Università degli Studi di Milano
Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale
Corso di laurea in Scienze del Turismo e Comunità Locale
Linee guida per la realizzazione della tesi di laurea
Triennale in
Archeologia
docente Novella Vismara
[email protected]
Anno accademico 2014-2015 e 2015-2016
Indice
Introduzione
p.2
1. Come chiedere la “tesi”
p.3
2. Il frontespizio
p.4
3. Il contenuto della tesi
p.5
4. Alcune convenzioni
4.1 L’impaginazione
p.6
4.2 Le didascalie
p.6
4.3 La consegna della tesi per le correzioni
p.7
5. L’indice
p.8
6. Alcune indicazioni di massima
6.1. Le note
p.9
6.1.1. Le note a piè pagina
p.9
6.1.2 Le note bibliografiche
p.9
6.2 Le citazioni dirette
p.11
6.3 Le interviste e le indagini
p.11
6.4 Questioni di stile
p.11
7. La bibliografia della tesi: come realizzarla
p.12
7.1 Monografie e articoli
7.1.1 Monografie
p.12
7.1.2. Articoli
p.13
7.1.3 Fonti
p.14
7.2 Opuscoli e locandine
p.14
7.3 I siti intenet
p.16
7.4 Documenti audio e video
p.16
7.5 L’ordine della bibliografia finale
p.17
7.6 Come creare la bibliografia
p.18
INTRODUZIONE
Questa breve guida è stata realizzata per fornirvi una prima traccia utile alla realizzazione
dell’elaborato finale, soprattutto per quanto riguarda l’impianto formale. Esistono infatti delle
convenzioni degli elaborati scritti di carattere scientifico, quali le tesi, che devono essere
rispettati ed ottemperati: si spazia dalla scelta dei caratteri tipografici, all'impiego delle note,
all'obbli-gatorietà della presenza di alcune parti, quali introduzione, conclusione e
bibliografia, ecc...;
Per quanto riguarda le caratteristiche tipografiche (cfr. cap.3.1), ci siamo attenuti alle indicazioni del dipartimento, in base alle quali abbiamo realizzato anche questo documento, che
quindi può servirvi da modello.
Per norme grammaticale, verranno usati al maschile i sostantivi che potrebbero riferirsi ad
individui di genere diverso, quali autore, studente e candidato.
Ogni candidato è responsabile per tutte le formalità inerenti gli aspetti amministrativi e
burocratici relativi la presentazione della domanda di laurea e si rimanda alla sezione “tesi” ed
alla
pagina
http://www.sociologia.unimib.it/default.asp?idPagine=326
del
sito
del
dipartimento per maggiori chiarimenti e per le scadenze.
Non è ammesso il “taglia e incolla” o la copia da siti e volumi. La copia è permessa solo
con le modalità illustrate in citazione (cap.5.2).
Tale prassi verrà ripresa una sola volta, e, nel caso lo studente non muti comportamento,
non verrà ammesso alla sessione di laurea stabilità. Si ricorda che il plagio è un reato, e
commetterlo può portare ad azioni disciplinari anche più serie.
2
1. COME CHIEDERE LA “TESI”
Prerequisito per richiedere la “tesi” in Archeologia è aver superato l’esame con un voto
superiore al 24. Presa la decisone, deve essere inviata una mail al docente, con per oggetto:
richiesta tesi. Nella mail deve essere indicato l’argomento che si vuole affrontare ricevuto un
cenno di preliminare assenso, dovrà essere realizzata una breve presentazione dell’argomento
(al massimo due pagine), di circa un paio di pagine, indicando perché è stato scelto
quell’argomento, quale fine si vuole raggiungere, attraverso quali strumenti, quale strategia
sarà adottata per la ricerca bibliografica. L’elaborato dovrà essere inviato al docente, che si
riserva di accettare o respingere in via definitiva la proposta. In caso di risposta positiva, sarà
organizzato un appuntamento con il docente per iniziare il lavoro. A seguito della risposta
positiva, dovrà essere preso un appuntamento per cominciare il lavoro vero e proprio; a
questo appuntamento lo studente deve presentarsi con un primo indice “ragionato”, nel quale
cioè indicare, capitolo per capitolo, di cosa intende trattare e con quale bibliografia.
Le domande devono essere presentate preferibilmente secondo questo calendario:
Appello di laurea di
Giugno:
tra il 20 e 30 novembre dell’anno precedente.
Settembre:
tra il 20 e il 28 febbraio dello stesso anno.
Novembre:
tra il 20 e il 30 aprile dello stesso anno.
Marzo:
tra il 20 e il 30 luglio dell’anno precedente.
A prescindere da quando verrà presentata la richiesta, la risposta definitiva non verrà fornita
prima della data indicata.
3
2. IL FRONTESPIZIO
La tesi si apre con una pagina, detta frontespizio, che reca il titolo della relziazone finale, il
nome del candidato e del relatore e la data, oltre che al logo dell'università. Deve essere
ripetuto uguale sulla copertina. Il modello riporto in basso è più piccolo del reale
Università degli Studi di Milano
Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale
Corso di laurea in Scienze del Turismo e Comunità Locale
Titolo titolo titolo
Relatore: relatore
Tesi di Laurea di:
Cognome Nome
Matricola n°
ANNO ACCADEMICO xx xx
4
3. IL CONTENUTO DELL’ELABORATO FINALE
La stesura dell’elaborato finale ha lo scopo di mostrare le competenze apprese durante la
vostra carriera universitaria in modo più articolato ed interdisciplinare di quanto non sia
avvenuto nei singoli esami.Scelto un argomento di vostro interesse, intorno ad esso dovete
costruire una “rete” di notizie, bibliografia, informazioni, esperienze, che dimostrino
un'ipotesi o che valorizzino una proposta turistica legate all’ambito archeologico.
Si tratta di un testo scientifico, che, muovendo da un’ipotesi, attraverso un percorso
argomentato, giunge ad alcune conclusioni, approfondimenti o proposte originali ed
autonome.
Alcuni elementi dell’elaborato sono fissi ed obbligatori:
indice: l'elenco ordinato degli argomenti che avete trattato e/o le ragioni della scelta operata
(cfr. Cap.5);
introduzione: un capitolo, in genere una o due pagine, nel quale spiegare lo scopo del vostro
studio e fornire una guida per la lettura del vostro elaborato;
la relazione vera e propria: alcuni capitoli, almeno 3, dedicati all’argomento specifico della
tesi, nei quali vanno discussi anche gli aspetti teorici e metodologici (un elemento necessario);
conclusioni: il capitolo finale, nel quale descrivere brevemente i risultati raggiunti;
la bibliografia (cfr.Cap.6).
Il resto è diverso per ogni singolo lavoro, studio o relazione. Anche per questo è sbagliato
copiare o “tagliare ed incollare” il testo di un altro autore: i suoi scopi non sono i vostri, ed è
quindi raramente vera la scusa troppo spesso addotta “ma dice meglio di quanto farei io
proprio quello che voglio dire”.
Come comportarsi, quindi, davanti ad un testo che tratta l'argomento del quale dovete
scrivere?
Leggetelo e ponetevi alcune domande: quale è lo scopo dell'autore dell’articolo/libro? E'
proprio il mio stesso? In cosa si differenzia il mio progetto dal suo? Quali informazioni mi
servono? Come faccio a verificarle? Le risposte che vi darete vi porteranno automaticamente
a scrivere qualche cosa di diverso dal teso di partenza.
E se proprio ci fosse una stretta coincidenza tra il vostro scopo e quello dell'autore dell'articolo, allora riassumete cercando di capire bene tutto e di spiegare ogni passaggio. La vostra
fonte, infatti, può dare per scontate alcune nozioni, che voi dovete dimostrare di conoscere.
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4. ALCUNE CONVENZIONI
4.1 L’impaginazione
Carattere:
Times New Roman
Dimensioni e stile:
16 neretto per i titoli dei capitoli
12 tondo neretto per i titoli dei paragrafi
12 corsivo per i titoli dei lemmi
12 tondo per il testo
10 tondo didascalie
10 tondo per le note
Interlinea:
1,5 nel testo e nelle citazioni; 1 nelle note.
Margini:
alto 3 cm;
basso 2,5 cm;
sinistro e destro 2,5 cm
Allineamento: giustificato
Rientri di pagina:
Lunghezza:
0,7 cm ad ogni capoverso
tra le 40 e le 100 pagine.
Numeri di pagina: al centro della pagina in basso. La pagina dell’indice va contata ma non vi
deve comparire il numero di pagina.
Numerazione dei capitoli: vanno numerati da 1 a n (dove n indica il numero dei capitoli che
compongono la tesi). L’introduzione non è un capitolo e non deve essere considerata nel
conteggio, così come le conclusioni.
Numerazione dei paragrafi: i paragrafi vanno numerati progressivamente partendo da 1 per
ogni capitolo, così come i lemmi per ciascun paragrafo, salvaguardando l’indicazione del
capitolo. Cioè 3.1 è il primo paragrafo del terzo capitolo e 3.1.1 è il primo lemma del primo
paragrafo del terzo capitolo, 3.2.1 è il primo lemma del secondo paragrafo del terzo capitolo.
4.2 Le didascalie
Le didascalie accompagnano le figure, i grafici e le tabelle che inserirete nella relazione, e
deve riassumere brevemente la loro natura. Le didascalie devono essere numerate progressivamente dall’inizio della tesi.
Ricordatevi di indicare la provenienza dell'immagine o del grafico: potete scrivere tale infor6
mazione o nella didascalia od in un apposito elenco chiamato “Credits” da porsi in fondo alla
tesi, dopo la bibliografia.
4.3 La consegna della relazione finale per le correzioni
Lo scambio dei materiali avverrà, salvo in un’occasione, per e-mail. Primo elemento da
inviare è l’indice, cui faranno seguito i vari capitoli, una volta conclusi. Potranno essere
inviate eccezionalmente parti di capitoli se si stanno incontrando difficoltà o se il capitolo
risulta particolarmente lungo.
Per la correzione, realizzate un file per ogni capitolo (in word o openOffice no pdf),
apponendo sempre il vostro cognome, il numero del capitolo e la data, per permettere una
rapida identificazione della versione più aggiornata.
Il nome del file quindi dovrà avere questa forma:
cognomestudente_cap#_giorno_mese ad esempio rossi_cap6_5_1
Se inviate una seconda o una terza volta lo stesso capitolo, mettete in evidenza le parti
sostanzialmente modificate e le aggiunte e chiamatelo:
cognomestudente_cap#_giorno_mese_(cor) e cioé ocognomestudente_cap6_5_1_(1).
Ciò permetterà di essere più rapidi ed incisivi nella correzione. I testi che non verranno
spediti impiegando questo codice, verranno spediti indietro. Le correzioni verranno apportate
direttamente sul file evidenziando le parti interessate all’intervento e mettendo tra <> i
commenti e le osservazioni.
La correzione definitiva, che potrà portare anche a incisivi cambiamenti, verrà operata su
una copia a stampa (anche non rilegata) della tesi, una volta che sia terminata.
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5. L’INDICE
L’elaborato finale comincia con l’indice, cioè con l’elenco numerato dei capitoli, paragrafi e
lemmi che la compongono, accompagnati dal numero della pagina da cui ciascun capitolo
comincia.
L’indice serve a fornire un'idea immediata degli argomenti trattati e del loro ordine e a permettere di trovare facilmente i singoli capitoli. Nell’indice sono presenti due tipi di numerazione: il numero progressivo dei capitoli a sinistra e il numero progressivo delle pagine a
destra.
Oltre all’indice della guida, vi offriamo un altro esempio, di fantasia:
INTRODUZIONE
CAPITOLO 1- IL TURISMO POETICO (teoria) (in genere non si mette il
numero di pagina accanto al nome del capitolo)
1.1 La storia del fenomeno (idem, se tra 1.1. e 1.1.a. non si scrive alcunché)
1.1.a Da Augusto a all’epoca moderna
1.1.b Il XIX secolo
1.1.c Il XX secolo
1.2. La diffusione dei parchi letterari
1.2.a L’Europa
1.2.b L’Italia
1.2.c Le Marche
CAPITOLO 2 – LEOPARDI E RECANATI
2.1 Il luogo
2.1.a Il colle
2.1.b La siepe
2.1.c Il panorama
CAPITOLO 3 ....
CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
p.5
p.9
p.15
p.19
p.23
p.30
p.33
p.35
p.37
p.40
p.43
p.47
p.58
I nomi che attribuite ai capitoli ed ai paragrafi nel testo devono corrispondere a quelli
presenti nell’indice, ed ugualmente il numero di pagina. Ricordo che la parola capitolo deve
comparire nell’indice e nella tesi.
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6. ALCUNE INDICAZIONI DI MASSIMA
6.1 Le note
In un testo accademico per note si intendono due realtà ben diverse: le note di testo
(indicate anche come note a piè pagina) le note bibliografiche (altrove indicate anche come
citazioni indirette o riferimenti bibliografici) e le note di testo (anche indicate come note a piè
pagina). Il loro scopo ed il impiego è piuttosto diverso, ed anche il loro disporsi nella pagina.
6.1.1 Le note a piè pagina
Nelle note a più pagina, da porsi fondo alla pagina relativa, numerate progressivamente dal
primo capitolo all’ultimo dell’elaborato, confluiscono quegli approfondimenti o quelle spiegazioni che non possono essere inserite nel testo, ma che nel contempo sono necessarie per una
miglior comprensione delle argomentazioni o per un loro ulteriore approfondimento. Ad
esempio, in una relazione di archeologia, nelle note a piè pagina possono confluire le
spiegazioni di termini tecnici, quali impluvio1.
6.1.2 Le note bibliografiche
Le note bibliografiche servono per indicare dove avete tratto l’informazione che discutete,
quale testo state riassumendo, parafrasando od utilizzando. Del testo cui vi state riferendo
devono essere riportati il cognome dell’autore, l’anno di pubblicazione del contributo e il
numero di pagina.
Le ragioni per le quali si impiegano le note sono principalmente due:
1- dare la possibilità a chi legge la vostra tesi di controllare la “fonte” (così prende il nome
documento dal quale avete attinto la notizia) in originale, per capire l’intero pensiero del suo
autore sull’argomento (voi ne riportate infatti solo un parte, che potete interpretare);
2- attribuire alla fonte le proprie responsabilità: ad esempio, impiegate un dato statistico
dell’ISTAT e da esso traete le vostre conclusioni. Nel caso che quel dato sia sbagliato e conseguentemente anche le vostre conclusioni lo siano, la responsabilità maggiore dell’errore non
sarà vostra, ma dell’ISTAT (almeno a questo livello, procedendo negli studi accademici la
responsabilità sarà comunque solo vostra).
1
Posto nel centro dell’atrio della casa etrusco-italica e romana, l’impluvio è un bacino ribassato nel pavimento
con un scolo per la raccolta del l’acqua piovana, che vi cadeva dal compluvo. In numerose case romane sotto
l’impluvio si trovava una cisterna d’acqua (nota bibliografica).
9
Raccogliendo le informazioni ed i dati per realizzare il vostro elaborato, avrete modi di
leggere numerosi libri o documenti di vario genere e di natura disparata. Ricordatevi di
segnare sempre da dove prendere un’informazione, una notizia, un dato statistico: quando,
scrivendo la relazione, impiegherete uno dei dati raccolti, dovrete, infatti, indicare, secondo le
modalità sotto illustrare, dove lo avete trovato. Sia che riportiate l'informazione in forma di
citazione diretta (cfr.Cap.6.2), sia che ve ne serviate per vostre elaborazioni.
Indicare la pagina esatta dalla quale avete tratto l’informazione, oltre al nome dell’autore,
così come il capoverso nel caso di fonti classiche, aiuta il vostro lettore a trovare facilmente il
punto d’interesse rispetto all’argomento affrontato, senza dover leggere egli stesso tutto il
contributo cui rimandate. Tramite la nota, o citazione bibliografica se preferite, fornite al lettore la possibilità di ampliare la ricerca su un tema, che trattate solo marginalmente perché
non al centro dei vostri interessi in quel momento. Ugualmente voi potrete trarre d una nota
bibliografica indicazioni preziose per ampliare la vostra ricerca.
Esistono molto modi per indicare le note bibliografiche, basta aprire un qualsiasi volume
per rendersene conto: il dipartimento, secondo l’uso sociologico, ben diverso da quello di
tradizione archeologica, ha scelto un sistema di notazioni, il cosìddetto “sistema all’americana”, che consiste nel riportare direttamente nel testo, tra parentesi, il cognome dell’autore citato e l’anno di stampa del riferimento in questione (Cognome Autore + Anno +
Pagina). Le abbreviazioni bibliografiche sono sciolte nella bibliografia (cfr. Cap.7)
La nota può essere posizionata in diversi punti della frase, ma vi consigliamo, per praticità, di
metterla alla fine della frase pertinente.
Esempi:
- Come noto, la ricerca sociologica sull’uso del tempo ha visto come nucleo originario gli
studi di time budget analysis degli anni ‘60 fondamentalmente orientati all’analisi degli stili di
vita e delle differenze di genere, classe e nazionalità (Szalai 1972).
- Szalai (1972) osserva che la ricerca sociologica sull’uso del tempo ha visto come nucleo
originario gli studi di time budget analysis degli anni ‘60 fondamentalmente orientati
all’analisi degli stili di vita e delle differenze di genere, classe e nazionalità.
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6.2 Le citazioni dirette
Nello scrivete l’elaborato finale, potrete avere la necessità di impiegare una citazione
diretta, di riproporre, cioè, brevi linee del testo di un particolare autore: in questo caso, la
parte dello scritto ripreso va evidenziato e nettamente distinto dal resto dell’elaborato. Tale
strumento può essere impiegato solo in misura limitata e finalizzata a scopi precisi e non si
tratta di legalizzare la pratica del “taglia e incolla.
Diverse, anche in questo caso, le convenzioni applicate, tra le quali noi vi suggeriamo l’uso
delle “grechette” entro cui inserire il testo in questione, facendo seguire l’indicazione del
luogo da cui è stato tratto
esempio: «Sempre caro mi fu quest’ermo colle, …» (Leopardi, 1826, p.57).
6.3 Le interviste e le indagini
Potrebbe capitare di dover citare interviste che avete realizzato oppure riprendere dati
statistici tratti da questionari da voi realizzati. In questo caso dovete scrivere chiaramente
l’origine dei dati, e ricordare in nota il periodo in cui sono state effettuale le interviste e i
rilevamenti e chi li ha realizzati. Nel caso abbiate presentato in un capitolo precedente i
questionario o la raccolta dei dati che avete elaborato, od avete già trattato un argomento,
potere impiegare un richiamo del tipo:
esempio: “le risposte sono state elusive, specie alla domanda n.7 (cfr. supra, cap. 3.1.a)”.
6.4. Questioni di stile
Mettere tra greche «» i pezzi citati:
esempio: «Sempre caro mi fu quest’ermo colle, …».
Mettere in corsivo le parole non italiane presenti nel testo.
esempio: Durante il mio stage.
Collocare le note di entrambe i tipi subito prima dell’interpunzione:
esempio: … in relazione ai problemi qui espressi (Martini 2004, p.85);
con la variante in cui si citi direttamente un’opinione
esempio: come pensa il Martini (2004, p.85).
11
7. LA BIBLIOGRAFIA DELLA TESI: COME
REALIZZARLA
La bibliografia è il luogo dove raccogliere tutti i documenti impiegati per stilare la tesi,
monografie, articoli, opuscoli, filmati, ecc… per sciogliere le abbreviazioni relative a ed
indicare per esteso tutti i libri e gli articoli
Nel corso della tesi incontrerete tre tipi di testi principali:
1. i testi a stampa, i più tradizionali, ma anche le loro versioni elettroniche, quali
versioni PDF o raccolte elettroniche;
2. gli opuscoli e le locandine;
3. i siti internet.
ma come vedremo, possono esservene anche altri.
7.1. Monografie e articoli
7.1.1 Monografie
Per monografia si intende un libro scritto da uno o più autori che riguarda uno stesso
argomento, per quanto ampio esso sia. Quando ne citate uno, in nota, dovere indicare in
parentesi il solo cognome dell’autore, l’anno di edizione e la/le pagine di interesse:
Esempio nel testo:
“perché l’autrore ritiene che la vigilanza e la correttezza dell’aristocrazia siano
sufficienti a garantirle il mantenimento dello status quo (Leopardi 1826, p.7)”
Nel caso gli autori siano più d’uno devono essere ricordati tutti i cognomi, separati da una
virgola, sino al massimo di tre. Nel caso siano più di tre, ci si ferma comunque al terzo.
Nella bibliografia, l’indicazione bibliografica viene sciolta così
Cognome Nome puntato dell’autore (anno di pubblicazione), titolo in corsivo, nome
dell’editore, luogo d’edizione
Esempio: Leopardi G. (1826), Versi, Le Monier, Firenze.(in nota a pp.11 e 13 come (Leopardi,
1826)).
Guidorizzi G., Melotti M. (2005) (a cura di), Orfeo e le sue metamorfosi, Carocci, Roma.
Bolaffi G. et al. (1996) (a cura di), Dizionario della diversità, Liberal Libri, Roma.
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7.1.2 Articoli
Gli articoli sono in genere interventi più brevi rispetto alla monografia, ma anch’essi
incentrati su un unico argomento. In genere gli articoli sono pubblicati in riviste (siano esse
scientifiche, di divulgazione o popolari), in atti di convegno, in cataloghi di mostre ed in altri
volumi collettivi, cioè scritti con il contributo di più autori che presentano singoli studi.
La citazione nel testo è identica a quella proposta per le monografie, cioè il cognome
dell’autore, l’anno d’edizione dell’articolo e il numero di pagine.
Nella bibliografia, invece la citazione di un articolo preso da una rivista va citato così:
Cognome Nome puntato dell’autore (anno di pubblicazione), “titolo”, nome della
rivista,numero, pagine di inizio e fine articolo.
Esempio: Martini R. (2004), “Gli assi di Sesto Pompeo”, Annotazioni Numismatiche,
pp.89-98. (in nota a p.11 come (Martini, 2004) e come «... Martini (2004).»
Se si tratta di articoli tratti da volumi collettivi, come raccolte di studi, atti di convegno,
cataloghi di mostre, ecc. in bibliografia la citazione diventa la seguente:
Cognome Nome puntato dell’autore (anno di pubblicazione), titolo in corsivo, Nome puntato
Cognome del curatore (a cura di) nome de volume, nome dell’editore e luogo d’edizione,
pagine di inizio e fine articolo.
Esempio: Melotti M. (2002), Cadmo e la fonte magica: strategie mitiche dello spazio
sociale, F. Cordano (a cura di), Giornate Tebane, CUEM, Milano, pp. 19-41.
Anche gli articoli di giornale, nel testo vanno citati come di consueto, indicando, quando li
impiegate, che si tratta di articoli di giornale.
In bibliografia lo scioglimento è simile a quello precedentemente visto:
Cognome Nome puntato dell’autore (giorno mese ed anno), “titolo”, nome del giornale (in
corsivo) (giorno.mese.anno), la pagina effettivamente impiegata.
Esempio: De Luca M.N., “Mostre, visitatori in fuga”, La Repubblica (17.03.2006), p.
5.
Molte volte le pagine web riportano articoli presi da riviste o da giornali a stampa, oppure
articoli originali per la rete, che recano la firma dell’autore: questo tipo di materiale deve
essere inserito in questo settore della bibliografia, e non con i siti. In questo caso le norme so13
no le stesse impiegate per un articolo a stampa, sostituendo, al nome della testata, il nome del
sito e la sua URL.
Cognome Nome puntato dell’autore (giorno mese ed anno), titolo in corsivo, “nome del sito”,
URL.
Esempio: Xella P. (25.06.2007), L’archeologia del diavolo, “Archeoegate”,
http://www.archaeogate.org/vicino_oriente/article/612/1/archeologia-del-diavolo-icinoorienteantico-e-iran-di.html
Per quanto riguarda la data indicate quella della stesura e non quella dell'inserimento
dell’articolo nel web.
Similmente, anche nel caso di una pagina web firmata anche se priva della struttura di un
articolo vero e proprio, si deve indicare nel testo il cognome dell’autore (della pagina, non del
webmaster), e la data dell’anno nel quale l’avete letta, in mancanza di indicazioni più precise.
L'abbreviaizone verrà sciolta nella bibliografia finale: Cognome nome puntato dell’autore
(giorno.mese.anno della visita), titolo in corsivo, URL
Esempio:
Lawton
C.L.
(8.05.2006),
Greek
Coinage
and
the
Polis,
http://www.lawrence.edu/dept/art/ buerger/ index.html
7.1.3 Fonti
Le fonti sono le notizie riportate dagli autori antichi (Pausania, Erodoto, ecc.). Quando
dovete citare questi scrittori nel testo, dovete impiegare solo il loro nome, e con i riferimenti
al brano citato, (Erodoto IV.I.1), mentre in bibliografia la situazione diventa più complessa.
Infatti, oltre al loro nome deve comparire anche il nome dell’editore moderno che ha
pubblicato o tradotto l’opera in questione.
Esempio: Erodoto, Antologia erodotea, (a cura di L. Annibaletto), Roma, Dante Alighieri,
1989
Tutte le categorie succitate vanno indicate nella sezione della bibliografia indicata come:
Monografie ed articoli.
7.2. Opuscoli e locanine
Per opuscoli vogliamo intendere tutte quelle pubblicazioni a stampa, od in formato pdf, che
non sono propriamente un libro od un articolo, ma che in ogni caso riportano notizie impor14
tanti: locandine, depliants ecc.. Spesso su di essi non sono facilmente identificabili, o non sopresenti tutte le indicazioni relative la stampa, quale il luogo o l’anno, e l’autore.
Dovete comunque cercare di fornire il maggior numero di indicazioni per aiutare il lettore ad
identificare in modo univoco il depliant cui vi riferite.
Nel testo, se è possibile identificare l’autore, o chi firma l’opuscoletto, anche se si tratta
dell’assessore,citate quello con l’anno e l’indicazione.
Esempio: (Rossi 2008, opuscolo)
se non è possibile, riportate l’indicazione dell’ente che ne ha curato la stampa, (l’anno,
opuscolo)
Esempi: (Museo etnografico dell’Alta Brianza 2005, opuscolo).
Mentre, nella bibliografia, nel settore Opuscoli e locandine, Cognome nome puntato
dell’autore (o del referente) (l’anno), il titolo in corsivo, l’ente che l’ha creato, e nel caso non
vi siano né nomi d’autore né di responsabili politici, in luogo dell’autore, come vi siete d’altro
lato comportati nel testo, in luogo del cognome dell’autore, mettete l’indicazione dell’ente che
lo ha stampato
Esempio: Rossi M. (2008), Taormina: le offerte per l’estate 2008, Regione Autonoma
Sicilia
Esempi: Museo etnografico dell’Alta Brianza, (2005), La devozione per la Madonna
del latte;
Le informazioni che non sono presenti sul volume, ma sono state dedotte, come ad esempio
l’anno di stampa, devono essere indicate in parentesi quadra.
Esempi: Museo etnografico dell’Alta Brianza, (2005), La devozione per la Madonna
del latte, (opuscolo). se sull’opuscolo è scritta la data di stampa;
Museo etnografico dell’Alta Brianza, [2005], La devozione per la Madonna del latte,
(opuscolo), se manca l’indicazione dell’anno di stampa, che ricostruite leggendo l’opuscolo.
Nella categoria opuscoli e locandine vanno inseriti anche i documenti che non hanno una loro
struttura tipografica definita: ad esempio bozze di lavoro, relazioni, dispense ecc.
15
7.3. Siti Internet
Possiamo dividerli in due categorie: “i siti” veri e propri, con molte informazioni, dati ecc.,
ma spesso senza un autore facilmente identificabile o un punto d’interesse preciso, e le
“pagine web”, che sono più simili ai testi a stampa e che vanno trattate come questi ultimi
(cfr. supra).
Nel caso dei siti, nel testo va indicato il nome, l’URL in forma abbreviata, la data in cui sono
stati visitati.
Esempio: (Presidi Culturali, 3w.presidiculturali/ ... /giovanni.html, 10.02.2006)
Nella bibliografia finale: il nome, la data nella quale sono stati visitati, e l’Url nella sua
integralità
Esempio: Presidi Culturali (10.02.2006), http://www.sbvibonese.it/comuni/vibo3.htm
Mentre, se si tratta di enciclopedie, come Wikipedia:
nel testo (Abbreviazione dell’enciclopedia elettronica, Nome lemma),
Esempio: (Wiki, Giacomo Leopardi)
Nella bibliografia finale:
Abbreviazione dell’enciclopedia elettronica, Nome lemma, Nome esteso dell’enciclopedia
elettronica, Url, data della visita.
Esempio: Wiki, Giacomo Leopardi, Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo Leopardi
(15.03.2007)
7.4. Documenti audio e video
In questa categoria sono inseriti tutti quei documenti e materiali che non si leggono ma si
vedono e si ascoltano. La loro tipologia è estremamente ampia: documentari, audio-guide,
film, …. In tutti i casi va identificato che sia l’autore del contributo ed in quale anno è stato
ripreso o inciso.
E quindi, nel testo devono essere indicato il titolo in corsivo (l’anno di produzione).
Esempi:
2 Single a Nozze ( 2006).
Come spesso si deve tornare a enfatizzare, guardando una trasmissione cult
come Archivi digitali (1998).
Nel caso in cui il titolo sia molto lungo, nel testo può essere abbreviato impiegando le prime
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cinque parole del titolo, salvo poi citarlo in modo esteso in bibliografia
In bibliografia, nell’apposito sezione documentari radio e video, l’abbreviazione deve essere
sciolta secondo lo schema seguente:
Titolo in corsivo (l’anno di produzione), regia di Nome puntato e Cognome del regista, Casa
produttrice, tipo di supporto.
Esempi : 2 Single a Nozze (2006), regia di David Dobkin, Eagle Picture, DVD.
E, nel caso di programmi televisivi, in bibliografia deve comparire
Titolo in corsivo della trasmissione per esteso, l’anno di realizzazione (e, solo se quest’ultimo
non sia indicato, giorno, mese e anno della messa in onda), “il Nome del programma”, regia
di Nome puntato e Cognome del regista, Nome puntato e Cognome dell’ autore, Catena
televisiva o Network
esempio: Archivi digitali: l’esperienza della British Library (1998) “Mediamente
RAI”,
regia: P.Raffini, autore: R. Parascando, 1998.
7.5 L’ordine nella bibliografia finale
Nella bibliografia finale devono essere riportati tutti i documenti citati nel corso della “tesi”, a
prescindere dalla loro natura (cfr. cap. 7.1-7.4) e potete inserire anche materiale che avete
consultato, ma che avete scelto di non impiegare.
Il materiale deve essere organizzato in base alla loro natura intrinseca, e non al supporto
tramite il quale vengono veicolati2, e presentato suddiviso tra: monografie e articoli, siti
internet, opuscoli e locandine, documenti audio e video.
I contributi presenti in monografie e articoli vanno organizzati seguendo l’ordine alfabetico
del cognome dell’autore; i siti internet in ordine alfabetico del nome del sito3; films e i
documentari vanno inseriti seguendo l’ordine cronologico per data di produzione o
trasmissione.
Sempre per quanto concerne i siti, quando si sviluppano le abbreviazioni di enciclopedie,
quali wikipedia, si può costituire il capofila con l’URL di Wikipedia e successivamente le
voci relative, come nel seguente esempio
2
Ad esempio, degli articoli trovati in internet non devono essere inseriti nella categoria siti intenet, ma in quella
monografie ed articoli.
3
Per nome del sito si intendel’indirizzo URL senza considerare http:// www. e simili
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Wikipedia
Casa https://it.wikipedia.org/wiki/Casa
Pompei https://it.wikipedia.org/wiki/Pompei
Testimonianza https://it.wikipedia.org/wiki/Testimonianza
5.7 Come realizzare una bibliografia
O, se preferite, come trovare i libri e gli articoli da impiegare per la tesi. La ricerca
bibliografica è uno dei compiti principali della tesi, l’intervento del docente sarà quindi limitato e volto soprattutto alla discussione dei testi selezionati, come, ad esempio, nel primo
colloquio. I primi documenti, articoli scientifici o di giornale, ad esempio, li avrete reperiti
scegliendo l’argomento da trattare, altri dai libri di testo di esami sostenuti, ma certo questo
primo nucleo va ampliato. Come fare?
Le possibilità sono molte, vi ricordo solo le principali:
- tenere conto delle consulenze offerte dalla biblioteca di Bicocca, non fosse altro per i corsi
di ricerca nelle risorse elettroniche;
- cercare tra le risorse elettroniche della biblioteca, molto ricca specie per quanto concerne le
riviste http://www.biblio.unimib.it/go/Home/Home/Risorse-elettroniche
- partire dalla bibliografia presente nei libri già posseduti, ed allargarsi da lì;
- cominciare l’indagine partendo dall’enciclopedia Treccani: http://www.treccani.it/;
- controllate il sito della soprintenda archeologica di pertinenza;
- in caso d’analisi di un sito archeologico, controllare le novità degli scavi su: Fasti on line
http://www.fastionline.org/index.php?&lang=it ;
- per analisi di scavi archeologici e siti o parchi archeologici, ricorrete, per le regioni per le
quali sono state stampate, le guide Archeologia delle regioni d’Italia, pubblicate dal
Poligrafico dello stato, oppure le guide rosse del Touring o quelle turistiche della Laterza. identificato uno studioso che si occupa del problema o del sito di cui occupate, potete porvare
a vedere se vi sono suoi articoli cercando su: www.academia.edu
- cercare nella rete generalista, stando ben attenti ad identificare le parole chiave corrette;
- cercare in siti dedicati alla bibliografia quale l'Opac SBN messo a disposizione dal
Ministero dei beni culturali http://www.sbn.it/opacsbn/opac/iccu/free.jsp relativo soprattutto
a libri e meno agli articoli di rivista ed importante per trovare volumi che non sono nella
biblioteca di Bicocca;
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- consultare le varie voci di internet culturale
http://www.internetculturale.it/opencms/opencms/it/
- ricorrere a google-book: http://books.google.it/bkshp?hl=it&tab=wp;
- ricorrere a google scholar: https://scholar.google.it/.
Per difficoltà, dubbi, problemi, siamo a vostra disposizione
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Università degli Studi di Milano Dipartimento di Sociologia e Ricerca