INDICAZIONI PER LA STESURA DELLA TESI
A disposizione dei laureandi di
Facoltà di Sociologia
CDL Scienze del turismo
Anno accademico 2011-2012
Insegnamento Archeologia*
A cura di M.Melotti e N.Vismara
* NB: Gli esami di Archeologia Classica, Antichità Pompeiane, Metodi
della ricerca archeologica, Magna Grecia, Archeologia fenicio punica.
Archeologia fenicio punica del vecchio ordinamento sono confluite, per
quanto riguarda la discussione della tesi, in Archeologia.
Indice
Introduzione
p.3
1 Il contenuto della tesi
p.4
2 Alcune convenzioni
1.1
L’impaginazione
p.5
1.2
Le didascalie
p.5
1.3
La consegna della tesi per le correzioni
p.5
3 L’indice
p.7
4. Alcune indicazioni di massima
4.1. Le note
p.8
4.2 Le citazioni
p.10
4.3. Le figure
p.10
4.4 Questioni di stile
p.11
5. La bibliografia della tesi: come realizzarla
p.12
5.1 I Testi a stampa
5.1.A Monografie
p.12
5.1.B. Articoli
p.13
5.1C. Le Fonti
p.14
5.2 Opuscoli e locandine
p.15
5.3 I siti internet
p.16
5.4 Video/ Films /audiovisivi/Audioguide
p.17
5.5 Programmi televisivi
p.17
5.6 L’ordine della bibliografia finale
p.18
5.7 Come creare la bibliografia
p.18
INTRODUZIONE
Questa breve guida è stata realizzata per fornirvi una prima traccia utile alla
realizzazione della tesi, soprattutto per quanto riguarda l’impianto formale. Esistono infatti
delle convenzioni degli elaborati scritti di carattere scientifico, quali le tesi, che devono
essere rispettati ed ottemperati: si spazia dalla scelta dei caratteri tipografici, all'impiego delle
note, all'obbligatorietà della presenza di alcune parti, quali introduzione, conclusione e
bibliografia, ecc...; desideriamo illustrarveli brevemente, pur rimanendo a vostra disposizione
per ogni ulteriore chiarimento e per la discussione dei singoli casi particolari.
Per quanto riguarda le caratteristiche tipografiche (cfr. Cap.1.1), ci siamo attenuti alle
indicazioni della Facoltà, in base alle quali abbiamo realizzato anche questo elaborato, che
quindi può servirvi da modelli, in caso di difficoltà.
Non applicate, con i testi in rete, la tecnica del “taglia e incolla” e, con quelli a
stampa, della copiatura o scannerizzazione. Ricordate che, nel caso vi sia un riscontro di
simile prassi, verrete richiamati una volta, e, se non muterete comportamento, salterete
una sessione di laurea (ad esempio, da febbraio ad aprile, ma anche da aprile a giugno).
Il “taglia ed incolla” è un reato. Nel caso sia necessario per brani di poche righe, seguite
accuratamente le norme indicate per la citazione (cfr. Cap.4.2)
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1. IL CONTENUTO DELLA TESI
La stesura della tesi, o meglio relazione nel caso della laurea triennale, ha lo scopo di
mostrare le competenze apprese durante la vostra carriera universitaria in modo più articolato
ed interdisciplinare di quanto non sia avvenuto nei singoli esami.
Scelto un argomento di vostro interesse, intorno ad esso dovete costruire una “rete” di notizie
informazioni, esperienze, che dimostrino un'ipotesi o che valorizzino una proposta turistica.
Alcuni elementi della relazione, lo abbiamo già detto, sono fissi:
indice: l'elenco ordinato degli argomenti che avete trattato e/o le ragioni della scelta
operata (cfr. Cap.3);
introduzione: un capitolo, in genere una o due pagine, quale spiegare lo scopo del
vostro studio e fornire una guida per la lettura del vostro elaborato;
la relazione vera e propria: alcuni capitoli dedicati all’argomento specifico della tesi,
nei quali vanno discussi anche gli aspetti teorici e metodologici (un elemento necessario);
conclusioni: il capitolo finale, nel quale descrivere brevemente i risultati raggiunti;
la bibliografia (cfr.Cap. 5).
Il resto è diverso per ogni singolo lavoro, studio o relazione. Anche per questo è sbagliato
copiare o “tagliare ed incollare” il testo di un altro autore: i suoi scopi non sono i vostri, ed è
quindi raramente vera la scusa troppo spesso addotta
“ma dice meglio di quanto farei io proprio quello che voglio dire”
Come comportarsi davanti ad un testo che tratta l'argomento del quale dovete scrivere?
Leggetelo e ponetevi alcune domande: quale è lo scopo dell'autore del pezzo? E' proprio il
mio stesso? In cosa si differenzia il mio progetto dal suo? A me effettivamente quali
informazioni servono? Come faccio a verificarle? Le risposte che vi darete vi porteranno
automaticamente a scrivere qualche cosa di diverso dal teso di partenza.
E se proprio ci fosse una stretta coincidenza tra il vostro scopo e quello dell'autore
dell'articolo, allora riassumete cercando di capire bene tutto e di spiegare ogni passaggio La
vostra fonte, infatti, può dare per scontate alcune nozioni. Voi dovete dimostrare di
conoscerle.
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2 ALCUNE CONVENZIONI
1.1 L’impaginazione
Carattere: Times New Roman
Dimensioni: 12 per il testo e 10 didascalie
Interlinea: 1,5
Margini: 2,5
Allineamento: giustificato
Battute per pagina: 2700 circa
Lunghezza: tra le 40 e le 90 pagine.
Inoltre, è obbligatorio che i capitoli comincino su una pagina nuova, mentre più paragrafi
possono succedersi sulla stessa pagina.
1.2 Le didascalie
Le didascalie accompagnano le immagini ed i grafici che inserirete nella vostra relazione per
meglio illustrarne alcune parti.
Nella didascalia dovete riassumere brevemente la natura dell'immagine o del grafico.
Le didascalie devono essere numerate progressivamente, meglio se dall'inizio della tesi, ma è
possibile farlo anche all'interno di ogni singolo capitolo.
Ricordatevi di indicare la provenienza dell'immagine o del grafico: potete scrivere
l'informazione o nella didascalia od in fondo alla tesi, dopo la bibliografia.
1.3 La consegna della tesi per la correzione
I diversi capitoli della tesi vanno consegnati via via al relatore in formato elettronico, per
email o su una chiavetta.
Nelle prime versioni della tesi, realizzate un file per ogni capitolo, apponendo sempre il
vostro cognome, il numero del capitolo e la data, per permettere una rapida identificazione
della versione più aggiornata.
Il nome del file quindi dovrebbe avere questa forma:
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cognomestudente_cap#_giorno_mese
ad esempio
rossi_cap6_5_1
Se inviate una seconda o una terza volta lo stesso capitolo, mettete in evidenza le parti
sostanzialmente modificate e le aggiunte e chiamatelo:
cognomestudente_cap#_giorno_mese_(cor)
e cioé ossi_cap6_5_1_(1)
. Ciò permetterà di essere più rapidi ed incisivi nella correzione.
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2 L’INDICE
La tesi deve cominciare con l’indice, cioè con l’elenco numerato dei capitoli che la compongono, accompagnati dal numero della pagina da cui ciascuno di essi comincia.
L’indice serve a fornire un'idea immediata degli argomenti trattati e del loro ordine e a
permettere di trovare facilmente i singoli capitoli. Nell’indice sono presenti due tipi di
numerazione: il numero progressivo dei capitoli a sinistra e il numero progressivo delle
pagine a destra.
Oltre all’indice della guida, vi offriamo un altro esempio, di fantasia:
INTRODUZIONE
CAPITOLO 1- IL TURISMO POETICO (teoria)
1.1
La storia del fenomeno
non si scrive alcunché)
1.1.a Da Augusto a all’epoca moderna
1.1.b Il XIX secolo
1.1.c Il XX secolo
1.2.
La diffusione dei parchi letterari
1.2.a L’Europa
1.2.b L’Italia
1.2.c. Le Marche
p.1
(in genere non si mette il
numero di pagina accanto
al nome del capitolo)
(idem, se tra 1.1. e 1.1.a.
p.5
p.9
p.15
p.19
p.26
p.30
CAPITOLO 2 – LEOPARDI E RECANATI
2.1 Il luogo
2.1.a Il colle
2.1.b la siepe
2.1.c il panorama
p.33
p.35
p.37
p.40
CAPITOLO 3 ....
CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
p.43
p.47
p.58
I nomi che date ai capitoli ed ai paragrafi nell’indice devono corrispondere a quelli poi
effettiva-mente impiegati ed il numero della pagina al numero della pagina reale.
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4. ALCUNE INDICAZIONI DI MASSIMA
4.1 Le note
Raccogliendo le informazioni ed i dati per realizzare il vostro elaborato, avrete modi di
leggere numerosi libri o documenti di vario genere e di natura disparata. Ricordatevi di
segnare sempre da dove prendere un’informazione, una notizia, un dato statistico: quando,
scrivendo la relazione, impiegherete uno dei dati raccolti, dovrete, infatti, indicare, secondo
le modalità sotto illustrare, dove lo avete trovato. Sia che riportiate l'informazione in forma
ampia (cfr.Cap.4.2), sia che ve ne serviate per vostre elaborazioni.
Indicare che avete tratto un dato, un concetto, un’informazione da un determinato libro od
articolo, non sminuisce minimamente il vostro lavoro di rielaborazione: lo rafforza, certificandone le basi.
Le ragioni, per le quali si impiegano le note, sono principalmente due:
1− dare la possibilità a chi legge la vostra tesi di controllare la “fonte” (così prende il
nome documento dal quale avete attinto la notizia) in originale, per capire l’intero
pensiero del suo autore sull’argomento (voi ne riportate infatti solo un parte, che
potete interpretare);
2− attribuire alla fonte le proprie responsabilità: ad esempio, impiegate un dato
statistico dell’ISTAT e da esso traete le vostre conclusioni. Nel caso che quel dato
sia sbagliato e conseguentemente anche le vostre conclusioni lo siano, la
responsabilità maggiore dell’errore non sarà vostra, ma dell’ISTAT. La nota,
quindi una forma per condividere l’errore.
Inoltre, l’indicazione della pagina esatta dalla quale avete tratto l’informazione, oltre al
nome dell’autore, così come il capoverso nel caso di fonti classiche, aiuta il vostro lettore a
trovare facilmente il punto d’interesse rispetto all’argomento affrontato, senza dover leggere
egli stesso tutto il contributo cui rimandate. Tramite la nota, o citazione bibliografica se
preferite, fornite al lettore, e quindi anche a voi in tali vesti, la possibilità di ampliare la
ricerca su un tema, che trattate solo marginalmente perché non al centro dei vostri interessi in
quel momento.
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Esistono molto modi per scrivere le note, basta aprire un qualsiasi volume per rendersene
conto: la facoltà ha scelto il così detto “sistema all’americana” che consiste nel riportare in
parentesi il nome dell’autore citato e l’anno di stampa del riferimento in questione. La nota
può essere posizionata in diversi punti della frase, ma vi consigliamo, per praticità, di
metterla alla fine della frase pertinente o paragrafo.
Per chiarire meglio, riprendiamo l’esempio fornito dalla facoltà:
«Le citazioni nel testo devono rispettare il cosiddetto sistema all’americana.
Esempi:
-Come noto, la ricerca sociologica sull’uso del tempo ha visto come nucleo originario gli
studi di time budget analysis degli anni ‘60 fondamentalmente orientati all’analisi degli stili
di vita e delle differenze di genere, classe e nazionalità (Szalai 1972).
-Szalai (1972) osserva che la ricerca sociologica sull’uso del tempo ha visto come nucleo
originario gli studi di time budget analysis degli anni ‘60 fondamentalmente orientati
all’analisi degli stili di vita e delle differenze di genere, classe e nazionalità.» (Caratteristiche
della relazione della prova finale - cdl triennali http://www.sociologia.unimib.it/Default.asp?
idPagine=326, 3)
Rispetto al modello della facoltà, va aggiunto che, se il riferimento è a una pagina o a un passaggio specifici del testo citato, bisogna indicare anche il numero di pagina
. Le abbreviazioni, “Szalai 1976” nel caso dell’esempio, verranno sciolte in bibliografia.
Nella sezione relativa alla bibliografia, troverete un elenco di tipi di articoli, testi, opuscoli
che vi potrà capitare di dover impiegare, con le indicazioni di come abbreviarli nel testo e di
come sciogliere l’abbreviazione nella bibliografia.
Potrebbe capitare di dover citare interviste che avete realizzato oppure riprendere dati
statistici tratti da questionari da voi realizzati. In questo caso dovete scrivere chiaramente
l’origine dei dati, e ricordare in nota il periodo in cui sono state effettuale le interviste e i
rilevamenti e chi li ha realizzati. Nel caso abbiate presentato in un capitolo precedente i
questionario o la raccolta dei dati che avete elaborato, od avete già trattato un argomento,
potere impiegare un richiamo del tipo:
esempio:
“le risposte sono state elusive, specie alla domanda n.7 (cfr. supra, cap. 3.1.a)”.
IInfine vi potrà capitare di dover aggiungere delle informazioni apparentemente ridondanti
rispetto al quanto state scrivendo, ad esempio spiegare cos'è l'impluvium parlando della casa
romana. In questo caso potete descrivere l'impluvium in una nota a piè pagina.
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4.2 Le citazioni
Oltre alle note, esiste un altro modo di citare un testo, cioè riportarne una parte, in genere
non molto lunga, in modo integrale. In questo caso, la parte dello scritto ripreso va
evidenziato e nettamente distinto dal resto dell’elaborato. Tale strumento può essere
impiegato solo in misura limitata: “tagliare e cucire” larghe parti del testo altrui, sia che lo
riprendiate dalla rete oppure che lo scannerizziate od ancora copiare , non è una prassi
ammessa.
Diverse, anche in questo caso, le convenzioni applicate, tra le quali noi vi suggeriamo l’uso
delle “grechette” entro cui inserire il testo in questione.
esempio: «Sempre caro mi fu quest’ermo colle, …».
Indicando, di seguito, da dove è preso
esempio: «Sempre caro mi fu quest’ermo colle, …» (Leopardi, 1826).
ed ancora, sempre dal documento della Facoltà
« Nel caso in cui si citi per intero un brano tratto da un altro testo esso andrà virgolettato e
andranno riportate anche le pagine di riferimento
-«La ricerca sociologica sull’uso del tempo ha visto come nucleo originario gli studi di time
budget analysis degli anni ‘60 fondamentalmente orientati all’analisi degli stili di vita e delle
differenze di genere, classe e nazionalità» (Szalai 1972, 25)»» ((Caratteristiche della
relazione della prova finale - cdl triennali http://www.sociologia.unimib.it/Default.asp?
idPagine=326), 3).
4.3 Le figure
Oltre al teso, la vostra tesi potrebbe essere accompagnata da illustrazioni di vario genere:
disegni, fotografie, grafici ecc.. In questo caso è meglio inserire le illustrazioni vicino al testo
cui si riferiscono, piuttosto che dedicare loro una sezione in fondo alla tesi.
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Conviene numerare le illustrazioni, in modo univoco in tutta le tesi, cioè non ricominciando
da uno in ogni capitolo, in modo che sia facile, in caso di necessità, richiamarla. Sotto le
illustrazioni deve esserci una didascalia, che ne spiega il significato e che indica da dove sono
tratte. Le didascalie non devono essere troppo lunghe (2/ 3 righe al massimo), in caso
contrario, conviene lasciare nel testo il solo numero, e mettere tutte le informazioni relative
all’immagine in un elenco apposito da mettersi subito prima della bibliografia.
4.4. Questioni di stile
Mettere tra greche «» i pezzi citati:
esempio: «Sempre caro mi fu quest’ermo colle, …».
Mettere in corsivo le parole non italiane presenti nel testo.
esempio: Durante il mio stage.
Collocare la nota subito prima dell’interpunzione:
esempio: … in relazione ai problemi qui espressi (Martini 2004, p.85);
con la variante in cui si citi direttamente un’opinione
esempio: come pensa il Martini (2004, p.85).
Eccezione la citazione, in cui il rimando va collocato dopo la chiusura della citazione
stessa:
esempio: «Sempre caro mi fu quest’ermo colle, …» (Leopardi 1826).
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5. LA BIBLIOGRAFIA DELLA TESI: COME REALIZZARLA.
La bibliografia è il luogo dove raccogliere ed indicare per esteso tutti i libri e gli articoli
letti per realizzare la tesi oltre agli opuscoli, siti internet ecc. consultati. Inoltre nella
bibliografia si devono sciogliere le abbreviazioni impiegate ne testo
In genere incontrerete tre tipi di testi:
1. i testi a stampa, i più tradizionali;
2. gli opuscoli e le locandine;
3. i siti internet.
ma come vedremo, possono esservene anche altri.
5.1. I TESTI A STAMPA
5.1.A Monografie
Per monografia si intende un libro scritto da uno o più autori che riguarda uno stesso
argomento, per quanto ampio esso sia. Quando ne citate uno, dovere indicare in parentesi il
solo cognome dell’autore, l’anno di edizione e la/le pagine di interesse:
Esempio nel testo: perché l’autrice ritiene che la vigilanza e la correttezza dell’aristocrazia
siano sufficienti a garantirle il mantenimento dello status quo (White Mario 1877, p.7)
Nel caso gli autori siano più d’uno devono essere ricordati tutti i cognomi, separati da una
virgola, sino al massimo di tre. Nel caso siano più di tre, ci si ferma comunque al terzo.
Nella bibliografia, l’indicazione bibliografica viene sciolta così
Cognome Nome puntato dell’autore (anno di pubblicazione), titolo in corsivo, nome
dell’editore, luogo d’edizione
Esempio: Leopardi G. (1826), Versi, Le Monier, Firenze.(in nota a pp.10 e 11 come
(Leopardi, 1826))
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Guidorizzi G., Melotti M. (a cura di), Orfeo e le sue metamorfosi, Carocci, Roma.
. Bolaffi G. et al. (a cura di), Dizionario della diversità, Liberal Libri, Roma.
5.1.B ARTICOLI
Gli articoli sono in genere interventi più brevi rispetto alla monografia, ma anch’essi
incentrati su un unico argomento. In genere gli articoli sono pubblicati in riviste (siano esse
scientifiche, di divulgazione o popolari), in atti di convegno, in cataloghi di mostre ed in altri
volumi collettivi, cioè scritti con il contributo di più autori che presentano singoli studi.
La citazione nel testo è identica a quella proposta per le monografie, cioè il cognome
dell’autore, l’anno d’edizione dell’articolo e il numero di pagine.
Nella bibliografia, invece la citazione di un articolo preso da una rivista va citato così:
Cognome Nome puntato dell’autore (anno di pubblicazione), “titolo”, nome della rivista,
numero, pagine di inizio e fine articolo.
Esempio: Martini R. (2004), “Gli assi di Sesto Pompeo”, Annotazioni Numismatiche,
pp.
89-98. (in nota a p.11 come (Martini, 2004) e come «... Martini (2004).»
.
Mentre, se si tratta di articoli tratti da volumi collettivi, come raccolte di studi, atti di
convegno, cataloghi di mostre, ecc. in bibliografia la citazione diventa la seguente:
Cognome Nome puntato dell’autore (anno di pubblicazione), titolo in corsivo, Nome puntato
Cognome del curatore (a cura di) nome de volume, nome dell’editore e luogo d’edizione,
pagine di inizio e fine articolo.
Esempio: Melotti M. (2002), Cadmo e la fonte magica: strategie mitiche dello spazio sociale,
F. Cordano (a cura di), Giornate Tebane, CUEM, Milano, pp. 19-41.
Anche gli articoli di giornale, nel testo vanno citati come di consueto, indicando, quando li
impiegate, che si tratta di articoli di giornale.
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In bibliografia lo scioglimento è simile a quello precedentemente visto:
Cognome Nome puntato dell’autore (giorno mese ed anno), “titolo”, nome del giornale (in
corsivo) (giorno.mese.anno), la pagina effettivamente impiegata.
Esempio: De Luca M.N., “Mostre, visitatori in fuga”, La Repubblica (17.03.2006), p. 5.
Molte volte le pagine web riportano articoli presi da riviste o da giornali a stampa, oppure
articoli originali per la rete, che recano la firma dell’autore. In questo caso le norme sono le
stesse impiegate per un articolo a stampa, sostituendo, al nome della testata, il nome del sito e
la sua URL.
Cognome Nome puntato dell’autore (giorno mese ed anno), titolo in corsivo, “nome del sito”,
URL.
Esempio: Xella P. (25.06.2007), L’archeologia del diavolo, “Archeoegate”,
http://www.archaeogate.org/vicino_oriente/article/612/1/archeologia-del-diavolo-vicinooriente-antico-e-iran-di.html
Per quanto riguarda la data indicate quella della stesura e non quella dell'inserimento
dell’articolo nel web.
Similmente, anche nel caso di una pagina web firmata anche se priva della struttura di un
articolo vero e proprio, si deve indicare nel testo il cognome dell’autore (della pagina, non
del webmaster), e la data dell’anno nel quale l’avete letta, in mancanza di indicazioni più
precise.
L'abbreviaizone verrà sciolta nella bibliografia finale: Cognome nome puntato dell’autore
(giorno.mese.anno della visita), titolo in corsivo, URL
Esempio: Lawton C.L. (8.05.2006), Greek Coinage and the Polis, http://www.lawrence.edu
/dept/art/buerger/ index.html
5.1.C. LE FONTI
Le fonti sono le notizie riportate dagli autori antichi (Pausania, Erodoto, ecc.). Quando
dovete citare questi scrittori nel testo, dovete impiegare solo il loro nome, e con i riferimenti
al brano citato, (Erodoto IV.I.1), mentre in bibliografia la situazione diventa più complessa.
Infatti, oltre al loro nome deve comparire anche il nome dell’editore moderno che ha
pubblicato o tradotto l’opera in questione.
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Esempio: Erodoto, Antologia erodotea, (a cura di L. Annibaletto), Roma, Dante Alighieri,
1989
5.2. OPUSCOLI E LE LOCANDINE
Per opuscoli vogliamo intendere tutte quelle pubblicazioni a stampa, od in formato pdf, che
non sono propriamente un libro od un articolo, ma che in ogni caso riportano notizie
importanti: locandine, depliants ecc.. Spesso su di essi non sono facilmente identificabili, o
non sono presenti, tutte le indicazioni relative la stampa, quale il luogo o l’anno, e l’autore.
Dovete comunque cercare di fornire il maggior numero di indicazioni per aiutare il lettore ad
identificare in modo univoco il depliant cui vi riferite.
Nel testo, se è possibile identificare l’autore, o chi firma l’opuscoletto, anche se si tratta
dell’assessore,citate quello con l’anno e l’indicazione
Esempio: (Rossi 2008, opuscolo)
se non è possibile, riportate l’indicazione dell’ente che ne ha curato la stampa, (l’anno,
opuscolo)
Esempi: (Museo etnografico dell’Alta Brianza 2005, opuscolo).
Mentre, nella bibliografia, nel settore Opuscoli e locandine, Cognome nome puntato
dell’autore (o del referente) (l’anno), il titolo in corsivo, l’ente che l’ha creato,
e nel caso non vi siano né nomi d’autore né di responsabili politici, in luogo dell’autore,
come vi siete d’altro lato comportati nel testo, in luogo del cognome dell’autore, mettete
l’indicazione dell’ente che lo ha stampato
Esempio: Rossi M. (2008), Taormina: le offerte per l’estate 2008, Regione Autonoma Sicilia
Esempi: Museo etnografico dell’Alta Brianza, (2005), La devozione per la Madonna
del latte;
Nel caso alcune informazioni non siano stampate, ma le abbiate dedotte, come ad esempio
l’anno di stampa, dovete indicarlo in parentesi quadra.
Esempi: Museo etnografico dell’Alta Brianza, (2005), La devozione per la Madonna
del latte, (opuscolo). se sull’opuscolo è scritta la data di stampa;
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Museo etnografico dell’Alta Brianza, [2005], La devozione per la Madonna del latte,
(opuscolo), se manca l’indicazione dell’anno di stampa, che ricostruite leggendo l’opuscolo
Nella categoria opuscoli e locandine vanno inseriti anche i documenti che non hanno
una loro struttura tipografica definita: ad esempio bozze di lavoro, relazioni, dispense ecc.
5.3. SITI INTERNET
Possiamo dividerli in due categorie: “i siti” veri e propri, con molte informazioni, dati ecc.,
ma spesso senza un autore facilmente identificabile o un punto d’interesse preciso, e le
“pagine web”, che sono più simili ai testi a stampa e che vanno trattate come questi ultimi
(cfr. supra).
Nel caso dei siti, nel testo va indicato il nome, l’URL in forma abbreviata, la data in cui sono
stati visitati.
Esempi: (Presidi Culturali, 3w.presidiculturali/ ... /giovanni.html, 10.02.2006)
Nella bibliografia finale:, il nome, la data nella quale sono stati visitati, e l’Url nella sua
integralità
Esempi: Presidi Culturali (10.02.2006), http://www.sbvibonese.it/comuni/vibo3.htm
Sociologia (15.03.2006), http://www.sociologia.unimib.it/,
Mentre se si tratta di enciclopedie, come Wikipedia:
nel testo (Abbreviazione dell’enciclopedia elettronica, Nome lemma),
Esempi: (Wiki, Giacomo Leopardi)
in bibliografia:
Abbreviazione dell’enciclopedia elettronica, Nome lemma, Nome esteso dell’enciclopedia
elettronica, Url, data della visita.
Esempi: Wiki, Giacomo Leopardi, Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo Leopardi
15.03.2007
Anche nel caso di altri supporti, pensati per una fruizione solo visiva o uditiva, si può operare
una suddivisione interna alla categoria, che si riflette nel modo in cui vengono citati:
4: i video, i film e gli audiovisivi;
5: le trasmissioni televisive.
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5.4. VIDEO/ FILMS /AUDIOVISIVI/AUDIOGUIDE
Nel testo il titolo in corsivo (l’anno di produzione).
Esempi: 2 Single a Nozze ( 2006).
Nella bibliografia, nell’apposito sezione: Titolo in corsivo (l’anno di produzione), regia di
Nome puntato e Cognome del regista, Casa produttrice, tipo di supporto.
Esempi : 2 Single a Nozze (2006), regia di David Dobkin, Eagle Picture, DVD.
Nel caso in cui il titolo sia molto lungo, nel testo può essere abbreviato impiegando le prime
cinque parole del titolo, salvo poi darlo per esteso in bibliografia
5.5. TRASMISSIONI TELEVISIVE
Anche le trasmissioni televisive possono fornire elementi d'interesse per una tesi. In caso
debbano essere citate, le si citi così:
Nel testo: Titolo in corsivo abbreviato e l’anno (1998). Ovviamente la presenza del titolo tra
parentesi, invece che il solo anno, dipende da come li citate
esempio: Come spesso si deve tornare a enfatizzare, guardando una trasmissione cult come
Archivi digitali (1998).
oppure
esempio: Come spesso si deve tornare a enfatizzare, guardando una trasmissione cult
(Archivi digitali 1998).
Nella Bibliografia deve comparire il Titolo in corsivo della trasmissione per esteso, l’anno di
realizzazione (e, solo se quest’ultimo non sia indicato, giorno, mese e anno della messa in
onda), “il Nome del programma”, regia di Nome puntato e Cognome del regista, Nome
puntato e Cognome dell’ autore, Catena televisiva o Network
esempio: Archivi digitali: l’esperienza della British Library (1998) “Mediamente RAI”,
regia: P.Raffini, autore: R. Parascando, 1998.
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5.6 L’ORDINE DELLA BIBLIOGRAFIA FINALE
Nella bibliografia finale dovete riportare in ordine alfabetico per cognome tutti i lavori che
avete citato in nota divisi tra: monografie e articoli (da libri o giornali o pagine web è lo
stesso); quindi un paragrafo per i siti, sempre ordinati alfabeticamente, in base al nome del
sito (per nome si intende la parte della URL non considerando http:// www. e simili); films e i
documentari vanno inseriti in ordine cronologico per data di produzione; le trasmissioni
televisive per data di produzione o trasmissione.
5.7 COME CREARE LA BIBLIOGRAFIA
O, se preferite, come trovare i libri e gli articoli da impiegare per la tesi.
In molti casi i primi testi vi sono segnalati da docente, in altri arrivate già con un po di
documentazione. Sia nel primo che nel secondo caso dovete però incrementare quanto in
vostro possesso. Come fare?
Le possibilità sono molte, vi ricordo solo le principali:
- partire dalla bibliografia presente nei libri già posseduti;
- cercare nella rete generalista, stando ben attenti ad identificare le parole chiave corrette;
- cercare tra le risorse elettroniche della biblioteca, molto ricca specie per quanto concerne le
riviste http://www.biblio.unimib.it/go/Home/Home/Risorse-elettroniche;
- tenere conto delle offerte presenti sul sito della biblioteca dell'università;
- cercare in siti dedicati alla bibliografia quale l'Opac SBN messo a disposizione dal
Ministero dei beni culturali http://www.sbn.it/opacsbn/opac/iccu/free.jsp relativo soprattutto
a libri e meno agli articoli di rivista;
- ricorrere a google-book. http://books.google.it/bkshp?hl=it&tab=wp;
- consultare i siti di qualche grande venditore di libri (anche solo per trovare i titoli più
recenti da richiedere poi in biblioteca).
Per difficoltà, dubbi, problemi, siamo a vostra disposizione
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La bibliografia della tesi: come realizzarla