COMUNI DI: SAN GIUSEPPE JATO, PARTINICO, TRAPPETO,
PIANA DEGLI ALBANESI
Ass. AUSER di Trappeto, Coop. 'PROTEUS' di San Giuseppe Jato,
'’NON SOLO PORTELLA-ONLUS", Ass. familiari vittime strage
Portella della Ginestra e della mafia, Ass. 'PROGETTARE IL
FUTURO', LEGAMBIENTE, CENTRO PER LO SVILUPPO
CREATIVO 'DANILO DOLCI', CENTRO STUDI E INIZIATIVE,
Ass. 'TUTELA MIRTO'
Partinico
'INVENTARE IL FUTURO'
PARCO LETTERARIO VALLE JATO
'DANILO DOLCI'
progetto per un concorso di idee
30 settembre 1998
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L'idea progettuale è frutto della sinergia di tutti i sottoscrittori del
protocollo d'intesa. L'elaborazione è stata possibile grazie al lavoro svolto
da un' èquipe composta da: Giuseppe Casarrubea, Fedele Di Marco,
Amico Dolci, Giuseppe Fiore, Vito La Fata, Daniele La Rocca, Maria
Giovanna Mulè, Giovanni Provenzano, Gioacchino Scasso.
Si ringraziano tutti gli amici che con il loro contributo hanno
consentito la stesura del progetto.
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Nella Valle si è mosso un processo di
superamento della soggezione, della passività, della
paura. Si è mossa un'esperienza di essenziale lotta, di
maturazione civile, che a poco a poco sta bonificando
tutta la vita della Valle. Esperienza che però si dovrà,
con ogni generazione, ricreare.
(Danilo Dolci, 'Nessi tra esperienza, etica e politica', Ed.
Lacaita, 1993)
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Premessa
Alcuni mesi prima di morire Danilo Dolci fece pervenire a un gruppo
di lavoro impegnato in una ricerca sullo sviluppo del territorio della
Valle Jato un appunto che avrebbe potuto interessare l'esperienza di
quel gruppo. Nulla sapeva a quella data (marzo 1997) delle
disposizioni dell'Unione Europea sui Parchi letterari. Era una sorta di
pro-memoria di cose da fare, articolato in vari punti. Vi si potevano
leggere, i seguenti, quì un po’ sintetizzati:
- contribuire a fare funzionare compiutamente, completandolo, il Centro educativo
sperimentale di Mirto;
- contribuire a fare funzionare compiutamente il Centro di formazione di Borgo;
- valorizzare il volume "Comunicare, legge della vita" edito dalla Nuova Italia,
(sarà tradotto in 21 lingue), con relativo "Poema fotografico";
- valorizzare la 'Cantina reale' di Partinico;
- istituire una mostra dell'"artigianato attivo" valorizzando alcuni artigiani come,
"Giambrone, esperto in legno"; "Gezzi, decoratore di carri e cavalli"; "un fabbro
ferraio"; "una ricamatrice"; una "bambolaia"; un "dolciere"; un "cestinaio"; un
"corniciaio"; un "puparo (con programmi appositi per visitatori, o turisti o ragazzi
delle scuole locali, con Canino): tutti direttamente artigiani, volontari, senza
intermediari parassiti";
- "eliminare gli asfissianti inquinamenti della Bertolino".
E continuava:
"In seguito, maturate le singole iniziative, potrebbe essere pubblicato un depliant
che comprenda fotografie del tutto (comprese le foto delle serre di Trappeto e
Partinico, di concerti e spettacoli teatrali, compresa la pubblicità - a pagamento- di
alberghi, ristoranti qualificati.
Non sarebbe da escludere la proposta di alcune gite da qui (con foto e indicazioni):
- a Romitello;
- la Pasqua di Piana degli Albanesi;
- Segesta;
- Scopello;
- Monreale.
Né sarebbero da escludere alcune foto storiche di Partinico, non solo
architettoniche.
Per la pubblicazione del depliant (con traduzione in tedesco, inglese, francese) si
può chiedere anche il contributo delle Banche.
Potrebbe, intanto, essere proposta la costituzione di un Parco della Valle Jato,
pubblicizzata gratuitamente da riviste come 'Oasis', 'Airone', 'Natura'".
Possiamo considerare queste poche righe tra gli ultimi desideri di
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Danilo Dolci, le ultime volontà di un uomo, che per quasi
cinquant'anni, restò attaccato al più profondo Sud con un amore
indiscutibile.
Siamo convinti che negli anni a venire l'esperienza di Danilo Dolci
verrà ulteriormente scoperta e sviluppata, soprattutto per lo
straordinario lascito letterario: intenso, nuovo, semplice e nello stesso
tempo pregnante di complessità. Ci riferiamo in particolare ai racconti,
raccolti sotto la forma dell'inchiesta, sullo stile di Rocco Scotellaro e
del neorealismo - ad esempio “Racconti siciliani” e “Conversazioni
contadine” - e alle opere poetiche che vanno dal "Il limone lunare" a
"Creatura di creature", fino a “Se gli occhi fioriscono” senza per
nulla, con ciò, trascurare i suoi più recenti saggi: "Dal trasmettere al
comunicare", "Comunicare legge della vita", "La struttura
maieutica e l'evolverci", straordinaria documentazione critica sulla
modernità ed elaborazione delle necessarie alternative.
Dolci – è noto- ha inciso sul territorio anche sotto il profilo dei
mutamenti che in esso, grazie alla sua opera, in risposta ai bisogni più
urgenti della popolazione, si sono realizzati: la comunità di 'Borgo di
Dio', la diga sullo Jato, il Consorzio irriguo che ne è derivato, il Centro
di formazione di Trappeto, il Centro Educativo di Mirto a Partinico col
suo splendido anfiteatro all'aperto. Opere tutte che hanno prodotto
occupazione, innalzato il reddito delle famiglie (basti pensare alle
trasformazioni avvenute nei sistemi produttivi a seguito
dell'irrigazione, o al passaggio dalla gestione mafiosa delle acque alla
gestione democratica), diffuso una nuova consapevolezza, un
maggiore senso di responsabilità individuale e collettiva.
Ma a parte tali elementi che costituiscono già delle risorse
immediatamente spendibili per il Parco letterario che si propone, resta
il notevole patrimonio presente sia nel territorio dove Dolci ha vissuto,
come luogo reale della speranza di un mondo tutto da inventare, sia la
stessa opera complessa e ricca dell'autore, con i suoi molteplici
collegamenti nazionali e internazionali: fondamentali risorse per
continuare la sua opera seguendo il reticolo dei numerosi gruppi
maieutici e non che egli stesso ha fatto nascere, soprattutto in Italia.
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Sintesi della proposta
Il nucleo centrale del Parco è costituito dall'asse del turismo
culturale, attraverso il quale il 'Parco letterario Valle Jato' coglie
l'occasione per diffondere la cultura della nonviolenza,
dell'accoglienza e dello sviluppo contro i rischi della cultura della
morte. L'area è caratterizzata dalla persistenza storica di clan mafiosi
fortemente radicati, ad esempio a San Giuseppe Jato dove è previsto,
luogo-simbolo della volontà di riscatto dei siciliani onesti, il giardino
del piccolo Di Matteo, barbaramente assassinato dalla mafia.
I nessi che saldano soprattutto i racconti e le poesie dell'autore al
territorio in cui egli ha operato sono costanti e visibili nelle
trasformazioni avvenute (il 'Borgo di Dio', Mirto col suo anfiteatro
all'aperto scavato nel colle Cesarò, il lago artificiale del Poma, la
sistemazione, ad opera del Comune di Piana degli Albanesi, del
pianoro di Portella della Ginestra, luogo sacro della democrazia e della
storia del movimento contadino al quale Danilo Dolci fu
costantemente legato, ecc.). Essi fanno di un intellettuale come Dolci,
una grande risorsa culturale ineludibile non solo per le analisi sul
campo, ma anche per gli insegnamenti che ne derivano. Dolci, infatti,
come ha scritto Bruno Zevi, ha saputo legare letteratura e territorio,
visione sociale e urbanistica, "obiettivi di lotta e pagare di persona",
"arte al massimo livello e prosa dialettale", “programmazione dal
basso e pressione sul potere".
Il progetto del Parco prevede un investimento in tre aree principali:
1) quella marittima di Trappeto col suo porticciolo, la sua stazione
ferroviaria (dove Dolci arrivò nel 1952) e il 'Borgo di Dio'; 2) la piana
di Partinico con le sue torri, la sua Cantina borbonica, i suoi antichi
mulini e il lago artificiale; 3) la zona a monte che inizia col parco
archeologico di monte Jato (centro greco-romano e roccaforte della
resistenza araba al tempo del dominio normanno) e si chiude col
territorio di Piana degli Albanesi, centro di minoranza linguistica
fondato nel sec. XV, con i suoi costumi, le sue tradizioni e gli aspetti
molteplici della sua cultura e delle sue conquiste democratiche. Il
tessuto connettivo è determinato dalla complessità della morfologia
dei luoghi, da antichi sentieri e trazzere che dànno del paesaggio
naturale e storico un'impareggiabile veduta. In quest'ultima area si
prevede l'acquisto e il restauro di una struttura con ampi magazzini, da
adibire a centro della memoria contadina, dentro circuiti di tipo
agrituristico ben delineati dai percorsi naturalistici della Valle
inaugurati dalla Provincia regionale di Palermo, con la fattiva
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collaborazione dei comuni intestatari del presente progetto.
I soggetti proponenti agiscono in sinergia tra di loro dandosi un
proprio coordinamento in sedi dislocate sul territorio, in buona parte
messe a disposizione dalle Amministrazioni comunali. In particolare,
il Centro di 'Borgo di Dio' fondato da Danilo diventerà sede di archivio
e biblioteca, di studi specifici, a livello nazionale e internazionale, su
Dolci, la nonviolenza, il metodo maieutico.
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SEZIONE 1
L’autore e il territorio
1) Tratti salienti
Danilo Dolci (Sesana,Trieste,1924-Trappeto, Palermo,1997) è una
delle figure più significative della cultura italiana e internazionale del
nostro secolo. Difficile da inquadrare nei limiti di un solo ambito
disciplinare, la sua opera abbraccia diversi campi della conoscenza e si
definisce in una visione attiva dell'intellettuale moderno.
La bibliografia allegata documenta le costanti di un impegno assunto
a contatto con i problemi del sottosviluppo del Mezzogiorno e della
Sicilia in particolare, ma possiamo dire anche del Sud del mondo. Si
tratta di un'attenzione non casuale, la cui spiegazione non è
indifferente ai fini della presente proposta progettuale. Triestino, come
il suo amico Gastone Canziani, allievo di Alfred Adler, si era formato
alla scuola di don Zeno Saltini, a Nomadelfia, alla fine degli anni '40,
quando l'Italia era impegnata sul fronte della ricostruzione. Sin dalle
prime battute la filiazione del ‘Borgo’ dalla comunità di don Zeno è
evidente. Dolci, infatti, era stato a Nomadelfia un suo collaboratore e
aveva partecipato alla costruzione della nuova borgata sul Ceffarello,
in provincia di Grosseto. Conosceva quindi la vita di comunità e
sapeva bene come questa poteva rispondere “alle troppe inquietudini
della società contemporanea”. Una prima domanda che ci si pone è,
dunque, questa: “Per quale motivo Dolci decide di trasferirsi in
Sicilia? Cosa rappresentava nel suo vissuto o nel suo immaginario
l’isola? E’ molto probabile che egli, studente di architettura, abbia
riflettuto a lungo prima di fare un passo così decisivo. Certamente non
era per una vita contemplativa, o per un modello statico slegato
dall’azione, né per una comunità che presumesse di raggiungere
l’autosufficienza nello stesso momento in cui il solidarismo era
relegato al solo scambio interno, in una sorta di primordiale
giusnaturalismo, o di nostalgica visione di un paradiso perduto. Fu
pertanto la spinta dell’“immediatezza”, e cioè l’urgenza di rispondere
ai “bisogni immediati” a determinare una scelta irreversibile. Egli
contrappose così al modello implosivo di don Zeno, quello esplosivo
della sua personale azione non violenta, tutta proiettata all’esterno. Gli
giovò un precedente familiare. Il padre era stato dieci anni prima
impiegato alla stazione ferroviaria di Trappeto dove abitava con la sua
famiglia (motivo per cui consideriamo la stazione ferroviaria di
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Trappeto –come meglio vedremo in seguito- un po’ l’inizio del
percorso del Parco). E’ certo che anche Dolci si trovò assieme ai suoi
genitori, per qualche tempo almeno. Il giovane, insoddisfatto
dell'esperienza limitata di Nomadelfia, rivide come in un
cortometraggio le scene del degrado e dell’infelicità di quella gente e
non ebbe molti confronti da fare per scegliere il luogo del suo destino,
il punto da cui cogliere il senso del mondo. Scelse quel borgo di
pescatori perché da qui sentiva provenire il lamento della Sicilia che
moriva e la Sicilia per lui era la metafora del mondo, al contrario di
quanto molti anni più tardi, potesse pensare Leonardo Sciascia che gli
rimproverò di avere confuso l’isola con l’India. Si cimentò così con se
stesso, ma scommise sull’uomo, sulle sue energie vitali, come un
rogersiano ante litteram approdato sul limitare della forza cosmica
dell’individuo.
Alla base di tutta la sua esperienza c'è stata una grande aspirazione
religiosa, verso un Dio che coglieva negli uomini, nei volti scarni e
sofferenti dei contadini di Partinico, nella miseria dei pescatori di
Trappeto, negli ultimi. Ma il suo modo di sentire questo mondo
marginale e di emarginati, non era la quieta rassegnazione. Pace scriveva- non è sinonimo di quiete, ma di lotta. “E’ un modo di essere
vivi che ha implicito visione serena, sforzo per educare e perfezionare,
fatica per risolvere”. Una delle sue massime era: ‘Vivi in modo che in
qualsiasi momento muori o t’ammazzano, muori contento’.
La sua azione fu sin dall'inizio compresa da diversi intellettuali
italiani e del mondo: Elio Vittorini, Noberto Bobbio, Lucio Lombardo
Radice, Ernesto Treccani, Antonino Uccello, Eric Fromm, Johan
Galtung, Paolo Silos Labini, Emma Castelnuovo, Clotilde Pontecorvo,
Paolo Freire e tanti altri. Enrico Falqui incluse nel 1956 alcune sue
poesie nell'antologia 'La giovane poesia' pubblicata a Roma
dall'editore Colombo; anche Fasolo e Volpini lo tennero presente nelle
loro antologie prima ancora che "Il limone lunare" segnasse il
definitivo salto di Dolci verso una poesia che non lo faceva più
"arrossire". Aldo Capitini e Galtung ne ricostruirono il pensiero e
l'opera dedicandogli il primo un libro, edito da Lacaita nel 1958, il
secondo un saggio pubblicato da 'Il Ponte', nel '57. Per quanto possa
sembrare paradossale per un uomo abituato a girare il mondo per
imparare e diffondere il metodo della lotta nonviolenta, la sua casa di
'Borgo di Dio', come ebbero a battezzarlo subito i pescatori del luogo,
umile e dimessa, tra gli eucalipti, fu la culla del suo mondo, la sua
nicchia protettiva. Essa domina su Trappeto e il golfo di
Castellammare. Il Centro di formazione fu costruito in seguito e
divenne subito un luogo, unico in Sicilia, per incontri sul territorio,
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anche a carattere internazionale. La sua struttura rifletteva il nuovo
modello di società che si voleva costruire: piccole e grandi sale di
discussione, con enormi tavoli circolari, dove ciascuno potesse
partecipare alla pari; una grande sala mensa dove si continuava in altra
forma il lavoro di sempre; il laboratorio artistico, l’auditorium con le
pitture murali di Ettore De Conciliis: contro repressione, potere
mafioso e cultura della morte. Qui si tenevano concerti o incontri
culturali i più svariati. Ad esempio con Carlo Levi che gli fu intimo
amico e gli dedicò un ritratto (olio su tela) poi utilizzato da Einaudi per
la copertina di “Racconti siciliani”. Sullo sfondo, restavano sempre,
come filo conduttore, gli insegnamenti di Gandhi e Aldo Capitini, il
cui antifascismo si legava più direttamente all'esperienza letteraria di
Ignazio Silone, uno dei primi sostenitori di Danilo Dolci.
Aveva rispetto per tutte le forme dell’intelligenza, dei grandi come
degli umili. Era amico degli umili e nemico giurato dei potenti, di
quelli che intendono il potere come dominio. Gli furono accanto
Ferruccio Parri, Piero Calamandrei, Elio Vittorini, lo stesso Silone,
Fausto Tarsitano, Mario Ovazza e parecchi altri nei momenti in cui le
sue battaglie per l'occupazione e lo sviluppo, contro la mafia, lo
portarono a subire persino le umiliazioni del carcere. In cella conobbe
alcuni banditi che avevano fatto parte della banda Giuliano. E così
nacquero “Banditi a Partinico”, dove scrisse che ciò che è essenziale
è “il modo della rivoluzione”.
Nel 1952, quando fondò il 'Borgo di Dio', il banditismo era al
tracollo, ma i tassi di violenza che si registravano nel territorio da lui
prescelto per la sua azione, erano tra i più elevati d’Italia. Un
bracciante o un pescatore guadagnavano 400 lire per una giornata di
dodici ore di lavoro, quando si riusciva a trovarlo. Nel quartiere Spine
Sante di Partinico, su 330 famiglie 319 non avevano acqua in casa; i
due terzi delle case non avevano fognature, il tasso delle malattie
mentali era elevato. Se nel quartiere della via Madonna il banditismo
era apparso come il rimedio naturale alla impossibilità di trovare vie
legali alla sicurezza sociale della popolazione, a Spine Sante non si
registrava neanche questo atteggiamento ribellistico. Qui regnavano le
malattie endemiche e la follia.
Emblematica di questa condizione di diffusa miseria è la sua prima
inchiesta sociologica nella zona di Palermo, ripresa poi in “Fare
presto (e bene) perchè si muore”. Se si sta attenti alle date si può
constatare agevolmente che lungo il primo periodo della sua
esperienza si colgono gli elementi fondanti l’intera sua iniziativa,
politica, letteraria, sociologica e civile ad un tempo. I fatti storici che
la spiegano, nel periodo iniziale, sono racchiusi tra due date
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importanti: l’uccisione del bandito Salvatore Giuliano (5 luglio 1950)
e l’assassinio di Salvatore Carnevale, nel 1955. In essa si definisce il
giuoco delle parti, come se ciascuno degli attori – il potere e il ‘nonpotere’- fosse indotto a togliersi la maschera. L'apparato gli è contro.
La polizia lo arresta per lo ‘sciopero a rovescio’, nel ‘56. Aveva avuto
il torto di organizzare il lavoro che mancava. Ma c'era un altro
precedente. Nel ‘55 aveva pubblicato su 'Nuovi Argomenti', la rivista
diretta da Moravia e Alberto Carocci, dei racconti autobiografici di
ragazzi che vivevano negli ambienti degradati di Palermo, il lavoro
preliminare di “Inchiesta a Palermo” . Per questo subì un altro
processo. Troviamo a difenderlo Carlo Arturo Jemolo, lo storico della
Chiesa e, accanto a lui, avvocati di grido come Calamandrei,
intellettuali, comuni cittadini. Le sue opere riflettono, con grande
aderenza storica, i caratteri e le condizioni della società siciliana
dell'ultimo cinquantennio. Ma vanno ben oltre tale ambito geografico.
Negli anni '50, tra le più significative, vanno ricordate quelle che
uniscono la modalità del racconto crudo con l'ansia progettuale del
cambiamento, come se Dolci, nulla sottraendo alla testimonianza
orale, venisse incontro ai bisogni del territorio, mettendo a
disposizione la sua cultura al servizio di chi non aveva voce per farsi
sentire. A questo periodo si riferiscono “Banditi a Partinico”,
“Processo all'art. 4”, “Inchiesta a Palermo” e “Spreco”, opere nelle
quali è l'elemento dell'indagine a prevalere. Non si commetta tuttavia
l'errore di considerare questi lavori come semplici documenti di analisi
territoriale. Al contrario essi risultano abbastanza finalizzati a un
progetto di sviluppo e, nei racconti, rappresentano il bisogno di
riflettere, anche linguisticamente, la carica umana e civile che li
pervade. Il sistema delle relazioni sociali, già presente nei suoi
connotati antropologici nelle opere di questa prima fase, risulta molto
più strutturato nel decennio successivo e, in particolare modo, sotto il
profilo della proposta di un modello di società capace di superare i
vissuti di fatalismo, individualismo e di rassegnazione già documentati
in precedenza. Con “Conversazioni” (1962) si profila il metodo
maieutico applicato all'autoanalisi del bisogno nei contesti di degrado,
nei quali la risposta alle logiche della sopravvivenza è il ricorso alle
vie illegali come rimedio alla mancanza di prospettiva. Lo sforzo è
quello di interpretare 'dal di dentro', di un individuo, di un gruppo
sociale, gli 'aspetti fondamentali della sua vita' nella convinzione che
"proprio nelle zone più depresse sia possibile reperire le migliori
energie per il cambiamento". E' interessante, a questo proposito,
rilevare la presenza in Dolci di una concezione quasi pasoliniana dell'
"innocenza delle masse diseredate" che lo conduce a guardare con
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ottimismo alle prospettive dello sviluppo. Essa si traduce in una
costante coniugazione di tre momenti fondamentali e dinamici di un
unico disegno progettuale in grado di collegare il mondo delle idee a
quello delle energie umane idonee a realizzarle. Tale atteggiamento
non è presente solo in “Conversazioni” ma in tutta l'opera di Dolci.
Aveva una grande capacità di adattamento, si adattava alla Sicilia,
come alla galera, al digiuno come a qualsiasi sofferenza. Era
assolutamente incurante della sua salute. Pensava che le malattie
dovessero avere paura di lui e non viceversa. Negli ultimi tempi era
andato in Cina ed era tornato con una broncopolmonite. Ma non se ne
dava pensiero più di tanto, si imbottiva di antibiotici e andava in giro
lo stesso, fiaccato, con una resistenza che solo un uomo come lui
poteva avere. Era anche straordinariamente imprevedibile nel suo
coerente lavoro per un futuro migliore, trovando sempre, dal suo punto
di vista, il rimedio a tutto. Aveva imparato molto dai contadini: la
semplicità dei costumi, l’umiltà e l’amore per la natura, l’animazione
del mondo. Si alzava all’alba come loro, senza eccezione. Il suo
legame con i contadini fu profondo. Ne coglieva la genuinità, la
cultura sottesa al rapporto con la terra e con le piante, sapeva che essi
davano a queste un’anima; che gli alberi, come i fili d’erba, sono per
loro ‘armaluzzi’, umili esseri indifesi. Raccontava spesso l’episodio di
quel suo amico zappatore che viaggiando con lui e avvicinandosi a
grosse macchie di gelsomino, allargava le narici per predisporre il suo
corpo all’accoglienza di quell’inesplicabile fatto sensoriale,
comunicativo. Senza il mondo contadino la sua azione sarebbe stata
priva di senso perchè era questo mondo che lo spingeva ad inventare,
con i suoi bisogni, dighe mai pensate prima, a concepire la vita come
un processo di semplificazione, di riduzione delle cose all’essenza. La
diga sullo Jato si sviluppò come progetto in lui grazie
all’inconsapevole metafora di un contadino. Ritenne che fossero le
idee a muovere la storia. Solo che nella sua biblioteca, ricca ed
essenziale, Hegel non trovò mai posto, tranne che con la
‘Fenomenologia dello Spirito’. Tra i suoi grandi maestri citava: Cristo,
Gandhi, Capitini, San Francesco e don Zeno Saltini. Diceva sempre:
“Le cose fondamentali della vita, quelle per cui vale veramente la pena
vivere, sono racchiuse in pochi valori essenziali”. Di don Zeno era
solito rievocare l’abitudine a riferirsi sempre a pochissime frasi del
Vangelo. L’attività di questo prete straordinario a Nomadelfia aveva
costituito per lui la prima esperienza rilevante, a contatto con un
mondo cattolico autentico, ricco, perché fondato sullo scambio, sul
rifiuto del denaro come valore, sull’accettazione della solidarietà.
Questo prete in realtà ha fondato la sua convinzione della povertà
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come valore ineludibile, dando forma alla sua analisi del solidarismo
come fondamento dello sviluppo. All'incrocio tra l'esperienza
comunitaria di Nomadelfia e il processo di democratizzazione delle
lotte contadine per la riforma agraria, si concretizzava così un impegno
del tutto nuovo in grado di coniugare sottosviluppo e progetto del
cambiamento nella sintesi di una nuova cittadinanza.
Amava soprattutto la storia del mondo contadino fatto di secolari
sofferenze, di battaglie e sangue. Scrisse le memorie orali su Accursio
Miraglia di Sciacca e Placido Rizzotto di Corleone, dirigenti sindacali
che avevano animato le lotte per la riforma agraria, come più tardi
avrebbe fatto, sul loro esempio, Salvatore Carnevale nella Sciara del
feudo descritta da Carlo Levi. Tutti morti ammazzati per avere
combattuto contro la mafia. Per questa attenzione, che lo avvicinava
alla letteratura di Rocco Scotellaro, fu una sorta di hegeliano
rovesciato. Attraverso la forma dell'inchiesta Dolci assumeva dai
dirigenti sindacali come Miraglia, stimoli e metodi necessari al
processo del cambiamento, consapevole di trovarsi dalla parte dei
perdenti. Ma era certo che questo era un livello di partenza, un primo
gradino per arrivare al mondo e all'universo. Seguì tuttavia l’esempio
di quei martiri, facendo della lotta contro la mafia - in anni in cui era
solo a sostenerla- un obiettivo prioritario nella direzione dello
sviluppo. Lo troviamo nelle lotte di Roccamena, nei primi anni ‘60,
nelle battaglie per la costruzione della diga sullo Jato, nelle marce per
la pace nella valle del Belice colpita dal terremoto del '68. I lavori di
costruzione della diga sul fiume Jato, iniziati il 27 febbraio del 1963, si
conclusero nel 1968. Nel frattempo aveva dato alle stampe, tra i suoi
lavori più interessanti, "Conversazioni" (1962) e l'inchiesta sul
sistema clientelare-mafioso "Chi gioca solo".
Sulla base di tali analisi si definisce in Dolci il progetto della 'Cittàterritorio', con la partecipazione di esperti nazionali e internazionali,
mentre il sogno di un mondo nuovo trova una sua prima sistemazione
in "Inventare il futuro" (1969). Si tratta di esiti importanti in quella
temperie in cui le distruzioni provocate dal terremoto nella valle del
Belice, nel gennaio 1968, sembravano lasciare pochi margini alla
speranza di una ricostruzione possibile.
Erano con lui allora poeti come Ignazio Buttitta, o militanti alla
ricerca di una nuova identità di gruppo come Peppino Impastato che
dieci anni dopo doveva saltare in aria, imbottito di dinamite, nel paese
di don Tano Badalamenti già capo della cupola mafiosa.
Il suo più grande merito è stato quello di capire da quali radici partire
per sviluppare il processo del cambiamento, seguendo un percorso
coerente con la storia e le condizioni della Sicilia occidentale. In
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questo sforzo ha anticipato tutti, sinistra compresa. Aveva una grande
capacità di intuizione che precorreva i tempi. Del resto soleva dire con
un proverbio cinese: “Chi guarda avanti dieci anni pianta alberi, chi
guarda avanti cento anni pianta uomini”.
Moltissimi i suoi sostenitori in Italia e all'estero. Nel 1975 gli venne
attribuito il premio Etna-Taormina per la poesia e nel 1979 ricevette il
premio internazionale Viareggio con la raccolta di poesie "Creatura di
Creature" pubblicata da Feltrinelli. Nel 1980 venne invitato
dall'Unesco a Parigi per partecipare ad un "Simposio internazionale
sull'evoluzione dei contenuti dell'educazione generale nel prossimo
ventennio". Diversi punti da lui proposti vennero assimilati nel
documento finale inviato dall'Unesco agli Stati del mondo.
Nel 1982 la Boston University Library, dove già era stato
collezionato il materiale relativo a Martin Luther King, iniziò la
raccolta di libri, documenti e manoscritti di Dolci, unitamente alla
corrispondenza che egli teneva con Aldous Huxley, Bertrand Russel,
Erich Fromm e tanti altri intellettuali del nostro tempo.
Ebbe parecchie lauree honoris causa: una delle prime gli fu data
dall'Università di Berna, nel 1968, l'ultima, nel 1996, dall'Università di
Bologna. Ma non si sentì mai un professore, nè mai si qualificò in
qualche ruolo che potesse definirlo socialmente. Fu agitatore,
missionario, educatore di coscienze, letterato, poeta, utopista, maestro
di maieutica e di vita. Non socratico (Socrate accendeva nell’altro la
verità che egli aveva in mente) si adoperò perchè ciascuno potesse
esprimere la verità che possedeva, attraverso il processo comunicativo.
Avvertiva il grande pericolo dei nuovi poteri massmediali, i rischi
della mistificazione, la confusione dei fatti trasmissivi con quelli
comunicativi. La comunicazione -diceva- è un atto creativo, una sorta
di fecondazione o di parto. Se non nasce niente dall'incontro tra due
esseri, vuol dire che non c’è stata comunicazione.
Dolci sostenne sempre un processo di interazione tra l'analisi dei
bisogni, la spinta progettuale caratterizzata dal dato partecipativo, il
sogno intimistico di un mondo nuovo. Egli ci dà così una sorta di fiera
delle utopie concrete, di sogni realizzati, di sogni ad occhi aperti.
Hanno scritto di lui:
-ERVIN LASZLO:
L’universo cresce attraverso la diversità e l’unità, e così la natura sulla Terraquando noi non distruggiamo o disequilibriamo le sue potenzialità. Il modo in cui il
mondo naturale cresce all’unità per mezzo della diversità, è un processo
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dell’evoluzione.
L’evoluzione procede entro la comunicazione: il comunicare delle parti incrementa
dall’intimo l’insieme. L’intimo processo del comunicare trasforma ognuno.
Nell’epoca in cui la comunicazione può divenire mondiale penetrando ogni aspetto
della vita, è necessario lavorare con – e non contro- il processo evolutivo. Occorre
dunque imparare a interpretarsi gli uni con gli altri creando intime relazioni in cui si
scambino senso e significato, ove chi si esprime e ascolta nella reciprocità si
trasforma.
Questa è una sfida per l’educazione, in primo luogo. Il processo di comunicazione,
in cui ognuno risulta educatore-educando, richiede che ognuno comprenda questo
processo permettendo ognuno di crescere insieme a ognuno, formando gruppi e
sistemi diversi ma condividenti l’unità.
Affinchè questa necessità si esaudisca, occorre si diffondano strutture nella cui
maieutica reciproca – come operano i vari gruppi con Danilo Dolci- i punti di vista e
le intuizioni si trasformino in una nuova esperienza. Questi laboratori possono
arricchire la mente e l’anima delle prossime generazioni dal basso, generando la
spinta evolutiva. Creando quanto prima una cosciente e complessamente determinata
unitarietà in questo piccolo pianeta. (dichiarazione del maggio 1995)
ALDO CAPITINI
Il fondamento di tutto per Danilo è nei rapporti umani.
Il suo lavoro è di sempre, non è per dare un aiuto temporaneo. Alcuni, quando
hanno visto che Danilo si occupava dei problemi di insieme della zona, e soprattutto
di quello del lavoro, si sono urtati, sono rimasti delusi; è loro sembrato che egli
passasse alla politica. Non si comprende il lavoro di Danilo Dolci se non si tengono
presenti, insieme, le strutture e gli animi. E il non collaborare con il male.
Ha cominciato e riprenderà ripetutamente. Lo aiuteremo, lo imiteremo. Bisogna
condurre le moltitudini a queste campagne nonviolente, come fossero battaglie di
una guerra, nuove aggiunte al Vangelo. (1956)
JOHAN GALTUNG
A me sembra che Danilo Dolci, più e meglio che i partiti politici e le istituzioni
sociali, dia una risposta diretta alla sfida che ci viene dalla miseria. L’integrità
d’azione di Danilo non potrà mai risultare chiara fin quando la si porrà per forza
dentro i sistemi politici e religiosi tradizionali.
Tanto Gandhi che Dolci, uomini di forti e caldi sentimenti, mostrano evidenti
tendenze scientifiche. Questo fatto, insieme con l’identificazione con i poveri, li
separa dal tradizionale uomo politico, da quel solito uomo politico che vive in una
specie di società propria di istituzioni, una specie di sovrastruttura della società
stessa. Un operaio in Cortile Cascino affermò: ‘Danilo non è come gli altri. E’ uno
dei nostri’.
Ha imparato il dialetto di Partinico e dintorni. Era anche convinzione di Gandhi
che solo divenendo consapevole della propria cultura e dei valori di essa, la gente
poteva acquistare la fiducia di sé, e così arrivare alla comprensione e al godimento
culturale degli altri popoli.
Dovremmo guardare ad essi come a idealisti pratici e sforzarci di applicarne i
metodi per rinnovare noi stessi e le nostre istituzioni sociali. (1957)
ALDONS HUXLEY
Senza la carità, il sapere tende a divenire inumano; senza il sapere, la carità è,
troppo spesso, condannata all’impotenza.
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In una società come la nostra – una società in cui un enorme numero di persone è
subordinato ad una quasi onnipresente tecnologia, sempre in aumento – un nuovo
Gandhi, un moderno San Francesco deve essere equipaggiato oltre di comprensione
e sacrifico amore, di altro. Gli occorre un grado di una scienza e una conoscenza
generica di una dozzina di discipline che esulano dal suo proprio campo. Soltanto
avanzando su entrambe questa strade, quella della testa e quella del cuore, un santo
del secolo XX può sperare di riuscire.
… A Partinico e nei paesi limitrofi i problemi che si presentano all’uomo di
scienza e di buona volontà sono molteplici e tutti difficili da risolvere. C’è, prima di
tutto, il problema della disoccupazione cronica…, dell’analfabetismo,
dell’educazione…, del rapporto tra mafiosi e politici.
Opera scientifica ad ampio raggio, che studia i problemi nell’opera che si svolge
nell’ambito immediato dell’amore e della compassione, opera di chi educa
ascoltando, di chi porta i disperati alla luce, per la prima volta, di una nuova
speranza. (1959)
BENTRAND RUSSEL
Danilo Dolci incrementa la coscienza di tutti noi nell’usare le risorse del mondo
alla sua crescita, e non parassiticamente o per la sua distruzione. (1962)
MARIO LUZI
L’educare è il lievito della società umana se attua efficacemente il principio della
comunicazione della vita attraverso la conoscenza, cioè al suo livello più chiaro.
Questo è sostanza primaria e inalterabile di tutto il ragionamento e di tutta la
difficoltosa prassi di Danilo Dolci.
La poesia, come Danilo Dolci la imposta e la pratica, si può ricondurre ad una
generale maieutica di cui il poeta è autore e strumento, per reciproco effetto del
poetare.
… Fra le molte rivoluzioni annunciate in questi anni, quella di Danilo è la più
coerente e la più motivata che io conosca. (1970)
LUCA CAVALLARI SFORZA
‘Palpitare di nessi’ esprime il mondo, ma è anche un poema biologico.
Una bellissima parabola vi compare, in forma insistente, ove si parla della
clonazione delle cellule “la propaganda non suscita creatività: tenta riprodursi negli
altri – e plagia”.
Danilo suona l’allarme per la “clonazione naturale” che scende inevitabilmente
dall’abuso di trasmissione, dall’abuso di rapporti unidirezionali. Tra questi i mass
media e le scuole meramente trasmissive, che egli classifica giustamente come forme
di violenza. (1975)
ANDREA ZANZOTTO
Per un violentissimo sentimento della “creaturalità” dell’esistente, in Danilo Dolci
poesia, prassi e natura, riescono ad essere uno. (1979)
REMO FORNACA
… Danilo ha una fiducia estrema nel dialogo, nell’esperienza, nel metodo
maieutico, nella possibilità di una ricerca creativa, nell’azione nonviolenta, che
implicano un lavoro profondo, drammatico, ed esigono cambiamento di prospettiva
[…]
Creativamente educativo, poeta e sociologo, ha indicato senza cedimenti alle mode
16
la strada per dar spazio alla comunicazione, alla poesia, alla pace.(1978-91)
GIANCARLO VIGORELLI
Se nel ’36, quando uscì ‘Lavorare stanca’ di Pavese, nessuno si accorse di quella
pregnante novità, stiamo attenti, questa volta con ‘Il limone lunare’ a non cadere in
un silenzio e in errore ben più grave davanti a questa poesia di atavica grazia e
attuale verità, tanto antiretorica, cantata in ‘povertà di spirito’, così essenziale:
‘Genio è ridurre tutto all’essenziale’(Il tempo, 26.9.’70).
Di poesia civile se ne è fatta tanta, troppa, nel nostro paese, ma sempre affogata
nella retorica: questa di Dolci è essenziale, elementare, dimessa, persino, ma non
ammette replica. E se già per ‘Il limone lunare’ avevo scritto che, anche se
inascoltata, la poesia di Dolci è destinata a fare data nella storia (non ufficiale) della
poesia del nostro tempo, ora che abbiamo nelle mani, appena uscita, la raccolta
completa delle poesie dal 1949 ad oggi, dal giusto titolo ‘Poema umano’ (Einaudi,
1974), va subito affermato che non sarà più possibile, in sede letteraria, rifiutare o
anche solo sottovalutare questa sfrenata e razionalissima voce di poesia, valida
quanto più insolita tra noi.[…] E’ una poesia, come da tempi lontani non se ne
faceva più da noi, una poesia che il poeta fa più per gli altri che per se stesso: da noi
è inaudito, è inimmaginabile. (Il giorno, 17.04.1974).
17
- Opere più significative
Si indicano, qui di seguito, le opere più significative dell’autore, e si
rinvia al punto 1) (biografia) per quanto riguarda la loro incidenza sul
territorio e al punto 2) (bibliografia), per quanto riguarda le case
editrici e l’anno di pubblicazione:
-"Banditi a Partinico";
-"Processo all’art. 4";
-"Inchiesta a Palermo";
-"Spreco";
-"Conversazioni";
-"Chi gioca solo";
-"Inventare il futuro";
-"Il limone lunare";
-"Verso un mondo nuovo"’;
-"Chissà se i pesci piangono";
-"Poema umano";
-"Creatura di creature";
-"Palpitare di nessi";
-"La comunicazione di massa non esiste";
-"Dal trasmettere al comunicare";
-"Se gli occhi fioriscono";
-"Gente semplice";
-"Comunicare legge della vita";
-"La struttura maieutica e l’evolverci".
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2) Opere
Le opere di Danilo Dolci
- "L'ascesa alla felicità'' (a cura di Danilo Dolci) Stamperia C.
Tamburini, Milano, 1948. Ed. dattiloscritta in 200 copie;
- "Parole del Giorno", nell'Antologia 'Nuovi Poeti', Valecchi 1950;
- "Voci nella città di Dio", Mazara, Società Editrice Italiana, 1951;
- "Fare presto (e bene) perché si muore", Torino, De Silvia, 1954;
- "Banditi a Partinico", Bari, Laterza, 1955;
- "Poesie", Milano, Canevini ed., 1956;
- "Processo all'articolo 4", Torino, Einaudi, 1956;
- "Inchiesta a Palermo", Torino, Einaudi, 1956;
- "Una politica per la piena occupazione", 1958;
- "Spreco", Torino, Einaudi, 1960;
- "Conversazioni", Torino, Einaudi, 1962;
- "Chi gioca solo", Torino, Einaudi, 1962;
- "Racconti siciliani" (comprende "alcuni racconti più significativi"
raccolti dal 1952 al 1960 e apparsi in "Banditi a Partinico");
- "Inchiesta a Palermo", "Spreco"), Torino, Einaudi, 1963;
- "Verso un mondo nuovo", Torino, Einaudi, 1964;
- "Conversazioni Contadine", Milano, Mondadori, 1966;
- "Inventare il futuro", Bari, Laterza, 1969;
- "Il limone lunare", Bari, Laterza, 1970 (Poema per la radio dei
poveri cristi);
- "Non sentite l'odore del fumo?" , Bari, Laterza, 1972;
- "Chissà se i pesci piangono", Torino, Einaudi, 1973;
- "Poema umano", Torino, Einaudi, 1974 (collana 'Nuovi Coralli');
- "Esperienze e riflessioni", Bari, Universale Laterza, 1974;
- "Il Dio delle zecche", Milano, Mondadori, 1976;
- "Creatura", Palermo, Editrice T., 1978;
- "Il Ponte screpolato", Torino, Stampatori, 1979;
- "Creatura di creature. Poesie", 1949-I978, Milano, Feltrinelli, 1979;
- "Da bocca a bocca", Bari, Laterza, 1981 (coll. I Robinson);
- "Creatura di creature", Venezia, Corbo e Fiore, 1983;
- "Palpitare di nessi", Roma, Armando, 1985;
- "Creatura di creature", Roma, Armando, 1986;
- "Occhi ancora rimangono sepolti", Venezia, C.Int. Grafica. 1987;
- "La creatura e il virus del dominio", Latina, Argonauta, 1987;
- "La comunicazione di massa non esiste," Latina, Argonauta 1987;
- "Bozza di Manifesto (dal trasmettere al comunicare)" , Ed.
Sonda,1/1989;
- "Nuova bozza di Manifesto", Ed. Sonda, 5/1989;
- "Se gli occhi fioriscono", Venezia, C. Int. Grafica 1990;
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- "Frammenti della città futura" (D. D. e altri) Manduria, Lacaita,
1990;
- "Sorgente e progetto", Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino, 1991;
- "Variazioni sul tema comunicare 1-2", Milano, Jaca Book, 1991;
- "Nessi tra esperienza, etica e politica", Manduria, Lacaita 1993;
- "Comunicare Legge della vita", Manduria, Lacaita 1993;
- "Gente semplice", Camunia, 1993;
- "La comunicazione di massa non esiste," Manduria, Lacaita, 1995;
- "La struttura maieutica e l'evolverci", Firenze, La Nuova
Italia1996;
- "Comunicare Legge della vita", Firenze, La Nuova Italia, 1997;
- Atti del seminario Internazionale di Studi sulla Città e Territorio.
Aprile agosto 1969.Volume ciclostilato sugli atti del Convegno
tenutosi al Borgo di Dio e al Centro Studi e iniziative di Partinico.
20
3)Opere di riferimento per il Parco letterario che si intende
proporre: luoghi di ispirazione e di racconto
Le opere alle quali si è fatto riferimento costituiscono l'oggetto di un
grande laboratorio aperto. Sarebbe forse erroneo frammentarle col
rischio di operare dei ritagli che, presi singolarmente, non darebbero il
quadro generale delle correlazioni, abbastanza complesse, che
legarono - attraverso Dolci - il territorio della Valle Jato al resto del
mondo, in una perfetta osmosi tra il micro e il macro.
Ci sembra opportuno, al contrario, sottolineare il fatto che
l'esperienza dell'autore, pur essendosi sviluppata nel contesto della
Valle jatina trasformandola profondamente, non è riconducibile a un
limitato spazio umano e geografico. Se ne può evincere la
ragionevolezza di una proposta in base alla quale, il suddetto territorio,
può essere assunto come luogo simbolico e significativo di politiche
culturali ed economiche, dentro circuiti internazionali ai quali Dolci
era molto legato. E non solo per la fruizione dei territori umani e
materiali che lo videro protagonista e costruttore, ma anche e
soprattutto, per le prospettive che da qui si aprono sui temi della
salvaguardia dell'ambiente, della nonviolenza, dell'educazione alla
pace, di una cultura letteraria che innova l'esperienza comunicativa e
linguistica, a partire dai soggetti reali, dalle persone, dal loro modo di
essere e di esistere.
Pertanto è possibile rintracciare in quasi tutta la sua produzione,
riferimenti specifici e costanti al territorio. Quest'ultimo è come la
filigrana di tutta la sua esperienza: è da qui che egli guarda il mondo
alla ricerca continua delle soluzioni ai problemi che travagliano le aree
depresse del Mezzogiorno d'Italia, del profondo Sud della Sicilia, dove
operava. Qui, grazie alla sua opera, incontriamo i luoghi fisici, propri
della sua azione, come la diga sul fiume Jato, il Centro di Mirto col
suo bellissimo anfiteatro, palazzo Scalia, dove trascorreva le sue
giornate di studio e dove si materializzò l'idea della prima radio libera
d'Italia, il 'Borgo di Dio', Trappeto, col suo porto e i suoi marinai,
Portella della Ginestra che evocava in lui le tragedie provocate dalle
deformazioni del potere. Opere tutte che nel loro insieme possiamo
considerare come realizzazioni di un grande progetto culturale. Perché
- occorre sempre sottolinearlo- Dolci non fu mai un intellettuale
"separato", aulico o accademico. In lui letteratura, società e impegno
capace di produrre mutamenti, non sono mai stati scissi.
Le opere nelle quali il nesso tra territorio e arte è più stretto sono
diverse: dai "Racconti siciliani", alle "Conversazioni contadine", da
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"Il limone lunare" al "Poema umano" e "Palpitare di nessi". Esse,
traggono tutte dal territorio, dai suoi abitanti, dal suo ambiente umano
e paesaggistico la loro originale ispirazione. Nei "Racconti" l'autore
fa parlare la gente comune dando voce ai sogni e alla disperazione, alla
miseria e all'ansia di riscatto sociale. L'opera -scriveva annotando la
terza edizione torinese di Einaudi (1974)- comprende alcuni racconti
significativi, già raccolti tra il 1952 e il 1960 "tra la povera gente di
quella parte della Sicilia in cui operiamo" e già apparsi in "Banditi a
Partinico", "Spreco", e "Inchiesta a Palermo". "Ho scelto aggiungeva- i meglio leggibili badando a non sforbiciare liricizzando,
temendo soprattutto che la scoperta critica, il fondo delle reazioni di
chi legge rischino di dissolversi in godimento estetico; tanto sono
espressive, belle direi, alcune di queste voci, nel lumeggiare dal di
dentro i loro problemi". Si possono così leggere i racconti dei
“banditi”, dei raccoglitori di verdura, di guaritori e maghe, di
sindacalisti, di ammalati alle prese con la Mutua, con la fame e con la
mancanza di lavoro; storie della guerra e del dopoguerra, di contadini
che non ce la fanno e se la prendono col mulo e con la moglie, di
donne disperate, di violenze subite. Sono storie di diritti negati, di
felicità rubate, di leggi inapplicate, come quelle sulla riforma agraria
che spinsero i braccianti senza terra all'occupazione dei latifondi
incolti difesi dalla mafia.
Attraverso questi racconti Dolci riviveva dalla parte dei perdenti le
loro storie, ne coglieva le ansie di riscatto, i legami che univano il
profondo sud col resto del mondo. Perciò non è inutile rilevare il senso
e la prospettiva delle sue inchieste nella Valle dello Jato dentro una
visione ampia dei problemi del Terzo Mondo, come si può riscontrare
leggendo, ad esempio, "Verso un mondo nuovo", e cioè il resoconto
dei suoi viaggi in Senegal, in Ghana, o nella ex Jugoslavia. Dentro
questa prospettiva acquistano un significato inedito le liriche del
"Poema per la radio dei poveri cristi" pubblicate da Laterza sotto il
titolo del più volte citato "Il limone lunare". Si tratta di una silloge di
testi poetici scritti per "dare voce a chi non ha voce". Ma questa volta
non sono solo i diretti protagonisti a parlare.
In zone come la Sicilia occidentale - scriveva Dolci nella premessa alla raccoltanon sono i giornali i più naturali mezzi di comunicazione: pochi ne vengono letti,
ancora meno capiti e creduti. Comunica, quando comunica, soprattutto la voce,
anche quella della radio.
Ma la radio ha un difetto che non agevolmente si può superare. E' a freccia unica:
da una parte sempre si parla, dall'altra c'è chi sempre ascolta. E' dunque necessario
riuscire a far esprimere la gente, riuscire ad esprimere anche quanto è più
profondamente intimo, come muto; e nello stesso tempo promuovere un dialogo,
aprire un rapporto dialettico. Quando una cultura si chiude, se mitizzata o per altro,
22
muore. A queste esigenze ho cercato di rispondere nelle poesie qui pubblicate, per
essere inteso da gente che spesso si esprime per proverbi, in inconscie misure, ed in
una lingua che spesso è insieme classica e dialettale; e possibilmente da altri, altrove
nel mondo.
L'esperimento durò poco perché "Radio libera" (1970), a poche ore
di distanza dall'inizio delle trasmissioni, fu bloccata dall'irruzione di
un centinaio di carabinieri e guardie di pubblica sicurezza che in pochi
minuti si impadronirono delle trasmittenti. Non si tratta di ansie
solipsistiche:
Nel mio bisogno di poesia, gli uomini,
l'acqua, il pane, la terra,
son diventati le parole mie:
son cresciuto inventandoli.
E subito compare la Valle, con la sua storia e le sue risorse
condensate in pochi versi:
Quasi sta in uno sguardo,
dai monti attorno alla pianura, al mare,
tutta la valle che verrà irrigata
dall'acqua della diga.
A osservare dall'alto non si vedono
schiene curve sudate tra le vigne
a migliaia e migliaia, mentre pochi
ruffiani impoltronati nei caffè
guadagnano milioni sorridendo.
A guardare dall'alto non si pensa
- respiri aria pulita, dai paesi
vien l'odore di un pane ancora pane;
e il mare non è fogna, senza vento
è ancora mare terso, vi traspaiono
il guizzare dei pesci e le alghe verdi,
e l'odore è di mare -, non si pensa
che se altrove arrivava uno da qui
si vergognava di dire che terra
era la sua: tanto era nominata
per banditi, o mafiosi, o i suoi politici
insigni esperti di parole e intrighi.
Seguono le storie in versi di 'Zu' Ambrogio', il marinaio di Trappeto
che racconta le sue avventure per i mari del mondo fino all'Alasca,
memorie di antichi stornelli e canti popolari, elegie di un mondo sano,
integro, ricco di bellezze naturali, di risorse umane fatte di semplici
valori, delle povere cose di ogni giorno. Così Danilo canta il mare, la
terra, le vigne, gli olivi e i campi di grano, gli alberi della Valle:
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Ai platani la pelle si accartoccia
Scoprendo chiazze bianche,
profumatissimi eucalipteti,
fungosi querceti,
i tronchi candidi delle betulle
sono lisci alle dita.
Scivolose pinetePini coi fiocchi estremi quasi azzurri
Pini a cui penduli
Gli aghi dondolano sui rami teneri,
pini coi lunghi aghi
dai rami radi alzati a candelabri
nuovi ad uno ad uno,
braccia legnose protese in verdi mani,
aghi corti sui rami dei rami
fiocchi di spruzzi, fissi, verdi
spruzzi aperti nell'aria con la gocciola
ancora in cima.
Canta la gioia e la freschezza delle piccole cose semplici dei poveri,
come nella poesia I balconi del Corso, spogli sono, dove l'aridità dei
palazzi è messa a confronto con la semplicità e la ricchezza affettiva
delle case dei poveri:
Se appena arrivi
In un quartiere di poveri cristi,
un balconcino è colmo di gerani
di quelli rossi che appena li cogli
dalla riva di un fosso e li trapianti
si afferrano e fioriscono;
dalle graste affollate sulla soglia
di un finestrino, verdi
si sporgono rametti di basilico.
A molti che non possono fabbricarsi
La stanza al piano sopra,
sulle canne intrecciate
gerani rosa e viola, due garofani
- in alto
alla gioia di tutti, e che nessuno
li tocchi-,
nelle scatole ruggini svuotate
dalle sarde salate, a poco a poco;
o dalla strada ancora dissestata
cresce la vite a pergola
che gira attorno fino sotto il tetto;
o il gelsomino robusto si arrampica
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tutto attorno alla porta e nelle sere
d'estate, tutta la strada profuma.
Il vissuto lirico affonda nell'esperienza viva del territorio, in un
progetto che è al contempo poetico e politico:
Ci domandano spesso
Cosa vogliamo per le nostre valli.
Non vogliamo
Che i fiumi si disperdano nel mare
E le montagne aride si erodano,
rimanendo allagati ad ogni piovasco.
Non vogliamo
Case insicure, senza respiro,
scuole-galere tra mura decrepite,
né fontane con quattro pisciatelle
né le piante in museo, in tre giardini
per la domenica.
Non vogliamo
Restare inerti, o non valorizzati,
o andare a venderci dispersi altrove
(senza comprendere a che ci si vende
e a quale prezzo),
sprecare vite in traffici fessi
seppure con le macchine elettroniche,
farci fessi sorbendo altre reclam.
Vogliamo
Valorizzando tutto il nostro impegno
Le vallate perennemente verdi,
foreste ombrose crescere dai monti
sui vasti laghi dalle nuove dighe
mentre il mare rimane ancora mare
e sulle spiagge luccica la sabbia.
Case nel verde
Che respirino cielo pulito.
Per New York e Milano è troppo tardi.
Vogliamo una nuova città
Dove la gente impari a farsi i piani Farseli come persuade a ciascuno,
umili, aperti,
non rinunciando a quanto conosciamo:
con l'effettiva possibilità
di parlarci, d'intenderci
di sviluppare la nostra cultura
in rapporto con la gente più saggia
e coraggiosa al mondo, vivi e morti.
E acque democratiche vogliamo
25
-
e come l'acqua ogni fonte di vita non di mafia, dirette dalla gente
organizzata in nuove iniziative:
consorzi non fascisti
cooperative e sindacati aperti
nuove forme di collaborazione,
affrontando i conflitti necessari
non da fiere, da uomini coscienti.
Vogliamo materiale da museo
i mafiosi e i residui parassiti,
memorie antiche di un tempo incredibile.
“La poesia, che inventa ed elabora il futuro, è per Dolci, la più alta
forma di speranza e di scelta. La sua poesia ha fecondato l’andamento
‘esponenziale’ insito nell’evoluzione culturale; ci ha fatto considerare
la possibilità “ad altro esistere”, al cambiamento, all’inverarsi delle
alternative. Le immagini di questa vasta costruzione sono tutte visibili
nella Valle dello Jato” (citazione di una nota del gruppo maieutico
toscano).
Nella concezione di una letteratura aperta all'etica Dolci si incontra
con i grandi interrogativi sull'uomo nei primi anni '60 intervenendo al
Congresso internazionale dei resistenti alla guerra, tenutosi a
Stavanger, in Norvegia, nel luglio 1963. Nella sua relazione aveva
scritto:
L'interrogativo fondamentale a cui dovremmo cercare di rispondere credo possa
esprimersi così: nel suo farsi nuovo l'uomo, non credendo più di avere o di potere
trovare prefabbricate le tavole della verità morale, come può pervenire a conclusioni
e a decisioni il più possibile esatte e complesse? Quali strumenti gli possono indicare
le nuove necessarie funzioni, le dinamiche fondamentali, affinché l'umanità possa
pervenire a realizzare il suo più vero interesse, la vita più sana?
Sono interessanti le riflessioni che derivano da tali interrogativi. Qui,
per economia di spazio, ci limitiamo a riportare un breve stralcio di
quella relazione, poi pubblicata in una antologia curata da Erich
Fromm:
[…] Quanto più cerco di approfondire e allargare la mia visione, rifletto, decanto
l’insieme delle mie esperienze di lavoro e di vita, le relative interpretazioni, tanto più
pervengo a dei principi validi e tanto più validi fini mi propongo, tanto più valide
strategie ipotizzo.
Ad alcuni principi morali (poche pagine permettono più l’esposizione di un credo
che la dimostrazione della sua fondatezza) l’uomo nuovo non potrà non pervenire. A
questi, per esempio:
- la vita deve essere di tutti;
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- ciascuno deve potere essere vivo nel miglior modo;
- più si capisce la natura dei mali e meglio si è in condizione di guarirli;
- ciascuno vede da un punto di vista;
- un presupposto di una sana umanità è riconoscere la sua necessaria unità.
Credo che tra non molto tempo questi principi saranno acquisiti per evidenza dagli
uomini, e non solo in questa così generica formulazione. Anche in questo campo
penso valga il processo della intuizione verificabile dalla razionalità e dalla pratica,
come accade dalla progettazione architettonica, dalla scienza delle costruzioni alla
fisica teorica.
Senza un vivo rapporto coi principi, senza tensioni, fini, ideali, sufficientemente
vasti, i nostri interessi appassiscono, si rinchiudono, e tutta la nostra vita immiserisce.
E tanto necessario per gli uomini è avere tesi i propri interessi che, se non ne hanno,
ne inventano dei surrogati.
[…] Le forme di vita più tradizionali che oggi ci si vuole e ci si lascia imporre, sono
gravemente unilaterali, casuali, insufficienti. Ci si rassegna facilmente a divenire
determinati e determinanti in direzioni e forme di sviluppo che, ad un attento uomo di
buon senso, a prima vista possono rivelare la loro insufficienza o mostruosità. In
queste condizioni la vita individuale deve come risvegliarsi per diventare il primo
centro di responsabilità. Per dire in breve, l’uomo ha un primo strumento per la salute
sua e dell’umanità per divenire lui stesso obiettore di coscienza: non semplicemente
nel rifiutare la guerra, ma nella piena chiarezza che ogni suo momento di vita deve
essere coerente per non essere smembrato e disfatto, per avere la possibilità di un
autentico sviluppo; nella piena chiarezza che il fronte contro la guerra, estremo delle
mostruosità, va organicamente approfondito e allargato contro i diversi tipi di
irreggimentazione economico-industriale-politica-giuridica-culturale-morale, contro
le disumane tecnocrazie incombenti.
Nuclei di problematizzazioni che arriveranno agli esiti più maturi con
"Nessi fra esperienza etica e politica" (1993), e "La struttura
maieutica e l'evolverci"(1996). E a guardar bene anche la poesia in
Dolci ha dei presupposti etici fondamentali, a cominciare dalla rilettura
che lo stesso autore fa dei suoi testi. Con "Poema umano" la
dichiarazione è esplicita:
invece di volare come un canto
l'impegno mi si muta in un dovere.
Scriverà:
A chi ha saputo la fame
Che svuota dalla testa alle ginocchia
E ha visto ciondolare d'inedia
Teste a bambini,
suona acre ironia a tavola
l'augurio di 'Buon appetito':
secreto dalla buona educazione
di afflitti dai problemi di sovraccarico
di digestione.
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A questo poeta, al quale non piaceva "il pane troppo raffinato"
crediamo che le nuove generazioni debbano molto. Di quest'ultima
opera ebbero a scrivere:
Cesare Zavattini: "La poesia è già in atto nei fatti e nella vita di
Danilo. E' il solo della nostra generazione che ha saputo ridurre al
minimo la terra di nessuno esistente tra la vita e la letteratura".
Kristine Wolter: "Questa poesia non nasce dall'amore per le parole
ma dall'amore per gli uomini".
Giancarlo Vigorelli: "La poesia di Dolci è destinata a fare data nella
storia del nostro tempo. E' anche un indizio che tante false carte
letterarie e politiche sono da bruciare, sono già cenere".
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4) Bibliografia che lo riguarda
Scritti su Danilo Dolci
"In difesa di Danilo Dolci" di Piero Calamandrei (Pubblicato in:
"Quaderni di Nuova Repubblica" n. 4, 1956, "Il Ponte", XII- 4
aprile 1956 e in "Processo all'articolo 4" , "Testimonianze");
"Danilo Dolci" (biografia di Aldo Capitini) - Ed. Lacaita, 1958;
"Conversazioni con Danilo Dolci", di Giacinto Spagnoletti,
Mondadori, 1977;
"Danilo Dolci" (monografia sul poeta Danilo Dolci) di Giuseppe
Fontanelli; Firenze, La Nuova Italia (Il Castoro, n. 203,), 1985
V. Volpini, in Antologia della poesia religiosa italiana; Vallecchi,
1952,
A. Falivena, "Il giornale di Napoli", 4 Marzo 1954;
G. Petronio, "Mondo Operaio", 21 agosto 1954;
G. Ricca, Introduzione a "Due pescatori siciliani raccontano la
storia del Borgo di Dio" (racconto raccolto da Grazia Fresco),
Milano, ed. Portodimare, 1954;
N. Bobbio, Prefazione a "Banditi a Partinico", Bari, 1955;
A. Capitini, "ll nuovo corriere", 24 febbraio, 1955;
A.M. Iemolo, "L'Unità", 29 novembre, 1955;
P. Alatri, "Il paese", 3 dicembre, 1955;
C. Falconi, "L'Europeo", 4 dicembre, 1955;
A. Costa, "L'Unità", 10 dicembre, 1955;
G. Petroni, "Bollettino AIGC", 17 dicembre, 1955;
C. Bo, "L'Europeo", 25 dicembre, 1955;
V. Fiore, "Basilicata", 25 dicembre, 1955;
E. Fidora, "L'Ora", 2 febbraio, 1956;
M. Farinella, "L'Ora", 3 febbraio 1956;
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luglio-settembre 1998.
Università, Licei, Centri che possono documentare e contribuire al
metodo maieutico
-Prof. Genovese, Liceo Scientifico Statale “Enrico Medi”, Via San
Vito, 98051 Barcellona - Messina - Tel.090/976.10.85
-Maria Luisa Lenzi, Via Carducci 5 - Vaiano (Prato) Tel.
0574/98.90.44
-Maria Teresa Mossa, Centro servizi Culturali, Regione Abruzzo,
Via Sasso 15 - Aquila
-Preside Liceo Scientifico “Ulivi”, Viale Maria Luigia,2 - Parma Tel.0521/23.39.76
-Prof. Vincenzo Eppari, Preside Liceo Classico, 98076 Sant’Agata di
Militello - Messina
- Scuola Media Statale “G.A. CESAREO” - 98076 Sant’Agata di
Militello - Messina
-Luigi Pellegrino, Scuola Di Pace, Palazzo del Municipio Vecchio,
12012 BOVES - Tel. 388227
-Assessore ai Servizi alla Persona, Enzo Borio, Biblioteca di
33
Beinasco, 10092 Beinasco (Torino)
-Liceo Scientifico Statale “Ettore Majorana”, Via della Madonnina Capannori - (Lucca) Tel.0583/936151
-Elisa Nivola, Via Corsica. 96 - 09100 Cagliari
-prof.ssa Elda D’Onofrio, Via Cavour 17/2 - !0024 Moncalieri Torino
-Bruno Rivalta, Via Menconi II - 43100 Parma
-Pietro Calia, Via Berengario 111 - 09129 Cagliari- Tel.
070/49.93.16
-Istituto Cibernetico del C.N.R - Via Torino 6 - Arco Felice (Napoli)
-Fabrizia Falaschi, Via Valdera 105 - 56038 Ponsacco (Pisa)
Tel.0587/73.24.37
-Maurizio Galli e Beatrice Bertolla,Viale V.Emanuele 290 - Vignola
(Modena)
-Luisa Arpe,Via Trossarelli 54/B - 16165 Genova
-Margherita Banfi, Via Campana 6 - Cilavegna (Pavia)
-Prof. Di Paola - Scuola Elementare di Tortorici - 98078 Tortorici
(MS)
-Paola Francesconi, Via Romana 110 - 55100 Lucca
-Al Preside del Liceo Scientifico, Via Giovanni XXIII nr. 5 Canicattì
-Preside della Scuola Media “D’Alcontres, Via San Vito Barcellona (Messina) Tel.090/97.61.049
-Tucci Francesco, Istituto professionale Chino Chini, Corso
Matteotti - 50032
Borgo S. Lorenzo - Firenze - Tel. 055/84.59.39.05
-Luisita Quaglia, Corso Dante ,48 - 12100 Cuneo - Tel. 0171/69.2713
-Gian Paolo Quattrini, Via Spada nr. 2 - Firenze - Tel. 055/29.13.16
-Maria Gaia (insegnante) PISA Tel. 050/21.034
-prof. Pina Dato, Scuola Media, Via Libertà - BROLO (pr. Messina)
Tel. 0941/56.10.47 - 090/34.40.76
Anna Maria Romano, I.P.S.I.A ,Via Michele Amari 10 - Trapani Tel.0923/53.86.14
-Prof. Belloglio Staffieri, Liceo Pedagogico, Via Parini - Matera Tel. 0835/26.13.24
-Maurizio Castellaro (Pogetto Polo) Via Marconi 33 - 15070
Tagliolo Monferrato - Alessandria ,Tel.0143/89440 - 0144/57.251
-Cooperativa Sociale Azimut - Via Santa Maria di Castello 14 15100 Alessandria
-Fabio Giacomello, Via Umbria 26 - 30037 Scorzè - Venezia
-prof. Rosaria Bortoloni, Scuola Media “Piero della Francesca”, Via
34
Bugiardini 25 - Firenze - Tel. 055/499389
-Michele e Silvana Germanò, Via Nuova 6 - 89030 Sant’Agata del
Bianco - Reggio Calabria - Tel. 0964/95.61.4
-Pierina Calia, Via Angioi, 4 - 08020 LULA
-prof. Francesco Napoli, Scuola Media “Damiano Chiesa” 38066
Riva del Garda (TN)
-Preside prof.G.Moltisanti, Scuola Media Statale “L.Einaudi” 97014
Ispica (Ragusa)
-Prof. Boccardi Giampaolo, Via Mascagni 15 - 50041 Calenzano Firenze
-Paola Roggia, Via Alla Volta 7 - 22050 Lierna (Lecco) Tel.
0341/74.01.08
-Liceo Ginnasio Statale “Gulli e Pennisi” XIX Distretto - 95024
Acireale (Catania)
-Gilberto Marselli, Via Petrarca 35 - Palazzo Topazio - 80122 Napoli
-prof. Giovanni Vecchio, Via Archimede,81 - 95010 S. Venerina Catania
-Danilo Amadei,Via Boccherini, 4 - 43100 Parma
-Raffaello Saffioti,Via Zara, 24 - 89015 Palmi - Reggio Calabria
-Lia Montis, Via Alghero 13 - Cagliari
-Giuseppe Grillo, Via Andrea Costa 34 F - 30172 Mestre - Venezia
-Germano Bonora, Via Nitti ,69 - 84043 Agropoli - Salerno
-Rosa Grillo, Via Don Minzoni 91 - 95024 Acireale (Catania)
-Daniele Novara, Via Don Minzoni, 91 - Piacenza
-Roberto Mancini, Via Tito Speri 18 - Civitanova (Macerata)
-Angelo Mascali, Via Siena 1 - Catania
-Emilio Delucchi - P.zza S. Maria di Castello 14 - 15100 Alessandria
-Mario Tortello, Strada Revigliasco 37/inter.10 - 10024 Moncalieri
(Torino)
Tel.011/6568480
-Rosellina Scarcella, Via Aberdan 13 - 89015 Palmi - Reggio
Calabria - Tel.0966.21.129
-Bruno Battaglia e Giovanna Sotgiu, Via Trinità 16 - 07024 La
Maddalena (pr. Sassari)
-prof. Elvira Siracusa, Istituto Industriale Copernico, Via Roma 250
- Barcellona - Messina
-Silvana Belli, Direzione Didattica - Via S. Prospero 11 - 43044
Collecchio (Parma)
-Preside Fernando Gragnoli, Scuola Media Statale, Distretto
Scolastico nr 17, Via XX Settembre, 57 - 50058 Signa (Firenze) Tel. 055/87.52.48
-Popaiz Carlo, Sindaco del Comune di 55032 Castelnuovo
35
Garfagnana (Lucca)
-Anna Bella, Via Paolo Vasta nr. 135 - 95024 Acireale (Catania)
-Divina e Alfredo De Grazia, Comunità SS Pietro e Paolo, P.zza
Salvo D’Acquisto - 88046 Lamezia Terme
-Duili Nazzareno, Via Alessi 31 - 06100 Perugia
-Giuseppe Barone, Via Padre Giacomo Selvi 9 - 84043 Agropoli Salerno Tel.0974/82.44.32
-Marina Gattei, Via M. Moretti 33 - 47031 Serravalle di Repubblica
di San Marino (Repubblica di San Marino)
-Iolanda Lima, Facoltà di Architettura, Corso Vittorio Emanuele 188
- 90133 PA - Tel.63.71.266
-Anna Viganò, Viale Biondi, 82 - 55051 Barga (Lucca) Tel.
0583/72.31.76
-Arch.Chiara Mazzoleni Daest Ca’tron, Santa Croce, nr. 1957 30135 Venezia Tel.041/52.30.79
-Mariella Franzitta Giummo, Via Pilati nr. 9 - 50136 Firenze Tel.055/67.69.47
-Ilaria Sabatini, Via Dell’Alberaccio 7 - 56010 Asciano Pisano (Pisa)
Tel. 050/85.58.25
-I. T. C. “Agostino Paradisi”, Via Resistenza - 41058 Vignola
(MO)
-Teresa Negro-Vivona - Alcamo Tel. 0924/22093
Tesi di laurea su Danilo Dolci
- “Emergenze sociologiche dell’attività teorico-pratica di Danilo
Dolci”
Filippo Ascrizzi - Relatore Ch.mo prof.: Serafino Cambareri
Università degli Studi di Messina - Facoltà di Magistero Anno
Accademico 1971-1972
- "L’esperienza educativa di Danilo Dolci"
Sbrana Simona - Relatore Chiar.mo prof. Giuliano Barale
Università degli Studi di Pisa - Facoltà di lettere e filosofia Anno
Accademico 1974-1975
- "Esperienze e riflessioni educative di Danilo Dolci"
Ricotta Carmela - Relatore Chiar.mo prof. Remo Fornaca
Università degli Studi di Torino - Facoltà di Magistero Anno
Accademico 1977-1978
36
- “Due esempi di Comunità educante: Partinico e Riesi”
Nicoletta Di Benedetto - Relatore Chiar.mo Prof. G. M. Barale
Università degli Studi di Pisa - Facoltà di Lettere e Filosofia
(Laurea in Pedagogia) Anno Accademico 1983-1984
-"Il problema della comunicazione in Danilo Dolci"
Carmela Traviglia - Relatore Ch.mo prof. Antonino Mangano
Università degli Studi di Messina - Facoltà di Magistero (Corso di
Laurea in Pedagogia)
Anno Accademico 1987-1988
- "Comunicazione ed educazione in Danilo Dolci"
Carmela Maiorana - Relatore Ch.mo Prof. A. Mangano Università
degli Studi di Messina - Facoltà di Magistero (Corso di Laurea in
Pedagogia) Anno Accademico 1989-1990
- "Danilo Dolci e il suo impegno per lo sviluppo della Sicilia e
del Mezzogiorno"
- Domenica Stabile - Relatore Ch.mo prof. Francesco Renda
Università degli Studi di Palermo - Facoltà di Scienze Politiche Istituto di Storia Contemporanea Anno Accademico 1989-1990
37
- "L’opera di Danilo Dolci nell’ambito culturale, antropologico e
pedagogico"
Giuseppa Pentifallo - Relatore Ch.mo prof. Leone Agnello
Università degli Studi di Messina - Facoltà di Magistero (Corso di
Laurea in Pedagogia) Anno Accademico 1984-1985
- " Nessi tra educazione e azione nonviolenta nell’opera di Danilo
Dolci"
Maria Rosa Caruso - Relatore Ch.mo prof. Antonino Mangano
Università degli Studi di Messina - Facoltà di Magistero (Corso di
Laurea in Pedagogia) Anno Accademico 1989-1990
- "Maieutica e sviluppo sociale"
Tiziana Rita Morgante - Relatore Ch.mo prof. Antonino Mangano
Università degli Studi di Messina - Facoltà di Magistero (Corso di
Laurea in Pedagogia) Anno Accademico 1990-1991
- “Danilo Dolci: le stagioni di una azione nonviolenta”
Nicoletta Agrusa - Relatore Ch.mo prof.ssa Renata Mancuso
Università degli Studi di Palermo - Facoltà di Magistero (Corso di
Laurea in Pedagogia) Anno Accademico 1991-1992
- "L’educazione estetica
nella
riflessione
pedagogica
contemporanea: da Jj. Dewey a G.M Bertin"
Maria Evelina Usei - Relatore prof.ssa Elisa Nivola Università
degli Studi di Cagliari - Facoltà di Magistero (Corso di Laurea in
Pedagogia)Anno Accademico 1993-1994
- "Teorie e metodi per l’educazione al cambiamento un’esperienza
di ricerca-azione a San Sperate" (Cagliari)
Pietro Calia - Relatore Prof.ssa Elisa Nivola Università degli
Studi di Cagliari - Facoltà di Magistero (Corso di Laurea in
Pedagogia) Anno Accademico 1993-1994
- "Danilo Dolci tra la Sicilia e L’Europa"
Isabel Koenders - Relatore Prof. D. Aristodemo Università di
Amsterdam - Facoltà di Lettere (Laurea in Studi Europei ) Anno
Accademico 1994
38
"Dalla scuola materna alla scuola dell’infanzia - fasi di
sviluppo, esperienze e prospettive dell’educazione infantile"
Alessandra Conti - Relatore Prof.ssa Elisa Nivola Università
degli Studi di Cagliari - Facoltà di Magistero (Corso di Laurea in
Pedagogia) Anno Accademico 1994-1995
- “L’influence de la theorie piagetienne sur le developpement
de la psychologie de l’enfant: le cas de l’italie”
Dunia Pepe - Ginevra 1995
- " Per uno studio sulla poesia di Danilo Dolci “Creatura di
creature” e varianti inedite. Appendice a) testimonianze per
Danilo Dolci; b) Colloquio con l’autore
Sebastiano Pennisi - Relatore Ch.mo prof. Paolo Mario Sipala
Università degli Studi di Catania - Facoltà di Lettere e
Filosofia Anno Accademico 1994-1995
- "Un umanesimo militante: l’azione ed il pensiero sociologico
di Danilo Dolci"
Alessandra Mammola - Relatore Prof. Giuliano Della Pergola
Politecnico di Milano - Facoltà di Architettura Anno
Accademico 1995-1996
- "Struttura maieutica reciproca ed etica della complessità in
Danilo Dolci"
Mariangela Savoca - Relatore Ch.mo prof. Giuseppe Pezzino
Università degli Studi di Catania - Facoltà di Lettere e
Filosofia (Corso di Laurea in Filosofia) Anno Accademico
1997-1998
39
5) Livello di notorietà in Italia e all'Estero
Numerosi riconoscimenti (oltre alla candidatura al Premio Nobel per
la pace) sono stati attribuiti a Danilo Dolci, per l'impegno sociale ed
umano di studioso e di pedagogista a favore dell'infanzia, e delle classi
meno abbienti:
- '56, Medaglia d'oro per aver tenuti vivi gli ideali della Resistenza.
- '58, Premio Viareggio per il saggio "Inchiesta a Palermo".
- '58, Premio Lenin per la Pace.
- '68, Laurea honoris causa doctoris philosophiae della Università di
Berna.
- '69, Medaglia d'oro dell'Accademia Nazionale dei Lincei di Roma
"per i suoi sforzi generosi e fecondi in un'opera di profonda solidarietà
umana e insieme promovimento di alti valori di cultura".
- '70, Premio Socrate di Stoccolma per l'attività svolta in favore della
pace e per i contributi di portata mondiale nel settore dell'educazione.
- '70, Premio Prato della resistenza per "Il limone lunare".
- '71, Premio Sonning dell'Università di Copenaghen per il suo
contributo alla civilizzazione europea (precedentemente attribuito a
Abert Schweitzer, Bertrand Russell, Niels Bohr, Alvar Aalto).
- '75, Premio Etna Taormina per la poesia (precedentemente attribuito
a Umberto Saba, Vladimir Holan, Maria Achmatova, Giuseppe
Ungaretti, Dylan Thomas, Mario Luzi).
- '79, Premio Internazionale Viareggio (precedentemente attribuito, tra
gli altri, a Pablo Neruda e a Gunter Grass) per tutta l'opera poetica,
condensata in "Creatura di creature".
- '82, Premio di Poesia Circe-Sabadia per il poema "Da bocca a
bocca".
- '83, La Boston University Library raccoglie con il materiale di
Martin Luther King anche tutta la documentazione (libri, giornali,
lettere, fotografie, registrazioni, film) relativa a Danilo Dolci.
- '86, Premio "Città di Scala per la narrativa" (Palpitare di Nessi).
- '87, Premio per la pace ad Alghero (Impegno per la pace) con Carlo
Rubbia (Fisici per la pace).
- '88, Medaglia d'oro della Città di Pisa raffigurante l'astrolabio di
Galileo.
- '89, a Bangalore, in India, Premio Internazionale Gandhi per
l'approfondimento dei valori rivoluzionari e dei metodi nonviolenti.
- '90, Ringraziamento ufficiale della città di Puebla (Messico).
-'91, Dal Comune di Agropoli, riconoscimento "Cittadinanza
onoraria".
40
- '93, Premio Internazionale Biella poesia per l'opera "Creatura di
creature".
- '96, Laurea ad honorem in Scienze dell'educazione - Università di
Bologna.
- '96, Dal Comune di Partinico, riconoscimento "Cittadinanza
onoraria".
- '98, 23 maggio: Concorso “Premio Nazionale Danilo Dolci” indetto
dalla Provincia Regionale di Palermo.
-'98, 2 ottobre riceve a Palermo, alla memoria, il Premio “Qualità
della Vita”.
Danilo Dolci conta, inoltre, su numerosi gruppi di amici in Italia e
all'estero (soprattutto, in Germania, Svizzera, Gran Bretagna, Spagna,
Svezia, Norvegia). A detti gruppi si deve il sostegno alla costruzione
del Centro di Formazione di Borgo Trappeto, del Centro Educativo di
Mirto e alle molteplici iniziative realizzate dal Centro Studi per la
piena occupazione di Partinico.
“Il Borgo di Trappeto - come ha scritto il gruppo maieutico toscanonel silenzio della stampa italiana ha pullulato di vita per decine di anni
ed è stato un luogo di sperimentazione e ricerca di altissimo livello”.
Libri di Danilo Dolci in varie lingue
inglese
- «To Feed The Hungry» MacGibbon & Kee, London
«
- pocket book edition: Ace Boks Ltd., London
«
- Benguins, London (tit. «Poverty in Sicily»)
‘59
‘61
‘66
in USA: Report from Palermo», Orion Press, New York
‘59
«
«
«
Viking Oress
(pocket book ed. Hillman) MacFadden,New York ‘61
- «The Outlaws of Partinico», MacGibbon & Kee, London
‘60
In USA: «Outlaws», Orion, New York
‘61
- «Waste», MacGibbon & Kee, London
‘63
In USA: «Waste», Monthly Review Press, New York
‘63
- «A New World The Making»,MacGibbon & Kee, London ‘65
- «A New World the Making», Monthly Review Press NY ‘65
- «For the Young», MacGibbon & Kee, London
- «The man Who Plays Alone», MacGibbon & Kee, London ‘68
In USA:«The man Who Plays Alone»,Pantheon Books, N.Y.
‘69
pochet: «The man Who Plays Alone», Doubleday, N.Y.
‘70
In traduzione di Giustino Vitiello:
41
-
«Creature of creatures», Anma Libri, Stanford
‘80
«Sicilian Voices», Pantheon Books, New York
‘82
«From Mouth tu Mouth»
‘83
«The World is a Creature», Amity House Pub., N.Y.
‘84
-«Fire under the ashes»,James MacNeisk ,Hodder and Stenghton Ltd.,
London ‘65;
- «A passion for Sicilians», Jerre Mangione, Morrow, New York ‘68
francese
- Aldo Capitini, "Danilo Dolci et la revolution ouverte", Desclée de
Brouwer,
'57
- «Enquéte à Palermo», Julliard, Paris
‘57
- "Abbé Steinman, "Pour ou contre Danilo Dolci", Editions du Cerf 59
- «Gaspillage», Maspero, Paris
‘64
- «Enquétes sur un monde nouveau», Maspero, Paris
‘65
- «Inventar le futur», Desclee de Brouwere, Paris
‘73
tedesco
- «Umfrage in Palermo», Walter-Verlag, Olten und Freiburg ‘59
- «Umfrage in Palermo», Union Verlag, Berlino
‘61
- «Banditen in Partinico», Walter-Verlag, Olten und Freibur ‘62
- «Vergeudung», E.V.Z., Zurigo
‘65
«
(Germ. Orientale) Union-Verlag, Berlino
‘68
- «Die Zukunft Gewinnen»,V. Hinder-Deelmann, Hessen
‘69
- «Der menschen gedicht»,Paul Haupt Verlag, Stoccarda
‘74
- «Der Himmel ist au Rauch gemacht»,Aufbau Verlag, Berlin ‘76
und Weimar
Eduardo Waetjen, "Danilo Dolci, seine person,seine arbeit",
Offen Welt, Frankfurt;
-«Danilo Dolci: Seine Person, seine Arbeit», Eduardo Waetjen,
Offene Welt, Frankfurt
-«Danilo Dolci», Walter Amman, Beteli Verlag, Berna ‘72
Mangano Antonino: «Danilo Dolcis Erziehung zur positiven
Freiheit» , Rolf Mader, Munster: Votum, ‘98
svedese
- «Roster fram Palermo», Tidens Bokforlag, Stockolma
‘59
(econ. tit.: Maffia och misar) Diakonistgrelsens F., Stockolm ‘66
- «Mot en ny varld», Gummessons Bokforlag, Stockolm
‘66
42
-
«Sloseri», Gummesson Bokforlag, Stockolm
‘67
«Till ungdomen», Gummessons Bokforlag, Stockolm
‘68
«Ensam ar inte stark», Gummessons B., Stockolm
‘69
«Att skapa Framtiden»,
«
«
«
‘70
«Mancitrom, Den onda Roken», Askild e Karnekull Forlag., ‘73
Stockolm
- «Sicilianska Berattelser», Askild e Karnekull F., Stockolm
‘75
- «Creatura di creature», a cura di Gosta Andersson
‘82
- «Fram mun till mun»,traduzione di Elena Norman
‘84
- «Ropet fran Sicilien», Arvid Svard, Westerbergs
‘66
«D.D. I kamp for en Brattre varld», Sidbach, Erikson, Hognas Vasa
‘75
russo
Da «Inchiesta a Palermo», Inostrannaia Litteratura, Mosca
Da «Spreco»
Da «Chi gioca solo»
In traduzione di Eugenio Solonovic, estratto per Inostrannaia
Litt. da «Creatura di creature»
‘58
‘62
‘67
‘80
cecoslovacco
- «Bandite z Partinika, Mlada Fronta, Prague
- «Kto hra sam», Epoka , Bratislava
- «Sondy do budoucnesti», Mlada Fronta, Praga
- «Non sentite l’odore del fumo?», Svetova Literatura
‘76
- «Non esiste il silenzio», Ed. Slovenski spisovatel, Bratislava
- «Sicilske pribehy», Ed. Pravda di Bratislava
‘83
‘63
‘69
‘69
‘77
spagnolo
- «Los Banditos de Dios», Ed. Fontanella, Barcellona
- «Despilfarro», Nova Terra Ed., Barcellona
‘63
‘65
portoghese
- «Inquérito om Palermo», Livraria Morais, Ed. Lisbona
43
‘64
- «Para un mondo novo»
(sequestrato dalla censura)
- «Inventar o future»
«
«
«
‘67
‘70
norvegese
- «Sicilia Forteller», Pax Forlag, Oslo
- «La oss finne opp fremtiden», Pax Forlag, Oslo
- «Debatt. NR. 11 (D.D.)», Pax Forlag, Oslo
‘66
‘69
‘66
croato e sloveno
- «Anketa u Palermu», Zora ed., Zagabria
‘65
- «Poesie» Zagabria (Niedeliko Fabrio)
‘75
- «Creatura di creature», trad. di Ciril Zlobec (Lubiana ) ‘80
polacco
(Antologia da vari libri) Ed. Iskri, Varsavia , «Sycylia od srodka»
rumeno
- «Marturii siciliane» Editura Politica, Bucarest
‘66
giapponese
- «Non sentite l’odore del fumo?» Sekai, Tokio
- «Inventare il futuro», Università di Hiroshima
‘71
‘72
ungherese
- «Racconti siciliani», Europa Ed. Budapest
‘76
- «Esperienze e riflessioni», Magneto Konyvkiado, Budapest ‘76
finlandese
-
- «Tulevaisuuden Luomisesta», Tammi, Helsinki
«D.D. Sisilian Nudistaja», Onerva Manttari, Edes Oy,
44
‘74
’73
hawaiano
- Poesie Trad. Ho’oipo-Mabel
‘84
45
6)Descrizione dei soggetti proponenti
I soggetti proponenti sono i sindaci dei comuni di San Giuseppe Jato,
Partinico, Trappeto e Piana degli Albanesi, l'Auser di Trappeto, la
Cooperativa 'Proteus' di San Giuseppe Jato, 'Non solo Portella- Onlus'
(Associazione tra i familiari delle vittime della strage di Portella della
Ginestra, della mafia e di altre stragi compiute in Sicilia),
l'Associazione 'Progettare il futuro' e Legambiente, il Centro per lo
sviluppo creativo 'Danilo Dolci-Onuls', il Centro Studi e iniziative e
l'Associazione tutela 'Mirto': tutti di Partinico. Per la lettura delle loro
finalità si rinvia alle allegate schede di adesione al Progetto e di
presentazione. Informalmente sono stati coordinati dal Presidente
dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di Portella
della Ginestra “Non solo Portella-Onlus” di Partinico, preside prof.
Giuseppe Casarrubea.
46
7) Responsabile della realizzazione degli interventi
Il Parco è rappresentato da un responsabile, scelto all’interno del
soggetto proponente, che si assumerà il compito di coordinare le
attività di promozione e realizzazione del Parco Letterario; la persona
suddetta è indicata nel prof. Giuseppe Casarrubea, nato a Partinico il
4.03.1946 e ivi residente in via Raccuglia s.n.c., preside titolare presso
la Scuola Media Statale “G.B. Grassi Privitera” di Partinico.
47
8) Descrizione del territorio
La Valle dello Jato è un territorio che si estende su più comuni della
provincia di Palermo. La sua principale connotazione è data dalla
presenza del fiume Jato e dell’invaso Poma.
I corsi d’acqua sono diversi e traggono origine da ambienti
naturalistici di grande interesse.
Il fiume Jato, un affluente del Giancaldaia, si colloca in una
morfologia caratterizzata da diversi torrenti che hanno visto nel tempo
la presenza di numerosi impianti di mulini e di sistemi produttivi per la
lavorazione della canapa e del lino, di cui esistono ancora oggi le
tracce. Si tratta dei torrenti Corso, Calatubo, Passarello, Mirto e
Nocella.
Alcuni mulini sono ancora integri e potrebbero costituire punti di
grande interesse culturale per eventuali visitatori.
Sul versante costiero sorge il moderno porticciolo di Trappeto,
piccolo centro marinaro, con le sue barche caratteristiche ('lance') dai
colori variopinti, sovrastato dall’antico villaggio dei pescatori con le
sue stradine strette, le sue piazzette e le sue case basse e dipinte di
bianco. Più a oriente, si scorgono le vestigia dell’antico scaro di San
Cataldo, approdo naturale per il commercio dei prodotti dell’entroterra
della valle.
Il territorio ha subito nel corso dei secoli profonde trasformazioni.
Più a ovest di Piana degli Albanesi, in posizione dominante sulla
Valle, si rileva l’antica città greco-romana e poi araba di Jato, oggi in
gran parte portata alla luce da una équipe di studiosi svizzeri.
Colline e montagne sono attraversate da percorsi storico
naturalistici, anche di facile fruizione, lungo i quali è possibile al
visitatore incontrare testimonianze architettoniche, paesaggistiche e
storiche di grande interesse. Ad esempio lungo l'antica trazzera regia
della 'Scala della Targia' si possono osservare alcuni aspetti botanici e
paesaggistici della realtà jatina (dai caratteristici onopordi agli
impianti delle pinete) e fruire di strutture già predisposte, per
l’osservazione naturalistica, dalla Provincia Regionale di Palermo e
dall’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste. Detto percorso
collegava un tempo Palermo a Mazara del Vallo attraverso Altofonte,
ed incrociava Portella della Ginestra, dove il 01.05.47 avvenne il triste
eccidio di 11 lavoratori.
Interessanti risultano poi le masserie legate all’antica economia
feudale. Percorsi, sentieri e 'passeggiate' sono rintracciabili lungo i
48
versanti delle zone montuose interne che si affacciano sulla valle,
offrendo di questa stupende visioni panoramiche.
Nella Piana di Partinico si possono ancora riscontrare, in parte
ancora ben conservate, le antiche Torri del ‘500 e ‘600 che
costituiscono gli insediamenti precedenti alla nascita del centro
urbano. Di indubbio rilievo è la Cantina del Real Podere, costruita dai
Borboni nel 1803 come centro sperimentale per la produzione dei vini
rossi. Si tratta di una struttura già acquistata dal comune di Partinico
ed immediatamente cantierabile, in quanto è stato approvato il relativo
progetto di restauro.
A San Giuseppe Jato si possono visitare antichi bevai, i famosi
mulini e antiche strutture abitative come quella che si riscontra tra i
comuni di San Giuseppe Jato e Piana Degli Albanesi, di proprietà dei
Sigg. Marsala, risalente al XVI secolo.
Vegetazione:
Le specie vegetali esistenti nella valle si possono ricondurre alle tre
alleanze della classe fitosociale Quercetea ilicis:
Oleo – ceratonion;
Quercion ilicis;
Quercion pubescenti.
Oleo - ceratonion
Largamente diffuso nell’area mediterranea è caratterizzato da due
specie guida:
•
Il Carrubo, vegetazione spontanea che si trova nelle zone
litoranee calde;
•
l’Olivastro,
vegetazione
anch’essa
spontanea,
e
probabilmente antica generatrice degli olivi da secoli coltivati.
Accanto a queste specie guida troviamo:
la Palma Nana;
il teucrio
l’Euphorbia dendroides
il Mirto
la Disa
l’Asparago
Quercion ilicis
Le specie che caratterizzano il Quercion ilicis sono:
il Leccio
49
la Ginestra
la Sughera
la Ferla
l’Inula Viscosa
Quercion Pubescenti
Il Quercio pubescenti è caratterizzato da:
il Frassino
la Roverella
la Rosa Canina
La Diga Jato, costruita negli anni dal 1963 al 1968, ha una capacità
di 72,5 Mmc, i suoi impianti sono gestiti dall’E.S.A. e dal Consorzio
Irriguo Jato. Le acque vengo utilizzate a scopo potabile dai comuni di
Terrasini, Cinisi e dalla zona occidentale di Palermo.
Attualmente è il maggior invaso in Sicilia fra quelli realizzati con
diga di materiali sciolti.
La diga è soprattutto volano dell’economia della vallata intera,
infatti, è stata ideata e realizzata, grazie alle lotte contadine condotte
da Danilo Dolci in prima persona. Oggi consente l’irrigazione di 9.000
ettari di coltivazioni.
50
il territorio marittimo
1- La stazione ferroviaria di Trappeto.
Si tratta di strutture edilizie in buone condizioni, già oggetto di restauro da
parte delle Ferrovie dello Stato e oggi, a causa della ristrutturazione
nazionale, fuori uso. Qui, grazie o modesti interventi, verrà allestita una
prima accoglienza dei visitatori che arrivano nell’area del Parco sia per la
via ferroviaria sia anche attraverso l’autostrada Palermo-Trapani, o dal
vicino aeroporto ‘Falcone-Borsellino’ (ex Punta Raisi).
Detti interventi consistono soprattutto in opere di imbiancatura,
manutenzione degli infissi e quant’altro necessario a ripristinare l’uso degli
impianti di base (acqua, luce, telefono), non esclusi gli interventi di
adeguamento alle norme europee di prevenzione dei rischi.
Il locale, abbastanza ampio, è di circa 360mq distribuiti tra piano terra e
primo piano. Inoltre ha come propria pertinenza un giardino interno, uno
esterno e un ampio spiazzale, capace di ospitare 20 autovetture. Il giardino
interno necessita di ulteriori interventi di manutenzione del verde e di
arredo urbano. In quest’area verranno collocati dei pannelli illustrativi
dell’area del Parco, con particolare riferimento ai percorsi naturalistici e
culturali, ai luoghi di ristorazione (con piatti tipici locali su ricettari forniti
dal Parco) e pernottamento. Detti locali verranno adibiti a:
- ufficio stampa;
- servizio informazioni e di prima accoglienza;
ufficio per le pubbliche relazioni e di coordinamento delle attività del
Parco nell’area marittima.
Vi troveranno posto:
- una stazione multimediale;
- gli arredi minimi per gli uffici (tavoli, sedie, armadi, poltroncine,
scaffali).
La prima accoglienza dovrà fornire un semplice ristoro mediante un
angolo bar e un mercatino di prodotti tipici della valle Jato.
Il Parco si è già fatto carico di avanzare richiesta, per il tramite
dell’Associazione di Trappeto AUSER, di concessione in uso di detta
struttura al Comune di Trappeto che a suo tempo ne aveva fatto richiesta
alle FF.SS.
2- Le case comunali.
Il Comune di Trappeto mette a disposizione del Parco i vani di sua
proprietà attigui all’abitazione di Danilo Dolci (‘Borgo di Dio’) con
l’annesso giardino esterno. L’edificio, di circa 100mq, sarà adibito a
biblioteca e archivio dello studio personale di Danilo Dolci. Qui verranno
51
sistemati i suoi manoscritti e la sua ricca biblioteca, oggi ubicata a
Partinico nei locali di palazzo Scalia. La struttura necessita di interventi di
manutenzione e dell’intero arredo. Vi troverà posto una sala di lettura
completamente arredata con poltroncine, tavoli e adeguate lampade,
nonché una stazione multimediale completa per la catalogazione e
sistemazione dei materiali. Opera alla quale saranno destinati due addetti
per il periodo strettamente necessario alla ultimazione dei lavori
(previsione sei mesi).
3- Il Centro di formazione di ‘Borgo di Dio’
Si tratta di una struttura pensata e realizzata da Danilo Dolci con fondi
internazionali verso la fine degli anni ’60. Per trent’anni è servita a
incontri, convegni e seminari di livello internazionale con la presenza di
intellettuali come Erich Fromm, Johan Galtung, Lucio Lombardo Radice,
Paulo Freire e moltissimi altri che sarebbe lungo menzionare. Essa consta
di ampi saloni per le attività assembleari, seminariali e di laboratorio; di
un’ampia sala mensa, di un auditorium, ricco di affreschi murali di Ettore
De Conciliis ed altri pittori di fama nazionale, capace di ospitare circa 300
persone a sedere. Vi trovano posto anche piccole e medie stanze per il
pernottamento di circa 60 persone, oltre ai servizi igienici, ad ampi spazi
alberati all’aperto, a un locale-cucina attrezzato. Un tempo di proprietà del
Centro Studi di Danilo Dolci, oggi appartiene a un Ente Cooperativo,
‘Proteus’, aderente al presente progetto del ‘Parco’ e risulta incluso nei
programmi che finanziano i ‘Patti territoriali’. L’intera struttura sarà messa
a disposizione del Parco a costo zero per tutte le iniziative concordate che
si intenderanno realizzare (concerti musicali, teatro, seminari, convegni,
ecc.).
4- La casa di Danilo Dolci a ‘Borgo di Dio’
Si tratta dell’abitazione privata di Danilo Dolci, dove egli ha trascorso gran
parte della sua vita in Sicilia e dove è morto. Consta di quattro vani che
vengono messi a disposizione del ‘Parco’ dal Centro Studi e Iniziative di
Partinico, proprietario dell’immobile. Sarà adibita a casa-museo per i
visitatori.
5- ‘U scaru’
E’ il porticciolo di Trappeto con le sue caratteristiche ‘lance’, le barche
variopinte che i marinai tengono a riva. La mattina, di buon’ora, arriva il
pesce fresco ed inizia il mercato. Qui sarà possibile coinvolgere alcuni
pescatori per l’esplorazione della bellissima costa o dei fondali marini per
52
gli amanti della pesca subacquea o delle osservazioni naturalistiche. La
costa presenta gli stupendi panorami della vecchia tonnara di Scopello e il
paesaggio della ‘Riserva dello Zingaro’. Sarà possibile attivare un piccolo
mercatino di prodotti tipici, a cominciare dal pesce fresco o lavorato in
loco da alcune piccole imprese già esistenti a Trappeto.
Non va trascurato il valore economico e simbolico a un tempo di tale punto
di interesse, in quanto le prime esperienze conoscitive di Danilo Dolci
prendono lo spunto dalla difesa degli interessi dei pescatori contro le
speculazioni che nei primi anni ’50 mettevano in opera i proprietari dei
motopescherecci abituati a praticare la pesca di frodo.
In alcuni punti strategici della costa sarà ricordato, attraverso significativi
pannelli, l’impegno di Danilo in quell’azione di riscatto sociale desumibile
sia dai racconti in dialetto siciliano pubblicati nel 1954, sia dalle stesse
poesie o brani dell’autore.
6- ‘U Puzzu lavari’
E’ il luogo dove nel 1952 Danilo Dolci, a seguito della morte per fame di
un bambino, tenne il suo primo digiuno per protestare contro il gravissimo
stato di abbandono della popolazione di Trappeto. Oggi quel luogo (una
misera casa di pescatori) non esiste più. E’ importante tuttavia ricordarlo
perché segna l’avvio dell’intera esperienza di Dolci in Sicilia. Sul luogo si
potranno collocare dei pannelli per ricordare quei fatti.
53
la piana di Partinico
Si arriva a Partinico attraverso cinque vie principali: l’autostrada PalermoTrapani-Mazara del Vallo, via Borgetto, via Montelepre, via Alcamo, via
San Giuseppe Jato. Ad ogni ingresso nel paese è previsto di collocare dei
grandi pannelli di ‘Benvenuto’ nell’area del ‘Parco’, con un’ampia
planimetria documentaria a colori e dei suoi percorsi.
1-La Cantina Borbonica
Si tratta di un complesso ampio di edifici il cui corpo centrale è costituito
da una monumentale struttura a tre navate, contornata da locali, cisterne,
‘palmenti’ per la produzione di vino. Il complesso fu ultimato nel 1803 a
seguito di una sperimentazione sulla produzione di vini rossi disposta da
Ferdinando I di Borbone e attuata da Felice Lioy, amministratore dei beni
della Magione. Per la circostanza furono utilizzate le uve ‘nere’ della
contrada ‘Giancaldaia’ che prende nome dall’importante omonimo corso
d’acqua. Si notano nell’area di pertinenza della ‘Cantina’, numerose case
coloniche, l’abitazione del ‘sovrastante’ a più elevazioni, una chiesetta, le
stalle per i muli e altri edifici. Il complesso è stato acquistato recentemente
dal Comune di Partinico ed è stato già inserito, con un progetto di restauro,
all’interno dei ‘Patti territoriali’ del Golfo di Castellammare. Nella
prospettiva il ‘Parco’ potrà avere assegnato uno spazio per gli usi
compatibili con le proprie finalità produttive ( a tale proposito il Comune
di Partinico si è dichiarato disponibile a mettere a disposizione del ‘Parco’
una parte del complesso su descritto). Tra queste l’organizzazione
dell’imprenditorialità già esistente nel settore vinicolo ricadente nella
fascia dei vini ‘D’Alcamo’ a denominazione di origine controllata. Inoltre
si è già acquisita la disponibilità organizzativa del produttore del bianco
d’Alcamo ‘Gadì ’ di Partinico, dott. Antonino Cossentino.
Il ‘Parco’ è interessato a prospettare gli aspetti sani di uno sviluppo
virtuoso per ricostruire l’identità territoriale deturpata dalle distorsioni
prodotte dalla sofisticazione dei vini. Anche qui l’azione di Dolci è
ineludibile in quanto nella sua opera persiste la costante del rispetto della
legalità contro le tendenze di tipo criminale. Attraverso i piccoli
imprenditori si vuole fare di Partinico una delle tappe nei circuiti nazionali
delle ‘Città del vino’, con la creazione di una tipica cantina sociale che
organizzi, soprattutto sotto il profilo dell’immagine, il meglio della
produzione nel settore, e sia in grado di collegarsi con le altre città del
Mediterraneo. L’attenzione dovrà essere rivolta alle connessioni che
esistono tra vino e cultura a tavola, tradizione e buon gusto. A tale
proposito si sono già avviati dei contatti per fissare, all’interno dei percorsi
del Parco, dei punti di ristoro (trattorie tipiche) nei quali si registra la
54
disponibilità ad ‘adottare’ ricettari specifici propri dell’antica tradizione
culinaria della Valle.
Apposita cartellonistica sarà collocata all’interno della struttura.
2-‘Spini Santi’
Negli anni ’50, quando Danilo vi si stabilì per avviare l’autoanalisi
popolare, era uno dei quartieri più poveri e degradati di Partinico. Qui
Danilo continuò la pratica dei digiuni per attirare l’attenzione dell’opinione
pubblica nazionale e dei governanti sui bisogni della popolazione locale.
La presenza di Dolci, documentata da vari suoi scritti (‘Banditi a
Partinico’, ‘Spreco’,
‘Conversazioni’, ecc.) potrà essere ricordata
mediante apposita cartellonistica e mostra fotografica permanente che
riproduca gli ambienti, le persone, il degrado di quel tempo e le tappe che
via via hanno fatto maturare la coscienza civile della popolazione.
Si dovrà quindi provvedere ad affittare un locale (ad esempio una tipica
casa contadina ancora esistente) da ristrutturare e adibire a sala mostra
aperta alle scuole, secondo una programmazione apposita.
3-‘Trazzera vecchia”
E’ il luogo nel quale Danilo, insieme a parecchi suoi collaboratori,
sindacalisti e gente comune (circa 150 persone) ha attuato lo ‘sciopero alla
rovescia’ attirando l’opinione pubblica nazionale e internazionale (2
febbraio 1956).
Si trattava in pratica di ripristinare una vecchia trazzera impraticabile, a
titolo di volontariato. La polizia intervenne arrestando i promotori. Tutta la
vicenda è documentata in “Processo all’art. 4”. Memorabile rimane
l’arringa difensiva di Piero Calamandrei, che ebbe a dire: “Questo è un
processo che preannuncia l’avvenire”.
Achille Battaglia, Noberto Bobbio, Piero Calamandrei, Carocci,
Comandini, Gobbini, Gorresio, Carlo Levi, Lucio Lombardo Radice, Maria
Fermi Sacchetti, Sorgi, Varvaro, Gigliola Venturi, Elio Vittorini, nel
difendere gli imputati, rovesciano alla loro volta l’accusa, non verso i
giudici e nemmeno verso le forze della giustizia, ma verso la mancata
applicazione dell’art. 4 della Costituzione italiana, in cui è detto che “La
Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le
condizioni che rendono effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere
di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta una attività e
una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società”.
Sul luogo saranno collocati alcuni cartelli esplicativi.
4-Diga sullo Jato o invaso Poma
L’Invaso Poma, costruito con finanziamento della CASMEZ dal 1963 al
55
1968 e dato in gestione all’E.S.A. è attualmente il maggior invaso in
Sicilia tra quelli realizzati con diga di materiali disciolti.
Esso consente l’irrigazione di circa 9000 ettari di terreno coltivato della
piana di Partinico, la regolazione delle acque di piena del tratto vallivo del
fiume Iato e contribuisce inoltre all’approvvigionamento potabile della
città di Palermo e di alcuni paesi della fascia costiera .Ha una superficie di
163,6 Kmq ed una capacità di 72,5 milioni di mc. 3 di acqua . Nasce nei
primi anni 60, come risultato di una lunga serie di lotte e di pressioni
guidate da Danilo Dolci e dal centro studi ed iniziative per la piena
occupazione e con la partecipazione della popolazione della zona che nella
“diga” vedeva uno strumento per innescare processi di sviluppo che la
riscattasse dal secolare sottosviluppo in cui viveva. L’utilizzo razionale
della risorsa idrica, difatti, ha dato un nuovo volto alle campagne,
aumentandone la produttività con il cambiamento delle colture agricole e
con l’ammodernamento dell’agricoltura.
Per i cittadini dei paesi della Valle Iato la “diga” è un luogo fortemente
simbolico: è un’opera realizzata nonostante l'azione di ostacolo svolta dalla
mafia e dalle forze conservatrici negli anni 60’. Ancora oggi vi si svolge lo
scontro tra i gruppi criminali emergenti (nuova mafia) e chi ne vuole
contrastare il dominio come dimostra l’assassinio dell’avvocato La Franca,
nel gennaio del 1997. In tempi recentissimi è stato liberato dalla rivolta
morale dei cittadini onesti e dalla efficiente e determinata presenza delle
forze dell’ordine.
L’invaso Poma rappresenta inoltre una risorsa naturalistica che, se
utilizzata correttamente, può costituire un’occasione ulteriore di sviluppo
eco-sostenibile con un impatto positivo sull’occupazione e sulla qualità
della vita.
Attualmente è un’Oasi di protezione e rifugio della fauna gestita dalla
ripartizione faunistico-venatoria dell’Assessorato Regionale Agricoltura e
Foreste della Sicilia, ai sensi dell’art. 35 L.R. 37/81, mentre l’Azienda
Forestale è intervenuta nel corso degli anni con l’impianto di eucaliptus e
conifere non autoctone come il Pino d’Aleppo, il Pino domestico, il
Cipresso comune , il Cipresso argentato.
La flora presente all’interno dell’invaso, oltre alle specie trapiantate dalla
Forestale, è costituita dalla vegetazione delle comunità alveo-ripariali
tipica della nostra zona: la cannuccia (Phragmites comunis), il giunco
(Schoenoplectus lacustris), la canna (Arundo donax), il pioppo (Populus
nigra), il Vitex agnus-castus, la Phragmites australis e la Menta sativa.
E’ presente anche la cosiddetta vegetazione rupestre con le specie guida
quali: lo Spartium junceum, l’inula viscosa, il Quercus suber, il Quercus
pubescens, la Rosa canina, l’Euphorbia dendroides, la Ferula comunis,
l’Ampelodesmos mauritanicus, il Prunus spinosa, il Fraxinus omis, il
56
Chamaerops humilis (palma nana), l’Olea europea var. syllvestris, il Pyrus
piraster, il Mirto, mentre a valle delle paratie ci sono presenze di Quercion
ilicis.
L’invaso rappresenta un luogo di transito e di svernamento di varie specie
di uccelli migratori: è possibile vedere aironi, cormorani ,gallinelle
d’acqua, folaghe e vari tipi di anatidi .Inoltre è ricco della presenza di
varie specie ittiche, quali: la perca fluvialis, varie specie di Cyprinus , la
Gambusia affinis holdbrookey, il microptorus salmoidos e come crostacei
il polemon edule.
L’invaso Poma e la zona circostante dovranno essere valorizzati sotto il
profilo ambientale, turistico, sportivo e ricreativo:
Si prevedono i seguenti interventi:
- valorizzazione, con interventi di manutenzione, di un percorso ciclopedonale già esistente con cartellonistica riportante passi significativi
della lotta di Danilo Dolci per l’acqua e per la sua gestione
democratica;
- costruzione nell’area di pertinenza del Comune di Partinico di n. 4
capanne per l’osservazione ornitologica e naturalistica in
collaborazione con la LIPU;
- realizzazione di una semplice struttura di servizio per attività sportive
ecocompatibili, quali, ad esempio: canottaggio, vela, ecc. da dare in
gestione a una cooperativa di giovani;
- acquisto e montaggio nello spiazzale della diga di una gradinata mobile
per concerti all’aperto;
- realizzazione nella parte antistante le paratie dell’invaso, nell’area di
pertinenza di esso, di un’area attrezzata con strutture in legno, per
laboratori didattici e per la ricerca scientifica.
5- Mirto
Mirto è il luogo scelto da Dolci per impiantarvi una scuola sperimentale per
bambini. Gli edifici realizzati sono attualmente utilizzati dagli allievi della
Scuola elementare II Circolo di Partinico. Gli spazi collettivi, all’interno e
all’esterno della Scuola, potranno essere utilizzati secondo i programmi di
utilizzo già sperimentati, nella stagione estiva, dall’Associazione ‘Tutela
Mirto’. Nell’area di pertinenza della Scuola si rileva la presenza di un
grande anfiteatro all’aperto, scavato sulla montagna, che potrà essere
utilizzato per concerti e attività culturali varie.
Il terreno circostante, di proprietà del Comune di Partinico, potrà essere
messo a disposizione dei visitatori e inserito nel quadro della
programmazione degli interventi da parte del Parco.
Nelle adiacenze si registra la presenza di un vecchio mulino ad acqua, in
57
buone condizioni, che potrà essere fruito, anche come luogo di ristorazione,
secondo una convenzione da stipularsi col proprietario (già collaboratore di
Dolci), senza oneri a carico del Parco.
6-Borgo Parrini
E’ un antico sobborgo di Partinico del ‘700. E’ formato da povere case,
oggi in gran parte ristrutturate. Nei decenni scorsi – come ha documentato
la ricerca di Dolci- vi si riunivano mafiosi, banditi e rappresentanti delle
istituzioni politiche.
Oggi l’antico borgo rivive grazie alla presenza di alcuni locali e trattorie
che offrono menù con ricette locali tipiche.
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l’area montana
San Giuseppe Jato
Si prevede di collocare dei pannelli che riproducano alcuni versi, di
carattere nonviolento, tratti dalle poesie di Dolci e di stipulare apposite
convenzioni con gli attuali proprietari dei siti.
Si elencano le proposte dell'Amministrazione municipale relative al
territorio di propria pertinenza e già previste come impegno nel protocollo
d'intesa:
1. - Percorsi storici e naturalistici della Valle dello Jato (già strutturati e
funzionanti) con particolare interesse per la Grotta Grande. Fornitura
di materiale illustrativo.
2 - Parco archeologico dello Jato (in fase di firma la convenzione per la
cogestione con il comune di San Cipirello, Soprintendenza ai BB.CC. e
Assessorato Regionale).
3 – “Giardino Di Matteo” (in fase di perfezionamento l’acquisizione del
terreno confiscato ai mafiosi Brusca).
4 - Locale a disposizione nella “Casa del fanciullo” (in fase di
acquisizione ) per la realizzazione di una stazione multimediale del
Parco “Valle Jato-Danilo Dolci”, per la realizzazione di una ludoteca,
per il monitoraggio, il coordinamento e la promozione delle attività del
Parco medesimo relative al territorio.
5 - Case Marsala, C/da Traversa da acquisire da parte del Parco.
Il Parco dovrà occuparsi del finanziamento dell’attrezzatura della stazione
multimediale, della cartellonistica - segnaletica e della promozione.
Masseria Traversa
(Stato e consistenza a cura degli Ingg. Fiore Giuseppe e Di Marco Fedele).
- Ubicazione:
E' sita in territorio di San Giuseppe Jato F. 5 p.lla 107 immediatamente a
valle della vecchia strada che collega San Giuseppe Jato con Piana degli
Albanesi (dalla quale è raggiungibile) ed a monte della strada statale
Palermo-Sciacca a circa 5 km ad Est di San Giuseppe Jato.
Molto vicina a Portella della Ginestra, domina gran parte della valle Jato.
- Descrizione:
E' costituita da tre corpi di fabbrica adiacenti e disposti in linea pressappoco
in direzione Nord-Sud.
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I due corpi esterni (costruiti nel '500) occupano mq 60 circa ciascuno,
hanno tre elevazioni e sono uguali e speculari tra loro.
Il corpo centrale (costruito in epoca più recente ed ancor più la seconda
elevazione della metà lato Sud) occupa mq 120 circa, ha un’elevazione
nella metà lato Nord e due elevazioni nella metà lato Sud.
Antistante la masseria dal lato Ovest trovasi uno spiazzo lastricato di mq
400 circa.
- Stato:
E' costruita in muratura di pietrame e blocchi di pietra calcarea (gli angoli
dei due corpi di fabbrica esterni), solai in legno pavimentati con mattoni di
cemento e tetti spioventi in legno e tegole.
I muri portanti presentano alcune lesioni che denotano segni di dissesto;
i solai ed i tetti presentano avvallamenti e le travi e le tavole che li
costituiscono sono alquanto deteriorate;
gli intonaci interni ed esterni ed i pavimenti o sono fatiscenti o mancano;
gli infissi sia interni che esterni sono fatiscenti e per ciò inservibili;
il lastricato antistante le case in buona parte presenta avvallamenti.
- Interventi:
Saranno messi a vivo tutti i muri e saranno eliminate tutte le lesioni con
metodi atti a ridare agli stessi quella resistenza necessaria a rendere la
masseria disponibile all'uso;
saranno demoliti e ricostruiti con materiali della stessa natura i solai;
saranno intonacate al civile tutte le pareti interne e quelle esterne, avendo
cura per queste ultime di evidenziarne la vetustà;
Saranno sostituiti tutti gli infissi interni ed esterni;
saranno realizzati, ai sensi delle leggi e delle norme vigenti, tutti gli
impianti idrici ed elettrici;
il lastricato antistante le case sarà dismesso, scalpellinato ove occorra e
ricollocato previo livellamento delle superfici.
Infine, a salvaguardia della masseria, saranno realizzate opere di
contenimento immediatamente a monte ed a valle delle stessa.
- Costi :
(La masseria, la corte lastricata ed altro terreno di pertinenza viene
stimato in lire duecentomilioni;
La ristrutturazione ed il restauro conservativo della masseria, il ripristino
del lastricato e la realizzazione delle opere di salvaguardia vengono
computate in lire cinquecentomilioni.
Pertanto il costo complessivo della Masseria Traversa ammonta a lire
settecentomilioni).
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Piana degli Albanesi (Bashkia e Horës së Arbëreshëvet)
Biblioteca «Giuseppe Schirò»- Biblioteka «Zef Skirò»
Scheda 1 - La storia
La fondazione di Piana degli Albanesi (Hora e Arbereshevet) risale alla fine
del XV secolo quando, a seguito della invasione turca nei Balcani, gruppi di
profughi albanesi cercarono rifugio nelle vicine coste dell’Italia
meridionale. I Capitoli di fondazione, rogati il 30 agosto 1488, regolavano i
rapporti fra gli esuli e l’Arcivescovado di Monreale.
Dopo cinque secoli, grazie alle proprie istituzioni culturali, sociali, ed
economiche, questa comunità è riuscita a mantenere inalterata la propria
originaria identità etnico-linguistica partecipando attivamente alle vicende
storiche regionali e nazionali.
Dopo avere attivamente partecipato alle vicende risorgimentali, nel 189394, Piana degli Albanesi fu uno dei centri propulsori del movimento
politico sindacale denominato Fasci dei Lavoratori e Nicola Barbato ne fu
uno dei massino dirigenti.
Piana degli Albanes, assieme a S. Giuseppe Jato e S. Cipirello, hanno
inoltre pagato con un pesante tributo di sangue la partecipazione alle lotte
contadine dell’immediato dopoguerra. Il 1 maggio 1947, a Portella delle
Ginestre, a breve distanza da Piana degli Albanesi, il bandito Salvatore
Giuliano eseguì la ormai tristemente famosa strage di contadini, donne e
bambini.
Scheda 2 - Lingua e cultura
La lingua
Piana degli Albanesi si distingue per la lingua, variante tosca dell’albanese,
ed ha, nell’ambito degli studi albanologici e non solo, una notevole
tradizione culturale di cui protagonisti principali sono: L. Matranga (1567–1619), P. G. Guzzetta (1682–1756), D. Camarda (1821 – 1882), N. Barbato
(1857 – 1921), G. Schirò (1865 – 1927).
Il rito
La chiesa di Piana degli Albanesi, cristiana e cattolica, si distingue per il
rito greco-bizantino. Nelle celebrazioni liturgiche vengono utilizzate sia la
lingua greca che la lingua albanese. Il rito, solenne e ricco di simbolismi,
deriva dalle sacre liturgie scritte dai padri della Chiesa greca S. Basilio e S.
Giovanni Crisostomo.
Dal 1937 è stata istituita l’Eparchia di Piana degli Albanesi che comprende
cinque paesi siculo-albanesi.
I momenti religiosi principali sono: l’Epifania (Ujët të pagëzuam) la Do-
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menica delle Palme (Rromollidhet) e la Settimana Santa (Java e Madhe)
Scheda 3 - I beni architettonici, artistici, culturali
Il patrimonio architettonico, artistico e culturale
È costituito principalmente da chiese di stile barocco nelle quali si
conservano preziose testimonianze pittoriche, soprattutto icone
(Ioannichios), affreschi (P. Novelli), e sculture (Bagnasco).
Diversi edifici del secolo XVIII unitamente a tipiche fontane in pietra
locale, costituiscono il patrimonio dell’architettura urbana.
Nel territorio vi è inoltre una copiosa presenza di masserie, destinate, fino a
50 anni addietro, ad uso abitativo da baroni, massari e braccianti. In alcune
si registra la presenza anche di piccole chiese rurali.
Negli ultimi anni ‘70 è stato eretto nell’omonimo sito, un monumento di
land art a memoria della strage di Portella delle Ginestre.
A seguito di recenti campagne di scavi sono emerse in contrada S. Agata
importanti testimonianze archeologiche risalenti al III secolo a.c.
La biblioteca comunale «G. Schirò» nel suo ormai consistente patrimonio
librario annovera una sezione dedicata alla cultura locale ove è possibile approfondire ogni aspetto di questa comunità alloglotta di origine albanese.
La biblioteca dell’Eparchia di Piana degli Albanesi custodisce antiche e
preziose raccolte bibliografico-documentarie.
Il Museo civico «Nicola Barbato» raccoglie vive e interessanti
testimonianze della cultura materiale e una mostra permanente del costume
femminile tradizionale.
Scheda 4 - I beni ambientali e naturalistici
Il patrimonio ambientale
I1 territorio, delimitato da naturali confini montani, è attraversato dal fiume
Belice, il cui corso sbarrato dal 1923 mediante una diga artificiale, concorre
a formare il lago che prende il nome da Piana degli Albanesi e dove in
estate si svolgono i campionati di canoa e canottaggio.
L’associazione lago-monti in una cornice ricca di verde, soprattutto
macchia mediterranea, ne fa un habitat unico di sapore montano nel quale
sono possibili interessanti escursioni su appositi itinerari.
Scheda 5 - I prodotti artigianali e gastronomici
Artigianato
Il costume tradizionale femminile, di cui si registra una ricca tipologia, è
noto in tutto il mondo. Il più pregiato è senz’altro l’abito di gala (ncilona),
usato per lo più il giorno di Pasqua e in particolari occasioni di festa. Parti
integranti di questo costume sono i gioielli: la cintura in argento (brezi), gli
orecchini con pendenti (pindajet), la crocetta con pettorale (kriqja e
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kurçetës), I’anello di diamanti grezzi (domanti), la collana a doppio filo di
pietre di granata chiusa in più punti da sfere di filigrana (rrusarji) Questi
gioielli, d’oro rosso a volte smaltato, sono tipici della gioielleria siciliana
del ‘600 e ‘700.
L’artigianato, tout court, si esprime in ambiti precisi come il ricamo (oro
zecchino su seta e velluto, ricami su tela e lino, pizzo e merletti),
l’oreficeria (parures in stile che, come si è detto, costituiscono parte
integrante dei costumi tradizionali) e l’arredo sacro in metalli preziosi.
Gastronomia
Alcuni prodotti tipici della gastronomia pianese hanno fatto il giro del
mondo. Si parla del rinomato pane (prodotto con farina di grano duro e
cotto nelle tradizionali forme rotonde in antichi forni a legna), dell’olio d’oliva, dei rinomati prodotti caseari (ricotta e formaggi) e delle carni prodotte
da allevamenti del luogo.
Il prodotto locale più rinomato è senz’altro il cannolo ripieno di ricotta
condita.
Scheda 6 - Le manifestazioni
Manifestazioni religiose
Il rito bizantino differenzia la Chiesa di Piana degli Albanesi dalle altre
Chiese di Sicilia e costituisce l'eredità più bella della Chiesa orientale di
Bisanzio. La forte caratterizzazione si riferisce non alla sostanza delle
celebrazioni e delle sacre funzioni, ma alle loro modalità e forme. Questa
originalità simanifesta soprattutto durante l’Epifania, la Domenica delle
Palme e la Settimana Santa.In questo contesto tutto ha un significato: i
gesti, i canti, le processioni, i fiori, i profumi, gli incensi.
Queste occasioni presentano un forte e consolidato richiamo turistico per
migliaia di persone.
Manifestazioni «laiche»
Accanto alle manifestazioni religiose vi sono alcune manifestazioni
«laiche» di fortissimo richiamo turistico.
Il Carnevale (7 gennaio - martedi cbe precede le Ceneri) ha una sua
specificità, universalmente nota, che consiste soprattutto nel fatto che le
giovani di Piana, nelle serate di ogni giovedi sabato e domenica del periodo
sopraindicato, si recano in maschera nelle apposite sale e invitano a ballare
i giovani.
Le manifestazioni si concludono con il Carnevale dei bambini. Due sfilate
in maschera, con animazione e premi, dedicate soprattutto ai bambini di
Piana, del circondario e dell’area metropolitana.
Altro appuntamento turistico con significativa valenza di promozione
63
produttiva è la Sagra del cannolo (mese di Aprile) che ogni anno richiama
migliaia di turisti.
Attorno invece alla commemorazione della Strage di Portella della Ginestre
(1° maggio) si organizzano annualmente iniziative di caratte culturale e
politico-sindacale anch’esse molto frequentate.
Le manifestazioni estive (1 luglio - 2 settembre), denominate Estate
arbëreshe, che si svolgono lungo un’asse artistico-ricreativo (teatro, cinema,
musica, mostre ecc..) e quelle invernali (dicembre - 6 gennaio) completano
il quadro delle manifestazioni.
Manifestazioni sportive
Nella stagione primaverile e soprattutto in quella estiva si svolgono sul lago
gare e corsi di canoa, parapendio e deltaplano, atletica e, in collaborazione
con l’Azienda provinciale per l’incremento turistico di Palermo, il CAI, il
WWF, numerose escursioni su itinerari verdi (i cosiddetti Sentieri Italia) e
nelle aree attrezzate del lago.
Scheda 7 - I servizi e le strutture di interesse turistico
Ricezione alberghiera
Sono attualmente disponibili circa 60 posti letto presso l’Istituto SS.
Salvatore (Sclizza), pochi altri nelle strutture realizzate con le procedure del
Paese albergo mentre altri 16 posti letto saranno ricavati dalla
ristrutturazione dell’albergo «Le terrazze» di proprietà della Provincia
regionale di Palermo, attualmente in fase di ristrutturazione.
Ristorazione
Esistono tre ristoranti, molto qualificati e frequentati, specializzati nella
cucina tipica locale.
Strutture di interesse turistico
Il museo civico «Nicola Barbato», con l’annesso Ufficio turistico, raccoglie
collezioni e testimonianze del mondo contadino nonché testimonianze
tipiche della cultura albanese (costumi). Detta struttura si trasferirà in un
palazzo del settecento («Palazzo Ritiri»), di prossima ristrutturazione (i
lavori inizieranno entro l’anno in corso) dove sarà possibile lavorare alla
sua sistemazione ed ampliamento (almeno altre tre sezioni, una storica sul
movimento contadino della valle dello Jato, una archeologica con i reperiti
provenienti dalla necropoli rinvenuta in C. da S. Agata e una naturalistica
dedicata alla flora e alla fauna della valle.
Il palazzo Manzoni, di proprietà del comune di Palermo ma di prossima
acquisizione in comodato dal Comune di Piana degli Albanesi, ospiterà un
Istituto di studi superiori albanologici, associazionismo, volontariato e sarà
il Palazzo di Città del Comune.
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Le chiese, per il loro notevole interesse artistico architettonico.
costituiscono un itinerario turistico a sè così come il Museo delle icone e
dei paramenti sacri dell’Eparchia di Piana degli Albanesi.
Il monumento di land art «Memoriale di Portella della Ginestra» di Ettore
De Conciliis, con l’annesso spazio attrezzato, è continua metà di turisti per
il suo valore artistico ma anche e di più per il suo valore fortemente
evocativo, morale e civile.
Il lago di Piana degli Albanesi per il suo interesse naturalistico, ambientale
e naturalistico e quindi non solo sportivo, è anch’esso fonte di forte
attrattiva che sarà ulteriormente accentuata quando saranno realizzate le
strutture ivi previste, in parte già finanziate: Centro di canoa e cannottaggio
con foresteria, Lungolago attrezzato, oasi naturalistica a cura del WWF
Artigianato artistico
Esistono diverse strutture (cooperative, associazioni, privati) di produzione
e creazione di prodotti artigianali di rilievo artistico (icone, bambole in
costume, ceramica, ricamo ecc...).
Scheda 8 - Il Parco e Piana degli Albanesi: ipotesi di interconnessione e
collaborazione.
Si ritiene di grande importanza collegare la realtà sopradescritta nell’ambito
del Parco letterario che, attraverso un itinerario turistico culturale, presenta,
pur nelle specifiche diversità, importanti affinità storiche e culturali
ampiamente presenti nell’opera di Danilo Dolci.
Un itinerario che partendo dal mare (Trappeto), e quindi dalla sua cultura,
attraverso Partinico (sede privilegiata dell’opera dello scrittore) e il
preziosissimo parco archeologico dello Jato, arriva nel suo punto terminale
in montagna ossia in Piana degli Albanesi che, accanto ai tratti di
omogeneità sopradescritti, presenta altre ed altrettanto importanti
peculiarità storiche, culturali, etniche, linguistiche religiose oggetto della
curiosità intellettuale delle ultime fasi dell’opera dello scrittore.
Il panorama di strutture, infrastrutture e servizi dianzi descritto aggiunge
valore ad un ambito territoriale già ricco e dalle fortissime potenzialità di
fruizione turistica.
Ambiti di collaborazione
Gli ambiti più immediati afferiscono ai servizi del parco (infrastrutture,
attrezzature, promozione e gestione) dove è più facile immaginare delle
ricadute occupazionali e l’attivazione di un indotto produttivo (ospitalità,
trasporti, servizi informativi, attività artigianali ecc...) che, muovendo
dall’esistente, ha ampie possibilità di realizzazione.
E’ chiaro che in questo progetto, dando per scontata la fruizione dei servizi
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«trasversali» del Parco e per la parte dell’itinerario che la riguarda, Piana
degli Albanesi si può occupare di:
punti di informazione;
accompagnamento turistico e promozione in loco;
collegamento con gli altri Parchi letterari;
collegamenti informatici e sfruttamento di tutti i mezzi audiovisivi nonché
delle reti internazionali;
punti di vendita di prodotti con il marchio del Parco;
depliantistica, guide
prodotti culturali (incontri, seminari, convegni ecc...)
Questi servizi possono essere svolti in appositi locali che saranno presto
disponibili, sia presso la nuova sede del museo che nel citato palazzo
Manzoni
SCHEDA 9 - Investimenti
Gli investimenti necessari afferiscono a:
attrezzature, segnaletica e arredo dei locali che saranno destinati al Parco.
risorse necessarie per la creazione, nell’ambito del Museo civico, di un
Museo della storia del movimento contadino della valle dello Jato (ricerche,
materiali, attrezzature, collezioni ecc..).
attivazione delle procedure e delle forme di collaborazione istituzionale per
stabilire un collegamento stradale, lungo la vecchia linea ferrata Piana - S.
Cipirello, con il parco archeologico dello Jato, snodo centrale negli itinerari
del Parco.
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9) Descrizione degli interventi previsti
Il Parco si configura come un’area complessa. Confina a Nord col
mare, il porticciolo di Trappeto e la sua stazione ferroviaria; a Ovest
col territorio di Alcamo, il corso del fiume Calatubo e i monti che lo
sovrastano verso Mezzogiorno; include a Est il monte Pizzuta, il
territorio di Piana degli Albanesi con l’omonimo lago e il monte
Kumeta, a Sud il monte Jato e il territorio circostante. All’interno di
questa area si prevedono interventi diversificati enucleabili attorno a
tre ambiti fondamentali:
a) il territorio marittimo (Trappeto);
b) la pianura di Partinico col suo lago;
c) i percorsi montani storici e naturalistici lungo le antiche trazzere
regie e i sentieri.
Analisi dei costi per gli interventi previsti in strutture ed arredi vari uffici
A) Il mare
1 Stazione Ferroviaria
Imbiancatura più piccole riparazioni
Manutenzione infissi
Impianti luce acqua adeguamenti C.E.E.
Ristrutturazione giardino interno
Ristrutturazione giardino esterno
Arredo giardino interno
Pannelli illustrativi
Arredo ufficio stampa
Arredo ufficio P.Relazioni
Stazione multimediale
Arredo stazione multimediale
CostoTotale L. 142.000.000
2 Ristrutturazione case comunali
Ristrutturazione casa comunale con giardino esterno
Arredamento biblioteca e archivio
Attrezzature multimediali
Cartelli pubblicitari
Stipendi (2 semestrali)
CostoTotale L. 135.000.000
3 Centro di formazione
Cartelli pubblicitari
CostoTotale
L. 2.000.000
4 U Scaru
Cartelli pubblicitari
CostoTotale
L. 2.000.000
67
Costi
L. 15.000.000
L. 20.000.000
L. 20.000.000
L. 10.000.000
L. 5.000.000
L. 5.000.000
L. 2.000.000
L. 20.000.000
L. 15.000.000
L. 15.000.000
L. 15.000.000
L. 18.000.000
L. 50.000.000
L. 15.000.000
L. 2.000.000
L. 50.000.000
L. 2.000.000
L. 2.000.000
5 Puzzu Lavari
Cartelli pubblicitari
L. 2.000.000
CostoTotale
B) La pianura intorno al suo lago
1 La cantina Borbonica
Arredo uffici
Stazione multimediale
Arredo stazione multimediale
Attrezzatura enoteca
CostoTotale
2 Spini Santi
Cartelli pubblicitari
Mostra fotografica su case
CostoTotale
3 Baglio Parrini
Cartelli pubblicitari
CostoTotale
4) Mirto con anfiteatro all'aperto
Cartelli pubblicitari
CostoTotale
5) Attorno al lago
Creazione pista ciclo cross 15 Km
Aree attrezzate
Osservatorio ornitologico
Sentieri naturalistici
Centro sportivo ecosostenibile
CostoTotale
6) Trazzera Vecchia
Cartelli pubblicitari
CostoTotale
L. 2.000.000
L. 30.000.000
L. 40.000.000
L. 15.000.000
L. 70.000.000
L. 155.000.000
L. 2.000.000
L. 3.000.000
L. 5.000.000
L. 2.000.000
L. 2.000.000
L. 2.000.000
L. 2.000.000
L. 35.000.000
L. 100.000.000
L. 20.000.000
L. 6.000.000
L. 20.000.000
L. 181.000.000
L. 2.000.000
L. 2.000.000
C) La montagna intorno al suo lago
1) Casa Traversa
Acquisto e
Ristutturazione
Cartelli pubblicitari
Sentieri naturalistici
CostoTotale L. 707.000.000
Costo totale degli investimenti
L. 1.337.000.000
L. 700.000.000
L. 2.000.000
L. 5.000.000
N.B. Quanto non incluso in tabella, ma riferito nel testo, deve intendersi come intervento
aggiuntivo di spesa da compensare con i flussi in entrata nel quinquennio 1998-2003.
Tutti gli interventi verranno allestiti entro due anni dall'eventuale approvazione del
progetto.
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10) Descrizione delle attività promozionali e culturali previste
A) descrizione delle attivita' culturali
1. Incontri maieutici
2. Laboratori maieutici
3. Convegni
4. Ludoteca
5. Festival musicali
6. Realizzazione musei e archivi storici
7. Fiere e mostre
8. Ufficio Stampa e P.R.
1. Incontri maieutici
Premessa - La maieutica è l'arte dell'apprendimento volontario e
creativo, della maturazione del gruppo: essa ci permette, attraverso un
continuo interrogare e interrogarci, di far maturare i problemi e le loro
possibili risoluzioni.
“Nel dialogo maieutico, essenziale è che il rispondere esaurisca il
chiedere, talora pure con impulsi nuovi che ancora approfondiscano il
cercare focalizzato. Quando l’interrogare più si amplifica da ciascuno
a ciascuno, le sorgenti vitali si strutturano – crescono – più complesse.
Non è vero che chi domanda ignora del tutto la materia: interrogare è
anche scienza ed arte. Né risposte più valide risultano le già attese, ma
quelle che illuminano l’essenza generale dei problemi. Non
persuadere importa, ma scoprire nel suscitare dell’inseminare. Non è
affatto sterile il maieuta. Della maieutica essenziale è pure
l’inseminare: co-feconda, operando sul maschio e sulla femmina,
sull’anima e sul corpo.
Interrogare è anche l’introdursi in un grembo in attesa, a fecondarlo
fecondandosi: nasce da ognuno una creatura nuova, che senza
presunzione favorisce il crescere di ognuno. Non per caso conoscere
significa in ebraico, amplesso, accoppiamento.
La memoria necessita e non basta alla poesia, incanto senza mito: nel
dinamismo dell’innamorarsi l’interesse si amplia, ed il recondito inizia
a palpitarci, invenzione d’amore. La parola non basta. Pure dagli occhi
una carezza suscita, ascoltando. Il dialogare tende ad unificare: non
solo le ragioni.
Dall’incontro di menti differenti, nel maieutico unirsi, non a caso
emerge la creatività pulsante, frutto di fecondante combinarsi. E un
69
noto proverbio russo afferma: solo quanto è discusso, si comprende.
Quanti secoli passeranno prima che il mondo intenda il comunicare
può riuscire a valorizzare ognuno? Come il comunicare più si amplia a
variate verifiche, e più matura il vero?”
(Danilo Dolci - La comunicazione di massa non esiste - Lacaita)
Danilo Dolci è stato maestro di quest'arte: il suo contributo è
riconosciuto in tutto il mondo e gli attestati di merito da parte di grandi
pensatori contemporanei (Chomsky, Habermas, Galtung, Fromm,
Luzi, E. Treccani, Laszlo, Capitini, C. Levi e tanti altri) lo conferma.
Per 40 anni Dolci è stato invitato in varie parti del mondo e nelle più
prestigiose Università per tenere seminari sulla maieutica e per
scoprire insieme agli altri quali possibili leve possono determinare il
cambiamento.
Oggetto - Noi, visto l'insegnamento ereditato dall'autore, ci
impegneremo ad organizzare seminari volti allo studio e
all'approfondimento dell'apprendimento maieutici invitando studenti e
non a partecipare.
Saranno previsti 4 seminari all'anno per la durata di tre giorni
ciascuno.
Ad essi potranno aderire soggetti provenienti dall'Italia e dall'estero.
A tale scopo saranno stipulate convenzioni con hotel e case albergo
(Sirenella, Lo Duca) che già negli anni passati hanno ospitato i
partecipanti ai seminari. E' indubbiamente previsto un grosso numero
di richieste di partecipazione viste le domande che ci provengono da
ogni parte d'Italia.
I seminari si potranno realizzare nelle aule dei Consigli comunali dei
comuni proponenti, nei locali dell'Auser e nei locali del Centro Studi
Danilo Dolci. Il personale specializzato, preposto a tale attività, sarà
scelto tra le risorse umane più accreditate di cui dispone sia l'Auser sia
il Centro Studi Danilo Dolci: infatti le suddette associazioni sono state
negli anni promotrici di tali iniziative.
Gli Incontri prevedono una spesa complessiva di 24 milioni.
70
2. Laboratori maieutici
premessa - I laboratori maieutici rappresentano un luogo dove
maturare le proprie esigenze e desideri, e dove acquisire delle
competenze specifiche.
In questi luoghi è possibile creare dei gruppi di lavoro (di giovani,
bambini, adulti, insegnanti ) dove, attraverso un dialogo maieutico, si
percorrono dei tracciati di informazione e formazione.
I gruppi di volontariato che hanno collaborato con Dolci, hanno negli
anni creato i suddetti laboratori pervenendo ad una esperienza
specifica nel settore.
L'Auser Trappeto, avendo vinto il Premio Nazionale Danilo Dolci
bandito dalla Provincia di Palermo, sta avviando laboratori
multimediali maieutici.
E' nostra intenzione, pertanto, estendere queste innovative e valide
modalità di aggregazione e di crescita ai gruppi interessati.
I suddetti laboratori verranno finanziati tramite la sovvenzione globale
in co-finanziamento con risorse dell’associazione proponente. Si
prevede per quanto sopra una spesa di Lit. 20.000.000.
3. Convegni
Premessa- I convegni sono un momento importante per la discussione
e la divulgazione al pubblico di importanti e interessanti argomenti
culturali e scientifici.
In essi è possibile trarre dei motivi validi per maturare un cosciente
dibattito culturale.
Oggetto - Ci impegneremo, almeno due volte all'anno, ad organizzare
convegni sull'autore e/o sui temi trattati dall'autore per intervenire
costantemente nel dibattito nazionale ed internazionale. Disponiamo a
tal proposito della collaborazione di comitati e di associazioni dislocati
in tutta Italia, le quali potranno costantemente intervenire per proporre
i suddetti convegni. Nello specifico si prevede entro il duemila un
convegno internazionale di tre giorni sull'autore. E' interessato al
suddetto convegno l'Istituto Gramsci di Palermo, l'Università di
Palermo (la quale darà all'autore una laurea ad honorem in Scienze
della Comunicazione), il Comune di Trappeto, il Comune di Partinico,
il Centro studi Danilo Dolci e le varie associazioni amiche. In tale
occasione è nostra intenzione invitare tutti gli autorevoli personaggi
della cultura mondiale che hanno conosciuto Dolci per trattare in ogni
singolo aspetto la valenza culturale, letterale, sociologica, educativa,
71
scientifica, poetica dell'autore. Per la realizzazione di un convegno il
COMITATO PRO PARCO contribuisce per Lit. 30.000.000, attraverso la
sovvenzione globale, per un totale di 90.000.000 annui.
72
4. Ludoteca
Premessa- La ludoteca è un luogo di incontro e di svago per bambini e
non. Essa rappresenta anche un luogo di crescita e di arricchimento
culturale attraverso l'utilizzo di libri, audiovisivi, computer, percorsi
ipermediali e altro.
Oggetto- E' nostra intenzione la creazione di una ludoteca per
promuovere le condizioni ottimali per la socializzazione e lo studio.
Utilizzeremo per tale iniziativa i fondi messi a disposizione dalla
Regione, con apposita legge, e richiederemo fondi comunali e
sponsorizzazioni.
Il COMITATO PRO PARCO si occuperà di redigere un progetto specifico
individuando come luogo di intervento i locali messi a disposizione
dal comune di San Giuseppe Jato.
Questo edificio potrà infatti essere a nostra disposizione gratuitamente
qualora noi ci impegnassimo alla manutenzione e pulizia.
5. Concerti periodici
Premessa- I concerti sono momenti di incontro e cultura che possono
attivare nel Parco letterario flussi turistici di diversa grandezza.
La musica è stata per Danilo Dolci un elemento importante per
l'aggregazione e la crescita culturale: molteplici sono stati i concerti a
seguito dei seminari maieutici.
Oggetto- Riteniamo pertanto importante l'organizzazione di concerti
periodici per valorizzare il parco e per consentire una maggiore
fruibilità turistica.
Saranno perciò organizzati incontri musicali sia occasionali che con
cadenze fisse localizzate in un tempo e in uno spazio specifico. E'
nostra intenzione infatti, far rivivere il "Settembre al Borgo", festival
musicale di grande interesse nazionale che veniva realizzato
annualmente (fin dagli anni ’70 ) al Centro studi e iniziative del Borgo
di Trappeto, dove era maggiormente intensa l'opera del Dolci.
A tale scopo saranno disponibili l'auditorium del Borgo di Dio,
l'anfiteatro di Mirto, e sarà costruita una pedana trasportabile per
concerti presso la diga Jato.
Sono disponibili all'organizzazione dei suddetti concerti le
associazioni musicali O.B.S. (Orchestra Barocca Siciliana), il coro
Mille Regretz di Catania e Concerto a cinque, Associazione Antonio Il
Verso.
Inoltre verranno collegamenti con i Conservatori di musica di Palermo
73
e di Trapani.
Si prevede a tale proposito, da parte del Parco, una spesa di sostegno
di Lit. 30.000.000 annui, oltre la somma di Lit. 15.000.000 per la
realizzazione della pedana mobile.
6. Realizzazione di musei e archivi storici
Premessa- I musei e gli archivi sono dei luoghi importanti per la
crescita culturale e per la valorizzazione di ciò che si vuole raccogliere
e preservare dal degrado.
Questi luoghi rappresentano altresì dei poli di attrazione turistica
molto importanti e determinano quindi un potenziamento dei flussi
turistici all'interno del parco.
Oggetto- E' nostra intenzione realizzare all'interno del Parco letterario
Danilo Dolci un museo della cultura contadina e marinara, e iniziare
una raccolta di tutti i resti archeologici che spesso si trovano nelle
nostre campagne. Per quanto riguarda il primo punto disponiamo già
di una raccolta molto ricca che il comune di Trappeto ci metterà a
disposizione. Per quanto riguarda invece il secondo punto ci
impegneremo attraverso le varie associazioni aderenti al Parco
letterario nel promuovere l'iniziativa.
Saranno a nostra disposizione i locali della casa museo (l'asilo
costruito da Danilo Dolci), la masseria dei Sig.ri Marsala di San
Giuseppe Jato e la stazione di Trappeto.
Per quanto riguarda gli archivi storici è nostra intenzione trasferire
l'archivio personale dell'Autore nella "casa-asilo" di Trappeto: sarà
interessato al riguardo principalmente il Centro Studi per lo sviluppo
creativo Danilo Dolci.
Inoltre, nella masseria Marsala, provvederemo alla realizzazione di un
archivio storico della coscienza democratica della Prima Repubblica.
L'Associazione Non Solo Portella possiede al riguardo le risorse
umane e le competenze necessarie a tale realizzazione.
La realizzazione di musei e archivi prevederà l'impiego, in una fase
iniziale, di un numero di 3-5 soggetti, mentre, a lungo termine, creerà
posti di lavoro per 4 persone.
Si richiederanno per tali iniziative i fondi regionali appositamente
riservati, e saranno mantenute vitali tramite l’autofinanziamento delle
attività stesse. Inoltre per una prima realizzazione delle opere saranno
stanziati Lit. 70.000.000 della sovvenzione globale.
74
7. Fiere e mostre
Premessa- Le fiere e le mostre sono momenti importanti per
l'economia e la pubblicizzazione dei prodotti; esse si inseriscono nel
quadro di una corretta gestione economica di un complesso turistico e
produttivo come quello di un Parco Letterario.
Oggetto - E' nostra intenzione
organizzare fiere periodiche
dell'artigianato e dei prodotti agricoli di particolare interesse ( quali
prodotti biologici ).
Esse consentiranno una maggiore fruibilità turistica del Parco e
attiveranno processi economici.
Ci serviremo a tale scopo della collaborazione della Confartigianato e
della Cooperativa prodotti biologici (responsabile Gaspare Lo Grasso).
Le fiere avranno cadenza semestrale e saranno organizzate lungo il
tragitto del Parco.
Le mostre si organizzeranno con la collaborazione della Cooperativa
sociale NoE (che da anni è impegnata nella realizzazione di
oggettistica artistica) e diventeranno un momento di valorizzazione
della produzione artistica locale. Esse potranno essere in numero
superiore ad una e saranno organizzate in capannoni lungo il percorso
del parco.
Le fiere e le mostre verranno finanziate tramite sponsorizzazione, sia
da parte degli enti locali che dei privati.
75
8. Ufficio stampa e pubbliche relazioni
Premessa- L'ufficio stampa è uno strumento fondamentale per la
coordinazione e la valorizzazione delle attività culturali previste. Da
esso dipende l'immagine fornita al pubblico del parco letterario;
pertanto ci impegneremo a potenziare questo strumento quanto più
possibile.
oggetto - Individueremo la sede dell'ufficio stampa nei locali centrali
del parco per una migliore operatività. Saranno individuati quattro
soggetti da impegnare in questa iniziativa.
Ufficio P.R. si occuperà del:
1) Coordinamento dell'attività culturale.
2) Realizzazione di bollettini e relazioni complete sull'attività seminariale,
di laboratorio, convegnistica, concertistica.
3) Realizzazione di dépliants, volantini e altri materiali per pubblicizzare
il Parco letterario.
4) Pubblicità del Parco.
5) Pubblicazioni di valenza divulgativa dei convegni e dei seminari.
6) Promozione di dibattiti sui temi inerenti al territorio.
7) Coordinamento delle relazioni coi vari soggetti esterni.
8) Realizzazione di un sito Internet per la promozione per Parco.
9) Sportello informativo generale sul Parco.
Preventivo di spesa:
1) Numero 4 computer per Lit. 18.000.000.
2) Numero 2 stampanti per Lit. 4.000.000.
3) Attrezzature per laboratorio di stampa Lit. 25.000.000.
4) Cancelleria Lit. 6.000.000.
5) Spese di gestione Lit. 15.000.000.
76
Spese Generali attività culturali previste (nel primo triennio)
Tipo Attività
Laboratori Maieutici
Convegni 4
Festival Musicali
Pedana
Ufficio P.R.
Musei e Archivi
Seminari
Totale spese primo triennio
Annue
30.000.000
30.000.000
8.000.000
77
Totali
20.000.000
90.000.000
90.000.000
15.000.000
68.000.000
70.000.000
24.000.000
377.000.000
TEATRO FESTIVAL DELLO JATO
L’esigenza di organizzare a ponte tra il mese di agosto e il mese di
settembre un teatro-festival tra i paesi dello Jato e quelli limitrofi, nasce
da un bisogno preciso: la gente e soprattutto i giovani hanno bisogno di
nuovi messaggi simbolici, di far proprio un patrimonio di valori che
solitamente non trovano a livello dei canali mass-mediali.
L’instaurazione della tradizione del teatro-festival dello Jato, costituisce
perciò un valido antidoto al progredire della perdita di valori culturali e
di stimoli alla ricerca del benessere fisico e psichico della gente.
La realizzazione di una manifestazione che, oltre a uno scopo
culturale ha la finalità di realizzare un incentivo di richiamo turistico,
costituisce un vero e proprio investimento i cui frutti possono essere
visti a medio termine.
L'iniziativa potrà essere occasione di intrattenimento nei luoghi di
San Giuseppe Jato, San Cipirello, Partinico, Trappeto, Piana degli
Albanesi e del circondario da parte dei turisti che potranno visitare i
musei civici, gli scavi archeologici e quanto di interessante questi paesi
potranno offrire, anche dentro la modalità della vacanza-studio.
Il teatro-festival vuole essere, inoltre, un momento di verifica di
processi culturali e comunicativi alternativi. Sarà un’occasione per
trasformare le città della Valle in strutture aperte, capaci sempre più di
operare sinergicamente e di mettere in mostra tutto quello che
possiedono come risorsa e come opportunità di scambio. Esso, quindi,
potrà costituire un momento di unificazione di fatto tra persone con
diverse esperienze di cultura, e al contempo un modo per offrire un
prodotto culturale di buon livello, laddove la scelta in questo senso non
avverrebbe mai.
Questa manifestazione infine, darà un input al turismo anche come
sbocco occupazionale.
Motivazioni dell'iniziativa:
1) incoraggiare la persona ad uscire di casa, ad incontrarsi, a dialogare,
a sviluppare quel senso critico che trova nel teatro una delle
maggiori fonti di stimolo;
2) favorire l'incontro e il confronto tra i gruppi professionali che col
teatro si sono cimentati, perché essi possano continuare nella loro
ricerca e produzione di spettacoli;
3) fornire agli spettatori spazi ricreativi e culturali in un territorio che
78
ha bisogno di trasformare la cultura della morte in cultura della vita.
Il festival oltre che occasione di scambio con gruppi extraregionali,
vuole essere una “finestra” sulla produzione artistica di alcuni gruppi
professionali siciliani che operano nel settore del teatro, della danza e
della musica folkloristica.
Con il festival il turista potrà farsi un’immagine positiva della vitalità
delle espressioni culturali della nostra comunità siciliana. Il teatrofestival dello Jato inoltre prevede manifestazioni musicali e di danza
classica e moderna e si articola in un percorso itinerante attraverso i
comuni di San Giuseppe Jato, S.Cipirello, Partinico, Trappeto , Piana
degli Albanesi, Balestrate e altri comuni della Valle .
La Cooperativa 'Proteus' oltre a svolgere le funzioni di organizzazione
delle manifestazioni, sarà presente al festival con lavori di sua
produzione, tra i quali figureranno quelli che recuperano la narrativa e la
poesia di Danilo Dolci più legate al territorio della Valle. Una delle
modalità di approccio potrà essere quella del 'Teatro dell'oppresso', già
sperimentata da Augusto Boal. Tuttavia non sarà escluso il grande teatro
classico e si tenderà a valorizzare il repertorio di autori siciliani quali
Pirandello e Sciascia, anche al fine di promuovere la conoscenza delle
varie forme di teatro quali il teatro dell’arte e il teatro dell’assurdo.
Gruppi Artistici e Relativi Lavori
Soc. Coop. 'Proteus'
“ Questi ragazzi” di Gherardo Gherardi
“Il Berretto a Sonagli” di L.Pirandello
Teatro Stabile di Messina
“ Liolà “ di L.Pirandello
Compagnia 'Piccola Accademia' di Ragusa
“ Da Giovedì a Giovedì” di A. De Benedetti
“ La scoperta dell’America” di A.Retti
Associazione Transcultura di San Giuseppe Jato
“ Il Cortile degli Aragonesi” da Anonimo del’700
79
“Lumie di Sicilia” di L.Pirandello
“La Cavalleria Rusticana” di G.Verga
Soc. Coop. 'Agrikantus' di palermo
Spettacolo di Musica Popolare del Mediterraneo
Centro per la Sperimentazione teatrale di Pontedera
“Pigmalione” di A.Taddei
Soc. Coop. Nino e Franco Zappala’ A R.L
“L’aria del continente” di N. Martoglio
Soc. Coop. 'Esperia' a r.l.
“Il Malato Immaginario” di Moliere
“La Locandiera” di C. Goldoni
“Miles Gloriosus” di Plauto
Gruppi Folkloristici nazionali ed internazionali
80
Relazione sul raggiungimento dei fini turistici
La fine di Agosto e l’inizio di Settembre coincidono col periodo in
cui le numerose presenze turistiche cominciano a diminuire per il rientro
dalle ferie. La proposta di una manifestazione di alta risonanza culturale
quale il “Teatro-festival dello Jato”, costituisce certamente per il
visitatore occasione di prolungamento del proprio soggiorno nei paesi
dello Jato.
Le località in cui si svolgerà il festival offrono al turista attrattive varie,
dalla possibilità delle visite archeologiche (Monte Jato, Museo Jatino),
alla visita della comunità etnica di Piana degli Albanesi.
Il turista potrà degustare inoltre in locali tipici i prodotti della zona
(latte, formaggi, vini, piatti tipici), e potrà realizzare acquisti dei
prodotti dell’artigianato locale.
Tuttavia l’iniziativa mira alla promozione della giovane vocazione
turistica dell' area. E' da tenere presente, a questo proposito, che la Valle
dello Jato dista pochi chilometri dalle località balneari ad alta vocazione
turistica (Golfo di Castellammare, Città del Mare, etc.), per cui, grazie
alla campagna promo-pubblicitaria che sarà effettuata, la partecipazione
alla manifestazione sarà occasione di intrattenimento serale dei
numerosi villeggianti e turisti ospiti della zona. Ad essi si offre pertanto
un'opportunità diversificata di servizi.
81
Piano promo-pubblicitario
Il Piano promo-pubblicitario prevede interventi a tutti i livelli di
informazione: manifesti, locandine, inserti stampa, annunci radiotelevisivi, bandezzi.
Manifesti
Saranno stampati manifesti di dimensioni 100x75 e saranno affissi, oltre
che nei Comuni in cui avrà luogo la manifestazione, nella città di
Palermo e soprattutto nelle località a forte vocazione turistica e
balneare.
Locandine
Le locandine degli spettacoli daranno l’informazione peculiare sul
contenuto di ogni singolo spettacolo e saranno distribuite nei pubblici
esercizi.
Inserti Stampa
Saranno pubblicati sui quotidiani “Giornale di Sicilia” , “La Sicilia”,
“La Repubblica”, “Corriere della sera”, “Sicilia Tempo”, “Giornale dei
quartieri” sia il programma globale delle manifestazioni, sia l’inserto
per ogni spettacolo.
Annunci radiotelevisivi
Gli annunci radiotelevisivi saranno effettuati sulle principali emittenti
private della zona e saranno ripresi possibilmente dalla RAI nei notiziari
regionali.
Bandezzi
Il bandezzo, si effettuerà nei Comuni dove si terrà ogni singolo
spettacolo, previa autorizzazione. In tal modo tutti i cittadini potranno
essere avvertiti a partecipare in gran numero agli appuntamenti.
Nota
Ogni iniziativa promo-pubblicitaria, oltre che avvertire sui contenuti
82
artistico-culturali della manifestazione, esprimerà l’invito a visitare la
cittadina ospitante la manifestazione e quanto essa offre dal punto di
vista turistico. Al turista sarà consegnata una mappa del paese con
l’invito a visitare i luoghi del Parco Letterario.
bilancio della manifestazione
uscite
Cachèt Compagnia Stabile di
Messina
Cachèt Compagnia d’arte
Zappalà
Cachèt Compagnia AgriKantus
Cachèt Compagnia Transcultura
Cachèt Compagnia Piccola
Accademia
Cachèt Compagnia Teatrale
Esperia
Cachèt Gruppi folkloristici
Contributi ENPALS
Contributi INPS
Assicurazione INAIL
Assicurazione Privata
Affitto palcoscenico
Piano promo-pubblicitario
Luci ed amplificazione
Forniture ENEL
Ospitalità e tranfers
SIAE
totale
14.000.000
10.000.000
10.000.000
20.000.000
16.000.000
24.000.000
17.000.000
4.000.000
3.000.000
2.000.000
2.000.000
10.000.000
20.000.000
20.000.000
3.000.000
15.000.000
10.000.000
200.000.000
entrate
Contributo Ass.to Regionale BB.CC.AA.
“””
Turismo, Sport e Spettacolo
83
50.000.000
50.000.000
Contributo Provincia Regionale di Palermo
Contributo Comune di Partinico
Contributo Comune di San Giuseppe Jato
Contributo Comune di San Cipirello
Contributo Comune di Piana degli Albanesi
Contributo Comune di Trappeto
TOTALE
84
30.000.000
20.000.000
8.000.000
8.000.000
3.000.000
6.000.000
200.000.000
B) Attività promozionali
Piano Pubblicitario
-
Target
Istituzioni culturali e scolastiche.
Agenzie Turistiche specializzate in promozioni culturali.
Popolazione locale.
Mezzi pubblicitari
Mezzi Cartacei
Opuscoli
Manifesti
Pubblicazioni
Mezzi Informatici
CD-Rom
Sito Internet
Mailing list via e-mail
Opuscoli
Si prevede la realizzazione di opuscoli informativi sul parco e sulle
attività ad esso connesse.
N. 120.000 per un totale di Lit. 60.000.000
Manifesti
Manifesti da distribuire presso centri culturali, scolastici, istituzionali.
N. 45.000 per un totale di Lit. 55.000.000
Pubblicazioni
Realizzare pubblicazioni sul parco, di atti sui seminari e sui convegni.
Si prevede di vendere queste pubblicazioni per il pagamento delle
spese di realizzazione.
CD-Rom
La realizzazione di un CD-ROM per la pubblicizzazione del parco,
nelle scuole, nelle università, ecc.
Costo previsto Lit. 30.000.000
85
Sito Internet
Con le potenzialità di Internet, si potrà ottenere una pubblicità
immediata ed efficace di tutte le attività del parco.
Inoltre si prevede la realizzazione di un catalogo online per acquistare
le pubblicazioni del parco.
Costo previsto Lit. 30.000.000
Mailing List tramite e-mail
Si prevede la realizzazione di una mailing list, cui ci si potrà iscrivere
con un piccolo contributo, per ricevere tutte le informazioni relative
alle attività del parco.
Pubblicità su Radio, televisioni e giornali locali
Per favorire una conoscenza a livello locale del parco, si prevede la
realizzazione di spot pubblicitari per emittenti televisive e
radiofoniche nazionali e locali.
Inoltre si prevede la segnalazione del parco nelle pagine del tempo
libero dei quotidiani e dei settimanali nazionali e regionali.
Costo previsto Lit. 150.000.000
Borse di studio e premi letterari
Si prevede la realizzazione di premi letterari intitolati a Danilo Dolci,
con premi in denaro o soggiorni nel parco.
Costo previsto Lit. 50.000.000
Totale annuo: lire 390.000.000
Totale triennio: lire 1.170.000.000
86
11) Analisi di marketing e ipotesi di flussi turistici attivabili
Situazione del mercato
•
Prima del Parco (1977-1998)
– Flusso non selezionato
– Attratto dal mare e in piccole parti, dalle tradizioni popolari di Piana Degli
Albanesi
– Flusso intellettuale proveniente da diverse nazionalità estere per convegni e
conferenze presso il "Centro studi Danilo Dolci”
•
Dopo la realizzazione del Parco
Ordine sequenziale previsto
– Fase di minima
– Flusso non selezionato
– Flusso selezionato (turismo culturale)
Flusso docenti e discenti scuole medie superiori
Flusso selezionato docenti e discenti scuole medie inferiori
Flusso utenti sportivi
• Attività di canottaggio
• Ciclocross
• Percorsi campestri
– Flusso utenti per l’osservatorio ornitologico
– Flusso laboratori di ricerca
- Flusso stabilizzato di turismo culturale e sportivo selettivo.
87
•
Il pacchetto offerto dal Parco Letterario è formato dai seguenti servizi
–
–
•
Pubbliche relazioni
incontri maieutici
laboratori maieutici
ludoteca
festival musicali
Cultura
musei e archivi storici
gare
di canottaggio
convegni
gare
di ciclo cross
visita
itinerari
paesaggistici (costa,
seminari
La concorrenza
corse
campestri
mare,
fiume)piatti
e monumentali
Ricettario
tipici localideldel
L'ambiente competitivo
Parco
Letterario
Parcosul
Letterario
Non esiste un ambiente competitivo
territorio anzi il turismo già
esistente diventa parte integrante del progetto
–
Sport
–
Territorio
–
Gastronomia
88
Posizionamento
Il nucleo centrale del Parco e del progetto che ne deriva è costituito dall’asse
centrale del turismo culturale e sportivo, attraverso il quale il “Parco Letterario Valle
Jato” coglie l’occasione per diffondere la cultura della nonviolenza, dell’accoglienza e
dello sviluppo contro i rischi della cultura della morte.
Da un’indagine di mercato risulta che il prodotto offerto dal “Parco Letterario
Valle Jato” soddisfa le esigenze di un turista colto, sportivo e interessato ai luoghi
storici del territorio (luoghi in cui sono avvenuti anche fatti di mafia).
Ogni pacchetto ha la durata di sette giorni, il prezzo del pacchetto è stabilito in
una fase iniziale per fasce di età, classe sociale e livello di istruzione culturale.
Il target è individuato da utenti intellettuali, dal mondo associazionistico e del
volontariato, da utenti sportivi, vacanzieri e vacanzieri di fine settimana, e da presenze
turistiche nelle strutture già esistenti.
89
Strategie di comunicazione
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Ministero Pubblica Istruzione
Ministero Università
Contatto diretto
Agenzie turistiche autorizzate in promozioni culturali e sportive.
TV locale e nazionale
Giornali: quotidiani e riviste specializzate
Mezzi cartacei e informatici
Fiere
Internet
90
Confezione del prodotto
•
Confezione del prodotto
Poiché la distribuzione della clientela in diversi periodi dell’anno dipende dalle
scelte che si sono fatte nella tabella del target, questo Parco Letterario, secondo le
indicazioni pervenute da indagini di mercato, ha preferito diversificare l’offerta in
cinque pacchetti per soddisfare le esigenze dei diversi flussi attivabili dall’idea Parco:
–
–
–
–
–
mondo universitario
mondo scuola media superiore
mondo scuola media inferiore
coppie e anziani
single
Ogni pacchetto ha la durata di sette giorni, il prezzo è stabilito in una prima fase
con quote fisse, per fasce d'età e livello culturale.
Il prezzo di ogni pacchetto è il seguente:
–
–
–
–
mondo universitario
mondo scuola media superiore e inf.
coppie e anziani
single
91
£. 200.000
£. 100.000
£. 100.000
£. 150.000
Flussi previsti in quantità ed in valore
Da indagini di mercato (tramite sondaggi telefonici e questionari) si è pervenuti
alle seguenti indicazioni:
– I flussi turistici che si avranno nel Parco Letterario sono costituiti da utenti
locali, nazionali e esteri.
L’utenza attivabile avrà interessi peculiari (universitari, scolastici, culturali) e sarà
presente secondo questo piano di previsione:
92
Proiezione flusso minimo
Servizi
vendite
N°
Prezzo
Persone Pacchetto
Totali
Europa
Università
400
200.000
80.000.000
Italia
Università
400
200.000
80.000.000
Europa
Media Sup.
400
100.000
40.000.000
Europa
Media Inf.
400
100.000
40.000.000
Italia
Media Inf.
4000
100.000
400.000.000
Italia
Media Sup.
4000
100.000
400.000.000
Totale
9600
1.040.000.000
93
Media inf
Media sup
Univerità
0
Europa
Italia
1000
2000
3000
4000
Nota: Ci sarà altresì, un flusso turistico che non acquisterà il pacchetto
offerto ma tuttavia produrrà reddito. Infatti è previsto un flusso turistico
di circa 40.000 presenze annue le quali comunque fungeranno da
moltiplicatori economici per tutto il territorio e soprattutto
contribuiranno allo sviluppo delle imprese intorno al Parco
94
Proiezione flusso massimo
Servizi
vendite
N°
Prezzo
Persone Pacchetto
Totali
Europa
Università
520
200.000
104.000.000
Italia
Università
520
200.000
104.000.000
Europa
Media Sup.
520
100.000
52.000.000
Europa
Media Inf.
520
100.000
52.000.000
Italia
Media Inf.
5200
100.000
520.000.000
Italia
Media Sup.
5200
100.000
520.000.000
Totale
12480
1.352.000.000
Media inf
Media sup
Univerità
Europa
0
Italia
1000 2000 3000 4000 5000 6000
95
12)Quantificazione di massima del valore degli investimenti proposti e
delle fonti finanziarie
•
•
•
Ristrutturazione edifici e arredo edifici
Pacchetto turistico culturale
Attività promozionali
Totale
£. 1.337.000.000
£. 377.000.000
£. 1.170.000.000
£. 2.884.000.000
Tenendo conto delle spese per l’organizzazione e la realizzazione del
progetto, si richiede alla sovvenzione globale la somma di £. 2.864.000.000.
96
SEZIONE 2
MODALITA' IPOTIZZATE PER LA GESTIONE DEL PARCO
La gestione del Parco sarà affidata ad un soggetto formale costituito
da tutti i rappresentati delle singole Associazione e Comuni proponenti
citati nel protocollo d’intesa, salvo eventuale aggiunte in fase di
realizzazione pratica del progetto stesso.
Detto organismo avrà riunioni periodiche per adempiere di concerto
a tutte le esigenze che di volta in volta si presenteranno, verificando
che ogni aspetto progettuale, obiettivo e attività coincidano con quanto
preventivamente concordato.
Ogni organismo proponente, firmatario del protocollo d’intesa,
eleggerà un proprio rappresentante per la costituzione del consiglio di
gestione. Detto consiglio è l’organo preposto a designare il presidente
del Parco Letterario.
Il presidente dovrà avvalersi di un esecutivo operativo che sarà
nominato dal consiglio di gestione del Parco.
I ruoli e le funzioni specifiche di ciascun soggetto coinvolto sono
stati specificati nel protocollo d'intesa.
97
SEZIONE 3
Descrizione delle potenzialità imprenditoriali e di sviluppo locale che
devono contenere indicazioni sia sull’ipotesi di imprese che possono
nascere attorno al parco, sia dei soggetti che eventualmente possono
costituire tali imprese.
a) imprese che possono nascere attorno al Parco
b) indicazioni sui soggetti che eventualmente possono costituire tali
imprese
PREVISIONE DI INSEDIAMENTO DI NUOVE IMPRESE GIOVANILI
COLLEGATE DIRETTAMENTE AL PARCO LETTERARIO
1) Impresa di manutenzione e pulizia.
2) Cooperativa per la realizzazione di prodotti artigianali inerenti al parco.
3) Impresa di servizi turistici e di ristorazione.
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1) IMPRESA DI MANUTENZIONE E PULIZIA
Premessa- L'impresa di manutenzione e pulizia sarà composta da più
soggetti e avrà come funzione diretta quella di provvedere ad alcune delle
necessità primarie del Parco.
L'impresa sarà creata coinvolgendo alcuni giovani disoccupati della Valle
Jato (già individuati) e realizzerà un progetto per attingere ai fondi
dell’imprenditorialità giovanile.
Oggetto - L'impresa sarà costituita sin dalle prime fasi della realizzazione
del progetto e prevede le seguenti funzioni:
1)manutenzione impianti
2)pulizia locali
3)giardinaggio
4)opere varie di manutenzione del Parco.
Le suddette imprese saranno inserite nel contesto economico del territorio,
cercando di individuare anche nuove e/o altre attività produttive di
sviluppo e occupazione.
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2) CONSORZIO PER LA REALIZZAZIONE
ARTIGIANALI INERENTI AL PARCO.
DI
PRODOTTI
Premessa - I percorsi letterari che verranno visitati da turisti, studiosi e
scolaresche potranno prevedere l'allestimento di piccole botteghe per la
vendita di prodotti artigianali locali. Sarà data al turista la possibilità di
acquistare oggetti che hanno attinenza con il Parco stesso.
Oggetto - Ci impegniamo, quindi, alla creazione di un consorzio di giovani
e di artigiani locali per la realizzazione di souvenir ed oggetti tipici della
Valle (oggetti in ceramica, piccole sculture in legno, "friscaletti" tipici,
ecc.).
Sono stati già individuati artigiani esperti nella Valle Jato i quali avranno
una funzione didattica: insegneranno a tramandare la loro la loro cultura
artigianale.
Questo consorzio attingerà inizialmente a fondi statali e comunitari,
pervenendo, in seguito, ad una autonoma gestione economica attraverso i
ricavi previsti.
La suddetta iniziativa avrà anche la funzione di tenere vive le tradizioni
artigianali locali contribuendo alla valorizzazione culturale/economica del
territorio.
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3) IMPRESA DI SERVIZI TURISTICI E DI RISTORAZIONE
Premessa - Il Parco letterario si propone di attivare flussi turistici esterni al
territorio locale per tutto il periodo dell'anno; è pertanto necessaria
un'efficiente e funzionale assistenza turistica nel Parco.
Oggetto - Il comitato pro-Parco a tale proposito si impegna a costituire
un'impresa di servizi e di ristorazione preposta alla gestione di tutte le
attività turistiche del Parco.
La suddetta impresa avrà lo scopo di dar lavoro ad un numero di soggetti
proporzionatamente crescente negli anni: da un minimo di 18 ad un
massimo di 50. Sono stati già individuati giovani interessati all'iniziativa.
A tale scopo saranno realizzati progetti per attingere ai fondi statali e
comunitari e sarà allestito un apposito ufficio nella sede centrale del Parco.
La suddetta impresa stipulerà delle convenzioni con il Parco rendendo
compatibili le proprie funzioni con le strutture messe a disposizione dal
Parco che sono:
1) ristorazione (agriturismo, ristoranti);
2) pernottamento (ostelli, pensioni, camping attrezzati, saranno stipulati
contratti anche con privati);
3) guide specializzate ed attrezzate per la visita del parco.
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PREVISIONE DI INSEDIAMENTO DI NUOVE IMPRESE GIOVANILI
ATTORNO AL PARCO LETTERARIO.
Premessa – Danilo Dolci nel corso della sua vita si è sempre battuto per lo
sviluppo economico, sociale e culturale del territorio, avendo come
obiettivo prioritario la valorizzazione delle risorse locali. Il Centro Studi di
Partinico, da lui fondato, portava la dicitura “per la piena occupazione”. Le
sue numerose iniziative, dallo “sciopero alla rovescia” a quelle per la
realizzazione della diga nella Valle Jato, miravano a creare occasioni di
sviluppo del territorio.
Grazie a queste lotte democratiche, da allora a oggi molto è cambiato:
l’agricoltura ha aumentato la propria produttività grazie all’introduzione di
nuove colture favorite dalla maggiore disponibilità di acqua, l’emigrazione
è diminuita e la società ha raggiunto una maggiore coscienza collettiva.
Permangono, tuttavia, problemi annosi quali quelli legati alla
disoccupazione giovanile, qualificata e non, a fronte di grande disponibilità
di risorse umane e competenze professionali (artigiani, giovani agricoltori,
diplomati e laureati) presenti nel territorio.
Il comitato pro-Parco, viste le finalità del concorso, viste le particolari
esigenze di lavoro da parte della popolazione locale, viste anche le
potenzialità non utilizzate del territorio, si dedicherà alla promozione, al
coordinamento e per la realizzazione di nuove imprese giovanili.
Oggetto - A tale scopo, il comitato pro-Parco si impegna a creare
un'apposita associazione senza scopo di lucro (avvalendosi dell'esperienza
e della professionalità della Associazione Progettare il futuro) per la
formazione di nuovi imprenditori.
Saranno messi a disposizione dai comuni esperti nel settore e saranno
allestiti sportelli per tale scopo: i giovani potranno accedere alle
informazioni che desiderano sui finanziamenti all'imprenditoria giovanile
con facilità e con il massimo della professionalità.
La suddetta associazione sarà supportata, inoltre, della collaborazione e
dell'assistenza della Confartigianato e della CNA e di quant'altre
associazioni di categoria vorranno partecipare.
Visti i propositi sopra elencati e le competenze a nostra disposizione, dopo
avere ascoltato più parti sociali ( ci siamo riuniti con giovani disoccupati,
artigiani, agricoltori, diplomati e laureati discutendo le possibili vie di
sviluppo della valle), abbiamo realizzato un elenco di massima, con le
essenziali specificazioni preliminari, sulle imprese che ci impegneremo a
promuovere:
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1) impresa per la costruzione di cassette da frutta;
2) cooperativa per la lavorazione e l'esportazione di agrumi e frutta;
3) cooperativa per la produzione in serra di fiori e piantine ortive;
4) cooperativa di apicoltori;
5) funghificio;
6) cooperativa per la realizzazione di ricami e stoffe lavorate;
7) impresa per la lavorazione e la trasformazione di prodotti agricoli;
8) impresa per la raccolta differenziata dei rifiuti e la trasformazione dei
prodotto riciclati.
9) cooperativa di servizi informatici e assistenza tecnica.
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SEZIONE 4
Documenti sulla concertazione locale
Protocollo d’intesa tra i soggetti intestatari, che si allega in copia autentica
con la firma dei rappresentati dei Comuni e delle Associazioni partecipanti,
tutti soggetti proponenti; determinazione del Sindaco di San. Giuseppe Jato
n°89 del 29/09/1998; protocollo d’intesa del Sindaco di San. Giuseppe
Jato; Determinazione n°213 del Comune di Partinico del 29/09/1998,
determinazione del 28/09/1998 del Sindaco del Comune di Trappeto;
Determinazione Sindacale n°92 del 28/091998 del Sindaco del Comune di
Piana degli Albanesi; protocollo d’intesa del Sindaco del Comune di Piana
degli Albanesi; dichiarazione del Centro per lo sviluppo creativo di
Partinico; dichiarazione del Centro studi e iniziative di Partinico; adesione
di “Non solo Portella ONLUS”, Associazione tra i familiari delle vittime
della strage di Portella della Ginestra, con descrizione delle attività
allegata; adesione dell’Associazione progettare il futuro di Partinico;
documento dell’Auser di Trappeto del 26/09/1998; Adesione
dell’Associazione tutela Mirto di Partinico del 29/09/1998; adesione
dell’Associazione della cooperativa Proteus di San Giuseppe Jato del
27/09/1998; adesione del circolo Lega Ambiente di Partinico del
26/09/1998.
Si allegano in copia originale le adesioni pervenute di:
- Bruno Zevi, architetto ;
- Remo Fornaca, Ordinario dell’Università di Torino;
- Università di Torino;
- Amici di Danilo Dolci di San Marino;
- Verein zur Forderug des Werkes von Danilo Dolci di Basilea in
Svizzera;
- Mariangela Savoca, ricercatrice dell’Università di Catania;
- Antonino Mangano, Università di Messina;
- Pietro Lacaita, editore;
- Marco Valeri, gruppo amici di Dolci di Piacenza;
- Leana Quilici, gruppo maieutico di Capannori (Lucca);
- Maria Agata Mattei, servizio minori della Repubblica di San Marino;
- Gruppo Nuovo Ulisse di Palmi;
- Giovanni Battaglini di Modena;
- Laboratorio Maieutico della Toscana con l’adesione di 50 intellettuali;
- Teresa Mattei, della Lega per il diritto dei bambini alla comunicazione
(Ponsacco);
- Confederazione italiana degli agricoltori della Provincia di Palermo;
- Associazione culturale Meandro di Partinico;
- Pro loco di Trappeto;
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-
Club di politica pregmautica Aut di Partinico;
Camera del lavoro di Partinico;
Age di Partinico;
Confederazione Nazionale artigiani di Partinico;
Associazione commercianti di Partinico;
Barbara di Sorge di Roma;
Azienda agricola Cossentino di Partinico.
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Parco letterario dello Jato (1998)