Mensile gratuito della Pro-Loco di Cese dei Marsi Anno XI Numero 116 – 31 gennaio 2016 Manuela Cipollone CHI VIENE E CHI VA… IL 2016 DELLA PRO-LOCO Cambio della guardia al consiglio della Pro Loco. Domenica 3 gennaio, l’associazione ha convocato la sua assemblea annuale, un appuntamento che la maggioranza dei soci continua ad eludere. Quest’anno eravamo circa 40, su almeno 170 soci iscritti. Abbiamo visionato i conti, approvato il bilancio, fatto il punto su alcune iniziative, discusso su come dovrà essere il nuovo consiglio, ma soprattutto su chi dovrà farne parte. Eh sì. A gennaio 2016 è finito un altro biennio, il primo con Elisa alla presidenza. Roberto, Eugenio, Antonietta, Maria Laura ed Ettore hanno deciso di lasciare: a loro il grazie gigantesco dell’associazione, nella consapevolezza che saranno sempre al fianco della Pro Loco e dei consiglieri, vecchi e nuovi. I vecchi, oltre a chi scrive, sono Elisa, Andrea, Giuseppe, Franco, Emilio, Francesco, Roberto, Michele, Silvia e Miriam. Per tanti questi sono anni di grandi cambiamenti: il lavoro ti porta lontano, o diventa più impegnativo, si allarga la famiglia – o decidi di formarne una - cambi Paese. Stare in consiglio non è una formalità e ci sono momenti della vita in cui non puoi garantire l’impegno costante che serve. Ma mi piace pensare – e lo penso perché è così – che le porte della Pro Loco rimangono sempre aperte per tutti. Lo sono – per iniziare – per Alessandra Semplice –presidente dell’Avis di Cese – che in assemblea ha dato la sua disponibilità a far parte del nuovo consiglio. A lei il nostro benvenuto. Speriamo che altri seguano il suo esempio: se è vero – come è stato osservato il 3 gennaio – che in tanti sarebbero disponibili, ma non si avvicinano per timidezza o altre remore, faremo noi il primo passo. Ma se non dovessimo incrociarvi, per favore, fatevi avanti! Stare in consiglio è bellissimo (la maggior parte del tempo) e noi non vediamo l’ora di vedere facce nuove. LA PRESIDENZA Il Consiglio 2016 si è riunito la prima volta il 24 gennaio: Elisa sarà la nostra presidente per altri due anni ancora, l’affiancherà Francesco alla vice presidenza. Nella prima seduta il Consiglio ha programmato gli eventi più tradizionali che impegnano l’associazione durante l’anno e discusso di nuove iniziative di cui vi diremo strada facendo. Occasioni per stare insieme, nuovi investimenti per rinnovare il parco giochi e l’asilo - struttura che prenderà vita quest’anno ospitando anche l’Avis e grazie alle giovani mamme di Cese, presto promotrici di diverse iniziative, cui la Pro Loco assicura tutta la sua collaborazione - appuntamenti culturali e quella che per il momento è solo un’idea per aprire Cese alla ricettività turistica. Certo, detto così sembra complicato (e infatti lo è), ma ci vogliamo provare. Insieme, come sempre. I RAGAZZI DEL 1966 Si è costituito ufficialmente il Comitato festeggiamenti 2016. Si tratta di ben 24 giovani classe 1966. A loro il nostro in bocca al lupo per tutte le iniziative che organizzeranno quest’anno, nella certezza che Cese sarà al loro fianco per la buona riuscita di tutto ciò che promuoveranno in occasione delle feste patronali. Questi i loro nomi: Giuseppina Alfonsi, Massimo Bianchi, Nadia Bianchi, Danilo Cipollone, Vincenzino Cipollone, Lorena Cipollone, Gabriella Cipollone, Maria Cipollone, Franco Cosimati, Paolo Cosimati, Enrico Di Matteo, Crystelle Galdi, Luca Galdi, Mauro Marchionni, Irma Marchionni, Stefano Milani, Patrizia Musichini, Roberto Perna, Rosanna Petracca, Manuela Picano, Natalino Sidoni, Anna Sulpizi, Stefania Torge, Giacomo Torge. Antonietta Faonio ROMANO SAURO PRESENTA A CESE IL SUO LIBRO “NAZARIO SAURO. STORIA DI UN MARINAIO” Martedì 5 Gennaio 2016 la Chiesa di Cese ha ospitato la presentazione del libro “Nazario Sauro. Storia di un marinaio”, opera scritta a quattro mani da Romano Sauro, nipote dell’eroe, e di suo figlio Francesco. Questo evento ha sancito la chiusura delle celebrazioni legate al ricordo del terremoto del 1915, iniziate proprio un anno fa nello stesso luogo. In molti si sono radunati per ascoltare la storia di questo straordinario uomo che si è trovato a passare proprio per Cese! Nazario Sauro era un irredentista italiano, tenente della Regia Marina durante la prima guerra mondiale, che fu condannato a morte e giustiziato nel 1916 con l’accusa di alto tradimento. Egli credeva fortemente nell’indipendenza di tutti i popoli e si auspicava un Italia unita insieme con le terre d’Istria, della Dalmazia e di Trento. Tra il 1908 e il 1913 svolse un’attività clandestina fornendo armi e munizioni agli insorti albanesi, che cercavano di liberarsi dall’influenza austriaca e dal dominio ottomano. Nel 1915 Nazario Sauro arrivò anche a Cese per aiutare le popolazioni colpite dal sisma. A lui, tra l’altro, è dedicata anche una targa in pietra posta sotto il porticato del Municipio di Avezzano. La Pro Loco, il comune di Avezzano e l’ Istituzione Centenario del Terremoto hanno cosi patrocinato l’evento per la presentazione del libro proprio nel nostro paese. Si sono susseguiti diversi interventi tra i quali quello del sindaco di Capistrello, Francesco Ciciotti, e quello di Giovanbattista Pitoni (in rappresentanza dell’Istituzione Centenario del Terremoto). Hanno poi voluto aggiungere un contributo importante anche Emilio Cipollone e Osvaldo Cipollone. Emilio ci ha tenuto a ringraziare Romano Sauro per la sua presenza, che certamente ha reso onore al nostro paese e, considerando il successo dell’iniziativa, si è augurato future collaborazione con il comune di Capistrello. Osvaldo invece ha affrontato un altro rilevante argomento, quello dell’educazione scolastica a Cese ai tempi del terremoto. Da non dimenticare è stata poi la lettura della “Preghiera del sommergibilista” di Pier Davide Micocci che ha commosso tutta la platea presente quel giorno. In questo modo uno dei pochi sommergibilisti di Cese ha voluto commemorare tutti i Caduti in guerra, di terra e di mare. Un anno fa, proprio in apertura dell’anno celebrativo del centenario del Terremoto, abbiamo ricevuto dallo stesso Romano Sauro l’opuscolo “Vedo-penso-scrivo” che era stato ritrovato a Cese tra le macerie e da lui conservato per tutti questi anni. Questo cimelio è oggi custodito in una teca nella nostra Chiesa insieme ad una didascalia che descrive brevemente il contenuto dell’opera. Certamente la buona riuscita dell’evento è anche merito del nostro Roberto Cipollone che ha mediato la presentazione regalandoci spunti di riflessione e verità storiche. A conclusione la Pro Loco ha gentilmente offerto ai partecipanti un piccolo aperitivo, dopo il quale siamo tornati tutti a casa sentendoci sicuramente più consapevoli del nostro passato e del fatto che anche un paese come Cese, seppur piccolo e sconosciuto, si è reso più volte parte integrante della storia. 2 LoRenzo Cipollone CIÒ CHE VORREMMO FARE NEL MESE DI FEBBRAIO FEBBRAIO 2016 2016 10 febbraio, MERCOLEDI DELLE CENERI - Memento, homine, quia pulvis es et in pulvere reverteris. 11 febbraio, giovedì GIORNATA DEL MALATO Per dare la possibilità a tutti di partecipare, la Santa Messa sarà celebrata alle 11,00. 11,00 Il Consiglio Consiglio Pastorale si mette a disposizione per accompagnare in Chiesa tutti i malati e gli anziani che potrebbero e vorrebbero partecipare ma che per vari motivi non possono. Durante la celebrazione sarà impartita l’Unzione per gli Infermi. 20 febbraio, sabato sabato ORE 17,45 17,45 : INCONTRO FORMATIVO DELLA CONFRATERNITA DELLA SS. TRINITA’ CON DON ENNIO COMINCIAMO CON IL CANTO DEI VESPRI SALVO ERRORI OD OMISSIONI E SEMPRE “SE DIO VUOLE” Auguri a • Gianluca (di Filippo) e Anna Maria per l’arrivo della piccola Eleonora • Tonino e Antonietta per il 60° di matrimonio • Emilio e Clara per il 50° di matrimonio • Utilia ed Adriano per il 25° di matrimonio UNA VOCE CHE CONTA… (2) È successo ancora! Dopo l’articolo di Roberto sul contributo degli emigranti alla ricostruzione della Chiesa di Cese, citato nel Rapporto Italiani nel Mondo 2015, un altro nostro articolo è stato inserito nella bibliografia di un volume. Si tratta del pezzo scritto da Cristina nel numero di febbraio 2013 “Lettere dei partigiani abruzzesi condannati a morte” che Romano Sauro ha inserito nel libro di cui Antonietta ha scritto a pagina 2. La voce delle Cese continua a farsi sentire! 7 FEBBRAIO L’AVIS DI CESE INAUGURA LA SUA SEDE L’Avis di Cese trova casa. Il prossimo 7 febbraio l’associazione, che a Cese è presieduta da Alessandra Semplice, inaugurerà la sua nuova sede. Siete tutti invitati Domenica prossima dopo la Messa, dalle 12.00, per un aperitivo inaugurale presso l’Asilo, sempre più “casa delle associazioni”. L’invito è esteso a tutti: se vi va potete confermare la vostra presenza chiamando Elisa (3389144744) o Alessandra (3476632390). Ѐ stata trovata trovata questa chiave in località “Solferino”. Chi l’ha persa, può contattare Alessandra Semplice. Ci aiuterete ad organizzarci meglio! In ogni caso, vi aspettiamo! 3 Osvaldo Cipollone “I giorni della merla” La locuzione nasce da una favola d’altri tempi, motivo d’interesse e spunto d’insegnamento per i bambini. Quando vigeva il calendario romano, gennaio contava 28 giorni, mentre febbraio ne aveva 31. All’epoca, alla fine del primo mese si poteva avvertire un timido tepore, tanto che qualche gemma dava segno di risveglio e gli uccelletti spiccavano i primi voli. I merli sfoggiavano il tipico piumaggio bianco, spavaldi e speranzosi: «Oramai il freddo gennaio ha chiuso i battenti – dicevano muovendo il becco giallo – la stagione peggiore non ci fa paura, anzi è finita!» Indispettito da tanta strafottenza, il mese chiese in prestito 3 giorni a febbraio, che con generosità glieli concesse. Da allora fu il secondo mese a contare 28 giorni, eccetto negli anni bisestili. Proprio nelle giornate avute in prestito (29, 30 e 31), gennaio dette sfogo alla sua rabbia con nevicate, bufere di vento e freddo. Una povera merla, con i pulcini al seguito, cercò riparo sotto una grondaia, poi dentro una tettoia, infine in un pagliaio. La presenza del contadino, che ogni giorno andava ad alimentare gli animali con il fieno, la costrinse a cambiare dimora. Notando un comignolo attivo, pensò bene di trasferirsi (con la famigliola) sotto le tegole di quel fumaiolo. Madre e piccoli si acquattarono nella calda “casupola”, incuranti del fumo; altrettanto fecero anche le altre merle. Così, tutti stettero al calduccio durante quei tre giorni di tempaccio. Poi, all’inizio di febbraio uscirono allo scoperto cinguettando per lo scampato pericolo. Guardandosi l’un l’altro, tuttavia, notarono che le loro candite piume erano intrise di una polvere nera. Per scrollarsela di dosso si tuffarono in una pozza di neve che andava sciogliendosi. Agitarono le loro ali, punzecchiarono le piume con il becco e si rotolarono più volte nell’acqua senza risultati apparenti. Il loro piumaggio era divenuto definitivamente scuro. Rassegnati, i poveri volatili accettarono quel nuovo look e da allora, memori del comportamento tenuto, ne fecero ammenda rispettando ogni stagione, comprese quelle fredde. Protette dalle fitte piume, le merle cambiarono il periodo di nidificazione e da allora, il 29, 30 e 31 gennaio, affrontano il freddo pungente accovacciandosi o saltellando tra le siepi. La favola non sempre anticipa temperature rigide in questi tre giorni, né avvalora burrasche nevose e vento. Alcune concomitanze (casuali?) si sono però verificate anche da noi, e in due distinte occasioni (memorabili!) la favola ha avuto conferma evidente. Nel 1956 e nel 2012, infatti, l’inizio delle abbondanti nevicate è stato anticipato dai freddissimi giorni di fine gennaio. La credenza popolare sostiene che in caso di neve in questi tre giorni, la primavera arriverà un po' in anticipo e sarà mite. Se invece non farà freddissimo, il tempo avverso si protrarrà anche in primavera. Metamorfosi del merlo Osvaldo Cipollone Perle di saggezza popolare popolare Curri merlo, cà la fratta è longa… longa… Non sempre i problemi si risolvono immediatamente; occorrono tempo, impegno e situazioni favorevoli. Se fiòcca o piove alla Cannelòra, de l’immérno semo fore; se fa sòlo seléjjo stemo ‘mméso all’immernéjjo. all’immernéjjo. Se il 2 di febbraio farà cattivo tempo, l’inverno avrà finito i suoi effetti; se invece la giornata sarà mite, l’inverno avrà ancora numerosi colpi di coda. Se jennaro non jennarèa, febbraro e marzo lo reparea. reparea. 4 Se gennaio non si dimostra freddo come per propria natura, saranno febbraio e marzo ad essere gelidi. Cristina Cipollone …Un libro al mese “Il fare un libro è men che niente, se il libro fatto non rifà la gente” ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ PIERO CHIARA: CHIARA: La stanza del vescovo La personale lettura di questo romanzo risale alla mia vita scolastica. Dopo aver letto (per imposizione!) Le avventure di Pierino, sono rimasta affascinata dallo stile dell'autore... e immaginando il resto delle sue opere ugualmente divertenti, ne ho cercate altre. La stanza del Vescovo, no, non si è rivelato simpatico allo stesso livello... piuttosto serioso... però interessante, quello si. E' l'estate del 1946. La guerra è finita da poco. Un giovane trentenne si fa portare dai venti subalpini veleggiando di sponda in sponda sul Lago Maggiore a bordo della sua Tinca; senza meta, senza scopo se non quello di andar dietro l’estro dell’aria, forse per dimenticare gli orrori della guerra appena passata e immaginare un futuro più chiaro. La voce narrante, di cui non si fa mai il nome, ormeggia il suo cabinato al porto di Oggebbio. Su di lui, durante la lunga procedura di attracco, veglia e sorveglia, dall’alto del molo, lo sguardo di un “signore di mezza età”: Temistocle Mario Orimbelli, avvocato senza lavoro e “eroico” reduce dalla campagna d’Etiopia. Il giovane accetta un invito a cena alla villa dell’Orimbelli, villa di sua moglie per la verità: la signora Cleofe, “una magrona autoritaria e sdegnosa” di dieci anni più vecchia del marito. A tavola conosce Matilde, vedova trentenne del fratello della signora disperso in Africa, ma soprattutto bellezza prorompente benché paludata sotto le vesti a lutto. Proprio il fascino della donna, convince l’ospite a rimanere per la notte vedendosi assegnare proprio la stanza del vescovo, prozio di Cleofe. L’alloggio, purpureamente sinistro, diverrà il porto fisso in cui riposarsi dalle lunghe escursioni in barca che il giovane, complice l’Orimbelli, comincerà a compiere perlustrando in lungo e in largo il lago. In cerca di che? Donne. I due marinai sembrano instancabili tanto a issar vele quanto a imbarcare ragazze, tanto a cambiar vento quanto a sostituirle con nuove arrivate. Col procedere della vitalistica navigazione, prende forma la vera personalità dell’avvocato, carattere incline alla menzogna circa i suoi trascorsi militari, il suo passato e il suo presente. Racconta di essere tornato in Lombardia dopo un lungo periodo trascorso in Africa, egli passa il tempo a rimpiangere la giovinezza perduta e, soprattutto, a collezionare avventure erotiche, anche a spese del suo compagno di viaggio. Una notte Temistocle confida all’ospite la propria relazione con Matilde, e anche il fatto che il cognato è vivo ma ha preferito far fortuna in Africa come uomo di fiducia del Ras locale. Le cose si complicano quanto Matilde, smesso il nero, decide di seguirli in una delle loro “crociere”. Questo basta a liberare le più ardite fantasticherie del giovane a cui danno corpo gli sguardi, le mezze parole e i casuali contatti con la giovane. In settembre la misteriosa morte della signora Cleofe segna un punto di svolta nella vicenda: la polizia parla di suicidio e qualche mese dopo, scaduti i dieci anni necessari a dichiarare morto il primo marito, Matilde sposa l’Orimbelli. Una sera d’aprile si presenta a Villa Cleofe Angelo Berlusconi, fratello della defunta, tornato dall’Africa a causa di una lettera che Cleofe, preoccupata per la propria vita, gli aveva spedito: dalle indagini dell’ingegnere risulta evidente che la signora è stata uccisa da Temistocle per sposare Matilde ed ereditare il denaro di Cleofe e di Angelo. All’onta dell’arresto il dottore preferisce il suicidio e si impicca alla maniglia della finestra. Risolto il giallo, Angelo torna in Africa e il giovane ospite ha la possibilità di accettare l’amore di Matilde, rimasta unica erede: una barca di passaggio sul lago gli ricorda però «che la vita è un misterioso viaggio» e che è tempo «di riprendere la strada e passare ad altri capi, ad altri porti». La lascia e riparte. Candida Rosa Cipollone UN NATALE DI TUTTI I COLORI È stato un evento commovente il concerto di Natale del 27 dicembre scorso, eseguito dal coro di voci bianche dei bambini di Cese e giunto, ormai, alla terza edizione. L’idea del tema del concerto di quest’anno è nata da quella che chiamano un’emergenza per il nostro Paese, su cui noi genitori abbiamo discusso spesso la scorsa estate: lo sbarco dei rifugiati sulle coste italiane, la possibilità di ospitarne a Cese, la paura di perdere la nostra tranquillità. Quando Cristina mi ha proposto di affrontare questo argomento, nel concerto di Natale, ho accolto con gioia l’invito. “Un Natale di tutti i Colori” è stato il titolo del concerto. Undici brani, intervallati da un dibattito fra adolescenti sul problema dell’immigrazione, sulla storia di una bambina siriana che fugge con i suoi genitori, lasciandosi alle spalle tutto ciò che aveva. Già dai primi incontri con i ragazzi ho visto l’entusiasmo nei loro occhi: i bambini sono come libri aperti, hanno un linguaggio speciale, sanno imparare e crescere quotidianamente e sanno comunicare con le diverse culture. Gli adulti dovrebbero imparare da loro. Questo concerto è stato per noi un atto di fede in Dio che ha cercato di insegnarci l’uguaglianza, la solidarietà, la pace, che spesso noi dimentichiamo. Un grande grazie va a voi bambini, che somigliate a tanti fiori e i fiori regalano felicità, come quella che voi avete donato a noi in questo concerto. Un ringraziamento particolare agli adolescenti che ci hanno dato la gioia di essere presenti, non si sono tirati indietro all’invito di Cristina e hanno recitato e cantato insieme ai bambini. E ancora un grazie va ai genitori: cosa avremo fatto senza il loro appoggio? Hanno interpretato insieme ai loro bambini una dolcissima canzone dal titolo “Fiocchi di Neve” e non hanno fatto mancare il dopo concerto: un rinfresco, bellissimo momento per scambiarsi un abbraccio e un augurio. (Continua a pag.6…) 5 (…continua da pag.5) E infine, ma non meno importante, da sottolineare, è l’impegno costante, il sacrificio e la pazienza che dedica nella ricerca dei canti e nel tenere uniti i ragazzi colei che organizza questo evento, la mitica Cristina; grazie per essere la meravigliosa persona che sei. La musica è l’elemento fondamentale per la buona riuscita di un concerto e per questo ringrazio mio figlio Eugenio per la sua dedizione, per il suo grande amore per la musica, e per aver arrangiato oltre che suonato le canzoni da noi cantate. Certo è un sacrificio, ma anche una grande soddisfazione trasmettere buona musica ad un pubblico sempre attento ed interessato che ha apprezzato l’impegno dei coristi e lo ha dimostrato con lunghi applausi, dandoci la gioia di poter continuare. Grazie a tutti voi perché, tramite quei semplici applausi, ci incoraggiate a ripetere ogni anno questo magnifico evento di cui i più grandi protagonisti sono i nostri bambini, capaci di mostrarci ogni giorno, tramite il loro sorriso, la bellezza immensa della vita. ARSENALI ARSENALI DI… PACE Ieri ha avuto luogo ad Avezzano la consueta FESTA della PACE, prevista nel cammino associativo dell’Azione Cattolica ogni anno per il mese di gennaio, e quest’anno patrocinata anche da altre realtà della nostra diocesi: l’AGESCI, il Centro Missionario Migrantes, la Rindertimi e l’Ufficio di pastorale familiare. Queste associazioni e movimenti hanno realizzato, per l’occasione, un sussidio con proposte di incontri formativi rivolti ai loro aderenti e finalizzati ad una particolare sensibilizzazione sul tema dell’accoglienza. Riporto uno stralcio della presentazione del progetto, sposato appunto per il mese della pace, estratto dal suddetto sussidio: «Il progetto di Pace 2016: LA PACE Ѐ DI CASA Nel nostro territorio nel 2004 nasce l’associazione di volontariato “Liberi per liberare” per essere presente nella realtà del carcere prestando attenzione alle necessità del recluso, aiutando la famiglia, favorendo e contribuendo attivamente al processo di riconciliazione tra il recluso e la vittima, esercitando un’azione di denuncia per la dignità e i diritti delle persone recluse, strutturando percorsi educativi e formativi per la persona liberata o detenuta, fornendo assistenza ai liberati dal carcere per il reinserimento sociale. Nel 2010 l’associazione, patrocinata dalla diocesi di Avezzano, ha chiesto ed ottenuto di poter realizzare in Via Garibaldi 348 (su un terreno confiscato per evasione ad una famiglia dedita ad usura) una Casa-Accoglienza destinata all’accoglienza e a servizi per ex detenuti. Ottenuto il permesso a costruire (nel febbraio 2014) i lavori hanno avuto inizio il 24 marzo 2014. Ad oggi sono stati completati la struttura e gli impianti, mancano gli infissi, i pavimenti e gli intonaci. Nell’anno della misericordia e nel nostro cammino di costruzione della pace ci è sembrato bello voler dare anche noi un contributo economico alla realizzazione di questo progetto. […]». Proprio nella giornata di ieri abbiamo incontrato Ernesto Olivero, fondatore del SERMIG (Servizio Missionario Giovani) «che insieme ad altri amici ha dato vita ad una realtà famosa oggi in tutto il mondo per il suo incessante impegno a favore degli ultimi e per la sua instancabile ricerca della giustizia, della solidarietà, del bene comune e soprattutto della pace. Dal 1983 il Sermig ha trovato casa negli spazi del vecchio Arsenale militare di Torino, ora diventato Arsenale della Pace, una struttura aperta all'accoglienza e all'assistenza degli ultimi». Il signor Olivero ha reso una preziosa testimonianza del suo servizio in quello che è un delicatissimo momento per tutto il nostro paese, rivolgendosi in particolare ai più giovani per destare, o rinverdire in loro, particolari interesse e sensibilità ai temi dell’emarginazione, dell’accoglienza, della corresponsabilità “cristiana” verso gli “ultimi”. (Per chi volesse saperne di più consigliamo di cercare il video de “l’arsenale della pace” su www.youtube.com/user/SermigTorino) Cese ha dato anche quest’anno il suo contributo a questo progetto, devolvendo il ricavato della pesca di beneficenza del 6 gennaio. La pesca…Ogni anno il 5 gennaio siamo in sala parrocchiale a prepararla e pensiamo sempre le stesse cose: con questo freddo non uscirà nessuno, la pioggia poi, e la Messa della mattina? Ormai siamo in pochissimi; forse qualcuno in più nel pomeriggio…forse dovremmo cambiare giorno. Ogni anno così. Poi arriva il 6 gennaio e sì, fa veramente freddo; e sì, alla messa delle 11 siamo meno di 40. Ma poi comincia la pesca e voi ci siete sempre, in tantissimi. La mattina e poi il pomeriggio, dopo il bacio del Bambino. Quest’anno premi praticamente finiti e più di 500 euro d’incasso (515). Quindi siamo di nuovo a ringraziarvi per la vostra generosità, con cui rispondete con noi a chi chiede aiuto, a chi ci chiede di esserci; perché ci aiutate ad aiutare, ma anche a mantenere intatta una tradizione che noi adoriamo perché l’Ac è nata per conoscere Gesù nel “fare” e, si sa, insieme è sempre più bello. Ancora, GRAZIE. L’Azione Cattolica di Cese Ps. Flavia, scusa per l’arricciaburro. Ce lo puoi riportare l’anno prossimo ☺ 6 Lo sport Amatori Cese Il campionato UISP 2015/2016 Over 35 è giunto alla 17-esima giornata con l’ASD Amatori Cese ancora in gioco per il fatidico posto playoff. Questa è una grande soddisfazione perchè la compagine di mister Nuccetelli sta lavorando veramente duro per tenere il passo delle squadre di alta classifica, con nomi storici ed ex-calciatori di punta del calcio locale marsicano (Angizia Luco, US Capistrello, Fucense, ecc…). Vedere scritto il nome CESE nella parte alta della lista è una piccola soddisfazione per la neo associazione Amatori Cese. Purtroppo la Nigeria ci ha rubato per motivi di lavoro un ottimo calciatore come Fabio Carugi e qualche infortunio ci sta provocando non pochi problemi di organico ma, la forza della squadra, è rappresentata dalla compattezza del gruppo. Questo si è visto con 7 punti nelle ultime 3 gare, tutte fuori casa inclusa la difficile partita contro Fucense (ex capolista). Da lunedì si torna a lavorare per preparare i prossimi incontri e tenere il passo guardando in alto, tenendo sempre un occhio vigile dietro le spalle perchè le inseguitrici sono fortissime ed accanite. Tutti gli aggiornamenti come sempre su www.amatoricese.it Gs Cese Purtroppo con l’anno nuovo non si è avuta l’auspicata svolta. I primi due incontri del 2016 hanno infatti portato solo 1 punto, nella partita casalinga contro il Caramanico, diretto concorrente per la salvezza. Passati in vantaggio nel primo tempo, i giallo-verdi sono stati raggiunti nella seconda frazione, nel momento in cui gli ospiti hanno guadagnato un po’ di campo. Ad onor del vero, il pareggio è scaturito da un’azione viziata da almeno due episodi dubbi, male interpretati dall’arbitro. Con questa considerazione, ci leghiamo a quanto successo Domenica scorsa, giornata in cui è arrivata la sconfitta esterna a Pescina. Il pesante risultato di 1 a 5, è senz’altro anche figlio delle due espulsioni ravvicinate, subite dalla nostra squadra, e per cui la Dirigenza si è anche lamentata sulle testate locali. Riportiamo, per dovere di cronaca, la dichiarazione che il nostro amico Lucio ha rilasciato a “atuttocalcioabruzzo”: "Non vogliamo una retrocessione decisa dagli organi arbitrali, casomai deve essere a causa nostra e non perché la deve decidere la federazione", sbotta così Lucio Martini dirigente gialloverde del Cese che al termine della sconfitta di Pescina spara a zero sull'arbitraggio odierno. "Il 5-1 di oggi è stato un qualcosa di incredibile - continua Martini - siamo stati costretti a dover giocare almeno un'ora in nove per due espulsioni, a dir poco scandalose, nel giro di pochi minuti l'una dall'altra. Hanno riso tutti per quanto accaduto compresa la squadra di casa. Se dobbiamo pagare qualche debito non è giusto farlo sul campo, ma invece sembra proprio così." Dure e precise le accuse che il dirigente marsicano fa nei confronti della federazione e l'arbitro Valerio Vitucci di Sulmona circa quanto accaduto durante i novanta minuti della gara disputata al Barbati. Dichiarazioni che fanno il paio con quanto esternato da altri dirigenti di Società, sta volta di terza categoria, e riportato sempre sui media abruzzesi/marsicani. La Dirigenza del Forme ha infatti rilasciato la seguente intervista: "Tralasciando la giornata no o forse incompetenza dell'arbitro di Forme - Luco, segnalo che lo stesso ha concluso la sua giornata non consegnando nessun referto, giustificandosi con un "Ho finito i fogli", a questo punto mi chiedo cosa sarebbe accaduto se fosse successo a noi???" A questo, si aggiunge la denuncia dell’Aielli: " Da noi dimenticò addirittura il fischietto". O ancora, dal Villavallelonga: "Domenica anche a noi è successo quanto accaduto in Luco - Forme oggi, al termine della gara Lo Schioppo - Villavallelonga il direttore di gara (… omissis…) disse che il referto non era necessario, io da dirigente l'ho preteso e alla fine è stato costretto ad utilizzare dei fogli normali da me consegnati". Mai su La Voce è stata menzionato l’operato dei giudici di gara, né si vogliono creare alibi per la mancanza di risultati. L’ultima posizione in classifica è sicuramente figlia di quanto mostrato sul campo. Altrettanto doveroso, però, è evidenziare l’inefficacia della Federazione nel formare, monitorare e quindi valutare i ragazzi chiamati a far rispettare le regole del gioco. Tutto ciò, non dimenticando che per un campionato di seconda categoria, la Federazione stessa chiede un’iscrizione di circa “1.900 euro più spese assicurative” per squadra, e che in caso di “mancanze organizzative” di responsabilità delle Società, essa è solerte ad comminare ammende come, a mo’ di esempio, le seguenti: 15 euro per “aver causato il ritardo della gara”, “20euro per assenza o mancata esibizione della domanda di presenza delle forze dell’ordine”, “50 euro per mancanza acqua calda negli spogliatoi”, 15,00 euro ”per non aver indicato in distinta la qualifica del guardalinee”. Fermo restando il riconosciuto difficile ruolo della “giacchetta nera”, come si soleva dire una volta, quello che si richiede alla FIGC locale, è una maggiore sensibilità verso le criticità sollevate dalle squadre che ogni anno fanno notevoli sacrifici per partecipare ai diversi campionati, e che spesso non trovano un adeguato ascolto presso gli organi federali. 7 Dal numero scorso… Stefania e Domenico Bianchi Giovanni di Agnese Articoli e rubriche curati da Francesco Bonari; Arianna, Cristina, Eugenio, Francesco, Lorenzo, Osvaldo e Rosella Cipollone; Antonietta Faonio Grazie ad Adele e Alfredo per le foto ed ai “consulenti” per il prezioso supporto. Per informazioni, proposte, commenti e suggerimenti scrivete a: Redazione “La Voce delle Cese”, Pro Loco Cese dei Marsi, Via C.Cattaneo 2, 67050 Cese di Avezzano (AQ) oppure a: [email protected] . Sito web: www.lecese.it Pagina facebook: www.facebook.com/lavoce.dellecese