La percezione delle proprie competenze e
il grado di fiducia nelle proprie capacità
sono altresì importanti per spiegare le
differenze di prestazione.
L’autostima favorisce l’attuazione della
performance di un soggetto perché
permette a quest’ultimo di attribuire
buone probabilità di successo alle proprie
azioni.
L’autoefficacia è il giudizio che i
soggetti hanno sulla propria capacità
di organizzare ed eseguire i corsi
d’azione richiesti per tipi definiti di
performance.
Si tratta di un giudizio che influenza
significativamente i livelli di
prestazione a parità di competenze e
di incentivi.
Le diverse teorie hanno cercato di
spiegare la motivazione in termini di:
1. Istinti (fattori ereditati);
2. Apprendimento (esperienza passata);
3. Contenuto ( il “cosa”);
4. Processi (evidenziano il legame tra
obiettivi e bisogni).
La gerarchia dei bisogni di Maslow
 bisogni fisiologici ();
 bisogni di sicurezza ();
 bisogni di appartenenza ();
 bisogni di stima
;
 bisogni di autorealizzazione ().
Maslow sosteneva che:
1. Perché un bisogno fosse in grado di
motivare una persona, doveva essere
insoddisfatto;
2. Per soddisfare un bisogno della
gerarchia era necessario aver soddisfatto
quello precedente.
Critiche alla gerarchia dei bisogni di
Maslow – 1
1. I bisogni sono culturalmente definiti,
bisognerebbe avere diversi modelli per
diverse culture in diverse epoche storiche;
2. I livelli di soddisfazione per ogni
categoria variano fortemente da persona a
persona;
Critiche alla gerarchia dei bisogni di
Maslow – 2
3. Se un bisogno rimane insoddisfatto
subentra il meccanismo della regressione;
4. Non sempre è necessario aver
soddisfatto un bisogno per passare a
quello successivo;
5. I bisogni cambiano nel corso della vita
lavorativa;
Critiche alla gerarchia dei bisogni di
Maslow – 3
6. I bisogni dipendono dall’esperienza, da
quanto una persona è riuscita ad ottenere
nel corso della vita;
7. Lo stesso soggetto nello stesso periodo
può avere in contemporanea più bisogni
(di natura diversa).
Il modello di Alderfer
riclassifica i bisogni in tre categorie:
1. Bisogni esistenziali;
2. Bisogni relazionali;
3. Bisogni di crescita;
I livelli di aspirazione oltre che elevarsi
possono anche abbassarsi, sulla base della
teoria della razionalità soddisfacente.
Il modello dei fattori duali
(Herzberg & al.) – 1
Si contrappone al principio secondo cui
l’insoddisfazione dei bisogni primari
rende inutile l’offerta ai soggetti di
benefici che rispondono a bisogni
superiori.
Individua due tipologie di fattori, igienici
e motivanti. Da questi fa dipendere la
l’insoddisfazione e/o la soddisfazione dei
soggetti.
Il modello dei fattori duali
(Herzberg & al.) – 2
I fattori igienici, menzionati come causa di
insoddisfazione, comprendono:
- le politiche e le procedure d’impresa;
- le modalità di supervisione;
- la qualità delle relazioni interpersonali
con i colleghi;
- l’ambiente fisico di lavoro;
- la retribuzione;
- le condizioni fisiche e di sicurezza
personale.
Il modello dei fattori duali
(Herzberg & al.) – 3
I fattori motivanti, menzionati come causa
di soddisfazione, comprendono:
- il raggiungimento di risultati;
- il riconoscimento dei risultati raggiunti;
- i contenuti del lavoro e la responsabilità;
- le possibilità di fare carriera.
La teoria dei bisogni appresi
(McClelland)
I soggetti acquisiscono o apprendono
certi bisogni sia dalla cultura che dalle
esperienze personali.
Si distinguono bisogni di:
- affiliazione (accettazione dagli altri);
- potere (controllo sugli altri);
- achievement (realizzazione).
Critiche alle teorie dei bisogni
1. La lista dei bisogni tende ad espandersi
indefinitamente;
2. È pericoloso attribuire agli attori
preferenze predefinite senza rilevarle
effettivamente;
3. E’ difficile spiegare la motivazione
ricorrendo ai bisogni perché questi, per
guidare l’azione, devono essere prima
operazionalizzati in obiettivi.
Teorie processuali: il modello
dell’aspettativa – valenza
M=AxSxV
Aspettativa:
- Sforzo/Prestazione;
Strumentalità:
- Prestazione/Risultato;
Valenza:
- estrinseca, utilità attribuita al Risultato;
- intrinseca, costo attribuito allo Sforzo o
alla Prestazione.
Teorie processuali: il modello
del Goal Setting
Focalizza l’attenzione sull’importanza del
fissare obiettivi per motivare. Ciò sarebbe
positivo poiché:
- focalizza l’attenzione;
- aumenta gli sforzi;
- dà continuità all’impegno;
- stimola lo sviluppo di nuove tecniche;
- consente di verificare l’efficienza delle
prestazioni.
Teorie processuali: il modello
del Goal Setting
Perché gli obiettivi motivino, devono:
1. Avere difficoltà media;
2. Essere specifici o precisi
(misurabili anche nei risultati);
3. Prevedere la partecipazione degli attori
(nella fase di definizione).
Teorie processuali: il modello del rinforzo
Tale filone di ricerche sostiene che il
verificarsi di conseguenze attribuite alle
proprie azioni e percepite come positive,
aumenta la probabilità che quelle azioni
siano ripetute;
mentre la percezione di conseguenze
negative diminuisce tale probabilità.
Teorie processuali: il modello del rinforzo
Vengono considerati quattro tipi di
situazioni:
1. Rinforzo positivo (rinforzo diretto);
2. Rinforzo negativo (rinforzo indiretto);
3. Punizione (rinforzo diretto);
4. Estinzione (rinforzo indiretto).
Occorre evitare di rinforzare
comportamenti indesiderati e di punire o
estinguere comportamenti desiderati.
Il ruolo dell’equità nella motivazione
In virtù del naturale processo di
comparazione sociale, gli attori sono
portati a confrontare i propri benefici e
contributi con quelli di altri attori in una
posizione di scambio simile alla loro.
Tutto questo, prendendo a riferimento il
principio di equità.
Criteri di equità
o di giustizia distributiva - 1
1. Equità basata sul valore dei contributi e
delle ricompense, discende da una
procedura accettata da tutte le parti senza
che queste sappiano quale sarà la propria
specifica posizione nelle situazioni in cui
sarà applicata;
2. Equità basata sui bisogni, maggiori
risorse vanno a chi ha maggiori bisogni;
Criteri di equità
o di giustizia distributiva – 2
3. Eurismi equi, regole universalmente
condivise come il “dividere in parti
uguali” e il considerare i costumi e le
buone pratiche come fonte di buon
diritto.
Fattori che fanno privilegiare il ricorso a
criteri di giustizia distributiva:
1. Presenza di più soluzioni
pareto-efficienti;
2. Incertezza sulle alternative migliori;
3. Relazioni multilaterali;
4. Relazioni frequenti e longeve;
5. Conoscenza personale tra le parti;
6. Interessi della relazione molto
importanti.
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