Sessualità consapevole e Peer education
Progetto di educazione ad una sessualità consapevole in una
scuola superiore di Monreale
Dr.ssa Francesca Cappello
Giugno 2005
Riassunto....................................................................................................................................2
Introduzione................................................................................................................................3
Obiettivi .....................................................................................................................................13
Strategia....................................................................................................................................15
Piano operativo........................................................................................................................23
I FASE: Organizzazione.........................................................................................................23
........................................................................................................................................................
II FASE: Individuazione dei peer educators........................................................................24
........................................................................................................................................................
III FASE: Formazione dei peer educators ...........................................................................25
........................................................................................................................................................
Valutazione del primo anno ...............................................................................................29
IV FASE: Intervento dei peer educators ..............................................................................30
Valutazione del secondo anno............................................................................................34
Costi e risorse ..........................................................................................................................36
Monitoraggio e valutazione....................................................................................................38
Conclusioni ...............................................................................................................................41
Bibliografia................................................................................................................................42
Linkografia ................................................................................................................................43
Allegati ......................................................................................................................................44
Riassunto
Il presente progetto, rivolto agli alunni di un liceo classico di un paese del
palermitano, si propone di aumentare la consapevolezza dei ragazzi circa le possibili
conseguenze di rapporti sessuali non protetti nei confronti di gravidanze e di malattie
a trasmissione sessuale.
Partendo dagli studi di efficacia esistenti, viene proposta una strategia
d’intervento che prevede l’impiego contemporaneo di quegli elementi metodologici
riportati come maggiormente efficaci dalla letteratura sull’argomento e cioè: la peer
education, la dimensione “gruppale", il focus sulle life skills e l’autoefficacia, le
tecniche di comunicazione efficace, le consulenze contraccettive di facile fruizione.
L’articolazione del progetto è biennale e prevede, il primo anno, la formazione
di un gruppo di peer educators, il secondo anno, interventi nelle classi degli stessi
peers.
È previsto un monitoraggio continuo di tutte le fasi del piano operativo, ed una
valutazione alla fine del primo e del secondo anno.
Sei mesi dopo la fine del progetto, sarà eseguito un follow up per verificare il
mantenimento dei risultati raggiunti.
Vista la complessità del progetto, appaiono necessari per la sua realizzazione
due prerequisiti: il primo è far comprendere alla scuola, al fine di ottenerne sostegno e
collaborazione, quale grande occasione di empowerment (non solo individuale ma
anche ambientale) possa rappresentare il presente progetto; il secondo è poter
disporre di un gruppo di lavoro motivato ed impegnato, capace di far fronte anche alle
inevitabili frustrazioni.
Introduzione
I Consultori sono gli unici servizi territoriali che, per mission,
professionalità presenti, modalità operative, sono potenzialmente in grado di
proporsi ad adolescenti “sani”.
E’ tuttavia osservazione comune che, in assenza di situazioni
d’emergenza, i giovani
si rivolgono di rado ai servizi pubblici ed è quindi
indispensabile accattivarsene la fiducia proponendosi loro in modo attivo e
alternativo.
Monreale, piccolo centro alle porte di Palermo, è un luogo dove
difficilmente un adolescente riesce a trovare stimoli funzionali ad un sano
percorso evolutivo: mancano del tutto punti di ritrovo e di aggregazione, non ci
sono impianti sportivi, è molto diffuso il consumo di alcool e di sostanze ad
azione psicotropa, il tasso di abbandono scolastico è molto elevato, il
fenomeno mafioso molto radicato nel territorio. Nessuna iniziativa politica a
favore dei giovani è stata avviata negli ultimi 15 anni.
Il Consultorio di Monreale ha quindi voluto porsi come obiettivo
prioritario, già da qualche tempo, quello di diventare un punto di riferimento per
i giovani monrealesi, istaurando con le scuole del territorio un rapporto molto
stretto che ha determinato nel tempo, in modo particolare negli ultimi tre anni,
un incremento notevole di accessi al servizio da parte di adolescenti.
Questo contatto assiduo con il mondo dei ragazzi ha anche permesso
agli operatori di fare una riflessione critica sui vari interventi di educazione e
promozione alla salute realizzati in tutti questi anni nelle scuole, anche alla luce
di una più precisa conoscenza delle richieste e dei bisogni dei ragazzi.
Sessualità ed adolescenza: alcuni dati
E’ noto che le esperienze sessuali nell’adolescenza svolgono funzioni
più complesse del semplice scambio sessuale.
La sessualità è, spesso, un mezzo per raggiungere altri obiettivi come la
rassicurazione sulla propria identità o un modo per affermarsi nelle relazioni
con gli altri; può servire come mezzo per sfidare le altre generazioni, come
strumento della propria affermazione nel proprio ruolo di adulto, come mezzo
per conformarsi al gruppo e alle aspettative sociali.
In una dimensione più individuale, può servire a diminuire il senso di
solitudine o gli stati d’ansia, soprattutto quando sono legati alla difficoltà di
comunicare con gli altri.
Afferma
Ensminger
che,
se
la
sessualità
adolescenziale
è
accompagnata ad un adeguato sviluppo della sfera emotivo - affettiva, e
vissuta in modo consapevole e sicuro dal punto di vista della salute fisica e
psichica, può fornire un contributo positivo per lo sviluppo, conducendo a più
indipendenza, competenza sociale ed autostima.
Al contrario, mancando questi prerequisiti, può diventare un fattore in
grado di generare problemi al soggetto in crescita.
Come riportato nella Relazione sulla salute e i diritti sessuali e
riproduttivi, approvata dal Parlamento Europeo nel giugno 2002, il tasso di
gravidanze in età adolescenziale è generalmente in aumento nell’U.E. con un
tasso stimato tra 7 e 28 gravidanze ogni 1000 ragazze tra i 15 e i 19 anni.
Insieme a Svezia, Inghilterra e Galles, l’Italia è tra i paesi con il tasso più
elevato.
Si stima che ogni anno vengano contratte 12 milioni di nuove infezioni di
malattie a trasmissione sessuale negli Stati Uniti (CDC, Division of STD/HIV
prevention 1994) e che siano circa tre milioni gli adolescenti che contraggono
almeno una malattie a trasmissione sessuale con conseguenze che variano da
sintomi urogenitali lievi, all’esito inevitabilmente fatale dell’infezione da HIV.
IL 72,4% del totale dei casi di AIDS registrati in Italia dal 1982 al 2001
(Centro Operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità), si concentra nella
fascia d’età 25 -39 anni e la distribuzione nel tempo mostra un aumento della
proporzione dei casi attribuiti alla trasmissione sessuale.
Nonostante i grandi sforzi preventivi ed educativi realizzati in seguito
all’emergenza AIDS, a tutt’oggi solo il 54% degli adolescenti sessualmente
attivi riporta un uso consistente del profilattico negli USA, e in Italia un terzo di
tutti i rapporti sessuali degli adolescenti scolarizzati avviene senza alcuna
protezione (Pellai A., 2000).
I giovani sono al momento tra i sottogruppi di popolazione in cui
l’incidenza dell’infezione da HIV è ancora in crescita.
Per quanto riguarda le gravidanze, l’1% delle donne che partoriscono in
Italia, appartiene alla fascia d’età compresa tra i 15 e i 19 anni e le interruzioni
di gravidanza tra minorenni sono passate dal 4,5/1000 dei primi anni novanta,
al 6,6/1000 del 1998.
E’ superfluo sottolineare che questi dati, non tenendo conto delle
interruzioni di gravidanza clandestine cui le minorenni fanno frequentemente
ricorso, sono certamente sottostimati.
Da una ricerca sui comportamenti a rischio degli adolescenti realizzata
nel 1999 su un campione di circa 4000 giovani di entrambi i sessi, frequentanti
le scuole superiori di 5 diversi territori del nord Italia, nell’ambito del III progetto
nazionale “Prevenzione HIV”, condotto dall’Istituto di Igiene dell’Università di
Milano, relativamente all’area dei comportamenti sessuali, è emerso che:
17 anni rappresenta l’età in cui con maggiore frequenza viene
sperimentato il primo rapporto sessuale.
Circa il 37% di tutta la popolazione considerata (alunni/e delle 5
classi di scuola superiore) ha già avuto rapporti sessuali, salendo al 50% tra gli
alunni del 5° anno.
Nessun metodo anticoncezionale durante l’ultimo rapporto viene
riferito dal 19% dei ragazzi e dal 10% delle ragazze, dato che, se unito alla
percentuale di coloro che riferiscono l’adozione del coito interrotto o di coloro
che non ricordano, fa concludere che circa il 29% dei ragazzi ed il 25% delle
ragazze non ha utilizzato alcun tipo di metodo anticoncezionale e di protezione
da malattie a trasmissione sessuale durante il più recente rapporto sessuale.
Solo il 17% delle ragazze che ha un’attività sessuale si affida alla
pillola come metodo anticoncezionale.
Il 5% delle ragazze sessualmente attive è rimasta incinta almeno
una volta ed il 7% dei ragazzi ha messo incinta una ragazza almeno una volta.
Se confrontiamo questi dati con quelli da noi raccolti dopo tre anni
di attività di sportello d’ascolto all’interno di entrambe le scuole superiori del
territorio,
si può desumere una
realtà locale monrealese ancora più
inquietante:
•
un grande numero di giovani affronta le prime esperienze sessuali
non solo senza alcuna protezione, ma anche con poca o nessuna
consapevolezza delle possibili conseguenze, soprattutto per quanto riguarda
l’infezione da HIV;
•
la maggior parte di coloro che si pone il problema della
contraccezione, si affida al coito interrotto;
•
chi usa il condom lo fa solo sporadicamente.
L’educazione sessuale e la scuola
Quando, circa quindici anni fa, si iniziarono a proporre alle scuole di
Monreale progetti di educazione alla sessualità, gli operatori dei servizi
territoriali avevano non poche difficoltà da superare.
Oggi,
immersi
come
siamo
in
un
mondo
“massmediale
ipersessualizzato”, si parla molto più apertamente di sesso e spesso ci si trova
a dovere arginare le molteplici, e a volte incongrue, richieste del mondo della
scuola di interventi in questo ambito.
Se capita infatti di osservare, da un lato, adulti sgomenti per i quali
parlare di sessualità ai propri figli o ai propri alunni è ancora un grosso
problema (motivo per cui è spesso evidente il tentativo di risolvere la questione
delegando ad altri il compito), dall’altro c’è il rischio, o in qualche caso
l’evidenza, che i giovani assimilino sempre più l’idea che il sesso è, in fin dei
conti, uno strumento per procurarsi molte cose e quindi, perché no, utilizzabile
per ottenere gratificazioni immediate, nonché per placare le ansie legate al loro
percorso evolutivo.
Nel contesto scolastico le tradizionali strategie di prevenzione, sempre
più numerose in seguito all’emergenza AIDS, sono accomunate da alcune
evidenti caratteristiche:
•
impostazione troppo “scientifica” e riduttiva,
•
argomenti affrontati con una prospettiva prevalentemente “adulta”,
•
uso di metodologie poco coinvolgenti ed inadeguate all’età,
•
uso di toni troppo allarmistici ed invio di messaggi più o meno
sessuofobici.
Riguardo a quest’ultimo punto Grandolfo, nel rapporto ISTISAN 00/7
(ISS), rileva come talvolta “la sessualità sia infelicemente entrata nella scuola
collegata al pericolo di malattia e morte piuttosto che al piacere, alla gioia, alla
fiducia”, e quali conseguenze può avere questo messaggio preoccupante su
individui in formazione non è ancora dato di sapere.
Questa overdose di informazione sessuale, standardizzata ed acritica,
ha spesso determinato nei giovani la convinzione di saperne, tutto sommato,
abbastanza, riducendo o annullando la loro percezione del rischio.
Una revisione sistematica condotta su 26 studi controllati randomizzati,
pubblicata in British Medical Journal nel 2002, fornisce una sintesi quantitativa
(metanalisi) di tre esiti di interventi di educazione sanitaria: l'età del primo
rapporto, l'incremento nell'impiego di contraccettivi, la riduzione delle
gravidanze nelle adolescenti.
1.
La metanalisi condotta su tredici studi in cui erano incluse 9642
ragazze e undici studi nei quali erano inclusi 7418 ragazzi, ha concluso che gli
interventi esaminati non posticipano l'inizio dei rapporti sessuali tra gli
adolescenti oggetto dell'intervento.
2.
La metanalisi di otto studi (1967 ragazze incluse) e tre studi (1505
ragazzi inclusi) non ha mostrato aumento dell'utilizzo di contraccettivi ad ogni
rapporto, a seguito di programmi di educazione sessuale nelle scuole. Anche
la rilevazione dell'uso di contraccettivi durante l'ultimo rapporto, che ha
compreso 1799 ragazze e 1262 ragazzi, non ha mostrato un effetto positivo dei
programmi di educazione sessuale. In questo caso la metanalisi risulta
condizionata dalla notevole eterogeneità degli studi a disposizione.
3.
La revisione sistematica di dodici studi condotti su 8019 ragazze e
3759 ragazzi non ha mostrato una riduzione delle gravidanze nelle ragazze
partecipanti ai programmi di educazione sanitaria o nelle partner dei ragazzi
esposti agli interventi formativi. Quattro dei programmi esaminati erano centrati
sull'astinenza sessuale ed hanno mostrato un aumento delle gravidanze nelle
partner dei ragazzi esposti all'intervento.
Gli studi inclusi in questa ricerca sono stati condotti in America
settentrionale, Australia, Nuova Zelanda ed Europa Occidentale. In oltre la
metà degli studi risulta sovrarappresentata la componente di minore livello
socioeconomico, dal momento che la maggior parte dei partecipanti erano afroamericani o ispanici. Gli autori rilevano che gli interventi esaminati potrebbero
raggiungere migliori risultati in una diversa popolazione bersaglio.
La revisione sistematica conclude che non abbiamo a disposizione un
intervento di provata efficacia per affrontare il problema dell'alta percentuale di
gravidanze in adolescenti in Gran Bretagna, USA, Canada.
La già citata Relazione sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi,
approvata dal Parlamento Europeo nel giugno 2002, dà alcuni suggerimenti per
le ricerche future:
Sarebbe
utile
analizzare
l'esperienza
dei
Paesi
Bassi,
caratterizzata dal minor tasso di gravidanze nelle adolescenti.
Questo risultato viene spiegato dagli autori olandesi con la
diffusione dell'educazione sessuale, il carattere aperto della
discussione sulla sessualità nei mass media, la presenza di
servizi per la contraccezione di facile accesso e di metodologie di
educazione alla contraccezione legate all'esperienza reale dei
gruppi bersaglio.
Pochi interventi di educazione sessuale sono disegnati con il
contributo attivo degli adolescenti bersaglio. Viene sottolineato
come i programmi di educazione sessuale dovrebbero mostrare
meno enfasi sull'anatomia e sulle tattiche per suscitare timori,
mentre dovrebbero essere più giocosi e finalizzati a migliorare
comunicazione e capacità di negoziazione nelle relazioni
sessuali. Materiale informativo dettagliato sui servizi per la salute
sessuale degli adolescenti dovrebbe essere disponibile nei luoghi
maggiormente frequentati dagli adolescenti (i bagni delle scuole, i
centri commerciali o i luoghi di aggregazione).
Relativamente all’opportunità di far partecipare gli insegnanti ai
programmi di prevenzione, uno studio controllato randomizzato ha valutato in
Scozia l'efficacia del programma Sexual Health and Relationships: Safe,
Happy
and
Responsible
(SHARE),
basato
sull'attività
di
insegnanti
specificamente formati che applicano nelle classi un pacchetto di venti sessioni
di attività, dieci ad allievi di 13-14 anni e dieci a allievi di 14-15 anni.
Obiettivi del programma sono la riduzione dei comportamenti sessuali a
rischio, la riduzione delle gravidanze indesiderate e il miglioramento della
qualità delle relazioni sessuali tra gli adolescenti.
Il programma SHARE è stato sviluppato dopo due anni di consultazioni
con insegnanti, specialisti di educazione sessuale e servizi per la promozione
della salute.
Paragonato ad un programma convenzionale, il programma SHARE ha
mostrato un modesto effetto positivo sulla qualità delle relazioni affettive, ma
nessun effetto sull'uso del profilattico tra gli adolescenti che avevano rapporti
sessuali
e
che
costituivano
un
terzo
del
totale.
Il Liceo Classico “Ernesto Basile”
Nel territorio di Monreale sono presenti due scuole superiori: un Istituto
d’arte ed un Liceo classico.
Avendo già, negli anni passati, sperimentato e parzialmente realizzato
un progetto di empowerment peer education presso l’istituto d’arte secondo il
modello proposto da Pellai e coll., si è pensato di realizzare il presente
progetto presso il Liceo Classico “E. Basile”, all’interno del quale il Consultorio
è già presente con uno Sportello d’ascolto.
La scuola è in atto ospitata (ormai da quattro anni) presso locali di
fortuna in attesa del completamento dei lavori di ristrutturazione del proprio
edificio. Non c’è una palestra né spazi esterni e l’ora di educazione fisica è
utilizzata per lezioni di scacchi o di chitarra. Ad alcune aule si accede
attraversandone altre e molte di esse non hanno neppure una finestra.
I locali ristrutturati dovrebbero essere fruibili dall’inizio del prossimo anno
scolastico.
La scuola comprende 2 sezioni complete ed una sezione con le classi
degli ultimi due anni, per un totale di 12 classi e 244 alunni.
Le ragazze sono in maggioranza rappresentando il 76% del totale degli
alunni.
Negli ultimi anni le iscrizioni hanno subito una graduale ma costante
contrazione, gli alunni mostrano tuttavia un livello di motivazione allo studio
accettabile e sono abbastanza partecipi e coinvolti nella vita scolastica.
Da alcuni anni il giornalino curato interamente dai ragazzi ha un discreto
successo.
Nel corso del passato anno scolastico, gli operatori del Consultorio
hanno effettuato 2 incontri con ciascuno dei 12 gruppi classe, finalizzati alla
promozione dello Sportello d’ascolto.
Nel primo incontro si è dibattuto genericamente su varie problematiche
adolescenziali e scelto un tema libero da approfondire nell’incontro successivo.
Nel secondo incontro è stato dibattuto il tema scelto dalla classe.
Gli argomenti richiesti dai ragazzi sono stati:
•
Sessualità (2 classi)
•
Contraccezione (7 classi)
•
AIDS (2 classi)
•
Accettazione del proprio corpo (1 classe).
Gli incontri, basati su un confronto aperto con i ragazzi, in realtà hanno
rappresentato un’occasione preziosa per conoscere e definire le domande di
“salute” dei ragazzi.
Dai dati rilevati dai questionari somministrati durante gli incontri,
ma, soprattutto, dal confronto diretto con i ragazzi nonché dai dati di attività
dello sportello, relativamente al tema della sessualità, è emerso che:
o
La sessualità è un argomento giudicato sempre di grande
interesse dalla maggior parte degli studenti.
o
Il 35% di giovani di entrambi i sessi è convinto che il coito
interrotto è un metodo efficace di contraccezione.
o
Circa il 40% delle ragazze affluite allo sportello ha un’attività
sessuale.
o
Ben il 90% di loro non usa alcun metodo contraccettivo o si fida
del coito interrotto.
o
È opinione diffusa tra le ragazze che sarebbe un atto di sfiducia
nei confronti del partner opporsi all’uso del coito interrotto.
o
I ragazzi che dichiarano di usare il preservativo, lo usano in
genere, discontinuamente.
o
E’ luogo comune tra gli adolescenti considerare stabile (quindi
non a rischio di malattie a trasmissione sessuale) una relazione anche di pochi
mesi.
o
I
giovani
sentono
particolarmente
la
mancanza
di
fonti
significative ed attendibili cui fare riferimento per dirimere i molti dubbi relativi
alla propria sessualità.
Da segnalare infine che nel corso del presente anno scolastico quattro
ragazze sono rimaste gravide.
Emergono, quindi, rispetto alla sessualità, alcuni vissuti fondamentali,
peraltro, ci sembra, condivisi dalla gran parte degli adolescenti, e cioè:
•
il bisogno di dialogo e confronto, derivante dalla necessità di
capire e quindi di rassicurarsi;
•
la forte latitanza del mondo adulto come riferimento informativo e
valoriale;
•
le difficoltà e la mancanza di una piena soddisfazione nel “parlare
tra ragazzi di sesso”, che denuncia i limiti e le debolezze del gruppo dei pari,
non sempre adeguato ed esaustivo nei confronti di questo compito delicato;
•
la mancanza di percezione dei rischi legati ai rapporti sessuali.
Sollecitati da queste evidenze, ma particolarmente dalla forte ed esplicita
richiesta rivolta agli operatori dai ragazzi in numerose occasioni di confronto,
riteniamo ancora oggi di grande attualità e di importanza fondamentale, un
progetto finalizzato all’acquisizione di una maggiore consapevolezza nell’ambito
dei comportamenti sessuali, ridefinito alla luce di nuove proposte metodologiche
per le quali è oggi riconosciuta l’efficacia.
Obiettivi
Scopo del presente progetto è ridurre i comportamenti sessuali a rischio
nei giovani sessualmente attivi,
ed
incrementare i fattori di protezione
(normativi, attitudinali e di autoefficacia) nei confronti di tali comportamenti
anche in chi non ha ancora un’attività sessuale, nella popolazione scolastica
del “Liceo Classico “E. Basile”.
Pertanto, alla fine dei due anni previsti dal progetto, ci si propone di
raggiungere i seguenti obiettivi specifici:
1°.
Ottenere che il 70% di tutti gli alunni della s cuola sappia:
a) Distinguere l’efficacia dei vari metodi contraccettivi in relazione
alla prevenzione di gravidanze e di malattie a trasmissione
sessuale.
b) Riconoscere i comportamenti protettivi e quelli a rischio per la
prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale e delle
gravidanze indesiderate.
c) Riconoscere che i comportamenti sessuali agiti sotto l’effetto di
alcool o sostanze ad azione psicotropa comportano un rischio
aggiuntivo.
d) Quali sono le modalità di accesso al Consultorio.
Indicatore: “Percentuale di ragazzi che risponde correttamente a n-2 items del
questionario 1> 70%.
2°.
Ottenere un incremento del 20% di alunni/e sess ualmente attivi/e
che usano con regolarità contraccettivi efficaci ai fini della
prevenzione di gravidanze.
Indicatore: “Percentuale di ragazzi sessualmente attivi che riferisce l’uso di
contraccettivi efficaci all’ultimo rapporto alla fine del progetto - percentuale di
ragazzi sessualmente attivi che riferisce l’uso di contraccettivi efficaci all’ultimo
rapporto all’inizio del progetto > 20%”.
1
Vedi allegato n. 3
3°.
Ottenere una riduzione del 10% di alunni/e sess ualmente attivi/e che
hanno consumato alcool o droghe nei momenti precedenti il
rapporto.
Indicatore: “Percentuale di ragazzi sessualmente attivi che riferisce consumo di
alcool o droghe prima dell’ultimo rapporto alla fine del progetto - percentuale di
ragazzi sessualmente attivi che riferisce consumo di alcool o droghe prima
dell’ultimo rapporto all’inizio del progetto <10%”.
Inoltre, come ricadute del progetto, alla fine dei due anni, è lecito
aspettarsi anche:
1.
Un incremento del 20% di richieste di consulenze a scopo
contraccettivo (allo Sportello o al Consultorio) da parte dei
beneficiari.
Indicatore: “Numero di consulenze a scopo contraccettivo (sportello o
consultorio) / consulenze totali, alla fine del progetto (%) - Numero di
consulenze a scopo contraccettivo (sportello o consultorio) / consulenze
totali, all’inizio del progetto (%) >20%”
2.
Un incremento del 10% di prescrizione/fornitura di contraccettivi ad
adolescenti che si rivolgono al consultorio.
Indicatore: “ Numero di forniture di contraccettivi ad adolescenti / numero
di forniture di contraccettivi totali (%), alla fine del progetto - numero di
forniture di contraccettivi ad adolescenti
/ numero di forniture di
contraccettivi totali (%), all’inizio del progetto >10%.
Strategia
Nonostante la mole di interventi di prevenzione in questo ambito nelle
scuole europee ed americane, per la grande maggioranza di essi mancano,
quasi del tutto, prove di efficacia.
Il programma per la valutazione delle tecnologie sanitarie del Servizio
sanitario inglese (Health Tecnology Assessment HTA) ha prodotto nel 1998
una doppia revisione sistematica, per valutare l'efficacia degli interventi di
promozione della salute nelle scuole.
Per quanto riguarda la sessualità è stato messo in evidenza che la
maggior parte degli interventi efficaci comprendeva:
• l'introduzione di ambulatori scolastici che forniscono consulenze
su contraccezione e sesso sicuro, coordinando la propria attività con quelle
di educazione sessuale nelle classi,
• l'attuazione di programmi che si avvalgono di “educatori tra pari".
Kirby, nel 2001, ha effettuato una revisione sistematica aggiornata di
un’ampia gamma di programmi educativi per la prevenzione delle gravidanze e
delle malattie a trasmissione sessuale nelle adolescenti, realizzati negli USA e
in Canada dal 1980 in poi. Sono risultati efficaci quei programmi che
presentano queste caratteristiche:
1. Sono centrati sulla riduzione di un piccolo numero di comportamenti
sessuali.
2. Utilizzano approcci teorici che hanno dimostrato la loro efficacia
nell’influenzare altri comportamenti a rischio per la salute (Teoria
dell’inoculazione sociale di Homans, 1965; Teoria dell’azione ragionata di
Fishbein e Ayzen, 1975; etc.). Queste teorie indirizzano verso antecedenti
individuali correlati alla sessualità. Quando applicate ai comportamenti
sessuali sostengono che una persona più probabilmente si asterrà dai
rapporti sessuali o userà il condom se 1) crede che i benefici di tali
comportamenti superano i costi, 2) crede che altre persone, significative per
lui, ritengono positivo astenersi dal sesso o usare il condom, 3) crede di
essere capace a resistere a pressioni interne ed esterne 4) ha un reazione
emotiva positiva nel mettere in atto comportamenti protettivi, 5) ha l’abilità
necessaria ad attuare comportamenti protettivi.
3. Danno messaggi chiari.
4. Danno informazioni di base.
5. Sviluppano la capacità degli adolescenti a resistere alle pressioni sociali.
6. Migliorano la competenza comunicativa, di negoziazione e la capacità ad
opporre rifiuti.
7. Utilizzano varie strategie finalizzate a coinvolgere I partecipanti e a
personalizzare l’informazione.
8. Utilizzano metodologie interattive.
9. Hanno una durata adeguata (più che poche ore).
10. Si avvalgono di insegnanti o peer leaders adeguatamente formati.
Alla luce di queste analisi, la strategia che si intende adottare in questo
progetto è l’impiego contemporaneo di quegli elementi metodologici riportati
come maggiormente efficaci nelle revisioni citate e cioè:
1.
la peer education
2.
l’utilizzo delle potenzialità del “gruppo”
3.
l’applicazione di metodologie interattive e di tecniche di
comunicazione efficace
4.
il focus sulle life skills e l’ autoefficacia
5.
le consulenze contraccettive di facile fruizione.
La peer education
Gran parte dell’interesse destato dalla peer education è dovuto al fatto
che essa pone le sue radici in un processo che viene messo in atto
spontaneamente e tramite il quale i giovani apprendono cose diverse l’uno
dall’altro come parte della loro vita quotidiana.
Il presupposto da cui parte è che i più adeguati ed efficaci promotori del
benessere individuale sono proprio le persone, adeguatamente formate,
appartenenti al medesimo gruppo di riferimento. I pari educano i pari,
migliorando l’efficacia del processo e degli esiti educativi perché in possesso
dello stesso patrimonio linguistico, valoriale, rituale a livello microculturale e
microsociale. Di conseguenza, l’interazione faccia a faccia tra pari, essendo
meno inibente e più immediata, è avvertita come meno giudicante.
Nell’ambito delle tipologie di intervento di prevenzione primaria, la peer
education si configura come una modalità complessa poiché richiede
l’interazione di più soggetti e l’assemblaggio di più componenti.
È una metodologia d’intervento ampiamente utilizzata in America fin
dagli anni sessanta in interventi di prevenzione dell’HIV e delle dipendenze da
sostanze.
In Europa ha riscosso un interesse crescente dopo gli anni settanta in
ambiti riguardanti la sessualità, l’igiene ambientale, la sicurezza stradale, ecc.
A livello europeo, attualmente, il principale riferimento è rappresentato
da Europeer (Progetto Europeo sull’educazione tra pari) che si è proposto
come centro di coordinamento internazionale per l’elaborazione delle linee
guida europee sull’educazione tra pari applicata ai progetti di prevenzione
dell’AIDS e delle malattie a trasmissione sessuale.
Il confronto ed il monitoraggio di 24 progetti europei ha consentito di
evidenziare la maggiore efficacia dell’educazione tra pari rispetto alle altre
metodologie che privilegiano la figura di esperti esterni alla popolazione di
riferimento.
L’educazione tra pari, attivando processi di self-empowerment, consente
la partecipazione attiva dei soggetti alla propria formazione, con risultati di
efficacia sensibilmente superiori rispetto ai percorsi preventivi a carattere
prevalentemente trasmissivo.
In Italia, seppur in ritardo rispetto al panorama internazionale, negli
ultimi anni si è osservato un sensibile incremento di questa metodologia.
La prima esperienza di educazione tra pari risale al 1994 all’interno
dell’associazione di volontariato Contorno Viola di Verbania per la prevenzione
dell’infezione dell’HIV.
Il modello in atto utilizzato a Verbania è stato messo a punto nel corso di
sei anni di sperimentazione ed è stato testato in quindici scuole secondarie,
mobilitando circa 270 peer educators e 70 insegnanti e coinvolgendo una
popolazione scolastica di oltre 6500 studenti.
Nella provincia di Varese, nel periodo 1999/2002, in collaborazione con
l’Istituto di Igiene e Medicina Preventiva dell’Università di Milano e la ASL, è
stata attivata la sperimentazione di un nuovo modello di educazione tra pari
definito empowered peer education in virtù del protagonismo effettivo degli
adolescenti in ogni fase del percorso educativo2.
Abolita l’ottica del reclutamento e dell’addestramento da parte di adulti,
gli educatori tra pari non si configurano come semplici trasmettitori di contenuti,
ma svolgono un ruolo attivo in tutte le fasi del processo incluse la scelta del
tema di lavoro, la progettazione degli interventi e la realizzazione della
valutazione.
Nel panorama siciliano, ad eccezione della città di Catania, sono stati
avviati soltanto pochi e sporadici progetti di peer education.
Nell’A.S. 2003/2004 il Consultorio di Monreale ha realizzato, presso
l’Istituto Statale d’Arte “M. D’Aleo”, il primo anno di un progetto biennale di
empowered peer education3.
Nonostante il secondo anno previsto non abbia potuto aver luogo per
vari motivi, le attività della prima parte del progetto hanno tuttavia prodotto
numerosi effetti positivi in tutto il contesto scolastico, multiproblematico.
L’esperienza maturata in quella occasione ha consentito di fare una
riflessione attenta su alcuni aspetti metodologici dell’empowered peer
education, modello probabilmente ancora troppo innovativo per il nostro
contesto di riferimento.
Pur partendo quindi dal modello di Pellai, alcuni aspetti sono stati
modificati ed adattati alla nostra realtà.
In particolare, limitando il campo d’intervento dei ragazzi, è stata
predeterminata la scelta del tema e degli obiettivi di lavoro.
2
Pellai A., Rinaldin V., Tamborini B., Educazione tra pari. Manuale teorico pratico di empowered peer
education. Trento. Erickson; 2002.
3
L’Isola che c’è… Progetto biennale di educazione tra pari presso l’Istituto Statale d’Arte D’Aleo di Monreale,
a cura del Consultorio di Monreale (ASL 6 Pa – Distretto 11).
Life skills
Agli inizi degli anni novanta, l’OMS definì le life skills come quelle “abilità
che consentono di affrontare efficacemente le richieste e le sfide della vita
quotidiana” e che comprendono: capacità di prendere decisioni e di risolvere
problemi,
pensiero
competenze
creativo,
relazionali,
pensiero
critico,
autoconsapevolezza,
comunicazione
empatia,
efficace,
gestione
delle
emozioni, gestione dello stress.
Le life skills, così definite, sono molto simili a quell’ intelligenza che
Goleman definisce emotiva e che pure include la capacità di tollerare e gestire
i conflitti e di riconoscere e valorizzare la diversità come risorsa.
Autoefficacia
Il termine, proposto da Bandura, definisce “la convinzione delle proprie
capacità di organizzare e realizzare il corso di azioni necessario a gestire
adeguatamente le situazioni che si incontreranno in modo da raggiungere i
risultati prefissati”.
Secondo Bandura il senso di efficacia personale esercita effetti
importanti nella salute su almeno due aspetti: fronteggiare gli eventi stressanti
e modificare i comportamenti nocivi.
Se le persone credono di poter affrontare efficacemente i fattori
stressanti presenti nell’ambiente, non ne avvertiranno l’effetto perturbante. Se
invece sono convinte di non potere controllare gli eventi negativi, il senso di
angoscia e l’ansia che ne consegue pregiudicheranno l’efficacia delle azioni
che metteranno in atto.
Il cambiamento di comportamento è visto dipendere dalla percezione
della propria capacità di mobilitare le proprie risorse, adottando le linee di
azione necessarie per rispondere alle richieste della situazione.
Dimensione di gruppo
Molti approcci educativi introducono la dimensione di gruppo nella
convinzione che i processi e le dinamiche che si attivano siano più efficaci
nell’influenzare i comportamenti di salute e generino effetti più duraturi.
E’ in questo contesto che intervengono in modo più evidente i processi
di influenza sociale, confronto e sostegno.
Si sottolineano in particolare i potenziali benefici degli interventi sui
gruppi a livello della presa di decisioni sulle questioni relative alla salute, sulla
soluzione dei problemi, ma anche dal punto di vista dell’apprendimento di
informazioni sulla salute, della chiarificazione delle norme di gruppo relative ai
comportamenti.
I benefici riguardano non solo i comportamenti specifici, ma anche il
potenziamento
dell’autostima,
delle
abilità
interpersonali
e
sociali
e
dell’empowerment individuale, che a loro volta costituiscono la premessa per
l’adozione di stili di vita sani.
Nel
gruppo
dei
pari
esistono
ruoli
e
differenze,
determinate
prevalentemente su base esperenziale, che permettono il passaggio di
conoscenze e di vissuti dai più grandi a più piccoli, dai più evoluti ai meno
evoluti, dai più esperti ai meno esperti.
Il compito degli interventi di peer education è di facilitare questo
passaggio di esperienze/conoscenze e sentimenti/emozioni in un’ottica di
cooperazione e di solidarietà, facendo emergere le varie risorse di leadership e
di identificazione presenti all’interno del gruppo, comprese quelle latenti e non
esplicitate.
Nella peer education il gruppo si afferma e si conferma come
dimensione sociale di riferimento, ma anche come contenitore e veicolo
privilegiato di esperienze significative.
Utilizzare il gruppo come risorsa è quindi cruciale sia nella fase di
formazione dei peers, che nella fase operativa dove il gruppo assume i confini
del gruppo classe.
Metodologie interattive
La metodologia interattiva, particolarmente feconda con gli adolescenti,
implica il coinvolgimento attivo di tutti i protagonisti dell’intervento ed il gruppo
viene considerato come soggetto, luogo e strumento privilegiato di lavoro.
Valorizzare il qui ed ora del gruppo significa favorire l’apprendimento
derivante dall’esperienza, dalla sua osservazione e dalla sua rielaborazione.
A livello linguistico significa privilegiare la pluralità dei linguaggi e delle
forme espressive, dando molto spazio alla dimensione ludica, rappresentativa
e narrativa.
Tutto questo consente di costruire percorsi all’interno dei quali possono
attivarsi processi capaci di garantire a ciascuno la percezione di sé e dell’altro,
di sciogliere le proprie rigidità e di costruire nuove modalità relazionali che
consentono di crescere insieme, sviluppando autonomia.
Comunicazione efficace
È indiscutibile che un elemento chiave nella relazione con gli
adolescenti, indispensabile per stabilire un rapporto di fiducia con loro, è il tipo
di comunicazione messo in atto.
Grande attenzione va prestata sia all’aspetto verbale che a quello
analogico della comunicazione.
Dal punto di vista dell’aspetto verbale, è essenziale curare, oltre che il
contenuto, la chiarezza e la semplicità del messaggio, nonché il codice
utilizzato.
Per quanto riguarda invece l’aspetto analogico, spesso inconsapevole
ma molto esplicito nel trasmettere agli altri la nostra idea di sessualità, è
necessario saperlo gestire per evitare di trasmettere messaggi incongruenti e
confondenti, e quindi, in ultima analisi non efficaci.
Sapere
ascoltare
empaticamente
i
ragazzi,
assumendo
un
atteggiamento di condivisione emotiva e di non giudizio è inoltre una
condizione necessaria al mantenimento di una relazione positiva.
La comunicazione deve anche essere il cardine su cui poggia il
percorso formativo dei peers che devono imparare non solo ad istaurare e
gestire buone relazioni interpersonali con i coetanei, ma anche a condurre
gruppi di discussione. È quindi essenziale per loro apprendere i presupposti e
le tecniche di comunicazione efficace.
Consulenze in loco
La presenza di ambulatori scolastici che forniscono consulenze su
contraccezione e sesso sicuro e che coordinano la propria attività con le altre
iniziative attivate nella scuola, è uno degli elementi considerati basilari nella
revisione dei programmi inglesi (vedi introduzione).
E’ stato detto che uno sportello d’ascolto è già operativo all’interno della
scuola, ma, a parte questo, è di grande importanza potenziare il canale diretto
scuola/consultorio, già avviato negli ultimi mesi.
Di notevole rilevanza strategica è anche riorganizzare la gestione dello
sportello con la collaborazione dei peers che possono svolgere funzioni di
accoglienza e di mediazione tra coetanei ed operatori professionali.
Piano operativo
Il piano operativo comprende cinque fasi principali:
1.
Organizzazione
2.
Individuazione dei peer educators
3.
Formazione dei peer educators
4.
Interventi dei peer educators
I FASE: Organizzazione.
Settembre – ottobre del 1° anno.
I passi principali prevedono:
•
Approvazione del progetto da parte del dirigente
scolastico su proposta del responsabile del Consultorio e
successivo incarico al referente per l’educazione alla salute della
scuola di curare i primi passi organizzativi.
•
Presentazione del progetto al Collegio dei docenti.
E’ questo un passaggio molto delicato al fine di ottenere la
massima
condivisione
possibile,
essenziale
per
non
compromettere l’andamento successivo del progetto. Pertanto,
avendo cura di rispettare tutti i particolari formali (ad es.
inserimento del punto all’ordine del giorno), la presentazione
sarà curata dal responsabile del Consultorio. L’approvazione del
Collegio dei docenti consentirà di inserire il progetto all’interno
dell’attività didattica e del piano dell’offerta formativa della
scuola. Qualora la scuola lo ritenga necessario, saranno
preventivamente informate le famiglie degli studenti.
•
Momento centrale di questa fase è la creazione di
un gruppo di lavoro misto operatori esterni/insegnanti di cui
faranno parte: il referente per l’educazione alla salute, due
operatori del Consultorio (medico e psicologo), eventuali altri
docenti disponibili. Il gruppo di lavoro predispone un programma
organizzativo, che prevede tempi e modalità per la preparazione
e lo svolgimento delle attività richieste, compatibile con i vincoli di
orario e di carico di lavoro della scuola e dei servizi coinvolti.
Avviata la fase iniziale, il gruppo di lavoro, riunendosi
periodicamente, seguirà lo svolgimento delle fasi successive,
verificandone l’andamento ed apportando eventuali modifiche
necessarie.
•
Prima
azione
rivolta
ai
ragazzi,
sarà
la
somministrazione in tutte le classi di un pre test (vedi allegati)
finalizzato alla conoscenza di alcuni comportamenti sessuali agiti
dai
ragazzi.
La
somministrazione
verrà
fatta
curando
particolarmente la garanzia dell’anonimato: i questionari saranno
forniti e ritirati in busta chiusa da un operatore del consultorio;
sarà curato il setting durante la compilazione; se necessario, si
darà la possibilità ai ragazzi di compilarlo a casa.
II FASE: Individuazione dei peer educators.
Novembre-dicembre del 1° anno.
La selezione dei peers è ovviamente un passaggio cruciale.
Nella maggior parte di progetti analoghi la selezione viene in genere
limitata agli alunni di alcune classi, in genere il terzo anno.
In questo progetto, considerato il basso numero di classi (12) la
possibilità di partecipare al gruppo sarà estesa agli alunni di tutte le classi.
Pensiamo che avere una più ampia rappresentanza di ragazzi, possa,
da un lato, garantire un impatto maggiore all’interno della scuola, ed inoltre
potrebbe facilitare un meccanismo di automantenimento del progetto negli anni
successivi.
La selezione avverrà su candidatura volontaria.
I ragazzi che decidono di candidarsi dovranno essere disponibili ad
effettuare il corso in orario extrascolastico e a garantire la presenza assidua
agli incontri di formazione.
Inoltre dovranno essere motivati ed interessati alle relazioni con gli altri,
capaci di comunicare e di essere riconosciuti come figure a cui sia possibile
rivolgersi in caso di necessità.
Per ciascuna classe saranno selezionati due ragazzi in modo da
formare un gruppo di 24 elementi.
A questo scopo, un operatore farà un incontro di circa un’ora per classe,
durante il quale illustrerà il progetto e raccoglierà le candidature.
Se le candidature eccedono questo numero, la classe procede ad una
votazione.
III FASE: Formazione dei peer educators
Gennaio- maggio 1° anno
La formazione dei peers impegna la maggior parte del primo anno di
progetto.
In molti progetti basati sull’educazione tra pari, la formazione dei ragazzi
è stata centrata esclusivamente sui contenuti da proporre ai loro coetanei.
Altri modelli puntano invece molto di più sul protagonismo e su un ruolo
attivo degli educatori tra pari.
Riteniamo che entrambi gli aspetti siano certamente da perseguire, ma
soprattutto ci sembra che avere a disposizione un gruppo di ragazzi motivati
con cui potere lavorare, sia un’occasione preziosa per orientare la loro
formazione allo sviluppo e al potenziamento di quelle abilità di vita che Daniel
Goleman racchiude nel termine di “intelligenza emotiva” e che tanto carenti
appaiono mediamente nel nostro target di riferimento.
Gli obiettivi formativi, pertanto, comprendono:
•
acquisire conoscenze relative ai significati della sessualità, agli
apparati riproduttori, alla fertilità, alle malattie a trasmissione sessuale, alla
contraccezione, alle IVG, ai servizi per adolescenti;
•
acquisire
consapevolezza
sul
rischio
correlato
ad
alcuni
comportamenti sessuali;
•
acquisire consapevolezza sull’importanza delle influenze sociali e
dei media sui comportamenti;
•
accrescere le proprie competenze relazionali – comunicative;
•
acquisire la capacità di condurre gruppi;
•
apprendere tecniche di animazione e di conduzione di gruppi;
•
aumentare la capacità di autonomia decisionale.
Per raggiungere tali obiettivi si prevedono circa 45 ore di formazione, da
suddividere in 15 incontri di tre ore a cadenza settimanale, da gennaio a
maggio dell’anno scolastico di riferimento, considerando vacanze, varie attività
extracurricolari ed eventuali imprevisti di vario tipo.
Accertata
la
disponibilità
della
scuola,
gli
incontri
saranno
preferibilmente organizzati nelle prime ore del pomeriggio, fuori del normale
orario scolastico.
Programmare gli incontri durante l’orario scolastico è una scelta operata
in molti progetti analoghi e certamente un’opzione possibile.
In
una nostra precedente esperienza, realizzata in un’altra scuola
superiore del territorio4, si era, tuttavia, rivelata una scelta non del tutto
soddisfacente per i seguenti motivi:
•
malcontento di alcuni docenti per le inevitabili interferenze con
l’attività didattica
4
•
difficoltà a disporre di uno spazio riservato all’interno della scuola
•
continue interruzioni durante i lavori.
L’Isola che c’è… Progetto biennale di educazione tra pari presso l’Istituto Statale d’Arte D’Aleo di Monreale
a cura del Consultorio di Monreale (ASL 6 Pa – Distretto 11).
Organizzare gli incontri in orario extrascolastico garantisce, a nostro
parere, una partecipazione dei ragazzi davvero motivata, e non finalizzata, per
esempio, alla possibilità di sottrarsi
all’attività didattica o a giustificare un
basso rendimento scolastico.
Ciascun incontro, tenuto nei locali della scuola, sarà gestito da un
operatore del consultorio, con funzione di conduttore, ed un insegnante con
funzione di osservatore. Un medico specializzando in ginecologia curerà la
parte prettamente informativa.
È importante che i formatori non vengano percepiti dai ragazzi come
“esperti” depositari del sapere, ma devono proporsi loro come partners con i
quali confrontarsi e collaborare, assumendo principalmente la funzione di
facilitatori di processi.
Condizione essenziale per fare questo è sapere entrare in empatia con i
ragazzi, lavorando per la creazione di un sapere condiviso e accessibile.
La competenza basilare che gli operatori devono possedere è pertanto
quella relazionale modulata verso il target dei partecipanti.
La gamma delle competenze necessarie alla realizzazione di tutto il
percorso formativo deve comprendere:
•
tecniche di conduzione di gruppo e giochi interattivi
•
comunicazione efficace
•
adolescenza e problematiche adolescenziali
•
conoscenza sui contenuti (apparati riproduttori, contraccezione,
malattie a trasmissione sessuale, ecc.).
Durante gli incontri sarà utilizzata una metodologia di tipo interattivo con
ampio uso di tecniche finalizzate ad avviare e gestire dinamiche di gruppo,
quali il brainstorming, giochi di ruolo, completamento di storie, lavori in
sottogruppi, giochi interattivi, discussioni di gruppo, …
Come materiale stimolo saranno utilizzati film, spot e inserti pubblicitari,
opuscoli informativi, testi di canzoni, video musicali, giornali.
Gli incontri sono articolati in moduli come segue:
1°.
Costituzione del gruppo: 3 incontri
1.
Presentazione del progetto e del percorso formativo. Giochi
di conoscenza reciproca (a coppie, a piccoli gruppi, con il gruppo
allargato). Raccolta di motivazioni ed aspettative (attività narrative
sull’esplorazione delle aspettative). Condivisione delle regole del
gruppo.
2.
Approfondimento del livello di conoscenza reciproca e di
interazione attraverso vari giochi in sottogruppo e nel gruppo allargato.
3.
2°.
idem
Adolescenza e problematiche adolescenziali: 2 incontri
1.
Esplorazione delle problematiche adolescenziali ( gioco di
ruolo: “un regista, prima di girare un film sugli adolescenti, interpella un
gruppo di esperti” ). Riflessioni ed autoanalisi sul proprio modo di
essere adolescente (giochi di produzione simbolica: rappresentazione
di metafore sull’adolescenza, scelta di immagini rappresentative da
riviste, ecc.).
2.
3°.
Il rischio in adolescenza
Sessualità: 3 incontri
1.
Riflessione
sui
vari
significati
(organici,
psicologici,
emozionali, relazionali) che può assumere la sessualità nell’adolescenza
(brainstorming, questionari, lavoro in sottogruppi).
2.
Anatomia e fisiologia degli apparati riproduttori.
3.
I comportamenti sessuali a rischio. La contraccezione.
Infezione da HIV ed altre MTS (completamento di storie, questionari,
ecc.).
4°.
Comunicazione: 4 incontri
1. La comunicazione umana. Il feedback.
2. L’ascolto attivo.
3. Le
barriere
della
comunicazione
umana
(pregiudizi,
interpretazione, diverso significato delle parole).
4. La comunicazione in gruppo. Strategie di promozione di un
evento.
5°.
Progettazione degli interventi: 3 incontri
1.
La progettazione.
2.
Avviare la progettazione degli interventi da realizzare nella
scuola durante il secondo anno di progetto.
3.
Simulate di intervento nelle classi
Valutazione del primo anno
Alla fine di ciascun modulo ed al termine del primo anno di progetto, il
gruppo di lavoro effettuerà una valutazione di processo ed una valutazione di
efficacia del processo formativo.
In modo particolare si valuterà:
1.
Il clima all’interno del gruppo dei pari in formazione
2.
La percentuale di abbandoni del gruppo dei pari
3.
La costanza alla partecipazione agli incontri
4.
Il raggiungimento degli obiettivi educativi
5.
Il clima all’interno del gruppo di lavoro.
Si utilizzeranno pertanto i seguenti indicatori di processo:
a)
Sarà considerata fisiologica una percentuale di abbandoni
< 60% (9/24 ragazzi).
b)
Sarà considerata costante la partecipazione ad almeno
10/15 incontri.
c)
Il processo formativo sarà considerato efficace se almeno
nel 70% dei ragazzi sarà possibile dimostrare:
o un incremento delle competenze relazionali –
comunicative
o
l’acquisizione della capacità di condurre gruppi di
discussione
o un incremento delle conoscenze esplicitate negli
obiettivi.
A questo scopo si utilizzeranno i seguenti strumenti:
•
questionari di apprendimento (pre e post)
•
questionari di gradimento
•
schede di osservazione compilate durante gli
incontri
•
strumenti di valutazione di tipo creativo, simbolico,
narrativo e rappresentativo.
IV FASE: Intervento dei peer educators
Settembre-maggio 2° anno
All’inizio dell’anno scolastico il gruppo di lavoro seguirà l’organizzazione,
la programmazione ed il monitoraggio delle attività previste.
Dopo un primo incontro iniziale, riprenderà le riunioni periodiche
(almeno 4 durante l’anno).
Nel passaggio al secondo anno il gruppo dei pari diventa promotore di
una serie di azioni integrate, con il coinvolgimento trasversale di tutta la
popolazione studentesca.
All’inizio del secondo anno scolastico è anzitutto necessario ricostituire il
gruppo verificando la persistenza delle motivazioni che l’hanno sostenuto
durante l’anno precedente.
I ragazzi sono ora chiamati ad essere essi stessi protagonisti e non più
soltanto fruitori delle azioni.
Questo rappresenta indubbiamente un passaggio delicato che, seppur
preparato durante la fase di formazione, necessita ora di essere sostenuto da
un’attenta azione degli operatori che gradualmente determineranno il
passaggio dalla conduzione alla supervisione.
Si organizzeranno pertanto con i peers degli incontri, sia all’inizio
dell’anno scolastico, prima della fase operativa vera e propria, sia durante
l’attuazione degli interventi rivolti a tutta la scuola.
Incontri con il gruppo dei pari.
1. Tre incontri di due ore, a distanza ravvicinata, da concludersi entro il
mese di ottobre, sono finalizzati:
a. alla ricostituzione del gruppo,
b. alla progettazione delle azioni da intraprendere
c. alla suddivisione in sottogruppi operativi
2. Cinque incontri di due ore a cadenza mensile, da novembre a maggio,
per il monitoraggio e la supervisione al lavoro del gruppo.
A richiesta dei sottogruppi di lavoro, saranno inoltre effettuate consulenze su
azioni specifiche in tempi da definire.
I pari sostanzialmente dovranno curare e coprogettare:
•
l’organizzazione della fase promozionale, destinata a fare
conoscere a tutta la scuola le iniziative da avviare,
•
l’organizzazione degli incontri nelle classi,
Se uno degli scopi del progetto è far acquisire ai ragazzi autonomia e
capacità decisionale, riteniamo non coerente a tale obiettivo definire fin da ora,
in una struttura rigida, l’organizzazione di tali interventi.
Piuttosto la pianificazione di questa fase sarà tracciata nelle sue linee
generali, in attesa di definire con il gruppo dei pari la specifica delle singole
azioni.
L’organizzazione della fase promozionale consisterà in una serie di
iniziative destinate a far conoscere alla scuola il gruppo dei pari e le attività
progettate per l’anno scolastico.
Scopo della fase promozionale è incentivare il coinvolgimento e la
partecipazione di tutti, aumentare la visibilità dei peers, e legittimare il loro
ruolo all’interno della scuola.
Tali iniziative comprendono:
•
incontro del gruppo dei pari con il consiglio d’istituto
•
incontro del gruppo dei pari con tutti gli studenti della
•
pubblicizzazione del progetto sul giornalino della
scuola
scuola.
Le suddette attività dovranno concludersi entro il mese di ottobre.
Interventi nei gruppi classe.
Gli interventi saranno condotti nelle classi dal primo al quarto anno (9
classi), da una coppia di peers (possibilmente un ragazzo ed una ragazza) più
grandi di almeno un anno, con funzione di conduzione, ed un terzo peer con
funzione di osservatore. Saranno pertanto escluse, in questa prima edizione
del progetto, le tre classi dell’ultimo anno, salvo decisioni diverse del gruppo
dei pari.
Verranno effettuati inizialmente interventi in due classi pilota (1e liceo)
per consentire una prima sperimentazione.
In ciascuna classe saranno realizzati due incontri a circa una settimana
di distanza.
Sarebbe opportuno, già dall’avvio, che gli incontri fossero gestiti
autonomamente dai peers. Al più un operatore, con funzione di osservatore,
presenzierà agli incontri qualora fosse richiesto dai ragazzi.
1° incontro (tre/quattro ore in orario scolastico).
Obiettivo: riflessione e problematizzazzione con la classe sulle norme
che regolano i comportamenti sessuali tra adolescenti.
•
Preparazione del setting (circle time) e conoscenza
reciproca.
•
Presentazione dell’intervento e delle sue finalità.
•
Suddivisione in sottogruppi: ciascun sottogruppo
scriverà le percentuali, ritenute corrette, di alcuni comportamenti
sessuali degli adolescenti. Confronto in plenaria con i dati5 reali,
presentati su un tabellone o alla lavagna. Discussione sulle
differenze tra realtà e percezione.
•
Visione di un film sull’adolescenza 6.
•
Dibattito sul film, sui vissuti personali che esso ha generato e
sulle analogie con la vita quotidiana.
2° incontro (tre ore in orario scolastico).
Obiettivo: rielaborazione in chiave personale dei temi proposti
nell’incontro precedente. Consapevolizzare il rischio in sessualità.
•
Preparazione del setting (circle time).
•
Somministrazione individuale della scheda “La
sessualità” (vedi allegato 2) e successiva rielaborazione in
gruppo, focalizzando l’attenzione sul tema del condizionamento
da parte dell’ambiente sulla libertà di scelta individuale.
•
Simulata: “Un’adolescente, in seguito ad un rapporto
occasionale non protetto, ha un ritardo mestruale. Preoccupata e
confusa, si confida con una coppia di amici” .
•
Rielaborazione e discussione sui comportamenti a
rischio.
•
Somministrazione della scheda “Contraccezione e
servizi per adolescenti ” (vedi allegato 3).
•
Discussione e riflessioni su alcuni luoghi comuni
riguardanti la contraccezione ed il consultorio familiare.
•
Feedback sull’ intervento.
5
Vedi Pellai A., I comportamenti a rischio nella popolazione degli adolescenti scolarizzati del Nord
Italia. Ricerca realizzata nell’ambito del III Progetto Nazionale Prevenzione HIV (ISS). 2000 (non
pubblicato).
6
Di recente abbiamo utilizzato con successo film come Ovosodo (di P. Virzì. 1997) e Come te nessuno
mai (G. Muccino. 1999).
Dopo gli interventi nelle due classi pilota, il gruppo di lavoro, fatto il
punto della situazione, rilevate eventuali criticità, apportate eventuali modifiche,
organizza gli interventi nelle rimanenti classi.
Collaborazione allo Sportello d’ascolto
La possibilità di esaudire senza difficoltà ed in tempi brevi le richieste di
consulenza contraccettiva dei ragazzi, ha una valenza strategica importante.
Gli operatori del consultorio garantiranno quindi la loro presenza
costante presso lo Sportello, in giorni ed orari prestabiliti.
In ogni classe sono presenti dei peers che possono proporsi ai
compagni come elementi di riferimento e di raccordo con gli operatori dello
sportello.
Essi pertanto potranno incoraggiare ed accogliere le richieste di
consulenza, smistandole secondo le esigenze (mediche o psicologiche) e
segnalando agli operatori eventuali urgenze.
Valutazione del secondo anno
La valutazione di processo del secondo anno prenderà in
considerazione il clima del gruppo dei pari, l’organizzazione della fase
promozionale e gli interventi nei gruppi classe.
A. Clima del gruppo dei pari.
Nel mese di ottobre, durante e dopo i tre incontri iniziali con il gruppo dei
pari, si verificheranno:
•
la tenuta del gruppo (percentuale di abbandoni),
•
il livello di motivazione
•
la capacità di autonomia decisionale ed operativa acquisita
dai ragazzi.
A questo scopo si utilizzeranno strumenti di valutazione di tipo
qualitativo come simulate e giochi di ruolo, rappresentazioni simboliche
e narrative (es.: L’albero dei fantasmini 7), schede di osservazione.
Sarà considerato indicatore significativo la stesura di un programma
degli interventi.
Se necessario, saranno messi in atto interventi correttivi.
B. Organizzazione della fase promozionale.
È il momento in cui i peers diventano operativi, si valuterà pertanto la
loro capacità di portare a termine gli interventi programmati.
Saranno considerati indicatori: l’avvenuto incontro con i docenti,
l’avvenuto
incontro con gli studenti e la pubblicazione sul giornalino
del progetto.
C. Interventi nei gruppi classe
Ciascuno degli interventi dei peers nelle classi sarà oggetto di un’attenta
verifica durante gli incontri di supervisione con il gruppo.
I due peers incaricati della conduzione dell’incontro saranno affiancati da
un terzo compagno che svolgerà il ruolo di osservatore.
Le schede di osservazione serviranno per valutare il grado di attenzione,
il livello di interesse e di partecipazione della classe, come pure la
modalità di conduzione dell’incontro.
Poiché per ciascuna delle 9 classi coinvolte nell’intervento sono previsti
due incontri, indicatore di questa fase sarà:
Numero totale degli incontri nelle classi = 1
18
7
Pellai A., Rinaldin V., Tamborini B., Educazione tra pari. Manuale teorico pratico di empowered peer
education. Trento. Erickson; 2002.
Costi e risorse
Il Consultorio metterà a disposizione del progetto due operatori (un
medico ed uno psicologo) con le seguenti competenze professionali:
•
Capacità di gestione dei gruppi
•
Competenze e tecniche di comunicazione efficace
•
Conoscenza del mondo adolescenziale
•
Conoscenze di anatomia e fisiologia degli apparati
riproduttori, di MTS e di contraccezione.
Le ore dedicate al progetto da ciascun operatore comprendono,
per il 1° anno:
o 20 ore per la 1^ e la 2^ fase
o 55 ore per la 3^ fase
per il 2° anno:
o 60 ore per la 4^ e la 5^ fase,
espletate all’interno dell’orario di servizio.
Pertanto, oltre le ore lavoro degli operatori, non sono previsti per la ASL
costi aggiuntivi.
Due specializzandi in ginecologia saranno messi a disposizione
dall’Università.
La scuola metterà a disposizione del progetto il referente per
l’educazione alla salute ed almeno altri tre docenti, facenti parte del gruppo di
lavoro, che avranno il compito di coordinare le attività nelle classi (più classi
possono avere in comune lo stesso docente coordinatore).
Il referente per l’educazione alla salute parteciperà anche alle attività
pomeridiane e sarà impegnato per circa 40 ore per il primo anno e 50 per il
secondo.
Gli altri docenti avranno un impegno orario di circa 10 ore per il primo
anno ed altrettante per il secondo.
Le ore eccedenti quelle contrattuali possono essere retribuite attingendo
al “fondo d’istituto”.
La scuola dovrà anche prevedere la presenza di un operatore scolastico
durante le 30 ore degli incontri pomeridiani, oltre che fornire gli strumenti ed il
materiale didattico necessario.
Monitoraggio e valutazione
Vista la complessità e la durata del progetto, la sua valutazione, curata
dal gruppo di lavoro, deve essere continua e circolare.
La valutazione finale sarà, in parte, la sintesi delle valutazioni parziali
avvenute durante il percorso.
Sono già state descritte le modalità per l’attuazione della valutazione di
efficacia del percorso formativo del gruppo dei pari e della valutazione di
processo nel primo e nel secondo anno ( vedi: : Valutazione del primo anno e
Valutazione del secondo anno).
Si prenderà ora in considerazione la valutazione di risultato.
Valutazione di risultato
Verrà effettuata alla fine del secondo anno di progetto e finalizzata ad
accertare il raggiungimento degli Obiettivi specifici.
In particolare saranno somministrati due questionari e calcolati i relativi
indicatori.
1°. I dati ricavati dal questionario di apprendimento (vedi allegato n.3),
consentiranno di accertare il raggiungimento del 1° obiettivo specifico tramite
l’ indicatore n.1:
Numero di ragazzi che risponde correttamente a n-2 items > 70%
Numero totale di ragazzi
2°. Il secondo questionario (post-test), uguale a quello somministrato prima
dell’inizio del progetto quale pre- est ( vedi allegato n.1) consentirà di verificare
il raggiungimento del 2°e del 3° obiettivo specifico
indicatori:
tramite i seguenti
INDICATORE N.2
Numero
di
ragazzi/e
sessualmente attivi/e che
riferiscono
l’uso
di
contraccettivi efficaci (pillola,
profilattico) all’ultimo rapporto
sessuale, alla
fine
del
progetto
Numero
ragazzi/e
sessualmente attivi/e che
riferiscono
l’uso
di
contraccettivi efficaci (pillola,
profilattico) all’ultimo rapporto
sessuale,
all’inizio
del
progetto
%
_
Numero
di
ragazzi/e
sessualmente attivi/e, alla
fine del progetto
%
>20%
Numero
di
ragazzi/e
sessualmente
attivi/e
all’inizio del progetto
INDICATORE N. 3
Numero
ragazzi/e
sessualmente attivi/e che
riferiscono consumo di alcool
o droghe all’ultimo rapporto
sessuale, alla fine del
progetto
Numero
ragazzi/e
sessualmente attivi/e che
riferiscono consumo di alcool
o droghe all’ultimo rapporto
sessuale,
all’inizio
del
progetto
%
Numero
di
ragazzi/e
sessualmente attivi/e, alla
fine del progetto
_
%
Numero
di
ragazzi/e
sessualmente
attivi/e,
all’inizio del progetto
<10%
Sei mesi dopo la fine del progetto (entro dicembre dell’anno scolastico
successivo), verrà effettuato un follow up ricalcolando gli ultimi due indicatori,
al fine di verificare il mantenimento o meno degli effetti del progetto.
Analizzando infine, al termine del progetto, i dati di attività dello
Sportello e del Consultorio, sarà possibile valutare le sue ricadute in termini di
incremento delle consulenze a scopo contraccettivo e delle forniture di
contraccettivi ad adolescenti, tramite i seguenti indicatori:
1. Numero di alunni che si rivolge allo sportello o al consultorio / numero di
alunni totali, alla fine del progetto (%) - numero di alunni che si rivolge
allo sportello o al consultorio / numero di alunni totali, all’inizio del
progetto (%) >20%
2. Numero di richieste di consulenze a scopo contraccettivo allo sportello o
al consultorio / numero di consulenze totali, alla fine del progetto (%) Numero di richieste di consulenze a scopo contraccettivo allo sportello o
al consultorio
/ numero di consulenze totali, all’inizio del progetto (%)
>20%
3. Numero di forniture di contraccettivi ad adolescenti
di contraccettivi totali (%), alla fine del progetto
-
/ numero di forniture
numero di forniture di
contraccettivi ad adolescenti / numero di forniture di contraccettivi totali
(%), all’inizio del progetto >10%.
Conclusioni
Affinché il presente progetto, complesso ed impegnativo, possa essere
portato a compimento, necessita di due prerequisiti.
Il primo è fare comprendere alla scuola quale importante occasione di
empowerment, non solo per i ragazzi ma anche per tutta la scuola, può
rappresentare un progetto come questo.
Se si riesce in questo, sarà più facile ottenere adesione e sostegno da
parte di un certo numero di docenti, essenziale per il buon andamento delle
varie fasi operative.
Il secondo prerequisito è la presenza di un gruppo di regia solido, in
grado di dirigere le varie fasi con motivazione, entusiasmo ed elasticità,
condividendo impegno ma anche le inevitabili frustrazioni.
Per la realtà palermitana si tratta di un progetto assolutamente
innovativo che può dare grandi risultati, non solo in termini di prevenzione di
comportamenti a rischio, ma anche di acquisizione di quelle life skills di cui
tanto carenti sono oggi molti ragazzi, ma fondamentali, secondo Daniel
Goleman, per una vera riuscita nella vita di tutti i giorni.
Pertanto, mettere l’esperienza a disposizione di chi si occupa di
educazione alla salute nell’ambito della ASL 6, potrebbe aiutare a diffondere la
metodologia della peer education, oggi ritenuta tra le più efficaci con gli
adolescenti.
A fronte di queste potenzialità è da sottolineare il costo davvero irrisorio
del progetto, tanto più che, una volta avviato, il meccanismo potrebbe
automantenersi grazie ad un nucleo di “pari” già formati, sempre presente
all’interno della scuola, che potrebbero a loro volta trasferire le competenze
acquisite ad altri coetanei.
Bibliografia
1.
Bandura A. (a cura di), Autoefficacia. Teoria ed applicazioni, Trento.
Erickson 2000.
2.
Croce M., Gnemmi A. (a cura di), Peer Education. Adolescenti
protagonisti della prevenzione. Milano. FrancoAngeli; 2003.
3.
Del Re G., Bazzo
affettiva.Trento. Erickson; 1997.
G.,
Educazione
sessuale
e
relazionale-
4.
DiCenso A e al. Interventions to reduce unintended pregnancies among
adolescents: systematic review of randomised controlled trials. BMJ 2002;324:1426-35.
5.
Donati S., Andreozzi S., Medda E.,Grandolfo M. Salute riproduttiva tra
gli adolescenti:conoscenze,attitudini e comportamenti. Roma. Rapporti ISTISAN; 2000.
6.
Ensminger M.E., Adolescent sexual behaviour as it related to other
transition behaviours I youth. National Academy of Science, Washington; 1987.
7.
Fisher J.D., Fisher W.A., The Information – Motivation – Behavioral
Skills Model of AIDS risk behaviour change: Empirical support and application. In
Oskamp e Thompson;1996.
8.
Giori F. (a cura di), Adolescenza e rischio, il gruppo classe come risorsa
per la prevenzione. Milano. FrancoAngeli; 1998.
9.
Goleman D., Intelligenza emotiva,Milano. Rizzoli; 1996.
10. Green L.W., Kreuter M.W., Health promotion planning: an educational
and ecological approach. Mountain View. Mayfield Publishing; 1999.
11.
Kann L., Warren C.W., Harris W.A. et al, Youth Risk Behavior
Surveillance, USA, 1995. MMWR CDC Surveillance Summaries, 1996.
12. Kirby D., Emerging Answers: Research findings on programs to reduce
teen pregnancy. USA, 2001. www.teenpregnancy.org
13.
Leonelli Langer L., La porta chiusa. Milano. FrancoAngeli; 1997.
14.
Liter-Sharp D et al. Health promoting schools and health promotion in
schools: two systematic reviews. NHS R&D Health Tecnology Assessment programme
Southampton:HTA; 1998
15.
Pellai A., Boncinelli S.. Just do it! Milano. FrancoAngeli; 2002.
16.
Pellai A., I comportamenti a rischio nella popolazione degli adolescenti
scolarizzati del Nord Italia. Ricerca realizzata nell’ambito del III Progetto Nazionale
Prevenzione HIV (ISS). 2000 (non pubblicato).
17.
Pellai A., Rinaldin V., Tamborini B., Educazione tra pari. Manuale
teorico pratico di empowered peer education. Trento. Erickson; 2002.
18.
Putton A., Martoni M., De Gennaro L.. La prevenzione dell’HIV nella
scuola media superiore con il metodo dell’educazione socioaffettiva. In Zani B.,
Pombeni M.L.(a cura di), L’adolescenz: bisogni soggettivi e risorse sociali. Cesena. Il
Ponte vecchio; 1997.
19. Romano C., Comunicare e coevolvere in strutture maieutiche. Milano.
FrancoAngeli; 2001.
20. U.S. Department of Health and Human Services. National Campaign to
prevent teen pregnancy, Get organized: a guide to preventing teen pregnancy. USA.
1999. www.hhs.gov
21. Van Lancker Anne E.M.. Relazione sulla salute e i diritti sessuali e
riproduttivi. Commissione per i diritti della donna e le pari opportunità. Parlamento
Europeo; 2002.
22. Wight D e al. Limits of teacher delivered sex education: interim
behavioural outcomes from randomised trial. BMJ 2002;324:1430-6.
23. Zani B., Cicognani E.. Psicologia della salute. Bologna. Il Mulino; 2000.
Linkografia
1.
www.saperidoc.it
2.
www.europeer.lu.se
3.
www.cdc.gov
4.
www.iss.it
5.
www.teenpregnancy.org
6.
www.hhs.gov
Allegati
Allegato n. 1: Questionario di ingresso
Allegato n. 2: Scheda “La sessualità”
Allegato n. 3: Questionario “La contraccezione”
ALLEGATO 1
QUESTIONARIO DI INGRESSO
Il questionario che stai per leggere contiene domande che riguardano
i comportamenti sessuali; esso è stato realizzato perché tu possa
liberamente raccontarci quali sono i tuoi.
Poiché le domande esplorano aspetti assai privati e spesso segreti, ci
teniamo a rassicurarti sul fatto che nessuno potrà mai sapere quali
risposte hai fornito: il questionario è totalmente anonimo.
NON
LE
DEVI RIPORTARE IN NESSUN MODO IL TUO NOME SU QUESTO MODULO
TUE RISPOSTE SONO COPERTE DA GARANZIA DI TOTALE PRIVATEZZA E
RISERVATEZZA.
NESSUNO
DEI TUOI INSEGNANTI SAPRA’ CIÒ CHE HAI RIFERITO NEL
QUESTIONARIO.
QUANDO
AVRAI TERMINATO, ACCERTATI, SE PUOI, DI NON AVER SALTATO
NESSUNA DOMANDA.
INSERISCI
INFINE LA SCHEDA COMPILATA NELLA BUSTA BIANCA CHE TI È
STATA CONSEGNATA INSIEME AL QUESTIONARIO, SIGILLALA SENZA
SCRIVERE NULLA CHE POSSA IDENTIFICARLA E RICONSEGNALA.
La busta sarà aperta esclusivamente al Consultorio
Istruzioni per la compilazione
scegli solo una risposta per ogni domanda
fai dei segni chiari sulla risposta che decidi di dare
Se sbagli a dare una risposta scrivi NO a fianco della risposta
sbagliata.
Grazie per la collaborazione!
Allegato 1
In quale anno sei nato?
19___
Sei:
un ragazzo
una ragazza
Quale classe frequenti?
IV ginnasio
V ginnasio
I liceo
II liceo
III liceo
1. Hai già avuto un rapporto sessuale completo?
Si
No
2. Quanti anni avevi quando hai avuto il tuo primo rapporto sessuale
completo?
Non ho mai avuto un rapporto sessuale completo
11 anni o meno
12 anni
13 anni
14 anni
15 anni
16 anni
17 anni o più
7. Nella tua vita con quante diverse persone hai avuto un rapporto
sessuale completo?
Non ho mai avuto un rapporto sessuale completo
1 persona
2 persone
3 persone
4 persone
5 persone
6 o più persone
Allegato 1
4. Negli ultimi 3 mesi, con quante persone diverse hai avuto un
rapporto sessuale?
Non ho mai avuto un rapporto sessuale completo
Ho già avuto rapporti sessuali,ma non durante gli ultimi tre mesi
1 persona
2 persone
3 persone
4 persone o più
7. L’ultima volta che hai avuto un rapporto sessuale, hai consumato alcool o
droghe nei momenti precedenti il rapporto?
Non ho mai avuto un rapporto sessuale completo
si
no
6. L’ultima volta che hai avuto un rapporto sessuale, quale metodo
anticoncezionale tu o il/la tuo/a compagno/a avete usato per prevenire
una gravidanza?
Non ho mai avuto un rapporto sessuale completo
Non abbiamo usato alcun metodo anticoncezionale
La pillola anticoncezionale
Il profilattico
Il coito interrotto (marcia indietro)
Altro: _______________________
Non mi ricordo bene
7. Quante volte ti è già capitato di rimanere incinta (se sei una ragazza) o
di mettere incinta una ragazza (se sei un ragazzo)?
Mai
1 volta
2 o più volte
non lo so
ALLEGATO 2
Scheda: La sessualità
CLASSE ________
Maschio
Data _______
Femmina
La sessualità è una dimensione fondamentale della nostra vita personale e di
relazione. Ha a che fare con la nostra crescita, con le nostre emozioni, con il
piacere, e con la responsabilità che vogliamo assumerci nei confronti di noi stessi
e degli altri.
L’adolescenza è spesso il momento in cui si deve cominciare a decidere e a pensare
rispetto a molti aspetti della vita da cui dipenderà anche il futuro.
Abbiamo preparato per te alcuni domande che ti possono aiutare a comprendere
elementi importanti che direttamente o indirettamente hanno a che fare con la
tua sessualità.
1.
Chi sei e chi vorrai essere? pensa alla tua vita e prova a
scrivere come vorresti che fosse da qui a….
a. 5 anni
_____________________________________________________
_____________________________________________________
b. 10 anni
Allegato 2
2.
Leggi la lista dei valori che seguono e fornisci un
punteggio da 1 (poco importante) a 5 (molto importante) in
base alla tua esperienza e ai tuoi pensieri.
onestà
pudore
impegno
alcol
dire sempre la verità alle persone
a cui vuoi bene
amore
niente sesso senza un impegno
preciso con la persona che ami
potere
gioia
non utilizzo
di droghe e
fare del proprio
meglio
amicizia
essere belli
essere alla moda
Aggiungi alla lista quelli che ritieni importanti ma non presenti
nell’elenco
_________________________________________________________
_________________________________________________________
_________________________________________________________
_________________________________________________________
3.
Decidere di diventare sessualmente attivi significa
avere previsto tutte le conseguenze che derivano da questa
decisione. Prova a elencare quali generi di responsabilità
deve assumersi una persona che decide di essere
sessualmente attiva. Scrivi i tuoi commenti a tale proposito.
_________________________________________________________
_________________________________________________________
Allegato 2
4.
Molte persone potrebbero influenzare il tuo modo di
pensare e sentire relativamente alla tua sessualità. Prova a
scrivere per ciascuna di esse che cosa pensi che ti
consiglierebbe relativamente a tale dimensione della tua
vita. Individua i loro motivi e cerca di commentarli in base
al tuo preciso modo di vedere le cose.
I miei genitori pensano che:
_________________________________________________________
_________________________________________________________
Il mio migliore amico pensa che:
_________________________________________________________
_________________________________________________________
La mia migliore amica pensa che:
_________________________________________________________
_________________________________________________________
Il/La mio/a ragazzo/a pensa che:
_________________________________________________________
_________________________________________________________
La religione pensa che:
_________________________________________________________
_________________________________________________________
Io penso che:
_________________________________________________________
_________________________________________________________
Allegato 2
5.
Prova ora a completare le frasi che seguono.
a. Penso che essere pronti a vivere la propria sessualità
con un’altra persona significhi:
___________________________________________________
___________________________________________________
___________________________________________________
___________________________________________________
__________________________________________________
b. Le responsabilità di cui si deve imparare a farsi carico
sono:
___________________________________________________
___________________________________________________
___________________________________________________
___________________________________________________
___________________________________________________
c. Per la mia vita vorrei che:
___________________________________________________
___________________________________________________
Grazie!
ALLEGATO 3
QUESTIONARIO
La contraccezione
CLASSE ________
Maschio
Data _______
Femmina
Scegli “vero” o “falso” per ciascuna delle affermazioni che
seguono:
1. Al Consultorio Familiare possono andare solamente i
maggiorenni.
vero
falso
2. Ai minorenni è concesso adottare metodi contraccettivi, senza
il consenso dei genitori.
vero
falso
3. Non è necessario ricorrere ai metodi contraccettivi fin dai
primi rapporti sessuali, perché in questi non si può restare
incinte.
vero
falso
4. Tutti i metodi contraccettivi sono adatti a qualsiasi persona.
vero
falso
5. Il coito interrotto è un metodo contraccettivo.
vero
falso
6. Il rischio di contagio di malattie a trasmissione sessuale,
cresce con il numero dei partners sessuali.
vero
falso
7. La pillola anticoncezionale protegge dall’AIDS.
vero
falso
8. Chi ha mestruazioni irregolari può fare a meno di usare
contraccettivi, perché non resta incinta.
vero
falso
9. Un profilattico può essere usato per più di un rapporto
sessuale.
vero
falso
10. La pillola del giorno dopo è il metodo contraccettivo più
efficace di tutti.
vero
falso
Scarica

Sessualità consapevole e Peer education-consultorio asl 6