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La seduta comincia alle 22.35.
(La Commissione approva il processo
verbale della seduta precedente).
Esame in sede referente dei disegni di
legge: Bilancio di previsione dello Stato
per l’anno finanziario 1999 e bilancio
pluriennale per il triennio 1999-2001
(5188-B); Nota di variazioni al bilancio
di previsione dello Stato per l’anno
finanziario 1999 e bilancio pluriennale
per il triennio 1999-2001 (5188-quater); Disposizioni per la formazione del
bilancio annuale e pluriennale dello
Stato (legge finanziaria 1999) (5266bis-B).
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca
l’esame in sede referente dei disegni di
legge: « Bilancio di previsione dello Stato
per l’anno finanziario 1999 e bilancio
pluriennale per il triennio 1999-2001 »;
« Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario
1999 e bilancio pluriennale per il triennio
1999-2001 »; « Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 1999) ».
Avverto che sono stati distribuiti i testi
dei disegni di legge finanziaria e di bilancio e della nota di variazioni al bilancio, cosı̀ come approvati dal Senato.
Prima di dare la parola al relatore,
ricordo che era stato concordato di fissare
per le 23 il termine per la presentazione
degli emendamenti, al fine di iniziare le
votazioni alle 23.30 e giungere al voto
finale verso mezzanotte. Dobbiamo comunque concludere il nostro esame entro
le 9 di domani mattina affinché, dopo che
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si sarà riunito alle 9.15 il Comitato dei
nove, l’Assemblea possa iniziare i suoi
lavori alle 9.30. Mi rendo conto che la
legge finanziaria è arrivata già da qualche
ora ma che il disegno di legge di bilancio
è stato distribuito solo verso le 22 e che
quindi i commissari hanno avuto meno
tempo a disposizione. Vorrei perciò sapere
se il termine delle 23 per la presentazione
degli emendamenti possa essere mantenuto e se, posticipando il termine alle
23,30, si possa poi procedere con votazioni
condotte in base a principi di economia
procedurale, ferma restando la possibilità
di affrontare il merito degli emendamenti
nel corso del dibattito in aula.
NICOLA BONO. Signor presidente,
concordo sulla proposta di posticipare alle
23.30 il termine per la presentazione degli
emendamenti perché dobbiamo avere un
minimo di tempo per poterli elaborare.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, il termine per la presentazione degli
emendamenti ai disegni di legge finanziaria e di bilancio è fissato alle 23.30.
(Cosı̀ rimane stabilito).
Dichiaro aperta la discussione generale.
L’onorevole Pasetto ha facoltà di svolgere la relazione.
GIORGIO PASETTO, Relatore sui disegni di legge nn. 5188-B, 5188-quater e
5266-bis-B. All’articolato è stato modificato l’articolo 3, comma 9, riducendo da
7.000 a 4.500 miliardi la dotazione del
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fondo di riserva per le autorizzazioni di
cassa, di cui all’articolo 9-bis della legge
n. 468 del 1978.
È stato inoltre modificato l’articolo 23,
nel senso di sopprimere il comma 15,
concernente variazioni compensative tra
unità previsionali di base: tale disposizione era contenuta nel testo originario
presentato dal Governo, e su di essa anche
nel corso dell’iter alla Camera erano state
avanzate riserve per l’elevata discrezionalità conferita al Governo nella gestione del
bilancio in corso d’anno. Tali variazioni
tra unità previsionali di base sono ora
consentite, secondo quanto stabilito dal
nuovo comma 10 dell’articolo 23, solo per
quegli stati di previsione della spesa relativi ai ministeri che nel corso del 1998
o del 1999 siano interessati da processi di
ristrutturazione.
Per quanto concerne le modifiche alle
tabelle, il Senato ha approvato alcuni
emendamenti di scarsa entità, in gran
parte compensate con la riduzione di un
capitolo di spesa di carattere generale
dello stato di previsione del Ministero del
tesoro.
Riduzioni di una certa rilevanza hanno
interessato gli stati di previsione dei Ministeri dei lavori pubblici e dei trasporti,
ma sono state utilizzate per incrementare
gli accantonamenti di tabella B dei medesimi ministeri.
Una riduzione di 80 miliardi ha interessato lo stato di previsione del Ministero
dell’interno, relativamente ai trasferimenti
agli enti locali, con analoga riduzione allo
stato di previsione dell’entrata (unità previsionale di base 1.1.11.1): si tratta di una
correzione contabile dei trasferimenti erariali agli enti locali. Infatti la Camera dei
deputati, modificando il disegno di legge
collegato, ha posticipato al 1° gennaio
2000 il termine per l’attribuzione ai comuni del gettito derivante dalle imposte di
registro, ipotecarie e catastali. Conseguentemente con la II nota di variazioni la
dotazione del fondo ordinario per gli enti
locali è stato reintegrato per il 1999 di
3.375 miliardi. Essendo stato stimato in
eccesso il gettito di tali imposte, la Commissione bilancio del Senato ha provve-
— Commissioni in sede referente — 19
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duto a rideterminare tale importo, attraverso una diminuzione di 80 miliardi.
Infine il Senato, sia in Commissione sia
in Assemblea, ha approvato due emendamenti di iniziativa governativa che hanno
interessato esclusivamente le autorizzazioni di cassa.
In Commissione è stato determinato un
taglio di 15.000 miliardi, che in particolare ha interessato il fondo attuativo
dell’ordinamento delle regioni a statuto
speciale (1.600 miliardi ), il fondo per le
aree depresse (1.000 miliardi), l’ENAS
(1.000 miliardi), il fondo per l’occupazione
(4.000 miliardi), nonché i fondi speciali ed
il fondo di riserva per le autorizzazioni di
cassa.
In Assemblea la riduzione delle autorizzazioni di cassa ammonta a circa
16.000 miliardi ed ha interessato il fondo
attuativo dell’ordinamento delle regioni a
statuto speciale (1.002 miliardi), il fondo
sanitario nazionale (5.000 miliardi), il
fondo di rotazione per l’attuazione delle
politiche comunitarie (3.000 miliardi), il
fondo per le regioni a statuto ordinario
(1.000 miliardi), il fondo ordinario per gli
enti locali (4.000 miliardi), il fondo per gli
incentivi alle imprese (1.000 miliardi) e il
finanziamento ordinario delle università
statali (200 milioni), nonché i fondi speciali e di riserva.
Passando alla finanziaria, l’insieme
delle modifiche ai documenti di bilancio
approvate durante l’iter parlamentare
hanno determinato un miglioramento del
saldo netto da finanziare del bilancio di
competenza dello Stato: il limite massimo
del saldo fissato dal articolo 1, comma 1,
del disegno di legge finanziaria, escluse le
partite contabili e le regolazioni debitorie,
si riduce infatti di 700 miliardi nel 1999,
passando da 61.400 miliardi a 60.700
miliardi. Sarebbero in proposito necessari
chiarimenti da parte del Governo a proposito delle modifiche che interverranno
con riferimento al 2000 e al 2001.
Ricordo che al fine di finanziare la
norma concernente i libri di testo contenuta nel collegato si è compiuta un’operazione di utilizzo dei fondi previsti per le
agevolazioni ai crediti pensionistici, oltre
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ai fondi previsti per il diritto allo studio.
Ulteriori modifiche hanno riguardato le
agevolazioni contabili e debitorie, essenzialmente in relazione alla questione dei
rimborsi IVA. Si tratta di regolazioni che
riguardano gli invalidi civili, i crediti di
imposta dei titoli di Stato, la restituzione
di imposte, i disavanzi delle ASL, il
ripiano del deficit della spesa sanitaria, la
regolazione debitoria dell’unità previsionale fondo speciale, il rimborso dei crediti
di imposta. Per quanto riguarda l’agricoltura si tratta della gestione ammassi e
della sistemazione delle quote latte, rispettivamente, per 500 e 700 miliardi; vi è
poi il ripiano dei disavanzi delle aziende
sanitarie per il 1995, il 1996 e 1997 per
4500 miliardi.
Per quanto riguarda le tabelle della
legge finanziaria, durante l’esame in Commissione è stato ridotto di 200 miliardi
nel 1999 lo stanziamento in tabella A
relativo alla pubblica istruzione, allo
scopo, come già precisato, di coprire la
fornitura gratuita dei libri di testo. Durante l’esame in Assemblea il Senato ha
apportato numerose variazioni agli stanziamenti iscritti in tabella A, con un
aumento delle dotazioni dei Ministeri dei
beni culturali, del tesoro, dell’università e
dell’ambiente, a fronte di una riduzione
degli stanziamenti della Presidenza del
Consiglio e dei Ministeri delle politiche
agricole e dell’interno. Sono stati inoltre
aumentati di 225 miliardi nel 2000 e 275
miliardi nel 2001 gli importi relativi alle
regolazioni debitorie del Ministero delle
politiche agricole, riducendo di pari importo la corrispondente voce relativa al
Ministero del tesoro.
Alla tabella B (fondo speciale di parte
capitale) durante l’esame in Commissione
con un emendamento del Governo sono
stati aumentati di 12,2 miliardi annui lo
stanziamento relativo al Ministero dei
lavori pubblici e di 4.8 miliardi annui lo
stanziamento relativo al Ministero dei
trasporti, riducendo per pari importi gli
stanziamenti iscritti in bilancio. Durante
l’esame in Assemblea il Senato ha apportato numerose variazioni agli stanziamenti
iscritti in tabella B, con un aumento delle
— Commissioni in sede referente — 19
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dotazioni dei Ministeri dei lavori pubblici,
dell’università, dei trasporti e del lavoro;
per quest’ultimo richiamo la dotazione di
100 miliardi per il 1999 destinati al
rifinanziamento del fondo per l’occupazione e per la formazione.
Va segnalato infine l’aumento di 135
miliardi nel 2000 e 200 miliardi nel 2001
dell’accantonamento del Ministero della
sanità e la corrispondente introduzione di
un accantonamento di segno negativo al
Ministero dei lavori pubblici. Conseguentemente, per i medesimi anni, sono stati
collegati a tali accantonamenti negativi gli
importi degli accantonamenti positivi della
Presidenza del Consiglio e dei lavori pubblici. Sarebbe necessario in proposito che
il Governo chiarisse la questione. Tale
accantonamento di segno negativo è infatti
riferito alle disposizioni relative all’assicurazione dei danni derivanti da calamità
naturali, stralciato nel corso dell’esame in
Assemblea al Senato. Andrebbe meglio
precisata a mio avviso la finalizzazione di
questi accantonamenti negativi che riguardano la sanità.
Alla tabella C sono stati solo spostati
20 miliardi relativi agli interventi per la
cooperazione allo sviluppo dallo stato di
previsione del tesoro a quello degli affari
esteri.
Alla tabella D, a fronte dell’aumento da
100 a 129, 2 miliardi della dotazione di
spesa della legge n. 97 del 1994, concernente il fondo per la montagna, dell’aumento da 100 a 105 miliardi del fondo per
l’imprenditoria femminile e dell’inserimento della legge n. 162 del 1992, articolo
3 (contributo al corpo nazionale soccorso
alpino) con un rifinanziamento per 800
milioni nel 1999, sono state ridotte in
misura compensativa le dotazioni relative
ad una serie di altre norme.
Non ho nulla da aggiungere a questa
sintetica relazione, anche perché i documenti sono pervenuti solo da pochi minuti.
PIERO DINO GIARDA, Sottosegretario
di Stato per il tesoro, il bilancio e la
programmazione economica. Posso innanzitutto fornire le spiegazioni chieste dal-
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l’onorevole Pasetto a proposito delle appostazioni del fondo negativo in tabella B.
Quando il Senato ha deciso di stralciare
l’articolo sull’assicurazione dei danni derivanti da calamità naturali bisognava
trovare la copertura; ciò è stato fatto
riducendo gli stanziamenti contenuti nell’ex articolo 38 per la sanità. Le riduzioni,
per il 2000 e per il 2001 sono state,
rispettivamente, di 115 e 200 miliardi per
compensare il venir meno dei risparmi
associati all’articolo sulle calamità naturali. In pratica, l’operazione è stata quella
di abolire l’articolo sulle calamità naturali
riducendo l’autorizzazione di spesa per i
programmi di edilizia sanitaria e per altri
interventi. È stato poi predisposto un altro
emendamento che ha istituito in tabella B
gli stanziamenti relativi alla sanità tolti
all’ex articolo 38; è stato quindi introdotto
a titolo di compensazione un accantonamento di segno negativo sul Ministero dei
lavori pubblici. Tale accantonamento è a
sua volta collegato con quelli di segno
positivo della Presidenza del Consiglio e
degli stessi lavori pubblici. In sostanza il
provvedimento collegato ha perso l’articolo sulle calamità naturali e ha visto
ridotte le autorizzazioni di spesa per
l’edilizia sanitaria, mentre in tabella B
della finanziaria si è avuto un aumento
degli accantonamenti per la sanità accompagnato dall’appostazione di un fondo
negativo di pari importo centrato sul
Ministero dei lavori pubblici, al quale
spetterà la competenza principale nel caso
in cui dovesse essere approvata, nell’ambito del provvedimento collegato fuori
sessione, la norma sull’assicurazione obbligatoria per le calamità naturali. A quel
punto verrà svincolato il fondo negativo e
il Ministero dei lavori pubblici potrà
utilizzare il denaro già appostato sulla
tabella.
NICOLA BONO. Anche se mi ripeto,
desidero cominciare da dove ha terminato
l’onorevole Pasetto, relatore di maggioranza, il quale ha lamentato – e lui ha gli
uffici a disposizione – la difficoltà di fare
il relatore in queste condizioni. Lo dico
perché resti a verbale e perché sia chiaro
— Commissioni in sede referente — 19
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a tutti come stiamo lavorando. Spero sia
l’ultima volta perché se dovesse capitare
di nuovo credo che assisteremo alla rivolta degli schiavi: non è infatti umano né
corretto procedere in questo modo. Si
tratta dell’interesse del paese e non è che,
avendo la maggioranza deciso che i testi
sono blindati, essi non debbano essere
valutati o discussi.
Ho qualche perplessità sui documenti
che ci sono stati sottoposti. Innanzitutto,
sono state sollevate dal relatore alcune
questioni alle quali ritengo che il Governo
abbia risposto solo in parte. Vorrei inoltre
togliermi alcune curiosità. Una delle regole fondamentali che ho appreso in
questa Commissione è che non si predispongono mai emendamenti che riducono
gli stanziamenti relativi a spese obbligatorie. Le regolazioni debitorie rientrano in
questa categoria intangibile. Mi chiedo
allora come sia possibile che nel testo
predisposto dal Governo nella tabella A gli
importi relativi alle regolazioni debitorie
del Ministero del tesoro siano stati ridotti
per un importo pari a 225 miliardi nel
2000 e 275 miliardi nel 2001.
PRESIDENTE. Tale riduzione è stata
disposta a fronte di un corrispondente
aumento
delle
regolazioni
debitorie
iscritte per il Ministero per le politiche
agricole.
NICOLA BONO. Grazie, presidente, per
la tempestiva risposta.
Non riesco inoltre a capire dove siano
andati i fondi, che proponiamo vengano
ripristinati, di cui alla tabella B del
disegno di legge finanziaria riguardanti la
riduzione di una serie di spese in conto
capitale. Mi riferisco alle riduzioni di 5
miliardi ciascuna per la legge n. 16 del
1985 (programma quinquennale di costruzione di nuove sedi di servizio e relative
pertinenze per l’Arma dei carabinieri); per
la legge n. 831 del 1986 (disposizioni per
la realizzazione di programmi di interventi per il corpo della Guardia di finan-
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za); per la legge n. 521 del 1988 (misure
di potenziamento delle forze di polizia e
del corpo nazionale dei Vigili del fuoco);
per le disposizioni urgenti per l’utilizzazione in conto residui dei fondi stanziati
per il finanziamento di progetti finalizzati
per la pubblica amministrazione, nonché
per le spese di funzionamento dell’autorità per l’informatica. Mi sembrano spese
in controtendenza rispetto alle conclamate
dichiarazioni del Governo di voler comunque procedere ad un rafforzamento dell’attività di tutela dell’ordine pubblico nel
nostro paese.
Il documento che riserva maggiori sorprese è quello di bilancio che, come è
stato acutamente osservato dal relatore di
maggioranza, comporta una riduzione
delle autorizzazioni di cassa, oltre ad una
riduzione per la competenza, di ben 31
mila miliardi che evidentemente dimostrano come il Governo, nella stesura
iniziale del disegno di legge, abbia fatto
venir meno l’impegno che doveva contraddistinguere il processo risanatorio della
finanza pubblica fondato, come a tutti
noto, sulle due leve dell’aumento della
pressione fiscale e soprattutto della strozzatura dei flussi di tesoreria.
Come era stato notato in sede di esame
della seconda nota di variazione al momento dell’approvazione della manovra
finanziaria in prima lettura, attraverso la
prima autorizzazione di cassa, quella per
1 milione e 41 mila miliardi di lire, si era
verificato uno sforamento delle previsioni
di cassa di notevoli dimensioni. Il Governo, che in quella circostanza aveva
fornito spiegazioni formali che non arrivavano al cuore del problema, in corso
d’opera ci ha ripensato, rendendosi conto
che stava preparando una legge finanziaria che non rispettava più i parametri cui
il sottosegretario Giarda tiene tanto da
averli tradotti in un opuscolo molto interessante, che ho ricevuto insieme agli altri
colleghi e del quale lo ringrazio anche se
non ho ancora avuto il tempo di leggerlo,
cosa che mi riservo di fare nel corso delle
vacanze.
Il verbo contenuto in questo opuscolo
ispira tutta la filosofia del Governo ma,
— Commissioni in sede referente — 19
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nella riduzione di 31 mila miliardi delle
autorizzazioni di cassa, che noi abbiamo
provveduto ad emendare, c’è la confessione di un metodo e l’evidenziazione di
un limite, perché è facile non intaccare le
competenze, il che comporterebbe sacrifici e livelli di conflitto « armato » con le
forze sociali, con le forze politiche, con i
titolari dei dicasteri, con la burocrazia che
condiziona questi ultimi e le segreterie dei
partiti che danno vita al Governo in
carica. Quindi le competenze non si toccano e qui è il vero nodo del nostro paese:
non si toccano gli stanziamenti di competenza e si gioca al rinvio, si gioca
allungando i tempi di esecuzione dei
doveri obbligatori assunti dalla pubblica
amministrazione, doveri che nascono dalla
competenza e che poi sono vanificati nella
sostanza al momento dell’erogazione del
flusso contante. Questo l’aspetto più pernicioso della logica devastante seguita
nelle scelte dai due Governi di centrosinistra che hanno guidato il paese dal
1996 in poi.
Intendiamo denunciare con forza tutto
ciò, perché la riduzione di 31 mila miliardi è un ulteriore schiaffo ai fornitori
statali, alle aspettative legittime che nascono dalla fonte della contabilità ed
evidenzia un percorso tortuoso e non
certo virtuoso.
C’è un altro aspetto sicuramente grave
che sottopongo all’attenzione anche dei
colleghi di maggioranza. Questa mattina il
collega Boccia, in un momento di grande
tensione morale che però non è durato
moltissimo, mi è parso orientato a fare
una battaglia seria sui contenuti della
manovra finanziaria, evidenziando alcuni
aspetti che a suo parere, ed anche al
nostro, erano aberranti.
I commi 10 e 15 dell’articolo 23 introducono elementi gravi perché sottraggono al controllo del Parlamento le scelte
di merito del Governo in materia di spesa
pubblica. Il comma 10 infatti recita: « Su
proposta del ministro competente, con
decreti del ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica,
da comunicare alle Commissioni parlamentari competenti negli stati di previ-
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— Commissioni in sede referente — 19
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sione della spesa che nell’esercizio 1998 e
in quello in corso siano stati interessati da
processi di ristrutturazione di cui al
comma 9, nonché previsti da altre normative vigenti, possono essere effettuate
variazioni compensative in termini di
competenza e di cassa tra capitoli delle
unità previsionali di base del medesimo
centro di responsabilità amministrativa,
fatta eccezioni per le autorizzazioni di
spesa di natura obbligatoria per le spese
in annualità e a pagamento differito e per
quelle direttamente regolate con legge,
nonché tra capitoli di unità previsionali di
base dello stesso stato di previsione, limitatamente alle spese di funzionamento per
oneri relativi a movimenti di personale e
per quelle strettamente connesse all’operatività delle amministrazioni ». Stessa utilizzazione è sostanzialmente contenuta al
comma 15.
Questi due commi, introdotti dal Senato, in buona sostanza autorizzano il
Governo a sfuggire alle leggi di controllo
della spesa decise dal Parlamento. Noi
adottiamo un bilancio e un appostamento
di capitoli all’interno di stati previsionali
complessivi e poi arriva il Governo che,
con questa norma, può rimodulare a sua
discrezione le scelte compiute.
Il sottosegretario Giarda non era il
teorico della filosofia per cui, essendo il
Parlamento il gestore delle scelte di spesa
attraverso le leggi e lo svolgimento delle
competenze ad esso assegnate, non poteva
essere ammessa la possibilità per il Governo di strozzare la spesa o di intervenire in maniera devastante sui conti dello
Stato ? Non doveva il Parlamento avere la
potestà di modificare, aggiungere o sottrarre secondo la propria convinzione ?
Con il meccanismo adottato si arreca
invece un gravissimo vulnus alle prerogative del Parlamento, e ciò accade in modo
stabile, non con una norma limitata al
1999.
NICOLA BONO. Ne prendo atto, ma
comunque viene introdotto un principio
generale che autorizza il Governo ad
operare all’interno degli stati di previsione. Contestiamo questa impostazione e,
se abbiamo interpretato male la norma,
siamo qui per capire: non potete pretendere che l’analisi sia particolarmente approfondita se si ha un quarto d’ora di
tempo per leggere gli articoli, intervenire
per illustrare la propria posizione ed
elaborare gli emendamenti.
Chiedo pertanto al Governo un chiarimento sulle questioni che ho evidenziato
e ribadisco che le modifiche apportate dal
Senato sono in parte condivisibili, tanto
che ad esse non abbiamo presentato
emendamenti.
GIORGIO PASETTO, Relatore sui disegni di legge nn. 5188-B, 5188-quater e
5266-bis-B. No, si tratta soltanto del
disegno di legge di bilancio per il 1999.
PIERO DINO GIARDA, Sottosegretario
di Stato per il tesoro, il bilancio e la
programmazione economica. Comunque si
tratta sempre di 5 miliardi.
ANTONIO BOCCIA. Vorrei chiedere al
Governo quali siano le finalizzazioni degli
accantonamenti dei fondi speciali previsti
nel testo approvato dal Senato.
PIERO DINO GIARDA, Sottosegretario
di Stato per il tesoro, il bilancio e la
programmazione economica. Sono state
considerate le regolazioni debitorie nel
settore agricolo, perché le stesse sono, al
momento, oggetto di un disegno di legge
che non sarà possibile approvare entro la
fine dell’anno; pertanto, si sarebbero
perse le quote, pari a 500 miliardi, per il
1998. Tali importi sono stati spostati sugli
anni successivi.
Per quanto riguarda le riduzioni di
spesa apportate sulla tabella D, i tagli
sono veramente marginali; sostanzialmente è stata aumentata una dotazione
(30 miliardi per il fondo per la montagna
e 5 miliardi per l’imprenditoria femminile), spalmando i 35 miliardi cosı̀ ottenuti
su alcuni interventi. È un intervento
minimo.
NICOLA BONO. Non lo definirei minimo, perché 5 miliardi su 50 miliardi
rappresentano il 10 per cento dell’importo.
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Quanto alle riduzioni delle autorizzazioni di cassa, cercherò di essere sintetico.
Sostanzialmente non è stata tagliata nessuna spesa, se non gli stanziamenti relativi
a capitoli che comportavano trasferimenti
a conti correnti di tesoreria. La discussione che si è svolta in Commissione alla
Camera dopo l’approvazione del bilancio
aveva evidenziato una discrasia tra il
saldo di competenza e il saldo di cassa. I
comportamenti che il Governo ha assunto
al Senato sono stati ispirati dalla discussione che era avvenuta in quell’occasione.
Nel merito delle osservazioni dell’onorevole Bono, faccio presente che il saldo
di cassa del bilancio dello Stato è ancora
più grande del saldo di competenza, il che
smentisce le preoccupazioni che con questi saldi si sia operato per stringere la
spendibilità delle somme di competenza...
NICOLA BONO. Ci sono i residui.
PIERO DINO GIARDA, Sottosegretario
di Stato per il tesoro, il bilancio e la
programmazione economica. Il saldo di
cassa è un importo negativo maggiore di
circa 7 mila miliardi rispetto al saldo di
competenza e ciò dimostra ciò che mi ero
impegnato a fare. A partire dal 1999 – e
quasi sicuramente dal 2000 – avremo il
pieno pareggio tra la gestione di competenza e quella di cassa; ci stiamo dunque
lentamente avvicinando a questo obiettivo
di coerenza tra i saldi di cassa e quelli di
competenza.
Non sono stati fatti interventi su nessuna categoria finale ma solo su trasferimenti a conti di tesoreria, valutando
meglio nel mese di dicembre quali fossero
le effettive disponibilità dei diversi comparti di spesa sui conti. Abbiamo adattato
le autorizzazioni di cassa alla consistenza
delle disponibilità sui conti di tesoreria.
Per quanto riguarda infine le notazioni
dell’onorevole Bono sull’articolo 23 desidero far osservare che il coma 15 da lui
citato è stato soppresso dal Senato.
NICOLA BONO. Me ne sono accorto
ora.
— Commissioni in sede referente — 19
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PIERO DINO GIARDA, Sottosegretario
di Stato per il tesoro, il bilancio e la
programmazione economica. Rispetto al
comma 10 condivido le osservazioni dell’onorevole Bono circa la ristrettezza dei
tempi, ma ritengo che quando avrà modo
di leggere meglio la successione dei commi
9 e 10 dell’articolo 23 ne accetterà la
ragionevolezza. Si tratta di ammettere
compensazioni all’interno dello stesso
stato di previsione con comunicazione alle
Commissioni parlamentari, ma limitatamente ai dicasteri interessati da processi
di riforma, per i quali...
NICOLA BONO. Quali sarebbero, per
esempio ?
GIORGIO MACCIOTTA, Sottosegretario
di Stato per il tesoro, il bilancio e la
programmazione economica. Tutti, sulla
base della legge Bassanini.
NICOLA BONO. Quindi è una norma
di carattere generale.
GIORGIO MACCIOTTA, Sottosegretario
di Stato per il tesoro, il bilancio e la
programmazione economica. È una norma
che riguarda i ministeri interessati. Non a
caso è stato introdotta al Senato, con un
accordo più generale. Si è riconosciuto
che i ministeri che saranno interessati da
processi di ristrutturazione avranno da
compiere nel corso dell’anno processi di
aggiustamento per le spese di personale e
di funzionamento, esattamente come è
avvenuto per il Ministero del tesoro nell’anno in corso per il quale, avendo
predisposto un bilancio senza certezze per
l’organico del personale attribuito ai vari
settori, si è stabilito un periodo di transizione. Questa procedura è stata riconosciuta come ragionevole e credo che
anche l’onorevole Bono converrà sul fatto.
Nel momento in cui si predispone una
riforma radicale dell’organizzazione del
ministero, stabilire un margine di aggiustamento per le dotazioni di personale
degli uffici e, conseguentemente, per le
spese di funzionamento, non ha nulla di
Camera dei Deputati
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sconvolgente. Non cambia invece strutturalmente l’asse delle politiche di investimento del bilancio.
NICOLA BONO. Quindi sarebbe limitato alla sola voce del personale...
GIORGIO MACCIOTTA, Sottosegretario
di Stato per il tesoro, il bilancio e la
programmazione economica. Personale e
spese di funzionamento connesse. A proposito della valenza del comma 15 ha
ragione l’onorevole Bono...
NICOLA BONO. Abbiamo fatto un dibattito in questa sede...
GIORGIO MACCIOTTA, Sottosegretario
di Stato per il tesoro, il bilancio e la
programmazione economica. Il Governo al
Senato ha riconosciuto l’osservazione ed
ha soppresso il comma concordando con
i proponenti dell’emendamento soppressivo sul fatto che in Assemblea si sarebbe
introdotta una versione più limitata, qual
è appunto il comma 10.
GIORGIO PASETTO, Relatore sui disegni di legge nn. 5188-B, 5188-quater e
5266-bis-B. Ritengo che le integrazioni e i
chiarimenti forniti dal Governo abbiano
risposto alle questioni che sono state poste
e recuperino le preoccupazioni formulate
dai colleghi dell’opposizione.
PIERO DINO GIARDA, Sottosegretario
di Stato per il tesoro, il bilancio e la
programmazione economica. A proposito
della richiesta dell’onorevole Boccia, preciso che le finalizzazioni dei fondi speciali
modificate dal Senato hanno riguardato,
in tabella B, l’aumento di 100 miliardi
dell’accantonamento per il fondo per la
formazione professionale nella rubrica del
Ministero del lavoro a seguito dello stato
delle discussioni con le parti sociali. Vi è
stata l’intesa di utilizzare 200 miliardi
disponibili all’interno del fondo per l’occupazione che, sommati ai 300 miliardi
che già esistevano per la formazione e a
questa somma ulteriori 100 miliardi, l’ammontare è di 600 miliardi nel primo anno,
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500 miliardi nel secondo e 500 miliardi
nel terzo anno. Di ciò si è parlato anche
sui giornali come elemento costitutivo
dell’intesa che si andava delineando con le
forze sociali.
Inoltre è stato previsto un accantonamento in tabella B di 60 miliardi nella
rubrica del Ministero dei trasporti, con un
limite di impegno di 5 miliardi, finalizzati
entrambi ad interventi su reti ferroviarie
con riferimento al corridoio quinto delle
ferrovie (mi pare si tratti di una trasversale padana).
Vi sono state ulteriori piccole modifiche di natura veramente modesta con una
serie di mcrofinalizzazioni che non sono
state indicate specificamente, conseguenti
all’approvazione di un maxi emendamento
del relatore, volto ad accorpare numerosi
emendamenti che erano stati presentati
da alcuni parlamentari. Le finalizzazioni
erano contenute in calce agli emendamenti che sono stati ritirati a seguito della
presentazione del maxi emendamento. Si
tratta per lo più di aumenti riferiti al
settore dei beni culturali e dei lavori
pubblici; una finalizzazione di 20 miliardi
riguarda l’intervento per una falda acquifera del comune di Milano; si va poi dalla
chiesa di Molfetta al rifinanziamento della
superstrada Ragusa-Catania. Gli spostamenti disposti dal Senato sulle tabelle,
oltre a quelli che ho citato, sono davvero
minimi; la Commissione bilancio non ha
infatti introdotto modifiche sulle tabelle,
che sono state concentrate nel maxi emendamento predisposto per l’Assemblea.
PRESIDENTE. Gli uffici potranno comunque predisporre l’elenco delle finalizzazioni.
ANTONIO BOCCIA. Presidente Solaroli, nel corso dei due anni e mezzo
residui di legislatura, ritengo che la Commissione debba affrontare con estrema
serietà la questione delle finalizzazioni dei
fondi speciali, che rappresenta una delle
perversione della legge finanziaria (tra
l’altro, vi è una diversa impostazione alla
Camera rispetto al Senato). Il Parlamento
non deve poter interferire nei programmi
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ordinari disciplinati in base a leggi e
regolamenti, sovrapponendosi in questo
modo perverso. So che in passato il
problema è stato già posto, ma dovremmo
avere il coraggio di un po’ di rigore e
trovare una formula per evitare che avvenga questa sorta di mercato delle vacche.
PRESIDENTE. Onorevole Boccia, potrà
chiedere al suo capogruppo il promemoria
di orientamenti che ho predisposto per la
riforma delle procedure della legislazione
del bilancio, nel quale troverà anche
l’indicazione delle possibili soluzioni alla
questione da lei prospettata.
Non essendovi altri iscritti a parlare,
dichiaro chiusa la discussione sulle linee
generali. Essendo scaduto il termine per
la presentazione degli emendamenti, avverto che solo sei di tutti quelli presentati
appaiono ammissibili e più precisamente
gli emendamenti Giorgetti Tab. B.16, Casini Tab. A.8 e quattro emendamenti del
gruppo di alleanza nazionale, di cui due al
disegno di legge di bilancio, gli emendamenti Bono 21.1 e 23.1, e due al disegno
di legge finanziaria, gli emendamenti
Bono Tab. A.11 e Tab. A.10.
Dato il ristretto numero di emendamenti ammissibili ritengo che si possa
procedere alla votazione di ogni singolo
emendamento, iniziando da quelli riferiti
al disegno di legge di bilancio.
Sostituzioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi
dell’articolo 19, comma 4, del regolamento, i deputati Villetti e Barbieri sono
sostituiti rispettivamente dai deputati Ceremigna e Bracco.
Si riprende la discussione.
PRESIDENTE. Passiamo all’esame degli articoli dei disegni di legge di bilancio
e finanziaria.
Iniziamo con l’esame degli emendamenti (vedi allegato) riferiti al disegno di
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legge di bilancio (vedi stampati 5188-B e
5188-quater).
Passiamo all’emendamento Bono 21.1.
GIORGIO PASETTO, Relatore sui disegni di legge nn. 5188-B, 5188-quater e
5266-bis-B. Esprimo parere contrario.
PIERO DINO GIARDA, Sottosegretario
di Stato per il tesoro, il bilancio e la
programmazione economica. Il Governo si
associa al parere espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Pongo in votazione
l’emendamento Bono 21.1, non accettato
dal relatore né dal Governo.
(È respinto).
Comunico che ad una più attenta valutazione l’emendamento Bono 21.1, pur se
votato, risulta inammissibile, in quanto
volto ad aumentare il totale generale della
spesa senza ulteriori previsioni in compensazione; rimetto pertanto ogni valutazione
in ordine alla sua ammissibilità a quanto
sarà deciso dal Presidente della Camera per
la discussione e votazione degli emendamenti in Assemblea.
Passiamo all’emendamento Bono 23.1.
GIORGIO PASETTO, Relatore sui disegni di legge nn. 5188-B, 5188-quater e
5266-bis-B. Esprimo parere contrario.
PIERO DINO GIARDA, Sottosegretario
di Stato per il tesoro, il bilancio e la
programmazione economica. Il Governo si
associa al parere espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Pongo in votazione
l’emendamento Bono 23.1, non accettato
dal relatore né dal Governo.
(È respinto).
Passiamo all’esame degli emendamenti
(vedi allegato) riferiti al disegno di legge
finanziaria (vedi stampato 5266-bis-B).
GIORGIO PASETTO, Relatore sui disegni di legge nn. 5188-B, 5188-quater e
5266-bis-B. Esprimo parere contrario su-
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gli emendamenti Casini Tab. A. 8, Bono
Tab. A. 11 e Tab. A. 10 e Giancarlo
Giorgetti Tab. B. 16.
PIERO DINO GIARDA, Sottosegretario
di Stato per il tesoro, il bilancio e la
programmazione economica. Il Governo si
associa al parere del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione l’emendamento Casini Tab. A. 8, non accettato dal relatore
né dal Governo.
(È respinto).
Pongo in votazione l’emendamento
Bono Tab. A. 11, non accettato dal relatore né dal Governo.
(È respinto).
Pongo in votazione l’emendamento
Bono Tab. A. 10, non accettato dal relatore né dal Governo.
(È respinto).
Pongo in votazione l’emendamento
Giorgetti Tab. B. 16, non accettato dal
relatore né dal Governo.
(È respinto).
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Pongo in votazione la proposta di dare
mandato al relatore di riferire favorevolmente in Assemblea sulle modifiche apportate dal Senato al disegno di legge
finanziaria.
(È approvata).
Pongo in votazione la proposta di dare
mandato al relatore di riferire favorevolmente in Assemblea sulle modifiche apportate dal Senato al disegno di legge di
bilancio.
(È approvata).
La seduta termina alle 23.45.
IL CONSIGLIERE CAPO DEL SERVIZIO
STENOGRAFIA
DOTT. VINCENZO ARISTA
IL CONSIGLIERE CAPO DEL SERVIZIO
DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
DOTT. VINCENZO LIPPOLIS
Licenziato per la stampa
dal Servizio Stenografia il 21 dicembre 1998.
STABILIMENTI TIPOGRAFICI CARLO COLOMBO
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ALLEGATO N. 1
EMENDAMENTI AL DISEGNO DI LEGGE DI BILANCIO
(A.C. 5188-B)
All’articolo 21, al comma 1, sostituire le
parole: 1.010.356.238.799.000 con le seguenti: 1.041.136.979.289.000.
21. 1. Bono, Armani, Alberto Giorgetti,
Messa, Ozza, Paolone, Proietti.
Inammissibile.
All’articolo 23, sopprimere il comma 10.
23. 1. Bono, Armani, Alberto Giorgetti,
Mezza, Ozza, Paolone, Proietti.
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ALLEGATO N. 2
EMENDAMENTI AL DISEGNO DI LEGGE FINANZIARIA
(A.C. 5266-bis-B)
Alla tabella A, alla voce Presidenza del
Consiglio, apportare le seguenti variazioni:
1999: + 300.000:
2000: + 800.000:
2001: + 716.000.
Regolazione debitoria:
2000: + 225.000;
2001: + 225.000.
Conseguentemente, alla motivazione Tabella A, alla voce Ministero del tesoro,
apportare le seguenti variazioni:
1999: – 300.000;
2000: – 800.000;
2001: – 716.000.
Tab. A. 8. Casini, Lucchese, Bono.
Alla Tabella D, modificare gli importi
come segue:
Legge n. 16 del 1985: + 5 miliardi;
Legge n. 831 del 1986: + 5 miliardi;
Legge n. 521 del 1988: + 5 miliardi.
Conseguentemente, alla Tabella A, rubrica Presidenza del Consiglio dei ministri
per l’anno:
1999: – 30 miliardi.
Tab. A. 11. Bono, Armani, Alberto Giorgetti, Messa, Ozza, Paolone, Proietti.
Alla Tabella A, rubrica Ministero del
bilancio, modificare gli importi come segue:
2000: + 225.000;
2001: + 225.000;
di cui:
Conseguentemente, alla Tabella A, rubrica Presidenza del Consiglio dei ministri:
2000: – 225.000;
2001: – 225.000.
Tab. A. 10. Bono, Armani, Alberto Giorgetti, Messa, Ozza, Paolone, Proietti.
Alla tabella B, rubrica Ministero dei
lavori pubblici, apportare le seguenti modifiche:
1999: + 15.000 milioni;
2000: + 15.000 milioni;
2001: + 15.000 milioni.
Conseguentemente, alla tabella C, rubrica Ministero degli affari esteri, legge
n. 7 del 1981 e legge n. 49 del 1987: (3.1.1.0
– Funzionamento – capp. 4450, 4484,
4500), apportare le seguenti modifiche:
1999: – 15.000 milioni;
2000: – 15.000 milioni;
2001: – 15.000 milioni.
Tab. B. 16. Giancarlo Giorgetti, Bianchi
Clerici, Galli.
Stampato su carta riciclata ecologica
STC13-5RF-19
Lire 500
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pag. 883-896 - XIII Legislatura