Piano di Lavoro Territoriale
per la promozione di interventi
di conciliazione Vita-Lavoro
sul Territorio della provincia di Milano
Revisione 1.0
Data 28/09/2011
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PIANO di LAVORO TERRITORIALE
per la PROMOZIONE di INTERVENTI
di CONCILIAZIONE VITA e LAVORO
sul TERRITORIO
della PROVINCIA di MILANO
Documento
Rev
Data
Piano di Lavoro
1.0
28 sett 2011
Descrizione modifica:
Preparato:
Verificato:
Direttore Sociale ASL Milano 1
Dr. Giuseppe Calicchio
Direttore Sociale ASL Milano
Dr. Claudio Sileo
Direttore Sociale ASL Milano 2
Dr. Salvatore Tagliata
Data: 27 settembre 2011
Data: 27 settembre 2011
Validato tecnicamente da:
Gruppo tecnico per la predisposizione del Piano di lavoro territoriale
Data: 28 settembre 2011
Approvato, validato ed adottato da:
Tavolo di indirizzo politico-istituzionale
Data: 28 settembre 2011
Entrata in vigore: 1 ottobre 2011
Data: 28 settembre 2011
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INDICE
1. INTRODUZIONE3
2 . PREMESSA METODOLOGICA4
3. CONCILIAZIONE E TERRITORIO: L’ESPERIENZA DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA
DI MILANO4
4. CONTESTO E ANALISI DEI BISOGNI OCCUPAZIONALI DEL TERRITORIO DELLA
PROVINCIA DI MILANO5
5. MODELLO ORGANIZZATIVO IN ATTUAZIONE DEL PIANO TERRITORIALE10
6. LA RETE TERRITORIALE – FILIERA DELLA CONCILIAZIONE11
7. ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE12
8. OBIETTIVI SPECIFICI E AZIONI DEL PIANO DI INTERVENTO TERRITORIALE12
9. ATTIVITÀ DI FORMAZIONE15
10. MONITORAGGIO16
11. RIFERIMENTI NORMATIVI16
12. CRONOPROGRAMMA1
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1. INTRODUZIONE
L’Accordo di collaborazione per la realizzazione della rete territoriale per la Conciliazione di
Milano sottoscritto in data 7 luglio 2011 si propone, tra gli obiettivi, quello di sostenere la costruzione e lo
sviluppo di un sistema di politiche e di azioni volte alla conciliazione famiglia-lavoro, con particolare
attenzione alle esigenze del territorio.
Intende inoltre imprimere un adeguato sviluppo alla valorizzazione della famiglia come soggetto attivo e
come risorsa imprescindibile del welfare, attivando un complesso di azioni e di interventi rivolte a donne e
uomini di diverse generazioni, attraverso la collaborazione tra persone, famiglie, associazioni, mondo del
terzo settore, enti e istituzioni a livello locale, e in particolare con il sistema imprese e le parti sociali.
Regione Lombardia e i soggetti proponenti dell’Accordo intendono collaborare nelle aree di intervento
relative a:
-
armonizzazione della programmazione territoriale per l’integrazione delle politiche di conciliazione;
-
informazione/formazione specifica per realizzare percorsi e processi inclusivi e partecipati;
-
offerta integrata di servizi per migliorare l’accessibilità degli stessi;
-
innovazione organizzativa per introdurre nuove forme di pianificazione del lavoro;
-
comunicazione sul territorio per favorire la conciliazione sia internamente agli enti che esterna,
rivolta ai cittadini.
Le azioni previste sono, in sintesi:
-
creazione di una rete di partner pubblico – privati a livello territoriale;
-
sperimentazione di nuovi modelli di collaborazione per implementare i processi di conciliazione
famiglia – lavoro;
-
implementazione sul territorio delle azioni e degli interventi indicati nella D.G.R. n.381 del
5/08/2010, in particolare implementando Linee guida per la realizzazione della rete territoriale per
la conciliazione.
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2 . PREMESSA METODOLOGICA
La visione strategica che presiede alla definizione del Piano di intervento territoriale relativo alla rete per la
conciliazione sottolinea l’importanza di:
- partire dalle persone e dalle famiglie, valorizzando i soggetti sociali capaci di essere creativi;
- orientare e ottimizzare quello che già si sta facendo in tale prospettiva;
- ricondurre ogni intervento a una logica di relazioni con i soggetti, e non solo di risposta ad un bisogno
specifico;
- ricondurre a unità ciò che è diviso nell’organizzazione territoriale, creando i collegamenti tra i vari
interventi.
La definizione e strutturazione della “rete per la conciliazione” è l’obiettivo iniziale del piano di intervento
territoriale, per porre le basi per l’attivazione e la gestione di processi locali partecipati, per favorire
l’ottimizzazione delle risorse mettendo a sistema le azioni locali, e per la valorizzazione e lo scambio di buone
pratiche.
La definizione del Piano di Lavoro territoriale è quindi il primo step che rende operativo l’Accordo di
Collaborazione e rappresenta lo strumento con cui il territorio assicura la piena realizzazione delle
progettualità e degli adempimenti connessi.
Il documento costituisce una descrizione operativa di quanto validato nel Tavolo di indirizzo politicoistituzionale del 28 settembre 2011 e rappresenta una versione 1.0 a tutti gli effetti, rispetto alla quale il
Tavolo Tecnico si assume l’impegno tecnico ad apportare ulteriori integrazioni e modifiche entro dicembre
2011, anche attraverso proposte di revisione mensile (massimo 3) da sottoporre di volta in volta alla
validazione del Tavolo di indirizzo politico-istituzionale.
3. CONCILIAZIONE E TERRITORIO: L’ESPERIENZA DEL TERRITORIO
DELLA PROVINCIA DI MILANO
La conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare comprende un ambito di intervento ampio e articolato,
coinvolge le regole e le dinamiche del mercato del lavoro, l’organizzazione aziendale, la gestione delle risorse
umane, la divisione dei ruoli all'interno della famiglia, le politiche sociali, l’organizzazione dei servizi di cura
e la cultura dei soggetti coinvolti nei servizi stessi.
Questi i principali aspetti che sono stati affrontati sul territorio della provincia di Milano negli ultimi anni
attraverso una implementazione operativa delle politiche conciliative, che ha tenuto conto della dimensione
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trasversale delle stesse realizzando numerosi interventi che sono entrati nella vita degli individui, delle
famiglie, delle organizzazioni produttive, delle politiche di welfare.
Le misure di conciliazione sono, in questo senso, da intendere come politiche di sviluppo per le dinamiche
che possono attivare a più livelli: il livello aziendale e del lavoro, il sistema dei servizi e la dimensione della
cultura delle persone.
In particolare i progetti e interventi realizzati sul territorio da i soggetti aderenti all’Accordo hanno coinvolto:
-
le aziende, che sono state chiamate a sperimentare forme di flessibilità concordata (orari flessibili,
telelavoro, banca delle ore, nuove formule organizzative del lavoro) e iniziative di formazione al
rientro dalla maternità e paternità;
-
gli enti locali, rispetto a interventi volti ad aumentare la capacità di programmazione delle politiche
di welfare locale, la creazione di servizi e la promozione di politiche temporali (PTO ex lege 28);
-
gli individui, uomini e donne, coinvolti in percorsi formativi ed informativi allo scopo di promuovere
una diversa cultura di condivisione delle responsabilità familiari per la cura di figli e persone
anziane.
In questa direzione le "buone pratiche" realizzate dai soggetti firmatari dell’Accordo hanno ottenuto
l’obiettivo di promuovere e sostenere un legame positivo tra lavoratrici madri e lavoratori padri, e il mondo
del lavoro; inoltre hanno contribuito a sviluppare e consolidare nuovi modelli organizzativi d'impresa, che
non possono prescindere da innovative modalità di gestione del tempo di lavoro e di politiche di
conciliazione.
4. CONTESTO E ANALISI DEI BISOGNI OCCUPAZIONALI DEL TERRITORIO
DELLA PROVINCIA DI MILANO
Il territorio della provincia di Milano si caratterizza per essere una realtà ricca e variegata, con un peso
determinante sia a livello regionale che nazionale.
Esaminando i dati relativi alla popolazione residente, si evidenzia che il totale è di 3.156.694, che
corrisponde circa al 33% di tutta la popolazione residente in Lombardia.
Del totale della popolazione del territorio della provincia di Milano, le donne rappresentano il 52% della
popolazione residente, gli uomini il 48%.
Le tabelle sottostanti descrivono più in particolare la popolazione, suddivisa per genere, fasce di età e per
status civile.
Le tabelle rappresentano i dati disaggregando il Comune di Milano e il resto dei Comuni della Provincia.
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Totale della Popolazione residente al 1° Gennaio 2011 per sesso e classe di età
Fonte: Demo.Istat
Totale della Popolazione residente al 1° Gennaio 2011 per sesso e stato civile
Fonte: Demo.Istat
Il territorio della provincia di Milano si caratterizza per una forte presenza di piccole e medie imprese, con
una netta prevalenza del settore dei servizi.
Unità locali per sezione di attività economica. Italia, Lombardia e provincia di Milano.
Anno 2008
Fonte: Istat, Struttura e dimensione delle unità locali delle imprese
(1) Dal 2008 i settori di attività sono definiti in base al sistema di classificazione ATECO 2007 e quindi non confrontabili con gli anni
precedenti che utilizzavano la classificazione ATECO 2002
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Addetti alle unità locali per sezione di attività economica. Italia, Lombardia e provincia di
Milano. Anno 2008
Fonte: Istat, Struttura e dimensione delle unità locali delle imprese
(1) Dal 2008 i settori di attività sono definiti in base al sistema di classificazione ATECO 2007 e quindi non confrontabili con gli anni
precedenti che utilizzavano la classificazione ATECO 2002
Unità locali per classe di addetti. Italia, Lombardia e province. Anno 2008
Fonte: Istat
Rispetto alla situazione dell’occupazione, nonostante la crisi economica e finanziaria, l’andamento
dell’economia reale non sembra abbia registrato gravi peggioramenti. Ciononostante, si registra un clima
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d’incertezza che influenza negativamente la fiducia delle imprese milanesi e, più in generale, il mercato del
lavoro.
Il tasso di occupazione è diminuito, passando dal 66,9% del 2009 al 66,3% del 2010, mentre il tasso di
disoccupazione è cresciuto dal 5,7% al 5,9 % nel 2010.
Rispetto all’occupazione femminile nel territorio della provincia di Milano si registra una sostanziale
tenuta.
Alle donne viene chiesto di più in termini di titolo di studio per entrare nel mercato del lavoro: circa il 24%
delle donne milanesi che lavorano ha una laurea, percentuale che si ferma al 19,7% per quanto riguarda gli
uomini. Ma viene loro offerto meno in termini contrattuali e reddituali.
Forze lavoro, occupati, persone in cerca di occupazione e tassi di disoccupazione. Milano* e
Lombardia. Anni 2009 - 2010
(Fonte: Istat)
*I valori di Milano comprendono ancora la provincia di Monza e Brianza
Dalle comunicazioni obbligatorie (COB) si rilevano i seguenti dati rispetto agli andamenti del mercato del
lavoro, tenendo come riferimento il primo semestre del 2011:
-
avviamenti: 41,6% sul totale delle movimentazioni;
-
cessazioni: 28,3 %
-
trasformazioni: 9,5%
-
proroghe: 20,6%
Si rileva quindi un maggior numero di assunzioni rispetto alle cessazioni dei contratti.
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Nella crescita complessiva dei contratti stipulati un contributo significativo è dato dal lavoro subordinato, e
una contrazione dei contratti parasubordinati. Sembrano aumentare contestualmente anche la durata dei
contratti.
Per quanto riguarda la Cassa Integrazione Guadagni, invece, nel secondo trimestre 2011 si registra una
diminuzione complessiva delle ore autorizzate del 23,7%, dovuta in particolare al forte calo della gestione
ordinaria (-58,1%) e di quella in deroga (-27,4%), mentre la gestione straordinaria ha manifestato una
crescita del 9,7%.
I dati provvisori disponibili per le liste di mobilità mostrano valori vicino ai 25mila lavoratori coinvolti,
valori di poco inferiori a quelli già elevati degli ultimi trimestri.
(Fonte Nota Informativa Mercato del Lavoro – Osservatorio del Mercato del Lavoro Provincia di Milano –
Primo semestre 2011).
Alcuni dati relativi ai nuclei familiari nella Provincia di Milano:
-
Numero delle famiglia Provincia di Milano: 1.469.888
-
Numero delle convivenze: 1.411
-
Numero medio di componenti per famiglia: 2,14
(Fonte Demo.Istat 2011)
I bambini in età prescolare in provincia di Milano sono oltre 227mila, pari al 5,8% della popolazione
residente, mentre le famiglie dove vive almeno un bambino con meno di sei anni di età sono almeno 133mila,
il 7,5% del totale.
L’andamento demografico e gli stili di vita emergenti hanno delineato le nuove caratteristiche delle famiglie
milanesi: sempre più piccole, ancora di più nel comune di Milano, con 1,9 componenti per famiglia, dove
cresce costantemente il numero di famiglie composte da una persona sola, ormai pari a un terzo del totale.
La popolazione invecchia a un ritmo costante: la percentuale di ultra 65enni è passata dal 17% nel 1999 al
20,5% nel 2009.
Osservazioni di prospettiva.
I dati sopra illustrati sono indicativi di alcuni fenomeni rilevanti rispetto alla popolazione, ai nuclei familiari
e agli andamenti occupazionali.
All’interno delle attività del presente Piano sono previsti approfondimenti ed indagini ad hoc, considerata
anche la molteplicità dei dati e delle fonti (in particolare acquisendo i dati già disponibili relativi alle
dimissioni entro il primo anno di vita da parte delle lavoratrici madri, al congedo parentale dei lavoratori
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padri e all’attuazione delle pari opportunità nelle PMI, e contestualizzando i dati sopra riportati alla sola
provincia di Milano).
La crisi in atto mette a dura prova la tenuta familiare e la propensione alla crescita dei nuclei: dopo quattro
anni il tasso di natalità è oggi in flessione (Fonte: Crescere a Milano - Seconda Relazione Sociale della
Provincia di Milano).
Da quanto indicato, emergono alcune osservazioni di prospettiva da approfondire ulteriormente:
- un bisogno di interventi diversificati e più articolati di conciliazione tra lavoro, impegni familiari e
servizi per l’infanzia e a supporto delle fragilità (anziani e disabili);
- la necessità di progettualità pubbliche che, in una logica di sussidiarietà, promuovano favoriscano e
accompagnino percorsi di conciliazione nel territorio;
- una razionalizzazione e semplificazione delle misure per sostenere in maniera più adeguata le
famiglie;
- l’importanza di una rete di operatori informati e strutturati in maniera organica, in grado di dare il
giusto supporto, tanto alle famiglie quanto alle imprese;
- in particolare, per le imprese la necessità di rafforzare la rete di informazione, formazione e
accompagnamento,
- più in generale, la promozione del tema della conciliazione, come investimento culturale e di sviluppo
sociale, coinvolgendo a più livelli i soggetti interessati in modo da generare maggiore sensibilità ed
interesse;
- avviare interventi e progetti, valorizzando anche le esperienze già realizzate sul territorio, con ricadute
positive per i beneficiari finali, siano essi famiglie che imprese e i loro lavoratori.
5.
MODELLO
TERRITORIALE
ORGANIZZATIVO
IN
ATTUAZIONE
DEL
PIANO
Gli organismi di gestione del Piano territoriale della conciliazione come definito nell’Accordo sono i seguenti:
la Cabina di regia, a livello regionale, è composta da Direzione Famiglia, Conciliazione, Integrazione e
Solidarietà Sociale, Direzioni regionali competenti (area sociale), Consigliera Regionale di Parità,
Unioncamere Lombardia, ANCI e UPL. Ha funzione di supporto per la definizione di linee di indirizzo, di
programmazione e di verifica sull’attuazione delle politiche territoriali. La Cabina di Regia è presieduta da
Regione Lombardia che convoca congiuntamente tutti i componenti.
Il Tavolo di indirizzo politico/istituzionale, a livello territoriale , è unico per i tre territori e vede la
partecipazione dei rappresentanti politici degli enti promotori dell’Accordo. Ha funzioni di indirizzo,
programmazione e verifica sull’attuazione dei progetti.
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Il Tavolo di indirizzo è presieduto da Regione Lombardia, che convoca periodicamente attraverso lo STER
della Provincia di Milano le riunioni ed eventualmente ulteriori enti aderenti.
Il Soggetto capofila dell’Accordo è individuato nelle tre ASL (Asl Milano, Milano 1 e Milano 2); in
particolare l’ASL MILANO 1 è individuata tra queste con le funzioni di:
-
coordinamento degli interventi attivati;
-
verifica puntuale della programmazione e dell’avanzamento degli interventi;
-
organizzazione degli incontri dei tavoli istituzionali e tecnici, nonché raccordo tra gli stessi;
-
coordinamento delle attività di mappatura dei servizi per la conciliazione;
Il Soggetto capofila individua un Facilitatore delle politiche di conciliazione famiglia-lavoro sul
territorio, quale figura di supporto e raccordo tecnico permanente per la durata dell’Accordo tra le ASL e tra
queste e il Tavolo tecnico - dei cui lavori sarà coordinatore.
6. LA RETE TERRITORIALE – FILIERA DELLA CONCILIAZIONE
La Rete per la conciliazione è costituita da quei soggetti del territorio (istituzioni, parti sociali, privato sociale,
portatori di interesse) che riconoscono come necessaria e strategica la diffusione nel territorio di una cultura
orientata alla conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro, con un’ottica particolare alla promozione delle pari
opportunità tra i generi ed un’attenzione specifica alle famiglie.
La Rete per la conciliazione rappresenta, inoltre, un importante strumento per il territorio per sperimentare
una modalità di progettazione condivisa e partecipata che coinvolge un ampio spettro di attori locali, in grado
di orientare le politiche attive del lavoro, il welfare locale, le politiche di sviluppo del territorio.
Per i soggetti coinvolti, la Rete per la conciliazione si configura come un’opportunità per valorizzare e
rendere visibili esperienze, best practices, servizi a supporto della conciliazione.
La Rete è altresì un importante spazio di confronto, formazione e informazione, indispensabile per “mettere
a sistema” le iniziative territoriali e promuoverne lo sviluppo e la moltiplicazione dei risultati.
Di seguito alcune tra le attività propedeutiche alla creazione ed istituzione della rete territoriale – Filiera
della Conciliazione:
-
ricognizione puntuale delle banche dati o di eventuali altre risorse informative che in un’ottica di
integrazione possono concorrere alla strutturazione della mappatura degli attori del territorio;
-
mappatura e analisi delle attività specifiche degli sportelli di assistenza sul territorio, presso gli enti
promotori dell’Accordo, che svolgono attività di accompagnamento e sostegno al cittadino e alla famiglia
in risposta ai diversi bisogni di conciliazione dei tempi;
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-
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individuazione dei contatti e delle relazioni esistenti tra i soggetti promotori e ulteriori soggetti che sul
territorio sostengono e promuovono le politiche di conciliazione allo scopo di definire la Filiera della
Conciliazione di soggetti pubblici, privati e del privato sociale.
-
definizione delle modalità di integrazione e di strutturazione delle informazioni già disponibili, sia dal
punto di vista tecnico e informativo che promozionale.
7. ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE
Al fine di contribuire all’ottimizzazione del dialogo tra le istituzioni, gli enti locali, le parti sociali e gli
operatori e di aumentare il livello di consapevolezza dei cittadini del territorio, le iniziative di comunicazione
ed informazione si concentreranno sul:
-
favorire la massima visibilità dei risultati raggiunti grazie alle attività realizzate e finanziate nell’ambito
del presente Piano Territoriale;
-
favorire lo scambio delle iniziative d’eccellenza in ambito progettuale affermatesi negli anni passati e che
hanno visto il coinvolgimento degli enti firmatari dell’Accordo territoriale;
-
offrire un servizio di informazione e orientamento per favorire la conoscenza dei meccanismi di accesso
agli strumenti di conoscenza e sviluppo resi disponibili attraverso la Filiera della Conciliazione.
Il Soggetto capofila (le 3 ASL), con il supporto degli enti promotori, opererà quindi per garantire una
comunicazione integrata e coordinata, utilizzando i diversi strumenti a disposizione affinché le iniziative
messe in atto vengano adeguatamente diffuse e raggiungano gli interessati, ed inoltre per generare un
dialogo sociale efficace tra imprese, famiglie e pubbliche amministrazioni.
Si avvierà inoltre una campagna promozionale attraverso:
-
individuazione di punti informativi presso le ASL/soggetti promotori;
-
organizzazione di workshop, tavole rotonde ed incontri al fine di sensibilizzare i target coinvolti;
-
partecipazione a convegni e seminari con speech/relazioni/interventi ad hoc di illustrazione del percorso
attuato sul territorio;
-
progettazione e realizzazione di stampati: opuscoli e locandine;
-
definizione di supporti multimediali: portale in uso e indirizzo e-mail dedicato.
8. OBIETTIVI SPECIFICI
TERRITORIALE
E
AZIONI
DEL
Gli obiettivi specifici individuati all’interno del Piano sono i seguenti:
a) Creazione della Rete territoriale per la conciliazione vita e lavoro;
b) Analisi della domanda ed individuazione delle priorità territoriali;
PIANO
DI
INTERVENTO
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c) Attività di coordinamento e potenziamento dei servizi di informazione e consulenza per le imprese e i
cittadini;
d) Mappatura della filiera dei servizi di conciliazione vita e lavoro ;
e) Sperimentazione di azioni innovative finalizzate all’implementazione della dote conciliazione famiglialavoro;
e) Individuazione di percorsi informativi, formativi e di accompagnamento per le PMI;
f) Attività di fund raising e modelli di integrazione delle risorse.
Segue una tabella che declina le azioni da realizzare per ciascun obiettivo specifico:
OBIETTIVI
AZIONI
a) Creazione della rete territoriale – Filiera della
1) ricognizione puntuale delle banche dati e altre
conciliazione vita e lavoro
risorse informative da mettere a sistema
2) mappatura e analisi delle attività specifiche degli
sportelli di assistenza sul territorio;
3) integrazione e strutturazione delle informazioni
già disponibili, sia dal punto di vista tecnico e
informativo che promozionale.
4) proposta di modalità organizzative della rete sul
territorio.
b) Analisi della domanda e individuazione delle
1) mappatura delle progettualità esistenti sul
priorità territoriali
territorio;
2) analisi degli stessi con l’obiettivo di identificare
le
migliori
prassi
e
modalità
organizzative/gestionali già in essere;
2) valutazione degli esiti degli interventi realizzati
sulla base di indicatori quantitativi e qualitativi;
2) analisi dei target di riferimento delle politiche di
conciliazione.
c) Attività di coordinamento e potenziamento dei
1) coordinamento e potenziamento dei servizi di
servizi di informazione e consulenza per le imprese
sportelli informativi già presenti sul territorio;
e i cittadini
2) attività di formazione/ informazione per lo staff
interno degli enti/associazioni preposti al rapporto
con imprese e cittadini.
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OBIETTIVI
d)
Mappatura
della
filiera
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AZIONI
dei
servizi
di
conciliazione vita e lavoro presenti sul territorio
1) definire lo strumento che consenta di mappare la
filiera territoriale della conciliazione;
2) individuazione degli attori, attuali o potenziali, in
grado
di
erogare
servizi
a
supporto
della
Conciliazione famiglia-lavoro, attraverso attività di
divulgazione e promozione;
3) gestione ed aggiornamento della banca dati dei
soggetti prestatori di servizi per la conciliazione.
e) Sperimentazione di azioni innovative finalizzate
1)
all’implementazione
innovativo da avviare alla sperimentazione;
della
dote
conciliazione
famiglia-lavoro
Individuazione
delle
azioni
con
carattere
2) Individuazione degli attori attuali e potenziali in
grado
di
erogare
servizi
a
supporto
della
conciliazione famiglia-lavoro;
3) Definizione di indicatori di processo e di esito
per la valutazione della sperimentazione.
f) Individuazione di percorsi informativi, formativi
1) realizzazione di un piano comunicazione e
e di accompagnamento per le PMI
promozione definito per diversi target di soggetti
coinvolti;
2) organizzazione di eventi pubblici;
3)
valorizzazione
di
buone
pratiche
di
responsabilità sociale in tema di conciliazione;
4) organizzazione di percorsi formativi rivolti alle
Istituzioni,
associazioni
di
categoria,
ordini
professionali, rappresentanze sindacali e imprese;
5) attività di accompagnamento per le PMI per
potenziare capacità di progettazione in riferimento
a bandi/opportunità di Regione Lombardia o di
altri soggetti.
g) Attività di fund raising e modelli di integrazione
1) attività di fund raising funzionali a catalizzare le
delle risorse
risorse di altri soggetti a livello regionale, nazionale
ed internazionale;
2) proposta di modelli di integrazione di risorse su
politiche di conciliazione attraverso modelli di
gestione ed attuazione condivisi.
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OBIETTIVI
h) Linee di intervento
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AZIONI
1) attivazione progetti/iniziative per gli utenti finali
Nell’ambito degli obiettivi e delle azioni sopra descritte si valuterà la fattibilità e realizzazione di alcune
ipotesi di azioni di dettaglio emerse nell’ambito del Tavolo Tecnico, come suggerite e proposte da i diversi
soggetti aderenti all’Accordo:
-
sportello di consulenza per le aziende, da rivolgere anche alla progettazione sui vari
bandi esistenti in tema di conciliazione (Provincia di Milano, Comune Milano,
CCIAA, Consigliera di Parità);
-
valorizzazione dei servizi di informazione e consulenza già presenti sul territorio
rivolti alle donne e agli uomini su conciliazione, congedo parentale e altro
(Provincia di Milano);
-
esperienze di utilizzo di voucher o ticket (Regione Lombardia, CCIAA);
-
guida alla conciliazione per le imprese e gli Enti Pubblici (CCIAA);.
-
Promozione della figura del commesso jolly per il settore dei commercianti
(Comune Milano);
-
sperimentazioni finalizzate a dare maggiore visibilità a quei servizi nati dalle
associazioni di mamme in rete (Comune Milano);
-
forme di conciliazione per i volontari (Comune Milano);
-
sistema di sensibilizzazione delle imprese relativamente ai benefici del part-time e
promozione dell’utilizzo dei congedi parentali per i padri (Consigliera di Parità);
-
tavoli territoriali e di settore relativi alla conciliazione, da cui far emergere soluzioni
concrete in particolare all’elevato numero di dimissioni tra le donne lavoratrici a
seguito della nascita del primo figlio (Consigliera di Parità).
9. ATTIVITÀ DI FORMAZIONE
Il Piano prevede livelli diversificati di formazione, sulla base del target e degli obiettivi da raggiungere,
per consentire a tutti i soggetti coinvolti negli interventi, siano essi promotori, esecutori o destinatari, di
comprendere gli obiettivi del Piano, di condividerli e attuare comportamenti o assumere decisioni coerenti.
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- Livello strategico: formazione ai componenti del Tavolo di Indirizzo Politico Istituzionale per supportare il
processo decisionale e la progettazione/realizzazione degli interventi;
- Livello gestionale: formazione agli operatori delle ASL e degli altri soggetti promotori al fine di attuare gli
ambiti specifici del Piano quali la strutturazione e implementazione della Filiera, creazione e gestione dei
punti informativi, etc;
- formazione trasversale: formazione/informazione agli operatori locali (decision maker, leader, operatori…)
per acquisire le nozioni generali legate al tema della conciliazione famiglia-lavoro oltre che le coordinate
metodologiche.
10. MONITORAGGIO
La funzione di monitoraggio e verifica verrà governata come esplicitato nell’art.7 dell’Accordo, attraverso
indicatori relativi a:
-
qualità del processo di conciliazione territoriale avviato riguardante il livello di partecipazione (numero
di Enti aderenti) e grado di soddisfazione dei soggetti aderenti al progetto (customer satisfaction);
-
analisi quantitativa degli interventi attivati e realizzati;
-
analisi quantitativa dei destinatari raggiunti;
-
valutazione circa il grado di innovatività degli interventi attivati e realizzati;
-
valutazione circa la sostenibilità del progetto a conclusione della sperimentazione.
11. RIFERIMENTI NORMATIVI

La legge n. 53 08/03/2000 “Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il
diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi della città”;

Il Decreto del Ministero delle Pari Opportunità del 12/05/2009 per la realizzazione di “un sistema di
interventi per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro” e in particolare il capo VII
“Tempi della città” e l’articolo 9 “Misure a sostegno della flessibilità di orario”;

La legge regionale n. 23 del 06/12/1999 “Politiche regionali per la famiglia”;

La legge regionale 28/09/2006 n.22 “Il mercato del lavoro in Lombardia”;
Revisione 1.0
Data 28/09/2011

Piano di Lavoro Territoriale
per la promozione di interventi
di conciliazione Vita-Lavoro
sul Territorio della provincia di Milano
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La D.G.R. n.381 del 5/08/2010 “Determinazione in ordine al recepimento e all’attuazione dell’Intesa
sottoscritta il 29/04/2010 tra Governo, Regioni, Province autonome di Trento e Bolzano, ANCI, UPI
e UNCEM per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro;

La D.G.R. n. IX/1576 del 20/04/2011 “Determinazioni in ordine all’attuazione del Piano regionale
per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro – ex D.G.R. 381/2010.
Piano di Lavoro Territoriale
per la promozione di interventi
di conciliazione Vita-Lavoro
sul Territorio della provincia di Milano
Revisione 1.0
Data 28/09/2011
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2.CRONOPROGRAMMA
2011
T IM IN G
o tt
no v
a . C re a z i o n e re t e t e rr i to r i a le - Fi l i e ra c o n c i l ia z i o n e
a . 1 R i cog ni z io n e B D
a . 2 M ap pa tu r a sp or te l l i es is ten ti
a . 3 Integ r az io n e / str uttu ra z io ne i nfo r m az i oni
a . 4 M o da li tà or g ani z z a tiv e d el la r e te e c o sti tuz io ne
b . A n a li s i d o m a n d a
b . 1 M app atur a pr og ettua li tà
b . 2 Ide n tif ic az io ne b u o ne p r ass i
b . 3 Va lu taz io ne e si ti e d efi n i z io ne i nd ic a tor i
b . 4 A n al is i d ei ta r get/ p r io r ità
c . A t t i v i t à di c o o r d in a m e n t o e p o t e n z i a m e n to de i s e r vi z i d i i n fo rm a z i o n e e c o n s u l e n za pe r l e i m p re s e e i c i t t ad i n i
c . 1 coo r d i na m e n to e p o ten z i am e nto d ei ser v i z i di spo r tell i i nf or m a ti v i gi à p r es e nti su l ter r ito r io
c . 2 A ttiv ità d i fo r m az i one / i nfor m az io ne p er l o staf f in te r n o d eg li enti / as so ci az io ni pr ep o s ti al r a pp or to c on
i m p r ese e ci tta di ni .
d . F i li e r a s er v iz i
d . 1 D ef in iz io ne s tr um e nto d i r i le va z i on e
d . 2 Ind iv id ua z i on e er o ga to r i d ei s er v iz i
d . 3 G e sti one / a ggi or n am e n to b an ca d ati
e . S p e r i m e n t a z io n e d i a z i o n i i nn o v a t i ve f i n a li z z a t e a l l ’ im pl e m e n t a z i o n e d e ll a d o t e c o n c i l ia z i o n e fa m i g l i a - l a v o r o
e . 1 In di vi du az i o ne del l e az i o ni co n ca r atter e i n n ov ati vo da a vv ia r e al l a sp er i m e n ta z io ne
e . 2 Ind iv id ua z i on e de gl i a tto r i a ttu al i e p oten z i al i i n g r ado d i er og ar e s e r v iz i
e . 3 D e fi ni z i on e di in d i ca to r i d i pr o ces so e di e s ito p e r la va lu ta z io ne d e l la spe r im e n ta z i on e
f . Ind i v i d u a zi o n e d i p e rc o r s i in f o rm a t i v i, f o rm a t i vi e d i a c c o m p a g n a m e n t o p e r l e P M I
f. 1 r e al iz z az io n e d i u n pi an o co m u n ic az io ne e pr o m o z i one
f. 2 or ga ni z z a z i on e d i ev en ti pu bb li ci
f. 3 va lo r iz z a z io ne d i b uon e pr a tic he d i r es po n s abi l ità s oci a l e
f. 4 o rg an iz z az io ne d i p er co r si for m a ti v i r i vo lti a ll e Is ti tuz io ni , a ss oci az i oni di ca te go r ia , or d in i p ro fes s i on al i,
…
f. 5 a ttiv ità d i a cc om p agn am ento p er l e P M I pe r pote nz ia r e ca pa c i tà di pr og ettaz io n e
g . A t t i v i t à di f u n d r a i s i n g e m o d e ll i d i i n t e g ra z i o n e d e ll e r i s o rs e
g . 1 attiv ità di fu nd ra is in g fu nz io na li a ca tal iz z a r e l e r is or se di al tr i so gg e tti a l iv el l o r eg io n al e, na z i on al e ed
i nte r naz i ona le
g . 2 pr o p o sta d i m o de l l i di in tegr a z i on e d i r is or s e
h . Li n e e d i i n te r v en t o
h . 1 attiv a z i one pr og etti/ in iz i ativ e pe r gl i ute nti f in al i
F u n z io n i d i P r o j e c t M a n a g e m e n t d el P i a n o t e r ri t o ri a l e
P r ogr a m m a z i on e/ l i nee di i nd ir i z z o
C o o r di na m ento
M o ni tor a g gi in te r m ed i
V a l utaz i o n e fin al e
2012
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2013
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PIANO di LAVORO TERRITORIALE per la PROMOZIONE di