ll ao lo to giov er i ns L’origine lauretana di una famosa icona russa i an POSTE ITALIANE SPA Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, CN/AN Grande successo della 52a Rassegna “Virgo Lauretana” Ce dal n. 6 - GIUGNO 2012 nt ro G anni P iov INDIC AZIONI UTILI ORARI Basilica della Santa Casa ore 6.15-20 (aprile-settembre) ore 6.45-19 (ottobre-marzo) La Santa Casa rimane chiusa tutti i giorni dalle 12.30 alle 14.30. Sante Messe Sabato e giorni feriali ore 7, 8, 9, 10 ,11 (7.30 in S. Casa) ore 17 e 18.30 (aprile-settembre) ore 16.30 e 18 (ottobre-marzo) Rosario: ore 18 (17.30 ottobre-marzo) Domenica e giorni festivi ore 7, 8, 9, 10, 11, 12 ore 17, 18, 19 (aprile-settembre) ore 16, 17, 18 (ottobre-marzo) Confessioni Giorni feriali ore 7-12.10 ore 16.00-19 (aprile-settembre) ore 15.30-18.30 (ottobre-marzo) Giorni festivi ore 7-12.30 ore 16-19.30 (aprile-settembre) ore 15.30-18.30 (ottobre-marzo) Adorazione eucaristica quotidiana Lunedì - Venerdì: 9.30-18; Sabato: 9.30-12 Sagrestia Basilica Dalle ore 7 alle 12; dalle ore 16 alle 19. Prenotazioni Sante Messe, stesso orario. Celebrazione Battesimo Prima domenica di ogni mese: ore 17 (Basilica Santa Casa). Celebrazione Cresima Primo sabato di ogni mese: ore 18 (ore 18.30 aprile-settembre) Presentarsi un’ora prima per la registrazione dei documenti. Celebrazione Matrimonio Informazioni presso il Parroco della Santa Casa: ore 10-12. Congregazione Santa Casa-Negozio (a sinistra della facciata della basilica). Ufficio accoglienza pellegrini e informazioni, prenotazione guide turistiche, con negozio ricordi e stampe del santuario, abbonamento alla rivista e iscrizioni alle Messe Perpetue. Ore 8.30-12.30; 14.3018.30 (15-19 giugno-settembre). Ufficio Postale Loreto Orario: 8-13.30; sabato 8-12.30. QUOTA ASSOCIATIVA A “IL MESSAGGIO della SANTA CASA” Ordinario …………………… Euro 20,00 Sostenitore ………………… Euro 35,00 Benemerito ………………… Euro 40,00 Estero …………………………… Euro 25,00 TELEFONI IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA Sagrestia Basilica tel. e fax 071.9747.155 Mensile del santuario di Loreto Delegazione Pontificia Congregazione Universale della Santa Casa P.zza della Madonna, 1 - 60025 Loreto (AN) Parroco della Santa Casa tel. 071.977130 Congregazione Santa Casa tel. 071.970104 - fax 071.9747.176 Segreteria arcivescovile tel. 071.9747.173 - fax 071.9747.174 Curia Prelatura Santa Casa tel. 071.9747.242 Registrazione Tribunale di Ancona n. 7 del 12/08/1948 Iscritto nel ROC con il numero 2120 Direttore responsabile ed editoriale Padre Giuseppe Santarelli Redattore Padre Ferdinando Montesi Rettore Basilica tel. e fax 071.9747.154 Consiglio di redazione Padre Stefano Vita Don Giacomo Ruggeri Suor Barbara Anselmi Dott. Vito Punzi Archivio-Biblioteca Santa Casa tel. 071.9747.160 Imprimi potest + Mons. Giovanni Tonucci, Delegato Pontificio Loreto, 20 maggio 2012 Libreria Santa Casa tel. 071.9747.178 Casa accoglienza malati e pellegrini tel. 071.9747.200 Albergo Madonna di Loreto tel. 071.970298 - fax 071.9747.218 Museo-Antico Tesoro tel. 071.9747.198. Dal 1° dicembre al 31 marzo aperto con orario: 10-13; 15-18. Dal 1° aprile al 30 novembre aperto tutti i giorni, tranne il lunedì, con orario: 9-13; 16-19. Guide turistiche tel. 071.970104 Questo periodico è associato all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana) La collaborazione alla rivista è gratuita Stampa Aniballi Grafiche s.r.l., Ancona Tel. 071.2861583 - Fax 071.2861735 [email protected] - www.aniballi.it “Il Messaggio” esce anche in inglese: THE SHRINE OF THE HOLY HOUSE E-MAIL [email protected] [email protected] SITI INTERNET www.santuarioloreto.it Messe in diretta su www.santafamigliatv.it ore 7.30 dalla S. Casa/ore 18.30 dalla Basilica COME RAGGIUNGERCI… Autostrade Bologna-Ancona-Bari e Roma-Pescara-Ancona: uscita Loreto. Linee ferroviarie Milano-Bologna-Ancona-Lecce con discesa Loreto alle stazioni di Loreto e Ancona, e Roma-Falconara-Ancona, con servizio di autocorriere da Ancona *. Aeroporto “R. Sanzio” di Ancona-Falconara, 30 km da Loreto. * Servizio Autobus ANCONA PER LORETO Feriale: 5.45 - 6.45 - 7.45 - 8.45 - 9.45 - 10.15 - 11.15 - 12.10 13.15 - 14.15 - 15.30 - 16.45 - 17.30 - 18.30 - 19.30 - 22.15 Festivo: 8.00 - 10.20 - 12.40 - 15.00 - 17.45 - 20.15 Servizio Autobus LORETO PER ANCONA Feriale: 5.40 - 6.35 - 7.05 - 7.45 - 8.30 - 9.30 - 10.45 - 12.00 13.00 - 13.45 - 15.00 - 16.00 - 17.05 - 18.15 - 20.25 Festivo: 6.55 - 9.20 - 11.40 - 14.00 - 16.40 - 19.15 Servizio Autobus Loreto stazione per Loreto Feriale: 6.45 - 7.00 - 7.55 - 8.25 - 8.55 - 11.00 - 11.55 - 14.15 15.15 - 16.10 - 17.20 - 18.15 Festivo: 7.55 - 10.55 - 11.45 - 14.15 - 16.20 - 17.05 - 18.15 Servizio Autobus Loreto per Loreto stazione Feriale: 6.30 - 6.50 - 7.15 - 8.10 - 8.30 - 10.30 - 11.10 - 13.50 14.30 - 15.35 - 16.28 - 17.55 Festivo: 7.35 - 10.35 - 11.10 - 13.50 - 15.35 - 16.30 - 17.55 S 204 OMMARIO EDITORIALE La dimora dell’uomo e il tempio di Dio p. Giuseppe Santarelli In copertina: Arturo Gatti, Sacro Cuore. Loreto, Cappella Polacca (1950). Il mese di giugno è dedicato al Sacro Cuore di Gesù, espressione dell’amore immenso del Salvatore verso gli uomini. 205 LA PAROLA DELL’ARCIVESCOVO Anna, la moglie di Tobi mons. Giovanni Tonucci 206 207 LETTERE AL “MESSAGGIO” CATECHESI MARIANA Fede in Dio e fiducia nell’uomo alla scuola di Maria fr. Stefano Vita SPIRITUALITÀ 209 Anima umile sor. Francesca Entisciò 210 “Vista la folla, ebbe compassione” Valentino Salvoldi 212 La Visitazione sr. Maria Elisabetta Patrizi 214 STUDI E APPROFONDIMENTI Misteri clamorosi e silenzio di Dio /4 p.Tarcisio Stramare n. 6 - GIUGNO 2012 216 “Loreto, dopo Nazaret, è il luogo ideale per pregare meditando il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio.” Benedetto XVI 204 212 SIMBOLOGIA MARIANA La Luna Filippo Di Cuffa 217 OGNI SANTITÀ PASSA A LORETO Venerabile Paolina Maria Jaricot (1799-1862) p. Marcello Montanari 219 inserto giovani 223 IL “MESSAGGIO” INTERVISTA… dal Centro Giovanni Paolo ll Il professor Yves-Maria Bercé /2 Vito Punzi 224 225 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE STORIA ARTE E CULTURA LAURETANA La Madre di Dio “Chiave della conoscenza” p. Marcello Montanari 228 EVENTI SPECIALI 52a Rassegna Internazionale di Musica Sacra “Virgo Lauretana” Vito Punzi - Giuliano Viabile 225 228 VITA DEL SANTUARIO 234 235 236 La Fontana dei Galli messa a nuovo Simposio sulla Via Lauretana NOTIZIE FLASH IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 EDITORIALE La dimora dell’uomo e il tempio di Dio P. GIUSEPPE SANTARELLI 204 - DIRETTORE Il Palazzo Ducale di Urbino e la Basilica della Santa Casa di Loreto N elle Marche esistono due eccelsi monumenti, sorti quasi contemporaneamente in uno stesso clima culturale e artistico di eletto segno rinascimentale: il Palazzo Ducale di Urbino e la Basilica della Santa Casa di Loreto. Due capolavori architettonici d’Europa. Qualche artista ha operato nell’uno e nell’altro, come Francesco di Giorgio Martini, il genio senese delle rocche militari. A Urbino brilla la prima dimora principesca rinascimentale, opera di Luciano da Laurana, che nel 1465 vi fu chiamato da Federico da Montefeltro ad ampliarne il nucleo primitivo (1444). L’architetto dalmata accentrò la fabbrica intorno al «cortile d’onore» a portico dai bei capitelli e le diede il suggestivo prospetto sulla valle con gli agili balconcini sovrapposti, fiancheggiati dai celebri «torricini». La sistemazione delle due ali su Piazza Duca Federico è opera di Francesco di Giorgio, mentre la finissima decorazione delle finestre e dei portali si deve ad Ambrogio Barocci, padre del famoso pittore Federico. Una splendida dimora per un principe, concepita nel pieno Umanesimo in cui l’uomo cominciava a voler essere al centro dell’universo, spostando l’asse degli ideali dal cielo sulla terra. Quasi contemporaneamente sorgeva a Loreto, a partire dal 1469, per impegno del papa Paolo II, un tempio a Dio, intitolato alla Vergine Santa. Fu probabilmente ideato, a pianta centrale dalle nobili forme, da Francesco di Giorgio Martini e portato avanti da altri sommi architetti del Rinascimento italiano: Giuliano da Maiano, Donato Bramante, Giuliano da Sangallo e Antonio da Sangallo il Giovane. A Loreto si riportò al centro Dio, restituendo il primato al cielo rispetto alla terra. Un principe, dedito alla milizia, ma insigne mecenate, sensibilissimo ai valori della cultura e dell’arte, commissionò a valenti artisti una splendida dimora per l’uomo, ricca di armonie architettoniche e di confort umani; un papa, devoto della Vergine Lauretana, anche per essere stato guarito prodigiosamente in Santa Casa da una terribile peste, eleva a Dio sul colle di Loreto un monumento insigne che esalta l’umile dimora nazaretana di Maria. Tanto il principe quanto il papa ricorrono ai maestri più dotati dell’architettura del tempo. Una differenza però tra i due monumenti esiste, e sembrerebbe singolare: il Palazzo si configura come l’archetipo di una dimora principesca non fortificata del Rinascimento; la Basilica, invece, appare come un tempio-fortezza, con le ariose ed eleganti absidi coronate da un camminamento di ronda aggettante, costruito per difendere la reliquia della Santa Casa da possibili incursioni dal mare. Le esigenze del cielo e quelle della terra qui si coniugano in un geniale disegno e si stabilisce un mirabile equilibrio tra Dio e l’uomo. In alto: il Palazzo Ducale di Urbino con i balconcini sovrapposti e i due torricini; in basso: le absidi fortificate della Basilica di Loreto. LA PAROLA DELL’ARCIVESCOVO Anna, la moglie di Tobi MONS. GIOVANNI TONUCCI - ARCIVESCOVO DI LORETO D opo aver esplorato la prima parte del Libro Sacro, dedichiamo ora la nostra attenzione ai libri sapienziali e profetici, per cogliere, anche in essi, le figure femminili di cui si parla, anche se lo si fa talvolta solo in brevi accenni. I primi testi che esaminiamo sono elencati tra i libri storici, anche se, in realtà, di storico hanno soltanto l’aspetto esterno, mentre si tratta piuttosto di racconti esemplari, con una vaga ambientazione in un tempo determinato, ma con molte imprecisioni e incongruenze. Sono però testi belli, facili da leggere e molto utili per elevare il nostro spirito, con l’esempio di persone fedeli a Dio e capaci di compiere opere degne di essere ricordate. Apriamo per primo il libro di Tobia, che narra la storia di due famiglie, parenti tra di loro e ambedue segnate da una serie di circostanze dolorose. Tobi, padre di Tobia, vive in esilio a Ninive, ma si mantiene fedele alla legge del Signore e dimostra un grande senso di compassione verso i suoi compatrioti, anch’essi in esilio e più di lui provati dalla miseria e dall’oppressione. Quasi per provare la solidità della sua fede, la Provvidenza permette che egli paghi amaramente le conseguenze di suoi gesti di carità: prima viene mandato in esilio e quindi, una volta che è tornato a casa, è reso cieco per un incidente fortuito. Questo significò la povertà totale per una piccola famiglia che viveva del lavoro del padre, reso ormai incapace di svolgere qualsiasi attività. Anna, la moglie di Tobi, che era una donna virtuosa e attiva, di fronte alla fisica inabilità del marito, si impegnò personalmente, tessendo a casa pro- pria la lana per chi le chiedeva di fare delle pezze di tessuto. Lavorava bene, tanto che uno dei suoi clienti, ricevuto il lavoro, oltre a pagare il prezzo pattuito, regalò ad Anna un capretto da mangiare. Proprio questo capretto provocò un incidente grave tra i due sposi, provati dalle ristrettezze economiche e ambedue portati a reagire con eccessiva aggressività in questa circostanza, in fondo banale. Il fatto è che Tobi, sentendo il capretto belare, sospettò che l’animale fosse stato rubato e chiese ad Anna di restituirlo ai padroni. Anna ne spiegò l’origine: “Mi è stato dato in più del salario”, ma Tobi non volle crederle e addirittura espresse la sua vergogna per il furto che sospettava avesse fatto la moglie. Esasperata per queste accuse, Anna reagì anch’essa con molta durezza: “Dove sono le tue elemosine? Dove sono le tue buone opere? Ecco, lo si vede bene da come sei ridotto”. In questo litigio possiamo riconoscere la storia di tan- Giovanni Antonio Guardi (16901760), Tobi, sostenuto dalla moglie Anna, viene curato negli occhi dal figlio Tobia con il fiele estratto dal pesce. Venezia, chiesa di San Raffaele arcangelo. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 205 LETTERE AL “MESSAGGIO” 206 te dispute che abbiamo vissuto anche noi: una parola di troppo, un sospetto ingiustificato, frasi pesanti e, alla fine, tanto disagio per tutti. Tobi è stato ingiusto nel sospettare che sua moglie fosse una ladra, e Anna ha esagerato le conseguenze del malinteso, mettendo in discussione tutta la vita di suo marito. In questo caso, a darci un’utile lezione non è il buon esempio ma lo sbaglio commesso da due brave persone. In risposta alle suppliche di Tobi, Dio intervenne per riportare la gioia in quella famiglia. Ma per questo, il giovane Tobia sarebbe dovuto andare lontano e Anna era in pena per la partenza del figlio: dopo tutte le sofferenze che hanno patito, perché mettere a rischio la vita dell’unico figlio che hanno? E dicendo questo, con un tocco di esagerata sensibilità materna, Anna parlava di “mio figlio”, quasi escludendo il padre dalla vicenda. Ma subito dopo si corresse e parlò ancora di “nostro figlio”. Lì per lì, le rassicurazioni di Tobi la tranquillizzarono, ma non c’è dubbio che la povera donna deve aver sentito profondamente la lontananza di Tobia. Quando i giorni calcolati per il viaggio erano ormai esauriti, ogni mattina Anna si recava presso la strada ad attendere il figlio. Ecco la narrazione: “Anna intanto sedeva scrutando la strada per la quale era partito il figlio. Quando si accorse che stava arrivando, disse al padre di lui: ‘Ecco, sta tornando tuo figlio con l’uomo che l’accompagnava’”. Avete notato come ora Anna parli a Tobi di “tuo figlio”? L’equilibrio è ristabilito del tutto! Poi “corse avanti e si gettò al collo di Tobia dicendogli: ‘Ti rivedo, o figlio. Ora posso morire’. E si mise a piangere”. Ma per Anna non era ancora giunto il momento di morire: fece in tempo a diventare nonna e a vedere i figli di Tobia e di Sara, la sposa di Tobia della quale parleremo la volta prossima. Visse più a lungo di Tobi, che, risanato dalla sua cecità, morì alla bella età di centododici anni. E quando giunse anche per Anna il momento di lasciare questa vita, fu sepolta accanto a suo marito. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 Un’attenta lettrice Pubblichiamo volentieri la lettera di una lettrice de «Il Messaggio della Santa Casa» che conforta gli autori dei vari articoli e li incoraggia, nella consapevolezza che essi aiutano spiritualmente tante persone e le invitano a riflettere sui valori della vita cristiana. Caro padre, mi chiamo Chiara, sono una devota di Maria ed amo leggere con tanto piacere la rivista «Il Messaggio della Santa Casa di Loreto». Devo ringraziarla per la profondità spirituale riscontrata nei vari articoli sin dalle prime pagine con una sua lettera aperta ai lettori, ove traspare l’affetto per tutti noi. La scorsa settimana ho avuto il piacere di incontrarla a Loreto all’uscita della basilica, proprio sotto il loggiato. Ero in compagnia di suor Maria Elisabetta Patrizi, con cui condivido il cammino spirituale nel cercare di essere docile nelle mani di Maria per compiere sempre la volontà di Dio. Pensavo che fosse possibile incontrare il direttore della mia rivista preferita e ciò mi ha emozionato tanto da non poter esprimere appieno la mia gratitudine verso di lei. Trovo tra le pagine l’articolo spirituale sull’«Alfabeto della cultura cristiana, dalla A alla Z» per scoprire quale sarà il tema trattato. L’ultimo, sulla «Gioia», mi ha incantato perché, pur cercando di vivere nell’amore del Signore, non sempre riesco a esprimere la gioia della vita... Ben venga che qualcuno ci parli della gioia di vivere, della gioia di Maria, come nel Magnificat, il suo sì incondizionato a Dio, fonte di amore. La gioia di essere figli di Dio! Mio marito mi dice che è difficile poter definire la «felicità», perché la tristezza è insita in noi, ma penso che la si può raggiungere nel cercare di unirci sempre di più a Gesù e a Maria per assaporare e far emergere la gioia di Dio in noi. Chiara di Forlì Una lettrice de «Il Messaggio». (Foto Montesi) CATECHESI MARIANA FR. STEFANO VITA FFB In preparazione all’Anno della Fede 207 Gigino Falconi, Annunciazione, acrilico su tela del 1995. Loreto, Museo-Antico Tesoro. «L’eccomi della fanciulla di Nazaret...». Fede in Dio e fiducia nell’uomo alla scuola di Maria “Tu sei prezioso ai miei occhi… e io ti amo” C ontemplando il sì di Maria, scopriamo che è l’incontro tra due libertà: l’espressione più alta e autentica della libertà umana, e cioè la libertà di scegliere la Verità per cui è stata creata, e la manifestazione più stupefacente della libertà diIL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 208 vina, e cioè il desiderio profondo e ardente di Dio d’instaurare una relazione di amicizia con l’uomo. Maria, quindi, con l’atto con cui liberamente accoglie di essere madre del “Figlio dell’Altissimo”, si sintonizza con l’assoluta e primordiale libertà che è Cristo, perché Dio è libertà, la libertà assoluta ed eterna di essere se stesso, di essere Amore. Il libero sì di Maria è accoglienza di Cristo, accoglienza della libertà sovrana, incontro con questa libertà. Il suo sì si innesta in quel sì definitivo e fondante che è la salvezza di Cristo, come ci ricorda san Paolo: “Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che abbiamo predicato tra voi, non fu “sì” e “no”, ma in lui c’è stato il “sì” (2Cor 1,19). Da questo incontro nasce la vera umanità, l’umanità alta, specchio e riflesso dell’altissima dignità dell’uomo. L’ “eccomi” della fanciulla di Nazaret costituisce, pertanto, un luogo teologico e cioè una esperienza di fede nella quale intelletto e spirito, insieme, conducono la persona all’incontro con Dio e alla scoperta che Lui è Amore. L’ “eccomi” è anche uno spazio antropologico, in cui l’uomo si scopre creatura di Dio, voluta da Dio, amata da Dio, cercata da Dio, una creatura guardata da Dio, da Lui contemplata, una creatura capace di Dio. Il Signore, rivolgendosi al suo popolo attraverso la bocca del profeta, usa infatti queste stupende parole, che dobbiamo accogliere come rivolte anche a ciascuno di noi: “tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo” (Is 43,4). Grandezza di Dio e grandezza dell’uomo La persona umana, facendo risuonare il sì di Maria nella sua vita, scopre chiaramente che “l’uomo supera infinitamente l’uomo” (B. Pascal) e cioè che gli aneliti più proIL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 fondi del suo cuore sono senza confini, che egli è fatto per vivere nella e della libertà di Dio. Il salmista, che contempla il creato, riflette con queste parole: «Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi?» (Sal 8,4-5). È questa la grande domanda che ciascun uomo è chiamato a porsi: chi sono io? L’uomo è un essere che porta scolpita nel cuore una sete di infinito, una sete di verità – non parziale, ma capace di spiegare il senso della vita – perché è stato creato a immagine e somiglianza di Dio. Sant’Agostino, nella sua continua ricerca di Dio e di se stesso, si domandava: “Che cosa desidera l’uomo più fortemente della verità?”. Molto lucidamente, dialogando con il Signore, il vescovo d’Ippona così risponde: “Tu ci hai fatti per te e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te”. L’uomo conserva e manifesta il suo volto di persona, creata ad immagine e somiglianza di Dio, solo se mantiene viva questa indelebile e ineludibile domanda. Questa vitalità della grande domanda spinge la libertà umana ad accogliere la libertà divina, lasciandosi avvolgere, trasfigurare e guidare da essa e il cuore diventa ciò che è ed è chiamato ad essere: tempio della gloria di Dio, perché “noi siamo il tempio del Dio vivente” (2Cor 6,16). Quando la porta della libertà dell’uomo si apre a Dio, iniziano allora a realizzarsi le meravigliose parole di sant’Ireneo: “La gloria di Dio è l’uomo vivente e la gloria dell’uomo è la visione di Dio”. Ed ecco che il sì della fede di Maria si rivela vera ed autentica risposta all’interrogativo del salmista, che è l’interrogativo dell’uomo di sempre: “Chi mi darà ali come di colomba per volare e trovare riposo?” (Sal 54). Ella ci insegna che queste ali sono la ragione e la fede, le quali, ciascuna nel proprio ambito, offrono alla nostra libertà l’opportunità di accogliere la libertà di Dio. È questa dinamica che trasfigura il nostro essere sempre più profondamente in tempio della gloria di Dio, dove l’uomo può scoprire e contemplare il volto di Dio: “è nell’uomo interiore che abita la verità” (sant’Agostino). Conclusione La fede di Maria, da cui scaturisce il suo sì continuo al volere di Dio, ci guida a scoprire ogni giorno la grandezza dell’Amore di Dio e della sua eterna Sapienza e le grandi cose che Dio ha riservato per l’uomo e che compie attraverso di lui. La fede di Maria ci ricorda ancora, citando le parole di Giovanni Paolo II, che “l’uomo in terra è la sola creatura che Dio abbia voluto per se stessa. L’uomo così com’è voluto da Dio, così come è stato da Lui eternamente scelto, chiamato, destinato alla grazia e alla gloria: questo è proprio ogni uomo, l’uomo il più concreto, il più reale” (Redemptor hominis n. 13). Per questo con Maria proclamiamo: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome”. (Lc 1,46-49) SPIRITUALITÀ SOR. FRANCESCA ENTISCIÒ FFB Anima umile «L’anima dell’uomo umile è come il mare; se si getta una pietra nel mare, turba per un momento la superficie dell’acqua, poi affonda in profondità. Così vengono inghiottite le pene dell’uomo umile, perché la forza del Signore è con lui. Dove abiti, anima umile? Chi vive in te? E a che cosa ti posso paragonare? Risplendi, chiara come il sole, ma pur ardendo non ti consumi (Es 3,2) e riscaldi tutti gli uomini con il tuo ardore. Sei simile ad un giardino fiorito, in fondo al quale c’è una casa magnifica dove il Signore ama dimorare» (Silvano dell’Athos, Ho sete di Dio, Gribaudi, Torino 1992). Lippo Vanni (sec. XIV), Gesù benedicente. Napoli, Museo di Capodimonte. «Il vero mite e umile è Gesù. Da Lui vogliamo imparare la via dell’umiltà». C apita, a volte, mentre si guarda il mare, di chiedersi cosa c’è oltre l’orizzonte visibile, oppure cosa si nasconde nelle profondità degli abissi, là dove c’è silenzio e pace. Dove va a finire un sasso gettato nell’acqua, quanto distante è il fondo. Dentro questa immagine possiamo descrivere l’anima umile, quell’anima cioè che poggia tutta la sua forza in Dio. Dire di credere è un conto, ma affidarsi completamente è di pochi coraggiosi, di coloro che vogliono che Dio sia la loro unica e vera ricchezza, che conoscono il loro cuore fin nelle pieghe più nascoste e non ripongono in nessun modo fiducia nei propri meriti e talenti, ma unicamente nell’Amore di Dio. Il vero mite e umile è Gesù, da Lui vogliamo imparare la strada dell’umiltà IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 209 SPIRITUALITÀ perché anche la nostra anima diventi un roveto ardente di amore. Dove abiti? 210 La prima domanda su cui ci vogliamo soffermare riguarda il dove. Ossia dove abbiamo il cuore, verso chi o cosa è rivolto, su chi poggia la speranza. Spesso gli affanni della vita, la fretta e, perché no, la solitudine in cui affondano le nostre giornate, ci fanno pensare che non c’è una casa adatta a noi, un luogo sicuro in cui riposare e allora restiamo fermi alla superficie, dove il mare è agitato e non c’è pace. Questo accade perché non crediamo che il Signore è con noi sempre, che la sua forza ci accompagna nell’affrontare le battaglie della vita, che è in Lui la vittoria sul male e sulla morte, non nel nostro sforzo. Il grande peccato, l’opposto per eccellenza alla virtù dell’umiltà, è dunque proprio l’orgoglio. La presunzione di farcela da soli, riponendo la speranza non in Dio, ma nelle proprie forze, capacità personali, meriti acquisiti per un piccolo bene compiuto. Il Signore ci richiama ad imparare da Lui, non quando siamo buoni o bravi, ma quando il cuore è tribolato, afflitto, disperato. L’anima dell’uomo umile affronta tutto con la forza che viene da Dio, con la forza che viene dal suo Spirito Consolatore. Una casa magnifica L’anima dell’uomo umile è un’anima chiara: questo è il secondo gradino che vogliamo salire. Chiara e trasparente, perché continuamente fissa in Dio, ma ardente e trasformante per coloro che la incontrano. L’umile è totalmente dimentico di sé, irradia fiducia e pace riscaldando quanti incontra; pur non avendo mezzi tutto può, perché Dio non rifiuta nulla a colui che lo ama così, con questa fiducia senza limiti. E noi? Sappiamo che il Signore vuole porre la sua dimora anche in ognuno di noi? Nel giardino dell’umiltà, di colui che accoglie nella propria vita la croce del Signore, disposto a seguirlo là dove va con fede per un amore più grande, là il Signore pone la sua dimora nella quale vivere in modo stabile. Nelle Litanie Lauretane c’è un appellativo che descrive la Vergine proprio come Splendente Dimora di Dio: Maria la piccola, l’umile, gigante della fede, roveto ardente d’amore, tutta protesa a ricevere Dio per donarlo senza misura. Il segreto è custodire nel cuore la costante presenza di Dio e lottare con perseveranza per vivere in questa immensa fiducia in Lui che è l’unico, sommo e vero bene. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 “Vista la folla ebbe compassione” VALENTINO SALVOLDI A rrivo con qualche minuto di ritardo a pranzo e i preti mi hanno lasciato solo un po’ di riso freddo e un cucchiaio di fagioli, ma anche quel poco è troppo per il mio stomaco chiuso a causa del recente incontro in riva al mare. Quel mattino avevo scelto un posto solitario lungo la spiaggia di Zanzibar e mi ero immerso in una preghiera silenziosa, lasciandomi trasportare in un idillio armonioso con il tutto. Ma non ero solo come pensavo: un uomo rimasto seduto in disparte, poco lontano da me, ora si stava avvicinando. Aveva voglia di parlare con qualcuno e, senza attendere il mio assenso, aveva cominciato a raccontarmi la sua storia. Quarant’anni; etiope; una moglie e tre figli che vivevano ad Addis Abeba, pigiati dentro una sola stanza senza materasso, senza cuscino e con pochi, miseri vestiti. La moglie, impegnata a racimolare un po’ di spiccioli, rivendeva sulla strada quello che comperava al mercato: pomodori, patate e cipolle. I figli vivevano per strada senza poter andare a scuola perché privi dei soldi necessari per pagare le tasse. E lui, pescatore, venuto a piedi dall’Etiopia, faceva la fame a Zanzibar. L’unico periodo in cui le cose andavano un po’ meglio era il mese di Ramadam, quando i musulmani, obbligati a condividere gli avanzi del loro pasto serale con i poveri, gli garantivano almeno un pasto giornaliero. Terminato il racconto di tutti i suoi guai, aspettandomi la rituale richiesta di soldi, l’avevo prevenuto mostrandogli che non avevo un centesimo in tasca. Ma la cosa non pareva interessarlo: desiderava semplicemente un po’ di compagnia. Ma per me la sua era una presenza ‘imbarazzante’. Non riuscivo più a studiare, pensare e pregare. Passava il tempo. Dagli hotel e ristoranti che fanno da corona alla spiaggia si sprigionavano i profumi dei cibi in preparazione. E il mio pensiero andava ai tre- (Foto Massimo Sbrascini) cento dollari per notte pagati da alcuni clienti per dormire in quegli hotel. Trecento dollari per una notte, in un paese in cui il salario medio è di circa cento dollari mensili. E quando, verso l’una del pomeriggio, mi apprestavo a raccogliere le mie cose e fare ritorno alla curia per il pranzo, non potevo fare a meno di riflettere sul fatto che i cinque dollari che avrei speso per il pasto mio e dei miei confratelli rappresentavano comunque una fortuna per quell’uomo. Tramonta il sole e tu, Figlio di Dio, te ne vai sull’alto monte a pregare. Trascorri l’interminabile notte a cercare il volto di tuo Padre. Solo, rimani avvolto nel silenzio in attesa che una lama di luce si stagli nel lontano orizzonte quale preludio di un’alba radiosa. Non ti allontani dalle inquiete folle ma le attiri a te sulla montagna per mostrare divina compassione. Quel mattino l’etiope, e i giorni precedenti altri casi, altre richieste. Ogni giorno il colore della mia pelle attira gli affamati, verso i quali mi sento impotente. La mia elemosina non risolverebbe certamente i problemi dell’Africa, che esigono risposte basate sulla giustizia distributiva. Ma il senso d’impotenza cui alludo si trasforma in tristezza al pensiero che neppure i miei giovani amici leggono quanto scrivo e gli adulti… gli adulti spesso non sono disposti a cambiare stile di vita. Perciò che cosa altro mi resta se non questa preghiera? Pietà anche di me, mio Signore. Dammi fede per compiere prodigi. Attirami a te sulla montagna là dove lo spazio è un canto al tuo Nome, il tempo, profezia dell’eterno, il silenzio, una continua lode. Redento dalla tua compassione avrò anch’io pietà dei miei fratelli. Ascolterò il suono della tua voce: “Voi stessi date loro da mangiare” e mai nessuno più sarà indigente. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 211 SPIRITUALITÀ SR. MARIA ELISABETTA PATRIZI SFM Il Vangelo nei misteri del Rosario La Visitazione La serva del Signore mistero della redenzione in dipendenza da lui e con lui con la grazia di Dio onnipotente» (LG, 56). Non c’è da ell’Annunciazione Maria si dichiarò «la serva del stupirsi perciò, se: «Alzatasi, Maria, in quei giorni andò Signore» (Lc 1,38) ed esclamò: «avvenga di me se- in fretta verso la regione montuosa in una città di Giucondo la tua parola» (ivi). Da quel momento – come ci ri- da» (Lc 1,39). Infatti, l’angelo Gabriele le aveva detto che corda il Concilio Vaticano II – Maria «consacrò totalmen- «Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito te se stessa quale Ancella del Signore (...) servendo al anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37). «Ora» – o “perciò”, come Federico Barocci (1535-1612), Visidice la piccola particella “δε” del testo tazione. Roma, Santa Maria in Valgreco, omessa in italiano – Maria si recò licella. Una splendida copia in moad Ain Karim, a 6 km da Gerusalemme, saico di questo dipinto, eseguita nella regione della Giudea detta Orini. alla fine del secolo XVIII nei laboQui, ai piedi di un colle, c’era la casa di ratori vaticani, si trova nella sagreZaccaria, dove la primitiva comunità stia del santuario di Loreto. cristiana commemorerà la triade di Elisabetta, Giovanni e Maria, finché l’imperatore Adriano ne profanò il ricordo sostituendolo, nel 135, con Smirna, Adone e Venere pudica... Ma dal tempo dell’imperatore Costantino tornerà la venerazione pubblica delle tre figure evangeliche e sorgeranno diverse chiese... fino alla moderna chiesa della Visitazione. N 212 Maria andò in fretta Perché andò? Mossa dalla carità, in consapevole spirito di servizio... ma forse anche mossa dal piccolo Gesù che portava in grembo, con la spinta interiore all’annuncio, o missionarietà, sotto l’urgenza dello Spirito che santificherà Giovanni nel grembo di Elisabetta. Scrive il grande Origene nel suo “Commento a Giovanni”: «Tutto ciò avviene perché Maria faccia partecipe Giovanni (...) del potere a lei derivato da colui che aveva concepito; e Giovanni a sua volta avrebbe fatto partecipe sua madre della grazia profetica che aveva ricevuto». La gioia messianica za, celebrata da Maria, abbraccia l’umanità intera! Maria esulta in Dio e Dio esulta Maria salutò (Lc 1,40); Eliin Maria. Ella, da vera “povesabetta ascoltò, il bimbo le ra in spirito”, è perfettamente balzò nel seno; Elisabetta consapevole della gratuità esclamò a gran voce (Lc 1,41): dell’elezione e dell’universatutto è avvolto nella pienezlità della missione affidatale za della gioia messianica! In da Dio. Sì, il Signore ha guarquesto “clima divino”, colto dato alla bassezza, umiltà, da Elisabetta, le sue parole piccolezza (ταπεινωσιν) deldiventano “testimonianza” e la sua “serva” e ha fatto “benedizione”. “grandi cose” in lei ma la gloria è tutta di Dio, cui nulla è impossibile. Maria canta: «Ecco, infatti, d’ora in poi tutte le generazioni mi proclameranno beata, poiché Ormai tante attese dei seper me grandi cose ha fatto Cocoli passati trovano compilui che è potente e santo è il suo mento: il tempo è compiuto e nome» (Lc 1,48b-49). la fede dei primi cristiani Da queste “grandi cose” contemplerà il proprio “doscaturisce la lode perenne a ver essere” nella “Madre del Signore”, come la chiama Eli- Pomarancio, Visitazione, particolare. Loreto, Sala del Maria o “eulogia mariana”, che tutte le generazioni le risabetta! L’anziana cugina, Tesoro (1605-1610). volgeranno. Così la prima sotto l’azione dello Spirito Santo, proclama tre titoli che riconoscono il ruolo unico confessione di fede in Cristo e la celebrazione della Maed eminente di Maria nella storia della salvezza: 1) “Be- dre del Signore, fatte da Elisabetta in occasione della nedetta fra le donne” (Lc 1,42): Gesù stesso è la sorgente “Visitazione”, risuoneranno per sempre in tutte le genedella benedizione di Maria! 2) “La Madre del mio Signore” razioni, capovolgendo il “dominio” del mondo, con la fe(Lc 1,43): è un riconoscimento di alta significanza cristo- de e la “piccolezza” evangelica. logica: Maria è la Madre regale del Messia e del Figlio di Dio; 3) “Beata colei che ha creduto” (Lc 1,45): loda la fede e l’obbedienza alla parola di Dio di una vera credente. La prima confessione di fede in Cristo Modello della Chiesa e del cristiano Il cantico del Magnificat A queste esclamazioni profetiche di Elisabetta, gridate “a gran voce” (Lc 1,42), fa eco il cantico del Magnificat, che è considerato una espressione della più antica teologia mariana e delle benedizioni rivolte a Dio, con lei, dalla comunità lucana-giovannea. Viene esaltata l’azione di Dio in Maria (Lc 1,51-55) e l’azione di Dio nella storia degli uomini e la gioia per la salvezza, riassumendo, in modo orante e celebrativo, ciò che Gesù annuncerà nel suo ministero e che la Chiesa ci tramanderà perché ne viviamo. Infatti, Maria, dicendo: «L’anima mia magnifica [= benedice, loda grandemente] il Signore (τον Κυριον)» (Lc 1,46) ed esultando in Dio «mio salvatore» (ivi, 47), abbraccia nell’oggi di Dio il passato, il presente, il futuro, completamente rinnovato. Ormai la salvez- Inoltre, recitando il secondo mistero gaudioso non dovremmo dimenticare che il papa Benedetto XVI ha indicato proprio nella Vergine del Magnificat il modello della Chiesa e del cristiano, dicendo: «Le disposizioni del suo cuore – l’ascolto, l’accoglienza, l’umiltà, la fedeltà, la lode e l’attesa – corrispondono agli atteggiamenti interiori e ai gesti che plasmano la vita cristiana. Di essi si nutre la Chiesa, consapevole che esprimono ciò che Dio attende da Lei»(1). È tutto un programma da accogliere e da vivere! Note BENEDETTO XVI, Discorso ai Vescovi d’Italia (CEI) dopo la preghiera del Rosario in Santa Maria Maggiore, il 26 maggio 2011, per riaffidare l’Italia a Maria nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia. (1) IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 213 STUDI E APPROFONDIMENTI P. TARCISIO STRAMARE OSJ San Giuseppe e la nuova evangelizzazione Misteri clamorosi e silenzio di Dio /4 L’onore di Maria richiede il matrimonio con Giuseppe 214 G iacomo di Sarug (+521), eremita e poi vescovo, considerato come il primo panegirista di san Giuseppe, si sofferma sul nostro tema. “La Vergine santa abitò col giusto, e il mistero fu nascosto agli estranei e non lo compresero. Pura la Vergine e retto lo sposo, in un sol pensiero, perché santità fecero il patto coniugale. Il principe degli angeli fu il mediatore e li rese degni di abitare come angeli senza connubio. Nella verginità e nella purezza si tennero insieme, nel matrimonio pieno di santità, ed il mistero nascosto, detto dall’angelo, custodivano senza che fosse detto presso gli estranei”. La missione di san Giuseppe come sposo è ben delineata: “Perché il mistero fosse nascosto, si scelse la Vergine ad un giusto disposata. La disposizione divina la disposò, e, poiché era sposata, discese ed abitò in lei il Figlio di Dio”. Quale la necessità del matrimonio? “Poiché se non fosse sposata Maria e così il Figlio avesse abitato in essa, anche la concezione sarebbe stata offesa e calunniata. E subito che si fosse conosciuto che nel seno di lei v’era un fanciullo, la Vergine incinta IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 come adultera sarebbe stata giudicata. E se avesse rivelato il mistero nascosto, chi avrebbe creduto a lei, perché senza marito rimase incinta la Vergine nella sua verginità?”. L’esempio di Gesù ne è la riprova: “E se, avendo operato miracoli il Signor nostro, a lui non credettero, mentre era nel seno, chi avrebbe creduto che egli è il Figlio di Dio? Cacciò i demoni e vivificò i morti, e l’han perseguitato; e se avesse rivelato che era in un seno, chi l’avrebbe creduto? Ed avendo camminato sui flutti del mare, lo hanno disprezzato; e che una fanciulla lo concepiva, chi avrebbe osato dirlo?”. Ne segue che “se Maria avesse rivelato il segreto divino, sarebbe stata biasimata, disprezzata, svergognata; sarebbe stata accusata, perseguitata, lapidata e giudicata come adultera e come menzognera”. Per questo motivo “la disposizione divina cercò per lei uno sposo retto che fosse suo marito; e volle un capo che la proteggesse e la custodisse e la difendesse per la sua concezione che, cioè, è da lui. E la introdusse nella sua casa perché tra le adultere non la ritenessero, e, pur non essendo marito, come marito fu ritenuto il giusto”. Il concepimento verginale di Gesù rimase “segreto” tra i due sposi: “Ed il mistero del Figlio viene conservato presso Giuseppe e ben nascosto, e tra lui e Maria si parlò con grande meraviglia. E tra gli estranei egli fu detto figlio di Giuseppe, e da Giuseppe nato e da Maria che fu vergine”. Su questa linea vengono interpretate le parole di Maria in occasione del ritrovamento di Gesù nel tempio: “E quando Gesù sedette presso i maestri nel tempio santo, ‘il padre tuo ed io ti cercammo tanto’, disse Maria; dinanzi agli estranei padre di lui chiamava Giuseppe, e, saggia, di essere vergine non manifestava”. “Per prudenza Maria pronunziò il nome di Giuseppe giusto, che fosse padre suo; per non affaticarsi dinanIn alto: Andrea Sansovino, Sposalizio, particolare. Loreto, Rivestimento marmoreo (1525-1526). zi agli ebrei a discolparsi, marito allora la Vergine chiamò Giuseppe il giusto”. Insomma, “fu velo Giuseppe tra lei e il figlio suo, fin tanto che volle il Figlio di Dio rivelar se stesso”. Nell’“Omelia sulla nascita di nostro Signore”, Giacomo di Sarug pone in bocca a Giuseppe la difesa dall’accusa di farsi falsamente passare, con la sua presenza, per padre del bambino, disonorando in tal modo il Figlio dell’Altissimo: “Non disonoro, io m’avvicino solo per custodire la derelitta dalle ingiurie. È opera nuova che vi sia un fanciullo senza connubio, e nessuno può credere che vergine sia la fanciulla Maria. E se mi allontano dal fanciullo, il cui Padre è occulto, come adultera morirà Maria, sebbene adultera non sia. Perciò io sono vicino per tener ogni lingua da lei lontana, finché il fanciullo vorrà, ed il Padre suo il suo mistero svelerà. Fin tanto che egli tace, agli estranei il mistero nascosto rimane, e, come figlio mio, custodirò il mistero nascosto. E taceranno le parole, ed i sacerdoti, pieni di iniquità, si asterranno da ignominie verso il fanciullo e la madre sua, come vorrà (il Padre suo). E, quando a lui piacerà rivelare al mondo di chi sia, io recederò, e splenderà Maria nella sua verginità. Ecco io mi avvicino e ministro con venerazione, e, quando a lui piacerà, senza ingiuria mi porrà in disparte. Ebbi una sposa; ed ora ai diritti matrimoniali ho rinunziato, e della madre di tutta la santità servo mi faccio”. Ed ecco la conclusione: “Se di quel mistero Giuseppe non fosse stato degno, non sarebbe stato lo sposo della madre sua e così non avrebbe abitato in lei. Si rallegri Giuseppe, che sulla terra divenne il padre putativo del Figlio dell’Altissimo, della cui gloria è pieno il cielo”. Federico Zuccari, Sposalizio, particolare. Loreto, Cappella dei Duchi di Urbino (1583). Nelle Omelie dello Pseudo Crisostomo (prima metà del sec. VI) leggiamo che “antequam convenirent” (1,18) va riferito alla consumazione del matrimonio e non alla vita in comune. Parimenti “accepit coniugem suam” (v. 24) significa che Giuseppe ricevette di nuovo Maria nel suo spirito, ma non che l’avesse presa nella sua casa, perché già vi si trovava. Tre sono le ragioni addotte: assicurare la fedeltà delle nozze; respingere dalla madre la vergogna della fornicazione; e riservare la gloria della verginità al Signore che doveva nascere. Nella seconda ragione si argomenta così: “Se a causa del concepimento in casa di suo marito, i giudei increduli hanno detto: ‘Non è costui Gesù, il figlio di Giuseppe?’ (Gv 6,42), a più forte ragione, se ella avesse concepito fuori di questa casa, non avrebbero gridato: ‘Non è costui Gesù, il figlio della cortigiana?’. Infatti, come per colei che concepisce nella casa del marito, si pensa ad un concepimento maritale, così per colei che concepisce fuori della casa, il concepimento è sospetto. Il Signore, dunque, ha preferito che sua madre avesse un sospetto maritale, piuttosto di subire la vergogna della forni- cazione”. Questa ultima frase è la citata formula, ormai classica di sant’Ambrogio: “Maluit autem Dominus aliquos de suo ortu (virginali) quam de matris pudore dubitare”. Seguendo il pensiero di altri Padri, ripete che il fatto che Gesù fosse nato da una donna sposata e che abitava in casa aveva nascosto il parto della Vergine al diavolo: “Se fosse nato, invece, da una semplice vergine, il diavolo avrebbe potuto conoscere facilmente che era il Figlio di Dio… Perciò (Maria) entrò sposata nella casa di Giuseppe, perché mentre il concepimento è giudicato maritale, non è conosciuta la nascita dell’unigenito di Dio”. San Beda il Venerabile (+735), monaco, tra le “molte ragioni” per cui il Salvatore volle nascere da una vergine sposata piuttosto che da una semplice vergine mette al secondo posto l’onore di Maria: “perché non fosse lapidata dai giudei come adultera, preferendo Gesù che alcuni dubitassero della sua origine piuttosto che del pudore della madre”. Il motivo del diavolo è ricordato al quarto posto: “perché il suo parto (Gesù) non fosse manifesto al diavolo, il quale, se avesse saputo che egli era nato da una vergine, forse avrebbe avuto timore di consegnare alla morte uno più eminente degli altri uomini”. Compare qui una curiosa variante: il diavolo non interverrebbe per sopprimere, ma per impedire. Anche san Giovanni Damasceno (+760), monaco, fa entrare in scena il diavolo, che conosceva il testo di Isaia circa la Vergine: “Perciò, per ingannare chi sempre si gloria del nome di sapiente, la fanciulla è sposata a Giuseppe, un nuovo libro per colui che sa leggere (Is 29,11). Questo matrimonio fu una difesa per la Vergine e una trappola (deceptio) anche per colui che vigilava sulle vergini”. Incontriamo qui le figure del libro e della trappola. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 215 (Foto Angelo Mezzanotte) SIMBOLOGIA MARIANA 216 FILIPPO DI CUFFA La Luna Sotto: Giuseppe Maria Crespi (1665-1747), Immacolata con san Gaetano Thiene. Loreto, Museo-Antico Tesoro. Si noti la luna ai piedi della Madonna. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 U no spassionato suggerimento: questa sera spegnete la tv, disconnettete il Web (esercizi in ogni caso salutari) ed uscite ad ammirare la luna in cielo. Provate a farlo più giorni consecutivamente: le fasi lunari e il movimento della luna fra gli astri vi sembreranno, con un po’ di fantasia, una vera e propria danza amorosa. Sentite, a questo punto, cosa scriveva Plutarco: “Selene (che vuol dire “la splendente”- così nella Grecia antica veniva denominata la luna) gira con incessante amore attorno al Sole e dall’unione con lui riceve la capacità di generare”. Ebbene, sappiate che i primi cristiani, che non avevano certo distrazioni tecnologiche, osservavano spesso il cielo e, ogni qualvolta ammiravano lo splendore della luna, riconducevano simbolica- mente queste poetiche parole di Plutarco alla Vergine Maria, dal cui grembo nasce Gesù. È proprio la Madonna, dunque, quella Selene che splende in cielo e che, accogliendo la fecondazione divina del sole (ipostasi dell’Onnipotente), partorisce il Figlio di Dio. Questa congiunzione celeste è salutata anche dai canti dei menestrelli francesi del XIV secolo, i quali, per le strade d’Europa, raccontavano in versi le nozze soprannaturali del Cristo-sole e di Marialuna. Non avevano tutti i torti, neppure dal punto di vista razionale: il nostro satellite – usiamo una sola volta questo arido termine scientifico – è infatti visibile proprio nella misura in cui viene illuminato dal sole. La Madonna, dunque, riflette la luce solare, la luce di Dio e ce la dona ge- OGNI SANTITÀ PASSA A LORETO nerosamente: in parole povere, è come uno specchio che riflette le grazie del Signore e le indirizza verso le nostre anime assetate di luce e di infinito. Ancora una volta risulta emblematica l’espressione tradizionale “per Mariam ad Jesum”, “attraverso Maria si arriva a Gesù”: le nostre pupille, infatti, non possono osservare direttamente il sole, ma possono coglierne un prezioso riflesso proprio nel momento in cui ammirano la luna. Attraverso la Madonna, quindi, possiamo giungere a Cristo, luce del mondo. Non è un caso, allora, che la Madonna, nel libro dell’Apocalisse, venga descritta come “mulier amicta sole et cum luna sub pedibus”: una donna vestita di sole, che ha sotto i piedi la falce lunare. È quella stessa luna che, col tempo, viene a rappresentare il simbolo della Chiesa e delle fasi della sua bimillenaria vita tra gli uomini: i momenti bui del cammino della Chiesa (rappresentati dalla luna nera) e i momenti splendenti (la luna piena), illuminati dal sole-Cristo. Maria è Madre della Chiesa, non dimentichiamolo: ecco, quindi, il nesso indissolubile che consente di associare la luna sia alla Vergine Maria che alla Santa Chiesa Apostolica Romana. E non ditemi, adesso, che preferite la tv o Facebook… Venerabile Paolina Maria Jaricot (1799-1862) P. MARCELLO MONTANARI Una vita straordinaria per le missioni e per i sacerdoti N ata a Lione nel 1799 ed educata cristianamente, mostrò fin da piccola il desiderio di essere missionaria e di impegnarsi per la diffusione del Vangelo. A 12 anni, come proposito della sua prima comunione, offrì il suo cuore a Gesù, rinnovando le promesse battesimali e chiedendogli di punirla se avesse trasgredito le promesse fatte. Si rifugiava spesso davanti al tabernacolo, trascorrendovi varie ore in adorazione e rinnovando la consacrazione ai cuori di Gesù e di Maria. Alta, bella, intelligente, intorno all’età di 15 anni era l’attrazione dei coetanei. Ma nel 1814, in seguito ad una rovinosa caduta, si ammalò seriamente. Le morì anche la mamma. A 17 anni avvenne in lei una profonda conversione e decise di darsi nuovamente e totalmente al Signore. Depose davanti a Gesù crocifisso tutti i gioielli e gli ornamenti della sua giovanile vanità, disfacendosene a vantaggio dei poveri e dei 217 IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 malati incurabili che andava visitando ogni giorno. Serviva i malati per servire Gesù. Tutto ciò che non le parlava di Gesù le risultava indifferente. ta Casa di Loreto nel 1835. Da allora divenne la casa delle ‘Figlie di Maria’ e centro del ‘rosario vivente’. Il pellegrinaggio a Loreto Ardente spirito missionario 218 Amava la Chiesa cattolica e desiderava compiere grandi cose per essere apostola e martire del Vangelo. La vita di clausura non l’attraeva. Cosa poteva fare una fanciulla di 19 anni? Si mise a scuotere i sacerdoti, addormentati come gli apostoli, mentre Giuda vegliava e tradiva, sollecitandoli a riprendere il loro posto e a svolgere gli impegni assunti. Gesù le disse: “Tu sei destinata a rianimare il fervore nei cuori dei sacerdoti”. Paolina formò un nucleo di anime generose per pregare e adorare Gesù nell’Eucaristia: sorsero le ‘Riparatrici del Cuore di Gesù sconosciuto e disprezzato’. Diede poi inizio alle ‘Associazioni di preghiere’ e si impegnò a raccogliere denaro per la diffusione della fede nei paesi di missione. Ebbe l’idea di formare un ‘piano’, in cui ogni persona da lei conosciuta potesse riunirne altre dieci le quali offrissero un soldo alla settimana per la propagazione della fede. Prese l’avvio così l’opera di ‘Propaganda fide’, che porterà vantaggi straordinari per le missioni cattoliche. Ne è stata la fondatrice proprio questa straordinaria ragazza! Ideò il ‘rosario vivente’ Trovò opposizioni ed ostacoli, ma lei andò avanti con la forza della fede e della preghiera, tanto che ebbe l’approvazione del Papa. Ma Paolina si ritirò ben presto nel nascondimento e nella preghiera, offrendosi vittima al Signore. In quegli anni la fede era in crisi proprio in Francia, e lei ebbe l’idea di diffondere la pratica del ‘rosario vivente’ per chiedere la conversione dei peccatori e la diffusione e la conservazione della fede. Ogni associato doveva procurarsi altri cinque aderenti, e così di seguito, in progressione infinita. Gli associati dovevano formare sezioni di quindici persone (come i quindici misteri del rosario) che si impegnassero a recitare ogni giorno un mistero: i quindici associati di ogni sezione recitavano così ogni giorno l’intero rosario! Alla morte di Paolina gli associati erano già un milione nella sola Francia! Devota ‘figlia di Maria’ Intanto Paolina perse la sorella, il fratello e il padre. Nel 1832 acquistò la casa del fratello, vicino al santuario mariano di Fourvière. La casa in seguito fu chiamata ‘Lorette’ (Casa Loreto) in onore della Madonna di Loreto e in ricordo del pellegrinaggio fatto da Paolina alla SanIL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 La salute di Paolina andava peggiorando. Malata e sempre più debole, nel 1835 progettò un viaggio estenuante che doveva portarla prima a Loreto e poi a Roma. Fu un viaggio doloroso, ma ricco di grazie e di sorprese del Signore. Ecco il racconto che la stessa Paolina fa del suo arrivo a Loreto: “Arrivati alle ore 11 di notte ai piedi del colle di Loreto, fummo pieni di gioia al pensiero di poter salutare, prima dell’alba, la nostra divina protettrice nella sua casa di Nazaret… Giungemmo senza ostacoli e assai prima del sorger del sole davanti alla basilica, che a quell’ora era chiusa, ma certamente Maria ispirò i custodi di aprirci le porte… Avemmo così l’indicibile consolazione di entrare e rimanere lungo tempo da sole in quel luogo che è tra i più santi del mondo, e venerare in tutta libertà la camera della Madre del Salvatore e gli oggetti che erano usati dalla Sacra Famiglia”. Paolina si intrattenne nove giorni presso il santuario di Loreto, e sappiamo dalla sua corrispondenza inedita che ottenne la grande consolazione di trascorrere un’intera notte all’interno della Santa Casa insieme alle sue compagne di viaggio. Si recò poi a Roma dove fu il Papa stesso, Gregorio XVI, a farle visita per due volte. Si recò poi alla tomba di santa Filomena, di cui era particolarmente devota, dove ottenne la guarigione. Ritornata a Lione, diede nuovo impulso alle sue iniziative, che ormai avevano come centro propulsore la casa che fu chiamata Lorette in ricordo del pellegrinaggio loretano. Erano in tanti a far riferimento alla casa Lorette: vi si recò più volte anche il santo Curato d’Ars; lo stesso san Pier Giuliano Eymard ne era assiduo frequentatore e animatore degli incontri di preghiera. Gli ultimi anni di Paolina furono assai tormentati. Avendo dato sempre tutto ai poveri, era ridotta in miseria, tanto che fu iscritta nel libro dei poveri della città di Lione. In un momento di scoraggiamento fu lei a far visita al santo Curato d’Ars, che le donò un crocifisso dove si leggeva: “Dio solo per testimone, Gesù Cristo per modello! Maria per sostegno! E poi nulla, nulla… amore e sacrificio!”. In queste parole si può riassumere la straordinaria vicenda della venerabile Paolina Jaricot, conclusasi con una santa morte il 9 gennaio 1862. Giovanni XXIII, riconoscendo l’eroicità delle sue virtù, l’ha dichiarata venerabile nel 1963. Morì pregando e tendendo le braccia verso l’immagine della Madonna, dicendo: “Madre mia! Madre mia! Sono tutta vostra!”. ao lo cato annualmente a cura dell’ONG, di matrice cristiano-evangelica, Portes Ouvertes, nt delinea un quadro semro G anni P iov pre più difficile. In dodici paesi viene registrato il massimo grado di severità della persecuzione.Apre la classifica la Corea del Nord, seguita da DON GIACOMO RUGGERI [email protected] “Capire per vivere” 5 ll i ns i an EDITORIALE Ce dal to giov er I giovani, il Concilio Vaticano II, la “Unitatis Redintegratio” uesto santo Concilio desidera vivamente che le iniziative dei figli della Chiesa cattolica procedano congiunte con quelle dei fratelli separati, senza che sia posto alcun ostacolo alle vie della Provvidenza e senza che si rechi pregiudizio ai futuri impulsi dello Spirito Santo. Inoltre dichiara d’essere “Q Giovanni Paolo II di Loreto-Montorso, sede da alcuni anni del Meeting ecumenico europeo di giovani di diverse confessioni cristiane. Il documento rappresenta il punto d’arrivo di un lungo percorso di preparazione, durato circa tre anni e condiviso da tutti i rappresentanti delle dieci comunità cristiane pre- Iran,Afghanistan,Arabia Saudita, Somalia, Maldive,Yemen, Iraq, Uzbekistan, Laos, Pakistan ed Eritrea; per Afghanistan, Iraq e Pakistan il risultato è ulteriormente aggravato dall’indicazione di una tendenza al peggioramento rispetto ai dati relativi all’Index 2010. Esempio: dei 29,6 milioni di iracheni (stima luglio 2010), il 97% è rappresentato da musul- Educare all’ecumenismo con minoranze cristiane consapevole che questo santo proposito di riconciliare tutti i cristiani nell’unità di una sola e unica Chiesa di Cristo, supera le forze e le doti umane. Perciò ripone tutta la sua speranza nell’orazione di Cristo per la Chiesa, nell’amore del Padre per noi e nella potenza dello Spirito Santo”. Sono le parole conclusive del Decreto del Concilio Vaticano II “Unitatis Redintegratio” (21 novembre 1964). L’ecumenismo è un terreno molto delicato per la Chiesa cattolica, ma nel contempo risulta essere quello più necessario proprio per la sua natura di ricercare l’unità tra le varie confessioni cristiane. La Chiesa marchigiana, in ambito ecumenico, da diversi anni sta portando avanti un lavoro fatto di incontri tra confessioni, scambi e gemellaggi, viaggi pastorali, ecc. Nel 2011 è nato nelle Marche il «Consiglio delle Chiese cristiane delle Marche». Si tratta di un organismo interecclesiale che si pone come riferimento del cammino ecumenico e luogo d’incontro, conoscenza e solidarietà tra cristiani, per «testimoniare insieme il Vangelo di Gesù Cristo». La cerimonia di firma dello statuto si è tenuta lo scorso 10 giugno presso il Centro senti nelle Marche (per maggiori info www.ecumenismo.eu/italiano). Il presente editoriale vuole essere uno sprono a considerare anche l’ecumenismo con le comunità cristiane che si trovano in minoranza. Non penso solo alla Terra Santa, ma anche ad altri luoghi dove il cristianesimo è il «lumicino fumigante posto sopra il lucerniere». La situazione delle persecuzioni in danno delle minoranze cristiane nel mondo che emerge nell’edizione 2011 dell’Index mondial de persécution, pubbli- mani (per due terzi sciiti e per un terzo sunniti); i cristiani rappresentano l’1,8% del totale e tra questi i cattolici ammontano a 301.000. Ben venga, pertanto, l’edizione annuale dell’Agorà del Mediterraneo, dove giovani cristiani si incontrano e si raccontano le gioie e le fatiche dell’essere credenti nel proprio paese. Credo che il gemellarsi tra parrocchie a minoranza cristiana aiuti a capire meglio e più in profondità la conoscenza e la reciprocità con ortodossi, anglicani, luterani, ecc. Don Pierpaoli al corso di formazione per laici a Oradea (Romania) el periodo 26-28 aprile 2012, ha avuto luogo a Oradea il corso di formazione “La Chiesa – comunità che educa, luogo in cui Gesù si offre per un incontro personale”, indirizzato ai responsabili della pastorale, membri dell’Ufficio Pastorale Diocesano per i Laici, ai dirigenti e presidi delle associazioni e gruppi delle persone consacrate. Per questo evento abbiamo avuto la gioia di avere in mezzo a noi don Francesco Pierpaoli, il responsabile del Centro “Giovanni Paolo II” di Loreto, Centro voluto dallo stesso Sommo Pontefice, il quale desiderava un luogo che fosse “La casa dei giovani dell’Europa”. Don Francesco ha condiviso la sua ricca esperienza, incontrando nella prima parte N Dopo questo fruttuoso incontro, ha avuto luogo quello con i formatori e i seminaristi del seminario “I Tre Santi Gerarchi” di Oradea. Durante l’incontro, don Francesco Pierpaoli ha parlato ai partecipanti della loro responsabilità e missione nel formarsi come buoni educatori cristiani. Dopo pranzo, al gruppo dell’Ufficio Pastorale si sono uniti i responsabili della pastorale di tutte le parrocchie, insieme ai rappresentanti degli istituti religiosi della nostra diocesi. Il relatore ha parlato del modo in cui pensare e progettare una pastorale che abbia al centro la formazione della comunità cristiana con uno spirito missionario, dando poi la possibilità anche ai partecipanti di esprimere le loro opinioni durante il confronto in piccoli gruppi: a portanza di metterci a disposizione di Gesù e della Chiesa, affinché insieme possiamo realizzare tante cose per le nostre comunità. Dopo il pranzo, Sua Eccellenza Virgil Bercea ha ricevuto don Francesco in un’udienza personale, nella quale si è parlato del buon rapporto di collaborazione esistente tra il Centro “Giovanni Paolo II” di Loreto e la diocesi di Oradea, sottolineando la necessità di continuare anche in seguito questo rapporto. La giornata si è conclusa con la preghiera della sera di Taizé, organizzata dal Dipartimento per i Giovani dell’Ufficio Pastorale. La domenica, don Francesco ha partecipato alla Divina Liturgia presso il convento francescano della “Dormizione della Beata Vergine Maria”. Una pastorale che mette al centro la comunità della giornata del 27 aprile l’équipe dell’Ufficio Pastorale, con cui si è discusso sull’importanza dell’educazione cristiana e sulla capacità di comunicare nel miglior modo possibile con le persone chiamate all’evangelizzazione. Si è sottolineata l’idea che credere nella verità non basta per la fede cristiana, ma al di sopra di ogni cosa bisogna che ci sia il rapporto personale con Gesù Cristo, il quale ci rivela la sua propria identità. ogni gruppo è stata assegnata una pista di domande, con l’intenzione di favorire la realizzazione di un progetto pastorale. Il giorno seguente il gruppo si è allargato, accogliendo anche i rappresentanti di gruppi, associazioni e istituzioni presenti nella nostra diocesi. I partecipanti hanno potuto riflettere sul ruolo che ognuno di noi ha come educatore cristiano. L’incontro è terminato con un’assemblea plenaria, in cui si è sottolineata l’im- XI edizione dell’ Agorà del Mediterraneo Dal 4 all’11 settembre 2012 si terrà, presso il Centro Giovanni Paolo II, la XI edizione dell’Agorà dei Giovani del Mediterraneo – «Sul mare passerà la via» – orientata alla conoscenza e al sostegno delle realtà giovanili della Chiese che si affacciano sul Mediterraneo. Come ormai è tradizione, viene proposta una precisa attenzione formativa ai giovani delle diocesi italiane che, oltre a partecipare alla settimana, potranno accogliere (facendone richiesta) nei giorni che precederanno l’Agorà (dall’1 al 3 settembre) i giovani dei 26 paesi del Mediterraneo. Troverete maggiori informazioni nel sito www.giovaniloreto.it dal Centro Giovanni Paolo ll • Giugno 2012 Nella Divina Liturgia, presieduta da Sua Eccellenza Virgil Bercea, è stato benedetto il nuovo mosaico dell’abside dedicato alla Beata Vergine Maria. Durante l’omelia, Sua Eccellenza ha rilevato anche la bella coincidenza che entrambi i luoghi, Loreto e il convento francescano, siano luoghi che custodiscono la memoria della Beata Vergine Maria, la Madre di tutti noi. NON AVRÀ L’AMORE MAIFINE ” “ Una coppia presente al ritiro. Sotto, tutti insieme col vescovo Forte. Ormai è diventato un appuntamento consueto il ritiro a Loreto delle giovani coppie della diocesi di Chieti-Vasto nel mese GIO DEI di maggio, accompagnate dal loro vescovo padre Bruno Forte. CirPELLEGRINAG ca 500 giovani hanno partecipato a questo incontro, che ha trovato nella mattinata il suo momento culmine con la testimonianza di Matteo, un giovane sposo e padre che un anno fa ha vissuto la prova della morte della moglie. Il vescovo Bruno Forte, rifacendosi DELLA DIOCESI DI alla testimonianza di Matteo e allo spettacolo teatrale che l’aveva preceduta sul Sì di Maria e Giuseppe al disegno di Dio, ha invitato le coppie presenti a vivere in pienezza il dono d’amore che il Signore concede alla coppia, segno del suo amore per ogni uomo, un amore che ha le caratteristiche dell’eternità, un amore che solo Dio può donarci. FIDANZATI CHIETI VASTO Ecco la testimonianza di Matteo: iao a tutti, mi chiamo Matteo e voglio raccontarvi qualcosa di speciale. Io e mia moglie Federica ci siamo conosciuti nell’estate del 1999 e ci siamo subito piaciuti: siamo diventati l’uno il miglior amico dell’altro, confidandoci i sogni, le gioie e i capricci di chi è ancora ragazzo. Ma il nostro destino era un altro… e infatti l’anno dopo ci siamo innamorati e siamo diventati due fidanzatini. Il nostro amore era così forte che avevamo voglia di crescere in fretta, di bruciare le tappe per realizzare il nostro sogno più grande: il matrimonio… e così fu. 13 settembre 2008: giurare amore eterno davanti al Signore è stata un’emozione unica ed eccezionale. Una nuova famiglia era nata, una famiglia semplice e con la voglia di vivere ogni momento come se fosse unico e irripetibile. Ci mancava però ancora qualcosa, la cosiddetta ciliegina sulla torta, la testimonianza del nostro amore: avere un figlio. Dopo due tentativi andati male, ecco che nella pancia di Federica cresceva la vita di un piccolo angelo che il giorno di Natale del 2010 è stato donato al mondo, Giulia. “Adesso il nostro amore è completo e possiamo vivere con la gioia nel cuore il nostro essere famiglia”. Queste sono state le parole che ci siamo detti quando per la prima volta gli occhi di Giulia hanno incrociato il nostro sguardo. Eravamo così felici: ricevere in dono dal Signore una figlia, per di più a Natale. Insomma, una festa che ogni giorno si arricchiva di nuovi sorrisi e nuove gioie. Ma dopo qualche settimana, mia moglie Federica incomincia a star male ogni giorno di più, fino a quando, facendo dei controlli, il 28 gennaio le viene diagnosticato un tumore maligno in stato avanza- C to al seno destro con metastasi diffuse al cervello, al fegato e alla colonna vertebrale… Il periodo più bello solcato da una prova così grande: una bimba così piccola e una mamma così malata. Ero distrutto, la nostra vita radicalmente mutata in pochi attimi: abbandoniamo la nostra casa, quella casa che custodiva l’album dei ricordi più belli e delle gioie più grandi, per tornare a vivere con i nostri genitori perché avevamo bisogno di tanto aiuto. Ogni giorno passava combattendo tra le proprie convinzioni e il mistero della vita, cercando una risposta ai tanti “perché”. Intanto Federica affronta la malattia con l’amore e la forza che l’hanno sempre contraddistinta: donando il suo splendido sorriso a tutti coloro che ci circondavano ma soprattutto vivendo e non rinchiudendosi nella disperazione. Ma nonostante tutto Fede, così la chiamo, il 28 aprile è salita in Cielo. E adesso? Cosa faccio? Mi sono trovato nei miei pensieri davanti ad un bivio: scegliere di essere un uomo migliore o affondare il mio dolore nell’ira e nell’odio. il mio cuore ha scelto di vivere nella gioia perché ogni volta che guardo mia figlia negli occhi vedo il frutto del nostro amore, mio e di Fede. Spesso nella mia vita mi sono soffermato a dare un significato, un senso alla parola AMORE. Ecco, credo di aver trovato la risposta il giorno in cui mia moglie non era più al mio fianco. L’AMORE è la vera forza della vita che ognuno deve coltivare per diventare un uomo migliore e supera- re le prove che il Signore ci dona nel percorso della vita. L’AMORE è quella pietra indelebile dove costruire le fondamenta della propria vita senza aver paura di poter crollare, perché nulla potrà scalfirla. L’AMORE è il respiro di Dio sulla terra perché senza il mistero dell’AMORE non ci sarebbe vita. Ecco, sono qui per chiedervi col cuore di vivere ogni giorno il vostro amore incondizionatamente senza vincoli e paure, di vivere il vostro matrimonio come se fosse il primo giorno: quello più bello. Emozionatevi ogni volta che riceverete un sorriso, uno sguardo dolce, un abbraccio, un bacio. Affidate a Dio i vostri cuori e la vostra vita perché non c’è amore più grande del suo. Come mi ha detto un mio caro amico, non abbiate paura di rimanere soli, perché Io – dice il Signore – Io ci sarò sempre. Perché, come mi ha detto sempre il mio amico, l’amore di Dio è mille volte superiore all’amore di una mamma. Ecco, io l’ho fatto e adesso ho capito che Federica non è morta ma vive dentro di me; abita nel mio cuore e li dimorerà per sempre.Vorrei concludere con un passo della lettera di san Paolo dove secondo me è racchiuso tutto il valore della parola “AMORE”. L’amore è paziente, l’amore è gentile; l’amore non è invidioso né vanaglorioso; non è superbo, non è insolente; non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà, la scienza svanirà ma l’amore non avrà mai fine. dal Centro Giovanni Paolo ll • Giugno 2012 Arzachena - Loreto: i giovani trovano «Casa» ha l’opportunità di riflettere, sull’esempio di Maria, sul senso e l’orientamento che vogliamo dare alla nostra vita. La veglia in Santa Casa, guidata da suor Alfonsina e don Gianpaolo, è stato il momento più forte di questa esperienza di gruppo: ritrovarci solo noi all’interno di quella piccola stanza che racchiude la memoria di quell’incontro tra Maria e l’angelo, è stata un’emozione unica che custodiremo gelosamente nel cuore! Un sentito e profondo “Grazie” va alla Comunità delle Suore e ai sacerdoti per questi giorni vissuti in mezzo a loro: il Signore, per intercessione di Maria, ci conceda la gioia di ritornare in questo luogo e condividere, ancora una volta, un’esperienza indimenticabile di gruppo, come è stato in questi giorni. Giovanni uesta è la vostra Casa”: è la frase che abbiamo sentito più volte e abbiamo fatto nostra in questi giorni di permanenza al Centro Giovanni Paolo II di Loreto. Dal 22 al 25 aprile come gruppo giovani “Loreto” della parrocchia S. Maria della Neve in Arzachena (Olbia-Tempio Sardegna) abbiamo vissuto un’intensa esperienza di comunione, di preghiera e di condivisione in quella “Casa” voluta proprio da Giovanni Paolo II per i giovani. L’accoglienza, calorosa e familiare, che ci è stata riservata dalla Comunità delle Suore Oblate di Maria Vergine di Fatima e dai due sacerdoti che custodiscono questo luogo, ci ha fatto sentire sin dal primo momento come a casa nostra. I vari momenti della giornata vissuti nella genuina condivisione (dal canto delle lodi ai momenti di catechesi, dal tempo libero alla condivisione dei pasti) ci hanno aiutato a rivivere quello spirito di comunione che il nostro gruppo aveva “assaporato” all’Agora dei Giovani nel 2007, proprio all’ombra della Santa Casa di Loreto. Un’esperienza unica che ci ha fatto riscoprire come gruppo, chiamati ad essere testimoni credibili e autentici di Gesù, alla scuola di Maria. Come lei, anche noi siamo chiamati a dire il nostro “Sì’” al progetto d’amore che Dio ha per ognuno di noi: in questo luogo di pace qual è il Centro GPII si “Q 30 luglio - 6 agosto 2012 IV Campo Ecumenico. Da EurHope a EurHome l quarto Campo Europeo Ecumenico per Giovani si terrà a Loreto - Centro Giovanni Paolo II - da lunedì 30 luglio a lunedì 6 agosto 2012. Il tema deciso insieme in Danimarca è: “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni… fino ai confini della terra» (Atti 1,8). Fin da ora le pastorali giovanili delle confessioni anglicane (inglesi), ortodosse (rumeni), greco-cattoliche (rumeni), luterane (svedesi e danesi) e cattoliche (italiani) stanno preparando i loro giovani affinché la partecipazione sia attiva ed efficace. Gli approfondimenti biblici saranno presentati nelle catechesi in modo da aiutare i giovani a comprendere che sono testimoni e protagonisti attivi della vita della Chiesa. Alla fine del Campo sarà consegnata ai giovani una preghiera allo Spirito Santo, scritta da tutte le delegazioni presenti come ri- I dal Centro Giovanni Paolo ll • Giugno 2012 razie perché con la vostra concreta testimonianza, la vostra disponibilità all’incontro, ascolto e aiuto verso gli altri, diventate un punto di riferimento e di esempio per tante persone. E in tutto questo, le attività che ci avete illustrato e proposto, ci aiutano a riflettere sull’importanza della nostra vita, delle persone che ne fanno parte, e del saper accogliere nella nostra casa l’altro, e quindi il Signore, proprio come ha fatto Maria. Giovanna G cordo e impegno a continuare il cammino di unità, ognuno nel proprio paese. In questo periodo di preparazione al Campo, rivolgiamo a tutti i partecipanti l’augurio a lasciarsi guidare con docilità dallo Spirito Santo, come Benedetto XVI ha pregato alla GMG di Sydney:“Invochiamo lo Spirito Santo, è lui l’artefice delle opere di Dio. Lasciate che i suoi doni vi plasmino!… La vita non è semplicemente accumulare, ed è ben più che avere successo. Essere veramente vivi è essere trasformati dal di dentro, essere aperti alla forza dell’amore di Dio.Accogliendo la potenza dello Spirito Santo, anche voi potete trasformare le vostre famiglie, le comunità, le nazioni”. Volete scriverci? Volete mettervi in comunicazione POINT coi vostri coetanei attraverso questo giornale? Allora mettetevi in contatto con noi. La nostra Comunità: Don Francesco Pierpaoli [email protected] Don Gianpaolo Grieco [email protected] Suore Oblate di Maria Vergine di Fatima: sr. Michela, sr. Alfonsina, sr. Cecilia, sr.Teresa [email protected] Editoriale a cura di Don Giacomo Ruggeri parroco e direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali - Fano [email protected] CENTRO GIOVANNI PAOLO II INFO Via Montorso n. 3 - 60025 Loreto (AN) tel. 071.7501552 [email protected] Per saperne di più, visitate il sito www.giovaniloreto.it IL “MESSAGGIO” INTERVISTA… VITO PUNZI UFFICIO STAMPA SANTUARIO DI LORETO Il professor Yves-Maria Bercé /2 Prof. Bercé, lei, anche senza aver iniziato la sua ricerca con l’intento di affrontare la “questione lauretana”, cioè il tema della veridicità delle pietre della Santa Casa e del loro trasporto, si è ritrovato a doverne comunque trattare, apportando così in definitiva un suo originale contributo. Ce lo riassume? Con questo mio studio posso dire di aver apportato tre argomenti che confortano e rafforzano la tradizione che vuole queste pietre provenire dalla Terra Santa. Il primo è dato dalla riflessione sulla successione ungherese, che giustifica la tappa di Tersatto (vedi la prima parte dell’intervista, n.d.r.). Il secondo argomento viene dal mondo musulmano: alla fine del XIV secolo un sultano dei mamalucchi fece trasportare a Il Cairo un portone gotico parigino, cioè secondo lo stile delle porte di Notre- Dame di Parigi, costruito in Terra Santa tra il 1240-50, e questo portone è tuttora nella capitale egiziana. Ciò che è rilevante per noi è che quel trasporto avvenne via mare: dunque il trasporto di pietre via mare era allora tecnicamente possibile. E il terzo argomento? Appena due anni fa è stato pubblicato lo studio di un medievista francese dedicato a un dottore francescano d’origine inglese, professore di Teologia all’Università della Sorbona, a Parigi, vissuto nel XIII secolo. Questo teologo venne invitato a partecipare a un importante convegno francescano a Napoli, perché uno dei figli del re, un fratello di colui che aveva sposato la principessa ungherese che abbiamo sopra citato, voleva entrare nell’Ordine francescano. Si trattava di un grande onore per l’Ordine, per questo venne organizzato quel convegno. E fu proprio a Napoli che il teologo della Sorbona scrisse nel 1294 un trattato che tenta- va di conciliare la fisica di Aristotele con il cristianesimo. Con esso affrontava le questioni cosiddette “quodlibetiche” ed una era particolarmente interessante: può Dio trasportare in un istante un monumento da est a ovest? Mi sembra molto significativo che a Napoli, proprio nel 1294, l’anno indicato per il trasporto della Santa Casa sul colle lauretano, ci si sia posti una questione come quella. Una semplice coincidenza? Purtroppo non ho trovato altro, ma certo si tratta di una coincidenza straordinaria. Non si potrebbe forse parlare di Provvidenza? Va detto chiaramente che i tre argomenti che ho appena ricordato non dimostrano nulla, non sono prove. In ogni caso, come ho già detto, tutti e tre, ciascuno secondo la propria caratteristica, confermano la tradizione. In sintesi, dimostrano che alla fine del XIII secolo un trasporto di pietre, di monumenti anche importanti, era assolutamente verosimile. Da ultimo mi lasci dire che se Ulysse Chevalier, che è stato molto critico sul trasporto, fosse stato a conoscenza di questi miei argomenti, magari avrebbe tirato conclusioni diverse. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 223 SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE bibliografiche Una pregevole monografia sulla chiesa e sulla cappella lauretana di Santa Lucia de’ Magnoli a Firenze I 224 l nostro collaboratore dott. Divo Savelli, esperto del culto mariano-lauretano in Toscana, con speciale riferimento alle vie peregrinatorie, ha pubblicato un pregevole volume dal titolo: «Santa Lucia de’ Magnoli a Firenze - La chiesa, la cappella di Loreto». Il libro è stato presentato il 27 marzo presso la stessa chiesa da Niccolò Capponi e da Francesco Gurrieri. Il volume reca in copertina la foto della famosa tavola di Domenico Veneziano, eseguita per questa chiesa tra il 1445 e il 1447, forse dopo che, secondo il Vasari, il pittore era stato a Loreto insieme a Piero della Francesca per dipingere la Sagrestia di San Giovanni, lasciata incompiuta per il sopraggiungere della peste e decorata più tardi da Luca Signorelli. La pala (dal 1861 agli Uffizi), secondo il Savelli, «lascia trasparire una tipologia compositiva architettonica chiaramente lauretana, con il loggiato policromo in parte gotico e in parte rinascimentale». E aggiunge: «La nicchia dietro alla Vergine di per sé stessa può già simbolicamente rappresentare la Santa Casa» (p. 61). L’elegante pubblicazione del Savelli si configura come una guida storica e artistica, con ricche notizie sulle remote origiIL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 ni, sulle vicende secolari e sulle opere d’arte della chiesa, con puntuali schede sui protagonisti che l’hanno voluta e sugli artisti che l’hanno abbellita. Una parte è dedicata alla Cappella di Loreto, costruita all’interno della chiesa nel 1714-1715 per volontà del granduca Cosimo III, nella quale fu collocata una statua lignea, che in origine si trovava in una nicchia, sopra la porta dei custodi della Santa Casa di Loreto. Una parte della pubblicazione è dedicata alla «Storia di Loreto» (pp. 57-63), dove l’autore sintetizza i dati essenziali della tradizione lauretana e dello sviluppo del santuario. In special modo, fissa l’attenzione sugli inediti rapporti del sommo Raffaello con la Santa Casa di Loreto. Scrive l’autore che «molti segni che stanno ad indicare la devozione di Raffaello verso la Santa Casa sono mimetizzati in vari dipinti, come suo gesto privato ed intimo di devozione». Ad esempio, vede raffigurata la città di Loreto nella «Madonna del Cardellino» (p. 61). Il libro, di pagine 74, con numerose illustrazioni a colori, è stato pubblicato dalla parrocchia di Santa Lucia de’ Magnoli (Via dei Bardi, 22 – 50125 Firenze; tel. 055.2342436). STORIA ARTE E CULTURA LAURETANA P. MARCELLO MONTANARI Un’icona russa di origine lauretana La Madre di Dio “Chiave della conoscenza” N Ciò che sorprende di questa icoei paesi di fede ortodossa, in non solo nelle icone più antiche ma particolar modo la Russia, è anche nelle numerosissime varianti na è la sua somiglianza con l’immagine della Madonna di Loreto. È inmolto diffuso il culto delle icone. diffuse oggi in Russia. Secondo la tradizione russa, l’i- teressante riportare quanto ha afferLe più importanti e più diffuse sono conosciute anche in Occidente, cona fu dipinta nel XVII secolo da mato e dimostrato lo studioso russo Andrei Alexandrovich Titov come la Madonna della tenesull’argomento. Egli sostiene, rezza, la Madre di Dio di Kacon prove storiche, che la mazan, e tante altre. Alcune trice e il prototipo di questa hanno trovato facile accoicona è la statua della Madonglienza anche tra i cattolici na che si venera nella cittadiper la loro suggestiva e mina italiana di Loreto, conosteriosa bellezza. sciuta dal pittore in alcune coNon si conosce invece in pie già presenti a Mosca. Le Occidente l’icona della Madre prime immagini della Madondi Dio “Chiave della conona di Loreto erano infatti apscenza” (la dicitura in russo si parse in Russia dopo la visita può tradurre anche “datrice o di alcuni pellegrini russi alla guaritrice dell’intelligenza o Santa Casa di Loreto nel secodella mente”). Questo tipo di lo XVI. Nel maggio del 1524 icona si è invece diffuso largapapa Clemente VII è entrato mente nei tempi recenti in in corrispondenza con il Gran Russia. La Madre di Dio viene Principe Vasilij III. Vasilij ha invocata sotto questo titolo soinviato al Papa gli ambasciaprattutto per ottenere aiuto tori Dmitry Gerasimov e Genegli studi, consiglio nelle remia Trusova. Il Papa, dopo scelte difficili e guarigione averli accolti cordialmente, li dalle malattie psichiche. In Questa immagine si trova nel tempio della Trasfiha incoraggiati a visitare il sanRussia è diventato ormai un gurazione di Rybinsk (Yaroslavl). tuario di Loreto. rito ricorrente, agli inizi della Ritornati a Mosca, i due hanno lascuola, recarsi nei santuari mariani un pittore che soffriva di attacchi di per ricevere la benedizione davanti amnesia e follia. Il pittore supplicò sciato testimonianze scritte in un all’icona della Madonna “Chiave la Madre di Dio e ottenne la guari- opuscolo dal titolo “La storia del gione. Ispirato dalla Madonna, de- tempio della Vergine Santa, dove è della conoscenza”. La storia di questa icona ci inte- cise di dipingere un’icona in suo nata da Gioacchino e Anna”. Questa ressa molto da vicino perché trae la onore. Per questo motivo diede al- storia si è diffusa in tutta la Russia. sua origine dalla Madonna di Lore- l’icona il titolo di “Madre di Dio da- Oltre alla testimonianza scritta sono to. È singolare non solo la storia trice (guaritrice) della conoscenza”. comparse a Mosca anche alcune imdella sua origine, ma anche la so- L’icona originale è conservata nel magini della Madonna di Loreto. miglianza con l’immagine della Tempio della Trasfigurazione di Ry- Probabilmente altre immagini della Madonna di Loreto sono state porVergine di Loreto, evidentissima binsk (regione Yaroslavl). IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 225 A sinistra: Madonna di Loreto, Museo Tetriakov di Mosca, sec. XVI. Qui a lato: Icona loretana della Madre di Dio, chiamata “Chiave della conoscenza”. Rybinsk, Museo statale storico-architettonico e delle arti, Russia (1780, tempera su tavola). 226 tate da visitatori italiani, compresi numerosi artisti chiamati a lavorare in Russia. Lo studioso A. Titov accenna anche che nel sec. XVII circolavano a Mosca delle stampe di immagini sacre con la scritta “Madonna di Loreto”. Noi conosciamo ancora solo notizie frammentarie della storia della cultura russa, ma sappiamo della presenza di alcune antiche icone molto somiglianti all’immagine della Madonna di Loreto tuttora presenti nei musei della Russia, come l’icona della Madonna di Loreto del museo moscovita di Tetriakov e quella conservata nel museo statale di Rybinsk. Secondo lo studioso Andrei A. Titov, dopo il grande incendio di Mosca del 1574, oltre a tante altre icone, anche l’immagine della Madonna di Loreto è stata ridipinta come icona sullo “stile di Mosca” Tutayev, Yaroslavl RU, Icona da pittori di Pskov originale (ane Novgorod su ornerita) della dine di Ivan il TerMadonna di ribile, figlio di VaLoreto chiamasilij III. Così posta “Chiave della conoscenza”, siamo ammirare, sec. XVII. tra le icone laure- tane più antiche, quelle venerate nel santuario moscovita di Tikhvin e nella chiesa dell’Intercessione (o del Suffragio) di Tutayev. Oggi son tutte venerate con il titolo di Madre di Dio “Chiave della conoscenza”. Probabilmente è stata una di queste, o un’altra simile, il prototipo dell’icona della Madre di Dio “Chiave della conoscenza”, così chiamata dal pittore dopo la sua guarigione. È interessante notare come oggi si vadano scoprendo i collegamenti tra mondo orientale e occidentale e si possa guardare alla Vergine Maria come alla mamma che può ricucire divisioni storiche per far sentire tutti i cristiani riuniti nella stessa casa di Dio. È soprattutto bello costatare che tutto è partito da Loreto, dove si venera la Santa Casa di Maria. Come l’inizio della salvezza era partito da Nazaret, così da questa Casa della Madre può partire anche oggi la speranza dell’unità e della pace verso i fratelli ortodossi. Tikhvin, Mosca, Madonna di Loreto “Chiave della conoscenza”, sec. XVII. È morto il pittore Alberto Sughi, autore di una Virgo Lauretana 227 l 31 marzo è morto a Bologna il famoso pittore Alberto Sughi,che era nato a Cesena 83 anni fa. Confessò un giorno: «Ho scelto di correre da solo», dimostrando l’intenzione di trovare una terza via, tra l’astratto e il realismo, che potesse consentirgli un’espressione autonoma, attenta ai fatti sociali, soprattutto drammatici. Essere realisti per lui significava non limitarsi a documentare, ma dare un contributo per capire la realtà di oggi. Il Sughi è stato personaggio di spicco nel panorama dell’arte italiana dell’ultimo mezzo secolo. Qui lo ricordiamo perché nel 1995 partecipò alla mostra degli «Artisti contemporanei per il VII Centenario Lauretano», lasciando nel Museo-Antico Tesoro un pregevole dipinto, intitolato Virgo Lauretana. L’immagine della Madonna, costruita con calligrafica evidenza, assorta in un muto e intenso colloquio con il Bambino che a lei si protende, ripropone preziosità bizantine «attraverso filtri fauves». Legittima il titolo Lauretana il nitido profilo delle absidi della basilica con la cupola, delineate su un fondo di segno astratto. Una cromia rosseggiante involve figure umane e architetture, quasi omologandole. I IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 EVENTI SPECIALI VITO PUNZI - GIULIANO VIABILE 52a Rassegna Internazionale di Musica Sacra “Virgo Lauretana” Un grande evento di popolo nel nome della musica e della preghiera L 228 a 52a edizione della Rassegna di Musica Sacra “Virgo Lauretana”, vista la presenza di numerosi cori provenienti dall’Est europeo, non poteva concludersi in un giorno più significativo: lo scorso 15 aprile (la Domenica in Albis per i cattolici), quando i cristiani ortodossi hanno festeggiato la loro Pasqua. All’interno della basilica della Santa Casa, presieduta da mons. Giovanni Tonucci, arcivescovo delegato pontificio di Loreto, il mo p. Giuliano Viabile, direttore artistico della Rassegna, ha diretto i poco meno di cinquecento cantori provenienti da tutta Europa, impegnati nell’esecuzione della Messa Prima per 2 cori a 8 voci, 2 organi, di Giovanni Paolo Colonna (1637-1695). “Per comprendere il valore di quest’appuntamento musicale”, aveva detto Pietro Marcolini, l’assessore regionale ai Beni e alle Attività Culturali, in sede di presentazione della Rassegna, “basta leg- Dall’alto in basso: Coro «Christophorus Kantorei» di Altensteig (Germania), direttore mo Michael Nonnenmann. Coro «Pueri Cantores Sancti Nicolai» di Bochnia (Polonia), direttori mo pa. dre Stanislaw Adamczyk e mo Bozena Wojciechowska. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 Dall’alto in basso: Coro «Apollo» di Bratislava (Slovacchia), direttore mo Milan Kolena. Coro «Vozrozhdeniye» (Renaissanse) Isc Club ‘Raduga di Moscow (Russia), direttore mo Marina Kuznetsova. . . «Plunge Chamber Choir» di Plunge (Lituania), direttore mo Alfonsas Vildˇ ziunas. Coro «Brno Academic» di Brno (Reˇ Bripubblica Ceca), direttore mo Dasa ˇ skárová. gere i numeri che ne riassumono la storia: in oltre mezzo secolo, Loreto ha accolto e ospitato decine di migliaia di cantori appartenenti a centinaia di cori provenienti da ventiquattro paesi di tutti i continenti. Sono inoltre lieto di sottolineare come quest’evento, oltre che per il valore artistico e musicale dei partecipanti, sia da promuovere e valorizzare anche per i risvolti economici e di promozione dell’intera regione”. Da parte sua p. Viabile, chiamato, a evento terminato, a valutare i risultati della manifestazione, ha tenuto a ricordare, oltre al buon livello musicale dei cori partecipanti, anche una novità importante introdotta quest’anno: “Abbiamo cercato di coinvolgere per tempo alcune corali della nostra regione, invitandole a organizzare concerti nei loro paesi e nelle loro città per promuovere la Rassegna e la risposta è stata commovente, viste le adesioni pervenute da Camerano, da Osimo, da Tolentino, da Civitanova Marche, da Macerata, da Fano, da Montegranaro e da Recanati”. Non è stato da meno anche quest’anno l’apporto fondamentale dei tanti volontari, coordinati in quest’occasione da Sabina Braschi, chiamati ad un impegno che li coinvolge per l’intero arco dell’anno. A loro, oltre che a tutti i privati e agli enti pubblici che sostengono la “Virgo Lauretana”, è andato il ringraziamento del presidente della Rassegna, don Lamberto Pigini. Un rinIL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 229 230 graziamento espresso in particolare nel corso della serata di gala finale, sabato 14 aprile, quando erano presenti in basilica anche mons. Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, e presidente della Commissione Episcopale per la Cultura e le Comunicazioni Sociali, e mons. Robert Tirala, presidente della Federazione Internazionale Pue«Associazione ri Cantores. Corale Cantori Facendo una della Risurrevalutazione artizione» di Porto stica, possiamo Torres (Italia), onestamente afdirettore mo Anfermare che la tonio Sanna. Rassegna di quest’anno è da considerarsi, per qualità di cori, tra le edizioni più riuscite. Già in fase di selezione, la direzione artistica si era resa conto dell’alta qualità di molti cori, i quali hanno confermato la loro professionalità per intonazione, interpretazione e capacità vocali. Esecuzioni che vorresti non finissero mai per l’ottimo impasto «Female Chamvocale, frutto di ber Choir proaccurato e serio fessor Georgi lavoro. Già dalDimitrov» di l’anno scorso ci Yambol (Bulgasi era resi conto ria), direttore mo che la Rassegna Stefka Pastarlauretana stava madzhieva. tornando ad ottimi livelli. Tra le 87 domande arrivate, molti sono stati i cori non selezionati, ma degni di calcare il palco lauretano. Anche il numero di domande è indice di un risveglio e di un interesse per la Rassegna lauretana, che attraverso la musica porta il nome di Loreto nel mondo e accomuna popoli e religioni. Ai concerti del Coro Giovanile mattino hanno «Svitich» delpartecipato gli l’Università Goalunni di scuole gol di Nigin medie dei paesi (Ucraina), diretlimitrofi. Una letore mo Liudmyzione di polifonia la Kostenko. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 fuori della scuola che certamente porterà il suo frutto. Oltre ai vari concerti dei singoli cori, tenuti al teatro comunale, quest’anno la Rassegna ci ha regalato due concerti straordinari di altissimo valore. La sera di giovedì 12 aprile l’Orchestra Sinfonica “G. Rossini” di Pesaro ha eseguito, del maestro pesarese, due “Sonate a quattro” per 2 violini, violoncello e contrabbasso. La particolarità del brano è che è stato scritto senza la viola, e Rossini lo compose all’età di circa 12 anni. Delle sei sonate, l’Orchestra “G. Rossini” ha eseguito la prima e la terza. Il programma prevedeva inoltre l’esecuzione delle “Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi. Si tratta dei primi quattro concerti, ispirati ciascuno ad una stagione dell’anno, scritti per violino, archi e basso continuo, composti da Antonio Vivaldi tra il 1723 e il 1725, tratti dalla raccolta intitolata: “Il cimento dell’armonia e dell’inventione”. È un tipico esempio di musica a programma, cioè di composizioni a carattere prettamente descrittivo. Un concerto molto applaudito, vista anche la professionalità degli esecutori. Anche la sera di venerdì 13 aprile il pubblico non è rimasto deluso. I presenti hanno avuto la gioia e la fortuna di ascoltare il meraviglioso ottetto vocale “Blagovest” di Minsk (Bielorussia): un gruppo di professionisti di cui non si può dire altro che bene per l’intonazione e le straordinarie capacità vocali. Vorremmo che gli Enti pubblici si rendessero conto non solo del livello artistico che la Rassegna di Loreto offre da tanti anni, ma anche di quanto essa ha contribuito per la crescita della coralità italiana. A tutto ciò si aggiunga il fatto che è la rassegna più longeva d’Italia. Un primato per Loreto e per la nostra regione. In basso, da sinistra: «Children’s Choir Omnes» di Riga (Lettonia), direttore mo Aija Kukule, organista Olga Gorbacova. Coro «Blagovest» di Minsk (Bielorussia), direttore mo Serguei Agranovich. 231 I Cori alla messa conclusiva della Rassegna, diretti dal mo Giuliano Viabile, organista della basilica di Loreto e direttore della Cappella “Santa Casa”. VITA DEL SANTUARIO Convegno dei medici cattolici I 232 l 24 e il 25 marzo si è Convegno I tenuto nella Sala sulla «Pastorale Paolo VI un convegno sulla «Pastorale della vita: educatore cercadella vita» si», organizzato dalle associazioni «Difendere la vita con Maria», «Donum vitae» e Fondazione «Ut vitam habeant». È stato presentato all’inizio il libro Bambini non nati: l’onore e la pietà. Vi hanno partecipato anche il cardinale Elio Sgreccia, esperto di bioetica e presidente emerito dell’Accademia per la Vita, e don Gian Mario Lanfranchini. Vi è intervenuto anche l’arcivescovo Giovanni Tonucci, che ha rivolto il saluto ai partecipanti. Nella foto sotto: il cardinale Elio Sgreccia è il secondo da sinistra. (Foto Montesi) IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 l 31 marzo, nella Sala del Tinello «Pasquale Macchi», si è tenuto un convegno organizzato dall’Associazione Medici Cattolici Italiani, sul tema: «La moderna radioterapia e la lotta contro il dolore: un’esperienza vincente». Dopo il saluto del presidente regionale dott. Sergio Fattorillo e dell’arcivescovo Giovanni Tonucci, ha tenuto la relazione il prof. Numa Cellini, della Radioterapia del Policlinico Gemelli-Università Cattolica di Roma. È intervenuta anche la dott.ssa Fiorenza De Rose sul progetto «La rete del sollievo». È stato messo in evidenza come la sanità in Italia, se da una parte risulta in continua crescita nei suoi aspetti tecnologici, dall’altra sembra al contrario ridurre la sua dimensione umana nel difficile rapporto fra operatori sanitari e pazienti. Urge far crescere nella coscienza collettiva il valore insostituibile del «sollievo», inteso non come negazione definitiva del dolore fisico, ma piuttosto come sostegno sollecito ed amorevole, psicologico e spirituale al malato, specie se cronico e in evoluzione di malattia. Il prof. Cellini ha messo in risalto come la radioterapia possa attenuare di molto i dolori dei malati terminali, al contrario della morfina o sostanze consimili che, se da un lato leniscono il dolore, dall’altro hanno gravissime conseguenze sull’intossicazione dell’organismo e talora anche sulla psiche del paziente. Il convegno si è concluso con la preghiera in Santa Casa, guidata dall’arcivescovo di Ancona Edoardo Menichelli, recentemente nominato assistente ecclesiastico nazionale dei medici cattolici. (Foto Montesi) VITA DEL SANTUARIO XIV Pellegrinaggio degli aspiranti diaconi di Roma S i è tenuto a Loreto, nei giorni 16, 17 e 18 marzo, il XIV pellegrinaggio degli aspiranti diaconi permanenti della diocesi di Roma, guidati dal delegato diocesano mons. Nicola Filippi, il quale ha dato come tema: «Maria Porta del cielo», anche in previsione dell’Anno della Fede, annunciato da Benedetto XVI con la lettera apostolica Porta Fidei. La sera del 16 marzo si è svolta la tradizionale processione da Porta Romana con il canto delle Litanie Lauretane. Al pellegrinaggio hanno partecipato otto neo-diaconi ordinati dal cardinale Agostino Vallini il 19 novembre 2011, nella basilica di S. Giovanni in Laterano. Tra questi, Alfonso Canfora, docente al Borgo Ragazzi don Bosco, e Ferdinando Pennone, ispettore della Polizia di Stato, che in tutti questi anni hanno avuto nel pellegrinaggio lauretano un momento forte di formazione e di crescita spirituale. Nel pomeriggio del 17 hanno avuto luogo le confessioni e l’adorazione eucaristica. (Foto Montesi) I l 18 marzo ha avuto luogo a Loreto il convegno delle suore delle Marche con un articolato programma. Nell’Auditorium «Giovanni Paolo II», dopo la celebrazione delle lodi, l’arcivescovo di Loreto Giovanni Tonucci e la presidente dell’USMI regionale suor Loredana De Paoli hanno rivolto un saluto alle convenute. Ha fatto seguito la relazione dell’arcivescovo di Ancona Edoardo Menichelli su «L’Eucaristia fonte della vita consacrata». Alle ore 11.00, le suore hanno partecipato alla solenne celebrazione eucaristica in basilica, presieduta dall’arcivescovo Tonucci. Nel pomeriggio, dopo l’adorazione comunitaria, le suore hanno ascoltato la testimonianza di Claudia Koll, a cui ha fatto seguito un dialogo. (Foto Montesi) Convegno delle suore marchigiane 233 VITA DEL SANTUARIO La Fontana dei Galli messa a nuovo N 234 el marzo 2009 due sculture rappresentanti figure di galli furono trafugate da ignoti dalla Fontana dei Galli, che restò mutila e deturpata. Dopo tre anni, messe al sicuro le figure superstiti nel Palazzo comunale, sono state eseguite copie dei quattro galli e di un drago, identiche agli originali, con calco a cera persa, e sono state collocate sulla Fontana, che ora torna a esibire le sue belle forme secentesche. Il piccolo monumento è stato liberato da alcuni alberi all’intorno, ciò che ha creato perplessità presso qualcuno. Un’appropriata illuminazione ne esalta le forme e i volumi nelle ore notturne. La Fontana, voluta da Antonio Maria Gallo, cardinale protettore del santuario di Loreto, fu realizzata nel 1614-1616 e decorata con stemmi e con vivaci figure di galli, in omaggio al nome del committente. Il 25 marzo la Fontana, restaurata in ogni sua parte e munita delle copie bron- zee, è stata inaugurata con solenne cerimonia. L’opera di ripristino e di rinnovamento è stata possibile grazie all’impegno dell’amministrazione comunale, che ha ottenuto un sostanzioso finanziamento pubblico per il recupero e il restauro delle mura cittadine e delle fontane storiche. Alla ceri- monia è intervenuto il sindaco Paolo Niccoletti, il quale ha detto: «Si tratta di un intervento importante, portato avanti da professionisti della nostra città». E ha aggiunto: «Ora si dovrà provvedere ad ultimare i lavori di arredo dell’intera piazza e a piantare nuovi alberi». (Foto Montesi) Un monumento all’arcivescovo Macchi n occasione del 6° anniversario della morte dell’arcivescovo Pasquale Macchi (5 aprile 2006) - il quale fu prima segretario particolare di Paolo VI, quindi rettore del santuario del Sacro Monte di Varese e infine arcivescovo di Loreto dal 1989 al 1996 - il 2 aprile, nel monastero delle Monache Romite di Barnaga di Perego (Lecco), dove il compianto presule ha trascorso gli ultimi anni di vita, è stata celebrata in suffragio della sua anima una santa messa dal cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo emerito di Milano. Nel contesto della cerimonia, è stato inaugurato un bel busto bronzeo raffigurante Pasquale Macchi, scolpito da Amedeo Brogli, noto artista, caro allo stesso arcivescovo che, tra l’altro, gli commissionò l’illustrazione delle singole invocazioni alla Vergine delle Litanie Lauretane, pubblicate poi in un volume sullo stesso argomento dall’Editrice Vaticana. Gli originali delle raffigurazioni furono donati dall’arcivescovo Macchi al santuario di Loreto. I IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 VITA DEL SANTUARIO Simposio sulla Via Lauretana I l Lions Club di Recanati-Loreto Host ha promosso un incontro-dibattito sull’antico percorso peregrinatorio della Via Lauretana, che congiungeva la Santa Casa nazaretana di Loreto alla Tomba di San Pietro a Roma. Nel Tinello «Pasquale Macchi», dopo i saluti dell’arcivescovo Giovanni Tonucci, del sindaco Paolo Niccoletti e del presidente del suddetto Lions Club Ancilla Tombolini, la ricercatrice universitaria dott.ssa Chiara Serenelli ha illustrato il paesaggio godibile lungo l’antico cammino peregrinatorio, mentre p. Stefano Vita, presidente del «Tavolo di Concertazione Regionale per il Recupero della Via Lauretana», ne ha ripercorso la storia e le caratteristiche. (Foto Montesi) 235 La Delegazione Pontificia in visita al santuario lauretano di Spoleto I l 28 marzo il personale al servizio della Delegazione Pontificia della Santa Casa, guidato dall’arcivescovo Giovanni Tonucci, dal suo neo-vicario generale don Andrea Principini e dal rettore p. Giuliano Viabile, ha effettuato una visita alla città di Spoleto, accolti dal vescovo locale mons. Renato Boccardo. Il momento culminante è stata la solenne concelebrazione nella chiesa di Santa Maria di Loreto, presieduta da mons. Boccardo, che nel novembre 2011 l’ha eretta a santuario mariano diocesano. (Foto Montesi) IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 NOTIZIE FLASH Ambasciatore dell’Argentina in visita a Loreto Juan Pablo Cafiero, ambasciatore della Repubblica Argentina presso la Santa Sede, il 17 marzo ha effettuato una visita al santuario di Loreto. Accompagnato da una guida autorizzata, che gli ha mostrato e spiegato le bellezze storiche e artistiche del santuario, l’illustre ospite ha espresso la sua ammirazione per lo straordinario patrimonio culturale e spirituale di Loreto. All’omaggio di una guida storica e artistica del santuario da parte della Congregazione Universale, l’ambasciatore ha risposto con il dono di un volume che illustra le bellezze, soprattutto naturalistiche, del suo Paese. 236 Un incontro culturale sulla poetessa Alda Merini L’Editrice «Controvento», con il patrocinio del Comune di Loreto, ha promosso un incontro culturale sulla poetessa Alda Merini, svoltosi al Palacongressi il 18 marzo. È stato presentato il libro dal titolo: «Follia e Potere – Alda Merini, le poesie di una vita», scritto da Dina Maria Laurenzi. Il tema è stato illustrato dai dottori neuro-psichiatri Cesare Cardinali e Luigina Cenci. Le offerte dell’ingresso libero sono andate in favore delle Lotte Werther Onlus per i bambini autistici. Presentato il 2° Convegno Ecclesiale Marchigiano Il 23 marzo è stata data notizia che la Chiesa nelle Marche celebrerà il suo 2° Convegno Ecclesiale nei giorni 22-24 novembre 2013 sul tema: «Alzati e va’ (Atti 8,26-40). Vivere e trasmettere oggi la fede nelle Marche». Il precedente Convegno si era svolto a Loreto nei giorni 19-21 novembre 1993 sul tema: «La nuova evangelizzazione nelle Marche». Questo 2° Convegno si svolgerà ad Ancona e a Loreto, dove si terrà la conclusione il 24 novembre. Sono previsti 700 delegati. La segreteria generale del Convegno ha sede nel Centro di Pastorale Giovanile di Montorso, a Loreto. Nel logo del Convegno figura sullo sfondo la silhouette del santuario di Loreto, centro spirituale della Regione che invoca la Vergine Lauretana come sua principale Patrona. Missione in Kerala del cappellano dell’Aeronautica di Loreto Nell’ultima decade di marzo padre Giuseppe Faraci, IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 cappellano della Scuola di Lingue Estere dell’Aeronautica Militare a Loreto, insieme con un altro cappellano è stato inviato nel Kerala (India) dall’Ordinariato Militare e dal Ministero della Difesa quale assistente spirituale dei due marò italiani accusati dell’omicidio di due pescatori al largo delle coste indiane. Padre Faraci ha promosso e promuove il culto della celeste Patrona dell’Aviazione presso i militari dell’Aeronautica. Nel 2005 ha portato una statua della Vergine Lauretana nella Forward Support Base di Herat, aeroporto Nato a supporto delle truppe in Afghanistan occidentale. Mostra per i 150 anni della Cassa di Risparmio di Loreto Il 31 marzo, nella Sala Esposizioni del Comune, è stata allestita una mostra fotografica sulla storia d’Italia e della Cassa di Risparmio di Loreto, realizzata da quest’ultima nella ricorrenza del 150° anniversario della sua fondazione. Infatti, con regio decreto emesso da Vittorio Emanuele II il 9 novembre 1861, fu istituito il «Monte di Risparmio di Loreto», che iniziò a funzionare ufficialmente il 16 marzo 1862 in un locale messo a disposizione dall’amministrazione del santuario della Santa Casa, che fu socio fondatore. La mostra si articola in varie sezioni tematiche: la fase successiva alla battaglia di Castelfidardo, la fondazione della Cassa, il periodo della sua esistenza che va dal tardo Ottocento ai governi di Giolitti, il primo consolidamento dell’istituzione bancaria, la sua attività tra le due guerre mondiali con il raggiungimento della stabilità e dell’autonomia, la sua vita nel secondo dopoguerra, dalla ricostruzione allo sviluppo, e gli anni recenti tra globale e locale. Le sette parole di Cristo sulla croce Il 30 marzo, al termine della Via Crucis cittadina, svoltasi con grande partecipazione di fedeli e conclusa in santuario alle ore 9.30, ha avuto luogo il commento spirituale delle sette parole pronunciate sulla croce da Gesù, accompagnate da un canto a cappella composto dal mo padre Armando Pierucci ed eseguito dalla Cappella Musicale della Santa Casa, sotto la direzione del mo padre Giuliano Viabile. L’arcivescovo Giovanni Tonucci ha chiuso la cerimonia con un’appropriata riflessione sulla passione e morte del Signore. Messa trasmessa da «Radio Maria» dalla Santa Casa Il 2 aprile, lunedì santo, «Radio Maria» ha trasmesso in diretta la messa dalla Santa Casa, celebrata dall’arcivescovo Giovanni Tonucci e animata da canti di un piccolo coro diretto dal mo padre Giuliano Viabile. L’emittente frequentemente manda in onda in diretta la messa dalla Santa Casa, a cui idealmente si possono recare, come in un pellegrinaggio spirituale e orante, innumerevoli devoti della Vergine Lauretana. Pasqua per gli operatori turistici, i commercianti e gli albergatori Il 2 aprile, per iniziativa del vicario della Prelatura Lauretana mons. Decio Cipolloni, è stata celebrata la «Pasqua insieme» per gli operatori turistici, gli esercenti, gli albergatori, le guide turistiche, gli artigiani, ossia le categorie che, a vario titolo, sono interessate all’accoglienza dei pellegrini a Loreto. Alle ore 20.00 ha avuto luogo un prolungato tempo di preghiera con riflessioni dettate dall’arcivescovo Giovanni Tonucci. È seguito un incontro conviviale in cui i numerosi partecipanti hanno potuto scambiarsi idee di verifica e di programmazione. Missione mariano-lauretana per giovani a Brescia Nel marzo del 2011 un gruppo di 30 giovani in discernimento vocazionale, provenienti dalla diocesi di Brescia e accompagnati da don Alessandro Tuccinardi, ha effettuato un pellegrinaggio in bicicletta, portando ai piedi della Vergine duemila richieste di intercessione. Lo stesso sacerdote, a nome del vescovo diocesano, ha richiesto di poter avere la statua della Madonna di Loreto per una missione nel periodo pasquale. Il simulacro, prelevato dal santuario di Loreto, è stato portato in processione durante la Veglia delle Palme, la sera del 31 marzo, con la partecipazione di circa cinquemila giovani. Il pellegrinaggio è continuato per tutto il periodo di Pasqua, in cinque «soste», in altrettanti santuari mariani della diocesi. Tema dell’itinerario è stato: «Il soffio della vita risorta, con Maria verso la Pentecoste». Il vescovo diocesano mons. Luciano Monari si è fatto guida dell’esperienza pastorale, animata dai giovani delle diverse zone pastorali. La missione si è conclusa solennemente nella cattedrale di Brescia nella Veglia di Pentecoste, il 26 maggio. Migliaia di fedeli alla «Morte del Giusto» Il 6 aprile, venerdì santo, si è svolta la 35a edizione della sacra rappresentazione, denominata la «Morte del Giusto», lungo la tortuosa salita che da Villa Mu- sone conduce alla sommità del Colle, nei pressi delle mura storiche di Loreto. Vi ha partecipato l’arcivescovo Giovanni Tonucci che ha vestito i panni del Cireneo, portando la Croce per un tratto della Via Crucis. Tra attori e figuranti si è raggiunto il numero di 335, con un avvicendamento nei personaggi di Cristo, interpretato da Marco Marinelli, e di Maria, interpretata da Emanuela Magrini. La testimonianza ai piedi della Croce è stata affidata a Rita Coruzzi, la scrittrice affetta da tetraparesi, in collegamento telefonico da Reggio Emilia. Migliaia sono stati i fedeli che hanno seguito con compunta devozione la sacra rappresentazione, giudicata una delle più importanti del genere in Italia. Ultime sottoscrizioni per i restauri degli affreschi del Pomarancio Michele Ramello ............................................................€ 100,00 (in aggiunta ai 600,00 € già offerti) Offerente anonimo ..........................................................€ 20,00 Lorenzo Baiocchi ..............................................................€ 30,00 R. M. (Torino) ........................................................................€ 50,00 Fam. Gallucci Donato ..................................................€ 300,00 Paola Laino ............................................................................€ 34,00 Don Gino D’Anna ..............................................................€ 30,00 Maria Mussi ........................................................................€ 100,00 Gina Elisio ............................................................................€ 100,00 Francesca Terzano ............................................................€ 30,00 Giuseppe Orlando ............................................................€ 20,00 M. Rosa Dalla Villa ............................................................€ 20,00 Luciana Chiodini ................................................................€ 30,00 Renata Baldinelli Marchi ..............................................€ 20,00 Offerente anonimo ..........................................................€ 50,00 Mario Ballatori ..................................................................€ 100,00 Gisella Klun ............................................................................€ 50,00 Ornella Cicoria Osimani ................................................€ 10,00 Wanda Pippucci ................................................................€ 30,00 Albina Fiorani ......................................................................€ 30,00 Amalia Palanga ................................................................€ 100,00 Vilma Crivelli ........................................................................€ 50,00 Giuseppina Conti ..............................................................€ 20,00 Offerente anonimo ......................................................€ 100,00 Lorenzo Rossi ......................................................................€ 50,00 Offerente anonimo ..........................................................€ 20,00 Offerente anonimo ..........................................................€ 50,00 Vittoria Marino ....................................................................€ 50,00 IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 237 PUBBLICAZIONI promosse dalla Delegazione Pontificia del Santuario della Santa Casa di Loreto - c.c.p. 311605 - Tel. 071970104 IL LIBRO DEL MESE GIOVANNI TONUCCI Le donne nella Bibbia Pentateuco e Libri Storici Conta 124 pagine con numerose illustrazioni a colori ed è al prezzo di € 10,00. • Fa parte dei Quaderni de Il Messaggio e raccoglie gli articoli dell’arcivescovo di Loreto apparsi in questa rivista dal n° di novembre 2008 al n° di maggio 2012. • Delinea con garbo, acume ed efficacia descrittiva, in uno stile piano e coinvolgente, 40 figure femminili della Bibbia. • Gli articoli, molto apprezzati dai lettori de Il Messaggio, ora possono essere letti tutti insieme. • Il libro è arricchito da numerose illustrazioni a colori, tutte inerenti alle singole figure femminili illustrate. GUIDE E TESTI SPIRITUALI I prezzi indicati non comprendono la spedizione postale Il Santuario di Loreto nella parola di Giovanni Paolo II e del cardinale Joseph Ratzinger ora Benedetto XVI, pp. 288, foto a colori 140, copertina cartonata, € 19,00. AA.VV., I pellegrini alla Santa Casa di Loreto - Indagine socio-religiosa, 1992 pp. 268, € 9,30. G. SANTARELLI, La Santa Casa di Loreto, 4ª ediz., Loreto 2006, pp. 505, illustrazioni 111, € 12,00. M. E. PATRIZI, Il mistero della Sacra Sindone, Quaderni de «Il Messaggio», n° 1, pp. 56, ill. a colori 40, € 4,00. N. MONELLI, La S. Casa a Loreto - La S. Casa a Nazareth, 2ª ediz., Loreto 1997, pp. 205, € 10,35. S. VITA, In cammino con Maria per incontrare Gesù, pp. 104, ill. a colori 22, € 5,00. G. SANTARELLI, I graffiti nella Santa Casa di Loreto, Loreto 1998, pp. 121, fotocolors 66, € 15,00. PUBBLICAZIONI VARIE N. ALFIERI - E. FORLANI - F. GRIMALDI, Contributi archeologici per la storia della S. Casa, Loreto 1977, pp. 69, tavole 25, € 2,60. V. SALVOLDI, La Madonna del sì. Lodi a Maria e arte in suo onore, Loreto 2010, pp. 224, € 18,00. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 LUCA DA MONTERADO, Mons. Tommaso Gallucci, Loreto 1997, pp. 238, € 12,00. Ludovico Seitz e la Cappella Tedesca a Loreto, Loreto 2008, pp. 470, illustrazioni a colori 331, € 50,00. G. SANTARELLI, Personaggi d’autorità a Loreto, Loreto 2010, pp. 240, € 35,00. N. MONELLI - G. SANTARELLI, La Basilica di Loreto e la sua reliquia, Loreto 1999, pp. 195, illustrazioni 54, € 12,90. STAMPE DEVOZIONALI Novena alla Madonna di Loreto - € 1,00, edizioni italiano, tedesco, inglese, portoghese e polacco. N. MONELLI, Architettore e architetture per la S. Casa di Loreto, Loreto 2001, pp. 160, illustrazioni 47, € 9,00. N. MONELLI, Prime architetture picene per la Camera di Maria a Loreto, pp. 125, illustrazioni 44, € 15,00. M. RANUCCI - M. TENENTI, Sei riproduzioni della S. Casa in Italia, Loreto 2003, pp. 232, illustrazioni 212, € 15,00. M. MONTANARI - A. SCHIAROLI, Santi e Beati a Loreto, Loreto 2005, pp. 492, con numerose illustrazioni, € 9,00. G. SANTARELLI, Loreto Santuario della Santa Casa - Guida spirituale - € 1,00, edizioni italiano, inglese, tedesco, francese, spagnolo, portoghese, polacco, olandese, ceko, croato, ungherese, rumeno, slovacco, russo, giapponese, cinese, coreano, bulgaro, sloveno, esperanto, arabo. Immaginetta con coroncina - € 2,90. N. MONELLI - G. SANTARELLI, L’Altare degli Apostoli nella Santa Casa di Loreto, Loreto 2012, pp. 102, numerose illustrazioni, € 8,00. G. SANTARELLI, Le Origini del Cristianesimo nelle Marche, Loreto 2009, 2a ediz., pp. 430, illustrazioni 39, € 20,00. Immaginetta con medaglietta - € 0,60. Pagelline con preghiere varie - € 0,10. SOUVENIR E VIDEO Pagelline con rosario e con preghiere lauretane - € 0,20. Albumino con vedute di Loreto - € 2,00. Santini con preghiere lauretane. Cd “Canti Lauretani” (con libretto) - € 8,00. Dvd “Loreto - Fede Storia Arte” - € 12,00. B. ANSELMI, G. VIABILE, Salmi Responsoriali, Anni A, B e C - pp. 152 (A), 126 (B), 136 (C) - € 25,00 cad. € 0,10 € 0,25 Ai sensi del d.lgs 196 del 30/06/2003 la informiamo che i dati personali che verranno forniti saranno oggetto di trattamento a mezzo di sistemi informatici. La redazione, nella persona del responsabile del trattamento dei dati, garantisce che le informazioni saranno trattate unicamente allo scopo di inviare agli associati e/o benefattori le pubblicazioni nel pieno rispetto delle norme del D.L. 30/06/2003. Rispetto a tali dati potranno essere esercitati i diritti a cui all'art. 7 del d.lgs 196/2003; in particolare il soggetto interessato potrà richiederne la cancellazione e/o rettifica scrivendo alla redazione. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Giugno 2012 CONGREGAZIONE UNIVERSALE DELLA SANTA CASA Fondata nel 1883, ha le seguenti finalità: • Diffondere la conoscenza e la devozione verso la Madonna e la sua Santa • • Casa, dove ha avuto inizio la storia della nostra salvezza con l’Annunciazione e l’Incarnazione; Curare la promozione e il decoro del santuario con offerte e lasciti vari; Accogliere i pellegrini orientandoli a vivere i messaggi del santuario, la vita della S. Famiglia, le feste della Madonna. L’ISCRIZIONE alla Congregazione è aperta a quanti desiderano collaborare alle sue finalità. Con l’iscrizione si partecipa in perpetuo ai benefici spirituali delle preghiere e di una Messa che si celebra ogni giorno alle ore 8 nel santuario (Messe Perpetue); agli iscritti è concessa inoltre l’indulgenza plenaria alle solite condizioni nel giorno dell’iscrizione e nella festa della Madonna di Loreto (10 dicembre). NORME PER L’ISCRIZIONE • Farne richiesta, anche con lettera, alla Direzione. Possono essere iscritti vivi e defunti, persone singole e famiglie. Viene rilasciato un diploma di iscrizione. • La partecipazione ai beni spirituali, comprese le Messe perpetue, è perpetua, cioè per sempre. • Gli iscritti non hanno obblighi particolari, tranne l’impegno di vivere cristianamente. • Si raccomanda la recita dell’Angelus tre volte al giorno e la recita frequente del Rosario e delle Litanie Lauretane. • La quota d’iscrizione è di € 10,00 (per l’iscrizione individuale) o di € 16,00 (per l’iscrizione di più persone o di una famiglia). La Congregazione Universale pubblica la rivista mensile “IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA”, che informa sulla vita del santuario e funge da collegamento con gli animatori e gli iscritti. Promuove inoltre gli studi e le pubblicazioni sulla storia della S. Casa e del santuario. Chi desidera collaborare più intensamente agli scopi della Congregazione Universale può chiedere di far parte del gruppo degli AMICI DELLA SACRA FAMIGLIA che riunisce gli Zelatori e le Zelatrici della Santa Casa. Essi riceveranno particolari incarichi insieme ad un nostro tesserino d’iscrizione. Per l’invio di corrispondenza e di offerte servirsi del seguente indirizzo: DELEGAZIONE PONTIFICIA - CONGREGAZIONE UNIVERSALE DELLA SANTA CASA 60025 Loreto (AN), Italia - Tel. 071.97.01.04 - Fax 071.97.47.176 - C.C.P. n. 311605 MESSE PERPETUE Iscrivi te stesso e i tuoi familiari alla Congregazione Universale della Santa Casa. Potrai usufruire di vari benefici spirituali, in primo luogo delle messe perpetue: cioè, di una messa celebrata ogni giorno nel santuario della Santa Casa alle ore 8. Puoi iscrivere te stesso o altra persona singola, viva o defunta (offerta € 10,00) Puoi iscrivere la tua famiglia o altre famiglie, per vivi e/o defunti (offerta € 16,00) Invia la tua offerta tramite C.C.P. n. 311605 intestato a: Delegazione Pontificia - Congregazione Universale Santa Casa - 60025 Loreto (AN) oppure tramite bonifico bancario: Banca delle Marche cod. IBAN: IT70O0605537380000000000941 BIC: BAMAIT3A • • Chi intende inviare l’offerta tramite bonifico bancario è pregato di comunicare il proprio recapito tramite lettera, fax o e-mail per consentire una risposta. Per contattarci: tel. 071.970104 - fax 071.9747176 Sito: www.santuarioloreto.it e-mail: [email protected]