Sessualità consapevole e Peer education Progetto di educazione ad una sessualità consapevole in una scuola superiore di Monreale Dr.ssa Francesca Cappello Giugno 2005 Riassunto....................................................................................................................................2 Introduzione................................................................................................................................3 Obiettivi .....................................................................................................................................13 Strategia....................................................................................................................................15 Piano operativo........................................................................................................................23 I FASE: Organizzazione.........................................................................................................23 ........................................................................................................................................................ II FASE: Individuazione dei peer educators........................................................................24 ........................................................................................................................................................ III FASE: Formazione dei peer educators ...........................................................................25 ........................................................................................................................................................ Valutazione del primo anno ...............................................................................................29 IV FASE: Intervento dei peer educators ..............................................................................30 Valutazione del secondo anno............................................................................................34 Costi e risorse ..........................................................................................................................36 Monitoraggio e valutazione....................................................................................................38 Conclusioni ...............................................................................................................................41 Bibliografia................................................................................................................................42 Linkografia ................................................................................................................................43 Allegati ......................................................................................................................................44 Riassunto Il presente progetto, rivolto agli alunni di un liceo classico di un paese del palermitano, si propone di aumentare la consapevolezza dei ragazzi circa le possibili conseguenze di rapporti sessuali non protetti nei confronti di gravidanze e di malattie a trasmissione sessuale. Partendo dagli studi di efficacia esistenti, viene proposta una strategia d’intervento che prevede l’impiego contemporaneo di quegli elementi metodologici riportati come maggiormente efficaci dalla letteratura sull’argomento e cioè: la peer education, la dimensione “gruppale", il focus sulle life skills e l’autoefficacia, le tecniche di comunicazione efficace, le consulenze contraccettive di facile fruizione. L’articolazione del progetto è biennale e prevede, il primo anno, la formazione di un gruppo di peer educators, il secondo anno, interventi nelle classi degli stessi peers. È previsto un monitoraggio continuo di tutte le fasi del piano operativo, ed una valutazione alla fine del primo e del secondo anno. Sei mesi dopo la fine del progetto, sarà eseguito un follow up per verificare il mantenimento dei risultati raggiunti. Vista la complessità del progetto, appaiono necessari per la sua realizzazione due prerequisiti: il primo è far comprendere alla scuola, al fine di ottenerne sostegno e collaborazione, quale grande occasione di empowerment (non solo individuale ma anche ambientale) possa rappresentare il presente progetto; il secondo è poter disporre di un gruppo di lavoro motivato ed impegnato, capace di far fronte anche alle inevitabili frustrazioni. Introduzione I Consultori sono gli unici servizi territoriali che, per mission, professionalità presenti, modalità operative, sono potenzialmente in grado di proporsi ad adolescenti “sani”. E’ tuttavia osservazione comune che, in assenza di situazioni d’emergenza, i giovani si rivolgono di rado ai servizi pubblici ed è quindi indispensabile accattivarsene la fiducia proponendosi loro in modo attivo e alternativo. Monreale, piccolo centro alle porte di Palermo, è un luogo dove difficilmente un adolescente riesce a trovare stimoli funzionali ad un sano percorso evolutivo: mancano del tutto punti di ritrovo e di aggregazione, non ci sono impianti sportivi, è molto diffuso il consumo di alcool e di sostanze ad azione psicotropa, il tasso di abbandono scolastico è molto elevato, il fenomeno mafioso molto radicato nel territorio. Nessuna iniziativa politica a favore dei giovani è stata avviata negli ultimi 15 anni. Il Consultorio di Monreale ha quindi voluto porsi come obiettivo prioritario, già da qualche tempo, quello di diventare un punto di riferimento per i giovani monrealesi, istaurando con le scuole del territorio un rapporto molto stretto che ha determinato nel tempo, in modo particolare negli ultimi tre anni, un incremento notevole di accessi al servizio da parte di adolescenti. Questo contatto assiduo con il mondo dei ragazzi ha anche permesso agli operatori di fare una riflessione critica sui vari interventi di educazione e promozione alla salute realizzati in tutti questi anni nelle scuole, anche alla luce di una più precisa conoscenza delle richieste e dei bisogni dei ragazzi. Sessualità ed adolescenza: alcuni dati E’ noto che le esperienze sessuali nell’adolescenza svolgono funzioni più complesse del semplice scambio sessuale. La sessualità è, spesso, un mezzo per raggiungere altri obiettivi come la rassicurazione sulla propria identità o un modo per affermarsi nelle relazioni con gli altri; può servire come mezzo per sfidare le altre generazioni, come strumento della propria affermazione nel proprio ruolo di adulto, come mezzo per conformarsi al gruppo e alle aspettative sociali. In una dimensione più individuale, può servire a diminuire il senso di solitudine o gli stati d’ansia, soprattutto quando sono legati alla difficoltà di comunicare con gli altri. Afferma Ensminger che, se la sessualità adolescenziale è accompagnata ad un adeguato sviluppo della sfera emotivo - affettiva, e vissuta in modo consapevole e sicuro dal punto di vista della salute fisica e psichica, può fornire un contributo positivo per lo sviluppo, conducendo a più indipendenza, competenza sociale ed autostima. Al contrario, mancando questi prerequisiti, può diventare un fattore in grado di generare problemi al soggetto in crescita. Come riportato nella Relazione sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi, approvata dal Parlamento Europeo nel giugno 2002, il tasso di gravidanze in età adolescenziale è generalmente in aumento nell’U.E. con un tasso stimato tra 7 e 28 gravidanze ogni 1000 ragazze tra i 15 e i 19 anni. Insieme a Svezia, Inghilterra e Galles, l’Italia è tra i paesi con il tasso più elevato. Si stima che ogni anno vengano contratte 12 milioni di nuove infezioni di malattie a trasmissione sessuale negli Stati Uniti (CDC, Division of STD/HIV prevention 1994) e che siano circa tre milioni gli adolescenti che contraggono almeno una malattie a trasmissione sessuale con conseguenze che variano da sintomi urogenitali lievi, all’esito inevitabilmente fatale dell’infezione da HIV. IL 72,4% del totale dei casi di AIDS registrati in Italia dal 1982 al 2001 (Centro Operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità), si concentra nella fascia d’età 25 -39 anni e la distribuzione nel tempo mostra un aumento della proporzione dei casi attribuiti alla trasmissione sessuale. Nonostante i grandi sforzi preventivi ed educativi realizzati in seguito all’emergenza AIDS, a tutt’oggi solo il 54% degli adolescenti sessualmente attivi riporta un uso consistente del profilattico negli USA, e in Italia un terzo di tutti i rapporti sessuali degli adolescenti scolarizzati avviene senza alcuna protezione (Pellai A., 2000). I giovani sono al momento tra i sottogruppi di popolazione in cui l’incidenza dell’infezione da HIV è ancora in crescita. Per quanto riguarda le gravidanze, l’1% delle donne che partoriscono in Italia, appartiene alla fascia d’età compresa tra i 15 e i 19 anni e le interruzioni di gravidanza tra minorenni sono passate dal 4,5/1000 dei primi anni novanta, al 6,6/1000 del 1998. E’ superfluo sottolineare che questi dati, non tenendo conto delle interruzioni di gravidanza clandestine cui le minorenni fanno frequentemente ricorso, sono certamente sottostimati. Da una ricerca sui comportamenti a rischio degli adolescenti realizzata nel 1999 su un campione di circa 4000 giovani di entrambi i sessi, frequentanti le scuole superiori di 5 diversi territori del nord Italia, nell’ambito del III progetto nazionale “Prevenzione HIV”, condotto dall’Istituto di Igiene dell’Università di Milano, relativamente all’area dei comportamenti sessuali, è emerso che: 17 anni rappresenta l’età in cui con maggiore frequenza viene sperimentato il primo rapporto sessuale. Circa il 37% di tutta la popolazione considerata (alunni/e delle 5 classi di scuola superiore) ha già avuto rapporti sessuali, salendo al 50% tra gli alunni del 5° anno. Nessun metodo anticoncezionale durante l’ultimo rapporto viene riferito dal 19% dei ragazzi e dal 10% delle ragazze, dato che, se unito alla percentuale di coloro che riferiscono l’adozione del coito interrotto o di coloro che non ricordano, fa concludere che circa il 29% dei ragazzi ed il 25% delle ragazze non ha utilizzato alcun tipo di metodo anticoncezionale e di protezione da malattie a trasmissione sessuale durante il più recente rapporto sessuale. Solo il 17% delle ragazze che ha un’attività sessuale si affida alla pillola come metodo anticoncezionale. Il 5% delle ragazze sessualmente attive è rimasta incinta almeno una volta ed il 7% dei ragazzi ha messo incinta una ragazza almeno una volta. Se confrontiamo questi dati con quelli da noi raccolti dopo tre anni di attività di sportello d’ascolto all’interno di entrambe le scuole superiori del territorio, si può desumere una realtà locale monrealese ancora più inquietante: • un grande numero di giovani affronta le prime esperienze sessuali non solo senza alcuna protezione, ma anche con poca o nessuna consapevolezza delle possibili conseguenze, soprattutto per quanto riguarda l’infezione da HIV; • la maggior parte di coloro che si pone il problema della contraccezione, si affida al coito interrotto; • chi usa il condom lo fa solo sporadicamente. L’educazione sessuale e la scuola Quando, circa quindici anni fa, si iniziarono a proporre alle scuole di Monreale progetti di educazione alla sessualità, gli operatori dei servizi territoriali avevano non poche difficoltà da superare. Oggi, immersi come siamo in un mondo “massmediale ipersessualizzato”, si parla molto più apertamente di sesso e spesso ci si trova a dovere arginare le molteplici, e a volte incongrue, richieste del mondo della scuola di interventi in questo ambito. Se capita infatti di osservare, da un lato, adulti sgomenti per i quali parlare di sessualità ai propri figli o ai propri alunni è ancora un grosso problema (motivo per cui è spesso evidente il tentativo di risolvere la questione delegando ad altri il compito), dall’altro c’è il rischio, o in qualche caso l’evidenza, che i giovani assimilino sempre più l’idea che il sesso è, in fin dei conti, uno strumento per procurarsi molte cose e quindi, perché no, utilizzabile per ottenere gratificazioni immediate, nonché per placare le ansie legate al loro percorso evolutivo. Nel contesto scolastico le tradizionali strategie di prevenzione, sempre più numerose in seguito all’emergenza AIDS, sono accomunate da alcune evidenti caratteristiche: • impostazione troppo “scientifica” e riduttiva, • argomenti affrontati con una prospettiva prevalentemente “adulta”, • uso di metodologie poco coinvolgenti ed inadeguate all’età, • uso di toni troppo allarmistici ed invio di messaggi più o meno sessuofobici. Riguardo a quest’ultimo punto Grandolfo, nel rapporto ISTISAN 00/7 (ISS), rileva come talvolta “la sessualità sia infelicemente entrata nella scuola collegata al pericolo di malattia e morte piuttosto che al piacere, alla gioia, alla fiducia”, e quali conseguenze può avere questo messaggio preoccupante su individui in formazione non è ancora dato di sapere. Questa overdose di informazione sessuale, standardizzata ed acritica, ha spesso determinato nei giovani la convinzione di saperne, tutto sommato, abbastanza, riducendo o annullando la loro percezione del rischio. Una revisione sistematica condotta su 26 studi controllati randomizzati, pubblicata in British Medical Journal nel 2002, fornisce una sintesi quantitativa (metanalisi) di tre esiti di interventi di educazione sanitaria: l'età del primo rapporto, l'incremento nell'impiego di contraccettivi, la riduzione delle gravidanze nelle adolescenti. 1. La metanalisi condotta su tredici studi in cui erano incluse 9642 ragazze e undici studi nei quali erano inclusi 7418 ragazzi, ha concluso che gli interventi esaminati non posticipano l'inizio dei rapporti sessuali tra gli adolescenti oggetto dell'intervento. 2. La metanalisi di otto studi (1967 ragazze incluse) e tre studi (1505 ragazzi inclusi) non ha mostrato aumento dell'utilizzo di contraccettivi ad ogni rapporto, a seguito di programmi di educazione sessuale nelle scuole. Anche la rilevazione dell'uso di contraccettivi durante l'ultimo rapporto, che ha compreso 1799 ragazze e 1262 ragazzi, non ha mostrato un effetto positivo dei programmi di educazione sessuale. In questo caso la metanalisi risulta condizionata dalla notevole eterogeneità degli studi a disposizione. 3. La revisione sistematica di dodici studi condotti su 8019 ragazze e 3759 ragazzi non ha mostrato una riduzione delle gravidanze nelle ragazze partecipanti ai programmi di educazione sanitaria o nelle partner dei ragazzi esposti agli interventi formativi. Quattro dei programmi esaminati erano centrati sull'astinenza sessuale ed hanno mostrato un aumento delle gravidanze nelle partner dei ragazzi esposti all'intervento. Gli studi inclusi in questa ricerca sono stati condotti in America settentrionale, Australia, Nuova Zelanda ed Europa Occidentale. In oltre la metà degli studi risulta sovrarappresentata la componente di minore livello socioeconomico, dal momento che la maggior parte dei partecipanti erano afroamericani o ispanici. Gli autori rilevano che gli interventi esaminati potrebbero raggiungere migliori risultati in una diversa popolazione bersaglio. La revisione sistematica conclude che non abbiamo a disposizione un intervento di provata efficacia per affrontare il problema dell'alta percentuale di gravidanze in adolescenti in Gran Bretagna, USA, Canada. La già citata Relazione sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi, approvata dal Parlamento Europeo nel giugno 2002, dà alcuni suggerimenti per le ricerche future: Sarebbe utile analizzare l'esperienza dei Paesi Bassi, caratterizzata dal minor tasso di gravidanze nelle adolescenti. Questo risultato viene spiegato dagli autori olandesi con la diffusione dell'educazione sessuale, il carattere aperto della discussione sulla sessualità nei mass media, la presenza di servizi per la contraccezione di facile accesso e di metodologie di educazione alla contraccezione legate all'esperienza reale dei gruppi bersaglio. Pochi interventi di educazione sessuale sono disegnati con il contributo attivo degli adolescenti bersaglio. Viene sottolineato come i programmi di educazione sessuale dovrebbero mostrare meno enfasi sull'anatomia e sulle tattiche per suscitare timori, mentre dovrebbero essere più giocosi e finalizzati a migliorare comunicazione e capacità di negoziazione nelle relazioni sessuali. Materiale informativo dettagliato sui servizi per la salute sessuale degli adolescenti dovrebbe essere disponibile nei luoghi maggiormente frequentati dagli adolescenti (i bagni delle scuole, i centri commerciali o i luoghi di aggregazione). Relativamente all’opportunità di far partecipare gli insegnanti ai programmi di prevenzione, uno studio controllato randomizzato ha valutato in Scozia l'efficacia del programma Sexual Health and Relationships: Safe, Happy and Responsible (SHARE), basato sull'attività di insegnanti specificamente formati che applicano nelle classi un pacchetto di venti sessioni di attività, dieci ad allievi di 13-14 anni e dieci a allievi di 14-15 anni. Obiettivi del programma sono la riduzione dei comportamenti sessuali a rischio, la riduzione delle gravidanze indesiderate e il miglioramento della qualità delle relazioni sessuali tra gli adolescenti. Il programma SHARE è stato sviluppato dopo due anni di consultazioni con insegnanti, specialisti di educazione sessuale e servizi per la promozione della salute. Paragonato ad un programma convenzionale, il programma SHARE ha mostrato un modesto effetto positivo sulla qualità delle relazioni affettive, ma nessun effetto sull'uso del profilattico tra gli adolescenti che avevano rapporti sessuali e che costituivano un terzo del totale. Il Liceo Classico “Ernesto Basile” Nel territorio di Monreale sono presenti due scuole superiori: un Istituto d’arte ed un Liceo classico. Avendo già, negli anni passati, sperimentato e parzialmente realizzato un progetto di empowerment peer education presso l’istituto d’arte secondo il modello proposto da Pellai e coll., si è pensato di realizzare il presente progetto presso il Liceo Classico “E. Basile”, all’interno del quale il Consultorio è già presente con uno Sportello d’ascolto. La scuola è in atto ospitata (ormai da quattro anni) presso locali di fortuna in attesa del completamento dei lavori di ristrutturazione del proprio edificio. Non c’è una palestra né spazi esterni e l’ora di educazione fisica è utilizzata per lezioni di scacchi o di chitarra. Ad alcune aule si accede attraversandone altre e molte di esse non hanno neppure una finestra. I locali ristrutturati dovrebbero essere fruibili dall’inizio del prossimo anno scolastico. La scuola comprende 2 sezioni complete ed una sezione con le classi degli ultimi due anni, per un totale di 12 classi e 244 alunni. Le ragazze sono in maggioranza rappresentando il 76% del totale degli alunni. Negli ultimi anni le iscrizioni hanno subito una graduale ma costante contrazione, gli alunni mostrano tuttavia un livello di motivazione allo studio accettabile e sono abbastanza partecipi e coinvolti nella vita scolastica. Da alcuni anni il giornalino curato interamente dai ragazzi ha un discreto successo. Nel corso del passato anno scolastico, gli operatori del Consultorio hanno effettuato 2 incontri con ciascuno dei 12 gruppi classe, finalizzati alla promozione dello Sportello d’ascolto. Nel primo incontro si è dibattuto genericamente su varie problematiche adolescenziali e scelto un tema libero da approfondire nell’incontro successivo. Nel secondo incontro è stato dibattuto il tema scelto dalla classe. Gli argomenti richiesti dai ragazzi sono stati: • Sessualità (2 classi) • Contraccezione (7 classi) • AIDS (2 classi) • Accettazione del proprio corpo (1 classe). Gli incontri, basati su un confronto aperto con i ragazzi, in realtà hanno rappresentato un’occasione preziosa per conoscere e definire le domande di “salute” dei ragazzi. Dai dati rilevati dai questionari somministrati durante gli incontri, ma, soprattutto, dal confronto diretto con i ragazzi nonché dai dati di attività dello sportello, relativamente al tema della sessualità, è emerso che: o La sessualità è un argomento giudicato sempre di grande interesse dalla maggior parte degli studenti. o Il 35% di giovani di entrambi i sessi è convinto che il coito interrotto è un metodo efficace di contraccezione. o Circa il 40% delle ragazze affluite allo sportello ha un’attività sessuale. o Ben il 90% di loro non usa alcun metodo contraccettivo o si fida del coito interrotto. o È opinione diffusa tra le ragazze che sarebbe un atto di sfiducia nei confronti del partner opporsi all’uso del coito interrotto. o I ragazzi che dichiarano di usare il preservativo, lo usano in genere, discontinuamente. o E’ luogo comune tra gli adolescenti considerare stabile (quindi non a rischio di malattie a trasmissione sessuale) una relazione anche di pochi mesi. o I giovani sentono particolarmente la mancanza di fonti significative ed attendibili cui fare riferimento per dirimere i molti dubbi relativi alla propria sessualità. Da segnalare infine che nel corso del presente anno scolastico quattro ragazze sono rimaste gravide. Emergono, quindi, rispetto alla sessualità, alcuni vissuti fondamentali, peraltro, ci sembra, condivisi dalla gran parte degli adolescenti, e cioè: • il bisogno di dialogo e confronto, derivante dalla necessità di capire e quindi di rassicurarsi; • la forte latitanza del mondo adulto come riferimento informativo e valoriale; • le difficoltà e la mancanza di una piena soddisfazione nel “parlare tra ragazzi di sesso”, che denuncia i limiti e le debolezze del gruppo dei pari, non sempre adeguato ed esaustivo nei confronti di questo compito delicato; • la mancanza di percezione dei rischi legati ai rapporti sessuali. Sollecitati da queste evidenze, ma particolarmente dalla forte ed esplicita richiesta rivolta agli operatori dai ragazzi in numerose occasioni di confronto, riteniamo ancora oggi di grande attualità e di importanza fondamentale, un progetto finalizzato all’acquisizione di una maggiore consapevolezza nell’ambito dei comportamenti sessuali, ridefinito alla luce di nuove proposte metodologiche per le quali è oggi riconosciuta l’efficacia. Obiettivi Scopo del presente progetto è ridurre i comportamenti sessuali a rischio nei giovani sessualmente attivi, ed incrementare i fattori di protezione (normativi, attitudinali e di autoefficacia) nei confronti di tali comportamenti anche in chi non ha ancora un’attività sessuale, nella popolazione scolastica del “Liceo Classico “E. Basile”. Pertanto, alla fine dei due anni previsti dal progetto, ci si propone di raggiungere i seguenti obiettivi specifici: 1°. Ottenere che il 70% di tutti gli alunni della s cuola sappia: a) Distinguere l’efficacia dei vari metodi contraccettivi in relazione alla prevenzione di gravidanze e di malattie a trasmissione sessuale. b) Riconoscere i comportamenti protettivi e quelli a rischio per la prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale e delle gravidanze indesiderate. c) Riconoscere che i comportamenti sessuali agiti sotto l’effetto di alcool o sostanze ad azione psicotropa comportano un rischio aggiuntivo. d) Quali sono le modalità di accesso al Consultorio. Indicatore: “Percentuale di ragazzi che risponde correttamente a n-2 items del questionario 1> 70%. 2°. Ottenere un incremento del 20% di alunni/e sess ualmente attivi/e che usano con regolarità contraccettivi efficaci ai fini della prevenzione di gravidanze. Indicatore: “Percentuale di ragazzi sessualmente attivi che riferisce l’uso di contraccettivi efficaci all’ultimo rapporto alla fine del progetto - percentuale di ragazzi sessualmente attivi che riferisce l’uso di contraccettivi efficaci all’ultimo rapporto all’inizio del progetto > 20%”. 1 Vedi allegato n. 3 3°. Ottenere una riduzione del 10% di alunni/e sess ualmente attivi/e che hanno consumato alcool o droghe nei momenti precedenti il rapporto. Indicatore: “Percentuale di ragazzi sessualmente attivi che riferisce consumo di alcool o droghe prima dell’ultimo rapporto alla fine del progetto - percentuale di ragazzi sessualmente attivi che riferisce consumo di alcool o droghe prima dell’ultimo rapporto all’inizio del progetto <10%”. Inoltre, come ricadute del progetto, alla fine dei due anni, è lecito aspettarsi anche: 1. Un incremento del 20% di richieste di consulenze a scopo contraccettivo (allo Sportello o al Consultorio) da parte dei beneficiari. Indicatore: “Numero di consulenze a scopo contraccettivo (sportello o consultorio) / consulenze totali, alla fine del progetto (%) - Numero di consulenze a scopo contraccettivo (sportello o consultorio) / consulenze totali, all’inizio del progetto (%) >20%” 2. Un incremento del 10% di prescrizione/fornitura di contraccettivi ad adolescenti che si rivolgono al consultorio. Indicatore: “ Numero di forniture di contraccettivi ad adolescenti / numero di forniture di contraccettivi totali (%), alla fine del progetto - numero di forniture di contraccettivi ad adolescenti / numero di forniture di contraccettivi totali (%), all’inizio del progetto >10%. Strategia Nonostante la mole di interventi di prevenzione in questo ambito nelle scuole europee ed americane, per la grande maggioranza di essi mancano, quasi del tutto, prove di efficacia. Il programma per la valutazione delle tecnologie sanitarie del Servizio sanitario inglese (Health Tecnology Assessment HTA) ha prodotto nel 1998 una doppia revisione sistematica, per valutare l'efficacia degli interventi di promozione della salute nelle scuole. Per quanto riguarda la sessualità è stato messo in evidenza che la maggior parte degli interventi efficaci comprendeva: • l'introduzione di ambulatori scolastici che forniscono consulenze su contraccezione e sesso sicuro, coordinando la propria attività con quelle di educazione sessuale nelle classi, • l'attuazione di programmi che si avvalgono di “educatori tra pari". Kirby, nel 2001, ha effettuato una revisione sistematica aggiornata di un’ampia gamma di programmi educativi per la prevenzione delle gravidanze e delle malattie a trasmissione sessuale nelle adolescenti, realizzati negli USA e in Canada dal 1980 in poi. Sono risultati efficaci quei programmi che presentano queste caratteristiche: 1. Sono centrati sulla riduzione di un piccolo numero di comportamenti sessuali. 2. Utilizzano approcci teorici che hanno dimostrato la loro efficacia nell’influenzare altri comportamenti a rischio per la salute (Teoria dell’inoculazione sociale di Homans, 1965; Teoria dell’azione ragionata di Fishbein e Ayzen, 1975; etc.). Queste teorie indirizzano verso antecedenti individuali correlati alla sessualità. Quando applicate ai comportamenti sessuali sostengono che una persona più probabilmente si asterrà dai rapporti sessuali o userà il condom se 1) crede che i benefici di tali comportamenti superano i costi, 2) crede che altre persone, significative per lui, ritengono positivo astenersi dal sesso o usare il condom, 3) crede di essere capace a resistere a pressioni interne ed esterne 4) ha un reazione emotiva positiva nel mettere in atto comportamenti protettivi, 5) ha l’abilità necessaria ad attuare comportamenti protettivi. 3. Danno messaggi chiari. 4. Danno informazioni di base. 5. Sviluppano la capacità degli adolescenti a resistere alle pressioni sociali. 6. Migliorano la competenza comunicativa, di negoziazione e la capacità ad opporre rifiuti. 7. Utilizzano varie strategie finalizzate a coinvolgere I partecipanti e a personalizzare l’informazione. 8. Utilizzano metodologie interattive. 9. Hanno una durata adeguata (più che poche ore). 10. Si avvalgono di insegnanti o peer leaders adeguatamente formati. Alla luce di queste analisi, la strategia che si intende adottare in questo progetto è l’impiego contemporaneo di quegli elementi metodologici riportati come maggiormente efficaci nelle revisioni citate e cioè: 1. la peer education 2. l’utilizzo delle potenzialità del “gruppo” 3. l’applicazione di metodologie interattive e di tecniche di comunicazione efficace 4. il focus sulle life skills e l’ autoefficacia 5. le consulenze contraccettive di facile fruizione. La peer education Gran parte dell’interesse destato dalla peer education è dovuto al fatto che essa pone le sue radici in un processo che viene messo in atto spontaneamente e tramite il quale i giovani apprendono cose diverse l’uno dall’altro come parte della loro vita quotidiana. Il presupposto da cui parte è che i più adeguati ed efficaci promotori del benessere individuale sono proprio le persone, adeguatamente formate, appartenenti al medesimo gruppo di riferimento. I pari educano i pari, migliorando l’efficacia del processo e degli esiti educativi perché in possesso dello stesso patrimonio linguistico, valoriale, rituale a livello microculturale e microsociale. Di conseguenza, l’interazione faccia a faccia tra pari, essendo meno inibente e più immediata, è avvertita come meno giudicante. Nell’ambito delle tipologie di intervento di prevenzione primaria, la peer education si configura come una modalità complessa poiché richiede l’interazione di più soggetti e l’assemblaggio di più componenti. È una metodologia d’intervento ampiamente utilizzata in America fin dagli anni sessanta in interventi di prevenzione dell’HIV e delle dipendenze da sostanze. In Europa ha riscosso un interesse crescente dopo gli anni settanta in ambiti riguardanti la sessualità, l’igiene ambientale, la sicurezza stradale, ecc. A livello europeo, attualmente, il principale riferimento è rappresentato da Europeer (Progetto Europeo sull’educazione tra pari) che si è proposto come centro di coordinamento internazionale per l’elaborazione delle linee guida europee sull’educazione tra pari applicata ai progetti di prevenzione dell’AIDS e delle malattie a trasmissione sessuale. Il confronto ed il monitoraggio di 24 progetti europei ha consentito di evidenziare la maggiore efficacia dell’educazione tra pari rispetto alle altre metodologie che privilegiano la figura di esperti esterni alla popolazione di riferimento. L’educazione tra pari, attivando processi di self-empowerment, consente la partecipazione attiva dei soggetti alla propria formazione, con risultati di efficacia sensibilmente superiori rispetto ai percorsi preventivi a carattere prevalentemente trasmissivo. In Italia, seppur in ritardo rispetto al panorama internazionale, negli ultimi anni si è osservato un sensibile incremento di questa metodologia. La prima esperienza di educazione tra pari risale al 1994 all’interno dell’associazione di volontariato Contorno Viola di Verbania per la prevenzione dell’infezione dell’HIV. Il modello in atto utilizzato a Verbania è stato messo a punto nel corso di sei anni di sperimentazione ed è stato testato in quindici scuole secondarie, mobilitando circa 270 peer educators e 70 insegnanti e coinvolgendo una popolazione scolastica di oltre 6500 studenti. Nella provincia di Varese, nel periodo 1999/2002, in collaborazione con l’Istituto di Igiene e Medicina Preventiva dell’Università di Milano e la ASL, è stata attivata la sperimentazione di un nuovo modello di educazione tra pari definito empowered peer education in virtù del protagonismo effettivo degli adolescenti in ogni fase del percorso educativo2. Abolita l’ottica del reclutamento e dell’addestramento da parte di adulti, gli educatori tra pari non si configurano come semplici trasmettitori di contenuti, ma svolgono un ruolo attivo in tutte le fasi del processo incluse la scelta del tema di lavoro, la progettazione degli interventi e la realizzazione della valutazione. Nel panorama siciliano, ad eccezione della città di Catania, sono stati avviati soltanto pochi e sporadici progetti di peer education. Nell’A.S. 2003/2004 il Consultorio di Monreale ha realizzato, presso l’Istituto Statale d’Arte “M. D’Aleo”, il primo anno di un progetto biennale di empowered peer education3. Nonostante il secondo anno previsto non abbia potuto aver luogo per vari motivi, le attività della prima parte del progetto hanno tuttavia prodotto numerosi effetti positivi in tutto il contesto scolastico, multiproblematico. L’esperienza maturata in quella occasione ha consentito di fare una riflessione attenta su alcuni aspetti metodologici dell’empowered peer education, modello probabilmente ancora troppo innovativo per il nostro contesto di riferimento. Pur partendo quindi dal modello di Pellai, alcuni aspetti sono stati modificati ed adattati alla nostra realtà. In particolare, limitando il campo d’intervento dei ragazzi, è stata predeterminata la scelta del tema e degli obiettivi di lavoro. 2 Pellai A., Rinaldin V., Tamborini B., Educazione tra pari. Manuale teorico pratico di empowered peer education. Trento. Erickson; 2002. 3 L’Isola che c’è… Progetto biennale di educazione tra pari presso l’Istituto Statale d’Arte D’Aleo di Monreale, a cura del Consultorio di Monreale (ASL 6 Pa – Distretto 11). Life skills Agli inizi degli anni novanta, l’OMS definì le life skills come quelle “abilità che consentono di affrontare efficacemente le richieste e le sfide della vita quotidiana” e che comprendono: capacità di prendere decisioni e di risolvere problemi, pensiero competenze creativo, relazionali, pensiero critico, autoconsapevolezza, comunicazione empatia, efficace, gestione delle emozioni, gestione dello stress. Le life skills, così definite, sono molto simili a quell’ intelligenza che Goleman definisce emotiva e che pure include la capacità di tollerare e gestire i conflitti e di riconoscere e valorizzare la diversità come risorsa. Autoefficacia Il termine, proposto da Bandura, definisce “la convinzione delle proprie capacità di organizzare e realizzare il corso di azioni necessario a gestire adeguatamente le situazioni che si incontreranno in modo da raggiungere i risultati prefissati”. Secondo Bandura il senso di efficacia personale esercita effetti importanti nella salute su almeno due aspetti: fronteggiare gli eventi stressanti e modificare i comportamenti nocivi. Se le persone credono di poter affrontare efficacemente i fattori stressanti presenti nell’ambiente, non ne avvertiranno l’effetto perturbante. Se invece sono convinte di non potere controllare gli eventi negativi, il senso di angoscia e l’ansia che ne consegue pregiudicheranno l’efficacia delle azioni che metteranno in atto. Il cambiamento di comportamento è visto dipendere dalla percezione della propria capacità di mobilitare le proprie risorse, adottando le linee di azione necessarie per rispondere alle richieste della situazione. Dimensione di gruppo Molti approcci educativi introducono la dimensione di gruppo nella convinzione che i processi e le dinamiche che si attivano siano più efficaci nell’influenzare i comportamenti di salute e generino effetti più duraturi. E’ in questo contesto che intervengono in modo più evidente i processi di influenza sociale, confronto e sostegno. Si sottolineano in particolare i potenziali benefici degli interventi sui gruppi a livello della presa di decisioni sulle questioni relative alla salute, sulla soluzione dei problemi, ma anche dal punto di vista dell’apprendimento di informazioni sulla salute, della chiarificazione delle norme di gruppo relative ai comportamenti. I benefici riguardano non solo i comportamenti specifici, ma anche il potenziamento dell’autostima, delle abilità interpersonali e sociali e dell’empowerment individuale, che a loro volta costituiscono la premessa per l’adozione di stili di vita sani. Nel gruppo dei pari esistono ruoli e differenze, determinate prevalentemente su base esperenziale, che permettono il passaggio di conoscenze e di vissuti dai più grandi a più piccoli, dai più evoluti ai meno evoluti, dai più esperti ai meno esperti. Il compito degli interventi di peer education è di facilitare questo passaggio di esperienze/conoscenze e sentimenti/emozioni in un’ottica di cooperazione e di solidarietà, facendo emergere le varie risorse di leadership e di identificazione presenti all’interno del gruppo, comprese quelle latenti e non esplicitate. Nella peer education il gruppo si afferma e si conferma come dimensione sociale di riferimento, ma anche come contenitore e veicolo privilegiato di esperienze significative. Utilizzare il gruppo come risorsa è quindi cruciale sia nella fase di formazione dei peers, che nella fase operativa dove il gruppo assume i confini del gruppo classe. Metodologie interattive La metodologia interattiva, particolarmente feconda con gli adolescenti, implica il coinvolgimento attivo di tutti i protagonisti dell’intervento ed il gruppo viene considerato come soggetto, luogo e strumento privilegiato di lavoro. Valorizzare il qui ed ora del gruppo significa favorire l’apprendimento derivante dall’esperienza, dalla sua osservazione e dalla sua rielaborazione. A livello linguistico significa privilegiare la pluralità dei linguaggi e delle forme espressive, dando molto spazio alla dimensione ludica, rappresentativa e narrativa. Tutto questo consente di costruire percorsi all’interno dei quali possono attivarsi processi capaci di garantire a ciascuno la percezione di sé e dell’altro, di sciogliere le proprie rigidità e di costruire nuove modalità relazionali che consentono di crescere insieme, sviluppando autonomia. Comunicazione efficace È indiscutibile che un elemento chiave nella relazione con gli adolescenti, indispensabile per stabilire un rapporto di fiducia con loro, è il tipo di comunicazione messo in atto. Grande attenzione va prestata sia all’aspetto verbale che a quello analogico della comunicazione. Dal punto di vista dell’aspetto verbale, è essenziale curare, oltre che il contenuto, la chiarezza e la semplicità del messaggio, nonché il codice utilizzato. Per quanto riguarda invece l’aspetto analogico, spesso inconsapevole ma molto esplicito nel trasmettere agli altri la nostra idea di sessualità, è necessario saperlo gestire per evitare di trasmettere messaggi incongruenti e confondenti, e quindi, in ultima analisi non efficaci. Sapere ascoltare empaticamente i ragazzi, assumendo un atteggiamento di condivisione emotiva e di non giudizio è inoltre una condizione necessaria al mantenimento di una relazione positiva. La comunicazione deve anche essere il cardine su cui poggia il percorso formativo dei peers che devono imparare non solo ad istaurare e gestire buone relazioni interpersonali con i coetanei, ma anche a condurre gruppi di discussione. È quindi essenziale per loro apprendere i presupposti e le tecniche di comunicazione efficace. Consulenze in loco La presenza di ambulatori scolastici che forniscono consulenze su contraccezione e sesso sicuro e che coordinano la propria attività con le altre iniziative attivate nella scuola, è uno degli elementi considerati basilari nella revisione dei programmi inglesi (vedi introduzione). E’ stato detto che uno sportello d’ascolto è già operativo all’interno della scuola, ma, a parte questo, è di grande importanza potenziare il canale diretto scuola/consultorio, già avviato negli ultimi mesi. Di notevole rilevanza strategica è anche riorganizzare la gestione dello sportello con la collaborazione dei peers che possono svolgere funzioni di accoglienza e di mediazione tra coetanei ed operatori professionali. Piano operativo Il piano operativo comprende cinque fasi principali: 1. Organizzazione 2. Individuazione dei peer educators 3. Formazione dei peer educators 4. Interventi dei peer educators I FASE: Organizzazione. Settembre – ottobre del 1° anno. I passi principali prevedono: • Approvazione del progetto da parte del dirigente scolastico su proposta del responsabile del Consultorio e successivo incarico al referente per l’educazione alla salute della scuola di curare i primi passi organizzativi. • Presentazione del progetto al Collegio dei docenti. E’ questo un passaggio molto delicato al fine di ottenere la massima condivisione possibile, essenziale per non compromettere l’andamento successivo del progetto. Pertanto, avendo cura di rispettare tutti i particolari formali (ad es. inserimento del punto all’ordine del giorno), la presentazione sarà curata dal responsabile del Consultorio. L’approvazione del Collegio dei docenti consentirà di inserire il progetto all’interno dell’attività didattica e del piano dell’offerta formativa della scuola. Qualora la scuola lo ritenga necessario, saranno preventivamente informate le famiglie degli studenti. • Momento centrale di questa fase è la creazione di un gruppo di lavoro misto operatori esterni/insegnanti di cui faranno parte: il referente per l’educazione alla salute, due operatori del Consultorio (medico e psicologo), eventuali altri docenti disponibili. Il gruppo di lavoro predispone un programma organizzativo, che prevede tempi e modalità per la preparazione e lo svolgimento delle attività richieste, compatibile con i vincoli di orario e di carico di lavoro della scuola e dei servizi coinvolti. Avviata la fase iniziale, il gruppo di lavoro, riunendosi periodicamente, seguirà lo svolgimento delle fasi successive, verificandone l’andamento ed apportando eventuali modifiche necessarie. • Prima azione rivolta ai ragazzi, sarà la somministrazione in tutte le classi di un pre test (vedi allegati) finalizzato alla conoscenza di alcuni comportamenti sessuali agiti dai ragazzi. La somministrazione verrà fatta curando particolarmente la garanzia dell’anonimato: i questionari saranno forniti e ritirati in busta chiusa da un operatore del consultorio; sarà curato il setting durante la compilazione; se necessario, si darà la possibilità ai ragazzi di compilarlo a casa. II FASE: Individuazione dei peer educators. Novembre-dicembre del 1° anno. La selezione dei peers è ovviamente un passaggio cruciale. Nella maggior parte di progetti analoghi la selezione viene in genere limitata agli alunni di alcune classi, in genere il terzo anno. In questo progetto, considerato il basso numero di classi (12) la possibilità di partecipare al gruppo sarà estesa agli alunni di tutte le classi. Pensiamo che avere una più ampia rappresentanza di ragazzi, possa, da un lato, garantire un impatto maggiore all’interno della scuola, ed inoltre potrebbe facilitare un meccanismo di automantenimento del progetto negli anni successivi. La selezione avverrà su candidatura volontaria. I ragazzi che decidono di candidarsi dovranno essere disponibili ad effettuare il corso in orario extrascolastico e a garantire la presenza assidua agli incontri di formazione. Inoltre dovranno essere motivati ed interessati alle relazioni con gli altri, capaci di comunicare e di essere riconosciuti come figure a cui sia possibile rivolgersi in caso di necessità. Per ciascuna classe saranno selezionati due ragazzi in modo da formare un gruppo di 24 elementi. A questo scopo, un operatore farà un incontro di circa un’ora per classe, durante il quale illustrerà il progetto e raccoglierà le candidature. Se le candidature eccedono questo numero, la classe procede ad una votazione. III FASE: Formazione dei peer educators Gennaio- maggio 1° anno La formazione dei peers impegna la maggior parte del primo anno di progetto. In molti progetti basati sull’educazione tra pari, la formazione dei ragazzi è stata centrata esclusivamente sui contenuti da proporre ai loro coetanei. Altri modelli puntano invece molto di più sul protagonismo e su un ruolo attivo degli educatori tra pari. Riteniamo che entrambi gli aspetti siano certamente da perseguire, ma soprattutto ci sembra che avere a disposizione un gruppo di ragazzi motivati con cui potere lavorare, sia un’occasione preziosa per orientare la loro formazione allo sviluppo e al potenziamento di quelle abilità di vita che Daniel Goleman racchiude nel termine di “intelligenza emotiva” e che tanto carenti appaiono mediamente nel nostro target di riferimento. Gli obiettivi formativi, pertanto, comprendono: • acquisire conoscenze relative ai significati della sessualità, agli apparati riproduttori, alla fertilità, alle malattie a trasmissione sessuale, alla contraccezione, alle IVG, ai servizi per adolescenti; • acquisire consapevolezza sul rischio correlato ad alcuni comportamenti sessuali; • acquisire consapevolezza sull’importanza delle influenze sociali e dei media sui comportamenti; • accrescere le proprie competenze relazionali – comunicative; • acquisire la capacità di condurre gruppi; • apprendere tecniche di animazione e di conduzione di gruppi; • aumentare la capacità di autonomia decisionale. Per raggiungere tali obiettivi si prevedono circa 45 ore di formazione, da suddividere in 15 incontri di tre ore a cadenza settimanale, da gennaio a maggio dell’anno scolastico di riferimento, considerando vacanze, varie attività extracurricolari ed eventuali imprevisti di vario tipo. Accertata la disponibilità della scuola, gli incontri saranno preferibilmente organizzati nelle prime ore del pomeriggio, fuori del normale orario scolastico. Programmare gli incontri durante l’orario scolastico è una scelta operata in molti progetti analoghi e certamente un’opzione possibile. In una nostra precedente esperienza, realizzata in un’altra scuola superiore del territorio4, si era, tuttavia, rivelata una scelta non del tutto soddisfacente per i seguenti motivi: • malcontento di alcuni docenti per le inevitabili interferenze con l’attività didattica 4 • difficoltà a disporre di uno spazio riservato all’interno della scuola • continue interruzioni durante i lavori. L’Isola che c’è… Progetto biennale di educazione tra pari presso l’Istituto Statale d’Arte D’Aleo di Monreale a cura del Consultorio di Monreale (ASL 6 Pa – Distretto 11). Organizzare gli incontri in orario extrascolastico garantisce, a nostro parere, una partecipazione dei ragazzi davvero motivata, e non finalizzata, per esempio, alla possibilità di sottrarsi all’attività didattica o a giustificare un basso rendimento scolastico. Ciascun incontro, tenuto nei locali della scuola, sarà gestito da un operatore del consultorio, con funzione di conduttore, ed un insegnante con funzione di osservatore. Un medico specializzando in ginecologia curerà la parte prettamente informativa. È importante che i formatori non vengano percepiti dai ragazzi come “esperti” depositari del sapere, ma devono proporsi loro come partners con i quali confrontarsi e collaborare, assumendo principalmente la funzione di facilitatori di processi. Condizione essenziale per fare questo è sapere entrare in empatia con i ragazzi, lavorando per la creazione di un sapere condiviso e accessibile. La competenza basilare che gli operatori devono possedere è pertanto quella relazionale modulata verso il target dei partecipanti. La gamma delle competenze necessarie alla realizzazione di tutto il percorso formativo deve comprendere: • tecniche di conduzione di gruppo e giochi interattivi • comunicazione efficace • adolescenza e problematiche adolescenziali • conoscenza sui contenuti (apparati riproduttori, contraccezione, malattie a trasmissione sessuale, ecc.). Durante gli incontri sarà utilizzata una metodologia di tipo interattivo con ampio uso di tecniche finalizzate ad avviare e gestire dinamiche di gruppo, quali il brainstorming, giochi di ruolo, completamento di storie, lavori in sottogruppi, giochi interattivi, discussioni di gruppo, … Come materiale stimolo saranno utilizzati film, spot e inserti pubblicitari, opuscoli informativi, testi di canzoni, video musicali, giornali. Gli incontri sono articolati in moduli come segue: 1°. Costituzione del gruppo: 3 incontri 1. Presentazione del progetto e del percorso formativo. Giochi di conoscenza reciproca (a coppie, a piccoli gruppi, con il gruppo allargato). Raccolta di motivazioni ed aspettative (attività narrative sull’esplorazione delle aspettative). Condivisione delle regole del gruppo. 2. Approfondimento del livello di conoscenza reciproca e di interazione attraverso vari giochi in sottogruppo e nel gruppo allargato. 3. 2°. idem Adolescenza e problematiche adolescenziali: 2 incontri 1. Esplorazione delle problematiche adolescenziali ( gioco di ruolo: “un regista, prima di girare un film sugli adolescenti, interpella un gruppo di esperti” ). Riflessioni ed autoanalisi sul proprio modo di essere adolescente (giochi di produzione simbolica: rappresentazione di metafore sull’adolescenza, scelta di immagini rappresentative da riviste, ecc.). 2. 3°. Il rischio in adolescenza Sessualità: 3 incontri 1. Riflessione sui vari significati (organici, psicologici, emozionali, relazionali) che può assumere la sessualità nell’adolescenza (brainstorming, questionari, lavoro in sottogruppi). 2. Anatomia e fisiologia degli apparati riproduttori. 3. I comportamenti sessuali a rischio. La contraccezione. Infezione da HIV ed altre MTS (completamento di storie, questionari, ecc.). 4°. Comunicazione: 4 incontri 1. La comunicazione umana. Il feedback. 2. L’ascolto attivo. 3. Le barriere della comunicazione umana (pregiudizi, interpretazione, diverso significato delle parole). 4. La comunicazione in gruppo. Strategie di promozione di un evento. 5°. Progettazione degli interventi: 3 incontri 1. La progettazione. 2. Avviare la progettazione degli interventi da realizzare nella scuola durante il secondo anno di progetto. 3. Simulate di intervento nelle classi Valutazione del primo anno Alla fine di ciascun modulo ed al termine del primo anno di progetto, il gruppo di lavoro effettuerà una valutazione di processo ed una valutazione di efficacia del processo formativo. In modo particolare si valuterà: 1. Il clima all’interno del gruppo dei pari in formazione 2. La percentuale di abbandoni del gruppo dei pari 3. La costanza alla partecipazione agli incontri 4. Il raggiungimento degli obiettivi educativi 5. Il clima all’interno del gruppo di lavoro. Si utilizzeranno pertanto i seguenti indicatori di processo: a) Sarà considerata fisiologica una percentuale di abbandoni < 60% (9/24 ragazzi). b) Sarà considerata costante la partecipazione ad almeno 10/15 incontri. c) Il processo formativo sarà considerato efficace se almeno nel 70% dei ragazzi sarà possibile dimostrare: o un incremento delle competenze relazionali – comunicative o l’acquisizione della capacità di condurre gruppi di discussione o un incremento delle conoscenze esplicitate negli obiettivi. A questo scopo si utilizzeranno i seguenti strumenti: • questionari di apprendimento (pre e post) • questionari di gradimento • schede di osservazione compilate durante gli incontri • strumenti di valutazione di tipo creativo, simbolico, narrativo e rappresentativo. IV FASE: Intervento dei peer educators Settembre-maggio 2° anno All’inizio dell’anno scolastico il gruppo di lavoro seguirà l’organizzazione, la programmazione ed il monitoraggio delle attività previste. Dopo un primo incontro iniziale, riprenderà le riunioni periodiche (almeno 4 durante l’anno). Nel passaggio al secondo anno il gruppo dei pari diventa promotore di una serie di azioni integrate, con il coinvolgimento trasversale di tutta la popolazione studentesca. All’inizio del secondo anno scolastico è anzitutto necessario ricostituire il gruppo verificando la persistenza delle motivazioni che l’hanno sostenuto durante l’anno precedente. I ragazzi sono ora chiamati ad essere essi stessi protagonisti e non più soltanto fruitori delle azioni. Questo rappresenta indubbiamente un passaggio delicato che, seppur preparato durante la fase di formazione, necessita ora di essere sostenuto da un’attenta azione degli operatori che gradualmente determineranno il passaggio dalla conduzione alla supervisione. Si organizzeranno pertanto con i peers degli incontri, sia all’inizio dell’anno scolastico, prima della fase operativa vera e propria, sia durante l’attuazione degli interventi rivolti a tutta la scuola. Incontri con il gruppo dei pari. 1. Tre incontri di due ore, a distanza ravvicinata, da concludersi entro il mese di ottobre, sono finalizzati: a. alla ricostituzione del gruppo, b. alla progettazione delle azioni da intraprendere c. alla suddivisione in sottogruppi operativi 2. Cinque incontri di due ore a cadenza mensile, da novembre a maggio, per il monitoraggio e la supervisione al lavoro del gruppo. A richiesta dei sottogruppi di lavoro, saranno inoltre effettuate consulenze su azioni specifiche in tempi da definire. I pari sostanzialmente dovranno curare e coprogettare: • l’organizzazione della fase promozionale, destinata a fare conoscere a tutta la scuola le iniziative da avviare, • l’organizzazione degli incontri nelle classi, Se uno degli scopi del progetto è far acquisire ai ragazzi autonomia e capacità decisionale, riteniamo non coerente a tale obiettivo definire fin da ora, in una struttura rigida, l’organizzazione di tali interventi. Piuttosto la pianificazione di questa fase sarà tracciata nelle sue linee generali, in attesa di definire con il gruppo dei pari la specifica delle singole azioni. L’organizzazione della fase promozionale consisterà in una serie di iniziative destinate a far conoscere alla scuola il gruppo dei pari e le attività progettate per l’anno scolastico. Scopo della fase promozionale è incentivare il coinvolgimento e la partecipazione di tutti, aumentare la visibilità dei peers, e legittimare il loro ruolo all’interno della scuola. Tali iniziative comprendono: • incontro del gruppo dei pari con il consiglio d’istituto • incontro del gruppo dei pari con tutti gli studenti della • pubblicizzazione del progetto sul giornalino della scuola scuola. Le suddette attività dovranno concludersi entro il mese di ottobre. Interventi nei gruppi classe. Gli interventi saranno condotti nelle classi dal primo al quarto anno (9 classi), da una coppia di peers (possibilmente un ragazzo ed una ragazza) più grandi di almeno un anno, con funzione di conduzione, ed un terzo peer con funzione di osservatore. Saranno pertanto escluse, in questa prima edizione del progetto, le tre classi dell’ultimo anno, salvo decisioni diverse del gruppo dei pari. Verranno effettuati inizialmente interventi in due classi pilota (1e liceo) per consentire una prima sperimentazione. In ciascuna classe saranno realizzati due incontri a circa una settimana di distanza. Sarebbe opportuno, già dall’avvio, che gli incontri fossero gestiti autonomamente dai peers. Al più un operatore, con funzione di osservatore, presenzierà agli incontri qualora fosse richiesto dai ragazzi. 1° incontro (tre/quattro ore in orario scolastico). Obiettivo: riflessione e problematizzazzione con la classe sulle norme che regolano i comportamenti sessuali tra adolescenti. • Preparazione del setting (circle time) e conoscenza reciproca. • Presentazione dell’intervento e delle sue finalità. • Suddivisione in sottogruppi: ciascun sottogruppo scriverà le percentuali, ritenute corrette, di alcuni comportamenti sessuali degli adolescenti. Confronto in plenaria con i dati5 reali, presentati su un tabellone o alla lavagna. Discussione sulle differenze tra realtà e percezione. • Visione di un film sull’adolescenza 6. • Dibattito sul film, sui vissuti personali che esso ha generato e sulle analogie con la vita quotidiana. 2° incontro (tre ore in orario scolastico). Obiettivo: rielaborazione in chiave personale dei temi proposti nell’incontro precedente. Consapevolizzare il rischio in sessualità. • Preparazione del setting (circle time). • Somministrazione individuale della scheda “La sessualità” (vedi allegato 2) e successiva rielaborazione in gruppo, focalizzando l’attenzione sul tema del condizionamento da parte dell’ambiente sulla libertà di scelta individuale. • Simulata: “Un’adolescente, in seguito ad un rapporto occasionale non protetto, ha un ritardo mestruale. Preoccupata e confusa, si confida con una coppia di amici” . • Rielaborazione e discussione sui comportamenti a rischio. • Somministrazione della scheda “Contraccezione e servizi per adolescenti ” (vedi allegato 3). • Discussione e riflessioni su alcuni luoghi comuni riguardanti la contraccezione ed il consultorio familiare. • Feedback sull’ intervento. 5 Vedi Pellai A., I comportamenti a rischio nella popolazione degli adolescenti scolarizzati del Nord Italia. Ricerca realizzata nell’ambito del III Progetto Nazionale Prevenzione HIV (ISS). 2000 (non pubblicato). 6 Di recente abbiamo utilizzato con successo film come Ovosodo (di P. Virzì. 1997) e Come te nessuno mai (G. Muccino. 1999). Dopo gli interventi nelle due classi pilota, il gruppo di lavoro, fatto il punto della situazione, rilevate eventuali criticità, apportate eventuali modifiche, organizza gli interventi nelle rimanenti classi. Collaborazione allo Sportello d’ascolto La possibilità di esaudire senza difficoltà ed in tempi brevi le richieste di consulenza contraccettiva dei ragazzi, ha una valenza strategica importante. Gli operatori del consultorio garantiranno quindi la loro presenza costante presso lo Sportello, in giorni ed orari prestabiliti. In ogni classe sono presenti dei peers che possono proporsi ai compagni come elementi di riferimento e di raccordo con gli operatori dello sportello. Essi pertanto potranno incoraggiare ed accogliere le richieste di consulenza, smistandole secondo le esigenze (mediche o psicologiche) e segnalando agli operatori eventuali urgenze. Valutazione del secondo anno La valutazione di processo del secondo anno prenderà in considerazione il clima del gruppo dei pari, l’organizzazione della fase promozionale e gli interventi nei gruppi classe. A. Clima del gruppo dei pari. Nel mese di ottobre, durante e dopo i tre incontri iniziali con il gruppo dei pari, si verificheranno: • la tenuta del gruppo (percentuale di abbandoni), • il livello di motivazione • la capacità di autonomia decisionale ed operativa acquisita dai ragazzi. A questo scopo si utilizzeranno strumenti di valutazione di tipo qualitativo come simulate e giochi di ruolo, rappresentazioni simboliche e narrative (es.: L’albero dei fantasmini 7), schede di osservazione. Sarà considerato indicatore significativo la stesura di un programma degli interventi. Se necessario, saranno messi in atto interventi correttivi. B. Organizzazione della fase promozionale. È il momento in cui i peers diventano operativi, si valuterà pertanto la loro capacità di portare a termine gli interventi programmati. Saranno considerati indicatori: l’avvenuto incontro con i docenti, l’avvenuto incontro con gli studenti e la pubblicazione sul giornalino del progetto. C. Interventi nei gruppi classe Ciascuno degli interventi dei peers nelle classi sarà oggetto di un’attenta verifica durante gli incontri di supervisione con il gruppo. I due peers incaricati della conduzione dell’incontro saranno affiancati da un terzo compagno che svolgerà il ruolo di osservatore. Le schede di osservazione serviranno per valutare il grado di attenzione, il livello di interesse e di partecipazione della classe, come pure la modalità di conduzione dell’incontro. Poiché per ciascuna delle 9 classi coinvolte nell’intervento sono previsti due incontri, indicatore di questa fase sarà: Numero totale degli incontri nelle classi = 1 18 7 Pellai A., Rinaldin V., Tamborini B., Educazione tra pari. Manuale teorico pratico di empowered peer education. Trento. Erickson; 2002. Costi e risorse Il Consultorio metterà a disposizione del progetto due operatori (un medico ed uno psicologo) con le seguenti competenze professionali: • Capacità di gestione dei gruppi • Competenze e tecniche di comunicazione efficace • Conoscenza del mondo adolescenziale • Conoscenze di anatomia e fisiologia degli apparati riproduttori, di MTS e di contraccezione. Le ore dedicate al progetto da ciascun operatore comprendono, per il 1° anno: o 20 ore per la 1^ e la 2^ fase o 55 ore per la 3^ fase per il 2° anno: o 60 ore per la 4^ e la 5^ fase, espletate all’interno dell’orario di servizio. Pertanto, oltre le ore lavoro degli operatori, non sono previsti per la ASL costi aggiuntivi. Due specializzandi in ginecologia saranno messi a disposizione dall’Università. La scuola metterà a disposizione del progetto il referente per l’educazione alla salute ed almeno altri tre docenti, facenti parte del gruppo di lavoro, che avranno il compito di coordinare le attività nelle classi (più classi possono avere in comune lo stesso docente coordinatore). Il referente per l’educazione alla salute parteciperà anche alle attività pomeridiane e sarà impegnato per circa 40 ore per il primo anno e 50 per il secondo. Gli altri docenti avranno un impegno orario di circa 10 ore per il primo anno ed altrettante per il secondo. Le ore eccedenti quelle contrattuali possono essere retribuite attingendo al “fondo d’istituto”. La scuola dovrà anche prevedere la presenza di un operatore scolastico durante le 30 ore degli incontri pomeridiani, oltre che fornire gli strumenti ed il materiale didattico necessario. Monitoraggio e valutazione Vista la complessità e la durata del progetto, la sua valutazione, curata dal gruppo di lavoro, deve essere continua e circolare. La valutazione finale sarà, in parte, la sintesi delle valutazioni parziali avvenute durante il percorso. Sono già state descritte le modalità per l’attuazione della valutazione di efficacia del percorso formativo del gruppo dei pari e della valutazione di processo nel primo e nel secondo anno ( vedi: : Valutazione del primo anno e Valutazione del secondo anno). Si prenderà ora in considerazione la valutazione di risultato. Valutazione di risultato Verrà effettuata alla fine del secondo anno di progetto e finalizzata ad accertare il raggiungimento degli Obiettivi specifici. In particolare saranno somministrati due questionari e calcolati i relativi indicatori. 1°. I dati ricavati dal questionario di apprendimento (vedi allegato n.3), consentiranno di accertare il raggiungimento del 1° obiettivo specifico tramite l’ indicatore n.1: Numero di ragazzi che risponde correttamente a n-2 items > 70% Numero totale di ragazzi 2°. Il secondo questionario (post-test), uguale a quello somministrato prima dell’inizio del progetto quale pre- est ( vedi allegato n.1) consentirà di verificare il raggiungimento del 2°e del 3° obiettivo specifico indicatori: tramite i seguenti INDICATORE N.2 Numero di ragazzi/e sessualmente attivi/e che riferiscono l’uso di contraccettivi efficaci (pillola, profilattico) all’ultimo rapporto sessuale, alla fine del progetto Numero ragazzi/e sessualmente attivi/e che riferiscono l’uso di contraccettivi efficaci (pillola, profilattico) all’ultimo rapporto sessuale, all’inizio del progetto % _ Numero di ragazzi/e sessualmente attivi/e, alla fine del progetto % >20% Numero di ragazzi/e sessualmente attivi/e all’inizio del progetto INDICATORE N. 3 Numero ragazzi/e sessualmente attivi/e che riferiscono consumo di alcool o droghe all’ultimo rapporto sessuale, alla fine del progetto Numero ragazzi/e sessualmente attivi/e che riferiscono consumo di alcool o droghe all’ultimo rapporto sessuale, all’inizio del progetto % Numero di ragazzi/e sessualmente attivi/e, alla fine del progetto _ % Numero di ragazzi/e sessualmente attivi/e, all’inizio del progetto <10% Sei mesi dopo la fine del progetto (entro dicembre dell’anno scolastico successivo), verrà effettuato un follow up ricalcolando gli ultimi due indicatori, al fine di verificare il mantenimento o meno degli effetti del progetto. Analizzando infine, al termine del progetto, i dati di attività dello Sportello e del Consultorio, sarà possibile valutare le sue ricadute in termini di incremento delle consulenze a scopo contraccettivo e delle forniture di contraccettivi ad adolescenti, tramite i seguenti indicatori: 1. Numero di alunni che si rivolge allo sportello o al consultorio / numero di alunni totali, alla fine del progetto (%) - numero di alunni che si rivolge allo sportello o al consultorio / numero di alunni totali, all’inizio del progetto (%) >20% 2. Numero di richieste di consulenze a scopo contraccettivo allo sportello o al consultorio / numero di consulenze totali, alla fine del progetto (%) Numero di richieste di consulenze a scopo contraccettivo allo sportello o al consultorio / numero di consulenze totali, all’inizio del progetto (%) >20% 3. Numero di forniture di contraccettivi ad adolescenti di contraccettivi totali (%), alla fine del progetto - / numero di forniture numero di forniture di contraccettivi ad adolescenti / numero di forniture di contraccettivi totali (%), all’inizio del progetto >10%. Conclusioni Affinché il presente progetto, complesso ed impegnativo, possa essere portato a compimento, necessita di due prerequisiti. Il primo è fare comprendere alla scuola quale importante occasione di empowerment, non solo per i ragazzi ma anche per tutta la scuola, può rappresentare un progetto come questo. Se si riesce in questo, sarà più facile ottenere adesione e sostegno da parte di un certo numero di docenti, essenziale per il buon andamento delle varie fasi operative. Il secondo prerequisito è la presenza di un gruppo di regia solido, in grado di dirigere le varie fasi con motivazione, entusiasmo ed elasticità, condividendo impegno ma anche le inevitabili frustrazioni. Per la realtà palermitana si tratta di un progetto assolutamente innovativo che può dare grandi risultati, non solo in termini di prevenzione di comportamenti a rischio, ma anche di acquisizione di quelle life skills di cui tanto carenti sono oggi molti ragazzi, ma fondamentali, secondo Daniel Goleman, per una vera riuscita nella vita di tutti i giorni. Pertanto, mettere l’esperienza a disposizione di chi si occupa di educazione alla salute nell’ambito della ASL 6, potrebbe aiutare a diffondere la metodologia della peer education, oggi ritenuta tra le più efficaci con gli adolescenti. A fronte di queste potenzialità è da sottolineare il costo davvero irrisorio del progetto, tanto più che, una volta avviato, il meccanismo potrebbe automantenersi grazie ad un nucleo di “pari” già formati, sempre presente all’interno della scuola, che potrebbero a loro volta trasferire le competenze acquisite ad altri coetanei. Bibliografia 1. Bandura A. (a cura di), Autoefficacia. 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Ricerca realizzata nell’ambito del III Progetto Nazionale Prevenzione HIV (ISS). 2000 (non pubblicato). 17. Pellai A., Rinaldin V., Tamborini B., Educazione tra pari. Manuale teorico pratico di empowered peer education. Trento. Erickson; 2002. 18. Putton A., Martoni M., De Gennaro L.. La prevenzione dell’HIV nella scuola media superiore con il metodo dell’educazione socioaffettiva. In Zani B., Pombeni M.L.(a cura di), L’adolescenz: bisogni soggettivi e risorse sociali. Cesena. Il Ponte vecchio; 1997. 19. Romano C., Comunicare e coevolvere in strutture maieutiche. Milano. FrancoAngeli; 2001. 20. U.S. Department of Health and Human Services. National Campaign to prevent teen pregnancy, Get organized: a guide to preventing teen pregnancy. USA. 1999. www.hhs.gov 21. Van Lancker Anne E.M.. Relazione sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi. Commissione per i diritti della donna e le pari opportunità. Parlamento Europeo; 2002. 22. Wight D e al. 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NON LE DEVI RIPORTARE IN NESSUN MODO IL TUO NOME SU QUESTO MODULO TUE RISPOSTE SONO COPERTE DA GARANZIA DI TOTALE PRIVATEZZA E RISERVATEZZA. NESSUNO DEI TUOI INSEGNANTI SAPRA’ CIÒ CHE HAI RIFERITO NEL QUESTIONARIO. QUANDO AVRAI TERMINATO, ACCERTATI, SE PUOI, DI NON AVER SALTATO NESSUNA DOMANDA. INSERISCI INFINE LA SCHEDA COMPILATA NELLA BUSTA BIANCA CHE TI È STATA CONSEGNATA INSIEME AL QUESTIONARIO, SIGILLALA SENZA SCRIVERE NULLA CHE POSSA IDENTIFICARLA E RICONSEGNALA. La busta sarà aperta esclusivamente al Consultorio Istruzioni per la compilazione scegli solo una risposta per ogni domanda fai dei segni chiari sulla risposta che decidi di dare Se sbagli a dare una risposta scrivi NO a fianco della risposta sbagliata. Grazie per la collaborazione! Allegato 1 In quale anno sei nato? 19___ Sei: un ragazzo una ragazza Quale classe frequenti? IV ginnasio V ginnasio I liceo II liceo III liceo 1. Hai già avuto un rapporto sessuale completo? Si No 2. Quanti anni avevi quando hai avuto il tuo primo rapporto sessuale completo? Non ho mai avuto un rapporto sessuale completo 11 anni o meno 12 anni 13 anni 14 anni 15 anni 16 anni 17 anni o più 7. Nella tua vita con quante diverse persone hai avuto un rapporto sessuale completo? Non ho mai avuto un rapporto sessuale completo 1 persona 2 persone 3 persone 4 persone 5 persone 6 o più persone Allegato 1 4. Negli ultimi 3 mesi, con quante persone diverse hai avuto un rapporto sessuale? Non ho mai avuto un rapporto sessuale completo Ho già avuto rapporti sessuali,ma non durante gli ultimi tre mesi 1 persona 2 persone 3 persone 4 persone o più 7. L’ultima volta che hai avuto un rapporto sessuale, hai consumato alcool o droghe nei momenti precedenti il rapporto? Non ho mai avuto un rapporto sessuale completo si no 6. L’ultima volta che hai avuto un rapporto sessuale, quale metodo anticoncezionale tu o il/la tuo/a compagno/a avete usato per prevenire una gravidanza? Non ho mai avuto un rapporto sessuale completo Non abbiamo usato alcun metodo anticoncezionale La pillola anticoncezionale Il profilattico Il coito interrotto (marcia indietro) Altro: _______________________ Non mi ricordo bene 7. Quante volte ti è già capitato di rimanere incinta (se sei una ragazza) o di mettere incinta una ragazza (se sei un ragazzo)? Mai 1 volta 2 o più volte non lo so ALLEGATO 2 Scheda: La sessualità CLASSE ________ Maschio Data _______ Femmina La sessualità è una dimensione fondamentale della nostra vita personale e di relazione. Ha a che fare con la nostra crescita, con le nostre emozioni, con il piacere, e con la responsabilità che vogliamo assumerci nei confronti di noi stessi e degli altri. L’adolescenza è spesso il momento in cui si deve cominciare a decidere e a pensare rispetto a molti aspetti della vita da cui dipenderà anche il futuro. Abbiamo preparato per te alcuni domande che ti possono aiutare a comprendere elementi importanti che direttamente o indirettamente hanno a che fare con la tua sessualità. 1. Chi sei e chi vorrai essere? pensa alla tua vita e prova a scrivere come vorresti che fosse da qui a…. a. 5 anni _____________________________________________________ _____________________________________________________ b. 10 anni Allegato 2 2. Leggi la lista dei valori che seguono e fornisci un punteggio da 1 (poco importante) a 5 (molto importante) in base alla tua esperienza e ai tuoi pensieri. onestà pudore impegno alcol dire sempre la verità alle persone a cui vuoi bene amore niente sesso senza un impegno preciso con la persona che ami potere gioia non utilizzo di droghe e fare del proprio meglio amicizia essere belli essere alla moda Aggiungi alla lista quelli che ritieni importanti ma non presenti nell’elenco _________________________________________________________ _________________________________________________________ _________________________________________________________ _________________________________________________________ 3. Decidere di diventare sessualmente attivi significa avere previsto tutte le conseguenze che derivano da questa decisione. Prova a elencare quali generi di responsabilità deve assumersi una persona che decide di essere sessualmente attiva. Scrivi i tuoi commenti a tale proposito. _________________________________________________________ _________________________________________________________ Allegato 2 4. Molte persone potrebbero influenzare il tuo modo di pensare e sentire relativamente alla tua sessualità. Prova a scrivere per ciascuna di esse che cosa pensi che ti consiglierebbe relativamente a tale dimensione della tua vita. Individua i loro motivi e cerca di commentarli in base al tuo preciso modo di vedere le cose. I miei genitori pensano che: _________________________________________________________ _________________________________________________________ Il mio migliore amico pensa che: _________________________________________________________ _________________________________________________________ La mia migliore amica pensa che: _________________________________________________________ _________________________________________________________ Il/La mio/a ragazzo/a pensa che: _________________________________________________________ _________________________________________________________ La religione pensa che: _________________________________________________________ _________________________________________________________ Io penso che: _________________________________________________________ _________________________________________________________ Allegato 2 5. Prova ora a completare le frasi che seguono. a. Penso che essere pronti a vivere la propria sessualità con un’altra persona significhi: ___________________________________________________ ___________________________________________________ ___________________________________________________ ___________________________________________________ __________________________________________________ b. Le responsabilità di cui si deve imparare a farsi carico sono: ___________________________________________________ ___________________________________________________ ___________________________________________________ ___________________________________________________ ___________________________________________________ c. Per la mia vita vorrei che: ___________________________________________________ ___________________________________________________ Grazie! ALLEGATO 3 QUESTIONARIO La contraccezione CLASSE ________ Maschio Data _______ Femmina Scegli “vero” o “falso” per ciascuna delle affermazioni che seguono: 1. Al Consultorio Familiare possono andare solamente i maggiorenni. vero falso 2. Ai minorenni è concesso adottare metodi contraccettivi, senza il consenso dei genitori. vero falso 3. Non è necessario ricorrere ai metodi contraccettivi fin dai primi rapporti sessuali, perché in questi non si può restare incinte. vero falso 4. Tutti i metodi contraccettivi sono adatti a qualsiasi persona. vero falso 5. Il coito interrotto è un metodo contraccettivo. vero falso 6. Il rischio di contagio di malattie a trasmissione sessuale, cresce con il numero dei partners sessuali. vero falso 7. La pillola anticoncezionale protegge dall’AIDS. vero falso 8. Chi ha mestruazioni irregolari può fare a meno di usare contraccettivi, perché non resta incinta. vero falso 9. Un profilattico può essere usato per più di un rapporto sessuale. vero falso 10. La pillola del giorno dopo è il metodo contraccettivo più efficace di tutti. vero falso