Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl CAPITOLO 1 LA NATURA DELLA CONTABILITA’ DIREZIONALE Approach This chapter is intended as an introduction to the topic of management accounting. The amount of technical material in the chapter is not great, so probably not much class discussion of the text itself is required. The classification of management accounting information is intended to lessen the confusion that arises because different cost constructions are used for different purposes. We suggest that the threefold distinction be emphasized here, and that it be repeated often in subsequent chapters. Problema 1.1 Andersi SpA Il report: (1) contiene informazioni non monetarie (sul numero di commesse e sul numero di gg. uomo utilizzati), (2) contiene informazioni sul futuro (“programmate”) e non solo consuntive (cioè sul passato), (3) è opzionale (non e richiesto dal codice civile e/o dai principi contabili e non è necessario per redigere il bilancio), (4) focalizza una porzione dell’impresa (il reparto servizi), (5) ha un’enfasi inferiore sulla precisione (i valori sono arrotondati all’unità), e (6) non rappresenta un fine in sé (è utile solo nella misura in cui il management lo utilizza proficuamente). Nota: Se il docente lo ritenesse opportuno, potrebbe chiedere agli studenti di discutere i valori per interpretare la performance del reparto. Senza alcun background gli studenti possono individuare questioni legate al volume produttivo, alle difficoltà di adeguare il costo del lavoro al volume e all’aumento del costo del lavoro. Problema 1.2 Patrioti Acciai 1 . (1) Configurazione di costo differenziale (4) Configurazione di costo pieno (2) Configurazione di costo pieno (3) Configurazione di costo per CdR (5) Configurazione di costo differenziale (6) Configurazione di costo per CdR 2. ............................................................................................................................................................................. on quantitative, non contabili, operative, di bilancio (il docente può ampliare la discussione aggiungendo specificità). Problema 1.3 Piccolo Comune 1 . (1) Configurazione di costo pieno (4) Configurazione di costo per CdR (2) Configurazione di costo differenziale (3) Configurazione di costo pieno (5) Configurazione di costo differenziale (4) Configurazione di costo per CdR 2. Non quantitative, non contabili, operative, di bilancio 1 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Problema 1.4 Banca di Romagna 1. La domanda importante sembra essere: perché il responsabile della filiale non è risuscito a raggiungere gli obiettivi programmati in termini di contatti preliminari con potenziali clienti? E’ questo il motivo principale che spiega l’incapacità di conseguire gli obiettivi riguardanti l’apertura di nuovi conti corrente e ottenere i volumi di deposito programmati? 2. E’ possibile attribuire al risparmio in pubblicità il fallimento nel conseguire la crescita programmata in termini di nuove aperture di conto corrente e di volume dei depositi? 3. Il risparmio di € 2.200 in stipendi e salari è forse la conseguenza di avere avuto a disposizione nel periodo un dipendente in meno dell’organico necessario? Se così, potrebbe essere stato questo il motivo che ha negato al manager il raggiungimento dei valori programmati? 4. Perché i ricavi sono stati più bassi del previsto? 5. Il responsabile della filiale ha posto maggiore enfasi sui prestiti piuttosto che sulla raccolta? Nota: Il responsabile della filiale dovrebbe preoccuparsi della sua performance. Lo scostamento positivo di reddito (€1.836), infatti, è riconducibile al risparmio di € 2.200 al più basso costo del lavoro, non a una migliore efficacia sull’esterno che è invece peggiorata. Perché non è riuscito a raggiungere i target programmati di nuove aperture di conti corrente e di volume dei depositi? 2 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl CAPITOLO 2 LA CLASSIFICAZIONE DEI COSTI IN FUNZIONE DEL LORO COMPORTAMENTO Approach We are retaining our approach of putting all C-V-P topics in a single chapter because apparently many schools’ marketing and management accounting core courses start simultaneously, and marketing likes to have break-even analysis covered early in the management accounting course. Also, if there are students in the course with work experience or, in the case of MBA courses, with some undergraduate cost accounting background, they will want to raise right away the more detailed and subtle cost behavior issues. Nevertheless, we have structured the chapter so that instructors wishing to retain the earlier editions' approach can do so simply by assigning only the sections preceding ''Cost Assumptions" initially; then the rest of the chapter can be assigned just before Chapter 14. One of the common sources of confusion about fixed costs and variable costs is the fact that fixed costs are fixed in total but vary per unit, whereas variable costs vary in total, but are fixed per unit. It is important, therefore, that the discussion always be clear as to whether the context is total cost or unit cost. When talking about unit costs, I try to remember always to precede "fixed" with the adjective average. The text takes the view that items of cost can be classified as essentially fixed, variable, semivariable, or step-function, and that semivariable costs can be classified into fixed and variable components. Students who wish to nitpick can point out items of cost for which these simple linear relationships do not hold, even within a relevant range, but the importance of these items should be played down. In practice, it is often sufficiently accurate to use only the fixed/variable dichotomy, especially for time horizons of a year or less. The student should not get the impression that the linear relationships described in the chapter are a gross oversimplification; they in fact fit many real-life situations within relevant (i.e., normal operating) ranges. Problema 2.1 Corso di formazione A = Costi fissi; B = variabili; C = semivariabili; D = a gradino Materiali diretti: variabili (determinante del costo o driver: il numero di allievi) Ammortamento: fissi (non variano con il numero di allievi) Cianografie e manuali: semivariabili Utilities: semivariabili (la componente variabile cresce con il numero di allievi) Problema 2.2 Libreria Domanda 1 Costo di un libro usato: variabile Stipendi prime due persone: fisso Stipendio terza persona: semivariabile Locazione: fisso Riscaldamento: fisso 3 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Costo di un libro nuovo: variabile Domanda 2: Il costo di un libro nuovo è: €30/1,25 = €24. Il costo di un “libro medio” o “libro equivalente” assumendo l’ipotesi fatta di mix di vendita è dunque: 24 x 0,7 + 7 x 0,3 = 16,8 + 2,1 = €18,9 mentre il prezzo medio unitario di vendita è: 30 x 0,7 + 10 x 0,3 = 27 € Il costo variabile unitario totale è pertanto: 18,9 + 0,1 = € 19,0/libro I costi fissi sono: 1.000 + 1.500 x 2 + 3.000 + 500 = 7.500 Si ha, pertanto (nell’ipotesi di mix di vendita qui assunta): Costi totali = 7.500 + 19 x numero di libri venduti Nel caso più generale (non conoscendo cioè il mix di vendita) l’equazione è invece: Costi totali = 7.500 + 24 x numero di libri nuovi venduti + 7 x numero di libri usati venduti + 0,1 x (numero libri totali venduti) Domanda 3: Nel caso del mix di vendita ipotizzato si ha: Reddito operativo = Ricavi totali – Costi totali, ove: Ricavi totali = 27 x numero totale libri venduti Costi totali (sopra calcolati) = 7.500 + 19 x numero di libri equivalenti venduti Nel caso più generale si ha invece: Ricavi totali = 30 x numero libri nuovi venduti + 10 x numero libri usati venduti Costi totali (sopra calcolati) = 7.500 + 24 x numero di libri nuovi venduti + 7 x numero di libri usati venduti + 0,1 x (numero libri totali venduti) 4 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl CAPITOLO 3 IL MARGINE DI CONTRIBUZIONE E LE RELAZIONI FRA REDDITO E VOLUME Problema 3.1 Doyle Candy Srl 1. ....................................................................................................................................................................... olume di pareggio = Costi fissi /Margine unitario di contribuzione = €1.056.000 / (€9,60 - €5,76) = €1.056.000 / €3,84 = 275.000 scatole 2. ....................................................................................................................................................................... argine di contribuzione % attuale = €3,84 / €9,60 = 40%. In generale, indicando con MCP il margine percentuale di contribuzione, con CVU il costo variabile unitario di produzione e con PV il prezzo di vendita si ha: MCP = PV − CVU PV dunque: PV = CVU 1− MCP Con un incremento del 15% dei costi variabili di produzione (da 4,8 a 5,52) si ha un costo variabile complessivo di €6,48 e quindi: PV = € 6.48 € 6.48 = = € 10,80 1− 0, 40 0, 60 3. ....................................................................................................................................................................... onto economico di previsione: Ricavi (390.000 x 9,60) .................................................................€3.744.000 Costi variabili (390.000 x €5,76) ................................................... 2.246.400 Margine di contribuzione ............................................................... 1.497.600 Costi fissi ....................................................................................... 1.056.000 Reddito ante imposte...................................................................... 441.600 Imposte (40%)................................................................................ 176.640 Reddito netto..................................................................................€ 264.960 4. ....................................................................................................................................................................... ndicando con X le quantità vendute e con CF i costi fissi si ha: 5 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Reddito ante imposte = (PV - CVU) x X - CF. Nel caso nostro: 441.600 €3,12 x X X Ricavi = = = = (€9,60 – 6,48) x X – 1.056.000 €1.497.600 480.000 scatole 480.000 @ €9.60 = €4.608.000 Si osservi che fintantoché l’aliquota d’imposta sul reddito rimane costante il suo valore è inessenziale per rispondere alla domanda. 6 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Problema 3.2 San Giacomo Salumi Dati di input: Capacità produttiva giornaliera (q.li/g.) Giorni lavorativi in un anno Q.li /anno di mortadella venduti Potenziale di mercato dei wurstel (q.li/anno) Incremento potenzialità max impianto con straordinario (%) Costi fissi totali (€) Mortadella: Prezzo unitario di vendita al Kg (€) Costo variabile unitario al Kg (€) 30 220 4.000 5.000 10% 750.000 5,00 3,00 Wurstel: Prezzo unitario di vendita al Kg (€) Costo variabile unitario al Kg (€) Incremento costo variabile unitario wurstel sopra 2600 q.li (€/kg) Costi fissi incrementali annui per la produzione dei wurstel (€) 3,50 2,50 0,25 300.000 Calcoli: Utile con sola mortadella: MdC unitario mortadella (€/kg) MdC totale (€) (2 x 4000 x 100) Utile con sola mortadella (€) (800000 - 750000) 2,00 800.000 50.000 Capacità annua senza straordinario (q.li) (30 x 220) Incremento max capacità con straordinario (q.li/anno) (6600 x 0,1) Utilità di produrre wurstel: MdC unitario wurstel senza straordinario (€/kg) MdC wurstel primi 2600 (q.li) (6600 - 4000) x 100 x 1) MdC unitario wurstel con straordinario (€/kg) MdC ulteriore necessario al pareggio (€) (300000 - 260000) Q.li ulteriori di wurstel necessari per il pareggio (40000/(0,75 x100) Q.li totali di wurstel per il pareggio (6600 - 4000 + 533) Q.tà di wurstel che massimizza il reddito dell'impresa (q.li) MdC con 3260 q.li di wurstel (260000+660 x 0,75 x 100) Costi fissi incrementali annui per la produzione dei wurstel (€) Utile differenziale wurstel Utile max azienda 6.600 660 1,00 260.000 0,75 40.000 533 3.133 3.260 309.500 300.000 9.500 59.500 6600 x (pr - 3) x 100 + 660 x (pr -3,25) x 100 - 750000 - 59500 = Prezzo di vendita della mortadella per l'indifferenza Riduzione % del prezzo di vendita della mortadella (5 - 4,23)/5 x 100 0 4,23 15,5% MdC prodotto equivalente (senza straordinario): Volume % mortadella Volume % wurstel MdC prodotto equivalente (2 x 60 /100 + 1 x 40 /100) Punto di pareggio (q.li) ((750000 + 300000)/(1,6 x 100) 60 40 1,60 6.563 7 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Problema 3.3 Pizzeria di Roberto Vecchi 1. ............................................................................................................................................................................. ssumendo che il costo del venduto sia il solo elemento di costo variabile si ha: Volume di pareggio = = Costi fissi = 25.035 pizze margine unitario di contribuzione €241,360 − €92,400 €148,960 = €5.95 €8.50 − €2.55* * €308.000 / €8,50 = 36.235 pizze: €92.400 / 36.235 = €2,55 di costi variabili per pizza. 2. ............................................................................................................................................................................. osti fissi finanziari = Costi fissi totali - ammortamento = €148.960 - (€16.000 + €8.000) = €124.960. Il punto di pareggio finanziario è pertanto €124.960 ÷ €5,95 = 21.001 pizze. Tuttavia, volendo essere più precisi, è possibile tenere conto anche del beneficio fiscale degli ammortamenti. In altri termini, fra i flussi di cassa è possibile considerare anche quello derivante da un eventuale recupero a tassazione, dunque minori imposte da pagare (anche se in realtà questo flusso produce i suoi benefici nell’anno successivo a quello della perdita). Per il pareggio finanziario è necessario che il MdC totale (flusso in entrata) + il recupero a tassazione derivante dalla perdita (minore esborso dunque equivalente a un flusso in entrata) sia pari all’esborso per costi fissi finanziari (€124.960). Indicando con X il volume di pareggio finanziario, con CFT i costi fissi totali, con CFF quelli finanziari e con AMM l’ammortamento si ha pertanto: X × 5,95 + (5,95 × X – CFT) × 0,3 = CFF e quindi: X × 5,95 + (5,95 × X – (CFF + AMM)) × 0,3 = CFF da cui: X × 5,95 × (1-0,3) + (CFF + AMM) × 0,3 = CFF sicché: X × 4.165 = 80.272, da cui X = 19.272 pizze. In corrispondenza a tale volume di vendita il conto economico è, infatti, il seguente: Ricavi CdV MdC Costi fissi finanziari Ammortamento Risultato ante imposte Recupero a tassazione 163820 49146 114674 124960 24000 -34286 10286 MdC + recupero a tassazione Costi fissi finanziari 124960 124960 8 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl E’ da rilevare che un volume di produzione di 19.272 pizze consente il pareggio finanziario solo nell’ipotesi che l’azienda realizzi nell’esercizio successivo un reddito pari almeno a €34.286 in modo da rendere possibile il recupero a tassazione dei €10.286. Produrre stabilmente 19.272 pizze genererebbe invece una differenza fra esborsi e incassi di €10.286. 3. ............................................................................................................................................................................. l flusso di cassa derivante dallo svolgimento delle attività (denominato flusso di cassa della gestione corrente) è pari al reddito netto + gli ammortamenti + eventuali altri costi non finanziari +/- la variazione del capitale circolante. In questo caso non ci sono informazioni sui crediti, sulle rimanenze e sul debito verso fornitori (la pizzeria incassa i ricavi per contante; le rimanenze di magazzino e il debito verso fornitori appaiono trascurabili) sicché l’ammortamento è la sola rettifica da fare per passare dal reddito al flusso di cassa. Tale flusso è dunque pari a €46.648 + €24.000 = €70.648, valore che consente a Roberto Vecchi un prelievo €14.400 a uso personale rimanendo una cassa di €56.248 (€70.648 - € 14.400). 4. ............................................................................................................................................................................. l modo più semplice di affrontare il problema è considerare l’obiettivo di reddito ante imposte come un costo fisso. Poiché l’obiettivo di reddito netto è €60.000, allora il reddito ante imposte è €60.000 ÷ 70% = €85.713. Aggiungendo questo importo a €148.960 di costi fissi si ha un totale di €234.673. Il volume richiesto di pizze è pertanto €234.673 / €5,95 = 39.441 pizze. 5. ............................................................................................................................................................................. olti dei costi sono fissi. Occorre pertanto conseguire un alto volume di vendita prima di iniziare a produrre reddito. Una volta che questa condizione sia stata raggiunta (punto di pareggio) ogni unità venduta contribuisce al profitto con un contributo di €5,95, producendo cambiamenti di reddito percentualmente alti perché il reddito in corrispondenza del punto di pareggio è zero, mentre l’aumento (per ogni nuova pizza venduta) di €8,50 dei ricavi è piccolo in proporzione ai ricavi corrispondenti al punto di pareggio a causa dell’alto volume dei ricavi necessario al pareggio. 6. ............................................................................................................................................................................. l flusso di cassa della gestione corrente eccede di €24.000 il reddito poiché l’ammortamento (un costo che riduce il reddito) è un costo non finanziario, che non produce cioè alcun esborso. 9 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl CAPITOLO 4 I COSTI PIENI E IL LORO IMPIEGO This chapter introduces the general concept of cost and describes, in a preliminary way, methods of recording costs in an accounting system. Some of the problems that many students seem to have are: 1. Students think that there is such a thing as "the" cost. They don't realize that the measurement of cost always relates to some specific cost object, and that what is an item of cost for one cost object may not be at all relevant for another cost object. As one way of overcoming this misconception, we have emphasized the idea of "cost object" from the outset. 2. Students think in terms of product costs. This is because in financial accounting the students' principal contact with "cost" was in connection with measuring inventory cost and cost of goods sold. They therefore fail to appreciate that products (literally "goods") are only one of a number of possible cost objects. They think, for example, that direct material and direct labor are always relevant costs, and that the word "direct" means that the material and labor are directly associated with the product, whereas for certain cost objects (e.g., advertising), direct material and direct labor are inappropriate terms. Furthermore, an item of cost may be direct to a certain cost object, such as the cost of a department or responsibility center, even though the item is indirect with respect to a product manufactured in that responsibility center. It is true that we do focus on product costs in Chapters 4 and 5, but the definitions and statements are made broad enough so that they can be used without modification when other cost objects are discussed. 3. Students think that the definitions are applied more precisely in practice than actually is the case. They tend to regard an item of cost as being direct labor only if they can visualize the worker as physically touching the product, for example. We do not attempt to describe the wide diversity that exists in actual practice because this diversity tends to confuse beginning students. The point is that students should not be overly concerned about drawing a fine line between direct and indirect costs, or between manufacturing and nonmanufacturing costs. We have decided not to stress the idea that cost is a "sacrifice," which is central to many definitions of cost. The word "sacrifice" implies something bad, something to be avoided, whereas a company gladly incurs a cost when it believes it will receive a revenue or some other benefit by doing so. We think it more meaningful to students to think of cost as measuring the use of resources. They should visualize the resources themselves⎯the physical material, the hours of labor service⎯and think of costs as being monetary measures of how much of these resources were used for a given cost object. In general, we think it desirable to use the word "product" as referring either to a good or to a service; that is, products are the sum of goods and services. We cannot do this uniformly, however, because the term "product cost" is in widespread use, whereas in the above terminology it really should be "goods cost." (This is a small point, but it can create confusion if not properly handled. The author of this paragraph did not comprehend the distinctions made above until many years after he had completed his first course in cost accounting.) The description of the cost flow through a pen factory is a central part of the pedagogy. Students should be able to explain each line on the flowchart and each of the related journal entries. We have tried to avoid the twin dangers of, on the one hand, being critical of cost accounting because 10 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl it does not yield costs that are entirely "true" or "accurate" and, on the other hand, creating the impression that cost accounting does in fact provide true and accurate costs. Students tend to go too far toward one or the other of these extremes, and it is difficult for them (as well as for many managers) to take the appropriate middle ground. This middle ground, we believe, is that although it is impossible to measure the costs of a cost object with absolute accuracy whenever indirect costs exist, it is nevertheless possible to measure costs with sufficient accuracy so that they are useful to management for many purposes. Managements would not continue to spend large amounts of money in the operation of cost accounting systems if they did not believe that the results were worthwhile. In recent years, full-cost pricing is being given an increasing amount of attention, for a number of reasons the growth of cost-reimbursement pricing in hospitals and in government relationships of various types, the fact that some foreign producers have been found to have sold goods in the U.S. at less than full cost, and the growth in the understanding that business has a social responsibility to set "fair" prices, that is, prices that do not produce extraordinarily high profits. Students who have been exposed to economics should also realize that contribution pricing is not slighted. As the text states, this topic is discussed in depth in Chapter 14, where it belongs, and in this discussion a distinction is drawn between situations in which full-cost pricing is appropriate and situations in which contribution pricing is appropriate. Of course, if students have not been exposed to a course in economics of the type implied above, then this problem will not even arise. It is desirable that the relationship between profit and assets employed be emphasized. This relationship was introduced in Chapter 13, and it will come up several times in later chapters in this book. It is not an easy relationship to grasp (especially the relationship between profit percentage, asset turnover, and return on investment), but once the student understands it, he or she has a model that explains how the parts of a business, and decisions on these parts, relate to one another. Since the general public (including newspaper stories and television news programs) tends to think of profits as a percentage of sales, it is not easy to get students to think in terms of the broader and more valid concept of return on investment. Any discussion of pricing necessarily includes a discussion of profit.. Some students are emotionally antagonized by the basic concept of profit; they confuse "profit" and "profiteering," or they have the impression that business extracts an unconscionable amount of profit from the consumer. If they are to understand what normal pricing practices actually are, they must overcome this emotional block. It is hoped that the reiteration of the point that a business must earn a reasonable return on its investment if it is to survive may help in overcoming this block. 11 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Problema 4.1 Martini Srl (valori x 1.000) Rimanenze di materiali diretti Saldo al 1° settembre ................. 80 Prelievi di materiali diretti......... Acquisti ...................................... 55 A bilanciare ............................... 135 Saldo al 1° ottobre...................... 35 Rimanenze di semilavorati Saldo al 1° settembre ................. 95 Costo dei beni prodotti .............. Materiali diretti .......................... 100 A bilanciare ............................... Manodopera diretta .................... 60 Costi generali ............................. 75 330 Saldo al 1° ottobre...................... 120 Rimanenze di prodotti finiti Saldo al 1° settembre ................. 65 Costo del venduto ...................... Costo dei beni prodotti............... 210 A bilanciare ............................... 275 Saldo al 1° ottobre...................... 40 100 35 135 210 120 330 235 40 275 Costo del venduto 235 Problema 4.2 Burtis SpA Calcolo del prezzo normale di vendita assumendo di continuare a utilizzare il costo pieno: 2010 Materiali diretti .................................................................................. € 4,00 Manodopera diretta ............................................................................ 7,00 Aument o € 0,48* 2011 € 4,48 7,84 0,84* Costi generali di produzione .............................................................. 4,80 Costi generali e di vendita.................................................................. 3,50 Costo pieno................................................................................. 19,30 Reddito (10%).................................................................................... 1,93 Prezzo di vendita .............................................................................. €21,23 5,40 0,60** 0,00 1,92 0,19 € 2,11 3,50 21,22 2,12 €23,34 (*) Incremento del 12% di materiali diretti (0, 12 x €4,00 = €0.48) e manodopera diretta (0,12 x €7,00 = €0,84) (**) Un aumento totale di €6.000 se riferito a un aumento di volume di 10.000 unità corrisponde a un aumento di €0,60/unità. 12 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Problema 4.3 Studio legale Stefano Bruno 1. Compenso orario = Costi totali € 5.700 + reddito atteso € 3.300 150 ore = €60,00 per ora 2. Ricavi, 100 ore @ €60................................................................................. €6.000 Costi ............................................................................................................ 5.700 Reddito ........................................................................................................ € 300 Problema 4.4: Valade Srl 13 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl CAPITOLO 5 ULTERIORI ASPETTI DEI SISTEMI DI DETERMINAZIONE DEI COSTI Approach Our treatment of job costing and process costing is as brief as we can make it and still get the general points across. Students do need to understand the general idea of these cost accumulation procedures; otherwise they are unable to visualize how costs are actually collected. The details. however. are appropriately left for an advanced course. The principal pedagogical problem here is how to get across the idea of equivalent production in process costing. Some introductory texts omit this idea. but this strikes us as dangerous because some student is almost sure to ask what happens in a process cost system if not all the units are completed by the end of the period. If the answer is not in the text. the instructor either has to duck the question. or attempt the difficult task of explaining it on the spot. In the text and in most problems. we assume that units are 50 percent completed as to labor and overhead. Since this assumption is widely used in practice. we see no point in complicating the text by introducing other percentages. Certainly. the most difficult part of this chapter is the section on development of coefficiente di allocaziones. In our experience. mastery of this material greatly reduces the omnipresent problems students have later with production overhead variances. We also find in this regard that students need to be referred back to the text section. “Why Coefficiente di allocaziones Are Predetermined.” especially in later discussions of the overhead volume variance. We have placed emphasis on the flexible overhead budget to help minimize these learning difficulties. Problema 5-1 Elioni Spa 1. Coefficiente di allocazione: € 135.000 Costi generali di produzione = = € 1,50 per € di manodopera diretta Valore della manodopera diretta € 90.000 2 . Rimanenze di semilavorati................................................................................ 22.500 Rimanenze di materiali diretti...................................................................... Manodopera diretta ...................................................................................... Costi generali di produzione (6.600 x €1.50)............................................... 3 . 6.000 6.600 9.900 Costi generali assorbiti @ €1.50/ora di manodopera diretta ............................. €9.900 Costi generali effettivi....................................................................................... Sovra-assorbiti ............................................................................................. 9.550 € 350 14 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Problema 5-2 Rossi Spa Ripartizione dei costi (a) (b) (c) (d) (e) __A__ Luce, gas e acqua........................................................ €24.000 Ammortamenti: Immobile ................................................................ 2.400 Arredi e infissi Impianti e macchinari............................................. 20.000 Assicurazione: Rimanenze di merci................................................ 100 Immobile ................................................................ 1.040 Arredi e infissi Impianti e macchinari............................................. 850 Manutenzione immobile ............................................. 3.200 Manutenzione macchinari........................................... 1.900 Spese telefoniche ........................................................ 360 Totali ...................................................................... €53.850 Calcoli (a) Gas, acque e luce: base di allocazione metri cubi: A B C 600.000 200.000 200.000 1.000.000 metri cubi 6/10 x €40.000 = €24.000 A 2/10 x €40.000 = €8.000 B 2/10 x €40.000 = €8.000 C (b) Ammortamento immobile: base di allocazione metri quadrati: A ...................... B ...................... C ...................... 48.000 9.000 3.000 60.000 metri quadrati 48/60 x €3.000 = €2.400 A 6/60 x €3.000 = 300 B 6/60 x €3.000 = 300 C Ammortamento arredi e infissi: 75% di €800 = €600 B 25% di €800 = €200 C 15 Centri di costo __B__ € 8.000 __C__ €8.000 300 600 300 200 100 130 45 130 15 400 400 1.080 €10.655 360 €9.405 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl (c) Assicurazione: base di allocazione metri quadrati immobile: 48/60 x €1.300 = €1.040 A 6/60 x €1.300 = €130 B 6/60 x €1.300 = €130 C Assicurazione su Rimanenze: metà B; metà A Assicurazione su arredi e infissi: (d) 75% di €60 = €45 B 25% di €60 = €15 C Manutenzione immobile- base di allocazione metri quadrati: 48/60 x €4.000 = €3.200 A 6/60 x €4.000 = €400 B 6/60 x €4.000 = €400 C (e) Telefono: base di allocazione numero di interni telefonici: Numero totale di interni 45 9/45 x €1.800 = €360 A 27/45 x €1.800 = €1.080 B 9/45 x €1.800 = €360 C Problema 5.3 Tri-City College 1. Totale Costi generali ....................... €l0.500 Gestione immobili................ Amministrazione.................. ______ Costi generali €10.500 (€ x 000) Centri servizio Gestione Ammin. edifici €1.575 €1.050 (1.575) 262 _____ (1.312) € 0 € 0 16 Centri di formazione Arti e Ingegneria B.A. Scienze €3.150 €2.625 €2.100 525 438 350 525 315 472 €4.200 €3.378 €2.922 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Riassegnazione del costo del CdR Gestione edifici in base alla % di superficie occupata: Centro di costo % superficie Amministrazione............................................ Arti e Scienze................................................. Ingegneria ...................................................... Business Administration ................................ Totali ............................................................. Ri-assegnazione del costo 15 30 25 20 90 262 525 438 350 €1.575 Riassegnazione del costo del CdR Amministrazione in base al numero di dipendenti: Centro di costo Nr. di dipendenti Ri-assegnazione del costo 80 48 72 200 525 315 472 €1.312 Arti e Scienze.................................................... Ingegneria ......................................................... Business Administration ................................... Totali ................................................................ 2 . Centri di formazione Costi generali € 4.200 3.378 2.922 €10.500 Arti e Scienze ........................................ Ingegneria ............................................. Business Administration ....................... Numero studenti 6.000 2.500 1.500 10.000 Costo generale per studente € 0,70 1,35 1,95 Problema 5.4 Lattine Srl 1. ............................................................................................................................................................................. osti generali effettivi di Lattine Srl Stagione alta....... Stagione bassa................... €180.000 € 80.000 ÷ ÷ 15.000 ore 5.000 ore = = €12 per ora €16 per ora Con un coefficiente di allocazione di €1 di costi generali/ora impianto, a una cassa sono allocati €12 di costi generali in alta stagione e €16 in quella bassa. Le rimanenze il 31 agosto sono state prodotte nell’alta stagione, sicché l’ammontare delle rimanenze è 25.000 casse x € 12/cassa = € 300.000. 17 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl 2. ............................................................................................................................................................................. oefficiente predeterminato di allocazione Costi generali annuali 6 mesi @ €180.000 ....................................................... 6 mesi @ 80.000 ....................................................... Totale ........................................................................ €1.080.000 480.000 €1.560.000 Ore complessive annuali di manodopera diretta 6 mesi @ 15.000 ........................................................... 6 mesi @ 5.000 ........................................................... Totale ........................................................................ 90.000 30.000 120.000 €1.560.000 ÷ 120.000 ore = €13,00 per ora Le rimanenze al 31 agosto conterranno costi generali complessivi pari a: 25.000 casse x €13,00/cassa = € 325.000. 3. .................................................................................................................................................................................. el caso in questione (un identico prodotto è confezionato per tutti i mesi dell’anno) il coefficiente di allocazione migliore è quello predeterminato su base annua (13,00 €/ora impianto). Infatti, una cassa di birra deve assorbire (assumendo che utilizzi lo stesso impianto, gli stessi materiali e la medesima manodopera diretta) la stessa quota di costi generali a prescindere che sia confezionata nell’alta o nella bassa stagione. 18 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl 4. .................................................................................................................................................................................. Problema 5.5 Brembi Spa Calcoli: Personale totale indiretto 40 Personale totale diretto Pe rsona le tota le 470 510 CdC1 CdC2 Ma nute nzione Tota li Affitto del capannone (driver superficie) Riscaldamento (driver volume) Manodopera indiretta (driver organico) Pulizie (driver superficie) Ammortamento macchinari e impianti specifici (driver h. impianto) Ammortamento impianti generali (driver superficie) 10.000 6.250 60.000 2.000 8.000 5.000 6.000 2.500 45.000 1.200 6.000 3.000 4.000 1.250 15.000 800 6.000 2.000 20.000 10.000 120.000 4.000 20.000 10.000 Costo ufficio del personale di fabbrica 3.294 94.544 2.647 66.347 59 29.109 6.000 190.000 Ore impianto complessive Coefficiente di allocazione da Manutenzione a CdC Coefficiente allocazione da CDS a CDC Allocazioni da Manutenzione ai CdC Costi indiretti totali in carico ai CdC Coefficienti di allocazione dai CdC a prodotti 5.400 5,39 (€/h impianto ) (€/ora impianto ) (€ per h di MOD ) 16.172 12.937 29.109 110.716 5,03 79.284 4,66 190.000 Coefficiente di allocazione di stab ilimento: Costi indiretti totali 190.000 Ore MOD CdC1 Ore MoD CdC2 22.000 17.000 Tote le ore MoD 39.000 Coe fficie nte unico di sta bilim e nto (€ pe r ora di MOD ) 4,87 19 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Scheda Commessa prodotto A Coeff. Allocazione h MOD Valore MOD (€/h MOD) Valore M.D. Periodo X: nr. pezzi Costi generali 200 CdC 1 CdC 2 4.000 6.000 10.000 Costo totale commessa Costo unitario pieno prodotto A 12.000 8.000 20.000 456.000 288.000 744.000 Valore M.D. Costo totale commessa Costo unitario pieno prodotto B 60.390 37.310 97.701 851.701 4.258,5 Scheda commessa prodotto B Periodo X: nr. pezzi 400 CdC 1 CdC 2 5,03 4,66 h MOD Valore MOD 6.000 8.000 14.000 10.000 9.000 19.000 380.000 324.000 704.000 Coeff. Allocazione Costi (€/h MOD) generali 5,03 4,66 50.325 41.974 92.299 810.299 2.025,7 Totale costi generali di produzione Totale costi generali di produzione allocati ai prodotti 190.000 190.000 Il processo in due fasi descritto alloca necessariamente tutti i costi generali di produzione ai prodotti/commesse. Esso è contabilmente corretto e adeguato ai fini del bilancio, cioè per la ripartizione dei complessivi costi generali di produzione fra le rimanenze e il costo del venduto. Da un punto di vista gestionale, però, il problema è quello di valutare la significatività delle allocazioni e quindi la precisione con la quale il costo delle singole commesse è calcolato. Le ore di manodopera diretta sono la determinante dei costi generali di produzione? Per rispondere a questa domanda bisogna osservare la natura dei singoli elementi che formano gli overheads per capire se e in che modo la base di allocazione utilizzata ne determina (o almeno ne influenza) l’ammontare. Ad esempio, i costi di locazione e di assicurazione sono causati dalle ore di mod? (la risposta è evidentemente negativa). Se non si trovasse un legame rilevante fra la base di allocazione e l’insorgenza dei costi generali, allora l’allocazione sarebbe soggettiva (cioè convenzionale, arbitraria) e pertanto, sebbene adeguata ai fini del bilancio, non lo sarebbe per svolgere analisi di redditività o per fissare un prezzo “normale”. Nel caso in questione, i costi che si possono ipotizzare di supporto alla mod e quindi da essa causati (bisognerebbe comunque avere più informazioni di quelle contenute nel caso) potrebbero essere la manodopera indiretta (circa i 2/3 dei costi totali) e quelli dell’Ufficio del personale di fabbrica. Anche gli ammortamenti possono in taluni casi essere ragionevolmente allocabili in base alle ore di mod. Se tutte queste ipotesi fossero vere, allora le distorsioni dovute alla presenza di elementi di costi generali non causati dalla mod non sarebbero eccessive. E’ da osservare infine come utilizzando un coefficiente unico di stabilimento si allocherebbero alla commessa A costi generali totali pari a €97.436 (20.000 h × 4.87€/h) contro i 97.701€ allocati con il più complesso procedimento in due fasi qui utilizzato, mentre alla commessa B €92.564 (19.000 h × 4.87€/h) contro i €92.299 €. Le differenze sono dunque in questo caso dell’ordine dello 0.3% e c’è dunque da domandarsi se la maggiore complessità (e costo) del metodo in due fasi sia ripagata. 20 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl 5.6 Catena nazionale di supermercati Costi da capacità Volume Costo unitario da capacità allocato 10.000.000 10.000.000 10.000.000 10.000.000 10.000.000 10.000.000 5.000.000 4.500.000 4.000.000 3.500.000 3.000.000 2.500.000 2,00 2,22 2,50 2,86 3,33 4,00 Costo variabile unitario Costo unitario totale 2,1 2,1 2,1 2,1 2,1 2,1 4,1 4,3 4,6 5,0 5,4 6,1 Conto economico corriere Ricavi (4,02*5000000) Costi variabili Costi std di capacità allocati (1,25 x 5000000) Varianza di volume (*) (1,25 x (8000000-5000000)) Risultato operativo 20.100.000 10.500.000 6.250.000 3.750.000 -400.000 (*) Costo della capacità inutilizzata 5.7 Alfa Spa (i costi della capacità inutilizzata) Volume mensile A 300 100 gennaio febbraio dicembre Volume mensile B 100 gennaio dicembre 21 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Volume totale (A + B) 400 200 gennaio dicembre Capacità produttiva pratica (400 pezzi/mese x 12 mesi = 4.800 pezzi) Produzione A nei primi 2 mesi Produzione A nei successivi 10 mesi Totale produzione A Produzione B nei primi 2 mesi Produzione B nei successivi 10 mesi Totale produzione B Produzione totale (A+B) 600 1.000 1.600 200 1.000 1.200 2.800 Volumi mensili 400 1.000 capacità non utilizzata (200 pezzi/mese x 10 mesi = 2.000 pezzi) 200 500 gennaio cap ac (2.8 ità uti li 00 pez zzata zi) dicembre febbraio 22 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl 23 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Risorse impegnate = risorse utilizzate + risorse non utilizzate Nota: una soluzione alternativa potrebbe essere quella di attribuire a B ¼ del costo impegnato (€18.500 anziché €24.500) poiché B impegna ¼ della capacità produttiva. In questo caso B beneficerebbe delle economie di scala che l’impianto da 400 unità consente di realizzare, mentre la 24 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl soluzione 4 attribuisce un tale beneficio solo al prodotto A. Infine, anche la possibilità di non realizzare 400 unità nei primi due mesi, ma solo 200 sarebbe (ceteris paribus, cioè se non producesse ulteriori conseguenze commerciali) economicamente conveniente perché si potrebbe in tal caso acquistare l’impianto con capacità di 200 pezzi /mese riducendo il costo complessivo da 74.000 a 40.000 euro, con un beneficio di 34.000 euro superiore al MdC perso sui 400 pezzi di A nei primi due mesi (400 x (60-25) = 14.000). Margine industriale % Costo unitario impianto A=31,3 Costo unitario impianto A=13,9 A B Soluzione 1 16,6 8,2 Soluzione 2 14,3 11,3 Soluzione 3 6,3 22,4 Soluzione 4 6,3 22,4 Pone in luce che il problema è la mancanza di domanda, non il costo unitario! Riduce il rischio di “avvitamento” della domanda L’utilizzo del volume effettivo (non del volume della capacità pratica) nel calcolo del costo unitario: 1. Produce segnalazioni fuorvianti di efficienza e di costo. 2. Favorisce il fenomeno di avvitamento della domanda. 3. Non segnala il costo della capacità inutilizzata con conseguenti difficoltà di controllo e di gestione dei costi “impegnati”. 25 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl CAPITOLO 6 LA DETERMINAZIONE DEI COSTI BASATA SULLE ATTIVITA’ Approach We feel that the new section on ABC provides the appropriate level of depth for a required course. Students need to understand the potential benefits of ABC as well as that it are not a panacea. It is important for students to realize that ABC is a decision-support model rather than a transaction processing system. Problema 6.1 Jovanelli SpA E’ un esercizio che descrive una situazione diffusa, sebbene semplificata, di applicazione di un modello ABC. Il punto principale è che sono i canali distributivi (non i prodotti o i clienti) l’oggetto del costo. Gli studenti devono in primo luogo sviluppare la fase 1 (allocare cioè i costi alle attività), poi calcolare il consumo di attività da parte di ciascun canale (cost drive percentages) e quindi applicare le percentuali trovate, allocando in tal modo i costi ai canali distributivi. Un errore che qualche studente compie è quello di allocare i costi delle “altre attività” ai canali, utilizzando un qualche driver. Nessuna informazione è però data nell’esercizio per capire quale sia possa essere il driver. Allocare questi costi potrebbe inficiare i risultati delle altre allocazioni che sono invece significative. La seconda domanda si avvale delle risposte date dalla prima. Alcuni delle considerazioni da svolgere sono: • Dovrebbe l’impresa continuare a utilizzare il canale di vendita in perdita (vendite direzionali) • Esistono costi inevitabili o sticky o anche sinergie di vendita tra i canali che non rendono economicamente conveniente la chiusura del canale in perdita? • Dovrebbero/potrebbero essere aumentati i prezzi di listino? • Potrebbero alcuni costi, come quelli di definizione dell’ordine e trattative, essere ridotti? • Si potrebbe stabilire per il canale un quantitativo minimo di ordine? • Dovrebbe il sistema contabile essere modificato per allocare in modo sistematico i costi generali ai canali, oppure è sufficiente compiere regolarmente, ma con un modello extracontabile, tali analisi? 26 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Domanda 1: Activity cost driver Numero clienti presenti nella mailing list Numero di ordini ottenuti telefonicamente (o attraverso internet) Numero di ordini “normali” raccolti dalla forza vendita Numero di ordini “speciali” raccolti dalla forza vendita Numero di fatture/ordini Q.tà di cost driver per canale distributivo Catalogo Direzionali Dettaglio 98.000 1.000 1.000 Totale 100.000 3.000 30 60 3.090 0 400 400 800 0 300 100 400 3.000 730 660 4.390 10 10 Incidenza % provvigioni 27 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Attività Elemento di costo Costi commerciali Gestione MaLi 10% Raccolta ordini Raccolta ordini che richiedono telefonici o via Raccolta ordini trattative Internet “normali” speciali 10% 30% 50% Fatturazione / gestione ordine 0% Altre attività 0% Totale 100% Stipendi stilisti 0% 0% 0% 90% 0% 10% 100 Stipendi EDP e licenze software 0% 10% 0% 0% 10% 80% 100 Costi amministrativi e generali 0% 0% 0% 10% 10% 80% 100 Fatturazione gestione ordine 0 Altre attività 0 Totali 6.000 Q.tà di cost driver per canale distributivo Activity cost driver Numero clienti presenti nella mailing li t Numero di ordini ottenuti telefonicamente (o internet) Numero di ordini “normali” raccolti dNumero ll f di ordini di “speciali” raccolti dalla forza vendita Numero di fatture/ordini Catalogo Direzionali Dettaglio Totale 98.000 1.000 1.000 100.000 3.000 30 60 3.090 0 400 400 800 0 300 100 400 3.000 730 660 4.390 10 10 Incidenza % provvigioni Elemento di costo Costi commerciali Raccolta ordini Raccolta ordini telefonici o via Raccolta ordini con trattative Gestione MaLi Internet “normali” speciali 600 600 1.800 3.000 Stipendi stilisti 0 0 0 810 0 90 900 Stipendi EDP e licenze software 0 200 0 0 200 1.600 2.000 Costi amministrativi e generali 0 0 0 300 300 2.400 3.000 4.090 11.900 Costi totali per attività 600 800 1.800 4.110 500 Quantità di activity cost driver 100.000 3.090 800 400 4.390 osto di una unità elementare di attività 6,0 258,9 2.250,0 10.275,0 113,9 Catalogo Direzionali Dettaglio Totale € 30.000 € 10.000 € 20.000 € 60.000 (€ x 1000) Conto economico con ABC Ricavi Costo del venduto 15.000 6.500 14.000 35.500 € 15.000 € 3.500 € 6.000 € 24.500 0 1.000 2.000 3.000 Gestione mailing list 588 6 6 600 Raccolta ordini telefonici o via Internet 777 8 16 800 0 900 900 1.800 4.110 Margine lordo Provvigioni Raccolta ordini “normali” Raccolta ordini con trattative speciali 0 3.083 1.028 342 83 75 500 Totale costi A&G allocati 1.706 4.079 2.024 7.810 Margine lordo della linea 13.294 -1.579 1.976 13.690 Fatturazione gestione ordine Costi di "altre attività" (non allocati) 4.090 Risultato operativo 9.600 28 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Problema 6.2 Stormor Spa Domanda 1 e 2: Ore impianto relative al prodotto A (60000/80) Ore impianto relative al prodotto B (100000/40) Ore totali di utilizzo impianto 750 2.500 3.250 Costi indiretti totali (Base allocazione (€ di costi indiretti per ora impianto) (135500/3250) 135.500 41,7 Conto economico "convenzionale" A B Impresa % 180.000 50.000 35.000 31.269 116.269 63.731 200.000 80.000 30.000 104.231 214.231 -14.231 380.000 130.000 65.000 135.500 330.500 49.500 100,0 34,2 17,1 35,7 87,0 13,0 A B Costi variabili di produzione (50000/60000) (80000/100000) 0,83 0,80 Costi fissi diretti di produzione Costi indiretti allocati (31269/60000) (104231/100000) Costo unitario 0,58 0,52 1,94 0,30 1,04 2,14 Ricavi Costi variabili di produzione Costi fissi diretti di produzione Costi indiretti allocati Costi di competenza Margine di prodotto Costi unitari pieni (convenzionali) Domanda 3: 29 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Conto economico ABC (*) Ricavi Costi variabili di produzione Costi fissi diretti di produzione Q.tà di cost driver per A Q.tà di cost driver per B Impresa % 180.000 50.000 35.000 200.000 80.000 30.000 380.000 130.000 65.000 100,0 34,2 17,1 8.000 21.111 25.500 13.125 4.271 27.750 99.757 85.243 2,1 5,6 6,7 3,5 1,1 7,3 26,3 22,4 3.889 4.500 21.875 3.229 2.250 35.743 49.500 1,0 1,2 5,8 0,8 0,6 9,4 13,0 Costi indiretti allocati: Ammortamento impianto Approvvigionamento Controllo di qualità Manutenzione Magazzinaggio Spedizione Costi indiretti totali Margine di prodotto (ante capacità 1.846 10.000 18.000 4.375 1.667 9.000 44.888 50.112 6.154 11.111 7.500 8.750 2.604 18.750 54.869 35.131 Costi della capacità inutilizzata Approvvigionamento Controllo di qualità Manutenzione Magazzinaggio Spedizione Costi della capacità inutilizzata Margine aziendale Costo pieno unitario con ABC 2,16 1,65 Costo pieno unitario convenzionale 1,94 2,14 (*) Costi delle unità elementari di attività calcolati ponendo a denominatore la capacità pratica E’ possibile osservare come i costi della capacità produttiva non utilizzata siano un serio problema per l’azienda, ammontando nel complesso a quasi il 10% dei ricavi. In particolare servizi Manutenzione e Magazzinaggio (si vedano anche le tabelle precedenti) appaiono particolarmente sovradimensionati (62% e 43% rispettivamente rispetto all’attuale fabbisogno). L’azienda potrebbe utilizzare queste risorse eccedenti per offrire nuovi servizi sostenendo un costo incrementale modesto (di formazione e riconversione delle competenze delle persone verso i nuovi servizi), vendere in service la capacità eccedente oppure pensare, nei limiti possibili, a un ridimensionamento dell’organico. 30 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Domanda 4 Conto economico ABC (*) Ricavi Costi variabili di produzione Costi fissi diretti di produzione A B Impresa % 180.000 50.000 35.000 200.000 80.000 30.000 380.000 130.000 65.000 100,0 34,2 17,1 1.846 11.842 21.176 11.667 2.927 9.730 59.188 35.812 6.154 13.158 8.824 23.333 4.573 20.270 76.312 13.688 8.000 25.000 30.000 35.000 7.500 30.000 135.500 49.500 2,1 6,6 7,9 9,2 2,0 7,9 35,7 13,0 Costi indiretti allocati: Ammortamento impianto Approvvigionamento Controllo di qualità Manutenzione Magazzinaggio Spedizione Costi indiretti totali Margine di prodotto Costo pieno unitario con ABC 2,40 1,86 Costo pieno unitario convenzionale 1,94 2,14 (*) Costi delle unità elementari di attività calcolati ponendo a denominatore il volume effettivo Domanda 5 A B Costo pieno ABC (capacità pratica) Costo pieno ABC (volume effettivo) Costo pieno convenzionale 2,16 1,65 2,40 1,86 1,9 2,1 Costo pieno ABC (capacità pratica) Costo pieno ABC (volume effettivo) Costo pieno convenzionale 100% 100% 111,0% 81% 113,0% 115% A B P.Equiv. 2,17 0,38 0,81 1,20 0,63 0,75 1,563 MdC unitario Incidenza nel mix MdC unitario pesato Totale costi fissi Punto di pareggio in quantità Vendite di A Vendite di B Punto di pareggio in valore (€) 200.500 128.320 48.120 80.200 304.760 31 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl CAPITOLO 7 COSTI STD, SISTEMI A COSTI VARIABILI, COSTI DELLA QUALITÀ, COSTI CONGIUNTI Approach One of the advantages of standard costs is that a standard cost system requires less recordkeeping than does an actual cost system. Students have difficulty in accepting this fact. To learn about standard costs requires an additional intellectual effort on their part. and they equate this effort with the physical effort of operating a standard cost system. The text explains why the saving in recordkeeping occurs. but the explanation may well require reinforcement by the instructor. We have omitted a discussion of waste and spoilage on the grounds that it is inappropriate for a first course. This is an important. but difficult. topic in practice. Some instructors may wish to add a treatment of it on their own initiative. The Black Meter Company description provides a useful vehicle for understanding a standard cost system; and it may be desirable to discuss it in considerable detail. The description in the text does not cover every number. but it should be adequate so that the students can deduce for themselves where each number on the exhibits comes from. and in particular how one exhibit relates to others. We are sometimes criticized for not being advocates of variable costing systems. as some authors seem to be. Aside from the fact that we don’t view our role as being advocates of particular techniques. we feel that variable costing finds far more favor in textbooks than in practice. The technique appeared in the literature over 60 years ago. yet relatively few companies use it today. We interpret this fact not as a matter of company ignorance or inertia. but rather that companies do not find the system useful enough to justify the costs of implementing it. which are nontrivial costs. Any company having a flexible budget for overhead costs can combine the variable portion of the overhead rate with direct labor and material costs to get an adequate approximation of short-term costs for certain short-term decisions. without implementing a formal variable costing system. The increased use of investment centers also leads companies to want to value inventories at full costs (in some companies. full replacement costs) for management reporting purposes. We have tried to maintain a balanced presentation on this topic. so that our students upon graduation don’t assume that their new employer is ignorant or in the Dark Ages when they find no variable costing system in that particular organization. The “cost of quality” is an evolving topic. Students should be aware of the concepts and related terminology. but there are no specific techniques to describe as yet. Similarly. students should have awareness of the issues in joint and by-product costing even if the alternative costing procedures are not pursued. 32 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Problema 7.1 Impresa Veronica Srl a. Coefficiente di allocazione = Costi generali programmati = € 180.000 20.000 Ore di mod programmate = €9 per ora di mod b . Jobs G Materiali diretti ................................................................................... €10.000 Manodopera diretta............................................................................. 28.000 Costi generali di produzione............................................................... 21.600* Costi totali di produzione ................................................................... €59.600 H €10.000 32.000 25.200** €67.200 * 2.400 ore @ €9 = €21.600 **2.800 hours @ €9 = €25.200 c . Job G Costo di produzione ............................................................................ € 59.600 Prezzo di vendita (180%).................................................................... €107.280 Job H € 67.200 €120.960 Problema 7.2: Sciroppi Srl 1 . Prezzo di vendita dello zucchero 1.000 @ €2,00................................ €2.000.00 Costi tracciabili (dopo il punto di split-off) ........................................ 280.00 Margine lordo ..................................................................................... €1.720.00 Costo totale dello sciroppo: Costi totali dopo lo split-off (€12.280 + €100.000) ........................ €112.280 Margine lordo dello zucchero (-) .................................................... 1720 Costi allocati allo sciroppo.............................................................. €110.560 2 . Costi dei prodotti congiunti: Sciroppo Ricavi ................................................................................................. €300.000 12.000 Costi dopo lo split-off (-).................................................................... Ricavi rettificati dei costi dopo lo split-off ........................................ €288.000 33 Zucchero €2.000 280 €1.720 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Allocazione costi: Sciroppo: 288.000/289.720 x 100.000 €99.406 + €12.000 = = € 99.406 €111.406 1.720/289.720 x 100.000 594 + 280 = = €594 €874 Zucchero: Problema 7.3 Morradi Spa Dati di input: Costo del venduto (al costo variabile) Rimanenze di prodotti finiti (al costo variabile) Costi di produzione indiretti non variabili 750.000 75.000 462.000 Costo del venuto (h di mod) ----> Rimanenze p.f. (h di mod) ----> 30.000 3.000 Soluzione domanda a: Coefficiente allocazione (€/h mod) Rettifica al costo del venduto Rettifica alle rimanenze di p.f. 14,0 420.000 42.000 Soluzione domanda b: Costi di competenza con il Variable costing: Costo del venduto (al costo variabile) Costi di produzione indiretti non variabili Costi di competenza con il Full costing: Costo del venduto al costo pieno (750000 + 420000) Differenza fra i due sistemi Il sistema Full costing rinvia al futuro (capitalizza) la quota parte di costi fissi di produzione presente fra le rimanenze di p.f. Soluzione domanda c: Costo pieno rimanenze p.f. con il full costing (75000 + 42000) 750.000 462.000 1.212.000 1.170.000 42.000 117.000 Problema 19.4 Nomadi Srl Il problema affronta una questione non esplicitamente descritta nel testo e cioè calcolare i costi standard (1) dei materiali diretti e (2) della manodopera diretta. Il tema non è sufficientemente complesso da richiedere una trattazione specifica in aula. Le informazioni rilevanti relative ai materiali diretti sono: 1. Ciascun prodotto (riduttore) contiene 8 leve. 2. Per ottenere 8 leve con le specifiche richieste devono essere prodotte 8/0,9 leve. 34 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl 3. Il prezzo attuale di una leva è €0,45, sicché il costo standard delle leve per riduttore è €4 (0,45x8/0,9). 4. Ci si aspetta un’inflazione del 4% nel prossimo esercizio, cioè un prezzo alla fine dell’anno di €4,16 per una leva. Se si assume una crescita lineare dei prezzi, allora il prezzo medio d’acquisto nell’anno è €4,08, uno standard appropriato se non sarà modificato nel corso dell’anno. Questo significa, evidentemente, che l’azienda si aspetta uno scostamento sfavorevole di prezzo nella prima metà dell’anno, favorevole nella seconda e nullo complessivamente (quest’ipotesi non sarebbe vera se il livello di produzione non fosse tutti i mesi lo stesso). Per quanto riguarda la manodopera diretta si ha: 1. Le ore settimanali standard sono quaranta. 2. Le pause di lavoro riducono questo valore di 2,5 ore/settimana (apparentemente l’interruzione per il pasto non è calcolata nelle otto ore lavorative giornaliere). 3. Solo l’85% delle ore nominali settimanali sono produttive: 37,5 x 85% = 31,875 ore, essendo il 15% dedicato alla ricerca degli attrezzi. 4. I tempi e metodi dicono che il tempo medio di lavorazione è di dodici minuti. Il management ritiene però che la produttività di un lavoratore che si senta osservato sia il 90% di quella effettiva, sicché un operatore non osservato dovrebbe completare un assemblaggio in 10,8 minuti. 5. 31.875 ore/sett. x 60 min/ora / 10.8 min/unità = 177,08 unità/settimana (se uno studente applicasse il 15% dei tempi non produttivi a 40 ore settimanali e non 37,5 ore il numero di unità prodotte sarebbe 175) 6. Il costo settimanale per operaio è 40 x 18 = €720 e pertanto il costo standard per riduttore è: 720/177,08 = €4,07 (€4,11 per la diversa interpretazione del 15% di tempo non produttivo). Problema 7.5 Manini pettini E’ questo un esercizio (solo apparentemente semplice) che metta alla prova molti dei concetti di costo standard e di scostamento presentati nel testo. Domanda 1 E’ possibile redigere i conti economici (valorizzando il prodotto a costo pieno) ipotizzando che l’impresa (1) utilizzi un coefficiente di allocazione dei costi generali predeterminato oppure (2) consuntivo. Nel primo caso si ha: Coefficiente di allocazione predeterminato costi fissi di produzione = costi fissi programmati/volume programmato = 1.000/4.000 = €0,25 per unità di prodotto La produzione effettiva del 2011 è però di 4.400 pettini, sicché i costi generali assorbiti dai prodotti sono complessivamente pari a 4.400 x 0,25 = € 1.100. Essendo pari a €1.000 i costi effettivi, questo significa che nasce uno scostamento favorevole di €100 di costi fissi generali (sono allocati costi generali maggiori di quelli fissi). 35 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Il costo std di produzione programmato di un pettine è pertanto €0,85 (0,6+0,25). Il conto economico del 2011 è dunque: Ricavi CdV a valori standard Scostamento favorevole costi generali (-) Costo del venduto Margine lordo Costi variabili commerciali Costi A&G Reddito ante imposte 2011 8.000 3.400 -100 3.300 4.700 2.000 500 2.200 Ricavi CdV a valori standard Scostamento di costi generali (-) Costo del venduto Margine lordo Costi variabili commerciali Costi A&G Reddito ante imposte 2012 8.800 3.740 0 3.740 5.060 2.200 500 2.360 (4.000 x 2) (0,85 x 4.000) (4.000 x 0,5) (4.400 x 2) (0,85 x 4.400) (4.400 x 0,5) Attribuendo tutta la varianza al costo del venduto non si rispetta però il principio di competenza. La varianza, infatti, andrebbe suddivisa fra il costo del venduto e rimanenze (il vantaggio di definire tutta la varianza come di competenza del periodo è di avere tempestivamente l’informazione completa di scostamento totale). Poiché il CdV è di 4.000 unità su 4.400 prodotte, allora volendo rispettare il principio di competenza spetterebbe al CdV una quota di scostamento pari a 4.000/4.400 di quello complessivo e cioè €91. Il conto economico sarebbe in questo caso: Ricavi CdV a valori standard Scostamento favorevole costi fissi (-) Costo del venduto Margine lordo Costi variabili commerciali Costi A&G Reddito ante imposte 2011 8.000 3.400 -91 3.991 4.709 2.000 500 2.209 Ricavi CdV a valori standard Scostamento di costi generali (-) Costo del venduto Margine lordo Costi variabili commerciali Costi A&G Reddito ante imposte 2012 8.800 (4.400 x 2) 3.740 (0,85 x 4.400) 0 3.740 5.060 2.200 (4.400 x 0,5) 500 2.360 (*) (4.000 x 2) (0,85 x 4.000) (4.000 x 0,5) (*) Essendo nullo lo scostamento non c’è alcun effetto dovuto alla varianza sul reddito aziendale. 36 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Avremmo potuto redigere il conto economico anche a “costi-ricavi-rimanenze”. Ad esempio per il 2011 si avrebbe: Ricavi Rimanenze iniziali (+) Costi di produzione Rimanenze finali CdV Margine lordo Costi variabili commerciali Costi A&G Reddito ante imposte 2001 8.000 0 3.400 91 3.391 4.709 2.000 500 2.209 (4.000 x 2) (0,6 x 2.400 + 1.000) (400 x 0,6 + 1.000 x 400/4.400) (4.000 x 0,5) Domanda 2 Il costo variabile unitario del prodotto è €1,1 (0,6+0,5). Valorizzando dunque i pettini al solo costo variabile si ha: Ricavi Costi variabili Margine di contribuzione Costi fissi di produzione Costi A&G Reddito ante imposte 2011 8.000 4.400 3.600 1.000 500 2.100 Ricavi Costi variabili Margine di contribuzione Costi fissi di produzione Costi A&G Reddito ante imposte 2012 8.800 4.840 3.960 1.000 500 2.460 (4.000 x 2) (4.000 x 1,1) (4.400 x 2) (4.400 x 1,1) Domanda 3: E’ possibile costatare, com’era da attendersi, che la somma dei redditi ante imposte nel biennio è €4.560 con entrambi i sistemi di determinazione del costo del prodotto. Il sistema a costi variabili denuncia però un reddito maggiore quando le quantità vendite sono > di quelle prodotte e viceversa. Il primo anno il Variable costing mostra un reddito ante imposte (R.A.I.) inferiore di €100, mentre nel 2012 un reddito più alto di €100. Nel 2011, infatti, utilizzando il sistema a costo pieno si rinviano al futuro (non sono cioè considerati costi di competenza del periodo) tutte le quote di costi generali fissi che rimangono fra le rimanenze. Poiché le rimanenze sono costituite da 400 unità e la quota unitaria di costi fissi generali è pari a € 0,25/pettine, allora si ha un ammontare di costi generali presente fra le rimanenze di 400 unità x €0,25/unità = €100. L’opposto vale per il 2012 quando il conto economico con prodotti valorizzati al costo pieno sconta come costi di competenza del periodo quelli in precedenza rinviati al futuro, presenti cioè fra le rimanenze alla fine del 2011. 37 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl CAPITOLO 8 L’ANALISI DEGLI SCOSTAMENTI DEI COSTI DI PRODUZIONE Approach This chapter has a heavy technical content. It is probably desirable to proceed quite slowly with it. making sure that each variance is understood. The successful student is one who can "reinvent" the formulas. rather than needing to memorize them. A good understanding from Chapter 19 of the flow of costs through the T-accounts in a standard cost system obviously is important in mastering the techniques of variance analysis. Throughout the sessions on this chapter. it is important to stress the uses of variances. I feel it particularly important for students to realize that (1) the overriding goal is to identify all of the elements that caused actual net income to differ from budget (or another useful comparison standard); (2) the labels "favorable" and "unfavorable" are algebraic and do not necessarily reflect whether something "good" or "bad" happened; (3) despite the mathematical formulas that isolate variance components. The components in some instances are interdependent; and (4) the monthly overhead volume variance is not useful for control purposes. Problema 8.1 Beta Spa 1. Varianza dei materiali diretti: Varianza di prezzo = Δ Prezzo x X Varianza di prezzo Y Varianza di prezzo = = (€13 - €12,40) (€8,50 - €8,70) x x X Y Quantità effettiva 39.000 11.000 = Varianza efficienza = Δ Quantità x Varianza efficienza Varianza efficienza = (4 x 4.200 + 6 x 3.600 - 39.000) = (1 x 4.200 + 2 x 3.600 - 11.000) x x €23.400 F 2.200 S 21.200 F Prezzo standard €13,00 = € 8,50 = €7.800 S 3.400 F €4.400 S 2. Varianza della manodopera diretta Varianza di costo Varianza efficienza = = (€14 - €13,60) x 2.025 (1/5 x 4.200 + 1/3 x 3.600 – 2.025) x €14 = = €810 210 F F 3. Non ci sarebbe alcuna differenza circa le risposte 1 e 2. Le varianze di prezzo ed efficienza dei materiali diretti e della mod (le varianze del costo primo) dipendono, infatti, dal volume effettivo, non da quello programmato (gli studenti si dimenticano spesso di questo fatto). 4. Anche in questo caso non ci sarebbe alcuna differenza. Il volume di vendita non ha alcun riflesso diretto sul volume di produzione e quindi sugli scostamenti di produzione. 38 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Problema 8.2 Delta Spa 1. 2. 3. 4. Costi generali programmati al volume standard = €100.000 + €26,00 x 5.000 = €230.000 Coefficiente di allocazione = €230.000 ÷ 5.000 unità = €46,00/unità Costi generali totali assorbiti in maggio = €46,00/unità x 6.000 unità = €276.000 Varianza di volume = Costi allocati - Costi programmati al volume effettivo = €276.000 - [€100.000 + €26,00 (6.000)] = €20.000 F 5. Varianza di spesa = Costi programmati al volume effettivo – costi effettivi = €256.000 - €280.000 = €24.000 S 6. Varianza totale = Costi allocati – Costi effettivi = €276.000 - €280.000 = €4.000 S Check: €20.000 F + €24.000 S = €4.000 S Problema 8.3 Colbi SpA a . (1) Il sistema A è quello a costi variabili effettivi. I costi trattati come costi di periodo (e non come costi di prodotto) sono, infatti, più alti di €30.000 dei costi di periodo presenti nei rendiconti degli altri due sistemi. €30.000 sono, pertanto, i costi fissi generali di produzione. (2) Il sistema B è quello a costi pieni standard. E’ la presenza degli scostamenti che lo indica e poiché gli scostamenti complessivi ammontano a €16.000, allora questo significa che il costo del venduto consuntivo è pari a €96.000. (3) Il sistema C è quello a costi pieni consuntivi che utilizza però, come la maggior parte delle imprese, un coefficiente predeterminato di allocazione dei costi generali e rileva pertanto, nel caso più generale, lo scostamento dei costi generali di produzione. Nel costo del venduto i prodotti sono pertanto valorizzati come costo effettivo dei materiali diretti + costo effettivo della MOD + costo unitario programmato dei costi generali. Il costo consuntivo complessivo è ovviamente lo stesso di quello del sistema C (€96.000). b. Non si può determinare quale parte dei costi generali di produzione è variabile, perché non è noto quale parte del costo del venduto (valorizzato a costi variabili in €66.000) si riferisca al solo costo primo (materiali diretti e manodopera diretta) e quale parte invece ai costi variabili generali di produzione. E’ noto unicamente che i costi fissi generali di produzione ammontano a €30.000 (€110.000 - €80.000). c. Per le stesse considerazioni di cui sopra non è possibile sapere neppure quali sono i costi generali totali effettivi di produzione. d. I costi non di produzione (di periodo) sono €80.000, così come mostrato dai due sistemi a costo pieno. a. Poiché è stata rilevata una varianza sfavorevole di costi generali di produzione pari a €10.000, allora questo significa che €10.000 di costi generali effettivi non sono stati assorbiti dai prodotti e dunque il volume effettivo è risultato inferiore di quello programmato. Poiché la varianza è pari a €10.000 e i costi fissi generali totali sono pari a €30.000, allora se si fa l’ipotesi che non ci sia stata una varianza di spesa (la varianza totale dei costi generali di produzione - nel nostro caso 39 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl €10.000 - è infatti la somma di una varianza di volume e di una varianza di spesa 1), allora questo significa che il volume è stato pari a 2/3 di quello programmato (66%). Se si abbandona l’ipotesi che la varianza di spesa dei costi generali di produzione sia nulla, allora non è possibile rispondere a questa domanda. b. Un sistema a costi variabili non rispetta il codice civile (tutti i costi diretti devono, infatti, fare parte del costo del prodotto ed eventuali quote di costi indiretti). c. I costi effettivi dei materiali diretti sono più alti di €4.000 rispetto a quelli programmati. Infatti, lo scostamento dei materiali diretti è negativo per un tale ammontare. 1 In tal caso, dunque, i costi effettivi in corrispondenza del volume effettivo sono pari a quelli del budget flessibile in corrispondenza del volume effettivo. 40 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Problema 8.4 Domini Spa 41 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl 42 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Domanda 2: Il responsabile della Produzione non controlla gli Acquisti, dunque i problemi collegati al cambiamento del fornitore di plastica (scostamento sfavorevole di € 4.200) non sono a lui riconducibili. La programmazione della produzione dipende probabilmente da lui e allora egli è responsabile della varianza sfavorevole di € 600. Se la manutenzione non dipendesse gerarchicamente dalla Produzione (cosa improbabile) allora egli non dovrebbe rispondere dello scostamento sfavorevole per interruzioni (€885). In definitiva rispetto allo scostamento totale di € 7.190 egli è responsabile al più di € 2.990 (7.190-4200). Qualora poi la Programmazione della produzione e la Manutenzione non dipendessero da lui allora sarebbe responsabile di €1.505 (7.190-4200-600-885). Circa l’8% (comunque non poco) del costo programmato nel primo caso e circa il 4% nel secondo. 43 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl CAPITOLO 9 L’ANALISI DEGLI SCOSTAMENTI DEI COSTI NON DI PRODUZIONE Approach (also see “Approach” for Chapter 8) The general message of the chapter is that differences between actual and budgeted amounts can be decomposed into price. quantity. mix. and volume variances. This general idea is applied to a variety of specific situations. but these details should not be permitted to obscure the general point. Illustration 9-1 helps keep the detailed calculations in perspective. The computation of the mix variance is quite complicated and difficult to understand. However. students should have a general comprehension of the concept of mix because it comes up in a great many practical situations. We find it used more with respect to gross margin analysis than as a refinement of material price or labor rate variances. Often there is miscommunication in class because students differ in the situations that they are implicitly thinking about. For example. the appropriateness of computing a gross margin variance rather than a selling variance depends on the nature of the company. If the job of the marketing organization is to obtain a certain gross margin above product costs. whatever the costs are. then attention should be focused on gross margin. If both the marketing organization and the production organization are responsible for the gross margin (one for the price component and the other for the cost component). then attention should be focused on selling price. It is not that one approach is generally better than the other. rather. each approach is appropriate for a certain situation and inappropriate for another situation. Students may not perceive that both situations exist. particularly if they have had experience in one type of company. 44 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Problema 9.1 Beta 45 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Problema 9.2: Bradley Spa Dati di input: 46 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Problema 9.3 Divisione Delta di Gotham Industrie SpA Varianza del margine lordo: 47 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl 48 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl 49 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl 50 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl costi allocati 226.800 varianza di volume 400 225.600 varianza di spesa 38.792 costi effettivi 265.192 costi generali di produzione costi bdg flessibile 226.400 costi generali di produzione programmati fle get bud ssi bile overheads unitari variabili = 0,8 75.200 coefficiente allocazione = 1,2 volume volume standard volume effettivo 189.000 188.000 Rappresentazione grafica delle varianze dei costi di produzione 51 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Materiali diretti (1) 270.000 270.000 Semilavorati (2) (2) (2) MD A MD B 108.000 148.500 (3) MOD A 90.000 (3) (4) MOD B Allocati ad A 99.000 108.000 (4) Allocati a B 118.800 672.300 (5) C osti generali di prod. 265.192 108.000 265.192 118.800 38.392 265.192 allocati ad A (4) (7) A allocati a B (4) (6) (7) B Varianza prezzo MD (1) Fornitori 306.000 366.300 (2) 360.750 658.250 (1) C dV 187.110 C rediti commerciali (3) (9) (9) A B 427.000 481.000 D ebito diversi 265.192 R icavi 427.000 A (9) 360.750 481.000 B (9) 658.250 908.000 (8) (8) A 297.500 (8) (8) B Varianza MOD 13.500 908.000 C osti produzione a std Aumento rimanenze p.f. C D V a std 672.300 -14.050 658.250 Margine lordo a std 249.750 (5) Varianza overheads 1.890 R icavi Varianza prezzo MD D ebito vs dipendenti 275.400 908.000 Varianza efficienza MD 5.400 (7) (7) 672.300 Prodotti finiti 306.000 297.500 366.300 672.300 14.050 A B (3) (6) 38.392 -5.400 Varianza efficienza MD -13.500 Varianza MOD Varianza C GP 1.890 -38.392 Varianza totale Margine lordo effettivo -55.402 194.348 Le scritture descrivono il flusso dei costi all’interno di un sistema a costi standard. Riguardo ai soli di costi di produzione il sistema produce gli stessi risultati calcolati in precedenza. anche se non scompone la varianza complessiva del costo del lavoro e quella dei costi generali di produzione. 52 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Problema 9.4: Immani Spa Comparazione fra Master Budget e Budget Flessibile Mese di novembre Budget Flessibile per 19.000 unità Variabili per unità Fissi Totali Ricavi ....................................................... 20 €380.000 Costi: Materiali diretti ........................................ 3 57.000 Manodopera diretta .................................. 3 57.000 Costi generali di produzione .................... 4 € 50.000 126.000 Costi commerciali e amministrativi ......... 2 60.000 98.000 Costi totali................................................ €12 €110.000 338.000 Risultato operativo ................................... € 42.000 b. (1) Varianza del volume di vendita: Vol. eff. @ margine bdg.: 19.000 unità x (€20 - €12,50*) Vol. budg @ margine budg: 20.000 unità x (€20 - €12,50) Scostamento sfavorevole di volume di vendita = = Master Budget €400.000 Differenza €(20.000) € 60.000 60.000 130.000 100.000 350.000 € 50.000 3.000 3.000 4.000 2.000 12.000 € 8.000 €142.500 150.000 € 7.500S *Costo generale unitario programmato = €130.000 ÷ 20.000 = €6,50. Questo valore più quelli del costo unitario programmato di materiali diretti e della manodopera diretta fornisce un costo pieno unitario programmato di €12,50. (2) Varianza di margine unitario: Vol. eff. @ margine eff.: 19.000 unità x (€19* x - €12,50) Vol. eff. @ margine budg (vedi punto 1) Scostamento sfavorevole di margine unitario = = = €123.500 142.500 € 19.000S *€361.000 (ricavi) ÷ 19.000 unità = €19 (3) Varianza dei materiali diretti: Programmati: €3 x 19.000 unità = Effettivi (dato di input)............................................... Scostamento favorevole dei materiali diretti .............. €57.000 42.000 (4) Varianza della manodopera diretta: Programmati: €3 x 19.000 unità = Effettivi (dato di input)............................................... Scostamento sfavorevole della manodopera diretta ... €57.000 76.000 (5) Varianza dei costi generali di produzione: Assorbiti: €6.50 x 19.000 unità = Effettivi (dato di input) = Scostamento sfavorevole overheads........................... €123.500 130.000 53 €15.000F €19.000S €6.500S Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl (6) Varianza dei costi commerciali e amministrativi: Programmata (dato di input) = Effettiva (dato di input) = Scostamento favorevole costi comm. e ammin. ......... €100.000 99.000 €1.000F Sommatoria da (l) a (6): €36.000 S = €14.000 effettivi - €50.000 programmati Nota: Gli scostamenti (5) e (6) possono essere scomposti in una componente di spesa e di volume. Non ci sono sufficienti informazioni per scomporre (3) e (4) nelle componenti di prezzo/costo ed efficienza. 54 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl CAPITOLO 10 IL CONTESTO DEL CONTROLLO DIREZIONALE Approach This chapter and the following one are a sharp change of pace from the preceding chapters because there are no numerical techniques or procedures to be learned. Instead. the chapters establish a framework and describe concepts that are essential to an understanding of the chapters that follow. It is probably desirable to point out this change of pace in assigning the chapter so that students will know what to expect. Although the topic has come up several times previously. it probably is desirable to emphasize again the fact that there are three types of management accounting information. each of which is appropriate to certain types of problems but not to others. and that mistakes are made when the wrong type of data is used. particularly the differences between responsibility accounting and full cost accounting. It may be well to discuss this exhibit in detail. There is sometimes a tendency to play down the importance of full cost accounting because it is not useful in the control of responsibility centers. but this reflects an erroneous “either-or” attitude. It is not a case of choosing either one approach or the other. each approach is needed in a company. and each has its own uses. Problema 10.1 Arbia Spa Costi rilevanti a. Per il bilancio: costi pieni del reparto 7 €50.990 o anche €50,99/unità unità venduta o rimasta fra le rimanenze. b. Decisione relativa al make or buy del componente 211: costi differenziali: Costo d’acquisto................................................... €31,00 Materiali e mod se prodotto internamente............ 29,82 Costi cessanti se prodotto internamente ............... €1,18 per unità per unità (assumendo che nessun altro costo sia differenziale) c. Valutare la performance del manager del reparto 7: I costi dei quali è responsabile il manager del reparto sono quelli variabili e fissi del reparto nr. 7. I €36.700 costi allocati al reparto non sono invece controllati dal manager. Ciononostante questi dati sono spesso contenuti all’interno del report del reparto per segnalarne al manager l’entità complessiva. Problema 10.2 Golubi Spa a. Le lamentele del responsabile commerciale sono giustificate. Il prodotto A realizza i ricavi più alti e utilizzando il criterio di allocazione scelto dall’azienda nel primo anno di attività risulta conseguentemente caricato della quota maggiore di costi generali. L’ammontare effettivo di costi sostenuti per il prodotto A, quindi la responsabilità del manager del prodotto A, è invece inferiore 55 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl di quella sostenuta dal prodotto B. b. Il prodotto A dovrebbe ricevere una quota di €10.000 perché è questo l’ammontare di costo sostenuto per il prodotto. Potrebbe essere accettabile allocare al prodotto A di una quota di pubblicità istituzionale proporzionale ai ricavi, ma tale ammontare dovrebbe essere distinto dal valore di €10.000 del quale il prodotto A è responsabile. Problema 10.3 Divisione Top di Canali Spa Il prezzo di trasferimento dovrebbe probabilmente essere €240 per migliaio di coperchi perché la divisione Hardware non dovrebbe pagare di più di quello che pagherebbe acquistandole da un fornitore esterno. Considerata l’agguerrita competizione, il prezzo offerto dal fornitore è un soddisfacente riferimento di “prezzo competitivo” di mercato, il miglior riferimento per un transfer price. Problema 10.4 Servizi Urbani Spa 1. Poiché l’unità di Gestione del portafoglio sta utilizzando pienamente la propria capacità di servizio, allora la tariffa oraria dovrebbe essere di €104, la stessa applicata a clienti esterni al gruppo. Una tariffa inferiore ridurrebbe, infatti, il reddito di quest’unità, dunque il valore dell’indicatore con il quale la direzione valuta la sua performance. 2. Se l’unità non stesse pienamente utilizzando la propria capacità di servizio, allora sarebbe economicamente vantaggioso vendere all’interno del gruppo a una qualsiasi tariffa purché superiore al solo costo variabile e cioè €57.00. 3. I Servizi contabili dovrebbero avere la possibilità di rivolgersi all’esterno per soddisfare i propri bisogni di consulenza se potessero farlo a prezzi inferiori di quelli richiesti da Servizi legali. Se il mercato (cioè clienti esterni al gruppo) non accettassero l’aumento del 10% della tariffa oraria (sino a € 126,50), allora Servizi legali dovrebbe ripristinare i €115/ora. Comunque sia, ciascun manager dovrebbe conservare la propria autonomia decisionale. 56 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl CAPITOLO 11 IL PROCESSO DEL CONTROLLO DIREZIONALE Approach The management control cycle deserves emphasis. The hardest part to understand is strategic planning. because it tends to be less precise and systematic than budgeting. Yet strategic planning is a key step in strategy implementation. since it involves the transformation of broad strategies into specific product plans. Most students find the material on behavioral aspects interesting and important. Some. however. regard any statements about human behavior as “manipulative” and hence unethical. They have the impression that managers spend their time exploiting workers and view behavioral principles as assisting in this exploitation. A counter to this impression. if it should arise. is that it is important that managers understand how people behave. not for the purpose of exploiting them but rather so that they can reduce frustrations and provide an atmosphere the will permit employees to release their full potential. The example of computer costs is a way of showing that the purpose is not to exploit but rather to motivate people to act in a way that helps the organization without in any way harming the individual. Problema 11.1 Sandalwood SpA 1. Conoscendo i costi totali di corporate allocati, i criteri di allocazione e costi totali delle divisioni è possibile calcolare i costi diretti (evitabili) delle divisioni. Si ha: Salvo che non riesca ad accrescere il proprio reddito, la Divisione 3 dovrebbe essere chiusa perché non in grado di coprire neppure i costi diretti, dunque non in grado di contribuire alla copertura dei costi generali di corporate. La divisione 2 non copre interamente la quota allocata di costi comuni, ma copre interamente i propri costi diretti e contribuisce per €116 a formare il reddito complessivo dell’impresa. 2. Il business potrebbe avere una stagionalità, dunque la performance annuale potrebbe essere migliore o peggiore di quella che il primo semestre comunica. E’ comunque la performance di lungo periodo il riferimento per decidere se chiudere o no un business. Nel lungo periodo tutti i costi possono essere interpretati come variabili (cioè adeguabili al fabbisogno) e tutte le divisioni dovrebbero coprire una quota soddisfacente di costi comuni di corporate (i criteri con i quali le 57 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl divisioni consumano le risorse centrali dovrebbero comunque essere più accurati di quello qui utilizzato, per esempio si potrebbe sviluppare un modello ABC). Nonostante la divisione S non sia da chiudere, un qualche aggiustamento dovrebbe pertanto essere implementato nel medio/lungo periodo nell’ipotesi che il criterio di allocazione dei costi comuni di corporate sia soddisfacente. Un’altra considerazione potrebbe essere l’influenza dell’output di una divisione sul reddito di un’altra divisione. Una parte delle vendite della divisione E potrebbe, per esempio, essere conseguenza di alcune vendite della divisione S. Infine, altre considerazioni riguardano le risorse umane e le competenze dei dipendenti (che andrebbero perse in caso di chiusura, ma che potrebbero essere utili al gruppo, sebbene si tratti di sinergie di difficile quantificazione). Tutti questi fattori dovrebbero essere presi in considerazione nella decisione di chiudere o no una divisione. Problema 11.2 Tarelli Spa Elementi che inducono comportamenti favorevoli alla generazione di reddito per l’impresa: – Provvigioni maturate solo all’atto del pagamento del cliente disincentivano la vendita a clienti rischiosi; – Provvigioni basate sul margine lordo del prodotto incentivano i venditori a scegliere prodotti con il margine lordo più alto (si tratta comunque di una prassi molto poco diffusa, essendo normalmente le provvigioni collegate ai ricavi); – La possibilità di compiere sconti di prezzo (se accettati dalla direzione) incoraggia i venditori ad acquisire nuovi clienti anche se non immediatamente redditizi come i clienti con maggiore anzianità. – Il bonus di fine anno motiva a conseguire i risultati di vendita programmati. Elementi che inducono comportamenti sfavorevoli alla generazione di reddito per l’impresa: – Il bonus “piatto” del 15% non incentiva a superare, se non di poco, i valori di budget una volta che sia raggiunto; – Definire il budget di un certo anno come il 120% di quello precedente spinge i venditori che hanno già raggiunto il target a conservare nuove potenzialità di vendita per l’anno successivo, limitando così il potenziale di crescita dell’impresa; – Provvigioni maturate solo all’atto del pagamento del cliente disincentivano la vendita a clienti “a pagamento lento”, ma sicuri; – Il margine lordo standard di prodotto non è necessariamente il migliore indicatore per promuovere la massimizzazione del reddito aziendale. – Lo sconto di prezzo (che non incide sulle provvigioni) spinge comunque i venditori a utilizzarlo (vendita più semplice) anche qualora non fosse necessario farlo; – Si potrebbe differenziare ulteriormente l’incentivo a seconda che si tratti di acquisire ovvero di mantenere il cliente (si potrebbe ad esempio riconoscere un incentivo legato al fatturato su nuovi clienti con una % più alta e assegnare obiettivi di tasso massimo di abbandono da parte dei “vecchi” clienti); – La relazione con il ritorno sugli investimenti è bassa perché le provvigioni sono legate al margine lordo non al ROI del prodotto venduto (questa prassi è, comunque, ancora meno consueta); – L’incentivo a vendere i prodotti con il margine lordo più alto potrebbe promuovere un impoverimento della gamma venduta con conseguenze sulla produzione oltre che sul reddito. 58 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Problema 11.3 Alessandri Srl a. Gli standard sono spesso classificati in tre tipi: (1) teorici, (2) sfidanti e (3) facili. Standard che sono troppo facili o difficili da conseguire, hanno conseguenze negative sulla motivazione. Se sono troppo facili, allora le persone (che fisserebbero i propri obiettivi per non oltrepassare questa comoda soglia), ottengono performance più basse di quelle potenzialmente ottenibili. Se, invece, gli standard sono teorici e, dunque, troppo difficili, allora le persone capendo che è impossibile raggiungerli, rimangono frustrate e rinunciano, così, a perseguire la performance ottenibile. Una performance sia pure difficile da raggiungere cioè sfidante (ma raggiungibile in normali condizioni di lavoro) contribuisce, invece, alla motivazione e al raggiungimento dei risultati programmati. b. Il management di produzione può partecipare alla fissazione degli standard oppure la direzione può imporli. Dipendenti e manager di produzione tendono però a reagire negativamente, nel lungo periodo, a standard imposti, perché si sentirebbero minacciati da un processo di fissazione degli obiettivi al quale non partecipano. Intervenendo invece alla fissazione degli standard, essi possono avvertire come propria la procedura utilizzata per definirli. Gli standard possono, così, diventare obiettivi personali, interiorizzati. Nel caso Alessandri è evidente che si tratta di standard imposti e, per di più, il management ha scelto di utilizzare standard teorici. Entrambe queste decisioni avranno probabilmente conseguenze negative sui risultati. c. Alessandri ha preso una decisione poco opportuna decidendo di utilizzare un doppio standard. Quando i lavoratori saranno a conoscenza del doppio standard, allora l’intero sistema di misurazione diverrebbe sospetto e la sua affidabilità andrebbe perduta. Il morale dell’impresa ne soffrirebbe perché i lavoratori non saprebbero con certezza in che modo l’organizzazione valuta la loro performance. Come risultato essi tenderanno a ignorare le informazioni di un qualunque sistema attuale (o anche futuro) di misurazione dei costi. Problema 11.4 Pubblicazioni Concordia a. (1) Le strutture accademiche e amministrative sperimenterebbero cambiamenti importanti di comportamento. Esse avrebbero ora maggiori responsabilità nello scegliere quali cataloghi, opuscoli e poster pubblicare, la loro qualità, il tipo e la loro quantità. Crescerebbe, infatti, la responsabilità economica delle decisioni delle strutture poiché tutti i costi di comunicazione sarebbero loro addebitati (e accreditati a PC Concordia). Le strutture accademiche e amministrative saranno dunque motivate a conseguire il maggior valore possibile dalla loro attività di comunicazione. Il risultato di questo cambiamento si rifletterà positivamente sul morale di queste unità. (2) Pubblicazioni Concordia perderebbe parte del proprio potere decisionale riguardo alla scelta delle pubblicazioni, alla loro qualità e alla determinazione delle quantità. PC diverrebbe essenzialmente un centro di costo piuttosto che un fornitore di prodotti e servizi e, dunque, la sua responsabilità economica si limiterebbe, al più, al solo controllo di efficienza nell’utilizzo delle risorse. Il morale del personale di PC Concordia sarebbe probabilmente colpito da questa decisione di decentramento e dalla trasformazione dell’unità da “Consulente e produttore professionale di comunicazione” a Centro di stampa. L’unità sarebbe pertanto meno motivata a perseguire gli attuali standard di qualità non avendo più grande influenza sulle scelte compiute dalle strutture. (3) Il cambiamento organizzativo per l’Università è uno spostamento della responsabilità della 59 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl comunicazione da PC alle strutture. Il sistema di budget dovrebbe dunque essere rivisto per accogliere tutti i costi della comunicazione nei budget delle strutture accademiche e amministrative. Dovrebbe anche essere sviluppato un metodo per addebitare tali costi. Le strutture sarebbero più attente a questi costi che confluirebbero nel loro conto economico. PC sarebbe, invece, meno interessata al controllo di questi costi (che sarebbero allocati) e potrebbe verificarsi un calo di qualità delle pubblicazioni. Inoltre potrebbero sorgere conflitti fra PC e le altre unità a seguito della perdita di potere di PC combinata con le inevitabili dispute circa i cambiamenti più opportuni da porre in atto. Il presidente ha utilizzato un approccio unilaterale per porre in atto il cambiamento organizzativo facendo leva sulla sua posizione gerarchica. La definizione e soluzione del problema è stata da lui specificata e posta in atto (imposta) lungo la gerarchia. In aggiunta, il suo memorandum tende a essere impersonale, formale ed eccessivamente orientato al compito. Un tale approccio presuppone che le persone siano molto razionali e molto motivate da indirizzi definiti per via autoritaria. 60 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl CAPITOLO 12 LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA E L’IMPOSTAZIONE DEL BUDGET Approach The text has very little on the mechanics of budget preparation; other material can be used if the instructor wants to describe the mechanics. but such a description is time-consuming. This can be a key chapter. One of the central problems in teaching accounting is that the students learn individual pieces and topics. but fail to see how everything fits together. The budget is often the device that illuminates the interrelationships. It is desirable that the capital expenditures budget be related to the material in Chapter 15,16 e 17. In that chapter the description will focus on the analysis of individual capital investment proposals. Students should understand that these individual proposals are brought together in a package, as described in Chapter 12. We have used the terms budgetee and superior (following Hofstede) for the participants in the budgeting process. Some people regard budgetee as an awkward word. We think it is a useful one. and know of no short alternative that conveys the same idea. Problema 12.1 L’università di Western Run a . Report del mese di aprile Budget del mese Carburante.............................................................................. € 1.500 Olio riparazioni. component e forniture varie........................ 469 Riparazioni esterne ................................................................ 400 Assicurazione......................................................................... 1.600 7.500 Retribuzioni del personale ..................................................... Ammortamento ...................................................................... 5.867 Totali...................................................................................... €17.336 Consunti vo aprile € 1.720 550 495 1.600 7.500 5.867 €17.732 Numero di autovetture ........................................................... 16 Miglia effettive ...................................................................... 31.250 Costo per miglio..................................................................... € 0.5548 16 35.000 € 0.507 Sopra* Sotto € 220* 81 95 -0-0-0€ 396 Calcoli di supporto per i valori mensili di budget: 31.250 miglia x €1.20 per gallone = €1.500 25 miglia/gall. Olio etc.: ................ 31.250 miglia x €.015 per miglio = € 469 Carburante: ............ € 300 per auto x 16 auto = € 400 Riparazioni 12 mesi esterne: .................. Assicurazione: ....... Costo annuo per autovetture 61 = €18.000 ÷ 15 autovetture = €1.200 per autovettura Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Costo annuale di 16 autovetture = 16 x €1.200 = €19.200 Costo mensile di 16 autovetture = 19.200/12 = €1.600 Retribuzioni:.......... Nessun cambiamento rispetto al budget (€90.000 ÷ 12 = €7.500) Ammortamento: .... Ammortamento annuale per auto = €66.000/15 auto = €4.400/auto Ammortamento annuale di 16 = €4.400/auto x 16 = €70.400 autovetture = 70.400 Ammortamento mensile = 70.400 = € 5,867 12 b. L’ammontare delle riparazioni esterne dipende certamente dall’utilizzo dell’autovettura nel corso della sua vita economica. Le riparazioni avvengono però irregolarmente nel corso dell’anno e anche durante la vita economica dell’autovettura. Un budget mensile flessibile basato sul numero di miglia programmate non è convincente. Piuttosto, appare più ragionevole utilizzare 1/12 della stima complessiva del costo annuale delle riparazioni esterne, rettificato per tenere conto del numero di autovetture utilizzate nel corso del mese. Ma anche quest’ammontare deve essere valutato con la giusta attenzione; gli scostamenti annuali sono certamente più significativi di quelli mensili. Problema 12.2 Terry attrezzature Spa (1) Budget operativo Ricavi .................................................................................................... Costo del venduto @ 60% dei ricavi..................................................... Margine lordo........................................................................................ 1° trimestre €140.000 84.000 56.000 Costi di periodo (vedi di seguito).......................................................... Risultato operativo (perdita) ................................................................. 76.075 € (20.075) Costi fissi commerciali ......................................................................... Costi fissi amministrativi ...................................................................... Ammortamento ..................................................................................... Quota al fondo svalutazione crediti @ 2% dei ricavi............................ Costi variabili di vendita @ 14% dei ricavi .......................................... Costi variabili amministrativi @ 5% dei ricavi..................................... Totali .............................................................................................. 1° trimestre € 25.000 18.550 3.125 2.800 19.600 7.000 € 76.075 2° trimestre €280.000 168.000 112.000 € 105.475 6.525 2° trimestre € 25.000 18.550 3.125 5.600 39.200 14.000 € 105.475 Problema 12.3 Terry attrezzature Spa (2) a . Budget di cassa 1° trimestre Collezione dei crediti commerciali: 0,75 x €140.000 (a) ............................................................ 0,24 x 140.000 ................................................................. 0,75 x 280.000 (b)............................................................ 62 2° trimestre €105.000 _______ € 33.600 210.000 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Totale incassi .............................................................. Esborsi: Acquisti Costi commerciali 105.000 0,60 x €169.000 ............................................... 0,40 x 169.000 ............................................... 0,60 x 289.000 ............................................... 101.400 2/3 x 44.600 .................................... 29.733 67.600 173.400 1/3 x 44.600 .................................... 2/3 x 64.200 .................................... Costi A&G 243.600 14.867 42.800 2/3 x €25.550............................ 1/3 x 25.550............................ 2/3 x 32.550............................ 17.000® Acquisto impianti................................................................... Totale esborsi.................................................................... Esborsi - incassi ..................................................................... Saldo di cassa iniziale ............................................................ Saldo di cassa finale............................................................... _______ 148.133 (43.133) 14.000 € (29.133) 8.500® 21.700 22.500 351.367 (107.767) (29.133) €(136.900) Per avere un livello minimo di liquidità di €5.000 l’impresa deve ottenere un prestito di €34.133 nel primo trimestre e un secondo di €107.767 nel secondo trimestre. 63 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl CAPITOLO 13 IL REPORTING E LA VALUTAZIONE DELLE PRESTAZIONI Approach Students should get a general idea of the difference between economic and managerial performance measurement. the nature of control reports. the criteria for good reports. and a beginning of an understanding of how to read such reports. A full understanding of the meaning of control reports requires years of experience and it also requires a thorough knowledge of the specific environment to which the reports pertain. so students should not be disturbed if they do not understand all the nuances of the sample reports included in the chapter. Nevertheless. they should acquire some ability to distinguish between what is significant and what is not significant. as well as an ability to spot fairly obvious “red flags.” that is. items requiring further investigation. Both of the last two sections can be somewhat controversial. Whereas some companies are significantly reducing (or even eliminating) formerly intensive variance analysis processes. most still hew to this approach. Also. the total amounts of many executives’ incentive awards have prompted considerable criticism from certain quarters in recent years. Problema 13.1: Verdini Srl (B) Budget Consuntivo Ricavi ........................................ €56.000 Costo del venduto ..................... 39.200 Margine lordo............................ 16.800 Costi di periodo diretti: Variabili .................................... (a) 6.720 Fissi........................................... 10.000 € 80 Contribuzione agli overheads .................................. a Performance Report (A - B) (A) (C) Budget flessibile Scostamento (B - C) Scostamento €63.000 37.800 25.200 €7.000 1.400 8.400 €63.000 (b) 44.100 18.900 € 0 6.300 6.300 8.000 10.000 € 7.200 (1.280) 0 €7.120 (c) 7.560 10.000 € 1.340 (440) 0 €5.860 Costi di periodo diretti ....................... €16.720 meno: costi fissi.................................. 10.000 Costi variabili ..................................... € 6.720 (b) Costo del venduto/ricavi di budget = €39.200/€56.000 = 70% 0,70 x €63.000 = €44.100 = costo del venduto del budget flessibile in corrispondenza dei ricavi effettivi. (c) Costi variabili di budget/ricavi di budget =€6.720/€56.000 = 12% 0,12 x €63.000 = €7.560 = costi di periodo variabili diretti del budget flessibile. I ricavi sono cresciuti significativamente, €7.000 in più del valore programmato. I costi indiretti sono stati più alti di €440 rispetto al valore atteso (budget flessibile), ma l’incidenza % del costo del venduto è stata solo del 60% dei ricavi e non il 70% previsto in budget Questi due elementi spiegano 64 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl €5.860 di scostamento favorevole fra la contribuzione consuntiva alla copertura dei costi generali e quella presente nel budget flessibile in corrispondenza del volume effettivo (l’adeguatezza di una tale stima dipende dal fatto che il comportamento previsto dei costi sia realistico e attendibile). Problema 13.2 Varelli SpA a . Performance Report Divisione A Ricavi netti ............................................................ Costo del venduto: Costi variabili.................................................... €72.000 Costi fissi della divisione .................................. 29.000 Margine lordo........................................................ Costi generali e amministrativi: Costi variabili.................................................... 22.000 Costi fissi della divisione .................................. 25.000 Contribuzione ai costi di corporate allocati........... Esercizio in corso €252.000 101.000 151.000 47.000 €104.000 Esercizio passato €216.000 €72.000 29.000 19.000 22.000 101.000 115.000 41.000 € 74.000 b. La divisione A ha migliorato la sua performance rispetto all’esercizio precedente qualora questa sia misurata in termini di quoziente fra la sua contribuzione ai costi generali e i costi comuni di corporate. (€104.000/€252.000 = 41%, mentre in precedenza: €74.000/€216.000 = 34%). I manager di divisione non possono controllare i costi allocati dal corporate e la loro performance non può dunque essere giudicata sulla base del rapporto fra reddito netto e ricavi perché il reddito netto sconta anche i costi allocati. Ponendo a confronto la contribuzione alla copertura dei costi generali di corporate il contributo economico delle divisioni è invece immediatamente segnalato. Incentivi collegati alla contribuzione della divisione sono di maggiore interesse sia per i manager divisionali sia per l’impresa. Problema 13.3 Un reparto di produzione Se il report di un reparto di produzione è di controllo, allora i soli due elementi di costo sotto il controllo del responsabile del reparto sono probabilmente i costi della logistica interna e delle forniture varie. L’ammortamento dei macchinari del reparto è un costo diretto del reparto, anche se il supervisore potrebbe non avere un pieno controllo di questo elemento di costo. I costi riguardanti i fabbricati e l’utilizzo delle superfici, così come i costi generali di stabilimento sono costi allocati, quindi non controllabili dal supervisore. I costi di manutenzione sono controllabili in termini di numero di ore di manutenzione richieste, ma il responsabile del reparto non controlla la tariffa oraria applicata. I costi di formazione sono, dal punto di vista della loro controllabilità, simili a quelli di manutenzione. Il supervisore può controllare/influenzare la quantità di ore di formazione richieste ed erogate, ma non il costo orario della formazione. Performance Report Reparto di produzione Costi diretti Logistica interna .................................................... Forniture varie........................................................ 65 Budget Consuntivo € 8.000 5.200 € 8.150 5.000 Sopra (sotto) budget €150 (200) Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Ammortamento macchinari ................................... Costi indiretti Formazione ............................................................ Manutenzione......................................................... Fabbricati e superfici.............................................. Costi generali di stabilimento ................................ Costi totali (diretti e indiretti) .................................... 6.000 19.200 6.000 19.150 4.500 5.000 3.700 2.500 15.700 €34.900 5.300 5.800 3.700 2.600 17.400 €36.550 0 (50) Problema 13.4: Reparto B di Omedale Spa a . Performance Report – Mese di aprile Consuntivo Costi controllabili: Manodopera diretta .................................. Manodopera indiretta ............................... Materiali indiretti ..................................... Altri costi ................................................. Budget (a) €12.300 20.500 2.550 9.510 €44.860 €12.000 19.640 (b) 2.640 (c) 9.650 (d) €43.930 Scostamento Favorevole o Sfavorevole €(300) (860) 90 140 €(930) (a) I costi programmati al volume effettivo di 33.000 ore d’impianto sono costituiti da costi fissi e variabili calcolati in corrispondenza del volume effettivo: Costi fissi: Manodopera diretta .......................... €12.00 0 Manodopera indiretta....................... 17.000 Altri costi ......................................... 8.000 (questi costi non cambiano con il numero delle ore di impianto, sono un ammontare fisso mensile) Costo variabile indiretto del lavoro = €0,08 x 33.000 = €2.640 Costi totali indiretti programmati = €17.000 + €2.640 = €19.640 (b) Costi variabili dei materiali indiretti = € 0,08 x 33.000 = €2.640 (c) Altri costi variabili €1.650 = € 0,05 x 33.000 = Totale “altri costi indiretti” programmati = €8.000 + €1.650 = €9.650 b. I costi totali effettivi di marzo sono stati più alti di €930 di quelli programmati, con i costi della manodopera diretta e indiretta più alti di quelli di budget. Più manodopera diretta di quella prevista è stata probabilmente utilizzata a causa del volume maggiore di quello originariamente programmato. L’incremento di €300 della manodopera diretta potrebbe inoltre avere determinato il maggior costo della manodopera indiretta. 66 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl (il volume programmato era di 29.000 ore di impianto poi aggiornato a 34.000 ore. Sebbene il volume effettivo di 33.000 ore sia inferiore di quello aggiornato, ne risulta una varianza favorevole perché il budget iniziale era apparentemente fondato su un volume complessivo annuale dimostratosi basso. Sembra che ci sia un buon controllo dei costi riguardo ai materiali indiretti, poiché si è speso di meno di quanto programmato). 67 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl CAPITOLO 14 LE DECISIONI DI BREVE TERMINE FRA ALTERNATIVE DIVERSE Approach Despite the introduction of the concept of contribution margin in Chapter 3, students often have difficulty making the transition from the full cost accounting structure in Chapters 4,5,7 e 8 to the differential accounting approach described here. Even after the first case study to “jar” their previous ways of thinking about costs, at least one or two more cases are needed before students become comfortable with the differential approach. In this chapter, the principal pedagogical difficulties seem to relate to (1) distinguishing between differential costs and full costs, particularly allocated costs, and (2) sunk costs. Several of the examples are intended to explain the difference between differential costs and full costs, and it may be desirable to go through these calculations. Several of the questions focus on these matters also. Some believe that it is not necessary to describe each of the types of alternative choice problems in detail, as is done in the latter part of the chapter, because the same approach applies to all of them. Others prefer to treat each type separately because students may in fact have difficulty in relating the general approach to specific situations. The only specific type of problem that introduces new substantive material is Economic Order Quantity; the instructor can announce that this section be omitted if he or she wishes, for it is not required for any subsequent chapter, and it is usually a difficult topic (although the technique is widely used). The “just one” fallacy section (il paradosso di “uno in più nessun costo in più”) ties this chapter both to the expanded coverage of step-function costs in Chapter 2 and activity-based costing in Chapter 6. We hope this section corrects what we view as the overselling of short-term contribution analysis in business schools over the past 25 years. The automobile example is a situation with which almost all students are familiar, and thus provides a good setting for a review of the differential cost concepts. A student may be asked to suggest other problems that might arise in connection with the use of an automobile (such as loaning it to a friend on a cost-sharing basis, loaning it on a full-cost reimbursement basis), and another student may then be asked to suggest how each such problem should be tackled. 68 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Problema Tirelli Spa Tirelli Spa deve scegliere fra due scelte che possono essere così valutate: 500000 pneumatici 100000 pneumatici in più in meno Ricavi differenziali emergenti (41,65 x 500000) Ricavi differenziali cessanti (100000 x 73,5) Costi variabili emergenti (34,3 x 500000) Costi variabili cessanti (34,3 x 100000) Margine di contribuzione 20.825.000 17.150.000 Margine di contribuzione differenziale -245.000 7.350.000 3.675.000 3.430.000 3.920.000 L’analisi mostra un margine di contribuzione differenziale negativo a favore di un rifiuto della proposta. Due modi diversi di svolgere l’analisi differenziale sono le seguenti: Mdc unitario offerta (41,65-34,3) Mdc unitario normale (73,5-34,3) 7,35 39,20 Mdc emergente (7,35 x 500000) Mdc cessante (39,2 x 100000) Margine di contribuzione differenziale 3.675.000,00 3.920.000,00 -245.000,00 Costi differenziali (34,3 x (500000 - 100000)) Ricavi differenziali emergenti (41,65 x 500000) Ricavi differenziali cessanti (100000 x 73,5) Margine di contribuzione differenziale 13.720.000 20.825.000 -7.350.000 -245.000 Nonostante la decisione sia chiara in base all’analisi (rifiutare la proposta), va sottolineato che Tirelli potrebbe conseguire ulteriori ricavi utilizzando la capacità produttiva residua di 400.000 pneumatici/anno. Un’altra scelta potrebbe essere quella di affidare a terzi la produzione di 100.000 copertoni evadendo in tal modo la commessa. Poiché i “primi” 400.000 pneumatici producono un margine di contribuzione incrementale di €2.940.000 (7,35 × 400.000) una domanda interessante è: qual è il prezzo massimo unitario che è possibile riconoscere a un fornitore esterno senza ridurre il reddito? Questo prezzo (Pr) è desumibile dall’equazione che uguaglia la perdita massima sulla fornitura dei 100.000 pneumatici (determinata dal fatto che il prezzo di vendita del fornitore sarà maggiore di quello di vendita dell’offerta in questione €41,65) e il margine generato dalla vendita dei primi 400.000 pneumatici: (Pr – 41,65) × 100.000 = 2.940.000, da cui risulta: Pr = 71,05, importo molto vicino al prezzo normale (73,5) applicato da Tirelli sul mercato. Se pertanto il fornitore esterno applicasse un prezzo prossimo a quello di Tirelli sul mercato, allora la commessa rimarrebbe sostanzialmente non conveniente dal punto di vista economico. Tirelli dovrebbe pertanto rivolgersi a un fornitore che sia anch’esso disposto ad accettare prezzi di vendita più bassi del 69 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl costo pieno, magari a causa di una disponibilità di capacità produttiva non utilizzata. In corrispondenza per esempio di un prezzo di €60, l’impresa conseguirebbe un utile pari a: €2.940.000 – (60-41.65) × 100.000 = € 1.105.000. L’analisi presuppone (1) che non ci sia alcun effetto sugli attuali prezzi di mercato e sul volume normale e (2) alcun effetto dell’accresciuto volume di produzione sui costi non variabili. Problema 14.2 Vulcan Sole SpA Il conto economico di prodotto può essere utilizzato per calcolare il margine di contribuzione: Analisi differenziale della contribuzione Ricavi cessanti ................................................................................................... Costi cessanti: Costi variabili totali del venduto (861.840 × 0.65) ................................. Costi generali variabili (2/3 × 301.644) Costi di periodo variabili (136.800 × 0,3) Contribuzione persa alla copertura dei costi fissi ............................................. €950.760 €560.196 201.096 41.040 802.332 €148.428 Il punto chiave di questa decisione è che Vulcan Sole farebbe meglio a mantenere in vita questa linea di prodotto “in perdita”. Il conto economico indica, infatti, che i €100.548 di costi fissi generali di produzione (ipotizzando livelli stabili di rimanenze) e i €95.760 di costi commerciali e amministrativi sarebbero probabilmente sostenuti lo stesso dall’impresa a prescindere dalla circostanza che la linea sia mantenuta in vita o no. In base al costo pieno, la linea sta producendo perdite, ma interrompendo la produzione il reddito dell’impresa si ridurrebbe approssimativamente di €148.428, poiché questa è la contribuzione della linea alla copertura dei costi fissi. Problema 14.3 Officina Giorgio Giordani 70 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl 71 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Un altro modo di rispondere alla domanda 5 è il seguente: Ricavi emergenti (5000 x 16) 80.000 Costi incrementali per realizzare la commessa: Materiali diretti (5000 x 4,5) Manodopera diretta (5000 x 8) Attrezzatura specifica (dato di input) Energia di trasformazione Totale costi incrementali della commessa Costo di opportunità dell'ordine speciale (vedi sopra) Costi differenziali totali Reddito differenziale derivante dall'accettare l'ordine 22.500 40.000 4.500 400 67.400 6.700 74.100 5.900 Nota: Poiché il costo di opportunità concernente la mancata produzione e vendita del 50% dei prodotti standard tiene evidentemente conto del costo dell'energia dei prodotti standard (questo costo, infatti, non si sosterrebbe se il 50% dei prodotti standard non fosse realizzato) tra i costi per realizzare la commessa va inserito anche il costo dell'energia. Problema 14.4 Talori Elettronica SpA Costi variabili: Materiali diretti Manodopera diretta Costi variabili generali di produzione Costi variabili commerciali Costi variabili totali €2,05 3,60 2,70 0,90 €9,25 72 (€2,30 – 0,25) Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Un qualunque prezzo sopra €9,25 produce una contribuzione che coprirebbe una quota dei costi fissi aziendali. Problema 14.5 Trani Spa Funzione obiettivo: Massimizzare P = 4Y + 5Z (contribuzione) Vincoli: 1,0Y + 0,8Z 0,5Y + 2,0Z Z Y≥0 Z≥0 < 240 (Reparto A) < 480 (Reparto B) < 200 (quantità) (non può assumere un valore negativo) Contribuzione ai vertici dello spazio ammissibile: Al punto p: Al punto q: Al punto r: P = (€4,00 x 240) + (€5,00 x 0) = € 960 P = (€4,00 x 80) + (€5,00 x 200) = €1.320 P = (€4,00 x 0) + (€5,00 x 200) = €1.000 73 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Trani dovrebbe pertanto produrre come indicato al punto q, cioè 80 unità del modello Y e 200 unità del modello Z, poiché questo è il mix che massimizza la contribuzione e dunque il reddito. Da osservare che la capacità del reparto B non è un vincolo limitante, cioè la soluzione ottima (in realtà qualunque soluzione ammissibile) lascia libera una certa capacità del reparto B. L’impresa potrebbe pertanto prendere in considerazione la possibilità di espandere la capacità del reparto A o acquistare dall’esterno servizi simili e potere in tal modo utilizzare pienamente l’intera capacità produttiva di B. Problema 14.6 Bimberland L’attuale volume di vendita è: ricavi €45.000.000/€75 a paio = 600.000 paia. Questo dato è necessario per calcolare i costi differenziali variabili moltiplicando la quantità incrementale (60.000 paia) per i corrispondenti costi variabili unitari (desumibili dai costi complessivi del economico di pre-chiusura e dal volume attuale di produzione, cioè 600.000 paia). Ricavi differenziali Costi differenziali: Materiali diretti (€24 x 60000) Lavorazioni esterne (€16 x 60000) Manodopera (12 persone x €25000/anno) Pubblicità e promozione Costi differenziali totali Reddito differenziale € x 1.000 % 3.900 100,0% 1.440 960 300 1.000 3.700 200 36,9% 24,6% 7,7% 25,6% 94,9% 5,1% Nonostante la proposta faccia prevedere un modesto margine positivo (si è trascurato per semplicità l’effetto delle imposte sul reddito incrementale), essa comunica in realtà un forte rischio per l’impresa. La differenza di prezzo al consumatore finale fra Risorgente e PV tradizionali è, infatti, abbastanza rilevante da fare prevedere un calo delle vendite tradizionali. E’ dunque difficile in questo caso ipotizzare un ceteris paribus e cioè che l’accettazione della commessa non incida sulle vendite attuali o che gli attuali punti vendita non chiedano sconti dopo avere preso atto della nascita del nuovo canale distributivo che vende a prezzi inferiori. In aggiunta, la vendita attraverso la grande distribuzione potrebbe avere nel medio termine effetti sul posizionamento del marchio. L’azienda può ovviamente rifiutare l’offerta, ma la decisione di Rinascente di inserire a catalogo scarpe sportive di marca non cambierebbe. Un marchio concorrente sarebbe pertanto distribuito, con verosimili ricadute commerciali su Bimberland. In definitiva, la richiesta da parte di Rinascente implica per Bimberland molto di più che non la soluzione di un problema differenziale di breve periodo. Problema 14.6 Morelli medicinali SpA Domanda 1 Poiché il costo unitario variabile è €3 (300.000/100.000) e ci si muove all’interno dell’intervallo di rilevanza, allora il costo differenziale relativo alle 2.000 unità è €3 x 2.000 = €6.000. Poiché il costo pieno relativo alla produzione di 100.000 unità è €450.000, allora il costo per la produzione di 102.000 unità è €456.000, sicché il costo medio unitario passa da €4,5 a €4,47 (€456.000/102.000). Domanda 2 74 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Poiché i ricavi differenziali sono pari a €8.000 (€4 x 2.000) e i costi differenziali pari a €6.000, la decisione appare conveniente dal punto di vista economico. Elementi ulteriori che entrano in gioco nella valutazione: • • • • • Quale sarà il comportamento degli altri clienti? (chi decide deve conoscere il mercato) Cosa significherebbe rifiutare l’offerta? (chi decide deve conoscere il cliente e il mercato) Quale potrebbe essere l’impiego alternativo della capacità produttiva (chi decide deve conoscere il costo opportunità) Qual è la dinamica dei costi, specie in prossimità della saturazione della capacità produttiva? Esistono vincoli legislativi alla definizione di prezzi diversi per uno stesso prodotto e uno stesso mercato? Domanda 3 Anche se il costo incrementale unitario delle 2.000 confezioni fosse 4,08 entrambi i manager accetterebbero l’offerta perché in tal modo migliorerebbero la loro performance (migliorerebbe in realtà il valore degli indicatori utilizzati per valutare la performance), mentre il risultato aziendale – vedi tabella successiva – si ridurrebbe di €160. Il sistema incentivante sarebbe dunque incoerente perché promuoverebbe comportamenti non in grado di generare valore per la Proprietà (questo avviene perché il costo marginale unitario (€4,08) è inferiore al costo unitario medio (€4,5), ma superiore al prezzo di vendita. Ricavi 102000 aghi (100000 x 5+2000 x 4) Ricavi 100000 aghi (dato di input) CdV (450000+4,08 x 2000) CdV (dato di input) Margine lordo Reddito differenziale 102000 aghi 100000 aghi 508.000 500.000 458.160 450.000 49.840 50.000 -160 Considerazioni: • • • • Interpretare con cautela il costo medio che è normalmente una “trappola” (utilizzare invece per la decisione le variazioni di costo totale); Conoscere il comportamento dei costi specie in prossimità della saturazione della capacità; Integrare le informazioni contabili con informazioni sul mercato, sui clienti, sugli effetti (come detto) derivanti da fenomeni di congestione produttiva etc.; Utilizzare con cautela le informazioni contabili come misura delle prestazioni dei manager. 75 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl CAPITOLO 15 LE DECISIONI DI LUNGO TERMINE: LA SCELTA DEGLI INVESTIMENTI Approach Capital investment decisions are a special kind of alternative choice problem. They are analyzed in the same way as that used for the problems described in Chapter 14. with the exception that differences in the timing of cash inflows and outflows must be taken into account. This one difference is an important one. however. In order to incorporate its effect in the analysis. one must have a thorough understanding of the concept of present value. Once students understand the nature and use of this concept. they should have relatively little difficulty with most other topics discussed in the chapter. Quite early in the chapter. the steps in analyzing a capital investment problem are set forth As various aspects of the analysis are discussed. it is a good idea to relate each of them to these steps. and to keep the students continually aware of the purpose of the analysis. namely. to reach a decision on the acceptability of a proposed capital investment. The reason for the omission of depreciation is often difficult to understand. Students must appreciate that the procedure takes into account the recovery of the investment. and that to include depreciation as a separate item of cost would be double counting. In addition to the text discussion of this point. it may be desirable to introduce additional illustrations. It may also be desirable to relate this topic to the corresponding discussion in Chapter 14. Students have difficulty in understanding the depreciation tax shield. They learned in Chapter 14 that noncash costs are to be disregarded. but now they are told that noncash depreciation is to be counted. and this seems contradictory. This point needs to be discussed in depth. Students should understand that the amount of depreciation does not directly enter the cash flow calculation. It is the amount of income tax that is the cash flow; depreciation is used only to calculate the amount of income tax. The description and the examples have been stated and arranged in such a way that. hopefully. this point is emphasized. In the latter part of the chapter. several methods of investment analysis are described and compared. Although the net present-value method is described as being superior to the discounted cash-flow method. not too much importance should be attached to this point. In most real-life problems. either method gives satisfactory results. Any method that uses present values is superior to all methods that disregard present values (e.g.. payback. unadjusted return). and it is a good idea to stress this point. (In practice. companies tend to use several methods simultaneously.) Problema 15-1 Donare o vendere un terreno Donato Venduto Calcolo del reddito netto: Reddito ante imposte prima della dismissione................................... Incremento (decremento) del reddito ante imposte............................ Reddito ante imposte dopo la dismissione ......................................... Imposta sul reddito @ 0,40 ................................................................ €10.000.000 (110.000) 9.890.000 € 3.956.000 €10.000.000 110.000 10.110.000 € 4.044.000 Reddito prima della dismissione ........................................................ Meno: valore contabile (di libro) del terreno ..................................... 10.000.000 10.000 10.000.000 76 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Più: plusvalenza sulla vendita del terreno.......................................... Reddito ante imposte.......................................................................... Meno: imposte sul reddito (vedi sopra).............................................. Reddito netto ...................................................................................... Calcolo del flusso di cassa Minori imposte 0,40 x €110.000 ........................................................ Incasso derivante dalla vendita .......................................................... Meno: imposte incrementali............................................................... Incassi incrementali............................................................................ _ 9.990.000 3.956.000 € 6.034.000 € 44.000 € _ 44.000 100.000 10.100.000 4.044.000 € 6.056.000 € € 110.000 44.000 66.000 L’impresa, considerazioni etiche a parte, farebbe meglio vendere il terreno piuttosto che donarlo anche se la differenza economica non è clamorosa come ci si poteva aspettare. Note: (1) Potrebbe anche essere corretto utilizzare un’aliquota d’imposta sulla plusvalenza diversa da quella ordinaria. (2) Il costo del terreno è ignorato nel calcolo delle imposte. In realtà la plusvalenza tassabile sarebbe probabilmente €110.000 - €10.000 = €100.000. Problema 15.2 Corrine Spa a. Vendere o affittare Vendita Costo storico ...................................................... €270.000 Fondo di ammortamento .................................... 180.000 Valore netto contabile (valore di libro).............. 90.000 Prezzo di vendita................................................ 225.000 Plusvalenza da alienazione................................. 135.000 Imposta su plusvalenza @ 0,40.......................... 54.000 Incasso netto = €225.000 - €54.000 ................... €171.000 (€270.000/15 anni) x 10 anni Affitto Canone d’affitto ......................... Manutenzione etc. ...................... Ammortamento .......................... Affitto netto ante imposte........... Imposte sul reddito @ 0,40 ........ Affitto netto dopo le imposte ..... €72.000 € 9.000 18.000 27.000 45.000 18.000 €27.000 b. Un incasso netto di €45.000 - €18.000, cioè €27.000 dopo le imposte, significa, su cinque anni, un incasso complessivo di €135.000, dunque un ammontare inferiore a quello derivante dalla vendita immediata di €171.000 (il valore attuale di €135.000, per esempio a un costo opportunità del 10% sarebbe €102.350, cioè ancora inferiore e rendendo apparentemente l’alternativa ancora meno attraente. Il problema è presentato in modo da indurre nell’errore che la soluzione “vendita” sia quella migliore. Il valore di recupero del magazzino fra cinque anni non è, infatti, menzionato, sebbene 77 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl sia un elemento differenziale irrinunciabile. Il valore attuale della vendita del magazzino fra cinque anni potrebbe, infatti, più che compensare la differenza fra gli incassi derivanti da una vendita oggi e il valore cumulato attualizzato dell’affitto per cinque anni. Questa differenza è pari a 171.000102.350, cioè €68.650. Le domande da porsi sono pertanto: (1) Quale valore dell’immobile fra cinque anni renderebbe indifferente la scelta? (2) Il valore di mercato fra cinque anni sarà superiore 5 o no a questo valore soglia. Poiché il montante a cinque anni al 10% è pari a 1,61 (1+0,1) , allora il valore soglia è €110.560 (€68.650 x 1,6). La domanda è pertanto: un immobile che vale oggi €225.000 (prezzo proposto dall’acquirente) varrà fra cinque anni almeno €110.660 tenendo conto, fra l’altro, dell’inflazione, cioè di un aumento dei prezzi nominali degli immobili? La risposta sembra essere positiva e, dunque, la migliore alternativa sarebbe in tal caso quella di affittare l’immobile, non venderlo. D’altronde una rendita per cinque anni di €27.000 se rapportata alla rinuncia a incassare €171.000 significa investire i 171.000 a un rendimento del 15,6%, rendimento certamente buono. Problema 15.3 Ammortizzando l’impianto su cinque anni si ha un ammortamento annuale di €600 e dunque un beneficio fiscale annuale (interpretabile, poiché minore esborso, come un flusso di cassa positivo) di €240 (€600 x 0,4). Il flusso di cassa differenziale è pertanto: 1° anno 2° anno 3° anno 4° anno 5° anno 240 240 240 240 240 Flussi di cassa positivi generati dall’ammortamento a quote costanti Ricorrendo all’ammortamento accelerato (raddoppiando dunque l’aliquota nei primi due anni, si avrebbe invece un ammortamento di €1.200 i primi due anni, quindi di 600 il terzo anno. Il flusso di cassa differenziale dovuto al beneficio fiscale sarebbe pertanto anticipato e dunque sempre più conveniente nell’ipotesi che l’impresa abbia sufficiente capienza fiscale, cioè realizzi nel quinquennio un reddito ante imposte positivo, sia pure dopo la deduzione di una più alta quota di ammortamento (in caso contrario, infatti, potrebbe essere non opportuno mostrare al mercato finanziario una perdita sia pure per godere di tale beneficio economico). Il flusso è: 1° anno 2° anno 3° anno 480 480 240 Flussi di cassa positivi generati dall’ammortamento accelerato 4° anno 5° anno Il flusso di cassa differenziale (accelerato – quote costanti) è quindi: Flussi di cassa positivi differenziali 1° anno 2° anno 3° anno 4° anno 5° anno 240 240 0 -240 -240 78 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Attualizzando questo flusso al 10% si ha un valore attuale netto del maggior beneficio fiscale dovuto all’ammortamento accelerato di €103,6. Problema 15.4 Varvelli Spa Calcolo del pay-bak e del tasso interno di rendimento TIR (si veda anche cap. 17) Progetti 1 2 3 4 5 (a) €100.000 100.000 40.000 20.000 50.000 vita economica 6 anni 4 15 2 3 ÷ ÷ ÷ ÷ ÷ Pay-back (a) TIR Rank 4,0 3,3 8,0 2,0 4,0 13,0% 7,8% 9,1% 0% negativo 1° 3° 2° 4° 5° €25.000 30.000 5.000 10.000 12.500 = = = = = 4,0 3,3 8,0 2,0 4,0 L’esercizio non comunica qual è il costo opportunità del capitale aziendale. Non è dunque possibile calcolare il VAN dei diversi progetti. Il ranking fa pertanto riferimento al TIR. 79 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl CAPITOLO 16 GLI ELEMENTI NECESSARI ALLA VALUTAZIONE DI UN INVESTIMENTO Problema 16.1 Carlo Corsetti 80 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl 81 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Problema 16.2 Marea Spa 82 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl CAPITOLO 17 I METODI ALTERNATIVI AL VAN E GLI ALBERI DELLE DECISIONI Problema 17.1 TIR e VAN di un investimento Il VAN non può essere calcolato perché il costo opportunità del capitale non è conosciuto. Può invece essere calcolato il TIR, cioè quel valore del tasso di attualizzazione che annulla il valore attuale netto. Il coefficiente di attualizzazione (TIR) in corrispondenza del quale la sommatoria dei flussi di cassa attualizzati è pari a 50.000 è il 4% I flussi di cassa, i coefficienti di attualizzazione e i valori attualizzati sono infatti i seguenti: 1° anno 2° anno 3° anno 4° anno 5° anno 6° anno 7° anno 8° anno Flussi cassa 8.330 8.330 8.330 8.330 8.330 8.330 8.330 8.330 Coeffi. attual.(*) 0,96 0,92 0,89 0,85 0,82 0,79 0,76 0,96 Val. attualizz. 8001 7701 7406 7121 6843 6584 6331 8010 (*) Coefficiente di attualizzazione del flusso ennesimo = 1/(1+r)^n, essendo r il tasso di attualizzazione. Problema 17.2 Impresa nel settore alimentare 83 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Problema 17.3 Il VAN è pari a zero quando il coefficiente (tasso) di attualizzazione è pari a 11,98%. Nota: il valore del coefficiente di attualizzazione si calcola facilmente utilizzando la funzione “ricerca obiettivo” presente nel menù strumenti di Excel, imponendo cioè che il VAN sia uguale a zero al modificarsi del valore del coefficiente di attualizzazione. Non avendo una calcolatrice finanziaria o un foglio Excel, il TIR deve essere calcolato per iterazioni successive (s’ipotizza un tasso di attualizzazione “tentativo”, si calcola il VAN, se il risultato è > 0 si aumenta il valore del tasso di attualizzazione, viceversa si riduce. Si prosegue con questo metodo per tentativi ed errori fino a quando l’approssimazione sia ritenuta accettabile). Domanda 1: Domanda 2 Questa volta la variabile indipendente è il valore dell’investimento. Sempre utilizzando la funzione “ricerca obiettivo” di cui al punto precedente si trova un valore dell’investimento pari a € 11.321. Il quoziente Investimento/Flusso di cassa annuale è calcolato di conseguenza. In questo caso è 5,66. Domanda 3 La soluzione del problema è la stessa di quella al precedente punto. Il valore dell’investimento è €20.193. Valori più alti di questo ammontare producono, infatti, un VAN negativo. 84 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Domanda 4 L’azienda può permettersi di investire fino a un massimo di €4,64 per ogni euro risparmiato lungo un orizzonte temporale di 8 anni. Sopra questo valore il VAN sarebbe, infatti, negativo impiegando un costo opportunità del capitale del 14%. Problema 17.4 Bastoni Spa Domanda 1: Flussi di cassa differenziali dopo le imposte (€ x 1.000): 85 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Domanda 2: Il periodo di recupero è di poco inferiore ai due anni. La somma dei flussi di cassa netti dei primi due anni è, infatti, €1.116, superiore dunque a €1.080 (l’investimento complessivo). Pertanto, assumendo un valore soglia di pay-back di due anni il progetto sarebbe accettato. Domanda 3: 2011 Reddito netto................................ 2012 Reddito netto................................ 2013 Reddito netto................................ Reddito cumulato nel triennio Reddito netto medio nel triennio Investimento medio (1.080/2)............... Rendimento medio contabile.............. € 19,5 196,5 88,5 € 304,5 101,5 540,0 18,8%(*) (1) (2) (1÷2) (*) Se si utilizzasse per il calcolo il valore iniziale dell’investimento di € 1.080 (come alcune imprese fanno), allora il rendimento medio contabile sarebbe evidentemente dimezzato e pari al 9,4%. Domanda 4: Il progetto a un costo di opportunità del 20% produce un valore attuale dei flussi di cassa (€1.070 circa) di poco inferiore dell’esborso complessivo iniziale (€1.080) e dunque, almeno da un punto di vista economico, non dovrebbe essere accettato. 86 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl Domanda 5: a. Il TIR è del 19,4% come risulta dalla seguente tabella: 87 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl CAPITOLO 18 LA MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE DELL’ORGANIZZAZIONE Problema 18.1 Indicatori d’innovazione Ricavi da nuovi prodotti. Molte imprese, come 3-M e Hewlett-Packard, che fondano in buona parte il loro vantaggio competitivo sull’innovazione, utilizzano fra gli indicatori di performance la percentuale dei ricavi derivante dalla vendita dei nuovi prodotti (per nuovi prodotti si intendono quelli entrati a far parte dell’offerta, quindi con un nuovo codice, dopo una certa data, per esempio dopo il 30 giugno dell’esercizio precedente). Nonostante la sua apparente efficacia questo indicatore potrebbe favorire comportamenti volti ad accrescerne il valore, ma non necessariamente nell’interesse dell’impresa. Il valore di quest’indicatore, ad esempio, può essere aumentato non solo agendo sul numeratore (circostanza questa favorevole), ma anche abbassando il valore del denominatore, cioè i ricavi derivanti dai prodotti maturi (non nuovi). A meno che tali prodotti non siano in perdita, la riduzione dei loro ricavi non produce un beneficio economico per l’azienda, sebbene determini un aumento del valore dell’indicatore. Un secondo modo di accrescere il valore del quoziente è introdurre una serie d’innovazioni marginali (che originano comunque nuovi codici prodotto), con la conseguenza di cannibalizzare i prodotti esistenti e realizzando, nella sostanza, una sostituzione e non, invece, un’innovazione in senso stretto. Break Even Time (BET) Un secondo indicatore diffuso di performance dell’innovazione è il cosiddetto Break Even Time (BET), il tempo necessario affinché un nuovo prodotto raggiunga il pareggio economico tenuto conto di tutti i costi a esso riconducibili, iniziando da quelli di progettazione e industrializzazione. Anche il BET non è un indicatore “perfetto” perché non in grado di cogliere pienamente tutta l’intensità e complessità del processo d’innovazione. Il modo migliore per ridurre il BET è ovviamente quello di sviluppare eccellenti forme di coordinamento fra il Commerciale, la Progettazione, l’Industrializzazione, la Produzione e la Distribuzione. Si riducono in tal modo in tempi d’introduzione sul mercato con evidenti vantaggi per l’impresa. Un modo alternativo per ridurre il BET è introdurre (analogamente a quanto visto con l’esempio precedente) nuovi prodotti con innovazioni funzionali marginali. Tali progetti, non perseguendo risultati complessi, possono essere implementati rapidamente e con bassi costi. Catturano inoltre il mercato occupato dai prodotti sostituiti. Il loro BET è dunque normalmente breve. Se, però, i ricavi derivanti da tali prodotti fossero in gran parte sostitutivi di vendite che sarebbero comunque state realizzate con prodotti già esistenti, allora contrarre il BET medio non significherebbe necessariamente realizzare una performance favorevole per l’impresa. Un altro problema con il BET è che può essere rilevato solo in una fase avanzata del ciclo di vita del prodotto (quando si è raggiunto il break even time) ed è pertanto un indicatore di risultato già compiuto (lagging indicator), piuttosto che una determinante del successo futuro (driver o leading 2 indicator) . In definitiva, la metrica BET funziona soddisfacentemente come misura prospettica 2 E’ inoltre difficile aggregare fra loro misure di BET che si riferiscono a una molteplicità di progetti alcuni dei quali rappresentano innovazioni marginali, mentre altri cambiamenti radicali (se, per esempio, alcuni prodotti non raggiungono mai il pareggio allora il loro BET è un valore sostanzialmente infinito che accresce notevolmente il valore medio degli altri BET). 88 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl piuttosto che consuntiva. Assieme a quella dei ricavi derivanti dai nuovi prodotti può essere efficacemente utilizzata come strumento di controllo interattivo, volto cioè a favorire l’apprendimento e sviluppare nuovi modi di innovare e competere, piuttosto che come strumento di controllo diagnostico (tradizionale) volto a “mantenere saldo il cammino lungo un percorso 3 predefinito” . I due esempi hanno mostrato come focalizzare la valutazione della performance su un solo indicatore possa indurre comportamenti che accrescono il valore dell’indicatore, ma che non sono nell’interesse dell’impresa. Questo accade perché un indicatore, come detto, non può misurare in modo completo una performance complessa e multidimensionale. Indirizzare eccessiva enfasi a un solo indicatore può, dunque, favorire comportamenti che sia pure migliorando il valore dell’indicatore, peggiorano la performance. Problema 18.2 Kenyon Store (copyright Robert Kaplan e David Hawkins, materiale non duplicabile) Le misurazioni critiche della soddisfazione dei clienti (KPI of customer satisfaction) dovrebbero includere la quota di mercato, la quota di “guardaroba” del cliente (cioè in che percentuale il cliente acquista prodotti Kenyon rispetto alla sua complessiva spesa di abbigliamento), il tasso di ritenzione dei clienti 4, la loro soddisfazione complessiva (nel caso Kenyon si trattava di clienti con età compresa fra venti e quaranta anni, diplomati o laureati, con incarichi gestionali o direttivi). Le informazioni sulla quota di mercato e, soprattutto, sulla quota presso il punto vendita (non è questo il caso di Kenyon che vendeva attraverso PV di proprietà) o, ancor di più, la quota di “guardaroba” presso il cliente, non sono, nel caso più generale, informazioni pubbliche. Kenyon ha dovuto quindi avviare una specifica ricerca di mercato per stimare la performance realizzata presso il proprio target di clienti. Il costi di tali ricerche sono comunque ampiamente ripagati, trattandosi di feedback molto importanti riguardo all’efficacia della strategia. Per i clienti già acquisiti l’azienda dovrebbe mantenere in un CRM (customer relationship management) i dati circa le quantità e le frequenze d’acquisto, la fedeltà (incremento o no degli acquisti rispetto all’anno precedente) e la loro soddisfazione (indagini da condurre periodicamente presso i punti vendita o con interviste telefoniche a campione da somministrare subito dopo l’acquisto, avendo raccolto i dati anagrafici del cliente per comunicare promozione, sconti etc.). Kenyon ha sviluppato indicatori della sua proposta di valore al cliente facendo riferimento: alle caratteristiche del prodotto; all’immagine e al marchio, alle relazioni sviluppate. Caratteristiche del prodotto 1. Benefici di prezzo: • • Prezzo medio unitario applicato dal PV (in assenza di sconti promozionali). Numero di transazioni di vendita per PV. 2. Moda e design: • Tasso annuale di crescita degli acquisti di prodotti strategicamente importanti (quegli articoli che più rappresentano l’immagine aziendale). 3 Per la distinzione fra Controllo interattivo e Controllo diagnostico si veda Levers of Control di Robert Simons, Boston, Harvard Business Review Press, 1995. 4 Misurato, per esempio, da quanti clienti già esistenti in anagrafica all’inizio dell’anno (escludendo dunque i nuovi clienti) hanno acquistato nell’esercizio un quantitativo almeno superiore a un determinato valore soglia. 89 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl • Ricarico medio conseguito sulle vendite (un indicatore di quanto il cliente sia disposto a pagare per le caratteristiche di moda e design del prodotto). 3. Qualità: • Incidenza dei resi (un indicatore della soddisfazione dei clienti riguardo alla qualità del prodotto e all’adeguatezza del prezzo). Marchio e immagine: • • Quota di mercato degli articoli strategici Premio di prezzo conseguito su prodotti simili non di marca (se Kenyon ha successo nel comunicare un’attrattiva immagine di marca, allora i suoi prezzi dovrebbero essere più alti di quelli di articoli simili con marchi posizionati in segmenti più bassi o a anche di prodotti generici comparabili, cioè con caratteristiche simili di qualità e materiali diretti impiegati) Relazione con il cliente: sviluppare un’esperienza d’acquisto ideale Disponibilità • Percentuale di mancanza di materiale (out-of-stock) sugli articoli strategici (i dati sono stati raccolti da risposte al questionario “Cosa ne pensate?” con richiesta ai singoli clienti di dire quale fosse stata la soddisfazione circa la disponibilità di taglie e colori degli articoli scelti). Esperienza d’acquisto • Audit da parte di Mystery shopper (una terza parte indipendente è stata formata ad acquistare articoli selezionati presso i PV di Kenyon per valutare l’esperienza d’acquisto in accordo con sei dimensioni di valutazione stabiliti dall’azienda per descrivere l’esperienza d’acquisto ideale) Gli obiettivi e gli indicatori dei processi interni di Kenyon sono focalizzati a supportare l’erogazione della proposta di valore ai segmenti strategici di mercato. L’azienda ha identificato 5 processi interni critici: 1. 2. 3. 4. 5. Gestione del marchio Leadership nel design di prodotti di moda Leadership negli approvvigionamenti Disponibilità della merce Esperienza d’acquisto ideale Per essi Kenyon ha sviluppato i seguenti indicatori di performance: 1. Gestione del marchio (contribuire a sviluppare le caratteriste desiderate di marchio nell’ambito della proposta di valore) • • • Quota di mercato nelle categorie scelte (per esempio jeans e pantaloni casual) Riconoscimento del marchio (da ricerche di mercato) Nuovi PV aperti annualmente 2. Leadership nel design di prodotti di moda (contribuire all’aspetto del prodotto nell’ambito della proposta di valore) • Numero di articoli chiave rispetto ai quali Kenyon è leader o seconda nel mercato 90 Sistemi di controllo – analisi economiche per le decisioni aziendali R. N. Anthony, D. F. Hawkins, D. M. Macrì, K. A. Merchant © 2012, The McGraw-Hill Companies srl • Percentuale dei ricavi derivante da articoli da poco introdotti nei punti vendita (PV) 3. Leadership negli approvvigionamenti (contribuire al prezzo e alla qualità dei componenti costituenti il prodotto) • • Percentuali di resi aventi come causale la qualità Elenco ordinato (ranking) dei fornitori in funzione della loro performance (comprendente valutazioni circa la qualità del fornitore, i prezzi, il lead time, la capacità di sviluppare materiali coerenti con il concetto di moda …) 4. Disponibilità della merce (contribuire all’esperienza ideale d’acquisto) • Percentuale di mancanza di materiale nei singoli PV riguardo agli articoli chiave • Rotazione delle rimanenze riguardo agli articoli chiave (una misura per garantire che un alto livello di rimanenze si traduca in un eccellente servizio, senza però mantenere livelli eccessivi di merce) 5. Esperienza d’acquisito ideale • Valutazione Mystery shopper (duplicare le misurazioni già descritte per le componenti della proposta di valore al cliente nella prospettiva dei processi interni. Lo scopo è indicare ai dipendenti di svolgere giornalmente attività in modi che possano contribuire all’esperienza d’acquisto ideale dei clienti Kenyon) Gli studenti non sono in grado di sviluppare tutte le misurazioni indicate dal management aziendale, ma hanno esperienze d’acquisto di abbigliamento e, sulla base delle informazioni fornite dal caso, saranno in grado di fornire alcune delle misurazioni qui suggerite nella prospettiva della customer satisfaction e in quella dei processi interni. Il docente può fare in modo che la classe sviluppi le proprie idee senza intervenire troppo. Potrà quindi mettere a confronto gli indicatori suggeriti dagli studenti con quelli descritti in queste teaching notes. Un’esperienza poco guidata rappresenta un modo efficace di simulare il processo reale di sviluppare una balanced scorecard in uno specifico segmento strategico. 91