ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 P I E T R O P I E R O Pagina 1 L A R I Z Z A G I O R G I N I F R A N C E S C O L O T I T O FRANCESCO MARIA AMORUSO G I A N P A O L O S A S S I GIUSEPPINA SANTIAPICHI C E S A R E D A M I A N O D O M E N I C O P R O I E T T I Il futuro degli Enti Previdenziali IL SINDACATO DEI CITTADINI ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 3 A T T I D E L C O N V E G N O N A Z I O N A L E I R I S U I L Il futuro degli Enti Previdenziali Roma 3 aprile 2007 14-05-2007 14:40 Indice ATTI UIL 03-4-07 5 versione Pagina 5 Relazione Pietro Larizza Interventi Piero Giorgini Francesco Lotito Francesco Maria Amoruso Gian Paolo Sassi Giuseppina Santiapichi Cesare Damiano Conclusioni Domenico Proietti 7 22 33 52 63 74 85 100 Bibliografia Web www.uil.it/fisco 5 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 7 Il futuro degli Enti Previdenziali Pietro Larizza I l tema dell’accorpamento degli enti previdenziali è stato inserito all’ottavo posto tra i dodici punti prioritari indicati dal Governo per rilanciare l’azione programmatica. Il governo ha indicato un obiettivo esplicito: creare risparmi per le casse pubbliche grazie alla fusione degli Enti Previdenziali. In realtà l’unificazione degli Enti, così come prospettata, non solo non comporta nel breve e medio periodo un reale abbattimento dei costi ed un conseguente contenimento della spesa (come notato dalla stessa Corte dei Conti), ma deve prevedere spese aggiuntive per armonizzare i vari comparti. 7 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 8 Il futuro degli Enti Previdenziali Pietro Larizza Risparmiare mediante unificazione, vuol dire adottare le leggi economiche universali che sono molto chiare: unificare e ridurre le strutture fisiche; disporre di un solo sistema informatico; un sistema unificato di servizi; unificazione dei sistemi organizzativi; una selezione della dirigenza. C’è anche la riduzione del personale, che in questo caso significa ricollocazione nell’ambito del sistema pubblico. Senza sollevare oggi obiezioni sindacali sulle conseguenze organizzative, economiche e contrattuali, poniamo una domanda assumendo il punto di vista degli utenti dei servizi: un unico grande ente offre maggiore efficienza per le prestazioni cui hanno diritto? È possibile razionalizzare e risparmiare in modo diverso, senza ridurre la qualità del servizio? Partiamo da alcuni punti critici degli enti interessati. INPDAP Il passaggio all’Inpdap delle competenze per il pagamento delle pensioni di tutto il pubblico impiego è avvenuto nel 1998, e solo dall’ottobre del 2005 tale pagamento è andato a regime anche se restano problemi irrisolti. 8 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 9 Il futuro degli Enti Previdenziali Pietro Larizza Un sistema previdenziale unificato tra “la previdenza da lavoro pubblico e quella da lavoro privato”, dovrà innanzitutto gestire le differenze non piccole tra l’uno e l’altro, compresa la prospettiva di allargare a tutti la previdenza complementare. Presso l’Inpdap c’è inoltre la Gestione separata per i dipendenti dello Stato che, prima, era a carico del Ministero del Tesoro. Tale gestione è finanziata, oltre che dai contributi previsti dalla legge, anche da un’aliquota aggiuntiva a carico del bilancio statale, che varia in rapporto all’ammontare della spesa complessiva delle prestazioni pensionistiche dei dipendenti statali. In un soggetto accorpato che gestisca previdenza pubblica e previdenza privata, non potrebbero convivere a lungo, senza creare grandi problemi amministrativi, diversi sistemi contributivi, diversi calcoli pensionistici e possibilità diverse per la previdenza integrativa. INPS L’Inps conosce già i problemi e i costi dei trasferimenti e accorpamento di altri enti. La fusione dell’Inpdai nell’Inps ha avuto un costo altissimo per l’Istituto, il quale ha visto confluire e gravare sulle proprie casse 93.000 dirigenti collocati a riposo 9 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 10 Il futuro degli Enti Previdenziali Pietro Larizza con una pensione alta, e un disavanzo dell’ex Inpdai di 2.159 milioni di euro ripianato, di fatto, dagli avanzi del Fondo lavoratori Dipendenti; un fondo che risulta in attivo di 1.551 milioni di euro se calcolato al netto delle perdite degli ex fondi speciali trasporti, telefonici, elettrici ed ex Inpdai. L’Inps gestisce inoltre tutta una serie di altre voci non previdenziali, con linee di confine opache tra prestazioni previdenziali e prestazioni di tipo assistenziale. Un intreccio scientificamente indistinto tra diritti e solidarietà, che né l’Istituto né la politica hanno voluto fino ad oggi distinguere con la separazione. Una composizione poco trasparente dei dati di bilancio che non permette una vera analisi dei capitoli di spesa, creando con ciò un danno reale alla valutazione dei costi della spesa pensionistica, presente e futura. La separazione netta e definitiva tra assistenza e previdenza non è una fissazione della UIL, ma è una necessità per distinguere i diritti che nascono dalla prestazione lavorativa da quelle della solidarietà, che la collettività riconosce come valore. Tra previdenza e assistenza sono diverse le finalità e le fonti di finanziamento, e tuttavia, a livello nazionale ed europeo, si continua nella classificazione unica di 10 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 11 Il futuro degli Enti Previdenziali Pietro Larizza “spesa previdenziale” con una vittima predestinata: la spesa pensionistica. INAIL In un dibattito come quello che si sta sviluppando nel Paese, un’attenzione particolare deve essere rivolta all’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Un settore nel quale sono sconsigliabili operazioni affrettate che possano compromettere il bisogno di sicurezza che emerge, anche in modo drammatico, dal mondo del lavoro. Qui non si tratta di semplici prestazioni assicurative, ma di una funzione sociale assegnata al sistema pubblico per salvaguardare la sicurezza del lavoratore e il suo inalienabile diritto alla salute. Il nostro Presidente della Repubblica ha più volte sottolineato la necessità di porre fine al dramma delle morti bianche sul lavoro, e a chiesto di sviluppare in maniera più efficace la politica per la sicurezza con tutti i necessari controlli preventivi volti a realizzarla. Anche oggi, vogliamo ringraziarlo pubblicamente per questa sollecitazione che condividiamo. In un mondo lavorativo frammentato, come quello che si è configurato negli ultimi dieci anni, la prevenzione e 11 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 12 Il futuro degli Enti Previdenziali Pietro Larizza l’assicurazione per gli infortuni collegati all’attività lavorativa aumenta la responsabilità pubblica nella tutela delle persone. Noi restiamo fermamente convinti della necessità di preservare il carattere pubblico degli strumenti assicurativi e, nel contempo, crediamo che un istituto che li garantisca nel modo migliore debba mantenere autonomia gestionale e specificità operativa. Anche nei paesi dell’UE l’assicurazione infortunistica costituisce un sistema autonomo che si basa sull’obbligatorietà dell’assicurazione. L’INAIL, in Italia, assicura oggi circa 3 milioni di aziende e 17 milioni di lavoratori. Accorpare l’Istituto all’interno di un grande contenitore polifunzionale, significa sottovalutare la particolarità di questa funzione sociale riguardo al bene primario della tutela del lavoro. I criteri puramente contabili non possono essere l’unico o il prevalente parametro di riferimento: dietro i numeri, i tagli, gli accorpamenti e le razionalizzazioni c’è infatti l’efficacia della funzione pubblica sulla vita delle persone, con i loro bisogni ed i loro diritti. Anche dal punto di vista della razionalità operativa e dei costi di funzionamento, tutte le esperienze ci dicono che 12 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 13 Il futuro degli Enti Previdenziali Pietro Larizza accentuando la specializzazione, soprattutto nella prevenzione degli infortuni, si realizza un forte contenimento delle spese in quanto si alleggerisce di molto il costo sociale ed economico che tali eventi fanno gravare sulla collettività. In definitiva, ci sono fondati motivi interni e esperienze internazionali, che ci consentono di affermare che le attività degli Enti a vocazione assicurativa sono difficilmente integrabili con quelle di istituti prettamente previdenziali-assistenziali. Ho fatto una breve panoramica sui tre enti maggiori sapendo perfettamente che le scelte che li riguardano comprendono anche quelli minori che trattano materie previdenziali o assicurative. Le fusioni, e nuovi criteri di razionalità funzionale, riguarderanno infatti anche l’Ipsema, l’Enpals, l’Ipost. LA NOSTRA PROPOSTA Tutti gli Enti grandi o piccoli sono importanti, ed esistono in quanto assolvono a una funzione di servizio che la collettività ritiene necessaria. Le attività non sono quindi sopprimibili, si possono invece discutere gli strumenti per esercitarle. Noi esprimiamo riserve e perplessità motivate sulla 13 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 14 Il futuro degli Enti Previdenziali Pietro Larizza decisione annunciata di accorpare tutti gli enti in un unico soggetto giuridico. Non vogliamo però limitarci al dissenso, ma offrire un contributo alla soluzione dei problemi: quando esistono e nei punti in cui si manifestano. Se si vuole fare una riflessione seria, utile e producente sull’insieme degli Enti previdenziali italiani, bisogna partire da un’altra priorità: il miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza delle prestazioni offerte agli utenti. Questo deve essere l’obiettivo imprescindibile dell’azione riformatrice. La qualità e l’efficienza del servizio sono le pre-condizioni da soddisfare per ogni ipotesi di intervento strutturale. Dai tanti enti che operano emergono tre soli campi di attività: la previdenza; le assicurazioni sul lavoro; l’assistenza. I primi due nascono da diritti negoziati, il terzo invece consolida la coesione sociale mediante la solidarietà sostenuta dalla finanza pubblica. Sono tre filiere distinte del nostro sistema sociale che è bene restino tali operativamente. Si dovrebbe perciò puntare a tre enti. Nella realtà, sapendo come è organizzata la gestione dell’assistenza, sarebbe controproducente e costoso separarla dalle 14 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 15 Il futuro degli Enti Previdenziali Pietro Larizza strutture tecniche e informatiche dell’Inps. Lo schema gestionale per materie omogenee potrebbe perciò essere di due enti: • un Ente unico con due missioni distinte: la previdenza e l’assistenza. Tutta la previdenza dei settori pubblici e di quelli privati e, a fianco, un settore autonomo di attività, interno allo stesso ente, che gestisca con un proprio bilancio parallelo tutte le prestazioni assistenziali, registrando i finanziamenti e i destinatari. In definitiva, nello stesso soggetto giuridico ci deve essere gestione separata, anche organizzativamente, senza commistione finanziaria di alcun tipo tra previdenza e assistenza. • Il secondo sarà un Ente unico di natura assicurativa. Questo ci sembra un assetto di sistema coerente e funzionale verso il quale si possono orientare la politica e le parti sociali interessate. Una riorganizzazione che, tra le altre cose, permetterebbe finalmente quella effettiva separazione tra spesa previdenziale e spesa assistenziale che le confederazioni, e la UIL in particolare, chiedono da anni senza trovare mai risposte soddisfacenti. Creare un ente che gestisca in modo autonomo i due 15 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 16 Il futuro degli Enti Previdenziali Pietro Larizza regimi di prestazioni, significa non solo separare contabilmente le spese di previdenza da quelle di assistenza, ma significa anche separarle dal punto di vista politico, rendendo chiari i confini che separano i diritti dalla solidarietà. È bene infatti ricordare che tutte le prestazioni che uno Stato socialmente responsabile decide di mettere a disposizione delle fasce più deboli e svantaggiate del Paese, sono interventi che devono essere finanziati dalla fiscalità generale, con una ripartizione solidale della spesa tra tutti i cittadini senza interferenze con i contributi previdenziali dei lavoratori: questi contributi devono avere una sola ed esclusiva finalità previdenziale, senza distrazioni o sottrazioni di risorse. GOVERNANCE La riforma razionale degli Enti deve prevedere obbligatoriamente un modello di governabilità coerente con gli obiettivi delle ristrutturazioni, sia per la gestione del sistema che per interessi degli utenti. Noi siamo favorevoli al mantenimento del sistema duale, e riteniamo sia necessaria una più netta separazione tra l’attività di direzione amministrativa e l’attività di indirizzo strategico, prendendo a modello dal 16 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 17 Il futuro degli Enti Previdenziali Pietro Larizza nostro ordinamento la riforma del diritto societario. Nella sua applicazione pratica, questo schema dovrà essere rimodulato in funzione delle caratteristiche degli Enti che assolvono compiti di interesse pubblico destinati al mondo del lavoro e alle imprese. La nostra idea di governo è quella di un moderno sistema duale, prevedendo per ciascun Ente un organo di gestione, assimilabile alla figura di un amministratore delegato, e un Consiglio di Indirizzo e Vigilanza. Un organo di gestione che comprenda la rappresentanza legale dell’Ente; quindi il CIV, rafforzato da effettivi poteri e da una struttura adeguata, che esercita la rappresentanza politica degli interessi e delle finalità pubbliche. Da ciò l’evidente conseguenza per i CIV, che debbono poter esercitare efficacemente e pienamente le responsabilità di indirizzo e vigilanza. Oggi registriamo invece un forte squilibrio tra il grado di rappresentanza che le forze sociali hanno nel sistema e l’effettiva possibilità di indirizzo e vigilanza che esercitano negli Enti. Le forze sociali, per le stesse finalità degli Istituti, assolvono un ruolo fondamentale per il ruolo pubblico degli Enti, e ogni tentativo politico o burocratico di ridurle a 17 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 18 Il futuro degli Enti Previdenziali Pietro Larizza un mero ruolo consultivo deve essere considerato un abuso contro la rappresentanza generale degli interessi legittimi del lavoro e dell’impresa. Proprio per ragioni di rappresentanza legittima degli interessi che rappresentano, i sindacati hanno difeso i Comitati provinciali di Inps e Inpdap che si volevano abolire. La presenza di questi comitati sul territorio garantisce infatti la possibilità per i lavoratori di trovare una soluzione delle controversie più rapida, meno costosa e più equa. Se invece della passione polemica contro i sindacalisti che ne fanno parte, qualche commentatore avesse chiesto a cosa servono forse ci sarebbero state meno disinformazioni. C’è un elemento di analisi inconvertibile: l’abolizione avrebbe creato un aumento notevole dei ricorsi per via giudiziaria con nuovi costi, allungamento dei tempi e un danno diretto agli interessi dei lavoratori. Si può discutere sull’opportunità di una semplificazione e un riordino dei comitati provinciali e regionali, ma per noi la loro funzione è indispensabile: sono infatti uno spazio di democrazia e comunicazione sociale che il sindacato intende difendere. 18 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 19 Il futuro degli Enti Previdenziali Pietro Larizza Prima di concludere mi sembra giusto attirare l’attenzione su due altre questioni, che pur non essendo strettamente collegate al tema del riordino degli Enti, rivestono un interesse generale e certamente non sono estranee alle riforme del sistema. Alludo alla questione delle totalizzazioni e delle regole alla base del calcolo della pensione. Anche se importanti passi in avanti sono stati effettuati con recenti provvedimenti, la soglia dei 6 anni di versamento necessari per poter ricongiungere i contributi versati in diverse gestioni previdenziali, è un limite non solo troppo alto ma anche incomprensibile. Non va infatti dimenticato che per le nuove generazioni di lavoratori, passare, con brevi percorsi di lavoro, da una forma di lavoro autonomo ad una di lavoro dipendente e viceversa è sempre più frequente. Nella discussione su un riordino degli Enti previdenziali anche questa questione deve essere affrontata e risolta. I contributi appartengono a chi li ha versati, e non si capisce in virtù di quale logica economica, politica e sociale si stabilisce, utilizzando gli anni di versamento, la linea di demarcazione tra i contributi utili e quelli a perdere. C’è infine un enorme bisogno di equità sempre disatte19 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 20 Il futuro degli Enti Previdenziali Pietro Larizza sa. Oltre alla esigenza di armonizzazione tra pubblico e privato, crediamo fondamentale che si proceda alla unificazione delle regole previdenziali, abolendo privilegi ancora presenti tra i diversi tipi di lavoro. Le regole di calcolo e di accesso devono infatti essere uguali per tutti, e la differenza nell’entità della prestazione dovrà essere esclusivamente frutto della quantità di lavoro, del livello di retribuzione e della contribuzione effettuata negli anni. Il mondo del lavoro non ha invidia sociale per le pensioni alte o anche altissime, esprime invece motivata indignazione per le sottogliezze normative che producono e consolidano privilegi di corporazioni e di casta. CONCLUSIONI La ridefinizione degli assetti degli Enti e delle finalità pubbliche, debbono essere parti di un progetto volto a realizzare gradualmente l’obiettivo della piena efficienza e razionalità della gestione delle prestazioni previdenziali, assistenziali e assicurative. I percorsi devono quindi essere discussi e condivisi tenendo conto sia delle esigenze di razionalità sia dei diritti dei soggetti interessati. Il sindacato non ha problemi a collaborare per ricercare 20 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 Il futuro degli Enti Previdenziali 14:40 Pagina 21 Pietro Larizza obiettivi condivisi,con tempi definiti per le riforme che, dopo il confronto, il governo dovrà elaborare. Nessuno cerca pretesti per dilazionare le scelte, e confermiamo la disponibilità al confronto per attuare le riforme: non c’è quindi bisogno di strappi, che avrebbero come unico risultato quello di compromettere la funzionalità degli istituti a danno degli utenti, senza peraltro nessun reale risparmio per le casse pubbliche. Al contrario deve esserci una progettazione seria, che parta da uno studio adeguato e partecipato, capace di indicare con sicurezza i passaggi intermedi e i punti conclusivi di una riforma utile al sistema e ai destinatari sociali. 21 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 22 Il futuro degli Enti Previdenziali Piero Giorgini N el generale quadro di razionalizzazione della Pubblica Amministrazione al centro del dibattito è posto l’accorpamento degli istituti previden- ziali che viene esaminato secondo due opzioni: l’unificazione in un ente unico delle competenze previdenziali e assicurative, ovvero, la creazione di due poli, uno pensionistico e l’altro assicurativo. L’ipotesi del cosiddetto super ente non appare praticabile in quanto i recupero di efficienza e di efficacia sono conseguibili accorpando enti che esercitino funzioni omologhe o almeno similari. A tale proposito si rileva che le funzioni dell’Inail sono oggettivamente del tutto eterogenee rispetto a quelle 22 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 23 Il futuro degli Enti Previdenziali Piero Giorgini tipiche degli istituti previdenziali e assistenziali in quanto gli interventi non sono limitati alla semplice erogazione delle provvidenze economiche ma comprendono rilevanti attribuzioni in materia di sanità, sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, reinserimento sociale e lavorativo degli infortunati e dei tecnopatici. L’imprescindibile natura assicurativa dell’Inal comporta l’adozione di un modello economico finanziario completamente diverso da quello delle strutture previdenziali in quanto basato sull’autosufficienza e sull’autonomia, l’Inail ha sempre esercitato la funzione di protezione sociale dei lavoratori infortunati e tecnopatici senza gravare sul bilancio dello Stato e assicurando, anzi, un avanzo di amministrazione depositato presso la Tesoreria unica che per l’anno 2005 è stato di circa 2 miliardi di euro e che per l’anno 2006 sarà di importo simile. Ed ancora. La specificità dell’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali è stabilito da un complesso quadro normativo che parte dal secondo comma dell’art. 38 della Costituzione dove è sancito il diritto ad una tutela privilegiata per gli infortunati e i tecnopatici. La peculiare natura della tutela assicurativa è caratterizzata da: l’automaticità delle prestazioni che sono eroga23 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 Il futuro degli Enti Previdenziali 14:40 Pagina 24 Piero Giorgini te anche nel caso in cui il datore di lavoro non abbia versato i contributi o, addirittura, abbia omesso di denunciare il rapporto di lavoro; l’assoluta mancanza di proporzionalità tra i premi dovuti e l’importo delle prestazioni che sono ragguagliate soltanto alla gravità della inabilità e alla retribuzione percepita; l’esigenza di garantire il ciclo della tutela integrata, prevenzione, cura, indennizzo, riabilitazione, reinserimento sociale e lavorativo, che viene attuata attraverso un’attiva funzione sinergica con le altre strutture pubbliche e i soggetti privati, che a diverso titolo sono titolari di competenze in campo sanitario, prevenzionale e riabilitativo. L’unicità del sistema assicurativo trova espressa e autorevole conferma nella recente legge delega sul Testo Unico su salute e sicurezza sul lavoro all’esame del parlamento. Il polo assicurativo deve essere gestito da un ente pubblico, autonomo, nazionale e assicuratore: pubblico, perché è ormai ampiamente dimostrato che la privatizzazione non riuscirebbe a garantire l’attuale livello di prestazione a parità di premio; autonomo, in quanto la specificità della missione esclude ogni ipotesi di confluenza nel super ente, infatti, l’unificazione si risolverebbe in una mera sommatoria di competenze che diffi24 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 25 Il futuro degli Enti Previdenziali Piero Giorgini cilmente potrebbe dare risultati migliori in termini di efficienza ed efficacia della tutela assicurativa. Al contrario, la configurazione come ente singolo dotato di poteri e autonomia, consente un rapido adeguamento dei livelli di tutela rispetto ai bisogni espressi dai lavoratori e dalle aziende. Nazionale, poiché nell’ambito delle autonomie assegnate alle regioni e in previsione dell’ampliamento dei poteri delle stesse, è fondamentale la presenza di un ente nazionale per garantire a tutti gli assicurati trattamenti economici sanitari uniformi sull’intero territorio nazionale. Sviluppare una politica nazionale nei settori della sicurezza e del reinserimento sociale lavorativo, non omogeneamente presidiati dalle regioni. Assicuratori, infine, perché la natura assicurativa è l’elemento più qualificante per la realizzazione della tutela privilegiata. La forma assicurativa, infatti, esprime un principio politico, prima ancora che tecnico. Il lavoro genera rischi e danni, chi trae profitto dal lavoro se ne deve assumere gli oneri. Da tale assunto deriva l’elemento distintivo della tutela, il premio assicurativo è totalmente a carico dei datori di 25 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 26 Il futuro degli Enti Previdenziali Piero Giorgini lavoro a copertura della loro responsabilità civile. Inoltre, un sistema contributivo svincolato dall’assicurazione del rischio non si adeguerebbe automaticamente alle dinamiche lavorative che producono i rischi, finirebbe con il richiedere un ricorso sistematico alla fiscalità generale per garantire l’equilibrio finanziario con il risultato di chiamare alla contribuzione anche i lavoratori. L’attuale sistema di finanziamento è misto e prevede una quota di capitalizzazione, le rendite per l’ammontare determinato alla data di decorrenza sono gestite a capitalizzazione, mentre le spese sanitarie correnti e le indennità temporanee sono così come i successivi miglioramenti delle predette rendite, sono gestite con il sistema finanziario della ripartizione pura. Nel corso del dibattito generale è stato ipotizzato, tra l’altro, il passaggio del sistema di finanziamento della tutela anti-infortunistica a totale ripartizione, tale ipotesi deve essere fermamente respinta in quanto l’attuale quota di capitalizzazione, pari a circa il 20%, riguarda esclusivamente il valore capitale delle rendite e copre pertanto il costo delle prestazioni riconosciute in relazione agli infortuni e le malattie professionali che determinano le conseguenze più gravi. 26 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 27 Il futuro degli Enti Previdenziali Piero Giorgini Il passaggio al sistema di ripartizione pura determinerebbe il ribaltamento sulle imprese dei costi futuri, relativi agli infortuni più gravi, pregiudicando ogni sistema di incentivazione alle imprese per la innovazione tecnologica e il conseguente miglioramento della sicurezza dal momento che le imprese stesse, pur sostenendo i costi dell’innovazione non ne trarrebbero alcun beneficio immediato continuando ad essere onerate per decenni dai costi degli infortuni pregressi. In prospettiva di medio-lungo termine, si determinerebbe lo squilibrio finanziario del sistema con conseguente necessità di aumento dei premi e ovvi riflessi negativi sui costi del lavoro. La razionalizzazione del sistema di welfare attraverso l’istituzione di polo assicurativo può rappresentare una fondamentale opportunità di sviluppo per la missione dell’Inail. Fermo restando gli obiettivi di incremento, di efficacia e di efficienza, il concreto apporto dell’Inail alla realizzazione di misure strutturali per il contenimento del costo del lavoro, deve essere rappresentato dalla riduzione del numero e della gravità degli infortuni, da conseguirsi attraverso l’azione prevenzionale, dalla gravità dei danni subiti dai lavoratori raggiungibile attraverso la 27 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 28 Il futuro degli Enti Previdenziali Piero Giorgini tempestività e qualità degli interventi curativi e riabilitativi, dei disagi economici e sociali determinati dall’infortunio, ottenibile attraverso la congruità dell’indennizzo economico e l’efficacia dei processi di reinserimento sociale e lavorativo. Il tutto in coerenza con la strategia adottata dalla Commissione Europea per il quinquennio 2007-2012 che pone ai paesi membri un obiettivo di riduzione del 25% degli infortuni sul lavoro. Si tratta di riorientare l’assicurazione attraverso un diverso modo di gestire rischi e danni, non più e non solo per incassare premi e indennizzare le menomazioni, ma per analizzare fattori e cause degli infortuni, colti nel contesto dei singoli settori di attività e attraverso la comparazione di eventi simili verificatisi in contesti produttivi diversi. Finora il focus dell’assicurazione è stato rappresentato dall’evento infortunistico che innesca, sul versante delle entrate, una sequenza perversa, più rischio, più danni, più premi, più costo del lavoro. È indispensabile, al contrario, attivare nuove sequenze virtuose, più prevenzione, meno rischi, minori premi, riduzione del costo del lavoro, più riabilitazione, più reinserimento sociale e lavorativo, meno danni, minori 28 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 29 Il futuro degli Enti Previdenziali Piero Giorgini uscite, riduzione dei costi sociali. È questo il nuovo punto di equilibrio gestionale che va perseguito in quanto non si tratta solo di conseguire obiettivi economico, bensì di rendere effettiva la tutela prevista dalla Costituzione ponendo al centro dell’azione assicurativa il diritto del lavoratore alla integrità psicofisica. Questo nuovo orientamento culturale prima e operativo dopo, può rendere le strutture Inail valide interlocutrici degli altri soggetti pubblici e privati, nella creazione di un efficace sistema di sicurezza. Infatti, fermo restando l’auspicabile intervento di razionalizzazione di ruoli e competenze che verrà attuato attraverso il testo unico su salute e sicurezza sul lavoro, le banche dati sugli andamenti infortunistici proposti non in chiave meramente assicurativa, ma secondo logiche spiccatamente prevenzionali; il portale per la sicurezza, gli incentivi alle regioni per i piani di sicurezza, le norme premiali per le aziende, le campagne di informazione e formazione, l’assistenza, il sostegno e gli organismi bilaterali e trilaterali e alle organizzazioni sindacali di categoria rappresentano il vasto campo di azione che già da oggi è possibile nel quadro normativo vigente. 29 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 30 Il futuro degli Enti Previdenziali Piero Giorgini Nell’ottica illustrata assume particolare rilievo il sistema di coordinamento tra i diversi soggetti coinvolti al fine di assicurare l’efficacia delle azioni, evitare duplicazioni di interventi e dispersioni di risorse, massimizzare le risorse umane ed economiche disponibili. È di tutta evidenza che le procedure di confronto e collaborazione tra i diversi attori che agiscono nel campo della sanità, della sicurezza e della riabilitazione, debbono essere definite con puntualità e chiarezza, anche attraverso il decreto di attuazione della legge delega, affinché la realizzazione delle indispensabili sinergie non sia rimessa alla volontà dei singoli. Nell’ambito delle rinnovate modalità di gestione dei rischi e dei danni e per completare la saldatura del rapporto salute e lavoro, nella riforma previdenziale potrebbe essere previsto un ruolo dell’Inail nella gestione delle malattie di origine non professionale denunciate all’Inps. In tale ottica l’impianto di una banca dati delle assenze per malattia rappresenterà un fondamentale strumento a sostegno della ricerca sulle nuove malattie professionali e sui nuovi rischi lavorativi che le determinano, fornirà dati anamnestici obiettivi a sostegno delle valutazioni medico-legali, potrà essere alimentata con gli esiti 30 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 31 Il futuro degli Enti Previdenziali Piero Giorgini delle attività sanitarie svolte nelle aziende dai medici competenti, potrà essere messa a disposizione delle strutture del Servizio Sanitario Nazionale sia per le attività mediche, che per gli interventi prevenzionali. La divisione delle competenze fra il polo previdenziale e il polo assicurativo non preclude la possibilità di realizzare interventi di razionalizzazione finalizzati al contenimento dei costi di gestione. L’azione può svilupparsi su due direttrici, la prima riguarda la revisione del modello di governance, attualmente ridondante e di scarsa efficacia che dovrà garantire adeguata rappresentanza e ruolo alle parti sociali, normare puntualmente le attribuzioni degli organi, a partire dai poteri e responsabilità che le attuali norme attribuiscono alla dirigenza. La seconda, è riferibile alle diverse attività /no-core/ che possono comunque essere realizzate da strutture condivise permettendo il conseguimento di rilevanti economie di scala e di competenze. In tal senso, gli approvvigionamenti, le elaborazioni di gestione delle retribuzioni, le manutenzioni mobiliari, la gestione dei servizi in termini di prevenzione e protezione, la gestione del contact centre, la gestione dei servizi informatici, la gestione dei servizi legali, la 31 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 32 Il futuro degli Enti Previdenziali Piero Giorgini gestione dei servizi medico-legali, sono le più rilevanti attività che possono essere gestite in comune coinvolgendo anche altri organismi della pubblica amministrazione. Sulla base delle esperienze pregresse è necessario evidenziare l’assoluta necessità di stipulare veri e propri contratti di collaborazione per razionalizzare i costi, dove siano puntualmente definiti i tempi, le modalità di collaborazione, gli impegni assunti dai singoli contraenti. Diversamente, gli accordi, come è successo in passato anche recente, rischiano di risolversi in meri protocolli di intesa senza alcun seguito operativo. 32 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 33 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Lotito P otremmo agevolmente definire questo convegno come il luogo politico in cui per la prima volta dopo molti anni – e per la prima volta all’interno del sindacato confederale, dopo molto tempo, si tenta un ragionamento organico e di segno riformatore sulle prospettive del sistema previdenziale del nostro paese. Operazione,questa, quanto mai opportuna e tempestiva; visto l’incipit tutt’altro che entusiasmante del confronto tra governo e parti sociali ed il ritardo con cui è decollato rispetto alla scadenza prevista dal memorandum di settembre. 33 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Il futuro degli Enti Previdenziali Pagina 34 Francesco Lotito 1) Tutto si tiene Se è un discorso di riforma, quello che vogliamo affrontate (e non di una mera manutenzione dell’esistente) allora è evidente che in questo discorso tutto si tiene: • Il tema del riordino degli enti quello delle sinergie; • Il nodo della riforma del sistema duale con quello della riforma dei Comitati che per l’INPS in particolare è questione di grande rilevanza e – a chiudere il cerchio – il problema della forma di governance con il problema del ruolo delle parti sociali in un sistema previdenziale finalmente riorganizzato ed, aggiungo, rilanciato. Provo dunque a ragionare partendo da quello che mi pare essere il fatto politico preminente; vale a dire dagli orientamenti ancora recentemente espressi dal governo in materia di riordino degli Enti previdenziali. Sto parlando – come è ovvio – del punto 8 dell’ormai famoso “dodecalogo” del 22 febbraio u.s. con il quale il Presidente del Consiglio ha ricompattato la maggioranza di governo prima di presentarsi davanti alle Camere per riottenere la fiducia. Come è noto quel punto prospetta il “Riordino del sistema previdenziale con grande attenzione alle compatibilità finanziarie e privilegiando le pensioni basse ed i giovani”. 34 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 35 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Lotito Il punto prosegue affermando “l’impegno a reperire una quota delle risorse necessarie attraverso una razionalizzazione della spesa che passa attraverso anche l’unificazione degli Enti previdenziali”. La manifestazione di volontà politica del testo a me pare molto chiara, ed il dibattito politico intorno a questo tema è dunque aperto. Per la verità lo è da tempo; almeno dallo scorso agosto, quando i giornali si misero ad inseguire una “voce dal sen fuggita” del ministro Nicolais, e poi da quando una delle primissime stesure del disegno di legge Finanziaria prospettava un articolo 9 con il quale, a partire dal 1 gennaio 2007 si sarebbero dovuti sopprimere tutti gli Enti previdenziali pubblici e sostituirli con un unico ente: l’INPU. Proposta, a dir poco bizzarra che – ove fosse stata accolta – avrebbe gettato nel caos l’intero sistema previdenziale pubblico. Quell’articolo - come si ricorderà – fu lestamente ritirato, anche se in cambio della soppressione degli Enti il nuovo art. 43 sanciva la soppressione dei Comitati INPS ed INPDAP. La portata della proposta soppressiva veniva così circoscritta, ma l’errore di valutazione era del tutto identico. 35 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 36 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Lotito Per questo il CIV dell’INPS si è fortemente impegnato e con esso tutti i Comitati perchè quell’articolo cambiasse segno. In effetti il comma 469 dell’unico articolo di cui si compone la legge Finanziaria ha dato conto di questo impegno mutando la disposizione soppressiva in una prescrizione di riordino dei comitati. Detto questo, torno rapidamente all’argomento principale. Dunque è evidente che dopo il documento di governo del 22 febbraio il tema dell’unificazione riprende posto sulla ribalta, anzi sembra aver acquistato rango nel senso che viene, per così dire, attualizzato come elemento di scambio politico. Il punto in questione, infatti collega esplicitamente il “reperimento di una quota di risorse da destinare alle pensioni basse ed ai giovani” all’operazione di riunificazione degli Enti da cui distillare un risparmio di spesa. Provo a ragionare su questo scambio. Sull’entità del risparmio atteso e sulla chirurgia necessaria per ottenerlo, il Governo non si pronuncia: ma altri lo fanno ad esempio lo ha fatto R.C. in un convegno del 17 gennaio u.s. e parlano di due, forse tre miliardi di euro da realizzare con un taglio di 17.000 dipendenti. 36 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 37 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Lotito Vorrei poter discutere con il Dr. Mazzieri che di quel convegno è stato uno dei relatori, per poter capire l’alchimia che produce questi valori. Quel che è certo e che i “media” che si sono occupati della questione hanno preso in consegna l’imponenza di queste grandezze che in assenza di un ragionamento (o magari di una smentita) tengono banco nel dibattito. Ebbene, quale che sia la verosimiglianza di questi numeri, mi limito ad osservare che in questo modo di impostare le cose, il tema del riordino degli Enti previdenziali cessa di essere un obiettivo razionale in sè, per diventare una mera variabile di una partita finanziaria che ha altra motivazione e che deve risolvere il problema del fabbisogno per pensioni, ammortizzatori sociali e quant’altro. Francamente faccio una certa fatica ad immaginare un tavolo di concertazione in cui il problema si condensasse in una paradossale equazione: più pensioni meno INPS. Si può invece considerare il problema sotto un altro punto di vista, e cioè che la proposta del governo, affrancata dal vincolo di un risparmio fissato a priori, in realtà possa funzionare come un elemento di spinta e ponga all’ordine del giorno il tema del riordino in sè e 37 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 38 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Lotito per sè. In questo caso il cantiere del riordino degli Enti previdenziali può essere aperto immediatamente, e può portare ad ottimi risultati sia in termini di efficienza, sia in termini di risparmi. Qui io ripropongo il tema delle sinergie come politica di innovazione gestionale ed organizzativa ed al tempo stesso come punto centrale del discorso sul riassetto del sistema previdenziale. 2) Le Sinergie Il problema delle sinergie non è certo una novità nel vissuto degli Enti. Esso si propose all’attenzione già otto anni or sono, quando INPS, INAIL ed INPDAP sottoscrissero un protocollo che formulava il menù delle possibili sinergie e prevedeva l’istituzione di un certo numero di commissioni di studio. Quel protocollo produsse sicuramente una maggiore collaborazione, ma in fin del conti non riuscì ad intaccare il principio di autoreferenzialità, che sta nel D.N.A. di ogni struttura complessa. Per la verità il tema delle sinergie trovò un’eco in una legge delega del 17 maggio ’99. Ma il governo la fece scadere, sicchè le sinergie vere e proprie non decollarono. 38 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 39 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Lotito Taluno può chiedere del tutto legittimamente che cosa è cambiato perché si faccia oggi ciò che non è stato fatto nel corso di questi otto anni. La risposta – a mio modo di vedere – è che è mutato il contesto socioeconomico in cui si svolge l’azione degli Enti previdenziali nel senso che oggi sono in campo le ragioni di una formidabile trasformazione del mercato del lavoro, dei fabbisogni di tutela sociale e previdenziale che da sole motiverebbero l’esigenza del cambiamento. In secondo luogo sono cambiate le condizioni politiche di fondo. Otto anni fa il progetto di sinergie nasceva da una intuizione di autoriforma interna alle logiche gestionali dei tre Enti sottoscrittori. Veniva cioè adottato un parametro razionalisticoamministrativo che doveva condurre ad una ridislocazione di alcuni servizi, che però lasciava sullo sfondo il vero problema che occorre affrontare quando si pone mano alla struttura dei compiti e delle competenze; che è il problema – tutto politico – della struttura e della ridislocazione dei poteri cioè la definizione di nuove gerarchie funzionali e decisionali e dunque l’approntamento di una normativa cogente. 39 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 40 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Lotito Questo nodo non fu mai affrontato. Oggi c’è da chiedersi con onestà intellettuale se di fronte alla radicalità con cui il documento del governo pone il problema del riordino degli Enti, quella delle sinergie non possa apparire come un’offerta di retroguardia. Con pari onestà rispondo di no. L’unificazione così come prospettata dal punto 8 non è un progetto di cui si possano stimare contenuti, tempistiche ed effetti. In realtà esso ha le caratteristiche di una forte ipoteca politica che costringe tutti gli interlocutori a misurarsi finalmente in termini risolutivi con la questione del riordino. Ed in questa chiave interpella il tema delle sinergie, ed anzi lo strappa al suo originario carattere domestico per consegnarlo interamente alla responsabilità politica. A questo punto, poco importa che il tema del riordino degli Enti sia stato o no contemplato nel programma elettorale del centro sinistra. Se il problema c’è va affrontato. 3) Gli obiettivi Per la verità i CIV stanno già lavorando ad un progetto di SINERGIE che si articola intorno ad 11 obiettivi, che 40 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 41 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Lotito qui riassumo solo per titoli: 1) la riorganizzazione del sistema di governance sulla base del principio di valorizzazione del ruolo delle parti sociali, di razionalizzazione e di esemplificazione degli organi di vertice, nonchè dei compiti e della composizione dei Comitati provinciali, regionali e centrali di cui si è occupato il comma n. 469 dell’art. 1 della legge finanziaria; 2) la esemplificazione del controllo contabile per mezzo dell’unificazione dei Collegi dei sindaci; 3) la ristrutturazione e la riunificazione dei sistemi di “Audit”, di controllo interno e di gestione; 4) l’unificazione delle Avvocature in funzione dello smaltimento e della prevenzione del costosissimo contenzioso giudiziario; 5) la riorganizzazione delle competenze di vigilanza articolandole per filiere omogenee; 6) l’adozione di una politica del Patrimonio immobiliare comune agli Enti con l’obiettivo della razionalizzazione degli impieghi e della valorizzazione di mercato; 7) la ristrutturazione della rete territoriale in vista della creazione degli sportelli unici, della concentrazione delle sedi, dell’unificazione delle funzioni di sup41 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 42 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Lotito porto tecnico-edilizio, della riunificazione dei cosiddetti “processi abilitanti”; 8) la riorganizzazione delle funzioni medico-legali; 9) la ristrutturazione dei ruoli dirigenziali in funzione di un ampio snellimento dei ranghi, di ringiovanimento e di riequilibrio a favore del territorio; 10) l’integrazione della rete informatica con l’obiettivo di eliminare le duplicazioni, armonizzare le architetture, mettere in comune le piattaforme, unificare gli archivi dei lavoratori attivi e quelli dei pensionati; 11) l’adozione di una politica del personale in grado di unificare le procedure di selezione e al tempo stesso liberata dal vincolo burocratico delle piante organiche, basata sul turn-over come strumento di ricambio e di mobilità professionale e sulla riqualificazione della mobilità interente. Il compito dei CIV naturalmente non può andare al di la’ di quello del progettista, sapendo che tutti i poteri decisionali riposano sul tavolo del confronto tra governo e parti sociali. Tuttavia essi sono convinti che oggi esistono le condizioni politiche perché un progetto di SINERGIE tra gli enti previdenziali: • prenda corpo 42 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 43 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Lotito • sia vasto ed organico • punti al superamento della autoreferenzialità istituzionale • realizzi maggiore efficacia gestionale ed organizzativa • produca risparmi concreti quantificabili tempificabili A questo punto è chiaro che sto parlando non dell’estetica dell’unificazione ma del modo di mettere con i piedi per terra un vero processo di riordino che, per essere tale, deve essere l’altra faccia di un’ampia e profonda riforma dello Stato sociale, piuttosto che il mero riflesso delle esigenze di cassa e di tesoreria. Dico di più. L’adozione di una forte politica delle sinergie è lo strumento più efficace per portare allo scoperto il vero limite istituzionale dell’attuale assetto. A ben guardare, il punto 8 del dodecalogo di cui si è già detto prima, nei fatti chiama sul banco degli imputati il pluralismo degli enti; che essendo eccessivo determina diseconomie, le quali a loro volta vanno eliminate concentrandoli tutti in un punto! Ora io penso che il problema di un pluralismo ridon43 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 44 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Lotito dante possa essere legittimamente posto, a condizione però che si colga il vero elemento distorsivo che deforma il sistema, e che è rappresentato dal fatto che un po’ tutti gli enti fanno un po’ di tutto. È da questo elemento distorsivo che discendono: • sovrapposizione dei compiti • superfetazione burocratica • pletoricità strutturale • e ridondanze organizzative con contorno di gelosie identitarie, velleitarismi competitivi e dunque sprechi. Ebbene, si riformulino le missioni strategiche intorno alle quali si deve articolare lo stato sociale sulla base di un disegno coerente. Si ridefiniscano i compiti ed i ruoli ai quali si deve provvedere. Ed il tema del riordino avrà finalmente trovato una sua dimensione logica e razionale. 4) Il sistema duale Se è vero che in questo discorso di riforma TUTTO SI TIENE allora adesso è giunto il momento di parlare della GOVERNANCE DUALE. È tempo di bilancio. Proposte di cambiamento. 44 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 45 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Lotito Il sistema duale ha ormai sulle sue spalle 12 anni di esperienza. Disponiamo dunque di materiali più che sufficienti per valutarne pregi e limiti. Parto da un dato di fondo e cioè che il sistema duale è vittima di una contraddizione di fondo; l’idea che la sorregge – vale a dire la separazione delle funzioni – è moderna e fortemente innovativa perchè afferma la dialettica dei poteri come condizione della trasparenza e del buon governo; ma così com’è, ha un chè di barocco che ne pregiudica il funzionamento e lo fa apparire insoddisfacente. Detto brutalmente, il sistema così com’è, non va; e non va bene almeno per tre buone ragioni. La prima è che l’impianto normativo che ha dato vita all’assetto duale e dunque al CIV appare lacunoso ed imperfetto, nel senso che non chiarisce gli ambiti, le competenze ed i poteri effettivi dell’organo di indirizzo e vigilanza dal punto di vista della concreta esigibilità delle disposizioni che emana. Senza il supporto di un chiaro apparato sanzionatorio le sue delibere sono poco più che colpi a salve. La seconda ragione, largamente dipendente dalla prima, è che non riesce a risolvere la tensione latente fra le 45 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 46 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Lotito rispettive sfere di competenza del Civ e degli Organi di gestione. In questo senso semmai è da rimarcare il fatto che il processo dialettico che da luogo alle scelte deve avvenire in un contesto di forte asimmetria; a fronte di “UN” organo di indirizzo operano ben “TRE” organi di gestione: il C.d.A., il Presidente dell’Istituto ed il Direttore Generale. Per non dire poi del fatto che i dirimpettai del CIV in materia di bilancio sono due, vale a dire il Collegio dei Sindaci ed il Magistrato della Corte dei Conti. I quali a loro volta interagiscono con il C.d.A. lungo tutto l’esercizio delle funzioni gestionali. La verità che le parti sociali ci mettono del bello e del buono per impedire che questo impianto normativo non produca sprechi di risorse ed inefficienze insopportabili ma il nodo di fondo ancora una volta è nella normativa di legge. Si pone dunque oggettivamente un problema di esemplificazione che merita di essere affrontato in un contesto di riforme. La terza ragione a sua volta figlia delle prime due – è che il ruolo del CIV così com’è non corrisponde nè al grado di rappresentatività, nè all’impegno politico delle 46 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 47 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Lotito parti sociali all’interno dell’Istituto. Su questo punto è bene parlar chiaro. La funzione di governo delle parti sociali all’interno del sistema non è alienabile. Gli Enti previdenziali non sono aziende dello Stato, e men che meno delle municipalizzate. Il sistema degli Enti è un’espressione di quella che a buon diritto può (e deve) essere definita “proprietà sociale”. È tale perchè la sua storia centenaria si intreccia continuamente con la vicenda del movimento sindacale dei lavoratori, al punto da costituire una metafora delle sue conquiste sociali e del processo di civilizzazione della società industriale del XX secolo. È tale perchè il capitale che amministra è costituito dai versamenti contributivi dei lavoratori e delle imprese. È tale perché ha di fronte a se non clienti, ma cittadini portatori di diritti, sicchè la sua missione non è quella di vendere merci o servizi al miglior prezzo possibile, ma di assicurare il miglior funzionamento possibile dei sistemi di welfare. È tale perché riconosce il mercato, anche quando agisce sul terreno dei servizi sociali, ma con esso non si confonde, come mostra chiaramente la sua posizione sulla 47 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 48 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Lotito previdenza complementare, sapendo che se per il mercato la missione è la certezza del profitto, per un sistema come quello previdenziale la missione è la certezza dei diritti di cittadinanza sociale. Nessuno dunque può pensare che questo sistema possa vivere senza l’apporto di governo delle parti sociali. Così come è ormai necessario che le parti sociali tornino ad occuparsi del problema del governo degli enti previdenziali come di un tema di primaria importanza. Qui cogliendo anche l’opportunità di dialogare con il Ministro del Lavoro, va posta (anzi riproposta) la questione davvero cruciale – dell’autonomia gestionale degli Enti di fronte alla funzione vigilante dei ministeri dell’Economia e del Lavoro, sapendo che il lascito che questo governo ha ricevuto da quello precedente, è molto negativo. C’è – perché lo ha fissato la L. 88/89 – un confine che separa l’una dall’altra. Sicchè i termini del discorso sono molto semplici. Se il sistema previdenziale è lo strumento tramite il quale si materializza la legislazione sullo Stato sociale, è quantomai giusto e doveroso che su di esso si eserciti la vigilanza del Parlamento. Se nella sua azione impiega risorse dello Stato, è altret48 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 49 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Lotito tanto giusta la vigilanza del governo. Senonchè la vigilanza deve essere esercitata sugli atti esecutivi e sui risultati, non sulle procedure. Per questo fermo restando il massimo rispetto della legge e delle funzioni di vigilanza, la responsabilità delle scelte gestionali ed amministrative deve appartenere – senza equivoci – al sistema di governo dell’Istituto. Ne va – oltre che della dignità professionale – della stessa efficienza operativa. Ebbene, in questo discorso sull’autonomia ancora una volta le forze sociali debbono considerarsi parte fondativa, debbono assegnare al suo inveramento carattere dirimente per definire un buon progetto di riassetto della governance. Il bilancio dell’esperienza vissuta nel corso di questi 12 anni che ci separano dalla data della legge istitutiva dei CIV è stato fatto. Anche davanti al Parlamento come può testimoniare l’On. Amoruso che nella passata legislatura presiedeva la commissione bicamerale. La denuncia dei limiti e delle criticità del sistema attuale è stata già depositata. Ora siamo di fronte alla più classica delle domande:che 49 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 50 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Lotito fare. Se il compito del progettista è quello di fare una proposta, il progettista prova a formulare una proposta articolandola in 7 punti. PROPOSTA 1) riconferma del principio della separazione delle funzioni di indirizzo da quelle di gestione; 2) riconferma della insostituibilità del ruolo delle parti sociali; 3) piena valorizzazione del ruolo di governo delle parti sociali nel senso della esigibilità’ e dunque del carattere vincolante degli indirizzi e di vigilanza sulla funzione gestionale; 4) esemplificazione della struttura della governance mediante il superamento del C.d.A.; 5) trasferimento della responsabilità sulla figura dell’amministratore delegato che sostituisce quella del Direttore Generale; 6) snellimento – ampio – nella composizione dell’Organo di indirizzo; 7) (Per l’INPS): Riorganizzazione dei comitati territoriali; • Riduzione del numero dei Comitati Centrali • Valorizzazione del ruolo dei Comitati Regionali 50 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 51 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Lotito contestuale allo snellimento nella loro composizione; • Riconferma dei Comitati Provinciali come presidi impegnati nel ruolo di contenzioso amministrativo anche in questo caso contestuale ad un ampio snellimento dei ranghi. Se questo è il cantiere che vogliamo aprire allora l’aspettativa di un nuovo futuro degli enti previdenziali è possibile e realizzabile. 51 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 52 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Maria Amoruso R Ringrazio per questa preziosa occasione in cui oggi, forse per la prima volta a livello pubblico e in questa maniera, si affronta l’importante tema del riordino degli enti di previdenza pubblici. Il dibattito oggi tanto d’attualità trae origine anche dal lavoro svolto negli anni precedenti dalla Commissione parlamentare di controllo sugli enti di previdenza (con piacere osservo che la presidente Cordoni, che mi ha sostituito nella nuova legislatura, sta lavorando egregiamente proprio su questo tema per continuare quel lavoro iniziato nei passati cinque anni). La legge delega sulla previdenza varata nella scorsa 52 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 53 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Maria Amoruso Legislatura riguardava da una parte la riforma previdenziale, dall’altra la riforma degli enti. Il governo precedente scelse di concentrarsi sulla riforma della previdenza con la previsione, se ce ne fosse stato il tempo, di affrontare poi anche il problema della riforma degli enti gestori. Questo non è avvenuto, ma nel frattempo la Commissione che allora io presiedevo iniziò questo percorso in un confronto intenso e qualificato in modo particolare con il mondo sindacale, con i CIV e con gli enti stessi. Proprio su sollecitazione della Commissione, per la prima volta si cominciò a parlare di una rivisitazione del sistema duale che allora compiva dieci anni. Tutti quanti sottolineavamo che, pur valutando l’importanza e la fondatezza di quel sistema, esso era ormai datato. Il confronto fu subito serrato e di qualità. Per la prima volta in quella occasione, in alcuni CIV, si cominciò a discutere su come guardare a questi problemi e su come trovare le soluzioni più adeguate. Fu un momento importante che avviò un percorso nel quale, penso, il convegno di oggi si inserisce perfettamente. Il dato principale riguardo alla governance degli enti 53 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 54 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Maria Amoruso previdenziali consiste nella necessità di rivedere l’attuale sistema. Nella legge istitutiva del sistema duale, infatti, c’erano grandi lacune da colmare. Anzitutto la mancanza di regole chiare. Le funzioni per i vari organi di gestione non erano ben definite. Proprio quello è uno dei motivi di non perfetto funzionamento degli enti stessi. Ed è là che bisogna intervenire. L’idea della fusione degli enti (che mi pare non essere condivisa da nessuno - questo mi fa personalmente molto piacere perché io lo sostengo da parecchio tempo) è inutile rispetto alla questione principale del risparmio. La razionalizzazione e il miglioramento funzionale degli enti sono le strade da seguire. Accorpare non vuol dire rendere tutto efficiente. Non vuol dire migliorare la qualità delle prestazioni che sono un fatto importante cui non dobbiamo mai dimenticare di guardare perché la funzione primaria degli enti di previdenza è una funzione sociale che deve guardare agli utenti, ai cittadini e ai pensionati. Tutte categoria, queste, che non possono essere abbandonate al loro destino. 54 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 55 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Maria Amoruso Ecco il motivo per cui la qualità del servizio va controllata e il risparmio va guardato. Quali sono queste priorità che è necessario affrontare prima ancora di lanciare anche solo un’ipotesi di accorpamento? Intanto c’è l’eccessivo numero di organi negli enti. Chi mi ha preceduto ha già accennato alla proliferazione degli organi territoriali. Nella passata legislatura, la Commissione parlamentare di controllo aveva più volte denunciato la pletoricità e il costo eccessivo di certi organi fornendo i dati: all’INPS il sistema degli organi territoriali costa a bilancio 17 milioni di euro solo per quanto riguarda le spese di gettoni, che sono sì oggettivamente bassi presi singolarmente, ma che rapportati a 6.200 persone (dato del 2005) inevitabilmente incidono sui conti dell’Istituto. Se poi si aggiunge che questi organi sono dotati di una serie di strutture di supporto, è da immaginare che quei 17 milioni siano probabilmente solo una quota minimale del costo reale. Il sistema dei comitati territoriali non va abrogato all’improvviso, di punto in bianco, come si voleva fare nella Finanziaria anche perché c’è il rischio di creare delle distonie difficili. 55 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 56 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Maria Amoruso Ad esempio, parlo sempre dell’INPS, alcuni di questi organi sovrintendono ai ricorsi che avvengono sul territorio. Se l’articolo 42 della Finanziaria fosse stato approvato, l’INPS si sarebbe trovato esso stesso, con le sue strutture centrali, a dover risolvere i ricorsi che esso stesso determinava da parte dei cittadini. Sappiamo che l’articolo 42 non ha compiuto la sua strada. È stata una fortuna nel caso specifico. È chiaro tuttavia che quel sistema va ridefinito, rivalutato e riqualificato nell’ottica di una gestione più razionale. Inoltre è bene ricordare che l’INPS ha una tendenza negli ultimi anni, riportata a bilancio, in cui il personale si riduce sempre di più e la spesa relativa aumenta sempre di più. Anche questo è un qualche cosa che va rivisto, va guardato e seguito per cercare di capire quali sono i meccanismi che portano persone ad avanzare di grado, anche negli stipendi e poi rimanere nelle stesse funzioni. Discorso in parte simile vale per l’INPDAP. Bisogna quindi vedere come poter organizzare queste strutture in modo che possano essere davvero di totale utilità per l’ente stesso. 56 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 Il futuro degli Enti Previdenziali 14:40 Pagina 57 Francesco Maria Amoruso Altri settori d’intervento sono la gestione, l’indirizzo e il sistema di controllo degli enti di previdenza. Oggi ci sono cinque organi di gestione: il presidente del Consiglio d’amministrazione, il Cda stesso, il Direttore generale, i revisori che vengono considerati organi, il CIV (il cui presidente, di fatto, anche se ciò non è previsto dalla legge, spesso vede le sue funzioni intrecciarsi con quelle del presidente del Cda). Un’altra incongruenza su cui intervenire è il fatto che il la mancanza di un sistema sanzionatorio fa sì che non ci sia modo affinché gli organi di gestione seguano le indicazioni da parte degli organi di indirizzo. Un altro problema è quello dei sistemi di controllo. Abbiamo tre ministeri vigilanti (siccome non bastavano il Lavoro e l’Economia, il recente spacchettamento dei ministeri ha dato alcune competenze anche alla Solidarietà sociale – vi è poi, considerando il personale degli enti stessi, anche la vigilanza della Funzione pubblica); il Nucleo di valutazione della spesa pensionistica; la Corte dei Conti; i revisori, che oltretutto costano molto agli enti avendo quasi sempre la qualifica di direttori generali prendendo compensi a volte superiori a quelli del presidente e dei consiglieri d’amministrazione; infine vi è la Commissione parlamentare di controllo. 57 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 58 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Maria Amoruso Vi sono poi problemi specifici dei vari enti che non sono stati mai affrontati e che purtroppo hanno bisogno di essere affrontati. Ricordo un esponente non della mia parte politica, il senatore Pizzicato, che in Commissione insisteva, riguardo all’INPS, sul problema dei fondi speciali, gli elettrici, i trasporti. L’ENPALS ha il problema dei cosiddetti “dormienti”, cioè gli sportivi non professionisti che pure partecipano a campionati mondiali che costano fior di quattrini (nel rugby, nella pallavolo ecc…). Sono situazioni paradossali che vanno affrontate in modo energico. Nell’INAIL c’è poi il problema degli agricoli. L’IPSEMA si rivolge a un mondo importante, quello dei marittimi, che ha delle sue specificità molto particolari e al tempo stesso assicura anche le hostess, ma non il personale di terra e i piloti. Si tratta di un’incongruenza su cui la Commissione ha più volte posto la sua attenzione. E ancora: non è possibile accorpare un polo previdenziale con un polo assicurativo. Sono funzioni completamente diverse che non possono essere accorpate. 58 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Il futuro degli Enti Previdenziali Pagina 59 Francesco Maria Amoruso Una cosa è la previdenza. Un’altra sono l’assicurazione e l’assistenza per quanto riguarda alcuni aspetti particolari, che poi è la funzione che svolge l’INAIL e fondamentalmente l’IPSEMA per quanto riguarda le sue categorie. È poi da respingere qualunque tentativo di privatizzazione di cui ogni tanto si sente parlare. Per quanto riguarda la parte politica che rappresento, ribadisco fortemente il ruolo sociale dell’INAIL che non può essere disgiunto da quella che è la funzione dello Stato. L’assicurazione per i cittadini verso le malattie e gli incidenti sul lavoro non può essere demandata ad una gestione privatistica. Essa è propria di una funzione pubblica. Bisogna salvaguardare il valore sociale dell’INAIL e, semmai, più che pensare ad accorpamenti o altre operazioni secondo me poco utili, bisogna riflettere su un fatto concreto e da me più volte denunciato: oggi la maggior parte degli incidenti viene denunziata, guarda caso, il primo giorno di lavoro, il che vuol dire che esiste ancora troppo lavoro nero che mette a rischio la vita dei lavoratori. Bisogna poi fare chiarezza su un altro tema – e qui forse 59 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 60 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Maria Amoruso creerò qualche scossone –, cioè il rapporto tra enti di previdenza e patronati. Questi ultimi hanno certo la loro importanza e hanno dimostrato spesso di essere strumenti positivi. Ma non possono costare – riporto i dati del 2005 – 250 milioni di euro all’INPS, 60 milioni all’INPDAP, circa 15 milioni all’INAIL, soprattutto in un momento in cui invece gli enti dovrebbero burocratizzare per andare ancora più incontro al cittadino. Dobbiamo anche ricordare che il blocco delle assunzioni tra qualche anno porrà seri problemi di sostenibilità della previdenza pubblica che dovremo necessariamente affrontare. Anche su questo piano mettere gli enti previdenziali tutti insieme in un grande calderone non aiuterà affatto. Ugualmente bisogna dare priorità al fatto che oggi i sistemi informatici degli enti non sono coordinati tra loro. È necessario unificare le banche dati. L’INAIL solo un paio di anni fa ha risolto dei gravi problemi di carattere informativo. Oggi mettere insieme sistemi che non si parlano è prioritario. C’è infine un tema che mi sta particolarmente a cuore. 60 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 61 Il futuro degli Enti Previdenziali Francesco Maria Amoruso Ipsema, Enpals e Ipost sono certo soggetti piccoli, ma hanno una loro valenza e una loro funzione non solo per i positivi risultati di bilancio registrati in questi anni, ma anche per la qualità del loro funzionamento. Le categorie cui questi enti più piccoli si rivolgono non possono essere disinvoltamente inglobate in un grande ente che non avrebbe la possibilità neanche di colloquiare con esse: immaginate un marittimo che sta imbarcato sei mesi l’anno. Tutti questi sono problemi che noi abbiamo posto. Mi fa piacere sentire che anche le parti sociali intervenute e i rappresentanti degli enti siano consci di essi. Dobbiamo cominciare a confrontarci. Approfittiamo di occasioni come queste per tracciare percorsi di confronto che devono necessariamente portare a una riorganizzazione degli enti e non semplicemente ad enunciare accorpamenti che spesso danno l’idea, da parte di chi lo fa, di non voler affrontare le priorità della previdenza. Sommare non è risparmiare. L’ha dimostrato l’operazione INPDAI. Con essa non abbiamo risparmiato assolutamente nulla. Anzi, quell’operazione non è ancora completata. E sommare non può significare che la funzione assi61 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 Il futuro degli Enti Previdenziali 14:40 Pagina 62 Francesco Maria Amoruso stenziale e quella previdenziale vengano confuse. La funzione dell’INAIL è straordinariamente importante. Oltre agli accorpamenti, anche tentativi di varia natura per privatizzare l’INAIL vanno visto con grande sospetto. Al contrario, bisogna ribadire fortemente il ruolo sociale dell’INAIL che è inscindibile dallo Stato. In definitiva, occorre tutelare le specificità dei singoli Enti mettendole sì in sinergia, ma anzitutto trovando il modo di risolvere quelli che sono gli aspetti difficili che oggi ho enunciato, ma che si stanno affrontando in maniera seria e composta da parte di tutti quanti. Risolviamo quei problemi e avremo un grande risparmio, una grande possibilità di offrire un grande servizio sociale specialmente ai nostri pensionati, cioè la categoria che ci sta a cuore anzitutto perché rappresenta anche il nostro futuro. 62 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 63 Il futuro degli Enti Previdenziali Gian Paolo Sassi A nche io come l’onorevole Amoruso ho preso solo degli appunti, perché mi interessava molto sentire le cose che sarebbero state dette stamatti- na, quindi andrò un po’ a braccio cercando di toccare tutti gli argomenti che sono stati affrontati. Innanzitutto, essendo un ottimista, dico che questo dibattito sul futuro degli enti previdenziali, sul loro accorpamento, su quello che dovranno essere, uno, due, tre ecc., tutto sommato lo reputo positivo, perché ci costringe a guardarci in faccia, guardare dentro di noi come enti, a confrontarci con l’esterno e vedere quello che va, quello che non va e quello che si può fare. 63 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Il futuro degli Enti Previdenziali Pagina 64 Gian Paolo Sassi Quindi lo considero una provocazione estremamente positiva. Le tante cose che sono state dette oggi, che mi vedono consenziente, sanciscono una sofferenza che comunque c’è in questo momento negli enti previdenziali. È anzitutto una sofferenza di governance, l’ha detto bene Lotito, l’hanno ripetuto dopo gli altri oratori: noi abbiamo, a prescindere dal fatto che gli enti siano tre, uno o cinquanta, un problema reale di governance. Tutti ne conosciamo il motivo: troppi organi, ne abbiamo cinque, non sto a ricordarli, però pensate a cosa succede effettivamente in un ente come il nostro in cui il CIV elabora una linea di piano triennale che passa al direttore generale il quale poi la deve tradurre in proposte per il Consiglio di Amministrazione, che quindi passano dal presidente che le deve mettere all’ordine del giorno e spesso non è d’accordo, dice la sua, perché se no cosa ci starebbe a fare? Che poi vanno in consiglio di amministrazione dove sono riviste, rielaborate, ridiscusse e magari modificate. Ed ancora, che poi tornano al direttore generale perché le trasmetta alle direzioni centrali per tradurle poi in linee operative e così via. Alla fine di tutto questo percorso, qualunque cosa sia 64 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 65 Il futuro degli Enti Previdenziali Gian Paolo Sassi uscito nei CIV può uscire completamente differente in termini di linee operative. Non potrà che essere così in un sistema come questo. Anzitutto, quindi, se il sistema vuole essere duale, se deve rimanere tale, non entro nel discorso se ci debbano entrare le parti sociali direttamente nella gestione o vanno bene le nomine, come vengono fatte in questo momento dai ministri e dalla presidenza del Consiglio dei ministri, a seconda delle competenze, non è una questione che mi appassiona più di tanto, se le parti sociali vogliono rientrare nella gestione diretta degli enti, benissimo, è un loro diritto pretenderlo e io non sarò certo io a dire che non va bene. Ma dico comunque che chiunque ci sia a gestire questo meccanismo i problemi che ci sono resteranno intatti, quindi sul sistema duale mi richiamo proprio all’esempio che faceva l’onorevole Amoruso quando evidenziava che qualcuno aveva detto: è una bizzaria del sistema previdenziale. In realtà noi vediamo che oggi il sistema di governance duale sta diventando una cosa molto appetita, tant’è vero che noi siamo andati alla fusione tra Banca Intesa e San Paolo e hanno costituito un sistema duale che però ha una differenza rispetto al nostro, ha dei paletti molto chiari in termini di competenze, cioè si 65 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 66 Il futuro degli Enti Previdenziali Gian Paolo Sassi sa esattamente chi fa cosa, perché, con quali responsabilità. Un sistema come il nostro si tende a mischiare i vari piani di competenza e soprattutto di responsabilità, che non sono da poco, perché tutti questi organi, i ministeri che ci vigilano, la Corte dei Conti, i sindaci, ci vigilano tutti e vogliono dire la loro però poi la responsabilità rimane sempre quella di pochi. Tutto sommato, il sistema duale andrebbe rivisto alla luce di una governance moderna, in cui siano chiare le competenze e siano più strette le catene di comando e ciò per me sarebbe una cosa estremamente positiva. Sono d’accordo con quanto diceva Larizza, l’amministratore delegato ben venga, io avrei pagato, non posso pagare molto dai miei compensi perché sono miserrimi, specialmente in relazione a quelli di altri consiglieri e dei sindaci, però avrei pagato per essere meno presidente e un po’ più amministratore delegato, mi piacerebbe, ma non è così. Poi c’è un’altra questione che non dobbiamo sottovalutare: le norme, noi non parliamo quasi mai di norme quanto trattiamo di queste cose perché parliamo di politica; però quando io sento il presidente della sezione lavoro della Corte di Cassazione, uno dei magistrati che 66 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 67 Il futuro degli Enti Previdenziali Gian Paolo Sassi in Italia sono tra i più esperti in materia previdenziale, dire che non trova giudici nelle sue sezioni lavoro, nelle sezioni previdenza, perché la materia è troppo complicata, io mi spavento. Ha ragione quel presidente, ormai la normativa previdenziale è incontenibile, io credo non ci sia nessuno in Italia che sia in grado di avere una piena contezza della normativa previdenziale, ormai è diventata una stratificazione giurassica di norme, di decreti, di provvedimenti primari e secondari che si contraddicono, che non si guardano, non si parlano e fanno danno. Vi faccio un esempio banale che riguarda i pensionati, cioè le persone di cui noi come INPS ci vogliamo occupare con più affetto, con più attenzione, il CUD. Noi siamo i più grandi sostituti d’imposta in Italia, per circa 13-14 milioni di persone, la recente Finanziaria prevede che ci sia una possibilità impositiva fiscale dei comuni, delle regioni per quanto riguarda il discorso dell’IRPEF, le modifiche delle aliquote. Ben venga, ci mancherebbe l’autonomia impositiva degli enti locali. Peccato che quella norma di Finanziaria si sia dimenticata di armonizzare i tempi per cui succede che 630 comuni grandi e piccoli, tra cui Roma, Genova, Paler67 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Il futuro degli Enti Previdenziali Pagina 68 Gian Paolo Sassi mo, non sto parlando di realtà piccoline, hanno usufruito di questa possibilità di modifica delle aliquote IRPEF, le hanno modificate, nei tempi che la legge gli dava. Ma quei tempi non erano quelli che servono ai pensionati per presentare la dichiarazione dei redditi. Risultato: noi dobbiamo, come istituto, rinviare per la seconda volta e in alcuni comuni addirittura per la terza volta (metto subito le mani avanti, non è colpa nostra) il CUD ai pensionati, i quali giustamente diranno che l’INPS è inefficiente, che lo Stato fa pena, che noi siamo degli stupidi. Non è così, semplicemente chi ha fatto la norma che consentiva l’autonomia impositiva non si è posta la questione successiva dell’armonizzazione dei tempi di consegna dei CUD, perché ormai un quadro d’insieme della normativa non ce l’ha più nessuno e, quindi, andiamo avanti un tanto al tot e poi si mettono assieme le cose. Guardate che non è poco il rinviare dai due ai tre milioni di CUD, perché al di là dei costi di lavorazione nostri, ci sono dei costi di spedizione e ci sono dei costi sociali, su questi ultimi ho già detto, per quanto riguarda i costi di spedizione a noi costa un 5-6 milioni di euro in più fare questa operazione. Se non si sistema la normativa, l’anno prossimo il pro68 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 69 Il futuro degli Enti Previdenziali Gian Paolo Sassi blema si ripeterà pari, pari, anzi i comuni non saranno più 630 ma 3-4.000, quindi questa cosa va affrontata ma nessuno l’affronta perché nessuno ci ha pensato, semplicemente per questo. I costi di questa operazione sono pari ai costi di gestione degli organi del nostro istituto, l’abbiamo detto alla commissione bicamerale, mi fa piacere che ci sia il presidente, il costo degli organi dell’istituto, che sono troppi, è 0,002% del nostro fatturato. È una cosa ridicola. È vero, sono troppe 6.000 persone che si occupano di INPS, perché alla fine non incidono più di tanto, dovrebbero essere 600, brave, essere meglio retribuite a gettone. Io dico che però servono perché comunque a prescindere dal fatto che le parti sociali rientrino nella governance diretta degli istituti o ne stiano fuori, sul territorio serve un filtro tra la dirigenza e i cittadini, un filtro amministrativo. Oggi i comitati provinciali regionali sono tanti – Franco Lotito lo sa, ne abbiamo discusso, ci siamo anche un po’ accapigliati – non è necessario avere tanti comitati provinciali, 103, forse non servono i comitati regionali, mettiamoci d’accordo, qualcosa si può semplificare senza nessun problema e senza nessuna questione di rappresentatività. Però non avere un filtro tra il cittadino 69 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 70 Il futuro degli Enti Previdenziali Gian Paolo Sassi pensionato o il lavoratore e la tecnostruttura che poi decide i ricorsi amministrativi è una follia perché la tecnostruttura per sua natura è conservativa, tende a darsi ragione, a non smentirsi, quindi è necessario che ci sia un organo terzo. In questo senso gli organismi sul territorio svolgono un ruolo utilissimo e devono essere mantenuti a prescindere da chi governerà i futuri enti previdenziali. Queste sono le riflessioni che volevo fare, poi per quanto riguarda l’accorpamento degli enti, consentitemi di starne fuori, non sono io che posso esprimere un parere tassativo su questo. Le perplessità le abbiamo manifestate in parlamento, che credo sia l’unica sede deputata in cui un presidente di un istituto debba andare ad esprimere la propria opinione. Noi ci dobbiamo anche porre il discorso della sostenibilità del sistema, perché nell’INPS rischiamo di essere visti dalla politica, dal parlamento e dal governo come una specie di grande contenitore in cui buttare dentro tutto, questo è sbagliato nel momento in cui abbiamo sempre meno personale e abbiamo le stesse risorse perché non vengono maggiorate. Pongo una questione, l’ultima sul piano sociale che 70 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Il futuro degli Enti Previdenziali Pagina 71 Gian Paolo Sassi secondo me è delicatissima, la cessione del quinto delle pensioni alle società finanziarie per il finanziamento del credito al consumo, prevista da due finanziarie fa. Ieri abbiamo avuto una lunga riunione con i miei dirigenti proprio su questa questione, è uscito che, se vogliamo tutelare i pensionati, su questa vicenda noi ci dobbiamo sporcare le mani, non possiamo essere semplicemente, come pretende anche il ministero del tesoro nelle sue istruzioni quelli che ricevono in qualunque modo forma cartacea, informatica, con piccioni viaggiatori, la notifica della cessione di un quinto di una pensione e noi essere quelli che pagano infischiandocene delle conseguenze. Non possiamo farlo, perché se noi dobbiamo tutelare i nostri clienti di riferimento, che non sono le società finanziarie, ma sono i pensionati, dobbiamo necessariamente creare, costruire un sistema di controllo e di garanzie minimo per i nostri clienti, ma farlo ci costa un sacco di soldi, ci costa risorse umane, ci costa spazi e tempi che dovremmo dedicare a quello che è il nostro lavoro, incassare i contributi e pagare prestazioni. In realtà il legislatore, questa volta il legislatore di un altro governo, ma vedo che le cose non cambiano, la politica è assolutamente bipartisan in queste cose, non ci 71 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 72 Il futuro degli Enti Previdenziali Gian Paolo Sassi aveva pensato e non aveva pensato a quelle che potevano essere le conseguenze ultime di questi fatti e del fatto che qualcuno non se ne doveva occupare. Per cercare di tutelare i pensionati e per evitare che finissero in finanziarie strozzine noi avevamo detto al legislatore, all’altro: metti dei paletti alle società che possono interloquire con i pensionati, non lasciare che delle finanziarie che sono gestite a volte anche dalla malavita, ci mettano le mani sopra. Quel legislatore non ci ha pensato, devo dire che non ci ha pensato neanche questo perché il ministero del tesoro alla fine, pur potendo dare delle indicazioni più restrittive, consentirà a 1.700 società finanziarie iscritte a non so quale registro, non sono un esperto in materia, di interloquire con i pensionato e di sottoscrivere convenzioni. 1.700 soggetti sono troppi, lì c’è di tutto, dovevano essere molto meno quelli autorizzati a fare queste operazioni. Facendo carico di questa questione noi investiamo soldi, risorse e personale già scarso, su quello che non è un nostro compito. Quindi un invito anche al legislatore da parte mia, quando si occupa di pensioni, di pensare al contesto, cioè di avere il quadro di insieme della situazione, di non lavo72 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 73 Il futuro degli Enti Previdenziali Gian Paolo Sassi rare in maniera settoriale, altrimenti saltano fuori i disastri del CUD a cui qualcuno dovrà prima o poi porre mano, ma porre mano a quello che si è fatto in questo paese è sempre complicatissimo. Avevo altre questioni che volevo affrontare quale assistenza e previdenza, sono d’accordo con quanto ha detto Larizza, lo sottoscrivo in pieno, così mischiate si prestano a speculazioni continue. Qual è il costo reale delle pensioni in questo paese? Non lo sa nessuno, perché noi abbiamo delle norme ibride che non consentono di scindere in maniera precisa quello che è previdenza e quello che è assistenza, per alcuni istituti. È il legislatore che deve farsi carico di questo non può essere un ente di previdenza, ogni tanto trovo un parlamentare che mi guarda con occhi supplicanti e mi dice: per favore non potete farla voi questa scissione? Non possiamo, deve essere il legislatore a farsene carico. Ma è importante che se ne faccia carico perché almeno la finiamo di dire che in Italia le pensioni costano più che negli altri paesi, cosa che peraltro non è vera e noi lo sappiamo. Ma tra il saperlo e il dimostrarlo, c’è sempre di mezzo il mare della speculazione che ci marcia. 73 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 74 Il futuro degli Enti Previdenziali Giuseppina Santiapichi C ome direttore generale dell’INPDAP non posso che affrontare in maniera sistematica o prioritaria il ruolo che l’Istituto svolge all’interno di tutto il panorama degli enti previdenziali. Tutti gli interventi precedenti hanno segnalato come l’obiettivo del Governo, in ordine alla discussione sul riordino degli enti, sia sostanzialmente un obiettivo che mira al recupero e al risparmio dei costi. Quindi un obiettivo strettamente finanziario. Vorrei analizzare con voi quali sono questi campi d’azione sui quali il Governo ritiene di poter incidere e che, peraltro, non contraddistinguono soltanto l’Istituto da 74 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 75 Il futuro degli Enti Previdenziali Giuseppina Santiapichi me diretto ma sono fattor comune di tutti gli enti previdenziali coinvolti in questo processo. Spese di funzionamento: noi non sappiamo i dati e i numeri che ci vengono rappresentati da cosa nascono e se siano effettivamente tali, però cominciamo a ragionare insieme. A razionalizzare le spese di funzionamento credo ci abbiano pensato abbondantemente tutte le finanziare intervenute fino ad oggi e che hanno imposto necessariamente agli enti una drastica riduzione di tutti gli interventi in materia e, quindi, un’estrema razionalizzazione dei nostri investimenti. Dicasi altrettanto per il costo del personale. Per quanto riguarda INPDAP, in particolare, rappresenta lo 0,59 della percentuale complessiva della spesa ed è un costo del personale che risente fortemente del blocco delle assunzioni per il turn over e, dunque, razionalizzato al massimo. Mi rifiuto in questo momento di ipotizzare che l’approccio sul personale sia di altra natura e sia indirizzato ad un’ulteriore riduzione dello stesso. Una via, questa, che sarebbe difficile da sostenere, sia per effetto della molteplicità delle attività che si troverebbe a gestire il nuovo ente così accorpato, sia perché 75 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 76 Il futuro degli Enti Previdenziali Giuseppina Santiapichi la storia ci insegna che qualunque ipotesi di accorpamento, dal punto di vista del personale, normalmente sviluppa dei costi aggiuntivi, tendendo ad allineare la spesa del personale nei livelli più alti. Questo senza contare che un’operazione in tal senso creerebbe inevitabilmente tensione all’interno di tutti i soggetti rappresentati. Noi, peraltro, abbiamo un terzo aspetto peculiare sul quale potrebbe attivarsi l’azione del Governo, che è quello del patrimonio. È noto a tutti che siamo stati già coinvolti dai processi di cartolarizzazione per quanto riguardava il patrimonio a reddito. Siamo stati coinvolti per l’aspetto del patrimonio ad uso strumentale – ricordo l’operazione FIP, che ha coinvolto tutti i nostri enti – e, peraltro, con altre iniziative di rilevanza e di strategia pubblica come quella dell’operazione di Patrimonio 1. Sostanzialmente, parlo di INPDAP, l’Istituto era partito con una proprietà di patrimonio immobiliare che superava circa il 40% di tutto il panorama degli enti pubblici, e si trova oggi a gestire sostanzialmente soltanto parti residuali di patrimonio a reddito. Prevalentemente ha svolto la funzione sociale, che era 76 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 77 Il futuro degli Enti Previdenziali Giuseppina Santiapichi finalizzata alla cartolarizzazione e alla dismissione ai nostri inquilini, e si trova a gestire una parte di patrimonio con destinazione diversa dal residenziale e una parte di patrimonio a destinazione strumentale. Situazione pressoché analoga a quella degli altri entri. L’INPDAP, peraltro, ha già vissuto un percorso di unificazione. Un percorso che non è stato così tranquillo, così immediatamente felice. Nel senso che ha prodotto i risultati nel medio periodo ma non sicuramente nel breve periodo, perché abbiamo unificato attività che erano diversificate ed abbiamo avuto necessità di trasferire la formazione e la conoscenza in capo a soggetti che fino a ieri non erano depositari. Questo probabilmente, anzi io dico sicuramente, nella fase iniziale non ha prodotto un risultato positivo nei confronti dei nostri iscritti e nei soggetti che noi andiamo a tutelare, perché la necessità di trasferimento di formazione ed anche di assetto organizzativo necessitata dal nuovo Istituto ha fatto sì che venisse privilegiata la formazione diffusa sul territorio a scapito del gradimento immediato dell’utenza. Possiamo dire sostanzialmente che abbiamo razionaliz77 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Il futuro degli Enti Previdenziali Pagina 78 Giuseppina Santiapichi zato il nostro intervento e lo abbiamo diffuso sul territorio, almeno per alcune attività che prima erano esclusivamente trattate e gestite all’interno della Direzione Generale. Questo percorso positivo per i nostri interlocutori ha però necessitato di un tempo medio, che era assolutamente indispensabile per far sì che l’Istituto si appropriasse su tutto il territorio di tutte le competenze. Competenze, peraltro, che si sono arricchite nel corso del tempo, perché partendo da un’unificazione solo per le attività esistenti abbiamo acquisito successivamente ulteriori competenze. Si ricordava prima la materia della cassa Stato che oggi rappresenta una connotazione, una specificità assoluta dell’Istituto. Ma non tanto perché è particolare la modalità con cui vengono gestiti i trattamenti pensionistici di questi dipendenti, quanto perché è assolutamente particolare il tipo di interlocutore che abbiamo – in questo caso l’amministrazione pubblica – con percorsi lavorativi, di carriera, di sviluppo, che sono oggettivamente indiscutibilmente diversi da quelli del mondo del privato. Fatta questa breve panoramica, noi sosteniamo – perché tutti noi ne siamo convinti – che gli enti previdenziali si 78 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 Il futuro degli Enti Previdenziali 14:40 Pagina 79 Giuseppina Santiapichi collocano nel panorama ed hanno un ruolo che è determinato dalla forte specificità dei soggetti ai quali si rivolgono, come per esempio il mondo del pubblico. Non è banale dire che c’è un problema di virtualità del TFR, c’è effettivamente un problema di disomogeneità della contribuzione ed anche di trattamenti e, pertanto, questo percorso che deve essere delineato è un percorso che deve poi arrivare ad una omogeneizzazione di tutte queste materie, per consentire che il processo di razionalizzazione degli enti sia veramente un processo ragionato e mirato. Un processo che abbia come criterio fondamentale non solo quello della riduzione dei costi – perché quello potrà arrivare ed arriverà soltanto a regime – ma abbia un aspetto che noi non dobbiamo e non possiamo permetterci di trascurare e che credo che tutti i soggetti coinvolti in questa discussione sul riordino degli enti abbiano a cuore, quello dell’assoluta centralità del cittadino. Non è pensabile che si ipotizzino soluzioni di modifiche non attentamente valutate, non attentamente ponderate e che rischiano di creare disagio per il cittadino. Io mi aspetto che qualunque forma o qualunque riforma dia un valore aggiunto alle nostre prestazioni, garantisca 79 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 80 Il futuro degli Enti Previdenziali Giuseppina Santiapichi un servizio migliore, risponda meglio alle esigenze e pertanto la logica non può essere quella della immediata riduzione dei costi. Proprio perché la centralità del cittadino è determinante. Proprio perché è determinante il valore e la politica che gli enti fanno e, soprattutto, gli interessi primari e sostanziali che gestiscono gli enti nel momento in cui si rapportano ai loro iscritti. Sono questi interessi e diritti sostanziali che devono essere tutelati in maniera adeguata ed in maniera opportuna. Vorrei a questo punto fare un passaggio sullo strumento che deve essere utilizzato per il riordino degli enti e che non può che essere uno strumento del tipo della legge delega. Uno strumento con il quale tutte le parti discutono ed approfondiscono le tematiche. Mi preoccupa invece quel riferimento ad un semplice strumento di regolamento, come indicato nella Finanziaria, che ovviamente non consentirebbe una ponderazione, un esame di tutte le partite in gioco e, andando ad incidere su tematiche così importanti, lascerebbe tra l’altro un po’ defilato anche il ruolo delle parti sociali, che nell’ipotesi regolamentare sarebbe ridotto soltanto 80 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 81 Il futuro degli Enti Previdenziali Giuseppina Santiapichi alla parte organizzativa e di gestione del personale. Per quanto riguarda quello che dobbiamo fare, io non amo parlare di sinergie. Ritengo che sia un termine usato e forse anche abusato, perché sostanzialmente si è verificato che la volontarietà delle sinergie traenti non sia stata sempre ben sentita. Ricordo che noi, come Istituto, abbiamo già intrapreso la strada delle sinergie attraverso il progetto del riuso dei sistemi applicativi dell’INPS, un riuso che rientra completamente in questa visione ma che ha necessitato di aggiustamenti legati alla tipicità dei nostri interlocutori e delle nostre trattazioni. Tanto è vero che nelle linee di indirizzo del CNIPA per il prossimo triennio, si profila una forma di riuso che non sia più un riuso necessitato, cioè riadattato alle attività dell’Istituto, ma una costruzione di applicativi che siano immediatamente fruibili da tutti i soggetti coinvolti. Allora quale può essere il percorso che auspichiamo, che sosteniamo come Istituto? Come ho già detto non voglio parlare di sinergie ma sicuramente c’è necessità di razionalizzazione, sicuramente c’è la necessità di ammodernare il ruolo che gli enti hanno in una società che sempre più si sta evolven81 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Il futuro degli Enti Previdenziali Pagina 82 Giuseppina Santiapichi do da un punto di vista economico, da un punto di vista sociale e demografico e che, peraltro, deve saper recepire tutti i segnali che ci arrivano dall’esterno. Allora, senza ricordare tutti i punti che ha elencato in maniera puntuale anche il collega Giorgini su ciò che è immediatamente realizzabile come sinergie e come razionalizzazione tra enti, voglio soltanto sottolineare la tipicità che rappresenta l’INPDAP che, ricordo, che non è un ente semplicemente erogatore di prestazioni ma è una piccola-grande azienda di servizi ed è bene che questi servizi – che sono finalizzati alla tutela o per lo meno all’ascolto e alla soddisfazione di esigenze primarie dei nostri iscritti e che rappresentano ed investono tutto l’arco della vita del nostro iscritto – siano in qualche modo sostenute ulteriormente. Allora perché non pensare, se abbiamo parlato di interventi sul patrimonio ed avendo già attivato delle iniziative di fondi immobiliari, ad un apporto o ad investimenti per rispondere ad esigenze che attengono al mondo della ricerca o dell’università? Possiamo studiare anche lì delle forme di collaborazione, di azione comune e congiunta con gli altri enti per fare in modo che il discorso del riordino non sia soltanto incentrato sul risparmio dei costi ma tenga conto di 82 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 83 Il futuro degli Enti Previdenziali Giuseppina Santiapichi un tavolo sulla previdenza che si riapre, ed è una previdenza che non riguarda soltanto la previdenza obbligatoria. Non dimentichiamoci infatti che c’è anche la previdenza complementare, sulla quale l’Istituto ha un’attività istituzionale necessitata. Occorre dunque sviluppare ulteriori collaborazioni, perché nelle politiche comuni ci sia un’attenzione comune. Il welfare è anche questo, è anche attesa e sensibilità nella risposta, nell’ascolto delle esigenze dei nostri iscritti. È trovare quindi una soluzione di intervento più moderno, perché probabilmente la società che si sta sviluppando richiede, da parte degli enti, una visione più moderna del ruolo che gli stessi svolgono. Per cui va benissimo il processo di razionalizzazione al quale nessuno di noi è contrario – e sarebbe folle esserlo – si tratta però di stabilire prima su un tavolo di discussione politica l’omogeneizzazione di tutti i trattamenti, affinché poi si possa arrivare ad una previdenza pubblica veramente ed effettivamente unita a quella privata. Oggi ancora non è possibile. Si ragioni anche su come potenziare l’intervento degli Istituti nella politica del 83 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 Il futuro degli Enti Previdenziali 14:40 Pagina 84 Giuseppina Santiapichi welfare, nella politica della previdenza complementare e come gli strumenti legislativi ad oggi esistenti consentano già da subito forme di collaborazione immediata e, perché no, proporre anche noi, come enti e gestori del futuro non tanto nostro quanto dei nostri iscritti, delle soluzioni normative che sviluppino e migliorino le nostre attività. 84 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 85 Il futuro degli Enti Previdenziali Cesare Damiano V i ringrazio intanto per l’invito, anche se mi rendo conto che l’argomento è abbastanza delicato e per di più arriva in un momento altrettanto deli- cato, quindi è più che mai giusto misurare le parole nel trattare problemi che vanno comunque affrontati. Dalla relazione e dagli interventi che ho ascoltato si evince chiaramente come tante cose dovrebbero essere migliorate. Questi sono d’altra parte problemi non di oggi e che arrivano da lontano. Il Presidente dell’Inps ricordava ad esempio alcune criticità molto rilevanti, anche di funzionamento. Natural85 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 86 Il futuro degli Enti Previdenziali Cesare Damiano mente mettere le cose subito a posto non è facile. Promettere è facile, fare è più difficile e allora cominciamo a partire da un punto per vedere di dipanare una matassa estremamente complessa, che vedrà le parti sociali impegnate, da qui all’estate, nell’affrontare tematiche che vanno dallo stato sociale, alla competitività del paese. Arrivando subito all’argomento in discussione, penso che la relazione di Larizza sia un importante punto di riferimento. Siamo infatti di fronte ad una proposta, ad un atto propositivo che per me è molto significativo. Voi sapete che nel corso dei mesi mi sono occupato di questo tema perché ci sono state diverse sortite, anche sui mezzi di comunicazione, a proposito di ipotesi di fusione degli enti previdenziali. Circolavano anche delle ipotesi di nomi se ben ricordate. Io avevo avuto già all’epoca un atteggiamento di prudenza, non ritenevo infatti opportuno accelerare i tempi e, soprattutto, dare delle informazioni che fossero confuse su un argomento invece così delicato e che riguarda il sistema previdenziale e il sistema assicurativo. Poi le cose si sono via via meglio definite e mi pare che 86 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 87 Il futuro degli Enti Previdenziali Cesare Damiano oggi la discussione comincia ad entrare su un binario più costruttivo. Il primo atto che ha coinvolto il Governo con CGIL, CISL e UIL, su questo punto, è stato il memorandum sottoscritto lo scorso autunno dove, al punto i, si indicava il riordino e il riassetto degli enti previdenziali. Del resto questo argomento è stato successivamente ripreso dal Presidente del Consiglio nel discorso che ha tenuto all’apertura del tavolo della concertazione, la questione circa il processo di unificazione degli enti previdenziali. Di questo si sta parlando oggi ma vorrei subito chiarire una cosa, perché ci tengo alle parole e al loro significato. Quando parliamo di unificazione degli enti previdenziali, come ho del resto sempre sostenuto e mi pare che questo sia poi il senso della discussione che state facendo, ci teniamo tutti a distinguere con chiarezza la parte previdenziale dalla parte assicurativa. Questo è già un primo elemento di distinzione molto importante. Ripeto, io attribuisco importanza alle parole, non sono di quelli che le usa con leggerezza, quindi il termine previdenziale ritengo che orienti, circoscriva e indirizzi già la discussione. 87 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 88 Il futuro degli Enti Previdenziali Cesare Damiano Personalmente confermo di essere profondamente convinto della necessità di mantenere questa distinzione. Concordo sostanzialmente con quanto detto dall’onorevole Amoruso circa il fatto che questi Enti hanno una finalità sociale che soltanto la garanzia di una caratteristica pubblica può mantenere. Ci sono delle esigenze di socialità e di solidarietà che paiono alle volte non essere comprensibili se valutate semplicemente con il parametro dei costi e dei ricavi. Ma io credo che non tutto debba essere semplicemente ricondotto a costo, ricavo ed equilibrio finanziario puro e semplice. C’è una mano dello Stato che deve intervenire, perché una lettura prettamente economica dei processi non può soddisfare quegli elementi di solidarietà che sono invece necessari. Quando poi parliamo dell’aspetto assicurativo, entriamo in un campo per alcuni aspetti esclusivo. Noi sappiamo bene quali siano le implicazioni legate all’ambito dell’assicurazione sul lavoro e sappiamo altrettanto bene che cosa significa la specificità quando parliamo di infortuni e di malattie professionali. Parliamo di una sfera riguardo alla quale come Governo abbiamo anche recentemente legiferato; pensate alla 88 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 89 Il futuro degli Enti Previdenziali Cesare Damiano legge delega sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, legge che ritengo un piccolo passo avanti frutto di un confronto proficuo con le parti sociali. Proprio voi siete stati fra i protagonisti di quella discussione insieme a CISL e CGIL, e alle parti imprenditoriali. Abbiamo avuto in questo caso anche l’avallo importantissimo delle regioni, della Conferenza Stato-Regioni, su quell’impianto di legge delega. Ricordo che nella passata legislatura il tentativo di portare avanti la legge delega si arenò, purtroppo, proprio contro l’opposizione delle regioni e quindi non poté arrivare in discussione al parlamento. È chiaro che quando parliamo di sistema assicurativo lo facciamo nell’ambito di una sfera che ha bisogno anch’essa di un profondo ripensamento. Penso ad esempio al discorso che si fa di solito per quanto riguarda la sproporzione che esiste fra determinati premi assicurativi e l’entità degli incidenti. Si parla dell’esigenza, che io condivido totalmente, di andare in una direzione virtuosa. Vale a dire, se ci sono meno incidenti, meno infortuni e meno malattie, sarà normale pagare meno premi. Dobbiamo invertire la tendenza piuttosto che accumula89 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 90 Il futuro degli Enti Previdenziali Cesare Damiano re un risparmio; consentire un minor costo a condizione che ci sia effettivamente la determinazione di un risultato che in questo caso va a vantaggio della condizione di salute e della vita stessa dei lavoratori. È chiaro che queste materie non possono essere mescolate ma devono essere distinte tra carattere previdenziale e carattere assicurativo. È importante che su questi temi ci sia un indirizzo pubblico per continuare la lotta che abbiamo cominciato. I primi risultati cominciano ad intravedersi. Penso ad esempio all’orrenda piaga del lavoro nero, che consiste in una grande anomalia nel sistema produttivo di questo paese e nel mercato del lavoro, essendo un elemento di profonda distorsione che non può essere trascurato e non può essere avallato in nessun modo. Anche perché 3,5 milioni di persone che lavorano in nero nel nostro paese sono sicuramente un’anomalia rispetto all’Europa ma sono anche il modo attraverso il quale passa meno sicurezza, meno trasparenza e più incidenti mortali che gravano poi sulle persone più deboli e inesperte, sui giovani o sugli extracomunitari che non hanno neanche la padronanza della lingua per sapersi muovere o avere quel background culturale che deriva da un’esperienza già fatta in luoghi delicati come 90 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 91 Il futuro degli Enti Previdenziali Cesare Damiano possono essere un cantiere dell’edilizia o un campo agricolo. Sono tutte cose queste che vanno trattate con molta attenzione, mi pare che noi ci stiamo muovendo con la determinazione necessaria e spero si vedano anche risultati per quel che riguarda la diminuzione degli infortuni e delle malattie professionali, altro argomento sul quale abbiamo aperto un tavolo di discussione che deve essere attentamente trattato. Sono risultati che potremo vedere nel lungo periodo ma io riporto già oggi un dato dell’Inail che mi dice come, soltanto nel settore dell’edilizia, da settembre a febbraio e grazie alle norme che abbiamo introdotto, nelle nuove assunzioni dell’edilizia risultano 77.000 persone sconosciute precedentemente all’istituto. Saranno tutti nuovi assunti? Non credo. Sono una quota rilevante di persone che emergono dal nulla, dal nero, e che in qualche modo riconduciamo a quell’elemento di chiarezza e di diritto al quale il sistema si deve adeguare. L’Inps ha dichiarato che nell’edilizia da settembre a febbraio abbiamo recuperato contributi previdenziali per 33 milioni di euro. Non è che con quella cifra abbiamo cambiato il mondo 91 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Il futuro degli Enti Previdenziali Pagina 92 Cesare Damiano ma 33 milioni di euro in più pagati in termini di contributi previdenziali, nei tempi che viviamo a proposito di risultati pensionistici, forse sono un risultato inaspettato anche per l’Inps. Non sto dicendo che abbiamo cambiato il mondo ma sto dicendo che cominciamo a segnare il terreno con un’idea nuova. Forse il tam-tam comincia a produrre qualche effetto, forse anche tra le imprese non virtuose o che sono già al confine con l’impresa malavitosa, visto che il confine dal nero all’impresa malavitosa è assai labile. Fare i conti con una capacità di governo del territorio un po’ più efficace e con norme cogenti, comincia a produrre un qualche risultato. Sono tutte materie estremamente delicate e sensibili, sulle quali bisogna avere la capacità di ordinare i problemi secondo una razionalità e una precisa sensibilità sociale. L’iniziativa di oggi a me sembra intanto tempestiva e anche propositiva, perché voi state intervenendo su uno dei punti del memorandum e su uno degli argomenti posti dallo stesso Presidente del Consiglio. La razionalizzazione degli enti previdenziali bisogna portarla avanti con la chiarezza necessaria. 92 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 93 Il futuro degli Enti Previdenziali Cesare Damiano A questo punto non attribuirei quindi semplicemente l’obiettivo del risparmio. So che per quanto riguarda i costi di funzionamento di tutti gli enti siamo nell’ordine dei 6 miliardi all’anno, che è un dato rilevante. Ma è anche rilevante il risultato di tutta l’azione previdenziale ed assicurativa. Sicuramente ci sono standard di produttività che possono essere migliorati. L’INPS, ad esempio, ha già ottenuto dei miglioramenti importanti negli standard di produttività. C’è quindi sicuramente un problema di risparmio ma c’è anche un problema di tecnostruttura del welfare. Se vogliamo avere un welfare moderno dobbiamo sapere che database in comunicazione fra enti previdenziali e assicurativi, l’unificazione delle sedi e un funzionamento più sinergico delle singole strutture sono, non solo un fatto necessario di risparmio, di razionalizzazione e di crescita della produttività, ma anche un modo di servire meglio il cittadino, dal centro alla periferia, con una presenza sul territorio più strutturata, appunto più sinergica e più semplificata. Credo, quindi, che intraprendere un’opera di questo genere sia sicuramente un punto estremamente impor93 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 94 Il futuro degli Enti Previdenziali Cesare Damiano tante anche se non certo facile. Per mia natura cerco sempre di procedere per gradi. Impostato un problema bisogna affrontarlo, bisogna preparare il terreno, sapere che ci sono dei tempi medi di realizzazione e che le cose si realizzano creando le sinergie necessarie. Del resto di questo abbiamo discusso più volte, arrivando poi ad individuare un obiettivo che tutti vorremmo raggiungere in tempi medi e senza strappi. Concludo dicendo che naturalmente questo tema sta dentro ad una discussione molto più grande com’è quella trattata dai tavoli di concertazione. Voi sapete quanto il Governo e quanto il Ministro del Lavoro in particolare attribuiscano importanza a questi momenti di confronto con le parti sociali. Posso dire, nel mio piccolo, che le cose che abbiamo fatto e scritto in Finanziaria – per carità non tutte, non voglio esagerare – ma le cose fondamentali che abbiamo scritto, sono il frutto di un confronto con le parti sociali, sindacali ed imprenditoriali. Alle volte, certamente, non c’è una totale condivisione da parte di tutti, però, con questo modo di procedere, si può andare verso una direzione sostanzialmente condivisa. 94 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 95 Il futuro degli Enti Previdenziali Cesare Damiano Penso ad esempio alla normativa e all’avviso comune sulla situazione dei call-center che è il frutto di una concertazione seria e proficua fra le parti sociali. Su questa strada noi dobbiamo assolutamente continuare. Del resto presto riprenderemo il tavolo di concertazione che ha per oggetto i problemi delle tutele, degli ammortizzatori sociali, del mercato del lavoro e della previdenza. Abbiamo davanti a noi dei temi estremamente importanti, anche innovativi, dei quali si è discusso per lungo tempo senza arrivare a delle conclusioni. Non è mia intenzione dilungarmi ma voglio semplicemente dire che, per quanto mi riguarda, ma anche per quanto riguarda Romano Prodi, – e l’abbiamo detto con chiarezza – un punto fondamentale è costituito da una maggiore e più efficace tutela dell’anello debole del mercato del lavoro. I nostri figli, i giovani laureati, i diplomati che entrano nel mondo del lavoro, le donne fra i 35-45 anni intrappolate nella precarietà, gli over 50, coloro che dopo i 50 anni perdono il lavoro e sono ancora troppo giovani per collegarsi a mobilità e pensione e avanti negli anni per avere sufficienti capacità di adeguamento e di ricolloca95 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 96 Il futuro degli Enti Previdenziali Cesare Damiano zione. Persone che rappresentano un anello debole del sistema, a tutela delle quali occorre intervenire. Come ho già detto in occasione dell’apertura del tavolo delle tutele e del mercato del lavoro, bisogna pensare a delle tutele per i momenti nei quali non si ha lavoro, si è perso il lavoro, si è alla ricerca di un nuovo lavoro o si è di passaggio fra un lavoro transitorio e un altro possibilmente più stabile. Quelle tutele devono agire però a condizione che la persona accetti di intraprendere un percorso formativo ed accetti il reimpiego. Dobbiamo invece combattere atteggiamenti opportunistici. Questi interventi chiaramente avranno un costo. Al tavolo della concertazione dovremo quindi vedere, nell’ambito delle risorse disponibili, quali sono le risorse che possono esservi destinate. Ma anche questa è un’operazione che si può fare negli anni e che in qualche modo si lega a questa capacità di dare contorni più tutelati e sicuri alle prospettive che offriamo ai giovani su tutto quanto riguarda il loro futuro previdenziale e il loro futuro di vita più in generale. L’anticipo di un anno della partenza della previdenza complementare credo sia già un fatto molto importante. 96 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 97 Il futuro degli Enti Previdenziali Cesare Damiano La questione mi pare sia in cammino. C’è un grande lavoro che va riconosciuto alle parti sociali e che coinvolge soprattutto le grandi imprese più sindacalizzate. Abbiamo forse più difficoltà nelle imprese di minore dimensione ma registriamo comunque già adesioni significative. Non abbiamo ancora i dati precisi ma, io e il dottor Scimia, abbiamo preso l’impegno di comunicarli insieme al momento opportuno, quando avremo qualche dato più certo oltre alle buone sensazioni che fin qui abbiamo raccolto. Tutto questo è anche un frutto di una forte cooperazione, in particolare con l’INPS. Infatti, sapendo che l’Istituto manda una volta all’anno a casa dei pensionati il riepilogo della loro situazione, tramite questo abbiamo veicolato a 14 milioni di persone anche l’opuscolo sul trattamento di fine rapporto redatto dal Ministero del Lavoro, dall’Inps e dalle Poste, razionalizzando così al massimo i costi. Sono tutte cose che credo siano importanti e dimostrano anche una capacità di intervento molto razionale. Sulla cessione del quinto, che è stata fortemente discussa dal Presidente Sassi, credo che un discorso sicuramente debba essere poi fatto. 97 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 98 Il futuro degli Enti Previdenziali Cesare Damiano Anche io ho la stessa preoccupazione perché, se può essere giusto consentire tale utilizzo, non possiamo però dimenticare chi sono i pensionati e come loro, spesso soggetti socialmente deboli, possano in molti casi essere sospinti verso strade che non sono del tutto chiare. È evidente che c’è una preoccupazione di cui dobbiamo saperci far carico, anche perché quando si parla di cessione del quinto e di investimenti, il rischio di cattive sorprese è sempre dietro l’angolo. Quindi anche in questo caso occorre il massimo di trasparenza nella definizione del risultato e dei mezzi che vengono utilizzati per raggiungerlo. Mi pare che questo sia un argomento sul quale insieme anche alle parti sociali dovremmo forse fare il punto della situazione perché è una questione di grande rilevanza sociale. Sempre nella presunzione di andare, un passo per volta, nella direzione giusta. Lo ripeto, non conosco altra strada che quella del confronto. Non c’è alternativa al confronto con le parti sociali, alla ricerca dell’accordo e del compromesso. Quando un Governo procede da solo deve farlo come ultima istanza, quando non c’è possibilità di compro98 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 99 Il futuro degli Enti Previdenziali Cesare Damiano messo e quando le parti sociali non riescono ad arrivare ad un punto di equilibrio. Ma la ricerca del punto di equilibrio deve essere costante. Per quanto mi riguarda è una sorta di segno, un DNA che deve caratterizzare governi che abbiano la volontà di guardare alla questione sociale come questione rilevante, e la questione sociale rilevante lo è sicuramente per tutti noi. 99 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 100 Il futuro degli Enti Previdenziali Domenico Proietti C on la proposta di riordino presentata oggi la UIL dimostra ancora una volta di essere un sindacato dalla forte vocazione propositiva. La UIL è un sindacato veramente riformatore e, come tale, non teme di confrontarsi con i cambiamenti e lavora affinché questi siano rivolti sempre a migliorare la vita dei lavoratori e dei cittadini di questo paese. Ecco perché oggi abbiamo voluto presentare una nostra proposta organica nella discussione del riordino degli Enti Previdenziali. Una proposta contenuta nella relazione di Larizza che crediamo, come hanno confermato gli interventi nel dibattito, possa essere utile e proficua per il paese. 100 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 101 Il futuro degli Enti Previdenziali Domenico Proietti Non un accorpamento senza senso di tutti gli Enti ma un ragionamento più mirato che nei tempi opportuni possa portare ad una riorganizzazione per filiere che preveda, una volta a regime, un Ente di natura previdenziale – che gestisca la previdenza del settore pubblico e del settore privato, dividendo nettamente al suo interno le prestazioni di carattere previdenziale da quelle di carattere puramente assistenziale da finanziare con la fiscalità generale – e un Ente di tipo assicurativo che salvaguardi il carattere pubblico dell’assicurazione degli infortuni sul lavoro come indice di civiltà e di protezione del valore sociale, prima ancora che economico, del lavoro. Su questa proposta la UIL è pronta a confrontarsi con il Governo con l’obiettivo di migliorare l’efficacia e l’efficienza delle prestazioni e dei servizi che gli Enti Previdenziali forniscono agli utenti. Un obiettivo che può essere ottenuto razionalizzando il settore senza snaturarne le finalità e, soprattutto, competenze frutto di anni di lavoro al servizio degli iscritti e dei cittadini. Prima di ogni intervento occorre prima di tutto valorizzare il patrimonio umano di cui questi Enti dispongono, un patrimonio fatto di uomini e donne che quotidiana101 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 102 Il futuro degli Enti Previdenziali Domenico Proietti mente lavorano in prima linea per garantire una qualità di prestazioni e servizi in linea con la finalità sociale degli Istituti che sono chiamati a gestire, a rappresentare e a comporre. Il personale degli Enti, proprio per rispondere alle sfide cui è chiamato, ha tra l’altro svolto in questi anni uno sforzo di formazione e di riaggiornamento delle competenze e delle professionalità che va oggi salvaguardato e valorizzato da un’attività di razionalizzazione che ne tenga conto e che non crei confusione e malfunzionamenti che, oltre a mortificare l’opera del personale, avrebbe ricadute sugli stessi cittadini cui gli Enti in questione si rivolgono. Qualsiasi progetto di riorganizzazione non può in alcun modo non tener conto di tutti questi aspetti. L’obiettivo di conseguire risparmi, senz’altro auspicabile, è ottenibile quindi solo a seguito di quest’opera ragionata di riordino che deve interessare anche il sistema di governance degli stessi Enti. Sulla governance la proposta illustrata oggi da Pietro Larizza, può rappresentare una sintesi importante tra le diverse posizioni espresse in merito dalle altre sigle sindacali. Il nostro contributo può quindi essere in tal modo deter102 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 103 Il futuro degli Enti Previdenziali Domenico Proietti minante per arrivare ad una ridefinizione e riallocazione degli assetti politico-gestionali che consenta una reale distinzione delle responsabilità e delle competenze tra tecnostruttura ed organo di indirizzo e vigilanza. Un chiarimento dei ruoli che è condizione essenziale di una gestione efficace ed efficiente degli Enti previdenziali italiani. Le cose dette stamani dal Ministro del Lavoro sono quindi molto importanti e credo siano un buon viatico per iniziare un confronto su questi temi La UIL si aspetta da tutto il Governo una politica più attenta alle esigenze dei cittadini, in questo come in altri ambiti. È per questo che chiediamo all’Esecutivo di affrontare con lo stesso spirito l’insieme dei temi legati al sistema previdenziale. Anche in questo campo gli interventi devono essere fatti per migliorare la vita delle persone, non per compromettere la certezza del loro futuro. Non si può sostenere che la revisione dei coefficienti di trasformazione per il calcolo della prestazione pensionistica debba essere applicata in modo automatico in quanto è prevista dalla legge Dini. Non si fa un buon servizio alla verità quando si fanno 103 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Il futuro degli Enti Previdenziali Pagina 104 Domenico Proietti simili affermazioni in quanto, se è vero che la legge Dini prevedeva una revisione dei coefficienti ogni 10 anni, è anche vero che quella stessa legge prevedeva la partenza della previdenza complementare già dieci anni fa. Dieci anni per costruire una pensione integrativa adeguata che i lavoratori hanno perso e che nessuno potrà loro restituire. Per questo pensiamo che non si possa applicare la Legge Dini a commi alterni. La UIL propone quindi di rinviare al 2015 la verifica sui coefficienti, per non penalizzare ulteriormente quei lavoratori ai quali per dieci anni è stato di fatto impedito di finanziare efficacemente la previdenza complementare. Al tempo stesso chiediamo politiche di sostegno alla crescita e allo sviluppo del Paese, con interventi che mirino a rendere stabile la crescita del PIL ben sopra il 2%. Una crescita sostenuta che possa risolvere i problemi dell’economia e, al tempo stesso, quelli del sistema previdenziale italiano. Per salvaguardare il vincolo di bilancio della spesa previdenziale si deve puntare soprattutto alla definizione di politiche del lavoro che stimolino l’occupazione di qua104 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 105 Il futuro degli Enti Previdenziali Domenico Proietti lità – e quindi anche una contribuzione adeguata – raggiungendo così gli obiettivi dell’agenda di Lisbona. Questo gioverebbe all’insieme del sistema economico. Per quanto riguarda il discorso aperto circa l’età di pensionamento, invece, la UIL continua a ritenere che occorre far leva sulla libertà di scelta del lavoratore, prevedendo incentivi sulla prestazione pensionistica futura che stimolino la permanenza volontaria al lavoro senza obblighi che possono soltanto produrre ingiustizie. Siamo convinti che questa sia la strada giusta e molti dati sono a confermarlo. Già oggi l’età media nella quale le persone vanno effettivamente in pensione è superiore ai 60 anni e i dati dell’Inps prevedono per il 2007 un calo significativo, del 21,6%, delle uscite dal lavoro anticipate rispetto all’età di vecchiaia. Questo a conferma che quella flessibilità prevista tra l’altro proprio dalla legge Dini è lo strumento più efficace per elevare l’età pensionabile senza strappi. Dai dati di previsione Inps, secondo i quali le pensioni di anzianità passeranno dalle 205.675 del 2006 alle 161.306 del 2007, risulta come la tendenza a rimanere al lavoro sia in sensibile aumento tra i lavoratori dipendenti a fronte, invece, di un evidente calo delle richieste 105 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 106 Il futuro degli Enti Previdenziali Domenico Proietti di pensionamento di anzianità. Non solo, ma l’Inps stessa evidenza come l’incidenza della spesa pensionistica sul PIL sia in costante calo, sconfessando gli allarmismi e confermando, ancora una volta, la sostenibilità del sistema previdenziale italiano. È per questo che chiediamo che il confronto sia impostato sui dati reali e non su previsioni astratte. Le nostre proposte trovano fondamento in quei dati e sono orientate ad un’azione riformatrice vera, al servizio del paese e della sua gente. Si deve quindi puntare ad una crescita stabile e sostenuta, stimolando i consumi con la difesa del potere d’acquisto di salari e pensioni e promovendo politiche che stimolino l’innovazione e gli investimenti. La UIL è infatti fermamente convinta dell’assoluta necessità di una più equa distribuzione della ricchezza del Paese. Una ricchezza più equamente ed efficacemente diffusa è una condizione indispensabile per sostenere la crescita e lo sviluppo. Per questo, in merito alla discussione su come utilizzare le risorse del cosiddetto tesoretto, chiediamo che queste siano indirizzate ad adeguare i salari dei lavoratori, i 106 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 107 Il futuro degli Enti Previdenziali Domenico Proietti loro rinnovi contrattuali e a rivalutare le pensioni maturate da contribuzione. Questo per la UIL è un punto dirimente e il suo accoglimento condizionerà tutto il nostro giudizio sul confronto in corso con il Governo. Distribuire e diffondere le risorse non è una richiesta corporativa ma significa dare nuova linfa al Paese e respiro all’economia, attivando un circolo virtuoso di ripresa dei consumi, degli investimenti e di fiducia nel futuro che giova, oltre che ai lavoratori, all’intero sistema economico. Di questo, come UIL, siamo fermamente convinti e chiediamo anche alle rappresentanze datoriali di fare politiche in questa direzione, valutando i benefici che anche per le stesse imprese scaturiscono da una redistribuzione più equa delle ricchezze a disposizione. A questo proposito mi viene in mente il testo di una vecchia canzone di Gorny Kramer dal titolo “Crapa Pelada”: “Crapa Pelada la fa i turtei,/ che ne dà minga ai so fradei./ I so fradei fan la fritada./ Che ne dan minga a Crapa Pelada.” Ecco, noi vorremmo che Crapa Pelada capisse l’importanza di condividere i tortei con i fradei e i fradei, al ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 108 Il futuro degli Enti Previdenziali Domenico Proietti tempo stesso, comprendessero l’importanza di condividere la fritada con Crapa Pelada. Questa è la nostra visione di come dovrebbero essere i rapporti economici in una società complessa come quella italiana. 108 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 109 Pietro Larizza Presidente dell’Istituto per le Riforme delle Istituzioni Sociali Piero Giorgini Direttore Generale INAIL Francesco Lotito Presidente CIV INPS Francesco Maria Amoruso Gian Paolo Sassi Presidente INPS Giuseppina Santiapichi Direttore Generale INPDAP Cesare Damiano Ministro del Lavoro Domenico Proietti Segretario Confederale UIL. 109 ATTI UIL 03-4-07 5 versione 14-05-2007 14:40 Pagina 110 IL SINDACATO DEI CITTADINI