La Redazione risponde
Beni abbandonati
non compresi
nei trattati.
Di cosa si tratta?
A cura dell’Avv.
Vipsania Andreicich
A pagina 5
anno XV - n° 8-9
Agosto-Settembre 2009
periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
Centro Studi padre Flaminio Rocchi
La storia e la scuola
Poste Italiane SpA - Spedizione in
Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in
L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma
Senato, mozione bipartisan per i diritti degli Esuli
Aggiornare i testi e la didattica. Il Governo affronti i problemi
La richiesta della FederEsuli
degli esuli giuliano-dalmati
Non è nuova, anzi è dolorosamente antica, la questione dell’assenza, da grande parte della
manualistica italiana, della «questione giuliana», cui in questi decenni sono state assegnate poche
righe in conclusione del capitolo
dedicato alla seconda guerra mondiale. Quando andava bene.
Una mancanza, questa, che ha
molteplici ragioni, di politica interna e di “opportunità” internazionali. La forte impronta data dal PCI di Togliatti alla Resistenza – al punto da
oscurare quella non comunista –, il problema dei governi post-bellici di
inserire l’Italia nelle alleanze occidentali, la diffidenza e l’incomprensione
di alcune potenze alleate, hanno giocato un ruolo di primo piano nella
progressiva emarginazione del confine orientale dalla coscienza pubblica e
dai testi in uso nelle scuole.
Tuttavia, non è stato sempre così. Chi abbia motivo di sfogliare la stampa
quotidiana e periodica dal 1945 ad almeno il 1954, facilmente può verificare quanto fosse presente agli animi la drammatica e angosciosa situazione
della Venezia Giulia sotto l’occupazione jugoslava, e quanto acuta fosse
l’attenzione per le trattative in corso alla conferenza della pace, fino a quel
1947 che infranse tutte le disperate speranze dei giuliani e dei dalmati, fossero o meno già esuli.
Approvata dal Senato, all’unanimiPeterlini (UDC-SVP-Aut), Pittoni (LNP),
tà, il 14 luglio, la mozione dei sen.
Carlino (IDV), i quali hanno evidenziato
Gasparri (PDL) ed altri, ma sottoscritta da
le molteplici ragioni che militano a favorappresentanti di tutti i Gruppi, che rire dell’assunzione degli impegni richiechiama ed impegna il Governo ad atsti da parte del Governo.
tuare – nell’ambito delle trattative in corIl documento bipartisan richiama
so di adesione della Croazia all’Unione
anche l’attenzione dell’Esecutivo sul
Europea – tutte le misure necessarie per
gruppo nazionale italiano nei territori
tutelare i diritti degli Esuli giulianoceduti dell’Istria e della Dalmazia e lo
dalmati in ordine alla restituzione di beni
invita «a lavorare per il pieno rispetto
espropriati dal regime jugoslavo ai cittadegli accordi italo-croati a tutela della
Mozione bipartisan in Senato
dini italiani dopo la Seconda guerra moncomunità nazionale italiana residente
(nella foto) sui diritti degli esuli
diale.
nella Repubblica di Croazia, nel quadro
«Considerato che permangono le attese degli esuli italia- della normativa comunitaria sul rispetto delle minoranze».
ni dall’Istria, Fiume e Dalmazia» il documento raccomanda
La mozione elabora i contenuti del lungo lavoro di
di «salvaguardare i diritti degli italiani che hanno abbando- FedEsuli e ANVGD sulle istituzioni e sulle forze politiche in
nato i territori assegnati alla ex Jugoslavia; a proseguire, nel- seno al Tavolo di coordinamento fortemente voluto dalle asl’ambito del tavolo Governo-esuli, nella richiesta di una veri- sociazioni degli Esuli giuliano-dalmati, e segue l’incontrofica di tutte le possibilità di restituzione di beni ad essi dibattito promosso a Roma dall’ANVGD con i rappresentanti
espropriati».
di maggioranza ed opposizione, il 22 giugno scorso, sugli
Un impegno fatto proprio dal Sottosegretario di Stato alla obblighi della Croazia nei confronti dei cittadini italiani illePresidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, che, pur riba- galmente espropriati dei beni e, più in generale, sui nodi andendo il sostegno del Governo italiano all’integrazione eu- cora irrisolti: indennizzi per i beni abbandonati, anagrafe,
ropea della Croazia, ha rimarcato la necessità di risolvere pensioni, riscatto agevolato degli immobili, conservazione
alcune questioni ancora aperte, e sollevate da questa mozio- dei beni monumentali.
ne. Analoghi interventi sono venuti dai senatori Camber e
Temi, questi, sui quali FedEsuli e ANVGD attendono rispoGasparri (PDL), Pegorer, Perduca, Blazina, Marinaro (PD), ste concrete.
di Patrizia C. Hansen (segue a pagina 2)
La storia giuliano-dalmata
sulla via della seta
Si è svolto il 15 giugno a Tashkent, capitale della Repubblica
dell’Uzbekistan, il seminario internazionale «Judicial and Legal Reform»
organizzato dalla locale Procura della Repubblica in collaborazione con
l’Institute for Studies of the Civil Society, il National Center on Human Rights,
il Tashkent State Institute of Law. Dodici giuristi da vari Paesi esteri (USA,
Giappone, Russia, Francia, India, ed altri) sono stati invitati nella città
centroasiatica per discutere su importanti temi giuridico-sociali.
Per l’Italia era presente l’avv. Vittorio Giorgi, che ha esposto una relazione sull’istituto dell’Avvocatura in Italia, evidenziando aspetti normativi e
pratici della professione forense. Due anni l’avv. Giorgi ha partecipato come
osservatore internazionale alle elezioni presidenziali in Uzbekistan, per
garantire la regolarità delle operazioni elettorali. Situata lungo l’antica Via
della Seta, Tashkent conta oggi oltre due milioni di abitanti e, per i suoi
2200 anni, a settembre ospiterà imponenti manifestazioni celebrative.
L’avv. Giorgi è un appassionato della nostra storia, ha scritto diversi e
approfonditi articoli sulle nostre vicende e collabora attivamente anche alla
nostra vita associativa. Nel corso della sua permanenza nella Repubblica
dell’Uzbekistan, Giorgi ha fatto visita anche al Dipartimento di italianistica,
incontrandone i docenti, parlando loro del suo impegno associazionistico
e consegnando loro simpaticamente, come nella foto qui riprodotta, una
copia di “Difesa”. La storia giuliana e dalmata sulla via della seta…
Red.
Samarcanda
(Repubblica
dell’Uzbekistan),
Facoltà di Lingue
straniere - Dipartimento
di italiano: i docenti
con il nostro mensile.
A sin., l’avv. Vittorio
Giorgi, “responsabile”
di tanto lungo viaggio
del nostro giornale…
“èStoria” 2009:
the Eastern Border at the Gorizia Festival
In english language to page 14
«esHistoria» 2009, el confín oriental
en el festival de Gorizia
En lengua española en la página 15
Indennizzi condizionati
dalla crisi economica
Conferenza stampa
della FederEsuli per fare il punto
delle trattative con il Governo
Una conferenza stampa della Federazione degli Esuli, il 18 giugno a Trieste, con interventi di Renzo Codarin,
Lorenzo Rovis e Renzo de’Vidovich per approfondire l’informazione sul recente Tavolo Governo-Esuli svoltosi a
Roma l’11 giugno su iniziativa del Sottosegretario agli
Esteri Gianni Letta.
Aspettative in parte disattese, soprattutto per quanto
riguarda gli indennizzi, ma anche segnali che sciolgono
nodi fondamentali per il riconoscimento della storia dell’esodo e della realtà delle associazioni.
Segue a pagina 5
Frattini:
«Zagabria nell’UE nel 2011»
Riunito alla Farnesina il Comitato dei ministri Italia-Croazia
so dalla Farnesina a seguito dell’in«L’Italia fornisce un “forte e concontro Frattini- Jandrokovic. Per legvinto” sostegno all’adesione della
gere della questione dei beni perCroazia nell’UE entro i primi mesi
del 2011. Lo ha detto il Ministro
duti dagli italiani bisogna tuttavia
Franco Frattini, al termine della riuconsultare le agenzie di stampa e
nione del Comitato dei Ministri Ital’articolo apparso su “Il Piccolo il 2
lia-Croazia, a Villa Madama. Bisoluglio a firma di Mauro Manzin, nel
gna riprendere le trattative “in temquale a tale riguardo si legge: «Alpi rapidissimi” e mantenere fede al
tro tema “caldo” affrontato ieri a
calendario attuale, che prevede la
Villa Madama il problema dei beni
conclusione dei negoziati a fine
abbandonati dagli esuli istriani,
2010, “un obiettivo ambizioso che Sulla riunione dei ministri Italia-Croazia fiumani e dalmati. “Esprimo granl’Italia sosterrà”, ha puntualizzato è pesata anche l’ombra del veto opposto de fiducia nello sviluppo del diail Ministro, sottolineando che il dalla Slovenia all’ingresso di Zagabria logo bilaterale con la Croazia – dipercorso della Croazia verso l’ UE nell’UE. Il comunicato della Farnesina, chiara Frattini – sempre però – preemesso al termine dell’incontro
non deve essere rallentato dal
cisa – riguardo a quei casi che non
contenzioso con la Slovenia, per- bilaterale, non ha fatto menzione della sono compresi nel Trattato di
ché “le regole europee devono ave- questione dei beni espropriati agli Esuli, Osimo e negli Accordi di Roma.
re un percorso autonomo e le que- citata invece dal quotidiano “Il Piccolo” Seguiremo – precisa ancora il mistioni bilaterali non devono internistro – con estrema attenzione il
ferire con le adesioni”. […] Il Ministro degli Esteri croato processo di denazionalizzazione in Croazia con un reJandrokovic ha ringraziato l’Italia per il sostegno all’in- golare scambio di informazioni». «Gran parte dei casi –
gresso di Zagabria nell’UE, che sarebbe “importante per gli fa eco Jandrokovic – è già stato risolto con Osimo e
la pace e la stabilità” dell’intero sudest europeo, ed ha Roma. Certo c’è un numero di persone che non ricade in
invitato la Slovenia a bloccare il contenzioso sui confini. questa cornice e il tutto è all’esame della Corte suprema
Quindi, ha chiesto all’Italia di investire di più ed in diversi croata. Quello che posso garantire – conclude – è che le
settori del proprio Paese».
soluzioni che saranno prese dal mio Paese saranno conQuesto, qui riprodotto in parte ma leggibile integral- formi ai più elevati standard europei».
mente sul sito del MAE (www.esteri.it), il comunicato emesRed.
2
DIFESA ADRIATICA
Agosto-Settembre 2009
fatti e commenti
continua dalla prima pagina
La storia e la scuola
Aggiornare i testi e la didattica.
La richiesta della FederEsuli
Ed è utile ricordare come, in realtà, la «questione giuliana» sia stata
presente nei manuali almeno sino agli anni Sessanta, come ha argomentato
qualche anno addietro lo studioso Antonio Fares in un contributo apparso
nella Biblioteca dell’Enciclopedia Italiana. Perché dunque il tema scomparve da allora in avanti? Anche questa domanda ha molte risposte. Un recente
intervento del prof. Giuseppe Parlato è, nella sua sintesi, illuminante: «la
storiografia ha […] risentito della politica e dell’ideologia […]».«Per un altro
verso – prosegue lo storico – la ricerca storiografica fu condizionata anche
dalle autorità politiche […] che aiutarono gli Esuli dal punto di vista dell’inserimento […] nella società italiana, a condizione che tale questione rimanesse circoscritta […], che non diventasse cioè un problema strettamente
connesso con la definizione dell’identità nazionale […]».
Se è vero, come è vero, che la “colpa” del fascismo ha pesato enormemente sulla sottomissione dell’Italia al Diktat del trattato di pace, offuscando
il periodo di cobelligeranza, successivamente l’atteggiamento dell’intera Nazione verso gli sfortunati connazionali è stato negativamente condizionato
dalla propaganda togliattiana, che aveva interesse ad identificare i profughi
con il fascismo. Il graduale passaggio ad un clima di monopolio culturale
della sinistra di rigorosa ortodossia comunista e il ridotto interesse dei partiti
di massa, anche di centro, per l’identità nazionale, hanno via via emarginato
dal dibattito e dall’istruzione pubblici le vicissitudini e le ragioni di una
comunità fortunosamente sfuggita alla persecuzione, e il sistema della soppressione violenta come strumento intimidatorio esercitato dalle bande di
occupazione.
E, in ultimo, ci sembra condivisibile l’analisi di Angelo Panebianco sul
“Corriere della Sera” (La debole unità di un Paese, 26 luglio 2009), laddove
l’editorialista rileva come i partiti tradizionali (DC e PCI) fossero «il mastice in
una fase storica, seguita alla dittatura e alla sconfitta bellica, in cui l’eredità
risorgimentale era stata seriamente lesionata e logorata sul piano politicosimbolico». In quanto, è bene ricordarlo, l’accidentato percorso delle genti
giuliane e dalmate verso l’agognata unione con l’Italia affonda le sue radici
nel processo risorgimentale, dal quale l’irredentismo democratico e liberale
attinse la sua linfa, fino agli istriani fratelli Stuparich, al triestino Slataper, al
fiumano Burich.
La scuola nell’agenda della FederEsuli
Ora, accertato che la storiografia contemporanea ha iniziato a pagare
il suo debito grazie ai radicali mutamenti politici avvenuti nell’intero continente europeo e alla dissoluzione dei più ostili apparati ideologici, è tempo
che il ripensamento sulla storia del Novecento giunga finalmente anche ai
testi scolastici. Ha ragione Parlato, nel citato intervento, quando rammenta
come questi libri «tendono a ripetere tesi già consolidate e le innovazione
che la ricerca apporta alla comunità degli studiosi raramente vengono recepite tempestivamente dai manuali», anche per la logica commerciale che
connota l’editoria scolastica e non, che sforna volentieri antologie ipertrofiche
ma non aggiorna i contenuti, o li aggiorna seguendo mode e gusti transitori.
Tanto è importante che la «questione giuliana» torni alla memoria e alla
consapevolezza del Paese in questa controversa transizione verso un sistema che si vorrebbe federale. Per una somma di ragioni, tutte ben fondate, la
FederEsuli ha inserito l’aggiornamento dei testi scolastici nell’agenda di confronto con il Governo, chiedendo espressamente per l’autunno un incontro
con i responsabili del Ministero dell’Istruzione. Sul «Tavolo di coordinamento» può già “pesare” favorevolmente una seria produzione storiografica
che da diversi anni, in piena libertà come è giusto, affronta ed analizza quel
dramma rimosso nel più ampio orizzonte europeo, nella cornice degli scontri
fra totalitarismi e nazionalismi esasperati, nel quadro della guerra che ha
sconvolto assetti statuali e antichi insediamenti di popolazioni.
Soltanto una ricerca storica di alto profilo può e deve impegnarsi in
questo senso. Nessuno pensa, ovviamente, ad esigere o imporre una verità
di Stato, propria dei regimi totalitari; ma un vero, serio impegno di lunga
durata nel sensibilizzare autori, editori, dirigenti e docenti ad aggiornare le
categorie concettuali e gli strumenti didattici. Se la scuola dev’essere luogo
di formazione del futuro cittadino, questi non può non essere posto in condizione di conoscere la storia nella sua integrità, depurata dalle incrostazioni
sedimentate nei decenni dai dogmatismi di opposte concezioni illiberali.
Nuove linee-guida devono essere concepite e diffuse a beneficio sì della
memoria di quanti hanno patito violenze e ingiustizie irreparabili, ma anche
della formazione degli italiani di domani, che siano intellettualmente liberi
e consapevoli.
Patrizia C. Hansen
Croazia
nell’UE,
i tempi
si allungano
Il contenzioso sui confini marittimi
con la Slovenia irrita l’Europa
Sembra rinviata a data da definirsi
l’adesione della Croazia all’Unione
Europea: la prossima presidenza di
turno dei Ventisette (svedese) non intende proporre nuove mediazioni per
tentare di dirimere i contrasti, apparentemente insanabili, fra Zagabria e
La Resistenza giuliana nel nome del Tricolore.
Finalmente si rende giustizia ai patrioti “dimenticati”
In occasione della recente presentazione, a Trieste, del volume La Resistenza patriottica a Trieste. 1943-1945,
edito dalla LEG di Gorizia e curato da
Lino Felician, Fabio Forti, Vittorio
Leschi e Stelio Spadaro e con un saggio di Marina Cattaruzza, il Presidente nazionale dell’A NVGD, Toth, ha
emesso il comunicato che segue.
Il volume, dedicato agli avvenimenti della Resistenza italiana nella
Venezia Giulia, tra il 1943 e il 1945
riguarda non solo Trieste, ma anche
l’intera Venezia Giulia, e intende gettare luce, in particolare, sul 30 aprile
1945, quando nel capoluogo giuliano
ebbe luogo l’insurrezione armata contro l’occupatore tedesco, mentre cospicua parte della storiografia ufficiale
ha invece, per decenni, avallato la tesi
di una liberazione attribuita agli jugoslavi.
L’iniziativa si deve al Corpo Volontari della Libertà di Trieste, che ha voluto così ricordare i patrioti e i Caduti
che tentarono di salvare l’italianità
della loro città da coloro che si pre-
sentarono nella veste ingannevole di
liberatori, con lo scopo di annettere
l’intera regione alla Jugoslavia.
__________________________
Con la presentazione, nel capoluogo giuliano, del volume «La Resistenza patriottica a Trieste. 1943-1945»,
alla cui stesura hanno partecipato
eminenti storici e testimoni di quei
drammatici eventi, si offre un determinante contributo alla conoscenza di
una Resistenza che ha pagato un tragico tributo all’occupazione della Venezia Giulia da parte dei partigiani
comunisti di Tito ed è stata lungamente oscurata nei decenni successivi a
causa del monopolio ideologico e
dell’uso politico della storia: tanto più
deprecabili quanto più hanno infierito
sulla limpida volontà della popolazione italiana autoctona di rimanere fedele – con l’esodo – alla propria identità nazionale e di scegliere i valori
della libertà e della democrazia in
un’Italia alla cui ricostruzione ha generosamente contribuito.
Viene finalmente fatta luce sull’in-
surrezione patriottica di Trieste del 30
aprile 1945 ad opera del Corpo Volontari della Libertà. Insurrezione non
isolata, se in altre città dell’Istria, come
i giornali clandestini della Resistenza
italiana repubblicana e cattolica riportavano, analoghi tentativi vennero subitaneamente repressi con feroce violenza dagli jugoslavi: il conclamato
antifascismo celava malamente il disegno annessionistico dell’interaVenezia Giulia, sino all’Isonzo, ben prima
di qualunque trattativa di pace.
La ricerca storica offre oggi un contributo determinante alla giustizia che
si deve alla verità dei fatti e ai protagonisti – singoli individui e intere comunità profughe – e illumina il reale volto dell’occupazione jugoslava, intesa
a eliminare, fisicamente e politicamente, gli antifascisti e patrioti italiani così
come l’intera popolazione italiana in
quanto tale, scomodi entrambi al progetto totalitario concepito da Tito in
nome della libertà dei popoli.
Roma, 8 luglio 2009
On. Lucio Toth
Cattaro, costituitasi la Comunità degli italiani
per quattro secoli la città appartenne alla Serenissima
Per oltre quattro secoli Cattaro ha
Si è ufficialmente costituita a Cattaro
fatto parte della Repubblica di Vene(Kotor), nel Montenegro, la Comunità
zia. Il suo incantevole centro storico e
italiana. All’inaugurazione della sede
l’operoso spirito della sua Comunità
ha partecipato il vicedirettore centrale
veneto-italiana oggi ne rendono una
delle Relazioni internazionali della
forte, luminosa testimonianza.
Regione Friuli Venezia Giulia, GiusepNel suo messaggio il presidente
pe Napoli, che ha letto il messaggio di
della Regione Renzo Tondo ha rilevato
saluto del presidente Renzo Tondo. La
come «le tradizioni storiche e culturali
regione infatti, ha instaurato da tempo
che legano l’Italia e il Friuli Venezia
un contatto di collaborazione con la
Giulia al Montenegro stanno alla base
Comunità nell’ambito di un programdel rapporto che si è creato con la noma di cooperazione . Erano presenti
stra Comunità degli italiani. Esse rapalla cerimonia, con il presidente della
presentano un patrimonio di valori che
neo costituita Comunità, Paolo
la nostra Regione, nell’ambito delle sue
Perugini, l’ambasciatore italiano a
competenze, intende contribuire a prePodgorica, Francesco Barbanti; l’on.
servare».
Renzo de’ Vidovich (Fondazione Rustia
Dal canto suo l’Unione Italiana ha
Traine di Trieste); Giuseppe Napoli (ufesteso le sue competenze su quel terrificio Relazioni Internazionali Regione
torio, dopo averne constatato la «richieFriuli Venezia Giulia); Gen. Elio
L’ingresso
sta d’italianità»: l’organismo fornirà abRicciardi (Dalmati Italiani nel Mondo),
della Comunità degli Italiani
bonamenti a riviste e giornali, contriRachele Denon Poggi (Centro Ricerche
buirà a manifestazioni artistiche e culCulturali Dalmate di Spalato), avv. Vittorio Giorgi (URSE, Unione Regioni Storiche Europee), Bru- turali e fornirà materiale per corsi d’italiano.
no Giuseppe Moretto (Veneziani nel Mondo), Cavaliere
d. a.
Tonino Bortoletto, direttore periodico “Le Tre Venezie” e
Franco Bongi, Console onorario d’Italia a RagusaDubrovnik.
Da sin.: Paolo Perugini, Vittorio Giorgi; Sergio
Barbanti; Maria Grego Radulovic; Renzo de’ Vidovich
Lubiana sulle linee di confine. Lo ha
confermato il ministro degli Esteri svedese, Carl Bildt, illustrando ai giornalisti le linee guida dei prossimi sei mesi
di lavoro dell’UE.
Bildt ha ribadito che quella tra
Croazia e Slovenia «è una disputa
bilaterale e la responsabilità è dei Paesi stessi, che non dovrebbero a nostro
Cattaro, la Torre dell’Orologio
avviso bloccare i negoziati di accesso
alla UE, ma di fatto è quanto avvenuto». Secondo il commissario all’allargamento, Olli Rehn, «è tempo che i
due Paesi riflettano», per vedere poi
«a un certo punto» questa riflessione
quale risultato avrà prodotto.
Già la presidenza ceca uscente
aveva deciso di cancellare la confe-
renza di accesso della Croazia. «Nonostante i notevoli sforzi per facilitare
una soluzione i negoziati di accesso
della Croazia rimangono bloccati e
nessun nuovo capitolo può essere formalmente aperto o chiuso», si legge
in una nota emessa dalla presidenza
UE.
d.a
Trionfo di Vittorio Emanuele II, allegoria
Agosto-Settembre 2009
3
DIFESA ADRIATICA
cultura e libri
1909-2009, cent’anni di Futurismo
Ricorrono quest’anno i cento anni
dalla pubblicazione, il 5 febbraio, del
Manifesto futurista di Filippo Tommaso
Marinetti sulla “Gazzetta dell’Emilia”,
ripreso qualche giorno dopo da altri
quotidiani italiani, tra i quali “L’Arena
di Verona” e “Il Piccolo” di Trieste, e
per finire su “Le Figaro” di Parigi, il 20
febbraio, data divenuta in seguito quella “ufficiale” della nascita del movimento. Molte le iniziative assunte in
Italia per celebrare la densa storia di
un’avanguardia che ha segnato l’arte
e il costume del primo Novecento e
non soltanto nel nostro Paese, avendo
raggiunto ed essendosi intrecciata con
le nuove correnti europee, sino alla
Russia. Mostre, convegni, pubblicazioni, performance teatrali hanno
riproposto al grande pubblico opere e
personaggi del Futurismo, che ha avuto
vita lunga e si suddivide convenzionalmente in un «primo» e in un «secondo», senza tener conto dei molti
epigoni.
Molto meno noto, almeno sino ai
più recenti saggi usciti (in particolare
quelli di Claudia Salaris), il contributo
futurista all’Impresa di Fiume e, più in
generale, il Futurismo giuliano, del
quale il pittore dalmato Tullio Crali è
stato uno dei più pregevoli esponenti.
Proprio la presenza di Marinetti nella
città adriatica desideriamo qui rievocare.
Marinetti raggiunse d’Annunzio a
Fiume nei giorni immediatamente seguenti l’entrata del poeta con i suoi
legionari, il 12 settembre 1919. Lo
accompagnava Ferruccio Vecchi, capitano degli Arditi. Si era creata infatti,
tra Futurismo ed arditismo una sorta
di connubio politico-estetico: Arditi
Marinetti & Co. a Fiume
(d’Annunzio permettendo)
quali Mario Carli e Vecchi avevano
aderito al movimento di Marinetti
ed esaltato la comune carica “rivoluzionaria”.
Per un verso, l’occasione fornita dall’Impresa dannunziana agli
animosi esponenti futuristi permise
una convergenza temporanea tra
l’avanguardia e il poeta già oggetto
degli strali in quanto esponente di
una letteratura giudicata decadente e intollerabile. E in effetti, qualche anno dopo, nel 1924, Marinetti
avrebbe scritto: «[…] Artisticamente, il genio creatore di D’Annunzio
conquistò Fiume italiana. In Fiume
italiana, io provai il più acuto spasimo di gioia della mia vita […]». L’ingresso di Gabriele d’Annunzio a Fiume,
“La Vedetta d’Italia”, il quotidiano il 12 settembre 1919, attraverso quella che
sarebbe stata chiamata da allora Via della
di Fiume, dedicò, il 23 ottobre
Santa Entrata. Si intravvede il poeta in
1919, una nota ai «futuristi a Fiu- piedi sulla sua Fiat Tipo 4, oggi conservata
me», nella quale si leggeva tra l’alal Vittoriale degli Italiani
tro: «[…] [I futuristi] sostengono che
l’impresa dannunziana ha un calio Gentile (Il mito dello Stato nuovo,
rattere tipicamente futurista, cioè rivo- 1982) che in proposito ha scritto: «[…]
luzionario […]».
Numerosi futuristi […], raggiunsero
Ma il soggiorno fiumano di D’Annunzio […]. Benjamin Cremieux
Marinetti e Vecchi fu molto breve: il notò che i futuristi avevano abbando30 settembre partirono alla volta di nato la loro polemica anticlassicista
Milano. Alcuni storici, suffragando contro D’Annunzio perché ora vedel’ipotesi con una lettera di Marinetti e vano in lui un’autentica personalità
Vecchi a d’Annunzio, con la quale futurista. […]
respingevano i sospetti di propaganda
Anche Marinetti andò a Fiume, forsediziosa, hanno veduto in questi il più se con l’ambizione di ottenervi un
probabile motivo della loro subitanea posto di comando e con la speranza
partenza da Fiume.
di organizzare un movimento repubSull’episodio si è soffermato Emi- blicano eversivo».
Le speranze dei futuristi vennero
comunque disattese. A Marinetti subentrò, poco dopo, il futurista ed ardito Mario Carli, giunto – stando alla
cronaca della “Vedetta d’Italia” – il 13
ottobre del ’19. «Dopo la partenza di
Marinetti e di Vecchi, essendo giunto
tra noi Mario Carli, i futuristi si sono
riuniti intorno a lui ed è stato immediatamente fondato il Fascio Futurista
fiumano. […] In una delle prossime
ricorrenze vi sarà al Teatro Verdi una
serata futurista». Al Fascio Futurista avevano aderito, tra gli altri, Cesare Cerati,
con il quale Carli fondò a Fiume il periodico “La Testa di Ferro”, «giornale
del fiumanesimo».
La serata cui “La Vedetta d’Italia”
accennava si svolse, come ricorda
Carli ( Con D’Annunzio a Fiume,
1920), il 27 ottobre l919 al Teatro Verdi. «Volete una prova che arditismo e
futurismo sono termini affini, se non
identici? […] Questi arditi che non fanno parte del movimento futurista […],
Marinetti con altri legionari a Fiume nel 1919.
A sin., con il pizzetto, Guido Keller, protagonista di eclatanti gesti
dimostrativi nel corso della sua permanenza nella città adriatica
Marinetti (a destra della foto)
con l’ardito Ferruccio Vecchi,
Fiume 1919
volendo fare una rappresentazione
ardita, non hanno potuto scegliere
se non del Teatro Futurista». Con
queste parole Carli presentò al pubblico fiumano quella «nuova forma
di arte, il “Teatro Sintetico
Futurista”».
La presenza di que1 gruppo di
futuristi, di «arditi-futuristi» non dovette certamente essere poco vivace: se Mario Carli affermava che
«l’atmosfera che si vive attualmente è decisamente futurista», Giovanni Comisso ricordò decenni dopo
che «i futuristi avevano l’abitudine
di salire sui tavolini dei caffé e con
imagini [sic] sovrapposte esaltare
l’Italia e D’Annunzio».
«Pur non sottovalutando la carica emotiva presente – rimarcava
Ferdinando Cordova (Arditi e legionari dannunziani, 1969) – bisogna
riconoscere che essi non produssero risultati politici consistenti, an-
che se le notizie che alcuni arditi e
futuristi avevano raggiunto Fiume poteva […] contribuire a creare un certo
clima di passione […]».
L’Archivio Museo Storico di Fiume
in Roma conserva una rarissima copia del «Manifesto degli artisti futuristi»,
senza data, stampato a Fiume nello
Stabilimento Tipografico “Minerva”,
redatto, anche graficamente, nello stile dei testi futuristi, nel quale si rinvengono citazioni e allusioni a istituzioni
e personaggi fiumani, anche una studiosa del movimento d’avanguardia
come Claudia Salaris esprime dubbi
al riguardo.
In ogni caso, il senso dell’accorrere di Marinetti nella «città di vita» ci
sembra quello rilevato da storici autorevoli: per tanti seguire D’Annunzio a
Fiume […] volle significare l’adesione
allo spirito di innovazione e di rivoluzione, il rifiuto di un difficile e problematico reinserimento nella società
dopo la Grande Guerra, una società
tanto diversa da quella cui il conflitto
mondiale li aveva abituati, ed anche
una forma di protesta.
Patrizia C. Hansen
Tullio Crali (Igalo, 1910-Milano, 2000), di famiglia zaratina,
nacque in un piccolo paese delle Bocche di Cattaro.
Visse a Zara fino al 1922, quando con la famiglia si trasferì a Gorizia.
Nel 1928 volò per la prima volta, e l’anno successivo nacque l’aeropittura
futurista, alla quale ha dedicato tutta una pregevole serie di opere,
una delle quali qui riprodotta
L’irredentismo in un disegno di Marinetti
4
DIFESA ADRIATICA
Agosto-Settembre 2009
Niccolò Tommaseo, Alphonse de Lamartine e Pio IX
Pubblicato da Fulvio Senardi un raro scritto minore dell’intellettuale dalmata,
che getta altra luce sulle sue idealità risorgimentali
Con questa recensione inizia la sua
collaborazione a “Difesa Adriatica” il
prof. Fulvio Salimbeni, docente di Storia contemporanea nell’Università di
Udine e presidente del Comitato di
Trieste e Gorizia dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano. Studioso di didattica e metodologia della storia, di storia della storiografia, dei rapporti tra Italia e Slavia nell’Otto e Novecento, è autore di numerosi saggi
sulla «questione giuliana» nel Novecento, inserita nella più ampia cornice della storia europea, delle sue tensioni e delle sue contrapposizioni
epocali.
Ringraziamo il prof. Salimbeni e
volentieri pubblichiamo la sua recensione di questo volume, edito dall’Istituto Giuliano di Storia, Cultura e Documentazione, che riconduce il lettore alle radici del pensiero risorgimentale e del federalismo in Italia e alla
figura sempre carismatica del grande
sebenicense.
Il bicentenario della nascita di
Niccolò Tommaseo (Sebenico, 1802)
è stato celebrato con numerosi con-
vegni e con riedizioni di scritti dell’illustre intellettuale dalmata. Se in Regione il comitato udinese dell’ANVGD
a suo tempo è stato il promotore di
valide iniziative in tal senso, anche a
Trieste, per merito dell’editrice
Hammerle e di Fulvio Senardi, uno dei
nostri migliori italianisti oggi attivi non
solo a livello locale, non s’è stati da
meno, dando alle stampe gli atti d’un
interessante incontro storico-letterario.
Ora è la volta dell’Istituto Giuliano di Storia, Cultura e Documentazione di contribuire alla valorizzazione
della memoria di colui che è generalmente noto più che altro come autore
d’un monumentale e tuttora
insostituibile dizionario della lingua
italiana, ma che è stato pure un fervente patriota, grande organizzatore di
cultura e inesausto scrittore e
polemista. È di questi giorni, infatti, la
pubblicazione , nella “Bibliotechina
del Curioso”, di L’Italia e Pio IX, di
Alphonse de Lamartine, con traduzione e commento di NiccolòTommaseo,
a cura dello stesso Senardi (pp. 180, +
6,00).
Tale operazione editoriale è doppiamente meritoria, perché, se da un
lato rende di nuovo disponibile un testo minore, di difficile reperibilità, dal
momento che la maggior parte delle
copie, conservate nella Biblioteca
Nazionale di Firenze, era andata persa nell’alluvione del 1966, dall’altro
offre pure al lettore un ampio, esauriente e aggiornato ritratto dello scrittore adriatico, dovuto alla perizia storica ed esegetica del curatore, già fat-
Un raro esemplare di banconota emessa nel 1848
dalla Repubblica Veneta di Manin e Tommaseo
tosi conoscere per la pregevole edizione dei Racconti storici, nel 2004
uscita per i tipi di Carocci.
Nella documentata introduzione –
conclusa dal parallelo profilo biografico del Tommaseo e del Lamartine –,
infatti, il Senardi tratteggia con finezza
il ruolo tommaseiano nella civiltà del
Risorgimento, poi analizzandone le
speranze e illusioni nei confronti del
neoeletto Pio IX e le idealità politiche,
imperniate sulla diade libertà e
federalismo e messe in concreto alla
prova nell’esperienza rivoluzionaria
del 1848-’49 alla guida, insieme con
il Manin, della Repubblica Veneta,
dove si dimostrò politico tutt’altro che
sprovveduto.
Tutto ciò si rinviene, in forma sintetica, nell’opuscolo in questione, definito (p. 13) «di teoria politica» – opportunamente messo a confronto con
i coevi scritti, d’affine argomento, del
Balbo, del Gioberti e dell’amico
Rosmini –, occasionato, sul finire del
1847, dal discorso parlamentare del
Lamartine, allora uno dei protagonisti
della vita pubblica francese, sulla condizione dell’Italia alla luce delle prospettive innovative suscitate dalle caute
riforme del nuovo pontefice. Condividendone l’impostazione, il Tommaseo
lo ripropose nell’originale, accompagnato da una traduzione in italiano,
anteponendovi pure alcune dense
pagine d’analisi e simpatetico commento, dato il comune orientamento
liberale cristiano.
Oltre alla critica al permanere del
dominio temporale della Chiesa, considerato un intralcio alla sua missione
spirituale, nell’Avvertimento del traduttore ci si sofferma sul federalismo, tema
ancor oggi d’attualità, ma certo non
trattato con la serietà d’allora, ritenuto
la soluzione migliore per la penisola,
vista la sua secolare frammentazione
politica, e la più idonea per il
coinvolgimento attivo delle popolazioni nell’amministrazione del bene comune, in questo su posizioni non
molto discoste da quelle del repubblicano Cattaneo.
Aver rimesso nel circuito culturale
queste pagine dimenticate non è, perciò, un mero esercizio di curiosità erudita, bensì un significativo apporto alla
ragionata conoscenza di testi e d’autori di quel Risorgimento troppo spesso sommariamente liquidato senza
intenderne la complessità e originalità nel contesto europeo.
Fulvio Salimbeni
Maturità 2009, Svevo e gli altri
La letteratura giuliana e l’analisi dell’uomo contemporaneo
La coscienza di Zeno di Italo Svevo
è il tema letterario della maturità 2009.
Dunque l’autore triestino, esponente
per eccellenza della narrativa giuliana
che ha introdotto nella civiltà letteraria italiana del Novecento accenti e
inquietudini peculiari e inconfondibili,
torna di attualità ed offre agli studenti
il modo di riflettere su una sensibilità
e una visione dell’esistenza di straordinaria modernità e complessità
introspettiva. Svevo, e con lui tutti gli
altri grandi autori giuliani e dalmati del
secolo appena trascorso, per primo ha
posto al centro della sua pagina l’uomo contemporaneo con le sue tensioni e le sue profonde zone d’ombra,
diviso se non lacerato tra il richiamo
alla libera espressione dei suoi aneliti
e dei suoi desideri profondi e il richia-
mo sociale all’ordine e alla tradizione.
Dopo Svevo molti altri scrittori italiani della Venezia Giulia e della
Dalmazia hanno apportato un contributo determinante e preciso alla cultura nazionale. Da Giani e Carlo
Stuparich a Fulvio Tomizza, da Enzo
Bettiza ad Anna Maria Mori, da
Umberto Saba a Marisa Madieri, da
Scipio Slataper a Pier Antonio
Quarantotti Gambini, da Umberto
Saba ad Enrico Morovich e Franco
Vegliani, tutti hanno declinato, ciascuno con accenti personalissimi, le inquietudini dell’anima di confine e i
contrasti della storia, così acuti su una
frontiera tanto peculiare.
La letteratura giuliana, come hanno rilevato i migliori critici, può ben
vantare di aver introdotto nel panorama italiano temi e situazioni di respiro europeo, grazie ad una concezione della letteratura come strumento di
analisi delle incrinature e delle aspirazioni dell’individuo moderno, ancora
alla ricerca di un equilibrio interiore
in uno spazio soggetto a radicali e rapidi mutamenti.
p.c.h.
Tema privilegiato
della letteratura giuliana,
con l’introspezione
psicologica, anche il mare,
come in Pier Antonio
Quarantotti Gambini
e Franco Vegliani
Sebenico, città natale di Tommaseo,
in una cartolina a colori del primo decennio del Novecento
Venezia, nella stampa Daniele Manin – liberato
con Niccolò Tommaseo grazie all’insurrezione della città
contro gli austriaci – proclama il 22 marzo 1848
la Repubblica di San Marco, affidata ad un triumvirato
Trionfo
di Vittorio
Emanuele II,
allegoria
Agosto-Settembre 2009
5
DIFESA ADRIATICA
La Redazione risponde
Beni abbandonati non compresi nei trattati. Di cosa si tratta?
c) lo status di optante per la cittadinanza
italiana;
d) la collocazione geografica del bene;
e) la regolarità e la legittimità dei provvedimenti ablativi;
f) il rispetto delle liste dei beni di libera disponibilità.
A cura dell’Avv.
Vipsania Andreicich
Ho appreso dai giornali che durante un incontro bilaterale tra il governo italiano ed il
governo croato, il nostro ministro degli Esteri
ha affermato che si dovrebbero riaprire le trattative tra Italia e Croazia in merito alla restituzione dei beni abbandonati dagli esuli riguardo ai beni che non sono compresi nel Trattato
di Osimo e negli Accordi di Roma. Cosa si intende per beni non compresi nei trattati?
Lettera firmata
Nel 2001 veniva istituita presso il Ministero degli Affari Esteri la Commissione mista Ministero degli Affari Esteri-Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati,
alla quale fu dato mandato di individuare le
categorie di esuli i cui beni non sono contemplati dagli accordi internazionali stipulati tra
Italia e Jugoslavia con riferimento ai territori italiani, ceduti con il Trattato di pace del 1947, ed
alla Zona B del Territorio Libero di Trieste, ceduta con il Trattato di Osimo del 1975.
Tra le categorie di beni non compresi nei
trattati vi sono sicuramente i beni di coloro che
si trovarono nell’impossibilità di optare per la
cittadinanza italiana. Vi furono infatti non pochi casi in cui le autorità civili e militari jugoslave riservarono un trattamento vessatorio ai
cittadini italiani che avevano manifestato la volontà di optare. In molti altri casi le autorità
jugoslave rifiutarono di accettare le istanze di
opzione in modo da far decadere i titolari del
diritto di presentare istanza nei termini. In altri
Parigi, 10 agosto 1946.
Il presidente del Consiglio, Alcide De
Gasperi, parla alla Conferenza di pace
(foto www.fondazionedegasperi.it-AMRDG)
casi ancora le istanze vennero rigettate senza
motivazione o con motivazioni false e
pretestuose.
Al mancato esercizio dell’opzione faceva
seguito la perdita della cittadinanza italiana,
che costringeva migliaia di persone a tentare
la fuga verso l’Italia.
* * *
Nel suo rapporto finale, la Commissione
mista sopra indicata, affermò che i criteri rilevanti per l’individuazione dei beni immobili
non coperti dagli accordi bilaterali italo-jugoslavi sono i seguenti:
a) la portata attuativa del Trattato di pace da
parte degli accordi bilaterali italo-jugoslavi;
b) il momento temporale della misura privativa del diritto di proprietà;
Per quanto riguarda il punto a) gli accordi
attuativi delTrattato di pace sono serviti a disciplinare quanto previsto nel trattato medesimo,
lasciando pertanto non disciplinato tutto ciò
che nello stesso non era stato compreso.
Per il punto b) l’allegato al Trattato di pace
prevedeva che i beni, diritti e interessi degli
italiani residenti in modo permanente nei territori ceduti al momento della entrata in vigore
del Trattato di pace non potevano essere incamerati e dovevano essere restituiti ai loro proprietari liberi dagli effetti di tutte le misure di
tale natura e di qualsiasi altra misura di trasferimento, di amministrazione forzata o di sequestro presa nel corso del periodo che si estendeva tra il 3 settembre 1943 e la data di entrata in
vigore del Trattato.
Per il punto c) i beni coperti dagli accordi
italo-jugoslavi sono esplicitamente quelli dei
soggetti optanti, cioè dei soggetti che essendo
cittadini italiani hanno espressamente deciso
di mantenere la cittadinanza italiana. Ne consegue che sono fuori dalla previsione convenzionale i beni dei soggetti non optanti.
Per il d) Non sono compresi nei trattati tutti
i beni che si trovano al di fuori dei territori
espressamente indicati come Zona B o Territori Ceduti.
Per il punto e) vi sono una serie di casi in
cui vi è stata una espropriazione irregolare o
illegittima anche secondo la stessa legislazione jugoslava. Bisogna quindi ritenere esclusi
dai trattati tutti casi dei beni ancora iscritti nei
tavolati a favore degli stessi esodati o dei loro
discendenti.
Per l’f) sono esclusi dai trattati e sono nella
libera disponibilità dei cittadini italiani i beni
compresi nella lista di cui all’allegato A del D.P.R.
28 febbraio 1983 n. 255 (500 beni nei territori
ceduti) e nell’allegato alla Legge 7 novembre
1988 n. 518 (179 beni nella Zona B).
Queste categorie di beni, non essendo comprese nei Trattati, potrebbero essere oggetto di
un nuovo accordo tra Italia e Croazia, potendone in tal modo auspicare la loro restituzione
ai cittadini italiani.
Commissione per gli indennizzi,
Indennizzi condizionati la sintesi delle sedute di giugno 2009
continua dalla prima pagina
dalla crisi economica
Conferenza stampa della FederEsuli
per fare il punto delle trattative con il Governo
Perché questa débacle sui risarcimenti dovuti agli esuli? Obiettivamente, la cifra necessaria a risolvere definitivamente la questione, rappresenta una meta irraggiungibile in
questo momento per il Paese sul cui
debito andrebbe a pesare. Si tratta
ora – hanno spiegato gli esponenti
della Federazione – di trovare altre
vie ad una soluzione, intervenendo
sui coefficienti in modo da abbassare il tetto dei mezzi necessari. Sulla
questione, comunque, si svolgerà a
data da destinarsi un tavolo apposito al fine di decidere una strategia
che soddisfi le aspettative.
“Il dialogo con il Governo – ha
affermato Codarin – ha raggiunto un
alto livello d’intesa. La crisi in atto
frena però il passo successivo, vale
a dire il passaggio dalla volontà alla
realizzazione concreta. Nella mole
di questioni da risolvere, si prediligono quelle che non impegnano
economicamente e questo vanifica
i nostri sforzi per una definitiva soluzione del problema indennizzi”.
Per quanto concerne invece l’attività presente e futura delle associazioni, l’aver individuato nella
Legge 193 (e successivo
rifinanziamento) una strada per il
mantenimento della cultura e dell’identità di un popolo, rappresenta
un impegno che il Governo intende mantenere visti anche i risultati
raggiunti.
Fa ben sperare anche la nuova
politica adriatica dell’Italia che ha
prodotto, a livello diplomatico, l’inserimento della questione
“restituzioni” nei protocolli dei futuri incontri (inizio luglio) con la
Croazia. […] Dopo Roma le associazioni avevano manifestato la loro
soddisfazione anche sulla copertura previdenziale delle persone che
hanno sofferto internamento nei
campi di concentramento jugoslavi, sul problema della cittadinanza
e dei documenti anagrafici, sulla
conservazione dei cimiteri italiani.
Mentre particolare attenzione è
stata rivolta alla esigenza di assicurare l’osservanza della normativa a
tutela degli esuli nel passaggio delle case popolari dal demanio statale a quello dei comuni in tutte le
regioni.
È stato anche chiesto e concordato un incontro con il Ministero
della Pubblica Istruzione, on.
Gelmini, per coordinare l’azione
formativa nelle scuole sui temi del
confine orientale e dell’Esodo
giuliano dalmato. […] Quest’anno
alla Federazione sono giunte quattrocento richieste da parte delle
scuole di conferenze in quella data
svolte da protagonisti o comunque
persone in grado di raccontare o
spiegare la vicenda dell’Adriatico
orientale. Impossibile sostenere tale
pressione, per cui si chiede che la
parte fondamentale di tale storia
entri nei libri di testo attraverso un
percorso concordato e condiviso.
L’incontro – la cui data non è ancora stata fissata – con il Ministro
Gelmini servirà a gettare le basi di
una collaborazione con il mondo
della scuola che dovrà essere equilibrato e rispettoso della verità storica. […]
(rtg - www.arcipelagoadriatico.it)
Sono proseguite in giugno, presso
il Ministero dell’Economia e delle Finanze, le sedute della “Commissione
sugli indennizzi dei beni perduti”, che
tratta sia i beni degli italiani di Istria e
Dalmazia che quelli di altre zone già
sotto la sovranità italiana o comunque
detenuti da cittadini italiani all’estero.
Diamo di seguito una sintesi delle
delibere.
Seduta dell’11 giugno 2009
Pos. 11359/TC
Preghelli
respinta richiesta indennizzo
Pos. 8317/TC
Travan
rinviata per approfondimenti
Pos. 1125-1694/TC
Zarattini
concesso indennizzo integrativo
Pos. 14390/TC
Bioco Mismas
concesso indennizzo
Pos. 7399/TC
Valdini
concesso
avviamento commerciale
Pos. 20505/TC
Covacich
concessa integrazione indennizzo
Pos. 10743/TC
Carpenetti
concesso indennizzo integrativo
Pos. 9558/TC
Palma
concessa integrazione indennizzo
Pos. 23642/TC
Pislar
respinta richiesta indennizzo
Pos. 20788/TC
Velenich
rinviata per approfondimenti
Pos. 493/TC
Bernabeo Wiltsch
rinviata per approfondimenti
Pos. 11382/TC
Bonassin
concessa integrazione indennizzo
Pos.1119/TC
Tinebra Nacinovich
rinviata per approfondimenti
Pos. 169/TC
Mechis
modificata delibera indennizzo
Pos. 12160/TC
Biondi
modificata delibera indennizzo
Pos. 10882/TC
Carli
modificata delibera indennizzo
Pos. 13776/TC
Chersano
rinviata per approfondimenti
Pos. 6744/TC
Bembi
concessi indennizzo
e avviamento commerciale
Pos. 7633/TC
Uicic
rinviata per richiesta
documentazione
Pos. 14981/TC
P.d.i.m.
concesso
avviamento commerciale
Seduta del 23 giugno 2009
Pos. 9475/ZB
Crevatin
concesso indennizzo
Pos. 6386/ZB
Papo
in istruttoria
per approfondimenti
Pos. 8570/ZB
Druscovich
rettifica delibera
concessione indennizzo
Pos. 7039/ZB
Burlini
concesso indennizzo
Pos. 5879/ZB
Madalen
concesso indennizzo
Pos. 8538/ZB
Pribaz
concessi indennizzo
e avviamento commerciale
Pos. 4212-4213/ZB
Tulli
concessi indennizzo
e avviamento commerciale
Pos. 9967/ZB
Norbedo
concesso indennizzo,
respinto
avviamento commerciale
Pos. 8747/ZB
Grison
concesso indennizzo
Pos. 6064/TC
Cantina Sociale
concesso indennizzo
Ricordiamo che queste delibere
non hanno nulla a che vedere con gli
indennizzi della Legge 137/2001, ma
sono pendenze precedenti legate alla
concessione di avviamento commerciale, revisione di stima e alla identificazione degli eredi beneficiari.
6
DIFESA ADRIATICA
Agosto-Settembre 2009
dai comitati
DELEGAZIONE
DI BARLETTA
Il 23 maggio scorso si è svolta a
Corato presso la Sala “Enzo Grossi” la
presentazione del libro Le Resistenze
scomode, del prof. Antonio Giordano,
introdotta da Giuseppe Caldarola, presidente dell’Associazione “Enzo Grossi”. Numerose le autorità presenti tra
le quali il sindaco della città Luigi
Perrone, l’assessore alla Cultura Francesco Caputo, il prof. Maurizio
Caterino delegato provinciale di Bari
dell’Istituto per la Guardia d’Onore alle
RR. TT. del Pantheon e rappresentante
dell’Istituto “Nastro Azzurro” fra combattenti decorati al Valor Militare gruppo di Corato, il dott.Tommaso
Bucci Ispettore per l’Italia meridionale dell’Istituto Nazionale Guardia
d’Onore alle RR. TT. del Pantheon nonché socio ANVGD. Ha partecipato anche il Delegato ANVGD per Barletta
Giuseppe Dicuonzo.
Interessante la relazione del prof.
Giordano che nel suo saggio storico
ha dedicato un capitolo alla tragedia
delle foibe dal titolo L’agonia
dell’italianità. I massacri di Tito e la tragedia delle Foibe. L’incontro si è aperto e si è concluso con le note dell’Inno Nazionale a suggello dell’onore alla
Patria ed ai suoi eroi.
G. D.
COMITATO DI CREMONA
Tutte le iniziative da gennaio 2009
24 gennaio-4 febbraio 2009:
«Foibe/Esodo, una Storia negata»
Mostra essenzialmente fotograficodocumentaria, questa, con un importante innesto storico postale. La parte
principale era composta da cinquanta pannelli in cui veniva descritta la
tragedia delle Foibe, l’esodo e la vita
dei profughi nei centri di raccolta allestiti in Italia. Precedeva l’argomento
una breve introduzione storica relativa alla presenza romana, veneziana e
L’annullo postale impiegato da
Poste Italiane per la manifestazione
filatelica del 4 luglio a Crema
italiana nel periodo precedente la
Grande Guerra; un breve cenno alla
questione fiumana e una discreta documentazione sul Territorio Libero di
Trieste. Concludeva la mostra fotografica un’ampia sezione dedicata a Norma Cossetto e alla Sua tragedia.
La parte postale era articolata su
tre collezioni: la posta in Istria e
Dalmazia dal 1800 ai primi anni del
Novecento: selezione di documenti
del periodo tutti scritti in italiano a dimostrazione che la lingua e la cultura
preminente era quella italiana; gli annulli del Giorno del Ricordo: collezione completa di tutti gli annulli impiegati in varie località italiane e dei francobolli emessi per il Giorno del Ricordo; laVenezia Giulia dal 1945 al 1947
in periodo AMG: Zona A e Zona B.
All’inaugurazione è intervenuta, fra
gli altri, la signora Licia Cossetto, sorella di Norma. Sala gremita durante
tutta la giornata del 24 gennaio, buona durante i restanti giorni di apertura.
Da segnalare la visita del prefetto di
Cremona e di alcune classi delle scuole medie e superiori. La mostra è stata
organizzata dall’Associazione
Cremasca Cultura con il supporto della
Società Filatelica Numismatica
Dalmata.
4-5 luglio 2009: mostra filatelica
e storico-postale «Zaraseicento»
In occasione delVI centenario della Dedizione di Zara alla Serenissima
Repubblica di Venezia e della «Santa
Intrada», cioè il giorno in cui Venezia
entrava ufficialmente a Zara (31 luglio
1409), la Società Filatelica
Numismatica Dalmata, con il sostegno dell’ANVGD- Comitato di Cremona,
ha organizzato una mostra filatelica e
storico-postale in cui sono state presentate collezioni relative alla città e
alla regione dalmata.
L’esposizione era articolata su tre
collezioni con un taglio fortemente
didattico, quindi adatta sia ad un pubblico filatelico esperto che ad un pubblico che si avvicinava per la prima
volta a questo settore collezionistico.
Queste le collezioni presentate: Un
Saluto da Zara: rassegna di cartoline
del periodo 1895-1943, dunque del
periodo austriaco e italiano. La collezione venne presentata per la prima
volta a Crema nel 2003; in seguito
partecipò al secondo Campionato Italiano di Cartoline d’epoca (2006) ottenendo un buon risultato (81/100 il
punteggio). Sempre nel 2006, grazie
al contributo economico ottenuto dal
Governo Italiano, è stato pubblicato a
Roma un volume interamente dedicato alla collezione. La Prima Redenzione della Dalmazia: documenti postali
relativi al periodo 1918-1923. La collezione è stata presentata a varie manifestazioni filateliche a concorso (Va-
Mostra «Foibe/Esodo», una classe delle scuole superiori in visita
alla mostra tenutasi a Crema a gennaio/febbraio 2009
sto, Trieste, San Colombano, Milano,
Pescara, Lanciano) ottenendo sempre
brillanti risultati fra i quali una medaglia d’argento grande alla finale del
Campionato Italiano di Filatelia nel
2007 (5° posto assoluto nella categoria “Un Quadro”). La posta in
Dalmazia da Ceco Beppe a Tito: selezione di corrispondenze relative al
periodo 1815-1950. La collezione viene presentata per la prima volta. Buona l’affluenza di pubblico, in gran parte Esuli provenienti anche dalle province limitrofe. Presente alla manifestazione anche il segretario della SFND,
col. Carlo C. Cipriani da Roma.
COMITATO DI FERRARA
Il 2 aprile 2009, a cura del Comitato Provinciale ferrarese dell’ANVGD,
con il contributo di Provincia e Comune di Ferrara, alla presenza delle
massime autorità civili e militari della
Provincia e di Esuli Giuliano Dalmati,
è stata scoperta una lapide nella centrale Via De Romei sul muro di cinta
di Palazzo Pendaglia, ora sede dell’istituto Alberghiero “O.Vergani” per ricordare che quell’edificio, dal 1945 al
1949, venne adibito a «campo profughi», in cui trovarono un primo asilo
alcuni dei nostri connazionali che
dovettero abbandonare le loro case in
Istria, Fiume e Dalmazia. Particolarmente gradita la presenza dell’Istituto
Nazionale del Nastro Azzurro, segno
di vicinanza alle genti giuliane e
dalmate e del Presidente del Comitato ANVGD di Bologna, Marino Segnan.
COMITATO DI GORIZIA
Nel giardino della Comunità degli
Italiani di Lussinpiccolo il vicepresidente della Giunta esecutiva Mariano
L. Cherubini ha ricevuto il presidente del Comitato goriziano
ANVGD, Rodolfo Ziberna accompagnato dalla segretaria-consigliera Didi Pasquali-Magnani, in visita nell’isola di
Lussino, come da consolidata tradizione, con sessanta soci. Molti i temi trattati nel corso dell’incontro: Ziberna ha
rilevato il grande interesse suscitato
nella provincia di Gorizia per l’inaugurazione della sede A NVGD a
Monfalcone con la presenza del sindaco di Gorizia, Ettore Romoli e di
Renzo Codarin presidente della Federazione degli Esuli giuliano-dalmati.
Dal prossimo autunno detta sede con
apertura bisettimanale ospiterà molti
libri che trattano dell’esodo, delle foibe
e del confine orientale. In questa
occasione lo storico Raoul Pupo ha
presentato il suo ultimo libro Naufraghi della pace. Il 1945, i profughi e le
memorie divise d’Europa.
Cherubini e Ziberna hanno quindi presentato brevemente il difficile
lavoro di Rosanna TurcinovichGiuricin La giustizia secondo Maria Pola 1947: la donna che sparò al generale brigadiere Robert W. De
Winton. Una storia struggente quella
di Maria Pasquinelli, la donna che uccise il generale inglese che doveva
consegnare Pola agli jugoslavi.
Nell’incontro Cherubini ha messo
in rilievo il grande lavoro dalla locale
Comunità degli Italiani, con notevoli
difficoltà, per aiutare i connazionali
rimasti, i loro figli e nipoti a mantenere in vita le tradizioni, la lingua e la
cultura italiana. Centocinquanta sono
i giovani che frequentano quest’anno
i Corsi di italiano. A conclusione dell’incontro Mariano L. Cherubini, già
presidente del Gruppo Giovanile
Adriatico dell’ANVGD di Gorizia negli
anni Sessanta, ha donato a Ziberna una
raccolta foto-giornalistica relativa ai
Ferrara, nella prima foto un momento della inaugurazione
della lapide, alla presenza (da sin.) del vicesindaco di Ferrara
Signora Rita Tagliati, don Pietro Predonzani figlo di Esuli
da Umago d’Istria, il com.te Giorgio Zanardi presidente nazionale
dell’Istitutodel Nastro Azzurro, il presidente del Comitato
di Ferrara A NVGD Flavio Rabar, il presidente della Provincia
di Ferrara Pier Giorgio Dall’Acqua. Nella foto accanto alcuni
dei presenti alla cerimonia. Il primo da sin. è Marino Segnan,
presidente del Comitato ANVGD di Bologna
«Veglioni dell’Esule» organizzati a
Gorizia dall’anno 1948 al 1959.
Tradizionali manifestazioni, queste, indette nel tempo allo scopo di riunire annualmente tutti gli esuli
giuliano-dalmati, in modo particolare
quelli residenti nella fascia del confine orientale, ed anche per reperire i
fondi necessari per i fini assistenziali
del comitato isontino.
Un incontro cordialissimo quello
di Lussinpiccolo che ha dato prova
della grande amicizia che intercorre
tra i sodalizi di Gorizia e quello
lussignano.
M.L.C.
COMITATO DI IMPERIA
Domenica 21 giugno gli Esuli raccolti nel Comitato guidato da Pietro
Tommaso Chersola hanno ricordato i
Cari defunti e San Vito, Patrono di Fiume.
Questo il programma svolto. A
Taggia (Imperia), la stessa domenica è
stata celebrata una S. Messa nel Santuario della Madonna Miracolosa. È
seguita, ad Arma di Taggia, una lieta
riunione conviviale.
COMITATO DI LATINA
A corredo delle cronache già pervenuteci dal Comitato pontino, diamo
notizia della commemorazione congiunta tenuta ad Aprilia (LT) il 22 febbraio 2009 in occasione del 66.mo
anniversario della battaglia di
Nicolajewka e per il Giorno del Ricordo dei Martiri delle Foibe.
Hanno partecipato alla cerimonia
l’Unione Nazionale Italiana Reduci di
Russia (combattenti, reduci dalla prigionia, famigliari di Caduti e dispersi),
le Associazioni d’Arma (di Alpini, Artiglieri, Finanzieri, Bersaglieri Carabinieri), orfani e vedove di guerra; nonché il Comitato ANVGD di Latina.
Alle ore 9,45 sulla via Nettunense,
è stato deposto un cuscino d’ Alloro
presso il monumento della
«Madonnina» realizzato dagli operai
delle Ferrovie nel 1945 nel luogo dove
furono raccolti e suddivisi per nazioni
366 salme di Caduti, Italiani, tedeschi,
inglesi, americani, australiani, polacchi, volontari del fronte di liberazione. Di seguito è stata celebrata una S.
Messa solenne presso la Chiesa di San
Michele Arcangelo con la presenza del
Agosto-Settembre 2009
7
DIFESA ADRIATICA
dai comitati
coro UNIRR San Pietro in Formis.
Le allocuzioni del sacerdote e dei
vari rappresentanti di associazioni e
d’arma, hanno evidenziato l’importanza del ricordo di tali tragici fatti.
Per la festività dei Santi patroni delle
città di origine, il Comitato pontino ha
curato, il 15 giugno scorso, nella Chiesa dell’Immacolata di Latina, una cerimonia religiosa nella quale è stato
ricordato anche il martire istriano Don
Bonifacio. Ha letto la Preghiera dell’esule il vicepresidente del Comitato,
Piero Simoneschi. I partecipanti si sono
successivamente recati a rendere
omaggio al Monumento ai martiri delle Foibe.
Un’inquadratura
dell’elegante sede
del Comitato,
con il Tricolore
e la bandiera
associativa
COMITATO DI
MONZA – BRIANZA
Le prime iniziative
del nuovo Comitato
Il nuovo Comitato provinciale, la
cui costituzione è stata ratificata il 23
maggio dall’Esecutivo nazionale
dell’ANVGD, ha esordito in grande stile
proponendosi come interlocutore importante delle istituzioni sul territorio.
Affidato alla guida del giovane Lucia
Arizzi, figlio di profughi zaratini, il
Comitato ha tenuto la sua assemblea
costituente il 24 gennaio scorso. Vi
hanno partecipato l’assessore al
Decentramento del Comune di
Monza, signora Lucia Arizzi – che ha
trasmesso i saluti del sindaco Mariani
e del vicesindaco Allevi –, l’avv. Sissy
Corsi, presidente del Comitato ANVGD
di Varese, Luciano Rubessa, presidente del Comitato ANVGD di Brescia e
della Consulta lombarda, Gianantonio
Godeas, il segretario del Rotaract
“Club-Milano Leonardo da Vinci”, e
qualificati rappresentanti dell’Arma dei
Carabinieri e dell’Associazione nazionale Paracadutisti d’Italia.
Nel corso dell’assemblea costituente hanno rivolto un caloroso saluto ai convenuti, oltre all’assessore Lucia Arizzi, l’avv. Sissy Corsi, che ha illustrato con competenza ed equilibrio,
e suscitando vera emozione nei presenti, le tragiche vicende e le sofferenze dell’esodo ricorrendo anche a piccoli aneddoti familiari. In dono al giovane presidente Cerlienco la presidente del Comitato di Varese ha offerto il
Presenziano, all’assemblea costituente del Comitato monzese,
da sin. l’avv. Sissy Corsi, presidente Comitato A NVGD di Varese;
la sig.a Lucia Arizzi, assessore del Comune;
il presidente del Comitato, Pietro Cerlienco,
e il dott. Luciano Rubessa, presidente Comitato ANVGD di Brescia
Il giovane Direttivo del Comitato di Monza
Interesse ed emozione
ha suscitato l’intervento dell’avv. Sissy Corsi
COMITATO DI LATINA
In visita a Padre Katunarich, nel suo studio di Milano
Aprilia (LT), 22 febbraio 2009. Nella foto, il presidente ANVGD di Latina, Benito Pavazza,
al centro con il fazzoletto tricolore al collo, con alti ufficiali
presenti alla cerimonia religiosa in memoria dei martiri delle Foibe;
Guido Brazzoduro, alla destra di Pietro Cerlienco,
in visita di cortesia al Comitato
8
DIFESA ADRIATICA
Agosto-Settembre 2009
dai comitati
volume La stampa e la memoria, nel
quale sono raccolti articoli dal 1945
al 1954, e che si è realizzato grazie
alla collaborazione e al contributo del
Comitato di Varese e l’lnsubria
University Press. È seguito quindi l’intervento del dott. Rubessa, incentrato
sulle radici romane e veneziane
dell’Istria e della Dalmazia, dalle quali discende l’italianità indiscussa di quei
territori.
Il Direttivo del Comitato, composto da 5 consiglieri e 2 revisori dei conti, si è successivamente recato in visita, a Milano, a Padre Sergio Katunarich
S. J., figura storica dell’esodo e animatore, per molti anni, di qualificate iniziative di divulgazione storica e promotore instancabile del dialogo ebraico-cristiano.
Così ne scrive Andrea Santarato,
componente del Direttivo con delega
ai rapporti con istituzioni e stampa:
«Nato a Fiume nel 1923 è instancabile promotore tra l’altro di iniziative,
convegni e pubblicazioni su Fiume,
Istria e Dalmazia; ho avuto l’onore di
averlo come docente ai tempi dei miei
studi presso l’Istituto Leone XIII di Milano, mio padre ha collaborato con
lui per alcuni anni, ha concelebrato le
mie nozze.
Per questa forte legame personale
e per la sua preziosa figura di riferimento nell’ambito della Comunità
degli Esuli, è stato importante per me
e per i componenti del Direttivo ANVGD
Monza-Brianza ricevere da lui la Sua
Benedizione».
Tra le prime iniziative del Comitato, la visita alla Foiba di Basovizza,
della quale daremo conto sul prossimo numero di “Difesa”.
COMITATO DI ROMA
«Benvenuta Croazia in Europa. E
poi?»: questo il titolo del convegno
promosso dal Comitato dell’ANVGD in
collaborazione con la Provincia e
svoltosi il 22 giugno scorso nella Sala
Di Liegro di Palazzo Valentini.
Nel corso dell’incontro si è parlato di restituzione dei beni espropriati
e di indennizzi dei beni abbandonati
dagli Esuli, oltre che della posizione
storica della Croazia rispetto alle dram-
matiche vicende dei giuliano-dalmati.
Sono intervenuti il sen. Maurizio
Gasparri (capogruppo PDL al Senato),
l’on. Luciano Violante in rappresentanza del PD, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti e il
presidente nazionale ANVGD on. Lucio
Toth. I lavori sono stati introdotti e coordinati da Oliviero Zoia, presidente
del Comitato provinciale di Roma
ANVGD. Presiedeva l’assessore alla Provincia di Roma, Claudio Cecchini.
In quella sede gli Esuli giulianodalmati della Capitale hanno espresso ferma e chiara la loro protesta per
la scarsa disponibilità dimostrata fino
ad oggi dalla Croazia sul problema
della restituzione dei beni a suo tempo espropriati da Tito ai cittadini italiani esodati. Si tratta di alcune migliaia
di proprietà. «Chiediamo soltanto che
ai cittadini italiani che hanno lasciato
la loro terra natale tra il 1945 e il 1954
venga applicata la stessa legge che
Zagabria applica ai cittadini croati,
senza discriminazioni che la normativa comunitaria non tollera», ha detto
tra l’altro il Presidente ANVGD, Toth.
Dal canto suo Oliviero Zoia ha illustrato le attese degli Esuli per una
soluzione che invocano da decenni.
«I governi italiani del passato – ha detto uno degli Esuli presenti – hanno disposto dei nostri beni negli interessi
‘superiori’ del Paese, lasciandoli espropriare da Tito senza dirci nulla. Ora lo
Stato italiano ne deve rispondere esercitando ogni pressione lecita sulla
Croazia». Gasparri e Violante hanno
assicurato in merito l’interessamento
fattivo del Parlamento.
COMITATO DI TORINO
Dopo l’assemblea dei Soci, organizzata dal Comitato provinciale di
Torino, e il successivo incontro del
nuovo Esecutivo provinciale, ecco le
cariche triennali assegnate ai vertici
locali:
presidente Fulvio Aquilante ;
vicepresidente Eugenio Maisani; consiglieri: Alessandro Altamura, Angelo
Aquilante, Mario Biasiol, A. Maria
Biasiol, Adriano Floredan, Mario Spada, Luciano Valenza, Antonio Vatta,
LuigiVatta, Lina Ventin; tesoriere Ireneo
Giorgini; segretari Dario Delton e Antonio Pastrovicchio. A tutti l’augurio di
un proficuo lavoro nel capoluogo piemontese.
COMITATO DI TRENTO
Il Comitato ANVGD trentino organizza a Rovereto un incontro degli
Esuli delle province limitrofe al Trentino
per domenica 20 settembre 2009. In
linea di massima i Comitati Provinciali interessati potrebbero essere:
Bolzano, Trento,Verona, Belluno, Brescia, Padova, comunque benvenuti
quanti vorranno aderire all’iniziativa.
La S. Messa si terrà all’interno della struttura d’accoglienza della Campana dei Caduti, quindi – dopo il saluto del Reggente della Campana – si
andrà nel piazzale ove è posizionato
il Sacro Bronzo che suonerà i cento
rintocchi a memoria dei Caduti di tutte le guerre. Se possibile avremo l’accompagnamento di una corale alpina.
I vari Comitati decideranno per
tempo se fermarsi poi a Rovereto e visitare il Museo d’Arte Moderna (MART),
o visitare il Museo Storico Italiano della
Guerra, il più documentato d’Italia per
la storia stessa di confine del territorio,
o Casa Rosmini, oppure scegliere altre mete che potrebbero essere Trento
- Bolzano o il Lago di Garda. Il pomeriggio offre un notevole ventaglio di
proposte, anche per la ristorazione.
La Campana dei Caduti di
Rovereto è la più grande Campana al
mondo funzionante, è stata voluta da
un sacerdote e costruita con il bronzo
dei cannoni donati da tutte le nazioni
coinvolte nella prima guerra mondiale. Suona tutte le sere alle ore 20.00
(d’inverno) ed alle 21.00 d’estate. A
mezzogiorno in occasione di particolari visite.
Per comunicare le adesioni, la presidente del Comitato ANVGD di Trento,
Anna Maria Marcozzi Keller, deve essere contattata entro la fine di luglio
da quanti vorranno partecipare, in
modo da accordarsi sulle modalità
nello svolgimento della giornata, ai
seguenti recapiti:
tel.e fax 0464.430 489,
e-mail [email protected]
COMITATO DI TRIESTE
Il comitato provinciale ANVGD di
Trieste ha partecipato anche quest’anno alle manifestazioni che si tengono
nel mese di giugno, a Borgo San
Nazario, per festeggiare il patrono di
Capodistria.
Dal 18 al 22 giugno si sono
succedute, organizzate dal Comune
di Trieste, una serie di iniziative cui ha
preso parte il Coro dell’Associazione
delle Comunità Istriane e la Banda
musicale dell’ANVGD. Quattro giorni di
gare, mostre, feste, spettacoli e riti religiosi: di particolare interesse la Mostra fotografica «Borghi e paesi
dell’Istria:ieri e oggi», e di notevole
suggestione il rito sacro accompagnato dal Coro delle Comunità Istriane
diretto da Davide Chersicla con Paolo
Venier all’organo.
Numerose le autorità intervenute,
tra le quali il consigliere regionale Bruno Marini, l’assessore Paolo Rovis (in
rappresentanza del sindaco Dipiazza)
i consiglieri comunali Manuela
Declich e Andrea Pellarini, il presidente della FederEsuli e del Comitato di
Trieste dell’ANVGD Renzo Codarin e il
presidente delle Comunità Istriane,
Lorenzo Rovis. Al termine del rito religioso il busto di S. Nazario è stato portato in processione nel borgo, accompagnato dalla banda guidata dal maestro Ernesto Beacovich.
(fonte www.arcipelagoadriatico.it)
Trieste, le celebrazioni per S. Nazario, patrono di Capodistria.
Con la fascia tricolore l’assessore Paolo Rovis (in rappresentanza
del sindaco Dipiazza) e, ultimo a destra, il presidente
della FedEsuli e vicepresidente nazionale ANVGD Renzo Codarin.
Presente nella delegazione anche il presidente
delle Comunità Istriane, Lorenzo Rovis
(foto www.arcipelagoadriatico.it)
Periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
Centro studi padre Flaminio Rocchi
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Patrizia C. Hansen
Editrice:
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Roma, Palazzo Valentini, sede della provincia.
Qui si è tenuto il convegno promosso dal Comitato ANVGD
Grafica e impianti:
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Abbonamenti:
Annuo 30 euro
Sostenitore 50 euro
Solidarietà a piacere
Estero omaggio
Una copia 2 euro - Arretrati 3 euro
C/c postale n° 32888000
Intestato a “Difesa Adriatica”
Autorizzazione del Tribunale di Roma
n° 91/94 dell’11 marzo 1994
Spedizione in abbonamento Postale di ROMA
Stampa:
Romana Editrice Srl - S. Cesareo (RM)
Finito di stampare il 15 settembre 2009
Agosto-Settembre 2009
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DIFESA ADRIATICA
ELARGIZIONI E ABBONAMENTI
Questione di nomi
(e di origini)
Gian Antonio Stella
sull’anagrafe ignorante
Questa rubrica riporta:
- le elargizioni a “Difesa Adriatica”
di importo superiore all’abbonamento ordinario;
- le elargizioni dirette alla Sede nazionale ANVGD;
- gli abbonamenti ordinari sottoscritti a “Difesa Adriatica”;
Gian Antonio Stella, firma prestigiosa del “Corriere della Sera”, insignito
dall’ANVGD del Premio Giorno del Ricordo nel febbraio di quest’anno per il
suo lungo impegno giornalistico a favore della memoria storica giulianodalmata, firma sul supplemento “Magazine” del 2 luglio scorso un bell’editoriale dal titolo La ferita riaperta, che riproduciamo per l’evidente interesse
che il tema riveste.
Il signor Romano Cramer ha denunciato la ASL di Milano perché lo ha
pugnalato. Direte che non è possibile. Che negli ospedali e nei laboratori le
persone vengono curate, sia pure non sempre col massimo della dedizione
e della perizia, e non ferite. Ma Cramer ha ragione: l’azienda sanitaria gli ha
conficcato, burocraticamente, un coltello nel cuore.
Tutto è nato dalla richiesta di un certificato di invalidità civile. Richiesta
accolta, invalidità riconosciuta. Sul documento però, denuncia Cramer, «il
mio luogo di nascita era indicato genericamente quale Croazia (estera)».
Ma come, si è inalberato: se sono nato nel luglio del 1946 ad Albona, in
quella che allora era ancora la provincia di Pola! Come osa un ufficio pubblico italiano non riconoscere l’italianità secolare di Pola?
A molti italiani del tutto ignari della storia, quelli che chiamano Fiume
col nome slavo di Rijeka e Lussinpiccolo col nome di Mali Losinj e Cittanova
col nome di Novigrad, come fa perfino qualche guida turistica di case
editrice irrispettose del passato, il dettaglio sembrerà secondario.
Cosa può mai importare a una persona se sulle sue carte sta scritto
«nato in Croazia» o «nato in Slovenia» se oggi i luoghi in cui venne al
mondo sono effettivamente in territorio sloveno o croato? Invece Romano
Cramer ha ragione. Lo dice la Legge 54 che nel febbraio 1989 chiuse la
questione specificando subito, all’articolo 1, che «tutte le Amministrazioni
dello Stato, parastato, degli enti locali e qualsiasi altro ufficio o ente, nel
rilasciare attestazioni, dichiarazioni, documenti in genere a cittadini italiani
nati in comuni già sotto la sovranità italiana e oggi compresi nei territori
ceduti ad altri Stati, ai sensi del trattato di pace con le potenze alleate e
associate, quando deve essere indicato il luogo di nascita dell’interessato,
hanno l’obbligo di riportare unicamente il nome italiano del comune senza
alcun riferimento allo Stato cui attualmente appartiene». Punto e fine.
C’è tuttavia qualcosa di ancora più importante della legge: il rispetto per
il passato. Non c’è più Tito, non c’è più il comunismo, non c’è più la Jugoslavia che nacque scatenando contro gli italiani una sanguinosa pulizia
etnica. Siamo in Europa e vogliamo recuperare tutte le ragioni per stare
insieme e sentirci fratelli. Ma la storia è storia. E il rispetto per il dolore di chi
ha patito la cacciata dalla sua patria passa anche attraverso il rispetto di una
piccola regola burocratica.
Gian Antonio Stella
All’interno di ogni gruppo, i nominativi sono elencati in ordine
alfabetico. In rispetto della normativa
sulla privacy non vengono citate le
località di residenza degli offerenti.
Ringraziamo da queste pagine tutti
coloro che, con il loro riconoscimento, ci inviano il segno del loro apprezzamento e del loro sostegno. Le offerte qui indicate non comprendono le
elargizioni ricevute dai singoli Comitati provinciali dell’ANVGD.
ABBONAMENTI ORDINARI
A “DIFESA ADRIATICA”
(ccp 32888000)
Il rinnovo degli abbonamenti si
concentra maggiormente tra fine e inizio anno, quando i lettori ricevono
insieme al giornale il bollettino postale precompilato. L’elenco comprende
solo coloro che hanno versato la quota ordinaria di abbonamento.
FEBBRAIO (segue dal numero precedente) Bencich Luciano, Benigni
Giorgio, Bernardon Loretta, Bernetti
Domenica, Bianco Romano, Bietti
Romano, Binaghi Tullio, Blecich
Liliana, Bogdanich Battista, Bonelli
Giuseppina, Bonuccelli Fernanda,
Borme Sergio, Bossi Bruna, Bottaccioli
Mirella, Bozac Flavio, Bracco Eugenio,
Bradini Marina, Bratti Giovanni,
Bravarich Emilia, Broz Klaus, Budinis
Livio, Cacciola Maria, Canciani
Andrino, Casari Roberto, Casonato
Miranda, Cattunar Giovanni, Cavallo
Mario, Cerboncini Miranda, Cervai
Eufemia, Chighine Liliana, Ciaccheri
Andrea, Cociancich Ernesto, Colombo Fabris Giuseppina, Colombo
Silvano, Colussi Fabio, Colussi Piero,
Compri Vittorio, Corenich Renato,
Coslovich Gioconda, Coslovich Sonia,
Costantini Rota Licia, Costiera Sergio,
Cozzi Franca, Crasti Silvana, Curecska
Silvana, Cusino Claudio, Cuzzi Giulio,
Damiani Graziella, Dapretto Leonella,
Daris Emilia, De Cleva Guido,
Deghenghi Mario e Lia, Degrassi Dino,
Dell’Arti Enrico, De Marchi Maria Luisa, Dessanti Mario, Detoni Giuseppina, Devescovi Attilio, Di Castri Linda,
Di Meo Elsa, Dolenz Erica, Dorcich
Miranda, Dorigo Giovanni, Dovesi
Elena, Duiella Aldo, Duiella Guido,
Dussizza Dal Mas Giovanna, Ermanni
Claudio, ErorVanda, Fabris Silvia, Facchini Roberto, Facci Luigi, Falchi
Gianna, Felicetti Alberto, Ferrarese
Sergio, Fiorido Marino, Fiumani
Volpini Daniela, Floredan Adriano,
Fontanive Lucy, Fornasaro Umberto,
Fossa Sergio, Franzelli Maria Luisa,
Frotantaro Alberto, Gallessi Emilio,
Gallovich Marcello, Gaspardis Franco Enrico, Gasparini Banchieri Iole,
Gatti Rosa, Gherdovich Sonia, Giacca Bruno, Giachin Silvana, Giacich
Tullio, Giacomelli Edmondo,
Giangreco Chiara, Giorgini Francesco,
GiormaniVirgilio, Giovannelli Francesca, Gironcoli Ielo Marcella, Gorlato
Giorgio, Greblo Franco, Gropallo Carlo, Gropuzzo Alida Chessa, Grossi
Enrico, Guagenti Paolo, Guetti Marta,
Guidi Eugenio, Ivessa Lidia, Jankovits
Enrico, Jurinich Salvatore, Koller
Rodolfo, Labignan Bruno, Lagala Angelo, Libè Renato, Lion Laura ved.
Lanza, Lizzi Renata, Locatelli Cesare,
Lombardi Ottorino, Lori Aladino,
Lorini Giorgio, Lovich Miro, Lovrovich
Rosetta e Mario, Malusà Domenico,
Malusà Maria, Mamolo Maria,
Maniglio KlemenTullio, ManzinTullia,
Manzini Bruna, Maracich Renato,
Maracich Stefano, Marini Franco,
Marsich Paola, Martis Vitaliano,
Matessich Giuseppe, Mattiassich Anna
Maria, Medved Vladimiro, Meschini
Stelio, Miani Mario, Mihich Manlio,
Miotto Oscar, Miraglia maria, Mitis
Laura, Moder Alice, Montella Maria
Bianca ved. Visintini, Moscheni Claudio, Musich Francesca, Mussap Lucio,
Nardone Borghi Licia, Nuvolari
Annamaria, Orselli Antonella,
Ossoinack Anna, Ostrogovich
Demaurizi Maria, Ottoli Nerina, Pakler
Carlo, Paladin Rita, Paliaga-Struggia,
Pallavicini Antonio, Pancirolli Ezio,
Panella Luigi, Papetti Franco, Paulini
Madrussani Emilia, Pavan Marcella
Tosetto, Pazzagli Magni Annarosa,
Pechini Giuseppe, Pellegrini Giorgina
Diviacco, Pellegrini Paolo, Pellis Cozza Luisa, Perini Fulvio, Persi Paoli Francesco, Persich Bruno, Petronio Guido,
Pezzoli Paolo, Picot Arturo, Pieri Sergio, Pistan Nerina, Pizzinat Giovanni,
Placenti Irma, Pollice Rocco, Poretti
Michele, Prever Gianpiero, Pribetich
Pietro, Pucar Paolo, Puxeddu Anna,
Puzzer Patrizia, Quarantotto Marina,
Radeticchio Nevia, Randich AntonioUbaldo-Anita, RattiVidoli Paola, Rauni
Andrea, Raze Raldi Stellia, Rismondo
Nidia, Ritschl Giuseppe, Rolli Giovanni, Roma Bruno, Romich Eugenio,
Rossetti Cosulich Nora, Rossi Flavia,
Rota Antonia, Rubinich Marino, Ruju
Gianna, Sabatti Giovanni, Saitz Franco, Sandri Ubizzo Irma, Sanza Guido, Sarti Giuseppe, Scalembra Rita,
Schlegl Aurea, Scialò Luciana, Segariol
Devescovi Flora, Sepich Aldo, Sergi
Ernesto, Sergi Sonia, Sivieri Arnaldo,
Smilovich Nerina, Solis Francesco,
Sossa Claudio, Sponza Eufemia,
Sponza Giovanni, Stancich Gigliola,
Stipcevich Giovanni, Tarabocchia
Mirella,Tecovich Antonio, Tiblias Aldo,
Toffetti Dolores, Toffetti Lucilla, Tognon
Loriana, Tolja Marlena, Tosolin Fabio,
Trapani Ferruccio, Trentini Elvira,
Udovicich Iginio, Uratoriu Edoardo,
Urbinati Eugenia, Usmiani Marino,
Valassi Aurelia Balbi, Valenti Bruno,
Valenti Maria, Valvassori Giuseppe,
Vecerina Fernando, Velenich Italo,
Vellenich Silvana, Vidal Maristella,
Vidossich Giorgio, Villio Vinicio,
Viscovi Francesco, Visintin Renato, VitelliTafani Iolanda, Viti Sergio, Vittorelli
Alma, Vlacancich Florio, Vladovich
Rodolfo, Zago Italo, Zett Antonio,
Zubin Arcida, Zupicich Marco,
Zustovich Mariuccia.
Zagabria, Sanader
lascia a sorpresa il governo e il partito.
Una donna il nuovo premier
Ti sei iscritto all’ANVGD?
Continua la campagna abbonamenti 2009
Cosa aspetti? Noi Ti aspettiamo
Rivolgiti ai nostri Comitati Provinciali
o contatta la nostra Sede nazionale
(tel. 06 5816852)
L’abbonamento a Difesa Adriatica
non equivale alla quota associativa
Colpo di scena a Zagabria, il primo ministro Ivo Sanader a sorpresa ha
annunciato nelle scorse settimane le
sue dimissioni dall’incarico e l’abbandono definitivo della vita politica per
ragioni strettamente personali. Sanader
deteneva la carica di capo del governo da quasi sei anni, ed è stato alla
guida dell’HDZ (conservatori di centodestra). Gli succede la fedele collaboratrice Jadranka Kosor, che avrà il compito di formare il nuovo governo, ed è
già stata nominata presidente del partito al posto di Sanader. Laureata in
giurisprudenza, da 15 anni in politica, la Kosor è la prima donna a capo
di un governo croato. Parlando dei
tempi di adesione della Croazia all’UE,
il nuovo premier ha assicurato che il
suo governo «non rinuncerà a nessun
centimetro del nostro territorio, né in
terra né in mare», con evidente riferimento al veto sloveno e al contenzioso
con Lubiana per i confini marittimi.
Nel corso della conferenza stampa convocata da Sanader per annunciare il suo ritiro, alla domanda se il
blocco della procedura di adesione
dalla Croazia all’UE e il fallimento di
Bruxelles nella mediazione abbiano
pesato sulla sua decisione, egli ha chia-
ramente risposto: «non posso dire di
no». Vinte le elezioni del 2003 l’ex
primo ministro ha tentato di dare al
suo partito il carattere di una forza
conservatrice ma cautamente
europeista, accelerando la creazione
di un mercato libero e l’avvicinamento euroatlantico della Croazia, con
caute aperture alla minoranza serba
della Croazia, e con la stessa Belgrado,
dopo le devastanti guerre degli anni
Novanta. Due le fondamentali sfide del
nuovo premier, l’Europa e la grave crisi economica, che incoraggia e alimenta le derive nazionalistiche e xenofobe
di molta parte della società croata.
«Per giustificare le dimissioni di
Sanader, che hanno lasciato tutti di
stucco – scrive Drago Hedl per “Osservatorio sui Balcani” – si parla della
difficile situazione del Paese, molto più
seria di quanto l’opinione pubblica
possa immaginare. Il tracollo del Pil,
conseguenza diretta dell’esitazione di
Sanader a introdurre dure, ma necessarie, misure anti-recessione, hanno
condotto il paese sull’orlo della bancarotta. Dal bilancio mancano 15 miliardi di kune (circa 2 miliardi di euro),
e già si dice che il Paese non abbia più
soldi per pagare le pensioni e gli stipendi dei dipendenti pubblici. Oltre a
ciò, ha uno spaventoso debito estero
di circa 40 miliardi di euro, la cui estinzione torna ora in discussione. In cima
a tutto questo – prosegue l’analisi di
Hedl –, la Croazia non riesce a risolvere la questione del blocco sloveno
ai negoziati di adesione all’UE .
Sanader, secondo fonti a lui vicine, si
sente completamente abbandonato da
quelli che fino a ieri erano alleati croati,
in primis Germania e Austria, i quali,
a suo avviso, non hanno fatto nulla per
aiutarlo. D’altro canto, da Bruxelles
giungono voci di come l’UE sia delusa
dalle lente riforme nella giustizia croata
e dalla flebile lotta alla corruzione e al
crimine organizzato».
Red.
10
DIFESA ADRIATICA
Agosto-Settembre 2009
La sorella Paola: «non perdono»
Trent’anni dalla morte del Ten. Col. Antonio Varisco
L’alto ufficiale, zaratino, venne trucidato a Roma dalle Brigate Rosse
Sono trascorsi 30 anni dalla feroce uccisione del Tenente Colonnello
dei Carabinieri Antonio Varisco. A
Roma una solenne cerimonia
commemorativa in suo ricordo si è
svolta il 13 luglio, nel luogo dove nel
1979 cadde vittima di un agguato rivendicato dalle Brigate Rosse.
Dopo gli onori militari, corone di
alloro sono state deposte, dal Generale di Divisione Enrico Di Napoli, vice
comandante dell’Interregionale Carabinieri “Podgora”, da Mauro Cutrufo,
vicesindaco della Capitale, dall’assessore agli Affari Istituzionali, Enti Locali
e Sicurezza della Regione Lazio, Daniele Fichera e dall’Assessore alle Politiche della Sicurezza e Protezione
civile della Provincia di Roma, Elio
Paluzzi, ai piedi della stele che ricorda il tragico evento.
Nel corso della cerimonia, a cui
era presente la sorella del colonnello
Varisco, Paola, è stata letta una biografia dell’Ufficiale nativo di Zara. La
sua figura, come uomo e come Carabiniere, è stata quindi ricordata da
Giorgio Santacroce, presidente della
Corte di Appello di Roma.
Alla cerimonia erano inoltre presenti Paolo De Fiore, presidente del
Tribunale di Roma, il Prefetto di Roma
Giuseppe Pecoraro, il Questore di
Roma Giuseppe Caruso, il Comandante provinciale dei Carabinieri di Roma,
Gen.Vittorio Tomasone, i Comandanti regionale e provinciale della Guardia di Finanza, Angelo Zaccagnino, il
provveditore regionale del Lazio dell’Amministrazione Penitenziaria, una
delegazione della Polizia Municipale
e una folta rappresentanza dell’Associazione Nazionale Carabinieri con il
Generale Luigi Magliuolo, Ispettore
regionale per il Lazio e componenti
della Rappresentanza Militare.
Così recitava il volantino che quel
giorno rivendicò l’uccisione dell’alto
ufficiale: « Un nucleo armato della
nostra organizzazione ha giustiziato
Antonio Varisco». Il volantino con la
stella a cinque punte fu fatto ritrovare
due giorni dopo l’agguato. ma già la
mattina stessa, a due ore dall’omicidio, arrivò all’ANSA la rivendicazione
delle Br: «Qui Brigate Rosse, abbiamo giustiziato noi il colonnello Antonio Varisco braccio destro del generale Dalla Chiesa».
Varisco era il comandante del
Nucleo carabinieri del Tribunale di
Roma. L’anno prima si era consumata
la tragedia di Aldo Moro. Antonio
Varisco fu giustiziato alle 8,25 del
mattino , mentre con la sua auto, solo,
percorreva il lungotevere Arnaldo da
Brescia, poco duistante dal centrale
Piazzale Flaminio.
Il ricordo della sorella Paola
Lo ricorda così la sorella Paola:
«Tonci era affettuoso con tutte noi sorelle, lui unico maschio tra cinque femmine». Paola è la sorella più piccola
della famiglia Varisco, cinque figli, orfani di madre, che avevano lasciato la
natìa Zara e si erano stabiliti a Roma.
«Lui aveva un grande desiderio – ha
dichiarato la signora Paola alla stam-
pa – voleva tornare a Zara. Ripeteva
spesso “quando andrò in pensione
voglio prendere una barca, tornare a
Zara». «Un gran dispiacere. Ancora
più grande perché avrei voluto condividere con lui più tempo. Ucciso in
un modo così atroce. Il perdono quelli lì se lo scordano. Non condivido chi
parla di riconciliazione… Con chi con
assassini mai pentiti?».
Il Ten. Col. Varisco venne ucciso
da un commando della cosiddetta
Colonna romana delle Br. Il capo Antonio Savasta, dopo l’arresto, non ne
chiarì tutta la dinamica. Il nome di
Varisco era in una lista di «obiettivi»
trovata nel covo di viale Giulio Cesare
dove furono catturati Adriana Faranda
e Valerio Morucci. Il colonnelloVarisco
aveva presenziato ai molti processi
conto i brigatisti e i Nap. Fu insignito
della Medaglia d’oro al Valore civile
per la difesa della collettività e delle
istituzioni democratiche.
«“Non vogliamo vendetta ma giustizia. Sei sempre più vivo con noi nella
nostra Zara” fu l’omaggio di un profugo dalmata sul luogo dove cadde
Varisco», ha ricordato sul quotidiano
“Il Tempo” del 12 luglio 2009 Maurizio Piccirilli nel suo servizio sulla triste ricorrenza. E i sentimenti si sono
rinnovati oggi, a trent’anni da quel così
tragico evento.
Una targa a Brindisi
Presso l’Istituto Commerciale
“Guglielmo Marconi” di Brindisi è stata scoperta, l’11 maggio scorso, una
Targa in Sua memoria. Alla commossa cerimonia hanno preso parte Alfredo Mantovano, sottosegretario di Stato al Ministero degli Interni, le più alte
autorità civili e militari della Puglia,
dirigenti scolastici e docenti, una nutrita rappresentanza dei tanti ex compagni del liceo, i «Muli del Tommaseo».
Il saluto di Mons. Ravignani alla Diocesi
di Trieste. Gli succede Mons. Crepaldi
È mons. Giampaolo Crepaldi, sino
ad ora Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, il nuovoVescovo di Trieste. Succede a Mons.
Eugenio Ravignani, esule da Pola –
dove è nato il 30 dicembre 1932 – e
ordinato sacerdote dal Vescovo Antonio Santin nel 1955.
Nel suo messaggio di saluto ai triestini e alla Chiesa tergestina, Mons.
Ravignani ha ricordato le qualità del
suo successore, «vescovo di elevata
cultura e di vasta e profonda esperienza maturata nel delicato servizio prestato alla Chiesa italiana prima e poi
alla Santa Sede».
Nell’occasione del suo congedo, l’Associazione delle Comunità
Istriane e il suo presidente Lorenzo
Rovis, hanno reso omaggio ad una
personalità del mondo istriano ospitando un incontro con lo stesso Mons.
Ravignani, le autorità civili e i vertici
delle associazioni degli esuli presenti
a Trieste. A salutare il Vescovo esule il
Sindaco Roberto Dipiazza, gli assessori comunali Lobianco e Rovis, i rappresentanti delle Associazioni degli
Esuli, Renzo Codarin per la FedEsuli,
Guido Brazzoduro per i Fiumani,
Renzo de’Vidovich per i Dalmati, e il
prof. Lucio Delcaro presidente dell’IRCI.
La cerimonia di saluto si è chiusa
con un concerto del M.o Luigi Donorà,
istriano, autore di musiche composte
per la circostanza, interpretate dal duo
Venier-Chersicla e dal coro delle Co-
munità Istriane.
Mons. Crepaldi è nato nel 1947
in provincia di Rovigo, si è laureato in
Filosofia all’Università di Bologna nel
1979 e in Teologia presso la Pontificia
Università Urbaniana nel 1984. Ordinato vescovo nel 2001 da Giovanni
Paolo II, è membro del Consiglio della Pontificia Accademia delle Scienze
Sociali. Nel suo primo messaggio alla
comunità ecclesiale triestina il nuovo
vescovo ha rivolto, tra l’altro, «un saluto particolare alla Chiese sorelle, alle
comunità ecclesiali, ai fratelli della
comunità ebraica, a tutte le comunità
religiose». «Con tutti la Chiesa di Trieste saprà tessere la rete del dialogo
ecumenico e interreligioso e della collaborazione amichevole nella comune tensione a perseguire il progresso
spirituale e materiale della nostra amata città nello spirito della libertà, della
giustizia, della verità e della solidarietà».
Red.
Roma, Quartiere Giuliano-Dalmato.
Sulla facciata dell’Archivio Museo Storico di Fiume
è apposta dal 1993 questa lapide
che vuole ricordare la figura e il sacrificio del Col. Varisco
(foto www. digilander.libero.it/arup.it)
Nel suo intervento il prefetto ha
sottolineato il valore dell’iniziativa che,
oltre ad onorare la memoria dell’ufficiale dell’Arma ed idealmente di tutte
le vittime del terrorismo, costituisce
una occasione importante per ricordare i drammatici anni Settanta ed
Ottanta.
Notizie liete...
Il sigillo di Trieste ad Aldo Clemente
Trieste. Il sigillo della Città di San Giusto ad Aldo Clemente, consegnatogli dal sindaco Roberto Dipiazza nel
corso di una cerimonia svoltasi in Municipio, alla presenza del presidente della FederEsuli, Renzo Codarin,
e del presidente dell’Associazione Giuliani nel Mondo, Dario Locchi con il suo direttivo. Il prestigioso riconoscimento vuole significare la gratitudine della comunità tergestina per l’impegno svolto nell’ambito dell’Opera Nazionale Orfani di Guerra, dell’assistenza ai profughi giuliani e dalmati, dell’Ente nazionale per i Rimpatriati e
Profughi e, dal 1970 al 2007, in qualità di presidente dell’Associazione Triestini
e Goriziani di Roma.
Nella circostanza è stato ricordato anche il suo ruolo di segretario generale
della sezione italiana dell’Associazione per lo studio del problema mondiale
dei rifugiati, organo consultivo della Nazioni Unite e del Consiglio d’Europa,
ricoperto dal 1965 al 2001, e di segretario provinciale dell’Opera nazionale
Orfani di Guerra di Trieste, nel cui ambito egli ha promosso la creazione della
scuola professionale e del collegio per orfani di guerra e il centro di prevenzione
antitubercolare di Sappada.
Nel consegnare ad Aldo Clemente il sigillo, il sindaco Dipiazza ha voluto
rievocare il suo primo approccio con i problemi degli esuli: «ero con Renzo
Codarin alle Noghere e quando mi ha
detto di essere nato lì, nel campo profughi; mi si è spalancata una pagina di storia che non conoscevo, ecco perché in
questi anni mi sono impegnato in questa
amministrazione comunale nel doveroso
ricordo dei drammi dell’esodo, che ora
trova significativi e tangibili segni nel nuovo Centro di documentazione della Foiba
di Basovizza, nel monumento realizzato Trieste, Sala Azzurra del Municipio.
Il sindaco Roberto Dipiazza
alla memoria di Norma Cossetto, nel
saluta l’ospite e i convenuti
Museo della Civiltà Istriana in fase di allestimento in via Torino e presto anche con la collocazione (prevista per l’inizio
del prossimo anno) della statua dedicata a mons. Antonio Santin davanti alla
Chiesa greco ortodossa sulle Rive».
* * *
È nata Gaia!
Giulio ed Ida Schvarcz con immensa gioia sono diventati nonni della prima
nipotina, Gaia, nata a Formia il 30 maggio 2009 dal figlio Giorgio e Gabriella
Schvarcz.
Dai nonni un entusiasta «benvenuta» e auguri fervidissimi.
* * *
Al ten. col. Marcello Rocchi la Croce
al merito di Cavaliere della Repubblica
Con vivo piacere il Comitato de L’Aquila comunica che l’amico ed associato Ten. Col. Marcello Rocchi è stato insignito della Croce al merito di Cavaliere
della Repubblica e della Medaglia di S. Maurizio e Lazzaro per le sue particolari
doti al servizio della Patria.
Al caro Rocchi gli auguri più fraterni da parte della collettività giuliana e
dalmata della Provincia de L’Aquila.
Agosto-Settembre 2009
11
DIFESA ADRIATICA
Sport giuliano
Dal nostro inviato nel tempo…
La Libertas di Capodistria
Sorta nel 1888 per volontà di un
gruppo di sportivi capodistriani,
capitanati dall’irredentista Felice
Bennati, la Libertas cominciò da subito a realizzare il suo programma di
ostruzionismo sportivo e politico all’Austria. Nella finale delle gare regionali del campionato adriatico in
Skiff, 189-1892, i Leoni, guidati da
Antonio Depangher, una volta superate le rivali, Hansa ed Eintracht, agitarono, per la prima volta, il Tricolore,
suscitando le ire delle autorità austriache. Nel 1906 vi fu un importante innovazione all’interno del sodalizio. Il
Presidente di allora, De Manzini, decise di allargare la base societaria facendo partecipare alle attività sociali
anche
l’elemento
operaio
capodistriano che fino ad allora era
stato sempre escluso. Nel 1907 in occasione dell’anniversario di Giuseppe
Garibaldi, la fanfara sociale, dopo una
dimostrazione per le vie cittadine, al
ballo della Lega Nazionale, si presentò in divisa da Bersaglieri italiani. I provvedimenti presi dalla polizia austriaca
furono durissimi: arresti e processi per
gran parte dei soci.
Nel 1910 alle regate internazionali
di Capodistria, in occasione della esposizione istriana, si aggiudicava ben
quattro primi premi. Nel 1912 vi una
nuova sfida all’autorità austriaca: al
ballo Pro Associazione italiana di beneficenza, sempre la fanfara sociale
partecipò con la divisa degli Ascari.
Anche questa volta, le autorità reagirono duramente con arresti e processi e sequestri. Sempre nello stesso
anno, i cinque giovani capodistriani
Renato Pecchiari, Francesco Babuder,
Mario Fonda, Lauro Cherini ed Egidio
Parovel, i «Barruffanti», si iscrissero alla
gara internazionale come equipaggio
italiano e dopo aver vinto la gara sventolarono, come da tradizione, festosamente il Tricolore. Nel 1913 la Libertas
riportò ben 15 vittorie: 4 a Fiume, 3 a
Portorose, 6 alle internazionali di Trieste e 2 a quelle di Como.
Scoppiata la guerra, un centinaio
di giovani soci riparò in Italia, mentre
i pochi rimasti, circa una ventina, furono internati. Il 13 maggio 1915,
Nazario Depangher, Giuseppe
Deponte, Antonio Zetto, PieroVascotto
e Fanelli fuggirono a Venezia con la
jole “Istria” e nel 1916 il gesto fu ripetuto dalla “Roma” “montata” da Antonio Divo, Nicolò Martina, Ludovico
Divora e due soldati austriaci. Questa
causò la distruzione delle imbarcazioni rimaste e l’incendio della sede sociale. Al termine della guerra furono
ben sette soci che si sacrificarono per
la causa italiana: Nazario Sauro, Pio
Riego
Gambini,
Ernesto
Gramaticopolo, Angelo della Santa,
Antonio Parovel, Virgilio Sansone e
Vico Prodenzani.
Tra il 1919 e il 1920 la Libertas vinse 10 premi e due campionati a Lecco
con l’“Otto” e a Pallanza nel 1921 nel
“singolo” con Francesco Babuder.
Negli anni seguenti, dopo un periodo
di stasi, la Libertas tornò di nuovo alla
vittoria a Portorose e a Trieste nel 1927.
Sorgeva intanto ad Isola d’ Istria la
Pullino ed iniziava una dura lotta che
culminò a Stresa con la clamorosa vittoria dell’armo istriano formato da
Vattovaz, Divora, Plazzer, Parovel e
Scher che conquistò il titolo italiano
battendo i campioni olimpici di
Amsterdam da cinque anni invincibili
campioni su tutti i campi di regate
europee. La Libertas, grazie a queste
vittorie, riuscì a partecipare ai giochi
di Los Angeles a Long Beach nel 1932.
Qui i cinque ragazzi capodistriani gareggiarono nella categoria “quattro
La “Libertas” di Capodistria
e
Una partita di calcio… incandescente
Amsterdam, 1928. La “Pullino” di Isola d’Istria
batte gli olimpionici olandesi e conquista la corona d’alloro
(foto www.marcantoniocolonna.com)
con” e vinsero nettamente in batteria
piegando nettamente i rivali tedeschi.
E nel 1933 vinse per la terza volta
il campionato juniores a Napoli e nel
1934 conquistò tre primi premi alle
regate regionali di Pola, tre alle nazionali di Trieste e una a Bellaggio con
Vattovaz e Divora che rivinsero anche
nel 1935.
Alla fine degli anni Trenta sorsero
accanto allo sport del remo altre sezioni sportive: nuoto, vela e calcio. L’attività sportiva del sodalizio terminò
con lo scoppio della Seconda guerra
mondiale e nel 13 febbraio 1947, i
miliziani di Tito irruppero nella sede
del Circolo Canottieri “Libertas” di
Capodistria: «Ammassarono tutte le
nostre belle barche su un peschereccio, per trasferirle chissà dove», ricorda Giovanni Steffè. «Non ci demmo
per vinti. Attraverso il ‘check-point’ che
ci separava dalla ‘Zona A’ del ‘Territorio Libero di Trieste’, controllata dagli
anglo-americani, io e Aldo (Tarlao) iniziammo una faticosa spola con Trieste; qui, grazie a un ‘2con’ prestatoci
dal Dopolavoro Ferroviario e con un
sacco di sabbia da 50 chili al posto
del timoniere, seguitammo gli allenamenti». Intanto a Capodistria, il 24
settembre, la sede della “Libertas” venne confiscata e ridotta a magazzino.
«Ragione in più per continuare!». L’11
luglio 1948 i due istriani (con il veneziano Alberto Radi) si confermarono a
Milano campioni d’Italia seniores e il
25 partirono da Milano, alla volta di
Henley, dove trovarono una barca
nuova, acquistata dal CONI. Il 5 agosto
giunsero primi in batteria, davanti a
Danimarca e Ungheria, poi il giorno
7, nella III semifinale, eliminarono la
Jugoslavia. Intanto la “Libertas” tentò,
disperatamente, di sopravvivere in “esilio” a Trieste ma invano: alla fine degli
anni ’50 essa fu costretta a cessare l’attività, ponendo fine a una straordinaria avventura iniziata nel lontano 1888.
Una partita di calcio… incandescente
Domenica 27 gennaio 1935
Stadio del Littorio, Pola, ore 14.00
Le prime dieci giornate del campionato di Serie B, sono state veramente difficili per il Grion Pola: 9 sconfitte
(Padova, Cremonese, Atalanta,
Baruffa in campo, nel lontano 1935,
nonostante i convenevoli d’inizio…
Comense, Spal, Verona, Catanzarese,
Perugia), una vittoria (Foggia) ed un
pareggio (Vicenza). I tifosi hanno mostrato, nei mesi passati più volte, il loro
malcontento verso la società, incapace, ai loro occhi di risolvere la difficile
situazione. Un segnale forte però è
arrivato, lo scorso 6 gennaio, alla vigilia della partita contro il Modena,
quando la dirigenza ha esonerato l’ungherese Gulyas ed ha affidato la panchina all’esperto giocatore Giorgio
Cidri, ora anche allenatore. Da allora
la reazione della squadra è stata positiva, tanto che sono arrivate due vittorie consecutive (Modena, L’Aquila) e
una sconfitta (a Bari) che però non ha
portato sconforto all’interno dello spogliatoio.
C’è grande attesa, qui nello stadio,
per l’inizio della partita contro la fortissima Pistoiese, candidata quest’anno ad essere una delle protagoniste di
questo torneo cadetto. Da pochi minuti ci sono state comunicate le formazioni delle due squadre:
Grion Pola: Cusmani, Vatta,
Tomini, Brenco, Monti, Zannantoni,
Curto, Bonivento, Polonio, Bucci,
Luciani
Pistoia: Spadoni, Minelli, Montanari, Puccini, Turchi, Cenci, Cavezzi,
Trebbi, Panzeri, Mihalich, Melani.
Ore 17.00, la partita. Il Grion ha
confermato, per tutto il primo tempo,
l’eccellente stato di forma mostrato già
nelle ultime tre partite, che gli ha permesso, prima di schiacciare il Pistoia
nella propria metà campo, poi di passare in vantaggio con Bucci al 30’ minuto del primo tempo. Nella ripresa,
dopo un inizio stentato, che ha consentito al Pistoia di giungere al pareggio con Melani (50’), i nero-stellati,
mostrando una ottima omogeneità in
tutti i reparti, hanno continuato a dominare il gioco ed al 70’ sono passati
in vantaggio con un incredibile gol in
acrobazia del centravanti Polonio. Ad
un minuto dalla fine del match, l’arbitro ha fischiato, giustamente, al limite
dell’area di rigore del Grion, una punizione in favore del Pistoia. La palla,
calciata dal pistoiese Melani, viene
parata dal portiere Cusmani, sulla linea di porta, ( a detta di tutti!) che la
lancia immediatamente a centrocam-
L’emblema
della Società canottieri
“Libertas” di Capodistria
(foto www.raid.informare.it)
po. Dopo pochi istanti, l’ arbitro, improvvisamente ripensando all’azione
precedente, ha fermato il gioco e concesso il gol al Pistoia in quanto, a suo
giudizio, la palla ha passato completamente la linea bianca della porta del
Grion.
La decisione apparsa a gran parte degli spettatori errata, ha provocato
una forte reazione del pubblico, che
ha iniziato a fischiare l’arbitro. Alcuni
teppisti, non contenti, una volta superata la rete metallica che delimita il
rettangolo di gioco, hanno aggredito
l’arbitro che, grazie al pronto intervento
delle forze di polizia, è riuscito ad evitare il peggio: ricoverato per accertamenti se la caverà in dieci giorni. Due
balordi sono stati immediatamente
arrestati e portati al comando. Il grave
incidente ha impedito di terminare la
partita e ciò ha danneggiato la squadra polese che avrebbe sicuramente
meritato la vittoria.
Tre settimane dopo. In seguito alle
dure decisioni prese della F.I.G.C., la
dirigenza grionese ha comunicato la
decisione prima di non giocare a Venezia e la settimana successiva di ritirare definitivamente la squadra dal
campionato cadetto. Non si parla d’altro che del Grion nei bar nei caffè e
nei circoli cittadini. Unanime è la condanna alla violenza. La vicenda ha
però rimesso in primo piano il problema dell’arbitraggio che incide sempre
di più sull’intero campionato, giudicato da molti a questo punto falsato. È
da molto tempo che si discute di questa questione ma non si riesce a trovare una soluzione. Il vero problema, qui
si dice, è l’incapacità dei direttori di
gara che dovrebbero essere aiutati
magari con l’aggiunta di un secondo
arbitro. Verranno ascoltate queste richieste dalla F.I.G.C. per evitare gli stessi incidenti negli anni futuri?
Giorgio Di Giuseppe
12
DIFESA ADRIATICA
“Il Piccolo”
2 giugno 2009
Un dizionario degli artisti
di Trieste, Istria e Dalmazia
È uscita la quarta edizione del Dizionario degli artisti di Trieste,
dell’Isontino, dell’Istria e della
Dalmazia (Hammerle Editori, pagg.
399, euro 48), curato […] da Claudio
H. Martelli, che da quarant’anni si
occupa di critica e storia delle arti figurative. Il Dizionario raccoglie quasi
duemila schede biografiche e critiche
(con centinaia di illustrazioni) relative
ai pittori, scultori, operatori delle arti
visive, grafici e scenografi nati o attivi
in queste terre, che hanno operato su
un arco di tempo compreso tra il XII
secolo e il 2008 […]. Un interesse
dimostrato dalle centinaia di richieste
di informazioni e comunicazioni che
negli ultimi anni, complice Internet
[…], sono giunte a Martelli e alla sua
redazione (ha fondato e dirige la rivista mensile ”Trieste Artecultura” e il sito
internet www.artecultura.it) da studiosi
e studenti, operatori culturali, musei e
galleristi italiani e stranieri. […]
(p.t.)
Aise
3 giugno 2009
Il 22 settembre Leo Gullotta
incontra gli Esuli a Roma
Leo Gullotta, protagonista della
fiction Rai sulle Foibe “Il cuore nel
pozzo” nel ruolo di Don Bruno, reduce dai successi della stagione teatrale
con Il piacere dell’onestà di Pirandello,
sarà protagonista di un evento-spettacolo unico e straordinario il prossimo
22 settembre al Quartiere giulianodalmata di Roma, presso il Teatro San
Marco, piazza Giuliani e Dalmati.
L’attore di prosa Leo Gullotta,
in scena a settembre
al Teatro San Marco
con i testi di Anna Maria Mori
Agosto-Settembre 2009
RASSEGNA
La lettura teatrale di alcuni brani
della scrittrice istriana Anna Maria
Mori, tratti dai libri Bora e Nata in Istria,
farà da sfondo una rievocazione storica voluta dallo stesso Gullotta, dopo
l’assegnazione del Premio Internazionale del Giorno del Ricordo, e organizzata dalla sede centrale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e
Dalmazia, in collaborazione con la
Bottega Teatrale San Marco.
Il ricavato della serata sarà destinato ad un progetto di sostegno alle
famiglie di origine giuliano-dalmata
residenti a L’Aquila e colpite dal recente terremoto, anche in questo caso
per espresso desiderio dell’attore. L’appuntamento è per le 21.00 di martedì
22 settembre.
“La Voce del Popolo”
4 giugno 2009
Rustico: amicizia più forte
tra le due sponde
Abbazia. Il tradizionale ricevimento offerto dal console generale d’Italia
a Fiume, Fulvio Rustico, in occasione
della Festa della Repubblica Italiana
nei bellissimi spazi di Villa Angiolina
ha riunito anche quest’anno numerosi personaggi di spicco della CNI e dell’amministrazione locale, rappresentanti della diplomazia e degli esuli.
All’evento hanno preso parte l’ambasciatore della Repubblica Italiana a
Zagabria, Alessandro Pignatti Morano
di Custoza, il deputato al seggio specifico dell’etnia al Sabor e presidente
dell’Unione Italiana, Furio Radin, il
presidente della Giunta UI, Maurizio
Tremul, il direttore dell’Università Popolare diTrieste, Alessandro Rossit, sindaci, esponenti del Libero Comune di
Fiume in Esilio […].
«Ciascuno di noi ha cercato di rendere l’Adriatico un mare d’unione»,
ha ricordato Rustico, soffermandosi
pure sull’ottima collaborazione con le
istituzioni della CNI.
«Qui ho trovato una comunità
magnifica nella quale mi sono trovato
come in famiglia. Assieme abbiamo
lavorato sia a favore dei connazionali,
sia per un’amicizia più forte tra le due
sponde dell’Adriatico», ha sottolineato il console. […]
Helena Labus
“Il Piccolo”
5 giugno 2009
Dal Veneto
centomila euro a Lussino
Lussinpiccolo. La Regione Veneto
dà una mano a Lussinpiccolo nella
La scrittrice e giornalista istriana Anna Maria Mori
Abbazia, la Villa Angiolina, fatta edificare nel 1844
dal patrizio fiumano Igino Scarpa
ristrutturazione di Palazzo Quarnero,
che ospiterà in via permanente
l’Apoxyomenos o Apossiomene.
Si tratta della statua bronzea del I
secolo avanti Cristo scoperta una dozzina di anni fa sui fondali lussignani
[…]. Il presidente della Regione Veneto
Giancarlo Galan […] ha compiuto una
breve visita a Lussinpiccolo, proprio
per dare una tangibile dimostrazione
di quanto la sua amministrazione abbia a cuore la salvaguardia del patrimonio storico-culturale nelle tre regioni sul versante orientale dell’Adriatico, ovvero Istria, Quarnero e
Dalmazia.
Accompagnato da Diego
Vecchiato, responsabile delle relazioni internazionali della giunta della
Regione Veneto, il governatore Galan
è stato accolto a Palazzo comunale dal
sindaco Gari Cappelli, al quale ha fatto sapere che la sua amministrazione
stanzierà 100 mila euro per i lavori di
riassetto di Palazzo Quarnero, un edificio bellissimo ma fatiscente, situato
sulla riva.
Sono mezzi derivanti dalla legge
su valorizzazione e recupero del patrimonio storico, artistico e culturale di origine veneta. […]
Va ricordato che grazie alla cosiddetta Legge Beggiato finora sono stati
portati a termine o sono in corso di
realizzazione ben 300 progetti di
valorizzazione e recupero del patrimonio veneto ancora presente lungo la
costa istro–quarnerino–dalmata. […]
(a.m.)
Lo splendido bronzo rinvenuto
nelle acque antistanti Lussino,
statua romana del I secolo a.C.,
copia di un’originale greco
del IV sec. a.C.
“La Voce del Popolo”
6 giugno 2009
Gli interventi al raduno
della Mailing List Histria
[…] alla Comunità degli Italiani di
Capodistria, oltre alla premiazione dei
vincitori del tradizionale concorso letterario organizzato da questo gruppo
si è svolta pure la IX edizione del Raduno dei membri di Mailing List
Histria, che coinvolge in Internet esuli
e rimasti e loro simpatizzanti e sostenitori, e offre uno spazio nel mondo
in rete a istriani, fiumani, quarnerini e
dalmati […].
A salutare i partecipanti è stato
come sempre il coordinatore della ML
HISTRIA Axel Famiglini, […] nipote di
esuli rovignesi e che ha presentato pure
una sua relazione sulle iniziative compiute da MLH durante l’anno in corso.
[…]
Tra i presenti […] anche Giorgio
Varisco, membro del Comitato esecutivo della FedEsuli, veneto di origine
zaratina, intervenuto anche a nome
dell’Associazione Dalmati Italiani nel
Mondo. […]
Varisco è poi intervenuto sul tema
del Raduno «Memoria condivisa: una
possibilità o un’utopia?». «Esprimo una
speranza […]. Come oggi vengono
premiati i giovani e bravi studenti
sloveni, croati e montenegrini della
minoranza italiana che studiano nelle
scuole dove si insegna anche in italiano, così vorrei che domani potesse
iniziare a Zara anche l’insegnamento
dell’italiano. È di questi giorni la noti-
Capodistria, palazzo
gotico-veneziano del XIV sec.
Nella città istriana
si è svolto il IX raduno
della Mailing List Histria
zia che non si svolgeranno nell’anno
scolastico 2009-2010 i corsi di italiano all’asilo “Sunce” di Zadar, così
come richiesti dall’Unione Italiana.
“Non vogliamo essere accusati di
italianizzare i nostri bambini” dichiara la solerte direttrice, dimenticando
che la cultura di una minoranza è universalmente riconosciuta in Europa e
nel mondo libero e democratico come
un arricchimento anche per la maggioranza.
Concetto che dovrebbe essere ben
noto e condiviso dalla classe dirigente
di quella Croazia che chiede di entrare in Europa».
“Il Giornale”
9 giugno 2009
L’Italia vista dalla ex Jugoslavia
«L’Italia vista dagli altri». Questo il
titolo del primo convegno di studi sull’Italia mai organizzato nella ex Jugoslavia, che si terrà venerdì e sabato
prossimi a Banja Luka, in Bosnia, e riunirà venti studiosi di diverse nazionalità, fra i quali italiani, bosniaci, croati,
serbi e sloveni. L’incontro è stato organizzato dal Dipartimento di lingua e
letteratura italiana e lingue e letteratura serba dell’Università di Banja Luka,
diretto dal professor Danilo Capasso,
con il patrocinio dell’Ambasciata Italiana e il sostegno di numerosi sponsor. […]
Questo appuntamento vuole anche essere un’occasione per fare il
punto sulla visibilità internazionale
della cultura italiana; per valutare attraverso quali aspetti si possa comprendere meglio il contributo italiano alla
cultura europea in termini di storia
delle idee, innovazioni letterarie e artistiche, miti, modelli, soggetti, temi;
per verificare, infine, in che modo quel
contributo abbia influenzato e influenzi l’immagine dell’Italia nel mondo.
Banja Luka è stata scelta […] anche perché si trova al centro di una
regione, quella dei Balcani, sulla quale l’Italia ha da molti secoli esercitato
una grande influenza.
Prima attraverso la Serenissima
Repubblica di Venezia, che dominò
l’Istria e la Dalmazia e che intrattenne
stretti rapporti con tutti gli Stati che
confinavano con i suoi possedimenti
adriatici, poi attraverso le suggestioni
che il nostro Risorgimento accese in
Serbia, che sognava di ripetere in quella che sarebbe diventata la Jugoslavia
l’exploit realizzato nel nostro Stivale
dal Piemonte sabaudo e dal movimento per l’unità nazionale, e infine attraverso il Regno d’Italia, sempre attento
alle questioni balcaniche che potevano mettere in difficoltà le due potenze
che vi si confrontavano, l’impero
austroungarico e l’ottomano. […]
Vincenzo Pricolo
ANSA/ ANSAMed
16 giugno 2009
Mantica: avvicinare Adriatico a UE
Avvicinare all’Unione Europea
quei Paesi dell’area adriatica che ancora non ne fanno parte. È questo, secondo il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica, un «grande obiettivo
dell’Italia», che presiede per quest’anno l’Iniziativa Adriatico Ionica (IAI).
Dell’Iniziativa fanno parte […] «otto
Paesi: Italia, Grecia e Slovenia sono
nella UE; la Croazia è in procinto di
entrare e speriamo che ciò avvenga il
più presto possibile; aspettiamo l’Albania, che con il Kosovo rappresenta
un punto di riferimento e stabilità nell’area balcanica; siamo a fianco dei
Paesi che vogliono cominciare il percorso di avvicinamento come
Montenegro e Bosnia Erzegovina».
[…]
«Portare i Paesi adriatici in Europa
significa portare standard europei in
quell’area». […]
Agosto-Settembre 2009
“Il Piccolo”
21 giugno 2009
Rovigno: inaugurata
biblioteca italiana
In concomitanza con la presentazione del libro sulla storia della Comunità nazionale italiana, al Centro
di Ricerche Storiche dell’Unione italiana è stato inaugurato un nuovo edificio a disposizione dell’istituzione
scientifica. Si tratta di Casa Albertini,
che dispone di 60 metri quadrati di
superficie complessiva suddivisa in tre
piani. […] Interessante notare che Casa
Albertini ha ricevuto il nome dall’ultima famiglia rovignese che vi ha abitato. All’immobile è stato attribuito anche l’appellativo di «Cappella Sistina»
per la forma a cupola della cisterna
nella quale sono stati esposti due disegni eseguiti da Giuseppe Rieger nel
1850 e che rappresentano tutta la costa da Trieste alle Bocche di Cattaro
nonché 30 carte realizzate dalla Marina da guerra austriaca. Nel corso
della ristrutturazione è venuta alla luce
una vasca battesimale della chiesetta
dedicata ai santi Cosma e Damiano,
restaurata anch’essa […].
Casa Albertini, […] accoglie l’archivio dei documenti storici dell’UI e
della vecchia UIIF […] il primo e il
secondo piano accolgono la biblioteca storica mentre nel cortile antistante
è stata collocata la vera di pozzo della
famiglia Albertini. In questo punto,
come spiegato da Giovanni Radossi,
si pensa di collocare una statua in bronzo ispirata all’esodo.
(p.r.)
“Il Piccolo”
22 giugno 2009
Lubiana:
italiano parificato allo sloveno
Tutte le associazioni che hanno
sede nei territori nazionalmente misti,
dove accanto allo sloveno sono lingue ufficiali anche l’italiano, […] l’ungherese, dovranno avere una denominazione bilingue. È la soluzione suggerita dalla Commissione per le nazionalità del Parlamento sloveno, […]
dopo che la Corte costituzionale, su
ricorso del deputato italiano Roberto
Battelli, lo scorso settembre aveva giudicato anticostituzionale l’articolo 10
della Legge. La norma contestata da
Battelli, e di cui ora si sta discutendo,
imponeva la denominazione in lingua
slovena delle Associazioni delle minoranze tollerandone soltanto la traduzione in italiano ovvero ungherese
nei territori dove queste due minoranze sono tradizionalmente presenti. La
soluzione proposta ora […] alla fine
di giugno sarà al vaglio del Comitato
Interni della Camera di Stato prima del
voto in aula […]. Nei territori nazionalmente misti, pertanto, se questa
modifica sarà approvata, tutte le associazioni avranno il nome scritto in
entrambe le lingue. «È una buona soluzione di compromesso, che salvaguardia la parità tra le lingue
minoritarie e la lingua slovena», ha
commentato a fine riunione Roberto
Battelli. […]
In particolare, secondo i giudici,
in questi territori la lingua minoritaria
non può essere considerata lingua straniera né può essere concessa solo
come semplice traduzione dallo
sloveno. […]
“Il Giornale di Sicilia”
23 giugno 2009
A Taormina “L’altra storia”,
il cortometraggio sulle Foibe
Si è conclusa la 55ma edizione
della rassegna cinematografica
«Taormina Film Festival».
[…] Nella sezione Nice (New
Italian Cinema Events), dedicata ai
cortometraggi realizzati da registi siciliani, è stato […]in concorso il nisseno
13
DIFESA ADRIATICA
RASSEGNA
Aldo Rapè. «L‘altra storia» è il titolo
del cortometraggio scritto e diretto
dallo stesso regista nisseno e dal
pugliese Nicola Vero, autoprodotto
dalla compagnia teatrale «Prima Quinta» in collaborazione con la «Move
Movie» di Roma e con il Comune di
Palo del Colle, in provincia di Bari,
dove sono state girate le scene. Il
cortometraggio narra la tragica vicenda delle foibe.
La storia, troppo spesso dimenticata, delle migliaia di persone, principalmente italiani, torturate e uccise a
Trieste e nell‘Istria degli anni ‘45 e gettate, spesso ancora vive, nelle voragini, le foibe appunto, dell‘altopiano
carsico. Al centro dei toccante racconto, la ricerca della conoscenza e il
bisogno della memoria narrata attraverso lo sguardo e il racconto di Giuseppe, il bambino protagonista della
storia. […]
“La Voce d’Italia”
5 luglio 2009
Stesse radici, nuovo millennio
[…] Nel 2004 l’Associazione
Giuliani nel Mondo ha inaugurato a
Roma la mostra «Con le nostre radici
nel nuovo millennio» che dopo aver
toccato Australia, Sud Africa, Canada,
Stati Uniti e Cile, fra gli altri, è arrivata
ora nella Galleria Giotto del Centro
Italiano-Venezuelano di Caracas, ultima tappa prima della chiusura in Brasile. La mostra […] è tra gli eventi promossi all’interno del VI Festival Italiano, kermesse organizzata da Ambasciata d’Italia, Istituto Italiano per il
Commercio estero, Camera di commercio venezuelano-italiana. A comporla, una serie di pannelli che riproducono fotografie e documenti originali articolando i quattro percorsi dell’esposizione […]. Bellissimo lo scatto in bianco e nero della nave
Castelverde che, proprio nel ‘54, lasciava il molo di Trieste e una folla in
lacrime che salutava i cari in partenza. […]
«Quella giuliana è un’emigrazione motivata dalle travagliate vicende
storico politiche che hanno travolto il
territorio più che per mere motivazioni economiche. Fino al 1954 – ci spiega il Presidente Locchi – Trieste viveva
una profonda incertezza, divisa com’era tra il controllo alleato e jugoslavo. […] Senza contare la tragedia delle foibe e l’esodo dei sopravvissuti
[…]». Oltre a questo aspetto, che fa
unica in Italia l’emigrazione giuliana,
il fatto che oggi non esista un territorio
di riferimento. Come ci dice Locchi,
questi italiani “tornano a casa e trovano un territorio straniero, radicalmente diverso, e gente sconosciuta. L’origine, che è venuta a mancare, oggi siamo noi come associazione». […]
Per informazioni sull’Associazione
giuliani nel mondo,
www.giulianinelmondo.com.
www.anvgd.it
7 luglio 2009
Due« muli» zaratini
sempre giovani
Il famoso Ottavio Missoni (anni 88)
e il meno famoso Armando Maburzio
(76) sono iscritti alla società di nuoto
Europa Sporting di Roma, categoria
Master allenata dal prof. Roberto Migliori. Due giovani «muli» dalmati mai
domi, che hanno partecipato ai campionati italiani di nuoto Master svoltisi
a Riccione dal 23 al 28 giugno conquistando, Missoni l’oro sui 50 dorso,
Maburzio il bronzo per i 400 s. l. Per
l’esattezza Missoni è ascritto alla categoria Master M-85, Maburzio alla cat.
Master M-75.
Memori entrambi della giovinezza trascorsa nell’amatissima terra natìa,
sono oggi più di allora agonisticamente
competitivi, come dimostra la bella
foto qui accanto. E portano nel cuore,
e in ogni loro attività, lo straripante
amore per la loro Dalmazia.
Ora sperano di “arruolare” anche
il grande fiumano Abdon Pamich per
formare un bel trio di indomita tempra, innata nelle genti giuliane e
dalmate.
Apcom
8 luglio 2009
Italiani di Croazia:
Kosor, un’incognita
L’inatteso quanto repentino cambio al vertice del governo di Zagabria
con l’addio a Ivo Sanader e la nomina
a premier di Jadranka Kosor, non poteva non avere suscitare dubbi e timori in Istria, Fiume e Dalmazia, dove è
concentrata gran parte della nostra
minoranza. «La Kosor per noi è un’incognita. Sanader per la minoranza italiana rappresentava in qualche modo
una garanzia. Aveva la forza e l’autorevolezza per poter imporre al partito
anche decisioni scomode […]» spiega ad APCOM Maurizio Tremul, presidente dell’Unione italiana […].
«Con Sanader abbiamo stretto un
accordo sulle minoranze su vari punti: scuola, bilinguismo, finanziamenti,
doppio voto e esenzione del pagamento dell’Iva per gli aiuti che arrivano dall’Italia», dice Tremul, che sottolinea
come dal neo-premier sia giunto un
impegno di massima a «confermare i
medesimi accordi». […]
Caracas, il VI Festival Italiano
(qui riprodotto il logo
della manifestazione)
ha ospitato tra gli eventi
la mostra Con le nostre radici
nel nuovo millennio
Ottavio Missoni e il fraterno amico Armando Maburzio,
entrambi con la bandiera dalmata al collo, sul podio dei campionati
italiani di nuoto Master, svoltisi a Riccione in giugno
Ostia (Roma), Via del Mare, 1959, la «trenta chilometri su strada»:
il traguardo conteso tra Abdon Pamich (a destra
con il numero 2) e Giuseppe Dordoni (foto Famiglia Dordoni)
www.tarantosera.com
11 luglio 2009
Anche a Taranto un piazzale
alle Vittime delle Foibe
Cambia la toponomastica in città
[…] A Porta Napoli ora c’è il piazzale
“Vittime delle Foibe”, tra via Napoli,
vico del Ponte e vicolo dei Calefati.
[…] Tra via Lucania e viale Virgilio, un
piazzale intitolato al sottotenente
Umberto Mayer, eroe tarantino della
Prima Guerra Mondiale, caduto al
fronte a Monfalcone, mentre cercava
di catturare mitragliatrici nemiche.
L’omaggio
tricolore
alle vittime
delle Foibe.
Anche a Taranto
un piazzale
dedicato
alla Memoria
14
DIFESA ADRIATICA
Agosto-Settembre 2009
“èStoria” 2009: the Eastern
Border at the Gorizia Festival
The 2009 edition of “èStoria”, an
international festival which took place
in Gorizia from the 22nd to the 24th of
May, was a showcase of historians,
experts, writers, journalists, artists, and
Italian and foreign witnesses to the past,
all involved in public debates and
discussions. Three days of meetings,
debates, conferences, interviews, and
lessons on the theme of “Patria”
(“Homeland”). There was much
reflection on the historical,
geopolitical, anthropological, and
social aspects that tie human
communities to their places of origin,
and the implications of terms such as
identity, citizenship, and nationality.
The debate entitled, “A Broken
History: The Italians of the Eastern
Coast of the Adriatic” was the place to
be for the topic of Venezia-Giulia and
Dalmatia . Participants included
Corrado Belci, Piero Delbello, Anita
Forlani, Egidio Ivetic, Roberto Spazzali
and Lucio Toth. The reflections were
all ample, as were the prospectives laid
out by each of the participants. The
main threads discussed the Italians
who had been forced into exile, as well
as those left behind under the Yugoslav
regime.
The well-rounded debate gave
voice to the bringing together of the
exile and still-native communities in
Istria , the Quarner Gulf region, and
Dalmatia, as well as the renewal of
Italian culture in those areas, now that
the low point of the 1980s has been
surpassed. The role of the new
generations was also considered,
especially in terms of how they view
their own identity and roots: Professor
Spazzali expressed his wishes that they
could formulate a kind of “homeland
of the spirit”. The professor went on to
say that the Yugoslav regime not only
changed the ethnic make-up of the
region, but it also gave, as inheritance,
the Roman and Venetian cultural
heritage to people who have no idea
whence it comes.
Toth: “It is time
for historical recognition”
For this reason, added Lucio Toth,
the ANVGD national president, it is
vital that the Italian roots not be
forgotten, from Gorizia down to the
Cattaro, along the entire Dalmatian
coast. He noted the importance not
only of defending the Italian culture of
these regions, but of nurturing it. He
said that the tie between exile
communities and those who remained
behind should be that of underlining
Valle d’Istria, in the 15th century
the gothic-renaissance castle was
transformed into a palace for the
Soardo-Bembo family. In the
photo, there are two side towers
under which opens the old burgh’s
entrance gate, on top of which
sits the Lion of Saint Mark
A photo of the exodus of the Italian citizens of Pola, ceded to Yugoslavia
in the 1947 peace treaty. On the left there can be seen the arches of
the Roman amphitheatre. (Photo courtesy of ANVGD Archive, Rome.)
At the debate in Gorizia, the need was discussed of reconstituting the
historical memory of the tragic events that impacted Venezia-Giulia
at the closing of the Second World War. Roma)
Istria and the city of Pola in the Tabula Peutingeriana, a 13th century
copy of a Roman map that illustrated the Empire’s military road
network. The copy takes its name from the humanist and ancient
historian Konrad Peutinger. On the right the city of Ravenna is indicated
Italian culture and defending it. He
added that “Today’s Europe is
undergoing massive migratory influxes
in unexpected proportions from other
continents. Europe’s cities will have to
solve problems of integration of people
whose cultural values are very different
from our own. With humility and
realism, the multicultural living of our
regions must be addressed, and the
common roots of historical groups
(Slovenian, Croatian, and Italian) must
be underlined.
“If we desire respect from other
groups, we need to show respect for
them: it is a reciprocal relationship. For
the Slovenes of the Julian Alps and the
coast, the relationship with Italy has
often been seen as a David and Goliath
complex:The colossus, tens of millions
strong, wants to bash its strength against
the Alps, and snuff out the identity of
the weaker. But at the same time, the
Italians saw the Austrian empire, and
then Yugoslavia, come to the region as
stronger countries, threatening to snuff
them out, too, and from a region where
they themselves were the natives. The
difference being that the fascist regime failed in its attempt to force
assimilation, while the Yugoslav
communist regime managed to carry
out its policy of ethnic cleansing,
achieving, nearly completely, its goal
of wiping out the Italian community.”
Toth concluded that “it is not the time
for reclaim territories, but it is time for
the young generations to understand,
to recognize, History in its real form,
since these events came about with a
high cost in bloodshed, pain, sacrifice,
and exile. A living example is in the
third-generation exiles, who, through
the “Giuliani nel Mondo” (“Julians in
the World”) association look up their
roots in Istria and Dalmatia. The
essence of Roman and Latina culture
are civitas,polis, law and civic and
cultural values in their entirety, and are
different than the concept of ethnicity
which is prevalently genetic in nature.”
Professor Egidio Ivetic didn’t hide
the difficulties that the “left-behind”
Italians face today. “The old Croatian
and Slovenian cultures of the Kingdom
of Yugoslavia, and that of the successive Yugoslav Federation, always
presented themselves as the antithesis
of Italian culture. This was the case
even though these Slavic groups owe
a large part of their formation and
identity to Roman and Venetian culture.” Anita Forlani, writer and publicist,
member of the Dignano community,
underlined forcefully the important
functions carried out by the Italian
communities, which, for years, Italy
didn’t adequately sustain.
Sergio Tazzer, host of the RAI radio
program “East-West”, closed the
debate.
Ed.
Ragusa di Dalmazia (today, Dubrovnik), part of the splendid façade of
the Sponza palace, built between 1515 and 1522, in a style of transition
between gothic and renaissance. Today it houses the historical archive
of the ancient Republic, also known as Saint Blaise
Bettiza:
Communism destroyed itself
1989, his new book
on the end of ideologies
The Trieste daily “Il Piccolo” of May 20th
featured an article by Alessandro Mezzena
Lona, in which the journalist interviewed Enzo
Bettiza: the title was “Bettiza: It was
communism that killed itself”. The interview
coincided with the publication of his new book,
1989, dedicated to the events which brought
about the collapse of the Berlin Wall and the
end of 20th Century ideologies. Bettiza is a Dalmatian writer and journalist
who was born in Spalato. The book 1989 closes a three-part series dedicated
to the collapse of totalitarian systems. We publish here some significant
passages from the Mezzena Lona interview.
(…) Enzo Bettiza, born in Spalato in 1927, harbors no doubts: the Berlin
Wall would have collapsed even without Solidarnosc, even without Pope
John Paul II and Reagan. He states this theory in his new book, “1989: the
end of the 1900s” (…) published by Mondadori (…) “It was communism
that killed communism,” he explained, “and I can state this, because I was
close enough to see it happen. The entire apparatus, from the war economy
to the gulags, the secret police, the collectivization that brought about such
unrest in the countryside: all of it, at a certain point, began to unravel.”
But wasn’t there a detonator that caused the USSR to implode?
“Without a doubt, the beginning of the end is tied to the Soviet Red
Army’s downfall in Afghanistan. Also, the insurrection of the Solidarity trade
union against the communists, in Poland.”
Legend says that it was all merit of Pope John Paul II.
“The pope, Lech Walesa, and Reagan helped in a minimal way. Little
shoulder shoves, of small consequence, that accelerated the process of selfdestruction that was already present, and had been for some time, in the
make-up of communism.”
Was the beginning of the end to be seen in the Budapest of 1956, and
the Prague of 1968?
“Absolutely. This is the reason that I wanted the book’s focal point to be
the Berlin Wall. The long death rattle of communism began in Hungary and
continued on in Czechoslovakia, as I discussed in my previous two books in
this series.” (…)
And now, what survives of the old communist regime?
“The old bureaucracy survives. Totalitarian power doesn’t have the rigid
control over culture and society that it once had. In a nutshell, the old history
of the Kuomintang is repeating itself. It is not true that China was a model of
democracy in Chang Kai Shek’s time. The party that was in power was
undoubtedly dictatorial, sustained by Moscow, although it had a liberal
economy.”
And what about the Italian communists?
“Enrico Berlinguer, in an interview with Giampaolo Pansa, admitted that
he felt more secure under the NATO umbrella, than he would under the
Warsaw Pact. And yet, the Italian communists were not able to anticipate, if
not extremely briefly, that which developed into Gorbachev’s perestroika.”
Did they perhaps wait for the USSR to destroy itself?
“They always remained under the Soviet Union’s pull. They waited for
the USSR to make the first move. They should have anticipated some moves,
changing party name, slogans, their way of playing the political game. Maybe
they should have strengthened their ties to Bettino Craxi, who had offered
them his hand.” (…)
Is that a mistake that the Left is still paying for, today?
“No doubt about it.The extremely weak historical compromise between
communists and Catholics failed. And today, still, the Left is searching for its
own identity.” (…)
Alessandro Mezzena Lona
(“Il Piccolo”, May 20th, 2009)
(traduzioni di Lorie Simicich Ballarin)
Agosto-Settembre 2009
«esHistoria» 2009, el confín
oriental en el festival de Gorizia
La edición 2009 de «esHistoria »,
festival internacional que ha llegado
en Gorizia a su quinta edición del 22
al 24 de mayo, ha visto confrontarse
delante de un atento publico
historiadores y estudiosos, escritores y
periodistas, artistas y testimonios del
pasado, italianos y extranjeros. Tres
días de encuentros, debates,
conferencias, entrevistas, lecciones,
sobre el tema «Patrias», para
reflexionar sobre aspectos históricos,
geopolíticos, antropológicos y sociales
que vinculan las comunidades
humanas a los lugares de origen y para
examinar los significados y las
implicaciones de términos como
identidad, ciudadanía, nacionalidad.
Las vicisitudes de la Venecia Giulia
y Dalmazia han tenido espacio en el
tablero de «esHistoria » 2009 gracias
al debate titulado «Una historia
partida: los italianos de la costa oriental
del Adriático» al que han tomado parte Corrado Belci, Piero Delbello, Anita
Forlani, Egidio Ivetic, Roberto Spazzali
y Lucio Toth. La reflexión ha sido amplia, como amplias y diversas las
perspectivas delineadas por cada
relator. En evidencia el éxodo de la
población italiana y la condición de
subalternidad y de constricción en la
que se encontraron aquellos que se
quedaron bajo el nuevo régimen
yugoslavo.
Un debate muy completo, que ha
hecho resaltar tanto el acercamiento
entre desterrados y comunidades
italianas en Istria, Quarnero y
Dalmazia, como el retomar de la cultura italiana en el Adriático oriental
superado el grave declinar registrado
en los años ochenta. Ha salido a la
luz también el papel de las nuevas
generaciones que, en ambas partes del
mar, piensan hoy en las propias raíces:
lo que, ha deseado el prof. Spazzali,
pueda servir para reconstruir una «patria del espíritu». Spazzali ha
subrayado como la Yugoslavia de Tito
ha perseguido dos objetivos: alejar de
los territorios de antiguo asentamiento
la población de origen latino-veneto
y favorecer la inmigración a las costas
istrianas y dalmatas de las regiones
yugoslavas continentales, de modo de
desnaturalizar completamente la
composición étnica de las regiones
alto-adriáticas. «Estas poblaciones – ha
dicho el prof. Spazzali – han tenido
en herencia monumentos e historia
romano-veneta sin conocer ni siquiera
la proveniencia».
Toth: «es tiempo
de reconocimiento
de verdades históricas»
Por esta razón, ha exhortado Lucio
Toth (presidente nacional ANVGD) es
15
DIFESA ADRIATICA
La ciudad istriana de Pirano, de planta urbanística y arquitectónica
exquisitamente veneciana, a la par de los otros centros urbanos de la
península adriática. Aquí nació en el 1692 el compositor Giuseppe Tartini
Dignano, Istria. Dos elegantes
ventanas góticas venecianas
indispensable que «no se olviden las
raíces latinas de aquella franja de
italianidad que va desde Gorizia a las
Bocche di Cattaro», y que más «que
defender se alimente la cultura italiana» en esas tierras. Ha recordado por
tanto como las relaciones entre
desterrados y comunidades italianas
más allá del confín converjan en la
defensa de la cultura italiana en Istria,
Fiume y Dalmazia: es «necesario
defender la italianidad que queda
todavía y alimentar en los jóvenes la
unión entre los que residen en otros
Países del mundo y los que se han
quedado» ha añadido Toth, que ha
continuado: «La Europa de hoy esta
afrontando flujos migratorios de
proporciones inesperadas de otros
continentes. Las ciudades europeas
tendrán que resolver problemas de
integración de miles de personas con
culturas lejanas y valores distintos de
los nuestros. En este cuadro se deben
ver de nuevo con humildad y realismo las perspectivas de convivencia
en los territorios plurales del Alto
Adriático de culturas seculares como
la italiana, eslovena y croata que tienen
raíces comunes.
«Hace falta respeto recíproco en
el momento en el que pedimos al otro
el reconocer nuestro punto de vista y
tomamos acto del suyo. Para el pueblo
esloveno de los Alpes Giulios y del
Litoral el Estado italiano unitario ha
sido visto con el complejo de David y
Goliat: es decir como un coloso de
decenas de millones de habitantes que
lo quería aplastar contra los Alpes,
privándolo de su identidad. Pero del
mismo modo – ha proseguido el presidente A NVGD – los italianos de
Venecia Giulia y de Dalmazia han visto primero el imperio austriaco y
después Yugoslavia como grandes
Países que incumbían sobre ellos,
amenazando con echarlos de una
franja de tierra donde se sentían
autóctonos. La diferencia es que el
régimen fascista fracasó en su intento
de asimilación forzada mientras el
régimen comunista yugoslavo tuvo
éxito en su operación de limpieza
étnica, llegando casi a borrar la
presencia italiana». Y ha concluido:
«no es tiempo de reivindicaciones
étnicas territoriales, sino de
reconocimiento de verdades históricas
que los jóvenes tienen que saber
porque han costado dolores y
sacrificios, éxodos y sangre. Un
ejemplo viviente es constituido por los
numerosos jóvenes de la tercera
generación de los desterrados que a
través de la asociación “Giuliani nel
mondo” cada año van en busca de
sus raíces a Istria, a Fiume y a
Dalmazia. La esencia de la cultura
romana y latina son civitas, polis, ley
y valores civiles y culturales en su
totalidad son diversos del concepto de
etnia legado a elementos
preferentemente genéticos».
El prof. Egidio Ivetic no ha
escondido las dificultades que tocan
hoy a los italianos «permanecidos»:
«La vieja cultura croata y eslovena del
Reino de Yugoslavia y la sucesiva de
la Federativa yugoslava se presentaban
como antitéticas a la italiana, a pesar
de la función que la romanidad y la
venecianidad habían ejercitado en el
nacimiento y la constitución de estas
culturas nacionales». Anita Forlani,
escritora y publicista, exponente de la
Comunidad nacional italiana de
Dignano, ha subrayado con fuerza la
función desarrollada por las
Comunidades italianas de la que la
misma Italia por mucho tiempo no se
ha ocupado adecuadamente.
Sergio Tazzer, organizador de la
transmisión radiofónica R AI «EstOvest» ha terminado el encuentro.
Red.
Capodistria, las elegantes cresterías
del Palacio Pretorio (mitad del siglo
XV), edificio del que la fachada esta
adornada con siete arcadas y
conserva cuatro escudos de
corregidores venetos. En la época
medieval fue libre municipio, desde
1278 a 1797 perteneció a la
Republica de Venecia
Bettiza: el comunismo
se ha autodestruido
1989, su nuevo ensayo sobre
el fin de las de las ideologías
En el diario “Il Piccolo” del 20 de mayo ha aparecido una entrevista de
Alessandro Mezzena Lona a Enzo Bettiza, titulada Bettiza: «El comunismo
se ha matado a sí mismo». La entrevista se ha publicado con ocasión de la
salida en librería del nuevo ensayo del escritor y periodista dalmata (Bettiza
ha nacido en Spalato), 1989, dedicado a los eventos que han conducido a
la caída del muro de Berlín y de las ideologías del Novecientos.
Con 1989 Bettiza cierra un tríptico, dedicado a la caída de los sistemas
totalitarios. Reportamos algunos pasajes significativos de la entrevista de
Mezzena Lona.
[…] Enzo Bettiza, nacido en Spalato, en 1927, no tiene dudas: el Muro
de Berlín habría caído sin Solidarnosc, sin Papa Wojtyla y sin Reagan. Y lo
dice con gran convicción en su nuevo libro «1989. El final del Novecientos»
[…] publicado por Mondadori. […] «Ha sido el mismo comunismo el que
ha matado al comunismo – explica Enzo Bettiza –. Y yo lo puedo decir
porque lo he visto de cerca. Todo el aparato levantado, desde la economía
de guerra a los gulag, a la policía secreta, a la colectivización que ha
provocado desastres sobretodo en los campos, a un cierto punto se ha
deshecho».
Pero ¿Habrá habido un detonador que ha hecho explotar a la Urss?
«Seguramente el inicio del fin esta unido al deshacerse la Armada Roja
en Afganistán. Pero también a la insurrección del sindicato Solidarnosc en
Polonia contra el régimen comunista».
La leyenda dice que ha sido todo merito de Papa Wojtyla.
«Lo del Papa, lo de Walesa, lo de Reagan, han sido ayuditas. Pequeños
golpes, no determinantes, que han acelerado el proceso de autodestrucción
ya presente en el cuerpo del comunismo».
¿Han sido el inicio del fin Budapest 1956, Praga 1968?
«Absolutamente si. Por esto he querido dedicar este libro a la caída del
Muro de Berlín. La larga agonía del comunismo ha iniciado en Hungría y ha
continuado en Checoslovaquia, como he contado en los otros dos ensayos
de la trilogía». […]
¿Ahora qué sobrevive del viejo régimen comunista?
«Sobrevive la burocracia comunista. El poder totalitario no tiene ya el
control rígido sobre la cultura, sobre la sociedad. Se esta repitiendo la historia
del Kuomintang. No es que en tiempo de Chiang Kai Shek China fuera un
modelo de democracia. El partido en el poder era indudablemente dictatorial,
sostenido por Moscú, pero con una economía libre».
¿Y los comunistas italianos?
«Enrico Berlinguer, en una entrevista a Giampaolo Pansa, había admitido
sentirse más tranquilo bajo la sombra de la Nato que bajo el Pacto deVarsovia.
Y aun así los comunistas italianos no han sabido anticipar, ni siquiera de un
poco, la que después ha sido la perestroika de Gorbachov».
¿Han esperado que la Urss se destruyera sola?
«Se han quedado siempre arrastras de Moscú. Esperando que fueran los
soviéticos los que dieran el primer paso. Sin embargo habrían tenido que
anticiparse. Cambiar el nombre del partido, los slogans, su modo de hacer
política. Quizás cogiendo al vuelo la mano extendida de Bettino Craxi».
[…]
¿La izquierda paga todavía aquel error?
«No cabe duda. El debilísimo compromiso histórico entre comunistas y
católicos no ha funcionado. Y hasta hoy la izquierda esta buscando una
identidad propia». […]
Alessandro Mezzena Lona
(“Il Piccolo”, 20 mayo 2009)
(Traduzioni di Marta Cobian)
Portole, pequeño centro urbano en Istria. Casas abandonadas hace más
de 60 años por la población italiana huida del régimen comunista de Tito
En el 2004, en el 50º aniversario
del Memorandum de Londres que
asignaba del Territorio Libre de
Trieste una Zona dicha ‘A’ a Italia
y la dicha ‘B’ a Yugoslavia,
Eslovenia ha imprimido este
mapa, que indicaba las dos
Zonas instituidas por el acuerdo.
De notar el uso exclusivo de los
topónimos eslovenos para indicar
las ciudades de denominación
histórica italiana
Belgrado,
25 de mayo 2009.
Un nostálgico
del dictador yugoslavo
Josip Broz Tito en el
día del aniversario
del nacimiento.
La Yugoslavia
comunista
le sobrevivió 11 años,
desintegrándose así
como ha sucedido
a los regimenes
totalitarios
del este europeo
16
Medaglia d’Oro ai Carabinieri
per il confine orientale
16 giugno 2009
In occasione del 195° anniversario della fondazione dei Carabinieri,
la Bandiera dell’Arma è stata decorata
della Medaglia d’Oro al Merito Civile
perché «dopo l’8 settembre 1943 lungo il confine nord orientale, l’Arma dei
Carabinieri offriva un’esemplare prova di tenace abnegazione nell’alleviare le sofferenze delle popolazioni italiane dell’Istria, della Dalmazia e delle province di Trieste e Gorizia, dalla
violenza di preponderanti forze ostili
che rivendicavano la sovranità su quei
territori. Nel drammatico sviluppo degli eventi, che comportarono la morte
e l’esodo di migliaia di italiani, oltre
250 carabinieri immolarono la propria
vita nella difesa di quei martoriati territori. Confine nord orientale, 1943 1947».
DIFESA ADRIATICA
La rubrica di “Difesa”
www.anvgd.it
Gorizia: intitolazione
a Licurgo Olivi
17 giugno 2009
Il Comune di Gorizia ha organizzato per venerdì 19 giugno alle 15.30
la cerimonia di scopertura della targa
identificante la Scalinata intitolata a
Licurgo Olivi, in via Goldoni (angolo
via Parini), alla presenza dell’On. Stefania Craxi, Sottosegretario agli Affari
Esteri. Alla cerimonia sarà presente una
rappresentanza dell’ANVGD.
Licurgo Olivi, nato a Bagnolo in
Piano (Reggio Emilia) nel 1897, si trasferisce a Gorizia con la famiglia nei
primi anniVenti. Componente del CLN
di Gorizia, in rappresentanza del Partito Socialista, viene arrestato il 5 maggio 1945 dalle truppe titine e deportato in Jugoslavia. Da allora, nonostante
diverse segnalazioni, di Olivi non si
ha più notizia alcuna.
Sondaggi sulle foibe a confronto:
14mln in più di italiani consapevoli
18 giugno 2009
Era il 1996 quando Datamedia, per
conto delTg2 Dossier, diffondeva il suo
sondaggio fra gli italiani sulla conoscenza della parola «Foibe». Poi venne l’istituzione del Giorno del Ricordo e il sondaggio gestito da Ferrari Nasi
& Grisantelli per conto della ANVGD. E
poi ancora il sondaggio di quest’anno
dell’Istituto Alan Normann, voluto dal
CDM di Trieste e dai Comitati ANVGD di
Trieste e Gorizia. […] Il dato più evidente è anche il più confortante: in
questi ultimi anni 14 milioni di italiani
sono passati dalla ignoranza più totale del significato della parola «Foibe»
ad una presa di coscienza reale e concreta su una realtà storica così dolorosa per la nostra comunità nazionale.
I meriti di questo percorso culturale vanno sicuramente ascritti a più soggetti: la legge istitutiva del Giorno del
Ricordo, la fiction RAI sulle Foibe, le
associazioni degli Esuli che svolgono
le loro attività divulgative grazie ai
finanziamenti di una normativa ad
hoc, le leggi regionali di sostegno alla
conservazione culturale, la vitalità del-
Agosto-Settembre 2009
La Bandiera
dell’Arma insignita
di Medaglia d’Oro
al Merito civile
per l’opera prodigata
tra il 1943 e il 1947
in favore
della popolazione italiana
nel durissimo contesto
dell’occupazione
jugoslava
Gorizia, 1950. Il confine con la Jugoslavia (foto Life)
la ANVGD che su tutto il territorio nazionale riesce ad accreditarsi nel tessuto sociale con grande considerazione.
Pur essendo – tutto ciò – motivo di
soddisfazione, appare comunque
chiaro che il cammino è ancora lungo e l’impegno dovrà essere faticoso e
costante per arrivare ad una
condivisione veramente completa di
queste vicende. […]
(fonte Sede nazionale ANVGD)
Venerdì 26 giugno
si apre a Montegrotto Terme (PD)
il 47° Raduno dei Fiumani
25 giugno 2009
Il primo atto ufficiale sarà alle 10.00
con la posa di una corona al cippo
commemorativo di Norma Cossetto,
in località Duecarrare. Nel pomeriggio seguirà una escursione in battello
sul Brenta e la visita a due ville venete.
[…] Sabato 27 alle 10.30 è prevista la
posa di una corona al Monumento ai
Caduti in Montegrotto Terme. Alle
15.30 il Consiglio comunale del Libero Comune di Fiume in Esilio. la presentazione di un libro, la consegna di
riconoscimenti ad alcune autorità.
Domenica 28 […] l’Assemblea
generale. Sul prossimo numero di “Difesa” la cronaca del Raduno.
In alto:
Raduno dei fiumani
a Montegrotto Terme.
Una parte dei partecipanti
rendono omaggio
in Piazza Due Carrare
alla memoria
di Norma Cossetto
Nella foto
in basso:
Mario Stalzer
e Italia Giacca
(foto
www.arcipelagoadriatico.it)
Sito ANVGD: 300mila pagine
visitate in un anno
1° luglio 2009
[…] Ecco i dati di rilevazione statistica del nostro sito internet per il
mese appena trascorso.
Anche giugno si chiude con un
trend ampiamente positivo. Le visite
al sito sono state 5.821 e i visitatori
2.150, in entrambi i casi con un aumento del 79% rispetto a giugno dell’anno scorso. Le pagine visualizzate
sono state 21.898 (+60%). Andando
a verificare il trend degli ultimi 12 mesi
solari, il nostro sito raggiunge e
supera a giugno 2 importanti traguardi: 30.000 visitatori (per circa 68.000
visite) e 300.000 pagine visualizzate
in un anno.
Tornando ai dati del solo giugno,
sono 33 le nazioni da cui gli utenti si
sono collegati per visitare il nostro sito.
Tra le prime: Italia, Croazia, Australia,
Slovenia, Usa, Canada, Germania,
Uruguay, Regno Unito, Svezia. Tra le
località italiane più “affezionate” a giugno: Roma, Milano, Udine, Torino,
Padova, Genova, Napoli, Trieste,
Firenze, Venezia.
Filatelia: da Crema
si guarda alla Dalmazia
2 luglio 2009
Se l’emissione per i sei secoli trascorsi dalla dedizione di Zara a Venezia appare, oramai, improbabile, non
mancano le iniziative alternative.
Come la mostra “Zaraseicento”, in programma a Crema (Cremona) […] A firmarla è la Società filatelica
numismatica dalmata, che si è avvalsa
del materiale messo a disposizione
soprattutto da Stefano Domenighini,
coadiuvato da altri specialisti.
Tre le collezioni in mostra. La prima, intitolata “Un saluto da Zara”, propone una selezione di cartoline locali
edite tra il 1894 e il 1940, permettendo di avvicinarsi alla città e alle sue
caratteristiche prima che venisse distrutta dai bombardamenti del 19431944. Segue “La prima redenzione
della Dalmazia: 1918-1923”, che ricostruisce le vicende nel momento in
cui il territorio venne spartito fra l’Italia e la futura Jugoslavia, proponendo
documenti postali relativi all’area.
Il percorso si chiude con “Storia
postale dalmata: 1815-1945”. Illustra
l’evoluzione del servizio postale durante il periodo austriaco, postbellico
(1918-1923) e italiano, non trascurando l’occupazione tedesca e la prima
fase jugoslava. Il 4 luglio verrà impiegato un annullo speciale.
(fonte vaccari.it)
Giallo filatelico
sulla ex Jugoslavia
2 luglio 2009
Un salto indietro di quasi vent’anni: l’annullo postale che celebra i Giochi del Mediterraneo, promosso dalla
Filanxanum 2009 con la dicitura «La
cultura dei Paesi partecipanti», riproduce erroneamente una carta politica
dei Paesi che si affacciano sul Mare
nostrum antecedente la separazione
della Jugoslavia (si veda qui la foto
www.vaccari.news).
Sono infatti sei gli Stati riconosciuti a livello internazionale in cui è divisa oggi la federazione fondata dopo la
Seconda guerra mondiale, e cinque di
questi partecipano a Pescara 2009:
Slovenia, Croazia, Bosnia, Serbia e
Montenegro. Il sesto, la Macedonia,
sarà invece ammesso a partire dalla
prossima edizione della competizione. L’annullo postale invece, che tra
l’altro riproduce solo la parte più occidentale del Mediterraneo e non
evidenzia neanche Paesi più piccoli
quali Monaco o Andorra, omaggia uno
Stato che non esiste più, e che pertanto non partecipa ai Giochi del Mediterraneo.
Non è la prima volta che filatelia e
numismatica scivolano sulla geografia. […].
(fonte lanciano.it su segnalazione
di Ferruccio Calegari)
Cartolina di franchigia
affrancata con annullo
della Posta Militare,
a firma di Paolo Anfossi
generale comandante
della Brigata Gaeta
in Dalmazia, la cui presenza
è confermata
sino al marzo 1921
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Il numero di Agosto-Settembre 2009