lontano giorno del 1912 ed il colloquio «dal quale doveva nascere pure per me una vocazione e formarsi un lungo simile, se non egualmente intenso, impegno» (6). In quello stesso anno Isnardi, ligure di nascita e piemontese di adozione, vince il concorso a cattedre di lettere ed è assegnato al R. Ginnasio Superiore «V. G a l l u p p i » di Catanzaro, dove insegna fino a quando viene chiamato in guerra (7). La testimonianza degli allievi di quel tempo individua già un precoce amore per la Calabria, che è insieme scoperta di un mondo sconosciuto e selvaggio e cognizione di un ambiente incontaminato e di una bellezza inimmaginabile. La questione del Meridione, che gli si era rivelata attraverso l'opera del Fortunato II Mezzogiorno e lo Stato italiano, entra prepotentemente nell'essere di Isnardi ( « 7 / giorno che lo acquistai e cominciai a leggerlo segnò di sé tutta la mia esistenza, mente e cuore, e ancora... ne vivo»), come entra il mondo contadino calabrese. Di questa esperienza come docente a Catanzaro (1912/1916) e del suo soggiorno nella capitale culturale di quel periodo è espressione il libro Sud e Nord e la scuola italiana, pubblicato dopo la guerra (1920) presso l'editore Vallecchi e inviato con dedica a Giustino Fortunato, che lo invita a casa. Da quell'incontro nasce un sodalizio che rimarrà per tutta la vita; analogo sodalizio Don Peppino, come viene affettuosamente chiamato, instaura negli anni catanzaresi con i dotti locali («Una delle particolarità più notevolmente tipiche della cultura del mezzogiorno è l'abbondanza di "dotti locali". Spesso sono sacerdoti, prelati, o signori, ricchi proprietari di terre e baroni ( . . . ) , o gente di più alta nobiltà e di un certo sussiego aristocratico;, ma possono essere anche professionisti, avvocati, medici, ingegneri ( . . . ) . Raccolgono libri, oggetti di antichità preistorica o greco-romana, fanno scavi nelle loro terre, mettono su piccoli e interessantissimi musei, che non di rado donano alla città o alla provincia. Scrivono, pubblicano libri ed opuscoli, si fanno editori di bollettini e riviste e di storia e di folklore locali. Quasi sempre solitarii, lontani dai grandi centri di studio, privi di informazioni recenti e continue sulla loro scienza, in g e n e r e . questi "dotti" influiscono (6) G . ISNARDI, La Scuola, la Calabria, il Mezzogorno, cit., p. 5 3 9 . (7) Cfr. E . PONTIERI, Studi in memoria di Umberto Zanotti-Bianco e di Giuseppe Isnardi, in « A r c h i v i o Storico per la Calabria e la Lucania», X X I V ( 1 9 6 6 ) , pp. vii-xv.