Seminario nazionale
Roma 6-8 Febbraio 2014
L’inclusione scolastica nella
prospettiva ICF (Classificazione
internazionale del Funzionamento,
della disabilità e della Salute)
Dott.ssa Lucilla Frattura
Responsabile. Centro collaboratore italiano dell’OMS per la Famiglia delle Classificazioni Internazionali
Direzione Centrale Salute, Integrazione sociosanitaria e politiche sociali
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Responsabile S.O.S. Area delle Classificazioni, Azienda per i Servizi Sanitari n.5 Bassa Friulana
www.reteclassificazioni.it
Centro Collaboratore Italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per la Famiglia delle Classificazioni Internazionali
Un puzzle di indicazioni per gli stati membri
Unione Europea
Agenzia
Europea
Dev Spec
Needs
Edu
Nazioni
Unite
OMS e World
Bank
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2
… Teachers as agents of social changes
• Key messages: putting theory into practice
(International conference, Brussels, 18 Nov 2013)
• AS EARLY AS POSSIBLE
• INCLUSIVE EDUCATION BENEFIT ALL
• HIGHTLY QUALIFIED PROFESSIONALS
• SUPPORT SYSTEMS AND FUNING MECHANISMS
• RELIABLE DATA
Ente fornitore dell`immagine: INDIRE - Fondo Disegni Scolastici
• There is a need for greater focus on how the broad
princliples of inclusion may be treaslated into practice..
(Gotheborg, 17 october 2013)
THIS IS PARTICULARLY IMPORTANT AT THE TIME
WHEN PUPIL POPULATION ACROSS Europe are
becoming increasingly diverse, leading to challenges
to conceptions of normality
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…dal punto di vista dell’accessibilità
•
European Disability Strategy 2010-2020: A Renewed
Commitment to a Barrier-Free Europe
«Accessibility' is defined as meaning that people with disabilities
have access, on an equal basis with others, to the physical
environment, transportation, information and communications
technologies and systems (ICT), and other facilities and
services. There are still major barriers in all of these areas.»
Accessibility is a precondition for participation in society and in
the economy, but the EU still has a long way to go in achieving this.
Ensure accessibility to goods, services including public services and
assistive devices for people with disabilities
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Convenzione sui diritti delle persone con disabilità
(ONU-New York 13.12.2006)
• Trattato sui diritti umani
• 50 articoli
• Comprende anche diritti civili e politici, diritto
all’accessibilità, diritto alla partecipazione,
diritto all'educazione, alla salute, al lavoro e
alla protezione sociale
• In Italia, ratificata con Legge 3 marzo 2009 n. 18
(www.lavoro.gov.it)
• Fornisce una nuova definizione di “persona con
disabilità”
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World report on disability (2011)
Raccomandazioni ai governi
– Adottino una strategia nazionale di
contrasto alla disabilità
– Adottino un piano d’azione
– Coinvolgano e consultino le
persone con disabilità nella
pianificazione e implementazione di
queste iniziative
Accesso a tutti i principali servizi attraverso
specifici programmi per quelle persone con
disabilità che manifestano particolari necessità.
•
http://www.who.int/disabilities/world_report/2011/
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Diversità / uguaglianza
per la partecipazione
• Condizionalità ex ante e art. 9 della
Convenzione Onu dei diritti delle
persone con disabilità
• … L’accessibilità è un concetto
relativo, il che implica che
l’accessibilità deve essere espressa
come una relazione tra persona
(NB: diversa di per sè e diversa nel
comportamento che intraprende in
un ambiente) e ambiente (diverso a
sua volta e storicamente e
culturalmente segnato).
• Problema con le procedure attuali
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Inclusive education and ICF in Italy
The goal of inclusive education has been part
of the Italian agenda in the field of equity in
education for several years. According to a
study by OECD, 99.5% of students with
disabilities are fully included in mainstream
education in Italy (OECD, 2004).
1977
2007
Since its publication, ICF has been used in
Italy as an excellent conceptual framework
helpful in promoting the quality of inclusive
educational environments for diverse
students.
2012
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8
Dal 2001…
Cosa aggiunge di nuovo ICF?
1. Un modello ecologico/sistemico/interazionale
di funzionamento umano
2. Un linguaggio descrittivo sufficientemente adatto del
funzionamento umano
3. Due concetti guida, espressi da termini vecchi (in
tutte le lingue del mondo) che hanno un
nuovo significato (!): “disabilità” e “funzionamento”
come “aspetti dell’interazione”
Cfr. ICF/ICF-CY,
Allegato 2
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Dove sta la novità della prospettiva ICF?
1. Il fuoco valutativo viene spostato dall’individuo
“problematico” ai fattori contestuali e alla loro
rilevanza nella comprensione dell’interazione efficace
(descritta in termini di “funzionamento”) e/o di quella
problematica (descritta in termini di “disabilità”).
2. Quindi il “sistema scuola” diventa il fuoco di indagine
nella prospettiva ICF…
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Fin dove ci porta la prospettiva ICF
• Se di disturbi bisogna parlare… la prospettiva ICF
permette di indagare e descrivere i “disturbi
dell’ambiente di apprendimento”!!! … Al fine di
poter introdurre adattamenti correttivi.
• Se di bisogni speciali bisogna parlare…la
prospettiva ICF permette di indagare e descrivere i
bisogni dell’interazione tra alunni e ambiente di
apprendimento… Al fine di poter introdurre
adattamenti correttivi.
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11
Dove sta la novità della prospettiva ICF?
Modello e linguaggio
 ICF permette di descrivere il funzionamento
e la disabilità come interazione tra persona e
ambiente (fornisce un modello)
 ICF fornisce i vocaboli per individuare le
componenti del funzionamento: funzioni e
strutture corporee/Attività & Partecipazione/
Fattori Ambientali (è un linguaggio)
 ICF fornisce le regole grammaticali per
decrivere gli aspetti positivi dell’interazione e
gli aspetti negativi dell’interazione (è un
linguaggio)
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Dove sta la novità della prospettiva ICF?
Indicatori utili alla pianificazione e al monitoraggio di
politiche, programmi d’azione, progetti individualizzati
Disabilità
Indicatore di “interazioni negative”
«Aspetto negativo dell’interazione tra persona
con condizioni di salute e contesto»
Vs
Funzionamento
Indicatore di “interazioni positive”
«Aspetto positivo dell’interazione tra persona
con condizioni di salute e contesto»
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13
La prospettiva ICF: conseguenze pratiche
•
• I termini che isolano l’individuo
dall’ambiente non sono più utili
quando si «pensa» e si usa ICF:
– invalido, inabile, disabile, nonautosufficiente
(descrivono un individuo)
– “disabile fisico”, “disabile
psichico”, “disabile sensoriale”
(è la menomazione il criterio su cui
si catalogano e differenziano gli
individui)
Persone diverse  medesima etichetta condizioni di
disabilità/funzionamento molto differenti
(verosimilmente distribuite come un continuum)
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Dove sta la novità della prospettiva ICF?
 Descrivere l’interazione non equivale a descrivere le
•
menomazioni
di un corpo malato
 La descrizione del funzionamento coglie aspetti diversi da
quelli colti dalle metodologie attuali di valutazione (clinica,
funzionale, ecc)
 Una descrizione del funzionamento intesa come
“descrizione di interazioni” può accompagnare la persona, e
si può arricchire di senso, nel processo di “presa in carico
continuativa”, nel passaggio da un segmento all’altro della
presa in carico, nella comunicazione tra sistema sanitario e
sistema lavoro, tra sistema sanitario, sistema sociale e
sistema lavoro, tra sistema sanitario e sistema educativo
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Prospettiva ICF…
«inclusione/partecipazione» come indicatore di risultato
Il concetto di inclusione si precisa: si basa sulla
partecipazione del soggetto alla vita scolastica e non sulla
distanza tra le performance e uno standard di adeguatezza
PRATICHE DI INCLUSIONE
Prassi di risposta individualizzata in relazione ai Bisogni
Educativi Speciali di tutti gli alunni
Possibilità concreta di osservare e descrivere se le prassi
di risposta sono effettivamente individualizzate e quindi
diverse per i diversi alunni
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Prospettiva ICF… per l’inclusione
La pratica didattica attraverso l’osservazione
dell’interazione è costretta a spostarsi
dall’insegnamento all’apprendimento
Da «l’alunno sa /è in grado di / non sa fare» a
«l’alunno fa se…»
Da «l’alunno l’alunno sa /è in grado di / non sa
fare» a «l’alunno fa quando…»
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Prospettiva ICF… il fattore ambientale «rete»:
com’è fatta, come opera, mette in condizioni
l’alunno di apprendere?
Dovremo descrivere e valutarne l’effetto sulle
«attività» svolte dai « diversi» alunni
La scuola non è sola...
E’ parte della RETE che costituisce il contesto di vita
globale del soggetto
Famiglia
Servizi sanitari e
sociosanitari
Risorse delle
comunità
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Prospettiva ICF… fattore ambientale
«collegialità»
È in causa il coinvolgimento di tutti gli attori del processo
di insegnamento-apprendimento di cui si descrivono gli
effetti sui risultati ottenuti con gli alunni
Presa in carico da parte di tutto il team docente e dell'intera
rete
PROGETTUALITÀ CONDIVISA
dell'azione educativa e didattica
strategie
didattica
tempo
scuola
spazio
scuola
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Prospettiva ICF… il fattore ambientale
«spazio di apprendimento»
La scuola, prendendo atto della sfida che l'ICF lancia,
deve rendere ogni elemento costituente il suo sistema
realmente compatibile con le peculiarità dei soggetti in
apprendimento.
Lo spazio diventa uno spazio pensato perché analizzato e
messo in relazione al soggetto in apprendimento con le
sue specificità
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ICF… a supporto di una rete che
si prende cura
L’ osservazione convergente richiede un linguaggio
comune per sostanziare le procedure in una rete realmente
agita
attraverso
•l’elaborazione di una guida per l’osservazione
dell’interazione che deve essere nota a tutti i componenti
(scuola, ASL, famiglia):
•la disponibilità di un ordito strutturato per l’osservazione,
per la pianificazione, per la verifica dei risultati raggiunti.
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ICF… nella rete
attraverso una stretta collaborazione,
ogni elemento della RETE
si fa carico del percorso personale del soggetto
assumendo
Metodologie di osservazione e verifica condivise e
comuni
• Co-partecipazione nella stesura della documentazione
• Incontri scadenzati per fare il punto della situazione
e revisione delle scelte adottate
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Elementi della
valutazione/osservazione
convergente basata su ICF
Fattori
Ambientali/
Famiglia,
Amici,
Fattori Vicinato
Fattori
insegnanti
personali Ambientali/
Sistemi, Servizi
Politiche
Valutazione/
osservazione
dell’interazione
ora e qui
Funzioni e
Strutture
coorporee
Attività
e
Partecipazione
Quali sono e come impattano sull’alunno i fattori ambientali dell’ambiente
di apprendimento? Quali risultati l’alunno raggiunge (descrivibili con il
concetto «performance» nelle attività e nella partecipazione di ICF) in relazione
al tipo, al dosaggio, alla qualità dei fattori ambientali dell’ambiente
di apprendimento?
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23
Modello ICF “allargato“ per la definizione dei
“bisogni di riequilibro” dell’interazione persona/ambiente
NB: L’attivazione
degli adattamenti è
possibile solo se
questi si ancorano
su osservazioni
comuni fatte in
ambienti diversi.
Necessità /
Obiettivi di
adattameti
Cambiamento
ragionevoli
(performance
attesa)
Fattori
Ambientali/
Famiglia
Fattori
personali Fattori
Ambientali/
Servizi
pianificazione
dell’interazione
che vorrei
Attività
e partecipazione
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24
Distinguere i tipi di interazione tra persona e ambiente
utilizzando ICF: la logica di base semplificata
Performance
0, 1
0, 1
2, 3, 4
2, 3, 4
Fattori ambientali
Assenti o con nessun
effetto barriera (.0) o
con nessun effetto
facilitatore (+0)
Facilitatori
Assenti o con nessun
effetto barriera (.0) o
con nessun effetto
facilitatore (+0)
Barriere
Capacità
Tipologia di
interazione
Intervento da
effettuare
0, 1
Equilibrio
Monitoraggio
2, 3, 4
Equilibrio
Sostenibilità dei
facilitatori
2, 3, 4
Situazione di
squilibrio
Progettazione e/o
rimodulazione dei
fattori ambientali
0, 1
Situazione di
squilibrio
Rimozione di barriere
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Prospettiva ICF… rete e documentazione
E’ necessaria una nuova modalità di gestione della
documentazione con una vera rivoluzione nel concepire
l'aspetto burocratico della progettualità educativo- didattica
Perché…
Tutta la documentazione e la stesura della stessa non è più di
pertinenza esclusiva di un solo membro della rete, ma tutti copartecipano alla sua realizzazione e ogni strumento prende in
considerazione tutti gli aspetti della vita del soggetto
Superamento delle
barriere burocratiche
Ottica ecologica
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MEETING OF THE WHO COLLABORATING
CENTRES FOR THE FAMILY OF INTERNATIONAL
CLASSIFICATIONS
13 – 19 Oct 2012, Brasilia, Brazil
Using the ICF to assess and promote
inclusive education in Italy:
a bottom-up approach for defining
national recommendations.
Lucilla Frattura (1), Raffaele Ciambrone (2), Giovanni
Simoneschi (2),
on behalf of the “ICF Technical Group” at Italian MEUR
(1) Central Health Directorate, Classification Area, Friuli
Venezia Giulia Region, IT WHO-FIC CC, Udine
(2) DG Students, Integration, Participation and
Communication, Unit VII, Ministry of Education,
University and Research (MEUR), Rome
1977
2007
2014
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27
Cosa abbiamo imparato dal
«Progetto ICF MIUR»
• Il progetto nazionale aveva l’obiettivo di supportare
l’uso di ICF per migliorare la capacità inclusiva del
sistema scolastico italiano, concentrandosi in
modo specifico sull’analisi e la rimozione delle
barriere all’inclusione
• Le considerazioni emerse dalle valutazioni in
itinere ed ex-post sono molto utili per definire le
suggerimenti per usare ICF con il massimo profitto
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28
10 cose da tenere presente per implementare la cultura e
l’operatività «biopsicosociale» nella scuola
1.
2.
3.
4.
Esperienza entusiasmante
Usato come riferimento concettuale
Usato come linguaggio comune
Usato per spostare l’attenzione dal solo alunno all’interazione
dell’alunno con l’ambiente di apprendimento
5. Evidenza su Fattori ambientali dell’ambiente «scuola/apprendimento»
non ancora presenti in ICF
6. Necessità di adottare un approccio collaborativo tra servizi che hanno
«cura/in cura» lo stesso bambino/ragazzo/ragazza
7. Necessità di definire un formato comune per la valutazione e il
monitoraggio dei progetti inclusivi indvidualizzati
8. Necessità di coordinare e supportare la formazione dei professionisti
per evitare confusioni e fraintendimenti
9. Necessità di coordinare e sostenere l’implentazione di un nuovo
approccio valutativo in tutte le scuole
10. Necessità di irrobustire tecnicamente il ruolo di coordinamento dei
Ministeri coinvolti nell’implementazione
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Prospettiva ICF…per
l’inclusione=partecipazione
1. aspetto culturale: la scuola incontra l’ICF e si modifica
2. rete interistituzionale: procedure e strumenti nella
prospettiva ICF
3. dalla classificazione ICF una chiave di lettura dei sistemi
scolastici: autoanalisi e autovalutazione di “scuola sistema
inclusivo” secondo i concetti di barriere e facilitatori e
utilizzando nuove domande valutative (sull’Effetto scuola,
non sui problemi del bambino)
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ICF… una sfida/un mentale
Come tutto questo potrà essere ancor più
sostenuto?
• Attraverso la FORMAZIONE e l'ampliamento culturale
• Formare i docenti, gli operatori socio- sanitari e tutti i
soggetti coinvolti
• Perché abbiano le conoscenze necessarie;
• Perché acquisiscano uno stile educativo coerente;
• Perché sappiano usare gli strumenti comuni a tutta la rete
per valutare;
• Perché sappiano progettare interventi e descrivere il profilo
delle competenze acquisite.
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Utilizzo di ICF in Italia: punti di forza sul versante istituzionale
1. Dal 2007, un unico Centro collaboratore italiano OMS per la
Famiglia delle Classificazioni internazionali parte del network
internazionale che si occupa con OMS di sviluppo,
aggiornamento, manutenzione e implementazioni delle
classificazioni OMS
2. Dal 2009 lo sviluppo del Portale Italiano delle classificazioni da
parte del Centro collaboratore OMS in accordo con il Ministero
Italiano della Salute, come duplice strumento di sviluppo e di
diffusione gratuita delle classificazioni non solo dell’OMS
3. Mandato:
• supportare OMS in sviluppo, diffusione,
formazione, aggiornamento classificazioni
• supportare le istituzioni pubbliche italiane e
dei paesi confinanti nell’utilizzo delle
delle classificazioni
• supportare gli utilizzatori delle classificazioni
• provvedere alla traduzione dei materiali ufficiali
OMS
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Utilizzo di ICF:
cosa abbiamo imparato nella pratica: punti di debolezza
1. Una comprensione talvolta superficiale/evocativa del
modello concettuale dell’ICF: adesione generale e difficoltà
nello sviluppare azioni coerenti di cambiamento nel modo di
valutare e concepire la “condizione di disabilità”
2. Una difficoltà nel tradurre normativamente e
operativamente le indicazioni emergenti dal modello
concettuale e valutativo ICF (spostamento a livello locale
delle sperimentazioni di uso, eterogeneità negli usi,
autoreferenzialità, inconfrontabilità)
3. Utilizzi eterogenei e parziali; problema “Qualificatori”;
analisi statistica dei dati raccolti con ICF debole ed
elementare
4. Un’azione lenta e non coordinata nello sviluppo di
strumenti informatici per l’utilizzo di ICF
5. Una limitata documentazione scientifica internazionale
(nel periodo 2001-2012 sono stati pubblicati circa 50 lavori su
coorti di casi, la cui numerosità oscilla tra 20 e più di 1000,
contro i più di 200 teorici)
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Utilizzo di ICF
cosa abbiamo imparato nella pratica: rischi
1. Uso strumentale e “simbolico” dell’ICF: citato nelle norme ma non in
grado di orientare la riorganizzazione dei sistemi di valutazione e
dell’approccio al funzionamento /disabilità
2. Uso professionale di ICF limitato ad alcuni settori e senza prospettiva
sistemica
3. La creazione di “anticorpi”: ICF è troppo complesso
4. La realizzazione di un paradosso: la Babele del
linguaggio comune
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Utilizzo di ICF:
conseguenze pratiche
•
Descrivere sempre funzionamento e
disabilità
– non concentrarsi solo sui problemi
– descrivere l’interazione della persona valutata
anche con chi se ne occupa/la forma/la
assiste/la riabilita/la cura
•
In un profilo di funzionamento, più
disabilità si descrive, più vuol dire che le
interazioni hanno “aspetti negativi”
•
La pianificazione degli interventi (anche di
inserimento lavorativo) deve riguardare tanto
gli aspetti positivi dell’interazione quanto
gli aspetti negativi dell’interazione
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Utilizzo di ICF:
conseguenze pratiche
• Si dice ICF: vuol dire
“funzionamento/disabilità”
•
•
•
La valutazione del funzionamento promossa
da altre filiere (integrazione scolastica,
inserimento lavorativo dei disabili) accerchia
innanzitutto il sistema sanitario: è
necessario riprendere i lavori perché norme e
strumenti siano presenti e attuali anche nelle
tematiche pianificatorie sanitarie (proliferare di
iniziative rapsodiche e autogestite)
Ripropone questioni relative all’eligibilità
agli interventi pubblici
Pretende di convergere verso strumenti
uniformi (per evitare il rischio della babele del
linguaggio comune)
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Paradosso: la Babele del linguaggio comune
 Aspetti d’uso nella pratica necessitano di
ulteriori ricerche e condivisioni
metodologiche
 L’analisi dei dati raccolti con ICF è ancora
prevalentemente di tipo descrittivo ed
effettuata su singoli aspetti (per esempio i
singoli codici di Attività & Partecipazione)
 La comparazione tra profili di
funzionamento differenti risulta
impraticabile se ogni persona viene
descritta con un numero di descrittori
differenti e scelti di volta in volta sulla base
di criteri differenti
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Utilizzo di ICF:
conseguenze pratiche
• Non si deve chiedere alla
classificazione del funzionamento
quello che una classificazione non fa
(per esempio “redazione del piano
educativo individualizzato)
• È importante distinguere il momento
della valutazione del funzionamento dal
momento della pianificazione degli
interventi
• Un profilo di funzionamento può essere
ripetuto nel tempo, ma i dati da
raccogliere dovrebbero essere sempre
gli stessi per poter leggere la situazione
di una persona in momenti differenti
(per esempio: prima e dopo l’attivazione
di un piano educativo individualizzato)
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Utilizzo di ICF:
ricadute per le politiche integrate
È necessario lavorare su fronti coerenti e
intersettoriali:
• Norme (vincoli)
• Strumenti (metodi di valutazione e metodi di
analisi dei dati)
• Sistema informativo (infrastruttura
interoperabile per la semplificazione)
• Formazione
• Risorse
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Prospettive: il funzionamento come descrittore
dell’impatto delle politiche pubbliche
o
o
o
o
o
o
È la diversità che interessa: delle persone e delle
risorse in campo
Persone diverse richiedono un mix di risorse diverse
Pacchetti di interventi standard dati a persone diverse dal
punto di vista delle necessità, ma “uguali” rispetto al criterio
di elegibilità per l’intervento (es: invalido, non
autosufficiente, psicotico) possono non portare all’equilibrio
leggibile attraverso la valutazione del funzionamento
Non tutte le risorse valgono uguale = non tutti i servizi
valgono uguale = non tutti gli amici valgono uguale = non
tutti i farmaci valgono uguale = non tutti gli operatori valgono
uguale etc
La personalizzazione dell’intervento richiede un
ripensamento della standardizzazione dei pacchetti di
intervento
E’ necessario condividere la definizione di “intervento”
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Prospettiva ICF: la disabilità/esclusione/isolamento
evitabile
come mission delle politiche integrate
•
Le implicazioni della nuova connotazione del termine disabilità
alla luce della convenzione ONU e della classificazione ICF
costringono a rileggere le pratiche di integrazione sociosanitaria / di presa in carico integrata e anche le politiche
integrate in chiave nuova:
•
Capacità che hanno di evitare di produrre esiti negativi
(ovvero, di evitare la disabilità) quando si occupano di persone con
malattie croniche/menomazioni durature
•
Capacità che hanno di produrre esiti positivi (ovvero, di
produrre funzionamento, benessere, empowerment).
•
•
•
disabilità (in quanto
interazione
negativa) evitabile
Nota bene: Ricadute sulla produzione di statistiche
delle disabilità, di ricerca sulle disabilità, oltre che sulle
politiche e sugli interventi in favore delle persone con
disabilità.
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8 necessità
1. uniformare le modalità di valutazione multidimensionale
2. realizzare e uniformare la progettazione personalizzata
3. raccogliere le informazioni su ogni persona in carico ai servizi
sanitari e sociali in modo informatizzato e in modo utile per
interfacciarsi con necessità di altri sistemi (educativo, lavoro)
4. mantenere aggiornate le informazioni individuali
5. usare nomenclature e linguaggi standard
6. avere dati sulla popolazione presa in carico dal sistema sanitario e
sociale
7. coinvolgere i destinatari degli interventi nelle procedure di
valutazione, progettazione e raccolta informatizzata delle informazioni
che li riguardano
8. programmare sulla base di evidenze
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MIUR Linee guida sull'integrazione scolastica degli alunni
con disabilità - 2009
«L’ICF sta penetrando nelle
pratiche di diagnosi condotte
dalle AA.SS.LL., che sulla
base di esso elaborano la
Diagnosi Funzionale».
E’ dunque opportuno che il personale
scolastico coinvolto nel processo di
integrazione sia a conoscenza del modello in
questione e che si diffonda sempre più un
approccio culturale all’integrazione che tenga
conto del nuovo orientamento volto a
considerare la disabilità interconnessa ai
fattori contestuali
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43
Protocollo d’intesa MIUR-MinSAL 2012
Le Parti si impegnano a promuovere, sostenere e sviluppare iniziative volte a
garantire la presa in carico globale di bambini, alunni e studenti con disabilità e
con disturbi evolutivi specifici, garantendo l’integrazione degli interventi.
proposta di revisione
dell’Intesa sancita in
Conferenza Unificata in data
20 marzo 2008 in merito alle
modalità e ai criteri per
l’accoglienza dell’alunno con
disabilità;
.. attivazione di azioni di
monitoraggio congiunto sulle
procedure di rilascio di
certificazioni diagnostiche,
anche al fine di produrre
periodiche proposte di
miglioramento;
.. progressiva applicazione del
modello “International
Classification of Functioning”
(ICF) dell’Organizzazione Mondiale
della Sanità (OMS), opportunamente
adeguato alla realtà italiana ed alle
peculiarità del modello italiano di
inclusione scolastica,
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Protocollo d’intesa MIUR-MinSAL 2012
… tenendo anche conto della sperimentazione attuata in materia dal
Centro Controllo Malattie del Ministero della salute in collaborazione con
il Centro di Collaborazione OMS del Friuli Venezia Giulia;
Centro Collaboratore Italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per la Famiglia delle Classificazioni Internazionali
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La prospettiva ICF: verso dove?
Nuovo
sguardo /
nuovi
strumenti
integrati
Nuova
organizzazione
integrata
Nuova
pianificazione
integrata
Nuovi
metodi
integrati
Nuove
interazioni
/ nuovi
tempi
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per la presa in carico nel tempo
Profilo di funzionamento
Ex diagnosi funzionale ai
Fini dell’inclusione scolastica
+
Profilo dinamico funzionale
Parte sociosanitaria
Descrizione interventi in atto
(Progetto Personalizzato?)
Valutazione risultati raggiunti
Adattamenti per raggiungere
nuovi risultati
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Perché non è possibile un unico profilo di
funzionamento
«fattori ambientali»
diversi
=
profili di funzionamento
diversi
Un profilo di
funzionamento in ambiente
extrascolatico può essere
molto diverso da un profilo
di funzionamento a scuola
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Differenti profili di funzionamento
in setting differenti
• Ogni persona ha il suo progetto di intervento di presa in
carico
• Ogni persona ha ingredienti diversi nel proprio progetto di
intervento (a seconda dell’ambiente a cui la bilancia si
riferisce)
• Ogni persona ha la sua bilancia tra ingredienti facilitatori
(i più numerosi) e ingredienti barriera (i meno presenti)
• Ogni profilo di funzionamento vede la compresenza di
funzionamento e disabilità
• Ogni persona avrà adattamenti differenti affinchè i
funzionamenti prevalgano sulle disabilità
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Indicazioni per la progettazione nei casi 2011:
Funzioni Corporee – Gruppo Minori
FUNZIONI DELLA CUTE E STRUTTURE
CORRELATE
FUNZIONI NEUROMUSCOLOSCHELETRICHE E
CORRELATE AL MOVIMENTO
FUNZIONI GENITOURINARIE E
RIPRODUTTIVE
FUNZIONI CORRELATE ALL'APPARATO
DIGERENTE E DEI SISTEMI
METABOLICO ED ENDOCRINO
FUNZIONI DEI SISTEMI
CARDIOVASCOLARE, EMATOLOGICO,
IMMUNOLOGICO E DELL'APPARATO
RESPIRATORIO
FUNZIONI DELLA VOCE E
DELL'ELOQUIO
FUNZIONI SENSORIALI E DOLORE
FUNZIONI MENTALI
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Presa in carico efficace e presa in carico da perfezionare :
equilibrio e squilibrio delle interazioni rispetto ad Attività e Partecipazione - Gruppo Minori/2011
VITA SOCIALE, CIVILE E
DI COMUNITA'
AREE DI VITA
PRINCIPALI
INTERAZIONI E
RELAZIONI
INTERPERSONALI
VITA DOMESTICA
CURA DELLA PROPRIA
PERSONA
MOBILITA'
COMUNICAZIONE
COMPITI E RICHIESTE
GENERALI
APPRENDIMENTO E
APPLICAZIONE DELLE
CONOSCENZE
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Indicazioni per la progettazione nei casi 2011:
Attività e Partecipazione – Gruppo Minori
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I modelli di lettura dell’interazione tra persone
e ambiente e la coerenza delle politiche
•
la progettazione individuale presuppone la valutazione
del funzionamento/disabilità delle persone in coerenza
con il modello concettuale di riferimento = INTERAZIONE
PERSONA-AMBIENTE
•
entrambe le fasi vanno abbinate nelle prospettive
valutative integrate per evitare percorsi
normativi/regolamentatiti a canne d’organo (un classico
delle politiche pubbliche settoriali
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E’ maturo il tempo: dal basso verso l’alto
(vale anche per le politiche)
• Per team di lavoro interassessorili,
interistituzionali, intercomunitari
• Per capitalizzare, “brevettare” e rendere
disponibili investimenti pubblici fatti per innovare
strumenti e operatività (messa a disposizione
non solo di risorse economiche, ma soprattutto
di capitale umano e di saperi)
• Per rivedere le norme in modo coerente con gli
investimenti fatti per innovare strumenti e
saperi… (considerando il valore didattico delle
norme)
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“Un mondo senza barriere… può
essere un mondo senza disabilità e
senza discriminazione”
www.reteclassificazioni.it
www.who.int/classifications/en
[email protected]
Grazie dell’attenzione!
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La prospettiva ICF