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ao
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L’origine
lauretana
di una
famosa
icona
russa
i
an
POSTE ITALIANE SPA
Spedizione in abbonamento postale
D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
art. 1, comma 1, CN/AN
Grande
successo
della 52a
Rassegna
“Virgo
Lauretana”
Ce
dal
n. 6 - GIUGNO 2012
nt
ro G anni P
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INDIC AZIONI UTILI
ORARI
Basilica della Santa Casa
ore 6.15-20 (aprile-settembre)
ore 6.45-19 (ottobre-marzo)
La Santa Casa rimane chiusa tutti i
giorni dalle 12.30 alle 14.30.
Sante Messe
Sabato e giorni feriali
ore 7, 8, 9, 10 ,11 (7.30 in S. Casa)
ore 17 e 18.30 (aprile-settembre)
ore 16.30 e 18 (ottobre-marzo)
Rosario: ore 18 (17.30 ottobre-marzo)
Domenica e giorni festivi
ore 7, 8, 9, 10, 11, 12
ore 17, 18, 19 (aprile-settembre)
ore 16, 17, 18 (ottobre-marzo)
Confessioni
Giorni feriali
ore 7-12.10
ore 16.00-19 (aprile-settembre)
ore 15.30-18.30 (ottobre-marzo)
Giorni festivi
ore 7-12.30
ore 16-19.30 (aprile-settembre)
ore 15.30-18.30 (ottobre-marzo)
Adorazione eucaristica quotidiana
Lunedì - Venerdì: 9.30-18; Sabato: 9.30-12
Sagrestia Basilica
Dalle ore 7 alle 12; dalle ore 16 alle 19.
Prenotazioni Sante Messe, stesso orario.
Celebrazione Battesimo
Prima domenica di ogni mese:
ore 17 (Basilica Santa Casa).
Celebrazione Cresima
Primo sabato di ogni mese:
ore 18 (ore 18.30 aprile-settembre)
Presentarsi un’ora prima per la registrazione dei documenti.
Celebrazione Matrimonio
Informazioni presso il Parroco della
Santa Casa: ore 10-12.
Congregazione Santa Casa-Negozio
(a sinistra della facciata della basilica).
Ufficio accoglienza pellegrini e informazioni, prenotazione guide turistiche, con
negozio ricordi e stampe del santuario,
abbonamento alla rivista e iscrizioni alle
Messe Perpetue. Ore 8.30-12.30; 14.3018.30 (15-19 giugno-settembre).
Ufficio Postale Loreto
Orario: 8-13.30; sabato 8-12.30.
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“IL MESSAGGIO della SANTA CASA”
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IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA
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Mensile del santuario di Loreto
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Redattore
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Loreto, 20 maggio 2012
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“Il Messaggio” esce anche in inglese:
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COME RAGGIUNGERCI…
Autostrade
Bologna-Ancona-Bari e
Roma-Pescara-Ancona:
uscita Loreto.
Linee ferroviarie
Milano-Bologna-Ancona-Lecce con discesa
Loreto
alle stazioni di Loreto e
Ancona, e Roma-Falconara-Ancona, con servizio di autocorriere da
Ancona *.
Aeroporto “R. Sanzio” di Ancona-Falconara, 30 km da Loreto.
* Servizio Autobus ANCONA PER LORETO
Feriale: 5.45 - 6.45 - 7.45 - 8.45 - 9.45 - 10.15 - 11.15 - 12.10
13.15 - 14.15 - 15.30 - 16.45 - 17.30 - 18.30 - 19.30 - 22.15
Festivo: 8.00 - 10.20 - 12.40 - 15.00 - 17.45 - 20.15
Servizio Autobus LORETO PER ANCONA
Feriale: 5.40 - 6.35 - 7.05 - 7.45 - 8.30 - 9.30 - 10.45 - 12.00
13.00 - 13.45 - 15.00 - 16.00 - 17.05 - 18.15 - 20.25
Festivo: 6.55 - 9.20 - 11.40 - 14.00 - 16.40 - 19.15
Servizio Autobus Loreto stazione per Loreto
Feriale: 6.45 - 7.00 - 7.55 - 8.25 - 8.55 - 11.00 - 11.55 - 14.15
15.15 - 16.10 - 17.20 - 18.15
Festivo: 7.55 - 10.55 - 11.45 - 14.15 - 16.20 - 17.05 - 18.15
Servizio Autobus Loreto per Loreto stazione
Feriale: 6.30 - 6.50 - 7.15 - 8.10 - 8.30 - 10.30 - 11.10 - 13.50
14.30 - 15.35 - 16.28 - 17.55
Festivo: 7.35 - 10.35 - 11.10 - 13.50 - 15.35 - 16.30 - 17.55
S
204
OMMARIO
EDITORIALE
La dimora dell’uomo e il tempio di Dio
p. Giuseppe Santarelli
In copertina:
Arturo Gatti, Sacro
Cuore. Loreto,
Cappella Polacca
(1950). Il mese di
giugno è dedicato
al Sacro Cuore di
Gesù, espressione dell’amore
immenso del
Salvatore verso
gli uomini.
205
LA PAROLA DELL’ARCIVESCOVO
Anna, la moglie di Tobi
mons. Giovanni Tonucci
206
207
LETTERE AL “MESSAGGIO”
CATECHESI MARIANA
Fede in Dio e fiducia nell’uomo alla scuola di Maria
fr. Stefano Vita
SPIRITUALITÀ
209
Anima umile
sor. Francesca Entisciò
210
“Vista la folla, ebbe compassione”
Valentino Salvoldi
212
La Visitazione
sr. Maria Elisabetta Patrizi
214
STUDI E APPROFONDIMENTI
Misteri clamorosi e silenzio di Dio /4
p.Tarcisio Stramare
n. 6 - GIUGNO 2012
216
“Loreto, dopo Nazaret,
è il luogo ideale per pregare
meditando il mistero
dell’Incarnazione del Figlio di Dio.”
Benedetto XVI
204
212
SIMBOLOGIA MARIANA
La Luna
Filippo Di Cuffa
217
OGNI SANTITÀ PASSA A LORETO
Venerabile Paolina Maria Jaricot (1799-1862)
p. Marcello Montanari
219
inserto giovani
223
IL “MESSAGGIO” INTERVISTA…
dal Centro
Giovanni Paolo ll
Il professor Yves-Maria Bercé /2
Vito Punzi
224
225
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE
STORIA ARTE E CULTURA LAURETANA
La Madre di Dio “Chiave della conoscenza”
p. Marcello Montanari
228
EVENTI SPECIALI
52a Rassegna Internazionale di Musica Sacra
“Virgo Lauretana”
Vito Punzi - Giuliano Viabile
225
228
VITA DEL SANTUARIO
234
235
236
La Fontana dei Galli messa a nuovo
Simposio sulla Via Lauretana
NOTIZIE FLASH
IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
EDITORIALE
La dimora dell’uomo
e il tempio di Dio
P. GIUSEPPE SANTARELLI
204
- DIRETTORE
Il Palazzo
Ducale
di Urbino
e la Basilica
della Santa
Casa di
Loreto
N
elle Marche esistono due eccelsi monumenti, sorti quasi contemporaneamente in
uno stesso clima culturale e artistico di eletto segno rinascimentale: il Palazzo Ducale di Urbino e la Basilica della Santa Casa di Loreto. Due capolavori architettonici
d’Europa. Qualche artista ha operato nell’uno e nell’altro, come Francesco di Giorgio
Martini, il genio senese delle rocche militari.
A Urbino brilla la prima dimora principesca rinascimentale, opera di Luciano da Laurana, che nel 1465 vi fu chiamato da Federico da Montefeltro ad ampliarne il nucleo primitivo (1444). L’architetto dalmata accentrò la fabbrica intorno al «cortile d’onore» a portico
dai bei capitelli e le diede il suggestivo prospetto sulla valle con gli agili balconcini sovrapposti, fiancheggiati dai celebri «torricini». La sistemazione delle due ali su Piazza Duca Federico è opera di Francesco di Giorgio, mentre la finissima decorazione delle finestre e dei
portali si deve ad Ambrogio Barocci, padre del famoso pittore Federico. Una splendida dimora per un principe, concepita nel pieno Umanesimo in cui l’uomo cominciava a voler essere al
centro dell’universo, spostando l’asse degli ideali dal cielo sulla terra.
Quasi contemporaneamente sorgeva a Loreto, a partire dal 1469, per
impegno del papa Paolo II, un tempio a Dio, intitolato alla Vergine Santa. Fu probabilmente ideato, a pianta centrale dalle nobili forme, da
Francesco di Giorgio Martini e portato avanti da altri sommi architetti
del Rinascimento italiano: Giuliano da Maiano, Donato Bramante, Giuliano da Sangallo e Antonio da Sangallo il Giovane. A Loreto si riportò
al centro Dio, restituendo il primato al cielo rispetto alla terra.
Un principe, dedito alla milizia, ma insigne mecenate, sensibilissimo
ai valori della cultura e dell’arte, commissionò a valenti artisti una
splendida dimora per l’uomo, ricca di armonie architettoniche e di
confort umani; un papa, devoto della Vergine Lauretana, anche per essere stato guarito prodigiosamente in Santa Casa da una terribile peste,
eleva a Dio sul colle di Loreto un monumento insigne che esalta l’umile
dimora nazaretana di Maria. Tanto il principe quanto il papa ricorrono
ai maestri più dotati dell’architettura del tempo.
Una differenza però tra i due monumenti esiste, e sembrerebbe singolare: il Palazzo si configura come l’archetipo di una dimora principesca non fortificata del Rinascimento; la Basilica, invece, appare come un
tempio-fortezza, con le ariose ed eleganti absidi coronate da un camminamento di ronda aggettante, costruito per difendere la reliquia della
Santa Casa da possibili incursioni dal mare. Le esigenze del cielo e
quelle della terra qui si coniugano in un geniale disegno e si stabilisce
un mirabile equilibrio tra Dio e l’uomo.
In alto: il Palazzo Ducale di Urbino con i balconcini sovrapposti e i due torricini; in basso: le absidi fortificate della Basilica di Loreto.
LA PAROLA DELL’ARCIVESCOVO
Anna,
la moglie di Tobi
MONS. GIOVANNI TONUCCI
- ARCIVESCOVO DI LORETO
D
opo aver esplorato la prima parte del Libro Sacro,
dedichiamo ora la nostra attenzione ai libri sapienziali e profetici, per cogliere, anche in essi, le figure femminili di cui si parla, anche se lo si fa talvolta solo in brevi accenni. I primi testi che esaminiamo sono elencati tra
i libri storici, anche se, in realtà, di storico hanno soltanto
l’aspetto esterno, mentre si tratta piuttosto di racconti
esemplari, con una vaga ambientazione in un tempo determinato, ma con molte imprecisioni e incongruenze.
Sono però testi belli, facili da leggere e molto utili per elevare il nostro spirito, con l’esempio di persone fedeli a
Dio e capaci di compiere opere degne di essere ricordate.
Apriamo per primo il libro di Tobia, che narra la storia
di due famiglie, parenti tra di loro e ambedue segnate da
una serie di circostanze dolorose. Tobi, padre di Tobia,
vive in esilio a Ninive, ma si mantiene fedele alla legge
del Signore e dimostra un grande senso di compassione
verso i suoi compatrioti, anch’essi in esilio e più di lui
provati dalla miseria e dall’oppressione. Quasi per provare la solidità della sua fede, la Provvidenza permette che egli paghi amaramente le conseguenze
di suoi gesti di carità: prima viene mandato in
esilio e quindi, una volta che è tornato a casa, è reso cieco per un incidente fortuito.
Questo significò la povertà totale per
una piccola famiglia che viveva del
lavoro del padre, reso ormai incapace di svolgere qualsiasi attività.
Anna, la moglie di Tobi, che
era una donna virtuosa e attiva,
di fronte alla fisica inabilità del
marito, si impegnò personalmente, tessendo a casa pro-
pria la lana per chi le chiedeva di fare
delle pezze di tessuto. Lavorava bene,
tanto che uno dei suoi clienti, ricevuto il lavoro, oltre a
pagare il prezzo pattuito, regalò ad Anna un capretto
da mangiare. Proprio questo capretto provocò un incidente grave tra i due sposi, provati dalle ristrettezze
economiche e ambedue portati a reagire con eccessiva
aggressività in questa circostanza, in fondo banale. Il
fatto è che Tobi, sentendo il capretto belare, sospettò
che l’animale fosse stato rubato e chiese ad Anna di restituirlo ai padroni. Anna ne spiegò l’origine: “Mi è stato dato in più del salario”, ma Tobi non volle crederle e
addirittura espresse la sua vergogna per il furto che sospettava avesse fatto la moglie. Esasperata per queste
accuse, Anna reagì anch’essa con molta durezza: “Dove sono le tue elemosine? Dove sono le tue buone opere? Ecco, lo si vede bene da come sei ridotto”.
In questo litigio possiamo riconoscere la storia di tan-
Giovanni Antonio Guardi (16901760), Tobi, sostenuto dalla moglie Anna, viene curato negli occhi dal figlio Tobia con il fiele
estratto dal pesce. Venezia, chiesa di San Raffaele arcangelo.
IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
205
LETTERE AL “MESSAGGIO”
206
te dispute che abbiamo vissuto anche
noi: una parola di troppo, un sospetto
ingiustificato, frasi pesanti e, alla fine,
tanto disagio per tutti. Tobi è stato ingiusto nel sospettare che sua moglie
fosse una ladra, e Anna ha esagerato le
conseguenze del malinteso, mettendo
in discussione tutta la vita di suo marito. In questo caso, a darci un’utile lezione non è il buon esempio ma lo sbaglio
commesso da due brave persone.
In risposta alle suppliche di Tobi, Dio
intervenne per riportare la gioia in
quella famiglia. Ma per questo, il giovane Tobia sarebbe dovuto andare lontano e Anna era in pena per la partenza
del figlio: dopo tutte le sofferenze che
hanno patito, perché mettere a rischio la
vita dell’unico figlio che hanno? E dicendo questo, con un tocco di esagerata
sensibilità materna, Anna parlava di
“mio figlio”, quasi escludendo il padre
dalla vicenda. Ma subito dopo si corresse e parlò ancora di “nostro figlio”. Lì
per lì, le rassicurazioni di Tobi la tranquillizzarono, ma non c’è dubbio che la
povera donna deve aver sentito profondamente la lontananza di Tobia.
Quando i giorni calcolati per il viaggio erano ormai esauriti, ogni mattina
Anna si recava presso la strada ad attendere il figlio. Ecco la narrazione: “Anna
intanto sedeva scrutando la strada per la
quale era partito il figlio. Quando si accorse che stava arrivando, disse al padre
di lui: ‘Ecco, sta tornando tuo figlio con
l’uomo che l’accompagnava’”. Avete notato come ora Anna parli a Tobi di “tuo
figlio”? L’equilibrio è ristabilito del tutto! Poi “corse avanti e si gettò al collo di
Tobia dicendogli: ‘Ti rivedo, o figlio. Ora
posso morire’. E si mise a piangere”.
Ma per Anna non era ancora giunto
il momento di morire: fece in tempo a
diventare nonna e a vedere i figli di Tobia e di Sara, la sposa di Tobia della
quale parleremo la volta prossima. Visse più a lungo di Tobi, che, risanato dalla sua cecità, morì alla bella età di centododici anni. E quando giunse anche
per Anna il momento di lasciare questa
vita, fu sepolta accanto a suo marito.
IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
Un’attenta lettrice
Pubblichiamo volentieri la lettera di una lettrice de «Il Messaggio
della Santa Casa» che conforta gli autori dei vari articoli e li incoraggia, nella consapevolezza che essi aiutano spiritualmente tante persone e le invitano a riflettere sui valori della vita cristiana.
Caro padre,
mi chiamo Chiara, sono una devota di Maria ed amo leggere con
tanto piacere la rivista «Il Messaggio della Santa Casa di Loreto».
Devo ringraziarla per la profondità spirituale riscontrata nei vari
articoli sin dalle prime pagine con una sua lettera aperta ai lettori,
ove traspare l’affetto per tutti noi. La scorsa settimana ho avuto il
piacere di incontrarla a Loreto all’uscita della basilica, proprio sotto il loggiato. Ero in compagnia di suor Maria Elisabetta Patrizi,
con cui condivido il cammino spirituale nel cercare di essere docile
nelle mani di Maria per compiere sempre la volontà di Dio. Pensavo
che fosse possibile incontrare il direttore della mia rivista preferita e ciò mi ha emozionato tanto da non poter esprimere
appieno la mia gratitudine verso di lei.
Trovo tra le pagine l’articolo spirituale sull’«Alfabeto della cultura cristiana, dalla A alla Z» per scoprire quale sarà il tema trattato. L’ultimo, sulla
«Gioia», mi ha incantato perché, pur
cercando di vivere
nell’amore del Signore, non sempre
riesco a esprimere la
gioia della vita...
Ben venga che
qualcuno ci parli
della gioia di vivere,
della gioia di Maria,
come nel Magnificat, il suo
sì incondizionato a Dio, fonte di
amore. La gioia di essere figli di
Dio! Mio marito mi dice che è
difficile poter definire la «felicità», perché la tristezza è insita in noi, ma penso che la si
può raggiungere nel cercare di
unirci sempre di più a Gesù e a
Maria per assaporare e far
emergere la gioia di Dio in noi.
Chiara di Forlì
Una lettrice de
«Il Messaggio».
(Foto Montesi)
CATECHESI MARIANA
FR. STEFANO VITA
FFB
In preparazione all’Anno della Fede
207
Gigino Falconi, Annunciazione,
acrilico su tela del 1995.
Loreto, Museo-Antico Tesoro.
«L’eccomi della fanciulla di Nazaret...».
Fede in Dio
e fiducia nell’uomo
alla scuola di Maria
“Tu sei prezioso ai miei occhi…
e io ti amo”
C
ontemplando il sì di Maria, scopriamo che è l’incontro tra due libertà:
l’espressione più alta e autentica della libertà umana, e cioè la libertà di scegliere
la Verità per cui è stata creata, e la manifestazione più stupefacente della libertà diIL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
208
vina, e cioè il desiderio profondo e
ardente di Dio d’instaurare una relazione di amicizia con l’uomo.
Maria, quindi, con l’atto con cui liberamente accoglie di essere madre del “Figlio dell’Altissimo”, si
sintonizza con l’assoluta e primordiale libertà che è Cristo, perché
Dio è libertà, la libertà assoluta ed
eterna di essere se stesso, di essere
Amore. Il libero sì di Maria è accoglienza di Cristo, accoglienza della
libertà sovrana, incontro con questa libertà. Il suo sì si innesta in
quel sì definitivo e fondante che è
la salvezza di Cristo, come ci ricorda san Paolo: “Il Figlio di Dio, Gesù
Cristo, che abbiamo predicato tra voi,
non fu “sì” e “no”, ma in lui c’è stato
il “sì” (2Cor 1,19). Da questo incontro nasce la vera umanità, l’umanità alta, specchio e riflesso dell’altissima dignità dell’uomo. L’ “eccomi” della fanciulla di Nazaret costituisce, pertanto, un luogo teologico
e cioè una esperienza di fede nella
quale intelletto e spirito, insieme,
conducono la persona all’incontro
con Dio e alla scoperta che Lui è
Amore. L’ “eccomi” è anche uno
spazio antropologico, in cui l’uomo si scopre creatura di Dio, voluta da Dio, amata da Dio, cercata da
Dio, una creatura guardata da Dio,
da Lui contemplata, una creatura
capace di Dio. Il Signore, rivolgendosi al suo popolo attraverso la
bocca del profeta, usa infatti queste
stupende parole, che dobbiamo accogliere come rivolte anche a ciascuno di noi: “tu sei prezioso ai miei
occhi, perché sei degno di stima e io ti
amo” (Is 43,4).
Grandezza di Dio
e grandezza dell’uomo
La persona umana, facendo risuonare il sì di Maria nella sua vita, scopre chiaramente che “l’uomo
supera infinitamente l’uomo” (B. Pascal) e cioè che gli aneliti più proIL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
fondi del suo cuore sono senza
confini, che egli è fatto per vivere
nella e della libertà di Dio. Il salmista, che contempla il creato, riflette
con queste parole: «Quando vedo i
tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e
le stelle che tu hai fissato, che cosa è
mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il
figlio dell’uomo, perché te ne curi?»
(Sal 8,4-5). È questa la grande domanda che ciascun uomo è chiamato a porsi: chi sono io? L’uomo è
un essere che porta scolpita nel
cuore una sete di infinito, una sete
di verità – non parziale, ma capace
di spiegare il senso della vita – perché è stato creato a immagine e somiglianza di Dio. Sant’Agostino,
nella sua continua ricerca di Dio e
di se stesso, si domandava: “Che
cosa desidera l’uomo più fortemente
della verità?”. Molto lucidamente,
dialogando con il Signore, il vescovo d’Ippona così risponde: “Tu ci
hai fatti per te e il nostro cuore non ha
pace finché non riposa in te”. L’uomo
conserva e manifesta il suo volto di
persona, creata ad immagine e somiglianza di Dio, solo se mantiene
viva questa indelebile e ineludibile
domanda. Questa vitalità della
grande domanda spinge la libertà
umana ad accogliere la libertà divina, lasciandosi avvolgere, trasfigurare e guidare da essa e il cuore diventa ciò che è ed è chiamato ad
essere: tempio della gloria di Dio,
perché “noi siamo il tempio del Dio
vivente” (2Cor 6,16). Quando la
porta della libertà dell’uomo si
apre a Dio, iniziano allora a realizzarsi le meravigliose parole di
sant’Ireneo: “La gloria di Dio è l’uomo vivente e la gloria dell’uomo è la
visione di Dio”. Ed ecco che il sì della fede di Maria si rivela vera ed
autentica risposta all’interrogativo
del salmista, che è l’interrogativo
dell’uomo di sempre: “Chi mi darà
ali come di colomba per volare e trovare riposo?” (Sal 54). Ella ci insegna
che queste ali sono la ragione e la
fede, le quali, ciascuna nel proprio
ambito, offrono alla nostra libertà
l’opportunità di accogliere la libertà di Dio. È questa dinamica
che trasfigura il nostro essere sempre più profondamente in tempio
della gloria di Dio, dove l’uomo
può scoprire e contemplare il volto
di Dio: “è nell’uomo interiore che abita la verità” (sant’Agostino).
Conclusione
La fede di Maria, da cui scaturisce il suo sì continuo al volere di
Dio, ci guida a scoprire ogni giorno
la grandezza dell’Amore di Dio e
della sua eterna Sapienza e le grandi cose che Dio ha riservato per
l’uomo e che compie attraverso di
lui. La fede di Maria ci ricorda ancora, citando le parole di Giovanni
Paolo II, che “l’uomo in terra è la sola
creatura che Dio abbia voluto per se
stessa. L’uomo così com’è voluto da
Dio, così come è stato da Lui eternamente scelto, chiamato, destinato alla
grazia e alla gloria: questo è proprio
ogni uomo, l’uomo il più concreto, il
più reale” (Redemptor hominis n. 13).
Per questo con Maria proclamiamo:
“L’anima mia
magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio,
mio salvatore,
perché ha guardato
l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi
tutte le generazioni
mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me
l’Onnipotente
e Santo è il suo nome”.
(Lc 1,46-49)
SPIRITUALITÀ
SOR. FRANCESCA ENTISCIÒ
FFB
Anima
umile
«L’anima dell’uomo umile è come
il mare; se si getta una pietra nel
mare, turba per un momento la
superficie dell’acqua, poi affonda
in profondità. Così vengono
inghiottite le pene dell’uomo
umile, perché la forza del
Signore è con lui. Dove abiti,
anima umile? Chi vive in te? E a
che cosa ti posso paragonare?
Risplendi, chiara come il sole, ma
pur ardendo non ti consumi (Es
3,2) e riscaldi tutti gli uomini con
il tuo ardore. Sei simile ad un
giardino fiorito, in fondo al quale
c’è una casa magnifica dove il
Signore ama dimorare»
(Silvano dell’Athos, Ho sete di Dio,
Gribaudi, Torino 1992).
Lippo Vanni (sec. XIV), Gesù benedicente.
Napoli, Museo di Capodimonte. «Il vero
mite e umile è Gesù. Da Lui vogliamo imparare la via dell’umiltà».
C
apita, a volte, mentre si guarda il mare, di chiedersi cosa c’è oltre l’orizzonte visibile, oppure cosa si
nasconde nelle profondità degli abissi, là dove c’è silenzio e pace. Dove va a finire un sasso gettato nell’acqua, quanto distante è il fondo. Dentro questa immagine possiamo descrivere l’anima umile, quell’anima
cioè che poggia tutta la sua forza in Dio.
Dire di credere è un conto, ma affidarsi completamente è di pochi coraggiosi, di coloro che vogliono che
Dio sia la loro unica e vera ricchezza, che conoscono il
loro cuore fin nelle pieghe più nascoste e non ripongono
in nessun modo fiducia nei propri meriti e talenti, ma
unicamente nell’Amore di Dio. Il vero mite e umile è
Gesù, da Lui vogliamo imparare la strada dell’umiltà
IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
209
SPIRITUALITÀ
perché anche la nostra anima diventi un roveto ardente di amore.
Dove abiti?
210
La prima domanda su cui ci vogliamo soffermare
riguarda il dove. Ossia dove abbiamo il cuore, verso
chi o cosa è rivolto, su chi poggia la speranza. Spesso
gli affanni della vita, la fretta e, perché no, la solitudine in cui affondano le nostre giornate, ci fanno
pensare che non c’è una casa adatta a noi, un luogo
sicuro in cui riposare e allora restiamo fermi alla superficie, dove il mare è agitato e non c’è pace. Questo
accade perché non crediamo che il Signore è con noi
sempre, che la sua forza ci accompagna nell’affrontare le battaglie della vita, che è in Lui la vittoria sul
male e sulla morte, non nel nostro sforzo.
Il grande peccato, l’opposto per eccellenza alla
virtù dell’umiltà, è dunque proprio l’orgoglio. La
presunzione di farcela da soli, riponendo la speranza
non in Dio, ma nelle proprie forze, capacità personali, meriti acquisiti per un piccolo bene compiuto.
Il Signore ci richiama ad imparare da Lui, non
quando siamo buoni o bravi, ma quando il cuore è
tribolato, afflitto, disperato. L’anima dell’uomo umile affronta tutto con la forza che viene da Dio, con la
forza che viene dal suo Spirito Consolatore.
Una casa magnifica
L’anima dell’uomo umile è un’anima chiara: questo è il secondo gradino che vogliamo salire. Chiara
e trasparente, perché continuamente fissa in Dio, ma
ardente e trasformante per coloro che la incontrano.
L’umile è totalmente dimentico di sé, irradia fiducia
e pace riscaldando quanti incontra; pur non avendo
mezzi tutto può, perché Dio non rifiuta nulla a colui
che lo ama così, con questa fiducia senza limiti.
E noi? Sappiamo che il Signore vuole porre la sua
dimora anche in ognuno di noi? Nel giardino dell’umiltà, di colui che accoglie nella propria vita la croce
del Signore, disposto a seguirlo là dove va con fede
per un amore più grande, là il Signore pone la sua
dimora nella quale vivere in modo stabile. Nelle Litanie Lauretane c’è un appellativo che descrive la
Vergine proprio come Splendente Dimora di Dio: Maria la piccola, l’umile, gigante della fede, roveto ardente d’amore, tutta protesa a ricevere Dio per donarlo senza misura. Il segreto è custodire nel cuore la
costante presenza di Dio e lottare con perseveranza
per vivere in questa immensa fiducia in Lui che è l’unico, sommo e vero bene.
IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
“Vista la folla
ebbe
compassione”
VALENTINO SALVOLDI
A
rrivo con qualche minuto di ritardo
a pranzo e i preti mi hanno lasciato
solo un po’ di riso freddo e un cucchiaio di fagioli, ma
anche quel poco è troppo per il mio stomaco chiuso a
causa del recente incontro in riva al mare.
Quel mattino avevo scelto un posto solitario lungo la
spiaggia di Zanzibar e mi ero immerso in una preghiera
silenziosa, lasciandomi trasportare in un idillio armonioso con il tutto.
Ma non ero solo come pensavo: un uomo rimasto seduto in disparte, poco lontano da me, ora si stava avvicinando. Aveva voglia di parlare con qualcuno e, senza
attendere il mio assenso, aveva cominciato a raccontarmi la sua storia.
Quarant’anni; etiope; una moglie e tre figli che vivevano ad Addis Abeba, pigiati dentro una sola stanza
senza materasso, senza cuscino e con pochi, miseri vestiti. La moglie, impegnata a racimolare un po’ di spiccioli, rivendeva sulla strada quello che comperava al
mercato: pomodori, patate e cipolle. I figli vivevano per
strada senza poter andare a scuola perché privi dei soldi necessari per pagare le tasse. E lui, pescatore, venuto
a piedi dall’Etiopia, faceva la fame a Zanzibar.
L’unico periodo in cui le cose andavano un po’ meglio era il mese di Ramadam, quando i musulmani, obbligati a condividere gli avanzi del loro pasto serale con
i poveri, gli garantivano almeno un pasto giornaliero.
Terminato il racconto di tutti i suoi guai, aspettandomi la rituale richiesta di soldi, l’avevo prevenuto mostrandogli che non avevo un centesimo in tasca. Ma la
cosa non pareva interessarlo: desiderava semplicemente un po’ di compagnia. Ma per me la sua era una presenza ‘imbarazzante’. Non riuscivo più a studiare, pensare e pregare.
Passava il tempo. Dagli hotel e ristoranti che fanno
da corona alla spiaggia si sprigionavano i profumi dei
cibi in preparazione. E il mio pensiero andava ai tre-
(Foto Massimo Sbrascini)
cento dollari per notte pagati da alcuni clienti per
dormire in quegli hotel. Trecento dollari per una notte, in un paese in cui il salario medio è di circa cento
dollari mensili.
E quando, verso l’una del pomeriggio, mi apprestavo a raccogliere le mie cose e fare ritorno alla curia per
il pranzo, non potevo fare a meno di riflettere sul fatto
che i cinque dollari che avrei speso per il pasto mio e
dei miei confratelli rappresentavano comunque una
fortuna per quell’uomo.
Tramonta il sole e tu, Figlio di Dio,
te ne vai sull’alto monte a pregare.
Trascorri l’interminabile notte
a cercare il volto di tuo Padre.
Solo, rimani avvolto nel silenzio
in attesa che una lama di luce
si stagli nel lontano orizzonte
quale preludio di un’alba radiosa.
Non ti allontani dalle inquiete folle
ma le attiri a te sulla montagna
per mostrare divina compassione.
Quel mattino l’etiope, e i giorni precedenti altri casi,
altre richieste. Ogni giorno il colore della mia pelle attira gli affamati, verso i quali mi sento impotente. La mia
elemosina non risolverebbe certamente i problemi dell’Africa, che esigono risposte basate sulla giustizia distributiva. Ma il senso d’impotenza cui alludo si trasforma in tristezza al pensiero che neppure i miei giovani
amici leggono quanto scrivo e gli adulti… gli adulti
spesso non sono disposti a cambiare stile di vita.
Perciò che cosa altro mi resta se non questa preghiera?
Pietà anche di me, mio Signore.
Dammi fede per compiere prodigi.
Attirami a te sulla montagna
là dove lo spazio è un canto al tuo Nome,
il tempo, profezia dell’eterno,
il silenzio, una continua lode.
Redento dalla tua compassione
avrò anch’io pietà dei miei fratelli.
Ascolterò il suono della tua voce:
“Voi stessi date loro da mangiare”
e mai nessuno più sarà indigente.
IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
211
SPIRITUALITÀ
SR. MARIA ELISABETTA PATRIZI
SFM
Il Vangelo nei misteri del Rosario
La Visitazione
La serva del Signore
mistero della redenzione in dipendenza da lui e con
lui con la grazia di Dio onnipotente» (LG, 56). Non c’è da
ell’Annunciazione Maria si dichiarò «la serva del stupirsi perciò, se: «Alzatasi, Maria, in quei giorni andò
Signore» (Lc 1,38) ed esclamò: «avvenga di me se- in fretta verso la regione montuosa in una città di Giucondo la tua parola» (ivi). Da quel momento – come ci ri- da» (Lc 1,39). Infatti, l’angelo Gabriele le aveva detto che
corda il Concilio Vaticano II – Maria «consacrò totalmen- «Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito
te se stessa quale Ancella del Signore (...) servendo al anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che
era detta sterile: nulla è impossibile a
Dio» (Lc 1,37). «Ora» – o “perciò”, come
Federico Barocci (1535-1612), Visidice la piccola particella “δε” del testo
tazione. Roma, Santa Maria in Valgreco, omessa in italiano – Maria si recò
licella. Una splendida copia in moad Ain Karim, a 6 km da Gerusalemme,
saico di questo dipinto, eseguita
nella regione della Giudea detta Orini.
alla fine del secolo XVIII nei laboQui, ai piedi di un colle, c’era la casa di
ratori vaticani, si trova nella sagreZaccaria, dove la primitiva comunità
stia del santuario di Loreto.
cristiana commemorerà la triade di Elisabetta, Giovanni e Maria, finché l’imperatore Adriano ne profanò il ricordo sostituendolo, nel 135, con Smirna, Adone
e Venere pudica... Ma dal tempo dell’imperatore Costantino tornerà la venerazione pubblica delle tre figure evangeliche e sorgeranno diverse chiese... fino alla moderna chiesa della Visitazione.
N
212
Maria andò in fretta
Perché andò? Mossa dalla carità, in
consapevole spirito di servizio... ma forse anche mossa dal piccolo Gesù che
portava in grembo, con la spinta interiore all’annuncio, o missionarietà, sotto
l’urgenza dello Spirito che santificherà
Giovanni nel grembo di Elisabetta. Scrive il grande Origene nel suo “Commento
a Giovanni”: «Tutto ciò avviene perché
Maria faccia partecipe Giovanni (...) del
potere a lei derivato da colui che aveva
concepito; e Giovanni a sua volta avrebbe fatto partecipe sua madre della grazia profetica che aveva ricevuto».
La gioia messianica
za, celebrata da Maria, abbraccia l’umanità intera! Maria esulta in Dio e Dio esulta
Maria salutò (Lc 1,40); Eliin Maria. Ella, da vera “povesabetta ascoltò, il bimbo le
ra in spirito”, è perfettamente
balzò nel seno; Elisabetta
consapevole della gratuità
esclamò a gran voce (Lc 1,41):
dell’elezione e dell’universatutto è avvolto nella pienezlità della missione affidatale
za della gioia messianica! In
da Dio. Sì, il Signore ha guarquesto “clima divino”, colto
dato alla bassezza, umiltà,
da Elisabetta, le sue parole
piccolezza (ταπεινωσιν) deldiventano “testimonianza” e
la sua “serva” e ha fatto
“benedizione”.
“grandi cose” in lei ma la gloria è tutta di Dio, cui nulla è
impossibile.
Maria canta: «Ecco, infatti,
d’ora in poi tutte le generazioni
mi proclameranno beata, poiché
Ormai tante attese dei seper me grandi cose ha fatto Cocoli passati trovano compilui che è potente e santo è il suo
mento: il tempo è compiuto e
nome» (Lc 1,48b-49).
la fede dei primi cristiani
Da queste “grandi cose”
contemplerà il proprio “doscaturisce la lode perenne a
ver essere” nella “Madre del
Signore”, come la chiama Eli- Pomarancio, Visitazione, particolare. Loreto, Sala del Maria o “eulogia mariana”,
che tutte le generazioni le risabetta! L’anziana cugina, Tesoro (1605-1610).
volgeranno. Così la prima
sotto l’azione dello Spirito
Santo, proclama tre titoli che riconoscono il ruolo unico confessione di fede in Cristo e la celebrazione della Maed eminente di Maria nella storia della salvezza: 1) “Be- dre del Signore, fatte da Elisabetta in occasione della
nedetta fra le donne” (Lc 1,42): Gesù stesso è la sorgente “Visitazione”, risuoneranno per sempre in tutte le genedella benedizione di Maria! 2) “La Madre del mio Signore” razioni, capovolgendo il “dominio” del mondo, con la fe(Lc 1,43): è un riconoscimento di alta significanza cristo- de e la “piccolezza” evangelica.
logica: Maria è la Madre regale del Messia e del Figlio di
Dio; 3) “Beata colei che ha creduto” (Lc 1,45): loda la fede e
l’obbedienza alla parola di Dio di una vera credente.
La prima confessione
di fede in Cristo
Modello della Chiesa e del cristiano
Il cantico del Magnificat
A queste esclamazioni profetiche di Elisabetta, gridate “a gran voce” (Lc 1,42), fa eco il cantico del Magnificat,
che è considerato una espressione della più antica teologia mariana e delle benedizioni rivolte a Dio, con lei,
dalla comunità lucana-giovannea. Viene esaltata l’azione di Dio in Maria (Lc 1,51-55) e l’azione di Dio nella
storia degli uomini e la gioia per la salvezza, riassumendo, in modo orante e celebrativo, ciò che Gesù annuncerà nel suo ministero e che la Chiesa ci tramanderà
perché ne viviamo. Infatti, Maria, dicendo: «L’anima mia
magnifica [= benedice, loda grandemente] il Signore (τον
Κυριον)» (Lc 1,46) ed esultando in Dio «mio salvatore»
(ivi, 47), abbraccia nell’oggi di Dio il passato, il presente, il futuro, completamente rinnovato. Ormai la salvez-
Inoltre, recitando il secondo mistero gaudioso non
dovremmo dimenticare che il papa Benedetto XVI ha
indicato proprio nella Vergine del Magnificat il modello della Chiesa e del cristiano, dicendo: «Le disposizioni del suo cuore – l’ascolto, l’accoglienza, l’umiltà, la fedeltà, la lode e l’attesa – corrispondono agli atteggiamenti interiori e ai gesti che plasmano la vita cristiana.
Di essi si nutre la Chiesa, consapevole che esprimono
ciò che Dio attende da Lei»(1).
È tutto un programma da accogliere e da vivere!
Note
BENEDETTO XVI, Discorso ai Vescovi d’Italia (CEI) dopo la
preghiera del Rosario in Santa Maria Maggiore, il 26 maggio 2011, per riaffidare l’Italia a Maria nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
(1)
IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
213
STUDI E APPROFONDIMENTI
P. TARCISIO STRAMARE
OSJ
San Giuseppe e la nuova evangelizzazione
Misteri
clamorosi
e silenzio
di Dio /4
L’onore di Maria richiede
il matrimonio con Giuseppe
214
G
iacomo di Sarug (+521), eremita e poi vescovo, considerato come il primo panegirista di san
Giuseppe, si sofferma sul nostro tema. “La Vergine santa abitò col giusto, e il mistero fu nascosto agli
estranei e non lo compresero. Pura
la Vergine e retto lo sposo, in un sol
pensiero, perché santità fecero il
patto coniugale. Il principe degli angeli fu il mediatore e li rese degni di
abitare come angeli senza connubio.
Nella verginità e nella purezza si
tennero insieme, nel matrimonio
pieno di santità, ed il mistero nascosto, detto dall’angelo, custodivano
senza che fosse detto presso gli
estranei”. La missione di san Giuseppe come sposo è ben delineata:
“Perché il mistero fosse nascosto, si
scelse la Vergine ad un giusto disposata. La disposizione divina la disposò, e, poiché era sposata, discese
ed abitò in lei il Figlio di Dio”. Quale la necessità del matrimonio?
“Poiché se non fosse sposata Maria
e così il Figlio avesse abitato in essa,
anche la concezione sarebbe stata
offesa e calunniata. E subito che si
fosse conosciuto che nel seno di lei
v’era un fanciullo, la Vergine incinta
IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
come adultera sarebbe stata giudicata. E se avesse rivelato il mistero
nascosto, chi avrebbe creduto a lei,
perché senza marito rimase incinta
la Vergine nella sua verginità?”. L’esempio di Gesù ne è la riprova: “E
se, avendo operato miracoli il Signor nostro, a lui non credettero,
mentre era nel seno, chi avrebbe creduto che egli è il Figlio di Dio? Cacciò i demoni e vivificò i morti, e
l’han perseguitato; e se avesse rivelato che era in un seno, chi l’avrebbe
creduto? Ed avendo camminato sui
flutti del mare, lo hanno disprezzato; e che una fanciulla lo concepiva,
chi avrebbe osato dirlo?”. Ne segue
che “se Maria avesse rivelato il segreto divino, sarebbe stata biasimata, disprezzata, svergognata; sarebbe stata accusata, perseguitata, lapidata e giudicata come adultera e come menzognera”. Per questo motivo “la disposizione divina cercò per
lei uno sposo retto che fosse suo marito; e volle un capo che la proteggesse e la custodisse e la difendesse
per la sua concezione che, cioè, è da
lui. E la introdusse nella sua casa
perché tra le adultere non la ritenessero, e, pur non essendo marito, come marito fu ritenuto il giusto”.
Il concepimento verginale di Gesù
rimase “segreto” tra i due sposi: “Ed
il mistero del Figlio viene conservato
presso Giuseppe e ben nascosto, e
tra lui e Maria si parlò con grande
meraviglia. E tra gli estranei egli fu
detto figlio di Giuseppe, e da Giuseppe nato e da Maria che fu vergine”. Su questa linea vengono interpretate le parole di Maria in occasione del ritrovamento di Gesù nel tempio: “E quando Gesù sedette presso i
maestri nel tempio santo, ‘il padre
tuo ed io ti cercammo tanto’, disse
Maria; dinanzi agli estranei padre di
lui chiamava Giuseppe, e, saggia, di
essere vergine non manifestava”.
“Per prudenza Maria pronunziò il
nome di Giuseppe giusto, che fosse
padre suo; per non affaticarsi dinanIn alto: Andrea Sansovino, Sposalizio,
particolare. Loreto, Rivestimento marmoreo (1525-1526).
zi agli ebrei a discolparsi, marito allora la Vergine chiamò Giuseppe il
giusto”. Insomma, “fu velo Giuseppe
tra lei e il figlio suo, fin tanto che volle il Figlio di Dio rivelar se stesso”.
Nell’“Omelia sulla nascita di nostro Signore”, Giacomo di Sarug pone in bocca a Giuseppe la difesa dall’accusa di farsi falsamente passare,
con la sua presenza, per padre del
bambino, disonorando in tal modo
il Figlio dell’Altissimo: “Non disonoro, io m’avvicino solo per custodire la derelitta dalle ingiurie. È
opera nuova che vi sia un fanciullo
senza connubio, e nessuno può credere che vergine sia la fanciulla Maria. E se mi allontano dal fanciullo, il
cui Padre è occulto, come adultera
morirà Maria, sebbene adultera non
sia. Perciò io sono vicino per tener
ogni lingua da lei lontana, finché il
fanciullo vorrà, ed il Padre suo il
suo mistero svelerà. Fin tanto che
egli tace, agli estranei il mistero nascosto rimane, e, come figlio mio,
custodirò il mistero nascosto. E taceranno le parole, ed i sacerdoti, pieni
di iniquità, si asterranno da ignominie verso il fanciullo e la madre sua,
come vorrà (il Padre suo). E, quando a lui piacerà rivelare al mondo di
chi sia, io recederò, e splenderà Maria nella sua verginità. Ecco io mi
avvicino e ministro con venerazione, e, quando a lui piacerà, senza ingiuria mi porrà in disparte. Ebbi
una sposa; ed ora ai diritti matrimoniali ho rinunziato, e della madre di
tutta la santità servo mi faccio”. Ed
ecco la conclusione: “Se di quel mistero Giuseppe non fosse stato degno, non sarebbe stato lo sposo della madre sua e così non avrebbe abitato in lei. Si rallegri Giuseppe, che
sulla terra divenne il padre putativo
del Figlio dell’Altissimo, della cui
gloria è pieno il cielo”.
Federico Zuccari, Sposalizio, particolare. Loreto, Cappella dei Duchi di Urbino (1583).
Nelle Omelie dello Pseudo Crisostomo (prima metà del sec. VI)
leggiamo che “antequam convenirent”
(1,18) va riferito alla consumazione
del matrimonio e non alla vita in comune. Parimenti “accepit coniugem
suam” (v. 24) significa che Giuseppe
ricevette di nuovo Maria nel suo spirito, ma non che l’avesse presa nella
sua casa, perché già vi si trovava. Tre
sono le ragioni addotte: assicurare la
fedeltà delle nozze; respingere dalla
madre la vergogna della fornicazione; e riservare la gloria della verginità al Signore che doveva nascere.
Nella seconda ragione si argomenta
così: “Se a causa del concepimento
in casa di suo marito, i giudei increduli hanno detto: ‘Non è costui Gesù, il figlio di Giuseppe?’ (Gv 6,42), a
più forte ragione, se ella avesse concepito fuori di questa casa, non
avrebbero gridato: ‘Non è costui Gesù, il figlio della cortigiana?’. Infatti,
come per colei che concepisce nella
casa del marito, si pensa ad un concepimento maritale, così per colei
che concepisce fuori della casa, il
concepimento è sospetto. Il Signore,
dunque, ha preferito che sua madre
avesse un sospetto maritale, piuttosto di subire la vergogna della forni-
cazione”. Questa ultima frase è la citata formula, ormai classica di
sant’Ambrogio: “Maluit autem Dominus aliquos de suo ortu (virginali) quam
de matris pudore dubitare”.
Seguendo il pensiero di altri Padri, ripete che il fatto che Gesù fosse
nato da una donna sposata e che abitava in casa aveva nascosto il parto della Vergine al diavolo: “Se fosse nato,
invece, da una semplice vergine, il
diavolo avrebbe potuto conoscere
facilmente che era il Figlio di Dio…
Perciò (Maria) entrò sposata nella casa
di Giuseppe, perché mentre il concepimento è giudicato maritale, non è conosciuta la nascita dell’unigenito di Dio”.
San Beda il Venerabile (+735),
monaco, tra le “molte ragioni” per
cui il Salvatore volle nascere da una
vergine sposata piuttosto che da una
semplice vergine mette al secondo
posto l’onore di Maria: “perché non
fosse lapidata dai giudei come adultera, preferendo Gesù che alcuni dubitassero della sua origine piuttosto
che del pudore della madre”. Il motivo del diavolo è ricordato al quarto
posto: “perché il suo parto (Gesù)
non fosse manifesto al diavolo, il
quale, se avesse saputo che egli era
nato da una vergine, forse avrebbe
avuto timore di consegnare alla
morte uno più eminente degli altri
uomini”. Compare qui una curiosa
variante: il diavolo non interverrebbe per sopprimere, ma per impedire.
Anche san Giovanni Damasceno
(+760), monaco, fa entrare in scena
il diavolo, che conosceva il testo di
Isaia circa la Vergine: “Perciò, per
ingannare chi sempre si gloria del
nome di sapiente, la fanciulla è sposata a Giuseppe, un nuovo libro per
colui che sa leggere (Is 29,11). Questo
matrimonio fu una difesa per la Vergine e una trappola (deceptio) anche
per colui che vigilava sulle vergini”.
Incontriamo qui le figure del libro e
della trappola.
IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
215
(Foto Angelo Mezzanotte)
SIMBOLOGIA MARIANA
216
FILIPPO DI CUFFA
La Luna
Sotto: Giuseppe Maria Crespi (1665-1747), Immacolata con
san Gaetano Thiene. Loreto, Museo-Antico Tesoro. Si noti la
luna ai piedi della Madonna.
IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
U
no spassionato suggerimento: questa sera spegnete la tv, disconnettete il Web (esercizi in
ogni caso salutari) ed uscite ad ammirare la luna in
cielo. Provate a farlo più
giorni consecutivamente:
le fasi lunari e il movimento della luna fra gli astri vi
sembreranno, con un po’
di fantasia, una vera e propria danza amorosa.
Sentite, a questo punto,
cosa scriveva Plutarco:
“Selene (che vuol dire “la
splendente”- così nella
Grecia antica veniva denominata la luna) gira con
incessante amore attorno
al Sole e dall’unione con
lui riceve la capacità di
generare”.
Ebbene, sappiate che i
primi cristiani, che non
avevano certo distrazioni
tecnologiche, osservavano
spesso il cielo e, ogni
qualvolta ammiravano lo
splendore della luna, riconducevano simbolica-
mente queste poetiche parole di Plutarco alla Vergine Maria, dal cui grembo
nasce Gesù.
È proprio la Madonna,
dunque, quella Selene che
splende in cielo e che, accogliendo la fecondazione
divina del sole (ipostasi
dell’Onnipotente), partorisce il Figlio di Dio.
Questa congiunzione
celeste è salutata anche
dai canti dei menestrelli
francesi del XIV secolo, i
quali, per le strade d’Europa, raccontavano in versi le nozze soprannaturali
del Cristo-sole e di Marialuna. Non avevano tutti i
torti, neppure dal punto
di vista razionale: il nostro satellite – usiamo una
sola volta questo arido
termine scientifico – è infatti visibile proprio nella
misura in cui viene illuminato dal sole.
La Madonna, dunque,
riflette la luce solare, la luce di Dio e ce la dona ge-
OGNI SANTITÀ PASSA A LORETO
nerosamente: in parole
povere, è come uno specchio che riflette le grazie
del Signore e le indirizza
verso le nostre anime assetate di luce e di infinito.
Ancora una volta risulta emblematica l’espressione tradizionale “per
Mariam ad Jesum”, “attraverso Maria si arriva a
Gesù”: le nostre pupille,
infatti, non possono osservare direttamente il sole,
ma possono coglierne un
prezioso riflesso proprio
nel momento in cui ammirano la luna. Attraverso la
Madonna, quindi, possiamo giungere a Cristo, luce
del mondo.
Non è un caso, allora,
che la Madonna, nel libro
dell’Apocalisse, venga descritta come “mulier amicta sole et cum luna sub pedibus”: una donna vestita
di sole, che ha sotto i piedi
la falce lunare.
È quella stessa luna
che, col tempo, viene a
rappresentare il simbolo
della Chiesa e delle fasi
della sua bimillenaria vita tra gli uomini: i momenti bui del cammino
della Chiesa (rappresentati dalla luna nera) e i
momenti splendenti (la
luna piena), illuminati
dal sole-Cristo.
Maria è Madre della
Chiesa, non dimentichiamolo: ecco, quindi, il nesso indissolubile che consente di associare la luna
sia alla Vergine Maria che
alla Santa Chiesa Apostolica Romana.
E non ditemi, adesso,
che preferite la tv o Facebook…
Venerabile Paolina
Maria Jaricot (1799-1862)
P. MARCELLO MONTANARI
Una vita straordinaria
per le missioni
e per i sacerdoti
N
ata a Lione nel 1799 ed
educata cristianamente, mostrò fin da piccola il
desiderio di essere missionaria e di impegnarsi per
la diffusione del Vangelo.
A 12 anni, come proposito
della sua prima comunione, offrì il suo cuore a Gesù, rinnovando le promesse battesimali e chiedendogli di punirla se avesse trasgredito le promesse fatte. Si
rifugiava spesso davanti al tabernacolo, trascorrendovi varie ore in adorazione e rinnovando la consacrazione ai cuori
di Gesù e di Maria.
Alta, bella, intelligente, intorno
all’età di 15 anni era l’attrazione dei
coetanei. Ma nel 1814, in seguito ad una rovinosa caduta, si
ammalò seriamente. Le
morì anche la mamma. A
17 anni avvenne in lei
una profonda conversione e decise di darsi
nuovamente e totalmente al Signore.
Depose davanti a
Gesù crocifisso tutti i
gioielli e gli ornamenti della sua giovanile vanità, disfacendosene a vantaggio dei poveri e dei
217
IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
malati incurabili che andava visitando ogni giorno. Serviva i malati per servire Gesù. Tutto ciò che non le parlava di Gesù le risultava indifferente.
ta Casa di Loreto nel 1835. Da allora divenne la casa delle ‘Figlie di Maria’ e centro del ‘rosario vivente’.
Il pellegrinaggio a Loreto
Ardente spirito missionario
218
Amava la Chiesa cattolica e desiderava compiere
grandi cose per essere apostola e martire del Vangelo.
La vita di clausura non l’attraeva. Cosa poteva fare una
fanciulla di 19 anni? Si mise a scuotere i sacerdoti, addormentati come gli apostoli, mentre Giuda vegliava e
tradiva, sollecitandoli a riprendere il loro posto e a svolgere gli impegni assunti. Gesù le disse: “Tu sei destinata
a rianimare il fervore nei cuori dei sacerdoti”.
Paolina formò un nucleo di anime generose per pregare e adorare Gesù nell’Eucaristia: sorsero le ‘Riparatrici del Cuore di Gesù sconosciuto e disprezzato’. Diede poi inizio alle ‘Associazioni di preghiere’ e si impegnò a raccogliere denaro per la diffusione della fede nei
paesi di missione. Ebbe l’idea di formare un ‘piano’, in
cui ogni persona da lei conosciuta potesse riunirne altre
dieci le quali offrissero un soldo alla settimana per la
propagazione della fede. Prese l’avvio così l’opera di
‘Propaganda fide’, che porterà vantaggi straordinari per
le missioni cattoliche. Ne è stata la fondatrice proprio
questa straordinaria ragazza!
Ideò il ‘rosario vivente’
Trovò opposizioni ed ostacoli, ma lei andò avanti con
la forza della fede e della preghiera, tanto che ebbe l’approvazione del Papa. Ma Paolina si ritirò ben presto nel
nascondimento e nella preghiera, offrendosi vittima al
Signore. In quegli anni la fede era in crisi proprio in
Francia, e lei ebbe l’idea di diffondere la pratica del ‘rosario vivente’ per chiedere la conversione dei peccatori e la
diffusione e la conservazione della fede. Ogni associato
doveva procurarsi altri cinque aderenti, e così di seguito,
in progressione infinita. Gli associati dovevano formare
sezioni di quindici persone (come i quindici misteri del
rosario) che si impegnassero a recitare ogni giorno un
mistero: i quindici associati di ogni sezione recitavano
così ogni giorno l’intero rosario! Alla morte di Paolina gli
associati erano già un milione nella sola Francia!
Devota ‘figlia di Maria’
Intanto Paolina perse la sorella, il fratello e il padre.
Nel 1832 acquistò la casa del fratello, vicino al santuario
mariano di Fourvière. La casa in seguito fu chiamata
‘Lorette’ (Casa Loreto) in onore della Madonna di Loreto
e in ricordo del pellegrinaggio fatto da Paolina alla SanIL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
La salute di Paolina andava peggiorando. Malata e
sempre più debole, nel 1835 progettò un viaggio estenuante che doveva portarla prima a Loreto e poi a Roma.
Fu un viaggio doloroso, ma ricco di grazie e di sorprese
del Signore. Ecco il racconto che la stessa Paolina fa del
suo arrivo a Loreto: “Arrivati alle ore 11 di notte ai piedi
del colle di Loreto, fummo pieni di gioia al pensiero di
poter salutare, prima dell’alba, la nostra divina protettrice nella sua casa di Nazaret… Giungemmo senza ostacoli e assai prima del sorger del sole davanti alla basilica,
che a quell’ora era chiusa, ma certamente Maria ispirò i
custodi di aprirci le porte… Avemmo così l’indicibile
consolazione di entrare e rimanere lungo tempo da sole
in quel luogo che è tra i più santi del mondo, e venerare
in tutta libertà la camera della Madre del Salvatore e gli
oggetti che erano usati dalla Sacra Famiglia”.
Paolina si intrattenne nove giorni presso il santuario
di Loreto, e sappiamo dalla sua corrispondenza inedita
che ottenne la grande consolazione di trascorrere un’intera notte all’interno della Santa Casa insieme alle sue
compagne di viaggio.
Si recò poi a Roma dove fu il Papa stesso, Gregorio
XVI, a farle visita per due volte. Si recò poi alla tomba
di santa Filomena, di cui era particolarmente devota,
dove ottenne la guarigione. Ritornata a Lione, diede
nuovo impulso alle sue iniziative, che ormai avevano
come centro propulsore la casa che fu chiamata Lorette
in ricordo del pellegrinaggio loretano. Erano in tanti a
far riferimento alla casa Lorette: vi si recò più volte anche il santo Curato d’Ars; lo stesso san Pier Giuliano
Eymard ne era assiduo frequentatore e animatore degli
incontri di preghiera.
Gli ultimi anni di Paolina furono assai tormentati.
Avendo dato sempre tutto ai poveri, era ridotta in miseria, tanto che fu iscritta nel libro dei poveri della città di
Lione. In un momento di scoraggiamento fu lei a far visita al santo Curato d’Ars, che le donò un crocifisso dove si leggeva: “Dio solo per testimone, Gesù Cristo per
modello! Maria per sostegno! E poi nulla, nulla… amore e sacrificio!”. In queste parole si può riassumere la
straordinaria vicenda della venerabile Paolina Jaricot,
conclusasi con una santa morte il 9 gennaio 1862. Giovanni XXIII, riconoscendo l’eroicità delle sue virtù, l’ha
dichiarata venerabile nel 1963.
Morì pregando e tendendo le braccia verso l’immagine della Madonna, dicendo: “Madre mia! Madre mia!
Sono tutta vostra!”.
ao
lo
cato annualmente a
cura dell’ONG, di matrice cristiano-evangelica, Portes Ouvertes,
nt
delinea un quadro semro G anni P
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pre più difficile. In dodici paesi viene registrato il massimo grado di severità
della persecuzione.Apre la classifica la Corea del Nord, seguita da
DON GIACOMO RUGGERI
[email protected]
“Capire
per vivere” 5
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EDITORIALE
Ce
dal
to giov
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I giovani, il Concilio Vaticano II, la “Unitatis Redintegratio”
uesto santo Concilio desidera vivamente che le iniziative dei figli della Chiesa cattolica procedano congiunte con quelle
dei fratelli separati, senza che sia
posto alcun ostacolo alle vie della
Provvidenza e senza che si rechi pregiudizio ai futuri impulsi dello Spirito Santo. Inoltre dichiara d’essere
“Q
Giovanni Paolo II di Loreto-Montorso, sede da alcuni anni del Meeting ecumenico europeo di giovani
di diverse confessioni cristiane. Il
documento rappresenta il punto
d’arrivo di un lungo percorso di preparazione, durato circa tre anni e
condiviso da tutti i rappresentanti
delle dieci comunità cristiane pre-
Iran,Afghanistan,Arabia Saudita,
Somalia, Maldive,Yemen, Iraq, Uzbekistan, Laos, Pakistan ed Eritrea;
per Afghanistan, Iraq e Pakistan il
risultato è ulteriormente aggravato
dall’indicazione di una tendenza al
peggioramento rispetto ai dati relativi all’Index 2010. Esempio: dei 29,6
milioni di iracheni (stima luglio
2010), il
97% è
rappresentato
da musul-
Educare all’ecumenismo
con minoranze cristiane
consapevole che
questo
santo proposito di riconciliare tutti i
cristiani nell’unità di una sola e unica Chiesa di Cristo, supera le forze e
le doti umane. Perciò ripone tutta la
sua speranza nell’orazione di Cristo
per la Chiesa, nell’amore del Padre
per noi e nella potenza dello Spirito
Santo”. Sono le parole conclusive
del Decreto del Concilio Vaticano II
“Unitatis Redintegratio” (21 novembre 1964).
L’ecumenismo è un terreno molto
delicato per la Chiesa cattolica, ma
nel contempo risulta essere quello
più necessario proprio per la sua
natura di ricercare l’unità tra le varie confessioni cristiane. La Chiesa
marchigiana, in ambito ecumenico,
da diversi anni sta portando avanti
un lavoro fatto di incontri tra confessioni, scambi e gemellaggi, viaggi
pastorali, ecc. Nel 2011 è nato nelle
Marche il «Consiglio delle Chiese
cristiane delle Marche». Si tratta di
un organismo interecclesiale che si
pone come riferimento del cammino ecumenico e luogo d’incontro,
conoscenza e solidarietà tra cristiani, per «testimoniare insieme il Vangelo di Gesù Cristo». La cerimonia
di firma dello statuto si è tenuta lo
scorso 10 giugno presso il Centro
senti nelle Marche (per maggiori
info www.ecumenismo.eu/italiano).
Il presente editoriale vuole essere
uno sprono a considerare anche l’ecumenismo con le comunità cristiane che si trovano in minoranza. Non
penso solo alla Terra Santa, ma anche ad altri luoghi dove il cristianesimo è il «lumicino fumigante posto
sopra il lucerniere». La situazione
delle persecuzioni in danno delle
minoranze cristiane nel mondo che
emerge nell’edizione 2011 dell’Index mondial de persécution, pubbli-
mani (per due terzi sciiti e per un
terzo sunniti); i cristiani rappresentano l’1,8% del totale e tra questi i
cattolici ammontano a 301.000.
Ben venga, pertanto, l’edizione annuale dell’Agorà del Mediterraneo,
dove giovani cristiani si incontrano
e si raccontano le gioie e le fatiche
dell’essere credenti nel proprio paese. Credo che il gemellarsi tra parrocchie a minoranza cristiana aiuti
a capire meglio e più in profondità
la conoscenza e la reciprocità con
ortodossi, anglicani, luterani, ecc.
Don Pierpaoli al corso di formazione per laici a Oradea (Romania)
el periodo 26-28 aprile 2012, ha avuto
luogo a Oradea il corso di formazione
“La Chiesa – comunità che educa, luogo in cui
Gesù si offre per un incontro personale”, indirizzato ai responsabili della pastorale, membri
dell’Ufficio Pastorale Diocesano per i Laici, ai
dirigenti e presidi delle associazioni e gruppi
delle persone consacrate.
Per questo evento abbiamo avuto la gioia di
avere in mezzo a noi don Francesco Pierpaoli,
il responsabile del Centro “Giovanni Paolo II” di
Loreto, Centro voluto dallo stesso Sommo Pontefice, il quale desiderava un luogo che fosse
“La casa dei giovani dell’Europa”.
Don Francesco ha condiviso la sua ricca
esperienza, incontrando nella prima parte
N
Dopo questo fruttuoso incontro, ha avuto luogo
quello con i formatori e i seminaristi del seminario “I Tre Santi Gerarchi” di Oradea. Durante
l’incontro, don Francesco Pierpaoli ha parlato
ai partecipanti della loro responsabilità e missione nel formarsi come buoni educatori cristiani. Dopo pranzo, al gruppo dell’Ufficio Pastorale si sono uniti i responsabili della pastorale di tutte le parrocchie, insieme ai rappresentanti degli istituti religiosi della nostra diocesi. Il relatore ha parlato del modo in cui pensare e progettare una pastorale che abbia al
centro la formazione della comunità cristiana
con uno spirito missionario, dando poi la possibilità anche ai partecipanti di esprimere le loro
opinioni durante il confronto in piccoli gruppi: a
portanza di metterci a disposizione di Gesù e
della Chiesa, affinché insieme possiamo realizzare tante cose per le nostre comunità. Dopo
il pranzo, Sua Eccellenza Virgil Bercea ha ricevuto don Francesco in un’udienza personale,
nella quale si è parlato del buon rapporto di
collaborazione esistente tra il Centro “Giovanni Paolo II” di Loreto e la diocesi di Oradea,
sottolineando la necessità di continuare anche
in seguito questo rapporto. La giornata si è
conclusa con la preghiera della sera di Taizé,
organizzata dal Dipartimento per i Giovani
dell’Ufficio Pastorale.
La domenica, don Francesco ha partecipato alla
Divina Liturgia presso il convento francescano
della “Dormizione della Beata Vergine Maria”.
Una pastorale che mette al centro
la comunità
della giornata del 27 aprile l’équipe dell’Ufficio Pastorale, con cui si è discusso sull’importanza dell’educazione cristiana e sulla capacità di comunicare nel miglior modo possibile
con le persone chiamate all’evangelizzazione. Si è sottolineata l’idea che credere nella
verità non basta per la fede cristiana, ma al
di sopra di ogni cosa bisogna che ci sia il rapporto personale con Gesù Cristo, il quale ci
rivela la sua propria identità.
ogni gruppo è stata assegnata una pista di domande, con l’intenzione di favorire la realizzazione di un progetto pastorale.
Il giorno seguente il gruppo si è allargato, accogliendo anche i rappresentanti di gruppi, associazioni e istituzioni presenti nella nostra
diocesi. I partecipanti hanno potuto riflettere
sul ruolo che ognuno di noi ha come educatore cristiano. L’incontro è terminato con un’assemblea plenaria, in cui si è sottolineata l’im-
XI edizione dell’ Agorà
del Mediterraneo
Dal 4 all’11 settembre 2012 si terrà, presso il Centro Giovanni Paolo II, la XI edizione dell’Agorà dei Giovani del Mediterraneo – «Sul mare passerà la via» – orientata
alla conoscenza e al sostegno delle realtà giovanili della Chiese che si affacciano
sul Mediterraneo. Come ormai è tradizione, viene proposta una precisa attenzione
formativa ai giovani delle diocesi italiane che, oltre a partecipare alla settimana,
potranno accogliere (facendone richiesta) nei giorni che precederanno l’Agorà
(dall’1 al 3 settembre) i giovani dei 26 paesi del Mediterraneo.
Troverete maggiori informazioni nel sito www.giovaniloreto.it
dal Centro Giovanni Paolo ll • Giugno 2012
Nella Divina Liturgia, presieduta da Sua Eccellenza Virgil Bercea, è stato benedetto il nuovo
mosaico dell’abside dedicato alla Beata Vergine
Maria. Durante l’omelia, Sua Eccellenza ha rilevato anche la bella coincidenza che entrambi i
luoghi, Loreto e il convento francescano, siano
luoghi che custodiscono la memoria della Beata
Vergine Maria, la Madre di tutti noi.
NON AVRÀ
L’AMORE MAIFINE ”
“
Una coppia
presente
al ritiro.
Sotto, tutti
insieme col
vescovo Forte.
Ormai è diventato un appuntamento consueto il ritiro
a Loreto delle giovani coppie della diocesi di Chieti-Vasto nel mese
GIO DEI
di maggio, accompagnate dal loro vescovo padre Bruno Forte. CirPELLEGRINAG
ca 500 giovani hanno partecipato a questo incontro, che ha trovato nella mattinata il suo momento culmine con la testimonianza di
Matteo, un giovane sposo e padre che un anno fa ha vissuto la
prova della morte della moglie. Il vescovo Bruno Forte, rifacendosi
DELLA DIOCESI DI
alla testimonianza di Matteo e allo spettacolo teatrale che l’aveva
preceduta sul Sì di Maria e Giuseppe al disegno di Dio, ha invitato le
coppie presenti a vivere in pienezza il dono d’amore che il Signore concede alla coppia, segno del suo amore per ogni uomo, un amore che ha
le caratteristiche dell’eternità, un amore che solo Dio può donarci.
FIDANZATI
CHIETI
VASTO
Ecco la testimonianza di Matteo:
iao a tutti, mi
chiamo Matteo
e voglio raccontarvi qualcosa di speciale. Io e mia moglie Federica ci siamo conosciuti
nell’estate del 1999 e ci
siamo subito piaciuti: siamo diventati l’uno il miglior amico dell’altro, confidandoci i sogni, le gioie e i
capricci di chi è ancora ragazzo. Ma il nostro destino era un altro… e infatti l’anno dopo ci siamo innamorati e siamo
diventati due fidanzatini. Il nostro amore era
così forte che avevamo voglia di crescere in
fretta, di bruciare le tappe per realizzare il nostro sogno più grande: il matrimonio… e così
fu. 13 settembre 2008: giurare amore eterno
davanti al Signore è stata un’emozione unica
ed eccezionale. Una nuova famiglia era nata,
una famiglia semplice e con la voglia di vivere
ogni momento come se fosse unico e irripetibile. Ci mancava però ancora qualcosa, la cosiddetta ciliegina sulla torta, la testimonianza del
nostro amore: avere un figlio. Dopo due tentativi andati male, ecco che nella pancia di Federica cresceva la vita di un piccolo angelo che il
giorno di Natale del 2010 è stato donato al
mondo, Giulia. “Adesso il nostro amore è completo e possiamo vivere con la gioia nel cuore il
nostro essere famiglia”. Queste sono state le
parole che ci siamo detti quando per la prima
volta gli occhi di Giulia hanno incrociato il nostro sguardo. Eravamo così felici: ricevere in dono dal Signore una figlia, per di più a Natale. Insomma, una festa che ogni giorno si arricchiva
di nuovi sorrisi e nuove gioie. Ma dopo qualche settimana, mia moglie Federica incomincia
a star male ogni giorno di più, fino a quando,
facendo dei controlli, il 28 gennaio le viene diagnosticato un tumore maligno in stato avanza-
C
to al seno destro con metastasi diffuse al cervello,
al fegato e alla colonna vertebrale… Il periodo
più bello solcato da una prova così grande: una
bimba così piccola e una mamma così malata.
Ero distrutto, la nostra vita radicalmente mutata in pochi attimi: abbandoniamo la nostra casa, quella casa che custodiva l’album dei ricordi
più belli e delle gioie più grandi, per tornare a
vivere con i nostri genitori perché avevamo bisogno di tanto aiuto. Ogni giorno passava combattendo tra le proprie convinzioni e il mistero
della vita, cercando una risposta ai tanti “perché”. Intanto Federica affronta la malattia con
l’amore e la forza che l’hanno sempre contraddistinta: donando il suo splendido sorriso a tutti
coloro che ci circondavano ma soprattutto vivendo e non rinchiudendosi nella disperazione.
Ma nonostante tutto Fede, così la chiamo, il 28
aprile è salita in Cielo. E adesso? Cosa faccio?
Mi sono trovato nei miei pensieri davanti ad un
bivio: scegliere di essere un uomo migliore o
affondare il mio dolore nell’ira e nell’odio. il mio
cuore ha scelto di vivere nella gioia perché ogni
volta che guardo mia figlia negli occhi vedo il
frutto del nostro amore, mio e di Fede. Spesso
nella mia vita mi sono soffermato a dare un significato, un senso alla parola AMORE. Ecco,
credo di aver trovato la risposta il giorno in cui
mia moglie non era più al mio fianco. L’AMORE
è la vera forza della vita che ognuno deve coltivare per diventare un uomo migliore e supera-
re le prove che il Signore ci
dona nel percorso della vita. L’AMORE è quella pietra indelebile dove costruire le fondamenta della propria vita senza aver
paura di poter crollare, perché nulla potrà scalfirla. L’AMORE è il respiro di Dio sulla terra
perché senza il mistero dell’AMORE non ci sarebbe vita. Ecco, sono qui per chiedervi col cuore di vivere ogni giorno il vostro amore incondizionatamente senza vincoli e paure, di vivere il
vostro matrimonio come se fosse il primo giorno: quello più bello. Emozionatevi ogni volta che
riceverete un sorriso, uno sguardo dolce, un abbraccio, un bacio. Affidate a Dio i vostri cuori e
la vostra vita perché non c’è amore più grande
del suo. Come mi ha detto un mio caro amico,
non abbiate paura di rimanere soli, perché Io –
dice il Signore – Io ci sarò sempre. Perché, come mi ha detto sempre il mio amico, l’amore di
Dio è mille volte superiore all’amore di una
mamma. Ecco, io l’ho fatto e adesso ho capito
che Federica non è morta ma vive dentro di
me; abita nel mio cuore e li dimorerà per sempre.Vorrei concludere con un passo della lettera
di san Paolo dove secondo me è racchiuso tutto
il valore della parola “AMORE”.
L’amore è paziente, l’amore è gentile; l’amore
non è invidioso né vanaglorioso; non è superbo, non è insolente; non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede,
tutto spera, tutto sopporta. Le profezie
scompariranno, il dono delle lingue cesserà, la
scienza svanirà ma l’amore non avrà mai fine.
dal Centro Giovanni Paolo ll • Giugno 2012
Arzachena - Loreto: i giovani trovano «Casa»
ha l’opportunità di riflettere, sull’esempio di Maria, sul senso e l’orientamento che vogliamo
dare alla nostra vita. La veglia in Santa Casa,
guidata da suor Alfonsina e don Gianpaolo, è
stato il momento più forte di questa esperienza
di gruppo: ritrovarci solo noi all’interno di quella
piccola stanza che racchiude la memoria di
quell’incontro tra Maria e l’angelo, è stata un’emozione unica che custodiremo gelosamente
nel cuore! Un sentito e profondo “Grazie” va alla Comunità delle Suore e ai sacerdoti per questi giorni vissuti in mezzo a loro: il Signore, per
intercessione di Maria, ci conceda la gioia di ritornare in questo luogo e condividere, ancora
una volta, un’esperienza indimenticabile di
gruppo, come è stato in questi giorni.
Giovanni
uesta è la vostra Casa”: è la frase che
abbiamo sentito più volte e abbiamo fatto nostra in questi giorni di permanenza al
Centro Giovanni Paolo II di Loreto. Dal 22 al 25
aprile come gruppo giovani “Loreto” della parrocchia S. Maria della Neve in Arzachena (Olbia-Tempio Sardegna) abbiamo vissuto un’intensa esperienza di comunione, di preghiera e
di condivisione in quella “Casa” voluta proprio
da Giovanni Paolo II per i giovani. L’accoglienza, calorosa e familiare, che ci è stata riservata
dalla Comunità delle Suore Oblate di Maria
Vergine di Fatima e dai due sacerdoti che custodiscono questo luogo, ci ha fatto sentire sin
dal primo momento come a casa nostra. I vari
momenti della giornata vissuti nella genuina
condivisione (dal canto delle lodi ai momenti di
catechesi, dal tempo libero
alla condivisione dei pasti)
ci hanno aiutato a rivivere
quello spirito di comunione
che il nostro gruppo aveva
“assaporato” all’Agora dei
Giovani nel 2007, proprio
all’ombra della Santa Casa
di Loreto. Un’esperienza
unica che ci ha fatto riscoprire come gruppo, chiamati ad essere testimoni
credibili e autentici di Gesù, alla scuola di Maria.
Come lei, anche noi siamo
chiamati a dire il nostro
“Sì’” al progetto d’amore
che Dio ha per ognuno di
noi: in questo luogo di pace qual è il Centro GPII si
“Q
30 luglio - 6 agosto 2012
IV Campo Ecumenico. Da EurHope a EurHome
l quarto Campo Europeo Ecumenico per
Giovani si terrà a Loreto - Centro Giovanni Paolo II - da lunedì 30 luglio a lunedì
6 agosto 2012.
Il tema deciso insieme in Danimarca è:
“Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni… fino
ai confini della terra» (Atti 1,8).
Fin da ora le pastorali giovanili delle confessioni anglicane (inglesi), ortodosse (rumeni), greco-cattoliche (rumeni), luterane (svedesi e danesi) e cattoliche (italiani) stanno
preparando i loro giovani affinché la partecipazione sia attiva ed efficace.
Gli approfondimenti biblici saranno presentati nelle catechesi in modo da aiutare i
giovani a comprendere che sono testimoni
e protagonisti attivi della vita della Chiesa.
Alla fine del Campo sarà consegnata ai giovani una preghiera allo Spirito Santo, scritta da tutte le delegazioni presenti come ri-
I
dal Centro Giovanni Paolo ll • Giugno 2012
razie perché con la
vostra concreta testimonianza, la vostra disponibilità all’incontro, ascolto
e aiuto verso gli altri, diventate un punto di riferimento e di esempio per
tante persone.
E in tutto questo, le attività
che ci avete illustrato e proposto, ci aiutano a riflettere
sull’importanza della nostra
vita, delle persone che ne
fanno parte, e del saper
accogliere nella nostra casa l’altro, e quindi il Signore, proprio come ha
fatto Maria.
Giovanna
G
cordo e impegno a continuare il cammino
di unità, ognuno nel proprio paese.
In questo periodo di preparazione al Campo, rivolgiamo a tutti i partecipanti l’augurio a lasciarsi guidare con docilità dallo Spirito Santo, come Benedetto XVI ha pregato alla GMG di Sydney:“Invochiamo lo Spirito Santo, è lui l’artefice delle opere di
Dio. Lasciate che i suoi doni vi plasmino!…
La vita non è semplicemente accumulare,
ed è ben più che avere successo. Essere veramente vivi è essere trasformati dal di
dentro, essere aperti alla forza dell’amore
di Dio.Accogliendo la potenza dello Spirito
Santo, anche voi potete trasformare le vostre famiglie, le comunità, le nazioni”.
Volete scriverci? Volete
mettervi in comunicazione
POINT coi vostri coetanei attraverso questo giornale? Allora mettetevi in contatto con noi.
La nostra Comunità:
Don Francesco Pierpaoli
[email protected]
Don Gianpaolo Grieco
[email protected]
Suore Oblate di Maria Vergine di Fatima: sr. Michela, sr. Alfonsina, sr. Cecilia,
sr.Teresa
[email protected]
Editoriale a cura di
Don Giacomo Ruggeri
parroco e direttore
dell’Ufficio Comunicazioni Sociali - Fano
[email protected]
CENTRO GIOVANNI PAOLO II
INFO
Via Montorso n. 3 - 60025 Loreto (AN)
tel. 071.7501552 [email protected]
Per saperne di più, visitate il sito
www.giovaniloreto.it
IL “MESSAGGIO” INTERVISTA…
VITO PUNZI
UFFICIO STAMPA SANTUARIO DI LORETO
Il professor
Yves-Maria
Bercé /2
Prof. Bercé, lei, anche senza aver
iniziato la sua ricerca con l’intento
di affrontare la “questione lauretana”, cioè il tema della veridicità
delle pietre della Santa Casa e del
loro trasporto, si è ritrovato a doverne comunque trattare, apportando così in definitiva un suo originale contributo. Ce lo riassume?
Con questo mio studio posso dire
di aver apportato tre argomenti che
confortano e rafforzano la tradizione
che vuole queste pietre provenire
dalla Terra Santa. Il primo è dato dalla riflessione sulla successione ungherese, che giustifica la tappa di
Tersatto (vedi la prima parte dell’intervista, n.d.r.). Il secondo argomento
viene dal mondo musulmano: alla fine del XIV secolo un sultano dei mamalucchi fece trasportare a Il Cairo
un portone gotico parigino, cioè secondo lo stile delle porte di Notre-
Dame di Parigi,
costruito in Terra Santa tra il
1240-50, e questo portone è
tuttora nella capitale egiziana.
Ciò che è rilevante per noi è
che quel trasporto avvenne via mare:
dunque il trasporto di pietre via mare era allora tecnicamente possibile.
E il terzo argomento?
Appena due anni fa è stato pubblicato lo studio di un medievista
francese dedicato a un dottore francescano d’origine inglese, professore
di Teologia all’Università della Sorbona, a Parigi, vissuto nel XIII secolo. Questo teologo venne invitato a
partecipare a un importante convegno francescano a Napoli, perché
uno dei figli del re, un fratello di colui che aveva sposato la principessa
ungherese che abbiamo sopra citato,
voleva entrare nell’Ordine francescano. Si trattava di un grande onore
per l’Ordine, per questo venne organizzato quel convegno. E fu proprio
a Napoli che il teologo della Sorbona
scrisse nel 1294 un trattato che tenta-
va di conciliare la fisica di Aristotele
con il cristianesimo. Con esso affrontava le questioni cosiddette “quodlibetiche” ed una era particolarmente
interessante: può Dio trasportare in
un istante un monumento da est a
ovest? Mi sembra molto significativo
che a Napoli, proprio nel 1294, l’anno indicato per il trasporto della
Santa Casa sul colle lauretano, ci si
sia posti una questione come quella.
Una semplice coincidenza?
Purtroppo non ho trovato altro,
ma certo si tratta di una coincidenza
straordinaria. Non si potrebbe forse
parlare di Provvidenza? Va detto
chiaramente che i tre argomenti che
ho appena ricordato non dimostrano nulla, non sono prove. In ogni
caso, come ho già detto, tutti e tre,
ciascuno secondo la propria caratteristica, confermano la tradizione. In
sintesi, dimostrano che alla fine del
XIII secolo un trasporto di pietre, di
monumenti anche importanti, era
assolutamente verosimile. Da ultimo mi lasci dire che se Ulysse Chevalier, che è stato molto critico sul
trasporto, fosse stato a conoscenza
di questi miei argomenti, magari
avrebbe tirato conclusioni diverse.
IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
223
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE
bibliografiche
Una pregevole monografia
sulla chiesa e sulla cappella lauretana
di Santa Lucia de’ Magnoli a Firenze
I
224
l nostro collaboratore dott. Divo Savelli, esperto del
culto mariano-lauretano in Toscana, con speciale riferimento alle vie peregrinatorie, ha pubblicato un pregevole volume dal titolo: «Santa Lucia de’ Magnoli a Firenze - La chiesa, la cappella di Loreto». Il libro è stato
presentato il 27 marzo presso la stessa chiesa da Niccolò
Capponi e da Francesco Gurrieri.
Il volume reca in copertina la foto della famosa tavola di Domenico Veneziano, eseguita per questa
chiesa tra il 1445 e il 1447,
forse dopo che, secondo il
Vasari, il pittore era stato
a Loreto insieme a Piero
della Francesca per dipingere la Sagrestia di San
Giovanni, lasciata incompiuta per il sopraggiungere della peste e decorata
più tardi da Luca Signorelli. La pala (dal 1861 agli
Uffizi), secondo il Savelli,
«lascia trasparire una tipologia compositiva architettonica chiaramente
lauretana, con il loggiato
policromo in parte gotico
e in parte rinascimentale». E aggiunge: «La nicchia dietro alla Vergine di
per sé stessa può già simbolicamente rappresentare la Santa Casa» (p. 61).
L’elegante pubblicazione del Savelli si configura come una guida storica e artistica, con ricche
notizie sulle remote origiIL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
ni, sulle vicende secolari e sulle opere d’arte della chiesa, con puntuali schede sui protagonisti che l’hanno
voluta e sugli artisti che l’hanno abbellita. Una parte è
dedicata alla Cappella di Loreto, costruita all’interno
della chiesa nel 1714-1715 per volontà del granduca
Cosimo III, nella quale fu collocata una statua lignea,
che in origine si trovava in una nicchia, sopra la porta
dei custodi della Santa Casa di Loreto.
Una parte della pubblicazione è dedicata alla
«Storia di Loreto» (pp.
57-63), dove l’autore sintetizza i dati essenziali
della tradizione lauretana
e dello sviluppo del santuario. In special modo,
fissa l’attenzione sugli
inediti rapporti del sommo Raffaello con la Santa
Casa di Loreto. Scrive
l’autore che «molti segni
che stanno ad indicare la
devozione di Raffaello
verso la Santa Casa sono
mimetizzati in vari dipinti, come suo gesto privato
ed intimo di devozione».
Ad esempio, vede raffigurata la città di Loreto
nella «Madonna del Cardellino» (p. 61).
Il libro, di pagine 74,
con numerose illustrazioni a colori, è stato pubblicato dalla parrocchia di
Santa Lucia de’ Magnoli
(Via dei Bardi, 22 – 50125
Firenze; tel. 055.2342436).
STORIA ARTE E CULTURA LAURETANA
P. MARCELLO MONTANARI
Un’icona russa di origine lauretana
La Madre di Dio
“Chiave della conoscenza”
N
Ciò che sorprende di questa icoei paesi di fede ortodossa, in non solo nelle icone più antiche ma
particolar modo la Russia, è anche nelle numerosissime varianti na è la sua somiglianza con l’immagine della Madonna di Loreto. È inmolto diffuso il culto delle icone. diffuse oggi in Russia.
Secondo la tradizione russa, l’i- teressante riportare quanto ha afferLe più importanti e più diffuse sono conosciute anche in Occidente, cona fu dipinta nel XVII secolo da mato e dimostrato lo studioso russo
Andrei Alexandrovich Titov
come la Madonna della tenesull’argomento. Egli sostiene,
rezza, la Madre di Dio di Kacon prove storiche, che la mazan, e tante altre. Alcune
trice e il prototipo di questa
hanno trovato facile accoicona è la statua della Madonglienza anche tra i cattolici
na che si venera nella cittadiper la loro suggestiva e mina italiana di Loreto, conosteriosa bellezza.
sciuta dal pittore in alcune coNon si conosce invece in
pie già presenti a Mosca. Le
Occidente l’icona della Madre
prime immagini della Madondi Dio “Chiave della conona di Loreto erano infatti apscenza” (la dicitura in russo si
parse in Russia dopo la visita
può tradurre anche “datrice o
di alcuni pellegrini russi alla
guaritrice dell’intelligenza o
Santa Casa di Loreto nel secodella mente”). Questo tipo di
lo XVI. Nel maggio del 1524
icona si è invece diffuso largapapa Clemente VII è entrato
mente nei tempi recenti in
in corrispondenza con il Gran
Russia. La Madre di Dio viene
Principe Vasilij III. Vasilij ha
invocata sotto questo titolo soinviato al Papa gli ambasciaprattutto per ottenere aiuto
tori Dmitry Gerasimov e Genegli studi, consiglio nelle
remia Trusova. Il Papa, dopo
scelte difficili e guarigione
averli accolti cordialmente, li
dalle malattie psichiche. In Questa immagine si trova nel tempio della Trasfiha incoraggiati a visitare il sanRussia è diventato ormai un gurazione di Rybinsk (Yaroslavl).
tuario di Loreto.
rito ricorrente, agli inizi della
Ritornati a Mosca, i due hanno lascuola, recarsi nei santuari mariani un pittore che soffriva di attacchi di
per ricevere la benedizione davanti amnesia e follia. Il pittore supplicò sciato testimonianze scritte in un
all’icona della Madonna “Chiave la Madre di Dio e ottenne la guari- opuscolo dal titolo “La storia del
gione. Ispirato dalla Madonna, de- tempio della Vergine Santa, dove è
della conoscenza”.
La storia di questa icona ci inte- cise di dipingere un’icona in suo nata da Gioacchino e Anna”. Questa
ressa molto da vicino perché trae la onore. Per questo motivo diede al- storia si è diffusa in tutta la Russia.
sua origine dalla Madonna di Lore- l’icona il titolo di “Madre di Dio da- Oltre alla testimonianza scritta sono
to. È singolare non solo la storia trice (guaritrice) della conoscenza”. comparse a Mosca anche alcune imdella sua origine, ma anche la so- L’icona originale è conservata nel magini della Madonna di Loreto.
miglianza con l’immagine della Tempio della Trasfigurazione di Ry- Probabilmente altre immagini della
Madonna di Loreto sono state porVergine di Loreto, evidentissima binsk (regione Yaroslavl).
IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
225
A sinistra:
Madonna di Loreto,
Museo Tetriakov di
Mosca, sec. XVI.
Qui a lato:
Icona loretana della
Madre di Dio, chiamata “Chiave della
conoscenza”. Rybinsk, Museo statale
storico-architettonico e delle arti, Russia (1780, tempera
su tavola).
226
tate da visitatori italiani, compresi
numerosi artisti chiamati a lavorare
in Russia. Lo studioso A. Titov accenna anche che nel sec. XVII circolavano a Mosca delle stampe di immagini sacre con la scritta “Madonna di Loreto”.
Noi conosciamo ancora solo notizie frammentarie della storia della cultura russa, ma sappiamo della presenza di alcune antiche icone
molto somiglianti all’immagine
della Madonna di Loreto tuttora
presenti nei musei della Russia, come l’icona della Madonna di Loreto del museo moscovita di Tetriakov e quella conservata nel museo statale di Rybinsk.
Secondo lo studioso Andrei A.
Titov, dopo il grande incendio di
Mosca del 1574, oltre a tante altre
icone, anche l’immagine della Madonna di Loreto è stata ridipinta come icona sullo
“stile di Mosca”
Tutayev, Yaroslavl RU, Icona
da pittori di Pskov
originale (ane Novgorod su ornerita) della
dine di Ivan il TerMadonna di
ribile, figlio di VaLoreto chiamasilij III. Così posta “Chiave della conoscenza”, siamo ammirare,
sec. XVII.
tra le icone laure-
tane più antiche, quelle venerate
nel santuario moscovita di Tikhvin
e nella chiesa dell’Intercessione (o
del Suffragio) di Tutayev. Oggi son
tutte venerate con il titolo di Madre
di Dio “Chiave della conoscenza”.
Probabilmente è stata una di
queste, o un’altra simile, il prototipo dell’icona della Madre di Dio
“Chiave della conoscenza”, così
chiamata dal pittore dopo la sua
guarigione. È interessante notare
come oggi si vadano scoprendo i
collegamenti tra mondo orientale e
occidentale e si possa guardare
alla Vergine Maria come alla
mamma che può ricucire divisioni
storiche per far sentire tutti i cristiani riuniti nella stessa casa di Dio. È
soprattutto bello costatare che tutto
è partito da Loreto, dove si venera
la Santa Casa di Maria. Come l’inizio della salvezza era partito da Nazaret, così da questa Casa della Madre può partire anche oggi la speranza dell’unità e della pace verso i
fratelli ortodossi.
Tikhvin, Mosca, Madonna di Loreto
“Chiave della conoscenza”, sec. XVII.
È morto
il pittore
Alberto Sughi,
autore di
una Virgo
Lauretana
227
l 31 marzo è morto a Bologna
il famoso pittore Alberto Sughi,che era nato a Cesena 83 anni fa. Confessò un giorno: «Ho
scelto di correre da solo», dimostrando l’intenzione di trovare
una terza via, tra l’astratto e il
realismo, che potesse consentirgli un’espressione autonoma,
attenta ai fatti sociali, soprattutto drammatici. Essere realisti per
lui significava non limitarsi a documentare, ma dare un contributo per capire la realtà di oggi.
Il Sughi è stato personaggio
di spicco nel panorama dell’arte italiana dell’ultimo mezzo secolo. Qui lo ricordiamo perché nel 1995 partecipò alla mostra degli «Artisti contemporanei per il VII Centenario Lauretano», lasciando nel Museo-Antico Tesoro un pregevole dipinto, intitolato Virgo Lauretana. L’immagine della Madonna, costruita con calligrafica evidenza, assorta in un muto e intenso colloquio con il Bambino che a lei si protende, ripropone preziosità bizantine «attraverso filtri fauves». Legittima il titolo Lauretana il nitido profilo delle absidi
della basilica con la cupola, delineate su un fondo di segno astratto. Una cromia rosseggiante involve figure umane
e architetture, quasi omologandole.
I
IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
EVENTI SPECIALI
VITO PUNZI - GIULIANO VIABILE
52a Rassegna Internazionale
di Musica Sacra
“Virgo Lauretana”
Un grande evento di popolo nel nome della musica e della preghiera
L
228
a 52a edizione della Rassegna di
Musica Sacra “Virgo Lauretana”, vista la presenza di numerosi
cori provenienti dall’Est europeo,
non poteva concludersi in un giorno
più significativo: lo scorso 15 aprile
(la Domenica in Albis per i cattolici),
quando i cristiani ortodossi hanno
festeggiato la loro Pasqua. All’interno della basilica della Santa Casa,
presieduta da mons. Giovanni Tonucci, arcivescovo delegato pontificio di Loreto, il mo p. Giuliano Viabile, direttore artistico della Rassegna,
ha diretto i poco meno di cinquecento cantori provenienti da tutta Europa, impegnati nell’esecuzione della
Messa Prima per 2 cori a 8 voci, 2 organi, di Giovanni Paolo Colonna
(1637-1695). “Per comprendere il valore di quest’appuntamento musicale”, aveva detto Pietro Marcolini,
l’assessore regionale ai Beni e alle
Attività Culturali, in sede di presentazione della Rassegna, “basta leg-
Dall’alto in basso:
Coro «Christophorus Kantorei» di Altensteig (Germania), direttore mo Michael Nonnenmann.
Coro «Pueri Cantores Sancti Nicolai»
di Bochnia (Polonia), direttori mo pa.
dre Stanislaw Adamczyk e mo Bozena
Wojciechowska.
IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
Dall’alto in basso:
Coro «Apollo» di Bratislava (Slovacchia), direttore mo Milan Kolena.
Coro «Vozrozhdeniye» (Renaissanse)
Isc Club ‘Raduga di Moscow (Russia),
direttore mo Marina Kuznetsova.
.
.
«Plunge Chamber Choir» di Plunge
(Lituania), direttore mo Alfonsas Vildˇ ziunas.
Coro «Brno Academic» di Brno (Reˇ Bripubblica Ceca), direttore mo Dasa
ˇ
skárová.
gere i numeri che ne riassumono la
storia: in oltre mezzo secolo, Loreto
ha accolto e ospitato decine di migliaia di cantori appartenenti a centinaia di cori provenienti da ventiquattro paesi di tutti i continenti. Sono inoltre lieto di sottolineare come
quest’evento, oltre che per il valore
artistico e musicale dei partecipanti,
sia da promuovere e valorizzare anche per i risvolti economici e di promozione dell’intera regione”. Da
parte sua p. Viabile, chiamato, a
evento terminato, a valutare i risultati della manifestazione, ha tenuto
a ricordare, oltre al buon livello musicale dei cori partecipanti, anche
una novità importante introdotta
quest’anno: “Abbiamo cercato di
coinvolgere per tempo alcune corali
della nostra regione, invitandole a
organizzare concerti nei loro paesi e
nelle loro città per promuovere la
Rassegna e la risposta è stata commovente, viste le adesioni pervenute
da Camerano, da Osimo, da Tolentino, da Civitanova Marche, da Macerata, da Fano, da Montegranaro e da
Recanati”. Non è stato da meno anche quest’anno l’apporto fondamentale dei tanti volontari, coordinati in
quest’occasione da Sabina Braschi,
chiamati ad un impegno che li coinvolge per l’intero arco dell’anno. A
loro, oltre che a tutti i privati e agli
enti pubblici che sostengono la “Virgo Lauretana”, è andato il ringraziamento del presidente della Rassegna, don Lamberto Pigini. Un rinIL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
229
230
graziamento espresso in particolare
nel corso della serata di gala finale,
sabato 14 aprile, quando erano presenti in basilica anche mons. Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia,
e presidente della Commissione Episcopale per la Cultura e le Comunicazioni Sociali, e mons. Robert Tirala, presidente della Federazione Internazionale Pue«Associazione
ri Cantores.
Corale
Cantori
Facendo una
della Risurrevalutazione artizione» di Porto
stica, possiamo
Torres (Italia),
onestamente afdirettore mo Anfermare che la
tonio Sanna.
Rassegna di quest’anno è da considerarsi, per qualità di cori, tra le edizioni più riuscite. Già in fase di selezione, la direzione artistica si era resa conto dell’alta qualità di molti cori, i quali
hanno confermato la loro professionalità per intonazione, interpretazione e capacità vocali. Esecuzioni
che vorresti non finissero mai per
l’ottimo impasto
«Female Chamvocale, frutto di
ber Choir proaccurato e serio
fessor Georgi
lavoro. Già dalDimitrov» di
l’anno scorso ci
Yambol (Bulgasi era resi conto ria), direttore mo
che la Rassegna
Stefka Pastarlauretana stava
madzhieva.
tornando ad ottimi livelli. Tra le 87 domande arrivate, molti sono stati i cori non selezionati, ma degni di calcare il palco
lauretano. Anche il numero di domande è indice di un risveglio e di
un interesse per la Rassegna lauretana, che attraverso la musica porta
il nome di Loreto nel mondo e accomuna popoli e religioni.
Ai concerti del
Coro Giovanile
mattino hanno
«Svitich» delpartecipato gli
l’Università Goalunni di scuole
gol di Nigin
medie dei paesi
(Ucraina), diretlimitrofi. Una letore mo Liudmyzione di polifonia
la Kostenko.
IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
fuori della scuola che certamente
porterà il suo frutto.
Oltre ai vari concerti dei singoli
cori, tenuti al teatro comunale, quest’anno la Rassegna ci ha regalato
due concerti straordinari di altissimo valore. La sera di giovedì 12
aprile l’Orchestra Sinfonica “G.
Rossini” di Pesaro ha eseguito, del
maestro pesarese, due “Sonate a
quattro” per 2 violini, violoncello e
contrabbasso. La particolarità del
brano è che è stato scritto senza la
viola, e Rossini lo compose all’età
di circa 12 anni. Delle sei sonate,
l’Orchestra “G. Rossini” ha eseguito la prima e la terza.
Il programma prevedeva inoltre
l’esecuzione delle “Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi.
Si tratta dei primi quattro concerti, ispirati ciascuno ad una stagione
dell’anno, scritti per violino, archi e
basso continuo, composti da Antonio Vivaldi tra il 1723 e il 1725, tratti
dalla raccolta intitolata: “Il cimento
dell’armonia e dell’inventione”.
È un tipico esempio di musica a
programma, cioè di composizioni a
carattere prettamente descrittivo.
Un concerto molto applaudito, vista anche la professionalità degli
esecutori.
Anche la sera di venerdì 13 aprile
il pubblico non è rimasto deluso. I
presenti hanno avuto la gioia e la
fortuna di ascoltare il meraviglioso
ottetto vocale “Blagovest” di Minsk
(Bielorussia): un gruppo di professionisti di cui non si può dire altro
che bene per l’intonazione e le
straordinarie capacità vocali.
Vorremmo che gli Enti pubblici
si rendessero conto non solo del livello artistico che la Rassegna di
Loreto offre da tanti anni, ma anche di quanto essa ha contribuito
per la crescita della coralità italiana. A tutto ciò si aggiunga il fatto
che è la rassegna più longeva d’Italia. Un primato per Loreto e per
la nostra regione.
In basso, da sinistra:
«Children’s Choir Omnes» di Riga
(Lettonia), direttore mo Aija Kukule,
organista Olga Gorbacova.
Coro «Blagovest» di Minsk (Bielorussia), direttore mo Serguei Agranovich.
231
I Cori alla messa conclusiva
della Rassegna, diretti dal
mo Giuliano Viabile, organista
della basilica di Loreto
e direttore della Cappella
“Santa Casa”.
VITA DEL SANTUARIO
Convegno dei
medici cattolici
I
232
l 24 e il 25 marzo si è
Convegno
I
tenuto nella Sala
sulla «Pastorale Paolo VI un convegno
sulla «Pastorale della
vita: educatore cercadella vita»
si», organizzato dalle
associazioni «Difendere la vita con Maria», «Donum vitae» e
Fondazione «Ut vitam habeant». È stato presentato all’inizio il
libro Bambini non nati: l’onore e la pietà. Vi hanno partecipato anche il cardinale Elio Sgreccia, esperto di bioetica e presidente
emerito dell’Accademia per la Vita, e don Gian Mario Lanfranchini. Vi è intervenuto anche l’arcivescovo Giovanni Tonucci,
che ha rivolto il saluto ai partecipanti. Nella foto sotto: il cardinale Elio Sgreccia è il secondo da sinistra. (Foto Montesi)
IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
l 31 marzo, nella Sala del Tinello «Pasquale
Macchi», si è tenuto un convegno organizzato dall’Associazione Medici Cattolici Italiani, sul tema: «La moderna radioterapia e la
lotta contro il dolore: un’esperienza vincente». Dopo il saluto del presidente regionale
dott. Sergio Fattorillo e dell’arcivescovo Giovanni Tonucci, ha tenuto la relazione il prof.
Numa Cellini, della Radioterapia del Policlinico Gemelli-Università Cattolica di Roma. È
intervenuta anche la dott.ssa Fiorenza De Rose sul progetto «La rete del sollievo».
È stato messo in evidenza come la sanità in
Italia, se da una parte risulta in continua crescita nei suoi aspetti tecnologici, dall’altra
sembra al contrario ridurre la sua dimensione
umana nel difficile rapporto fra operatori sanitari e pazienti. Urge far crescere nella coscienza collettiva il valore insostituibile del
«sollievo», inteso non come negazione definitiva del dolore fisico, ma piuttosto come sostegno sollecito ed amorevole, psicologico e
spirituale al malato, specie se cronico e in
evoluzione di malattia. Il prof. Cellini ha messo in risalto come la radioterapia possa attenuare di molto i dolori dei malati terminali, al
contrario della morfina o sostanze consimili
che, se da un lato leniscono il dolore, dall’altro hanno gravissime conseguenze sull’intossicazione dell’organismo e talora anche sulla
psiche del paziente. Il convegno si è concluso
con la preghiera in Santa Casa, guidata dall’arcivescovo di Ancona Edoardo Menichelli,
recentemente nominato assistente ecclesiastico nazionale dei medici cattolici. (Foto Montesi)
VITA DEL SANTUARIO
XIV Pellegrinaggio
degli aspiranti
diaconi di Roma
S
i è tenuto a Loreto, nei giorni 16, 17 e
18 marzo, il XIV pellegrinaggio degli
aspiranti diaconi permanenti della diocesi di Roma, guidati dal delegato diocesano mons. Nicola Filippi, il quale ha
dato come tema: «Maria Porta del cielo», anche in previsione dell’Anno della
Fede, annunciato da Benedetto XVI con
la lettera apostolica Porta Fidei. La sera
del 16 marzo si è svolta la tradizionale
processione da Porta Romana con il
canto delle Litanie Lauretane.
Al pellegrinaggio hanno partecipato otto neo-diaconi ordinati dal cardinale Agostino Vallini il 19 novembre 2011, nella basilica di S. Giovanni in Laterano. Tra questi, Alfonso Canfora, docente al Borgo Ragazzi don Bosco, e Ferdinando Pennone, ispettore della Polizia di Stato, che in tutti questi anni hanno avuto nel pellegrinaggio lauretano un momento forte di formazione e di crescita spirituale. Nel
pomeriggio del 17 hanno avuto luogo le confessioni e l’adorazione eucaristica. (Foto Montesi)
I
l 18 marzo ha avuto luogo a Loreto il convegno delle suore delle Marche con un articolato programma. Nell’Auditorium «Giovanni Paolo II», dopo la celebrazione delle lodi, l’arcivescovo di Loreto Giovanni Tonucci e la presidente dell’USMI regionale suor Loredana De Paoli hanno rivolto un saluto alle convenute. Ha fatto seguito la relazione dell’arcivescovo di Ancona Edoardo Menichelli
su «L’Eucaristia fonte della vita consacrata». Alle ore 11.00, le suore hanno partecipato alla solenne celebrazione eucaristica in basilica, presieduta dall’arcivescovo
Tonucci. Nel pomeriggio, dopo l’adorazione comunitaria, le suore hanno ascoltato
la testimonianza di Claudia Koll, a cui ha fatto seguito un dialogo. (Foto Montesi)
Convegno
delle suore
marchigiane
233
VITA DEL SANTUARIO
La Fontana
dei Galli
messa a
nuovo
N
234
el marzo 2009 due
sculture rappresentanti figure di galli furono
trafugate da ignoti dalla
Fontana dei Galli, che restò mutila e deturpata.
Dopo tre anni, messe al sicuro le figure superstiti nel
Palazzo comunale, sono
state eseguite copie dei
quattro galli e di un drago,
identiche agli originali,
con calco a cera persa, e
sono state collocate sulla
Fontana, che ora torna a
esibire le sue belle forme
secentesche. Il piccolo monumento è stato liberato
da alcuni alberi all’intorno, ciò che ha creato perplessità presso qualcuno.
Un’appropriata illuminazione ne esalta le forme e i
volumi nelle ore notturne.
La Fontana, voluta da
Antonio Maria Gallo, cardinale protettore del santuario di Loreto, fu realizzata nel 1614-1616 e decorata con stemmi e con vivaci figure di galli, in
omaggio al nome del
committente.
Il 25 marzo la Fontana,
restaurata in ogni sua parte
e munita delle copie bron-
zee, è stata inaugurata con
solenne cerimonia. L’opera
di ripristino e di rinnovamento è stata possibile grazie all’impegno dell’amministrazione comunale, che
ha ottenuto un sostanzioso
finanziamento pubblico
per il recupero e il restauro
delle mura cittadine e delle
fontane storiche. Alla ceri-
monia è intervenuto il sindaco Paolo Niccoletti, il
quale ha detto: «Si tratta di
un intervento importante,
portato avanti da professionisti della nostra città».
E ha aggiunto: «Ora si dovrà provvedere ad ultimare i lavori di arredo dell’intera piazza e a piantare
nuovi alberi». (Foto Montesi)
Un monumento all’arcivescovo Macchi
n occasione del 6° anniversario della morte dell’arcivescovo Pasquale Macchi (5 aprile
2006) - il quale fu prima segretario particolare di Paolo VI, quindi rettore del santuario
del Sacro Monte di Varese e infine arcivescovo di Loreto dal 1989 al 1996 - il 2 aprile, nel
monastero delle Monache Romite di Barnaga di Perego (Lecco), dove il compianto presule ha trascorso gli ultimi anni di vita, è stata celebrata in suffragio della sua anima una
santa messa dal cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo emerito di Milano.
Nel contesto della cerimonia, è stato inaugurato un bel busto bronzeo raffigurante Pasquale Macchi, scolpito da Amedeo Brogli, noto artista, caro allo stesso arcivescovo che, tra
l’altro, gli commissionò l’illustrazione delle singole invocazioni alla Vergine delle Litanie
Lauretane, pubblicate poi in un volume sullo stesso argomento dall’Editrice Vaticana. Gli
originali delle raffigurazioni furono donati dall’arcivescovo Macchi al santuario di Loreto.
I
IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
VITA DEL SANTUARIO
Simposio sulla Via Lauretana I
l Lions Club di Recanati-Loreto Host ha
promosso un incontro-dibattito sull’antico percorso peregrinatorio della Via Lauretana, che congiungeva la Santa Casa nazaretana di Loreto alla Tomba di San Pietro a Roma. Nel Tinello «Pasquale
Macchi», dopo i saluti dell’arcivescovo Giovanni Tonucci, del sindaco Paolo Niccoletti e del presidente del suddetto Lions Club Ancilla
Tombolini, la ricercatrice universitaria dott.ssa
Chiara Serenelli ha illustrato il paesaggio godibile lungo l’antico
cammino peregrinatorio, mentre p. Stefano
Vita, presidente del
«Tavolo di Concertazione Regionale per il Recupero della Via Lauretana», ne ha ripercorso
la storia e le caratteristiche. (Foto Montesi)
235
La Delegazione
Pontificia in visita
al santuario
lauretano
di Spoleto
I
l 28 marzo il personale al servizio della
Delegazione Pontificia della Santa Casa, guidato dall’arcivescovo Giovanni Tonucci, dal suo neo-vicario generale don
Andrea Principini e dal rettore p. Giuliano Viabile, ha effettuato una visita alla
città di Spoleto, accolti dal vescovo locale
mons. Renato Boccardo. Il momento culminante è stata la solenne concelebrazione nella chiesa di Santa Maria di Loreto,
presieduta da mons. Boccardo, che nel novembre 2011 l’ha eretta a santuario mariano diocesano. (Foto Montesi)
IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
NOTIZIE FLASH
Ambasciatore dell’Argentina in visita a Loreto
Juan Pablo Cafiero, ambasciatore della Repubblica
Argentina presso la Santa Sede, il 17 marzo ha effettuato una visita al santuario di Loreto. Accompagnato da
una guida autorizzata, che gli ha mostrato e spiegato le
bellezze storiche e artistiche del santuario, l’illustre
ospite ha espresso la sua ammirazione per lo straordinario patrimonio culturale e spirituale di Loreto. All’omaggio di una guida storica e artistica del santuario da
parte della Congregazione Universale, l’ambasciatore
ha risposto con il dono di un volume che illustra le bellezze, soprattutto naturalistiche, del suo Paese.
236
Un incontro culturale
sulla poetessa Alda Merini
L’Editrice «Controvento», con il patrocinio del Comune di Loreto, ha promosso un incontro culturale sulla poetessa Alda Merini, svoltosi al Palacongressi il 18
marzo. È stato presentato il libro dal titolo: «Follia e Potere – Alda Merini, le poesie di una vita», scritto da Dina Maria Laurenzi. Il tema è stato illustrato dai dottori
neuro-psichiatri Cesare Cardinali e Luigina Cenci. Le
offerte dell’ingresso libero sono andate in favore delle
Lotte Werther Onlus per i bambini autistici.
Presentato il 2° Convegno
Ecclesiale Marchigiano
Il 23 marzo è stata data notizia che la Chiesa nelle
Marche celebrerà il suo 2° Convegno Ecclesiale nei giorni 22-24 novembre 2013 sul tema: «Alzati e va’ (Atti
8,26-40). Vivere e trasmettere oggi la fede nelle Marche». Il precedente Convegno si era svolto a Loreto nei
giorni 19-21 novembre 1993 sul tema: «La nuova evangelizzazione nelle Marche». Questo 2° Convegno si
svolgerà ad Ancona e a Loreto, dove si terrà la conclusione il 24 novembre. Sono previsti 700 delegati. La segreteria generale del Convegno ha sede nel Centro di
Pastorale Giovanile di Montorso, a Loreto. Nel logo del
Convegno figura sullo sfondo la silhouette del santuario
di Loreto, centro spirituale della Regione che invoca la
Vergine Lauretana come sua principale Patrona.
Missione in Kerala del cappellano
dell’Aeronautica di Loreto
Nell’ultima decade di marzo padre Giuseppe Faraci,
IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
cappellano della Scuola di Lingue Estere dell’Aeronautica Militare a Loreto, insieme con un altro cappellano è
stato inviato nel Kerala (India) dall’Ordinariato Militare
e dal Ministero della Difesa quale assistente spirituale
dei due marò italiani accusati dell’omicidio di due pescatori al largo delle coste indiane. Padre Faraci ha promosso e promuove il culto della celeste Patrona dell’Aviazione presso i militari dell’Aeronautica. Nel 2005 ha
portato una statua della Vergine Lauretana nella
Forward Support Base di Herat, aeroporto Nato a supporto delle truppe in Afghanistan occidentale.
Mostra per i 150 anni
della Cassa di Risparmio di Loreto
Il 31 marzo, nella Sala Esposizioni del Comune, è
stata allestita una mostra fotografica sulla storia d’Italia e della Cassa di Risparmio di Loreto, realizzata da
quest’ultima nella ricorrenza del 150° anniversario
della sua fondazione. Infatti, con regio decreto emesso
da Vittorio Emanuele II il 9 novembre 1861, fu istituito il «Monte di Risparmio di Loreto», che iniziò a funzionare ufficialmente il 16 marzo 1862 in un locale
messo a disposizione dall’amministrazione del santuario della Santa Casa, che fu socio fondatore. La mostra si articola in varie sezioni tematiche: la fase successiva alla battaglia di Castelfidardo, la fondazione
della Cassa, il periodo della sua esistenza che va dal
tardo Ottocento ai governi di Giolitti, il primo consolidamento dell’istituzione bancaria, la sua attività tra le
due guerre mondiali con il raggiungimento della stabilità e dell’autonomia, la sua vita nel secondo dopoguerra, dalla ricostruzione allo sviluppo, e gli anni recenti tra globale e locale.
Le sette parole di Cristo sulla croce
Il 30 marzo, al termine della Via Crucis cittadina,
svoltasi con grande partecipazione di fedeli e conclusa
in santuario alle ore 9.30, ha avuto luogo il commento
spirituale delle sette parole pronunciate sulla croce da
Gesù, accompagnate da un canto a cappella composto
dal mo padre Armando Pierucci ed eseguito dalla Cappella Musicale della Santa Casa, sotto la direzione del
mo padre Giuliano Viabile. L’arcivescovo Giovanni Tonucci ha chiuso la cerimonia con un’appropriata riflessione sulla passione e morte del Signore.
Messa trasmessa da «Radio Maria»
dalla Santa Casa
Il 2 aprile, lunedì santo, «Radio Maria» ha trasmesso
in diretta la messa dalla Santa Casa, celebrata dall’arcivescovo Giovanni Tonucci e animata da canti di un piccolo coro diretto dal mo padre Giuliano Viabile. L’emittente frequentemente manda in onda in diretta la messa
dalla Santa Casa, a cui idealmente si possono recare, come in un pellegrinaggio spirituale e orante, innumerevoli devoti della Vergine Lauretana.
Pasqua per gli operatori turistici,
i commercianti e gli albergatori
Il 2 aprile, per iniziativa del vicario della Prelatura
Lauretana mons. Decio Cipolloni, è stata celebrata la
«Pasqua insieme» per gli operatori turistici, gli esercenti, gli albergatori, le guide turistiche, gli artigiani,
ossia le categorie che, a vario titolo, sono interessate
all’accoglienza dei pellegrini a Loreto. Alle ore 20.00
ha avuto luogo un prolungato tempo di preghiera con
riflessioni dettate dall’arcivescovo Giovanni Tonucci.
È seguito un incontro conviviale in cui i numerosi partecipanti hanno potuto scambiarsi idee di verifica e di
programmazione.
Missione mariano-lauretana
per giovani a Brescia
Nel marzo del 2011 un gruppo di 30 giovani in discernimento vocazionale, provenienti dalla diocesi di
Brescia e accompagnati da don Alessandro Tuccinardi,
ha effettuato un pellegrinaggio in bicicletta, portando
ai piedi della Vergine duemila richieste di intercessione. Lo stesso sacerdote, a nome del vescovo diocesano,
ha richiesto di poter avere la statua della Madonna di
Loreto per una missione nel periodo pasquale. Il simulacro, prelevato dal santuario di Loreto, è stato portato
in processione durante la Veglia delle Palme, la sera del
31 marzo, con la partecipazione di circa cinquemila
giovani. Il pellegrinaggio è continuato per tutto il periodo di Pasqua, in cinque «soste», in altrettanti santuari mariani della diocesi. Tema dell’itinerario è stato: «Il
soffio della vita risorta, con Maria verso la Pentecoste».
Il vescovo diocesano mons. Luciano Monari si è fatto
guida dell’esperienza pastorale, animata dai giovani
delle diverse zone pastorali. La missione si è conclusa
solennemente nella cattedrale di Brescia nella Veglia di
Pentecoste, il 26 maggio.
Migliaia di fedeli alla «Morte del Giusto»
Il 6 aprile, venerdì santo, si è svolta la 35a edizione
della sacra rappresentazione, denominata la «Morte
del Giusto», lungo la tortuosa salita che da Villa Mu-
sone conduce alla sommità del Colle, nei pressi delle
mura storiche di Loreto. Vi ha partecipato l’arcivescovo Giovanni Tonucci che ha vestito i panni del Cireneo, portando la Croce per un tratto della Via Crucis. Tra attori e figuranti si è raggiunto il numero di
335, con un avvicendamento nei personaggi di Cristo, interpretato da Marco Marinelli, e di Maria, interpretata da Emanuela Magrini. La testimonianza ai
piedi della Croce è stata affidata a Rita Coruzzi, la
scrittrice affetta da tetraparesi, in collegamento telefonico da Reggio Emilia. Migliaia sono stati i fedeli
che hanno seguito con compunta devozione la sacra
rappresentazione, giudicata una delle più importanti
del genere in Italia.
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IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
237
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al prezzo di € 10,00.
• Fa parte dei Quaderni de Il Messaggio e raccoglie gli articoli dell’arcivescovo di Loreto apparsi in questa rivista dal n° di novembre 2008 al n° di maggio 2012.
• Delinea con garbo, acume ed efficacia descrittiva, in uno stile
piano e coinvolgente, 40 figure femminili della Bibbia.
• Gli articoli, molto apprezzati dai lettori de Il Messaggio, ora possono essere letti tutti insieme.
• Il libro è arricchito da numerose illustrazioni a colori, tutte inerenti alle singole figure femminili illustrate.
GUIDE E TESTI SPIRITUALI
I prezzi indicati non comprendono la spedizione postale
Il Santuario di Loreto nella parola di
Giovanni Paolo II e del cardinale Joseph Ratzinger ora Benedetto XVI,
pp. 288, foto a colori 140, copertina
cartonata, € 19,00.
AA.VV., I pellegrini alla Santa Casa
di Loreto - Indagine socio-religiosa,
1992 pp. 268, € 9,30.
G. SANTARELLI, La Santa Casa di Loreto,
4ª ediz., Loreto 2006, pp. 505, illustrazioni 111, € 12,00.
M. E. PATRIZI, Il mistero della Sacra Sindone, Quaderni de «Il Messaggio», n° 1, pp. 56, ill.
a colori 40, € 4,00.
N. MONELLI, La S. Casa a Loreto - La S. Casa a Nazareth, 2ª ediz., Loreto 1997, pp. 205, € 10,35.
S. VITA, In cammino con
Maria per incontrare
Gesù, pp. 104, ill. a colori 22, € 5,00.
G. SANTARELLI, I graffiti nella Santa
Casa di Loreto, Loreto 1998, pp. 121, fotocolors 66, € 15,00.
PUBBLICAZIONI VARIE
N. ALFIERI - E. FORLANI - F. GRIMALDI, Contributi archeologici per la storia della S. Casa, Loreto 1977, pp. 69, tavole 25, € 2,60.
V. SALVOLDI, La Madonna del sì. Lodi a Maria e arte in
suo onore, Loreto 2010, pp. 224, € 18,00.
IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
LUCA DA MONTERADO, Mons. Tommaso
Gallucci, Loreto 1997, pp. 238, € 12,00.
Ludovico Seitz e la Cappella Tedesca a
Loreto, Loreto 2008,
pp. 470, illustrazioni a
colori 331, € 50,00.
G. SANTARELLI, Personaggi d’autorità a
Loreto, Loreto 2010,
pp. 240, € 35,00.
N. MONELLI - G. SANTARELLI, La Basilica di Loreto e la sua reliquia, Loreto
1999, pp. 195, illustrazioni 54, € 12,90.
STAMPE DEVOZIONALI
Novena alla Madonna di Loreto - € 1,00,
edizioni italiano, tedesco, inglese, portoghese e polacco.
N. MONELLI, Architettore e architetture per la S. Casa di Loreto, Loreto 2001,
pp. 160, illustrazioni 47, € 9,00.
N. MONELLI, Prime architetture picene per la Camera di Maria a Loreto, pp. 125, illustrazioni
44, € 15,00.
M. RANUCCI - M. TENENTI, Sei riproduzioni della S. Casa in
Italia, Loreto 2003,
pp. 232, illustrazioni
212, € 15,00.
M. MONTANARI - A. SCHIAROLI, Santi
e Beati a Loreto, Loreto 2005, pp. 492,
con numerose illustrazioni, € 9,00.
G. SANTARELLI, Loreto Santuario della Santa Casa - Guida spirituale - € 1,00, edizioni italiano, inglese, tedesco, francese, spagnolo, portoghese, polacco,
olandese, ceko, croato, ungherese, rumeno, slovacco,
russo, giapponese, cinese,
coreano, bulgaro, sloveno,
esperanto, arabo.
Immaginetta con coroncina - € 2,90.
N. MONELLI - G. SANTARELLI, L’Altare degli Apostoli nella Santa
Casa di Loreto, Loreto
2012, pp. 102, numerose
illustrazioni, € 8,00.
G. SANTARELLI, Le Origini del Cristianesimo nelle Marche, Loreto 2009, 2a
ediz., pp. 430, illustrazioni 39, € 20,00.
Immaginetta con medaglietta - € 0,60.
Pagelline con preghiere varie - € 0,10.
SOUVENIR E VIDEO
Pagelline con rosario e con preghiere lauretane - € 0,20.
Albumino con vedute
di Loreto - € 2,00.
Santini con
preghiere
lauretane.
Cd “Canti Lauretani”
(con libretto) - € 8,00.
Dvd “Loreto - Fede
Storia Arte” - € 12,00.
B. ANSELMI, G. VIABILE,
Salmi Responsoriali,
Anni A, B e C - pp.
152 (A), 126 (B), 136
(C) - € 25,00 cad.
€ 0,10
€ 0,25
Ai sensi del d.lgs 196 del 30/06/2003 la informiamo che i dati personali che verranno
forniti saranno oggetto di trattamento a mezzo di sistemi informatici. La redazione, nella persona del responsabile del trattamento dei dati, garantisce che le informazioni
saranno trattate unicamente allo scopo di inviare agli associati e/o benefattori le pubblicazioni nel pieno rispetto delle norme del D.L. 30/06/2003. Rispetto a tali dati potranno essere esercitati i diritti a cui all'art. 7 del d.lgs 196/2003; in particolare il soggetto interessato potrà richiederne la cancellazione e/o rettifica scrivendo alla redazione.
IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012
CONGREGAZIONE UNIVERSALE DELLA SANTA CASA
Fondata nel 1883, ha le seguenti finalità:
• Diffondere la conoscenza e la devozione verso la Madonna e la sua Santa
•
•
Casa, dove ha avuto inizio la storia della nostra salvezza con l’Annunciazione
e l’Incarnazione;
Curare la promozione e il decoro del santuario con offerte e lasciti vari;
Accogliere i pellegrini orientandoli a vivere i messaggi del santuario, la vita
della S. Famiglia, le feste della Madonna.
L’ISCRIZIONE alla Congregazione è aperta a quanti desiderano collaborare alle sue
finalità. Con l’iscrizione si partecipa in perpetuo ai benefici spirituali delle preghiere e di una Messa che si celebra ogni giorno alle ore 8 nel santuario (Messe
Perpetue); agli iscritti è concessa inoltre l’indulgenza plenaria alle solite condizioni nel giorno dell’iscrizione e nella festa della Madonna di Loreto (10 dicembre).
NORME PER L’ISCRIZIONE
• Farne richiesta, anche con lettera, alla Direzione. Possono essere iscritti vivi e defunti, persone singole e
famiglie. Viene rilasciato un diploma di iscrizione.
• La partecipazione ai beni spirituali, comprese le Messe perpetue, è perpetua, cioè per sempre.
• Gli iscritti non hanno obblighi particolari, tranne l’impegno di vivere cristianamente.
• Si raccomanda la recita dell’Angelus tre volte al giorno e la recita frequente del Rosario e delle Litanie
Lauretane.
• La quota d’iscrizione è di € 10,00 (per l’iscrizione individuale) o di € 16,00 (per l’iscrizione di più persone
o di una famiglia).
La Congregazione Universale pubblica la rivista mensile “IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA”, che informa sulla vita
del santuario e funge da collegamento con gli animatori e gli iscritti. Promuove inoltre gli studi e le pubblicazioni
sulla storia della S. Casa e del santuario. Chi desidera collaborare più intensamente agli scopi della Congregazione
Universale può chiedere di far parte del gruppo degli AMICI DELLA SACRA FAMIGLIA che riunisce gli Zelatori e le
Zelatrici della Santa Casa. Essi riceveranno particolari incarichi insieme ad un nostro tesserino d’iscrizione. Per l’invio di corrispondenza e di offerte servirsi del seguente indirizzo:
DELEGAZIONE PONTIFICIA - CONGREGAZIONE UNIVERSALE DELLA SANTA CASA
60025 Loreto (AN), Italia - Tel. 071.97.01.04 - Fax 071.97.47.176 - C.C.P. n. 311605
MESSE PERPETUE
Iscrivi te stesso e i tuoi familiari alla Congregazione Universale della Santa Casa.
Potrai usufruire di vari benefici spirituali, in primo luogo delle messe perpetue:
cioè, di una messa celebrata ogni giorno nel santuario della Santa Casa alle ore 8.
Puoi iscrivere te stesso o altra persona singola, viva o defunta (offerta € 10,00)
Puoi iscrivere la tua famiglia o altre famiglie, per vivi e/o defunti (offerta € 16,00)
Invia la tua offerta tramite C.C.P. n. 311605 intestato a:
Delegazione Pontificia - Congregazione Universale Santa Casa - 60025 Loreto (AN)
oppure tramite bonifico bancario:
Banca delle Marche cod. IBAN: IT70O0605537380000000000941 BIC: BAMAIT3A
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Chi intende inviare l’offerta tramite bonifico bancario è pregato di comunicare il proprio recapito tramite lettera, fax o e-mail per consentire una risposta.
Per contattarci: tel. 071.970104 - fax 071.9747176 Sito: www.santuarioloreto.it e-mail: [email protected]
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MSG Giugno 2012