Il culto della Madonna di Loreto ad Aversa La penetrazione in Campania del culto per la Madonna di Loreto risale, con molta probabilità, già agli inizi del Trecento, allorquando alcuni pescatori anconetani, venuti a Napoli per commerciare i loro prodotti, fecero conoscere alla gente del posto lo straordinario avvenimento della miracolosa traslazione della Santa Casa di Nazareth nella città di Loreto» tuttavia una chiesa dedicata alla Vergine Lauretana fu fondata a Napoli solamente nella seconda meta del XVI secolo. Da Napoli il culto si diffuse successivamente prima in Campania poi in tutta l’Italia meridionale. Una prima testimonianza cultuale ad Aversa e attestata nel 1583, quando come si rileva da un documento che si conserva nell’Archivio vescovile della città - una confraternita laicale intitolata alla Vergine Lauretana, con sede nella locale chiesa monastica di Sant’Antonio da Padova, fu ufficialmente riconosciuta dalla curia. A testimonianza dell’antico sodalizio - poi scomparso - resta oggi, il bel dipinto cinquecentesco, che adorna il terzo altare della campata destra, il dipinto, attribuito dalle fonti locali al pittore napoletano Giovanni Bussi, altrimenti sconosciuto alla letteratura artistica, raffigura la Traslazione della Santa Casa. Al centro della tavola la Beata Vergine appare seduta sopra un modello della chiesa di Loreto, al centro di un’articolata composizione che la rude affiancata G. Bussi (attr.), Traslazione dai santi Lorenzo e Stefano (riconoscibili per i della Casa Santa, Aversa, rispettivi attributi iconografici), mentre è venerata Chiesa di S. Antonio da alcuni prelati, dal popolo e dai confratelli della congrega. E forse furono gli stessi confratelli di Sant’Antonio a caldeggiare la realizzazione, nell’altra chiesa cittadina dell’Annunziata, dell’analoga pala con la Traslazione della Santa Casa, posta sull’altare della quarta cappella destra. La tavola che ha beneficiato nel passato di un’attribuzione a Girolamo Imparato fu realizzata a tempera da un attardato pittore manierista nei primi decenni del XVII secolo; certamente dopo il 1612, anno in cui fu canonizzato S. Carlo Borromeo, rappresentato in basso a destra mentre in ginocchio venerala Vergine col Bambino che assisa su una raffigurazione delta chiesa domina la composizione. Sull’altro lato è rappresentato san Girolamo, vestito solo di un manto blu che gli lascia scoperto quasi del tutto il torso: tra i due santi si apre uno squarcio che lascia intravedere una veduta di Roma dove ben si distinguono la basilica di San Pietro e Castel Sant’Angelo. Una svolta fondamentale nella propagazione del culto lauretano ad Aversa, si ebbe, a far data dalla fine del secondo decennio del XVII secolo, quando, di ritorno dalla Germania, dove aveva svolto le funzioni di nunzio apostolico presso la corte di Ferdinando II, monsignor Carlo Carafa, che fu vescovo di Aversa dal 1616 al 1644, fermatosi a Loreto per venerare la Vergine Loretana, fece voto di costruire una copia fedele della Santa Casa nel duomo cittadino. Benché di difficile realizzazione l’ardua impresa fu affidata, come ci informa l’Anonimo aversano nella sua «Cronica», a un architetto aversano, Giuseppe di Maio il quale, avvalendosi della collaborazione di anonimi artigiani, riuscì a portare a compimento l‘impresa nel 1630. Con l’edificazione del sacello, che costituisce dal punto di vista strutturale una copia abbastanza conforme all’originale marchigiano, risultando solamente di più piccole proporzioni, il culto e la devozione verso la Vergine Lauretana ebbero naturalmente un nuovo impulso. Per celebrare l’annuale, ricorrenza della Traslazione della Santa Casa fu dapprima istituito un Ottavario, Casa Santa di Loreto, Aversa, Duomo poi fu concessa l’indulgenza plenaria a quanti, confessati e comunicati, avessero visitato il tempietto, investendo pertanto, in tal modo, le celebrazioni aversane delle prerogative giubilari. Nel duomo il culto per la Madonna di Loreto è praticato anche presso un’altra cappella, precisamente nella terza cappella sinistra, dedicata a san Gaetano da Thene, sul cui altare è dato osservare una grande pala settecentesca con la Vergine venerata dai Santi Gaetano e Ranieri, firmate e datate 1717 da Nicola Mercurio. Franco Pezzella