BUONE PRATICHE DI GESTIONE DELLE AREE AGRICOLE IN SITI NATURA 2000 Risultati del progetto “Development of guidance document on management of farmland in Natura 2000 areas” Contract N° 07.0307/2010/580710/SER/B3 A cura di Comunità Ambiente Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Sommario Conservazione mediante l’uso agricolo: promuovere l’agricoltura a basso costo in Lussemburgo ................................................................................................. 3 Partire dall’analisi economica dell’azienda agricola.................................................. 4 Conversione ad una bassa intensità di pascolo con razze locali ................................. 4 Il marketing della carne di razze locali .................................................................. 6 Fattori di successo ............................................................................................. 7 Punti di debolezza ............................................................................................. 8 Bibliografia ed ulteriori fonti di informazioni........................................................... 9 Piano d’azione per conservazione degli oliveti vetusti nel mediterraneo (Puglia, Italia).............................................................................................................. 10 Natura 2000, gli habitat, le specie e l’agricoltura .................................................. 11 Misure di conservazione attuate......................................................................... 13 Principali risultati e insegnamenti....................................................................... 14 Bibliografia ed ulteriori fonti di informazioni......................................................... 15 Preservare steppe uniche producendo maccheroni e spaghetti. L’aridocoltura in Belchite, Aragona (Spagna) ............................................................................. 16 Le misure agroambientali a Belchite ................................................................... 17 Misure complementari ...................................................................................... 19 Principali risultati e successi .............................................................................. 20 Servizi ambientali ............................................................................................ 20 Gli aspetti chiave da migliorare.......................................................................... 20 Lezioni apprese ............................................................................................... 21 Bibliografia e ulteriori fonti di informazione.......................................................... 21 Gestione degli habitat di prateria prioritari che dipendono dal pascolo. Creazione di un modello di agricoltura sostenibile in Irlanda ........................... 23 Natura 2000, habitat, specie e gestione agricola .................................................. 24 Misure adottate per far fronte alle esigenze di conservazione ................................. 25 Principali risultati del programma....................................................................... 27 Principali fattori di successo (e punti di forza) del programma ................................ 28 Punti di debolezza e limiti del progetto pilota ....................................................... 28 Opportunità per l’espansione del progetto ........................................................... 29 Rischi e sfide del progetto................................................................................. 29 Conclusioni: valore dimostrativo per altre aree e paesi.......................................... 29 Bibliografia e ulteriori fonti di informazione.......................................................... 30 Gestione sostenibile delle praterie umide per la salvaguardia degli uccelli nidificanti nei prati del Flachgau settentrionale (Salisburgo, Austria) .............. 31 Gli habitat e le specie principali e le loro relazioni con l’agricoltura .......................... 32 Misure adottate per far fronte alle esigenze di conservazione ................................. 33 Conclusioni. Valore dimostrativo ........................................................................ 34 Bibliografia e ulteriori fonti di informazione.......................................................... 35 LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 1 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Conservazione integrata, basata sul partenariato e l'apprendimento reciproco a Rheinland-Pfalz, Germania "Partnerbetrieb Naturschutz" ................................ 36 Principali habitat e specie e gestione agricola....................................................... 37 Il Programma “Partnerbetrieb Naturschutz” (Partner operativi di conservazione)....... 38 Principali fattori di successo .............................................................................. 39 Punti di debolezza e vincoli individuati nel progetto pilota ...................................... 40 Opportunità per espandere lo schema ................................................................ 40 Minacce e le sfide per l'espansione dello schema .................................................. 41 Conclusioni: valore dimostrativo per altre aree e paesi.......................................... 41 Esempi di vantaggi per la conservazione di Natura 2000 ....................................... 42 Bibliografia ed ulteriori fonti di informazioni......................................................... 43 LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 2 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Conservazione mediante l’uso agricolo: promuovere l’agricoltura a basso costo in Lussemburgo I terreni agricoli costituiscono circa la metà del territorio del Lussemburgo (55%). Il settore principale è la produzione di latte e di carni bovine. A causa del costo elevato della vita, gli agricoltori tendono ad avere spese generali e costi di investimento molto alti. Questo fatto si ripercuote sulla loro competitività e sulle prospettive a lungo termine. Per ovviare a questo problema, il governo sta incoraggiando gli agricoltori ad ampliare ed intensificare la loro attività agricola offrendo sussidi e prestiti preferenziali per le attrezzature, gli edifici, gli stipendi e i materiali necessari per espandersi. Consapevole della preoccupazione per il crescente costo dell’agricoltura, il Ministero dell’Ambiente ha varato un programma che mira a sostenere le pratiche di pascolo a basso costo nelle aree protette, compresi i siti Natura 2000. Il Lussemburgo ha circa 13.600 ettari di superficie agricola e di viticoltura dentro Natura 2000. Come altrove, una percentuale significativa di questa terra dipende da attività di gestione regolari, come una bassa intensità di pascolo, al fine di mantenere o ripristinare gli habitat in buono stato di conservazione. L’obiettivo del programma chiamato ‘Naturschutz durch Nutzung’ (conservazione attraverso l’uso) è di promuovere tali attività in modo economicamente sostenibile, a beneficio sia degli agricoltori che della conservazione della natura. Gestito dal Ministero delle Ambiente (che è responsabile per l’assistenza tecnica e gli aspetti promozionali del programma), in stretta collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole (responsabile per i pagamenti e le ispezioni), il programma vuole incoraggiare gli agricoltori all’interno di alcune aree protette alla conversione della propria attività verso basse intensità di pascolo con razze locali come Galloway, Angus, Limousine e bovini Highland. LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 3 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Partire dall’analisi economica dell’azienda agricola Come prima cosa, agli agricoltori interessati a partecipare al programma è stato offerto uno studio economico dettagliato della loro azienda agricola, ad opera di un agronomo specializzato alle dipendenze del Ministero dell’Ambiente e assunto appositamente per questo compito. Il servizio era gratuito e non c’era obbligo per l’agricoltore in questa fase di aderire al programma. Lo studio economico prende in considerazione i costi esistenti, il fatturato e gli utili/perdite e come queste cifre potrebbero cambiare se l’agricoltore decidesse di convertirsi ad una bassa intensità pascolo con razze bovine locali. Come risultato l’agricoltore poteva avere una chiara visione immediatamente delle conseguenze economiche delle sue decisioni. Uno dei vantaggi principali della conversione al pascolo a bassa intensità è quello di ridurre in modo sostanziale sia i costi di investimento che i costi di gestione quotidiana della fattoria. Questo perché le razze locali sono ben adattate all’ambiente naturale e possono rimanere nei campi tutto l’anno. Inoltre hanno bisogno di poche cure d’allevamento e una scarsa alimentazione integrativa. Come risultato, l’agricoltore non ha bisogno di investire nelle stalle per l’inverno o nell’acquisto di attrezzature specializzate (ad esempio per lo sfalcio). Anche i costi in termini di costo del lavoro (assunzioni personale per gestire gli animali) e materiali di consumo (alimentazione complementare, pesticidi, fertilizzanti, ecc ...) sono molto ridotti. Il costo medio di uno stalla è di circa 2 milioni di euro. L’ammortamento di questi costi può richiedere all’agricoltore molti anni, a volte decenni, anche con l’aiuto di sussidi e di lavori supplementari, prima che possa trasformare il suo investimento in un profitto. Gli agricoltori si trovano ad essere sempre più dipendenti dai sussidi dello stato per garantire la redditività economica della loro attività. Al contrario, un contadino che si converte all’agricoltura a bassa intensità è in grado di ridurre i costi in modo sostanziale, anche se il suo reddito sarà significativamente ridotto poiché la densità media di animali per ettaro non può essere più di circa 0,5- 0,8 UBA/ettaro. Tuttavia, ciò non significa necessariamente che l’azienda diventi meno redditizia. Al contrario, molti allevatori scoprono la possibilità di aumentare i loro margini di profitto in quanto la carne di bovini rustici spesso si vende a sei volte il valore del manzo ordinario. Lo studio economico ha lo scopo di esaminare se questo si può realizzare nella particolare fattoria studiata e il modo migliore in cui può essere fatto. Un esempio di come ècalcolato il risparmio Lo studio economico viene effettuato in una fattoria che produce latte con 230 ha di terreno. Il contadino sta valutando la conversione in l’agricoltura a bassa intensità con le razze locali su 80 ha (il rimanente 150ha continuerà ad essere utilizzato per bovini da latte). Quali saranno i risparmi in termini di costi per anno? Costo del lavoro: risparmio di 2.100 ore di stipendio costi equiv a 1 persona Foraggio ecc.: risparmio di circa 30.000 € Installazioni: no investimenti su grande scala (solo recinzioni e piccoli ricoveri in situ) Costi di gestione: nessun drenaggio, aratura, fertilizzazione, sfalcio, etc ...) Risultato: risparmio totale fino 200.000 € l’anno Conversione ad una bassa intensità di pascolo con razze locali Se l’agricoltore intende convertire la propria attività in agricoltura a bassa intensità nel quadro del programma, deve stipulare un accordo di cinque anni con il Ministero. L’accordo stabilisce le condizioni in cui il pascolo dovrebbe essere effettuato, sulla base di un’analisi delle esigenze di LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 4 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 conservazione specifiche (ad esempio, il numero di animali per unità di superficie, nessun uso di fertilizzanti o pesticidi, divieto di aratura, taglio del fieno solo se specificato, calcinazione, ecc.). In cambio, l’agricoltore riceve una sovvenzione annuale ‘biodiversità’ (in aggiunta ai suoi normali pagamenti unici), per compensare il mancato guadagno conseguente dalla conversione al pascolo a bassa intensità (per esempio crescita lenta degli animali e produttività inferiore). Può anche pagare per ogni ulteriore attività di gestione orientata alla conservazione della natura che l’agricoltore potrebbe essere chiamato a svolgere. Inoltre, l’agricoltore riceve un sostegno continuo da parte del Ministero dell’Ambiente per promuovere e commercializzare i suoi prodotti (vedi di seguito). Dal suo lancio nel 2003, il programma è diventato sempre più popolare tra i contadini che sono attratti dai numerosi vantaggi dell’agricoltura a basso costo. All’inizio del 2012, erano attivi 42 accordi che coinvolgevano circa 50 agricoltori. La superficie dei progetti varia da 10 ha a 200 ettari, ma la dimensione media è di circa 30-60 ha. Il Ministero cerca di concentrarsi principalmente su agricoltori che sono interessati nella realizzazione di un conversione significativa della loro azienda agricola - e non su chi desidera semplicemente applicare il pascolo su una piccola area (ad esempio 2 ha in una fattoria di 200 ha). La superficie totale coperta dai 42 progetti è 1.594 ha. C’è abbastanza interesse tra gli agricoltori nelle aree protette per estendere il programma ad un’area molto più grande, ma il fattore limitante è attualmente rappresentato dal bilancio e dalle risorse umane disponibili al Ministero dell’Ambiente. Il totale annuo per gli accordi attualmente in corso è di circa 1,5 milioni di euro. In futuro, il ministero spera di poter integrare il sistema in modo che possa coprire 5.000 ha, eventualmente attraverso l’ integrazione di questo programma di aiuti nel prossimo Programma di Sviluppo Rurale (PSR) per il Lussemburgo (2014-2020). Non è stato fatto nell’attuale PSR (20072013), perché entrambi i Ministeri considerano le modalità di pagamento troppo rigide e, di conseguenza avrebbe comportato un eccessivo onere amministrativo sia per i servizi pubblici che gli agricoltori. Ma ora che il programma è stato messo a punto e testato in campo e le condizioni degli accordi sono state stabilite, la sua inclusione nel prossimo PSR sembra sempre più interessante in quanto consentirà di applicare il programma di aiuti su una vasta area. La stretta collaborazione tra i due Ministeri dovrebbe facilitare la transizione. L’interesse per le carni provenienti da bovini di razze locali è dovuta ad una serie di ragioni: - Per motivi di salute: la carne è compatta con poca acqua e un basso contenuto di grassi totali, che è meglio per il cuore. Anche perché l’animale si nutre solo di vegetazione naturale, non ci sono residui di fertilizzanti, pesticidi, ecc ... - Per il sapore: il gusto della carne si dice che sia “pieno di carattere”, perché gli animali hanno una dieta variata (che comprende una vasta gamma di erbe, erbe aromatiche, e germogli di arbusti) e sono lasciati crescere lentamente fino a 3 anni (anziché 1,5 anni come per i bovini da carne convenzionale). La carne è anche appesa per un periodo di tempo maggiore, esaltandone il sapore. - Per il benessere degli animali: all’animale è permesso di vagare liberamente per tutto l’anno e la macellazione avviene in un ambiente molto meno stressante - Per motivi di conservazione della natura. Mangiare carne allevate in aree protette aiuta la conservazione di queste aree per la biodiversità. LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 5 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Il marketing della carne di razze locali La riduzione dei costi per gli investimenti e di funzionamento dell’azienda agricola è un elemento importante dell’equazione, ma ci deve essere anche uno sbocco economico per la carne. Le indagini mostrano che in una parte della popolazione del Lussemburgo c’è un interesse crescente nelle carni provenienti da razze locali (questo è per una varietà di ragioni - vedi riquadro). Come risultato, questa carne può essere venduta ad un prezzo maggiore (attualmente circa 6 €/kg rispetto a 3,2 €/kg per le carni bovine convenzionali). Per attingere a questo potenziale interesse, il supporto del Ministero dell’Ambiente non si limita alla firma di accordi con gli agricoltori, ma, fattore molto importante, li assiste nel marketing e nella vendita delle loro carni attraverso vari punti vendita. Inizialmente l’attenzione si è concentrata sulla vendita della carne direttamente ai ristoranti locali nelle vicinanze delle aziende. Ai ristoranti che accettano di mettere tali carni bovine sul loro menu viene dato un sostegno da parte del Ministero dell’Ambiente. Di solito il sostegno viene elargito in forma di pubblicità gratuita su volantini, opuscoli, editoriali periodici e comunicati stampa.. Il Ministero può anche decidere di sviluppare e migliorare sentieri natura per promuovere il turismo locale. In questo caso, i nomi dei ristoranti partecipanti all’iniziativa potrebbero essere inclusi nel materiale pubblicitario. Inoltre, il Ministero contribuisce a coordinare la filiera tra l’agricoltore e i ristoranti per quanto riguarda i trasporti, la macellazione e il sezionamento della carcassa. In questo modo il Ministero garantisce all’agricoltore una vendita costante dei suoi animali ad un prezzo corretto, e che i ristoranti abbiano una fornitura di carne sempre disponibile. Finora, partecipano al programma 20 ristoranti. Il loro feedback è stato molto positivo, alcuni riferiscono che ricevono prenotazioni con settimane di anticipo quando pubblicizzano che in un giorno o una settimana specifica sarà proposto un menù a base di manzo locale. Tuttavia, ora che la massa critica di bovini locali pronti per la vendita sta iniziando a crescere (nel 2014 ci saranno circa 300 bovini da carne pronti per la macellazione), il Ministero ha bisogno di esplorare vie alternative/supplementari per la carne di manzo. Ha già negoziato accordi con una serie di macellai che vendono direttamente la carne ai clienti, sia in forma di “nobili” tagli come entrecote o filetti, o prodotti derivati, quali salsicce e terrine. Sta inoltre preparando un’etichetta, un “certificato di origine”, che sarà accompagnata da una forte campagna commerciale per promuovere il fatto che la carne proviene da aree di conservazione della natura in Lussemburgo. Inoltre, il Ministero ha recentemente iniziato negoziati con il più grande supermercato del Lussemburgo, la catena Cactus. Il supermercato ha dimostrato un forte interesse ad avere in esclusiva i diritti per la vendita della carne nei loro negozi. È interessante notare che l’alto prezzo della carne non è la loro preoccupazione numero uno. Anche se è importante per contenere i costi, il supermercato è particolarmente attratto dal fatto che la carne ha una provenienza locale e una reputazione già solida come prodotto sano, sostenibile e di alta qualità. Questo si adatta bene all’etica della loro compagnia. I sondaggi mostrano che i clienti sono molto interessati all’acquisto di prodotti alimentari di provenienza locale, in cui si possa facilmente risalire alle origini, e che sono disposti a pagare un extra per questo servizio. LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 6 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Fattori di successo In questo programma possono essere identificati diversi fattori di successo: - Con il programma sul pascolo a bassa intensità con razze locali di bestiame, il Ministero dell’Ambiente non mira solo a raggiungere obiettivi di conservazione della natura, ma anche a diffondere pratiche agricole che garantiscano una fonte economicamente vitale di reddito per gli agricoltori interessati. Questo doppio approccio è fondamentale per il successo a lungo termine del programma ed è già confermato dal fatto che l’80% delle aziende agricole coinvolte nel progetto sono ora economicamente sostenibili e redditizie. Non sono dipendenti dai sussidi, né oberate da costosi esborsi per gli investimenti. - La realizzazione di uno studio economico dell’attività dell’azienda da parte di un agronomo qualificato, il fatto che fosse gratuito e che non impegnasse l’agricoltore ad entrare nel programma è stato fondamentale per la diffusione del programma. Non va solo incontro agli interessi degli agricoltori, dimostra anche l’interesse del Ministero dell’Ambiente nella ricerca di soluzioni integrate sostenibili per la gestione a lungo termine delle aree protette del paese, piuttosto che la volontà di contare solo sul budget e sulle sovvenzioni statali per finanziare la loro gestione. L’analisi economica fornisce anche al contadino una chiara visione delle potenziali conseguenze economiche della sua decisione, nel caso in cui decidesse di convertire la propria attività in pascolo a bassa intensità con bovini locali. Inoltre la collaborazione con un agronomo esperto permette di “parlare la stessa lingua” degli agricoltori e di elaborare programmi di conservazione che dipendono dalla loro partecipazione attiva essendo consapevoli delle loro prospettive. - L’argomento utilizzato dal Ministero dell’Ambiente che l’allevamento di razze locali di bestiame in aree protette è molto meno costoso rispetto ad altri tipi di allevamento ha toccato una corda sensibile in molti agricoltori. Questo è forse particolarmente importante in Paesi come il Lussemburgo, con un alto indice del costo della vita e dove i costi di costruzione possono diventare un pesante fardello in termini di vitalità economica dell’azienda agricola, che può compensare i costi solo dopo molti anni. - L’agricoltura a basso costo è attraente proprio perché richiede un minor capitale di partenza e ha bassi costi di esercizio. Ma significa anche meno produzione in termini di capi di bestiame (circa 0,5-0,8 UBA/ha) e di conseguenza un fatturato inferiore. Quindi lo scopo del programma non è il miglioramento del fatturato ma quello della redditività. Questo può essere molto difficile quando si ha a che fare con la vendita e la commercializzazione di piccole quantità di un prodotto specializzato, come le carni bovine provenienti da razze locali. Ma il programma del Lussemburgo sembra aver superato questa sfida. Ci potrebbero essere due motivi: il primo è che chiaramente in Lussemburgo esiste un mercato per questo tipo di carne che permette all’agricoltore di vendere i suoi prodotti ad un prezzo maggiorato (6 volte il valore del manzo convenzionale). La seconda è che il Ministero dell’Ambiente è stato attivamente coinvolto nella costruzione di canali di vendita della carne a ristoranti, macellerie e al grande pubblico. E’ difficile immaginare come gli agricoltori, attualmente solo 50, avrebbero potuto rivestire questo ruolo. Il forte supporto e le risorse umane disponibili presso il Ministero, nell’aiutare il mercato della carne e nel pubblicizzarne la vendita, sono stati determinanti per il successo del programma e per la redditività economica delle aziende che vi partecipano. - Un altro importante fattore di successo del programma è collegato alla sua flessibilità e al fatto che sono state messe in campo sufficienti risorse umane per farlo funzionare. Questo include non solo l’assunzione di un agronomo, ma anche l’uso di uno staff in grado di svolgere tutte le LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 7 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 altre attività connesse, compresi i contatti con ristoranti e macellerie, la produzione di comunicati stampa e materiale pubblicitario, il monitoraggio scientifico dei siti, ecc. Il Ministero dell’Ambiente era in grado in qualsiasi momento di decidere quali agricoltori coinvolgere all’interno delle aree protette e quali condizioni di gestione includere nel contratto (ad esempio in termini di densità di pascolo, ecc ...). Questo ha fatto sì che gli accordi fossero correttamente orientati verso gli obiettivi di conservazione di ogni sito e compatibili con gli interessi degli agricoltori. Controlli e verifiche sono state effettuati dal Ministero dell’Agricoltura come per qualsiasi altro programma ma ci sono stati pochi problemi. Punti di debolezza - Anche se il programma è popolare, viene applicato solo su 1.600 ettari di aree protette, che rappresentano solo una piccola parte della superficie totale potenziale che potrebbe beneficiare di un pascolo a bassa intensità. Per avere un maggiore impatto a lungo termine sarà necessario che il programma venga applicato su una zona più ampia. Al momento questo sembra essere anche l’interesse degli agricoltori e sarebbe importante non perdere lo slancio in particolare per la necessità di garantire una vendita costante di carne, al fine di garantire la redditività delle aziende. - L’applicazione del programma è dispendiosa dal punto di vista della forza lavoro. Questo può aggiungere un onere supplementare ad un Servizio all’interno della Ministero dell’Ambiente già sovraccarico di lavoro. - Sebbene ci sia stata una buona collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole, c’è ancora una riluttanza complessiva all’interno del settore agricoltura rispetto all’inclusione del concetto di agricoltura a basso costo nelle aree protette come un elemento integrante della politica agricola, in quanto si potrebbe ridurre la capacità di produzione complessiva del paese e ridurre gli investimenti - e quindi l’importanza economica - dell’agricoltura nelle zone a valle. Il Ministero dell’Ambiente tuttavia sottolinea che questo tipo di allevamento verrebbe applicato solo sul 10-15% della superficie agricola totale. Altri effetti spin-off della Rete Natura 2000 La promozione del pascolo a bassa intensità di bestiame locale nelle aree protette ha avuto un effetto positivo sul turismo locale e la ricreazione nelle aree intorno alle fattorie. Le razze locali sono popolari tra i turisti in visita, diventando un’attrazione per le riserve naturali e per le regioni in cui si trovano. La loro carne di alta qualità sta guadagnando crescente popolarità, soprattutto quando viene servita nei ristoranti locali - in tal modo migliora anche l’esperienza complessiva del viaggio. Anche il fatto che il regime promuove attività economiche quali l’agricoltura in aree protette, aiuta a rimuovere la vecchia percezione che la natura è una moda ‘per gli animali e la gente’ e che solo i fondi pubblici possono essere usati per pagare la sua protezione. L’approccio integrato adottato dal programma è molto più in linea con l’attuale strategia UE sulla biodiversità che riconosce il valore ecologico della natura e del ruolo che tutti gli elementi della società hanno nella sua tutela. LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 8 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Le lezioni apprese dall’esperienza e sfide per il futuro Il progetto ha dimostrato che l’agricoltura in aree protette, come i siti Natura 2000, se eseguita correttamente può essere vantaggiosa non solo per la natura ma anche un’opzione economicamente conveniente per l’agricoltore. Il vantaggio principale del tipo di agricoltura proposto è che può essere intrapresa con minimi investimenti iniziali e costi di esercizio molto più bassi. Tuttavia, l’approccio dell’agricoltura a basso costo può funzionare correttamente (vale a dire senza essere pesantemente dipendente dai sussidi) solo se vi è anche un reddito sufficiente a compensare questi bassi costi e generare un profitto per l’agricoltore. In Lussemburgo, questo è possibile perché c’è un chiaro interesse ad acquistare carni provenienti da razze locali e la disponibilità a pagare un prezzo extra per tale carne. Tuttavia, per il momento l’interesse è incentrato prevalentemente sulle “prime scelte” come le bistecche. Affinché l’impresa diventi veramente redditizia, il mercato deve essere diversificato e coprire tutte le parti dell’animale, sia attraverso la cucina di ricette tradizionali, come brodi di carne, stufati o arrosti o attraverso la produzione di prodotti derivati, come salami, salsicce o terrine. Inoltre sarà importante trovare ulteriori sbocchi commerciali per la carne, ora che più bovini stanno raggiungendo la maturità. Se il mercato non si espande al passo con la produzione, l’interesse per il programma potrebbe diminuire notevolmente. Un’altra sfida sul lungo periodo è quella di trovare il modo di implementare queste pratiche agricole su un’area più ampia in modo che più aree all’interno di aree protette siano gestite correttamente. Questo potrebbe richiedere l’integrazione del programma nel prossimo PSR. Bibliografia ed ulteriori fonti di informazioni Zone Naturelle Dumontshaff, Amministrazione de la Nature et des Forêts, Service de la Conservation de la Nature, L-2918 Lussemburgo, 2011, 116 pp Écologique Aménagement de la Vallee de la Syre entre Munsbach et Mensdorf, Amministrazione de la Nature et des Forêts, Service de la Conservation de la Nature, L-2918 Lussemburgo, 2008, 56 pp Piano nazionale di Protezione de la Nature (PNPN2007-2011) Ministère de l’Environnement, L2918 Lussemburgo, Maggio 2007, 116 pp LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 9 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Piano d’azione per conservazione degli oliveti vetusti nel mediterraneo (Puglia, Italia) Gli oliveti caratterizzano il paesaggio agricolo nella regione del Mediterraneo, tanto che"regione degli uliveti” è diventato quasi sinonimo della "regione mediterranea". Il 3,8% degli oliveti del pianeta si concentra nella Regione Puglia (Italia). Rappresentando il 25% della superficie agricola, con 60 milioni di piante e circa 350.000 ettari, gli oliveti giocano un ruolo dominante nel settore agricolo regionale. Circa 3-4 milioni di queste piante sono vecchie di secoli. Le più antiche hanno fino a 4.000 anni. Sono giganti di legno, scolpiti dai fenomeni naturali e dalla cura paziente di generazioni di potatori. Gli uliveti secolari coltivati secondo pratiche tradizionali rispettose dell’ambiente, sono colture estensive (meno di 50 alberi per ettaro) che costituiscono gli elementi di un mosaico di aree seminaturali e coltivate, spaziate da tipiche strutture di piccole dimensioni, quali siepi di specie mediterranee, muri a secco, strisce boscate. Le pratiche culturali tradizionali degli oliveti secolari hanno creato una varietà di condizioni strutturali (ad esempio siepi, strisce coltivate, filari di alberi, arbusti selvatici) che permettono la diversificazione delle piante e delle specie animali. Finché gli uliveti secolari verranno gestiti tradizionalmente, potranno essere considerati come aree agricole ad alto valore naturale (High Nature Value Farmlands o HNVF). LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 10 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Natura 2000, gli habitat, le specie e l’agricoltura Gli uliveti secolari hanno caratterizzato e modellato il nostro paesaggio da tempo immemorabile. Tale habitat, caratterizzato da tronchi cavi e contorti di alberi centenari di ulivo e da una fitta rete di muretti a secco nei pressi dei quali crescono arbusti selvatici, ha un grande interesse storico, culturale e paesaggistico. Gli oliveti secolari oggetto degli interventi rientrano in tre siti Natura 2000 che a loro volta rientrano in aree protette (riserve naturali, parchi nazionali e regionali). Un quarto oliveto si trova proprio sul confine meridionale di un altro sito Natura 2000 (ZPSIT9140008 - "Torre Guaceto"), all’interno di una Riserva Naturale Statale. Le aree sono dominate dalla vegetazione mediterranea: gariga, macchia, prati aridi, boschi di querce e pinete. I terreni agricoli sono costituiti principalmente da oliveti, intercalati da colture erbacee ed permanenti, prevalentemente mandorleti e vigneti. Gli oliveti secolari ospitano habitat e specie di interesse comunitario, la cui presenza è legata alle pratiche agricole tradizionali, ad esempio: - Habitat *6220 – praterie substeppiche di graminacee e piante annue dei TheroBrachypodietea: aree sparse all’interno degli oliveti, sensibili alla trasformazione dell’uso del suolo, all’utilizzo di pesticidi, erbicidi e fertilizzanti, all’invasione degli arbusti sempre verdi della vegetazione della macchia. - *Stipa austroitalica, erba endemica tipica delle praterie xeriche mediterranee dell’Italia meridionale. Individui isolati sono stati trovati lungo i muretti a secco in aree residuali delle praterie terofitiche riferibili all’habitat prioritario 6220*. - Diversi uccelli e specie di pipistrelli forestali nidificano o trovano rifugio nelle cavità tra i tronchi contorti degli ulivi secolari, oppure possono nutrirsi di insetti legati agli ulivi o alle bacche di arbusti che crescono tra gli ulivi. - I rettili, come il geco di Kotschy (Cyrtopodion kotschyi), la lucertola italiana (Podarcis sicula) e il biacco (Coluber viridiflavus), hanno trovato luoghi di rifugio e caccia nelle cavità degli ulivi, o negli arbusti della Macchia mediterranea o nei muretti a secco che attraversano e circondano gli oliveti. Gli oliveti secolari svolgono un ruolo cruciale nel combattere gli effetti dell’erosione del vento e dell’acqua nel controllare la perdita di suolo e l’impoverimento di sostanza organica. Inoltre, queste piante contribuiscono a mitigare le cause della desertificazione: in aree con scarsa copertura vegetazionale, gli oliveti rappresentano una riserva di carbonio preziosa che può intrappolare grandi quantità di anidride carbonica (sei anni dopo la piantumazione, un oliveto giovane può trattenere fino a 55 kg di CO2/pianta). L’oliveto coltivato seguendo le pratiche culturali tradizionali è un’agroecosistema ad alto valore: - gli olivi vengono coltivati estensivamente (50-60 piante per ettaro), con una spaziatura irregolare dopo il posizionamento originale dell’olivastro; - la potatura viene eseguita ogni 2-5 anni e l’unica altra pratica culturale fino ad oggi eseguita è la rimozione dei germogli basali; - la gestione del suolo è caratterizzata dalla scarsa somministrazione di sostanze organiche e inorganiche e colture intercalari, anche sotto le chiome degli alberi; - le cavità dei tronchi, le strisce coltivate, le siepi di arbusti e le piccole infrastrutture (muretti a secco, pozze d’acqua) creano un sistema "complesso" con una varietà di condizioni strutturali che permettono la diversificazione di micro-habitat che sono rifugi e aree di "produzione" di insetti utili (predatori, parassitoidi, prede alternative), acari, uccelli e altri animali (pipistrelli, anfibi e piccoli rettili). Questo elevato livello di biodiversità, a sua volta, mantiene un buon equilibrio tra insetti utili e insetti dannosi, e un certo livello di "resilienza". LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 11 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Le principali minacce a questo agroecosistema e agli habitat e alle specie che ospita, sono legati ai cambiamenti delle pratiche agricole: 1) Adozione di sistemi intensivi; 2) Abbandono delle piantagioni tradizionali a basso input non convenienti economicamente e spopolamento delle zone rurali connesse alla bassa redditività della loro coltivazione. L’agricoltura intensiva mira a un rendimento più elevato, ha forti ripercussioni a causa dell’intensificazione di olivicoltura (la densità di piantagione può variare da 250 piante/ha fino a 1.800 piante/ha in altissima intensità di coltivazione), la fertilizzazione, l’uso di pesticidi ed erbicidi, l’aratura ripetuta, l’uso di macchine sempre più potenti e pesanti, l’irrigazione, l’intensa potatura, l’eliminazione delle piccole strutture, la sostituzione delle varietà di olive e un abbandono generale dell’agroecosistema. Nel tempo questi fattori hanno contribuito a: - Frammentazione e alterazione dell’agroecosistema e del paesaggio storico - Perdita di habitat e di specie animali, in particolare di pipistrelli e di insetti benefici - Perdita delle praterie xeriche - Inquinamento dell suolo e delle acque sotterranee - Salinizzazione dei suoli, soprattutto lungo le aree costiere - Erosione del suolo - Perdita di varietà di geni - Accumulo di residui nocivi nella catena alimentare - Rimozione degli ultimi rifugi per piante e animali - Aumento del fabbisogno di irrigazione e dei processi di desertificazione Inoltre, gli ulivi secolari morti sono sostituiti da "giovani" ecotipi diversi, con conseguente riduzione della variabilità genetica e minacciando l’equilibrio degli ecosistemi agricoli. Data la bassa resa derivante dalla gestione degli oliveti secolari, negli ultimi anni gli alberi vetusti con una grande chioma sono stati sradicati sempre più spesso e commercializzati per scopi ornamentali. I piani di gestione dei siti Natura 2000 ("Litorale Brindisino") o i piani di protezione aree ("Torre Guaceto") stabiliscono i seguenti obiettivi: - Ridurre dell’impatto delle attività agricole sugli habitat e sulle specie di interesse comunitario, - Ridurre l’uso in agricoltura di prodotti sintetici (fertilizzanti e pesticidi), fornendo incentivi agli agricoltori, - Promuovere la naturalizzazione degli agroecosistemi e il ripristino della loro stato ecologico, - Incoraggiare i metodi ecologici di coltivazione (agricoltura biologica) e il coinvolgimento degli agricoltori locali, - Promuovere la tutela degli uliveti secolari come agroecosistemi che collegano gli habitat di interesse comunitario. I piani stabiliscono le pratiche ammesse o incoraggiate e quelle vietate nei siti: - Non è consentito modificare o alterare il sistema di coltivazione degli oliveti secolari - La creazione di fasce frangivento è consentito solo con specie tipiche della macchia mediterranea - L’incendio di stoppie e residui della potatura è vietato, mentre si raccomandano operazioni alternative che arricchiscono il terreno di materia organica, come la pacciamatura - É vietata l’eliminazione o la trasformazione degli elementi naturali e seminaturali caratteristici del paesaggio agricolo, come ad esempio muri a secco, terrazze, serbatoi, siepi, filari di alberi, sorgenti, fontane. Sono consentite la manutenzione ordinaria e le attività di recupero. LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 12 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Misure di conservazione attuate Le azioni realizzate o previste per aumentare la biodiversità degli oliveti vetusti e garantire la loro conservazione a lungo termine sono stati finanziati da LIFE+ e comprendono: 1) azioni di rinaturalizzazione: - Restauro e costruzione di 1 km di muretti a secco utilizzando materiali locali e tecniche tradizionali; i muri a secco sono in grado di fornire un riparo per piccoli vertebrati mantenendo l’umidità utile per la crescita degli arbusti Mediterranei. - Piantumazione di 2 km di siepi di locali formati da arbusti (lentisco, mirto, alaterno del Mediterraneo, rovo, biancospino) lungo i muretti a secco; gli ecotipi sono stati scelti tra le specie in grado di ospitare insetti utili agli alberi di olivo e di fornire riparo e cibo per gli animali durante la stagione invernale. Inoltre, sono stati piantati piccoli gruppi di alberi di carrubo sia in campi aperti che lungo i muretti a secco, al fine di fornire utili riparo per gli uccelli, mammiferi e rettili. - Miglioramento della biodiversità delle piante erbacee tipiche della steppa mediterranea che crescono negli uliveti. Sono stati piantati ecotipi locali per recuperare circa 1 ettaro di prateria degradata. - Conservazione e distribuzione agli agricoltori del germoplasma degli ulivi secolari da utilizzare per l’impianto di nuovi alberi sia nel caso in cui gli olivi secolari muoiano sia per estendere la superficie dell’oliveto. 2) Definizione ed implementazione di linee guida per la gestione degli oliveti secolari. Le linee guida sono state preparate con un approccio partecipativo, che ha previsto il coinvolgimento degli agricoltori locali nella definizione e attuazione di tecniche agricole compatibili con la conservazione e il miglioramento della biodiversità. 3) Sviluppo di un piano socio-economico integrato con la valorizzazione ambientale degli uliveti secolari che include un modello innovativo di governance condivisa con le parti interessate per far fronte alla necessità per di conservare la biodiversità e la necessità di valorizzazione economica, la generazione di reddito e le attività di diversificazione. 4) Elaborazione di un piano di azione euro-mediterranea per la tutela e la valorizzazione degli oliveti secolari nella Regione mediterranea, attraverso la formulazione di politiche comuni concertate. L’obiettivo è l’applicazione della legislazione esistente e l’applicazione di nuove regole concertata con i responsabili politici dell’UE (Italia, Spagna, Grecia, Portogallo) e Paesi non UE (Libano e Tunisia). Gli agricoltori sono stati informati, sensibilizzati, addestrati e coinvolti (attraverso riunioni, visite guidate, giorni studio, workshop e interviste) nella definizione di criteri di gestione di buone pratiche agricole (recepito nelle linee guida), che si sono impegnati ad applicare. Le necessità e le aspettative degli agricoltori sono state anche alla base della definizione del piano economicosociale e ambientale di potenziamento delle degli uliveti secolari. Poiché il costo della coltivazione estensiva degli uliveti è superiore al costo della coltivazione intensiva, a prescindere dal metodo impiegato (biologico/convenzionale), la prossima sfida da affrontare per il mantenimento della gestione tradizionale è quella di renderla economicamente competitiva. Con questo fine, il piano integrato è stato anche elaborato per aumentare le opportunità occupazionali per le popolazioni locali, promuovere l’economia locale e assicurare un’equa compensazione finanziaria agli agricoltori in quanto "custodi" della biodiversità, del paesaggio e la conoscenza tradizionale. Le azioni previste sono, ad esempio: la creazione di percorsi formativi e turistici e l’organizzazione di pacchetti turistici; l’apertura di laboratori per la produzione di saponi e cosmetici, recuperare i sottoprodotti della produzione dell’olio; l’attivazione di uno sportello per i coltivatori sulle LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 13 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 opportunità offerte dal PSR sull’agricoltura biologica e per il recupero degli elementi del paesaggio agricolo (muretti a secco), la promozione della certificazione dell’olio da olivi secolari, la definizione di un sistema di incentivi/sussidi agli agricoltori (ad esempio sgravi fiscali), la promozione le organizzazioni e i mercati degli agricoltori. Il modello di governo individua le parti interessate che devono essere coinvolte e i rispettivi ruoli. Le linee guida e il piano integrato sono stati convalidati nell’ambito di specifiche riunioni con i principali interlocutori che operano nel documento di orientamento sulla gestione dei terreni agricoli nella rete Natura 2000: i gestori dei siti, gli agricoltori, le comunità di agricoltori biologici, gli esperti e gli operatori del settore dell’olio d’oliva, ecc. Tenendo conto dei risultati degli orientamenti per gli agricoltori, il piano integrato socioeconomico-ambientale, il relativo modello di governance e il caso di studio riguardante la Regione Puglia che ha messo in atto una nuova legge (LR 14/2007 - per la tutela del paesaggio degli ulivi monumentali), senza equivalenti nel Bacino del Mediterraneo, è stato attivato un tavolo di consultazione per aprire un dialogo con i rappresentanti dei ministeri di Grecia, Italia, Portogallo, Spagna e la costa meridionale del Bacino del Mediterraneo (Libano e Tunisia), al fine di concordare e validare i contenuti del Piano d’azione Euro-Mediterraneo. Il Piano definirà le azioni prioritarie per la protezione degli oliveti secolari e conterrà: - Una raccolta di misure, norme e regole per la protezione dell’alto valore naturale degli oliveti secolari (vale a dire la legge regionale 14/2007 del Regione Puglia) - Suggerimenti per la creazione di norme concordate che regolano le pratiche agricole compatibile con la tutela della biodiversità - Azioni consigliate per il sostegno degli agricoltori e per la sostenibilità economica di tale aree - Suggerimenti/esempi per un modello innovativo di governance a livello dell’unione Europea che si affaccia sul Mediterraneo. Principali risultati e insegnamenti Gli oliveti hanno una grande importanza per l’agricoltura nella regione del Mediterraneo. Infatti, i paesi maggiori produttori di olive si trovano in questa regione. La HNV degli oliveti secolari è la diretta conseguenza dalle tradizionali pratiche di gestione che li hanno conservati attraverso i secoli. La salvaguardia e lo sviluppo di sistemi di produzione agricola HVN è un obiettivo della politica di sviluppo rurale. Tuttavia, i PSR e le misure agro-ambientale non favoriscono il mantenimento di tali pratiche tradizionali e la loro redditività economica. Il Piano d’azione Euro-Mediterraneo, per la tutela e la valorizzazione degli oliveti secolari nella regione mediterranea, mira a soddisfare le necessità di sostenere la pianificazione dello sviluppo rurale di tali aree nei Paesi del Mediterraneo con tecniche, strumenti finanziari e giuridici adeguati. Le linee e le azioni del Piano saranno incluse nei programmi nazionali e nei Piani di sviluppo rurale. Il Piano sarà anche trasposto a livello internazionale e la gestione integrata e partecipata sarà collaudata nell’area del progetto. Il Piano dovrebbe essere sottoscritto da tutte le parti il prossimo settembre 2012. LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 14 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Bibliografia ed ulteriori fonti di informazioni http://www.lifecentolimed.iamb.it/ Calabrese G., Ladisa G., Perrino V.E.. (MAIB), 2010. Preliminary study on the characterization of biodiversity of ancient olive groves in Apulian target areas (rapporto botanico). LIFE+ Biodiversity CENT.OLI.MED (LIFE 07 NAT/IT/000450) Marzano G. (MAIB), 2010. Preliminary study on the characterization of biodiversity of ancient olive groves in Torre Guaceto – Apulia (rapporto faunistico). LIFE+ Biodiversity CENT.OLI.MED (LIFE 07 NAT/IT/000450) Calabrese G., Ladisa G. (MAIB), 2010. Environmental characterization of olive groves in Apulia. LIFE+ Biodiversity CENT.OLI.MED (LIFE 07 NAT/IT/000450) Baser N., Calabrese G, Cesari G., Ladisa G., Lamaji F., Simeone V., Tucci M., Viti R.(MAIB), 2010. Morpho-genetic and environmental characterization of olive groves in Apulia. LIFE+ Biodiversity CENT.OLI.MED (LIFE 07 NAT/IT/000450) Calabrese G., Ladisa G., Proscia A., Simeone V. (MAIB), 2010. Guidelines for the increase/ conservation of biodiversity in Torre Guaceto – Apulia. LIFE+ Biodiversity CENT.OLI.MED (LIFE 07 NAT/IT/000450) Ezia Bellacicco E., Ciola G., Diomede F., Maringelli G., Priore V. (Regione Puglia);Calabrese G., Ladisa G., Mimiola G. (MAIB), 2011. Economic Enhancement plan of the ancient olive grove areas of Torre Guaceto – Apulia. LIFE+ Biodiversity CENT.OLI.MED (LIFE 07 NAT/IT/000450) Ciola G., Diomede F., Maringelli G. (REGPU), 2011. Governance model for Torre Guaceto – Apulia. LIFE+ Biodiversity CENT.OLI.MED (LIFE 07 NAT/IT/000450) Inception Report covering the project activities from 01/02/2009 to 31/03/2009. LIFE+ Biodiversity CENT.OLI.MED (LIFE 07 NAT/IT/000450) Mid-term Report covering the project activities from 01/02/2009 to 31/08/2010. LIFE+ Biodiversity CENT.OLI.MED (LIFE 07 NAT/IT/000450) TEMI Srl, Farenga T., Vetrugno A., 2009. Piano di Gestione del SIC “Litorale Brindisino” (IT9140002) LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 15 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Preservare steppe uniche producendo maccheroni e spaghetti. L’aridocoltura in Belchite, Aragona (Spagna) La regione di Aragona, nel nord-est della Spagna, si estende dai Pirenei fino alle steppe della valle dell’Ebro e la catena iberica; il 97% del suo territorio e il 42% della popolazione è considerata rurale. Il Campo di Belchite, nella parte centrale della regione, è caratterizzato da sistemi di agricoltura estensivi, in particolare colture erbacee su terreni poveri o addirittura localmente salini, in un clima estremamente continentale con piogge scarse e temperature estreme. Qui prosperano alcuni habitat steppici naturali e semi-naturali unici in tutto il mondo, e il paesaggio è un mosaico di piccoli appezzamenti di colture, pascoli e sparsi arbusti con specie endemiche. Tuttavia, non lontano da questa zona scorre il fiume Ebro, il più grande fiume della Spagna in termini di portata, cosicché l’irrigazione è sempre stata presente come potenziale alternativa di profondi cambiamenti per i sistemi agricoli e naturali in tutta la sua area di influenza. Il bacino del fiume Ebro ospita ecosistemi steppici composti da arbusti sparsi su terreni gessosi. Aragona custodisce i migliori esempi di questo tipo di habitat e una percentuale significativa della superficie totale europea. Gli habitat steppici sono ecosistemi peculiari molto simili a quelle che si trovano in Nord Africa o alle steppe asiatiche su suoli gessosi. Aragona ha incluso 75.000 ha di questi habitat all’interno di diverse aree della rete Natura 2000, comprese le steppe di Belchite. Questi paesaggi unici compongono un mosaico con la coltivazione tradizionale dei suoli aridi, praticata fin dai tempi antichi in queste terre piatte o leggermente ondulate. L’area comprende anche lagune saline, le cosiddette “saladas”, asciutte per gran parte dell’anno e circondate da habitat alofitici con piante tolleranti al sale. Questo ambiente ospita una ricca biodiversità rappresentata da alcune specie endemiche di insetti e altri artropodi e da una comunità diversificata di uccelli delle steppe, tra cui la grande otarda, la gallina prataiola, la grandule, la ganga, l’occhione comune, il grillaio e l’allodola del Dupont. Per la presenza di questa comunità ornitica, all’interno del bacino dell’Ebro e del campo di Belchite sono state designate diverse Zone di Protezione Speciale. LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 16 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Questi ambienti peculiari sono di per sé molto fragili e quindi vulnerabili a diverse minacce di origine antropica. Secondo Eduardo de Juana, professore universitario e presidente della Società spagnola di ornitologia (BirdLife sezione spagnola), “La più grande minaccia per le steppe risiede nella progressiva uniformità che l’agricoltura impone attualmente al paesaggio, attraverso una serie di processi interconnessi che spesso includono: - Il consolidamento del territorio (appezzamenti più grandi e confini più corti). - La specializzazione delle colture (che tende, per esempio, ad interrompere la coltivazione di piante leguminose nella campagna cerealicola). - La riduzione delle aree incolte (che è possibile a causa del maggiore uso di fertilizzanti). - La rimozione delle aree di vegetazione naturale (mediante aratura, drenaggio e riforestazione)”. Alcuni altri fattori negativi dovrebbero essere menzionati, come ad esempio: la bassa produttività della terra (600-800 kg/ha di grano) e l’abbandono dell’agricoltura a causa dell’invecchiamento della popolazione. Irrigazione e cave di alabastro sono state a volte considerate come minacce, ma oggi la loro presenza nella zona è considerata accettabile. I principali punti di forza e le opportunità in quest’area sono l’ottima qualità di alcuni prodotti agricoli e la facilità nel convertire l’agricoltura tradizionale in produzione biologica. Tenendo conto delle particolari caratteristiche di questa regione steppica, nell’area di Belchite sono state intraprese importanti iniziative per promuovere lo sviluppo rurale, basate sulla coesistenza tra agricoltura e conservazione dei valori naturali esistenti. Le misure agroambientali a Belchite Tre principali tipi di misure sono state applicate a partire dal 2000 nella zona di Belchite: - Mantenimento delle stoppie e maggese. - Creazione di corridoi biologici attraverso la piantumazione a secco di erba medica. - L’agricoltura biologica nelle colture erbacee in asciutto. Mantenimento delle stoppie e maggese Questa misura mira a proteggere il suolo dall’erosione e a migliorarne le condizioni (sostanza organica, attività microbica, riserva d’acqua), nonché a migliorare l’habitat steppico per la fauna selvatica, fornendo maggiore cibo e riparo ed evitando l’uso di pesticidi durante il periodo in cui non è presente la coltivazione. La misura include anche il mantenimento delle stoppie nelle coltivazioni erbacee in regime di aridocoltura fino al 31 dicembre di ogni anno su una superficie minima di 5 ettari per 5 anni, e il mantenimento di una superficie equivalente a riposo (in altre parole, la metà dei terreni a maggese e l’altra metà con stoppie, alternando l’anno successivo). È inoltre necessario lasciare la paglia sul terreno su almeno il 50% della superficie a stoppie, e non utilizzare pesticidi durante il periodo di non-coltura. Un impegno aggiuntivo e volontario prevede anche di non arare il terreno incolto tra il 1° aprile e il 30 settembre. Questo impegno supplementare permette di ottenere un premio più elevato (da 60 €/ha a 72 €/ha). La misura ha avuto una buona accoglienza dal momento che significa un reddito supplementare molto interessante per gli agricoltori che praticano l’aridocoltura dei cereali e, tecnicamente parlando, molto semplice da realizzare poiché ciò che si richiede è molto simile alla coltura di frumento tipica della zona. Nel 2007, con più di 2000 ettari e circa 90 richieste, è stata raggiunta la superficie massima per questa misura nel campo di Belchite. LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 17 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Creazione di corridoi biologici attraverso la piantumazione a secco di erba medica all’interno di Natura 2000 L’obiettivo principale di questa misura è di promuovere la conservazione degli uccelli della steppa, ed è principalmente applicato all’interno di ZPS e all’interno del range di tali specie. Gli obiettivi specifici di questa misura sono migliorare le risorse alimentari per la fauna selvatica, migliorare il successo riproduttivo degli uccelli della steppa che nidificano sul terreno grazie alla mancanza di lavorazione per cinque anni, fissare l’azoto atmosferico, proteggere il suolo e migliorarne la struttura, stabilire la connettività tra le aree di vegetazione naturale e controllare il rischio di incendio. L’agricoltore si impegna a mantenere per cinque anni una copertura permanente di erba medica coltivata a secco, senza pascolo o aratura in aprile, maggio e giugno, e anche in marzo, se si applica la sotto-misura “per gli uccelli della steppa”. Nel caso di raccolta, questa verrà effettuata dopo il 15 settembre. L’importo di questa misura varia da 90 a 120 €/ha, a seconda della sottomisura applicata. Questa è stata la misura che ha raggiunto la più alta diffusione, soprattutto per ragioni economiche, dal momento che le sovvenzioni sono elevate, ma anche perché essa implica una mancanza di investimenti nel corso dei cinque anni, e gli unici costi richiesti sono quelli che derivano dalla messa a dimora dell’erba medica nel primo anno. La sua diffusione è aumentata costantemente nel corso degli ultimi anni e oggigiorno non possono essere finanziate nuove domande. Nel 2010 sono stati oggetto di questa misura più di 4.400 ettari, con circa 165 richieste. La misura ha promosso con successo l’agricoltura in asciutto di una specie comunemente coltivata in irriguo in una zona con scarse precipitazioni. Gli esperti ritengono che questa misura sia stata molto originale ed innovativa nella sua concezione e piuttosto impegnativa nella sua attuazione. La copertura vegetale che si ottiene non è molto elevata, ma una copertura di circa 50 o 60% è considerata molto utile dal punto di vista ambientale. I risultati preliminari di uno studio di SEO/BirdLife, che sta valutando l’efficacia di questo tipo di misura agroambientale per gli uccelli della steppa in Spagna, ha rivelato che le particelle che beneficiano di questa misura contengono fino al 65% in più degli uccelli presenti dove la misura non è stata attuata. Inoltre, l’assenza di lavorazione consente la comparsa, all’interno delle radure tra l’erba medica, di flora selvatica, contribuendo alla rigenerazione della vegetazione steppica nativa. Tuttavia, il carattere straordinario di questa misura, altamente adattata alle condizioni locali, richiede anche che i controlli siano adeguati alle condizioni naturali. In questo caso, si è ritenuto tecnicamente impossibile raggiungere con le coltivazioni una copertura completa del terreno e la crescita spontanea della vegetazione autoctona (incluse specie legnose di piccole dimensioni come la Salsola vermiculata, per esempio) è inevitabile dopo due o tre anni in assenza di lavorazione del terreno. Diverse misure disciplinari nei confronti degli agricoltori, soprattutto a causa della mancata osservanza delle condizioni, poiché “permettono” la proliferazione di piante perenni, hanno suscitato il disappunto degli agricoltori. Alcuni di loro lamentano che “un controllo particolarmente rigoroso in questa materia sta portando gli agricoltori a riconsiderare la possibilità di continuare questa pratica”. LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 18 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 L’agricoltura biologica nelle colture erbacee in asciutto Con un totale di 10.000 ettari, l’agricoltura biologica nel Campo di Belchite è ben rappresentata per diversi tipi di colture, in particolare per il grano duro con quasi 5.000 ettari che hanno beneficiato di questa misura nel 2010. Con un impegno minimo di 5 ettari, per 5 anni, le condizioni di coltivazione sono quelle stabilite all’interno dell’Unione europea e dei regolamenti della Regione Aragona sull’agricoltura biologica e i relativi certificati sono obbligatori. L’importo degli aiuti per questo tipo di agricoltura è di 60 €/ha. L’accoglienza favorevole di questa misura nella zona di Belchite è principalmente dovuta alla semplicità della sua attuazione tecnica, perchè in questa zona il grano duro è stato tradizionalmente coltivato in un modo molto simile a quanto richiesto per l’agricoltura biologica, con la rotazione delle colture, la pratica del maggese, poco o nessun uso di pesticidi e prodotti chimici in generale e uso limitato di fertilizzanti. Misure complementari Marketing della pasta: differenziazione del prodotto e della provenienza Nel 2001 SEO/BirdLife ha studiato, con il sostegno finanziario del governo regionale e della banca Caja Rural de Aragon, la fattibilità per la commercializzazione dei prodotti biologici locali provenienti dalle migliori steppe della Valle dell’Ebro in Aragona (Monegros e Belchite) sotto un marchio di qualità legato alla conservazione degli uccelli della steppa. Come risultato di questo studio, è stata creata, con il sostegno di SEO/BirdLife, l’azienda Riet Vell al fine di avviare un’iniziativa pionieristica che cerchi di promuovere la cerealicoltura in asciutto nelle principali aree steppiche della valle dell’Ebro. Riet Vell S.A. è una società dedicata alla produzione e commercializzazione di prodotti biologici legati alla conservazione della natura. A tal fine, essa acquista il grano duro biologico dalle aree di steppa di Belchite e Monegros, privilegiando quello coltivato all’interno di aree Natura 2000, e lo trasforma in maccheroni e spaghetti di alta qualità, grazie alle caratteristiche proprie di questo grano duro locale. La promozione del prodotto è quindi effettuata utilizzando il suo legame con la conservazione degli uccelli e degli habitat della steppa. Dal 2003 fino ad oggi, Riet Vell ha venduto circa 180.000 kg di pasta. Altre iniziative aziendali Una cooperativa nella zona, Ecolécera, produce e vende grano duro biologico locale, per lo più proveniente da siti Natura 2000; un’altra società, Ecomonegros, ha recuperato la produzione e la commercializzazione dolciaria di varietà tradizionali di grano biologico. Recupero del pascolo tradizionale SEO/BirdLife ha verificato sperimentalmente che il pascolo controllato non è nocivo per la conservazione delle steppe naturali in Belchite; al contrario, le steppe possono trarre beneficio dal suo mantenimento. In realtà, un tale utilizzo del territorio sostiene un’adeguata struttura della vegetazione e migliora la biodiversità di questi habitat. L’organizzazione sta anche studiando il carico adeguato al fine di utilizzare il bestiame come strumento per la gestione delle steppe e aumentare il valore di altri prodotti legati alla conservazione della natura e della cultura. LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 19 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Principali risultati e successi Il risultato più prezioso dell’attuazione delle misure è la graduale creazione di condizioni che permettono il rilancio di diverse iniziative di sviluppo rurale e di opzioni socio-economiche che aiutano a mantenere la coesistenza dell’agricoltura tradizionale e delle caratteristiche di Natura 2000. - - - - - - - La conservazione degli habitat steppici; secondo alcuni esperti vi è un “mosaico perfetto” con una combinazione di vegetazione naturale delle steppe e colture di cereali ed erba medica. È stato notato un aumento della biodiversità della vegetazione della steppa e delle popolazioni di uccelli e insetti. La riserva di El Planerón è diventata nei suoi 20 anni di storia un punto di riferimento fondamentale per la conservazione degli habitat steppici. Grazie ai pagamenti agroambientali, è stato raggiunta una migliore percezione della Rete Natura 2000 da parte degli agricoltori locali, e un agricoltore ha persino dichiarato che “Se la rete Natura 2000 dovesse essere ampliata, sarebbe benvenuta in quanto il patrimonio è conservato e i pagamenti sono assegnati”. L’agricoltura biologica di grano duro migliora le condizioni ambientali della zona coltivata e permette al prodotto di raggiungere un prezzo più elevato. La commercializzazione dei prodotti locali che recano un marchio legato alla loro origine nelle steppe di Aragona e nelle zone Natura 2000, che a loro volta sono legate alla conservazione degli uccelli della steppa, ha contribuito al mantenimento delle coltivazioni di grano, che rischierebbero di scomparire. La qualità del frumento duro locale, una varietà che era a rischio di scomparsa, è stata riconosciuta, così come il ruolo essenziale svolto da molti agricoltori nella conservazione di valori naturali unici in Europa. La promozione, anche se ancora in fase iniziale, del pascolo tradizionale come misura per la gestione dei biotopi e la valorizzazione del prodotto è un’altra attività vantaggiosa introdotta nella zona. La promozione del turismo legato alla natura e ai valori culturali può determinare un incremento dei ricavi locali. Nella zona c’è anche una crescente attività legata a programmi educativi e di volontariato ambientale. E’ stata costituita una “Associazione Amici delle steppe di Belchite”, che ha migliorato il dialogo con l’amministrazione. La creazione di sinergie tra conservazione, agricoltura, turismo, caccia e le associazioni locali rende possibili diverse opzioni di sviluppo rurale. Servizi ambientali - - Le misure attuate hanno avuto un impatto sulla conservazione del suolo e sul controllo dell’erosione. Limitare la lavorazione del terreno migliora la struttura e la tessitura del suolo, aumenta la sostanza organica e l’attività microbica, permettendo un migliore utilizzo da parte delle piante delle limitate risorse idriche e riduce la necessità di fertilizzanti. La coltivazione di piante che fissano l’azoto atmosferico, come l’erba medica, riduce la necessità di fertilizzanti minerali. La sua copertura permanente protegge il suolo dall’erosione e può contribuire a ridurre la diffusione di potenziali incendi. Gli aspetti chiave da migliorare - L’attuazione delle misure è limitata ed è ancora scarsamente pianificata. Una migliore pianificazione potrebbe estendere i risultati positivi ottenuti. LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 20 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 - - - La pianificazione e il coordinamento all’interno dell’intera area dovrebbero essere migliorati. Gli obiettivi generali dovrebbero essere concordati con le parti locali interessate cercando di ottimizzare ogni investimento o sforzo, così come di inquadrare correttamente lo sviluppo di qualsiasi nuova iniziativa. Gli agricoltori e le altre parti interessate dovrebbero svolgere un ruolo cruciale in una migliore pianificazione e coordinamento. Alcuni pagamenti possono favorire la “ordinaria amministrazione”, piuttosto che diventare un vero motore per lo sviluppo rurale. Ad esempio, per la loro semplicità amministrativa e tecnica, molti agricoltori anziani preferiscono i pagamenti che implicano “non fare nulla” sulla loro terra piuttosto che scegliere misure che portano ad una maggiore produzione e valore, ma richiedono un certo sforzo. Questo è di solito legato al livello d’istruzione e allo spirito imprenditoriale. L’agricoltura biologica avrebbe bisogno di maggiore sostegno nelle zone fuori Natura 2000, anch’esse importanti per la conservazione degli habitat di steppa. Gli agricoltori non hanno ricevuto consigli in merito alla corretta attuazione delle misure. Questo è essenziale per i giovani agricoltori, anche al fine di combattere lo spopolamento. È necessario promuovere e sostenere il pascolo tradizionale. Lezioni apprese - - - - - La definizione di misure ben adattate alle specifiche condizioni ambientali e socio-economiche ha avuto successo anche nel caso di misure che sembrano essere rischiose (es. erba medica coltivata in asciutto). È importante che ci sia un’organizzazione che promuova la cooperazione e cerchi di migliorare la coesistenza dell’agricoltura e della rete Natura 2000, lavorando sul campo con tutte le parti interessate e con una strategia di lungo termine. È anche importante dare un valore di mercato ai prodotti legati a condizioni particolari o speciali, per esempio creando o sostenendo marchi che riconoscono il legame tra il prodotto e tali condizioni. La coesistenza della produzione agricola con la tutela di Natura 2000 può essere raggiunta, ma questo richiede una buona conoscenza delle condizioni locali (naturali e socio-economiche) nella definizione, attuazione e monitoraggio delle misure. Secondo un agricoltore locale e responsabile di una cooperativa “questa esperienza ha dimostrato che la conservazione della natura non impedisce agli agricoltori di produrre”. La progettazione di misure agroambientali ben adattate alla zona, che comprendano impegni realistici e precisi definiti con il coinvolgimento di tutte le parti interessate (amministrazione per l’agricoltura, agricoltori, gestori della natura, ecc), nonché un controllo appropriato sul campo, sono fattori chiave per un’implementazione di successo e una buona convivenza dell’agricoltura con la rete Natura 2000. Bibliografia e ulteriori fonti di informazione Boletín Oficial de Aragón (BOA) nº 18. 28/01/2010. http://benasque.aragob.es:443/cgi-bin/BRSCGI?CMD=VEROBJ&MLKOB=493380691212 Comarca de Campo de Belchite: www.campodebelchite.com Ecolécera, producción y comercialización de pasta de trigo ecológico. http://www.ecolecera.com/ Enlace a los espacios Natura 2000 en Aragón. LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 21 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 http://www.marm.es/es/biodiversidad/temas/red-natura-2000/red-natura-2000-enespana/lic_aragon.aspx: enlace a los espacios Natura 2000 en Aragón. Información naturalista sobre la depresión del Ebro. http://www.aragon.es/estaticos/GobiernoAragon/Departamentos/MedioAmbiente/Documentos/Ar eas/Biodiversidad/RedNatura2000/NATURA2000.pdf Las estepas de Aragón y la Reserva Ornitológica El Planerón: http://www.elplaneron.org Naturaleza, ornitólogos y pajareros. 50 años de la Sociedad Española de Ornitología en Aragón. Adolfo Aragüés. Ayto. de Zaragoza. 2008. http://www.zaragoza.es/contenidos/medioambiente/cda/ornito.pdf PDR 2007-2013 de Aragón. http://www.aragon.es/estaticos/ImportFiles/12/docs/Areas/Desarrollo_Rural/Programa_Desarrollo _Rural_2007_2013/DOCUMENTO_COMPLETO_PDR_ARAGON_VERSION_3_2007_2013.pdf Resumen de medidas agroambientales en las estepas de Aragón. Proyecto Ganga: http://www.seo.org/programa_seccion_ficha.cfm?idPrograma=90&idArticulo=5125 RietVell. Agricultura ecológica y conservación de la naturaleza. http://www.rietvell.com/ SEO/BirdLife. 2011. Seguimiento de la Medida Agroambiental M 1.8. Generación de corredores biológicos (“Alfalfa de secano”) en la Comunidad Autónoma de Aragón. VVAA. 2007. Manual de desarrollo sostenibile 4. Restauración y mejora de zonas esteparias. Fundación Santander Central Hispano. Con la colaboración de SEO/BirdLife http://www.fundacionbancosantander.com/media/docs/SOST.%20MANUAL%204%20baja.pdf. LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 22 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Gestione degli habitat di prateria prioritari che dipendono dal pascolo. Creazione di un modello di agricoltura sostenibile in Irlanda Il Burren (dall’irlandese Boireann che significa ‘luogo di pietra’) è una zona di calcare carsico di oltre 72.000 ettari, situata nella parte centro-occidentale dell’Irlanda, sulla costa atlantica. Si tratta di uno dei paesaggi iconici irlandesi e tra i migliori esempi di paesaggio ‘carsico glaciale’ in Europa. La peculiare geologia combinata con migliaia d’anni di agricoltura praticata nella zona hanno prodotto un insieme di condizioni unico che rende il Burren una delle regioni più importanti d’Irlanda per la sua flora, fauna e habitat. La gestione di questo patrimonio richiede la comprensione dello stretto legame tra l’agricoltura praticata nella regione e la sua biodiversità. Grazie alla conservazione del calore da parte del calcare sottostante, agli habitat ricchi di calcio e alla resistenza della regione all’impaludamento e all’erosione, il Burren è stato a lungo apprezzato per la sua capacità di sostenere il bestiame svernante prima di essere spostato in altre praterie per i mesi estivi. Il pascolo su queste aree, note come ‘winterages’, durante l’inverno rimuove il materiale vegetale che si accumula nel corso dei mesi estivi e ha dimostrato di produrre le condizioni ideali affinché le piante annuali da fiore, tra cui genziane (Gentiana verna) e orchidee (ad es. Neottia nidus-avis) fioriscano in primavera ed estate (BurrenLIFE, 2010a). Questo ‘pascolo duro’ dei ‘winterages’ (cioè fino all’inizio di maggio) aiuta anche a prevenire l’invasione da parte degli arbusti. Il pascolo estivo eccessivo, al contrario, è associato ad una perdita di ricchezza di specie (Dunford, 2002). Il Burren deve la sua ricca varietà di specie e di habitat alla vasta gamma di fattori locali (quali altitudine, idrologia, profondità e tipo di suolo, copertura rocciosa, e accessibilità), così come alla composizione generale delle singole aziende agricole (come la posizione e l’estensione delle praterie montane e di pianura e la dimensione degli appezzamenti), che sono fondamentali nel determinare la gestione delle singole unità di terra (Dunford, 2002). LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 23 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Natura 2000, habitat, specie e gestione agricola Riconoscendo l’importanza ambientale e culturale della regione, molte aree sono state designate come Zone Speciali di Conservazione (ZSC). In totale, ci sono tre principali ZSC terrestri nel Burren che coprono una superficie di 30.400 ettari, contenenti 16 tipi di habitat elencati nell’allegato I della direttiva Habitat. Le ZSC terrestri presenti nel Burren sono: 1. ZSC Black Head-Poulsallagh Complex (5.572 ha) lungo la costa nord-occidentale. 2. ZSC Moneen Mountain (6.070 ettari) che comprende gran parte dell’area montana centrale. 3. ZSC Est Burren Complex (18.820 ha), che include gran parte della regione di pianura, ed è caratterizzata da un’ampia pavimentazione calcarea e da zone umide calcaree oligotrofiche. Gli habitat prioritari ai sensi della direttiva Habitat presenti nei siti sono: Turloughs (3180), Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (6210), Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie del Caricion davallianae (7210 ), Sorgenti petrificanti con formazione di travertino (Cratoneurion) (7220), e Pavimenti calcarei (8240). Gli habitat non prioritari comprendono: Lande alpine e boreali (4060) e Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli (5130). Il Ferro di cavallo minore (Rhinolophus hipposideros), che è elencato nell’allegato II della direttiva è anche presente, come pure la Lepre irlandese (Lepus timidus hibernicus) e la martora (Martes martes). Gli habitat formano un mosaico intricato in cui le diverse comunità vegetali cambiano leggermente dall’uno all’altro lungo un continuum (Parr et al, 2009) e quindi le proporzioni relative dei vari tipi di habitat sono difficili da valutare con precisione. Tuttavia, all’interno delle ZSC terrestri ci sono circa 18.000 ettari di pavimenti calcarei, 1.560 ettari di praterie calcaree ricche di specie, 275 ettari di Turloughs, e 200 ettari di paludi a Cladium. La diversità e la gamma delle comunità vegetali presenti dipendono da pratiche agricole estensive. Negli ultimi anni, una serie di cambiamenti hanno minacciato questo rapporto a scapito dell’ambiente. Gli agricoltori sono stati sempre più costretti ad assumere altri lavori per integrare i redditi agricoli, il che ha significato una minore disponibilità di tempo per lavorare nelle aree remote. Allo stesso tempo, c’è stato un progressivo spostamento da un sistema agricolo misto basato sui vitelli da carne ‘magri’1 a uno quasi completamente dominato dalle vacche nutrici2, in risposta alle richieste del mercato guidato dai gusti dei consumatori e accelerato dal ‘regime di premio per vacca nutrice’, un pagamento per capo di bestiame definito per fornire un sostegno diretto ai produttori di vacche nutrici. Le vacche in gestazione richiedono maggiori cure e un’alimentazione integrativa e, di conseguenza, gli allevatori sono costantemente ritornati all’alimentazione con insilati sui ‘winterages’ o all’alimentazione in stalla (BurrenLIFE, 2010b). Ciò riduce il foraggiamento e contribuisce all’abbandono delle praterie pascolate d’inverno e, in alcuni casi, all’inquinamento delle risorse idriche da fonti puntuali. 1 Vitelli magri sono quelli tenuti a basso livello di crescita (spesso durante l’inverno) prima dell’ingrasso o ‘rifinitura’, quando l’erba/foraggio diventa più facilmente disponibile (definizione secondo Dunford, 2002). 2 Vacche nutrici sono quelle la cui funzione primaria è quella di produrre e nutrire la prole. LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 24 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Misure adottate per far fronte alle esigenze di conservazione Programmi agro-ambientali Dal 1995, uno specifico accordo per il Burren, definito nell’ambito del Programma di Protezione dell’Ambiente Rurale (Rural Environmental Protection Scheme, REPS), il principale programma agroambientale in Irlanda, ha cercato di limitare il pascolo estivo e l’alimentazione supplementare sulle praterie montane. Nel 2000, un’elevata percentuale degli agricoltori del Burren (circa il 70%) rientravano nel REPS, in parte a causa della natura intrinsecamente estensiva dell’agricoltura nella zona. Tuttavia, il REPS non ha portato miglioramenti sufficientemente proattivi o mirati al mantenimento dello stato di conservazione degli habitat prioritari. Gli agricoltori hanno lamentato la mancanza di flessibilità nel REPS, come ad esempio il divieto di pascolo estivo sui ‘winterages’, che limitava la loro capacità di rispondere a circostanze eccezionali, come malattie o condizioni atmosferiche estreme. Il progetto pilota – ‘BurrenLIFE’ Il Progetto BurrenLIFE (BLP) è stato avviato per sviluppare un modello di agricoltura sostenibile che potrebbe essere esteso a tutta la regione del Burren. In totale sono state selezionate 20 aziende agricole pilota, che coprono oltre 2.485 ettari di terreni agricoli designati come ZSC, per cooperare con il BLP nello sviluppare nuovi interventi e monitorare il loro impatto. Sono stati elaborati piani aziendali individuali, aggiornati annualmente, a seguito di un’approfondita consultazione tra l’agricoltore e il team di progetto. Gli agricoltori potevano tuttavia rinunciare a tutte le misure a loro discrezione. La compensazione è stata operata per le azioni completate, ad un tasso compreso tra il 25-75% dei costi totali; le azioni con un valore di conservazione maggiore sono state pagate con una percentuale più elevata dei loro costi. Il progetto è durato cinque anni tra il 2004 e il 2009, con un budget totale di € 2.230.487. Principali successi/risultati del progetto pilota Il progetto pilota BLP ha portato allo sviluppo di un modello per l’agricoltura sostenibile nella regione del Burren, che è riuscito ad estendere del 25% il pascolo invernale sui tradizionali ‘winterages’ (misurato in termini di tempo speso sui ‘winterages’, cioè giorni di pascolo). Ciò è stato possibile attraverso: - Miglioramento dell’accesso ai siti dei ‘winterages’, rimuovendo la vegetazione arbustiva su 55 km di sentieri e costruendo 5 km di percorsi. Installazione di pompe d’acqua e serbatoi per affrontare gravi carenze idriche. Restauro di 15.000 m di muretti di pietra per facilitare l’allevamento. Rimozione degli arbusti in oltre 100 ettari di habitat prioritario. Sviluppo di un sistema d’alimentazione concentrata a basso costo per soddisfare le elevate esigenze nutrizionali delle vacche nutrici nei periodi invernali, con una conseguente riduzione del 61% dell’uso di insilati3. Il progetto BLP è stato in grado di fornire una serie di costi precisi per questi lavori di conservazione, oltre ad elaborare una serie di guide sulle buone pratiche per il pascolo, l’alimentazione, la rimozione degli arbusti e l’agricoltura per la conservazione. Il monitoraggio degli effetti di queste misure sugli habitat prioritari, la qualità dell’acqua, la salute degli animali e il reddito agricolo ha evidenziato un impatto positivo, suggerendo che, in futuro, sarebbe necessaria una lista di tali misure per la conservazione degli habitat prioritari. 3 http://ec.europa.eu/environment/life/project/Projects/index.cfm?fuseaction=search.dspPage&n_proj_id=2661 LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 25 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Il progetto esteso – ‘Agricoltura per la Conservazione nel Burren’ A seguito dei risultati favorevoli del progetto BLP e del forte sostegno da parte della comunità agricola locale, il governo irlandese nel 2009 ha annunciato un programma di continuazione, chiamato ‘Programma per un’Agricoltura per la Conservazione nel Burren’ (‘Burren Farming for Conservation Programme’ – BFCP). È finanziato nell’ambito del 1° Pilastro della PAC dal Dipartimento dell’Agricoltura con un budget di 1 milione di euro all’anno per quattro anni (2010-2013) con i fondi di cui all’articolo 68(1)(a)(i), del Regolamento CE 73/2009, che, tra l’altro, consente agli Stati membri di pagare per determinati tipi di agricoltura ritenuti importanti per l’ambiente. I suoi obiettivi sono garantire la gestione agricola sostenibile dei terreni agricoli ad elevato valore naturalistico presenti nel Burren e mantenere o migliorare lo stato di conservazione degli habitat dell’allegato I. Ai partecipanti sono dati consigli su come massimizzare i benefici ambientali della loro terra (attraverso una visita in loco, lo sviluppo di piani aziendali e la distribuzione di una guida sulle migliori pratiche), ma gli agricoltori sono tenuti a ricorrere alla loro iniziativa per realizzare la coltivazione ottimale delle praterie ricche di specie. Le azioni e le priorità sono pertanto proposte dagli agricoltori, mentre il team del Programma BFCP (finanziato dal National Parks and Wildlife Service) fornisce consigli sulle azioni finanziate dal programma. Il programma si articola in tre misure per le quali gli agricoltori possono ottenere un risarcimento. Tali misure sono: 1. Produzione di ricche di specie calcare praterie. 2. Opere di miglioramento fondiario (inclusa la rimozione degli arbusti) negli habitat dell’allegato I. 3. Protezione dei terreni designati e di altre aree in cui ricadono habitat dell’allegato I. Le innovative modalità di compensazione sviluppate per il regime sono considerate la chiave per conseguire i risultati auspicati. La misura 1 relativa al pagamento per la produzione di formazioni erbose ricche di specie, si riferisce a valutazioni a livello di campo delle condizioni dell’habitat e dei servizi ambientali forniti. Ad ogni campo in allegato I è attribuito un punteggio compreso tra 0 e 10 (dove 0 è pessimo e 10 è esemplare) sulla base di una serie di criteri, tra cui livello di pascolo, sistema di alimentazione, invasione di arbusti ed infestanti, condizione delle risorse idriche e integrità del sito4. I pagamenti per ciascun campo sono determinati moltiplicando il punteggio così attribuito, rapportato a dieci, per l’area del campo (ha) e per il pagamento massimo per ettaro (€ 120 per i primi 40 ettari, € 60/ha per 40-80 ettari, e € 30/ha per 80-120 ettari). Per determinare i pagamenti effettuati per ciascun campo, questo punteggio, su una proporzione di dieci, è moltiplicato per l’area del campo (ha) e per il pagamento massimo per ettaro (€ 120 per i primi 40 ettari, € 60/ha per 40-80 ettari, e € 30/ha per 80-120 ettari)5. I pagamenti per le azioni della misura 2 di miglioramento fondiario vengono effettuati a tassi compresi tra il 25-75% dei costi totali, a seconda dei relativi benefici ambientali resi, come nel progetto pilota BLP. Tutti i lavori vengono proposti dall’agricoltore, mentre un consulente esperto li individua su mappa e ne valuta i costi. 4 Questa misura intende essere focalizzata sul risultato. Tuttavia, poiché i corpi idrici sono principalmente sotterranei, e quindi la loro qualità è più difficile da verificare, il contributo di un agricoltore alla buona qualità delle acque è accertato attraverso l’adeguatezza delle misure di prevenzione dell’inquinamento delle acque (ad esempio sbarrare i flussi d’acqua provenienti dal bestiame, ecc.) 5 Quindi un campo di 5 ettari che riceve un punteggio di 8 riceverà (8/10) x 120 € x 5 ha = 480 € LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 26 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 I requisiti per i pagamenti includono la cessazione dell’alimentazione a base di insilati in tutti gli habitat dell’allegato I (sia quelli designati che quelli non designati) ed il rispetto dei requisiti della condizionalità e delle BCAA (Buone Condizioni Agronomiche e Ambientali) sull’intera azienda. I pagamenti vengono effettuati solo a seguito di controlli di conformità che siano soddisfacenti in relazione ai risultati raggiunti. Azioni complementari: etichettatura Nell’ambito del progetto BurrenLIFE è stato istituito la ‘Beef and Lamb Burren Producers Group Limited’ (BBLPG), una cooperativa per la produzione di carne di qualità da un ambiente di qualità, con l’intenzione di incrementare il reddito degli agricoltori. La cooperativa ha concentrato i propri sforzi su una nicchia di mercato, rifornendo ristoranti locali e mercati degli agricoltori. Tuttavia, nonostante un marchio forte e il sostegno degli agricoltori, è stato necessaria l’assunzione di un coordinatore part-time per la gestione della logistica (ad esempio, raccolta degli animali per la macellazione, procurarsi gli acquirenti, marketing, ecc), che non potrebbe essere finanziato senza assistenza esterna. Una volta terminato il progetto BurrenLIFE, la cooperativa è quindi divenuta insostenibile, ed è solo probabile che in futuro possa essere rilanciata, se potrà ottenere il supporto di finanziamenti esterni, ad esempio attraverso i fondi regionali e/o come parte di un più ampio sforzo di marketing. Principali risultati del programma Inizialmente progettato per includere 100 aziende, il Programma BFCP ha ricevuto domande da circa 350 agricoltori su un numero ammissibile totale compreso tra 400 e 500 agricoltori. A partire dal dicembre 2011, vale a dire la fine del 2° anno, 143 agricoltori sono stati inclusi nell’ambito del programma, coinvolgendo una superficie di 13.250 ettari. Questa include il 39% della ZSC Black Head/Poulsallagh Complex, il 60% della ZSC Moneen Mountain e il 38% della ZSC Burren Est Complex (BFCP, 2012). Il BFCP ha visto l’introduzione di una serie di innovazioni locali, tra cui pompe d’acqua solari, raccoglitori di acqua piovana, un design del tradizionale cancello di Burren e l’uso di particolari tagliaerba a filo e di cippatrici per il lavoro di rimozione degli arbusti. Il sistema mirato al pascolo e all’alimentazione, sviluppato nel corso del progetto BLP, ha notevolmente migliorato la sostenibilità delle attività agricole ed è stato un elemento chiave per conseguire benefici per la conservazione e una produzione agricola efficiente (BurrenLIFE, 2010c). Il nuovo programma di incentivi BFCP sembra aver portato durante il 2° anno di programma ad una maggiore quantità di elevati ‘punteggi sulla condizione degli habitat’ (BFCP, 2012). Gli interventi mirati alla conservazione (decespugliamento, ecc) hanno avuto un’ulteriore positiva incidenza sociale creando posti di lavoro necessari nella zona e un maggior trasferimento di conoscenze e conservazione di competenze. Inoltre, il monitoraggio della salute degli animali nell’ambito del progetto BurrenLIFE ha dimostrato che il fabbisogno annuo di nutrienti del bestiame è pienamente soddisfatto (BurrenLIFE, 2010c). LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 27 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Principali fattori di successo (e punti di forza) del programma L’alto livello di interesse da parte degli agricoltori nel BFCP dimostra la loro percezione del programma come un cambiamento positivo anziché un onere. Probabilmente il fattore più importante a cui questo successo può essere attribuito è stata la decisione di rendere tutte le azioni ‘guidate dagli agricoltori’. Questa caratteristica dimostra un riconoscimento da parte del team del programma BFCP che gli agricoltori sono i maggiori esperti sulla propria terra ed evita qualsiasi percezione di misure imposte agli agricoltori. Nonostante i pagamenti massimi per ettaro siano inferiori rispetto a quelli offerti dal REPS (Programma di Protezione dell’Ambiente Rurale) (aliquota massima di € 120/ha rispetto a € 242/ha nell’ambito del REPS), questa soluzione sembra essere vista più favorevolmente da parte degli agricoltori. Inoltre, il pagamento parziale dei miglioramenti infrastrutturali (nell’ambito della misura 2) incentiva l’imprenditore a scegliere le azioni che si sovrappongono alle sue priorità, e che quindi hanno maggiori probabilità di essere realizzate e mantenute a standard elevati. Il BFCP offre una maggiore flessibilità relativamente al pascolo sui ‘winterages’ rispetto al preesistente programma REPS, attraverso la misurazione dei risultati, piuttosto che basandosi sul completamento/omissione delle azioni. In tal modo ha affrontato le preoccupazioni degli agricoltori riguardo alla limitazione della loro capacità di rispondere a circostanze eccezionali come le condizioni meteorologiche e di mercato e le malattie. Questo metodo garantisce inoltre al contribuente il rapporto qualità-prezzo, rispetto ai pagamenti nell’ambito del REPS e premia coloro che hanno gestito storicamente in modo corretto la loro terra, presentando al contempo ai giovani agricoltori l’opportunità di migliorare. È interessante notare che, i piani aziendali progettati nell’ambito del BLP erano lunghi (di solito circa 14 pagine), ma sono stati ridotti a 2 facciate A3 con il BFCP, su un lato una mappa dell’azienda agricola che identifica gli habitat importanti, le caratteristiche culturali e le azioni proposte, e dall’altro un elenco di azioni con il relativo costo. Inoltre, il programma è riuscito a comunicare agli agricoltori i benefici ambientali che tali misure potrebbero fornire a loro stessi e alle loro comunità, che sono i primi fruitori delle risorse ambientali della zona, tra cui la qualità dell’acqua e l’amenità del paesaggio, piuttosto che tentare di convincerli della necessità di soddisfare le parti interessate esterne o le richieste dell’UE. Il progetto ha forgiato con successo una forte partnership tra importanti gruppi di stakeholder e agenzie che rappresentano interessi diversi. Il progetto è anche riuscito a sensibilizzare la comunità dei conservazionisti sul ruolo essenziale degli agricoltori. Il progetto è stato aiutato dalla solida base scientifica di tutti i lavori di conservazione e dal forte supporto da parte della comunità agricola locale. Punti di debolezza e limiti del progetto pilota Il principale punto debole del programma è che richiede finanziamenti in corso da parte del governo ed è quindi potenzialmente soggetto a modifiche. La maggior parte dei siti del programma è di proprietà privata e quindi il controllo sulla gestione futura è limitato. Nonostante il forte supporto da parte della comunità, il BFCP non può soddisfare tutti gli interessi a causa dei fondi limitati. C’è anche un notevole lavoro d’ufficio necessario per ottenere le autorizzazioni per tutte le azioni che possono influenzare l’integrità dei monumenti culturali. LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 28 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Opportunità per l’espansione del progetto Vi è una considerevole opportunità di espandere i principi di base del programma ad altre parti del Paese e della Comunità Europea più ampia, in quanto sono replicabili e molto semplici. Paradossalmente, la recessione economica ha segnalato un ritorno dell’interesse per l’agricoltura a causa delle limitate alternative economiche e di una migliore disponibilità di lavoratori qualificati locali a prezzi competitivi. Capacità esiste per continuare l’innovazione guidata dagli agricoltori, che ha portato a nuove imprese locali (come la produzione e progettazione di cancelli, a pannelli solari e pompe). Rischi e sfide del progetto La principale minaccia al programma deriva dall’incertezza della prosecuzione del finanziamento, che proseguirà fino alla fine del 2013. Il crescente onere burocratico sostenuto per garantire il permesso di intraprendere i lavori di conservazione, in un paesaggio ricco di retaggio e altamente designato come il Burren costituisce anch’esso una grande sfida. Inoltre, l’età media degli agricoltori nella regione continua a crescere, con una lenta sostituzione da parte dei giovani agricoltori, segnalando una perdita imminente di conoscenze, capacità di gestione e competenze tradizionali. Vi è anche una scarsa prospettiva di vitalità del settore zootecnico, in particolare nelle aree marginali, in quanto gli agricoltori non possono realisticamente aumentare il numero di animali senza aumentare le dimensioni dell’azienda agricola. Conclusioni: valore dimostrativo per altre aree e paesi Il BFCP incoraggia un insieme altamente mirato, ben studiato e localmente adeguato di misure che hanno dimostrato di produrre benefici ambientali. Una componente chiave della popolarità del programma tra gli agricoltori è la libertà di svolgere le azioni che ritengono più opportune (cioè gli agricoltori decidono se intraprenderle o meno), così come il sistema di pagamento basato sui risultati, che gli agricoltori ritengono essere ‘difficile ma equo’. Il nuovo BFCP fornisce un incentivo a migliorare la qualità complessiva del territorio e a modificare la gestione dell’azienda agricola, attraverso il punteggio e il pagamento di una serie di criteri ambientali e, quindi, incentivando gli agricoltori a modificare significativamente le loro pratiche agricole. Il nuovo programma è già riuscito a convincere una percentuale molto elevata di agricoltori ad abbandonare l’alimentazione con insilati sulle praterie più sensibili, un grande cambiamento che i precedenti programmi non sono stati capaci di raggiungere. Persino nelle sue fasi iniziali il BFCP sta mostrando promettenti miglioramenti nella condizione dell’habitat. LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 29 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Bibliografia e ulteriori fonti di informazione BFCP (2012) Burren Farming for Conservation Programme year 2 summary. BurrenLIFE (2010a) Sustainable grazing of Burren winterages. http://www.burrenlife.com/best-practiceguides.php. BurrenLIFE (2010b) A guide to feeding cattle on Burren winterages. BurrenLIFE (2010c) BurrenLIFE Project. Annual Newsletter. Winter 2009 / Spring 2010. Dunford, B (2002) Farming and the Burren. Teagasc, Blackrock, Ireland. Parr, S, Dunford, B and Ó Conchúir, R (2009) Grasslands of the Burren, Western Ireland, in P Veen, R Jefferson, J de Smidt, & J van der Straaten (eds) Grasslands in Europe of High Nature Value, KNNV Publishing. LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 30 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Gestione sostenibile delle praterie umide per la salvaguardia degli uccelli nidificanti nei prati del Flachgau settentrionale (Salisburgo, Austria) Le misure volte a ripristinare l’habitat degli uccelli nidificanti nei prati sono state realizzate in cinque siti Natura 2000 situati nell’area del Flachgau, nella porzione settentrionale di Salisburgo. Questi siti includono torbiere alte, paludi, prati umidi e prati da sfalcio. Alcune specie di uccelli minacciate di estinzione dipendono per la riproduzione e la sopravvivenza dalle caratteristiche specifiche di tali habitat. La regione è caratterizzata dal paesaggio della piccola agricoltura, dominato dalla coltivazione di praterie e dall’industria casearia. Oggi la disponibilità di terreni agricoli in questa regione è bassa e, poiché la zona è situata vicino alla città di Salisburgo, i prezzi dei campi sono piuttosto elevati. Dal 1950, i metodi coltivazione sono notevolmente cambiati. Come conseguenza della crescente intensificazione e meccanizzazione dell’agricoltura, ampie aree dei tipici prati umidi sono state bonificate e trasformate in pascoli produttivi. Aree umide come le praterie meso-igrofitiche sono state drenate per diventare terreni arabili. I prati da sfalcio sono stati fertilizzati e intensamente coltivati, oppure sono stati imboschiti. Nel corso di questi interventi, la vegetazione naturale dell’area è cambiata in modo significativo, modificando così gli habitat delle specie selvatiche che, come il Beccaccino (Gallinago gallinago) e il Re di quaglie (Crex crex), dipendono dai prati umidi per la ricerca del cibo e la nidificazione. Nonostante queste perdite, le aree Natura 2000 offrono ancora habitat importanti per un certo numero di uccelli selvatici, ma lo stato di conservazione di questi habitat deve essere migliorato. LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 31 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Gli habitat e le specie principali e le loro relazioni con l’agricoltura Il più grande sito Natura 2000, ‘Wallersee – Wengermoor’ (300 ha), contiene un mosaico riccamente strutturato di torbiere e paludi, prati da sfalcio, prati umidi e boschi. Ruscelli e aree di sponda del lago Wallersee caratterizzano questa zona. L’area è stata coltivata per secoli, ed è stata anche utilizzata per la silvicoltura e il taglio della torba. Il sito Natura 2000 ‘Oichtenriede’ (250 ha) è anch’esso costituito da un’importante area umida, ma è stato in gran parte drenato. In parte del sito ci sono ancora ampie aree palustri a Carice palustre (Carex acuta) e Giunco-nero comune (Schoenus nigricans). In questi siti vive un gran numero di specie di uccelli, come il Re di quaglie (Crex crex), il Chiurlo maggiore (Numenius arquata) e il Beccaccino (Gallinago gallinago). I prati umidi sono tuttora usati a scopo agricolo, anche se producono un raccolto scarso che può essere utilizzato solo come lettiera. I siti Natura 2000 ‘Weidmoos’ e ‘Bürmooser Moor’ sono dominati da vecchi campi di torba con alcuni prati da sfalcio lungo i bordi. Queste aree sono considerate di particolare importanza per le specie di uccelli, come ad esempio, la pavoncella (Vanellus vanellus) e il Beccaccino (Gallinago gallinago) che vivono nei prati umidi. Uno degli obiettivi principali per i siti Natura 2000 è stato quello di recuperare e valorizzare le aree utilizzate dall’agricoltura come habitat per gli uccelli nidificanti nei prati. I preesistenti prati umidi e quelli da sfalcio sono stati ampliati per creare adeguate aree di nidificazione per il Re di quaglie, il Chiurlo maggiore e il Beccaccino. Queste specie hanno bisogno dei prati umidi per diversi motivi: da un lato, il terreno è abbastanza soffice, cosicché gli uccelli possono facilmente estrarre insetti, larve e vermi. Inoltre, il suolo umido si riscalda più lentamente in primavera e le piante iniziano a crescere più tardi che sulla terra asciutta. Questi fattori consentono agli uccelli di utilizzare i prati umidi, anche quando i prati vicini coltivati intensivamente sono già ricoperti di fitta vegetazione. La vegetazione alta e densa rende più difficile per gli uccelli nidificanti nel prato trovare abbastanza cibo e spostarsi, specialmente durante la migrazione con i pulcini ad altri prati. La maggior parte degli uccelli che nidificano nei prati preferisce un paesaggio aperto, senza alberi perché consente una buona visibilità per individuare rapidamente potenziali predatori come i rapaci che utilizzano gli alberi come posatoi. Solo alcuni alberi possono crescere nei prati umidi e la maggior parte di loro rimangono di piccole dimensioni, cosicché tali zone forniscono un habitat adeguato per questi uccelli. I prati umidi e da sfalcio offrono habitat idonei anche a tre specie di farfalle protette ai sensi della direttiva Habitat, la Maculinea nausithous, la Maculinea teleius e la Euphydryas aurinia. I bruchi della Maculinea nausithous e della Maculinea teleius dipendono da un’unica fonte di cibo, la Sanguisorba (Sanguisorba officinalis), che cresce prevalentemente nei prati umidi. Se questa pianta non esistesse più, scomparirebbero anche le farfalle. Anche la Euphydryas aurinia si trova principalmente negli habitat dei prati umidi e deposita le sue uova solo su specifiche piante come il Morso del diavolo (Succisa pratensis) o la Vedovina selvatica (Scabiosa columbaria). I metodi di coltivazione utilizzati negli ultimi decenni hanno portato ad una significativa distruzione di questi habitat. I sistemi di drenaggio hanno causato cambiamenti nel suolo e nella vegetazione, rendendo il terreno non più adeguato per il foraggiamento degli uccelli nidificanti nei prati. Inoltre in primavera, il suolo si riscalda più velocemente e la crescita della vegetazione inizia prima. Le aree drenate possono anche essere lavorate con macchine pesanti, possono essere fertilizzate e falciate con maggiore frequenza. In queste condizioni, le zone diventano ancora meno adatte agli LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 32 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 uccelli dei prati. Inoltre, nel rimboschimento vengono utilizzate specie arboree a rapida crescita come l’abete rosso. Misure adottate per far fronte alle esigenze di conservazione Per ripristinare l’habitat degli uccelli nidificanti nei prati sono state sviluppate una serie di misure, finanziate da due progetti LIFE. Il primo progetto LIFE nel sito NATURA 2000 ‘Wallersee-Wengermoor’ si è svolto dal 1999 al 2004. Gli enti che hanno realizzato il progetto erano lo Stato federato di Salisburgo (dipartimento per la conservazione della natura), e il Wallersee Wasserverband, un’associazione che comprende i comuni limitrofi. Il costo totale del progetto è stato di 1.644.732 €, di cui il 50% è stato finanziato dall'Unione europea, il 47% dallo Stato federato di Salisburgo e il 3% dal Ministero federale dell’agricoltura, delle foreste, dell’ambiente e delle risorse idriche (BMLFUW). Il secondo progetto Life ha avuto luogo nel sito Natura2000 ‘Weidmoos’ dal 2003 al 2007. Gli enti che hanno eseguito il progetto erano lo Stato federato di Salisburgo (dipartimento per la conservazione della natura), due comuni limitrofi e la ‘Weidmoos Peat Renewal Association’ (Associazione per il ripristino delle torbiere di Weidmoos). Il costo totale del progetto LIFE era di € 1,21 mln. Nel complesso, il 50% di tale importo è stato finanziato dal LIFE, il 44% è stato pagato dallo Stato federale di Salisburgo e il 3% dal Ministero federale dell’agricoltura, delle foreste, dell’ambiente e delle risorse idriche (BMLFUW); i due comuni limitrofi e la ‘Weidmoos Peat Renewal Association’ hanno versato ciascuno l’1%. Nella zona centrale del sito Natura 2000 Wallersee-Wengermoor, diversi boschi di abeti sono stati rimossi e l’area è stata trasformata in prati umidi e prati da sfalcio, creando altri 3,3 ha di habitat idonei agli uccelli nidificanti nei prati. Al fine di rendere l’area accessibile alle macchine per lo sfalcio, le radici sono state rimosse e triturate con frese forestali fino ad una profondità di 20 cm. Il legno triturato è stato mescolato nel sottosuolo. C’era solo un’area sgomberata in cui la fresa forestale non poteva essere usata, perché l’area era troppo umida e i tronchi sono stati quindi rimossi con un escavatore. La semina supplementare non è stata necessaria perché l’influenza delle piante vicine e la dispersione naturale del polline erano sufficienti. La pacciamatura dei tronchi ha aumentato il contenuto di nutrienti della zona nei primi anni, ma con lo sfalcio regolare torneranno ai loro livelli naturali nei prossimi anni. La prateria utilizzata intensivamente è stata convertita ad un uso estensivo e sono stati promossi metodi di coltivazione che hanno un impatto favorevole sugli uccelli, che utilizzano i prati per la riproduzione. I campi non sono stati fertilizzati dal 2001 ed i prati sono falciati due volte l’anno per favorire la loro rinaturalizzazione. Una superficie totale di circa 1,99 ettari è stata convertita ad uso estensivo, circa la metà di quest’area è stata acquistata e per l’altra metà sono stati sottoscritti accordi di licenza con i proprietari dei terreni. Le aree in cui sono state attuate tali misure sono state selezionate in collaborazione con esperti, al fine di privilegiare i siti che avranno il maggiore impatto sugli uccelli nidificanti nei prati. Come risultato, il declino delle specie nidificanti nei prati è stato arrestato e la popolazione si è stabilizzata, e in alcuni casi è stato rilevato un aumento della popolazione nell’area. Nel sito Natura 2000 ‘Weidmoos’ i prati da sfalcio erano minacciati dall’invasione di alberi e cespugli che sarebbe risultata nella perdita della loro funzione quali habitat per le specie di uccelli. I prati da sfalcio, che coprono una superficie di 28 ettari, sono ora coltivati in un modo compatibile con la conservazione della natura. Per promuovere la crescita di piante rare nei prati da sfalcio ripristinati sono stati utilizzati semi da fiorume di fieno. Le pratiche di sfalcio sono state adattate LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 33 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 nel corso degli anni per soddisfare le esigenze locali. Annualmente sono stati organizzati “Incontri sui prati da sfalcio” per discutere e migliorare le misure in collaborazione con gli agricoltori locali. Anche nel Sito Natura 2000 ‘Oichtenriede’ sono state messe in atto misure di successo per beneficiare gli uccelli nidificanti nei prati. Nonostante le sfavorevoli condizioni preesistenti, come drenaggi, metodi intensivi e imboschimento, gli habitat sono stati migliorati. L’uso sostenibile delle aree è stato garantito tramite il loro acquisto o attraverso accordi di licenza a lungo termine con i proprietari dei terreni. Conclusioni. Valore dimostrativo - Migliore percezione della conservazione della natura tra gli agricoltori Il progetto ha avuto un impatto significativo sul cambiamento di percezione della conservazione della natura a Salisburgo. Poiché il sito Natura 2000 era stato designato senza il consenso dei proprietari dei terreni, all’inizio del progetto, i contadini erano molto scettici sulle misure di protezione ambientale. Le misure sono state attuate in stretta collaborazione con i proprietari terrieri, la cui partecipazione attiva è stata la chiave per il successo del progetto. Gli agricoltori locali sono stati informati circa le caratteristiche e le esigenze degli uccelli nidificanti nei prati. Sono inoltre stati consigliati su come modificare i loro metodi di coltivazione per migliorare le condizioni dell’habitat per gli uccelli. L’organizzazione di colloqui individuali, d’incontri informativi e la creazione di un comitato di progetto ha reso il progetto molto partecipativo e i proprietari dei terreni sono stati motivati a partecipare allo sviluppo delle misure più adeguate. Il contesto e lo scopo delle misure sono state discusse con gli agricoltori per rendere gli obiettivi più trasparenti. È stato un processo lungo che ha richiesto circa due anni, ma alla fine si è rivelato efficace. Attraverso queste attività, l’accettazione tra gli agricoltori locali è migliorata significativamente. Nella fase finale del progetto, gli agricoltori locali hanno mostrato un elevato grado di accettazione del progetto di conservazione, e sembra che si siano fortemente identificati con le misure. Il progetto ha dimostrato che la protezione della natura può essere effettuata in modo dinamico e partecipativo. Il progetto ha anche avuto un impatto sulla situazione economica degli agricoltori. Facendo accordi di licenza per il programma agro-ambientale, gli agricoltori hanno ricevuto un’adeguata compensazione finanziaria. - Miglioramento dell’immagine della gestione agricola di Natura 2000 Altrettanto importante per il successo del progetto sono stati l’organizzazione di escursioni guidate ed eventi analoghi che si sono svolti nelle aree NATURA 2000, quando il valore ecologico della zona poteva essere comunicato in modo chiaro agli agricoltori e ai proprietari dei terreni. In quelle occasioni, gli agricoltori hanno fornito il loro know-how su metodi di coltivazione e tradizioni locali. Eventi come questi hanno contribuito a sviluppare una base di fiducia reciproca tra gli operatori del settore agricolo e quelli della protezione della natura. Garantire che la futura gestione delle aree Natura 2000 sia favorevole agli uccelli nidificanti nei prati Al fine di garantire la sopravvivenza delle popolazioni di uccelli nidificanti nei prati, i loro habitat devono essere ulteriormente migliorati e tutelati. La gestione di lungo termine di queste aree è stata assicurata tramite accordi di licenza con gli agricoltori e l’acquisto dei terreni. - LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 34 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Nelle aree NATURA 2000 gli agricoltori possono continuare a partecipare alla protezione degli uccelli che nidificano nei prati. Altri habitat del sito Natura 2000 ‘Wallersee-Wengermoor’ possono essere ripristinati convertendo i boschi di abete e le praterie coltivate in modo intensivo. È anche previsto di ottimizzare la responsabilità contrattuale per la conservazione della natura. Inoltre, s’intende stabilire una rotazione di fasce a maggese nei prati da sfalcio ai confini di proprietà o lungo i fossati. La loro posizione sarà cambiata ogni anno e siccome non sono sfalciate, forniranno importanti aree di rifugio per molte specie. Bibliografia e ulteriori fonti di informazione Land Salzburg (o. J.): Europaschutzgebiet 00003. Weidmoos http://service.salzburg.gv.at/natur/Index?cmd=detail&nokey=ESG00003, Download 28.11.2011 Land Salzburg (o. J.): Europaschutzgebiet 00005. Wallersee-Wengermoor http://service.salzburg.gv.at/natur/Index?cmd=detail&nokey=ESG00005, Download 28.11.2011 Land Salzburg (o. J.): Europaschutzgebiet 00014. Nordmoor am Mattsee http://service.salzburg.gv.at/natur/Index?cmd=detail&nokey=ESG00014, Download 28.11.2011 Land Salzburg (o. J.): Europaschutzgebiet 00006. Oichtenriede http://service.salzburg.gv.at/natur/Index?cmd=detail&nokey=ESG00006, Download 28.11.2011 Land Salzburg (o. J.): Europaschutzgebiet 00018. Bürmooser Moor http://service.salzburg.gv.at/natur/Index?cmd=detail&nokey=ESG00018, Download 28.11.2011 Land Salzburg Salzburger Geographisches Informationssystem – SAGIS, http://www.salzburg.gv.at/sagis/, Download 28.11.2011 Lebensministerium (2012): http://www.lebensministerium.at/umwelt/naturartenschutz/lifenatur/lifeprojekte_abgeschl/wengermoor.html, access date: 22.5.2012 Lebensministerium (2012): http://www.lebensministerium.at/umwelt/naturartenschutz/lifenatur/lifeprojekte_abgeschl/weidmoos.html, access date: 22.5.2012 Lindner R., Riehl B. (o.J.): http://www.weidmoos.at/, Naturschutzabteilung Publisher and responsible for content: Land Salzburg – Personal communication: DI Bernhard Riehl, Referat Naturschutzrecht und Förderungswesen, Amt der Salzburger Landesregierung Ragger Ch., Riehl B. (2007): Habitatmanagement im Vogelschutzgebiet Weidmoos, Endbericht 2007 (Technischer Bericht), LIFE03 NAT/A/000010, Bundesland Salzburg, Österreich Seidel U., Kumpfmüller M., Riehl B. (2004): Das Wengermoor-Projekt. Endbericht. Projekt Nr. B4-3200/99/NAT/A/005916, Bundesland Salzburg, Österreich Seidel U., Riehl B. (2003): LIFE-Projekt Wengermoor, Publisher and responsible for content: Land Salzburg – Naturschutzabteilung LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 35 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Conservazione integrata, basata sul partenariato e l'apprendimento reciproco a Rheinland-Pfalz, Germania "Partnerbetrieb Naturschutz" Lo stato federale tedesco della Renania-Palatinato ha una lunga storia culturale di agricoltura mista su piccola scala, composta da seminativi, pascoli permanenti, prati da sfalcio, vigneti e frutteti, che occupa ora 719.400 ettari di terreno agricolo. Le principali entrate economiche rurali provengono dalla viticoltura (il 10% della superficie), il turismo (che comprende anche attività come il campeggio, le escursioni a piedi o in bicicletta), la silvicoltura, l'agricoltura intensiva di alcuni seminativi. La valle del Reno è un importante centro economico e urbano ben collegato al commercio europeo e alle reti di trasporto, ma gli altopiani meridionali hanno ancora importanti aree di habitat semi-naturali modellate dall'uso agricolo tradizionale, con ampie aree di foresta. Il Programma di sviluppo rurale della Renania-Palatinato ha come obiettivo dichiarato l'integrazione della conservazione della biodiversità con l'utilizzo agricolo, attraverso schemi agroambientali come strumento principale6. La Renania-Palatinato offre attualmente schemi agroambientali dedicati alla protezione degli habitat e delle specie (Vertragsnaturschutz- Conservazione della natura contrattuale) sui pascoli (prati, pascoli e la conversione di seminativi), seminativi (aree a bassa densità di semina o fiori selvatici senza l'uso di pesticidi), frutteti (piantumazione e manutenzione), e vigneti abbandonati (conversione in pascolo o taglio). Altri schemi agroambientali destinati a promuovere la tutela del suolo e dell'acqua sono concepiti per l'agricoltura biologica o per la produzione integrata, o anche per misure individuali (colture di copertura, fasce tampone, rotazione delle colture, ecc). Gli schemi includono la possibilità di aggiungere la compensazione per misure specifiche in aree più piccole, come ad esempio le fasce 6 Ministerium für Wirtschaft, Verkehr Landwirtschaft und Weinbau Rheinland-Pfalz (2007): Entwicklungs- Programm Agrarwirtschaftt, Umweltmaßnahmen, Landentwicklung. PAUL. LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 36 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 di rifugio non sfalciate in prati da sfalcio, variazioni nei regimi di sfalcio o coltivazione ritardata con un periodo di stoppie (Zusatzmodule- moduli aggiuntivi). Il sistema dei premi per prati e pascoli richiede agli agricoltori di mantenere la presenza di 4 o 8 specie indicatrici, invece di specificare i requisiti di gestione, dando agli agricoltori una maggiore flessibilità per adattare le misure di gestione. Circa il 25% dei terreni agricoli è ora sotto un contratto di cinque anni secondo uno di questi schemi, con il 2% (18.000 ha) secondo lo schema per habitat e specie. In questi ultimi due anni di periodo di bilancio PSR, le richieste degli agricoltori dovranno essere rifiutate se la domanda secondo gli schemi agroambientali per gli habitat e le specie supera i fondi disponibili. Principali habitat e specie e gestione agricola La Renania-Palatinato annovera 177 aree Natura 2000 (120 SIC e 57 ZPS) che coprono il 20% del territorio: il numero più alto fra gli stati federali tedeschi. Circa l'80% della superficie Natura 2000 è rappresentata da aree boschive, prevalentemente faggio e quercia, ma oltre l'80% delle ZSC e il 65% delle ZPS7 sono aree di habitat che dipendono dall'agricoltura estensiva. Gli habitat di interesse comunitario dipendenti dall’agricoltura comprendono praterie aride e steppe come Dune dell'entroterra con prati aperti a Corynephorus e Agrostis (2330), Formazioni erbose rupicole calcicole o basofile dell'Alysso-Sedion albi (6110), Formazioni erbose calcicole delle sabbie xerofitiche (6120), Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (6210), 6230 Formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo delle zone montane (6230), prati da fieno (6510), lande secche (4030), Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli (5130). Le specie di interesse comunitario legate all'agricoltura comprendono le piante Bromus grossus, Jurinea cyanoides, Gladiolus palustris, e Notothylas orbicularis, le farfalle Maculinea arion, Maculinea nausithous, Maculinea teneius, Euphydrias aurinia, Lycaena helle, Lycaena dispar, le lumache Vertigo moulinisiana e Vertigo angustior, il tritone Triturus cristatus, i pipistrelli Rhinolophum ferrumequinum e Myotis emarginatus, e varie specie di uccelli. Le notevoli variazioni della regione in fatto di clima, con influenze sia atlantiche/sub-mediterranee che continentali, favoriscono un mix unico di specie atlantiche e continentali, e gli habitat a formazioni secche rappresentano delle importanti stepping stones per habitat simili presenti in Francia e nei Länder tedeschi confinanti. Nonostante questa protezione, lo stato di conservazione di molti habitat e specie protetti è sfavorevole e in declino. Le praterie aride sono particolarmente minacciate dalla eutrofizzazione dell'aria e dell'acqua, dall'invasione degli arbusti dopo l'abbandono, dalle pressioni derivanti dal turismo e dal tempo libero, e la maggior parte dei prati da sfalcio tradizionali sono minacciati dall'abbandono delle pratiche agricole. La maggior parte delle praterie aride richiede un'azione di ripristino (principalmente la rimozione degli arbusti e misure per ridurre l'eutrofizzazione e le specie dominanti, come la scarificazione o la rimozione tappeto erboso), seguita dalla reintroduzione del pascolo estensivo o di sfalcio. Otto dei 177 siti Natura 2000, hanno piani di gestione pubblicati online8. Oltre 50 piani di gestione sono in fase di sviluppo, e verranno pubblicati entro il 2012. Alcuni progetti LIFE hanno 7 Landesverordnung zur Änderung der Anlagen 1 und 2 zu § 25 Abs. 2 des Landesnaturschutzgesetzes (LNatSchG) vom 22.06.2010 in Verbindung mit der Ersten Landesverordnung zur Änderung der Landesverordnung über die Erhaltungsziele in den NATURA 2000 Gebieten vom 22. Dezember 2008 8 http://www.naturschutz.rlp.de/ LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 37 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 reintegrato un'ampia gestione agricola in alcune aree Natura 2000: ad esempio, un progetto ha rimosso degli arbusti e ripristinato un'ampia area a pascolo su 355 ha di prati xerici (compresi gli habitat 6120, 6210, 6230), e un altro progetto LIFE si è occupato del ripristino delle formazioni erbose a Nardus ricche di specie (6230) dedicate al pascolo estensivo e allo sfalcio. Il Programma “Partnerbetrieb Naturschutz” (Partner operativi di conservazione) Obiettivi dello schema L'iniziativa "Partnerbetrieb Naturschutz" offre agli agricoltori consigli per un'agricoltura integrata e per la conservazione, per il partenariato e il dialogo basato sulla pianificazione, per una gestione della conservazione che sia flessibile e completa e che vada oltre l'attuale schema agroambientale. Il programma affronta alcune delle sfide chiave per la conservazione della biodiversità nei terreni agricoli: il sistema mira ad avere agricoltori e consulenti che comunichino su un piano di parità, ottenendo comprensione e accettazione, aumentando la flessibilità della gestione e misure specifiche per ciascuna azienda, ed integrando le realtà economiche e le priorità di conservazione per trovare soluzioni favorevoli per tutti9. Il gruppo di consulenza comprende sia consulenti che gestiscono gli schemi agro-ambientali sotto contratto con il Ministero dell'Ambiente, Agricoltura, Alimentazione, vinicole e Forestali dello stato federato (MULEWF), sia consulenti agronomici dei sei Centri di Servizio Regionali per l'Agricoltura (Dienstleistungszentren Raum für den ländlichen DLR). Come funziona il programma L’azienda agricola e il gruppo di consulenza instaurano un dialogo e analizzano la situazione dell'intera azienda e del paesaggio circostante. Una delle principali differenze rispetto alle pratiche consolidate è che il piano di conservazione viene sviluppato per l'intera azienda e non solo per alcune aree selezionate dagli agricoltori. Ciò include l'analisi del potenziale di conservazione della fattoria e degli obiettivi specifici di conservazione, mediante l’utilizzo di mappe e foto10 aeree, con un focus particolare sugli habitat e le specie Natura 2000 e gli obiettivi di conservazione ai sensi della Direttiva Quadro sulle Acque. Il contadino e il team di consulenza quindi sviluppano e concordano uno specifico piano di conservazione per l'azienda. Alcune aziende sottoscrivono un programma specifico nell’ambito dello schema agroambientale più appropriato, mentre altre possono optare per la conversione alla produzione biologica o effettuare altri cambiamenti nella produzione. Il team offre un servizio di consulenza “uno a uno”, valutazione e feedback. I risultati sono misurati e valutati annualmente congiuntamente dall'agricoltore e dal team. Selezione delle aziende e schemi pilota Il sistema è stato sperimentato per 3 anni su 18 allevamenti selezionati utilizzando finanziamenti provenienti dal fondo federale per la conservazione della natura. In seguito, nel 2010, il sistema è stato aperto a tutti i 27.400 agricoltori della Renania-Palatinato, e 60 degli attuali 85 richiedenti si sono inseriti da subito nel programma. Le aziende sono state selezionate sulla base di un'equa 9 For more details see Section 5.1 Recommendations for the design of agri-environment schemes for Natura 2000 farmland management in the report. 10 The newly developed Rheinland-Pfalz GIS service (FLOrlp) offers all farmers downloadable plans and aerial photographs of their fields. LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 38 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 distribuzione geografica e della data di ricevimento della domanda, non sulla base del valore di conservazione o di azioni di conservazione precedenti. Procedendo in questo modo, e quindi dando ad ogni agricoltore la stessa possibilità di partecipare e di migliorare la sua performance ecologica, lo schema persegue un approccio globale di conservazione su tutti i terreni agricoli. Sviluppo, monitoraggio e valutazione del sistema La strategia è stata sviluppata da un comitato direttivo, costituito da agricoltori, consulenti di conservazione e di agricoltura, e rappresentanti del ministero dell'ambiente e dell'agricoltura, durante una serie di discussioni e riunioni. Questo gruppo ha inoltre monitorato e valutato il progetto pilota. Azioni complementari: formazione degli agricoltori, pubblicità, accreditamento Il programma impegna gli agricoltori ad una formazione regolare o ad incontri di networking. Per esempio, durante il progetto pilota sono stati organizzati workshop sulla gestione dei pascoli estensivi, sulla gestione e marketing dei frutteti, sulla coltivazione biologica di seminativi. Il feedback dagli eventi formativi è stato molto positivo, indicando una forte domanda e un alto valore accreditato agli incontri e allo scambio fra agricoltori. È stato anche sviluppato un modulo di formazione per gli agricoltori e per i gestori del territorio presso la scuola di formazione locale. Il programma ha prodotto un logo, pubblicato articoli ed elaborato un volantino per il pubblico, e sta sviluppando un sito web che pubblicizzerà anche le aziende partecipanti. L'accreditamento e il logo potranno avere ulteriori benefici per le aziende agricole che hanno già stabilito un profilo attraverso la vendita diretta e/o il soggiorno in agriturismo, ma il valore dipenderà soprattutto dagli sforzi che si faranno per pubblicizzare il programma in futuro, dal momento che sono già state elaborate una serie di possibilità per l’etichettatura di qualità disponibili per le aziende agricole della Renania-Palatinato. Principali fattori di successo Il processo di dialogo cooperativo, orientato su un piano di parità, incrementa l'accettazione e la motivazione. Una buona comunicazione è essenziale per superare le precedenti esperienze negative relative alla percezione delle esigenze di conservazione come assurde o troppo esigenti. Gli agricoltori hanno sottolineato quanto sia importante che il loro punto di vista sia ascoltato, e che sia data loro l'opportunità di spiegare in dettaglio le proprie attività. - Gli agricoltori del progetto pilota hanno ritenuto che il proprio punto di vista e la propria posizione come agricoltori siano stati rispettati e compresi, e che i consulenti abbiano raggiunto una buona comprensione delle specificità delle aziende agricole. Hanno ritenuto che questo obiettivo sia stato raggiunto anche grazie alla presenza del consulente agronomico e alla necessità che entrambi i consulenti concordassero le misure. Gli accordi ai quali si è giunti attraverso discussioni in loco sono stati particolarmente importanti per la motivazione (anche aiutati dal fatto che le visite hanno avuto luogo in primavera e in estate invece che d'inverno). Un certo numero di agricoltori ha sottolineato l'importanza di ottenere un feedback sui risultati delle misure di gestione e di poter contare su un dialogo a lungo termine. L'approccio di problem-solving e open-ended focalizzato sull'intera azienda rende lo schema attraente. Il fatto che l'adesione allo schema sia volontaria e non costringa gli agricoltori ad un risultato fisso è una parte fondamentale della sua attrattività. - LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 39 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Gli agricoltori sono alla ricerca di risposte specifiche per la loro azienda, come ad esempio quali conseguenze avrà la gestione a pascolo estensivo sulla produzione di latte? Qual è il punto di una certa misura di gestione? Qual è l'impatto di non fare qualcosa? Quali risorse ambientali, habitat o specie posso conservare nella mia fattoria? Fornire risposte convincenti è un elemento chiave nella costruzione della fiducia nelle misure di conservazione proposte. - La flessibilità della gestione porta a soluzioni favorevoli per tutti gli attori Il processo di consulenza si basa su una pianificazione sistematica ma si concentra su specifici punti di forza e sfide di ciascuna azienda, facilitando l'apprendimento e l'adattamento. Il dialogo intenso ha favorito la creatività e l'innovazione, e ha spinto i consulenti a riesaminare gli schemi delle misure agroambientali standard e a cercare di migliorarli. Gli agricoltori hanno giudicato i sistemi di pascolo permanente generalmente ben progettati e attraenti, e molti apprezzano che lo schema misuri i risultati attraverso specie indicatrici, in modo da permettere una maggiore flessibilità nelle misure di gestione. Punti di debolezza e vincoli individuati nel progetto pilota - Aspettative sui servizi di consulenza e mancanza di una struttura formale Il progetto pilota ha suscitato delle aspettative negli agricoltori in relazione ai servizi di consulenza sia agronomici che sulla conservazione e tali aspettative non sono state sempre soddisfatte. Il progetto sta ora sviluppando delle linee guida e sta definendo dei limiti del servizio offerto agli agricoltori. - Limiti della remunerazione finanziaria attraverso schemi agro-ambientali Anche se il programma ha consentito ai consulenti di suggerire misure di conservazione aggiuntive e innovative, essi potevano offrire una remunerazione finanziaria soltanto nel quadro degli schemi agro-ambientali esistenti, che erano talvolta inadeguati, e non prevedevano la possibilità di fornire un finanziamento flessibile e non burocratico per le misure supplementari su piccola scala. Lo schema agroambientale è visto come troppo prescrittivo e incapace di offrire un'ampia compensazione finanziaria per la gestione e lo sforzo amministrativo necessario. Una critica unanime è stata mossa all'onere amministrativo richiesto per accedere ai finanziamenti secondo lo schema agroambientale. Tuttavia, un buon numero di agricoltori è riuscito ad attuare delle misure su piccola scala integrandole con le misure dedicate ai campi coltivati. Opportunità per espandere lo schema - Migliori consulenze risultano in una maggiore conservazione Lo schema è una chiara opportunità per ottenere l'accettazione delle misure di conservazione da parte degli agricoltori, offrendo un piano di conservazione che tenga conto dei vincoli di ogni azienda e dei punti di forza, crei situazioni che apportino vantaggi per la fauna selvatica e l'agricoltura, e vada oltre le misure agroambientali che sono limitate ai campi selezionati. Il dialogo intenso e le osservazioni dirette risvegliano l'interesse e accrescono la conoscenza degli agricoltori delle specie e degli habitat e della loro conservazione (compresi gli aspetti complessi e controversi). LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 40 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Lo schema costruisce relazioni a lungo termine. Per i consulenti agricoli, offre la possibilità di sostenere una gestione più integrata che aiuta gli agricoltori ad affrontare meglio le nuove sfide dell'agricoltura, mediante il trasferimento di conoscenza e formazione, con particolare riguardo ai sistemi di produzione sostenibili e le opportunità per accedere ai finanziamenti e al marketing offerto dalla conservazione della natura. I servizi di consulenza sperano in miglioramenti sinergici nella qualità e nell'efficacia del loro servizio agli agricoltori, aumentando così l'accettabilità e il profilo della gestione aziendale orientata alla conservazione. I contadini del progetto pilota, da parte loro, nutruno alte aspettative sui servizi di consulenza offerti. Minacce e le sfide per l'espansione dello schema - Limitazioni degli schemi agro-ambientali per gli habitat Natura 2000 Gli agricoltori che utilizzano gli schemi agro-ambientali nelle praterie più estese hanno evidenziato come la bassa produttività richieda loro di gestire aree molto estese di terra per ottenere foraggio sufficiente. Dopo un certo numero di anni di gestione nell'ambito dello schema, la produttività è scesa così in basso che il foraggio risultava quasi inutile; in questo modo lo schema finanzia quasi interamente la gestione del territorio, mentre i tassi di locazione e i prezzi dei terreni sono in aumento. In alcune zone le piante tossiche (come il Colchicum autumnale), che gli agricoltori avrebbero controllato facendo uso di erbicidi, rendono inutilizzabile il foraggio per gli animali, e attualmente non esistono altri usi con valore economico. Concorrenza con altre opportunità di impiego dei terreni, in particolare mais per la produzione di biomassa La regione Eifel nel nord-ovest del Renania-Palatinato è stata selezionata come area di produzione di biocarburanti11, e un impianto di bioetanolo ha fatto salire i prezzi dei terreni ricadenti nel raggio di 10 km. Questo sviluppo può essere osservato in tutto il paese - sono stati infatti costruiti numerosi impianti di biogas di dimensioni considerevoli. Per essere efficiente, la biomassa deve essere prodotta nella zona immediatamente circostante, con il risultato che, soprattutto nelle aree ad alto valore naturale prima utilizzate in modo molto estensivo, la concorrenza per la terra sta aumentando enormemente, con un corrispondente aumento dei prezzi di locazione. - Allo stato attuale, una delle aziende pilota con praterie di intesse comunitario sta avendo difficoltà nel mantenere l'allevamento da latte biologico estensivo, visto l'alto prezzo di locazione del terreno, ed ha quindi chiesto una consulenza su come poter reagire a questo sviluppo. Conclusioni: valore dimostrativo per altre aree e paesi Il Partnerbetrieb Naturschutz sta sperimentando un nuovo approccio alla consulenza per la conservazione della natura nelle aziende agricole, basata sul partenariato e il dialogo, e sull'integrazione della pianificazione agronomica e della conservazione della natura. Questo approccio affronta le principali sfide della gestione di Natura 2000 in campi agricoli - come ottenere l'impegno e la comprensione da parte dei contadini, e come adattare le misure di 11 http://www.bioenergie-eifel.de/ LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 41 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 conservazione a situazioni specifiche - offrendo un partenariato basato sul rispetto reciproco e rispondendo alle sfide e alle opportunità presentate da ciascuna azienda in base alla propria posizione e al proprio business. In combinazione con schemi agroambientali flessibili e ben finanziati, questa partnership favorisce la creatività e l'innovazione necessarie a conseguire reali miglioramenti per habitat e specie della rete Natura 2000 all'interno di un’agricoltura redditizia ed ecologicamente orientata. Esempi di vantaggi per la conservazione di Natura 2000 - Progetto pilota nelle aziende agricole Le 18 aziende agricole pilota hanno apportato ulteriori 455 ettari di pascolo all'interno di uno schema agroambientale, la maggior parte dei quali rappresentati da habitat seminaturali biologicamente preziosi per il pascolo estensivo e/o per lo sfalcio. La maggior parte di queste aziende già comprendeva alcune aree agro-ambientali prima dell'inizio dello schema, ma è stata messa in grado di averne altre grazie alla propria partecipazione allo schema e al conseguente contratto di gestione. Tre degli otto agricoltori intervistati hanno dichiarato di aver apportato delle modifiche di gestione specifiche a seguito delle consulenze: uno ha trasformato la sua prateria da foraggio a taglio estivo, un allevatore ha aggiunto fasce tampone alle sue aree coltivabili e un agricoltore è stato incoraggiato a convertire la propria produzione al biologico. Aziende lattiero-casearie su pascoli ricchi di specie e gestione della conservazione in Natura 2000 La famiglia Kordel gestisce un allevamento con 18 ettari di cereali per l'alimentazione del bestiame e 80 ettari di pascolo. Oltre a gestire circa 35 ettari di prati ad alto valore di biodiversità secondo uno schema agroambientale, la famiglia sta pensando di espandere la propria attività nella conservazione delle riserve naturali locali. - Hanno già siglato un contratto per sfruttare come pascolo un sito Natura 2000 di proprietà pubblica, la SPA Sangweiher, importante per gli uccelli migratori, e stanno pensando di creare una mandria di una razza bovina locale in via di estinzione (Glanvieh), che ben si presta al pascolo estensivo e all'allevamento in aperto. - Azienda a conduzione biologica per le specie Milvus milvus e Maculinea nausithous Questa azienda biologica nella regione Westerwald gestisce 200 ettari di pascolo, 70 ettari di seminativo e 10 ettari di habitat ricco di biodiversità, comprese diverse zone a pascolo estensivo, che ospitano popolazioni di Maculinea nausithous, e una importante popolazione nidificante di Nibbio reale (Milvus milvus). Il gestore ha istituito una mandria di bovini degli altipiani scozzesi, al fine di poter gestire il pascolo nelle aree protette. Attraverso il Partnerbetrieb Naturschutz sta integrando la conservazione della biodiversità come parte economicamente sostenibile dell'azienda agricola, oltre a migliorare la conservazione di queste specie, ad esempio utilizzando misure aggiuntive per le fasce non sfalciate e la gestione integrata dei prati da sfalcio. - Gestione di prati da sfalcio su larga scala con bovini Angus e cavalli L’Hof Kron sul Neumagener Plateau gestisce circa 250 ettari di prati da sfalcio e pascoli estensivi. L'estensione della zona di prati da sfalcio collegati fra loro è unica, e contiene molti habitat e specie Natura 2000, tra cui Euphydrias aurinia, Maculinea spp e farfalle come Lycaena helle, nonché specie di uccelli e piante. LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 42 Buone pratiche di gestione delle aree agricole in Siti Natura 2000 Bibliografia ed ulteriori fonti di informazioni Goßler, P. (2009) Integration von Landwirtschaft und Naturschutz: Das Modellvorhaben “Partnerbetrieb Naturschutz” Rheinland-Pfalz. Trierer Arbeitsberichte zur Stadt- und Wirtschaftsgeographie 3. Kultur- und Regionalgeographie, Universität Trier, Germany. Leicht, B., Unkel, I. & Weickel, J. (2011) Partnerbetrieb Naturschutz: Neue Wege der Zusammenarbeit von Naturschutz und Landwirtschaft. Der kritische Agrarbericht 2012. Leicht, B. & Venz, S. (2011) Partnerbetrieb Naturschutz. Individuelle Konzepte sind gefragt. RBZ – Nr.29 / 23. Juli 2011, pp.20-23. Natura 2000 in Rheinland-Pfalz webpages http://www.naturschutz.rlp.de/index.php Rheinland-Pfalz agri-environment scheme webpages http://www.eler-paul.rlp.de Rheinland-Pfalz Ministry of Environment, Agriculture, Food, Wine and Forestry (MULEWF) – Partnerbetrieb Naturschutz webpage http://www.mulewf.rlp.de/natur/naturschutz/partnerbetrieb-naturschutz/ LIFE10 INF/IT/000272 FA.RE.NA.IT. 43