il loro lavoro; - sono agevolati con assistenza editoriale professionale nei rapporti conclusivi; - posseggono i requisiti per essere impiegati in attività internazionali; - hanno l’opportunità di apprendere il mestiere da ricercatori molto esperti e da lavoratori professionisti; Per rendere efficace lo schema di incentivi, SPARC ha organizzato sistemi operativi simili a quelli adottati dai consigli di ricerca, come ad esempio: annunciare e pubblicizzare i bandi di concorso, valutare le domande, decidere se le domande siano o meno adeguate allo scopo del bando, organizzare i sistemi di peer-review, nominare i comitati giudicanti del bando, allestire le cerimonie di assegnazione delle borse, e mantenere contatti coi borsisti durante e dopo lo svolgimento di ogni progetto. Gran parte del processo delle proposte è controllato elettronicamente tramite un’applicazione web sviluppata da SPARC. SPARC ha finora prodotto due bandi di concorso. Il primo, scaduto l’1 Giugno 2005 ha ottenuto 85 domande delle quali 66 approvate e 13 finanziate. Il secondo scadrà l’1 Marzo 2006. L’importanza politica di SPARC Come risulterà ormai chiaro, SPARC è un programma di ricerca dalle dimensioni molto modeste. L’intero finanziamento a sua disposizione, cui si richiede di bastare alla copertura di 30 piccoli progetti e 24 laboratori, è simile a quello che viene solitamente assegnato dai consigli di ricerca a un Peter Lansley 78 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 singolo progetto, ad esempio, del settore ingegneristico. È inoltre appena un decimo di quanto assegnato allo NDA, il programma di ricerca sull’anzianità del consiglio di ricerca congiunto. Nonostante ciò viene sempre più spesso preso ad esempio di come i consigli di ricerca possano supportare i ricercatori impegnati nelle problematiche dell’anzianità. Ad esempio, SPARC è stato spesso citato nella relazione fornita dalla Commissione d’Inchiesta della Camera dei Lord a testimonianza dei passi avanti che si stanno compiendo per sviluppare la ricerca sull’anzianità. È stato anche citato dal Governo nella sua risposta al decisamente severo rapporto della Camera dei Lord, quale esempio di un gruppo di ricerca in buona salute. Per effetto di una siffatta attenzione nei suoi confronti, si è andato concentrando su questo modesto programma un inatteso livello di attenzione da parte dei commentatori della politica di ricerca sull’anzianità. Il loro interesse è ulteriormente evidenziato dal contrasto tra l’imbarazzante andamento di NDA e i progressi fatti registrare da SPARC. A tutt’oggi, pur essendo stato inaugurato solo un anno fa, SPARC ha già organizzato sette importanti laboratori nazionali e un significativo laboratorio internazionale, la maggior parte dei quali hanno impegnato tutti i soggetti coinvolti; ha messo in campo 13 progetti di ricerca, e ha intrattenuto preziosi contatti con un buon numero di ministri di governo e altri politici. Ha raggiunto la quota di circa 600 membri e si avvicina ai 2000 contatti nelle mailing list da parte di singoli e di organizzazioni interessate. Riepilogo Sottolineare l’approccio seguito da SPARC significa riconoscere che la ricerca sull’anzianità sta ancora muovendo i suoi primi passi, e che un approccio indirizzato politicamente “dall’alto verso il basso”, incapace di riconoscere le principali priorità della ricerca, risulterebbe controproducente. Non frenerebbe soltanto un incremento d’interesse verso il settore, limitando in tal modo il numero di nuovi soggetti interessati a quest’area, ma, poiché le possibilità della scienza in questo campo sono generalmente poco comprese dai responsabili delle politiche, finirebbe molto probabilmente per trascurare proprio quelle aree dove sono stati ottenuti i più grandi successi. L’esperienza comune, così come la maggior parte delle teorie di innovazione, suggerisce come, per quanto riguarda i nuovi ambiti della ricerca, i soggetti maggiormente capaci di identificare le più opportune modalità applicative di una scienza che soddisfi le necessità degli utenti siano proprio coloro che riescono a intermediare da vicino tra la scienza e i fruitori stessi. SPARC sta deliberatamente facilitando questi contatti, tramite tutte le sue tre principali funzioni. Questo atteggiamento è in chiaro contrasto con l’approccio “dall’alto verso il basso” largamente Peter Lansley 79 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 motivato da considerazioni di politica sociale ma privo di qualsiasi comprensione delle possibilità della scienza e con una limitata comprensione delle esigenze, delle aspirazioni e delle priorità delle persone anziane. Comunque sia, SPARC rimane un’iniziativa con una finalità specificatamente promozionale. Potrà durare al massimo quattro anni, entro i quali chi avrà ottenuto le borse di studio dovrebbe essere in una posizione tale da assegnare a sua volta incentivi di maggiore entità. Entro la fine di questo periodo anche il successo dei cicli di conferenze dovrebbe avere incoraggiato altri soggetti a indire a loro volta cicli di conferenze per una diffusione a livello locale, regionale e magari nazionale. Si può auspicare che si assista a una naturale evoluzione di SPARC verso una nuova iniziativa, che si focalizzi su quelle problematiche che saranno allora ritenute fondamentali per un ulteriore sviluppo della ricerca sull’anzianità. Al momento la principale preoccupazione risiede nel fiacco procedere di chi lavora entro un contesto “dal basso verso l’alto”. Nel migliore dei casi si opera lungo un ciclo dall’implicita durata di cinque anni tra la proposta e l’implementazione. Ci si può allora domandare se, entro la conclusione di SPARC, l’ambiente dei ricercatori sull’anzianità potrà registrare dei miglioramenti. Ciò sarà specialmente importante per i nuovi ricercatori che saranno stati supportati e attratti tramite lo schema dei piccoli incentivi e per i molti soggetti coinvolti entusiasti delle iniziative di SPARC. Naturalmente, la speranza è che SPARC potrà aver contribuito a spingere la ricerca sull’anzianità entro i più rilevanti binari della scienza e della politica scientifica, fino a far sì che la ricerca sugli anziani non abbia più bisogno di una speciale protezione. Il miglior modo di riuscirvi è la crescita di alcuni giovani ricercatori di livello internazionale che siano all’altezza di quelli impegnati in settori più evoluti. In conclusione, SPARC fornisce un modello per lo sviluppo di nuove aree di ricerca. Possiede un notevole potenziale applicativo in altre aree e in altri contesti nazionali. I direttori e i coordinatori di SPARC sarebbero felici di condividere con altri la loro esperienza e di agevolare paralleli progressi in altri paesi per raggiungere il proprio scopo: garantire alle persone anziane di trarre pieno beneficio da ciò che la scienza e la tecnologia possono offrire loro. Bibliografia EQUAL (2006) Available: http://www.equal.ac.uk/, University of Reading, Reading. Peter Lansley 80 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 House of Commons (2000), House of Commons Science and Technology Committee Report on EQUAL (Extend Quality Life), London: The Stationary Office. House of Lords (2005), House of Lords Science and Technology Committee, Ageing: Scientific Aspects, Volume I: Report, London: The Stationary Office. Lansley, P. R. (2001), Building research and the quality-of-life, Building Research and Information, 29,1,62-74. SPARC (2006) Available: http://www.sparc.ac.uk/, University of Reading, Reading. Peter Lansley 81 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 ANNAGRAZIA LAURA - GIUSEPPINA CARELLA - TANDEM, ITALIA PROGETTO "EU.FOR.ME FORMAZIONE TURISTICA PER UN'UTENZA AMPLIATA" La domanda di turismo è in costante aumento, nonostante periodi di crisi dovuti a congiunture economiche o politiche che possono far segnare una momentanea contrazione dei trends di crescita. Questa domanda non è limitata ad alcune categorie di cittadini: al contrario coinvolge una larga parte della popolazione mondiale, anche con livelli modesti di reddito. Il Progetto “EU.FOR.ME Formazione Turistica per un’utenza ampliata” si è proposto di colmare le lacune che evidentemente emergono nel settore turistico incidendo in particolare sulla formazione. Attraverso questa azione centrale e tutte le fasi che portano ad essa con i sui risultati diretti e indiretti previsti dal progetto, si è voluto rendere maggiormente sensibile il mondo del turismo alle problematiche del “turismo per tutti”, cioè del turismo accessibile anche alle persone disabili e comunque a tutte le persone che esprimono esigenze specifiche. Tutti le informazioni ed i documenti del progetto sono consultabili all’interno del sito. Le azioni realizzate 1- Identificazione delle esigenze e necessità nell’ambito del turismo per tutti attraverso la realizzazione di focus groups con giovani persone disabili e con operatori del settore. 2- Realizzazione di uno studio sull’attuale riguardante i temi del turismo per tutti. 3- Realizzazione, sulla base degli elementi emersi dai focus groups con le persone disabili e con gli operatori e tenendo conto delle lacune emerse dallo studio sull’offerta formativa, di un’analisi dei fabbisogni formativi. 4- Definizione del piano di sviluppo del percorso formativo del Formatore specializzato nelle tematiche del turismo accessibile offerta formativa Annagrazia Laura 82 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 che possa utilizzare le competenze acquisite nell’ambito delle attività didattiche dei corsi di formazione, qualificazione e riqualificazione sul turismo con la finalità di creare capacità adeguate a rispondere alla domanda di turismo per tutti. Analisi delle esigenze nell’ambito del turismo per tutti Le esigenze espresse dai turisti con disabilità e le esperienze e opinioni degli operatori turistici in merito al “turismo per tutti” sono state raccolte attraverso il coinvolgimento diretto degli interpreti dei due mondi, realizzando focus groups, tavoli di lavoro ed altri metodi di contatto/coinvolgimento diretto. I risultati emersi sono sintetizzati ponendo l’accento sugli aspetti critici emersi durante la ricerca con l’obiettivo di sottolineare le lacune reali che esistono nel settore specifico del turismo per tutti. I focus groups di giovani persone con disabilita’ A seguire sono esplicitate solo alcune delle criticità emerse rispetto alle diverse fasi temporali del viaggio. Il documento intero può essere consultato all’interno del sito di progetto. Prima del viaggio Informazione diretta (realizzata dal turista in maniera autonoma) 9 Difficoltà nella consultazione di website ONLINE, per la complessità riscontrata nella navigazione, nonché per la limitata disponibilità di siti certificati con W3C, consultabili quindi, anche da persone con disabilità di tipo sensoriale. 9 Mancanza di attrezzature per una diffusione ampliata delle informazioni (utilizzo di telefoni con sistema DTS, FAX, trasduttore vocale). 9 Difficoltà di valutare l’affidabilità di informazioni pubblicate di cui non si hanno informazioni sulla capacità ed esperienza di chi le ha raccolte. Informazione indiretta (realizzata attraverso operatori turistici o organizzazioni di persone disabili) 9 Le organizzazioni offrono pacchetti turistici per le persone con esigenze specifiche, garantendo un sicuro grado di assistenza e Annagrazia Laura 83 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 sicurezza, sia rispetto all’accessibilità delle strutture ospitanti e delle destinazioni offerte, sia sull’organizzazione delle attività e delle giornate che compongono la vacanza; spesso, però, vincolano la persona a tempi prestabiliti, ad effettuare la vacanza in periodi di bassa stagione e a rimanere in contesti relazionali protetti. Qualità delle informazioni 9 Mancanza di informazioni di dettaglio sui singoli elementi che compongono la vacanza e sulla correlazione tra loro, rispetto all’intero sistema-vacanza. 9 Mancanza di informazioni sulla reperibilità in loco, sia di ausili specifici, che di personale in grado di offrire assistenza specializzata e più in generale sulle strutture sanitarie (sulle loro specificità e distanze dalla località di destinazione). Durante il viaggio Gli spostamenti 9 Mancanza di sistemi di comunicazione in caso di emergenza, adatti a persone con disabilità di tipo sensoriale (paline SOS in autostrada solo con comunicazione audio; non disponibilità di numeri di soccorso raggiungibili anche attraverso l’invio di sms). 9 Difficoltà di accesso ai controlli aeroportuali di kit sanitari specifici, provvisti di siringa ad uso terapeutico. 9 Mancanza di segnaletica e di informazioni sufficienti all’orientamento e al raggiungimento di luoghi e destinazioni di interesse. Il soggiorno 9 Scelta obbligata di destinazioni orientata, a causa delle condizioni di accessibilità non verso i propri gusti ma verso mete già conosciute e ‘sicure’. 9 Aggravio dei costi, dovuto alla disponibilità di offerte quasi sempre in strutture ricettive appartenenti a categorie elevate. 9 Incongruenza delle informazioni rispetto alla condizione reale, riferita a tutti gli elementi componenti il sistema vacanza. 9 Mancanza di segnaletica e di informazioni sufficienti all’orientamento e al raggiungimento di luoghi e destinazioni di interesse. Annagrazia Laura 84 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 9 Pregiudizio relazionale, dovuto alla non conoscenza delle reali condizioni del cliente/visitatore. 9 Presenza di barriere architettoniche. 9 Mancanza di servizi igienici realmente accessibili ed in condizioni igieniche accettabili. Le attività 9 Mancanza di personale, nei musei e nelle sale espositive, in grado di dare descrizioni orali delle opere e degli oggetti in esposizione e di guide turistiche esperte in sistemi di comunicazione adeguati a visitatori con disabilità sensoriali e con difficoltà di apprendimento. 9 Mancanza di sistemi e mezzi integrati, per le persone con disabilità di tipo sensoriale, sia per la comunicazione del visitatore verso l’ambiente esterno (telefoni con sistema DTS), che per la comunicazione dell’ambiente verso il visitatore con esigenze specifiche (scritte in caratteri Braille e in macrocaratteri, modelli in scala degli spazi di visita; audioguide, display ottici; possibilità di toccare le opere e gli oggetti in esposizione). Dopo il viaggio 9 Delusione delle aspettative. 9 Pubblicità negativa nei confronti del sistema turistico, del paese e della struttura ospitanti, nonché degli operatori turistici. 9 Attivazione di azioni di rivalsa verso il sistema turistico, il paese e la struttura ospitanti, nonché verso gli operatori turistici. I focus groups degli operatori del settore - Esperienze e opinioni in merito al turismo per tutti Le esperienze dei rappresentanti dell’offerta, qualunque sia la loro collocazione nella catena turistica, sono state distinte in indirizzate se relative ad operatori che offrono prodotti destinati a questo target specifico e occasionali se riferite invece ad operatori con poca esperienza nell’ambito del turismo per tutti. Riportiamo parte degli aspetti emersi durante i focus group. La versione completa del documento è consultabile nel sito di progetto. Le esperienze indirizzate 9 Gli operatori che offrono prodotti destinati a questo target specifico, sono principalmente collocati nell’ambito dell’associazionismo. Annagrazia Laura 85 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 9 L’aspetto economico non risulta tra i motivi che hanno spinto a intraprendere un’attività in questo settore, ma le reali motivazioni sono da ricercare essenzialmente nella volontà di soddisfare le esigenze delle associazioni che richiedono servizi che non trovano nei circuiti di mercato tradizionali. 9 Gli introiti economici risultano discreti, sebbene essenzialmente derivanti da clienti aderenti alle associazioni dei disabili. 9 circuito del mercato tradizionale dell’offerta turistica. Questa difficoltà è dovuta al fatto che un’offerta così fortemente indirizzata sia nelle strutture che nei servizi offerti non risulta gradita a target di utenti “normodotati” Le esperienze occasionali 9 Queste esperienze sono commisurate al grado di accessibilità offerto dalle strutture ed alla casualità di essere entrati in contatto con esperienze in questo settore. In entrambi i casi il tutto è difficilmente programmabile e spesso lasciato all’improvvisazione quando vengono avanzate richieste specifiche. 9 L’unico aspetto riferibile al marketing è sinteticamente l’icona apposta sui depliant per segnalare l’accessibilità della struttura. 9 Le motivazioni addotte dagli operatori, che non hanno ancora servizi indirizzati a questo target, sono imputate a problemi di natura principalmente economica. Molti di loro considerano che offrire questi servizi comporti un forte aggravio di costi. 9 L’accessibilità delle strutture è l’elemento alla base di quasi tutte le argomentazioni espresse dagli operatori. Questa considerazione è riferita non solo al forte impegno economico che molti hanno dovuto sostenere per la messa a norma, richiesta per l’abbattimento delle barriere architettoniche, ma anche alle soluzioni progettuali che sono state adottate. Queste hanno reso, nello specifico, le camere per persone con disabilità delle strutture ricettive così “ospedaliere” da non essere vendibili ad altri clienti, producendo quindi un doppio danno: l’impossibilità di ammortizzare le spese sostenute e la riduzione dell’offerta reale della struttura. Analisi dell’offerta formativa riguardante i temi del turismo per tutti Annagrazia Laura 86 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 L’analisi è stata realizzata prendendo in considerazione le seguenti offerte formative: Corsi universitari, Master di specializzazione post laurea, Interventi formativi finanziati dalla Pubblica Amministrazione e/o dal Fondo Sociale Europeo realizzati nel corso del 2004 o attualmente in corso di realizzazione. L’analisi condotta nei cinque paesi partecipanti al progetto ha evidenziato come, a fronte di un’offerta formativa estremamente ampia e articolata sui diversi aspetti del fenomeno turistico a tutti i livelli (universitario, di specializzazione post universitaria, di formazione professionale finanziata), solo pochissime esperienze si stanno facendo strada nel campo del “turismo per tutti”. Peraltro i pochi corsi che sembra trattino questo argomento non sono espressamente incentrati sul turismo per tutti, relegando il tema ad occasioni formative sporadiche e per un basso numero di ore rispetto al monte ore totale. L’adeguamento del sistema turistico alle esigenze di un “turismo per tutti” sta dunque procedendo a due velocità: • da un lato si osservano una domanda di servizi accessibili sempre più estesa ed esigente e un’offerta che cerca, seppure lentamente e spesso con difficoltà, di adeguarsi, • dall’altro lato è del tutto carente una formazione ad hoc relativa all’argomento. Questi risultati hanno confermano la giusta collocazione del progetto EU.FOR.ME in un sostanziale vuoto formativo in materia. Analisi dei fabbisogni formativi La definizione del fabbisogno formativo è stata realizzata considerando i risultati delle precedenti azioni di progetto in cui sono state analizzate: le esigenze del turista con disabilità – la cui analisi ha permesso di individuare le necessità specifiche nelle varie fasi del viaggio e le competenze ricercate negli operatori turistici il sistema dell’offerta turistica – la cui analisi ha permesso di capire le caratteristiche strutturali e organizzative di chi opera nell’ambito del “turismo per tutti”, di individuare i motivi di “resistenza” delle imprese che non prevedono questo tipo di offerta, di dedurre le esigenze professionali e formative per offrire un servizio/prodotto di qualità Annagrazia Laura 87 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 l’offerta formativa nel settore turistico – la cui analisi ha permesso di individuare la carenza o assenza di materie o moduli formativi sul turismo accessibile nell’ambito dei diversi gradi della formazione turistica. L’analisi incrociata dei risultati ha permesso di confrontare i diversi elementi emersi: le esigenze delle persone disabili, la percezione che di questo settore hanno gli operatori turistici, le problematiche da questi manifestate, consentendo di identificare le competenze carenti per ciascuna esigenza e percezione individuata. Una volta individuate le competenze carenti sono stati definiti i fabbisogni formativi corrispondenti e, dopo aver verificato l’assenza, nell’attuale panorama della formazione turistica, di interventi finalizzati a soddisfarli, è stato progettato il percorso formativo del Formatore specializzato nelle tematiche del turismo accessibile. I fabbisogni formativi individuati attengono a: 1. competenze trasversali che riguardano più in generale le figure professionali che operano in un contesto sociale di rapporto con la clientela, come la comunicazione interpersonale e le tecniche di problem solving. 2. competenze tecnico professionali come le tecniche di costruzione di prodotti – pacchetti, itinerari, soggiorni – accessibili, le tecniche di promozione e commercializzazione di prodotti accessibili, le tecniche di accoglienza e gestione del cliente con bisogni specifici, la conoscenza degli elementi per rendere una struttura accessibile, ecc.. 3. competenze di base quali la sicurezza nei luoghi di lavoro anche in relazione alla presenza di una clientela con disabilità. Più in generale è risultata chiara l’esigenza di divulgare e approfondire i concetti di “accessibilità” e di “turismo per tutti” che non sono pienamente compresi né dagli operatori delle imprese, né dalle realtà territoriali le quali concorrono a definire l’accessibilità dell’ambiente in cui il turista esprime le sue esigenze. Il turismo per tutti difatti è fortemente orientato verso il cliente piuttosto che verso il prodotto. Il turista e le sue esigenze diventano il fulcro intorno al quale si sviluppano tutte quelle azioni che permettono di offrire un prodotto rispondente alle varie necessità. Alla luce della evidente richiesta di “turismo per tutti” e dei risultati dell’analisi dei fabbisogni formativi al fine di colmare i gap di competenze Annagrazia Laura 88 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 degli operatori e le evidenti carenze dell’offerta formativa in materia, è stata individuata una figura professionale, il Formatore specializzato nelle tematiche del turismo accessibile, che dovrà facilitare le attività di informazione e formazione presso gli operatori ed essere in grado di proporre integrazioni formative nei programmi didattici sul turismo. Definizione del piano di sviluppo del percorso formativo del formatore specializzato nelle tematiche del turismo accessibile L’azione formativa, progettata sulla base dell’analisi dei fabbisogni formativi, si sviluppa attraverso le seguenti quattro tappe formative a cui vengono ricondotte le unità di competenza: Iª tappa formativa - “La formazione dei formatori”, ha fornito ai partecipanti gli strumenti concreti per lo svolgimento professionale delle attività di progettazione ed erogazione di processi formativi. IIª tappa formativa - “Il sistema turismo”, ha offerto un quadro preciso e particolareggiato dei tratti caratteristici dello scenario turistico, in modo tale da comprendere almeno nelle linee generali il funzionamento ed i processi della distribuzione turistica. IIIª tappa formativa - “Il formatore di turismo per tutti”, finalizzata a far acquisire ai partecipanti le conoscenze riguardanti i temi dell’accessibilità del prodotto turistico necessarie per lo svolgimento professionale dell’attività di formazione specializzata nelle tematiche del turismo per tutti. IVª tappa formativa – “La realizzazione dei Project Works”, durante la quale i partecipanti al corso hanno messo in pratica le competenze acquisite in aula e svilupperanno essi stessi dei moduli formativi (Project Works) sulle tematiche dell’accessibilità del prodotto turistico, dell’accoglienza al cliente disabile e della predisposizione di prodotti adeguati al target identificato, erogati nella successiva fase di sperimentazione in aula. Bibliografia Documenti Europei: Direttiva 2004/18/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio-31 Marzo 2004, relativa al coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavoro, di forniture e di servizi. Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni COM (2003) 650 – Pari opportunità per le persone con disabilità: un Piano d’azione europeo. Annagrazia Laura 89 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ - - - - 21 Marzo 2006 A Europe accessible for all – report from the Group of Experts set up by the European Commission, October 2003 in http://www.europa.eu.int/comm/employment_social/index/final_report_ ega_en.pdf Consiglio Europeo di Stoccolma - Marzo 2001 (identificazione di tre obiettivi strategici, per raggiungere occupazione, coesione sociale, sviluppo economico, così come indicato nel Consiglio di Lisbona: innalzare la qualità e l’efficacia dei sistemi di educazione e formazione nell’Unione Europea; facilitare a tutti l’accesso ai sistemi di educazione e formazione; aprire i sistemi di educazione e formazione al mondo intero. Consiglio Europeo di Lisbona – 23 e 24 Marzo 2000 -Occupazione, coesione sociale, sviluppo economico. Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle Regioni COM (2000) 284 Verso un’Europa senza ostacoli per i disabili. Altri documenti: Uomo Disabilità Ambiente,Gianni Del Zanna-Abitare Segesta Documenti-Bollate (MI) 1996 L’accessibilità degli ambienti di lavoro, Paola Bucciarelli-Guerrini e associati- Milano 2004 Access, How to promote the inclusion of disabled people in international youth activities, Commissione Europea e Youth Forum, Bruxelles, Febbraio 2000 Accessibility of workplaces , Info-handicap a.s.b.l. National Council, Lussemburgo 2001 Accueil des Clients présentant une Gene ou un handicap, Cellule de Coordination Nationale "Tourisme et Handicaps", Francia, 1999 Accueil et Accessibilité – Guide d'information à usage des professionnels du tourisme, CATHERINE BACHELIER, VERONIQUE CLAUDE, FREDERIC DUMEZ, Cellule de Coordination Nationale "Tourisme et Handicaps", Francia, aprile 1999 Accueil des touristes à besoins spécifiques – Document d’accompagnement de la formation dans le cadre du BTS TourismeLoisirs, Cellule de Coordination Nationale "Tourisme et Handicaps", Francia, novembre 1999 Benvenuto tra noi, Provincia di Brescia Assessorato al Turismo Como ajudar uma pessoa com deficiencia, Segretariado Nacional de Reabuilitaçao Lisbona, 1995 Annagrazia Laura 90 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ - - - - - - - - - 21 Marzo 2006 Disability Awareness Training – Information Pack, London Transport – Unit for Disabled Passengers, Londra 1996 Disabilità & libertà di movimento, Alpe, CO.IN, CNAD, Info-Handicap, Mobility International Svizzera, Mobility Internatiomnal, con il supporto della Commissione Europea, Direzione Generale V, Madrid 1999 Handicaps et deplacements – aider, informer, dialoguer, ecouter – RAPT/SNCF Dicembre 1988 Hotels, Restaurants, Logements de vacances, Directives pour un aménagement minimal et optimal adapté aux personnes handicapées et/ou agées , Eric Bertels et Joe A. Manser, Centre suisse pour la construction adaptée aux Handicapés, Zurigo, Ottobre 1998 La Qualità in Albergo dalla A alla Z, Santinato M., Sfodera F. Teamwork, 2002 Millennium Access Guide 2000, Disabled Peoples' International, Regno Unito, 1998 Mobility and older people. Trends in Tourism, Leisure and Driving in a changing Europe, A report by the AIT/FIA for the European Commission, Direzione Generale XXIII, Unità Turismo. Gennaio 1995 Per un’Europa accessibile ai turisti disabili – Manuale per l’industria del Turismo, Commissione Europea , Direzione Generale XXIII – Unità Turismo, Lussemburgo, 1996 Primo Vademecum per il Turista con Bisogni speciali, Dipartimento del Turismo, Roma, 1999 Qualità nell’accoglienza turistica di clienti con bisogni speciali, Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento del Turismo/Dipartimento degli Affari Sociali, Maggio, 1998 Roma, perchè no?! , Ed. Turismo per Tutti, aprile 1998 Status Report on Tourist Accommodation Accessibility Schemes in Europe, Commissioned by the Flemish Government –Toerisme Vlaanderen, Toegankelijkheidsbureau v.z.w. Hasselt and LIVING Research and Development s.p.r.l. Brussels, September 2001 Taking charge of the air travel experience, A guide for persons with disabilities, Accessible Transportation Directorate, Canadian Transportation Agency, Ottawa The Concept of a Tourist Area Cycle Evaluation: Implication for Management Resources, Butler R.W., le Geographie canadien, 24: 512, 1991 The Role of Satisfaction with Leisure Travel / Tourism Services and Experience in Satisfaction with Leisure Life and Overall Life, Neal N.J., Sirgy M.J., Uysal M.; Journal of Business Research, 1998 Annagrazia Laura 91 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ - - - - - 21 Marzo 2006 Tourism for All - Providing Accessible Accommodation, JOHN H. PENTON, The Holiday Care Service – The English Tourist Board, Regno Unito, 1990 Tourism for All – Providing service for all The training Guide, MAUNDY TODD, CAROL TOMLINSON, MARY BAKER, The National Tourist Boards of England, Scotland, Wales and Northern Ireland, Edinburgo, 1997 Tourism Marketing: Service and Quality Management perspectives, Lews E., Leckhampton, UK, 1991 Turismo accesible , turismo para todos – Alpe e Comunidad de Madrid, Spagna 1997 Un modello concettuale di qualità dei servizi, Zeithmal W.A:, Parasuraman A., Berry L.L., Wiley & Sons, 1984, Petrini, Tporini, Italia 1987 Viaggiare si Può, Annagrazia Laura e Agostino Petrangeli, Collana Altri Viaggi De Agostini, Italia 2003 We are not ready yet! A guide for People with disabilities, Voluntary Organisation and all Volunteers on Integration and Volunteering, Mobility International, Regno Unito 1992 Welcome all , English Tourist Board , Londra 2000 Welcome without barriers - video tape, Fondation Nestlé Pro Gastronomia, Svizzera, 1996 Annagrazia Laura 92 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 CONCLUSIONI VALERIO NANNINI POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 VALERIO NANNINI – ICIE, ITALIA CHIUSURA DEI LAVORI BAS oltre ad essere un progetto di diffusione dei principi di Universal Design e Design for All deve porre le premesse per innalzare l’attenzione di tutti gli attori coinvolti nei processi di trasformazione delle nostre città. Occorre superare il concetto generico di accessibilità al fine di giungere ad un livello più ampio che contempli il raggiungimento di un servizio e la sua frizione piena e totale come ha illustrato chiaramente A. Morini nella introduzione. Questo è un processo indubbiamente lento e complesso. Non si esaurisce unicamente attraverso leggi e normative che già ci sono, ma attraverso la diffusione di un obiettivo che deve necessariamente uscire dal segmento specialistico (esperto di accessibilità). Pensare di modificare ed adattare “quello che il progettista ha già pensato e realizzato” con l’obiettivo di adeguarsi al rispetto legislativo non è la strada corretta da percorrere. Questo è quanto accade almeno ora. Gli esempi di eccellenza o di buone pratiche ci dimostrano che UD deve essere un requisito richiesto dalla committenza fin dall’avvio del percorso progettuale. Quando esso è trascurato o dimenticato, inevitabilmente viene disatteso anche se la legislazione o le linee guida sono già sufficienti a rendere l’edificio accessibile. I lavori presentati sugggeriscono due elementi fondamentali: il primo è una più attenta e corretta formazione sia dei progettisti che dei costruttori ed il secondo consiste nello sviluppo di migliori procure di controllo e metodi di documentazione. Su questo versante abbiamo visto con attenzione le procedure che si stanno sperimentando in Norvegia al fine di controllare e verificare l’accessibilità sul progetto architettonico. Infatti, sebbene le norme esistono, mancano agli operatori gli strumenti operativi e di controllo. L’obiettivo principale del controllo consiste nel verificare che i livelli minimi di accessibilità richiesti dalle norme vengano rispettati. Occorre inoltre verificare che il raggiungimento delle qualità funzionali richieste dai Valerio Nannini – 94 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 committenti siano recepite in proposte e soluzioni progettuali corrette dallo staff di design. Il risultato finale deve non solo soddisfare le norme e le ambizione dei progettisti ma anche rispondere alle esigenze degli utilizzatori finali. Valerio Nannini – 95 CURRICULUM POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 ANNALISA MORINI Laurea in Ingegneria Civile Edile nel 1977, collabora con le Facoltà di Ingegneria dell’Università di Ancona e dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma per ricerche sulle tipologie edilizie. Ricercatrice del Consiglio Nazionale delle Ricerche dal 1983, si occupa di ricerche in ambito di tecnologie per l’edilizia. Valutatore per il IV e V programma Quadro dell’Unione Europea sui temi di TIDE (Technology Initiative for Disabled and Elderly) e IST (Information Society Technologies). Ha tenuto lezioni a Corsi di aggiornamento, specializzazione e Master. In ambito CIB (Conséil International du Batiment), è coordinatrice del WG084 ‘Building Comfortable Environments for All’, oltre che Membro del Board. Coordinatrice del progetto europeo BAS (Building Accessible Services) è responsabile ITC nel progetto europeo POLIS (Decision Support Tools and Policy Initiatives in Support of a Universal Design of Buildings). Autrice di oltre 80 pubblicazioni in italiano ed inglese e di alcuni libri. E’ intervenuta a diversi convegni nazionali ed internazionali sui temi dell’accessibilità e delle nuove tecnologie per un’utenza ampliata. Annalisa Morini 97 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 NIKOS SAKKAS Laurea in ingegneria meccanica ed informatica e con un dottorato in gestione dell’ambiente. Ha avuto numerose esperienze industriali internazionali con più di 100 incarichi nell’ambito del business dell’ingegneria e delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione. Ha una vasta esperienza in progetti di trasferimento tecnologico. E stato designato Direttore generale del Parco Tecnologico di Creta nel periodo 1995-1996. Nikos Sakkas ha più di 30 pubblicazioni su riviste specializzate internazionali e conferenze su temi relativi all’innovazione ed all’interazione di sistemi di business e Tecnologie dell’Informazione e della comunicazione ed in particolare su modelli di business collaborativi nelle aree dove le decisioni e le operazioni dipendono da numerosi portatori d’interesse. Opera inoltre su temi quali la gestione dell’energia e dell’ambiente. Ha avuto inoltre numerosi incarichi come revisore di progetti nel FP5 così come partecipante delle attività di valutazione delle proposte.nel FP5/ FP6. Attualmente è Coordinatore del progetto Polis “Sistemi di supporto alle decisioni e iniziative di policy in materia all’ Universal Design degli edifici” finanziato dalla Commissione nell’area tematica di Supporto Scientifico alle Politiche. Nikos Sakkas 98 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 MALCOLM FISK Direttore Amministrativo dell’Insight Social Research Ltd. È laureato in geografia, sociologia e studi sull’edilizia abitativa e ha seguito corsi di specializzazione al King’s College London, Queen’s University Belfaste e University of the West of England. Ha lavorato per più di 20 anni come professionista e ricercatore (presso governo locale, università e settore privato) con riferimento a problemi relativi all’edilizia abitativa ed assistenza sociale. E’ membro dell’Associazione di Ricerca Sociale e vincolato al loro codice etico. È un iscritto del Chartered Institute of Housing e vincolato al loro codice di condotta professionale. Le molte pubblicazioni di Malcolm Fisk su riviste teoriche e pratiche nazionali ed internazionali testimoniano la sua esperienza ed abbracciano materie che vanno dalla valutazione dei bisogni e progettazione di abitazioni all’applicazione delle tecnologie di comunicazione Malcolm Fisk 99 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 KATARZYNA ŚWIEŻAWSKA-AMBROZIAK Laureata al Dipartimento Socio – Economico dell’Università di Łódź. Dal 2002 lavora come consulente e responsabile di progetto nell’Istituto di ricerca ASM. E’ membro dell’Associazione Polacca di Sociologia. Ha svolto la funzione di coordinatore ai progetti Europei UB+, KNOWLEDGE, DIADA; e ha lavorato come partner ai progetti Europei POLIS, BAS, SIBIS, BEEP, VIRCOUNS, eCore, PeBBu, IntelliDrug, SMART, CLOSE TO, eTen, eInclusion, eUser ed altri. La sua esperienza comprende: studi di mercato e sviluppo delle strategie di marketing nel settore aziendale – rapporti con i clienti; analisi degli studi di mercato relativi al processo decisionale; analisi della soddisfazione del Cliente; Numero di studi del mercato del settore ad esempio consapevolezza di marca, necessità e atteggiamenti del cliente, collocazione della marca. I principali campi di specializzazione e di interesse sono: il mercato delle costruzioni, studi di accessibilità e di genere della costruzione. Katarzyna Swiesawska 100 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 JAN DESMYTER Ing. Jan DESMYTER, m.b.a., laureato come ingegnere civile minerario nel 1989 (Università Cattolica di Leuven), ha conseguito il master in business administration nel 1991 (sempre all’Università Cattolica di Leuven). Ha iniziato a lavorare a BBRI nel 1989, prima come ricercatore nelle Strutture della Divisione in ambiti legati alla tecnologia del cemento armato. Dato il suo coinvolgimento nel lavoro di ricerca e di politica con riferimento al riciclaggio di rifiuti edilizi e di demolizione (tra gli altri il cemento armato riciclato) ha iniziato ad occuparsi di problemi ambientali in generale. Gli ambiti includevano risanamento del suolo, riciclaggio, prevenzione e gestione dei rifiuti, sostanze pericolose, demolizione, valutazione della durata dei materiali edilizi e edifici, costruzione sostenibile. Diventò prima vice capo delle Strutture di laboratorio, poi capo delle Strutture di laboratorio ed infine vice Capo delle Strutture di Divisione. Comunque, data la crescita dell’importanza delle attività tecnologiche ed ambientali all’interno delle Strutture di Divisione, nel 2002 si decise di ristrutturare la Direzione della Ricerca e di raggruppare alcuni laboratori. Come risultato di questa riorganizzazione, Jan Desmyter venne nominato Capo della Divisione di Tecnologia ed Ambiente. Jan Desmyter è attivo in vari comitati e/o gruppi di lavoro, sia a livello nazionale che internazionale (fib – Federazione Internazionale Cemento Armato, TI-KVIV – Royal Society of Engineers – sezioni di Costruzione e Tecnologia Ambientale, EOTA PT9 – Organizzazione Europea per Approvazioni Tecniche – Sostanze Regolamentate, CEN TC154 TG 10 – Inerti da Fonti Alternative, Certificazione CRIC, COPRO Certificazione per Inerti Riciclati, Qualità BCCA,…). Infine, Jan Desmyter funge da controllore tecnico per gli Enti di Accreditamento Belga ed Olandese per i Laboratori (Beltest e Consiglio Olandese per l’Accreditamento RVA).. Jan Desmyter 101 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 EVA CAESAR Vive in Ungheria a Budapest. Ha lavorato per 14 anni per la Federazione Nazionale dell’Associazione Persone Disabili (MEOSZ) divenendo responsabile dei rapporti internazionali. L’attività principale consiste nel lavorare in collaborazione con NGOs e altre associazioni e istituzioni all'interno del movimento internazionale dei disabili per ottenere uguali occasioni e dignità per tutti, così come per migliorare la qualità di vita in società. Il suo lavoro si svolge attraverso una triplice attività: - ottenere informazioni utili al beneficio dei disabili ungheresi per portare cambiamenti sia di legislazione che di atteggiamento; - fornire le informazioni ed il sostegno alle persone disabili nei paesi che si trovano in situazioni svantaggiate - promuovere processi di influenti decisionmaking a livello Europeo come membro del Forum Europeo della Disabilità, FIMITIC e DPI-Europe. Eva Caesar 102 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 SANDRINE LEJEUNE 1996: Master di ricerca in Geografia (materia opzionale pianificazione urbana), Università di Lione. 1996: Diploma di Ingegnere Civile, specializzazione : Urbanistica e pianificazione urbana. Scuola Superiore Nazionale Francese del Ministero Francese dei Lavori Pubblici, Trasporti, Edilizia abitativa e Mare Ricercatrice nel laboratorio RIVES (Ricerca Interdisciplinare su città, spazio e società). Insegnante all’ENTPE (Scuola Superiore Francese dei Lavori Pubblici) Nazionale del Ministero PhD in corso : "il ruolo e posto degli utenti nella gestione dei servizi pubblici locali: il caso dell’acqua e acqua di scarico". Sandrine Lejeune 103 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 FIORENZA SCOTTI Laurea in matematica e specializzazione in elaborazione elettronica dei dati presso l’Università di Trieste. Da Aprile 1979 dipendente di INSIEL (ex TELECOM ITALIA – Finsiel ora di proprietà della Regione Friuli-Venezia Giulia) azienda leader di software in Italia per l’Amministrazione Pubblica locale. Esperta presso la Commissione Europea per i programmi quadro, membro del Comitato di Controllo delle Tecnologie per gli anziani della Provincia di Milano, esperta del Ministero Italiano delle Attività Produttive, membro o coordinatore di progetti finanziati dal fondo europeo, responsabile dell’apprendimento “computer based” presso l’Insiel. Opera nei principali settori d’interesse quali database, ingegneria del software, telelavoro, e-learning, accessibilità di siti web. Professore a contratto di informatica presso le Università di Udine e Trieste, vice direttore del Master in Assistive Technology presso l’Università di Trieste. Autrice o co-autrice di circa 60 saggi tecnici, 4 libri e molti articoli. Nel 2001 onorificenza al merito (grado “ufficiale”) ricevuta dal Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi. Fiorenza Scotti 104 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 JON CHRISTOPHERSEN Autore di numerosi articoli e pubblicazioni su design universale ed accessibilità. Ha fatto ricerche e scritto i requisiti della Banca Norvegese per la durata dell’edilizia abitativa e successivamente valutato quanto costruito. Ha effettuato diversi studi di valutazione e manuali scritti per la progettazione di alloggi per persone anziane, comprese case di riposo. Come prolungamento degli studi sull’accessibilità nelle università norvegesi, ha lavorato sui metodi di valutazione dello standard di accessibilità in ambienti edificati esistenti e trasporto pubblico. Christophersen ha scritto molti dei depliant di progettazione dell’Istituto Norvegese per la Ricerca Edilizia ed è stato spesso oratore in seminari e conferenze in Norvegia. A livello internazionale, Christophersen ha presentato molte relazioni in conferenze di tutto il mondo: è stato uno degli oratori principali nella sessione conclusiva della conferenza internazionale per l’Universal Design a Yokohama nel 2002 e ha fatto lezioni a Tokyo e all’Università Yonsei di Seuol. Ha anche lavorato alle raccomandazioni per l’accessibilità nelle stazioni dell’Unione Europea (COST 335). Ha contribuito all’Universal Design Handbook (Manuale di Design Universale) ed ha redatto un libro molto acclamato sull’insegnamento del design universale. Molti articoli di Christophersen sono stati pubblicati in italiano sulla rivista Abitare e Anziani. Jon Christophersen 105 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 KARINE DENIZOU Architetto e ricercatore presso l’Istuituto di ricerca sulle costruzioni Norvegese. Laurea alla Scuola di architettura PARIS-VILLEMIN, Diploma: Casa della Cultura a Trondheim e Borsa di studio presso la AHO, scuola di architettura di Oslo, col professore Sverre Fehn Frequentatrice del corso di urbanistica ”Ideali per la città”, presso l’accademia di architettura norvegese e l’AHO, Istituto per l’Urbanistica. Delegato per l’Istituto norvegese per la ricerca sull’edilizia nel mirrorcommittee (interfaccia) nazionale per la ISO/TC59/SC16, “Accessibilità ed usabilità dell’ambiente edificato. Relatrice per la conferenza: ”Mobilità/povertà/precarietà/ospitalità, il passato e futuro dell’edilizia abitativa precaria in Europa” (Parigi): “è possibile riconoscere un’abitazione non ordinaria?” E’ inoltre coautrice dei Certificati edilizi: che elaborano un nuovo profilo per il design universale. Ha sviluppato esperienza come esperta per la Valutazione dell’accessibilità negli edifici (hotel, scuole, università…) SINTEF Costruzione ed infrastrutture Karine Denizou 106 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 EMILIA CONTE Ingegnere civile edile, dottore di ricerca in Ingegneria Edile, dal 1994 è ricercatrice universitaria a tempo pieno nel Dipartimento di Architettura e Urbanistica, Politecnico di Bari, dove insegna Architettura Tecnica e Architettura Tecnica II nell'ambito del Corsi di Laurea in Ingegneria Edile e in Ingegneria Civile. Conduce attività di ricerca nell’ambito della tecnologia edilizia, con particolare riferimento al ruolo che l’innovazione tecnologica può giocare per la sostenibilità edilizia. Il campo di applicazione dello studio è sia l’ambiente confinato, di nuova realizzazione o già esistente, sia l’ambiente costruito nel suo rapporto con la città. Emilia Conte 107 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 JAN PAULSSON Nato nel 1943. Architetto nel 1968. Ph D in architettura nel 1974. Docente nel 1983. Professore universitario incaricato (prof. aggiunto) dal 1987. Nominato professore in architettura nel 2004, a Chalmers. Ricerca, lavoro di sviluppo, istruzione e consulenza a Chalmers e Göteborg University. 1969–74 presso il Dipartimento di Medicina riabilitativa, unità di lavoro per la ricerca sull’handicap. Dal 1975 presso il Dipartimento di Design architettonico. Dal 1991 esperto della Commissione Nazionale per Salute e Benessere. 1992 - 2000 consulente in educazione alla ricerca part-time presso il Dipartimento di Economia Domestica/Ecologia umana, Göteborg University. 2001–04 lavoro part-time presso la NHR (l’Associazione Svedese di Persone con Disabilità Neurologiche) a Stoccolma. Consulenza presso la società 2D&P (Design, Diversity & Participation). Jan Paulsson 108 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 PETER LANSLEY Professore di Gestione della Costruzione presso l’Università di Reading dove iniziò a lavorare nel 1984, dopo 14 anni trascorsi come Direttore della Ricerca nel Settore dell’Edilizia presso l’Ashridge Management College. Da allora è stato Capo del Dipartimento di Gestione della Costruzione & Ingegneria, Preside della Facoltà di Studi su Città e Regioni, Direttore di Ricerca di Scienze Sociali per l’Università ed infine Pro Vice -Rettore. Il suo interesse principale, aiutare le imprese di costruzione a migliorare le loro prestazioni, ha portato a molteplici attività di ricerca, consulenza ed addestramento. Ha fatto il consulente per organismi nazionali ed internazionali su problemi di sviluppo organizzativo e gestionale della valutazione e stima di programmi di ricerca ed innovazione. Attualmente si sta occupando di istituire iniziative di ricerca e di sviluppo nazionale per soddisfare i bisogni delle persone anziane e persone ritardate fisicamente e mentalmente, lavorando con la Continuing Care Conference, Research into Ageing ed EPSRC7, per il quale presiede il Comitato EQUAL (Extending Quality Life in the Built Environment (Prolungare la Vita di Qualità nell’Ambiente Edificato). Membro attivo del Chartered Institute of Building (CIOB), in particolare del Comitato per Innovazione e Ricerca e la Divisione per il Riconoscimento delle Assegnazioni, è anche impegnato con la Management Charter 7 EPSRC = Engineering and Physical Sciences Research Council Peter Lansley 109 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 Initiative (MCI), con la CIRIA8, per la quale sta presiedendo uno studio sul valore di corsi di più alto livello per il settore della costruzione e con l’International Council for Building Research and Documentation (CIB), per il quale fa parte del Comitato Principale ed è attualmente membro del Comitato di Programma. Ha pubblicato circa 200 libri, relazioni ed articoli, in gran parte riguardanti le prestazioni dell’uomo e le prestazioni organizzative nel settore della costruzione e colmando la lacuna tra ricerca e pratica. È uno dei pochi accademici nel settore della costruzione ad aver ricevuto un importante premio all’innovazione, in questo caso per lo sviluppo del sistema acclamato a livello internazionale AROUSAL. Lo sviluppo iniziale dell’AROUSAL cominciò all’Ashridge Management College e venne continuato dal Management Reality, un’organizzazione fondata allo scopo specifico di fomentare la filosofia e pratica dell’AROUSAL. 8 CIRIA = Construction Industry Research and Information Association Peter Lansley 110 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 ANNAGRAZIA LAURA Laureata in Scienze Politiche presso l’Università "La Sapienza" di Roma (1971). First Grade Certificate of Proficiency di inglese (British Institute di Roma) e Certificate di francese (Lycée Chateaubriand di Roma). Dopo una lunga esperienza nella Divisione Marketing delle Linee aeree Alitalia. Dal 1993 è unita alla CO.IN. (Cooperative Integrate Onlus) con la responsabilità di sviluppare il Settore Turistico a livello nazionale ed internazionale. È attualmente responsabile di addestramento e rapporti internazionali.Tra le attività troviamo: Addestramento e consapevolezza che puntano verso un turismo accessibile ed uguali opportunità per persone con disabilità; Promozione dell’integrazione di turisti disabili a tutti i livelli creando un sistema generale di informazioni integrate e prodotti turistici Oratrice in vari corsi di addestramento a livello nazionale sui temi relativi al turismo inclusivo ed uguali opportunità. Annagrazia Laura 111 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 GIUSEPPINA CARELLA Architetto, ha approfondito nella sua attività di consulente e progettista, anche nell’ambito di progetti finanziati dall’Unione Europea, i temi inerenti la progettazione destinata ad un’utenza ampliata. Ha dedicato nelle sue esperienze lavorative (nei progetti Herculia-Equal- e Parchi Accessibili di CTS e Legambiente) una particolare attenzione ai temi inerenti la definizione di strumenti per la rilevazione delle condizioni di accessibilità e indicazioni metodologiche nella restituzione delle informazioni. Nell’ambito della progettazione, tra le esperienze significative, la realizzazione del CD - Guardare il territorio con occhi nuovi- alcune linee guida alla progettazione delle aree natali protetti- uno dei prodotti del progetto Parchi Accessibili. Svolge attività di formazione sui temi specifici dell’accessibilità anche negli elementi specifici che interessano il turismo per tutti. E’ attualmente occupata, come consulente sui temi dell’accessibilità presso la società cooperativa sociale integrata Tandem. Giuseppina Carella 112 POLITICHE DELLA RICERCA E ACCESSIBILITA’ 21 Marzo 2006 VALERIO NANNINI Architetto, ricercatore nell’Istituto ICIE con specifico riguardo a progetti sperimentali nel settore abitativo, in particolare nell’esecuzione di nuovi progetti e servizi orientati all’utente finale. Ha una vasta esperienza nella progettazione, sviluppo e gestione di progetti sperimentali nel campo delle Tecnologie dell’Informazione e Comunicazione. Ha lavorato in progetti come FACILE e NJORD sostenuti dalla DG XIII, all’interno del programma TIDE ed è stato coordinatore del progetto SOSS Smart Organisation for Small Services all’interno del programma IST ( nuovi metodi di lavoro e commercio elettronico). E’ inoltre esperto nella progettazione e sviluppo do programmi complessi urbani e provvede al supporto tecnico dei dipartimenti tecnici delle pubbliche amministrazioni (autorità locali) per la concezione, costruzione e gestione di progetti integrati finalizzati alla sperimentazione, rinnovo e riqualificazione sia urbanistica che a scala urbana. All’interno di questi programmi promuove l’innovazione tecnologica di soluzioni orientate all’utenza finale ed in particolare soluzioni abitative e non, realizzate con il supporto di soluzioni domotiche accessibili destinate sia agli anziani che alle persone diversamente abili. Valerio Nannini 113